Birthdays Changes

di harry_louis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eleven ***
Capitolo 2: *** Fourteen ***
Capitolo 3: *** Sixteen ***
Capitolo 4: *** Seventeen ***
Capitolo 5: *** Eighteen ***
Capitolo 6: *** Nineteen ***
Capitolo 7: *** Twenty -The End- ***



Capitolo 1
*** Eleven ***


Birthdays Changes


01.02.2005 

11 anni

"Anne non è possibile e non è normale. I ragazzi non si baciano sulla guancia come due ragazzine."
"Ha solo 11 anni Des, è molto affettuoso, il regalo di compleanno di Jake gli è piaciuto e l'ha ringraziato, smettila con questa storia. Non c'è niente di male."
"sì che c'è! Non voglio un figlio così! Vorrei dei nipotini, che porteranno il mio cognome!"
"è tuo figlio Des. Accettalo e basta."
"no, Anne. Non lo accetto e basta. Spera che cambi o me ne vado."
"fai quello che vuoi. Come sempre."

Mi staccai dalla porta della camera dei miei genitori e corsi in quella di mia sorella.
 "Papà vuole andarsene."
"cosa stai dicendo Harry?" non si girò nemmeno a guardarmi era troppo presa dal suo libro.
"l'ho sentito. Lo ha appena detto a mamma."
"perché dovrebbe andarsene?"
"perché ho baciato Jake, sulla guancia. Cosa c'è di sbagliato? Ho fatto qualcosa di male che non riesco a capire?"
"non c'è niente di sbagliato Harry, non ascoltarlo e vai a letto."

 
Ciao a tutti!
Il compleanno di Harry mi mette sempre voglia di scrivere qualcosa a riguardo e quindi ecco quello che mi è venuto in mente quest'anno.
Sarà una raccolta con pochi capitoli che parlerà principalmente di Harry ma ci saranno un po' tutti.
Eh niente, spero vi piaccia e fatemi sapere! :)
Un bacio

 

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Capitolo 2
*** Fourteen ***


Birthdays Changes

20-21.05.2008 

14 anni

"Allora, hai deciso?"
"che cosa, J?"
"ci vieni alla partita con me oppure no? Te l'ho chiesto giorni fa e ancora non mi hai risposto.. insomma è domani.."
"okay."
"okay cosa?"
"okay vengo alla partita con te, Jake."
"davvero?"
"sì, davvero."
"non sei obbligato.. se non vuoi, non importa."
"no, voglio venire."
"oh okay." lo vidi arrossire. "allora ci vediamo lì oppure ti passo a prendere?"
"decidi tu, mi va bene tutto. Ora devo andare, ho inglese, fammi sapere, ciao J." mi alzai dal tavolino della mensa "ti vengo a prendere allora!" mi girai, gli sorrisi e raggiunsi di corsa la classe di inglese.

"Io esco."
"dove vai, nano?"
"vado alla partita, Jake dovrebbe essere a momenti qua."
"vai con lui?"
"sì, mi ha chiesto di andarci insieme."
"cos'è un appuntamento?"
"no, Gemma. Andiamo solo insieme, nessun appuntamento."
"più tardi vado anche io, se vuoi torniamo insieme."
"no. Credo che mi riaccompagnerà lui."
"okay.. divertitevi!"
Il campanello suonò, mi misi la felpa e raggiunsi Jake fuori dalla porta.
"ehy!"
"ciao Harry! bei capelli.." ridacchiò ed incominciammo a camminare.
"sì, ho fatto la doccia di fretta e non ho avuto tempo di asciugarli per bene, scusa."
"no, figurati, mi piacciono i tuoi ricci."
"oh," arrossii. "se vuoi te li regalo."
Mi mise una mano tra i capelli ed incominciò ad accarezzarli. "sono così morbidi."
Rimasi un po' perplesso del gesto, sembrò notarlo e tolse la mano di scatto, poi arrossì.
"scusami, avevo sempre voluto toccarli."
"bastava chiedere." uscì molto più acidamente di quanto volessi. "scusa. E' stato strano."
Annuì e continuammo a camminare fino alla scuola.

"Okay, eccoci qua, vuoi qualcosa da bere? un succo di frutta, una coca cola, una sprite, non lo so?"
"una coca cola va benissimo, grazie."
"vado a prenderla, aspetta qui."
"e chi si muove.."
"Harry!"
due occhi azzurri mi si pararono davanti. "ehy, Niall."
"sei qua da solo? non puoi stare solo ad una partita, unisciti a noi!" incominciò a tirarmi per un braccio.
"no, non sono da solo, sono con Jake."
"Jake Troubourn?"
"sì, quel Jake."
"strano.."
"sì un po'."

"è stato bello.. Grazie." eravamo arrivati sul vialetto di casa mia.
"sì, ma speravo che 
almeno quest'anno vincessero."
"sono dei perdenti, non ci sperare tanto."
Rise e lo seguii.
"bhe, allora io vado.."
"sì, grazie di essere venuto."
"grazie a te di avermelo chiesto."
"okay allora.. ciao."
"ciao Jake." mi girai e mi incamminai verso casa.
"Harry!" Appena mi girai mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Mi staccai quasi subito, era strano.
"scusami.." disse arrossendo.
"no.. è okay.. strano ma okay." mi spostai il ciuffo dalla fronte e sorrisi timidamente.
"io è meglio se vado.."
Annuii e uscì velocemente dal vialetto di casa. Rimasi lì impalato ancora qualche minuto a pensare a quello che era successo.
Mia sorella apparse sul vialetto. "Harry! cosa diavolo era quello?!" si avvicinò così velocemente a me che non vidi nemmeno che espressione aveva.
"era un bacio.." mi resi veramente conto di quello che era successo solo dopo averlo detto ad alta voce. "Jake mi ha baciato." Sorrisi.
"sì, ho visto!" sospirò e si guardò intorno un paio di volte e guardò anche le finestre di casa. "non farlo qui. Non farlo in pubblico, non.. stai sempre attento."
"perché?" risposi confuso.
"tu fallo e basta, okay?" mi prese per una spalla e mi tirò dentro casa.

 
Ciao a tutti, eccomi qua con un altro capitolo! :)
Mi farebbe davvero molto piacere se mi diceste cosa ne pensate..
Un bacio 



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Capitolo 3
*** Sixteen ***


Birthdays Changes

26.06.2010

16 anni.

"perché non vuoi dirglielo? insomma è due anni che stiamo insieme. Ti prego."
"Jake non è che non voglio dirglielo è che non posso dirglielo, non voglio che se ne vada di casa per colpa mia. Cosa non ti è chiaro ancora? Abbiamo bisogno di lui a casa."
Uscii dal suo letto e mi rivestii.
"e gli chiederai di Brighton?"
"sì, credo di sì."
"e credi che ti manderà?"
"penso di sì."
"ma ci vuoi venire? non sembri tanto convinto. Sei sempre così scettico, pensi così tanto alle cose."
"devo stare attento, e lo sai. Devo andare, si è fatto tardi. Non so più cosa inventare." Presi le ultime cose dal comodino e le infilai in tasca.
"per esempio potresti dirli che hai passato tutto il pomeriggio a strusciarti nudo con il tuo fidanzato nel suo dannatissimo letto." 
"oppure che mi si è tolta la catena della bicicletta." mi sistemai i capelli e mi avviai alla porta.
"scusami?!"
"che c'è?"
"non me lo merito un bacio?" Tornai indietro e mi abbassai per dargli il bacio che desiderava.
"ora devo davvero scappare."
"sì, chiamami."
Scesi di corsa le scale, salutai di sfuggita i genitori di Jake, loro sapevano di noi.. Mia sorella lo aveva saputo fin da subito, e poco tempo dopo non riuscii a tenerlo nascosto anche a mia madre. 
Se mio padre lo avesse saputo non saprei cosa sarebbe successo, a me e alla nostra famiglia.
Presi la bicicletta e tornai a casa.

"Alleluia, sto morendo di fame!"
"scusate, si era tolta la catena della bicicletta e non riuscivo a rimetterla."
"cosa te lo abbiamo dato a fare il cellulare se non lo usi mai." si lamentò mio padre mentre mi sedevo a tavola.
Se sapesse che quel cellulare lo uso per rispondere ai messaggi perversi di Jake non saprei cosa direbbe.
Mia sorella cominciò a ridacchiare perché lei lo sapeva
"Jake mi ha chiesto di andare a Brighton con lui e la sua famiglia a luglio, per le vacanze."
"è una domanda o un'affermazione?" chiese mio padre.
"una domanda."
"così il tuo amichetto frocio ti ha chiesto di andare con lui a fare una vacanzina da fidanzatini a Brighton. La risposta è no."
Sbiancai, mia madre fece finta di nulla ma a mia sorella cadde la forchetta nel piatto.
"non è una vacanza da fidanzatini." risposi, cercando di essere il più credibile possibile.
"è quello che siete, o sbaglio?"
"non stiamo insieme. Il fatto che lui sia così, non vuol dire niente. Siamo amici da tanto tempo e a me non importa della sua sessualità."
"forse perché tu sei esattamente come lui." Non sembrava arrabbiato, era non lo so, sembrava lo sapesse e che volesse solo una conferma.
Se lo avrei lasciato nel dubbio non se ne sarebbe andato di casa, dovevo solamente mentire, ancora.
"credi di potermi prendere in giro, Harry?" ripose la forchetta accanto al piatto.
"no, assolutamente."
"Bhe, sappi che la gente vede e parla e io ci sento benissimo. Credi che non lo sappia?" si rivolse anche a mia sorella e mia madre "credevate che fossi così stupido da non capire che Harry frequentasse quel ragazzetto?" Mia madre continuò a mangiare ignorandolo, mia sorella rimase impassibile.
"probabilmente io l'ho capito molto prima di voi, fin dal suo undicesimo compleanno io dissi che era frocio. E tu," si rivolse a mia madre "volevi che aspettassi perché era un ragazzino solo molto affettuoso. E ora cosa hai da dire Anne? che è sempre affettuoso? o che è frocio proprio come avevo detto io?"
"Smettila Des. Se dice che non è vero, vuol dire che non è vero."
"Io l'ho detto e l'ho visto. La sera della partita."
"non è vero! avevo controllato, non c'era nessuno alla finestra!" urlò mia sorella per poi tapparsi la bocca subito dopo con tutte e due le mani.
"e a me chi l'avrebbe detto che si sono baciati?"
Dopo minuti di silenzio parlai di nuovo. "hai ragione. è vero. Jake è il mio fidanzato." 
"Harry!" mia madre e mia sorella mi urlarono contro insieme.
"Lo sa già! cosa vuoi nasconderli ancora?! che cosa?! L'ho sentito quella notte, disse che se fossi stato gay se ne sarebbe andato. Che se ne vada allora! Sto con Jake e mi sta bene. Sono stato anni attento, a nascondermi per non farmi vedere da te o dal resto delle persone, ma non voglio più nascondere quello che sono. Se non gli sta bene per me può anche andarsene."
"bhe, qui non ho altro da fare, né da dire." si alzò dalla sedia ed uscì dalla cucina.
"sei impazzito?! non può andarsene!" Gemma si alzò e gli corse dietro. Si alzò anche mia madre e incominciò a sparecchiare la tavola.
"credi che se ne andrà veramente?" le chiesi.
"dovresti conoscere tuo padre, Harry."
"non credo di conoscerlo. Insomma okay, sono diverso, ma sono suo figlio, dovrebbe accettarmi, sempre e comunque."
"non se questo attacca la sua reputazione. Fa sempre quello che dice, probabilmente ora si sta preparando la valigia e se ne sta andando. E tu non sei ne sbagliato, ne diverso, sei Harry e a me non importa."
"e non ti importa che se ne vada?! è tuo marito!"
"sono io a non essere più sua moglie da tanto tempo ormai. Non accetto di avere un marito così, un uomo che non accetta i miei figli non merita di essere mio marito." Mia madre era sempre così forte, non solo per se stessa, per tutti.
Suonò il campanello. "vado io." Andai ad aprire alla porta era il fidanzato di mia sorella, Liam. "ehy, entra." gli feci spazio per entrare.
"Gemma?"
"non te ne puoi andare! solo perché c'è Harry non vuol dire che devi lasciare anche me!"
Mio padre stava scendendo le scale con una valigia in una mano e Gemma in lacrime attaccata all'altro braccio. 
"non me ne vado anche per te Gemma, ci sarò sempre per te, e poi hai 20 anni, vai via anche tu da questa casa. Bene, addio." Prese il cappotto ed uscì di casa, chiudendosi con forza la porta alle spalle.
Mia sorella si lasciò andare in lacrime tra le braccia di Liam, che aveva una faccia davvero confusa. "posso sapere cosa è successo?" chiese infatti.
"è tutta colpa di Harry! se per una volta tenesse quella dannata bocca chiusa!"
"non mi pare che tu sia stata zitta!"
"mi è scappato! tu l'hai ammesso!"
"lo sapeva già!"
"e tu gli hai dato il via per lasciarci!"
Mia madre arrivò dalla cucina. "la volete smettere! Vostro padre ha fatto la sua scelta, sbagliando, ma ha scelto così, la decisione è stata presa. Non c'è più niente da dire. Andremo avanti senza di lui."
"ed i soldi?!"
"a questo penseremo domani. Ora tu e Liam andate di sopra e tu Harry se vuoi puoi chiamare Jake e farlo venire qua o Niall, o andare tu da loro, basta che torni prima di mezzanotte."
Mia madre era forte, non mostrava mai segni di debolezza, eppure stasera, nei suoi occhi, c'era qualcosa che si stava sgretolando, e in parte sapevo che era per colpa mia.

