Destino Scritto, Ma sulla sabbia di amelia_6 (/viewuser.php?uid=220549)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della Favola ***
Capitolo 2: *** un momento come tanti, la favola continua ***
Capitolo 3: *** Tutti si preparano ***
Capitolo 4: *** La grande festa ***
Capitolo 5: *** Uno strano cambiamento ***
Capitolo 6: *** Misteri e segreti di famiglia ***
Capitolo 7: *** Flash Back, una storia che parte dal passato ***
Capitolo 8: *** Flash back, Amore e Destino ***
Capitolo 9: *** il ritorno al paese ***
Capitolo 10: *** La promessa ***
Capitolo 1 *** L'inizio della Favola ***
<
capitolo 1 - Nvu
- PRIMA
PARTE: AMORI E MISTERI
- Capitolo
1: l’inizio di una
Favola
-
- Siamo all’inizio del 1700 per
esattezza nel 1712 in un paesino, anzi in un Regno tra Italia e Francia
che si
chiama Ginelli. Una ragazza come tante portava un nome che sarebbe
diventato
una leggenda: ella si chiamava Amelia. Amelia non era ricca
viveva in una casetta che divideva con la famiglia: il padre,
Alexander, la madre, Alena, i sui 2 fratelli, Luca e Giuseppe e sua
sorella Annalisa.
- Nelle strade di Ginelli la
povertà viveva sovrana mentre alla corte del re si viveva
bene e senza dover
faticare per portare a casa un pezzo di pane. «Amelia, per
favore va a vedere
se trovi lavoro dal panettiere o dalla sarta» chiese un uomo
vicino alla
finestra, era alto capelli brizzolati sguardo dolce e severo, aveva le
braccia
robuste e vestiva sempre con una camicia bianca e dei pantaloni mezzi
rotti
marroni; «si padre» rispose una giovane, molto
bella, aveva i capelli legati in
una treccia D’oro il fisico magro e gli occhi dolci e
Determinati, che secondo
la Madre aveva preso dal padre, vestiva in un vestito Rosso fuoco.
«Alexander,
vai anche tu lo sai che non ce molta gente apposto in questo
quartiere» disse
una donna bella tanto quanto la ragazza ma molto più vecchia
anche lei con un
vestito ma Blu come gli occhi «Alena, lo sai io ora devo
andare dalle Bestie e
poi a portare il latte e i formaggi e vedere se riesco a pagare le
tasse»
rispose l’uomo con fare severo verso la moglie «lo
so, lo so, ma non credi che
sia pericoloso e poi io non posso, devo fare anche io delle commissioni
per
tirare su qualche centesimo; approposito Giuseppe sbrigati e vai dal
falegname
se no non ti dà il lavoro» disse in risposta la
saggia donna «Arrivo
madre…» rispose un uomo molto bello, aveva anche
egli dei bei occhi dolci e sicuri un fisico muscoloso e portava gli
stessi abiti del padre.
- «io vado …» disse Amelia
rivolta alla famiglia e preso un mantello con cappuccio uscì
dall'uscio. La
strada sporca e mal ridotta faceva inciampare chiunque non stesse
attento così
la giovane prestando molta attenzione iniziò a camminare
andò come suggeritole
dal padre dal panettiere che rifiutò, dalla sarta che
rifiutò anche lei e
infine in un negozietto ma anche qui non vi era lavoro per la bella
Amelia.
Stava camminando e contemporaneamente mandando maledizioni,tante quante
ne poteva, alla famiglia reale e
ai nobili ma ad un certo punto urtò un
uomo, «Signorina un po’ di attenzione»
disse un uomo molto bello che aveva dei
capelli castano chiaro gl’occhi verdi e vestito molto bene
«mi scusi ma lei è in mezzo strada»
disse Amelia con
fare sicuro «io, io sarei in mezzo strada!» disse
l’uomo «sì, voi ricchi vi
credete i padroni del mondo ma ci siamo anche noi» disse la
ragazza che di
fegato ne aveva anche troppo «devo dire che hai del fegato,
ma come mai una
bella ragazza come voi gira in dei quartieri
così?» disse il giovane con un
ghigno tra il buono e il cattivo «cerco lavoro, dovete sapere
che non tutti sono
ricchi e alcuni si devono dar da fare se vogliono vivere, ma purtroppo
tutti
sono poveri e di lavoro non ce ne!» disse la determinata
fanciulla «uhm, devo
dire che ne avete di fiato nei polmoni e anche una lingua lunga ma mi
stai
simpatica e poi ti ho urtato mi spiace, per farmi perdonare potrei
chiedervi di
venire a lavorare da me?» disse lui ora con fare dolce verso
la giovane «dovete
parlare con mio padre è lui che decide!» rispose
Amelia con fare calmo e
peccato «allora, portatemi da lui»
riabbatte il nobile «seguitemi» disse
e
poi si diresse verso la casa paterna. arrivata entrò, fece
accomodare l’ospite
e chiamò il padre «Amelia, dimmi hai buone
notizie?» chiese il padre che
speranzoso rivolse alla figlia un dolce sorriso
«bhè, per strada mi sono messa
a discutere con un uomo e siccome alla fine avevo ragione mi ha offerto
un
lavoro presso di lui, credo sia un nobile molto ricco dai vestiti che
porta»
disse Amelia molto sicura di se «quante volte ti devo dire
che hai la lingua
troppo lunga, ma comunque chi è costui?» disse il
padre un po’ adirato «l’uomo
che è in cucina» rispose la ragazza alla domanda
del padre «Amelia, sai chi è
l’uomo con cui tu hai discusso?» chiese il padre
agitato «no, mi spiace, lo
dovrei conoscere?» chiese Amelia preoccupata «direi
di sì, dato che è il
principe erede al trono!» disse l’uomo sempre
più agitato «oh mio dio, che
faccio adesso..?» disse la ragazza che aveva i sudori freddi
«lascia fare a me»
disse Alexander che si avviò verso la cucina.
«è un onore avere nella mia umile
dimora sua altezza, ditemi mia figlia a fatto qualcosa che non
gradiva?» chiese
l’uomo che anche se non lo poteva vedere come Nobile cercava
di fare bel viso a
cattivo gioco «oh no signore, anzi vostra figlia è
molto determinata e vorrei
offrirle di lavorare presso la corte, sicuramente non si
farà mettere i piedi
in testa» disse il principe divertito «è
molto gentile» disse il padre di
Amelia «si figuri, volevo dirle che per i servigi
riceverà 5 monete d’oro alla
settimana e se fa un buon lavoro alla fine del mese le saranno date
altre 5
monete d’oro» disse il ragazzo
«cosa… » disse Alexander incredulo
«è troppo
poco» rispose il principe che non conosceva la
povertà della maggior parte dei
cittadini «scherza è anche troppo, io come umile
agricoltore prendo due monete
d’argento al mese» disse l’uomo con fare
spaesato «non sapevo che il popolo
fosse così in crisi forse è meglio che i miei
genitori lo sappiano i nobili di
palazzo dicono che va tutto bene» rispose il principe anche
lui spaesato «non
capisco» disse il padre di Amelia rivolto al principe
«non si preoccupi,
comunque le va bene il mio accordo?» disse Louis (pronuncia:
Luì) –così si
chiamava il principe- «ma certo, anzi vi ringrazio e mi scuso
se mia figlia non
vi è stata cortese» disse Alexander «si
figuri, io preferisco le donne e in
generale le persone che dicono la verità come stà
è per questo che ammiro sua
figlia!» rispose il principe «molte grazie, altezza!»
disse la madre della giovane « io sono Alena, Alexander non
ti
presenti?» continuò «si mi scusi, io
sono Alexander» disse l’uomo
rimproverato dalla moglie «Louis» disse il principe.
- Dopo aver bevuto il the
offertogli dalla famiglia di Amelia il principe chiamò la
sua carrozza dove
fece salire Amelia e di seguito lui. Avevano iniziato a viaggiare da
almeno
mezz’oretta quando la carrozza si fermò facendo
cadere in avanti la fanciulla
che prontamente venne presa dal principe, «ma che succede,
cocchiere?» disse il
giovane «scusi altezza ma c’è un ragazzo
in mezzo alla strada e non vuole muoversi!» disse il
cocchiere a Louis, che
sceso dalla carrozza vide il ragazzo, Amelia curiosa scese anche lei
dalla carrozza e
visto il ragazzo urlò «LUCA»,
«lo conoscete?» chiese curioso il principe
«ma
certo è mio fratello minore!» disse la ragazza
rivolta al giovane «Amelia, che ci fai su questa
carrozza?»
chiese il piccolo che aveva circa una decina di anni. «venite
su! Chiederò se potrete diventare un aiutante dei
soldati!» disse il principe
intenerito dalla scena che si stava svolgendo sotto i suoi occhi;
infatti,
Amelia andò verso il fratello per cercare di spostarlo e
spiegargli che quello
era il principe e le aveva offerto un lavoro presso il palazzo!
«cosa ma
davvero!» dissero fratello e sorella contemporaneamente ma
che fu subito
completato da un «molte grazie altezza» di una
Amelia in lacrime!
- La carrozza arrivò al palazzo
reale e venne subito presa d’assalto da due servitori uno
incaricato di aprire
gli sportelli delle carrozze e accompagnarli dove era necessario,
l’altro che
cercava disperato il principe «altezza ma chi sono questi due
ragazzi? Dove
siete stato? Vostra madre mi farà tagliare la testa se avete
solo un graffio!»
disse il secondo servitore «non ti preoccupare Alen, caro
amico nemmeno oggi
perderete la testa per mano di mia madre! Hahahaahah» disse
Louis che ormai
aveva molto confidenza con l’uomo «sempre molto
simpatico principe ma chi sono
questi ragazzi?» chiese nuovamente Alen«due
giovani che cercano lavoro, non mi avevi detto che ti serviva qualcuno
che stesse
dietro ai soldati della guardia reale?» chiese il ragazzo con
fare convincente «si,
ma avrà solo una decina di anni!»,
«ma…» rispose il ragazzo «ok
però dovete
dirlo ai vostri genitori, mentre la ragazza può essere una
cameriera??!» chiese
il maggiordomo «ottima
idea ma presentiamoli a mamma e papà questa ragazza deve
dire loro qual cosa…»
disse Louis «oh oh, ne vedremmo di tutti i colori»
pensò il saggio Alen.
- ******************angolo
autrice****************
- Allora è la mia prima ff
originale spero che vi piaccia per i nomi mi spiace se sembreranno un
po’
recenti ma non sono vissuta nel 1700 per saper come si chiamano dei
personaggi
di un paese inesistente! e poi sono sempre quelli :) volevo mettere un
qualcosa di più particolare! spero che recensirete vi
aspetto!
- P.S:
accetto anche delle critiche!
revisionato il 1
dicembre 2013
|
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Capitolo 2 *** un momento come tanti, la favola continua ***
capitolo 2 - Nvu
Un
momento come tanti, la favola continua
Nei
giardini del palazzo reale una donna e un uomo passeggiavano
tranquillamente, lui alto un po’ grosso, capelli brizzolati e
occhi verdi
portava ricchi abiti, la donna anche lei ben vestita aveva dei capelli
castano
chiaro come gli occhi. Un servitore si avvicinò e
inchinatosi disse loro «vostro
figlio è arrivato e vi attende nella sala del trono con
degli ospiti e Alen»
dopo di che si avviò verso il palazzo seguito dai regnanti.
Arrivata nella sala
principale Elisabeth e Josef (così si chiamavano i due
sovrani) videro i due
ragazzi che erano vestiti con abiti umili e semplici, Louis e Alen.
«Salve,
come posso esservi di aiuto» disse la regina
«vedete madre loro sono fratello e
sorella i loro nomi sono Luca e Amelia sono del paese, la ragazza
cercava
lavoro e io vorrei, o meglio, gli ho offerto di lavorare presso il
castello
mentre il ragazzo era in mezzo strava credevo volesse farsi prendere
sotto ma
poi mi ha detto che lo faceva solo per cercare qualcuno che gli
offrisse lavoro
e per antipatia verso i nobili. dopo ho scoperto che era il fratello
minore di
Amelia lo preso su ricordando che Alen aveva bisogno di
aiuto» disse il
principe con calma ai genitori finche i due ragazzi si inchinarono di
fronte ai
sovrani «alzatevi pure, mi puoi spiegare cosa ti ha colpito
di questa ragazza?»
disse Josef guardando la giovane «vedete padre mi ha colpito
il suo fare sicuro
e il suo fegato, il popolo è povero e il lavoro è
poco. Tutto questo lo so
perché finche camminavo per le vie del paese una ragazza mi
urta o meglio io
urto lei o_O e parlando critica la nobiltà! Per il loro modo
di vivere nonostante
io ne facessi parte» rispose il principe con il fare di uno
che deve difendersi
in un processo da accuse molto pesanti «capisco»
disse Elisabeth «ma potrei
sapere anche la vostra versione cara» «quello che
ha detto il principe è vero,
non sapevo chi fosse ed ero arrabbiata perché non trovavo
lavoro così gli ho
detto tutto quello che mi passava per la testa senza, riflettere ma mi
sa che
ho fatto ben!» rispose Amelia che dopo lo stupore iniziale
aveva riacquistato
la sicurezza che la caratterizzava «devo dire che avevi
ragione Louis ha
proprio un bel caratterino! Elisabeth perché non te la
prendi come Dama di
compagnia sicuramente non ti annoierai» disse il re
ridacchiando e rivolgendosi
alla moglie «che bell’idea» rispose disse
invece lei «ma io non sono nobile e
non potrei mai» disse Amelia stupita «no vi
sbagliate voi siete nobile di animo
e avete avuto il coraggio di dire le cose come stanno, non
preoccupandovi dei
vostri interlocutori» rispose il saggio re «portate
questa fanciulla nella
camera vicino alla mia e prendete le misure per gli abiti»
disse la regina «grazie
mille» rispose la giovane.
