TRADIMENTO NELLA FLOTTA STELLARE

di darkjedi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 CAP. ***
Capitolo 2: *** CAP. 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***



Capitolo 1
*** 1 CAP. ***


 

TRADIMENTO NELLA FLOTTA STELLARE

 

Il Comandante William T. Riker stava uscendo dal suo alloggio, quando lo schermo sulla sua scrivania suonò annunciando una chiamata privata in arrivo. Will si precipitò e accese lo schermo; era l’Ammiraglio Simmons, un vecchio amico di suo padre.

“Salve Ammiraglio, “ lo salutò con calore, poi notò il volto scuro dell’uomo e continuò “cosa c’è?  È successo qualcosa ?”

“Mi dispiace Will ma ti porto brutte notizie. Tuo padre è gravemente malato e chiede di te, dovresti tornare subito sulla Terra e non so nemmeno se riuscirai ad arrivare in tempo” disse l’uomo con vo- ce addolorata.

Will Riker sbiancò visibilmente e mormorò “La ringrazio Ammiraglio cercherò di partire il più presto possibile.”

Si alzò, uscì dal suo alloggio e si diresse verso il Ponte di Comando, doveva parlare al Capitano Picard. Quando finalmente le porte del turboelevatore si aprirono Riker uscì e dopo aver dato una rapida occhiata alle poltrone vuote sulla Plancia si diresse verso la saletta tattica, suonò e quando le porte si aprirono il Primo Ufficiale dell’Enterprise scomparve all’interno.

Data e Wesley Crusher, seduti rispettivamente alle postazioni delle Operazioni e del Timone, si guardarono stupiti era strano che il Comandante Riker entrasse in Plancia senza scambiare un saluto con loro e poi si era diretto verso la saletta tattica del Capitano come se avesse avuto molta fretta, doveva essere di certo successo qualcosa.

Il Capitano Jean-Luc Picard sollevo lo sguardo dai rapporti che stava controllando e disse “Cosa c’è Numero Uno?”

Riker era rimasto a fissare il vuoto ma all’invito del Capitano si riscosse e mormorò “Ho bisogno di una licenza capitano, devo tornare con urgenza sulla Terra.”

Picard lo fissò con attenzione, non aveva mai visto il suo Primo Ufficiale in quelle condizioni, mise da una parte il rapporto che stava leggendo e disse “Si sieda Will e mi dica tutto”.

Will Riker si sedette pesantemente sulla sedia di fronte alla scrivania e raccontò al Capitano Picard la breve conversazione avuta poco prima con l'Ammiraglio Simmons.

Quando Riker ebbe finito di raccontare Picard spinse un pulsante sulla scrivania e disse “Signor Data a che punto siamo con la mappatura di questo sistema.”

“Non siamo neanche alla metà, Capitano” rispose l’androide.

“Capisco.” Rispose Picard dopo un breve silenzio poi continuò “Contatti tutte le navi che incrocia-no la nostra rotta e dica loro che un membro dell’equipaggio ha bisogno di un passaggio urgente verso la Terra o una base stellare. Ha capito bene.”

Dopo la risposta affermativa dell’androide chiuse la comunicazione e si girò verso il Comandante Riker e disse “Ecco fatto, ora dobbiamo solo aspettare che qualche nave chiami, intanto lei si vada a preparare Will, la avvertirò io se ci sono novità.”

“Grazie Capitano.” Fu l’unica risposta che il giovane riuscì a dire.

Una volta che fu nel suo alloggio, Riker iniziò a tirare fuori dall’armadio una borsa e qualche cam- bio ma poi lasciò cadere tutto a terra e si sedette sul letto con la testa tra le mani. Si sentiva stordito, aveva sempre pensato che non importasse niente di suo padre, ma ora al pensiero che stava male e c’era la probabilità che non potesse arrivare in tempo per vederlo un’ultima volta sentiva un dolore profondo nel petto. Fu il suono del campanello alla porta a distrarlo dai suoi pensieri e senza alzare la testa mormorò “Avanti.” Era Deanna.

La giovane donna  si avvicinò e disse “Will, cosa c’è?”

Il giorno prima avevano deciso di incontrarsi al bar della nave per fare colazione insieme e non trovandolo lì aveva deciso di cercarlo sulla Plancia e poi nei suoi alloggi.

Will Riker aveva sollevato la testa e l’aveva guardato fissa negli occhi. Deanna sentì un’ondata di disperazione e dolore venire da lui, doveva essere successo qualcosa di grave. Si accucciò al suo fianco e ripeté la domanda, poi vedendo che lui ancora non rispondeva lo raggiunse con il legame che avevano forgiato tanto tempo fa “Imzadi, ti prego dimmi cosa c’è.”

