Tell everybody I'm on my way – And nothing but good times to show

di Rota
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** *I* ***
Capitolo 2: *** *II* ***
Capitolo 3: *** *III* ***
Capitolo 4: *** *IV* ***
Capitolo 5: *** *V* ***
Capitolo 6: *** *VI* ***
Capitolo 7: *** *VII* ***
Capitolo 8: *** *VIII* ***
Capitolo 9: *** *IX* ***
Capitolo 10: *** *X* ***
Capitolo 11: *** *Epilogo* ***



Capitolo 1
*** *I* ***


*Autore: margherota
*Titolo: Tell everybody I'm on my way – And nothing but good times to show
*Fandom: Kuroko no Basket
*Personaggi: Kuroko Tetsuya, Kagami Taiga, Un po' tutti
*Generi: Sentimentale, Generale, Introspettivo
*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, AU
*Rating: Giallo
*Parole: 7005
*Prompt COW-T: Fandom!AU
*Credits: On my Way, Brother Bear, Phil Collins
*Note: KagaKuro, dopo tutto questo tempo. Il Cow-T è davvero una riserva inesauribile di idee, e poi con tutte le immagini che girano nel web mi sembrava quasi d'obbligo dare un piccolo tributo a tutto ciò.
Questa è una sorta di "long", fatta di brevi momenti riconducibili alla trama dei giochi Zaffiro/Rubino, senza la presenza di Team Magma/Idro, altrimenti veniva davvero troppo lunga 8D Ogni capitolo non supererà le 800 parole, giusto per avvisare xD
Per Kam, che voleva qualcosa da leggere in questo fandom, e a cui in realtà avevo promesso un tempo, giorni e giorni addietro, una AoKise più o meno porno. Spero tu possa gradire lo stesso una cosa del genere e perdonarmi (L)
Buona lettura :D

 

 

 

 

 

 

 

 

*I*

 

 

-Ohi!
Kagami Taiga si fermò all'improvviso, in mezzo al sentiero, quando il ragazzo decise di uscire dal cespuglio che lo stava proteggendo e farsi quindi avanti. Se non fosse stato composto da due braccia, due gambe e un viso tutto umano, lo avrebbe tranquillamente scambiato per un Pokemon Spettro. Lo guardò male, nell'agitazione della sorpresa, e il Torchic ai suoi piedi fece lo stesso, come dotato di un eguale sentire.
Completamente calmo, però, Tetsuya indicò con il dito indice la strada alla propria sinistra.
-Se desideri uscire da Bosco Petalo, devi procedere in quella direzione.
L'altro ragazzo seguitò a guardarlo male e diede solo un'occhiata di sfuggita al sentiero. Fu, nei suoi confronti, abbastanza scorbutico.
-Lo so come si esce, da questo dannato bosco!
Tetsuya non si fece impressionare dalla sua voce grossa, ben abituato a persone del suo tipo. Con espressione stantia e voce atona, abbassò il proprio polso e distese il braccio lungo il fianco, in una posizione che esprimeva completa tranquillità. Il libro tra le sue dita non si inclinò neanche di un grado.
-Posso chiederti allora come mai questa è la quarta volta che passi qui?
Preso alla sprovvista, Kagami sporse il busto all'indietro in un gesto istintivo.
-Come lo sai?
-Stavo leggendo e ti ho sentito.
Indicò con lo stesso dito di prima un albero, le cui radici erano nascoste da un arbusto basso e completamente verde. Quello strano ragazzo doveva essere rimasto lì per parecchio tempo, per aver visto i suoi svariati tentativi di districarsi in quel labirinto di siepi ed erba.
Gli rivolse ancora la sua espressione più truce – il tono, tuttavia, era appena più morbido e tradiva una sorta di imbarazzo.
-Lo avrei capito da solo!
Tetsuya guardò ai suoi piedi, attratto da ben altro tipo di rumore.
Il cinguettare un poco isterico di quel piccolo Pokemon cercava di esprimere la stessa forza della voce del proprio padrone, e il pulcino era così intento nell'imitazione da essere diventato ancora più rosso. Gli fece molta tenerezza, quella visione.
Così tornò a guardare in viso lui.
-Sei diretto a Ferruggipoli?
Quella domanda sembrò calmarlo per qualche secondo per poi rianimarlo di una nuova energia, tutta entusiasmo e ben poca ragione.
-Quella è la prima città dove si può trovare una palestra Pokemon, no?
Il Pokemon esultò con lui, quindi riuscì a proseguire e a finire il proprio intervento.
-Conquisterò al più presto la medaglia di quel posto!
Negli occhi grandi e chiari di Kuroko sembrò riflettersi qualcosa: probabilmente la boria dell'ennesimo allenatore novello che incontrava per strada.
-Lo sai che Pokemon usa, il Capo Palestra Junpei?
Kagami ricambiò il suo sguardo scettico, probabilmente punto nell'orgoglio di essere stato considerato qualcuno di troppo stupido.
-Certo che lo so! Usa Pokemon di tipo roccia! Ma non per questo è un avversario temibile!
Lo ammutolì, all'improvviso, la comparsa inaspettata di un Mightyena dagli occhi obliqui. Sobbalzò una seconda volta, appena il Pokemon emerse dallo stesso cespuglio del padrone, e ne seguì il lento avanzare, fino a che quello non si posizionò dietro le gambe del ragazzo ancora muto.
Quindi, la sua domanda fu assolutamente spontanea.
-Tu sei un allenatore?
Kuroko mosse semplicemente la testa, ancora intento a carezzare il capo del suo Pokemon.
-Anche tu sfiderai il Capo Palestra?
-Non ne ho bisogno, ho già tutte le medaglie.
Kagami sgranò gli occhi, incredulo, e dovette guardarlo un paio di volte da capo a piedi per riuscire non solo a registrare le sue parole ma anche reagire di conseguenza.
-Davvero? Non si direbbe!
Un ghigno gli incurvò le labbra – e ai suoi piedi Torchic diede un altro piccolo strillo.
-Ti sfido!

