Story Of My Life

di AnnaDirectionerMalik69
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The End of a Story ***
Capitolo 2: *** Is that the end? ***
Capitolo 3: *** Can I love him again? ***
Capitolo 4: *** Can I love Him Again? (Parte 2 ) ***
Capitolo 5: *** Uno strano incontro. ***
Capitolo 6: *** Party hard! ***
Capitolo 7: *** Il mio caro amico Niall ***
Capitolo 8: *** Dov'è finita Charlie? ***
Capitolo 9: *** **Midnight** ***



Capitolo 1
*** The End of a Story ***


STORY OF MY LIFE
Capitolo 1
Il party di Natasha era stato favoloso, ero in auto ed era abbastanza tardi. La notte avevo qualche problema nella guida, non avevo molta esperienza nel guidare la notte, e la nebbia non era certamente a mio vantaggio. La mia vista era più tosto offuscata, ma non  abbastanza da non permettermi di notare qualcuno in mezzo alla strada. I fari dell’auto mi permettevano perfettamente di vedere una persona accasciata a terra con le mani sulla testa. Schiacciai il freno e mi precipitai verso la figura cupa di fronte a me. Era un ragazzo. Intimorita mi avvicinai a lui per soccorrerlo. Mi accasciai. Pensai fosse cieco e sordo vedendo che non si era accorto di nulla, non si era accorto del rumore dei miei pesanti passi e degli abbaglianti fari dell’auto che illuminavano  gran parte della strada. Così cercai di parlargli, chiedergli che cosa fosse successo e se quello che colava dalla sua testa  era vero sangue. “Va tutto bene?”- mi grattai la fronte e misi una mano sul suo braccio in segno di conforto-  “hai bisogno di aiuto?” – deglutii vedendo il ragazzo sputare sangue- “ sto bene, grazie”- si pulì la bocca e alzò lo sguardo. Io impallidii non potevo crederci. Non volevo crederci. Inumidii le labbra e poggiai lo sguardo sulla mia borsa. Con rabbia aprii la zip e tirai fuori un’aspirina.-“tieni”- lui allungò la mano per prendere l’aspirina, ma prima che lo facesse, la lasciai cadere con rabbia a terra. Mi alzai e sbuffai. –“Questa volta è finita davvero!” tirai su con il naso. Una lacrima attraversò il mio viso in una perfetta linea retta, arrivando fino al labbro superiore. L’asciugai e mi misi una  ciocca di capelli dietro l’orecchio. Camminai velocemente. “Aspetta, ti posso spiegare”- fece dei passi in avanti, si vedeva benissimo che era sbronzo. Mentre veniva verso di me il suo corpo oscillava. Mi prese per un braccio, e contemporaneamente uno dei tacchi che stavo indossando si incastrò in un tombino. Mi abbassai per recuperarlo e lui fece un passo indietro. Recuperata la scarpa gliela tirai addosso “Ti odio Alex, ti odio!”
 
Psicologa: “e dimmi, dopo di che te ne sei andata?”-la donna  fin dal momento in cui avevo messo piede nell’aula prese appunti. Mi chiedo a cosa servisse.
La mia attenzione fu catturata  da un quadro dalle forme geometriche inquietanti. Il disegno era molto confuso, proprio come lo era la mia mente e i miei pensieri in quel preciso istante. Il mio sguardo si posò nuovamente sulla donna che in quel momento stava sorseggiando del thè, aveva delle labbra sottili, un naso alla francese e i capelli  rilegati in un delizioso chignon. La donna  si schiarì la voce, come se volesse spronarmi ad andare avanti.
Io: “ no, abbiamo iniziato a discutere, a litigare e  ad urlare”- chiusi gli occhi e iniziai ad immaginarmi la scena.
Psicologa: “ continua a raccontare”- ricominciò con gli appunti , corrugando un sopracciglio.
Chiusi nuovamente gli occhi e iniziai a ricordare…
 
“perché continui a rovinare tutto? Non hai pagato i tuoi debiti per le pasticche non è vero? Di nuovo, non posso crederci!” – feci un passo indietro allontanandomi nuovamente da lui- “ non hai mantenuto la tua promessa! Dovevo immaginarlo…” –presi l’altra scarpa e gliela tirai. Lo colpii dritto al  petto. La rabbia stava dominando il mio corpo. Non riuscivo a controllarmi e del resto ero giustificata. -“ Ma io ti amo…” –  si stava avvicinando a me. E ormai vicino, volle darmi un bacio, ma io mi scansai –“ odori d’alcool e sei sotto effetto di sostanze stupefacenti… io non amo questa parte di te… non l’amerò mai! Perché non sei semplicemente il ragazzo dolce e impacciato che io amo?- il trucco iniziò a colare… -“ se non ami questa parte di me, cambierò..” –si mise una mano sul petto. Aveva gli occhi rossi e lucidi pieno di ferite e sbronzo.- “ Non ricadrò nella tua trappola, Alex tu non mi meriti! Non mi meriti davvero”- tirai su col naso, mi sistemai i capelli e il vestito. -“ Mi sono presentata ad una festa da sola, senza il mio ragazzo, credendo che lui stesse a casa a fare la maratona dei videogames con i suoi amici, e invece lo trovo in mezzo alla strada strafatto! È l’ora di finire questo giochetto Alex, perché è solo un giochetto e nessuno di noi due si sta divertendo. Ma questa partita la vincerò io”- il mento tremava e la mia voce mentre dicevo queste parole era roca e fredda.
“ Mi dispiace, ti amo, ed è per questo che non ti darò più fastidio ”-cadde a terra in ginocchia.-“ ma per favore, perdonami”- disse tirandosi leggermente le punte dei capelli e iniziando a piangere disperatamente “ sono solo un bastardo!”- tirò un pugno nell’asfalto provocandosi altre ferite, che per mio dispiacere non sarei stata in grado di curare. -“ Vorrei solo morire”- io abbassai lo sguardo e quando lo rialzai vidi una macchina con a bordo dei pirati della strada. Veniva dritta verso di noi. Corsi verso Alex che stava ancora in ginocchia con la testa fra le mani e le lacrime agli occhi. Io allora gridai: “Alex vieni qui ti prego!”- “ no, voglio morire! Questa è l’occasione giusta per farlo. Così tutti i miei problemi svaniranno.”- Alzò le mani verso il cielo aspettando che la macchina attraversasse il suo corpo. Ebbi un tuffo al cuore, non potevo lasciarlo morire, non lo avrei permesso! Ormai vicino a lui cercai di aiutarlo ad alzarsi, ma lui rimase con le ginocchia serrate a terra. L’auto si avvicinò sempre più, fin quando non attraversò il corpo di Alexander e io rimasi accanto a lui senza muovermi di un solo centimetro. La mattina seguente mi ritrovai stesa su un lettino d’ospedale. Che diamine ci facevo su un lettino bianco d’ospedale?