Senza neanche alzare la testa Will mormorò “mio padre è gravemente malato Deanna, e ha chiesto di vedermi per l’ultima volta ma…. ma è probabile che non riesca ad arrivare in tempo per veder- lo.”

“Oh, Will mi dispiace” mormorò Deanna abbracciandolo.

Il comunicatore suonò e Will Riker si alzò allontanandosi da Deanna e toccò il dispositivo di comunicazione attaccato alla sua divisa.

“Qui Riker” disse.

“Numero Uno le abbiamo trovato un passaggio ma non credo che sia di suo gradimento” disse la voce di Picard.

“Vengo subito, Capitano.”

Quando fu sul Ponte di Comando, Picard gli riferì “Abbiamo ricevuto una comunicazione da una nave ferenghi, un certo Daimon Tor è pronto ha darle un passaggio fino alla Base Stellare 10.”

“Signor Data non ci contattato nessun’altra nave ?”

“No, Comandante, la nave ferenghi è stata l’unica ma se vuole posso continuare a chiamare.”

“No, non posso aspettare, Capitano penso che accetterò quel passaggio. Signor Data riferisca a Daimon Tor che sarò pronto quando arriverà a distanza di teletrasporto.”

Poco tempo dopo la nave ferenghi li contattò avvertendoli che aspettava il suo ospite e Will Riker che era pronto, entrò nella sala teletrasporto insieme al capitano Picard e Deanna.

Jean Luc Picard strinse la mano del suo Primo Ufficiale con forza e disse “Spero che faccia in tempo ad arrivare Will. Si preoccupi solo di lui e di nient'altro”

“Si Capitano, e grazie per tutto quello che ha fatto.” Disse Will Riker ricambiando con calore la stretta. Poi Picard uscì lasciando soli i due giovani.

Deanna lo strinse forte a sé  e mormorò con le lacrime agli occhi “torna presto da me, Will.”

“Appena mio padre starà meglio, tornerò da te, te lo giuro.” Disse Will stringendola a sé e assapo- rando il suo fresco profumo poi mormorò “Devo andare Deanna la nave ferenghi non aspetterà ancora a lungo.”

L’ultima cosa che vide prima che il teletrasporto si attivasse fu il sorriso triste di Deanna, quando arrivò sulla nave ferenghi vide che ad aspettarlo c’era Daimon Tor e un gruppo di ferenghi, accenno un sorriso e disse “La ringrazio per il passaggio, Daimon Tor.”

“No Comandante, devo ringraziarla io, la sua  cattura mi farà guadagnare molto latinum.”

E prima che Will Riker potesse reagire una frusta phaser lo colpì al petto, prima di svenire il suo ultimo pensiero fu per Deanna, chissà se, e quando l’avrebbe rivista.

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Capitolo 2
*** CAP. 2 ***


 

CAP 2

Qualche giorno dopo mentre il Capitano Jean-Luc Picard si trovava nella sala tattica a controllare alcuni rapporti il Tenente-Comandante Data entrò e disse “Capitano”

“Si, Data.” Rispose Picard sollevando la testa.

“C’è una chiamata per il Comandante Riker, viene dal comando della Flotta Stellare. E’ suo padre.”

Se in quel momento Data si sarebbe potuto mostrare confuso l’avrebbe fatto, non riusciva a capire il perché il signor Riker cercava di contattare suo figlio lì.

Picard lo guardò a sua volta confuso e disse “ signor Data vuol dire che ci sono notizie dal Coman-dante su suo padre?”

Data scosse la testa. “No, signore. E’ il signor Kyle Riker.”

Con lo sguardo corrucciato Picard spinse un pulsante sulla sua scrivania e attivò la comunicazione.

“Qui il Capitano Picard” dichiarò Picard poi si meravigliò di vedere che l’uomo godeva di ottima salute. ‘Se non era malato’ si chiese ‘perché aveva richiamato Will sulla terra’.

“Stavo contattando mio figlio, capitano. Spero che non ci siano dei problemi” disse Kyle Riker preoccupato che Will non avesse risposto.

Picard ancora più confuso disse “Ma suo figlio sta tornando sulla terra in questo momento. Ha ricevuto un messaggio che diceva che lei era ammalato e voleva vederlo.”

“Lui cosa?” gridò Kyle Riker, mentre sentiva un brutto presentimento sommergerlo, poi con più calma mormorò “Chi lo ha mandato?”

“Qualcuno dal Comando della Flotta Stellare. Credo che fosse il suo vecchio amico, l’Ammiraglio Simmons”.