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Capitolo 2
*** *II* ***


*II*


 

-Diventerò il miglior allenatore di tutta Hoenn!
Il giovane Combusken, esagitato quanto il padrone con cui condivideva lo stesso colore rosso acceso sulla cresta ben alta, rispose a questo richiamo con un verso stridulo e poco calibrato assieme a un balzello sul posto che avrebbe dovuto essere, nell'immaginazione di entrambi loro, a dir poco sconvolgente.
Tetsuya si limitò a guardare ancora in viso quell'allenatore inesperto, trovando nella sua espressione una decisione e una forza che già aveva visto altrove e che si insinuò nella sua coscienza come speranza allettante.
Finì di bere il proprio succo, accomodando meglio le gambe sotto il tavolo del bar, mentre gli altri due si riempivano la bocca di cibo, con una foga davvero notevole.
-Non credi di essere un po' troppo sicuro di te? Sei alla tua prima medaglia.
Kagami alzò viso e sguardo con le guance ancora piene, ma si preoccupò di ingoiare ogni boccone prima di rivolgersi ancora a lui.
-Questo non è che il primo passo!
E si rivolse al proprio Pokemon, che con la stessa luce negli occhi smise di mangiare e annuì alle sue parole.
Decisamente, erano fatti l'uno per l'altro – e ogni loro gesto comunicava un'armonia quasi perfetta, di sicuro dalle radici ben profonde.
-Raggiungerò la mia meta al più presto!
Mightyena, sdraiato per terra, proruppe in uno sbadiglio sordo, senza neanche scomodarsi ad aprire gli occhi, e lo stesso scetticismo fu espresso dal padrone, che si vide bene dal risparmiare l'altro dal suo più pungente sarcasmo.
-Lo spero per te...
Kagami lo guardò ancora male, ma non si pronunciò più in maniera acida: forse ancora troppo contento e soddisfatto della propria vittoria, era stato toccato solo in parte dall'ironia di lui.
Tuttavia quelle poche parole gli fecero tornare alla mente la sconfitta della prima sfida lanciata a Junpei. Il suo Nosepass aveva raggiunto la vittoria fin troppo facilmente, tanto che un residuo di mortificazione rimaneva, ai bordi del suo orgoglio.
Combusken, intuendo i pensieri del padrone, si fece avanti con il proprio becco, e lo toccò appena sul braccio per infondergli un poco di conforto. Sorrise come poteva sorridere solo un Pokemon. Lui era lì, vittorioso come il ragazzo, e per quanto fosse stato duro e faticoso l'allenamento per giungere a quel risultato, l'importante era stato essere insieme a lui.
Kagami capì, perfettamente.
Tornò un poco più sereno dall'altro ragazzo, tanto che riuscì ad allungargli uno dei panini che erano disposti sul proprio vassoio.
-Tu hai intenzione di seguirmi ancora per molto?
Kuroko prese il dono offertogli, senza replicare in merito.
-Ti infastidisco, per caso?
-No, ma mi domandavo se non avessi niente di meglio da fare.
Appoggiò il gomito sopra il tavolo e sorresse il mento con il palmo aperto della mano. La vetrina del bar, accanto a loro, mostrava una Petalipoli viva e colorata, piena di gente allegra. Per Kagami non era comprensibile come un ragazzo del genere preferisse sprecare il suo tempo a quella maniera.
-Non so, diventare più forte... allenarti... viaggiare...
Ma l'altro alzò semplicemente le spalle, cominciando a mangiare.
-Sono cose di cui non sento la impellente necessità.
Taiga sbuffò e tornò al proprio pasto, senza dirgli niente. Vide con la coda dell'occhio la coda di Mightyena dondolare, in aria, ma non gli sembrò di recepire altro movimento. Per questo motivo sobbalzò quando lo vide arrampicarsi sulla poltrona di Kuroko e depositarsi sopra le sue ginocchia, senza che l'allenatore glielo impedisse.
Si ritrovò a fissare gli occhi blu di lui all'improvviso.
-Dove hai intenzione di dirigerti, ora?
-La prossima palestra è a Bluruvia, io e Combusken andremo lì!
-A sfidare i Pokemon lotta di Riko Aida?
-Certo!
Combusken confermò il suo entusiasmo, come sempre, e fece il medesimo gesto della sua mano con l'ala fornita di dita. Sulle labbra di Kuroko si delineò una timida contentezza, a quella visione.
Taiga masticò il penultimo panino dei suoi.
-Hai intenzione di seguirmi ancora?
L'altro annuì, bevendo piano ancora, e quindi lo vide sospirare. Sconfitto davvero, Kagami decise che tanto valeva avere un punto di partenza su cui costruire il resto.
-Mi chiamo Kagami Taiga.
E questa volta, la felicità del ragazzo non fu abbastanza discreta da rimanere invisibile.
-Kuroko Tetsuya.

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Capitolo 3
*** *III* ***


*III*



 

