A Bite In The Shadow

di EiryCrows
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colorless ***
Capitolo 2: *** Quarrel ***
Capitolo 3: *** Qualms Of Conscience ***
Capitolo 4: *** In the Lair of the Beast ***
Capitolo 5: *** Awakening ***
Capitolo 6: *** Bonus Chapter ***



Capitolo 1
*** Colorless ***


~A Bite In The Shadow ~
Cap 1 – Colorless 
 
Una gran folla urlante si era radunata nella piazza davanti al castello di Dolcelandia. Al centro di essa si poteva scorgere solo un ombrello azzurrino con delle ossa  bianche a decorarlo.

-Ladro di colori!- Urlarono – Restituiscilo! Restituisci quel colore, si insomma, come si chiama… quello!-

-Ѐ tutta colpa tua!- Qualcuno aggiunse, trovando l’assenso delle altre persone.

-È colpa tua se le mie strisce sono verdi!-

-È tutta colpa tua se le mie rose sono tutte blu!- La folla si stava stringendo pericolosamente ed era furiosa.

Intorno a lui la situazione stava rapidamente degenerando. Marshall tentò di difendersi, ma la gente non voleva sentire ragioni, solo avere qualcuno a cui dare la colpa.

-Che sta succedendo qui?- una voce autoritaria si fece largo tra lo strepitio della massa, facendola ammutolire all’istante. Il folto gruppo si aprì permettendo così al Vampiro di poter vedere chi aveva parlato.

-Principe Gumball!- La folla rumoreggiò, anche il principe aveva perso il suo colore! Il rosa caramello era stato sostituito da un leggero verde pastello che rendeva il principe un po’ strano. Marshall ridacchiò sotto i baffi vedendolo così conciato.

Meloverde si fece avanti.- Principe Gumball, le mie mele sono diventate tutte blu! Con quelle mele non potrò più fare le mie famose torte, quindi volevo chiedere a Marshall se sapesse qualcosa, ma poi si è radunata intorno a noi tutta questa gente…-

-Si, si anche io! –Anche io! – Un coro di voci riecheggiò nella piazza, tutti volevano parlare con il Vampiro a quanto pare.

Il Principe fece cenno di tacere e la moltitudine di persone pian piano si zittì in attesa.

-E tu, Marshall Lee, che ci fai in piazza in pieno giorno?- Gumball si avvicinò al centro per vedere meglio il moro. Marshall ruotò gli occhi emettendo un breve brontolio, infastidito dal fatto di dover spiegare a tutti il motivo per cui si trovava lì.

-Volevo un’udienza con Sua Altezza, ovviamente!- disse poi facendo un mezzo inchino, solo per prenderlo in giro.

-Sei sempre il solito! – lo apostrofò l’altro, sorridendo, poi si rivolse alla folla -Marshall Lee non ha nulla a che fare con la sparizione del colore! Ritengo sia stato solo una qualche specie d’incidente, inoltre vi prego di mantenere la calma, perché ho già elaborato una soluzione! -

La folla ascoltava in religioso silenzio le parole del Principe, bisbigliando di tanto in tanto.

-E comunque… ho già mandato Fionna e Cake a raccogliere tutti gli ingredienti che servono per la nuova formula!-

A quelle parole, la folla esplose in un boato assordante di applausi e grida e soddisfatta ben presto si diradò, lasciandoli da soli.

-Che bugiardo!- Sghignazzò il moro.

-A volte è utile mentire, se si fa a fin di bene - rispose. Non era sorpreso che il Vampiro si fosse subito accorto della bugia che aveva raccontato, piuttosto lo era del fatto che comprendesse quello che gli passava per la testa con uno sguardo. Era già la seconda volta che lo faceva*.

-E ora senza mentire, mi dici qual è il vero motivo della tua visita? – Riprese, squadrandolo. Sembrava molto più pallido del solito.

-Ero serio quando ho detto che volevo incontrarti- Marshall lo guardò per un minuto, prima di scoppiare a ridere senza freni – Bubba, scusa ma quel verde non ti dona affatto!-
-Lo so!- Gumball iniziò a ridere trascinato dalla sensuale risata del vampiro.
-Quello che non capisco – disse poi quando riuscì a riprendere fiato - è il perché non sei venuto direttamente nella mia stanza.-
Lo guardò dritto negli occhi pregando che non fraintendesse l’affermazione, così facendo si accorse che le sue occhiaie erano più marcate e scure del normale.

 “Qualcosa non va. È strano … sembra malato.” Era sempre preoccupato quando qualcuno non stava bene e anche se non voleva ammetterlo, lo era ancora di più quando si trattava del suo Marshall.

-Perché camera tua è al terzo piano - disse lui, ricambiando lo sguardo con occhi grigi e stanchi – e io non riesco a volare-
 
 

Note:
*Mi riferisco alla storia Just A Kiss che a livello temporale precede questa (ma non è necessario averla letta).


~Angolino dell’autrice
Buonsera a todos!  
Come vi avevo promesso eccomi qui con un’altra Gumlee (sul serio, quanto può farmi fangirleggiare questa coppia? )
Come avrete notato leggendo, i nostri due amici si ritrovano ad avere un bel problema da risolvere…
Come riusciranno a risolvere la cosa?
E soprattutto perché il mio cervello mi ha detto di fare un’anafora? D:
La risposta a questa e ad altre eventuali domande ( a proposito ovviamente si accettano anche critiche negative) nei prossimi capitoli!
(se non sarete stufi di continuare a leggere le mie stronzate trovate geniali)
Un saluto dall’oltretombaaaaaaa xD
EiryCrows
P.S. Grazie a tutti per aver letto ;)

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Capitolo 2
*** Quarrel ***


Cap 2 – Quarrel

-Come sarebbe a dire che non puoi volare? E scendi dalla mia scrivania! – Gumball incedeva nervosamente avanti e indietro. Adesso che erano nella sua stanza potevano parlare liberamente senza che ogni cinque minuti un cittadino di Dolcelandia li fermasse per chiedere, a lui o al vampiro, se sapesse qualcosa sul colore scomparso di cui nessuno però, ricordava il nome. Seduto sulla scrivania, Marshall seguiva i movimenti del principe come un gatto segue quelli di un topolino in attesa di balzargli sopra.

