Falling in love

di Martii29
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Feeling lonely ***
Capitolo 2: *** Old friends ***
Capitolo 3: *** A Normal Life ***
Capitolo 4: *** Hidden Feelings ***
Capitolo 5: *** In trap ***
Capitolo 6: *** New Home ***
Capitolo 7: *** Surprise ***
Capitolo 8: *** The Truth ***
Capitolo 9: *** Kiss me ***



Capitolo 1
*** Feeling lonely ***


Felicity Smoak era appena arrivata al Verdant, si tolse la giacca e come sempre accese i computer,accertandosi che non ci fossero problemi. Oggi era arrivata più tardi del solito, i suoi pensieri vagavano ancora in quello che Moira le aveva detto riguardo il suo rapporto con Oliver e la sua decisione di dirgli quello che sapeva. Era certa che aveva fatto la scelta più giusta, però aveva lo stesso paura di perderlo, come aveva perso il padre o meglio come egli l’aveva abbandonata. Si era resa conto che mano a mano che il tempo passava i suoi sentimenti per Oliver si erano amplificati. Ne era sempre stata attratta, chi non lo era ovviamente. Il suo aspetto, il suo fascino richiamavano tutte le donne di Starling City questo era certo. Lei,però, lo conosceva più profondamente, data la sua complicità nel Team Arrow come soleva chiamarlo lei. Sapeva quello che aveva passato, quello che era diventato di conseguenza e lei lo aveva accettato, anche se egli non manifestava i suoi sentimenti ed era chiuso in sé stesso, divenendo spesso testardo. Si ricordava ancora la loro “epica” litigata quando lei era tornata da Central City. All’inizio aveva pensato e quasi sperato che fosse geloso di Barry,come si era comportato con lui, nel vedere lei insieme a qualcun altro. Poi però, dopo le sue scuse, Oliver aveva di nuovo messo in mezzo Barry, rovinando la sua speranza che forse anche lui teneva a lei molto più che a una semplice amica o partner. Insomma, a che pensava, lui era sempre innamorato di Laurel, lo aveva ammesso lui stesso senza usare queste parole. Non doveva pensarci, ora doveva solo pensare a fare il suo lavoro. Il Team si era allargato prima con Roy Harper e ora probabilmente si sarebbe unita anche Sara, visto che era riuscita a uscire dalla Lega degli Assassini. Continuava a pensare che questo nome era molto più che adatto. In quel momento entrarono appunto Oliver,Sara e Diggle.
–Hey Felicity!- le disse Diggle sorridendole. Oliver le fece un sorriso ma non disse nulla. Sara le si avvicinò e le disse:
–Bhe, penso che ora diventeremo partner, credo che starò qui per un po’ e non mi dispiacerebbe dare una mano- e così dicendo guardò Oliver con uno sguardo malizioso, così pensò Felicity. –Mi fa piacere, veramente!- disse lei,notando gli sguardi che si lanciavano i due. Così dicendo, riprese a controllare vari files che aveva aperto. Non sapeva perché ma si sentiva in soggezione. Certo, Sara era già stata lì ma sapere che da lì in poi non sarebbe stata l’unica ragazza del gruppo la faceva sentire turbata. A un certo punto si fermò e notò una cosa strana; la connessione tra i vari computer era lenta e non sapeva perché sentiva che ci fosse qualcosa che non andava. Varie cartelle erano memorizzate in posti diversi, come se qualcuno le avesse spostate e lei ovviamente non aveva fatto ciò. Si apprestò a chiamare Oliver, il quale intanto era andato vicino al Salmon Ladder con Sara. Diggle era salito di sopra  e prima che riuscisse a dire qualcosa o a far notare la sua presenza sentì i due parlare: -Ollie,la scorsa notte è stata fantastica. Grazie per non avermi fatto pensare ai miei problemi- disse Sara e detto ciò si avvicinò a Oliver e lo baciò. Le parole si fermarono nella gola di Felicity, non riuscì più a dire niente. Sentiva come se qualcuno le avesse tirato i capelli o come quando era stata scoperta dal Conte nel furgone dove era la Vertigo. Non se lo aspettava per niente. Certo sapeva cosa era successo tra i due, ma non immaginava che la loro fiamma si sarebbe riaccesa così. Non voleva guardare di più e si allontanò, uscendo per prendere una boccata d’aria, dimenticandosi quello che doveva dire a Oliver. 







Eccomi qui! Spero che vi piaccia. Ovviamente è solo l'inizio, volevo descrivere come Felicity avrebbe saputo della notte bollente avuta tra Oliver e Sara. Come avrete notato ho seguito anche il promo, dove appunto i computer di Fel inizieranno a dar di matto e si vedrà più avanti. Avrò tanto da scrivere in queste settimane di pausa!!! Grazie a chi la leggerà e mi farebbe piacere se poteste recensire giusto per sapere se vi piace :)

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Capitolo 2
*** Old friends ***


Felicity, quando era uscita, aveva la mente in sobbuglio, le ritornava sempre l’immagine del bacio di Oliver e Sara. Lui la stringeva tra le braccia, lei gli teneva il viso tra le sue mani. Quante volte si era immaginata una scena del genere, solo che al posto di Sara era lei a baciarlo. Decise che, nello stato in cui era, fosse meglio tornare a casa, si sarebbe inventata una scusa il giorno seguente o se avessero avuto bisogno di lei, potevano senz’altro chiamarla. Perché si sentiva così? Sapeva che una storia tra di loro era impossibile sotto ogni punto di vista. Oliver Queen è un uomo che frequenta altri tipi di donne, donne come Laurel, Sara e addirittura la Rochev. Le sovvenne il ricordo di quando aveva sorpreso anche loro due a letto o meglio Isobel che lasciava la sua stanza. Anche lì ci era rimasta male però dopo il discorso che le aveva fatto Oliver tornati in città, aveva sperato che lui ci tenesse a lei e che comunque quello che era successo con la Rochev non significava nulla per lui. Ma Sara era un’altra storia. Le sorelle Lance erano e saranno sempre i pilastri di Oliver, prima una poi l’altra, ha sempre provato sentimenti per entrambe. Lei cosa c’entrava? Niente come sempre. A nessuno è mai importato di lei, Barry forse aveva iniziato a provare interessi per lei ma poi un classico, è finito in coma, preso in pieno da un fulmine. Quante possibilità ci sono che accada una simile cosa? O si chiama sfiga o non so cos’altro. La madre le diceva sempre detto che la fortuna non era dalla sua parte in campo sentimentale. In quello lavorativo fortunatamente no; insomma, era andata al MIT grazie a una borsa di studio, ed era un privilegio! Poi aveva iniziato a lavorare alla Queen Consolidaded. Felicity era fiera di sé stessa e anche la madre, lei lo sapeva, nonostante la vedeva di rado, sapeva che era orgogliosa di lei. Sarebbe stata felice se ci fosse stato anche il padre. Le era sempre mancata una figura paterna, poiché era sempre stata una genietta del computer fin da piccola le sarebbe piaciuto costruirli con lui… però lui non c’era e lei ha sempre dovuto fare da sola. Mentre pensava a ciò era arrivata a casa, si era fatta una doccia e si era messa a guardare la TV, divorandosi in 20 minuti una coppetta di gelato alla menta. Si prese quasi un colpo quando sentì il telefono squillare.
-Pronto?- chiese quando riuscì con tutta la forza di volontà ad alzarsi e ad arrivare al bancone della cucina dove aveva appoggiato il telefono.
–Felicity dove sei finita?- spiccò la voce di Oliver. Sentiva tornarle su il gelato, deglutì e dopo pochi secondi disse:
- Oliver, scusami sono tornata a casa, non mi sentivo molto bene. Mi sono scordata di avvisarvi.-
-Tranquilla, ero solo preoccupato di non trovarti più. In ogni modo riposati e se vuoi qualche giorno libero non esitare a prenderli- disse lui poi.
–No, grazie tranquillo sta già passando, domani credo di riuscire a venire. Ciao e a domani-e chiuse subito la telefonata. Sapeva di essere stata un po’ brusca però non aveva veramente voglia di sentirlo. Quel giorno voleva rimanere sola, almeno una volta. Così, si accinse a sistemare casa, visto che ci stava così poco che non ricordava più dove avesse messo vari oggetti. Oramai tornava a casa solamente per dormire e appena si svegliava riusciva giusto giusto a sistemare il letto e lei a vestirsi. Colse l’occasione di mettere un po’ apposto il suo guardaroba. Ogni giorno infatti indossava sempre un vestito differente, metteva a lavare quelli usati e riponeva quelli puliti un po’ a casaccio quando lei era sempre stata una donna ordinata e odiava tutta quella confusione. Passò così la mattinata e il pomeriggio decise di farsi un giro e facendo shopping. Quanto tempo non viveva una vita tranquilla! Tutto sommato si sentiva rilassata, le mancava quella normalità. Verso sera si prese un drink in un locale vicino casa, chiacchierando con il barista che era un vecchio amico. Tornò a casa abbastanza presto e dormì come non dormiva da parecchi mesi, forse da quando aveva conosciuto Arrow. Il giorno seguente prese coraggio e si avviò verso il Verdant. Passò dalla porta del locale e appena dentro notò Oliver, Diggle, Sara al bancone con Roy e Thea. Era sollevata almeno che non ci fosse Moira. Il loro prossimo incontro sarebbe stato molto imbarazzante ma era lei quella che aveva sbagliato. Oliver le fece segno di avvicinarsi.
 –Buongiorno!- esclamò cercando di sorridere, ma le riuscì un sorrisetto falso e sperò che nessuno se ne fosse accorto.
–Ciao Fel, tutto apposto? Oliver mi ha detto che non stavi in perfetta forma- le disse gentilmente Diggle. Quanto era grata che ci fosse anche lui! Si sentiva a disagio con tutti quegli occhi puntati su di lei.
–Si, si grazie solo un po’ di mal di testa. Mi sono persa qualcosa?- chiese cercando di far parlare qualcuno per cambiare argomento.
–Mio fratello deve incontrare un uomo molto importante e sta per arrivare. Deve concludere un affare importante per l’azienda. Cose noiose quindi- disse Thea e rise. Aveva fatta amicizia con Thea, era una ragazza molto carina, quasi le dispiaceva che non sapeva niente del secondo “lavoro” di Oliver e del suo fidanzato che ora era diventato “L’Incredibile Hulk”; ma soprattutto, non poteva dirle che il suo vero padre era Malcom Merlin. Come se l’avesse sentita, un uomo alto ed elegante seguito da due uomini si avvicinò al gruppo.
– Salve sono William Darcy. Lei deve essere il Signor Queen- enunciò egli allungando la mano ad Oliver.- Si, piacere di conoscerla. Sono molto contento di fare affari con lei- disse Oliver e continuarono per due minuti a elogiarsi a vicenda.
 Felicity scrutò a lungo il nuovo venuto, le ricordava qualcuno, lo aveva già sentito all’università. Come se sentisse di essere osservato, egli per la prima volta la guardò, rimase pensieroso e poi esclamò:
-Non ci credo! Felicity Smoak! Che piacere vederti!- Sentiva di nuovo gli occhi puntati su di lei e lei odiava sentirsi osservata. –William! Non ti avevo riconosciuto all’inizio ma ora mi ricordo di te!  Come stai?- chiese facendogli un sorriso.
 –Molto bene grazie. Neanche io ti ho riconosciuto subito, sei molto cambiata. Certo sei sempre stata bella ma ora sei splendida!- disse egli allegramente. Felicity arrossì, non era tanto abituata ai complimenti. Intervenne a toglierla dall’imbarazzo Oliver:
- Vi conoscete? –Si, andavamo all’università insieme. Lei era la più brillante, sempre prima a tutti. Sembrava parlasse con i computer, tutti la ammiravano.-
Lei divenne anche più rossa. Si ricordava di Darcy. Famiglia ricca, lui il bello a cui tutti andavano dietro,intelligente. Ora che ci pensava era la copia di Oliver Queen. Forse però William era più spensierato e sempre sorridente, Oliver forse lo sarà stato da quanto aveva sentito però dopo l’inferno che aveva passato nell’isola era diventato più restio a esternare i suoi sentimenti. – Si questo l’ho notato anche io- disse Oliver con un leggero sorriso guardandola. – Allora, va bene se ci vediamo nel mio ufficio per discutere?- continuò cambiando argomento. –Certamente, devo però avvertirla che tra due ora ho un altro appuntamento.- rispose il Signor Darcy rivolgendosi nuovamente ad Oliver.
Quest’ultimo prese la giacca e si incamminò verso la porta. Prima che se ne andassero William si avvicinò a Felicity e le chiese:- Mi piacerebbe molto se venissi a cena con me stasera per raccontarci cosa abbiamo fatto dopo l’università ti va?- e le diede due baci sulle guance. Lei acconsentì e quando le diede le spalle vide un Oliver Queen un po’ contrariato.
 –Carino il tuo amichetto!Affascinante!- commentò Thea sghignazzando e Roy le lanciò uno sguardo da “attenta a quello che dici”. Aspettò che anche loro due se ne andassero e poi s diresse insieme a Diggle e Sara nella fonderia. “ Capita a pennello William! Mi serve un po’ di svago. Non voglio essere la marionetta di Oliver, è tempo che mi diverta anche io!” pensò, eccitata, mentre scendeva.
 
