the hunger games-l'edizione di capitol city

di Ago inseguitore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


THE HUNGER GAMES
            
L’EDIZIONE DI CAPITOL CITY
 
PARTE 1-LA PREPARAZIONE
 
CAPITOLO 1
Accendo la tv, Peeta è seduto qui, vicino a me. Nei suoi occhi non si vede neanche un pizzico dell’ormai lontana voglia di uccidermi, di mettermi le mani al collo, di strangolarlo e poi di vedere il mio corpo accasciarsi dove capita. Gli psichiatri hanno confermato che ormai  non ci sono più segni del depistaggio, ma che ci vorrà ancora qualche settimana per farlo riprendere completamente.
Ad un tratto lo schermo si illumina di bianco, si vede il davanzale da cui parlava sempre Snow, ma al suo posto ora c’è la Paylor , che inizia a fare il solito discorso che fa ormai da un mese: - Come tutto il popolo di Panem sa, ci stiamo avvicinando al giorno che chiamavamo “della mietitura”. Solo che quest’anno, e solo per quest’unico anno, ci sarà un’ulteriore mietitura. Per tutto quello che Capitol City ha fatto patire hai distretti, il consiglio ha deciso di fare un’ultima edizione degli Hunger Games.- Si sente tutto il popolo di Panem sobbalzare, protestare e sconcertarsi, ma subito dopo interviene di nuovo la Paylor:- Tranquilli! Sarà diverso dai soliti giochi, questa sarà l’edizione di Capitol City! Verranno presi, come in ogni edizione, 24 giovani, ma saranno tutti appartenenti alla vecchia Capitol. – Dopodiché lo schermo ridiventa nero e sento Peeta alzarsi. Si gira verso:- Su Katniss, preparati. Tra poco dovremo andare a Capitol city per decidere insieme agli altri quale arena completare ed usare.
“Arena”. Questa parola mi fa rabbrividire, mi riporta in mente un assortimento di ricordi orribili. Rue, Tresh, Marvel, Cato e altri tributi come loro. Tutti morti, per colpa mia e di Peeta. Per un momento mi chiedo perché alcuni mesi fa io abbia accettato questo accordo con la Coin, ma per poco, perché immediatamente nella mia testa si forma un’ immagine. Capelli biondi, mani delicate, la camicetta fuori dalla gonna.- Prim!- urlo. Le ginocchia cedono sotto il peso del dolore e mi accascio sulla parete di fianco alla porta. Sento il mondo girare. Le parole di conforto di Peeta mi rimbombano in testa, ma niente mi distoglie da quel pensiero fisso. Un paracadute argentato, i capelli di mia sorella svolazzare nel vento e poi…più uesta scelta.
Mi rialzo come se non fosse successo nulla, cerco di far capire a Peeta che sto bene ma lui mi guarda ancora perplesso mentre mia madre cerca di darmi dell’ acqua pensando che stessi per svenire.
Si sente bussare alla porta in maniera molto brusca e dagli spiragli da cui entra l’ aria si distingue chiaramente un forte odore di alcool. -Bene è arrivato Haymitch!- dice mia madre mentre continua a farmi ingurgitare acqua e zucchero. Di nuovo un forte bussare e Peeta va ad aprire la porta. Haymitch entra senza farsi tanti problemi. E’ come sempre: capelli sparsi per tutta la faccia, alito pestilenziale all’aroma di liquore bianco e vestiti luridi pieni zeppi di macchie. Mi fissa per un po’ con aria sospetta e poi parla:- Ei ragazza di fuoco, cosa fai lì per terra? Vabbè lasciamo stare , siete pronti per la gita?- dice- Piuttosto te, Haymitch, sei pronto?- ribatte Peeta. Haymitch lo guarda con sguardo offeso, ma cambia subito discorso per non attaccar briga. -Muovetevi!-ci urla. Poi se ne torna a casa sua, per prepararsi, credo. Mi alzo, mi ripulisco e avanzo verso la porta. Prendo la mano di Peeta e usciamo. Mentre camminiamo per andare verso l’hovercraft Peeta mi ferma, mi fa girare verso di lui e dice:-Bhe Katniss, finalmente avremo il nostro primo anno da mentori. Chissà, forse ci capiterà la nipote di Snow.- Io non rispondo, mi limito a ripartire ma altri pensieri mi tormentano la testa. Mentori… dovrò preparare dei ragazzini per andare a combattere nell’arena? Come farò? Come riuscirò a non farmi prendere dai ricordi e a non piangere mentre spiegherò loro come trovare un rifugio, come uccidere o farsi degli alleati come Rue o Finnick, che sono morti per salvarmi? E’ facile. Non ce la farò. Farò fare tutto a Peeta e ad Haymitch e io mi limiterò a guardare da lontano, a ricordare, a versare lacrime su quello che, ormai, non posso più salvare.
Prima che io me ne accorga siamo arrivati all’hovercraft. Davanti ad esso ci ritroviamo una pulita, struccata e felice Effie Trincket che ci accoglie. Ma subito ci accorgiamo che la sua felicità è solo apparente perché appena ci sediamo sui comodi sedili lei ci parla:- Ragazzi ho una cosa molto spiacevole da dirvi…- Le espressioni sui volti mio e di Peeta si rattristano . Poi Effie riprende.:- Dovete sapere che… che…- scoppia in lacrime ma continua senza fermarsi:- Il nostro Plutarch è morto!-THE HUNGER GAMES
            
