Destino Scritto, Ma sulla sabbia

di amelia_6
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della Favola ***
Capitolo 2: *** un momento come tanti, la favola continua ***
Capitolo 3: *** Tutti si preparano ***
Capitolo 4: *** La grande festa ***
Capitolo 5: *** Uno strano cambiamento ***
Capitolo 6: *** Misteri e segreti di famiglia ***
Capitolo 7: *** Flash Back, una storia che parte dal passato ***
Capitolo 8: *** Flash back, Amore e Destino ***
Capitolo 9: *** il ritorno al paese ***
Capitolo 10: *** La promessa ***



Capitolo 1
*** L'inizio della Favola ***


< capitolo 1 - Nvu
PRIMA PARTE: AMORI E MISTERI
Capitolo 1: l’inizio di una Favola
Siamo all’inizio del 1700 per esattezza nel 1712 in un paesino, anzi in un Regno tra Italia e Francia che si chiama Ginelli. Una ragazza come tante portava un nome che sarebbe diventato una leggenda: ella si chiamava Amelia. Amelia non era ricca viveva in una casetta che divideva con la famiglia: il padre, Alexander, la madre, Alena, i sui 2 fratelli, Luca e Giuseppe e sua sorella Annalisa.
Nelle strade di Ginelli la povertà viveva sovrana mentre alla corte del re si viveva bene e senza dover faticare per portare a casa un pezzo di pane. «Amelia, per favore va a vedere se trovi lavoro dal panettiere o dalla sarta» chiese un uomo vicino alla finestra, era alto capelli brizzolati sguardo dolce e severo, aveva le braccia robuste e vestiva sempre con una camicia bianca e dei pantaloni mezzi rotti marroni; «si padre» rispose una giovane, molto bella, aveva i capelli legati in una treccia D’oro il fisico magro e gli occhi dolci e Determinati, che secondo la Madre aveva preso dal padre, vestiva in un vestito Rosso fuoco. «Alexander, vai anche tu lo sai che non ce molta gente apposto in questo quartiere» disse una donna bella tanto quanto la ragazza ma molto più vecchia anche lei con un vestito ma Blu come gli occhi «Alena, lo sai io ora devo andare dalle Bestie e poi a portare il latte e i formaggi e vedere se riesco a pagare le tasse» rispose l’uomo con fare severo verso la moglie «lo so, lo so, ma non credi che sia pericoloso e poi io non posso, devo fare anche io delle commissioni per tirare su qualche centesimo; approposito Giuseppe sbrigati e vai dal falegname se no non ti dà il lavoro» disse in risposta la saggia donna «Arrivo madre…» rispose un uomo molto bello, aveva anche egli dei bei occhi dolci e sicuri un fisico muscoloso e portava gli stessi abiti del padre.
«io vado …» disse Amelia rivolta alla famiglia e preso un mantello con cappuccio uscì dall'uscio. La strada sporca e mal ridotta faceva inciampare chiunque non stesse attento così la giovane prestando molta attenzione iniziò a camminare andò come suggeritole dal padre dal panettiere che rifiutò, dalla sarta che rifiutò anche lei e infine in un negozietto ma anche qui non vi era lavoro per la bella Amelia. Stava camminando e contemporaneamente mandando maledizioni,tante quante ne poteva, alla famiglia reale e ai nobili ma ad un certo punto urtò un uomo, «Signorina un po’ di attenzione» disse un uomo molto bello che aveva dei capelli castano chiaro gl’occhi verdi e vestito molto bene «mi scusi ma lei è in mezzo strada» disse Amelia con fare sicuro «io, io sarei in mezzo strada!» disse l’uomo «sì, voi ricchi vi credete i padroni del mondo ma ci siamo anche noi» disse la ragazza che di fegato ne aveva anche troppo «devo dire che hai del fegato, ma come mai una bella ragazza come voi gira in dei quartieri così?» disse il giovane con un ghigno tra il buono e il cattivo «cerco lavoro, dovete sapere che non tutti sono ricchi e alcuni si devono dar da fare se vogliono vivere, ma purtroppo tutti sono poveri e di lavoro non ce ne!» disse la determinata fanciulla «uhm, devo dire che ne avete di fiato nei polmoni e anche una lingua lunga ma mi stai simpatica e poi ti ho urtato mi spiace, per farmi perdonare potrei chiedervi di venire a lavorare da me?» disse lui ora con fare dolce verso la giovane «dovete parlare con mio padre è lui che decide!» rispose Amelia con fare calmo e peccato «allora, portatemi da lui» riabbatte il nobile «seguitemi» disse e poi si diresse verso la casa paterna. arrivata entrò, fece accomodare l’ospite e chiamò il padre «Amelia, dimmi hai buone notizie?» chiese il padre che speranzoso rivolse alla figlia un dolce sorriso «bhè, per strada mi sono messa a discutere con un uomo e siccome alla fine avevo ragione mi ha offerto un lavoro presso di lui, credo sia un nobile molto ricco dai vestiti che porta» disse Amelia molto sicura di se «quante volte ti devo dire che hai la lingua troppo lunga, ma comunque chi è costui?» disse il padre un po’ adirato «l’uomo che è in cucina» rispose la ragazza alla domanda del padre «Amelia, sai chi è l’uomo con cui tu hai discusso?» chiese il padre agitato «no, mi spiace, lo dovrei conoscere?» chiese Amelia preoccupata «direi di sì, dato che è il principe erede al trono!» disse l’uomo sempre più agitato «oh mio dio, che faccio adesso..?» disse la ragazza che aveva i sudori freddi «lascia fare a me» disse Alexander che si avviò verso la cucina. «è un onore avere nella mia umile dimora sua altezza, ditemi mia figlia a fatto qualcosa che non gradiva?» chiese l’uomo che anche se non lo poteva vedere come Nobile cercava di fare bel viso a cattivo gioco «oh no signore, anzi vostra figlia è molto determinata e vorrei offrirle di lavorare presso la corte, sicuramente non si farà mettere i piedi in testa» disse il principe divertito «è molto gentile» disse il padre di Amelia «si figuri, volevo dirle che per i servigi riceverà 5 monete d’oro alla settimana e se fa un buon lavoro alla fine del mese le saranno date altre 5 monete d’oro» disse il ragazzo «cosa… » disse Alexander incredulo «è troppo poco» rispose il principe che non conosceva la povertà della maggior parte dei cittadini «scherza è anche troppo, io come umile agricoltore prendo due monete d’argento al mese» disse l’uomo con fare spaesato «non sapevo che il popolo fosse così in crisi forse è meglio che i miei genitori lo sappiano i nobili di palazzo dicono che va tutto bene» rispose il principe anche lui spaesato «non capisco» disse il padre di Amelia rivolto al principe «non si preoccupi, comunque le va bene il mio accordo?» disse Louis (pronuncia: Luì) –così si chiamava il principe- «ma certo, anzi vi ringrazio e mi scuso se mia figlia non vi è stata cortese» disse Alexander «si figuri, io preferisco le donne e in generale le persone che dicono la verità come stà è per questo che ammiro sua figlia!» rispose il principe «molte grazie, altezza!» disse la madre della giovane « io sono Alena, Alexander non ti presenti?» continuò «si mi scusi, io sono Alexander» disse l’uomo rimproverato dalla moglie «Louis» disse il principe.
Dopo aver bevuto il the offertogli dalla famiglia di Amelia il principe chiamò la sua carrozza dove fece salire Amelia e di seguito lui. Avevano iniziato a viaggiare da almeno mezz’oretta quando la carrozza si fermò facendo cadere in avanti la fanciulla che prontamente venne presa dal principe, «ma che succede, cocchiere?» disse il giovane «scusi altezza ma c’è un ragazzo in mezzo alla strada e non vuole muoversi!» disse il cocchiere a Louis, che sceso dalla carrozza vide il ragazzo, Amelia curiosa scese anche lei dalla carrozza e visto il ragazzo urlò «LUCA», «lo conoscete?» chiese curioso il principe «ma certo è mio fratello minore!» disse la ragazza rivolta al giovane «Amelia, che ci fai su questa carrozza?» chiese il piccolo che aveva circa una decina di anni. «venite su! Chiederò se potrete diventare un aiutante dei soldati!» disse il principe intenerito dalla scena che si stava svolgendo sotto i suoi occhi; infatti, Amelia andò verso il fratello per cercare di spostarlo e spiegargli che quello era il principe e le aveva offerto un lavoro presso il palazzo! «cosa ma davvero!» dissero fratello e sorella contemporaneamente ma che fu subito completato da un «molte grazie altezza» di una Amelia in lacrime!
La carrozza arrivò al palazzo reale e venne subito presa d’assalto da due servitori uno incaricato di aprire gli sportelli delle carrozze e accompagnarli dove era necessario, l’altro che cercava disperato il principe «altezza ma chi sono questi due ragazzi? Dove siete stato? Vostra madre mi farà tagliare la testa se avete solo un graffio!» disse il secondo servitore «non ti preoccupare Alen, caro amico nemmeno oggi perderete la testa per mano di mia madre! Hahahaahah» disse Louis che ormai aveva molto confidenza con l’uomo «sempre molto simpatico principe ma chi sono questi ragazzi?» chiese nuovamente Alen«due giovani che cercano lavoro, non mi avevi detto che ti serviva qualcuno che stesse dietro ai soldati della guardia reale?» chiese il ragazzo con fare convincente «si, ma avrà solo una decina di anni!», «ma…» rispose il ragazzo «ok però dovete dirlo ai vostri genitori, mentre la ragazza può essere una cameriera??!» chiese il maggiordomo «ottima idea ma presentiamoli a mamma e papà questa ragazza deve dire loro qual cosa…» disse Louis «oh oh, ne vedremmo di tutti i colori» pensò il saggio Alen.
******************angolo autrice****************
Allora è la mia prima ff originale spero che vi piaccia per i nomi mi spiace se sembreranno un po’ recenti ma non sono vissuta nel 1700 per saper come si chiamano dei personaggi di un paese inesistente! e poi sono sempre quelli :) volevo mettere un qualcosa di più particolare! spero che recensirete vi aspetto!
P.S: accetto anche delle critiche!
revisionato il 1 dicembre 2013

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Capitolo 2
*** un momento come tanti, la favola continua ***


capitolo 2 - Nvu Un momento come tanti, la favola continua

Nei giardini del palazzo reale una donna e un uomo passeggiavano tranquillamente, lui alto un po’ grosso, capelli brizzolati e occhi verdi portava ricchi abiti, la donna anche lei ben vestita aveva dei capelli castano chiaro come gli occhi. Un servitore si avvicinò e inchinatosi disse loro «vostro figlio è arrivato e vi attende nella sala del trono con degli ospiti e Alen» dopo di che si avviò verso il palazzo seguito dai regnanti. Arrivata nella sala principale Elisabeth e Josef (così si chiamavano i due sovrani) videro i due ragazzi che erano vestiti con abiti umili e semplici, Louis e Alen. «Salve, come posso esservi di aiuto» disse la regina «vedete madre loro sono fratello e sorella i loro nomi sono Luca e Amelia sono del paese, la ragazza cercava lavoro e io vorrei, o meglio, gli ho offerto di lavorare presso il castello mentre il ragazzo era in mezzo strava credevo volesse farsi prendere sotto ma poi mi ha detto che lo faceva solo per cercare qualcuno che gli offrisse lavoro e per antipatia verso i nobili. dopo ho scoperto che era il fratello minore di Amelia lo preso su ricordando che Alen aveva bisogno di aiuto» disse il principe con calma ai genitori finche i due ragazzi si inchinarono di fronte ai sovrani «alzatevi pure, mi puoi spiegare cosa ti ha colpito di questa ragazza?» disse Josef guardando la giovane «vedete padre mi ha colpito il suo fare sicuro e il suo fegato, il popolo è povero e il lavoro è poco. Tutto questo lo so perché finche camminavo per le vie del paese una ragazza mi urta o meglio io urto lei o_O e parlando critica la nobiltà! Per il loro modo di vivere nonostante io ne facessi parte» rispose il principe con il fare di uno che deve difendersi in un processo da accuse molto pesanti «capisco» disse Elisabeth «ma potrei sapere anche la vostra versione cara» «quello che ha detto il principe è vero, non sapevo chi fosse ed ero arrabbiata perché non trovavo lavoro così gli ho detto tutto quello che mi passava per la testa senza, riflettere ma mi sa che ho fatto ben!» rispose Amelia che dopo lo stupore iniziale aveva riacquistato la sicurezza che la caratterizzava «devo dire che avevi ragione Louis ha proprio un bel caratterino! Elisabeth perché non te la prendi come Dama di compagnia sicuramente non ti annoierai» disse il re ridacchiando e rivolgendosi alla moglie «che bell’idea» rispose disse invece lei «ma io non sono nobile e non potrei mai» disse Amelia stupita «no vi sbagliate voi siete nobile di animo e avete avuto il coraggio di dire le cose come stanno, non preoccupandovi dei vostri interlocutori» rispose il saggio re «portate questa fanciulla nella camera vicino alla mia e prendete le misure per gli abiti» disse la regina «grazie mille» rispose la giovane.