 
 
Buon pomeriggio! Ieri avevo pubblicato il primo capitolo che era più un prologo possiamo dire così ho aggiunto subito il capitolo successivo.  Da quando ho visto la 2x13 ho sempre pensato “Trovate un bel figo a Felicity e fatela divertire vi prego!” e così mi è venuta questa idea. Nei prossimi capitoli mi concentrerò su altri punti ma se vi piace il personaggio di William avevo pensato di farlo tornare più in là. Fatemi sapere e grazie! :)

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Capitolo 3
*** A Normal Life ***


Felicity passò una bella serata con William. Aveva sempre pensato che lui fosse un ragazzo viziato, presuntuoso, che faceva tutto quello che gli pareva. Si ricordava lo stormo di ragazze che gli andavano dietro come se fosse Dio sulla Terra. Invece, aveva constatato che non era male come aveva immaginato e alla fine anche Oliver sarà stato così prima dell’isola.. eccola là. Sempre a pensare a lui, ma perché? Perché fare paragoni tra di loro?? Felicity scacciò via il pensiero dell’uomo che aveva visto il più delle volte a torso nudo. Ora che ci pensava anche lei era una delle molte donne ad averlo visto nel suo splendore senza maglietta, tutto sudato e..”basta Felicity, un po’ di contegno” si disse mentre tornava a casa. Si, William le piaceva sarebbe stato un’ottima distrazione, anche lei se lo meritava giusto?  E così dicendo si tuffò nel letto e prese subito sonno. L’indomani Felicity si recò alla Queen Consolidaded per svolgere il suo secondo lavoro da “segretaria”. Dopotutto doveva avere anche lei una doppia vita, solo il Detective o meglio agente Lance sapeva dell’aiuto che dava ad Arrow e per per poco non l’aveva arrestata, prima del terremoto.
 Appena varcata la soglia del suo ufficio, con la coda dell’occhio vide una figura conosciuta venirle incontro.
-Felicity, dovresti farmi un favore. Puoi portare questi documenti al signor Darcy? Oggi proprio non riuscirei e visto che lo conosci pensavo che ci potessi andare.- le disse Oliver senza neanche salutarla. Wow, e lei che pensava sarebbe stato geloso..
-Certo, come vuoi. Questa sera credo ci rivediamo, glieli do dopo- gli rispose sedendosi alla sua scrivania e accendendo il tablet.
-Ehm..senti sarebbe meglio che ci dessi una mano al Verdant oggi, abbiamo bisogno di te. Forse è meglio se rimandi.- fece lui fissandola meravigliato.
-Penso che riesco a passare verso le sette, poi dovrete fare a meno di me, non penso di poter essere d’aiuto sulla questione del Mirakuru e di Roy quindi vorrei prendermi una serata libera se non ti dispiace- disse lei guardandolo torva. Oliver rimase un attimo accigliato e perplesso.
-Va bene, come vuoi. Passa un attimo e vediamo, dato che comunque questa sera ho una cena a casa Lance-
-Che cosa? Davvero Oliver mi sembra una pessima idea,pensa a Laurel, a come si potrebbe sentire e..- non fece in tempo a finire che Oliver la interruppe:
-Neanche io penso sia un’ottima idea che tu esca con quel tipo però me ne farò una ragione- concluse egli posando i fogli sulla scrivania e accennando a un saluto. Felicity rimase stupita. Perché se n’era uscito con quell’affermazione? Che importava a lui con chi lei passava il tempo? “Ecco tornato l’Oliver cocciuto” pensò.
Stava tramontando quando Felicity uscì dalla QC e si diresse verso il Verdant. Non voleva prendere la macchina, fuori non era molto freddo come si aspettava, così decise di camminare. Entrò nella fonderia inserendo il codice, che ormai sapevano già in quattro e discese le scale. Si ritrovò il Team al completo. Stavano parlando di qualcosa che era accaduto a Sara, forse sull’isola quando si bloccarono vedendola arrivare.
-Ciao Felicity! Mi dispiace che tu ti sia disturbata a venire, abbiamo risolto il problema. Potevi prendere la serata libera- le disse Sara sorridendo e stringendole il braccio.
-Ah bene. Vorrà dire che ne approfitto per controllare questi aggeggi-affermò lei, indicando i computer disposti ordinatamente sul tavolo.
-Certo, io intanto mi vado a cambiare. Sarà una difficile serata- concluse Sara abbattuta, facendo un cenno di saluto a Diggle.
 Oliver le si avvicinò e le disse:
-Tutto apposto? Mi dispiace averti fatto venire per nulla. E’ bello che tu sia qui comunque, è da un po’ che ci vediamo poco- e le accarezzò il braccio. A quel contatto improvviso tremò leggermente, e pregò che lui non se ne fosse accorto.
-Si, si, tutto bene. Sono solamente un po’ stanca questi giorni, sto cercando di riposarmi un po’, ora che non abbiamo qualche cattivo da trovare- e gli sorrise rassicurante. Lui le sorrise di rimando e senza dire più nulla si voltò e seguì le orme di Sara. Oliver non sapeva mai terminare una conversazione. Molte volte lei si aspettava che gli dicesse qualcosa ma invece lui continuava a guardarla intensamente prima di andare via. Ora che ci pensava, quello sguardo era molto meglio di 1000 parole. Si fissavano, occhi negli occhi per alcuni istanti; accadeva spesso recentemente..quando gli aveva detto di prometterle che sarebbe tornato, o quando si era scusato per averle urlato contro. Erano sguardi magici, che per lei valevano come se l’avesse presa tra le braccia e… ”Fe-li-ci-ty stai zitta per favore! Smettila di pensare queste cose e torna a lavoro” pensò tra sé e sé.
Si accomodò sulla sua sedia e iniziò gli aggiornamenti del software. Dopo pochi minuti si accorse che almeno un centinaio di files erano aperti e mandavano informazione da qualche parte. “Diamine, l’altro giorno mi ero scordata di dirlo ad Oliver. Che sta succedendo?” pensò e si mise subito in cerca del problema. I computer erano come impazziti, segnalavano accessi di almeno una trentina di utenti. Sicuramente un virus e molto potente per di più. Lei era sempre stata capace di arginare i virus, erano stupidaggini per lei ma questa volta era qualcosa di serio. Qualcuno si stava appropriando di molte, troppe informazioni sulla loro posizione; sicuramente era un solo utente, i diversi segnali servivano a sviare chi in realtà c’era dietro. Compose in fretta il numero di Oliver, passarono vari squilli e alla fine arrivò la segreteria e attaccò. Chiamò Diggle, lui non era andato via ma non sapeva dove si trovava, forse era salito su, al locale. Egli, infatti dopo pochi secondi scese le scale e corse verso di lei.
-Fel, che succede? C’è qualcuno?- chiese Diggle spaventato.
-Bé, fisicamente no, non qui ma qualcuno sta entrando nel nostro sistema.. e non riesco a fermarlo..aspetta mi è venuta un’idea- disse lei e si mise a digitare diversi tasti.
-Okay, problema risolto per ora. Sono riuscita a sviare la rete ma è probabile che ci riprovino presto.- Si sentiva frastornata però era fiera di sé stessa, in pochi sarebbero riusciti a bloccare quel virus. L’unico problema, era che aveva paura che oramai fosse tardi e che avessero preso già informazioni utili.
-Bene, vado ad avvertire Oliver. Tu tienimi informato e tornatene a casa. Ci vediamo domani.- Dopodiché, si allontanò anch’egli.
Felicity rimase pensierosa per alcuni istanti. Sapeva che avrebbe potuto trovare l’account con cui avevano cercato di entrare nel sistema quindi, prese un respiro profondo, e si mise a lavoro. Quando era arrivata nella fonderia erano le sette e per riuscire nel suo intento ci sarebbero volute ore. Prese, così il cellulare, digitò il numero di William e chiamò.
-Ciao William, sono Felicity. Senti, ho avuto un contrattempo, penso proprio che questa sera non riesca a venire. Ci vediamo un’altra volta, è uguale?-
-Ciao! Ah si, non fa niente sarà per un’altra volta come hai detto. Peccato avevo voglia di rivederti questa sera- rispose lui e Fel fu contenta che non la potesse vedere arrossire.
-Si, dispiace anche a me. Non so quando potrò concludere il mio lavoro però appena ho finito ti chiamerò e ti farò sapere quando sono libera.-
-Certo! Il signor Queen non ti lascia un attimo eh. Invece che farti lavorare, se fossi in lui ti avrei portata a cena fuori. Ma immagino che non si sia accorto della bellezza che ha accanto- ribadì William e Felicity fu grata di quelle lodi.
-Esageri come sempre.. lui è il mio capo. Non tutte le segretarie vanno a letto con i propri capi- scherzò lei, ridendo ma pensando a quanto sarebbe stato bello essere in un letto insieme ad Oliver Queen.
-Touché. Va bene dai, ti lascio lavorare. Ci sentiamo presto biondina.-
-Buona serata William!- e terminò la chiamata. Non sapeva perché ma si sentiva più serena e tranquilla. Ma non sapeva cosa la stava aspettando.