L’EDIZIONE DI CAPITOL CITY
 
PARTE 1-LA PREPARAZIONE
 
CAPITOLO 1
Accendo la tv, Peeta è seduto qui, vicino a me. Nei suoi occhi non si vede neanche un pizzico dell’ormai lontana voglia di uccidermi, di mettermi le mani al collo, di strangolarlo e poi di vedere il mio corpo accasciarsi dove capita. Gli psichiatri hanno confermato che ormai  non ci sono più segni del depistaggio, ma che ci vorrà ancora qualche settimana per farlo riprendere completamente.
Ad un tratto lo schermo si illumina di bianco, si vede il davanzale da cui parlava sempre Snow, ma al suo posto ora c’è la Paylor , che inizia a fare il solito discorso che fa ormai da un mese: - Come tutto il popolo di Panem sa, ci stiamo avvicinando al giorno che chiamavamo “della mietitura”. Solo che quest’anno, e solo per quest’unico anno, ci sarà un’ulteriore mietitura. Per tutto quello che Capitol City ha fatto patire hai distretti, il consiglio ha deciso di fare un’ultima edizione degli Hunger Games.- Si sente tutto il popolo di Panem sobbalzare, protestare e sconcertarsi, ma subito dopo interviene di nuovo la Paylor:- Tranquilli! Sarà diverso dai soliti giochi, questa sarà l’edizione di Capitol City! Verranno presi, come in ogni edizione, 24 giovani, ma saranno tutti appartenenti alla vecchia Capitol. – Dopodiché lo schermo ridiventa nero e sento Peeta alzarsi. Si gira verso:- Su Katniss, preparati. Tra poco dovremo andare a Capitol city per decidere insieme agli altri quale arena completare ed usare.
“Arena”. Questa parola mi fa rabbrividire, mi riporta in mente un assortimento di ricordi orribili. Rue, Tresh, Marvel, Cato e altri tributi come loro. Tutti morti, per colpa mia e di Peeta. Per un momento mi chiedo perché alcuni mesi fa io abbia accettato questo accordo con la Coin, ma per poco, perché immediatamente nella mia testa si forma un’ immagine. Capelli biondi, mani delicate, la camicetta fuori dalla gonna.- Prim!- urlo. Le ginocchia cedono sotto il peso del dolore e mi accascio sulla parete di fianco alla porta. Sento il mondo girare. Le parole di conforto di Peeta mi rimbombano in testa, ma niente mi distoglie da quel pensiero fisso. Un paracadute argentato, i capelli di mia sorella svolazzare nel vento e poi…più niente. E’ Prim la ragione, è lei la ragione per cui ho accettato di fare l’edizione di Capitol City, e niente, niente potrà farmi cambiare idea su questa scelta.
Mi rialzo come se non fosse successo nulla, cerco di far capire a Peeta che sto bene ma lui mi guarda ancora perplesso mentre mia madre cerca di darmi dell’ acqua pensando che stessi per svenire.
Si sente bussare alla porta in maniera molto brusca e dagli spiragli da cui entra l’ aria si distingue chiaramente un forte odore di alcool. -Bene è arrivato Haymitch!- dice mia madre mentre continua a farmi ingurgitare acqua e zucchero. Di nuovo un forte bussare e Peeta va ad aprire la porta. Haymitch entra senza farsi tanti problemi. E’ come sempre: capelli sparsi per tutta la faccia, alito pestilenziale all’aroma di liquore bianco e vestiti luridi pieni zeppi di macchie. Mi fissa per un po’ con aria sospetta e poi parla:- Ei ragazza di fuoco, cosa fai lì per terra? Vabbè lasciamo stare , siete pronti per la gita?- dice- Piuttosto te, Haymitch, sei pronto?- ribatte Peeta. Haymitch lo guarda con sguardo offeso, ma cambia subito discorso per non attaccar briga. -Muovetevi!-ci urla. Poi se ne torna a casa sua, per prepararsi, credo. Mi alzo, mi ripulisco e avanzo verso la porta. Prendo la mano di Peeta e usciamo. Mentre camminiamo per andare verso l’hovercraft Peeta mi ferma, mi fa girare verso di lui e dice:-Bhe Katniss, finalmente avremo il nostro primo anno da mentori. Chissà, forse ci capiterà la nipote di Snow.- Io non rispondo, mi limito a ripartire ma altri pensieri mi tormentano la testa. Mentori… dovrò preparare dei ragazzini per andare a combattere nell’arena? Come farò? Come riuscirò a non farmi prendere dai ricordi e a non piangere mentre spiegherò loro come trovare un rifugio, come uccidere o farsi degli alleati come Rue o Finnick, che sono morti per salvarmi? E’ facile. Non ce la farò. Farò fare tutto a Peeta e ad Haymitch e io mi limiterò a guardare da lontano, a ricordare, a versare lacrime su quello che, ormai, non posso più salvare.
Prima che io me ne accorga siamo arrivati all’hovercraft. Davanti ad esso ci ritroviamo una pulita, struccata e felice Effie Trincket che ci accoglie. Ma subito ci accorgiamo che la sua felicità è solo apparente perché appena ci sediamo sui comodi sedili lei ci parla:- Ragazzi ho una cosa molto spiacevole da dirvi…- Le espressioni sui volti mio e di Peeta si rattristano . Poi Effie riprende.:- Dovete sapere che… che…- scoppia in lacrime ma continua senza fermarsi:- Il nostro Plutarch è morto!-THE HUNGER GAMES
            