Amelia fu
portata in
una bellissima stanza dove delle cameriere presero le misure per
l’abito e le
dettero intanto un abito per rammendare il suo vestito e fargli
ritrovare la
bellezza di un tempo. Ne l mentre videro un ciondolo «no vi
prego questo
ciondolo è l’unica cosa che vi chiedo di non
toccare ci sono molto legata me la
dato un’amica di mia nonna quando ero piccola prima che
morisse» Amelia aveva
fatto prevalere nuovamente il suo spirito forte e determinato e le
ancelle
inchinate le porsero uno scrignetto «potete metterlo qui
nessuno ve lo
toccherà, mademoiselle» dissero e poi riverendo,
si allontanarono dalla stanza
lasciando sola la fanciulla.
Luca rimasto nella
grande sala fu preso da Alen che gli
spiegò cosa avrebbe dovuto fare per un bimbo di 10 anni
sembrava troppo ma il
simpatico uomo lo avrebbe aiutato. Intanto la famiglia reale
iniziò a parlare «devo
dire che la ragazza è davvero un bel tipetto»
disse Josef «dovete sapere padre
che quando l’ho incontrata era ancora peggio»
rispose il principe un po’
divertito «ma questo è un bel pregio miei cari
uomini» disse con fare
stuzzicante la regina e il marito capendo la battuta ribatte
«si è vero!
pensandoci bisogna fare in modo che il popolo riacquisti fiducia in
noi!» disse
ora con fare autorevole. Intanto Amelia preso il coraggio a 2 mani si
diresse
nuovamente verso la sala principale ove vi erano i regnanti e il
principe «incantevole,
devo proprio dire che siete molto bella» disse il principe
non facendo mancare
la sorpresa e il padre pienamente d’accordo fu subito
pugnalato dalla moglie «si
è vero siete molto bella, ma mio caro Re voi siete troppo
vecchio per la
fanciulla» rispose la regina «non avrei mai
immaginato che la famiglia reale
fosse così … semplice …»
disse Amelia ridacchiando ma stando attenta a non
essere irrispettosa «avete ragione qui la vita è
più semplice di quello che ci
si dipinge» disse Josef «Amelia vi dispiacerebbe
accompagnarmi nei giardini a
prendere del the» chiese Elisabeth per non uccidere il Marito
che continuava ad
ammirare la giovane «ma certo, altezza» rispose
«chiamatemi pure Elisabeth,
quando siamo in confidenza non ho mai sopportato che mi chiamino per
titolo» disse
la semplice regina «ma certo» rispose la ragazza e
insieme si diressero verso i
giardini dove vi era un padiglione con un tavolo e delle comode
poltrone. «messie
vi prego portate due the» disse la regina «ma certo
vostra altezza» rispose
l’uomo, «posso chiedervi una cosa Altezza, scusate
Elisabeth» chiese Amelia «ma
certamente, ditemi pure» rispose la Donna «come mai
non uscite dal palazzo?» «i
nobili dicono che sia troppo pericoloso e che non vi è
motivo, ma dopo quello
che mi avete raccontato non ne sono più così
sicura» rispose Elisabeth «capisco
se posso esservi di aiuto potete chiedere sono sicura che la gente non
vi è
vicina perché voi non siete vicino a lei» rispose
con fare educato Amelia «avete
ragione credo che organizzerò una sfilata in modo da
avvicinarmi al popolo e
vedere il vero volto di questo regno» disse la Regina
contenta che la giovane
le rivolgesse delle critiche e non delle adulazioni che ormai sapeva
non erano
reali. Dopo un po’ il the arrivò e le due donne
continuarono a parlare; venne
fuori che la giovane Amelia sapeva leggere e scrivere e che aveva un
diario
dove vi annotava tutto, la regina allora le chiese di leggerle le
leggende del
paese.
La sera
arrivò e la famiglia reale in compagnia di Amelia,
Luca e Alen cenarono per poi dirigersi verso le camere, dove Amelia,
preso il
Diario, scrisse la data di quel giorno e gli avvenimenti, sottolineando
una frase “ un momento unico per
me ma che spero sia uno come i tanti che da adesso vivrò
“ finito di scrivere
spense la candela e dormì.
*********************
angolo autrice ***********************
Allora vi piace la
storia spero di sì, se dovete tirarmi dei pomodori fatelo
subito magari miglioro! A presto e recensite ve ne prego!
Amelia_6
revisionato il 1
dicembre 2013
|
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Capitolo 3 *** Tutti si preparano ***
capitolo 3 - Nvu
Tutti si preparano
Era
mattina, Amelia era sdraiata sul suo letto, era abituata
a svegliarsi presto per aiutare nelle faccende e quindi non sapeva cosa
fare,
guardava costantemente l’orologio, ma il tempo non passava
5.00 – 5.05 – 5.10 e
così si alzò prese una scatola dal
comò, quella che aveva preso prima di andar
via, la aprì e prese fuori un oggetto, era piccolo in
metallo e ritraeva una
bellissima principessa dai lunghi capelli che danzava con il suo
principe;
l’aveva trovata nella neve, aveva chiesto in giro ma non era
di nessuno e così
la tenne. Prese in mano la statuetta insieme al suo diario e allo
scrignetto
dove c'era la sua catenina.
Si
rimise nel letto, aprì il portagioie rosso decorato con
fili d’oro e mise vicino al ciondolo a forma di cuore la
statuetta e poi pose
lo scrignetto sul comodino; dopodiche aprì il suo diario e
si mise a leggere
partiva dal giorno del suo undicesimo compleanno vi aggiungeva
continuamente
delle note ma non riusciva comunque a finirlo! Il tempo finalmente
stava
passando, quando finì di leggere erano le 7.30, si
ricordò che alle otto doveva
essere dalla regina così si alzò e si
preparò alle 7.50 entrò nelle cucine dove
si fece dare il vassoio con: the e biscotti da portare alla regina.
Alle 8 in
punto bussò alla porta della camera reale e dopo di che vi
entrò. «buon giorno
altezza» disse aprendo le tende «buon giorno a voi
Amelia, puntuale come un
orologio» disse Elisabeth sistemandosi sul letto
«ma certo oggi avete il
ricevimento con i nobili dopo con artigiani, fiorai e con la Sarta per
l’abito»
disse con fare tranquillo, finche porgeva la colazione alla sovrana,
che
sbalordita disse: «cavolo che buona memoria, devo
riconoscerlo» «vi ringrazio
maestà, uhm Elisabeth, che abito volete indossare oggi?
» rispose la ragazza «preparatemi
pure quello verde smeraldo con i risvolti color Argento ed insieme
prendete il
collier di perle» disse la regina «va
bene» rispose con un inchino
Un’ora
dopo Amelia ed Elisabeth uscirono dalla stanza e si
diressero nella stanza del trono dove vi era il re ed il principe che
le
aspettavano «finalmente Elisabeth» disse il re
impaziente «io vado con calma e
poi non sono in ritardo sono le 9 gli ospiti arrivano fra 15
minuti» rispose
adirata Elisabeth verso il Marito «non è che sia
colpa vostra Amelia, cara» rispose
invece il principe divertito, che adorava mettere la ragazza alle
strette « io
state scherzando altezza? Io faccio solo il mio dovere» disse
la giovane «mio
caro Louis hai trovato pane per i tuoi denti » disse la
sovrana non trattenendo
la risata. «Sire, maestà gli ospiti sono
qui» disse la voce di Alen che veniva
incontro alla famiglia reale ed Amelia «va bene molte
grazie» gli rispose Josef
«maestà io vado ad aiutare le cameriere che stanno
pulendo le vostre stanze se
aveste bisogno mandatemi a chiamare sarò subito da
voi» disse Amelia «no, no
mia cara mademoiselle voi venite con me» disse la regina che
voleva accanto la
giovane «ma altezza io non son certo nobile»
rispose «ma siete la mia dama di
compagnia e mia grande Amica, ormai, venite su forza» disse
invece la regina «vi
ringrazio» rispose semplicemente «forza
andiamo» ribatté il re. La riunione
durò tre ore, si parlò del problema della
povertà del popolo, del potere
prepotente dei nobili ed infine della festa che si sarebbe tenuta per
la
ricorrenza della fondazione del Regno che risaliva al 1400.
Dovete
sapere che questo regno a origine nel 1400 quando una
famiglia “i Merelli” riunì sotto una
Monarchia assoluta i paesi confinanti tra
Francia e Italia. La famiglia ben voluta dal popolo portò
avanti il regno nei
secoli fino ad oggi o meglio fino al 1700, secolo dove sono ambientate
le
nostre vicende.
Finita
la riunione e congedati gli ospiti si pranzò tutti insieme.
Nel pomeriggio arrivarono Artigiani, fiorai, pasticcieri e cuochi,
gioiellieri
e sarte. Per non far diventare la sala del trono, come la piazza di un
mercato
il Re decise di dare ad ognuno una lista di quello che bisognava fare,
era
uguale per tutti e si divideva in 2 categorie, ecco come era
strutturata:
Quando
fu data la lista, tutti si misero all’opera; intanto
nelle strade del paese la gente metteva ghirlande di fiori sulle case
ripuliva
le strade e si preparava per la festa tutti erano stati invitati
davanti al
palazzo reale con i nobili per festeggiare; chi invece era in un altro
paese,
nelle campagne o comunque lontano dal castello reale si riuniva nei
palazzi dei
nobili che svolgevano il compito di organizzare la vita al posto dei
sovrani (i
nostri sindaci). La sera sarebbe arrivata presto e tutti non
aspettavano l’ora,
sopprattutto per alcune persone, perché sapevano che durante
la festa sarebbe
successo qualcosa che avrebbe cambiato tutto!
- *********************angolo
autrice ***********************
- Allora siete riusciti a capire perché proprio
questi colori:
rosso, bianco, blu e verde?
- Avete capito quello che succederà? Secondo me
sì!
- Secondo voi com’è questa storia? vi
prego recensite!
- La vostra Amelia_6
|
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Capitolo 4 *** La grande festa ***
capitolo 4 -Nvu
Autrice:
Piccoli colpi di scena in questo capitolo, sembra presto ma siamo
solo all’inizio, continuate a leggere e recensire.
La grande festa
Quando
tutti, ebbero terminato il loro lavoro, lasciarono il castello per
andarsi a preparare. Il giardino della reggia era incantevole, era
stato
addobbato come richiesto, le pietanze, la torta e lo champagne, erano
disposti
ad arte sui meravigliosi tavoli di legno. Nel castello principale
intanto la
famiglia reale e Amelia si stavano preparando per la serata,
«altezza, devo
venire ad aiutarvi o prima mi cambio?» chiese con gentilezza
Amelia «non vi
preoccupate chiedo alle cameriere, voi andatevi pure a
preparare!» rispose con
altrettanta gentilezza la sovrana «va bene» rispose
semplicemente la ragazza;
così dicendo si diresse ai suoi appartamenti seguita dalla
famiglia reale che
andava nei propri, * allora questo è l’abito che
è stato fatto per me, ma è
incantevole … va bene questo è il corpetto uhm si
chiude davanti ancora meglio,
e questo invece è l’abito vero e proprio
incantevole, ecco eh ci sono riuscita,
ottimo lavoro! Ma o no e questo da dove salta fuori ah no ecco si mette
così,
sarà pur bello ma accidenti è complicato
metterselo da solo * pensava Amelia
finche si cambiava ma ad un certo punto senti: TOC, TOC
«avanti» disse con
garbo «mademoiselle, mi manda la regina per
aiutarvi» disse la cameriera «molto
gentile, ma ho appena terminato di mettermi il vestito, anche se
c’è qualcosa
che non va! Ottima idea grazie» disse parlando
tranquillamente «siete molto
simpatica, aspettate, vi aiuto» rispose ridendo
l’ancella «grazie» si limitò a
dire la ragazza. Contemporaneamente un'altra ancella assisteva la
regina,
mentre due camerieri assistevano il re e il principe.