-Come ti ho già spiegato, posso solo sollevarmi di qualche centimetro- ripeté per l’ennesima volta, esasperato – e non riesco a volare, perché non mangio da un paio di giorni, visto che il cibo è sparito – Aggiunse sospirando. Aveva cercato ovunque, in ogni angolo, in ogni anfratto ma di quel colore non ne era rimasta traccia.

Il Principe si bloccò voltandosi leggermente verso il moro, avverdendo*. –Quanti giorni esattamente?- chiese.

Gli occhi del vampiro si ridussero a due fessure – Gumball. – disse secco.

Il verdino deglutì nervoso sotto quello sguardo. – Anche se non so come, credo sia stata colpa mia-

-Colpa tua? Perché, che hai combinato stavolta? –

- Stavo facendo dei nuovi esperimenti di cucina, mescolando colori e sapori – come sempre quando si parlava di cucina, al principe luccicarono gli occhi – e poi.. devo aver calcolato male le dosi e c’è stata una piccola esplosione.- riprese a camminare per la stanza, agitato. –All’inizio il colore era sparito solo nella mia cucina/laboratorio, poi con il passare del tempo è scomparso in tutto il regno… cioè, è un po’ inesatto – evitò di proposito di incrociare lo sguardo del moro, anche se sentiva che lo stava pesantemente fissando - ho controllato è scomparso perfino in tutta la terra di AAA- disse infine.

-Ѐ per questo che sono conciato così? Per uno stupido esperimento di cucina? – Ringhiò il Vampiro.

-Non è stupido. Tu non puoi capire. – rispose offeso il Principe. Si morse la lingua, forse non doveva dirlo.

-Io non.. capisco? SEI TU QUELLO CHE NON CAPISCE!- Si avventò su di lui ed entrambi rotolarono sotto la scrivania, Marshall inchiodò Gumball a terra con il suo peso, trattenendolo per i polsi. - QUEL COLORE PER ME NON È SOLO CIBO! – sbraitò visibilmente arrabbiato.

Il Principe non ebbe neanche un istante per reagire che si era ritrovato sotto la scrivania sovrastato da Marshall. Deglutì. L’unica cosa a cui pensava, stretto tra lui e il pavimento, era che il Vampiro che gli stava sopra, sebbene furioso, fosse tremendamente sexy.

Era come guardare una belva selvatica bellissima ma estremamente mortale. Lo scintillio dei suoi canini appuntiti, riuscì a distoglierlo dai suoi pensieri. Non avrebbe dovuto vederli scintillare nella penombra… o no? Per un attimo desiderò toccarli, si chiese che cosa avrebbe provato se avessero sfiorato la sua pelle…

Forse l’avrebbe scoperto o forse quelle piccole zanne l’avrebbero solo ucciso. Il suo cuore iniziò a battere sempre più velocemente, sentiva la bocca prosciugata, arida. Gumball non sapeva dire se era perché aveva paura o perché la bocca di Marshall si stava lentamente avvicinando, cerco di divincolarsi ma l’altro rinsaldò la presa.

- Quel colore non è solo cibo– sibilò – Quel colore è la vita stessa. È l’unica cosa che mi separa da quell’ essere

Steso sotto di lui, Gumball, lo sentì rabbrividire e si domandò se fosse il caso di chiedere una spiegazione. Vide le pupille del Vampiro ridursi a due sottili spilli come quelle di un gatto inondate dalla luce. Il suo respiro divenne improvvisamente più corto. Meglio rinunciare.

Marshall era sensibile ad ogni piccola variazione nel ritmo respiratorio del Principe e ad ogni singolo battito del cuore di lui. Schiuse le labbra e le avvicinò al collo mosso solo dal puro e primordiale desiderio di mordere.

“Così vicino”

Il suo dolce profumo lo avvolse, si fermò per assaggiarlo. Riusciva quasi a sentirne il sapore sulla lingua.

“Maledettamente vicino”

Per un attimo si specchiò nello sguardo terrorizzato del principe. Si ritrasse fulmineo spalancando gli occhi e si alzò di scatto, ribaltando la scrivania. “Merda”

Inspirò. Un forte mal di testa lo trafisse, costringendolo a prendersi il capo tra le mani nel vano tentativo di fermare il dolore che andava via via crescendo.

“Stavo per ucciderlo?” Non era solo la testa a fare male, tutto il corpo stava reagendo alla mancanza dei pasti.

“Si. L’avrei ucciso. Senza esitare.” I denti iniziarono a pulsare con prepotenza. Pensare con quel dolore lancinante era veramente impossibile, doveva andarsene prima di perdere totalmente il controllo.

“ Che cosa ho fatto?!” Gumball era ancora disteso sul pavimento, in quel momento non si fidava del suo corpo, così era rimasto semplicemente lì, immobile. Marshall si strofinò il palmo della mano sulla fronte e lo fissò negli occhi per qualche fugace secondo. Poi si avvicinò alla porta.

-Trova un rimedio. - disse asciutto con voce roca, prese l’ombrello e lo lasciò solo.

“Che cosa hai visto, Marshall, nei miei occhi che ti ha spaventato tanto? “ Gumball era riuscito a mettersi seduto e aveva appoggiato la testa sulle ginocchia. “Hai visto il riflesso di quello che io ho trovato nei tuoi?” Respirò a fondo per ritrovare un minimo di calma.

“È stato solo per un’istante, ma ho visto chiaramente quella belva strisciare verso di te e avvolgerti nelle sue spire. Era quello, ciò a cui ti riferivi prima? Quella cosa… Per quanto ancora riuscirai a trattenerti dal reclamare la vita di qualcuno, Marshall? ”

Si alzò, nonostante gli tremassero decisamente le gambe. La colpa di quanto era successo era solo la sua, era lui che aveva risvegliato quel mostro.

