Running away, but can't escape from you.

di potatoesrulez
(/viewuser.php?uid=230866)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Una frenata brusca mi sveglia da quel leggero dormiveglia iniziato più o meno una cinquantina di kilometri fa.
Quando apro gli occhi noto subito due teste bionde che giocano a FIFA 14 sulla playstation posizionata davanti al mio letto, appena mi muovo si girano e vedo quattro occhi verdi, su due visi identici.. che mi fissano.
Ecco a voi le gemelle Brooks, uguali ma opposte, però di questo parlerò poi. Le due mi fanno un cenno accompagnato da due sorrisetti divertiti e tornano subito alla loro partita. Mi alzo e mi dirigo verso il bagno a passo di zombie, alzo gli occhi al cielo appena noto come sono conciata: i capelli color della pece sembrano essere stati ruminati da una mucca viola in calore, sulla guancia destra sulla pelle color latte spiccava una riga nera di penna, dato che mi sono addormentata con la penna in mano mentre stavo scrivendo una strofa del nuovo singolo, il trucco totalmente sbavato e mi si erano anche stortanti tutti gli occhiali da vista. Vorrei tanto sapere cosa ho fatto per essere conciata così. Forse sono stata assalita dallo stregatto, oppure è esploso qualcosa, oppure la regina di cuori ha provato a tagliarmi la testa, fallendo miseramente, oppure.. Ok, no, fine delle possibilità assurde, più probabilmente ho avuto un incubo e mi sono agitata nel sonno.
Prendo una spazzola dal cassetto e comincio a farla scorrere lentamente tra i capelli, dopo molti intoppi riesco a scioglierli quasi decentemente, passo una salvietta struccante e mi trucco di nuovo, matita e mascara neri e smokey blu, infine metto le lenti a contatto, le appoggio delicatamente sulla mia pupilla, contornata da un iride azzurra, come il mare d'inverno, tempestoso, calmo, solitario, che pochi apprezzano come meriterebbe.
Giro la chiave e apro la porta, davanti alla quale c'era una chioma rossa impaziente che si fionda dentro appena apro la porta, travolgendomi con parole poco cortesi tipo: "Levati dal cazzo Jade!". Ignoro Rachel e passo oltre, sentendo degli insulti al ciclo provenienti dal bagno. Torno di là e mi siedo dietro alle gemelle per guardare la loro partita, Ashley giocava con il Manchester City e Mary-Kate con il Milan, e tanto per cambiare sta vincendo Mary, lei è sempre stata la più..mascolina, si direi che è il termine giusto, nella squadra di football femminile della scuola, genio dei videogame, un pó tanto meno genio a scuola, look molto alla come capita, fogna senza fondo quando si parla di cibo e la sua colonna sonora sono i Nirvana; Ashley invece è esattamente l'opposto, squadra delle cheerleaders, maga della moda, praticamente faceva parte di qualsiasi club esistite al liceo di Doncaster, vegetariana e la colonna sonora della sua vita potrebbero essere i Beatles. Passano il tempo ad insultarsi, ma gli opposti si attraggono anche non solo in amore, perciò sono molto unite.
