I will catch you if you fall.

di Jenrauhl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova vita...a noi due. ***
Capitolo 2: *** Justin? ***
Capitolo 3: *** potrei morire tra le sue braccia. ***
Capitolo 4: *** Mi sento in paradiso. ***
Capitolo 5: *** Lei merita molto di più. ***
Capitolo 6: *** sei sexy... ***
Capitolo 7: *** Vale la pena restare. ***
Capitolo 8: *** Nessuno può vedermi debole. ***
Capitolo 9: *** voglio solo te. ***
Capitolo 10: *** Non ho altra scelta. ***
Capitolo 11: *** Ora, o mai più. ***
Capitolo 12: *** sarebbe un ringraziamento? ***
Capitolo 13: *** Andrà tutto bene? ***
Capitolo 14: *** A me non importa di lei. ***
Capitolo 15: *** Lei è ancora di mia proprietà. ***
Capitolo 16: *** Come se tutto ciò fosse mio. ***
Capitolo 17: *** Mi fido di te. ***
Capitolo 18: *** Io ti ho sempre amato. ***
Capitolo 19: *** ho paura. ***
Capitolo 20: *** ancora lei. ***
Capitolo 21: *** il mio cuore è cupo. ***
Capitolo 22: *** non saluti gli amici? ***
Capitolo 23: *** andrà tutto male. ***
Capitolo 24: *** ...lasciami stare. ***
Capitolo 25: *** Ho tanto bisogno di te. ***
Capitolo 26: *** E' tutta colpa mia. ***
Capitolo 27: *** ci tieni cosi tanto a me? ***
Capitolo 28: *** Noi siamo amici. ***
Capitolo 29: *** è forse questo l'amore? ***



Capitolo 1
*** Nuova vita...a noi due. ***


Ho sempre pensato a cosa dovessi andare in contro se ci fossero stati problemi sul mio campo. Ma in fondo, non avevo tutti i torti.
Nel periodo precedente la mia famiglia si stava distaccando troppo, e la casa ormai non era neanche più un mio rifugio dove poter stare. I miei genitori litigavano in continuazione, fin quando mio padre non ha preso le decisive di andarsene. Sono stata abbastanza indifferente.
Non si amavano più, cosa potevo fare?
Mi sono preoccupata più per mia sorella. Ormai io sono abbastanza grande per affrontare questi cosiddetti problemi, ma mia sorella ha solo 13 anni. Non volevo che fosse influenzata da situazioni negative. Ma i miei genitori stavano superando ogni limite. La casa ormai era piena di negatività e Rosie si stava lasciando andare. Tengo troppo a lei per farle prendere una cattiva strada.
E quel giorno in cui nostro padre se ne andò, mamma fece altrettanto, senza alcun addio.
Potevo capirla, il dolore la stava portando a fare ciò. Ma non potevo vedere mia sorella, con le lacrime agli occhi, in cerca di sua madre.
Vederla lì, accasciata ai piedi della porta, in attesa che ritornassero. Come potevo dirle che non sarebbero più tornati? Mi era terribilmente impossibile vederla ridotta cosi.
Lei è l’unica ragione per cui io sono ancora qui. Mi è sempre stata vicino, quando ne avevo bisogno.
Ed ora è il momento che io prenda il posto di nostra madre, standole il più vicino possibile.
Sono passati giorni dopo quel che è successo, e ho deciso di trasferirmi, portando Rosie con me.
Adesso siamo qui, a New York.
E' una meraviglia questa città. Ho sempre desiderato trasferirmi qui, ma purtroppo i miei genitori non hanno mai avuto la possibilità di portarmi.
E grazie a svariati lavori, ho racimolato molti soldi. Li ho conservati, perché sapevo che un giorno me ne sarei andata di casa e mi sarei trasferita proprio qui.
Dio, ma i miei genitori hanno cambiato tutto il programma, rendendo le cose alquanto difficili. Ma avevo abbastanza soldi, grazie al cielo. Sono riuscita a comprare due appartamenti, e fare l’iscrizione a due scuole diverse. E’ stata una fortuna, perché nel mio programma non c’era scritto che avrei speso per due.
Ma non mi interessa più di tanto, mia sorella è più importante.
Ho deciso che avremmo avuto due appartamenti diversi perché ognuno ha bisogno del suo spazio. E’ sempre un’adolescente, e io alla sua età avevo il mio spazio. E' una giusta scelta, vero?
Adesso sono qui, e sul marciapiede di fronte riesco a vedere la mia nuova scuola.’Professional Arts School’ ,che nome originale.
Non riesco ancora a crederci. E’ arrivato il momento di cambiare vita, e tutto cosi maledettamente veloce.
Avrei dovuto aspettare i 18 anni per andarmene di casa e venire qui.
Ma adesso mi ritrovo ad affrontare il 4° anno, in una scuola a me completamente estranea.
Sono una ragazza di 17 anni che deve comportarsi come un’adulta di venti.
Mi sembra più che giusto considerare la mia vita difficile, ma so di avere la forza nel fare tutto ciò. Ed ora, devo anche basare a mia sorella.
Ho una vita tra le mani, e di certo non mollerò proprio ora.
Sono ancora qui, sul marciapiede opposto a fissare la mia nuova scuola.Sento il vento che mi scompiglia i capelli, la luce del sole che mi sfiora la pelle, e il dolce cinguettio degli uccelli.
Sono così pensierosa che non mi rendo conto del forte frastuono della campanella.
E’ ora di entrare. Nuova vita…a noi due.
Entro con il passo svelto, sono in ritardo. Buon inizio come primo giorno.
Vado in segreteria e prendo il foglio delle mie lezioni. Sgrano gli occhi, portandolo dinnanzi ad essi.
Non ci capisco niente, sembra scritto in greco, oddio.
Cerco di trovare il senso giusto del foglio girandolo,e rigirandolo in continuazione.
Fin quando non mi scontro con una ragazza,e cado a terra. Davvero un buon inizio.
-Oddio, scusami, non volevo.-dice,mortificata.
-Non ti preoccupare.-
Mi alzo velocemente, per poi sistemarmi.
Noto che prende il mio foglio e lo legge.
-Stiamo nella stessa classe, figo.-dice, esaltata.
Finalmente qualcuno che può aiutarmi, grazie dio.
-Ah davvero? Grazie al cielo, così puoi aiutarmi a capire qualcosa di 'sta roba.-dico, indicando il foglio.
Accenna una risata, prima di guardarmi.
-Io sono Jazmin, ma chiamami Jaz.-
Mi fa un enorme sorriso.Dio che bella.
Mi incita a darle la mano,che stringo con piacere.
-Io mi chiamo Jennifer,ma chiamami Jenny.-dico,ridendo
-Sei nuova?-
Noto che incomincia a camminare, incitandomi ad andare con lei.
-S
i,mi sono trasferita da poco con mia sorella.-
-Niente genitori?-dice,incominciando a ridere.
Una scia di tristezza mi percorre tutto il corpo.Ho sempre odiato parlarne ad altre persone.Ho sempre tenuto tutto dentro,e detto niente a nessuno.
-No,loro non ci sono.-dico,con un velo di tristezza nella voce.
-Ah mi dispiace, non sapevo che..-
-Non fa niente, non ti preoccupare.-ribatto, interrompendola.
-Bè, sappi che se ne hai bisogno, io sono qui.-
-Grazie.-dico,accennando un sorriso.
Non c’è mai stato nessuno per me.Mi è nuova questa sensazione, mhm.
-Sai, penso che la nostra intesa andrà molto d'accordo.-dice, sorridendomi.
-Lo penso anch’io.-dico,ricambiandole il sorriso.
Arriviamo dinnanzi ad una classe. Credo sia la nostra, aiuto.
-Eccoci qua..-continua-...benvenuta nel tuo nuovo incubo.-afferma, prima di girare i tacchi.
La prendo per un braccio,cercando di fermarla.
-Aspetta.Tu non entri?-
-No, purtroppo ho combinato una della mie e sono stata mandata in presidenza..-continua-..ma arrivo subito, promesso.-
Scoppio dalle risate, dopo la sua prima affermazione.
Immagino quel che ha potuto fare di così grave per essere stata chiamata dalla preside.
-Ci vediamo dopo, Jenny.-dice,accennandomi un sorriso prima di andarsene.
Le faccio segno con la mano, ricambiandole il saluto, per poi voltarmi verso la porta della classe.
Ok, è giunto il momento. Prendo la maniglia della porta e l’abbasso lentamente.
-Buongiorno.-dico,entrando.
Noto la classe che mi fissa.Ho sempre odiato essere osservata. E la presenza di tutti questi occhi su di me, mi mette in agitazione.
Vedo la professoressa alzarsi dalla cattedra e avvicinarsi a me.
-Tu dovresti essere la signorina Daw-dice,incitandomi ad andare al centro della classe. Sono piena di imbarazzo, oddio.
-Si.-affermo, con voce tremante.
-Ragazzi, lei è Jennifer Daw, e sarà la vostra nuova compagna di classe.-dice,per poi andarsi a sedere nuovamente dietro la cattedra.
Vedo un posto vuoto, e mi ci vado a sedere in silenzio.
Riesco ad intravedere risatine, leggeri sorrisi ,e molti di loro che farfugliavano.
Non mi sento a mio agio, lo devo ammettere. Ma a chi importa di quel che dicono? Sono indifferente.
Non mi degno neanche di osservare la mia nuova classe, perché non ci vuole tanto a capire che è divisa in gruppi. Tra cheerleader, giocatori di basket, giocatori di football, i musicisti, i nerd.E poi ci sono io, che ancora devo capire quel che mi piace fare, e mi distinguo dalla massa.


_Spazio per l'autrice._
Hi guysss, omg questo è il mio primo capitolo della storia.
Aiuto, sono agitatissima. Spero vi sia piaciuto, ci tengo davvero tanto.
Vi chiedo di recensire in tanti, almeno per darmi l'idea di cosa ne pensate.
Byee,much love.<33

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Capitolo 2
*** Justin? ***


_1 ora dopo.
Rimango seduta qui, al mio banco, in silenzio. Nessuno osa avvicinarsi a me.
Il tempo sta passando e tra pochissimo finisce la prima ora.
Questo primo giorno di scuola, sembra non finire più.
Sento un rumore assordante, e un enorme sorriso si espande sul mio viso.
Finalmente la campanella, dio.
Squadro per bene tutti che si alzando e parlano tra di loro. Boh, forse dei loro primi scoop che a me non frega un cazzo.
Mentre io rimango ancora seduta al banco, ad osservarli. Sembro una sfigata. Sembro?
D'un tratto tutti riprendono il proprio posto. Rimango confusa, fin quando non entra il prof.
Noto che si accomoda alla cattedra, per poi rialzarsi e deporre i libri della sua materia sui nostri banchi.
Dio ti prego, fa che questa lezione mi piaccia. L'ora di chimica, è stata opprimente.
Arriva al mio banco e mi porge il libro, per poi andarsene. Lo afferro: Scienze.
Ottimo direi, una lezione peggio dell’altra. Giuro, questo mio primo giorno non poteva andare meglio.
Appoggio la testa sul banco, chiudendo gli occhi dalla stanchezza.
Non è una buona idea non seguire la lezione, lo so. Ma detto tra noi, scienze non se ne scende proprio.
Mi giro verso la porta e noto che si spalanca mostrando una ragazza dai lunghi capelli biondi. Ma aspetta….è Jazmin!!
Mi ricompongo velocemente, per poi farle segno con la mano.
Noto che mi sorride e si avvicina al mio banco immediatamente.
Le faccio spazio e la lascio sedere al mio fianco.
-Bè? Come è andata la prima lezione?-domanda.
-Posso mentirti spudorosamente sulla lezione di chimica?-dico,accennando una risata che ricambia.
-Certo che si.-
-E’ stata fighissima!-
Incomincia a ridere, trascinando anche me.
-Oh si, credo proprio che andremo d’accordo-
E’ simpaticissima, dio mio.
E’ davvero una fortuna trovare un’amica il primo giorno di scuola.
_3 ore dopo.
E’ finito il tormento finalmente.
Esco dalla classe e mi avvio al mio armadietto per posare i libri. Intravedo qualcuno che viene verso di me, e d’istinto chiudo l’armadietto.
MI ritrovo dinnanzi un ragazzo, appoggiato all'armadietto affianco al mio, che mi porge un sorriso malizioso.
E questo adesso che vuole?
Alto, capelli biondi, occhi neri. Non male direi, mhm.
-Tu sei Jennifer, vero?-domanda.
Annuisco, facendo l’indifferente.
-Sei una ragazza molto carina, lo sai?-
Si muove verso di me, arrivando al mio viso.
-Grazie.-mi limito a dire.
Faccio per andarmene, ma mi blocca per il braccio. Mi giro di scatto verso di lui, con aria confusa.
-Non andare...-continua, avvicinandosi pericolosamente.-...voglio solo un pò divertirmi con la nuova arrivata.-
Ma scherza o fa sul serio?
Lo spingo violentemente, staccandomi dalla sua presa.
-Sei disgustoso.- dico, per poi andarmene.
Esco dalla scuola velocemente e mi incammino per casa.
Ed ecco che il primo giorno è andato. Dai, non è andato abbastanza male. Sempre se mettiamo da parte il fatto che c'hanno già assegnato i compiti.
Ma che rottura di palle, aoh.
Sento un trillo provenire dal mio cellulare, e mi sbrigo a prenderlo dalla tasca posteriore dei jeans.
Sblocco lo schermo. Messaggio da: Jaz.
<<ti va di venire da me, oggi?>>
<<aw, si. verso che ora?>> le rispondo, il più veloce possibile.
<<verso le quattro?>>
<<va bien, e i compiti?>>
<<che domande, li facciamo insieme ahah(:>>
<<aaaah apposto. ma per tua informazione, non ho idea di dove abiti ahah(;>>
<<via Roma, number five. ti aspetto, non fare tardi eh!<3>>
<<puoi contarci, a dopo.<33>> mi affretto a scriverle, per poi riposare il cellulare in tasca.
_4:30 pm.
Sono in ritardo. Quando mai? Ormai è diventato monotono 'sto fatto.
Mi affretto a girare la testa di continuo nella sola speranza di trovare il numero 5 da qualche parte.
Porto gli occhi un po’ piu’ lontani ed….eccolo.
Mi avvio verso l'enorme casa bianca, per poi bussare.
Noto la porta aprirsi di colpo e vedere Jaz sull'orlo.
-Finalmente.-dice, abbracciandomi.
-Si lo so, sono in ritardo. Ma non riuscivo a trovarla.-dico, ridendo e ricambiando l’abbraccio.
Mi cinge a seguirla all'interno.
Oh mio Dio, che casa da urlo.
Mi ricompongo, e noto il tavolo in quel che dovrebbe essere il soggiorno.
Sparpaglio i libri su di esso, e mi siedo.
-Hai davvero intenzione di fare i compiti?-
Mi volto di colpo verso di lei, dopo la sua domanda.
-Ohw Jenny..-continua,sistemandosi allo specchio.-...tra poco arriva il mio ragazzo con il suo migliore amico, e andremo al cinema tutti insieme.-
Sgrano gli occhi. Sta scherzando, vero?
-Perché non mi hai detto niente?-
-Era una sorpresa.-afferma, accennando un sorriso che non ricambio.
-E tu hai davvero pensato che avrei accettato?-domando, alzandomi e prendendo la mia roba.
Proseguo verso la porta, ma sento essere strattonata.
-Dai no...-continua-..ho solamente pensato che un pò di svago, dopo il primo giorno di scuola, non avrebbe fatto male.-
Mi volto verso di lei, guardandola fissa negli occhi.
Bè, in effetti un pò di svago non fa mai male a nessuno. Oh no?
Mi accenna un altro sorriso, che questa volta ricambio sforzandomi.
- vabene, ma non voglio avere niente a che fare con l’amico del tuo ragazzo.-affermo.
-aaaah non ti preoccupare, ma sappi che è dolcissimo come ragazzo.-
Le accenno un'altro sorriso, per poi andare allo specchio e darmi una controllatina.
Mi giro di scatto, non appena sento il campanello.
Sono già arrivati? Pazzesco.
Noto Jazmin che si catapulta alla porta, esaltata.
Intravedo ai piedi di essa un ragazzo alto e con i capelli ricci. Presumo sia il ragazzo di Jaz, non appena si baciano.
Dio, ma 'ste cose di fronte a me no.
Noto che entrano, sentendo il forte rumore della porta sbattere.
Cerco di fare l’indifferente, mettendomi in disparte.
Mi appoggio al muro, prendendo il mio cellulare dalla tasca e sbloccando il display.
Entro su twitter, e scorro le varie notizie.
Mi sento oppressa, non appena noto che si avvicinano a me.
-Hei Jenny, lui è Justin.-diceJaz, per poi portare l'amico del suo ragazzo dinnanzi a me.
Alzo lo sguardo e…cosa vedono i miei occhi? Justin? Il mio Justin?

_Spazio per l'autrice._
Awww non ci posso credere, ecco il mio secondo capitolo. Aiutissimo :')
Spero vi piaccia, davvero. C'ho messo tutto il cuore per scriverlo, solo per voi.
Recensite in tanti, che mi fa più che piacere.
Metterò il terzo capitolo in breve, e non immaginate quanto mi renda felice farlo.
Alla prossima, much love<33

 

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Capitolo 3
*** potrei morire tra le sue braccia. ***


Non ci posso credere. E’ davvero lui? Sono sconvolta, oddio.
Non riesco a parlare. Non riesco a muovermi. Vederlo dopo 5 anni, fa questo effetto?
Forse mi sbaglio. Non può essere davvero lui. E’ più alto. Non ha più quel ciuffo che gli ricadeva sugli occhi, chiari e innocenti di una volta. Non è più quel bambino di cui mi ero follemente innamorata.
Il ragazzo che ho davanti è un uomo.
-Allora? Non abbiamo tutta la giornata! Salutatevi, così andiamo.-dice Jazmin, facendomi sobbalzare.
-Piacere Justin.-dice, porgendomi la mano.
Non è possibile. Si è dimenticato di me?
-Piacere Jenny.-dico, stringendogli la mano indifferente.
Non è possibile. Non è lui. Il ragazzo che ho davanti non è il mio Justin.
Ci incamminiamo verso il cinema. Nessuna parola. Nessuno sguardo.
Rimango allibita dalla reazione di Justin. Forse mi sono sbagliata, forse assomiglia al mio Justin ma non è veramente lui.
Dio mio, sono confusissima.
Alzo gli occhi verso la strada e noto il cinema a pochi metri da noi. Bè..non sapevo fosse dietro l’angolo.
Entriamo e mi soffermo a guardare Jaz e Chris che comprano i biglietti.
Ci cingono ad andare nella sala, di fretta.
-Cosa vediamo?-domando.
 -Vediamo ‘The Possession’-dice Jaz, esaltata.
Sgrano gli occhi, all'istante.
-ma fa paura quel film-dico, sconvolta.
-ed è proprio questo il bello.-
Entriamo nella sala, e ci accomodiamo prima dell’inizio del film.
Ok, devo ammettere che ho paura. Adoro vedere film horror, ma la paura si impossessa comunque di me.
E ho bisogno qualcuno da abbracciare.
Ma Jaz sta attaccata al suo ragazzo. E io sono piena di imbarazzo solo al pensiero di dover abbracciare Justin.
Mi metto al mio posto, e cerco di fare l’indifferente. Ormai mi riesce bene. Ma ho paura. E non è un buon segno se il film ancora deve iniziare.
Noto che le luci si spengono di soppiatto. Parte la visione del film nel maxi schermo.
Vabene Jenny, ci siamo. Pronta alla tua morte?
_15 minuti dopo.
Noto il display del cellulare di Justin che si illumina. Me lo porge e và via.
Cosa trama?
Prendo il cellulare e leggo ciò che sta scritto sullo schermo.
<<Seguimi in bagno.>>
Seguirlo in bagno? Dovrei?
D'istinto mi alzo e faccio per andarmene.
-Dove vai?-
Mi giro di scatto, dopo la domanda di Jaz.
-devo andare in bagno.-affermo, per poi andarmene.
E’ una parola trovare il bagno, adesso.
Dopo aver dato un'occhiata per tutti i corridoi, mi avvicino a un uomo della sicurezza.
-Scusi, il bagno?-
-In fondo, a destra.- dice, indicandomi la strada.
Affretto il passo verso il corridoio.
Sento essere presa per il braccio e trascinata tra le braccia di qualcuno.
-Quanto mi sei mancata, Jen.-
Jen? Solo una persona mi chiamava così.
Mi stacco dall’abbraccio, velocemente.
-Justin…-continuo, dopo aver sgranato gli occhi.-…pensavo ti fossi dimenticato di me.-
-Come potrei dimenticarmi di te?-
-Lo hai fatto per ben 5 anni…-dico, abbassando il viso.
Con l’indice me lo rialza , dandomi l'opportunità di guardare i suoi perfetti occhi blu come il mare.
Ho sempre amato i suoi occhi. Ti perdi a guardarli.
-Non è vero.-
-Allora perché te ne sei andato?-domando.
E' strano domandarglielo dopo cosi tanto tempo.
Noto che i nostri occhi non si scontrano più. Guarda da tutt’altra parte.
-E’ complicato.-
-Justin, ormai sono qui. Devi dirmelo..-continuo-…non volevi stare più con me?-
-Assolutamente no.-
-allora perché?-
Nessuna risposta. Il suo atteggiamento non mi piace. E’ cambiato.
-ne ho abbastanza, Justin.-
Faccio per andarmene, ma mi ferma.
-sono stato trasferito qua, contro il mio parere.-dice, tutto d’un fiato.
-che intendi dire?-
-i miei genitori non amavano guardarci insieme.-
Un brivido da capo a piedi mi assale.
Su questo punto di vista, affermare quel che ha detto mi fa male.
Ed è qui che i ricordi si sparpagliano per la mia mente.
Ancora ricordo la cruda e amara vendetta che ci veniva sbattuta contro, per il semplice motivo che i nostri genitori si odiavano.
Odiavano? Tutt'ora si odiano. E per quale motivo?

Abbiamo sempre avuto ostacoli nello stare insieme per colpa loro. Dio mio, come ho fatto a non pensarci prima?
-E’ orribile.-dico,scossa.
Sento di nuovo il calore del suo abbraccio. Ma questa volta ricambio. Mi sono sempre sentita protetta tra le sue braccia.
Mi è mancato terribilmente.
-ti prego, non andare via.-dico, singhiozzando.
Scioglie l’abbraccio e mi alza il viso, ormai bagnato dalle lacrime.
-non piangere, ti prego.-dice, asciugandomi le guance.
-io non avevo nessuno a parte te. E quando te ne sei andato…-non riesco a finire la frase, che mi accascio a terra e inizio a piangere.
Mi sposta le mani che ho sul viso e mi riabbraccia.
-Adesso sono qui. Ti prego non piangere.-
In effetti, che senso ha piangere adesso? Quel che è fatto, è fatto. Ho sofferto per ben 5 anni, e per cosa?
Prendo fiato, e mi distacco dall’abbraccio. Ci alziamo con calma e mi asciugo le lacrime che ho sparse per tutto il viso.
-mi fa terribilmente male vederti così a causa mia.-
-non è colpa tua.-dico, abbassando il viso.
-invece si.-dice, rialzandomelo.
Scuoto la testa, per poi guardarlo negli occhi.
-ti prego Justin, non andartene piu’.-
-non lo faro’,te lo prometto.-
Noto che si avvicina. Mi sta per baciare?
Ho aspettato 5 anni che le sue labbra si posassero di nuovo sulle mie.
Cinque fottuti anni.
D’istinto chiudo gli occhi. Ma rimango delusa quando sento una pressione sulla mia guancia. Riapro gli occhi e accenno un sorriso.
-Ci stiamo perdendo tutto il film, andiamo?-dice,sorridendo.
Oddio, il suo sorriso. Mi è mancato terribilmente il suo sorriso.
-Ok.-riesco ad aggiungere.
Ritorniamo in sala e, senza dare nell’occhio, ci sediamo al nostro posto.
Cristo, perchè non sono rimasta li'? Mi sono proprio dimenticata del film.
-Justin..-bisbiglio.
-Si?-dice, non distogliendo lo sguardo dal film.
-Posso stringerti la mano?-dico, tremando.
Davvero l'ho detto?
Noto che gira di colpo il viso verso il mio e mi sorride leggermente.
-Cerco che puoi.-dice, cingendomi la sua mano.
Gliela stringo più forte possibile. Come se fosse tutto ciò di cui avevo bisogno. Sentirlo qui.
-Hai paura?- sussurra.
-Molta..-farfuglio.
Sento che stringe la presa, per poi portarla al suo viso e dare un leggero bacio sulla mia mano.
Oddio, non ci credo.
E' stato sempre dolce nei miei riguardi, questo è certo.
Mi ha sempre protetta e mantenuta al sicuro. Riesce a tirar fuori la mia parte debole che solo lui conosce.
Noto che lascia la presa. Rimango abbastanza delusa dal gesto.
Poi un brivido mi assale. Mi sta abbracciando?
Riesco a percepire il calore della sua pelle. Il suo profumo mi invade le narici.
Ditemi che tutto questo non è un sogno, vi prego.
In questo momento, potrei morire tra le sue braccia.

_Spazio per l'autrice._
Okaaaaay, questo è il terzo capitolo della mia storia asjhshdks
Dai ragazzi, ho bisogno di voi. Ho bisogno della vostra opinione, perchè ci tengo tantissimo.
Recensite, vi prego. Almeno per darmi l'idea(:
Spero vi piaccia(;
Byeeeeee, much love<33

   

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Capitolo 4
*** Mi sento in paradiso. ***


_2 ore dopo.
Grazie al cielo, è finito.
Prendo un leggero respiro, dopo i quasi infarti avuti durante la programmazione.
Ohw, ma a chi prendo in giro? L'ho guardato a mala pena.
L'abbraccio di Justin è bastato per farmi stare tranquilla per tutto il resto del film. Cosa più bella esiste?
Sento ancora il calore del suo braccio che mi avvolge, prima di ritirarlo e mettersi composto.
Ci alziamo con calma, per poi uscire dalla sala.
Solo dio è a conoscenza del mio sorriso, aiuto.
Usciamo dal cinema con passo svelto, prima di incamminarci verso un parco non molto lontano.
E’ buio, ma la luna riesce ad illuminare tutto meravigliosamente.
Notiamo una panchina e ci sediamo su di essa poco dopo.
-Vi è piaciuto il film?-domanda Jaz, interrompendo il silenzio creato.
-E’ stato magnifico.-afferma Christian, prima di baciarla.
Ehm, scusate? Non vorrei vomitare i pochi pop corn ingeriti, grazie.
-ma se voi manco lo avete visto.-ironizza Justin.
-può darsi.-continua Jaz, con un accenno di risata.-..e voi?-
-noi cosa?-
-vi pare che non abbia visto che vi siete abbracciati per tutto il film?-
Tossisco, all'improvviso.
-lei aveva paura.-afferma Justin, più che indifferente.
Dire che sono rimasta un po’ delusa dalla sua risposta è poco. Anche se non immagino il perché dovrei esserlo.
-Justin ma tu non hai la ragazza?-chiede di soppiatto, Jaz.
Sgrano immediatamente gli occhi, rimanendo devastata dalla sua domanda.
Ti prego, dimmi che non è vero.
Mi volto velocemente verso Justin, aspettando una sua risposta.
-Si, e allora?-
No, non può essere vero.
Sta scherzando? Adesso se ne esce che ha una ragazza?
Ed ecco che il cuore si distrugge di nuovo.
-Justin, sai che non puoi fare cosi?-dice Jaz, seria.
-Ma dai Jaz...-continua, ridendo.-..tanto manco lo viene a sapere.-
Incomincio a sentirmi davvero male. Non si è mai comportato così con le ragazze. Cioè, per quel che mi ricordo trattava me diversamente.
E' davvero cosi cambiato?
-ma allora perché state insieme?-
-perché è brava a letto.-afferma Chris, iniziando a ridere. Justin lo segue a ruota, dandomi il volta stomaco.
Mi viene da vomitare, e 'sta volta non per Chris e Jaz.
-Che schifo che mi fate.-aggiunge Jaz.
Ben detto! Schifo, è proprio la parola ideale.
-E per quale motivo, scusa?-continua Justin, sporgendosi verso di lei.-..non hai mai provato solo attrazione fisica?-
Noto che ci pensa su, prima di aprire bocca.
-Bè si..-continua, guardando Chris.-..ma poi me ne sono innamorata.-
-hai visto Chris? Jaz voleva scoparti!-dice Justin, ridendo.
Amo la sua risata, ma adesso mi è alquanto irritante.
-Perché dici voleva, quando lo vuole tutt'ora?.-dice, prima di baciarle il collo.
-Fate schifo.-ribatte Jaz, ma con tono più sarcastico.
Mentre io rimango lì, sotto lo sguardo fisso e serio di Justin.
Perchè mi fai questo?
Noto Jaz che respinge Chris, prima di rivolgersi a noi.
-Stendiamo un velo pietoso..-continua, sotto l'attenzione di tutti.-..ho casa libera, vi va di restare da me stanotte?-
-Per me è okay.-afferma, Chris.
-Lo stesso.-dice, Justin.
Noto che si voltano verso di me, aspettando una mia risposta.
Ma che dovrei dire? Che posso restare anch'io stanotte?
L'unica cosa che mi circola per la testa adesso, è il voler spaccare quella faccia di culo che si ritrova Justin.
Per mio dispiace mi conviene accettare la proposta, altrimenti mi prenderanno per una sfigata.
Annuisco, affermando.
-Perfetto, andiamo.-dice Jaz, per poi alzarsi.
Di già?
Ci incamminaio verso casa, mentre rimango il più lontana possibile da Justin.
Dopo quel che è stato detto, non credo abbia ancora il coraggio di avvicinarsi a me.
Tra un passo e l’altro, giriamo l’angolo e arriviamo.
Entriamo con passo svelto.
Noto Jaz che mi trascina in cucina, mentre i ragazzi vanno in soggiorno.
Si sofferma di fronte a me, portandomi in confusione.
-Jenny, mi devi aiutare.-dice, quasi impaurita.
-Jaz, cosa è successo?-dico, cingendola a parlare.
Noto che sorride piano, per poi fissarmi.
-questa sera ho deciso di….-non continua la frase, che capisco al volo.
-Jazmin sei sicura di volerlo fare?-
-Si, io lo amo.-continua.-...credo sia giunto il momento di farlo.-
Annuisco, avvicinandomi a lei.
Le do un leggero bacio sulla guancia, sorridendole.
-Non sono nessuno per vietartelo, ma se sei pronta..perchè no?-
-Ho semplicemente paura.-dice, per poi sedersi sulla sedia.
Sposto una sedia accanto alla sua, per poi sedermici sopra.
-Ohw, il tutto verrà naturale.-
Almeno credo.
Parlo come se fossi un'esperta, cosa che non sono per niente. Ma chi, se non io, può aiutarla a calmarsi?
-Grazie.-dice, sorridendo.
L'abbraccio, per poi incitarla ad andare in soggiorno.
Annuisce piano, prima di avviarci.
Noto i ragazzi spiaccicati alla tv, a vedere la partita. Sbuffo, contro voglia.
-Chris, puoi venire con me?-domanda, Jaz.
E' pronta? Lo spero.
Noto Chris che annuisce, per poi recarsi di sopra con Jazmin.
Mi volto verso la televisione, notando Justin sul divano.
Oh santo Dio, come ho fatto a non pensarci?
L'ultima cosa che avrei voluto fare stasera, dopo quel che è successo, è restare da sola con lui.
Jazmin mi deve un enorme favore!!
Vado verso il divano, sedendomici indifferente. Di sfuggita, noto che mi sorride.
Ti prego, no. Io morirei per il suo sorriso.
Distolgo lo sguardo e lo riporto sullo schermo del televisore.
Intravedo Justin, poco dopo, che prende il telecomando sul tavolino e lo spegne.
Gli domanderei il perché del suo gesto, ma meglio che mi sto zitta.
-So a cosa stai pensando.-dice, interrompendo quel silenzio che si è andato a creato.
-adesso sai anche leggere nella mente?-
-Jen io…-
-Non chiamarmi Jen. Non hai nessun diritto di chiamarmi così.-dico, interrompendolo.
-Jennifer..-continua, abbassando lo sguardo.-.. sono cambiato.-
-Ho notato.-dico, il più fredda possibile.
-ti prego non trattarmi così.-
-e come dovrei trattarti, Justin? Ti sto trattando nello stesso modo in cui tu stai trattando me.-
-Jen…-ripete, facendomi ribollire il sangue nelle vene.-Jennifer..-continua, correggendosi.
-Non dirmi niente, non ne vale la pena.-lo interrompo.
Faccio per alzarmi, ma mi blocca.
-Jenny io ho una certa reputazione qui.-
Mi sto innervosendo, sul serio.
-quella di un puttaniere?-sputo, arrabbiata.
-Se vuoi pensarla cosi.-dice, accennando una risata che non ricambio.
-quindi, ci proverai anche con me?-domando, guardandolo male.
-Perchè dovrei? Non mi permetterei mai.-
Ed ecco il mio vecchio Justin. Allora perchè si comporta da coglione?
Noto che si ricrea il silenzio di prima, che interrompo.
-Perchè non mostri agli altri come sei realmente?-
-Perchè sarebbe inutile.-
-Justin..-continuo, avvicinandomi.-..so che se vuoi, puoi ritornare te stesso.-
Oddio, ma che discorso inutile. Sembra parlare ad un muro, per tante di quelle volte che ha scosso la testa.
Si gira a fissarmi.
Dio mio i suoi occhi. Quanto possono essere belli?
-Se sto con te, mi viene spontaneo esserlo.-dice, avvicinandosi.
Ti prego no, Jenny non farlo. Non cadere nella sua trappola.
Mi allontano bruscamente, dopo essermi ripresa.
-Justin io…-
Non finisco la frase, che si catapulta sulle mie labbra.
Perchè non riesco a respingerlo? Perchè mi sta piacendo?
Dopo cosi tanto tempo, riesco finalmente a sentire il sapore delle sue labbra sulle mie.
Mi bacia delicatamente, come se non volesse farmi del male.
E’ tornato il vecchio Justin. Lo riesco a percepire. E’ tornato il mio Justin.
Noto che porta una mano al mio viso, accarezzandomi delicatamente la guancia.
Continua a baciarmi, procurandomi brividi su brividi.
Sento le farfalle allo stomanco che vanno per conto loro.
Davvero lo sto baciando? Davvero è reale?
Ho aspettato questo bacio per ben 5 anni.
E adesso? Adesso sono qui, su un comune divano, con le labbra di Justin posate sulle mie.
Mi sento in paradiso.