La
cerimonia sarebbe iniziata un’ora dopo e Amelia terminato di
sistemarsi acconciatura, vestito e gioielli, andò nella
stanza di Elisabeth
dove vi erano anche il re e il principe TOC, TOC
«avanti» disse un coro di voci
«permesso, sono Amelia» «venite pure
avanti» le rispose la sovrana
«incantevole»
commentò il re, sempre pronto a fare dei complimenti alla
giovane «difficile
per me dirlo ma siete davvero incantevole»
sottolineò Louis «deve essere così
perché voi me lo diciate» disse con ironia la
giovane «unici, siete davvero
unici» dissero il re e la regina ai due che non perdevano
occasione per
bisticciare. Le nove erano arrivate e, tutti: nobili, clero, gli
abitanti dei
paesi vicini alla reggia, schiavi e servitori; erano lì
pronti ad accogliere la
famiglia reale, le grandi porte si aprirono facendo vedere la
meravigliosa
scalinata illuminata, ed ecco 4 persone che scendono le scale, il re e
la regna
seguiti da Amelia ed il principe Louis, tutti erano in silenzio e
quando giunsero
ai piedi della scala, il re iniziò a fare il discorso:
«cari
cittadini, ricchi e poveri, oggi è un giorno
importantissimo,
infatti, si celebra la nascita di questo stato monarchico so che questo
periodo
non è dei più belli ma spero, di migliorare la
vita, in tempi brevi. Oggi però
è un giorno di festa per cui non parliamo di questo! QMa con questo discorso
però mi serviva per
presentarvi una persona che ci ha aiutato nel capire i bisogni della
gente ed
ha portato anche molta allegria nel palazzo, vi presento Mademoiselle
Amelia
Dama personale di mia Maglie la regina Elisabetta o come tutti noi la
chiamiamo
Elisabeth; venite pure avanti cara Amelia»,
«grazie, sire» disse Amelia «grazie
a voi, E ORA SI DIA INIZIO ALLA FESTA» Il quartetto di archi
partì le dame
invitate dai caviglieri andarono a ballare alcuni si soffermarono a
mangiare
qualche prelibatezza o assaggiare il vino offerto, tutto andava come
previsto e
tutti si stavano divertendo, i padroni che ballavano con gli schiavi
loro o
altrui. Intanto, in un angolino Amelia aveva intravisto la Famiglia e
gli andò
loro incontro, «Padre, Madre, frattellone,
sorellina» esclamò Amelia «ciao
sorellina, eh eh tu si che conquisti tutti, vero?» disse
scherzoso il fratello «ma
certo che sì» ribatè Amelia che non si
faceva mettere in ridicolo dal fratello,
«sei bellissima» dissero invece i genitori che
furono subito ringraziati dalla
giovane, ma finche ella parlava si avvicinò un uomo e con
garbo le chiese «mademoiselle,
posso avere l’onore di questo ballo?» Amelia si
girò e vide il principe con la
mano tesa e lo sguardo dolce «ma certo» rispose lei
e così datagli la mano,
iniziarono a ballare. Il tempo passava e anche la serata, la regina si
stava
intrattenendo con vecchie amiche e Amelia finì per ballare
tutto il tempo con
il principe facendo crescere l’ira di molte signorine che
aspettavano quel
ballo da quando era terminato quello dell’anno precedente, ma
a lui interessava
solo la giovane davanti a lui e dopo 3/4 della serata prese un
po’ di coraggio
e portò Amelia lontano da tutti «dove mi
portate» disse con cattiveria la
ragazza «non vi preoccupate in un posto
meraviglioso» oltrepassarono i giardini
e si imbucarono dietro una siepe, dopo poco però si
ritrovarono in un posto
meraviglioso tutto in torno solo alberi al centro un laghetto
illuminato dalla
luna piena «è stupendo»
esclamò Amelia «è vero, ci vengo sempre
quando devo
pensare» disse il principe «e
a cosa pensate?» chiese con un po’ di ironia
«uhm tutto e niente» «che
risposta è mai questa?» «la
mia» rispose Louis facendo ridere la giovane e lui.
Il tempo in quel paradiso sembrava non trascorrere mai, quando ad un
momento
che sembrò eterno il principe si avvicinò prese
il viso di Amelia con la mano e
le diede un bacio, di quelli lunghi e romantici, Amelia voleva
ritirarsi ma
quel bacio l’aveva conquistata. Dopo
un’eternità o forse un secondo i due si
staccarono la ragazza sospirò il nome del principe e poi
subito il titolo, ma
lui fece segno di no e aiutandola ad alzarsi si avviarono. Elisabetta
intanto
si era preoccupata, perché non vedeva Amelia, ma fu subito
tranquillizzata
quando la vide insieme al figlio * è … cosa ci
fanno quei due insieme e per di
più non bisticciano, a no ecco hanno iniziato ehh, che bella
coppia* pensò la
regna che era felice di vederli insieme. La festa era quasi terminata
ed il re
diede il via a meravigliosi fuochi d’artificio, che partirono
ed illuminando il
cielo e la serata! La serata si era conclusa e tutti iniziarono ad
avviarsi;
infatti, moltissime carrozze partirono dalla reggia, il re e la regina
si
avvicinarono alla famiglia di Amelia e offrì loro
ospitalità che fu accettata per
rimanere accanto ancora per un po’ ai figli. Amelia fece fare
il giro del
palazzo ai suoi genitori e fece vedere loro le stanze dove accomodarsi
dopodiché salutò la famiglia e si
ritirò in camera sua. Arrivata si tolse lo
sfarzoso vestito e si mise sulla scrivania prese il Diario e scrisse
«caro
diario, oggi Louis mi ha baciata e io … ehm … lo
lasciato fare non so perché ma
sono attratta dal principe, non so cosa fare?! Aiutami tu, mio fedele
amico»
finito posò il diario e andò a dormire.
In
un'altra stanza però le luci delle candele erano ancora
accese e
facevano risaltare quattro ombre, due femminili e due maschili. Le
figure si
parlavano in modo cordiale e fraterno, come se si conoscessero da molto
tempo,
ma all’improvviso la figura dell’uomo
più magro si alzo di scatto e disse
urlando «avete tradito la fiducia dei vostri più
cari amici e di tutto il
popolo!» a intervenire fu una delle due donne anche lei molto
magra «calmati,
ti prego calmati» disse con voce tremolante e le lacrime che
risaltavano alla
luce delle candele. L’uomo che si era appena alzato guardo
verso quella figura
e si sedette a prendere parola fu l’altra figura maschile,
che diversamente
dalla prima aveva una corporatura più robusta ed era molto
più calma «mi spiace
so che ci odiate ma non è colpa nostra, i nobili ci hanno
detto che tutto era
normale e che non era necessario uscire!» «non ti
sei mai fidato di nessuno
perché di quei quattro avvoltoi si!» si rialzo la
figura e mostro il pugno
all’altra «perché, perché mio
padre,mio padre mi ha insegnato che di loro ci si
può fidare che sono fedeli!» disse abbassando il
volto e voltandosi
«sciocchezze!» disse ancora infuriato
l’altro «ti prego non infierire, ancora.
Sappiamo ora abbiamo aperto gli occhi!» si intromise la donna
più alta e dal carattere
più sicuro, «grazie a…» disse
la figura maschile ma non riuscì a finire la
frase perché la donna che gl’era accanto disse
«ricorda un po’ voi!» dopo
quell’affermazione calò il silenzio, le luci si
spensero e di quelle quattro
figure non si seppe più nulla e solamente la luna, che
illuminava il palazzo,
fu partecipe di quella conversazione!
***************** angolo autrice
**********************
- Forse un po’
corta ma spero vi piaccia comunque!
- Cosa ne pensate del
bacio, troppo romantico? troppo presto?
- non ha molto senso in
questa parte del racconto?
- Ditemi tutto quello che
pensate, le vostre opinioni sono importantissime!
- Mi raccomando recensite
in molti, anche con critiche!
- revisionato il 1
dicembre 2013
- La vostra Amelia_6
|
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Capitolo 5 *** Uno strano cambiamento ***
capitolo 5 - Nvu
- Uno strano cambiamento
-
- La notte era
trascorsa nella tranquillità e stava per iniziare un nuovo
giorno. L’orologio a
pendolo nella camera di Amelia segnava le 6.30 e dalle finestre si
iniziava ad
intravedere le prime luci; ed i raggi che entravano svegliarono la
giovane che
senza voglia si alzò. * che giornata intensa ieri oggi sono
davvero esausta *
pensò la giovane finche si toglieva la vestaglia e si
infilava il vestito * che
strano i miei genitori a palazzo! Sono felice che oggi rimangano qui
spero vada
tutto bene! * continuò nei suoi pensieri; * approposito ieri
il principe mi ha
baciata! Accidenti! Come devo comportarmi? Forse è meglio
non dir nulla! *
pensò, rifletendosi nello specchio
e
stringendo un nastro largo e bianco intorno alla vita.
-
- «Alena dov’è il
vestito di ieri sera?» si sentì urlare, era
Alexander il papà di Amelia che
nella camera vicina a quella della figlia aveva avuto un piccolo vuoto
di
memoria «l’hanno presa le ancelle,
l’hanno sistemata e riposta nella
cassettiera» rispose la donna che dietro ad un paravento si
stava cambiando
«trovato, grazie» disse l’uomo
«non c’è di che» rispose
accennando un sorriso e
uscendo da dietro il divisorio. La coppia si voleva molto bene anche se
i
caratteri erano completamente diversi. Lui era un uomo con una grande
forza di
volontà, molto determinato, caparbio se non testardo, il suo
più grande pregio
era che sapeva essere severissimo con i figli ma anche dolce e
premuroso; ma
era anche molto suscettibile, solamente la moglie sapeva tenerlo,
infatti, anche
lei aveva una grande forza di volontà ma il suo carattere
era più calmo, dolce e
pacato non si arrabbiava mai, anche se buona non era affatto fragile.
La sua
Virtù era come già detto, calmare il marito e
qualsiasi persona, invece il suo
più grande difetto era la troppa bontà non si
arrabbiava mai si limitava a
riprendere in modo calmo qualsiasi situazione, cosa che faceva
infuriare il
marito! [Autrice: e il gioco ricomincia!] «Alexander, secondo
te i ragazzi sono
già svegli?» «non saprei è
molto presto!!» commentò l’uomo ma
finita la frase
si sentì bussare – TOC, TOC –
«avanti» esclamarono i due «ciao sono
Amelia»
«ciao Amelia, già sveglia?»
«si, ogni giorno mi alzo verso quest’ora mi preparo
faccio il giro del giardino raccolgo dei fiori da mettere in camera e
successivamente vado nelle cucine dove prendo la colazione per la
regina e
gliela porto.» disse la ragazza sorridendo e mostrando il
giardino, che
catturava con i suoi colori. «Amelia, è vero
quello che il re ha detto ieri?»
chiese ora preoccupato il padre «si, diciamo che ho parlato
come sempre un po’
troppo, hahahahaha» disse la ragazza avvicinandosi al padre e
ridendo, il padre
con aria sorpresa, sospiro e poi abbracciò la figlia. «Ora vado, devo
iniziare le mie
faccende!» riprese la giovine «non ti preoccupare
vai pure!» disse la madre e
salutò la figlia che si avviò.
-
- La
ragazza dalla treccia d’oro, in pochi minuti scese nelle
cucine, prese il
vassoio e ritornò nell’ala del castello dove
c’erano anche le stanze reali. –
TOC, TOC – «buon giorno, sono Amelia»
disse aprendo la porta «vieni pure, ti
stavo aspettando» rispose Elisabeth «mi scusi il
ritardo» «no, no tranquilla,
non sei in ritardo solo che oggi mi sono svegliata un po’
prima del solito» la rassicurò
la sovrana «ecco la sua colazione, che abito le
preparo?» chiese
porgendo il vassoio «quello porpora
con le decorazioni d’orate
e argentate!»
disse portando l’indice al mento «ma
certo» disse e poi aprì le ante
dell’armadio, prese il vestito e lo appoggiò al
separé, aprì poi la cassettiera
prese uno scrignetto ed estrasse i gioielli che appoggiò
davanti allo specchio.
«Amelia, mi date una mano ad allacciare il
vestito?» chiese «certamente, ecco
fatto!» «molto gentile» «si
figuri, venga si sieda le acconcio i capelli e la
aiuto a mettersi i gioielli» disse facendo segno di
accomodarsi. La giovine
fece come aveva detto e quando finì si scostò e
lasciò che Elisabetta si
alzasse e le dicesse cosa fare. «Amelia, oggi ho degli
impegni con i nobili, desidererei
che tu venissi con me» «non so se è il
caso» disse abbassando il volto «sciocchezze,
su ora vieni con me, Josef e Louis ci stanno aspettando nella sala del
trono»
esclamò la regina, appoggiando la mano sulla schiena di lei
e la portò con se.
Amelia al nome del principe
si avvilì ma
ripreso il solito coraggio si incamminò. Le due donne
stavano camminarono lungo
i corridoi, illuminati dal sole che stava spuntando, quando la regina
iniziò a
parlare «Amelia, posso farti una domanda?» chiese
con la voce soffusa che
faceva trasparire un filo di agitazione «ma certo
Maestà, mi dica pure» disse
dopo aver fatto un sospiro come di sorpresa «tu conosci la
storia della tua
famiglia?» chiese con franchezza Elisabeth «uhm, no
mi spiace i miei genitori
non hanno mai avuto piacere di ricordare il loro passato, credo per un
lutto o
per qualcosa di grave che è successo molto prima che io e i
miei fratelli e mia
sorella nascessimo» raccontò la giovine che non
trattenne l’amarezza. «Capisco»
disse turbata «io invece no, mi scusi a perché si
è rattristata quando le ho
risposto?» chiese ora dubbiosa Amelia «No niente,
solo che … lascia stare –
disse accennando un sorriso – siamo arrivate riprenderemo il
discorso dopo. Non
ti preoccupare» le parole e il comportamento della regina erano strani e Amelia si era
preoccupata ma
sorrise e accompagnò i reali in una stanza dove su un tavolo
di quercia erano
riuniti vari uomini dall’aria austera e vestiti con ricchi
abiti. «Salve
signori, vi prego accomodatevi» disse il re «mi
scusi maestà ma la ragazza chi
è?» «una
giovane donna che conosce
meglio di noi come si vive in paese! Una giovane donna che non
uscirà da qui se
non quando sarà finita questa riunione. Detto questo
iniziamo!» esclamò con
autorità il re mettendo la diretta interessata in
soggezione.