L’EDIZIONE DI CAPITOL CITY
 
PARTE 1-LA PREPARAZIONE
 
CAPITOLO 1
Accendo la tv, Peeta è seduto qui, vicino a me. Nei suoi occhi non si vede neanche un pizzico dell’ormai lontana voglia di uccidermi, di mettermi le mani al collo, di strangolarlo e poi di vedere il mio corpo accasciarsi dove capita. Gli psichiatri hanno confermato che ormai  non ci sono più segni del depistaggio, ma che ci vorrà ancora qualche settimana per farlo riprendere completamente.
Ad un tratto lo schermo si illumina di bianco, si vede il davanzale da cui parlava sempre Snow, ma al suo posto ora c’è la Paylor , che inizia a fare il solito discorso che fa ormai da un mese: - Come tutto il popolo di Panem sa, ci stiamo avvicinando al giorno che chiamavamo “della mietitura”. Solo che quest’anno, e solo per quest’unico anno, ci sarà un’ulteriore mietitura. Per tutto quello che Capitol City ha fatto patire hai distretti, il consiglio ha deciso di fare un’ultima edizione degli Hunger Games.- Si sente tutto il popolo di Panem sobbalzare, protestare e sconcertarsi, ma subito dopo interviene di nuovo la Paylor:- Tranquilli! Sarà diverso dai soliti giochi, questa sarà l’edizione di Capitol City! Verranno presi, come in ogni edizione, 24 giovani, ma saranno tutti appartenenti alla vecchia Capitol. – Dopodiché lo schermo ridiventa nero e sento Peeta alzarsi. Si gira verso:- Su Katniss, preparati. Tra poco dovremo andare a Capitol city per decidere insieme agli altri quale arena completare ed usare.
“Arena”. Questa parola mi fa rabbrividire, mi riporta in mente un assortimento di ricordi orribili. Rue, Tresh, Marvel, Cato e altri tributi come loro. Tutti morti, per colpa mia e di Peeta. Per un momento mi chiedo perché alcuni mesi fa io abbia accettato questo accordo con la Coin, ma per poco, perché immediatamente nella mia testa si forma un’ immagine. Capelli biondi, mani delicate, la camicetta fuori dalla gonna.- Prim!- urlo. Le ginocchia cedono sotto il peso del dolore e mi accascio sulla parete di fianco alla porta. Sento il mondo girare. Le parole di conforto di Peeta mi rimbombano in testa, ma niente mi distoglie da quel pensiero fisso. Un paracadute argentato, i capelli di mia sorella svolazzare nel vento e poi…più niente. E’ Prim la ragione, è lei la ragione per cui ho accettato di fare l’edizione di Capitol City, e niente, niente potrà farmi cambiare idea su questa scelta.
Mi rialzo come se non fosse successo nulla, cerco di far capire a Peeta che sto bene ma lui mi guarda ancora perplesso mentre mia madre cerca di darmi dell’ acqua pensando che stessi per svenire.
Si sente bussare alla porta in maniera molto brusca e dagli spiragli da cui entra l’ aria si distingue chiaramente un forte odore di alcool. -Bene è arrivato Haymitch!- dice mia madre mentre continua a farmi ingurgitare acqua e zucchero. Di nuovo un forte bussare e Peeta va ad aprire la porta. Haymitch entra senza farsi tanti problemi. E’ come sempre: capelli sparsi per tutta la faccia, alito pestilenziale all’aroma di liquore bianco e vestiti luridi pieni zeppi di macchie. Mi fissa per un po’ con aria sospetta e poi parla:- Ei ragazza di fuoco, cosa fai lì per terra? Vabbè lasciamo stare , siete pronti per la gita?- dice- Piuttosto te, Haymitch, sei pronto?- ribatte Peeta. Haymitch lo guarda con sguardo offeso, ma cambia subito discorso per non attaccar briga. -Muovetevi!-ci urla. Poi se ne torna a casa sua, per prepararsi, credo. Mi alzo, mi ripulisco e avanzo verso la porta. Prendo la mano di Peeta e usciamo. Mentre camminiamo per andare verso l’hovercraft Peeta mi ferma, mi fa girare verso di lui e dice:-Bhe Katniss, finalmente avremo il nostro primo anno da mentori. Chissà, forse ci capiterà la nipote di Snow.- Io non rispondo, mi limito a ripartire ma altri pensieri mi tormentano la testa. Mentori… dovrò preparare dei ragazzini per andare a combattere nell’arena? Come farò? Come riuscirò a non farmi prendere dai ricordi e a non piangere mentre spiegherò loro come trovare un rifugio, come uccidere o farsi degli alleati come Rue o Finnick, che sono morti per salvarmi? E’ facile. Non ce la farò. Farò fare tutto a Peeta e ad Haymitch e io mi limiterò a guardare da lontano, a ricordare, a versare lacrime su quello che, ormai, non posso più salvare.
Prima che io me ne accorga siamo arrivati all’hovercraft. Davanti ad esso ci ritroviamo una pulita, struccata e felice Effie Trincket che ci accoglie. Ma subito ci accorgiamo che la sua felicità è solo apparente perché appena ci sediamo sui comodi sedili lei ci parla:- Ragazzi ho una cosa molto spiacevole da dirvi…- Le espressioni sui volti mio e di Peeta si rattristano . Poi Effie riprende.:- Dovete sapere che… che…- scoppia in lacrime ma continua senza fermarsi:- Il nostro Plutarch è morto!-THE HUNGER GAMES
            