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Capitolo 4
*** Hidden Feelings ***


Felicity passò tutta la notte alla ricerca di un possibile modo di trovare chi aveva cercato di entrare nel loro sistema. Era così stanca che verso le quattro di mattina non ce la fece proprio più e sprofondò in un sonno profondo, appoggiata alla scrivania. Stava ancora dormendo saporitamente quando Oliver entrò, rimanendo accigliato nel trovarla lì. Le si avvicinò, cautamente , a una distanza giusta per vederle completamente il volto. Una ciocca di capelli la copriva leggermente e delicatamente gliela spostò. Oliver rimase 5 minuti buoni a contemplarla, non gli capitava mai di riuscire a guardarla per così tanto tempo senza che lei se ne accorgesse. Il suo viso era perfetto, i suoi capelli color oro e i suoi occhi così azzurri, più chiari dei suoi. Era perfetta, e gli riusciva difficile trattenersi dall’accarezzarla o addirittura a baciarla. Ma non poteva. Non poteva metterla più a rischio di quanto già non lo era. Come gli disse una volta Shado, “ l’amore è la più potente delle emozioni”. E aveva ragione. Pensava a quando si era accorto di essersi innamorato di lei. In realtà, neanche lui lo sapeva, era capitato. Non era come con Laurel; certo, l’aveva amata per la metà della sua vita ma principalmente prima che finisse nell’isola, e lui ora era una persona diversa. Ammetteva che la persona che era prima non avrebbe mai provato dei sentimenti così profondi e sinceri per una ragazza come Felicity. Lui la trovava adorabile, bellissima e incredibilmente intelligente e senza di lei sapeva di essere perso. Se n’era accorto quando lei era rimasta cinque settimane da Barry Allen a Central City, cinque lunghe settimane nelle quali la sua vita si era come fermata e aspettava il suo ritorno, così ansiosamente, che era sicuro che Diggle si fosse accorto di qualcosa. La conferma ne era venuta quando Diggle gli disse che non aveva mai giudicato male il lavoro di Felicity prima che lei avesse incontrato Barry. Da una parte, era lui ad averla spinta tra le sue braccia, invitandolo alla festa della madre; però, ora non riusciva a sopportarlo, era geloso di lui. “Oliver Queen geloso di uno come Allen” Si, questa era la verità. Ora sembrava che la storia si ripetesse con questo Signor. Darcy. Un uomo, anch’egli brillante, che però aveva qualcosa di sinistro, una sorta di Isabel Rochev al maschile. Si rendeva sempre più conto che conosceva poco Felicity, che non sapeva nulla della sua famiglia, di come aveva passato la sua vita all’università. Lei, intanto si era mossa e dischiuse lentamente gli occhi, i quali colsero al volo la sua presenza:
-Hey, scusami mi sono trattenuta fino a tardi e mi sono addormentata - disse lei tirandosi su, aggiustandosi gli occhiali.
-Figurati, non c’è problema. Quando Diggle mi ha chiamato dicendomi quello che era successo, volevo venire subito qui ma, diciamo che la cena a casa dei Lance non è stata molto..tranquilla.. come avevi predetto tu- disse lui continuando a fissarla, increspando leggermente le labbra.
-Oh,beh, mi dispiace. Comunque forse sono riuscita a trovarlo, mi ci vorranno un altro po’ di orette ma ho quasi finito. Ora sta cercando le ultime periferiche che si sono collegate. Pretendo un aumento di paga eh – scherzò lei, tornando a guardare ai computer.
- Certamente! Sai che non sarei niente senza di te, vero?- disse lui cercando i suoi occhi. Felicity arrossì leggermente, distogliendo lo sguardo.
-Si, lo so Oliver. Dopotutto sono una supereroina anche io…dei computer però.-  -Non sono una tosta e figa come Sara- aggiunse lei abbassando la voce ma il commento non sfuggì a Oliver.
-Anche tu sei un’eroina per quello che fai. Non c’è bisogno che prendi a mazzate la gente come facciamo noi. Preferirei non farlo ma purtroppo è l’unico modo che ho per far cambiare le cose qui a Starling City – spiegò Oliver.
- L’importante è che non uccidi, poi se prendi a mazzate sono io la prima a darti l’appoggio. La tua ragazza è già arrivata? Cioè voglio dire..Sara - si corresse lei, sapendo che oramai era tardi.
-Cosa? Che intendi per la mia ragazza? Cosa te l’ha fatto pensare?- chiese Oliver accigliandosi.
-Diciamo che vi ho visto mentre vi baciavate.. e poi la cena di famiglia quindi ho concluso che … - non fece in tempo a finire che Oliver le rispose:
-No..noi non stiamo insieme. E’ stato solo un momento in cui ci siamo ritrovati e…- questa volta fu lei a non farlo finire.
-Mi sembra di rivivere un dejavù. Senti, tranquillo non devi darmi spiegazioni. Forse ho tratto conclusioni affrettate ma anche se fosse non ne vedo il problema. Non devi giustificarti con me -.
-Non mi sto giustificando. E’ solo che non voglio che tu pensi che vado a letto con tutte le donne di Starling City- e vedendo lo sguardo affermativo che le rivolse lei aggiunse –Okay, forse molte. Ma è un difetto che mi riporto da prima dell’isola. Finché non troverò quella giusta e la mia vita sarà in un certo senso migliore, preferisco agire così, almeno per ora. Spero tu mi capisca.-
-Certo, ti capisco. Però alle volte penso che dovresti vivere di più come Oliver Queen che come Freccia. Ho imparato che la vita è corta, non devi mai sprecare le opportunità. Mio padre, fin da quando ero piccola, mi diceva sempre “Hic et Nunc”. Vuol dire “Qui ed Ora”, è strano che me lo ricordi ancora, anche se ero molto piccola l’ultima volta che lo vidi. Lui però non ha colto appieno il significato visto che poi se n’è andato.- concluse Felicity tristemente.
-Mi dispiace molto. L’altro giorno, non ne abbiamo più parlato, a causa di mia madre. Parliamo sempre di me o della mia famiglia, invece io conosco così poco di te. Puoi aprirti con me e quando vuoi puoi parlarmi della tua famiglia, di qualsiasi cosa… ricordati che sono qui.- E le si avvicinò, accarezzandole il viso con una mano. Felicity si stava ormai perdendo nella profondità dei suoi occhi e il contatto della mano su di lei la stava facendo rabbrividire. “Devi resistere,ora vai via” si disse.
- Si, anche se credo che ora hai cose più importanti a cui pensare-
Detto ciò prese la giacca e gli disse, lasciando Oliver con la bocca aperta per replicare:
-Senti, se non ti dispiace vado a casa a darmi una rinfrescata. Torno tra poco, tanto qua fa da solo. Quando ha finito mi manda i risultati al tablet.- Egli annuì e la fece passare senza dire più nulla.
Appena uscita si scontrò con Diggle e Roy,i quali la guardavano interrogativi, forse vedendola turbata.
-Fel dove vai? E’ tutto apposto?- le chiese Diggle.
-Si, si tutto bene. Sto andando un attimo a casa, ho passato la notte qui e volevo cambiarmi. Ci vediamo dopo.-
- Non dirmi che sei stata tutta la notte qua sotto a lavorare! Freccia non si merita una come te, veramente- esclamò Roy fintamente indignato. Lei rise e ripensò a qualche tempo prima, quando Roy era entrato a far parte del Team Arrow. All’inizio era stata dubbiosa, visto le conseguenze dovute al Mirakuru, pensava che ci sarebbero stati dei guai. Fortunatamente almeno per ora non era successo niente e aveva conosciuto meglio Roy, non era più solamente “ il ragazzo di Thea”.
-Gli ho già chiesto un aumento infatti! Ora vado- e con un cenno di saluto se ne andò.
Arrivata a casa, Felicity aprì la porta ed era intenta a richiuderla quando qualcuno le andò addosso, coprendola con un fazzoletto. Aveva riconosciuto quell’odore ma prima che potesse dire o fare qualcosa, perse i sensi e si ritrovò nell’oscurità.
Quando riaprì gli occhi, si aspettava di essere nel suo bel lettuccio al caldo, con il solito spiraglio di luce solare ad accarezzarle il viso ma quando mise a fuoco, in un attimo ricordò cosa era successo. Dove si trovava? Non riusciva a capirlo. Quanto tempo era passato? Non sapeva neanche questo. Muovendosi  si accorse di un dolore molto acuto alla spalla e notò di essere legata, mani e piedi, con una catena, la quale si conficcava in un muro davanti a lei, nonostante il buio che a stento le faceva vedere qualcosa. Sentiva dei rumori provenienti da fuori, delle voci e poi più nulla per quelli che parvero dieci minuti. Poi udì il suono di una chiave in una serratura, la porta si aprì, lasciando passare un uomo che non conosceva. L’unica cosa insolita che notò, era una benda nera che gli copriva un occhio.
 