Kyle Riker scosse la testa sconsolato ora la preoccupazione si leggeva chiaramente sul suo viso. “Capitano, temo che abbiamo un problema, un grosso problema. Sto lavorando ad un caso, qui sulla terra, sto cercando di provare che l’ammiraglio Simmons sta lavorando segretamente per i Romula- ni. Se è stato lui a spedire il messaggio a Will, allora mio figlio potrebbe essere in serio pericolo. Mi dica quando è andato via.”

“I ferenghi” mormorò Picard quasi tra sé e sé.

“Cosa c’entrano loro?” replicò  Riker incuriosito.

Picard si accorse di aver parlato ad alta voce e continuò “È stata l’unica nave che ha risposto alla nostra chiamata, hanno detto che si dirigevano alla Base Stellare 10 per affari e così suo figlio ha accettato un passaggio. Se tutto è andato bene dovrebbe essere già arrivato, poi aveva intenzione di cercare una nave stellare diretta sulla terra.”

“Picard contatti la Base Stellare 10 e controlli lei stesso se mio figlio è arrivato. Io vi verrò incontro, ho un brutto presentimento su questa faccenda.”

“Va bene, Picard chiude.”

Per la prima volta, da quando lo conosceva, il Capitano Jean-Luc Picard era davvero in ansia per il suo Primo Ufficiale. Se era una trappola allora Will ci era entrato dritto dritto, e chissà dove poteva essere ora.

Qualche minuto dopo Picard entrò sul Ponte di Comando e disse a Wesley Crusher che si trovava alla postazione del Timone “Signor Crusher tracci una rotta per la Base stellare 10.”

“Come, Signore?” rispose il ragazzo confuso.

“Mi ha sentito Guardiamarina?” disse bruscamente Picard mentre si sedeva sulla sua poltrona.

“Si Signore” rispose il ragazzo e velocemente inserì la nuova rotta.

“Signor Data mandi un messaggio alla Base Stellare 10 e chieda notizie del comandante Riker” ordinò Picard.

“Si, Signore” rispose l’androide.

Poi il capitano Picard spinse un pulsante sul bracciolo e disse “Signor LaForge voglio velocità Warp 8.9 più a lungo possibile ce la faranno i motori?”

“Si Signore, ma abbiamo fretta?”

“Si, Signor LaForge abbiamo molta fretta.”

“Signor Crusher massima curvatura, attivare.”

Il Consigliere Troi guardò il Capitano Picard sentiva la preoccupazione del capitano e mormorò “Capitano cosa succede?”

Picard sollevò lo sguardo e vide le facce preoccupate del suo equipaggio e comprese che avevano capito che c’era qualcosa che non andava ma non capivano cosa, e decise che era meglio metterli al corrente di ciò che era successo.

“Sono appena venuto a sapere che Kyle Riker, il padre del nostro Primo Ufficiale, non è malato e non ha chiesto a suo figlio di tornare sulla terra. Credo che stia o sia già caduto in una trappola, inoltre sembra che al Comando della Flotta Stellare ci sia un traditore che lavora per i Romulani.” disse il Capitano Picard con voce chiara rivolto a tutto l’equipaggio.

Il tenente Worf ringhiò “ I traditori non hanno onore.”

“No, Signor Worf, non lo hanno.” commento Picard, e continuò “Kyle Riker è molto preoccu-

pato per suo figlio e così anch’io, quindi finché non scopriremo cos’è successo al comandante Riker, lui sarà la nostra prima e unica priorità.”

Ogni membro dell’equipaggio annuì e tornò al proprio lavoro, Picard era sicuro che ce l’avrebbero messa tutta per ritrovare il loro compagno scomparso.

Purtroppo le paure di Kyle Riker e del Capitano Picard erano fondate, in quel momento Will Riker si trovava in una cella sulla nave ferenghi diretta verso la Zona Neutrale.

“Non posso crederci, “ borbottò Will, mentre camminava avanti e indietro nella piccola cella, “co-me posso essere stato così stupido? Mio padre non chiederebbe mai di me neanche se stesse moren- do per davvero.”

Lui e suo padre, infatti, rifletté il comandante Will Riker, non avevano mai avuto un buon rapporto quindi era stato uno shock per lui quando aveva saputo che suo padre stava male e chiedeva di lui. Questo fatto da solo avrebbe dovuto fargli capire che c’era qualcosa che non andava, ma lui no! Era saltato sulla prima nave che avevano incontrato e senza riflettere si era buttato in una trappola.

“Dannazione” imprecò Will per sua stupidità.

In quel momento un ferenghi basso e grassoccio entrò nella sua visuale e disse “salve Comandante, penso che sarà contento di sapere che presto saremo nella Zona Neutrale.” disse il capitano ferenghi nel suo solito tono avido.

“Ti arresteranno per questo, lo sai?”

“Dovranno prima trovarmi. Sono stato ben pagato per venirti a prendere.”

