Anastasia

di Monchele98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** All'interno del salone ***
Capitolo 2: *** Regole, regole, regole. ***
Capitolo 3: *** Casa ***
Capitolo 4: *** Bienvenido a Gorbas ***
Capitolo 5: *** Sensazioni ***
Capitolo 6: *** Una storia dal passato ***
Capitolo 7: *** Illumina l'oscurità ***
Capitolo 8: *** Tempo! ***
Capitolo 9: *** Malintesi ***
Capitolo 10: *** Su i sorrisi! ***
Capitolo 11: *** Strane idee ***
Capitolo 12: *** Giusto o sbagliato ? ***
Capitolo 13: *** Soddisfazioni ***
Capitolo 14: *** Una nuova esperienza ***
Capitolo 15: *** Mare, mare, mare! ***
Capitolo 16: *** Grazie! ***
Capitolo 17: *** Sole, fiori e Rayan! ***
Capitolo 18: *** Nel vuoto più assoluto ***
Capitolo 19: *** Amore? ***
Capitolo 20: *** Un nuovo amico ***
Capitolo 21: *** La dura verità ***
Capitolo 22: *** Tentativi ***
Capitolo 23: *** Senza più farne a meno ***
Capitolo 24: *** Proposte ***
Capitolo 25: *** Dimenticanze ***
Capitolo 26: *** Paura ***
Capitolo 27: *** Un'aria carica di promesse ***
Capitolo 28: *** Roba da 'Pazzi' ***
Capitolo 29: *** Che la gita abbia inizio! ***
Capitolo 30: *** Un nuovo bacio ***
Capitolo 31: *** "Ahh, l'amore!!" ***
Capitolo 32: *** Confessioni notturne ***
Capitolo 33: *** La lettera ***
Capitolo 34: *** Partenza ***
Capitolo 35: *** L'inevitabile. ***
Capitolo 36: *** Scegli! ***
Capitolo 37: *** Corri! ***
Capitolo 38: *** Ascoltami ***
Capitolo 39: *** Più sveglia che mai ***
Capitolo 40: *** Matrimonio ***
Capitolo 41: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** All'interno del salone ***


-Vorrei sapere cosa ti è passato stavolta per la testa !! No dimmelo, ti prego,perché sono al quanto confuso al momento.-
Il ciambellano di corte, Brus, sembra davvero arrabbiato. Non mi sembra di aver combinato un vero e proprio disastro stavolta, anche se mi chiedo a cosa si stia riferendo di preciso. E' arrabbiato perché stamattina ho rotto una delle dodici statue da collezione all'interno del salone, oppure perché ieri sera al galà ho fatto lo sgambetto a principino Lucas di Svezia? Se è per la seconda se lo meritava. Si dava troppe arie per avere dodici anni. Mi chiedo cosa farà quando ne avrà venti..
-Anastasia ?? Ci sei? Mi stai ascoltando?-
-Cosa?.. Si si, ci sono. E poi....'Anastasia' ? Da quand'è che non mi chiamavi più così?-
-'Anastasia' sono serio. Quello che hai fatto ieri è stato molto sgradevole e inaccettabile-
Ah, allora è proprio alla seconda opzione che si riferiva.
-Tuo padre era furibondo, a stento l'ho convinto ad andare in carrozza per rilassarsi un po' questa mattina, altrimenti ora ci sarebbe lui al mio posto e lo sai che sarebbe molto peggio!-
E aveva ragione. Eccome se aveva ragione. Mio padre quando grida fa paura. E' per questo che Brus prende sempre le mie difese e mi aiuta in ogni situazione, e lo fa fin da quando ero piccola. 
Brus è così. Un uomo di vent'otto anni, capelli neri e occhi grigi, alto, in forma, ed è il mio migliore amico.
Non pensavo di aver fatto una cosa tanto grave. Insomma, avevo un vestito lungo e in quella sala c'erano tante di quelle persone che a stento riuscivamo a muoverci. Era impossibile accorgersi della punta della mia scarpa che 'casualmente' colpiva la caviglia di Lucas facendolo cadere. 
Può darsi che solo Brus e mio padre si siano accorti della mia colpevolezza. Credo che a trarmi in inganno sia stata la mia interminabile preoccupazione per il dodicenne che, dopo essere caduto è stato riempito da un "Oh mio Dio, ma stai bene? Dannati parquet... e dannata Olga col suo Cillit Beng! Sai, elimina lo sporco e anche gli odori!!" da parte della mia lingua biforcuta.
-A mia discolpa posso dire che quel piccolo gargoyle, dagli occhi enormi e verdi che si fa chiamare principe, mi ha lanciato un paio di occhiate maligne e ti giuro di aver sentito anche delle dicerie su di me mentre parlava con la duchessa di Francia. Ha anche sogghignato!- aggiunsi con più enfasi.
-Sogghignato? Il principino Lucas ha sogghignato?-
-Te lo giuro! Se può farti stare meglio è il sorriso più strano e....deforme che abbia mai visto-
Ora Brus sembra molto più rilassato rispetto a quando è entrato nel salone facendomi spaventare con le sue urla. Sono riuscita anche a farlo ridere. Suppongo sia per i gesti che faccio con le mani mentre tento di dare una forma alla bocca del gargoyle.
-Ok, scherziamoci pure su, ma là fuori c'è tuo padre pieno di rabbia che sta facendo un giro in carrozza e  tuttavia, conoscendolo, muore dalla voglia di tornare a casa per dirti la sua. Infatti....mi ha detto che appena torna vuole trovarti nella sala principale- disse. 
-Uffffffffa!! Tu ci sarai, vero ?-
Sorride e si siede accanto a me.
-Certo, 'Anny'. Ma aveva uno sguardo da e-tu-non-osare-intervenire-mentre-prendo-le-mie-decisioni.-
Mi accarezza una guancia e va via, lasciandomi da sola in quella enorme sala adornata di mobili antichi color borgogna.
Comincio a preoccuparmi. L'ultima volta che ho fatto un guaio ad un galà, mio padre mi ha minacciata dicendomi che la prossima volta avrebbe preso misure più 'drastiche'.
Mio padre, un uomo di quarantatre anni che per i primi sette anni della mia vita era così spensierato, socievole e sorridente. Mentre dai sette anni in poi, dopo 'l'accaduto', è diventato un vero tiranno. Un uomo che all'età di trentadue anni ha passato il momento più brutto della sua vita, e da allora è un'altra persona. Un uomo dai capelli con le punte che cominciano a colorarsi di bianco. Un uomo alto, rigido, con lo stesso volto duro mantenuto per undici anni, senza mai cambiare.
 

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Capitolo 2
*** Regole, regole, regole. ***


Mio padre voleva punirmi, e stavolta non sarà clemente come le volte precedenti. Ho voglia di uscire, di andare all'aria aperta, ma non vorrei di certo incontrare mio padre mentre cerco di rilassami. 
Mi alzo e mi affianco alla finestra. E' così dura essere una principessa. Non puoi fare mai quello che vuoi, ogni cosa che fai viene sempre controllata e criticata, e hai tante di quelle responsabilità. E' ancora più dura se hai un padre scorbutico che non ti fa uscire dai confini del castello da circa undici anni. Giuro di non fare di proposito i guai che combino. Cerco sinceramente di comportarmi in modo "normale", ma ogni volta ne combino una.
Mi domando se là fuori, nel villaggio, c'è qualcuno che si sente proprio come me, chiuso in una campana di vetro, dove nessuno si preoccupa dei miei sentimenti.
Girandomi verso la stanza, scontro il mio stesso sguardo nello specchio sulla parete. Sono la fotocopia di mia madre. Me lo dicono in molti ma fino ad ora non me ne sono mai resa conto. Capelli lunghi di un castano chiaro, quasi biondi, occhi azzurri e quel lieve rossore sulle guance.
-Signorina, scusi se la disturbo. Suo padre vuole vederla. La aspetta nella sala principale-
Carl, il cameriere, mi ha quasi spaventata. Ero così intenta ad osservare la somiglianza tra me e mia madre che non lo avevo sentito arrivare. Probabilmente ha anche bussato, o si è schiarito la voce per attirare la mia attenzione e non me ne sono accorta. Che figuraccia!
-Grazie Carl, arrivo subito-
Così mio padre è arrivato. E come previsto vuole vedermi. "O la va o la spacca" dico tra me e me mentre mi dirigo verso la sala principale.

Eccolo lì. Seduto sulla sua grande poltrona, la più grande della stanza (ovviamente), con entrambe le braccia sui rispettivi braccioli e il suo sguardo perso nel vuoto e più duro che mai. Oh santo cielo, prepariamoci al peggio.
-Heylà papà, volevi parlarmi?-
Alza lo sguardo su di me e rimane in quella posizione per dieci interminabili secondi.
-Sorvoliamo sul fatto che ancora una volta devo ricordarti come ci si presenta quando si entra in un altra stanza. Siediti.- dice mostrandomi una seconda poltrona, di fronte la sua.
Eccolo che comincia. Già non vedo l'ora di andarmene.
-Che cosa devo fare con te Anastasia ?-
-Che cosa vuoi dire?-
Sapevo benissimo a cosa si riferiva, ma le opzioni erano due: rispondere così o fare scena muta.
-Lo sai benissimo a cosa mi riferisco. Ogni settimana ne combini una delle tue e se siamo benedetti anche più di una alla settimana. La scorsa settimana hai rotto due finestre, ieri hai fatto lo sgambetto al principe di Svezia e non pensare che stamattina non mi sia accorto della statua in mille pezzi nel salone-
-Oh mio dio, ma te l'ho detto mille volte che non lo faccio di proposito. Le finestre si sono rotte perché sono inciampata a quel cavolo di tappeto e cadendo ho urtato lo scaffale che a sua volta è caduto sbattendo alle finestre... Per quanto riguarda ieri ho fatto solo quello che andava fatto. Quella pulce stava parlando male di me con tutti gli altri invitati. Mentre la statua è stato anch'esso un'incidente. Stavo...-
-Non mi interessa quello che stavi combinando. Quello che hai fatto ieri  è molto più grave di tutti i danni che fai in questa casa. Non pensi che se quel povero ragazzino parlava male alle tue spalle, allora molto probabilmente ne aveva una buona ragione?- 
Basta così poco per farmi stare zitta. Basta solo farmi sentire in colpa o semplicemente prendere le difese del mio nemico piuttosto che le mie.
-Anastasia hai diciotto anni. Per tutto questo tempo ho sperato che diventassi più matura, che la tua era solo una fase e sarebbe passata presto. Mi rendo conto di aver avuto torto. E la colpa è anche mia, per carità. Penso di averti viziata troppo e...-
-No no, frena, frena, frena. Tu non mi rivolgi un sorriso nè una frase gentile da quando avevo sette anni. Hai fatto di tutto tranne che viziarmi, te lo assicuro!-
-Invece è vero. Ti ho lasciato troppa libertà e ora non fai altro che disonorare questa famiglia-
-Libertà? Non farmi uscire dal castello per undici anni la chiami libertà? Fidati tu non mi vizi affatto. Penso che l'unica che mi abbia mai viziata qui dentro fosse la mamma-
Sono davvero arrabbiata. Mi ha offeso in tutte i modi possibili. Non gliene importa niente dei miei sentimenti. Mi ha ferita e dalla sua espressione penso di averlo ferito anche io.
-Non osare parlarmi così!-
-E come dovrei parlarti? Non fai altro che criticarmi e offendermi. La mamma non si sarebbe mai comportata così-
Il suo sguardo si indurisce sempre di più, ma non mi importa. In lontananza scorgo per un secondo Brus, in un angolo della stanza intento ad osservarci. E' abbastanza amareggiato e fa cenno di no con la testa mentre abbassa lo sguardo. Lui è l'unico che non oserei mai offendere. C'è sempre stato per me, molto più di mio padre.
-Stamattina ci ho pensato e ho preso una decisione. Te lo avevo detto che stavolta avrei preso decisioni più dure.-
-Cosa c'è di peggio che stare chiusi nella stessa casa per una vita?-
-Magari l'effetto contrario. Andrai a vivere nel villaggio.-
-Cosa? Mi stai cacciando di casa? Tu..tu..tu non puoi, non puoi farlo, sono una principessa. Queste cose succedono nei film, e non alle persone reali. Tu non puoi.-
Sono talmente arrabbiata e scioccata che sono scattata in piedi. La voce è qualche tono sopra il normale e credo di avere un sorriso stampato in faccia dallo shock.
-Posso e lo faccio. Prepara le tue cose. Verrai trasferita stasera.-
Non riesco nemmeno a guardarlo in faccia. Non è più mio padre. Mi giro e con passo accelerato mi dirigo verso la porta.
-Ah, e Brus verrà con te-
Non mi fermo. Vado velocemente in camera mia e mi butto sul letto. Cominciano a scendermi lacrime calde sulle guance anche se cerco di trattenerle. Non sono un tipo che piange ma stavolta è più forte di me.
Sento qualcuno entrare lentamente in camera e sedersi accanto a me, sul bordo del letto. Non mi volto ma so chi è.
-Non ti preoccupare Anny, ci penserò io a te-
Grazie al cielo c'è lui. Alla fine qualcosa di positivo c'è in tutta questa storia. Finalmente posso provare una vita normale e avrò la compagnia di Brus ventiquattro ore su ventiquattro.

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Capitolo 3
*** Casa ***


-Oh no, non vorrai portare anche quello? Non va bene!-
-Brus, è il terzo vestito che non mi lasci mettere in valigia. Se non mi lasci portare le cose che mi piacciono di più che senso ha fare la valigia? Tanto vale non portare niente-
-Fidati, è meglio non portare cose che facciano capire al popolo la nostra provenienza-
-E come mai?-
-Lo capirai quando saremo lì-
Brus è abbastanza permaloso sul fare la valigia. Non gli va bene niente e non mi rivela neanche il motivo. Non basta essere frustrata di mio.
-Bene. Penso di aver preso il necessario. Tu hai fatto la valigia?-
-Si, non ho granché da portare quindi sono stato abbastanza svelto-
-Brus dimmi la verità: secondo te mio padre fa bene a fare questo? Cioè, è questa la punizione che mi merito?-
Brus fa un sospiro e mi viene accanto. Sembra cercare le parole giuste per esprimersi ma poi mi parla con naturalezza.
-Se vuoi il mio parere ammetto che hai bisogno di un po' di disciplina ragazza! Ma trovo esagerato questo tipo di punizione-
-Mi dispiace solo che debba farlo anche tu-
-Ma cosa dici Anny, preferirei mille volte venire con te al villaggio che starmene da solo in questo noioso castello. Sarebbe troppo vuoto senza di te-
Non so come fa, ma Brus ha sempre le parole giuste per risollevarmi il morale. A volte mi chiedo cosa farei senza di lui. Lui che mi protegge e sostiene in ogni situazione.
All'improvviso bussano alla porta. Io e Brus ci guardiamo, poi lui va ad aprire. E' Olga, la donna delle pulizie.
-Mi scusi signorina Anastasia, la carrozza è pronta. Vuole che faccia salire qualcuno per le valigie?-
-Non si preoccupi, ci penso io- risponde Brus.
-Ok, se ha bisogno di me, mi trova di sotto-
-Grazie Olga- rispondo con un po' di malinconia.
Stavo per lasciare casa. La casa in cui ho sempre vissuto e da cui non mi sono mai allontanata. Nonostante ho sempre desiderato allontanarmi per un periodo da queste mura, mi dispiace lasciale alla fin fine. Soprattutto perché è il posto che mi tiene più vicino a mia madre.
-Conosco quello sguardo. Non farti prendere dalla tristezza Anny, altrimenti sarà più difficile. So cosa pensi e hai ragione, ma prima dimostriamo a tuo padre quanto tu sia matura, prima torniamo a casa-
Mi alzo senza voglia dal letto. Brus prende con una mano la mia valigia e con l'altra la sua. La valigia me l'ha data lui. E' abbastanza vecchia, anche un po' rovinata. Non so perchè insiste a voler tenere nascosto alla gente che siamo reali. Spero di capirlo sul serio appena arriveremo.
Mentre scendiamo le scale che separano i piani superiori dal piano terra, Carl , il cameriere, comincia ad aprire la porta principale per farci uscire. Comincio a guardarmi intorno per avere le ultime immagini di casa prima di andare via.
Sceso l'ultimo gradino, mi incammino verso la porta. Mi giro un'ultima volta e vedo mio padre parlare con una donna. Non è vestita in modo...come dire...."raffinato", anzi tutto il contrario. Ha dei capelli rossicci e mossi. 
Quasi come se si accorgesse del mio sguardo su di lei, la donna si gira e mi guarda raggiungere la porta d'ingresso. Imbarazzata distolgo lo sguardo ed esco.
Un soldato mi apre la portiera della carrozza e mi fa salire. Brus mette le valigie dietro e poi mi raggiunge.
-Non mi ha neanche salutata-
-Era occupato, lo hai visto anche tu-
-Per dire ciao bastano un paio di secondi, niente di più-
Brus non dice altro. Sapeva che avevo ragione ma ,essendo stato al fianco di mio padre per anni, gli era difficile non prendere le sue difese. 
La carrozza parte e non mi rimane altro che voltarmi e guardare il tragitto che percorriamo, finché non saremo arrivati al posto che presto chiameremo "casa"

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Capitolo 4
*** Bienvenido a Gorbas ***


-Può lasciarci qui. Proseguiremo a piedi-
-Si, signore-
La conversazione tra Brus e il cocchiere mi sveglia. Non mi ero resa conto di essermi addormentata. Ho la testa poggiata sulla spalla di Brus e non appena mi sveglio del tutto, mi rimetto a sedere composta. 
La carrozza si ferma, ma il villaggio è ancora lontano.
-Perché ci siamo fermati?- chiedo mentre mi stiracchio.
-Perché scendiamo qui- dice Brus poco prima di scendere dalla carrozza.
Scendo anche io senza aspettare che il cocchiere mi aiuti.
-Ma Brus, manca ancora strada prima di arrivare-
Mentre prende le valigie da dietro Brus ride. Sembra che il suo umore sia migliorato rispetto al momento della nostra partenza.
-Su brontolona, camminare un po' ti farà bene-
-E' un modo per dirmi che sono ingrassata? No, perché la pillola non si addolcisce in questo modo-
Continua a ridere. Ha un sorriso a trentadue denti. Con gli altri non ride mai così, solo con me. Mi piace farlo sorridere, mi fa sentire importante e meno reale. In genere le principesse sono tutte "spalle dritte, pancia in dentro e petto in fuori", mentre io, se riesco a far ridere qualcuno, vuol dire che sono diversa. E so che è proprio questo che non piace a mio padre ma è quello che voglio: essere unica, diversa dagli altri.
-Non volevo dire quello Anny, solo che dobbiamo abituarci a non avere tutte le comodità che avevamo prima-
-Oh magari è perché non vuoi che vedano anche la carrozza-
-Anny...- mentre mi parla il suo sorriso diminuisce.
-Ehi, stavo scherzando. Mi hai detto che c'è un motivo se ci nascondiamo e io ti credo. Solo vorrei che sputassi il rospo!-
-Oh, Anny Anny Anny, che cosa devo fare con te?-
-Mh, se lo chiede anche mio padre e mi ha sbattuta fuori casa. Chissà tu cosa potresti inventarti-
Ricomincia a ridere. Non volevo che si rattristasse. Siamo costretti a vivere lontano da casa e l'ultima cosa che voglio e che la tristezza ci impedisca di sorridere.
Cominciamo a incamminarci. La carrozza dietro di noi si allontana e poi scompare. Tutto sommato sono felice, posso conoscere il mio popolo finalmente. Mi chiedo cosa pensano di me le persone del villaggio.
-A proposito di mio padre: se mio padre vuole che diventi più matura per non farlo sfigurare, non lo sfigurerò lo stesso se tutte le altre famiglie reali sanno che vivo tra la gente?-
-Ha sparso la voce che sei...."che siamo" partiti per Londra. Un viaggio per scoprire culture nuove-
-Furbo il paparino! Mi chiedo come un uomo possa cacciare di casa sua figlia-
-Ha sempre avuto reazioni esagerate. Questa non è da meno, ma lo fa per il tuo bene. E comunque te la sei cercata!-
-Fermati finché sei in tempo-
-Mi scusi madame-
E' una situazione strana e buffa. Siamo stati cacciati di casa e non so neanche se ne abbiamo già una che ci aspetta, eppure ridiamo e scherziamo in continuazione.
Dato che siamo a piedi, ci è voluta una buona mezz'ora per arrivare. Sono stanca morta, non per la durata della camminata ma per la strada: era tutta in salita. Se io sono stanca immagino come si senta Brus, che ha in mano le valigie.
Ci fermiamo davanti un cartello. Sopra c'è scritto "Bienvenido a Gorbas". Gorbas è il nome del villaggio. Quando ero piccola la mamma mi ha detto che papà ha cambiato nome al villaggio in memoria di un grande re del passato che apparteneva alla nostra famiglia. Diceva che lo ritenevano giusto e più adeguato.
Svoltiamo l'angolo del muretto dove è appeso il cartello e guardo il villaggio.
-Spero che tu abbia capito ora- 
-Si, penso di si Brus-
 

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Capitolo 5
*** Sensazioni ***


Mi viene da vomitare. Ma questo senso di nausea non è dato dal posto in cui mi trovo. No, questo malessere che sento dentro è senso di colpa. Il mio villaggio, il mio popolo vive in condizioni molto disagiate, si può dire che le persone camminano letteralmente nel fango e la colpa di chi era? Di certo non loro. La colpa è della famiglia reale che si occupa di tutti loro, o almeno dovrebbe occuparsi di loro. E questa famiglia reale compre anche me. Ora capisco perché Brus non voleva che le persone ci riconoscessero. Le persone vivono sulla punta della povertà e sicuramente hanno un sentimento d'odio verso noi, e se sapessero chi siamo veramente ci metterebbero al rogo, come minimo. 
Mio padre non mi ha mai fatto entrare nel mondo della politica e degli affari, perciò come facevo a sapere che qui le persone patiscono la fame? 
Mentre cammino tra la gente mi sento osservata. Tutti gli occhi qui intorno sono su di me, e sono sguardi di disprezzo. La vergogna si impossessa di me e vorrei non essere mai venuta qui. Ora capisco il vero motivo della mia punizione. Oltre che a farmi diventare più matura mio padre vuole che  io mi vergogni, vuole che invece di scherzare tutto il tempo e fare danni, io mi assuma le mie responsabilità e metta la colla negli strappi che lui ha fatto in tutti questi anni. Mia madre non avrebbe permesso tutto ciò. Avrebbe lottato perché non accadesse una cosa così brutta, ed è quello che voglio fare anch' io. 
-Non guardare nei loro occhi, guarda un oggetto Anny, un punto fisso , e continua camminare, siamo quasi arrivati-
Ci sto provando. Giuro che ci sto provando, ma inevitabilmente incontro gli occhi di qualcuno e quello sguardo mi trafigge l'anima. Mi tremano le gambe. Brus mi prende un braccio per aiutarmi a proseguire. Mi ha sentita cedere anche senza guardarmi.
-Brus non mi sento bene-
-Resisti, manca pochissimo-
Pochi minuti dopo ho di fronte una porta. Una porta in legno legata al muro da due ganci in ferro abbastanza arrugginiti. Sembra quasi che stia per cadere. E' ridotta abbastanza male, come la casa. La casa non è molto alta anzi, non supera i 4-5 metri. E' fatta interamente in pietra e le finestre sono nelle stesse condizioni della porta.
Brus bussa alla porta e attendiamo. Io non faccio altro che guardarmi intorno. Per fortuna la casa non era in una piazza o in un posto affollato, quindi fuori da sguardi accusatori.
-Come facevi a sapre dov'era? E come hai ottenuto un posto qui?-
-Molti anni fa questo posto non era ridotto così, venivo spesso nel villaggio con tua madre. Qui abita una mia vecchia amica. Lavorava a palazzo quando tu eri una bambina. Dopo quello che è successo tuo padre ha licenziato parecchie persone, compreso lei. L'ho chiamata e le ho raccontato tutto. Ha accettato volentieri di ospitarci-
-Carino da parte sua. Quindi l'unico maleducato qui sei tu, dato che hai raccontato tutto a lei e non a me-
-Anny sai essere così esasperante certe volte!- dice scherzosamente.
-Si, ma è proprio questo che ti piace di me- 
-Purtroppo si- dice sospirando.
La ragazza ci viene ad aprire proprio mentre io e Brus sorridiamo come due scemi. E mi sento ancora più in colpa. Anche se io torno immediatamente seria, la ragazza ci mostra il suo più grande sorriso (o almeno credo sia quello più grande che riesce a sfoggiare) e ci fa accomodare dentro.
E' una ragazza dai capelli castani e un po' mossi. E' magra e alta quanto me. Indossa un vestitino leggero con motivi a fiori che le arriva fino ai polpacci. E' davvero bella, e anche se ha un sorriso esagerato è proprio quello che la rende unica nel suo genere.
-Prego entrate pure, vi aspetto fin da stamattina- dice lei.
Poi si avvicina a me e mi stringe moooolto calorosamente la mano.
-Ciao io sono Emily. Oddio come sei bella, sei tutta tua madre. Brus mi ha parlato tanto di te. Lo ha sempre fatto fin da quando ci conosciamo in realtà. Sono così emozionata e onorata di stringerti la mano. Oh cielo, dovrei inginocchiarmi oppure baciarti la mano? Quando eri piccola non lo facevamo ma ora sei grande.Non ricordo più come si fanno queste cose..-
Mi chiedo: ma i polmoni li ha oppure gliene hanno impiantato un paio d'acciaio? Parla in modo talmente veloce che non ho la minima idea di cosa stia dicendo. Non mi da il tempo  di rispondere ad una sua domanda che ha già riattaccato a parlare. E per lo più non mi ha ancora lasciato la mano. Continua a stringerla e strattonarla. Ormai non la sento più. E' qui di fronte a me e parla, mi stringe la mano, sorride e io sono qui che, tra me e me, sospetto che abbia mangiato qualche erba velenosa.
-Scusami, avvertimi se parlo troppo- dice ridendo.
-Ah, bella questa- dico sorridendo un po' di più.
Guardo Brus. Sorride ma ha gli occhi da "che-cavolo-hai-appena-detto?". Subito cerco di  correggermi ma Emily mi interrompe, ancora.
-Non ti preoccupare, ricordo che anche molti anni fa avevi un senso dell'umorismo così....efficiente. Pronto all'uso diciamo- dice tutta sorridente.
Finalmente distoglie lo sguardo da me e si rivolge a Brus, stavolta con più calma e meno foga. Lo abbraccia molto calorosamente.
-Sono felice di rivederti Brus. Era da tempo che non ci sentivamo. Mi chiedevo se non avessi perso il posto anche tu-
Sembrano molto amici. Continuano a chiacchierare come se io non ci fossi. A vederli così sorridenti e uniti mi viene da pensare a quanto stiano bene insieme. Sembra egoista da parte mia ma comincio ad essere gelosa. Brus, il mio Brus, il mio migliore amico, l'unica persona che ho di più caro al mondo ha un'altra amica speciale, a cui dice tutto e a cui dona i suoi mega abbracci, che fin ora ha sempre donato solo e soltanto a me.
Ma nonostante tutto non la mia lingua biforcuta non interferisce. Mi giro e silenziosamente mi allontano, andando ad esplorare le altre stanze.

