ciao

di HaBiBi97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un po' di tutto. ***
Capitolo 2: *** il buongiorno si vede dal mattino ***
Capitolo 3: *** cambiamenti ***



Capitolo 1
*** un po' di tutto. ***


Capitolo1

Un po' di tutto.

Ciao, è la prima parola che si dice quando si saluta e l'ultima quando si va via, non è come la parola addio...però certe volte ci assomiglia molto fino a raggiungere lo stesso significato, questo mi spaventa molto poiché non sai mai se quel ciao è un ciao o un addio.Alcune volte è la parola che non vorrei mai sentir dire,altre volte è la parola più bella che si possa pronunciare , ciao è la parola di inizio e di fine di qualsiasi relazione umana. Vi racconterò la mia storia,storia che credo di non poter dimenticare mai, rimarrà per sempre impressa nella mia mente proprio come il primo bacio...insomma quelle storie che seppure passerà tempo conviveranno con te e ti faranno compagnia per il resto della tua vita che ti piaccia o no.

Avevo più o meno 17 anni, quell' età che io chiamavo ''perfetta'', chissà perché l' idea di dover fare 18 anni mi paralizzava proprio come ai bambini spaventa il buio e iniziano a correre e ad urlare e si dirigono verso i genitori o i fratelli più grandi, a differenza dei bambini però io non potevo urlare o meglio potevo farlo, ma dal tempo non puoi scappare, nessuno lo può fermare, nessuno potrà ''proteggerti'' NESSUNO! L' idea di crescere, di diventare grande, di far parte di un mondo diverso mi spaventava troppo, era per me qualcosa di insuperabile e mi chiedevo come fosse possibile che fosse una cosa naturale … come ?

Mi sono appena accorta di non essermi ancora presentata, dunque io mi chiamo Dalila, ma non vi svelerò ora la mia età, in ogni caso ritornando a noi, la mia età perfetta fu piena di avvenimenti,la scuola, gli amici,i pomeriggi passati a studiare e le serate sempre in compagnia , d' inverno più o meno facevo sempre le stesse cose, una solita routine senza fine, mentre d' estate ogni giorno era diverso da un altro, niente era uguale, conoscevo sempre nuove persone, l' odore del mare mi faceva compagnia tutti i giorni e quando mi svegliavo e mi affacciavo alla finestra vedevo le goccioline di rugiada sul prato che mi facevano avvertire sempre un senso di purezza e di gioia, restavo sempre li 5 o 10 minuti a fissare il vuoto e poi iniziava la mia giornata, cosi viva e divertente. Dopo questa breve digressione, torniamo a noi, inizierò a raccontarvi la mia storia dal dicembre dell' anno ****,periodo natalizio, niente scuola e si usciva per fare i regali, insieme alle amiche o familiari, il pomeriggio di solito andavo alla scuola guida per fare il corso per la patente con altre due mie amiche Laura e Giuliana, più che un corso serio era un divertimento, il prof , che tra l ' altro aveva una ventina d' anni era spigliato alto e muscoloso,capelli ricci e castani,occhi verdi a mandorla, si a descriverlo sembra un dio ed infatti era proprio cosi, era bellissimo, ma era anche simpatico e si sapeva rapportare con i ragazzi. Scherzava sempre e poi parlava spesso, si accorgeva se qualcuno di noi stava male solo guardandoci negli occhi, sapeva sempre tutto, senza che tu parlassi lui già aveva capito, si chiama Vincenzo,ma noi lo chiamavamo l'aquila, perché ci dava un senso di libertà. E poi c' era un ragazzo,devo dire molto carino, aveva qualcosa di diverso dagli altri,non sapevo bene cosa, ma ne ero certa,si chiamava Zakaria e a breve avrebbe compiuto i suoi 18 anni.

Non ci avevo mai parlato, solo salutato, fino al 24 marzo, poiché avevo la prova pratica di guida lo stesso giorno, ci mettemmo a parlare e la prima parola che disse fu proprio ciao, quella parola di cui ho un po' paura, ed io mi risposi nello stesso modo. La mia tesi di ragazzo ''diverso'' fu confermata, voce carismatica,presenza forte,modo di pensare acuto e fine, modi rispettosi ed eleganti,sguardo vispo e attento. Prima diagnosi alla prima impressione. in ogni caso superammo entrambi l'esame, il giorno dopo era il turno di Laura e Giuliana e anche loro furono promosse....intanto poi c'era la scuola, quella maledetta scuola, l' ansia del secondo quadrimestre, la paura di essere rimandate e farsi un estate sui libri era un incubo,ma ce la facemmo.