"Allora io vado."
Mia madre mi venne incontro sorridendomi e mi abbracciò forte. "divertiti a Brighton ma non fare cavolate, non voglio avere problemi con i Troubourn."
"mamma, li conosco da una vita."
"sì, lo so. Ma è la prima volta che passi due settimane da loro, giorno e notte."
"starò attento, non preoccuparti. E poi starò per tutto il tempo con Jake ed i suoi amici."
"oh, stai attento anche con quello, okay?"
Arrossii "mamma.."
"sì, sì lo so. Adesso vai, Jake ti sta aspettando."
"ah, Gemma, quando torna.. dille che la saluto.."
"puoi sempre chiamarla Harry."
"non mi risponderebbe, mi odia."
"non ti odia, è solo scossa per la cosa di suo padre. Gli vuole molto bene."
"credevo volesse bene anche a me, però."
"Gemma o tuo padre?"
"tutti e due. Ma a quanto pare no."
"sai benissimo che non è così. Tu prova a chiamarla e se non risponde continua a chiamarla vedrai che risponderà."
Il clackson suonò di nuovo. "okay, ora vai davvero, se no ci ripenso e ti faccio restare a casa con me tutta l'estate."
"non andrai da nessuna parte? non voglio che tu stia da sola."
"non pensarci, ora vai! su!" mi spinse fuori di casa, quasi tirandomi la valigia dietro. "fai buon viaggio!"
Jake scese dalla macchina e mi venne incontro. "finalmente, pensavo ci avessi ripensato." Mi prese la valigia dalle mani e la mise nel bagagliaio della macchina. 
"perché avrei dovuto?"
"non lo so.. è che sei sempre -"
"scettico?"
"sì.." rise. 
Gli sorrisi. "lo dici spesso."
Vedrai che non lo sarò più, mio padre se n'è andato e posso fare quello che voglio. 
Ancora non glielo avevo detto. Non so perchè. Quella sera andai da Niall e mi sfogai con lui fino alle 3 di notte. Piansi come una ragazzina di 13 anni, insomma era sempre mio padre, e un po' di bene glielo volevo, adesso non lo so. So solo che sto bene senza di lui, senza dover sempre stare attento, in tensione continuamente, andare a letto con un mal di testa allucinante per esser stato tutto il giorno pensando a dove potevo andare a cosa potevo fare e cosa non potevo fare in pubblico con Jake, cercando di non trovare qualcuno che conosceva mio padre che glielo avrebbe detto.
Da quando mi sono messo con Jake sono dimagrito quasi 10 kg, sto bene così, ho sempre i miei fianchetti morbidi che Jake adora, ma prima stavo meglio, ero più in carne, meno scheletrico, e non avevo così tante occhiaie.
Questa situazione mi stava distruggendo e non me ne stavo nemmeno accorgendo.
Mi sedeii in mezzo a Jake e alla sua sorellina più piccola Livia, di 11 anni, segretamente innamorata di me, ma Jake me lo aveva confessato.
I suoi genitori salutarono mia madre con la mano dal finestrino e la macchina partì.
Dopo un'ora di viaggio "allora Harry? alla fine tuo padre ti ha fatto venire?" la madre di Jake, leggermente appisolato contro la portiera, mi chiese. Giocherellai ancora un po' con le dita di Jake incastrate con le mie.
Se lo dicevo a lei cosa cambiava? Lo avrei detto anche a Jake prima o poi. 
"sì, lui," mi schiarii la voce "lui ha scoperto che.. io e Jake stiamo insieme e se n'è andato di casa."
"lui che cosa?!" Jake si risvegliò improvvisamente dalla dormiveglia."perché non me lo hai detto?!" 
"io, volevo dirtelo, cercavo solo il momento giusto, scusa."
"dio, ti sarei stato vicino."
"non preoccuparti, sapevo che sarebbe andata così, lo aveva già detto. E poi lo sapeva, non c'era più motivo per mentirgli."
"lo sapeva?"
"sì, ci vide la sera della partita, sotto casa.."
"ah.. e, stai bene?" mi diede un bacio sul collo, sopra la collana che mi aveva regalato mio padre quando avevo 5 anni, lui l'aveva uguale, chissà se la indossa ancora. 
Sorrisi. "sì." cercai di cambiare discorso subito. "Dove siamo Signor T?"
Ora che ci pensavo non sapevo quale era il nome del padre di Jake, fin da piccolo lo chiamavo Signor T perché per me il loro cognome era impronunciabile. "Siamo vicino Crawley.. manca mezz'oretta."
"perfetto. sono eccitato!" mi resi conto di quello che avevo detto e arrossii. "perché non sono mai stato a Brighton.. non per altro.."

Erano due giorni che eravamo a Brighton e l'adoravo, era piena di giovani e persone gentili, ci sarei voluto stare per sempre. 
Con Jake ed i suoi amici, erano davvero carini e mi avevano accettato senza problemi, non che non fossi socievole, avevo un sacco di amici a scuola ma mi metteva un po' in tensione conoscere persone nuove, eravamo andati al falò sulla spiaggia. 
Io e Jake ci eravamo spostati in una parte di spiaggia più appartata. In due giorni non eravamo mai stati davvero soli, tra sua sorella e i suoi genitori che erano sempre tra i piedi era impossibile scambiarci qualche effusione
Eravamo anche un po' ubriachi, non credo di reggere molto bene l'acol.
Ci stavamo rotolando da un po' sulla spiaggia. Le sue mani erano a stringere i miei fianchetti morbidi e le mie erano tra i suoi capelli. 
Mi incominciò ad alzare la maglietta. "J.."
"mhm." mi baciò il collo.
"che.. che stai facendo?" si fermò, era tra le mie gambe, tutto scapigliato, le guance arrossate e anche eccitato, lo sentivo, eravamo molto a contatto.
"che sto facendo?"
"te lo sto chiedendo."
"pensavo volessi..fare.. sai.." oh, oh
"sesso?"
Arrossimmo tutti e due quando pronunciai quelle parole. Non avevamo mai fatto niente del genere, cioè solo qualche strusciatina nel suo letto ma niente di così profondo. Non ci avevo mai davvero pensato, forse avrei dovuto, anche documentarmi su certe cose, non che non sapessi niente, ma mi sarei dovuto preparare, almeno tecnicamente a questa cosa. Almeno sarei preparato per questa situazione così imbarazzante.
Era Jake, lo conoscevo da una vita, forse era per quello, ma era lo stesso imbarazzante.
"sì..?" rispose.
"sì! cioè no!  non qua, non credo di.. no!" mi allontanai un po', togliendo le mie gambe dai suoi fianchi e sedendomi a gambe incrociate di fronte a lui, ancora in ginocchio.
Mi schiarii la voce. "io non credo di essere pronto per una cosa del genere. Non ora, non ne abbiamo nemmeno mai parlato e non so nemmeno cosa dire. Perché diamine è così imbarazzante?" mi spostai il ciuffo dalla faccia e respirai profondamente. "io non voglio fare sesso ora."
"sesso in generale o con me?" 
"che cosa stai dicendo?"
"rispondimi!"
"con te!" con chi altri se no.
si alzò "quindi se capita un ragazzo qui a caso non aspetteresti altro che farci sesso?!" scosse la testa e si allontanò.
Cosa? "cosa stai dicendo?!" 
Ritornò al falò lasciandomi lì.
"perfetto, grazie tante Jake."

24.12.2010

Da quella sera a Brighton tra me e Jake era cambiato qualcosa, litigavamo quasi sempre per cose ridicole per di più e non riuscivamo più a stare bene come prima, ci siamo allontanati anche un paio di volte e ci si siamo rimessi insieme perché perdere quello che avevamo ci sembrava troppo.
Non so cosa era successo esattamente, so solo che mancava qualcosa.
Tutto questo ci portò a lasciarci, esattamente oggi, con il regalo sbagliato che ci eravamo fatti ci siamo resi conto che così non poteva più andare.
"allora finisce qui?" mi chiese di nuovo.
"Jake, guardaci. Ci conosciamo da un vita e non abbiamo nemmeno azzeccato che regalo di Natale farci. E' la vigilia di Natale e stiamo perdendo tempo con un vaso rotto che non si può riparare, non più. Ci abbiamo provato più volte, abbiamo provato a risolvere la cosa ma non ci siamo riusciti. Tutto quello che abbiamo passato è stato meraviglioso e non lo dimenticheremo mai, ma non vale più la pena di continuare."
"non mi pare che ti dispiaccia così tanto lasciarmi."
"non ti sto lasciando J. Ci stiamo lasciando entrambi."
"io non voglio lasciarti. Riproviamoci, l'ultima volta. Se non funziona la finiamo. Ti prego."
Si avvicinò a me e mi prese la testa tra le mani "ti prego. Ti prego Harry. Ti amo troppo per lasciarti andare." i suoi occhi erano lucidi, il blu dei suoi occhi era così profondo.
"Jake sono stanco di riprovare. Io ci tengo a te, ma manca qualcosa. Non lo senti?"
"no. non sento niente Harry. Ti prego." stava piangendo e mi sentivo soffocare tra le sue mani "dio santo Jake, basta!" scacciai via le sue mani. "cosa non capisci?! non funziona più."
"dammi un buon motivo percui non possiamo riprovarci di nuovo."
Non funziona più, siamo un vaso rotto, manca qualcosa tra di noi. Tutte cose già dette che sembravano non dare un buon motivo.
"ho un altro." cosa? non è vero, è una bugia!
Dalle sue labbra uscì un lamento di dolore e poi si lasciò cadere in ginocchio sulla neve nel giardino di casa sua.
"hai detto tutte quelle stronzate sul vaso solo per coprire il tuo tradimento?!?"
No, no, no! le pensavo davvero, ma sembravano così inutili.
"sì."
"sei un bastardo, Harry! io non ti ho mai tradito! mai, ti sono sempre stato fedele! come un fottuto cane e tu mi hai tradito come se tutto quello che avevamo fosse stato niente per te! pensavo ti importasse qualcosa di me, solo un qualcosa.. invece niente.. niente!"
Non è vero, non è vero! guardami negli occhi e dimmi che non mi credi, sai che il motivo è che non funzionava vero? ti prego, non voglio vederti soffrire.
"mi dispiace."
"vattene."
"ti congelerai se starai ancora in mezzo alla neve."
"come se t'importasse! Vattene! non voglio vederti! mai più! sparisci dalla mia vita!" 
I suoi occhi continuarono a rilasciare lacrime ed erano rossissimi. 
Indietreggiai ed andai a casa a piedi, con il suo regalo in tasca e un pezzo di cuore lasciato cadere su quella neve dove avevo distrutto il cuore di Jake.

