In the Middle

di EriChan92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lee Hyukjae ***
Capitolo 2: *** Lee Donghae ***



Capitolo 1
*** Lee Hyukjae ***


Ciao a tutti, sono stata colta da una vena creativa questa sera e mi sono prosciugata le energie per scrivere questa OS.
Spero che vi piaccia, ci ho messo tutta me stessa a scriverla~
Buona lettura! ♥

EriChan92~
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In The Middle
Lee Hyukjae


Hyukjae è un ragazzo semplice e pieno di vita. Se qualcuno chiedesse ai suoi amici come lo considerano, direbbero che è una persona solare,
avvolto da una sorta di magnetismo che per un motivo o per un altro ti porta a volerti avvicinare a lui e ad essergli amico, con un carattere forte, allegro e spavaldo.
Direbbero che è il loro idolo, capace di far cadere ai suoi piedi qualunque ragazza della scuola e non; direbbero di voler essere come lui, o meglio, di voler essere lui.

Ma Hyukjae, se qualcuno gli chiedesse cosa pensa di se stesso, risponderebbe che non è nessuno.
Risponderebbe che in realtà quello che i “suoi amici” idolatrano come un dio sceso in terra, è una persona debole, incapace di provare amore o gioia o serenità.
E' in realtà una persona fragile, indossa la “maschera” quando si trova con altre persone che non siano se stesso.
Questo è un suo modo di fuggire dalla realtà e dalla vita.
A questa vita che gli sembra sempre e comunque incompleta.

Hyukjae è un ragazzo tormentato da una sofferenza che non sa definire.
Una sofferenza radicata nel profondo della sua anima che solo la notte,
quando la sua mente è libera di viaggiare per le lande della sua fantasia, trova un po' di pace.
Ma al risveglio, quella pace tanto ricercata, diviene la sua più grande paura.
Perché, nonostante trovi la pace nel sonno, preferirebbe non dormire mai.

Hyukjae fa lo stesso sogno da sempre.
Fa lo stesso sogno da quando riesce a ricordare.

Sogna una stanza immersa nella luce, e di trovarsi in quella stanza con un ragazzo di nome Donghae.
Donghae.
Quante volte si è ritrovato la notte ad urlare il suo nome, chiedendogli di lasciarlo in pace, di non tormentarlo e di lasciarlo vivere la sua vita.
Tutte le notti, da quando riesce a ricordare, si sveglia dopo quel sogno così intenso e doloroso, piangendo e gridando.

Tante volte Hyukjae ha pregato, e tutte le volte le sue preghiere non sono state ascoltate.

Tante volte Hyukjae ha provato a confidarsi con i suoi amici, ma tutte le volte i suoi amici si allontanavano dandogli del pazzo.

Così, sopratutto nell'infanzia, si trovava a giocare da solo.
Quei rifiuti gli hanno insegnato che non bisogna mai essere se stessi con chi non ti fidi.
Se ti fidi troppo di qualcuno, questo prima o poi ti tradirà.

Hyukjae quindi è in realtà un ragazzo solo e vive la sua solitudine circondato da tante persone.


Questa notte si è svegliato con il corpo sconvolto da tremori, è spaventato e vorrebbe chiedere aiuto, ma sa per esperienza che l'aiuto non gli verrà dato.
Si rivolgerebbe ai suoi genitori, se non fossero morti in un incidente di cui lui stesso è stato l'unico sopravvissuto.
L'orfanotrofio dove ha passato l'infanzia non si è curato di lui come avrebbe dovuto, non si sono mai chiesti il perché quel povero bambino si svegliava urlando e piangendo nel cuore della notte, erano semplicemente certi che fosse un bambino capriccioso e viziato.
E questo è quello che ha voluto sempre far credere da quando fu in grado di ragionare.


Hyukjae come ogni mattina si prepara per andare all'università.
Come ogni mattina rimane minuti interminabili a guardare il suo riflesso nello specchio.
I suoi occhi piccoli e scuri sono sempre cerchiati da occhiaie inguardabili, il suo viso scarno e spigoloso
è sempre di quel colorito più simile al latte che a pelle umana, sovrastato da quella bocca inappropriatamente grande e carnosa;
il petto e gli addominali, se pur allenati, non riescono a nascondere le costole che caparbie si vogliono far notare.

Le lezioni mattutine sono da sempre il rimedio alla sua perenne stanchezza, gli permettono di schiacciare in pace dei piccoli sonnellini, dove è sicuro che quel sogno non lo raggiungerà.

La pausa pranzo come al solito Hyukjae è circondato dagli “amici”.
E come al solito nessuno si accorge che in realtà lui non è minimamente interessato ai loro discorsi o alle loro iniziative.
Ha da sempre solo un pensiero in testa.
Un nome che ha paura a pronunciare e che non ha mai sentito pronunciare se non dalle proprie labbra: Donghae.

Non si è mai chiesto chi sia Donghae.
Non ha mai voluto porsi quella domanda, e mai si sarebbe aspettato che quella domanda proprio questo giorno gli verrà fatta.

Hyukjae è un ragazzo solo, e nonostante sia sempre circondato da amici, qualcuno con occhio esperto è riuscito a capirlo.

La pausa pranzo è finita e viene chiamato nell'ufficio dello psicologo della scuola.
Si chiede cosa possono volere da lui, il suo comportamento è esemplare.