Lo Skitty di Momoi miagolò ancora, ai piedi fermissimi di Kuroko. Più in alto, la sua padrona miagolava contro il braccio del ragazzo, senza alcuna vergogna a dimostrare la sua estasi.
-Tetsu-kun!
Era la quinta volta che ripeteva il suo nome – Kagami non aveva cominciato a contarle dall'inizio, in realtà, ma quello era già un numero sufficiente per farlo irritare abbastanza.
Sbuffò, estraneo alla scena a cui stava assistendo: Tetsuya, perseverando nell'indole indifferente di sempre, non riusciva che a anteporre una tenue resistenza all'affetto sincero e ben visibile della ragazza dai lunghi capelli rosa. Dopotutto, lui stesso aveva borbottato, prima di entrare nell'Arena delle virtù, dei mesi in cui lui e la ragazza non si erano visti. A rigor di logica, la reazione di lei era più che normale.
In basso, Combusken vide Skitty abbandonare le gambe di Tetsuya per zampettare verso Mightyena, assai allegro. L'altro Pokemon non smosse neanche un muscolo quando quello piccolo e rosa cominciò a strofinarsi contro i suoi fianchi e le sue zampe, dimostrando una resistenza stoica che ben fece invidia al Pokemon di fuoco. Vide solo in un secondo momento un nastro color azzurro, legato al collo di Skitty, e se ne domandò la provenienza; guardò in alto, non verso l'allenatore ma verso la ragazza che aveva smesso di agitarsi, perché pur nutrendo una fiducia incredibile e fortissima per Kagami lui stesso dubitava che avrebbe saputo rispondere al suo quesito, mentre lei pareva ben più preparata. O semplicemente, il fatto che fosse la padrona di Skitty avrebbe dovuto garantirle un poco più di conoscenza in materia.
Momoi si inginocchiò a terra, cominciando ad accarezzare prima Mightyena, proprio nel punto dietro al collo dove gli piaceva tanto, e poi anche Combusken.
-Avete ripreso a viaggiare, voi due!
Per un attimo assunse un tono un poco triste, ma era evidente che fosse soltanto scena e che in realtà il suo umore non era tale.
-Fate sempre un sacco di cose divertenti!
Kuroko non le disse nulla, neanche quando Mightyena si distese per offrire la pancia alle sue carezze sapienti, e anche Combusken diede mostra di gradire le sue attenzioni; tuttavia, volle replicarle giusto una cosa.
-Anche tu viaggi per i tuoi concorsi, Momoi- san.
-Non è la stessa cosa, Tetsu- kun!
Una volta accontentato il Pokemon di tipo buio, la ragazza si rivolse completamente a quello di tipo fuoco, che sgranò gli occhi sentendo entrambe le mano di lei toccargli il piumaggio delle braccia. Momoi lo fece in forma di carezza, quindi Combusken non provò alcun disagio.
Kagami, dall'alto, guardava ogni sua mossa, e arrossì in maniera piuttosto evidente quando lei gli si rivolse con un bellissimo sorriso.
-Il tuo Pokemon è molto forte, vedo!
Tornò al pulcino, massaggiandogli anche la pancia. Con un movimento fluido, gli carezzò la punta delle piume sulla coda, due o tre volte – e lì la sua espressione si corrucciò appena.
-Però non gli farebbe male assumere qualche bacca!
Si alzò con tranquillità, rovistando nell'elegante borsa che teneva a tracolla. Skitty tornò da lei e miagolò, approvando la scelta della padrona, specialmente quando questa porse una sorta di caramella all'altro ragazzo.
-Sono ottime, di questo tipo! E non solo per la sua Bellezza, te lo garantisco!
Taiga non riuscì a fidarsi molto, sulle prime, così dovette intervenire Kuroko.
-Prendila, Kagami- kun. Momoi- san sa quello che dice.
Il ragazzo con i capelli rossi conservò i propri dubbi pur prendendo la caramella strana. La scartò, con circospezione, e quando ne vide il reale colore non si rilassò affatto: era di un'insolita sfumatura verdastra.
-Cosa dovrei farci?
La ragazza sorrise – il suo Skitty mosse la coda e i tre campanelli che vi erano sopra.
-Darla a Combusken, per esempio!
Kagami si inginocchiò piano accanto al suo Pokemon, guardandolo in volto un poco preoccupato. Tuttavia, Combusken mangiò con avidità il dolcetto, goloso come non lo era mai stato. A vederlo così tranquillo, anche Taiga si rilassò, e Momoi colse subito il suo sorriso.
-Le sue mosse di Fuoco potranno migliorare, ora!
Lui la guardò, sinceramente incuriosito da questo. Satsuki si spiegò, e dal tono il ragazzo capì, o almeno riuscì a intuire, la portata del suo sapere.
-Così si può incrementare la resa e l'efficacia degli attacchi.
Taiga si guardò di nuovo attorno, allora.
Vide le macchine, basse e dai piedi di metallo, per creare le Pokemelle, davanti a cui trafficavano molte tipologie di persone, da quelli evidentemente in modalità di allenatore alle persone anziane, ai bambini più chiassosi a chi esponeva con tracotanza e eccessivo orgoglio una serie di fiocchi tutti colorati.
Qualcosa, di quel mondo, gli era un poco più chiaro.
-Grazie...

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Capitolo 4
*** *IV* ***


*IV*



 

L'aria aveva ancora l'odore della salsedine marina, quando spirava leggera e tranquilla tra i capelli di Kuroko. Il ragazzo chiuse gli occhi e alzò il viso al cielo, lasciandosi accarezzare così dolcemente. Allargò le braccia e fece ondeggiare i propri vestiti, in modo che sulla pelle si muovesse un'onda leggera e delicata, che stimolava al solletico.
Inspirò una seconda volta, prima di sporgersi all'indietro, verso la schiena del compagno. Quello rispose con un verso poco educato e gentile, che però testimoniò la sua presenza cosciente in quel luogo.
-Ora riparto. Cerca di non sbilanciarmi troppo!
Tetsuya portò subito le mani alla sella sotto il proprio corpo, reggendosi con le dita con tutta la forza che era in suo possesso. Kagami guardò le proprie, di mani, e vedendo un paio di macchie d'olio renderne la superficie liscia e scivolosa gli fece fare una smorfia di profondo disappunto – aveva impiegato, dopotutto, ben dieci minuti per sollevare la catena della bicicletta, e tutto quel lavoro gli era costato una notevole quantità di imprecazioni colorite, mentali e non.
Più o meno come la scusa che Kuroko aveva usato, nel momento della partenza, in modo tale da farsi trasportare dall'altro senza fare alcuna fatica, adducendo un'inesperienza che non aveva modo d'essere e che però fu messa in evidenza dalla sua caduta, dopo due metri precisi, nel momento esatto in cui Taiga gli aveva piazzato a forza una bicicletta tra le mani.
E piuttosto che arrivare a Ciclamipoli due giorni dopo, Taiga aveva ceduto alla dura realtà e gli aveva permesso di posizionarsi sulla propria sella.
In quel preciso istante lui pedalava e si teneva sollevato reggendosi unicamente sulle braccia, accompagnando ogni movimento delle gambe con un borbottio piuttosto contrariato.
Incominciò una lunga salita con uno sguardo truce che allontanò ogni possibile sfidante e gli sgombrò la strada.
Tetsuya guardò in alto e vide uno stormo di Wingull volare sopra la Pista Ciclabile, spargendo le proprie ombre sulle loro teste. Sorrise, calmo, pensando al proprio Mightyena riposto nella sua Sfera – nessun Pokemon aveva il permesso di calpestare quel tratto, e doverli rinchiudere in spazi così ristretti e angusti era un dolore per tutti loro. Anche Kagami era molto nervoso, per questo, e si poteva tranquillamente capire anche senza guardarlo in faccia: Kuroko distingueva il suo umore da altre piccole cose e da altri insignificanti particolari, facenti tutti parte ormai della sua quotidianità.
Era da poco meno di due mesi che stavano viaggiando assieme, contò, ed era riuscito a crescere molto.
Indubbiamente il livello di Combusken era salito e l'esperienza che aveva raggiunto era buona, per le due medaglie che lui e il padrone erano riusciti a guadagnare. Tuttavia, conservava il tipico temperamento, come Kagami, dei Pokemon di Fuoco, e ancora non riusciva totalmente a dominarsi. Un velo di malinconia gli prese lo sguardo alla memoria di un errore simile, vissuto da lui stesso non troppo tempo prima.
Una brusca frenata però lo scosse dai propri pensieri, e senza riuscire a frenarsi in tempo scontrò la propria schiena con quella di Taiga, che gli rifece lo stesso verso di prima.
-Ohi, stai attento!
Si ritirò senza fretta, rizzando la schiena.
-Scusami.
Tuttavia, il fatto che Kagami non partisse più lo mise un po' in allarme, e allora cercò di guardare l'altro ragazzo da sopra la spalla.
Quello, non visto, sorrise apertamente, fin troppo contento.
-Guarda là, Kuroko!
Tetsuya allora diresse il proprio sguardo al di là della recinzione che delimitava la pista, oltre il lago su cui questa si sollevava e la riva dove si stendevano onde chiarissime.
Sorrise anche lui, recitando la didascalia di uno dei tanti libri che aveva letto, riguardo le città e le località di Hoenn.
-La fulgente città dei divertimenti...
Adocchiò Kagami con la coda dell'occhio e poté notare la sua espressione esaltata – come sempre, dopotutto. Vederlo così coinvolto gli faceva bene al cuore, come se non ci fosse niente di più bello che quello al mondo.
Taiga non era ingenuo o stupido: conservava soltanto una forza genuina.
-Di sicuro sarà divertente batterne il Capo Palestra!
-Kise- kun non è un avversario semplice....
Diede un colpo sul manubrio, con le mani, sottolineando di forza la propria fede.
-Che sia semplice o no, io lo batterò!
Kuroko sorrise ancora e si concesse il lusso di stendersi contro la sua schiena, in attesa.
Pochi minuti dopo, Kagami tornò a pedalare.

