Obbligo o verità?

di i want to meet a vampjre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1°capitolo ***
Capitolo 3: *** 2°capitolo ***
Capitolo 4: *** 3°capitolo ***
Capitolo 5: *** 4°capitolo ***
Capitolo 6: *** 5°capitolo ***
Capitolo 7: *** 6°capitolo ***
Capitolo 8: *** 7°capitolo ***
Capitolo 9: *** 8° capitolo ***
Capitolo 10: *** 9°capitolo ***
Capitolo 11: *** 10°capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





Cara mamma,

Come stai? 
L'ultima volta che ti ho scritto era più di un mese fà.
Non possiamo sentirci spesso, costa molto, lo so.
Costa sia a me, che a te, starci lontane.

Vorrei tornare, solo per riabbracciarti, ma ho capito finalmente che il mio posto è qui, dove hanno vissuto i più grandi artisti di tutti i secoli.

Sai cosa penso dell'arte.
E' la cosa che mi fa andare avanti ed è ciò che amo.
E' la mia ispirazione, e non smetterò di seguirla.

Il passato non conta, perchè ora sono qui.

Ti voglio bene mamma.

Prometto che ti verrò a trovare presto.


Ellen.









Angolo autrice:
Buonasera a tutti, lasciate stare il prologo di merda lol
E' la mia prima storia originale, e spero la seguiate e vi piaccia <3

-Marika c: 

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Capitolo 2
*** 1°capitolo ***


                                                                                    "And the grass wasn't green enough here, after                                                                                                                                watch you leave with my tears..."
 
 
 
Maledetta sveglia.
Vi amo paramore, ma mi dispiace, di mattina non ci riesco proprio a non odiarvi.
 
Mi alzai lentamente, ma molto lentamente dal letto.
 
"Ellen!!" grido' mia cugina dalla cucina.
"Sono sveglia!" urlai nervosa.
 
Mi ero trasferita da 5 mesi a Roma, in Italia.
La capitale di questo meraviglioso paese.
Lavoravo come cameriera in una pizzeria non tanto famosa e non tanto vicina al centro.
Guadagnavo abbastanza da poter vivere.
Non amavo quel lavoro.
 
Era una giornata fresca, e soleggiata, pur essendo dicembre.
Gli uccellini che avevano fatto un nido sull'albero vicino alla mia finestra, cinguettavano beatamente.
Sorrisi guardandoli e poi andai a vestirmi.
 
"Giorgia, vuoi venire con me?" chiesi sedendomi a tavola guardando la mia tazza ancora vuota.
"Dove devi andare?" mi chiese lei versandomi il latte nella tazza e poi mi passò il caffè che io versai.
"Devo andare a comprare una tela, colori, e altri pennelli.." la mia voce era ancora roca per colpa del sonno.
"Va bene, allora io mi vado a preparare, a dopo" e mi lasciò sola a fare colazione.
 
Il mio hobby era disegnare e dipingere.
Volevo fare una scuola d'arte, ma i miei mi costrinsero a scegliere il conservatorio.
Odio la musica, con tutto il mio cuore.
Suonavo il piano, la chitarra, e il violino, ma ormai non toccavo quei strumenti da più di un anno.
Dopo i miei diciotto anni ho iniziato a mettere soldi da parte e prima dei miei vent'anni sono riuscita a trasfermi da mia cugina.
Da piccola ho sempre sofferto di bullismo, e non nego di non essermi tagliata o vomitato. Ne ero uscita, ma non completamente.
 
 
"Sono pronta!!" urlai uscendo dalla mia camera.
"Arrivo" mi rispose lei chiudendo il frigo in cucina.
 
Prendemmo la sua macchina e andammo alla ricerca del negozio di tele.
 
"La tua amica.. com'è che si chiama..?.. Maria? non puoi chiedere a lei dove possiamo trovare quel negozio?" chiesi guardandola dopo quasi 45 minuti che giravamo senza nessun risultato.
"Oh sisi, chiamala tu" mi passò il suo telefono e cercai il numero di Maria nella rubrica, dopo di che la chiamai.
 
"Maria?" 
"Si?"
"Sono Ellen, la cugina di Giorgia"
"Oh si dimmi"
"Senti, conosci qualche negozio che vendino tele o altro per dipingere?" 
"Qui a Roma, non sono molto buoni.. Vieni da me, ti do io l'occorrente"
"Sicura che posso?"
"Certo!"
 
Dissi a Giorgia di andare a casa di Maria.
Arrivammo e suonammo il campanello di casa sua.
La casa non era una casa, era più un luogo dove dipingere.
Viveva lì, in mezzo ai suoi quadri e i suoi disegni.
 
"Wow" sussurrai guardandomi intorno "Sei bravissima" continuai per poi posare il mio sguardo su Maria che era davanti a me.
"Oh, grazie mille" mi sorrise.
 
"Allora.. cosa ti serve?" si girò verso un quadro che era per terra e lo raccolse appoggiandolo sulla scrivania.
"Sinceramente non lo so.. vorrei dipingere qualcosa, ma non ho un soggetto.." guardai un quadro, un ritratto di un ragazzo.
"E'.. E' bellissimo.. sembra vero.." mi avvicinai al quadro e lo guardai meravigliata.
"Oh grazie mille! Era il mio fidanzato, poi ci siamo lasciati e be.." si porto una mano su un fianco e sorrise.
"Non credo butterò mai quel ritratto, è stata una grossa parte della mia vita.. quindi.." sospirò poi tornai a guardarla.
"Vabbene, io ti do questa tela" si girò e aprì una porta, era probabilmente dove teneva le riserve.
"Poi questi" continuò, la voce risuonava chiusa e lontana.
"E questa" uscì con una tela di misura media, dei pennelli di diversa misura e diverso tipo, e poi una scatola con la pittura.
 
"Grazie davvero Maria" sorrisi prima di uscire.
"Fammi sapere quando avrai trovato il tuo soggetto" mi salutò con la mano e tornai con Giorgia a casa.
 
Sistemai tutto in camera mia e andai a pranzare.
Alle 18 sarei dovuta andare a lavoro, e cosi dopo aver lavato i piatti andai a riposarmi un po'.
 
Mi svegliati tardissimo.
Erano le 17.35 e per arrivare alla pizzeria dove lavoravo ci volevano ben 20 minuti.
Non potevo arrivare tardi.
 
Cercai di prepararmi in fretta, correndo per tutta casa.
"Giorgia prendo la bici, sono di fretta!" gridai prima di uscire.
Non feci in tempo a sentire la risposta di mia cugina, corsi in cortile a prendere la bicicletta.
 
"Devo farcela" sussurrai iniziando a pedalare velocemente.
 
Grazie a Dio tutti i semafori erano verdi ed ero riuscita ad arrivare alle 18.00 precise.
"Arrivo subito" dissi entrando e andai in bagno.
Mi misi la divisa della pizzeria, perchè non ero riuscita a mettermela a casa.
Ero vestita con una gonna stretta e corta fino alle ginocchia, nera, con una camicia bianca a maniche corte.
Capelli legati a tuppo e converse bianche.
 
Eravamo 3 ragazze e 4 ragazzi.
Io e Emily usavamo sempre le converse, perché i tacchi erano scomodissimi, e anche perché il proprietario era un pervertito.
La serata sembrava iniziare tranquillamente.
Tutti felici, e in pace.
 
Arrivarono, credo, le 21, quando la gente iniziò ad ammassarsi in sala.
C'era una gran confusione.
Per fortuna dovevo solo prendere le ordinazioni e portarle a 3 tavoli.
 
"Buonasera" mi avvicinai ad un tavolo.
C'erano 2 ragazzi e 3 ragazze.
"Volete ordinare?" chiesi guardando il ragazzo che mi era difronte.
 
"Si, allora.. cosa prendete?" il ragazzo guardò le tre accanto a lui e poi l'amico che non avevo ancora visto in viso.
"Cosa avete di antipasto?" mi guardò una di quelle ragazze.
"Bruschette con pomodoro e olio, prosciutto crudo e mozzarelline." la guardai.
"Allora prendiamo prima l'antipasto" concluse il ragazzo.
"E da bere?" chiesi ancora.
"Per me una birra media" il ragazzo si girò.
Ci sorridemmo.
Aveva un sorriso, che, sicuramente, tutti invidiavano.
Era bellissimo, e perfetto.
 
Finii di prendere le ordinazioni e le portai in cucina.
Andai da Emily che parlava con un tipo.
"Emi, oddio" sussurrai.
"Che?" mi guardò curiosa.
"C'è un ragazzo. Oh mamma che figo!" ridemmo e mi fece l'occhiolino.
"Provaci!" continuò lei prima di andare in cucina.
 
Nah, di sicuro era un puttaniere, stronzo, come tutti i ragazzi belli come lui.
E poi, che se ne sarebbe fatto di me? 










Angolo autrice:
Yo a tutti, eccomi tornata con il primo capitolo della storia.
Che ve ne pare?
Be si capisce ancora poco, ma tranquilli, capirete presto u.u

Volevo dirvi che è tratta da una storia vera, cioè in vacanza un ragazzo mi ha sorriso, aveva un soriso perfetto e be mi è venuta in mente questa storia AHAHAHAHAHAH

Grazie per le recensioni e per i complimenti, spero la seguiate ancora c:


-Marika

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Capitolo 3
*** 2°capitolo ***



                                                            "And the grass wasn't green enough here, after                                                                                                            watch you leave with my tears..."



Ancora voi?

Avrei dovuto cambiarla quella dannata sveglia.
Era sempre stata la mia canzone preferita, ma ora, la odiavo.

Mi alzai con un mal di testa insopportabile.
Ero tornata a casa alle 3 e qualcosa, credo.

"Giorgia..." sussurrai uscendo dalla mia camera "Giorg..." ripetei prima che mi accorgessi di un biglietto attaccato al frigo.


                  'Sono dovuta andare a lavoro prima, torno per le 17, vai a fare la spesa'

"Dannazione..." sbuffai ancora assonnata.

Preparai il caffè e poi mi sedetti a tavola, la mia mente era ancora alla sera prima.

Quel ragazzo.
Il suo sorriso.
Il suoi occhi marroni con dei riflessi verdignoli.

Mi morsi il labbro e un po' di malinconia si fece spazio dentro di me.

Per tutta la sera c'eravamo scambiati sorrisi, e nient'altro.
Di sicuro si era dimenticato di me.
Io, invece, non so se dimenticherò il suo sorriso.


Mi misi una felpa azzurrina e dei jeans neri attillati con le converse semplici bianche.
Un cappello nero e gli occhiali da sole tondi.

La giornata non era ne fredda ne calda.
Si stava bene.
Il vento, quel poco che soffiava, rifrescava l'aria maggiormente, ma non con quel freddo da congelarsi vivi.

Decisi di andare a piedi al supermercato.
Tanto era vicino, e non avrei comprato tante cose.
E poi camminare fa bene.

Entrai, e come sottofondo musicale c'erano i muse con Panic Station.
La giornata non poteva che iniziare meglio.

Andai a nel reparto della carne e presi il pollo, poi andai a prendere il pane, poi andai verso i cereali.
"Oh merda" erano in alto.
"E mo?" feci una smorfia.
"Dannata me che sono bassa" sussurrai.
Sentii una voce dall'altra parte e capii che era un commesso che stava aiutando una signora.
Mi avvicinai ai due, e lo vidi.

Era quel ragazzo.
Lo stesso ragazzo della sera prima, che mi aveva sorriso.
Oh.. il suo sorriso.

"Mi dica" si avvicinò a me.
"Oh.. ehm.." balbettai quando mi fù molto vicino.
"Niente.. niente" mi allontanai.
Chissene frega dei cereali, Giorgia, te li andrai a prendere da sola, i'm sorry.