Ma tornando a me, dato lo stracciante vantaggio (ovviamente) di Mary decido di andare in "cucina" a prendere dei pop corn per poi guardare un film in streaming. Noi non viviamo in una casa normale, bensì su un bus, sì proprio quelli, quelli lunghi, che bloccano il traffico, solitamente puzzano come se al posto delle maniglie ci fossero dei topi, nel nostro caso non puzza, è un bus da tournée, stiamo facendo il giro dell'America con il nostro gruppo, le Black Stars, sembra un nome alla cazzo ed effettivamente lo è perché lo abbiamo scelto a caso da un sito, però facciamo musica pop/R&B, io scrivo le canzoni e dopo tutte e cinque le cantiamo e direi che non siamo malaccio! Poi ognuna suona qualcosa ma non ci esibiamo con gli strumenti se non in casi eccezionali, a quelli ci pensano Austin alla chitarra, David alla tastiera, Sfriz alla batteria e Lucas al basso, sono i nostri migliori amici, praticamente sono 7 anni che ogni volta che ci muoviamo sembraiamo un branco! Mentre mi monologo interiormente, ma non troppo interiormente, in lingua correggiuta, spalanco il minifrigo e cerco del cibo dato che i pop corn deve averli finiti Juliet, infatti mi spunta dietro, la riconosco anche con la coda dell'occhio a causa dei suoi capelli per metà blu, come i suoi occhi, con una ciotola di popcorn in mano, ma non faccio in tempo a parlare che l'autista frena di botto e finisco in braccio a Tom, il nostro manager, sui 25 anni, sta con Ashley da qualche mese. Mi rimette in piedi e annuncia che siamo arrivati a Los Angeles, la città degli angeli.


Salve peopleee
Questa è la mia nuova fanfiction -ma va, banannaaaa- se vabbè, spero che vi piaccia, e una recensione potrebbe fare solo bene.
xx- Bea

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 Capitolo 2
Scendo dal bus di corsa cantando "Party in the USA" di Miley Cyrus, viene naturale, anche se il nostro tour in america era cominciato qualche settimana, Los Angeles è pur sempre Los Angeles. Questa sera ci esibiremo all'Honda Center, dove hanno suonato i migliori, non posso credere di essere qua, il mio sogno è sempre stato d venire qua a vedere i Green Day, ma ora sono io a salire su quel palco, è semplicemente incredibile, mi sciolgo solo a pensarci.
Dopo di me scende Rachel che si é rimessa in sesto e ora sembra quasi una persona normale, seguita da Juliet con in mano un sacchetto di patatine e da Mary in spalla ad una scocciata ma divertita Ashley.
Mary salta giù e comincia a gridare "Ti amo Los Angeleeeeeeeeeeeeeees! Tiamotiamotiamotiamotiamo!" e saltella ovunque emozionata, la cosa non normale è che anche io la seguo e insieme saltelliamo e strilliamo appassionatamente. Juliet e Rachel passano oltre con disappunto, Ashley invece aspetta Tom.
Quando finalmente arriva anche Tom che era salito a cercare il cellulare, ci dirigiamo, sempre saltellando ovviamente, verso l'albergo, e anche il povero receptionist ci guarda malissimo, ma dai cazzo! È Los Angels! Come fanno tutti sti robot a non mostrare nemmeno un minimo di entusiasmo?! Sono troppo felice! Prendo le chiavi dalla mano di quel cazzo di receptionist e corro verso l'ascensore seguita da Mary strillando "Cazzo siamo a Los Angeles! Muovete qui bei culi e divertitevi porca putt- Guarda dove vai idiota!" un coglione testa di cazzo che ha probabilmente dimenticato il gatto sulla pentola a pressione, non ha guardato dove cazzo andava e ha macchiato di milkshake la mia cazzo di maglietta nuova. Sulla mia t-shirt blu, spicca una chiazza arancione vomito e puzza di..carota? Quale essere sano di mente berrebbe mai un milkshake alla carota?! Appena alzo lo sguardo mi rispondo, nessuno sano di mente infatti. Louis William Tomlinson. "Jade? Cosa cazzo ci fai qua?! Comunque scusa, non volevo!" "Ci mancherebbe altro, levati dal cazzo Tomlinson, ho di meglio da fare! Ah, quasi dimenticavo.. Fanculizzati!" provò a passare oltre ma lui mi sbarra la strada "Mi spieghi cosa diavolo ti ho fatto?! Beh, frullato a parte.." "Mi prendi per il culo? Sai benissimo quello che hai fatto e levati, non voglio che il mio soggiorno nella città dei miei sogni venga rovinato da una puttana come te!" "Ma fai come ti pare, tanto riparto dopodomani, spero che il 'soggiorno' -enfatizzando sulla parola- sia di tuo gradimento.. Comunque ciao Mary, Jade." passa oltre con aria incazzosa e nel farlo mi dà una spallata. Mary che era stata in silenzio si avvicina lentamente e mi poggia una mano sulla spalla, come per cofortarmi, ma io non ho bisogno di conforto, ho bisogno di un sacco da pugilato, purtroppo non si può avere tutto dalla vita. Le sorrido leggermente per rassicurarla ma le mie mani sono strette così forte che le nocche sono totalmente bianche. Finalmente entriamo in ascensore, ultimo piano, perfetto. Dopo quasi un minuto di snervante silenzio, un trillo segnala che siamo arrivati. Sul piano ci sono solo due suite royalty, la nostra è la 2412 e la vita mi prende per il culo. Ora devo togliermelo dalla testa..