 
 
Buon pomeriggio! Una settimana esatta e torna Arrow! Non ce la faccio più ad aspettare, veramente! Allora, cosa ne pensate di questo capitolo? Ho voluto approfondire il rapporto Olicity e soprattutto quello che a mio avviso prova Oliver. Immagino abbiate capito chi ha preso Felicity o no? XD Ho lasciato un po’ di suspence, ora dovete solo dirmi cosa ne pensate! Recensite in molti, mi fa piacere sapere cosa ne pensate! Un bacio e alla prossima settimana :)

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Capitolo 5
*** In trap ***


L’uomo camminò verso di lei. Aveva uno strano sorriso sulla faccia, quasi familiare.
- E’ un piacere conoscerla signorina Smoak- disse egli osservandola. – Mi spiace il modo brusco con cui è stata portata qui ma avevo un urgente bisogno di parlare con lei-
-Chi sei?- chiese lei decisa e almeno per ora, non molto spaventata.
-Ah scusami non mi sono presentato. Io sono Slade Wilson. Forse avrai sentito parlare di me da un nostro amico in comune- disse lui con un ghigno.
Certo che sapeva chi era. L’uomo con cui Oliver aveva passato la maggior parte del tempo sull’isola; l’uomo che era sopravvissuto all’iniezione del Mirakuru,come Roy. Oliver non aveva detto che era morto? Non ci capiva più nulla.
-Io sapevo che lei era morto sinceramente. Cosa vuole da me?-
-Vedi, non so se sai che Oliver mi ha lasciato questo bel regalino- e si indicò l’occhio coperto – ma la cosa più terribile che ha fatto è stata lasciar morire Shado. Oohh non glielo perdonerò facilmente, non riuscirò mai quindi voglio..come dire..vendetta.-
Nel frattempo nella fonderia Oliver era un po’ preoccupato nel non vedere arrivare Felicity. Erano passate cinque ore, aveva aspettato e quando aveva provato a chiamarla era partita la segreteria telefonica. Anche Diggle lo guardava preoccupato, sapeva anche lui che era strano.
- Roy potresti andare a casa di Felicity a controllare che non sia successo niente. E’ da troppo tempo ormai che non torna- E dopo aver ricevuto una risposta affermativa ed essersene andato, si sedette per cercare di calmarsi. Cosa diamine gli succedeva? Perché era così ansioso? Non la vedeva da un po’ di ore non da giorni. La sua ansia si trasformò in preoccupazione e paura quando Roy tornò dicendo di aver trovato la porta aperta senza lei dentro.
Cominciò a camminare avanti e indietro e quando Sara gli parlò quasi non la stava ascoltando.
-Okay stiamo calmi. Può essere che è dovuta uscire per un imprevisto, non possiamo saperlo.- ma dal tono con cui lo diceva sembrava non crederci neppure lei.
 
Intanto Felicity pensava a quello che Slade le aveva appena detto. Si ricordava che Oliver aveva accennato a lei e Diggle che per salvare Sara, il Dr Ivo aveva ucciso Shado. Non era colpa sua era ovvio, ma questo Slade certamente non riusciva a perdonarglielo.
- Non è stata colpa di Oliver. Lui avrebbe protetto entrambe ma nella scelta ha solamente pensato che veder morire Sara un’altra volta sarebbe stato orribile. Comunque non è stato lui a sparare, non c’entra con la sua vendetta.-
-Qui si sbaglia. Il Dr Ivo è stato già sistemato e Oliver la pagherà nello stesso modo. Francamente posso dirti che il mio primo pensiero è stato sul fargli fare un’altra scelta tra Laurel e Sara Lance. Idea geniale se non fosse che l’ho tenuto d’occhio ed ho notato che Laurel era ormai superata e che quindi non gli avrebbe fatto male come avrei voluto. Farò prima ad uccidere lui-
-Lei è pazzo! Oliver è stato cinque anni in quell’inferno e lei non può lasciarlo vivere felicemente la sua vita qui? Sa cosa hanno passato la madre e la sorella?- chiese lei disgustata.
- Anche io avevo una famiglia. Un figlio..beh in realtà due. Non li ho più visti e mano a mano il dolore scompare. Ma andiamo al nocciolo della questione. Ho bisogno che tu ti tenga in contatto con me, dicendomi sempre dove si trova Queen e soprattutto Roy Harper. E’ un mio simile ora, gli unici sopravvissuti al Mirakuru e mi piacerebbe molto conoscerlo in futuro.- disse egli.
-Cosa le fa pensare che farei una cosa simile?- chiese lei stupita della richiesta.
- Credo che farai quello che ti dico. Sai ho vari uomini che lavorano con me, li ho sparsi a controllare Thea e Moira Queen, la famiglia Lance e John Diggle. Sarebbero tutti morti da un pezzo a un mio comando. E se morissero credi che Oliver ti perdonerebbe?- rispose lui allegramente.
- Cosa?! Non ci credo- ma notando il suo sguardo serio e risoluto continuò. - Senti ti prego non fare del male a nessuno, farò quello che vuoi ma non toccare nessuno. A cosa ti serve sapere dov’è?- chiese lei cercando di carpire più informazioni possibili.
-Beh prima di tutto il mio socio in affari ha bisogno di qualsiasi informazione tu abbia per far perdere ai Queen l’azienda di modo tale che egli la possa acquistare. Senza di lui non sarei qui, deve guadagnarci anche lui. Per me invece ho bisogno che tu lo controlla, è difficile sapere sempre dov’è, nel momento giusto ci scontreremo faccia a faccia. Succederà con o senza il tuo aiuto però penso che tu preferisca dei morti in meno o sbaglio?- Nonostante avesse iniziato bene a tenergli testa e a non avere paura, ora Felicity stava iniziando ad averla.
- Va bene, ora però lasciami andare.-
-Certo!- e gli tolse la catena da braccia e gambe. – Ti contatterò io, e non fare sciocchezze. Lo dico per il tuo bene.– concluse egli sorridendole. Ora che lo vedeva più vicino, poteva dire che era un bell’uomo sulla quaranta cinquina. Prima di uscire si voltò e le disse:
-Ah una curiosità. Come si chiama tua madre?- Perché quella domanda? Non voleva assolutamente metterla in mezzo così gli disse il primo nome che le venne in mente, sperando che non avrebbe controllato.
-Susan Clare-
-Strano, assomigli molto a una persona di mia conoscenza. Mi sbaglierò forse..ci sentiamo presto signorina Smoak.-
 Appena ebbe mani e piedi liberi, qualcuno da dietro le mise di nuovo il fazzoletto sul naso e perse coscienza.
Si risvegliò, meravigliandosi di essere di nuovo a casa. La prima cosa che fece, fu quella di trovare una pomata da spalmare su un grosso livido che aveva all’altezza della spalla. Concentrata nella conversazione con Slade non ci aveva più fatto caso al dolore che le proveniva da lì. Ora però se ne accorgeva e tanto. Guardò l’orologio e notò che erano le due e mezza del pomeriggio. Era stata sequestrata per 5 ore più o meno. Infatti aveva anche le gambe indolenzite. A mente lucida, iniziò a pensare a quello che Slade le aveva ordinato di fare. Si trovava in un problema troppo grosso per lei, avrebbe preferito avere a che fare con 100 virus. Lei era una persona onesta e corretta; aveva subito riferito ad Oliver cosa aveva scoperto su Thea. Ora la questione era più complessa. Slade era disposto ad uccidere pur di ottenere quello che voleva. Non poteva essere sicura che lui aveva veramente degli uomini che seguivano e potevano fare del male a quelle persone. Certo, Freccia avrebbe potuto proteggerli ma non senza aver rivelato la sua identità di Vigilante ai suoi cari. Per quanto riguardava il suo socio che voleva la Queen Consolidaded non era troppo preoccupata. Qualsiasi informazione che avrebbe potuto ricavare sarebbe stata inutile per mandare al lastrico un’azienda del genere. Grazie alla Rochev, Oliver era riuscito a tenerla a galla ed ora stava tornando piano piano a come era prima. Doveva mentire ad Oliver, era l’unica opzione. Se gli avesse detto che Slade era vivo sarebbe subito andato a cercarlo per scontrarsi con lui,ci scommetteva, lo conosceva bene ormai. E’ di natura istintiva,agisce senza pensarci. E in questo caso, ci sarebbero conseguenze gravi per altri e per lui stesso. Si ricordò infatti quello che aveva passato dopo che Tommy morì; era ritornato su quell’isola e per poco erano riusciti a riportarlo a Starling City. Non poteva rischiare. Slade aveva ragione. Non l’avrebbe perdonata. E neanche lei stessa, sapendo che era lei la causa. Alla fine non stava chiedendo tanto, lei ora era l’unica che poteva proteggere quelle persone … ed Oliver. Se Slade pensava che sarebbe stato facile corromperla, si sbagliava di grosso. Aveva già in mente un piano.
Mezz’ora dopo era già diretta al Verdant e appena mise piede nella Arrow Cave, quattro persone si scagliarono verso di lei. Non ci aveva pensato, era scomparsa per cinque ore, sicuramente gli altri si saranno preoccupati, l’avranno cercata, forse anche a casa se conosceva bene Oliver, e pensava di si, e ora doveva inventarsi al più presto una scusa. Prima che potesse dire qualcosa, qualcuno la abbracciò con forza. Le braccia forti, gli addominali scolpiti, il profumo intenso del suo corpo le rivelarono con stupore che quella persona,non era nient’altro che Oliver Queen.
 
 
 
 
 
Seraaa! Eccoci qui dopo una settimana. E stasera la nuova puntata!! Sono super eccitata, l’episodio di Felicity *.* anche se le ultime interviste non promettono molto bene io sono fiduciosa in loro, siamo migliaia forse milioni a vedere la loro chimica. Ora passiamo alla storia. Felicity si farà corrompere o cercherà un modo per risolvere la situazione al più presto possibile? Credo che settimana prossima riuscirò a pubblicare il seguito, non prima. Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate, voglio sapere se vi piace e continuarla insomma! Aspetto tante recensioni quindi. Un bacio e buona puntata a tutti!