 Amelia fu portata in una bellissima stanza dove delle cameriere presero le misure per l’abito e le dettero intanto un abito per rammendare il suo vestito e fargli ritrovare la bellezza di un tempo. Ne l mentre videro un ciondolo «no vi prego questo ciondolo è l’unica cosa che vi chiedo di non toccare ci sono molto legata me la dato un’amica di mia nonna quando ero piccola prima che morisse» Amelia aveva fatto prevalere nuovamente il suo spirito forte e determinato e le ancelle inchinate le porsero uno scrignetto «potete metterlo qui nessuno ve lo toccherà, mademoiselle» dissero e poi riverendo, si allontanarono dalla stanza lasciando sola la fanciulla.

Luca rimasto nella grande sala fu preso da Alen che gli spiegò cosa avrebbe dovuto fare per un bimbo di 10 anni sembrava troppo ma il simpatico uomo lo avrebbe aiutato. Intanto la famiglia reale iniziò a parlare «devo dire che la ragazza è davvero un bel tipetto» disse Josef «dovete sapere padre che quando l’ho incontrata era ancora peggio» rispose il principe un po’ divertito «ma questo è un bel pregio miei cari uomini» disse con fare stuzzicante la regina e il marito capendo la battuta ribatte «si è vero! pensandoci bisogna fare in modo che il popolo riacquisti fiducia in noi!» disse ora con fare autorevole. Intanto Amelia preso il coraggio a 2 mani si diresse nuovamente verso la sala principale ove vi erano i regnanti e il principe «incantevole, devo proprio dire che siete molto bella» disse il principe non facendo mancare la sorpresa e il padre pienamente d’accordo fu subito pugnalato dalla moglie «si è vero siete molto bella, ma mio caro Re voi siete troppo vecchio per la fanciulla» rispose la regina «non avrei mai immaginato che la famiglia reale fosse così … semplice …» disse Amelia ridacchiando ma stando attenta a non essere irrispettosa «avete ragione qui la vita è più semplice di quello che ci si dipinge» disse Josef «Amelia vi dispiacerebbe accompagnarmi nei giardini a prendere del the» chiese Elisabeth per non uccidere il Marito che continuava ad ammirare la giovane «ma certo, altezza» rispose «chiamatemi pure Elisabeth, quando siamo in confidenza non ho mai sopportato che mi chiamino per titolo» disse la semplice regina «ma certo» rispose la ragazza e insieme si diressero verso i giardini dove vi era un padiglione con un tavolo e delle comode poltrone. «messie vi prego portate due the» disse la regina «ma certo vostra altezza» rispose l’uomo, «posso chiedervi una cosa Altezza, scusate Elisabeth» chiese Amelia «ma certamente, ditemi pure» rispose la Donna «come mai non uscite dal palazzo?» «i nobili dicono che sia troppo pericoloso e che non vi è motivo, ma dopo quello che mi avete raccontato non ne sono più così sicura» rispose Elisabeth «capisco se posso esservi di aiuto potete chiedere sono sicura che la gente non vi è vicina perché voi non siete vicino a lei» rispose con fare educato Amelia «avete ragione credo che organizzerò una sfilata in modo da avvicinarmi al popolo e vedere il vero volto di questo regno» disse la Regina contenta che la giovane le rivolgesse delle critiche e non delle adulazioni che ormai sapeva non erano reali. Dopo un po’ il the arrivò e le due donne continuarono a parlare; venne fuori che la giovane Amelia sapeva leggere e scrivere e che aveva un diario dove vi annotava tutto, la regina allora le chiese di leggerle le leggende del paese.

La sera arrivò e la famiglia reale in compagnia di Amelia, Luca e Alen cenarono per poi dirigersi verso le camere, dove Amelia, preso il Diario, scrisse la data di quel giorno e gli avvenimenti,  sottolineando una frase “ un momento unico per me ma che spero sia uno come i tanti che da adesso vivrò “ finito di scrivere spense la candela e dormì.

********************* angolo autrice ***********************
Allora vi piace la storia spero di sì, se dovete tirarmi dei pomodori fatelo subito magari miglioro! A presto e recensite ve ne prego!
Amelia_6
revisionato il 1 dicembre 2013

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Capitolo 3
*** Tutti si preparano ***


capitolo 3 - Nvu

Tutti si preparano

Era mattina, Amelia era sdraiata sul suo letto, era abituata a svegliarsi presto per aiutare nelle faccende e quindi non sapeva cosa fare, guardava costantemente l’orologio, ma il tempo non passava 5.00 – 5.05 – 5.10 e così si alzò prese una scatola dal comò, quella che aveva preso prima di andar via, la aprì e prese fuori un oggetto, era piccolo in metallo e ritraeva una bellissima principessa dai lunghi capelli che danzava con il suo principe; l’aveva trovata nella neve, aveva chiesto in giro ma non era di nessuno e così la tenne. Prese in mano la statuetta insieme al suo diario e allo scrignetto dove c'era la sua catenina.

Si rimise nel letto, aprì il portagioie rosso decorato con fili d’oro e mise vicino al ciondolo a forma di cuore la statuetta e poi pose lo scrignetto sul comodino; dopodiche aprì il suo diario e si mise a leggere partiva dal giorno del suo undicesimo compleanno vi aggiungeva continuamente delle note ma non riusciva comunque a finirlo! Il tempo finalmente stava passando, quando finì di leggere erano le 7.30, si ricordò che alle otto doveva essere dalla regina così si alzò e si preparò alle 7.50 entrò nelle cucine dove si fece dare il vassoio con: the e biscotti da portare alla regina. Alle 8 in punto bussò alla porta della camera reale e dopo di che vi entrò. «buon giorno altezza» disse aprendo le tende «buon giorno a voi Amelia, puntuale come un orologio» disse Elisabeth sistemandosi sul letto «ma certo oggi avete il ricevimento con i nobili dopo con artigiani, fiorai e con la Sarta per l’abito» disse con fare tranquillo, finche porgeva la colazione alla sovrana, che sbalordita disse: «cavolo che buona memoria, devo riconoscerlo» «vi ringrazio maestà, uhm Elisabeth, che abito volete indossare oggi? » rispose la ragazza «preparatemi pure quello verde smeraldo con i risvolti color Argento ed insieme prendete il collier di perle» disse la regina «va bene» rispose con un inchino

Un’ora dopo Amelia ed Elisabeth uscirono dalla stanza e si diressero nella stanza del trono dove vi era il re ed il principe che le aspettavano «finalmente Elisabeth» disse il re impaziente «io vado con calma e poi non sono in ritardo sono le 9 gli ospiti arrivano fra 15 minuti» rispose adirata Elisabeth verso il Marito «non è che sia colpa vostra Amelia, cara» rispose invece il principe divertito, che adorava mettere la ragazza alle strette « io state scherzando altezza? Io faccio solo il mio dovere» disse la giovane «mio caro Louis hai trovato pane per i tuoi denti » disse la sovrana non trattenendo la risata. «Sire, maestà gli ospiti sono qui» disse la voce di Alen che veniva incontro alla famiglia reale ed Amelia «va bene molte grazie» gli rispose Josef «maestà io vado ad aiutare le cameriere che stanno pulendo le vostre stanze se aveste bisogno mandatemi a chiamare sarò subito da voi» disse Amelia «no, no mia cara mademoiselle voi venite con me» disse la regina che voleva accanto la giovane «ma altezza io non son certo nobile» rispose «ma siete la mia dama di compagnia e mia grande Amica, ormai, venite su forza» disse invece la regina «vi ringrazio» rispose semplicemente «forza andiamo» ribatté il re. La riunione durò tre ore, si parlò del problema della povertà del popolo, del potere prepotente dei nobili ed infine della festa che si sarebbe tenuta per la ricorrenza della fondazione del Regno che risaliva al 1400.

Dovete sapere che questo regno a origine nel 1400 quando una famiglia “i Merelli” riunì sotto una Monarchia assoluta i paesi confinanti tra Francia e Italia. La famiglia ben voluta dal popolo portò avanti il regno nei secoli fino ad oggi o meglio fino al 1700, secolo dove sono ambientate le nostre vicende.

Finita la riunione e congedati gli ospiti si pranzò tutti insieme. Nel pomeriggio arrivarono Artigiani, fiorai, pasticcieri e cuochi, gioiellieri e sarte. Per non far diventare la sala del trono, come la piazza di un mercato il Re decise di dare ad ognuno una lista di quello che bisognava fare, era uguale per tutti e si divideva in 2 categorie, ecco come era strutturata:

Quando fu data la lista, tutti si misero all’opera; intanto nelle strade del paese la gente metteva ghirlande di fiori sulle case ripuliva le strade e si preparava per la festa tutti erano stati invitati davanti al palazzo reale con i nobili per festeggiare; chi invece era in un altro paese, nelle campagne o comunque lontano dal castello reale si riuniva nei palazzi dei nobili che svolgevano il compito di organizzare la vita al posto dei sovrani (i nostri sindaci). La sera sarebbe arrivata presto e tutti non aspettavano l’ora, sopprattutto per alcune persone, perché sapevano che durante la festa sarebbe successo qualcosa che avrebbe cambiato tutto!

*********************angolo autrice ***********************
Allora siete riusciti a capire perché proprio questi colori: rosso, bianco, blu e verde?
Avete capito quello che succederà? Secondo me sì!
Secondo voi com’è questa storia? vi prego recensite!
La vostra Amelia_6

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Capitolo 4
*** La grande festa ***


capitolo 4 -Nvu

Autrice: Piccoli colpi di scena in questo capitolo, sembra presto ma siamo solo all’inizio, continuate a leggere e recensire.


La grande festa

Quando tutti, ebbero terminato il loro lavoro, lasciarono il castello per andarsi a preparare. Il giardino della reggia era incantevole, era stato addobbato come richiesto, le pietanze, la torta e lo champagne, erano disposti ad arte sui meravigliosi tavoli di legno. Nel castello principale intanto la famiglia reale e Amelia si stavano preparando per la serata, «altezza, devo venire ad aiutarvi o prima mi cambio?» chiese con gentilezza Amelia «non vi preoccupate chiedo alle cameriere, voi andatevi pure a preparare!» rispose con altrettanta gentilezza la sovrana «va bene» rispose semplicemente la ragazza; così dicendo si diresse ai suoi appartamenti seguita dalla famiglia reale che andava nei propri, * allora questo è l’abito che è stato fatto per me, ma è incantevole … va bene questo è il corpetto uhm si chiude davanti ancora meglio, e questo invece è l’abito vero e proprio incantevole, ecco eh ci sono riuscita, ottimo lavoro! Ma o no e questo da dove salta fuori ah no ecco si mette così, sarà pur bello ma accidenti è complicato metterselo da solo * pensava Amelia finche si cambiava ma ad un certo punto senti: TOC, TOC «avanti» disse con garbo «mademoiselle, mi manda la regina per aiutarvi» disse la cameriera «molto gentile, ma ho appena terminato di mettermi il vestito, anche se c’è qualcosa che non va! Ottima idea grazie» disse parlando tranquillamente «siete molto simpatica, aspettate, vi aiuto» rispose ridendo l’ancella «grazie» si limitò a dire la ragazza. Contemporaneamente un'altra ancella assisteva la regina, mentre due camerieri assistevano il re e il principe.