“Si, immagino che l’hanno fatto.” disse Will e provò ad allungarsi tra le sbarre della cella per affer-rarlo ma l’alieno saltò lontano dalla sua portata.

“No, no, non si fanno queste cose comandante” disse il ferenghi agitando un dito grassoccio.

Will ringhiò mentre guardava il capitano ferenghi allontanarsi e gli gridò “Io uscirò di qui!”

Will si guardò intorno nella piccola cella tentando di trovare qualcosa per aprire la porta, quella nave non era certo stata costruita per trattenere un prigioniero. Le sbarre erano come quelle delle vecchie celle di un tempo, doveva essere facile uscire da lì.

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAP 3

Il Capitano Jean-Luc Picard camminava avanti e indietro sul ponte della nave mentre il comandante della Base Stellare 10 gli stava dicendo che né il Comandante Riker e né la nave ferenghi erano stati avvistate.

“Ho capito, grazie.” disse Picard seccamente interrompendolo e fece cenno a Data di chiudere la comunicazione con il comandante della Base. Quello che l’uomo gli aveva detto non lo avrebbe aiutato a ritrovare il suo ufficiale.

“Signor Crusher, cambi rotta e ci porti di nuovo nel posto esatto dove il comandante Riker ha lasciato questa nave. Signor Data voglio un’idea della direzione in cui possono essere andati.”

Tutti guardarono Picard mentre si dirigeva verso la sua saletta tattica, dall’espressione corrucciata sul suo viso tutti i membri del ponte compresero che il comandante Riker era scomparso e che la sua vita era in pericolo.

Dopo aver fatto ciò che il capitano gli aveva ordinato Wesley Crusher si girò verso Data e gli disse “Pensi che il comandante Riker sia ancora vivo?”

Data guardò il ragazzo e disse “non lo so.”

Deanna Troi si alzò e si diresse verso il turboascensore, lei non voleva neanche pensare alla probabilità che Will fosse morto e poi sentiva tramite il loro legame che lui era ancora vivo. Ma dov’era e cosa gli era accaduto.

In quel momento Will Riker era riuscito ad uscire dalla cella ma non nel modo in cui aveva progettato, era scortato da due ferenghi e con le mani legate dietro la schiena.

“Divertiti umano” disse uno dei ferenghi.

“Oh lo farò di certo” replicò Will mentre riusciva a liberarsi dalla corda.

Mentre lottava contro i due alieni la porta si aprì e apparvero due uomini con le divise della Flotta Stellare.

“Siete arrivati appena in tempo” disse pensando di essere in salvo e si girò verso i ferenghi, ma un attimo dopo sentì un phaser puntato alla schiena.

“Ma cosa?” disse Will voltandosi ma una voce fredda lo fermò.  

“Io non mi muoverei Comandante. Questi uomini non sono più fedeli alla Flotta Stellare come non lo sono più neanche io” disse la voce dell’ammiraglio Simmons alla spalle di Will.

Le mani del Comandante Riker furono di nuovo legate dietro la schiena e poi il giovane fu girato per trovarsi faccia a faccia con il migliore e il più vecchio amico di suo padre.

“Cosa sta succedendo? Non capisco.” chiese Will

L’uomo anziano sospirò e disse “E’ tutta colpa di tuo padre se è successo questo. Tutto quello che doveva fare era abbandonare l’indagine su di me. Ma non l’ha fatto, quindi sono costretto a fare quello che non avrei mai voluto fare.”

“E sarebbe?”

“Mi rivolgerò ai Romulani, ma non mi aiuteranno mai se non gli darò qualcosa in cambio, qualcosa che loro vogliono. Tu, Will.” affermò l’Ammiraglio Simmons indicandolo.

“Io? Lei è matto, non se la caverà” disse Will cercando di liberarsi dalla presa dei due uomini che lo trattenevano.

L’Ammiraglio Simmons guardò Will sorridendo poi disse” Temo di averlo già fatto ragazzo mio”.

Will Riker vide due guardie romulane avvicinarsi e voltandosi verso di lui disse con fredda furia “non so come o quando ma lei la pagherà per tutto questo.”

L’uomo non disse niente ma si mosse leggermente da parte mentre le due guardie romulane afferravano Will e lo portavano via.

 

Intanto sull’Enterprise Data e Geordie stavano controllando i dati per capire da dove iniziare per cercare la nave ferenghi che aveva portato via il comandante Riker.

“Ancora niente?” chiese il Capitano Picard mentre camminava avanti e indietro sul ponte.

“Signore, con le informazione che abbiamo il luogo migliore da dove iniziare a cercarli è la Zona Neutrale. Se l’Ammiraglio Simmons lavora con i Romulani è da lì che dobbiamo iniziare.”rispose Data.