L’EDIZIONE DI CAPITOL CITY
 
PARTE 1-LA PREPARAZIONE
 
CAPITOLO 1
Accendo la tv, Peeta è seduto qui, vicino a me. Nei suoi occhi non si vede neanche un pizzico dell’ormai lontana voglia di uccidermi, di mettermi le mani al collo, di strangolarlo e poi di vedere il mio corpo accasciarsi dove capita. Gli psichiatri hanno confermato che ormai  non ci sono più segni del depistaggio, ma che ci vorrà ancora qualche settimana per farlo riprendere completamente.
Ad un tratto lo schermo si illumina di bianco, si vede il davanzale da cui parlava sempre Snow, ma al suo posto ora c’è la Paylor , che inizia a fare il solito discorso che fa ormai da un mese: - Come tutto il popolo di Panem sa, ci stiamo avvicinando al giorno che chiamavamo “della mietitura”. Solo che quest’anno, e solo per quest’unico anno, ci sarà un’ulteriore mietitura. Per tutto quello che Capitol City ha fatto patire hai distretti, il consiglio ha deciso di fare un’ultima edizione degli Hunger Games.- Si sente tutto il popolo di Panem sobbalzare, protestare e sconcertarsi, ma subito dopo interviene di nuovo la Paylor:- Tranquilli! Sarà diverso dai soliti giochi, questa sarà l’edizione di Capitol City! Verranno presi, come in ogni edizione, 24 giovani, ma saranno tutti appartenenti alla vecchia Capitol. – Dopodiché lo schermo ridiventa nero e sento Peeta alzarsi. Si gira verso:- Su Katniss, preparati. Tra poco dovremo andare a Capitol city per decidere insieme agli altri quale arena completare ed usare.
“Arena”. Questa parola mi fa rabbrividire, mi riporta in mente un assortimento di ricordi orribili. Rue, Tresh, Marvel, Cato e altri tributi come loro. Tutti morti, per colpa mia e di Peeta. Per un momento mi chiedo perché alcuni mesi fa io abbia accettato questo accordo con la Coin, ma per poco, perché immediatamente nella mia testa si forma un’ immagine. Capelli biondi, mani delicate, la camicetta fuori dalla gonna.- Prim!- urlo. Le ginocchia cedono sotto il peso del dolore e mi accascio sulla parete di fianco alla porta. Sento il mondo girare. Le parole di conforto di Peeta mi rimbombano in testa, ma niente mi distoglie da quel pensiero fisso. Un paracadute argentato, i capelli di mia sorella svolazzare nel vento e poi…più niente. E’ Prim la ragione, è lei la ragione per cui ho accettato di fare l’edizione di Capitol City, e niente, niente potrà farmi cambiare idea su questa scelta.
Mi rialzo come se non fosse successo nulla, cerco di far capire a Peeta che sto bene ma lui mi guarda ancora perplesso mentre mia madre cerca di darmi dell’ acqua pensando che stessi per svenire.
Si sente bussare alla porta in maniera molto brusca e dagli spiragli da cui entra l’ aria si distingue chiaramente un forte odore di alcool. -Bene è arrivato Haymitch!- dice mia madre mentre continua a farmi ingurgitare acqua e zucchero. Di nuovo un forte bussare e Peeta va ad aprire la porta. Haymitch entra senza farsi tanti problemi. E’ come sempre: capelli sparsi per tutta la faccia, alito pestilenziale all’aroma di liquore bianco e vestiti luridi pieni zeppi di macchie. Mi fissa per un po’ con aria sospetta e poi parla:- Ei ragazza di fuoco, cosa fai lì per terra? Vabbè lasciamo stare , siete pronti per la gita?- dice- Piuttosto te, Haymitch, sei pronto?- ribatte Peeta. Haymitch lo guarda con sguardo offeso, ma cambia subito discorso per non attaccar briga. -Muovetevi!-ci urla. Poi se ne torna a casa sua, per prepararsi, credo. Mi alzo, mi ripulisco e avanzo verso la porta. Prendo la mano di Peeta e usciamo. Mentre camminiamo per andare verso l’hovercraft Peeta mi ferma, mi fa girare verso di lui e dice:-Bhe Katniss, finalmente avremo il nostro primo anno da mentori. Chissà, forse ci capiterà la nipote di Snow.- Io non rispondo, mi limito a ripartire ma altri pensieri mi tormentano la testa. Mentori… dovrò preparare dei ragazzini per andare a combattere nell’arena? Come farò? Come riuscirò a non farmi prendere dai ricordi e a non piangere mentre spiegherò loro come trovare un rifugio, come uccidere o farsi degli alleati come Rue o Finnick, che sono morti per salvarmi? E’ facile. Non ce la farò. Farò fare tutto a Peeta e ad Haymitch e io mi limiterò a guardare da lontano, a ricordare, a versare lacrime su quello che, ormai, non posso più salvare.
Prima che io me ne accorga siamo arrivati all’hovercraft. Davanti ad esso ci ritroviamo una pulita, struccata e felice Effie Trincket che ci accoglie. Ma subito ci accorgiamo che la sua felicità è solo apparente perché appena ci sediamo sui comodi sedili lei ci parla:- Ragazzi ho una cosa molto spiacevole da dirvi…- Le espressioni sui volti mio e di Peeta si rattristano . Poi Effie riprende.:- Dovete sapere che… che…- scoppia in lacrime ma continua senza fermarsi:- Il nostro Plutarch è morto!niente. E’ Prim la ragione, è lei la ragione per cui ho accettato di fare l’edizione di Capitol City, e niente, niente potrà farmi cambiare idea su q- 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
