A qualunque costo

di giapponesina6
(/viewuser.php?uid=486921)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Essere disposti a qualunque cosa ***
Capitolo 2: *** Tutto da un'altra prospettiva ***
Capitolo 3: *** Asciugherò le tue lacrime ***
Capitolo 4: *** Veleni fatali ***
Capitolo 5: *** Volare lontano ***
Capitolo 6: *** Promessa ***
Capitolo 7: *** Dentro me ***



Capitolo 1
*** Essere disposti a qualunque cosa ***


Salve a tutti cari lettori, ho iniziato una nuova storia da qualche giorno, come anticipato l'ispirazione mi è venuta da una puntata di Cardcaptor Sakura, un altro anime che mi piace moltissimo. Non voglio anticiparvi nulla, spero che sarà di vostro gradimento. Buona lettura.


I sogni sono l’essenza che ci consentono di andare avanti. Tramite i nostri desideri cerchiamo ogni giorno di andare oltre gli ostacoli e superarli aggiungendo un altro piccolo tassello al puzzle della realizzazione di quest’ultimo.
A volte sono impossibili, irrealizzabili. Spesso rimangono chiusi nel cassetto assieme alla biancheria intima. A volte sono così bizzarri ma tanto sinceri. Raramente si avverano, ma quando accade tutto ha un sapore diverso. Migliore.
Non bisogna mai smettere di sognare, ed io i miei sogni li tengo sempre in bella vista e non rinchiusi in un cassetto.
 
Quel pomeriggio la ragazza era intenta a scrivere una pagina del suo diario. Faceva molto caldo. Un caldo asfissiante. Ma nulla era più tremendo della sua assenza.
Erano trascorsi tre anni da quando si erano separati. Tre lunghissimi anni, fatti di attese, lettere, promesse mai mantenute e speranze nel mantenerle.
La ragazza portava quei suoi lunghi capelli rossi legati in una coda ben tirata, da evitarle che il ciuffo le cadesse davanti ai suoi occhi verdi.
I suoi occhi avevano mantenuto la stessa intensità, quel colore verde li rendeva unici. A dargli un aspetto diverso era quel velo di malinconia che l’accompagnava da quel maledetto giorno.
Il suo corpo era cambiato notevolmente.
Il seno le era cresciuto da darle un’aria molto femminile, il viso assottigliato e labbra disegnate.
Sorseggiò un po’ di tea verde, che la rinfrescò.
< Oggi fa veramente caldissimo > si asciugò la fronte imperlata di sudore. Poi lo sguardo le cadde sulle ultime righe che aveva scritto. Sorrise imbarazzata.
 
Sarei disposta a qualsiasi cosa pur di rivederlo.
 
Quella frase era talmente vera, ma sapeva che non poteva rinunciare ai suoi compiti lì in palestra e sapeva benissimo che anche Ash non l’avrebbe fatto. Del resto lei non era neanche certa dei suoi sentimenti, molto probabilmente per lui era solo un’amica. Una cara vecchia amica.
Un’amica che si dannava l’animo per lui.
 
La palestra di Cerulian, dall’arrivo di Misty, si era rinvigorita. Vi erano almeno due incontri di Pokemon al giorno, con allenatori in erba. Gli spettacoli andavano a gonfie vele e le sorelle di Misty erano soddisfatte della maturità della piccola ragazzina dai capelli rossi.
A dare un senso d’ordine vi era anche Tracey, si era insediato lì da almeno un anno per aiutare le ragazze nella gestione della palestra e per essere il più vicino possibile alla sua Daisy.
Tracey era l’unico a conoscenza dei sentimenti della ragazza, l’aveva invogliata più volte a raggiungerlo nel suo viaggio, ma lei non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.
Quando entrò in camera la trovò a fantasticare con la mente, con i pensieri sicuramente rivolti a lui.
< Oggi fa davvero caldo, credo che dovresti annullare l’incontro delle 16 >
< Credo che tu abbia ragione, ma quel ragazzino ci teneva tanto >
< Ho visto la sua scheda d’iscrizione, è molto giovane intorno ai 10 anni, ha avuto un pikachu come Pokemon di base e viene da Pallet. Mi ricorda qualcuno di nostra conoscenza >
La ragazza arrossì in volto.
< Coincidenze > sospirò.
< Non è che sarai più clemente con lui? > tentò di stuzzicarla.
< Sai che sul lavoro sono seria >
< Almeno in quello > disse fra i denti.
< Guarda che ti ho sentito. E comunque credo di posticiparlo verso le 18, vuoi avvertire tu il ragazzino >
< Certo lo farò. Tu hai intenzione di rimanere in camera per tutto il pomeriggio? >
< Fa troppo caldo per uscire e sono troppo stanca per nuotare. Si credo proprio che me ne starò qui ancora per un po’ >
< Allora io vado a chiamare quel ragazzo, ci si vede dopo > il ragazzo si chiuse la porta alle spalle.
Misty sorrise, Tracey era così premuroso con lei, proprio come un fratello maggiore.
Lo sguardo le cadde di nuovo su quella stupida frase nel diario.
 
Sarei disposta a qualsiasi cosa pur di rivederlo.
 
 
Sogghignò nuovamente e poi chiuse il diario.
 
 
A chilometri di distanza un ragazzo era intento a svolgere un incontro di Pokemon. Aveva spalle larghe e braccia forti. Capelli nero corvino intensi. I suoi occhi avevano la stessa determinazione di anni prima.
Sul campo di lotta il suo fedele Pokemon elettrico stava per sferrare uno dei suoi attacchi più forti.
Un super fulmine che declamò il ragazzo vincitore dell’incontro.
< Bravissimo amico mio > il piccolo Pokemon gli si gettò tra le braccia e si gustò le carinerie del suo allenatore.
Anche lo sfidante si congratulò con il ragazzo e gli porse una medaglia.
Ash la guardò estasiato.
Ora ne mancava solo una e finalmente avrebbe potuto prendere parte alla lega del Pokemon.
Assorto nei suoi pensieri non si rese conto che la ragazzina dai lunghi capelli blu gli si era gettata al collo.
< Sei stato fantastico Ash, complimenti >
< Lucinda così mi strozzi >
La ragazza avvampò.
< Scusami non volevo > parve mortificata.
< Complimenti Ash, hai disputato un ottimo incontro >
< Grazie Brock >
Brock era davvero orgoglioso dei risultati del suo amico, era cambiato notevolmente. Aveva migliorato le tecniche di combattimento e aveva assunto un atteggiamento più sicuro.
< Ora non resta che dirigerci verso la prossima palestra. L’ultima medaglia >
< Finalmente non vedo l’ora di prendere parte alla lega. Sarà entusiasmante. > sorrise entusiasta il giovane allenatore.
< Ragazzi placate l’entusiasmo. Dove alloggeremo questa sera? Non voglio passare un’altra notte al caldo. Vorrei una bella stanza d’albergo con aria condizionata > disse con aria sognante la ragazza.
< Credo che potremmo permettercelo, del resto oggi fa davvero caldo. > aggiunse il ragazzo maggiore.
I tre si recarono ad un albergo lì in città e prenotarono due stanze con aria condizionata.
Ash si gettò a capofitto sul letto, l’incontro della mattina lo aveva sfiancato.
Diede un’occhiata alle sue medaglie, era da tempo che non partecipava alla lega. Ricordò che l’ultima volta si era classificato solo tra i primi sedici e si ricordò anche della discussione che ebbe con Misty quando lei tentò di risollevarlo.
A quel nome il ragazzo provò un tonfo al cuore.
< Misty > sospirò.
Si chiese cosa stesse facendo. Come fosse diventata.
Molto probabilmente era sempre la solita maschiaccio, permalosa ed isterica. Sorrise all’idea di lei in quelle circostanze.
Però le mancava davvero molto e non riusciva a capirne il motivo.
Tanto che era assorto nei suoi pensieri non fece caso a Brock che gli stava parlando da diverso tempo.
< Mi stai ascoltando? >
< Come? Brock non ti avevo sentito entrare, cosa hai detto? >
< Ma dove hai la testa, sono qui da almeno cinque minuti a parlare con i muri? > parve infastidito.
< Non prendertela, stavo solo pensando a Misty. Non capita anche a te di pensare a lei ogni tanto? >
< Misty? Come mai pensavi a lei? Mi è capitato di ripensare alle nostre avventure e a volte mi chiedo cosa stia facendo, ma di certo non mi assento dalla terra per pensare a lei > sorrise.
< Ecco io, veramente > parve impacciato e arrossì notevolmente.
< Scherzavo. Comunque potremmo passare da lei dopo la lega, del resto Cerulian non è tanto lontana da lì >
< Sarebbe magnifico. Voglio dire, mi farebbe davvero piacere rivederla >
< Lo ti si legge negli occhi >
< Nei miei occhi? >
< Lasciamo perdere >
Il ragazzo più grande sapeva benissimo che Ash non era ferrato nelle questioni di cuore e sapeva anche che Ash non avrebbe mai capito i suoi veri sentimenti verso la ragazzina di Cerulian.
 
 
Nella stanza accanto, Lucinda, era appena uscita dalla doccia. Finalmente aveva lavato via il sudore dalla sua pelle.
Era davvero difficile non sudare con quel caldo e in più vi era la vicinanza con Ash.
Ne era praticamente cotta.
Adorava il suo modo di allenare i Pokemon, le sue maniere gentile nei suoi riguardi. Ammirava la sua tenacia e determinazione. E poi era bello da spezzare il fiato.
Avrebbe tanto voluto rivelargli i suoi sentimenti, ma aveva troppo paura di essere respinta. Ash non le era sembrato tanto portato in amore e avrebbe rischiato di rovinare la sua amicizia con il ragazzo.
< Mi accontento anche solo di essergli amica >  pensò a voce alta.
Ed era vero. Le bastava camminare accanto durante i giorni di viaggio. Respirare la sua stessa aria e posare i suoi occhi su di lui.
 
 
< Ora pidgey usa attacco raffica >
< Starmie schivalo e vai con comete >
L’incontro stava prendendo una piega sbagliata per il giovane allenatore, non avrebbe mai pensato che quella ragazza dai capelli rossi fosse talmente brava.
Dal suo canto Misty era sbalordita dalla determinazione di quel giovale allenatore. La stessa determinazione che aveva visto nei suoi occhi al loro primo incontro.
< Pidgey ritorna nella sfera. Pikachu scelgo te >
< Un Pokemon elettrico l’ideale contro il tipo d’acqua, ma non ti basterà per vincere >
< Lo vedremo. Attacco rapido >
< Starmie usa surf. Bravissimo e ora super assalto >
< Pikachu attento, vai con il super fulmine >
< Starmie attacco corazza e ora finiscilo con idro pompa >
< Oh no Pikachu. Mi hai battuto. Dannazione >
La ragazze gli porse la mano. < Sei stato in gamba Toshi. Ti faccio i miei sinceri complimenti. Era da tempo che non vedevo un allenatore bravo quanto te. Questa è per te >
< Cosa? Ma  la medaglia goccia? Ma io ho perso questo incontro >
< Non è sempre colui che ne esce sconfitto è il vero perdente. Tu hai dimostrato di amare davvero i tuoi Pokemon e questo di porterà molto lontano. Mi ricordi tanto un mio caro amico, sai era di Pallet anche lui, e come te sa amare realmente i Pokemon come pochi sanno fare > gli sorrise teneramente.
< Grazie Misty. Oltre ad essere tremendamente carina sei anche forte e gentile >
< Mi trovi carina? >
< Ecco io > arrossì.
La ragazza gli sorrise nuovamente e lui ricambiò.
Lo vide allontanarsi dalla palestra verso nuove sfide. Sapeva in cuor suo che ne avrebbe fatta tanta di strada e che avrebbe realizzato il suo più grande sogno.
E lei sarebbe riuscita a realizzare il suo di sogno.
Tracey le si avvicinò con cautela e le poggiò una mano sulla spalla.
Sobbalzò.
< Ho visto quello che hai fatto > si riferiva alla medaglia.
< Credo che quel ragazzino aveva tutte le carte in regola per battermi, gli manca solo un po’ d’esperienza, dovevo dargli quella medaglia >
< Sbaglio o le tue sorelle fecero lo stesso con Ash? >
< Lui non c’entra nulla in questa storia. Possibile che lo tiri sempre in ballo >
< Sei tremendamente bugiarda > le sorrise teneramente.
Lei arrossì e si limitò a ricambiare quel suo sorriso.
 
Quella notte la ragazza dai capelli rossi faticò a prendere sonno. Il caldo non le dava tregua e in più c’era il pensiero fisso di lui.
Quel ragazzino di Pallet aveva riaffiorato  in lei miriadi di ricordi. Il suo primo incontro con Ash, quello sguardo da ragazzino impaurito e sperduto. Quello sguardo l’aveva letteralmente folgorata.
Da quel momento ebbe come la certezza che non avrebbe mai potuto farne a meno.
Non era mai riuscita a confidargli i suoi sentimenti. La paura l’aveva sempre bloccata.
Ma ora il desiderio libidinoso di lui la tormentava notte e giorno. Non riusciva più a sopprimerlo e soffocarlo nel suo cuore.
Delle lacrime cominciarono a scorgerle dagli occhi.
Quelle lacrime avevano un sapore amaro.
Quelle lacrime segnarono la voglia di lui sul suo volto.
Si addormentò con la dolce visione dei suoi occhi.
 
I giorni trascorrevano lentamente, l’ondata di caldo sembrava essere andata via e finalmente si respirava un’aria più fresca.
La ragazzina si era gettata a capofitto negli incontri in palestra per sopprimere il pensiero di lui.
Tracey le era sempre accanto e notava il suo dolore scolpito sul suo viso e visibile nei suoi occhi. Ma sapeva che non poteva fare nulla per poterle andare incontro.
< Questo sabato ci sarà la festa del Tanabata, che ne diresti di venire con me e Daisy >
< Ma Tracey è una festa per innamorati, vi sarei solo d’intralcio >
< Invece farebbe piacere sia a me che a tua sorella. >
< Mancano ancora tre giorni al 7 luglio. >
< Preparati psicologicamente allora > sorrise.
< Avrei bisogno di ben altro che una stupida festa >
< il Tanabata è il giorno in cui ai due innamorati fu concesso di vedersi. L’unico in un anno solare, può darsi che incontrerai anche tu qualcuno >
< Dovrei festeggiare il Tanabata lontano da qui >
< Possibile che non fai altro che pensare a lui. Sei così carina e miliardi di ragazzi pagherebbero per uscire con te e tu puntualmente rifiuti ognuno di loro >
< Prenderei in giro loro e me stessa. Non sono ancora pronta >
< E allora vedi di darti una mossa, non puoi aspettarlo in eterno >
< Io, io non sto aspettando lui >
< Ma piantala e ammettilo almeno. Del resto non sai neanche lui cosa provi per te. Hai mai pensato che forse stai solo sprecando il tuo tempo >
< Sprecando il mio tempo? >
< Aspetti il suo ritorno, ma se lui non ricambiasse i tuoi sentimenti? >
< Mi stai facendo male Tracey >
< Devi metterlo in conto. Cerca di voltare pagina e svagati. Non aspettare Ash >
< Ma io, io lo > si accasciò in terra e prese a piangere. Il ragazzo si rese conto che aveva alzato un po’ i toni e aveva esagerato.
< Scusami non volevo, solo che non riesco più a vederti in queste condizioni. Vorrei rivedere il tuo sorriso sincero sulle tue labbra > le porse un fazzoletto.
< Il mio sorriso è rimasto lì con lui. La mia anima è rimasta lì persino il mio cuore. >
La ragazza corse via, lasciandolo lì impalato senza consentigli di replicare. Si chiuse in camera e diede sfogo alle sue lacrime.
Quelle parole le avevano trafitto lo stomaco.
 
 
 
Quando il ragazzo uscì dalla palestra mostrò entusiasta l’ottava e ultima medaglia appuntata sul petto. Sul suo volto apparve un enorme sorriso.
< Ce l’ho fatta! Si! Lega del Pokemon sto arrivando >
< Ash sono così fiera di te. Hai ottenuto le otto medaglie davvero in un tempo brevissimo e ora finalmente potrai realizzare il tuo sogno >
< Già Lucinda. E devo ringraziare te e Brock che mi siete stati sempre accanto >
< Ecco io > arrossì.
Il ragazzo maggiore notò il rossore sulle sue guancia, del resto già da tempo aveva capito i sentimenti di Lucinda nei confronti di Ash.
Il ragazzo non riusciva a smettere di sorridere. Poi di colpo gli venne in mente lei.
Andare alla lega significava anche rivederla.
Finalmente.
Si portò una mano al petto. Il cuore gli batteva all’impazzata e non riusciva a capirne il motivo.
< Allora Ash sei pronto per partire >
< Si partiremo subito >
Il suo Pokemon giallo gli salì sulla spalla e presero a guardare nella stessa direzione.
 
 
Lucinda era completamente assente. Ash le era grato per essergli stato accanto per tutto il viaggio.
Lei lo aveva fatto con piacere. Stargli accanto era la sua priorità.
Si sentiva una stupida ad arrossire ogni volta che lui aveva una parola carina per lei e ancora più stupida quando balbettava e non riusciva a mettere assieme due parole di senso compiuto.
< Perché non gli parli >
< Come? >
< Mi riferisco ad Ash. Fino a quando hai intenzione di tenergli nascosto i tuoi sentimenti >
< Brock? Cosa stai dicendo? >
< Non fingere con me Lucinda, guarda che ho capito tutto da tempo >
< Direi che se ne sono accorti tutti tranne lui > sospirò.
< Non prenderla a male, Ash non è molto attento a quello che gli accade intorno. Ora nella sua testa vi è solo la realizzazione del suo più grande sogno. Ci sarà tempo per i sentimenti, ma se non gli parlerai lui non potrà mai capirlo. >
< Ho troppa paura. Paura di rovinare tutto >
< E ti accontenti solo della sua amicizia? >
< Per ora si >
< Sei davvero una cara ragazza > le sorrise teneramente e lei ricambiò.
 
