Voci dalla Terra di Mezzo

di Thiliol
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la mia anima (Tom Bombadill) ***
Capitolo 2: *** Ghiaccio e fuoco ***
Capitolo 3: *** mio ***
Capitolo 4: *** Lai i elen dant (canto della stella caduta) ***
Capitolo 5: *** Khazad ***
Capitolo 6: *** Niente fretta ***
Capitolo 7: *** Empio ***
Capitolo 8: *** Ninios lend naer ***
Capitolo 9: *** Russandol ***
Capitolo 10: *** Sangue ***
Capitolo 11: *** Il Canto delle Ombre ***
Capitolo 12: *** Nòm, the wise ***
Capitolo 13: *** Nan Elmoth ***
Capitolo 14: *** Le Case di Guarigione ***
Capitolo 15: *** Gilthoniel! O Elbereth! ***



Capitolo 1
*** la mia anima (Tom Bombadill) ***


la mia anima Salve! Ho deciso di tornare con un'altra raccolta su Tolkien,ma questa volta non saranno drabbles, bensì poesie! Non so quante ne scriverò, nè con quale frequenza, seguirò solo l'ispirazione del momento. Ognuno sarà su un personaggio,un avvenimento, insomma un qualcosa ... la prima poesia è dedicata al meraviglioso Tom Bombadill!

Cammino
tra i boschi
amati
i miei confini
la mia casa
la mia anima

raccolgo
candidi gigli
per la mia amata
la mia stella
la mia anima

non penso all'Anello
non penso alla guerra
tutto ciò a che sono
è armonia
è bene
è anima

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Capitolo 2
*** Ghiaccio e fuoco ***


ghiaccio e fuoco Salve a tutti! Mi è presa l'ispirazione e ho scritto qualcos'altro di questa raccolta prima di quanto pensassi!Grazie a Linnie e a Lili1741 per le loro graditissime recensioni.Il personaggio a cui è didecata questa poesia dal titolo "ghiaccio e fuoco" è Eowin!

A cosa pensi, bianca dama?
Su chi vagano i tuoi occhi lucidi?
Clada, mite, come la primavera,
bocciolo di rosa
fiamma viva
arde nel tuo cuore di guerriera.


A cosa pensi bianca dama?
Egli non è qui
l'ombra lo ha inghiottito
e tu
fredda, muta, immobile
scruti a est
cerchi la scintilla che
possa riaccendere il tuo cuore.

A cosa pensi bianca dama?
Pensi al fuoco
del tuo amore che brucia,
pensi al ghiaccio
del tuo cuore spezzato.

Ma forse non era quello
il tuo fuoco
un fuoco falso di gloria
presto spento
freddo
cerca il tuo fuoco
un fuoco vero
amore

A cosa pensi bianca dama?
Non scruti più a est?
Hai trovato quel fuoco?
O forse era dentro di te?
Dovevi solo accettarlo
e amarlo.

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Capitolo 3
*** mio ***


Mio Salve o miei lettori! Sono veramente molto felice di vedere che questa raccolta piace, grazie linnie e lili1741 le vostre recensioni mi fanno un enorme piacere!
Vengo a voi con un'altra poesia,dal titolo 'mio', questa volta dedicata a un personaggio con cui ho uno speciale rapporto di amore-odio, cioè Feanor. Per chi non conoscesse il Silmarillion, la storia in breve: Feanor,figlio di Finwe, è un elfo Noldorin che viveva a Valinor. Era molto orgoglioso, ma assai acuto, il più grande tra gli elfi, si dilettava con le gemme e fu lui a creare i Silmaril dove imprigionà la luce degli alberi di Valinor.Quando Morgoth  li distrusse, i Valar chiesero a Feanor i Silmaril per poterli curare, ma lui, preso dalla superbia e dal rancore, rifiutò e ribellò i Noldor che andarono via da Valinor attaccando i loro consanguinei dei porti, per questo furono banditi. Inoltre Feanor pronunciò un giuramento solenne: recuperare a ogni costo i Silmaril che gli erano stati sottratti da Morgoth e questo giuramento impegnò anche i suoi figli in una lotta secolare che portò morte e distruzione. Quando Feanor morì il suo corpo, non essendo più sostenuto dalla sua incredibile forza, si sgretolò.
Bene, sapete tutto ciò che dovete sapere,buona lettura!