Andai subito alla cassa e corsi a casa.

Non potevo crederci.
Era... il commesso di quel supermercato.

Mi avrà riconosciuto?
Si sarà ricordato di me?
Che avrà pensato del mio corportamento?

Sistemai la spesa e mi cucinai velocemente degli spaghetti col tonno.
Non avevo molta fame.

Per fortuna quella sera non dovevo andare a lavoro.
E così invece di mettermi a dormire mi posizionai davanti alla tela.
La guardai fissa per, credo, più di mezz'ora.
Volevo dipingere, ma proprio non sapevo cosa.
Ero 'vuota'.
Le mie amiche erano in Irlanda.
Non avevo un ragazzo credo da 3 anni.

Lunga storia.

Non ero innamorata, non ero felice, ero una di quelle persone che vivono solo perchè sono state messe al mondo.

Continuai a guardare ancora per un po' la tela bianca davanti a me, poi il telefono che squillò mi riportò al presente.
Allungai il braccio, rischiando anche di cadere, ma riuscii a prendere il telefono ugualmente.

"Pronto?" risposi scocciata.
"Ellen!" sentii una voce famigliare dall'altra parte del telefono. "Sono Carlotta!" 
"Carlotta?" non ricordavo chi fosse.
"L'amica di Giorgia!" esclamò lei ridendo.
"Oh, si, Carlotta! Giorgia è a lavoro" mi guardai le unghie.
"Si, lo so, cercavo te. Senti oggi noi usciamo, e se vi va di unirvi a noi, sarebbe davvero un piacere" guardai l'orologio appeso sul muro.
"A che ora?" chiesi ancora non convinta.
"Per le 21 passiamo noi a predervi!" si capii che stava sorridendo.
"Va bene, alle 21"

Erano quelle uscite dove ci si rinchiude in un locale, si balla, ci si ubriaca e si torna a casa al mattino.
Odiavo tutto ciò, ma potevo sembrare un asociale se rimanevo a casa.

Erano ancora le 15.10.
Avevo tutto il tempo di fissare ancora la tela davanti a me, lavarmi e vestirmi.

Trascorsi più di 2 ore, concentrata su un foglio per le bozze.
Niente.
La mia mente era cosi occupata dai tanti pensieri, che sembrava vuota.

Era tornata Giorgia e l'avevo avvisata dei programmi della serata.
Le amiche di Giorgia erano delle pazze, simpatiche, e a volte, oche, ragazze di città.

Carlotta, Beatrice, Simona, Roberta.

Maria non si univa quasi mai in quelle uscite da oche.



Pov. Nicki.

"Allora ti va di uscire si o no?!" mi gridò Alex dal microfono del telefono.
"Va bene, va bene, esco!" dissi io accontentandolo.

Odiavo quelle serate passate nei locali a ubriacarci, a ballare, e a tornare a casa al mattino.
Ma non volevo rischiare di sembrare un asociale rimanendo in casa.

Mi mancava la mia terra.
Mi ero trasferito da poco più di 3 mesi a Roma, dalla mia amata Australia.

Avevo 22 anni, e niente mi piaceva di più che della storia e dell'arte.
Roma brulicava d'arte, e storia.
Il mio 'paradiso' terrestre, potremmo chiamarlo.

Vivevo in un appartamento che dividevo con Walter, ragazzo italiano conosciuto lì.
Anche se lui non era a casa, ci dormiva solo, e a volte neanche quello.

Ero un tipo silenzioso, che sta bene da solo, ma anche in gruppo.

L'altra sera, quella cameriera, mi ha colpito.
Aveva un sorriso meraviglioso.
E continuavo a guardarla, anche da lontano, per fissare nella mia mente la sua immagine, per non dimenticarla.

Poi rivederla al supermercato è stato ancora più bello, forse lei non si sarà ricordata di me.
Chissa quante persone avrà visto in pizzeria, perchè dovrebbe ricordarsi proprio di me?
Avrà altro per la testa.
Forse sarà fidanzata.

Mi alzai dal letto e andai a bere un po' d'acqua.
La mia testa era vuota, o almeno cosi sembrava.
Il pensiero di quella ragazza aveva fatto scomparire tutti gli altri.


Mi preparai.
Un jeans semplice, le vans bianche, e un maglione blu scuro.
La serata era fresca, e mi misi una giacca di jeans e uscii.

Andai a prendere Alex.
"Stasera ci si diverte!!!" disse euforico mentre si avvicinava a me.
Risi senza rispondere.
Lui si sarebbe divertito.
Io lo avrei guardato mentre si divertiva.

Andammo a prendere 2 ragazze, sue amiche, e poi andammo in quel locale di cui mi parlava sempre.

Entrammo, e c'era musica a palla.
Un bar enorme, gia affollato.
Tavolini e sedie sparsi per il locale, e uno spazio per ballare.

Ci sedemmo intorno ad un tavolo.
Quelle dannate oche continuavano a tenere gli occhi fissi su di me.

Mi dispiace, non mi interessano le ragazze facili.

"Andiamo a ballare!" gridò Alex per farsi sentire.
"Oh sisi!" si alzarono insieme e dopo avermi chiesto di andare con loro, e aver ricevuto il mio solito 'non mi piace ballare', andarono in 'pista' a strusciarsi come tutti gli altri.

Sbuffai e andai a bar.
Si era svuotato, e c'erano solo 4 persone sedute lì a bere.

Mi sedetti poco più distante da una ragazza che beveva una birra.
"Cosa le porto?" mi chiese il barrista.
Lo guardai.
"Una vodka alla pesca" mi fece un segno col capo e si allontanò.
"Un altra birra per favore!" gridò la ragazza poco distante da me.
Quella voce.

Girai lentamente il viso e la guardai.
Era lei.
La ragazza della pizzeria.

Le portarono un altra birra e guardò il bicchiere con malinconia.

Sembrava sola, indifesa e triste.
Che le sarà successo? mi chiesi.

"Ellen!!!" quel gridò mi riportò alla realtà e guardai delle ragazze avvicinarsi all'amica.
"Ellen, dai, vieni a ballare con noi" disse una di loro.
"Andate voi, non mi piace ballare" rispose.
Sembrava la mia stessa solita risposta.
"Come vuoi" quella che parlò mi guardò come per dire 'wow' e poi si allontanarono tutte insieme.


Ellen.
Era forse quello il nome della ragazza con il sorriso più bello che io abbia mai visto?
Il buon vecchio Buonarroti avrebbe cercato in tutti i modi di copiare quel perfetto sorriso.

La ragazza si accorse di essere osservata e si girò lentamente verso di me, ma mi voltai subito guardando difronte a me.

"Nicki dannazione, vieni qui a divertirti!"


Pov. Ellen.

"Nicki dannazione, vieni qui a divertirti!" gridò qualcuno.
"Alex, lasciami in pace, sto bene qui!" rispose incazzato il ragazzo accanto a me.

Quello stesso ragazzo che vedevo da 2 giorni.

Nicki?
Era quello il suo nome?
Perché se ne stava lì seduto e non era lì in mezzo a ballare?
Del resto anche io ero lì seduta.
Ma io avevo un motivo.
Odiavo mettermi in mostra.
Chissà la sua motivazione qual era.

Ci girammo verso la pista, ogni tanto ci scambiammo dei sorrisi e delle occhiatine.
Ma che voleva?
Voleva provarci con me?
Non ero il suo tipo, di sicuro.






Angolo autrice:

yo belli!
Che ve ne pare questo capitolo?
E si scopre finalmente chi è il ragazzo dal sorriso più bello del mondo, Nicki.
Mi avete chiesto una sua "foto" per identificarlo, e il ragazzo più giusto per il personaggio per me è Francisco Lachowski.



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Invece parlando di Ellen, la immagino così:


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Spero continuerete a seguirmi su questa storia e che vi piaccia allo stesso modo <3
-la vostra Marika.

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Capitolo 4
*** 3°capitolo ***


                                  3° capitolo.




Mi svegliai alle 13.30 il giorno dopo.
La testa mi scoppiava letteralmente
Ci eravamo ritirate credo alle 5 e qualcosa.

Avevo bevuto troppe birre, e inoltre qualche bicchiere di vodka.


Mi massaggiai la testa e andai, strisciando i miei piedi, in cucina.
Tutta la casa era buia, tutte le tapparelle erano abbassate.
Meglio cosi.

"Giorgia..?" sussurrai.
"Sono qui.." mi rispose lentamente dal divano.
"Mi sento male" mi sedetti sulla sedia vicino al tavolo.
"Anche io.." sussurrò.


Dopo 2 ore per riprenderci dalla sbronza della sera precendente, aprimmo le tapparelle, e anche una finestra per far cambiare un po' aria in casa.

"Oddio che freddo" guardai il tempo fuori.
Sembrava volesse scender giù la neve.
"Strano, ieri non era cosi freddo il tempo" sussurrò Giorgia dietro di me.
"Infatti.." 

Mancavano 10 giorni a Natale.
"Quando prepariamo l'albero?" mi chiese lei dopo un po'.
"Meglio domani, fra un po' devo scappare a lavoro" la guardai mettendomi il cellulare in tasca.

"Va bene" mi sorrise e mi andai a preparare.

Mi misi il completo del lavoro e mi avviai.
Faceva molto freddo e mi strinsi nella giacca.
Guardai in basso per vedere dove mettevo i piedi.

E poi caddi per terra.
"Oh cristo" sussurrai, poi guardai l'altra persona, anche essa per terra.
"Scusami!" sialzò di fretta e mi aiutò ad alzarmi.
"Oh no tranquillo" gli lasciai la mano.
"Scusa davvero" sussurrò guardandomi negli occhi.
Mi allontanai di poco.
"Ciao" mi affrettai ad allontanarmi da lui.

Era lui? 
Nicki?
Avevo parlato con lui?
Non potevo crederci, eppure era vero.

Mi guardai la mano sorridendo.
"Ha toccato la mia mano" sussurrai e accarezzai la mia stessa mano ancora incredula.

Poco dopo arrivai al ristorante.
La mia mente era vuota, ma cosi piena allo stesso tempo.

Chissà se si ricorda di me..

La serata continuò come tutte.


Pov. Nicki.

Ellen, era lei?
Anche se per due parole, avevamo parlato?
Mi aveva riconosciuto?

Questa storia stava diventando assurda.
Vederla era bellissimo, e sembrava come se il destino avesse deciso di farci incontrare.
Era davvero strano.
Assurdo.


Tornai a casa mia.

"E quindi.. avevo pensanto di.. sisi" sentii entrando.
"Walter, sei tu?" lo chiamai.
"Nicki! Si sono io!" gridò dalla sua camera.

Andai da lui per salutarlo, aprii la porta e lo vidi che parlava con Alex che era seduto sulla poltrona.
"Alex? che ci fai qui?" lo guardai confuso.
"Abbiamo una sorpresa" rise lui guardandomi.

Chiesi più volte che cavolo stesero combinando, lì seguii quando andarono in soggiorno e mi sedetti davanti a loro aspettando una cavolo di risposta.

"Una ragazza.." iniziò Alex.
Sbuffai.
"Non voglio conoscere nessuno" lo interruppi.
"Fammi parlare!" si incazzò leggermente.
"Una ragazza vuole vederti, si chiama Olivia, è una bella ragazza, e ci ha chiesto.. be.. di farvi incontrare" mi guardò Walter.
"Perché dovrei?" dissi nervoso.
"Perché non hai una ragazza da un tanto!" si interruppe Alex e continuò Walter "Le persone potrebbero pensare che tu sia gay!" 
"Ma non sono gay! E poi non mi interessa delle opinioni delle persone" abbassai lo sguardo. "Sto bene cosi"
"Nicholas, non me ne frega niente, tu ci vai, ci provi, e poi decidi cosa vuoi fare, ma almeno ci provi" 

Mi ha chiamato Nicholas, vuol dire che è incazzato.. è meglio ascoltarlo, pensai.