Plutarch.
Il Plutarch della settantacinquesima arena? Quello che è stato la mente creativa della rivolta? Quello che ha sempre aiutato me e Peeta senza perdere la calma? Morto! Ora la mia espressione è grigia come la nebbia velenosa dell’arena. Sono sconvolta, non solo per la sua morte, ma anche perché abbiamo perso l’ ultimo primo stratega ancora inIl volto di Effie si contorce in smorfie differenti per cercare di non farmi pesare la mia maleducazione, poi ritorna al suo normale splendore. Effie riprende a parlare:- La scorsa notte, gli è venuto un infarto. I medici dicono per via della cattiva dieta che faceva a Capitol city o per motivi del genere.- ,spiega,-E ora? Chi condurrà i nuovi strateghi? Chi sarà il primo stratega?-,chiedo con la mia solita impazienza, che per Effie è motivo di grande maleducazione. Mi guarda di nuovo storto ma fa finta di niente:- Tranquilla cara, penserà a tutto la Paylor. Penso che però sia già stato scelto il successore di Plutarch…-. Di sicuro sarà uno della vecchia squadra dei cervelloni, oppure uno degli ideatori dei piani della rivolta. -Comunque sia, lo scopriremo una volta arrivati alla villa presidenziale. Direttamente dalla Paylor.- conclude Effie.
Per il resto del viaggio rimango appisolata sul mio comodo sedile. Mentre dormo faccio uno dei miei soliti incubi: questa volta sono in una bella casa lussuosa, mobili in  mogano, tappeti di pura pelliccia e tanti altri oggetti di lusso. Ad un certo punto mi sembra di sentire un odore pungente, forte , quasi disgustoso. E’ odore di rose. Da una porta si vede uscire una ragazzina, capelli castani, occhi grigi , vestita tutta di bianco. In un primo momento non mi allarmo, ma subito dopo che la ragazzina è entrata nella stanza, l’ odore di rose aumenta e dalla porta si trascinano dentro due creature dalle squame bianche, code lunghe, artigli ma per il resto somigliano a uomini. Li riconosco solo quando vedo che una di quelle creature tiene con la coda la testa strappata di Finnick. Sono gli ibridi che ci avevano seguito nel sottosuolo i Capitol City, e la ragazzina, che ho scoperto essere la nipote di Snow, li manda verso di me! Di colpo mi sveglio, tutta sudata. Peeta si slaccia la cintura e si siede nel sedile accanto al mio. Gli appoggio la testa sulla spalla, lui me la accarezza dicendomi che tra pochi minuti saremo arrivati. Infatti subito dopo atterriamo sul tetto della casa presidenziale. Ad aspettarci c’è un piccolo plotone di otto soldati che ci prende, bruscamente, e che ci porta dalla Paylor. Effie non sembra affatto felice dell’accoglienza perché continua a picchiettare col suo esile pugno il braccio del soldato . “Maleducazione” continua a gridargli.
Arriviamo davanti alle porte della stanza della presidente ed i soldati ci lasciano le braccia e vanno dietro di noi di alcuni passi. Le grandi porte si aprono e la luce ci abbaglia. Una volta abituata a quel bagliore vedo la Paylor, girata verso la grande finestra circolare dietro la scrivania in legno. Si gira, ci scruta per alcuni minuti e poi ci parla:- Come ben sapete Plutarch è morto. Ora veniamo al punto, il nuovo primo stratega. -. Il suo corpo è immobile, dritto come una statua greca. Non si muove di un millimetro mentre parla. -Noi del consiglio avevamo pensato a Beete, e voi, sarete i suoi sottostrateghi . Vi può andar bene la cosa?- Ripenso a quando Peeta ,che era ancora un po’ sotto gli effetti di Capitol, mi disse che per lui ero un amica, alleata, ragazza, vincitrice, moglie…ebbene ora alla lunga lista posso anche aggiunger stratega. Penso che mi piacerà essere una stratega,per una volta non sarò io la pedina dei loro giochi, ma loro saranno un pedina dei miei.- Va più che bene.- dice Peeta- Katniss?-. I loro occhi sono tutti puntati su di me, il che non mi piace, dato l’attuale stato del mio corpo: una cicatrice al braccio, la pelle con i resti delle bruciature e il segno della frustata del capo dei pacificatori. Mi stanno mettendo a disagio quindi rispondo veloce con un –Si- .  Effie è euforica:- Il vostro primo anno da mentori , e siete anche strateghi! Non vi sembra fantastico?- . Fa una risatina delle sue, ma io e Peeta ci asteniamo dal rispondere, così la Paylor ricomincia a parlarci:- Allora è deciso, poco prima che inizino i giochi un overcraft vi verrà a prendere al palazzo dove allenerete i tributi. Ora andate, vi congedo.-
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
 