 
Ciao a tutti, eccomi qui! Ecco il nuovo capitolo, il capitolo "della svolta" se così posso chiamarlo.
Spero vi sia piaciuto, sto cercando di aggiornare tutti i giorni, in modo da diminuire l'attesa. Da qui incomincia la vera e propria "faccenda".
Ripeto, mi farebbe davvero molto piacere se mi diceste che cosa ne pensate, non siate timidi, non mangio nessuno :3


Un bacio 





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Capitolo 4
*** Seventeen ***


Birthdays Changes


01.02.2011

17 anni.

"Auguri Harry!" 
"grazie mille!"
Niall ed altri amici avevano organizzato una festa per il mio compleanno in una discoteca vicino casa, avevano programmato tutto senza che me ne accorgessi minimamente, ero troppo preso dalla scuola per poter pensare che oggi era il mio compleanno.
Da quando mi ero lasciato con Jake pensavo solo alla scuola, o meglio, tenevo la mente occupata con la scuola per non pensarci. Lo avevo rivisto un paio di volte per i corridoi della scuola e non sembrava stare tanto male e la cosa mi rendeva quasi felice, non volevo che soffrisse tanto per uno stronzo come me, non lo meritava.
Quando finii di bere il mio drink, la discoteca era già piena di persone, di cui ne conoscevo o avevo visto in giro al massimo 20.
Restai al bancone per quasi tutta la serata, non ero bravo a ballare e non mi piaceva nemmeno tanto.
Niall mi raggiunse dopo aver pomiciato per ben 45 minuti con una mora tutta tette.
"wow." si mise a sedere accanto a me ed ordinò qualcosa al barista.
"45 minuti amico, sei serio?"
"abbiamo anche parlato. Diciamo che abbiamo parlato per tipo 10 minuti."
"Oh andiamo, Niall!"
"tu invece? non hai trovato nessuno?"
"per cosa?"
"per divertirti? andiamo Harry è il tuo compleanno!"
"non ho voglia, e poi per domani dovevo ancora finire i compiti ."
"scherzi vero?"
"è la tua festa di compleanno e tu pensi alla scuola? ma che problemi hai? Comunque prima ho visto Jake, se pensi che lui sia la persona con cui stasera potresti divertirti, va' pure. Io torno dalla mia amica." Finì l'ultimo sorso del suo drink e si rinfilò nella mischia a cercare la sua amica. Seguendo Niall che si immischiava intravidi un ragazzo davvero carino, che però si stava strusciando con un moretto davvero sexy molto più carino di me, quindi abbandonai subito l'idea che potesse essere lui il ragazzo con cui mi sarei divertito. Mentre continuavo a fissarlo muoversi addosso a quello, incontrò il mio sguardo. Rimanemmo un po' a fissarci e poi lo distolsi perché stava diventando veramente imbarazzante. Arrossii violentemente, nemmeno sapendo perché. Sentivo ancora il suo sguardo addosso e stavo veramente schiantando di caldo, così decisi di uscire a prendere un po' d'aria.
Appena misi piede fuori mi resi conto che faceva davvero freddo e non avevo nemmeno pensato a fare un salto nel guardaroba a prendere il giubbotto. Che demente sono.
Mentre stavo ancora pensando se congelarmi o andare a prendere il giubbotto la porta da cui ero uscito minuti prima mi venne addosso colpendomi in pieno.
"oh merda. scusami, che cazzo ci facevi dietro la porta?!"
Mi stavo per girare per tirargli un cazzotto, ma appena vidi che era il ragazzo di prima che fissavo, l'unica cosa che pensai fu 'che bello che è.' "scusa." e per cosa?
Sembrò far finta di nulla "cosa ci fai al gelo di febbraio senza giubbotto?"
"stavo prendendo un po' d'aria."
"per calmarti dopo avermi visto?" ridacchiò, tirò fuori dalla tasca del giubbotto un pacchetto di sigarette ed un accendino.
Scossi la testa ma non risposi. Cosa gli dovevo rispondere? sì? così pensava che mi piaceva, e infatti mi piace, è un bel ragazzo. no? è troppo ovvio, lo stavo fissando, sono arrossito, e probabilmente mi ha anche visto irrigidirmi sullo sgabello.
"sai di chi è questa festa?"
"teoricamente sarebbe mia."
Tossì strozzandosi con il fumo della sigaretta. "cazzo. Non mi hanno mai beccato come infiltrato ad una festa. Di solito chiedo in giro ma non becco mai il festeggiato o quello che è."
"la maggior parte della gente là dentro non so nemmeno chi sia. Ha fatto tutto un mio amico, io dovrei essere a casa a studiare veramente."
"sei bravo a scuola?"
"sì, cioè, cerco di impegnarmi. Tu?"
"ti sembro uno che va a scuola? o che anche solo sia bravo?"
"perché io ti sembro uno bravo?"
"no, ma lo sei."
"quindi lo potresti essere anche tu.."
"cazzo, sei bravo davvero."
"perché?"
"hai una mente aperta."
Lo guardai confuso.
"scusa, è che il ragazzo del mio amico è un secchione ed è fissato con questa mente aperta e mi ha fatto una testa grande quanto un pallone."
"sei di qua?" chiesi.
"no, io e Zayn, il mio amico, siamo di Brighton. Il suo fidanzato è di qua, ed è anche lui che ci ha invitato."
"chi è? forse lo conosco."
"Liam."
"Liam cosa?"
"P qualcosa, non ricordo."
"Liam Payne?"
"sì, lui. Lo conosci?"
"sì, più o meno. E' un amico di Niall, quello che ha fatto la festa."
"allora alla fine non sono così infiltrato.." Ridemmo. "dio, ti stai gelando, torna dentro."
Guardai le mie braccia e avevo la pelle d'oca, alzai le spalle in noncuranza, non so se 
la avevo per il freddo o perché lui mi aveva parlato o anche solo notato.
"già." buttò la sigaretta per terra, aprì la porta e mi spinse dentro.
"ci avrei scommesso che se non fossi entrato con te saresti rimasto a congelarti là fuori."
"non è vero."
S'incamminò verso il guardaroba e spontanaemente lo seguii. "cos'è? mi segui?"
"scusami, non ci ho pensato, e poi stavamo parlando, mi è venuto spontaneo.."
"non preoccuparti .. com'è che ti chiami? per la mia pessima memoria potrei anche essermi scordato di avertelo chiesto ma davvero non lo ricordo."
"Harry. Sono Harry."
"ed io sono Louis."
"piacere Louis.."
"mi piace come dici il mio nome. Ci sono solo poche persone a cui mi piace come dicono il mio nome. Non farci caso, non sono normale, devo aver sbattuto la testa forte da qualche parte quando ero piccolo." Accompagnò le sue parole sventolanto una mano in mezzo a noi.
Scoppiai a ridere. "che c'è?" chiese, ma non riuscivo a fermarmi e alla fine mi seguì ridendo. "la tua risata mi fa morire." continuò a ridere.
L'ha detto davvero o me lo sono sognato?
"andiamo sul divanetto?" chiesi.
"vuoi andare sul divanetto con me?"
"almeno che tu non voglia cacciare qualcuno dagli sgabelli è l'unico posto a sedere libero che vedo."
"oh, allora okay."
Mi feci spazio tra la gente ed arrivai al divanetto che avevo intravisto prima.
Appena si mise a sedere anche Louis, una coppietta pensò bene di venire proprio a pomiciare lì così Louis dovette spostarsi appiccicato alla mia gamba.
Appena alzai lo sguardo vidi che nella folla, proprio di fronte a me c'era Jake.
Mi sorrise appena "ehi.."
"ciao Jake."
"è lui, non è vero?" indicò Louis.
Stavo per chiedergli cosa intendeva ma poi capii.
"no, lui..-"
"hai perfettamente ragione, è perfetto, complimenti Harry." i suoi occhi si riempirono di lacrime, ma prima che una potesse cadere si girò ed andò via.
"chi diamine era quello?"
"lui.. era il mio ex."
"oh, scusami. Vuoi seguirlo?"
"no, non abbiamo più niente da riparare, non funziona."
"quanto tempo siete stati insieme?"
"dal 2008, fino a questa Vigilia di natale."
"uh, il mio compleanno."
"sei nato la vigilia di Natale?"
"sì, sai che sfiga."
"no, invece deve essere figo. Tutti che si riuniscono per festeggiare la Vigilia ed insieme anche il compleanno. Dovrai sempre aver avuto un sacco di persone ai compleanni."
"peccato che tutti i miei amici erano a festeggiare la Vigilia e non il mio compleanno. Ho sempre avuto i compleanni in famiglia. Che due palle. E poi ricevevo sempre un regalo al posto di due, è ingiusto." Mise un broncio che mi fece ridacchiare. "quanti anni festeggi Harry?" 
"17" risposi tutto fiero.
Rise. "ma sei un piccoletto!" mi diede una leggera spinta con la spalla.
"perché tu quanti anni hai Louis?"
"19, ma per l'anno in cui siamo sarebbero già 20." rispose ancora ridacchiando.
"sei grande.."
"sei tu che sei piccolo."
"e sei tu che sei ad una festa piena di 16enni che ne devono ancora compiere 17, sembreresti quasi un pedofilo."
"avrei dovuto aspettarmelo che eravate tutti così piccoli, avrei dovuto pensare all'età di Liam."
"puoi smetterla di dirmi che sono un piccoletto? mi fa sentire stupido. E poi anche tu quando ne avevi 17 eri un piccoletto." appena mi resi conto di quanto ero sembrato acido arrossii.
"scusami Harry." quando diceva il mio nome accarezzava le lettere, lo diceva lentamente e mi faceva morire.
Probabilmente quelli dietro di noi avevano dato una gomitata sulla spalla di Louis perché si era avvicinato così tanto che sentivo il suo respiro sulla guancia. Si girò verso di loro. "scusatemi? se volete andare così oltre levate il culo dai divanetti e trovatevi una stanza. Alzatevi e sparite."
I due si alzarano e sparirono.
"libertà."
no.. stavo bene appiccicato a Louis.
"allora Harry.. raccontami qualcosa di te."
"ho solo 17 anni, cosa credi che sia successo nella mia vita. Raccontami di te piuttosto."
"sei bravo a rigirare le situazioni, eh."
"non ci pensare, racconta."
"non so cosa raccontare.." dal tono della sua voce sembrava veramente a disagio.
"scusami. Posso farti comunque qualche domanda?"
"perché vuoi conoscermi così tanto?"
"perché non ho nient'altro da fare, e sono curioso di natura, mi dispiace."
Ridacchiò scuotendo la testa. "fa pure il tuo interrogatorio allora.."
"ti piacciono gli animali?" 
"uhm, sì, a casa ho un cane."
"io ho un gatto, si chiama Dusty. Hai delle sorelle o fratelli?" solo dopo mi resi conto di quanto ridicole fossero le mie domande, ma non sembrò farci molto caso e lo ringrazii mentalmente più volte.
"quattro sorellastre."
"accidenti."
"insopportabili."
"hai detto che sei di Brighton?"
"sì, sono venuto via ad inizio gennaio."
"ci ho passato quest'estate, con il mio ex. Eravamo in una casetta vicino al lungo mare. Saint James's Street mi sembra."
"scherzi? la casa di mia nonna è proprio lì sulla Lower Rock Gardens, vicino alla chiesa. C'eri al falò di luglio?"
"sì!"
"dio, come ho fatto a non vederti."
"perché?"
"non passi inosservato." continuò a guardarmi negli occhi.
Finché non arrivò il suo amico. "Boo." Boo?
"Zayn. Lui è Harry."
"sì, Liam mi ha detto. Ciao Harry."
Lo salutai con un cenno della testa, i suoi occhi mi mettevano soggezione, ed il fatto che conoscesse Louis così tanto mi metteva quasi paura.
Lo vedevo che si conoscevano da secoli. Si capivano con un solo sguardo.
"Liam?"
"è andato a ripescare il biondino dalla tazza del cesso."
"dio, Niall." mi alzai.
"dove stai andando?" Louis mi riprese per un braccio.
"vado ad aiutare Liam."
Annuì "vengo con te."
Raggiunsi Liam e Niall in bagno. "che è successo?" Niall aveva ancora la testa nella tazza.
"eh, indovina. Non può tornare a casa in queste condizioni." si lamentò Liam.
"doveva venire a dormire a casa mia. Se mia madre lo vede così ci uccide tutti."
"e che facciamo?"
"gliela facciamo passare." intervenne Louis. Andò dietro Niall e lo prese da sotto le braccia, per spostarlo dal cesso. "che cosa hai bevuto?"
Niall rise da solo "birra e vari drink, credo. Non lo so, ma tu chi sei?" incominciò a parlare da solo, ma non continuai ad ascoltarlo.
"un miscuglio praticamente. Liam vai a prendere un bicchiere di acqua e dello zucchero. Harry aiutami, lo portiamo sul divanetto. Non può stare con la testa nel cesso." Lo tirò su, io presi le gambe di Niall e lo portammo sul divanetto, facendolo stendere.
Liam ci raggiunse con il bicchiere d'acqua. "dov'è Zayn?"
"sarà a fumare."
"che cosa?"
"qualcosa Liam, lo sai."
Mi lasciò il bicchiere e lo zucchero in mano e sparì tra la folla.
"fumare cosa..?"
"lascia stare Harry, non entrare in cose più grandi di te."
Mi prese il bicchiere dalla mano e lo diede a Niall.