Passarono 2 giorni.
E sarei dovuto andare a casa di quella tipa, Olivia.

Ellen, l'avevo vista solo una volta, al supermercato, con una ragazza.


Mi misi un jeans scuro, stretto, con un maglione rosso, semplice, e le mie amate vans bianche.

Quella notte era scesa un po' di neve, e faceva davvero tanto freddo.
  
Alex mi disse dove abitava Olivia e decisi di andarci con l'auto.
Era un palazzo altissimo, e lei abitava al 7° piano.
Avrei utilizzato l'ascensore, naturalmente.
Entrai e vidi la porta dell'ascensore chiudersi lentamente, corsi e riuscii ad entrare.












Non uccidetemi c:
Scusate la mia assenza di più di un mese, ma con la scuola non trovavo tempo per mettermi al computer e scrivere.
Questo capitolo non è un granché, ma il prossimo è fvrhdgnfjak, già vi avviso.
Se arrivo a 3 recensioni continuo <3


-Marika.

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Capitolo 5
*** 4°capitolo ***


                                 4°capitolo




Quel pomeriggio Giorgia mi obbligò ad andare con lei da Simona.
Mi disse che abitava al 7° piano.

"Giorgia, prendiamo l'ascensore" le dissi prima di entrarci.
"Vacci tu, Ellen, io ho paura, ci vediamo lì" la vidi salire per le scale e entrai.

Proprio mentre la porta dell'ascensore si stava chiudendo entrò lui.
Pure qui?!

Ci scontrammo.
"Scusa" disse senza guardarmi.
"Niente" lo guardai.

Si ricorderà di me?

Mi guardò e sorrise imbarazzato.

"Dove vai, tu?" chiesi prima di spingere il bottone per il piano.
"Al settimo piano" rispose aggiustandosi la giacca.
"Anche io" sussurrai e spinsi il bottone.

Ci guardammo giusto due volte.

Mi aveva riconosciuto?
O stava pensando "ma chi è 'sta scema?"?

Chiusi gli occhi.
Si sentì un rumore da fuori.

"Cos'è stato?" dissi spaventandomi. "Oh mio dio, cos'è?!?!" continuai respirando a tratti.

"Tranquilla" mi guardò, anche lui spaventato.
"Siamo chiusi qui dentro?" girai il viso verso di lui.
"Spero di no" provò a spingere il bottone per l'allarme, ma sembrava anche quello bloccato.

"Dobbiamo aspettare" si sedette per terra.
Chiusi gli occhi e mi sedetti anch'io.

Respiravo profondamente, per calmarmi, e lui mi guardava.

"Io sono Nicholas, però chiamami Nicki" mi porse la mano.
Incerta gliela strinsi.
"Piacere Ellen" mi sorrise e ricambiai il sorriso.

"Sono almeno 5 giorni che ci scontriamo sempre" scherzò.
Allora si ricordava di me!
"Si è vero" sorrisi guardandolo.
"Quanti anni hai?"
"20, tu?" sembravamo due bambini che avevano fatto appena amicizia.
"22"

Mi sembrava di conoscerlo da così tanto tempo, perché?

"Di dove sei?" mi chiese guardandosi i piedi.
"Sono Irlandese, vengo da Castlebar..." sussurrai e cercai di non guardarlo.
"Tu di dove sei?" gli chiesi.
"Australia... Adelaide" sorrise, forse pensando alla sua terra.
"Bella l'Australia, è nella lista dei posti da visitare" pensai ad alta voce.
"Io vorrei cosi tanto andarci in Irlanda.. da quando ero piccolo desidero di andarci, ma la prima prima tappa è stata qui a Roma" si accarezzò il ginocchio poi continuò con enfasi. "Tu che ci fai qui a Roma?" 
"Mi piace l'arte, così ho messo qualche soldo da parte e mi sono trasferita da mia cugina..." 

Si senti un rumore, e poi delle grida.
"Elleeeeen!!" riconnobbi la voce di mia cugina.
"Giorgiaaa!!! mi alzai in piedi.
"Ci sentite?" gridò qualcun'altro, era un uomo. Nicki si alzò subito e gridammo un forte si.

"Ci vorrà ancora molto tempo" sentimmo dopo poco.
"C'è stato un guasto, ma tranquilli, andrà tutto bene!" gridò un altra voce.

Ci risedemmo.

"Voglio uscire da qui, non ce la faccio più, non respiro! I muri si fanno più stretti, ho paura!" dissi trattendo le lacrime che cercavano di scendere, poi mi sentii abbracciare.
"Shh.. tranquilla.. ehi" mi sussurrò qualcosa.
"Ho paura" lo guardai con le lacrime che mi rigavano silenziosamente il viso.
"Ci sono io con te" mi accarezzò i capelli. "Respira profondamente e pensa a qualcosa che ti piace, a qualcosa di bello"

E fu cosi che pensai a lui, e a come stavo bene fra le sue braccia.

Il tempo sembrava non passare mai.
Era orribile, ma anche piacevole sentire il suo profumo da cosi vicino.


All'improvviso si sentì un rumore da dietro la porta dell'ascensore.
Mi alzai e Nicki fece lo stesso subito dopo.
E poi lentamente si aprì, grazie ad un uomo che la stavo sforzando.

"Oh grazie mille.. grazie mille" corsi via e abbracciai Giorgia che era dietro quell'uomo.
Guardai Nicki che mi sorrideva, sciolsi l'abbraccio con mia cugina e mi avvicinai a lui.
"Piacere di averti conosciuto, Nicki" gli porsi la mano.
"Spero di rincontrarti, Ellen" mi strinse la mano.
"Domani, di sicuro" scoppiammo in una fragorosa risata.
"Allora al prossimo incontro" mi fece l'occhiolino e andò via.


Quando tornammo a casa Giorgia voleva tutti i particolari.
"Non capisco, spiegami che è successo con quel ragazzo!?" chiese lei curiosa.
"E' da qualche giorno che ci incontriamo ovunque, e niente, quindi sarà sicuro che domani ci incontreremo di nuovo" risposi roteando gli occhi.
"E' un figo assurdo" rise.
"Davvero?" la guardai trattendendomi dal ridere.
"Lo è!" si buttò all'indietro sul mio letto.
"Sarà fidanzato sicuramente" sussurrai quasi malinconica.
"Probabile" mi guardò dal basso lei.


Pov. Nicki.

Non potevo crederci, avevo trascorso un ora con lei.
La sua voce era cosi melodica.
Oh diavolo, che mi succedeva?

Io non ero quel tipo di ragazzo che si interessa ad una ragazza senza neanche conoscerla, eppure, lei mi interessava, e parecchio.

Mi scusai con Olivia e le confessai di non aver nessun interesse per lei, cosi tornai a casa e senza che Walter se ne accorgesse mi chiusi in camera a chiave.

Mi buttai sul letto e fissai il soffitto, pensando al suo sorriso.

Era troppo bella, e dolce..

"Sarà fidanzata" dissi tra me e me.


Walter uscì, e sapevo che per quella sera non sarebbe tornato.

Erano le 21 e chissà perché, ma avevo voglia di pizza.

Mi misi la giacca e scesi.
La pizzeria dove lavorava Ellen era dietro il mio appartamento.

La neve era scesa di più, e il freddo si faceva sentire.

Entrai e il caldo mi raggiunse subito.

C'erano molte persone, e c'era molta confusione.
Si sentiva profumo di pizza in ogni angolo, era decisamente deliziosa.
Mi sedetti ad un tavolo per uno e aspettai di vederla.

"Eccola" sussurrai guardandola da lontano.
Non mi aveva ancora notato, e forse era meglio così.

Poi vidi un signore indicare il mio tavolo, e lei annuire.
Si girò lentamente verso di me e si avvicinò con un blocco e una penna in mano.

"Sapevo di rivederti" sussurrò quando mi fù vicino.
"Io avevo voglia di pizza" scherzai.
"Cosa ti porto, Nicki?" guardò il foglietto.

Ordinai una margherita e una birra, ma prima che si allontanasse la fermai.
"A che ora finisci qui?" cercai il suo sguardo.
"A mezzanotte stacco" i suoi occhi incontrarono i miei.
"Ti aspetto fuori" si allontanò con il sorriso stampato sulla faccia.

Volevo conoscerla a tutti i costi.
Dovevo conoscerla, più che altro ne avevo bisogno.

Mangiai la mia pizza, gustandola e seguendo con gli occhi Ellen, che girava fra i tavoli.

Mi portarono il conto e pagai.

Tornai a casa alle 22, o più tardi.
Mi misi a guardare un po' di tv, ma non capendo niente di quello che dicevano, spensi e andai in camera.
Presi un foglio e iniziai a disegnare qualcosa.
Amavo disegnare, infatti avevo frequentato scuola d'arte.
Mi accorsi quando il disegno iniziava a prendere forma, che era un ritratto.
Assomigliava a Ellen.

Cercai di farla assomigliare il più possibile a lei, ed eccola lì.
Ferma, come in una foto.
Una foto che avevo creato io.

Misi il suo ritratto nel mio album dei disegni, e decisi che non lo avrebbe visto.


Mi rimisi la giacca e corsi fuori dalla pizzeria, e feci, per fortuna, in tempo.
"Ehi" mi si avvicinò sorridente.
"Ehi" le baciai la guancia.

"Vuoi venire da me? Mia cugina dorme da una sua amica.. Ti offro qualcosa" mi chiese mentre camminavamo.
"Si, ma per poco, non voglio disturbarti" le risposi guardandola.
"Tranquillo" mi rivolse un sorriso.

Salimmo le scale e rimanemmo davanti alla porta per qualche minuti, perché non trovava le chiavi dentro la borsa.
"Dannazione" si innervosì.
"Cerco io?" le chiesi avvicinando le mani.
"Ehm.. si grazie" respirò profondamente e mi avvicinò la borsa aperta.

Cercai le chiavi, nelle tasche e non c'erano.
"Ma sono scema?!" le uscì dalla tasca della giacca.
Scoppiai a ridere e poi rise anche lei.

Aprì la porta ed entrammo.
Mi sentii a casa.
Un odore di caldo mi riscaldò velocemente le guancie.

Andammo in cucina e mi sedetti toccando con il palmo della mano il tavolo.
"Mi piace molto casa tua" la guardai versarmi in un bicchiere un po' d'acqua.
"Grazie mille" mi sorrise.

"Allora.. Oh si, alla fine tu non mi hai detto che ci fai qui a Roma" rise leggermente accarezzando con la mano sinistra il suo bicchiere.
"Sono qui a Roma, da 3 mesi circa, e be.. volevo allontarmi dalle persone che erano lì, cambiare aria, e visitare questo paese pieno zeppo d'arte" abbassai lo sguardo.
"Bello.. come mai volevi allontanarti dai tuoi amici, o altri?" mi chiese confusa.

Ci trasferimmo sul divano.
"Be?" mi richiese, aspettando la mia risposta.
"Mi sono sempre sentito diverso da loro, da chi frequento" sussurrai, quasi come se non volessi che mi ascoltasse.
"Mi.. mi dispiace.. mi sono sentita anche io cosi.. da quando avevo 6 anni.." aveva lo sguardo fisso sulla poltrona difronte a lei. "Solo perché amo la storia e l'arte.. Solo perché ero grassa.. Solo perché ero quella "brutta" della classe" sussurrò.

Soffriva di bullismo?
Lei?
Non posso crederci.

