This love becomes a war

di Yes_My_Lord
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The future is Bulletproof ***
Capitolo 2: *** We will fight to the death ***
Capitolo 3: *** Sing it for the Death! ***
Capitolo 4: *** You better pray to Jesus. ***
Capitolo 5: *** They only care if you can bleed ***
Capitolo 6: *** It's the moment to fight ***
Capitolo 7: *** Never let them take the light behind your eyes ***
Capitolo 8: *** Is it better not say? ***
Capitolo 9: *** I am alive, I'm just playing dead. ***
Capitolo 10: *** Escape ***



Capitolo 1
*** The future is Bulletproof ***


#SOFIA’S MIND
‘I fell apart, I fell apart, I fell apart. But got back un again’.
Le lacrime scendono fredde sul mio viso, fisso mia sorella, piange anche lei mentre guarda Jared sul palco. Sono 2 anni che aspettiamo questo momento, 2 anni di sacrifici lacrime e dolore. Dopo l’incidente e la morte dei nostri genitori non ci è rimasto nessuno. Noi due sole contro il mondo.
Io di 17 e lei di 19 anni abbiamo vissuto scappando dai Draculoidi, uomini della Better Living che da un anno e mezzo a questa parte rastrellano i territori di tutta l’America facendo sparire tutti i colori, la speranza e i sogni della gente. E con essi ogni sostenitore di questi principi.
Non c’è più gioia, non c’è più felicità.
Persino la musica ci hanno negato, ormai non si vive più.
Ci siamo nascoste, abbiamo lottato fino alla fine, rischiando di essere prese e portate nei ‘Fines’: laboratori dove ogni contraddittore viene confinato e lasciato morire tra le pene più atroci. Ce ne sono centinaia e dentro di essi sono morte decine e decine di persone.
Si insomma, credo che il 2019 sia un anno di morte.
Ora siamo qui, in Canada, a nasconderci insieme ai pochi rimasti, per ora mi pare ci siano solo Echelon, forse qualche Killjoy ma dubito. Sono stati i primi a sparire. Ne rimangono una ventina e i membri della band, i My Chemical Romance, hanno raccolto i superstiti e si sono nascosti da qualche parte. Girano voci che stiano tramando qualcosa ma nessuno lo sa di preciso.
Siamo qui da circa una settimana, in Canada la Better Living non è arrivata. Non ancora per lo meno. Ci siamo stanziati nei confini quindi credo che nel giro di pochi giorni dovremmo spostarci verso l’interno. Se non domani stesso, qualcuno dice che dovrebbe essere già passati oltre le frontiere, gli basta scovare l’accampamento e ci hanno trovati.
Prendo la mano di mia sorella, anche se è la più grande sono io che la sostengo, non so come faremmo l’una senza l’altra.
Siamo a fine concerto, ovviamente si è svolto tutto in acustico e abbiamo rischiato molto. Ma dopotutto senza musica non sappiamo vivere.
Shannon e Tomo stanno suonando L490 con le uniche due chitarre che ci rimangono, una delle 2 è pure scordata e con le manopole rotte… ma non importa il suono storpiato, basta stare tutti assieme. Possiamo anche sentire senza i microfoni, siamo solo una sessantina quindi non ci sono problemi.
Sembra strano, ma è il primo concerto dal vivo a cui assisto e non i sembra vero che Tomo, Shannon e Jared siano qui, a dieci metri da me. Ma dopotutto, stiamo combattendo una guerra insieme e la paura di vederli morire supera leggermente l’euforia di averli accanto. Tra poco dovrebbe essere il turno di guardia di Sarah, in verità dovrebbe essere iniziato 10 minuti fa ma nessuno sembra essersene accorto… “Hey, non credi che bisognerebbe andare a vedere che fine ha fatto la sentinella? Dovrebbe essere rientrata già da un po”
“Sofia calmati, non avrà guardato l’orologio. Vedrai che ora torna, goditi il concerto e taci.”
“Nono dovresti andare a controllare?"
"Certo che sei proprio una palla! Adesso esco!” La guardo mentre si alza e si avvia verso i cespugli che segnano l’entrata del covo.
L490 è finita ma Jared ha voluto fare un piccolo extra e si è messo a cantare ‘Where the streets have no name’. Mi stendo a terra e chiudo gli occhi…
 
#SARAH’S MIND
Supero la coltre di cespugli e cammino verso il punto di guardia “Hey, puoi andare il tuo turno è finito qui, sto io a controllare.” Parlo, ma mi accorgo che ad ascoltarmi ci sono solo gli alberi. La sentinella non c’è, magari è tornata indietro ma l’avrei vista, questa è l’unica strada per andare e l’unica per tornare.
Mi guardo intorno, la serata si è fatta improvvisamente inquietante, comincio ad osservare l’orizzonte in cerca di qualche intruso, è probabile che i Draculoidi si aggirino per questi territori ma trovare il covo è quasi impossibile: è nascosto dietro un muro di pietra ed è incavato in una specie di caverna nella roccia. Si insomma, a meno che non abbiano inventato i raggi X è impossibile trovarci.
Mi siedo su un tronco d’albero e aspetto, dopotutto fare la guardia mi piace, posso pensare. Cosa che è raro fare da quando sono iniziati i rastrellamenti.
È tranquillo l’ambiente ma sono ancora preoccupata per la sentinella scomparsa. Andrei a cercarla ma non posso muovermi dal mio posto. Mi alzo e cammino avanti e indietro, fa freddo e mi si stanno gelando i piedi.
Un rumore attira la mia attenzione, viene dalle cime degli alberi attorno a me, alzo lo sguardo e un stormo di uccelli vola via muovendo un sacco di foglie. Mi copro gli occhi e quando li riapro un aggeggio nero si presenta davanti a me. È come una scatoletta con un buco davanti, non dovrei raccoglierla ma voglio scoprire cos’è. La prendo e me la rigiro tra le mani in cerca di qualche indizio. Individuo un logo sul fondo e quando lo identifico mi si gela il sangue nelle vene.
BL. Better Living.
Lascio cadere la scatola e indietreggio. Nell’impatto con il terreno perde un pezzo e scopro un lampeggio rosso.
E' una telecamera. “Oh Santo Tomo”.

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Capitolo 2
*** We will fight to the death ***


#SARAH’S MIND
Corro, mi sembra di correre da ore, eppure il covo dista un quarto d’ora di camminata. Mi hanno vista e ora potrebbero arrivare al nostro nascondiglio senza problemi. E sarebbe la fine.
Sento dei passi attorno a me, sono i Draculoidi. Mi hanno già trovata e ora sono spacciata, qualcosa blocca la mia corsa facendomi cadere a terra. Rotolo per un paio di metri prima di rialzarmi e continuare a correre.
Ho perso la mia giacca, più che altro me la sono tolta per potermi muovere meglio. Non ho intenzione di arrendermi senza lottare.
Una mano mi afferra la spalla tirandomi dentro un cespuglio “No! Lasciatemi!” Mi dimeno, lotto con tutte le mie forze e urlo come non mai finchè non vengo atterrata e una mano mi blocca la bocca “Vuoi stare zitta oppure ti ci devo mandare per forza in un Fines?!”
È buio, non riesco a guardare in faccia chi mi parla anche se so che è un uomo, non posso fidarmi. Non mi è permesso.
Mordo la mano dell’uomo e gli rifilo un calcio in mezzo alle gambe, lui indietreggia imprecando e io ho il tempo di alzarmi e scappare…
“No non uscire, sono qui fuori!” L’uomo corre dietro di me e cerca di fermarmi ma è troppo tardi, mi hanno trovata. Fisso la luce dell’elicottero che mi abbaglia completamente, poco dopo mi viene dato un forte colpo alla testa che mi fa svenire. Cado a terra e prima di perdere i sensi vedo l’uomo che aveva cecato di fermarmi giacere a terra ad occhi chiusi. Forse è morto.
“Mi dispiace tanto” sussurro con le lacrime agli occhi poco prima di precipitare nel buio.