_Spazio per l'autrice._
Eccooomi quaaa, con il quarto capitolo omg ahsjashka
Ho appena letto le vostre recensioni, e solo dio sa quanto ne sono grata.
Ancora vi ringrazio, e spero continuate a leggere questa storia.
Questo capitolo fa schifo, lo so. Ma vi posso assicurare che il prossimo vi spiazzerà.
Spero che un pochino vi sia piaciuto(:
Anywaaay, grazie ancora. Continuate a recensire, che ci tengo davvero tanto.
Byeee guys, see u soon<33

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Capitolo 5
*** Lei merita molto di più. ***


Ci distacchiamo da quel bacio durato troppo poco per i miei gusti. Ho ancora bisogno delle sue labbra.
Perchè davvero mi sento in paradiso.
Lo guardo negli occhi, perdendomi in essi.
Quegli occhi blu come l'oceano, sempre lì ad annegarmi nella loro profondità.
E quelle sue labbra, dio che cosa sono le sue labbra.
Noto che accenna un sorriso, portando il battito del mio cuore al limite.
Quasi mi riprendo, ricordando quel che è veramente accaduto.
-E' stato un enorme errore, perdonami.-afferma, voltando lo sguardo.
Davvero mi ha baciata? E perchè dovrebbe scusarsi?
Gli giro il volto, per guardare ancora i suoi occhi blu.
-Perchè l'hai fatto?-domando, ferma.
-E' stata la prima cosa che mi è passata per la testa.-
Ah si? E dovrei crederci?
-Le cose non avvengono per puro caso, Justin.-
Noto che si fa serio, tutto d'un tratto.
-Jenny, noi non possiamo farci vedere insieme.-ribatte.
Sgrano gli occhi, dopo la sua affermazione.
Rimango delusa, dio e se lo sono.
-Perchè?-
-Perché quando sto con te….-
Avverto il suo timone nel continuare, e cerco di rimediare continuando al suo posto.
-Sei te stesso?-dico, quasi affermando.
Lo guardo seria, cercando di capire quel che gli passa per la testa.
-Tu non capisci..-
-Allora fammi capire.-dico, incitandolo.
Noto che porta lo sguardo sul mio, abbassandolo successivamente.
-Jenny, ti farei soffrire.-dice, spiazzandomi.
Un noto alla gola, dopo le sue parole.
''ti farei soffrire''. Davvero Justin mi potrebbe far soffrire? E per quale motivo?
Forse non sono abbastanza per lui?
Dio, non mi sembra possibile che sia cambiato così tanto.
No, non ci voglio credere. Per niente.
Prendo il suo viso, costringendolo a guardarmi.
-Justin, io so che in fondo sei ancora quel ragazzo che tanto amavo.-
Forse pretendo troppo da lui, ma non mi arrendo per niente.
Perchè l'ho ritrovato, ho ritrovato il mio Justin. E farò di tutto per non perderlo, 'sta volta.
Noto che lascia la mia presa, e si alza di scatto.
-No, non lo sono. Ma non vedi che sono cambiato?-
Certo che lo vedo, ma non voglio crederci.
Rimango a fissarlo, mentre si avvicina pericolosamente al mio viso.

Cerco di allontanarmi, spostandomi di poco.
E' la prima volta, che ho questa vaga idea che Justin possa farmi del male.
-Sei una stupida se ancora pensi che ritornerò quel moccioso di una volta.-afferma, quasi arrabbiato.
Sento le lacrime agli occhi, non appena ho il presentimento che voglia distruggermi nuovamente.
-Perchè fai cosi?-domando, con quel pizzico di voce ancora intatto.
Sono a pezzi.
Noto che fa spallucce, sedendosi sul divano, distante da me.
Non ha neanche il coraggio di rispondermi, mentre io continuo a fissarlo.
-Justin, almeno rispondimi.-dico, quasi irritata.
Si gira verso di me.
Noto in lui uno sguardo diverso. Vedo i suoi occhi colmi di rabbia.
-Perchè l'amore è una merda.-continua, calmando la sua ira.-...e credo che rimanendo al tuo fianco, potrei persino cambiare idea.-
Le sue parole mi fanno rabbrividire non appena le pronuncia.
E' come se avesse paura di innamorarsi di nuovo di me. Perchè? Ho qualcosa che non va?
Rimango a fissarlo, non appena vedo in lui segni di tranquillità.
Credo sia meglio rimanere in silenzio, potrebbe innervosirsi di nuovo.
Noto che accende la televisione e inizia a girare programmi su programmi.
So che, in effetti, sto chiedendo a lui di essere una persona che non vuole più essere.
Ma se ancora desidero di riavere il mio Justin, è da egoisti?
Mi giro verso di lui, non appena sentiamo vari rumori provenire dalla stanza di sopra.
Noto che mi guarda fissa, per poi incominciare a ridere.
-Vedo che si stanno dando da fare.-
Rimango il più possibile indifferente.
Intravedo il suo corpo avvicinarsi al mio. Riesco a percepire il suo respiro sulle mie labbra.
-ti va di andare di sopra?-dice, con un sorriso malizioso.
Sgrano gli occhi, non appena capisco quel che intende dire.
Davvero fa? Ma sta male o cosa?
-Sai che non sono una delle tue puttanelle, vero?-domando, ferma.
-Ma andiamo Jen...-continua, ridendo.-...è per divertirci. Non ti sei mai divertita?-
Si avvicina ancor di più, facendomi percepire il suo respiro sul mio collo.
Sento essere bloccata al divano, e ogni suo singolo bacio tracciato nell'incavo del mio collo e il viso.
Sale all'angolo della bocca, seducendomi.
Mi distacco bruscamente dalla sua presa e mi alzo velocemente.
-Justin, ma che cazzo fai?-domando, arrabbiata.
-Volevo solo divertirmi un po’..-dice, sbuffando.
Lo dice come se fosse una cosa normale per lui. Come se saltasse addosso ad ogni ragazza, senza la minima preoccupazione.
Ma non si vergogna?
-Se proprio vuoi divertirti, chiama la tua ragazza-affermo, contorcendo lo stomaco al solo pensiero.
-Davvero vuoi che la chiami?-domanda, con aria di sfida.
-Che vuoi che mi importi?-dico, sedendomi nuovamente sul divano.
Davvero non ti importa, Jenny?
-Ah, allora va più che bene.-
Noto che prende il cellulare dalla tasca e compone un numero.
Sento il mio stomanco chiudersi, per l'enorme fastidio.
Non posso sopportare tutto questo.
Gli strappo velocemente il telefono dalle mani e chiudo la chiamata giusto in tempo.
Noto che incomincia a ridere, mentre io rimango seria.
Ma non capisce che mi sta distruggendo?
No, questo è ovvio. Lui è cambiato.
-Allora vuoi soddisfarmi tu?-domanda, avvicinandosi nuovamente.
Lo respingo, guardandolo male.
-Justin, mi fai più che schifo.-affermo, portando il dolore in rabbia.
-Hei, calmati. Bastava un 'no' come risposta.-dice, sbuffando.
Mi siedo composta, fissando la tv.
Noto che prende il telecomando, e gira sul primo canale che trasmette film d'azione.
__Le 2 di notte.
JUSTIN’S PART.
-andremo avanti così per tutta la notte?-le chiedo.
Sono stanco di vedere film. Ho anche un sonno pazzesco.
Forse se Jen sarebbe stata disposta a farmi divertire un pò, questa serata poteva aggiustarsi.
Invece no, ed è stata una noia mortale.
Prima stava cadendo in tentazioni, dovrei riprovarci.
Noto che non mi risponde, e mi giro verso di lei.
-allora?-richiedo, non appena mi accorgo che dorme.
Oddio mio, quanto è bella.
Cristo Justin, ma che cazzo stai combinando? Perchè la stai trattando cosi?
Lascio posare i miei occhi su di lei, sorridendo.
E’ la creatura più bella che abbia mai visto.
E’ decisamente cambiata dall’ultima volta che l’ho vista.
Adesso potrei anche dire che è una vera e proprio donna. Ma sono più che sicuro che è cambiata solo esteriormente, perché dentro è ancora quella ragazza fragile che conosco.
Sa avessi la possibilità di ritirare ciò che le ho detto, dio se lo farei.
Ma non posso, non posso distruggere la distanza che si sta venendo a creare. Lei potrebbe soffrire, perchè non riuscirei a controllarmi.
Mi avvicino, accarezzandole il viso.
Ho questa maledetta voglia di baciarla, dio mio.
Justin, controllati. Non puoi innamorarti di nuovo della stessa ragazza per la quale hai sofferto.
Ma lei è Jen, la mia Jen.
Porto le braccia sotto le sue delicate gambe, prendendola in braccio.
Noto che si appoggia alla mia spalla, e mi scappa un sorriso da ebete.
Salgo le scale lentamente, per poi entrare nella prima camera poco distante, appoggiandola sul morbido letto.
Trascino la coperta sul suo piccolo corpo, e mi soffermo a guardarla.
Questo è uno di quei momenti in cui potrei dire esplicitamente che lei non merita uno come me. Lei merita molto di più.
Le do un leggero e umido bacio all'angolo della bocca e ritorno in soggiorno.
Mi poggio sul divano fin quando il sonno non si impossessa di me.

_Spazio per l'autrice._
Ohw, hi guys. Come va?
Ecco a voi il nuovo capitolo, ma purtroppo ho bisogno di voi. Ho bisogno delle vostre recensioni, per sapere almeno cosa ne pensate.
Ci metto tutto il cuore per scrivere, per favore.
E vabby, comunque spero che vi piaccia questo capitolo. Adesso potrete anche impersonarvi in Justin, e capire come si sente.
Vorrei ringraziare chi legge, ci tengo particolarmente.
Eh beh, recensite in tanti. Fatemi essere felice, dai.
Alla prossima, byeeee<333





 

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Capitolo 6
*** sei sexy... ***


_La mattina dopo.
JENNY’S PART.
Sento un leggero calore sulla mia pelle, e apro lentamente gli occhi. Amo il sole di primo mattino, mi trasmette.... tranquillità?
Mi alzo, con cautela, dal morbido letto. Ehm, letto?
Sgrano gli occhi, schiarendo del tutto la visione della stanza.
Ma dove sono? Non ricordo di essere venuta qui ieri sera.
Ed ecco che mi torna tutto in mente. Justin. Ero con lui, prima di ritrovarmi qui. E' possibile che sia stato lui a portarmi qui?
Mi affretto a scendere le scale, non appena mi blocco nel vederlo disteso sul divano, a dormire.
Dio, magari stesse cosi tutto il tempo.
Mi avvicino con calma, e senza dare nell’occhio, mi inginocchio ai piedi del divano di fronte al suo sguardo.
Mi fa quasi tenerezza vederlo cosi, rannicchiato e con gli occhi socchiusi.
Non distolgo lo sguardo dal suo volto, così maledettamente perfetto.
-sono tanto bello?-
Sgrano gli occhi, non appena mi accorgo che la domanda proviene da lui. E io che pensavo stesse dormendo, oddio.
Che figura di merda, dio bono.
Noto che apre gli occhi, sorridendomi.
-Ehm, no. Cioè tu...-continuo, balbettando.-io non...-
Non riesco neanche a finire la frase, che idiota.
-Dai, ammettilo che ti attiro.-
Rido alla sua affermazione, fingendo di negare.
Mi vado a sedere sul divano, cercando di essere il più indifferente.
-tu non mi attiri affatto.-affermo.
Ma a chi prendo in giro?
-Aaah Jenny, Jenny, Jenny..-continua, avvicinandosi.-...so che mi vorresti tutto per te.-
Rido nuovamente, facendomi contorcere lo stomanco. Scuoto la testa, portandolo a sorridermi.
-Sei solo gelosa che al tuo punto c'è già un'altra ragazza.-continua, facendomi sgranare gli occhi.
Noto che si avvicina ancor di più, e quasi sento il suo respiro sulle labbra.
Mi sbaglio, o mi sta di nuovo seducendo? Oh bè...ci sta riuscendo alla grande.
-Tu vuoi me, e soltanto me.-
Quasi annuisco, ma riesco a tornare in me giusto in tempo, per respingerlo via.
-Justin, ma ti pare?-continuo, accennando una risata.-..io ti odio.-
Davvero l'ho detto? Davvero ho detto una cosa simile a Justin? Davvero ho avuto il coraggio di mentirgli?
Noto che sgrana gli occhi di colpo, allontanandosi da quel poco di distanza che si era andata a creare.
Ho fatto terribilmente male a dirgli qualcosa di non vero. Ma molto onestamente, se lo merita.
Non può trattarmi come quei bassi fondi delle sue amiche. No, che non può.
Sento il silenzio che si ingombe nella stanza, e mi affretto a interromperlo.
-Justin, posso farti una domanda?-
-Dimmi.-dice, guardando da tutt'altra parte.
-Come mai stamattina mi sono ritrovata in quella camera?-
-Forse stavi immaginando di andare a letto con uno, e hai fatto tutto da sola.-si affretta a dirmi.
Quanto mi irrita, dio bono. Non ha neanche il coraggio di ammetere che è stato lui. Bè si, almeno credo.
-Justin, non scherzare.-dico, seria.
-Ma non sto scherzando.-continua, giocherellando con il telecomando.-..forse sei sonnambula.-
-e tu non ti sei accorto di niente?-chiedo, ironica.
-Evidentemente stavo già dormendo.-dice, facendo spallucce.
Dio, che nervi. Esatto, mi da sui nervi il fatto che non voglia ammettere la verità. Sempre garantendo quale sia la verità.
Non so se è stato lui, ma ne ho una vaga idea. Chi è stato altrimenti?
Mi alzo frenetica, e vado verso la cucina. Sono scazzata, e non c'è cosa migliore del cibo.
Noto una scatola di cereali affiaccata al micronde e li predo senza pensarci due volte.
Vado verso il frigorifero, afferrando il latte, non appena sento una forte suoneria. Ho la vaga idea che sia il cellullare di Justin.
JUSTIN’S PART.
E adesso chi cazzo è che rompe?
Mi affretto a prendere il cellullare dalla tasca, e porto lo sguardo sul display: Jessica.
Ma cazzo, questa non ha niente di meglio da fare a prima mattina?
Accetto la chiamata, sbuffando.
<<Pronto.>>
<<Hey amore, ma dove sei?>>
Cazzi tuoi?
<<A casa di un mio amico.>>
<<Aaah, apposto. Mi sono preoccupata, dato che di solito passi la notte da me.>>
<<Eh si, ma non potevo non fargli compagnia.>> improvviso.
<<Vabene, ma mi devi una notte.>>
Ma questa non si soddisfa mai?
<<Ehm, okay.>> aggiungo, fottendomene raramente.
<<Okay, da me alle cinque. Non tardare.>>
<<Vabene.>> rispondo, per poi chiudere la chiamata.
Cristo, avevo altro in programma. Chissà, magari restare ancora un pò con Jenny.
No, cazzo. Justin le devi stare alla larga. Forse è un segno che mi abbia chiamato Jessica.
Mi siedo comodo sul divano e incomincio a vedermi un po’ di televisione.
Giro sul canale che sta trasmettendo corse di moto. Credo sia meglio, invece che pensare al dolore avuto dopo quel ''ti odio.''
JENNY’S PART.
Porto alla bocca un altro cucchiaio di cereali, sentendomi in colpa dopo aver origliato alla chiamata di Justin.
Credo abbia parlato con la sua ragazza. Un colpo al cuore, fa in modo di farmi ricordare.
Ebbene si, Jenny mettiti in chiaro questa cosa. Lui ha la ragazza.
Finisco la colazione, mangiando le ultime briciole di cereali in fondo alla tazza.
Mi affretto a posare il tutto nel lavandino, per poi precipitarmi sul divano in soggiorno.
Incomincio a ridere a crepapelle, non appena noto di aver fatto sobbalzare Justin dalla paura.
-hahahah oddio Justin, avresti dovuto vedere la tua faccia.-dico, continuando a ridere.
-A me non fa tanto ridere.-dice,, irritato.
-a me si, e anche tanto.-
Mi si contorce lo stomanco dalle troppe risate, dio.
Noto Justin che si catapulta su di me, e incomincia a farmi il solletico.
Oh porca troia, no!
Non faccio altro che ridere fino allo sfinimento, notando un suo accenno di risata ricambiata.
-Justin, basta, ti prego.-dico, balbettando.
Noto che molla la presa, guardandomi fisso. Dio, grazie al cielo.
-Allora dimmi che sono sexy.-dice, con aria di sfida.
-Ma neanche per sogno.-dico, quasi irritata.
Vedo che cinge le mani, ricordandomi cosa è accaduto secondi fa.
Porto le mani davanti a lui, incitandolo a fermarsi.
-Vabene, okay...-continuo, grattandomi la nuca.-sei sexy...-
Noto che sorride malizioso, avvicinandosi piano a me.
-...come un pinguino che cammina.-mi affretto ad aggiungere, per poi incominciare a ridere nuovamente.
-A
aah si?-dice, sorridendo.
-Oh cristo, basta, ti prego.-
Mi alzo frettolosamente, incitandomi a scappare dalla sua presa.
Mi volto il giusto, per guardare Justin, che si alza dal divano e cade a terra.
Oddio non ci credo, aiuto. Le risate si impossessano di me, completamente. Ma che coglione!
-ma non vedi che ti rendi ridicolo da solo?-
-sei una stronza.-afferma, ridendo.
Porta il culo sul pavimento, e fa per alzarsi.
Dio no, non posso permettergli di inseguirmi.
Mi precipito su di lui, mettendomi a cavalcioni, e bloccandolo al freddo pavimento.
Incomincio a ridere, trascinandolo insieme a me.
Grazie al cielo, se la fa una risata.
-non è finita qui.-dice, ridendo.
Mi porta verso il basso, con la schiena sul pavimento. Adesso sono io quella intrappolata, e l'idea non è male.
Sento nell'aria che le nostre risate man mano diminuisco sempre più, fino al punto di far sorridere solo i nostri occhi.
Rimane li, a guardarmi, mettendomi in suggezione.
Fa per avvicinarsi al mio viso, per poi ritirarsi, non appena sentiamo tossire.
-Abbiamo disturbato qualcosa?-domanda Jaz,  sull'orlo delle scale.
Ci scambiamo gli ultimi sguardi, per poi alzarci velocemente.
-No, è solo caduto.-mi affretto a rispondere, accennando una risata.
-Voi due tramate qualcosa.-dice, Chris.
-Aaah noi?-domando, mettendo le braccia conserte.
Manco fossi una cazzo di mamma, dio.
Porto il mio sguardo su quello di Jaz, notando il suo accenno di sorriso.
Mi cinge ad andare verso la cucina, e nell'arco di pochi secondi già trovo una sedia per sedermici.
Noto che chiude le porte a scrigno, in modo da far restare le nostre parole rinchiuse in questa stanza.
-Allora?-mi affretto a chiederle.
-E’ stato meraviglioso. Non aggiungo altro.-dice, esaltata.
-Mi fa piacere, dai.-
Perchè si, mi fa davvero piacere che sia felice.
-e tu?-
-io cosa?-domando, confusa.
-con Justin che hai fatto?-
-Scusa? e che dovrei fare?-continuo, più indifferente possibile.- io e Justin non ci sopportiamo per niente.-dico, accennando una risata.
-non è quello che ho appena visto.-
-Jaz, maddai.-continuo, facendo spallucce.-..era semplicemente caduto.-
-E accidentamente sul tuo corpo? Tu non me la racconti giusta. Vedo Justin come ti guarda, e non si è mai comportato cosi con una ragazza. E' alquanto strano con te, direi.-
-Ti sbagli.-
-Jenny..-dice, prendendomi la mano.-..lo conosco da un bel pò di tempo, e ti assicuro che non ha mai guardato una ragazza come guarda te.- Noto che afferma ciò che ha detto, annuendo.
Mi viene da ridere, giuro. Lo conosce da un bel pò tempo? Bè credimi, io lo conosco da più tempo.
JUSTIN’S PART.
-Bè?-chiedo, sedendomi sul divano.
-E’ andato tutto alla grande.-dice, per poi ridere. Ricambio la risata, dandogli una pacca sulla spalla.
-Grande brò. Sono fiero di te. Ancora qualche anno e diventerai come il sottoscritto.-dico, sorridendogli.
Noto che questa volta non ricambia il sorriso. Che cazzo ho detto?
-No Justin, io la amo.-afferma, grattandosi la nuca.
Lo guardo stupito, dopo aver sgranato gli occhi.
-Cosa?-domando.
-So che è partito tutto come un gioco, ma io mi sono davvero innamorato.-
-Oh amico, non stai dicendo sul serio.-dico, quasi incitandolo.
-Justin ma non hai un minimo di pietà? Non ti rendi conto di quel che fai?-
Ma davvero fa o cosa? Cristo, se ha deciso di rompermi il cazzo, ci sta riuscendo.
-Oh ma andiamo, sembri mia madre.-dico, distendendomi sul divano quasi interessato.
-E tu sei un coglione.-
Ma che cazzo sta sparando da quella lurida bocca che si ritrova?
Lui è coglione, se pensa che parlando come mia madre possa farmi cambiare idea.
Illuso, è dire poco.
Afferro il cellullare dalla tasca, giocandoci.
-Justin....-continua, sedendosi vicino a me.-..ma perchè non ti trovi una ragazza? Ma una seria, con cui starci. No una come Jessica, che usi solo per il piacere fisico.-
-Ma fatti i cazzi tuoi.-sbotto, arrabbiato.
Noto che sbuffa, roteando gli occhi. Il gesto mi porta ad arrabbiarmi ancor di più.
-Sei un caso perso.-
Mi alzo di scatto dal divano, guardandolo fisso.
-Ma cristo, questa è la mia vita e faccio ciò che voglio. Tu non sei nessuno per dirmi quel che devo fare.-dico, quasi sbranandolo.
Basta, ne ho abbastanza. Ne ho abbastanza di tutti quelli che mi dicono quel che devo fare. Ma cazzo, che si facessero i cazzi loro.
Hanno tanto bisogno di rompere i coglioni al sottoscritto?
Guardo Chris, con tutto l'odio che ho in corpo, per poi andare via sbattendo la porta.
Basta, io non cambierò. Non cambierò per nessuno, di certo non lo farò per quei miserabili che hanno avuto il coraggio di dirmelo in faccia.
Ma porca troia, ma che andassero tutti a fanculo.

_Spazio per l'autrice._
Omg, ma ciao(:
Uau, non potete immaginare quanto tempo ci ho messo per scriverlo. Quindi, potete anche capire il mio immenso lavoro e il grande bisogno che ho delle vostre recensione per sapere cosa ne pensate. Ho abbastanza visite ai capitoli, ma di recensioni manco l'ombra. Vi prego ragazzi, ci tengo davvero tantissimo. Spreco tutto il mio tempo e ci metto tutto il cuore per scrivere questa storia. Non vi costa niente recensire la vostra opinione(: Grazie tante se lo fate, specialmente un grazie a chi legge.
Spero minimamente che questo capitolo vi piaccia.
Se volete chiedermi qualcosa, qualsiasi cosa, sono @jenrauhl su twitter.
Grazie ancora, alla prossima.<33

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Capitolo 7
*** Vale la pena restare. ***


JENNY’S PART.
Sobbalziamo di colpo, non appena sentiamo la porta d'ingresso chiudersi bruscamente. Che cazzo è successo?
Apriamo di fretta le porte a scrigno, trovando Chris appoggiato al divano.
-amore, cosa è successo?-domanda Jaz, andandogli incontro.
La seguo con lo sguardo, notando Chris sbuffare.
-si comporta come un bambino...-continua, abbassando la testa.-..giuro, che non lo capisco più.-
-Justin?-domando.
Vedo che annuisce, portandomi un colpo al cuore. Cosa è successo di cosi tanto grave? Perchè ha reagito cosi?
Noto Jazmin che lo abbraccia, lasciando scavare la testa nel suo collo.
Sobbalzo dopo aver sentito la suoneria del mio cellulare, e lo prendo velocemente dalla tasca.
Accetto la chiamata, senza neanche vedere il nome sul display.
<<Pronto.>> dico, veloce.
<<ma allora sei viva….>> risponde, una voce a me familiare.
Oh mio Dio, Rosie.
<<Hey Rosie.>>
<<Vedo che ci si dimentica subito della famiglia, vero?>>
Un colpo al cuore, dopo le sue parole.
<<Non lo dire neanche per scherzo, ei. Ho semplicemente voluto darti spazio, perchè pensavo fossi di troppo.>>
<<Ma Jenny, tu non sei mai di troppo. io ho bisogno di mia sorella.>>
Appare un sorriso enorme sul mio viso, non appena realizzo di aver pensato male. Lei ha bisogno di me.
<<Rosie, dove sei ora?>>
<<Sono appena tornata a casa, perché?>>
<<Vengo subito da te, aspettami.>>
<<Vabenissimo.>>
Chiudo la chiamata e mi precipito in soggiorno, dato che il mio girovagare ha fatto sì che mi trovassi in cucina.
Tossisco, attirando l'attenzione di Chrs e Jaz.
-ragazzi, devo andare da mia sorella....-continuo, andando verso la porta.-.. grazie per stanotte.-
-Grazie per cosa? Per averti lasciata con quello squilibrato?-domanda Chris, quasi arrabbiato.
Accenno una risatina, guardandolo.
-Non per questo...-continuo, schiarendomi la voce.-..ma per il semplice motivo che ho fatto ben altro, invece di starmene chiusa in camera ad ascoltare musica.-
Noto che accennano un sorriso entrambi, annuendo.
-Allora ci vediamo domani?-domanda, Jaz.
-Ovvio.-affermo, per poi salutarli e andarmene.
In effetti è vero, è stata abbastanza scorrevole la serata. Ho evitato di ascoltarmi per ore e ore la stessa playlist che ascolto di continuo.
E so che per certo, dopo aver ascoltato cosi tante volte la stessa musica, finirai per odiarla.
Potrebbe essere vero, ma non Justin. Bieber è la mia ancora di salvezza, non mi basterà mai.
E vabbè, adesso pensiamo all'unico motivo per cui me ne sono andata. Rosie, ha bisogno di me.
__4 ore dopo.
Sgrano gli occhi dopo la sua affermazione, incitandola a parlare.
-quindi vorresti dirmi che ci sei uscita insieme?-
-si, e allora?-continua-..Jenny io non sono più una bambina, quando lo capirai?-
-invece si che lo sei.-ribatto, quasi convincendomi.
Perchè si, sto cercando di autoconvincermi che sia ancora la mia sorellina piccola.
Non voglio che cresca cosi in fretta, e uscendo con un ragazzo non fa altro che portarla a maturare con il tempo.
-Ti stai comportando come la mamma.-dice, facendomi il broncio.
-Io non voglio intromettermi nella tua vita, ma ti prego capiscimi. Io non voglio che tu cresca cosi in fretta, da un momento all'altro.-
-Jenny io non rimarrò per sempre una bambina, anch'io un giorno sarò adulta come te.-
Abbasso la testa, annuendo ciò che ha appena affermato.
-Hai ragione...-continuo, guardandola.-...scusami.-
Noto che si avvicina a me, abbracciandomi. Ricambio l'abbraccio, sorridendo al gesto.
-Sarò sempre la tua sorellina piccola, solo un pò cresciuta.-dice, staccandosi dall'abbraccio e facendo spallucce.
Lascio ricadere un enorme sorriso, abbracciandola nuovamente.
-Ti voglio bene.-affermo, stringendola a me.
-anche io te ne voglio, e anche tanto.-
Questo è sicuro, è la bambina-ragazza-donna più importante della mia vita. E lo sarà per sempre.
Noto che si stacca dall'abbraccio, accarezzandomi il braccio.
-Mi ha fatto molto piacere parlare con te, sai?-
-Anche per me è lo stesso..-continuo, grattandomi la nuca.-..ma credo sia il momento di andare.-
Faccio per alzarmi, notando Rosie annuire.
Mi segue con lo sguardo, per poi avviarci verso la porta d'ingresso.
-ricorda, che avrò sempre bisogno di te.-afferma, sorridendomi.
-lo ricorderò, promesso.-dico, ricambiando il sorriso.
Esco dalla porta, non appena la saluto abbracciandola.
Si bè, questi sono quei pomeriggi che ti fanno stare bene per il resto della giornata. Non c'è cosa più bella di stare con la propria sorella, e sapere che ha bisogno di te, come tu di lei.
__3 ore dopo.
Entro in camera mia, dopo aver indossato quel che chiamo pigiama.
Sempre se vogliamo chiamare cosi, una semplice maglietta abbastanza lunga, e un pantaloncino nero al di sotto.
Poso il cellullare sul comodino, dando un'ultima occhiata al diplay e andare verso la parete a vetro.
Oltrepasso la soglia della lunga finestra, sporgendomi al balcone.
MI appoggio alla fredda ringhiera che mi sostiene dal cadere, e sporgo gli occhi sul magnifico cielo stellato ripensando a quel che è successo.
Che sarà successo con Chris? Perchè si è comportato da cazzone, Justin?
Forse ha ragione Christian. Forse è solo un bambino.
Ma per quanto non voglia ammetterlo, amo quel bambino.
Ogni giorno il desiderio delle sue labbra sulle mie, dei suoi occhi blu come il mare, aumenta ancor di più.
Quanto vorrei che adesso fosse qui.
JUSTIN’S PART.
Esco da casa di Jessica, non appena mi da la possibilità di varcare la  porta.
Sto iniziando letteralmente a stancarmi. Non si soddisfa mai quella ragazza, dio santo.
Ma cristo, se ci sa fare. E' più che una bomba sexy.
Mi incammino verso la strada del ritorno, notando qualcuno affacciato al balcone di casa.
Mi avvicino piano, schiarendo la visione della ragazza che guarda il blu del cielo.
Ohccristo, ma quella è Jenny.
Mi nascondo, velocemente, dietro a un sottile muro, prima di vederla entrare dentro.
Aspetto un pò, per poi notare che spegne le luci della camera.
Non ci penso due volte e mi arrampico sul balcone, incosciente delle mie azioni.
Spingo di poco la finestra, notando che è aperta. Grande!
Entro senza fare rumore, dandomi la possibilità di vederla distesta sul letto, a dormire.
Ancora non riesco a crederci di quel che sto facendo, ma non posso andarmene.
Perchè lei è Jenny. Vale la pena restare.
Mi siedo vicino al suo piccolo corpo, scostandole i capelli che le ricadono sul viso.
La sua pelle è cosi morbida, dio.
Mi vien voglia di baciarla, e non aver timore a farlo.
E' cosi tremendamente difficile starle lontano, che anche se solo mi sforzo a farlo, ci sarà comunque qualcosa che mi faccia ritornare da lei.
Ma come è possibile che io mi stia di nuovo innamorando di lei?
Ma lei è Jen, lei ha il potere di farmi sentire bene.
Ogni volta che le sto accanto, non riesco a non pensare alle sue labbra posate sulle mie.
La nostra pelle a contatto. E i nostri occhi stregati l’uno dell’altro.
Noto che si agita, facendomi lasciare la presa dai suoi capelli di seta.
Credo debba andare, non può vedermi qui.
La guardo per un altro attimo di secondo, per poi lasciarle un  bacio umido sulla guancia.
Faccio per andarme, ma sento essere strattonato per il braccio.
-che ci fai qui?-domanda, quasi spaventata.
Cazzo, cazzo, cazzo. Sapevo che non era buona idea venire qui, dio.
-Volevo darti solo il bacio della buona notte.-mi affretto a dirle, accennando un sorriso.
-Aaah bè.-dice, abbassando la testa.
-Ritorna a dormire su, io vado via.-dico, alzandomi dal letto.
Sento essere strattonato nuovamente, forzandomi a guardarla.
-ti prego Justin..-dice, ansiosa.
-cosa c’è?-dico, incitandola a parlare.
-resta qui.-
Sgrano gli occhi, dopo la sua affermazione.
Davvero l'ha detto?
-Vuoi che resti a dormire con te?-
Noto che annuisce, portandomi alle stelle.
Ma credo che sappia che tutto questo durerà poco, perchè domani sarò costretto a dimenticare e a comportarmi diversamente.
Ma la mia piccola Jen, dio.
Mi fa spazio sotto le coperte, e si poggia sul mio petto non appena mi distendo del tutto.
Le accarezzo i capelli, pensando a quanto può essere perfetto questo momento.
Non mi sentivo così vivo da tanto, e mi rende felice sapere che solo lei riesce a farlo.
Lei riesce a tirar fuori il vero Justin che c’è in me. Ed è per questo che mi fa star bene, perchè io riesco ad essere me stesso.
Credo di amarla ancora. Ebbene si, vado pazzo per lei.
Ma non lo saprà mai, fa troppo male per entrambi saperlo.
 