“E tutto per degli stupidi esperimenti” Sistemò la scrivania e impilò tutte le carte che si erano sparpagliate nella confusione. Nel farlo notò una lettera indirizzata a lui, senza mittente. La grafia sembrava femminile ma non la analizzò più di tanto, non aveva voglia di leggerla perciò la mise in cima alla pila e fu facile per lui dimenticarla. Adesso doveva concentrarsi solo a trovare una soluzione al problema di Marshall e anche piuttosto in fretta.




* Si insomma è arrossito, ma visto che è verde xD



~Angolino dell’autrice
Buon pomeriggio a tutti! xD
Siccome sono buona e magnanima (leggasi siccome ho la febbre e non ho un emerito nulla da fare) ecco il secondo capitolo :) le cose si stanno scaldando eh?
D’oh! Il nostro principe ha seppellito la lettera in mezzo alle scartoffie :O e se fosse importante? E se invece non lo fosse per niente? :O
Un grazie a tutte le anime pie che hanno avuto la pazienza di leggere anche questo capitolo :D
A prestissimoooooooo (spero)
EiryCrows

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Capitolo 3
*** Qualms Of Conscience ***



~ Perché le note su sono fighe ~

WOW… Okayyyyyyyyyy……. Scusatemi per la schifezza che è venuta fuori -.-

... Vabbè questo breve capitolo, anche se non sembra uno scopo ce l’ha… boh.. prometto che mi farò perdonare con il prossimo :)
Ci vediamo giù xD



Cap 3 – Qualms Of Conscience


Erano passati all’incirca quattro giorni dall’ultima volta cha aveva visto Marshall. Gli aveva telefonato, invano, perchè il telefono squillava e nessuno rispondeva, per non parlare poi del cellulare che dava sempre irraggiungibile. Lo aveva cercato in giro la notte, con l’aiuto di Lord Monocrome, senza mai ottenere risultati. Motivi che avevano accresciuto smisuratamente la sua preoccupazione per lui.

Guardò di nuovo la ricetta che stava sperimentando. Aveva affidato il compito di recuperare tutte le risorse necessarie a Fionna e a Cake, mentre lui avrebbe svolto tutto il lavoro teorico. Con sua immensa fortuna quelle due non lo avevano deluso e avevano completato la missione velocemente, portandogli tutti gli ingredienti che aveva richiesto. Sospirò.

“Oh Glob! Fa che sia la volta buona!” Aggiunse lo zucchero al succo di mela blu insieme ad una spolverata di anice stellato, rovesciò l’intruglio nella provetta e mescolò. La nuova miscela fece un piccolo sbuffo di una leggera colorazione rosata. Il Principe prese e scagliò lontano la fiala, che si frantumò contro il muro. Esasperato.

“Un altro fallimento!”

Era il centesimo tentativo che andava in fumo. Si fece coraggio. Era riuscito a formulare tantissime nuove ricette, ma non era stato in grado di ricreare quella determinata tonalità di colore. Almeno stavolta aveva ottenuto qualcosa di concreto. Era sulla strada giusta, doveva solo continuare a tentare, anche se il tempo sembrava agli sgoccioli.

Non riusciva a togliersi di dosso questa strana sensazione, che il tempo a sua disposizione stesse per scadere. Prese un altro foglio e iniziò a trascrivere cifre e ingredienti, tracciando diagrammi alquanto complicati.

“Diamine”

Era tutto sbagliato. Accartocciò il foglio. Stava per buttarlo nel mucchio dei progetti scartati, quando ad un tratto davanti ai suoi occhi, la parte della parete colpita dalla provetta cambiò colore. Sgranò gli occhi. Che colpo di fortuna!

-Ma certo! – esclamò esultante il Principe –Ecco cosa mancava alla ricetta! – Ricordava perfettamente gli ingredienti che aveva usato per rivestire le pareti del laboratorio, non zucchero ma ..

-..Miele e biscotti alla cannella! – Per poco non cadde dalla sedia, felice com’era di aver trovato una possibile soluzione. Batté le mani dalla gioia. Gli sembrava di essere un bambino in un negozio di dolci a cui era stato detto che poteva comprare tutto quello che voleva! Preparò una nuova fiala e aggiunse la cannella, lo sbuffo adesso era più scuro! Esaltato aggiunse anche il miele alla nuova miscela. Stavolta il fumo fu più consistente e anche del colore giusto!

-Si! - Era così entusiasta che per poco non rovesciò il contenuto della provetta sul tavolo. -Non rimane altro che fare un test!- prese una ciliegia gialla e gli fece cadere una goccia del preparato. Lentamente il colore della ciliegia mutò. Per lui fu più che sufficiente, si portò la fiala alle labbra e ingoiò tutto con un solo sorso. Si mise aspettare una qualche reazione davanti allo specchio. Dopo qualche minuto, la punta delle dita e qualche ciocca divennero rosa. Il Principe rise di gioia, la formula era lenta ad agire ma funzionava!

-Aumentiamo le dosi!- Preparò una grande quantità della nuova miscela e la mise in un contenitore trasparente ben sigillato. Ogni cosa sarebbe tornata al suo posto. Salì le scale quasi volando e per poco non si scontro con Peppermint che gli stava portando qualcosa da mangiare.

-Pepps! Era te che cercavo!- Sorrise nel porgere alla sua fidata cameriera il contenitore – Chiama Fionna e Cake! Digli di spargere questa polvere per tutta Dolcilandia e se ne resta nella terra di AAA!-

Peppermint non ebbe neanche il tempo di controbattere, che già il Principe era sparito. Gumball raggiunse di corsa il cortile. Non aveva tempo per mangiare. Adesso che la nuova ricetta era stata creata e affidata a Fionna e Cake, adesso che non dipendeva più da lui, aveva solo un pensiero per la testa: Marshall.