“La Zona Neutrale! Se entrano nello spazio Romulano non rivedremo mai più il Comandante Riker” disse il Capitano Picard chiudendo gli occhi un attimo per riflettere e con un sospiro pesante disse rivolto a Wesley “Guardiamarina Crusher tracci una rotta per la Zona Neutrale Romulana.”

“Si, Signore.”

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAP. 4

Contrariamente a ciò che pensava Jean Luc Picard,  il Falco da Guerra Romulano non si stava dirigendo verso lo spazio romulano ma si trovava ancora nella Zona Neutrale. Nella sala tattica del Comandante,  l’Ammiraglio Simmons e il Comandante Tomalak stavano parlando.

“Perché non siamo diretti su Romulus ?” chiese l’Ammiraglio Simmons.

Tomalak sorrise e disse “Perché non voglio solo il Comandante Riker. Voglio anche suo padre e il Capitano Picard e voglio vedere l’Enterprise ridotta in un mucchio di macerie, ed avrò tutto.”

“Ma cosa sta dicendo? Kyle Riker è sulla Terra.”

 “No, si sbaglia. So che in questo momento il suo amico Kyle Riker è in viaggio per riunirsi all’Enterprise e quando saranno tutti all’interno della Zona Neutrale io farò la mia mossa.”

“Se lo dice lei” disse Simmons scettico, avrebbe preferito dirigersi subito su Romulus al sicuro.

Vedendo la sua aria perplessa Tomalak continuò “non si preoccupi ammiraglio conosco bene Picard, lui non abbandonerà mai il suo ufficiale comandante, ho anche ordinato ai miei uomini di distruggere la nave ferenghi e questo li terrà occupati per un po’.”

Intanto, nella cella dove era stato rinchiuso, Will Riker camminava avanti e indietro.  Si guardava intorno con aria abbattuta  non sarebbe mai riuscito ad uscire da lì. Sentì dei passi echeggiare nel corridoio si fermò e guardò verso la porta per vedere chi stava arrivando. Non fu sorpreso nel veder comparire davanti a sé il comandante Tomalak.

“Tomalak!” disse Will riconoscendolo.

“E’ bello rivederla comandante era da un bel po’ che non ci incontravamo. Spero che i miei uomini l’abbiano trattata bene, fino ad ora.” disse Tomalak sorridendo

Will avanzò fino a trovarsi faccia a faccia con il romulano e disse freddamente “che cosa ha intenzione di fare con me! E dove stiamo andando?”

Il sorriso del romulano si allargò quando disse “presto starà di nuovo insieme a suo padre e poi cancellerò l’Enterprise da questo universo.”

Will rise e disse “Lei è pazzo, mio padre è sulla terra e questa carretta non può neanche uguagliare il potere di fuoco dell’Enterprise.”

“Forse no, ma forse si e sarà proprio lei che mi aiuterà a trovare i punti deboli dell’Enterprise.”

“Io non l’aiuterò mai, e lei lo sa.“ dichiarò Will appoggiandosi al muro della cella e incrociando le braccia davanti al petto.

“Non ho bisogno del suo aiuto per avere le informazioni che mi servono, comandante” disse freddamente Tomalak e a un suo ordine il muro di energia che chiudeva la cella fu disattivato e alcune guardie romulane entrarono dentro, Will cercò di difendersi ma presto fu sopraffatto e trascinato fuori della cella.

Tomalak sostenne lo sguardo di sfida del giovane terrestre mentre i suoi uomini lo trascinavano via, si sarebbe goduto le prossime ore. Si, se le sarebbe veramente godute.

 

Nel frattempo, l’equipaggio dell’Enterprise aveva trovato i resti di una nave su un pianeta ai confini della Zona Neutrale, i sensori avevano rivelato che si trattava della nave ferenghi.

In quel momento Worf, Data e Geordie erano sul pianeta ad analizzare i suoi resti per vedere se era la stessa nave su cui era salito il Comandante Riker.

Jean Luc Picard era sul ponte aspettando i risultati della squadra di sbarco, Troi gli si avvicinò e mettendogli una mano sul braccio disse “sono sicura che Will non era su quella nave quando è precipitata.”

Picard si girò verso di lei e con un leggero sorriso disse “Neanche io Deanna”

“Allora perchè li ha fatti scendere sul pianeta.”

“Per far credere a chiunque abbia distrutto quella nave di essere caduto nella loro trappola.”rispose Picard enigmatico.

 

Dopo il trattamento con la sonda mentale, Will venne gettato rudemente nella sua cella, si sentiva debole aveva lottato con tutte le sue forze contro la sonda ma quell’infernale dispositivo aveva estratto dalla sua mente tutte le informazioni che Tomalak desiderava. A fatica si trascinò sulla cuccetta e stringendo le ginocchia contro il petto, perse conoscenza.