_Spazio per l'autrice._
Awwww ciao guys, ed ecco il nuovo capitolo.
Spero vi piaccia, e mi raccomando recensite di cosa ne pensate.
Ricordo che ci tengo, e anche tanto.
Ringrazio ai lettori, e a chi recensisce. Mi rendete felice, sappiatelo.
E bè, alla prossimaaaaaa.<33

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Capitolo 8
*** Nessuno può vedermi debole. ***


__La mattina dopo.
JENNY’S PART.
Percepisco un meraviglioso calore perforarmi la pelle.
Il pensiero va subito alle forti braccia di Justin, proprio qui, vicino a me.
Sorrido appena, ancor prima di aprire gli occhi e rimanere delusa in ciò che speravo fosse vero.
Perchè quel poco calore che ho ancora sul mio corpo, è la luce del sole di prima mattina.
Perché non è qui? Perché non è qui, vicino a me?
Alzo il busto dal letto, infilandomi le dita tra i lunghi capelli, sperando che quello di stanotte non è stato semplicemente un sogno.
Abbasso il capo, certa di illudermi. Mi alzo completamente dal letto, strattonando le coperte.
Calo i miei occhi su un orologio, che mi è molto familiare. Lo afferro senza pensarci due volte, e noto una piccola incisione all'interno.
Justin Alex Brook.
Sgrano gli occhi, sorridendo a quel nome.
Quindi vorreste dirmi che non è stato un inutile sogno? E' stato davvero qui?
Per un attimo faccio dell'orologio il materiale più prezioso che possa esistere, per poi metterlo al polso con cautela.
Finisco di sistemare il letto, con un sorriso stampato sul viso, per poi andare a vestirmi.
__15 minuti dopo.
Sono esattamente davanti all'entrata della scuola, e sono constantemente sicura di non volerci andare.
Perchè ne sono certa, sarà dura come giornata.
Come dovrò comportarmi con Justin? Credo debba fare la più indifferente possibile. Perchè questo vuole, l'indifferenza da parte mia.
Ma fa male, terribilmente male.
Prendo un forte respiro, e faccio per entrare. Mi blocco sull'orlo del grande portone, non appena sento pronunciare il mio cognome.
-Daw...-ripete un ragazza, non molto lontana da me.
Mi volto completamente, per schiarire l'immagine della bionda col suo gruppetto di amiche.
Noto che avanzano il passo verso di me, mentre io rimango ferma, quasi immobile.
-Ti chiami Jennifer, vero?-chiede, venendo verso la mia figura debole.
-Si..-dico, con voce tremante.
Perchè tremo? E' solo una tipetta del cazzo, che crede di essere figa.
Noto che il gruppo si distanzia, lasciando che la bionda venga completamente verso di me.
-Sai, parlano molto di te, qui a scuola…-
-Aaah si?-domando, quasi indifferente.
-Bè si, e sai cosa dicono?-domanda a sua volta, prendendo una ciocca dai miei capelli.-..che sei carina.-
Sgrano gli occhi, stupita del fatto che la gente possa davvero parlare di me.
-Ma sbagliano di grosso.-afferma, prima di incominciare a ridere insieme alle sue amichette del cazzo.
'Sta situazione è troppo snervante, meglio che me ne vada và.
Faccio per rimettermi il marcia, ma mi strattona per il braccio. Noto che stringe la presa, procurandomi un leggero dolore.
Sul mio viso compare una smorfia di dolore, che a lei fa solo sorridere.
-ma sai cos’altro dicono?-continua, stringendo la presa.-...che sei uscita con il mio ragazzo.-
Ma dio bono, questa che cazzo vuole da me? E poi io non sono uscita con nessuno. Cazzo, mi sta facendo male.
Stacco la presa violentemente, accarezzandomi il polso.
-E chi sarebbe il tuo ragazzo?-chiedo, guardando verso le poche vene che secondi fa erano state bloccate nel fare il loro lavoro.
-Justin!-afferma, facendomi sgranare gli occhi.
Porto il mio sguardo, incredulo, sul suo.
No cazzo, no. Non può essere. E' lei, cazzo.
E' lei la ragazza di Justin.
Rimetto in sesto la mia indifferenza, trattenendo la poca delusione all'interno.
-Io non sono uscita proprio con nessuno.-affermo, mentendo.
Noto che si avvicina al mio viso, facendomi indietreggiare.
-Tu a me non freghi, stronza...-continua, sorridendo.-..non provare ad avvicinarti al mio ragazzo, altrimenti ti troverai messa male.-
Scherza o cosa? Cos'è? Una stronzetta gelosa, che crede di essere figa facendo la bulla?
-io non ho paura di te.-dico, quasi con aria di sfida.
Vedo che si avvicina ancora di più a me, facendomi tremare contro voglia.
-Dovresti.-dice, ferma.
-Non credo.-continuo a sfidarla.
Ma cosa diavolo sto facendo? Dovrei girare i tacchi e andarmene.
-Non hai idea contro chi ti sei messa.-
Noto che cinge la mano verso la mia guancia, per poi bloccarla in quel poco contatto, non appena qualcuno chiama il suo nome.
Si gira di scatto, sorridendo alla figura familiare.
Justin?
-Hei amore.-quasi urla, facendo rimbombare quelle parole nella mia testa.
Noto che si avvicina a lui, baciandolo con foga.
Sgrano gli occhi, completamente delusa dalla terribile scena che ho dinnanzi.
Un dolore al petto, mi fa chinare, contorcendomi.
Non posso sopportare tutto questo, no.
Faccio per andarmene, ma lo sguardo di Justin mi paralizza.
-Che sta succedendo qui?-chiede, serio.
-Stavamo conoscendo la nuova arrivata.-dice Jessica, almeno credo così si chiami, abbracciandomi.-Vero Jenny?-
Dio, mi viene da vomitare stando tra le sue luride braccia.
Noto Justin che annuisce piano, senza neanche guardarmi.
Provo un dolore atroce al petto, che lui non può neanche immaginare.
-Bè sai amore, che dicono di lei?-chiede Jessica, lasciando la presa dalle mie spalle.
-cosa?-
-che siete usciti insieme.-dice, accennando una risata, che Justin ricambia.
-ma se nemmeno la conosco...-dice, continuando a ridere.
Un colpo al cuore, dio. Un fottuto colpo al cuore, porta le mie lacrime in superficie.
Non riesco più a guardarlo. Non pensavo fosse cosi difficile approvare la sua indifferenza. Ma fa male, troppo male.
Sento il mio cuore perforarsi lentamente.
-Jessica, andiamo in classe dai.-dice Justin, incitandola.
Noto che annuisce, facendosi spazio tra le sue braccia. Ieri sera in quelle braccia c'ero io.
Fanno per andarsene, lasciandomi sola, fragile e senza coraggio di intraprendere la strada per la classe.
Scoppio in lacrime, non appena ripenso all'immensa indifferenza che ha avuto Justin nei miei confronti.
Neanche un sorriso o un leggero sguardo mi ha regalato.
Vado di corsa verso il bagno, attraversando i lunghi corridoi vuoti.
Attraverso la porta blu, chiudendomi in una delle porte aperte che mi trovo all'interno.
Chiudo la serratura, velocemente, per poi scoppiare in un pianto isterico.
Porto le mani tra i miei capelli, quasi strappandomeli dalla nuca.
Non pensavo fosse così doloroso, davvero.
Ormai avevo accettato da tempo che Justin se ne fosse andato dalla mia vita. Ma perché rivederlo dopo 5 anni? Cinque fottuti anni.
Non avrei mai voluto rivederlo. Sapevo che mi sarei ritrovata nella stessa situazione di merda.
Basta, ne ho abbastanza. Non posso continuare a stare male, per un coglione.
Alzo il viso, non appena sento dei rumori proveniente dalla porta d'ingresso.
No cazzo, nessuno può vedermi cosi. Nessuno può vedermi debole.
Mi siedo completamente sulla tavoletta del water, portando al petto le gambe.
Sento le voci, avvicinarsi alla mia porta, facendomi sobbalzare.
Cristo, ma io so chi sono.
Justin e Jessica.
JUSTIN’S PART.
Si catapulta su di me, baciandomi con foga.
Indietreggio, sbattendo contro una porta di legno.
Cerco di staccarmi, provando a parlare. Ma dio, è impossibile.
Non riesco mai a finire una conversazione, che già me la ritrovo sulle mie labbra.
-Jessica, non qui.-dico, cercando di liberarmi dalla sua presa.
-Dai amore, ne ho bisogno.-dice, continuandomi a baciare.
La sua voce sexy, oddio.
Sento la mia erezione farsi spazio nei miei jeans, facendomi ansimare.
Dio, Justin non farti sedurre.
-Cazzo, no Jessica.-dico, levandomela di dosso.
Noto che si allontana, sbuffando. Era ora, dio bono.
-Che volevi dirmi?-chiede, con le braccia conserte.
Prendo un lungo respiro, prima di aprire bocca.
-Di lasciare stare Jennifer.-dico, tutto d’un fiato.
Noto che sgrana gli occhi, dopo la mia affermazione.
-ma tu non avevi detto che non la conoscevi?-
-Allora? Jess, non voglio che tratti male chiunque arrivi in questa dannata scuola.- dico, quasi urlandole contro.
-Ma lo faccio per divertirmi un pò.-dice, sbuffando.
Bè, allora divertiti con qualcun altro. Perchè Jenny non me la tocchi, dio.
Mi avvicino al suo viso, lasciandola tremare sotto il mio respiro.
-Se provi a toccare Jennifer, tra noi due è finita.-
-ma perché ti importa così tanto di lei?-
-Non mi importa, invece.-dico, abbassando il capo.
Questo si, che si chiama ''saper mentire alla grande''.
-Non puoi dirmi quel che devo fare.-
Alzo il viso verso di lei, quasi divorandola con lo sguardo.
-Allora vuoi chiuderla con me?-
-Justin, andiamo…-dice, portando le braccia al mio collo. Le blocco la presa, guardandola serio.
-Jessica, no. Se le farai del male, io e te abbiamo chiuso.-
-E vabene, allora.-dice, quasi arrabbiata.
Annuisco, prima di prenderla per il braccio, e trascinarla fuori dal bagno.
Giuro, spero con tutto me stesso che abbia capito. Conosco Jessica, e non si ferma davanti a niente.


Omg, ciaaaaaao<33
Scusate la mia assenza, ma sono stata troppo impegnata con la scuola. Dio, non vedo l'ora che finisce 'sto trimestre.
Cooomunqueeee, ecco qua il nuovo capitolo. Spero vi piaccia, anche perchè ho lasciato perdere i compiti di italiano proprio per scriverlo e pubblicalo. C'ho messo, come sempre, il cuore. Quindi qualche recensione, mi farebbe più che piacere.
Anzi, ci tengo terribilmente.
Bè, che succederà tra Justin e Jenny? Jessica avrà capito?
Continuate a seguimi, per saperlo(:
E vabby, devo andare a studiare. Quindi, alla prossimaaaaaa<33
Love ya, guys.

 

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Capitolo 9
*** voglio solo te. ***


JENNY'S PART.
Oh mio dio, sbaglio o mi fa difesa? Cioè, davvero l'ha fatto?
Cristo Brook, quando sto sul punto di odiarti, fai sempre in modo che continui ad amarti.
Mi tiro sù col busto, non appena sento sbattere la porta, in modo da asciugarmi le ultime lacrime versate e sistemarmi.
Apro di poco la porta che ho dinnanzi, prima di assicurarmi che non c'è anima viva e andare verso lo specchio.
Sistemo quel poco, che ho da sistemare, con un'inutile linea di matina ed esco a passo svelto.
Mi dirigo velocemente verso la porta della classe, ancora completamente insicura di entrare.
Ma devo. Non posso mancare alle lezioni per una ridicola situazione che si è andata a creare.
Perchè si, mi sembra più che ridicolo che io sia ancora qui, a star male per un qualcuno che mi considera a malapena.
Anzi, che non mi considera affatto.
Afferro la maniglia della porta, ed entro con passo svelto. E non avendo neanche il tempo di dire un miserabile 'buongiorno', mi siedo al mio posto, completamente indifferente.
-Signorina Daw, grazie per esservi unita a noi.-
Sobbalzo, dopo l'affermazione del prof di letteratura, detta come se fosse un rimprovero. Bè, lo era.
Alzo il capo verso il suo, accorgendomi dei suoi occhi castani puntati sui miei, in cerca di una risposta da parte mia.
Prima che mi rimproveri nuovamente, annuisco a ciò che ha detto.
Noto che si gira verso la lavagna, continuando a spiegare quel che mi sono persa.
Percepisco ancora tutti gli occhi puntati su di me, da quando sono entrata, ma gli unici occhi che vorrei compiessero lo stesso atto, sono gli unici occhi che guardano altrove, senza la minima voglia nel guardare dalla mia parte.
Quei dannati occhi blu, come il mare, di Justin Alex Brook.
Non ho neanche un pò di forza, nel girare lo sguardo verso il suo. Mi farebbe troppo male, vederlo appiccicato a quella troia.
Abbasso il capo, incominciando a scarabocchiare su un comune pezzo di carta.
-ma che cosa è successo?-chiede Jaz, interrompendo i miei pensieri.
A cosa si riferisce? Forse al mio attaggiamento?
-niente.-riesco a dire, il più indifferente possibile.
Abbasso nuovamente il capo, continuando a far esplodere quella poca fantasia che mi è rimasta.
Noto che mi strattona la matita dalle mani, facendo posizionare la mia attenzione su di lei.
La guardo confusa, mentre prende le mie guancia e le accarezza con la punta dei pollici.
-perché hai pianto?-chiede, con aria preoccupata.
Sgrano gli occhi, dopo la sua domanda.
Oh cazzo, si vede cosi tanto?
Ritorno in me, per poterla rispondere con più calma possibile.
-io non ho pianto.-dico, strofinando gli occhi.
Cristo, avrei dovuto aspettare che si sgonfiassero, prima di venire qui.
-Jenny, dimmi che cosa è successo....-continua, appoggiando la mano sulla mia spalla.-..io ti ascolto.-
Fisso il suo sguardo, quasi perdendomici. Non posso dirglierlo. Non posso dirle che tutto questo è per colpa di Justin.
Colui che non conosco, e che ho visto per la prima volta quella sera al cinema.
Abbasso il capo, scuotendolo.
-Jaz, non è successo niente.-
Quasi mi convinco che sia cosi, ma adesso è tutta questione di dimenticare quel che è appena successo.
Afferro la matita, nuovamente, continuando quel che ho lasciato in sospeso.
Noto che si mette composta, con lo sguardo fisso nel vuoto, quasi delusa del fatto che non gli abbia confessato niente.
-Cerco di crederti, per questa volta.-continua, posando lo sguardo sul mio, che ricambio.-Ma so che trami qualcosa.-
Scuoto il capo, continuando a scarabocchiare.
Ritorna ad ascoltare la lezione, quasi irritata dal mio atteggiamento da menefreghista.
Dio, la sto trattando 'na merda. E non se lo merita.
Cristo, mi viene di nuovo piangere. Ma non posso. Non posso essere debole.
Non posso mostrare agli altri la Jennifer Ronnie Daw debole e fragile.
Ma non ci riesco, dio no che non ci riesco. Ogni cosa porta a lui. Ogni mio dannato pensiero porta a lui.
Credo sia impossibile, ma voglio essere al posto di Jessica in questo istante. Voglio essere tra le sue braccia.
__3 ore dopo.
Sobbalzo, non appena sento il forte rumore della campanella.
Un enorme sorriso, dà quella mia giusta esaltazione nell'andarmene da 'sto luogo infernale.
Mi dirigo verso l'orario delle lezioni, e tutta la mia felicità svanisce, non appena mi rendo conto che ho ancora un'altra ora da fare.
Vabbè, è in laboratorio. Almeno cambio aria, dopo ore e ore chiusa in quest'aula.
Attraverso l'orlo della porta, prima di andare verso il mio armadietto, non molto lontano.
-ciao piccola.-
Sobbalzo, chiudendo di colpo l'armadietto, e trovandomi un ragazzo dinnanzi.
Dio, aspetta. Non è lo stesso ragazzo dell'altra volta?
Un senso di disprezzo mi riempie lo stomaco, rendendomi indifferente da quello che può dire.
-cosa vuoi?-dico, sbuffando.
-solo farti vedere come ci si diverte da queste parti.-dice, afferrandomi per i fianchi.
-io non voglio vedere proprio niente, grazie.-dico irritata, cercando di respingerlo.
-Andiamo Jennifer...-continua, avvicinandosi e stringendo la presa.-...io non ho mai avuto un rifiuto.-
-Ohw, quindi dovrei essere più che onorata...-continuo, spingendolo il più lontano possibile.-..perchè quello che stai avendo da me è il tuo primo rifiuto, caro.-
-Sei sexy quando ti arrabbi, sai?-dice, riavvicinandosi.
Dio, e manco se ne va?
-Gira al largo.-dico, prima di andarmene.
Cammino per i lunghi corridoi, per poi essere strattonata per un braccio e sbattuta contro una parete gelida.
Schiarisco per bene la figura della persona, prima di accorgermi che chiude la porta dello stanzino.
-Justin, ma che cazzo fai?-
-chiudo la porta, nel caso qualcuno volesse entrare.-dice, chiudendola per bene.
Quanto mi irrita il fatto che ha vergogna di me. Anche, solamente, per parlarmi.
Scuoto la testa, concentrandomi sul presente.
-perché siamo qui?-
Noto che si avvicina a me, con la testa abbassata.
Porta il suo sguardo sul mio, quasi con aria seria.
-Jenny, perché stavi piangendo prima?-domanda, tutto d'un fiato.
Sgrano gli occhi, torturandomi il labbro, per punirmi del fatto che non mi sia nascosta bene ai suoi occhi.
Che diamine, si vedeva così tanto che stavo piangendo?
-Perchè mi fate tutti la stessa domanda oggi? Dio, no.-dico, irritata.
Noto che si avvicina ancora di più, portanto il mio battito al limite.
-Jen, io non voglio che tu soffra.-
-Justin....-dico, attirando la sua attenzione.-...io sto bene.-
'io sto bene.' davvero Jenny? Davvero credi che possa credere ad una bugia simile?
Annuisce piano, accennando un sorrisetto. Ci ha creduto.
-Sei ancora importante per me, credimi.-dice, spiazzandomi.
-..mi è bastato quel che ho sentito, per crederti.-
Mi mordo nuovamente il labbro, punendomi di quel che ho appena detto.
Cazzo, ma perchè non tengo la bocca chiusa? Non può sapere che c'ero anch'io in bagno, stamattina.
Noto che il suo sguardo tende alla confusione.
-Cosa hai sentito?-
-Niente.-dico, indifferente.
Ma cristo dio.
Noto che diventa pallido e serio tutto d'un tratto.
-Jenny, alla prima ora tu dov’eri?-domanda, avvicinandosi al mio corpo.
Non posso dirgli che stavo in bagno, no. Si complicherebbe tutto, dio.
-fuori scuola.-dico frettolosa, sperando che se la beva.
-Non ti credo.-
E mi sembrava ovvio. Solo io posso finire in guai simili.
-E non credermi, a me non importa.-dico, quasi irritata.
-Jen, dio, a me importa. Dov'eri?-domanda nuovamente, ansioso.
-Justin...-continuo, poggiando le mani sulle sue larghe spalle.-..ero fuori scuola.-
Noto che sospira, ma con un leggero accenno di tristezza. Sono confusa, oddio. Avrebbe voluto che stessi in bagno?
-Justin, devi dirmi qualcosa?-domando, cercando di capire la sua reazione.
JUSTIN’S PART.
Rimango con lo sguardo fisso sul suo, cercando di trovare una risposta alla sua domanda.
Non so neanch'io perchè ho reagito cosi, ma credo che non mi sarebbe dispiaciuto sapere che c'era anche lei in bagno.
Perchè nel pieno di quella conversazione, forse avrebbe capito che realmente mi importa di lei.
Bè si, se la mettiamo cosi, sarebbe stato più facile dirle quanto tengo a lei.
Non voglio che mi odi, dio no. Dopo tutto, io le voglio ancora un bene immenso.
Sempre se quello che provo per lei, possiamo paragonarlo a un semplice sentimento di amicizia.
Cristo, sono confuso. Dovrei starle alla larga, dovrei. Ma mi è incredibilmente difficile starle lontano.
Lei, dopo tutto, fa ancora parte di me e della mia vita.
-no...-dico, quasi con un velo di tristezza nella voce.
-allora perché mi hai portata qui?-
Perchè ti ho portata qui? Perchè avevo voglia di parlarti, starti accanto. E soprattutto, perchè mi fa terribilmente male vederti cosi a causa mia.
Sempre se la colpa sia mia. Ma chi potrebbe ridurla cosi, se non io? Dio, lei non merita di soffrire.
Prendo un lungo respiro, prima di torturarmi per quello che sto per dirle.
-perché..-continuo, quasi uccidendomi.-...devi far finta di niente.Tutto quello che è successo tra noi, in realtà, non è mai successo.-
Sento il suo cuore spezzarsi, dio si che lo sento. La sto ferendo, e non poco.
Justin perchè le fai questo? Perchè 'sto maledetto orgoglio deve sempre superare ogni limite?
-Justin, credo che abbia capito.-dice, abbassando la testa.
Quanto mi fa male vederla così.
-mi dispiace…-dico, con quel filo di voce che mi è rimasto.
-Justin, ma andiamo..-continua, irritata.-..a te non dispiace affatto.Perché se ti dispiaceva, avresti avuto almeno un pò di pietà nei miei confronti, essendo stata la tua ragazza. Avresti avuto almeno un pò di ritegno nello stare con un'altra ragazza davanti ai miei occhi. O almeno non avresti avuto vergogna nel farti vedere con me, come amica.-
Mi si spezza il cuore, non appena pronuncia quelle parole con tenacia e rabbia a più non posso.
Avrei giurato di aver visto delle lacrime dai suoi occhi, quei suoi meravigliosi occhi pieni d'odio nei miei confronti.
-Ti sbagli…-riesco a dire, non pensandoci neanche sù.
-Justin, non mi importa più di niente. Se quel che vuoi è l'indifferenza, vabene...-continua, avvicinandosi.-..io e te, non ci siamo mai conosciuti.-
Fa per andarsene, ma la fermo, bloccandola per il braccio.
-Cosa vuoi, ancora?-dice, arrabbiata.
-Lo sai per certo che non voglio questo...-dico, guardandola negli occhi.
-invece si, altrimenti non saremmo arrivati a questo punto.-
Si sbriga ad uscire dalla porta, rimanendomi qui, fisso a guardare il vuoto.
Prima di calmarmi totalmente, la rabbia si impossessa di me.
E senza neanche pensarci due volte, faccio una leggera crepa nel muro, dandoci un forte pugno.
Cazzo, no. No, che non voglio questo. Io voglio te, voglio solo te.
JENNY’S PART.
Mi incammino per i corridoi, a passo svelto, dirigendomi verso il laboratorio.
Ripenso a quello che è successo secondi fa, contorcendomi lo stomanco.
Mi fa schifo, cristo. Mi fa letteralmente schifo.
Non merita, per niente, le mie lacrime. E' solo un altro fottuto coglione, che gioca con me, come se fossi un inutile materiale.
Come se non servissi a niente. Un materiale usa e getta, solo a cazzi loro.

_Spazio per l'autrice._
Aaaaaaaaaah, ciaaaaaaao guys. omg, non so voi, ma a me piace terribilmente 'sto capitolo.
Boh, forse perchè si vede benissimo quanto Justin tiene a Jen. E sinceramente, 'sti due mi fanno impazzire ahssajdhksahs
Ma comuuunque, spero vi piaccia anche a voi , anche perchè c'ho messo tutto il giorno per scriverlo.
E domani ho il compito di spagnolo, aiuto buona fortuna a me):
E vaaabby, continuate a seguirmi e a recensire la vostra opinione che il prossimo capitolo vi spiazzerà letteralmente.
Che succederà a Jenny? Jessica avrà capito la raccomandazione di Justin? Bè, seguitemi e lo scoprirete(:
Okkkey, sto parlando troppo ahahah. Comunque, vi prego, recensite che mi fa mooolto piacere.
Dopo questo, alla prossimmaaaa. Much love<33

 

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Capitolo 10
*** Non ho altra scelta. ***


_Mezz'ora dopo.
Perchè esiste la chimica? Cioè, a che serve? E' solo un'altra inutile materia, dio santo.
Serve solo a romperti i coglioni, e per farti studiare regole che non conteranno un cazzo nella vita.
-Vabene ragazzi, scrivete questa formula sul quaderno.-dice il prof, indicando la lavagna poco distante.
Lo seguo con lo sguardo, prima di osservare la lunga formula che ci ha assegnato di scrivere.
Affero la penna, dinnanzi a me, e incomincio a scrivere. Numeri, numeri e numeri. Non si capisce un cazzo, ma che diamine.
E io intanto, ancora mi chiedo, a cosa cazzo serve 'sta materia? boh.
-Qualcuno ha una penna in più?-
Alzo il capo, di scatto, pungendo il mio sguardo su quello di Justin.
Mi viene il disgusto, dio. E sfortunatamente ho anche la penna in più.
La estraggo dal borsello, prima rivolgermi a lui.
-Prendi.-dico, lanciandogliela.
Noto che l'afferra velocemente, e mi rivolge lo sguardo.
Fa un piccolo accenno con il capo, prima di sedersi e continuare a scrivere.
Mi rimetto in ordine, ma mantenendo lo sguardo fisso su Justin.
In tutti questi anni che lo conosco, non ho mai capito quali siano i suoi sentimenti.
Non ho mai capito, realmente, cosa provasse in determinati momenti.
Gioia, tristezza, delusione, amore, svago. Cioè, non ha mai esposto totalmente i suoi stati d'animo.
Cosa posso pensare in casi come questo? Come posso capire quel che sta provando?
E' sempre cosi, dannatamente, neutro. E' come se non provasse niente. Una fottuta macchina da robot che non prova la minima emozione.
Noto che posa lo sguardo sul mio, mentre io rimango ad osservarlo. Non oso spostare gli occhi da tutt'altra parte.
Vorrei solo capire come si sente in questo momento. Come si sente a trattare 'na merda, una ragazza come me.
Come si sente a provare indifferenza nei miei confronti, dopo tutto questo tempo.
-Bene ragazzi, per casa la voglio svolta...-continua il prof, facendomi sobbalzare-...ma lo farete in coppia.-
Sgrano gli occhi, dopo l'affermazione data. Mi viene il disgusto solo al pensiero del mio compagno di lavoro.
Cioè, non ho fatto molte amicizie ultimamente. L'unica amica che ho, è Jazmin. Ma sfortunatamente non è in questo corso.
Noto il prof, che incomincia a dare i primi nomi da lavoro.
Attira la mia attenzione, non appena pronuncia il mio numero dell'elenco di classe.
-Jennifer Daw...-continua, spostando l'indice verso il basso.-...con Brook.-
Sobbalzo, non appena pronuncia quel dannato cognome.
Brook, Brook e ancora Brook. Non ne posso più, giuro.
Giro lo sguardo verso il suo, ancora incerta di poter accettare che quel che il prof ha appena annunciato.
Scuoto la testa, prima di appoggiare la testa sul banco, sbuffando a più non posso.
_2 ore dopo.
Rimango esaltata, non appena la campanella suona.
Cristo, sono finite le lezioni. Finalmente, non ne potevo più.
Prendo, di fretta, la mia borsa e mi dirigo fuori dall'aula.
Mi incammino verso i corridoi affollati, prima di uscire dall'intero istituto e prendere un lungo respiro di relax.
'Sta scuola mi stressa, e non poco. E dire che ancora penso al lavoro che dobbiamo fare io e Justin insieme, dio che nervi.
Bhè, meglio non pensarci. Come se fosse facile, ma vabbè.
-Jennifer...-
Mi blocco, di scatto, non appena qualcuno mi chiama.
Sposto lo sguardo, sulla figura, poco distante da me.
Mi si contorce lo stomanco, non appena Jessica si avvicina, con il suo branco di amiche.
Noto che ha lo sguardo scazzato. Bè cara, non sei l'unica che ha avuto una brutta giornata.
Viene verso di me, prima di aprire quella sua lurida bocca.
-
io non so che cazzo tramate tu e Justin, ma la cosa non mi piace affatto.-dice, irritata.
-ma chi cazzo lo conosce, bha.-dico, quasi incazzata. Bè, proviamo a togliere da mezzo quel 'quasi'.
-non ha mai difeso nessuno, perché con te lo fa?-domanda, quasi urlando.
Perchè? Ma che cazzo ne so io. Dio, Jenny calmati.
-Non lo so.-dico, ferma.
-Senti..-continua, avvicinandosi.-…Justin ha detto che devo stare alla larga da te. Ma prova a fare una mossa sbagliata, e giuro che ti combino male.-
Afferma, prima di girare i tacchi. Ma chi cazzo si crede di essere?
-io faccio quel che mi pare.-dico, quasi sgranando gli occhi.
Mi mordo le labbra, nervosa. Dio, ma non potevo stare zitta?
Noto che ritorna al punto di partenza, e arriva a sfiorarmi i capelli con quelle sue luride mani da troia.
-Bè cara, ti stai mettendo sulla strada sbagliata.-dice, sfiorandomi i capelli che ho sul viso.
Le sposto la mano, velocemente, e poso il mio sguardo irritato sul suo.
Noto che il gesto, fa si che si arrabbi ancor di più.
-Sai, posso anche fottermene di quel che ha detto Justin. Se voglio, posso farti molto male.-dice, quasi seria.
Prendo un lungo respiro, non appena l'affermazione di Jessica mi pulsa nelle vene. E' come se fossi talmente incazzata, che me ne frego di quel che potrebbe accadermi. Ma sto sbagliando, e anche tanto.
Avrei dovuto mostrare la piena indifferenza, ma la mia lingua lunga me l'ha impedito.
Me l'ha impedito tante di quelle volte, e ogni volta mi sono ritrovata ridotta male.
Ritorno in me, ripensando a quanto è stato detto.
-…Justin ti lascerebbe.-dico, quasi tutto d’un fiato.
-ma chi lo dice che Justin lo verrà a sapere?-dice, facendo spallucce.
-a te non importa neanche di lui..-
-non dovrebbero interessarti queste cose..-dice, prima di accennare una risata.
Mi sale il crimine, cristo.
-sei una stronza.-dico, contorcendomi lo stomanco.
Noto che mi tira a sè con forza, prima di strattonarmi per la maglia.
-Cosa hai detto?-domanda, a pochi centrimenti dal mio viso.
Cristo, non me ne frega un cazzo di ripeterlo.
-che sei una..-continuo, prima di accennarle un sorriso-..stronza.-
Nell'arco di pochi secondi, punge sul mio labbro una forte pressione.
Mi accascio a terra, prima di toccare il labbro insanguinato, andato a contatto con il suo pugno.
Dio, che cazzo di dolore. Ma avrei voluto dirglielo tante di quelle volte. Ne è valsa la pena?
-non è finita qui, Daw.- dice, per poi andarsene.
Mi sale il disgusto solo al pensiero di quel che è successo.
Prendo, velocemente, un fazzoletto dalla borsa e lo appoggio al labbro ferito.
Riprendo le forze, prima di incamminarmi verso casa.
Quella troia deve morire, dio.
_20 minuti dopo.
Volto lo sguardo verso lo specchio, amminando il labbro gonfio.
Cristo, ci mancava solo questo. E' proprio la ciliegina sulla torta.
Tampono sulla ferita, con dell'ovatta, notando l'accumolo di sangue che si è andato a formare.
Scorgo gli occhi sul cellullare, non appena mi arriva un messaggio.
Lo affero, senza pensarci due ore, e sblocco il display.
<<Oggi vieni da me alle cinque. Non tardare, eh. Justin.>>
Justin?
Giusto, oddio. Dobbiamo fare quel lavoro insieme. Me n'ero quasi dimenticata.
Mi affretto a risponderlo, posando l'ovatta sul mobile.
<<Magari mi dici dove abiti, cosi potrei almeno pensarci(;>>
<<Via Vergara, numero otto. Non hai modo di pensarci, sorry. Ti aspetto, a dopo.>>
Leggo il messaggio, prima di posare una smorfia sul mio viso.
Bè, in effetti si. Non ho altra scelta.
<<Okay, a dopo.>> mi limito a rispondergli, prima di posare il cellullare sul mobile.
Prendo, nuovamente, l'ovatta e tampono la ferita.
Adesso l'unica cosa che mi preoccupa, è questo dannato labbro.
Spero, vivamente, che non si accorga del gonfiore. Che cazzo potrei dirgli?
'Justin, la tua ragazza troia mi ha dato un pugno, ma niente di chè.' Non potrei mai.
Non vorrei allargare la situazione che si è andata a creare. Sono già stata vittima di bullismo, e non vorrei che riaccadesse.
Per nulla al mondo.
_Le 5 del pomeriggio.
Sposto il mio corpo, dinnanzi alla porta di casa di Justin.
Tremo solo al pensiero, di aver quel corpo vicino al mio.
Dio, Jenny contieniti.
Perché fa sempre questo effetto vederlo?
Prendo un leggero respiro, prima di bussare.
Noto che apre dopo poco, facendomi sgranare gli occhi per il suo magnifico corpo a torso nudo.
Occristo, fa che non è vero quel che stanno ammirando i miei occhi.
-Stai lì a fissarmi o vuoi entrare?-domanda ,con quel suo fare da figo.
Faccio sì che i miei occhi guardino a terra, prima di superare la soglia di casa.
-Perché sei senza maglietta?-domando, senza pensarci due volte.
Noto che ride, prima di prendermi spostare lo sguardo sul mio.
-Innanzitutto ciao..-continua, facendomi quasi ridere insieme a lui.-..e secondo, perchè sono appena uscito dalla doccia, e non credevo arrivassi in tempo.-
-Ma se mi hai detto ben 2 volte che non dovevo tardare.-dico, prima di accennare un'altra risata.
-Si, ma le ragazze non arrivano mai in tempo, anche se gli chiedi di fare il contrario.-dice, facendomi spallucce.
Sorrido alla sua visione, prima di scuotere la testa.
-Andiamo di sopra, dai.-dice, prima di portarmi al piano superiore e accogliermi in camera sua.
Noto che prende una maglietta dal mobile, e se la infila velocemente.
Devo ammettere che sono rimasta incantata da così tanta perfezione. Non ho mai visto ragazzo più bello di lui, giuro.
Noto che va verso la scrivania, prima di cingermi a sedermi accanto a lui.
Annuisco, per poi andarmi a sedere sulla soffice sedia.
Afferro la borsa, e ne estraggo il quaderno di chimica.
Prima di concentrarmi sulla formula, mi distraggo a guardare la sua camera.
Lo sguardo si posa immediatamente sul letto fuori posta, portando i miei pensieri su ciò che ha potuto fare.
-Non pensare a male.-dice, osservandomi.
-Ma non ho pensato a male.-dico, improvvisando.
Porto i miei occhi sulla formula, con più indifferenza possbile.
-prima che tu venissi mi sono addormentato.-dice, attirando la mia attenzione.
Sorrido sotto i baffi, non appena so di essermi liberata di un peso.
Afferro una penna dal borsello, prima di puntarla sulla formula.
Noto che si avvicina a me, sporgendosi alla mia spalla destra.
-Allora? Cosa dobbiamo fare?-
-risolvere questa formula.-dico, indicandola.
-Aah bene, immagino sia complicata.-
-Bè, lo è.-
-Allora diamoci da fare.-dice, sorridendomi.
Afferra il mio quaderno, osservando ciò che sta all'interno.
Dio, quanto è buffo mentre prova a fare l'intelligente.
Sembra, quasi, adorabile.
_10 minuti dopo_
Omg, sono passati già 10 minuti che continuamo a fissare la formula e ancora niente.
E' impossibile risolverla. Non si capisce un emerito cazzo.
-Basta, ci rinuncio.-dico, lanciando il quaderno sulla scrivania.
Infilo le dita tra la lunghezza dei capelli, prima di notare Justin che afferra il mio borsello.
Rimango confusa dal suo gesto, cercando un motivo a tutto ciò.
Noto che prende il peluche attaccato all'estremità, e sorride a cosa ha tra le mani.
-Perchè ti interessa il mio peluche?-
-Perchè te lo regalai io.-dice, sorridendomi.
Sgrano gli occhi, dopo quanto è stato detto.
Oddio, è vero. Me lo regalò quando eravano più piccoli.
Dio, che strana senzazione. E' passato tanto di quel tempo.
Sposto il mio sguardo sul suo, e mi limito ad osservarlo.
-mi ricorda tanto il passato...-
Quanto è bello, dio. E la cosa che mi sorprende di più è che se ne sia ricordato.
Cioè, sono passati 5 anni. E' davvero tanto tempo, ma lui non ha mandato via quel ricordo.
-quindi non te ne sei dimenticato…-dico, accennando un sorriso.
-Non potrei mai dimenticarmene.-dice, serio.
Alza il capo verso di me, portando il confusione lo sguardo per ciò che ha dinnanzi.
-che hai qua?-domanda, sfiorandomi le labbra.
Sgrano gli occhi, non appena ascolto la domanda posta. No cazzo, non è possibile.
Mi sono messa un quintale di trucco, cristo, non può vedersi.
-Niente.-dico, abbassando la testa.
Noto che si avvicina a me, alzandomi il capo con l'indice.
Mi sfiora le labbra, procurandomi un brivido di piacere e di dolore allo stesso tempo.
Mi ritiro dalla presa, girando il viso dolorante.
-Jenny, cos’hai?-domanda, nuovamente.
Non oso girare il viso verso il suo, comportandomi con più indifferenza possibile.
Noto che il suo sguardo diventa cupo, quasi arrabbiato.
Prende il mio corpo, velocemente, portandomi in bagno.
Sobbalzo al gesto, prima di chiudermi con lui nella doccia e lasciar scorrere l’acqua sulla mia pelle.
Immagino che il trucco si sia sciolto, e credo sia ciò che voleva.
-Chi te l'ha fatto?-domanda, serio.
I miei occhi prendono il possesso dai suoi, rimanendomi a fissarlo.
Dio, e adesso che faccio? Non potrei mai dirglielo, mi ritroverei solo nei guai.
Faccio per abbassare il capo, ma lo rialza prima che possa sottomettermi alla sua presa.
-Jenny, è stata Jessica?-
E adesso che gli dico?
-No..-mi limito a dire, con quel poco di indifferenza.
JUSTIN’S PART.
Non posso credere a quello che stanno appena vedendo i miei occhi. Chi cazzo ha osato toccarla?
Un brivido mi percorre tutto il corpo, non appena penso a qualcuno che le possa far del male.
-Non posso vederti in questo stato.-dico, serio.
Noto che alza lo sguardo, mostrandomi i suoi occhi lucidi.
Riesco a distinguere le lacrime anche con l’acqua sul suo viso.
No cazzo, non merita tutto questo. Mi fa tremendamente male vederla così.
-e a te che importa? non ti è mai importato niente di me.-dice, ormai con le lacrime agli occhi.
-Non è assolutamente vero, Jen.-
Un colpo al cuore, dopo le sue parole. Dio, quanto dolore.
-Jenny io…-non riesco a finire la frase. Le parole mi si sono bloccate alla gola.
-Non importa.-affretta a dire, con un velo di tristezza.
Riesco a percepirlo dai suoi occhi. Quei suoi occhi verdi, cosi maledettamente perfetti.
Noto che mi sposta di poco, uscendo dalla doccia.
Sono un emerito coglione, cazzo. Perchè non riesco a fare nulla vedendola cosi?
Mi sembra cosi fragile, che non ho neanche il coraggio di starle accanto.
Dio, non merita del male.