Sapevo che Zak avrebbe avuto l' esame quell'anno, ma di lui non sapevo niente, non sapevo che scuola frequentasse , non avevo amici che lo conoscessero, insomma da quel 24 marzo e per tutta l' estate non seppi nulla di lui,eppure chissà perché il suo nome era rimasto impresso nella mia mente.

Passò l' estate, una bella estate devo dire,mi divertì tantissimo,ogni giorno ridevamo e scherzavamo tutti insieme,senza pensieri, Laura e Giuliana non erano con me ed infatti le pensavo spesso, mi mancavano, le volevo un sacco di bene,erano cosi diverse ma le adoravo entrambe, sapevano darmi ciò di cui avevo bisogno, sempre! Perciò erano le miei migliori amiche.

A settembre,incominciò la mia solita routine...quinto anno.....bruttino,non solo per l' esame, ma perchè mi accorgevo che stavo crescendo, avrei lasciato li tra i banchi di scuola parte della mia adolescenza,cosi rimasta intrappolata nel passato e non recuperabile, il lato positivo era che dovevo compiere ancora 18 anni.

Primo giorno di scuola 14 settembre ****,il primo giorno di scuola è sempre bellissimo, si rivedono gli amici,le bidelle che oramai sono diventate le tue confidenti, i prof che odierai a vita e quelli di cui hai molta stima,il bar e l odore dei cornetti e del caffè la mattina, i ragazzi più belli della scuola,le ragazze con la puzza sotto il naso e i secchioni, in ultimo la preside che non si vede mai, la porta della sua stanza veniva ammirata, ma io non avevo mai visto la sua stanza, ma me l'immaginavo,la preside era abbastanza riservata e aveva i lineamenti duri e segnati dal tempo, ma forse il tempo non è stata l unica cosa che ha disegnato le rughe sul suo volto.

Dunque suonò la campanella e una valanga di studenti attraversò il cancello, i ragazzi del primo anno erano disorientati e un po' spaventati, come il mio primo giorno di scuola daltronde !!

Entrammo nelle classi e la mia era la numero 211 me lo ricordo come se fosse ieri,aula spaziosa e luminosa e come tradizione del primo giorno di scuola i banchi erano puliti colore classico :bianco, bianco colore un po' incerto però allo stesso tempo completo poiché è l' unione di tutti i colori e poi è sempre stato il colore della libertà e si sa i giovani amano sentirsi liberi. La sua luminosità fa brillare gli occhi ed è l' opposto del nero, che da un senso di vuoto e di oscurità, l' assenza di tutto ciò che esiste e il brivido di scoprire qualcosa di nascosto.

In ogni caso,essere del quinto anno era positivo per alcuni lati, conoscevi tutti e salutavi tutti quasi sempre dicendo la stessa, certe volte scontata parola:ciao.

Dopo il primo giorno di scuola,già mi era passata la voglia, ma per fortuna c'erano le amiche ed erano loro il motivo per cui io continuavo quest' ''avventura''.

Sai che brutto andare a scuola senza amici?....impensabile!!!!!!

Dopo tutti questi racconti e giri di parole, vi starete chiedendo quale sarà la vera storia,ma tutto a suo tempo!

Dopo che mi avrete mandato a quel paese, ve la racconterò, ma dato che già l' avrete fatto, ve la racconto ora!

Avete presente il ragazzo che ho nominato prima, si proprio lui, Zakaria, lo rividi a fine anno, era giugno,io andavo a scuola per le prove scritte e lui all' università per il quarto esame di psicologia, disciplina bellissima quanto articolata, piena di sfumature e soprattutto priva di ragione e piena di sensazioni, almeno io cosi la vedo, il vero psicologo è quello che ti aiuta a sentire non a ragionare, è quello che ti aiuta ad abbandonare la mente per seguire il cuore, certo poi dipende dai casi del paziente, ma credo che la maggior parte delle volte i sentimenti facciano da protagonisti e la ragione non esiste, poiché nel momento in cui cerchi di prendere il controllo di tutto perdi il contatto con la realtà...tutto questo me lo insegnò una persona a me carissima e che ogni giorno mi insegnava qualcosa! Mi diceva sempre si presente, ascoltati,chiudi gli occhi e chiediti cosa senti in questo istante senza pensare!