Prendo il telefono e gioco per una ventina di minuti a flappy bird, odiando quel maledetto uccello -niente doppisensi, grazie- con tutta me stessa, mi passa di mente l'incidente, ma ritorna a bussare nel mio cervello malfunzionante quando appoggio il cellulare e mi accorgo che puzzo di carota e sono arancione, magari è il caso che io vada a farmi una doccia o più che altro un bagno nel profumo, ce ne vorrà di tempo per togliere sto cavolicchio di odore. Cavolicchio perché cavolicchio sto usando la parola cavolicchio?! La mia mente malata gioca brutti scherzi a volte. 
'solo a volte, eh?' "Taci coscienza, stai buona a cuccia!" 'Questa è fuori di testa..' "Ehi! Sei tu la mia testa, quindi dato che sono fuori di testa, vattene!" 'Ma vaffanculo..'.
Conversazioni interessanti con la mia coscienza, quando sclero cominciano anche quelle..
Esco dalla doccia dopo quaranta minuti di lavaggi con il bagnoschiuma al cocco - mlmlml- e finalmente non c'è nemmeno l'ombra di qualcosa di arancione, colore che odio tra l'altro.
Mi asciugo i capelli e li lascio ondulati al naturale, mi preparo al concerto di stasera, che non è effettivamente un concerto delle Black Stars, è più un festival musicale, non tipo quelli a competizione come i Teen Music Awards, solo tanti artisti che si esibiscono, tipo Tomorrowland! 
Indosso un vestito con il corpetto drappeggiato senza spalline blu notte e il sotto nero in chiffon che arriva fino a metà coscia, metto le Jeffrey Campbell nere in pelle con tacco borchiato, orecchini neri a forma di rosellina, clutch rigida, rigorosamente nera, di Alexander McQueen e come tocco finale gli occhiali tondi tipo Paul McCartney. Sono pronta!.. Peccato che siano le quattro del pomeriggio e lo spettacolo comincia alle nove. Consideriamola una prova costume, tolgo tutto e lo lancio sul letto della mia stanza di suite, mi infilo degli shorts, le vans, una canotta, il berretto della vans ed esco a fare un giro. Appena metto piede fuori dall'albergo una folla di fan mi blocca e strilla una cosa tipo "viva la reception" oppure "one dire no" non si capisce, di sicuro non si sono preoccupate di me, che camuffata vado in giro per le spiagge di Los Angeles. Appena vedo l'insegna dello Starbucks mi ci fiondo e prendo un cookie al cioccolato e un frappuccino al caramello con tanta panna, pago e mi dirigo al tavolo. Tolgo il telefono dalla tasca e trovo venti chiamate perse da tutti, Tom e Mary soprattutto, mi sono dimenticata di avvisarli che uscivo effettivamente. Richiamo Tom che quando mi risponde comincia subito a sclerare "Jade dove cazzo sei finita?! Ti stiamo chiamando tutti da un'ora intera cazzo! Austin e Mary stanno per avere un attacco isterico blaterando qualcosa sulle carote! Ora, dimmi dove diavolo sei finita, perché lo spettacolo è tra due ore e noi non abbiamo preparato una scaletta e nemmeno i vestiti! Quindi parla!" Anche dall'altra parte della cornetta percepivo la preoccupazione e l'essere color melanzana dall'incazzatura di Tom, "Sono allo Starbucks davanti all'Hotel, stavo per venire indietro, comunque sto bene.. Arrivo subito!" finisco il biscotto in fretta e porto via il frappuccino. Arrivata al piano ho un dubbio esistenziale, 2412 o 2411? Faccio ambarabaciccicoccó e busso, dopo trenta secondi mi apre un ragazzo mezzo nudo, faccia già vista, ma non è dei miei, "Scusa, ho sbagliato camera!" lui mi guarda alquanto sorpreso ma poi sorride divertito "Ci sono due stanze, mi sembra difficile sbagliarsi! Comunque io sono Liam!" sento uno strillo isterico dalla stanza di fronte -probabilmente di Rachel, è l'unica che fa degli acuti simili - "E io sono morta se non mi muovo! Scusa ancora e ciao!" mi guarda perplesso mentre busso alla porta 2412 e una rossa furiosa mi trascina dentro.
