A New Day Has Come.

di icePRINCESS___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lui e Lei. ***
Capitolo 2: *** Un nuovo giorno è arrivato. (Parte I) ***
Capitolo 3: *** Un nuovo giorno è arrivato. (Parte II) ***



Capitolo 1
*** Lui e Lei. ***


fanfiction

 

The Read Tread Of Destiny.

Il Filo Rosso Del Destino.

 

 

 

 

 

Capitolo Uno.

Lui e Lei.

 

 

 

«Mamma!» fu l’inevitabile commento aspro di Sharpay Evans, cinta in un abito succinto che lasciava ben poco all’immaginazione. Gli occhi color caramello saettarono velocemente dalla macchina decappottabile al bellissimo uomo che scaricava le valigie.

La donna, bionda più che mai, la superò con un sorrisetto.

Il moro tuttofare la squadrò con malizia e poi seguì sua madre, con entrambe le braccia muscolose cariche di borse, e la netta sensazione che si sarebbe divertito.

“Porca miseria” esclamò la bionda tutto pepe, scuotendo ferocemente il capo. Non era possibile che ogni volta che tornava a casa sua mamma si portava dietro un nuovo boy friend! “Che ha per di più la mia età” borbottò dentro di se, frustrata. “Come ogni boy friend che si rispetti” aggiunse poi, guardandosi attorno e scuotendo i folti capelli biondo platino. Ritornò in casa sbattendo debolmente i piedi.

«Tesoro, ti presento Austin».

Sharpay giunse in salotto, dove Katherine Evans stava presentando il nuovo “giocattolo” a Ryan. Il biondo guardò con sufficienza il nuovo venuto, poi sorrise radioso a sua mamma.

«Piacere Austin» disse, e malgrado volesse apparire scortese, la sua voce sembrò un adorabile cinguettio.

L’irruente bionda picchiettò col tacco sul pavimento di marmo. «Con permesso, Austin» aggiunse, sprezzante «ma devo portarti via la mia cara mammina» e detto ciò, oltrepassò il palestrato ragazzo e trascinò sua mamma in cucina, per il gomito.

Katherine Evans indugiò a lungo sul fondoschiena perfetto del suo nuovo fidanzato e poi guardò sua figlia, incontrando uno sguardo di fuoco. «Oh…» sospirò, cadendo dalle nuvole «dimmi, amore».

Sharpay strinse rigidamente i denti. «Mamma, hai parlato con papà delle pratiche del divorzio?» domandò, a bruciapelo.

Lei continuava tranquillamente a spiare di sottecchi il bellissimo moro. «Oh… certo… cioè, mi ha mandato una mail» aggiunse, strattonata dalla figlia.

«E gli hai risposto?» replicò, strizzando gli occhi, in attesa.

Katherine Evans rimase un po’ in silenzio, poi con un sorriso beota tornò a guardare gli occhi color caramello di Shar. «Lo farò al più presto, amore» sussurrò «ma ora vieni, che ti presento per bene Austin». Si allontanò, chiamando a gran voce il ragazzo.

Sharpay fece un profondo respiro, e meccanicamente si voltò.

«Amore, vieni!» la richiamò, sua mamma, dolcemente.

Lei puntò gli occhi su Austin, e poi incontrò quelli di Ryan, falsamente felici. Notò il suo sguardo comprensivo. «Arrivo mamma!».

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

«Troy, per favore» fu la muta richiesta di Chad Danforth, guardando il suo amico, avvolto nel divano di fronte ad una partita di basket a quanto pare importante. «Usciamo, dai».

Il ragazzo alzò gli occhi azzurri sul suo amico, con un briciolo di sarcasmo. «Se non ti conoscessi, direi che un alieno ti ha rapito» replicò, quasi nostalgico «fino a tre anni fa non mi avresti mai proposto di uscire se in tivù c’era una partita».

Chad si trattenne dall’esclamare che l’amore cambia. A lui era successo: aveva trovato l’amore, quello giusto. E questo lo aveva reso più maturo, più cosciente, e decisamente meno fissato con il basket, visto che Taylor lo odiava. E poi aveva imparato che esisteva un diversivo molto interessante. «Eddai Bolton, ti sei rammollito!» buttò lì, distratto.

Troy abbassò il capo, guardando debolmente la birra che teneva in mano e i resti del pranzo di quel giorno. Era stato tutto il pomeriggio sul divano. E questo accadeva da settimane. Cielo, doveva sembrare una balena. «Quasi» gli sfuggì, amaro.

