Just Another Day

di Alyss_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Risvegli al dormitorio Gryffindor ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Scambi di idee ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Risvegli al dormitorio Gryffindor ***


Note iniziali: i tre trattini indicano un cambio della voce narrante.




Capitolo 1 - Risvegli al dormitorio Gryffindor


Lo so che è impossibile, ormai.

Lo so da sei anni, precisamente da quando condivido il dormitorio con James e Sirius , ma speravo che, almeno per questa volta, almeno per oggi, potessero farcela. Davvero, ci speravo.

Anche se chiunque in questa scuola potrebbe confermare che ciò che voglio è irrealizzabile, se implica portarsi appresso Black e Potter, bisogna sempre credere nei propri ragazzi, no? In fondo non mi sembra una cosa troppo complicata. Basta solo svegliarsi dieci minuti prima e magari non ingaggiare ogni volta una selvaggia lotta all'ultimo sangue con i cuscini per decidere il possesso del bagno - o semplicemente per il gusto di cominciare a fare casino già alle sette di mattina, devo ancora capire quale delle due.

E ora, alle sette e trenta del due settembre, in piedi al centro del mio dormitorio, con addosso solo i pantaloni del pigiama e ricoperto di piume capisco che no, non potremo mai riuscire in quell'impresa che alle forme di vita che mi ostino a chiamare amici sembra titanica: arrivare in orario alle lezioni.

Sto appunto riflettendo se legarli ai loro letti e imbavagliarli per poi andarsene facendo finta di nulla sia una soluzione praticabile - o che per lo meno non comporti danni irreparabili - quando qualcuno mi colpisce allo stomaco con forza, scaraventandomi all'indietro e facendomi sbattere la schiena contro l'armadio alle mie spalle, per poi farmi cadere lungo disteso per terra e schiacciarmi con il suo peso. Non ci vuole certo un genio per capire chi sia tanto deficiente da buttarsi senza nessun apparente motivo contro una persona che cerca semplicemente di svolgere le sue principali funzioni vitali in maniera corretta e di sopravvivere come una qualsiasi essere vivente dotato di intelletto.

« SIRIUS! ».

« Oh, scusa Moony, non ti aveva visto » risponde candidamente il ragazzo, fissandomi da sopra il mio torace con aria innocente, ma stringendo in mano un cuscino di piume d'oca che mostra sospette lacerazioni, le quali dimostrano la sua partecipazione alla battaglia come arma impropria.

« Per l'amor di Merl- Mphf! ». Il mio tentativo di parlare viene stroncato sul nascere dal guanciale sopracitato premuto con forza sul mio volto.

Ora, suppongo che Sirius sappia che, licantropo o no, sono comunque un essere umano che ha bisogno di una data quantità di aria nei polmoni; non è una cima in Storia della Magia, ma dovrebbe essere a conoscenza di questo piccolo dettaglio.

O almeno lo spero, perché il mio corpo reclama a gran voce il suo ossigeno negato e finché Sirius non si toglierà da sopra di me io continuerò a tentare di divincolarmi sprecando sempre più aria e così facendo diminuirò il tempo che mi resta da vivere in questo mondo e le mie possibilità di sopravvivere.

_ _ _


Mi chiedo se Padfoot abbia sempre nascosto questo lato di sè per non farci spaventare. Non quello canino, - quella parte di lui è già emersa tempo fa - ma quello che evidentemente vuole la morte di Remus, dato che sta premendo un cuscino contro il volto di Moony con forza tale che penso il povero ragazzo rimarrà deformato e un'aria soddisfatta che, lo ammetto, è vagamente inquietante.

Dal canto mio, sono comodamente steso sul mio letto - anche se il termine più adatto sarebbe 'spalmato come il burro su una fetta di pane', presumo - dopo che l'Uragano Sirius si è abbattuto su di me e sul povero Peter, che ora è mollemente abbandonato sul pavimento, le gambe sopra il letto e un espressione devastata, per poi fortunatamente cambiare obbiettivo e dirigersi verso Remus, abbattendolo come un Bolide con un birillo.

Sarò pure il più forte, abile, bravo, muscoloso, bello, simpatico e bla bla bla Cercatore di tutta Hogwarts, ma Padfoot con un cuscino in mano è temibile; non che sia particolarmente atletico, chiariamoci, - non come me, comunque - e ad una partita di Quidditch preferisce il divano della Sala Comune, ma ha una dote innata che gli consente di abbattere i propri avversari in maniera strabiliante.