~Angolino dell’autrice

Visto che oscenità? -.-‘’ Non sapevo come far conciliare scienza e cucina (dannazione a te Principe Rosa! è.é ) ed è uscita questa cosa. Ma ormai la frittata è fatta quindi…mangiamocela xD Per di più oggi il pc è pure poco collaborativo è.é che supplizio! Lo prenderei volentieri a testate ma poi come farei con tutto quello che c’è dentro! ç_ç

Comunque, Lady_Mad_Hatter : i tuoi scleri i tuoi commenti sono sempre bellissimi :’D sul serio. Però non ti dico niente lo stesso °w° sennò che gusto c’è? Oh, bello il cosplay di Marcelline *-*

FrancescaMorena002: Don’t worry! Non perdere tempo a leggere e studia xD
Au revoir!!


EiryCrows

P.S. Quel ragazzo è un genio. Un genio con un gran culo. xD

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Capitolo 4
*** In the Lair of the Beast ***



Cap 4- In the Lair of the Beast


Salutò Lord Monocrome con un cenno della mano. Non sapeva per quanto sarebbe rimasto a casa del Vampiro, mandò giù il nodo che aveva in gola, non sapeva neanche se sarebbe tornato.

Bussò alla porta e l’uscio si aprì con uno scricchiolio sinistro. La porta non era chiusa a chiave, perciò il suo lui doveva essere lì da qualche parte. Avanzò a tentoni nel buio per trovare l’interruttore della luce, ma non era preparato a quello che si ritrovò davanti una volta che la luce si accese. Trattenne a stento un urlo.

Dentro quella casa regnava il caos più completo. I quadri e le fotografie erano state frantumate a terra, i mobili erano rovesciati sul pavimento lacerati da profonde artigliate, le stesse che avevano squarciato il divano e le tende, le stesse che avevano dilaniato le pareti. Si incollò al muro che aveva alle spalle. In ogni stanza si ripeteva la medesima scena come un tetro e silenzioso mantra. Il panico prese il sopravvento, dov’era Marshall?

-Marshall? – lo chiamò e la sua voce uscì strozzata e di almeno due ottave più alta. Non era più spaventato per la vita di lui, ne era terrorizzato.

“Oh Glob! Fa che non gli sia successo niente!” Riuscì ad arrivare fino alle scale e le salì con gambe molli. La stanza era silenziosa e lui nel buio non riuscì dapprima a vedere nulla.

-Marshall?- sussurrò non fiducioso stavolta della propria voce e il suo sussurro in quell’oscurità fu potente quanto un grido. Pian piano gli occhi si abituarono al buio, non riusciva a vedere bene ma era meglio di niente. –Marshall?- ritentò.

Finalmente lo vide. Era seduto sul pavimento, addossato ad una parete anch’essa graffiata, con le braccia pallide e magre che riposavano molli ai fianchi. Aveva la testa reclinata leggermente all’indietro, il volto, come le braccia, pallidissimo e scheletrico, formava uno strano contrasto con le occhiaie scure e le labbra livide. Anche gli occhi rivelavano una gran sofferenza, occhi infossati e stanchi, occhi che non avevano mai smesso di guardarlo da quando aveva messo piede lì dentro.

Gumball stentava a credere che lui fosse davvero il suo Vampiro, quello che lo prendeva sempre in giro, quello che aveva imparato ad amare. Si avvicinò pian piano. Il petto del moro si alzava e si abbassava affannosamente in cerca di ossigeno, come se ne avesse avuto davvero di bisogno.

-Vattene.- Di nuovo la voce di Marshall sembrò più simile al verso di una belva. Come quel giorno.

Il principe scosse la testa, anche se rimanere avesse significato morire, non voleva andarsene. Il suo posto era lì accanto a lui.

-Non..pu..- le parole gli morirono in gola e Marshall si sentiva troppo stanco per riprovare. Chiuse gli occhi lentamente. Anche pensare era una fatica immane. Voleva solo lasciarsi andare…

Riaprì gli occhi e incrociò quelli del Principe, vide solo un oceano rosa.

“Rosa.” Erano di nuovo rosa. Rabbrividì.

“Rosa.” Se solo avesse potuto far smettere quell’incessante martellio che aveva in testa.

“Rosa.” Se solo i denti avessero smesso di pulsare così dolorosamente.

“Dolore.” Se solo… “Dolore.”

Sbatté le palpebre. “A cosa stava pensando?" Non riusciva a ricordarlo.

Si sentì scuotere leggermente. Non si era accorto di aver chiuso di nuovo gli occhi. Li aprì, annegandoli nel rosa.

Gumball era rimasto per tutto il tempo a fissarlo. Aveva capito finalmente. Riusciva a leggere negli occhi di Marshall il bisogno. Bisogno di nutrirsi. Bisogno di tornare a respirare. Bisogno di tornare a vivere. Perché era questo che aveva cercato di dirgli lui quel giorno. Un Vampiro è già morto. Non può morire di fame o di sete se smette di nutrirsi, semplicemente la sua pelle si sfalda. E la sua mente? Precipita nell’abisso in pasto alla belva. E lui l’aveva compreso soltanto in quell’istante! Si diede una manata sulla fronte.
“Stupido! Sono uno stupido di proporzioni gigantesche!” Forse però non era ancora troppo tardi… forse poteva ancora fare qualcosa, in fondo il rosa era una gradazione di quel colore. Prese le spalle di Marshall e lo scosse leggermente. Le pupille del Vampiro si restrinsero, sembravano quelle di un serpente. Sotto lo sguardo sempre più perso del moro si alzò la manica del braccio sinistro e gli porse il polso.

- Marshall – disse risoluto - bevi.- non una richiesta ma un ordine.

Marshall non riusciva a rimanere concentrato. Vedeva il polso del Principe e ne sentiva il forte richiamo.

“Profumo” Lo stesso che aveva sentito quel giorno. Odore di sangue. Rosa. I canini continuavano a fargli male. Male da impazzire. Sempre di più. Trascinandolo nel baratro.

Trovò la forza di alzare il braccio per allontanare quello del Principe.

“ Preferisco morire. Preferisco impazzire. Non voglio farti del male. No…” Fu l’ultima cosa che pensò con quell’ultimo barlume di lucidità prima di precipitare nel buio.