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Capitolo 6
*** New Home ***


Sarebbe voluta rimanere tra quelle braccia per sempre ma sapeva che avrebbe dovuto dare delle spiegazioni molto presto. Si allontanò, ancora leggermente turbata dal gesto di Oliver.
-Cosa è successo?- chiese lei fingendosi sorpresa.
-Pensavo..pensavamo che ti fosse successo qualcosa. Sei sparita da ore e casa tua era aperta e..- Oliver non riuscì a terminare preso dall’agitazione.
-Siete stati a casa mia? Ehm.. ho ricevuto una chiamata di mia madre … era un’emergenza e sono andata da lei. Scusate se non vi ho avvertito- si giustificò Felicity, non molto convincente e lo sapeva ma non le era venuta in mente una scusa migliore. Oliver forse se ne accorse ma decise di non indagare di più o probabilmente rimandare la conversazione ad un altro momento, a quattr’occhi.
-Non importa, l’importante è che sei qui. Spero comunque che non sia niente di grave- le disse Diggle sorridendole. Un suo sguardo riusciva a calmarla e per questo gli era grata.
-Si, ora è tutto apposto- e sperò che non le chiedessero i dettagli, anche se alla fin fine erano affari suoi.
-Bene. Hai scoperto qualcosa sul nostro hacker?- chiese Oliver cambiando argomento. Oddio! Si era praticamente scordata dell’intrusione al loro sistema. Ovviamente, con tutto quello che le era successo, non c’era da biasimarla. Aveva portato il tablet, lo aveva infilato di fretta nella borsa e non lo aveva controllato. Così si accinse a tirarlo fuori dalla borsa. L’utente che si era collegato si trovava molto vicino a loro. Di questo ne era quasi certa. Riusciva anche a vedere cosa egli aveva visualizzato e copiato. Erano informazioni su tutti i casi a cui avevano lavorato, niente che poteva portare ad Oliver fortunatamente. La cosa sorprendente era che egli le aveva mandato un messaggio. Fremette ma decise di aprirlo. Era un messaggio firmato Slade Wilson. Se lo doveva aspettare che tutto questo casino era un suo piano. Il messaggio diceva:
Signorina Smoak, mi sono dimenticato di dirle che un mio collaboratore era entrato nel suo sistema, per avere informazioni sulla questione di cui abbiamo parlato, ma non avendo trovato nulla ho deciso di parlare con lei in prima persona. Devo ammetterlo: è una donna molto intelligente per aver messo in difficoltà uno dei più grandi geni del computer. Sono affascinato. Le ripeto comunque che quello di cui abbiamo discusso rimane tra noi. SLADE WILSON
Perfetto! Ora sapeva anche dove era il covo. Si accorse che gli altri la stavano guardando, aspettando una risposta.
-Niente, non ha decodificato niente. Siamo al punto di partenza. Posso provare un’altra cosa quindi se non vi dispiace mi metterei subito a lavoro- rispose lei al loro sguardo interrogativo.
-Va bene, posso darti una mano?- le chiese Sara gentilmente. Come avrebbe potuto aiutarla lei? Oltre ad essere una guerriera non credeva che si intendesse di computer. Prima che le potesse dare una risposta il telefono squillò. Era William. Non se lo aspettava.
-Scusatemi- disse agli altri e si appartò per rispondere.
-Pronto? William?- chiese lei.
-Felicity stai bene? Dove sei?- la sua voce era preoccupata e ansiosa. Anche lui aveva provato a cercarla a casa e non l’aveva trovata? Sembrava strano.
-Si perché me lo chiedi?-
-Ho visto cosa è successo a casa tua, mi è preso un colpo pensando che tu potessi essere dentro- disse lui velocemente.
-Cosa? Non capisco, cosa è successo a casa mia?- chiese lei, iniziando ad agitarsi.
-Non lo sai? Beh, ecco … tutto il palazzo sta andando a fuoco- rispose lui.
-COSA?? Non è possibile, ci sono stata poco fa!- urlò lei, non sapendo che pensare.
-Fel qui sta bruciando tutto, ci sono i pompieri e tantissima gente. Credo sia meglio che tu venga qua- affermò lui ma non ebbe risposta. Felicity attaccò e si voltò, pietrificata, verso Oliver.
-Io … io devo andare! O Dio!- enunciò lei frastornata.
-Chi era? Che succede?- chiese Diggle accigliato.
-William … casa mia sta bruciando!- esclamò lei e corse via, seguita da Oliver e Diggle a ruota.
Arrivata davanti casa sua le mancò il fiato. William aveva ragione. Il suo palazzo stava completamente bruciando. Aveva i pensieri in confusione, non riusciva a capire. Alla fine ci arrivò. Era per forza opera di Slade Wilson ci scommetteva. Cercò di avvicinarsi di più e venne fermata da un agente, al quale gli chiese:
-Scusate, sapete se è rimasto coinvolto qualcuno?- era infatti in pensiero per i suoi vicini, la maggior parte anziani.
-Fortunatamente solo 2 feriti non gravi, stia indietro per favore- le ordinò lui.
- Può dirmi per caso se sapete cosa ha causato l’incendio?- chiese prima che se ne andasse.
-Crediamo che molto probabilmente si tratti dei conduttori elettrici, forse sono esplosi ma ancora non sappiamo come. Non posso dirle altro- terminò egli, dirigendosi verso altri agenti. Felicity si voltò e si accorse della presenza di Oliver e Diggle, che la guardavano stupefatti.
- Cosa è successo?- chiese Diggle.
-Sono esplose le condutture elettriche, così dicono- rispose Felicity soprapensiero.
-Come è possibile?- chiese ancora Oliver. Egli la guardava stranito.
-Non ne ho idea. Non è morto nessuno fortunatamente, per poco non stavo dentro anche io- disse lei tremando al pensiero. –Sembra proprio che debba trovare casa nuova. Un hotel per stasera-
-Non ci pensare. Vieni a casa mia- se ne uscì Oliver.
-Che cosa? No, Oliver non c’è bisogno davvero!- esclamò lei. L’ultima cosa che voleva era stare in casa di Moira Queen.
-Non si discute. Diggle puoi andare a casa, a lei ci penso io- così dicendo congedò il suo caro amico.
-Mi stai nascondendo qualcosa e non mi piace. Per adesso, però, vieni con me. Andiamo.- E senza fare storie si diressero verso casa Queen.
Felicity aveva sempre guardato quella maestosa casa con meraviglia e soggezione. Era più grande del suo palazzo ( ora vecchio palazzo) e lei abitava solamente in uno degli appartamenti. Continuava a ripetersi che era una pessima idea quella di restare una notte in quella casa. All’entrata vennero accolti da Thea e Moira.
-Mamma, Felicity rimarrà, almeno per questa sera, in casa nostra. C’è stato un incendio a casa sua. Spero che non ti dispiaccia- disse Oliver freddamente alla madre. I loro rapporti si erano mantenuti freddi sin dalla scoperta del segreto di Moira.
- Certo,non c’è problema. Si può sistemare in una delle nostre camere per gli ospiti. La accompagno io- e fece un cenno a Felicity. Oliver annuì e prima che seguisse Moira le si avvicinò.
-Devo andare a risolvere una cosa, non ci verrà molto. Dopo torno da te-
- Si, Oliver non preoccuparti. Io e mamma saremmo delle perfette padrone di casa- si intromise Thea, prendendo a braccetto Felicity. Quest’ultima si sentiva sollevata di non essere sola con Moira. Le due donne la introdussero in una camera perfettamente arredata, grande quasi quanto la sua povera casa distrutta.
-Grazie mille per l’ospitalità. Avevo detto ad Oliver che potevo benissimo andare in albergo e..- si spiegò Felicity.
-Tranquilla, casa nostra è così grande. Puoi rimanere quanto vuoi- esclamò allegra Thea. Felicity avrebbe scommesso che la madre non era d’accordo ma non disse nulla.
-A proposito penso che tu abbia perso tutto nell’incendio. Vado a prenderti qualcosa da metterti, penso che abbiamo la stessa taglia- disse Thea e si diresse verso camera sua. Felicity si fece forza e si rivolse a Moira.
- Mi dispiace signora Queen. So che non è molto entusiasta che io sia qui.-
-Signorina Smoak, (“wow, si era ricordata il suo cognome” pensò Felicity), diciamo che abbiamo avuto una spiacevole situazione. Forse lei penserà che io la odi, ma mi creda non è così. Lei mi ha dato la possibilità di dire ad Oliver la verità e io stupidamente ed egoisticamente non l’ho fatto. Se Oliver mi odia è tutta colpa mia, non sua. Anzi, sono felice e tranquilla che lui abbia accanto una persona leale e sincera come lei- le disse sorridendo Moira. Felicity rimase di stucco. Pensava veramente che ora lei l’avrebbe odiata. Era finzione? Non lo sapeva, ma sembrava sincera.
-E a me dispiace averle detto che non mi fido di lei. Avevo solo in mente che aveva aiuto Merlin a distruggere The Glades, ma ovviamente era minacciata e se non fosse stato per il suo ripensamento, oggi ci sarebbero molti più morti. Io volevo solamente che lei lo dicesse ad Oliver, lui l’avrebbe capita, non avrebbe reagito così. Tutti sbagliano, anche i miei genitori non erano santi e la capisco. Oliver l’ha presa peggio perché lei non glielo ha detto. Io non potevo nascondergli una cosa del genere-spiegò Felicity.
-Lo so. Sono contenta che ci siamo chiarite. E per inciso vedo davvero come lo guardi, spero che questa questione non abbia danneggiato anche voi- le apostrofò Moira con uno sguardo d’intesa. Felicity non sapeva che rispondere e fortunatamente per lei tornò Thea con un mucchio di vestiti  tra le braccia. Tutti di marca sottolineo.
-Ecco qua. Scegli tu cosa ti piace di più. Ci sono diverse camicie da notte- disse posandoli sul letto.
-Ti aspettiamo a cena- le disse Moira e le due uscirono lasciandola sola. Ora avevo un po’ di tempo per pensare. Si trovava ospite in casa di Oliver. Non ci aveva pensato ma forse era un’ottima idea. Avrebbe potuto tenere d’occhio la sua famiglia. Certo, lei non sapeva difendere se stessa, figurarsi altre persone. Però almeno poteva allontanarle o tenere tutto sotto controllo. L’avrà mica fatto a posta Slade? Non avrebbe potuto sapere che Oliver l’avrebbe invitata in casa sua. Prese, intanto, gli indumenti che Thea le aveva prestato , tenendo un pantalone e una maglietta con una profonda scollatura alla schiena e ripiegò gli altri dentro ad un armadio. Stranamente era più piccolo del suo e questo la rese fiera. Aveva ancora la giacca, se la tolse e si cambiò. Tenne le scarpe col tacco, erano le sue uniche scarpe ora. Gli fece male pensare a tutti i suoi vestiti e scarpe che probabilmente stavano ancora bruciando. A questo punto sentì qualcuno bussare.
-Avanti-
-Hey, tutto bene?- chiese Oliver entrando.
-Si, si grazie Oliver. Tua madre e Thea sono state di ottimo aiuto. E’ ora di cena?- chiese lei.
-Si, ti sono venuto a chiamare, se sei pronta e mi pare di sì quindi andiamo?- e tenne la porta aperta per farla passare da gentiluomo.
La cena fu abbastanza piacevole, madre e figlio si parlavano raramente e quando lo facevano la tensione era al massimo. Thea poi, dopo averla abbracciata e salutata, si diresse al Verdant, dove la stava aspettando Roy. Moira volle tornare in camera sua perché avvertiva un po’ di mal di testa. “Nooo signora Queen dove va?!” pensò Felicity non sapendo se rimanere con Oliver o tornarsene anche lei in camera.
-Che dici se ci facciamo un giro in giardino?- propose Oliver fissandola. Sicuramente voleva qualche spiegazione, del suo comportamento strano e dell’incendio.
-Mi piacerebbe, è una serata meravigliosa!- esclamò lei cercando di essere disinvolta e nascondere il suo nervosismo. Si, era nervosa. Aveva paura di dire troppo, di uscirsene con le sue solite frasi buffe. Già doveva mentirgli a proposito di Slade, e stare da sola con lui rendeva difficile l’intento. Camminarono per almeno cinque minuti in silenzio prima che lui iniziò. Sembrava come se avesse scelto, in quei minuti, le parole da usare.
- Ormai ci conosciamo da più di una anno e so che sei una delle poche persone di cui mi possa fidare. Me lo hai dimostrato quando mi hai detto il segreto di mia madre. Ora però sei tu che mi devi raccontare i tuoi segreti.Mi dici che succede? Non dirmi niente perché so che non è vero. Scompari, dici che sei andata da tua madre, senza dirci nulla e per di più danno fuoco al tuo palazzo- iniziò lui fermamente. Sembrava distratto da quando era tornata Sara, in realtà era sempre distratto quando si trattava di comportamenti delle persone, però era riuscito a capire che c’era qualcosa che non andava.
-Si, sono andata da mia madre. L’incendio è stato un incidente, così hanno detto gli agenti. Un cortocircuito- si espresse lei decisa.
-Così? In un normale palazzo? Mi pare strano. Io sono più convinto che qualcuno abbia fatto volontariamente causare un cortocircuito. Qualcuno ce l’ha con te? O con me e sono arrivati a te?- chiese lui diretto. Ecco qua! Stava per dirgli tutto, non riusciva a mentirgli, soprattutto quando la guardava così a fondo, come se riuscisse a leggerle dentro. Poi un oggetto richiamò la sua attenzione. Una telecamera era posizionata verso di loro. Era in casa loro, quindi forse era di sicurezza però il sistema di sicurezza dei Queen era molto più sofisticato, una telecamera era inutile. Fece un lungo respiro per cercare di sembrare calma e guardinga disse ad Oliver:
-No, te lo assicuro. Mi ha chiamato mia madre perché aveva un problema tutto qui e avevo il telefono scarico, non ho potuto avvisarvi- spiegò lei con una pessima scusa. Una genietta dell’informatica con il telefono scarico nel momento del bisogno?
-Va bene, ti credo ma sappi che ti terrò d’occhio lo stesso. Ora vado a vedere se al Verdant hanno bisogno di me- e avvicinandosi a lei le posò un bacio in fronte.
-Non voglio che tu mi nasconda niente chiaro? Ho bisogno che almeno tu mi dica la verità e che non ti metta in pericolo per colpa mia- le sussurrò all’orecchio prima di allontanarsi. Quelle parole le facevano male, era quello che stava facendo, mentirgli. Andava avanti solo perché era obbligata a comportarsi così. Come anche lui le disse una volta, “non c’era altra scelta da fare”.
 