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Capitolo 5
*** *V* ***


*V*




 

Kagami si scrollò la cenere residua dalle spalle della propria giacca con estrema e incredibile soddisfazione. Portò anche la mano ai propri capelli e, sfregandola contro di essi, vide cadere a terra altra polvere grigiastra; una smorfia di puro disgusto si dipinse sul suo viso molto velocemente. Ai suoi piedi, Combusken cercava di pulirsi come meglio poteva le piume di tutto il corpo, infastidito da quella sensazione di appiccicaticcio che percepiva ovunque.
Kuroko, invece, ebbe il privilegio di venire accolto da un'infermiera di quel Centro che si premurò di prendergli il cappotto e offrigli una bevanda calda.
-Odio questo posto!
Il ragazzo dai capelli rossi si fece sfuggire quell'unica frase per poi venire guardato male dal compagno.
-Avventurarsi in queste zone è stata un'idea tua....
Lo vide rianimarsi subito, mentre depositava la giacca lontano e abbandonava, di poco, la propria espressione contrariata.
-Io e Combusken dobbiamo allenarci per la prossima palestra!
La solita esaltazione prese possesso velocemente del suo volto e lo animò tutto – lui guardò in basso, verso il suo Pokemon, che provvide a dargli ragione con tutto sé stesso.
-E poi qui ci sono un sacco di Pokemon nuovi che non ho mai visto!
Loro avevano lavorato molto, questo era un dato di fatto. Sfidando allenatori casuali e Pokemon selvatici avevano perfezionato alcune mosse e si erano avvicinati, pian piano, al terzo stadio dell'evoluzione di Combusken. La difficile lotta contro un Skarmory era ancora visibile, sulle piume tutte arruffate della schiena del giovane gallo.
Mightyena gli si fece affianco e lui si chinò ad accarezzarlo, rassicurandolo, proprio quando Kagami si stava rivolgendo a lui.
-Comunque, mi sembrava che anche tu ti fossi divertito.
Prese a togliergli un poco di cenere dal pelo del dorso, per quanto gli era possibile. Il suo tono non tradiva, in quel momento, alcuna emozione, ma Taiga ben lo aveva visto quando, preso da una strana euforia, era passato con il suo Sacco per la cenere avanti e indietro lungo tutto quanto il sentiero.
-Non ero mai stato in una vetreria.
Quello sbuffò, rinunciando dal principio a capirlo.
-Cosa serviranno tutti quegli aggeggi, poi...
-Non si può mai sapere cosa si trova lungo la strada, Kagami- kun.
La paura non lo mise in allarme, tuttavia il tono serio del compagno catturò la sua attenzione e gli fece alzare lo sguardo nella sua direzione.
-Tu hai viaggiato molto prima di incontrare me, non è vero?
Kuroko preferì raccogliere l'invito di un'altra infermiera e consegnare il proprio Pokemon alle sue cure prima di rispondere alla domanda del ragazzo. Taiga seguì il suo esempio e consegnò Combusken, il suo Swellow e il suo Duxston per poi seguirlo verso la sala d'attesa e parlare ancora con lui.
Una volta seduto, Tetsuya riuscì a guardarlo negli occhi.
-Te l'ho già detto. Io ho vinto tutte e otto le medaglie.
Il ragazzo con i capelli rossi si accalorò subito, guardandolo male.
-Questo lo so! Mi chiedevo soltanto quanto ci avessi impiegato e con chi avessi viaggiato, la prima volta.
Era comprensibile la sua curiosità, Tetsuya si chiese quanto discreto fosse stato e quanta premura gli avesse riservato per non avergli posto quelle domande prima di quel momento.
Sarà stata forse l'occasione di averlo visto allegro, oppure la lotta esaltante contro un Ninja Boy in mezzo alla cenere, o anche la visione del suo Sableye che poco aveva rivelato. Oppure la bellezza del Monte Camino che li aveva accompagnati, instancabilmente, per sette giorni di fila.
Dovette abbassare lo sguardo per un solo istante prima di riuscire a rispondere a quel quesito – si morse il labbro con i denti, trattenendo qualcosa per sé.
-Alcune persone mi hanno accompagnato durante il mio percorso.
-Sono dei Capo Palestra, ora?
-Sì, la maggior parte di loro lo è.
-Sono forti?
-Hai già incontrato Kise- kun, hai visto da te quanto è forte.
Taiga lo guardò a lungo, pensando tra sé e sé.
-Anche tu lo sei, dopotutto.
Questo colorò, senza un vero perché, le guance di Kuroko, che si ritrovò addosso il primo vero complimento che l'altro gli aveva fatto in tanto tempo di vicinanza.
-Niente che non si possa battere, Kagami- kun. Basta credere nei giusti valori.
Sorrisero, entrambi, e non ci fu più alcuna parola importante.

