The Hidden World

di Silvie_Marie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


«Cosa?» chiedo incredula di fronte alla faccia confusa di Kyle, il mio migliore amico, a scuola  vicino agli armadietti. E’ molto alto e ha gli occhiali con una montatura tigrata. Ha i capelli corti e marroni. Di fianco a lui, io sono piccolissima. Ci conosciamo da una vita, precisamente dalla terza elementare, quando mi ha versato sul grembiule giallo, una vaschetta con i colori. Da lì ci siamo sempre frequentati, come amici, ovvio.
«Hai capito bene, andiamo in Scozia, con la nostra classe.»  mi risponde guardandomi confuso per la faccia che faccio: sono sorpresa. Non mi aspettavo prorio che mia mamma, la mamma più pignola e non amante dei viaggi, abbia accettato che io vada con la classe in Scozia. E’ strano.. come avrà fatto Kyle a convincerla?
«Che c’è? Non sei contenta? Sei preoccupata per qualcosa? Parla.. e cerca di non farmi quella faccia sconvolta…» mi chiede Kyle.
Io esito un secondo e poi faccio un bel sorriso. «Niente… sono solo sorpresa che mia mamma abbia accettato, sai com’è…. Come hai fatto?»
«Ehehe…. Dovresti chiederlo a lei, visto che per farti andare… devo lavare ogni domenica la sua macchina nera… cosa non si fa per gli amici….»
«Già… che bel accordo che hai fatto con mia mamma…» ridacchio.
«Ahahhaha… molto divertente, Caroline!! Tu intanto non devi fare i conti con una scassata e nera macchina che assomiglia a un carro funebre.
«Kyle guarda il lato positivo… ci vediamo anche la domenica.»
La campanella suonò, prima che io potessi aprire bocca. Quindi andiamo spediti nella nostra classe. Ci aspetta una lunga – lunga - e noiosa lezione di fisica. Entusiasmante!! No, non lo è, la prof è davvero odiosa. Quando entra in classe, ci scruta senza neanche degnarsi di salutarci e dopo aver addocchiato me e Kyle, fa una smorfia e si siede, facendoci restare in piedi. Dopo un po’, senza neanche guardarci, ci fa segno di sederci. Finalmente! Non riesco a capire il perché ce l’abbia con me e Kyle, che le abbiamo fatto? Io prendo sempre ottimi voti in fisica e Kyle, sì è un po’ carente – per carente intendo 6 e 7 - però non dovrebbe essere questa la motivazione, visto che ci sono molti altri peggio di noi e uno di questi è Sam. Lui è il classico belloccio, ma deficiente. Sì, proprio così. E’ bello, lo ammetto, ma è troppo furbo - e per troppo, intendo troppo!!
Come l’ ho capito? Beh, la volta in cui la classe è finita nei guai per lui e un suo compagno,  ha dato la colpa alla mia amica Amanda. E per colpa sua, essendo il preferito della preside, lui non può essere punito – ma chi l’ha fatta questa legge?? Sam?? Che scemata!! – la preside ha punito Amanda che ha dovuto farsi 4 ore di pulizie per una settimana e oltre a quello, è stato sgridata e messa in punizione dai genitori.
 La prof, dopo essersi alzata dalla sedia cigolante della classe – la solita fortuna di noi sedicenni!! - si lancia su di noi, come un’aquila si lancerebbe sulla sua preda. Lei scruta tutti con occhi pieni di disprezzo, quando si sofferma su di me. Mi vengono i brividi solo a guardarla. Oltre agli occhi iniettati di sangue e alla montatura anni sessanta storta sul naso, ha un grosso brufolo sul mento che a ogni movimento dondola. E ogni volta che la vediamo sembra ingrossarsi di 3 centrimetri.
Si sistema la montatura sul naso e dice qualcosa, sputandomi addosso piccole gocce di saliva. Perché mai ho scelto il posto più vicino alla cattredra?? ―Allora Jonson, vuoi spiegare alla classe che cosa significhi il termine “velocità” in fisica?
Io mi siedo più dritta sulla sedia, cosa che non serve a niente. Lei mi scruta con gli occhi pronti a dare una nota a chi sbaglia una sola sillaba.  Cerco di schiarirmi la gola, quando qualcuno bussa alla porta. Non sono mia stata così contenta.