-Signor Lee- saluta il Dottor Park lo psicologo della scuola -grazie per essere venuto- Hyukaje rimane interdetto dal sorriso angelico del dottore, splendente e delimitato sulle guance da due adorabili fossette.
-Cosa voleva?- chiede lui una volta ripresosi da quella visione tanto particolare e fuori dal comune.
-Ecco, volevo parlarti. Ti ho osservato parecchio negli ultimi giorni, anche se sono qui da poco ho notato degli sbalzi di personalità in te.-
Il ragazzo è stupito di quel che ha sentito, nessuno si era mai veramente interessato a conoscerlo o a capire chi sia davvero.
-Cosa intende?- chiede dubbioso -Beh, spesso sei circondato da parecchie persone, e quando sei in compagnia hai uno sguardo allegro e solare,
ma quando sei solo, o credi di esserlo, sembri un'altra persona.- si guardano intensamente negli occhi.
Hyukjae ha timore di come questa conversazione possa svilupparsi, ma non portandola avanti non lo saprà mai,
perciò risponde incatenando prima gli occhi a quelli del dottore di fronte a lui
-Lei cosa crede che sia?- Il dottor Park fa un respiro profondo -Non lo so signor Lee, se vuole può dirmi lei cosa pensa che sia.-

Cosa pensa che sia?
Lo sa benissimo, ma è sicuro di volersi aprire con un estraneo?
Uno psicologo poi?
No, non lo è.
Ma la sincerità e la dolcezza dello sguardo di quell'uomo, che più che un uomo gli pare un angelo,
gli da la forza di raccontargli chi veramente è Lee Hyukjae.

-Dottor Park, io faccio un sogno. Sempre lo stesso, da quando ho memoria. Che tipo di sogno è questo? E' un sogno bellissimo.
Da cui ogni notte non mi vorrei mai più svegliare. Ma quando invece apro gli occhi, quel bellissimo sogno diventa la mia più grande sofferenza e paura.-
Pronuncia quelle parole con una mano sul cuore, credendosi incapace di esprimere a parole quel sentimento così contrastante
che prova nei confronti di quelle immagini, di quei suoni, che tutte le notti gli si ripropongono insoddisfatte di avergli già rovinato abbastanza la vita.
-Un sogno dici? Un sogno bellissimo ma che ti fa soffrire...- Hyukjae annuisce sconvolto -Capisco... E che cosa sogni?-
-Sogno di essere in una stanza luminosa, con aria fresca e profumata... In questo sogno c'è una persona, Donghae. Lui è un ragazzo e mi tiene stretto a se, tra le sue braccia.- Il dottor Park riflette bene sulle parole del giovane, rimane in silenzio qualche minuto prima di
porgere quella fatidica domanda -Chi è Donghae?- A quella domanda Hyukjae si alza spaventato dalla sedia.
Quel nome pronunciato da una voce diversa dalla sua gli fa provare una gelosia che mai pensava di poter provare.
Quel nome è suo, da sempre, suo e di nessun altro. E quella domanda, che neanche lui aveva mai avuto il coraggio di porsi, lo spaventa.
-Non lo so chi è...- il dottor Park non è convinto di quelle parole, perciò in sussurro gli chiede se ne è davvero sicuro di non sapere chi sia.
-Io... Non lo so dottore...- soffia con il respiro accelerato e le lacrime agli occhi -O meglio, adesso non lo so. Ma nel sogno io lo so chi è. Solo che quando mi sveglio, anche se la mia mente lo sa, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima, se lo dimenticano...-
Intanto Hyukjae non ha più retto, ed è crollato in un pianto isterico e, in un certo qual modo, liberatorio.
-Lui, quando sogno, è la persona più importante, lui e amore, è il mio amore, è gioia e serenità.
Ma quando apro gli occhi, quando mi rendo conto di essere tornato alla realtà, un dolore mi stringe il petto e sento quell'amore abbandonarmi...
Poi c'è sempre una parte, l'ultima prima del risveglio, dove Donghae guarda la porta e mi dice che non la varcheremo mai, che nessuno ci dividerà.-
Il dottor Park ha lasciato che Hyukjae parlasse e si sfogasse di tutta quella sofferenza che mai aveva condiviso con qualcuno;
ha atteso che il pianto del ragazzo cessasse e che il suo respiro tornasse normale. -Signor Lee... Rifletterò molto sulle sue parole,
questo è un problema piuttosto difficile da affrontare da soli, e mi stupisce che tu ti sia portato tutto questo dentro... La prego di accettare di venire nel mio studio domani pomeriggio, li avremo modo di parlare senza aver timore di venir disturbati.-

Hyukjae ringrazia il dottore e stanco torna a casa sua.
Il pomeriggio dopo si recherà presso il suo studio, è felice di essere riuscito a parlare con qualcuno di questo suo tormento.
 


Il pomeriggio dopo Hyukjae si reca come concordato allo studio del dottor Park.
La porta viene aperta quasi subito dopo il suono del campanello.
Viene accolto da quel sorriso meraviglioso e da un caloroso abbraccio.

-Vieni Hyukjae, da questa parte.-
Il dottor Park indica al ragazzo di seguirlo.
Appena varcata la soglia della stanza Hyukjae sente un profumo familiare.
Un profumo a lui fin troppo conosciuto e che riporta alla mente un sentimento che da sveglio non ha mai provato.

Non capisce da dove proviene quel profumo meraviglioso.
Si guarda attorno e cala un pesante silenzio.
Un sentimento al di mezzo tra la gioia e la paura gli attanaglia il cuore.

Davanti a lui, in piedi e a pochi metri di distanza, si trova quella persona.
Quella persona che tutte le notti lo stringe a se in un abbraccio pieno di amore e gioia,
che tutte le notti gli sussurra parole dolci e che promette di non lasciarlo mai.
Quella persona che puntualmente tutte le notti lo abbandona e che, tornato alla realtà, prende ad odiare più di se stesso.

