.:#Save the Music#:.

di _ M i r a i _
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Titolo:   .:#Save the Music#:.

Sottotitolo: “Perché non si vive senza musica”

Autrice: io U_U (Lula83smile).


Genere: generale (che sforzo -_-“).

Rating: giallo.

Coppia: shoen-ai, het.

Pairings: molte (?); EndoKaze, KidoFudo, HiroMido, GouFubu, BanGaze + una coppia di OC.

Strumenti: violino, chitarra classica, pianoforte, clarinetto, basso elettrico, sax, violoncello, flauto (che si tiene di lato (?), batteria, chitarra elettrica.

Note: infondo, ma mooooolto infondo! (?)




 

.:#Save the Music#:.

                                                                                     “Perché non si vive senza musica”
 


 
 
.:#Prologo#:.

La sala era enorme e buia, nella penombra di quella poca luce che penetrava dalle finestre.
Il colore predominante era il grigio della pietra che costituiva la struttura e le decorazioni della stanza, che più che una stanza sembrava una chiesa. Si vedeva dallo stile decorativo, simile a quello dei templi greci, e dallo stato un po’ rovinato dell’insieme, che era stato costruita anni e anni orsono quella sala.

Le pareti erano abbellite con quadri ad olio dei più famosi musicisti: Mozart, Bach, Chopin, Beethoven… c’erano tutti.
Dal soffitto, a volta, pendevano piccole decorazioni di cristallo, di forma non definita.
I decori scolpiti a forma di chiavi musicali adornavano i contorni delle sette vetrate colorate, simili a quelle delle chiese appunto, ma che raffiguravano ciascuna una delle note di una scala ascendente.

Su un rialzo, infondo alla sala, un pianoforte nero, a coda.
Era molto vecchio e non veniva usato da molto tempo, vista la polvere sui tasti e la laccatura che iniziava a non fare più il suo effetto.
Evidentemente, era stato abbandonato dal suo proprietario.

Al centro della sala si ergeva, sopra te gradini, stavolta di marmo nero, un altare, di stesso colore e materiale dei gradini, alto e largo circa cinquanta centimetri e lungo centottanta. Sopra ad esso vi era un tessuto rosso che ricadeva verso il pavimento con i bordi, rifiniti in oro. Sull’insieme, vi erano due candele di cera agli estremi dell’altare: una bianca e una nera, accese entrambe.
Nel mezzo, invece, una campana di vetro. Dentro ad essa, una chiave di violino nera piano piano si sbriciolava in piccolissime note, che poi si dissolvevano nell’aria chiusa della teca.

Un portone in legno si aprì dalla parte opposta al piano e nella sala entrarono tre persone: due adulti e un ragazzo. I due uomini, alti e robusti con giacca e pantaloni neri, si fermarono davanti alla porta e la chiusero, mentre il ragazzo andò fino all’altare.
Nella sala echeggiavano i passi del ragazzo, che indossava una tunica lunga fino ai piedi e nera. Le mani erano seminascoste dalle lunghe maniche, ma si potevano scorgere dita lunghe e sottili, pallide. I capelli gli arrivavano a circa metà del collo, lisci ed erano neri corvini, con rilessi blu scuro dati da quella fioca luce che c’era. Un ciuffo gli ricadeva morbido sopra l’occhio destro. L’occhio che si poteva scorgere era di un colore grigio-azzurro e sembrava fatto di vero ghiaccio, che congelava al primo contatto visivo. Il viso, pallido come le mani, aveva un’espressione seria.

Quando fu di fronte all’altare si fermò e osservò la campana di vetro: guardava la chiave di violino disintegrarsi lentamente e le piccole note svanire nel silenzio più totale. Sul suo volto apparì un’espressione soddisfatta e un ghigno accennato; una strana luce inquietante comparì nei suoi occhi.
-molto bene. Il mio piano sta andando come previsto…- sussurrò con aria compiaciuta.
 
 
 
://Angolino dell’Autrice//:
che scappa prima di essere uccisa dai lettori incavolati neri

 

…S-salve… *sbuca da un angolo, si guarda intorno e non vedendo nessuno sospira di sollievo*
Eccomi qui con una FF che spero possa diventare una long (sarebbe la mia prima) ma ancora non so, dipende. Potrei anche cancellarla, sta a voi decidere! *indica i lettori. I lettori se ne vanno e lei cade in stile manga*

Beh, ho visto Inazumiani studenti, spie, cavalieri, personaggi di videogame… io li ho fatti musicisti, non ci vedo nulla di strano U_U *le tirano delle brioches dalla Francia -_-“*

Non so se quando aggiornerò, causa i miei impegni e l’ispirazione.
Molte altre storie sono scritte meglio di questa e magari la trama è più appassionante, ma spero che qualcuno si interessi anche alla mia e mi lasci anche un piccolo commentino ^^
*grilli*
…Regalo nutella a chi recensisce… *tutti la assalgono per la nutella*

Molto probabilmente capirete tutto nel 3° o 4° capitolo, perché nel prossimo c’è la presentazione degli Inazumiani.

Chiedo scusa a Sary/Sasa/la mia Kazemaru vivente (?) perché le avevo promesso una storia tutta funny (?) e invece esco con una forse/long giusto un poco triste, scusascusascusa!!!! Ma spero che ti piacerà anche questa ^^”
Ringrazio invece chi ha letto/recensito/inserito in qualcosa la fic (?)! grazie di cuore! T-T

Ora scappo che l’angolo si fa più lungo del prologo!

Lula

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


 
Note pre-capitolo
Salve!
Aggiorno solo ora perché ho avuto una settimana molto lunga, in più il mio papy (dal tempismo perfetto -.-) si è preso il computer a lavoro tutti i giorni e torna sempre a casa alle 11 o giù di lì, quindi… il resto lo potete capire da voi :D
Passiamo alla storia: questo capitolo servirà a presentare i personaggi, i loro strumenti e forse le loro cotte (ma forse anche no! Sono imprevedibile!).
Ho tolto di mezzo la TsunaTachi, quindi anche i loro strumenti. Mi spiace per tutti i fan di questa coppia, però mi scasinava (?) i piani, eh! Inoltre ho cambiato gli strumenti della HiroMido. 
Modificherò il prima possibile. Grazie per l’attenzione, e ora il cappy!
 
 
.:#Capitolo 1#:.
 
Correva a perdifiato.
Non che lo perdesse il fiato poi, era abituato a correre, arrivava sempre in ritardo alle prove.
In mano teneva gli spartiti musicali: suonava il pianoforte.
Correva velocemente, agitando i capelli castani, tenuti all’insù da una fascia arancione. Gli occhi dello stesso colore dei capelli e un sorriso sempre stampato in faccia.

Ormai era vicino al conservatorio. Svoltò l’angolo e arrivò davanti all’entrata del cortile.
Un cancello di acciaio si apriva su un cortile composto da mattonelle di cemento, dove ogni tanto c’era uno spiazzetto verde. L’edificio era molto grande, a tre piani, rivestito da piastrelle marroni lucide.
Il ragazzo riprese  un po’ di fiato appoggiandosi al cancello, poi con la coda dell’occhio notò un ragazzo che stava aprendo la porta a vetri della struttura.

-Kazechan!!!- urlò il castano per farsi sentire. L’altro si voltò.
Il ragazzo in questione aveva lunghi capelli turchesi, raccolti in una coda, con un ciuffo sull’occhio destro. Gli occhi –o meglio, l’occhio- erano rosso ruggine. In una mano aveva una custodia da clarinetto nera e nell’altra degli spartiti. Appena vide l’altro un sorriso gli apparì in volto. Intanto il pianista aveva raggiunto la porta.

 -Endou, sempre in ritardo, né?- domandò divertito.
-eh già, non si può dire però che anche tu sia molto puntuale!- rispose Endou nel suo stesso tono.
-vero, ma stavo cercando una canzone in particolare per il mio clarinetto- rispose buttando lo sguardo sulla custodia che teneva in mano.
-comunque, ora ci sono le lezioni individuali, ci vediamo dopo alle prove. Ciao!- disse Endou prima di entrare e dirigersi verso la sua classe.
-ciao, Endokun…- sussurrò il turchese osservando l’altro entrare nella stanza, per poi dirigersi anche lui nella propria classe.

Gli piaceva, quel sorriso.
 


                                                                                                         °°°


 
-vorrei farti una domanda-

A parlare era stato un ragazzo. I capelli marrone scuro erano raccolti in un ciuffo unico a un lato del capo, che doveva vagamente somigliare ad una cresta punk, con sfumature bianco latte. Sulla schiena a mo’ di zainetto aveva una custodia da chitarra classica.
 Il suo sguardo verde era puntato su un ragazzo dai capelli rasta castani chiari, raccolti in una coda lasciandone due ricadere ai lati del viso. Gli occhi rosso sangue e anche lui teneva una custodia, stavolta di un violino.

Stavano camminando verso il conservatorio, non avevano fretta. Le loro lezioni iniziavano  più tardi di quelle degli altri.
-che genere di domanda?- rispose l’altro.

-una domanda. È difficile?-
-che cosa?-
Il punk puntò visibilmente lo sguardo sulla custodia del violino, facendo capire al rasta cosa intendesse.

-beh, devi prenderci la mano. Come mai questo genere di domanda piuttosto, Fudou?- chiese curioso, mentre il punk si voltò con fare scocciato.
-e a te che importa?! Una volta tanto che volevo fare il carino con te, riesci sempre a rovinare tutto Kidou!- rispose andando avanti rispetto al compagno. Il rasta sorrise divertito.

-Fudou che fa il carino, sogno o son desto?- rise prendendo in giro il compagno, che si fermò.
-ma va! Semplice curiosità, ti basta?!-
-uhm… è credibile…- rispose lanciando un’occhiata maliziosa, ricambiata prima di riprendere a camminare.

Certo, non sapeva essere cortese più di cinque minuti.



                                                                                                    °°°
 


-Hiroto, guarda-

Un ragazzo dalla pelle leggermente baciata dal sole e i capelli verdi, raccolti in una coda, osservava con i suoi occhi neri un punto davanti a sé.
Lì si trovava una farfalla, ma non una farfalla normale. Era semplicemente stupenda. Le ali erano dipinte di azzurro e decorate con dei puntini, sull’ala destra rossi, sulla sinistra verdi.