#SOFIA’S MIND
“Dobbiamo dare una tragica notizia” Apro gli occhi, devo aver dormito pochi minuti perché siamo ancora tutti qui e Tomo Jared e Shannon sono seduti di fronte a noi. Jay ha gli occhi lucidi e Tomo è sconvolto, tiene la testa bassa e le mani dietro la schiena. È Shannon a parlare, e quando lo fa la voce gli esce tremante, come se stesse per scoppiare a piangere.
“Ci… ci è giunta la notizia che due sentinelle sono scomparse. Abbiamo trovato una telecamera nel luogo di guardia, era della Better Living”.
Voci basse si levano nell’aria, è un brusio insopportabile ma sono troppo sconvolta per protestare.
Noto solo ora che tutti e tre mi stanno guardando, Shannon ha lo sguardo affranto, sembra volermi implorare di perdonarlo con gli occhi, Tomo mi guarda ma sembra non vedermi, è troppo sconvolto. Jay invece, è sul punto di crollare. Una lacrima gli scende sul viso ma la nasconde subito.
“Una di loro” Riprende a parlare Shannon, ma non lo voglio sentire, non voglio sentire il nome dei dispersi… “Una di loro si chiamava Jake, aveva 23 anni e mi sembra non avesse legami familiari qui.” A questo punto ritorna con gli occhi su di me “L’altra invece, si chiama Sarah… Sarah Page”.
Il mio cuore si ferma, l’ha detto davvero? È il nome di mia sorella quello che ho sentito? Cerco di alzarmi eppure le gambe non mi reggono, tremo come non mai e faccio fatica a respirare. Sto per svenire.
Qualcosa dentro di me va in frantumi, cado a terra con un dolore che mi attanaglia lo stomaco, il fegato. S’impossessa di me, mi mangia viva. Riesco a pensare solo a Sarah, a lei che non è con me. Al fatto che potrebbe morire, che forse è già morta. Immagini mi scorrono nella mente, Sarah e io che giochiamo nel prato di casa nostra, in Texas. Sarah che mi insegna a disegnare il viso di mamma. Io e lei che ci divertiamo a svuotare le zucche ad Halloween… Tutto va in frantumi e ogni scheggia si ficca nel mio petto.
Una mano si appoggia sulla mia schiena tirandomi fuori dal quell’oblio infernale, qualcuno mi solleva da terra e mi prende in braccio. È Shannon…
“Lasciate stare, me ne occupo io”. Mi porta nel loro ‘spazio’, dove di solito passano la notte: è dietro alcuni massi e circondato da cespugli. Per terra sono state messe delle stuoie con delle coperte.
Appoggio la testa sul sul petto e piango, piango come non ho mai fatto in tutta la mia vita. Era dalla morte dei miei genitori che non mi sentivo così, spenta. Morta.
Shannon mi stende su una stuoia e va verso un cespuglio, io stringo le ginocchia al petto e ci nascondo la testa dentro. Mia sorella è spacciata, non ci sono speranze che riesca a uscirne viva e non posso mobilitare tutti quanti per una sola persona. Da sola potrei tentare ma mi prenderebbero subito.
Mentre rifletto su cosa fare Shannon mi porta un bicchiere d’acqua, mi siedo ma rifiuto…
“La ritroveremo” Lo guardo e, stranamente, scoppio in una risata “Non dire cavolate, non posso farvi muovere ed esporvi a un pericolo così grande, non per me, tra un paio di giorni parto e vado a cercarla da sola.”
“Sofia ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vai da sola e poi, una volta che l’hai trovata che fai? Ti fai sbattere dentro pure tu e muori? No, non ho intenzione di permettertelo”. È sempre stato così con me Shan, iperprotettivo.
“Non voglio vedervi morire per causa mia, non posso” Mi prende le spalle e mi scuote.
“Sofia ma vuoi ragionare? Non hai speranze da sola! E poi abbiamo già deciso, bisogna smetterla di nasconderci e iniziare a combattere. Dobbiamo tornare in America e trovare la Sede Centrale della Better Living per mettere fine a tutto”.
È impazzito, se la mia idea è impossibile la sua non è nemmeno da pensare, è possibile che funzioni sì ma è una percentuale minima.
“Non si può, siamo in pochi e tutti gli altri sono rinchiusi nei Fines”
“Ci possiamo unire ai Killjoys, abbiamo scoperto che sono accampati vicino a noi e hanno voglia di combattere. Pure il fratello di Gerard è scomparso, può essere che lui e Sarah siano stati messi nello stesso laboratorio. Forse all’inizio non saremo pronti ma abbattendo i primi Fines aumenteremo di numero. Ci vorrà tempo lo so ma alla fine possiamo riuscirci se ci crediamo”.
Un barlume di speranza gli attraversa gli occhi, speranza che non vedevo da tempo “Non abbiamo armi”
Sorride. “Noi no, ma i Killjoys sì, hanno assaltato 4 camion della BL e ci hanno trovato dentro armamentario per 700 persone. Abbiamo trasporti e armi, ci basta entrare in azione”.
Ho i brividi, forse si può fare. Riscoppio a piangere e abbraccio forte Shannon che mi stringe.
Se devo lottare per riavere Sarah lo farò. Niente potrà fermarmi.

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Capitolo 3
*** Sing it for the Death! ***


#SHANNON’S MIND
Stringo forte Sofia e chiudo gli occhi. Non posso nemmeno immaginare come si sta sentendo in questo momento. Se mi portassero via Jared probabilmente non sopravviverei nemmeno io. E lei è così piccola… Non so dove abbia trovato la forza di andare avanti in questi due anni senza crollare.
Mi ricordo ancora di quando è arrivata qui con sua sorella, le ho accolte io. Sarah è sempre stata molto riservata, chiusa, non ha legato con nessuno. Sofia invece si è aperta e ha socializzato con tutti in particolare con me… Siamo un po’ come due migliori amici: parliamo, scherziamo e ci capiamo al volo.
Le voglio molto bene.
“Grazie Shan, non so cosa fare senza di te. Mi rimani solo tu ormai”
“Hey, non dire così” Le sposto una ciocca di capelli dal viso e la guardo negli occhi.
“Tu non hai solo me, hai tutti gli Echelon, la tua famiglia. Non ti lasceremo mai, soprattutto io. Stanne certa. Domani partiremo e ti giuro che ritroveremo Sarah viva. A costo di assaltare e distruggere ogni Fines d’America”.
Piange e si rigetta tra le mie braccia “Ho paura Shan paura di non rivederla mai più, di perdere tutto. Mi hanno già preso i genitori, non posso rimanere senza di lei.”
Nasconde il viso nell’incavo del mio collo e la faccio sedere sulle mia gambe per cullarla aspettando che si addormenti. La stendo poi sulla stuoia e mi metto accanto a lei. Non voglio lasciarla da sola stanotte.
 
#SARAH’S MIND
Apro gli occhi e un dolore lancinante mi attraversa la testa, vedo tutto bianco e non capisco se sono io o se davvero il soffitto è di quel colore.
Mi metto a sedere e scopro che, oltre alla testa, mi fa male anche tutto il resto del corpo. Mi guardo attorno e scopro di essere in una stanza con le pareti bianche e delle luci neon, mi mette i brividi. Ho addosso ancora i miei vestiti ma il cellulare e tutto ciò che avevo nelle tasche è sparito.
In un angolo della stanza c’è un uomo, sembra svenuto. Lo riconosco, è quello che ha cercato di fermarmi, mi avvicino e cerco di svegliarlo “Hey, non sei morto vero?”. All’improvviso una mano mi prende per il collo e mi scaraventa a terra “Non ancora! TI AVEVO DETTO DI STARE ZITTA O TI AVREBBERO PRESO MA TU NOOO HAI DECISO DI FARE DI TESTA TUA E USCIRE! E io come un cretino ti sono pure venuto dietro! Giuro su Dio che se usciamo vivi da qui ti ammazzo!”
“Stai calmo! Urlandomi contro ti assicuro che non usciremo! E poi ti ho già detto che mi dispiace, non sapevo chi eri ed ero spaventata e poi c’era quell’elicottero e non ragionavo” Ansimo e lo guardo negli occhi capendo una cosa.
Lui è spaventato almeno quanto me.
Mi lascia andare e si alza in piedi, “Sì, dopotutto hai ragione, avrei dovuto escogitare qualcosa di meglio ma mi sei capitata tra le mani all’improvviso e non sapevo come reagire”.
Si passa le mani tra i capelli e sospira: è alto, magro ma muscoloso e con i capelli lunghi, biondi e tirati all’indietro. È sulla trentina.
Gli vado in contro e gli tendo la mano “Comunque, ora siamo qui e dobbiamo sopravvivere, io sono Sarah tu?”
“Sono Mikey, Mikey Way”.
Spalanco gli occhi “Aspetta, tu sei QUEL Mikey Way?! Il bassista dei My Chemical Romance?”
“Quanti ce ne possono essere in giro in questi tempi?”
Se lui era lì, vicino al nostro accampamento, vuol dire che i Killjoys si sono stanziati vicinissimi a noi. E non ce ne siamo mai accorti.
“Che ci facevi tra i cespugli a quell’ora?”
“Ero uscito il giorno prima per dare un’occhiata, ma ho scoperto le telecamere e allora ho deciso di non tornare al nascondiglio. Mi avevano visto e non gli avrei dato la soddisfazione di scoprirci. Sono rimasto fuori aspettando che si rassegnassero ma poi sei arrivata tu. Ed eccoci qui.”
“Mi vuoi dire che vi siete accampati proprio sotto i nostri occhi senza che noi sospettassimo di nulla?”
Sorride “Siamo bravi eh? Stavamo e pensando di unirci a voi e iniziare una rivolta ma non so se l’idea sia andata in porto”
“Ma siete pazzi?! Con cosa pensate di reagire? Sassi e frecce?!”
Di nuovo sorride, mi da sui nervi. “Abbiamo assaltato 4 camion della Better Living con delle armi dentro. Siamo ben attrezzati”
Dice sul serio? “Mi prendi in giro? Come avreste fatto?”
“Fortunatamente i Draculoidi sono molto stupidi quindi è stato facile contrastarli. Abbiamo faticato un po’ ma alla fine ce l’abbiamo fatta”
Una porta si apre all’improvviso e una voce agghiacciante parla “Grazie Mikey, le tue informazioni saranno molto utili. Ora basta che ci dite dove vi accampate e poi possiamo anche lasciarci andare”
Sono premuta contro la parete, quella voce inquieta… Mikey invece è di fronte a me, calmo come non mai.
“Pensi davvero che ti creda? Appena avrai ottenuto ciò che vuoi ucciderai me e lei come tutte gli altri”.
Un uomo attraversa la porta: è altro poco più di Mikey ma ha un fisico diverso: è più robusto ed è calvo. Avrebbe anche un aspetto simpatico se non fosse per la pistola che impugna e lo sguardo minaccioso. Non sembra notarmi, anzi, non mi ha nemmeno visto!
“Che vuoi da noi?” Mi faccio coraggio e parlo “Perché non ci hai messo con tutti gli altri?”
Mi guarda “Beh, stupida ragazzina dovresti arrivarci, lui è un membro dei My Chemical Romance e tu, sei l’unica che sa dove si trova il covo degli Echelon. Siete degli elementi preziosi e per questo motivo meritate un trattamento speciale”. Ghigna e fa un cenno alle sue spalle da cui sbucano 4 Draculoidi che ci ammanettano.
“Cominciate con gli interrogatori e non andateci leggeri, devono parlare.”
Poco prima di essere bendata l’uomo mi lancia uno sguardo carico d’odio ma non mi lascio intimorire.
Lotterò, niente mi fermerà dal tornare a casa.