 
La folla era asfissiante. Gente in kimono ovunque. Bancarelle con Yakitori ovunque, e profumo di Dorayaki assiduamente presente nell’aria.
La festa del Tanabata era una delle più amate dai cittadini di Cerulian e persone da luoghi lontani accorrevano per prenderne parte.
La ragazzina dai capelli rossi era riuscita finalmente a crearsi un piccolo spazio tra la folla. Non capiva ancora come aveva fatto a cedere alle insistenze di Tracey. Ci aveva provato fino all’ultimo secondo e alla fine aveva indossato un Kimono color pesca ed era uscita con loro.
< Misty devi assolutamente assaggiare questi Dorayaki, sono una vera delizia >
< Magari più tardi Tracey, ora non ho molto appetito >
< Ma tra un po’ ci saranno i fuochi d’artificio >
< Credo che salterò quella parte della festa, anzi si è fatto tardi, io torno a casa >
< Aspetta. Benedetta ragazza > si rassegnò.
La ragazza finalmente riuscì ad allontanarsi da quell’ammasso di persone. Riusciva a respirare un po’ d’aria fresca e rilassò i nervi.
Era da tempo che non prendeva parte ad una festa.
L’ultima fu con Ash.
Erano al promontorio. Quel luogo era infestato di Pokemon fantasma. Sorrise all’episodio di Brock innamorato di quel Gastley nelle sembianze di quella ragazza. Poi d’improvviso arrossì.
La sera di quella festa aveva ballato con Ash.
Il contatto con lui era ancora vivo nella sua testa e presente nei suoi sensi. Rabbrividì.
Nonostante il caldo afoso.
<  Sarei disposta a qualsiasi cosa pur di rivederlo. Qualsiasi cosa. Qualsiasi. > cominciò sospirare tra sé e sé. Come una preghiera invoca agli dei.
Proprio in quel momento una vecchia signora le si era avvicinata. Nel vederla Misty sobbalzò
< Non volevo spaventarti mia cara. Ero preoccupata per te. Cosa ci fa una così bella ragazza tutta sola durante una festa così bella? >
< Veramente non ci trovo proprio nulla di bello in questa stupida festa >
< Dici così solo perché non hai ancora incontrato l’amore >
< L’amore? >
< Dai tuoi occhi si legge chiaramente che stai soffrendo per un ragazzo. Piccola mia nessuno potrebbe resistere a degli occhi belli come i tuoi >
< Lui non sa nulla dei miei sentimenti >
< Forse non lo sa ancora, ma non ci metterà molto ad accorgersene >
< Sarà >
< Se sei davvero disposta a qualunque cosa vedremo come ti comporterai >le posò una mano sulla spalle.
Al contatto venne percossa da brividi di freddo.
Quella strana vecchietta aveva mani fredde come il ghiaccio, nonostante i trenta gradi di quella serata.
La vide allontanarsi e svanire nel nulla.
Così come era apparsa allo stesso modo sparì.
Misty decise di fare rientro, ma quando fece per alzarsi ebbe un tremendo capogiro.
La vista le si annebbiò.
Nella sua mente solo il viso di Ash e di quella strana donna.
Cadde a terra.
Priva di sensi.


Angolo dell'autrice:
Il primo capito si è concluso qui, ho provato ad utilizzare un tipo di scrittura diverso dal solito e cercare di essere meno pesante e basarmi più suidialoghi, spero che apprezzerete. A presto. Giapponesina

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Tutto da un'altra prospettiva ***


La città di Cerulian in festa era un vero e proprio incanto. Giochi di luci davano un’atmosfera magica ad ogni minima cosa. Tutto appariva sotto una luce diversa.
Quella città procurò in Ash inevitabili ricordi.
Ricordi che da un lato lo rendevano felice, ma dall’altro tremendamente malinconico. Finalmente avrebbe mantenuto la sua promessa. Si sarebbero rivisti.
Avrebbe potuto riabbracciarla.
La ragazzina dai capelli blu parve confusa, non aveva ancora ben chiaro il motivo di quella sosta improvvisa in quella cittadina dispersa dal mondo.
< Caspita Cerulian oggi è davvero bella, non credi anche tu Ash? >
< Già Brock, di solito è una cittadina così tranquilla >
< Mi spiegate voi due come mai conoscete così bene questa città? E poi non capisco, eravamo diretti alla lega, perché siamo venuti qui? >
< Vedi Lucinda qui abita una nostra cara amica. Io e Ash non la vediamo da tempo ormai e visto che eravamo di strada abbiamo pensato di venirla a trovare >
< E si può sapere di chi si tratta e come mai non me ne avete mai parlato? >
< Si tratta di Misty > intervenne il moretto
< Misty? >
< Te ne ho parlato una volta se ben ricordi >
< A giusto la tua esca portafortuna >
< Esatto. Misty è la ragazza che mi ha regalato quell’esca. Quando ci separammo le promisi che ci saremmo rivisti il prima possibile >
< Ed ora vuoi mantenere la tua promessa. Che romanticismo >
< Non fare la sarcastica >
< Sarcastica? Credo solo che stiamo perdendo del tempo prezioso. Troviamo questa ragazzina, salutatela e andiamo via da questo posto. C’è una così tale confusione >
< Lucinda stanne fuori ok? >
< Ma Ash? >
< Scusami non volevo alzare la voce, non capisco cosa mi sia preso >
< Scusami tu, sono stata così egoista. Del resto è una tua vecchia amica ed è giusto che passi da lei per un saluto >
Il ragazzo le sorrise.
Solo Brock era l’unico a capire i comportamenti dei due ragazzini. E sapeva che uno tra loro avrebbe sofferto notevolmente.
Mentre si avviarono nel clou della festa pikachu ebbe un comportamento strano, come se avesse avvertito qualcosa.
Si allontanò dal gruppo e cominciò a correre verso il lato opposto alla loro direzione.
< Pikachu? Ma dove corri? Cosa ti è preso? >
< Ma Ash cosa è accaduto perché sta correndo così veloce? >
< Non ne ho idea Brock. Hey aspettami >
 
 
 
 < Se sei davvero disposta a qualunque cosa vedremo come ti comporterai. >
< Se sei davvero disposta a qualunque cosa vedremo come ti comporterai. >
Quelle parole le rimbombavano nella mente così forte da farle sembrare che stesse per scoppiarle da un momento all’altro.
 < Se sei davvero disposta a qualunque cosa vedremo come ti comporterai. >
Il viso di lui. Bello da levarle il fiato.
I suoi occhi.
Le sue labbra.
Le sue mani.
La sua anima.
Tutto era così confuso.
Quella strana vecchietta l’aveva letteralmente raggelata col suo tocco. Quelle sue parole la tormentavano.
< Se sei davvero disposta a qualunque cosa vedremo come ti comporterai. >
Lei era davvero disposta a qualunque cosa pur di rivederlo. Pur di amarlo. Pur di viverlo.
Riuscì ad aprire gli occhi.
La testa le faceva un male tremendo.
Non riusciva a mettersi in piedi.
Tutto le appariva così diverso. Come se guardasse il mondo da un’altra prospettiva. Come se non ne facesse più parte e facesse solo da telespettatore muto a quella sua straziante situazione.
D’un tratto dinanzi ai suoi occhi vide quel pokemon. Il suo pokemon.
Poteva davvero trattarsi di pikachu.
Possibile che Ash si trovava lì? Molto probabilmente stava ancora sognando.
< Pikachu > riuscì a sospirare
Il pokemon la guardava stranito. Come se non l’avesse mai vista.
< Ma come. Mi hai già dimenticata. Sono io Misty >
< Misty >
La ragazza impallidì.
Non capiva cosa stesse accadendo. Forse stava realmente facendo da telespettatrice a quella strana scenetta. Pikachu le aveva parlato.
< Forse sto solo sognando, almeno che tu non abbia imparato a parlare >
< Tu puoi capirmi? Ma cosa ti è successo >
< Forse quella donna mi ha scombussolato così tanto da farmi letteralmente impazzire > disse con un filo di voce.
< Di quale donna stai parlando. Misty forse dovresti guardarti >
< Si e magari scoprire che sono diventata un caterpie. > la ragazza cercò di alzarsi, ma non riusciva a capire perché continuava a vedere le cose da una prospettiva così diversa.
Realizzò che quel pokemon aveva sembianze enormi. Allora stava davvero sognando.
Si diede un pizzico sulla guancia, provò dolore.
Capì che non stava sognando.
D’un tratto il suo sguardo cadde sulle sue mani.
Quelle mani.
Non erano più le sue mani.
Erano gialle.
Erano le mani di un pikachu.
Impallidì.
Cominciò a guardarsi. Il suo corpo. I suoi piedi. Le sue orecchie. Perfino la coda.
Era diventata un Pokemon.
< Non può essere vero. Stai calma Misty si tratta di un sogno solo un sogno >
< Misty non stai sognando. Sei diventata un pokemon >
Ora tutto aveva un filo logico, per quanto logico poteva essere.
Lei riusciva a capire pikachu perché lei stessa era diventata un pikachu.
Le tornarono in mente quelle parole  < Se sei davvero disposta a qualunque cosa vedremo come ti comporterai. >
Quella donna l’aveva tramutata in un pokemon, ma non riusciva a capirne il perché.
Prese a piangere.
Il topino elettrico le si avvicinò e la strinse.
< Pikachu guardami? Sono diventata un pokemon. Come farò a riprendere le mie sembianze, cosa racconterò alle mie sorelle e… >
< Pikachu dove sei? Esci fuori >
Quella voce.
Quella voce.
Era Ash.
 
Il ragazzo era intento a guardare la sua Daisy ballare, era bellissima. Riusciva a distinguersi perfettamente dalla massa, l’unica forse che era in grado di oscurare la sua bellezza era Misty.
Quella ragazza aveva davvero qualcosa di unico.
Quei folti capelli rosso fuoco che riflettevano alla luce dei sole e avvolgevano quel viso perfetto da contorno agli occhi più belli che avesse mai incrociato.
Avrebbe tanto voluto vederla nuovamente felice.
La ragazza gli si avvicinò e gli diede un tenero bacio sulla guancia.
< Non ti va proprio di ballare? >
< Daisy sai che sono negato >
< Hai visto dov’è andata Misty? È un po’ che non la vedo in giro >
< Credo proprio che sia rientrata a casa, del resto è già tanto che si sia convinta a seguirci >
< La mia piccola sorellina ha perso tutta la vitalità di una volta. Ricordo quando decise di intraprendere il suo viaggio, era così piccola e piena di voglia di dimostrare quanto valesse. Poi incontrò Ash e non credo di averla mai vista più felice di quella volta. >
< Misty è molto legata ad Ash. Spero solo che questa sorta di amore platonico non la distolga dalle cose reali >
< Fortuna che ci sei tu a darle il tuo aiuto, Misty ti è molto legata >
< Sai che le voglio bene, non lo faccio solo per compiacere la sua bellissima sorella maggiore >
< Bellissima? >
< Dannatamente bellissima > la baciò con passione, per poi incamminarsi verso casa.
Il ragazzo, senza fiato, trovò finalmente il suo pokemon. E fu sorpreso nel vedere che era in compagnia di un altro pikachu. Impallidì nel vederlo.
Quel pikachu aveva qualcosa di diverso.
< Finalmente ti ho trovato e chi sarebbe questo Pokemon? Vieni qui su >
Misty avvampò. Dinanzi ai suoi occhi c’era Ash. Aveva aspettato quel momento da così tanto tempo. Era dannatamente bello.
Era cresciuto. Aveva spalle larghe e forti. Era diventato più alto e portava i capelli leggermente più lunghi.
I suoi occhi.
Quei suoi occhi la facevano andare letteralmente in estasi.
Lui porse una mano verso di lei, ma indietreggiò quasi per timore che il tutto potesse scomparire da un momento all’altro
< Ash, caspita sono stremata. Ma quello è un pikachu? >
Una buffa ragazzina dai lunghi capelli blu si era appena affiancata ad Ash. Aveva più o meno sui 15 anni. Aveva occhi blu e labbra piccole. Era minuta, ma molto graziosa.
Nelle vene di Misty cominciò a ribollirle il sangue. La gelosia stava prendendo forma.
< Ho trovato pikachu qui con questo Pokemon, non trovi che sia davvero grazioso >
Quel complimento era per lei e arrossì nuovamente.
< Direi graziosa, questo Pokemon è una lei caro Ash e forse il nostro pikachu è stato attratto dal suo odore > intervenne il ragazzo maggiore.
Misty pensò che anche Brock era cambiato notevolmente, aveva un’aria più matura ma nel suo modo di parlare vi era sempre la stessa dolcezza. Le si umidificarono gli occhi al ricordo di loro tre assieme in giro per Kanto.
< Potrei catturarla, un Pokemon così carino non l’ho mai visto > interruppe la ragazzina.
Misty impallidì. Non aveva nessuna intenzione di essere rinchiusa in una sfera poke, per di più di quella ragazzina antipatica.
Fu il topino elettrico ad opporsi a quella bizzarra idea di catturare la ragazzina. E Ash ascoltò il suo Pokemon.
< Credo che questa pikachu sia già abbastanza spaventata di suo, portiamola con noi. Che ne dici piccola, vuoi venire assieme a noi? >
Misty lo guardò dritto negli occhi.
Ash rabbrividì alla vista di quel colore verde intenso.
Quegli occhi verdi.
Gli ricordavano tanto gli occhi di Misty.
Le tese il braccio e la invitò ad andargli incontro. Lei in completo imbarazzo inspirò profondamente chiuse gli occhi e si gettò tra le sue braccia.
 
 
 
I due giovani tornarono in casa, la ragazza si diresse immediatamente sotto la doccia, mentre Tracey si recò in camera della rossa. Fu stranito nel constatare che la camera era vuota. Pensò di dirigersi in palestra, ma anche lì di lei nessuna traccia. Daisy lo raggiunse e vide il suo sguardo preoccupato.
< Qualcosa non va? >
< Misty non è ancora rientrata >
< Ma come è possibile? >
< Qui non c’è >
La ragazza si precipitò dalle sorelle che attestarono che la ragazza non aveva fatto rientro . L’agitazione prese il sopravvento.
Il ragazzo tentò di calmarle.
< State tranquille, molto probabilmente si è intrattenuta alla festa, esco subito e vado a cercarla. >
Il ragazzo si precipitò verso l’uscita e in cuor suo sperò che non le fosse accaduto nulla di male.
 
Calore.
Respiri.
Battiti.
Brividi.
E ancora respiri.
Essere tra le sue braccia era come trovarsi nel posto migliore del mondo.
Il contatto con il suo corpo era da brividi e il suo buon odore la mandava in estasi.
Stare tra le sue braccia la rassicurava, la teneva lontana dalle incertezze, dalle paure, dai brutti pensieri. Avrebbe potuto rimanere tra le sue braccia per il restante della sua vita.
Pikachu aveva notato quanto lei stesse bene tra le braccia del suo allenatore e le sorrise teneramente.
Lei parve imbarazzata e come se Ash avesse avvertito il suo stato d’animo prese a stringerla con più forza.
< Non ho mai visto un pikachu con occhi verdi, deve essere un tipo molto raro, vorrei proprio capire da dove può provenire quel colore > il tono di Brock era davvero incuriosito.
La ragazza sapeva che anche stavolta aveva ragione, di certo lei era un pikachu più unico che raro.
< Perché non le diamo un nome? > disse la ragazzina dai capelli blu.
Misty parve infastidita, lei aveva già un nome, ma ovviamente loro non potevano saperlo.
< Come vorresti chiamarla? > le rispose in tono caldo Ash. Il timbro della sua voce la fece sussultare di piacere.
< Visto che l’abbiamo trovata a Cerulian che ne direste di Cerul? Non trovate che sia un nome grazioso? >
< Si è carino, ma io avevo pensato di chiamarla Tana >
< Tana? Perché vuoi darle questo nome Ash? >
< Semplice Lucinda oggi è la festa del Tanabata e credo che sia il nome appropriato per lei. Tu cosa ne pensi piccolina? > Ash avvicinò il suo viso a quello di Misty.
Il suo viso era vicino.
Troppo vicino.
Le sue labbra erano così invitanti.
Si sentì venir meno.
< Ash > ma ovviamente lui non poteva capirla.
< Vada per Tana, Ash dove alloggeremo? Non dirmi da quella vostra amica >
Misty storse il naso.
< No alloggeremo in una piccola pensione, non credo sia l’ora adatta per recarci lì. >
Improvvisamente Misty pensò alle sue sorelle e a Tracey, sarebbero state in pensiero per lei, doveva riuscire ad avvisarle, ma come avrebbe potuto farlo.
I tre ragazzi si recarono in un piccolo albergo e fittarono due stanze. Salutarono Lucinda e si sistemarono nelle loro camere.
Misty guardò dalla finestra, da lì era possibile vedere la sua palestra e vide che le luci erano ancora accese. Doveva raggiungerla.
Mentre fece per uscire dalla stanza le apparve Ash dinanzi senza maglia. Deglutì vistosamente a quella visione.
< Piccolina dove stavi andando? > Ash la raccolse da terra e la strinse a sé.
La sua pelle.
Il suo profumo.
Decise che avrebbe trovato la mattina seguente un modo per avvisare le sorelle, per il momento si sarebbe goduta le braccia del suo Ash.
La sistemò a letto e si mise al suo fianco.
< Caspita Ash, hai preso a cuore questa Pikachu >
< Appena l’ho vista aveva uno sguardo così spaesato, come se non sapesse neanche lei cosa stesse accadendo. E poi quei suoi occhi verdi mi hanno ispirato subito fiducia>
< Non credi che quegli occhi verdi ti hanno ispirato altro >
< Cosa vuoi dire? >
< Mi riferisco al motivo per il quale siamo qui a Cerulian >
Misty arrossì.
< No ti sbagli Brock. Buonanotte >
< Buonanotte > sogghignò il ragazzo più grande.
< Buonanotte anche a te piccolina, dormi bene > le sospirò teneramente per poi addormentarsi al suo fianco.
Misty era come paralizzata. Essere così a stretto contatto con Ash l’aveva praticamente scombussolata. E poi dormire insieme era quello che lei aveva sognato dal momento del loro addio.
Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Poteva ascoltare il suo respiro regolare. Inspirare il suo alito delicato. Avrebbe tanto voluto posare le sue labbra su quelle di lui e assaporarlo.
Lambiva il bisogno di sentire che sapore avevano i suoi baci.
E mentre le immagini delle sue labbra congiunte a quelle di lui le scorrevano dinanzi si lasciò cullare dal sonno.
 