Io ho sofferto di bullismo dalla 3 elementare fino al quinto superiore.
Ci fù anche un periodo in cui mi tagliavo, ma comunque non capivo affatto perché una come lei potesse aver sofferto di bullismo.

"Soffrivi di bullismo?" le chiesi lentamente, girò il viso verso di me e annuii.
"Anche io" abbassai lo sguardo.
"Non è possibile.." mi guardò spalancando gli occhi.
"No, non è possibile che tu abbia sofferto di bullismo, davvero non lo capisco" protestai.
"Invece è cosi" disse rassegnata.






yo, a tutti.
Ho pubblicato velocemente, vero? (:
Finalmente Nicki ed Ellen si sono conosciuti, awwww.
Sono troppo teneri *^*
A 4 recensioni continuo <3

-marika 


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Capitolo 6
*** 5°capitolo ***



                                                             "And the grass wasn't green enough here,  
                                                                                            watch you leave with my tears..."




Cercai di spegnere la sveglia, ma cadde per terra e il suono sembrò aumentare.
Misi la testa sotto il cuscino, mi trattenni da buttare un urlo, mi alzai per raccogliere e spegnere quella dannata sveglia.

Sbadigliai nervosa e andai ad aprire lentamente la tapparella, la luce entrò velocemente nella mia camera. Le strade erano piene di neve, e da lontano si potevano vedere i bambini che giocavano a fare i pupazzi di neve e a lanciarsela addosso.

Sorrisi ricordando quando giocavo con i miei cugini con la neve, eravamo tutti piccoli, così piccoli, che desideravo ritornare indietro.

Andai in cucina e vidi Giorgia sistemare la mia tazza.
"Sei già qui?" le chiesi spalancando gli occhi vedendola.
"Sisi, ho litigato con Simona.. alle 4 di mattina, credo, sono tornata" non mi guardò e continuò a sistemare le cose.
"Ah" non sapevo che rispondere.
Quelle due litigavano tutti i giorni.

"Ah Giorgia, sono in ferie da oggi fino al 3 gennaio" mi ricordai.
I propetari della pizzeria dovevano partire, e le ferie ci erano state prolungate.
"Meglio cosi" mi sorrise.

Nicki era rimasto fino all'una e mezza.
Avevamo discusso di tante cose.
E, a dire la verità, sembravamo cosi simili, ma così diversi.
Amavamo l'arte, la pittura, il disegno, la storia, leggere.
Mi aveva confessato di non essere riuscito a visitare ancora San Pietro.
Io, invece, l'avevo visitato solo una volta.

E' strano, lo so, è anche da pazzi far salire in casa uno sconosciuto, ma sentivo qualcosa in lui, qualcosa di diverso, sentivo che mi potevo fidare, e non me ne sarei pentita di averlo conosciuto.


Ci eravamo organizzati per andare a comprare i regali per natale ai nostri amici insieme questo pomeriggio.

"Ma c'è stato un ragazzo qui?" mi disse Giorgia.
"Perchè?" la guardai confusa, come faceva a saperlo?
"Si sente un profumo maschile per tutta casa... Ed è strano" a volte sembrava un vero e proprio cane da caccia.
"Ho fatto salire un amico" conclusi non guardandola.
"WOW" si meravigliò.

Dopo aver cazzeggiato tutto il giorno in casa arrivò pomeriggio.
Le 17.30 precisamente.
Suonarono al citofono e andai ad aprire.
"Nicki sali, non sono pronta" lo feci salire.
Aprii la porta.

"Scusa, ma non trovo l'altra scarpa" scoppiammo a ridere.
"Tranquilla, ti aspetto qui" mi baciò la guancia.

Corsi in camera e cercai la scarpa ovunque, e poi la trovai, era sopra l'armadio.
"Te che ci fai lì?" gridai alla scarpa, si, come se lei potesse sentirmi o rispondermi
Cercai di prenderla saltando dal letto, e ci arrivai, per fortuna.

Mi infilai le scarpe e raggiunsi Nicki che era seduto sul divano, gli sorrisi.
"Sono pronta" si alzò e mi raggiunse.
"Ellen? Chi c'è?" sentii Giorgia uscire dal bagno.
Era con un asciugamano ed era bagnata, si era fatta la doccia.

"Oh ehm.. lui è Nicki, un mio amico" guardai Giorgia che era imbambolata.
"Oh, e.. si, piacere Giorgia" porse una mano a Nicki, e con l'altra si mantenne l'asciugamano addosso.
"Nicki" sorrise e si strinsero la mano.

"Noi andiamo" dissi a Giorgia poco dopo.
"Io fra poco esco, non so a che ora torno" mi informò lei.
"Ho le chiavi" fù l'ultima cosa che le dissi.


Uscimmo finalmente da casa mia e ci recammo in un centro commerciale.
"E' carina tua cugina" scherzò Nicki.
"Oh davvero? Non è il tuo tipo" lo guardai ridendo.
"E chi ti dice che non sia il mio tipo?" rise.
"Tu sei il ragazzo che ama l'arte, non la moda, non andreste d'accordo" ero seria.
"Come fai a saperlo? E sentiamo chi sarebbe il mio tipo?" guardò qualche vetrina.
"Qualcuno tipo te.. Lei è diversa da te.. Non è interessata a niente, tranne che alla moda" roteai gli occhi, un po' 'schifata'.
"Tanto non ci proverò con tua cugina" mi sussurrò nell'orecchio, accarezzandomi la spalla.


"Quanti regali devi prendere?" gli chiesi dopo un po'.
"2 credo.." contò con le dita. "Tu?" mi domandò subito dopo.
"Uno" 

Iniziammo dal mio regalo, andammo in un negozio di robe, ovviamente era per Giorgia il regalo.
Avevo intenzione di comprarle un vestito che poteva mettersi alla festa di capodanno a cui doveva partecipare.
Trovai un bellissimo vestito, corto come piacevano a lei, viola con le paiette e dietro faceva una grande scollatura.

"Il mio regalo è fatto" dissi uscendo dal negozio con Nicki al mio fianco.
"Ora tocca ai tuoi" lo guardai e annuì.

Il primo era per il suo amico, Alex.
Entrammo in un negozio di videogiochi.
"E' da tanto che ne vuole una" mi spiegò fissando la scatola tra le sue mani.
"E allora prendigliela" cercai di facilitargli la scelta.
"La prendo?" girò il viso verso il mio e mi guardò perplesso.
"Si" sorrisi e guardai la scatola.
Era la nuova psp vita, nera.

La comprò, anche se costava tanto.
"E all'altro tuo amico che compri?" gli chiesi.
"Gli comprerò dei cuffioni, gli piacciono molto e gli ultimi che aveva si sono rotti" mi spiegò.

Comprammo anche l'altro regalo, e ora non ci restava più niente da fare.

"Quindi tu sei in ferie?" mi chiese.
"Si, tu?" gli domandai guardando davanti a me.

"Mi sono licenziato" ridacchiò e lo guardai confusa, così riprese a parlare. "Avrebbe chiuso il 27 dicembre, così mi sono licenziato io... tanto quel lavoro non mi piaceva neanche" non sembrò triste.
"E ora come farai?" gli domandai preoccupata.
"Ho qualche risparmio, e soldi che mi manda mio padre ogni tanto, dopo Natale cercherò un lavoro, non impegnativo" mi rispose sereno.


"Ti va di mangiare qui? Sono sola..." gli chiesi prima di apri il portone.
"Mi farebbe piacere" sorrise e annuì.
"Bene" 

Salimmo nel mio appartamento e il forte caldo ci accolse in casa.
"Che bel calduccio" ridacchiò Nicki.
"Si è vero" sospirai togliendomi la giacca. "Ora devo nascondere il regalo" lo guardai.

Andai in camera mia e cercai un posto sicuro dove nascondere il regalo di Giorgia.

"Trovato!" gridai e lo nascosi in un altra busta nell'armadio.
Stesso posto dove nascondevo il mio diario.

Nicki entrò e mi guardò nascondere per bene il regalo.
"Uhuh una tela!" indicò la tela che era al centro della stanza.
Oh già, non avevo ancora trovato un soggetto a quella maledetta tela.

"Oh ehm...si" lo guardai mentre lentamente si avvicinava ad essa. 
"Ti piace dipingere?" mi chiese poco dopo.
"Si molto, ma non trovo un soggetto per questa tela" mi avvicinai anche io accarezzando il lato della tela.
"Spero tu lo trova presto, allora" mi sorrise.


"Che ore sono?" chiesi a lui.
Stavamo guardando un po' di tv, ma a nessuno dei due interessava ciò che ne trasmetteva.
"Le 21.15" mi rispose guardando l'orologio nero che portava al polso.
"Va bene... allora... vado a cucinare" mi alzai.
"Ti aiuto, so cucinare, un po', ma so cucinare" ridacchiò alzandosi anche lui.

Decidemmo di mangiare dei toast e poi di vederci un solito film di natale.

Mangiammo beatamente sul divano mentre guardavamo il film.
E fù proprio in quel momento che una lampadina si accese magicamente nella mia mente.
Sapevo che regalare a Nicki per Natale.
Una gita a San Pietro.

Per tutto il giorno mi ero chiesta se dovevo fargli un regalo o no.
E poi BUUUM.
Ho immaginato me e lui a San Pietro che ammiravamo tutte le opere conservate lì dentro.

Chiusi gli occhi cercando di immaginare quella giornata.
Senza neanche accorgemene mi ero addormentata.

"Ellen?.. Ellen?" mi sentii chiamare da una voce famigliare.
"Altri 5 minuti" mi lamentai.
"Ellen, svegliati" sentii ancora.
Così, di malavoglia, cercai di aprire gli occhi.
Era Nicki che tentava di svegliarmi.
"Ti sei addormentata" mi accorsi di essere spaparanzata su di lui.
"Oh merda" mi alzai subito arrossendo.
Lui scoppiò a ridere nel vedermi arrossire e io mi coprii il viso.

Mi scusai con lui per essermi addormentata e per essermi sdraiata su di lui, ma lui continuò a dire che era tutto ok, e che non dovevo preoccuparmi.

"Davvero, scusa.." dissi un altra volta.
"Ellen, smettila di scusarti" rise leggermente e mi accarezzò il braccio.
Sorrisi e non insistetti più.

"Che ore sono?" chiesi poco dopo.
"Quasi mezzanotte" mi informò subito.

"Non è strano?" dissi ad alta voce, mentre pensavo ai giorni passati.
"Cosa è strano?" mi domandò non capendo.
"Eravamo dei perfetti sconosciuti, fino a ieri, ora invece, sembriamo amici da tutta una vita" abbassai la voce timidamente.

"E' vero, ma mi piace.. non ho mai avuto un 'amica'" mi confessò lui con quel luccichio negli occhi come una bambino davanti ad una caramella.
"Allora sono molto fortunata" sorrisi.


Parlammo un altro po' e poi lui tornò a casa sua.











 
yo!
Anche se non siamo arrivati a 4 recensioni
con il capitolo precendete ho voluto pubblicare
 comunque questo capitolo u.u
Che ve ne pare? 
Fatemelo sapere in una recensione se vi va <3
Spero di pubblicarvi il prossimo entro sabato o domenica.

Un grazie ha chi ha messo tra i preferiti la storia.
A chi la recensisce. (
sissi2309Selenator69)

E a zaynscandies (Clarissa), mia amica, vicina di casa e che da ieri mi sta aiutando con i capitoli.
Andate a leggere la sua storia, "bestfriend?", è bellissima e scrive meravigliosamente.


Grazie a tutti.
-Marika

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Capitolo 7
*** 6°capitolo ***





Erano passati giorni, ed era la mattina del 24 dicembre.
La vigilia di Natale, la mia prima vigilia di Natale in Italia.