Scusatemi, mi sono persa di nuovo,ma abituatevi lo farò spesso... dicevo, lo incontrai e mi disse, indovinate che mi disse si bhe quello che voi pensate: Ciao Dalila! Ed io gli risposi
        - Ehi Zak! Tutto bene?
        - Si te? Mi rispose. Ma uno di quei si decisi, troppo per essere un si vero,ma non chiesi nulla. Semplicemente risposi
        - Un po stanca,ma tutto bene
        - Sono stanco anche io,oggi affronterò l' ultimo esame di quest'anno,dopo finalmente mi riposerò,scusami però ora devo andare,ci vediamo.
        - Si,vado anche io.

Poi,me ne andai, attraversai e arrivai a scuola, per fare gli scritti d'italiano,ma a tutto pensai tranne che a fare il tema, ero stanca e la mia mente era occupata da altri pensieri.

Non so quali precisamente,ma non ero presente,però forse fu uno dei temi più belli che scrissi,proprio perché al tema non ci pensai minimamente,scrissi a tutto ciò che non pensavo. Lo so che è un po' strano, ma è cosi.

Una settimana dopo avevo gli orali e per una settimana mi chiusi in stanza a studiare,la mia tesina aveva come argomento principale la purezza dello spirto. All' esame presi 100 e il mio obiettivo fu raggiunto,eppure non ero soddisfatta mi mancava qualcosa,ma cosa? Non lo sapevo neanche io, però di una cosa ero certa avrei trovato la mia risposta e sapevo con chi parlare...l' aquila, mi dissi, lui capisce sempre tutto, sa sempre tutto, potrebbe aiutarmi a capire! Cosi mi diressi alla scuola guida, entrai e lo vidi, lui abbandonò la lezione, senza che io glielo chiedessi e si diresse verso di me, mi guardò e mi disse:

Cosa c'è che non va?
Non lo so è questo il punto,ho raggiunto il mio obiettivo eppure sento che qualcosa mi manca,ma non so cosa!
- Ah certo che lo sai! Ma io non posso dirti cosa c'è che non va, devi saperlo tu, meglio di te chi puo' capirti? Chi puo' sapere cosa ti manca? Chi ? Se non te stessa?
- Se lo sapevo non sarei venuta da lei, lei che sa sempre tutto,lei che conosce tutte le risposte...non crede?
- Cosa pensi che io sia un mago? Credi che la gente risolvi i problemi al posto tuo ? Ah no, mi dispiace ma non funziona cosi, se avrai bisogno di sfogarti,di parlare,di un consiglio,potrai venire quando vuoi, ma alle domande su di te impara a risponderti da sola,ora devo andare a proseguire la mia lezione! Arrivederci!
- arrivederci.
- Dissi solo questo:arrivederci. Non sapevo che altro dire,tornai a casa,salutai mamma e papà,ebbi da loro i complimenti per l'esame e poi andai in camera,mi stesi sul letto e incominciai a pensare e l' unica risposta che trovai fu: forse sarà una crisi adolescenziale?Non sapevo cosa pensare. Poi mi addormentai.

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** il buongiorno si vede dal mattino ***