"portiamolo a casa nostra. Non può andare così dalle loro mammine." Zayn era tornato senza Liam.
"vengo anche io."
"non te lo rubiamo Harry. Evitiamo soltanto che vi facciano troppe domande." mi rispose Louis.
"sì, lo so. Ma mia mamma sa che torno con Niall, non posso tornare senza di lui, mi chiederebbe dove l'ho lasciato, e a quel punto cosa le rispondo, eh?"
"okay, okay. Andiamo, prima che collassi qua."
"dov'è Liam, Z?"
Zayn guardò Louis, non disse niente, ma Louis annuì comunque.
L'avevo detto che si capivano con un solo sguardo.
Io e Zayn prendemmo Niall e seguimmo Louis, fino alla sua macchina.
"wow. E' tua?" chiesi.
"papà."
Mettemmo Niall sui sedili posteriori ed io finii accanto a Louis nei sedili davanti.
Ci mettemmo davvero poco ad arrivare a casa, non abitavamo nemmeno lontani.
Scaricammo Niall ed entrammo in casa.
"wow, è bella grande per solo voi due."
"è di mio padre.. prima di conoscere mia madre abitava qua, non ci viene quasi mai, solo per lavoro quando sale a Londra. Ora troviamoti un letto, Zayn dormirà sul divano, Niall nel suo letto, tu nel mio e io cercherò il materasso che c'era prima."
"non voglio disturbare, posso-"
"no, va bene così." 
sorrise e poi sparì  per la casa lasciandomi in salotto, dall'orologio sul muro vidi che erano quasi mezzanotte e mezza. Mi chiesi come diavolo era passato così velocemente il tempo soltanto parlando con Louis.
Guardandolo negli occhi avrei potuto veramente dimenticarmi del mondo intero.

"Louis?"
"hmm, sì?"
"potresti smetterla di girarti in continuazione? Il tuo spostarti sempre non mi fa dormire."
"questo materasso non mi fa dormire."
"vieni nel letto."
"ci sei tu."
"vieni con me." Si girò di nuovo. 
"con te?" Arrossii per quello che gli avevo detto. "sì.." mi spostai dall'altra parte del letto per fargli capire che non stavo scherzando e che poteva davvero dormire nel suo letto.
Lo sentii disfarsi della coperta e buttarsi sul letto accanto a me. "grazie."
"grazie a te."
"per cosa?"
"per Niall e per avermi fatto restare, alla fine siamo sconosciuti."
"eppure mi sembra di conoscerti da sempre.. Ah Harry, tanti auguri."
E dopo tanto tempo mi addormentai con il sorriso sulle labbra.

Ciao a tutti! 
Scusate se è lunghissimo ma non potevo davvero dividerlo (probabimente anche il prossimo sarà un po' lungo)

Finalmente appare Louis :D
Non mi dilungo in chiacchiere, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che qualcuno mi faccia sapere cosa ne pensa, e al prossimo! 

Un bacio

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Capitolo 5
*** Eighteen ***


Birthdays Changes

01.02.2012

18 anni

"allora? cosa ne pensi della tua festa? meglio di quella di Niall dell'anno scorso?"
"sì, Louis, sì."
"non sembri tanto convinto..."
"perché di solito sono convinto?"
"c'è qualcosa che non va?"
Ci sei tu che non vai Louis.
"no, è okay. Grazie."

"glielo hai detto?"
"no, Niall. Non posso dirglielo e basta."
"perché no?!"
"perché è Louis. Ci tengo troppo per rovinare tutto quello che abbiamo."
"l'unica cosa che avrai Harry è un cuore spezzato, e non sarà quello di Louis."

Salutai Liam, Zayn e Niall ed uscii dal locale. Louis l'avevo perso di vista. Gli avrei mandato un messaggio più tardi.
Non appena uscii "dove stai andando Harry?!" Louis mi stava seguendo con il cappotto in mano ed il cappello messo male in testa. Mi fermai ed aspettai che mi raggiungesse.
"sto andando a casa.."
"perché?"
"mi è venuto mal di testa con tutta quella musica e poi non ho nessuna voglia di festeggiare."
"ma è il tuo compleanno.." era un po' deluso che me ne stessi andando dalla mia stessa festa, che aveva organizzato appositamente per me.
"non ho bisogno di tutta quella gente per festeggiare il mio fottutissimo 18esimo compleanno." mi basteresti tu.
"okay, allora andiamo da qualche altra parte. Io e te. Ovunque tu voglia. Non passerai il tuo compleanno da solo a casa."
"voglio davvero andare a casa.."
"se andiamo a casa tua, ti faccio una torta. Vuoi davvero correre il rischio?"
"pur di andare a casa sì."

"okay."
Louis non era mai stato a casa mia, non ne avevo mai parlato a mia madre, era il mio piccolo segreto. Era troppo speciale perfino da condividere con lei. Infatti quando entrammo in casa la sua faccia era molto confusa, era praticamente un estraneo, ma Louis non ci fece caso e si presentò.
"lui.. vuole farmi una torta. Per il mio compleanno." spiegai poi.
"oh, okay." Sorrise ed andò in cucina.
Accompagnai Louis in cucina, seguendo mia mamma.
Mentre mia mamma lo aiutò a prendere tutti gli ingredienti ci raggiunsero anche Gemma e Liam.
"non dovresti essere alla festa?"
"Louis voleva farmi una torta."
"uh, ti aiuto!" mia sorella era fissata con le torte ed i dolci, sarebbe stato strano se non si fosse offerta.
"allora, Louis, cosa vuoi preparare?"
"tu seguimi, poi lo scoprirai."
Incominciarono a darsi da fare tra cucchiai e ciotole mentre io e Liam andammo a guardare qualcosa alla tv.
"Gemma, quanto ti manca? dobbiamo andare."
"voglio vedere la torta finita, poi possiamo andare, promesso."
Avevano infornato e ora stavamo tutti aspettando che si cuocesse. Ero veramente curioso di cosa avesse fatto Louis, per me.
Spero sentisse quanto me quanto fossimo speciali l'uno per l'altro.
Facevo di tutto per evitare di pensare al fatto che ero completamente e follemente innamorato di lui. Poi lo vedevo e mi chiedevo come facevo a evitarlo, era impossibile. Era perfetto
Quando Jake lo vide la notte del mio compleanno disse che era perfetto, e solo ora mi rendo conto che lui sapeva, lui aveva capito tutto fin da subito, mi conosceva così tanto.
Il suono del forno mi risvegliò dai miei pensieri e Gemma e Louis si precipitarono in cucina.
Mentre Liam incominciava a spazientirsi per cui la sua fidanzata non si muovesse io ero impaziente di vedere per cosa Louis stava impiegando così tanto tempo. Dopo che Gemma fu trascinata via da casa da Liam perché era veramente tardi e con loro uscirono anche mia madre e Robin, Louis arrivò in salotto con una torta meravigliosa. Non mi aspettavo parecchio sinceramente, invece era davvero bella. Era di sicuro al cioccolato e sopra l'avevano glassata e c'era scritto 'buon compleanno Harry'.
"wow."
"ti piace?" sembrava davvero volerlo sapere.
"sì, è.. magnifica, non riuscirei a fare una cosa del genere nemmeno se mi c'impegnassi."
"mi fa piacere che ti piaccia. Era da tanto che non ne facevo una." disse mentre ne tagliava una fetta.
"cucini?" chiesi.
"no, cioè, solo dolci. Mia madre non è mai stata brava e le mie sorelle volevano sempre fare qualche dolce, ma lei non era capace, allora seguii un corso ed imparai, ma poi prima di finirlo, per vari motivi, lo lasciai." da come lo aveva detto avrebbe veramente voluto finirlo.
"puoi sempre farne un altro." Addentai la punta della fetta. "oh mio dio. Questo è il paradiso. Ti conviene mangiarla un pezzo prima che la mangi tutta da solo."
"non sono amante degli zuccheri veramente.. Mi piace fare dolci ma non li ho mai mangiati tanti.. Puoi mangiartela tutta da solo."
"se stanotte mi assisterai sulla tazza del cesso, molto volentieri."
"sempre, Harry." Misi il piattino vuoto sul tavolino da caffé dove avevo appoggiato i piedi.
Mi schiarii la voce e mi sistemai meglio sul divano. Louis si mise a sedere ad una certa distanza, quasi alla parte opposta del divano.
"bene.. ora cosa vuoi fare?" mi chiese dopo un po' che stavano fissando la televisione senza vederla o ascoltarla davvero.
"non lo so. Non so che fare."
"vuoi.. vedere un film?"
Ci conoscevamo da un anno esatto e ancora eravamo a disagio.
La maggior parte delle volte in cui restavamo da soli lo eravamo, quando eravamo in compagnia degli altri invece no, riuscivamo ad essere amici senza che stessimo imbarazzati in questo modo come due imbecilli.
"sì, credo di sì. Cosa vuoi vedere?"
"è il tuo compleanno, scegli tu."
"uhm, allora andiamo a cercare qualcosa nella videoteca di mia sorella."
"okay."
Ci alzammo ed andammo di sopra in camera di mia sorella.
"che ne dici di questo?" Storse il naso appena vide la copertina del dvd che tenevo tra le mani.
"sei una femminuccia per caso?" ridacchiò.
.
"questo?"
"cos'è?"
"è un drammatico. Requiem for a dream."
"non mi piacciono i film drammatici. Mi mettono angoscia."
"sì, ma sono anche quelli più reali."
"non lo so."
"dai Haz, ti prego. Io li adoro. E poi non puoi non vederlo."
Okay, okay.
Scossi la testa ed annuii, incominciò a saltellare felice, ero sempre più convinto che non avesse l'età che diceva di avere.