CONTINUA
*Spazio Autore*
Ebbene questo è il mio primo capitolo <3 Spero che vi piaccia e scusate per gli errori <3 Lasciatemi un commento magari anche con qualche consiglio essendo nuova non sò bene come funziona <3
 

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Capitolo 2
*** Is that the end? ***


Ero stesa su quel lettino bianco d’ospedale e mi ricordai di Alex e dell’incidente. Dove si trovava Alex in questo momento, stava bene? Restai distesa su quel dannato materassino per alcuni minuti,  ripensando a quelle orrende immagini che mi frullavano in mente. Decisi così di alzarmi e cercare un medico a cui chiedere informazioni. Mi alzai e indossai quelle pantofole tipiche degli ospedali… mi guardai le gambe e notai che indossavo un pigiama bianco. La domanda che mi turbava era: perché ogni volta che sei in un ospedale ti ritrovi vestita così? Che poi non sei mai tu quella che si cambia. Sentii un brivido percorrermi lungo la schiena pensando alle mani fredde dei medici al contatto con il mio corpo nudo e all’imbarazzo che avrei potuto provare se fossi stata sveglia. Percorsi la stanza e arrivata alla porta la sbattei con forza. Curiosai con lo sguardo in quasi tutte le stanze del corridoio ma nessuna traccia di Alex, stavo iniziando a preoccuparmi seriamente. Sbadigliai rumorosamente e mi sedetti su una sedia, aspettando l’apparsa di qualche dottore, o perlomeno qualcuno di mia conoscenza. Possibile che nessuno sia venuto a cercarmi? Sbuffai e accavallai una gamba sopra l’altra, facendo sorreggere la testa dal braccio un po’ dolorante. Passò una donna non molto anziana, caschetto e camice bianco, con un aria molto indaffarata ma la fermai comunque. -“ Mi scusi Sig. sto cercando un ragazzo, Alexander, Alexander Reese si trova qui per caso?”- “ Lei è…?”- Che diavolo le era preso? Non si vedeva che ero preoccupata? Qual’ era il suo problema, non poteva semplicemente dirmi dove diamine era Alex? - “Sono sua sorella!”- mentii, ero brava a farlo, non avrei avuto il coraggio di dire che ero la sua ragazza, perché non lo ero, non più! –“ Capisco signorina, credo che lei sia molto preoccupata, mi segua”- mi sfiorò una spalla, facendomi leggermente sobbalzare. Camminammo a passo svelto fino alla stanza n° 119. – “ Eccoci, la prego di ritornare nella sua stanza dopo la visita a suo fratello. Lei non è messa molto male, ma dobbiamo farle degli ultimi controlli”- Io annuii. Afferrai la maniglia e facendomi forza aprii la porta mentre il mio cuore accelerava. Non dissi nulla, nessuna parola. Il ragazzo era davvero messo male. In quella circostanza sarei dovuta scoppiare a ridere, proprio come aveva fatto lui l’anno prima, quando mi ero ingessata la gamba. Ma in questo caso era diverso. Lui stava per perdere la vita… perlomeno era quello che sembrava fosse accaduto. Distolsi lo sguardo dal lettino e mi girai chiudendo la porta. Feci un sospiro prendendo fiato. Posai il mio sguardo sui miei genitori che stavano seduti su delle sedie. Erano preoccupati, e nei loro occhi potevo leggere la disperazione e il dispiacere per quello che era successo. In piedi invece c’era Pitt il padre di Alex. Stava malissimo. Aveva lo sguardo spento e gli occhi lucidi. Per tutto il tempo rimasi sulla soglia della porta ma poi feci un passo in avanti e salutai tutti con un ‘ciao’. “Ciao tesoro”- disse mio padre alzandosi e venendo a passo lento verso di me. Spalancai gli occhi e poi, senza nemmeno rendermene conto le lacrime iniziarono a scendere.  Coprii il mio viso con le mani, non volevo farmi vedere, dovevo essere forte, volevo esserlo davvero ma era difficile! Mio padre mi abbracciò e mi baciò la fronte –“ starà bene tesoro.”- Certo e lui come faceva a saperlo? Non riuscivo ad essere positiva. Alzai gli occhi al cielo- “Dio! È tutta colpa mia!”.


**
La giornata passò in fretta. Io e Pitt restammo con Alex per tutto il tempo, i dottori dicevano che non c’erano miglioramenti e Pitt ogni volta se la prendeva con se stesso e con il modo in cui aveva educato suo figlio.-“ Pitt, non è stata colpa tua e della tua educazione. Ellen non doveva lasciarvi! La vita di Alex è cambiata moltissimo dopo la sua morte! E lo sai anche tu che Alexander non è stato sempre così!”- dissi io cercando di confortarlo -“ Hai ragione, grazie Hanna, grazie davvero, mio figlio è fortunato ad averti conosciuto” – Abbracciai Pitt che era in lacrime, chissà come l’avrebbe presa quando avrebbe scoperto che noi due non stavamo più insieme. Ma ora non era importante quello che era successo tra di noi- “ Ora sarebbe meglio che tu vada a casa a riposarti, sei stato qui tutta la notte”-  dissi staccandomi dall’abbraccio “mi fido di te  Hanna”- salutai Pitt, a cui tornò il sorriso. Presi una sedia e la portai vicino al lettino. Rimasi per un po’ a guardare Alex. Sorrisi vedendo che perlomeno stava ancora respirando e non avevo intenzione di lasciare l’ospedale fin quando i medici non avrebbero affermato che il suo stato di salute era migliorato. Scansai la sedia , mi alzai, avevo deciso di andare a prendermi un caffè, anche se lo odiavo. Prima di uscire del tutto dalla stanza diedi un’occhiata al mio falso fratello, che come al solito non si era mosso di un centimetro. Percorsi il corridoio e le scale, arrivai fino alle macchinette e mi presi un caffè. Quando tornai di sopra ancora con il caffè in mano non avendolo bevuto, notai che Alex…
 

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Spazio autore:
Ebbene, eccovi postato anche il secondo capitolo... che ne pensate? Spero che vi sia piaciuto :D spero di ricevere molti commenti e non vedo l'ora di postarvi il continuo :D

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Capitolo 3
*** Can I love him again? ***