-Donghae-
-Hyukjae-

Insieme pronunciano il nome dell'altro, e insieme trasaliscono nel sentire il proprio nome pronunciato dalla bocca dell'altro.

-Donghae, Hyukjae, scusatemi se mi sono permesso di chiamarvi qui lo stesso giorno, facendovi incontrare senza la vostra consapevolezza...
Ma è chiaro che voi siete legati. Donghae, il ragazzo che hai di fronte fa il tuo stesso sogno da quando riesce a ricordare.
E Hyukjae, come avrai capito, Donghae ti sogna tutte le notti, da che ha memoria.-

I due ragazzi rimangono in silenzio, agitati, sconvolti, spaventati e allo stesso tempo curiosi.
Entrambi sentono uno strano calore nel petto.

-Donghae, Hyukjae... Vedete, come ho già detto voi siete legati...-

I due si girano a chiedere spiegazioni al dottore che in quella stanza sembra avvolto da un'aurea particolare e luminosa.

-Le vostre anime sono legate, e questa non è la realtà. Almeno non ancora...-

I ragazzi, senza più capire le parole di quell'uomo, che come già detto, più che un uomo sembra un angelo,
si guardano e insieme parlano, mischiando le loro voci per la seconda volta -Non è la realtà?- si guardano intensamente.
Hyukjae studia a fondo quei lineamenti dolci e sinceri, quegli occhi lucidi e carichi di lacrime, in cui riconosce la sua stessa sofferenza, la stessa paura, ma anche la stessa gioia.

Donghae dall'altra parte nota ogni particolarità del ragazzo che da sempre gli ruba la notte e i sogni.
Si accorge dei sentimenti contrastanti che egli prova, e che lui stesso condivide.
Si focalizza sui lineamenti del suo volto, così spigolosi ma meravigliosi al tempo stesso,
su quelle labbra che lo hanno fatto impazzire tante volte al solo pensiero.

-No, non è ancora la realtà... Ma dovrà esserlo presto. E adesso, sarà il caso che voi andiate a dormire.-
Il dottor Park schiocca le dita e come se fossero stati ipnotizzati, i due ragazzi cadono al suolo privi di sensi.
 


Aprono gli occhi e si trovano in quella stanza che da sempre sognano tutte le notti.
E come tutte le volte sono stretti in un abbraccio che non dovrebbe mai avere fine.
I due si guardano e adesso sono consapevoli del loro amore.
Si amano di un amore non possibile da descrivere a parole.
Esistono l'uno per l'altro e in questo momento il loro più grande desiderio è che il risveglio non avvenga mai più.
Ma entrambi ripensano alle parole del dottor Park.
Se quella dall'altra parte non è la realtà, o meglio, non lo è ancora, che cos'è? O quando è?
Le loro domande troveranno a breve una risposta.

Hyukjae e Donghae sentono una forza sconosciuta provenire da quella porta che in tutti i loro sogni hanno sempre temuto.
Non una forza cattiva o negativa. E' una forza potente e buona.
Ma ne hanno paura.

-Hyukjae ho paura, non voglio svegliarmi...-
Il ragazzo lo guarda con occhi pieni di amore e devozione
-Anche io ho paura Donghae. Tu sei l'anima per me, e io l'anima per te, nessuno può separarci-
finite di pronunciare quelle parole che mai in tutti i sogni si sono mai sentite, quella porta di cui i due hanno paura di spalanca.
Una luce ancora più intensa li investe, e da essa, con passo leggero e armonioso,
ne esce una creatura che mai più pensavano di vedere.

Un angelo, che più che un angelo sembra un uomo.
Un angelo dalle grandi ali, con lunghe e morbide piume bianche.
Un angelo in bianco e dal sorriso delimitato da due fossette stupende.

-Donghae, Hyukjae, sapete chi siete?-
I due ragazzi, sconvolti della visione, si rendono conto di non saperlo,
la vita che hanno fatto dall'altra parte gli sembra lontana e a loro sconosciuta.
-No- pronunciano insieme.
-Voi siete due anime in paradiso. Siete due anime che non vogliono separarsi per reincarnarsi. Diciotto anni fa fui incaricato di imporvi la reincarnazione, e per tutto questo tempo ho vegliato su di voi, sperando che con il tempo le vostre anime si separassero da questo amore che vi portate dietro da quando la vostra essenza è stata generata la prima volta.
Avete vissuto per diciotto anni una vita a metà, tra il paradiso e la vita sulla terra. Ma è il momento che vi lasciate andare.
Purtroppo il tempo è scaduto. Io sono Leeteuk, l'angelo senza ali che veglia sulle anime legate come voi, che rimangono sospese tra la vita e la stanza. Che veglia sui vostri corpi mortali nelle vesti del dottor Park.
E' giunto il momento che varchiate quella soglia, che passiate da quella porta e che ricominciate a vivere.-

Leeteuk, l'angelo senza ali dalle ali incantevoli, pronuncia quelle parole serio, ma con il viso dolce e gentile che ha sempre mostrato.

Hyukjae e Donghae non vogliono reincarnarsi.
Adesso che sanno la verità, che sanno cosa sono e non chi sono, si stringono ancora più forte l'uno all'altro,
vorrebbero fondersi in una sola essenza se potessero.

-No, noi vogliamo restare qui. Per sempre.-
L'angelo senza ali che di ali ne ha due e bellissime, sorride alla loro contemporanea esclamazione.
-Lo dite tutte le volte-

E così che i due ricordano tutte le vite umane passate sulla terra, a cercarsi, a conoscersi e ad amarsi.
Ricordano tutte le volte che Leeteuk, l'angelo senza ali, si è presentato alla porta della loro stanza in paradiso
a chiedergli con gentilezza di lasciare fare al destino. Ma ricordano anche che ogni volta quell'angelo gli spiega che anche
se le loro anime saranno sempre e solo l'una destinata all'altra, c'è la possibilità che nella vita che andranno a vivere,
non si incontreranno e conosceranno mai, che una volta definitivamente dall'altra parte non si ricorderanno l'uno dell'altro,
e che dovranno mettere un'altra volta le loro anime in mano al destino.