_Spazio per l'autrice._
Ciaaaaaaao<33 Eccomi qua, con il nuovo capitolo.
Bè, non è un granchè. Anzi per me fa schifo, ma prometto che il prossimo sarà meglio.
Comunque grazie a tutti. Grazie a chi legge, a chi segue, e a chi recensisce questa storia. Ne sono davvero felicissima<33
Vabbè, in questo capitolo capite anche il perchè Jen ne ha passete tante quando Justin non c'era.
E perchè ha bisogno di lui, a più non posso.
Non per questo la storia si intitola 'i will catch you if you fall.'
E vabbè, spero davvero vi piaccia. Ditemi la vostra, recinsendo(:
Alla prossimaaaa, much love<33

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Capitolo 11
*** Ora, o mai più. ***


JENNY’S PART.
Esco velocemente dalla doccia, dirigendomi in camera.
Dio, che freddo della madonna.
Ma cazzo, a chi importa del freddo?
Non riesco a non pensare ai suoi occhi. Quei suoi occhi blu. Quei suoi occhi blu capaci di mandarti in confusione. Dio, e quanto sono belli.
Un brivido mi percorre il corpo. Cazzo, tremo dal freddo. Ma non poteva evitare la doccia?
Noto che esce dalla porta del bagno, venendo verso di me.
-Justin, ho freddo.-affermo, tremando.
Posa il suo sguardo sul mio, di scatto, e non si limita a starsene fermo a guardare.
Si avvia verso una cassettiera, estraendo una maglietta e un pantalone.
Me li porge e, senza pensarci due volte, li afferro e corro in bagno a cambiarmi.
JUSTIN’S PART.
Sono un coglione. Sono un coglione. Sono un emerito coglione.
Mi sto comportando ‘na merda, dio.
Quasi mi strappo i capelli dalla testa, pentendomi di non averglielo detto.
Avrei dovuto dirglielo? Davvero?
Abbiamo bisogno l’uno dell’altra, ovvio che si.
Ma perché non riesco a mettere da parte l’orgoglio? Perché non riesco a dirle che tengo a lei?
Justin, cristo, basta. Dovete prendere le distanze, anche se può sembrare difficile, tu ci devi riuscire. Tu non puoi cambiare, almeno non per lei.
Scorgo la sedia dinnanzi a me, e mi ci vado a sedere, distraendomi dai miei pensieri. Ma a quanto pare, credo sia una cosa impossibile.
Ma cazzo, come faccio a non pensarci? Sto quasi dando di matto.
E dire che 5 anni fa non riuscivo a starle lontano. E adesso?
Bè, ho ancora il desiderio di tenerla tra le mie braccia, lo ammetto.
Cosa posso fare? Jen mi manda in confusione, dio.
Sobbalzo dai miei pensieri, non appena la porta del bagno si apre.
Rimango incantato da cosi tanta perfezione. Oddio, oddio, quanto cazzo è bella.
Ma dio, si può essere più belli?
-Qualcosa non va?- domanda, confusa.
Scuoto la testa, non staccandole gli occhi di dosso. Dio, è perfetta.
Noto che accenna un sorriso, prima di sobbalzare per la forte suoneria del cellulare.
Ci metto poco a capire che è il mio, prendendolo immediatamente.
Scorgo il nome sul display, sbuffando.
Jessica? Ma perché cazzo deve rovinare ogni singolo momento?
Accetto la chiamata, sbuffando nuovamente.
<<Pronto>> rispondo, freddo.
<<Amore devo assolutamente dirti una cosa. Passo tra mezz’ora. Bye, baby.>>
Attacca, senza neanche darmi il tempo di controbattere.
Di sicuro niente di importante, che perdita di tempo.
Alzo il viso verso quello di Jenny, notando che mi stava guardando.
Incontro i suoi meravigliosi occhi, rimanendo incantato.
Ohcazzo, Justin calmati. Quei suoi occhi non posso di nuovo averti stregato come tempo, dio.
JENNY’S PART.
Rimango un po’ delusa, non appena capisco che ha parlato con quella troia.
-forse è meglio che me ne vada.-dico, afferrando la mia borsa e posando il quaderno in essa.
Sento essere strattonata per il braccio, e mi blocco guardandolo.
-No, non puoi. Dobbiamo risolvere la formula.-dice, serio.
-Ci abbiamo provato Justin, ma non ci riusciamo. Stop.-dico, ferma.
Lascia la presa e, senza pensarci due volte, mi dirigo verso la porta della camera.
Faccio per aprirla, ma mi blocca nuovamente.
Mi volto verso di lui, limitando ad abbassare la testa.
-non pensare che sei di troppo.-dice, guardandomi.
Alzo il capo verso di lui, quasi sgranando gli occhi. Forse ha capito che faccio ciò per Jessica. Ma restando, mi faccio solo del male.
-Perché dovrei pensarlo?-domando, con aria indifferente.
-per la chiamata…-
-Justin, voglio solo andare a casa e asciugarmi i capelli.-dico, facendo spallucce.
Noto che annuisce, quasi arrabbiato. Per quale motivo? Boh.
Mi apre la porta, cingendomi ad uscire.
Rimango male per il gesto, ma forse è meglio cosi. Forse davvero dovremmo prendere le distanze. Lui, tutto sommato, ha la ragazza. E io sto perdendo solo tempo, ma dio se mi manca. Lo ammetto, mi manca e non poco.
Scendo per la lunga rampa di scale, e mi dirigo verso la porta d’ingresso.
Prima di attraversare la soglia, mi volto verso Justin, fermo sulle scale.
-Justin…-mi limito a dire, contorcendo le parole in gola.
-Dimmi.-dice, scendendo le scale.
Noto che viene verso di me. Più si avvicina, più il mio respiro diminuisce.
-grazie..-dico, quasi tremando.
-per cosa?-domanda, confuso.
-per esserti preoccupato per me.-dico, guardandolo negli occhi.
Noto in lui, uno sguardo perso e confuso.
-credo che tu debba andare.-dice, incitandomi.
Sgrano gli occhi, dopo quanto è stato affermato.
Perché? Perché è così tanto orgoglioso?
Scuoto la testa, delusa, prima di guardarlo per l’ultima volta ed uscire di casa.
Non pensavo che una persona potesse cambiare così tanto.
Non riesce minimamente a mettere da parte il suo stramaledettissima orgoglio.
Ma forse, bè credo, lo faccia per me. Magari per prendere le distanze.
_10 minuti dopo.
Prendo di fretta le chiavi dalla borsa, aprendo la porta di casa.
Mi dirigo immediatamente in camera, prima di andare verso lo specchio appeso.
Sorrido, non appena mi rendo conto di avere ancora i panni di Justin addosso.
Non ho il coraggio di levarmeli, dio.
Scorgo il letto, e non ci penso due volte prima di stendermi.
Trovo la posizione giusta, prima di lasciare che il suo profumo mi invadi le narici.
E’ come se lo sentissi qua, vicino a me. E sensazione più bella, non esiste.
Afferro le cuffiette dal comodino, prima di mettermele e incominciare a scegliere qualche canzone della mia playlist.
Metto ‘be alright’ di Justin Bieber. Dio, quanto cazzo è bella questa canzone.
E poi la sua voce, omg.
Amo la voce del mio idolo. E’ l’unica cosa che mi fa star bene, veramente.
Justin. Ha anche il nome del mio idolo. Come faccio a dimenticarlo se ritrovo il suo nome, anche sul display del mio cellulare, ogni giorno?
Basta Jenny, davvero. Non puoi torturati a vita, continuando a pensarlo.
Ma dio, a chi prendo in giro? Lo voglio qui, vicino a me, in questo preciso momento. Voglio sentire il profumo della sua pelle, direttamente dal suo corpo.
JUSTIN’S PART.
Mi faccio schifo, dio bono. Mi faccio letteralmente schifo.
Ho sbagliato di grosso a dirle cosi. Cerco sempre di non strafare per non farle del male, ma ogni volta è sempre il contrario di quel che vorrei non accadesse.
Ma quasi non mi rendo conto dei miei atteggiamenti, sbagliando di continuo.
Lei ci sta male se faccio l’indifferente. Ma deve capire che faccio tutto ciò solo per il suo bene.
Ma cribbio, basta Justin. Non puoi continuare a pensarci, lei deve andarsene dalla tua testa. Ora, o mai più.
Mi dirigo in cucina, aspettando Jessica che arrivi.
Chissà che vorrà dirmi. Cioè, di sicuro è stata tutta una scusa per venire da me.
Una scusa del cazzo, che ha fatto si che non stessi ancora con Jen.
Dio Justin, smettila. Stai diventanto paranoico di quella ragazza.
La doccia era troppa fredda, si. Ti ha mandato il cervello in tilt, ne sono sicuro.
Sobbalzo, non appena sento bussare alla porta.
Non ci penso due volte, prima di aprirla e catapultarmi sul magnifico corpo di Jessica.
Piombo sulle sue labbra, mordendole a più non posso.
La bacio con foga, prima di trascinarla verso il divano nel soggiorno.
Distendo il suo corpo da urlo, mettendomi sopra di esso.
Devo dimenticare Jenny. Soluzione migliore del sesso?
_10 minuti dopo.
Un ammasso di sudore va a formarsi sul mio viso, portandomi a spingere ancora più forte dentro di lei.
Alcuni gemiti rimbombano per tutto il soggiorno, che blocco baciandola con foga.
Do le ultime spinte, che danno quel tocco ancor più piacevole al tutto, mandandomi ad arrivare al limite.
Mi accascio sul suo corpo, non appena le vengo dentro.
Sono sfinito, dio. Ma cristo, è stata una bomba.
Sollevo il mio corpo dal suo, prima di vestirmi e mettermi in ordine.
Noto che nell’arco di tempo, si veste anche lei dei suoi panni posti sul pavimento.
-Wow Justin, è stato magnifico..-dice, avvicinandosi.
Cristo, avevo bisogno di sfogarmi. Ne avevo davvero bisogno.
Noto che mi morde il lobo dell’orecchio, prima di leccare il mio collo.
-Allora? Cosa volevi dirmi?-domando, quasi respingendola.
-Domani sera c’è una festa in discoteca…-continua, sorridendomi.-..ci andiamo?-
Mhm, festa uguale a dire, fighe e alcool. Bè, credo che il miglior modo di dimenticare sia anche bere. Ci riuscirò ubriacandomi?
-Ovvio.-dico, fermo.

_Spazio per l'autrice._
Wooh, ciao guys. Come va? Io sto malissimo, perchè ho la febbre. Ma vabbè, a chi importa?
Comuuunque ecco a voi il nuovo capitolo, wowo già a 11. Mi sorprendo sempre più!
E vabby, mi fa piacere che sta piacendo la mia storia, anche perchè ci metto cuore ed anima.
Sta di fatto, che continuo a chiedervi di dirmi la vostra recinsendo. Ho bisogno di sapere cosa ne pensate(:
Vabbe, alla prossimaaaaa. ciaaau<33

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Capitolo 12
*** sarebbe un ringraziamento? ***


_La mattina dopo.
Sento un leggero brivido che mi percorre per tutto il corpo.
Apro lentamente gli occhi e noto una ragazza affianco a me.
Sorrido, alla visione di Jenny. Le afferro i fianchi, e la porto più vicino al mio corpo.
Scorgo la figura, schiarendo la visione di Jessica.
Un lampo di delusione, mi fulmina. Dio, davvero ci speravo.
Noto che sorride, rimanendo con gli occhi socchiusi.
Rimango incantato, non appena mi rendo conto di quanto sia bella.
Bè, non ne avevo dubbio. Ma sarebbe davvero una bella ragazza, se non fosse per il suo carattere di merda.
Ma tutti possono cambiare, vero Justin?
Tu ne sei la prova, o sei ancora quello di una volta? Sei ancora innamorato di Jen?
-Buongiorno amore…-noto che dice, dolcemente.
Fa per mettersi a cavalcioni, e non ci penso due volte prima di darle il via libera.
Oddio, ha davvero un corpo da paura.
Incomincia a baciarmi con foga, prima di respingerla e sgranare gli occhi.
-Aspetta, ma che ore sono?-dico, scosso.
Noto che prende il cellulare sul comodino, e accende il display.
-Sono le 8 e dieci, perché?-
Sgrano gli occhi, prima di spostarla dal mio corpo e prendere i miei indumenti dal pavimento.
-Abbiamo scuola, cazzo. Muoviti, che siamo già in ritardo.-dico, infilandomi la maglietta.
-ma perché ti preoccupi cosi tanto?-domanda, incominciando a vestirsi.
-Perché se salto di nuovo la prima lezione, mi bocciano.-
-Aah, vabene.-si limita a dire, finendo di vestirsi.
_20 minuti dopo.
Cazzo, cazzo, cazzo. Sono in ritardassimo, cazzo. Non ce la farò mai.
Incomincio a correre per tutto il corridoio, trascinando Jessica con me.
Ma non sa correre più veloce? Aaah si, i tacchi le impediscono di correre.
E giustamente uno si mette i tacchi per andare a scuola. Dio, che nervi.
Noto la porta della classe, poco distante da me. Un sorriso di speranza, si fa spazio sul mio viso.
Mi avvicino alla porta velocemente, prima di entrare in classe.
-Sono qui, sono qui.-dico, tutto affannato.
Noto che la classe incomincia a ridere dal gesto, ma io mi limito a guardare lo sguardo del professore.
Si alza dalla cattedra, venendo verso di me.
-Brook, siete in ritardo di mezz’ora. Non posso accettarvi alla mia lezione, mi dispiace.-
No cazzo, no. Non posso essere bocciato, ma cristo.
-No, la prego. Se perdo questa lezione, sono rovinato.-dico, implorandolo.
-Mi dispiace..-dice, sedendosi nuovamente.
Ma porca puttana.
Indietreggio verso la porta, prima di bloccarmi ad aprirla.
-No, aspettate.-
Mi volto di scatto, verso colei che ha parlato.
Jenny? Che ha intenzione di fare?
-Dica signorina Daw.-dice il prof, incitandola a parlare.
Noto che prende un lungo fiato, prima di guardarmi e girare di nuovo il volto verso il professore.
-E’ colpa mia se Justin è venuto in ritardo…-dice, tutto d’un fiato.
Cosa? Ma che cazzo dice?
-Cosa vorrebbe dire Daw?-le chiede.
-Ieri io e Justin abbiamo studiato insieme, e per fargli un scherzo ho spento la sua sveglia.-dice, sorridendo.
E’ una bugia, cazzo. Davvero sta inventando tutto questo per aiutarmi?
-No, non…-
-Ecco come è andata, prof…-dice Jessica, interrompendomi.
Ma che cazzo sta a dire anche questa? Non posso mandare Jenny per sotto.
-E’ una bugi…-
-Basta.-mi interrompe il prof, quasi urlando.
Noto che si sposta dalla cattedra, avvicinandosi a noi.
-Voi due, andate a posto.-continua, riferendosi a me e Jessica, prima di indicare Jenny.- E tu vai dalla preside.-
Noto che si alza dal banco, prima di uscire dalla porta.
Davvero ha fatto tutto questo per me?
_Mezz’ora dopo.
JENNY’S PART.
Esco di fretta dalla presidenza, ringraziando Dio di esserne uscita salva.
Non ha detto niente la preside, perché sono la nuova arrivata. Dio, che culo.
Mi incammino per i corridoi, prima di scontrarmi con qualcuno.
Ma è possibile che perdo sempre l’equilibrio?
-Sta più attenta sfigata...-dice, la ragazza con cui mi sono andata a scontrare.
Alzo gli occhi, schiarendo la figura di Jessica. Aah bene, e questo sarebbe un ringraziamento?
Mi alzo velocemente dal pavimento, prima di aprire bocca.
-Che bel ringraziamento.-dico, irritata.
-Ringraziare gli sfigati non è nel mio vocabolario.-dice, incominciando a ridere.
Scorgo la figura di Justin, affianco a lei.
E’ indiffenze, senza la minima emozione nel vedermi.
Dopo avergli salvato il culo, mi ripaga cosi?
-Allora, credo che dovresti aggiungerlo.-
-Non ci tengo.-dice, per poi andarsene.
Noto Justin che rimane fermo, e fa si che speri in un ringraziamento da parte sua.
-Jenny, io…-
-Justin, muoviti.-lo interrompe Jessica, irritandomi a più non posso.
Ma che rompi palle che è, dio santo.
Alzo lo sguardo su quello di Justin, prima di notare che si incammina al fianco di Jessica.
_4 ore dopo.
Vado verso il mio armadietto, estraendo il mio skateboard da esso.
Esco dall’istituto, andando verso la strada di casa.
Noto sul cammino delle ragazze su un comune muretto, portandomi all’indifferenza. Non ci faccio molto caso, fin quando non mi chiamano.
Aah ottimo, sono Jessica e le sue amichette troie.
Scendo dallo skate, prima di incamminarmi verso di loro.
-Cosa c’è Jessica?-dico, sbuffando.
-Credo che la nostra non sarà mai una tregua se continui a stare vicino a Justin.-
-Ma a me non interessa Justin.-
-Aah si? E dovrei crederci?-domanda, avvicinandosi.
-Si, a me non piace affatto.-dico, seria.
-Bè, ma stai lontana da lui.-
-io le sono amica, semplice.-dico, irritata.
Noto che ride, portandomi alla rabbia più totale.
-Ma allora non mi hai sentita?-domanda, arrabbiata anch’essa.
-Non puoi decidere tu, Justin deve. -
-A me non importa quel che Justin vuole. Io ti ho avvisata. E se non fai quel che dico, ti ritroverai conciata male.-
Dio, quanto mi irrita ‘sta ragazza. Ma davvero fa? Ma chi cazzo si crede di essere?
Cioè, forse è meglio che me ne stia zitta. Ma la mia boccaccia dice il contrario.
-Aah davvero?-dico, quasi sfidandola.
-Sappi che se non fosse per Justin, a quest’ora non avresti avuto neanche il coraggio di rispondermi.-dice, sorridendo.
Dio, quanto la odio.
Noto che si avvicina a me, facendomi indietreggiare.
Sorride a più non posso. Che cazzo ha in mente?
Prima di poterci pensare su, mi spinge, facendomi cadere in una pozzanghera.
Cristo, che schifo. Adesso capisco perché sorrideva la troia.
Mi alzo velocemente, accorciando le maniche del cardigan che ho addosso.
-Sei una stronza.-dico, urlandole in faccia.
Noto che mi strattona per il braccio, procurandomi un dolore atroce per la stretta.
-Cosa hai detto?-domanda, arrabbiata.
Faccio per aprire bocca, ma noto che il suo sguardo si posa su un oggetto che ho al polso.
Oh cazzo, l’orologio.
-Ma questo è l’orologio di Justin.-dice, per poi strapparmelo dal polso con forza.
Che dolore, cribbio.
-Hai superato ogni limite.-
Oh cazzo, che ha in mente di fare?
Noto che si avvicina con il suo branco di amiche, prima di riempirmi di botte.
Mi accascio a terra dolorante, prima di beccare calci e pugni.
-Basta ragazze. Credo che abbia imparato la lezione.-dice una ragazza del gruppo.
Non ho neanche la minima possibilità di aprire gli occhi, per l’immenso dolore avuto.
Riesco solo ad intravedere, che si incamminano lontane da me.
Le loro risatine echeggiano nella mia mente, portandomi al disgusto più totale.

_Spazio per l'autrice._
Ciaaaao ragazzeee, come va??
Vabbene, 'sto capitolo fa schifo, colpevole! Ma prometto che il prossimo non lo sarà(;
Cooomunque, spero lo stesso che vi piaccia. Continuate a seguirmi e a recensire la vostra. Guys, solo dio sa quanto mi rendete felice.
Vi amo, anche se non vi conosco ahah. Okaaay, alla prossimaaa<33

 

 

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Capitolo 13
*** Andrà tutto bene? ***


Non riesco a muovermi, cazzo. Ho dolori in ogni parte del mio corpo.
Cerco di riprendere le forze per alzarmi quel poco, ma mi ritrovo ugualmente a terra.
Quasi vedo tutto sfogato, mandando la mia testa ad un dolore allucinante.
Tutto ciò che riesco a schiarire dinnanzi a me, è solo sangue e ancora sangue.
Dio, sto perdendo i sensi. Non credo di farcela, davvero.
Sobbalzo non appena mi rendo conto che vengono dalla mia parte, voci di qualche gruppetto di ragazzi. Provo nuovamente ad alzarmi, ma non riuscendoci, mi abbandono ad un pianto isterico.
ROSIE’S PART.
Okay, tra poco mi siedo a terra.
Stiamo camminando da ore, ormai, e sono stanca morta.
-Ragazzi, ma dov’è questo bar?-domando, sbuffando.
-Siamo quasi arrivati, aspetta.-dice, Rob.
Sbuffo nuovamente, proseguendo con loro.
Ho ben aperto l’impianto uditivo, non appena sento un qualcosa non molto lontana.
-Ragazzi, ma sentite anche voi qualcosa?-chiedo, cercando di sentire meglio il suono creato.
Noto che si zittiscono tutti, cercando a loro volta di capire.
E’ come se qualcuno, bè non so, come se stesse piangendo.
Affretto il passo, arrivando alla fine del vico e girando l’angolo.
Oddio mio, ma quella è…Jenny.
Senza pensarci due volte, mi catapulto da lei, cercando di calmarla.
-Ohcristo Jenny, ma cosa ti hanno fatto?-
Alza di poco il viso, ormai impregno di lacrime.
-Rosie…-dice con voce tremante, prima di perdere i sensi.
Si accascia sulle mie gambe, facendo si che iniziassi ad urlare sconvolta.
-Aiuto ragazzi, per favore. E’ svenuta, vi prego.-urlo, in preda al panico.
-Rosie, stai calma. Josh ha chiamato l’autombulanza.-dice Jessie, correndo verso di me.
-Andrà tutto bene, non ti preoccupare.-dice Sara, rassicurandomi.
Andrà tutto bene? E chi cazzo me l’assicura? Dio, ma come faccio a stare calma?
Mia sorella è appena svenuta tra le mie braccia, e io non so che diamine fare.
-Ti prego Jenny, apri gli occhi.-le dico, ormai con le lacrime agli occhi.
-Stanno venendo, andrà tutto bene.-continuo a ripeterle, senza che lei mi dia segni di vita. Non ce la posso fare, oddio.
Non riesco proprio a vederla conciata cosi, mi fa tremendamente male.
La stringo al mio petto, lasciando che le mie lacrime le cadono sul suo viso, cosi maledettamente delicato e perfetto.
Io ho solo Jennifer, dio.
Non può, non può andarsene anche lei.
Dio ti prego, portala di nuovo tra le braccia della terra.
_1 ora dopo.
E’ passata esattamente un’ora da quando l’ho vista cadere tra le mie braccia e l'ansia mi sta divorando viva.
Sobbalzo, non appena la porta si apre.
-Dottore, come sta?-dico, ormai in lacrime.
-Si calmi signorina, sta bene. Dobbiamo solo aspettare che si svegli.-dice, sorridendomi.
Prendo un forte respiro, sentendomi meglio dopo la bella notizia.
Sapere che sta bene era tutto ciò di cui avevo bisogno.
-Posso vederla?-
-Entri pure.-afferma, incitandomi ad entrare.
Afferro la maniglia insicura, e il mio continuo tremare fa si che non riesca ad abbassarla del tutto. Poi un brivido mi assale.
Sento una mano fredda poggiata sulla mia, che fa in modo di incoraggiarmi ad aprire la porta.
Sorrido al dottore, prima di varcare la porta ed entrare.
Non ci posso credere, davvero. E’ lì, davanti ai miei deboli occhi, sdraiata su di un comune lettino da ospedale.
Una lacrima mi riga il viso, stando di fronte a quell’orrore.
Non riesco, per niente, a vederla in questo stato.
Scorgo una sedia affianco al lettino, e mi ci vado a sedere.
Le stringo la mano, chinandomi su di essa e baciandola.
Dio Jenny, non mi sono mai abituata a vederti cosi. Perché? L’unica cosa che realmente mi chiedo è, perché?
Ti pare che mi faccia piacere vederti cosi? In fasce, e con tutti questi fili che ti perforano la pelle? E’ orribile vedere tua sorella in queste condizione, e io non ne posso più.
Chi ha potuto farti del male, ‘sta volta?
Cristo, lei non merita del male. Non lo ha mai meritato, mai.
Non ce la posso fare, davvero, sto scoppiando.
Mi lascio trasportare dalle lacrime, cadendo in un pianto isterico.
Quasi avvolgo a me il suo braccio, stringendolo più forte che posso.
Sento ancora il suo odore alla vaniglia, che si espande nelle mie narici.
Ho bisogno di lei. Vi prego, ridatemela.
JENNY’S PART.
Apro lentamente gli occhi, ma la forte luce mi impedisce di fare ciò.
Ma dove sono? Cosa ci faccio qui? Questa non è casa mia. Che sta succedendo?
Il mio sguardo ricade immediatamente su di una ragazza che piange, stretta al mio braccio.
Non riesco a schiarire l’immagine, fin quando non muovo di poco il braccio.
Alza di colpo il viso, dopo il segnale. Rosie?
-Jenny!-urla in preda alle lacrime, prima di abbracciarmi.
Mi scappa un sorriso, per il gesto dato.
-Rosie, ma cosa è successo?-
Noto che si siede nuovamente, continuando a piangere.
-Jenny, non ho la più pallida idea di quel che è successo. Ti ho trovata a terra, ferita, e continuavi a piangere. Ma una volta arrivata da te, sei svenuta.-dice tutto d’un fiato, continuando a piangere.
-Hey, hey, basta. Sto bene, adesso.-dico, rassicurandola.
Un lampo di ricordi mi colpisce, facendomi quasi sgranare gli occhi.
Oddio, adesso ricordo. Sono state Jessica e le sue amichette del cazzo a ridurmi cosi.
-Jenny, ma cosa è successo?-chiede, calmandosi.
-niente..-mi limito a dire, abbassando la testa.
-Oh davvero? E quindi hai fatto tutto da sola? Davvero pensi che sia un’idiota?-domanda, irritata.
-Rosie, io…-
-Jennifer, cazzo.-continua, interrompendomi.-Sono tua sorella, devi confidarti con me. Ormai siamo rimaste solo io e te, e devi provare a darmi fiducia. Se ricominci a fare come facevi ben 2 anni fa, ci ritroveremo di nuovo distaccate. O hai dimenticato tutto? Devi capire che io ho bisogno di te, e se ti succedesse qualcosa, io morirei.-dice, in preda alle lacrime.
-Rosie…-mi blocco, non appena le lacrime si impossessano anche di me.
Noto che si alza, abbracciandomi.
Ne ho bisogno, oh diamine si che ne ho bisogno.
Ho davvero bisogno di sentire il calore della sua pelle, in questo preciso momento.
Noto che si distacca dall’abbraccio, prendendomi il viso.
-Jenny, ti hanno picchiata?-domanda, seria.
Annuisco insicura. Come se ci fosse un altro motivo a questo, cristo.
-Ti prego, non dirmelo…-dice, quasi strappandosi i capelli.
-Non fare così.-dico, ricominciando a piangere.
-Pensavo che trasferendoci qua anche la tua vita sarebbe cambiata, cioè forse ci speravo.-continua, avvicinandosi.-io non posso sopportare di rivederti di nuovo ridotta cosi.-
-Mi dispiace…-dico, abbassando la testa.
-Ma no, non è colpa tua. Ma del mondo, che fa pienamente schifo.-
D’istinto l’abbraccio, tenendola stretta a me.
-Ti prometto che non ricapiterà più, Rosie.-le sussurro, tra l’abbraccio.
Noto che si distacca, guardandomi seria.
-Promesso?-
-Si.-affermo.
Noto che annuisce, quasi sorridendo.
Rimango perplessa dinnanzi a ciò. Pensavo davvero che non sarebbe successo una seconda volta. E adesso, perché mi trovo di nuovo su un letto da ospedale come due anni fa? Perché?
Non voglio affatto ripassare quell’orribile periodo.
Cioè, credo di essere più matura nell’attraversare determinate situazione, ma il mio lato debole esiste ancora.
Altrimenti non mi sarei ritrovata qui, adesso.