In quel momento sull’Enterprise l’ufficiale alle comunicazione avvertì il capitano che c’era una chiamata in arrivo. “Sullo schermo” disse Picard.

Era  Kyle Riker che chiedeva di salire sull’Enterprise e Picard diede la sua autorizzazione poi scese nella sala teletrasporto per accogliere l’uomo. Appena Kyle Riker apparve sulla piattaforma la prima domanda che fece fu “Ci sono notizie di mio figlio?”

“Will non era sulla nave ferenghi che abbiamo trovato sul pianeta.” disse, mentre i due uomini uscivano dalla sala teletrasporto e si dirigevano sul ponte, continuò “ ma le tracce portano nella Zona Neutrale, cosa dobbiamo fare.”

“Possiamo entrare nella Zona Neutrale ma non oltre. Non possiamo rischiare una guerra, neanche per salvarlo. ” disse Kyle Riker e l’ultima frase fu detta con angoscia.

Picard sapeva quanto era costato all’uomo dire quelle parole anche lui rivoleva Will indietro ma non  potevano scatenare una guerra. Sapeva anche che il suo ufficiale comandante sarebbe stato dello stesso parere.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


CAP. 5

Appena entrarono nella Zona Neutrale due Falchi da Guerra Romulani si dissimularono davanti all’Enterprise.

Jean Luc Picard gridò”Allarme Rosso.” Immediatamente una luce rossa riempì il ponte e una sirena iniziò a suonare.

Al di sopra del suono Data disse “Capitano ci stanno chiamando dalla nave romulana”

“Disattivate la sirena. Sullo schermo.” ordinò Picard.

Sullo schermo apparve la faccia del Comandante Tomalak.

“Tomalak dovevo immaginarlo che c’era lei dietro a tutto questo.” disse in tono freddo Jean Luc Picard.

“Benvenuto Capitano Picard, come mai da queste parti ?” chiese il romulano con un sorriso beffardo.

Kyle Riker fece un passo avanti e disse con voce irata “Dov’è mio figlio?”

“Suo figlio è stato accusato di spionaggio. L’abbiamo trovato su una nave che aveva attraversato i nostri confini. Purtroppo devo dire che la nave è andata distrutta e che lui è l’unico sopravvissuto.”

“Lei mente,” ringhiò Picard, poi continuò “Will non stava spiando né voi né chiunque altro, lui è stato rapito. E ora mi restituisca il mio Ufficiale Comandante.”

Tomalak fece un’espressione offesa e disse “mi ferisce molto che lei non mi creda, Capitano Picard. E anche se mi ha dato la sua parola che il Comandante Riker è innocente non posso restituirglielo, i miei superiori non la prenderebbero molto bene.”  Poi tacque come se stesse riflettendo su qualcosa e disse “Forse se io e lei ne parlassimo faccia a faccia troveremmo una soluzione, che ne dice?”

Deanna sfiorò la mano del Capitano Picard e l’uomo disse “Aspetti. tornerò subito.” poi fece un gesto al suo equipaggio di chiudere la comunicazione.

Si girò verso il suo consigliere e disse “Deanna ha sentito qualcosa?”

“si, sento che sta escogitando qualcosa, la vuole sulla sua nave. Forse una volta che lei sia a bordo la potrebbe prendere prigioniero.”

“E’ pazzo se pensa che io cada in quella stupida trappola” disse Jean Luc, “e lei che ne pensa?” disse poi rivolto a Kyle Riker.

“Sono d’accordo con lei. Da quello che ho letto dai rapporti su di lui, non credo che sia così stupido.”

“Signor Data lo richiami, sentiamo cosa vuole.” disse Picard.

Il collegamento fu subito ripristinato e quando Tomalak apparve Jean Luc disse “ sono d’accordo con lei Tomalak incontriamoci e parliamone.”

“Sono felice di vederla così disponibile, Picard, dove vogliamo incontrarci . Vorreste essere miei ospiti, lei e il signor Riker, a bordo della mia nave?”

“Non ci penso neppure, perchè non viene lei a bordo dell’Enterprise?”

“D’accordo, sarò lì tra poco. Come vede io mi fido di lei.” rispose Tomalak, poi chiuse la comunicazione.

Picard fissò pensieroso lo schermo, non gli piaceva la facilità con cui il Comandate Romulano aveva accettato il suo invito.

Si rivolse a Deanna.

“Ha percepito qualcosa, Deanna?”

La giovane donna scosse la testa e disse “ Niente. Non sono riuscita a percepire niente, è come se la sua mente fosse schermata.”

