Amore o odio?

di Sognatrice_2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova scoperta ***
Capitolo 2: *** Un'amara decisione ***
Capitolo 3: *** Una profonda solitudine ***
Capitolo 4: *** Un piano ingegnoso ***
Capitolo 5: *** Un segreto svelato ***
Capitolo 6: *** Una relazione imposta ***
Capitolo 7: *** La nascita di un nuovo amore ***
Capitolo 8: *** Un antidoto contro l'APTX,un sogno che presagisce la morte(1a parte) ***
Capitolo 9: *** Un antidoto contro l'APTX,un sogno che presagisce la morte(2a parte) ***
Capitolo 10: *** Una dichiarazione inaspettata ***
Capitolo 11: *** Libertà o sentimento? Una scelta difficile ***
Capitolo 12: *** La prima notte insieme ***
Capitolo 13: *** Il ritorno di Shinichi ***
Capitolo 14: *** Ti odio... o ti amo? ***
Capitolo 15: *** Una terribile bugia ***
Capitolo 16: *** Una dolorosa verità ***
Capitolo 17: *** La mia eterna speranza non potrà mai svanire ***



Capitolo 1
*** Una nuova scoperta ***


Capitolo 1: una nuova scoperta
Era una sera fredda e buia,la neve ricopriva di bianco i tetti degli edifici,le automobili e le strade. In quella giornata malinconica,i due ''bambini'' Conan Edogawa e Ai Haibara,al ritorno da scuola,si erano imbattuti per caso nella Porsche di Gin,uno dei membri più importanti dell’organizzazione criminale a cui stavano dando la caccia da tempo,e che aveva rimpicciolito i loro corpi. La ragazzina,terrorizzata,cercò di convincere il suo amico ad andare via,ma egli,pensando che quella fosse finalmente l’occasione buona per catturarli,piazzò una microspia nell’auto. Poco dopo arrivò Gin,seguito dal suo braccio destro Vodka,perciò entrambi furono costretti a nascondersi. Ascoltando le loro conversazioni,Conan capì che avevano incaricato un altro membro della banda,il cui nome in codice era Pisco,di uccidere un politico che avrebbe partecipato ad una festa nell’Haido City Hotel proprio quella sera. Sfortunatamente,Gin aveva scoperto la microspia,e avendo rinvenuto anche un capello castano,aveva creduto che a piazzarla potesse essere stata Sherry,la giovane scienziata che aveva tradito l’organizzazione,e per cui aveva un’ossessione morbosa.
Conan,intuendo che la sua amica era in pericolo,aveva deciso di recarsi all’Haido City Hotel per cercare di sventare l’omicidio,intimandole di aspettarlo in macchina con il dottor Agasa. Ella però si era rifiutata fermamente,sostenendo di voler venire con lui. Conan aveva avvertito la polizia dell’imminente omicidio,ma nonostante i suoi sforzi il politico Nomiguchi era deceduto,perché schiacciato dal lampadario che era improvvisamente crollato dal soffitto. Nel frattempo Ai era stata rapita da Pisco,che aveva riconosciuto in lei la traditrice dell’organizzazione tornata bambina,e rinchiusa in un magazzino di liquori. Per fortuna,grazie alla microspia presente negli occhiali di Conan,i due potevano tenersi in contatto ugualmente. Conan le aveva consigliato di bere il Paikal,un liquore cinese molto forte che avrebbe momentaneamente neutralizzato l’effetto del veleno,permettendole di ritornare al suo aspetto originale,e di poter così fuggire dalla canna fumaria del grande camino al centro della stanza. Ai aveva obbedito,fidandosi delle sue brillanti e geniali idee,era ritornata ad essere Shiho,era risalita lungo la canna fumaria,trovandosi sul tetto dell’hotel. Credeva di essere ormai al sicuro,e le si gelò il sangue nelle vene quando si accorse della presenza di Gin,l’uomo che l’aveva sempre terrorizzata,ma che allo stesso tempo la intrigava molto. Egli le sparò più volte,e proprio quando stava per ucciderla,Conan arrivò prontamente a salvarla,sparando un ago anestetico al braccio di Gin . L’uomo non si addormentò,ma Shiho riuscì ugualmente a calarsi con le poche forze che le rimanevano lungo la canna fumaria,prima di tornare di nuovo ad essere Ai Haibara. In quel preciso momento entrò Pisco ….
 
Ai era stesa sul pavimento,i vestiti le  erano improvvisamente diventati troppo larghi,la sua spalla nuda percepiva il freddo del pavimento. Il respiro era affannato,i battiti del cuore accelerati,la vista appannata.
Ad un certo punto udì una voce dietro di lei.
"E così sei proprio tu,piccola Shiho …."
La sagoma di un uomo abbastanza anziano si parò di fronte ai suoi occhi.  Che fosse lui Pisco? Se così fosse,aveva scoperto il suo segreto. E adesso cosa sarebbe successo?
 