_Spazio per l'autrice._
Bè, guys. rieccomiii(: contente?? spero di si, aws<3
Ecco a voi, il nuovo capitolo. Vorrei dirvi solo che questi capitoli che sto pubblicando recentemente, sono tipo da testimoni del passato per farvi capire determinate situazione perchè si sono andate a creare. Ma vabbè, i prossimi capitoli ritorneremo all'amore tra Justin e Jenny. Quindi, continuate a seguirmi(; Sta di fatto che, 'sta storia mia piace. Spero che per voi, sia lo stesso. E per dirla tutta, ho già pronto anche il prossimo capitolo. Ma dovete aiutarmi a pubblicarlo, recensendo, che ci tengo davvero tanto. Vabby, dopo ciò, alla prossimaaa<33

 

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Capitolo 14
*** A me non importa di lei. ***


No appena il nostro sguardo si catapulta sulla porta, notiamo qualcuno entrare.
Jazmin? Christian? Che ci fanno qui?
-Omg, Jenny. Come stai?-domanda Jaz, avvicinandosi velocemente a me.
Le sorrido leggermente, notando la sua immensa preoccupazione.
-Abbastanza bene.-affermo, facendo spallucce.
-Okay, credo di dovervi lasciare da soli.-dice Rosie, incamminandosi alla porta.-
La blocco per il braccio, cercando di fermarla.
-Rosie…-continuo, con quel poco di voce che mi rimane.-..grazie.-
-Sei mia sorella, Jennifer. Questo ed altro per te, non dimenticarlo mai.-dice accarezzandomi i capelli, per poi andarsene.
Come potrei fare senza di lei?
Poso il mio sguardo sulla porta, prima di guardare quello di Jaz.
-Che cazzo è successo, Jenny?-
Mi limito ad abbassare la testa ed evitare di rispondere.
Noto Chris che si avvicina a me, e mi alza il capo con la punta dell’indice.
-Non devi aver paura. Noi siamo qui.-
-Ma Chris, non è facile…-dico, scuotendo la testa.
-…con calma.-dice, rassicurandomi.
Ho paura.
Ho paura che potrebbe riaccadere. Ho paura che se solo accenno quel che è successo, potrei peggiorare la situazione.
Ma conoscendo Jazmin, almeno quel poco che abbia capito di lei, mi fa intuire che mi tormenterà fin quando non lo dirò. E credo non abbia scelta, sennonché di dirlo.
Prendo un lungo respiro, ma le parole quasi mi rimangono incatenate alla gola.
Mi viene da piangere, dio. Ma Jen, so che puoi farcela.
-Bè io…-continuo, quasi tirando su le poche lacrime che vorrei tirar fuori.-…mi hanno picchiata.-
Noto che sgranano gli occhi a vicenda, rimanendo stupiti dalle mie parole di dolore. Bè si, in effetti anch’io avrei reagito in questo modo.
-Chi è stato, Jenny?-domanda Jaz, seria.
-Perfavore Jaz…-
-No cazzo, Jennifer. Devi dirmi chi cazzo è stato.-dice, urlando.
Chris la calma, in tempo record, prima di rivolgersi a me.
-Non puoi tener tutto dentro. Gli amici servono a questo.-
Noto che si avvicina a me, e fa per baciarmi la tempia.
Sorrido al gesto, prima di annuire e prendere fiato.
-….Jessica e le sue amiche.-continuo, attirando la loro attenzione.-..sono state loro a ridurmi cosi.-
-Lo sapevo, cristo. Sapevo che era stata quella troia.-dice Jaz, urlando a più non posso.
Chris cerca di calmarla, ma si da al caso che non esiste altro modo per farlo.
-La puttana deve pagarla.-dice, costantemente arrabbiata.
Sgrano gli occhi, non appena noto che fa sul serio.
Fa per andarsene, ma le blocco il braccio.
-No, ti prego. Peggioreresti la situazione, Jaz.-dico, implorandola.
-Jenny, tu non capisci di quanto grave si la situazione.-continua, avvicinandosi a me.-Stai in ospedale, cristo. Ma ti rendi almeno conto?-
Mi limito ad abbassare il capo, dopo la sua domanda al quale dovrei rispondere. Dovrei, ma non lo faccio.
Noto che si avvicina a me, e mi assicura tra le sue braccia, per poi distaccarsi e prendermi il viso con le sue mani delicate.
-Non ti capiterà niente, te lo prometto.-dice, seria.
Annuisco insicura, prima di sorriderle.
Ricambia il sorriso, baciandomi la fronte con un bacio umido.
Bè, è bello sapere che finalmente c’è qualcuno che fa promesse per te.
Dopotutto, mi fa capire che veramente c’è qualcuno disposto a restare per me.
Poso il mio sguardo su entrambi, prima di domandarmi il motivo del loro arrivo.
-…perché siete qui?-domando, interrompendo il silenzio che si stava andando a formare.
-Stavamo venendo da te, ma non ti abbiamo trovata. Qualvolta ti abbiamo chiamata al cellulare, ha risposto tua sorella…-dice, facendo spallucce.
-E perché stavate venendo da me?-domando, con quell’accenno di ironia.
-Volevamo invitati alla festa di stasera, ma non credo tu possa venire…-
Cosa? Una festa? Stasera? Omg, non sembra una cattiva idea.
-No, vabene. Voglio andarci.-dico, sicura di me-
-Jenny, ma sei sicura? Cioè, non sai nemmeno quando potrai uscire da qua…-
-Il dottore ha detto che puoi uscire anche tra mezz’oretta.-interrompe Rosie, entrando.
-Ottimo direi..-continuo, esaltata al massimo.-…stasera andiamo a quella festa.-
-Ma ne sei sicura?-domanda, Chris.
-Più che sicura, Chris. E’ da tanto che non mi diverto un po’.-
-Vabene allora, stasera fatti trovare pronta per le nove, che io e Jaz ti veniamo a prendere.-dice, facendomi l’occhiolino.
Annuisco, sorridendogli.
Noto Jaz che fa lo stesso, mettendomi a mio agio nello stare con dei veri amici.
_20 minuti dopo.
JAZ’S PART.
Dio, solo lui ora sa quanto sia arrabbiata.
Quella stronza la deve pagare, non mi importa più di niente. Ha superato ogni limite.
-Jaz, andiamo. Sai quello che ti ha detto Jenny.-dice Chris, cercando di calmarmi.
Ma non può. Nessuno può riuscire a calmarmi, in questo momento.
Voglio solo spaccarle, una volta per tutta, quella sua faccia da culo che si ritrova.
Continuo a camminare a passo svelto, prima di trovare tutta la banda su un comune muretto.
Noto che sono insieme ai ragazzi, portandomi a sorridere.
Bè, mia cara Jessica, farai una figura di merda.
Incomincio a correre verso di lei, prima di tirar fuori tutta la mia rabbia.
La strattono per i capelli, trascinandola a terra, per poi darle forti calci allo stomaco.
Prima di maggiorare la mia forza, sento essere bloccata da qualcuno.
-Sei una stronza.-le grido, a più non posso.
Tiro fuori tutto l’odio che ho in corpo, continuando a ripeterle la stessa cosa.
Cristo, ma perché non mi lascia ‘sto qui? Deve avere quel che si merita.
-Lasciatemi, cazzo.-dico, gridando.
Mi dimeno, ma continuano a bloccarmi, portando la mia furia al limite.
-Jazmin, ma che cazzo ti prende?-domanda Sam, cercando di calmarmi.
-Lei lo sa molto bene.-dico, indicandola.
Notano in me un accenno di calma, lasciandomi andare.
Prendo un forte respiro, cercando di frenare la mia voglia di farle del male.
-Non so di cosa tu stia parlando.-afferma Jessica, con quel poco di voce che le rimane.
-Aaah no? E cosa hai fatto a Jenny? Su forza, rispondimi.-dico, irritata.
Sbianca di colpo, e le sue amiche non sono da meno.
Un ghigno di sorriso, mi si fa spazio sul viso.
-Io non ho fatto assolutamente niente a Jennifer.-afferma, facendo spallucce.
Sgrano gli occhi, dopo ciò che afferma. Dio, ma davvero fa?
No vabbè, questa ha bisogno solo delle maniere forti.
Cristo, non ha neanche la minima dignità ad ammettere il suo errore.
Adesso si, che mi arrabbio.
-Sei una troia. Ma sappi che per colpa tua…-continuo, portando l’odio a galla.-..Jenny si trova in ospedale.-
JUSTIN’S PART.
Cosa? Ohcazzo. Davvero l’ha detto? No cazzo, no. Non voglio crederci.
Non posso credere a quello che ho appena sentito.
Jen si trova in ospedale? La mia Jen? Davvero?
Che cazzo le ha fatto Jessica? Dio, non ci sto capendo più niente.
Poso il mio sguardo su quello di Jazmin, poco lontana da me.
Fa per andarsene, ma corro verso di lei, fermandola.
-Che cazzo è successo a Jenny?-domando, ancora sconvolto.
-La tua troia, insieme alle sue amiche troie, l’hanno picchiata.-dice, irritata.
Noto che prende la strada opposta, mentre io mi limito a fissare il vuoto.
Davvero? Oddio, la mia Jen.
No cristo, no.
-Justin io…-dice Jessica, alle mie spalle.
Mi volto verso di lei, con tutto l’odio che mi si è andato a creare all’interno.
Ha superato ogni limite. Mandare addirittura una ragazza all’opedale, dio ma si può? No cazzo, non doveva farlo.
Soprattutto quando colei è la mia Jen.
Non mi limito neanche a posare il mio sguardo sul suo, che faccio per andarmene.
Noto che mi strattona, andandomi a fermare.
-Justin, non è come pensi.-
-Ormai non so più che pensare, Jessica. Almeno, ti rendi conto di quello che hai fatto?-dico, gridandole contro.
-Ma perché cazzo tieni tanto a quella ragazza? Da quando è arrivata, ti comporti diversamente. Come se ti avesse cambiato…-
-io non sono cambiato.-ribatto, sbuffando odio.
-Cristo Justin, allora perché ti importa cosi tanto di lei?-
-A me non importa di lei. Qui stiamo parlando del tuo comportamento da stronza.-dico, irritato.
-Oh, andiamo Justin. E’ successo qualcosa, con questa ragazza, che non mi hai detto?-
-No, cazzo. E anche se fosse, non sono fatti tuoi.-
-Come non sono fatti miei, Justin? Sono la tua ragazza…-ribatte, quasi irritata.
-Ora non più.-dico, per poi andarmene.
Basta, ne ho abbastanza. L’avevo avvisata, dio.
Ma come si può essere cosi immaturi? O stronzi?
Dio, mi fa schifo. Come cazzo ha potuto?
Bè, oramai è acqua passata quella troia.
Ho bisogno di sapere come sta Jen.
_15 minuti dopo.
JENNY’S PART.
Aaaah, casa dolce casa. Già ho detto che mi sei mancata?
Gli ospedali non mi sono mai andati giù.
E’ un bene che mi hanno dimessa, solo una notte lì e mi sarei disperata.
Bè, basta dai. Quel che è successo, è successo.
Mi incammino per le scale, prima di entrare in camera e catapultarmi dinnanzi all’armadio.
Ho ancora un po’ di dolore per il corpo, ma non abbastanza per chiudermi in casa e rimpiangermi la festa.
Apro le ante dell’armadio, cercando qualcosa da mettermi.
Mi salta all’occhio un vestitino corto, pieno di paiette blu.
Dio, da quanto non me lo metto. Ho sempre amato ‘sto vestitino, ma l’ho indossato cosi poche volte.
Bè, credo sarà perfetto per stasera.
 

_Spazio per l'autrice._
Ciaao ragazze, come va??
Bè, woooooowwww Justin e Jessica non stanno più insieme, aw*-* ahahahahah, e finalmente sta per arrivare un momento tenero da parte di Justin. Dovete solo aspettare il prossimo capitolo, e seguirmi(; Vabby, non ho molto da dire. Recensite, dicendomi la vostra.
Spero vi sia piaciuto, e aspettate con ansia i prossimi capitoli. Qui si parla di festa(;
Alla prossimaaa, much love<33

 

 

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Capitolo 15
*** Lei è ancora di mia proprietà. ***


_La sera.
Trascino il vestito per la lunghezza del mio corpo e tiro sù la lampo. Accorcio quel poco alle gambe, per darle in bella mostra.
Sorrido tra me e me, sapendo le mie intenzioni per questa sera. Bè, non posso ancora pensarlo. Ho bisogno di trascinarlo fuori dalla mia vita.
Ho bisogno di uscire con qualcun altro, divertirmi. Ho pur sempre 17 anni, non posso esercitare il mio pensiero su una persona sola.
Mi precipito in bagno, non appena mi sistemo per bene il vestito. Prendo la trousse e mi trucco quel poco che basta.
Non amo particolarmente questa poltiglia sulla faccia, ma stasera voglio strafare.
Trascino, ancora un pò, il mascara sulle lunghe ciglia per poi guardarmi allo specchio soddisfatta.
Sorrido all'eccessivo trucco che accentua gli occhi. Mhm, perfect.
Sobbalzo, non appena mi rendo conto che hanno bussato al campanello.
Do un'ultima occhiata allo specchio, metto velocemente il cellulare nella borsetta, per poi scendere.
Mi dirigo alla porta, aprendola di fretta. Ed eccoli, dio più belli di sempre.
-Omg Jenny, quanto sei bella.-dice Jaz, esaltata.
-Ma ti sei vista tu? Sei meravigliosa, dio.-
Ci abbracciamo di scatto, per poi essere staccate dalle braccia di Chris.
-Okay ragazze, non siamo venuti per qui per i complimenti. Andiamo, sù.- dice, accennando di andare verso la sua macchina.
Noto lo sguardo di Jaz, che quasi lo fulmina. Rido di fronte a ciò, per poi accennarle che è meglio andare.
Ci dirigiamo verso la macchina, per poi sentire un brivido sul collo e girandomi mi accorgo del respiro di Chris.
-Sei bellissima, comunque.- afferma, annuendo col capo.
Sorrido, mostrando il mio rossore sul viso.
E' sempre cosi strano che un ragazzo mi faccia un complimento, ma dio se mi piace.
JUSTIN’S PART.
Sbuffo nuovamente, portando le mani tra i capelli.
-Ragazzi davvero, non mi va proprio di ven
ire.-
-Ma andiamo Justin, staremo 'na bomba. E poi, non dimenticare che ci saranno ragazze da urlo..- dice Sam, malizioso.
-Non mi importa.-affermo, quasi meravigliato di me stesso.
Noto gli occhi dei ragazzi, sgranare tutto d'un colpo.
-Hei amico, ma ti senti bene? ahah.- dice Billy, ridendo.
-Se non mi va di scopare, non vuol dire che non mi senta bene.- dico, irritato.
Dio, ma davvero fanno? Se non mi va di andare a quella cazzo di festa, saranno cazzi miei.
-Aaah okay...-continua Sam, sedendosi al mio fianco.-..è per Jessica?-
Scuoto il capo, velocemente. Tante di quelle volte che lo scuoto, faccio capire loro quanto sia disgustato da quell'essere.
-Allora è la nuova! Ti capisco amico, ha fatto impazzire un pò tutti.- afferma, Adam.
-Cazzo si. Cos'è? Ti ha rifiutato? ahah.-dice Sam, ridendo insieme agli altri.
Ma cristo, i cazzi loro mai eh?
-ha rifiutato anche me quella stronza.-dice Stephan, interrompendo tutti.
Sgrano gli occhi di colpo. Che cazzo ha detto?
-Non è una stronza.-dico, serio.
-Woh, woh. Brook che difende una ragazza.-dice, Billy.
-No, puntualizzavo...-continuo, appoggiando i piedi sul tavolino dinnanzi a me.-...è un gran pezzo di ragazza però.-
Ma che cazzo dico? Davvero sei cosi sfacciatamente menefreghista?
-Bè, ti rifiuterà amico.-afferma, Stephan.
-Nessuno rifiuta Justin Alex Brook.-dico, facendo spallucce.
Do quell'aria da sfacciato, per non far tramare nulla. Ma cristo, mi darei tanti di quei pugni dritti in faccia.
E' pur sempre Jenny, dio Justin basta. Credo che una serata cosi riuscirà a fartela dimenticare, una volta per tutte.
Ma dio, vorrei tanto sapere come sta. Se sta bene, se Jessica le ha fatto cosi male. Se sta emotivamente bene, non lo so.
Qualsiasi cosa, ma vorrei tanto vederla.
Ma sto mettendo l'opinione degli altri al primo posto, a 'sto punto mi conviene non pensarci più.
-Ecco il Justin che conosco, dai amico andiamo alla festa da sballo.-dice Billy, incitandomi.
Faccio un lungo respiro, per poi guardarlo per bene.
-Stabbene.-
-Grande brò.-dice Adam, dandomi una pacca sulla spalla.
Non ne sono cosi sicuro, ma non posso fare altro.
Non posso restare a casa, con una festa che aspetta solo me. Cioè dio, Justin tu sei il re della feste.
Non puoi, di certo, mancare ad una festa da sballo. Con bè, ragazze da sballo.
JENNY'S PART.
Cristo, che festa. Tanta di quella che gente che c'è, si fa fatica a respirare.
-Dio, che festa.-urla Jaz, per la musica troppo alta.
-Jenny, ti dispiace se invito la mia ragazza in pista da ballo?- chiede, Chris.
-No, andate pure.-dico, facendo l'occhiolino.
Noto che vanno in pista, sparendo tra la folla.
Dio, che festa veramente.
Intravedo il bancone, per poi precipitarmici.
-Cosa vuoi, piccola?- chiede il barista, sorridendomi.
Cristo, che pezzo di ragazzo.
-Dammi della roba forte.-dico, squadrandolo.
Devo divertirmi, giusto?
Noto che si gira quel poco per mostrarmi il suo formidabile fondoschiena. Dio, ci farei eccome un pensierino.
Porta un bicchierino davanti a me, versando un intruglio giallo.
Lo porto giù tutto d'un colpo, per poi respirare a fatica.
-Cazzo, forte.-dico, quasi compiaciuta.
Il barista ride, prima di versarmene un'altra dose.
Sorrido alla meraviglia che ho dinnanzi, per poi ingoiare nuovamente l'intruglio.
Dio, incomincia a farmi la testa. Ma cristo, se mi piace.
-hei amico, una vodka.- chiede il ragazzo affianco a me, appena arrivato.
Sono stanca di perdere tempo col barista, è ora di divertirti e approcciare.
Porto le gambe più vicine al ragazzo, girando di poco lo sguardo verso lui.
-Hey, ti và di..-continuo, per poi sgranare gli occhi.-...Justin?-
-Jenny?-domanda, sconvolto a sua volta.
-Woh, anche tu qui?-
-Ti stavo per chiedere la stessima cosa.-dice, quasi arrabbiato.
E per quale assurdo motivo?
-Bè, sono qui per divertirmi un pò.-
-Ma non stavi male?-
-Grazie dell'interessamente. Ma sto benissimo.-dico, portando alla bocca il terzo bicchierino che riempe il barista.
JUSTIN'S PART.
Dio, ma cosa cazzo ho fatto di male per incontrarla qua??
Non ci voleva proprio. Ogni volta che provo a  dimenticarla, mi compare davanti.
Ma cristo, ora la cosa che mi da sui nervi e ritrovarla proprio qui. Cosa cazzo ha intenzione di fare?
Divertirsi? Aah davvero? Bè cara, mi divertirò anch'io.
-Hei amico, come stiamo andando a ragazze?- domanda Billy, interrompendoci.
-Ottimo, direi.-dico, accennando un sorriso.
-Che ne dici di presentarmi 'sto schianto?-
Sgrano gli occhi, irritandomi. Ma dio, non dovrebbe importarmene o sbaglio?
Intravedo una cubista da schianto, rimanendo incantato per un attimo. Ohcristo, che bomba.
-Sai che ti dico? Fai da te, io devo andare.-dico, quasi fregandomene di Jenny.
Ma davvero me ne frego? Cioè cristo, se la tocca lo ammazzo. Lei è ancora di mia proprietà.
JENNY’S PART.
Rimango irritata, ma molto più delusa per il comportamento di Justin.
Ma dio, neanche un 'come stai?' ' mi dispiace che la mia ragazza ti abbia picchiato'. Cioè, è stato davvero da disgusto.
-Embè? Come ti chiami?- domanda l'amico di Justin, facendomi sobbalzare dai miei pensieri.
-Ehm, Jennifer e tu?-
-Billy. Sai che sei davvero una bella ragazza?- dice, avvicinandosi.
Ho fatto colpo? Aah wow, bene. Ed è anche un amico di Justin, ancora meglio.
-Tu pensi?-dico, maliziosa.
Noto che sorride, per poi poggiare le sue mani sulle mie gambe lunghe.
Porta il suo viso vicino a me, cosi velocemente che lo scanso per poco.
Sospira, dopo avermi baciato la guancia.
Porta la mano sul bancone, ordinando qualcosa.
-Ti va di bere?-
Cioè, è il tipo che fa prima e poi chiede? Aah benissimo, guarda.
Annuisco lo stesso, per poi girarmi verso Justin.
Quasi mi irrito, alla vista della cubista che si struscia sui suoi jeans.
Cristo, che le farei. Ho cosi tanta ira in corpo, ma dio non dovrebbe importarmene.
Ma mi importa, non posso farci assolutamente niente.
Bè dai Jenny, divertiti. Sei venuta qua, non per continuare a pensarlo. Non rovinarti la serata, su dai.
Mi giro verso Billy, non appena porta il bicchierino tra il mio polso. Brindiamo insieme, prima di ingoiare l'alcolico tutto d'un fiato.
_20 minuti dopo.
JUSTIN’S PART.
Mi trascino fuori dalla camera, tirando sù la cerniera dei jeans.
Mi scompiglio i capelli, portandomeli tutti dinnanzi la mia fronte.
Mi precipito nuovamente nel bel mezzo della festa, per poi guardare maliziosa la bomba sexy che ho davanti.
-Sei stato..wow.-dice la cubista, baciandomi il collo.
Porto un gemito al di fuori della mia bocca, sorridendo a tutto ciò.
Cazzo, questa si che è vita. Caro sesso, cosa cazzo farei senza di te?
Dio se è una strafiga da urlo, e ci sa fare eccome.
-Sei tu quella che è andata alla grande, piccola.-dico, malizioso.
Sorride, portando la sua mano all'interno dei miei boxer.
Mi scappa un altro gemito, che interrompe baciandomi.
Si stacca, sorridendo soddisfatta.
-Ora devo andare ad esibirmi, ma possiamo sempre vederci dopo la festa.-dice, maliziosa.
-Credo si possa fare.-
-Dammi il tuo numero...-dice, tirando un pennarello dalla sua borsetta.
Quanto è figa, cazzo.
L'avvicino a me, per i morbidi fianchi, scrivendole il mio numero sul seno.
Mi guarda maliziosa, prima di andarsene. Cristo, che culo.
Credo di esseremi eccitato di nuovo. Ho bisogno di bene, oh si.
Mi dirigo al bancone, prima di sgranare gli occhi.
Che cazzo fanno le labbra di Billy su quelle di Jenny??


_Spazio per l'autrice._
Omg, ciaaaaaaaaaaaaaaao(:
Mi dispiace cosi tanto per non aver pubblicato molto prima, e so che mi volete uccidere. Ma l'importante è che adesso è finita l'angoscia, sono di nuovo quii ahahahah. Vabbè, ho avuto cosi tanto da fare. Tra la scuola, e cose varie non sapevo che fare prima.
Bè, forse questo capitolo fa un pò schifo. Ma dopo un pò, ho bisogno di rimettermi in carreggiata(;
Bè, come state? come va alle mie lettrici preferite, nè?
Vabbè, spero vi piaccia e che abbiate fatto una buona lettura. Vorrei tanto tirarmi su di morale con le vostre recensioni, che mi sento un pò giù in questo periodo):
Eeeeeh vabby, alla prossimaaa<33



 

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Capitolo 16
*** Come se tutto ciò fosse mio. ***


JENNY’S PART.
Dio, non ho più la capacità di capire cosa stia succedendo.
Ho solo delle umide labbra, che cercano disperatamente di appassionare il bacio.
Cristo, non ricordo manco come si chiama.
Ma non posso minimamente negare, che bacia da paura.
Velocemente, prendo il suo viso, baciandolo con foga. Sgrano gli occhi, non appena la testa comincia a farmi veramente male.
Ma dio, a chi importa? Sento l’adrenalina nelle vene.
JUSTIN’S PART.
Cazzo, fanculo Billy. Ma che cazzo fai?
Dio, quasi mi strappo i capelli dalla testa per il forte nervoso.
Ma cristo, perché mi sento cosi male?
Digusto? Rabbia? Soddisfazione? Oppure…gelosia??
Forse si, forse sono geloso. Forse sono quel cazzo di ragazzo geloso, che non ama vederla tra le braccia di qualcun altro.
Ma cazzo, non deve azzardarsi a toccarla. La mia Jen, cristo. Lei è mia.
Aumento velocemente il passo, e mi precipito da loro.
Senza neanche il tempo di controbattere, lo stacco dal viso di Jenny, respingendo la sua presa.
-Amico, cazzo fai?- domanda, irritato.
-Cazzo fai tu…-dico, arrabbiato a più non posso.
-Sto solo conoscendo meglio questa bomba sexy..-dice, cercando di avvicinarsi.
Noto il viso di Jenny, che lo incita ad avvicinarsi ancor più, per poi baciarlo.
Prima di prenderlo a pugni, scorgo una decina di bicchierini vuoti sul bancone.
Cazzo, ma l’ha ubriacata.
Sgrano gli occhi, prima di prendere il collo di Billy, e staccarli dal bacio.
Cristo, sono infuriato.
-Justin, ma cazzo vuoi?-
-L’hai ubriacata, pezzo di merda.-
-Embe? Si sta divertendo anche lei. Cristo amico, non rompere i coglioni.-
Prima di sganciargli un pugno dritto sul naso, mi blocco nel sentire la voce di Jen.
-Infatti, Justin. Gira a largo.- dice, prima di spostarmi da Billy.
Sgrano gli occhi, non appena mi volto verso di lei, impaziente di baciarlo nuovamente.
Non sta dicendo sul serio, vero?
Noto che non fa in tempo a portare Billy da lei, per poi alzarsi e posizionarsi sulle sue luride gambe.
Incolla le labbra alle sue, portando il bacio al passionale.
Cristo, che disgusto.
Cerco di calmare la mia rabbia, portando gli occhi da tutt’altra parte.
Scorgo, immediatamente, un’altra cubista da paura.
Non ci penso due volte, prima di precipitarmi da lei e quel suo bel fondoschiena.
La tiro a me per quei suoi bei lineamenti, prima di baciarla con foga.
Noto che incomincia a strusciarmi addosso, e senza neanche la minima idea, sono già eccitato al massimo.
Mi stacco il giusto, per gustarmi quel suo sapore, e voltarmi verso Jenny e Billy.
Sgrano gli occhi, non appena mi accorgo che non ci sono più.
Scorgo l’intero locale, prima di precipitare gli occhi su entrambi al pianerottolo di sopra. Ma cristo, la sta trascinando con forza.
Eh no cazzo, hai superato i limiti.
Sposto la cubista, e in me che non si dica, mi precipito di sopra.
Apro con forza tutte le stanze del corridoio, prima di arrivare alla penultima stanza in fondo. Sbatto la porta al muro.
Che cazzo sta facendo?
Mi precipito su Billy, senza pensarci due volte, e lo tiro a me, spingendo con forza contro la parete alle mie spalle.
-Cosa cazzo stai facendo?- ringhio.
-Cristo Justin, ma cosa vuoi ancora?-dice, arrabbiato.
-Cazzo, ma non vedi che è ubriaca?-
-E a te cazzo importa? Dio, fa divertire anche me.-dice, cercando il corpo di Jen.
Lo blocco, trascinandolo nuovamente al muro.
-No cazzo, non approfitterai di lei.-
-Ma sei coglione o cosa?-dice, quasi ridendo.
Prende la strada verso Jenny, e afferra il suo viso delicato e insinua la sua lurida lingua nella sua bocca.
Eh no cazzo, non doveva farlo.
Lo prendo per il colletto, e senza neanche pensarci, gli sferro un pugno dritto in faccia.
Ha superato il limite ‘sto coglione, Jen non si tocca.
Gliene sferro un altro al naso, quasi rompendolo.
Me lo scrollo da dosso, non appena cade sul pavimento.
Me ne infischio di lui, prendendo Jenny tra le mie braccia e uscendo dalla porta.
Me ne può fregar di meno di quel che è appena accaduto.
Jenny non merita di essere approfittata da coglioni del genere.
Scendo le scale velocemente, scorgendo i piccoli occhi di Jenny che cercano di schiarire le idee.
Dio, sta proprio male.
La stringo a me, portando la sua nuca sul mio petto.
Mi precipito velocemente alla macchina, appoggiandola sui sedili inferiori.
Porto il mio culo davanti, prendendo il volante tra le mani.
Accendo il motore.
_10 minuti dopo.
Mi concentro sulla guida, prima di sgranare gli occhi per il suo respiro caldo sul mio collo accaldato.
-Sai, sei sexy quando guidi…-
Cristo, sta proprio fatta.
Fremo non appena ho le sue labbra sul mio collo, e la sua piccola mano che scorre sui miei addominali.
Dio, no Jenny.
Sento la sua mano andare sempre più giù, e bloccarsi sui miei jeans.
Mi scappa un gemito, che non posso fare a meno di trattenere.
Cazzo sta facendo? Dio Justin, contieniti. E’ ubriaca cazzo, non puoi.
-Jennifer, sto guidando porca troia.-
-Bè, fermati.-dice, con voce sexy.
Okey, no cazzo, non puoi farmi questo.
Sbuffa, non appena si accorge che farò il contrario.
La intravedo allo specchietto, mettersi al suo posto.
Prendo un enorme respiro di sollievo, prima di sgranare gli occhi, alla vista di un qualcosa sul cruscotto.
Che cazzo ha lanciato?
Prendo quella stoffa tra le mie mani, prima di accorgermi di avere le sue mutandine tra le dita.
Freno di colpo, accostando in un lato della strada.
-Ma cazzo stai facendo, Jenny?-domando, turbato.
Neanche il tempo di voltarmi verso di lei, che la ritrovo a cavalcioni sul mio corpo.
Cazzo, cazzo, cazzo. Justin, contieniti.
Prende il mio viso pochi secondi dopo, e freme alla voglia di continuare a baciarmi.
Sono dannatamente sconvolto, ma cristo le sue labbra.
Ogni volta che le nostre labbra si congiungonoa alle mie, ho questa cazzo di sensazione allo stomaco, che non mi spiego.
Le sue labbra sono sempre state cosi dannatamente perfette.
Sanno di fragole, dio quanto mi piacciono.
L’eccitazione prende il sopravvento, e mi lascio andare al bacio.
Lascio che il suo profumo mi inarchi le narici.
Lascio che le sue labbra si impossessano completamente delle mie.
Forse sto sbagliando, dio. Lei è ubriaca fradicia, e non mi avrebbe mai baciato.
Ma cristo, ho cosi tanto bisogno di lei.
La stringo a me, come se avessi paura di perderla.
Come se tutto ciò fosse mio.
Trascino le mani sulle sue morbide e delicate gambe, attirandola al mio corpo fremente.
Intensifico il bacio, insinuando la lingua nella sua bocca.
Dio, finalmente riesco a percepire le nostre lingue sfiorarsi.
Prendo il sopravvento di tutto, portando le mani fin sotto il suo vestitino.
Cazzo. Mi blocco di colpo.
Cazzo stai facendo Justin? Approfitti di lei? Davvero fai?
No cazzo, non posso.
Mi stacco dal bacio, torturando entrambi.
-Jenny, no.-affermo, allontanandola.
-Ci stiamo solo divertendo…-
Prende a baciarmi, nuovamente.
Trascina la sua mano ai miei jeans, sbottonandoli.
Non posso.
-Non sei in te…-dico, serio.
-E a te, chi lo dice?-dice, con voce maliziosa.
Okey, potrei seriamente morire.
Prende a baciarci, e d’istinto abbasso il sedile e mi posiziono sul suo corpo.
Le lascio baci umidi sul collo, per poi salire all’angolo delle sue labbra.
Afferra il mio viso tra le mani, e riprende a baciarmi.
Mi sto eccitando da morire, dio.
Scorgo la sua mano, che mi linea tutti gli addominali, arrivando ai boxer.
Fa per infilarla all’interno, ma la blocco giusto in tempo.
-No, cazzo. Basta.-dico, uscendo dall’auto.
Non posso approfittare di lei. Non me lo perdonerebbe mai.
Afferro le sue mutandine sul cruscotto, e gliele porgo.
-Mettitele, ti prego.-continuo, lasciandogliele.-Hai bisogno di un po’ d’acqua. Vado al bar qui vicino, e quando ritorno voglio vederti qui.-
-Vabbene.-dice, sbuffando.
-15 minuti dopo.
Sono ancora del tutto sconvolto, come si può essere cosi dannatamente sexy?
Cristo, mi ci è voluta tutta la volontà che ho in corpo per fermarmi.
Bè quel che spero adesso, è che un po’ d’acqua le schiarisca le idee una volta per tutte.
Mi precipito alla macchina, aprendo la portiera.
-Ti ho portato una bottiglina d’acqua.-
Rimango fermo, alla vista della creatura più bella che abbia mai visto, distesa sui sedili a dormire.
Quant’ è bella, dio.
Le scosto i capelli dalla fronte, lasciando che mi mostri quel suo viso perfetto.
Sorrido, non appena mi ricordo che ho una coperta nel cofano.
Vado al retro della macchina, e lo apro.
Si, eccola.
Mi precipito all’interno dell'auto, e mi distendo al suo fianco.
Trascino la stoffa sui nostri corpi, e porto il mio sguardo al suo viso.
Le sue labbra, oh mio dio.
Amo troppo le sue labbra.
Amo i suoi occhi.
Amo il suo corpo.
Ma amo anche il suo carattere, cosi magicamente perfetto.
Bè, amo lei.
 