Quando tornai di sopra ancora con il caffè in mano non avendolo bevuto, notai che Alex stava meglio. Aveva cambiato posizione sul lettino e il suo respiro non era più affannato,  ora respirava regolarmente.
Psicologa: “ vuoi dire che Alex si era ripreso?”- mi disse con un tono sorpreso alzando un sopracciglio.
Io: “ già… non so perché mio padre abbia voluto che io facessi questo incontro con lei signora, io non ho bisogno di una psicologa”- cambiai posizione sulla sedia, mettendo le mani conserte.
Psicologa: “Hanna tuo padre era molto in pensiero per te! Pensa che sia stato difficile affrontare questa situazione…”
Al diavolo pensai, sì certo, non era stato facile vedere Alex in quella situazione, ma non avevo affatto bisogno di una psicologa! Non le avrei raccontato il resto, l’unica cosa che mi aveva chiesto, era parlarle dell’incidente, e io lo avevo fatto.
Io: “Bhe signora Stuart, io andrei…”- dissi afferrando la borsa che era sul piccolo comodino accanto a me.
Psicologa: “ scommetto che non tornerai per il prossimo incontro.”- si abbassò gli occhiali, guardandomi con aria pavoneggiata.
Io: “ Sicuro, sicuro che non ci torno signora!” – le strizzai l’occhio facendole un sorriso sicuro. – “addio”
Uscii dalla stanza con la testa alta. Wow ero stata davvero arrogante, ma non dovevo presentarmi obbligatoriamente a questi stupidi incontri! Non avevo nessun problema. Uscii dalla clinica e mi diressi a casa di Alex. Erano passati solo due giorni dall’incidente, e io ed Alex eravamo rimasti amici dopo la rottura. Non volevo averlo sulla coscienza per tutta la vita… mi aveva fatta soffrire ma ormai era passata, saremmo rimasti buoni amici, anche se lui provava ancora qualcosa per me. Aprii il cancelletto di casa sua, che come al solito era aperto. Dal giorno della visita all’ospedale non lo avevo più visto, così avevo deciso di andare a trovarlo. Arrivata davanti alla porta di casa sua  bussai energicamente. Sentii un ‘entra’ così entrai. Vidi Alex disteso sul divano
Alex: “Hanna, non ti aspettavo”- disse cercando di alzarsi.
Io: “Alex, resta lì!”-notai che aveva delle fasciature e dei cerotti –“ già, scusa se non ti ho avvisato”- dissi abbassando lo sguardo mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio-“ ma come ti senti? Stai meglio?” – mi avvicinai al divano del salotto, dove era solito stare. Mi sedetti accanto a lui.
Alex: “molto meglio”- fece passare una mano tra i capelli, prima di sospirare –“ ieri non sei passata” -cercò di avvicinarsi.
Io: “ No, ho pensato che ti saresti arrabbiato se mi avresti vista”- mi morsi l’interno della guancia.
Alex: “ sei tu quella che si sarebbe arrabbiata Hanna, ne sono sicuro” – disse facendomi un sorriso.
Io: “ sono contenta che tu stia bene, davvero”- mi guardai le unghie, non potendolo fissare negli occhi- “Pitt dov’è?” – dissi curiosando con lo sguardo.
Alex: “ è uscito, è la prima volta che ci ritroviamo a casa mia soli. Non riuscivamo mai a stare soli, ricordi?” fece un piccolo sorriso. Cercò di afferrare la mia mano, ma io mi allontanai, non volevo farlo soffrire, lui per me era davvero importante, ma non ero sicura di amarlo ancora.  
Io: “ come potrei non ricordarlo”- Alex accennò un sorriso- alzandomi dal divanetto:  -“hai bisogno di qualcosa?”-  sembrava ci stesse pensando perché, dopo pochi secondi riportò la sua attenzione a me
Alex: “si, potresti portarmi un bicchiere d’acqua? Se non ti dispiace”- annui sorridendo, mi diressi verso la cucina, conoscevo quella casa come le tasche dei miei Jeans. Presi un bicchiere e lo poggiai sul tavolo,  mi diressi verso il frigo,  estrassi una bottiglietta d’acqua e riempì il bicchiere.
Alex: “sono felice che tu sia qui ad aiutarmi”- sentì gridare dal salotto. Sorrisi
Io: “ricorda Alex ora siamo solo amici”- urlai in risposta, tornando in salotto avvicinandomi a lui gli porsi il bicchiere d’acqua  che mi aveva chiesto . Il sorriso che aveva pochi istanti prima scomparì, lasciando la tristezza evidente  sul suo viso. Mi sedetti affianco a lui. dopo aver bevuto, poggiò il bicchiere sul comodino affianco a lui. si girò verso mi me.
Alex: “ Hanna, so di aver sbagliato- si fermò, passandosi una mano tra i capelli, alzando le punte, prima di riprendere lentamente a parlare  - ma posso rimediare, non posso perderti, ti amo troppo”- si avvicinò prendendo la mia mano e tenendola stretta. I suoi occhi color smeraldo mi ipnotizzarono. Sapevo che mi amava, mi amava davvero-“ allora che dici?”-le sue labbra erano vicine al mio orecchio e il suo respiro mi faceva venire i brividi.
Io: “A-Alex.. io” – prima che io potessi finire la frase, il ragazzo premette le sue labbra sopra le mie. Non volevo realmente che quel bacio finisse, perché sinceramente amavo la sensazione delle sue labbra sulle mie,  ma doveva finire! Le sue mani scesero lungo i miei fianchi e così facendo mi strinse, senza lasciarmi via di scampo. Ora ero sopra di lui, e il mio seno premeva contro il suo petto. I nostri respiri erano appannati. Alex, mi accarezzava le guance con i pollici, staccandosi dalle mie labbra scese sulla mia guancia, scese ancora e  arrivò al mento, dove lasciò un dolce bacio. Gemetti alla sensazione piacevole delle sue labbra carnose sulla mia pelle. Infilando una mano tra i suoi capelli glieli scompigliai. Si stacco e iniziò a torturarmi il collo, morse dolcemente un punto il quale mi fece gemere sonoramente, succhiando mi inarcai contro di lui amando quella sensazione, facendo scendere le mani lungo il mio corpo arrivando ai fianchi. Strinse la fine della mia t-shirt cercando di toglierla.
X: “sono tornato!”
 

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Capitolo 4
*** Can I love Him Again? (Parte 2 ) ***


*Alex*
X:”sono tornado!”
La voce di mio padre ci interruppe o per meglio dire interruppe Hanna,  era su di me e mi guardava imbarazzata. Le sorrisi, non doveva irrigidirsi, sarebbe andato tutto liscio. Alzai la testa per cercare di baciarla, ma lei si allontanò e si abbassò la maglietta che fino a pochi secondi fa avrei potuto toglierle.
Hanna: “o cazzo! Grazie al cielo non è successo nulla”- si accomodò i capelli.
Io rimasi steso sul divano, aveva forse appena detto che grazie al cielo non era successo nulla? Per una volta che potevamo fare qualcosa mio padre non ce ne da il tempo, e lei dice che ‘grazie al cielo non è successo nulla’? mi levai a sedere e subito dopo arrivò mio padre.
Pitt: “Hanna, che bella sorpresa!”- fece un ampio sorriso e poggiò le borse della spesa sul tavolo del salotto.
Hanna: “già, però ora dovrei andare… mi dispiace”- deglutì e incurvò le labbra in un sorriso- “ci vediamo”- disse prendendo la sua borsa da terra.
Io: “ci vediamo”- la seguii con lo sguardo fino a quando non uscì dalla stanza.

*Hanna *
Feci un sospiro di sollievo e aprii il cancello. Speravo tanto che Alex non se la fosse presa, ma non volevo più che questa storia andasse avanti. Camminai velocemente fino a quando non arrivai davanti a casa mia. Schiacciai la maniglia ed entrai. “Sono tornata!”-strillai. Mi sedetti in salotto e accesi la TV. 
Mamma: dov’è finito tuo fratello? –disse quasi urlando. Mia madre era una donna alta, capelli scuri e due occhi azzurro  ghiaccio. Era una bella donna non lo avrei mai negato… era molto affettuosa e davvero iperprotettiva nei confronti della famiglia… una madre modello diciamo.. Ma che stò dicendo? Certe volte sclerava così tanto da farmi saltare i nervi… ma che ci potevo fare? È mia madre U.U
Io: mamma, stai calma… non ne ho idea… io appena tornata da scuola sono passata da Alex e non l’ho visto in giro.
Louis, era il fratello migliore che mi potesse capitare; era uno stupido, avevo preso da lui… era molto protettivo e infatti quando stavo con Alex mi stava alle calcagna, diceva di lasciarlo stare che non era il ragazzo per me… forse era la verità e ci ho messo un bel po’ a rendermene conto… ma che ci potevo fare? Sono una stupida.
Io: mamma, stai tranquilla, hai provato a chiamarlo?
Mamma: sì, abbiamo litigato… cioè lo sgridato! Oggi ha detto che entrava un ora dopo a scuola ma non c’è proprio andato!
Io: mamma! Certo che pure tu per una cosa del genere gli fai una sclerata? Non posso dire che lui non sia scontroso e testardo ma…-non finii la frase che lei mi guardò con un occhiataccia e ciò significava che forse era meglio tacere.
Mamma: chiamalo tu… almeno lo convinci… io non riuscirei  a non fargli una seconda sclerata, per telefono per giunta! –disse continuando a camminare avanti e indietro per la stanza.
Io: come vuoi… -feci spallucce.
 