Avevo organizzato tutta la gita a San Pietro, il 27 dicembre.

Avremo festeggiato insieme sia la vigilia e sia il Natale.
Il cenone della vigilia da lui, invece il pranzo di Natale da me.


"Giorgia, tu che fai stasera?" chiesi mentre sistemavo il soggiorno.
"Vado da Roberta con tutte le altre, tu invece..?" mi domandò piegandosi per raccogliere un bicchiere di plastica.
"Non so, stiamo a casa di Nicki, molto probabile ci saranno i suoi amici e le ragazze" 
"Oh capisco, allora domani stiamo tutti qui, giusto?" mi chiese ancora.
"Sisi" sorrisi.

Io e Nicki ci eravamo avvicinati tantissimo, ed era una cosa fantastica, perché lui era sempre con me. Mi fidavo ciecamente di lui, e lui di me.
Era una strana amicizia, ma pur sempre bella.

"Cosa c'è fra te e Nicki?" perché Giorgia me lo chiedeva?
"Perché?" chiesi confusa.
"Non so, mi... mi piace..." confessò.
A mia cugina piaceva Nicki. Questo si che era strano.
Be non aveva tutti i torti, era un bel ragazzo.
"Giorg..." mi interruppe.
"So che non sono il suo tipo, lo so benissimo... ma sono disposta a cambiare... mi piace davvero" 
WOW.
"Non so che dire... non aspettarti niente... lui... be... mi ha detto che è... è già occupato" inventai.
Ero gelosa per caso? No dai, era un amico.
O forse ero davvero gelosa?
Smettila Ellen.

"Occupato?" chiese lentamente.
"Si... ha altro per la testa..." finsì di nuovo.
"Ohw... sai per caso chi è?"
"No, mi dispiace"

Ok, si sono gelosa.
So di sicuro che lei lo farà soffrire, e non voglio.
O forse sono io quella che non vuole soffrire?


Mi preparai.
Maglione rosso, jeans attillati, stivaletti.
Poi misi in borsa, pigiama semplice, per non rendermi ridicola, ciabatte, spazzolino, pettine, e ricambio per il giorno dopo. 
Sarei rimasta da lui a dormire.
Dormire abbracciati.
Ok, Ellen hai gli occhi a cuoricino, che succede qui?!
                                     
                                                           Oh cazzo.


Presi la busta dei biglietti per entrare a San Pietro e chiusi la borsa.

"Io vado Giorgia, a domani" le baciai la guancia e scesi.
Casa sua non era lontana, per fortuna.
La neve non era tanta, ma faceva molto freddo.
Il mio naso si sta lentamente congelando.

Arrivai sotto casa di Nicki, e citofonai.
"Chi è?" sentii la sua voce dal microfono, la sua calda e melodica voce. Ellen!?
"Ellen" sorrisi come un imbecille.
"Ohw, sali" mi aprì il cancello e decisi di prendere le scale.
Secondo piano.
Trovai la porta e lui che mi aspettava con un sorrisone in stampato in viso.
Lo abbracciai subito.
"Ciao anche a te" mi disse ridendo e ricambiò calorosamente l'abbraccio.
Gli baciai la guancia.
"Ciao" scoppiai anche io a ridere.
Entrai come se fossi in casa mia.

"Allora, vabbè lui è Walter e lui Alex" mi indicò due ragazzi davanti a me e gli strinsi le mani.
"Piacere" dissero insieme loro due.
"Poi, loro due sono due loro amiche" disse l'ultima cosa a bassa voce e ci avvicinammo a quelle due.
"Lei è Sandra" strinsi la mano ad una ragazza bionda (finta), mega tettona.
"E lei è Luana" e l'altra ragazza mi sorrise, o non so se era un sorriso, non aveva espressione facciale, ovviamente era strarifatta. Capelli Biondi anche lei, troppo biondi.
I miei occhi c.c

Io e Nicki ci allontanammo da loro e andammo a chiuderci in camera.
"Come dice il detto in Italia, Luana la puttana" scoppiammo a ridere.
"Tu pensa che non le conoscevo neanche io, fino a tipo mezz'ora fà" mi confessò lui ancora ridendo.

"Per stanotte.. uhm.. dove dormo?" chiesi dopo aver finito di ridere.
"Dormi nel mio letto, io dormirò in quel divano lì" indicò una sottospecie di divano attaccato alla parete.
"Nono, io dormo sul divano, tu nel tuo letto" rifiutai.
Non avevo nessuna intenzione di farlo dormire scomodo a casa sua.
"Ellen, no" continuò lui.
"Allora dormi con me, tanto il letto è grande" mi avvicinai a lui con la faccia da cucciolo bastonato.
"Sicura?" sorrise baciandomi la fronte.
"Si" 

Yehhh avrei dormito nel suo stesso letto!
Ellen, riprenditi, mi sto seriamente preoccupando.


Pov. Nicki.

Avrei dormito nel letto con lei, wow.
Non so perché, ma desidevaro più di ogni altra cosa che arrivasse la notte, così da vivere quel momento.

Le sorrisi e mi sdraiai sul letto ridendo.
"Tuffo a bomba" gridò lei e si buttò sul letto, anche se lo mancò terribilmente e cadde su di me, ridemmo insieme e le bacia la guancia.
"Ops" sussurrò.

"Posso chiederti una cosa, Nicki?" disse dopo un po' di silenzio.
"Certamente" le risposi.
"Ti piace Giorgia, o qualcun'altra?" 
Perché questa domanda?
Non me la sarei aspettata da lei, e poi cosa centrava Giorgia?

"Giorgia... non mi interessa... te lo dissi già tempo fà..." dissi non sicuro della sua reazione.
"E ti piace qualcun'altra?" domandò velocemente.
"Pe...perché?" 
Ellen, non posso dirti di colpo 'mi piaci tu' abbi tempo, pensai.
E ora che le dico?
Mento?

"Sì... be..." balbettai leggermente.
"Oh... va bene" sorrise lei.

FIUUUH pericolo scampato.

"E tu? Sei interessata a qualcuno? eheh" risi e le incominciai a fare il solletico.

"Ragazzi la cena è pronta, venite?" sentii la voce di Alex, mi girai e lo vidi vicino alla porta che ci guardava.
"Si arriviamo" disse Ellen aggiustandosi.
Alex fece un cenno con la testa e andò di là.

Ci alzammo dal letto silenziosamente, e raggiungemmo gli altri in cucina, dove erano già tutti seduti e ci aspettavano.
Ci sedemmo e finalmente tutti ripresero a parlare.
Ne io e ne Ellen fiatammo, e non ci guardammo neanche. Era successo qualcosa, qualcosa che non capivo. Sembrava non sentirsi a suo agio con quelle persone, ma come darle torto, anche io non sopportavo le amichette dei due miei amici, ma dovevo trascorrere quelle sere con loro.

La cena fù deliziosa, per la maggior parte del tempo fissai l'albero di Natale pieno di regali, con quelle lucine colorate e luminose.
Per l'altra parte del tempo risposi ad alcune domande di Sandra e Luana.
Mi chiesero "Sei fisicamente libero?" e sinceramente non avevo capito neanche il senso della domanda, ma guardai Ellen, senza che lei, forse, se ne accorgesse, e risposi "No".

Sparecchiammo e decisero di andare in soggiorno per chiaccherare, ma non volevo per niente rimanere lì con loro, così sussurrai a Ellen "Andiamo in camera" e mi annuì semplicemente.

Ci alzammo, e scusandoci ci dirigemmo in camera mia.

"Scusa per la serata di merda..." spezzai il silenzio che era ormai permanente in camera.
"No tranquillo, domani sarà peggio..." mi informò lei sospirando.
"Ellen... ti voglio bene" mi uscì naturale, anche se non era vero.
"Anche io Nicki" mi baciò la guancia.

Ci sdraiammo sul mio letto e la guardai.
"Perchè volevi sapere se mi piace qualcuno?" le chiesi. L'ho detto davvero?!
"Co...così" mi rispose.
"Sicura...?" le chiesi guardandola negli occhi.
"Nicki, si!" mi rispose più convinta.
"E a te... piace qualcuno? Prima non mi hai risposto..." spostai lo sguardo altrove.
"Sinceramente non lo so... sono molto confusa... lui è molto carino, dolce..." distolse anche lei lo sguardo.
"E chi è?" le chiesi. Una domanda: Volevo saperlo davvero?
"Non lo conosci" sussurrò, forse, incerta.

Arrivò il momento dei regali.
Non volevo dare il mio regalo davanti a gli altri così rimanemmo in camera mia.
"Allora... non sapevo cosa regalarti, ti avviso..." iniziai e presi il pacco.
"Quindi, tieni... è il pensiero che conta, no?" la guardai porgendole il pacco.
"Tranquillo" lo prese sorridendo e iniziò a scartarlo.
La guardai felice, sperando le sarebbe piaciuto.
Era un suo ritratto, non era bello come lei, ma ci andava vicino.
Mi guardò stupefatta.
"E'... bellissimo! Nessuno mi aveva mai fatto un ritratto!" mi abbracciò subito e per la forza finì per sdraiarmi sul letto con addosso lei. La strinsi forte a me e le baciai la guancia più volte.
"Grazie! Grazie" continuò a dire e accarezzai i capelli.
Si alzò, forse un po' imbarazzata, e lo si poteva intuire dal rossore sulle sue guancie.

"Questo è il mio regalo... non è niente di chè, paragonato al tuo..." si scusò lei, porgendomi una busta.
Sorrisi, perché non mi interessava del regalo, ma di avere lei accanto.
Aprii lentamente la busta e ci trovai due biglietti.
Lessi cosa c'era scritto.
Il 27 dicembre avrei visitato San Pietro.
"Oddio, Ellen, grazie!" la abbracciai forte.
"Ma non è niente di chè..." disse lei lentamente.
"Scherzi?! Finalmente vedrò San Pietro!" la strinsi e ridemmo insieme.
"Sono felice che ti piaccia" mi baciò la guancia.


Dopo un po' lei andò a mettersi il pigiama in bagno e io rimasi in camera a sistemare il letto e a cambiarmi.
Anche se era inverno dormivo sempre con pantaloncini e maglietta a maniche corte. 

Entrò Ellen e le sorrisi.
Quanto era bella.






















 
Yo.
In questo capitolo si vede che sono passati dei giorni,
e che la loro amicizia è più forte. 
Sono teneressimi (nella mia mente e.e)
Che ve ne pare? Vi sta piacendo?
A me non tanto, però a voi le recensioni.

Per il prossimo capitolo spero di pubblicarlo la
 settimana prossima, perchè lo sto ancora scrivendo cc

Buon proseguimento di serata (?).
-Marika

ps. un grazie immenso a tutti <3

pps. anche a voi fanno ridere i pensieri di Ellen?

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Capitolo 8
*** 7°capitolo ***


                                                                         ***



Quella notte non riusci a chiudere occhio. La continuavo a guardare, e a pensare a me e lei.
Insieme.
Era chiaro ormai che avevo una cotta per lei, o forse era di più di una cotta. Maledetto il suo sorriso perfetto e i suoi occhi di cui mi innamoravo sempre più.

La abbracciai cercando di avvicinarmi a lei, e lei si strinse ancora di più a me.
Il suo profumo...



Pov. Ellen

Mi svegliai fra le braccia di Nicki, e fù il risveglio più bello al mondo. Lui era sveglio che mi guardava, e non so definire se era inquetante o tenera come cosa.

"Buongiorno" sussurrai.
"Buongiorno" mi sorrise e mi baciò la fronte.

Mi alzai lentamente e mi stiracchiai sbadigliando e guardai il mio ritratto appoggiato.
Avevo stranamente dormito bene, il suo letto era davvero comodo.