Mio
Dolce parola che mi esce dalle labbra
Mio
Tutto ciò che creo e che fa parte di me
Mio
I pensieri, preziosi e irremovibili
Mio
La luce che potrebbe salvarci, contesa, desiderata
Mio
L'orgoglio che mi impedisce di chiedere perdono
Mio
Il desiderio di vendetta, espresso in un giuramento
Mio
Il destino, la scelta della strada da percorrere
Mio
Persino il corpo, che si sgretola e scompare
Mio
Per sempre mio lo spirito.

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Capitolo 4
*** Lai i elen dant (canto della stella caduta) ***


Suilad miei cari lettori! Voglio ringraziare subito Linnie e lili1741 per le loro recensioni e soddisfare la richiesta proprio di lili...infatti questa nuova poesia è sul suo (e mio) amato Ereinion Gil Galad!Devo dire che è stato arduo scrivere qualcosa su di lui,non solo èerchè è un personaggio di cui si sa poco, ma soprattutto perchè c'era da confrontarsi direttamente con il Sommo Professore e il suo bellissimo Lai "La caduta di Gil Galad"; non so cosa ne sia uscito,comunque eccolo qui:

Lai i elen dant (Canto della stella caduta)

Stella che brilla,

cuore impavido,
spirito possente.

Sorse la stella
e rischiarò la tetra notte,
punto fisso per il suo popolo
perso,vagante, ma ancora
pieno di speranza,
illuminato da quella luce
di rifulgente splendore.

Ardente il suo cuore
pronto alla battaglia,
ma anche alla pietà
dono raro e prezioso,
dono di guerriero indomito
e di re giusto e saggio.

Spirito che non indietreggia,
che affronta l'ombra;
spirito che combatte senza posa,
che desidera la vittoria,
che desidera la pace.
Spirito incorrutibile e puro
di sovrano attento, padre di popoli,
spirito troppo presto volato via
da un corpo ormai polverizzato
dal calore di quel male
che il tuo corpo non può toccare.

Lucente la tua stella,
amato il tuo cuore,
lodato il tuo spirito.

Cantate menestrelli,
raccontate di luce di stelle,
ricordate l'amato re che
da solo cavalcò
verso l'ombra e la paura,
verso la vittoria e la gloria,
verso la morte e il fato.

Cantate di Gil Galad
dei Noldor re supremo,
degli Eldar la speranza
svanita come fumo,
latente come cenere.

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Capitolo 5
*** Khazad ***


Khazad Eccomi di nuovo qui da voi con un'altra poesia. Questa volta è dedicata a un personaggio che i più trovano tremendamente antipatico,ma che io adoro comunque essendo parte della mitologia: Thorin Scudodiquercia. Stavo rileggendo i Racconti Incompiuti e mi sono imbattuta nel racconto della cerca di Erebor e del primo incontro tra Thorin e Gandalf, così mi è arrivata un'improvvisa ispirazione ed ecco la poesia per voi! P.S. per chi non lo sapesse Khazad vuol dire nano nella lingua segreta di quel popolo.

Khazad

Brama e orgoglio
abitano nel tuo cuore,
ti infiammano e ti spingono
...

e tu cammini sicuro,
certo che nulla ti ostacolerà,
che riprenderai ciò che era tuo,
che tornerai potente,
che le tue mani saranno
ammantate d'oro lucente.

Non sai che la brama
ti condurrà alla rovina,
che l'orgoglio ti  porterà la morte...

ma se l'avessi saputo
non avresti comunque abbracciato
questi amici di sempre?

Brama di ricchezze
orgoglio di re.

Grazie a lili1741 per la sua recensione e per i suoi complimenti che mi fanno molto felice.

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Capitolo 6
*** Niente fretta ***


niente fretta Suilad! Sono tornata con una nuova poesia dopo molta attesa, ma purtroppo l'ispirazione si è fatta attendere per molto e sono stata presa da altre storie...comunque eccola qui!Il protagonista questa volta è uno di quelli che amo di più (veramente li amo tutti di più), vale a dire il grandissimo Fangorn, o Barbalbero se preferite! Lo stile è particolare, cerco di sperimentare sempre e di trovare qualcosa che ogni volta si adatti al personaggio. Volevo rappresentare la calma millenaria del vecchio Ent usando parole e soprattutto spazi, spero di esserci riuscita.
Mi raccomado voglio recensioni eh!


