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la mia animaSalve! Ho deciso di tornare con
un'altra raccolta su Tolkien,ma questa volta non saranno drabbles,
bensì poesie! Non so quante ne scriverò, nè con
quale frequenza, seguirò solo l'ispirazione del momento. Ognuno
sarà su un personaggio,un avvenimento, insomma un qualcosa ...
la prima poesia è dedicata al meraviglioso Tom Bombadill!
Cammino
tra i boschi
amati
i miei confini
la mia casa
la mia anima
raccolgo
candidi gigli
per la mia amata
la mia stella
la mia anima
non penso all'Anello
non penso alla guerra
tutto ciò a che sono
è armonia
è bene
è anima
ghiaccio e fuocoSalve a tutti! Mi è
presa l'ispirazione e ho scritto qualcos'altro di questa raccolta prima
di quanto pensassi!Grazie a Linnie e a Lili1741 per le loro
graditissime recensioni.Il personaggio a cui è didecata questa
poesia dal titolo "ghiaccio e fuoco" è Eowin!
A cosa pensi, bianca dama?
Su chi vagano i tuoi occhi lucidi?
Clada, mite, come la primavera,
bocciolo di rosa
fiamma viva
arde nel tuo cuore di guerriera.
A cosa pensi bianca dama?
Egli non è qui
l'ombra lo ha inghiottito
e tu
fredda, muta, immobile
scruti a est
cerchi la scintilla che
possa riaccendere il tuo cuore.
A cosa pensi bianca dama?
Pensi al fuoco
del tuo amore che brucia,
pensi al ghiaccio
del tuo cuore spezzato.
Ma forse non era quello
il tuo fuoco
un fuoco falso di gloria
presto spento
freddo
cerca il tuo fuoco
un fuoco vero
amore
A cosa pensi bianca dama?
Non scruti più a est?
Hai trovato quel fuoco?
O forse era dentro di te?
Dovevi solo accettarlo
e amarlo.
MioSalve o miei lettori! Sono veramente molto felice di vedere che questa raccolta piace, grazie linnie e lili1741 le vostre recensioni mi fanno un enorme piacere!
Vengo a voi con un'altra poesia,dal titolo 'mio', questa volta dedicata
a un personaggio con cui ho uno speciale rapporto di amore-odio,
cioè Feanor. Per chi non conoscesse il Silmarillion, la storia
in breve: Feanor,figlio di Finwe, è un elfo Noldorin che viveva
a Valinor. Era molto orgoglioso, ma assai acuto, il più grande
tra gli elfi, si dilettava con le gemme e fu lui a creare i Silmaril
dove imprigionà la luce degli alberi di Valinor.Quando Morgoth
li distrusse, i Valar chiesero a Feanor i Silmaril per poterli
curare, ma lui, preso dalla superbia e dal rancore, rifiutò e
ribellò i Noldor che andarono via da Valinor attaccando i loro
consanguinei dei porti, per questo furono banditi. Inoltre Feanor
pronunciò un giuramento solenne: recuperare a ogni costo i
Silmaril che gli erano stati sottratti da Morgoth e questo giuramento
impegnò anche i suoi figli in una lotta secolare che
portò morte e distruzione. Quando Feanor morì il suo
corpo, non essendo più sostenuto dalla sua incredibile forza, si
sgretolò.
Bene, sapete tutto ciò che dovete sapere,buona lettura!
Mio Dolce parola che mi esce dalle labbra Mio Tutto ciò che creo e che fa parte di me Mio I pensieri, preziosi e irremovibili Mio La luce che potrebbe salvarci, contesa, desiderata Mio L'orgoglio che mi impedisce di chiedere perdono Mio Il desiderio di vendetta, espresso in un giuramento Mio Il destino, la scelta della strada da percorrere Mio Persino il corpo, che si sgretola e scompare Mio Per sempre mio lo spirito.