Il ragazzo al quale il verde si era rivolto si fermò di fianco all’amico. A guardarli bene, sembravano l’uno l’opposto dell’altro.
L’interpellato aveva i capelli rossi e corti, la carnagione anormalmente pallida e gli occhi verde acqua. Osservò anche lui l’animale e sorrise.

-è bellissima, Midorikawa-
-già-
-sai una cosa?-
-sì?-
-io e te sembriamo le ali di quella farfalla- a quest’affermazione l’altro arrossì vistosamente.
-ma che dici?! Noi non siamo ali di farfalle!- il rosso si mise a ridere.
-no, intendevo un’altra cosa. Noi siamo come le ali di quella farfalla, uniti da un legame profondo-

Il verde arrossì ancora più di quanto non avesse ancora fatto.

-è un pensiero bellissimo, Hirochan- disse abbassando lo sguardo.
-… dai, è meglio andare, sennò facciamo tardi- riprese Hiroto guardando la custodia del suo sax e quella del basso di Midorikawa.
-sì hai ragione- rispose tornando a guardare l’amico, sorridendo felice.

Infondo, aveva ragione. Loro due erano legati.
 


                                                                                                   °°°
 


Un ciuffo di capelli rossi, vagamente somigliante ad un tulipano o ad una fiamma, correva per tutta la camera. Cercava qualcosa di molto importante, a vederlo. Aveva praticamente stravolto la stanza, già disordinata di suo, per cercare quegli oggetti tanto importanti e speciali.

-ah! Dove sono?! Dove le ho messe?!!- urlò esasperato il ragazzino.
-cercavi per caso queste?-

Con la coda degli occhi ambra intravide il corpo da cui proveniva la voce gelida che lo aveva richiamato. Aveva i capelli grigio-bianchi, gli occhi azzurri e un’espressione tra lo scocciato e il saccente.
In mano teneva un paio di bacchette da batteria, un poco sbiadite dal tempo, ma in buono stato.

-ridammele!- urlò cercando di avventarsi sull’albino, che spostò le bacchette in alto, visto che era un pochino più alto del rosso.
-eh no, Haruya! Prima mi dici dove hai nascosto la mia chitarra elettrica!- rispose freddo.

Haruya, non poco infastidito dalla richiesta, si avvicinò al letto e da sotto di esso una custodia da chitarra elettrica. La porse all’amico, che gli diede le bacchette.

-comunque, quando sei entrato in camera mia?-
-non l’ho fatto. Le hai dimenticate in cucina- rispose iniziando a scendere le scale del Sun Garden.
-allora ti muovi, stupido Tulipano?!- urlò dalle scale.
-arrivo Ghiacciolino!- rispose a tono.

Ci teneva davvero a quelle bacchette e ringraziò, mentalmente, Suzuno per averle trovate.
 


                                                                                                  °°°
 


-Fubukisan?- chiese un ragazzino, dai capelli biondo platino acconciati “a porcospino” e gli occhi color cioccolato, all’amico, coi capelli argentati e gli occhi grigi.

Erano ormai quasi davanti al conservatorio, non più tardi delle cinque e mezza di pomeriggio.

-cosa c’è Gouenjisan?- domandò l’albino.
-che differenza c’è tra il flauto ottavino e quello dolce? Voglio dire, si chiamano lo stesso “flauto”, no?-
-beh, io potrei chiederti la differenza tra un violino e un violoncello. Tu che diresti?- rispose Fubuki, cortese, guardando prima il suo ottavino e poi la custodia del violoncello dell’altro.

Gouenji non rispose, rimase in silenzio, probabilmente a pensare. Dopo un po’ riprese parola.

-ogni strumento è fatto a sé-
-come?- chiese confuso.
-cioè, non importa se sono dello stesso tipo o della stessa famiglia, sono come le persone: anche se sembrano uguali, non saranno mai perfettamente identiche- chiarì.
-Gouenji… sì è vero- affermò sorridendo l’albino.

Per un po’ ci fu del silenzio, mentre camminavano.

Già, ogni strumento come le persone, è diverso. E, prima o poi, ogni persona dentro di sé trova la propria musica.
 
 
 
://Angolino dell’Autrice//:
 
Ma salve, miei piccoli criceti lilla! *i criceti lilla la puntano con il mitra*
Allora, come ho detto prima, la TsunaTachi non c’è. E non ci sarà. Eh no. Chiaro? Bene.
Spero che la presentazione dei personaggi vi sia piaciuta!
Mido: mi hai descritto come un deficiente hippie che guarda le farfalle!
Tu sei un deficiente hippie, poi non so se guardi le farfalle, poco importa.
Mido: * le sbraita contro fino a che Hiroto non lo trascina via*
Dunque, cavoli ho visto il contatore di Word adesso e in tutto tra il prologo e il primo capitolo ho scritto duemilacentoquarantuno parole! WOW!!!
Scusate l’aggiornamento che forse si potrebbe definire ritardato, ma non ho avuto tempo.
Tutti: non la beviamo!
Ok, non sapevo come mettere le presentazioni -.-“ ma è iutile, io se non mi metto davanti al computer non riesco a far uscire nulla dalla mia mente bakata :D
E poi ho passato Halloween a vedere “La Stanza 1408” con i miei amici e abbiamo riso un casino anche se era un Horror :’D almeno non sono l’unica strana tra i miei amici lo sto dicendo come scusa per non aver aggiornato presto, scusate la mia scemitaggine e bastardaggine (parola iniesistenteeeee)
Spero che vi piacciano le associazioni personaggio/strumento, non sapete quanto ci ho messo a sceglierli. Non lo sapete. No. Ma è tanto tempo. Tanto. Mi piace parlare così, ha un non so che di inquietante! Lol
In ultimo, ringrazio Ale e Reby-chan per avermi recensito l’altra volta e spero che sia piaciuto anche a loro il capitolo (spero ti sia piaciuta la BanGaze Reby! Ceh, poi non si vede neanche)
Mi dileguo prima che lanciate pomodori. *gliene arriva uno in faccia*
Troppo tardi, adiòs!
La vostra 007  Lula
"io ho più stile! senza sapere perchè! ogni difetto mi da più stile!" cit. +Stile di J.ax

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Note pre-capitolo

Avete capito bene, farò sia le note pre-capitolo che l’angolino dell’autrice!
Tutti: NOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!
Muahahahaha! Vi farò soffrire! (ah,ah!)
No, a parte ciò (?), probabilmente aggiorno di domenica ma se sto aggiornando di sabato sono happy! ^.^
Che poi ho pranzato (sabato) e mi sono addormentata sul divano, dormendo filata dalle 15 alle 18.30; non ce la facevo più dopo questa settimana che è stata tipo adfjgoljd cioè uno strazio!! (ah,ah!) -.-
Scusate se mi sfogo nelle note (ah,ah!), è che tenermi tutto dentro per una settimana non giova tanto alla mia condizione fisica e morale.
Wow, come parlo raffinato oggi
Ma prima che vi faccia un riassunto della mia vita (?), vi lascio subito al cappy qui sotto, che vi introdurrà un po’ alla vera e propria situazione.
A dopo!
 
 
.:#Capitolo 2#:.
 
-uff! Le prove oggi sono state proprio dure, eh?- commentò Endou portando le mani dietro la testa con nonchalance, rivolgendosi ai compagni.
-beh, infondo mancano poco più di due mesi al concerto di fine anno. Dobbiamo impegnarci se vogliamo fare bella figura- rispose Kidou.
-bah! Tanto si dice, ma alla fine siamo sempre arrivati bene al concerto- rettificò Fudou, guadagnandosi la conferma di Haruya.

Il gruppo di musicisti al completo passeggiava per il centro della città. Erano tornati a casa dopo le prove per posare gli strumenti e, avendo il pomeriggio libero, avevano deciso di andare un po’ in giro.
Il centro della loro città non era ne piccolo ne grande. Era… giusto.
Non c’era tanto fracasso come nelle grandi metropoli, piene di grattacieli, strade e persone.
Persone di tutte le età giravano per i negozi, osservando e magari comprando qualcosa. Le vetrine erano sotto un portico, probabilmente costruito in antichità, era stato restaurato da poco. Ora era riverniciato di bianco, in stile gotico e dalla volta pendevano lampadari di vetro verniciato d’azzurro e bianco.
Le vetrine dei negozi risplendevano, illuminate da lucette colorate, esponendo i propri articoli, che attiravano i clienti affascinati.

Il portico, ai due lati della strada principale, finiva in una piazza molto estesa. Al centro di essa, un albero.
Quell’albero era il simbolo della città; non era un albero comune.
La sua specie non era identificata. Si sarebbe potuto definire un sempreverde, visto che non perdeva mai le foglie, di una forma molto insolita: a forma di rombo, con gli angoli spigolosi. Decisamente particolare per una foglia.
Era alto all’incirca sei o sette metri; la chioma folta era verde smeraldo, che risplendeva ogni qualvolta piovesse.
Però, una strana leggenda girava attorno a quell’albero.
Si diceva che per vivere non avesse bisogno ne di acqua ne di sole, pioggia o vento, luce o ombra, terra o lago. Solo di una cosa poteva restare in vita.
La musica.
Infatti per non farlo appassire, nel centro c’era sempre musica. Che fosse un motivetto, una canzone o una sinfonia, ognuno in quella città faceva della musica in qualche modo, per non distruggere quel simbolo.
Ai cittadini questo non dispiaceva. Anzi, erano felici di poter contribuire, creando ogni giorno un suono.
 


-bisogna impegnarsi lo stesso, no?- esclamò ridendo Endou, ricambiato dagli amici.
-ah, Kazemaru- riprese –sai se per quella canzone che cercavi c’è anche na parte per pianoforte?-.
-uh? Ehm no, non mi sembra. Perché?-
-sai, mi sarebbe piaciuto provare a suonarla con te- sorrise sornione. Il turchese arrossì di botto.
-ah, ecco, io…-
-ragazzi, non notate niente di strano?- osservò Fubuki.
-cosa, a parte che Kazemaru è diventato un pomodoro?- canzonò Hiroto.
-smettila!- rispose arrabbiato il sopracitato.
-non intendevo questo. C’è qualcosa di strano nell’aria- concluse Fubuki, riprendendo il filo del discorso.
-ha ragione- concordò Suzuno –provate ad ascoltare l’ambiente-.

Tutti fecero silenzio e tesero le orecchie. Le persone giravano, ma c’era silenzio, fin troppo, anche se non era questo il vero problema.
Non c’era la musica. Non c’erano i soliti suoni, sinfonie o canzoni. C’era solo il rumore del vento.