_Spazio per l'autrice._
Bè, eccomi di nuovo qui. Ciaaao ragazze, come state?
Finalmente sono arrivate le vacanze di pasqua, e ho molto più tempo per scrivere.
Purtroppo, ho notato che non avete fatto recensioni al capitolo precedente. E ne sono molto delusa, anche perchè non posso pubblicare il continuo se voi non mi fate sapere di quel che pensate. Quindi vi invito a recensire, anche perchè ci tengo tantissimo.
Grazie in anticipo se lo fate, e Buona Pasqua a tutti.
Alla prossima, much love:*

 

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Capitolo 17
*** Mi fido di te. ***


_La mattina dopo.
Percepisco un calore soffice sulla mia pelle, e sorrido senza pensarci.
Perché no, questa volta non è il sole.
Apro piano gli occhi, ritrovando Jen tra le mie braccia.
Vado al settimo cielo, non appena mi accorgo di avere la mano intrecciata alla sua.
Dio, non potrei essere più felice.
Mi fa star bene, e non immagina quanto.
Le accarezzo di poco la guancia, stringendo forte la presa della mano.
Dio, è perfetta.
Sgrano gli occhi, non appena noto che si muove di poco.
JENNY’S PART.
Che mal di testa, oddio.
Sembra avere tanti piccoli chiodi, infilzati all’interno.
Apro contro voglia gli occhi.
Justin?
-Buongiorno..-dice, sorridendomi.
Lo fisso per un po’, senza dire niente.
Non riesco a capacitarmi delle nostre mani intrecciate, prima di sciogliere la presa.
Non capisco più niente, so solo che mi fa un male cane la testa.
-Che ci faccio qui?-domando, strofinandomi gli occhi.
-Non ricordi niente di quel che è successo ieri notte?-
Sgrano gli occhi, alla speranza di non aver fatto niente.
Ma cristo, adesso capisco il forte dolore alle tempie.
-Che cosa è successo, Justin?- domando, ormai disperata.
Noto che distoglie lo sguardo, portandolo a guardare il vuoto.
Si volta nuovamente verso di me, sospirando.
Oddio, ma devo preoccuparmi?
-Eri ubriaca..-
-Davvero?-
-Si, è stato quel coglione di Billy.-
Billy?
Aah si, il ragazzo del bancone.
-Che ha fatto?-
-Ti ha ubriacata lui, e…-si blocca.
-E..?-domando turbata, sperando che continui.
Scorgo i suoi occhi blu che mi fissano, ritornando al il discorso bloccato.
-Stava per approfittare di te, Jenny.-dice, quasi arrabbiato.
OhCristo, davvero?
-Che cosa? E l’ha fatto? Cioè, che cosa è successo?-
-L’ho fermato.-dice, serio.
Sgrano gli occhi, non appena afferma ciò.
Sorrido, non appena mi rendo conto della sua affermazione.
Cioè, davvero l’ha fermato? Davvero fa fatto questo per me?
-Fai sul serio?-domando, ancora stupita.
-Non poteva approfittare di te.-
Dio, ‘sto ragazzo mi stupisce sempre più.
-Bè..grazie..-continuo, quasi sorridendo.-..dopo ch’è successo?-
-Eri tutta sballata ormai, e ho voluto portarti a casa..-
-Ma Justin, questa non è casa mia..-
Noto che sgrana gli occhi, non appena capisce la domanda che gli ho posto.
Osserva, distraendosi, il paesaggio fuori la finestra.
Non è che trama qualcosa? Mhm.
-Ehm…-accenna, bloccandosi nuovamente nei suoi pensieri.
Diamine, cosa ha da nascondere?
-Allora?-domando, incitandolo a parlare.
Noto che porta lo sguardo verso di me, nella speranza che io gli creda.
-Ehm, ieri..-continua, grattandosi la nuca.-…la macchina ha avuto problemi, e ho accostato qui.-
Volto lo sguardo verso il fuori del finestrino, alzando di poco il sopracciglio destro.
-Aah, vabene.-affermo, portando il suo respiro al regolare.
Non so se credergli, ma ho ancora la sensazione di potermi fidare di lui.
Ma ho questo strano presentimento, che mi tormenta.
-Non è che, hai tu approfittato di me?-domando, portando lo sguardo allo smalto blu delle unghie.
Scorgo il suo sguardo serio, attraverso la lunghezza dei miei capelli, che mi ricoprono il viso.
Prende il mio viso tra le mani, e fa si che i miei occhi verdi incontrino i suoi blu.
-Non potrei mai approfittare di te.-afferma, scandendo quasi ogni parola.
Non so che dire. Rimango pietrificata al solo pensiero che possa attraversare, quel centimetro di distanza che ci separa, e baciarmi.
-Mi fido di te.-riesco a farfugliare.
Annuisce piano, ma non stacca gli occhi dai miei.
Non servono parole, diamine no.
Solo semplici sguardi.
Cosa potrei fare senza i suoi meravigliosi occhi?
-…Justin.-
-Si?-
-..amo i tuoi occhi.-dico, tutto d’un fiato.
Sgrano gli occhi, non appena mi rendo conto dell’affermazione data.
Cosa diamine ho detto? Perché gliel’ho detto?
Noto che sorride, nel bel mezzo del mio nervosismo.
-e io amo i tuoi..-dice, quasi sussurrando.
Quel poco di imbarazzo diminuisce sempre più, non appena rende tutto cosi magico.
Lascio che compaia un leggero sorriso sul mio volto, ricambiato al suo.
Dio, lo amo.
Noto che fa per avvicinarsi, rompendo quel centimetro.
Voglio le sue labbra sulle mie, ora.
Chiudo gli occhi senza pensarci due volte, ma rimango estremamente delusa per la pressione delle sue labbra sulla mia guancia.
Jennifer, ma andiamo. Davvero pensavi che ti avrebbe baciata?
Ormai, non ritornerà più..il tuo Justin.
Sbuffo leggermente e scuoto la testa, quel poco da far scivolare via il desiderio di lui.
-Ehm..-continua, rompendo il silenzio che si era andato a creare.-..hai da fare oggi?-
Scuoto la testa, per poi fare spallucce.
Noto che guarda fuori il finestrino, prima di guardarmi.
-E’ una bella giornata, ti và di fare una passeggiata?- domanda, sorridendo.
Aah, il suo sorriso.
Annuisco, senza aggiungere altro.
Come potrei rifiutare un invito simile?
-Perfetto.-storce dalla gola, sorridendo nuovamente.
Ha un sorriso cosi smagliante, come se lo avessi fatto felice.
Apre la portiera dell’auto, ed esce velocemente.
Trascino i miei occhi sulla sua figura, che va verso la mia parte.
Apre la portiera, e mi cinge la mano.
L’afferro senza pensarci due volte, e noto che la stringe a sé, intrecciandola.
Sorrido immediatamente, e non penso minimamente al dove andiamo.
Non mi importa. A me basta stare con lui e il resto del mondo svanisce.
Poso i miei occhi sulla natura che ci freme sotto i piedi, ma la mia attenzione è posata sul suo respiro e i battiti del suo cuore.
Lascio che il mio sorriso, mi immerga il viso, sapendo che abbiamo ancora le mani intrecciate.
Dio, quanto lo amo.
Non posso farci un bel niente. Lo amo, lo amo, lo amo.

_Spazio per l'autrice._
Awww, bè ecco a voi il continuo. Ho voluto pubblicarlo subito, anche perchè non volevo rimanervi sulle spine ahah.
Comuuunque, spero vi piaccia. Ormai Jen è presissima da Justin, e lui? Bè si, e anche tanto.
Continuate a seguirmi, per sapere cosa accadrà. Vi invito solo a recensire la vostra opinione, che amo tremendamente chi lo fa.
Grazie per restare qui con me, nel lungo viaggio della mia storia. Alla prossima, much love<33

 

 
 

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Capitolo 18
*** Io ti ho sempre amato. ***


Più camminiamo più il suo cuore aumenta di un battito, e insieme al suo, il mio.
Non riesco minimamente a credere a tutto ciò.
Non voleva allontanarsi da me? Non mi odiava? Perché ieri notte mi ha difesa?
Perché mi ha chiesto di stare insieme questo pomeriggio?
E.. perché abbiamo ancora le mani intrecciate?
-Credo che qui sia perfetto!-dice, interrompendo le mie assurde domande.
Si fa spazio sull’erba e mi incita a sedermi accanto a lui.
Ma non riesco a muovermi, rimango quasi incantata da cosi tanta perfezione.
Così tanto, che rimango delusa dal fatto che mi abbia lasciato la mano.
Prendo le decisive e mi siedo vicino a lui, nervoso alla mia insicurezza.
Non riesco a non guardare quei suoi occhi, dio.
-Perché mi guardi così?-domanda, tutto d’un fiato.
Eh? Cosa? Oddio.
Sgrano gli occhi, dopo la sua affermazione.
-Così come?-dico abbassando la testa, ormai imbarazzata.
-Come se mi volessi saltare addosso..-continua, avvicinando il viso.-..guarda che se vuoi, puoi farlo. A Justin non dispiace, affatto.-
-Sei sempre il solito.-dico, dandogli un leggero pugno alla spalla.
Incomincia a ridere, portando a sorridere anche me.
-Perché? Non sono abbastanza attraente da fare un pensierino?-
-Ma anche no.-dico, ridendo a mia volta.
-Quindi non hai mai fatto alcun pensierino su di me?-si accinge, a domandarmi.
-No.-affermo, decisa.
-Bè, allora dovresti andare a farti una visita. Non ci vedi, per niente.-dice, ridacchiando.
-Ma non è che se non ti sogno la notte, vuol dire che non ci veda bene. Per me non sei abbastanza sexy da farli.-dico, sforzando un sorriso.
Oh, ma cristo. Jennifer Ronnie Daw, davvero fai?
Ma a chi vuoi prendere per il culo?
-Mhm, ho questa sensazione che stai mentendo.-
-Fa' come vuoi.-dico, quasi sbuffando.
Noto che si avvicina a me, portando il suo caldo respiro sul mio collo inerte.
-Sai, invece io ti sogno tutte le notti…-dice, baciandomi il collo.
Oh mio dio.
Se non la smette al più presto, gli salto addosso. Giuro.
-Davvero?-mugugno.
-Tu non puoi neanche immaginare quante volte io abbia avuto la costante voglia di saltarti addosso, e spogliarti.-
Sgrano velocemente gli occhi, alla sua affermazione.
Cosa? Cioè, lui cosa? Omg.
Lo respingo dal mio corpo, portando la sua risata al limite.
-Okay, credo dovresti mettere da parte il tuo lato perverso quando stai con me.-dico, sorridendo.
Noto che ridacchia, scuotendo la testa.
-Cosa c’è?-chiedo, irritata.
-Non sei cambiata per niente.-
-E con questo, cosa vorresti dire?-domando, perplessa.
-Anche quando stavamo insieme, non ti facevi toccare.-afferma, sorridendo.
-Dio Justin, non credo avresti voluto la tua ragazza 11enne incinta.-ribatto.
-Esistono le precauzioni, piccola.-dice, facendomi l’occhiolino.
-Oh davvero? Maddai, non lo sapevo.-dico, con quel poco di sarcasmo.
Mi irrito al pensiero che sia cambiato cosi maledettamente tanto, e che il suo punto fisso ormai è solo il sesso.
-Ma perché metti sempre il sesso al centro delle nostre conversazioni?-
-Perché è ciò che vuoi, Justin. Nient’altro.-
-Non vivo di sesso, Jenny.-ribatte, frustrato.
-Bè, non sembra.-dico, accennando un sorriso falso.
-Invece è cosi. Se ho voglia di toccarti, non vuol dire che ho voglia di portarti a letto.-
-Eh, allora. Io invece sapevo che sei dell’idea di ‘una botta e via.’ O sbaglio?-
-No, non sbagli. Ma sbagli a pensare che possa usufruirla su di te.-dice, serio.
Quasi sorrido, alla sua immensa dolcezza. E’ come se non fosse cambiato da questo punto del carattere, ha sempre avuto l’istinto di proteggermi.
E ha sempre avuto rispetto nei miei confronti. Ma, perché?
-Cosa ho di diverso io?-
-Tu? Assolutamente niente. Sei perfetta, le altre sono diverse. Tu non meriti, per niente, un trattamento del genere.-
-Sai Justin, sei incomprensibile come ragazzo.-dico, guardando da tutt’altra parte.
-Perché?-dice, alzando un sopracciglio.
-Quando ci siamo visti, dopo tanto tempo, mi hai fatto sentire come se per te non fossi mai esistita. Poi mi hai presa in disparte, al cinema, e mi hai affermato che ti mancavo. Un attimo dopo, mi suggerisci di stare lontana da te, perché non merito di sopportare il tuo comportamento; ma poi mi salti addosso, chiedendomi di andare in camera da letto con te. Il giorno dopo ti comporti completamente indifferente di quel che è successo, ma fai una scenata con Jessica per difendermi. Poi riprendi con la tua freddezza, ma mi aiuti quando sono mezza sballata. Mi inviti a fare una passeggiata con te, e mi tieni stretta la mano. Mi salti addosso, affermando che mi immagini mezzo nuda, e subito dopo dici che sono diversa e non merito un comportamento cosi. Dio, Justin. Ma sei lunatico, o cosa?-domando, prendendo fiato.
Sgrana gli occhi, prima di accennare un sorriso scontato.
-Non sono lunatico.-dice, convincendosi.
-Allora spiegami tutto ciò. Perché?-
Noto che guarda da tutt’altra parte, prima di voltarsi verso di me.
Mi immergo nei suoi meravigliosi occhi, aspettando con ansia la sua risposta.
Si avvicina a me, lentamente. Riesco a percepire il battito del suo cuore, a pochi centimetri dal mio.
-Credo che tutto ciò…sia per causa tua.-riesce a dire, con quel poco di voce.
Cosa? Adesso il motivo sarei io?
Mi accingo a guardarlo furiosa, ma sospiro al suo sguardo.
Quasi non riesce a parlare, oddio.
L’ho messo in difficoltà? Ho detto qualcosa che non dovevo dire? Vorrei solo capire.
-Cerco sempre mille modi, se non più, per starti lontano…-continua, abbassando il capo e prendendo un lungo respiro.-..ma quando sto il più possibile lontano da te, è proprio lì che sento il forte bisogno di starti accanto. Non riesco a capire il perché di tutto ciò, davvero. So solamente che da quando sei ritornata da me, ho sempre questo strano bisogno di sentire le tue labbra sulle mie. Come se fossero l’unica cosa di cui abbia veramente il disperato bisogno.-
Non.ci.posso.credere. Oddio, davvero l’ha detto? No, ti prego dio. Non può dirmi questo, quasi rischio di piangere tra le sue braccia e confessargli che provo lo stesso.
Sapevo che non era cambiato, dio. E’ ancora il mio Justin, bisognoso di me, come io di lui. E’ semplicemente il suo dannato orgoglio che fa si che sia diverso.
Ma lui è ancora il mio Justin. Noi ci apparteniamo ancora, ma forse non è più a conoscenza di una cosa simile.
Dio, finalmente l’ha confessato.
Noto che si avvicina sempre più al mio viso, portando gli occhi sulle mie labbra.
Quasi come se fosse all’attesa di un bacio, mai ricambiato.
Ho il suo respiro sulle mie labbra, e i battiti del suo cuore si uniscono ai miei.
E’ tutto cosi magicamente perfetto.
Ma mi delude, non appena si allontana sbuffando.
Perché? Perché è cosi maledettamente orgoglioso?
Sto cercando in tutti i modi di capire, ma davvero non riesco.
-Bè Justin, potrei credere alle tue parole. A tutto ciò che fai per me. A come mi rendi cosi dannatamente speciale. Ma davvero, non riuscirò mai a capire il perché di tutto questo orgoglio.-affermo, delusa.
Porto gli occhi sul suo viso perfetto, aspettando ansiosa una sua risposta.
-Perché non voglio essere di nuovo innamorato di te..-
Peccato che io lo sia. Peccato che io sia innamorata di te.
Ma il punto è che io non ho mai smesso. Io ti ho sempre amato.
 

_Spazio per l'autrice._
Eeeeh voilà, ho sfornato un'altro capitolo in poche ore. E non ci crederete se vi dico che ho già pronto il prossimo, ma mi servono le vostre recensioni per pubblicarlo. Altrimenti, è solo tempo perso. Ho bisogno di sapere se vi piace, che cosa ne pensate, se devo cambiare qualcosa. Ogni cosa, ma vi prego. Recensite, fatelo per me che ci metto davvero il cuore nello scrivere 'sta storia.
A ogni modo, spero vi piaccia. Finalmente Justin ha confessato il motivo del suo lunatico comportamento.
Ma ciò che non mi convince è quel 'non voglio essere di nuovo innamorato di te.' Mhm, questa frase mi dice qualcosa.
Bè, recensite e il prossimo capitolo arriverà quando meno ve lo aspettate.
Alla prossima, guys. Much love<33

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Capitolo 19
*** ho paura. ***


JUSTIN’S PART.
Innamorarmi di nuovo di lei? Di nuovo? Ma cazzo dici, Justin?
Io l’ho sempre amata, e l’amo tutt’ora.
Il problema è che non è più come una volta.
Rimpiango quei dannati bei tempi, il cui non mi importava un emerito cazzo della gente.
C’eravamo solo io e lei, noi.
Ma lei è rimasta ancora quella persona che ho sempre amato. E’ sempre stata la mia Jen.
-Forse ho sbagliato a venire qua..-dice, abbassando la testa.
-Non è assolutamente colpa tua. Lo sbaglio, purtroppo, è stato allontanarci…-
-…forse perché il destino non ci voleva più insieme.-
-Se non ci voleva più insieme, perché ci ha fatto rincontrare Jen?-domando, sorridendo.
-Ma tu sei cambiato, non è più niente come prima..-
Noto che abbassa lo sguardo, tremendamente delusa. Dio, quanto vorrei abbracciarla. Quanto vorrei dirle che io sono qui, sono sempre io.
-Non avrei mai voluto che succedesse tutto questo.-dico, serio.
-Se tu vuoi, puoi ritornare ai vecchi tempi, con me.-dice, quasi incitandomi.
-Non posso..-dico, scuotendo la testa.
Sto sbagliando? Credo di si. Il suo viso estremamente deluso, dice ogni cosa.
Oramai non ha più senso ogni mia azione. Ma so quel che voglio.
Voglio lei. Voglio la mia Jen.
Allora, perché cazzo mi comporto da coglione? Perché?
Cristo, come potrei non sapere il perché. Ho semplicemente paura.
Paura di poter essere di nuovo innamorato. Di rimanere deluso, e stare dannatamente male. Ecco il motivo del mio cambiamento, lei.
Ecco perché non credo più all’amore, ho paura.
-Justin!-dice, portando i miei pensieri altrove.
-Dimmi.-dico, incitandola a parlare.
-Almeno possiamo provare ad essere amici? Mi manca stare con te, e mi manca parlarti. E odio tutta questa dannata indifferenza nei miei confronti.-
Sorrido quel poco, per accentuare la mia immensa felicità alle sue parole.
Ma dio, sono stato un emerito coglione a trattarla cosi. E mi dispiace che si sia fatta lei avanti, invece di aspettare che facessi io il primo passo.
-Certo, Jenny.-dico, sorridendole.
Cinge la sua mano e mi incita a stringerla. Cosa che faccio nell’arco di pochi secondi.
Noto una leggere risata da parte sua, che trascina anche me.
Dio, è una droga per me ‘sta ragazza. Avrò sempre bisogno di lei, sempre.
-Ma perché stiamo ridendo?-domando, continuando a ridere.
-Perché la vita ha bisogno del nostro sorriso…-continua, esasperata.-..e anche noi, purtroppo.-
-Parole sante, Daw.-
-Hei Brook, ma mi stai prendendo per il culo?-dice, con aria minacciosa.
Riprendo a ridere, contorcendomi lo stomaco.
-Non oserei mai, giuro.-
-Mhm, allora ti sfido.-
-Accetto la sfida, con molto piacere.-dico, sorridendo.
-Chi arriva per primo a quel fiume, vince!-dice, indicando un fiume poco lontano, ma che riesco a malapena a vedere.
Mi volto verso di lei, prima di sfoderare un enorme sorriso.
-Okay, ma cosa vince?-dico, con aria maliziosa.
Scuote la testa, ridacchiando.
Noto che si alza velocemente e incomincia a correre verso questi.
Mi alzo anch’io e cerco di raggiungerla, correndo a più non posso.
_5 minuti dopo.
Non ci posso credere. Cioè no, davvero? Ha vinto?
-Ho vinto, ho vinto, ho vintoooooo!-dice, entusiasta.
Prende a saltare da una parte all’altra, portandomi a ridere a crepapelle.
Dio, è cosi buffa.
Purtroppo, ho il brutto presentimento che ‘sta vittoria me la rinfaccerà a vita.
Eh no, adesso me la pagherà cara.
Mi precipito su di lei, prendendola sulle mie spalle e correndo verso il fiume.
Entro nell’acqua gelida, e incomincio a ridere come un pazzo.
JENNY’S PART.
Risalgo a galla, immediatamente. Ma che cazzo?
-Ma che fai?-dico, incominciando a ridere insieme a lui.
-Te la sei cercata.-
-Non è colpa mia, se sei lento come una lumaca..-dico, sorridendo.
-Ma sta' zitta, che fai più bella figura.-dice, schizzandomi l’acqua.
Vuole la guerra? E guerra sia.
Incomincio a schizzargli l’acqua, e lui insieme a me. Una vera e proprio guerra.
Noto che và sott’acqua, e non ho neanche il tempo di ribattere che mi trascina giù con lui.
Risaliamo a galla e incominciamo a ridere come degli ossessi.
Dio, mai sentita meglio in vita mia.
_10 minuti dopo.
Usciamo velocemente dall’acqua, non appena il tempo si fa più scuro.
E la madonna, che freddo.
Incomincio a tremare tutta, prima di sentire un leggero calore invadermi l’intero corpo.
Scorgo sulle mie piccole spalle, una coperta poggiata su di esse.
Alzo il viso, e incontro quei suoi meravigliosi occhi.
Quei suoi occhi che fanno invidia al meraviglioso colore del mare.
Dio, quanto sono perfetti. E’ un blu che non riesco a descrivere.
Bè, non può essere descritto. Sono perfetti. Lui è perfetto.
Noto che sorride quel poco per farmi stare bene, e mi abbraccia per proteggermi dal freddo.
JUSTIN’S PART.
Noto le sue piccole braccia, avvolgere il mio bacino, ricambiando l’abbraccio.
Un abbraccio. Un suo semplice abbraccio e mi sento benissimo.
Faccio sì che i miei occhi incontrino i suoi un' ultima volta, e le accarezzo la guancia.
-Senti freddo?-domando, sorridendole.
-Sto bene.-afferma, ricambiando il sorriso.
Ecco cosa ci mancava. Ecco perché sentivo un vuoto dentro, ogni santissimo giorno. Ecco perché sentivo che ci mancava qualcosa.
Mancava la sua voce, il suo sorriso, i suoi occhi. Mancava lei per colmare quel vuoto che ho nel petto.
Mi riabbraccia, appoggiando la testa sul mio petto.
Mi stacco dalla presa, cercando di non farle sentire quanto sia andando forte il battito del mio cuore.
-Hei ho una fame, e tu?-domando, provando a cambiare discorso.
-Sto morendo di fame.-dice facendosi una piccola risata, che ricambio.
-Allora mettiti comoda, che io ritorno subito.-
Faccio per andarmene, ma mi blocca per il braccio.
-Dove vai?-domanda, perplessa-
-Al bar qui vicino per comprare qualcosa..-continuo, assicurandola.-…arrivo subito, promesso.-
Annuisce piano, sorridendomi. Ricambio il sorriso, e mi incammino per il bar.
Bè non so voi, ma a me già manca.
 

_Spazio per l'autrice._
Ciaaaaaaaaaaaaaao, come va?
Bè, come da promesso.. l'ho pubblicato. Purtroppo non è un granchè, ma i prossimi saranno tali. Continuate a recensire la vostra, che mi fa veramente piacere. Ogni giorno, ormai, mi sto mettendo con anima e con pensiero, nello scrivere i capitoli. E non potete neanche immaginare quanto mi faccia felice, sapere che la storia è apprezzata. Continuate a recensire, e prometto che pubblicherò, il più in fretta possibile, il capitolo seguente.
Bè comuuunque, Justin è cosi confuso. Però ha ammesso di avere paura di rimanere di nuovo deluso dall'amore, ma a prescindere da ciò, ama ancora Jen. E non vuole capacitarsi a capirlo. Intanto Jen, sta cercando di riprendere il Justin di una volta, bè..ci riuscirà? Continuate a seguirmi, alla prossima guys<33

 

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Capitolo 20
*** ancora lei. ***


_10 minuti dopo.
JENNY’S PART.
Come si fa a non amarlo? E’ tutto ciò che una ragazza può volere.
Tutto ciò che desidero, ma che non avrò mai.
Dio Jenny, adesso sei sua amica. Pretendi troppo.
Scorgo una figura poco lontana, e lascio mostrare il mio sorriso.
Cristo, ho una fame da lupi. Non vedo l’ora di mangiare, giuro.
Si appoggia accanto a me, sull’erba verde.
-Cosa hai preso?-domando, sporgendomi alla busta che ha ben stretta tra le dita.
Fa per aprirla, e prende all’interno, due panini al prosciutto.
-Di buono aveva solo questi ahah..-continua, facendo spallucce.-…fa niente?-
-Scherzi? Va strabene.-dico, afferrando uno di essi.
Lo addento, senza pensarci due volte. Lo assaporo tra i denti, e sospiro.
Noto che incomincia a ridere, scuotendo la testa. Ehm, cosa c’è da ridere?
-Perché fai cosi?-domando, addentando il panino nuovamente.
-Perché sei l’unica ragazza che mangerebbe un quintale di roba, mentre le altre si soddisfano con un po’ di insalata.-dice, ridendo.
-Bè, io sono diversa.-dico, facendo spallucce.
Fisso il panino, e lo addento nuovamente.
-Ed è per questo che mi sono innamorato di te…-dice, sorridendomi.
Abbassa il capo, non appena ha la mia attenzione.
Forzo un sorriso, e riprendo a mangire.
-Ma adesso cosa succederà?-chiedo, tutto d’un fiato.
-In che senso?-
-La tua ragazza cosa penserà di noi?-
Un senso di disgusto mi percuote, e cerco di scacciarlo via scuotendo la testa.
-Quale ragazza?-domanda, sorridendo.
Alzo il sopracciglio destro, alla sua affermazione.
Mi sono fatta scappare qualcosa?
-Jessica…-
-Non è più la mia ragazza..-dice, facendo spallucce e dando un morso al suo panino.
Lo guardo incredula, ma un sorriso mi riempie il viso.
-Aah si? E da quando?-
-Da quando ha superato il limite, facendoti del male.-dice, serio.
Cosa? Cioè, oddio. L’ha lasciata per me?
-Justin, ma fai sul serio?-dico, incredula.
-Jen, non doveva farlo. L’avevo avvertita.-
-Non voglio essere la causa della tua rottura.-dico, quasi irritata.
-Ma non lo sei, sarebbe comunque finita.-dice, facendo spallucce.
Scuoto la testa, vagante tra i ricordi di ieri notte.
-Bè, allora con chi eri alla festa?-
-Aaah, la cubista..-
-Aah bene. Brook, ma cosa si prova a fare sesso con ragazze che a malapena conosci?-
-Goduria, forse?-dice, ridendo.
Faccio spallucce, quasi disgustata. Addento l’ultimo pezzo di panino, e mi strofino con il fazzoletto.
-Perché? Vorresti dirmi che non hai mai provato?-domanda, interrompendo il silenzio.
Mi volto velocemente verso di lui, per poi portare lo sguardo verso l’erba.
Sospiro, alla mia risposta.
No, cazzo. No, non ho mai provato niente. E no, non ho mai fatto sesso.
Sono la solita sfigata, che aspetta la persona giusta. Dio, quanto sono stupida.
Ma di certo, non posso dirgli questo. Mi prenderebbe per un’idiota, anche perché nel suo mondo non esistono persone come me.
-Dio, certo che si Justin. Per chi mi hai preso?-dico, sorridendo.
Per la persona che veramente sei?
JUSTIN’S PART.
Quasi sgrano gli occhi, ma non le faccio notare niente.
Fa sul serio? Davvero?
Chi cazzo ha messo le sue luride mani, sul corpo della mia Jen?
-Quindi già hai fatto sesso?-domando, ancora incredulo.
Annuisce piano, come se portasse una delusione in sé.
No cazzo, non posso accettarlo.
-Aah bene, e quando è successo?-
-E a te che importa, scusa?-domanda, inarcando un sopracciglio.
-Bè niente, era per sapere..-
Se, certo. Mi importa cazzo, eccome. Non oso immaginare con chi l’abbia potuto fare. Quasi ribollisco, al solo pensiero.
Ed ecco l’orribile silenzio, che ci invade nel bel mezzo di una conversazione che vorrei potesse continuare.
Riesco a sentire la natura, sotto i polpastrelli delle dita.
-Justin, posso farti una domanda?-dice, interrompendo il silenzio.
Sposto lo sguardo sul suo, ansioso della sua domanda.
-Continuerai cosi, per molto?-
-Cosi, come?-dico, non comprendendo la domanda.
-Anche se provo a scacciare via questo tuo lato cambiato...-
-No.-ribatto, interrompendola.-…non ci riuscirai, quindi non provarci inutilmente.-
Annuisce abbassando la testa, che rialzo poco dopo.
-Ma Jen, sappi che provo ancora qualcosa per te…-dico, tutto d’un fiato.
Dovevo dirglielo, basta. Doveva sapere, altrimenti me ne sarei pentito amaramente.
Quasi sgrana gli occhi, alla mia affermazione. Sorrido a tutto ciò.
-Davvero?-domanda, incredula.
Fa sul serio?
-Come se non lo sapessi già.-dico, quasi ridacchiando.
-Dio Justin, ma sei cosi cambiato. Non mi sono posta neanche la domanda.-
Cristo, come fa ad essere cosi tremendamente sbagliato?
Abbasso la testa, consapevole di quel che le dirò.
-Purtroppo, dovrà rimanere tra di noi.-
Mi stupisco, non appena mi alzo il viso.
-Bè, se rimane tra di noi. Sappi che io non ho mai smesso di provare qualcosa per te.-dice, sorridendo.
Oddio, ho il cuore che batte all’impazzata. Dio, ma perché fa ‘sto effetto?
Quasi rimango deluso, al pensiero di prima.
-Mi dispiace che sia capitato tutto questo, Jen.-dico, afflitto.
-Non ci pensiamo, dai. L’importante è che adesso siamo qui, ma come amici.-
Annuisco piano, ma deluso ancora un po’.
Dio, lei mi espone i suoi sentimenti e io che faccio? Le dico che non cambierò per lei, e dovrà rimanere tra noi? Quanto sono coglione?
Noto che si stende del tutto sull’erba e mi incita di andarle accanto.
Prendo la birra dalla busta, ne faccio un sorso, prima di stendermi.
-Se devo dirla tutta, non ho mai immaginato me e te, amici…-dico, ironizzando.
Perché dovrei immaginarmelo, se non è quel che voglio?
-Neanche io, ma tutto può cambiare.-dice, facendo una piccola risata.
Ha ragione, tutto può cambiare. Ma quel che provo per te, non è mai cambiato.
Poso la birra sull’erba e lascio che i miei occhi si posino sul quel suo viso perfetto.
Gira lo sguardo verso di me, lasciando che i miei occhi incontrino i suoi.
Noto una leggera, ma piacevo, pressione alla mano.
Sposto lo sguardo verso di essa e noto che l’intreccia alla sua.
Lascio che mi scappi un sorriso, che ricambia.
E’ tutto ciò di cui ho bisogno. Lei, lei, lei, e ancora lei.


_Spazio per l'autrice._
Vi ho mai detto che vi amo? Bè, vi amo.
Ho letto le vostre recensioni, e non potrei esserne più felice. E per ricompensarvi, ecco il nuovo capitolo.
Vi aspetta ancora tanto, quindi restate con me.
Finalmente hanno ammesso entrambi di provare ancora qualcosa l'uno per l'altra, ma l'orgoglio è il peggior nemico.
Continuate a dirmi la vostra recensendo, che non immaginate quanto sono felice. Grazie per essere qui con me, in questo mio viaggio.
Vi prometto che non ve ne pentirete. Grazie a chi legge, a chi recensisce, bè grazie. Se continuate a recensire, come sempre, prometto che il prossimo capitolo arriverà in me che non si dica. Alla prossima, much love<33

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Capitolo 21
*** il mio cuore è cupo. ***


Lascio che i miei occhi ricadano sulle sue gambe così perfette, che si intravedono per il vestito troppo corto. Poso l’altra mia mano su una di esse, e lascio che salga verso l’alto. Dio, ho così tanto voglia di lei.
Il mio sguardo si posa sul suo vestitino blu, che mostra ogni sua forma.
Ho cosi tanta voglia di toccarla, ma il mio autocontrollo mi frena.
Noto che fa per sfiorarmi il ciuffo sul viso, portandomi al relax totale.
Lascio che i suoi occhi incontrino i miei, e parlino per sé.
-Sei perfetta…-riesco a mugugnare.
Lei si limita a sorridere, e a stringere la mia mano ancor più forte.
Dio, quanto mi fa impazzire.
Faccio si che la mano scivoli sul suo corpo incantevole, e sfiori la sua guancia.
Il mio sguardo si posa sulle sue labbra carnose, e porta il mio controllo al minimo.
-Ho cosi tanta voglia di baciarti..-dico, quasi sussurrando.
-E a cosa aspetti?-dice, sorridendomi.
Le sorrido, quasi incredulo della sua affermazione.
Dovrei? Dovrei liberarmi dalla paura? E se è tutto uno sbaglio?
Ma ho bisogno di lei. Dio, quanto ne ho bisogno.
Sorrido leggermente, prima di avvicinarmi.
*Squilla il cellulare*
Sgrano gli occhi e mi ritiro velocemente.
Cristo, e ti pareva. Ogni qualvolta sta per accadere qualcosa, succede tutt’altro.
La guardo per un nano secondo, per poi sbuffare e rispondere alla chiamata.
<<Pronto.>> rispondo, quasi arrabbiato.
<<Hei Justin..>> risponde una voce femminile.
Chi cazzo è, ora?
<<Chi sei?>>
<<Ohw, ti sei già dimenticato di me?>>
Mhm, ha una voce familiare. Sgrano gli occhi, non appena si accende una lampadina del mio subconscio.
La cubista. Dio, ma cazzo vuole ancora? Non le sono bastato solo ieri?
<<No, non mi sono dimenticato di te.>> rispondo, sbuffando.
Scorgo Jen, quasi delusa. Quanto vorrei attaccare il cellulare, e prenderla tra le mie braccia.
<<Che fine hai fatto ieri sera? Ti aspettavo, sai com’è….>>
Un disgusto mi persuade, non appena mi rendo conto di quel che ha appena detto. Cristo, ma veramente fa? Cos’è che non capisce della frase ‘una botta e via’? No, ma spiegamelo.
<<Ho avuto da fare, scusa>> mi limito a dire, come se dovessi scusarmi davvero di qualcosa. Dio, ma cazzo me ne fotte?
<<Ohw, vabene. Ti va di rivederci?>>
<<Non credo ci sarà una seconda volta, bellezza.>> dico, attaccando immediatamente.
Noto Jen che ridacchia sotto i baffi, e non faccio che sorridere.
JENNY’S PART.
Ridacchio, ma la delusione mi rapisce.
Sono ancora incredula di quel che stavo andando a creare. Cioè, stava per baciarmi. Stava per baciare…bè, me.
Ma purtroppo il concetto è ‘stava’, non credo il destino ci voglia ancora insieme.
Sobbalzo, non appena si avvicina nuovamente a me.
-Chi era?-domando, curiosa.
-Una ragazza..-dice, abbassando la testa.
Come se si vergognasse a parlarne. Oddio Brook, che si vergogna di quel che è la sua reputazione.
-Quella di ieri?-domando, senza scrupoli.
Annuisce, senza dire altro.
Ho questo presentimento che l’abbia messo in difficoltà, ma non me ne faccio una ragione. Imparerò a parlare con lui di tutto, anche se potrebbe darmi fastidio.
Ma credo che per lui non sia da meno, allora perché è cosi coglione?
Bè, meno pensieri più parole.
-Justin, credo sia giunta l’ora di ritornare a casa.-dico, attirando la sua attenzione.
Spero non abbia interrotto niente, che riguardi i suoi pensieri.
Del resto, lui sta ancora vivendo la sua vita.
Non posso stargli troppo appiccicata, devo dargli spazio.
Noto che alza il viso verso il mio, e annuisce piano senza controbattere.
Ci precipitiamo verso la macchina, e accende il motore.
_10 minuti dopo.
Accosta la macchina, e mi rallegro alla vista del mio appartamento.
-Siamo arrivati.-dice, con quel filo di tristezza.
Non lo biasimo, anche io mi sento un po’ giù.
-Grazie..-mi limito a dire, sorridendo.
Faccio per uscire dalla macchina, ma mi strattona per la maglia.
-Non volevo finisse così…-dice, serio.
Mi rimetto comoda sul sedile, prima di voltarmi verso lui.
Forse si riferisce al bacio?
-Bè, mi sono pur sempre divertita. E’ stata una bella giornata, Justin.-
-E’ stata bella, grazie a te.-dice, abbassando la testa.
Bè, a dirla tutta, non avrei neanch’io voluto che finisse cosi.
Ma ci saranno molte altre possibilità, che purtroppo dovremmo frenare.
Siamo amici, e mi basta. Avrò un solo motivo, per stargli accanto.
Ma una scia di tristezza mi percorre il corpo, provando delusione verso quel bacio non avuto.
Lascio intravedere un sorriso sul mio volto, anche se il mio cuore è cupo.
Noto un accenno anche da parte sua, ma forzato.
Senza dire altro, apro la portiera e la sbatto una volta uscita.
Mi avvicino al finestrino, e scorgo la sua figura nell’auto.
-Ci vediamo domani?-domando, sorridendo.
Annuisce, sorridendomi.
Mi avvio alla porta, e prima di entrare, mi volto nuovamente verso di lui.
Le accenno un ‘ciao’ con la mano, per poi entrare.
Mi dirigo in camera mia senza pensarci due volte e mi catapulto alla finestra.
Scorgo ancora la sua macchina, ferma nel vialetto.
Rimane a fissarmi, prima di sentire il rampo del suo motore in lontananza, e un vuoto al petto.
Perché l’amore è così maledettamente difficile?