Tutti mi fissano, è inquetante.
Austin arriva di slancio e mi abbraccia, seguito da Mary  "Pensavamo fossi scappata dalla carota!" effettivamente il modo in cui occhi blu esprime i suoi pensieri è molto profondo, Mary annuisce soltanto, "Le carote non sono più un problema mio ormai!" mi abbracciano ancora un pò, Austin e Mary sono i miei migliori amici, certo anche gli altri, ma loro conoscono ogni sfaccettatura del mio carattere come quasi nessun altro. All'abbraccio si aggiunge anche Juliet, seguita da Ashley, stiamo così per trenta secondi fin quando Tom non richiama l'ordine "Va bene, passiamo oltre solo perché è tardi, ma che non succeda mai più!" annuisco "La serata di stasera sarà particolare, non sarà un' esibizione normale, ma la scaletta e i costumi saranno scelti dagli altri partecipanti e le canzoni dovranno essere di chi le sceglie, si scrive tutto su dei fogli e poi si estrae, le cose devono essere anonime." "Quindi noi dobbiamo scegliere delle nostre canzoni e dei vestiti, anonimamente, per gli altri partecipanti?" Ashley cerca di capire meglio, la faccenda è abbastanza complicata infatti.. "Esatto! Le canzoni devono essere 3, e per i vestiti devono esserci cinque outfit sia da uomo che da donna, poi a chi capitano si arrangia! Io direi di dividersi i compiti! Due completi ciascuno e io e Jade ci occupiamo delle canzoni dato che le scrive lei, va bene?" tutti annuiscono e si dirigono verso le loro camere facendo un fracasso assurdo. Io e TomTom - perché lui è la nostra guida, puahahah (battuta meravigliosa)- ci sediamo sul divano con i ragazzi della band che tanto non avevano niente da fare, quindi ci davano una mano, Sfriz - nessuno ormai si ricorda più perché lo chiamiamo così, ma ormai non è più Seth, è Sfriz- propone "Cosa ne dite di  Skyscraper per iniziare?"  David e Lucas scuotono la testa in segno di disappunto, "Meglio cominciare con Unbroken!" prendo la parola io "Io propongo di iniziare con Heart Attack, poi Unbroken e poi Skyscraper, ci sta?" "Ci sta, ci sta!"