-Donghae, Hyukaje, anime inseparabili, non c'è più tempo. Dovete reincarnarvi.-

Leeteuk li scuote dal ricordo vivido delle loro vite passate, e ancora una volta chiedono di poter restare insieme in quella stanza,
per sempre, perché il solo pensiero che una volta tornati in vita potrebbero non ricordarsi l'uno dell'altro,
come poi è successo in questi diciotto anni se non per quei tormentati sogni, farebbe troppo male.

-Dovete reincarnarvi adesso. Le vostre anime sono in sospeso da troppo tempo, se non lo fate ora vi consumerete, non esisterete più,
ne come anime, ne come esseri umani in vita, e non potrete più ritrovarvi e ricongiungervi. Non potrete più stare insieme.-

I due ragazzi, le due anime, si guardano negli occhi con la paura di quello che hanno appena sentito.
Non vogliono non esistere più, vogliono stare insieme per l'eternità.

Hyukjae piange lacrime silenziose, lacrime di speranza e amore.
Con una mano carezza quel viso dolce e gentile e con la delicatezza di un petalo di rosa
sfiora le labbra del ragazzo davanti a sé, stretto a sé, con le proprie, in un bacio carico di bisogno e di un amore indescrivibile.

-Donghae, promettimi che mi ricorderai.-

Donghae con le lacrime agli occhi ripete le gesta della sua anima gemella.

-Lo prometto.-

Dopo un tempo che a loro è parso infinito, sciolgono quell'abbraccio da cui traevano forza e sentimento, e, mano nella mano,
oltrepassano la soglia di quella porta di cui hanno sempre avuto paura, immergendosi in quel mare di luce che viva li rapisce e trasporta lontano.




Hyukjae è un ragazzo semplice e pieno di vita. Se qualcuno chiedesse ai suoi amici come lo considerano, direbbero che è una persona solare,
avvolto da una sorta di magnetismo che per un motivo o per un altro ti porta a volerti avvicinare a lui e ad essergli amico, con un carattere forte, allegro e spavaldo.
Direbbero che è il loro idolo, capace di far cadere ai suoi piedi qualunque ragazza della scuola e non; direbbero di voler essere come lui, o meglio, di voler essere lui.

Se qualcuno chiedesse a Hyukjae cosa pensa di se stesso direbbe di essere una persona gentile e positiva, forte e piena di sé, ma che si sente incompleto.

Fu in quel giorno, che non sa di aver già vissuto, che incontrerà per la prima volta, ma allo stesso tempo per l'ennesima,
la persona che più amerà nella sua vita e nella storia della sua anima.

Girò l'angolo della via che porta a casa sua, e si scontrò rovinosamente contro un ragazzo poco più basso di lui.

Un profumo a lui fin troppo conosciuto e che riporta alla mente un sentimento e dei ricordi che non sapeva di aver mai provato e vissuto,
colma quella parte di sé che sentiva mancargli.

Alzò lo sguardo che incrociò con quello del ragazzo bellissimo e dal viso dolce.
Entrambi sorrisero, colmi di una felicità che nei passati diciotto anni di vita non avevano mai provato.

Si sporsero l'uno verso l'altro, dando inizio ad un abbraccio che vorrebbero non avesse mai fine.
Piansero in silenzio ringraziando l'angelo senza ali dalle ali bellissime,
di avergli dato questa ulteriore possibilità di vivere un amore che a parole non si può descrivere.

-Finalmente di nuovo insieme-

Entrambi sussurrarono le loro prime parole per l'altro, e da quel momento continueranno a vivere un amore eterno,
in cui nessuno riuscirà mai a dividerli, neanche il destino.
 

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Capitolo 2
*** Lee Donghae ***


Hello everyone~ :D
Questo in realtà non è un secondo capitolo. Il primo è una One-Shot dal punto di vista di Hyukjae, mentre questo è la stessa ff,
ma dal punto di vista di Donghae. Spero che vi piaccia la mia idea! Chi ha letto la prima che ho pubblicato probabilmente si renderà conto
che molte frasi sono le stesse, sopratutto nell'ultima parte. Spero di non annoiarvi~ Mi fate sapere che ne pensate?
Grazie mille a tutti! :D

EriChan92~
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In the Middle
Lee Donghae


 
Donghae è un ragazzo gentile e tranquillo. Se qualcuno chiedesse ai suoi amici di descriverlo, direbbero che è una persona capace ed intelligente,
non troppo piena di sé e sempre disposto a darti una mano nel caso del bisogno.
Direbbero che è una persona di cui potersi fidare cecamente e che farebbero di tutto pur di vedere il suo sorriso.

Ma Donghae, se qualcuno gli chiedesse cosa pensa di se stesso, risponderebbe che non è poi così speciale come tutti credono.
Risponderebbe che i suoi amici ripongono troppa fiducia in lui e nelle sua capacità; che si sente un debole bisognoso di affetto
e che nasconde tale debolezza dietro una maschera di strafottenza e di finta intelligenza.