Chad deglutì. Non voleva tornare sull’argomento Gabriella. Era troppo doloroso per il ragazzo, lo sapeva benissimo. Voleva distrarlo, e gli aveva offerto l’opzione di uscire con lui, fino a tardi. Taylor era stata decisamente restia a dargli l’ok, visto che era incredibilmente gelosa, però alla fine aveva acconsentito. «Troy Bolton» tuonò, plateale «Stasera uscirai insieme al tuo migliore amico Chad Danforth. E andremo in giro. E tu» esclamò, catalizzando i suoi occhi azzurri. «Tu ti cercherai una bella ragazza».

Il moro sbarrò gli occhi, impaurito. Poi sul suo volto comparve un’espressione nostalgica ed addolorata. «No… Chad io non sono…» ma non ebbe tempo di concludere, perché il ricciolino lo anticipò.

«Non ci credo neanche se me lo giuri su tuo padre» esordì, severo «Troy, devi guardare in facci alla realtà. Gabriella non ti meritava, e vi siete lasciati. Basta» puntualizzò, secco.

Troy sentì il suo cuore smettere di battere, poi riprendere velocemente. Spalancò gli occhi, sorpreso che Chad avesse usato il pugno di ferro con lui. Poi abbassò il capo. «Mi ha lasciato» puntualizzò, con amarezza.

Chad scosse il capo. «Non me ne importa niente che sia stato tu o lei, non ha nessun diritto di farti stare male!». Questa volta aveva urlato e se ne era accorto anche il suo migliore amico, che lo fissava, sconvolto. «Usciamo, stasera» aggiunse a bassa voce. «Ci divertiremo».

Troy rimase a fissarlo, attonito. Poi, ancora provato, annuì, debolmente.

 

 

 

 

 

 

 

// Nuova storia. Spero vi ispiri, almeno un pochino. Ovvio che si tratta di una Tropay. Ed la mia prima Tropay, quindi siate gentili XD Ho già in mente molte situazioni, non dovrebbe essere lunga, ma non si sa mai. Sono abbastanza lenta ad aggiornare, ma di solito ce la faccio. Non è detto però che riesca a continuarla, ma non nuoce tentare. Spero commentiate. ^^

Bacioni. Ice Princess.

 

 

P.S. Se vi sembra affrettata l’idea di Chad di uscire, vi avviso che sono almeno due mesetti che Gabri ha lasciato Troy. E siiii, povero. L’ho sempre immaginato distrutto se lei l’avesse lasciato. Ed ho anche sempre pensato che a Gabri lui non sarebbe bastato XD Dunque, ho coronato i miei sogni con una fic. >o<

 

P.S. (x2) Ho messo OOC, perché non sono sicura che siano quelli i caratteri dei personaggi. Anzi, sono sicuramente diversi. Quindi… OOC al 100%.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Un nuovo giorno è arrivato. (Parte I) ***


fanfiction



The Read Tread Of Destiny.

Il Filo Rosso Del Destino.

 

 

 

 

 

 

Capitolo Due.

Un nuovo giorno è arrivato. (Parte I)

 

 

 

 

«Ryan, smettila di fare il tenero» commentò acidamente Sharpay Evans, quando Austin e sua mamma si rintanarono nella camera da letto. Alzò lo sguardo, e rabbrividì.

Ryan Evans sospirò e scosse le spalle larghe. Da quando frequentava la Scuola D’Arte era nettamente cresciuto: l’aveva superata in altezza e il suo corpo si era fatto muscoloso. «Sha, non sto facendo il tenero».

Però era rimasto sempre il dolcissimo ragazzo che indossava bizzarri cappelli. «Si, che lo fai. E per di più inconsciamente» si addolcì un po’ «Non devi essere gentile con la mamma, non ne ha certamente bisogno» poi grugnì «anzi».

Gli occhi azzurri di Ryan incontrarono i suoi. «Sha…» sussurrò, comprensivo.

«No Ryan!» sbottò, portando le mani avanti in segno di difesa. Gli occhi fiammeggiavano. «Non ti rendi conto che così è come se accettassi il suo comportamento?!».

«Ma io lo accetto, difatti» fu il suo tranquillo commento.

Il respiro di Sharpay si mozzò. «C-cosa?» balbettò.

Lo sguardo di Ryan si fece pensieroso. «Si. Sono stufo di litigare con mia mamma per una cosa che non cambierà mai» spiegò «può decidere da sola della sua vita. E se vuole essere infelice, peggio per lei».