Capitolo 2 Il buongiorno si vede dal mattino. La mattina seguente quando mi svegliai ero rintontita e avvertivo ancora quel senso di vuoto che mi perseguitava dal giorno precedente, allora capì che forse la cosa giusta da fare non era capire e pensare a ciò che mi stava succedendo, ma solo seguire l’ istinto che forse era la cosa che mi avrebbe guidato di più. Pensai anche di parlare con Laura e Giuliana, ma non sarebbe servito a molto poiché probabilmente non gliel’ avrei saputo spiegare. Cancellare dalla mia mente quello che stava succedendo non sarebbe servito a molto perché prima o poi il ‘‘problema’’si sarebbe ripresentato. Mentre cercavo di non pensare, ma lo facevo, si fecero le 11.30 e mi ricordai che dovevo andare a ritirare la patente, e a mezzogiorno l’ agenzia avrebbe chiuso, cosi ebbero inizio le prime corse della giornata, mi alzai dal letto come una pazza isterica,aprii l’ armadio e buttai una decina di vestiti sul letto, manco dovessi andare a fare una sfilata, dopo dieci minuti decisi cosa avrei dovuto indossare, poi andai di corsa in cucina presi un cornetto, che aveva preparato mamma tra l’ altro buonissimo, (sapete di quelli fatti in casa che emanano un profumo che si sente a tipo 4 isolati da casa tua ), un succo di frutta e poi in bagno, mi lavai, mi vestii,presi le chiavi e sempre correndo uscii dalla porta e arrivai all’ agenzia, mezzogiorno meno dieci, giusto in tempo,una firma e ritirai la patente. Stavo per tornare a casa quando all’ improvviso mi voltai e vedi Zak,che stava passeggiando con gli amici, lui non mi vide, ma lo salutai io dall’altra parte della strada e lui mi rispose con un sorrisino indifferente e un po’ scontroso, così non aggiunsi altro e me ne andai. Il senso di vuoto non passava, però capì che avrei trovato la risposta senza essere affliggente con me stessa, quindi cercai di non pensarci troppo. Quel pomeriggio vennero a trovarmi le mie cugine Michela e Martina, con loro avevo un rapporto fantastico, erano le mie due sorelle,parlavo sempre un sacco con loro, ma soprattutto parlavo di tutto ciò che mi passava per la testa e loro erano sempre pronte ad ascoltarmi, non ricordo una volta che non lo fecero, non ricordo una volta in cui mi lasciarono da sola, non una volta! Sono le persone su cui ho potuto sempre contare! Insieme fin da piccole, ne abbiamo passate veramente tante … ma questa è un’ altra storia. Quel pomeriggio stemmo assieme tutto il tempo, e se ne andarono dopo cena! Avevo bisogno di stare un po’ con loro. Quando se ne andarono io andai in camera e mi chiamò Laura, ricordo che quella sera parlammo di tantissime cose, tranne di come mi sentivo io e forse fu meglio così. Passò cosi un altro giorno, e poi un altro, fino a far passare una settimana e poi mi scocciai, mi scocciai di sentirmi cosi anche perché capii quel senso di vuoto a cosa era dovuto, allora un giorno uscii e decisi di fare qualcosa che non avevo mai fatto, e cioè di affrontare la situazione e fare io la prima mossa. Ero venuta a sapere che tutti i mercoledì Zak si allenava in una palestra vicino casa mia, così decisi di andarci per vederlo e parlarci. Arrivai lì,entrai e in quel momento mi sentivo agitata e le mani iniziarono a sudare,cosa per me molto strana. Ma a cosa era dovuta tutta quella agitazione?? Lo vidi e gli andai vicino per parlargli, gli dissi: - Ehi,Zak!
- Ciao Daly!
- Come va?
- Bene bene, te ?
- Bene,grazie! Che mi racconti?
- Mah, nulla di nuovo, sempre solite cose! Tra un mesetto parto, vado in Afghanistan!
- Che? Come? Perché in Afghanistan??