"lo sapevo che finiva male."
"è meraviglioso. E poi è così reale."
"appunto!"
"dai Hazza, non puoi far finta che queste cose non succedano."
"non ho detto questo. Lo so che succedono, cerco solo di non pensarci."
"sì, infatti."
"perché?"
"Harry.. lascia stare."
"no, Louis -"
"lascia stare. Ci sono passato e non voglio parlarne."
Si mosse a disagio sul divano. E mi dovetti spostare un po' dalla sua spalla dove ero appoggiato da quando era iniziato il film. Da quella posizione riuscivo benissimo a vedere i suoi occhi tormentati che fissavano i titoli di coda sullo schermo della televisione.
Ed il suo collo, lo avrei voluto riempire di baci, il che mi portò a "Lou."
"mh?"
"hai mai avuto un ragazzo?"
"Harry." ridacchiò. "certo che ho avuto un ragazzo, e non solo uno."
oh. Si girò a guardarmi. "che c'è?"
"perché lo chiedi?"
"perché non so praticamente niente su di te, eppure sei sul mio divano, in casa mia."
"perché sai di poterti fidare di me."
"o forse spero che tu non mi uccida da un momento all'altro."
"dio Harry, perché diavolo dovrei ucciderti?"
"che ne so, la gente è strana."
"ed io ti sembro strano?"
"no, ma visto che non mi hai mai detto niente della tua vita, potresti esserlo."
"perché è meglio che tu non sappia, Harry."
"ma io voglio sapere."
Si alzò per andare a togliere il dvd dal lettore. "Harry non voglio dirti niente, è meglio che tu conosca solo questo Louis. Ci sono cose del mio passato di cui non vado per niente fiero e non voglio che tu ne venga a conoscenza. Sei in qualche modo.. speciale, e non voglio dirti ne fare niente che ti possa far avere paura di me, o in qualche modo farti allontanare, mi fa bene la tua presenza, davvero. Non chiedermelo più."
Si rimise a sedere accanto a me ed io riappoggiai la testa sulla sua spalla.
Gli presi la mano ed incominciai a giocherellare con le sue ditale sue mani era piccole rispetto alle mie, nonostante la sua età era tutto compatto, non era slanciato, magrolino e dinoccolato come me.
Si girò a guardarmi giocherellare con le sue dita. "ti diverti?"
"hai le mani piccole."
"sei tu che le hai enormi, ma mi piacciono le mani grandi."
"ah sì? e per fare cosa?"
"Harry." Scoppiò a ridere. "non ci hai mai fatto nulla con quelle mani?"
"cosa intendi con nulla?"
"qualcosa con quel tipo, il tuo ex."
"no. Cioè, qualcosa sì, ma niente di troppo. L'unica volta che ci ha provato dopo è andato tutto a rotoli e ci siamo lasciati."
"non era lui?"
"forse non era il momento, forse non era lui, non lo so. So solo che non volevo farlo con lui."
"e con chi lo vorresti fare?" appoggiò la mano sul mio ginocchio e strinse appena.
"per quanto mi riguarda potresti essere anche tu."
I suoi occhi luccicarono per un secondo poi ridacchiò. "non sarò io, Harry."
"perché no? dovrebbe essere una mia decisione con chi farlo."
"perché è una cosa importante ed io ho smesso da tempo di far soffrire le persone."
"ma io ti ho scelto."
"ma cosa centra? anche io avevo scelto, ed era la persona sbagliata. E ora la odio."
"io non potrei mai odiarti."
"mi odierei comunque abbastanza da solo."
"è il mio compleanno Louis."
"motivo in più, non ti rovinerò il compleanno con i miei bisogni."
"ma te l'ho chiesto io, Louis."
Sospirò e si alzò dal divano.
"smettila Harry. Ora devo andare, devo finire di pagare il locale per la tua festa." si spostò il ciuffo dalla faccia. "avevo detto che entro le una buttavo fuori tutti."
Mi girai verso l'orologio, era mezzanotte e mezza, annuii.
Si andò a mettere il cappotto e il cappello.
"allora io vado.." si avvicinò e mi prese il viso tra le sue mani. Mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte. 
Fu il primo nostro vero contatto, non ci eravamo mai toccati o abbracciati.
Al di fuori potevano sembrare quasi sconosciuti, ma dentro, dio, dentro avevo una guerra tra farfalle e fuochi di artificio quando lo vedevo.
Lui aveva detto che ero speciale, lo aveva detto davvero ed io in quel momento avrei voluto piangere dalla felicità.
Tutto quello che provavo con Jake in confronto a quello che provavo per Louis era niente. Con Jake mi sembrava di essere solo migliori amici molto intimi, invece con Louis.. era tutto più, non so nemmeno come, era con Louis.
Uscì di casa e mi sentivo davvero vuoto e solo.
Corsi in camera a prendere il cellulare per inviargli un messaggio, era uscito da tre secondi ma sentivo già il bisogno di sentirlo.
'dimmi che non provi niente per me, che non mi desideri come io desidero te e ti lascerò stare, per sempre. Se quando avrai finito al locale non tornerai qui e ti prenderai cura di me, non farti più vedere.'
Era una decisione definitiva. Ma dovevo esserne sicuro, o tutto o niente, non potevo dare tutto e riceverne in cambio solo la metà, non era giusto, per me stesso. Non pensavo quasi mai a me, anche con Jake pensavo sempre a lui e alla nostra sicurezza, non pensavo al mio corpo che si era svuotato di tutto, perfino di un' anima, ero solo l'involucro di una persona che non volevo essere. 
Poi era arrivato Louis e avevo ricominciato a vivere, avrei sempre detto che avevo ricominciato a vivere quando mio padre se ne andò e mi sentii finalmente libero, ma ora non era più così; 
Avevo ricominciato a vivere dopo aver incontrato Louis.
Che poi cosa aveva di speciale io non lo so, di persone come lui ce ne sarebbero potute essere a milioni là fuori, ma io volevo Louis, Louis mi aveva salvato in qualche modo, aveva reso la mia vita migliore fin da subito, fin da quando la mattina dopo il mio diciassettesimo compleanno me lo ero ritrovato spiaccicato al petto. Eravamo compatibili, lui era piccolo e compatto ed io ero enorme e scordinato. Quella mattina, in quel letto, eravamo come lo yin yang. Io lo racchiudevo e lui mi completava.
Non rispose al messaggio, rimasi su quel divano per ore ad aspettare ma non successe nulla, anche dopo che mia sorella e mia madre erano tornate a casa, il campanello non aveva suonato e nessuno aveva bussato alla porta.
E il mio cuore si stava sgretolando, perché ci credevo veramente, ci speravo con tutto il cuore. Come uno stupido.
Verso le tre andai a letto, ero stanco eppure non avevo fatto niente tutto il giorno, avevo solo aspettato qualcosa o qualcuno che non sarebbe arrivato, o almeno credevo così fin quando il mio telefono vibrò giusto un secondo prima che i miei occhi si chiudessero, un messaggio apparve sullo schermo e il mio cuore riprese a battere e a ricomporsi da solo, soltanto leggendo quel nome.
'mi vuoi aprire porca puttana, sto diventando un fottuto pupazzo di neve.'
Risi anche per la sua ironia sempre presente. In quell'anno non lo avevo mai davvero visto triste, lo avevo visto sempre ridere, sorridere, a volte turbato, infastidito, annoiato, ma mai triste, almeno non quando era con me, una parte del mio cuore sperava che fosse per la mia presenza, ma non ne ero così sicuro.
Scesi al piano di sotto cercando di non uccidermi per le scale ed aprii la porta.
"era ora." Mi spostò con una piccola spinta ed entro in casa rabbrividendo ancora per il freddo. 
"sei tornato." Sorrisi.
"non posso non vederti più, Harry. Mi hai ricattato."
"potevi scegliere.."
"o torni stanotte o non farti più vedere, io senza vederti non ci posso stare e quindi eccomi qua. Direi che non mi hai lasciato veramente scelta." si tolse il cappotto e lo tenne tra le braccia.
"ti prenderai cura di me?"
"ci sono i tuoi in casa?"
"sì."
"uhm." Continuò ad annuire lentamente per un po', sembrava stesse pensando.
"la smetti? mi irriti."
"pensavo."
"sì, ho visto."
"devo andare."
"ma sei tornato!" cercai di non alzare troppo la voce, non volevo svegliare tutti.
"se tornavi dovevi prenderti cura di me."
"ci sono i tuoi in casa, Haz."
Lo presi per il colletto della camicia, era davvero sexy, lo ammetto, e lo feci indietreggiare un po'. "chi cazzo se ne frega! Sono le tre di notte, sei tornato e ora devi farlo. Ora mi porti da qualche parte, ovunque e fai quello che devi. E' un fottutissimo anno che ti conosco e non aspetto altro che baciare quelle tue fottutissime labbra ed averti e non ti lascerò andare via così stanotte."
Mi stavo alterando un po' perché mi stava deludendo e si stava tirando indietro e non lo sopportavo, non potevo rovinarci così.
"dove vuoi che ti porti alle tre di notte?"
"ovunque, anche sotto ad un ponte, non mi interessa." basta che ci sei tu.
"okay allora andiamo."
"vado ad avvisare mamma."
Salii di sopra ed entrai in camera di mia madre, mi avvicinai piano al suo letto e le scossi piano un braccio per farla svegliare.
"mamma?"
"Harry? cos-?"
"sto uscendo."
"ma, che ore sono?"
"è tardi. sono le tre e qualcosa del mattino."
Dalla sua espressione non sembrava molto convinta.
"mamma, ora ho diciotto anni, e vado con Louis." Sorrisi.
Vidi i suoi occhi illuminarsi un poco dopo che nominai Louis ed annuì sorridendo.
Sapevo che mia madre aveva capito qualcosa.