Si fa largo un sorriso sulla mia bocca, quando entra la Preside, con un’espressione disgustata. Non capisco se é per fatto di vedere noi ragazzi – non che noi la vogliamo vedere! - o dal fatto che la prof la stava guardando con un sorriso che faceva spazio ai denti storti e tutti sporchi.
E’ uno spettacolo che non consiglio a nessuno.
La preside entra e si gira verso di noi. Ci guarda per un po’ e poi incomincia a parlare a bassa voce. Perché mai dovrebbe parlare così basso?? «Allora ragazzi, sapete che tre notti fa c’è stato un furto.  Ci hanno rubato delle chiavi per gli armadietti e … se troviamo i responsabili … avranno una espulsione immediata
Dagli studenti scoppia un urlo di paura. Io sono terrorrizzata, anche se so che non sono stata io. Ma se mi avessero incastrata? Io non voglio essere espulsa. E poi chiariamoci, chi vorrebbe mai delle chiavi di armadietti… di una scuola che cade a pezzi???
Io e Kyle ci guardiamo con sorpresa mentre la Preside passa tra i banchi e guarda dentro gli zaini di tutti. Per ora nessuno ha niente. Mi irrigidisco quando la Preside fruga nella mia borsa. Dopo aver cercato a lungo , estrae una piccola chiave d’oro simile a quella degli armadietti. E’  mia quella. La preside se la fa girare tra le mani, controllando la dicitura e poi l’appoggia sul tavolo, sospirando. Sono salva!! Ma Kyle??
Quando fruga nella sua borsa, trova 3 chiavi. Una è sua e le altre?? Non può essere stato lui. La preside guarda la prof che  fa una smorfia.
Lui mi guarda preoccupato. «Ci deve essere un errore!!»  cerco di dire… ma la preside mi ferma.
«Jonson, non c’è nessun errore. Le prove sono schiaccianti. E’ lui il colpevole e merita l’espulsione immediata.»
«Ma lei non può farlo….»
Lei mi squadra. «Vuoi unirti anche tu, Jonson?»
Io scuoto il capo. Non posso permettere questo, ma non posso neanche mettermi contro l’autorità. Ora che faccio?? Mi guardo in giro. Ci saranno pure delle telecamere da qualche parte. Mi soffermo sullo sguardo sorridente e felice di Sam. Lui odia a morte Kyle e sarebbe capace di fare  tutto per farlo.. espellere. Ma certo. Se vedono i filmati delle telecamere il problema sarà risolto.
Mentre ci penso, la preside si muove e sta per aprire la porta con Kyle alle sue spalle.
«Aspetti…»
Lei si volta seccata. «Cosa c’è ancora Jonson?»
«Se vuole vedere chi è stato basta guardare i filmati delle telecamere. Così può beccare il vero colpevole.»
Sam, che fino a un minuto fa era seduto con le gambe sul tavolo e con le braccia dietro la nuca, facendo dondolare la sedia, si sposta e la sedia sbatte sul pavimento con un rumore metallico.
«Lei non può farlo…. Cioè non basta la refurtiva in mano per incolpare qualcuno… ??»
Io lo guardo. Lo sapevo  è stato lui.  Solo un bugiardo come lui si fregherebbe da solo. E presto  sarebbe stato espulso definitivamente.
 
«Cosa hai in contrario, Storm?» chiede le preside.
E’ snella e ha un vestito fino alle ginocchia rosa e nero. Si definisce una persoan con stile, ma neanche una vecchietta di 100 anni si metterebbe un vestito così colorato e con tutti quei ricami di pizzo. E’ troppo esagerato.
Lui sbuffa. «Niente, signora.»
Lei esce con Kyle e io per tutta la lezione non penso ad altro che a lui. Povero Kyle.
Quando, finalmente!!, la lezione straziante di fisica finisce, mentre sto andando in presidenza  qualcuno mi afferra il polso. E’ una presa forte.
Quando mi volto, vedo Sam che fa una smorfia. Mi irrigidisco.
«Molla, subito il mio polso!»
Lui non lo molla, anzi lo stringe ancora di più. «Cerca di non immischiarti nelle cose che non riguardano o ….»
«Kyle è mio amico… io lo devo aiutare..»
Lui non mi lascia finire e mi inchioda al muro freddo della classe.
«Se ti immischi ancora farai la sua stessa fine.»
Lui non mi lascia ancora il polso. «Vuoi lasciarmi andare??!!»