Salve peopleeeeee
capitolo 2, una recensione al giorno toglie me di torno, spero che vi piaccia e se non vi piace lasciate lo stesso qualcosa per dar segno che almeno ci avete provato, arrivederciiii
xx-Bea

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Ora che abbiamo scelto le canzoni, dobbiamo preparare i vestiti, io non mi ci metto più di tanto, da ragazza un vestito blu navy con corpetto lavorato in chiffon, scarpe con plateau nere in vernice, e un fiocco; da ragazzo dei jeans chiari, converse bianche e maglia dei The Killers, una mia fissazione. Le altre hanno preparato cose carine, ognuna con il suo stile, piuttosto sono preoccupata di quello che ci porterebbe capitare. "Jade! Ho bisogno di un consiglio, vieni qua!" "Austin c'è Adventure Time, se hai bisogno porta qua il tuo bel culo sodo!" ha veramente un bel culo, se non fosse il mio migliore amico ci farei un pensierino molto poco ortodosso.. Vabbè, spalanca la porta "Grigio e azzurro o nero e arancione?" "Aus, piantala di correre in giro per la stanza come un'coglione, respira e spiega a cosa ti riferisci!" "Giacca e gilet, mi sembra ovvio, comunque mi complimento per la tua simpatia di oggi eh.." "Non rompere il cazzo, non è giornata, lo sai benissimo, comunque azzurro e grigio." mi si avvicina e molto poco delicatamente si lancia sopra di me, si sistema fin quando non trova la posizione giusta: testa sulla pancia ed il resto del corpo in diagonale sul mio letto matrimoniale. Dopo avermi dato una gomitata nello stomaco per mettere il telefono in tasca, comincia a parlare "Senti, lo so che ti ha scombussolato in un modo assurdo incontrarlo, ma Dio! Stai vivendo il tuo sogno, come fa un coglione a metterti così sottosopra?! Devi andare oltre, è passato praticamente un anno, sei una cantante, sei a Los Angeles con i tuoi migliori amici a fare quello che ami, se aprissi gli occhi magari vedresti qualcuno che ti sbava dietro da anni, e non far finta di non capire! È da anni che Lucas ci prova ma tu eri troppo impegnata con Tomlinson per accorgertene! E ora piantala di auto commiserarti, alza quelle chiappe palestrate da questo letto e vai a spaccare i culi a tutti su quel palco!" capovolgo la posizione e lo faccio diventare una frittata di Austin, per i miei standard gli voglio fin troppo bene.
Lo aiuto ad alzarsi e ci dirigiamo a braccetto fino alla hall, dove ci stanno aspettando tutti, lascio un leggero bacio sulla guancia a Mary e alle altre, poi saliamo sulla macchina/taxi/nonsocosasia con come meta il mio sogno. Una volta scesi sono tipo "woooow" "kaboom" "wookaboom", come recentemente sto facendo decisamente troppo, saltello fino all'ingresso degli artisti abbracciata a Aus e Mary, i miei angioletti custodi.
 3...2...1... "Cristo no!" un urlo esce spontaneo dalla mia bocca, Ashley arriva di corsa allarmata mentre io sto per avere un attacco nervoso. Sono perseguitata. Abbiamo estratto, la sfiga mi perseguita! Perché tra cinque opzioni, proprio a me doveva capitare quella con il vestito arancione?! Alla fine l'abbinamento è carino, scarpe Lita, bombetta nera e vestito in jersey, ma con tutti i colori che vomitano gli unicorni, proprio l'arancione? Cos'è, hanno fatto indigestione di carote e zucche? Ne ho abbastanza di questo cazzo di colore! "Jay, calmati, è solo un vestito, l'esibizione dura nemmeno un quarto d'ora, stai tranquilla, poi lui non è qui!" Ash prova invano a calmarmi, nel frattempo ci raggiungono anche le altre già cambiate, sono bellissime, magari alla fine posso sopravvivere ad un po’ di arancione, tanto come dice Ashley, lui non è qua.
 Due minuti, due cazzo di minuti e io devo ancora imparare mezza canzone, mi sembra si chiami Alive, è carina ma il nome della band è osceno, One Direction, che senso ha? Boh, il nostro ha un senso almeno, Black Stars, le stelle che ci sono, ma non brillano.