*Al Telefono*
Io: pronto… Lou dove sei? – avrei voluto rimproverarlo, ma se lo avrei fatto non avrei sicuramente migliorato la situazione.
Lou: in giro… - la sua voce era roca e si percepiva benissimo che non gliene poteva fregar di meno di ciò che avevo da dirgli.
Io: bhe, mamma dice di tornare a casa… pure tu ti incazzi così.. dai… sai com’è fatta la mamma..!
Lou: che cosa ti ha detto? –disse curioso.
Io: che le hai mentito… dovevi andare a scuola!
Lou: lo sapevo! Non è affatto questo il problema… il problema è che… bhe che penso che El sia incinta.
COSA DIAMINE AVEVA APPENA DETTO? No era impossibile! El era la fidanzata di mio fratello, stavano insieme da pochi mesi… era impossibile… non era una brutta cosa ma Lou era giovane, non poteva diventare padre aveva solo 21 anni.
Io: spiegami ora! –dissi alzandomi e andando verso la cucina per prendere un bicchier d’acqua. Questa notizia mi aveva fatto girare la testa.
Lou: bhe ma che vuoi che ti spieghi? Sei troppo piccola per parlare di queste cose!
IO PICCOLA? Ma per favore! Avevo 17  anni quasi 18 ed ero piccola? Ma sentitelo! Quando faceva così mi faceva arrabbiare!
Io: Vieni a casa e raccontami tutto! O perlomeno dimmi dove possiamo vederci!

**
Spazio autore:
Che ne pensate? :D
 

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Capitolo 5
*** Uno strano incontro. ***


*Hanna *
Io: Vieni a casa e raccontami tutto! O perlomeno dimmi dove possiamo vederci!
Dove diavolo era? Odiavo quando le persone mi facevano aspettare, odiavo aspettare, odiavo stare da sola… non ero un tipo solitario, amavo stare in compagnia e ora ero seduta sulla panchina del parco di Wolverhamton  da sola senza fare niente, a parte sorseggiare un frullato alle fragole. Non era male questo posto, non ci venivo spesso, e i fiori in questa stagione di primavera emanavano un buonissimo profumo.
Io: ti ammazzo! –mi passai una mano tra i capelli e sospirai.
Guardai il cellulare, perché nessuno mi chiamava o mi mandava un semplice messaggio? ‘Cazzo’- urlai dentro me.  Mi guardai in giro, il parco non era affatto affollato, cosa che mi fece arrabbiare ancora di più… era l’unica volta in cui non volevo  che il parco fosse  deserto, volevo sentire gli occhi delle persone addosso a me. Lo so non era una cosa normale, forse perché io non sono normale! Guardai lo schermo del cellulare, raffigurava me e la mia migliore amica Jade, che posso dirvi di lei? Alta magra, due occhioni verdi e un sorriso magnetico. Era bellissima, e amavo quella foto, o forse amavo la sensazione di non essermi mai sentita sola come in questo istante. Sentii sei passi che si stavano avvicinando, così mi girai e vidi solo un ragazzo, era un viso famigliare visto un milione di volte, era Harry, Harry Styles, bel ragazzo nulla da dire, alto, ricci che facevano innamorare, viso d’angelo e sorriso perfetto. Ecco perché ogni ragazza lo amava. Era vestito da gnocco, da notare gli aggettivi U.U ma sinceramente non potevo evitare di guardarlo. Non ci riuscivo.
Harry: hey bellissima… stasera c’è una festa… abbiamo invitato un bel po’ di gente, e visto che sei della scuola ho pensato di invitarti..- sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi mentre aspettava una mia risposta.
Aveva appena detto che sa che io frequento la sua scuola? Wow allora aveva anche un cervello? Già, lui faceva parte di un gruppo, di una banda di ragazzi che andavano a letto con tutte le ragazze della scuola per divertimento, non sarei voluta diventare una di quelle, ma l’idea di uscire un po’ non mi dispiaceva affatto.
Io: okay, non mi sembra una cattiva idea, grazie- sorrisi, in fin dei conti non era un ragazzo antipatico.
Harry: perfetto allora a casa mia alle 22…- continuò con le informazioni, poi mi diede il suo numero- ciao, ps: sei uno schianto! – mi fece l’occhiolino.
‘Ps. Sei uno schianto?’ era fuori ahahhaha cercai di soffocare la risata ma non ce la facevo, e lui se ne accorse continuando a ridere si inumidì il labbro superiore e mi fece un sorriso.  Rimasi nuovamente sola, colsi quel tempo per memorizzare il numero di Harry ‘schianto’ ecco come lo memorizzai, mi morsi l’interno della guancia e scossi la testa. Io non ero certo più normale di lui. Misi il cellulare in tasca e mi alzai, non avevo intenzione di aspettare Louis un minuto in più. Cavolo, ero rimasta qui ad aspettarlo e lui non sie era fatto vivo.
‘Eccomi’- eccolo, era arrivato, aveva il fiatone forse aveva fatto una corsetta prima di venire  qui.
Louis: lo so che non ti piace aspettare sorellina, scusami è che ero a casa di El quando mi hai chiamato- si giustificò egregiamente, altro che le vecchie scuse di Alex.
Io: ok ti perdono, ora siediti e raccontami- dissi poggiando nuovamente la borsa sulla panchina per poi sedermi cisi  accanto.
Louis: ecco, io e El, abbiamo… hai capito no? E durante il rapporto il ‘coso’ si è rotto, El pensa di essere rimasta incinta, ma non ne siamo sicuri… secondo me non è vero, ma lei vuole comprare un test di gravidanza, ma diceva di vergognarsi, quindi l’ho chiesto alla mamma e mi ha fatto il culo! Ha detto che siamo degli irresponsabili e che tutto questo non sarebbe dovuto accadere.
Io: Cazzo Lou! Ps. Sei uno schianto- risi di gusto, mi scompisciai dalle risate- scusa devo fare la seria- dissi schiarendomi la voce- è giusto che la mamma si preoccupi, ma dovete andare subito a fare il test, ma che stò dicendo non lo devi fare tu ma lei…. Deve ecco deve! E se è incinta è incinta! È una cosa meravigliosa! So che sei giovane ma devi prenderti le tue responsabilità- dissi seria.
Louis: cazzo, mi stò facendo dare i consigli da te, stò impazzendo? E ps. Sei uno schianto?, lasciamo stare… hai ragione, per una volta hai pienamente ragione! Ora torniamo a casa, e spiegami la cosa del ps. Sei uno schianto….
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Spazio Autore:
Che ne pensate? *^*

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Capitolo 6
*** Party hard! ***