 
La prima ad aprire gli occhi quella mattina fu Lucinda. Aveva voglia di rivedere il suo viso. Anche solo di notte stargli lontano era tremendamente insopportabile. Si lavò velocemente e prese a vestirsi e si precipitò in camera dei due ragazzi.
 
In quel letto, l’uno accanto all’altra, i due erano stretti fortemente. L’immagine era di quelle più eteree e belle a cui si potesse mai ammirare.
Fu l’intrusione irruente della ragazzina a spezzare l’armonia di quel momento.

Il ragazzo parve infastidito dal tono di quella ragazzina e aprendo gli occhi, notò che lei stava ancora dormendo accoccolata a lui.
< Lucinda non urlare. Guarda sta ancora dormendo >
< Doveva essere molto stanca, povera cucciola chissà cosa le è successo >
< Credo che dovremmo prepararci >
Il ragazzo dai capelli corvini si ricordò che quella mattina avrebbe finalmente rivisto Misty, ma allo stesso tempo faceva fatica a distaccarsi da quel Pokemon.
< Vado a farmi una doccia > scese silenziosamente dal letto per non destarla dal sonno.
Si prepararono in fretta e in furia e in meno di venti minuti erano pronti.
La piccola pikachu dormiva ancora e Ash decise di lasciarla lì, a farle compagnia rimase il suo Pokemon e avvertì la ragazza della reception che la camera era ancora occupata.
Uscirono dalla pensione un po’ prima delle nove.
Finalmente l’avrebbe rivista.
Avrebbe rivisto la sua Misty.
 
 
Nella palestra di Cerulian l’atmosfera non era delle migliori. Le tre ragazze avevano aspettato sveglie la sorella minore per tutta la notte, ma di lei nessuna notizia. Lo stesso Tracey aveva percorso la città da cima a fondo ma nulla.
Avevano avvisato le autorità, ma per dichiararla scomparsa vera e propria avrebbero dovuto attendere almeno 48 ore.
Tracey aveva preparato un tea per tutti quella mattina e consigliò alla ragazza di andare a riposare almeno un paio d’ore.
< Non credo che riuscirei a chiudere occhio > disse la ragazza dai lunghi capelli biondi.
< Ma Daisy devi riposare almeno un po’. Resterò io qui ad aspettare sue notizie >
La ragazza acconsentì col capo e assieme alle altre due sorelle si recarono in camera.
Tracey guardò ancora una volta l’orologio. Si chiese nuovamente dove poteva essere quella ragazzina.
Bevve un altro sorso di tea e pregò gli dei affinché la proteggessero.
 
 
Quando riaprì gli occhi la stanza le apparve così grande e vuota. Crebbe per un attimo che aveva sognato il tutto, ma al riportarla alla realtà fu la voce di pikachu.
< Misty ti sei svegliata? >
< Caspita mi fa ancora così strano riuscire a capire ciò che dici. È stata una notte fantastica >
Il Pokemon parve incuriosito dall’espressione che apparve sul volto di lei.
< Sei davvero molto innamorata di Ash, vero? >
 La ragazza avvampò. Anche il Pokemon aveva capito quali erano i suoi veri sentimenti.
Lo sapevano tutti.
Tutti tranne Ash.
< Ecco io veramente >
< Non devi mentire con me, anche perché sarei l’unico a non poterne parlare con lui >
< Mi è mancato così tanto sai. Ho pensato a lui ogni giorno. Ogni singolo giorno. Ed ora averlo rivisto, mi sembra tutto un magnifico sogno. Se non fosse per il fatto che sono un Pokemon >
< Sarai anche un Pokemon, ma credimi un pikachu tanto carino non l’avevo mai visto >
Lei sorrise a quel complimento.
< Sono solo preoccupata per le mie sorelle, staranno in pensiero per me. E Ash cosa penserà quando vedrà che non sono alla palestra. Che situazione complicata >
< Non hai proprio idea di come fare per riprendere le tue sembianze umane? >
< Non ne ho la più pallida idea > sbuffò.
Si stese nuovamente sul letto. Le lenzuola conservavano ancora il suo buon odore. Inspirò con tutta la forza che aveva in coro e avvampò all’immagine di Ash in quel letto con lei.
 
La ragazzina dai capelli blu sbuffò per tutto il tragitto. Non aveva proprio voglia di vedere quella Misty. Ne era tremendamente gelosa, anche se non la conosceva di persona, ma il modo in cui Ash parlava di lei la irritava terribilmente.
Ovviamente Ash notò il suo stato d’animo e tentò di rassicurarla.
< Vedrai che Misty sarà simpatica anche a te. >
< Non credo proprio >
< All’apparenza può sembrare arrogante presuntuosa, ma credo che ragazze buone come lei siano davvero poche in circolazione >
< E fisicamente che tipo è? >
< Un vero maschiaccio > lui sorrise all’immagine che aveva di lei.
Quella frase fece sorridere anche la ragazzina dai capelli blu. Molto probabilmente per Ash era davvero solo un’amica e lei stava esagerando con quella storia della gelosia. Decise di non pensarci più di tanto. Ora era solo curiosa di vedere che tipo era quella Misty.
 
Quando la palestra apparve dinanzi ai loro occhi Ash si sentì avvampare. Le gambe gli tremavano e cominciò a sudare.
Non riusciva a capire il motivo per il quale lo stomaco era in subbuglio. Era così agitato nel rivederla. Troppo agitato.
Inspirò per poi sospirare.
Finalmente l’avrebbe rivista.
Non restava altro che bussare alla porta e avrebbe rivisto la sua Misty.
< Cos’è tutta questa esitazione? Ti decidi a bussare > interruppe la ragazzina con tono infastidito.
Lui si fece coraggio e bussò alla porta della palestra di Cerulian.
 
Fu come un fulmine a ciel sereno. Quel campanello riportò sulla terra Tracey che si precipitò alla porta.
Nell’aprire rimase completamente senza parole. Deluso che non si trattava di lei.
< Caspita che accoglienza per un amico che non vedi da tempo >
< Ash? Sono sorpreso di vederti >
< Non mi è sembrato. Fatti abbracciare amico >
< Scusami solo che >
Ad interrompere la sua frase furono le parole di Daisy.
< È lei, si tratta di Misty? >
< No Daisy si tratta di Ash >
Il ragazzo parve non cogliere le parole della sorella. Poi realizzò.
< Dov’è Misty? >
< Ecco Ash, vedi. Misty è scomparsa >
< Scomparsa? Come sarebbe a dire scomparsa? > cominciò ad agitarsi notevolmente. E quella reazione arrivò dritto al cuore di Lucinda, che rimase in silenzio per tutto il tempo.
< Accomodatevi e vi spiegherò tutto >
Il ragazzo raccontò loro che si erano recati alla festa assieme, che la ragazza si era staccata dal gruppo e che non era rientrata in casa.
< Ma avete avvertito le autorità? >
< Si Brock, ma possono intervenire solo dopo almeno 48 ore per accettarsi che sia realmente scomparsa >
< Ma tutto questo è assurdo > il ragazzo dai capelli neri era praticamente sconvolto.
Tracey schernì il fato. Lei aspettava da così tanto tempo il suo ritornò e ora che lui era lì lei era sparita.
Ash sbatté con violenza i pugni sul tavolo e imprecò molte volte.
Il ragazzo più grande tentò di rassicurarlo, ma senza esito positivo.
< Ash è inutile agitarsi, andiamo a cercarla >
< Potrebbe essere ovunque >
< Cominciamo dal punto in cui si trovava ieri sera, Tracey tu verrai con noi, mentre tu Lucinda resta qui con le sorelle di Misty, avranno bisogno di qualche tazza di tea per stare calme. > la ragazza annuì e vide uscire dalla porta d’ingresso i tre ragazzi.
 
Misty guardava dalla finestra la sua palestra. Molto probabilmente in quel momento Ash aveva già saputo che lei non era lì.
Guardò pikachu intento ad aspettare il suo allenatore.
< Pikachu dobbiamo uscire da qui, mi sento in gabbia >
< Non possiamo camminare per la città da soli, soprattutto tu sei un Pokemon ancora selvatico, un qualsiasi allenatore potrebbe catturarti >
< Rabbrividisco all’idea di essere rinchiusa in una sfera, ma devo raggiungere Ash, devo riuscire a fargli capire che sono io  >
< E come vorresti fare? >
La ragazzina in completo silenziò mise in moto il cervello. Doveva assolutamente trovare una soluzione a quel problema. Poi una lampadina le si accese.
< Ma certo Meowth potrebbe aiutarci >
< Meowth? >
< Lui riesce a comunicare con gli umani, potrebbe riportare il tutto ad Ash >
< Certo il fatto è come facciamo a trovarli >
< Di solito erano loro che trovavano noi >
< Già >
< Coraggio usciamo da qui >
< Misty aspetta > ma la ragazzina era già sgusciata fuori dalla stanza. Il Pokemon decise di seguirla.
 
 
Lucinda era rimasta seduta comodamente sul divano. I suoi pensieri però erano tutti tranne che tranquilli. Si guardò un po’ in giro e vide che c’erano molte foto attaccate alle pareti. Tantissime erano della ragazza dai capelli biondi che aveva visto poco fa, notò che c’erano anche altre due ragazze, molto probabilmente dovevano essere loro le famose sorelle sensazionali. Notò che erano particolarmente belle.
Vi era solo una foto di una ragazza diversa.
Aveva lunghi capelli rossi ed era seduta accanto ad uno psyduck. Il suo viso era così etereo. Aveva labbra disegnate e davvero carnose. E grandi occhi verdi. Di un verde così intenso da spezzare il fiato. Quella non poteva essere lei. Ash le aveva chiaramente espresso che Misty era un maschiaccio con capelli corti, la ragazza della foto era dannatamente bella e diversa per essere lei.
Fissò di nuovo quegli occhi. Eppure gli sembrava di averli già visti.
Deglutì a fatica.
< Tana >


Angolo dell'autrice:
Eccomi qui con il secondo capitolo, spero di non risultare patetica con questa storia, molto irreale, ma ho provato a trattare una tematica diversa... grazie mille per essere già stati in tanti a leggere il primo capitolo in così poco tempo. Spero di non deludervi. Giapponesina

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Asciugherò le tue lacrime ***


Emozioni contrastanti scandivano i secondi di quella ricerca asfissiante.
Paura di non rivederla.
Rabbia di non riuscire a fare nulla.
Paura che le fosse accaduto qualcosa.
Rabbia. Immensa rabbia perché non era con lei.
Inseguiva, fino allo stremo, anche una minima speranza di poterla rivedere.
Mille dubbi comparvero nella sua testa.
Perché?
Dove?
Cosa?
Si sentiva letteralmente di impazzire. Era allo stremo delle forze. La cercarono per tutto il giorno, in ogni angolo della città. Fino a quando stremato si accasciò a terra.
< Ash stai male? > Brock parve davvero preoccupato.
< No sto bene, continuiamo a cercarla >
< Sei allo stremo delle forze, non ti sei fermato un attimo, va a casa e riposati, continueremo io e Tracey le ricerche >
< No! Devo trovarla > il suo tono aveva una carica di rabbia da far impallidire anche lui. Il ragazzo non replicò, sapeva benissimo cosa stesse provando quel ragazzino dai capelli neri. Tutti i suoi sentimenti stavano emergendo, forse troppo bruscamente, da annebbiargli completamente la ragione.
Continuarono a cercarla fino a tardi.
Fece buio e decisero di fare rientro a casa. Visto che gli agenti avevano preso a cercarla.
Mentre si incamminarono verso casa apparvero i due pikachu.
Lei fece una corsa verso Ash.
Aveva un aspetto orribile. Era distrutto. Spossato.
Molto probabilmente l’aveva cercata per tutto il tempo.
Ash le si chinò accanto.
< Piccolina ti ho trascurato oggi, scusami, ma vedi una persona a me cara è scomparsa ed io mi sento d’impazzire all’idea che le sia successo qualcosa > lacrime presero a scendergli lungo il viso.
Stava piangendo per lei.
Misty si sentì impotente dinanzi a quelle lacrime. Ma con gesto impulsivo prese ad asciugargliele con le labbra.
Ash la strinse dalle braccia.
Tracey non poté non notare gli occhi di quel Pokemon. Erano di una bellezza unica.
< Dove hai trovato quel pikachu Ash? >
< Ieri sera mentre ci stavamo dirigendo alla pensione, pikachu è scappato via e quando l’ho ritrovato era in compagnia di questa piccolina >
Tracey le si avvicinò e guardò gli occhi di quel Pokemon ancora una volta.
< Tracey sono io. Sono Misty > ma ovviamente lui non poteva capirla.
< Ha degli occhi stupendi, non ho mai visto un pikachu con occhi verdi come i suoi. >
< Già. Ha davvero due occhi unici >
Il ragazzo più grande invitò i due a rientrare in casa.
 
L’aria in casa era pesante. Le sorelle di Misty erano a pezzi. Avevano occhi arrossati per il pianto e un volto pallido. Lei si sentì tremendamente in colpa, ma non sapeva come fare per rassicurarle. Lo stesso Ash era completamente assente, si era seduto su una poltrona a fissare il soffitto.
Fu Lucinda a tentare di attirare la sua attenzione. Aveva rigettato all’indietro quell’assurda idea della mattina. Ovviamente si trattava solo di una coincidenza che quella ragazza della foto avesse gli stessi occhi di Tana.
< Ash vedrai che la ritroverete. Molto probabilmente è andata a trovare qualche sua vecchia conoscenza >
< Avrebbe avvertito > si intromise il giovane artista.
< Domani verrò anch’io a cercarla, se solo mi faceste vedere una sua foto >
Tracey le porse l’unica foto di lei esposta nella stanza. Era proprio quella che lei aveva fissato fino a qualche tempo prima.
Ash non poté non far cadere il suo sguardo su quella foto
Era davvero lei.
Arrossì notevolmente in volto nel vederla ritratta.
Era dannatamente bella.
Notò che era cambiata molto. Ora portava i capelli lunghi e sciolti e il suo viso si era assottigliato. Nel vedere quelle labbra deglutì vistosamente. Poi lo sguardo cadde sugli occhi della ragazza. Così intensi di un verde splendente. Quegli occhi che tanto avrebbe voluto rivedere.
Il ragazzo maggiore notò che la ragazza era vistosamente cambiata e si lasciò sfuggire qualche commento di troppo.
< Caspita Misty è diventata bellissima >
Lei stessa arrossì a quelle parole.
< Già è davvero bella > acconsentì il ragazzo che aveva ancora in mano la foto, lui aveva assistito di persona al cambiamento della ragazzina.
< Non trovi che sia bella davvero Ash? >
Lei aspettò con ansia la risposta del giovane allenatore, ma non arrivò. Si limitò a fissare quella fotografia letteralmente in estasi.
Ormai le lancette dell’orologio segnavano le due passate. Daisy invitò i ragazzi a sistemarsi nelle camere per gli ospiti e loro accettarono.
 
Lucinda si sistemò nella camera di Misty. Lì c’era traccia della ragazza un po’ ovunque.
Vi erano varie foto di lei piccola, di lei con i suoi Pokemon. Poi vide una foto che la ritraeva con Ash.
Il suo Ash.
Le apparve così diverso.
Aveva un’aria spensierata, serena. Come se quella ragazza avesse su di lui un influsso positivo. Era infastidita da quella foto e la ripose in un cassetto.
Lo sguardo poi le cadde su un diario.
Tentennò un po’ nel farlo, ma la curiosità prese il sopravvento. Lo prese e si mise a letto. Cominciò a leggere ogni singola riga.
Una lacrima le rigò il volto.
 
Misty era tremendamente irritata dal fatto che quella ragazzina antipatica stesse nella sua camera, ma non poteva far nulla per ribellarsi.
Seguì Ash e Pikachu nella camera degli ospiti. Vi era un semplice lettino e una piccola scrivania.
Era praticamente esausta, essere un Pokemon richiedeva davvero un mucchio di energie.
La sua attenzione fu rapita, ancora una volta, da lui. Indossava solo dei pantaloncini corti per la notte, mostrando degli addominali perfetti. Deglutì vistosamente.
Ash parve accorgersi della cosa e le si avvicinò.
< Ti metto in imbarazzo piccolina? > lei si affrettò a fare segno di no col capo, ma sul suo dolce musino apparve un rossore imbarazzante.
Ash nel guardare quella buffa creatura sorrise. Poi osservò i suoi occhi e ancora una volta ripensò a lei.
Una lacrima prese a scorrergli lungo il volto.
Misty non voleva vederlo piangere, quelle lacrime le provocavano un profondo dolore allo stomaco.
< Forse non sono l’allenatore migliore per prendermi cura di te in questo momento. Sono praticamente a pezzi. Questa storia mi ha distrutto. Ho paura di non rivederla mai più > diede il via ad uno sfogo per poi liberarsi in un pianto straziante.
Misty immobile dinanzi a quello strazio, non riuscì a muovere nemmeno un muscolo.
Fu lui il primo a reagire a quella situazione, la prese tra le sue braccia e cominciò a stringerla.
Il suo cuore batteva forte, troppo forte. Il suo respiro si confondeva con quello di lui.
Avrebbe tanto voluto le sue labbra. E asciugare quelle sue lacrime.
< Ash, ti prego non piangere. Io sono qui. Quanto ti amo > ma quelle parole non giunsero mai al suo orecchio.
E stringendola forte a sé si addormentò.
 
Brock in una camera adiacente riuscì a sentire le lacrime del suo amico. Tutto questo era inconcepibile, non capiva dove poteva essere Misty. Decise di addormentarsi per poi riprendere le ricerche la mattina seguente.
 
L’unico a non riuscir a chiudere occhio pareva Tracey. Quell’assurdo pensiero aleggiava con assiduità nella sua testa. Ma il tutto era così illogico.
 