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Capitolo 6
*** Una storia dal passato ***


Giro per questa casa piccola senza una meta. In realtà non c'è molto da girare, infatti è il secondo giro della casa che faccio. La casa è arredata con mobili davvero antichi e leggermente rovinati. Le pareti sono piene di graffi e parti scolorite per la muffa.
 In cucina Brus e Emily continuano a parlare. Ogni tanto li sento ridere. Brus deve essere davvero felice di aver riallacciato i rapporti con lei. Se è felice lui allora lo sono anche io, anche se a vedermi non si direbbe. 
Decido di tornare in cucina per prendere la valigia, almeno sistemo le mie cose e passo il tempo in qualche modo.
-Ehi Anny, dov'eri finita? Emily mi ha raccontato degli aneddoti divertenti che dovresti sentire, ti piaceranno di sicuro-
-Ehi Brus, ehm...per stavolta passo, prendo la valigia e torno di là, sistemo la roba-
-Oh, ma certo. Aspetta ti faccio vedere la tua stanza- dice Emily.
Mentre lei mi sorpassa per andare nella mia camera scontro lo sguardo di Brus. Ha uno sguardo interrogativo, come per chiedermi "cosa c'è che non va?". Gli faccio un sorriso per fargli capire di stare tranquillo e seguo Emily.
Questa benedetta ragazza, come al solito, è al quanto elettrizzata. Ogni cosa che fa non fa altro che commentarla e ricommentarla con gesti troppo espressivi. Ha impiegato nove minuti e mezzo per  dire di sentirmi a mio agio. Non spiego nemmeno perché l'abbia cronometrata.
Poi entra Brus.
-Emily puoi lasciarci un po' da soli?- dice lui.
-Oh certo, se avete bisogno sono in cucina- dice Emily e poi va via chiudendo la porta dietro di se.
Brus si siede sul bordo del mio nuovo letto e appoggia i gomiti sulle sue cosce, incrociando le dita di entrambe le mani.
-Anny so che c'è qualcosa che non va e so che non è per il posto in cui siamo. Cos'hai? Parlami-
La sua voce è così dolce quando cerca di farmi confidare con lui. 
Prendo la valigia, la metto sul letto proprio accanto a lui e comincio ad aprirla.
-Perché pensi che abbia qualcosa ?- dico senza nemmeno guardarlo.
-Ti ho messa alla prova. Ti ho detto di avere delle frasi  divertenti tra le mani e non te le saresti mai fatte scappare. Eppure lo hai fatto-
-Volevo solo sistemare le mie cose, tutto qui-
Brus mette una delle sue mani sulla mia che stava prendendo un capo dalla valigia. Al tocco delle nostre mani mi fermo di scatto e so di essere in trappola. Senza staccare la sua mano dalla mia, Brus si alza e si ferma accanto a me. Sposta le sue mani sulle mie spalle e me lo ritrovo di fronte.
-Anny dimmi cos'è che ti turba. Ti ho praticamente cresciuta, riesco a capire tutto di te senza neanche guardarti. Lo sai che puoi dirmi tutto, siamo amici, giusto?-
-Certo-
-E allora confidati con me-
Sapevo di essere fregata dal momento in cui ha messo piede nella stanza. Anche io lo conosco talmente bene da capire le sue intenzioni senza neanche guardarlo. Ma come faccio a dirgli che sono gelosa di Emily e che mi sento trascurata da quando siamo qui? Sarei solamente un'egoista!
Mi limito a guardarlo negli occhi. Se conosce tutto di me allora capirà da sé. Mi guarda anche lui negli occhi, le sue pupille si muovono da destra verso sinistra, come se stesse leggendo.
-Penso che dovrei raccontarti ancora un po' di Emily, no?-
Ma come cavolo fa? Il mio migliore amico è telepatico e io lo scopro in questo modo?
Mi prende la mano e ci sediamo sul letto.
-In realtà io e Emily ci conoscevamo anche prima che venissimo a lavorare a palazzo. Ci siamo conosciuti quando eravamo molto piccoli e abbiamo trascorso la nostra infanzia insieme. Tu sai che io vivevo in un villaggio, no? E' per questo che mio padre decise di puntare ad un lavoro che potesse dare di più, e pochi mesi dopo io e mio padre ci siamo ritrovati a lavorare in casa tua. Ho convinto Emily a fare la sessa cosa sia per passare più tempo insieme sia per aiutarla economicamente. Presero anche lei. Poi dopo "l'accaduto" sia i miei genitori che i suoi rimasero uccisi. Da allora abbiamo sempre contato l'uno sull'altro per qualsiasi cosa. poi tuo padre la licenziò e non ci siamo visti più, però ci siamo sentiti tramite posta per tutti questi anni. Ci siamo sempre raccontati tutto, le ho parlato molto anche di come te la passavi tu. Nelle sue lettere c'era sempre una domanda su di te. Si era affezionata a te-
Ero sbalordita. Brus mi ha sempre raccontato tutto tranne questa storia. Non sapevo che avesse un rapporto così con Emily. Ha conosciuto Emily molto prima di me e anche dopo il mio arrivo hanno continuato a sentirsi per anni. Mi rendo conto di essere stata una stupida e si, anche egoista. Non dovevo sentirmi minacciata da lei anzi,  forse sarà stata lei ad essere  gelosa sapendo che io e Brus siamo inseparabili da 18 anni.
-Perché non me ne hai mai parlato? Avrei potuto aiutarvi, avrei organizzato qualche incontro-
-Perché so che ti saresti sentita come ti senti ora, ed è l'ultima cosa che voglio Anny-
Lo abbraccio di colpo. E' davvero un dono di Dio questo ragazzo. Mi ha nascosto un'amicizia importante per paura di ferire i miei sentimenti. Sa che tengo moltissimo a lui e vedermi triste  rende triste anche lui. 
-Sono una sciocca Brus, non prendermi sul serio quando mi comporto così. Tengo tanto, troppo a te e ti meriti un'altra amica- gli dico senza sciogliere l'abbraccio.
-Sei tu la mia unica amica Anny- dice.
E' vero. Sono io la sua unica e vera amica, perché in fondo l'ho sospettato dal loro primo sguardo che lui ed Emily non sono amici. Sono molto di più.

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Capitolo 7
*** Illumina l'oscurità ***


Le giornate passavano e nella mia nuova casa regnava l'armonia. Apprezzavo sempre di più Emily e non solo per la rivelazione di Brus. Devo ammetterlo, all'inizio mi faceva un po' paura ma è sempre stata disponibile, affettuosa,  gentile e solare con me ed è questo che mi piaceva e me la faceva apprezzare sempre di più. Ho imparato il significato del "mai  giudicare un libro dalla copertina". Forse alla fine mio padre aveva ragione: venire qui mi sta facendo imparare molte cose. Emily mi ha insegnato a coltivare ortaggi, a barattarne alcuni per soldi e molte altre cose. La solarità di questa ragazza mi ha fatto capire che qui, nonostante la povertà, le persone riconoscono la solidarietà e l'allegria come elementi fondamentali e gli unici necessari.
-Emily posso approfittare dell'assenza di Brus per  farti una domanda?- gli chiedo mentre prepariamo la tavola per pranzare.
-Non devo dire niente a Brus di tale domanda, vero ?-
-Te ne sarei grata-
-Ok, spara!- dice posando un bicchiere sul tavolo.
-Ecco, volevo sapere....ma davvero le persone qui mi odiano? Cioè, intendo la mia famiglia in quanto reale-
-Beh vedi, non è che vi odiano. E' solo che...come te lo spiego? Diciamo che se tutti sapessero chi sei, la prossima volta che uscirai da questa casa avrai tanti occhi indiscreti puntati addosso e tanti tanti bisbigli- dice.
-Immagino che se dovessi inciampare per strada nessuno mi aiuterebbe-
-Immagino di no- dice ridendo.
Poi arriva Brus. Era andato in piazza a prendere dell'acqua. Appena chiude la porta e si avvicina al tavolo noto che lo sguardo di Emily si abbassa mentre accenna un sorriso.
Quando ero piccola, la mamma, per farmi addormentare, mi leggeva alcuni libri. In questi libri quando la protagonista o il protagonista si innamoravano, avevano atteggiamenti particolari che venivano descritti nella maniera più chiara. Brus e Emily sono quei protagonisti. Ogni cosa che fanno quando sono insieme, lo facevano anche i protagonisti dei miei libri, perciò mi diverto a guardarli. Ogni volta cerco di individuare una nuova somiglianza tra loro.
-Ma Brus, hai dimenticato di riempire una bottiglia- dice Emily sollevando la bottiglia vuota.
-Mi sarò distratto, c'era tanta fila  in piazza- si difende Brus.
-Lasciate, vado a riempirla io. Così almeno esco un po'- aggiungo.
Si, voglio uscire a prendere una boccata d'aria fresca, ma il vero scopo è quello di lasciare quei due da soli a casa. 
-Ok ma sta attenta- dice Brus guardandomi uscire.
Mi dirigo verso la fontana che c'è nella piazza. Brus aveva detto di aver visto molta gente, ma io qui vedo al massimo un paio di anziani che passeggiano. Può darsi che siano andati tutti a casa, in fondo è ora di pranzo. Mi avvicino alla fontana molto lentamente poiché intorno ad essa ci sono tante pozze d'acqua. Mi allungo per riempire la bottiglia e quando finisco mi volto e passo tra una pozza e l'altra. Superata l'ultima pozza noto un carretto sfrecciare a tutta velocità e venire verso di me. Aspetto pensando che si fermi dato che sono sulla sua traiettoria ma non lo fa. Voglio muovermi, voglio fare alcuni passi indietro ma non ci riesco. Le mie gambe non si muovono, sono bloccate e comincio a sudare nonostante il sangue mi si stia congelando nelle vene. Lo sento arrivare, è quasi vicino, a un dito da me.
Poi, quasi come se il tempo si fosse fermato, una mano afferra la mia da dietro e un braccio mi preme sull'addome per farmi indietreggiare. Nel tentativo di fare un passo indietro scivolo su una delle pozze. Col braccio di aggrapparmi alla persona dietro di me. Questa, cerca di afferrarmi più saldamente per la vita ma finisco comunque per sbattere la testa al bordo della fontana. Stranamente non sento dolore ma la vista comincia ad appannarsi. La persona mi accascia lentamente a terra mentre urla al carretto, che intanto ci ha sorpassati, parole poco carine. Noto che questa persona è un ragazzo. Riesco a vedere solo i suoi capelli i suoi biondi capelli. Il colore degli occhi e altri particolari mi sono sconosciuti per via della vista che continua ad appannarsi. Sono sdraiata eppure mi gira la testa. Le mani del ragazzo si poggiano sulle mie guance.
-Ehi ehi ehi, rimani sveglia. Non ti addormentare! Guardami! Non ti addormentare-
E poi il buio.

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Capitolo 8
*** Tempo! ***


Ciao ragazzi :) Vi piace la storia ? Se c'è qualcosa che non vi piace o avete dei consigli recensite pure !! :) 



Mi fa male la testa. Mi sento stordita, vuota, stanca. Apro leggermente gli occhi. Devo sbatterle le palpebre più volte per mettere meglio  a fuoco. Mi muovo leggermente, scopro di essere sdraiata su una superficie morbida, probabilmente un letto. Guardo alla mia destra. Ci sono pochissimi mobili, un tavolo e sgabelli.  Le pareti sono nere, un nero sfumato quasi come se fossero incenerite. 
Un'incendio! 
Mi agito, comincio a guardare ovunque e mi rendo conto che quella non è casa mia. Cerco di mettermi a sedere ma mi fa male la testa. Cerco di massaggiare il punto in cui sento dolore e trovo una benda. La tocco e la ritocco. E' proprio una benda, ho una benda intorno alla testa. 
Non ricordo come mi possa essere ferita. Mi guardo da sotto le coperte per vedere se ho altre lesioni o parti bendate, ma non vedo nulla. Poi guardo alla mia sinistra. Noto che qualcuno ha la testa poggiata al bordo del letto.Non lo avevo notato prima. Penso stia dormendo. Ha il volto dalla parte opposta alla mia quindi non vedo il suo viso. Ha i capelli corti, deve essere un ragazzo ed è seduto su uno sgabello accanto al letto, con la testa e le braccia poggiate accanto a me. Mi sforzo di mettermi seduta e ci riesco dopo numerosi sforzi. Con due dita lo colpisco un paio di volte sulla spalla per farlo svegliare. Non succede niente. Aumento la forza e lo colpisco di nuovo.
Si spaventa e si alza di scatto spaventato.
-Ehh! Che c'è?- 
Metto un urlo appena si alza.
-Mi hai spaventata! Ti svegli sempre così tu?- dico agitata e con una mano sul petto.
Il suo sussulto ha fatto spaventare anche me.
-E tu svegli sempre così le persone?- dice col fiatone.
-Scuuuuusa!- dico agitando le mani in aria, -di certo non sei tu quello che si è svegliato a casa di qualcun'altro-
Si alza e mi viene vicino, molto vicino. Mette le sue mani ai lati della mia testa e comincia a muoverla lentamente.
-Ti fa male se giro la testa da questo lato?- dice guardandomi attentamente.
-..No-
-E se la giro di qua?-
-No-
-Se tocco qui senti dolore?- dice toccando il punto in cui sentivo dolore pochi minuti fa.
-Ahia!! Si fa male, tanto- dico liberando la testa dalle sue mani.
-Non hai  danni gravi, solo un livido. Tieni la benda per almeno un altro paio di giorni- dice sedendosi di nuovo sullo sgabello.
-Sei un medico o qualcosa di simile?-
-No, sono solo un ragazzo che da bambino si faceva spesso male e ha imparato qualcosa- dice sospirando.
-Oh, capisco-  accenno un sorriso.
-Comunque mi chiamo Rayan- dice porgendomi la mano.
-Piacere, A...- mi fermo.
Non posso dirgli il mio nome. Potrebbe non avermi mai visto, tuttavia potrebbe comunque notare i miei movimenti, i vestiti che porto e potrebbe ricollegare il mio nome a queste cose capendo chi sono veramente.
-.....Anny. Mi chiamo Anny- 
Mi dispiace far pronunciare il soprannome del mio migliore amico da qualcun'altro ma non mi viene in mente nient'altro.
-Anny...nome particolare!- dice fissandomi pensieroso.
-Già-
-Ci siamo già visti noi?- dice con uno sguardo interrogativo.
-No! no non mi sembra-. Sfilo immediatamente la mano dalla stretta. Non può avermi riconosciuta. Non sono mai uscita dal castello.
-Si invece. Tempo fa...- dice mettendosi le mani sui fianchi.
E' impossibile, è assolutamente impossibile. Poi ci penso. 
E se intendesse mia madre? Io e lei siamo identiche. Lei veniva spesso al villaggio, potrebbe pensare che sia lei o peggio, capire che sono sua figlia.
Continua a fissarmi pensieroso. Poi sgrana gli occhi guardandomi più attentamente. Ecco fatto! La mia teoria è confermata. Sospetta una di queste due cose. Sono finita.
-No...no hai ragione. Non puoi essere tu, mi sono confuso scusa- dice.
Ha uno sguardo quasi triste. Poi si volta e va verso il tavolo, mentre io emetto un sospiro di sollievo. 
-Vuoi dell'acqua? Ti farebbe bene bere un po' dopo una ferita alla testa come la tua- dice prendendo una bottiglia d'acqua e un bicchiere
-A questo proposito, com'è che sono finita a letto con una benda da pirata?- dico curiosa.
-Le bende dei pirati sono sexy e alla moda! Comunque non ricordi?- dice voltandosi.
-Mmmm, no- dico con uno sguardo dispiaciuto.
-Sul serio?- dice avvicinandosi col bicchiere d'acqua.  -Strano, davvero strano- aggiunge.
Dopo avermi passato il bicchiere si siede sullo sgabello e racconta l'accaduto. 
Comincio a ricordare, non interamente, ma come dei flash. Il carretto che non si ferma, le sue mani che mi afferrano per farmi indietreggiare, io che cerco di aggrapparmi a lui, lui che mi poggia piano in terra, e i suoi occhi su di me prima di perdere conoscenza.
-Si, ora....ora comincio a ricordare- dico. -Ti ringrazio, davvero. Mi hai letteralmente salvato la vita- aggiungo poi.
-Figurati. Comunque non sembri una di qui, hai cambiato villaggio da poco?-
Oh cavolo!! E adesso?
-Ehhm, beh io....si, si ho cambiato villaggio da poco-
-Dove vivevi prima- chiede curioso.
Perché diamine deve insistere?
-Quello.....quello qui vicino. Si, si proprio...quello- dico cercando di essere decisa in quello che dico, anche se faccio decisamente l'effetto opposto.
-Ah, capisco. Beh era chiaro. Se fossi stata di qui avresti saputo che qui la gente è pazza e va sempre di fretta. Non si accorgono neanche di metterti sotto-
-A quanto pare!-
Ride. Rido anche io, anche se sono al cento per cento della  "preoccupazione domande inopportune". Devo chiedere aiuto a Brus su questa cosa.
-Oh mio Dio, Brus!- dico a voce troppo alta. 
-Bus? Brus chi? Era quello del carretto?- dice Rayan confuso.
Invece di pensarlo, l'ho detto e anche a voce alta. Che figuraccia.
-No, ehm...Brus è un mio amico e gli ho detto che sarei tornata subito dopo aver preso l'acqua. Da quanto sono qui?- chiedo agitata.
-Beh, quasi due ore- 
Sgrano gli occhi e mi alzo immediatamente. Cerco le scarpe ma non le vedo. Giro per quella cucina cercando le mie scarpe in preda  al panico.
-Cosa succede?- chiede Rayan alzandosi preoccupato.
-Devo assolutamente tornare a casa. Dove sono le mie scarpe?-
-Qui. Aspetta te le prendo-
Mi metto le scarpe di tutta fretta ed esco, seguita da Rayan che si è offerto di accompagnarmi per via della botta che ho preso stamattina. 
Brus quando si preoccupa è peggio di una madre che ha appena visto il proprio viglio annegare in mezzo al mare chiedendo disperatamente aiuto. E non sto esagerando. Sarei dovuta tornare a casa entro dieci minuti e invece sono passate due ore. 
Camminiamo a passo accelerato. Per fortuna non è difficile trovare la strada, Rayan vive vicino la piazza quindi da lì in poi so dove dirigermi. 
Arriviamo davanti la porta di casa col fiatone. Proprio quando allungo la mano per bussare la porta si apre, con un Brus bianco come la neve e tremolante e dietro di lui una Emily preoccupata.
Il pugno alzato per bussare si apre e diventa un cenno di saluto.
-Heilà ragazzi. Passato bene il pomeriggio?- dico scherzosamente.
E la porta mi si chiude in faccia.

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Capitolo 9
*** Malintesi ***


-Andiamo! Vuoi farmi stare qui fuori ancora per molto??- dico stufa.
Sono passati quindici minuti e Brus non mi ha ancora aperto. Sono con la schiena poggiata alla porta e sono davvero esausta di aspettare fuori. Sento parlare sottovoce Emily e  Brus fin da quando hanno chiuso la porta. Chiuso.........sbattuto più che altro. Non sento proprio tutto. Per quanto ho capito lui è agitato e arrabbiato, e lei cerca di calmarlo.
 Rayan è ancora qui con me, mi conosce da tipo due ore eppure si è comportato come un amico, un vero amico. Mi ha salvato la vita, mi ha portata a casa sua per curarmi e farmi riposare e poi mi ha accompagnata a casa per paura che potessi sentirmi male. E' davvero un bravo ragazzo. E dire che quando l'ho visto per la prima volta mi ha fatto paura!
Sento un rumore. Finalmente stanno aprendo la porta.
-Oh, finalmente!- dico.
Vedo solo Emily. Guardo dietro di lei, percorro con gli occhi tutta la cucina ma non vedo Brus.
-Ecco...Brus è..- cerca di spiegare Emily.
-So già dove si trova. Grazie per aver aperto la porta- le dico, poi vado in camera di Brus.
Sapevo benissimo dove poteva essere. E infatti eccolo lì. Ogni volta che litighiamo o è in pensiero per me, assume sempre la stessa posizione: si arrampica sul ripiano della finestra e si siede a gambe incrociate verso fuori.  E' una posizione davvero strana, ma dice che in questo modo riesce a calmarsi. Lo fa fin da quando era piccolo.
Entro e chiudo la porta dietro di me.
-Ehi Brus...sei arrabbiato ancora con me?- chiedo avvicinandomi lentamente a lui.
Non risponde.
Appena sono accanto a lui gli metto una mano sul braccio.
-So cosa vuoi dirmi. Che ti ho fatto stare in pensiero, che qui è diverso dal palazzo e quindi ci sono più rischi da correre- mentre parlo gira la testa e mi guarda, però non cambia espressione, -non avevo intenzione di farti preoccupare, è stato un'incidente-
Non sapevo come spiegargli che ero svenuta. Non volevo neanche dirglielo altrimenti si sarebbe preoccupato ancora e si sarebbe sentito in colpa per non essere con me. 
Mi guarda ancora un po' poi scende e mi abbraccia. Tutto molto velocemente.
-Ho pensato che ti fosse successo qualcosa di terribile. Dovevi solo prendere dell'acqua, che cavolo! Sono andato in giro a chiedere se qualcuno ti avesse visto e nessuno sapeva dirmi niente. Sono tornato qui e ho aspettato ancora un po' che tornassi. Non sapevo cosa fare, ero da solo, così ho deciso di andare a palazzo per chiedere aiuto-
-Mi dispiace così tanto, non volevo farti preoccupare- dico poggiandomi la guancia sulla sua spalla.
-Poi ti ho vista lì, davanti la porta sana e salva e con tanto di senso dell'umorismo. Eri perfino in bella compagnia mentre io sono morto mille volte come minimo-
-E mi hai sbattuto la porta in faccia- dico sciogliendo lentamente l'abbraccio, -sai che ti dico? Hai fatto bene, ti sei preoccupato a morte, ti ho visto così pallido quando hai aperto la porta, me lo sono meritata!- dico facendolo ridere.
-Oh Anny- sospira chiudendo gli occhi -stai cominciando a cambiare, lo sai?-
-Che vuoi dire?-
-Intendo dire che  fino alla settimana scorsa,  se combinavi qualcosa, poteva anche cadere il mondo, basta che tu avervi  ragione. Ogni cosa che facevi era sempre giustificata dalle tue folli teorie. Mentre ora sei qui e dici di avere torto e di esserti meritata una porta in faccia-
-Beh sai com'è, si cambia-
Davvero non riesco a trattenere le battute neanche in questi momenti.
-Cambiando argomento com'è che hai la testa bendata? Ti sei fatta male?- dice tastandomi il viso preoccupato.
-Ho sbattuto la testa e sono svenuta. Quando mi sono svegliata, DUE ORE DOPO, avevo questa in testa. Rayan mi ha medicata mentre non ero cosciente-
-Rayan? Quel ragazzo che era con te?- chiede curioso.
-Si, proprio lui-
-Devo cominciare ad essere geloso? Fin ora solo io ho messo i cerotti sulle tue ferite- dice incrociando le braccia.
-Oh Brus, non mi metti un cerotto da quando avevo dieci anni- rido.
-Però l'ho sempre fatto io- dice imbronciando le labbra.
-E continuerai a farlo tu, se ce ne sarà l'occasione. Rayan mi ha solo aiutato tutto qui- lo rassicuro scherzando.
Sorride, e se sorride lui io non posso fare altrettanto. L'ho fatto preoccupare a morte e lo capisco, se fosse successo qualcosa a lui io mi sarei preoccupata allo stesso modo. Ora ha ricominciato a sorridere finalmente.
-Forse è meglio tornare di là- dice.
Usciamo e torniamo in cucina. Emily guarda Brus in maniera interrogativa e lui le fa uno sguardo da "è-tutto-finito-puoi-stare-tranquilla-baby". L'aggiunta del baby è per  via di quella piccola parte sexy che mette in tutti i suoi sguardi, si può trovare anche in quelli più drammatici, giuro. E con Emily non fa eccezione anzi, mi pare che lo aumenti.
Alzando lo sguardo noto con mia grande sorpresa Rayan. E' seduto su una sedia di fronte Emily. probabilmente stavano parlando.
Proprio quando mi accorgo di lui, Rayan si alza e viene verso di me.
-Beh io vado, le mie sorelle stanno per tornare a casa quindi è meglio se mi trovano là- 
-Oh, hai delle sorelle?-
-Si- risponde mettendosi una mano tra i capelli. Deve essere imbarazzato.
-Ok...Mi dispiace averti fatto aspettare-
-Figurati, mi fa piacere che si sia risolto tutto-
Continuiamo questi discorsi imbarazzanti quasi a monosillabi finché non lo accompagno alla porta.
-Ricordati di non togliere la benda- dice sfiorandola con un gesto delicato delle dita.
Poi si gira e va via. Lo guardo allontanarsi finché non riesco più a vederlo. Quando chiudo la porta e mi volto, noto che sia Emily che Brus mi stanno fissando allibiti.
-Che c'è?- chiedo
-C'era come un campo di elettricità. Lo avete visto? Lo avete visto? Dio, ditemi che lo avete visto- dice Emily.
Brus guarda me, poi Emily, poi di nuovo me.
-Mi devo preoccupare?- mi chiede
Gli lancio un'occhiataccia e vado in camera mia. Chiudo la porta della stanza e li sento sogghignare. Che cavolo di amici che mi vado a trovare!


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Capitolo 10
*** Su i sorrisi! ***


-Fa attenzione- dico a Brus strizzando gli occhi per paura che mi faccia male.
Sono passati quattro  giorni e devo togliere la benda. La botta non mi fa più male ma ho paura che toccandola potrebbe ricominciare il dolore.
-Sta tranquilla, devo solo slegarla, non ti tocco nemmeno- risponde un Brus esasperato.
-Ma stai tremando?- chiede Emily ridendo.
-Sentite voi due, non ho un bernoccolo in testa da quando avevo cinque anni e lì non ero nemmeno svenuta quindi state un po' zitti e levatela invece di parlare e ridere!-
Nonostante fossi seria, molto seria, li faccio comunque ridere. Lancio mentalmente una maledizione ad entrambi che a quanto pare sembra funzionare perché cominciano a calmarsi.
-Puoi aprire gli occhi, l'ho tolta- dice poi Brus.
-Non ti credo, non ti ho sentito-
-E io cosa ti avevo detto? Dai apri gli occhi-
Apro gli occhi e vedo la benda fra le sue mani. Mi alzo e vado allo specchio per controllarmi. Non avevo né cicatrici né segni di bernoccoli. Avevo paura che avendo i capelli chiari si sarebbe visto qualcosa e invece rimango sorpresa nel vedere che non è rimasto niente. Provo a toccarmi il punto in cui avevo sbattuto la testa e non sento dolore.
-Brus non mi fa male, non mi fa male!- gli grido con un sorriso enorme stampato in faccia.
-Ci credo che non ti faccia male, hai tenuto la benda il doppio del tempo raccomandato- dice lui
-Come mai tutta questa apprensione per un bernoccolo?- chiede Emily
-Beh sai, è una principessina viziata, non è abituata a farsi i graffi- scherza Brus.
-Ah, Ah, Ah, molto spiritoso! Com'è che fino a pochi giorni fa mi facevi il muso se non eri tu a curarmi le ferite?- dico incrociando le braccia.
-Coosa? Io...io non faccio il muso!- dice lui sbalordito.
-Ah no? La prossima volta ti registro, sembri un gatto in preda alla depressione!-
-Brutta piccola insolente, se io sono un gatto in preda alla depressione, tu sei una lucertola sbiadita!-
-Cosa sarei io?-
Stavamo urlando. Alla fine abbiamo creato una specie di conversazione in cui le nostre voci sono sovrapposte l'una all'altra, e le nostre mani gesticolano esageratamente le nostre teorie sulla somiglianza agli animali più strani. Il bello è che non stiamo litigando, tutto il contrario. Eppure c'è una Emily che sta alzando mani e occhi al cielo e lascia la stanza con un'espressione da "Dio-aiutami-a-sopportarli-ti-supplico". Quella sua espressione ci fa smettere di "litigare" e ci fa ridere.
Sto bene. Finalmente posso ridere, scherzare, imparare cose nuove senza avere responsabilità e soprattutto senza un  padre che critica ogni mia mossa.
Raggiungiamo Emily nella cucina subito dopo.
-Che ne dite andiamo fuori a fare due passi?- propone Brus.
-Come mai questa voglia improvvisa del mondo esterno?- chiedo io.
-Non so, oggi c'è un bel sole fuori, mi sembra la giornata giusta per fare una passeggiata- 
-Ma si dai- dice tutta contenta Emily. -Ne approfitto anche per farvi vedere dei posti che non avete ancora visto- continua poi.
Brus e Emily si scambiano uno sguardo contento, poi guardano me come in attesa di una risposta.
-E va bene, vada per la passeggiata romantica!!- dico sbuffando scherzosamente.
Non riesco nemmeno a finire la frase che mi ritrovo alla porta spinta da un Brus e una Emily un po' troppo entusiasti. Sarà una giornata molto, ma molto lunga a quanto pare.