Esco dal mio camerino in cerca di una bibita, scoprendo un minibar molto fornito vicino a degli amplificatori, lì vicino c’è un ragazzo biondo che sorseggia sovrappensiero una diet coke, una volta aperto il minibar scopro che quella del ragazzo era anche l’ultima, sospiro rumorosamente e chiudo l’anta con poca delicatezza, il ragazzo si risveglia dal suo mondo immaginario “Ehi, quel povero frigorifero non ti ha fatto niente di male!”, lo guardo molto male, della serie se gli sguardi potessero uccidere saresti già morto, “E’ per caso un tuo parente dato che ti preoccupi così tanto per lui?” non era mia intenzione essere cattiva con lui, però ero già molto incazzata, e lui aveva l’ultima diet coke- non che io ci tenga al peso, però mi sento meno in colpa a bere le bibite dietetiche- e ciò mi dà un motivo abbastanza valido per trattarlo male, il poveretto sembra abbastanza sorpreso “Ehi, calma, non volevo insultarti, scherzavo!” mi alzo velocemente –per quanto possibile con quelle scarpe- e guardandolo in faccia, scopro che ha degli occhi veramente belli, anche se i ragazzi biondi con gli occhi azzurri sono un po’ un clichè per i miei gusti. “Scusami, è una giornata no e tu hai l’ultima diet coke, quindi diciamo che sono abbastanza irritabile..” mi sorride gentilmente e si gira per cercare qualcosa “Bastava chiedere, ne avevo tenuta da parte una per un mio compagno di band, ma tu hai avuto una giornata difficile, quindi direi che ti meriti almeno una diet coke fresca!” mi porge la lattina e aggiunge “Ora devo andare a cambiarmi, sono già in ritardo e non posso decisamente suonare in tuta! Ci si vede ragazza irritabile!” e se corre via senza lasciarmi possibilità di ribattere. Un po’ perplessa apro la lattina e mi dirigo verso il camerino di Aus, apro la porta senza nemmeno bussare e scoppio a ridere vedendolo alle prese con delle scarpe a cui vanno messe le stringhe, resto a guardarlo fin quando non lancia una scarpa contro l’appendiabiti, solo allora mi offro di aiutarlo, raccolgo una converse rossa da una pila di vestiti e mi metto a infilare velocemente le stringhe appoggiando la mia diet coke sulla specchiera, dando un ceffone sul braccio ad Austin quando stava per prenderla “Non osare toccarla, ho quasi insultato un tipo abbastanza carino per averla, quindi non osare!” ritira il braccio e mi guarda con gli occhi da cucciolo “Sei una persona cattiva..” appoggio la scarpa, afferro la mia lattina e gli lascio un veloce bacio sulla guancia sgusciando via dal camerino “Ma mi vuoi bene lo stesso!” mi risponde quando ho già chiuso la porta “Fanculo!” soffoco una risata e vado nel mio camerino a gustarmi la mia combattuta bibita.
Dopo circa venti minuti passati guardando Zoey 101, Ashley viene a chiamarmi per fare l’ultima prova prima di salire sul palco. La prova dura circa quindici minuti e subito dopo andiamo a sederci nei posti in seconda fila che ci erano stati riservati, di fianco a me si siede Austin, tanto per cambiare, quel ragazzo è come una cozza, mi sta sempre attaccato, ma devo dire che senza di lui costantemente al mio fianco non penso che potrei mai andare avanti; di fianco a lui c’è Mary in una camicia scozzese smanicata rossa e nera, una gonna skater in pelle nera, un cappello Fedora nero e delle Lita rosse, stava veramente molto bene, non come me con quel maledetto vestito arancione. Dietro di noi si siedono quattro ragazzi abbastanza fuori dalle righe, uno con i capelli blu e neri, uno con il ciuffo biondo stile banana-boy, uno con i capelli lunghi fino alle spalle stile punk anni 90, e l’ultimo un po’ più normale, con dei semplici capelli castano scuro, ma di particolare aveva dei lineamenti orientali. Si presentano rispettivamente come Micheal, Luke, Ashton e Calum, quando Calum ci dice il suo