Donghae tuttavia è un ragazzo sincero, ed ama molto i suoi amici.
Ma nonostante sia sempre circondato da tante persone che gli vogliono bene e a cui tiene molto,
dentro di sé prova una solitudine e un dolore che non riesce a comprendere.
Questo dolore lo tormenta da sempre.
Ha cercato di combatterlo, ma quando pensa di esserci riuscito, eccolo che si ripresenta ad incasinargli la vita.
Il suo dolore è un dolore prorompente e soffocante.
Un dolore che proviene diretto dal suo cuore, se non più in profondità, che trova pace solo quando inizia a sognare.
Ma al risveglio, quella pace tanto ricercata, diviene la sua più grande paura.
Perché, nonostante trovi la pace nel sonno, preferirebbe non dormire mai.

Donghae fa lo stesso sogno da sempre.
Fa lo stesso sogno da quando riesce a ricordare.

Sogna una stanza immersa nella luce, e di trovarsi in quella stanza con un ragazzo di nome Hyukjae.
Tutte le notti Donghae si sveglia madido di sudore, con il corpo scosso da un pianto silenzioso e dal sapore amaro;
pronunciando sottovoce quel nome milioni di volte in una cantilena che sembra non avere mai fine.
Pronunciando quel nome spera di mantenere vivido il ricordo del sogno, il ricordo di ciò che prova e di ciò che sente.
Ma anche pronunciando quel nome milioni di volte, alla fine rimane in lui un ricordo sterile e colmo di dolore.

Tante volte Donghae ha tentato di parlarne con qualcuno, ma tutte le volte non c'è riuscito.
Tante volte Donghae ha provato cercare Hyukjae, ma tutte le volte non lo ha trovato.

Donghae quindi è un ragazzo che si sente solo, e fondalmentalmente lo è davvero.


Come tutte le notti si sveglia sconvolto.
Come tutte le notti piange lacrime salate e cariche di dolore.
Diversamente dal solito, questa notte sua madre entra in camera sua, e gli chiede perché stia piangendo.
Non le risponde, non se la sente di parlarle di quel sogno che lo perseguita da che ha memoria.
Lei è sua madre, la sua amata madre, ma sente che non è la persona giusta per ascoltare e capire ciò prova.
I suoi genitori gli hanno sempre dato tutto quello di cui ha avuto bisogno.
Un'ambiente dove crescere sereno e tranquillo, tanto amore e supporto.
Ma Donghae necessita di qualcosa che sente mancargli.

Donghae come ogni mattina si prepara per andare all'università.
Come ogni mattina si prepara in fretta e distrattamente per via dei suoi soliti ritardi.
Ce la mette davvero tutta per arrivare a lezione in orario, ma per qualche ragione arriva sempre tardi.
Si da una specchiata veloce, sistema come meglio riesce i capelli che, nonostante siano corti,
sono terribilmente difficili da gestire, e fa caso alle occhiaie spaventose, che si ritrova spesso e volentieri a dover coprire con il correttore di sua madre.

Ama le lezioni del mattino.
Nonostante sia perennemente stanco e cagionevole di salute, cerca di rimanere sveglio per seguire al meglio le sue materie preferite.
Donghae dorme poco, e quando dorme fa quel sogno.
Ma ha trovato un metodo che gli permette di riposare poco di più, ma quel tanto che basta da non diventare pazzo.
Nella pausa pranzo si reca ogni giorno sul tetto dell'edificio, dove si trova una grande balconata sempre e comunque deserta.
Li si stende e riposa per dieci minuti la volta, svegliandosi al suono del suo cellulare.


Quando non riposa il suo unico pensiero e un nome.
Hyukjae.
Non si è mai chiesto chi sia Hyukjae.
Non ha mai voluto porsi quella domanda, nonostante lo abbia cercato.
Era deciso a scoprirlo senza farsi prendere dalla fantasia.
Era deciso a scoprirlo una volta averlo avuto di fronte a sé.
Ma quel nome, ogni volta che lo pronuncia o lo pensa, gli provoca forti fitte al petto.
Ogni volta che pensa al suo volto, sente la testa girargli.
Ogni volta che pensa alle sue labbra ed al suo profumo, sente le gambe cedergli.

Donghae non si è mai chiesto chi sia Hyukjae, e non si sarebbe mai aspettato che qualcuno quel giorno glielo avrebbe chiesto.

L'ultima lezione è finita e il ragazzo percorre un pezzo di strada verso casa insieme ai suoi amici.
Questa volta decide, per nessun motivo particolare, di prendere una direzione diversa.
Cammina silenzioso immerso nei propri pensieri.
Adesso che è solo, sente quel dolore trafiggergli il petto come fosse una lama.
Senza volerlo, calde lacrime iniziano a solcargli il viso.

Donghae cammina a testa bassa, cercando di scacciare via quella sofferenza che lo perseguita e che lo fa sentire incompleto.
Continua a camminare senza una meta precisa, finchè per poco non si scontra contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
Davanti a sé si trova un uomo, di una bellezza tale da sembrare un angelo, che gli rivolge un sorriso stupendo e delimitato sulle guance da due adorabili fossette.

-Chiedo scusa...- sussurra Donghae a quell'uomo meraviglioso -Oh, nulla.- i due si guardano e rimangono in silezio qualche attimo
-Ragazzo, perché piangi?- chiede l'uomo sconosciuto -Perché soffro terribilmente...- Donghe si copre la bocca alla sua affermazione.
Non si capacita di aver condiviso con un perfetto sconosciuto una cosa tanto personale.

Si riprende dai suoi pensieri quando sente una mano posarsi delicata e calda sulla sua spalla.
Fissa gli occhi carichi di lacrime in quelli dell'uomo, a cui il sorriso è sparito lasciando dietro di se solo un'espressione preoccupata.
-Mi dispiace ragazzo, posso esserti di aiuto in qualche modo?-
Donghae sente di provare un'innaturale e forte fiducia nei confronti di quella persona.
Vede nei suoi occhi una gentilezza infinita.