*Parla Lou*
Il viaggio in macchina non durò molto a lungo, casa nostra non era distante dal parco. Scendemmo dall’auto e aprii la porta, cercai con lo sguardo mia madre ma non si vedeva, dopo una lunga ricerca chiusi la porta alle mie spalle e mi sedetti sul divano del salotto.
Io: Hanna, non mi hai ancora spiegato la cosa del ‘ps. Sei uno schianto ’- dissi giocando con le mie stesse mani, ero teso e non riuscivo a stare tranquillo, non ce la facevo.
Hanna: non puoi capire, sei un uomo! – disse sogghignando- comunque stasera esco, mi faccio una bella seratina con Jade e Charlie.
Papà: tesoro- disse riferito ad Hanna- ti ho sentito e ti dirò che se non ci fossero gli uomini il mondo non esisterebbe!- disse facendo una delle sue risate coinvolgenti. Poggiò la sua valigetta a terra e si girò per chiudere la porta.
Hanna: salve padre- sempre la solita simpaticona -.- “ – non sono della tua stessa idea…
Cosa pensavo di mia sorella? Era una stupida, e credo che avesse preso dal sottoscritto, ma le volevo bene… era la mia unica sorella e spesso ci aiutavamo, ci coprivamo nelle cazzate che facevamo. Ovviamente ero molto protettivo nei suoi confronti, e dopo quello che era successo con Alex lo ero diventato ancor di più. L’aveva fatta soffrire…  e pensare che era un mio amico… ma sapete come vanno le cose… l’amico del fratello che sta con la sorella.. queste cose non funzionano… Ora sarei stato più attento… ma in questo periodo c’erano tante cose che mi stavano assalendo la testa… El, la scuola, MIA MADRE! La musica… amavo cantare e i miei pensavano che non dovevo  sognare troppo, e che cantare non mi avrebbe aiutato a ‘mangiare’ a guadagnarmi da vivere, ma nulla mi avrebbe fatto cambiare idea. Nulla.
Io: della questione uscita… per me va bene, basta che non ci siano ragazzi in giro… - la guardai deciso, deciso nel farla capire che doveva stare attenta, molto attenta.
Hanna: non ti preoccupare- disse guardandomi compiaciuta- papà, volevo dirti che stasera esco con Charlie e Jade… quindi …
Papà: quindi hai bisogno di soldi… e io pagò!- disse guardando all’interno del suo portafogli facendo un sorrisone.
Mio padre era molto meglio rispetto a mia madre… non voglio dire che mio padre sia perfetto, ma sapeva interpretare in modo giusto la sua parte da padre.
Mi arrivò un messaggio …
 
*parla Hanna*
Visto che avevo avuto il permesso di papà, non mi restava altro che precipitarmi di sopra e chiamare le ragazze, che non sapevano nulla.
*Al telefono*
TUUUUT TUUUT TUUUT (avete presente il suono del telefonoD: ? ahahhaha)
Io: Pronddddooo! Ahahahah ehy Jade, stasera festaa! Party hard Sistah! – stavo cercando di contenermi, ma non ce la facevo, l’ultimo party a cui avevo partecipato era stato quello di Natasha, la zoccoletta, proprio la sera dell’incidente di Alex.
Jade: Che? Perché non mi hai chiamata prima… Cristo!- iniziò ad imprecare e sentii una porta sbattere, forse era l’anta del suo armadio.
Io: è che sono successe troppe cose oggi… cavolo troppe cose… oggi ve le racconto – dissi continuando a rovistare nell’armadio.
Jade: Cazzo Charlie! –avevo capito che Charlie era li con lei- Scusami è che Charlie è caduta dal letto e ha sbattuto la testa contro l’armadio- disse ridendo.
Io: solite cretine- scoppiai a ridere- ci deve essere anche lei… venite da me alle 21.00
Ci salutammo e io tornai a rovistare in quel maledetto armadio… Dio odiavo cercare i vestiti… mi faceva venire l’ansia… a parte che qualche volta tenevo l’armadio aperto e guardavo solo il contenuto non cercavo… ebbene sono pigra XD Andai a fare una doccia calda, la doccia mi rilassava, e in questo momento ne avevo proprio bisogno, dimenticare tutto ciò che è successo.. oggi era stata davvero una giornata pesante e la festa era un modo perfetto per un po’ di svago. L’acqua scivolò per l’ultima volta sul mio corpo e chiusi il pomello(?) della doccia. Mi avvolsi il corpo in un morbido asciugamano rosa e i capelli in un altro simile ma bianco. Mi guardai allo specchio, ero così stressata che mi erano comparse due occhiaie da far venire i brividi. Mi inumidii il labbro superiore e sorrisi allo specchio. Avevo ripensato all’incontro con Schianto (Harry) e che stasera lo avrei rivisto…. Non mi dispiaceva anzi… ma non penso che sarebbe nato qualcosa tra di noi… troppe differenze.  Uscii dal bagno mi vestii, mi truccai e mi sistemai i capelli con della schiuma. Sì non era la prima volta che partecipavo a delle feste, ma ogni volta era come la prima, stesse emozioni… o per meglio dire paura di fare figure di merda… MI ricordai di una festa alla quale partecipai con Austin il mio migliore amico, che si era trasferito in un altro paese non ricordo il nome… mi mancava molto ma ci sentivamo spesso al telefono o tramite social network.  Ero pronta finalmente. Scesi perché non avevo mangiato… cosa che non mi dimentico mai di fare visto che mangio come una porca.. ma sapete i preparativi ecc…  Proprio mentre stavo addentando il mio gustoso sandwich sentii suonare alla porta… erano le ragazze ne ero sicura… PARTY HARD Sto arrivandooo!

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Spazio autore:
Zalvee :D che ne pensate di questo capitolo? Vorrei tanto che commentaste.. anche perchè la mia autostima stà calando ancor di più.. fa così schifo? Vi prego fatemi sapere come vi sembra :3  Aspetto i vostri commenti :)

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Capitolo 7
*** Il mio caro amico Niall ***