- Dato che studio psicologia andrò con uno psicologo nelle trincee per aiutare i militari a non perdere la testa e a restare lucidi!
- Non credi sia pericoloso?
- Bhe si, forse un po’, certo non sarà il posto più sicuro del mondo, ma mi serve per fare esperienza, mi piace aiutare la gente. E diventare psicologo, mi piacerebbe molto!
- Si, ti capisco!
Non riuscì a dire altro,il fatto che andasse in Afghanistan mi terrorizzava, eppure non lo conoscevo da molto.Ma dico io esistono tanti posti, proprio a rischiare la vita doveva andare? - comunque, ora devo andare ad allenarmi,se vuoi vieni di là con me!
- no no, non preoccuparti,devo andare anche io ci vediamo!
- certo! Ciao!
Arrivai a casa con lo stomaco chiuso,eppure mi sentivo meglio,ma non avevo voglia di mangiare! Il giorno dopo,sentivo l' esigenza di rivederlo,ma perché ??
Dicevo a me stessa, impossibile che mi piaccia e poi lo conosco a malapena.
Non credevo ai colpi di fulmine e a me non era mai successo! E davo per scontato che alcune cose che non mi erano successe non esistessero, ma evidentemente mi sbagliavo.
In ogni caso colpo di fulmine o no avevo bisogno di parlare ancora con lui, ma non potevo andare a cercarlo dovevo rendere il tutto più disinvolto. Nei giorni seguenti, quando lo incontravo, parlavamo sempre una mezz' oretta, scherzavamo ridevamo e imparammo a '' conoscerci'' un po'. Passarono così tre settimane e un giorno decidemmo di andare a fare una passeggiata, quel giorno lo ricordo perfettamente.
Era metà ottobre , c' era sole quel giorno, ma non faceva caldo, una temperatura semi autunnale, decidemmo di andare sul lungomare.
Passeggiavamo e quell' odore di mare era meraviglioso,il mare era una tavola a tratti sembrava disegnato , c'era anche un pittore di strada che dipingeva il paesaggio e lui stesso ne rimaneva incantato!
I gabbiani volavano a pelo d' acqua, i pescatori sugli scogli erano immobili a fissare il mare sperando che qualche pesce abboccasse e poi c' era la gente che camminava sul marciapiede,uno scambio di parole che vagavano nell' aria...insomma un quadretto a dir poco perfetto. Intanto io e Zak parlavamo del più e del meno, delle solite cose di cui due ragazzi possano discutere.
Nella nostra conversazione c' era un po' di tutto, i programmi per il futuro, la differenza tra la scuola e l' università,gli amici,lo sport ed infine l' amore.
Ah che parola soave che solo a pronunciarla ti regala un senso di benessere, l' unica parola che è in grado di far illuminare l' universo ma anche a farlo spegnere.
Questa parola è la conseguenza di altre due parole opposte: sofferenza e felicità!
Chissà perché poi nel nostro cervello la parte dell' odio e quella dell' amore confinano...avranno qualcosa che le lega, avranno un punto in comune anche se a noi ci sembrano due termini completamente opposti.
Riguardo all' amore Zak mi disse che non era mai stato innamorato e che non aveva mai trovato la ragazza giusta per lui. Anche io non ero mai stata innamorata ed infatti non avevo mai avuto una storia che durasse più di una settimana con un ragazzo.
Tra discorsi e passeggiate si era fatta l' ora di tornare e quindi ci avviammo verso casa. Fu una giornata perfetta. Quando arrivai a casa e mi misi nel letto non riuscivo a dormire sentivo qualcosa di strano,un senso di felicità, quella felicità che ti possono regalare le cose più semplici: come un sorriso di un bambino, l' abbraccio di un nonno, la primavera dopo l'inverno,una passeggiata con gli amici , dieci minuti con la persona che ami,un cornetto la mattina e il bacio di una mamma appena sveglia...., ma dopo due orette per stanchezza crollai.