Ha il mio rispetto per questo, lo ammetto, anche se ovviamente potrei batterlo in qualsiasi momento, solo che non voglio dargli questo dispiacere.

« Sir, » gli faccio notare. « Penso che Moony stia per morire ».

Evidentemente il ragazzo decide che il nostro povero compagno ne ha avuto abbastanza per oggi, perché toglie dal volto di Remus il guanciale e si alza in piedi, scrollandosi le piume di dosso scuotendo la testa come un cane. È in questo momento che mi rendo conto dello stato pietoso in cui versa la nostra camera: tutti i letti sono sfatti e i vestiti più svariati sono sparpagliati in giro per la stanza - per favore, ditemi che quelle sul mio cuscino non sono le mutande di Peter - in un modo che spingerebbe Sirius a esternare una delle sue battute al limite della decenza - e anche ben oltre, quel limite - e, per completare il tutto, un velo di piume bianche ricopre quasi ogni superficie rendendo il dormitorio molto simile ad un parco innevato.

Frank se l’è già svignata, il traditore, ma suppongo che più che un tradimento il suo istinto di conservazione: condivide la stanza con noi da sei lunghi anni, sa che i risvegli non sono proprio la nostra parte preferita della giornata e come vanno a finire, quindi non me la sento neppure di biasimarlo.

Forse ce l’ha ancora con noi per via dello scherzo della marmellata.

_ _ _


Finalmente, dopo quelle che mi sembrano ore e proprio mentre sono sul punto di morire per asfissia, sento l’ossigeno entrare bruscamente nei miei polmoni. Mi ero dimenticato quanto fosse bello poter respirare liberamente.

Per cercare di incamerare quanta più aria possibile - non si sa mai quando Sirius può decidere di tornare all'attacco - spalanco la bocca più che posso e prendo qualche rumoroso respiro, riabituando il mio corpo alla presenza dell'ossigeno; immagino di essere paonazzo, considerato il calore che avverto sul viso, ma sinceramente l'unica cosa che ora mi preoccupa davvero è James.

Il ragazzo è salito in piedi sul suo letto, molleggiandosi sulle caviglie per attutire l'ondeggiamento del morbido baldacchino, le braccia piegate, i pugni chiusi e un'espressione tanto decisa quanto ridicola.

« Compagni, » esclama come se fosse un capitano che si rivolge alla sua ciurma. « Ho un annuncio importante da farvi ».

Immediatamente Peter si mette a sedere, o almeno ci tenta: considerata la scomoda posizione in cui è non può far altro che buttare i piedi lateralmente per poi portare il peso sul fondoschiena, ma l'orlo delle lenzuola candide si è impigliato non si sa come nel suo pigiama e di conseguenza le coltri che poco prima ricoprivano il materasso ora lo sommergono; di Wormtail si distingue solo una massa informe che agita le lenzuola.

Getto uno sguardo agli altri due presenti con un sopracciglio alzato, come per dire 'Avete intenzione di aiutarlo sì o no?', a cui loro rispondono con... In effetti non rispondono.

James è ancora nel suo momento da sono-un-figo-che-dominerà-il-mondo - come sempre, allora -, mentre Sirius fissa Prongs con un'aria assassina che evidentemente Potter non ha notato; o, se lo ha fatto, non se ne cura.

Penso sia l'unico talmente coraggioso - o idiota - da farlo.

« Ragazzi, » ripete James « Questo è il nostro ultimo anno qui ad Hogwarts! ».

« Grazie dell’informazione, Jamie » commenta laconico Padfoot, decidendosi finalmente ad alzarsi dal pavimento dove era sino a pochi secondi fa per andare a vestirsi con la divisa di Hogwarts buttata con noncuranza su una sedia la sera prima, quando ha disfato il suo baule - e per ‘disfare’ Sirius intende ‘prendere tutto e buttarlo in giro aspettando che qualcun altro sistemi al mio posto’.

« Ma come! È il nostro ultimo, ultimissimo anno! » esclama di nuovo Potter, sconvolto dalla nostra poca considerazione.

In realtà ho capito cosa intende: ultimo anno uguale a scherzi epici. Vivere coi Marauders ti fa sviluppare questo metodo di ragionamento; appena loro dicono qualcosa, pensi subito se ci possono essere significati nascosti, doppi sensi o eventuali allusioni prima di rispondere. Per questo non ho ancora detto niente, come invece sarebbe consono alla mia persona: spero che, magari, se lo ignoriamo James smetterà di tormentarci su questo argomento ed io potrò vivere il mio ultimo periodo qui cercando di mantenere una certa dignità, quella che i miei compagni distruggono puntualmente.