-non c’è rumore- disse Gouenji.
-appunto. È successo qualcosa- osservò di nuovo il ragazzo dai capelli argentei.

Si diressero tutti verso la piazza, fino ad arrivare davanti all’albero. Subito non notarono nulla di strano, poi qualcosa cadde.
Una foglia. Una foglia, gialla e secca, stava volteggiando lentamente verso il suolo. Fino a che non vi si adagiò.
I ragazzi rimasero fermi, a fissare la foglia. Poi Midorikawa prese parola.

-ehi, guardate le persone- disse.

Gli altri si guardarono intorno. La gente si era fermata. Erano tutti immobili, grigi sia dentro che fuori. Avevano l’aria stanca e triste, malinconica; non emettevano alcun tipo di suono e non facevano nessuno tipo di gesto o movimento.

-perché sono immobili?- chiese leggermente allarmato Ryuuji.
-non lo so, ma è molto spaventoso- disse col suo stesso tono Kazemaru.
-io so che cosa è successo- disse una voce femminile, proveniente da dietro il gruppo di musicisti, aveva interrotto i loro pensieri.

Una ragazza si avvicinava a passi lenti verso di loro.
Aveva i capelli biondi a caschetto, con la frangia morbida a ricoprirle un poco gli occhi arancione scuro, con striature castano chiaro.
Le labbra sottili esprimevano un’espressione seria e preoccupata.
Dall’aspetto aveva la stessa età dei ragazzi, ovvero quattordici anni all’incirca. Indossava un vestito bianco lungo fino alle ginocchia e le gambe erano coperte de pantacollant neri fino alle caviglie. Portava scarpe da ginnastica nere e sopra l’abito una giacca grigia.

-chi sei tu? E perché non sei immobile come gli altri?- domandò, con una punta di seccatura nella voce, Fudou, anche se era preoccupato.
-non c’è tempo per spiegare chi sono. Ora l’importante è portarvi in un altro posto- rispose la ragazza.
-dove devi portarci?!- disse aggressivo Haruya, fermato da Suzuno.
-lasciala parlare, Haruya- disse freddo l’albino.
-seguitemi- disse la bionda, che si avviò in un vicolo. Gli altri la seguirono senza fare altre domande.

Infondo al vicolo, una porta bianca. Era in legno, liscia, con una maniglia laccata d’oro.
Una targa vi stava sulla porta.

                                                                                “A note is a valoue”

La ragazza tirò fuori dalla tasca della giacca una chiave dorata, che inserì nella serratura della maniglia.
Essa si aprì. Non si riusciva a distinguere nulla lì dentro. Tutto era buio e nero. Non si vedeva niente a parte il buio totale.

-dove conduce questa porta?- chiese insicuro Hiroto.
-le spiegazioni sono rimandate a dopo, l’ho già detto. Per favore, entrate- disse la ragazza.

Il gruppo entrò dalla porta buia assieme alla bionda. Quando anche lei entrò chiuse la porta alle sue spalle. Nel momento esatto in cui la serratura scattò chiudendola, nessuno sentì più la terra sotto i piedi.
Precipitarono, sempre più in basso, urlando di terrore per tutta quella situazione che non aveva nulla di normale.
 
 




://Angolino dell’Autrice//:
eh già, non ho sclerato abbastanza oggi!
Tutti: T-T
Forse forse non è ancora domenica, yay!!
Ora faccio quello che avrei dovuto fare tempo fa.
Mi scuso per tutti gli errori grammaticali, lessicali, di punteggiatura e di tutti i tempi verbali inadeguati eccetera eccetera eccetera.
Bene, sono a posto ^.^
Scusate un casino se non ho aggiornato prima e bla bla blo (?).
Comunque, ho visto le visualizzazioni del 1° cappy (che contando il prologo sarebbe il 2° ma vabbè U_U), e se non sbaglio siete in 40 a leggere la storia. Ovviamente sbaglio   -.-“
Quindi, se seguite questa storia e anche se non avete recensito o messo in qualcosa la fic, vi ringrazio dal profondo del mio cuorre con tantto hammorre! Tenkiu veri mach! T-T (ignoriamo il dizionario italiano e inglese! *se ne vanno tutti e due indignati* O.O)
In secondo luogo, non sono più tanto sicura che diventerà una long.  .-.
Batman: diventerà una loooong! Sì lo diveeeeenteràààà!
Hiroto: ma dove cavolo prendi un Batman che canta?! O_o
Ah non lo so. *spinge via il cantante/pipistrello*
Tornando a noi, potrebbe anche non durare più di 10 capitoli, forse ne durerà sette o otto. Boh. Non so. Già già. Eh. Parlantina inquietante
Ok, in ultimo, buonanotte a tutti!
Tutti: vai già a letto?! O.O
Ma col cavolo! ^^
Tutti: peccato -.-
q-q-questo è tutto gente!
Porky: e-ehi tu! Mi-mi hai rubato la battuta! è.é
Oh cappero! Scappo, bye bye!
*Porky la insegue*
Lula

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Note pre-capitolo
E rieccomi ancora una volta sul microscopico schermo! (?)
4° (o 3°) cappy della mia forse-long! Yay!
Sinceramente, non pensavo di arrivare fino a qui e che traguardo, ma grazie alle persone che leggono (circa 40, spero) e recensiscono (2) non mi sono mai arresa e non ho mai detto “mollo tutto!”. Quindi, questo capitolo è per voi, perché-
Paolo Ruffini: aò, vi voglio bene a bestia!
Era la mia battuta! *lo disintegrizza (?)*
Dicevo, vi voglio bene, talmente bene da regalarvi un criceto (?), da regalarvi una giostra (??), da regalarvi il Portogallo addirittura! (wtf??)
Voce pucciosa: vi voglio bbbbene lettori! :3
Invece, mi vedo costretta a regalarvi un capitolo a settimana. Scusate ma questo è il mio massimo (+ tanti bacini <3).
E ora vi lascio leggere in pace il cappy, in cui finalmente si inizierà a capire qualcosa.
Inazumiani: alleluja!
A più sotto! (?)
 
 
 
.:#Capitolo 3#:.
 
 
Gli occhi castani di Mamoru iniziarono ad aprirsi molto lentamente. Non riusciva a mettere bene a fuoco gli oggetti difronte a sé, ci vollero quindi alcuni secondi prima che potesse aprirli completamente. Quando si abituò alla luce del luogo poté osservarsi intorno.
La prima cosa che vide fu il cielo. Era tremendamente grigio e spento, una tinta unita, molto triste.
Cominciò a scrutare oltre. Il cielo era incorniciato da rami bianchi, ricoperti di foglie anch’esse bianche, quasi marmoree. Solo in quel momento si accorse di essere sdraiato. Cercò di toccare il suolo e strinse in un pugno dell’erba, che però al tatto non sembrava normale, sembrava più dura, come se fosse ricoperta di vernice. Il suo sguardo scese verso i fili d’erba, che in effetti erano grigi, di un tono più scuro del cielo però.
Tentò di alzarsi in piedi e vide i suoi compagni, anche loro distesi vicino a lui.

-che… che cosa è successo?-
Il castano si voltò e vide Gouenji che si stava anche lui alzando da terra.
-ricordo solo che siamo caduti e poi sono svenuto. Sai dove ci troviamo?- chiese.
-no, ma dall’apparenza sembriamo essere in una foresta- rispose Endou.
-ricordi la ragazzina che ci ha condotti nella porta? Sembra sia sparita- continuò il platinato.
-no invece-.

La voce femminile della ragazza fece girare i due. Lei aveva le mani nella tasca della giacca e l’espressione seria non lasciava trapelare alcun emozione ai loro occhi.
Intanto anche gli altri si erano svegliati e si erano messi in piedi accanto a Mamoru e Shuuya.
-ehi, devi ancora darci spiegazioni!- ringhiò Nagumo, assai sconvolto dall’accaduto.
-tra poco vi dirò tutto, prima però seguitemi. Non è sicuro stare all’aperto- rispose calma la ragazzina.
-almeno possiamo sapere dove ci porti, stavolta?- chiese diffidente Hiroto.
-andiamo a casa mia- disse con lo stesso tono.

La bionda si avviò verso un’apertura tra alcuni alberi e gli altri, non avendo altra scelta, la seguirono. Camminarono per circa tre minuti, dopodiché si ritrovarono di nuovo in uno spiazzo circondato da alberi bianchi. Stavolta, però, al centro del grande spiazzo si trovava uno chalet in legno, abbastanza grande per una famiglia di quattro persone. La struttura, stranamente, non era grigia come tutto il resto attorno.
La ragazza aprì la porta e fece entrare gli altri. L’interno era caldo e confortevole; i mobili in legno erano decorati con stoffe rosse e arancioni, il pavimento era un parquet di legno scuro e ogni tanto sulle pareti c’erano dei quadri ritraenti paesaggi. Appena entrati ci si trovava in salotto: al centro della stanza vi erano due divani e una poltrona bianchi, in mezzo a essi un tavolino di vetro. Dalla parte opposta all’entrata c’era un camino in pietra, acceso, che infondeva calore.

Shirou si soffermò a guardare una foto sul bordo del camino. Ritraeva una bambina bionda assieme ad un uomo ed una donna. I tre sorridevano e sembravano molto uniti.