"dove siamo?"
"ci vengo spesso a riprendere Zayn."
Accese le luci di quella specie di magazzino.
In fondo, alla parete c'era un letto.
"cosa ci fa un letto qua dentro?" infatti chiesi.
"non lo so." si avvicinò al letto e lo vidi armeggiare con qualcosa che era sopra al lenzuolo, per poi metterlo in tasca. "ci sarà venuta qualche puttana a lavorare."
"sembra pulito però.."
"già." ridacchiò.
"centri qualcosa tu?"
"non era mia intenzione dartela vinta." si buttò a sedere sul letto e poi si distese, con le gambe che dondolavano giù, non toccava nemmeno per terra, era così piccolo. "hai paura?" chiese quando mi misi a sedere anche io.
"no, non ancora."
"non devi aver paura." si mise a sedere, si levò il cappotto e si sbottonò un paio di bottoni della camicia. "dovresti incominciare a spogliarti, sai."
Arrossii per la mia ignoranza totale. "sì, certo."
Incespicai un po' con una manica della maglietta da cui non riuscivo a togliere il braccio. Come se non indossassi una maglietta da secoli, ma le mani mi tremavano un po' per quello che stavo per fare, un po' perché c'era Louis, un po' perché lo stavo per fare con Louis.
Ridacchiò "ti aiuto."
Avrei voluto sotterrarmi quando mi fece alzare le braccia e mi tolse la maglietta. Mi slacciò anche i lacci dei pantaloni della tuta che indossavo e li abbassò fino alle ginocchia. Con i piedi riuscii a sfilarmi le scarpe.
Mi fece scivolare più indietro sul letto e saliì a cavalcioni su di me. Prese tra le mani i miei fianchi, che non erano più pieni come prima, e li strinse un po'. Mi riempii di brividi "hai freddo?"
"no." con una mano mi spostai il ciuffo dal viso, mi impediva di vedere completamente Louis, ed io dovevo vederlo, dovevo guardarlo, dovevo seguirlo.
Era la mia bussola, ed io ero una nave in un mare in tempesta.

La mia pelle registrava ogni passaggio che Louis ci faceva sopra, come se lasciasse una scia. Incominciò a baciarmi da sotto l'ombelico, salendo su fino al collo e quando arrivò alla mascella si fermò e avrei veramente voluto picchiarlo.
"Harry?" alzai un sopracciglio in risposta. "vuoi spegnere la luce?"
Ma cosa me ne frega della luce, può esserci anche il sole a 10 metri o la luna o qualunque altra cosa che faccia luce in questo momento, non me ne fregava niente.
"è uguale, va bene anche così."
Annuì e si alzo da me. Si tolse le scarpe e si slacciò i pantaloni facendoli scendere lungo le gambe.
Cercai di non fissarlo come un maniaco, ma non credo di esserci riuscito.
Ritornò a cavalcioni su di me e ricominciò a baciarmi il petto ed il collo. 
"ora potresti anche baciarmi, però." non lo volevo davvero dire ad alta voce, lo stavo solo pensando.
Lo sentii ridacchiare contro il mio collo e poi lo sentii risucchiare "ahia..! sei impazzito?"
"così impari a mettermi fretta." mi baciò sul naso.
"fottiti."
Mise le mani sul materasso accanto alla mia testa e mosse i fianchi in avanti sfregandosi su di me. Rimasi con il fiato sospeso per il brividi che aveva lanciato per tutto il mio corpo.
Con Jake lo avevamo fatto spesso questo "gioco dello strusciamento" ma con Louis era tutto diverso.
Lo continuò a fare muovendosi anche più velocemente e profondamente, credetti davvero di poter avere un infarto. Quando mi accorsi che mi stava fissando maliziosamente mentre lo faceva mi sentii davvero imbarazzato ed importante allo stesso tempo. Lo fissai negli occhi ancora un po', finché non diventai completamente paonazzo e "smettila di fissarmi."
"ti imbarazza?"
"sì, mi metti a disagio."
"tu che hai scelto di fare sesso con me per la prima volta ti senti a disagio?"
"se mi fissi in quel modo sì."
"ti sto desiderando, Harry."
"lo sento."
Dopo essermi ricordato di possedere delle braccia e delle mani, le appoggiai sulle sue ginocchia ai lati dei miei fianchi. Non lo so cosa successe dopo, fu un po' come quando accendi un fiammifero e la fiamma incomincia a bruciare, come quella scintilla.
Con le unghie, che erano pure corte, graffiai le ginocchia di Louis.
"non graffiarmi, non mi piace far sapere alle persone i miei passatempi."
Passatempi un cazzo, ho avuto il mio primo e vero orgasmo.
"direi che possiamo passare al passaggio successivo."
Si alzò di nuovo da me, mi prese da sotto le ginocchia e mi portò fino all'orlo del letto, si abbassò e si inginocchiò, il suo ginocchio scrocchiò appena lo piegò e una smorfia di dolore gli passò sul viso, ma dopo ero troppo preso a vedere la mia erezione nella sua mano per poter pensare a cosa aveva fatto al ginocchio scricchiolante.
Non avrei mai pensato che qualcuno potesse dedicarmi questo tipo di attenzioni, probabilmente avrei pensato che sarei sempre stato io a dare e mai a ricevere, ma ora qualcuno lo stava facendo, Louis lo stava facendo. Louis mi stava toccando ed accarezzando in una sincronizzata "danza" tra lingua e mano ed io stavo impazzendo. Ero su un altro mondo, un altro pianeta, un altro universo. Con Louis. Louis era ovunque.
"Lou."
Alzò la testa ma non si fermò. Ed io avevo veramente bisogno che si fermasse.
"fermati." scosse la testa e continuò ad accarezzarmi con la lingua.
Mi coprii gli occhi con una mano e l'altra la appoggiai sulla sua sulla mia erezione e strinsi un po'.
La sua bocca mi aveva accolto ed io ero sfinito. Appoggiandosi sulle mie ginocchia si alzò di nuovo, lo sentii armeggiare ancora ma non avevo la forza di guardarlo.
"Haz, tutto a posto?"
Annuii. Mi spostò la mano dagli occhi. "vuoi fermarti?" Mi accorsi che era completamente nudo, ma non mi sentivo più a disagio. Mi conosceva più di chiunque altro in questo momento.
Scossi la testa convinto. Se mi fossi fermato ora non avrei più ritrovato il coraggio e la forza di farlo, dovevo continuare prima che il mondo reale tornasse a soffocarmi. 
Stavo di sicuro vivendo in un mondo parallelo.
Annuì e prese dalla tasca dei suoi pantaloni il portafoglio, da cui prese una bustina giallo limone. Era un colore allegro, metteva allegria, come il sole, come i pulcini, come Louis.
"spostati in cima al letto."
Annuii e strisciai fino in cima. "come mi metto?"
Alzò le spalle "come preferisci."
"non so come preferisco." 
Si mise in ginocchio sul materasso e gattonò più vicino a me.
"stenditi a pancia sotto, così riesco ad appoggiarmi alla tua schiena, se poi ti senti soffocare cambiamo posizione."
Annuii e feci come mi disse.
Lo sentii aprire la bustina e salire sulle mie gambe, raggruppai le braccia al petto e strinsi il lenzuolo tra le mani.
"non sono mai stato con un vergine."
"okay. e questo che-?"
"che ho più paura di te, Harry. Non voglio farti male."
"non mi farai male, ora fallo e basta, ti prego."
Lo sentii deglutire. "rilassati." mi mise le mani sulle spalle ed incominciò a farmi un massaggio, scese per tutta la schiena fino ai fianchi e poi tornò su.
"dammi la mano." liberai la mano destra dal groviglio che avevo creato con il lenzuolo e congiusi le sue dita con le mie, che poi strinse appena.
Con l'altra mano andò a prepararmi, lo sentii bagnare ed entrare con un dito e poi con due.
"okay, adesso devi dirmi tu se ti faccio male, se ti piace, se vuoi cambiare, insomma guidami nel tuo corpo, Harry."
Annuii incapace di poter dare una risposta completa.
Lo sentii entrare e strinsi gli occhi e la mano con il lenzuolo e la sua mano, che strinse a sua volta. Appena arrivò fino in fondo riaprii gli occhi e rilasciai la mano dal lenzuolo. Non faceva male, non come pensavo almeno, credevo che sarei morto di dolore invece no, bene non sentivo di certo, era comunque qualcosa di estraneo nel mio corpo ma non morivo dal dolore. 
Forse era Louis, forse eravamo così tanto compatibili che eravamo fatti a posta da coincidere in quel modo.
"tutto okay?"
"sì."
"posso muovermi?"
"sì, sì."
"sì, ma non stringere, ci facciamo male entrambi."
"scusa."
La mano che teneva sul mio fianco la spostò fino ai miei capelli e li accarezzò e poi incominciò a muoversi. "guidami Harry."
Aumentò un poco la velocità e sentivo il sangue fluire come se stessi correndo una maratona di 30 km, e per uno che non corre mai come me è veramente tanto. Stavo morendo di caldo, e sudavo, come se fossimo in pieno agosto.
"possiamo cambiare? sto soffocando."
"sì, certo."
"non uscire però."
"non volevo farti male."
"è andata bene."
"ok, allora io mi alzo un po' e tu vai indietro così vai in ginocchio e tieni le gambe sotto e poi io riscendo giù."
"ok.."
Riuscimmo nell'impresa. Mi stiracchiai un po' la schiena cercando di limitare al massimo i movimenti più bruschi, c'era sempre il mio sedere di mezzo.
"Lou?"
"dimmi."
"dove diavolo sei?" Afferrò la mano che stavo sventolando indietro cercando di trovarlo.
"sono qua."
"avvicinati."
"ti fai male."
"non importa, voglio averti vicino." Sorrisi "ho troppe emozioni, sto per esplodere.. Condividile con me."
Mi circondai con il suo braccio e lo sentii avvicinarsi dietro. 
Movimento brusco che mi fece alzare, non del tutto perché mi tenne fermo, dalla sua erezione.
"te lo avevo detto, scusa." Mi circondò anche con l'altro braccio ed appoggiò la testa sulla mia spalla. 
"inarca un po' la schiena in avanti e torna giù, piano. Ti aiuto."
Le mie gambe, anche se piegate sotto al mio peso, erano ancora in mezzo alle sue ed era scomodo, perché c'era meno spazio in cui Louis poteva muoversi.
Cercando di non farmi di nuovo male riuscii ad allargare le gambe e richiuderle accanto alle sue.
"Vuoi farlo tu?"
"Cosa?"
"Vuoi muoverti tu? Al tuo ritmo, al tuo punto?"
Sei totalmente impazzito? Non ho la più pallida idea di cosa fare!
"no, io ti guido e tu lo trovi."
"okay.. Posso muovermi?"
"Sì, puoi."
"Veloce?"
"Velocità media?"
Ridacchiò nel mio orecchio "okay.."
Durammo un sacco di tempo e fatica prima di trovare quel dannato punto che non mi avrebbe fatto pentire di aver iniziato tutto questo. Né io né Louis sapevamo dove fosse e posso assicurare che nessuno dei due era un asso nella caccia al tesoro.
"Trovato."
Oh, oh
Adoravo già sentirlo gemere e Louis mi abbracciava, mi accarezzava il petto e mi stava toccando di nuovo, non sarei durato molto ancora.
"Harry."
"Louis."
"Haz, dimmi che ci sei, sto impazzendo."
"Sì, Lou, ci sono."
Diede una spinta più forte e forse quella mi fece un po' male ma sapevo che non l'aveva fatto di proposito, è stata l'emozione del momento, ma comunque, grazie a quella spinta arrivai al limite anche io.
Il suo respiro affannato mi rimbombava nella testa mentre la sua altra mano, quella non nei miei capelli, si ripuliva dal mio sperma sul lenzuolo.
Appoggiò la fronte sulla mia spalla e riprese fiato. 
Dopo si sfilò fuori da me e si alzò lentamente dal letto ed il ginocchio cedette, fece finta di niente riprendendosi subito continuando a camminare e andando non so dove togliendosi il preservativo, ma io lo vidi. 
Non che ci fosse qualcosa che non vedessi in Louis.
Mi stesi a pancia sopra e analizzai il posto in cui eravamo.
Che schifo.
Ma non importa, se c'è Louis. 
Zoppicò leggermente fino al letto e si buttò accanto a me, facendo rimbalzare un po' tutto e scuotere il mio corpo un po' dolorante. "Louis..!"
"scusami! Non l'ho fatto apposta." Si stese su un fianco rivolto verso di me. 
"cosa hai fatto al ginocchio? Io l'ho visto e sentito."
"perché non pensi a quello che abbiamo appena fatto invece di pensare al mio dannatissimo ginocchio?"
"Perché riguarda te, ed io ci penso sempre a te."
Sbuffò ridacchiando.
"è un ginocchio non molto in forma. Ma non posso stare fermo, mi pagano."
"tu lavori?"
"non è un vero e proprio lavoro, è una passione e vengo pagato per farlo perché sono bravo e perché la gente confida in me."
"che cosa fai?"
"Sono un calciatore, Harry."
Perché diavolo non lo sapevo? "Che?"
"Non famoso come Beckham o persone del genere, più una cosa nazionale. Segui il calcio Harry?"
Alzai le sopracciglia.
"No, direi di no." Rise. 
"Diciamo che è uno sport che non mi attrae parecchio ecco.."
"Vengono inquadrati tanti culi durante le partite."
"Non guardo il culo alle persone."
"Davvero?" Si girò a pancia sotto mettendo in bella mostra le sue chiappe. "Il mio lo guardi però."
"Anche tu hai guardato il mio."
"Il tuo mi appartiene."
Tutto di me ti appartiene Louis, non solo il corpo, anche il cuore e l'anima.
Appena provai a cambiare posizione per trovarne una più comoda una fitta di dolore mi colpì in basso e mi fece quasi urlare, ma non riuscii comunque a tenermi dentro un lamento soffocato. Louis notò la smorfia di dolore sul mio viso e si mise le mani sul viso. "mi odierai per tutta la vita!" 
Riuscii a mettermi su un fianco e con la mano andai a togliergli le sue dal viso. "E se invece ti amassi, per tutta la vita?"
Sorrise e avvicinai il suo viso al mio per baciarlo.
 