«Mmmmmm… fammi pensare…. NO.»
Io deglutisco piano. Sento i suoi respiri sul mio collo. «Cosa hai contro di me?»
Lui sorride. Veramente è più una smorfia, che un sorriso. «Niente. Voglio solo mettere fuori dai piedi quel Kyle…  Tu sei uno strumemento molto utile …. E non devi essere messa nelle mani sbagliate … e Kyle è un problema.»

Lui mi fa una smorfia e mi lascia il polso. Alleluia!!   Prima mi dice che sono uno strumento molto utile e poi… sparisce nel nulla, e per giunta sotto i miei occhi.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Quando Sam mi lascia andare  mi precipito subito verso l’ufficio della preside. Arrivata, noto un ragazzo seduto sulla panchina, chiamata  dalla preside stessa “la panchina del terrore” dove gli alunni devono aspettare anche per alcune ore prima di entrare nel suo ufficio.
Io devo dire la verità, non ci trovo niente di pauroso, forse perchè non ci sono mai stata.  Mi comporto sempre bene, anche se sono spesso presa in giro dai bulli della classe. Vi spiego, nella classe abbiamo i classici snob delle scuole americane, come Sam, Adaline, che si crede la più bella della scuola, però secondo me non ci vede, visto che non si accorge che ogni volta che passa, tutti si mettono a ridere per l’enorme brufulo sulla fronte. Questi sono intoccabili e possono , anzi devono fare scherzi orribili ai secchioni cioè noi: io, Kyle, Amanda.
Comunque il ragazzo, si accorge di me quando mi siedo . Se devo aspettare, almeno voglio farlo nei migliori dei modi: parlando. Sì, è vero, parlare non è mai stata la mia specialità, però ci provo, anche se mi sorprende il fatto che comincia lui il discorso.
«Ehi, anche tu dalla preside…. Cosa hai fatto per finire qui?»
Lo osservo attentamente per alcuni minuti. E’ strano, ma io l’ho già visto.
Scuoto la testa prima di rispondere. «No, io sto aspettando un amico… ma tu perché sei qui?»
Lui alza le spalle. «Il boss , mi ha picchiato.»
Quando qualcuno dice “il boss” tutti sappiamo che ci si riferisce a Sam. Lui è famoso  perché si mette a picchiare la gente se non obbidisce ai suoi ordini.
«Perché?»
Lui alza le spalle ancora. «Voleva una matita e io ho rifiutato.»
«E’ un classico. Ma svelami una curiosità… mi sembra di averti già.. visto. Sei della 4 liceo?»
«No, sono un nuovo studente. Oggi è il mio primo giorno… e non me lo immaginavo così…»
Sento la porta cigolare. Vedo il viso contratto in una smorfia di Kyle  mentre esce, poi quando mi nota mi guarda triste. Cosa è successo lì dentro?  
Mentre Kyle viene verso di me,  vedo il ragazzo entrare nell’ufficio della preside, guardandomi con un sorriso.
«Caroline io non potr…. Aspetta chi è quello??»
Io lo guardo. E’ seduto vicino a me, con una faccia perplessa.
«Nessuno… continua la frase…»
«Come nessuno?? Ti ha guardato o sbaglio?»
Lo guardo con un sorriso. «Ah ha, qualcuno qui è geloso…»
Lui scuote la testa. «Non sono geloso!»
«A me sembra di sì.»
«Sono tuo amico, voglio solo proteggerti…»
«Allora continua la frase. — dico sospirando.»
«Per punizione non potrò venire in Scozia.»
«Cosa??» sbotto. «Ma questo non è giusto! Hanno controllato le telecamere?? Non sei stato tu.»
Lui sospira. «Le hanno controllate, ma il ladro ha coperto le telecamere con un telo e visto che io ho la refurtiva… be’ per la preside  sono stato io…»
«Ma non è vero!»
«Caroline, lo so, ma purtroppo non posso fare niente e nemmeno tu.»
«Ma…»
Lui mi blocca. «No, Carol, tu non devi fare niente. Accetterò la mia punizione e ci sentiremo, promesso.»
Io vorrei rispondergli  che dobbiamo pensare a un piano per scagionarlo , ma lui improvvisamente cambia discorso.
«La preside mi ha detto che il giorno della partenza è anticipato.»
Io sono confusa. Perché si dovrebbe anticipare un volo?
«A quando?»