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Capitolo 4
*** You better pray to Jesus. ***


#GERARD’S MIND
Tiro un altro pugno sulla pietra mentre altre lacrime mi scendono sulle guance.
“Hey Gerard, dobbiamo partire… Oh, che hai?”
Mi giro e Frank mi viene incontro prendendomi il viso “Lo ritroveremo, non fare così, te l’ho promesso il giorno in cui è scomparso e non mi smentisco.”
Scivolo sulla parete e mi siedo “E se è già morto?”
“Impossibile, lo terranno vivo per ottenere informazioni, è un elemento troppo importante per sprecarlo così”
M’infilo le mani tra i capelli e singhiozzo “Non voglio rimanere solo Frankie, non lo sopporterei”
Mi prende il mento con la mano e sussulto quando le sue labbra si scontrano con le mie, mi tremano le gambe come ogni volta e i brividi mi percorrono la schiena. Può un semplice bacio diventare un gancio a cui aggrapparsi? Lo avvicino ancora di più a me e gli passo le mani nei capelli mentre lui infila la sua lingua tra i miei denti e inzia a giocare con la mia.
Lo spingo via, facendolo cadere a terra, e mi stendo su di lui mentre continuo a guardarlo negli occhi verdi.
“Dio, sei bellissimo” Sorride e mi morde il labbro inferiore leccandomi poi le guance umide di lacrime.
Io gli accarezzo i fianchi e piano inizio a scendere verso l’inizio dei pantaloni con la mano.
“No! Fermati, non poss…” Lo zittisco con un bacio, nessuno può dirmi cosa devo fare in momenti come questo. Scendo con la mano ed entro nei suoi pantaloni iniziando ad accarezzare dolcemente “Gerard, ti prego… Ci stanno aspett...” Geme mentre aumento il ritmo con  per farlo stare zitto. Pian piano inizia a rilassarsi e a godersi il momento chiudendo gli occhi e ansimando. Lo ribacio, non ne avrò mai abbastanza della sua bocca, e inizio a scendere con la lingua sulla sua gola mordicchiandogli piano il collo e andando sempre più veloce finchè non sento che irrigidisce le gambe e soffoca a fatica un gemito.
Sorrido “Piaciuto?” Gli chiedo ancora attaccato alle sue labbra. Deglutisce e chiude gli occhi ansimando “Tantissimo, ma ora dobbiamo davvero andare e ti sarei grato se togliessi la mano dai miei pantaloni sai…” Gli si spezza il respiro quando accarezzo un’ultima volta il suo membro “M’impedisci di ragionare”.
Alzo gli occhi al cielo e lo aiuto ad alzarsi “Sappi, che vorrò una ricompensa per questo ‘regalino’”
“Amore, aspetta almeno fino al prossimo accampamento”.
Mi da un piccolo bacio a stampo e poi si avvia verso gli altri.
Gli sono dietro e di nuovo la mia mente viaggia verso Mikey, a come potrebbe stare. A quando lo rivedrò, se, lo rivedrò.
Usciamo allo scoperto e ci troviamo davanti ai Killjoys rimasti, sono instancabili questi casinisti, ci sono persone di ogni tipo. La nostra Famiglia.
Alzo la mia pistola “Siamo pronti! Combattiamo!”.
Un grido si leva in aria, teste di capelli colorati e rovinati dalle troppe tinte si agitano e tutte le Kefie vengono lanciate verso l’alto. Marciamo verso l’accampamento degli Echelon.
Sono già lì che ci aspettano, si mischiano a noi e non c’è nemmeno bisogno di parlare. Ci avviamo subito.
Inizia la vera guerra.
 
#MIKEY’S MIND
Sono 4 ore che mi interrogano, ormai la mia faccia non ce la fa più tanti pugni che ha preso. Ma il Draculoide è più stanco di me e tra poco dovrebbe lasciarmi andare.
“Per l’ultima volta. Dove siete accampati?” Abbasso la testa e mi guardo i piedi tacendo. Poco dopo un altro pugno mi colpisce il viso.
“Portatelo in cella, per oggi basta. Mi fanno male le nocche. Domani mi porterò un tira-pugni”.
Vengo bendato e portato in una cella diversa da quella di prima: le pareti non sono più bianche ma grigie ed è chiusa da una grande porta di ferro. Non ci sono finestre se non per una minuscola in alto da cui entrano alcuni raggi solari, devono essere le 8 di mattina e non siamo più in Canada. Probabilmente ci hanno spostato verso Sud, all’altezza della California.
Mi lasciano lì e mi siedo in un angolo della stanza chiudendo gli occhi. Riesco a riposare per poco, la porta infatti viene riaperta e Sarah viene scaraventata dentro. Ha delle ferite ai polsi, come se l’avessero tenuta legata e le gambe martoriate da segni rossi. I capelli lunghi e biondi le coprono il viso ma non ci vuole molto a capire che non le hanno rifilato un bel trattamento.
“T-tutto bene?” Alza la testa e mi guarda. Dio, è presa mille volte peggio di me: le esce sangue dal naso e ha il labbro superiore completamente spaccato. Il tutto decorato da due occhi neri.
“Potrebbe andare meglio” Dice con voce spezzata prima di trascinarsi a fatica contro il muro.
“Hai detto qualcosa? Rivelato il posto?” Fa di no con la testa e piano piano le lacrime iniziano a scendere sul suo viso “Ho paura di non farcela, di crollare prima e condannarli tutti a morte. Non resisterò molto andando avanti così. Non voglio morire qui Mikey, io voglio uscire, finire questa guerra. Rivedere mia sorella ed essere felice con lei. Voglio una famiglia e dei nipoti a cui raccontare la mia storia. Non voglio essere buttata in una fossa insieme a un altro centinaio di corpi innocenti. Voglio vivere”.
Le metto un braccio intorno alle spalle e la attiro a me. Cerco di girarle le gambe ma ci rinuncio quando la vedo fare una smorfia di dolore abbastanza forte. “Scusami, non volevo”. Mi lancia un piccolo, quasi impercettibile sorriso “Non importa, grazie di tutto. Scusami tu invece, non saresti qui se non fosse stato a causa mia.”
Appoggia la testa sulla mia spalla e a poco a poco si addormenta.
“Usciremo vivi da qui Sarah, te lo prometto”.

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Capitolo 5
*** They only care if you can bleed ***


#SOFIA’S MIND.
È 4 giorni che marciamo. Abbiamo trovato la posizione di un piccolo Fines a poca distanza da qui e tra poco dovremmo fermarci per organizzare una strategia… Ci siamo uniti ai Killjoys e devo dire che sono strani. In un momento come questo, dove sembra non ci sia più nulla per cui gioire hanno ancora il sorriso stampato in faccia e l’allegria di un bimbo a Natale.
Cammino a fianco di Shannon che ha il viso serio e una pistola alla mano, fa paura visto così.
Gli sfioro una spalla.
“Hey, rilassati, tanto attacchiamo domani no?”.
Mi guarda con uno sguardo strano e poi, per fortuna, sorride.
“Sì, hai ragione. Tu come stai? Sei nervosa?”
Sospiro. “Neanche tanto, so che non troverò Sarah li dentro ma sono intenzionata a combattere questa guerra non solo per me o per lei. Voglio farlo per tutti gli Echelon, i Killjoys e ogni persona di questo paese, nessuno dovrebbe vivere senza sogni”.
Mi mette un braccio intorno alle spalle e mi scompiglia i capelli.
“Questo è lo spirito giusto, ce la faremo.”
“Magari, adesso metti via la pistola. M’inquieti un pochetto”.
La nasconde in una manica della giacca e sono molto più tranquilla.
“Sai Sofia -Comincia all’improvviso- Non te l’ho mai detto, ma ti ammiro molto. Hai 17 anni e riesci a reggere tutto questo. Io al posto tuo non ci riuscirei”.
Gli luccicano gli occhi mentre parla, Dio, quanto posso voler bene a quest’uomo?
“17 ancora per poco Shan, tra una settimana ne faccio 18. Sono grande”.
“Oh mi scusi allora, Signorinella!” Mi fa la linguaccia e mi tira un pugno leggero in testa.
“Per me rimani comunque una bambina lo sai vero?”
“Ovvio, e tu per me rimani un vecchietto”. Gli pizzico la pancia facendogli il solletico e in cambio ricevo un pugno in testa. Questa volta bello forte.
“Non t’azzardare più a chiamarmi vecchietto, capito ragazzina?”
È serio mentre lo dice, ma poco dopo scoppiamo a ridere tutti e due come dei pazzi.
L’allegria dei Killjoys è contagiosa.
All’improvviso Jared si avvicina a noi serio e mi chiama.
“Sofia, ho una proposta da farti. Stasera dobbiamo organizzare il piano d’attacco. Ti va di aiutarci? Ho sentito dire che sei un’esperta di fughe”.
Finalmente inizio a sentirmi davvero utile in questa battaglia.
“Sì beh, credo che due anni passati a nascondermi e scappare per il paese abbiano fruttato una qualche capacità. M’impegnerò per fare in modo che usciate tutti vivi da là dentro.”
 