-prego, sedetevi- disse lei appendendo la giacca su un attaccapanni vicino alla porta d’ingresso.
I dieci si sedettero sui divani, mentre la ragazza si adagiò sulla morbida poltrona.
-va bene- disse -ora vi dirò tutto quello che dovete sapere. Voi non sapete dove vi trovate vero?-.
Loro fecero segno di no.
-vi trovate nel Note Kingdom. Il Note Kingdom, o Regno delle Note, in sintesi è un’isola sperduta nel sud dell’Oceano Pacifico. Nessuno sa di quest’isola, sebbene sia molto grande, perché è protetta da un campo di forza che ci rende invisibili al mondo. Qui sono stati inventati la musica, gli strumenti e le note, che poi abbiamo diffuso in tutto il pianeta-.
-questo non spiega perché siamo qui- precisò freddo Suzuno.
-giusto- continuò lei –voi siete qui perché vi è stata affidata una missione: salvare il nostro regno e anche il vostro mondo- concluse.
-perché?! Come?!- Ryuuji si alzò allarmato, poi Hiroto, stupito quanto lui, lo rimise piano a sedere.
-vedete, poco tempo fa, un ragazzo che si fa chiamare Demon è riuscito a prendere il controllo del regno, sottomettendo tutti al suo volere. Ma non era quello il suo piano. Lui vuole molto di più, vuole controllare il mondo, facendo per sempre sparire la musica- spiegò.
-è terribile!- stavolta fu Kidou a parlare, scioccato anche lui come gli altri.
-già- riprese –ed è ancora più terribile il fatto che ci stia riuscendo. Attualmente il Giappone, l’India e parte della Cina sono sotto il suo controllo e questo sta lentamente accadendo anche in altre parti della Terra. Ho bisogno del vostro aiuto per cambiare la situazione e riportare tutto come prima-.
-ma perché proprio noi?- domandò Ryuuji, ancora scosso.
-vi ho osservati per un po’. Il vostro Musical Dream è più forte di chiunque altro- disse alzandosi dalla poltrona.
-Musical… Dream?- ripeté Endou cercando di capire.
-il Musical Dream è il sentimento che prova ciascuno di voi per la musica. Voi la amate davvero tanto, per questo siete i più adatti a quest’incarico- spiegò posizionandosi davanti al camino. Toccò una mattonella del camino ed essa si aprì come un cassetto. Da lì tirò fuori dieci piccoli ciondoli, ognuno con raffigurato uno strumento dipinto di nero, che distribuì a ciascuno dei ragazzi.
-questi ciondoli incanalano il vostro Musical Dream e vi permetteranno di usarlo per sconfiggere gli avversari- disse vedendo i volti confusi dei ragazzi.
-beh, grazie…- iniziò Mamoru, facendo notare che non aveva ancora detto loro il suo nome.
-oh, giusto! Non mi sono ancora presentata, perdonatemi. Io sono Simphony, molto piacere- disse lei facendo un piccolo inchino e sorridendo dolcemente.
-molto piacere!- disse in coro il gruppo.
-comunque, cosa dobbiamo fare per fermare Demon?- domandò Kazemaru, tornando serio.
-per cominciare, dobbiamo andare da lui. Non siamo molto lontano dal centro dell’isola, ovvero dal suo palazzo, quindi dovremmo essere da lui in pochi giorni andando a piedi- rispose avviandosi verso l’attaccapanni e mettendo il cappotto.
-coraggio andiamo- disse infine aprendo la porta e avviandosi al di fuori dello chalet, seguita dagli altri.

Shirou restò per un momento immobile, a fissare ancora la foto. Shuuya si accorse del suo comportamento e gli andò vicino.
-tutto bene, Fubuki?- chiese.
-secondo me non ci ha detto tutto, nasconde qualcosa. Ma forse è solo un’impressione- rispose guardandolo negli occhi.
-in ogni caso, non abbiamo scelta. A dirla tutta, non mi sarei mai aspettato di salvare la musica- disse infine arricciando le labbra in un sorriso.
-e chi se lo aspettava?- scherzò Shirou sorridendo a sua volta, mentre lui e Gouenji raggiungevano gli altri, chiudendo la porta alle loro spalle.





 
Infatti, nessuno se lo aspettava.
Ma così cominciò la loro missione per salvare la musica.

 
 
 
 
 
 
 
 
://Angolino dell’Autrice//:
Salve genteH! *la genteH la mitraglia*
Vi ho spaventato facendo credere che non aggiornassi eh? XD
Già, questo capitolo è un po’ un casino, ma ho cercato di spiegare al meglio la situazione. Fucilatemi.
La ragazza si chiama Simpohony, sì. Non volevo essere banale chiamandola Melody, per cui l’ho chiamata così e mi piace molto! :D
Poi, spoileriamo un po’ va, il ragazzo non si chiama sul serio Demon, ma scoprirete più avanti il suo vero nome non ho avuto fantasia su di lui, sappiate questo.
E poi anche Simphony ha dei segret- BASTA SPOILER!
il cappy è lungo e noioso, forse, but don’t worry baby, si andrà avanti.
Sì, l’angolino è corto oggi ma accontentatevi! Lol. Ah e ho messo l’OOC nelle note, non si sa mai ù.ù
Bye bye! Lula

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Note pre-capitolo
Ehi ehi ehi! Lula is back!
Tutti: oh, shit! -.-
Sempre gentili eh -_____-“ dicevo, 4° capitolo… eh già… *fischietta*
Simpohony: ok, cosa vuoi?
Niente! Che c’è, un’autrice non può fischiettare senza che voglia qualcosa in cambio?! è.é
Inazumiani: sarà…
Ok, vi lascio al cappy, che è meglio.
Good bye!
 
 
 
.:#Capitolo 4#:.
 
 
Sembrava tutto uguale in quella foresta. Gli alberi grigi li circondavano, così come il prato a sua volta grigio. Le ombre che si addentravano tra gli alberi incutevano un senso di timore.
Camminavano da forse un’ora, seguendo solamente i passi di Simphony, la cui era davanti a tutto il gruppo. Teneva sempre lo stesso ritmo di passi, guardando avanti impettita, senza spiccicare parola. Infatti il primo a parlare fu Mamoru.
-ehm, Simphony, potresti dirmi una cosa?- chiese esitante.
-sì?-
-come mai gli alberi e tutto qui intorno sono grigi?-
-beh… da quando Demon ha iniziato a far scomparire la musica dal regno, alcune zone di esso si sono “pietrificate”. Senza la musica niente può vivere, anche le piante e perfino il cielo diventa grigio e triste- spiegò buttando uno sguardo intorno a sé.
-in effetti- riprese Kazemaru –quando sei comparsa in città si erano pietrificati tutti. Questo vuol dire che…-
-la musica è scomparsa anche nella vostra città, sì- concluse lei.
-potresti parlarci di più su questo Demon?- domandò Gouenji. A quella domanda Simphony sgranò gli occhi e strinse i pugni, poi riprese a camminare più svelta.
-non lo conosco neanche io, quindi non so nulla di lui- rispose senza guardarli.
-te l’ho detto che nasconde qualcosa. Per me invece lo conosce molto bene- sussurrò Shirou al platinato.
-forse, ma secondo me la foto non centra con Demon-
-è solo un’ipotesi Gouenji, dopotutto-
-ehi, che confabulate piccioncini?- si rivolse malizioso Akio, notando che i due erano rimasti indietro, che in tutta risposta ricevette un colpo in testa da Kidou.
-anche se facessero qualcosa, non sono affari tuoi, punk dei miei stivali-
-oh, geloso di attenzioni Yuuto?-
-zitto e cammina- concluse riprendendo a camminare, seguito da Fudou.
 
 
***
 
 
-credo che possiamo fermarci qui, per ora- disse Simphony scrutando il cielo, che aveva preso una tonalità di grigio più scuro, quasi nero.
-che intendi con “fermarci”- chiese Hiroto.
-intendo “fermarci”. Accamparci per la notte. È pericoloso vagare nei boschi si sera, le guardie di Demon pattugliano solo la notte e la mattina presto, quindi è meglio non correre rischi- spiegò mettendo una mano in tasca e tirandone fuori uno strano oggetto di metallo.
-a che serve quello?- domandò Ryuuji osservando incuriosito l’oggetto dalla forma rotonda.
-questo serve per non farci scoprire dalle guardie. Crea un campo di forza di alcuni metri di diametro e  ci rende invisibili agli altri se ne restiamo all’interno- rispose appoggiandolo per terra, poi premette un pulsante blu al centro di esso e si alzò un velo dal terreno, che scomparì dopo qualche attimo circondando il gruppo.
-ora non possono trovarci. È  meglio dormire, dovete recuperare le forze, abbiamo camminato per circa quattro ore- constatò sedendosi vicino ad un albero.
-siamo vicini da dove si trova lui?- chiese Kidou sedendosi.
Simphony tirò fuori dall’altra tasca un altro oggetto identico a quello di prima, ma quando premette il pulsante blu comparve un ologramma che ritraeva il regno. Vi erano due puntini lampeggianti, uno rosso e uno verde, distanti fra loro. Indicò il puntino rosso.
-noi siamo il puntino rosso, quello verde è il palazzo di Demon. Non siamo molto lontani adesso… su, ora riposiamo- concluse infine chiudendo gli occhi, seguita dagli altri.
Hiroto invece andò a sedersi più in là rispetto a loro, sicuro che tutti stessero dormendo. Ryuuji lo notò e decise di seguirlo.
il rosso si addentrò di più nella foresta, uscendo dal campo di forza. Cercò un posto abbastanza lontano dagli altri, voleva stare solo e riflettere. Dopo un po’ i suoi occhi acquamarina notarono un piccolo spazio verde, non grigio come il resto della foresta, quindi si sdraiò lì e osservò il cielo.
Era davvero bello. Non c’erano le luci della città, quindi si scorgevano moltissime stelle.
Il verde stette per un po’ ad osservare Hiroto, poi andò a sedersi di fianco a lui.
-Ryuuji, non dovresti stare qui. Simphony ha detto che è pericoloso- esclamò allarmato vedendo l’amico.
-se è per questo nemmeno tu dovresti starci. Perché sei uscito dal campo di forza?- ribatté.
-… sai, volevo vedere le stelle- disse rivolto al cielo.
-le stelle?-
-sì. Quando sono giù mi metto a guardare il cielo, mi rassicura… tu pensi riusciremo a salvare la musica?- chiese poi facendosi serio.
-non lo so, a dirla tutta. Ma sono sicuro che se ci uniremo potremmo farcela- disse Midorikawa sorridendo appena.
-infondo, siamo noi due…- iniziò il rosso.
-…contro il mondo- finì il verde. I due si misero a ridere, per poi avviarsi verso gli altri.
 
 
***
 
 
 
-ehi!- sussurrò Suzuno a Nagumo. Il rosso non lo ascoltò minimamente, intento a giocherellare con le sue bacchette. Quindi, per attirare l’attenzione, l’albino lo colpì in testa.
-ahio! Cosa c’è?-
-secondo te dove sono Hiroto e Midorikawa?-
-saranno da qualche parte a limonare, lasciali in pace!- scherzò, ricevendo il secondo colpo in un minuto.
-sono seriamente preoccupato. Hai sentito Simphony, non è sicuro-
-se la caveranno- rispose non curante continuando ad agitare le bacchette. Fuusuke si stava seriamente stufando, quindi gliele levò di mano.
-e dai! Ridammele Ghiacciolino!- si agitò Haruya.
-ma perché sono così importanti?- chiese ridandogliele. Dopo la domanda il batterista diventò rosso quanto la sua chioma.
-facciamo così, te lo dirò se la musica si salverà-
-è una sfida per caso?- domandò con un mezzo sorriso il bassista.
-ci puoi giurare- rispose allo stesso modo. I due si strinsero la mano come per sottolinearlo.
-se la musica si salverà, mi dirai perché tieni a quelle bacchette-
-va bene-
 
 
***
 
 
Un sorriso beffardo si dipinse sul volto di Demon, intento ad osservare da una grande sfera i ragazzi che si erano accampati.
-guardie, trovateli e portateli qui, con le buone o con le cattive- esclamò, prima che i due uomini uscissero dalla stanza.
-ci rivedremo, dopo tanto tempo, Simphony- sussurrò.
 