 

 

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Capitolo 6
*** *VI* ***


*VI*



 

Kuroko non disse niente quando sentì del movimento, al proprio fianco: il tecnico della funivia era già rientrato, una volta che il sole era tramontato lasciando spazio alla notte, ma il ragazzo era ben consapevole che quel Monte non era abitato soltanto da esseri umani. Gli occhi di un piccolo Spoink emersero da dietro una roccia, assieme alla sua grande perla lucidissima.
Se non fosse stato così triste, sicuramente Tetsuya avrebbe saputo sorridere con maggio trasporto per quell'incontro – tutto quello che fece fu abbracciarsi le gambe e nascondere il proprio viso tra le ginocchia. Mightyena accanto a lui, sdraiato sulla sua stessa roccia calda, aveva smesso di uggiolare da poco e aveva tentato di prendere sonno, forte della speranza rivolta a un nuovo giorno migliore.
La verità era che l'unica cosa che in quel momento gli era concessa era solamente l'attesa, con tutta la frustrazione e la mortificazione che da questa poteva nascere.
La peggiore delle sue paure si era materializzata davanti agli occhi, lasciandolo impotente e in disparte: Aomine Daiki aveva incrociato il cammino suo e di Kagami, sfidando questo e sconfiggendolo senza troppo impegno. Il suo Swampert era evidentemente di un altro livello, di un'altra classe e di un'altra esperienza, ma Taiga aveva voluto lo stesso lanciarsi nella battaglia senza dare retta agli avvertimenti che Tetsuya aveva cercato di dargli, prima ancora che Daiki avesse proposto la propria sfida.
Stupido, era stato, e di quella vanità molto pericolosa nel mondo dei Pokemon, che annebbia la mente e fa perdere di vista i veri obiettivi del viaggio. Come una volta aveva fatto anche Aomine, diventando il Campione Errante che tutti conoscevano e temevano.
Il cuore di Kuroko ebbe una fitta, a questo preciso pensiero, e la mente ricordò i tempi in cui lui, Aomine, Kise e tutti gli altri potevano ancora definirsi davvero una squadra. Se non fosse stato per il loro egoismo e il loro egocentrismo, quella realtà sarebbe stata ancora tale e lui non si sarebbe mai ritrovato a inseguire i propri sogni assieme al cammino di un allenatore principiante.
Stupido, d'altronde, lo era stato anche lui. E pure egoista, proprio come i vecchi compagni che tanto commiserava.
Poco più in là del suo corpo, il magma di Monte Camino scoppiò in una bolla bassa e lasciò libera una nuova vampata di calore rosso, che lo investì in pieno. Si ritrovò a piangere senza essersi reso conto di aver iniziato.
-Ohi.
Sobbalzò, ma fu abbastanza celere da nascondere anche il viso quando l'altro ragazzo gli si sedette accanto.
-Kagami- kun!
Taiga gli riservò la premura di non chiedergli nulla, né perché evitasse di guardarlo in faccia né perché impiegasse tutto quel tempo a trattenere ferma la voce.
-Come sta Combusken?
-Ora dorme tranquillo. Sono riuscito a medicargli la zampa.
-Ne sono felice.
Kagami era stranamente tranquillo, dopo tutti quegli strilli, e questo non faceva che aumentare la paura di Tetsuya. La sconfitta, come la facile vittoria, sancisce un'esperienza particolare, davanti alla quale molti si perdono senza mai più sapersi ritrovare – Kuroko lo sapeva per esperienza.
Così, mentre Taiga tornava a rivolgersi a lui, lui tornava ad abbracciarsi le ginocchia.
-Come mai sei venuto qui?
-Cercavo di riposare un poco la mente.
Altra paura, tra di loro. Kagami si stese all'indietro, con la schiena contro la roccia vulcanica. Guardò in alto, il cielo stellato.
-Aomine Daiki, il tuo amico... è davvero forte.
-Sì, lo è.
-Io invece non lo sono.
Kuroko non osò guardarlo né interromperlo: il suo timore aveva usato come scusa, nei confronti di una coscienza alla deriva, il tono fermo e serio dell'altro ragazzo, così insolito e raro.
-Penso di aver fatto troppo affidamento su Combusken.
Kagami si alzò all'improvviso, dopo alcuni minuti di silenzio, facendo anche svegliare Mightyena che gli ringhiò contro.
-La prossima tappa?
Questa volta Tetsuya strabuzzò gli occhi e non riuscì proprio a nascondere la propria sorpresa, quando gli rivolge uno sguardo meravigliato.
-C'è la Palestra di Fuoco di Hanamiya.
-Fuoco, hai detto?
Lo vide sorridere, non con il ghigno a cui era stato abituato ma con una nuova espressione, probabilmente modellata da una prospettiva e una speranza più forte.
-Allora bisogna pensare a qualcosa che batta il fuoco.
Tetsuya lo capì in quel momento, proprio quando Taiga si alzò e gli porse una mano: lui non si sarebbe fatto piegare da niente e da nessuno, ardendo sempre di un fuoco magnifico e terribile.
-Hai intenzione di rimanere qui, tu?

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Capitolo 7
*** *VII* ***


*VII*


 