#JARED’S MIND
Non avrei mai pensato che tutto ciò che io, mio fratello e Tomo abbiamo creato, un giorno ci si sarebbe ritorto contro portandoci addirittura a rischiare la vita. Fortuna che non ci arrendiamo facilmente.
Abbiamo trovato un covo e per stanotte ci accampiamo qui. Non so se ci sono telecamere ma dubito, ci avrebbero già presi.
Sono le undici di sera e stanno già dormendo tutti, tranne noi ovviamente. Nella tenda di Shannon, stiamo organizzando tutto. Siamo in 7: io, Shannon, Tomo, Gerard, Frank, Ray e Sofia. Sto pensando se sia stato un bene coinvolgerla, dopotutto è solo una ragazzina, potrebbe farsi del male.
“Allora, il Fines è formato da un nucleo centrale da cui partono dei corridoi. Sono 17 in tutto. 6 di Laboratori, 10 di celle con i reclusi e 1 dove si concentrano i Draculoidi. È un rifugio precario. Noi dobbiamo arrivare ai 10 laboratori e aprire le celle. Per poi andarcene. L’importante è non creare troppo scompiglio sennò siamo spacciati”.
Ray parla come se conoscesse a memoria quel posto.
“Come facciamo ad entrare e aprire le celle? Ci saranno delle telecamere”.
Frank interviene “Dovremo fare tutto di fretta. Ci sono 8 celle per corridoio per un totale di 80. Con tre reclusi in ognuna. Ogni persona dovrà calarsi dai condotti dell’aria, aprire le celle, agganciarsi i tre addosso per poi essere ritirato su. È un pò impossibile, ma possiamo farcela”.
Shannon mi guarda perplesso. Sono dubbioso pure io ma questo sembra l’unico modo. E poi, gli esperti di strategie sono loro.
“Sì ok, mi sembra accettabile, ovviamente dovremo stare all’erta in caso ci siano complicazioni di ogni genere”.
Ad un certo punto Sofia scatta in piedi “NO! NO! NO! Volete morire tutti ammazzati? Non si può fare”.
Gerard la fulmina con lo sguardo “E perché non andrebbe bene ragazzina?”
Fino ad ora se n’era stato zitto.
“Prima di tutto, per entrare dall’alto bisognerebbe attraversare i condotti dell’aria e non ce ne sono dappertutto e poi si creerebbe troppo rumore. Secondo, un carico di tre persone è eccessivo. Bisogna fare   tutto dalle entrate e terzo” -Ricambia lo sguardo di Gerard- “Non riusciremo mai a salvare tutti”.
“Non siamo dei Santi. Qualcuno resterà indietro per forza”.
Way non sembra interessarsi dei sentimenti di Sofia.
Ma nemmeno lei sembra farsi sconvolgere da quelle parole.
“Beh, io parto con l’intento di salvare ogni fottuta persona che c’è li dentro quindi vedi di farti da parte e lasciarmi salvare il culo ai tuoi fans”.
Promemoria della giornata: non fate incazzare Sofia Stevens.
Gerard non parla, è fermo davanti a Sofia e sono sicuro che stia immaginando tutti i modi possibili per ucciderla nel sonno.
“Bene, allora metti in atto il tuo piano geniale per salvarci il culo e poi vediamo”.
Si siede arreso e Sofia sorride soddisfatta.
“Okay, innanzitutto scordatevi di entrare dall’alto o acrobazie simili, il piano è molto semplice. La squadra di Tomo attirerà una quantità di Draculoidi all’esterno e li terrà occupati per un pò. Ray, hai detto che è uno Fines precario quindi la sorveglianza sarà pessima. Punto a nostro favore.
Mentre loro ne tengono occupati una parte il gruppo di Frank e Gerard entra dalla porta principale ed elimina il resto mentre un’altra entra dalla porta posteriore e libera gli altri per poi uscire con tutta calma alla fine del conflitto”.
È … Geniale, sembrava una cosa impossibile ma alla fine è più semplice di bere un bicchier d’acqua.
“Sofia sei, sei grande! Così sarà tutto più semplice!” Shannon scatta in piedi e abbraccia Sofia che ricambia imbarazzata.
“C’è solo una piccola raccomandazione –Riprende- Non dovranno esserci Draculoidi testimoni. Vuol dire che dovremo eliminarli tutti. Uno per uno. Non vi crea fastidio vero?”
Ci guardiamo tutti negli occhi.
“Spacchiamo il culo a quei bastardi”.
L’esclamazione di Tomo rimbomba nella tenda e ci fa scoppiare tutti a ridere.
“Non penso sia un problema”. Way ricomincia a parlare, sembra essersi rilassato.
“Grazie Sofia, scusa se ho dubitato di te”.
Sorride, e viene ricambiato dalla ragazza.
“Tranquillo Gee, nessun rancore”.
Frank sbadiglia e si stropiccia gli occhi “Scusate, è mezzanotte e mezza e noi domani abbiamo un Fines da distruggere, non so voi ma io me ne vado a dormire”.
Piano piano tutti quanti ci facciamo prendere dalla stanchezza e ci incamminiamo verso le nostre tende.
Better Living, siamo tornati.

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Capitolo 6
*** It's the moment to fight ***


#SARAH’S MIND
Sono passati 5 giorni, o forse di meno… Sinceramente non mi ricordo nemmeno più come mi chiamo, chi sono, perché sono qui. So solo che non devo parlare.
Per il resto, credo di star diventando un’automa.
Mikey non è messo meglio, appoggiato al muro della cella, se ne sta lì tutto il giorno a guardare la finestra. Non dorme nemmeno pìù.
Hanno smesso di torturarci fisicamente ma psicologicamente l’inferno è appena iniziato.
Mangiamo pochissimo e penso che dentro il cibo mettano qualcosa per stordirci, non farci reagire. Non capisco di cosa abbiano paura, siamo in una fottutissima cella con una finestra grande quanto portatile, non potremmo essere pericolosi nemmeno da sobri.
Ma, dopotutto, siamo Ribelli. Siamo animali, e andiamo tenuti in gabbia.
“Ehy, Mikey… forse è una domanda stupida, ma, tutto bene?”.
Gira lentamente la testa verso di me dai suoi occhi non traspare altro che il nulla. Buio, vuoto totale.
“Mikey, Mikey rispondimi!”. Mi trascino fin vicino a lui e lo prendo per una spalla scuotendolo.
Nessuna reazione, niente, come se non l’avessi toccato.
Sta diventando come tutti gli altri, come le persone che si sono attenute al regime. Vengono costretti a prendere una serie di pastiglie che li fanno dimenticare chi erano, li fanno diventare degli zombie che non ricordano nemmeno il loro nome. Persone progettate per lavorare ed essere perfette.
Perfette, ma morte dentro.
“Non puoi arrenderti, tu non sei come loro, sei più forte! Sei un casinista! Mikey, Mikey!!”.
La sua testa si tira su di scatto e i suoi occhi si piantano nei miei.
“C-Chi è Mikey?”.
Mi manca l’aria, è finita.
“N-no, non può essere così. Non puoi lasciarmi anche tu, non ora, non così!”.
Gli accarezzo piano il viso mentre le lacrime fanno a gara sulle mie guance per chi arriva prima a terra
“T-ti prego…”.
Mi guarda come se fossi un fantasma, poi gira la testa verso la finestra e ricade in un silenzio profondo.
Mi accascio a terra, davanti a lui e mi porto le ginocchia al petto, l’unica persona che mi dava ancora speranza di uscire di qui è diventato un fottuto automa e ora sono sola, in mezzo all’inferno.
Peggio, sono sola in mezzo al mondo.
Piango tutta la notte e anche il giorno dopo, mi rifiuto di mangiare e tolgo il cibo anche a Mikey, sperando che l’effetto dello schifo che lo ha ridotto così non sia permanente…
Ma temo proprio che sia la fine.
 
#SOFIA’S MIND
“Allora, è chiaro il piano?”
“Chiarissimo”.
Avanziamo tra la boscaglia io, Shan, Tomo e il resto del gruppo. Siamo in trenta e dovremmo bastare per attirare l’attenzione di tutti i Draculoidi, o almeno della maggior parte.
“Sei pronto per agire?”. Parlo con Derek: un Killjoy che ho conosciuto pochi minuti fa, a vicenda stiamo tentando di allentare la tensione.
“Beh, preferirei essere in camera mia ad ascoltare un CD ma sì, sono abbastanza pronto a fare casino. Tu?”
Sbuffo e abbasso gli occhi. “Vuoi sapere la verità? Mi sto ammazzando di domande. Non ho paura, sono solo ansiosa. Non ho idea di come comportarmi, non ho mai combattuto ne ucciso nessuno, sono sempre scappata da tutto”.
“Ragiona così, stai uccidendo ora per evitare di farlo tutta la vita. Quando sarai li saprai che fare te l’assicuro”.
“Speriamo, altrimenti è l’ultima volta che ci vediamo”.
Sorrido cercando di rilassarmi e stranamente funziona, sono determinata a vincere.
Derek si allontana e io passo i seguenti 10 minuti a rimuginare su che situazioni mi potrebbero capitare..
“Saresti dovuta rimanere al campo con gli altri”.
Shannon salta fuori all’improvviso facendomi quasi sobbalzare.
“E lasciare tutto il divertimento a voi? Naah, non sono proprio il tipo”.
“Non voglio che diventi un’assassina, non voglio che ti succeda qualcosa di male”.
“Siamo in guerra, siamo costretti a uccidere, non abbiamo scelta”.
Non lo capisco, siamo in trenta persone che tra meno di mezz’ora si trasformeranno in killer e lui si preoccupa per me.
 
Arriviamo in prossimità del Fines e ci fermiamo, sta a un centinaio di metri da noi ed è agghiacciante solo a guardarlo.
“E ora che si fa?” una ragazza guarda perplessa la prigione.
“E ora si guasta la festa”.
Derek esce allo scoperto con un grosso stereo sulle spalle e appena mette un piede fuori dai cespugli viene illuminato da un fascio di luce accecante ma non si ferma. A metà strada lascia giù lo stereo e schiaccia il pulsante ‘play’.
“Look alive Sunshine”, il discorso di un uomo esce dalle casse e fisso i ragazzi intorno a me, che senza voce muovono le labbra pronunciando le stesse parole, come una preghiera.
Derek è immobile, con un pugno chiuso e la mano destra sulla pistola.
“You’re here with me, Dr. Death Defying”. La porta dell’edificio si apre e ne esce una squadra di 5 Draculoidi.
“State fermi! Devono avvicinarsi di più!”. Tomo ci trattiene.
Sono a 50 m da Derek.
“Listen up!”
40 m.
“State fermi!”
“The future is bulletproof”
30.
“The aftermath is secondary”
20.
“It’s time to do it now and do it loud”.
“Ora!!”.
“Killjoys, make some noise!”.
Corriamo verso Derek, tutti quanti, nessun escluso. Sotto le note  di ‘Na na na’ che ci fanno da scaricatore elettrico.
I Draculoidi si fermano e indietreggiano, ma posso poco tempo prima che arrivino i rinforzi.
Sono in 60 ora, il doppio di noi.
Siamo fermi, di fronte a loro che avanzano piano, Derek arriva vicino a me. È divertito al massimo.
“Allora, ti è venuto in mente cosa fare?”.
“Sinceramente, no, ma cercherò di spaccare più culi possibili”.
“Così si fa! E ora, alla carica!”
Tira fuori la pistola e inizia a correre verso lo squadrone che sembra quasi impaurito da un solo ragazzo.
Lo seguiamo a ruota e inizia la battaglia… Cerco di tirare fuori la mia pistola ma un Draculoide mi piomba addosso e cerca di immobilizzarmi con un’arma che sembra un Teaser per leoni.
Non vogliono ucciderci, vogliono catturarci, magari è così che hanno catturato Sarah, come un animale selvaggio.
Sento la rabbia crescere dentro di me e con un salto schivo il Teaser e mi lancio sull’uomo prendendolo a calci e facendolo cadere a terra.
Estraggo la mia pistola e la punto verso la sua testa.
“Everybody wants to change the world”.
Prendo la mira.
“Everybody wants to change the world”.
Chiudo gli occhi.
“But no one, no one wants  to die!”.
Premo il grilletto. Un fascio di luce esce dalla canna e va a colpire la fronte del bastardo eliminandolo.
Non è male come pensavo. O almeno non così tanto.
Un braccio mi serra la gola sollevandomi quasi da terra, tiro una testa all’individuo e lo allontano, uccidendo poi anche lui. Abbiamo deciso niente testimoni, e così sia.
All’improvviso noto Shannon alle prese con tre di loro contemporaneamente, sono troppi e lo stanno immobilizzando. Corro verso di lui e salto letteralmente addosso a uno di loro colpendolo in testa con il manico della mia arma e rendendolo innocuo. Shan intanto si sbarazza degli altri due con facilità.
Sta per ringraziarmi ma si ferma quando nota le mie mani sporche di sangue e il mio collo ancora rosso per la stretta di prima. Mi guarda disgustato, lasciandomi lì.
Stranamente abbiamo quasi terminato, è stato un massacro. Sessanta corpi bianchi riversi a terra.
Abbasso lo sguardo e trovo le mie mani secche di sangue. Sangue non mio, di un uomo che ho ucciso.
Mi manca l’aria.
Boccheggio mentre avanzo verso la foresta. Sto avendo un attacco di panico.
Sono un’assassina, sono come loro. Sono un mostro.
Mentre il sole sorge, mi metto a correre nella foresta.
 