Picard si alzò e disse” Signor Worf  noi andiamo ad accogliere il nostro ospite, lei tenga un occhio su quella nave, sempre.”

Il Klingon si alzò e disse “ Signore, passo parlare.”

“Parli Tenente Comandante Worf.”

“Mentre voi state qui a parlare qui con il Comandante Romulano. Una piccola squadra potrebbe salire sulla sua nave e liberare il Comandante Riker.”

Picard si girò verso Kyle Riker e disse “Che ne pensa?”

“E’ una buona idea.” disse l’uomo.

“Va bene Signor Worf, ma andate solo lei e Data.” disse Picard.

Jean Luc Picard  e Kyle Riker andarono nella sala Teletrasporto per andare ad accogliere il Comandante Tomalak.

“Salve Capitano.” disse Tomalak quando si materializzò a bordo della nave.

“Benvenuto a bordo. Vogliamo andare in sala riunioni così iniziamo a parlare.” disse Picard.

“Come vuole Capitano Picard.” disse Tomalak sorridendo amabilmente.

Picard cominciava ad odiare quel sorriso, perché sapeva che era un sorriso falso e che cercava di ingannarlo.

Intanto Data e Worf erano riusciti a teletrasportarsi sulla nave Romulana e avevano trovato le prigioni.

“Sei riuscito a trovare il Comandante Riker?” disse Worf.

“E’ da questa parte.” disse Data controllando il tricorder.

Data disattivò la barriera d’energia della cella e i due entrarono dentro.

“Comandante Riker, come sta?” disse Worf chinandosi al fianco di Will.

IL giovane aprì gli occhi e gridò debolmente “No! Andate via è una trappola.” e cercò di spingerli via.

Ma era troppo tardi la barriera d’energia si riattivò di nuovo imprigionando all’interno della cella anche Data e Worf.

Il Klingon tentò di sparare ma il phaser non funzionò.

“Avevi ragione Will, il Capitano Picard ha mandato qualcuno a liberarti. Grazie per il tuo aiuto.”

disse Simmons , poi scoppiò a ridere.

“Va all’inferno, maledetto.” ringhiò Will.

“Cosa significa?” chiese Worf.

“Hanno usato su di me una sonda mentale. Ora loro sanno sulla nave e su tutti voi, tutto quello che so io.” disse Will con aria cupa.

“Non si preoccupi comandante, non sanno quello che abbiamo in mente di fare noi.” replicò Data.

Intanto sull’Enterprise, Picard, Kyle Riker e Tomalak si trovavano in Sala Riunioni, mentre Picard e Riker erano seduti sul lungo tavolo, Tomalak non aveva fatto altro che gironzolare per la sala tutto il tempo, all'improvviso disse “Certo che da qui si ha proprio una bella vista, è fortunato Picard.”

Jean Luc era stanco del comportamento del Comandante Romulano e sbottò “Tomalak ora basta con questo suo giochetto. Mi dica che cosa vuole.”

“Va bene Picard, se proprio vuole, parliamo chiaro” disse Tomalak sedendosi al tavolo di fronte ai due uomini, poi continuò “Voglio la vostra resa incondizionata, mentre voi salirete sulla mia nave  alcuni miei uomini prenderanno il possesso dell’Enterprise.”

“Altrimenti?” disse Picard con calma, mentre Kyle Riker guardava sconcertato il Comandate Romulano.

“Altrimenti non rivedrà mai più suo figlio, né i suoi compagni che sono sulla mia nave.” dichiarò  Tomalak guardando prima Kyle Riker e poi il Capitano Picard, poi continuò “ e distruggerò questa nave e tutti i suoi occupanti senza pietà.”

Picard diede una veloce occhiata allo schermo nascosto nel tavolo della sala Riunioni dove c’era il resoconto di quello appena accaduto sulla nave Romulana, poi si alzò e fissando dritto negli occhi il Romulano disse con voce fredda e letale “ora gli dico io cosa accadrà: insieme al Comandante Riker, ora, c’è il Tenente Comandante Worf, e vede Worf è un Klingon, un vero Klingon e addosso a sé ha una bomba che esploderà appena qualcuno tentasse di catturarlo, o se la nave dovesse attivare i motori.”

“Ma  cosi morirà anche suo figlio.” disse Tomalak rivolto a Kyke Riker.

“Meglio morto che nelle vostre mani.” replicò Kyle in tono freddo.

“Sa non credo che rivedrà le sue stelle tanto presto, Tomalak, perché sarà ospite della Federazione per molto, molto tempo, visto che sarà responsabile della morte di tre ufficiali della Federazione.”

Poi vide che armeggiava con un congegno attaccato al polso, Picard continuò “è inutile non può andarsene da qui la sala è schermata contro i raggi teletrasporto.”