 
 
 
Con lui è rimasto il mio sorriso.
Con lui è rimasta la mia anima.
E con lui è rimasto anche il mio cuore.
Non riesco ad andare avanti, giorno dopo giorno, senza lui. Mi manca terribilmente.
Ma la cosa che più mi opprime è il pensiero se io mancherò a lui.
 
La ragazza lesse per quasi tutta la notte. Non poteva credere che quella ragazzina era innamorata del suo Ash. Continuò a leggere.
 
Oggi ho ripensato al nostro primo incontro. Quando sbucasti dal fiume eri così spaesato.
Pensai che stessi sognando, non mi era mai capitato di pescare letteralmente un ragazzo.
Un ragazzo tanto carino poi.
Mi hai fatto battere il cuore dal primo momento. Anche se poi mi hai distrutto la bicicletta.
Ma a te avrei concesso ogni cosa.
 
Chiuse il diario e lo ripose sulla scrivania. Quella ragazza non le avrebbe portato via il suo Ash.
 
 
Il ragazzo si alzò di prima mattina. Il suo unico pensiero fisso era ritrovarla. Cercò di non svegliare la piccola Tana, si vestì silenziosamente ed uscì dalla camera. Fu sorpreso nel vedere che Tracey era già lì.
< Ti preparo qualcosa? >
< Qualcosa di molto forte per favore Tracey >
< Sei riuscito a dormire almeno un po’? >
< Si, anche se non ho fatto altro che avere incubi > mentre facevano colazione suonarono alla porta.
Quel suono li riportarono a sperare.
Si precipitarono all’ingresso e nell’aprire la porta tentennarono.
Tracey fu sorpreso nel vedere quella donna.
Non l’aveva mai vista.
Era una donna sulla settantina, molto minuta con occhi che andavano nel grigio. Indossava un vestito a fantasia floreale e un golfino color panna.
Tracey si scusò per la sua esitazione con un gesto del capo.
< Mi scusi, ma credevo fosse un’altra persona. Le sarò apparso scortese >
< Non preoccuparti, la preoccupazione per qualcuno non è mai scortese > quella donna aveva un tono di voce rilassante. Ash la guardava con fare sospetto. La vecchietta gli sorrise.
< Posso fare qualcosa per lei signora? >
< Forse io potrei fare qualcosa per voi. So che siete in ansia per una vostra amica, volevo rassicurarvi nel dire che sta bene > a quel punto Ash si fece spazio.
< Lei ha visto Misty? Dov’è? Dove si trova? Mi dica che stia bene? >
< Ora capisco perché quella ragazza aveva uno sguardo tanto triste. Tranquilli lei sta bene, sarei dovuta venire ad avvertirvi l’altro giorno, ma sono stata poco bene vi porgo le mie scuse. >
Il ragazzo parve non dare peso a quelle parole.
< Dove si trova ora Misty? >
< Dove si trovi di preciso non lo so, ma mi ha detto che sarebbe stata disposta a qualunque cosa pur di ritrovare quello che per lei era troppo importante >
< Mi scusi signora, ma io continuo a non capire. Lei ha appena detto che ha visto Misty, ma non sa dove sia. Ma prima di andarsene le avrebbe detto di rassicurare noi? > il giovane artista era davvero sveglio e la donna lo intuì subito.
< Esattamente >
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo.
< La ringrazio mille, non può capire come siamo stati in pensiero per lei. Abbiamo immaginato il peggio >
Il ragazzo dai capelli neri parve stranito. Lei era disposta a qualunque cosa pur di ritrovare ciò che per lei era veramente importante. Non riusciva a capire cosa quella donna aveva voluto dire. La fissò dritto negli occhi cerulei.
La vecchietta gli sorrise teneramente.
< Stai tranquillo. Sei un ragazzo fortunato e lei potrebbe essere molto più vicino di quanto non credi > gli strizzò l’occhio. Ash era incredulo. Quella vecchia signora era davvero bizzarra.
La donna si congedò.
Tracey era ancora incredulo. Si chiese dove potesse essere quella ragazzina. Possibile che fosse andata alla ricerca di Ash. Ma perché non dirglielo.
< Dove credi sia? >
< Non saprei davvero >
< Tu sai a cosa si riferiva la donna? >
< Forse potrei immaginarlo >
Tracey guardò il giovane amico dritto negli occhi. Non poteva rivelargli i sentimenti della ragazza, sarebbe stata come tradirla. Quello era un compito che spettava a lei. Si recò su in camera per avvisare le sorelle e rincuorarle finalmente.
 
Misty riaprì gli occhi.  Notò subito che lui non era più a letto. Si alzò e si recò giù. Vide che Ash era seduto in cucina, mentre assaporava una buona tazza di tea. Gli si avvicinò con cautela. Era bello da toglier il fiato.
Il ragazzo si accorse della presenza della piccola pikachu.
< Hey ti sei svegliata? Ti piace molto dormire vero? >
< Mi piace semplicemente stare tra le sue braccia > ma lui non poteva saperlo.
Il ragazzo la prese tra le braccia e cominciò a carezzarla. Lei gemette a quel tocco.
Quelle mani.
Le sue mani.
Aveva desiderato da sempre quelle mani su di lei.
Poi lui riprese a parlarle.
< Stamattina è venuta una strana donna, ci ha detto di non essere in pensiero per Misty, che lei sta bene. È andata alla ricerca di qualcosa per lei molto importante. Mi domando di cosa possa trattarsi > chinò il capo.
Quella frase andò dritta allo stomaco di Misty.
Quella donna doveva essere lei.
Doveva trovarla.
Con un balzo saltò giù dalle braccia di Ash e corse verso l’uscita. Il ragazzo scattò all’inseguimento di lei. Dopo che aveva perso Misty non voleva perdere anche lei.
Ma ovviamente Misty fu più veloce e riuscì a seminarlo.
< Perdonami Ash, ma devo trovare quella donna. Ad ogni costo. >
 
 
 
Sarei disposta a qualsiasi cosa pur di rivederlo.
 
Lucinda non faceva altro che leggere e rileggere quella frase. Lei era disposta a fare qualsiasi cosa pur di rivedere Ash. Gettò in terra quello stupido diario e si gettò sotto la doccia. L’acqua si confuse con le sue lacrime, era straziata da questa storia.
Quel Pokemon le tornava sempre alla mente. Quegli occhi ricordavano tanto quelli di lei, possibile che nessuno l’aveva notato. Forse stava solo cercando di dare giustificazioni al suo stato d’animo. Era impossibile che lei fosse un pikachu. Era davvero una cosa impensabile.
 
Ash rientrò in casa sfinito. Era davvero esausto. Ad accoglierlo vi era Brock che stava facendo colazione.
< Ma dove sei stato? >
< Tana è scappata >
< Come sarebbe a dire scappata? >
< All’improvviso è corsa via, non sono riuscito a raggiungerla >
< Vedrai che tornerà. Del resto è un Pokemon selvatico, è abituata a stare in libertà >
< Sarà ma io l’ho vista così smarrita l’altra sera. Ho paura che possa incontrare qualche allenatore poco adatto a lei >
< Tranquillo vedrai che tornerà >
< State parlando ancora di Misty? Eppure mi sembra che quella donna vi abbia detto di non preoccuparvi > intervenne la ragazzina dai capelli blu.
Ash parve infastidito da quel commento.
Fu Brock a calmare i roventi spiriti.
< Veramente parlavamo di Tana >
< Tana? È scappata via anche lei? Forse è un’abitudine qui a Cerulian >
< Non credo sia carino fare del sarcasmo Lucinda > le replicò il giovane allenatore a tono.
< Volevo solo smorzare l’atmosfera seria che si era creata. Ma guardati. Fino a qualche giorno fa eri in fibrillazione per la lega e ora sei completamente un’altra persona >
< Scusami tanto se questa storia mi ha sconvolto >
< Ora che tutto è sistemato datti una mossa a riprenderti. >
< Non sappiamo ancora dove si trovi? >
< Se non l’ha detto a nessuno molto probabilmente non voleva farlo sapere. Avrà avuto i suoi buoni motivi >
Il ragazzo parve seccato da quella conversazione.
< Vado a cercare Tana >
< Vuoi che venga con te? >
< No Lucinda, preferisco andare da solo > quella risposta fu tagliente come una lama. La ragazzina non replicò e lo vide uscire.
Lacrime cominciarono a venirle fuori.
< Devi essere più comprensiva > il ragazzo le tese un fazzoletto.
< Brock? Sono completamente distrutta da questa storia. Lui è così diverso quando si tratta di lei >
< Lui vuole bene anche a te, devi dargli solo tempo di capire cosa prova in fondo al cuore >
La ragazza cercò di sorridergli, ma le risultò difficile.
 
 
Misty corse con tutte le sue forze. Doveva trovare quella donna ad ogni costo.
Quando ormai aveva perso ogni speranza la vide. Era seduta su una panca, in completa solitudine le si avvicinò.
< Sapevo che saresti venuta a cercarmi >
< Devi spiegarmi cosa mi hai fatto? > solo poi realizzò che molto probabilmente la donna non poteva capirla.
< E invece capisco bene quello che dici. Ma come prima affermi che saresti disposta a fare qualunque cosa per rivederlo e ora che hai la possibilità di farlo vuoi tirarti indietro? >
< Io ero disposta a qualsiasi cosa, ma da umana. Non voglio essere un Pokemon >
< Sei sicura che questa situazione non ti faccia piacere? Puoi stargli accanto in ogni momento, se fossi umana ti saresti dovuta accontentare della sua visita, poi avresti dovuto dirgli addio di nuovo >
Quella donna aveva ragione.
Lei non avrebbe mai avuto il coraggio di rivelargli i suoi sentimenti. Soprattutto fissandolo in quegli occhi neri.
< Ecco io >
< Non sarai un pikachu per sempre, goditi questi momenti per stargli vicino e fargli capire ciò che lui prova >
< Io dovrei far capire ad Ash quello che prova? Ma come faccio? Non riesco nemmeno a comunicare con lui? >
< Non si comunica solo con le parole mia cara. Ci sono gesti e sguardi che valgono molto più di tante stupide parole che vengono portate via dal vento >
Quella donna aveva di nuovo ragione. Lei non era mai riuscita a parlargli liberamente, doveva riuscire in altri modi. Ma mentre stava per chiederle dell’altro la donna era sparita.
 
Poco distante da lì un giovane allenatore stava cercando la palestra di Cerulian per affrontare la capo palestra e vincere la sua seconda medaglia. Quando il suo sguardo cadde su quel pikachu dagli occhi verdi.
Era stupefatto. Non aveva mai visto un pikachu da vicino e non lo aveva mai visto con occhi verdi neanche sui libri.
< Devo assolutamente catturarlo. Bulbasaur scelgo te, attacco azione >
Misty fu colpita con violenza e scaraventata a terra.
Non si era accorta dell’attacco di quel Pokemon. Poi impallidì. Quel giovane allenatore aveva intenzione di catturarla.
< Aspetta Bulbasaur, io non sono un Pokemon > cercò dispiegarli la cosa.
< Ma cosa stai blaterando? >
< Bulbasaur stretta con liane > il Pokemon eseguì e cominciò a stritolare la ragazza.
< Ti prego lasciami. Sono un essere umano, non sono un Pokemon per fav… > non riuscì a concludere la frase che aveva perso i sensi.
< Si è il momento sfera pokè vai >
< Pikachu super fulmine >
In quel momento un potentissimo attacco elettrico depistò la sfera pokè. Il giovane allenatore era incredulo, gli si mostrò davanti un ragazzino con un altro pikachu che lo fulminò con lo sguardo.
< Ma cosa ti salta in mente? Quel pikachu l’ho visto prima io, sei sleale >
< Quel pikachu è mio. >
< Come tuo? >
< Piccolina stai bene? >
Misty riprese conoscenza e si ritrovò di nuovo tra le sue braccia. L’aveva salvata dalla stretta di bulbasaur >
< Non sapevo che fosse tuo. Ti chiedo scusa > il ragazzino parve mortificato e anche stupito da come aveva allenato bene il suo Pokemon. Quell’attacco super fulmine era stato devastante.
< Tranquillo non potevi saperlo. >
Salutò il ragazzo e si incamminò verso casa. Tenne tra le sue braccia quel Pokemon per tutto il tempo. Aveva temuto davvero di perderla.
< Vorrei proprio sapere dove stavi correndo? Mi hai fatto spaventare, se non fossi arrivato in tempo molto probabilmente ora eri in quella sfera pokè ed io non avrei potuto far più nulla. > il ragazzo era davvero dispiaciuto.
Ash non era cambiato.
Dava davvero tutto se stesso ai Pokemon. Un allenatore come lui era davvero raro.
< Ash se solo sapessi come stanno realmente le cose > a ancora una volta non poteva capirla.
Lui guardò quei suoi occhi verdi.
Quegli occhi.
< Resta con me, non andartene anche tu > una lacrima gli rigò il volto.
Ancora una volta lei fu paralizzata da quella reazione.
E ancora una volta con le sue labbra asciugò le sue lacrime.


Angolo dell'autrice:
Ecco che ho postato il mio terzo capitolo, ormai siamo entrati nel vivo della storia. Spero ancora una volta di non deludervi. Buona lettura a tutti.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Veleni fatali ***


Trascorsero i giorni, in maniera semplice e lineare. Il trio era ripartito sotto spinta di Tracey, il quale aveva rincuorato Ash e detto che non doveva preoccuparsi e di dedicarsi al suo sogno.
Il giovane allenatore dovette cedere alle insistenze di Tracey, anche se il suo cuore era rimasto nella palestra di Cerulian in attesa del suo ritorno.
Decise di buttarsi a capofitto nella lega per poi dedicarsi completamente alla ricerca di lei. Aveva deciso che sarebbe riuscito a trovarla anche in capo al mondo.
Aveva portato con sé la piccola Tana. Quel Pokemon gli era entrata dentro. Aveva una carica attrattiva così forte da sembrargli improbabile.
Finalmente, alle prime luci dell’alba di un giorno di settembre, giunsero a Viridian dove avrebbe preso parte alla lega del Pokemon.
 
Misty aveva deciso di seguirlo. Sarebbe rimasto al suo fianco in ogni momento, come non aveva potuto fare negli ultimi anni. Sarebbe stata lì a sostenerlo, a consolarlo e a gioire con lui. Non si sarebbe privata questa volta del suo Ash.
Aveva tentato più volte di farsi capire da lui e cercare di rivelargli la sua vera identità, ma tutto era stato vano. Ai suoi occhi lei era solo la piccola Tana.
Si recarono alla reception di prima mattina e una giovane ragazza li accolse con modi gentili.
< Chi di voi parteciperà alla lega? >
< Io. Sono Ash Ketchum di Pallet > disse con tono deciso.
< Caro Ash di Pallet, compila questo modulo e appena le iscrizioni saranno terminate ti avviseremo per l’inizio del torneo >
Il ragazzo obbedì alla donna e compilò quel modulo.
Misty notò che il suo sguardo era privo di entusiasmo. Molto probabilmente la colpa era sua.
Gli si avvicinò e lo guardò con quei suoi immensi occhi verdi. Lui notò la preoccupazione del piccolo Pokemon e sorrise.
< Tranquilla ero solo sovrappensiero. Non essere preoccupata per me > la carezzò con dolcezza.
 
 
Lucinda non aveva fatto più parola di Misty ne della sua gelosia. Non voleva opprimere il ragazzo con la sua possessività. Voleva solo tornare a vederlo felice.
Si mise in un angolo, aspettando che Ash compilasse il modulo d’iscrizione e fu Brock a raggiungerla.
< Stai dimostrando una grande maturità e questo ti fa onore > le sorrise.
< La mia maturità mi crea anche molta sofferenza. Mi sento messa da parte, non riesco più a parlare serenamente con lui. Ho paura che potrebbe fraintendere qualsiasi cosa gli dica >
< Forse dovresti essere sincera con lui, anche se c’è il rischio di ricevere un rifiuto >
< Non voglio perderlo Brock >
< Lui ha bisogno di sincerità in questo momento >
< Io credo che abbia bisogno solo di ritrovare quella ragazza > una lacrima le scese giù per il viso. Brock fu colpito dalla schiettezza della sua piccola amica. Sapeva benissimo quanto lei stesse soffrendo per quella storia, ma sapeva anche che aveva perfettamente ragione.
 
 
Misty guardava Ash mentre consegnava quei modelli. Avrebbe tanto voluto parlargli.
< Cos’è quell’espressione triste sul tuo musino? > il topino elettrico la guardò preoccupato.
< Nulla, solo che … diamine sono un Pokemon da così tanto tempo e non so cosa fare per sistemare le cose. Vedere Ash in questo stato per la mia mancanza mi distrugge >
< Ash ha solo bisogno di tempo >
< Sono così confusa pikachu, non so cosa devo fare >
< Stagli vicino. >
Il topino giallo aveva ragione. Lei doveva stargli vicino e fargli capire i suoi veri sentimenti. Ma non sapeva proprio come fare.
Il ragazzo le si avvicinò e cominciò a parlare con tutta la dolcezza.
< Vieni andiamo > la prese tra le sue braccia e lei ancora una volta si sentì venir meno. La sua stretta era così rassicurante.
< Hai compilato tutto? >
< Si Brock. Ora non ci resta che svagarci un po’. Appena avranno terminato le iscrizioni daranno inizio al torneo >
< Quindi abbiamo qualche giorno per noi. Fantastico avevo proprio intenzione di dedicarmi ad un nuovo medicinale e ne approfitterò anche per studiare la causa del color verde degli occhi della nostra Tana >
Misty sbuffò. Non voleva essere un caso da studiare. I suoi occhi erano verdi semplicemente perché lei non era un Pokemon.
Ash notò chela ragazza dai capelli blu era particolarmente silenziosa e lo era da diverso tempo.
Riconobbe che in quelle ultime settimane era stato duro con lei, a volte aveva esagerato e questo Lucinda non lo meritava. Le si avvicinò.
< E tu cosa hai intenzione di fare? >
Lei lo guardò con occhi impauriti.
< Io? Non ne ho idea >
< Che ne diresti di recarci in gelateria, qui fanno i gelati più buoni dell’intera regione >
Lei era incredula alle sue orecchie.
< Certo. Voglio dire mi farebbe piacere > era come al solito impacciata e la cosa divertì il ragazzo.
Misty in disparte non poté non notare le emozioni della ragazzina. Era follemente cotta di Ash.
I due ragazzi salutarono Brock e si incamminarono verso il centro città. Presero a chiacchierare come una volta e questo rallegrò il cuore di Lucinda.
Il ragazzo notò che la piccola pikachu li seguiva a distanza e la chiamò a sé.
Ma lei non aveva nessuna intenzione di avvicinarsi a loro.
< Tana cosa ti prende? > il suo tono era sempre così carico d’amore.
< Forse non ha voglia di andare in gelateria, preferirà rimanere con Brock? > replicò la ragazza.
Ma era praticamente fuori strada.
<  È così? Vuoi restare qui con Brock? >
Misty immaginò che se fosse rimasta con Brock loro sarebbero rimasti da soli. Prese a correre verso la città invitando i due a seguirla.
 