Gumball era rimasto stupito dell’estrema debolezza del Vampiro. Era stato come se un grosso insetto fosse andato a sbattere contro il suo braccio. Marshall era ridotto peggio di quel che credeva. Poggiò la mano sulla fronte del moro per esaminarne la temperatura, notò che era completamente congelata. Si sentì accapponare la pelle. “Sarà meglio portarlo a letto”

Fece molta attenzione nel sollevarlo e si rese conto con enorme tristezza che non faceva nessuna fatica a portarlo in braccio, era come portare tanti volumi enciclopedici insieme. Lo adagiò sul letto e fece per rimboccargli le coperte quando il corpo del Vampiro fu attraversato da una violenta convulsione che lo costrinse a raggomitolarsi su se stesso. Tremava. Arrivarono altri spasmi. Iniziò a graffiarsi la faccia, ma dalle ferite non sgorgava nessun tipo di liquido.

Gumball schivò per un pelo la mano di Marshall che brancicava al buio, gli occhi del moro era aperti ma lui non vedeva. Erano completamente neri, come la notte, come l’oscurità. Il Vampiro si portò le mani alla gola e cominciò a stringere lasciando dei solchi profondi. Il Principe si gettò su di lui, non riusciva a sopportare di vederlo soffrire così. Gli bloccò le mani ai lati della testa, ma l’altro scalciava e si dimenava così tanto che alla fine riuscì a liberarsi. Il roseo riprovò, ma stavolta si mise sopra di lui, tenendolo fermo dai polsi con tutto il suo peso. Marshall tremava ancora ma si stava pian piano calmando e le ferite, con stupore del Principe, iniziarono a rimarginarsi. La crisi sembrava essere passata.

Gumball lasciò la presa e si sedette. Avvampò quando si rese conto di essersi praticamente accomodato sul bacino di Marshall. Avvampò pensando a quel contatto così intimo. Il suo viso diventò sempre più caldo e rosso . Per Marshall fu la fine. Il mostro era uscito dal suo nascondiglio e aveva deciso di banchettare.

Ci mise mezzo secondo a ribaltare la situazione, sbattendo dall’altra parte del letto Gumball, che lanciò un piccolo urlo di sorpresa. Adesso era lui che bloccato tra il Vampiro e il letto, non riusciva a muoversi. Era la seconda volta che Marshall si trovava sopra di lui. Percepiva chiaramente la sua frenesia e la bramosia della bestia al richiamo del sangue. Si sentì perso. Quella belva l’avrebbe sicuramente ucciso. Piegò la testa di lato e cercò di rilassarsi, attendendo l’inevitabile fine.

-Marshall…ti prego…- “non uccidermi” pensò – … non farmi troppo male - disse consapevole che probabilmente lui non avrebbe sentito.

Il Vampiro gli leccò il collo, strappandogli un leggero gemito che si trasformò in un urlo acuto quando Marshall lo azzannò e iniziò a bere il suo sangue.














Bonsoir (anche se siamo solo nel primo pomeriggio :D )

Allora..per quanto mi riguarda, i vampiri bevono sangue. Lo so che Marshall è un vampiro vegetariano xD, ciò non toglie che però qualche volta dovrebbe bere sangue, visto che il rapporto nutrizionale è diverso xD Quindi il Marshall delle mie storie ogni tanto un piccolo morsicello al Principe lo darà xD Ovviamente stando molto attento a non ucciderlo per dissanguamento e aspettando che la quantità prelevata si ricostituisca e soprattutto ringraziando il Principe che si è offerto volontariamente come donatore.

PG: Ehi! Ma non è vero! Non ho mai detto una cosa del genere!

Eiry: Ehmm... Sua Altezza! Che ci fa qui? Lei dovrebbe essere ancora a casa di Marshall (nel suo letto se non sbaglio è.é )

PG: No e no! Non tollererò di essere morso ancora, fa malissimo! E nel contratto non c’è scritto un bel niente! *sventola un fascicolo di carte*

ML: Bubba! Sei esagerato.

Eiry: Ah ci sei pure tu! *sbatte la testa contro il muro*

ML: Cavolo, quante storie fai per un morsetto! E poi avevo fame che dovevo fare?

PG: Ma io non sono una mela! *piagnucola*

ML: Suvvia, Bubba! Che poi non è vero che fa male, vero autrice?

Eiry: Ehm.. forse un pochino… *cerca di svignarsela*

PG: UN POCHINO? .

ML: Così non mi aiutiiii!

Eiry: Lo so ma, scusa, è la verità! Umh…Facciamo una cosa vediamo che succede nell’ultimo capitolo e poi decidiamo tutti insieme ok? .

ML: OK! *svolazza ridacchiando*

PG: Okaayyy… tanto so già come andrà a finire… *sospira*
Lui mi prosciuga e io non ci ricavo niente… *continua a mormorare cose senza senso*

Eiry: Ehm… Signori e Signore, lettrici e lettori ci scusiamo per il breve inconveniente! *s’inchina*

A prestooooo :D

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Capitolo 5
*** Awakening ***


Cap 5 – Awakening


Non si ricordava molto. Ricordava di essere svenuto mentre Marshall succhiava il suo sangue e che non era stato poi così male. Anzi tutt’altro. Era stato piuttosto piacevole, come essere cullati dalle braccia di qualcuno che si ama, come un bacio rubato sotto il vischio di Natale, come… non ne aveva la più pallida idea. Era impossibile anche il solo pensare di descrivere una sensazione del genere.

Era stato travolto dalla frenesia del Vampiro, per un attimo l’eccitazione del moro era diventata la sua. Desiderava, bramava bere sempre di più e più si nutriva più sentiva la voglia crescere, ribollire nella profondità del suo essere. Poi tutto di punto in bianco si era acquietato ed era stato inondato da una strana calma, la pace aveva preso il sopravvento e aveva perso conoscenza. Rabbrividì ma non per il freddo. Si sentiva…sazio. Per la verità si sentiva anche un po’ alticcio come se avesse bevuto troppo. Ridacchiò. La natura sapeva essere molto spietata. Aveva donato a quel particolare predatore un eccellente meccanismo di difesa, in poche parole erano le prede stesse a chiedere di essere morse fino alla morte!