La cerimonia sarebbe iniziata un’ora dopo e Amelia terminato di sistemarsi acconciatura, vestito e gioielli, andò nella stanza di Elisabeth dove vi erano anche il re e il principe TOC, TOC «avanti» disse un coro di voci «permesso, sono Amelia» «venite pure avanti» le rispose la sovrana «incantevole» commentò il re, sempre pronto a fare dei complimenti alla giovane «difficile per me dirlo ma siete davvero incantevole» sottolineò Louis «deve essere così perché voi me lo diciate» disse con ironia la giovane «unici, siete davvero unici» dissero il re e la regina ai due che non perdevano occasione per bisticciare. Le nove erano arrivate e, tutti: nobili, clero, gli abitanti dei paesi vicini alla reggia, schiavi e servitori; erano lì pronti ad accogliere la famiglia reale, le grandi porte si aprirono facendo vedere la meravigliosa scalinata illuminata, ed ecco 4 persone che scendono le scale, il re e la regna seguiti da Amelia ed il principe Louis, tutti erano in silenzio e quando giunsero ai piedi della scala, il re iniziò a fare il discorso:

«cari cittadini, ricchi e poveri, oggi è un giorno importantissimo, infatti, si celebra la nascita di questo stato monarchico so che questo periodo non è dei più belli ma spero, di migliorare la vita, in tempi brevi. Oggi però è un giorno di festa per cui non parliamo di questo! QMa con questo discorso però mi serviva per presentarvi una persona che ci ha aiutato nel capire i bisogni della gente ed ha portato anche molta allegria nel palazzo, vi presento Mademoiselle Amelia Dama personale di mia Maglie la regina Elisabetta o come tutti noi la chiamiamo Elisabeth; venite pure avanti cara Amelia», «grazie, sire» disse Amelia «grazie a voi, E ORA SI DIA INIZIO ALLA FESTA» Il quartetto di archi partì le dame invitate dai caviglieri andarono a ballare alcuni si soffermarono a mangiare qualche prelibatezza o assaggiare il vino offerto, tutto andava come previsto e tutti si stavano divertendo, i padroni che ballavano con gli schiavi loro o altrui. Intanto, in un angolino Amelia aveva intravisto la Famiglia e gli andò loro incontro, «Padre, Madre, frattellone, sorellina» esclamò Amelia «ciao sorellina, eh eh tu si che conquisti tutti, vero?» disse scherzoso il fratello «ma certo che sì» ribatè Amelia che non si faceva mettere in ridicolo dal fratello, «sei bellissima» dissero invece i genitori che furono subito ringraziati dalla giovane, ma finche ella parlava si avvicinò un uomo e con garbo le chiese «mademoiselle, posso avere l’onore di questo ballo?» Amelia si girò e vide il principe con la mano tesa e lo sguardo dolce «ma certo» rispose lei e così datagli la mano, iniziarono a ballare. Il tempo passava e anche la serata, la regina si stava intrattenendo con vecchie amiche e Amelia finì per ballare tutto il tempo con il principe facendo crescere l’ira di molte signorine che aspettavano quel ballo da quando era terminato quello dell’anno precedente, ma a lui interessava solo la giovane davanti a lui e dopo 3/4 della serata prese un po’ di coraggio e portò Amelia lontano da tutti «dove mi portate» disse con cattiveria la ragazza «non vi preoccupate in un posto meraviglioso» oltrepassarono i giardini e si imbucarono dietro una siepe, dopo poco però si ritrovarono in un posto meraviglioso tutto in torno solo alberi al centro un laghetto illuminato dalla luna piena «è stupendo» esclamò Amelia «è vero, ci vengo sempre quando devo pensare» disse il principe «e a cosa pensate?» chiese con un po’ di ironia «uhm tutto e niente» «che risposta è mai questa?» «la mia» rispose Louis facendo ridere la giovane e lui. Il tempo in quel paradiso sembrava non trascorrere mai, quando ad un momento che sembrò eterno il principe si avvicinò prese il viso di Amelia con la mano e le diede un bacio, di quelli lunghi e romantici, Amelia voleva ritirarsi ma quel bacio l’aveva conquistata. Dopo un’eternità o forse un secondo i due si staccarono la ragazza sospirò il nome del principe e poi subito il titolo, ma lui fece segno di no e aiutandola ad alzarsi si avviarono. Elisabetta intanto si era preoccupata, perché non vedeva Amelia, ma fu subito tranquillizzata quando la vide insieme al figlio * è … cosa ci fanno quei due insieme e per di più non bisticciano, a no ecco hanno iniziato ehh, che bella coppia* pensò la regna che era felice di vederli insieme. La festa era quasi terminata ed il re diede il via a meravigliosi fuochi d’artificio, che partirono ed illuminando il cielo e la serata! La serata si era conclusa e tutti iniziarono ad avviarsi; infatti, moltissime carrozze partirono dalla reggia, il re e la regina si avvicinarono alla famiglia di Amelia e offrì loro ospitalità che fu accettata per rimanere accanto ancora per un po’ ai figli. Amelia fece fare il giro del palazzo ai suoi genitori e fece vedere loro le stanze dove accomodarsi dopodiché salutò la famiglia e si ritirò in camera sua. Arrivata si tolse lo sfarzoso vestito e si mise sulla scrivania prese il Diario e scrisse «caro diario, oggi Louis mi ha baciata e io … ehm … lo lasciato fare non so perché ma sono attratta dal principe, non so cosa fare?! Aiutami tu, mio fedele amico» finito posò il diario e andò a dormire.

In un'altra stanza però le luci delle candele erano ancora accese e facevano risaltare quattro ombre, due femminili e due maschili. Le figure si parlavano in modo cordiale e fraterno, come se si conoscessero da molto tempo, ma all’improvviso la figura dell’uomo più magro si alzo di scatto e disse urlando «avete tradito la fiducia dei vostri più cari amici e di tutto il popolo!» a intervenire fu una delle due donne anche lei molto magra «calmati, ti prego calmati» disse con voce tremolante e le lacrime che risaltavano alla luce delle candele. L’uomo che si era appena alzato guardo verso quella figura e si sedette a prendere parola fu l’altra figura maschile, che diversamente dalla prima aveva una corporatura più robusta ed era molto più calma «mi spiace so che ci odiate ma non è colpa nostra, i nobili ci hanno detto che tutto era normale e che non era necessario uscire!» «non ti sei mai fidato di nessuno perché di quei quattro avvoltoi si!» si rialzo la figura e mostro il pugno all’altra «perché, perché mio padre,mio padre mi ha insegnato che di loro ci si può fidare che sono fedeli!» disse abbassando il volto e voltandosi «sciocchezze!» disse ancora infuriato l’altro «ti prego non infierire, ancora. Sappiamo ora abbiamo aperto gli occhi!» si intromise la donna più alta e dal carattere più sicuro, «grazie a…» disse la figura maschile ma non riuscì a finire la frase perché la donna che gl’era accanto disse «ricorda un po’ voi!» dopo quell’affermazione calò il silenzio, le luci si spensero e di quelle quattro figure non si seppe più nulla e solamente la luna, che illuminava il palazzo, fu partecipe di quella conversazione!

***************** angolo autrice **********************

Forse un po’ corta ma spero vi piaccia comunque!
Cosa ne pensate del bacio, troppo romantico? troppo presto?
non ha molto senso in questa parte del racconto?
Ditemi tutto quello che pensate, le vostre opinioni sono importantissime!  
Mi raccomando recensite in molti, anche con critiche!
revisionato il 1 dicembre 2013
La vostra Amelia_6

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Capitolo 5
*** Uno strano cambiamento ***


capitolo 5 - Nvu
Uno strano cambiamento
La notte era trascorsa nella tranquillità e stava per iniziare un nuovo giorno. L’orologio a pendolo nella camera di Amelia segnava le 6.30 e dalle finestre si iniziava ad intravedere le prime luci; ed i raggi che entravano svegliarono la giovane che senza voglia si alzò. * che giornata intensa ieri oggi sono davvero esausta * pensò la giovane finche si toglieva la vestaglia e si infilava il vestito * che strano i miei genitori a palazzo! Sono felice che oggi rimangano qui spero vada tutto bene! * continuò nei suoi pensieri; * approposito ieri il principe mi ha baciata! Accidenti! Come devo comportarmi? Forse è meglio non dir nulla! * pensò, rifletendosi nello specchio e stringendo un nastro largo e bianco intorno alla vita.
«Alena dov’è il vestito di ieri sera?» si sentì urlare, era Alexander il papà di Amelia che nella camera vicina a quella della figlia aveva avuto un piccolo vuoto di memoria «l’hanno presa le ancelle, l’hanno sistemata e riposta nella cassettiera» rispose la donna che dietro ad un paravento si stava cambiando «trovato, grazie» disse l’uomo «non c’è di che» rispose accennando un sorriso e uscendo da dietro il divisorio. La coppia si voleva molto bene anche se i caratteri erano completamente diversi. Lui era un uomo con una grande forza di volontà, molto determinato, caparbio se non testardo, il suo più grande pregio era che sapeva essere severissimo con i figli ma anche dolce e premuroso; ma era anche molto suscettibile, solamente la moglie sapeva tenerlo, infatti, anche lei aveva una grande forza di volontà ma il suo carattere era più calmo, dolce e pacato non si arrabbiava mai, anche se buona non era affatto fragile. La sua Virtù era come già detto, calmare il marito e qualsiasi persona, invece il suo più grande difetto era la troppa bontà non si arrabbiava mai si limitava a riprendere in modo calmo qualsiasi situazione, cosa che faceva infuriare il marito! [Autrice: e il gioco ricomincia!] «Alexander, secondo te i ragazzi sono già svegli?» «non saprei è molto presto!!» commentò l’uomo ma finita la frase si sentì bussare – TOC, TOC – «avanti» esclamarono i due «ciao sono Amelia» «ciao Amelia, già sveglia?» «si, ogni giorno mi alzo verso quest’ora mi preparo faccio il giro del giardino raccolgo dei fiori da mettere in camera e successivamente vado nelle cucine dove prendo la colazione per la regina e gliela porto.» disse la ragazza sorridendo e mostrando il giardino, che catturava con i suoi colori. «Amelia, è vero quello che il re ha detto ieri?» chiese ora preoccupato il padre «si, diciamo che ho parlato come sempre un po’ troppo, hahahahaha» disse la ragazza avvicinandosi al padre e ridendo, il padre con aria sorpresa, sospiro e poi abbracciò la figlia. «Ora vado, devo iniziare le mie faccende!» riprese la giovine «non ti preoccupare vai pure!» disse la madre e salutò la figlia che si avviò.
La ragazza dalla treccia d’oro, in pochi minuti scese nelle cucine, prese il vassoio e ritornò nell’ala del castello dove c’erano anche le stanze reali. – TOC, TOC – «buon giorno, sono Amelia» disse aprendo la porta «vieni pure, ti stavo aspettando» rispose Elisabeth «mi scusi il ritardo» «no, no tranquilla, non sei in ritardo solo che oggi mi sono svegliata un po’ prima del solito» la rassicurò la sovrana «ecco la sua colazione, che abito le preparo?» chiese porgendo il vassoio «quello porpora con le decorazioni d’orate e argentate!» disse portando l’indice al mento «ma certo» disse e poi aprì le ante dell’armadio, prese il vestito e lo appoggiò al separé, aprì poi la cassettiera prese uno scrignetto ed estrasse i gioielli che appoggiò davanti allo specchio. «Amelia, mi date una mano ad allacciare il vestito?» chiese «certamente, ecco fatto!» «molto gentile» «si figuri, venga si sieda le acconcio i capelli e la aiuto a mettersi i gioielli» disse facendo segno di accomodarsi. La giovine fece come aveva detto e quando finì si scostò e lasciò che Elisabetta si alzasse e le dicesse cosa fare. «Amelia, oggi ho degli impegni con i nobili, desidererei che tu venissi con me» «non so se è il caso» disse abbassando il volto «sciocchezze, su ora vieni con me, Josef e Louis ci stanno aspettando nella sala del trono» esclamò la regina, appoggiando la mano sulla schiena di lei e la portò con se. Amelia al nome del principe si avvilì ma ripreso il solito coraggio si incamminò. Le due donne stavano camminarono lungo i corridoi, illuminati dal sole che stava spuntando, quando la regina iniziò a parlare «Amelia, posso farti una domanda?» chiese con la voce soffusa che faceva trasparire un filo di agitazione «ma certo Maestà, mi dica pure» disse dopo aver fatto un sospiro come di sorpresa «tu conosci la storia della tua famiglia?» chiese con franchezza Elisabeth «uhm, no mi spiace i miei genitori non hanno mai avuto piacere di ricordare il loro passato, credo per un lutto o per qualcosa di grave che è successo molto prima che io e i miei fratelli e mia sorella nascessimo» raccontò la giovine che non trattenne l’amarezza. «Capisco» disse turbata «io invece no, mi scusi a perché si è rattristata quando le ho risposto?» chiese ora dubbiosa Amelia «No niente, solo che … lascia stare – disse accennando un sorriso – siamo arrivate riprenderemo il discorso dopo. Non ti preoccupare» le parole e il comportamento della regina erano strani e Amelia si era preoccupata ma sorrise e accompagnò i reali in una stanza dove su un tavolo di quercia erano riuniti vari uomini dall’aria austera e vestiti con ricchi abiti. «Salve signori, vi prego accomodatevi» disse il re «mi scusi maestà ma la ragazza chi è?» «una giovane donna che conosce meglio di noi come si vive in paese! Una giovane donna che non uscirà da qui se non quando sarà finita questa riunione. Detto questo iniziamo!» esclamò con autorità il re mettendo la diretta interessata in soggezione.
La riunione dei nobili fu da li in poi tranquilla, infatti i nobili si limitarono a dire quel che Josef chiedeva ma all’interno di quella sala quello che saltava all’occhio era come alla presenza di Amelia e alla rinata austerità della famiglia reale i nobili raccontarono la verità, ammisero finalmente che il popolo pativa la fame. I nobili non erano però contenti, infatti, tendevano ad essere delle persone ambiziose ed egoiste e non desideravano che il re cambiasse la loro situazione privilegiata. Alla fine della riunione il re chiese di trovare una soluzione poi salutò i nobili e uscì insieme alla moglie e Amelia.
Il re e la regina erano stranamente più freddi e distaccati del normale ma la giovine si fece coraggio e iniziò a parlare «Mi scusi Altezza, volevo chiederle cosa voleva dirmi prima» disse gentilmente «uhm, oh si volevo sapere come mai non sai la storia della tua famiglia?» disse ripensando alla mattina «come le stavo dicendo i miei genitori non sono mai stati propensi nel raccontare il loro passato» disse Amelia «capisco, è un vero peccato, magari ci conoscevamo» rispose sorridendo con ironia «ma certo» accennando un sorriso; Amelia non conosceva forse il passato dei suoi genitori ma era sicura che i suoi genitori non amassero molto i nobili e non se li immaginava insieme ai futuri regnanti. Il percorso era terminato nelle stanze reali dove la regina chiese ad Amelia se prima di pranzo le faceva compagnia in biblioteca che voleva leggere un po’ «Amelia posso consigliarti di cercare i tuoi antenati c’è qui un libro che parla di Ginelli e dei suoi abitanti» «sarebbe bello ma non so se li troverò!» disse un po’ avvilita «prova magari ci sono» «uhm ok!» disse la giovane che era un po’ titubante, ci proverò. La giovane iniziò a sfogliare il libro ma quando arrivò all’iniziale del suo cognome entro Andrè che avvisò le due donne che il pranzo era pronto, «Arriviamo subito, Amelia continueremo più tardi» disse la regina «va bene» disse e poi si avviò con gli altri.
Nel pomeriggio la famiglia reale e la giovane e la sua famiglia uscirono per una passeggiata ma il tempo passò veloce e la sera arrivò presto. Amelia si ritirò nelle sue stanze portandosi dietro il libro su Ginelli e iniziò a sfogliarlo con suo piacere trovò il cognome della sua famiglia ma non riuscì a leggere il paragrafo perché l’orologio della sua stanza suonò mezzanotte e preferì ritirarsi.
Il castello era illuminato solo dalla luna e nuovamente in una stanza la luce si accese e comparsero nuovamente le quattro figure della notte precedente. «cosa avete fatto nella Mattinata e cosa le avete chiesto?!»urlò con tono forte e sicuro «nulla solo delle cose riguardanti voi» disse la figura femminile più alta e snella. «cosa!» «scusate, ma deve sapere!» disse ma la finestra si spalancò fece entrare un forte vento che spense le candele e dopo poco una forte pioggia cominciò a scrosciare, e nuovamente le quattro figure sparirono nel nulla.
**************** Autrice ****************
piccoli misteri, cosa ne pensate?
commentate anche con consigli, grazie ancora
Amelia_6