 
Brock fece diverse compere. Acquistò vari tipi di erbe medicinali, delle pozioni e qualche cosa da mettere sotto i denti per lui e i suoi amici. Notò che nella bottega vi erano anche molti libri dedicati ai Pokemon, alcuni erano stato scritto da illustri scienziati. La sua attenzione fu rapita da una guida al mondo dei pikachu. Vi erano elencati dentro tutti i tipi di pikachu scoperti e tutte le caratteristiche che potevano presentare. Brock andò direttamente  al capitolo dedicato alle caratteristiche fisiche.
Individuò la pagina delle descrizioni degli occhi. E prese a leggere il paragrafo.
< I pikachu si differenziano tra loro per varie caratteristiche. In natura presentano tutti occhi scuri, solo quelli che abitano in prossimità di zone marittime hanno occhi blu. Altri colore d’occhi per questo tipo di Pokemon non sono previsti >
Il ragazzo aveva intuito giusto. Ricordava da piccolo di aver già letto una cosa simile. Pikachu con occhi verdi non erano mai stati avvistati. Mise nel carrello anche quel libro, pagò e si affrettò ad uscire.
 
Ash e Lucinda stavano gustando un buon gelato, ovviamente il ragazzo lo aveva comperato anche per i suoi due pikachu. La ragazzina lo fissava con sguardo sognante, finalmente potevano starsene un po’ da soli.
< Qualcosa non va? >
< Come? >
< Mi stai fissando da quando ci siamo seduti >
< Ecco io, non volevo scusami >
< Non devi scusarti per ogni cosa >
< Hai ragione scusa, o voglio dire >
Il ragazzo prese a ridere. < Sei veramente buffa Lucinda >
< Io buffa? > prese a ridere anche lei.
Quelle risa arrivarono dritte al petto di Misty.
< Questo gelato è delizioso. Sai venni qui molto tempo fa e da quel giorno non ho mai assaggiato un gelato tanto buono >
Misty sapeva a quale giorno si riferiva. Erano stati lì lei e Ash quando stavano cercando di giungere alla palestra di Brock. Gli occhi le si colmarono di lacrime al pensiero di quei giorni lontani.
< In effetti è davvero buono. Sarà che in tua compagnia tutto ha un sapore migliore > la ragazza si accorse subito di aver parlato troppo e si portò subito una mano alla bocca.
Lui la guardò teneramente.
< Caspita non pensavo ti piacesse tanto stare con me, non fai altro che aggredirmi con i tuoi modi burberi >
< Lo faccio solo per difendermi >
< Difenderti >
< Si >
< E da cosa? >
< Da te Ash. A volte sei così distaccato, freddo e tremendamente rude con me che l’unico modo per proteggermi è attaccarti. >
< Non credevo di essere tanto duro con te >
< Invece lo sei soprattutto quando si tratta di quella Misty > le parole le vennero fuori con troppa fretta e ardore. Si pentì immediatamente di quello che aveva detto. E lui parve essere stato colpito in pieno da un ciclone.
 
Misty era come paralizzata da quelle parole. Non riusciva a capire cosa stesse accadendo o forse aveva solo troppo paura di realizzare quello che stava per succedere. Cominciò  a tremare.
Paura.
Nervosismo.
Nuovamente gli occhi le si colmarono di lacrime.
 
 
La ragazzina dai capelli blu non poteva far più marcia indietro. Quello era il momento in cui decantargli i suoi sentimenti. Avrebbe affrontato a muso duro la situazione. Avrebbe corso il rischio, ma ora voleva sapere.
< Vedi Ash c’è una cosa che vorrei dirti >
Lui d’un tratto parve come capire.
< Aspetta Lucinda >
< Per favore non interrompermi o non credo che sarò più in grado di farlo >
< Lucinda? > questa volta l’avrebbe lasciata parlare.
La ragazzina lo guardava dritto negli occhi. Il labbro superiore le tremava leggermente, cosa che le accadeva ogni volta che era nervosa.
La salivazione le mancava e un forte dolore al petto si fece leggermente spazio.
< Io avrei voluto parlartene prima, ma un po’ per paura un po’ per altro non sono mai riuscita a farlo. Forse avrei dovuto avere più coraggio, ma la paura di rovinare tutto, la paura di perderti è stata più forte. >
Lui non riusciva a capire a cosa si stesse riferendo. L’unica cosa certa era che non l’aveva mai vista in quello stato.
< Non capisco, cosa stai cercando di dirmi? >
Lui era bello dannatamente bello da levarle il respiro, da annebbiare completamente la ragione. I quelle bellezze rare, da proteggere.
La ragazzina dai capelli blu cominciò ad agitarsi notevolmente, aveva la fronte imperlata di sudore e tremava come una foglia.
Quello era il momento giusto. Ora avrebbe dovuto confessargli il suo amore.
< Ecco io. Vedi Ash il punto è. Io mi sono innamorata di te >
 
 
Il ragazzo passò l’intero pomeriggio su quel libro, nel cercare un qualche indizio che giustificasse la colorazione degli occhi di quel Pokemon. Nel caso in cui non l’avesse trovato avrebbero potuto fare una vera e propria scoperta.
< Nulla, qui non accenna neanche ad una minima possibilità ad un pikachu dagli occhi verdi. Questo vuol dire che è un Pokemon raro. Devo informare Ash della cosa, potrebbe essere una scoperta sensazionale. >
Il ragazzo era entusiasta della cosa. Finalmente il suo nome sarebbe apparso sui libri e avrebbe realizzato il suo sogno di essere riconosciuto come allevatore di Pokemon.
Raccolse i suoi appunti e si precipitò dai suoi amici.
 
 
Quelle parole le rimbombavano nella mente. Le lacrime nate dal cuore uscivano dai suoi occhi. Erano lacrime pungenti, che bruciavano al contatto con la  sua pelle. Non riusciva a muoversi. Ne a dire nulla.
Era immobile in balia della disperazione.
Tutto aveva perso significato. Era rimasta lei e le sue lacrime.
Quella ragazzina dai capelli blu aveva lo sguardo fisso su di lui. Il silenzio era assordante.
Ash continuava a guardarla senza profanar parola.
E Misty si era ritrovata col cuore in frantumi.
 
Il ragazzo fissava la ragazzina. Non riusciva a credere che lei si era innamorata di lui. Proprio di lui.
Aveva instaurato un buon rapporto con Lucinda, erano molto amici, molto legati, ma non immaginava che quell’amicizia per la ragazza era sfociata in una cosa più grande.
< Lucinda? > fu l’unica cosa che riuscì a sospirare.
Lei pareva certa di quella reazione. Si fece coraggio e continuò.
< Sai Ash da quanto ti ho incontrato la mia vita è cambiata. Tu mi hai letteralmente stravolto l’esistenza. La tua presenza, la tua vicinanza il tuo modo di parlarmi, ecco io, non riesco a fare a meno di queste cose. So che forse ora non era il momento più opportuno per dirtelo, ma credimi mi sentivo di morire dentro. Non riuscivo più a convivere con questo peso assordante. >
Lui continuava a fissarla.
Immagini veloci gli scorrevano dinanzi.
Ricordò quanto incontrò la prima volta quella ragazzina. I suoi modi gentili. Quel sorriso sempre pronto a rassicurarlo. Poi d’un tratto le venne in mente un altro primo incontro. Quello con Misty.
Il tutto aveva un sapore diverso. Quei suoi occhi verdi posati su di lui, quegli occhi non avrebbe mai potuto cancellarli.
< Vedi Lucinda io. Ecco io non credo di essere pronto per >
< So benissimo che per te è tutto una novità. Lo è anche per me. So anche che sei confuso, che i fantasmi del passato aleggiano in te. Ma io sono qui per aiutarti, ancora una volta. Ho voglia di viverti Ash. Voglio stare con te. >
La ragazza gli stava aprendo il suo cuore.
Lui si sentiva tremendamente confuso.
Il suo pensiero era a Misty, e al perché fosse scappata. Cosa doveva cercare di così importante da portarla lontana da lui.
< Lucinda tu sei una cara amica per me, ma non credo di riuscire ad andare oltre. Non sono molto bravo in queste cose è vero, ma credo che quando incontrerò l’amore il mio cuore saprà riconoscerlo >
< Non puoi dire così senza neanche provarci. Diamoci una possibilità. Diamine io ti amo Ash > era in lacrime.
Lui si sentiva tremendamente in colpa.
La ragazza d’impulso si alzò e gli si gettò tra le braccia.
E spinta dal desiderio d’averlo lo baciò.
 
 
Le parole non sempre hanno importanza. Contano i gesti e gli sguardi che le persone si scambiano. Le sensazioni che vengono trasmesse. Quella donna aveva perfettamente ragione.
Misty nel vedere quel bacio era praticamente morta.
La parola fine era stata scritta nella sua storia e purtroppo per lei non era stato uno di quelli lieti.
Avrebbe voluto urlare.
Ma sarebbe stato inutile, nessuno l’avrebbe sentita.
Il suo dolore era palpabile a occhio nudo e ormai anche le lacrime erano incontenibili.
Fu un attimo che durò troppo.
Quando le loro labbra si staccarono la prima cosa che lei vide furono i suoi occhi.
E in quell’incrocio di sguardi gli disse tutto quello che avrebbe dovuto sapere.
Prese a correre.
Velocemente.
Sempre più veloce.
Era diretta verso la foresta di Viridian, ignara delle sue grida. Ignara di ogni cosa.
Dinanzi a lei solo quel dannato bacio.
 
 
Il ragazzo finalmente era giunto al centro della città, ora non restava che trovare la gelateria e raccontare il tutto ai suoi amici. Fu in quel momento che vide la ragazzina dai capelli blu seduta ad un tavolo, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Le si avvicinò.
< Lucinda ho una notizia sensazionale >non concluse la frase nel vedere che la ragazzina aveva gli occhi arrossati. Sembrava essere in trans. Non si era nemmeno accorta della sua presenza.
Si guardò in giro e di Ash nemmeno l’ombra. Molto probabilmente avevano avuto qualche discussione. Le porse un fazzoletto e solo allora lei si accorse di lui.
< Brock? Sono solo una stupida > scoppiò nuovamente in lacrime.
< Cosa è accaduto? >
< Ecco io, gli ho aperto il mio cuore >
< Ma è fantastico finalmente ti sei decisa. Forse lui non l’ha presa bene? >
< Lui mi ha detto che mi vuole bene, ma come un’amica e che non è pronto ed io stupidamente sai cosa ho fatto? L’ho baciato > singhiozzò con vigore.
< Cosa hai fatto? > il ragazzo era sbalordito.
< Non so perché l’ho fatto. Credo di aver rovinato tutto. Però dannazione ha un sapore maledettamente buono. > arrossì lievemente in volto.
< Ma lui dov’è? >
< Non ci crederai mai, dopo che ci siamo baciati Tana è scappata verso la foresta ed Ash l’ha seguita. Non ti sembra assurdo. Mollata per un Pokemon. Ma anche questo è da Ash >
< Tana è scappata? > il ragazzo parve turbato da quella cosa. Si chiese come mai un Pokemon sarebbe dovuto scappare alla vista di un bacio.
< Credo che sia un po’ gelosa, del resto anche con Cikorita abbiamo avuto gli stessi problemi >
< Come stai? >
< Dire a pezzi sarebbe un eufemismo. Mi ha calpestato il cuore e la cosa peggiore è che lo amo terribilmente nonostante quello che mi abbia detto >
< Dagli tempo, ora che gli hai aperto il tuo cuore e sa cosa provi può darsi che farà chiarezza con se stesso >
< Spero tanto che tu abbia ragione >
Il ragazzo la invitò a mangiare un buon gelato per sopperire alle delusioni del cuore.
 
 
Il ragazzo corse con tutte le sue forze. Non capiva il motivo di quel suo turbamento, ma quegli occhi. Quelli erano i suoi occhi.
Era tutto così improbabile, al limite della normalità. Ma nulla aveva più un senso logico in quella storia.
Quel pikachu era piombato così bruscamente nella sua vita e quei suoi occhi verdi lo avevano praticamente stravolto.
A questo si aggiunse la scomparsa di Misty e la sua ricerca verso un qualcosa di veramente importante.
Si era chiesto più volte se potesse essere lui quel qualcosa di veramente importante, ma ovviamente non aveva il coraggio di ammetterlo.
Doveva trovare Tana e guardarla dritto negli occhi.
< Tana dove sei? Esci fuori. Tana? > la cercò ovunque, in ogni angolo della foresta. Anche pikachu era in pensiero. Sapeva benissimo che Misty non se la sarebbe cavata da sola in quella foresta.
Ash non si perse d’animo e continuò le ricerche, fino a quando giunse sera e iniziò a preoccuparsi ulteriormente.
< Pikachu dobbiamo trovarla, si è fatto buio e potrebbe essere pericoloso qui per lei > il topino elettrico sapeva che Ash aveva ragione e continuarono le ricerche.
 
 
 
Venne a piovere. Era uno di quei temporali estivi, violenti e disumano. Misty ringraziò gli dei per quella pioggia, finalmente non sarebbe stata più l’unica a piangere. Le sue lacrime si mescolarono immediatamente con le gocce d’acqua.
Corse fino allo stremo delle forze, si accasciò in terra. Era fracida e completamente sporca di fango.
Osservò il suo viso in una pozzanghera, nulla era più come prima.
Detestò il momento in cui incrociò i suoi occhi al loro incontro.
Detestò se stessa per essersene innamorata subito.
Ripensò al giorno della festa, il Tanabata, l’unico giorno in cui è permesso ai due innamorati di ritrovarsi.
Lei in quello stesso giorno l’aveva ritrovato, ma ora l’aveva perso per sempre.
In balia della disperazione, non si accorse che un Bidrill l’aveva presa di mira per un attacco.
Sentì un forte ronzio che la fece rinsavire.
Impallidì nel vederlo.
E questa volta non ci sarebbe stato nessuno a portarla in salvo.
< Aspetta fermo, non sono un Pokemon, non è mia intenzione farti del male > era totalmente terrorizzata.
Ma il pokemon parve non ascoltare le sue parole e vi si scagliò contro con un potentissimo aculeo velenoso.
Il veleno fece subito effetto nelle vene di Misty, si accasciò priva di sensi in terra. Sotto la pioggia battente.
 
 
A chilometri di distanza da lì, una vecchia signora stava fissando il cielo ricoperte di nuvole. Molto probabilmente nelle vicinanze si era scatenato qualche temporale. Ripensò alla giovane ragazza e al suo amore puro. Sorrise.
Del resto i sogni sono fatti per essere realizzati. A qualunque costo.


Angolo dell'autrice:
Ecco postato un nuovo capitolo, credetimi questa storia mi ha trascinata in un mondo parallelo, mi sto emozionando tantissimo nello scriverla. Spero che le mie sensazioni siano percepite da voi come vorrei. Buona lettura.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Volare lontano ***


Ci sono desideri che riescono a separare la mente dall’anima, e il cuore dal corpo. Desideri che per anni restano chiusi dentro di noi, per paura di esporli, per paura di perderli e non realizzarli.
Gli stessi desideri che ci fanno star male, soffrire a volte ci illudono, ma sono gli stessi che ci danno un motivo in più.
Il ragazzo avrebbe tanto voluto trovare una soluzione ai suoi problemi. Trovarla e chiederle il perché.
Quello che ormai sentiva era sempre più forte di ciò che provava, i suoi desideri avevano preso il sopravvento sui suoi pensieri.
Era stremato, completamente zuppo d’acqua, ma non smise nemmeno per un attimo di cercare quel Pokemon dagli occhi verdi.
Finalmente la trovò.
Giaceva in una pozzanghera d’acqua priva di sensi.
Aveva un aspetto orribile. Doveva sentirsi male.
< Tana? Piccolina sono qui. Cosa ti è successo? Per favore non lasciarmi solo di nuovo > le lacrime presero a scendergli lungo il viso, mescolandosi ancora una volta alla pioggia.
La piccola creatura non rispondeva alle sue parole.
Era pallida in volto e respirava a fatica. Notò che sul retro della schiena aveva un piccolo foro. Il ragazzo capì che era stata aggredita da qualche Pokemon selvatico.
< Resisti ti prego, ti porterò in salvo. Ti scongiuro, apri gli occhi >
Le sue parole erano strazianti. Lei riusciva a sentirle. Risuonavano in lontananza o forse le stava solo sognando.
Il ragazzo la strinse tra le braccia e si incamminò versò la città.
Quella creatura aveva bisogno di cure al più presto.
Era terrorizzato al solo pensiero di perderla e non rivedere più i suoi occhi, quegli stessi occhi che tanto le ricordavano Misty.
 