 
 
 
Ciao a tutti!! Eccomi qui con un nuovo capitolo un po’ più lunghetto degli altri. Volevo assolutamente far chiarire Felicity con la sua futura suocera XD e anche perché secondo me è questo che ha pensato Moira. La storia si fa intrigante e come sempre aspetto le vostre recensioni. Un bacio e alla prossima!
P.S. Stasera puntatonaa, incrociamo le dita per alcune scene Olicity!!

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Capitolo 7
*** Surprise ***


Felicity si svegliò di soprassalto, senza capire dove si trovava. Quando le sovvenne tutto quello che era successo, un velo di tristezza le coprì il volto. Si trovava nella sua stanza, beh non proprio sua, ma una stanza in casa di Oliver. La notte si era addormentata tardi, non ci riusciva, presa dai mille pensieri che turbinavano nella mente. Le parole di Oliver ancora le risuonavano nelle orecchie. Non voleva mentirgli più, gli avrebbe detto tutto. Prima però doveva aspettare i risultati della sua ricerca. Infatti, dopo aver visto la telecamera nel giardino dei Queen, pensò che le capitava a pennello per la sua idea. Già da un po’ aveva pensato che l’unico modo per fermare Slade era sapere dove si trovava e l’unico modo per scoprirlo era grazie a quella telecamera. Aveva provato ad entrare nel computer a cui era collegata la telecamera e c’era quasi riuscita quando capì che ci sarebbe voluto di più e stava morendo di sonno. Aveva comunque lasciato il suo computer acceso pronto all’uso e così lo riprese senza perdere altro tempo. Fece gli stessi comandi di ieri, intensificando il virus da mandare al computer. Un’ora dopo ci era finalmente riuscita. Fortunatamente non c’era nessuno,non che se ci fosse stato invece qualcuno avrebbe fatto differenza visto che non poteva vederla nessuno però sarebbe stato inquietante e l’avrebbe agitata, portandola a sbagliare. La stanza era poco illuminata, riusciva a intravedere una piccola finestrella da dove filtrava un po’ di luce. In più, notò una specie di campana al di fuori. Ecco quello che cercava. Era vicino a una chiesa. Si mise a ricercare ogni chiesa di Starling City. Non ve ne erano tante, in totale 8. Escluse quelle più famose e in zone popolari, sarebbe stato un pessimo nascondiglio. Una chiesa colse la sua attenzione. Aveva un campanile molto simile a quello che intravedeva dalla stanza, la zona era periferica. Doveva andarci subito, giusto per avere la certezza che fosse il posto dove si nascondeva Slade. Si vestì in fretta e aprì la porta. Nel corridoio si imbatté  in Thea.
-Buongiorno Felicity. Dove vai così di corsa?
-Ciao Thea. Ehmm.. mi ha chiamato l’agente Lance per dirmi esattamente cosa è successo a casa mia. Non ci vorrà molto, torno presto. Hai visto Oliver?- le chiese infine Felicity.
-Si, è uscito presto stamattina, non so dove è andato, presumo in ufficio. Era passato da te ma immagino che dormivi e lui non ti ha svegliato- le spiegò la piccola Queen.
-Si, probabilmente dormivo. Grazie, ci vediamo dopo!-
-Non fai nemmeno colazione?- le chiese Thea quando era già scappata via.
-No, non ho fame tranquilla- riuscì a dire Felicity prima di uscire.
 
Arrivò alla chiesa in 30 minuti. Prima era passata alla QC per stampare le foto della stanza. Non trovò Oliver. Una ragazza che lavorava là da poco le disse che Mr Queen non si era ancora recato in ufficio. Chissà dove si trovava. “Probabilmente con Sara o con Laurel o con qualsiasi altra donna che non era lei” pensò tristemente tra sé e sé quando era risalita in auto.
Fuori la chiesa cercò la giusta inquadratura da cui poteva essere visto il campanile. Ci vollero quindici minuti per capire che la stanza si trovava in un palazzo in ristrutturazione lì accanto. Si fece coraggio ed entrò. Ovviamente non c’era un’anima. Tutte le porte erano aperte o leggermente socchiuse. Quando arrivò ad una chiusa capì che era quella giusta. Come aprirla? Non aveva chiavi. Pensò di sfondarla con un calcio come solitamente vedeva in tv ma scommetteva che una ragazza gracile come lei non l’avrebbe aperta di un millimetro. Provò lo stesso, mettendoci tutta la forza che aveva. Era una porta vecchia, prima o poi avrebbe ceduto. Infatti alla fine si aprì, facendola entrare nella stanza  che aveva visto. Era una stanza molto piccola e molto buia. L’arredamento era scarso, infatti vi era presente solamente un armadio, con un’anta aperta e l’altra rotta, e al centro una scrivania. Sopra di essa tre computer di ultima generazione erano accesi. In questa stanza così angusta era strano vedere una così sviluppata tecnologia. Negli schermi c’erano varie inquadrature della casa di Oliver, tra cui una scena che sembrava presa dalla telecamera in giardino.
Slade non aveva solo quella telecamera, ne aveva molte di più sparse a controllare la sua famiglia. Sentì dei rumori che provenivano dalle scale in basso. Fece giusto in tempo a collegare il suo tablet ai computer e ad uscire senza incontrare nessuno. Si nascose dentro una delle porte aperte, socchiudendola per vedere chi arrivava. Due uomini si stavano avvicinando. Uno era Slade che procedeva l’altro, nascondendolo dalla vista di Felicity. Quando era uscita aveva cercato di richiudere la porta nel miglior modo possibile e quando Slade si accinse ad aprirla sembrava non aver notato nulla di strano. Egli passò oltre, lasciandole vedere bene il secondo uomo che con grandissima sorpresa di Felicity, era William Darcy.
 
 
Salve!! Essì William zitto zitto sta combinando qualcosa. Lo so, il capitolo è più corto dei precedenti ma volevo farlo finire così e non potevo continuarlo. Comunque spero che vi piaccia e mi facciate sapere cosa ne pensate. Sfortunatamente neanche oggi Arrow ma dobbiamo aspettare mercoledì prossimo come il prossimo capitolo. Baci!! 