Speranza vana? Ovviamente.

Per chi non conosce Prongs questo potrebbe essere un buon metodo, ma noi sappiamo benissimo che quando si impunta su qualcosa può essere davvero terribile. So che tornerà sul discorso, ma almeno per oggi voglio cercare di non pensare a quali scherzi possono avere in mente: l'idea mi spaventa di per sè, se poi ci aggiungiamo il fatto che so che la metteranno in pratica... Meglio sorvolare.

_ _ _


« Sentite: questo è il nostro ultimo anno ».

Alzo gli occhi al cielo, esasperato: è qualcosa come la quarta volta che lo ripete in meno di cinque minuti, e mi chiedo cosa mi trattenga dal fiondarmi addosso a Potter e soffocarlo col cuscino finché non si deciderà a lasciarci stare.

Forse il fatto che il guanciale è rimasto ai piedi di Remus, e se facessi atto di prenderlo probabilmente lui lo scambierebbe come un attentato ai suoi danni e la prossima luna piena potrebbe semplicemente decidere di usarmi come bambola anti-stress, e suppongo la cosa non sarebbe troppo piacevole.

« E questo significa che potrebbe essere l’ultimo per noi qui a Hogwarts ».

Moony borbotta qualcosa che suona come un ‘io non ne sono tanto sicuro’, facendomi sbuffare impercettibilmente: ma dico, siamo il primo giorno e vuole già romperci le p...luffe, mi autocensuro, con quei maledetti esami?! Ho sempre detto io che non è normale, quel ragazzo, ma speravo che almeno oggi…

« Quindi questo vuol dire che poi noi non torneremo più qui, zero, nada, rien, kaput, fine! E sapete che vuol dire?! » continua, infervorandosi.

Sto cominciando seriamente a chiedermi se ciò che James ha usato per intingere le fragole al cioccolato ieri sera fosse davvero zucchero.

« Vuol dire niente più scherzi! Niente attacchi alla Sala Comune degli Slytherin, niente incursioni in cucina, niente Caccabombe nei corridoio, niente più Gazza che ci impreca dietro! E noi non saremo altro che quattro studenti tra centinaia di altri studenti che hanno studiato in questa scuola! E sapete che vuol dire?! ».

Mi ha davvero stancato con i suoi ‘e sapete che vuol dire’... Forse potrei sconnettere le orecchie e finire di mettermi la cravatta rosso-oro, che ora pende sbieca sul mio petto coperto dalla camicia bianca della divisa, ma conosco Prongs da sei anni e so che finché noi non avremo ascoltato lui non ci lascerà in pace - e per ‘non lasciarci in pace’ lui intende continuare a parlare incessantemente anche per ore e ore di fila senza quasi prendere fiato, tanto che una volta ho scommesso con Wormtail che sarebbe crollato a terra svenuto alla fine.

« Noi verremo dimenticati! Noi! I grandi Marauders, i combinaguai per eccellenza, i migliori che Hogwarts abbia mai visto! ».

« Gazza non ci dimenticherà troppo facilmente. » obbietta Remus molto ragionevolmente, controllando il suo riflesso allo specchio mentre si aggiusta la piega dei pantaloni con aria depressa.

Forse sperava di arrivare in orario, almeno oggi, e magari di fare colazione - ma ciò che lui non sa è che noi siamo a conoscenza della sua scorta segreta di cioccolata, ciò implica che non patiremo di certo la fame.

Quando James riparte a sproloquiare decido che posso permettermi di ignorarlo per qualche minuto e finisco di sistemarmi, per poi dare uno sguardo allo specchio posato sul mio comodino, sorridendo in modo affascinante: anche se Potter pensa solo a Evans non vuol dire che io non possa darmi da fare con qualche ragazza, no?

« Quindi quest’anno deve essere e-p-i-c-o! Capito?! Dobbiamo organizzare lo scherzo migliore della storia di questa scuo- ».

STUNK.

Quando mi volto, James è raggomitolato a terra, le mani sulla fronte, gli occhiali che pendono a lato del suo volto mediante una sola delle due stanghette e gli occhi strizzati per il dolore. Ora capisco a cosa servono le colonne dei letti, oltre che per reggere le tende di velluto rosso.

« Sia lodata Helga, » sospira Moony « Finalmente sta zitto ».