nome scoppio a ridere perché capisco, non so perché, Gollum, e dopo che tutti mi hanno guardata male gli chiedo di ripetere e smetto di ridere come una deficiente, infine tutti insieme gridano “Ed insieme siamo i FIVE SECONDS OF SUMMER!” mettendosi in pose da ninja e facendoci ridere tutti. Anche noi ci presentiamo e scopriamo che saranno proprio loro a suonare le nostre canzoni, quando gli diciamo che le nostre canzoni sono Alive, Drag me down e Moments, dicono che suoneremo le canzoni dei loro mentori, gli One Direction e che se faremo male le loro fan ci uccideranno per avere rovinato delle canzoni così meravigliose, restano allibiti in seguito alla mia affermazione “E questi chi cazzo sono?” Ashton mi guarda dicendo “Ma in che mondo vivi?! Hanno milioni di fan in tutto il mondo, sono in attività dal 2010 ed hanno fatto un tour negli stadi totalmente sold out in poche ore!” “Beh, ben per loro, io non seguo la musica pop, seguo solo punk, rock alternative, rock metal, pop punk e punk rock, la musica troppo commerciale non la seguo, la ascolto e basta se capita. Comunque non sono malaccio!” Luke mi guarda abbastanza strano all’inizio, ma dopo averci riflettuto un paio di secondi mi sorride ed annuisce “Vabbè, è strano ma ci sta, ora comunque li ascolterai, sono i primi ad esibirsi, poi ci siete voi, altre due band e poi noi seguiti da un’altra girl-band.” Giusto il tempo di finire la frase e le luci si abbassano, la folla si alza e gli strilli cominciano. E appena la nebbia finta si dissipa, vedo tutto quello che meno mi aspettavo di vedere sul palco, il biondo della diet coke, un capellone, il tipo in asciugamano della stanza davanti e testa di cazzo con dei microfoni in mano che cominciano a cantare. Scavalco Austin e Mary che mi guardano allarmati e mi fiondo dietro le quinte borbottando “devo.. devo.. andare, sapete, l’acqua.. la gola..” a quanto pare anche il biondo dal palco nota che mi sto alzando e mi fissa con sguardo interrogativo. Una volta arrivata nel camerino butto giù una bottiglietta d’acqua tutta in un sorso, ma non mi aiuta con l’iperventilazione, tra poco penso che sverrò, mi lascio cadere sulla poltrona imbottita e nascondo il viso tra le mani fin quando qualcuno non bussa delicatamente, “avanti” sussurro, beh, a quanto pare oggi è la giornata del facciamo accadere tutto ciò che Jade non si aspetta perché dalla porta entra Luke, con un peluche di un pinguino “Ehi, ci siamo appena conosciuti, ma mi sei sembrata abbastanza turbata, i tuoi amici stavano discutendo su chi mandare a vedere come stavi, io mi sono offerto ed eccomi qua con Gunter, nei brutti momenti mi aiuta sempre!” me lo porge sorridendo “Beh, almeno so che esiste qualcun altro oltre i dieci anni che guarda Adventure Time, comunque non ti preoccupare, torna pure di là, io aspetto che ci chiamino sul palco, tra non molto arriveranno anche gli altri, ma se proprio ci tieni terrò Gunter qua con me.” stringo il pinguino tra le mie braccia e noto che profuma di cannella “Okay, ti lascio allora, non ti chiedo che è successo dato che penso siano fatti tuoi, ma a Gunter puoi raccontare tutto, ti posso giurare sulla mia Gibson preferita che non dirà niente!” riesce a farmi spuntare un sorrisetto, credo che io e lui potremmo diventare amici, “Va bene, ci farò una chiacchierata, grazie Luke.”. Appena la porta si chiude fisso Gunter e comincio a pensare a come sono finita lì.
 
Ehi belle persone!
Sono tornata a quanto pare! Sono sparita per un po’ perché sono stata presissima con la scuola e dei problemi a casa, quindi chiedo umilmente perdono, ma con il prossimo capitolo che spiega un po’ di cosette prometto mi faccio perdonare! Cerco di aggiornare il prima possibile J
Carab x

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2447050