Ciao a tutti! 
Fortunatamente sono riuscita a postare il capitolo, ho un po' di problemi con il pc ç_ç
E' lunghissimo, lo so, ma non avrei saputo davvero dove dividerlo..
Ah, visto che c'è stata un'incomprensione volevo specificare che il fidanzato di Gemma, Liam, non è lo stesso Liam fidanzato di Zayn. Il vero fidanzato (o ex fidanzato) di Gemma si chiamava Liam, così ho cercato di tenere i nomi più reali possibili. Spero che vi sia piaciuto, e se volete potete lasciarmi una recensione, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate.

Un bacio

 

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Capitolo 6
*** Nineteen ***


Birthdays Changes

01.02.2013

19 anni

"dove si è cacciato Louis? Deve aiutarmi ad attaccare questo coso."
"non lo so Zayn, sarà andato in giardino. Se vuoi ti aiuto io."
Non mi rispose ed uscì in giardino continuando a borbottare cose a cui non prestai molta attenzione.
"Niall hai finito di mangiarti tutte le tartine?" Portai l'ultimo vassoio di antipasti per la festa.
Era il terzo compleanno che passavo con Louis, ma era il primo che passavamo come fidanzati, ed era anche il nostro primo anniversario. 
E a quanto diceva Zayn il mio fidanzato era scomparso chissà dove.
Dopo che mi fui diplomato andai con Louis per tutta l'estate, girammo parecchi posti, ma i miei preferiti furono casa sua e Parigi.
Non avevo programmato che sarei andato a Parigi, non pensato che avrei viaggiato con il mio fidanzato, erano cose a cui non pensavo, l'unico viaggio che feci con Jake si trasformò in un disastro. 
Ma con Louis andava tutto bene, come ho sempre detto ci completiamo perfettamente, ci capiamo subito e non abbiamo problemi.
Appena tornati dalla nostra vacanza presentai ufficialmente Louis come mio fidanzato a mia madre, ma sfortunatamente o fortunatamente quel giorno mio padre venne a farci visita dopo secoli e Louis non sapendo niente della situazione si presentò come mio fidanzato, e notizia bomba, mio padre non ebbe nessun problema. Gli era molto simpatico e non fecero altro che parlare di calcio tutta la sera, ero convinto che mio padre avesse trovato il figlio maschio che non aveva mai avuto.
Quando con Louis stavamo tornando a casa in macchina gli raccontai tutto di mio padre del perché non viveva quasi mai a casa e di quello che era successo con Jake e si arrabbiò perché 'glielo avrei dovuto dire prima di fare una figuraccia del genere'.
Ma ero felice che mio padre finalmente mi avesse accettato, o che almeno ci stesse provando.
Forse Jake era solo la persona sbagliata.
Di lì a poco sarebbero dovuti arrivare mia madre e Robin, mio padre e anche Gemma e Liam, da quello che avevo capito sarebbero venuti anche la madre di Louis, il padre, che poi scoprii essere solo il patrigno, e le sue sorelle o meglio sorellastre. 
Zayn e il suo Liam non stavano più insieme e non ero sicuro che Liam sarebbe venuto. Odiava quando nominavo Zayn e ci mise un po' prima di fare l'abitudine di non starci più insieme. Stavano così bene insieme, non so nemmeno perché si sono lasciati, Louis non me lo ha mai voluto dire.
"Niall, smettila di mangiare!"
"ma ho fame!"
Niall andava al college e non riuscivamo più a vederci come prima, anche io sarei dovuto andare con lui ma ad ottobre, Louis fu chiamato per un 'lavoro' in un'altra squadra e sarebbe scontato dire che l'ho seguito. Da una parte ho preferito così, non ho mai veramente voluto andare al college, non faceva per me, io amavo studiare, l'avevo fatto per la maggior parte della mia vita ma ora volevo solo costruirmi la vita con Louis. 
Ho solo 19 anni e so che Lui è l'uomo della mia vita.
"Harry, Niall continua a mangiare le tartine!" Zayn mi stava richiamando dal salotto.
Sentii Niall borbottare qualcosa e Zayn ridere. Erano diventati amici quasi da subito, Zayn non parlava per niente e Niall parlava troppo, quasi per tutti e due, si erano trovati.
Li raggiunsi in salotto e li trovai a battibeccare sul divano, per avere il telecomando.
Non vivevo veramente con Louis qui a Londra, ma diciamo che ci passavo la maggior parte del tempo.
A Zayn non dava fastidio che stessi qua perché 'facevo felice il suo amico e se Louis era felice lo era anche lui.'
Frequentando Zayn capii che era un ragazzo molto dolce, ma che comunque riservava rabbia verso persone che non lo meritavano, Louis non me lo aveva detto, ma ero quasi sicuro che fossero i suoi genitori.
Il campanello suonò e corsi ad aprire, erano mia madre e Robin, mia sorella ed il suo fidanzato con un mega regalo tra le braccia.
Mi luccicarono gli occhi "per me?"
"per te."
Liam mi diede la scatola tra le mani e dopo aver chiuso la porta con un piede andai a portarla in camera di Louis.
Louis era scomparso, Zayn non lo aveva trovato e incominciavo ad essere in pensiero, di solito mi avvisava sempre quando si allontanava. Ero un po' fissato sul fatto di voler sempre sapere dove fosse. Gli mandai il terzo messaggio da quando era andato via. 
Quando tornai in salotto c'era Zayn al telefono. "è Louis?" non mi rispose e si spostò in cucina, continuò a parlare e cercai di capire cosa stesse dicendo.
Mi girai verso Niall "sta parlando con Louis?" che mangiava pop corn e lanciava qualche briciola nei capelli di mia sorella, che non se ne accorgeva nemmeno.
"non credo, penso sia il suo Leeyum."
"tu sai cosa è successo?"
Mia sorella ci interruppe "è successo che vi dovete fare un po' di affari vostri, pettegoli." e prese la ciotola di pop corn dalle grinfie di Niall facendogli una linguaccia.
Niall lo conoscevo da quando avevo tipo 6 anni, quindi anche con mia sorella c'era un buon rapporto, se battibeccare di continuo poteva esserlo.
Era come un secondo fratellino per lei, visto che eravamo sempre insieme.
"tua sorella è sempre più cattiva. Liam, perché le hai chiesto la mano? sei per caso impazzito?"
Mentre mia sorella lo fulminava con lo sguardo e si guardava fiera il diamante al dito della mano sinistra, io ridevo e Liam sorrideva "perché la amo."
A Gemma luccicarono gli occhi ed abbracciò il suo quasi marito, si sarebbero sposati ad aprile.
Niall sospirò rassegnato ed io guardai lo schermo del telefono aspettandomi un messaggio da Louis che non era arrivato.
Mia madre e il suo Robin stavano parlando di chissà cosa, speravo che sarebbero arrivati presto la madre ed il padre di Louis così avrebbero potuto parlare tra adulti veri, e non con noi giovani adulti.
Zayn era ancora al telefono. "Niall, chiami un attimo Louis?"
"ci ho già provato, non risponde."
Dove ti sei cacciato amore mio?
Mi alzai dal divano ed andai in camera di Louis, sul comodino vidi che c'era il suo telefono che lampeggiava per i miei messaggi e per le chiamate, ecco perché non rispondeva. Lo presi e lo portai in salotto con me, adoravo portare con me oggetti suoi, me lo facevano sentire vicino anche quando non c'era.
"ha lasciato il telefono a casa, ecco perché non risponde."
Niall scoppiò a ridere.
Tornai a sedere sul divano accanto a lui, "credi che gli sia successo qualcosa?"
"perché dovrebbe?"
"non lo so. Non è qui e quando non è qui non posso controllarlo."
"che stalker sei."
"Nialler, quando troverai qualcuno che amerai come io amo Louis vedremo quanto sarai stalker tu."
La chiave nella porta girò e significava che Louis era tornato.
"dove cavolo ti eri cacciato?" lo raggiunsi subito un po' arrabbiato.
Quando si spostò dalla porta vidi le sue sorelle e i suoi genitori. "oh, ciao!"
cercai di mascherare la figuraccia e sorrisi raggiante di rivederli.
Le gemelle mi si attaccarono alle gambe e mi abbracciarono. Sua madre rise e Louis borbottò un "vado a farmi una doccia."
Appena le gemelle si staccarono abbracciai anche Félicité. "dov'è Charlotte?"
Non le chiamavo con i loro soprannomi, non le conoscevo ancora bene.
"non è venuta." rispose Félicité mentre si staccava dall'abbracciò, salutai anche Jay e Mark.
"il cappotto lo potete lasciare in camera di Louis.."
Si tolsero tutti il cappotto e li lasciarono in mano a Félicité, e mentre si avviavano in salotto dagli altri Félicité sbuffava e si avviava in camera. "aspetta, ti aiuto." le presi i cappotti delle gemelle dalle braccia.
"non ce n'è bisogno.. ci sono abituata."
"ehi, non sei un attaccapanni."
"probabilmente qualcuno non la pensa come te."
"non puoi sempre lasciarli trattarti come se fossi una cameriera, insomma, sei una sorella ed una figlia.."
"sì, ma non la preferita."
Lasciammo i cappotti sul letto.
"perché Charlotte non è venuta? puoi dirmi la verità, non mi offendo."
"non le stai molto simpatico, ha detto che sarebbe stato tempo sprecato che avrebbe potuto passare con il suo idiota di un fidanzato, le ho detto che almeno ci avrebbe potuto provare, ma è convinta che non ne valga la pena. Quando siamo arrivati alla stazione Louis si è arrabbiato perché non c'era e l'ha chiamata e le ha detto la mia stessa identica cosa, che ci avrebbe potuto provare, che ne valeva la pena ed ovviamente hanno litigato. Louis è deluso e Lottie se ne frega."
"non posso essere simpatico a tutti.."
"nemmeno a me sta simpatica la mia famiglia eppure ci provo e ci riprovo ancora, tutti i giorni, continuamente."
"pensi che ne valga la pena di provare a conoscermi?"
"se Louis l'ha fatto, vuol dire che ne valeva la pena. Dovresti saperlo, lui non perde tempo con le persone."
"e tu?"
"io la penso esattamente come Louis."
"siete così simili."
"è l'unica cosa positiva dei Tomlinson."