-
- La
riunione dei nobili fu da li in poi tranquilla, infatti i nobili si
limitarono
a dire quel che Josef chiedeva ma all’interno di quella sala
quello che saltava
all’occhio era come alla presenza di Amelia e alla rinata
austerità della
famiglia reale i nobili raccontarono la verità, ammisero
finalmente che il
popolo pativa la fame. I nobili non erano però contenti,
infatti, tendevano ad
essere delle persone ambiziose ed egoiste e non desideravano che il re
cambiasse la loro situazione privilegiata. Alla fine della riunione il
re
chiese di trovare una soluzione poi salutò i nobili e
uscì insieme alla moglie
e Amelia.
-
- Il re e
la regina erano stranamente più freddi
e
distaccati del normale ma la giovine si fece coraggio e
iniziò a parlare «Mi
scusi Altezza, volevo chiederle cosa voleva dirmi prima»
disse gentilmente
«uhm, oh si volevo sapere come mai non sai la storia della
tua famiglia?» disse
ripensando alla mattina «come le stavo dicendo i miei
genitori non sono mai
stati propensi nel raccontare il loro passato» disse Amelia
«capisco, è un vero
peccato, magari ci conoscevamo» rispose sorridendo con ironia
«ma certo»
accennando un sorriso; Amelia non conosceva forse il passato dei suoi
genitori
ma era sicura che i suoi genitori non amassero molto i nobili e non se
li
immaginava insieme ai futuri regnanti. Il percorso era terminato nelle
stanze
reali dove la regina chiese ad Amelia se prima di pranzo le faceva
compagnia in
biblioteca che voleva leggere un po’ «Amelia posso
consigliarti di cercare i
tuoi antenati c’è qui un libro che parla di
Ginelli e dei suoi abitanti»
«sarebbe bello ma non so se li troverò!»
disse un po’ avvilita «prova magari ci
sono» «uhm ok!» disse la giovane che era
un po’ titubante, ci proverò. La
giovane iniziò a sfogliare il libro ma quando
arrivò all’iniziale del suo
cognome entro Andrè che avvisò le due donne che
il pranzo era pronto,
«Arriviamo subito, Amelia continueremo più
tardi» disse la regina «va bene»
disse e poi si avviò con gli altri.
-
- Nel
pomeriggio la famiglia reale e la giovane e la sua famiglia uscirono
per una
passeggiata ma il tempo passò veloce e la sera
arrivò presto. Amelia
si ritirò nelle sue stanze
portandosi dietro il libro su
Ginelli e iniziò
a sfogliarlo con suo piacere trovò il cognome della sua
famiglia ma non riuscì
a leggere il paragrafo perché l’orologio della sua
stanza suonò mezzanotte e
preferì ritirarsi.
-
- Il
castello era illuminato solo dalla luna e nuovamente in una stanza la
luce si
accese e comparsero nuovamente le quattro figure della notte
precedente. «cosa
avete fatto nella Mattinata e cosa le avete
chiesto?!»urlò con tono forte e
sicuro «nulla solo delle cose riguardanti voi»
disse la figura femminile più
alta e snella. «cosa!» «scusate, ma deve
sapere!» disse ma la finestra si
spalancò fece entrare un forte vento che spense le candele e
dopo poco una
forte pioggia cominciò a scrosciare, e nuovamente le quattro
figure sparirono
nel nulla.
****************
Autrice ****************
piccoli
misteri, cosa ne pensate?
commentate
anche con consigli, grazie ancora
Amelia_6
|
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Capitolo 6 *** Misteri e segreti di famiglia ***
capitolo 6 - Nvu
Misteri e segreti di famiglia
Il
temporale stava finendo e le nuvole si stavano diradando
e la luna si iniziava a intravedersi, Amelia era nel letto ma la
curiosità non
le fece prendere sonno. Il libro era sulla scrivania aperto su una
pagina che
riportava nell’intestazione: “Una famiglia del
paese” e più in piccolo un
cognome, alla protagonista molto famigliare. La giovane non
riuscì più a
resistere si alzò, prese il piccolo volume e si risedette
nel letto e iniziò a
leggere: «questa famiglia è una delle
più ricche città, vive in un castello
poco lontano della reggia, il capo della famiglia è un uomo
molto austero mentre
la moglie ha un carattere molto premuroso. Hanno un solo figlio,
Alexander ha
il carattere del padre ma è molto più legato alla
popolazione contadina,
attualmente è ufficialmente fidanzato con una donna del
posto ma non si sa
molto su di lei, solo il nome: Alena» lesse solo questa frase
e gli occhi si
illuminarono e non trattenne la sorpresa, prese un abito la mantella e
si
vestì. Dieci minuti dopo era sul portone di ingresso; lo
aprì piano e uscì in
punta di piedi, preso un cavallo partì. Il fango schizzava
al passaggio del
destriero ma la destinazione di Amelia non era lontana. Il castello si
ergeva
nella notte e la luna, che ormai era completamente visibile, lo
illuminava nella
sua trascuratezza «ECCOLO!» esclamò e si
diresse verso il portone di ingresso.
La vecchia porta di legno cigolò e si aprì su un
bellissimo atrio, le pareti
erano ricoperte di enormi ritratti le cui figure erano austere ed
eleganti. «É
ma quel signore è identico a papà! Non ci posso
credere!» disse tra se e se la
giovane Amelia che rimase stupita da quell’uomo con un viso
così famigliare ma
le sorprese non erano finite in un angolino c’era un piccolo
quadro, su questo
vi erano raffigurate due giovani, dovevano avere circa sedici anni ma
il quadro
aveva uno squarcio riparato poi abilmente con ago e filo «chi
ha riparato il
quadro è stato veramente bravo, ma chi sono mi ricordano
molto … no è
impossibile» disse poi voltando quasi con timore il quadro ma
purtroppo quello
che lesse confermò quel sospetto che gli era rimasto inciso
nella mente. La
giovane continuò il giro per il castello e trovò
ancora dei bellissimi quadri,
le stanze erano finemente arredate, camere e sale da thè e
da ricevimento, gli
armadi erano in legni pregiati e in alcune vetrine erano rimasti
oggetti di uso
comune, Amelia era quasi entusiasta nel vedere quelle meraviglie ma il
pensiero
ritornava subito a quel quadro! «Accidenti, non so
più cosa pensare! Aspetta e
questo che cos’è!» disse guardando verso
una porta molto più piccola e meno
decorata; sulla porta vi era scritto “stanza delle
Mademoiselle Alena ed
Elisabetta” «cosa delle Mademoiselle Alena ed
Elisabetta!» rilesse velocemente
e un lampo le attraversò la mente e due figure le comparvero
nella mente; così
entrò e nella stanza trovò solo due letti e un
quadro con raffigurati i due
giovani di prima e due ragazze, Amelia notò che le due
giovani avevano abiti
poveri mentre gli altri due erano sicuramente nobili. Tutte le figure
insieme le
risultarono molto famigliari. Ripensò alla giornata appena
trascorsa e l’idea
di poco prima le fu subito confermata.
Amelia
passeggiava sotto i primi raggi di sole con in mano
un ricco mazzo di fiori era pensierosa e il suo sguardo era vuoto e
senza
espressione, «guardate, guardate un po’ chi
è mattiniera!» disse una voce
all’improvviso, che fece sussultare Amelia «oh,
siete voi altezza che posso
fare per voi? Vostra madre mi richiede?» disse guardando il
principe con aria
stranamente seria, soprattutto per le parole che se dette in un altro
giorno al
suo interlocutore avrebbero fatto pensare ad una presa in giro
«uh, fate la
seria oggi, che vi succede? Vi siete pentita di aver preso in prestito
il mio
bel cavallo bianco?» disse ridendo sotto i baffi Louis che
invece della giovane
era di ottimo umore «COSA! Il vostro cavallo, come? scusate,
mi spiace!»
esclamò abbassando però subito il volto
«diciamo che il color fango era molto
evidente e l’unica persona che si sveglierebbe in piena notte
per passeggiate
notturne siete solo voi mia cara! Neanche la più povera
delle ancelle si
sveglierebbe mai prima di voi!» «come? volete dire
che mi stavate spiando!
Sapete un po’ troppe cose!» «uhm, no
assolutamente no! Però i muri sono sottili
e io ho il sonno molto leggero mi sveglio per un nonnulla e
così un paio di
giorni fa ho sentito che alle sei vi alzate e mezzora dopo vi ho visto
in
giardino, così oggi sono venuto a farvi
compagnia!»«siete gentile, ma non so se
è bene che rimaniate con me! Oggi non son di buon umore non
Vorrei offendervi
mancando di bisticciare con voi!» «bhè
siete sulla buona strada hahhaha» «uhm,
forse avete ragione! Hahahaha» disse Amelia e sul volto dei
due giovani
comparve finalmente un sorriso «se non fossero miei quei
fiori, vi direi che
sono brutti ma aimè se mia madre per sbaglio mi sentisse mi
ammazzerebbe!»
«dite? Questi fiori non sono del vostro giardino, ma del
mio!» « non sapevo che
nella vostra casetta aveste dei fiori così brutti, pardon
belli!» «siete il
solito, ma avete ragione in paese non teniamo questi fiori, li ho presi
al
castello della mia famiglia!» «come! da quando
avete un castello?» «da quando
ho scoperto che eravamo destinati a conoscerti perché
…» «AMELIA … VENITE SU
VORREI CHE MI AIUTASTE» urlò una donna dal balcone
di una stanza «Arrivo
Maestà, Arrivo Elisabetta! Scusate principe Louis vostra
madre mi chiama
continueremo il discorso entro sta notte! Ve lo assicuro!»
«ma certo» disse
lasciandola poi andare.
«Scusate
cara se vi ho disturbata, ma oggi vorrei che
accompagnaste la vostra famiglia in paese insieme a noi!»
«volete dire che
andremmo tutti in paese?» «sì, in tutto
saremmo in … 9 si in nove voi avete 2 fratelli
e 1 sorella giusto?» «esattamente!»
«molto bene, aiutami a vestirmi che
partiamo subito!» «ma certo!» Amelia
aiutò la regina ed un’ora più tardi
erano
davanti al castello tutti insieme. «venite signore, voi
salite qui!» disse Alen
«grazie» dissero le donna salendo su una carrozza
aperta «voi accomodatevi pure
qui!» esclamò poi il maggiordomo agli uomini
rimasti davanti il portone «molte
grazie» dissero i signori sedendosi sui sedili in raso di
un'altra carrozza
aperta «mio vecchio amico» sussurrò poi
il padre di Amelia.
Le
carrozze scivolavano lungo le piccole vie di Ginelli
quando al posto di andare dritti svoltarono a destra e in lontananza
comparve
il castello diroccato che nella notte la giovane Amelia aveva visitato
per
cercare di risolvere i suoi dubbi facendone poi nascerne degli altri.
«Amelia,
Luca, Giuseppe, Annalisa e Louis venite!» disse il re
«maestà, cosa volevate
dirci?» chiese con l’ormai nota diplomazia Amelia
«bhè sta notte voi avete
cercato la verità e oggi noi vogliamo raccontarti la storia
dal principio.» le
rispose Josef «una storia che parte un po’ come la
vostra due amiche povere, un
principe ed un nobile fuori dal comune» disse il padre
pensando alla gioventù
ormai passata «venite ci accomoderemo nella sala da
pranzo» disse poi la regina
indicando la via, ma l’unica cosa che risaltò agli
occhi del principe Louis
furono i fiori, l’unica cosa che era rimasta viva in quello
scenario, le
camelie bianche e i gelsomini, l’edera, i bellissimi Roseti
rossi e l’ortensia
adornata da una corona di Lobelia blu notte, «i fiori che
aveva in mano,
Amelia!» esclamò il principe seguendo subito dopo
il gruppo.
- *************************************
autrice
*************************************
- Mi spiace il capitolo è breve ma spero di
rifarmi con il
prossimo capitolo!
- La vostra Pazza scrittrice vi invita solo a commentare
anche
in breve il capitolo per sapere i vostri commenti!
- revisionato il 1 dicembre 2013
- kiss
Amelia_6
|
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Capitolo 7 *** Flash Back, una storia che parte dal passato ***
- UNA
STORIA CHE PARTE DAL PASSATO
-
- «ragazzi, veneti accomodiamoci pure
qui»
disse Alena indicando le bellissime sedie in legno intarsiato
«grazie» dissero
le persone presenti e si accomodarono. «cosa succede? Potete
spiegarmi?»
commentò il principe Luis «credo che centri con il
passato dei nostri genitori»
rispose Amelia guardando i diretti interessati «Ragazzi
dovete sapere che noi,
ci conosciamo da moltissimo tempo. Eravamo solo dei ragazzi
ma conoscevamo il nostro destino» «ma il destino
è scritto sulla sabbia e le
onde lo possono cancellare e riscrivere» dissero i regnanti
«ma andiamo con
ordine la storia inizia nel lontano 1684» intervenne
Alexander
-
- INIZIO, FLASH BACK
-
- 1684 una giovane dai capelli sul castano
camminava attraverso le vie di un paesino, «ehi guarda quella
ragazza,
dev’essere poverissima» commentavano le voci delle
persone «aspetta!» disse una
voce maschile e prendendola dentro per un braccio «mi lasci,
mi lasci andare!»
urlò la ragazza «no, ascoltami, tranquillizzati e
ascoltami!» continuò la voce
dell’uomo «cosa vuole?»
esclamò «mi spiegate perché ogni giorno
vi vedo su
questa via andare avanti indietro?» «ci
abito!» «non mi avete risposto»
«non so
cosa fare, non ho lavoro e son povera, non ho nessuno!