"Buon natale" gli dissi ricordandomi che era il 25 dicembre.
"Oh si! Anche a te" si alzò e andò ad alzare un po' di più la serranda e guardò fuori.

Mi andai a cambiare e lavare in bagno, e poi uscimmo da casa sua.
"Andiamo direttamente a casa mia?" gli chiesi dopo essere usciti dal portone.
"Facciamo il giro largo e poi a casa tua" sorrise.

Camminai cercando di pensare a qualcos'altro, e non a lui. Guardai tutto davanti a me, e mi concentrai su i colori, dovevo trovare una dannata ispirazione per la tela.
Il freddo si faceva sempre più sentire, e il mio naso diventava sempre più rosso e congelato.

Il pranzo di Natale, fù più rumoroso della vigilia a casa di Nicki. Le ragazze non smettevano di guardare il mio amico, e di fargli domande imbarazzanti. E come se non bastasse Giorgia sembrava una bambina ogni volta che Nicki le rivolgeva la parola.
Forse era davvero cotta, e forse stavo sbagliando, forse dovevo dire a Nicki che Giorgia era interessata a lui. Così mi stavo comportando solo come un'egoista, ma cosa potevo farci? Forse anche io ne ero interessata.


Dopo pranzo vollero andare a dormire tutti, io invece chiesi a Nicki di chiuderci in camera mia.
Appena entrati in camera lui si buttò a peso morto sul letto, e si mise una braccio davanti agli occhi. Io intanto mi sedetti accanto a lui a gambe incrociate e lo guardai. 
Era così bello, i capelli leggermente scompigliati tirati all'insù, il petto che si alzava e abbassava ad ogni suo respiro e quelle labbra così carnose, quelle che ti invitato ad avvicinarti e baciarle.
Più lo guardavo, più mi sentivo in colpa. Avrei dovuto dirgli tutto. 

"Ellen, tutto bene?" mi guardò confuso.
E ora che faccio? Che gli dico? "Si, tutto bene" gli sorrisi un po' incerta.
"Sicura?" mi domandò ancora.
Si, glielo dico. Devo dirglielo.
"Io... io be... devo dirti una cosa..." sussurrai. Per l'ultima volta: dovevo dirglielo? No, Ellen, rimanda.
"Cosa?" mi guardò curioso e facendomi capire che avevo la sua massima attenzione.
Respirai profondamente. "Sai..." Ellen, no, te ne penti, non dirglielo. "Io... volevo di nuovo ringraziarti per la tela, è fantastica... Sei bravissimo" Grazie Elle, grazie.
"Ohw" mi guardò sorridendo felice. "Ne sono felice, ti voglio bene piccola" mi prese dal polso facendomi abbassare per abbracciarlo.
Prima o poi lo saprai, pensai.
Aspirai profondamente il suo adorato profumo, così dolce, e amaro allo stesso tempo. 


Mi addormentai accanto a lui, e mi risvegliai sola. 
"Nicki?" sussurrai cercando di mettere a fuoco.
"Sono qui" sentii la sua voce dall'altra parte della stanza e lo vidi seduto difronte la mia tela ancora vuota, priva di forme e colori, semplicemente bianca.
"Che fai lì?" mi sedetti per guardarlo meglio.
"Guardo la tua tela... non sapevo che fare" mi sorrise dolcemente.
E forse in quello momento qualcosa nella mia mente si era aperta, e avevo capito cosa volevo davvero.
Volevo svegliarmi così, volevo vedere il suo sorriso appena aperti gli occhi, quel sorriso perfetto, che era solo per me.
Cosa impossibile...

"Vieni vicino a me?" gli feci la faccia da cucciola e si avvicinò subito al letto e mi abbracciò forte.
Ecco un altra cosa che volevo, abbracciarlo sempre. Amavo i suoi abbracci.
"Sei tenerissima quando dormi" rise leggermente, alzai la testa per guardarlo male e gli diedi uno schiaffo sul braccio. 
"Ma che bugie dici!?" scoppiai a ridere anche io.


Rimanemmo nel mio letto a parlare del 27, della nostra gita a San Pietro.
Dopo un po' di silenzio se ne uscì con "Ti và di giocare?"
Lo guardai preoccupata e gli risposi "A cosa?"
"Obbligo o verità!" mi rispose tutto gasato.
"Non ci gioco da un bel po'... va bene" sospirai. Che sarà mai?

"Inizio io" disse lui.


Pov. Nicki.

"Obbligo o verità?" le chiesi.
"Verità" mi sorrise.
"Allora... cosa più stupida che hai mai fatto?" la guardai mettendomi comodo.
"Non ridere di me, ma... a 15 anni, mi ubriacai da sola a casa... proprio da depresse" si trattenne dal ridere "Così mi spogliai, rimasi, credo, in intimo e scesi in strada gridando 'i love peace' a tutti. Per fortuna era notte, e non vivevo in città, quindi c'erano pochissime persone" mi misi una mano sulla bocca, la guardai ride e non riuscì a trattenermi.
"Ma davvero?!" la guardai continuando a ridere e lei mi annuì semplicemente.

Dopo esserci ripresi dalla risata toccò a lei.
"Obbligo o verità?" mi chiese.
"Obbligo" le sorrisi.
"Fai qualcosa di stupido" 
Ci pensai su due piedi, ma alla fine mi resi conto di dover fare una cosa davvero stupida.
"Stupido?" la guardai un ultima volta e mi annuì.
"Okay..." mi avvicinai velocemente e le mie labbra toccarano subito le sue.
Era l'unica cosa stupida che mi passava per la mente in quel momento era quello. Baciarla.
Finalmente sapevo cosa si provava a toccare le sue labbra.
Mi stavo per allontanare quando sento lei ricambiare, le accarezzo i capelli e si stende.
La guardai dolcemente.
"Scusami..." sussurrai.
"No... scusami tu" distolse lo sguardo.
Mi spostai e mi toccai le mani nervoso.
"Io... Ellen..." cercai di dirle qualcosa, ma cosa potevo dirle? 
"Nicki, lascia stare, non fa nulla... capita" mi sorrise tranquilla.
Come fai ad essere così tranquilla?


Pov. Ellen.

Mi aveva baciato? Anche se lo desideravo, e non chiedetemi perchè, era strano.
Forse si era sbagliato, e infatti era stata una cosa stupida, come da me richiesto, o...
Nessuna opzione, si era ovviamente sbagliato.

Dovevo dirgli di Giorgia, non potevo tenerlo per me.
"Nicki, devo davvero dirti una cosa..." mi guardò subito.
Dal suo volto non riuscivo a capire cosa provava.
"Giorgia... ieri mattina, be... mi ha detto che tu le piaci..." dissi chiudendo gli occhi per non guardare la sua espressione. 
"Oh..."

 








 
Yo a tutti, come state?
Nicki che bacia Ellen?! Ma dove siamo finiti!! AHAHAHAHAHH
Sono adorabili, secondo me, poi non so voi cosa ne pensate.

Non uccidetemi per questa lunga assenza, di quasi un mese, ma non sapevo proprio come finirlo e purtroppo non ho molto tempo ultimamente...
Scusatemi <3
Vi adoro!
Al prossimo capitolo.
-Marika

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Capitolo 9
*** 8° capitolo ***


                                        8°capitolo





"Io... be... sono..." cercò di formulare qualcosa e balbettò. "Io... ehm... Ellen, io non voglio Giorgia" sussurrò.
"Questo lo so, ma ho paura che possa stare male" cercai il suo sguardo.
"Lo so... ma... io... io... voglio un'altra" mi guardò.
"Glielo detto... ma dovevo informati di ciò" cercai qualcos'altro da fissare.
"Va bene" disse soltanto.

Ci fù parecchio silenzio nella stanza, al contrario della mia testa, che era piena zeppa di pensieri, anzi domande/affermazioni da parte del mio cervello.
'E se lui volesse te?' 
'Ti sta prendendo in giro'
'Bacia bene'
'Le sue labbra'
'E' un puttaniere'
'Puo' aver fatto così con tutte?'
'Prenderà in giro Giorgia'
'Non te ne innamorare'

Non è una cosa bella avere delle vocine in testa che parlano contemporaneamente, e che ti confondono ancora di più.





Passarono dei giorni, e arrivò in fretta il 27 dicembre.
Tra me e Nicki non era più uscito l'argomente 'bacio' o 'Giorgia', e mi stava bene.
Eravamo i soliti amici di sempre.

"Quindi oggi vai con Nicki, a San pietro?" entrò in camera mia Giorgia.
"Sisi" le risposi non guardandola e scegliendo che maglia mettermi.
"Con Nicki... già..." sussurrò, probabilmente fra se e se.
"Hai bisogno di qualcosa?" le domandai scocciata.
"Hai parlato con Nicki di quella cosa?" si avvicinò all'armadio e mi guardò intensamente.
"No" affermai ancora una volta non guardandola.
"Va bene" uscì subito dalla mia camera.

Giorgia ma che domande fai?! Ovvio che gli ho detto che lo vuoi!
Ma non ti dirò di certo che mi ha baciata.

Sentii il campanello, e corsi ad aprire.
"Buongiorno" mi sorrise.
"Oddio, è tardissimo" mi misi le mani sul viso. 
"Sei ancora in pigiama?!" scoppiò a ridere.
"Porca merda, si... corro a vestirmi, aspettami qui" lo guardai disperata chiudendo la porta.
Corsi di nuovo in camera mia e cercai qualcosa di decente da indossare, lasciando solo Nicki in soggiorno.



Pov. Nicki.

Ero solo, finquando non sbucò Giorgia dalla cucina che mi sorrise.
Sembrava avere una paralisi facciale per quanto sorrideva.

La salutai con la mano e un cenno del capo, sinceramente non volevo che fraintendesse ogni mio gesto nei suoi confronti. Non potrei mai eliminare così facilmente Ellen dai miei pensieri e sostituirla con Giorgia.
Per carità, sarà pure una bellissima ragazza, ma Ellen era Ellen.
"Senti Nicki..." si sedette accanto a me.
"Dimmi, Giorgia" cercai di non guardala.
"Ti va se un giorno ci andiamo a bere qualcosa insieme?" mi girai per guardala, era tutta felice e gasata.
"Senti...Giorgia... io..." la guardai bene e mi immaginai lei piangere, non potevo farla piangere. "Va bene..." mi rassegnai.
"Grazie, aww" mi alzò e corse in qualche altra stanza.
"Maledizione..." sussurrai guardando per terra.


"Nicki, sono pronta" mi alzai sentendo la voce di Ellen.
Sbucò dalla sua stanza.
"Andiamo!" risi leggermente e uscimmo da casa sua.
Mentre eravamo in auto, che mi aveva gentilmente prestato, cercai le parole per informare Ellen del mio 'appuntamento' con sua cugina, ma nulla. La mia mente era ancora proiettata al nostro bacio.

Cercai un parcheggio, e dopo averlo trovato scendemmo dall'auto avviandoci al Vaticano.
Guardavo sempre davanti a me, ma avevo una voglia matta di girarmi per guardarla, prenderle la mano e stringerla.
Ci mettemmo in fila, una lunghissima fila per entrare.
Mi guardai intorno, era tutto perfettamente perfetto.

Dopo circa un quarto d'ora di fila, riuscimmo ad entrare.
La prima cosa che vidi era la pietà del mio Buonarroti, era qualcosa di perfetto. Cercammo di avvicinarci il più possibile e l'ammirammo felici.


Per tutto il tempo lì dentro mi sentivo me stesso, completamente me.
Con tutto ciò che amavo davvero.
L'arte, e Ellen.