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Capitolo 11
*** Strane idee ***


Nonostante ci siano molta povertà e fango, fango ovunque, qui la vegetazione cresce bene. In ogni via trovi sempre dei fiori, di colori diversi da quelli precedenti. Emily ci sta facendo vedere tante cose nuove e questo posto mi piace sempre di più, anche per la semplicità che ha.
Qui i bambini giocano per strada, non stanno seduti composti con uno sguardo da "persona matura". Le donne, quando parlano tra loro, parlano della famiglia e dei figli, e non degli affari e dei soldi. E' un mondo completamente diverso, e sinceramente mi piace molto di più, anche se preferirei che non fosse così povero. Devo assolutamente risolvere questo problema, e l'unico modo per farlo e socializzare di più con mio padre.
-Non ti stai divertendo ?- mi chiede Emily preoccupata.
Stiamo passeggiando per un vialetto e non mi sono resa conto di essere tanto presa dai miei pensieri.
-No no, è tutto molto bello davvero, stavo solo pensando- 
-Non farti travolgere dai pensieri Anny, possono farti bene ma anche male. Pensa a goderti la realtà invece- dice il vecchio saggio Brus.
-Da quando sei diventato così saggio?- chiede Emily.
-Da quando la mia più grande amica mi fa questi sguardi persi e nessuno riesce ad aiutarla- dice lui accarezzandomi.
-Sentite, voi proseguite pure, io devo fare una cosa- dico facendo alcuni passi indietro.
-Veniamo con te- dice Brus.
-No, non preoccuparti, devo farlo da sola-
-Ma io...-
-Non preoccuparti Brus, non mi accadrà niente-
Mi giro e comincio a correre verso la strada che avevamo appena percorso. So che Brus sarà preoccupato finché non sarò di nuovo con lui, ma non volevo più stare lì. In realtà non devo fare niente, solo che ho bisogno di pensare a questa storia della povertà e a come interagire con mio padre e, con la la saggezza esagerata di Brus (manco fosse mio nonno) e la coppia perfetta, proprio non ci riesco. Ho bisogno di allontanarmi un po' da quei due, e con la scusa se ne stanno anche da soli. Magari uno dei due si fa avanti finalmente.
Mentre cammino mi accorgo di non sapere assolutamente dove sono. Non ricordo la strada perché quando l'ho percorsa ero sovrappensiero e ora non so dove andare. Cerco di chiedere a qualcuno ma non ci riesco. E' proprio vero che qui le persone vanno sempre di fretta. Non mi ha calcolata nessuno. Comincio a stufarmi di passare inosservata. Poi mi sento prendere per un braccio e mi giro di scatto.
-Io potrei aiutarti- dice.
E' un uomo, ha la barba nera che percorre tutta la mascella, gli occhi scuri come i capelli e un mantello lungo, abbastanza rovinato e sbiadito. Sembra uno dei personaggi cattivi che c'erano nei miei libri.
-Ehm no grazie, ho risolto- dico togliendo il braccio dalla sua mano.
-Non mi sembra che qualcuno qui ti abbia ascoltata ragazza mia, dai ti voglio solo aiutare, cosa ti serve?-
Ha l'aspetto più tenebroso che abbia mai visto, tuttavia sembra gentile e disponibile. Con Emily è successa la stessa cosa, ho creduto alle apparenze e sono stata ingannata Non voglio fare lo stesso errore.
-Mi servirebbe sapere la strada per tornare in piazza- dico.
-Oh ragazza mia, ma è tanta strada!-
Davvero? non mi è sembrato che fosse tanta. Ma in fondo io ero immersa tra i miei pensieri quindi cosa potevo saperne.
-Vieni con me, prendiamo il mio carretto e ti accompagno io- prosegue poi.
-Beh ecco, io non so..-
-Su vieni, è qui vicino, ci mettiamo pochissimo- dice tirandomi per la mano.
Non ero sicura di andare. Non volevo dubitare di lui ma non mi sentivo sicura.
-Lasci l'accompagno io-
Una voce dietro di noi si intromette. Mi giro ed è lui, Rayan. Si avvicina a noi e sfila la mia mano dalla presa dell'uomo.
-E tu chi sei?- chiede infastidito quest'ultimo.
-Sono il suo ragazzo- dice con un sorriso spavaldo mentre io arrossisco e lo guardo stupita, -la ringrazio per la gentilezza ma ora ci penso io a lei- aggiunge poi.
L'uomo lo guarda dalla testa ai piedi con un'aria corrucciata, poi si rivolge a me.
-A presto signorina, quando avrà di nuovo bisogno venga pure da me- dice sorridendo, poi va via.
Appena l'uomo scompare Rayan si volta verso di me.
-Ti chiedo scusa, sai per la cosa del ragazzo. Avrei voluto dire fratello ma così non se ne sarebbe andato-
-Ma non capisco, voleva aiutarmi- dico confusa.
-E' un uomo pericoloso Anny, non voleva aiutarti, ti stava ingannando, è famoso per questo. Si aggira indisturbato per il villaggio, quasi come se fosse un fantasma e inganna le persone che sanno poco sulle strade di qui-
-Oh....e io che pensavo fosse una brava persona-
-Sai, la prossima volta che ci incontriamo preferirei non fossi di nuovo in pericolo- dice scherzano.
-Lo spero anche io-
Ridiamo.
-Ti sei persa ? Hai bisogno di aiuto?- chiede poi.
-Ehm si, non ricordo la strada per tornare in piazza-
-Vieni, ti accompagno io-
Ci incamminiamo verso la così tanto desiderata piazza. Mentre camminiamo Rayan nota che non ho la benda e gli racconto l'esilarante scena in cui me l'hanno tolta.
-Hai aspettato addirittura quattro giorni?- chiede ridendo.
-Beh si, volevo essere sicura, ma grazie a  te ora sono in ottima forma- dico imbarazzata.
-Non potevo mica lasciarti lì, ti pare?-
Arriviamo presto in piazza, altro che tanta strada! Rayan mi ha salvata ancora una volta. Guardando meglio noto che ci sono anche Brus e Emily in fondo che parlano. Sembrano tranquilli, mi fa piacere che non siano preoccupati per me. Poi mi viene un dubbio.
-Rayan, ci sono altre strade per venire qui in piazza?-
-Si perché?- chiede lui.
-No, mi chiedevo come hanno fatto ad arrivare prima di noi, tutto qui-
Rayan inizialmente non capisce, poi si guarda intorno e riconosce Brus e Emily e comprende. 
Improvvisamente mi viene un'idea bizzarra, una di quelle idee pazze e strane che potevo avere solo a palazzo.
-Rayan mi aiuteresti a fare una cosa?- chiedo con uno sguardo di chi sta tramando il più grande colpo della storia.
-Si certo, cosa dobbiamo fare?- chiede lui sorridendo. 
Comincio a tirarlo per un braccio.
-Vieni con me-

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Capitolo 12
*** Giusto o sbagliato ? ***


-Hai scritto tutto?- dice Rayan a George.
George è un amico di Rayan ed è stato molto gentile nell'aiutarci. George ama molto scrivere ed è la persona giusta per il nostro caso. Gli abbiamo chiesto di scrivere una lettera d'amore, da parte di Brus per Emily. Ho raccontato a George la loro storia tralasciando tutto ciò che potrebbe riguardare me, come lavorare a palazzo, ed è riuscito a scrivere una lettera stupenda e davvero credibile. Sembra l'abbia scritta realmente Brus. 
-Puoi farmi un ultimo favore?- chiedo a George.
-Si, dimmi pure- risponde mentre imbusta la lettera.
-Devi andare in piazza da lui e dirgli che ho incontrato Rayan per strada e sono andata a fare una passeggiata con lui-
-E come faccio a riconoscerlo?-
-E' un uomo nella media, capelli neri e occhi grigi e ha una lieve ricrescita della barba. E' insieme ad una donna dai capelli castani e mossi, un sorriso troppo largo e si guardano come se non ci fosse un domani, ma subito dopo si imbarazzano e guardano altrove-
Sia Rayan che George mi fissano con uno sguardo allibito e pieno di stupore.
-Che c'è?Sono cose che si notano!- cerco di giustificarmi.
-E se mi chiede come faccio a conoscerti cosa rispondo?- chiede George.
-Digli che sei mio amico, che eravamo insieme quando abbiamo incontrato Anny, che poi dovevi tornare indietro e ,poco prima di lasciarci, Anny ti ha chiesto di trovarlo e di dirgli che sarebbe rimasta con me- risponde Rayan.
Ha avuto davvero una bella idea.
-Ok, sarà fatto- ci rassicura George.
Ringraziamo George per l'enorme aiuto che ci ha dato, poi corriamo verso casa mia.Prima di arrivare ci fermiamo a prendere dei fiori e poi ripartiamo. Per fortuna Brus e Emily non sono tornati a casa. Penso che siano in piazza ad aspettare me. Meglio così.
Poggio la lettera sul letto di Emily mentre Rayan sgretola nelle mani i fiori facendo cadere i petali tutti lì intorno. Ci guardiamo intorno per vedere se abbiamo lasciato nostre tracce , poi andiamo in camera mia e aspettiamo che George faccia il resto. Rimaniamo seduti sul pavimento aspettando che Brus e Emily ci raggiungano.
-Non so se è una buona idea- dico.
Comincio a pentirmene. E se non va bene e finisco per allontanarli? Se ho letto male i messaggi e invece non è amore il loro? Brus potrebbe arrabbiarsi molto e rovinerei la nostra amicizia.
-No, non posso farlo- dico alzandomi.
Proprio mentre cerco di alzarmi, Rayan mi blocca tenendomi la mano, e mi fa risedere.
-Non farlo- dice lui.
-E se va male?- sono molto nervosa.
-Andrà bene, fidati- mi rassicura.
-Come fai a dirlo?-
-Perché li ho notati anche io. Ho notato come si guardano, come si toccano, come possono trasformare  uno sguardo in una promessa, dove entrambi dicono "io ci sono", senza neppure parlare-
Non posso fare a meno che guardarlo con stupore. Era davvero un ragazzo emotivo, gentile affettuoso e mi stupiva sempre di più. Non riesco a dire niente. Perché in fondo cosa c'è da dire in situazioni come queste? Nessuna risposta  è abbastanza adeguata. Mi limito a guardarlo mentre pronuncia quelle parole e guarda un punto fisso davanti a sé. E' davvero un ragazzo speciale, ora più che mai sono felice di averlo incontrato.
-Quindi non preoccuparti, sono sicuro che andrà bene, deve andare bene!- prosegue poi voltandosi per guardarmi.
L'unica cosa che posso fare e sorridergli.
Poi un rumore ci spaventa. Era la porta che si stava aprendo. Ci allunghiamo verso la porta per ascoltare cosa succede e rimaniamo lì, col fiato sospeso.
L'attesa era finita.

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Capitolo 13
*** Soddisfazioni ***


-Non farti vedere, non devono sapere che siamo qui- mi sussurra nell'orecchio Rayan.
Li sentiamo entrare e chiudere la porta. Poi Emily si dirige in camera sua mentre Brus rimane in cucina. Siamo costretti ad arretrare e nasconderci dietro la sporgenza della porta per non farci vedere, mentre Emily passa di lì per  raggiungere camera sua.
Avevo previsto tutto. Brus sarebbe rimasto in cucina, quando torna a casa non va mai nelle altre stanze, mentre Emily....beh lei invece ha l'abitudine opposta: quando torna a casa passa sempre in camera sua, ma non so cosa faccia di preciso.
Io e Rayan ci sporgiamo di nuovo dalla porta per ascoltare, dato che da lì non si vede niente. Si sente la busta che viene aperta e poi il silenzio.
-La suspance mi sta uccidendo- sussurro molto piano a Rayan.
-E' quasi finita, sono solo minuti-
-Ho paura-
-Ci sono io qui con te-
Poggia la sua mano sulla mia, abbandonata al pavimento. Almeno riesce a calmarmi.
Poi sentiamo Emily muoversi e uscire dalla stanza, sicuramente per andare in cucina. Ci rimettiamo dietro la porta. E' un incubo: tra la suspance e questo via vai che potrebbe farci scoprire, sono davvero al limite. 
Non appena Emily supera camera mia, ci sporgiamo di nuovo per ascoltare. Si sente perfettamente la loro conversazione da qui.
-Brus, ti posso parlare?-
-Si certo- dice lui.
Si sentono delle sedie che vengono spostate. Si stanno sedendo quindi.
-E' vero?- chiede lei.
-Cosa?-
-Quello che provi per me? Ho bisogno di sapere se è vero-
Brus non risponde. Se solo potessi vedere la sua faccia riuscirei leggerglielo in faccia se è vero o no!
-Perché se è vero io ne morirei. Ti ho qui da settimane e ho sempre creduto che tu non provassi niente e me ne sono stata in disparte e ora...ora ho bisogno di sapere se provi quello che provo io e...-
E...?? E...? Perché non continua? Si è sentita una sedia spostarsi e poi il silenzio. Cosa succede? Brus si è alzato? Oppure si è alzata lei? Poi eccolo! Lo schiocco di un bacio. Mi giro verso Rayan con un sorriso "alla Emily" in faccia e lo abbraccio di scatto. Rimaniamo lì, abbracciati per la vittoria, la gioia e la soddisfazione di aver unito due persone. Poi mi sussurra all'orecchio:
-Meglio lasciarli soli ora. Il nostro lavoro qui è finito-
Ha ragione. Ha sempre avuto ragione. Alla fine è andata bene, Emily si è fatta avanti e non ha neppure menzionato la lettera.
Ci avviciniamo alla finestra senza fare rumore e usciamo da lì. Per fortuna siamo al piano terra.
-E ora cosa facciamo?- chiedo.
-Beh...non saprei. Cosa ti piacerebbe fare?-
-Non so...sei tu quello che conosce tutto di qui. Portami dove pensi ci si possa divertire-
-Bene- dice con uno sguardo presuntuoso.
Poi mi prende per mano e mi trascina con se.

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Capitolo 14
*** Una nuova esperienza ***


-Un carretto?- chiedo a Rayan.
-Si, andremo con questo. Ci vuole un'ora per arrivare- risponde lui.
Mi chiedo dove mi voglia portare. Prepara il cavallo di fretta e furia e mi aiuta a salire. E' così agitato. Muore dalla voglia di portarmi in quel posto, ma che tipo di posto? E' un'ora di viaggio,davvero lontano..mi chiedo  dove mi porterà.
-Maaa.....dove si va?- chiedo.
-E' una sorpresa!- mi dice con quel sorriso furbetto mentre sale accanto a me.
Mi fa ridere il fatto che sia così agitato, per lui deve essere un posto davvero bello. Tuttavia non mi piacciono le sorprese. Dopo "l'accaduto" non mi sono mai piaciute, le odio, ma evito di dirglielo per non guastargli la festa. E poi è uno spasso vederlo così.
Partiamo subito dopo lo schiocco delle cinghie legate al cavallo. Non sono mai salita su un carretto. E' bello, rilassante e....semplice.
-Non è il massimo per portare in giro una ragazza però almeno è veloce- dice con lo stesso sorriso.
-Beh dai non è male, soprattutto l'odore floreale del cavallo- scherzo.
-Ti piace? E' gelsomino- dice voltandosi.
Rido. Finalmente qualcuno che capisce le mie battute e con cui si può scherzare. E' proprio questo che non avevo al castello. Avevo di tutto: abiti costosi, numerose stanze solo per me, cibo in quantità e molte altre cose, ma non avevo l'umorismo. Brus è divertente si, o almeno ci prova, ma lui è più come un angelo custode. Non puoi di certo dire a un angelo una barzelletta e aspettarti che si pieghi in due dalle risate. Non è un ingranaggio che va a genio.
Durante il viaggio non parliamo molto. Ogni tanto notiamo qualcosa di bello come dei fiori rari o una sfumatura nel cielo e la commentiamo con apprezzamenti e carinerie, finché non la paragoniamo a qualcosa di divertente finendo per ridere come due scemi.
Poi ci fermiamo.
-Ho bisogno che tu tenga questa- dice alzando una benda nera.
-Una benda? Per cosa?-
-Vorrei che la tenessi sugli occhi, così avrà maggior effetto la sorpresa-.
Decisamente non mi piacevano le sorprese. Non mi piace il nero, non mi piace la suspance, non mi piacciono le sorprese. Vorrei dirglielo ma finirei per rattristarlo e rovinargli la festa. Se mi chiede di aspettarlo mentre lui va avanti, a quel punto glielo dico. Al momento facciamo buon viso a cattivo gioco.
-Ok, fa pure- dico voltandomi.
Mi lega la benda sugli occhi e poi il buio. Rayan risale sul cavallo e riparte. Non vedo niente e l'ansia comincia a crescere. Cerco di non darlo a vedere, ogni tanto faccio anche un sorriso nel caso Rayan si giri a guardarmi. Prima o poi devo affrontare le mie paure e lasciarmele alle spalle.
-Siamo arrivati- dice mentre sento il carretto rallentare.
-Posso toglierla ora?- dico impaziente, più per la paura che per vedere il posto in cui mi trovo.
-Un passo alla volta Anny. Cominciamo col farti scendere-
Sento i suoi passi, fanno un rumore strano, sembrano tanti piccoli scricchiolii. Vetri? Pietre? Beh avrebbe più senso se fossero pietre.
-Come faccio a capire dove sei e dove devo aggrapparmi?- dico allungando le mani nel vuoto.
-Sta calma Anny, ti prendo io- dice ridendo.
Ho capito che mi prende lui ma devo comunque sapere dove appoggiarmi. Penso di essere abbastanza comica in questo momento: una ragazza bendata con una faccia da manicomio che sbraccia nel vuoto.
Poi lo sento vicino a me. Una mano mi prende le gambe e l'altra mi tiene per la vita. In meno di un secondo sono in braccio a lui. Metto una mano intorno al suo collo per tenermi e con l'altra mi tengo alla sua maglia. Pensavo mi avrebbe messo subito in terra invece continua a camminare reggendomi. E' una sensazione bella quella che provo, non credo di averla mai provata.
-Nessuno mi ha mai presa in braccio-
CHE CAVOLO HO DETTO? Ho di nuovo pensato a voce alta. Dannazione! Ok, penso che se mi chieda il perché stavolta non reggerò. Gli confesserò che ho un padre che è un re scorbutico e insensibile e che mia madre non ha mai avuto il tempo di prendermi in braccio.
Si è girato a guardarmi, lo sento. Lo sento perché ho il suo respiro sulla fronte.
-Beh, c'è sempre una prima volta!- dice poi.
Sollievo, gratitudine e adorazione. E' questo quello che provo per lui in questo momento.  Mi stavo sgretolando nelle sue mani e mi ha salvata, ancora.
Poi si ferma e mi mette giù, mi viene dietro e mi leva la benda.
Oh mio Dio.
-Ne è valsa la pena?- mi sussurra nell'orecchio.
-Ne è valsa la pena!-

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Capitolo 15
*** Mare, mare, mare! ***


Sono al mare ! Mi ha portata al mare! Non credo ai miei occhi. Non ero mai stata al mare e mai avrei pensato di andarci. Non faccio che osservarlo, così immenso, luminoso e instancabile. E' così bello e misterioso, e poi l'aria...qui l'aria sa di sale; penso che non mi stancherò mai di sentire questo odore.
-Ti piace?- mi chiede Rayan ancora dietro di me.
Non rispondo, sono talmente presa da quell'immagine perfetta che non riesco quasi a sentirlo.
-So che non è il posto divertente che volevi ma...-
-No, è perfetto!- mi giro di scatto interrompendolo.
-Bene, allora vieni-
Mi prende per mano e mi porta più vicino. Man mano che ci avviciniamo le pietre diminuiscono e incontriamo una grande distesa di sabbia.
-Ci sei mai venuta- 
-In realtà no- dico dispiaciuta.
-Un'altra prima volta allora!-
Ogni volta che dico qualcosa con tono dispiaciuto riesce sempre a farmi tornare il sorriso. Fin ora solo Brus ci riusciva.
Arriviamo fino alla  riva, poi si gira verso di me.
-Che ne dici di fare un bagno?- dice tutto entusiasta.
-Un bagno?? Ma, ma..non abbiamo il costume-
-Costume? Non ne ho uno da quando avevo 8 anni- dice.
E' vero. Qui le persone non hanno una grande disponibilità economica, come ho potuto pensare che siano ben assortiti di costumi?
-Neanche io- la butto lì.
-Tranquilla, nessuno sarà denudato- dice ridendo.
Fa ridere anche me, anche se sono leggermente imbarazzata.
Si avvicina ancora un po' e comincia a sfilarmi lentamente il vestito a fiori che indosso. Alzo le braccia per facilitargli il compito. Lascia cadere il vestito sulla sabbia. Rimango con il reggiseno e con le mutandine. Avrei voluto mettere una sottoveste ma Brus mi ha impedito di portarle con me alla nostra partenza. Per fortuna il mio intimo è nero quindi a contatto con l'acqua non si vedrà niente. 
Siamo qui, a guardarci negli occhi, così vicini. Suppongo che la mia faccia sia rossa come un pomodoro, sono così imbarazzata in questo momento. Cerco di non guardare il mio stesso corpo per non arrossire di più, e guardo Rayan. Si sfila anche lui la maglietta e rimane con i pantaloni. Mi prende per mano e ci avviciniamo ancora di più al mare, finché i nostri piedi non sono nell'acqua. E' davvero fredda.
Si gira ancora una volta verso di me.
-Sei pronta?- mi chiede.
E giuro, non so a cosa si riferisca.
-Si-
Mi prende in braccio, mi guarda e io non so cosa voglia fare.
 Mi butta in acqua. Nel momento in cui sarebbe potuto succedere di tutto, sono finita con l'essere buttata in mare come una patata in una padella.Se l'acqua era fredda solo toccandola con i piedi, ora che ci sono dentro completamente è gelida!  Per mia fortuna ci tocco altrimenti sarei annegata.
Risalgo a galla e appena apro gli occhi lui si è appena buttato in acqua accanto a me. Il suo tuffo ha provocato un'onda che mi è arrivata dritta in faccia.
Passiamo il pomeriggio così: a fare tuffi, a schizzarci con i piedi sulla riva, a fare scherzi da sotto l'acqua, a fare disegni sulla sabbia. 
Verso il pomeriggio tardi, ci sediamo sulla sabbia e aspettiamo il tramonto.
-Davvero non ci sei mai stata?-mi chiede poi.
-No, tu si?-
-Mi ci portava sempre mia madre-
-Adesso non lo fa più?-
-E' morta- 
Rimango sconvolta. Un ragazzo così fantastico è stato privato della madre. Non me la sento di chiedergli particolari, ho paura di ferirlo. Poi mi rileva lui alcune cose.
-E' successo tipo...dieci, undici anni fa..c'è stato un grande incendio nel villaggio e hanno perso la vita in molti. Non so se nel tuo villaggio ne hanno parlato-
Come avrei voluto dirgli che sapevo benissimo dell'incendio di cui parlava, perché io ero lì. Eravamo lì io e mia madre, venivamo spesso a villaggio. Poi dal nulla ecco che arrivavano gente che urlava e correva via. Alziamo lo sguardo e il cielo non era più azzurro, era nero. Ricordo mia madre prendermi per mano e portarmi ai confini del villaggio e dirmi di aspettarla lì. Non è più tornata. E' per questo che odio il nero, la suspance e le sorprese.
-Anche mia madre se n'è andata a causa dell'incendio-
Non ne avevo mai parlato prima. Da quando la mamma se n'è andata non ne ho mai voluto parlare; per indicare il periodo ero solita dire "prima dell'accaduto" o "dopo l'accaduto. Non so perché mi sia uscito di bocca proprio ora. Forse perché Rayan mi somiglia, molto.
-Ma...se vieni da un'altro villaggio cosa ci faceva tua madre qui?-
Cavolo! Ma sono proprio scema!!
-Ehm..ci eravamo trasferiti, poi è successo e...non volevamo più stare qui-
-Oh, capisco- dice.
-Tu, tuo padre e le tue sorelle dovevate stare proprio male-
-Io e le mie sorelle si, siamo stati male per anni. Mio padre se n'è andato dopo la mia nascita. Non ci sopportava più-
Ma è terribile. In confronto a lui io sono davvero fortunata. Mi dispiace che abbia dovuto passare tutto questo.
-Tuo padre invece?- mi chiede poi.
-Beh, mio padre da quando la mamma se n'è andata è diventato un'uomo insopportabile. Non mi considera più come sua figlia-
-Dev'essere dura- dice.
-Beh ho imparato a non farci caso, poi ho la compagnia di Brus che mi tira su il morale- dico sorridendo.
-A proposito di Brus, forse è meglio tornare! Penso che siano stati fin troppo da soli quei due- dice alzandosi.
-Ohh, non vogliooo- dico sdraiandomi e mettendomi le braccia sugli occhi.
-Dai pigrona, prometto di riportartici...se mi prometti di non rischiare la vita ancora una volta- dice ridendo.
-Ah, ah, ah...divertente-
-Ridi, ridi pure, intanto se non c'ero io, il mare non lo avresti mica visto-
Ci alziamo, ci rivestiamo e torniamo al carretto. Stavolta il viaggio lo passiamo a parlare, a ridere e a scherzare.
Mi sentivo come se avessi tolto dalle spalle un peso enorme, che tenevo da undici anni. 
Volevo ridere, e lui me lo rendeva possibile.

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Capitolo 16
*** Grazie! ***



Arriviamo al villaggio appena fa buio. Rimettiamo il carretto a posto poi Rayan mi accompagna a casa. Avevo insistito perché non lo facesse ma ha preferito così. Mentre camminiamo immaginiamo come avremmo trovato Brus e Emily. Rayan ritiene di trovarli a letto insieme. Io non ci voglio neanche pensare a Brus che fa certe cose. Bleh. Io sostengo invece di trovarli a sbaciucchiarsi di continuo. Doppio bleh.
-Grazie....per oggi intendo- dice poi all'improvviso.
Perché dovrebbe ringraziarmi. Ci siamo divertiti, proprio come farebbero due amici. 
-Perché mi ringrazi?-
-Perché sei la prima che non mi ha ancora abbandonato-
Gli lancio uno sguardo per fargli capire di dirmi di più e mi accontenta.
-Non ho mai avuto un amico vero, di quelli che rimangono. Sei la prima vera amica che ho-
Mi dispiace anche per questo. Rayan ha avuto un passato difficile, anche più del mio, e ora scopro che non aveva nemmeno un amico a sostenerlo.
-Una prima volta, eh?-
-Che fai, ora mi copi anche le battute?- dice ridendo.
Non volevo scherzare su questo, ma volevo tirargli su il morale, perciò ho rischiato ed è andata bene.
-Sono io che devo ringraziare te. Mi sono divertita tanto e poi il mare è così....bello. Sul serio, grazie-
Mi sorride mentre camminiamo. Sono felice di averlo conosciuto. Sarebbe potuto essere un periodo triste per me, per via di Brus ed Emily, ma con lui è tutto bello. La cosa più bella che abbia fatto per me non è stata salvarmi la vita, ma renderla migliore.
Quando arriviamo alla porta, ci guardiamo prima di scoprire chi dei due vincerà la scommessa sulla coppia. Apriamo e....giuro, non ci capisco più niente. Emily cucina mentre Brus sta accendendo il fuoco per scaldare l'arai. Io e Rayan rimaniamo lì come due scemi allibiti perché nessuno dei due ci ha azzeccato. Non sembrano una coppia, tutt'altro. Cosa era successo? Avevano scoperto della lettera? L'ansia comincia a crescere di nuovo. Poi Brus ci raggiunge.
-Io e te dobbiamo fare un bel discorsetto signorina. L'ultima volta mi avevi promesso di non stare più a lungo fuori casa e invece cosa hai appena fatto? Ti rendi conto che non ti vedo da stamattina? Te ne sei andata dicendo che dovevi fare una cosa urgente e ti vedo tornare tipo sette ore dopo, e in sua compagnia. E' la seconda volta che succede!-
Nonostante mi stesse sgridando io pensavo ancora a cosa poteva essere successo questo pomeriggio tra quei due.
-E ora vai in camera tua!- prosegue Brus.
Continuo ad alternare lo sguardo tra Brus e Emily per osservarli meglio ma sembrano così..."normali". 
Dico un leggero -Si, vado- e mi incammino lentamente mentre continuo a guardare quei due. Arrivata alla porta del corridoio mi volto verso Rayan e alzando le spalle gli mimo con la bocca "ma cosa è successo". In risposta ottengo un'alzata di spalle seguita dalla sua testa che va prima a destra e poi a sinistra in segno di "non ne ho idea", riesco a vederlo poco prima che Brus lo salutasse e chiudesse la porta.
Quando vado in camera mia mi sdraio sul letto e solo allora mi accorgo di quanto sia stanca. E' stata una bella giornata, ma mi ha ridotta ad  un vegetale!
Poco dopo arriva Emily.
-Non è davvero arrabbiato, lo sai- dice.
-Si lo so, vorrei solo potermi divertire un po' senza preoccuparmi se quando tornerò darà di matto oppure no-
-Magari ci parlo un po', così si calma, va bene ?-
-Grazie, mi faresti un favore-
-No, grazie a te-
-Cosa?-
-Non fingere di non sapere. Guarda che io so della lettera, l'ho capito-
Oh, cavolo! Come fa a saperlo? Io e Rayan non abbiamo parlato e George neppure, spero,Rayan mi ha assicurato che  è un tipo affidabile.
-Quale lettera? Di che parli?- fingo.
-Anastasia ho detto di non fingere! Guarda che non sono arrabbiata con te anzi, apprezzo il tuo gesto. Mi hai fatto capire che dovevo farmi avanti. Tu conosci meglio di tutti Brus e se ci volevi unire significa che hai visto in lui quello che vedi anche in me. Perciò grazie, davvero-
-Ma quando sono tornata sembravate così distaccati..-
-Beh sai.....ci siamo coccolati tutto il pomeriggio. Non volevamo che ci vedessi in quel modo- dice attorcigliandosi le dita come un'adolescente.
-No infatti!- dico facendo una faccia schifata.
Ride.
-Quindi....non lo hai detto a Brus, vero?- proseguo poi.
-No, puoi stare tranquilla. Sarà il nostro piccolo segreto- Mi mette alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio e poi va via.
Quindi la lettera ha funzionato, e alla grande anche. Certo, siamo stati scoperti ma ha funzionato. Non avrei mai creduto che Emily fosse così sveglia, e poi non lo ha detto a Brus. Gliene sono davvero grata per questo.
Mi sdraio e continuo a pensare alla mia giornata: al mare, le onde, le risate, tutti quei grazie, la lettera...e senza neanche accorgermene sono persa nei miei sogni.