Lui mi guarda. «A domani.»
Io rimango perplessa. Non so cosa dire. Sono molto confusa. Rimango stupita per un po’, quando noto lo stesso ragazzo di prima, dietro il muro del corridoio che porta alle scale antincendio. Ma che ci fa lui lì? Non era entrato nell’ufficio della preside?
«Lo vedi?»
Indico la figura del ragazzo a Kyle e poi lo guardo. Lui mi guarda confuso.
«Caroline, sei sicura di stare bene?»
«Quindi tu non lo vedi?»
«Chi dovrei vedere?»
«Il ragazzo che mi ha sorriso prima….»
«Io non vedo nessuno.»
Perché io lo vedo e lui no? Cosa mi sta succedendo?
 
Ora di cena. Sono a casa. Ho dedicato tutto il pomeriggio a  scegliere i vestiti e le scarpe da mettere in valigia. Che lavoro difficile! Alla fine ho scelto di mettere una camicia bianca con pizzo blu, un giubbotto molto pesante, 3 paia di pantaloni attillati neri,  due magliette e due felpe, oltre al mio beauty-case e al caricabatterie del mio telefono.
Sto scendendo dalle scale quando ricevo un messaggio da Amanda.
EHI CLARISSA, COME VA? HAI GIA’ PRONTA LA VALIGIA O DEVI FARTI CONSIGLIARE DAL TUO AMICO? AH GIA’ LUI NON VIENE… AHHAHAHA
Certe volte mi domando se sa il mio nome! Perché continua a confondermi per una di 2 liceo?? Oltre ad essere arrogante, è pure stupida.
Mentre i miei apparecchiano la tavola,  mi sdraio sul divano rosso e verde e messsaggio a Kyle.
EHI KYLE, COME VA? LO SO CHE SEI OCCUPATO CON I COMPITI, MA HO VOGLIA DI PARLARTI.
Spero  mi risponda . In famiglia siamo  in quattro: io, mia mamma, papà e mio fratello PJ, il classico belloccio, ma che prende solo 4 –se gli va bene- a scuola. Molte volte lui e mamma discutono per i voti, ma mio fratello sembra fregarsene di tutti. Lui ha un anno in più di me. Sì sente il più importante della famiglia perché ha già una ragazza e un lavoro . Devo dire che le ragazze se le sceglie carine, ma veramente stupide. Lei, Ashley, non sa neanche come si usa Facebook.
Mi siedo a tavola e mi squilla il telefono. Mi alzo e mi allontano.
Sento dei rumori strani e poi un urlo.
«Kyle, Kyle ci sei??  Stai bene?? Kyle mi senti? Kyle…»
Dopo alcuni minuti sento la stridula e orripilante risata di Sam. Che ci fa a casa di Kyle?
«Piaciuto lo scherzo, Jonson?!»
«Dov’è Kyle?»
Lui ride. «Mi chiedi solo quello? Ah già… voi due… state insime..»
«La smetti? Lo sai, noi siamo solo amici. Ora, visto che hai finito di fare il cretino, puoi passarmi Kyle?!»
«Emm.. veramente ho appena incominicato a fare il cretino..»
«Senti, che ci fai lì?»
«Lì dove?»
«A casa di Kyle, cretino.»
«Niente, ho portato qualcosa a sua mamma…»
«Dov’è Kyle??»
Lui ride. «Calmati Jonson, mica l’ho ucciso..»
No, lui non è capace di uccidere, ma di picchiare sì!!!
«Senti, riattacca, questa Caroline, mi ha rotto…»
Riconosco la vocina arrogante con in bocca una cicca di Amanda. Ma che ci fanno tutti a casa di Kyle? E dov’è Kyle?
Sono confusa.  Decido di correre a casa sua.
Mamma, che fino a pochi minuti prima parlava con PJ, ora mi guarda confusa, mentre prendo il giubbino.
«Cosa credi di fare, signorina?»
«Devo andare da Kyle.» taglio corto.
Mio padre mi guarda confuso. «Ma proprio ora.. magari disturbi i suoi genitori.. non puoi andarci dopo?....»
«Per favore pa’ è una cosa importante..»
Lui mi guarda e poi mi lancia qualcosa.  Apro la mano e noto che mi ha dato le  chiavi della macchina.
«Grazie mille pa’!»
Lui mi guarda serio. «Stai attenta però!!!!!»  