I due ragazzi avevano fatto rientro alla pensione dove avevano prenotato due stanza la mattina stessa. Quel temporale si era scatenato con tutta la sua furia, quasi come un segno del destino. L’acqua che scorre porta via tutte le sofferenze del cuore.
Lucinda era preoccupata per Ash. Con quel temporale era ancora fuori. Brock notò la sua preoccupazione del resto anche lui era in pensiero per Ash e i due pikachu.
Finalmente lo videro arrivare.
Era bagnato dalla testa ai piedi. Affannava ed era stremato.
< Ash? > la ragazza si precipitò verso lui.
< Brock per fortuna sei qui. Credo che Tana stia male, non riprende conoscenza. Ti prego fa qualcosa >
Brock nel vedere la piccola pikachu intuì subito che si trattava di avvelenamento. La prese dalle braccia di Ash e la sistemò sul letto.
Era in condizioni molto critiche.
< Dannazione! Ho bisogno del vostro aiuto ragazzi, le condizioni di Tana sono più critiche di quanto pensassi >
I due obbedirono agli ordini di Brock.
Lucinda preparò dell’acqua bollente, dove immerse diverse erbe che il ragazzo stesso le aveva indicato.
Ash continuava a massaggiarle le sacche elettriche, per permetterle la circolazione in tutto il corpo.
Accudirono la piccola per tutta la notte.
Lucinda sfinita per la stanchezza crollò dal sonno. Brock la sistemò delicatamente sul letto.
< Ash ora non ci resta che aspettare. Non possiamo più far nulla. Deve essere lei a reagire >
< Ci sarà qualcos’altro che possiamo fare? Guardala sta soffrendo terribilmente >
< Cerca di riposarti, domani mattina constateremo le condizioni di Tana >
Ma il ragazzo parve non ascoltare i suoi consigli. Continuò a massaggiare il piccolo Pokemon con vigore. Sussurrandole delicate parole all’orecchio.
< Piccolina forza, apri gli occhi e torna da me. Non privarmi dei tuoi bellissimi occhi. Non puoi lasciarmi >
Le sue parole erano accompagnate da lacrime amare.
Il ragazzo maggiore non poté non intenerirsi a quella scena. Gli si avvicinò e prese a massaggiare con forza il piccolo Pokemon.
Ash lo guardò negli occhi.
Sapeva che era esausto, ma nonostante tutto era ancora lì.
< Grazie Brock >
< Non devi ringraziarmi, questa piccolina ha bisogno di noi. Coraggio non molliamo >
< Non me lo perdonerai mai se non dovesse farcela. Per favore Tana apri gli occhi >
Brock sapeva benissimo che Ash stava riversando in quella storia tutt’altra cosa.  Lui si sentiva terribilmente in colpa per la scomparsa di Misty.
 
Il calore delle sue mani.
Nessuna sensazione era più piacevole del contatto con il suo corpo. Con la sua pelle.
Riusciva a distinguere il suo calore con chiarezza e percepirlo in ogni punto del suo corpo.
Lei doveva rivedere i suoi occhi.
Quegli occhi che vide al loro primo incontro. Era tutto così nitido nei suoi ricordi …
< È solo un ragazzino, ma c’è anche un Pokemon, va tutto bene? >
< Si sto bene > i suoi occhi.
< Aspetta cosa stai facendo? >
< La prendo in prestito >
< Non puoi quella è la mia bici >
< Prima o poi te la riporterò >
Da quel momento non avrebbe più potuto fare a meno di lui.
< Non avevo mai conosciuto un tipo come lui, Ash ama davvero i Pokemon >
< Senti Misty a questo punto tu e metapod stavate diventando amici, non l’hai dimenticato? >
< Non l’ho dimenticato solo che. Farò tutto quello che vuoi ma ti prego portami via da questa foresta >
< Su sbrigati abbiamo un sacco di Pokemon da catturare. >
Sorrise.
Lei quei giorni lontani non li avrebbe mai dimenticati.
Sentì nuovamente il calore delle sue mani. Era lo stesso calore che provava ogni volta che lo sfiorava.
Tutto era stato magnifico fino all’arrivo di quel maledetto giorno.
< Potresti venire qui ad occuparti della palestra di Cerulian, mentre noi saremo via >
Non capiva perché doveva toccare a lei occuparsi della palestra e non capiva perché Ash era così entusiasta della cosa. Lui non era neanche un po’ triste all’idea di dividersi.
Quel pensiero le tornò alla mente come un uragano. Cominciò ad agitarsi e lamentarsi per il dolore di quel ricordo, poi delle parole e una promessa le diedero armonia.
< Il nostro incontro non è stato un caso, non posso credere che sia stato un caso incontrare proprio te tra tanta gente >
< Che cosa vuoi dire Ash? >
< Sono convinto che tutto quanto è successo solo perché era destino che ci incontrassimo e che diventassimo amici. >
< Abbi cura di te >
< Anche tu mi raccomando >
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Quella promessa. Quella promessa era tutto ciò che l’aveva spinta ad andare avanti.
Rivederlo era il suo unico desiderio. Il suo più grande sogno.
Quella promessa era ancora una volta l’unico motivo per tenerla in vita.
Quando Misty riaprì gli occhi la testa le doleva, si sentiva priva di forze e faticava a ricordare quello che era successo.
Vide al suo fianco Brock e Ash che stavano dormendo, molto probabilmente erano stati al suo fianco per tutta la notte. Fece per muoversi, ma non aveva sensibilità negli arti. Tentò di gridare ma la voce parve sparita. Provò un brivido lungo la schiena.
Ricordò quel Bidrill che l’aveva aggredita.
Il veleno spandersi nelle sue vene.
E un forte bruciore in tutto il corpo.
Il bruciore si era assopito, ma  non stava per niente bene. Si voltò nuovamente verso Ash.
Quanto le era mancato il suo dolce viso.
 
 
Il ragazzo aprì gli occhi. Balzò subito all’in piedi si era addormentato. Tirò un respiro di sollievo nel vedere che il Pokemon aveva riaperto gli occhi.
Quanto gli erano mancati quei suoi occhi verdi.
< Tana? Ti sei svegliata finalmente. >
La sua voce destò dal sonno anche Brock che si affrettò a vedere le condizioni della piccola creatura.
< Non va bene, non va per nulla bene > cominciò a farneticare con aria preoccupata.
< Cosa succede Brock? Come sta Tana? >
< Purtroppo non è ancora fuori pericolo Ash, il veleno ha destabilizzato il suo organismo. Le sue condizioni sono poco stabili, fa anche molta fatica a respirare >
< Cosa possiamo fare? >
< Andrò giù in città a prendere delle erbe dediche a questo tipo di veleno, cercherò di fare il più in fretta possibile. Tu resta qui al suo fianco e continua a massaggiarle le sacche elettriche > il moretto acconsentì. E prese subito a massaggiarla.
Lei al suo tatto si sentì percorrere da brividi di piacere. Non riusciva a muoversi, l’unico contatto con lui era quello visivo.
< Ash sto male aiutami > ma le sue parole furono udite solo dal topino elettrico, che le stava accanto.
< Misty come ti senti? >
< Pikachu? Non riesco a muovermi, ho dolore ovunque, mi sento tanto debole >
< Vedrai che Brock riuscirà a trovare l’antidoto giusto >
Il ragazzo notò la preoccupazione sul volto del suo piccolo amico.
< Pikachu vedrai che Tana si riprenderà al più presto. Devi per forza piccolina > una lacrima gli rigò il volto.
La sua immagine pareva così sfocata e confusa. Chiuse nuovamente gli occhi.
 
La ragazzina dai capelli blu aprì gli occhi. Vi era un silenzio surreale intorno a lei. Vide che Ash era accanto al Pokemon, si chiese se avesse chiuso occhio.
Notò che Brock non era in casa. Erano soli.
Non le era ancora capitato di stare sola con lui dopo quel bacio.
< Come sta Tana? >
< Non saprei, Brock si è recato in paese per prendere altre pozioni >
Lui era molto preoccupato lo si evinceva dal suo sguardo. La ragazza posò le sue mani su quelle di lui e prese a massaggiare le gote del Pokemon.
Lui si tirò indietro.
< Voglio solo esserti d’aiuto, starti accanto >
< Lo so Lucinda cosa credi. Ma questo non è il momento >
< Ci sarà mai un momento per noi Ash? >
Lui la guardò dritto negli occhi. Non erano quelli gli occhi che lui cercava. E forse ora era troppo tardi per ammetterlo.
< Lucinda ti ripeto che per me sei una cara amica, ma non riesco ad andare oltre >
< Vuoi aspettare che lei ritorni? E se non dovesse farlo? Cosa farai in quel caso? >
< Non lo so. Non so neanche io cosa voglio e cosa penso. Ora l’unica priorità è salvare Tana >
< Salvando Tana non risolverai i tuoi problemi. >
La ragazzina uscì di casa. Aveva bisogno di una boccata d’aria fresca.
 
Brock cercò le migliori erbe curative, tutte le sue pozioni avevano sempre funzionato sui Pokemon, non capiva perché per Tana la cosa era diversa. Quel pikachu aveva qualcosa di strano dagli altri Pokemon. A partire da quel colore d’occhi così inusuale per poi terminare all’immunità sulle pozioni. Qualsiasi tipo di veleno di Pokemon non poteva avere effetti così devastanti su altri Pokemon.
Appunto su altri Pokemon.
Si rese conto che stava vaneggiando, molto probabilmente era dovuto alle poche ore di sonno. Riprese la ricerca tra le erbe.
 
 
< Il nostro incontro non è stato un caso, non posso credere che sia stato un caso incontrare proprio te tra tanta gente >
< Che cosa vuoi dire Ash? >
< Sono convinto che tutto quanto è successo solo perché era destino che ci incontrassimo e che diventassimo amici. >
< Abbi cura di te >
< Anche tu mi raccomando >
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Quelle frasi. Quella scena. Tutto era così vivido nella sua mente. Perché tutto doveva esaurirsi in un mucchio di ceneri.
Quella promessa non poteva essere mantenuta. Lei non avrebbe potuto farlo.
Aprì gli occhi. Erano colmi di lacrime. Nella stanza c’era solo lui.
Non l’aveva abbandonata.
< Ash > la sua voce era flebile. Si lasciò cullare dal suo dolce sguardo per poi abbandonarsi nuovamente all’abisso irrazionale.
 
Lucinda era stanca. Stanca di ogni cosa. L’amore dovrebbe essere la cosa più bella al mondo, per lei non era così. L’amore la stava distruggendo.
Sapeva che lui l’avrebbe aspettata per sempre. Lo sapeva, perché semplicemente lei avrebbe fatto la stessa cosa.
< Ti aspetterò per sempre Ash >
 
 
A chilometri di distanza nella città di Cerulian Tracey quella mattina aveva un forte male alla testa. Non gli succedeva da anni. Avvertì quel segno come un brutto presagio e il suo pensiero fu rivolto subito a Misty.
La sua stanza era ancora vuota, di lei nessuna notizia. Si chiese dove potesse essere quella ragazzina. Poi ricordò gli occhi di quel Pokemon. Troppo simili ai suoi. Troppo per essere diversi.
Ma il tutto era così irreale. Non poteva essere vero. Decise che doveva trovare quella donna. Lei sapeva di sicuro cosa stesse accadendo. Aveva bisogno di saperlo.
 
Ash continuò a vegliare su di lei per tutto il tempo, in attesa di Brock. Continuava a massaggiarle le guance e le parlava come se lei potesse essere in ascolto.
< Piccolina tu devi farcela, abbiamo ancora così tante cose da fare assieme. Non puoi lasciarmi ora, proprio ora che ti ho ritrovata. Voglio mantenere la mia promessa > le sue lacrime bagnarono il piccolo Pokemon che riaprì per un istante gli occhi.
Lui non poteva averlo capito. Non poteva saperlo.
Li richiuse.
Lottava tra la vita e la morte.
Si sentiva sempre più debole, come se stesse lasciando questo mondo. Poi vedeva una luce, una luce abbagliante, proveniva dai suoi immensi occhi neri, nonostante ne fosse abbagliata lei voleva raggiungerli ad ogni costo.
Ma erano sempre più lontani e meno vividi. Realizzò che stava morendo e non avrebbe mai rivisto quello sguardo di cui si era perdutamente  innamorata.
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Quella promessa non sarebbe stata mantenuta. Lui non l’avrebbe mai più rivista. Lei non avrebbe mai potuto rivelargli i suoi sentimenti.
Mai assaporato le sue labbra e scoprire che sapore avessero avuto i suoi baci.
Non avrebbe mai più rivisto i suoi dolci sorrisi, non avrebbe più sentito il calore delle sue mani. E non avrebbero fatto l’amore come lei desiderava nelle notti insonne a pensare a lui e al momento in cui si fossero rivisti.
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Dai suoi occhi fuoriuscirono lacrime.
A quelle lacrime il ragazzo impallidì.
Era  in preda alla disperazione. Non sapeva cosa fare.
La paura lo aveva paralizzato. Devastato. Non sarebbe mai riuscito a raccogliere i cocci della sua anima andata in frantumi. Lei lo stava abbandonando.
La sofferenza aveva toccato l’apice del suo cuore.
Si chinò su quella creatura, tanto fragile quanto bella. Le passò delicatamente le dita sulle labbra.
< Non puoi lasciarmi Misty io ti amo > posò delicatamente le sue labbra su quelle di lei.
 


Angolo dell'autrice:
Ormai siamo agli sgoccioli della storia... grazie.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Promessa ***


Uno sguardo vale molto più di mille parole. Che sia penetrante, dolce, amaro non ha importanza, perché lo sguardo è parola. Le parole possono far male, possono essere fraintese, possono rimanere come un groppo in gola e non essere mai pronunciate e rischiare di perdere qualcosa d'importante. Con uno sguardo invece questo non può accadere. Uno sguardo non può essere frainteso. Mai.
Anche con gesti si può comunicare. Un gesto rimane. Un gesto viene ricordato. Un gesto è indelebile dalla nostra mente.
Un bacio può sigillare una promessa d’amore. Un bacio è il gesto più importante che si possa fare.
Con le parole si può espressamente mentire, ma un bacio non lo fa mai.
Quel bacio.
In quel bacio lui sigillò il suo immenso amore per lei.
Si staccò dalle sue labbra con immensa tenerezza. Le lacrime gli rigavano la faccia in due. E ancora una volta le supplicò di tornare.
Stremato dal pianto e dalle forte emozioni crollò al suo fianco. Con la sua mano ancora sul cuore di lei.
 
 
Sul tragitto del ritorno Brock intravide la ragazzina dai capelli blu. Aveva uno sguardo assente e un’espressione alquanto triste. Ancora una volta lui le rivolse una parola di conforto.
< Lucinda non puoi trattarti così ogni volta. Devi reagire e farti forza. Non è un momento in cui Ash possa dedicarti attenzioni >
< Non credo che sia solo questioni di momenti. Il suo cuore appartiene ad un’altra >
< Ho sempre pensato che tra lui e Misty c’era molto più che una semplice amicizia. Ma non hanno mai voluto ammetterlo e caso vuole che ora che sono distanti lui abbia capito il suo cuore. >
< Buffo vero. Il destino gioca proprio brutti scherzi >
< Una volta mi dicesti che ti saresti accontentata anche solo di essergli amica >
< L’avevo detto prima di assaporare le sue labbra. Brock non riesco proprio a dimenticare quel bacio >
< So che per te è stato importante, ma per lui non è lo stesso. Tu hai bisogno di trovare qualcuno che ti ami quanto ami lui >
< Credi che sarò mai in grado di amare qualcun altro quanto Ash >
< Ma certo, hai solo bisogno di tempo per smaltire la cosa. E ora vieni. Tana ha bisogno di noi >
La ragazza lo seguì gettando all’indietro quelle lacrime che scalciavano con violenza per venir fuori.
 
 
Il ragazzo aveva perso ormai ogni speranza di trovare quella vecchia donna. L’aveva cercata ovunque. E in paese nessuno pareva conoscerla.
Mentre stava per fare rientro alla palestra la vide. Era seduta su una panca, in completa solitudine con lo sguardo rivolto al cielo.
Il giovane artista le si avvicinò.
< Sapevo che mi avresti trovata >
< Lei sapeva che la stavo cercando? >
< Certo. Caro ragazzo sono molte le cose che so e tante altre di cui ne ignoro l’esistenza. So benissimo che sei in pensiero per la tua amica, ma so anche che sei talmente sveglio che hai capito perfettamente dove si trova >
< Allora non era un’idea assurda la mia. Quel pikachu, voglio dire si trattava di Misty? >
< Quella ragazza era disposta a qualunque cosa pur di rivedere il suo amore. Io le ho dato semplicemente un aiuto e credo di esserci riuscita >
< Ma ora dov’è? Ha ripreso le sue sembianze? >
< Ormai non manca molto, finalmente i suoi sentimenti sono venuti a galla >
< Mi sta parlando di Ash? Lui ha capito che si tratta di Misty? >
< Si trovano a Viridian, credo che tu e le sue sorelle dovreste recarvi lì il prima possibile >
< A Viridian? > non fece in tempo a concludere la frase che la donna era scomparsa.
Il tutto sembrava così irreale. Doveva spiegare a Daisy come stavano realmente.
La ragazza parve incredula ed ebbe la sensazione che Tracey stava dando del matto.
< Tracey ma ti rendi cosa di quello che stai dicendo? Misty sarebbe diventata un Pokemon? >
< Anche per me è una cosa assurda, ma la donna è stata chiara, dobbiamo andare subito a Viridian >
< E perché mai dovremmo andare lì? Sarà lei a fare rientro a casa se le cose stanno davvero così >
< Ma la donna ha detto >
< Piantala con questa donna. Non mi interessa quello che abbia detto. Ed ora ho delle cose più urgenti a cui pensare. Mi basta sapere che lei sta bene, poi del resto non mi importa >
< E se non stesse bene? >
Lei lo guardò con preoccupazione.
< Tracey se sai dell’altro devi dirmelo >
< Non so nulla Daisy, o meglio nulla di logico. Devi solo fidarti di me >
La ragazza cedette alle sue insistenze e decise di seguirlo.
 