Senza neanche rednersene conto, Donghae si è trovato ad un tavolino di un bar in compagnia di quell'uomo,
che ha scoperto essere il Dottor Park Jungsoo, uno psicologo.
-Quindi, te la senti di confidare a me ciò che ti fa soffrire?-
Il ragazzo fa un sospiro profondo, pensa che non dovrebbe aprirsi così con un estraneo.
Dopotutto lo ha conosciuto solo pochi minuti prima...
Ma quella sensazione di calma e pace che prova in sua presenza lo convince a farsi avanti.

-Dottor Park... io faccio un sogno. Sempre lo stesso, tutte le notti, fin da quando riesco a ricordare.- il dottor Perk ascolta attentamente le parole del ragazzo
-Vede dottore, questo sogno è... Come posso dire... E' un sogno bellissimo, no, di più.
E' un sogno meraviglioso, capace di farmi sentire parte di qualcosa di più grande. Ma allo stesso tempo questo sogno è anche il mio peggiore incubo.-
Donghae pronuncia quelle parole con un nodo alla gola. Sente gli occhi sforzarsi eccessivamente di non cominciare nuovamente a lacrimare,
e per questo motivo bruciano e a stento riesce a tenerli aperti. Tiene le mani l'una nell'altra, stringendo così forte da rendere le nocche bianche e tese.
Il dottore riflette sulle parole che ha appena ascoltato -Un sogno bellissimo ma che è anche un incubo... E cosa sogni di preciso?-
Donghae si muove nervosamente sulla sedia, prende un respiro profondo e poi continua -Sogno di essere in una stanza piena di luce, l'aria è carica di un profumo meraviglioso e rilassante. In questo sogno non sono da solo... Con me c'è una persona. Con me c'è Hyukjae. Io lo stringo,
con una forza che non credo di poter possedere, a me, tra le mie braccia.- il dottore rimane in silenzio, poi porge al ragazzo,
che alla fine è crollato in un pianto fuori controllo, quella fatidica domanda. -Chi è Hyukjae?- Donghae alza la testa sconvolto.
E' la prima volta che sente quel nome pronunciato da una voce che non sia la sua. Si rende conto di provare per quel nome, e per il suo possessore,
una gelosia smisurata. Sentire quel nome con la voce di un altro uomo, seppur quell'uomo gli sembrasse un angelo, lo ha irritato e inquietato profondamente, e sente come se non gli appartenesse più, come se non fosse più di sua esclusiva proprietà. -Non lo so...-
il dottore lo osserva e gli chiede se ne è veramente sicuro.
-E' una cosa strana dottore... Il fatto è che nel sogno, quando sento il suo corpo caldo stretto al mio e quando sento il suo respiro sul mio collo,
io so perfettamente chi lui sia. Lui è semplicemente ciò di cui ho veramente bisogno. E' amore.
Non la persona di cui io sono innamorato, è vero e proprio amore. E' sentimento profondo, come se tutto l'amore che sono
in grado di provare si sia generato sotto la forma di Hyukjae. E in quegli attimi sono la persona più felice del mondo.
Ma quando mi sveglio quella sensazione, quella gioia, scompare.
E il mio corpo, il mio cuore e la mia anima si dimenticano di essere in grado di provare quel sentimento così profondo e appagante.
Se ne ricorda solo la mia mente, e rimane solo il dolore a ricordarmi di lui. Poi c'è sempre una parte, l'ultima prima della fine del sogno,
dove guardo la porta e gli dico che non la varcheremo mai, che nessuno ci potrà mai dividere.-
Il dottor Park ha lasciato che Donghae parlasse dando così sfogo al suo tormento, ha atteso si calmasse e che si rilassasse.
-Donghae... Rifletterò molto sulle tue parole, mi chiedo come tu abbia fatto a reggere così tanto tutto questo, senza mai parlarne con qualcuno.-
risponde il dottore, che nel frattempo ha tirato fuori dal portafoglio il suo bigliettino da visita e glielo porge.
-Donghae, questo segnato qui sopra è l'indirizzo del mio studio, domani pomeriggio ho un'ora libera, se vuoi venire possiamo parlare
meglio di questo tuo sogno ed esaminarlo più accuratamente.- Il ragazzo osserva il biglietto tra le sue mani.
Legge ogni parte di esso e infine accetta la proposta del dottore.



Il pomeriggio dopo Donghae si reca come concordato allo studio del dottor Park.
La porta viene aperta subito dopo il suono del campanello e viene accolto da quel sorriso meraviglioso e da un forte e deciso abbraccio.

-Da questa parte.-
Il dottor Park chiede al ragazzo di seguirlo.
Entrano insieme in una stanza molto grande, arredata finemente e molto luminosa.
Donghae si siede sulla poltrona in pelle e attende che il dottore gli inizi a fargli domande, a parlare, a fare qualcosa insomma.
Ma egli si limita a guardare l'orologio appeso alla parete.


-Dottore mi scusi, ma attendiamo qualcuno?-  Il dottor Park controlla un'ultima volta l'ora e poi guarda con un sorriso splendente Donghae.
-Si, qualcuno di molto importante.- Il ragazzo si chiede chi debba arrivare.
Dopotutto il dottore aveva detto che avrebbero approfondito il discorso inziato il giorno prima, chi altri avrebbe dovuto partecipare?
-Chi?- il dottore non risponde.
-Chi deve arrivare??- Donghae finisce di parlare e il campanello suona.
Sente come una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Inizia a respirare irregolarmente e ad avere caldo.

Donghae trattiene il respiro quando sente quella voce provenire dall'ingresso.
Scatta in piedi e porta una mano al petto.
Gli sembra che il tempo rallenti spropositamente, i passi dei due avvicinarsi e i suoni rimbombano nelle sue orecchie come amplificati.