Tomalak fissò i due uomini con una rabbia incontenibile che si leggeva nei suoi occhi poi con un sorriso forzato annuì e disse “Questa volta ha vinto lei Picard. Va bene, fatemi parlare con la mia nave.”

Il Comandante Romulano parlò qualche minuto, e dopo un pò si sentì la voce dell’addetto al teletrasporto che diceva “Capitano, la squadra di sbarco è tornata e con loro c’è il Comandante Riker.”

“Grazie tenente Stone.” disse Picard, poi rivoltò a Tomalak disse “e ora se ne vada dalla mia nave, subito. Accompagnatelo alla sala teletrasporto.” disse rivolto a due uomini della sicurezza che erano appena entrati.

Appena uscito il Comandante Romulano Picard toccò il suo comunicatore e disse “Signor Crusher a massima velocità fuori dalla Zona Neutrale.”

“Si penso che sia un’ottima idea. “ disse Kyle Riker, poi continuò “vado a vedere come sta mio figlio.”

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


CAP. 6

 Kyle Riker entrò nell’infermeria e incontrò la Dottoressa Crusher e chiese “Come sta mio figlio?”

“E’ in buone condizioni nonostante quello che ha subito, ora c’è Deanna con lui. Venga  entri Signor Riker.” Disse la Dottoressa Crusher aprendo la porta della saletta dove si trovava ricoverato Will.

Sentendo aprire la porta i due giovani si voltarono.

“Papà.” fece Will sorpreso.

“Vedo che stai bene e ne sono lieto. Consigliere Troi abbia cura di lui, mi raccomando.” disse Kyle Riker e poi uscì.

 “Mio padre è qui?” disse Will, “non lo sapevo, allora è venuto veramente.”

“Certo che è venuto ed era molto preoccupato per te.” disse Deanna, stringendogli una mano, “eravamo tutti preoccupati per te.”

Poi si chinò su di lui baciandolo appassionatamente, ma si  accorse che c’era qualcosa che non andava e mormorò “cosa c’è Will?”

“Niente.” rispose il giovane sfuggente.

“Will dimmi cosa ti preoccupa.”

Will Riker fece un sospiro e mormorò “Ora i Romulani sanno tutti i punti deboli dell’Enterprise ed è colpa mia, sono stato io a dirglielo. Sono furioso Deanna, su come sono riusciti a strapparmi le informazioni, ho provato a lottare ma con quella maledetta macchina sono riusciti a strapparmi tutte le informazioni che volevano, dovevi vedere quel bastardo di Tomalak come sorrideva compiaciuto. Ed ora per colpa mia siamo tutti in pericolo.”

“Non si preoccupi Numero Uno, non hanno tenuto quelle informazioni molto a lungo.” disse la voce soddisfatta del Capitano Picard dalla porta, poi l’uomo entro nella stanza e  continuò “mentre Data e Worf erano venuti a salvarla e io e suo padre stavamo discutendo con Tomalak, Geordie e Wesley si sono divertiti a cancellare tutti i dati dal computer romulano, ora non hanno una sola informazione che riguarda la Federazione o l’Enterprise.”

“Sono molto contento di sentirlo, grazie Capitano Picard, e sono anche felice che tutto si sia risolto nel modo giusto”

“Anche io, e Will si sbrighi a ristabilirsi la voglio rivedere al più presto in Plancia.” disse Picard e poi uscì.

William si trovava nel suo alloggio a riposarsi, era stato dimesso il giorno prima ma la Dott.ssa Crusher gli aveva ordinato di stare  a riposo almeno un altro giorno. La porta suonò, doveva essere Deanna che veniva a trovarlo per vedere come stava, pensò Will e disse “Avanti.”

La porta si aprì e invece della bella betazoide entrò suo padre.

“Come mai sei ancora qui?” chiese Will, “pensavo che te ne fossi già andato.

“Ho deciso di restare qui per un pò di giorni, ho voglia di passare qualche giorno con mio figlio.”

disse Kyle Riker con un sorriso tirato.

“Sono contento che tu rimanga per un pò e sono anche contento che tu stia bene. Non me ne sono mai reso conto, fino al momento in cui ho ricevuto la comunicazione che stavi male, mi piace averti intorno, ogni tanto” disse Will leggermente a disagio.

“Anche io sono contento che tu stia bene, quando ho saputo che eri scomparso ho temuto di non rivederti più e dirti quanto sono orgoglioso di te.”

“Ok, ok. Ora basta. Che ne dici di andare al Bar di Prora a bere qualcosa insieme.”

“Ok è una buona idea.” disse Kyle Riker.

Padre e figlio uscirono insieme della stanza, dopo un pò Kyle mise una mano sulla spalla del figlio e Will la lasciò lì.

FINE

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