La notte non riesco a dormire, ho caldo, ho freddo e non riesco a farmi uscire dalla testa che l’ unica ad uscire da quell’ arena sarà la nipote di Snow. No , non lo permetterò. Per tutto quello che suo nonno mi ha fatto non la farò uscire viva da lì dentro. Peeta mi sta vicino tutta la notte, e col mio muovermi frenetico non faccio dormire neanche lui.- Scusa, non riesco a prendere sonno.- Gli dico per farmi perdonare-Non preoccuparti, neanch’io.- In qualche modo le sue parole riescono sempre a rassicurarmi. Sarà la sua voce, il modo in cui parla, o solamente perché è lui, ma  quando ne ho bisogno lui sa sempre cosa dire e come fare per rassicurare me o quelli che mi stanno intorno. Era da tanto che non vedevo un Peeta così, tranquillo, felice, senza quella scintilla di sangue nei suoi occhi.
La mattina dopo la porta della suite si apre ed Effie entra insieme al mio vecchio staff di preparatori.-Effie? Cosa fai?- chiedo. – Oh sciocchina, non ti ricordi mai niente. Fortuna che ci sono io col programma sempre a portata di mano.- Oh, il suo programma. E’ ossessionata dai programmi, se si arriva un po’ in ritardo da qualche parte, lei crede che tutto il programma della giornata salti. Ma poi mi chiedo cosa ci sia in lista per stamani. – Effie, cosa c’è di tanto importante questa mattina?-,- Bisogna scegliere l’arena mia cara. E quindi su! Forza alzatevi e andate nel bagno. Octavia, Flavius e Venia vi stanno già aspettando.-
-Effie perché dobbiamo truccarci? Non mi sembra che per scegliere un’arena si debba andare in ghingheri.- Ribatte Peeta.- Lo so Peeta, ma lì incontrerete la presidente insieme a tutti gli altri vincitori, e vi faranno anche alcune foto.-
Senza ribattere ci alziamo e andiamo ognuno in un bagno. Nel mio ci sono solo Octavia e Venia. All’inizio non le riconosco, ma poi capisco che sono loro due solo che non hanno tutti quei tatuaggi, la pelle colorata ed i baffi che avevano a Capitol City. Mi vengono incontro per abbracciarmi , ma subito dopo Octavia mi prende le unghie. Non è mai una buona cosa quando Octavia mi guarda le unghie perché significa che da lì a poco ci sarà una ramanzina. – Oh no, no, no! Katniss continui a mangiarti le unghie.- Mi scappa una risatina perché entrambe hanno ancora l’accento da Capitol, ma loro mi guardano con aria rabbiosa per come mi sono conciata negli ultimi mesi. Nei prossimi trenta minuti è tutto un taglia e cuci: mi lisciano i capelli, me li intrecciano, mi abbelliscono le unghie e cercano di nascondere il segno delle bruciature che ho sul collo. Poi tirano fuori da una scatola un bellissimo abito color arancione, senza spalline e con la gonnellina che mi arriva appena più in su delle ginocchia. Sono pronta. Esco dal bagno e vedo Peeta con indosso un abito del mio colore preferito: verde. Ci avviciniamo uno all’altra:- Katniss, mi piace il tuo vestito, stai benissimo.-
-E a me piace il tuo, Peeta-. Sembriamo due sposini, lì a baciarsi davanti a tutti gli altri, senza che ce ne importi niente. Usciamo dalla suite e ci dirigiamo nel sottosuolo del palazzo presidenziale. Due porte si aprono e ci ritroviamo davanti, seduti attorno ad un tavolo, la Paylor, Annie, Johanna, Enobaria, Haymitch e Beete. Ci sediamo e la riunione comincia. La Paylor  è la prima a parlare:- Arriviamo al punto, ci sono solo quattro arene che si possono completare in tempo: una è quasi pronta, con pochi baccelli, ma è difficile sopravvivere dato l’ambiente arido e sabbioso. E’ un deserto, grande e molto secco. Come fonte di cibo ci sono solo serpenti e insetti. Poche fonti d’acqua. Una era già in programma per la quarta edizione della memoria, è un paesaggio piuttosto collinare, abbastanza baccelli e alcuni ibridi come asso nella manica. Le colline sono come sospese in aria, collegate solo da stretti ponti di legno o cadenti passaggi in roccia. La terza è la meno pronta, se non la più grande. E’ un bioma di mangrovie, come una foresta di piccoli arbusti e più calda e umida. Ci sono più ibridi che Capitol aveva in servo per questa arena. Poi c’è l’ultima. Una città in rovina, alcuni edifici stabili, altri che potrebbero caderti addosso in qualsiasi momento e altri ancora completamente rasi al suolo. In questa arena ci sono poche fonti di cibo, ma abbastanza d’acqua che però deve essere depurata. Un solo tipo di ibridi. Ora sta a voi vincitori scegliere.