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Capitolo 17
*** Sole, fiori e Rayan! ***


Il sole che entra dalla finestra mi sveglia. Per un attimo ricordo di come dormivo a palazzo. Anche lì mi svegliava il sole, oppure un Brus che insisteva nel fare lezioni di galateo a cui stavo facendo tardi. Ma qui le cose non sono come  a palazzo: il sole è l'unica cosa chiara e luminosa in questa casa.
Un'altra cosa diversa da palazzo è Brus. A palazzo avevo un Brus super pettinato, gellato, aggiustato e ordinato; ora ho un Brus dalle mani lunghe che cerca di slinguazzarsi con la sua ragazza in cucina, ed è l'ultima cosa che vorrei vedere quando arrivo in cucina. Davvero non li sopporto più. Ogni mattina li trovo in questo stato, a farsi carezze, bacini e complimenti, e ,nonostante cerco di attirare l'attenzione, non mi guardano nemmeno. Ho perfino lanciato un piatto che si è disintegrato contro la parete per farmi notare, ma loro continuavano con le loro effusioni. L'unica cosa positiva della loro storia è che Brus sta allentando la sua presa protettiva. Se torno tardi a casa lui ormai non dice più nulla. Credo che non si accorga neanche se io sia fuori o meno. 
 Non riesco a stare a casa per più di dieci minuti, così me ne vado sempre in giro per il villaggio. Quasi ogni giorno ormai mi capita di incontrare Rayan quando esco e finiamo per passare la giornata insieme. La sua compagnia mi rende felice, e mi permette anche di non pensare a quei due. Mi porta sempre il luoghi strani o divertenti e ridiamo un sacco. Dopo il mare, mi ha fatto visitare alcune rovine, poi mi ha portata a conoscere la sua famiglia (davvero molto carina devo dire), e infine altre vie del villaggio che non avevo ancora visitato. Ogni giorno mi avvicino sempre di più a lui, e sento che anche lui si sta avvicinando a me.
-Dove mi porti oggi?- chiedo mentre Rayan mi trascina per la mano.
-E' una sorpresa!-
-Ci sarà mai un giorno in cui mi dirai subito le cose senza sorprese?- dico sarcastica.
-Non penso, abituati- dice ridendo.
Non stiamo camminando, abbiamo un passo così accelerato che quasi corriamo. Mi deve trascinare per la mano perché non reggo il passo di quelle sue gambe lunghe.
-Non ho una benda quindi chiudi gli occhi- dice poi fermandosi.
-Ok...fatto-
Sento che si avvicina a me e mi sussurra nell'orecchio.
-Prometti che non li apri finché non te lo dico io-
-..promesso- dico sospirando.
Si aggrappa alle mie spalle e mi spinge lentamente guidandomi verso questo posto misterioso. Dopo un paio di minuti ci fermiamo.
-Aprili Anny- dice poi.
Apro gli occhi e non credo a quello che vedo. Una vastissima collina rivestita interamente di fiori. Ci sono papaveri, le barbe di Giove e i fiori dentellari della cascata del geranio, quindi il risultato è una lunga distesa di rosso, viola e rosa che si fondono e creano questo effetto magnifico. Avrei voluto dire i nomi ad alta voce ma non penso che al villaggio insegnino i nomi di fiori così rari e difficili, così li tengo per me. I papaveri sono i più lunghi ma anche il gambo degli altri fiori non scherza. L'erba è anch'essa alta quindi dal ginocchio in giù le gambe non si vedono.
-Ti piace? Quando io e le mie sorelle eravamo piccoli venivamo qui a giocare, più che altro a nascondino, se ti sdrai nessuno può vederti- dice prendendomi per mano e portandomi lì dentro.
-Deve essere stupendo giocare a nascondino qui- dico raccogliendo un papavero.
-Vuoi provare?-
-Cosa?Ma siamo grandi..-
-Non si è mai troppo grandi per nascondino!- dice voltandomi.
-Adesso conta..vediamo..fino a 20 e io mi nascondo, poi vieni a cercarmi- continua poi.
Alzo gli occhi al cielo e conto. 
1..2..
Vorrei sapere dove si è nascosto, la collina è enorme..mi chiedo se riuscirò mai a trovarlo.
7..8..
Voglio stendermi su questi fiori, mi stanno letteralmente chiamando .Perché proprio io devo contare, se fosse toccato a lui contare a quest'ora sarei distesa a coccolarmi tra i fiori.
13..14..
Sono anni che non gioco a nascondino. Un momento: quali erano le regole? Ma c'erano le regole a nascondino?
19..20.
La caccia è aperta.

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Capitolo 18
*** Nel vuoto più assoluto ***


Cammino tra l'erba e i fiori alti alla ricerca di Rayan. Sposto i cespugli più alti, mi guardo intorno...mi alzo perfino in punta di piedi per riuscire a vederlo ma niente, non si vede nemmeno l'ombra di Rayan. L'erba è alta, si, ma non abbastanza da poter nascondere un ragazzo alto un metro e ottanta.
-Rayaaan, dove ti nascondi?- chiedo mentre continuo a camminare lentamente.
Non mi risponde. Certo, se avesse risposto lo avrei trovato. In effetti la mia domanda era inappropriata ma era giusto per dire qualcosa mentre lo cercavo.
Ha detto che veniva qui quando era piccolo quindi deve conoscere i nascondigli più efficaci. Comincio a pensare che non lo troverò mai quel benedetto ragazzo.
Poi sento un rumore alla mia destra. Mi giro da quel lato e continuo a guardare con precisione  in quella direzione per vedere se scorgo qualche ciocca bionda.
Continuo a guardare...continuo a guardare...continuo a guardare...
-CENTO PER MEE!-
Rayan sbuca dietro le mie spalle facendomi sobbalzare. Mi butta per terra e comincia a farmi il solletico.
-Sono io il più bravo, sono io il più bravo- dice cantando come un bambino che si vanta.
Avrei voluto rispondere che toccava a me stavolta nascondermi ma le risate me lo impedivano. Non smette più di farmi il solletico e io sembro una matta che ride a squarcia gola e si dimena sotto di lui. Cerco di scacciarlo con le mani ma è tutto inutile: mi prende per i polsi e li pianta per terra ai lati della mia testa. Mi ha completamente bloccata e questo ci fa ridere ancora.
Continuiamo a ridere finché non mi accorgo della vicinanza esagerata dei nostri visi. Smetto di ridere e non mi riesce neanche di sorridere. Non so cosa mi stia succedendo, non riesco a dire niente, né a muovermi; l'unica cosa che riesco a fare e guardare i suoi occhi, tutto a un tratto ne sono come ipnotizzata.
Suppongo che anche lui si sia accorto della nostra vicinanza perché  comincia ad essere serio e a guardarmi fisso negli occhi proprio come faccio io. Ci fissiamo negli occhi l'un l'altro e mi sembra che ogni secondo che passa siamo sempre più vicini.
Poi realizzo. 
'Oh mio Dio' penso. Ci siamo, mi sta per..per baciare. Nei libri della mamma la descrizione del primo bacio era più o meno come la nostra situazione. 
Ho paura, non ho mai baciato nessuno prima d'ora, non so come si fa. E se si accorge che non so baciare e non gli piace? O se sbaglio qualcosa e rischio di offenderlo? (anche se no so come potrei farlo in effetti). Non voglio rovinare tutto. 
Una parte di me vorrebbe scappare,andare molto lontano da lui senza voltarmi indietro.  L'altra parte di me invece è quella che mi tiene ancora giù, sotto di lui, e attende quel bacio con impazienza.
Dai suoi occhi il mio sguardo passa alle sue labbra, sempre più vicine. Anche i suoi occhi si posano sulle mie labbra.
 A pochi millimetri dalla mia bocca si ferma e mi guarda fisso negli occhi.
'E ora perché diavolo si è fermato?' penso.
Continuando a guardarmi fisso negli occhi, allenta la presa sui miei polsi, lasciandomeli liberi. Cosa vuol dire quel gesto? MI sta dando l'opportunità di scappare? Vuole ripensarci?
Ci penso e probabilmente vuole semplicemente chiedermi il permesso di baciarmi..così chiudo occhi e appena il buio si impossessa della mia vista, non passa neanche un secondo che arriva il bacio, ed è...stupendo.  Non voglio che finisca e infatti Rayan non si stacca da me. Una mia mano finisce sulla sua nuca mentre l'altra gli accarezza delicatamente i capelli. Le sue mani invece mi accarezzano delicatamente le guance. Sapevo che mi stavo avvicinando a Rayan in quest'ultimo periodo e sapevo che anche lui si stava avvicinando a me...ma chi l'avrebbe detto che saremmo arrivati a ciò. E poi non poteva baciarmi in un posto più bello di questo.
Sono al settimo cielo, tutto intorno a me scompare e non sento più l'erba che mi solletica la pelle, il profumo dei fiori o il cinguettio degli uccelli sugli alberi. Non penso più neanche a come si faccia a baciare, lo faccio e basta.
No, non c'è più niente intorno a me, sono nel vuoto più assoluto con la sola presenza di Rayan, e non posso essere che d'accordo con i miei sensi.

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Capitolo 19
*** Amore? ***


Quando arrivo a casa e chiudo la porta, mi poggio con la schiena contro di essa e tiro un lungo sospiro.
'Diamine che giornata' penso. Mi pizzicano leggermente le guance quindi penso siano colorate di rosso.
Sento qualcuno arrivare, dal passo leggero suppongo sia Emily. Non alzo lo sguardo dalle mie scarpe, non voglio che mi veda così imbarazzata o che capisca qualcosa. Emily arriva alla porta, rivolge il suo sguardo a me poi continua a camminare sorpassando la porta e avviandosi per il resto del corridoio.
Per un pelo. Per mia fortuna non si è fermata a farmi qualche domanda.
Poi sento dal fondo del corridoio un "Oh mio Dio". Ecco, mi ha notata, mentre camminava deve aver decifrato il mio aspetto e ha capito. Ormai conosco Emily e so che in queste cose è abbastanza brava, infatti non ha di certo sbagliato nel puntare il dito verso di me alla domanda 'chi ha scritto la famosa lettera?'. 
La sento tornare indietro con un passo più svelto del precedente. Alzo gli occhi al cielo e apro la porta per uscire.
-Ehi ehi ehi, fermati! Dove pensi di andare? Chiudi quella porta e vieni qui- mi dice proprio mentre sono sull'uscio, pronta ad uscire. Non posso fare altro che fermarmi e fare come mi dice, ma molto lentamente: voglio darmi il tempo di farmi passare questo rossore sul viso prima di girarmi.
Quando mi giro verso di lei, Emily si avvicina, mi prende per mano e ci sediamo accanto al tavolo.
-Non abbassare lo sguardo, guardami negli occhi- dice.
Non è arrabbiata, però ha un tono di voce  di chi vuole sapere molto di più. Non posso fare altro che alzare lo sguardo e fare come mi dice.
-Oh mio Dio- agita i piedi e mi picchietta sulle ginocchia, -dimmi cosa hai fatto con quel ragazzo- dice poi.
-Oggi non sono stata con  Rayan- affermo cercando di confonderla.
-Ma io non ho detto il nome del ragazzo-.
Cavolo! Mi sono infilata da sola nella fossa, e adesso come me ne caccio? Sono proprio negata, devo accettare la dura realtà, ovvero che Emily in questo gioco sarà sempre più brava di me.
-Dai, hai l'aria di chi nasconde qualcosa di grosso, e in più sembri i pomodori che vende nonna Gina in piazza- 
-Perché devo essere uguale proprio ai pomodori di Gina?- chiedo confusa.
-Perché quelli di Gina stranamente sono quelli più rossi di tutto il villaggio-
-E come fai a saperlo? Magari c'è qualcuno che li ha più ros..-
-Cosa importa adesso chi ha i pomodori più rossi, dimmi cos'è successo con Rayan oggi!- mi interrompe.
-Beh..-
-Beh??-
-Ecco..ci siamo baciati-
-AHHHHHHH- mette un urlo così acuto che quasi cado dalla sedia.
-E com'è stato? Era il tuo primo bacio vero? Perché Brus mi ha detto che tu non hai mai avuto una storia. Dove vi siete baciati? Quant'è durato? E' piaciuto anche a lui? Ma certo che gli è piaciuto, cosa dico, sei così bella, sarebbe impossibile che non gli piacessero i tuoi baci, no?-
Ecco, la Emily che ho incontrato per la prima volta al villaggio è tornata; così piena di domande, con quei polmoni forti da sostenere venti parole al secondo e...mi fa paura come allora!
-Mi imbarazza parlarne in realtà- dico
-Ohh, andiamo. Sono io, Emily, non sono mica un'estranea. Si fa così tra amiche!- dice entusiasta.
-Beh è stato..bello ma è strano!-
-Cosa è strano?-
-Non so come tradurre ciò che provo, prima quando stavo in sua compagnia ero così felice e solo un suo sfioro mi faceva venire il mal di pancia. Ora queste emozioni si sono triplicate. Penso di essere stitica in sua compagnia-
Ride. Cosa c'è da ridere? Io le sto confessando le mie insicurezze e i miei problemi (se così dovrei chiamarli) e lei ride.
-Oh tesoro, quello che provi non è stitichezza, è amore- dice mettendomi i capelli dietro l'orecchio.
-Amore? Non può essere amore, nei libri della mamma l'amore si manifestava in un altro modo-
-Oh gioia, non ti affidare a ciò che leggi nei libri. L'amore si manifesta sempre in modi e con forme diverse. Magari nelle storie dei tuoi libri avveniva in un modo, ed è più che normale che a te sia capitato in modo differente-
Allora è così, sono innamorata di Rayan. E' strano pensarlo, non mi sono mai innamorata prima d'ora. Mi sembra di aver tolto un peso enorme dalle spalle. 
-Grazie Emily- dico.
Emily mi da sempre consigli, mi protegge e c'è sempre per me. Il minimo che possa fare per lei è ringraziarla.
-Anny ti offendi se ti dico che..per me sei come una figlia?- dice.
-Perchè dovrei offendermi?- chiedo confusa.
-Beh non vorrei che pensi che io voglia prendere il posto di tua madre. Tua madre era meravigliosa, era il mio idolo e non prenderei mai il suo posto. Però vedi.. nei tuoi confronti mi sento come una..mmm..diciamo come una seconda mamma: ho sempre l'istinto di proteggerti, di coccolarti, di darti tutto il mondo pur di renderti felice. Penso che questo sia un po' più che amicizia..-
Non mi aveva affatto offeso, anzi mi rendeva estremamente felice sapere che Emily provava per me queste cose. Così l'abbraccio di scatto e lei ricambia stringendomi forte. 
-Quante emozioni in un solo giorno- dico ridendo.
-Oh si- scioglie l'abbraccio, - ti lascio andare ora, penso che tu voglia stare un po' coi tuoi pensieri- dice poi.
Si alza e si allontana dalla cucina.
Rimango lì, a guardare nel vuoto di fronte a me. Poi sospiro:
-Che cavolo di giornata!-

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Capitolo 20
*** Un nuovo amico ***


-Annyyyyy, vieni un po' qui-
Ero in camera mia a cercare di aggiustare la mia finestra ridotta quasi in cenere, quando Brus mi chiama dalla cucina.
-Arrivo! Dammi solo un minuto- grido a mia volta.
Sto cercando di avvitare una vite ridotta piuttosto male, e non ho neanche gli attrezzi giusti per farlo. Qualsiasi cosa deve dirmi Brus può aspettare un paio di minuti, così la prossima volta sarà lui a dover fare i lavori manuali al posto mio. Pochi secondi dopo la vite si spezza. Cerco di trattenere la rabbia  chiudendo gli occhi e, poiché non posso più lavorare, faccio un sospiro e mi decido ad andare da Brus.
Mi volto e dietro di me trovo Rayan. Sussulto per la paura facendolo ridere.
-Scusa, non volevo spaventarti- dice.
-Cosa ci fai qui?- dico con una mano al petto cercando di calmarmi.
-Ero alla porta e, dato che non venivi, Brus mi ha detto di raggiungerti qui-
-ah..-
Ero sorpresa. Brus è super-iper protettivo, per non parlare della gelosia. Non farebbe mai entrare un ragazzo in camera mia, nonostante la fiducia. Possibile che Emily gli abbia detto del bacio? Spero di no, sarebbe imbarazzante.
-Volevo chiederti un favore- aggiunge poi.
-A che proposito?-
-Vieni ti faccio vedere-
Mi prende per la mano e torniamo in cucina con l'intenzione di uscire.
-Noi usciamo- dico a Brus mentre ci guarda perplesso uscire.
-Grazie per l'ospitalità signor Brus, alla prossima- aggiunge Rayan.
-Figurati- dice Brus posando poi lo sguardo su di me.
Guarda la mia mano dentro quella di Rayan e poi mi guarda in volto con aria interrogativa.
Non so decifrare la mia espressione ma penso che mi sia tradita da sola, poiché, prima di chiudere la porta, vedo un Brus con occhi e bocca sgranati che mi guarda incredulo.
Ha scoperto tutto! Comincio a pensare che Emily abbia una cattiva influenza su di lui.
Non chiedo a Rayan dove stiamo andando perché la sua risposta sarebbe come al solito "lo scoprirai quando arriveremo" oppure quella classica: "è una sorpresa!".
Continuiamo a camminare finché non arriviamo ad una quercia dietro la piazzetta. Alla base della quercia c'è una cavità; Rayan si inginocchia e prende qualcosa da lì. Non riesco a capire cosa sia, è avvolto in un grande telo. Quando comincia a scoprirlo capisco cosa vedo.
-Ma è un cucciolo!- affermo.
E' un cagnolino davvero piccolo, entra giusto in una mano! Non ne sono sicura al cento per cento ma credo sia un labrador, uno di quelli con il pelo color crema. E' davvero bello.
-Stamattina l'ho trovato per strada tutto solo, la mamma deve averlo abbandonato oppure deve essersi perso. L'ho preso appena in tempo, un carro stava per metterlo sotto- dice Rayan accarezzandolo.
Mi inginocchio anche io accanto a lui e comincio ad accarezzare il cucciolo. Ha il pelo così morbido.
-Signor Rayan lei si può definire a tutti gli effetti un eroe! Questo è il secondo essere vivente che salvi dalle grinfie di un carro- scherzo.
Sorride e arrossisce abbassando lo sguardo. Non l'ho mai visto arrossire, è così tenero..sembra un bambino.
-Hai proprio ragione! Ma..questo batuffolo di peli non ha chance..il mio cuore appartiene a qualcun'altro-. dice continuando a fissare il cucciolo in basso.
Si riferiva per caso a me?
 Ma certo: Intendeva dire che con la prima persona che ha salvato è andata a finire con un bacio, mentre con  la seconda non potrebbe finire allo stesso modo (pur sapendo che è impossibile baciare un cane) perché, come ha detto lui, ha già donato il suo cuore alla prima, cioè a me. 
Un momento, ho capito bene? Ha detto che mi ha donato il suo cuore? Rimango paralizzata a quelle parole che formano un'eco nella mia testa. Dopo alcuni secondi Rayan si gira verso di me, senza però dire niente. E' come pensavo, si riferiva proprio a quello. 
Mi protendo verso di lui e lo bacio..così, instintivamente. Senza lasciare il cucciolo lui ricambia il bacio. 
E' il passo avanti che io non avevo il coraggio di fare e che speravo facesse lui, e così ha fatto.

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Capitolo 21
*** La dura verità ***


Abbiamo portato il cucciolo alla fontana nella piazza per sciacquarlo in po'. Tuttavia non lo abbiamo immerso completamente nell'acqua  per paura che potesse succedergli qualcosa. Rayan ha comprato del latte e solo ora ci accorgiamo di quanto fosse affamato. Ci sediamo accanto a lui e lo osserviamo mangiare.
-Poveretto, chissà quanti giorni ha trascorso da solo..- dico.
-Beh adesso lo abbiamo salvato, no? E' questo l'importante. Ha una nuova famiglia-
Come sempre Rayan tocca i tasti giusti. E' questo che più mi piace di lui.
-A questo proposito vorrei chiederti un favore- continua poi.
-Si, dimmi-
-Beh ecco..mi chiedevo se potevi tenerlo tu. Non fraintendermi, sarei più che felice di tenerlo io,  ma vedi..mia sorella è allergica al pelo di cane e non lo vorrebbe mai in casa nostra-
Rayan mi parla con l'aria dispiaciuta. Vorrebbe davvero tenere il cucciolo con sé ma non può, ed è comprensibile, la sorella non può mica comprarsi un centinaio di fazzoletti per via di questo cane...io non sopporterei di starnutire spesso per il resto dei miei giorni.
-Ma certo! Me lo chiedi pure? Lo porto a casa con me, non lo lascio da solo tranquillo- gli dico sorridendo.
Ricambia il sorriso, quel suo sorriso che fa tanto da ragazzo-per-bene e da ragazzo-con-secondi-fini-malefici. Non so come faccia ma ogni volta che mi rivolge quel sorriso è come se prima d'ora per me non fosse esistito nulla. La cosa peggiore è che quando sorride io arrossisco e, dato che non sono invisibile, si accorge di quello che provo. O almeno dovrebbe.
Cerco di ricompormi e cambio discorso.
-Rimane solo una cosa da fare- dico.
-Cosa?- chiede lui.
-Scegliere il nome!-
-Mh.- dice guardandomi con gli occhi a fessura. Poi continua: -A te come piacerebbe chiamarlo?-
-Beh, non so. Non ho mai avuto un cane e se ne ho visto uno in giro non ne ho mai scoperto il nome. Che nomi hanno in genere i cani?-
Rayan scoppia a ridere scuotendo la testa. E ora che ho detto di così divertente? Mi manda sempre in confusione quando fa così. Sorrido giusto per ricambiare la sua esuberante felicità ma non capito bene per cosa
-In che tipo di villaggio hai detto che vivevi scusa?- dice placando la sua risata.
Comincio a non sentirmi a mio agio. Mi ero totalmente scordata della situazione in cui mi trovo. E ora cosa gli dico? Mi limito a sorridergli. Mi sono avvicinata tanto a lui e vorrei tanto poter dirgli tutta la verità.
-Non pensavo che nel tuo precedente villaggio non ci fossero molti cani. E' un vero peccato, sono animali così dolci! Ma in fin dei conti è meglio così, preferisco che stiano in un posto migliore di un villaggio come questi. Se non fosse per il re e tutti gli altri reali girerebbero molti più animali e sorrisi da queste parti-dice poi accarezzando il cucciolo.
Rimango pietrificata al suono di quelle parole. Ora è sicuro che non mi sento a mio agio! Ho sempre avuto paura che Rayan disprezzasse la mia famiglia ma conoscendolo meglio ho pensato che lui fosse una persona diversa, e invece mi sbagliavo. Odia la mia famiglia come tutti in questo villaggio, e proprio quando stavo per dirgli tutto, se ne esce con frasi come queste. Ho un nodo in gola che cerco di ingoiare. 
-Ora devo andare, ci vediamo in giro magari- dico alzandomi e sottraendo il cucciolo alle sue carezze.
-Qualcosa non va?- chiede con aria preoccupata.
-Nono, è solo che mi sono ricordata che questo pomeriggio devo fare alcune cose con Brus perciò meglio tornare- dico arrangiando un sorriso forzato.
Rayan si alza a sua volta.
-Beh allora ciao- dice facendo un passo verso di me.
So cosa vuole fare, vole baciarmi e in questo momento proprio non me la sento di farlo. Appena fa il fatidico passo verso di me, mi giro di spalle e dopo un secco "ciao" mi incammino verso casa, lasciandolo confuso e in quella posizione.
Mentre cammino verso casa penso alle sue parole: "Se non fosse per il re e tutti gli altri reali..". Con quel "tutti gli altri" comprendeva anche me, lo so benissimo. La cosa strana è che non sono arrabbiata con Rayan per le sue parole, anzi lo biasimo perché ha ragione! E' colpa nostra se qui sono sul soglio  della povertà. Sono arrabbiata perché devo continuare a mentirgli e so per certo che non sarà affatto bello quando scoprirà tutta la verità su di me.

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Capitolo 22
*** Tentativi ***


Arrivo a casa fuori di me per la rabbia e per la delusione delle parole di Rayan. Noto dalla faccia di Brus che muore dalla voglia di farmi una serie di domande e prediche sul "mano nella mano" che ha visto mentre io e Rayan uscivamo di casa questa stessa mattina, ma poi nota la mia espressione preoccupata:
-Che è successo?- mi chiede preoccupato.
Non mi volto, né mi fermo. Mi limito ad un secco e semplice "niente" andando nella mia camera e, arrivata lì, sbatto la porta alle mie spalle. Per un breve istante mi meraviglio del fatto che la porta stia ancora in piedi, poi mi butto sul letto, con la faccia affondata nel cuscino.
Sento bussare leggermente alla porta ma non rispondo.
-Anny, posso entrare?- chiede Brus.
Continuo a non rispondere.
-Anny cos'è successo? Avevi un'espressione orribile..e dove hai preso quel cane? Sono al quanto confuso..-
Se sapesse quanto sia confusa io....
-Anny...- sospira, -lo sai che mi puoi dire tutto...anche sui...sui..........sui r-r-ragazzi!-
Sembra che non riesca neanche a pronunciarlo. Sapevo che per Brus la mia pubertà sarebbe stata difficile e forse anche traumatica..ma arrivare al punto da non riuscire nemmeno a pronunciare "ragazzi" è una cosa da matti, almeno mi ha fatto ridere.
Mi faccio coraggio e vado ad aprire la porta. Mentre entra, Brus mi guarda con uno sguardo compassionevole da tipico migliore amico preoccupato. Ci sediamo sul letto e scorgo nei suoi occhi l'imbarazzo e la difficoltà del discorso che stiamo per affrontare. 
-Brus guarda che non sei costretto- dico cercando di alleggerire la tensione.
-No Anny, voglio farlo, sul serio- dice chiudendo gli occhi, manco stesse per andare in guerra.
Dopo un sospiro apre gli occhi e inizia:
-Allora, cos'è successo là fuori?- 
-Ecco....Tutto inizia con Rayan che mi dice di aver trovato quel cucciolo senza alcun padrone e mi chiede di dargli una mano  ad accudirlo. Poi comincia a dire cose tipo che gli animali non mangiano più come una volta e che nemmeno i loro padroni possono più sfamarli...e conclude dicendo che tutto questo è colpa della famiglia reale.- dico tutto d'un fiato. 
Avrei potuto fare a gara con Emily e avrei vinto io. La cosa è preoccupante!
-Oh Anny..- dice Brus avvicinandosi e accarezzandomi la schiena.
-Mi sono sentita così male, ma non per l'offesa ma perché è vero, è tutto vero. E' il bello è che volevo dirgli della mia identità proprio poco prima ma come faccio ora? Lui odia la mia vera identità, cosa penserà quando lo verrà a scoprire? Non vorrà più vedermi e io...io non voglio- dico con un nodo in gola.
-Anny forse non è il momento giusto, ma quando lo sarà vedrai che capirà; è un ragazzo sveglio e sensibile, forse ci rimarrà un po' male ma se tiene davvero a te non ti abbandonerà. E' poi smettila di dire che è colpa tua la situazione qui, questo è opera di tuo padre, solo sua-
-Si ma sono maggiorenne ormai, ho la possibilità di aggiustare le cose e invece non sto facendo un bel niente-
Brus mi abbraccia e mi coccola tra le sue braccia. Riesce a tranquillizzarmi anche se la tristezza non è andata via del tutto.
Quando sciogliamo l'abbraccio Brus mi sorride:
-Sei uguale a tua madre- dice mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, -cerchi sempre di dare una mano e non ti arrendi nonostante sia tutto sopra le tue possibilità-
Ero felice ogni volta che mi dicevano di assomigliare alla mamma. Lei era una persona buona, la più buona mai esistita da queste parti; tutti l'amavano, la adoravano, adoravano i suoi sorrisi, la sua compagnia, le sue gesta, la sua solidarietà con tutti. Era unica. E io cerco di essere come lei, ci provo davvero a seguire le sue orme ma non riesco mai in niente.
Improvvisamente l'abbaiare abbastanza stridulo di un cane ci fa spaventare. E' il cucciolo che sta entrando lentamente dalla porta finché non arriva ai miei piedi cominciando a piagnucolare. Così lo prendo in grembo e lo accarezzo finché non si addormenta.
-Ma guarda un po' che teneri questi due- dice Bus, - a proposito, come si chiama?-
-Beh in realtà non ha ancora un nome-
-Pensaci bene e quando lo trovi non tardare a darglielo, altrimenti sarà abbastanza confuso il poveretto-
Mi fa sempre ridere il suo senso dell'umorismo. Dopo qualche battutina sul cane e sul "mano nella mano" di stamattina, Brus mi bacia la fronte ed esce dalla stanza. Rimango sola con quel ciuffo di peli sulle gambe che sonnecchia profondamente. Cerco e ricerco un nome da dargli ma non mi viene proprio in mente. Mi metto nel letto e accanto a me sotto le coperte metto anche il cucciolo.
-Siamo stati entrambi abbandonati da chi ci ha messi al mondo, ma ora ci saremo l'uno per l'altro, vero piccolo mio?- dico facendo carezze al suo pelo morbido che si alza e si abbassa con il suo respiro.
Forse ho trovato il nome giusto.