Ci ritrovammo in una pizzeria seduti uno difronte all'altro.
"Grazie per la bellissima giornata" la guardai sorridendo.
"Grazie a te" abbassò lo sguardo, probabilmente per non far notare il rossore sulle guancie.
Era così graziosa e tenera, innocente e sexy allo stesso tempo.




















 
yo a tutti, è un capitolo orribile, lo so.. 
L'ho scritto a pezzi quando mi andava, e mi dispiace dell'attesa.
Spero solo che il prossimo sarà un po' meglio di questo.

Nicki che accetta l'invito di Giorgia, wow o.o
Chissà che succederà uwu <3

Recensite, miraccomando.

-la vostra Marika

ps. Grazie a tutti, auguri (idiota, sono in ritardo di 5 giorni lol) :3

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Capitolo 10
*** 9°capitolo ***


                                         9°capitolo.








2 gennaio.
Anno nuovo, vita di merda, peggio di prima.

Mia madre mi aveva esplicitamente chiesto di tornare a casa, perchè mio padre stava poco bene, ma non volevo tornare, e lasciare la mia vera vita lì a Roma.
Non avevo detto nulla a Nicki, non volevo dirlo ad alta voce.
Non volevo lasciarlo.
Non volevo che Giorgia si buttasse fra le sue braccia durante la mia assenza, e nemmeno che Nicki accettasse ciò.
E probabilmente non volevo nemmeno lasciare la mia tela ancora bianca in mezzo alla mia stanza.


"Ma hai deciso che fare con quella tela?" rise Nicki guardandomi.
Eravamo sul suo letto a guardare la tv.
"Non ho ancora trovato il mio soggetto" lo guardai e scoppiò a ridere.
"Ci sto io qui" disse fra una risata e l'altra.
"Io..." scoppiai anch'io a ridere. "Non potrei mai disegnarti, è come cercare di disegnare un opera del Buonarroti, perderei già in partenza" girai il viso per non guardarlo negli occhi.
"Provaci, non può uscirti così male" mi baciò la guancia.
"Credimi, non mi uscirà proprio" risi leggermente.
"Eddai eddai eddai, provaci" mi pregò lui.
"Un giorno..." sospirai rassegnandomi.


Tornai a casa per pranzo e trovai mia cugina preparando la tavola.
"Buongiorno, che si mangia di buono?" la guardai.
"Ho preso una ruota di focaccia, perchè sono tornata troppo tardi per cucinare" non mi guardò.
"Già.." sospirai. "Tutto bene?" 
"Devi consigliarmi le robe per stasera" continuò a non guardarmi.
"Certo. Con chi esci?" mi avvicinai a lei per prendere la focaccia.
"Nicki" disse soltanto e mi guardò, probabilmente per vedere la mia reazione.
"Va bene" cercai di non dare nell'occhio, ma dentro di me Giorgia era già morta 12 volte.

Dopo pranzo mi chiusi in camera.
Prima di tutto, Nicki doveva dirmelo e Giorgia... be volevo seriamente ucciderla.
Perchè Nicki voleva uscire con lei? Non era innamorato di un'altra?
Mi sentivo più che altro tradita, Nicki mi aveva detto che Giorgia non le interessava e che faceva? ci usciva insieme! 
O era bipolare lui o ero io che non riuscivo a capire.

Ellen, cosa pensavi? Che sarebbe rimasto per sempre single? Pronto per una tua decisione? Per un altro vostro bacio? 

Rimasi chiusa in camera, passando il pomeriggio a guardare la mia tela.
Mi decisi, volevo provarci, sfidare la mia solita sfortuna, sperando che stavolta avrebbe avuto pietà di me.
Presi la matita e riportai semplici schizzi leggeri.
Tutto mi risultava facile, come se lo facessi da sempre.
Era tutto uguale all'immagine che avevo nella mia testa.

Dopo parecchie ore passate a disegnare e dipingere il risultato era perfetto. Forse il mio miglior disegno in tutta la vita. 

"Fantastico" sorrisi, era identico all'originale. Gli occhi, le labbra, il suo sorriso magnifico, ogni cosa era stata disegnata con precisione, e più guardavo il dipinto più mi sentivo bene. A Nicki sarebbe piaciuto sicuramente.

Bussarono alla porta e siccome l'avevo chiusa a chiave mi dovetti alzare e aprire.
"Dimmi Giorgia" la guardai.
"Puoi aiutarmi a scegliere cosa mettermi?" mi guardò.
"Dai Giorgia, ho da fare..."
"Ti prego, mi serve un consiglio!" mi fece gli occhi dolci.
"Va bene.." mi rassegnai e andai in camera sua.

C'erano due vestiti buttati sul letto.
"Fra questi due, quale mi sta meglio?" se li porto prima uno e poi l'altro al busto.
"Mh.." la guardai bene.

Erano due vestiti orribili, corti e sbrilluccicosi, quelli che mettono le brave ragazze in tangenziale per fare taaanti taaaanti soldini.
"Giorgia.. non mi piacciono.." sussurrai, io non li avrei mai messi e a Nicki non sarebbero piaciuti.
Nella mia testa si fece largo un piano geniale, malefico.
"No anzi, questo qui rosa" sorrisi indicandoglielo.
"Magnifico, grazie" e mi fece uscire.

Nicki odia il rosa, odia i vestiti sbrilluccicosi, odia i posti troppo rumorosi, odia le discoteche, odia le ragazze facili.



Pov. Nicki.


Ero già da dieci minuti davanti al pub, ma di Giorgia non c'era neanche traccia e iniziavo a perdere la pazienza, il posto continuava ad affollarsi, la musica aveva iniziato ad alzarsi sempre di più e io ero appoggiato al muro cercando di essere più naturale possibile, con il risultato di apparire solamente un pesce fuor d'acqua.
L'appuntamento con Giorgia era alle 21.30 e ci eravamo messi d'accordo di vederci a quell'ora al pub 'Transmission', non avevo intenzione di andarla a prendere da casa, avevo accettato di uscire con lei ma non credo che mi sarei comportato come in un vero appuntamento.
Avrei sicuramente pensato tutto il tempo ad Ellen, al contatto con le sue labbra che ormai mi mancava come l'aria, ai suoi capelli che avrei accarezzato tutto il giorno e soprattutto ai suoi occhi che brillavano sempre quando parlava d'arte.
Scossi la testa cercando di non pensarci, non volevo essere cattivo con Giorgia, non era da me.
Guardai davanti a me e vidi che si stava avvicinando una ragazza con un vestito cortissimo rosa, sembrava pronta per andare in tangenziale.
"Scusa non sono..." non continuai con 'interessato' perchè mi accorsi che era Giorgia, rimasi pietrificato. 
"Ciao Nicki!" mi baciò sulle guancie e cercai di fingere un sorriso. 
Non sembrava Giorgia, aveva troppo trucco in faccia o troppa faccia in trucco.
"Ehi!" mi salutò lei euforica.
"Ehi" risposi ancora sconvolto.
"Entriamo?" sorrise.
"Sisi, sono da 10 minuti qui fuori" risi leggermente cercando di dimenticare che Giorgia si era vestita come una poco di buono. Mi prese per mano ed entrammo nel locale.
"Scusa se ti ho fatto aspettare... ho fatto tardi nel preparami. Non sapevo che vestito scegliere" si scusò lei.
"Tranquilla" la rassicurai io, allontanando la mia mano dalla sua. Non volevo illuderla.
Ci sedemmo al bar e bevemmo qualcosa per iniziare la serata e intanto cercammo di fare conversazione ma non avevamo molte cose in comune quindi parlò soprattutto lei e io annuiì gentilmente. Non riuscivo a smettere di pensare a Ellen. Chissà cosa stava facendo ora, chissà se mi stava pensando oppure magari stava disegnando, sorrisi spontaneamente.
"Ehi? Nicki? Perchè sorridi? E' una cosa tristissima" disse lei sconvolta.
"Oh si, scusa... stavo pensando... " mi scusai imbarazzato.

"Dai, vieni andiamo a ballare!" disse notando che la conversazione non procedeva. Non mi diede neanche il tempo di replicare e mi trascinò in pista.
Cercai di essere 'normale' e ballare, ma proprio non ci riuscivo. La confusione e la musica troppo alta mi stava danto alla testa, tanto da non farmi capire nulla.
Giorgia continuava a muoversi "sensualmente" addosso a me, più cercavo di allontarmi e più lei si avvicina, mi sembrava di essere diventato claustrofobico. Cercai di respirare profondamente ma in quel momento respirare, la cosa più naturale del mondo, mi riusciva difficile. Giorgia continuava a starmi vicino, e l'ossigeno diminuiva, mi sentivo in preda alla folla, sballottato da una parte all'altra da tutte le persone attorno a me. Avrei preferito mille volte stare con Ellen, sul divano a vedere un bel film.
Guardai Giorgia che ballava di spalle e decisi di uscire, non volevo morire asfisiato lì dentro.
Appena uscito da quel bordello l'aria fresca mi accarezzò velocemente e ripresi a respirare vera aria. 

Dopo 10 minuti che respiravo aria pulita, vidi Giorgia venire verso di me.
"Perchè te ne sei andato?!" si incazzò.
"Giorgia io..."



Pov. Ellen


"Sono passate due settimane da quando l'ho perduto...vengo quì e immagino il luogo dove sia raccolto tutto ciò che ho perso fin dagli anni dell'infanzia. Se fosse così, non faccio altro che ripeterlo, forse, in fondo al campo,all'orizzonte, apparirebbe una figura...dapprima minuscola e poi sempre piu grande...fino a che non riconoscerei Tommy...Tommy che mi saluta, che mi chiama...ma non voglio che la fantasia prenda il sopravvento, non posso permetterlo. Continuo a ripetermi che comunque sono stata fortunata a passare del tempo con lui, quello di cui non sono sicura che le nostre vite siano tanto diverse da quelle delle persone che salviamo...tutti completiamo un ciclo...forse nessuno ha compreso veramente la propria vita, nè sente di aver vissuto abbastanza".

Le parole di Kathy mi distrussero dentro. 
'Non lasciarmi', era il mio film preferito, lo rivedevo sempre e ogni volta stavo male per giorni.
Desideravo anch'io un amore eterno e struggente, così il viso di Nicki si fece spazio nella mia mente.

Il campanello che suonava mi riportò al presente e corsì ad aprire.
"Yo"
"Bella serata! Bellissima!" entrò euforica.
Giorgia, sai quanto me ne frega della tua serata trascorsa con il mio futuro ragazzo?!
"Ellen, mi ha baciata!" disse per poi continuare a parlare di quando fosse stato stupendo, ormai non la stavo più ascoltando, si era tutto ofuscato e mi limitai a sorridere perchè se avessi parlato sarei scoppiata a piangere.
Spensi velocemente la tv e andai in camera, chiudendomi in me stessa.

Presi la decisione più impulsiva di sempre, sarei tornata a casa il giorno a seguire. Non potevo sopportare la vista di Giorga tutta entusiasta e Nicki innamorato perso di lei. In un certo senso mi aveva mentito e illusa.
Forse non era la persona che diceva di essere.
Forse è diventato mio amico per avvicinarsi a Giorgia.

Prenotai il volo per il mio paese dal computer, alle 19.15. 
Presi dall'armadio la mia valigia, iniziai a piegare le mie robe e le lacrime rigavano sempre di più le mie guance.
L'immagine di Nicki che baciava Giorgia faceva troppo male, come se mi avesse preso il cuore e pugnalato, più e più volte. Riposi tutto nella valigia e aggiunsi le altre cose, guardai la tela, gliel'avrei regalata, ma quando?
E decisi di lasciargliela fuori dalla porta di casa prima di partire con un bigliettino "spero ti piaccia, a Giorgia piace molto. Mi mancherai" 

Mi sdraiai sul letto cercando di non pensare a Nicki, e a quanto stavo male, ma era davvero impossibile prendere sonno.
Perchè dovevo interessarmi così tanto a lui? Perchè non poteva essere soltanto un amico?