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Capitolo 3
*** cambiamenti ***


CAPITOLO 3
Passò cosi un mesetto,e vi lascio immaginare Zak che influenza ebbe su di me....più passarono i giorni e più mi piaceva e più avevo bisogno di stare con lui, ma non sapevo se lui provava lo stesso per me.
Ogni volta che lo incontravo, ogni volta che lo vedevo da lontano,ogni volta che sentivo la sua voce mi paralizzavo...non riuscivo più a ragionare, a parlare, dimenticavo tutto quello che intorno a me stava succedendo e mi assentavo completamente! Un giorno poi incontrai Vincenzo, e parlai molto con lui di tutto quello che era successo e di come mi sentivo strana. Dopo che parlai solo io per quasi un' ora lui mi disse: Ah, ma allora sei praticamente cotta!!
Chi io? Cotta? Nooooo, quando mai!
Io credo di si, devi solo ammetterlo a te stessa!
Ammetterlo? Ma io non credo di essere proprio cotta...cioè forse un po'...ma non tanto!
Da come parli non sembra, ma comunque sei tu quello che deve saperlo, se dici che non è così allora non è così,evidentemente mi sono sbagliato!
Sapevo che non si era sbagliato, lo sapevo benissimo, ma ammetterlo era cosi difficile...? Non lo so, non lo so neanche io! Quello che provo è come se fosse un miscuglio di emozioni che non so descrivere, a cui non so dare un nome, probabilmente non serve che io gli dia un nome...eppure ne sento l' esigenza! Che cosa futile! Perchè dare un nome ad un sentimento, perchè non accettarlo come tale e basta e non classificarlo, a chi devo spiegare le mie emozioni, a chi devo descriverle classificandole?
Nessuno ti ha chiesto una cosa del genere, perchè ti fai queste seghe mentali?
Non ne ho idea....come è possibile che io non sappia mai niente?
Non preoccuparti che tu sai tutto quello di cui tu hai bisogno sapere!
Poi si girò e se ne andò, Vincenzo era un po' così,non strano,ma imprevedibile! Dopo un po' mi girai anche io e me ne andai.
Lo stesso giorno,andai a fare una passeggiata da sola...fino ad arrivare in un posto che non avevo mai visto,era un parco enorme e decisi di sedermi li sul prato, fino a quando non si fece sera e il cielo si illuminò di tante piccole stelle, il rumore dei grilli e delle cicale insieme al cinguettio fine degli uccelli creavano un' orchestra perfetta, alcune volte si sentiva il rumore delle foglie che davano un senso di leggerezza all'animo,cosi chiusi gli occhi e trovai la pace dei sensi! Ascoltavo il mio corpo, che era in perfetta armonia con l' ambiente, niente di più naturale e bello, niente di più piacevole e accogliente...una sensazione unica e irripetibile. Ad un certo punto, nella piena assenza dal mondo, sentì dei passi, mi voltai e vidi Zak, anche lui mi vide e si sedette accanto a me, cercai di non essere impacciata, di rilassarmi e di non immobilizzarmi.
Iniziammo il nostro discorso con quella parola si, avete già capito di che parola si tratta sicuramente:CIAO Ciao !
Ciao Zak!!
che ci fai qui?
Niente avevo bisogno di rilassarmi un po'! Tu?
Io vengo qui tutte le sere! Così lascio modo ai miei pensieri di fare il loro corso
Si,capisco!
Poi ci furono cinque minuti di silenzio, ma sapete non un silenzio brutto, di quelli belli, coinvolgenti che non rovineresti mai, perché ogni singola parola lo farebbe e così tu segui quel ritmo silenzioso che è quasi una musica, lo chiamerei un silenzio musicale. Poi lo incominciai a guardare, ma lui non se ne accorse perché era impegnato a guardare le stelle,ma più lo fissavo e più mi veniva voglia di dargli un bel bacio....uno di quelli che non si dimenticano, uno di quelli veri! Mentre io pensavo a tutto questo lui si voltò e mi disse: Il mio penultimo giorno qui...
Il tuo penultimo giorno qui? Che vuol dire?
Hai capito bene,dopodomani parto per l'Afghanistan,dovevo partire il mese prossimo, ma hanno anticipato!
Non mi sembrava vero, non potevo crederci, sembrava un incubo,restai immobilizzata a fissarlo negli occhi come per dire: ti prego rimani qui con me.
Ricordo che anche lui mi fissava, forse aspettava che gli dicessi qualcosa, ma non mi uscivano le parole, avrei voluto parlare,avrei voluto abbracciarlo o almeno non restare immobile. Poi qualcosa mi fece coraggio e gli dissi:
No, non puoi andartene via!
Non posso?
No, perché ti voglio bene!
Mi sorrise,poi si alzò, allora mi alzai anche io.Mi diede un bacio sulla guancia, di quelli un po' timidi e se ne andò. Il pomeriggio dopo,andai al bar della piazza, quello dove si radunano tutti i ragazzi e c' era anche lui con i suoi amici, così non mi avvicinai per non disturbarlo, me ne andai in silenzio. Arrivai al parco e arrivò anche lui,andai lì perchè sapevo che l' avrei incontrato. E cosi è ufficiale parti domani ?
Si. domani mattina alle 5.00
Ah, quindi ti devo salutare ora..
Si.
Mi mancherai tantissimo, mi sono affezionata a te, forse un po' troppo.
Non preoccuparti, appena potrò verrò a trovarti, non mi dimenticherò di te.
Lo spero.
Poi mi girai e gli diedi un bacio sulle labbra, un bacio leggero ,durato meno di tre secondi.
Lui rimase immobile, per la prima volta era lui quello che non sapeva cosa dire e cosa fare ,così fui io quella a rompere il ghiaccio con quell' odiosa parola, che questa volta aveva il sapore di un addio: ciao. Mi girai e lui mi afferrò il braccio e mi disse:
Ciao,Dalila.
Non risposi,mi voltai e con le lacrime agli occhi me ne andai,le gambe tremavano,ogni passo che facevo gli occhi si riempivano sempre più di lacrime, già mi mancava,avvertivo un vuoto dentro di me, un rimorso per non aver fatto e detto quello che volevo,non potevo fare più niente oramai. Quando l' avrei rivisto? Da quel giorno qualcosa dentro di me cambiò...

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