Quel calore la invase per tutto il corpo. Si insinuò delicatamente in tutti i suoi sensi. Le diede la forza di vederlo ancora una volta.
La ragazza aprì gli occhi. Tutto le appariva così diverso. Il contatto delle lenzuola con la sua pelle nuda la fece rabbrividire. Ma era stanca, troppo stanca per pensare. Cercò con lo sguardo Ash, era ancora lì al suo fianco. Aveva un viso segnato e la colpa era solo sua.
Provò a muoversi ma i muscoli non rispondevano ai suoi comandi.
< Ash >  riuscì a dire con un filo di voce.
Quel suono delicato giunse alle sue orecchie come un grido d’aiuto.
Il moretto riaprì gli occhi e fu incredulo nel vederla lì.
Lei era distesa in quel letto. Eterea. I suoi capelli rossi erano così lunghi e lucenti. Il suo viso delicato. Aveva delle labbra disegnate alla perfezione. E quei suoi occhi verdi erano finalmente posati su di lui.
< Sapevo che eri tu. Misty >
La ragazza era così confusa. Non riusciva a capire il senso delle sue parole. Cosa voleva dire con quella frase.
Lui le si avvicinò e  la guardò dritta negli occhi.
In quel momento capì.
Riuscì a specchiarsi nei suoi occhi. Aveva ripreso le sue sembianze normali.
< Sono di nuovo io >
< Non ti affaticare. Vedrai che ti sentirai meglio, Brock dovrebbe essere qui a momenti > era trepidante.
< Tu lo sapevi. Sapevi che ero io? >
< L’ho capito dal primo momento che ho visto i tuoi occhi >
< Tutto è così illogico, irrazionale. Non saprei nemmeno io come spiegare le cose >
< Non mi interessa sapere il motivo, ora l’unica cosa che conta è che tu stia bene >
< Ash, io non credo di farcela. Non ho più sensibilità agli arti inferiori, il mio corpo lo sento sempre più debole >
< Questo è solo l’effetto del veleno, vedrai che con la pozione tutto si risolverà. Diamine dov’è finito Brock? >
< La nostra promessa è stata mantenuta. Finalmente ci siamo rivisti. Vorrei poterti dire tante cose >
< Avremo tempo per parlare, avremo una vita per stare assieme > a quelle parole le lacrime presero ad uscirle dagli occhi.
< Mi sei mancato tanto. Ho pensato a te ogni singolo giorno. >
< Ora sono qui con te e credimi non ti lascerò mai. >
< Ho aspettato questo momento per tanti anni. Ed ora finalmente sei qui con me >
La ragazza diede un grido straziante. Un forte dolore al petto la stava soffocando.
< Misty cosa ti prende? Per favore stai calma. Per favore non lasciarmi >
< Ash? >
< Non affaticarti, vedrai che tra poco starai bene >
< Le forze mi stanno abbandonando. Mi sento tremendamente debole, come se venissi trascinata un posto lontano, ma non riesco ad essere triste. Ho realizzato il mio sogno >
< Misty io ti amo, ti amo troppo. Non puoi lasciarmi >
< Allora non stavo sognando. Tu hai detto davvero d’amarmi. Sono così felice >
Lui la baciò.
Fu un bacio sincero, carico d’amore e passione.
Finalmente le loro labbra erano congiunte. Finalmente il loro amore era stato sigillato per sempre.
Lei assaporò ogni angolo della sua bocca e finalmente sapeva che sapore avevano i suoi baci. Era proprio quel sapore che aveva sempre immaginato.
Cominciò a respirare sempre più a fatica.
< Sei dannatamente bella Misty, bella da farmi impazzire. Ho voglia di fare l’amore con te, di farlo fino allo stremo delle forze e viverti. Voglio viverti ogni singolo giorno >
< lo vorrei anch’io Ash. Ti ho sempre amato, dal momento in cui ho incrociato i tuoi occhi la prima volta. Ho sempre saputo che non avrei mai smesso d’amarti, e non lo farò mai.  >
< Non dovrai mai smettere di farlo. Appena ti sarai ripresa continueremo il nostro viaggio. Verrai con me in ogni luogo. Non ci lasceremo mai.  >
< Non credo di farcela  > cominciò a tossire. Le sue labbra assunsero un colore violaceo
< Per favore Misty > era in preda alla disperazione.
< Ash credi che ci rivedremo? >
Quelle parole andarono dritte al suo cuore.
Quelle parole.
La loro promessa.
Ci fu un altro attacco. Questa volta più violento. Il ragazzo era impietrito non sapeva che fare.
Arrivò il momento. Lei lo guardò per un’ultima volta.
Chiuse gli occhi.
Spirò.
 
Un forte temporale si abbatté sulla cittadina di Viridian. Il giovane artista era molto preoccupato, anche se non ne capiva effettivamente il motivo.
La ragazza era fracida.
< Caspita che tempaccio. Dobbiamo cercare un riparo >
< Daisy dobbiamo trovare Misty >
< Ma non abbiamo idea di dove sia >
< Fidati di me >
Lei lo guardò ancora una volta. Ad un tratto una sensazione di paura cominciò ad espandersi nei suoi pensieri.
< Tracey? La mia sorellina sta bene vero? > aveva le lacrime agli occhi. Lui la guardò con tenerezza, poi rivolse lo sguardo verso il cielo.
< Lo spero tanto >.
 
 
Lei era immobile avvolta in quel lenzuolo bianco. Il suo viso candido con un’espressione eterea e beata, come se fosse appagata di ogni cosa. Nessuna presenza di respiro.
Nessuna presenza di battito.
Il ragazzo fu agghiacciato dal momento.
Un attimo che gli sembrò eterno.
Un eterno dannato.
< Misty? Misty? Non può, non può essere? Ti prego > cominciò a strattonarla con forza, ma nessuna reazione. Le lacrime incomberono sul suo volto.
Fu accecato dalla disperazione.
< Noooo! Misty! > era straziante.
Il topino elettrico gli si avvicinò, ma consolarlo era impossibile.
< Non puoi lasciarmi. Hai capito? Non puoi. Io non posso vivere senza te. Ti prego > si accasciò in terra sfinito dallo sconforto.
Aveva atteso tanto quel momento e ora era tutto finito. Il suo dolce amore era volato via troppo in fretta.
Lui era un uomo distrutto.
La scena era di quelle più tristi.
Il suo volto candido.
Sconforto e disperazione.
Urla di dolore.
Un uomo completamente distrutto.
Un amore finito troppo presto.
 
 
Il ragazzo corse con tutte le sue forze. Quel temporale aveva peggiorato ulteriormente le cose. Aveva comprato ogni tipo d’erba disponibile alla bottega, ma non sapeva proprio come fare per salvarla. Un attacco velenoso non può essere fatale per un Pokemon, almeno che quello non fosse un vero Pokemon.
Non capiva perché non ci aveva pensato prima, lo avrebbe dovuto capire da quegli occhi e dal modo in cui Ash la guardasse.
Finalmente arrivò in casa.
Ma quello che vide  lo devastò
Fece cadere tutto in terra, si portò le mani in volto e prese a urlare.
 
 
La ragazzina dai capelli blu era rimasta leggermente indietro. Era completamente zuppa dalla testa ai piedi. Vide in lontananza due figure familiari. S accorse che aerano gli amici di Ash di Cerulian.
< Cosa ci fate da queste parti? >
< Lucinda che piacere vederti, stavamo proprio cercando voi? >
< Noi? È successo qualcosa? >
< Abbiamo bisogno di vedere Misty >
< Misty? > la ragazza pareva non capire
< Esatto puoi indicarci dove si trova? > il ragazzo era alquanto preoccupato.
< Non riesco proprio a capire. Io non so dove si trovi Misty non l’ho mai incontrata >
Il ragazzo capì che molto probabilmente lei aveva ancora sembianze di Pokemon. Sperò che tutto quel suo pensiero fosse reale.
< Ho bisogno di vedere la piccola pikachu >
< Tana? Ma non stavi cercando Mis… > la ragazza parve capire il tutto. Ripensò a quella foto di quella ragazza appesa al muro nella palestra di Cerulian. Quegli occhi verdi. Lei quegli occhi li aveva giaà visti altrove. Possibile che quel suo pensiero era veritiero.
< Ci sarà tempo per spiegare ora ti prego portami da lei >
La ragazza bionda non riusciva a capire quello che Tracey avesse in mente, era solo preoccupata per la sua sorellina.
Lucinda guardò dritto negli occhi quel ragazzo. Lui aveva ipotizzato lo stesso pensiero di lei, ad un tratto rabbrividì.
<  Il veleno, ecco perché nulla aveva effetto. Dobbiamo sbrigarci lei è in pericolo. >
La ragazza dai capelli biondi impallidì. Quella ragazzina aveva appena detto che sua sorella era in pericolo. Presero a correre verso la pensione.
 
Il silenzio rimbomba più delle parole. Il silenzio ci fa vivere sensazioni spiacevoli e ci avvolge di paure. In quel dannato silenzio nessun filo della sua voce vibrava. Quel silenzio l’aveva invasa per sempre.
Il ragazzo si avvicinò al suo amico ancora accasciato in terra.
Non poteva credere ai suoi occhi.
Lei era così dannatamente bella.
La vista gli si annebbiò a causa delle lacrime.
< Non c’è stato nulla da fare Ash. Sarebbe stato inutile. Le pozioni non hanno effetto sugli umani >
< È solo colpa mia. Io ho permesso che ciò accadesse > la sua voce era rotta per il pianto.
< Tu non potevi saperlo. Nessuno poteva >
< Io lo sapevo. Ho capito che era lei dal primo momento che ho visto i suoi occhi. Non riuscivo a capire come poteva essere possibile, ma era lei. Ed ora è troppo tardi. L’ho perduta per sempre Brock. Per sempre ! >
< Devi essere forte amico mio. Mi sembra tutto così irreale. Era così bella >
< Io l’amo. Come farò senza lei. Dimmelo. Come farò a vivere senza lei? >
Brock cedette allo strazio del suo amico. Per la prima volta in vita sua non ebbe parole di conforto.
< Ash >
< Sai la cosa assurda qual è? Lei se n’è andata serena. Mi ha sorriso perché io ero qui con lei. Mentre io non riesco a perdonarmelo. Mi odio. E so che facendo così le sto solo dando un ulteriore dispiacere, ma lei non potrà mai dirmelo, perché non c’è più. Se n’è andata per sempre. Mi ha lasciato nuovamente solo. Perché Brock? Riesci a spiegarlo? >
< Ash quando una persona ama, ama davvero, non le importa della propria felicita, l’unica cosa che conta è vedere felice la persona che si ama. Lei ti amava veramente e ora tu devi renderla felice. >
< Mi ha strappato l’anima. Lo capisci? Non potrò mai esserlo senza lei. Dannazione! Quelle sue labbra. Solo ora che avevo assaporato il gusto dei tuoi baci, perché te ne sei andata? >
Il ragazzo gli poggiò una mano sulla spalla cercando di trasmettergli tutto il calore di cui aveva bisogno.
Nella stanza si sentivano solo i suoi singhiozzi assordanti.
Fino a quando la porta della camera non si aprì.
 
 
Il giovane artista entrò nella camera seguito dalle due ragazze. L’atmosfera fu agghiacciante.
La vide lì nel letto. Pallida. Ad un tratto realizzò e il suo pensiero andò dritto alla ragazza bionda alle sue spalle.
Con gesto rapido l’abbracciò e la spinse all’indietro.
Lei capì.
< Misty?? Fammi vedere mia sorella. Fammi andare da lei. Nooo >
< Calmati Daisy. Per favore, sta calma >
< Non può essere. Dimmi che non è vero >
Si lasciò cadere a terra priva di sensi. Il ragazzo la raccolse e sistemò su un letto e si avvicinò al ragazzo, era distrutto.
< Ash? >
< L’ho persa per sempre Tracey > sospirò con un filo di voce tremante.
Quelle parole colpirono dritto al cuore il ragazzo che prese a piangere.
 
 
La ragazzina dai capelli blu rimase sull’uscio della porta.
Le gambe le tremavano nervosamente e la voce le si era spezzata in gola.
Diede un’occhiata fugace a quella ragazza che giaceva senza vita nel letto.
Era dannatamente bella.
Troppo bella.
Poi il suo sguardo si rivolse a lui.
Devastato.
Con occhi privi di vita.
Avrebbe voluto consolare le sue lacrime, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Lui l’amava.
Le si formò un nodo alla gola.
 
 
Rimasero in silenzio a contemplare il suo bellissimo viso. Tracey fece portare del tea caldo per rilassare i nervi. Poi avvertì chi di dovere per provvedere alla funzione e alla sepoltura e nel pronunciare quelle parole ebbe una forte crisi di nervi. Non poteva credere che quella ragazza, così bella, così dolce e tanto irritante era volata in cielo tanto in fretta. Proprio nel momento in cui aveva ritrovato il suo amore.
 
Sua sorella Daisy non smise di tenerle la mano. Ormai farneticava senza senso. Le sue parole erano incomprensibili, ma ben comprensibile il suo stato d’animo. Poche ore dopo la raggiunsero le altre due sorelle.
E vederle piangere era lo spettacolo più triste del mondo.
 
Brock ancora incredulo, tentò di fare chiarezza tra i suoi pensieri. Accordò con degli uomini per un rito semplice e sepoltura a Cerulian, visto che la ragazza era di lì. Gli uomini quando videro che era una ragazza tanto giovane provarono infinta tristezza.
Lucinda rimase in silenzio per tutto il tempo, in un angolino della camera. Aveva detestato quella ragazzina, era sempre stata gelosa di lei. Perché quando Ash ne parlava il suo sguardo si illuminava. Avrebbe tanto voluto essere guardata come lui guardava lei. E ora che lei non c’era più si sentiva così piccola. Misera. Non era riuscito ad accettare che lui amasse lei e che l’avrebbe sempre amata. Tutto quello non le sembrava giusto. Il suo Ash non poteva perderla. Non ora che l’aveva trovata.
Prese a piangere, nuovamente, in silenzio senza essere notata.
 
 
E Ash … le parole per descrivere il suo stato d’animo molto probabilmente non sono ancora state inventate. Non le levò gli occhi di dosso nemmeno per un momento.
Non avrebbe mai più rivisto i suoi occhi.
Mai più.
Il suo Pokemon giallo gli era vicino per tentare di consolarlo, ma nulla poteva riuscire a placare quel dolore atroce che si era insediato nel suo cuore.
 
Arrivò il momento che quegli uomini, dall’aspetto forte, e insensibile, solo per le mansioni che dovevano svolgere, dovevano prendere il corpo della ragazza.
Era immaginabile che le reazioni delle sorelle furono devastanti.
Tra urla e svenimenti.
Straziante.
< Dobbiamo proprio farlo. Mi spiace > la voce di uno dei due era pienamente sincera.
< Fate il vostro lavoro. Ci penserò io a loro > Tracey faticò a trattenere le lacrime, strinse la sua dolce Daisy tra le braccia dove lei diede libero sfogo al suo dolore.
Avvolsero il corpo della ragazza in un lenzuolo di seta.
< Non può essere vero. Ditemi che sto solo sognando > la ragazza dai capelli biondi era davvero distrutta.
Fu il giovane allenatore ad opporsi a loro.
< Non potete portarla via. >
< Dobbiamo farlo >
< Non posso permetterlo >
< Ash, devi lasciarla andare > le parole di Brock gli arrivarono come una fitta allo stomaco.
< Non posso. Non ci riesco > nuovamente il suo volto fu coperto da lacrime.
Furono Brock e Tracey a stringere forte il ragazzo. Accolsero il suo dolore in quell’abbraccio e lui scaricò tutta la sofferenza in quella presa.
La ragazzina in un angolo della stanza aveva lo stomaco in fiamme.
Troppo dolore.
Gli uomini la sollevarono dal letto e sistemarono il corpo in una bara di vetro, si incamminarono verso l’uscita. Avrebbero proceduto ad un rito per l’ultimo saluto e alla sepoltura.
Come un lampo quelle parole gli tornarono alla mente.
Non poteva lasciarla andare senza la sua risposta.
< Aspettate per favore. >
< Ash? > il giovane artista tentò di fermarlo, ma lui si fece largo.
< Vi chiedo solo un attimo. Un ultimo attimo >
L’uomo più anziano si era trovato molte volte in quelle situazioni, ma questa volta negli occhi del ragazzo c’era davvero qualcosa che non aveva mai visto. Decise di acconsentire al suo bisogno di darle un ultimo saluto. Scostò il velo dal viso per mostrarglielo ancora una volta.
< Prenditi il tempo che vuoi >
Il ragazzo lo ringraziò con un gesto del capo.
Rivolse il suo sguardo al suo viso.
Quel suo dolce viso.
Era bella.
Dannatamente bella.
Tirò un sospirò e poi prese a parlare con voce tremante.
< Il nostro incontro non è stato un caso, non posso credere che sia stato un caso incontrare proprio te tra tanta gente .Sono convinto che tutto quanto è successo solo perché era destino che ci incontrassimo. E per quanto riguarda quello che mi hai chiesto conosci già la risposta, te lo prometto Misty! > posò le sue labbra su quelle di lei.
I due uomini portarono la bara contenente la ragazza all’esterno. Lui la vide allontanarsi sempre più, fino a quando non furono lontani, diretti verso Cerulian.
Tracey gli si avvicinò posandogli una mano sulla spalla e lo invitò a seguirli per andare alla cerimonia d’addio.
Lo stesso fecero Brock e Lucinda, sostenendo le altre ragazze, completamente a pezzi.
 
 
La cerimonia fu molto semplice. Erano accorsi da ogni parte per darle un ultimo saluto. Il professor Oak e suo nipote avevano avvertito la cosa come una doccia gelida e anche la madre di Ash era sconcertata. Quella notizia l’aveva devastata e vedere suo figlio in quello stato rendeva le cose ancora più difficili.
La ragazza venne seppellita vicino alle sponde del fiume di Kanto. Dove lei si recava fin da piccola per pescare. E dove aveva incontrato Ash la prima volta.
Il ragazzo ricordava quella scena come se fosse accaduto solo poco tempo prima.
< È solo un ragazzino, ma c’è anche un Pokemon, va tutto bene? >
< Si sto bene >  e incrociò i suoi occhi verdi.
< Aspetta cosa stai facendo? >
< La prendo in prestito >
< Non puoi quella è la mia bici >
< Prima o poi te la riporterò >
Da quel momento non avrebbe più potuto fare a meno di lei.
 