NIENTE FRETTA

Niente fretta


cammino nel bosco


poi mi siedo al sole


e penso


Niente fretta


il mondo corre


e dimentica


Niente fretta


poichè il nostro declino


è lento


Niente fretta


Perchè tremate?


Non sapete riconoscere


occhi gentili?


Niente fretta


nell'imparare dopo così


lunghi anni


Niente fretta



nell'amare gente


frettolosa.

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Capitolo 7
*** Empio ***


empio Salve a tutti. Questa poesia non tratta di un personaggio come tutte quelle scritte fin ora, ma di un luogo molto importante, il Monte Caradhras, dove la compagnia viene sommersa dalla neve, dove Bilbo e i nani sono sorpresi dalle tempeste e dove Celebrian viene catturata daglli orchi...insomma proprio un posto da evitare! Grazie a Linnie e a Laurelin per le loro recensioni, ditemi cosa ne pensate di questa poesia.

EMPIO

Punta verso il cielo
la tua vetta aguzza
crudele montagna
di segreti ricolma,
di terrore dispensa.

Bianca la neve
sui tuoi pendii
inondati dal sole
o colpiti da fulmini
scagliati nel vuoto
da giganti di pietra.*

*si riferisce ai giganti di pietra presenti ne Lo Hobbit

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Capitolo 8
*** Ninios lend naer ***


Salve a tutti!
Si lo so che non aggiorno questa raccolta da tantissimo tempo ma l'avevo detto che avrei postato solo su frutto di un'ispirazione. Purtroppo questa si è fatta attendere, anche a causa dell'enorme sforzo spicologico che richiede la mia storia originale, ma finalmente si è formata nella mia mente un'altra poesia, questa volta dedicata al mio personaggio preferito in assoluto in tutta la mitologia tolkeniana: il sempre bistrattato Elrond. Un personaggio odiato dai più superficiali lettori (soprattutto da chi ha visto solo ill film), ma amato e adorato da coloro che hanno letto Tolkien in molte sue opere (o che almeno hanno letto il libro e le appendici di ISDA). Un personaggio, a mio avviso, tra i più tragici, quasi catapultato nei grandi eventi della Terra di Mezzo a sua insaputa, gravato dalle responsabilità e dalla sua stirpe imponente e tremendamente infelice riguardo ai suoi affetti. Riassumendo: suo padre  e sua madre non li ha quasi conosciuti, suo fratello a cui era molto legato sceglie la mortalità, così come la sua amata figlia, Gil Galad che lui considerava un padre muore in battaglia e infine sua moglie abbandona la Terra di Mezzo a causa degli orchi...chissà come avrebbe voluto che fosse la sua vita!

NINIOS LEND NAER (una dolce e triste poesia )

Vorrei essere sol verde e spensierato,
senza pesi, senza affanno.
Vorrei aver lo spirito curato
dalla soave beltà e dalla voce
della mia dolce fanciulla
e rimanerle accanto in eterno.
Vorrei poter navigare
su quel mare infinito
che è il cielo stellato,
portando meco la luce, come
dolce sembiante di candido giglio.
Ma verde non sono....
grigio,
gravato d'angoscia e timori,
senza possibilità di esser guarito.
La mia fanciulla più non cammina pei boschi
da questa parte del mare,
i suoi occhi son spariti,
rimangono solo un dolce ricordo
e una tenue speranza.
Non c'è luce per me,
la mia stella non rischiara più la sera,
la sua luce si è offuscata, e più non brilla.
Solo una candida nave mi resta,
pallida nel crepuscolo,
una sola nave, l'ultima nave
prima del nuovo canto.