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Capitolo 23
*** Senza più farne a meno ***


Il sole mi sveglia come al solito. Cercando di stiracchiarmi, mi accorgo di qualcosa che è accanto a me, e comincia a muoversi. Per la paura che potesse essere qualche strano animale, alzo immediatamente le coperte e invece, con mio grande sollievo, noto che è Realidad. 
Proprio così! Il cucciolo che Rayan ha salvato ora ha un nome, che nella mia lingua significa "realtà". E' ancora molto piccolo, cammina a fatica e non sa ancora abbaiare, si limita a piagnucolare e a fare qualche grido in caso di bisogno.
Vado in cucina per prendergli del latte e quando torno in camera glielo verso in un piattino e glielo do. E' così tenero mentre cerca di bere il latte con quella lingua minuscola.
-Anny, posso entrare? Sei sveglia e vestita?- chiede all'improvviso Emily da dietro la porta.
-Si si, entra pure-
In realtà sono col pigiama ma penso che si riferisse al fatto di essere nudi oppure no. Giusto?
-Ehilà buongiorno! Ieri sera ero venuta a darti la buonanotte e ho visto con te questo bel cucciolo. Ho chiesto a Brus e mi ha raccontato tutto, così mentre dormivate gli ho fatto questo-
Emily mi mostra un braccialetto rosso fatto con fili di lana. Probabilmente doveva fare da collare per Realidad.
-Mi era rimasto giusto quel poco di filo per farci un collarino per il tuo amico. Ti piace?- mi chiede poi.
-Oh Emily, è davvero bello! Ma se avevi poco filo non dovevi scomodarti, tanto è ancora molto piccolo, se scappa non va di certo tanto lontano-
-Non lo avrei usato comunque il filo, quindi godetevi il mio regalo di benvenuto-
-Grazie mille, davvero, lo apprezzo molto. E poi il rosso è il mio colore preferito!-
Emily ride per qualche secondo. Le fa piacere che il regalo mi sia piaciuto, e a me fa piacere vederla felice, così per farla sorridere ancora lo metto subito attorno al collo di Realidad.
-Vorrei chiederti solo un piccolo favore- dice.
-Cosa?-
-Ecco, non voglio sembrare quella padrona di casa tirannica che da ordini di continuo, però...vedi..quando un cane fa la sua pappa, non passa molto tempo dal fare anche i bisogni perciò dopo ogni pasto portalo sempre fuori, così si abitua e lo educhi come si deve-
-Oh, non lo sapevo. Grazie per il consiglio, aspetto che finisca e lo porto subito fuori-
Emily mi sorride e poi va via. Sono felice che me lo abbia detto, non so davvero nulla di cani. Pensava che ci fossi rimasta male e invece apprezzo i suoi consigli, mi aiutano ad essere più matura. Magari accudire un cane non è poi una cattiva idea sotto questa prospettiva...


-Finalmente!- dico a Realidad appena fa i suoi bisogni.
Siamo fuori casa da circa un'ora e non si decideva a farla. Ho pensato che Emily si fosse sbagliata ma per fortuna aveva ragione: se avessi portato il cucciolo di nuovo a casa, avrebbe fatto la sua opera d'arte dentro casa, e poi solo un miracolo avrebbe cacciato via la puzza!
Poco prima di girarmi per tornare a casa, sento qualcuno gridare nella mia direzione:
-Ehi, guarda un po' chi si rivede!-
E' Rayan, e si sta avvicinando a noi. Appena rivolgo il mio sguardo a lui, la scena sembra farsi a rallentatore: la sua camminata, il suo solito sorriso e i suoi occhi. Per un momento, un solo secondo, ho pensato a ciò che è successo il giorno prima, al turbamento che ho avuto a causa delle sue parole. Ma, come ho già precisato, quel pensiero dura non più di un secondo perché c'è qualcos'altro dentro di me che non mi permette di pensare a qualunque cosa al di fuori del suo sorriso e dei suoi occhi. Ha un passo normale eppure mi sembra che gli ci vuole un'eternità a raggiungermi. Appena ci raggiunge gli rivolgo il il mio sorriso più bello. Lui continua a camminare, siamo l'uno di fronte l'altra, entrambi sorridiamo e poi...poi lui mi supera e va dritto dritto dal cane, lasciandomi con quel sorriso da perfetta cretina quale sono.
-Ehi, come stai cucciolo?- dice al cane.
Sono ancora lì, non mi muovo. Cerco di diminuire gradualmente il sorriso per non sembrare ancora più cretina nel sorridere da sola, e infine mi guardo intorno per vedere se qualcuno ha assistito alla scena comica di qualche secondo fa.
Mi giro e li guardo rimanendo alzata, mentre invece Rayan è quasi in ginocchio per poter accarezzare il cane. Cerco di non far vedere la delusione nel non essere stata salutata, eppure devo ammetterlo: mi brucia così tanto! Diciamoci la verità, mi sono presa una sbandata per questo ragazzo e ,anche se ieri non mi ha fatto sentire al settimo cielo, se solo prova ad ignorarmi mi sento completamente vuota, ormai non posso fare a meno dei suoi saluti, dei suoi sguardi...di lui. Non posso più fare a meno di lui.
Quando finalmente si alza e mi guarda, sembra al quanto nervoso e timido, cosa che prima d'ora non aveva mai fatto.
-Ehi- dice.
-Ehi- mi limito a rispondere.

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Capitolo 24
*** Proposte ***


-Allora..come stai?- mi chiede Rayan.
-Bene, e tu?-
-Si, io bene. Ti va se camminiamo un po'?-
-Certo-
Cominciamo a camminare. Prendo tra le mani Realidad mentre Rayan cammina guardando per terra con le mani nelle tasche dei pantaloni.
-Rayan ti vedo preoccupato, qualcosa non va?-
-No, no niente. E' solo che...- si ferma di botto e alza lo sguardo su di me, -..ieri, quando te ne sei andata, mi sei sembrata triste, quasi arrabbiata. Ho pensato che magari è per qualcosa che ho detto, non so-
E' per questo che Rayan era così preoccupato? Era preoccupato per me ? In un certo senso mi sento sollevata, pensavo ci fosse qualcosa di più grave sotto e invece si preoccupava per me. Ormai ho rimosso la faccenda di ieri, non mi importa più. Non sono pronta a dirgli la verità e lui non è pronto a sentirla. Come ha detto Brus: quando sarà il momento allora potrò dire la verità e se lui tiene davvero a me, nulla potrà cambiare tra di noi.
-Non era niente tranquillo. Dovevo fare davvero una cosa con Brus e mi ero resa conto di essere in ritardo. Scusa se ti ho fatto preoccupare- dico.
-Se dico qualcosa di male me lo dici però, va bene?- dice mentre riprendiamo a camminare.
E' così dolce!
-Certo- gli sorrido, -sei stato molto carino a preoccuparti per me-
-Lo faccio sempre, solo non lo faccio vedere per non sembrarti pesante-
Lo guardo stupita e lui diventa rosso come il collare di Realidad.
-Cioè, non volevo dire quello. Volevo dire che...si insomma mi preoccupo ma non come dovrei...come dire..- cerca di precisare senza riuscirci realmente mentre si mette una mano nei capelli: segno che è particolarmente nervoso.
Mi fermo e lui si ferma a sua volta. Poso il cane per terra e gli prendo il viso tra le mani.
-Ehi ehi ehi, fermati. Non c'è nulla di male in quello che hai detto, non c'è alcun bisogno di essere così contraddittori con se stessi-
Sembra essersi calmato. E' bastato dirgli che a me facevano piacere le sue parole e si è tranquillizzato subito.
-Mi spieghi come fai?- dice prendendo le mie mani e portandole in basso.
-A fare cosa?-
Il mio sguardo si alternava tra le nostre mani incrociate e i suoi bellissimi occhi, così vicini ai miei.
-A calmarmi con il solo tocco delle tue mani- dice mentre le stringe e le accarezza nelle sue.
Perciò non si era calmato grazie alle mie parole ma al mio gesto.
-Non so, succede anche con il cucciolo. Dici che mi devo preoccupare?-
Non so perché mi sono lasciata sfuggire una battuta in un momento simile, tuttavia Rayan ride e io lo seguo.
-A proposito, hai deciso che nome dargli?-
-Ehmm....in realtà lo ho già scelto da un po'-
-Ah si? E che nome hai scelto?-
-Realidad-
-Mh. Nome insolito per un cane. Come mai hai scelto proprio questa parola?- mi chiede confuso.
-Perché anche lui, come noi, ha dovuto subire una realtà abbastanza dura. Non credi?-
-Credo che...- dice guardando in aria pensieroso.
-Credi cosa?- chiedo preoccupata.
Forse non gli piace. In effetti non mi sono fermata neanche un secondo a pensare se il nome sarebbe piaciuto anche a lui, e il suo comportamento così mi lascia parecchio sulle spine.
-Credo che...tu sia un genio!-
-Mi prendi in giro?-
-No, dai come ti è venuto in mente? Io non ci avrei mai pensato. "Realidad"....è fatto apposta per lui- dice tutto euforico.
Io per poco non avevo un infarto e lui dice che sono un genio perché ho scelto un bel nome per il cane.
Comincio a ridere e lui mi segue, anche se non penso che sia per lo stesso motivo.
Continuiamo a camminare, parlando un po' del cane e un po' di altro. Poi mi chiede una cosa che mi lascia sorpresa e anche confusa:
-Hai mai fatto una gita?-

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Capitolo 25
*** Dimenticanze ***


-Una gita?- chiedo.
-Si. C'è una capanna nelle vicinanze del mare, l'aveva costruita mio nonno quando era giovane. Non ci siamo stati molto, perciò volevo tornarci e stare lì in paio di giorni. Mi chiedevo se volevi venire con me..-
Stare lì, due giorni, con lui, da SOLI? Non so dire se sia  eccitata  o semplicemente spaventata. Forse un misto tra le due.
-Allora? Ti va?- mi chiede.
Non mi ero accorta di essere immersa tra i miei pensieri finché Rayan non mi chiama portandomi alla realtà.
-Ecco...si, perché no!-
Volevo pensarci ancora un po' ma quel "si" mi è uscito di bocca senza che me ne rendessi conto.
-Sto pensando di andare domani mattina. Dato che è sabato poi per lunedì mattina siamo già a casa, non credi?-
-Si, penso sia meglio..-
-Sono felice che tu abbia detto di si, anche perché volevo darti questo-
Rayan estrae da un piccolo marsupio, che noto solo ora, un tessuto. Me lo porge e io esito prima di prenderlo. Quando lo apro noto subito la sua forma!
-Ma è un costume!- esclamo con stupore.
L'ultima volta che Rayan mi ha portata al mare mi ha detto che non vede un costume da quando era bambino. Allora dove ha preso questo? E' impossibile che fosse suo perché è femminile, ed è impossibile che l'abbia comprato.
-Ti piace? Era di mia madre. L'ho trovato stamattina e ho pensato che ti sarebbe piaciuto-
Oh mio Dio. Mi ha dato un'indumento di sua madre, lo ha dato A ME. Rimango a bocca aperta, non so cosa dire.
-Rayan non posso prenderlo- dico porgendoglielo.
-Perché?- chiede un po' deluso.
-Rayan era di tua madre, non posso prenderlo io, dovresti conservarlo o darlo alle tue sorelle, sarebbe più giusto-
Rayan prende il costume lo guarda nella sua mano e poi guarda me. Senza spiccicare parola, prende il costume da una delle spalline, lo mette dietro la mia schiena e con l'altra mano prende la seconda spallina. Fissandomi dritto negli occhi comincia a tirare molto lentamente così che io avanzi verso di lui. Quando sono abbastanza vicina, lui china lentamente la testa verso di me. Si avvicina...si avvicina...si avvicina, e la storia si ripete. Io guardo le sue labbra, lui guarda le mie, quindi presumo stia per arrivare un bacio. Arrivato di fronte alle mie labbra, però, lui continua a chinarsi fino a raggiungere il mio orecchio. Comincio a sentire piccoli brividi salirmi per la schiena.
-Anny ci terrei molto se lo prendessi. Non è un'offesa per me, anzi tutto il contrario. Tengo a te tanto quanto tenevo a lei, perciò per me sarebbe un bellissimo gesto se tu lo prendessi- mi sussurra nell'orecchio.
Dopo le sue parole i brividi diventano più forti a tal punto che mi viene la pelle d'oca sulle braccia. 
Lentamente sfila il costume da dietro le mie spalle, mi prende una mano e lo infila dentro di essa per poi richiudermela. Alzo lo sguardo ancora a bocca aperta e gli rivolgo un "Grazie" che sembra volare nell'aria per la mancanza di voce con cui l'ho detto. Lui ricambia facendomi uno di quei sorrisi e poi dice:
-La prossima volta che esci porta una seconda maglia, altrimenti avrai sempre freddo- dice indicando la pelle d'oca sulle braccia.
Mi affretto a mettere le braccia conserte per l'imbarazzo.
-Si in effetti fa un po' freddo ultimamente- dico.
Lui ride. Non si riferiva affatto al freddo, aveva capito benissimo che avevo dei brividi causati dai suoi sussurri e voleva scherzarci su.
-Beh allora io vado. Ti vengo a prendere domani mattina-
-Sarò pronta- dico sorridendo.
Mi sorride a sua volta e dopo essersi girato si incammina. Rimango dietro a guardarlo mentre si allontana. Tuttavia dopo aver fatto qualche passo si gira con uno dei suoi sorrisi.
-Ah! Quasi dimenticavo- dice.
Venendo di nuovo verso di me mi afferra il viso con le mani e mi bacia. 
Dopo il bacio rimane a qualche centimetro da me e mi dice:
-Ora posso andare- sempre con quel sorriso.
Stavolta si allontana senza voltarsi e appena svolta l'angolo espiro in modo talmente pesante che mi sembra di aver trattenuto il fiato per ore. Mi accorgo ora che il costume mi era scivolato via dalla mano ed era caduto. Lo prendo e migo un po' a destra e un po' a sinistra per vedere se qualcuno ci stava osservando. Non sono abituata a queste effusioni, non lo sono quando siamo soli e non lo sono tanto meno in pubblico. Noto alcune persone intorno a me ma non danno segni di interesse nei miei confronti. Mi sento più sollevata.
Quando mi decido di tornare a casa, mi ricorco il motivo per cui ero uscita: portare fuori il cane. Mi sento una vera stupida, mi sono completamente dimenticata di lui, e ora non so neanche se è riuscito a fare i suoi bisogni oppure no. MI guardo intono ma del cucciolo non c'è né traccia.
Comincio a guardare da tutte le parti: alla mia destra, alla mia sinistra, davanti e dietro di me. Faccio questo giro almeno dieci volte ma non si vede da nessuna parte. 
Il cuore mi sprofonda nel petto e non riesco più a muovermi. Sono immobile, con le lacrime agli occhi.
-REALIDAD!-

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Capitolo 26
*** Paura ***


Ha cominciato a piovere un paio d'ore fa e io sono ancora fuori a cercare Realidad. Mi sono insultata tante di quelle volte per la mia mancanza di responsabilità, eppure non sembra sufficiente. Continuo a sentirmi una vera stupida. 
Sono bagnata fradicia e gli occhi mi bruciano per tutta l'acqua che vi entra dentro, ma non mi importa. Non torno a casa finché non lo avrò trovato. Credo di aver girato tutto il villaggio, o forse mi sono solo persa e miracolosamente sono tornata al punto di partenza, sta di fatto che in tutti i posti che ho controllato del cucciolo non c'è traccia.
So per certo che Brus mi sta cercando, oppure sta aspettando che torni con una faccia da cadavere, ma in questo momento non posso tornare a casa, non posso proprio. Se torno a casa non mi farebbero uscire e io devo assolutamente trovare Realidad.
Il costume che poche ore fa mi ha regalato Rayan è pieno d'acqua e pesa un po' nella mia mano, ma non intendo mollarlo. Continuo a camminare finché non mi trovo davanti la porta di casa di Rayan. Alzo il pugno per bussare e per una manciata di secondi esito nel farlo. E  se si arrabbiasse con me? E se rimarrebbe deluso dalla mia mancanza di responsabilità? Mi ha affidato il cucciolo senza pensarci due volte sapendo che lo avrei amato senza se e senza ma e non oso immaginare la sua reazione quando gli dirò l'accaduto. Rayan non si è mai arrabbiato con me, ne mi ha offeso o deluso in qualche modo, eppure ho una brutta sensazione. Mia madre se n'è andata quando ero una bambina e ora ho la costante paura che tutti mi abbandonino. E questa è solo la verità. Mio padre in un certo senso mi ha abbandonata, ho vissuto per anni con la paura che Brus mi abbandonasse, il cucciolo si è smarrito e ora ho paura che Rayan non mi voglia più. Comincio a piangere di nuovo e stavolta non riesco a smettere. Nonostante la pioggia mi sembra che le mie lacrime siano molto più grandi e pesanti.
Mi do una scossa mentale e busso aspettando che qualcuno mi apra. Quando la porta si apre compare una delle due sorelle di Rayan. Mi fa un sorriso che però scompare subito quando nota la mia espressione.
-Anny! Oh cielo, che è successo?- mi chiede preoccupata.
Vorrei parlare, lo vorrei davvero ma se parlo finirei a singhiozzare e non voglio. 
Non passano neanche due secondi dalle parole della ragazza che compare Rayan alle sue spalle e superandola mi viene incontro. Ha l'aria preoccupata. Deve essersi preoccupato per le parole dette da sua sorella e forse anche dalle mie lacrime.
Mi prende per mano e mi fa entrare mentre sua sorella chiude la porta dietro di me. Mi prende il viso tra le mani e mi guarda attentamente con le pupille dilatate. Dio è davvero preoccupato!
-Hei, hei, hei, che è successo?- mi chiede lui.
Resto a fissarlo senza riuscire a parlare, non ci riesco proprio.
-Guarda qui quanto sei bagnata. Rischi di prendere una brutta influenza lo sai?- dice e in men che non si dica mi avvolge con una coperta calda che non fa alcun effetto su di me. 
Proprio in quel momento la voce ritorna e non aspetto altro.
-Ho perso Realidad-
Rayan si ferma davanti alle mie parole e con lui sembra fermarsi l'intero universo. Ha la fronte aggrottata per la confusione.Non dice nulla, forse non ne ha il tempo dato che ricomincio subito a parlare. Ora di certo la voce non mi manca!
-Mi dispiace, sono mortificata Rayan. Quando te ne sei andato mi sono guardata intorno e non c'era, ho cercato ovunque e non sono arrivata a niente. Sono ore che cerco, ho paura, ho bisogno di aiuto..-
Rayan non mi permette di finire e mi abbraccia forte, molto forte. Dire che sono confusa è poco.
-Tu sei pazza- dice senza sciogliere l'abbraccio.
Inspiro con naso e cerco di scostarmi per guardarlo ma non me lo permette, continua a stringermi senza lasciarmi andare.
-Rayan non respiro-
-Oh si, scusa-
Finalmente si scosta ma tiene ancora le braccia sulle mie spalle e mi sorride leggermente.
-Tu. Sei. Pazza.- dice scandendo ogni parola.
-Non sei arrabbiato per il cane?- chiedo vedendo il suo sorriso.
-Sono arrabbiato Anny ma non per il cane. Sono arrabbiato perché fuori diluvia e tu sei in questo stato da ore solo per cercare Realidad. Ti rendi conto di quanto tu sia stata irresponsabile verso te stessa? Poteva succederti qualcosa. Dio! Se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato- dice e quando finisce di parlare mi abbraccia di nuovo.
Non è arrabbiato per il cane ma semplicemente perché aveva paura che potessi correre dei rischi.Non è preoccupato per Realidad ma per me. Tiene davvero a me! E' la prima volta che noto quanto siano simili le mie insicurezze e quelle di Rayan. Io che pensavo mi avesse abbandonata una volta saputo e invece è qui che mi abbraccia e finalmente sento calore. Non dalla coperta ma dalle sue braccia. E' quel calore che sento solo quando lui mi tocca e ora che mi stringe completamente,il calore si irradia in tutto il corpo.
Si stacca da me e mi fissa. Ha l'aria leggermente corrucciata ma c'è anche una scintilla di divertimento nella sua espressione.
-Prometti di non rifarlo, ti prego- dice
Sospiro. -Promesso- . Sono ancora un po' confusa in realtà.
-Bene- stavolta mi fa un ampio sorriso. -Vieni, ti do un'asciugata e poi andiamo a cercare Realidad-.

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Capitolo 27
*** Un'aria carica di promesse ***


Sono sul letto di Rayan e lui è dietro di me intento a spazzolarmi i capelli. Sono momenti come questi che mi fanno rimanere a bocca aperta: Rayan mi ha asciugato pazientemente i capelli e ora me li spazzola delicatamente cercando di non farmi male. E' così dolce. Nessuno mi ha mai spazzolato i capelli, eccetto mia madre forse. Indosso gli abiti di sua sorella mentre i miei sono impegnati ad asciugarsi. Mi stanno un po' larghi dato che lei è più alta e formosa di me. Riascolto mentalmente il discorso che abbiamo avuto dieci minuti fa. Arrossisco pensando alla sua preoccupazione per me e ai suoi abbracci, e ringrazio che Rayan sia alle mie spalle e non mi possa vedere arrossire. Solo su una cosa sono perplessa: non si è affatto preoccupato del cane. Realidad è disperso, sotto la pioggia, da solo e non si è preoccupato affatto di lui. Pensavo ci tenesse almeno un po'.
-Non ti sei preoccupato affatto del cane- dico con un tono innocente.
Si ferma per un qualche secondo con la spazzola ferma a metà tra la testa e le punte dei capelli. Poi riprende.
-Lo so- dice tranquillamente.
-Pensavo ci tenessi-. Sono di nuovo confusa. Con lui la confusione è a portata di mano.
Rayan si alza e stavolta si siede di fronte a me. Non ha la spazzola nelle mani quindi deve averla lasciata dietro di me.
-Anny io tengo molto a Realidad. Se non ci tenessi non lo avrei affidato a te. Solo che non vedo il motivo di tutta questa preoccupazione-.
-Perché?- chiedo.
-Perché so dov'è- dice semplicemente col suo solito sorriso che sembra farmi dimenticare tutto.
Come sarebbe a dire che sa dov'è? Non sarà mica arrivato fin qui? Ma no..altrimenti lo avrei già visto. E allora cosa intende dire? Rayan deve aver visto a mia espressione confusa e mi precede.
-Vieni, ti faccio vedere dove si trova- dice alzandosi e ridendo.
Mi tende la mano e non esito nel prenderla. Forse perché voglio sapere dove si trova Realidad, o forse perché non aspettavo altro che quel calore familiare che sento al suo tocco e che sento anche in questo momento. Senza lasciare la mia mano usciamo di casa e ci incamminiamo. Ha smesso di piovere e nell'aria c'è quell'odore di terra bagnata così familiare da quando sono in questo villaggio. Continuiamo a camminare fino alla quercia dietro la fontana in piazza, proprio dove ho visto per la prima volta il cucciolo.
-Miseriaccia! Non ci avevo pensato- e come al solito penso un po' troppo ad alta voce.
Rayan ride e dopo essersi chinato, estrae Realidad dal foro nella quercia.
-E' qui che l'ho trovato la prima volta e dato che era malnutrito ho pensato che ci venisse spesso. Se io mi perdessi andrei in un posto che conosco bene- dice con un sorriso timido.
Mi sento molto più tranquilla ora. Sembra di aver tolto un peso enorme dal cuore.
-Posso farti una domanda?- mi chiede Rayan mentre si siede ai piedi della quercia a gambe incrociate.
-Certo-. Mi siedo anch'io.
-Avevi paura che mi sarei arrabbiato con te per aver perso il cane?-
Mi sorride ma sembra si stia trattenendo dal mettersi a ridere.
-No, ma cosa dici- scuoto la testa con un sorriso sarcastico, -..........si hai ragione-. Come faccio a fare l'innocente quando mi guarda fisso negli occhi con quel sorriso.
-Perché pensavi questo?- mi chiede dolcemente.
Abbasso lo sguardo sulle mie mani. Sono imbarazzata. Come faccio a dirgli di tutte quelle paure che mi passavano per la testa quando lo avevo davanti?.
-Non ci riuscirei mai ad arrabbiarmi con te, neanche se lo volessi- e mi sorride ancora una volta.
Sono ancora più imbarazzata ora. Finisco col girarmi del tutto dall'altro lato.
-Aspetta un po', aspetta un po'...e quello cos'è?-. Rayan ride e mentre parla con una mano mi prende il mento e cerca di farmi girare, ma la mia testa non si muove.
Ok, ora penso di avere il viso "come i pomodori di Gina" ,come dice Emily.
-E' la prima volta che ti vedo arrossire, dai ti voglio vedere- continua lui.
Finiamo col ridere entrambi mentre lui tenta ancora invano di farmi girare ma inutilmente. Dopo tante risate mi sento più leggera e il calore sulla mia faccia non esiste più, così mi giro. Vengo colpita dal suo sorriso post-risata e dai suoi occhi verde smeraldo. Non so come mai, ma è da un po' di tempo che mi soffermo sempre sul suo aspetto oltre che al suo comportamento. Penso di essere diventata matta!
-Vorrei rimanere qui con te a ridere in eterno ma devo andare a casa a fare la valigia. Sai com'è, domani faccio una gita!- dice alzandosi e porgendomi la mano per fare alzare anche me.
Rido. Ha un senso dell'umorismo che ti coinvolge facilmente. Assecondiamolo!
-Ah davvero? E con chi vai?-
-Con una persona speciale- dice con quel suo sorriso che ormai è il suo marchio.
Oh. Speciale..
Poi si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa.
-Non vedo l'ora di essere lì da solo con te- e ho di nuovo i brividi.
Mi bacia sulla guancia e, dopo avermi dato Realidad, mi saluta e va via.
Sono spacciata!

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Capitolo 28
*** Roba da 'Pazzi' ***


-TU COSA?-
Brus non è affatto contento della notizia che gli ho dato. Non vuole accettare il fatto che io passi un intero weekend da sola con Rayan....manco fossimo ragazzini. Quando sono tornata a casa era già sbiancato per la preoccupazione di non avermi visto tornare dopo dieci minuti (come avevo previsto), e quando gli ho detto che stavo cercando Realidad si è infuriato ancora di più. E ora che gli ho detto della gita, sta diventando insostenibile. Che Dio mi aiuti!
-Brus  sono solo due giorni, lunedì mattina sarò qui prima che tu te ne renda conto, che cavolo!- dico mettendo la roba nella valigia così forte che quasi si rovescia su se stessa.
-Tesoro forse è meglio se porti una felpa, lì farà freddo. E poi vuoi davvero portare queste scarpe, ricordati che non deve sapere che sei una reale- dice Emily che cambia tutto ciò che metto in valigia.
-E tu che diavolo fai? Guarda che lei è il nemico!- grida Brus.
-Oh questa maglia è davvero carina! ....Vediamo un po' qui cos'altro hai..- dice Emily aprendo una mia maglia e girando poi tra le mie cose. Tutto con tranquillità, come se niente fosse. Ma che...
-Anastasia tu non ti muovi! Lo conosci da pochissimo tempo, che ne sai che una volta lì non farà qualcosa che....oddio non ci voglio pensare!- dice Brus mettendosi le mani davanti la faccia.
La situazione è esasperante quanto comica. Brus e io litighiamo e Emily fruga tra la mia roba mettendo e cacciando roba dalla valigia e parlandomi come se Brus non stesse affatto gridando. Ogni tanto mi fermo e chiudo gli occhi, stringo tra il pollice e l'indice l'inizio del naso e cerco di calmarmi.Inspira....espira Anastasia....Inspira....espira, e per un momento mi rilasso, ma solo per un momento perché poi quei due tornano all'attacco.
-Oh tesoro ti metto in valigia un po' di pane, Dio non voglia che ti venga fame durante il viaggio- dice Emily.
-Emily smettila! Anastasia disfa la valigia, ora!- dice Brus indicandomela.
-Oh andiamo, smettila Brus! Conosco Rayan abbastanza da sapere che è un bravo ragazzo, sei tu quello che non lo conosce. E poi ho bisogno di divertirmi, di distrarmi un po'. Non mi diverto da quando ho fatto lo sgambetto a quel ranocchio biondo al galà e andare al mare con un mio coetaneo è ciò che mi ci vuole- dico agitando le mani in aria per esprimermi meglio. -E poi non chiamarmi Anastasia, lo sai che non mi piace che rinunci al mio soprannome-
Sospira pesantemente, -'Anny', sono solo preoccupato, e poi non sei mai stata lontana da me per più di qualche ora. Mi preoccupo se stai via più di dieci minuti, pensa come starei in pensiero se starai via due giorni- dice Brus.
-Ma stavolta sai dove sono e sai che non sono sola, puoi stare tranquillo- dico.
-Ma se ti succedesse qualcosa io sarei lontano e non potrei aiutarti. Non abbiamo modo di comunicare con una così grande distanza, come fai? Come faccio? Come facciamo tutti?- dice Brus agitandosi e mettendomi paura. 
Oh mio Dio. Devo fare un discorsetto a questi due, mi stanno impazzendo sotto il naso.
-Ok, Brus? Brus? Guardami. Brus, guardami- dico afferrandolo per le spalle. -Non mi succederà niente, Rayan è davvero un bravo ragazzo, devi fidarti di me. E poi da quelle parti passano spesso le guardie reali per fare dei controlli e se lo so io lo sai di sicuro anche tu. Se avrò bisogno di aiuto ci saranno loro e sanno che sono la principessa, non ci penseranno due volte ad aiutarmi!- dico con più gentilezza.
Brus sospira e sembra più rilassato, anche se qualche ruga per la tensione sul viso è ancora visibile.
-Sei quasi morta cercando di prendere dell'acqua, DELL'ACQUA !!!- dice con più enfasi l'ultima parola, -Come faccio a non preoccuparmi se sarai così lontano e in mezzo all'oceano!- dice Brus.
-Primo, non sono quasi morta, ho solo battuto la testa. Secondo non sarò in mezzo all'oceano ma sulla spiaggia, lo sai che non so nuotare senza toccarci. E terzo, se Rayan mi ha salvato dalla caduta alla fontana allora eviterà eventuali incidenti sulla spiaggia, che vorrei ricordarti sia fatta di sabbia morbida- dico scandendo le parole come se fosse un bambino.
-Ti ci metto anche un paio di pomodori, non si sa mai, magari in quella casa non c'è abbastanza cibo- dice Emily.
Davvero non si accorge di nulla ? Comincio a preoccuparmi seriamente, non scherzo!
-Ok ok hai vinto. Vai pure al mare con questo ragazzo. Ma ti avverto: se fai solo un minuto di ritardo lunedì, quando torni ti chiudo in casa per tutta la vita, manco fossi tuo padre!- dice Brus.
Scoppio a ridere e lo abbraccio. Sapevo che sarebbe stato comprensivo e che sarei riuscita a convincerlo. In fondo si preoccupa per me, anche se a volte lo fa in modo eccessivo.
-Dici che ho messo troppa roba?- chiede Emily guardandomi con una smorfia contrariata stampata in faccia.
-Fai sul serio?-