Capitolo 4 *** Lai i elen dant (canto della stella caduta) ***
Suilad
miei cari lettori! Voglio ringraziare subito Linnie e lili1741 per le
loro recensioni e soddisfare la richiesta proprio di lili...infatti
questa nuova poesia è sul suo (e mio) amato Ereinion Gil
Galad!Devo dire che è stato arduo scrivere qualcosa su di
lui,non solo èerchè è un personaggio
di cui si sa poco, ma soprattutto perchè c'era da
confrontarsi direttamente con il Sommo Professore e il suo bellissimo
Lai "La caduta di Gil
Galad"; non so cosa ne sia uscito,comunque eccolo qui:
Lai
i elen dant (Canto della stella caduta)
Stella che brilla, cuore
impavido, spirito
possente.
Sorse la stella
e rischiarò la tetra notte,
punto fisso per il suo popolo
perso,vagante, ma ancora
pieno di speranza,
illuminato da quella luce
di rifulgente splendore.
Ardente il suo cuore
pronto alla battaglia,
ma anche alla pietà
dono raro e prezioso,
dono di guerriero indomito
e di re giusto e saggio.
Spirito che non indietreggia,
che affronta l'ombra;
spirito che combatte senza posa,
che desidera la vittoria,
che desidera la pace.
Spirito incorrutibile e puro
di sovrano attento, padre di popoli,
spirito troppo presto volato via
da un corpo ormai polverizzato
dal calore di quel male
che il tuo corpo non può toccare.
Lucente la tua stella,
amato il tuo cuore,
lodato il tuo spirito.
Cantate menestrelli,
raccontate di luce di stelle,
ricordate l'amato re che
da solo cavalcò
verso l'ombra e la paura,
verso la vittoria e la gloria,
verso la morte e il fato.
Cantate di Gil Galad
dei Noldor re supremo,
degli Eldar la speranza
svanita come fumo,
latente come cenere.
KhazadEccomi
di nuovo qui da voi con un'altra poesia. Questa volta è dedicata
a un personaggio che i più trovano tremendamente antipatico,ma
che io adoro comunque essendo parte della mitologia: Thorin
Scudodiquercia. Stavo rileggendo i Racconti Incompiuti e mi sono
imbattuta nel racconto della cerca di Erebor e del primo incontro tra
Thorin e Gandalf, così mi è arrivata un'improvvisa
ispirazione ed ecco la poesia per voi! P.S. per chi non lo sapesse
Khazad vuol dire nano nella lingua segreta di quel popolo.
Khazad
Brama e orgoglio
abitano nel tuo cuore,
ti infiammano e ti spingono ...
e tu cammini sicuro,
certo che nulla ti ostacolerà,
che riprenderai ciò che era tuo,
che tornerai potente,
che le tue mani saranno
ammantate d'oro lucente.
Non sai che la brama
ti condurrà alla rovina,
che l'orgoglio ti porterà la morte...
ma se l'avessi saputo
non avresti comunque abbracciato
questi amici di sempre?
Brama di ricchezze
orgoglio di re.
Grazie a lili1741 per la sua recensione e per i suoi complimenti che mi fanno molto felice.
niente frettaSuilad! Sono tornata con
una nuova poesia dopo molta attesa, ma purtroppo l'ispirazione si
è fatta attendere per molto e sono stata presa da altre
storie...comunque eccola qui!Il protagonista questa volta è uno
di quelli che amo di più (veramente li amo tutti di più),
vale a dire il grandissimo Fangorn, o Barbalbero se preferite! Lo stile
è particolare, cerco di sperimentare sempre e di trovare
qualcosa che ogni volta si adatti al personaggio. Volevo rappresentare
la calma millenaria del vecchio Ent usando parole e soprattutto spazi,
spero di esserci riuscita.
Mi raccomado voglio recensioni eh!
empioSalve
a tutti. Questa poesia non tratta di un personaggio come tutte quelle
scritte fin ora, ma di un luogo molto importante, il Monte Caradhras,
dove la compagnia viene sommersa dalla neve, dove Bilbo e i nani sono
sorpresi dalle tempeste e dove Celebrian viene catturata daglli
orchi...insomma proprio un posto da evitare! Grazie a Linnie e a
Laurelin per le loro recensioni, ditemi cosa ne pensate di questa
poesia.