Un mugolio di protesta proviene da Prongs, ma noi facciamo finta di nulla. Nel frattempo il caro Peter è riuscito - non si sa come - a riemergere dalle lenzuola e a vestirsi senza incidenti, ed ora ci aspetta seduto sul suo letto, il viso grassoccio arrossato e le gambe che dondolano appena, e si vede se si chiede se sia il caso di farci notare che le lezioni cominciano alle otto e sono le…

_ _ _


In quel momento suona il gong che annuncia l’inizio delle lezioni. Rimango paralizzato, ad occhi sgranati, prossimo ad un attacco di cuore. Volgo lo sguardo ai miei migliori amici: uno ha la mia stessa espressione - Peter - l’altro borbotta parole insensate per via del dolore - James - e l’ultimo ha un’aria estremamente rilassata - Sirius.

« IO VI UCCIDO! ».




Look at me!

Non so che ci faccio qui, con qualcosa come tre long da terminare, ma volevo così tanto scrivere questa storia che mi sembrava di avere un tarlo nel cervello che continuava a dirmi “Scrivi, scrivi, scrivi, scrivi, scrivi…”.

E questo è il risultato. Non so come sia venuto, se sia decente o faccia totalmente schifo, ma ehi, almeno ci ho provato.

Per chiarire eventuali dubbi sui nomi utilizzati:

- Helga Hufflepluff è Tosca Tassorosso;

-  Salazar Slytherin è Salazar Serpeverde;

- Godric Gryffindor è Godric Grifondoro;

- Rowena Ravenclaw è Priscilla/Cosetta/Corinna Corvonero.

Dato il vero e proprio casino fatto con le traduzioni, manterrò questi quattro nomi in lingua originale. Poi, non so se lo sapete, ma ci sono degli errori che mi fanno venire l’orticaria: quelli con i vari appellativi quali Purosangue, Mezzosangue e Sanguesporco.

- Purosangue (Pure-blood): mago con entrambi i genitori dalla discendenza magica, per esempio i Potter (non Harry, che è Mezzosangue da parte di madre), Malfoy, Nott, Zabini etc.

- Mezzosangue (Half-blood): mago con un solo genitore dalla discendenza magica, mentre l’altro è un Babbano o un Sanguesporco, per esempio Tom Riddle jr. o Severus Piton.

- Sanguesporco (Mud-blood): letteralmente sanguemarcio o fango-sangue, mago privo di ascendenza magica, quindi nato da dei Babbani, come Lily Evans o Hermione Granger.

I Purosangue disprezzano sia i Mezzosangue che i Sanguesporco, ma come dimostrato nella Guerra Magica perseguitano così strenuamente solo questi ultimi, dato che per salvarsi bastava dimostrare di avere un mago tra i parenti stretti. Manterrò i nominativi italiani, ma ci tenevo a fare questa precisazione per evitare eventuali incomprensioni in futuro.

Cercherò di mantenere i personaggi IC, ma se dovessi sprofondare nell’OOC avvisatemi pure. Potrebbero esserci alcuni cliché, anche se cercherò di evitarli, ma vi prego di portare pazienza.  Questa storia contiene anche il pairing James/Lily - e sì, sono consapevole di avventurarmi su un campo minato - e se qualcuna di voi che scrive di questa coppia volesse bacchettarmi si senza liberissima di farlo, perché avrebbe la mia più profonda gratitudine.

Infine voglio ringraziare Ginevra Gwen White che ha accettato di controllare il primo capitolo, dato che non ero per niente convinta di come era uscito.

Quindi, dopo tutta questa solfa, ringrazio chiunque abbia letto e vi invito a recensire per farmi conoscere il vostro parere! ^-^


Baci,

D.



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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Scambi di idee ***


Capitolo 2 - Scambi di idee


Questo non è uno spettacolo inusuale ad Hogwarts, da sei anni a questa parte: chiunque ha studiato in questa scuola in questo lasso di tempo può dire di averlo visto almeno una volta e se mi trovaste un’eccezione non vi crederei.

Come da copione io, James, Remus e Peter ci stiamo dirigendo a lezione, ovviamente in madornale ritardo, correndo talmente veloce che le fibbie della borsa dei libri di Wormtail minacciano di staccarsi ed il ragazzo è costretto a reggere la cartella sotto braccio.

« Adesso che ci penso, » urla Prongs per farsi sentire sopra lo scalpiccio dei nostri piedi « Che materia abbiamo alla prima ora? ».