Contento» «se volete vi
posso aiutare» «e come?» «vi
posso dare un lavoro presso la mia famiglia!» «Non
posso!» «perché?»
«non posso lasciare la mia amica da sola!»
«avevate detto che
eravate sola, non avete nessuno!» «di famigliare,
la mia amica invece è molto
che non la vedo» «come si chiama?»
«Alena» «va bene la cerchiamo
insieme» «se
proprio vuole!» lo scambio di battute terminò
lì e i due iniziarono a cercare
la ragazza, la trovarono vicino ad una fontana insieme ad un uomo che
ci
provava «lasci la ragazza!» esclamo
l’uomo «chi è lei per dirmi quel che
devo
fare!» «Alexander!» esclamò e
subito il signore imbiancò e se ne andò
«vi
ringrazio ma voi chi siete?» «mi chiamo Alexander
voi siete Alena?» «si, come
lo sapete?» «Alena sono io, Elisabetta»
«uhm, Elisabetta non volevo
spaventarti, non volevo che soffrissi!» «non ti
preoccupare!» «Mi scusi è
ancora valida l’offerta?» «ma certo
potete venire tutte e due» «grazie»
dissero
le due ragazze. Alena, era un ragazza simpatica e molto buona mentre
Elisabetta
aveva un carattere più forte e sicuro. I tre ragazzi si
diressero verso un
castello, era molto bello il giardino era arricchito di bellissimi
fiori di vari
colori: rosso, blu, bianco e verde. «Padre ho trovato le
cameriere che
cercavamo, Vi presento Alena ed Elisabetta»
«buongiorno» dissero timidamente
dopo che Alexander ebbe finito di parlare «molto bene potete
accomodarvi nella
stanzina infondo al primo piano» «va
bene» dissero le due giovani e si fecero
accompagnare da Alexander.
-
- Il resto del giorno lo occuparono per
visitare il castello, Alexander però verso la fine della
giornata se ne andò e
quando ritornò era insieme ad un altro ragazzo
«Salve, dia pure a me il
soprabito» disse Alena «Ecco a te, grazie
mille» disse il giovane ospite
«principe Josef, sono onorato di averti qui di
nuovo» disse il vecchio padrone
«la ringrazio» esclamò il principe
chinandosi leggermente. «Josef posso
presentarvi Alena ed Elisabetta,» «molto piacere,
ragazze» «piacere nostro»
«Alexander allora gita a cavallo o in carrozza?»
«cavallo» «va bene»
«ragazze
venite con noi?» «non saprei?»
«forza!» esclamò Alexander.
-
- Il gruppo di ragazzi prese i cavalli e
fece una lunga passeggiata intanto iniziarono a parlare e le due
ragazze
raccontarono le loro storie, erano rimaste orfane e vivevano da anni
con la
generosità della gente. «ragazze, che ne dite e se
domani rifacciamo la
passeggiata?» chiese Josef «non so se è
il caso» commentò Alena «ma certo su
ora venite mio padre ci starà cercando!» disse
Alexander «va bene» dissero
Alena ed Elisabetta «allora a domani» concluse il
principe. «ALEXANDER!» urlò
il padre «ditemi!» «dove sono le due
ragazze «sono qui con me!»
«perché erano
con voi?» «le abbiamo invitate per farle
ambientare» «capisco, ragazze
preparate la cena e servitela» «va bene
Messie» dissero e si allontanarono.
«Padre?» «dimmi?»
«perché siete così cattivo con
loro?» «come? non sono cattivo
ma loro non sono nobili non possono fare la nostra vita!»
«non capisco padre
che c’era di male in una passeggiata!»
«nulla ma state attento!» «uhm, va bene
padre!» il discorso si chiuse ma Alexander era arrabbiato con
quei giudizi, con
il padre e non si presentò a cena; le giovine cenarono nelle
proprie stanze con
degli avanzi ma il giorno successivo Alexander e Josef le conquistarono
nuovamente e riuscirono a farle fare nuovamente una passeggiata lungo
le vie di
Ginelli. «ALEXANDER» «padre?»
«posso sapere cosa volete fare domani?»
«quello
che ho fatto oggi e il giorno prima!» «cosa hanno
le due cameriere che vi hanno
conquistato?» «Non gli interessa che Josef
è un principe ed io uno dei più
grandi nobili» «capisco ci tenete tanto?»
«sì, ci tengo tanto!» «va bene
ma
bisognerà presentarle al re!» «va
bene!» con quella frase il discorso tra padre
e figlio terminò e la notte calò e la luna
illuminò il castello e i bellissimi
fiori.
-
- Il
sole brillava alto nel cielo e
davanti al castello di Alexander una carrozza chiusa stava spettando i
suoi passeggeri
«Alena, Elisabetta venite forza» «si mio
signore» «Alexander!» «sono qui
con le
ragazze» «pronti?»
«sì eccoci!» detto questo il gruppo
salì sulla carrozza e il
cocchiere partì. Il viaggio non durò tanto;
quando arrivò un uomo alto e magro
aprì la porta e fece scendere prima le signorine e
successivamente i signori. «che
meraviglia» dissero le due giovani
incantate dallo scenario che videro scese dalla carrozza «ben
venuti a
palazzo!» esclamò un uomo dall’aria
seria «vi ringrazio, ho udienza con il re»
gli rispose il padre di Alexander «si lo so,
seguitemi» disse l’uomo mostrando
la strada. «oh, caro vecchio amico che piacere, era molto che
non venivi a
palazzo, vostra moglie come sta?» «mia moglie
è partita per Parigi un mese fa
dovrebbe far ritorno fra una settimana, vostra grazia»
«capisco, ma su i
convenevoli li abbiamo lasciati tempo fa!» disse accennando
un sorriso un
signore dalla corporatura robusta e ben messo «ma
certo» gli rispose l’uomo
rimanendo però con la testa china. «non mi avete
presentato gli ospiti ditemi
chi sono le due nuove fanciulle che vi accompagnano?»
«sono le nuove ancelle
del mio palazzo e il ragazzo è mio figlio»
«sì ora ricordo, certo che è
cresciuto molto» «sono
d’accordo» «come mai a palazzo con le due
serve?» «perché
mio figlio nutre per loro grande simpatia e con il principe vanno
spesso a
cavalcare e volevo almeno presentarvele?» «cosa mi
dite!?! Mio figlio si
incontra con le vostre ancelle! Questa è proprio
bella» «mi spiace sire, dovevo
dirvelo prima?» «su, su non scherzate! Timido
com’è mi chiedo come faccia!»
«timido?» rimase sorpreso il nobile che l vedeva
sempre attivo e senza un minimo
di paura «Josef, Josef!» gridò dalla
finestra della stanza «arrivo padre» gli
rispose invece il figlio «ditemi, Josef conoscete le due
ragazze che sono qui insieme
al duca?» «sì, sono Alena ed Elisabetta
le cameriere della villa del signor
duca» rispose ma all’incontrario del solito la sua
voce era fioca e lo
sguardo sempre perso nel vuoto o rivolto al pavimento.
«capisco, è vero che
siete andato con il figlio del duca a cavalcare in compagnia di due
queste giovini?»
«si padre» rispose lasciando sempre più
sorpresi i presenti «Forza venite
avanti ragazze, come vi chiamate?» «Io sono
Alena!» rispose inchinandosi «Io
invece sono Elisabetta» disse l’altra ragazza
inchinandosi a sua volta «ben
venute, alzatevi pure» «vi ringrazio
maestà» risposero insieme «non
è certo
usanza di questa corte che il principe si intrattenga con delle serve
ma voi mi
sembrate due ragazze molto intelligenti» «la
ringrazio maestà» sussurrò
Elisabetta «ditemi Di dove siete?» «io
sono del paese sono nata e cresciuta qui»
disse Alena «io invece sono del paese confinante, mio padre
è un emigrante dell’Inghilterra
mentre mia madre è originaria di Ginelli» rispose
poi Elisabetta «Elisabeth?»
«si sire, mio padre mi chiama così!» il
re si rannuvolò e poi disse «non ci
sono problemi, Duca, le ragazza possono continuare a intrattenersi con
il
principe» «grazie, grazie amico mio»
furono le ultime parole che sussurrò e poi
se ne andò con il figlio e le serve.
-
- ******************************* Autrice
***********************************
- Questa è la prima parte del flash back,
spero vi piaccia, la storia ha sempre un filo di mistero ma tutti i
dubbi
saranno sciolti alla fine!
- Al prossimo capitolo, la vostra pazza
scrittrice
- Amelia_6
|
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Capitolo 8 *** Flash back, Amore e Destino ***
- Amore e Destino
***********************************Passato***********************************
- Alena ed
Elisabetta stavano sistemando la villa quando
sentirono urlare «ragazze?!» «siamo in
salotto!» esclamo Elisabeth «giro a
cavallo?» chiese il Principe «Dobbiamo finire
prima!» gli rispose Alena «su su
niente storie!» continuò Alexander «va
bene, ora veniamo! Sellate i cavalli!»
rispose Elisabeth e presa l’amica per un braccio, si avvio
verso la loro
stanza. Le due ragazze erano molto serie ma la compagnia dei due
giovani le faceva
distogliere dai loro lavori, di questo però al Nobile non
importava, infatti,
ogni volta che le due giovani uscivano il nobile dava loro dei lavori
extra. Il
lavoro extra però iniziava a pesare alle due giovani che
rientrando sempre più
tardi finivano le loro faccende a notte fonda. Finito di cambiarsi le
due serve
andarono dal padre di Alexander «signore, noi ci allontaniamo
un po’ con il
signorino e il principe» disse Alena «va bene
attenzione quando tornerete vi
darò del lavoro in più!» disse e se ne
andò!
- Alena ed
Elisabetta dopo l’incontro con il duca
uscirono dal bel palazzo e si unirono ai due giovani.
«punizione?» chiesero
insieme i due amici «ma certamente, come tradizione
vuole» disse Elisabetta
ridacchiando, cosa che lasciò Alexander e Josef quasi
sorpresi nel vedere come
si stava ambientando la ragazza a stare con loro senza alcun problema.
«Allora
forza, oggi gita nei boschi!» disse Alexander e si
partì, i cavalli correvano
lungo gli stretti sentieri mentre i loro condottieri parlavano, o
meglio
urlavano, in modo amichevole «sono io il più
veloce – esclamò Josef – no amico
io ti batto, sia in velocità che in bellezza!» si
aggiunse l’altro «non voglio
intromettermi ma in fatto di bellezza noi due vi superiamo di gran
lunga –
disse Elisabeth – poi in velocità si
può subito vedere» finì e prese le
briglie
fece correre più veloce che mai il destriero, «io
non son da meno, su forza, provate
a prenderci!» esclamò Alena e schioccate le redini
partì all’inseguimento
dell’amica. Naturalmente Josef e Alexander non potevano farsi
battere dalle due
cameriere così iniziarono la rincorsa ma o perché
i cavalli andavano più veloci
o semplicemente il loro vantaggio le fece vincere sui due nobili
«bene, bene, e
ora cosa ci date come vincita?» chiese Alena «uhm
fammi pensare? – disse Josef
– una bella corsa? ma a piedi!» ma non
terminò neanche la frase che il giovane
principe partì e per un soffio non prese la ragazza che
scattò verso il fitto
della foresta. Il luogo che si aprì agli sguardi prima di
Elisabeth e Josef e
successivamente di Alena e Alexander fu stupendo gli alberi fitti
avevano
lasciato posto ad un prato pieno di fiori dai mille colori, al centro
c’era poi
un bellissimo laghetto ed infine tutto intorno gli alberi, che
racchiudevano
quello splendore. «che meraviglia!» esclamarono in
coro «che ne dice ci sediamo
giù?» chiese Alena «uhm, ottima
idea» le rispose Josef e seguito dal gruppo si
sedette in riva al laghetto, «guardate che bei colori! Sta
arrivando il
tramonto!» disse Elisabeth indicando poi la superficie del
lago che riflettendo
i raggi del sole era diventata arancione – rossa
«è uno spettacolo
incredibile!» si unì poi Alena
«incantevole» aggiunse poi Alexander. Dopo aver ammirato quel
tramonto il gruppo
ritorno alla villa, qui ad aspettarli c’era però
una bellissima carrozza
«MADRE!» esclamò Alexander «oh
caro che piacere vederti, principe Josef è un
onore… e voi dovete essere le nuove serve?» disse
una donna alta e molto magra,
dai capelli biondi e gli occhi di un bellissimo verde smeraldo
«si signora»
risposero le due ragazze «Signora duchessa, è un
onore per me rivederla»
esclamò invece il principe la cui aria non sembrava essere
di certo impersonale
ma molto scherzosa, «oh principe, voi mi adulate, che ne dite
di rimanere a
cena?» «sarà un onore!»
«Alen! Alen!» chiamò a gran voce
«Si madame?» rispose
un uomo alto dai capelli scuri e gli occhi nero pece, «andate
a palazzo
velocemente e lasciate detto che il principe si fermerà qui
per la notte!» «ma
certo mia signora!» disse l’uomo e subito dopo
preso un cavallo partì. Alen era
un servitore della famiglia da circa cinque anni ed era di origini
francesi. La
Duchessa lo aveva assunto durante un soggiorno prolungato a Parigi e da
allora
era rimasto fedele alla donna, seguendola nei suoi lunghi viaggi.