 

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Capitolo 7
*** Never let them take the light behind your eyes ***


#SHANNON’S MIND
Metà del lavoro è fatto, ora dobbiamo entrare e aiutare gli altri nel caso siano rimasti vivi alcuni Draculoidi.
Devo sapere come sta Sofia, anche se prima l’ho vista abbastanza a suo agio mentre combatteva, non mi è piaciuto. Nessuno dovrebbe essere a suo agio mentre uccide.
Mi guardo attorno ma non la vedo, sarà mischiata con gli altri.
Tomo mi viene incontro e mi abbraccia
“Ce l’abbiamo fatta fratello, siamo vivi”.
“Per ora... Per caso hai visto Sofia? La ragazza che era in tenda con noi l’altra sera”.
Ci pensa un attimo e no, non l’ha vista.
Sono preoccupato.
Un ragazzo corre verso di noi agitato
“Tomo, Tomo abbiamo un problema”.
Lo riconosco, è quello che parlava con Sofia poco prima di attaccare.
“Si tratta di Sofia, è fuggita tra gli alberi e non sono riuscito a fermarla, sembrava sconvolta e il posto potrebbe essere ancora sorvegliato”.
Tomo si sta avviando verso la foresta ma lo fermo
“Ci penso io, tu porta dentro gli altri e finite il lavoro”.
“Sicuro?”
“Tranquillo, ci vediamo dopo al campo”.
Mi addentro nella foresta e seguo delle orme nel terreno che spero vivamente siano le sue, altrimenti sono nella merda.
“Sofia! Sofia dove sei?”
Cammino velocemente tra gli alberi ma questo posto è un labirinto e mi ci vorranno ore a trovarla, potrebbe essere ovunque.
È una situazione del cazzo.
Ad un certo punto sento dei respiri affannati provenire da un albero vicino. Supero un cespuglio e la vedo.
È in ginocchio, appoggiata ad un albero, con la testa tra le mani ansimanti e completamente terrorizzata
“Sofia, sei qui, sei ferita? Che hai?”
“S-s-sono un mostro. Ho ucciso una persona, sono come loro, un’assassina!”.
Non smette di ansimare e piangere, si sfrega la mani inutilmente, cercando di mandare via il sangue rappreso sulla sua pelle, la aiuto e le sciacquo i palmi con dell’acqua che mi ero portato dietro.
Appena il sangue va via si calma e subito dopo scoppia in un pianto straziante mentre si aggrappa alla mia giacca
“Ehi, Ehi, non sei un mostro capito?”
Le tiro su il viso grondante di lacrime e la guardo
“Tu sei costretta, loro no. Sono loro i mostri, perché scelgono di uccidere quando potrebbero non farlo”.
“D-dici davvero?”
Tira su con il naso e si strofina gli occhi umidi con una manica della felpa, come i bimbi
“Dico davvero piccola idiota, su, alzati e torniamo al campo”.
Accenna un sorriso e si mette in piedi
“Fermi dove siete!”
Un Draculoide ci sbuca davanti e punta addosso una pistola sparando un colpo.
D’istinto faccio scudo a Sofia con il mio corpo.
 
 
#SOFIA’S MIND
È successo tutto di fretta, io, Shan, il Draculoide e la pistola.
Osservo il corpo dell’automa steso a terra e con una macchia rossa sul petto.
Shannon è ancora davanti a me ma lo sento tremare
“S-shannon, va t-tutto bene?”
Appoggio la mano su suo fianco e sento un qualcosa di umido.
Sbarro gli occhi, Dio ti prego fa che non sia quello che penso.
Lui tossisce e cade in ginocchio a terra tossendo e respirando a fatica.
Fisso la mia mano che si è ritinta d’un colore scarlatto che purtroppo non viene dal mio corpo.
Il colpo ha preso il fianco di Shan, non so se in pieno o solo di striscio ma la quantità di sangue che perde mi fa pensare al peggio.
“O-okay, dobbiamo andarcene, e in fretta. Riesci ad alzarti?”
“D-dammi..” tossisce “Dammi solo un minuto ok?”
Gli alzo piano la maglia per verificare l’entità del danno ma c’è troppo sangue e non capisco.
“Stai sanguinando troppo, devo fermarlo”.
Fa una smorfia a metà tra il dolore e la confusione
“C-che intendi fare?”
“Ho un’idea ma non ti piacerà”.
Mi guarda e all’improvviso capisce.
“Ok, ma fai presto. Non sopporterò a lungo”.
Lo faccio stendere a pancia in su e vado verso il corpo del Draculoide in cerca del Teaser, dovrebbe avere due piastre bollenti al suo interno e mi servono per cauterizzare la ferita.
Prendo l’arma e la sbatto in paio di volte a terra liberando le sue piastre, ne prendo in mano una ustionandomi le mani ma poco importa, devo salvare Shannon.
“D’accordo, ora farà un po’ male, ma devi sopportare… è l’unico modo”.
Chiude gli occhi e trattiene il respiro mentre premo la piastra sulla ferita che a contatto con il calore fa un rumore simile alla carne sulla piastra.
Sto per vomitare.
Shannon trattiene a stento un urlo di dolore e pianta le unghie nel terreno.
“Shhh, lo so, fa malissimo  ma devi resistere, ancora mezzo minuto, per favore Shan, sii forte”.
Le vene del collo sembra stiano per scoppiargli e ho paura possa svenire dal dolore all’improvviso.
Stacco la piastra dal suo fianco e i suoi polmoni si svuotano insieme ai miei.
“Ok, ora dovresti alzarti, se ce la fai. Perché dobbiamo tornare indietro e rimanere qui non è affatto sicuro”.
“O-okay, un momento soltanto. Sai… mi hanno appena sparato”.
Lentamente tira su il busto e infine si mette in piedi
“Appoggiati a me, dai”.
“Ce la…” Barcolla e per un pelo non cade.
“Ce la fai un corno. Su, ragazzone, appoggiati alla mia spalla e non fare storie”.
Arrancando e lentamente ci avviamo verso il campus, dista circa 2km da qui, in un’ora e mezza dovremmo farcela.
Passiamo una buona mezz’ora in silenzio, lui è impegnato a rimanere su due piedi e io non ho il coraggio di aprire bocca. So ch’è colpa mia.
Ad un certo punto Shannon rallenta
“Ehi, va tutto bene?”
“Sì si, ho solo bisogno di una pausa, tutto qui”.
Si siede su un tronco e mi guarda
“Sofia, le tue mani”.
Mi fisso i palmi e noto con orrore che la mia pelle è tutta lacerata e coperta di bolle, ora che me ne sono resa conto anche il dolore inizia a farsi sentire.
Le nascondo dietro la schiena e faccio finta di niente
“Sono solo un paio di graffi, nulla di che. Tu piuttosto come stai? Ha l’aria di far male”.
“Abbastanza ma sopportabile, quanto dista il campo ancora?”
“Circa un’ora di cammino”.
Si rialza e lo faccio appoggiare di nuovo a me
“Allora muoviamoci, e appena arriviamo vai a farti controllare le mani. Intesi?”
“Sì papà”.
Scoppiamo a ridere ma il resto del viaggio lo facciamo nel silenzio totale.
 
“Come sta?! Si riprenderà vero?”
Cammino avanti e indietro davanti a Tomo che cerca di spiegarmi
“Sofia calmati! Sta bene, il colpo lo ha preso solo in superficie, ha rischiato grosso ma ora è fuori pericolo”.
“Posso vederlo?”
“Ora dorme, lascialo riposare per un po’, vai dagli altri, aiuta… è pieno di gente che ha bisogno d’assistenza”.
Torno in mezzo al gruppo e cerco di rendermi utile in tutti i modi, ci sono persone sane, che erano dentro da pochi giorni, altre che erano richiuse da mesi, e ormai sono ridotti a vegetali.
Forse per sempre.
Non ci sono solo Echelon o Killjoys o semplicemente amanti della musica. Ma a anche gente comune, che ha semplicemente deciso di non smettere di credere.
C’è perfino un clown, che tenta di tenere il morale alto a tutti sebbene abbia una gamba e un polso rotti.
Siamo aumentati, ora siamo 170, avremmo dovuto essere di più ma la maggior parte delle celle era piena di corpi morti. Frank dice che c’era l’inferno li dentro.
Solo in 140 possono combattere, gli altri 30 non so quando e se si riprenderanno.
 