 Apro la porta e poi gli sorrido. Mi dirigo verso la macchina, nera e rossa. E’ una Mercedes molto vecchia, ma basterà per raggiungere la casa di Kyle, a un isolato da qui.
Inserisco la chiave, metto in moto la macchina e con un  debole rombo di motori , parto. Sì, devo dire la verità  non va velocissima, ma per questa volta basterà.
Mentre attraverso l’isolato dove si trova la casa di Kyle, noto una macchina bianca parcheggiata davanti a casa sua. I suoi genitori non hanno quella macchina. Qui sta succedendo qualcosa di strano.. o peggio di pericoloso..
Parcheggio la macchina con cautela, spegnendo i fari per non farmi notare. Scendo dalla macchina silenziosamente . Mi sto dirigendo verso la finestra quando sento un urlo, provenire dal retro.
Mi batte fortissimo il cuore. Sono spaventata, sia per me che per Kyle e la sua famiglia.
Mi sembra di ricordare che c’è un piccolo vicolo che porta al retro. Lo intravedo e ci entro. Finalmente riesco a vedere Kyle, è nella piscina, immobile. L’impulso di salvarlo è troppo forte. Mi tolgo la giacca e mi tuffo dentro la vasca. L’acqua è gelata, ma non mi importa. Riesco a vedere Kyle sul fondo. Ha gli occhi chiusi. Quando lo raggiungo, cerco di scuoterlo. Niente. E’ incosciente. Ci mancava pure questo. Lo sollevo con fatica, verso il bordo, poi esco dalla piscina. L’aria è gelida all’impatto.
Kyle è ancora senza coscienza. Cosa faccio? Disperata lo schiaffeggio. Niente. Ma che cosa gli hanno fatto??
L’unica cosa da fare è chiamare l’ambulanza, ma il mio telefono l’ho lasciato in macchina, quindi devo entrare in casa…..
Mi faccio coraggio mi sto muovendo per andare in cucina, quando qualcuno mi afferra il polso e mi mette una mano sulla bocca.
L’aggressore mi sussura. «Ora ti lascio andare ma non urlare!»
Quando mi volto, vedo il viso del ragazzo nuovo.Sono sorpresa e chiedo  «Che ci fai qui?»
«Ho sentito delle urla, e sono accorso…..»
«Va bene, ora devo andare in cucina….»
«No» lui mi ferma.
«Perché?»
«E’ una trappola. Loro vogliono ucciderti.»
Sono confusa. «Loro chi? Amanda e Sam, non ne sarebbero capaci…»
«Non sono loro il problema. Per loro intendo altre persone molto potenti..»
«Ma di che parli? Ti sei bevuto il cervello?»
«Ci sono molte persone che ti vorrebbero morta.. per il tuo potere… tra cui gli stregoni.»
«Cosa? Stregoni? Ma sei sicuro di stare bene?»
Lui mi guarda confuso, anche se quella confusa dovrei essere io. «Non te l’hanno detto?»
«Detto cosa?»

«Che sei una figlia della luce.»

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


«Tu sei completamente matto. Ora lasciami.»
Lui non mi lascia.
«Perché non mi lasci?»
«Perché moriresti.»
Io sospiro. «Ok. Allora che intenzioni hai? Non posso lasciare Kyle, qui...  in pericolo…..»
«Forse  potremmo…  distrarli, è pericoloso ma se ci tieni tanto proviamo. Quando ti do il segnale,  corri e io li stendo.»
«Tu riusciresti a stenderli? Veramente?»
«Va beh. Ci stai o no?»
Io faccio un cenno. Esco dal cespuglio ed incomincio ad urlare. «Ehi, razza di imbecilli, sono qui.»

Dopo alcuni secondi vedo comparire delle ombre nere, che mi circondano e mi assordano con le loro urla. Io cerco di scappare ma un’ombra mi afferra la caviglia. Mi tira su, e io cerco di aggrapparmi alla radice di un albero a pochi centimetri da me. Non riesco. L’ombra mi tira su e vedo solo oscurità e sento tanto freddo. L’ombra sibila qualcosa del tipo: "A chi hai dato degli imbecilli?? Prova a ripeterlo, se ne hai il coraggio! Ora ti finiremo”
 Quando mi sfiora il cuore sento un dolore intenso e urlo. L’ombra improvvisamente mi getta a terra. Riesco   a vedere solo un’altra ombra che combatte contro le altre. E poi il nulla.