-Gumball!- Una voce lontana lo stava chiamando, quel nome riecheggiò nella sua testa ovattata.

-Gumball!- Cercò di ignorarla ma la voce divenne insistente. “Vattene” pensò “ si sta così bene qui…”

-GUMBALL!- La voce gli aveva dato un pizzicotto!

Aprì gli occhi con enorme sforzo e si ritrovò davanti lo sguardo apprensivo di Marshall, i suoi occhi erano finalmente tornati color cremisi. Notò anche che le sue occhiaie erano meno accentuate e il suo pallore era nella norma. Con rammarico si accorse che non era più sotto di lui. Arrossì all’istante per quell’idea.

-Questo è il colore che ti dona più di tutti!- disse il Vampiro iniziando a sghignazzare. Il Principe sorrise debolmente, anche se non sembrava la sua splendida risata, era già un inizio. Tentò di mettersi seduto, ma fu preso da un forte attacco di nausea.

-Rimani giù – ordinò Marshall ritornando subito serio. Era seduto vicino a lui, con le gambe incrociate e la maglietta ridotta in brandelli. Gumball non poté fare a meno di fissare il petto marmoreo del Vampiro e di provare il forte desiderio di accarezzarlo. Anche questa volta un lieve rossore imporporò le sue guance. Distolse lo sguardo. Non riusciva a capire il perché di quella forte attrazione, in genere era bravo a controllarsi. Era una cosa che aveva imparato fin da quando era piccolo, un principe doveva essere in grado di dissimulare i suoi sentimenti.

-Come ti senti?- Nel volto di Marshall riusciva a leggere una sincera preoccupazione.

-Stordito.- rispose guardando il soffitto – E mi sento ubriaco, come se avessi bevuto troppo.-

Marshall sospirò -Finirà presto. È un effetto collaterale del … morso - la sua voce tremò leggermente nel pronunciare quella parola. -Hai bisogno di …-

Il Vampiro stava parlando ma lui non riusciva a capire quello che stava dicendo, era troppo stanco, voleva dormire. Un po’. Solo un po’.

Si sentì afferrare gentilmente e si ritrovò seduto con la schiena appoggiata allo schienale del letto.

- Non addormentarti! – Vide Marshall porgergli qualcosa e la prese per istinto. Era piacevolmente calda. Il contatto con quella cosa calda lo riportò alla realtà. Abbassò lo sguardo, tra le mani stava stringendo una tazza ricolma di thè.

-Gumball ascoltami. Hai bisogno di riposo, ma prima devi reintegrare i liquidi persi o il tuo organismo collasserà. Non devi addormentarti, non in queste condizioni capito?- La voce del Vampiro sembrava allarmata perciò il Principe si affrettò ad annuire. Aveva capito, anche se era difficile resistere alla tentazione di dormire.

-Cerca di berlo tutto, intesi?- Anche stavolta il Principe annuì. Portò la tazza alle labbra e ne bevve un piccolo sorso.

-Mmmh, è buono. È dolce.- sorrise - Proprio come te!- Si morse le labbra. Gli era sfuggito ma ormai l’aveva detto, perciò non aveva senso ripensarci. Ridacchiò adesso si sentiva leggero. Passava da uno stato di euforia ad uno stato di stanchezza con estrema velocità. Si domandò se anche questo avesse a che fare con la perdita di sangue. Probabilmente sì, concluse.

-Io non sono dolce!- Replicò l’altro e questa volta toccò a lui arrossire. Il Principe stava per ribattere, quando un tremolio delle mani gli fece versare il thè bollente sulla maglietta. Si guardò le mani ancora tremanti. Il morso che aveva sul collo cominciò a bruciare e solo adesso si era accorto che la ferita era stata fasciata con una sottile benda nera.

Marshall gli tolse la tazza dalle mani e, preoccupato che il roseo potesse scottarsi, gli sfilò la maglietta bagnata che appallottolò e usò per asciugare i residui di thè sul letto. Poi la gettò via e prese le mani del Principe tra le sue – Gumball- lo richiamò con il tono più soave che aveva. Lui si girò.

-Scusami, sono un disastro. Non ho neanche la forza di tenere una tazza in mano.- tentò di scherzarci su, ma vide il moro rabbuiarsi lo stesso. Emise un breve respiro. - Posso usare il tuo bagno? Mi sento un po’ appiccicoso. –

-Ti farà bene - Il Vampiro si librò in aria e volò verso il bagno. Lo sentì armeggiare per qualche minuto. Tornò - È quasi pronto.- disse amareggiato, rimanendo lontano.

Gumball non sapeva cosa dire o cosa fare per risollevargli il morale, poi un’idea iniziò a farsi largo. - Marshall - lo chiamò – mi aiuti ad alzarmi?-

Il moro si avvicinò guardingo, lo sollevò dolcemente e lo depositò a terra. Il principe fece alcuni passi malfermi prima di cadergli addosso.

- Forse è meglio che mi porti in braccio- disse imbarazzato, stringendosi a lui. Marshall non rispose, ma lo prese lo stesso in braccio. Mentre si dirigeva verso il bagno, il roseo ne approfittò per schioccargli un bacio sul collo.

- Noto con piacere che ti senti meglio. – disse il Vampiro abbozzando mezzo sorriso, per poi adagiare il ragazzo sul bordo della vasca.

- Forse - Ammise l’altro immergendo una mano nell’acqua. – E anche tu dovresti- disse giocando con la schiuma.

- Io…- iniziò poi scosse la testa – Niente. Sbrigati ad entrare prima che l’acqua si raffreddi-

- Va bene ma tu girati- disse il Principe completamente rosso. Il moro eseguì l’ordine arrossendo a sua volta.

Gumball si spogliò ed entrò nella vasca. Era rilassante e confortevole essere abbracciati dall’acqua calda che lo sommergeva quasi completamente. Di nuovo fu assalito dal sonno. Scivolò.

Una mano lo agguantò per i capelli salvandolo dall’annegare. Si mise seduto tossendo acqua.