Mi passai una mano sulla bocca, così che non mi fossero rimaste briciole di pane e mi aggiustai I capelli, aprii la porta.’ PARTY HAAAAAAAAAARD SISTERS’ –urlai , quasi sgolandomi e facendo una linguaccia trasgre. Abbassai le mani che erano in alto, che facevano le corna e guardai l’individuo davanti ai miei occhi…indovinate…? MAMMA!
Io: ehi, mà – cavolo, ne ero sicura, mi avrebbe detto di no, io chiedevo a mio padre di uscire e lo facevo sempre prima che tornasse mia madre perché lei mi diceva sempre di no U.U solitamente è il contrario, ma ve l ’ho detto che la mia famiglia non è normale!
Mamma: Che diavolo stai facendo? e come mai sei vestita così? – disse sbuffando, aveva un’aria stanca e un sorriso macabro.
Io: niente.. è che avevo pensato di fare un pigiama party con le ragazze e di sbizzarrirci un po’- mentii, certe volte ero fiera e orgogliosa di me e della mia mente strategica.
Mamma: va bene, non fate troppo casino però- disse accarezzandomi una spalla- ora vado a letto, sono stanca morta.
Io: la nonna come stà? – dissi ricordandomi il motivo per il quale la mamma era uscita di fretta  ed era ritornata tardi.
Mamma: bene, si sta riprendendo- disse sconvolta, cosa che mi fece rabbrividire, perché doveva mentire su una cosa del genere?
I miei pensieri furono interrotti da un nuovo ingresso, erano le ragazze.
Charlie: siamo arrivate- disse facendo la sua faccia da consapevole, consapevole  che non avevo detto nulla a mia madre, ormai conoscevano la mia famiglia, e sapevano bene com’erano fatti, fin troppo forse.
Io: pronte per il pigiama party?- stavo cercando di non ridere, ed era difficilissimo visto che quelle due paia di occhi mi stavano fissando in modo severo.
Jade: non vedevamo l’ora- disse facendo un sorriso che voleva dirmi ’ti vorrei bastonare’
Io: mamma noi corriamo di sopra- dissi facendo cenno alle ragazze di salire
*Di sopra*
*Parla Charlie*
Cosa penso di Hanna? Scema. Aggettivo perfetto per descriverla. Era possibile, che non ne faceva mai una giusta? Aprii la porta della stanza di Hanna e mi buttai nel vero senso della parola sul suo morbido ed enorme letto.
Io: e ora come facciamo?- sbuffai- lo sapevo che sarebbe andata così.
Hanna: scusaaate! – intanto gironzolava per la casa- è che pensavo che non tornasse così presto.
Jade: certo, come no? E ora pensa a come uscire da qui! Siamo nella merda- disse mettendosi una mano sulla fronte.
Hanna: state calme.. Dio… quando fate così mi fate innervosire!- sbuffa- ho un idea… da qui a là giù- disse sporgendosi dalla finestra- quanti metri saranno?
Jade: lo vedi che sei scema? Non mi butterò mai dalla finestra….
Ebbene alla fine ci siamo buttate.  Non potevo certo dire che Hanna, non fosse intelligente, ma la sua intelligenza spesso era composta da scemenza(?) non capirete mai la mia logica U.U  Eravamo delle strafighe. Delle fighe pazzesche, ed eravamo super gasate all’idea di una festa così.
*Hanna*
Certo camminare su quei trampoli non era facile, anzi, ma come al solito in borsa avevo un paio di ballerine. Sono una genia. Le ragazze erano bellissime, io invece mi sentivo una della serie di Jersey Shore (non mi ricordo mai come si scrive lol ).Chiamai anche il mio migliore amico Niall <3 . Austin, invece non si faceva più vivo, magari si faceva sentire, ma di venirci a trovare non ne aveva proprio voglia eh?
Arrivammo davanti al parco dove ci aspettava Niall.
Niall:  Eccovi- disse mettendosi il cellulare in tasca.
Charlie:  eccoti, scusa per il ritardo- lo abbracciò- è che indovina, la tua cara amichetta ne ha combinata una delle sue.- scoppiò a ridere.
Io: ha ha ha – feci una risata scontrosa- lasciamo stare questa stupida conversazione, e comunque come vedete siamo fuori casa- alzai un sopracciglio divertita.
Jade: ti raccontiamo strada facendo, cammina ora.
Facemmo un bel pezzo di strada in macchina, Niall era al volante e io al suo fianco, le ragazze erano nei sedili posteriori.
Niall: arrivatiii – sorrise.
Scendemmo tutti dall’auto e le ragazze si precipitarono in quella megavilla! Io e Niall restammo dietro, ed entrammo senza fretta.
Niall: comunque stai davvero benissimo così- disse grattandosi la fronte imbarazzato.
Si era scordato di farmi un complimento.  Un mese prima avevamo fatto una scommessa e ora lui, doveva farmi complimenti, almeno uno a giornata. Lo so è stata la prima cosa che mi è venuta in mente XD
Io: credo che ti sia arrivato dal cuore- risi.
All’entrata c’era lui, Schianto…
Harry: Ehy, sei arrivata… ti aspettavo sai? –sorrise
Io: oh wow, bhe allora vedo che c’è molta gente- mi guardai in torno, e ripensai a quello che Schianto mi aveva appena detto, aspettava me, ma che diavolo, non si doveva inventare cazzate, era il solito tipo, faccio il gentile e me la scopo -.-“
Harry: già… e lui chi è?- disse guardando Niall.
Niall. Am.. ehy amico, ti sento, sono vicino a lei.. comunque sono Niall. Horan.
Mi scappò una risata, Niall stava facendo il duro, ma io proprio non me lo immaginavo Niall bullo! Ahahahah . Mi accorsi di aver riso forse un po’ abbastanza quindi presi Niall per mano e mi feci strada verso l’entrata. La seconda entrata. Le ragazze si erano già ambientate, erano sulla pista da ballo e si stavano scatenando. Mi divertivo sempre un sacco con loro.
Niall: andiamo a ballare anche noi? – indicò le ragazze.
Io: vado a prendere qualcosa da bere e ti raggiungo- sorrisi- vai, su che aspetti?
Mi avvicinai al bancone delle bibite, era una festa da sballo, sulla terrazza c’era la piscina… che festa da urlo! Mi girai di scatto e il mio sguardo incontrò due occhi color cioccolato…..

CONTINUA...

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Capitolo 8
*** Dov'è finita Charlie? ***