 
 
 
 
 
://Angolino dell’Autrice//:
che chiede perdono per aver scritto un capitolo schifoso

 
vi chiederete cos’è quella schifezzuola lassù, nevvero? *volano sedie*
allora, quello dovrebbe essere il quarto capitolo, anche se non ne vado fiera come degli altri.
Per il semplice motivo che non sapevo come metterlo, ecco -.-
Ovvero, questo è il massimo che sono riuscita a scrivere, accontentatevi tiè    è.é
Poi avevo seriamente bisogno di far crescere l’amore qui, quindi ho fatto la HiroMido (sì, quella per ora è la HiroMido -.-) e iniziato una pseudo BanGaze, che poi CENSURA SPOILER!
Ma il prossimo cappy forse (foooorse) sarà più interessante (foooorse).
Ma capitemi, sono una scrittrice alla prima pseudo long damn! -.-“
Ora vado prima di ricevere altri oggetti volanti *vola un Willy piuttosto arrabbiato*
Troppo tardi -.- bye!
Lula *scappa*

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


.:#Capitolo 5#:.
 
 
Il silenzio regnava. Non si percepiva altro oltre ai respiri lenti e regolari di tutti, caduti nel sonno poco dopo essersi accampati.
Non si sentivano rumori di animali, come solito nei boschi, anche perché tutto era pietrificato. Niente e nessuno poteva emettere suoni. Niente e nessuno poteva ascoltarli.
La calma del bosco fu interrotta da alcuni passi furtivi. Si udiva il calpestare delle foglie. Erano due persone, vestite di nero, dal passo felpato.
Ma non inudibile.
Simphony aprì un occhio di scatto. Dalla oscurità del cielo, sebbene fosse grigio, era ancora notte. Tutti erano addormentati, quindi non si erano accorti del suo risveglio. Restò immobile per qualche attimo, cercando di sentire ancora il rumore e accertarsi di non essersi sbagliata.
Un fruscio dai rami di un albero. Aveva sentito bene, purtroppo.
-ragazzi! Ragazzi svegliatevi!- sussurrò il più piano possibile, restando in guardia. I musicisti si alzarono confusi.
-che… che succede…?- chiese ancora mezzo addormentato Endou mentre scuoteva Kazemaru, che si svegliò a sua volta.
-non fiatate- disse quando tutti furono in piedi. Restarono muti per qualche attimo. Un altro fruscio.
-sono qui- sussurrò la ragazza.
-chi?- chiesero.
-le guardie- disse. In un battito di ciglia i due uomini uscirono dalla chioma grigia della pianta e atterrarono di fronte al campo di forza. Uno dei due lanciò un pugnale verso il dispositivo che creava la barriera, trafiggendolo e distruggendo sia esso che il suo effetto. In meno di pochi secondi arrivarono molti altri uomini uguali ai primi.
Simphony passò davanti a tutto il gruppo, cercando così di proteggerne i membri.
-andate, forza!- ordinò.
-no, restiamo con te!- risposero insieme.
-allora usate il Musical Dream- disse la bionda. Scattò in avanti verso
uno dei  primi due uomini, dopodiché mise una mano sul cuore e ne tirò fuori una luce azzurra, che scagliò contro alla persona.
-usatelo così- spiegò andando verso un altro individuo.
I ragazzi si divisero e ognuno combatté contro una guardia, usando il Musical Dream. Ma mano a mano che combattevano, le figure intorno a loro aumentarono, fino a circondarli.
-e adesso?- chiese Ryuuji preoccupato.
-non avete scampo- disse una voce.
-quella voce… non può essere…- sibilò Simpohony sconvolta.
Le guardie aprirono un varco tra di loro, lasciando che il ragazzo dai capelli neri ci passasse in mezzo. Sul suo volto appariva un piccolo ghigno e lo sguardo di ghiaccio passava da una persona all'altra, fino a soffermarsi sulla bionda, che aveva cambiato l’espressione da stupita a sprezzante.
-ci si rivede, eh?- disse sarcastico, rivolto a Simphony, il moro.
-non siamo qui per parlare- lo zittì l’altra.
-oh già, loro sono i musicisti che dovrebbero fermarmi vero?- rispose scrutandoli.
-…patetici- aggiunse.
-ehi! Ripetilo!- sfuriò Akio, lanciandogli il suo Musical Dream contro con rabbia. Ma a poca distanza da lui, il ragazzo lo deviò con la mano, facendolo schiantare contro un albero.
-tutto qui il vostro potere? Patetico- ghignò aggiustandosi il ciuffo sull’occhio, facendo impallidire gli altri.
-quindi, tu sei Demon, giusto?- domandò Hiroto stringendo i pugni.
-in persona. Ora veniamo a noi, cara Simphony- disse avvicinandosi a lei. Era un poco più alto rispetto alla bionda, quindi la guardava dall’alto in basso, come per sottolineare che lui fosse superiore a lei.
-perché mi intralci?- chiese non sorridendo più.
-perché quello che stai facendo è sbagliato- iniziò lei –è sbagliato distruggere la musica. Sai che senza di essa il mondo si distruggerà, tutti soffriranno. Smettila, per favore, Yujiro…- disse piano prendendolo per il polso.
-non chiamarmi così!- urlò lui liberandosi dalla presa dell’altra con violenza, lasciandole sul viso un’espressione impaurita e delusa.
-io sono Demon, chiaro?! Yujiro non esiste più!- sfuriò ancora, prima di riprendere un’aria più calma.
-guardie, avviate la procedura- disse.
Gli uomini in nero approfittarono della distrazione di tutti per colpirli, facendoli così svenire uno ad uno.
-Endou, dobbiamo assolut…- si interruppe Ichirouta prima di svenire, essendo colpito allo stomaco.
-Kazemaru!- gridò il castano, che fu subito colpito alla testa. L’ultima cosa che sentì fu il tonfo che fece Simpony, cadendo a terra anche lei come gli altri.
-prendeteli- disse Demon –tutti tranne la ragazza e quello con la fascia. Loro non sono necessari…-.
 
 
***
 
 
-Mamoru…- sentì.
-Mamoru…!- udì ancora. Qualcuno lo stava chiamando.
Aprì un occhio piano e vide Simphony, l’espressione preoccupata.
-ah… eh? Gli altri! Dobbiamo andare a salvarli!- disse allarmato. Fece per alzarsi, ma la ragazza lo afferrò per il polso.
-aspetta… prima è meglio che ti dica tutto- disse seria.
-me lo dirai strada facendo. Adesso dobbiamo raggiungerli, chissà cosa potrebbe fargli!- interruppe alzandosi. Solo allora Simphony sembrò ricordarsi qualcosa, probabilmente non molto bella visto che si mise una mano sulla bocca.
-hai ragione! Sbrighiamoci prima che sia troppo tardi!- confermò alzandosi e iniziando a correre in una direzione del bosco.
-troppo tardi per cosa…?- chiese Mamoru seguendola.
 
 
 
 
://Angolino dell’Autrice//:
da dove posso iniziare?
Dunque, questo capitolo non so se si possa definire sbrigativo, ma oggi avevo il pomeriggio libero e mi sono messa a scrivere.
Naturalmente interrotta da quei maledetti compiti! MALEDETTO CHI GLI HA INVENTATI!
È un passatempo maledire tutto per me :3
Chiedo umilmente kumennasae (?) a Reby (sono ancora euforica perché ci siamo viste su Skype !!! XD ti lovvo troppo amoraH!!!) per non aver ancora scritto l’altra fic. Ma gli aggiornamenti prima di tutto! ù.ù
E vi lascio con la suspense! Quanto sono perfida! >.<
Nel prossimo capitolo si inizierà a spiegare TUTTO. Intanto accontentavi di sapere il vero nome di Demon (per chi non lo ha letto è Yujiro, l’ho trovato all’ultimo digitando su Google “nomi giapponesi maschili” -.-).
Niente più note pre-capitolo ù.ù *applausidanonsisadove,ancora*
Beh, spero di aggiornare il prima possibile anche l’altra mia fic, desideri dell’ultimo dell’anno, aw (che centra?!).
Non ho più niente da dire, chao!
Lula

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


.:#Capitolo 6#:.

 

***Flashback***

-Yujiro, secondo te quando torneranno i nostri genitori?- chiese una bambina bionda sui sei anni ad un bambino moro della sua stessa età, un poco più alto di lei. Il bambino sorrise mentre portò in tavola gli onigiri, preparati in precedenza da sua madre, prima di partire con il marito e i genitori della bambina. Ce ne erano a sufficienza per qualche settimana.
I genitori sia di uno che dell’altra erano tutti e quattro musicisti di grande successo in Giappone. Qualche giorno prima erano volati fino lì per una serie di concerti da fare e sarebbero dovuti tornare quella sera. i due bambini erano sin da molto piccoli buoni amici, per questo, quando i genitori non potevano portarli con loro, li lasciavano insieme a casa.
Entrambi suonavano. Simphony seguiva le orme della madre, suonando il clarinetto, mentre Yujiro quelle di suo padre, con il pianoforte. Molto spesso si esercitavano assieme, creando dolci melodie e canzoncine orecchiabili che mostravano poi ai genitori. Erano davvero molto felici.
-sono sicuro che arriveranno tra poco- rispose alla bambina, che si rallegrò.
Iniziarono a mangiare dopo avere acceso il televisore e messo sul telegiornale della sera. Poi, la calma che si era creata si dileguò dopo una notizia.
-nel viaggio di ritorno verso casa, l’aereo privato di quattro musicisti si è schiantato contro un monte vicino all’aereo porto dove sarebbero dovuti atterrare. Pare che i musicisti avessero dei figli, che però erano rimasti a casa. Le autorit- disse la voce della tv, interrotta dal suo spegnimento.
La piccola aveva le lacrime agli occhi e la bocca tappata dalle mani, probabilmente per impedirsi di singhiozzare. Il ragazzo invece si alzò dalla sedia e si allontanò dal tavolo, diretto in camera sua. Simphony lo seguì. Aprì la porta della camera e vide Yujiro difronte al suo pianoforte a coda, a testa china; riuscì anche a scorgere una lacrima scendere dal suo viso e poggiarsi su un tasto dello strumento.
-…non sarebbe successo…- sussurrò -…non sarebbe successo se non avessero dovuto andarci… se non avessero dovuto suonare… è tutta colpa tua, STUPIDA MUSICA!- pronunciò le ultime parole urlando e sbattendo i pugni sul pianoforte, che produsse un suono potente e basso. Scoppiò a piangere disperato.
-Yujiro…- sussurrò Simphony. Il ragazzo si voltò e corse fuori dalla stanza, dalla casa in mezzo alla foresta. Corse via, scappò tra gli alberi, tentò di fuggire da quella tremenda realtà. La bionda non lo seguì, pensava gli sarebbe bastato poco per calmarsi e tornare indietro.