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Capitolo 6
*** Misteri e segreti di famiglia ***


capitolo 6 - Nvu

Misteri e segreti di famiglia

Il temporale stava finendo e le nuvole si stavano diradando e la luna si iniziava a intravedersi, Amelia era nel letto ma la curiosità non le fece prendere sonno. Il libro era sulla scrivania aperto su una pagina che riportava nell’intestazione: “Una famiglia del paese” e più in piccolo un cognome, alla protagonista molto famigliare. La giovane non riuscì più a resistere si alzò, prese il piccolo volume e si risedette nel letto e iniziò a leggere: «questa famiglia è una delle più ricche città, vive in un castello poco lontano della reggia, il capo della famiglia è un uomo molto austero mentre la moglie ha un carattere molto premuroso. Hanno un solo figlio, Alexander ha il carattere del padre ma è molto più legato alla popolazione contadina, attualmente è ufficialmente fidanzato con una donna del posto ma non si sa molto su di lei, solo il nome: Alena» lesse solo questa frase e gli occhi si illuminarono e non trattenne la sorpresa, prese un abito la mantella e si vestì. Dieci minuti dopo era sul portone di ingresso; lo aprì piano e uscì in punta di piedi, preso un cavallo partì. Il fango schizzava al passaggio del destriero ma la destinazione di Amelia non era lontana. Il castello si ergeva nella notte e la luna, che ormai era completamente visibile, lo illuminava nella sua trascuratezza «ECCOLO!» esclamò e si diresse verso il portone di ingresso. La vecchia porta di legno cigolò e si aprì su un bellissimo atrio, le pareti erano ricoperte di enormi ritratti le cui figure erano austere ed eleganti. «É ma quel signore è identico a papà! Non ci posso credere!» disse tra se e se la giovane Amelia che rimase stupita da quell’uomo con un viso così famigliare ma le sorprese non erano finite in un angolino c’era un piccolo quadro, su questo vi erano raffigurate due giovani, dovevano avere circa sedici anni ma il quadro aveva uno squarcio riparato poi abilmente con ago e filo «chi ha riparato il quadro è stato veramente bravo, ma chi sono mi ricordano molto … no è impossibile» disse poi voltando quasi con timore il quadro ma purtroppo quello che lesse confermò quel sospetto che gli era rimasto inciso nella mente. La giovane continuò il giro per il castello e trovò ancora dei bellissimi quadri, le stanze erano finemente arredate, camere e sale da thè e da ricevimento, gli armadi erano in legni pregiati e in alcune vetrine erano rimasti oggetti di uso comune, Amelia era quasi entusiasta nel vedere quelle meraviglie ma il pensiero ritornava subito a quel quadro! «Accidenti, non so più cosa pensare! Aspetta e questo che cos’è!» disse guardando verso una porta molto più piccola e meno decorata; sulla porta vi era scritto “stanza delle Mademoiselle Alena ed Elisabetta” «cosa delle Mademoiselle Alena ed Elisabetta!» rilesse velocemente e un lampo le attraversò la mente e due figure le comparvero nella mente; così entrò e nella stanza trovò solo due letti e un quadro con raffigurati i due giovani di prima e due ragazze, Amelia notò che le due giovani avevano abiti poveri mentre gli altri due erano sicuramente nobili. Tutte le figure insieme le risultarono molto famigliari. Ripensò alla giornata appena trascorsa e l’idea di poco prima le fu subito confermata.

Amelia passeggiava sotto i primi raggi di sole con in mano un ricco mazzo di fiori era pensierosa e il suo sguardo era vuoto e senza espressione, «guardate, guardate un po’ chi è mattiniera!» disse una voce all’improvviso, che fece sussultare Amelia «oh, siete voi altezza che posso fare per voi? Vostra madre mi richiede?» disse guardando il principe con aria stranamente seria, soprattutto per le parole che se dette in un altro giorno al suo interlocutore avrebbero fatto pensare ad una presa in giro «uh, fate la seria oggi, che vi succede? Vi siete pentita di aver preso in prestito il mio bel cavallo bianco?» disse ridendo sotto i baffi Louis che invece della giovane era di ottimo umore «COSA! Il vostro cavallo, come? scusate, mi spiace!» esclamò abbassando però subito il volto «diciamo che il color fango era molto evidente e l’unica persona che si sveglierebbe in piena notte per passeggiate notturne siete solo voi mia cara! Neanche la più povera delle ancelle si sveglierebbe mai prima di voi!» «come? volete dire che mi stavate spiando! Sapete un po’ troppe cose!» «uhm, no assolutamente no! Però i muri sono sottili e io ho il sonno molto leggero mi sveglio per un nonnulla e così un paio di giorni fa ho sentito che alle sei vi alzate e mezzora dopo vi ho visto in giardino, così oggi sono venuto a farvi compagnia!»«siete gentile, ma non so se è bene che rimaniate con me! Oggi non son di buon umore non Vorrei offendervi mancando di bisticciare con voi!» «bhè siete sulla buona strada hahhaha» «uhm, forse avete ragione! Hahahaha» disse Amelia e sul volto dei due giovani comparve finalmente un sorriso «se non fossero miei quei fiori, vi direi che sono brutti ma aimè se mia madre per sbaglio mi sentisse mi ammazzerebbe!» «dite? Questi fiori non sono del vostro giardino, ma del mio!» « non sapevo che nella vostra casetta aveste dei fiori così brutti, pardon belli!» «siete il solito, ma avete ragione in paese non teniamo questi fiori, li ho presi al castello della mia famiglia!» «come! da quando avete un castello?» «da quando ho scoperto che eravamo destinati a conoscerti perché …» «AMELIA … VENITE SU VORREI CHE MI AIUTASTE» urlò una donna dal balcone di una stanza «Arrivo Maestà, Arrivo Elisabetta! Scusate principe Louis vostra madre mi chiama continueremo il discorso entro sta notte! Ve lo assicuro!» «ma certo» disse lasciandola poi andare.

«Scusate cara se vi ho disturbata, ma oggi vorrei che accompagnaste la vostra famiglia in paese insieme a noi!» «volete dire che andremmo tutti in paese?» «sì, in tutto saremmo in … 9 si in nove voi avete 2 fratelli e 1 sorella giusto?» «esattamente!» «molto bene, aiutami a vestirmi che partiamo subito!» «ma certo!» Amelia aiutò la regina ed un’ora più tardi erano davanti al castello tutti insieme. «venite signore, voi salite qui!» disse Alen «grazie» dissero le donna salendo su una carrozza aperta «voi accomodatevi pure qui!» esclamò poi il maggiordomo agli uomini rimasti davanti il portone «molte grazie» dissero i signori sedendosi sui sedili in raso di un'altra carrozza aperta «mio vecchio amico» sussurrò poi il padre di Amelia.

Le carrozze scivolavano lungo le piccole vie di Ginelli quando al posto di andare dritti svoltarono a destra e in lontananza comparve il castello diroccato che nella notte la giovane Amelia aveva visitato per cercare di risolvere i suoi dubbi facendone poi nascerne degli altri. «Amelia, Luca, Giuseppe, Annalisa e Louis venite!» disse il re «maestà, cosa volevate dirci?» chiese con l’ormai nota diplomazia Amelia «bhè sta notte voi avete cercato la verità e oggi noi vogliamo raccontarti la storia dal principio.» le rispose Josef «una storia che parte un po’ come la vostra due amiche povere, un principe ed un nobile fuori dal comune» disse il padre pensando alla gioventù ormai passata «venite ci accomoderemo nella sala da pranzo» disse poi la regina indicando la via, ma l’unica cosa che risaltò agli occhi del principe Louis furono i fiori, l’unica cosa che era rimasta viva in quello scenario, le camelie bianche e i gelsomini, l’edera, i bellissimi Roseti rossi e l’ortensia adornata da una corona di Lobelia blu notte, «i fiori che aveva in mano, Amelia!» esclamò il principe seguendo subito dopo il gruppo.