- Ma sei impazzito! –il moro era sul bordo della vasca con il respiro affannato – Per poco non affogavi! Che ti è saltato in mente?- Era chiaramente spaventato.

Il Principe mise il broncio evitando di rispondergli. Un’altra idea fulminea gli passò per la testa.

Sghignazzando in silenzio, stese le braccia e circondò il busto del Vampiro, momentaneamente seduto sul bordo della vasca, per poi tirarlo giù, trascinandolo così in acqua. In men che non si dica Marshall si ritrovò completamente fradicio, i vestiti perfettamente aderenti al corpo e i capelli zuppi, incollati al viso.

Un enorme sorriso spuntò sul suo viso. - Perché, l’hai fatto? - chiese.

- Se ci sei tu non rischio di addormentarmi- L’altro iniziò a ridere, accompagnato dalla risata del moro. Finalmente anche negli occhi di Marshall brillava un sorriso!

-Era ora!- esclamò – Adesso si che riconosco il mio Vampiro preferito – Gli tolse i capelli dagli occhi e lui gli prese la mano portandosela alla guancia. Sul dorso, una lacrima scendeva solitaria. L’euforia del momento era stata breve e fugace.

-Io… ti ho sottratto troppo sangue …- le lacrime iniziarono a scorrere impetuose – …Non volevo farti del male e invece ti ho quasi ucciso! E non volevo fermarmi! Avrei potuto ucciderti così facilmente!-

- Ma non lo hai fatto. Ti sei fermato. Non è questo l’importante? – il roseo lo fermò, prendendogli volto tra le mani. Anche lui aveva gli occhi lucidi.

-Forse…- singhiozzò - Non ricordo neanche di averti morso, sai? Era come se non fossi più in me! Quando mi sono svegliato, quando ho ripreso conoscenza, ho visto quello che ti stavo facendo…io... ho cercato di fermarmi, ma tu avevi gli occhi socchiusi e… il tuo battito era quasi inesistente! E avevi quasi smesso di respirare! E io sentivo il dolce sapore del tuo sangue sulla lingua e ne desideravo ancora! – Un fiume di parole spezzate misto al pianto, si riversò fuori dalle labbra del Vampiro, contorte in una smorfia di angoscia. Il pensiero di quello che avrebbe potuto accadere lo tormentava.

- Ma io sono vivo! So qui davanti a te! – Gumball tentò di rassicurarlo avvicinandosi a lui e stringendolo in un abbraccio - Non è colpa tua.-

- Come puoi dirlo! - Si sciolse dall’abbraccio e lo spinse via, schizzando acqua dappertutto- Come puoi ancora abbracciarmi quando ti ho quasi ucciso? Sono un mostro! Come puoi rimanermi vicino, senza odiarmi? Come…-

-MARSHALL!- lo interruppe il Principe in modo brusco – Smettila di dire sciocchezze! - lo costrinse a guardarlo – Sei solo uno stupido se lo pensi, Marshall Lee. Io non posso odiarti, perché già ti amo. Ti amo, per il modo in cui ridi. Ti amo per il modo in cui vesti. Ti amo per quello che sei, Marshall Lee

Le labbra del Principe si avvicinarono bramose a quelle semichiuse dell’altro, ancora stordito dalle parole che aveva appena ascoltato, distogliendolo dai suoi pensieri. Nessuno aveva mai pronunciato il suo nome con tale dolcezza.

Il bacio di lui fu leggero ma allo stesso tempo impetuosamente intenso. Impreparato il moro si lasciò guidare. Le loro lingue ripresero la battaglia senza vincitori che avevano dovuto precedentemente interrompere, scontrandosi e scambiandosi colpi l’un l’altra, incrociandosi talvolta morbidamente arrendevoli, talvolta violentemente combattive. Si staccarono ansimanti solo per riprendere fiato, infastiditi dall’interruzione di quel contatto, di cui già sentivano la mancanza.

Il roseo appoggiò la fronte al petto del vampiro, saggiando ancora il sapore ferruginoso del sangue che lui gli aveva lasciato. Dal canto suo, Marshall non sapeva cosa dire, né cosà fare. Gli circondò le spalle con un braccio. Lo sapeva. Aveva sempre saputo che quello che era iniziato come un gioco celava qualcosa di diverso, qualcosa di molto più profondo al suo interno. Optò infine per la verità -Anche io ti amo – gli sussurrò.

Stettero tranquillamente abbracciati, finché il silenzio non fu rotto dalla voce assonnata del Principe.

-Adesso posso dormire? – bofonchiò con la faccia affondata nel petto del ragazzo che gli stava di fronte.

-Sarà meglio uscire o ti beccherai un raffreddore - disse l’altro sorridendo - Appoggiati al bordo e attento a non scivolare stavolta - Si alzò e uscì dalla vasca sgocciolando ovunque sul pavimento già bagnato. Lasciò cadere quello che restava della maglietta sul tappeto. Arrossì quando si accorse che il roseo lo stava osservando, il suo sguardo era decisamente poco innocente e si soffermava un po’ troppo spesso sul bordo dei suoi jeans.

- Posso toglierteli io i pantaloni? – chiese alla fine ridacchiando.

-Temo che tu abbia perso troppo sangue – sospirò Marshall – e questo ti ha reso indubbiamente la lingua più leggera-

-Non l’ho perso. L’hai bevuto tu, perché ne avevi bisogno. - ribatté - Io sto benissimo, sono solo un po’ sbronzo – sorrise.

“ Se questo è il risultato dovrei farti ubriacare sul serio qualche volta ” pensò. Prese un accappatoio dall’armadietto e se lo mise, solo allora si tolse i jeans. Ne prese un altro e lo allungò al Principe, rimanendo in disparte.

- Guastafeste - gli disse risentito, indossando l’accappatoio. Si sedette sul bordo della vasca e sbadigliò. Il moro si azzardò a guardare e decidendo che non c’era pericolo nel lasciare il Principe solo, andò in camera a recuperare qualche vestito. Rientrò in bagno, già vestito, con una pila di indumenti che lasciò ai piedi di Gumball e attese dandogli la schiena, finché lui lo chiamò.