«Duchessa, mi
dica dov’è andata questa volta?» chiese
il principe «sono andata a Parigi, è una
bellissima città! Ne rimango sempre affascinata»
«un giorno mi piacerebbe
vederla anche a me, ne parlate sempre così bene!»
«sono sicura che un giorno
potrete ammirare anche voi il suo splendore principe!»
«sicuramente» concluse sorridendo.
Intanto le due ancelle avevano servito la cena «o grazie
care» disse la
duchessa «di nulla» sussurrò Alena
«Uhm Alena giusto?» «si mia
signora» «vorrei
che sta sera veniste in biblioteca vorrei spiegarvi alcune
cose!» «ma certo,
duchessa» rispose la giovane e ritirandosi verso le cucine.
Nelle cucine
intanto Elisabetta preparava i piatti da servire subito dopo. Alena gli
disse
cosa le aveva detto la duchessa e finirono per ipotizzare di tutto.
Dopo circa
mezz’ora Alena usci dalle cucine e ritornò nel
grande salone dove i padroni e
il principe avevano terminato la prima portata. Si avvisino piano e
dopo un
cenno del duca portò via i piatti e servì le
pietanze successive. La cena era
molto noiosa il Josef non finiva di fare complimenti alla duchessa
mentre
Alexander rimaneva in silenzio terrorizzato dal padre che ormai da
molti giorni
non gli rivolgeva più la parola, anche il duca
però non era entusiasta della
cena infatti, avrebbe giurato che se la moglie e il principe non la
smettevano
si sarebbe andato a chiacchierare con Alena ed Elisabetta nelle cucine
della
villa! Alle nove e mezza tutti si ritirarono nella stanza del the, un
grande
salone dove vi era un clavicembalo e alcuni divanetti. Qui il principe
diede
atto della bravura che aveva nel suonare lo strumento mentre la
duchessa si
divertiva ad ascoltare e il duca si ritirò nelle sue stanze.
Alexander invece,
di nascosto dal padre, era andato a trovare le due ancelle.
«Buona sera
signorine!» «Buona sera signorino!» disse
Alena « cos’è tutta questa
formalità?» «non saprei voi cosa ne
pensate?» chiese invece Elisabetta «che se
mio padre si diverte a fare il finto muto credo proprio che mi
divertirò un po’
anche io!» «cosa intendete Alexander?»
disse Alena «andiamo a fare un giro a
cavallo?» «dimenticate che dobbiamo incontrarci con
la duchessa, vostra madre!»
«Non è giusto!» «mi
spiace!» furono le ultime parole che Alena disse prima di
seguire l’amica per andare in biblioteca. Infatti, il piccolo
concerto era
terminato e il principe si era ritirato nella lussuosissima camera
degli ospiti
mentre la signora era andata verso
la
biblioteca. Toc-Toc «avanti» «salve
duchessa, siamo Alena ed Elisabeth» «venite
avanti» «bene care, vorrei insegnarvi alcune regole
che è opportuno che voi
terniate quando siete in nostra presenza!» le ragazze
tenevano il capo chino e
non proferirono parola ascoltando quello che la padrona li diceva. La
duchessa
elenco loro alcune regole che avrebbero dovuto seguire e poi le
licenziò.
-
- Dopo
l’incontro con la duchessa le uscite erano
calate e il comportamento di Alena e di Elisabetta era molto cambiato
così
Josef e Alexander decisero qualcosa che avrebbe cambiato sicuramente il
loro
destino. «Padre, ho la stanza che è un disastro
dove sono Alena ed Elisabetta!»
«cercatele e ditegli di ripulire!» «va
bene!». Il duca non aveva fatto una
piega e così il duchino continuò il suo piano.
«oh ragazze cercavo proprio voi,
mio padre mi ha detto di dirvi che dovete sistemare le mie
stanze!» «Si
signorino» furono le uniche parole di Alena che seguita da
Elisabeth si diresse
verso la camera di Alexander. Quando entrarono però non
c’era niente fuori
posto tranne una persona, il principe Josef. «care ragazze,
perché rifiutate
sempre i nostri inviti?» chiese il principe
«noi…» ormai erano alle strette
«noi non possiamo» scoppiò Elisabeth
«ci è stato proibito»
continuò Alena «da
chi?» continuò il principe «dalla
signora duchessa» era sempre Alena che parlava
«perché» «noi non siamo che
delle serve!» «non per noi» ora il
principe che era
rimasto ad osservare attraverso i vetri della finestra, si
girò e disse quello
che nessuno avrebbe mai dovuto sapere o sentire «noi proviamo
un grandissimo affetto
per voi, sin dal primo giorno in cui vi abbiamo incontrate»
Josef era sincero,
gli occhi sembravano due gemme che brillavano, e questo sicuramente non
lasciavano dubbi che le parole pronunciato fossero più vere
che mai. Elisabeth
non ce la fece più e così asciugatasi le lacrime
ammise che anche loro ci
stavano bene con i ragazzi, ma non potevano, non li e non loro! Ma
Alexander e
Josef le presero e le strinsero più forte che mai ma non
sapevano che dalla
porta socchiusa qualcuno gli stava guardando.
-
- «Padrona»
«Alen che succede!» «avevate ragione,
è
successo quello che temevate!» «mio marito
sarà furente» «non potete fare
qualcosa?» «ahimè no!»
«non è giusto è crudele!»
«sarà crudele ma il destino
non si può cambiare e nemmeno la testardaggine del
Duca!» «se avete bisogno
ancora di me sarò lieto di aiutarvi!» furono le
ultime parole del Maggiordomo
che poi sparì.
-
- Josef era
determinato e così decise di invitare il
signor duca, la signora duchessa, il signorino e le due ancelle a
palazzo ma
per farlo aveva bisogno dell’approvazione del re.
«padre» «si!»
«possiamo
invitare la famiglia del duca a palazzo?» «come
mai?» «vedete la duchessa prossimamente
ripartirà per parigi e vorrei darle un degno
arrivederci!» «se è per questo
sarà un piacere!» «grazie
padre» concluse il principe e si ritirò. Josef
aveva
preparato già tutto, infatti, fuori dalla stanza un
servitore aspettava «Andate
a portare le lettera!» disse e poi se ne andò in
camera. Non ci stette molto,
infatti, quando il servitore era partito uscì anche lui,
prese un cavallo, attraversò
una siepe [Autrice: come è un bel mistero ;) ], poi il
boschetto che aveva
visto con le due ancelle e Alexander, successivamente la fitta foresta
e arrivò
alla villa del duca. Controllato che il suo messaggero non fosse
arrivato, fece
il giro del palazzo aprì una botola e arrivò
nelle cucine. Da lì per non farsi
scoprire spostò un quadro entrò nel piccolo
cunicolo e riapparve nelle stanze
del signorino, dove era atteso. «Alexander, sono
qui!» «avete fatto in fretta»
«mio padre, si lascia convincere con poco»
«Tutta fortuna per noi» concluse
Alexander e subito dopo chiamò le due ancelle. Alena ed
Elisabetta che stavano
sistemando il grande atrio sentito il signorino chiamarle si
affrettarono e
andarono nelle sue stanze. «Alena, Elisabeth ora dovete far
in modo di
convincere mio padre a portarvi con lui!» «Non ce
ne sarà bisogno!» era una
voce femminile, «ma-madre?» «su non fate
quella faccia!» «Alen mi ha già
informato di quello che stava succedendo tra di voi!»
«ora capisco perché le
rare volte che uscivamo tutti e quattro ci sembrava di essere
seguiti!» «Alen
oltre che un fidato servitore è anche i miei occhi e le mie
orecchi quando serve!»
«comunque non ci saranno problemi inviterò io le
due giovani a palazzo!»
«Grazie, grazie duchessa!» concluse il principe.
-
- Intanto il
messaggero mandato dal principe era
arrivato e il duca aveva dato ordine che tutti fossero in atrio. La
duchessa e
il figlio insieme alle due ancelle sentito l’ordine si
affrettarono mentre il
principe, informato di quello che sarebbe successo da li in poi con
l’aiuto
della contessa, rifece il percorso inverso e ritornò alla
reggia. «Ascoltatemi
bene, sta sere io e la duchessa
insieme al signorino siamo invitati alla reggia. Per cui non ceneremo e
data la
nostra assenza vi darò degli incarichi da portare a
termine!» «Aspettate caro,
vorrei che Alena, Elisabeth e Alen ci accompagnino!»
«ditemi perché?» «se non
sbaglio sono amiche del principino e al re sicuramente farà
piacere sapere di
più sul loro conto! Mentre Alen guiderà la
carrozza!» «e va bene mi avete convinto,
voi verrete con noi!» il Duca non ne era entusiasta ma la
moglie sapeva essere
persuasiva e di litigare non ne aveva voglia. Dati gli ordini al resto
della
servitù il gruppo partì. Arrivati a palazzo
furono portati nella sala da pranzo
dove il re gli accolse. La serata fu tranquilla tranne che il re fu
più
attirato dalle due serve che dai vecchi amici seduti al grande tavolo.
La
curiosità del re era tanta che iniziò a chiedere
di tutto e di più alle due
giovani, che anche se in soggezione risposero alle molte domande. La
serata passò
veloce e arrivò così il momento di dire quello
per cui tutti in realtà erano
lì. «Scusate un po’ di
attenzione» richiamò il principe «padre,
signor duca io
a nome mio e di Alexander avrei da dire due parole»
«Su avanti figliolo» «In
quest’ultimo
mese io e Alexander abbiamo trascorso molto tempo in compagnia di due
giovani,
e ce ne siamo innamorati!» «Chi sono?»
chiese il duca, cercando di non credere
a quello che gli era entrato nella mente «oggi sono qui! E ho
detto tutto» gli
rispose e il nobile amareggiato e furioso urlò
«MAI E POI MAI!» «duca, la prego!
continua, Josef» «no padre io ho finito
ciò che dovevo dire l’ho detto» i suoi
occhi brillavano. L’ira del padre non si vedeva, infatti, era
troppo felice del
comportamento così serio e importante del figlio.
«Maestà! Voi vorreste che al
fianco di vostro figlio ci sia una serva! Che la futura regina di
questo paese
sia una serva!» «DUCA! Preferisco una serva e mio
figlio felice che un re senza
coraggio e una nobil donna che lo usa! E se non foste così
testardo capirete
che il bene di vostro figlio dev’essere messo di fronte a
tutto!» il re era
furioso non credeva che l’amico seppur molto testardo non
accettasse quell’unione.
«Padre» «Si» «vorrei
aggiungere una sola cosa: sposerò la donna che amo e
governerò il regno! Non rinuncerò ne al mio cure
ne al mio regno» «Solo per
queste parole, accetterò!» sembrava strano le
usanze dell’epoca non avrebbero
mai accettato quell’unione ma il Re era troppo fiero di
vedere il figlio così
sicuro che accettò, accettò anche se sapeva che
non sarebbe stato facile!
-
- Il Re aveva
accettato ma il duca no e tornato nel
suo palazzo cacciò il figlio. Alexander aveva il carattere
identico al padre
accettò il rifiuto ma giurò che in quella casa
lui non ci sarebbe tornato mai
più!
-
- ***********************************fine
flash back***********************************
-
- «Dopo
quella notte, Elisabeth si trasferì al
palazzo dove dopo cinque anni fu sposata da Josef; mentre Alexander ed
Alena si
trasferirono in una piccola casetta in paese. Io bhe io su richiesta della contessa
mi trasferii a
palazzo e seguii Elisabeth ed Josef; ma una volta alla settimana torno
qui per
commemorare i miei vecchi padroni e curare il giardino.» a
completare il
racconto era arrivato Alen che sistemate le carrozze si era aggiunto al
gruppo.
«per cui, in realtà papà è
nobile?» chiese Amelia «Sì, mio padre
dopo molti
anni cercò di farsi perdonare e mi chiese di tornare e mi
ridiede il titolo di
duca ma io rifiutai perché mi ero fatto una famiglia con una
donna che lui non
accettava e dalla nostra unione era nato Giuseppe»
«Capisco, ma il Nonno e la
nonna non ci conoscono allora?» «solo di nome,
quando nascesti tu, Annalisa e Luca
mandai una lettera, mi risposero che erano lieti della vostra nascita e
gli
sarebbe piaciuto incontrarvi.» «naturalmente vostro
padre non sarebbe mai ritornato
qui e quando loro decisero di venire nel tragitto la loro carrozza
venne
attaccata e morirono» «Chi li uccise?»
«il duca e la duchessa vennero uccisi da
dei sudditi perché erano stufi dei nobili oltre che i vostri
nonni, furono
uccisi anche altri nobili» concluse Elisabeth.
«Tornando a voi, perché non vi
siete più parlati?» «gli impegni di
palazzo, e le menzogne dei nobili ci fecero
via, via allontanare» disse Alena «ricordo che
l’ultima volta che ci
incontrammo fu quando tu nasceste tu e Amelia»
continuò Alexander «Per cui io e
Amelia ci conoscevamo?» «avevate forse un anno non
credo che si potrebbe dire
che avevate un grande rapporto!» disse Josef «ma
certo, che sciocco» disse
accennando una risata. «Di certo caro principe, era destino
che voi e la
signorina vi incontraste!» finì Alen.
-
- *************************************
Angolo
Autrice *************************************
-
- Lo
so, lo so sono in ritardo ma sono super
impegnata. Ormai la scuola è ricominciata da un mese e mezzo
e non trovo più il
tempo per andare avanti spero che con questo piccolo capitolo di
essermi fatta
perdonare! Come sempre aspetto i vostri commenti sia positivi
che negativi!