Uno stridio collettivo fa da sfondo a questa domanda, dato che le suole delle nostre scarpe slittano sul duro pavimento di pietra mentre ci fermiamo, riflettendo sulle parole del nostro compagno. Incredibilmente, per una volta James ha detto qualcosa di sensato.

Questa mattina nessuno di noi è andato a colazione, quindi ci siamo persi la distribuzione degli orari e per ciò non sappiamo in che aula andare: fino a poco fa stavamo correndo alla cieca, lo ammetto; non è strano per noi.

« Oh santo Godric, » Remus si infila le mani nei capelli, sinceramente terrorizzato. « E se abbiamo la McGranitt?! ».

Deglutiamo all’unisono: la Capocasa di Gryffindor sarebbe capace di toglierci cinquanta punti a testa, per quanto ci tenga a vincere la Coppa delle Case non perde occasione di punirci nei modi più assurdi - non scorderò mai quella volta che ci fece lucidare il soffitto della Sala Grande senza magia - e poi, diciamocelo, nessuno sano di mente vorrebbe assistere ad una predica della McGranitt, figurarsi noi che nella maggior parte dei casi ne siamo l’oggetto.

Una bambina con due codini biondi della Casa Ravenclaw del primo anno ci passa affianco, e James la afferra per le spalle, facendola sussultare spaventata.

« TU! » esclama il moro, fissandola ad occhi spalancati. « Tu! Sai dove dobbiamo andare?! ».

La piccola balbetta qualcosa, terrorizzata e improvvisamente sull’orlo delle lacrime, quando Moony sferra un pugno sulla nuca di Prongs, facendogli lasciare la presa per portarsi le mani a strofinare la zona lesa nel tentativo di attenuare il dolore. E’ già il secondo colpo che prende in un lasso di tempo troppo breve persino per i suoi standard.

Il licantropo infila una mano nella tasca della divisa, estraendone una stecca di cioccolato avvolto in una scricchiolante carta argentea, porgendola alla biondina e rassicurandola; appena il bruno tesoro è tra le sue mani la bambina corre via senza neanche salutare, girando l’angolo e scomparendo alla nostra vista, lasciando Remus libero di sfogare il suo nervosismo su James.

« Ma che pensavi di fare?! L’hai terrorizzata! ».

« Volevo solo chiederle… »

« E’ una Ravenclaw, James, del primo anno per giunta! Come potrebbe avere i nostri orari?! Ma lo usi il cervello o serve solo per occupare la tua scatola cranica?! » Moony si blocca, riflettendo per qualche secondo. « Sempre se ce l’hai, il cervello. » conclude seccamente.

Wow, una sfuriata del genere già alle otto e quindici non è da lui, sempre così calmo e paziente; doveva davvero sperarci, di arrivare in orario. Come se non ci conoscesse… Ci sopporta da sei anni e penso sia solo grazie a lui se non arriviamo in aula alla fine della lezione ogni volta, quindi dovrebbe aver capito che è un desiderio impossibile da esaudire. Certo, potrebbe sempre andarsene per conto proprio senza badare alle nostre epiche battaglie a colpi di cuscini, le urla, i feriti e tutto ciò che ci va dietro, ma lui è soprannominato ‘Mamma Moony’ per un motivo: non ci pianterebbe mai in asso, il ragazzo. Anche perché se lo facesse glielo faremmo pesare per il resto dei suoi giorni.

Wormtail, il viso paffuto di una preoccupante tonalità bordeaux, tenta di dire qualcosa, ma l’unico risultato che ottiene è un insieme di parole prive di connessione logica.

« Amico, » dice Prongs, mettendogli una mano sulla spalla. « Cerca di riprenditi: respira, poi parla. » gli consiglia.

Peter esegue, prendendo un enorme respiro, per poi esalare un ‘Forse potremo chiedere a quella ragazza laggiù’, che in realtà suona più come un ‘Frsptrcdrqllrgzggiù’. Seguiamo il suo sguardo e vediamo una Gryffindor del nostro anno, Melly Copper, che viene verso di noi a passo di marcia, evidentemente in ritardo pure lei.

« Ehi! » esclama James, agitando le braccia come le pale di un mulino a vento. « Ehi, tu! ».

La ragazza si ferma, guardandoci dubbiosa per qualche secondo, poi si avvicina a noi con aria perplessa. Certo, immagino che James, Remus e Peter non siano un bello spettacolo, rossi e spettinati - non che per Potter sia una novità - ma ci sono sempre io che compenso il loro stato pietoso.

« Che c’è? » borbotta a braccia incrociate, guardandosi intorno nervosamente; forse teme di accumulare troppo ritardo fermandosi a parlare con noi.