-Mi riprendi in braccio? – disse con la voce impastata dal sonno. Marshall lo accontentò. Era il minimo che potesse fare per lui, dopo quello che gli aveva detto. Lo poggiò sulle lenzuola nuove e lui si rannicchiò – Lo sai? È da quando mi hai dato quel bacio sul balcone che non faccio altro che pensare...- s’interruppe per sbadigliare.

-Pensare?- chiese il Vampiro curioso.

-… A te. - Gli occhi del Principe iniziarono ad abbassarsi – Ogni volta che ti vedo vorrei saltarti addosso e strapparti tuuutti i vestiti –

- Bubba- Gli accarezzò i capelli -non è da te comportarti così- disse prendendolo un po’ in giro.

-Mmmh… quello che è. - mormorò tirandosi addosso la coperta –Adesso fila a nanna anche tu, vampirello!

Marshall sogghignò nel sentire il suo principe parlare in quel modo. -Non sei mica mia madre! – Si sistemò anche lui sotto le coperte.

-Meno male sennò non potrei fare questo – l’altro rotolò vicino al vampiro e gli si arrampicò sopra. Avvicinò le labbra alle sue e lo baciò a lungo, staccandosi solo per riprendere fiato. Si accoccolò meglio usando il petto del moro come un cuscino.

-Mmarrshall- pigolò

-Cosa c’è? -

-Sai che ti batte forte il cuore?-

- È perché mi sono nutrito di sangue -

- Lo supponevo – sussurrò – È sempre così quando lo fai? Le persone da cui lo prendi si sentono tutte ubriache?-

- Non lo so. È da quasi novecento anni che ho smesso di farlo. L’ultima persona a cui l’ho fatto… non è …più… cioè.. – deglutì – è morta. – concluse a fil di voce

Gumball lo guardò con dolcezza – Vuoi parlarne?-

-Magari un’altra volta. È una storia triste. E poi sta per sorgere l’alba, sarebbe meglio che riposassimo entrambi, no? –

Il roseo annuì. – Me lo ricorderò.- sospirò – Comunque, presto le cose torneranno alla normalità. Riuscirai a resistere fino ad allora? –

-Si, se tu sarai al mio fianco.- lo abbracciò.

-Sempre. – Il principe chiuse gli occhi e si addormentò.








~Angolino dell’autrice

Ç________ç FLUFF. Fluff ovunque. Che cosa fluffosamente fluffosa! Non mi ero accorta di essere cosi mielosa sul serio -.-‘’ sarà il mese di febbraio .-. boh xD Va beeeeneee xD scriviamo la parola fine alla storia :D Fortuna che il capitolo l’avevo scritto un po’ di tempo fa così anche se in questo periodo la creatività mi ha abbandonato (avevo tanti progettini per questi due! ) la storia si è potuta concludere xD

Ringrazio come sempre tutti coloro che hanno letto/commentato/inserito tra le seguite/preferite :) È bello vedere come siete cresciuti xD

Grazie di cuore *^*

Alla prossima avventura ;)

EiryCrows

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Capitolo 6
*** Bonus Chapter ***


 Capitolo bonus 
Qualche settimana dopo. 
 Finalmente a casa, il principe si gettò sul letto esausto, ripensando a tutti gli avvenimenti accaduti nel corso della precedente settimana e a tutti i guai che aveva dovuto risolvere. 
Il segno del morso sul collo si stava finalmente sbiadendo, anche se a lui non dava fastidio averlo. Era il simbolo che quello che era successo tra lui e il vampiro, era stato in qualche modo reale.
A dire il vero sentiva come se quel morso fosse un segno di appartenenza, una specie di marchio che aveva solo lui. 
 Arrossì a quel pensiero e si portò le mani al volto. Qualsiasi cosa ormai, gli ricordava il vampiro anche uno stupido pezzo di carta. Si tirò su e, decidendo che per distrarsi non ci fosse miglior cosa del lavoro, si avviò alla scrivania e mise mano all’ ingente quantità di documenti che, non avendo avuto modo di toccare in quei giorni, era cresciuta a dismisura. 
 Sospirò e iniziò a smaltire la pila, fin quando non trovò una piccola lettera in mezzo ai resoconti economici. Per un attimo fu indeciso, aprirla o finire prima il lavoro? Adesso che tutte le cose erano tornate al posto giusto, si rese conto che la busta che conteneva la lettera, era di una leggera tonalità rossastra. La curiosità alla fine prevalse e con interesse crescente, l’aprì. Nel farlo notò che anche il foglio, scritto con una minuta grafia femminile, era tendente al rosso. Dopo averne letto il contenuto sbiancò. Quella lettera non prometteva niente di buono.



  - - - 



 “ A te che stai leggendo queste brevi righe. 
Il mio nome è Hunny* Abadeer. Forse avrai già sentito questo nome o forse no.
 Forse mi conosci con altri nomi o forse non mi conosci affatto.
Ma questo non importa, perché se hai ricevuto questa lettera vuol dire che in qualche modo potrai aiutarmi, che io ti conosca o no.
 Le trame del potere si sono infittite.
 Nel mondo da cui provengo è in atto una congiura, nata per eliminare l’’unico vero erede del trono dei demoni.
Non posso dirti di più e anzi credo di aver detto anche troppo, quel che ti chiedo è di farmi il favore di cercarlo.
 Trovalo, fagli sapere di essere in pericolo con qualsiasi mezzo tu possieda e non fidarti di nessuno, perché anche i sassi sussurrano nel vento.
 Lui è il mio unico figlio in vita e l'unico erede leggittimo. Non ci tengo proprio a vederlo morire.
 Non ho molto tempo, quindi ti lascio la mia supplica.
 Trovalo.
 Colui che cerchi porta il nome di Marshall Lee.

 The Lady of Evil
Hunny Abadeer "







* Se qualcuno ha un'idea migliore per il nome della madre di Marshall si faccia avanti! 



Note: 
Niente spero vi sia piaciuta la piccola sorpresa ;)
 Bye!
 EiryCrows.

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