 
Tutti i presenti diedero un ultimo saluto e posarono un fiore sulla lapide. A mano a mano la folla diminuì e rimasero in pochi.
Il giovane artista accompagnò le tre sorelle a casa, erano distrutte.
La donna si avvicinò a suo figlio, aveva lo sguardo fisso sulla foto di lei.
< Misty era davvero una ragazza eccezionale. Bella da levare il respiro, dolce e con un caratterino niente male. Quando me la presentasti intuì subito che era pazzamente cotta di te, ma che non l’avrebbe mai ammesso. >
< Mamma? >
< Ricordo che quando accennai ad una storia tra voi arrossiste all’unisono e cercaste ogni tipo di escamotage per sviare il discorso. E lì ebbi la certezza che anche tu ne eri cotto. >
< Perché non ho avuto il coraggio di rivelarle i miei sentimenti? Perché ho capito così tardi ciò che provavo? >
< Non siamo padroni di gestire il cuore. Possiamo solo condizionare la ragione, ma i sentimenti sono tutt’altra cosa. >
< Lei, prima di andarsene, mi ha detto che era felice. Che stupido sono stato > lacrime presero a scivolargli lungo il volto.
La donna lo strinse tra le sue braccia. Come solo una mamma poteva fare.
 
Lucinda e Brock osservarono la scena da lontano, non volevano invadere quel momento tutto loro.
La ragazza ancora una volta aveva gli occhi lucidi. Brock la cinse con un braccio.
< Mi sembra tutto ancora così irreale. Vedere Ash in quelle condizioni mi provoca tanto dolore >
< Solo il tempo potrà risanare le sue ferite. >
< Già. Sai Brock ho deciso di partire. >
< Quando? >
< Lo farò oggi stesso. Ho capito che il mio posto è altrove, non posso continuare a stare qui, ci soffrirei troppo >
< Sei proprio sicura? >
< Se ci penso un minuto in più sarei capace di rinnegarlo. Si sono sicura >
< Sai che mi mancherai tanto? >
< Anche tu. E mi mancherà anche Ash >
< Non hai intenzione di salutarlo? >
< Non posso, non ne sarei capace >
< Potresti pentirtene >
< Lo so. > prese a piangere.
< Vieni qui piccola >
Gli si gettò tra le braccia per scaricargli contro la sua sofferenza.
Poi si asciugò gli occhi e gli sorrise.
< Arrivederci Brock. Grazie di tutto >
Scappò via, senza mai voltarsi. Corse con tutte le forze che aveva in corpo, le lacrime veloci le cadevano dagli occhi. Aveva chiuso col passato, per lei ora iniziava una nuova vita. Lontana da lui.
Il ragazzo la vide allontanarsi. < Arrivederci Lucinda. >



Angolo dell'autrice:
ho pubblicato tre capitoli in una volta ^^ questa storia mi ha presa molto, spero lo stesso sia per voi. Adoro la coppia ASHxMISTY ... spero piaccia anche a voi

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Dentro me ***


Certe emozioni non ci lasciano mai, sono indelebili dal nostro cuore e dalla nostra anima.
Certe emozioni non si provano con chiunque e sono quelle che non muoiono mai.
Certe emozioni non si possono descrivere, ma solo vivere.
Certe emozioni sarebbero state solo un misero ricordo di quelle provate con lei.
Erano trascorse diverse settimane dal giorno. Quel maledetto giorno di settembre. Il giovane allenatore si era insediato per il momento nella palestra di Cerulian per cercare di assorbire quel suo dolore assieme alle sue sorelle.
Non usciva di casa. Mangiava pochissimo, aveva smesso di allenare i Pokemon. Era devastato da quella storia.
Aveva chiesto a Daisy di poter alloggiare nella sua camera, per sentirne almeno il profumo impregnato nei muri. Ovviamente la ragazza aveva accettato senza alcun problema.
Quel pomeriggio Ash era intento a guardare alcune sue foto, quando sul pavimento, sotto la scrivania vide un diario.
Quello era il suo diario. Dove aveva appuntato ogni singola sua sensazione, ogni minimo pensiero. Si chiese se fosse stato giusto invadere la sfera personale di Misty, ma lui aveva bisogno di un qualsiasi cosa per poterla rivivere. Cominciò a leggere.
 
 
Caro diario, oggi ho ripreso le mie attività in palestra, non puoi capire
Che duro colpo è stato svegliarmi senza lui.
 
 
A quelle parole dagli occhi cominciarono a cader giù lacrime dal peso amaro. Si ripeteva fino allo stremo che era stato uno stupido a permetterle di andar via. Lui l’aveva lasciata andare ed ora non l’avrebbe mai più riavuta. Riprese.
 
 
Sai vedere i suoi occhi di prima mattina per me era un toccasana.
Mi metteva di buon umore e la giornata assumeva tutt’altra piega.
Ed ora mi ritrovo qui senza lui. La colpa è solo delle mie sorelle,
che hanno deciso di incaricarmi di ogni responsabilità.
Ma chi voglio prendere in giro, la colpa è solo mia, caro diario, perché non
Sono riuscita ad esprimergli i miei sentimenti.
Ed ora lontana da lui, non provo più emozioni, il tempo si limita
A scandire i secondi, minuti, ore e i giorni che mi separano dal nostro
Incontro.
 
Il giovane artista aveva fatto il possibile pur di stargli accanto, ma nulla sembrava risollevarlo. Quel pomeriggio faceva abbastanza fresco e decise di chiedergli cosa voleva per cena.
< Posso entrare? >
Il ragazzo ripose il diario in un cassetto.
< Certo Tracey >
< Avevo pensato di preparare un buon Ramen al manzo per cena, visto che ormai il freddo è alle porte, tu cosa ne pensi? >
< Per me è lo stesso, tanto non ho appetito >
< Ash devi pur mangiare qualcosa >
< Non ne ho voglia e ora se non ti dispiace, potresti lasciarmi solo >
< Hai intenzione di rimanere in questa camera per il resto dei tuoi giorni? >
< A che servirebbe uscirne, la mia vita è finita > prese a piangere.
< non è affatto così. I tuoi Pokemon stanno soffrendo la tua lontananza, persino pikachu si rifiuta di mangiare da quando tu sei in questo stato. Vuoi che anche loro lascino questo mondo così in fretta? > quelle parole gli andarono dritte al petto.
< Tracey? Io sono, sono >non riuscì a finire la frase che soffocò il suo piatto sul cuscino. Tracey sapeva che piangere gli avrebbe fatto bene.
< Ho comprato dei fiori bellissimi, che ne diresti di passare per la tomba di Misty, non vai lì dal giorno del funerale >
< Non ci riesco. Non riesco a realizzare che lei non è più qui con me >
< Io penso che ti farebbe bene, nel caso io fiori sono all’ingresso. Ti aspetto per cena > il ragazzo si chiuse la porta alle spalle. E sperò in cuor suo che Ash avesse accolto il suo invito.
 
 
La ragazza dai capelli biondi era intenta a guardare un album di fotografie, di quando lei, Violet, Lilly e Misty erano piccine. Sorrise teneramente nel vedere il viso paffuto e gli occhioni verdi della ragazzina.
Tanto era presa da quegli occhi che non notò l’avvicinarsi di Trace. Lui le posò una mano sulla spalla.
< Tracey? Non ti avevo sentito arrivare. Guardala, guarda quanto era bella>
Lui diede un’occhiata fugace a quelle foto, del resto sapeva benissimo quanto Misty fosse dannatamente bella.
< Già >
< E pensare che le abbiamo reso la vita un vero inferno, essendo la minore subiva di tutto da noi, senza mai lamentarsene. Siamo state noi a costringerla a ritornare qui a Cerulian, proprio quando lei aveva trovato il suo posto. Se solo potessi tornare indietro. Sorellina mia quanto ti avrò fatto soffrire > prese a piangere.
< Daisy la colpa non è ne tua ne di nessun altro. Forse i primi giorni saranno stati duri per lei, ma poi ha rialzato questa palestra. Lei dava tutta se stessa per i suoi amati Pokemon d’acqua. >
< Però l’ho privata del suo amore >
< Lei l’ha ritrovato il suo amore. Anche se solo per un breve attimo l’ha vissuto appieno. >
< Tu credi che mi abbia perdonata? >
< Penso dal primo momento che vi ha riviste, lei non era tipo da portare rancore. >
< La mia piccola Misty > si gettò tra le sue braccia e lui tentò di consolarla.
Notò che il moretto aveva origliato ogni singola parola e l’aveva sentito sbattere energicamente la porta.
Notò che i fiori non erano più al loro posto. Sorrise nel suo cuore.
 
 
Quella scena lo faceva rabbrividire. Quella lapide bianca immersa in un piccolo giardino fiorito con alle spalle un corso d’acqua limpido.
La sua foto. Era dannatamente bella in quella foto. Tanto da far impallidire anche le dee del passato.
Si avvicinò cautamente, quasi con paura di destare il suo sonno. Posò i fiori in terra e sfiorò la foto con le dita per poi portarsele prima sulle labbra e poi sul cuore.
Quel posto risvegliava in lui troppi ricordi.
Era lì che si erano incontrati la prima volta. Come avrebbe potuto rimuoverlo dalla mente.
<  È solo un ragazzino, ma c’è anche un Pokemon, va tutto bene piccolo? > quegli occhi.
Quegli occhi avevano qualcosa di speciale.
Non aveva mai visto occhi tanto belli.
Sorrise al pensiero della bicicletta. Grazie a quella bici lei l’aveva seguito.
< Hey che stai facendo? >
< La prendo in prestito >
< No aspetta quella è la mia bici >
< Prima o poi te la riporterò > quella promessa aveva il sapore di una genuina voglia di rivedersi.
Guardò nuovamente quella foto.
< Avevi promesso che mi avresti seguito fino in capo al mondo quel giorno e allora perché te ne sei andata? Perché mi hai lasciato solo? Perché? > prese a battere i pugni sul terreno, mentre le lacrime cadevano giù come pioggia battente.
 
Da lontano, una strana donna lo fissava. Sapeva benissimo che il cuore di quel ragazzo era puro come pochi. E il loro amore era un sentimento troppo raro tra la gente. Gli si avvicinò.
< Era davvero bella vero? >
Lui sobbalzò a quella voce. La riconobbe, era di quella vecchia donna.
< Lei? >
< Dal momento in cui incrocia i suoi occhi capii subito che erano dediti al suo più grande amore. Nei suoi occhi erano riflessi i tuoi > gli sorrise.
< È stata lei la causa di tutto ciò. Lei ha trasformato Misty in un pikachu, se non l’avesse fatto non sarebbe morta per avvelenamento. >
< Non dare colpe a me figliolo. Lei quella sera mi disse che sarebbe stata disposta a qualunque cosa pur di ritrovarti. >
A qualunque costo doveva trovare ciò che per lei era importante.
< Lei voleva me >
< Io l’ho solo aiutata e credimi sono sicura che averti vissuto anche solo per un attimo l’abbia resa felice. >
< Prima di esalare l’ultimo respiro mi ha detto che era felice. Io non riuscivo a capire da dove tirasse quella forza. Ora lo so. A lei bastava stare con me, anche solo per un istante. Però ora io come farò? >
< Lei continuerà a vivere nei tuoi ricordi, dentro di te. Avrà cura di ogni tuo gesto, e sarà accanto a te nelle scelte più difficili. Lei ha realizzato il suo sogno e ora sarà al tuo fianco per aiutarti a realizzare il tuo. Non gettare tutto all’aria, del resto è grazie a quel sogno che vi siete incontrati. >
< Vivrà per sempre dentro me. >
< Credimi ragazzo mio lei è stata fortunata a vivere un grande amore come il vostro anche se in tempo breve, a tantissima gente non basta una vita per trovare quello stesso sentimento che legava voi due >
Lui guardò quella donna negli occhi. Lei aveva ragione.
Lui doveva tornare a vivere per permettere a Misty di rivivere attraverso lui. Gli sarebbe stato sempre accanto e avrebbe vegliato su di lui.
Il ragazzo tornò a fissare quella fotografia versando un’altra lacrima.
La donna sparì alle sue spalle, ma lui non diede peso. Ora esisteva solo lei.
 
 
Passarono i giorni, le settimane e i mesi.
Quella mattina di primavera la ragazzina dai capelli blu era particolarmente nostalgica. Ripensò a tutto quello che era stata. Si ritrovò dinanzi alla palestra di Cerulian, aveva saputo tramite amici che Brock e Ash si trovavano ancora lì.
Si fece coraggio e bussò.
Nel vederla il giovane allevatore di Pokemon deglutì. E un sorriso apparve sul suo volto.
< Lucinda? Che piacere vederti. Come mai da queste parti? >
< Brock il piacere è tutto mio. Mi trovavo da queste parti e sono passata per un saluto > gli si gettò tra le braccia.
La fece accomodare, e notò che lo sguardo della ragazza vagava per la stanza.
< Se cerchi Ash lui non è qui, ma credo sia di ritorno a momenti. >
< No ti sbagli non stavo cercando lui, piuttosto come sta? > arrossì in volto.
< I primi tempi sono stati devastanti, ovviamente, ora le cose sembrano migliorate, Ash sembra aver assorbito il tutto, si reca sistematicamente alla sua tomba e passa ore intere a parlarle. Però almeno è tornato a vivere >
< Chissà quanto ha sofferto >
< Dovresti saperlo, visto che ci sei passata anche tu >
< Per me è diverso, ma non ti nego che anche per me è stata dura >
< Ed ora cosa hai intenzione di fare? >
< Vorrei solo salutarlo e poi mi metterò subito in viaggio >
La porta d’ingresso si aprì, il ragazzo nel vederla sorrise. Il Pokemon giallo le corse all’incontro.
< Lucinda? >
Lei arrossì di impatto. Notò che era dimagrito notevolmente e il suo viso era segnato dal dolore, ma era sempre bello.
< Ash? Sono così contenta di vederti. Ciao pikachu, mi sei mancato tanto. >
< Come mai da queste parti? E poi ti sembra carino andartene senza salutare? >
< Ecco ho preferito non turbarti ulteriormente >
Brock lasciò i due ragazzi da soli.
< In effetti visto le condizioni in cui mi trovavo non credo che avrei colto il senso delle tue parole >
< Ora come stai Ash? Voglio dire, so che non è facile, però vederti qui a parlare con me mi fa sperare che tu stia meglio >
< Non credo ci sia un termine giusto per descrivere il mio stato d’animo. Lei non fa parte più di questo mondo, ma continuerà a vivere dentro me, per sempre >
< Ash > le vennero le lacrime agli occhi, lei l’amava ancora terribilmente, ma nel suo cuore non ci sarebbe mai stato spazio per lei.
< Voglio farti vedere una cosa. Ecco >
Le brillarono gli occhi. Lui stringeva tra le mani la medaglia d’oro della lega del Pokemon.
< Ma Ash? Quando? Voglio dire io non ne sapevo nulla >
< Ho preso parte al torneo due settimane fa e la finale si è tenuta l’altro giorno. Però la medaglia me l’hanno rilasciata solo stamattina. >
< Ma è fantastico. Ash hai realizzato il tuo sogno. Non posso crederci sono senza parole >
< Già. Ho realizzato il mio sogno > il suo pensiero fu rivolto a lei.
Lei le aveva dato la forza. Il suo amore lo aveva sospinto durante tutte le fasi del torneo.
La ragazza lo abbracciò con immensa tenerezza. Ma in quella presa sentì che lui era distante, troppo distante da lei. Una lacrima le rigò il viso, ma cercò di non darlo a vedere.
< È stato bello rivederti Ash >
< Ora che intenzioni hai? >
< Anch’io ho diversi sogni da realizzare, tu invece? >
< Per diventare il maestro di Pokemon numero uno al mondo ho ancora molta strada da fare >
< Buona fortuna allora > gli sorrise.
< Anche a te Lucinda >
La ragazza salutò con un gesto rapido anche Brock e si precipitò verso l’uscita. Corse via sperando che il suo pianto non giungesse alle sue orecchie.
< Addio per sempre Ash Ketchum. >
 
 
Brock gli si avvicinò e prese ad osservare la medaglia.
< Ora che farai amico mio >
< Credo che partirò per una nuova avventura. Tu verrai con me vero Brock? >
Il ragazzo fu sorpreso di quella domanda a bruciapelo, poi gli sorrise.
< Certo amico mio, dimmi solo quando e sarò con te >
< Partiremo stasera stessa >
< Stasera. Allora devo sbrigarmi >
Il ragazzo si precipitò in camera a preparare i bagagli, Ash sorrise sinceramente nel vederlo. Il suo Pokemon giallo gli salì sulla spalla e si guardarono negli occhi.
 
Tracey avvertì le ragazze che i loro ospiti sarebbero partiti. Daisy non prese molto bene la cosa era come se un pezzo di vita di sua sorella stesse andando via. Poi realizzò che lui aveva il diritto di tornare a vivere. Sapeva che Misty avrebbe vissuto per sempre nel cuore di quel ragazzo.
 
Ash era intento a guardare quella medaglia, quando fu raggiunto da Brock.
< Sono pronto >
< Ho ancora una cosa da fare, potresti aspettarmi alle porte della foresta di Viridian? >
Il ragazzo acconsentì.
 
Il sole stava per tramontare, quella lapide risplendeva al colore rosso del cielo. E nella foto, con quei colori, lei appariva ancora più bella.
Il ragazzo si avvicino e come un rituale posò le sue dita su quella foto per poi poggiarle sulle sue labbra e poi sul suo cuore.
Prese la medaglia e la strinse con forza. Dagli occhi fuoriuscirono delle lacrime che andarono a bagnare l’oro di quella medaglia.
La mise accanto alla sua foto e la fermò in modo che non potesse cadere.
Ripensò alla sua dolce domanda.
< Credi che ci rivedremo >
Il ragazzo si voltò con lo sguardo verso la foresta di Viridian. Un lacrima pungente scese lungo il suo viso.
< Certo te lo prometto! >


Angolo dell'autrice:
La mia storia termina qui, non so se vi sia piaciuta. Ho voluto dare un tocco drammatico , un lieto fine alternativo. Aspetto vostri commenti e accetto critiche. A presto

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2439064