« Seeenti… » comincia Prongs, trascinando la vocale. « Non è che per caso, magari, forse, per favore… ».

« Taglia corto. » suggerisce Moony, notando lo sguardo altamente spazientito di Melly.

« Cercavo solo di sembrare corte- ».

« Insomma, ci chiedevamo se potessi darci una copia dell’orario che hanno distibuito stamattina. » sbuffo io, rendendomi conto che se non intervengo probabilmente James rimarrà ore e ore a discutere, cosa che non possiamo permetterci.

Non mi interessa particolarmente arrivare in orario, ma come già detto in precedenza non voglio dovermi sorbire una ramanzina già il primo giorno; ormai nessuno ce la può evitare, ma magari sarà più leggera, per quanto ‘leggere’ si possano definire le prediche infinite della McGranitt. Se siamo fortunati troviamo Rüf, che non si accorge del tuo ritardo nemmeno se entri sfondando la porta, anche se ho smesso di credere nella fortuna l’anno scorso, quando la Capocasa di Gryffindor mi ha beccato con Annie McNoos nello sgabuzzino delle scope del secondo piano a mezzanotte, in atteggiamenti - diciamo - davvero poco professionali.

« Ah, ma potevate dirlo subito! » sbuffa Melly, aprendo la tracolla ed estraendo un foglietto bianco piegato in quattro e un po’ stropicciato.

Prende la bacchetta infilata nella manica larga della divisa, sfiora la pergamena che tiene con la sinistra e borbotta un ‘Geminio’. Immediatamente un altro foglio che riporta le stesse scritte del primo le compare tra le dita e lei lo porge a Remus. Il licantropo ha appena il tempo di ringraziarla che lei è già schizzata via, sicuramente maledicendoci per averle fatto perdere tempo.

Moony consulta l’orario e immediatamente si schianta la mano libera sulla fronte, gemendo disperato. Poi gira la pergamena in modo che anche noi possiamo vedere.

« Porco Salazar, » impreca Prongs, imitando Lupin. « Ma proprio la McGranitt! »


* * *


« Ben arrivati, signor Potter, Black, Minus e Lupin » ci accoglie freddamente la professoressa di Trasfigurazione, in piedi dietro la cattedra a braccia incrociate, in viso un’espressione che tiene fede al suo nome e lo sguardo lampeggiante di disapprovazione; poi punta gli occhi su di me, e io vorrei soltanto che il terreno si apra sotto i piedi e mi inghiotta per sempre. « Da lei, Lupin, non me lo sarei mai aspettata, soprattutto il primo giorno di scuola. Ora andate a sedervi e tolgo dieci punti a Gryffindor solo perché i corsi sono appena iniziati, altrimenti sarebbero stati almeno cinquanta ».

E, tra le righe, posso leggere un esasperato ‘E probabilmente tutte le clessidre della Sala Grande non basteranno per contare i punti che perderete entro la fine di quest’anno’.

Sarò paranoico, ma mi sembra che mi abbia rivolto un’occhiata di compassione. Sicuramente mi sono sbagliato.

Spero.

_ _ _


Mh, mi aspettavo di peggio, sinceramente; voglio dire, non che la cosa non mi stia bene, solo che le ramanzine della McGranitt sono famose in tutta Hogwarts e che abbia dedicato così poco tempo a strigliarci è strano. Ci sono due ipotesi: o ha perso definitivamente le speranze con noi, o sa già che le daremo molte altre occasioni per rimproverarci e preferisce conservare la voce e i nervi per le suddette. Non so davvero quale preferisco: sì, sarebbe una pacchia non doversi preoccupare della Capocasa Gryffindor, ma si perderebbe tutto il gusto della sfida.

Mi accorgo di essere rimasto fermo a riflettere solo quando Remus mi strattona per un braccio verso il mio posto, quello in fondo all’aula sulla destra, il più lontano possibile dall’occhio di fuoco della professoressa. Mi siedo molto poco compostamente sulla sedia, facendola stridere contro il pavimento, e mollo la tracolla coi libri vicino alle gambe del banco. Prendo il libro Trasfigurazione Avanzata e lo faccio cadere con un tonfo sulla superficie liscia del tavolo; stessa cosa fa Sirius al mio fianco.

« Come stavo dicendo prima di essere interrotta… » - qui la McGranitt ci fulmina con lo sguardo - « Quest’anno affronterete i M.A.G.O., e mi sento di dire che, in base alle conoscenze che avete dimostrato di possedere alla fine dello scorso anno, pochi di voi sono attualmente in grado di sperare di superare gli esami, almeno per quanto riguarda la mia materia. Tuttavia… ».