Ma Yujiro non fece ritorno.
E non suonò più il pianoforte.

***Fine Flashback***


Le urla dei ragazzi si potevano udire anche a metri di distanza. Stavano davvero soffrendo. La chiave di violino ormai si era ridotta ad un cerchietto nero, che continuava imperterrito a smaterializzarsi lentamente.
I musicisti erano rinchiusi in teche di vetro. A pochi secondi di distanza una scossa elettrica attraverasava il vetro dove erano rinchiusi, il Musical Dream veniva estratto dai loro corpi e sigillato dentro un’ampolla. Il macchinario veniva attivato da Demon, che, con un ghigno sadico dipinto sul volto, osservava soffrire i ragazzi. Il suo sguardo si soffermò sul vecchio pianoforte.
-presto non dovrò più vederlo…- sibilò.
-non… non immaginavo c… che finisse così- disse Yuuto, in un tono sarcastico evidentemente inadatto, prima di essere colpito ancora una volta da una scarica.
-ah sì… e com… come credevi finisse?- gli chiese Fudou nel suo stesso tono.
-sai… speravo finisse con noi due che suonavamo insieme… anche se non te l’ho mai detto, sei bravo alla chitarra…- disse facendo un mezzo sorriso.
-Ki..Kidou- mormorò prima di ricevere anche lui una scossa e urlare di dolore.
-Ma…Mamoru, dove sei…- disse Ichirouta, colpito a sua volta da una scarica elettrica.




***




-allora… è per questo… che vuole distruggere la musica…- fece mente locale Endou, riprendendo fiato.
Erano arrivati davanti ad una struttura imponente, nera. Il palazzo di Demon. Era alto, costituito da torri e sorvegliato da guardie; loro erano nascosti dentro un cespuglio, appunto per non farsi vedere.
-sì. Non si è mai ripreso e pensa che se i nostri genitori non fossero stati musicisti loro non sarebbero morti- disse Simphony.
-ma perché Kazemaru e gli altri sono in pericolo, come hai detto prima?- chiese.
-Demon ha costruito una macchina in grado di estrarre il Musical Dream dall’anima. Siccome in te e nei tuoi amici è più forte, senza non sareste in grado di sopravvivere. Sono sicura che adesso lo sta usando su di loro, quindi dobbiamo arrivare da lui prima che…-.
-…muoiano. Capito- finì la sua frase.
-bene, allora andiamo- disse lei uscendo dal cespuglio e scagliando il suo potere sulle guardie all’entrata.
I due allora, entrarono dentro il palazzo di Demon.

 

 

://Angolino dell’Autrice//:
ehi, sal- *learrivaintestaunapadella*
lo so, non mi sono fatta sentire per un bel po’. Vi chiedo infinitamente scusa! L’editor di EFP in questi ultimi tempi è andato alla schifus (?)! -.-“””” e tralaltro non mi è venuto bene nemmeno questo. modificherò appena possibile (ovvero quando l'editor dell'HTML deciderà di andare bene) con il le dimensioni, i colori e tutto.
ma veniamo a noi!
i segreti sono stati svelati! E ora come vi tengo in suspance?! >.< *colpitadaunpomodoro*
ok… allora, i genitori sia di Yujiro sia di Simphony erano parliamo al passato XD musicisti. Loro NON vivevano insieme e nel flashback erano a casa di lui a fare i porcellin *squartata*
 aw, ho fatto la KidoFudo!!! <3<3 e mi sono accorta che in questa storia le pairings sono solo accennate (damn), quindi… in questa storia le pairings sono solo accennate ^3^ *lelancianointestaunalavatrice(?)*
sì, sono autolesionista con gli oggetti volanti -.- non dite nulla, vi prego.
Dunque, ci saranno altri tre capitoli incluso l’epilogo penso, quindi fra tre capitoli non mi dovrò più preoccupare della mia prima mini-long ^^
Tutti: che fa anche schifoooo ù.ù
Io: >.< cattivi!
Ci vediamo! (si fa per dire)
Lula

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


.:#Capitolo 7#:.




Passi echeggiavano sul pavimento grigio: veloci, preoccupati e timorosi.
 Timorosi di non essere arrivati in tempo.
 Endou e Simphony correvano il più veloce possibile, aggirandosi tra i vasti corridoi del palazzo, avendo come unico riferimento le urla degli altri. Urla agghiaccianti, piene di paura e dolore, che imploravano pietà.
 Finalmente giunti davanti al portone, lo spalancarono con una spinta, facendolo sbattere contro il muro, mentre contemporaneamente le voci provenienti dall'interno si spegnevano. Il castano rimase per qualche secondo paralizzato dall’immagine che si trovò difronte.
 I suoi compagni, esangui, dentro teche di vetro erano stesi a terra in malo modo, il corpo pieno di ferite e graffi. Probabilmente svenuti o troppo sfiniti per emettere un altro suono o gesto. La testa del turchese si levò per qualche secondo e i suoi occhi rame fissarono quelli cioccolato di Mamoru, mentre grondavano lacrime.
-E…Endo…- mormorò con un filo di voce, prima di ricadere rovinosamente. Endou si portò una mano alla bocca, dopo aver visto lo stato terribile di Kazemaru e dei compagni.
-Che cosa… CHE COSA GLI HAI FATTO?!- urlò il castano sconvolto verso Demon, girato ad ammirare il lavoro fatto. Quest’ultimo si voltò, ghignando verso i due appena entrati nella stanza. Il suo sorriso malvagio si allargò, facendo ribollire di rabbia Endou.
-Semplice, ho preso il loro potere. Mi fa piacere che siate arrivati adesso, così potrete vedere in prima persona la distruzione della musica!- esclamò ridendo, lasciando trasparire in quel gesto tutta la malvagità contenuta in lui.
-Yujiro, fermati ti prego! Facendo così distruggerai l’armonia della vita e il mondo verrà risucchiato in un vortice di tristezza e oscurità!- esclamò la bionda, purtroppo invano. A sentirla parlare, lo sguardo del moro si fece cupo e adirato, non più sadico.
-Simphony, tu sai quello che è successo. La musica ci ha portato via i genitori, dovresti essere dalla mia parte invece di combattermi contro!- rispose con una punta d’ira nella voce. La ragazza non mosse un muscolo, se possibile si fece più decisa a fargli cambiare idea, sebbene stesse soffrendo molto.
-Lo faccio per il tuo bene, per farti capire che non è stata la musica a portarceli via! Ti scongiuro, riporta la musica nel mondo e fai tornare tutto come prima!- continuò.
 -MAI!!!- rispose a gran voce il moro, prima di dare il via a quella che poteva essere definita come l'Apocalisse.
 Il grande macchinario incanalò tutto il potere raccolto, dirigendolo verso il ragazzo. Una grande oscurità avvolse Demon, che urlò di dolore, inginocchiandosi a terra.
 Gemette ancora per qualche secondo; Simphony mosse un passo incerto verso di lui, ma questo si alzò dolorante in piedi e, ghignando, si mosse verso di lei. A qualche metro di distanza dalla ragazza parlò, ormai ripresosi.
-La sfida finale è fra me e te allora. Molto bene…- poi scagliò dell’oscurità verso di lei, che però evitò con agilità. Il volto della ragazza si rabbuiò, facendosi scuro e deciso.
-...se è questo che vuoi, non sarò io a fermarti...- sibilò, iniziando anche lei il combattimento.
 -Mamoru! Libera gli altri poi vieni ad aiutarmi!- disse usando contro Demon il Musical Dream, in un tentativo di resistenza.
 Endou corse verso il macchinario, aprì le teche, rimanendo a fissare i compagni per un attimo, ancora immobilizzato.
-ragazzi…- gli occhi di Mamoru divagavano da una persona all'altra. La scintilla della vita in ciascuno di loro era molto debole, questo lo percepiva anche lui.
 I suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime salate, mentre nel suo cuore si stava formando un alone di tristezza.
 No. No, lui non si sarebbe arreso. Avrebbe combattuto, per Kazemaru, per gli altri, per Simphony...
 ...per la musica.
 -Endou!!- lo riscosse dai suoi pensieri Simphony, costringendolo a tornare da lei.
 Unì il Musical Dream a quello della ragazza, ma erano lo stesso troppo deboli. Mentre il combattimento si faceva sempre più arduo, Demon prevaleva.
-Arrendetevi! Non supererete mai il potere oscuro del Musical Dream!- esclamò Demon, ormai impossessato dalla rabbia e dalle forze oscure; intensificò l'attacco.
-Nhg... non ci... arrenderemo...- cercò di difendersi dall'attacco la bionda. Anche lei Intensificò il Musical Dream, purtroppo non molto efficacemente
-Così non... nhg... ce la faremo...!- urlò Endou. Il potere negativo del moro era troppo potente. Talmente forte che la sala sembrava sul punto di crollare proprio sopra di loro. Le vetrate tremavano e le porte sbattevano; sembrava, insomma, di trovarsi all'interno di una tromba d'aria.
 Poi, improvvisamente, una mano si posò sulla sua spalla e lo fece voltare istintivamente. Incontrò uno sguardo rame inconfondibile per lui, stanco ma pieno di determinazione, accompagnato da una chioma azzurra. Il volto di Endou si illuminò.
 -Kazemaru!-
-Non ti libererai così facilmente di noi- sorrise il turchese e Mamoru si accorse che anche gli altri li stavano aiutando. Tutti stavano unendo a loro le pochissime energie rimaste, anche se con le ferite grondanti sangue, non si erano arresi.
 Il castano sapeva che avrebbe potuto sempre contare su di loro, anche nelle situazioni estreme come quella in cui si trovavano in quel momento. I ciondoli di tutti si illuminarono, un bagliore fioco, che man mano andava a trasformarsi in una luce di speranza.
 Lo sguardo di Endou si spostò poi su Simphony, che gli fece un segno di intesa.
-D’accordo… facciamolo…- sussurrò.
 -SALVIAMO LA MUSICA!-
 Tutti unirono il poco potere rimasto, aumentandolo a dismisura. Una luce bianca si espanse partendo dai loro cuori, facendosi sempre più grande e avvolgendo tutto quello che incontrava sul suo cammino. Tutto intorno sembrò riprendersi: la sala diventò rigogliosa, su tutte le pareti e le colonne ora crescevano verdi rampicanti e fiori di ogni colore. Anche la sala stessa prese tonalità piú chiare e dalle vetrate cominciavano a penetrare vari raggi solari che riscaldarono i cuori dei presenti.
 Anche Demon venne avvolto dalla luce, che spazzò via il Musical Dream oscuro, sotto i suoi occhi increduli.
 Fuori dal palazzo tutto si risvegliava, in ogni angolo del mondo. Le persone tornavano ad essere quelle di sempre, gli esseri viventi continuavano indisturbati con la loro esistenza, mentre il potere del male si ritraeva sempre di più, fino a scomparire del tutto.
 La chiave di violino ora era tutta intera e dorata. Splendeva come non aveva mai fatto prima, segno che la musica era salva ora, assieme alla vita e al mondo intero.