************************************* autrice *************************************
Mi spiace il capitolo è breve ma spero di rifarmi con il prossimo capitolo!
La vostra Pazza scrittrice vi invita solo a commentare anche in breve il capitolo per sapere i vostri commenti!
revisionato il 1 dicembre 2013
kiss Amelia_6

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Capitolo 7
*** Flash Back, una storia che parte dal passato ***


UNA STORIA CHE PARTE DAL PASSATO
«ragazzi, veneti accomodiamoci pure qui» disse Alena indicando le bellissime sedie in legno intarsiato «grazie» dissero le persone presenti e si accomodarono. «cosa succede? Potete spiegarmi?» commentò il principe Luis «credo che centri con il passato dei nostri genitori» rispose Amelia guardando i diretti interessati «Ragazzi dovete sapere che noi, ci conosciamo da moltissimo tempo. Eravamo solo dei ragazzi ma conoscevamo il nostro destino» «ma il destino è scritto sulla sabbia e le onde lo possono cancellare e riscrivere» dissero i regnanti «ma andiamo con ordine la storia inizia nel lontano 1684» intervenne Alexander
INIZIO, FLASH BACK
1684 una giovane dai capelli sul castano camminava attraverso le vie di un paesino, «ehi guarda quella ragazza, dev’essere poverissima» commentavano le voci delle persone «aspetta!» disse una voce maschile e prendendola dentro per un braccio «mi lasci, mi lasci andare!» urlò la ragazza «no, ascoltami, tranquillizzati e ascoltami!» continuò la voce dell’uomo «cosa vuole?» esclamò «mi spiegate perché ogni giorno vi vedo su questa via andare avanti indietro?» «ci abito!» «non mi avete risposto» «non so cosa fare, non ho lavoro e son povera, non ho nessuno! Contento» «se volete vi posso aiutare» «e come?» «vi posso dare un lavoro presso la mia famiglia!» «Non posso!» «perché?» «non posso lasciare la mia amica da sola!» «avevate detto che eravate sola, non avete nessuno!» «di famigliare, la mia amica invece è molto che non la vedo» «come si chiama?» «Alena» «va bene la cerchiamo insieme» «se proprio vuole!» lo scambio di battute terminò lì e i due iniziarono a cercare la ragazza, la trovarono vicino ad una fontana insieme ad un uomo che ci provava «lasci la ragazza!» esclamo l’uomo «chi è lei per dirmi quel che devo fare!» «Alexander!» esclamò e subito il signore imbiancò e se ne andò «vi ringrazio ma voi chi siete?» «mi chiamo Alexander voi siete Alena?» «si, come lo sapete?» «Alena sono io, Elisabetta» «uhm, Elisabetta non volevo spaventarti, non volevo che soffrissi!» «non ti preoccupare!» «Mi scusi è ancora valida l’offerta?» «ma certo potete venire tutte e due» «grazie» dissero le due ragazze. Alena, era un ragazza simpatica e molto buona mentre Elisabetta aveva un carattere più forte e sicuro. I tre ragazzi si diressero verso un castello, era molto bello il giardino era arricchito di bellissimi fiori di vari colori: rosso, blu, bianco e verde. «Padre ho trovato le cameriere che cercavamo, Vi presento Alena ed Elisabetta» «buongiorno» dissero timidamente dopo che Alexander ebbe finito di parlare «molto bene potete accomodarvi nella stanzina infondo al primo piano» «va bene» dissero le due giovani e si fecero accompagnare da Alexander.
Il resto del giorno lo occuparono per visitare il castello, Alexander però verso la fine della giornata se ne andò e quando ritornò era insieme ad un altro ragazzo «Salve, dia pure a me il soprabito» disse Alena «Ecco a te, grazie mille» disse il giovane ospite «principe Josef, sono onorato di averti qui di nuovo» disse il vecchio padrone «la ringrazio» esclamò il principe chinandosi leggermente. «Josef posso presentarvi Alena ed Elisabetta,» «molto piacere, ragazze» «piacere nostro» «Alexander allora gita a cavallo o in carrozza?» «cavallo» «va bene» «ragazze venite con noi?» «non saprei?» «forza!» esclamò Alexander.
Il gruppo di ragazzi prese i cavalli e fece una lunga passeggiata intanto iniziarono a parlare e le due ragazze raccontarono le loro storie, erano rimaste orfane e vivevano da anni con la generosità della gente. «ragazze, che ne dite e se domani rifacciamo la passeggiata?» chiese Josef «non so se è il caso» commentò Alena «ma certo su ora venite mio padre ci starà cercando!» disse Alexander «va bene» dissero Alena ed Elisabetta «allora a domani» concluse il principe. «ALEXANDER!» urlò il padre «ditemi!» «dove sono le due ragazze «sono qui con me!» «perché erano con voi?» «le abbiamo invitate per farle ambientare» «capisco, ragazze preparate la cena e servitela» «va bene Messie» dissero e si allontanarono. «Padre?» «dimmi?» «perché siete così cattivo con loro?» «come? non sono cattivo ma loro non sono nobili non possono fare la nostra vita!» «non capisco padre che c’era di male in una passeggiata!» «nulla ma state attento!» «uhm, va bene padre!» il discorso si chiuse ma Alexander era arrabbiato con quei giudizi, con il padre e non si presentò a cena; le giovine cenarono nelle proprie stanze con degli avanzi ma il giorno successivo Alexander e Josef le conquistarono nuovamente e riuscirono a farle fare nuovamente una passeggiata lungo le vie di Ginelli. «ALEXANDER» «padre?» «posso sapere cosa volete fare domani?» «quello che ho fatto oggi e il giorno prima!» «cosa hanno le due cameriere che vi hanno conquistato?» «Non gli interessa che Josef è un principe ed io uno dei più grandi nobili» «capisco ci tenete tanto?» «sì, ci tengo tanto!» «va bene ma bisognerà presentarle al re!» «va bene!» con quella frase il discorso tra padre e figlio terminò e la notte calò e la luna illuminò il castello e i bellissimi fiori.
Il sole brillava alto nel cielo e davanti al castello di Alexander una carrozza chiusa stava spettando i suoi passeggeri «Alena, Elisabetta venite forza» «si mio signore» «Alexander!» «sono qui con le ragazze» «pronti?» «sì eccoci!» detto questo il gruppo salì sulla carrozza e il cocchiere partì. Il viaggio non durò tanto; quando arrivò un uomo alto e magro aprì la porta e fece scendere prima le signorine e successivamente i signori. «che meraviglia» dissero le due giovani incantate dallo scenario che videro scese dalla carrozza «ben venuti a palazzo!» esclamò un uomo dall’aria seria «vi ringrazio, ho udienza con il re» gli rispose il padre di Alexander «si lo so, seguitemi» disse l’uomo mostrando la strada. «oh, caro vecchio amico che piacere, era molto che non venivi a palazzo, vostra moglie come sta?» «mia moglie è partita per Parigi un mese fa dovrebbe far ritorno fra una settimana, vostra grazia» «capisco, ma su i convenevoli li abbiamo lasciati tempo fa!» disse accennando un sorriso un signore dalla corporatura robusta e ben messo «ma certo» gli rispose l’uomo rimanendo però con la testa china. «non mi avete presentato gli ospiti ditemi chi sono le due nuove fanciulle che vi accompagnano?» «sono le nuove ancelle del mio palazzo e il ragazzo è mio figlio» «sì ora ricordo, certo che è cresciuto molto» «sono d’accordo» «come mai a palazzo con le due serve?» «perché mio figlio nutre per loro grande simpatia e con il principe vanno spesso a cavalcare e volevo almeno presentarvele?» «cosa mi dite!?! Mio figlio si incontra con le vostre ancelle! Questa è proprio bella» «mi spiace sire, dovevo dirvelo prima?» «su, su non scherzate! Timido com’è mi chiedo come faccia!» «timido?» rimase sorpreso il nobile che l vedeva sempre attivo e senza un minimo di paura «Josef, Josef!» gridò dalla finestra della stanza «arrivo padre» gli rispose invece il figlio «ditemi, Josef conoscete le due ragazze che sono qui insieme al duca?» «sì, sono Alena ed Elisabetta le cameriere della villa del signor duca» rispose ma all’incontrario del solito la sua voce era fioca e lo sguardo sempre perso nel vuoto o rivolto al pavimento. «capisco, è vero che siete andato con il figlio del duca a cavalcare in compagnia di due queste giovini?» «si padre» rispose lasciando sempre più sorpresi i presenti «Forza venite avanti ragazze, come vi chiamate?» «Io sono Alena!» rispose inchinandosi «Io invece sono Elisabetta» disse l’altra ragazza inchinandosi a sua volta «ben venute, alzatevi pure» «vi ringrazio maestà» risposero insieme «non è certo usanza di questa corte che il principe si intrattenga con delle serve ma voi mi sembrate due ragazze molto intelligenti» «la ringrazio maestà» sussurrò Elisabetta «ditemi Di dove siete?» «io sono del paese sono nata e cresciuta qui» disse Alena «io invece sono del paese confinante, mio padre è un emigrante dell’Inghilterra mentre mia madre è originaria di Ginelli» rispose poi Elisabetta «Elisabeth?» «si sire, mio padre mi chiama così!» il re si rannuvolò e poi disse «non ci sono problemi, Duca, le ragazza possono continuare a intrattenersi con il principe» «grazie, grazie amico mio» furono le ultime parole che sussurrò e poi se ne andò con il figlio e le serve.
******************************* Autrice ***********************************
Questa è la prima parte del flash back, spero vi piaccia, la storia ha sempre un filo di mistero ma tutti i dubbi saranno sciolti alla fine!
Al prossimo capitolo, la vostra pazza scrittrice
Amelia_6

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Capitolo 8
*** Flash back, Amore e Destino ***