_Spazio per l'autrice._
Okay, mi odiate ahahah
Anche questa volta non c'è stato il bacio, ma vi sto facendo fremere proprio perchè il bacio deve essere voluto.
Ho già pronto il prossimo, ma ho notato che le recensioni stanno dimunendo. Vi invito a recensire, altrimenti è una perdita di tempo. Ci metto il cuore nello scrivere, e sapere che è apprezzato mi spinge a continuare. Quindi recensite, e prometto che il prossimo capitolo lo pubblicherò subito. Ma recensite, perfavore. Ho bisogno di sapere cosa ne pensate. Mi fa davvero piacere. Grazie a chi lo fa. Alla prossima, much love<33

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Capitolo 22
*** non saluti gli amici? ***


_La mattina dopo.
Attraverso a passo svelto i corridoi della scuola, per poi catapultarmi al mio armadietto. Lo apro schietta, e prendo velocemente i libri per la prossima lezione.
Sobbalzo alla forte risata di qualcuno, che non mi ci vuole tanto a schiarire la figura. Justin.
Dio, che meraviglia.
Scorgo il suo sguardo pendente verso il mio, e mi accenna uno dei suoi splendidi sorrisi. Ricambio immediatamente, per poi chiudere l’armadietto e andare verso la classe.
Attraverso il loro sguardo, con aria abbastanza indifferente.
Perché? Perché, in effetti, non ho la minima idea di come debba comportarmi ora.
Siamo amici, ma come? Sarà ugualmente indifferente su tutto. Ma pur sempre mi ha accennato un sorriso, è già qualcosa.
Prima di passare del tutto, sotto i suoi occhi inerti, vengo strattonata per la giacca e fermata a un passo dal suo viso.
-Jenny, come mai non saluti gli amici?-dice, tutto sorridente.
Oddio, vorrei ridere della sua buffonaggine.
Ma non faccio altro che sorridere, ed essere enormemente grata per la sua scioltezza nei miei riguardi.
Dio, questa non è affatto indifferenza. Cioè lui, mi ha salutata. E per dirla tutta, davanti ai suoi amici e sotto lo sguardo di quasi tutta la scuola.
Mi strattona nuovamente, per portarmi tra le sue possenti braccia.
Appoggio la testa sul suo petto, godendomi il momento, prima di ritirarci dall’abbraccio.
-Scusa Justin, pensavo…-
-Lo so.-dice, interrompendomi.
Annuisce, rassicurandomi di ogni mio dubbio.
Con il suo sguardo comprensivo, capisco che sapeva cosa avrei detto, e mi ha interrotta prima di rimanere delusa nel dirlo.
Gli mostro un enorme sorriso, prima di essere ricambiato dal suo.
-Bè, adesso vado in classe…-dico, forzando me stessa ad andarmene.
-Aspetta..-dice, bloccandomi.-..andiamo insieme, no?-
Sorrido nuovamente, senza la mia audace volontà.
-Raga, ci vediamo oggi.-dice, dando una palla sulla spalla ad uno del gruppetto.
Cingo la testa, in segno di saluto, ma i loro sguardi sono ancora accaniti su di me.
Come se fossero più che sorpresi, come dicesi da copione.
Scuoto la testa, levandomi i loro sguardi dalla mente, e mi godo il momento.
-Dio, Justin Brook che mi saluta a scuola. Per la miseria, che onore.-dico, ironizzando.
Scuote la testa, prima di mettermi un braccio sulle spalle.
-Ora siamo amici, che c’è di strano?-
Scruto il braccio, e sorrido a tutto ciò, prima di voltarmi verso di lui.
-Cosa cambia da prima?-
-Perché, bè, prima era diverso..-
-Non ha alcun senso, Justin.-
Noto che mi ferma nel bel mezzo del corridoio, e appoggia entrambe le mani sulle mie spalle.
-Jen, nessuno può sapere del mio passato. Esiste solamente il presente, oramai. Purtroppo ho paura di dirti che dovranno sapere che la nostra amicizia è sorta poco fa. La gente crede a tutto, e non voglio che mi prendano per quello che non sono. Ho una certa reputazione, qui.-
-Aah si certo, la tua fottuta reputazione. Forse, avresti voluto dire, per quello che sei?-
Abbassa la testa, e la scuote agevolmente.
Non si degna neanche di fare un accenno nei miei riguardi, per risponde alla domanda quasi affermata.
Oh maddai, quel suo atteggiamento arrogante ormai fa parte di lui.
Purtroppo, devo farmi l’abitudine a tutto ciò.
Noto che mi strattona nuovamente, porgendo il mio sguardo verso la classe.
-Jen.-dice, attirando la mia attenzione.
Mi volto velocemente verso di lui, quasi ancora delusa del gesto di poco fa.
-Sono un imbecille, ne sono consapevole. Ma non roviniamo ‘sta giornata, ora che mi sono deciso che tutta questa indifferenza la manderò via a calci in culo.-
Ironizza la situazione, portando il mio sorriso al limite.
-Ne sono felice, davvero.-
Annuisce, prima di aprire la porta con cautela.
Non avendo neanche il tempo di entrare, che già si sentivano i primi mormorii.
Ci squadrano tutti, come se fossimo una sottospecie di opera da ricreare.
E’ una di quelle situazioni in cui mi sento enormemente a disagio, ma non lo lascio notare. Bè, come se fosse possibile.
JUSTIN’S PART.
Cazzo, la situazione va di male in peggio.
Sapevo che ci avrebbero fissati, ma non cosi accaniti. Ogni qualvolta che mi faccio vedere con una tipa nuova, mi guardano in tal modo. Ma forse la situazione si è raggirata, per il semplice motivo che Brook non ha mai avuto un’amica.
Ma cristo, si abitueranno. Non possono portare Jen via da me, ho bisogno di lei più che mai. Anche se da amici, mi sta bene. Almeno posso restarle accanto, senza obiezioni.
Ma cazzo, la gente dovrà capire ben presto che non è solo una delle mie prede.
Non permetterò che le dicano cose cattive, che le possano far smuovere la nostra amicizia.
Dio, io ci sarò. Le starò accanto, come un vero amico farebbe. Se lo merita.
Volto lo sguardo verso il suo, e noto appena il suo sguardo impacciato.
Vagano pensieri vari per la mia mente contorta, e ricordo del suo nervosismo ad una tale attenzione.
Le metto il braccio sulle spalle, e le accarezzo l’altra guancia, assicurandola.
Volta lo sguardo verso il mio, e mi sorride imbarazzata.
Mi accosto al suo orecchio, provocandole alcuni brividi.
-Non preoccuparti per loro, sarai sulle loro bocche per poco. Basta che non dai retta a nessuno, e pensi solo a me e a quanto sto bene con te.-
Annuisce, con quasi il doppio dell’imbarazzo.
Attraversiamo il branco di imbecilli che non smettono di parlare, e ci sediamo ai nostri banchi.
Noto che distoglie lo sguardo dal mio, e lascia che un velo di tristezza le contrapponga al sorridere.
Si sente a disagio, posso percepirlo. Malgrado abbia il banco la fila opposta alla sua, riesco a percepire il suo dispiacere per l’intera situazione.
Le faccio un accenno con la mano, prima di avere la sua completa attenzione.
-Hei, non pensarli.-dico, mimando le labbra.
Annuisce piano, ma è ancora insicura.
Mostra un bel sorriso, in mia risposta.
Ecco quel che volevo vedere. Un suo semplice, ma perfetto, sorriso.
_5 ore dopo.
Dio, che agonia. ‘Sta campanella, non suonava più.
Faccio un lungo sospiro, prima di intravedere Jen che attraversa pian piano ogni banco.
Mi alzo velocemente, prima di strattonarla a me.
Inciampa tra i miei piedi, e la predo per i fianchi, prima che cada.
Scorgo l’intera classe, ormai vuota, per parlarle chiaramente.
-Justin, ma che fai?-dice, accennando una piccola risata, che ricambio.
-Scusa, ma non potevo aspettare un secondo di più per chiedertelo.-
-Chiedermi, cosa?-domanda, inarcando il sopracciglio.
Dio, quant’è bella quando lo fa.
-Oggi ho una partita di basket con i ragazzi, ti va di venirmi a vedere?-
-Aah bè, non lo so Justin..-continua, mimando con le mani.-..i compiti..-
-Ti prego, mi farebbe davvero piacere se venissi.-dico, supplicandola.
Brook che supplica qualcuno, dio. Manco se mi avessero pagato, avrei fatto una cosa simile. Per una ragazza, per dirla tutta.
-Se mi supplichi cosi, non posso che accettare.-dice, ironizzando.
-Figo.-dico, esaltante.
Accenna un ridacchiare, che rimbomba nel vuoto della classe.
Si ammutolisce, non appena si accorge del mio sguardo inerte.
-Bè, verso che ora e dove?-domanda, attirando la mia attenzione al suo discorso.
-Alle cinque, al natural garden.-continuo, stampandole un bacio sulla guancia.-Ora devo proprio andare, ci vediamo lì. Ti aspetto.-
Accenna un gesto con la mano, prima di uscire dalla classe ed andare dalla parte opposta alla mia.
 
_Spazio per l'autrice._
Ciaaaaao, come vaa? Buon 1 maggio a tuttte<3
Bè, mi fa piacere che continuate a seguirmi e spero che questo capitolo vi piaccia.
Ma devo avvertirvi, non sono tutte rose e fiori. Continuate a leggere, e capirete perchè. Mi raccomando, recensite.
Vi voglio bene, e grazie per la vostra accettazione riguardo la mia storia. Ne sono veramente grata. Alla prossima, much love<33

 
 

 
 

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Capitolo 23
*** andrà tutto male. ***


JENNY’S PART.
Non avrei mai osato immaginare me e Justin amici.
Dio, che strana ma piacevole sensazione. E dire che mi sento anche benissimo, almeno un amico è pur sempre meglio di un ragazzo.
Soprattutto quando quell’amico, è qualcuno come Justin.
Lui sa rendermi felice come nessun altro. Sa davvero strapparmi un sorriso, quando sono esplicita a non farlo.
Perché lui è quella sottospecie di chiave, della catena che mi circonda.
Sbotto dai miei pensieri, e mille voci mi persuadono il cervello.
Cristo, ma come se Justin non avesse mai avuto una cazzo di amica.
Ma porca puttana gente, frenate gli ormoni di fronte ai pettegolezzi.
Attraverso il corridoio, con noncuranza. Preferisco non badare alle loro voci, camminare è la cosa giusta.
-Dio, che puttana.-
-Ma adesso che esce con Brook, si crede figa?-
-Cosa? La verginella della scuola, sputtana il suo titolo?-
-Cristo, ma come può piacerle?-
-Forse sa aprire bene le gambe, mhm.-
Invidia, cazzo. Solo immensa invidia, per il motivo che vorrebbero loro aprire le gambe. Ma cristo, che nervi.
Bè Jenny, non ascoltare nessuno.
Pensa a Justin, Justin, Justin.
Una mi strattona per il braccio, in modo da fermarmi ai suoi attenti.
-Ehm, scusa quanto ti paga Brook?-domanda, per poi far ridere a crepapelle quasi l’intero istituto.
Mi ribollisce il sangue nelle vene, prima di spintonarla lontano e correre via.
Ho questa strana sensazione che tutto ciò possa durare, e che Justin non possa fare nient’altro. Ho il presentimento che andrà tutto male, sempre se quel che ho appena passato sia il minimo.
Aveva ragione. Aveva ragione, la gente crede a tutto.
Devo solo abituarmi a non pensarci, e attendere che le voci si smaterializzino.
Tocco la guancia velocemente, ammirando la lacrima amara che vi è sopra.
Non pensavo che mi sarebbe importato a tal punto, il pensiero della gente.
Esco velocemente dall’istituto, imbattendomi su qualcuno, non appena giro l’angolo.
Volto lo sguardo. Jessica.
-Aah bene, ci si rivede matricola.-dice, accennando un sorriso.
Cristo, solo lei ci mancava per completare la giornata.
Porto il disgusto al limite, facendolo notare.
-Sei uscita dall’ospedale?-chiede, quasi ridendo.
Come se ci fosse qualcosa da ridere, nel parlare di una persona che è stata male e portata all’ospedale.
-Cosa vuoi?-domando, schietta nell’intento di arrivare al dunque.
-Ma come? Cosi ci si comporta con le amiche?-
-Sé, vabbe.-dico, alzando gli occhi al cielo.
-Aaah Jenny, Jenny, Jenny..-continua, ronzandomi intorno.-..ho saputo certe cose che non mi vanno proprio giù.-
-Tipo?-
-Da quando esci con Justin?-domanda, irritata.
-Soliti pettegolezzi. Io e Justin siamo solo amici.-affermo, accentuando l’ultima parola.
-A me non sta bene comunque, carissima.-
-Poco importa, tra te e lui è finita.-
Noto nel suo sguardo una scia di rabbia, che rinchiude in sé. Ma dura poco il suo autocontrollo, purtroppo.
Mi sbatte violentemente contro il muro, procurandomi un male tremendo.
Mugugno dal dolore.
-Ascolta mocciosa, io e Justin ci siamo lasciati per colpa tua.-dice, arrabbiata.
-Non per controbattere, ma è stato per il tuo caratteraccio, non per colpa mia.-
-Ohw, davvero?-
Mi strattono dalla sua presa, cercando di liberarmi.
Mi blocca nuovamente, non appena trovo via libera.
-Eeeh no, ora me la pagherai.-
Sgrano gli occhi, prima di chinarmi dal dolore sulla pancia.
Ti prego Jenny, controbatti. Non puoi mostrarti debole, ancora.
Mi sferra un pugno decisivo sulle labbra, facendomi chinare nuovamente.
Mi accascio a terra, sperando in un suo allontanamento.
Respiro profondamente non appena si allontanano dal mio corpo, e cantilenano andandosene.
Un disgusto mi persuade, ma non perdo le forze.
Mi rialzo, non appena scorgo il viale libero.
_Le 5 del pomeriggio.
Mi accascio nuovamente sul letto, coprendo il mio viso con le mani.
Giornata peggiore non poteva capitare. Quasi ridacchio, al pensiero di quel che è successo. Ma cristo, non c’è un bel niente da ridere.
Cosa dovrei fare? Arrendermi al primo ostacolo?
Da quando, Jennifer?
Ma dio, perché ogni cosa a me? E’ già abbastanza massacrante il fatto di non poter baciare Justin.
Porto il mio culo in bagno, scorgendo la mia figura allo specchio.
Un enorme taglio sul labbro, grande.
Prendo un po’ di ovatta e l’immergo nell’acqua, prima di posizionarla su di esso.
Sobbalzo non appena il frastuono della mia suoneria rimbomba nel mio apparato uditivo, e mi precipito in camera.
Prendo velocemente il cellulare e accendo il display: Justin.
Rifiuto la chiamata, e in me che non si dica, mi abbandono in un pianto isterico.
Come se fosse tutto lo sfogo che avrei dovuto tirar fuori, appena messo piede in quella merda di scuola.

_Spazio per l'autrice._
Okeey, lo posto per il semplice motivo che questo capitolo e il seguente sono di nuovo come una sorta di introduzione a quel che nascerà tra Justin e Jen. Purtroppo non sono sempre rose e fiori, e Jessica è ancora nei paraggi. Forse vi annoiano pure 'ste cose, ma sono colpi di scena che bisogna avere. Vi ricordo che il titolo della storia è 'i will catch u if u fall' ovver 'ti prenderò se tu cadrai'. Questo fa capire abbastanza cose. Bè, non vi preoccupare. Dura poco, il tempo di sistemare le cose. Continuate a seguirmi, che ve ne sono eternamente grata. Davvero, grazie. E spero che la storia continua a piacervi. Alla prossima, much love<33

 

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Capitolo 24
*** ...lasciami stare. ***


_La mattina dopo.
Apro piano gli occhi, lasciando che madre natura mi illumini con tutta la sua meravigliosa bellezza.
Prendo il cellulare e accendo il display: 7:30 am.
Mi alzo dal letto e senza pensarci due volte mi precipito in bagno.
Senza scorgere la figura allo specchio, lavo i denti ancora assonnata.
Un assurdo dolore mi invade la bocca, tanto da esporre un gridolino.
Il mio sguardo si posa immediatamente sull’immagine allo specchio, e in me che non si dica, sgrano alla vista del profondo taglio al labbro.
Mi sciacquo la faccia, tracciando tutto il mascara colato la sera precedente.
Lascio ricadere un’altra lacrima, prestando attenzione alla mia immagine.
Spero davvero che questa giornata sia diversa.
_30 minuti dopo.
JUSTIN’S PART.
Chiudo velocemente l’armadietto, sbattendolo.
Lascio che la rabbia mi freni, non appena scorgo gli sguardi incerti della gente in corridoio.
Mi dirigo all’armadietto di Jen, accorgendomi della sua assenza.
Accosto su di esso, recapitando un forte pugno.
Sobbalzo nel momento esatto in cui si apre il portone dell’istituto, e Jen si fa viva.
Sgrana alla mia vista, portando il culo vicino all’armadietto, che non per caso è accanto al mio corpo rabbioso.
Si precipita su di esso, sbattendomelo quasi in faccia, non appena lo apre.
Mi accosto al suo corpo, e poggio una mano su uno degli armadietti accanto al suo.
-Perché cazzo hai attaccato a ogni mia santissima chiamata?-domando, furioso.
Noto che abbassa la testa, cercando ogni modo per non guardarmi.
Non risponde, e continua ad ammucchiare i libri nella cartella.
-Jen..-dico, incitandola a guardami.
La rabbia svanisce, non appena percepisco che qualcosa non và.
-Justin, per favore..-dice, scuotendo la testa.
China nuovamente il capo, non appena mi sposto per guardarla meglio.
-Perché ieri non sei più venuta?-dico, sbollendomi.
-Ho avuto un contrattempo.-
Mi avvicino ancor di più, e cerco di alzarle il viso con la mano. Cosa che contrappone, spostandola.
Cristo, perché cazzo non vuole guardarmi?
Accosto il viso al suo, ma mi spintona via.
-Per quale cazzo di motivo fai cosi?-domando, nuovamente furioso.
-Justin, lasciami in pace.-afferma, prendendo gli ultimi libri e post-it.
Fa per andarsene, ma la strattono per un braccio.
Mi spinge furiosa, in modo da farmi lasciare la presa.
Riprende ad andare verso la classe, lasciandomi solo come un cane, senza la minima risposta al suo atteggiamento.
Dio, beato a chi cazzo capisce le donne.
Forse starà nel suo cazzo di periodo di merda. Ma cristo, potrebbe avvisare.
Purtroppo cosa mi tormenta è altro, se il suo atteggiamento fosse arrogante, non avrebbe modo di nascondere il viso.
Sarà successo qualcosa che non so? Bha.
Mi avvio verso la strada che ha percorso, ricordandomi che quella di oggi non sarà la stessa lezione.
Mi fermo nel bel mezzo del corridoio, controllando la rabbia.
Mi giro verso la strada opposta, e l’attraverso spintonando qualcuno.
-Brook, cazzo. Sta’ più attento.-urla, echeggiando nella folla della scuola.
Prima che potessi girarmi e dargli un pugno dritto in faccia, scappa a gambe elevate notando la stretta delle mie nocche.
Percorro la strada per la classe di biologia, e trascino i miei pensieri al nulla.
Ho finito con ‘ste stronzate. Ogni qualvolta che faccio qualcosa per lei, si comporta da stronza masochista. Mi sono fottuto la reputazione per esserle amico, e lei? Cristo, che nervi.
JENNY’S PART.
Mi accosto alla porta di classe, prima di entrare e andare verso il banco in silenzio.
Aah bene, Jaz non c’è neanche oggi. Ma dove cazzo è finita?
Proprio quando ho bisogno di un’amica, non c’è mai nessuno.
Appoggio la testa al banco, scarabocchiando qualche disegno strabico sul quaderno. Noto un bigliettino sul mio banco, nell’arco di pochi secondi.
Mi volto verso la classe, in cerca di qualcuno che l’abbia lanciato.
L’apro, e sgrano gli occhi alle parole scritte su di esso.
Posso aprire anch’io le tue gambe?” Rimango disgustata, prima di notare l’intera classe ridacchiare sotto i baffi.
Di male in peggio.
Bè, sono sicura che questa giornata non sarà molto diversa da quella di ieri.
Getto il bigliettino per terra, e immergo la faccia nei libri.
Chi ridacchia, chi mormora, chi insulta. Ora, posso dire di aver ascoltato di tutto.
Porto l’attenzione al professore appena entrato, e non faccio in tempo ad alzare la mano, che vado via dalla classe.
-Daw, ritorna subito dentro.-urla, sbattendo il registro di classe sulla cattedra.
Lascio che la voce si dilegui, correndo verso il corridoio.
Non appena giro l’angolo mi scontro con qualcuno, che fa in modo che non cada, prendendomi per i fianchi.
Schiarisco la figura, e sgrano alla vista di Justin.
-Jen.-afferma, guardandomi una volta per tutte.
Come ben sapevo, ammira il bel taglio sul labbro.
Guarda sconvolto, e prima che possa parlare, lo interrompo.
-Justin, lasciami in pace.-dico, spintonandolo via.
Si aggrappa nuovamente a me, e chiede spiegazione con lo sguardo.
-Che cazzo è successo? E’ per questo che prima abbassavi il viso?-dice, toccandomi il labbro.
D’istinto gli do un pugno leggero sulla mano, in modo da allontanarla per il dolore provocato.
Mi guarda sgradito, e si allontana da me, alzando le mani.
-Okay, non ti tocco. Ma voglio comunque spiegazioni.-afferma, schietto.
-Sono cazzi miei, Justin.-dico, cercando in qualche modo di andare via.
Mi strattona per il braccio, bloccandomi all’armadietto alle mie spalle.
Posiziona le possenti braccia negli incavi del mio collo, con l’intento di non lasciarmi scappare dalle sue grinfie.
-Devo sapere, Jen.-dice, quasi disperato.
Scuoto la testa, con noncuranza. Dio, sono cazzi miei. Non ha nessun cazzo di motivo per doverli sapere.
-Per quale cazzo di motivo fai cosi? Ho fatto qualcosa di sbagliato?-
Mi ammutolisco, alle sue domande.
Trascino la mia rabbia altrove, per ragionare meglio alla situazione creata.
Lo ammiro quel poco, per capire l’enorme sbaglio che sto commettendo.
Non ha fatto niente di male, per meritarsi un atteggiamento simile nei suoi confronti. Dio, perché cazzo lo sto trattando cosi di merda?
-Non hai fatto niente di sbagliato.-continuo, cercando di calmarlo.
Sposto le sue forti braccia, ormai caute, e esco dallo spazio rinchiuso.
-Solo..lasciami stare.-dico, prima di correre verso l’ingresso, e cercare disperatamente la via di casa.
Mi volto quel poco, per intravedere Justin fermo nello stesso punto in cui l’ho rimasto. Senza parole, solo sguardi delusi.


_Spazio per l'autrice._
ahsjhdj ciaao, come va? Ecco qui, il nuovo capitolo. Non so voi, ma a me un pò piace. Cioè, è dolcissimo Justin che si preoccupa. Ma questa volta la stronza è Jen, che purtroppo trattiene ancora tutto dentro. Ma la verità andrà a galla, e penso che a Justin non farà per nulla piacere. Bè, continuate a seguirmi per scoprire cosa succederà. Vi chiarisco solo che Justin, farà di tutto per vederla felice.
Detto questo, voglio appena annunciarvi che ho appena pubblicato il trailer della storia>>>>
https://www.youtube.com/watch?v=YOTjBMuJPYE&feature=youtu.be 
yeee, omg adesso la mia vita è completa. Hahaha apparte questo, dateci un'occhiata. Purtroppo l'ho dovuto scrivere in inglese, perchè bè è youtube. Non è solo un sito italiano, come ben sapete. Vabby, mi fa piacere se gli date uno sguardo ajhsdksahd
E comunque, mi fa davvero piacere che la storia continui a piacervi, e le recensioni non sono da meno. Continuate a recensire la vostra opinione, che ieri per leggere una delle vostre, sono stata per il resto della serata con il sorriso stampato sul viso. Giuro, mi rendete felice. Grazie a tutti, davvero.
Alla prossima, much love<33




 

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Capitolo 25
*** Ho tanto bisogno di te. ***


_3 giorni dopo.
Urlo non appena vado a sbattere contro lo stipite del tavolo, e impreco il dolore dandogli un forte calcio.
Prendo velocemente il cucchiaio caduto su di esso, e cammino verso il divano del soggiorno.
Mi immergo nella soffice stesura, prima di posizionare l’enorme coppa di gelato al cioccolato e accendere la tv.
Spingo play: Never Back Down.
Assaporo la meravigliosa freschezza prima di soffiare via la lacrima sulla mia guancia.
Non è stata pura coincidenza nell’inserire ‘sto film, davvero non dovrei arrendermi.
Ma è come se qualsiasi cosa faccia, venga contrapposta alle mie prospettive.
Mi viene scaraventata contro, come un inutile ammasso di rottame.
Lascio scendere un’altra lacrima, prima di fissare l’iphone sul comodino, su cui è posizionata la tv.
Scorgo una chiamata, che fortunatamente non sfracassa i timpani, a causa del silenzioso.
Mi accingo ad alzarmi, controvoglia nel risponde chiunque sia.
Ammiro il display acceso: Rosie.
Poso l’attenzione al film, e chiudo la tv un’attimo dopo.
Mi mordo il labbro, prima di accettare la chiamata e portare il cellulare all’orecchio.
<<Pronto.>> dico, esasperata.
<<Dio santo. Jennifer Ronnie Daw, ma che razza di fine hai fatto?>>
<<Sono stata impegnata.>> dico, facendo spallucce.
Scorgo il cestino completamente pieno da coppe di gelato, e il lavandino zeppo di posate sporche.
<<E non hai avuto neanche il minimo ritegno nel chiamarmi almeno una volta? Non hai idea di quanto mi sia preoccupata.>> impreca, urlando.
Sposto per poco il cellulare dall’orecchio, a causa del forte frastuono, prima di ricomporlo al suo posto.
<<Ho avuto l’iphone spento, mi dispiace.>> dico, con voce spezzata.
Scorgo un silenzio, che forse capisce.
<<Jenny, ma stai bene?>>
Annuisco, ma ricordo che non può vedermi.
<<Si. E tu? Come stai?>> dico, nella speranza non mi domandi altro.
<<Non proprio benone, la mamma ha chiamato.>>
Quasi sgrano gli occhi, in piena rabbia.
<<Cosa voleva?>>
<<S’è preoccupata, perché non rispondevi alle sue chiamate.>>
<<Da quando si preoccupa quella donna?>> dico, con aria disgustata.
Cazzo, non può ancora avere il coraggio di chiamarci. Che squallore di donna.
<<Jenny, si è pentita di tutto. Mi ha fatto una pena assurda.>>dice, con un velo di tristezza nella voce.
<<No cazzo Rosie, deve andarsene a fanculo. Non merita di essere perdonata.>>
<<Lo so, ma stava cosi male. Voleva sapere dove stiamo, se stiamo ben..>>
<<Cosa?>> continuo, interrompendola. <<Cazzo, mica le hai detto qualcosa?>>
<<Riguardo cosa?>>
<<Di New York, genio.>>
<<Aaah no, mi ha estorto alcune parole dalla bocca, ma non credo abbia afferrato di più.>>
Sospiro aria di sollievo, prima di continuare la conversazione.
<<Rosie se richiama, attacca ti prego. Molto probabilmente cerca soldi, che noi non le daremo mai.>>
<<Ora capisco, cazzo.>>
<<Cosa?>>
<<Prima che la linea saltasse, mi stava chiedendo se avevo qualche soldo in più da parte.>> dice, sospirando.
La furia di impossessa di me, nell’esatto secondo che Rosie afferma ciò.
Come cazzo si permette? Non solo c’ha abbandonate, adesso vuole anche che le diamo i nostri maledettissime soldi?
Cristo, ma che vada all’inferno.
<<Cazzo Rosie, sbattile il telefono in faccia la prossima volta. Anzi no, non accettare per nulla al mondo la sua sporca chiamata. Non merita niente, quella merda di donna.>>
<abene, Jenny. Ora devo proprio andare, fatti sentire.>>
<<Okay, promesso. Ciao.>>
<<Ciaao>> risponde, prima di attaccare.
Sblocco l’iphone, e sgrano gli occhi alla vista delle numerose chiamate perse e nuovi messaggi.
Mi precipito sul divano, e scorro tutto con la punta del dito.
Sorrido, non appena apro la casella messaggi di Justin.
E’ come se lo avessi abbandonato, e si sentisse come tale.
Quasi piango, non appena ricordo il motivo del mio allontanamento.
Non vado da ben 3 giorni a scuola, e stare a casa è angosciante.
Ma sempre meglio di incontrare gente come Jessica e le sue amichette del cazzo.
Oppure ascoltare pettegolezzi falsi, per il solo fatto di essere l’amica di Justin Brook.
Dio, che situazione di merda.
Non posso restare rinchiusa qui, per sempre. Non posso ignorare Justin ancora per molto, se ho questo stramaledetto bisogno di lui.
Scuoto la testa, asfissiata, prima di sentire la mano vibrare.
Scorgo un nuovo messaggio sul display, e lo apro: Justin.
<<Mi manchi, mi sento vuoto senza te.>>
Sorrido alla riga appena letta, ridacchiando al pensiero dell’espressione di Justin quando lo risponderò.
<<Anche tu mi manchi, e tanto.>> scrivo velocemente, prima di inviare.
Attendo la risposta con ansia, prima di riceverla.
<<CAZZO JEN, FINALMENTE!! CHE MERDA E’ SUCCESSO? DOVE CAZZO SEI FINITA?>>
Ridacchio, con quel poco di tristezza racchiusa in gran cuore.
Il solo sapere che tiene a me tanto da preoccuparsi, mi fa star bene.
Non merita di essere trattato cosi, come ‘na merda.
L’ultima volta che l’ho visto, sono scappata via da lui senza un valido motivo.
Ma ho avuto paura, bè ne ho ancora. Non che mi faccia piacere il suo comportamento, ma mi ha ridotto ad uno straccio. Sono troppo impulsiva, e mi importa troppo del parere della gente. Credo sia ora che dia una svolta a tutto ciò, non posso rimanere da sola, rinchiusa qui.
<<Ho tanto bisogno di te.>> invio, prima di interrompere i miei pensieri, e abbattermi in un pianto amaro.