Combusken immerse una sola delle dita del piede nell'acqua calda, ritirandola subito più per istinto che per reale spavento o dolore – una signora anziana lì accanto sorrise più forte quando lo spruzzo d'acqua le colpì il viso, senza preoccuparsi di altro. Il Pokemon, mortificato, si stese sul bordo della vasca e cominciò a guardare male il fluido trasparente, come se avesse davvero avuto la possibilità di incenerirlo.
Per quanto si sforzasse, la sensazione del bagnato proprio non gli piaceva.
Vide tardi Mightyena che si avvicinava nuotando, quando praticamente il naso rosso del Pokemon emerse dalla superficie dell'acqua e andò a toccare il suo becco. Il gallo non si ritirò, così che la iena potesse sputargli in faccia un getto d'acqua prendendolo completamente alla sprovvista. Combusken diede uno strillo, soffocato dalle risa gentili dei presenti, e quando tornò dall'altro Pokemon con una faccia truce e carico di desiderio di rivalsa, Mightyena già gli proponeva il proprio dorso e un gran bel sorriso. Il Pokemon di fuoco impiegò diversi minuti a decidersi, ancora arrabbiato con lui, ma poi gli salì in groppa e si fece traghettare per tutta la vasca.
Kagami vide il suo primo Pokemon dare colpi allegri alla vasca, completamente a proprio agio, e ne sorrise sereno.
-Sembra sereno anche lui.
Volse un poco la testa, verso la sdraio dietro le proprie spalle.
Kuroko non era entrato in acqua – aveva fatto un tentativo prima ma era quasi svenuto, quindi si era accontentato di rimanere lì, a respirare forte quell'aria buonissima. Taiga aveva trovato una posizione che gli permettesse di comunicare con lui, anche se immerso in tutto quel calore.
Sorrise, non proprio diretto all'altro.
-Dopo la lotta alla palestra, meritavamo un po' di riposo.
Tetsuya allungò le proprie gambe, posizionandole meglio sopra il proprio lettino. Addosso aveva soltanto un costume leggero, eppure stava sudando tantissimo. Non provò neanche ad alzarsi a sedere e si limitò a parlare con quel filo di voce che gli era rimasto.
-Hai pensato alla proposta della signora?
Non vide l'espressione del ragazzo ma poté immaginarla senza sforzo.
Lo aveva visto in viso quando la padrona di quella sauna, saputo che aveva vinto l'ennesima Medaglia Pokemon, gli aveva chiesto di prendersi cura di un uovo, mostrandoglielo come se fosse il tesoro più prezioso al mondo. Kagami era diventato serio e aveva chiesto qualche giorno per pensare.
-Sto ancora valutando l'offerta.
-Cosa non ti convince?
Il suono preciso di un sospiro raggiunse le orecchie di Tetsuya.
-Ho paura di non riuscire a prendermi cura di un cucciolo. Sono creature delicate, hanno bisogno di mille attenzioni!
Benché aggiunse qualcosa in fretta e furia – e non senza un tono un poco più alto e imbarazzato – a Kuroko non sfuggì la delicatezza delle sue intenzioni. Un'anima del genere, piena di premura verso il prossimo, era davvero bella e cara.
In più, il senso di responsabilità non solo verso uno dei suoi Pokemon ma verso anche l'idea di squadra era sintomo di una maturazione sempre più raffinata.
-E io sono un allenatore. Viaggio e faccio cose. Potrebbe non trovarsi bene con me!
Per questo Kuroko sorrise tranquillo, cercando di placare un poco i suoi dubbi. Lui non aveva mai dovuto badare a un uovo, ma aveva visto Akashi farlo. E se una persona come Seijuro era riuscita a crescere un Pokemon sano e forte, di sicuro non c'erano motivi per cui Kagami non riuscisse altrettanto.
-Sono sicuro che invece tu possa accudire un piccolo Pokemon.
Questa volta cercò di alzarsi, ma quando si rovesciò con un tonfo sulla sdraio Kagami sobbalzò sul proprio posto e si voltò completamente verso di lui, un poco preoccupato. Vedendolo ancora vivo, ne fu appena rassicurato, e a quel punto Tetsuya riuscì a guardarlo negli occhi.
-Ci sono anche io ad aiutarti. E Combusken. E tutti gli altri tuoi Pokemon. Manectric se non sbaglio è una femmina...
L'altro fece una smorfia, non del tutto sicuro.
-Dici che aiuta?
-Potrebbe farlo.

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Capitolo 8
*** *VIII* ***


*VIII*

 

Dal loro primissimo incontro, Kuroko aveva capito quali sarebbero stati gli avversari più terribili, per Taiga Kagami.
Non era difficile, a pensarci bene, perché ben poche persone di spicco, nella confederazione della Lega Pokemon di Hoenn aveva quelle determinate caratteristiche capaci di contrastare l'energia infuocata dei calci di Blaziken e il temperamento altrettanto incendiario del suo allenatore. Tra di questi, sicuramente c'erano anche i Pokemon di tipo Volo di Midorima Shintaro, il primo nel loro gruppo di Matricole Miracolose a essere diventato Capo Palestra.
La precisione degli attacchi colpiva per l'ennesima volta, sotto gli occhi sia di Kagami sia di Kuroko, la resistenza di un quasi sfinito avversario che rovinò a terra e si rialzò soltanto per carattere, ignorando il dolore di un corpo dai muscoli ormai legati e dai tendini duri.
L'allenatore, preso dalla propria foga, lo incoraggiò con tutta la propria voce, e quello infiammò le piume di recente nascita e sembrò assumere l'aspetto della testa di un totem sacro, irrazionale e magnifico.
Midorima si limitò a sistemare gli occhiali sul proprio naso e ordinare ad Altaria d'eseguire la propria mossa. Quello trillò alto, cercando di eguagliare in qualche modo lo strillo del proprio avversario, e dopo aver piroettato in aria con una capovolta e una brusca manovra scese in picchiata verso Blaziken, ben deciso a colpirlo. Kuroko trattenne il fiato in quei due secondi e poco meno, ritrovandosi con la consapevolezza della pazzia del proprio cuore solo una volta visto un bagliore rosso che si allontanava dal cratere di sassi e roccia formato dalla mossa di Altaria. Blaziken cercò allo stesso modo di colpire l'avversario con un calcio poderoso, ma fu sbalzato indietro da un colpo d'ala che lo fece cadere lontano.
Kagami era in evidente difficoltà. Aveva usato Grumping in precedenza nel tentativo di minare la resistenza dell'altro, con Manectric esausto e il suo Swallow paralizzato, ma non riusciva a sfruttare il poco vantaggio che era riuscito a ottenere, accusando una serie serrata di colpi veloci e precisi. Midorima, d'altronde, aveva dalla sua molta più esperienza e molta più conoscenza, e anche quel pizzico di boria che l'aveva portato a considerare ridicola la sfida da parte di un Pokemon di tipo Lotta, in svantaggio per definizione e natura contro il suo campione.
Lui, che si vantava degli studi fatti e della fiducia in un sapere che andava al di là delle semplici questioni tra Pokemon, non aveva per sé mai avuto l'ipocrisia di una mediocrità scomoda, che ne avrebbe svilito l'intera figura. Pochi allenatori passavano per Forestopoli ambendone la medaglia, perché la sua fama era decisamente più grande del dovuto.
Kagami diede un rivitalizzante a Grumping, evocandolo e sostituendolo a Blaziken per permettere a questo di riprendere fiato. Il Pokemon di tipo spettro, bravo e fedele, non diede mostra di risentimento per questo, ma eseguì tutti gli ordini del proprio allenatore. E questa volta riuscì a paralizzare l'avversario, benché gli costò l'eliminazione dalla sfida.
Quando Taiga evocò di nuovo il suo Pokemon di Fuoco, entrambi i contendenti erano consapevoli che sarebbe bastato un solo colpo da parte dell'avversario per finire definitivamente la partita. Altaria era ancora in aria e volteggiava a cerchio sopra il campo di battaglia. La sua fatica si poteva notare da un volo imperfetto, eseguito ad un'altezza tale da cui la picchiata sarebbe stata aiutata da una gravità sempre presente.
Quindi Kagami fece la propria mossa, ordinando a Blaziken un Turbofuoco. E fu così tanto l'impegno e così tanto l'ardore che il turbine di fiamme divenne grande quanto l'intero campo e Altaria non riuscì a sfuggirvi.
Midorima urlò e dovette proteggersi la vista con entrambe le braccia, per non venire schiaffeggiato in viso dalla cenere alzata – quando finalmente la visuale fu sgombra della polvere alzata dal terreno, vide il proprio Pokemon a terra e Blaziken che ancora riusciva a reggersi sulle ginocchia, esausto.
La campana della fine, e della vittoria, fu suonata. Kuroko si unì alle grida di Kagami quando questo esultò e corse dentro l'arena ad abbracciare il suo compagno. Blaziken era un fuscello tra le sue braccia, ma aveva un sorriso che illuminava tutto.
Taiga guardò Tetsuya per un secondo e lesse nel suo sguardo una vera e potentissima gioia.
Perché tutto era bellissimo, per l'allenatore di buio: lui, Blaziken, la loro amicizia, il loro legame, la loro forza. Lui.