Due occhi color cioccolato mi stavano guardando da un bel pezzo, o forse me lo stavo solo immaginando? Non me lo sapevo spiegare, sapevo solo che erano meravigliosi. Ci sprofondai per pochi secondi, era come se non potessi più fermarmi, ma sentendomi ridicola smisi. Notai però una voglia sul collo. Mi sembrava davvero sexy averne una proprio lì. Il tipo deglutì mettendola ancor  più in evidenza.  Cambiai postazione, e andai verso i dolci, amavo i dolci e sentivo gli occhi di quel ragazzo ancora su di me ma questa volta concentrati su un'altra zona, il culo. Non avevo ancora guardato il ragazzo, il suo sorriso era ipnotizzante, e sentire i suoi occhi su di me era una strana sensazione. Quando mi girai anche lui si girò dall’altra parte e non potei guardare il suo viso, ma da dietro era un bel ragazzo,  bello? ma che sto dicendo? È pazzesco che esistano ancora ragazzi così carini! Indossava un paio di jeans aderenti di un colore molto scuro, probabilmente un blu se non un semplice nero. Gli avvolgevano quel bel culetto che si ritrovava. Indossava una giacca piuttosto costosa, era nera, tanto per stare in tono. I capelli per quanto riuscissi a vedere erano tirati indietro ed intravedevo un ciuffo. Il ragazzo iniziò a muoversi ballando con una ragazza accanto a lui. Sapeva muoversi il moretto non c’è che dire. Dopo quella visione più che angelica tornai a guardare i dolcetti posti su quel delizioso tavolino. Ne presi qualcuno al cioccolato ed alcuni alla panna, frutti di bosco, nutella e crema alla vaniglia per Niall. Quando mi girai, un'altra sorpresa.
X: Hey bellezza- sorrise maliziosamente.
Io: Hey… - non avevo idea di chi fosse, lo avevo già visto in giro, forse con Schianto.
Zayn: bella la festa non credi? –si morse il labbro inferiore- io sono Zayn- disse guardandomi con un aria sexy.
Io: Piacere- dissi posando i dolcetti nuovamente sul tavolo mentre stavo imprecando contro di lui con tutta me stessa- io sono Hanna.- mi fece un sorriso guardandomi intensamente, cosa che mi fece avvampare
Zayn: Hanna, bel nome… Ma Zayn.. Zayn dice tutto! –mi fece un occhiolino.
Cavolo, quel ragazzo se la tirava in un modo pazzesco, mi trattenni dal non  ridere, cosa che non riuscì a fare, non mi meravigliavo fosse amico di Schianto.
Io: hai ragione, Zayn dice tutto- dissi ironica. Possibile che capitassero tutte a me?
Zayn: ti va di ballare?- disse avvicinandosi e cercando di prendermi per i fianchi, ma io mi allontanai.
Io: è che il mio amico mi aspetta… se facciamo dopo?- non credo che avremmo ballato ancora, ma hey, dovevo finirla con i ragazzi sul serio. Ma è come se loro mi cercassero!
Zayn: va bene, ci vediamo in giro ragazza, ti tengo sotto controllo- si morse il labbro inferiore per poi alzare un sopracciglio malizioso.
Io mi allontanai velocemente sommersa da dolci e bibite. Il ragazzo era davvero carino, forse anche troppo, ma non era esattamente il mio tipo.
*parla Charlie*
Mi allontanai da Jade e mi diressi verso il bagno. Volevo andare a darmi una rinfrescatina, avevo ballato abbastanza e dopo essere uscita dal bagno sarei andata a prendere una boccata d’aria fuori.
Tirai lo sciacquone, mi lavai le mani e mi sistemai il trucco. Presi la borsetta e mi riguardai per l’ennesima volta allo specchio sorridendo. La serata era iniziata proprio bene, e mi stavo divertendo un sacco anche se non sapevo più che fine avessero fatto Niall e Hanna. Attraversai nuovamente la pista da ballo, la veranda e uscii in giardino, là dove mi sedetti su una piccola panchina. Il giardino era delizioso, verde e pieno di fiori, qua e là c’erano piccole aiuole, mi meravigliai nel notare che erano tutte ancora perfettamente intatte, nonostante la casa all’interno stava andando a pezzi. Mi guardai le scarpe laccate, le adoravo, erano le mie preferite, quelle che mi aveva regalato Jade per il mio compleanno, era stata davvero carina. I miei pensieri furono interrotti da uno strano rumore proveniente da un cespuglio alla mia sinistra. Non avevo intenzione di andare a vedere ciò che stava succedendo, anche perché l’ultima volta che l’ho fatto ad una festa, ho visto una ragazza urinare -.-“  Guardai quindi il cellulare, segnava le 23,30. Il tempo era volato.
X: ahh… diavolo- questa voce provenne da dietro il cespuglio. La cosa mi fece rabbrividire, ma allo stesso tempo la curiosità di scoprire ciò che stava accadendo mi ribolliva dentro. Quindi andai a vedere.
Mi avvicinai cautamente e non vidi alcun individuo urinare, ma un ragazzo stava cercando di appiccare il fuoco, ed effettivamente ce l’aveva fatta.
Io: che diavolo stai facendo e? – mi misi le mani sui fianchi alzando un sopracciglio. Alzò lo sguardo di scatto, uscendo dal cespuglio di avvicinò a me. Non riuscì a vedere bene il suo viso dato che nella zona in cui ci trovavamo la luce era fioca.
X: stà zitta-prendendomi per il polso mi trascinò involontariamente con sè.
Il ragazzo mi portò dietro ad un auto e mi tappò la bocca ,perché ovviamente non voleva che io cercassi di dire qualcosa a qualcuno o di urlare.  Lasciando il mio polso mise la sua mano sul mio fianco, tenendomi saldamente contro di lui.
X: non voglio farti nulla- cercò di spiegarmi lui, - non raccontare nulla a nessuno, intesi?
Mi tolse la mano dalla bocca. Lo guardai dal basso all’alto. Indossava un paio di Jeans rosso a cavallo basso che facevano intravedere i suoi boxer di Calvin Kleyn (?) e  una maglietta bianca.
Io: che cazzo vuoi fare? Dare fuoco alla casa? Ci sono decine di persone là dentro! –urlai furiosa sbattendo un piede a terra. Non mi interessava se sembravo una pazza, volevo solo sapere cosa cazzo stava succedendo.
X: chiudi la bocca ti ho detto. – sentì i suoi muscoli contarsi, penso che si stesse incazzando.
Quel ragazzo, mi stava mettendo paura, infatti stavo iniziando a tremare. Aveva un aria da bullo ma un bullo estremamente sexy. I suoi occhi color miele mi guardavano intensamente, forse aveva paura che io dicessi qualcosa, ma non avevo intenzione di starmene zitta! Stava mettendo in pericolo centinaia di persone che non avevano fatto nulla, non che io avessi colpa di qualcosa. E mi stavo ripetendo perché tutto stesse accadendo a me. Perché? Perché una volta che decidevo di uscire con le mie amiche e divertirmi succedeva sempre qualcosa di male? Perché santo cielo?
Io: perché stai facendo tutto questo? – dissi cercando di liberarmi dalla sua forte presa intorno ai miei fianchi, che più mi muovevo per liberarmi, più lui accentuava la presa.
X: Questo non ti deve importare, soprattutto se tu non c’entri niente- serrò la mascella, i suoi occhi iniziarono a diventare cupi.
Che voleva quel ragazzo? Che intenzioni aveva?
 
**
Spazio autore:
Che ne pensate? Ragazze vi prego recensite:’(   vorrei tanto vedere i vostri commenti sotto… vi prego…continuo appena qualcuno recensirà almeno questo capitolo.

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Capitolo 9
*** **Midnight** ***



WHERE ARE YOU NOW <3
Capitolo 8 <3
Midnight <3
*Parla Charlie*
Il ragazzo mi teneva stretta, inizialmente lo faceva con forza, una spudorata forza che probabilmente avrebbe lasciato segni permanenti sul mio braccio, ma col passare del tempo  la presa cedette, ora  sarei potuta scappare, ma le mie gambe non me lo consentivano… erano come serrate a terra e il mio stomaco si contorceva per la paura.
Io: ehy- avevo paura, ma non sarebbe stata la paura a tirarmi fuori da questa situazione- se- presi fiato- se mi lasci andare non dirò nulla a nessuno, lo prometto- dissi tutto d’un fiato.
X: piccola- mi sussurrò all’orecchio facendomi rabbrividire-  è scontato che tu non parlerai- il sangue nelle mie vene è come se avesse cessato di scorrere.
Io: che significa?
Portai la mano libera alla bocca, e le lacrime incominciarono a bagnarmi il viso.
X: ora non piangere- la sua voce d’un tratto si fece rassicurante, come se cercasse di farmi credere che sarebbe andato tutto bene.
Io: perché lo fai?- pronunciai queste parole quasi solo a me stessa.
X: cosa? – si avvicinò a me più di quanto non lo fosse già.
Io: ti ho domandato il perché tu stia facendo una cosa simile- questa volta la rabbia prese il sopravvento.
 
*Parla Hanna*
Raggiunsi Niall, che come al solito stava riempendo lo stomaco con della pizza trovata chissà dove.  Stava chiacchierando con una ragazza carina, mi dispiaceva interromperli, ma dovevo.
Io: Niall-scusate l’interruzione- sfoggiai il mio miglior sorriso-Niall ecco i tuoi dolci- gli porsi i muffin e le tortine prese al banco del buffet.
Niall: non preoccuparti- afferrò i dolci e iniziò a buttarli nel buco nero.
Apparve anche Jade, aveva un’aria perplessa e non curante del fatto che era ubriaca fradicia.
Io: Jade, tutto bene?- la presi per un braccio e la feci accomodare su un sofà di fronte a noi.
Jade: sì sì, tutto liscio- sorrise, quel sorriso tipico degli ubriachi che non si ricordano quello che hanno fatto il secondo prima- mi stavo chiedendo dov’è Charlie.
Niall: ma non era con te?- aggrottò la fronte e per una volta lasciò quei maledetti dolci sul tavolo.
Io: Diavolo! Spero solo che non sia finita a scopare con qualche ubriaco.
Jade: sarà meglio che andiate a cercarla- si mise una mano alla bocca e  poi non riuscì più a contenersi e iniziò a vomitare.
Io: Cazzo!- esclamai- ci mancava solo lui.
Vicino all’ingresso, notai un viso familiare, fin troppo familiare. Era Alex. Fortunatamente non si accorse della mia presenza e sinceramente non avevo nessuna voglia di parlarci, soprattutto dopo quello che era accaduto stamattina.
Io: Niall, io vado a vedere al piano di sopra, tu resta di sotto e vai a vedere nella sala giochi e nei bagni- feci un sorriso rassicurante a Jade e pregai la ragazza sconosciuta che pochi secondi fa era con Niall, di fare compagnia a Jade.
 