La bionda lo guardò, sconvolta. «Ryan! Non puoi lavartene le mani!».

«Io non me ne sto lavando le mani» esordì, serio «abbiamo già tentato di spingerla a tornare con papà, ma non è servito a niente. Anzi, si è intestardita ancora di più» poi guardò in alto, immaginando sua mamma e Austin in dolci effusioni «quindi, che faccia ciò che vuole».

Sharpay abbassò il capo, sconvolta e pensosa. Allora era tutto perduto. La sua famiglia, sua mamma… suo papà. Il suo caro papà. Quando rialzò lo sguardo, i suoi occhi brillavano e il labbro inferiore tremava leggermente. Ryan le sorrise dolcemente e la avvolse in un abbraccio protettivo. La bionda si lasciò cullare amorevolmente, sfogando qualche lacrima sulla camicia di lui.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

«Troy, potresti dimostrare almeno un minimo di interessamento» borbottò Chad, guardandosi attorno. C’erano un sacco di belle ragazze.

Il moro sbuffò, portandosi una mano fra i capelli, nervoso. «Sono un po’ fuori gioco» ammise, debolmente. «Anzi, non sono mai stato nel gioco».

Chad scosse i capelli e lo guardò. Negli occhi azzurrini del suo migliore amico vi era una tristezza immensa, e ciò lo faceva stare male. «Su dai! Non esagerare» disse, ridacchiando «non so se lo hai notato, ma parecchie ragazze ti stanno facendo la radiografia».

A quelle parole un accenno di sorriso sorvolò le labbra di Troy Bolton, e si guardò attorno, guardingo. “Accipicchia!” esclamò, scioccato. Chad aveva ragione: molte ragazze, alcune particolarmente carine, lo stavano guardando sorridendo maliziose. Arrossì debolmente.

«Troy!» esclamò il ricciolino, scoppiando poi a ridere furiosamente. «Sei proprio fuori gioco».

Lui rialzò il capo, ed i suoi occhi sembravano sorridere. «Beh… cosa devo fare?» domandò, incerto.

Chad aggrottò le sopracciglia. «Devi scegliere quella che ti piace di più» fu la risposta.

Troy si guardò attorno. Non ne voleva una mora. No di certo. Non le voleva nemmeno grassottelle… ma neanche più alte di lui. “Non come Gabri…” si ritrovò a pensare, nostalgico.

«Che ne dici di quella?» domandò dun tratto Chad, indicando una ragazza mora appoggiata al bancone. Il profilo ne rivelava una bocca carnosa e gli occhi scuri.

Scosse il capo ferocemente. «No, no» mormorò, quasi spaventato.

Il ricciolino lo osservò e comprese il suo pensiero. Si alzò quasi sulle punte, ed in un angolo individuò una ragazza biondissima e formosa parlare con un uomo che pareva molto importante. La ragazza si voltò verso di lui, rivelando il volto ovale, gli zigomi alti, gli occhi color caramello e la bocca rossa. Aveva un che di peccaminoso, nei gesti e nei movimenti. «Troy, ho trovato quella giusta» esordì, orgoglioso di se stesso.

Troy seguì il lungo dito del ragazzo, che indicava il privè del locale. Con sua somma gioia, vide una ragazza decisamente diversa da Gabriella. Bionda, magra, formosa, vestita d’oro e alquanto sexy. L’opposto. «Carina» sussurrò.

Chad sorrise, da quel complimento stentato. «Se non amassi Taylor con tutto il cuore, definirei quella ragazza qualcos’altro» soffiò, malizioso.

Troy si decise a fare un inventario più carnale della ragazza. Aveva i capelli biondissimi, indubbiamente tinti. Erano lunghi fino a metà schiena, lucenti e sembravano molto morbidi. Erano abboccolati sulle punte, e sul volto cadeva un filo di frangia. Il volto era ovale, abbronzato, gli zigomi alti, la pelle perlacea. Aveva gli occhi color castano chiaro, color sabbia quasi, allungati e con le ciglia molto lunghe. Le sopracciglia erano abbastanza arcuate e davano al volto un’aria sensuale. Il naso era ben dritto, proporzionato, mentre la bocca era rossa e carnosa, morbida. Aveva il collo lungo ed elegante, le spalle sottili e la schiena dritta. Indossava un vestitino molto corto, color oro, che sembrava luccicare ancor di più, sormontato da quella massa platinata di capelli. Era delicatamente allacciato dietro il collo, e non aveva maniche. Giungeva libero fino a metà coscia, lasciando una buona dose di gambe in evidenza. Aveva un generoso decolté ed il vestito metteva in evidenza il suo fisico a clessidra e le gambe sode e tornite. Ai piedi aveva un paio di scarpe dorate col tacco decisamente alto.