Apro gli occhi con fatica. Ma quando li apro vedo il viso di Kyle, sollevato.
Io cerco di sedermi, quando mi accorgo che sono ancora nel prato della sua villa.
«Ma... perché sono ancora qui?»
Lui mi guarda confuso. «Mi sono svegliato ora, non sapevo che avevamo organizzato una nottata al chiaro di luna.»
Io lo guardo confusa. «Io ero venuta, qui per..... salvarti.. tu eri svenuto nell'acqua e...»
«E cosa??»
«E ... niente...»
Non posso continuare la frase. Dovrei parlargli del ragazzo che mi ha salvato la vita e che ho visto delle ombre che mi volevano uccidere …ma è un po’ difficile da credere, anche per me!
Controllo l’orologio. Sono le 6.00 di mattina. L’appuntamento per l’aeroporto è previsto per le 7.30, posso ancora prendere l’aereo.
Saluto con la mano Kyle e io mi dirigo verso la macchina.
Ritorno a casa,  prendo la valigia e scendo le scale, quando mi trovo la faccia contorta in una smorfia di PJ. Lui adora mettermi nei guai, come Amanda.
«Dove sei stata tutta la notte?»
«A dormire da Kyle.»
«Non era previsto...»
«Lo so, ma non potevo farne a meno... visto che per quattro settimane non lo vedrò. Ora se non ti dispiace avrei un volo da prendere.»
«Va bene..»  dice con quel suo sguardo sadico che non dice niente di buono  «Avevo ragione… a te piace Kyle!»
 Io gli dico che è matto , saluto i miei genitori e dopo essermi sorbita 30 raccomandazioni da mia mamma, corro alla porta. Prendo la macchina e mi dirigo verso l’ aeroporto più vicino a noi: il “Nick&Jace”. Sono contenta del fatto che visiterò per la prima volta un paese fuori dall'Italia. Sì, proprio così, non ho mai viaggiato ma mi dispiace non avere accanto il mio migliore amico, ma che ci posso fare?!
Dopo il chek-in, mi sono accomodata al gate ad aspettare con i miei compagni l’orario del volo . Le ore più lunghe della mia vita.
Annoiata, mi guardo intorno e vedo lo stesso ragazzo che c'era sia fuori l'ufficio della preside che a casa di Kyle. Ma che ci fa qui?
Per caso mi sta seguendo?
Dei miei compagni stanno parlando e mi guardano con facce sorprese.  Sono vestita male? Ho i capelli scompigliati?
Dopo un po', Laura si scosta una ciocca bionda tinta di rosa pallido.
«Cos'hai che non va Carol?»
Io alzo le spalle. «Niente. Sono solo un po' triste che Kyle non possa vedere quello che vedremo noi.»
Lei mi rassicura. «Le persone non possono essere sempre con noi, ma  possiamo portarle dentro ovunque noi andiamo.»
Io mi illumino. «Hai ragione. Divertiamoci! É un'esperienza che va vissuta a pieno, non con il broncio.»  le faccio un sorriso timido.
Robert esclama vittorioso. «Ma quanto sei rassicurante, Laura.»
Improvvisamente  si baciano.
Distolgo lo sguardo imbarazzata e guardo verso il corridoio dove pochi minuti prima avevo visto il ragazzo. Non faccio in tempo a girarmi che me lo ritrovo vicino con un sorriso.
«Che ci fai qui?»
Lui fa spallucce. «Volevo aiutarti... pensavo che avevi bisogno di conforto... Visto la tua nostalgia per Kyle.»
Io sono confusa. «Come hai fatto ad ascoltare tutto? Perché quando ti ho visto dietro l'angolo dell'ufficio della preside Kyle non ti ha visto e prima sì?  Come hai fatto a sconfiggere delle ombre? Chi sei?»
Lui sorride. Quel sorriso mi coinvolge, ma non posso  farglielo capire…. devo sapere.
«Preferirei  parlarne in un posto più appropriato... »
Io lo guardo confusa. «E dove pensi di andare?»
Lui indica una piccola porta, in un piccolo angolo.
Io lo guardo confusa. «Stai scherzando?! Io non ci vengo con te, lì dentro.. Non so neanche il tuo nome...»
«Io sono Dan... visto che ti interessa...»
«E io sono Caroline Jonson…»
Lui fa un sorriso. «Lo so.»

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