 
*Parla Charlie*
X: questo non deve interessarti- tirò su con il naso- senti, ora sali in macchina.
Io: no- feci una pausa e  mi inumidii il labbro superiore- lasciami andare- lo guardai fisso negli occhi- ti prometto che non dirò nulla.
X: non posso farlo.. ora sali in macchina o ti ci porterò io con la forza- indicò un fuoristrada con lo sguardo.
Io: d’accordo.
Lui era dietro di me. Sentivo il suo respiro affannato seguirmi.
Aprii la portiera e mi cimentai in macchina.
*Parla il ragazzo*
Mi sedetti al posto del guidatore. Serrai la mascella guardando con cautela le immagini riflesse negli specchietti retro versori , nessuno doveva scoprirmi, nessuno. 
Infilai le chiavi nel nolettino  e il motore dell’auto si accese. Non volevo fare del male a questa mocciosa, l’avrei portata al sicuro, speravo non ci fossero stati molti feriti, il mio compito era quello di uccidere Simon.
Io: come ti chiami piccola?- avevamo già passato Woldorf Street.
Ragazza: perché dovrei rivelarti il mio nome?… sei un assassino- urlò lei.
Io: shh- le misi una mano sulla bocca per impedirle di continuare ad urlare- tappati quella boccaccia, non sono un assassino.
Notai che smise di parlare e le tolsi la mano dalla bocca.
Ragazza: dove mi stai portando?- il mio sguardo rimase fisso per alcuni secondi sulla sua mano tremante.
Io: al sicuro- sussurrai
 
*Parla Hanna*
Salii al piano di sopra a cercare Charlie, era possibile che quella ragazza sparisse sempre? Mi affrettai a salire le scale.. e arrivata in cima il mio respiro divenne affannato.
“Cazzo”- pensai,  avevo il fiato corto io. Mi diressi verso la prima porta che mi ritrovai di fronte ed esitai un poco prima di aprire, volevo evitare di ‘interrompere’ le solite coppiette che si rifugiavano in camere da letto come questa, a fare cose sconce. Bussai alla porta e poi feci un passo indietro aspettandomi, magari, qualcuno che mi aprisse, ma nulla. Schiacciai la maniglia della porta.  Entrando nella stanza ebbi la percezione che qualcuno mi avesse seguita, ma poi quando voltai la testa dietro di me non c’era nessuno. La stanza inoltre era vuota, deserta. Charlie non c’era.
“ Sta calma, non le è successo nulla”- continuavo a ripetermi nervosa, mi morsi l’interno della guancia e feci un respiro profondo. Speravo tanto che le mie ricerche e quelle di Niall servissero a qualcosa. Proseguii per il corridoio, la casa era enorme e tutta ben arredata. Il proprietario doveva essere un riccone per permettersi tutta questa fortuna. Sentii un crampo allo stomaco. Per una volta non era causato dalla fame, forse era una sensazione di disagio, preoccupazione che aveva preso il dominio, possesso del mio corpo.
Feci pochi passi e arrivai al bagno. Non era il caso di entrarci cioè poteva essere occupato. Inoltre non pensavo si fosse rinchiusa in un bagno. Perlustrai altre stanze e stanzini, quella casa era un vero e proprio palazzo. Eccola l’ultima stanza della casa finalmente. Cercavo di non guardarmi in giro… non volevo farmi i fatti d’altri.. ed era difficile visto che io sono una ficca naso. Era una stanza deliziosa, era una camera da letto comunissima, semplice e ben arredata. Era la stanza di un ragazzo. Sentii alcuni passi provenire dal corridoio. Mi bloccai e mi avvicinai all’uscio della porta per sbirciare. Non credetti ai miei occhi. Alex.
Si avvicinò a me sorridente.
Alex: ehy- sorrise- ti ho cercata dappertutto- si inumidì il labbro- aveva ancora le fasciature, ma stava molto meglio.
Io: ebbene mi hai trovata- alzai un sopracciglio ed iniziai a fissare il lampadario. Ero bizzarra, ma la situazione stessa lo era.
Alex: ascolta, mi manchi- si avvicinò più di quanto non lo fosse già- e io… ti manco?- Che diamine di domanda era? Cazzo, quel ragazzo era come una palla al piede, io cercavo di dimenticarlo e lui tornava da me come se niente fosse.
Io: Alex senti- feci una pausa- sto frequentando un altro ragazzo- mentii, ormai con lui lo facevo spesso, non volevo che lui si continuasse ad illudere. La nostra storia era passata ormai.
Alex: cosa?- disse accigliato- stai scherzando non è vero?- sbottò lui.
Io: affatto- mi inumidii il labbro prima di continuare- ti ho amato, questo è vero.. vero come il fatto che mi hai fatta soffrire, e io non voglio più soffrire- abbassai lo sguardo. Fissavo il pavimento in attesa della sua risposta. Perché avrebbe commentato, ne ero sicura.
Alex: come hai fatto a dimenticarmi così velocemente?- la rabbia prese il sopravvento su di lui.
Io: Alexander, io non dimenticherò mai quello che c’è stato fra di noi- mi interruppe.
Alex: ma hai dimenticato me non è vero?- scosse la testa.
Io: sto cercando di farlo.. e mi ci sto riuscendo- pronunciai queste parole fissandolo negli occhi. Doveva capirlo una volta per tutte.
Alex: okay… ma io ti riconquisterò…con le buone o con le cattive- uscì di fretta e  chiuse la porta alle sue spalle bruscamente.
Scossi la testa. Odiavo quando faceva così. Mi sedetti per alcuni secondi sul letto.  Non avevo ancora trovato Charlie. Chissà invece se Niall ce l’aveva fatta.  Accarezzavo la trapunta finemente lavorata e fissavo il soffitto. L’odore dell’aria era profumato, profumo da uomo, mascolino, pungente ma delicato. Sbattei velocemente le palpebre per riprendermi dall’estasi di quel momento e mi alzai andando verso la porta.   La serratura era bloccata. Ero rimasta chiusa in quella stanza. “Diavolo”- urlai-“ e ora come cazzo faccio?”
 
*Parla Niall*
Charlie non si trovava, Hanna sicuramente sarebbe stata più fortunata, Charlie non si sarebbe mai allontanata… almeno credo. A volte quella ragazza era proprio una bambina. Mi sedetti per alcuni secondi su una poltrona che dava sulla pista da ballo, quando William Sparks mi annunciò che la casa doveva essere evacuata  a causa di un incendio.   
Io: come? Un incendio?- aggrottai la fronte.
Will: esatto, qualcuno ha appiccato il fuoco in giardino e ora si sta espandendo in tutta la casa- gesticolò lui.
Hanna era al piano di sopra.
-La casa stava andando a fuoco e Hanna era al piano di sopra- mi ripetevo inconsciamente.
Will: uscite, uscite tutti… pericolo d’incendio, forza ragazzi- urlava lui.
Io dovetti uscire, ero costretto a farlo. Ma Hanna? Hanna che avrebbe fatto?
 
*Parla Hanna*
 A prendere il posto dell’odore del profumo fu l’odore di bruciato.
“Che succede?”- domandai a me stessa.
 
CONTINUA <3

Spazio Autore:
Che ne pensate :D ? Continuo ad almeno una recensione :P <3
 

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