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Capitolo 9
*** Russandol ***


Buongiorno o buonasera a voi, carissimi lettori! Devo innanzitutto ringraziare Alaide, Helkamirie e Linnie perchè hanno recensito, grazie veramente di cuore, e inoltre ringrazio anche le ben 4 persone che hanno aggiunto questa raccolta ai preferiti.
Ma ora veniamo a noi e alla prossima poesia: un esperimento, in verità, forse non riuscito appieno (almeno io non ne sono pienamente soddisfatta), comunque ho deciso di postarlo lo stesso se son altro perchè costituisce un radicale cambiamento nel mio modo consueto di scrivere poesie. Il protagonista è Maedhros, figlio di Feanor, il quale, dopo essere stato catturato da Morgoth, viene appeso per un polso sulla parete rocciosa di Thangorodrim. Viene salvato dai suoi tormenti dall'amico Fingon che lo trova e gli taglia la mano per poterlo portare via.
L'episodio è uno dei miei preferiti de Il Silmarillion e mi è sembrato quello più adatto a una sperimentazione del genere, se non altro perchè non nutro particolare simpatia per i figli di Feanor tranne che per Maedhros. Beh vi lascio alla poesia, buona lettura!

Russandol *

Vivrò per sempre questi lunghi anni
aggrappato al ciglio di un burrone alto,
ricordando quei lontani affanni
i perigli, le contese e molto altro?

Vivrò per sempre qui intrappolato,
con le mie grida e il mio dolore,
solo loro a ricordare il triste fato
del giuramento che m'opprime il cuore?

Domande senza risposta alcuna,
inutile anche pensare
che possa essere diversa la mia fortuna.

*
Testa color Rame soprannome dato a Maedros dai suoi fratelli a causa del colore dei suoi capelli.

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Capitolo 10
*** Sangue ***


Salve a tutti, aggiorno presto, dopo solo qualche giorno, questa raccolta. Grazie di cuore ad Alaide, ayay e Bellis per i complimenti, mi fanno molto piacere. Veniamo a noi: dopo l’esperimento della volta scorsa veniamo a un argomento più Canon, sia per quanto riguarda lo stile, sia per quanto riguarda il personaggio. Il protagonista di questa poesia è Aragorn (lo conoscete tutti quindi non mi dilungo), un personaggio che ammiro moltissimo per il suo coraggio e per il suo incredibile senso del dovere; nonostante si senta inadatto come re, nonostante senta su di sé la responsabilità degli errori del suo antenato, prende in mano la situazione, si fa avanti e rivendica il suo diritto sul trono di Gondor. Il sangue, tema centrale della poesia, è ciò che maggiormente tormenta il ramingo, la paura che avendo lo stesso sangue di Isildur sarà portato a compiere gli stessi errori.

Sangue

Sangue

Sangue macchiato

Sangue che mi perseguita

Sangue che racchiude

La colpa e la rovina

Sangue che vorrei  fosse diverso

Di minor lignaggio

Ma più puro

Sangue che si agita

Che mi spinge a seguire

Il destino

Sangue che devo versare

Sangue nero

Che macchia il terreno

Sangue che non dovrebbe esistere

E che forse è migliore del mio

Sangue, il mio,

che doveva rimanere puro

che non doveva compiere lo sbaglio

Sangue che batte col cuore

Sangue mortale

Sangue di Re

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Capitolo 11
*** Il Canto delle Ombre ***


Salve a tutti miei carissimi lettori! Innanzi tutto un grazie di cuore ad Alaide, Bellis e ayay per le recensioni, sono lieta che abbiate colto lo spirito tormentato della poesia precedente e che vi sia piaciuta.

Questa che vi propongo ora è un po’ particolare, non solo per lo stile (sapete che mi piace sperimentare) ma soprattutto per il soggetto; nel capitolo IV “Un Viaggio nell’oscurità” del SdA, Aragorn, a proposito di Gandalf, fa una delle più misteriose e affascinanti osservazioni dell’intera opera tolkeniana: < E’ più sicuro nel ritrovare la via di casa in una notte cieca, che non i gatti della Regina Berúthiel”. >

Poco o niente si sa di lei, se non che fosse la moglie del re Tarannon di Gondor, una Numenoreana Nera.  Ella aveva nove gatti neri e uno bianco, suoi schiavi, con i quali conversava o nelle menti dei quali leggeva, servendosene per scoprire i segreti di Gondor: utilizzava il gatto bianco per spiare i neri che tormentava. Nessuno a Gondor osava toccarli e tutti ne avevano paura e imprecavano quando li vedevano passare. Successivamente il nome di Berúthiel venne cancellato dal Libro dei Re e Tarannon la caricò su una nave, sola con i suoi gatti, e la abbandonò al vento del Nord.