Si muoverebbe se il suo corpo non avesse deciso per i fatti suoi di petrificarsi sul posto.
Perciò rimane li, immobile ed in attesa.

Donghae crede di perdere la ragione quando vede la testa bionda di quel ragazzo, che da sempre gli ruba la notte, spuntare dalla porta.

-Hyukjae-
-Donghae-

Insieme pronunciano il nome dell'altro, e insieme trasaliscono nel sentire il proprio nome pronunciato dalla voce dell'altro.

-Donghae, Hyukjae, scusatemi se mi sono permesso di chiamarvi qui lo stesso giorno, facendovi incontrare senza la vostra consapevolezza...
Ma è chiaro che voi siete legati. Donghae, il ragazzo che hai di fronte fa il tuo stesso sogno da quando riesce a ricordare.
E Hyukjae, come avrai capito, Donghae ti sogna tutte le notti, da che ha memoria.-

I due ragazzi rimangono in silenzio, agitati, sconvolti, spaventati e allo stesso tempo curiosi.
Entrambi sentono uno strano calore nel petto.

-Donghae, Hyukjae... Vedete, come ho già detto voi siete legati...-

I due si girano a chiedere spiegazioni al dottore che in quella stanza sembra avvolto da un'aurea particolare e luminosa.

-Le vostre anime sono legate, e questa non è la realtà. Almeno non ancora...-

I ragazzi, senza più capire le parole di quell'uomo, che come già detto, ad entrambri sempra pelopiù un angeloe,
si guardano e insieme parlano, mischiando le loro voci nuovamente -Non è la realtà?- si guardano intensamente.

Donghae si sofferma ad analizzare ogni particolarità del viso, del corpo e della personalità di Hyukjae.
Nota il viso spigoloso e di una bellezza quasi innaturale.
Nota quella piccola incavatura al termine della mascella sul lato sinistro del volto; la forma morbida e particolare del naso,
l'acutezza e profondità del suo sguardo, ed infine sulla forma delle labbra.
Quelle labbra che così carnose e dall'aspetto morbido lo hanno fatto impazzire ogni volta che chiudendo gli occhi la sera se le trovava davanti.

Hyukjae studia a fondo quei lineamenti dolci e sinceri, quegli occhi lucidi e carichi di lacrime, in cui riconosce la sua stessa sofferenza,
la stessa paura, ma anche la stessa gioia.

-No, non è ancora la realtà... Ma dovrà esserlo presto. E adesso, sarà il caso che voi andiate a dormire.-
Il dottor Park schiocca le dita e come se fossero stati ipnotizzati, i due ragazzi cadono al suolo privi di sensi.

Aprono gli occhi e si trovano in quella stanza che da sempre sognano tutte le notti.
E come tutte le volte sono stretti in un abbraccio che non dovrebbe mai avere fine.
I due si guardano e adesso sono consapevoli del loro amore.
Si amano di un amore non possibile da descrivere a parole.
Esistono l'uno per l'altro e in questo momento il loro più grande desiderio è che il risveglio non avvenga mai più.
Ma entrambi ripensano alle parole del dottor Park.
Se quella dall'altra parte non è la realtà, o meglio, non lo è ancora, che cos'è? O quando è?
Le loro domande troveranno a breve una risposta.

Hyukjae e Donghae sentono una forza sconosciuta provenire da quella porta che in tutti i loro sogni hanno sempre temuto.
Non una forza cattiva o negativa. E' una forza potente e buona.
Ma ne hanno paura.

Donghae guarda il suo amore fondendo lo sguardo al suo.

-Hyukjae ho paura, non voglio svegliarmi...-
Il ragazzo gli rivolge uno sguardo colmo di amore e devozione.
-Anche io ho paura Donghae. Tu sei l'anima per me, e io l'anima per te, nessuno può separarci-
Finite di pronunciare quelle parole che mai in tutti i sogni si sono mai sentite, quella porta di cui i due hanno paura di spalanca.
Una luce ancora più intensa li investe, e da essa, con passo leggero e armonioso,
ne esce una creatura che mai più pensavano di vedere.

Un angelo, che più che un angelo sembra un uomo.
Un angelo dalle grandi ali, con lunghe e morbide piume bianche.
Un angelo in bianco e dal sorriso delimitato da due fossette stupende.

-Donghae, Hyukjae, sapete chi siete?-
I due ragazzi, sconvolti della visione, si rendono conto di non saperlo,
la vita che hanno fatto dall'altra parte gli sembra lontana e a loro sconosciuta.
-No- pronunciano insieme.
-Voi siete due anime in paradiso. Siete due anime che non vogliono separarsi per reincarnarsi.
Diciotto anni fa fui incaricato di imporvi la reincarnazione, e per tutto questo tempo ho vegliato su di voi,
sperando che con il tempo le vostre anime si separassero da questo amore che vi portate dietro da quando la vostra essenza è stata generata la prima volta.
Avete vissuto per diciotto anni una vita a metà, tra il paradiso e la vita sulla terra. Ma è il momento che vi lasciate andare.
Purtroppo il tempo è scaduto. Io sono Leeteuk, l'angelo senza ali che veglia sulle anime legate come voi, che rimangono sospese tra la vita e la stanza.
Che veglia sui vostri corpi mortali nelle vesti del dottor Park.
E' giunto il momento che varchiate quella soglia, che passiate da quella porta e che ricominciate a vivere.-

Leeteuk, l'angelo senza ali dalle ali incantevoli, pronuncia quelle parole serio, ma con il viso dolce e gentile che ha sempre mostrato.