Amore e Destino
***********************************Passato***********************************
Alena ed Elisabetta stavano sistemando la villa quando sentirono urlare «ragazze?!» «siamo in salotto!» esclamo Elisabeth «giro a cavallo?» chiese il Principe «Dobbiamo finire prima!» gli rispose Alena «su su niente storie!» continuò Alexander «va bene, ora veniamo! Sellate i cavalli!» rispose Elisabeth e presa l’amica per un braccio, si avvio verso la loro stanza. Le due ragazze erano molto serie ma la compagnia dei due giovani le faceva distogliere dai loro lavori, di questo però al Nobile non importava, infatti, ogni volta che le due giovani uscivano il nobile dava loro dei lavori extra. Il lavoro extra però iniziava a pesare alle due giovani che rientrando sempre più tardi finivano le loro faccende a notte fonda. Finito di cambiarsi le due serve andarono dal padre di Alexander «signore, noi ci allontaniamo un po’ con il signorino e il principe» disse Alena «va bene attenzione quando tornerete vi darò del lavoro in più!» disse e se ne andò! 
Alena ed Elisabetta dopo l’incontro con il duca uscirono dal bel palazzo e si unirono ai due giovani. «punizione?» chiesero insieme i due amici «ma certamente, come tradizione vuole» disse Elisabetta ridacchiando, cosa che lasciò Alexander e Josef quasi sorpresi nel vedere come si stava ambientando la ragazza a stare con loro senza alcun problema. «Allora forza, oggi gita nei boschi!» disse Alexander e si partì, i cavalli correvano lungo gli stretti sentieri mentre i loro condottieri parlavano, o meglio urlavano, in modo amichevole «sono io il più veloce – esclamò Josef – no amico io ti batto, sia in velocità che in bellezza!» si aggiunse l’altro «non voglio intromettermi ma in fatto di bellezza noi due vi superiamo di gran lunga – disse Elisabeth – poi in velocità si può subito vedere» finì e prese le briglie fece correre più veloce che mai il destriero, «io non son da meno, su forza, provate a prenderci!» esclamò Alena e schioccate le redini partì all’inseguimento dell’amica. Naturalmente Josef e Alexander non potevano farsi battere dalle due cameriere così iniziarono la rincorsa ma o perché i cavalli andavano più veloci o semplicemente il loro vantaggio le fece vincere sui due nobili «bene, bene, e ora cosa ci date come vincita?» chiese Alena «uhm fammi pensare? – disse Josef – una bella corsa? ma a piedi!» ma non terminò neanche la frase che il giovane principe partì e per un soffio non prese la ragazza che scattò verso il fitto della foresta. Il luogo che si aprì agli sguardi prima di Elisabeth e Josef e successivamente di Alena e Alexander fu stupendo gli alberi fitti avevano lasciato posto ad un prato pieno di fiori dai mille colori, al centro c’era poi un bellissimo laghetto ed infine tutto intorno gli alberi, che racchiudevano quello splendore. «che meraviglia!» esclamarono in coro «che ne dice ci sediamo giù?» chiese Alena «uhm, ottima idea» le rispose Josef e seguito dal gruppo si sedette in riva al laghetto, «guardate che bei colori! Sta arrivando il tramonto!» disse Elisabeth indicando poi la superficie del lago che riflettendo i raggi del sole era diventata arancione – rossa «è uno spettacolo incredibile!» si unì poi Alena «incantevole» aggiunse poi Alexander. Dopo aver ammirato quel tramonto il gruppo ritorno alla villa, qui ad aspettarli c’era però una bellissima carrozza «MADRE!» esclamò Alexander «oh caro che piacere vederti, principe Josef è un onore… e voi dovete essere le nuove serve?» disse una donna alta e molto magra, dai capelli biondi e gli occhi di un bellissimo verde smeraldo «si signora» risposero le due ragazze «Signora duchessa, è un onore per me rivederla» esclamò invece il principe la cui aria non sembrava essere di certo impersonale ma molto scherzosa, «oh principe, voi mi adulate, che ne dite di rimanere a cena?» «sarà un onore!» «Alen! Alen!» chiamò a gran voce «Si madame?» rispose un uomo alto dai capelli scuri e gli occhi nero pece, «andate a palazzo velocemente e lasciate detto che il principe si fermerà qui per la notte!» «ma certo mia signora!» disse l’uomo e subito dopo preso un cavallo partì. Alen era un servitore della famiglia da circa cinque anni ed era di origini francesi. La Duchessa lo aveva assunto durante un soggiorno prolungato a Parigi e da allora era rimasto fedele alla donna, seguendola nei suoi lunghi viaggi. «Duchessa, mi dica dov’è andata questa volta?» chiese il principe «sono andata a Parigi, è una bellissima città! Ne rimango sempre affascinata» «un giorno mi piacerebbe vederla anche a me, ne parlate sempre così bene!» «sono sicura che un giorno potrete ammirare anche voi il suo splendore principe!» «sicuramente» concluse sorridendo. Intanto le due ancelle avevano servito la cena «o grazie care» disse la duchessa «di nulla» sussurrò Alena «Uhm Alena giusto?» «si mia signora» «vorrei che sta sera veniste in biblioteca vorrei spiegarvi alcune cose!» «ma certo, duchessa» rispose la giovane e ritirandosi verso le cucine. Nelle cucine intanto Elisabetta preparava i piatti da servire subito dopo. Alena gli disse cosa le aveva detto la duchessa e finirono per ipotizzare di tutto. Dopo circa mezz’ora Alena usci dalle cucine e ritornò nel grande salone dove i padroni e il principe avevano terminato la prima portata. Si avvisino piano e dopo un cenno del duca portò via i piatti e servì le pietanze successive. La cena era molto noiosa il Josef non finiva di fare complimenti alla duchessa mentre Alexander rimaneva in silenzio terrorizzato dal padre che ormai da molti giorni non gli rivolgeva più la parola, anche il duca però non era entusiasta della cena infatti, avrebbe giurato che se la moglie e il principe non la smettevano si sarebbe andato a chiacchierare con Alena ed Elisabetta nelle cucine della villa! Alle nove e mezza tutti si ritirarono nella stanza del the, un grande salone dove vi era un clavicembalo e alcuni divanetti. Qui il principe diede atto della bravura che aveva nel suonare lo strumento mentre la duchessa si divertiva ad ascoltare e il duca si ritirò nelle sue stanze. Alexander invece, di nascosto dal padre, era andato a trovare le due ancelle. «Buona sera signorine!» «Buona sera signorino!» disse Alena « cos’è tutta questa formalità?» «non saprei voi cosa ne pensate?» chiese invece Elisabetta «che se mio padre si diverte a fare il finto muto credo proprio che mi divertirò un po’ anche io!» «cosa intendete Alexander?» disse Alena «andiamo a fare un giro a cavallo?» «dimenticate che dobbiamo incontrarci con la duchessa, vostra madre!» «Non è giusto!» «mi spiace!» furono le ultime parole che Alena disse prima di seguire l’amica per andare in biblioteca. Infatti, il piccolo concerto era terminato e il principe si era ritirato nella lussuosissima camera degli ospiti mentre la signora era andata verso la biblioteca. Toc-Toc «avanti» «salve duchessa, siamo Alena ed Elisabeth» «venite avanti» «bene care, vorrei insegnarvi alcune regole che è opportuno che voi terniate quando siete in nostra presenza!» le ragazze tenevano il capo chino e non proferirono parola ascoltando quello che la padrona li diceva. La duchessa elenco loro alcune regole che avrebbero dovuto seguire e poi le licenziò.
Dopo l’incontro con la duchessa le uscite erano calate e il comportamento di Alena e di Elisabetta era molto cambiato così Josef e Alexander decisero qualcosa che avrebbe cambiato sicuramente il loro destino. «Padre, ho la stanza che è un disastro dove sono Alena ed Elisabetta!» «cercatele e ditegli di ripulire!» «va bene!». Il duca non aveva fatto una piega e così il duchino continuò il suo piano. «oh ragazze cercavo proprio voi, mio padre mi ha detto di dirvi che dovete sistemare le mie stanze!» «Si signorino» furono le uniche parole di Alena che seguita da Elisabeth si diresse verso la camera di Alexander. Quando entrarono però non c’era niente fuori posto tranne una persona, il principe Josef. «care ragazze, perché rifiutate sempre i nostri inviti?» chiese il principe «noi…» ormai erano alle strette «noi non possiamo» scoppiò Elisabeth «ci è stato proibito» continuò Alena «da chi?» continuò il principe «dalla signora duchessa» era sempre Alena che parlava «perché» «noi non siamo che delle serve!» «non per noi» ora il principe che era rimasto ad osservare attraverso i vetri della finestra, si girò e disse quello che nessuno avrebbe mai dovuto sapere o sentire «noi proviamo un grandissimo affetto per voi, sin dal primo giorno in cui vi abbiamo incontrate» Josef era sincero, gli occhi sembravano due gemme che brillavano, e questo sicuramente non lasciavano dubbi che le parole pronunciato fossero più vere che mai. Elisabeth non ce la fece più e così asciugatasi le lacrime ammise che anche loro ci stavano bene con i ragazzi, ma non potevano, non li e non loro! Ma Alexander e Josef le presero e le strinsero più forte che mai ma non sapevano che dalla porta socchiusa qualcuno gli stava guardando.
«Padrona» «Alen che succede!» «avevate ragione, è successo quello che temevate!» «mio marito sarà furente» «non potete fare qualcosa?» «ahimè no!» «non è giusto è crudele!» «sarà crudele ma il destino non si può cambiare e nemmeno la testardaggine del Duca!» «se avete bisogno ancora di me sarò lieto di aiutarvi!» furono le ultime parole del Maggiordomo che poi sparì.
Josef era determinato e così decise di invitare il signor duca, la signora duchessa, il signorino e le due ancelle a palazzo ma per farlo aveva bisogno dell’approvazione del re. «padre» «si!» «possiamo invitare la famiglia del duca a palazzo?» «come mai?» «vedete la duchessa prossimamente ripartirà per parigi e vorrei darle un degno arrivederci!» «se è per questo sarà un piacere!» «grazie padre» concluse il principe e si ritirò. Josef aveva preparato già tutto, infatti, fuori dalla stanza un servitore aspettava «Andate a portare le lettera!» disse e poi se ne andò in camera. Non ci stette molto, infatti, quando il servitore era partito uscì anche lui, prese un cavallo, attraversò una siepe [Autrice: come è un bel mistero ;) ], poi il boschetto che aveva visto con le due ancelle e Alexander, successivamente la fitta foresta e arrivò alla villa del duca. Controllato che il suo messaggero non fosse arrivato, fece il giro del palazzo aprì una botola e arrivò nelle cucine. Da lì per non farsi scoprire spostò un quadro entrò nel piccolo cunicolo e riapparve nelle stanze del signorino, dove era atteso. «Alexander, sono qui!» «avete fatto in fretta» «mio padre, si lascia convincere con poco» «Tutta fortuna per noi» concluse Alexander e subito dopo chiamò le due ancelle. Alena ed Elisabetta che stavano sistemando il grande atrio sentito il signorino chiamarle si affrettarono e andarono nelle sue stanze. «Alena, Elisabeth ora dovete far in modo di convincere mio padre a portarvi con lui!» «Non ce ne sarà bisogno!» era una voce femminile, «ma-madre?» «su non fate quella faccia!» «Alen mi ha già informato di quello che stava succedendo tra di voi!» «ora capisco perché le rare volte che uscivamo tutti e quattro ci sembrava di essere seguiti!» «Alen oltre che un fidato servitore è anche i miei occhi e le mie orecchi quando serve!» «comunque non ci saranno problemi inviterò io le due giovani a palazzo!» «Grazie, grazie duchessa!» concluse il principe.
Intanto il messaggero mandato dal principe era arrivato e il duca aveva dato ordine che tutti fossero in atrio. La duchessa e il figlio insieme alle due ancelle sentito l’ordine si affrettarono mentre il principe, informato di quello che sarebbe successo da li in poi con l’aiuto della contessa, rifece il percorso inverso e ritornò alla reggia. «Ascoltatemi bene, sta sere io e la duchessa insieme al signorino siamo invitati alla reggia. Per cui non ceneremo e data la nostra assenza vi darò degli incarichi da portare a termine!» «Aspettate caro, vorrei che Alena, Elisabeth e Alen ci accompagnino!» «ditemi perché?» «se non sbaglio sono amiche del principino e al re sicuramente farà piacere sapere di più sul loro conto! Mentre Alen guiderà la carrozza!» «e va bene mi avete convinto, voi verrete con noi!» il Duca non ne era entusiasta ma la moglie sapeva essere persuasiva e di litigare non ne aveva voglia. Dati gli ordini al resto della servitù il gruppo partì. Arrivati a palazzo furono portati nella sala da pranzo dove il re gli accolse. La serata fu tranquilla tranne che il re fu più attirato dalle due serve che dai vecchi amici seduti al grande tavolo. La curiosità del re era tanta che iniziò a chiedere di tutto e di più alle due giovani, che anche se in soggezione risposero alle molte domande. La serata passò veloce e arrivò così il momento di dire quello per cui tutti in realtà erano lì. «Scusate un po’ di attenzione» richiamò il principe «padre, signor duca io a nome mio e di Alexander avrei da dire due parole» «Su avanti figliolo» «In quest’ultimo mese io e Alexander abbiamo trascorso molto tempo in compagnia di due giovani, e ce ne siamo innamorati!» «Chi sono?» chiese il duca, cercando di non credere a quello che gli era entrato nella mente «oggi sono qui! E ho detto tutto» gli rispose e il nobile amareggiato e furioso urlò «MAI E POI MAI!» «duca, la prego! continua, Josef» «no padre io ho finito ciò che dovevo dire l’ho detto» i suoi occhi brillavano. L’ira del padre non si vedeva, infatti, era troppo felice del comportamento così serio e importante del figlio. «Maestà! Voi vorreste che al fianco di vostro figlio ci sia una serva! Che la futura regina di questo paese sia una serva!» «DUCA! Preferisco una serva e mio figlio felice che un re senza coraggio e una nobil donna che lo usa! E se non foste così testardo capirete che il bene di vostro figlio dev’essere messo di fronte a tutto!» il re era furioso non credeva che l’amico seppur molto testardo non accettasse quell’unione. «Padre» «Si» «vorrei aggiungere una sola cosa: sposerò la donna che amo e governerò il regno! Non rinuncerò ne al mio cure ne al mio regno» «Solo per queste parole, accetterò!» sembrava strano le usanze dell’epoca non avrebbero mai accettato quell’unione ma il Re era troppo fiero di vedere il figlio così sicuro che accettò, accettò anche se sapeva che non sarebbe stato facile!
Il Re aveva accettato ma il duca no e tornato nel suo palazzo cacciò il figlio. Alexander aveva il carattere identico al padre accettò il rifiuto ma giurò che in quella casa lui non ci sarebbe tornato mai più!
***********************************fine flash back***********************************
«Dopo quella notte, Elisabeth si trasferì al palazzo dove dopo cinque anni fu sposata da Josef; mentre Alexander ed Alena si trasferirono in una piccola casetta in paese. Io bhe io su richiesta della contessa mi trasferii a palazzo e seguii Elisabeth ed Josef; ma una volta alla settimana torno qui per commemorare i miei vecchi padroni e curare il giardino.» a completare il racconto era arrivato Alen che sistemate le carrozze si era aggiunto al gruppo. «per cui, in realtà papà è nobile?» chiese Amelia «Sì, mio padre dopo molti anni cercò di farsi perdonare e mi chiese di tornare e mi ridiede il titolo di duca ma io rifiutai perché mi ero fatto una famiglia con una donna che lui non accettava e dalla nostra unione era nato Giuseppe» «Capisco, ma il Nonno e la nonna non ci conoscono allora?» «solo di nome, quando nascesti tu, Annalisa e Luca mandai una lettera, mi risposero che erano lieti della vostra nascita e gli sarebbe piaciuto incontrarvi.» «naturalmente vostro padre non sarebbe mai ritornato qui e quando loro decisero di venire nel tragitto la loro carrozza venne attaccata e morirono» «Chi li uccise?» «il duca e la duchessa vennero uccisi da dei sudditi perché erano stufi dei nobili oltre che i vostri nonni, furono uccisi anche altri nobili» concluse Elisabeth. «Tornando a voi, perché non vi siete più parlati?» «gli impegni di palazzo, e le menzogne dei nobili ci fecero via, via allontanare» disse Alena «ricordo che l’ultima volta che ci incontrammo fu quando tu nasceste tu e Amelia» continuò Alexander «Per cui io e Amelia ci conoscevamo?» «avevate forse un anno non credo che si potrebbe dire che avevate un grande rapporto!» disse Josef «ma certo, che sciocco» disse accennando una risata. «Di certo caro principe, era destino che voi e la signorina vi incontraste!» finì Alen.
************************************* Angolo Autrice *************************************
Lo so, lo so sono in ritardo ma sono super impegnata. Ormai la scuola è ricominciata da un mese e mezzo e non trovo più il tempo per andare avanti spero che con questo piccolo capitolo di essermi fatta perdonare! Come sempre aspetto i vostri commenti sia positivi che negativi!
P.S: ho lasciato il colore nero per il testo il carattere invece non l'ho cambiato, ho già spiegato il motico nel capitolo precedente ma se neccessario quando completerò la prima parte della storia lo cambierò
A presto Amelia_6