La storia della regina malvagia mi ha affascinato da sempre e mi è sembrato giusto e doveroso dedicarle una poesia oscura e misteriosa proprio come lei.



Il CANTO DELLE OMBRE

Il candido gatto si muove veloce
attraversa sinuoso il cortile

ombra danzante nella notte

i suoi occhi scintillano al buio
si guarda intorno sospetto

ombra schiva nella notte

la pallida mano ne liscia il pelo
sembra d’argento e di gemme

ombra luminosa nella notte

ne carpisce i segreti sussurrati
nel silenzio della città dormiente

ombra silenziosa nella notte

un sorriso si apre sul volto
crudeli e meschini gli sguardi

ombra tenebrosa nella notte

odio che si diffonde rapido
ricordo che svanisce lento

ombra dimenticata nella notte

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Capitolo 12
*** Nòm, the wise ***


Salve a tutti amici lettori! Innanzi tutto spero che abbiate passato un buon Natale e vi auguro un felice e sereno anno nuovo. Poi, grazie di cuore a Helkamirie, Alaide e Doddola per le splendide recensioni, sono stata davvero contenta e commossa che abbiate apprezzato Il Canto delle Ombre perché io la amo particolarmente fra tutte.
Venendo a noi: questa poesia ha come personaggio principale Finrod Felagund, figlio di Finarfin e re del Nargothrond. Inizialmente accompagna Beren nella sua cerca del Silmaril perché aveva giurato di aiutare sempre i discendenti di Barahir, ma in seguito tra i due si instaura un forte legame, finchè Felagund, quando Beren sta per essere ucciso da uno dei lupi di Sauron, non si lancia in sua difesa venendo ucciso al suo posto. L’episodio è contenuto all’interno della storia di Beren e Luthien e io ogni volta mi commuovo e piango come una fontana.
Il titolo è preso dalla canzone dei Blind Guardian.

 

 

Nòm, the wise

 

Grande cosa, il sacrificio.

Grande anche quando è inutile.
[ Sarà inutile? ]

Grande anche quando a sacrificarmi sono io.
[ Sono o non sono forse Re? ]

Grande anche quando è estremamente doloroso.
[ Le carni si lacerano sotto crudeli morsi ]

Grande anche quando avrei preferito vivere.
[ Ma sapevo che poteva accadere ]

Soprattutto grande quando lo si fa per gli amici.
[ Sei mio amico, Beren figlio di Barahir ]

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Capitolo 13
*** Nan Elmoth ***


Eccomi di nuovo qui ad aggiornare questa raccolta! Come poteva venrmo l’ispirazione se non leggendo? Infatti stavo leggendo oggi il capitolo dei Silmarillion dedicato a Maeglin, in cui si parla di Eol e ‘zac!’ è arrivata la poesia! Completamente diversa dal solito perché, si sa, questa raccolta è un esperimento. Il personaggio è davvero, davvero cupo, forse il più sinistro creato dal professore (persino più cupo di Vermilinguo, Denethor e altri secondo me) e devo confessarvi che mi mette anche una certa paura. Ora immaginate Eol, detto l’elfo scuro, chino nella sua casa nel Nan Elmoth mentre con un martello batte sulla sua incudine…immaginatelo intento all’opera…e leggete! Grazie infinite ad Alaide Doddola ed Helkamirie per le splendide recensioni, ve ne sono enormemente grata!

Nan Elmoth

Bum

Il martello batte, suo unico amico.

 

Bum. Bum.

 

La foresta è ombra, ma lui non ha bisogno del sole. No.

 

Bum. Bum. Bum.

 

Spalle curve. Capelli d’ebano. Occhi scuri.

 

Bum. Bum. Bum. Bum.

 

Tutto è buio. Lui non risplende più.

 

Bum. Bum. Bum. Bum. Bum.

 

C’è solo freddo, e odio, lì nella foresta.

 

Bum.