Si ritrovò a deglutire. Non era alla sua altezza.

«Dai Troy, fai un tentativo» borbottò quello, con un sorrisone. Si appoggiarono al bancone. «Sei abbastanza ben vestito e disperato per farle buona impressione» fu il commento sarcastico del ricciolino.

Il moro alzò un sopracciglio. «Grazie, davvero» sbottò, acido.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

«Ryan, ti prego, non stasera» fu l’esule commento di Sharpay Evans, bellamente sdraiata su un divano imperiale del privè. Suo fratello gemello stava adocchiando il dj con sguardo deciso, pronto a farsi mettere una base e far cantare sua sorella.

«Eddai Sha… ti prego…» sussurrò, dolce, sbattendo gli occhioni azzurri.

La bionda assottigliò gli occhi. «Ti odio».

Il ragazzo lanciò un gridolino gioioso e con poche falcate raggiunse il dj, chiedendogli il solito. Il locale abitualmente metteva musica house, ma molto spesso si concedeva alla voce straordinaria di Sharpay ed era molto conosciuto per il karaoke del sabato sera. Non fu dunque una sorpresa quando la bionda salì sul piccolo palchetto e le fu dato in mano un microfono.

«Ed ora un piccolo regalo, ragazzi» esclamò il dj, indicando Sharpay «Per chi già la conosce, sa che ci incanterà con la sua voce… per chi invece la vede per la prima volta…» aumentò di tono, plateale «…Sharpay Evans! A new day has come».

La bionda sorrise debolmente, mentre le luci scendevano e rimaneva una delicata luce giallognola su di lei. Non aveva mai avuto problemi a mostrarsi in pubblico, ma il buio facilitò notevolmente le cose. Le note deboli della canzone invasero il locale.

Davanti a lei, si accese lo schermo del karaoke e cominciarono a comparire le prime parole.

 

 

A new day has... come

 

Fece un profondo respiro, pronta a cantare. Non aveva allenato la voce, quel giorno, ma era certa che sarebbe andato tutto bene. Cantare era una liberazione, un volo libero oltre le catene della prigionia… era energia pura. Perfetta.

 

 

I was waiting for so long
For a miracle to come
Everyone told me to be strong
Hold on and don't shed a tear

 

 

Nell’angolo del locale, Troy percepì perfettamente il tonfo sordo del suo cuore.

 

 

 

 

 

 

 

// Hello XD Ecco il secondo capitolo, abbastanza corto e abbastanza veloce! All’inizio non sapevo come farli incontrare… senza farli riconoscere subito, per lo meno. Poi mano a mano è venuto fuori tutto… e voilà. Far cantare Sharpay è stato un segno del destino, perchè mi sono messa casualmente ad ascoltare questa splendida canzone e mi son detta: perchè no? Voilà dunque.

 

Ovviamente il capitolo è diviso a metà. Un po’ perchè volevo postarlo, un po’ perchè sono impegnata e non posso scrivere il seguito. Spero vi piaccia. <3

 

Grazie mille per le vostre recensioni, mi hanno fatto un grandissimo piacere ^^ Soprattutto quella di Sinfony, che non è una fan delle Tropay ma che ha deciso di avventurarsi con me nella fanfic. Grazie mille! Mille ringraziamenti anche a WalkingDisaster_, Jud_91 e Tay_.

 

Spero recensiate ancora e che il capitolo, per quanto semplice, non vi abbia annoiato.

Ice Princess, xoxo.

 

P.S. Sto cercando di descrivere al meglio tutti i personaggi. Intendo caratterialmente. Come vedete do molto spazio anche a Ryan, anche se purtroppo per me, non credo diventerà una Ryella, per quanto le adori ç_ç

 

P.S. (x2) Nel mio profilo trovate i miei personaggi ideali. Non ci sono tutti, ma buona parte si. Chad era insostituibile, ma Troy no! Ecco come li immagino da adulti, diciamo.