Angolino dell'Autrice
allora, ho modificato il capitolo. l'ho modificato perché non mi convinceva, e anche ad Ale2000 non piaceva molto. quindi lo abbiamo modificato un po' io e un po' lei, per questo un ringraziamento speciale va soprattutto ad Ale2000, che ho deciso chiamerò Ale ù.ù
Ale: come mai? .-.
io: mi va ù.ù
quindi... amatela, che posso dire :)
alla prossimaaaaa!
Lula

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


.:#Capitolo 8#:.


Nella sala ogni cosa sembrava risplendere di luce propria.
Le pareti, così come il pavimento e il soffitto, prima grigie e spente, ora bianche marmoree. Su di esse e in tutta la stanza si ergevano verdi rampicanti di specie differenti, alcuni decorati con piccoli fiori dei colori più vari che la natura possa offrire. Dalle vetrate, ormai distrutte dall’onda di energia di poco tempo prima, entravano di sbieco cespugli di rose rosse e bianche, assieme ad una luminosità forse da troppo tempo dimenticata per quella sala. Dalla volta ad arco pendeva un grande lampadario in vetro colorato con sfumature azzurre, bianche e blu scuro, decorato da note pendenti e colorate. Il pianoforte sembrava essere tornato come appena fabbricato: i tasti lucidi, il legno levigato, la vernice splendente; se qualcuno avesse avuto voce in capitolo, avrebbe di sicuro detto che lo strumento era stato creato da un artigiano tra i più celebri.
Pareva quasi che tutto fosse rimasto come in un gelido inverno per molto tempo, e che dopo tutto l’accaduto fosse tornata la primavera raggiante.
In mezzo a tutte quelle schegge di vetro, causate appunto dalla rottura delle vetrate, Demon vi si era accasciato malamente, con aria di disperazione. Le mani dalle lunghe dita affusolate fra i capelli, in un vano tentativo di realizzare che tutto quello che era appena successo non fosse altro che un terribile incubo. Calde lacrime piene di tristezza, pentimento e sofferenza gli rigavano le guance, fino a cadere sul candido pavimento, emettendo un quasi impercettibile gocciolio.
-no… no, non può essere… perché…?- ripeteva ossessivamente il ragazzo dai capelli mori, tra un singhiozzo e l’altro, in un sussurro.
Sentì l’avvicinarsi di alcuni passi verso di lui, infrangendo forse gli unici pezzi di vetro rimasti integri. Quando capì che la persona gli si era fermata davanti alzò di poco la sguardo, notando le punte delle scarpe da ginnastica nere di Simphony. La ragazza si inginocchiò, in modo da arrivare all’altezza della posizione di lui.
-è finita… la musica è tornata nei cuori di tutti- gli sussurrò la ragazza con fare dolce, accennando un sorriso. Yujiro alzò la testa verso di lei, asciugandosi le lacrime che continuavano a ricadergli dagli occhi di ghiaccio sul viso. Fissò intensamente quelli arancio della bionda per qualche istante, perdendocisi, trovando un grande senso di sicurezza e protezione. A pensarci, erano sempre stati così profondi i suoi occhi.
-…e adesso? Cosa dovremmo fare…?- chiese lui ingenuamente, forse intimidito dalla reazione che la ragazza avrebbe potuto avere contro di lui. Dopotutto, era stato lui a creare quella situazione, accecato dalla voglia di vendetta e dal senso di solitudine che provava. Un peso all’altezza del petto.
Ma cosa avrebbe fatto lei, non lo sapeva. Lo avrebbe abbandonato come i suoi genitori? Si sarebbe arrabbiata? In ogni caso, secondo lui, sarebbe lo stesso rimasto solo. Di nuovo.
Con sorpresa, si accorse che una mano calda e amichevole stava stringendo la sua, gelida e fragile. Il sorriso della bionda si allargò ancora un poco, lasciando Yujiro a bocca semiaperta.
-adesso tornerà anche nel tuo...- disse Simphony, aiutandolo ad alzarsi e dirigendosi verso il pianoforte, con la mano ancora intrecciata a quella del moro. Lo accompagnò fino allo sgabello e lo fece sedere, appoggiando delicatamente le sue mani sui tasti bianchi e neri. Intanto anche gli altri musicisti si erano avvicinati al pianoforte, in attesa di sentire cosa avrebbe suonato. Il moro strinse leggermente i pugni.
-io… io non suono da molto tempo. Non ricordo nemmeno un brano per pianoforte- disse rattristato. In quell’istante a Kazemaru venne una sorta di flash: mise le mani nelle tasche dei pantaloni, tirando fuori due fogli tutti spiegazzati, ma per fortuna ancora integri.
-ehm, io ho un pezzo qui…- disse e porse il foglio a Yujiro, che si  mise a leggerlo per qualche secondo. A Simphony però non sfuggì il secondo foglio che aveva in mano il turchese.
-e l’altro foglio?- chiese. Ichirouta arrossì fino alla punta dei capelli.
-ecco… questo è un arrangiamento per clarinetto…- mormorò imbarazzato, suscitando la curiosità di Mamoru.
-quindi è quella la canzone di cui parlavi, Kaze-chan?- chiese con un sorriso e facendo diventare ancora più rosso il ragazzo con la coda
-beh… in teoria sì…- rispose.
-potresti farmelo vedere per favore?- domandò Simphony e Kazemaru glielo porse. La ragazza lo lesse per poi fare un cenno, come per dire “è fattibile”. Poggiò una mano sul cuore, emanando la luce azzurra, e in pochi attimi si ritrovò con un clarinetto in mano.
-e da un po’ che non lo uso…- constatò sorridendo –però mi sono tenuta in allenamento in questi anni- e diede segno a Yujiro di cominciare.
Era da molto che non suonavano più insieme.
Le dita del ragazzo cominciarono a premere i tasti del pianoforte dolcemente, scivolando su quei suoni delicati emessi dallo strumento. La ragazza si inserì poco dopo, soffiando con cautela dentro il clarinetto e facendone uscire le note. La melodia che si era creata aveva completamente assorto tutti, che ascoltavano estasiati quelle soavi note.
Per tutto il tempo Yujiro e Simphony si guardarono, quasi rassicurandosi l’un l’altra che quel che stava accadendo fosse reale. Erano passati anni da quando avevano sentito l’ultima volta i loro strumenti creare assieme un pezzo, ma forse ciascuno dei due aveva aspettato a lungo quel momento.










Chi se ne importa Eleven del calcio di Inazuma! livello: capitolo 8
io lo avevo detto che facevo così l'angolo, peggio per voi XD
salve rega! ed eccomi ad aggiornare il penultimo capitolo della mini-long :D ancora non ci credo che il prossimo è l'epilogo -u-
sapete, io ho seguio storie di cui gli autori (o autrici... soprattutto autrici -u-) erano tristi di concludere le loro fanfiction. io però non sono molto triste; certo, mi mancherà un po' aggirnare i capitoli, ma non posso stare qui per sempre eh! io avrei altre idee per la testa ù.ù
e la parte dedicata agli addii è conclusa! (?) passiamo al capitolo.
è corto? a me sembra di sì anche se non quanto quello dell'altra volta per fortuna modificato poi ditemi voi .-.
qui mi sono dedicata molto su simphony e yujiro ~ si sentono gli accenni Het vero? *^*
nel prossimo svelerò il "mistero bangaze" che Reby continua a voler estrapolarmi (che poi quando lo scriverò rimarrete tutti delusi XD)
spro di aver fatto un buon lavoro e che l'ultimo capitolo uscirà decente almeno quello coff*
adieu
Lula

 

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Capitolo 10
*** Epilogo ***




.:Epilogo:.




Un brusio di attesa fremeva dalla sala del conservatorio apposta per i concerti. Genitori, nonni, fratelli… tutti lì per assistere all’esibizione di un loro caro, prendendo posto ansiosamente.
Uno spiraglio di luce, causata dai faretti posti sul palco, entrava dalla tenda di velluto rosso, tremante. Un occhio marrone scuro osservava eccitato e allo stesso tempo timoroso le persone entrare nella grande sala. Saranno state minimo un centinaio, forse due.
Anche se quel concerto si ripeteva ogni singolo anno, Endou era sempre agitato. D’improvviso la sua positività e il suo coraggio diminuivano a vista d’occhio, causando un contorcersi di mani sudate e morsi al labbro inferiore. L’agitazione invadeva il suo corpo. Sarebbe stato il primo ad esibirsi, assieme a Kaemaru, Gouenji e Fubuki.
Una mano fresca e delicata si posò sulle sue, calde e bagnate. Gli occhi cioccolato agitati incontrarono quelli rame, sorridenti e rassicuranti, di Ichirouta. Il turchese aveva i capelli raccolti nella solita coda, senza tralasciare però il suo solito ciuffo sull’occhio sinistro, quindi poteva avere una perfetta vista di entrambi gli occhi. Stava davvero bene, ammise a sé stesso.
-sei agitato, vero?- chiese sorridente. Il castano per un attimo invidiò la sua calma.
-come sempre del resto…- rise l’altro -anche se abbiamo provato tanto, l’ansia resta-.
D’improvviso sentì qualcosa di morbido sfiorargli la guancia. Le sue gote assunsero un colorito rosso, forse più dei capelli di Hiroto. Kazemaru gli aveva appena dato un bacio a stampo sulla guancia.
-forse così non sarai più agitato- disse il turchese, anche lui rosso in volto, lo sguardo basso. Il moro sorrise, carico come sempre.
-…andiamo a conquistarli, Ichirouta!- disse entusiasta e l’altro annuì.