- P.S:
ho lasciato il colore nero per il testo il carattere invece non l'ho
cambiato, ho già spiegato il motico nel capitolo precedente
ma se neccessario quando completerò la prima parte della
storia lo cambierò
- A
presto Amelia_6
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Capitolo 9 *** il ritorno al paese ***
- IL
RITORNO Al PAESE
-
- Il racconto era terminato da un paio di minuti ma
nessuno aveva il coraggio di parlare. Amelia che già sapeva
che i genitori
nascondessero qualcosa non si aspettava un racconto così
particolare, ripensava
alle tradizioni, ripensava a quello che la nonna, una vecchia signora
che
abitava vicino a lei, le diceva sempre: «un nobile e un
povero non potranno mai
vivere insieme, nessun nobile sposerebbe mai una poverella e
così nessuna nobil
donna sposerebbe un poverello; ascoltami piccola Amelia, i nobili si
sposano
sempre per interesse mentre noi cerchiamo di trovare una persona che ci
voglia
bene e a cui noi vogliamo bene; forse è amore ma questo non
lo so!». quelle
parole le rimbombavano nella testa come tuoni così, lei,
alzò gli occhi e vide
il quadro «scusate, perché quel dipinto
è stato strappato!» chiese «fu il duca,
dopo che Alexander lasciò la villa lo strappò;
quando si rese conto, di quello
che aveva fatto, lo portò alla moglie che lo ricuci in modo
impeccabile e fu
riappeso» le rispose Alen che aveva assistito alla scena
molti anni prima. «capisco,
scommetto che quando la contessa, la nonna, lo ricuci fu quando
decisero di
riavvicinarsi?!» disse Amelia «si è
vero, è successo proprio così» gli
rispose
il maggiordomo. «Sai cara Amelia, nessun cittadino di
Ginelli, sa che Elisabeth
è la stessa povera ragazzina che chiedeva
l’elemosina! I nobili credono che io sia
una contessa venuta dall’Inghilterra».
«allora credo che sia giunta l’ora di
dire a tutti la verità!» propose Amelia
«Sono d’accordo con lei» disse Luis
«come?» chiesero invece i sovrani
«parlando e non nascondendosi più»
furono le
ultime parole della giovane. Quell’idea era l’unica
che avevano e per quanto
pazza potesse essere stata era la loro unica speranza a cui
aggrapparsi!
-
- Il gruppo uscito dal castello si avviò verso le
carrozze per riprendere il viaggio verso Ginelli.
«Amelia!» urlo il principe
avvicinandosi alla giovane «mi dica principe!»
«li avete presi qui i fiori sta
notte?» «certamente, vostra madre mi aveva dato un
libro su Ginelli, dove ho
trovato qualcosa che non credevo possibile e sono venuta a vedere il
castello
del mistero!» «capisco» disse il principe
volgendo poi gli occhi verso il basso
e sospirando «tutto bene, altezza» chiese Amelia
rivolgendo un dolce sorriso a
Luis «si» gli rispose accennando anche lui un
sorriso. Intanto la regina li
aveva richiamati e si affrettarono a salire sulle carrozze. La strada
da
percorrere sembrava non finire più ed era come una lenta e
tortuosa agonia che
stringeva il cuore e non voleva lasciarlo. Dopo mezz’ora
abbondante si intravedete
la piccola città, le case tutte attaccate tra loro e la
lunga scia di bancarelle
dei negozianti, sembrava una città incantata eppure dietro a
quella facciata si
nascondeva la povertà. «Maestà
è meglio proseguire a piedi, da qui in poi»
disse Alen «va bene» gli rispose il re. Quando
tutti furono scesi si iniziò a
percorrere il lungo sentiero che conduceva alla piazza. La passeggiata
non durò
molto e quando arrivarono la gente li guardava con disprezzo, i lungi
mantelli
coprivano i corpi e questo non favoriva il gruppo. «chi
siete? Cosa volete?»
urlò uno «solo parlare con voi» era la
voce di Amelia che nascosta dal
cappuccio si avvicinò a un piccolo palco verso il centro
della piazza e salita
rivelò la sua identità. «Salve
amici» «ma è Amelia»
«di cosa ci vuoi parlare?»
«io di nulla loro invece avrebbero qualcosa da
dire» «chi?» si senti
«signori»
disse Amelia rivolgendosi al resto del gruppo. Le otto figure allora
salirono
sul palco e rivelarono anche loro il proprio volto. «sono i
regnanti! Sono il
re e la regina, cosa ci fanno qui» arrivavano le voci della
gente che non era
più calma «un attimo signori» era
Alexander che tolto il mantello iniziò a
parlare «vi siete mai chiesti, chi è in
realtà Elisabeth?» «è una
nobile
inglese!» urlò una donna «no vi
sbagliate, Elisabetta è la figlia del
disonorato ambasciatore inglese di Ginelli»
«impossibile, quella ragazza era
poverissima, come sarebbe potuta mai diventare regina»
«perché l’amore è
più
forte che i pregiudizi e le usanze» disse Alena «e
voi, come fate a conoscerli?
Voi siete poveri quanto noi!» «non avete buona
memoria il mio amico Alexander
non è altro che il figlio del signor duca» ora era
il re a parlare «come, com’è
possibile!» «ed Alena è la ragazza che
girava sempre con me» disse la regina. Il
discorso si fece sempre più movimentato ma alla fine tutti
accettarono, quella
verità che era rimasta nascosta per troppo tempo.
L’esempio che era nel cuore
di tutti era la bella Amelia, nobile nel cuore oltre che nella vita! Il
principe non proferì parola come la sorella e i fratelli di
Amelia solo alla
fine salì sul palco e iniziò a parlare
«Salve signori, sono il principe Luis,
la storia che i miei genitori e i signori vi hanno raccontato
è meravigliosa e
mi ha dato il coraggio per fare quest’annuncio, o meglio
questa domanda:
Amelia, vuoi diventare la mia fidanzata?» il silenzio
calò e gli sguardi furono
portati sulla giovane, anche i regnanti e i suoi famigliari la
guardavano
sorridendo e senza rendersene conto disse
«sì». Il silenzio fu così
rotto da un
boato e finalmente da viva il re, viva la regina, lunga vita alla
famiglia
reale e ai duchi!» senza chiedere, senza imporre Alexander si
rese conto che il
popolo con il quale aveva vissuto per metà della sua vita lo
voleva vedere come
un nobile ma sul loro stesso scalino. Il gruppo sceso dal palco di
legno fu
avvolto dalla folla e tra tutte le voci si senti una più di
tutte «per scusarvi
potreste fare una cosa?» «chi?»
«Alexander, diverresti il nostro Duca insieme
alla tua famiglia!» «ma io…»
«ve ne preghiamo» «come voi
desiderate!» concluse.
-
- La reggia era bellissima, miglia di ghirlande
pendevano dalle finestre per celebrare quell’evento. La folla
numerosa fuori
dal castello attendeva che la grande entrata fosse aperta. Alen aiutato
dalle
guardi reali alle 9.00 in punto aprì l’ingresso e
fece entrare la folla. Nella grande
sala del trono un lungo tappeto rosso partiva dalla porta e conduceva
di fronte
alla famiglia reale, la folla si sistemò ai lati e alle 9.15
la porta si
riaprì, ma stavolta si apriva per Alexander, Alena e i loro
figli. La famiglia
ben vestita percorse il lungo tappeto scarlatto e si inchinò
di fronte ai sovrani
«io Josef re di Ginelli, con il potere a me conferito, vi
nomino, Alexander
duca di Ginelli» «Con il potere a me conferito vi
nomino Alena duchessa di Ginelli»
disse il re e continuo anche per Amelia «Vi nomino, Amelia
Duchessa di Ginelli
e dama d’onore della Regina Elisabetta e fidanzata ufficiale
del Principe Luis»
sua sorella Annalisa e i fratelli Luca e Giuseppe «vi nomino
duchessa e duchi
di Ginelli». Quando il re ebbe finito la regina diede
iniziò alla festa. Gli archi
partirono con un minuetto e continuarono tra valzer e balli tipici per
tutta la
sera. La bella luna come sempre assisteva agli incontri segreti,
perché fuori
dal palazzo, il nuovo duca, Giuseppe passeggiava con una bella giovine.
-
- *******************************Autrice***********************************
- Dopo
un’eternità eccomi di nuovo con la mia
storia. Spero che questo capitolo, anche se corto, vi piaccia.
- Come sempre
aspetto i vostri commenti sia belli
che brutti!
- A ne approfitto
per farvi gli auguri, a presto
- Amelia_6
|
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Capitolo 10 *** La promessa ***
- La
promessa
-
- La cerimonia per la
nomina di duca e duchessa per i genitori di Amelia era terminata, il re
aveva
proposto nuovamente ai vecchi amici di rimanere ma non vollero
accettare. Tra
tutti il più felice era il piccolo Luca che aveva
riconosciuto nella folla molti
nobili a cui aveva intralciato il passaggio, questi ad differenza
dell’ultimo
genito della famiglia di Amelia non si divertirono di vederlo nominato
duchino
di Ginelli. Amelia intanto passeggiava pensierosa nel parco illuminato
solo
dall’ultimo quarto della luna, «Amelia,
Amelia» sentì chiamare, a parlare era
stata una siepe «sì» «cosa vi
preoccupa in questa notte magica?» chiese il
verde amico «O cara siepe forse gli avvenimenti delle ultime
ore?!» rispose la
giovane e il principe dal carattere sempre allegro e burlone venne
fuori dalla
siepe e le disse «non sarà mica colpa
mia?» «Oh no principe – fece una pausa e
poi continuò – solo che …» ma
non finì la frase perché ridendo
cambiò idea e
disse «bhè forse sì!» Louis
si mise a ridere e poi disse «lasciatemi allora
riparare» si avvicinò prese con la mano il viso di
Amelia e la baciò
stringendola a se. La bella neo-duchessa ancora stretta
nell’abbraccio del SUO principe
ripensava a quello che le aveva chiesto poche ore prima e in un
sussurro chiese
«perché?» «umh»
«perché? Perché avete scelto me?
Perché mi volete al vostro
fianco?» indugiò un secondo e poi disse
«altezza» lui la guardò e poi le
rispose «perché siete bella, dolce e premurosa e
poi la cosa più importante che
le altre ragazze non hanno mi sapete far divertire e poi da quando vi
ho
incontrato, portandomi sempre rispetto, mi avete sempre detto
ciò che
pensavate, ecco, ecco il perché!» quelle parole
l’avevano emozionata e dai suoi
occhi iniziarono a scendere le lacrime. «altezza,
Louis?» «Ditemi» «cosa
succederà ora?» «vedete Voi siete per
legge principessa, per nascita duchessa e
per nomina dama d’onore di Ginelli; come minimo sarei io a
dovermi inchinare a
voi cara Amelia» sorrise e poi continuò
«di sicuro non avrete vita facile con i
nobili assetati di potere e poi è grazie a voi che mio padre
li ha rimessi in
riga per cui …» «non ne saranno
felicissimi!» completò la giovane ma subito
dopo aggiunse «voi inchinarvi per me? Perché non
iniziate subito?» non trattene
però le risate perché il principe si
inchinò dicendo «ai suoi ordini, come lei
desidera».
-
- Il sole sorgeva su
Ginelli e la notte era trascorsa nella tranquillità, Amelia
dopo essersi
separata dal principe andò nelle sue stanze scrisse qualcosa
sul fedele diario
e poi si ritirò. Il principe invece non dormì, ci
provò ma continuava a pensare
che il popolo era stato avvisato ma la nobiltà non sapeva il
perché delle
scelte che erano state fatte nella sera precedente.
L’orologio della camera di
Louis segnava le 6.30 e lui sapeva che Amelia era solita passeggiare ma
quando
si affacciò non la vide pensava che era ancora a dormire
dato che erano andati
a dormire solo cinque ore prima. Invece Amelia era sveglia seduta sul
letto e
aveva qualcosa che la opprimeva ma si fece coraggio si vestì
e scese nelle cucine
dove una simpatica cuoca come ogni mattina le aveva preparato la
colazione per
lei e per la regina «vi ringrazio» «di
nulla, mi è giunta voce che siete nobile
in realtà!» «Sì è
vero ma non cambia molto» «oh cara Mademoiselle
cambia molto
almeno per chi con quel titolo si permette di fare il diavolo a quattro
con noi
poveri» «cosa posso fare io?»
«far vedere a quella gente come una vera persona
nobile si comporterebbe! Noi siamo con voi e se avete bisogno sapete
dove
trovarci!» «grazie, grazie mille» disse e
poi preso il vassoio per Elisabetta
si avviò. «Maestà sono
Amelia» «entrate pure»
«buongiorno» «Salve vi ho portato
la colazione» «vi ringrazio»
«di nulla che abito per oggi?»
«rosso»
«certamente» rispose e aprì il grande
armadio, estrasse il vestito e preparò
anche i gioielli. intanto che finiva la sua colazione, la sovrana
riprese a
parlare «ditemi Amelia, ora che siete duchessa e fidanzata
ufficiale di mio figlio,
volete ancora servirmi come prima?» «ma certamente
e poi è solo un mese che
lavorò qui non vorrete licenziarmi» «Oh
no certo che no cara Amelia» «Ah per
fortuna, che spavento!» «incredibile, siete davvero
unica» «Grazie» rispose la
giovane e poi scoppiò a ridere seguita dalla regina.