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Capitolo 8
*** The Truth ***


Un’ora dopo Felicity si trovava al Verdant. Era riuscita a sgattaiolare via senza essere vista. Ancora non poteva credere che William fosse con Slade. Non lo avevo mai collegato a quest’ultimo ma era pur vero che tutto era iniziato da quando William era riapparso nella sua vita. L’uomo che aveva aiutato Slade, doveva per forza essere un uomo potente e ricco come lui. Le motivazioni che lo spingessero ad aiutare Slade a vendicarsi di Oliver le erano ignote. Ora però aveva un vantaggio, sapeva dove si nascondeva, cosa controllava e soprattutto poteva in qualche modo carpire più informazioni possibili da William. Ma la prima cosa che doveva fare era avvertire Oliver. Ora doveva saperlo, non c’era motivo che non gli parlasse e gli spiegasse ogni cosa. Si, era vero, Slade aveva varie telecamere che controllavano Thea, Moira e le persone a lui care però lui aveva il diritto di sapere che aveva un nemico e con chi aveva a che fare.
Entrò nel club e notò Roy al bar, intento a mettere a posto birre e altri alcolici; di Thea non c’era traccia mentre da una parte vide Oliver che parlava con Laurel Lance. “Ci mancava solo Miss Perfezione” pensò Felicity, dirigendosi verso i due. Sembrava farlo apposta, era sempre lei a interromperli mentre parlavano da soli e da una parte Felicity ne era soddisfatta.
-Mr Queen, scusi se la disturbo ma è sorto un problema all’ufficio. Può venire?- disse lei donando ai due un enorme sorriso di scuse.
-Si, Felicity arrivo subito- le disse Oliver, capendo con uno sguardo che quello che lei gli doveva dire non riguardava l’ufficio.-Scusami Laurel, devo andare. Ci rivediamo in giro. Se vedo Sara le dico che la stai cercando- e seguì Felicity verso il covo. Dentro non c’era ancora nessuno, Sara era con Sin, Roy di sopra e Diggle aveva ricevuto una chiamata di Layla ed era andato via. I due quindi si ritrovarono da soli.
-Allora, da dove inizio..è da un po’ che volevo dirtelo ma non sapevo come e avevo paura delle conseguenze. So che probabilmente ti arrabbierai con me e prima che io ti dica tutto e che tu mi urli contro, devo dirti che mi dispiace e che qualsiasi cosa  io abbia fatto l’ho fatto per te e la tua famiglia- cominciò lei tesa come un violino.
Oliver la guardava con uno sguardo indagatore. Si era accorto che da giorni Felicity era molto strana, sembrava che non gli dicesse qualcosa e apparentemente aveva ragione. Aveva pensato che fosse a causa dell’allargamento del team, o delle condizioni ancora non buone di Barry Allen. Poi era saltata fuori l’emergenza della madre, dove lei era misteriosamente scomparsa e inoltre casa sua incendiata. Era tutto molto strano, ma non si sarebbe mai arrabbiato con lei qualsiasi cosa gli avesse detto. Non voleva compiere di nuovo l’errore di urlarle contro come quando l’aveva quasi fatto finire addosso ad un autobus, cosa che non era certamente colpa di lei. E odiava vederla ferita, soprattutto se era lui la causa.
-Felicity, dimmi tutto. Avevo capito che mi mentivi e sono contento che ora tu ti voglia aprire con me. Da cosa volevi proteggere me e la mia famiglia? Cos’è che non so?- chiese lui guardandola dritta negli occhi.
-Ricordi quando ero sparita senza avvertirvi e ti ho detto che avevo ricevuto una chiamata urgente da mia madre? Beh.. non era vero. Mi hanno..come dire ..rapita, in un certo senso- riprese lei. Oliver sgranò gli occhi.
- Che cosa?? Felicity perché non me lo hai detto? Dio, me lo sentivo che ti fosse successo qualcosa. Chi è stato e cosa volevano? Ti cercavano per me? Parla!- esclamò Oliver, ora tutto agitato, senza staccare gli occhi da lei.
-Una persona che tu conoscevi e che pensavi fosse morto.. Slade Wilson- rispose lei. Vide Oliver diventare bianco e fremette.
-Non è possibile. Come hai detto tu, è morto. L’ho visto morire e..- la bionda si affrettò a spiegare tutto.
-Lo so, è difficile da credere ma è così. Voleva persuadermi a dirgli sempre dove ti trovavi e anche informazioni su Roy, visto che è uno dei pochi supersiti della Mirakuru come lui. Io non gli ho mai detto nulla ovviamente, non mia ha più contattato, se bruciarmi la casa era un messaggio- continuò lei. Vedeva che Oliver la stava ascoltando attentamente, senza perdersi una parola, il che era difficile visto che lei parlava molto veloce.
-E’ stato lui a provocare l’incendio quindi? Lo sapevo che non poteva essere un cortocircuito. Ora dimmi perché non mi hai detto nulla- gli chiese lui duramente.
-Io volevo ma avevo paura che facesse del male a Thea o a tua madre. Mi disse che lui sapeva come trovarli, e gli avrebbe fatto del male. Io all’inizio non gli credetti  però non potevo essere sicura così ho aspettato. Era uno dei suoi uomini che cercava di trovare informazioni nel nostro sistema e non riuscendoci ha voluto parlarmi faccia a faccia. Sono però riuscita a trovare il server da dove si sono connessi e stamattina sono andata là ed era vero. Una stanza con una scrivania coperta da computer all’avanguardia. Ha micro telecamere sparse per tutta casa tua. La vedevo dal computer- concluse alla fine lei, prendendo un lungo respiro.
-Primo: come ha fatto a mettere delle telecamere in casa mia? Secondo: perché diavolo sei andata lì, rischiando che ti capitasse qualcosa? – urlò lui agitandosi sempre di più. Ora Felicity era un po’ spaventata doveva ammetterlo. Oliver sembrava fuori di testa ma la cosa sorprendente era che si preoccupava di più per lei, che era andata nella tana del nemico, piuttosto che il nemico stesso.
-Dovevo esserne sicura e tranquillo mi sono prima accertata che non ci fosse nessuno dentro. Avevo anche un coltellino, se la cosa ti fa stare più tranquillo. Quando poi è arrivato mi sono nascosta e prima di andare via,sono rimasta sconvolta perchè l’ho visto in compagnia di William Darcy- spiegò lei senza farsi scoraggiare. Quanto era testardo e irascibile alle volte. Forse anche il più delle volte.
-Il Signor Darcy? Il tuo vecchio compagno dell’università e ora uno degli uomini più ricchi di Starling City lavora con Slade?- chiese lui, cercando di calmarsi, notando lo sguardo quasi impaurito di Felicity.
-Esatto, Slade Wilson mi aveva detto di avere un amico importante e molto influente, che voleva appropriarsi della tua azienda. Ora capisco il collegamento tra i due.-
-Certo, un uomo come il signor Darcy è pronto a comprare un’altra azienda per il semplice gusto di avere più potere- si intromise Oliver, pensando alle varie conversazioni che aveva avuto con questo tizio.
-Ora cosa facciamo? Se vuoi posso fare da doppiogiochista, gli do false informazioni, di modo tale che possiamo essere sempre un passo avanti a lui e batterlo. Posso portarlo fuori pista, e per ora che sto in casa tua posso cercare di proteggere la tua famiglia, non so come visto che non so combattere o…-
-No, tu non fai più nulla. Hai già fatto troppo. Ora con tutte le cose che mi hai detto, ho molta confusione in testa e non ho un piano ma per ora non fare nulla siamo intesi?- le ordinò lui, guardandola severamente.
-Si, va bene. Aspetto che tu mi dica qualcosa- acconsentì lei. Oliver si stava voltando per andare via ma lei lo fermò con un braccio. Erano molto vicini, ad una distanza molto pericolosa.
-Oliver, senti mi dispiace. Di questo fantasma tornato dal passato e del fatto che io non ti abbia detto nulla. Non cercavo di essere contro di te anzi cercavo nel mio piccolo di aiutarti. Spero che tu mi possa perdonare e… - le disse lei quasi bisbigliando.
All’improvviso, Oliver colmò la distanza tra i due e posò le labbra sulle sue. Felicity rimase stupefatta all’inizio, non se lo aspettava. Mano a mano approfondì il bacio che si fece più intenso. Provava così tante emozioni, non avrebbe mai interrompere quel bacio. Lui pareva dello stesso avviso e le prese il volto tra le mani. Si staccarono dopo interminabili secondi, lasciandoli senza fiato, tremanti. Felicity, leggermente rossa in volto,fece un leggerissimo sorriso ad Oliver. Quest’ultimo non pensò più a Slade per alcuni istanti. Pensò solo a lei. La luce della sua vita, l’unica donna con la D maiuscola della sua vita, che pur di restare con lui e proteggere la gente era disposta a mettersi in pericolo. La amava? Dopo mesi ormai che si faceva questa domanda capì che la risposta era solo una.
Si, la amava. Follemente! Lei lo rendeva una persona migliore, una persona non più legata all’infernale isola dove aveva vissuto per cinque anni. Grazie a lei, era diventato quello che lui aveva sempre desiderato essere. All’accenno di un sorriso sul viso di Felicity, lui si impossessò di nuovo delle sue labbra, così morbide e vellutose. Non gli sarebbe importato niente se Sara o Diggle o addirittura Slade in persona fosse entrato nella fonderia. Non si sarebbe staccato da lei per nessuna ragione al mondo.
 