 

P.S. (x3) Ma quanti cacchio di P.S. uso?!? Scusate. Ecco il link per vedere il vestito di Pay, lo aveva messo a “non so quale” premiere Vanessa. Non posso direttamente linkarlo, dunque dovrete fare copia incolla. (http://www.hollyscoop.com/BlogImages/76577475---vanessa_hudgens.jpg)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Un nuovo giorno è arrivato. (Parte II) ***


fanfiction

 

A New Day Has Come.

Un nuovo giorno è arrivato.

 

 

 

 

 

 

Capitolo Tre.

Un nuovo giorno è arrivato. (Parte II)

 

 

 

 

Troy sentì il suo cuore cominciare a battere furiosamente. Sharpay Evans. La Regina di Ghiaccio. Erano secoli che non la vedeva. Era… sempre la stessa. O almeno – così sembrava.

 

 

Through the darkness and good times
I knew I'd make it through
And the world thought I had it all
But I was waiting for you

 

Perché il passato doveva sbattere così di colpo alla sua porta? Sharpay aveva avuto una cotta per lui, al liceo. Quando c’era Gabriella…

Perché era venuto a quel locale? Perché non era stato a casa? Maledizione.

 

 

Hush Now
I see a light in the sky
Oh, it's almost blinding me
I can't believe
I've been touched by an angel with love
Let the rain come down and wash away my tears
Let it fill my soul and drown my fears
Let it shatter the walls for a new, new sun

 

 

Quella maledettissima canzone… quella voce… gli ricordava le lezioni della Darbus… i baci rubati, le coccole, le punizioni insieme, i karaoke… con Gabriella…

La mano si Chad gli sorvolò la spalla, con un sorriso comprensivo. « Smettila di soffrire » mormorò, gentile.

Troy lo fissò, atono. Poi tornò a guardare Sharpay. Il suo nuovo giorno non era ancora arrivato. Ne era sicuro. Non era pronto, non lo avrebbe mai accettato.

 

 

A new day has... come
Where it was dark now there's light
Where there was pain now there's joy
Where there was weakness, I found my strength
All in the eyes of a boy

 

 

Fu avvolto da un fascio di applausi per la performance eseguita. Poi tutti si zittirono, in vista della nuova strofa. Abbassò il capo. Non c’era luce per lui, non c’era gioia. Solo ricordi. E dolore.

« Troy, amico mio, trova la tua forza. È lì, da qualche parte, pronta ad uscire. L’hai sempre avuta e non la perderai mai » gli sussurrò il ricciolino all’orecchio.

Lui lo fissò, coni segni sul volto di una sofferenza interiore. Io non sono forte, si disse. Se lo fossi, le avrei chiesto di restare. Invece l’ho lasciata andare.

 

 

Hush Now
I see a light in the sky
Oh, it's almost blinding me
I can't believe
I've been touched by an angel with love
Let the rain come down and wash away my tears
Let it fill my soul and drown my fears
Let it shatter the walls for a new, new sun

 

 

Alzò lo sguardo su Sharpay. Lei sembrava essere andata avanti. Forse era una persona migliore.

E io?, si domandò. Ho diritto ad andare avanti? Si. Ne aveva la possibilità ed il diritto. Ma lui voleva davvero andare avanti? Così avrebbe dimenticato Gabriella. E per quanto l’avesse fatto soffrire, non voleva cancellarla dalla sua testa. Voleva pensarci ogni giorno, ogni istante.

 

 

A new day has... come
Let the rain come down and wash away my tears
Let it fill my soul and drown my fears
Let it shatter the walls for a new, new sun

 

Era un suicidio. Non poteva pensare a lei tutti i giorni. Era come infilarsi un pugnale nel petto e rigirarlo continuamente. Doveva… doveva dimenticarla. In fretta.

Alzò lo sguardo, e per la prima volta, gli parse di sentire nella sua testa la voce di Sharpay.

 

 

A new day has... come

 

 

Invece era lì, di fronte a lui. Forse… forse un nuovo giorno stava arrivando. Per lui. E con la volontà di dimenticare il passato, poteva affrontarlo. Chissà cos’avrebbe portato.

 


Ohhh, a light... OOh

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

« Grazie mille Sharpay! Sei stata favolosa, come sempre! » esclamò il Dj, sovrastando l’enorme brusio creato dagli applausi e dai fischi di apprezzamento. Lei annuì e salutò il pubblico, poi si ritirò nel privè.

Ryan la attendeva lì. « Hai cantato in modo diverso dal solito » asserì, con un pizzico di curiosità.

Lei aggrottò le sopracciglia. « Davvero? E come avrei cantato? ».