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Capitolo 29
*** Che la gita abbia inizio! ***


-Sei pronta?- mi chiede Rayan prima di far partire il carretto.
-Si- . E partiamo.
Rayan è venuto a prendermi presto stamattina.Abbiamo messo le nostre cose sul retro del carretto e ora siamo qui che partiamo. Stavolta non rimaniamo in silenzio durante il viaggio come l'ultima volta. Stavolta parliamo: parliamo di Realidad, parliamo di cosa abbiamo messo in valigia, gli racconto di Brus che non voleva farmi partire e di Emily che sembrava posseduta, lui mi racconta che anche una delle sue sorelle era contraria ma alla fine ha acconsentito. Stavolta parliamo, eccome se parliamo !Ora ci conosciamo di più rispetto all'ultima volta. Ridiamo, scherziamo, il tempo vola e  siamo già arrivati.
Rayan mi aiuta a scendere dal carretto e prende le valigie. Cerco di prendere la mia, ma invano dato che non vuole darmela. E' gentile da parte sua però lui non è uno dei servitori del palazzo, non è al mio servizio, sono al quanto a disagio a vederlo così.
Comminiamo, Rayan davanti  e io dietro di lui. Il mio sguardo si perde verso il mare. E' così bello e infinito...guardandolo mi tornano in mente le immagini di noi sulla spiaggia l'ultima volta. I tuffi, gli schizzi, le confessioni....sono felice che Rayan mi ci abbia portata. E' davvero un bravo ragazzo. Quando torniamo devo far venire Rayan a casa mia, così Brus potrà conoscerlo meglio. Quando Rayan si ferma io per poco non vado a sbattere contro la sua schiena. Ero così intenta a guardare il mare che non lo avevo visto fermarsi.
-Ta-dà- dice Rayan facendo vibrare le mani in aria verso la casa e sorridendomi come un ragazzino.
La casa non è male anzi, le sue condizioni sono migliori rispetto alle case nel villaggio. E' anch'essa fatta in pietra e sul tetto vedo anche un comignolo. 
C'è un camino!
-E' davvero bella- dico guardandola dalla testa ai piedi.
-Vieni, ti faccio vedere dentro- . Apre la porta e poi mi prende per mano ed entriamo. Se la casa fuori è bella, dentro è spettacolare. C'è un grande tappeto persiano che si estende per tutto il soggiorno e su cui poggia un tavolo classico in legno con le punte delle gambe rivolte verso l'esterno. Davvero bello. C'è anche un divano in pelle color bordeaux, è un po' scolorito ma è davvero bello. Sul soffitto non c'è una lampadina come nelle nostre case al villaggio, sul soffitto c'è un lampadario. E' molto antico, da esso sporgono delle sottili astine che prendono una forma ad "S" e su cui sono posate delle luci a forma di candele. E' tutto così antico e raffinato, è davvero bellissimo. Rayan mi porta in un corridoio e mi fa vedere il bagno, il ripostiglio e una stanza in cui ci sono molti libri.
C'E' UNA LIBRERIA!
Poi continuiamo a camminare finché non troviamo delle scale. Saliamo e per un attimo penso che sia un modo per arrivare al tetto e invece c'è un corridoio simile a quello di sotto solo che qui ci sono le stanze da letto, tre per la precisione. In tutte le stanze c'è una finestra, mentre nelle camere da letto c'è un balcone che apre su una piccolissima terrazza. Sono sbalordita. Questa casa potrebbe essere un pezzo del palazzo per tutte le cose costose, antiche e raffinate che ci sono, e invece è proprio una casa. Mi chiedo come faccia ad averla.
-Ti piace?- chiede Rayan. Ha il viso un po' teso, sembra in ansia.
-Rayan è magnifica. Ma come...?- stavo per pronunciare la fatidica domanda ma "come fai ad avere una casa così?". Però mi blocco, non è una domanda appropriata nel suo caso, potrebbe offendersi, in fondo Rayan ha sempre vissuto nella povertà, non è affatto carino ricordarglielo. Tuttavia lui capisce cosa volevo chiedergli e ridacchia.
-Beh vedi, il villaggio non è stato sempre povero Anny, c'era un tempo in cui tutte le case erano come questa. I miei nonni avevano buon gusto e l'hanno arredata in modo straordinario. Dai miei nonni poi è andata ai miei genitori. Dopo l'incendio, però, nel villaggio le cose sono peggiorate e ora le case sono in quelle condizioni. Io e le mie sorelle sapevamo che questa casa era ancora intatta e in ottime condizioni ma non volevamo danneggiarla venendo a vivere qui, e poi è lontano dal villaggio quindi è anche un po' scomodo. Perciò veniamo qui raramente- dice con un sorriso timido.
Mi guardo ancora un po' intorno. Cavolo se è bella questa casa!
-Vieni, ti faccio vedere la tua stanza- dice prendendomi per mano.
Le camere da letto sono  tutte uguali, perciò ne abbiamo scelta una a caso. Rayan ha scelto quella accanto alla mia e gliene sono grata. La casa è già abbastanza grande, stare lontani mi farebbe sentire sola. Siamo ognuno nella propria camera. Lo scopo è quello di mettere il costume così possiamo già scendere in spiaggia. Durante il viaggio Rayan mi ha confessato che ha un solo costume proprio come me, quindi se ci dovessimo cambiare andremo con la biancheria come la prima volta.
Mentre infilo il costume Rayan mi parla da dietro la porta.
-Anny ti aspetto sotto, okay?-
-Okay, vai pure. Scendo tra un attimo-.
Metto il costume e faccio un sospiro prima di aprire la porta. Per un attimo mi perdo mentre scendo. Non ho ancora dimestichezza con la casa, in fondo ci sono solo da pochi minuti! Quando riesco a trovare il soggiorno trovo Rayan poggiato alla porta d'entrata con le mani dietro la schiena. Quando mi vede si raddrizza.
-Andiamo ?- chiede con quel sorriso.
-Andiamo!-

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Capitolo 30
*** Un nuovo bacio ***


Siamo in acqua, non lontani dalla riva e Rayan mi tiene in braccio, però a pancia in giù. Mi dice di muovere gambe e braccia in sincronia così che possa nuotare mentre lui mi tiene poggiata sul margine dell'acqua. Faccio come dice, muovo gambe e braccia, ma non appena sento la sua presa allentarsi mi agito ed è più forte di me. Tento di arrampicarmi su di lui per paura che possa cadere in acqua ma inutilmente, dato che lo faccio cadere finendo entrambi in acqua, di nuovo.
-Anny finirai per uccidermi!- dice in tono scherzoso.
Mi strofino gli occhi. L'acqua salata mi brucia le pupille e penso di rimediare strofinandoli, ma invece finisco per aumentare il bruciore.
-Non strofinarti gli occhi altrimenti ti si arrossano- dice levandomi le mani dagli occhi. Sbatto le palpebre per metterlo a fuoco e cerco di riportare la vista alla normalità.
Rayan mi guarda con ancora le mie mani nelle sue. Il suo sguardo e dolce anche se vedo un lampo malizioso in essi.
-Ti fidi di me?-. Mi sorprende che mi faccia domande così. Mi ha salvato la vita, mi ha affidato un cucciolo, mi ha aiutato a far unire Brus ed Emily, è stato in mia compagnia quando non sopportavo le loro effusioni, mi ha donato un indumento di sua madre e mi ha portata nella casa di suo nonno. E' scontato ormai che io mi fidi di lui e glielo faccio capire attraverso l'occhiata ironica che gli lancio. Lui ride in risposta al mio sguardo.
-Bene. Vorrei che ti inginocchiassi e andassi sott'acqua con tutta la testa-
-Ma...così affogherò-. Non voglio ammetterlo ma ho una paura tremenda di andare sott'acqua. Caderci dentro accidentalmente o per via dei suoi tuffi improvvisi è una cosa, andarci di proposito è un'altra.
-No che non affogherai. Devi solo metterti in ginocchio, siamo a riva non ti accadrà niente. Hai detto che ti fidi-.
Faccio un lungo sospiro. Ha ragione, ho detto che mi fido di lui ed è vero. Mi metto lentamente in ginocchio finché l'acqua non arriva fin sopra la mia testa. La pressione del mio corpo tenta di portarmi di nuovo a galla perciò poso le mani sulla sabbia sotto di me, proprio in mezzo alle mie ginocchia piegate, in modo da spingermi più in basso. Apro gli occhi e cominciano di nuovo a bruciarmi, ma non voglio richiuderli. Voglio vedere cosa ha in mente Rayan stavolta. Pensando a lui,noto che non è più davanti a me come poco fa, non riesco più a vederlo.
Ma dov'è?
Poi una macchia nera da lontano si avvicina a me. Per un momento penso sia un pesce, uno di quelli brutti e cattivi come gli squali, ma poi provo sollievo vedendo che è Rayan che, nuotando sott'acqua si avvicina a me. Si avvicina sempre di più finché, sempre sott'acqua, mi bacia. Stavolta chiudo gli occhi, assaporando quel bacio così nuovo e inatteso. E' strano baciarsi sott'acqua perché le labbra sembrano più molli del solito, eppure per la prima volta vorrei stare li per sempre, vorrei che quel bacio non finisse mai per quanto è bello. Siamo solo noi, uniti da quel bacio mentre i miei capelli ci fanno da scudo fluttuando intorno alle nostre teste.Le mani di Rayan si posato sui miei fianchi che avvicina lentamente ai suoi, ormai in ginocchio come me. E' la prima volta che Rayan mi tocca una parte del corpo, forse ha sfruttato il bacio sott'acqua per paura che senza di essa mi sarei tirata indietro. Rimango sorpresa dal suo gesto ma non mi allontano, non mi sarei allontanata neanche senza l'acqua. I suoi tocchi sono essenziali per la mia pelle. Le mie mani come al solito si posato sulla sua nuca e tra i suoi capelli, per avvicinarlo di più a me. Quando torniamo a galla siamo a corto di ossigeno tanto da avere il fiatone.
-E' valsa la pena fidarsi di me?- mi chiede con quel suo sorriso enigmatico mentre respira appena.
-Puoi giurarci- dico prendendo avidamente ossigeno prezioso per i polmoni.
-Dai vieni, è ora di pranzo. Torneremo pomeriggio-. Mi prende per mano e ci incamminiamo verso casa. Arriviamo davanti la porta che ancora coliamo essendo zuppi d'acqua. 
-Non ti da fastidio che entriamo bagnati fradici? Sporcheremo tutto-.
-In realtà no. E' una delle conseguenze dell'avere una casa al mare. Tu non preoccuparti Anny, va a cambiarti e dopo vieni in cucina. Pulirò io dopo- dice facendomi entrare per prima.
Entro nel corridoio e vado in bagno. Dopo aver fatto una rapida doccia vado in camera mia e metto un cambio, stavolta di biancheria, in caso saremmo tornati in spiaggia il pomeriggio. Non so come, ma da quando siamo qui Rayan sembra più se stesso: più rilassato, più giovane, più felice, come un ragazzo della sua età. Non ha il peso della povertà e di sfamare la sua famiglia sulle spalle, si gode la giornata divertendosi. Non posso non ammettere che anche io mi sento me stessa con lui. Qui con lui mi sembra di essere di nuovo me stessa, la principessa che aveva tutto..e ciò è strano, perché qui non abbiamo tutto eppure è come se lo fosse. Con Rayan so di avere tutto ciò di cui ho bisogno.

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Capitolo 31
*** "Ahh, l'amore!!" ***


-Allora, com'è?-. Rayan sta cucinando e mi ha chiesto di assaggiare il sugo della pasta per vedere se sia venuto bene. Prendo un cucchiaio e lo assaggio. Faccio una smorfia, una di quelle terribili per far intendere che sia venuta orribile, e Rayan mi ricambia con uno sguardo preoccupato, uno di quelli potenti. Poi di colpo rilasso il viso e dico -E' buona!-, come se niente fosse. Rayan mi lancia un'occhiataccia ma so che è divertito. Io non posso fare a meno di ridere, ci casca sempre. Con lui gli scherzi sono una passeggiata.
-Dato che siamo in vena di scherzi, perché non assaggi pure questo?- 
Rayan prende della farina, rimasta sul tavolo quando abbiamo fatto la pasta, e me la strofina su tutto il viso. Io rimango immobile e a bocca aperta per la sorpresa. Ho la faccia tutta biancha. Cadendo la farina mi ha sporcato anche alcune ciocche di capelli.
-Non ci credo che lo hai fatto-
-Oh credici invece!- ride.
Adesso ha voglia di scherzare ?
-Ti conviene correre..- dico a denti stretti.
-Non riusciresti mai a prendermi. La tua capacità di correre veloce è tanto alta quanto la tua capacità di nuota..-. Non fa in tempo a finire la frase che gli ho lanciato un pugno di farina come se fossero coriandoli. Stavolta è lui a rimanere a bocca aperta per lo shock. 
-Nooo!- dice con enfasi mentre ride. Fa un passo avanti e io ne faccio uno indietro.
-Oh si- dico anch'io con enfasi. Fa un secondo passo avanti e io ne faccio un secondo indietro.
-Hai tre secondi di vantaggio. Dopo di ché ti prenderò e sarà peggio per te-. Mi parla con una voce bassa come se volesse intimorirmi ma so che sta scherzando.
-Uno...-
'Oddio, ma sta contando davvero?'
-Due..- Non mi rendo davvero conto di dover scappare fino al secondo numero. Ma quando comincio a correre verso il corridoio, ho davvero pochissimo tempo fino al fatidico -TRE!-.
Sento i suoi piedi correre dietro di me. Mi giro per vedere la distanza tra noi due e metto un'urlo quando vedo che è proprio dietro di me, mi sta raggiungendo. Per quanto sia grande la casa, prima o poi terminerà da qualche parte perciò non potrò correre in eterno. Dovrò andare in una stanza e chiudermi dentro, ma Rayan è proprio dietro di me, se provassi a chiudere la porta lui sarebbe già con la mano su di essa per impedirmelo. 
Corro su per le scale finché non entro nell'ultima camera da letto. Mi giro col fiatone e lui si ferma davanti la porta cercando di calmare il suo respiro accelerato dalla corsa.
-Non puoi più scappare- dice venendo lentamente in avanti. Io instintivamente vado indietro.
-...sei in trappola-. Continua ad avvicinarsi e io ad allontanarmi finché i miei polpacci non urtano il bordo del letto facendomi sussultare. Ha quel suo sorriso enigmatico che ormai mi è così familiare.
-E così...mi hai buttato la farina addosso, eh?- dice venendomi davanti.
-Anche tu lo hai fatto-. Ed è vero. Per poco non diventavo cieca!
-Ma io ti ho sporcato solo la faccia. Tu mi hai imbrattato di farina tutto il corpo-
-La vendetta è sempre più amara del solito- dico cercando di dimostrarmi calma e superiore. Ma penso proprio di fallire e di sembrare tutto l'opposto.  Lui ride e  mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Poi mi bacia dolcemente, e mi lascio trasportare dal bacio come sempre. Strano come da un'atmosfera divertente si stia passando ad un'atmosfera dolce e sentimentale. Prima correvamo come matti per la casa mentre ora siamo qui a baciarci. D'un tratto il bacio diventa più intenso, più desideroso, passionale. E' la prima volta che succede, di solito i nostri baci sono così delicati e corti.  Questo mi è così nuovo, è più lungo del solito. Le mie mani come sempre vengono attratte ai suoi capelli come calamite, mentre le sue mani si posano sui miei fianchi, avvicinandoli lentamente  ai suoi. E' la seconda volta che lo fa. La prima volta che lo ha fatto è stato quando mi ha baciata sott'acqua. Anche quello è stato un bacio bellissimo. Quel suo tocco così nuovo per me, manda brividi in tutto il mio corpo, anche più forti del solito.
Cado indietro sul letto ma nonostante tutto le nostre bocche rimangono unite. Siamo sdraiati, lui sopra di me, mentre le nostre labbra si abbracciano a vicenda. 
'Possibile che sia il profumo di salsedine a rendere tutto così eccitante?' penso. 
Le sue mani si posano un po' ovunque mentre mi liberano da quei pochi vestiti che indosso. Le mie mani fanno altrettanto. So che cosa sta succedendo. E' la prima volta che lo faccio eppure non ci avevo mai pensato prima d'ora. Non mi ero mai chiesta con chi sarebbe successo, né tanto meno quando. So che sta succedendo ora, proprio qui, in un'enorme casa sul mare...e sta succedendo con lui, Rayan, il ragazzo che mi ha strappato alla morte e mi ha tenuta con se, cullandomi tra le braccia del suo cuore. Nei libri della mamma c'erano delle scene come queste, non erano descritte nei dettagli ma i sentimenti dei personaggi erano chiari. Erano così innamorati, così presi che niente poteva turbarli. Io sono innamorata, si, però ho paura. Ho paura di sbagliare, di non essere abbastanza per Rayan. Tuttavia Emily mi ha detto che l'amore si manifesta in modo diverso per ognuno di noi, quindi non ci penso. Penso solo a me e a Rayan, qui sul letto, nudi e innamorati, pronti a qualsiasi cosa pur di rendere felice l'altro e mi lascio andare.
'Sto facendo l'amore con Rayan!!!'

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Capitolo 32
*** Confessioni notturne ***


"Brus e Emily....la vendetta!" . Ecco come siamo diventati io e Rayan. Ma la cosa buffa è che lo adoro. Ho sempre odiato le smancerie eccessive, come quelle tra Brus e Emily, eppure ora che sono io a farle con Rayan non ne posso fare a meno. Scambiarsi baci ed effusioni appena ci scontriamo per casa è una cosa che mi riempie il cuore di gioia. Sembriamo ragazzini di quindici anni, anche se io non ho mai avuto un ragazzo in realtà. A questo proposito...
'Ma ora sono la sua ragazza?' E' un pensiero che mi tormenta da un po'..
Oddio...la ragazza di Rayan. Rayan e Anastasia. Anastasia e Rayan. 
'Suonano bene!' penso. Eccome se suonano bene. Da quando abbiamo fatto l'amore, io e Rayan stiamo sempre a baciarci. Quella sera  eravamo ai piedi del letto a baciarci. Una cosa tira l'altra e....lo abbiamo fatto di nuovo. E' strano come una cosa che neanche conoscevo ora mi è così familiare. Quella piacevole sensazione in cui ci siamo solo noi, e tutto il resto non conta. 
-HEY ANNY, NE HO TROVATA UNA!- urla Rayan a qualche metro da me. E' domenica pomeriggio e stiamo passeggiando in riva al mare cercando conchiglie. Vederlo correre verso di me, con una conchiglia in mano e un sorriso a trentadue denti in faccia, lo fa sembrare un bambino.
-Guarda Anny, è una di quelle lunghe- Me la porge e io la guardo scivolare nelle mie mani.
-Ma è bellissima Rayan!- E' una conchiglia lunga, una di quelle che sembra essere formata da tanti anelli, uno più grande dell'altro.
-Vado a cercarne ancora-. Mi mette una mano dietro la schiena e, dopo avermi avvicinata a lui, mi bacia. Poi, con un sorriso soddisfatto, corre di nuovo alla sua vecchia postazione e continua a cercare. E' davvero tenero quando si comporta così. Mi piace vederlo così, eppure non riesco a non pensare che domani all'alba dovremo tornare al villaggio. Cerco di non pensarci e di godermi queste ultime ore di mare insieme al ragazzo che amo, guardandolo mentre il vento gli scompiglia i capelli e mentre si gira di scatto correndo di nuovo verso di me, con una mano alzata.
'Oh, un'altra conchiglia'



-Annyyy?-. Rayan mi chiama sussurrando il mio nome in modo scherzoso. Sento le sue dita punzecchiarmi le guance nel tentativo di svegliarmi.
-Mmmm...è presto per svegliarsi..- mugolo. Sembro una bambina. La risata di Rayan mi riporta lentamente al risveglio ma il sonno ha la meglio. Le mie palpebre non vogliono aprirsi e spero con tutta me stessa che Rayan mi lasci dormire ancora un po'. Ma  tutto il contrario.
-Anny dobbiamo andare- sussurra dolcemente al mio orecchio. Mi strofina il naso sulla mia guancia come per richiedere la mia attenzione e quando gli poggio una mano sulla faccia per farlo stare fermo comincia a ridacchiare.
-Sei una donna dai gesti romantici, lo sai?- dice in un tono divertito mentre mi bacia palmo della mano.
-Mmmm-
-Dai vieni, ti porto io-. Una sua mano mi afferra le spalle mentre l'altra si posa sotto le mie cosce. Rayan mi solleva senza fatica dal letto e io mi rannicchio contro il suo petto ancora con gli occhi chiusi. Dopo un bel po' di tragitto, sento le pietre spostarsi sotto i suoi piedi e il suo petto staccarsi leggermente da me. Apro leggermente gli occhi solo per vedere che ora sono seduta sul carretto. Rayan mette le nostre cose dietro e poi mi raggiunge. Poggio la testa sulla sua spalla quando cominciamo a muoverci. Il movimento del carretto sulla strada è come una ninnananna e senza neanche accorgermene sono di nuovo persa nei miei sogni.



-Anny..svegliatiiii-. Una voce, quasi un sussurro, vibra nel mio orecchio e domina il mio sogno.
-Svegliati principessa...- sussurra ancora una volta e a quel soprannome mi sveglio di scatto, quasi spaventata. Vedo Rayan accanto a me con un'aria mista tra il divertimento e la confusione.
-Non ti svegli mai nello stesso modo, vero?- scherza lui.
-Scusami, ho fatto un sogno strano- Cerco di calmarmi. Per un attimo ho pensato che qualcuno mi avesse scoperta, che avesse scoperto chi ero. Invece era solo Rayan che cercava di svegliarmi.....con un nomignolo.
-Strano? Hai sorriso per tutto il tempo e hai detto delle cose...-
-Cosa?- quasi grido. 
-Hai parlato nel sonno, Anny- dice con un sorriso sfacciato in volto.
Dannazione, cosa posso aver mai detto. Un pensiero orribile mi balena in mente:
'E se avessi parlato delle mie origini?'
Non credo che avrei sorriso parlando dei ricordi del palazzo, anche se devo ammettere che mi manca casa mia. Ma se anche lo avessi fatto, non credo che Rayan sarebbe ancora qui con me. Non sapevo di parlare nel sonno. Ho sempre dormito sola quindi chi poteva avvertirmi delle mie confessioni notturne? Arrossisco al pensiero che Rayan ne è stato capace perché abbiamo dormito insieme.
-Cosa ho detto ?-
-Stai arrossendo?- dice ridacchiando.
-No, rispondimi!-. Cerco di assumere un tono arrabbiato per farlo confessare ma la paura delle mie stesse parole fa apparire la mia voce insicura e affaticata. Ecco perché Rayan ci scherza e ci gira intorno.
-No, voglio sentirtele dire di persona-
-Ma se non so cosa diamine ho detto come faccio a ripeterlo?-
-E' una cosa che pensi. Quando sarai pronta la dirai tu stessa-
In una piccola parte della mia mente c'è la paura di aver detto che ero di sangue reale. Rayan dice che è una cosa che dovrei dire quando sarò pronta e questa lo è. Eppure so per certo che non sarebbe contento di scoprirlo. Non così. 
E se....se invece avessi detto qualcosa di romantico, di estremamente romantico? Qualcosa che rivelasse i miei sentimenti per lui? O peggio, se avessi detto qualcosa di brutto su di lui? Ma così non avrebbe senso la sua frase sul dirlo quando sarà il momento.
'Cosa cavolo ho detto nel sonno???'
Sobbalzo quando Rayan mi prende tra le sue braccia come aveva fatto stamattina, non rendendomi conto di essere immersa tra i miei pensieri.
-E' la prima volta che parlo nel sonno?- chiedo.
'Dimmi di si. Dimmi di si. Dimmi di si.'
-No. Quasi ogni volta che ti vedo dormire dici qualcosa- 
'Dannazione!'
-Ad esempio la prima volta che ti ho vista dormire, quando ti ho salvata, pronunciavi il nome di Brus e inspiravi bruscamente quando hai detto "acqua"-
Quando Rayan si ferma noto che siamo davanti casa mia. Ha fermato il carretto pochi metri più in là e mi ha accompagnata fino alla porta. Mi mette giù e bussa alla porta aspettando che qualcuno  ci apra.
Guardo Rayan con un'espressione caritatevole, come per chiedergli di dirmi cosa ho detto, ma ancora non vuole dirmi niente. Mi acciglio.
-Benchè tu lo sapessi non sono responsabile di ciò che dico nel sonno dato che non ero cosciente. Qualsiasi cosa ho detto potrebbe essere errata quindi non sperare troppo che io te lo ripeta da sveglia!-
Rayan mi fa quel suo solito sorriso e si avvicina all'orecchio per sussurrare quella che sarà la sua risposta.
-Non credo proprio che fosse errata anzi, penso che sia più vera di quanto immagini e non aspetto altro che sentirtelo dire-.
Quando Rayan sussurra in questo modo, ha una voce così calma e vellutata che mi fa venire i brividi. Ormai è un'abitudine. E come al solito riesce a farmi sciogliere e a non pensare troppo ai problemi. Mi bacia dolcemente le labbra prima che Brus apra la porta. Erano passati un bel po' di minuti da quando Rayan ha bussato, ma in fondo era mattina presto, di sicuro stavano dormendo.
Quando un Brus molto assonnato ci mette a fuoco mi abbraccia di slancio. Quella morsa che chiama abbraccio quasi mi toglie il respiro.
-Oh, finalmente- dice.

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Capitolo 33
*** La lettera ***


Dopo aver salutato Rayan, Brus non ha fatto altro che abbracciarmi e controllarmi come se potessi essere ferita. Continua a parlare senza riprendere fiato. Sembra Emily la prima volta che l'ho incontrata. Ciò mi spaventa...
-Brus sto bene, smettila adesso-
-I piedi! Fammi vedere i piedi, in spiaggia si può trovare di tutto, dalle pietre appuntite alle schegge di vetro. DI TUTTO!-. SI china sotto di me e mi alza un piede facendomi quasi cadere.
L'apprensione di Brus ha finito per svegliare Emily che si presenta in cucina con gli occhi ancora chiusi.
-Che sta succedendo?- chiede lei.
-Anastasia è tornata ed è ferita!- Risponde Brus prima che potessi parlare io.
-Non sono affatto ferita!-
-E questo cos'è, eh?- dice alzando un po' la voce facendomi vedere una cicatrice su ginocchio.
-Quella lì me la sono fatta da piccola cadendo nel roseto che c'è sul retro del palazzo, l'hai vista un milione di volte!- 
-Ah già- dice corrugando la fronte. Dopo un paio di secondi di immobilità ricomincia a tastarmi le gambe. La cosa sta diventando ambigua e insostenibile.
-Stai bene Anny? Bene, vado a letto- dice Emily tornando in camera con ancora gli occhi chiusi.
'Ma che....'
Subito dopo Brus si alza in piedi e noto che finalmente ha smesso di controllarmi.
-Hai finito?- gli chiedo accigliata.
-Si- mi risponde con indifferenza. Ah bene, se per lui quella era una cosa normale...
-Si mi sono divertita, grazie!- dico incrociando le braccia al petto e andando verso camera mia. E' il mio migliore amico, so che non voleva farmi partire ma potrebbe anche interessarsi a me chiedendomi di raccontargli qualcosa. MI ferisce il fatto che non gli importi. Brus mi afferra per un braccio facendomi fermare.
-Scusami Anny, non volevo ferirti, non andartene. Raccontami cosa hai fatto in questi giorni-
-Me lo chiedi solo perché mi sono arrabbiata-
-No, no, te lo chiedo perché sono davvero interessato. Avrei voluto dormire un altro po' prima di parlare ma se vuoi farlo adesso allora parliamo subito-
Ci sediamo su due sedie, l'una di fronte all'altra e gli racconto tutto ciò che abbiamo fatto io e Rayan in questi due giorni, tralasciando ovviamente le scene di romanticismo. Gli racconto delle lezioni di nuoto e del mio fallimento, gli racconto della casa del nonno di Rayan e di come era incantevole, gli racconto del sole, del vento che profumava di salsedine, delle conchiglie. Tutto.
-Sembra che ti sia divertita molto lì. Ti piace così tanto il mare?- 
-Più che tanto, è bellissimo-
-Beh se vuoi la prossima volta ci andremo insieme. A meno che non preferisci andarci solo col tuo ragazzo- dice scherzosamente. Lo colpisco sulla spalla ridacchiando e lui fa lo stesso.
- Sei tanto felice Anny, sei così bella e rilassata quando sei così felice, e ciò rende felice anche me..- dice mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Cosa c'è che non va ora? Il suo tono di voce mi mette in allarme.
-..ma?..- lo insisto cercando di avere risposte. Lui sospira bruscamente come se fosse combattuto sul dirmelo.
-Ma è arrivata una lettera, da tuo padre-
Più che una frase mi sembra un tuono. Sono paralizzata a quelle parole. E' passato un mese e mezzo da quando ho lasciato il castello e mio padre non ci aveva mai contattati. Cosa vuole adesso? Quasi come se mi leggesse nella mente Brus mi risponde.
-C'è un galà al castello e vuole che andiamo. Vuole vederci ma soprattutto vuole parlarti-
-E cosa vuole da me?-
-Se lo sapevo te lo avrei detto, non credi?-
Sospiro così pesantemente per la frustrazione che sembra che abbia rigettato gli organi all'esterno. Abbasso lo sguardo sulle mie mani intrecciate. Nonostante mi manchi casa mia, non voglio ancora vedere mio padre. Brus si avvicina e mi stringe tra le sue braccia.
-Lo so Anny, lo so. Ma dobbiamo andare. Fai vedere a tuo padre quanto tu sia cresciuta e diventata matura, ok?
-Ok-
-Entro domani ci farà portare gli abiti e tutto ciò che ci occorre qui a casa, prenderemo una carrozza fuori dal villaggio e andremo-
-Quando sarà il galà?-
-Dopo domani, verso la sera-
-Ma se ci vestiremo qui non ci vedranno con dei vestiti più.....raffinati? -
-Avremo delle mantelle, così che i nostri abiti siano coperti. E poi sarà verso la sera quindi sarà difficile che vedano come siamo vestiti o anche più probabile che ci sia qualcuno fuori casa quando è buio-
Devo rassegnarmi e accettare il fatto che dovrò rivedere mio padre, con quel suo tono scorbutico e il viso inespressivo. Brus dice di mostrarmi superiore agli occhi di mio padre facendogli vedere quanto sia cambiata. Tuttavia io mi sento sempre la stessa e anche se fossi realmente cambiata non credo sia possibile in così poco tempo. Dovrò anche inventare una scusa per Rayan. Molto probabilmente quella sera non ci saremmo visti comunque, tuttavia se mi avesse cercato per un'emergenza o qualcos'altro non mi avrebbe trovato e mi avrebbe fatto domande. Continuo a farmi coccolare dalle braccia di Brus mentre penso a ciò che potrebbe dirmi mio padre. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, ma non così presto. Speravo di avere ancora del tempo a mia disposizione.
'Cavolo. Ci siamo!'