«Oggi avete la riunione
con i nobili insieme con il Re e con Louis mentre nel pomeriggio avrete
ospiti
le vostre Amiche per un thè» «sarete al
mio fianco?» «io … io non
saprei» «io
dico di si e ora più di prima » «come
desiderate Elisabeth» la richiesta della
regina sembrò un obbligo ad Amelia che capì che
da quel momento in poi sarebbe
cambiato tutto! «cara come vorreste che vi
trattassi?» «non saprei come sempre,
Elisabeth» «Allora ritrovate il vostro carattere e
il vostro modo di fare, ne
avrete bisogno». Gli occhi delle due donne si incrociarono e
Amelia capì,
sorrise e nei suoi occhi brillò nuovamente quella luce che
tutti conoscevano
bene, quella del coraggio. «Mademoiselle, Altezza reale siete
attese nella sala
del trono» disse una cameriera da dietro la porta
«arriviamo» rispose Amelia e
aprì la porta facendo uscire la regina e subito dopo
uscì anche lei. Arrivate davanti
alla sala trovarono il Re e il principe «cara gli ospiti sono
in anticipo,
entriamo?» «sì» rispose
Elisabeth e le porte della grande sala si aprirono.
All’interno
i nobili non aspettarono e assalirono la famiglia reale ed Amelia. Il
Re fece
tornare il silenzio e poi iniziò a raccontare la sua storia,
la storia della
sua regina e il perché delle scelte, tutti i nobili
conoscevano molto bene il
vecchio gran duca e il terrore che tutti provavano per lui era rimasto
così in
presso che nessuno osò più parlar male per tutto
il resto del colloquio. La
riunione terminò verso mezzogiorno e mezzo e i nobili si
ritirano non ancora
contenti ma di sicuro arrabbiati!
-
- Erano le due del
pomeriggio ed Amelia passeggiava tranquilla per i prati aspettando
l’arrivo
delle Amiche di Elisabeth a farle compagnia arrivò un nobile
sulla cinquantina
d’anni «salve voi dovreste essere Amelia»
«si sono io, perché?» «Nulla
solo
volevo conoscere colei che è riuscita a stregare il cuore
della famiglia
reale!» «come vi permettete!» Disse
infuriata Amelia che
avrebbe voluto alzar le mani ma si
trattenne, cosa che non le portò aiuto il nobile le
tirò una sberla e le urlò
contro «CHI SIETE VOI PER TRATTARMI COME UN
PEZZENTE!» e subito dopo la prese e
la costrinse a seguirlo nelle stalle, dove non c’era nessuno.
Qui il nobile
aveva preso una frusta (quelle che si utilizzavano per i cavalli) e
stava per
avventarsi su di lei ma ad intervenire fu l’erede al trono
non trovandola nei
giardini era andato a cercarla. «Si fermi»
intimò il principe e rivolse all’uomo
la stessa domanda che lui aveva fatto alla bella duchessina
«chi siete voi per punire
la vostra futura regina, forse non avete capito ciò che mio
padre ha detto!»
«lei è la mia fidanzata e nipote del gran
duca!» «è solo una serva!»
«ne siete
certo allora vi consiglio di andare a vedere il suo albero
genealogico!» «come
sarebbe possibile passare per poveri il cognome è lo
stesso» «lo so ma non
credo che al popolo interessi molto il cognome di una
persona!» «non ci credo
la difendete!» «certo è
logico!» «guardi arrestate
quest’uomo» concluse e si
avvicinò ad una tremante Amelia la prese in braccio e la
portò via. Fuori dalle
scuderie c’era il re che avvisato dell’arresto
andò incontro al figlio
«cos’è
successo?» «Il conte Carlo ha cercato di frustare
Amelia, perché la riteneva
una strega e serva e non serviva a nulla!» «non ci
credo e Amelia cosa ha fatto?»
«da quello che ne posso sapere deve aver risposto per le rime
e lui le a tirato
una sberla, a quanto pare dal livido che a sulla guancia»
«e poi lo sappiamo
già!» «esatto, porto Amelia nelle sue
stanze, voi invece potete avvisare la
Regina che la sua Dama non potrà essere al suo
fianco!» «sì me ne occupo di
persona» concluse il re.
-
- Amelia era sdraiata
nel letto che riposava quando le porte si aprirono ed entrarono la
Regina ed il
Re «Louis!» «madre»
«Josef mi ha raccontato tutto, come sta?»
«Sta dormendo
quando lo sistemata nel letto tremava ancora, alcune ancelle
l’hanno cambiata e
poi si è addormentata»
«capisco!» disse la sovrana e insieme al re si
avvicinarono. Dopo una decina di minuti la porta si riapri e comparvero
due
cameriere e la cuoca del castello «dov’è
quel farabutto!» la coraggiosa cuoca
che teneva molto alla ragazza era entrata minacciando le guardie se non
la
lasciavano! «Carlotta, ma cosa succede!» chiese il
re! Carlotta era il nome
della cuoca di palazzo una signora robusta sul metro e sessanta aveva i
capelli
neri con qualche ciuffo bianco mentre gli occhi errano di un colore
nero pece,
aveva cinquant’anni e da trenta lavorava lì come
cuoca. «Che succede?» disse
con tono adirato «la poverella è stata quasi
picchiata e voi Sire mi chiedete
cosa c’è che non va!» «conosco
bene sia vostro padre che il nonno della
ragazza, sono loro che mi hanno dato il lavoro, e di certo non
sarebbero
contenti di quel che è successo» «Certo
Carlotta, Appena Amelia si riprende convocheremo
il nobile alla nostra presenza e quella di Amelia e lo porteremo
davanti al
tribunale! Meglio?» «uhm, sì!»
rispose e si calmò.
-
- Era passato un
giorno dall’incidente e Amelia stava ancora dormendo e solo
dopo i rintocchi
che avvisavano che era mezzogiorno la giovane duchessa aprì
gli occhi. «ma che
succede?» chiese a risponderle fu una cameriera di nome
Cristina «Salve
Mademoiselle, mi chiamo Cristina sono una delle cameriere»
«salve, ditemi cosa
è successo?» «dopo che il principe a
fermato il nobile vi a portato nelle
vostre stanze dove vi siete addormentata subito»
«capisco, cosa voleva quel
nobile da me?» «non lo so, dovrete chiederlo a sua
Maestà se aspettate un
secondo ve lo vado a chiamare» «vi
ringrazio» rispose a Amelia e subito dopo la
cameriera uscì. Passarono una quindicina di minuti e le
porte della sua stanza
si riaprirono «Cara Amelia, sono felice di vedere che ti sei
ripresa» disse Il
Re «Mi dispiace per quello che è successo faremo
in modo che non si ripeta
più!» disse invece la Regina. «Non
capisco perché è successo?»
«creso per
gelosia, quel nobile che ti ha ripreso si chiama Carlo ed è
un Conte molto
potente, dopo la morte dei tuoi nonni è lui che gestisce i
terreni del paese!»
«voleva solo essere lui il padrone! E tu con la tua famiglia
lo avete privato
della suo potere» raccontarono i Sovrani «ora
ricordo, mi sembrava di averlo
già visto!» «dove Amelia»
chiese sta volta il principe «al paese, fa il diavolo
a quattro tutti scappano quando arrivano ed era solito picchiare le
giovani
donne che non lavoravano o che non pagavano»
«cosa!» disse in coro la famiglia
reale «e dimmi Amelia» a parlare era il re
«faceva anche altro oltre che
picchiare?» chiese «sì»
rispose semplicemente ma tutti sapevano a cosa si
riferiva il re! A fare compagnia ad Amelia era rimasta Cristina
«Cristina
potete aiutarmi ad allacciare il vestito vorrei uscire in
giardino!» «si
mademoiselle arrivo ma posso chiedervi se poteste chiamarmi
Cristy?» «certo,
non c’è nessun problema ma vi posso chiedere il
perché?» «mi piace molto più
del mio nome completo e poi è un vezzeggiativo che usava mio
padre» «capisco!»
«posso dirvi ancora una cosa?» «ditemi
pure» «sapete anche io come il nobile
sono invidiosa di voi» «perché
mai?» chiese la giovane voltandosi e prendendo
le mani della cameriera «vedete, voi siete arrivata qui solo
un mese fa e nel
giro di poco tempo avete conquistato tutta la reggia dei sovrani alla
cuoca e
per di più il principe vi ama e vuole avervi al suo fianco
quando sarà Re!»
«Immagino che non sia normale ma tutti possono essere
speciali» «come?»
«dicendo sempre la verità, anche le cosa che fanno
male o potrebbero ferire,
rimanendo rispettosi di tutti anche del più
povero» «capisco ma io rimarrò solo
che una serva» «non è questo quel che
conta! Se gli altri ti portano rispetto
che tu sia una principessa o una serva non c’è
differenza» «voi lo dite perché lo
potrete essere!» «no vi sbagliate quando sono
arrivata ero come te ma il
rispetto che nutrono per me i sovrani e tutta la gente mi fa sembrare
diversa» «allora
al paese anche vi trattavano in modo diverso» «ehm,
si non so perché! nessuno
sapeva veramente chi era mio padre per cui …»
«la loro fiducia ve la siete guadagnata»
concluse Cristy «non avvilitevi sono certa che anche voi
potete essere
speciale» concluse e si avviò verso
l’uscita «volete venire?»
«sì grazie»
rispose la cameriera ed uscì in sieme a lei. Arrivata nel
grande giardino
incontrò una persona che conosceva bene
«fratellone» urlò e Giuseppe
l’abbracciò
chiedendole come stava «sto bene, grazie» disse
«ci sono anche gli altri?»
chiese poi «si eccoli» «mamma,
papà!» «Oh cara mi spiace davvero tanto
lo
sapevo, lo sapevo che non sarebbe finita bene!»
«padre, non preoccupatevi,
avete fatto bene, almeno ora non ci sarà più quel
tiranno!» «Amelia» la dolcezza
della fanciulla aveva colpito il padre che la strinse a se!
«Alexander,
Alexander» a chiamare il duca era Alen che si
avvicinò e poi disse: «il Re mi
ha detto di dirvi che il tribunale incontrerà il conte fra
un mese alla
presenza dei tre rappresentati degli ordini del regno (clero,
nobiltà e il
popolo) e verrà giudicato da loro»
«grazie amico, posso chiedere la condanna a
cui sarebbe destinato se risultasse colpevole?»
«secondo le leggi del nostro
stato lui è colpevole e la condanna lo priverebbe del suo
titolo, delle sue ricchezze
e per ultimo la carcerazione che viene decisa a seconda del caso e
della
gravità!» «grazie Alen»
«di nulla Alexander» «toglietemi una
curiosità
fratellone» disse Amelia «Eravate voi
l’altro giorno che passeggiavate al chiar
di luna con la mia nuova amica Cristy?» «ehm, io
… sì, ero io!» «come lo
sapevi?» intervenne la giovane cameriera «anche a
me piace passeggiare alla
luce della luna e vi ho visti!» «sei una peste
sorellina!» «su dai non fare
così Giuseppe lo sappiamo tutti che vorresti prender moglie
hahahaha» la risata
contagiò tutti tranne i diretti interessati che diventarono
viola. «Ehm
Sorellina, e quando avresti scoperto che io mi voglio
sposare?» «dunque il
giorno del racconto sulla nostra famiglia, quando sono uscita per
andare di
nascosto al vecchio castello vi ho visto nel padiglione inginocchiato
insieme
ad una fanciulla, che ho riconosciuto perché è la
stessa che da quando sono qui
a palazzo mi veniva ad aiutare se ne avevo bisogno!»
«per cui quando prima
parlavamo sapevi il perché di quella domanda»
«sì certo, dopo che avete scoperto
che lui era un Duca e come primogenito avrebbe preso il posto di
papà avete
avuto paura!» «Giusto?»
«sì» confermò la ragazza che
per la prima volta si
lasciò andare e si abbracciò a Giuseppe.
-
- Da lì ad un mese l’ormai
ex conte Carlo venne accusato di schiavitù verso il popolo,
aggressione e alto
tradimento e venne rinchiuso nella prigione del regno, dove
rimarrà richiuso
per i prossimi vent’anni.
-
- Dopo quell’evento i
nobili capirono che in quello stato per loro non c’era
più il VETO e venivano
trattati come tutti gli altri. Nessuno si ribellò
più, perché, come aveva
imparato Cristy, la bontà e l’onestà
della nuova principessa avevano conquistato
tutti. Anche il principe cambiò trasformò la sua
simpatia per un attimo in vero
coraggio e durante il banchetto di Natale si inchinò e
chiese ufficialmente la
mano di Amelia. E dopo che lei accettò lui le fece una
promessa: «non mi
importa che voi siate nobile o no, io vi amo e vi amerò per
sempre».
-
- *************************
autrice **************************************
- E con
questa scena
vi lascio! Si questo è l’ultimo capitolo e
Sì, è diverso. Spero che vi piaccia
comunque e che con questa storia di avervi trasmesso qualcosa, di
avervi
trasmesso che i sogni anche se assurdi possono diventare
realtà se ci si mette
se stessi. Forse è una Favola o una storia senza senso,
forse è così ma nulla è
certo e per ricordare le parole della regina il destino è
scritto sulla sabbia
ma se le onde lo cancellano lo possiamo cambiare! Aspetto le vostre
recensioni
con i vostri commenti il mio l’ho detto e spero vivamente che
anche voi lascerete
il vostro. A dimenticavo vi chiederete cosa c'è di speciale
in questo semplice racconto? nulla perchè questa non
è la fine ma solo l'inizio.
- Amelia_
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