Il biondo si sdraiò meglio sul divanetto. « Non hai modificato le note. Non hai fatto acuti. Non hai ballato » le elencò, con uno strano sorriso « sei stata ferma in mezzo al palco per tutta la canzone ».

Sharpay si lasciò cadere su un divanetto nero come la notte. « Mh. Non avevo voglia di ballare » buttò lì, stanca.

« Non è vero » sussurrò Ryan « tu hai cantato quella canzone col cuore, Sharpay. Era nella tua anima. Ti stava guidando. Dopo tre frasi hai smesso di usare il video e sei andata a memoria ».

Lei spostò lo sguardo sul muro. Aveva davvero… cantato una canzone col cuore? La faceva tanto Gabriella Montez. « Non ho cantato quella canzone col cuore » sputò velenosa.

Ryan roteò gli occhi. « Ammettilo. Anche tu vuoi un nuovo giorno. Lo vuoi da troppo per non essere arrabbiata » le suggerì, pacifico.

Sharpay scattò sul divanetto come una molla. « Io non voglio un nuovo giorno! » esclamò, con una nota isterica nella voce. Si accorse solo dopo di aver urlato. Si portò una mano alle labbra rosse, sconvolta, e si accasciò di nuovo sul divanetto.

« Sha, quel nuovo giorno sta arrivando, arriverà. Ma non come vuoi tu. Devi saperlo accettare ».

Lei finse di non ascoltarlo, sdraiata su quel divanetto di pelle nera. Si era sentita… parte della canzone quando l’aveva cantata. Non le era mai accaduto. Era come mischiare anima e cuore… era stata sola di fronte a quel testo. Le era sembrato di vederlo nella sua testa, scorrere libero, come un fiume in piena. Ed era stato bellissimo. « È così che ci sente ad essere… stanchi? » domandò, non riuscendo a catalogare quella sensazione con nessun altro aggettivo.

Ryan sorrise dolcemente. « Non eri stanca. Era d’accordo con te stessa. Era in pace con il tuo Io interiore ».

Le sembrò una cosa stupida ed impossibile. « Bene, allora cerchiamo questo nuovo giorno. Che ore sono? » domandò, stupidamente.

Il biondo la guardò, atona. « Mezzanotte e trenta » rispose, gettando uno sguardo all’orologio da polso d’argento.

Lei saltò in piedi, debolmente. « Ecco il nuovo giorno! » esclamò, scioccamente. Lo sguardo imperscrutabile di suo fratello la fecero cedere, e ricadde nel divanetto. « Sono una stupida » biascicò, confusa.

Lui sorrise debolmente. « Lo sei apposta per non mostrare il tuo lato intelligente. Come a scuola » spiegò, con dolcezza « e lo sai benissimo ».

Sharpay sospirò pesantemente. « Vado a prendere da bere. Vuoi qualcosa? » chiese, gentilmente.

Lui dissentì. « Stai leggera, Sha ».

Gli sorrise e si allontanò.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

Un nuovo giorno non è il Sole che sorge ad est. Non è un cambiamento radicale. È una piccola cosa. È la concezione di se, il bisogno del cambiamento. È il desiderare un drink leggero. È voler dimenticare la propria ex ragazza. È sentire il bisogno di credere in qualcosa che arriverà.

 

 

« Ehi! Stai attento! » esclamò Sharpay, all’avvisaglia di qualcuno contro cui si era scontrata nel voltarsi. Aveva appena preso il suo drink. Acqua.

Si voltò verso di lui, studiando i danni. La camicia era sporca di Black Velvet. Birra, soprattutto. Per il resto era sano. Alzò lo sguardo, angelica, sfidando un volto leggermente sciupato. I capelli castano scuri brizzolati gli ricoprivano la fronte, dandogli una malcelata aria seducente. Gli occhi, verde chiaro come pochi, si specchiarono nei suoi color ambra. La mascella si tese in piccolo sorriso. « Troy Bolton… » sussurrò, come ad accertarsi di avere ragione.

Il sorriso si accentuò. « Sharpay Evans » rispose, di rimando.

Improbabile che due persone così diverse si incontrassero nello stesso luogo.

 

 

 

 

 

 

// Lo so, erano secoli che non postavo. Ma sentivo la vostra mancanza. ^^ Grazie mille per tutte le recensioni e le letture, siete tutti fantastici! <3 Spero vi sia piaciuto questo capitolo.

 

P.S. Scusate per l’inconveniente del titolo, ma dopo questo capitolo ne ho sentito davvero bisogno XD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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