Oh, le pause ad effetto che fa durante i suoi discorsi sono piazzate esattamente nel punto giusto per far screscere il nervosismo a livelli esponenziali; vedo Melissa Abbot, qualche banco di fronte a me, fissare impaurita l’insegnante come se potesse voltarsi e sbranarla da un momento all’altro.  Ovviamente con noi queste tattiche non funzionano, direi quasi che mi diverte vedere il loro effetto sui miei compagni.

« Tuttavia, » riprende la McGranitt. « Voglio sperare che vi impegnerete per alzare i vostri voti in previsione di questa prova. In caso contrario, state pur certi che non vedrete nemmeno i fogli dell’esame. Sono stata abbastanza chiara? ».

Un mormorio sommesso fa da risposta alla sua domanda.

Sorrido e, incosciamente, vado a sfiorare con le dita le parole incise sul bordo del mio banco, realizzate con un coltellino tascabile gentilmente offerto da Sirius; riconosco le scritture incerte di ognuno dei miei compagni e la mia, che ci siamo alternati nello scriverla, una lettera alla volta: MARAUDERS. La ‘m’ iniziale la incisi io; poi la ‘a’, fatta di tre tagli netti e poco profondi, di Sirius; la ‘r’ elegante e obliqua di Remus; la ‘u’ incerta di Peter.

Io. Sirius. Remus. Peter.

Questa scritta è qui da sei anni, dal giorno in cui abbiamo deciso che saremmo stati amici per sempre, e grazie a Moony gli sforzi di Gazza di cancellarla sono stati vani e lo saranno sempre.

Forse gli altri non capiscono perché insisto tanto sul fatto che questo è il nostro ultimo anno, ma la realtà è che vorrei non finisse mai. Ogni foglio in più strappato dal calendario è un giorno in meno da trascorrere con i miei compagni; forse temo che, una volta usciti da qui, ci perderemo di vista e non ci incontreremo più.

Tutto è così incerto, ora.

_ _ _


Vedo James accarezzare la nostra scritta con aria pensosa e lo sguardo basso, allora poso una mano sulla sua e gli stringo le dita; lui alza gli occhi, incontrando i miei, con aria interrogativa. Io gli sorrido, e dopo un attimo lui mi risponde con lo stesso gesto.

Non servono altre parole, noi ci intendiamo solo con lo sguardo, è sempre stato così. Strappo un pezzo di pergamena e intingo la piuma nell’inchiostro.


Ti ricordi che dobbiamo allagare i sotterranei, vero?


E’ un progetto solo mio e di Prongs, non ne abbiamo parlato a nessun altro, neanche a Peter e Remus - anche perché Moony ce lo impedirebbe sicuramente, perché ‘è troppo pericoloso persino per noi, ci scopriranno, ci espelleranno e bla bla bla’.

Ne abbiamo parlato alla fine del sesto anno, ma non ho mai pensato veramente di metterlo in pratica; ma Prongs ha ragione, questo è il nostro ultimo anno e io voglio viverlo alla grande. Nessuno sa cosa ci aspetta, là fuori, e questa è la nostra ultima opportunità per scherzare, ridere ed essere come ragazzi normali, prima di essere costretti a combattere questa guerra senza senso. Io voglio aiutare, ma… Semplicemente non è giusto. Dovremmo poter vivere spensierati per molti anni ancora, ma la battaglia non aspetterà certo i nostri comodi: infuria anche adesso e mentre noi siamo qui al sicuro qualcuno muore per mano dei Mangiamorte e di Voldemort.

Il viso di James si illumina immediatamente, mentre si accinge a rispondere scrivendo sulla pergamena posata tra i nostri due libri, in modo che sia meno visibile possibile.


Ovvio. Quando?


Tra qualche mese.


Così tanto?


Prima dobbiamo capire come far entrare l’acqua.


Rompiamo i vetri di Casa Slytherin, tanto sono sotto il lago.


E come ci arriviamo dentro la Sala Comune, genio?


James si fa pensoso, sfiorandosi il mento con la punta della piuma, lasciando un segno d’inchiostro sulla pelle. Mi sbatto mentalmente la mano sul viso, esasperato. Ma quanto può essere idiota?


Estorciamo la parola d’ordine a uno del primo anno.


E secondo te quello non va dire subito a Lumacorno che siamo stati noi?