EMPIO
Punta verso il cielo la tua vetta aguzza crudele montagna di segreti ricolma, di terrore dispensa.
Bianca la neve sui tuoi pendii inondati dal sole o colpiti da fulmini scagliati nel vuoto da giganti di pietra.*
*si riferisce ai giganti di pietra presenti ne Lo Hobbit
Salve a
tutti! Si lo so che non
aggiorno questa raccolta da tantissimo tempo ma l'avevo detto che avrei
postato solo su frutto di un'ispirazione. Purtroppo questa si
è fatta attendere, anche a causa dell'enorme sforzo
spicologico che richiede la mia storia originale, ma finalmente si
è formata nella mia mente un'altra poesia, questa volta
dedicata al mio personaggio preferito in assoluto in tutta la mitologia
tolkeniana: il sempre bistrattato Elrond. Un personaggio odiato dai
più superficiali lettori (soprattutto da chi ha visto solo
ill film), ma amato e adorato da coloro che hanno letto Tolkien in
molte sue opere (o che almeno hanno letto il libro e le appendici di
ISDA). Un personaggio, a mio avviso, tra i più tragici,
quasi catapultato nei grandi eventi della Terra di Mezzo a sua
insaputa, gravato dalle responsabilità e dalla sua stirpe
imponente e tremendamente infelice riguardo ai suoi affetti.
Riassumendo: suo padre e sua madre non li ha quasi
conosciuti, suo fratello a cui era molto legato sceglie la
mortalità, così come la sua amata figlia, Gil
Galad che lui considerava un padre muore in battaglia e infine sua
moglie abbandona la Terra di Mezzo a causa degli
orchi...chissà come avrebbe voluto che fosse la sua vita!
NINIOS
LEND NAER (una dolce e triste poesia )
Vorrei essere sol
verde e spensierato, senza pesi, senza
affanno. Vorrei aver lo spirito
curato dalla soave
beltà e dalla voce della mia dolce
fanciulla e rimanerle accanto in
eterno. Vorrei poter navigare su quel mare infinito che è il
cielo stellato, portando meco la luce,
come dolce sembiante di
candido giglio. Ma verde non sono.... grigio, gravato d'angoscia e
timori, senza
possibilità di esser guarito. La mia fanciulla
più non cammina pei boschi da questa parte del
mare, i suoi occhi son
spariti, rimangono solo un
dolce ricordo e una tenue speranza. Non c'è
luce per me, la mia stella non
rischiara più la sera, la sua luce si
è offuscata, e più non brilla. Solo una candida nave
mi resta, pallida nel crepuscolo, una sola nave,
l'ultima nave prima del nuovo canto.
Buongiorno o buonasera a voi,
carissimi lettori! Devo innanzitutto ringraziare Alaide, Helkamirie e
Linnie perchè hanno recensito, grazie veramente di cuore, e
inoltre ringrazio anche le ben 4 persone che hanno aggiunto questa
raccolta ai preferiti.
Ma ora veniamo a noi e alla prossima poesia: un esperimento, in
verità, forse non riuscito appieno (almeno io non ne sono
pienamente soddisfatta), comunque ho deciso di postarlo lo stesso se
son altro perchè costituisce un radicale cambiamento nel mio
modo consueto di scrivere poesie. Il protagonista è
Maedhros, figlio di Feanor, il quale, dopo essere stato catturato da
Morgoth, viene appeso per un polso sulla parete rocciosa di
Thangorodrim. Viene salvato dai suoi tormenti dall'amico Fingon che lo
trova e gli taglia la mano per poterlo portare via.
L'episodio è uno dei miei preferiti de Il Silmarillion e mi
è sembrato quello più adatto a una
sperimentazione del genere, se non altro perchè non nutro
particolare simpatia per i figli di Feanor tranne che per Maedhros. Beh
vi lascio alla poesia, buona lettura!