 

 

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Capitolo 14
*** Le Case di Guarigione ***


Eccomi qui di nuovo tra voi, ad aggiornare questa raccolta! In realtà la poesia era pronta già da un po’, ma sono incappata in uno dei miei problemi che più mi danno rogna: trovare un titolo.

La cosa è assurda, perché la parte più difficile dovrebbe essere comporre la poesia, ma per me trovare un titolo decente è un’impresa da Grigia Compagnia! Comunque sia, ora vi lascio alla lettura, non credo ci sia bisogno di spiegare o presentare quest’episodio, non solo è uno dei più belli ma credo che sia sufficientemente conosciuto da voi tutti. Bacio e sorriso di ringraziamento ad Helkamirie e doddola per le gentili recensioni e ai tantissimi lettori silenziosi!

 

Le Case di Guarigione

 

Ascoltatemi o uomini,

o donne porgete l’orecchio

mai un’altra storia potrà esser narrata

paragonabile a questa che la mia

bocca di pietra or canterà.

 

Una fanciulla passeggiava in questi giardini,

era pallida e triste

ma bella come un  prato che sboccia in primavera

e fredda come la brina che sulle foglie si posa.

 

E c’era un uomo con lei,

un uomo saggio e coraggioso,

di statura imponente e di sguardo gentile,

un uomo bruno e ridente

ma di malinconia latente.

 

Insieme camminavano

E con voci soavi delle loro vite parlavano.

Raccontavano di guerre e di ombre,

di spade, eroi, di amori e dolori.

 

Mai la fanciulla sorrideva,

i suoi occhi rimanevano tristi,

con le labbra serrate ascoltava il sire

e sempre a est lo sguardo volgeva.

 

Poi lentamente sul suo viso

apparve l’ombra di un sorriso.

Insieme ridevano e camminavano,

le mani intrecciate, gli sguardi sereni,

con le dita sfioravano le mie fredde pietre,

quei giorni di primavera.

 

Ma quando quel nobil signore

dai suoi impegni fu preso

e dalla candida dama si fu allontanato,

ella tornò triste e sola camminava.

Non più a est guardava,

ma sospirando appena, volgeva lo sguardo

alla Torre di Guardia.

 

E il suo signore tornò,

per conversare con lei

che era triste,

e camminarono insieme nel

mattino luminoso.

 

Altro non so.

Non so che si dissero,

né quali fossero i loro pensieri,

vidi soltanto i loro occhi incontrarsi

e i cuori cambiare.

La dama divenne ancora più bella.

L’uomo più saggio e gentile.

 

Non so che si dissero,

io che son solo il muro

di una casa di cura,

un freddo muro di pietra che

sulla città guarda.

 

Posso dirvi solo che

le mie pietre toccarono

mentre finalmente felici,

quella mattina di primavera,

si baciavano.

 

 

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Capitolo 15
*** Gilthoniel! O Elbereth! ***


Salve a tutti miei carissimi lettori. L’ultimo aggiornamento risale a davvero un’infinità di tempo addietro e me ne dispiaccio, ma non avevo proprio idea di cosa scrivere, non riuscivo a trovare né il soggetto adatto (anche se in verità ne avrei decine e decine) né riuscivo a tirar fuori le parole… in mio aiuto è accorso, come al solito, il Professore, così ecco qui la poesia che aspettavo, dedicata ad un momento che è, secondo me, il più magico di tutto il Signore degli Anelli: quando Frodo, Sam e Pipino incontrano, nei boschi della Contea, gli Elfi di Gildor.

 

Giltoniel! O Elbereth!

 

Tranquilla la notte. Nulla si ode

Se non un placido grillo,

rassicurante mormorio, che della

torrida Estate annuncia la fine.

 

Allegri i passi. Le voci squillanti.

Finché degli zoccoli aspri, stridenti,

rimbomba il terreno, trema la terra,

e di ansia fa storcere il sangue.

 

La nera figura si china, si stende,

annusa nell’aria, li guarda nascosti

piccoli uomini tremanti e impauriti.

La Morte è vicina.

 

Poi come aria di mare

Frizzante, sottile luce di stelle

Illumina il bosco.

 

Riporti alla mente cose lontane,

o gentile ricordo,

echi nascosti di misteri arcani.

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