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Capitolo 34
*** Partenza ***


Busso alla porta aspettando che Rayan o una delle sue sorelle mi apra. Ripeto mentalmente alla bugia che dovrò dire al ragazzo biondo affinché potessi andare al galà senza essere scoperta. Brus mi ha detto di dire che saremo andati al mare. Che gli ho raccontato del nostro fine settimana e che vorrebbero andarci anche lui ed Emily. In fondo è vero, loro vorrebbero andare al mare, quindi non è poprio una bugia. Però lo è.
'Oh che confusione!'
La porta viene aperta e Rayan ha un sorriso raggiante. Più largo non si può.
-Speravo saresti venuta. Devo dirti una cosa, entra!-
Mi dice di entrare ma non mi da il tempo di farlo che mi tira per un gomito. In casa regna il silenzio, non c'è nessun'altro tra queste mura oltre a noi. Strano..
-Anch'io devo dirti una cosa! La tua sembra la scoperta del secolo quindi comincia tu-
-Ho ricevuto questa- dice alzando con la mano sinistra una busta....con sopra il sigillo reale.
'UNA LETTERA DA MIO PADRE!!'
Che cosa vuole mio padre da Rayan?
-Domani sera ci sarà un galà a palazzo e il re in persona mi vuole come addetto al servizio della cucina durante il ballo. Non è fantastico? Ho un lavoro! CON IL RE!-
Non l'ho mai visto felice come ora. Io invece penso di essere diventata bianca come un fantasma. La mia ora è una bugia bella e buona e per lo più ci sarà anche Rayan al palazzo. L'idea che veda la vera me mi terrorizza. Non voglio che mi lasci, non voglio che quello che si è creato tra di noi svanisca. Non lo sopporterei. Mi godo il suo sorriso e la sua felicità per questa opportunità, perché ne sono sicura: questo sarà l'ultimo sorriso di Rayan che vedrò.
-Anny sei così pallida. Ti senti bene?-
Mi do una scossa mentale. Questo è il suo momento, la sua opportunità di fare soldi e di non vivere più nella povertà. Invece di pensare ai miei problemi dovrei essere felice per lui.
-Oh si scusa, non ho dormito bene stanotte. Comunque è fantastico, "con il re"-
-Grazie, lo so. Sono al settimo cielo. Cosa volevi dirmi tu?-
-Beh ecco...niente di che, forse domani porto Brus e Emily al mare. Vorrebbero andarci anche loro- dico con un sorriso tirato.
-Ma è fantastico. Volete che vi presti casa mia?-
'Oh no, non lo sopporterei...'
-No, non preoccuparti non staremo lì per molto-
Passiamo il resto della giornata a far finta di essere camerieri e di servire tavoli come se fossimo già a palazzo. Ogni tanto mi sciolgo e comincio a ridere insieme a Rayan per la nostra buffa imitazione, ma poi la mia mente ritorna al ballo, quello vero, e diventare seria è inevitabile. 




-LUI COSA?-
Quando torno a casa non riesco più a trattenere la mia angoscia e la mia preoccupazione, così dico a Brus e Emily cosa è successo a Rayan. A quanto pare anche lui è sconvolto.
-Uffff...per l'ennesima volta: ha ricevuto una lettera da mio padre dove gli chiede di venire a lavorare durante il ballo domani-
-Oh mio Dio. E'....è.....lui cosa ?-
-Smettila!-
-Anny ti scoprirà!-
-A questo c'ero arrivata anche io- grido alzandomi dalla sedia con le lacrime agli occhi. Mi massaggio l'attaccatura del naso cercando di calmarmi.
-Oh Anny...- Brus mi abbraccia e non riesco più a trattenere le lacrime.
-Non voglio che se ne vada- dico sulla sua spalla.
-Non se ne andrà....se ci tiene non se ne andrà..- dice Brus poggiando il mento sulla mia testa.






-Beh, siamo pronti?- chiede Emily.
Quando ci sono arrivati gli abiti per il ballo ne è arrivato anche un terzo, femminile. Abbiamo subito pensato che fosse per Emily perciò indossa anche lei la lunga mantella ed è pronta per andare. Il mio abito è rosso, lungo. E' un mono spalla, tipo divinità greche, non è largo ma neanche troppo stretto.Al busto ho un cinturino di diamanti che risalta  il vestito. Le scarpe sono alte, anch'esse rosse ma non si vedono data la lunghezza del vestito.Ho i capelli raccolti con alcune ciocche lasciate libere. Opera di Emily. Brus è vestito in smoking nero con una cravatta grigia che si intona ai suoi occhi. E' davvero elegante. Emily invece indossa un abito lungo rosa. Ha una scollatura a cuore sul petto e non ha spalline. Il busto è stretto e le avvolge la vita, mentre dal busto in giù il vestito le  cade in modo più leggero. E' bellissima. Tutti e tre abbiamo indossato le mantelle. La mie è rossa, quella di Brus è blu e Emily ne ha una lilla 
-Ha smesso?- chiedo riferendomi alla neve. Stamattina presto ha cominciato a nevicare e non la smetteva più. Non siamo potuti uscire di casa, neanche per comprare da mangiare. Quando è arrivata la guardia di mio padre con i pacchi per noi, era quasi congelato. Poveretto, cosa si deve fare per accontentare mio padre...
-Si, giusto in tempo per uscire. Andiamo prima che ricominci- dice Brus scostandosi dalla finestra. Usciamo tutti e tre e ci incamminiamo verso l'inizio del villaggio. L'ultima volta che ero passata da quella stradina, ero appena arrivata al villaggio. Faceva un caldo da morire e non sapevo niente sul mio popolo. Quante cose sono cambiate ora. Camminiamo oltre il piccolo cartello con su scritto il nome del villaggio e notiamo la carrozza reale che ci attende. Entriamo e cominciamo a muoverci. Sto tornando a casa.

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Capitolo 35
*** L'inevitabile. ***


Il castello è come lo ricordavo. Così vecchio eppure così bello e imponente nella sua grandezza.  Le piccole torri ai quattro angoli che si innalzano nel cielo, lo rendono simile a quello delle fiabe. Mi stringo la mantella al petto per il freddo, la carrozza ci ha lasciati davanti la facciata principale. E' stata aperta completamente per far entrare più persone contemporaneamente. Brus e Emily si tengono a braccetto, eppure Brus tiene una mano dietro la mia schiena. Mi piace il fatto che anche se sta con Emily, Brus non mi lascia in disparte.
Tanti ricordi mi affiorano in mente mentre attraverso la facciata. Quell'ampio soggiorno capace di ospitare migliaia di ospiti, quel profumo di pulito, luci che ti accecano da ogni parte, bicchieri che tintinnano l'uno contro l'altro, risate soffocate per educazione. Ho una fitta improvvisa al petto. Non mi sono mai sentita una reale a tutti gli effetti, eppure mi mancava casa. Un servitore ci prende volentieri le mantelle dopo essere entrati, e questo mi fa ricordare che qui, da qualche parte, c'è Rayan. Cerco con lo sguardo ciuffi biondi di qua e di là ma non ne vedo. Tutti i camerieri che mi capitano a tiro hanno i capelli scuri. Prendiamo da bere e siamo presto sommersi da nobili quando la sala si riempie.
-Anastasia!-
Mi giro di scatto sentendo il mio nome e vedo mio padre arrivare di fronte a me. 
-Che bello vederti- dice sorridendo. Non è un sorriso tirato, nè uno apparentemente falso. No, quello è un sorriso vero.
'Mio padre sta sorridendo....mi sono persa qualcosa?'
Sembra quasi esitare prima di abbracciarmi, come se non sapesse se l'avrei presa bene. Rimango stupita da quel gesto, mio padre non mi ha mai abbracciata. Sento il suo petto sospirare contro il mio viso mentre siamo ancora uniti.
'Ma che sta succedendo?'
Quando si stacca, ha ancora le mani sulle mie spalle e mi squadra da capo a piedi.
-Sei....bellissima. Ti va di ballare?-
-Ehm..certo-
Mi prende per mano e andiamo sulla pista dove ci sono già alcune coppie che ballano. Quando la sua mano si poggia sulla mia schiena, cominciamo a muoverci lentamente.
-Sei leggermente abbronzata. Ti dona- dice.
-Grazie-. Evito di guardarlo negli occhi. Non l'ho mai fatto e non ho intenzione di farlo ora.
-Anche il vestito ti dona molto. Sei bellissima, sembri tua madre-
-Papà perché ci hai invitati?- taglio corto.
-Vuoi già arrivare al dunque, eh?-
-Si-
Fa un sospiro prima di iniziare a parlare.
-Volevo che tu sapessi che sono cambiato, Anastasia. Da quando te ne sei andata...da quanto ti ho cacciato in realtà, ho pensato molto a te, a noi, in questi anni. E' stato come guardarsi ad uno specchio e sai cosa ho visto? Un buco...un buco tra di noi. Mi sono reso conto di quanto ti abbia lasciata sola da quando tua madre non c'è più, e mi sento così in colpa. Sono...sono arrabbiato con me stesso perché il dolore che ho provato in tutti questi anni si è riversato su di te senza che me ne rendessi conto. Mi dispiace così tanto e sono sicuro che anche se ti dico tutto ciò tu non mi perdonerai. Ma sono disposto a fare di tutto per riavere mia figlia con me. Ho perso gli anni della tua crescita, sei diventata una donna bellissima mentre io ero girato dall'altra parte e non voglio perdermi un minuto di più della tua vita. Sono cambiato per te Anastasia, e non sono cambiato solo come padre, mi sono accorto che negli anni avevo causato altri problemi intorno a me, la maggior parte nel villaggio. Ho saputo che è ridotto in rovina ed è tutta colpa mia-
Sono a bocca aperta. Non sono sicura che l'uomo che ho davanti sia mio padre. Dopo diciotto anni di indifferenza mi fa questo discorso e si, in effetti sono arrabbiata perché ha aspettato tutti questi anni per dirmi queste cose eppure....sono undici anni che aspettavo queste parole e finalmente le mie orecchie le hanno sentite. Sono arrabbiata ma anche felice, perché mio padre è cambiato e vuole ricucire tutti i buchi che ha fatto negli anni, non solo quelli che riguardano me.
-Ho anche assunto alcune persone del villaggio per questo ballo così da poter dare del lavoro ad alcune famiglie. Sono partito da qui e se..se sono soddisfatti del posto possono anche rimanere a lavorare qui- continua.
Sono sicurissima che Rayan vorrà rimanere a lavorare qui. Era già quasi svenuto per la lettera, immagino cosa potrebbe fare per un posto fisso al palazzo. Proprio in quel momento lo vedo dietro la spalla di mio padre, servire in lontananza un tavolo con un vassoio d'argento nella mano destra sollevata. Mi sposto facendo girare mio padre dall'altro lato così che stavolta sia io a dare le spalle a Rayan piuttosto che lui.
-Beh sono...sono stupita da ciò che mi hai detto.....Chi sei tu? Che ne hai fatto di mio padre?-
Sentire mio padre ridacchiare mi fa uno strano effetto...
-Pensavo l'avresti presa in modo più duro- dice con gli occhi che brillano.
-Sia chiaro: non ti ho perdonato...ancora. Però...ho aspettato questo momento da anni e ho paura che se sarò arrabbiata con te per molto poi...poi tu ricomincerai a tornare come prima e rimarrò fregata, ancora-
-No Anastasia, no. Ho finalmente aperto gli occhi e non ti lascerò più andare. Mai. Mi dispiace averti cacciato di casa, ero nervoso e i tuoi pasticci non aiutavano. Ogni giorno chiedevo notizie di te a Brus tramite lettere e sapere che stavi bene e che stavi crescendo, diventando matura e imparando nuove cose mi riempiva di gioia-
Non sapevo niente di queste lettere. Brus mi sentirà!
La musica finisce e le ultime coppie in pista si spostano verso i tavoli. Appena ci fermiamo, mio padre mi abbraccia di nuovo, stavolta sicuro di se. Dopo,di che mi sorride affettuosamente.
-E' ora di cena. Non andare via tanto presto, dopo voglio farti conoscere una persona- dice, poi si allontana.


Siamo tutti seduti ai tavoli e ci sono camerieri che camminano di continuo da un tavolo all'altro per posare piatti e prendere quelli vuoti. Ogni tanto Rayan passa ad un tavolo vicino al nostro e sia io che Brus e Emily abbassiamo la testa cercando di nasconderci, chi dietro  la sedia, chi sotto il tavolo. E' imbarazzante. Non posso continuare a lungo a nascondermi, prima o poi avrebbe servito anche il nostro tavolo e la sua reazione sarebbe stata inevitabile. Devo sbrigarmi a concludere la serata con mio padre così possiamo tornare al villaggio.
Dopo aver mangiato come non mangiavamo da mesi, ci alziamo e torniamo nel soggiorno dove le persone continuano a brindare e a parlare tra di loro. Poi mi raggiunge mio padre.
-Vieni, ti faccio conoscere quella persona- dice e prendendomi per mano mi dirige verso un ragazzo, più o meno della mia età. Capelli di un castano schiarito dal sole, occhi castani, alto e molto elegante.
-Anastasia, lui è il conte Josè. Figlio di un mio carissimo amico. Conoscetevi, io torno tra un po'- dice e poi si allontana.
-Ciao, sono Anastasia- dico.
-Ciao, Josè. Scusami ma sei davvero identica a tua madre, la somiglianza è impressionante-
-Già. Me lo dicono in molti-
-Per me è una situazione un po' strana, per te è strano? Dimmi che non sono l'unico-
-Cosa è strano?-
-Noi. Il nostro fidanzamento. All'inizio ero contrario ma poi mi sono convinto. Tuttavia penso ancora che sia molto strano-
-Aspetta, aspetta. Cosa? Fidanzamento? Di che fidanzamento parli?-
'Ti prego, dimmi che non è ciò che penso. Dimmi che non è ciò che penso'
-Siamo stati promessi, Anastasia. Non sapevi nulla?-
-No- dico con un tono di massimo disprezzo. Non ci posso credere, un matrimonio combinato. Sapevo che prima o poi sarebbe successo ma mi aspettavo che sarei stata avvertita almeno, avrei potuto ribellarmi molto prima. Mi massaggio le tempie nel tentativo di calmarmi. Non può essere.
'Oh mio Dio, se non faccio qualcosa sposerò uno sconosciuto'
D'un tratto in lontananza, su un piccolo ripiano rialzato mio padre picchietta un coltello sul suo bicchiere cercando di attirare l'attenzione. Quando tutti fanno silenzio, lui comincia il discorso.
-Sono grato a tutti i presenti di essere qui. Voglio festeggiare con voi molte cose. Primo, ho l'intenzione di eliminare definitivamente la povertà dal nostro villaggio e non mi fermerò finché non ci riuscirò-
C'è un leggero applauso a queste parole, poi continua.
-Secondo, dopo anni mi sono riconciliato con mia figlia. E terzo, la cosa più bella: il suo matrimonio. Voglio che facciate un applauso all'imminente matrimonio di mia figlia col duca Josè- dice indicandoci con il bicchiere. Tutti seguono la linea immaginaria tra il suo bicchiere e noi, e dopo averci individuato scoppia un enorme applauso. Josè si avvicina e, cingendomi la vita con un braccio, mi bacia sulla guancia. Il mio sguardo è di ghiaccio, cerco di fare un sorriso tirato giusto per le persone che applaudono e mi sorridono, ma dentro di me sto morendo. Devo fare qualcosa per annullare questo matrimonio, ma cosa?
All'improvviso il tonfo di un vassoio rovesciato ci fa girare tutti. In silenzio guardiamo il giovane ragazzo dai capelli biondi che mi guarda impassibile con il vassoio e tutto ciò che conteneva ai suoi piedi. Nei suoi occhi vedo tutto il dolore e la rabbia che avevo sperato di non vedere mai.
'Rayan, no!'

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Capitolo 36
*** Scegli! ***


Mio padre cerca di attirare l'attenzione degli invitati spostandola da Rayan a lui. Rayan continua a fissarmi. Nei suoi occhi vedo una miriade di emozioni. Un altro cameriere gli da una leggera gomitata.
-Hei, sbrigati a ripulire se non vuoi essere licenziato-. Dice in modo amichevole, poi va via. Rayan distoglie lo sguardo da me e comincia a pulire ciò che ha fatto cadere pochi minuti fa. Si dirige in cucina col vassoio e ne esce senza. Il suo sguardo non si posa più su di me, si avvicina alla facciata e fa per andare via.
-Rayan!- lo chiamo ma non si gira. Vado verso di lui con passo accelerato per raggiungerlo lasciando Josè da solo. Ora di Josè non può importarmene di meno. Siamo ormai fuori, fa un freddo cane dato che non ho preso la mantella, ma non mi importa. L'unica cosa che voglio ora è parlare con Rayan.
-Rayan fermati-. Sono proprio dietro di lui con un leggero fiatone. Non si ferma.
-Torna dentro principessa- dice con un tono amaro senza neanche voltarsi. Era proprio questo che mi spaventava. Le sue parole offensive nei miei confronti, il tono di disprezzo verso chi ero veramente.
-Rayan fermati, posso spiegare!-
-Non c'è niente da spiegare principessa-
-E smettila di chiamarmi principessa! Non mi è mai piaciuto esserlo-
-Però lo sei- dice voltandosi di scatto e facendomi fermare, -e non me lo hai detto..-
Ha un tono così triste eppure così carico di rabbia.
-Avrei voluto dirtelo, Rayan. Lo stavo per fare ma poi..-
-Poi cosa?- mi interrompe con un tono di voce più alto, -Cosa ti ha fatto cambiare idea? Il fatto che io mi fidassi totalmente di te? Il fatto che io ti avessi raccontato tutto di me e del mio passato? Oppure il fatto di averti portata a letto!-.
Faccio un passo indietro come  se mi avessero sparato. Non poteva dirmi cose più orribili di queste, di quest'ultima. Come poteva pensare che non glielo avessi detto per andare a letto con lui? E' una cosa orribile solo da pensare, non mi avrebbe mai parlato così, e ciò mi rattrista, molto.
-Come puoi dirmi certe cose?- sussurro con gli occhi lucidi per le lacrime trattenute.
-Dico solo ciò che mi fai pensare-
Mi faccio coraggio e glielo dico.
-Non te l'ho detto perché quando stavo per farlo hai detto cose orribili sulla mia famiglia. Forse non te lo ricordi perché penso che non sia stata la prima volta che lo dicevi, ma è stato quando mi hai affidato Realidad. Hai detto che è colpa nostra se sono tutti poveri ed è colpa nostra se gli animali non possono vivere a lungo-
-E non è vero?- grida.
-Si, si che lo è , e mi sono sentita in colpa dal primo momento che ho messo piede in quel dannatissimo villaggio. Sapevo che se ti avessi detto la verità avresti reagito in questo modo e saresti andato via da me e non volevo- grido.
Lui sbuffa e abbassa lo sguardo accigliato. Cerco di calmarmi e gli parlo con un tono più calmo.
-Pensaci bene: se in quel momento, che ci conoscevamo appena, ti avessi detto la verità, saresti rimasto?-
Lui alza lo sguardo su di me ma resta in silenzio. 
-E' la risposta che mi aspettavo-. Una lacrima mi sfugge e la asciugo di fretta. Se comincio a piangere non mi fermo più!
-Mi hai ferito,,,,"Anastasia" - dice mettendo enfasi e una nota di disgusto nell'ultima parola.
-E tu stai ferendo me ora. Per un momento lascia da parte questa cosa e dimmi: ci tieni a me o no?Perché io ci tengo a te Rayan, io mi sono innamorata di te! Se è si allora rimani con me, se è no, e spero tanto che non lo sia, allora sei libero di andare- sussurro porgendogli la mano. 
Lui osserva la mia mano tesa senza muovere un muscolo. Brus me lo ha sempre detto: "se ci tiene resterà...", è ora di scoprire se aveva ragione. Ma lui non si muove, sta lì a fissare la mia mano e cercare di prendere una decisione.
'Andiamo...ti prego...ti prego'
-Non ce la faccio...non posso, mi dispiace- fa qualche passo indietro e con le lacrime agli occhi ricomincia a camminare. La mia mano scivola verso il mio fianco e all'improvviso mi sento esausta. Cado in ginocchio a terra e le lacrime che stavo trattenendo escono accompagnate da singhiozzi. Sapevo che sarebbe andata così. Non volevo ferirlo, questa era l'ultima cosa che volevo fare, ma è successo e ora ne pago le conseguenze. Tutti i nostri ricordi, tutto ciò che abbiamo fatto insieme da quando mi ha salvata fino a poco fa, mi tornano in mente come dei flash che si susseguono uno dopo l'altro. Le risate, gli abbracci, i baci, le gite....Mi stringo le braccia intorno al petto per il freddo mentre continuo a singhiozzare.
-Anny! Santo cielo! Che è successo?- Brus corre verso di me con un'aria molto spaventata.
-Se n'è andato- dico tra un singhiozzo e un altro, - se n'è andato via, Brus-
-Oh, Anny- Brus si inginocchia accanto a me e mi abbraccia, coccolandomi. Lo stringo forte cercando calore che però non arriva.
-Mi dispiace Anny, mi dispiace così tanto-
Brus continua a coccolarmi finché non mi calmo. Il pavimento fuori è scomodo ma a Brus non importa, preferisce stare con me. Restiamo in silenzio, per terra finché non smetto di singhiozzare e di piangere definitivamente.
-Dovremmo tornare dentro Anny- mi sussurra in un orecchio.
-Non ci voglio tornare lì-
-Dove vuoi andare? Ti porterò ovunque tu voglia andare, dimmi solo dove-
-Al villaggio, voglio tornare al villaggio-
-Okay, vieni- mi tende una mano e dopo averla presa ci alziamo. Brus recupera le nostre mantelle e poi torna fuori accompagnato da mio padre.
-Anastasia, tesoro, vai già via?- 
-Non voglio stare più qui- dico guardando i miei piedi. All'improvviso sono così interessanti...
-Cosa c'è che ti turba?-
-Tu papà, tu mi turbi. Perché non mi ha parlato prima del fidanzamento?-
-Volevo farti una sorpresa. Non sei mai stata con un ragazzo, presentandoti Josè pensavo ti sarebbe piaciuto-
-No, invece non mi piace affatto. Puoi scordartelo se pensi che io sposi quel tipo-
-Ma...Anastasia è la tradizione. Non puoi tirarti indietro!-
-Non me ne importa niente della tradizione, io sono già innamorata di un ragazzo e non è Josè. Sta a te decidere papà: annulli la tradizione e io rimango a palazzo, continui con questa storia e io rinuncio alla corona! Fa bene i tuoi conti perché in entrambi i casi io sposerò comunque il ragazzo di cui mi sono innamorata!-
-Anny no!- Brus cerca di fermarmi afferrandomi un gomito ma io non gli do retta e tiro via il braccio dalla sua presa. 
-No Brus, non ne posso più di vivere una vita che non sopporto. Sta a te papà, decidi-
Mio padre resta a guardarmi terrorizzato. E' davvero cambiato, stavolta vedo la paura nei suoi occhi al pensiero di lasciarlo, ma deve decidere. E' il secondo uomo che metto di fronte una scelta stasera e questa storia mi sta distruggendo dentro. Mi sento così stanca di lottare, di andare avanti. Voglio solo tornare a essere felice. Dopo Rayan, tocca a mio padre: seguirà le regole oppure no? Seguirà l'istinto del re oppure quello del padre?

A quanto pare la prima.




Spazio Scrittrice:
Ciao ragazzi, vi piace fin qui la storia ? :) Spero di si, cerco sempre di mettere scene che diano una scossa alle cose ma se non recensite non so se sto facendo bene o se sbaglio >.< Ringrazio di cuore la ragazza che ha recensito la storia, davvero grazie :) Spero che anche voi altri che mi seguite farete prima o poi una recensione, ci conto :) Ciao <3

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Capitolo 37
*** Corri! ***


Busso alla porta e Jasmine, la sorella di Rayan (quella più grande), mi apre la porta. Sono passati tre giorni dal ballo e non sono riuscita ancora a vedere Rayan, così ho deciso di cercarlo a casa. 
-Oh, salve signorina- mi fa un saluto cordiale.
-Ti prego, sono sempre io, Anny, parlami come facevi una volta...te ne prego-
-Ok, scusami. Posso fare qualcosa per te?-
-Si. C'è Rayan?-
 Jasmine mi guarda con aria esitante e desolata.
-Non c'è, mi spiace-
-Jasmine, lo so che è dentro. Ti prego, ti sto implorando, se è lì fammelo vedere.....per favore-
Jasmine guarda alla sua destra poi si rivolge di nuovo a me.
-Mi dispiace tanto Anny, è uscito stamattina-
Faccio un sospiro pesante. Sono al quanto frustrata da questa storia.
-Mi sai dire dov'è andato?-
-Non me lo ha detto. Prova a controllare alla collina- mi sorride affettuosamente.
-Ok grazie. Buona giornata- le sorrido e mi giro.
-Posso farti una domanda?- dice facendomi girare.
-Si certo-
-Come mai sei ancora qui?Non dovresti essere al castello?-
-Ho rinunciato alla corona-
Jasmine sgrana gli occhi e si mette una mano alla bocca per lo shock. 
-Perché hai fatto una cosa simile?- mi chiede.
-Non mi serve una corona. Ho solo bisogno di Rayan ora-
Jasmine ha uno sguardo triste, come se stesse per dirmi qualcosa ma poi ci ripensa e chiude la porta dopo avermi fatto un sorriso tirato.
 Faccio un sospiro e mi giro ancora una volta pensando a dove potrebbe essere Rayan. E' così ogni volta. Quando incontro Rayan per il villaggio, cerca sempre di sfuggirmi mimetizzandosi tra la folla finché non lo perdo definitivamente. E' stancante. Dopo il ballo sono tornata a vivere nel villaggio. Non ho portato niente con me, ho le stesse cose che avevo prima. 
Non sento mio padre da allora. Neanche Brus lo sente più: l'ho minacciato dicendogli che se mi avesse ancora mentito non l'avrebbe passata liscia. Da un lato sono ferita: mio padre mi ha lasciata andare senza problemi. Aveva uno sguardo addolorato però non ha fatto resistenza quando me ne sono andata. Mi ha lasciata di nuovo andare...
Penso a quel dannato ballo e alle sue conseguenze da quando è finito. 
'Riuscirò mai a pensare ad altro?'
Beh potrei cominciare con Rayan. Sono quasi arrivata alla collina. Chiudo gli occhi sperando che quando li avrò riaperti vedrò lui sotto la quercia oppure lo vedrò mentre passeggia per l'erba e i fiori alti. Ma quando li riapro non trovo nessuno. Cammino per tutta la collina sperando di trovarlo steso per terra ma niente, di Rayan nessuna traccia.
Fa male pensare che sia così ferito da evitarmi. Rimango un po' nell'erba per riordinare i pensieri. Quando mi rialzo c'è ancora speranza dentro di me:
'Rayan deve pur essere da qualche parte'
Comincio a correre, come se correre mi farebbe allontanare dalle tenebre e dai pensieri cattivi che mi tormentano, come se potessi volare se solo volessi. Corro, torno al villaggio e comincio a cercare in tutte le stradine. Non mi importa se mi perdo, non voglio fermarmi. Non finché non trovo Rayan. L'adrenalina mi scorre nelle vene e sento che potrei correre all'infinito. La tensione di questi ultimi giorni ha fatto si che avessi tutta questa carica. I muscoli cominciano a farmi male ma non voglio fermarmi.
'Corri, corri......non fermarti. CORRI!'
Sono esausta ma non mi fermo. Cerco con lo sguardo Rayan ma non si vede. Continuo a correre. Sono sudata fradicia, ho il viso cosparso di goccioline di sudore, ma l'istinto mi dice di continuare e io non mi fermo.
'Continua a correre!'
Arrivo fino alla piazza centrale, quella con la fontana. Corro attraversandola non notando un carretto che stava per mettermi sotto. Mi fermo di scatto per evitarlo ma scivolo su una zolla di neve rimasta dall'ultima nevicata. Cado per terra sbattendo violentemente la testa e tutto si appanna.
E' come un deja vu. E' già successo ma con un'unica eccezione: l'ultima volta c'era Rayan a salvarmi. Ora sono sola.
'Quando imparerai a guardare la strada prima di infilarti per le strade? Sei una stupida!'
Cerco di alzarmi ma non ci riesco, non riesco a muovermi. Gli arti non sono più connessi ai miei pensieri. Giro lentamente la testa alla mia destra, poggiando la guancia per terra e noto del sangue. Seguo la scia rossa finché non finisce in un punto impreciso della mia testa. 
'Aiuto! Ho bisogno di aiuto!'. Perché riesco a pensarlo ma non a dirlo?
La vista mi si appanna e comincia a farsi buio.
'No, no, no! Aspetta!'
Perdo i sensi senza riuscire a permettere il contrario. 
Le mie gambe possono riposarsi finalmente.