Hyukjae e Donghae non vogliono reincarnarsi.
Adesso che sanno la verità, che sanno cosa sono e non chi sono, si stringono ancora più forte l'uno all'altro, vorrebbero fondersi in una sola essenza se potessero.

-No, noi vogliamo restare qui. Per sempre.-
L'angelo senza ali che di ali ne ha due e bellissime, sorride alla loro contemporanea esclamazione.
-Lo dite tutte le volte-

E così che i due ricordano tutte le vite umane passate sulla terra, a cercarsi, a conoscersi e ad amarsi.
Ricordano tutte le volte che Leeteuk, l'angelo senza ali, si è presentato alla porta della loro stanza in paradiso a chiedergli con gentilezza di lasciare fare al destino.
Ma ricordano anche che ogni volta quell'angelo gli spiega che anche
se le loro anime saranno sempre e solo l'una destinata all'altra, c'è la possibilità che nella vita che andranno a vivere, non si incontreranno e conosceranno mai,
che una volta definitivamente dall'altra parte non si ricorderanno l'uno dell'altro, e che dovranno mettere un'altra volta le loro anime in mano al destino.

-Donghae, Hyukaje, anime inseparabili, non c'è più tempo. Dovete reincarnarvi.-

Leeteuk li scuote dal ricordo vivido delle loro vite passate, e ancora una volta chiedono di poter restare insieme in quella stanza,
per sempre, perché il solo pensiero che una volta tornati in vita potrebbero non ricordarsi l'uno dell'altro,
come poi è successo in questi diciotto anni se non per quei tormentati sogni, farebbe troppo male.


Donghae stringe più forte che può quell'anima proprietaria del suo cuore.
Non vuole lasciarlo andare.
Non può lasciarlo andare.

-Dovete reincarnarvi adesso. Le vostre anime sono in sospeso da troppo tempo, se non lo fate ora vi consumerete,
non esisterete più, ne come anime, ne come essere umani in vita, e non potrete più ritrovarvi e ricongiungervi. Non potrete più stare insieme.-

I due ragazzi, le due anime, si guardano negli occhi con la paura di quello che hanno appena sentito.
Non vogliono non esistere più, vogliono stare insieme per l'eternità.

Hyukjae piange lacrime silenziose, lacrime di speranza e amore.
Con una mano carezza quel viso dolce e gentile e con la delicatezza di un petalo di rosa
sfiora le labbra del ragazzo davanti a sé, stretto a sé, con le proprie, in un bacio carico di bisogno e di un amore indescrivibile.

-Donghae, promettimi che mi ricorderai.-

Donghae con le lacrime agli occhi, ripete il gesto del suo amore, sfiorandogli le labbra delicatamente,
trasmettendogli emozioni travolgenti e una forza che non sapeva di possedere.
Si chiede se davvero può promettere questo alla sua anima gemella.
Non può, e di questo ne è certo.
Ma sente il bisogno di credere che succederà davvero, che una volta dall'altra parte ricorderanno.
Lega un'ultima volta gli occhi a quelli di Hyukjae e come sempre si perde in quel mare scuro e avvolgente.

-Lo prometto.-

Dopo un tempo che a loro è parso infinito, sciolgono quell'abbraccio da cui traevano forza e sentimento, e, mano nella mano,
oltrepassano la soglia di quella porta di cui hanno sempre avuto paura, immergendosi in quel mare di luce che viva li rapisce e trasporta lontano.



Donghae è un ragazzo gentile e tranquillo.
Se qualcuno chiedesse ai suoi amici di descriverlo, direbbero che è una persona capace ed intelligente,
non troppo piena di sé e sempre disposto a darti una mano nel caso del bisogno.
Direbbero che è una persona di cui potersi fidare cecamente e che farebbero di tutto pur di vedere il suo sorriso.

Donghae, se qualcuno gli chiedesse cosa pensa di se stesso, risponderebbe di essere una persona sempre allegra e attiva.
Direbbe che gli piace passare tanto tempo in compagnia dei suoi cari amici, che nonostante il suo carattere spigoloso e strafottente
continuano a volergli bene ed a riporre in lui una fiduca a parer suo poco motivata. Direbbe che ha tutto ciò che un ragazzo della sua età possa desiderare,
ma che comunque si sente incompleto, che gli manca qualcosa.

Fu in quel giorno, che non sa di aver già vissuto, che incontrerà per la prima volta, ma allo stesso tempo per l'ennesima,
la persona che più amerà nella sua vita e nella storia della sua anima.

Quel giorno decise di fare un giro prima di tornare a casa a studiare.
Si recò nella zona commerciale di Seoul, alla ricerca di un regalo.
Camminava a testa bassa, con gli occhi fissi sullo schermo del cellulare, intento a leggere alcuni messaggi, quando si scontrò contro un'altra persona.

Una testa bionda gli riporta alla mente ricordi di momenti che non sapeva di aver vissuto e riporta al cuore un sentimento
prorompente che non credeva essere in grado di provare.

Donghae fuse il suo sguardo a quello del ragazzo bellissimo e dalle labbra divine.
Entrambi sorrisero, colmi di una felicità che nei passati diciotto anni di vita non avevano mai provato.

Si sporsero l'uno verso l'altro, dando inizio ad un abbraccio che vorrebbero non avesse mai fine.
Piansero in silenzio ringraziando l'angelo senza ali dalle ali bellissime, di avergli dato questa ulteriore
possibilità di vivere un amore che a parole non si può descrivere.

-Finalmente di nuovo insieme-

Entrambi sussurrarono le loro prime parole per l'altro, e da quel momento continueranno a vivere un amore eterno,
in cui nessuno riuscirà mai a dividerli, neanche il destino.
 

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