- Clicca un pulsante e dal tavolo davanti a noi escono degli ologrammi delle quattro arene. Ogni più piccolo dettaglio è segnato con precisione. Sono molto allettanti tutte e quattro, ma una in particolare mi colpisce: l’arena della quarta edizione della memoria. Sospesa in aria, poche fonti d’acqua e di cibo e gli ibridi che potrebbero ucciderti da un momento all’altro. In quel preciso momento, però, mi sorge spontanea una domanda: che specie d’ibridi? A ripensare a quella parola ,”ibridi”, mi viene il voltastomaco. Il tanfo di rose mi risale su per le narici e la pelle bianca e squamosa mi si contorce nella mente. Il ricordo di Finnick che muore mi si è ormai pianato in testa ed il desiderio di vedere qualcuno soffrire come lui cresce sempre di più. Mentre gli altri discutono un esile suono mi esce dalla bocca e da esile com’era diventa sempre più forte e rimbombante dentro la stanza fino a diventare una sorta di urlo:- Che tipo di ibridi?!MI dica come sono!-. Le altre voci si fermano una dopo l’altra e i loro occhi si puntano pian piano su di me. Cerco di scivolare dentro al mio vestito per nascondermi, ma è inutile. Nessuno mi risponde, ma la Paylor spinge un ulteriore pulsante sul suo tastierino ed accanto ad ogni arena si proiettano anche diverse specie di ibridi. Gli sguardi che fino ad un secondo fa erano costantemente puntati sulla mia faccia si stanno pian piano ritirando e posizionando sugli ologrammi. Peeta mi si avvicina all’orecchio e mi sussurra:- Tutto bene Katniss?-. Faccio segno di si con la testa e mi avvicino lentamente al tavolo. Ci sono così tante mostruose creature, ma la più interessante è una della quarta arena. Un enorme massa nera come il carbone, corna lunghe mezzo metro e appuntite come aghi. Occhi azzurri come il cielo che emanano rabbia da tutti i pori. “Voglio quelli”, penso. Mi faccio avanti chiedendo:- Si potrebbero anche spostare degli ibridi da un’arena ad un'altra?- La Paylor mi scruta cercando di capire che cosa abbia in mente :- Se si vuole, si. Si potrebbe anche fare. Perché?- . Non so come rispondere a questa domanda, so solo che voglio quei tori nella mia arena:- Guardate la numero quattro, gli ibridi più a destra. Che ne pensate?- Haymitch ridacchia, distoglie lo sguardo dagli ologrammi e lo posa su di me :- Non credi che prima dovremmo scegliere almeno l’arena, ragazzina?- . E’ sbronzo come sempre, ha ancora adesso una bottiglia di liquore in mano, quindi non faccio caso alle sue parole. Ha ragione, comunque, così mi faccio indietro e mi rimetto a sedere. Non parlo più per tutta la riunione, mi limito ad osservare i moti della gente attorno a me: la solita impazienza di Johanna, Annie che ogni tanto si tappa le orecchie per cercare di fare uscire qualcosa che non esiste, e quindi che non uscirà mai. Lo sguardo assassino di Enobaria ed il suo mostrare continuo dei denti, la spensieratezza di Haymitch ed il parlare continuo di Peeta. Poi ci sono io, nel mio mondo dove, a volte, non esiste nessun altro a parte me ed i boschi. I silenziosi e spaesati boschi, il mio unico punto di fuga da tutto il mondo che mi circondava, dove correvo, cacciavo e facevo quelle infinite chiacchierate con… Gale. Gale, l’assassino di mia sorella. Nel profondo della mia anima so che non è stata colpa sua, ma della Coin. Più ci penso, però, più mi convinco che sia stata la sua idea delle granate ad uccidere mia sorella. In quel momento i miei muscoli si irrigidiscono, il mio sguardo è cupo e la mia bocca inizia a contorcersi. Peeta mi vede, capisce subito che sto per andare in uno dei miei attacchi d’ansia, così trova una scusa per portarmi via:- Oddio, la mia gamba… fa male, Katniss mi accompagni di sopra? Devo togliermi la protesi.