Spazio Scrittrice:
Che ve ne pare? Secondo voi cosa succederà ora? Io ho già in mente qualcosa ma se volete darmi consigli fate pure :) Aspetto le vostre recensioni. Un bacio, ciao :D

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Capitolo 38
*** Ascoltami ***


Intorno a me regna solo il buio. Cerco di aprire gli occhi ma non ci riesco. Cerco di muovere qualsiasi altra parte del corpo ma non si muove niente. Comincio a farmi prendere dal panico..
'Che diavolo succede..?'
Sono sdraiata, non so dove ma è comodo qui. Sento avvicinarsi delle voci.
-Ha preso una brutta botta in testa, ha perso molto sangue e stava per procurarsi qualcosa di grave ma siamo riusciti ad impedirlo, signore- dice una voce maschile.
-Si riprenderà?-
'Ma questa è...è mio padre!'
-Non glielo so dice con certezza, signore. Abbiamo curato tutti i pericoli interni ma tocca a lei svegliarsi. Deve farcela da sola, noi non possiamo fare più niente- disse l'uomo. Da come parla deve trattarsi di un dottore..
-Oddio..- dice un'altra voce.
'Brus!'
Le voci cominciano ad allontanarsi e il buio torna.



Quando le voci tornano il buio si affievolisce leggermente.
-...lei amava lui e lui amava lei. Erano la coppia più bella del reame e tutti non potevano non accorgersi di loro- dice una voce femminile.
'Emily..?'
-Hey, novità?- dice Brus. Sento chiudersi una porta...deve essere appena entrato nella stanza.
'Chissà dove mi trovo..'
-No purtroppo, è nella stessa e identica posizione di ieri- dice Emily. Sembra triste dal suo tono di voce.
-Cosa stavi facendo?- chiede Brus dolcemente. La sua foce è più vicina ora.
-Le stavo leggendo uno dei libri che le leggeva la regina. Speravo che così si sarebbe svegliata..-
Comincio a sentire dei singhiozzi.
'Oh no, Emily no!'
Non pensavo che tenesse così tanto a me, anche se me lo ha dimostrato e detto più volte.
-Andrà tutto bene- la rassicura Brus, -si riprenderà, dobbiamo solo aspettare-
Il tono di Brus non lo avevo mai sentito prima. Sembrava distrutto, vuoto.
'Brus, no ti prego'
Cerco disperatamente di muovermi, di fargli capire che sono qui, sono con loro ma il mio corpo non risponde ai comandi.
Le voci si allontanano e il buio ritorna.
'No, dannazione no!'




Tutto si affievolisce ancora e comincio a sentire.
-Mi scusi signore, potrei entrare?-
'Rayan! E' qui! C'è anche lui!'
Ci sono alcuni secondi di silenzio poi la risposta di mio padre.
-Entra pure, ragazzo-
Dei passi si allontanano e una porta viene chiusa. Mi chiedo se in questo momento ci sia solo Rayan nella stanza o se sia rimasto qualcun'altro.
-Hey Anny, sono io Rayan-
'Oh, Rayan, ti sento. Sono qui, ti sento'
-Tu..tu devi svegliarti Anny. Io non ce la faccio più. Sono giorni che ti vedo nello stesso letto, nella stessa posizione. Mi sta uccidendo questa cosa..-
'Rayan..'
-E' tutta colpa mia Anny, io..io ero dietro la porta quando sei venuta a cercarmi a casa e non sono voluto uscire. Se fossi stato meno codardo tu non saresti uscita a cercarmi e non saresti qui, immobile davanti a me..-
Comincia a singhiozzare.
'Non ce la faccio a sentirti piangere Rayan, ti prego non farlo..'
-Mi dispiace Anny, è tutta colpa mia, mi dispiace. Ti prego perdonami-
Non posso più ascoltarlo mentre piange, non ce la faccio, non voglio. Cerco disperatamente di muovere un muscolo ma per l'ennesima volta il mio corpo non mi ascolta.
Poi Rayan mi stringe la mano e sento la pressione sulla mia. Sento calore. Cerco di muoverla per ricambiare la stretta ma non reagisce ai miei comandi. Quella sensazione di contatto è indescrivibile, sembra irreale ma c'è, la sento.
-Torna da me, Anny. Ti prego torna da me- Sento la mia mano strofinarsi sul suo mento e poi bagnarsi. Le sue lacrime scivolano sulla mia mano e sento anche quelle.
'Perché diamine non riesco a muovermi? Dannazione!'
Vorrei piangere, disperarmi, urlare ma non riesco a fare niente. E' tutto nella mia testa.
La voce di Rayan si allontana e torna il buio.
'Ti prego, non portarmelo via, no'
Ma è troppo tardi.




Le voci tornano e cerco di capire chi sia stavolta a parlare. Sono stanca di questa situazione, voglio svegliarmi, dire a tutti che sto bene, abbracciarli, guardare i loro visi senza dover ascoltare solo le loro voci. 
-Si è addormentato, sire-
'E' la voce di Brus questa'
Sento mio padre sospirare. -Dovrei lasciarlo riposare qui con lei?- chiede poi.
-Penso sia giusto signore- dice Brus, -è davvero un bravo ragazzo e lei tiene molto a lui- continua poi.
-Abbiamo parlato l'altro giorno. Credo anch'io che sia davvero un bravo ragazzo- dice mio padre.
'Cosa? Ha parlato con Rayan?'
-Cosa dovrei fare?- chiede mio padre.
-Faccia solo la cosa più giusta per lei- dice Brus.
-Grazie Brus, per tutto. Sei stata con lei fin da quando era una bambina. Ti sei presa cura di lei mentre io non c'ero. Grazie di cuore-
-E' un'onore, sire-
Li sento allontanarsi e il buio torna, come sempre.




Apro leggermente gli occhi. Non riesco ad aprirli fino in fondo, sento le palpebre pesanti e doloranti. Tutto intorno a me è appannato. Non riesco a mettere bene a fuoco senza sbattere più volte le ciglia. Stiracchio molto lentamente le dita delle mani. Sono indolenzite e non riesco ad allungarle tutte ma quella sensazione di piacere, per avere di nuovo in controllo del mio corpo, si impossessa di me e un leggero sorriso sfiora le mie labbra.
'Finalmente'






Spazio scrittrice:
Hey ragazzi :) allora che ne pensate di questo capitolo? Anastasia è in una specie di coma e ho cercato di rappresentare i suoi pensieri e le sue emozioni sentendo le voci delle persone che ama. A me piace particolarmente questo capitolo, spero che recensite e mi farete sapere :) A presto! Ciao <3

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Capitolo 39
*** Più sveglia che mai ***


I miei occhi guizzano per tutto il soffitto. Sono nella mia camera al castello. Sono nel mio letto. Ma come ci sono finita qui? 
Guardo alla mia destra. Sul ripiano della finestra ci sono numerosi vasi con fiori freschi. Chiudo gli occhi e spiro quel profumo che invade la camera.
Guardo poi alla mia sinistra e noto qualcuno, con la testa poggiata alle proprie braccia, riposare accanto a me, sul bordo del letto. Il viso è girato dall'altro lato ma non mi serve indovinare chi sia, conosco solo una persona con i capelli chiari.
Alzo una mano molto lentamente. Mi fa male e la sento pesante. La poggio sulla testa di Rayan e lui si sveglia si scatto, guardando davanti a se con un'aria confusa. La mia mano finisce buttata di peso sul letto. Questa situazione mi fa sorridere, anche la prima volta che mi sono svegliata dopo una caduta Rayan ha dormito con me e si è svegliato in quel modo.
Il suo sguardo poi si posa su di me e sgrana gli occhi.
-C-ciao- balbetto per la fatica di dire qualcosa. La mia voce è roca, chissà da quanto tempo sono a letto..
-Oh mio Dio, Anny!- dice prendendomi il viso tra le mani, -Sei sveglia! SEI SVEGLIA!- dice poi alzando il tono della voce e mostrando un sorriso più che sollevato.
Si gira e scappa fuori la porta.
Torna poco dopo con mio padre e Brus che mi guardano anch'essi con gli occhi sgranati prima di farmi un largo sorriso e di precipitarsi a letto.
Mio padre mi abbraccia, in maniera molto semplice dato che non ho la forza di reggermi.
-Oh tesoro!- mi dice dondolando -sei tornata, finalmente-
Quando mi lascia andare è il turno di Brus di stringermi. La sua presa è forte e soffocante come sempre.
-Mi hai fatto morire- dice poggiando il mento sulla mia testa.
-Scusa- dico con la solita voce roca. Sembra di non aver parlato per giorni. Poi mi viene il dubbio.
-Da quando sono a letto?-
Brus mi lascia andare e mi guarda intensamente.
-Quasi una settimana, Anastasia. Ci hai fatto morire per giorni..- dice.
Ora che li guardo attentamente, ognuno di loro ha un'aria terribile, perfino mio padre. Sono tutti sciupati, trasandati, con un accenno di barba sulla mascella. 
-Quando ti ho vista in quello stato al villaggio..- continua Brus. Chiude gli occhi per cercare di trattenersi. 
-Tu mi hai portato qui?-
-Si, ti sono venuto a cercare e ti ho vista li, per terra, con tutto quel sangue...- fa un sospiro per calmarsi, -...non ci ho pensato due volte a riportarti a casa, avevi bisogno di un medico e abbiamo preso subito una carrozza-
-Abbiamo?-
-Si, io, Emily e Rayan- dice.
Guardo confusa prima lui, poi Rayan. Come faceva ad esserci anche Rayan? Erano insieme quando mi hanno trovata oppure Brus lo ha chiamato dopo?
Poggio la testa sul cuscino e chiudo gli occhi. Comincio a sentire una familiare sensazione allo stomaco, una sensazione che mi mancava.
-Ho fame- 
Brus e mio padre ridacchiano leggermente.
-Speravo lo dicessi. Non tocchi cibo da quando sei qui. Sei dimagrita molto- dice mio padre severo.
-Vado a prenderti qualcosa- dice Brus uscendo.
Cerco di guardare il mio corpo per assimilare le parole di mio padre ma non ci riesco. La stanchezza e le grandi coperte che mi avvolgono me lo impediscono.
Alzo lo sguardo e noto che Rayan è rimasto serio, sul fondo della stanza e non ha smesso un secondo di guardarmi. Credo che stia ancora elaborando il fatto che mi sia svegliata. Poi si rianima.
-Vado ad aiutare Brus- dice, ed esce dalla stanza lasciandomi sola con mio padre.
Lo seguo con gli occhi finché non esce, poi guardo mio padre. Lui si siede sul bordo del letto e mi guarda.
-Come stai?- mi chiede dolcemente.
-Mi fa male tutto e mi gira la testa-
-Hai preso una bella botta-
-Già-
-Mi spieghi come hai fatto? Ti ha spinta qualcuno?- 
Il suo tono è triste. Pensa che qualcuno al villaggio abbia potuto farmi del male e ciò lo rattrista.
-No, sono caduta- ridacchio leggermente ma smetto subito per il dolore.
-Brus lo ha sempre saputo. Mi ha detto fin dall'inizio che era più probabile che fossi caduta piuttosto che qualcuno ti abbia violentata-
-Si, immaginavo avrebbe detto così- sorrido al pensiero di Brus.
-Ti conosce così bene..-
-Già..-
Lui sospira, -Vorrei poterti conoscere anche io bene come lui. Dammene la possibilità, Anastasia. Dammi la possibilità di conoscerti, di proteggerti, di passare del tempo con te-
-Lo so papà, e anche io lo vorrei...tanto. Ma hai già fatto la tua scelta- dico riferendomi alla mia condizione quando eravamo al ballo.
-Voglio poter scegliere di nuovo-
-Che intendi?-
Chiude gli occhi come se fosse trattenuto dal dirmelo. Poi li riapre e si libera del peso che porta.
-Tu ami davvero quel ragazzo?-
'Oh mio Dio..'
-Si, più di quanto immagini-
Annuisce, guardando nel vuoto, pensando alle mie parole.
-Sei libera di scegliere il tuo compagno, Anastasia-
Non ci credo, non può essere vero. Mio padre ha messo da parte le regole....per me.
-Cosa?- stavolta i miei occhi si aprono al massimo.
-Hai sentito bene- dice ridacchiando.
-Cosa ti ha fatto cambiare idea?-. Credo di avere un sorriso esageratamente largo.
-Lui. Ho parlato col ragazzo ed è davvero un tipo speciale. Mi ha confessato che era arrabbiato con te per la bugia che gli avevi detto e pensai che non sarebbe rimasto molto qui. Invece non se n'è mai andato. Non ha voluto neanche una stanza, è rimasto a dormire qui fuori la porta oppure si addormentava accanto a te mentre ti parlava. Voleva starti il più vicino possibile. Voleva parlarti sempre, stava qui delle ore. Diceva che se ti parlavamo tu saresti tornata da noi. E' incredibile. Ci tiene molto a te e tu tieni a lui. Anche Brus mi ha parlato di voi e...non voglio esservi di ostacolo-
Rayan ha fatto tutto questo per me? Poi ricordo la voce di Rayan, quando ero incosciente. Le sue parole, il suo tocco. Mi fa sorridere.
-Grazie...papà-
Lui mi abbraccia di nuovo. Rimaniamo abbracciati per molto, finché non tornano Brus, con un mega vassoio pieno di roba (leggera, non molto pesante), seguito da Emily con le lacrime agli occhi che corre verso di me, e infine Rayan che si ferma ancora una volta sul fondo della stanza.
Mi chiedo se si stenta in soggezione dato che siamo a palazzo...
Emily comincia a tastarmi e a farmi domande senza fermarsi un secondo.
'Tipico di Emily'
Ma il mio sguardo non si stacca da quello di Rayan. Lui mi sorride e io ricambio tirando un sospiro di sollievo. Mi sembra di aver trattenuto un peso enorme. Aspettavo un suo sorriso o qualcosa di carino nei miei confronti. Avevo paura che si fosse distaccato da me, invece era sempre rimasto.





Spazio scrittrice:
Allora, qui Anastasia si sveglia finalmente :) E' un po' preoccupata che Rayan sia arrabbiato con lei o che ancora non le rivolga la parola ma poi ripensa alle sue parole durante il coma e al suo sorriso e capisce che non è così :) Poi penso che il re stia facendo grandi passi avanti con lei, è davvero cambiato ! Recensite, così mi dite se vi piace oppure no :) Ciao <3

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Capitolo 40
*** Matrimonio ***


Mangio tutto quello che Brus mi ha portato, avevo una fame da lupi. Poi quando tutti si accorgono che non riesco a staccare gli occhi da Rayan, ognuno si inventa una scusa per uscire di lì e ci lasciano soli. E' imbarazzante ma speravo lo facessero, volevo parlare con lui da quando mi sono svegliata.
-Hey- dice avvicinandosi.
-Hey- gli sorriso.
-Come ti senti?-
-Piena- dico toccandomi la pancia.
Lui ride e scuote la testa abbassando lo sguardo. Si avvicina ancora e si siede sul bordo del letto.
-Mi fa piacere vedere che stai recuperando le forze, e anche le battute a quanto pare-
Rido. Ma poi sento una fitta allo stomaco e smetto subito, anche se continuo a sorridergli.
-Non farmi ridere altrimenti mi faccio male-
-Scusa- dice sorridendo.
Poi torna serio.
-Mi dispiace- dice guardandomi negli occhi.
Ricordo che si era scusato anche mentre non ero cosciente. Stavolta ero sveglia e lo avrei fermato.
-Non devi scusarti di niente Rayan-
-E invece si, è colpa mia se sei caduta, stavi cercando me, e io lo sapevo e non ho fatto nien..-
Lo interrompo -No Rayan, avevo intuito che in realtà eri con tua sorella quando sono venuta a casa tua, ma sono voluta comunque andare in giro. E' colpa mia se sono caduta perché ancora una volta non ho fatto attenzione e sono stata stupida. Mi avevi avvertito che al villaggio girano con molta fretta e non sono stata attenta..-
-Quando te ne sei andata, mia sorella mi ha convinto a farmi uscire e a venire a cercarti. Non riuscivo a trovarti così sono venuto a casa  tua e ho visto Brus con le lacrime agli occhi portarti in braccio dentro la carrozza. Eri avvolta in un asciugamano pieno di sangue e ho cominciato ad andare nel panico. Ha pensato a tutto quello che poteva esserti successo. Ho pensato ti fossi ferita apposta- dice chiudendo gli occhi. 
Ha un'aria stravolta, so che si sta trattenendo per non piangere. Ha pensato che mi fossi ferita a causa del suo rifiuto. Ecco perché si sente tanto in colpa.
'Oh Rayan, non è così. Non ti riterrei mai responsabile di quello che è successo..'
-Dovevo essere lì a proteggerti e non c'ero. Quando Brus mi ha visto mi ha fatto salire e sono venuto con voi. Mi ha raccontato di come ti ha trovata e di quanto avesse paura, mentre ti teneva tra le sue braccia. Emily piangeva a dirotto e io mi sentivo morire, letteralmente. Siamo arrivati qui e un medico ti ha subito chiuso in una stanza e ti ha operata. Ha detto che dovevi svegliarti da sola e tu proprio non volevi svegliarti! -
-Mi dispiace avervi fatto preoccupare. So quanto Brus tenga a me, perciò la sua preoccupazione la capisco. Ma voi altri, tu, Emily, mio padre....non pensavo che teneste così tanto a me-
-Come fai a pensare queste cose? Tuo padre è...è tuo padre. Non te lo ha dimostrato ma ti vuole bene. Emily, per quanto mi hai raccontato, ti ha cresciuta con Brus quindi è normale che si sia affezionata. E poi chiunque ti conoscesse ti vorrebbe subito bene. E io...beh io sono innamorato di te Anny, puoi solo immaginare come mi sia sentito a vederti un'intera settimana come se fossi morta-
Oh mio Dio. Fermiamoci un minuto! Ho sentito bene? E' innamorato di me?
-Cosa?- gli chiedo.
-Che intendi con "cosa"?-
-Puoi ripetere quello che hai detto?-
-Oh. Puoi solo immaginare come mi sia sentito..-
-No, no, prima-
-Che chiunque ti conoscesse ti vorrebbe subito bene?-
-No, no-
-Anny sono confuso-
-Quello che hai detto dopo Emily, quello che hai detto su di te-
-Oh- mi guarda per alcuni secondi, -sono innamorato di te. Ma questo avresti dovuto saperlo..-
-No che non lo sapevo!- alzo un po' il tono di voce, - al ballo ti ho chiesto se tenevi a me oppure no e tu mi hai chiaramente detto no andandotene-
-No Anny, tu mi hai chiesto di rimanere, ma ero troppo ferito per farlo, avevo bisogno di starmene un po' per conto mio. Se hai pensato che non tenessi a te hai pensato male...cavolo anni siamo andati a letto insieme!- dice abbassando la voce all'ultima frase.
Abbasso lo sguardo sulle mie mani incrociate. Non riesco a guardarlo negli occhi. Lui mi ama, mi ha sempre amata e io non me n'ero accorta.
-Comunque non pensarci. Stai per sposarti ora- dice abbassando lo sguardo.
Io al contrario lo alzo di colpo. Tutto a un tratto riesco a mantenere lo sguardo fisso su di lui.
-Col cavolo che mi sposo!-
-Tuo padre non sarebbe d'accordo su questo- dice guardandomi.
-No infatti...mio padre vuole che io mi sposi ma....lui preferisce te-
-Eh?-
'Ah, ora ho la sua completa attenzione?'
-Ha cambiato idea. Sa che io voglio te e approva-
-Non ti sposi?-
-Non mi sposo-
Non appena finisco di parlare si fionda su di me e mi bacia. Mi viene da ridere a quel suo gesto, perché sembra molto più che sollevato. Quando il bacio finisce appoggia la fronte alla mia e chiudiamo entrambi gli occhi.
-E comunque Josè è anche bruttino- dice.
Rido allontanandolo scherzosamente. Continua a fare battutine e a farmi tornare il buon umore, anche se non posso ridere a lungo dato che sono tutta indolenzita.
-Lo sai che mio padre vuole che mi sposi lo stesso, vero?- gli chiedo.
-Lo so, e un po' mi spaventa..-
-Perché?-
-Non è per te, non fraintendermi. Sapere di trascorrere il resto della vita con te mi riempie il cuore di gioia. Solo..non so se sarò in grado di reggere il ruolo, di governare. Non so niente di tutto ciò-
-Sarai bravissimo, ne sono sicura. Ti aiuteranno mio padre e Brus e poi dovrò imparare anche io quindi saremo in due-
Mi sorride leggermente sollevato alle mie parole.
-E comunque riguardo a responsabilità sei uguale a mio padre!-
-Oh, questa la prendo come un'offesa!- dice scherzando.
Ridiamo e continuiamo a ridere finché non tornano gli altri. E' proprio questo che stavo aspettando. Dopo che la mamma andò via, volevo solo la pace, i sorrisi, la felicità. E ora, finalmente, la ho.





Spazio scrittrice:
Hei ragazzi :) Allora a me questo capito piace perchè finalmente anche Rayan si dichiara :D Poi anche il fatto che sia geloso di Josè, è una cosa carina :')
Aspetto ancora le vostre recensioni e ringrazie quelle persone che hanno messo la storia tra i loro preferiti, grazie di cuore :) Ciao <3

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Capitolo 41
*** Epilogo ***


            
Sono nella collina, nella nostra collina, mia e di Rayan. Sono sdraiata a pancia in su nell'erba, nascosta dal mondo esterno. E' estate e mi godo il sole che mi riscalda la pelle e mi rilasso.
-Cetto pe' té!!- grida un bambino. Il mio bambino.
-Oh no, mi hai trovato- grida Rayan.
Stiamo giocando a nascondino. Il piccolo Leo vuole sempre contare, è così buffo! Dalle risate che sento a quanto pare Rayan gli sta facendo il solletico, provocando dei piccoli "Batta! Batta!"
E' così tenero quando parla, non riesce a dire correttamente le parole, ma in fin dei conti ha solo due anni.
-Hey, Leo, non hai ancora trovato la mamma!- dice Rayan.
-Mammaaaaa?-
-No Leo, se gridi non esce. Devi cercarla senza fare rumore. Così...shhhh-
Mi viene da ridere. Quando Rayan gioca con Leo è così tenero. E inoltre quando gli insegna come trovarmi nel prato mi fa pensare alla prima volta che mi ha portata qui e mi ha presa all'improvviso senza che me ne accorgessi.
D'un tratto una testolina bionda e degli occhi verdi sbucano sopra di me e subito dopo quella di Rayan.
-Eccola! Papà l'ho todata- dice indicandomi con quel dito cicciottoso.
Leo non è un bambino in carne anzi, è abbastanza magro, ma ha quelle mani e quelle guance pacioccose che vorresti mordere di continuo.
-Mh. La mamma è una schiappa in questo gioco- dice Rayan.
-Però ha trovato prima te!-
-Un punto per te, mamma- dice chinandosi a baciarmi.
-Pue io, pue io!-
Io e Rayan ridiamo. Lo prendo in braccio e gli do un grande bacio sulla guancia con l'aggiunta di qualche pernacchia per farlo ridere. Poi allaccia le braccia al mio collo.
-Mamma è mia!- dice Leo a Rayan.
-Geloso il bambino!- dico ridendo.
-Devo cominciare ad essere geloso di mio figlio secondo te?- dice in tono ironico.
-Ma smettila!- dico colpendolo scherzosamente sulla spalla.
Rimanemmo un'altro po' alla collina, poi tornammo a palazzo per sbrigare alcune cose. Ora che io e Rayan eravamo i nuovi sovrani avevamo molte cose da fare. Tuttavia trovavamo sempre il tempo di rilassarci e di passare del tempo con Leo. Arrivati a palazzo, lasciammo Leo con mio padre, si divertiva da matti a stare con lui, e noi andammo a sbrigare le nostre faccende da "re" e "regina". Brus e Emily abitavano con noi a palazzo. Emily aiutava mio padre con Leo dato che era molto irrequieto, e Brus era diventato il mio consigliere personale, perciò mi aiutava molto a lavoro e gliene ero profondamente grata. Quei due piccioncini si erano sposati qualche mese dopo di noi. Ricordo il loro matrimonio come se fosse ieri. Lo hanno fatto sulla spiaggia, era tutto così magico! Emily era bellissima con una coroncina di fiori in testa e Brus era uno schianto come al solito nel suo smoking. Mio padre insisteva per farlo a palazzo ma alla fine secondo me è venuto meglio in spiaggia, c'era un'aria così bella lì...
Il mio matrimonio invece lo dovemmo fare per forza nella chiesa all'interno del palazzo  dato che comprendeva anche l'incoronazione mia e di Rayan. Rayan aveva la divisa del generale dei soldati. Era Rossa con una fascia blu che lo circondava dalla spalla al fianco opposto, e al petto aveva delle spille. Io invece ero nel tradizionale abito bianco. Mio padre mi propose di mettere quello della mamma ma non volevo rovinarlo. Aveva ancora il suo profumo quando lo andai a cercare e non volevo eliminarlo. Ne scelsi uno mio, tutto di pizzo, non troppo largo altrimenti mi sembrava di essere troppo ingombrante. Il nostro matrimonio provocò la disapprovazione di alcuni reali (dato che Rayan era del popolo) ma a mio padre non importava. Durante la messa, su una sedia in prima fila, Brus aveva messo un ritratto di mia madre e mi disse che lei non avrebbe voluto perdersi per niente al mondo il mio matrimonio. Quando vide che stavo per piangere cominciò a fare facce buffe e battute per farmi tornare il sorriso. Il gesto di Brus mi fece pensare che nella camera di mia madre (rimasta tale e quale) c'erano tutti i suoi ritratti. Erano tantissimi ed era un peccato lasciarli lì, perciò ne misi alcuni sparsi per le mura del castello, alcuni nella mia stanza e uno anche in quella di Leo. Fin dalla sua nascita gli raccontammo di sua nonna, doveva sapere chi fosse e tutte le cose meravigliose che aveva fatto. Facemmo costruire anche una statua in sua memoria nel villaggio, che ormai non era più povero come un tempo. Eravamo riusciti ad eliminare la povertà aiutando tutti cittadini. Ovviamente non smisi di andare al villaggio anzi, ci andavo di continuo insieme a Leo proprio come faceva mia madre con me. Quando era libero veniva anche Rayan con noi, ed eravamo felici di vedere che il popolo ci accoglieva con dei larghi sorrisi e che Leo era felice lì, con i suoi piccoli amici e con Realidad che ormai era cresciuto e non si staccava mai dal suo padroncino.

La mia vita ora era perfetta. Avevo avuto anni di buio, ma adesso avevo trovato la luce.





Spazio scrittrice:
Finisce qui la mia storia. Nell'epilogo ho cercato di mettere più sentimentalismo possibile :) Per le persone che mi hanno seguita e che hanno recensito o messa tra i preferiti, mando un bacio e un grazie di cuore, davvero :) Non sono bravissima a scrivere e questa è stata la mia prima storia, perciò grazie, mi avete dato fiducia e mi avete fatto credere in me stessa :) Grazie a tutti <3

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