_Spazio per l'autrice._
Bè, a dirla tutto l'ho pubblicato tanto per. Le vostre recensioni scarseggiano, e vi invito per la milionesima volta a dirmi la vostra. Qualsiasi cosa, vorrei solo sapere il vostro parere. Purtroppo se va avanti cosi, non posso pubblicare altro. Quindi su forza, recensite in tanti. Cosi il capitolo arriverà quando meno ve lo aspettate. Alla prossima, much love<33

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Capitolo 26
*** E' tutta colpa mia. ***


JUSTIN’S PART.
-Ragazzi prendere gli appunti sulla lavagna, e per casa studiateli!-urla il professore, prima di posare il suo materiale nella valigia.
Molti si alzano per scattare foto alla lavagna, geni quali sono, e molti approfittano del poco tempo che rimane per scrivere la terminologia sul quaderno.
Sospiro nervoso, non appena mi arriva un altro messaggio: Jen.
-Brook.-mi interrompe il prof, nel leggere il messaggio tanto atteso.
Alzo il volto verso di lui, e gli accenno di continuare.
-Sai perché Daw è ancora assente?-
-No, prof..-dico, con un velo di tristezza.
Perché cazzo no, non ne ho la più pallida idea. E vorrei tanto sapere perché merda mi evita e non si fa viva da giorni.
Apro ansioso il messaggio, e leggo.
<<Ho tanto bisogno di te.>>
Sgrano gli occhi, non appena leggo la magnifica riga che illumina il display.
Cazzo, ha bisogno di me.
Il frastuono della campanella non è mai stato cosi piacevole, in vita mia.
Corro verso l’uscita della scuola, prima di imbattermi in Jessica.
Scorgo la figura nell’angolo della strada, e mi blocco non appena pronunciano un nome familiare.
Rimango dietro al muro, ascoltando quel che hanno da dire.
-Peccato, neanche oggi s’è fatta viva. Mi sa che avremmo bisogno di qualche altra preda da importunare.-dice Michelle, facendo spallucce.
-No cazzo, è magnifico tormentare Daw.-afferma Tiffany, abbattuta.
Sgrano gli occhi, al nome. Daw? Cazzo, la mia Jennifer daw?
Che merda sta succedendo?
-Facciamo ‘na cosa. Aspettiamo fino a domani, altrimenti importuniamo qualcun altro.-dice Jessica, con un ghigno sul viso.
-E se poi torna?-domanda, Carly.
-Che domande. Ci divertiremo con lei, come sempre.-afferma Jessica, ridacchiando.
Ho lo stramaledettissimo sangue che mi ribollisce nelle vene.
Eh no, cazzo.
La furia si impossessa di me, nel momento in cui la prendo e la sbatto al muro.
-Justin!…-continua, toccandomi il viso.-…sapevo che ti mancavo.-
-Levami le mani da dosso, troia.-continuo, scuotendo la testa.-Che cazzo è successo a Jenny?-
-Parli della tua nuova amichetta?-
-Se ti azzardi a toccarla…-
-Cosa fai?-domanda, interrompendomi.
-Non la passerai piuttosto liscia.-
Le scappa un ridacchiare, che le faccio contenere, sbattendola nuovamente al muro.
-Ascoltami Jessica, se le farai del male io…-
-Troppo tardi.-afferma, interrompendomi nuovamente.
Sgrano gli occhi, e trattengo l’immensa furia che mi si è andata a creare.
Che cazzo dice? No cazzo, non può averlo fatto.
-Che cazzo le avete fatto?-domando, rivolgendomi a ogni testa del gruppo.
-Quel che si meritava.-
La spingo ancor più forte al muro, compiacendomi del suo gemito di dolore.
-Cazzo, sei una troia. Se vengo a sapere che Jenny sta male per colpa tua, l’unica che andrà a contatto con il mio pugno non sarai altro che tu. Non mi importa se sei una lurida donna di merda.-impreco, prima di lasciare la presa.
Scorgo alcune lacrime dal suo viso, prima di guardarla con disgusto.
Cristo, è per colpa sua se Jen non si è fatta viva. Dio, spero stia bene.
Cazzo, troia di merda. Che vada all’inferno.
Impreco, durante la strada per casa di Jen.
Strappo quasi i capelli dalla testa, cercando di scacciare via i brutti pensieri.
Cazzo, è colpa mia. E’ tutta colpa mia.
Incomincio a correre, pensando solamente al gelido vento che mi raffredda le nocche.
_10 minuti dopo.
Mi precipito velocemente alla porta dell’appartamento, prima di creare un fastidioso frastuono, battendo forti pugni su di essa.
-Jen, aprimi.-
Aspetto ansioso, ma non apre affatto. Cazzo.
Sbatto nuovamente i pugni su di essa, prima di essere aperta.
Scorgo la figura dinnanzi a me, prima di rilassare il viso.
Quanto mi è mancata, dio santo.
Squadro il suo gracile corpo, ridacchiando al buffo aspetto. Una semplice maglia a giromaniche, un pantaloncino corto, i capelli azzuffati tra di loro e senza il minimo trucco. Cazzo, è splendida.
Scuoto la testa, scartando via dalla mente il desiderio di lei.
Mi incita ad entrare, e chiude la porta alle mie spalle.
Porto indietro i capelli con le mani, prima di prenderle a parlare.
-Jen, io…bè, non so da dove iniziare.-continuo, avendo il sangue ribollire nelle vene.-Avresti dovuto dirmelo, io..tu mi hai evitato per ben 3 giorni come se fossi un lurido sacco di merda. Non hai idea di come mi sono sentito.-
Cazzo, non so per quale motivo sia cosi stronzo e coglione. La colpa non è mica sua, dio bono.
Ma fanculo, sono solo strafelice che ora è qui con me. Posso essere la persona più egoista a questo mondo, ma mi sono sentito cosi inutile senza averla accanto.
Scuote la testa, prima di abbassarla piano.
Scorgo l’appartamento, notando tutto arruffato ed una montagna di coppe di gelato nel cestino dei rifiuti.
Le alzo il viso leggermente, e solo ora mi accorgo delle enormi borse sotto agli occhi, segno che non dorme da un po’.
Nel momento in cui le accarezzo la guancia, ricade una lacrima su di essa.
-Jen..-dico, quasi sgranando gli occhi.
Mi abbraccia velocemente, senza dire altro.
Scoppia in un pianto isterico, e io come un coglione sono ancora incredulo con le mani all’aria.
Appoggio le braccia sul suo fragile corpo, e la stringo a me ancor più forte.
Continua a piangere, immergendo la mia maglia nelle sue lacrime amare. Ma poco importa, cazzo non posso vederla cosi. Non posso sopportare che qualcuno la ferisca in tal modo, non lo merita per niente.
Cristo, è la creatura più fragile che conosca, come si può arrivare a fare una cattiveria simile? Io non me lo spiego, cazzo.
Quasi la stacco dal mio corpo, prendendo il suo viso tra le mani.
Guardo i suoi magnifici occhi verdi tra le lacrime, e mi si spezza il cuore non appena singhiozza dinnanzi a me.
-Jen ti prego, adesso sono qui.-
Annuisce piano, ma ancora insicura della mia affermazione.
Non le posso dare tutti i torti, non le sono sempre stato accanto. E me ne pento amaramente, dio. Sarei voluto stare con lei, in ogni momento simile. Ma sembra che ci sia sempre qualche dannato ostacolo, che mi impedisce di farlo.


_Spazio per l'autrice._
Tadaaaaaa', buona lettuuura.
Non vi preoccupate, il periodo no è quasissimo passato ahahah cosi ci concentreremo di più sulla loro storia. Manca poco.
Recensite in tanti, su forza. Altrimenti il prossimo non lo posso pubblicare. Voi recensite, io pubblico. ahahah vabby. Alla prossima, much love<33

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Capitolo 27
*** ci tieni cosi tanto a me? ***


Noto che in un batter di ciglia, va verso il divano e mi incita in qual modo di seguirla.
Ci sediamo all’unisco, prima di parlare con gli sguardi.
-Sembra una pazzia Justin, non dovresti essere qui.-dice, sospirando tra i singhiozzi.
Sgrano gli occhi, scuotendo violentemente il capo.
-No cazzo, sono esattamente dove dovrei essere.-ribatto, stringendo i denti.
-Justin tu..-inizia, bloccandosi.
-Io, cosa? Cosa ho sbagliato ‘sta volta?-
-Lo sbaglio l’abbiamo commesso entrambi.-
-E quale sarebbe, allora? Quale cazzo di sbaglio sarebbe? Ora vorresti dirmi che non si può essere manco più amico ad una persona? Spero tu stia scherzando.-dico, ormai furioso.
-Ma la gente..-
-Da quanto ti importa di quel che pensa la gente, Jennifer? Da quando?-sbotto, ancor più incazzato.
Mi alzo velocemente dal divano, e mi calmo camminando per la stanza.
-Perché ora ti arrabbi?-
-Perché mi arrabbio? Bè, sono stato giorni e notti intere in attesa di una tua risposta del cazzo, che non arrivava mai. Non ti sei degnata neanche di rispondermi una miserabile volta, e quando l’hai fatto hai affermato di avere bisogno di me. E adesso per quale cazzo di motivo fai cosi?-
-Justin, smettila.-dice, singhiozzando nuovamente.
Mi precipito da lei, spostandole le mani dal viso.
-Mi hai fatto impazzire Jen, pensavo avessi fatto qualcosa di sbagliato. Volevo spaccare la faccia a chiunque.-dico, con tono molto più calmo.
Si rilassa sotto il mio tocco, e tira su con il naso.
-Justin, Jessica…lei..-
-Lo so.-affermo, annuendo.
Inarca il sopracciglio, forse sorpresa del mio sapere.
-Come lo sai?-
-Ha fatto tutto da sola, io mi sono limitato solo a spaccarle la faccia.-
Sgrana di colpo, scuotendo la testa.
Ridacchio, aspettando la sua inutile predica.
-Cosa? Fai sul serio, Justin?-
-No! Ma cazzo, quando avrei voluto.-
Sospira, come se avesse avuto per un po’ un enorme buco allo stomaco.
-Perché non mi hai detto niente?-domando, attirando la sua attenzione.
-Perché avrei dovuto? So cavarmela da sola, Justin. Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno.-sbotta, sfacciata.
Alzo gli occhi al cielo, per poi fissarla nuovamente.
Dio, le ragazze che credono di darla a bere per il loro atteggiamento da donne vissute. Non le capirò mai.
-Sé, ho visto come te la cavi.-ironizzo, accennando al cestino ricoperto fino all’orlo.
Abbassa lo sguardo, grattandosi via lo smalto viola dalle unghie.
Scuoto la testa, sconsolato.
-Perché fai cosi, Jenny?-
-Cosi come?-domanda, alzando il viso.
-Ti trascuri, e cerchi sempre di allontanare ogni persona che è disposta a restarti accanto. Io sono qui, cazzo. Puoi comportarti da stronza quanto vuoi, io resto.-
Sobbalza per poco, e si lancia su di me un secondo dopo, abbracciandomi.
Scorgo il suo sorriso, sul mio petto inerte.
Se il mio intento era quello di farla sorridere un po’, mossa grandiosa.
La stringo a me soddisfatto, prima di sentire il cellulare vibrare.
Si stacca quel poco, per farmelo afferrare dalla tasca dei jeans.
Accendo il display. Un messaggio: Jaz.
<<Dimmi che sei scappato cosi dalla classe, per Jenny. Hai sue notizie? Come sta?>>
Sorrido alla stesura, prima di mostrarlo a Jen.
-Vedi? Siamo tutti qui per te.-
Sorride piano, prima di strapparmelo dalle mani.
Compone le parole esatte, e invia.
<<Sono Jenny, treasure. Sto bene, mi dispiace per non averti risposto ai messaggi. Mi farò perdonare, te lo prometto.<3>>
Sorrido nuovamente, prima di prenderla tra le mie braccia.
Appoggia il viso al mio petto, rendendomi il ragazzo più felice di questo mondo.
E’ stata una di quelle giornata stressanti, che ripeterei all’infinito.
Scorgo per un attimo l’ambiente, e penso all’agonia che ha dovuto avere nel rimanere rinchiusa qui.
-Jen.-
Mugugna qualcosa contro il mio petto, che mi incita a continuare.
-Ti và di uscire a prendere una boccata d’aria?-
Noto che si scrolla dal mio petto, e scuote la testa angosciata.
-No, Justin. Non ho voglia di incontrare nessuno.-dice, prima di mettersi comoda sul divano.
Afferra il suo iphone, portandomi a pensare ad altro.
Dai pensa Justin, cazzo.
Esiste qualche altra soluzione?
-Cazzo, si.-impreco, ad alta voce.
Sobbalza per poco, prima di guardarmi perplessa.
-Conosco un posto.-affermo, avvicinandomi.
Scuote nuovamente la testa, spensierata.
-No Justin, non mi va di uscire.-
-Jen, ti piacerà.-
Mi guarda con la coda nell’occhio, prima di cadere alle mie tentazioni.
_15 minuti dopo.
JENNY’S PART.
Sobbalzo, alla vista più bella e incantevole che abbia mai visto.
E’ oltre natura tutto ciò. Dio, è spettacolare.
Non può essere descritto ‘sto panorama, più che magnifico.
Colline, verde, natura ad ogni parte del posto.
E il tramonto, poi.
Mi volto verso Justin, ancora incredula, e mi trattengo dal saltargli addosso.
Guarda fiero il panorama, prima di cingermi a proseguire.
-Justin, dio. Questo posto è…-
-Lo so.-continua, interrompendomi.-Ma aspetta di vedere quella..-
Il mio sguardo si posta velocemente, verso la parte indicata.
Sgrano gli occhi, alla vista di un’umile casetta sull’albero, incredibilmente deliziosa.
Ci incamminiamo verso essa, e saliamo fino in cima, barcollando sui grossi ammassi di legno.
Entro, e ammiro con stupore il luogo meraviglioso.
Scorgo Justin alle mie spalle, su cui posiziona le mani.
-Ti piace?-
-Cazzo, Justin. E me lo domani anche?-
Noto che sorride, prima di sedersi sul morbido materasso sul pavimento, sotto i miei occhi scrupoli.
Vado verso di lui, appoggiandomi anch’io.
-Ma che posto è?-domando, scrutando a pieno la stanza.
Prende un lungo respiro, mentre attendo la sua risposta, probabilmente lunga.
-Venivo molto spesso a New York, per andare a trovare mio nonno. Bè, stavo da favola con lui. E quando avevamo un po’ di tempo, mi portava sempre qui. Ogni dannata volta che ero giù di morale, bastava che mi portasse qui e d’un tratto non stavo più di merda. Mi bastava vedere tutto questo, per stare veramente bene e sentirmi in pace con me stesso.-dice, sorridendomi.
Dio, quanto è vero. E’ come se questo posto, fosse..bè, magico.
-Affermava di continuo, che quando sarei diventato più grande avrei portato la mia ragazza qua e avrei fatto l’amore con lei.-dice, ridacchiando.
-E io come il coglione, gli chiedevo anche cos’era l’amore.-
Scuote la testa, ridendo.
-E lui cosa ti rispondeva?-
-Cose completamente vaghe, che non ricordo.-
Rimango delusa dalla sua risposta, come se ancora adesso non sapesse cosa sia.
Scuoto la testa, prima di riprendere a parlare.
-Ora, vorrei sapere il motivo per il quale hai portato me.-
-Perché mi ripeteva anche, che se avessi tenuto cosi tanto ad una persona, e non avrei voluto vederla per nulla al mondo giù di morale, mi sarebbe bastato portarla qui.-dice, sorridendomi.
-Quindi, ci tieni cosi tanto a me?-
-Più di quanto immagini..-dice, serio.
 


_Spazio per l'autrice._
Bè, ciau. Sto un pò giù di morale, come ben sapete. Tiratemi su con le vostre recensioni, vi prego. Ho visto che scarseggiano un pò, e vi affermo che non posso pubblicare il continuo se non recensite. Vabby, spero vi piaccia. Alla prossima, much love<33

 
 

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Capitolo 28
*** Noi siamo amici. ***


JUSTIN’S PART.
Mi dileguo nei suoi meravigliosi occhi, tanto da far sembrare questa casetta un inutile casseruola di legno. Come se racchiudessero tutta la bellezza di questo mondo.
Mi immergo nei miei pensieri, non accorgendomi del mio costante avvicinamento alle sue labbra.
Noto che mi fissa il labbro inferiore, come se volesse prenderlo a morsi.
Dio, sarebbe troppo eccitante nei miei confronti. Ma cristo, che darei per avere queste labbra sulle mie, ora.
Mi avvicino ancor di più, non appena capisco che non farà barriera.
Manca qualche centimetro, prima di essere spinto via, dalla sua gracile mano.
-No Justin, non ti permetterò di fare questo sbaglio…-dice, scuotendo il capo.
Prendo la sua mano, ferma sul mio petto, e l’intreccio alla mia.
-Sarebbe lo sbaglio più bello che abbia mai fatto.-dico, tutto d’un fiato.
Prendo velocemente il suo viso tra le mani, prima di baciarla.
Non fissa nessun ostacolo, in modo da farmi sentire bene.
Dio, finalmente le sue labbra.
Ne avevo cosi tanta voglia, che mi sembra surreale che stia accadendo realmente.
Muovo con delicatezza, le labbra sulle sue, godendomi ogni attimo.
Ci siamo già baciati, ma questa volta è diverso. Lo percepisco.
E’ diverso perché è stato il desiderio di entrambi da troppo. Aumentava di giorno in giorno.
Mi lascio invadere dal calore, insinuandole la lingua all’interno, e portando il bacio al passionale. Dio, quanto mi è mancata questa sensazione.
Mi afferra per i capelli, gemendo alla mia foga.
Sorrido tra le sue labbra, deciso a non cessare il bacio.
Cazzo, quanto mi sento bene. Non mi è mai capitato di avere cosi tante emozioni, tutte insieme.
E’ sempre stata lei. E’ sempre stata l’unica a provocarmi emozioni simile.
Lei è l’unica che ho sempre amato.
JENNY’S PART.
Anche se potessi, non riuscirei minimamente a descrivere quel che sto provando in questo preciso momento.
Lo strattono per i capelli, con l’intento che si faccia più vicino a me.
Come di fatto, mi stringe a sé, baciandomi con molta più foga.
Dio, resterei cosi per ore. Amo il modo in cui mi bacia.
Perché bè, bacia da paura. Ma è sempre attento ad ogni minimo particolare, sperando di non fare errori. Dio, ma come può fare errori se è perfetto in ogni cosa che fa?
Noto che stringe la presa alla mia mano, e sorrido nel bacio.
*Squilla il cellulare.*
Sobbalzo, quasi spingendolo.
Sbuffa, non appena si accorge di avere il cellulare che vibra, nella tasca dei jeans.
Non fa neanche per prenderlo, che si catapulta di nuovo sulle mie labbra.
Sgrano gli occhi, prima di ridacchiare tra le sue labbra.
Lo spingo piano, staccandolo quel poco che mi basta.
-Justin, rispondi.-dico, con calma.
-Mhm, non mi importa..-dice, baciandomi nuovamente.
Porta una mano dietro il mio collo, e mi avvicina a sé.
Pochi minuti e il cellulare smette di suonare.
Mi cinge a salire sulle sue gambe, spostando le mani sul sedere.
Vorrei ridere, ma è cosi dolce e sexy.
Mi sposto sul suo corpo, mettendomi a cavalcioni attorno al suo bacino.
Mi spinge contro il suo corpo accaldato, e mi bacia con foga.
Prima di poter andare avanti, sobbalziamo nuovamente al rumore del suo cellulare.
Sbuffa nuovamente, prima di spostarmi dal suo corpo con cautela.
Afferra l’iphone dalla tasca, e accetta la chiamata.
-Chi cazzo è che mi rompe i coglioni?- sbotta, rispondendo.
Inarca un sopracciglio, mentre si cinge a capire.
-Aah, adesso mi dici chi cazzo ti ha dato il mio numero…ah si? Eeh bè, non ho intenzione di scoparti né ora né mai…so quel che ti hanno detto, ma sono impegnato…fanculo, non chiamarmi.-dice, prima di attaccare.
Quasi sgrano gli occhi, per colpa del mio ricordare al suo cambiamento.
Dio Jennifer, è tutto uno sbaglio. Che cazzo stai combinando?
-Dio, non posso godermi neanche un giorno in santa pace.-dice, avvicinandosi al mio viso.
Lo respingo, portando il suo sguardo alla confusione.
-No Justin, è sbagliato.-dico, scuotendo la testa.
-Perché?-continua, quasi nel panico.-E’ per la chiamata? Jen io..-
-No, non è per la chiamata.-continuo, interrompendolo.-Justin, io non appartengo al tuo mondo. Io sono diversa.-
-Proprio per questo che…-
-Noi siamo amici.-affermo, interrompendolo nuovamente.
 Noto che sgrana per un po’, prima di scuotere la testa frustrato.
-Non mi basta.-
-Purtroppo, dovrà bastarti.-
Scuote nuovamente la testa, prima di prendersela tra le mani.
Alza il volto verso il mio, con gli occhi colmi di delusione.
-Perché mi fai questo, Jen?-
-Justin, per favore non dire cosi.-
-E cosa dovrei dire? Che sono strafelice che siamo amici? Bè non lo sono, sapendo di poterti stare accanto ma non avere la ben che minima possibilità di baciarti.-
Scuoto la testa, prima di abbracciarlo.
Quasi mi viene da piangere, al pensiero che è cosi stramaledettamente difficile.
Ogni cosa è difficile. Ma ora, più che mai, ho bisogno di un amico.
_20 minuti dopo.
JUSTIN’S PART.
Spengo il motore, accostando la sua vialetto di casa.
Trascino uno mano sulla sua gamba, in modo da sentirla ancora più vicino a me.
Cazzo, mi pento di tutto. Non avrei dovuto baciarla, ora il desiderio di lei è raddoppiato. E io non so cosa cazzo farò, per controllarlo.
Non avrei voluto che ‘sta giornata finisse cosi, senza parole da dire.
E’ una situazione alquanto imbarazzante, ma ai sentimenti non è possibile controllarsi.
Ora che l’ho baciata, è raddoppiato ogni cosa.
Il desiderio di averla, la speranza di un suo ritorno, e l’amore che provo per lei.
Tutte le probabilità devono sparire dalla mia vista, ho bisogno di certezze.
Ho bisogno di averla di nuovo tra le mie braccia. Ho bisogno di lei, stop.
Noto che apre la portiera, e un secondo dopo, mi imbatto nel strattonarla per la maglia.
-Spero almeno, di averti strappato un sorriso..-affermo, esausto dai miei pensieri.
-Justin, hai fatto molto di più di un semplice sorriso. Mi hai fatta sentire davvero bene.-dice, poggiando la mano sulla mia.
Esce dall’auto, dopo avermi baciato la guancia.
La scorgo dal finestrino, prima di abbassarlo velocemente.
-Domani vieni a scuola?-domando, attirando la sua attenzione.
Quasi sobbalza, alla domanda un po’ difficile da rispondere.
-Non lo so…-dice, insicura.
-Jen, sarò lì. Non ti lascerò da sola, per niente al mondo.-
Le scappa un sorriso, annuendo piano.
-Allora si? Me lo prometti?-
-Vabene, te lo prometto.-dice, prima di recarsi alla porta.
Le sorrido soddisfatto, prima di accendere i motori.
Noto che mi scorge dall’ultima fessura della porta, prima di chiuderla.
Sospiro, al ricordo di tutto ciò che è accaduto.
Forse ha ragione, forse ha davvero bisogno di me come amico.
Dio, non è mai esistita nessuna donna che mi ha fatto perdere cosi tanto la testa come Jen. A parte, la mamma.
Do un leggero pugno al volante, scrollando via lo sfogo.
Apro il cruscotto velocemente, prima di estrarre in esso un pacchetto di sigarette.
Ne afferro una, e me la porto alla bocca, prima di accenderla tra le mie labbra.
Aspiro pesantemente, prima di buttare tutto fuori. Ci voleva, cazzo.
 

_Spazio per l'autrice._
Bè, ciaaau. Come vaaa? Finalmente è finita la scuola, e mi posso dedicare alla storia aw.
Ma ho notato che le recensioni scarseggiano, quindi mi è difficile dirlo, ma se non vedo recensioni non posso pubblicare il continuo.
Sta di fatto, che il loro desiderio di aversi aumenta sempre più. Ma questo sarà l'ultimo bacio comprato. Ci sarà del tenero tra loro nei prossimi capitoli.
Continuate a seguirmi, e recensire la vostra. Alla prossima, much love<33

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Capitolo 29
*** è forse questo l'amore? ***


_La mattina dopo.
JENNY’S PART.
Afferro per la milionesima volta, la sveglia del cazzo, e la scaravento al muro infastidita dal forte rumore. Apro gli occhi, e mi stiracchio per bene, prima di alzarmi. Prendo il cellulare dal comodino: 7:30 am.
Aah bene, oggi ho scuola. A meno che, non faccia la parte della malata, e mi addormenti nuovamente. Scuoto la testa velocemente, prima di alzarmi completamente dal letto. L’ho promesso. A Justin.
Beh Justin. Ieri la giornata è stata troppo lunga per ricordarla.
Ma il suo bacio, beh il suo bacio è indimenticabile.
Il bisogno di farmi sorridere, l’enorme gesto di portarmi con lui.
L’unica cosa che odio di quel ragazzo, che riesce sempre a farmi alzare la mattina con un semplice sorriso. Dopotutto, preferisco andare a scuola per lui, che rimanere qui a dormire.
Mi precipito al bagno, prima di scorgere la mia figura allo specchio.
Niente mascara sbavato, o qualche chilo in più per le quantità di gelato.
Ho…un sorriso. E tutto questo, solo perché so che c’è lui.
_10 minuti dopo.
Esco piano da casa, e chiudo la porta d’ingresso alle mie spalle.
Aspiro il vento di prima mattina, rilassando i polmoni che ho in corpo, prima di incamminarmi per la scuola.
Ho questa strana sensazione al petto, che quasi mi frena nell’andarci.
Faccio qualche altro passo, prima di fermarmi.
Faccio un lungo respiro, prima di voltarmi verso casa.
Sobbalzo, non appena arriva velocemente un’auto dinnanzi a me.
Porto la mano al petto, calmando il mio respiro torturato dalla preoccupazione.
Scorgo Justin, e quel che ne è stato del mio respiro, assume le sembianze della tranquillità pura.
Corro verso la portiera del passeggero, e mi scorgo al finestrino.
-Che ci fai qui?-domando, sorridendo.
-Volevo entrare con te, a scuola.-
Lascio che il mio sorriso invadi l’intero volto, prima di sentirmi sollevata.
Dio, adesso si che mi sento davvero bene.
-Come sapevi che sarei venuta?-domando, accennando quasi una sfida.
Sorrido, prima di sporgermi ancor più verso di lui.
-Me l’hai promesso.-afferma, serio.
-Beh, può darsi che non avrei mantenuto la promessa.-
-Nha, tu mantieni sempre le promesse.-dice, scuotendo la testa.
Sorrido piano, prima di aprire la portiera e mettermi comoda sul seggiolino.
-Oggi sarà diverso, Jen.-dice, prendendomi la mano.
Noto che guarda la strada, accendendo il motore e dando gas.
Muove di poco lo sterzo, prima di voltarsi verso di me.
-Non puoi saperlo, realmente.-
-Ebbene si, perché ti starò appiccicato tutto il giorno.-dice, ridacchiando.
Ricambio la risata, prima di uccidermi per quel che dirò.
-Beh, quindi hai portato la colla con te?-
Noto che sgrana gli occhi, prima di guardarmi quasi schifata.
Riprende a ridere, e si catapulta verso di me, scompigliandomi i capelli.
-Devo dire la verità, non mi sono mancate per niente le tue battute squallide.-
Ridacchio fortemente, prima di notare la scuola poco lontana.
Tutta l’allegria svanisce, man mano che si avvicina ancor più.
Noto che va al parcheggio, e ferma la macchina.
Prendo un lungo respiro, e apro la portiera totalmente insicura nel farlo.
Quasi mi tremano le mani nell’avanzare il passo, ma nell’arco di pochi secondi vengono calmate dalle sue.
-Andrà tutto bene.-dice, rassicurandomi.
Intreccia la sua mano alla mia, e ci incamminiamo verso l’entrata dell’inferno.
Attraversiamo piano, i lunghi corridoi tempestati da persone completamente vaghe e piene di sé.
Quasi freno il passo, non appena sento essere oppressa da tutti i loro sguardi.
Da tutti i loro bisbigli, e dalle loro frecciatine.
Mi volto verso di Justin, e noto in lui uno sguardo di serenità. Come se tutte le loro offese sono il nulla per lui. Allora, perché a me importa?
Sobbalzo non appena ascolto un commento offensivo nei suoi confronti.
Dio, ma quanto posso essere egoista? Sta mandando a puttane la sua reputazione per me, e io? Non faccio altro che allontanarlo?
Mi fermo nel bel mezzo del corridoio, prima di voltarmi verso tutti.
Noto Justin che mi guarda stranito, e si avvicina di poco a me.
Mi prende il viso tra le mani, e sorrido al gesto.
-Non ascoltarli Jen, fregatene.-
Scuoto la testa, prima di sorridergli nuovamente.
Muovo il viso di poco, in modo da essere accarezzata dalle sue grandi mani.
Lo guardo negli occhi, prima di abbracciarlo.
Tutto all’improvviso diventa chiaro, tutto diventa felice ai miei occhi.
Ognuno sparisce. Ci siamo solo noi due e nessun’altro.
Dio, è forse questo l’amore?
 Quando qualcuno ti fa sentire bene, in pace con te stessa? Quando è lì, pronto a tirarti su di morale? Quando esiste solo lui e nessun’altro?
Sorrido piano, ripensando a tutto ciò che mi frulla per la testa, prima di notare il suo di sorriso.
Intreccio nuovamente la mano alla sua, prima di spintonarlo verso la classe.
Noto in lui quella tranquillità che bastava per essere felice, quella tranquillità di cui aveva realmente bisogno.
Arriviamo alla porta, prima di afferrare la maniglia ed entrare.
Non oso neanche voltarmi verso lo sguardo accanito di tutti. Justin è qui.
Scorgo una bionda al mio banco, prima di catapultarmi su di lei.
Jazmin non ci pensa due volte ad alzarsi e correre verso di me. Ci stritoliamo in un abbraccio forte, prima di ridacchiare.
Dio, da quanto non la vedo. Mi è mancata terribilmente.
-Da quanto tempo, Jenny.-dice, sorridendo.
-Dio, si. Non ti vedo dalla festa.-affermo, prima di cingerla ad andare al nostro banco.
-Ma infatti. Cazzo, dobbiamo raccontarci una marea di cose.-afferma, quasi seria.
Ridacchio per la sua faccia buffa, prima di abbracciarla nuovamente.
Ricambia l’abbraccio, stringendomi a sé. Davvero, mi è mancata troppo.
-Hei Jaz, non me la sciupare.-
Sobbalziamo entrambe, prima di staccarci dall’abbraccio e chiarire le parole di Justin. Ridacchio, voltandomi verso lo sguardo accanito di Jaz.
Noto che si gira verso di me, e ridacchia sotto i baffi.
-Devi dirmi qualcosa?-
-Tipo, cosa?-domando, tirando su' col naso.
-Tipo quel che c’è tra te e Justin.-
Afferro la cartella, prima di prendere i libri all’interno e posarli sul banco.
-Tra me e Justin non c’è niente, siamo amici.-affermo, facendo spallucce.
-Ohw, ma davvero?-
-Si, davvero.-dico, ridacchiando.
-A chi vuoi darla a bere?-domanda, avvicinandosi.
Prendo il libro di fisica, e ci scarabocchio sopra. Sorrido, allo sguardo invasivo di Jaz.
-Jaz, siamo amici.-dico, spostandola dal mio viso.
-Aah beh, sappi che Justin non ha mai avuto amiche se non per portarle a letto.-
Mi volto verso di lei, prima di notare la sua faccia sorpresa.
-Non mi dire che…-
-No!-affermo, interrompendola.
-Siete scopamici?-domanda, ridacchiando.
-No, Jaz.-dico, ridendo.
Riprendo a scarabocchiare, sotto i suoi occhi che fremono alla voglia di sapere.
Ridacchio nuovamente, prima di scorgere Justin alla fila opposta.
Mi accenna uno dei suoi sorrisi, prima di riprendere a ridere con Chris.
Dio, quanto è bello. E’ quel raggio di sole, che ti trasmette armonia.
_4 ore dopo.
JUSTIN’S PART.
Sento lo strano stridulo della campanella, prima di catapultarmi fuori dalla porta.
Beh, ho questa dannata voglia di starle tutto il giorno accanto che quasi mi uccide.
Ma forse mi uccide il solo pensiero che ora abbiamo lezione diverse, e non posso starle vicino. A meno che, il fascino di Brook colpisca ancora.
Quasi sbatto contro la porta della presidenza, e mi precipito all’interno senza bussare.
Dio, mi adora. Non può dirmi di no.
Sobbalza alla mia vista, posando con cautela il thè sulla scrivania.
-Brook, cosa ci fa qui?-domanda, schietta.
-Deve farmi un favore.-continuo, sotto i suoi occhi irritati.-Ho bisogno che mi cambiate la classe per quest’ora.-
-Cosa? E perché mai?-domanda, quasi arrabbiata.
-La prego…-dico, implorandola.
-Ma perché? Sai che non è possibile.-
-Beh, a meno che lei non voglia rivedermi qui per aver spezzato il collo a uno della mia classe, prego.-dico, girando i tacchi.
Abbocca, abbocca, abbocca.
-Brook.-dice, schietta.
Sorrido prima di voltarmi verso di lei, incitandola a continuare.
-Vabene.-dice, insicura.
Graaaaande.
Mi catapulto da lei, prima di abbracciarla.
Noto che sorride sghemba, e mi spintona via con il suo fare serio.
-Non è molto professionale questo, Brook.-
-Lo so, preside.-dico, sorridendole.
Afferra un foglio dalla scrivania, prima di firmarci sopra.
Mi incita a prenderlo, e non ci penso due volte.
-Grazie, mille.-dico, prima di precipitarmi ai corridoi.
Corro verso la classe di Jen, scorgendo la sua figura accanto ad una ragazza.
Sorrido, e mi avvicino a lei con l’affanno.
-Jen.-
Noto che finisce di parlare con la ragazza, che entra velocemente in classe.
Si volta verso di me, prima di sobbalzare alla mia vista.
-Justin, che ci fai qui? Questa non è la…-
La interrompo, porgendole il foglio che ho tra le mani.
Lo afferra, sorridendo ad ogni riga.
-Sei di questa classe?-domanda, quasi sgranando gli occhi.
Annuisco, sorridendole a più non posso.
-Ma come è possibile?-
-Beh, ho le mie conoscenze.-dico, prendendola per i fianchi.
Mi abbraccia di colpo, poggiando il viso sul mio petto.
Che magnifica sensazione.

_Spazio per l'autrice._
Ciao ragazzi, come va?
Purtroppo vi devo annunciare che se questo capitolo non arriverà ad almeno 2-3 recensioni, non continuerò. Cioè, ho già pronti i prossimi capitoli e la storia si sta formando al meglio. Ma c'è questo calo di attenzione, tutto all'improvviso. Vi prego ragazzi, oltre che leggere, recensite anche la vostra. Mi piace troppo sapere cosa ne pensate, e poi non vale la pena continuare senza un vostro commento. Io in questi giorni ce la sto mettendo tutta a continuare, ma purtroppo ancora niente da parte vostra. Mi farebbe piacere sapere la vostra, e ancor più se pubblicizzate questa mia storia. Cioè, fatela leggere a qualche vostra/o amica/o. Ma penso che se non avrò recensioni, non pubblicherò più nessun capitolo. Voi mi rendete felice, non cingetemi a farlo, vi prego. Vabbè, spero 'alla prossima'. Much love<33

 

 

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