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Capitolo 9
*** *IX* ***


*IX*

 

Kagami sbuffò, rumorosamente, portando un braccio in alto per coprirsi il viso dai raggi del sole. Guardò in cielo, cercando verso l'orizzonte qualche nuvola che potesse rendere più gradevole il suo cammino – non trovò niente e questo lo irritò ancora di più, facendolo sbuffare una seconda volta. Si trovava sul dorso del suo povero Pelipper ormai da un'ora e mezza e se il Pokemon non sembrava accusare la minima stanchezza, nel suo continuare a remarsi da sé con le grandi e lunghe ali, il sedere del ragazzo doleva in maniera davvero imbarazzante.
Come un qualsiasi altro Pokemon di tipo fuoco, anche Kagami non amava particolarmente l'ambiente marino.
-Ohi!
Tetsuya voltò la testa nella sua direzione, reggendosi alla pinna dorsale del suo elegantissimo Sharpedo. Non mostrava segni di disagio, nella propria espressione, e sembrava così tranquillo da irritare maggiormente il compagno che per un attimo fu sul punto di insultarlo.
Rimediò nel semplice tono aspro della voce.
-Manca ancora molto ad Verdeazzupoli?
Kuroko considerò qualcosa in silenzio, per qualche secondo, prima di rispondergli.
-No. Forse un'ora.
-Come sarebbe a dire forse?
-Non ho mai fatto questo tratto in acqua.
Kagami si ricordò all'improvviso di un certo Murkrow citato altre volte e prima di rispondergli male preferì guardare altrove e concentrarsi sul male delle proprie gambe. Sotto di lui, Pelipper sembrava impegnarsi davvero tanto per nuotare quanto più velocemente possibile – e quando si accorse di questo, smise di lamentarsi o rendere palese la propria irritazione.
Una nuotatrice li superò velocemente, in groppa al suo Marill, e solo Tetsuya rispose al suo allegro saluto.
-Dì un po', Kuroko. Quante sono le Matricole Miracolose?
Il ragazzo tornò a guardarlo in viso dopo che il suo Sharpedo scansò un Barboach risalito quasi in superficie. Il guizzo della sua pinna rifletté di chiaro sul pelo dell'acqua, prima che il Pokemon si immergesse di nuovo nelle profondità del mare.
-Sei, compreso me. Sei sono le persone che, uscendo dall'Accademia Pokemon di Hoenn, hanno meritato il titolo di “Matricole Miracolose” per le loro abilità e per la loro specializzazione.
Contò sulle proprie dita i compagni già incontrati. Kise e i suoi Pokemon di tipo elettro, Aomine e la sua passione per i Pokemon di tipo acqua, Midorima e la sua squadra di Pokemon di tipo Volo.
-Murasakibara- kun è uno dei due Capo Palestra di Verdeazzupoli, assieme a Himuro- kun.
Kagami fu tanto sorpreso da non riuscire a fermare il proprio urlo meravigliato.
-Due Capo Palestra?
-Sono specializzati negli incontri a coppia.
Ci fu qualcosa di simile a una strana consapevolezza negli occhi di Kagami – così come fu strana quella parvenza di pudore che gli dimostrò.
-Questo significa che dovrai combattere con me?
-No, solo che dovrai usare due Pokemon contro di loro.
Gli scappò un mezzo sorriso, prima di riuscire a trattenersi davvero.
-Però se lo desideri potremmo allenarci a combattere assieme...
Ma l'altro ragazzo cambiò subito discorso, senza neanche guardarlo più in faccia. Se per un attimo aveva temuto quella particolare ipotesi, nel secondo successivo si era ritrovato a chiedersi il perché di tanta paura. Non era abituato ad affidarsi così tanto agli altri, benché tutto quel tempo accanto a Kuroko lo avesse reso una figura ben più che familiare.
Ma la battaglia è la battaglia, e condividere qualcosa di così intimo era ancora difficile, per uno come Taiga.
-Oltre a Murasakibara, ci sono altri dei vostri?
Tetsuya lo perdonò anche questa volta e ritirò il proprio sorriso, tornando a pensare.
-Akashi- san fa parte della Lega, come membro dei Super Quattro.
-Perfetto!
-Usa Pokemon di tipo Drago.
-Non ne ho paura!
Kuroko, a quel punto, avrebbe anche voluto dirgli che se avesse continuato a muoversi e ad agitarsi a quella maniera il suo Pelipper non avrebbe più retto e lo avrebbe lasciato affogare nei fluttui marini. Però Taiga indicò così forte l'orizzonte e così pieno di entusiasmo che lui dovette per forza dargli retta, senza badare ad altro.
-Guarda, quella è la torre astronomica di Verdeazzupoli!

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Capitolo 10
*** *X* ***


*X*



 