Russandol *
Vivrò
per sempre questi lunghi anni
aggrappato al ciglio di un burrone alto,
ricordando quei lontani affanni
i perigli, le contese e molto altro?
Vivrò per sempre qui intrappolato,
con le mie grida e il mio dolore,
solo loro a ricordare il triste fato
del giuramento che m'opprime il cuore?
Domande senza risposta alcuna,
inutile anche pensare
che possa essere diversa la mia fortuna.
* Testa color Ramesoprannome dato a Maedros dai
suoi fratelli a causa del colore dei suoi capelli.
Salve a tutti,
aggiorno presto, dopo solo qualche giorno, questa raccolta. Grazie di cuore ad Alaide, ayay e Bellis per i complimenti, mi fanno molto piacere. Veniamo a
noi: dopo l’esperimento della volta scorsa veniamo a un argomento più Canon,
sia per quanto riguarda lo stile, sia per quanto riguarda il personaggio. Il
protagonista di questa poesia è Aragorn (lo conoscete tutti quindi non mi
dilungo), un personaggio che ammiro moltissimo per il suo coraggio e per il suo
incredibile senso del dovere; nonostante si senta inadatto come re, nonostante
senta su di sé la responsabilità degli errori del suo antenato, prende in mano
la situazione, si fa avanti e rivendica il suo diritto sul trono di Gondor. Il
sangue, tema centrale della poesia, è ciò che maggiormente tormenta il ramingo,
la paura che avendo lo stesso sangue di Isildur sarà
portato a compiere gli stessi errori.
Salve a
tutti miei carissimi lettori! Innanzi tutto un grazie di cuore ad
Alaide, Bellis e ayay per le recensioni, sono lieta che abbiate colto
lo spirito tormentato della poesia precedente e che vi sia piaciuta.
Questa che vi
propongo ora è un po’ particolare, non solo per lo
stile (sapete che mi piace sperimentare) ma soprattutto per il
soggetto; nel capitolo IV “Un Viaggio
nell’oscurità” del SdA, Aragorn, a
proposito di Gandalf, fa una delle più misteriose e
affascinanti osservazioni dell’intera opera tolkeniana:
< E’ più sicuro nel ritrovare la via di
casa in una notte cieca, che non i gatti della Regina
Berúthiel”. >
Poco o niente si sa
di lei, se non che fosse la moglie del re Tarannon di Gondor, una
Numenoreana Nera. Ella aveva nove gatti neri e uno bianco,
suoi schiavi, con i quali conversava o nelle menti dei quali leggeva,
servendosene per scoprire i segreti di Gondor: utilizzava il gatto
bianco per spiare i neri che tormentava. Nessuno a Gondor osava
toccarli e tutti ne avevano paura e imprecavano quando li vedevano
passare. Successivamente il nome di Berúthiel venne
cancellato dal Libro dei Re e Tarannon la caricò su una
nave, sola con i suoi gatti, e la abbandonò al vento del
Nord.
La storia della
regina malvagia mi ha affascinato da sempre e mi è sembrato
giusto e doveroso dedicarle una poesia oscura e misteriosa proprio come
lei.
Il
CANTO DELLE OMBRE
Il candido
gatto si muove veloce attraversa sinuoso il
cortile
ombra
danzante nella notte
i suoi occhi
scintillano al buio si guarda intorno
sospetto
ombra
schiva nella notte
la pallida mano ne
liscia il pelo sembra
d’argento e di gemme
ombra
luminosa nella notte
ne carpisce i segreti
sussurrati nel silenzio della
città dormiente
ombra
silenziosa nella notte
un sorriso si apre sul
volto crudeli e meschini gli
sguardi
ombra
tenebrosa nella notte
odio che si diffonde
rapido ricordo che svanisce
lento
Salve
a tutti amici lettori! Innanzi tutto
spero che abbiate passato un buon Natale e vi auguro un felice e sereno
anno nuovo.