"okay, ora scarta tutti i regali!" le gemelle mi saltellarono intorno con il loro regalo tra le mani.
"okay, okay, ora apro tutto."
La festa era ormai a termine, non è stata tanto male.
Avevamo mangiato la torta che Louis aveva impiegato quasi tutto il giorno per fare, ora dovevo solo aprire i regali e poi finalmente sarei riuscito a passare del tempo da solo con Louis.
Prima che potessi sedermi sul divano e prendere il pacchetto dalle mani delle gemelle il campanello suonò.
"aspettavamo qualcun'altro?" chiese Niall.
Guardai Louis che alzò le spalle, si alzò dalla sedia ed andò ad aprire.
Incominciai a scartare il regalo delle gemelle prima che impazzissero completamente. Era un maglione, era davvero bello. Adoravo i maglioni, o meglio, adoravo i maglioni di Louis. 
La maggior parte del nostro guardaroba era condiviso. Un altro capo da aggiungere alla lista.
Le mie cose gli andavano enormi e le sue cose mi stavano precise, ma mi piaceva indossare le cose con il suo odore.
Appena ritornò in salotto c'era Liam al suo seguito.
"Liam!" lo salutai felice che alla fine si fosse deciso a venire.
Ricambiò sorridendo. "ehi, scusa, lo so che è tardi ma.." spostò il suo sguardo verso Zayn che sembrava cercare in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
"non importa, siediti pure!" dopo averlo detto, mi resi conto che l'unico posto libero era quello lasciato da Louis accanto a Zayn, così guardai Louis, che mi capì al volo e si alzò dal bracciolo del divano accanto a me ed andò a sedersi là, così che Liam si potesse sedere al suo posto.
"ti piace il nostro maglione?"
chiese Daisy.
"sì, è davvero bello! grazie mille!"
"lo abbiamo scelto con Félicité!" appena si sentì presa in causa arrosì e nascose il viso dietro il bicchiere.
Dopo aver aperto tutti i regali, mia madre e mia sorella con i rispettivi  compagni mi avevano fatto un attrezzo da cucina che poteva essere usato sia per cucinare che per impastare, anche i dolci, quindi sia io che Louis lo potevamo utilizzare, Zayn e Niall mi avevano fatto una chitarra così 'avrei smesso di andare a scrocco da loro due', mio padre mi aveva fatto un assegno con troppe cifre per i miei gusti e Liam si era scusato ma non aveva avuto tempo di cercare qualcosa, era al college fino a poche ore fa, non importava, il fatto che fosse riuscito a venire nonostante il college e la presenza di Zayn mi bastava. La festa era davvero finita, erano solo le 22 ma ero stanco morto, avevo cucinato tutto il giorno e stare dietro a tutte le persone mi stancava parecchio.
Dopo che tutti furono andati a casa raggiunsi Louis e mi buttai sul divano.
"sono stanco morto." sbadigliò che sembrava un riccio.
"a chi lo dici, eppure alla fine non abbiamo fatto niente, la vecchiaia sta arrivando."
"ma smettila, hai appena 19 anni!"
"Félicité mi ha detto di Lottie."
"mh, mi dispiace, sa essere così odiosa a volte, da una parte sono felice che non sia veramente mia sorella."
"Félicité è una brava ragazza, forse anche Lottie, è un età difficile."
"sì, ma non è la loro cameriera. Io ero come lei, utilizzato. Solo che lei non riesce ad uscirne."
"perché lo fanno?"
"non lo so. Sanno essere cattivi. E le gemelle prendono il loro esempio del cazzo."
"devi aiutarla Louis, siete così simili e sei l'unica cosa positiva dei Tomlinson, parola di Félicité." gli si illuminarono gli occhi quando gli dissi le parole che mi disse poco prima sua sorella.
Poi annuì e "andiamo a letto, mi sto addormentando in piedi."

 
Ciao a tutti! Ecco il capitolo, non mi soddisfa particolarmente, ma è più un capitolo di spiegazione, non so come chiamarlo esattamente..
Non ho niente da aggiungere, spero domani di riuscire a postare l'ultimo capitolo :)


Un bacio
 

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Capitolo 7
*** Twenty -The End- ***


Birthdays Changes

01.02.2014

20 anni.

"perché riusciamo a fare tardi anche se usciamo ore in anticipo?" chiesi a Louis mentre ci affrettavamo ad entrare nel locale.
Quando entrammo in sala avvistammo subito il nostro tavolo, c'era Niall che continuava ad inveire contro Liam e Zayn, che non lo ascoltavano parlare perché troppo presi dai loro discorsi.
Era il mio ventesimo compleanno e Louis aveva deciso di andare tutti a cena fuori perché '20 anni si fanno una volta sola!'
Notai subito che erano tutti vestiti eleganti, pensavo che Louis lo avesse detto solo a me perché ero il festeggiato. Mi trascinò per mano per tutta la sala finché non arrivammo al tavolo.
"eccoci qua!"
Salutammo tutti e ci mettemmo a sedere per mangiare.
Niall stava assaggiando di tutto e mi consigliava cosa mangiare, perché conosceva perfettamente i miei gusti.
Louis continuava a borbottare con Zayn, a stringersi le ginocchia con i palmi delle mani e a sospirare. Per un momento pensai che stesse per prendergli un infarto. "stai bene?"
Annuì e continuò a borbottare con Zayn, odiavo questo comportamento.
Invece Liam sembrava non farci veramente caso perché parlava con Liam, il fidanzato di mia sorella, sembravano andare d'accordo.
Mia madre e mia sorella ciarlavano di chissà cosa con le donne Tomlinson, compresa Lottie. Mentre mio padre, Robin e Mark parlavano come al solito di lavoro o qualcosa che abbia a che fare con i soldi ed il lavoro.
Quest'anno erano successe un sacco di cose, il giorno dopo del mio compleanno dell'anno scorso Louis mi disse che aveva avuto problemi con il ginocchio e con la squadra e che non aveva avuto tempo per cercarmi un regalo, Liam e Zayn prima dell'estate si erano rimessi insieme perché si appartenevano, così diceva Niall; Louis continuava a non volermi dire il perché si erano lasciati così lo chiesi direttamente al diretto interessato, Zayn mi disse che a Brighton sia lui che Louis avevano avuto problemi con sostanze stupefacenti, Louis riuscì ad uscirne invece Zayn no, così per aiutarlo decise di portarlo via da lì e si trasferirono a Londra. Louis lo aiutava in tutto, lavorava anche per lui, perché Zayn con il suo stipendio doveva pagare i debiti della sua dipendenza a Brighton. Appena Louis scoprì che lo avevo chiesto a Zayn si arrabbiò sia con me che con Zayn che sapeva di dover stare zitto, ma invece io dovevo sapere, 
ero arrabbiato con lui quanto lui lo era con me, era una delle prime cose che avrei dovuto sapere su di lui. Mi ero reso conto che non sapevo quasi niente di Louis, lui non parlava ed io non sapevo con che persona stavo. Dopo che finimmo di litigare mi disse tutto quello che era successo, del perché aveva aiutato Zayn, di come aveva fatto, di come era riuscito ad uscirne e perché. Lui voleva fare il calciatore da sempre, ma le sostanze che prendeva gli sballavano tutti i risultati degli esami e dei test che doveva fare per entrare in squadra, e non lo poteva permettere.
Mia sorella si era sposata poi a settembre e Niall aveva trovato una compagna, che lo aveva lasciato perché era andata a New York, per un accademia di danza, o qualcosa del genere.
Dopo che finimmo anche il secondo, Louis si alzò in piedi e si schiarì la voce. "uhm, io vi ho chiesto di venire tutti qua oggi, non solo perché è il compleanno di Harry ma anche perché è un giorno speciale.. Tre anni fa, esattamente oggi fu il giorno in cui ti incontrai, era il tuo diciassettesimo compleanno e non lo volevo ammettere ma è stato il giorno più bello della mia vita, fino ad ora, credo." sorrise nervosamente e poi continuò rivolgendosi a me "avevo pensato a cosa dire oggi, ma non mi ricordo più niente, spero mi perdonerai.. Quando ti ho visto la prima volta eri ancora un bambino dinoccolato e paffuto ed eri così piccolo, che sentivo il bisogno di crescerti, e l'ho fatto. Ora sei più alto di me e sei davvero bellissimo, quindi credo di esserci riuscito anche abbastanza bene.. Al tuo diciottesimo compleanno ci siamo messi insieme, e credo di averti fatto il regalo più bello del mondo" ridacchiò, ed arrossii fino alla punta dei capelli. 
Si girò verso Zayn che lo stava guardando come dire 'arriva al punto, Louis.'
"Ed oggi è anche il nostro secondo anniversario.. quindi, auguri doppi amore." Sorrise e si rivolse agli altri al tavolo. "La prima volta che incontrai tua madre mi disse che il giorno del tuo compleanno aveva sempre portato cambiamenti, ed io per non rovinare la 'tradizione', voglio apportare il mio cambiamento. Quindi oggi, Harry, ti chiedo se vorrai passare il resto della tua vita con me.. mi vuoi sposare?" tastò nelle tasche della giacca e ne tirò fuori una scatolina blu scuro di velluto e la aprì, c'era una fedina fine d'argento, credo. 
Era semplice ma era bellissima.
"certo che ti voglio sposare. sì, mille volte ancora, sì!"
Mi alzai e lo abbracciai con le lacrime agli occhi.
Guardai dietro Louis e vidi che Zayn e Liam si tenevano per mano e si sorridevano, mia sorella si guardava l'anello al dito del matrimonio con Liam ed erano felici, tanto felici, e mia madre sorrideva e piangeva tenendo la mano di Robin tra le sue. 
Tutti sorridevano felici per noi. 
Appena dividemmo l'abbraccio, Louis mi mise l'anello. "ti sta? io non sapevo.. tu non porti anelli ed è stato davvero difficile."
"la adoro." Louis si rimise a sedere ed io mi misi a sedere sulle sue gambe.
"mi fa piacere che ti piaccia. Ero davvero nel panico, non sapevo come fare e quelli della gioielleria non mi aiutavano per niente. Ho dovuto mandare SOS a Zayn e Liam, che era al college ed è tornato qua e davvero credo di dovergli fare una statua.."
Li sentii ridacchiare e borbottare un 'ci basta fare da testimoni'
"Louis, chiudi il becco e baciami."
E così fece.

Il giorno del mio compleanno aveva sempre portato cambiamenti, ma i cambiamenti che apportò Louis erano i più belli ed importanti della mia vita.
         Louis era il cambiamento più bello ed importante della mia vita.
             Louis, da ora in poi, sarebbe stato la mia vita.

               Louis.
E' finita ç____ç
Non ci posso credere, no çç
Resterò in lutto per un paio di giorni, finché non mi riprenderò e finirò le altre storie che ho in sospeso da tipo secoli (se vi va passate a leggerle HAAHAH)
Ora che è finita mi piacerebbe davvero mooooooooooolto sapere cosa ne pensate, anche se vi ha fatto schifo, insomma non è mica un libro.
Mi mancherete, ed anche chi ha solo letto mi ha fatto molto piacere che abbia letto :)

Un bacio
 

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