 

Gli accordi si susseguivano, formando l’arrangiamento che Kidou aveva preparato per Akio. Glielo aveva consegnato pochi giorni prima del concerto, eppure era riuscito a impararlo a memoria, senza fare neanche tante storie, ammise il rasta. Finito il pezzo, il punk guardò con aria di sfida l’altro, sogghignando.
-se vuoi puoi dirmelo che sono bravo, sai?- disse, facendo arrossire Yuuto.
“Non sarà un genio, però ha una buona memoria…” pensò ironico il ragazzo dagli occhi rossi. Si alzò dalla sedia da cui aveva ascoltato e si diresse verso la custodia del violino, montando la spalliera e dando la schiena all’altro.
-potrebbe anche essere solo fortuna la tua, anziché talento. Ci hai mai pensato?- ribatté leggermente irritato. Però, per quanto gli costasse ammetterlo, era davvero dotato di talento.
-ma se lo ha detto pure il grande Kidou Yuuto che sono sul serio bravo! Devo credere che tu mi abbia detto una bugia?- schernì Fudou.
-eppure ricordo perfettamente le tue parole: “anche se non te l’ho mai detto, sei bravo alla chitarra…”- lo prese in giro, con un tono che lui avrebbe definito “da femminuccia”. Ora Kidou stava seriamente iniziando ad arrabbiarsi, non solo per quello che il punk diceva, ma anche perché sembrava che la spalliera non volesse stare su!
-uff! Perché questa dannata mi odia?!- sbuffò scocciato, cercando di cambiare discorso. Percepì due braccia circondarlo e due mani si posarono sulle sue, afferrando la spalliera. Il mento del ragazzo dagli occhi verdi smeraldo si posò sulla spalla di Yuuto, cercando di vedere in che verso dovesse metterla.
-per forza non sta su, l’hai messa al contrario- disse, stavolta con un tono dolce. Kidou sentiva il cuore di Akio, premuto sulla sua schiena, e il suo battere all’unisono.




La custodia del basso era praticamente sottosopra, così come quella del sax di Hiroto. Proprio non ricordava dove lo aveva messo, dov’era?! Dove si era cacciato quel maledetto plettro?!
Era il suo plettro “fortunato”, a parere di Midorikawa. Ogni volta che, secondo lui, usava quel plettro i brani che suonava uscivano perfetti. Se non lo avesse usato molto probabilmente il concerto sarebbe stato un disastro! Doveva assolutamente trovarlo.
-Ryuuji? Che stai facendo?- chiese non poco confuso Kiyama, enrando e vedendo il suo amico nel panico più totale. Il verde sembrò sinceramente sollevato del suo arrivo.
-meno male che sei qui, Hiroto! Devi aiutarmi a trovare il plettro, altrimenti non suonerò bene!- disse disperato scuotendo il rosso. Quest’ultimo fece una piccola risata.
-prima di tutto calmati, noi siamo dopo Endou e gli altri, con Nagumo e Suzuno, quindi abbiamo ancora un sacco di tempo. In secondo luogo, dovresti fare un po’ più affidamento su te stesso, non credi?- lo calmò, almeno in parte.
-lo so… però voglio sempre essere sicuro di fare bene i pezzi che suono. Diciamo che quel plettro mi infonde più coraggio- disse con un sorriso amaro. Le mani del rosso gli sfiorarono il collo, togliendo qualcosa.
-inoltre- disse -dovresti essere un po’ più ordinato e ricordare dove metti gli oggetti- e mostrò a Midorikawa il suo famoso plettro, che attaccava sempre con un filo a mo’ di collanina, proprio per non scordarselo. Il verde afferrò l’oggetto incredulo, poi saltò su Hiroto, stringendolo in un abbraccio.
-grazie grazie grazie! Mi hai salvato!- urlò tutto contento, ancora nelle braccia dell’altro, che arrossì.




Gouenji scrutò l’orologio con ansia. Le sette e quattordici, avrebbero iniziato tra poco più di un quarto d’ora. I primi erano lui, Shirou, Endou e Kazemaru con un pezzo classico, poi Kidou e Akio con della musica soft e infine Hiroto, Midorikawa, Suzuno e Nagumo con del jazz. Indubbiamente era agitato come tutti.
-tutto apposto, Gouenji?- chiese Shirou. Il biondo si voltò verso di lui, sorridendo.
-spero solo di non essere così agitato quando saliremo sul palco- rise, cercando di smorzare la sua tensione, anche se inutilmente. L’albino si mise affianco a lui, guardando nel vuoto.
-sai, c’è un trucco- disse, attirando l’attenzione di Shuuya.
-immagina di esserci solo tu, con il tuo strumento. Nessun’altro a guardarti. Io faccio sempre così-.
-puoi esserci tu a guardarmi…- sussurrò l’altro -… se ti va-. Fubuki arrossì leggermente, posando la mano su quella di Gouenji.
-mi… mi piacerebbe molto- rispose piano, molto imbarazzato. In un battito di ciglia, le labbra del biondo si ritrovarono sulle sue, in un inocuo e casto bacio, che durò poco più di cinque secondi. Staccatisi, Gouenji diventò paonazzo, così come Shirou.
-andiamo, tra poco tocca a noi- disse Fubuki prendendo l’ottavino e porgendo all’altro il violoncello. Nell’afferrare lo strumento si sfiorarono le mani. Sembravano proprio due piccioncini che arrossiscono per nulla. Una luce comparì negli occhi cioccolato fondente del biondo.
-suoneremo solo per noi, Shirou- disse sorridente. Sorriso che ricambiò anche l’albino.
-esatto, solo per noi-.




-devi ancora dirmi il perché- disse freddo Suzuno. Nagumo ovviamente non lo sentiva, intento a giocare con le sue bacchette. L’albino iniziava a scocciarsi.
-Nagumo!- richiamò più forte, senza lo stesso nessun risultato. Alla fine si stancò di ripetere il suo nome, quindi gli afferrò i polsi con le mani, costringendolo a fermarsi. Il rosso lo guardò irritato.
-è questo il modo di attirare l’attenzione della gente?- chiese scocciato, facendo ribollire ancora di più di rabbia Fuusuke. L’ultimo tentò di riprendere il suo tono serio.
-ho detto che devi ancora spiegarmi il perché- disse. Haruya arrossì, quasi quanto i suoi capelli. Suzuno pensò per un istante che fosse adorabile.
-…leggi- disse porgendogli le bacchette. Dapprima l’albino non capì, poi trovò un’incisione in piccolo, nera, sul lato di una bacchetta. E dopo un’altra sulla seconda bacchetta.
“Per Haruya”  “Da Fuusuke”.
-sono state il primo regalo che mi hai fatto. Molto probabilmente non lo ricordi, avevamo sette anni- sussurrò Nagumo, lo sguardo basso, imbarazzato. Suzuno guardò ancora le bacchette e, forse un’occasione più unica che rara, sorrise.
-già, me lo ero scordato…- rispose - tu però te ne sei ricordato per tutto questo tempo. Perché?-.
La sua risposta fu un bacio sulla guancia da parte del rosso. Anche Suzuno, ora, era rosso come Haruya.
-…andiamo a stenderli ora, Ghiacciolino?- ghignò il rosso. Apparve un ghigno anche sul volto di Fuusuke.
-puoi scommetterci la pelle, Tulipano!- ribattè.

 
***


Delle note riempirono l’aria fresca che passava sul Note Kingdom. I capelli biondi di Simphony ondeggiarono in quel miscuglio di aria e note, che, appena le sentì, le fecero spalancare gli occhi. Appena la melodia fu definitivamente cessata, un sorriso si dipinse sul suo volto.
Corse verso il salone e aprì le enormi porte che la separavano da Yuijro. Saltò gli ultimi gradini e si diresse verso il pianoforte. Come al solito, il moro stava suonando.
-il concerto è andato bene!- disse felice, interrompendo il pezzo. Yujiro si alzò dal pianoforte, sorridendo anche lui.
-allora diamo loro il nostro regalo- disse. I due andarono verso un rampicante pieno di rose rosse e ne presero una ciascuno. Erano bagnate di rugiada e fresche. Aprirono una vetrata colorata e lanciarono le rose in aria. Come per magia, queste furono trasportate dal vento, in una danza che sembrava non finire più.
-bravissimi, ragazzi…- mormorò Simphony.


 
Perché non si vive senza musica.





Chi se ne importa Eleven del calcio di Inazuma! livello: Epilogo!!!
...HO FINITO LA FIC!!!!!! amatemi genteH ù.ù (?)
no ok, ammetto che un pochino (molto ino) mi dispiace, però cavolo, sono sempre più di 9.000 parole eh! mica è facile -u-
praticamente qui la storia sarebbe già finita, e quello sarebbe il famoso concerto che i musicisti dovevano fare all'inizio della storia e di cui nessuno si ricorda l'esistenza coff.
poi, non so, mi andava di inserirci le rose perchè... oh insomma, le rose vanno in tutto, punto e basta ù.ù
prima di andare ai ringraziamenti, ci terrei a puntualizzare quella cosa della "spalliera", nel caso non lo sapeste, la spalliera è una specie di cuscinetto che si mette sotto al violino per farlo stare sulla spalla, anche se alcuni non la portano, e c'è un verso giusto e uno sbagliato per metterla. quindi per chi non lo aveva capito... ecco ^^ (?)
e ora tutti quelli ce hanno recensito, seguito o messo la fic in qualche sezione (?)
S h i n d a
Kori no tamashi
Ale2000
AngeloBiondo99
CarzyFox
Psicopaticamente Blu
diavolettadragonica98
Glace Fubuki
spero di avervi inseriti tutti ^^
alla prossima! :D
Lula





 

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