Poi, grazie di cuore a Helkamirie, Alaide e Doddola per le splendide
recensioni,
sono stata davvero contenta e commossa che abbiate apprezzato Il Canto delle Ombre perché
io la amo
particolarmente fra tutte.
Venendo a noi: questa poesia ha come
personaggio principale Finrod Felagund, figlio di Finarfin e re del
Nargothrond. Inizialmente accompagna Beren nella sua cerca del Silmaril
perché aveva
giurato di aiutare sempre i discendenti di Barahir, ma in seguito tra i
due si
instaura un forte legame, finchè Felagund, quando Beren sta
per essere ucciso
da uno dei lupi di Sauron, non si lancia in sua difesa venendo ucciso
al suo
posto. L’episodio è contenuto
all’interno della storia di Beren e Luthien e io
ogni volta mi commuovo e piango come una fontana.
Il titolo è preso dalla canzone dei Blind
Guardian.
Nòm,
the wise
Grande
cosa, il sacrificio.
Grande
anche quando è inutile.
[
Sarà inutile? ]
Grande
anche quando a sacrificarmi sono io.
[
Sono o non sono forse Re? ]
Grande
anche quando è estremamente doloroso.
[
Le carni si lacerano sotto crudeli morsi ]
Grande
anche quando avrei preferito vivere.
[
Ma sapevo che poteva accadere ]
Soprattutto
grande quando lo si fa per gli amici.
[
Sei mio amico, Beren figlio di Barahir ]
Eccomi di nuovo qui ad aggiornare questa
raccolta! Come poteva venrmo l’ispirazione se non
leggendo? Infatti stavo leggendo oggi il capitolo dei Silmarillion
dedicato a Maeglin, in cui si parla di Eol e ‘zac!’ è arrivata la
poesia! Completamente diversa dal solito perché, si sa, questa raccolta è un
esperimento. Il personaggio è davvero, davvero cupo, forse il più sinistro
creato dal professore (persino più cupo di Vermilinguo,
Denethor e altri secondo me) e devo confessarvi che
mi mette anche una certa paura. Ora immaginate Eol,
detto l’elfo scuro, chino nella sua casa nel NanElmoth mentre con un martello batte sulla sua incudine…immaginatelo
intento all’opera…e leggete! Grazie infinite ad AlaideDoddola ed Helkamirie per
le splendide recensioni, ve ne sono enormemente grata!
NanElmoth
Bum
Il
martello batte, suo unico amico.
Bum.
Bum.
La
foresta è ombra, ma lui non ha bisogno del sole. No.
Eccomi qui di nuovo tra voi, ad
aggiornare questa raccolta! In realtà la poesia era pronta già da un po’, ma
sono incappata in uno dei miei problemi che più mi danno rogna: trovare un
titolo.
La cosa è assurda, perché la parte più
difficile dovrebbe essere comporre la poesia, ma per me trovare un titolo
decente è un’impresa da Grigia Compagnia! Comunque sia, ora vi lascio alla
lettura, non credo ci sia bisogno di spiegare o presentare quest’episodio, non
solo è uno dei più belli ma credo che sia sufficientemente conosciuto da voi
tutti. Bacio e sorriso di ringraziamento ad Helkamirie
e doddola per le gentili recensioni e ai tantissimi
lettori silenziosi!
Salve a tutti miei carissimi lettori. L’ultimo
aggiornamento risale a davvero un’infinità di tempo addietro e me ne
dispiaccio, ma non avevo proprio idea di cosa scrivere, non riuscivo a trovare né
il soggetto adatto (anche se in verità ne avrei decine e decine) né riuscivo a
tirar fuori le parole… in mio aiuto è accorso, come al solito, il Professore,
così ecco qui la poesia che aspettavo, dedicata ad un momento che è, secondo me,
il più magico di tutto il Signore degli Anelli: quando Frodo, Sam e Pipino
incontrano, nei boschi della Contea, gli Elfi di Gildor.