Tanto Luma ci adora!


La McGranitt un po’ meno.


Ci mascheriamo.


Dovrò ricordarmi di prenderti un berretto con un paio di corna per nascondere i capelli, allora.


Prongs mi tira una gomitata tra le costole, facendomi emettere un grugnito di dolore seguito da risate che cerco di soffocare immediatamente, ma ovviamente non ci riesco granché.

« Potter! Black! Si può sapere cosa trovate di tanto divertente nella mia lezione?! ».

« Niente… Niente prof, ci scusi! » dice James con un gran sorriso, grattandosi il mento e così facendo allargando la macchia nera, facendolo sembrare un pizzetto.

Evans si volta di scatto, uccidendolo con gli occhi, e Prongs ammicca nella sua direzione facendole stringere la mascella per la rabbia.

_ _ _


Non ci posso credere, persino oggi Potter vuole fare l’idiota! Quando la McGranitt i giro verso di lui, fulminandolo con lo sguardo, ma l’idiota invece di stare zitto e incassare senza repliche almeno stavolta, mi fa l’occhiolino. L’occhiolino! Dio, quanto sa rendersi detestabile! Ma… è una macchia d’inchiostro quella che ha sul mento? Sì, ammetto che potrebbe sembrare una domanda stupida, ma Potter è talmente idiota che potrebbe benissimo essersi fatto crescere un pizzetto giusto per attirare ancora di più l’attenzione su di sé; non sopporterebbe di non essere al centro delle chiacchiere della gente per più di cinque minuti.

Mi rimetto seduta compostamente, decidendo di tornare a ignorare Potter; so che con lui non è un metodo particolarmente efficace: lo ignoro da sei anni e ancora non si è deciso a lasciarmi in pace. Abbasso lo sguardo sul manuale di Trasfigurazione, cercando di riprendere il filo della lezione, la penna che scivola veloce sulla pergamena alla mia destra, riportando i dettagli che aggiunge la professoressa che sul volume mancano, ma tempo pochi secondi e un aereoplanino di carta plana sopra il libro aperto che ho sotto gli occhi. Aggrotto le sopracciglia e subito dopo stringo irritata le labbra, capendo al volo chi è il mittente del messaggio; senza neanche leggerlo lo strappo in quattro, lo appallottolo e lo lancio all’indietro, senza badare la direzione. Spero solo che lo colpisca nell’occhio - anche se ovviamente non succederà, grazie ai suoi occhiali e ai suoi… Com’è che li chiama? Ah, sì, innati riflessi da Cercatore.

Alice, seduta al mio fianco, scribacchia qualcosa all’angolo della pagina dove ho scritto i miei appunti; mi chino a leggere, cercando di decifrare la grafia confusa della mia amica, e quando ci riesco arcuo un sopracciglio in maniera tale che esso quasi scompare nell’attaccatura dei miei capelli.

Calma, Lily, calma.

Non è possibile che anche lei dia spago a Potter, deve essere un qualche tipo di complotto nei miei confronti; sì, sicuramente è così: lui vuole farmi impazzire già adesso, così non supererò gli esami e rimarrò un altro anno ad Hogwarts, così lui si farà bocciare e potrà perseguitarmi ancora.

Sotto alla domanda della mia amica - ‘Secondo te James è carino?’ - scrivo in stampatello, marcando ogni singola lettera con un’eccessiva pressione del polso, due parole:


Cambia. Spacciatore.


Per il punto finale uso troppa forza e faccio un piccolo buco sulla pergamena. Alice, vedendo la mia espressione rabbiosa, soffoca un risolino, per poi tornare a scorrere con gli occhi le fitte righe del testo scolastico, sempre con quell’irritante sorrisetto à la Potter dipinto in viso.




Look at me!

Questo capitolo mi convince ancor meno del primo. Non ho ancora delineato bene i caratteri dei personaggi, per questo ho paura di essere già andata nell’OOC.

Ho notato la penuria - per non dire la totale assenza - di commenti: su, non mordo mica, sapete? Se c’è qualcosa che non va nel testo fatemelo sapere, invece di restare in silenzio, così posso migliorarmi sempre di più.

Anche questo è comunque un capitolo introduttivo, che serve più che altro a dipanare la nebbia attorno alle relazioni che legano i personaggi; tra poco comincerà un po’ di azione - e non dimenticate ‘Lo Scherzo’ che hanno intensione di fare Sirius e James, mi raccomando.

Ci si vede al prossimo capitolo.


D.



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