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Capitolo 9
*** il ritorno al paese ***


IL RITORNO Al PAESE
 
Il racconto era terminato da un paio di minuti ma nessuno aveva il coraggio di parlare. Amelia che già sapeva che i genitori nascondessero qualcosa non si aspettava un racconto così particolare, ripensava alle tradizioni, ripensava a quello che la nonna, una vecchia signora che abitava vicino a lei, le diceva sempre: «un nobile e un povero non potranno mai vivere insieme, nessun nobile sposerebbe mai una poverella e così nessuna nobil donna sposerebbe un poverello; ascoltami piccola Amelia, i nobili si sposano sempre per interesse mentre noi cerchiamo di trovare una persona che ci voglia bene e a cui noi vogliamo bene; forse è amore ma questo non lo so!». quelle parole le rimbombavano nella testa come tuoni così, lei, alzò gli occhi e vide il quadro «scusate, perché quel dipinto è stato strappato!» chiese «fu il duca, dopo che Alexander lasciò la villa lo strappò; quando si rese conto, di quello che aveva fatto, lo portò alla moglie che lo ricuci in modo impeccabile e fu riappeso» le rispose Alen che aveva assistito alla scena molti anni prima. «capisco, scommetto che quando la contessa, la nonna, lo ricuci fu quando decisero di riavvicinarsi?!» disse Amelia «si è vero, è successo proprio così» gli rispose il maggiordomo. «Sai cara Amelia, nessun cittadino di Ginelli, sa che Elisabeth è la stessa povera ragazzina che chiedeva l’elemosina! I nobili credono che io sia una contessa venuta dall’Inghilterra». «allora credo che sia giunta l’ora di dire a tutti la verità!» propose Amelia «Sono d’accordo con lei» disse Luis «come?» chiesero invece i sovrani «parlando e non nascondendosi più» furono le ultime parole della giovane. Quell’idea era l’unica che avevano e per quanto pazza potesse essere stata era la loro unica speranza a cui aggrapparsi!
 
Il gruppo uscito dal castello si avviò verso le carrozze per riprendere il viaggio verso Ginelli. «Amelia!» urlo il principe avvicinandosi alla giovane «mi dica principe!» «li avete presi qui i fiori sta notte?» «certamente, vostra madre mi aveva dato un libro su Ginelli, dove ho trovato qualcosa che non credevo possibile e sono venuta a vedere il castello del mistero!» «capisco» disse il principe volgendo poi gli occhi verso il basso e sospirando «tutto bene, altezza» chiese Amelia rivolgendo un dolce sorriso a Luis «si» gli rispose accennando anche lui un sorriso. Intanto la regina li aveva richiamati e si affrettarono a salire sulle carrozze. La strada da percorrere sembrava non finire più ed era come una lenta e tortuosa agonia che stringeva il cuore e non voleva lasciarlo. Dopo mezz’ora abbondante si intravedete la piccola città, le case tutte attaccate tra loro e la lunga scia di bancarelle dei negozianti, sembrava una città incantata eppure dietro a quella facciata si nascondeva la povertà. «Maestà è meglio proseguire a piedi, da qui in poi» disse Alen «va bene» gli rispose il re. Quando tutti furono scesi si iniziò a percorrere il lungo sentiero che conduceva alla piazza. La passeggiata non durò molto e quando arrivarono la gente li guardava con disprezzo, i lungi mantelli coprivano i corpi e questo non favoriva il gruppo. «chi siete? Cosa volete?» urlò uno «solo parlare con voi» era la voce di Amelia che nascosta dal cappuccio si avvicinò a un piccolo palco verso il centro della piazza e salita rivelò la sua identità. «Salve amici» «ma è Amelia» «di cosa ci vuoi parlare?» «io di nulla loro invece avrebbero qualcosa da dire» «chi?» si senti «signori» disse Amelia rivolgendosi al resto del gruppo. Le otto figure allora salirono sul palco e rivelarono anche loro il proprio volto. «sono i regnanti! Sono il re e la regina, cosa ci fanno qui» arrivavano le voci della gente che non era più calma «un attimo signori» era Alexander che tolto il mantello iniziò a parlare «vi siete mai chiesti, chi è in realtà Elisabeth?» «è una nobile inglese!» urlò una donna «no vi sbagliate, Elisabetta è la figlia del disonorato ambasciatore inglese di Ginelli» «impossibile, quella ragazza era poverissima, come sarebbe potuta mai diventare regina» «perché l’amore è più forte che i pregiudizi e le usanze» disse Alena «e voi, come fate a conoscerli? Voi siete poveri quanto noi!» «non avete buona memoria il mio amico Alexander non è altro che il figlio del signor duca» ora era il re a parlare «come, com’è possibile!» «ed Alena è la ragazza che girava sempre con me» disse la regina. Il discorso si fece sempre più movimentato ma alla fine tutti accettarono, quella verità che era rimasta nascosta per troppo tempo. L’esempio che era nel cuore di tutti era la bella Amelia, nobile nel cuore oltre che nella vita! Il principe non proferì parola come la sorella e i fratelli di Amelia solo alla fine salì sul palco e iniziò a parlare «Salve signori, sono il principe Luis, la storia che i miei genitori e i signori vi hanno raccontato è meravigliosa e mi ha dato il coraggio per fare quest’annuncio, o meglio questa domanda: Amelia, vuoi diventare la mia fidanzata?» il silenzio calò e gli sguardi furono portati sulla giovane, anche i regnanti e i suoi famigliari la guardavano sorridendo e senza rendersene conto disse «sì». Il silenzio fu così rotto da un boato e finalmente da viva il re, viva la regina, lunga vita alla famiglia reale e ai duchi!» senza chiedere, senza imporre Alexander si rese conto che il popolo con il quale aveva vissuto per metà della sua vita lo voleva vedere come un nobile ma sul loro stesso scalino. Il gruppo sceso dal palco di legno fu avvolto dalla folla e tra tutte le voci si senti una più di tutte «per scusarvi potreste fare una cosa?» «chi?» «Alexander, diverresti il nostro Duca insieme alla tua famiglia!» «ma io…» «ve ne preghiamo» «come voi desiderate!» concluse.
 
La reggia era bellissima, miglia di ghirlande pendevano dalle finestre per celebrare quell’evento. La folla numerosa fuori dal castello attendeva che la grande entrata fosse aperta. Alen aiutato dalle guardi reali alle 9.00 in punto aprì l’ingresso e fece entrare la folla. Nella grande sala del trono un lungo tappeto rosso partiva dalla porta e conduceva di fronte alla famiglia reale, la folla si sistemò ai lati e alle 9.15 la porta si riaprì, ma stavolta si apriva per Alexander, Alena e i loro figli. La famiglia ben vestita percorse il lungo tappeto scarlatto e si inchinò di fronte ai sovrani «io Josef re di Ginelli, con il potere a me conferito, vi nomino, Alexander duca di Ginelli» «Con il potere a me conferito vi nomino Alena duchessa di Ginelli» disse il re e continuo anche per Amelia «Vi nomino, Amelia Duchessa di Ginelli e dama d’onore della Regina Elisabetta e fidanzata ufficiale del Principe Luis» sua sorella Annalisa e i fratelli Luca e Giuseppe «vi nomino duchessa e duchi di Ginelli». Quando il re ebbe finito la regina diede iniziò alla festa. Gli archi partirono con un minuetto e continuarono tra valzer e balli tipici per tutta la sera. La bella luna come sempre assisteva agli incontri segreti, perché fuori dal palazzo, il nuovo duca, Giuseppe passeggiava con una bella giovine.
 
*******************************Autrice***********************************
Dopo un’eternità eccomi di nuovo con la mia storia. Spero che questo capitolo, anche se corto, vi piaccia.
Come sempre aspetto i vostri commenti sia belli che brutti!
A ne approfitto per farvi gli auguri, a presto
Amelia_6

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Capitolo 10
*** La promessa ***


La promessa
 
La cerimonia per la nomina di duca e duchessa per i genitori di Amelia era terminata, il re aveva proposto nuovamente ai vecchi amici di rimanere ma non vollero accettare. Tra tutti il più felice era il piccolo Luca che aveva riconosciuto nella folla molti nobili a cui aveva intralciato il passaggio, questi ad differenza dell’ultimo genito della famiglia di Amelia non si divertirono di vederlo nominato duchino di Ginelli. Amelia intanto passeggiava pensierosa nel parco illuminato solo dall’ultimo quarto della luna, «Amelia, Amelia» sentì chiamare, a parlare era stata una siepe «sì» «cosa vi preoccupa in questa notte magica?» chiese il verde amico «O cara siepe forse gli avvenimenti delle ultime ore?!» rispose la giovane e il principe dal carattere sempre allegro e burlone venne fuori dalla siepe e le disse «non sarà mica colpa mia?» «Oh no principe – fece una pausa e poi continuò – solo che …» ma non finì la frase perché ridendo cambiò idea e disse «bhè forse sì!» Louis si mise a ridere e poi disse «lasciatemi allora riparare» si avvicinò prese con la mano il viso di Amelia e la baciò stringendola a se. La bella neo-duchessa ancora stretta nell’abbraccio del SUO principe ripensava a quello che le aveva chiesto poche ore prima e in un sussurro chiese «perché?» «umh» «perché? Perché avete scelto me? Perché mi volete al vostro fianco?» indugiò un secondo e poi disse «altezza» lui la guardò e poi le rispose «perché siete bella, dolce e premurosa e poi la cosa più importante che le altre ragazze non hanno mi sapete far divertire e poi da quando vi ho incontrato, portandomi sempre rispetto, mi avete sempre detto ciò che pensavate, ecco, ecco il perché!» quelle parole l’avevano emozionata e dai suoi occhi iniziarono a scendere le lacrime. «altezza, Louis?» «Ditemi» «cosa succederà ora?» «vedete Voi siete per legge principessa, per nascita duchessa e per nomina dama d’onore di Ginelli; come minimo sarei io a dovermi inchinare a voi cara Amelia» sorrise e poi continuò «di sicuro non avrete vita facile con i nobili assetati di potere e poi è grazie a voi che mio padre li ha rimessi in riga per cui …» «non ne saranno felicissimi!» completò la giovane ma subito dopo aggiunse «voi inchinarvi per me? Perché non iniziate subito?» non trattene però le risate perché il principe si inchinò dicendo «ai suoi ordini, come lei desidera».
 
Il sole sorgeva su Ginelli e la notte era trascorsa nella tranquillità, Amelia dopo essersi separata dal principe andò nelle sue stanze scrisse qualcosa sul fedele diario e poi si ritirò. Il principe invece non dormì, ci provò ma continuava a pensare che il popolo era stato avvisato ma la nobiltà non sapeva il perché delle scelte che erano state fatte nella sera precedente. L’orologio della camera di Louis segnava le 6.30 e lui sapeva che Amelia era solita passeggiare ma quando si affacciò non la vide pensava che era ancora a dormire dato che erano andati a dormire solo cinque ore prima. Invece Amelia era sveglia seduta sul letto e aveva qualcosa che la opprimeva ma si fece coraggio si vestì e scese nelle cucine dove una simpatica cuoca come ogni mattina le aveva preparato la colazione per lei e per la regina «vi ringrazio» «di nulla, mi è giunta voce che siete nobile in realtà!» «Sì è vero ma non cambia molto» «oh cara Mademoiselle cambia molto almeno per chi con quel titolo si permette di fare il diavolo a quattro con noi poveri» «cosa posso fare io?» «far vedere a quella gente come una vera persona nobile si comporterebbe! Noi siamo con voi e se avete bisogno sapete dove trovarci!» «grazie, grazie mille» disse e poi preso il vassoio per Elisabetta si avviò. «Maestà sono Amelia» «entrate pure» «buongiorno» «Salve vi ho portato la colazione» «vi ringrazio» «di nulla che abito per oggi?» «rosso» «certamente» rispose e aprì il grande armadio, estrasse il vestito e preparò anche i gioielli. intanto che finiva la sua colazione, la sovrana riprese a parlare «ditemi Amelia, ora che siete duchessa e fidanzata ufficiale di mio figlio, volete ancora servirmi come prima?» «ma certamente e poi è solo un mese che lavorò qui non vorrete licenziarmi» «Oh no certo che no cara Amelia» «Ah per fortuna, che spavento!» «incredibile, siete davvero unica» «Grazie» rispose la giovane e poi scoppiò a ridere seguita dalla regina. «Oggi avete la riunione con i nobili insieme con il Re e con Louis mentre nel pomeriggio avrete ospiti le vostre Amiche per un thè» «sarete al mio fianco?» «io … io non saprei» «io dico di si e ora più di prima » «come desiderate Elisabeth» la richiesta della regina sembrò un obbligo ad Amelia che capì che da quel momento in poi sarebbe cambiato tutto! «cara come vorreste che vi trattassi?» «non saprei come sempre, Elisabeth» «Allora ritrovate il vostro carattere e il vostro modo di fare, ne avrete bisogno». Gli occhi delle due donne si incrociarono e Amelia capì, sorrise e nei suoi occhi brillò nuovamente quella luce che tutti conoscevano bene, quella del coraggio. «Mademoiselle, Altezza reale siete attese nella sala del trono» disse una cameriera da dietro la porta «arriviamo» rispose Amelia e aprì la porta facendo uscire la regina e subito dopo uscì anche lei. Arrivate davanti alla sala trovarono il Re e il principe «cara gli ospiti sono in anticipo, entriamo?» «sì» rispose Elisabeth e le porte della grande sala si aprirono. All’interno i nobili non aspettarono e assalirono la famiglia reale ed Amelia. Il Re fece tornare il silenzio e poi iniziò a raccontare la sua storia, la storia della sua regina e il perché delle scelte, tutti i nobili conoscevano molto bene il vecchio gran duca e il terrore che tutti provavano per lui era rimasto così in presso che nessuno osò più parlar male per tutto il resto del colloquio. La riunione terminò verso mezzogiorno e mezzo e i nobili si ritirano non ancora contenti ma di sicuro arrabbiati!
 