 

 

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Capitolo 8
*** Is it better not say? ***


#SOFIA’S MIND
“Sofia, Sofia svegliati, Sofia!”
Jared mi tira fuori dal mio sonno, scuotendomi abbastanza forte.
“Che c’è Jay? Stavo dormendo”.
“Sì è svegliato, Shannon si è svegliato”.
Mi sveglio all’isitante e scatto in piedi “Posso vederlo?”.
Sorride e mi porta verso la sua tenda.
“Ha chiesto proprio di te, è ancora molto stanco quindi non più alzarsi, il colpo che lo ha colpito era a scarica continua e ha continuato a scaricare energia nel suo corpo per le 4 ore successive allo sparo. Una cosa abbastanza dolorosa..”
“Q-quattro ore? Abbiamo camminato per un’ora e mezza e non ha fatto una smorfia..”
“Questo spiega il fatto che sia svenuto appena siete arrivati e che abbia dormito per due giorni”.
Una lacrima mi scappa dagli occhi ma Jared la cattura con la mano
“Hey, non è colpa tua, se tu non fossi stata lì a quest’ora lui sarebbe morto e noi avremmo un testimone in più, hai fatto un buon lavoro Sofia, non incolparti”.
Annuisco ma il sentimento non cambia, mi sento cattiva.
Jay mi lascia sola mentre entro, Shannon è steso sopra una specie di materasso di fortuna, con delle fasce sul ventre e degli stracci a lato, alcuni sporchi di sangue, ha gli occhi chiusi e respira lentamente.
Una fitta di dolore mi attraversa il petto e un’ondata di lacrime mi inonda gli occhi, vederlo ridotto così, per colpa mia, era l’ultima cosa che volevo.
Apre gli occhi e gira la testa sorridendomi e cercando di alzarsi
“Rimani giù, sei ancora debole, non voglio che ti fai di nuovo del male per colpa mia”
“Okay, mamma..”
“Come stai?”
“Ho avuto giorni migliori, ma sono ancora vivo per fortuna”.
Mi siedo accanto a lui e gli asciugo il sudore dalla fronte con un panno
“Shannon, io… non so come scusarmi, ho sbagliato, ma la prossima volta ti giuro che saprò cavarmela”
“Ecco, Sofia, proprio di questo volevo parlare”
“Mi dispiace, davvero tanto..”
“Sofia, ascoltami”
“Sarò più forte, non scapperò”
“Ascoltami!”
Mi zittisco di colpo e fisso il suo sguardo che è diventato improvvisamente serio e duro
“D’ora in poi voglio che tu rimanga al campo. Organizzerai le strategie e poi rimarrai qui”.
“Shannon, ma che stai…”
“E’ per il bene di tutti, non voglio che altre persone si facciano del male a causa…”
Chiude la bocca, come se fosse andato troppo oltre.
“Non vuoi che altre persone si facciano del male a causa mia”
“Non è questo che intendevo”
“Oh invece sì, è esattamente questo che intendevi! Cristo Shannon non pensi che averti ridotto così possa essere una punizione già abbastanza grande?! Credi che non mi senta in colpa?”
“Non sei pronta per combattere, starai qui.”
“Ma perché?! Perché mi vuoi togliere la possibilità di far finire questa guerra? Mi hanno portato via una sorella e io devo stare ferma ad aspettare? Non ci sto. Fidati di me, la prossima volta..”
“Non ci sarà una prossima volta. non finchè io non mi sarò rimesso del tutto. Il caso è chiuso signorina”.
Mi alzo in piedi e mi allontano da lui
“Ma chi cavolo ti credi di essere? Mio padre?! So badare a me stessa Shannon, i miei genitori sono morti due anni fa e non mi servono sostituti”.
Esco dalla tenda senza lasciargli il tempo di replicare.
 
#JARED’S MIND
Sono 5 minuti che Shannon e Sofia discutono in maniera rumorosa, mi avvicino all’entrata e Sofia mi sbatte contro, con gli occhi pieni di lacrime, poi scappa via.
Cosa cazzo ha combinato mio fratello questa volta?
Lo trovo seduto, con la testa tra le mani e gli occhi chiusi.
“Stenditi, ti si riaprirà la ferita a stare così”.
Sospira ma non mi ascolta, è preoccupato.
“Si può sapere cos’hai detto a Sofia per farla reagire in quel modo?”
“Non ho detto nulla, le ho solo vietato di partecipare alla prossime missioni, non è fatta per combattere”
“Non puoi farlo. Ha probabilmente perso sua sorella per sempre, i suoi genitori. Cerca vendetta. Non puoi non farla andare solo perché la credi troppo piccola”
“Non è quello. Lo faccio perché non voglio che si debba abituare a combattere per sopravvivere. Ora non le pesa, ma quando questa guerra finirà, se finirà, non voglio che si svegli la notte a causa degli incubi. Non voglio che senta gli spari delle pistole, o le urla dei feriti. Non voglio viva nel terrore. Ne ha già passate troppe”
“Cosa significa per te questa ragazza? Insomma, è pieno di persone che ne hanno passate anche di peggiori. Perché proprio lei?”.
Mi guarda e nei suoi occhi leggo solo disperazione.
“No. Dimmi che non è quello che penso, dimmi che non provi nulla per quella ragazzina perché sai anche tu che è una follia”.
Ho paura che mio fratello si sia cacciato in una situazione abbastanza scomoda.
“Non lo so Jared, non so nemmeno io se provo qualcosa. È che mi sono affezionato. Mi sento in dovere di proteggerla. Forse provo qualcosa, ma non so cosa…”
“Non affezionarti a qualcosa che potresti perdere. Di questi tempi è il miglior modo per morire”.
“Appunto per questo ti chiedo di parlare, di fare in modo che non partecipi. Convinci anche gli altri, inventa qualunque cosa ma non farla venire, non finchè non ci potrò essere anche io”.
Mi sta letteralmente supplicando, e io non so cosa fare.
“V-va bene, ma non ti garantisco nulla”.
Tira un sospiro di sollievo e si ristende
“Grazie fratello, sono in debito”
“Prima pensa a rimetterti e a sistemare le cose con Sofia, se vuoi che resti qui dovrai anche fare in modo che voglia parlarti”.
Esco e mi avvio verso un gruppo di ragazzi che mi hanno furtivamente rubato la chitarra e stanno cantando ‘Night of the hunter’.
Gerard mi viene incontro con un foglio in mano.
“Leto, abbiamo la piantina del Fines più vicino, ci trova dalle parti di Washington, è più grande del primo quindi dovremo impegnarci. Tra quanto Shannon potrà camminare?”
“Non lo so, in teoria fra tre giorni”
“Perfetto, allora stasera avviso gli altri e iniziamo a preparare le cose. Domani vorremmo discutere sulla strategia da prendere, ci servirebbe Sofia, lei è la migliore”.
“Adesso va a parlarle..”
Perché le cose difficili toccano sempre a me?!
Gerard mi lascia e io mi dirigo verso la tenda di Sofia. La trovo seduta per terra che legge un libro.
“Wow, credo di non vedere un libro da secoli”
“E’ uno dei pochi che sono riuscita a salvare, è la terza volta che lo leggo”
“Di che parla?”
“Sono poesie, le conosco tutte a memoria, ma ogni volta che le leggo ognuna assume un significato diverso, a seconda di come mi sento. Era di mia madre, ci passava le ore a leggerlo”.
“Come stanno le tue mani?”
Fisso le bende che le ricoprono le dita, erano ridotte abbastanza male e non credo ritorneranno come prima.
“Così così, disinfettarmi è un delirio ma passerà”
“Senti, volevo ringraziarti per aver salvato Shannon”
“Oh, io ho fatto solo il mio dovere, ma a tuo fratello non sembra importi”
“Proprio di questo volevo parlare, abbiamo discusso e ho deciso che è meglio se facciamo come dice lui”.
Sopravvivo a stento allo sguardo carico di rabbia che mi lancia.
“Non riesco a capire perché mi vogliate punire per una cosa di cui mi sono già pentita anche abbastanza”
“Non si tratta di punirti, qui si parla di vita o di morte. Shannon si preoccupa per te e con le mani ridotte in quel modo finiresti per farti ammazzare. E poi vorrei rimanessi per tenere a bada quel pazzo di mio
fratello, almeno finchè non si riprende”.
Stringe i pugni e serra le mascelle, le mani iniziano a sanguinarle
“Sofia ferma! Stai imbrattando tutte le bende. Vieni qui, te le cambio”.
Le sciolgo i nodi e prendo il disinfettante, quasi urla quando le butto il liquido sulle ferite
“E tu vorresti affrontare un Draculoide con queste ferite? Faresti prima a costituirti”
Accenna un sorriso fra le varie smorfie di dolore e alla fine mi guarda, capisco mio fratello… Sofia è bella, e non solo esteriormente… sì, i suoi occhi blu e i suoi capelli rossi lasciano senza fiato ma è il carattere che stupisce, è forte, tenace e determinata. M’innamorerei pure io se non stessi così attento a controllare le mie emozioni.
Ma mio fratello non è innamorato, non ancora per lo meno.
“Jared, tutto bene? Ti sei incantato”
Merda.
“Oh, sì scusa, un piccolo vuoto mentale, allora mi fai questo favore?”
Ci pensa un po’ e alla fine annuisce, la mia coscienza si alleggerisce.
“Grazie Sofia, mi rendi la vita più semplice… Fra tre giorni si parte alla volta di Washington e domani c’è una riunione per la strategia, saresti gradita”
“Ci sarò”
“Perfetto, allora inizia a preparare le tue cose e fai scorta d’acqua”

 

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Capitolo 9
*** I am alive, I'm just playing dead. ***