-. Mi schiarisco la voce, rilasso i muscoli e mi passo la manica del maglione sopra gli occhi, per cancellare ogni segno delle lacrime:- Si, andiamo Peeta.-
Saliamo in ascensore, avvicino la testa al suo petto e lui allunga le braccia fino alla mia schiena, stringendomi in un forte abbraccio e dicendomi:- Tranquilla, è tutto a posto. Qui sei al sicuro, sei al sicuro, Vero o Falso?- Così, in un mare di lacrime e singhiozzi, rispondo:- vero…
La notte passa velocemente tra le braccia calde e confortevoli di Peeta. Il mattino seguente la porta si apre cigolando ed il pavimento inizia a scricchiolare sotto i passi di un uomo. La figura barcolla verso di noi, producendo dei versi simili a parole. Non ho ancora capito chi sia per colpa della luce mattutina che mi si riflette negli occhi. E’ sempre più vicino, fino al fondo del materasso: una folata di vento si gli arriva addosso e poi si dirige verso di noi portando una, ormai quotidiana, dose di puzza d’alcol mattutina. E’ Haymitch, inizia a parlarci:- Sai… ho capito che non ti faceva male la gamba, ieri sera. Quindi… che succede bellezza?- In un primo momento non capisco a chi stia parlando veramente, data l’alta dose di alcol che ha nel sangue, poi rispondo:- Non sono affari tuoi, Haymitch.- Lui si mete seduto e si gira verso di noi:- Ok, ok. Ma non scaldarti troppo o rischi di accendere un’altra scintilla.- Questa frase non ha senso, nessuna rivoluzione sta per nascere, allora che intende? Penso che solo lui lo possa sapere, lui ed il suo mondo psicadelico ed alcolizzato. Probabilmente domani non si ricorderà nemmeno di questa conversazione, forse neanche tra un po’ di ore.- Alla fine che arena avete scelto? Ed in quanto agli ibridi?- Chiede Peeta. – Oh, ecco per cosa ero venuto qui. La risposta me l’ero segnata qui da qualche parte. Ah ecco! No, no è solo un pezzo di carta. Comunque, andiamo oltre, ora devo andare sono già le undici.- Dopo questa intrusione mi alzo, vado in bagno e mi vesto. Aiuto Peeta ad indossare la protesi, poi ci dirigiamo di sotto verso la sala da pranzo. Una volta arrivati ci ritroviamo già tutti gli altri seduti al tavolo che mangiano. Mi siedo tra Peeta e Johanna, ed inizio a prepararmi una fetta di pane con la marmellata. Inizio a parlare a Johanna senza distogliere lo sguardo dal pane:- Avete scelto l’arena ieri sera?- Smetto di stare a testa bassa e l guardo dritta negli occhi. Lei risponde solo dopo alcuni minuti:- Oh si! Abbiamo deciso la città in rovina. Ci sembrava  a tutti una buona arena, e poi mancava davvero per finirla. Però  su una cosa ti abbiamo accontentata, oltre agli ibridi dell’arena stessa, aggiungeremo quelle specie di tori . Contenta?- Mi spunta sulle labbra una specie di sorriso, ma non le rispondo, comunque si capisce che mi va bene. Poi si alza in piedi e parla a tutti gli altri:- Bene! Siamo tutti d’accordo sull’arena. Ora, dobbiamo solo fare la mietitura. Beete?- Beete si mette a posto gli occhiali, si asciuga le labbra dall’acqua e poi si alza:- Ho deciso che la mietitura si farà nel giorno stesso di tutte le precedenti, e ad estrarre i nomi saremo noi vincitori. I mentori saremo noi sette, in più ci saranno cinque ulteriori mentori, visto che siamo gli unici vincitori sopravvissuti. Esse saranno: tre soldati esperti, la presidente Paylor ed il soldato Gale Hawtorne.-
 

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