Erano le due del pomeriggio ed Amelia passeggiava tranquilla per i prati aspettando l’arrivo delle Amiche di Elisabeth a farle compagnia arrivò un nobile sulla cinquantina d’anni «salve voi dovreste essere Amelia» «si sono io, perché?» «Nulla solo volevo conoscere colei che è riuscita a stregare il cuore della famiglia reale!» «come vi permettete!» Disse infuriata Amelia  che avrebbe voluto alzar le mani ma si trattenne, cosa che non le portò aiuto il nobile le tirò una sberla e le urlò contro «CHI SIETE VOI PER TRATTARMI COME UN PEZZENTE!» e subito dopo la prese e la costrinse a seguirlo nelle stalle, dove non c’era nessuno. Qui il nobile aveva preso una frusta (quelle che si utilizzavano per i cavalli) e stava per avventarsi su di lei ma ad intervenire fu l’erede al trono non trovandola nei giardini era andato a cercarla. «Si fermi» intimò il principe e rivolse all’uomo la stessa domanda che lui aveva fatto alla bella duchessina «chi siete voi per punire la vostra futura regina, forse non avete capito ciò che mio padre ha detto!» «lei è la mia fidanzata e nipote del gran duca!» «è solo una serva!» «ne siete certo allora vi consiglio di andare a vedere il suo albero genealogico!» «come sarebbe possibile passare per poveri il cognome è lo stesso» «lo so ma non credo che al popolo interessi molto il cognome di una persona!» «non ci credo la difendete!» «certo è logico!» «guardi arrestate quest’uomo» concluse e si avvicinò ad una tremante Amelia la prese in braccio e la portò via. Fuori dalle scuderie c’era il re che avvisato dell’arresto andò incontro al figlio «cos’è successo?» «Il conte Carlo ha cercato di frustare Amelia, perché la riteneva una strega e serva e non serviva a nulla!» «non ci credo e Amelia cosa ha fatto?» «da quello che ne posso sapere deve aver risposto per le rime e lui le a tirato una sberla, a quanto pare dal livido che a sulla guancia» «e poi lo sappiamo già!» «esatto, porto Amelia nelle sue stanze, voi invece potete avvisare la Regina che la sua Dama non potrà essere al suo fianco!» «sì me ne occupo di persona» concluse il re.
 
Amelia era sdraiata nel letto che riposava quando le porte si aprirono ed entrarono la Regina ed il Re «Louis!» «madre» «Josef mi ha raccontato tutto, come sta?» «Sta dormendo quando lo sistemata nel letto tremava ancora, alcune ancelle l’hanno cambiata e poi si è addormentata» «capisco!» disse la sovrana e insieme al re si avvicinarono. Dopo una decina di minuti la porta si riapri e comparvero due cameriere e la cuoca del castello «dov’è quel farabutto!» la coraggiosa cuoca che teneva molto alla ragazza era entrata minacciando le guardie se non la lasciavano! «Carlotta, ma cosa succede!» chiese il re! Carlotta era il nome della cuoca di palazzo una signora robusta sul metro e sessanta aveva i capelli neri con qualche ciuffo bianco mentre gli occhi errano di un colore nero pece, aveva cinquant’anni e da trenta lavorava lì come cuoca. «Che succede?» disse con tono adirato «la poverella è stata quasi picchiata e voi Sire mi chiedete cosa c’è che non va!» «conosco bene sia vostro padre che il nonno della ragazza, sono loro che mi hanno dato il lavoro, e di certo non sarebbero contenti di quel che è successo» «Certo Carlotta, Appena Amelia si riprende convocheremo il nobile alla nostra presenza e quella di Amelia e lo porteremo davanti al tribunale! Meglio?» «uhm, sì!» rispose e si calmò.
 
Era passato un giorno dall’incidente e Amelia stava ancora dormendo e solo dopo i rintocchi che avvisavano che era mezzogiorno la giovane duchessa aprì gli occhi. «ma che succede?» chiese a risponderle fu una cameriera di nome Cristina «Salve Mademoiselle, mi chiamo Cristina sono una delle cameriere» «salve, ditemi cosa è successo?» «dopo che il principe a fermato il nobile vi a portato nelle vostre stanze dove vi siete addormentata subito» «capisco, cosa voleva quel nobile da me?» «non lo so, dovrete chiederlo a sua Maestà se aspettate un secondo ve lo vado a chiamare» «vi ringrazio» rispose a Amelia e subito dopo la cameriera uscì. Passarono una quindicina di minuti e le porte della sua stanza si riaprirono «Cara Amelia, sono felice di vedere che ti sei ripresa» disse Il Re «Mi dispiace per quello che è successo faremo in modo che non si ripeta più!» disse invece la Regina. «Non capisco perché è successo?» «creso per gelosia, quel nobile che ti ha ripreso si chiama Carlo ed è un Conte molto potente, dopo la morte dei tuoi nonni è lui che gestisce i terreni del paese!» «voleva solo essere lui il padrone! E tu con la tua famiglia lo avete privato della suo potere» raccontarono i Sovrani «ora ricordo, mi sembrava di averlo già visto!» «dove Amelia» chiese sta volta il principe «al paese, fa il diavolo a quattro tutti scappano quando arrivano ed era solito picchiare le giovani donne che non lavoravano o che non pagavano» «cosa!» disse in coro la famiglia reale «e dimmi Amelia» a parlare era il re «faceva anche altro oltre che picchiare?» chiese «sì» rispose semplicemente ma tutti sapevano a cosa si riferiva il re! A fare compagnia ad Amelia era rimasta Cristina «Cristina potete aiutarmi ad allacciare il vestito vorrei uscire in giardino!» «si mademoiselle arrivo ma posso chiedervi se poteste chiamarmi Cristy?» «certo, non c’è nessun problema ma vi posso chiedere il perché?» «mi piace molto più del mio nome completo e poi è un vezzeggiativo che usava mio padre» «capisco!» «posso dirvi ancora una cosa?» «ditemi pure» «sapete anche io come il nobile sono invidiosa di voi» «perché mai?» chiese la giovane voltandosi e prendendo le mani della cameriera «vedete, voi siete arrivata qui solo un mese fa e nel giro di poco tempo avete conquistato tutta la reggia dei sovrani alla cuoca e per di più il principe vi ama e vuole avervi al suo fianco quando sarà Re!» «Immagino che non sia normale ma tutti possono essere speciali» «come?» «dicendo sempre la verità, anche le cosa che fanno male o potrebbero ferire, rimanendo rispettosi di tutti anche del più povero» «capisco ma io rimarrò solo che una serva» «non è questo quel che conta! Se gli altri ti portano rispetto che tu sia una principessa o una serva non c’è differenza» «voi lo dite perché lo potrete essere!» «no vi sbagliate quando sono arrivata ero come te ma il rispetto che nutrono per me i sovrani e tutta la gente mi fa sembrare diversa» «allora al paese anche vi trattavano in modo diverso» «ehm, si non so perché! nessuno sapeva veramente chi era mio padre per cui …» «la loro fiducia ve la siete guadagnata» concluse Cristy «non avvilitevi sono certa che anche voi potete essere speciale» concluse e si avviò verso l’uscita «volete venire?» «sì grazie» rispose la cameriera ed uscì in sieme a lei. Arrivata nel grande giardino incontrò una persona che conosceva bene «fratellone» urlò e Giuseppe l’abbracciò chiedendole come stava «sto bene, grazie» disse «ci sono anche gli altri?» chiese poi «si eccoli» «mamma, papà!» «Oh cara mi spiace davvero tanto lo sapevo, lo sapevo che non sarebbe finita bene!» «padre, non preoccupatevi, avete fatto bene, almeno ora non ci sarà più quel tiranno!» «Amelia» la dolcezza della fanciulla aveva colpito il padre che la strinse a se! «Alexander, Alexander» a chiamare il duca era Alen che si avvicinò e poi disse: «il Re mi ha detto di dirvi che il tribunale incontrerà il conte fra un mese alla presenza dei tre rappresentati degli ordini del regno (clero, nobiltà e il popolo) e verrà giudicato da loro» «grazie amico, posso chiedere la condanna a cui sarebbe destinato se risultasse colpevole?» «secondo le leggi del nostro stato lui è colpevole e la condanna lo priverebbe del suo titolo, delle sue ricchezze e per ultimo la carcerazione che viene decisa a seconda del caso e della gravità!» «grazie Alen» «di nulla Alexander» «toglietemi una curiosità fratellone» disse Amelia «Eravate voi l’altro giorno che passeggiavate al chiar di luna con la mia nuova amica Cristy?» «ehm, io … sì, ero io!» «come lo sapevi?» intervenne la giovane cameriera «anche a me piace passeggiare alla luce della luna e vi ho visti!» «sei una peste sorellina!» «su dai non fare così Giuseppe lo sappiamo tutti che vorresti prender moglie hahahaha» la risata contagiò tutti tranne i diretti interessati che diventarono viola. «Ehm Sorellina, e quando avresti scoperto che io mi voglio sposare?» «dunque il giorno del racconto sulla nostra famiglia, quando sono uscita per andare di nascosto al vecchio castello vi ho visto nel padiglione inginocchiato insieme ad una fanciulla, che ho riconosciuto perché è la stessa che da quando sono qui a palazzo mi veniva ad aiutare se ne avevo bisogno!» «per cui quando prima parlavamo sapevi il perché di quella domanda» «sì certo, dopo che avete scoperto che lui era un Duca e come primogenito avrebbe preso il posto di papà avete avuto paura!» «Giusto?» «sì» confermò la ragazza che per la prima volta si lasciò andare e si abbracciò a Giuseppe.
 
Da lì ad un mese l’ormai ex conte Carlo venne accusato di schiavitù verso il popolo, aggressione e alto tradimento e venne rinchiuso nella prigione del regno, dove rimarrà richiuso per i prossimi vent’anni.
 
Dopo quell’evento i nobili capirono che in quello stato per loro non c’era più il VETO e venivano trattati come tutti gli altri. Nessuno si ribellò più, perché, come aveva imparato Cristy, la bontà e l’onestà della nuova principessa avevano conquistato tutti. Anche il principe cambiò trasformò la sua simpatia per un attimo in vero coraggio e durante il banchetto di Natale si inchinò e chiese ufficialmente la mano di Amelia. E dopo che lei accettò lui le fece una promessa: «non mi importa che voi siate nobile o no, io vi amo e vi amerò per sempre».
 
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E con questa scena vi lascio! Si questo è l’ultimo capitolo e Sì, è diverso. Spero che vi piaccia comunque e che con questa storia di avervi trasmesso qualcosa, di avervi trasmesso che i sogni anche se assurdi possono diventare realtà se ci si mette se stessi. Forse è una Favola o una storia senza senso, forse è così ma nulla è certo e per ricordare le parole della regina il destino è scritto sulla sabbia ma se le onde lo cancellano lo possiamo cambiare! Aspetto le vostre recensioni con i vostri commenti il mio l’ho detto e spero vivamente che anche voi lascerete il vostro. A dimenticavo vi chiederete cosa c'è di speciale in questo semplice racconto? nulla perchè questa non è la fine ma solo l'inizio.
Amelia_ 6

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