Un fischio e Kagami guardò in alto: fuochi d'artificio scoppiarono nel rosso del tramonto di Ceneride, lì dove il passare del tempo, più che dal percorso del sole, si poteva intuire dal colore delle nuvole e dall'addensarsi o dall'allontanarsi della luce. Più che misteriosa e sonnecchiante, Taiga pensava che quella città avesse una bellezza tutta propria e un fascino altrettanto esemplare.
Gli abitanti della città fecero sentire la loro allegria, dopo il botto. Tra di questi, anche il fanclub del Capo Palestra Kasamatsu prese vita più che mai, e assieme ai festanti concittadini non fu per niente discreto nel palesare la propria gioia. E per quanto avesse trovato irritanti tutti i suoi membri, alla palestra di tipo acqua, vederli così vivaci non creò alcun invidia nel cuore dell'allenatore.
Anche Blaziken, accanto a lui, stava sorridendo, con il becco pieno dell'ottimo cibo delle bancarelle preparate a festa. L'allenatore gli diede l'ultimo dei suoi dolcetti, sentendo una strana pienezza prenderlo allo stomaco, e il Pokemon lo ringraziò con un trillo felice.
In quel preciso istante, stavano entrambi bene.
-Kagami- kun.
Vide prima l'arrivo di Mightyena, che tentò di atterrarlo con un atterraggio in pieno petto. Pur accusando il colpo, Kagami ebbe la prontezza di prenderlo e di non farlo cadere in terra – il Pokemon riuscì a leccargli tutta la faccia, prima di essere lasciato. Quando riuscì finalmente a guardarlo, Tetsuya stava ancora sorridendo.
-Ti godi la festa?
Kagami passò una mano aperta sul proprio viso, cercando di togliere quanta più bava possibile. No, neanche quello riuscì a fargli venire il cattivo umore.
-Non pensavo che la Lega Pokemon avesse una cerimonia d'apertura tale.
-Tutte le città con Palestre Pokemon inaugurano la nuova stagione di sfide a questa maniera.
-Beh, non è per niente male!
Tetsuya si sedette accanto a lui, sopra quella panchina. Dietro le loro spalle, si apriva la grande bocca Grotta dei Tempi mentre tutto il tempio a lei dedicato li sovrastava e li circondava. Era una visione romantica, sacrale a tratti, che isolava la scena nel tempo e nello spazio.
Sospirò, portandosi avanti con il busto.
-Sarai un campione eccezionale, Kagami- kun.
Taiga non comprese subito, forse distratto dai giochi di Blaziken e Mightyena poco distante da loro. Tuttavia, quando finalmente arrivò alla conclusione implicita in quell'affermazione, non mutò di molto nel tono e non fece scenate isteriche.
Conservò la malinconia nel proprio cuore.
-Tu non vieni con me?
-Ho delle questioni da risolvere altrove.
-Mi abbandoni proprio adesso, dopo tutto questo tempo?
-Non ti abbandono, Kagami- kun. Ti saluto con la certezza che un giorno ci rivedremo.
Si voltò a guardarlo di nuovo, senza sorriso sulle labbra.
-Ora puoi andare avanti da solo.
Quello sbuffò, un poco contrariato – doveva pur dir qualcosa, perché altrimenti sarebbe stata troppo evidente la sua incapacità di reggere lo sguardo dell'altro, a quel punto.
-Ti prendevi cura di me, prima?
-Di sicuro hai avuto bisogno di qualcuno che ti desse una mano.
Lo guardò male, ma l'altro sorrise.
-Ma se sei arrivato qui lo devi soltanto a te stesso.
Tetsuya non ebbe né la cura né la discrezione di conservare per sé quella scomoda tristezza, palesandola invece nella maniera più onesta, sincera e diretta possibile.
-Sei una persona che vale la pena d'incontrare.
Kagami non sentì alcun calore sul viso, soltanto il bisogno di ricambiare una gentilezza troppo grande. Per questo si sporse verso di lui e il suo volto, andando a baciargli la bocca con le proprie labbra.
Kuroko era e rimase morbido, contro di lui, senza scomodarsi nel minimo cenno di ritiro.
Un altro fuoco d'artificio colorò di verde il cielo, spargendo un odore di cenere e di bruciato tutt'attorno – come ultimo atto di un viaggio passato assieme, quel “grazie” reciproco rappresentò la perfezione per entrambi.

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Capitolo 11
*** *Epilogo* ***


*Epilogo*



 

-L'ultimo ostacolo davanti a te, ora, è il Campione della Lega Pokemon.
Il ricordo delle parole che Akashi gli ha rivolto, mentre ancora stava ritirando il suo ultimo Flygon esausto, sono un'altra delle cause che gli fanno curvare le labbra in un ghigno quasi ferino.
Ma la maggior colpa risiede nella persona che si trova di fronte a lui.
-Sei arrivato a me più in fretta di quanto pensassi.
Risponde, il campione, con un sorriso, ed è quasi una beffa e uno scherzo che stridono contro l'orgoglio di Taiga.
Questo replica con forza, non senza imprimere un poco di risentimento nel proprio tono.
-Mi commuove la tua fiducia nei miei confronti, Kuroko!
Tetsuya lo nota subito, anche se gli è distante un'intera arena. Mightyena è ancora al suo fianco, e addosso ha la divisa del Campione della Lega. Non ha un aspetto diverso dal solito, soltanto molto più formale.
-Sei arrabbiato con me, Kagami- kun?
-Perché dovrei? L'ho sempre saputo, dal nostro primo incontro, quanto fossi forte!
Kagami ricorda quel lontano giorno, ancora a Bosco Petalo: fu stupefacente la tecnica di Kuroko nel protrarre così tanto l'incontro e da mutilare così sapientemente la coscienza e la psiche del proprio avversario da rendere inevitabile la sua sconfitta. Se per due turni Kagami aveva avuto l'illusione di una facilissima e banale vittoria, al terzo turno era stato schiacciato da una forza incontrastabile.
Lo ricorda bene, come se l'avesse vissuto poche ore prima.
-A pensarci bene, tutto questo ha dannatamente senso.
Ma oltre che alla consapevolezza della forza altrui, Kagami ne ha una altrettanto forte della propria – e il suo carattere gli impedisce di soccombere alla paura o al timore.
-Questa volta non mi sconfiggerai!
Blaziken, accanto a lui, infiamma le piume del capo e si unisce al suo entusiasmo.
Kuroko si posiziona meglio, sul proprio balconcino, ma prima di poter iniziare l'incontro Kagami ha un altro quesito per lui.
-Dimmi una cosa, Kuroko...
Tetsuya sa cosa gli vuole chiedere, lo ha sempre saputo.
C'è quel dubbio molesto riguardo la sincerità degli intenti che non può neanche essere nominato, perché andrebbe a minare quello dei sentimenti. E nessuno dei due è disposto a mentire a riguardo, per quanto la verità abbia un peso ben maggiore rispetto che alla menzogna.
Kuroko sorride, e questo basta a chiarire tutto: che lui è stata la sua speranza egoista, eppure magnifica e brillante; che lui è stato il suo viaggio sfiancante, eppure splendido ed emozionante; che lui è l'avversario e il compagno che sempre ha desiderato.
-Sono contento di poter confrontarmi ancora una volta con te, Kagami- kun. Sono sicuro che daremo entrambi il massimo!
Non c'è più un'ombra di timore nello sguardo di Kagami quando urla per l'ennesima volta.
-Preparati, Blaziken!

 

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