#SHANNON'S MIND
E' il giorno della partenza e finalmente io sono in grado di stare in piedi e camminare.
Sono tre giorni che cerco di parlare con Sofia ma lei mi evita, è sempre con Derek oppure se ne sta rintanata nella sua tenda e non ho il coraggio di entrare.
"Hai preparato tutto? Tra mezz'ora partiamo, sicuro di farcela?"
M'infilo lo zaino in spalla e una fitta di dolore mi attraversa il fianco...
"Sì, posso farcela".
Raggiungiamo Gerard e Frank che stanno istruendo il gruppo
"Tomo e Ray saranno gli ultimi, io e Sofia saremo a capo. Jared e Frankie ai lati. Tu Shannon viaggerai in camion, ci
metterai un giorno di meno, non dovrai camminare nelle tue condizioni e ci servirai da esca nel caso in cui ci siano posti di blocco".
Non credo di poter sopportare di non avere Sofia sott'occhio per 4 giorni ma lo sguardo che Way mi lancia mi fa capire che è necessario, mi
avvio verso il camion dove 2 ragazzi vestiti da Draculoidi mi aspettano
"Fate paura, lo sapete?"
Scoppiano a ridere e m'invitano a salire, i loro nomi sono Mike e Billie, abbastanza comuni in America, eppure hanno qualcosa di familiare, anche
le loro voci non mi sono nuove.
Partiamo.
Dopo circa un'ora di viaggio spiccico la prima parola
"Allora voi cosa siete? Echelon o Killjoy?"
Il ragazzo che è seduto dietro con me fa un risolino
"Diciamo che abbiamo un fandom tutto nostro, vero Billie?"
"Ce l'avevamo, Mike, sono tutti morti".
Questi tizi m'insospettiscono, ma all'improvviso capisco tutto
"Oddio, voi siete i Green Day!"
Dirnt è il ragazzo che era dietro con me e il guidatore è Billie Joe Armstrong, il cantante. Al contrario di Mike lui rifiuta di togliersi la maschera.
"Ma, girano voci che siate tutti morti in un incidente in un Fines, in un'imboscata".
"Sono tutti morti. Avevamo una talpa nel gruppo che ci ha mandati tutti a morire ammazzati. Trè Cool e i ragazzi non ce l'hanno fatta, io sono sopravvissuto, Billie
s'è beccato una bel ricordino in faccia. Vero Billie?"
"Puoi dirlo forte!" Si leva la copertura e uno squarcio di circa 15 cm gli divide letteralmente la faccia in due. Parte dal lato destro del viso e passa per l'occhio
ormai bianco e probabilmente cieco, per poi finire sotto la bocca.
"Come te lo sei.."
"Un teaser, me l'hanno puntato in faccia e hanno fatto il loro sporco lavoro. Una scena orribile te l'assicuro".
Mike prende posto al lato del passeggero e si infila di nuovo la maschera
"Ora ci conviene stare zitti, entriamo in territorio americano e la Better Living l'ha probabilmente tappezzato di posti di blocco, noi non siamo riconoscibili ma tu si
quindi nasconditi in fondo al camion ed evita di parlare".
Ubbidisco e mi nascondo nell'ombra, approfitto del momento per darmi uno sguardo alla ferita, non è ancora del tutto guarita e ci sono dei momenti in cui mi provoca
delle fitte insopportabili. Spero di rimettermi presto.

#MICKEY'S MIND
Apro gli occhi. E' come se mi fossi svegliato da un sogno durato secoli... Mi sgranghisco le gambe e cerco di ritrovare un minimo di contatto con la reltà.
Ho una fame da lupi significa che non ho mangiato per un bel po' di tempo..
Scuoto la testa e i miei occhi ricominciano a mettere a fuoco, sono sempre nella stessa stanza ma non capisco se sono solo o no.
Una voce arriva alle mie orecchie e i miei occhi guizzano verso un lato della stanza dove un uomo di spalle a me sembra stia tenendo qualcosa tra le braccia, fermo
davanti a se...
"T-ti prego, lasciami. Ti prego"
L'uomo fa partire un gancio destro, così forte che stenderebbe un cavallo, ma a incassarlo c'è solo il fragile viso di Sarah.
D'istinto mi alzo e lo raggiungo, prendendolo per le spalle e scaraventandolo dall'altra parte della stanza. Mi sto dirigendo verso Sarah ma vengo atterrato da un
calcio in mezzo alle scapole
"Ti sei svegliato? Beh, ora vedremo di farti riaddormentare"
Arranco verso il muro, cercando un appiglio con cui potermi tirare su ma il suo stivale premuto sul mio collo m'impedisce sia di muovermi sia di respirare.
"Adesso la facciamo finita, che ne dici?"
Mi sto preparando al peggio quando un colpo sordo e metallico rimbomba nell'aria... Poco dopo il corpo del Draculoide giace a terra di fianco a me, morto.
Sarah deve averlo colpito con il vassoio del pranzo, lo lascia cadere a terra e scivola contro il muro in un mare di lacrime.
Mi alzo tossendo e constato i danni: nulla di grave, un paio di costole rotte ma quelle guariscono in fretta.
"S-Sarah, ehi"
Mi avvicino ma quando cerco di toccarla si ritrae e mi guarda terrorizzata
"Calmati, sono io"
Niente da fare, si comprime contro il muro come se volesse farne parte, riprovo
"Sono Mickey, Sarah non ti farò niente"
"T-tu, tu eri... Non è possibile, nessuno torna indietro da quello stato"
"Che stato? Che stai dicendo?"
Dai suoi scompare il terrore per fare spazio ad altre lacrime, si getta sul mio petto stringendomi la maglia e io le accarezzo i capelli rassicurandola
"Shhh, ci sono io... Mi puoi dire cos'è successo? Per favore..."
Si stacca da me e mi si siede di fronte, ha lividi sparsi per le braccia, sul petto e sulla faccia
"Hai iniziato a non parlare più, guardavi costantemente un punto fisso e non mangiavi nemmeno. Ho provato a svegliarti, ti ho pure picchiato ma niente, eri diventato un
automa come tutti gli altri. Avevo paura di averti perso per sempre"
"E quelli?" Indico le botte sul suo corpo
"Le guardie... Mi hanno..."
Nasconde il viso tra le mani e inizia a tremare, mi avvicino e la circondo con un braccio
"Per quanto tempo sono rimasto così?"
"U-una settimana"
"E per quanto tempo ti hanno viol... Fatto questo?"
"Tutti i giorni"
Sento la rabbia che cresce dentro mi me, Sarah scoppia di nuovo a piangere e io non posso fare altro che strigerla e cullarla, cercando di scacciare gli incubi che la
perseguiteranno per il resto della sua vita.
"Avevo paura che non ti risvegliassi più, di essere rimasta sola. Avevo paura di morire qui".
Continuo ad accarezarla e le sussurro parole rassicuranti all'orecchio
"Ehi, io sono qui ora, e non me ne andrò mai più. Usciremo insieme da qui. Vivi"
Rimaniamo così, abbracciati e in silenzio, finchè non ci addormentiamo.


 