 
 
 
 
Buona sera!! Eccomi qui con un nuovo capitolo, credo più interessante che dite. Il bacio lo aspetto con impazienza anche nel film e spero di avervi fatto sognare proponendomi una mia versione, alla *zittiscoFelicitybaciandola*  ^.^ detto ciò ci aspetta una nuova puntata stasera e come sempre di rito, incrociamo le dita per delle adorabili scene tra loro due. Un bacio a tutti e grazie a chi leggerà!
PS. Amo tutte le fan fiction che da l’anno scorso a questa parte sono state scritte in questo sito e ringrazio tutti gli autori/autrici che scrivono queste meraviglie! *-*

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Capitolo 9
*** Kiss me ***


Quando si staccarono nuovamente ebbero solamente il tempo di calmare la loro eccitazione prima che Diggle, Sara e Roy entrassero. Felicity diede loro le spalle cercando di tornare del suo normale colore sul viso. Non poteva credere a quello che era appena accaduto. Non se lo sarebbe aspettato prima, quando avevano avuto momenti molto intimi e invece era accaduto subito dopo avergli detto che gli aveva mentito. Non sapeva che pensare, i suoi pensieri erano colmi dell’immagine di lui, del suo bacio, così bello e così tanto agognato. Sperava solamente che non sarebbe finita così e che Oliver gli desse una spiegazione il prima possibile. Non voleva diventare un’altra delle tante ex di Oliver Queen.
I tre appena entrati non si accorsero di nulla o almeno finsero di non aver visto o interrotto niente. Felicity raccontò tutto anche a loro, così come aveva detto ad Oliver, cercando di riferire più dettagli possibili. Loro la ascoltavano con attenzione e quando riferì del “rapimento” Diggle sbiancò, guardandola come poco prima l’aveva guardata Oliver.
- Non ci posso credere che Slade sia vivo. Come abbiamo fatto a non pensare che dietro questa storia del Mirakuru ci fosse lui. Sicuramente vorrà vendicarsi in qualsiasi modo, e non dobbiamo prenderlo con leggerezza. E’ molto pericoloso- iniziò Sara appena finì di raccontare.
-E anche questo signor Darcy. Ho sempre pensato avesse una brutta faccia. Il mio sesto senso aveva ragione- continuò Diggle.
- Devo andare da Thea. E’ in pericolo e la devo proteggere. Se vuoi do un’occhiata anche a Moira- disse Roy rivolgendosi a Oliver. Quest’ultimo gli fece un cenno d’assenso e lo lasciò andare.
-Le nostre famiglie sono in pericolo, dobbiamo restare uniti e fare in modo che Slade sia davvero morto- disse Oliver. Dopodichè si avvicinò a Felicity e le sussurrò: -Ora devo andare. Dopo parliamo, non andare via okay?- e uscì insieme a Sara. Lei li seguì con lo sguardo fino a che sparirono.
-So che dovevo parlarvene prima, mi dispiace John- disse all’unico uomo rimasto nella fonderia.
-Non importa Felicity, l’importante è che stai bene. Ora dobbiamo risolvere questo problema, e grazie a te siamo un passo avanti. Sappiamo dove si nasconde e sappiamo chi è il suo complice- la rassicurò Diggle, regalandole un sorriso.
-A proposito del complice, che dici se provo a uscire di nuovo con William e cerco di scoprire qualcosa? Non so, potrebbe essere utile-
-No no, prima di tutto è meglio che in questa faccenda tu stia alla larga, per quanto ora sia possibile. E poi Oliver non te lo lascerebbe mai fare e gli darei ragione- fece per andare via quando si girò e con uno sguardo malizioso se ne uscì con:- A proposito, mi sono perso qualcosa? Quando siamo scesi, voi due eravate particolarmente vicini e intimi. Mi domandavo se fosse successo qualcosa, non so..-
-John!- esclamò lei ridiventando rossa e capendo che lui sapeva aggiunse: -Diciamo che … ci siamo baciati. Non so come sia successo, forse troppa frustrazione-
-A mio parere siete sempre stati tanto frustati e ciechi per non accorgervi che vi piacete e anche tanto- le fece un occhiolino e la lasciò sola.
Era riuscita a dire la verità, a liberarsi di quell’enorme peso e addirittura come ricompensa era stata baciata da Oliver. Non un normale giorno, insomma. Anche se ultimamente con tutti questi problemi, non ce ne erano stati di giorni tanto normali.
Intanto Oliver era uscito con Sara, entrambi diretti verso casa del Detective Lance. Là speravano di trovare anche Laurel.
-Felicity ha rischiato molto, rischiando di andare da sola nel covo del nemico-iniziò Sara.
-Si, infatti- fece Oliver, che solo a ripensarci, diventava furioso.
-E tu odi vederla in pericolo eh?- disse Sara facendogli un sorrisetto complice.
-Cosa intendi?- chiese indagatore lui.
- Sai benissimo di cosa parlo. Ho sempre notato, da quando spno tornata, il modo in cui la guardi. Sei preso da lei ma siccome è così pura e fragile non vuoi stare con lei per non metterla in pericolo, più di quanto non lo sia già. Non preoccuparti, non faccio la fidanzata gelosa. Ho sempre saputo che dopo quello che è successo nell’isola sarebbe impossibile ricominciare daccapo. Facciamo un ottima squadra ma non sono io la compagna che devi avere accanto.- Dopo questa rivelazione Oliver la guardò meravigliato.
-Non dirmi che si nota così tanto? Per ora non posso stare con lei. E’ troppo rischioso. Un conto è lavorare insieme, un altro è stare insieme. Soprattutto ora che è tornato Slade, la devo proteggere- spiegò lui.
-Certo, e ti capisco. Solo, non allontanarla. Anche se credo che non ci stai riuscendo molto, visto che vi siete appena baciati- disse lei.
-Cosa? Ci hai visti?- chiese Oliver, leggermente arrossato.
-Si! Tranquillo, Roy e Diggle non vi hanno visti. Io ho la vista da falco e ho fatto in tempo a beccarvi- e rise.
- Bene, per ora vorrei che nessun’altro lo sappia- e arrivarono davanti casa di Lance. – Speriamo che tuo padre sia in casa, dobbiamo avvertirlo di stare attento.-
Mascherati da Arrow e Black Canary avvertirono il Detective Lance, spiegandogli solamente che Slade si voleva vendicare di Sara e non di Arrow aka Oliver Queen. Laurel non era con lui, così Sara decise di andare da lei e con una qualsiasi scusa, cercare di farla stare nella casa del padre, di modo tale da controllarli entrambi.
Oliver si diresse a casa della madre. Aveva litigato duramente con lei, era ovvio dopo quello che aveva scoperto sul suo segreto. Gli faceva più male che non gli avesse detto la verità, avendo scoperto tutto grazie a Felicity, piuttosto che il segreto stesso. Non gli importava che Merlin fosse il padre biologico di Thea. Lei sarebbe stata sempre sua sorella. Si aspettava di trovarci anche quest’ultima e Roy nella villa Queen e infatti i due erano in camera di Thea.
-Come mai qui Oliver?- chiese la madre, meravigliata di vederlo lì.
-Sono passato a vedere se era tutto apposto- spiegò lui. Quando aveva saputo che la loro casa era piena di telecamere nascoste non ci aveva quasi creduto. Ma ne adocchiò una, molto nascosta, che dava all’entrata della casa. Avrebbe preferito fare uscire la madre da lì ma con quale scusa? “ Mamma, Slade Wilson ha telecamera nascoste per tutta la casa per tenerci sempre d’occhio. Chi è? Oh nessuno, un vecchio amico che mi incolpa della morte di una ragazza, sull’isola. Ah e non ti preoccupare, me ne occuperò io. Sono il Vigilante”. No, non era una buona idea. Fortunatamente scese Thea con Roy; quest’ultimo gli fece un cenno come a dire “ stai tranquillo, le controllo io. Se mi arrabbio Slade fa una brutta fine”, il che poteva essere vero se non fosse che anche Slade aveva la Mirakuru in circolo e da molto più tempo. Cercò di tranquillizzarsi e si diresse a casa di Felicity. Ci era stato solo un paio di volte. Forse avrebbe trovato Diggle ma non fu così. Era felice,tuttavia, di trovarla sola, dovevano parlare. Molto presto avrebbe dovuto affrontare Slade, e al ricordo del loro ultimo scontro, si preparava a combattere fino alla morte. Sara aveva ragione. Non doveva allontanarla.
-Sei sola?- gli chiese lui, avvicinandosi furtivamente e facendola sobbalzare.
-Oliver! Non ti avevo sentito entrare! Dove sei stato?-
-Scusami, non volevo spaventarti. Un giro, dai Lance, mia madre e Thea. Stanno tutti in buone mani, per l’evenienza- disse lui, cercando anche di convincere sé stesso .
-Si, in buone mani- annuì lei.- Allora cosa vuoi fare? Sappiamo dove è Slade, anche se non penso sia l’unico luogo dove si possa nascondere-
-Era quello che pensavo anche io. Sara e io pensavamo che sarebbe meglio se domani sera andassimo lì per affrontarlo. E’ inutile continuare a non fare nulla. Prima ci muoviamo, prima lo sconfiggiamo. Almeno lo spero- disse Oliver cupamente.
-Oliver è rischioso. Dovreste portare anche Roy. E’ sicuramente un braccio in più su cui contare e forte come lui. Non voglio perderti- disse lei, guardandolo dritto negli occhi.
-Non mi perderai. Te l’ho promesso tempo fa. E.. a proposito del bacio.. io ecco.. credo che sia meglio dimenticarlo- quelle parole gli facevano male solo a pronunciarle.
-Dimenticare? Come? No, Oliver spiegamelo perché da quando ci siamo baciati io non ho fatto altro pensarci-
-Felicity non è ora il momento. Se ne uscirò vivo da tutto questo, forse riusciremo a provare a stare insieme ma ora..-
-Hai appena detto che vuoi stare con me?- chiese lei stupefatta.
-Perché così sorpresa? Felicity dal primo istante in cui ti ho vista nell’IT Department, si è accesa una luce dentro di me. Tu mi rendi vivo, mi fai essere un’altra persona, solo grazie a te.-
A questa dichiarazione Felicity lo prese e lo baciò. Aveva preso coraggio, tutte le emozioni che le aveva fatto provare erano esplose con la sola voglia di baciarlo di nuovo e di non fermarsi a quello.
 
 
 
Salve! Scusatemi per il ritardo, ieri non ho avuto proprio il tempo, tra compiti e il trend “We Want Olicity Back”. Trend perfetto direi. Io ho appena visto la puntata e mi è piaciuta molto! Questa mia storia è un tantino diversa ma alcune cose le ho quasi predette! Le telecamere in casa Queen le avevo messe nel capitolo pubblicato il giorno stesso in cui poi, la sera, è uscita la puntata con Slade e le sue telecamere! Che indovina che sono! Ahahah Comunque spero che vi sia piaciuto il capitolo e alla prossima settimana! Un bacione e ditemi cosa ne pensate ^.^

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