La mattina seguente, chiamai i propietari della pizzeria dove lavoravo e mi licenziai, poi cercai di evitare in tutti i modi le domande di Giorgia.
Preparai tutto per il viaggio cercando di non dimenticare niente in quella inutile casa.
Lasciare Roma, il paese dove ero davvero me stessa, era qualcosa di straziante, ma non potevo rimanere un altro singolo giorno lì e soffrire per persone inutili.
Sapevo che Nicki aveva da fare quel giorno, quindi non era in casa, e perciò potevo lasciargli facilmente la tela fuori dalla porta. Posizionai bene il bigliettino per terra e corsi via nel mio taxi che mi aspettava fuori dal portone, con la mia valigia, per portarmi in aereoporto. Guardavo la città con occhi malinconici, ricordando quelle vie in quei mesi vissuti lì.
"..if i were to be alone
silence would rock my tearse
'cause it's all about love
and i know better
how life is
a waving feather..
" le parole di Elisa, rendevano tutto più triste.

Arrivai in aereoporto e prima di entrarci mi guardai intorno, ero sola, tutto ciò che ero quando arrivai mesi prima.


Pov. Nicki.

Avevo terminato da poco il colloquio per lavorare in bar, e probabilmente era andato bene, mi avrebbero fatto sapere in quella settimana, sinceramente avevo proprio bisogno di un lavoro.
Arrivai alla porta di casa e vidi una tela, la presi ed era un mio ritratto, era perfetto. Presi il biglietto e capii che era di Ellen. Non capii più niente, cosa centrava Giorgia, e il 'mi mancherai'?
Se n'era andata?!

Lasciai la tela in casa e corsi via, verso l'appartamento di Ellen, suonai più volte alla sua porta, e dopo parecchio tempo che ero lì mi aprì Giorgia con il sorriso stampato in faccia.
"Dov'è Ellen?!" le chiesi subito alzando la voce.
"Non è qui, amore mio" mi rispose lei.
"Ma quale amore mio?!" entrai e cercai Ellen in camera sua, ma era vuota, se n'era andata.
"E' andata via, ha saputo di noi, e non è riuscita a rimanere un altro minuto di più" si avvicinò a me mettendomi una mano sulla spalla.
"Giorgia, che le hai detto?" la guardai confuso.
"Ovviamente che mi hai baciata"


Dopo la conversazione con Giorgia corsi in strada e cercai un taxi libero, chiedendo al taxista di arrivare velocemente all'aereporto. Pregai con tutto me stesso che l'aereo non fosse ancora partito così da rivederla, almeno per salutarla. 
Scesi subito dal taxi lasciando i soldi sul sedile, corsì più veloce che potevo e chiesi informazioni al bancone.
Avevo il cuore in gola per quanto avevo corso.

"Mi dispiace, sta partendo in questo momento"




















 
yo, che ve ne pare del capitolo? 
Mi avete chiesto un capitolo molto lungo, e spero che vi piaccia.
Nicki avrà baciato Giorgia? o sarà una cazzata?
Che sarà successo?
Ed Ellen tornerà?
Lo scoprirete nel prossimo episodio capitolo.
<3

Grazie a chi recensisce e a chi legge solanto, vi amo tutti *lancia cuoricini da unicordi rosa danzanti (?)*
Un grazie speciale va a 
zaynscandies che mi ha aiutata con questo capitolo <3


 
-Marika <3 

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Capitolo 11
*** 10°capitolo ***


                                                           10°capitolo






Provai a chiamarla, sperando avesse il telefono ancora acceso, ma niente, tutto inutile, era spento.
L'avevo persa per sempre, ed era tutta colpa di sua cugina, che le aveva mentito, in realtà io non l'avevo mai baciata.

#flash back#

"Giorgia...io..." dovevo dirle quanto amavo Ellen, non lei. "Non ho nessun interesse per... te... voglio un'altra..." la guardai e sentivo sarebbe scoppiata presto a piangere.
"E' quella puttana di mia cugina?!" alzò la voce, probabilmente per nascondere le lacrime che cercavano di scendere.
"Giorgia..." mi interruppe.
"Si, è Ellen, dillo! Quella è solo una puttana stronza!" gridò ancora.
"Ora basta! Si è Ellen, la amo, e non amerò mai te, perchè sei solo una brutta stronza egoista!" le urlai in faccia la verità. Scoppiaì, non potevo più sopportare le sue schifose parole contro Ellen.
"Stronzo" disse soltanto e corse via.

Le parole di Giorgia erano solo piene di invidia e rabbia, Ellen non era quella persona, lo sapevo.

#fine flashback#



Tornai a casa stanco, disperato, e incazzato con il mondo. Non volevo vedere e sentire nessuno, solo chiudermi in camera e mettere la musica ad alto volume, sperando di non riuscir più a sentire i miei pensieri. Cosa impossibile.
Perchè quando sei triste hai soltanto bisogno di ascoltare musica triste? Non sono mai riuscito ad ascoltare musica allegra quando volevo solamente piangere e fare a pugni con me stesso.
"Nicki che hai?" bussò alla mia porta Walter.
"Lasciami in pace, cazzo. Lasciatemi!" gridai.

Poche volte nella mia vita mi ero seriamente infuriato, e una volta avevo anche fatto a botte con uno tipo della mia scuola, mandandolo in ospedale con un braccio rotto.

"Abbassa il volume almeno!" gridò lui per farsi sentire.
"No!" e sentii sbattere la porta di casa. 

Dopo qualche canzone il mio sguardo incontrò la tela che era vicino la porta della camera. L'unica cosa che mi rimaneva, a parte i ricordi e qualche foto. Il suo disegno
Era fatto benissimo, perfettamente si potrebbe dire. 
"Forse è il suo miglior lavoro" sussurrai prendendola.

Una cosa però ancora non mi era chiara: perchè se n'era andata così velocemente? Le dava fastidio il mio presunto rapporto con Giorgia? Provava qualcosa per me?
Tutto era un 'mistero'.
Provai a chiamarla di nuovo, e di nuovo, e decisi di lasciarle un messaggio in segreteria.
"Ellen, quello che ti ha detto Giorgia, è tutto sbagliato, io non l'ho baciata..." girai per la stanza parlando da solo. "Non amo lei, sai che sono innamorato di un'altra ragazza... e ora che lei se n'è andata mi sento vuoto, peggio di prima" sospirai. "Ti prego chiamami" chiusi.



In 15 giorni le avevo lasciato 214 messaggi, in segreteria. Non mi rispondeva, e la sua voce mi manca più di ogni altra cosa.
Era ciò che si può definire quello che serve per andare avanti in questa vita così complicata già di suo, ciò che ti fa stare bene anche solo sapendo di averla accanto.
Tutto mi mancava di lei, dalla sua voce, ai suoi abbracci. Lei.

Passarono altri giorni, e i messaggi che le lasciavo in segretreria iniziavano a diminuire, perchè sapevo non mi avrebbe mai chiamato, e non avrei più sentito la sua voce.

16 febbraio

Non le lasciavo più messaggi in segreteria, da parecchi giorni, ma dentro di me rimasero ancora quelle domande senza risposta.

"Pensi ancora a quella? Basta, oh!" mi continuava a dire Alex.
Ma io non potevo dimenticarla, non con quelle domande senza risposta pronte a torturarmi anche nel sonno.
Non risposi, come sempre.
"Ma perchè non ti porti una di queste belle ragazze, o anche tutte e due, a casa così ti diverti un po'... hai bisogno di divertirti."
Eravamo in un lurido pub, con due sue luride amiche puttane. 
"Nicki non sei più tu."
Forse nel modo di vestirmi, caro Alex, forse perchè indosso jeans scuri, felpa nera e cappuccio portato sulla testa, forse perchè non mi tolgo più le cuffie, o forse perchè non ti rispondo. Ma sono sempre io. Il Nicki che sta male per una ragazza.
"Ti concedo anche la mia, divertirti con loro, basta fare il depresso!" mi gridò.
Alzai lo sguardo, e mi tolsi una cuffia, pronto ad urlargli quelle parole che tanto mi tirava.
"Alex, vaffanculo" mi alzai e me ne andai rimettendomi l'altra cuffia nell'orecchio.
Tornai a casa e mi chiusi in camera mia, come sempre.

#fash back#

"Di dove sei?" mi chiese guardandosi i piedi.
"Sono Irlandese, vengo da Castlebar..." sussurrai e cercai di non guardarlo.
"Tu di dove sei?" gli chiesi.
"Australia... Adelaide" sorrise, forse pensando alla sua terra.
"Bella l'Australia, è nella lista dei posti da visitare" pensai ad alta voce.
"Io vorrei cosi tanto andarci in Irlanda.. da quando ero piccolo desidero di andarci, ma la prima prima tappa è stata qui a Roma" si accarezzò il ginocchio poi continuò con enfasi. "Tu che ci fai qui a Roma?" 
"Mi piace l'arte, così ho messo qualche soldo da parte e mi sono trasferita da mia cugina..." 

#fine flash back#


la sua voce, risuonava distorta nella mia testa, le davo un suono tutto mio, perchè non la ricordavo più.




Pov. Ellen

Era il 17 febbraio e stavo ancora cercando di costruirmi una nuova vita qui in Irlanda, con scarsi risultati.
Mi chiedevo ancora se avevo fatto bene a spegnere per sempre quel telefono e ad averne comprato un altro.
Ogni notte mi immaginavo mia cugina e lui che si baciavano o altro, ed erano felici senza di me. Avrò fatto bene?

Era la solita mattina fredda, erano le 5.45 del mattino, e io ero sveglia sul mio letto che guardavo la finestra con la solita malinconia.
Non potevo ancora crederci, non potevo ancora farmene una ragione, non potevo dimenticarmi di lui come se fosse niente.
Guardai l'orologio sulla mia scrivania e aspettai lo scoccare di un altro minuto.
5.46.
Spostai lo sgardo verso il mio telefono, con accanto quello vecchio, spento da quel maledetto giorno.
Mi ritrovai praticamente con quel telefono in mano e le mie dita che lo accendevano, stavo facendo la cosa giusta? Vedere cosa era successo in tutto questo tempo? 
Il telefono si bloccò di colpo, e mi spaventai perchè non rispondeva più ai miei comandi, ma dopo 3 minuti mi segno 245 messaggi di segreteria. 
Nicki? Ci teneva ancora a me? 

Passai le seguenti 5 ore nel mio letto ad ascoltare ogni sua singola parola, ogni sua singola richiesta di perdono, ogni suo 'mi manchi', ogni sua giustificazione, ogni suo aggiornamento della sua 'inutile', così la definiva, vita.
La sua voce mi era apparsa diversa, probabilmente dovuto al microfono di un telefono, ma sapevo che era lui.
Ora mi rimaneva l'ultimo messaggio. 
Lo aprii e portai il telefono all'orecchio.

"Ellen, sto cadendo a pezzi, sento solo vuoto intorno, non posso facercela se non sei qui con me, e sai perchè? Ti amo Ellen, cazzo. Addio"

Scoppiai in lacrime, perchè non mi aspettavo un suo 'Ti amo', non mi aspettavo tutto questo.
Guardai l'orologio e segnava le 10.52, riportai lo sguardo al telefono fra le mie mani. Chiamarlo o no.









 

yo a tutti.
19 giorni di assenza, non sono così tanto eh.

Questo capitolo, boh. 
Fa capire davvero quanto Nicki ci tiene ad Ellen.
Fatemi sapere che ve ne pare in una recensione!


-marika <3

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