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Capitolo 10
*** Escape ***


#SARAH'S MIND
Mi sveglio improvvisamente, abbracciata a Mickey che dorme con la testa appoggiata al muro.
Per quanto mi piaccia il calore delle sue braccia mi costringo a liberarmene cercando di non svegliarlo, mi alzo in piedi e osservo la guardia stesa a terra.
All'improvviso so cosa fare. Mi approprio della sua arma e del teaser, è uno di quelli che sparano a distanza.
Perfetto.
Mickey ha detto che usciremo, meglio cominciare ora.
Lo sveglio e gli spiego il piano organizzato seduta stante
"Ma sei pazza? Sparati e fai prima!"
"E' l'unico modo, non se lo aspettano. Prendi"
Gli lancio il teaser e lascio a me la pistola, sono stanca di fare l'impaurita.
"Sai come usare quella cosa?"
Faccio scattare la sicura e fisso la porta
"Non sarà più difficile di quelle dei Video-games"
Mi guarda preoccupato
"Stai tranquillo, usciremo vivi. Prendi le chiavi in tasca di quel tizio e apri, ce la fai a correre?"
Fa un paio di salti e poi una smorfia di dolore
"Sì, ce la faccio"
"Sicuro?"
Anuuisce, infila la chiave nella serratura e la fa scattare, la porta si apre liberando un corridoio bianco e spoglio.
Mi affaccio e osservo i lati, non c'è nessuno, alla mia destra scorgo una porta d'emergenza. Sembra aperta e non è sorvegliata.
"Allora?" La voce di Mickey mi fa sobbalzare
"Non c'è nessuno, è assolutamente vuoto".
Mi supera ed esce dalla cella, non succede nulla, non scatta nessun allarme.
"Forse era l'unica..."
La luce cambia dal bianco al rosso e un frastuono rimbomba dal fondo del corridoio.
Schizzo fuori e ci fiondiamo attraverso la porta d'emergenza, trovandoci davanti a una rampa di scale.
"Mi sembrava fin troppo facile! Corri!" 
Avanziamo a grandi falcate giù per le scale, dietro di noi si sentono delle voci e alcuni spari. Uno strano proiettile mi sfiora la spalla sinistra e si conficca nel muro di fronte a me.
"Freccette? Hanno finito le pallottole per caso?"
"Sono tranquillanti, non vogliono ucciderci, vogliono sedarci e riportarci dentro!"
Corriamo aumentando la velocità mentre i Draculoidi ci inseguono, ad un certo punto sento qualcosa toccarmi il polpaccio destro e poi un dolore lancinante, seguito da un improvviso senso di stanchezza..
"M- Mickey, credo mi abbiano preso"
Lui si ferma e mi raggiunge mettendomi un braccio attorno e trascinandomi verso una porta d'emergenza 
"Dai Sarah, puoi farcela, ti hanno preso solo di striscio ora passa. Non ti fermare, per favore"
Sento la disperazione e la paura nella sua voce, lo sento muoversi accanto a me, mentre mi trascina in avanti... Vorrei aiutarlo ma sento il corpo pesante e ogni pensiero ovattato.
Non so nemmeno come ho fatto ad arrivare al vicolo dove, ormai da 45 minuti, ci nascondiamo.
Seduta con la schiena al muro e le gambe al petto inspiro ed espiro cercando di recuperare le forze. Non mi hanno centrato in pieno ma l'effetto degli anestetici si è sentito comunque, ora se n'è quasi andato lasciandomi stordita e con la voglia di vomitare.
Mickey affacciato verso la strada osserva la situazione, sembra preoccupato ma sono ancora troppo indebolita per decifrare la sua espressione
"Che facciamo ora?" Sussurro con la bocca tutta impastata
"Dobbiamo uscire da San Francisco attraverso una delle vie laggiù, sembrano abbastanza buie. E dobbiamo farlo in fretta. Tu come ti senti?"
"Non mi facevo un Trip del genere dai tempi dei primi anni del Liceo, comunque tra un paio di minuti dovrei sentirmi meglio grazie" Sorrido leggermente e vengo ricambiata
"Sù, tirati in piedi"
Mi prende per un braccio e mi aiuta ad alzarmi, intravedo con la coda dell'occhio una squadra di Draculoidi venire dalla nostra parte, sto per cacciare un urlo quando Mickey mi preme una mano contro la bocca e appiattisce il suo corpo contro il mio 
"Shhh, non parlare, non ci vedono. Stai tranquilla ok?" Sussura piano al mio orecchio e io annuisco con gli occhi sbarrati ma i miei muscoli si rilassano quando sento il calore del suo corpo sul mio.
Piano piano usciamo dal vicolo, osservo l'edificio che fino a poco fa era la mia prigione e ne rimango completamente rapita. E' completamente bianco alto e imponente, come il resto degli edifici dopotutto.
"So ch'è ipnotizzante ma se non ti muovi ci ritornerai" 
"S-sì. Ma come fai a sapere che quella è la strada giusta?" Indico la via dove siamo diretti.
"La città è stata adattata in modo che il Fines sia al centro, ci basterà seguire le vie principali e uscire. Ora muoviti, per favore".
Annuisco e cominciamo a correre cercando di rimanere nascosti.
"Mickey, sono poco tranquilla".
"Non femarti, ci penseremo dopo".
Ci avviciniamo all'uscita, alla libertà. Siamo ostacolati solo da... Un fosso.
"Dimmi che sai nuotare". Mi dice Mickey e io scoppio a ridere.
"Ho passato due anni a scappare per il paese, secondo te non so nuotare?"
Salto in acqua e inizio a muovere le braccia per andare avanti, mentre nuoto sento una serie di piccole scosse che mi attraversano il corpo, come se qualcosa andasse in cortocircuito.
Appena arriviamo sull'altra sponda mi stendo a terra e riempio d'aria i miei polmoni, ogni respiro è una coltellata allo sterno, Mickey non sembra d'accordo però.
"Corri! Non siamo abbastanza lontani ancora. Alzati Sarah!"
Stremata mi rimetto in piedi e ricominciamo ad allontanarci tra gli alberi, dietro di noi si sentono le auto dei Draculoidi che si allontanano dalla riva del fiume e la città sparisce dietro le nostre spalle.
All'improvviso Mickey si ferma.
Gli sbatto addosso e cadiamo, rotolando per una piccola discesa e alla fine sbattiamo tutti e due a terra.
"S-s-stai bene?" Ansimo e cerco di recuperare ossigeno
"Sì, tu? I localizzatori se ne sono andati?"
"I local... Vuoi dire che tutte quelle scosse che sentivo mentre nuotavo erano localizzatori?"
Annuisce e si alza "Avevo notato anche io che era tutto troppo semplice, la guardia, le porte e l'uscita. Nuotando l'acqua dovrebbe aver neutralizzato tutti i dispositivi ma per sicurezza domani mattina ci rifacciamo un bagno".
"Va bene" pur essendo bagnata fradicia ho caldo, non siamo più in Canada e soprattutto siamo in Agosto.
Mi levo il giubotto e mi strizzo i capelli dall'acqua.
Mickey è pensieroso, fissa il punto da cui siamo arrivati.
"Qualcosa che non va?" 
Scuote la testa e sorride "Non è niente, è che mi sto rendendo conto solo ora che siamo vivi, e siamo fuori"
A quella parola il mio cervello si risveglia e mi dice che sì, siamo ufficialmente fuori.
Mi giro e osservo la foresta intorno a me, sento l'odore della terra umida e il vento caldo che mi passa per i capelli. Sono euforica.
Mi volto verso Mickey e d'istinto lo abbraccio, lui mi solleva da terra e mi fa fare un paio di giri prima di prendere il mio viso tra le mani e baciarmi. 

#SOFIA'S MIND
Fisso il terreno e avanzo nella foresta, circondata dagli altri e con Way al mio fianco, l'unica compagnia che mi offre è un tombale silenzio e io sono snervata.
"Dove siamo approssimatamente?"
"All'incirca a metà strada, tra 2 km ci fermiamo e passiamo la notte. Sei stanca?"
"Abbastanza ma sto bene. Senti, tu pensi che... Magari in questo Fines troveremo Mickey o Sarah?"
Il suo petto ha un piccolo scatto sentendo il nome di suo fratello, siamo nella stessa situazione dopotutto.
"No, non credo saranno lì dentro, sono elementi troppo importanti quindi li avranno portati alla base centrale, in California"
Non riesco a capire come mia sorella possa aiutare la Better Living.
"Ed è un bene o un male?"
Way abbassa lo sguardo e sospira.
"Non ne ho idea Sofia, non ne ho idea..."
Si zittisce e fa una smorfia.
"Senti Gee, so di cosa hai paura, ma sono convinta che non potranno mai diventare come loro, sono troppo pieni di sogni e speranze, e soprattutto sono pieni di vita. Non saranno mai degli automi. Mickey è un osso duro e conosco mia sorella. Se la caveranno".
Tace. 
Lo osservo e noto la stanchezza che si porta dietro: gli occhi sono circondati da occhiaie evidenti, segno che non dorme da giorni e la pelle sembra tirata con degli elastici e mette in evidenza gli zigomi che danno l'impressione di volergli squarciare il viso da un momento all'altro. Siamo abituati a vedere i nostri idoli come macchine da guerra, indistruttibili e capaci di sopportare qualunque cosa.
Ma qui, in mezzo alla guerra, sono solo uomini che sopravvivono, come noi.
Mi allontano un po' e cerco Derek tra la gente, mi serve allegria. Lo trovo a lato di Frank che ride di gusto
"Posso unirmi alle risate?"
Derek mi guarda e mi afferra un braccio posizionandomi al centro
"Stavamo discutendo su quando Frankie ha steso 5 Draculoidi con una mazza a Vancouver"
"Dici sul serio?!" Mi volto verso Frank
"Era il periodo dei rasstrellamenti e noi stavamo scappando, non avevamo armi se non cose molto artigianali ed io ero rimasto indietro. Mi erano alle calcagna e l'unica cosa che potevo fare era affrontarli, perciò mi girai e presi in fronte il primo di loro, stendendolo. Poi arrivarono gli altri e uno mi tirò su di peso così" Si afferra la gola "Mi dimenavo ma lui non mi lasciava. Allora decisi che mi sarei arreso, smisi di dibattermi proprio mentre iniziavo a perdere i sensi. Ma poi arrivò Gerard e io decisi che forse un motivo per combattere lo avevo. Mi alzai e insieme finimmo il lavoro".
"A proposito di Gerard, avrebbe bisogno di tirarsi su di morale" 
Frank sposta lo sguardo su di lui e i suoi occhi si addolciscono, di filata ci lascia soli e corre da lui afferandogli la mano. Sul viso di Gerard compare un piccolo sorriso.
Rimango con Derek.
"E tu? Non hai nessuna storia da raccontare?"
"Non è molto bella la mia storia, e non è diversa da quelle della maggior parte di noi. Vengo dall'Oregon e vivevo con i miei. Ero esattamente come sono ora: uno sbandato ma andava bene. A quel tempo ero ancora legale. Poi arrivò la Better Living che cancellò ogni tipo di anomalia, imposero agli abitanti della città di prendere una pastiglia ma io non mi fidavo quindi non lo feci. Vidi che i miei compagni di classe inziavano e non parlarmi più, dovevo girare di nascosto perchè molte volte i Draculoidi cercavano di prendermi. Casa mia era l'unico rifugio, finchè un giorno tornai a casa e scoprii che la mia camera era diventato il nuovo ufficio di mio padre, che mia madre non ricordava di avere un figlio e che io non avevo pìù una famiglia."
Ascolto pietrificata.
"Mi nascosi nella cantina, avrei potuto girare tranquillamente in casa, per i miei ero una specie di fantasma, ma avevano iniziato a rastrellare e io ero ricercato, quindi salivo solo per prendere da mangiare e poi tornare in cantina. Scappai quando mia madre segnalò la mia presenza in casa. Mia madre, capisci?"
"Derek, io... Mi dispiace tanto." Gli prendo la mano e gliela stringo forte.
"Tranquilla, ora sto bene" Gli trema la voce mentre parla
"Comunque, scappai e attraversai mezzo paese per trovare i Killjoys, la mia vera famiglia. Ma non andò proprio secondo i miei piani. Durante il tragitto venni preso e rinchiuso, ma poi scappai perchè io e Lara corrompemmo una guardia"
"Chi è Lara?"
"Una mia cara amica, scappammo insieme ma lei era malata di leucemia e dopo poco più di una settimana morì.."
Tira fuori da sotto la maglia una ciondolo e me lo mostra: è una piastrina con inciso un nome, una data e la scritta "LEUCEMIA" in grande.
"Non so che dirti Derek, mi dispiace tanto. Tutto questo finirà, te lo prometto."
"Grazie Sofia, finiremo questo casino insieme".
E' il momento di piantare le tende, lascio Derek che si unisce a un gruppo di suoi amici e io pianto la mia e mi ci rintano dentro, è quasi sera e sono stravolta.
Decido di leggere un po' prima di chiudere gli occhi ma più mi concentro più la mia mente vaga altrove ripercorrendo il pensiero che tengo lontano dalla mia testa da due giorni. O almeno ci provo. Domani Shannon dovrebbe arrivare a Washington e spero lo faccia vivo. Sono arrabbiata con lui ma allo stesso tempo preoccupata, so ch'è colpa mia ma mi sono presa tutta la responsabilità, senza di me sarebbe morto. Mi bastava un 'Ehi, Sofia, grazie per avermi salvato il culo'. E invece no, mi ha trattato come se avessi causato io la maggior parte dei problemi.
Una lacrima cade sulle pagine del libro e caccio via le altre con una mano. 
Me ne vado a dormire e cado in un sonno senza sogni.

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