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Conan era sul tetto,scendeva velocemente le scale per arrivare il prima possibile da Ai. Se non avesse fatto in tempo, gli uomini in nero avrebbero scoperto che lei era tornata bambina.
Si mise a correre più forte,sperando di arrivare in tempo. Appena arrivò alla fine della rampa,però,sentì una mano abbattersi sulla sua nuca,e il colpo fu talmente forte da far perdere conoscenza al piccolo.
A colpirlo era stata una giovane donna dai capelli biondi raccolti in una coda,vestita con un lungo abito nero. Era una dei sospettati dell’omicidio del politico Nomiguchi,la famosa attrice americana Chris Vineyard. Anche lei faceva parte dell’organizzazione nera,il suo nome in codice era Vermouth. Aveva concluso da poco l’interrogatorio della polizia,ed era stata rilasciata poiché era troppo vicina al lampadario  nel momento in cui era caduto addosso alla vittima.
Si trovava nei pressi del magazzino di alcolici dove Pisco aveva assicurato che vi era rinchiusa Sherry. Il suo compito era quello di evitare che vi si avvicinassero altre persone. Notando che il bambino si dirigeva proprio verso quella stanza,si era affrettata a stordirlo. Non ci dovevano essere testimoni della loro presenza.
"Sogni d’oro,my dear" sussurrò,mentre un sul suo volto si stagliava un sorriso malvagio.
 
 
Ai chiuse gli occhi. Tremava,era terrorizzata. Di sicuro l’avrebbe uccisa. E Conan,dove era finito? Perché non veniva a salvarla? Se gli fosse capitato qualcosa,non avrebbe mai potuto perdonarselo.
La voce di quell’uomo risuonò ancora più vicina:-Sicuramente non te lo ricordi,ma io ero molto amico dei tuoi genitori. Mi avevano raccontato che questo farmaco era capace di rimpicciolire le persone,ma non immaginavo funzionasse davvero. Devo ammettere che sei stata veramente brava a perfezionarlo.
Ai non accennò ad aprire gli occhi,il suo piccolo corpo fu scosso da alcuni brividi.
"Shinichi,dove sei? Perché non arrivi?" si chiedeva incessantemente.
Era convinta di non  avere alcuna via di scampo. Ma le parole che Pisco pronunciò subito dopo la convinsero ad aprire gli occhi.
"Secondo me stiamo sbagliando a cercare di ucciderti. Sei dotata di una grande intelligenza,e potresti esserci ancora utile. Se tornassi con noi,potremo chiudere un occhio sul tuo tradimento. Non credo che troveremo un altro scienziato capace di sostituirti."
Ai rabbrividì ancora. Tornare a lavorare per quei mostri? Non se ne parlava proprio,lei non voleva essere più un’assassina. Voleva solamente cercare di dimenticare il passato,il ricordo doloroso della morte della sorella,il ricordo del nero che era penetrato dentro il suo animo. Voleva crescere come una ragazza qualunque,con delle amiche,un fidanzato,con degli affetti veri. Voleva avere una vita spensierata.
Si alzò da terra con grande fatica,dovuta al bruciore delle ferite e a quei vestiti troppo grandi per lei.
"Scordatelo. Non tornerò mai più a lavorare per degli sporchi criminali come vuoi"disse con un tono deciso e sprezzante.
Pisco allora estrasse la pistola dalla tasca,visto che ormai quella ragazzina non poteva essergli più utile,e la puntò contro di lei.
Ai lo fissò negli occhi,per nulla spaventata. Sarebbe andata incontro al suo destino con dignità e coraggio,lo avrebbe affrontato a testa alta e senza timore. Non aveva paura della morte,per lei era meglio che tornare nell’organizzazione,era meglio che macchiare il suo cuore di nero,del sangue delle vittime dei esperimenti ancora una volta.
Il tempo sembrava essersi fermato,non si sentiva volare una mosca. Ai concepiva mille pensieri,i ricordi si affollavano rapidi nella sua mente,riaffiorando prepotentemente come un fiume in piena che sradica qualsiasi cosa incontri nel suo percorso con il flusso della sua corrente.
Cos’era successo a Shinichi? Questo era il pensiero che la tormentava più di qualsiasi altra cosa. Quel detective così coraggioso,a cui lei voleva molto bene,anche se cercava di mascherarlo sotto una coltre di freddezza,era il suo unico amico,l’unica persona che l’aveva sempre consigliata e aiutata con tanta gentilezza. Forse era stato proprio il suo primo amore,colui che l’aveva conquistata con il suo amore per la giustizia,con i suoi limpidi e sinceri occhi azzurri.
Doveva essere salvo.
Improvvisamente udì dei rumori alle sue spalle,dei suoni soffocati e indistinti provenire dal camino. D’istinto si allontanò,mentre Pisco si avvicinò con circospezione verso la direzione da cui provenivano i rumori,abbassando la pistola dal corpo della bambina.
Egli sentì qualcosa di freddo posarsi sulla sua fronte,la canna di una pistola. Dal camino sbucò lentamente la sagoma alta e imponente di un uomo,avvolto in un lungo impermeabile nero,con capelli platinati che ridiscendevano morbidi sulla schiena. Gin aveva puntato la sua pistola alla fronte di Pisco,e sembrava non essersi minimamente accorto della presenza di Ai.
Ella invece,non appena lo vide,spalancò gli occhi in preda al terrore,le sue pupille scrutarono impaurite il suo volto,i suoi occhi di ghiaccio privi di anima. Cercò di mandar giù la saliva,ma sentiva la gola secca,il cuore pulsava nel petto con battiti veloci e convulsi e il suo corpicino era preda di  brividi gelidi.
"Gin …. Cosa stai facendo?"sussurrò in preda al panico Pisco.
Sul volto di Gin comparve un ghigno sottile e diabolico.
"A quanto pare la tua memoria ti sta giocando qualche brutto scherzo,mio caro Pisco" disse poi con voce cupa e sadica.
"Cosa intendi dire?" farfugliò Pisco.
"Ti sei forse dimenticato che un paparazzo ha scattato una foto proprio mentre puntavi la pistola contro il lampadario? Nonostante il buio della sala,è bastato un zoom per inquadrare chiaramente il tuo volto"rispose Gin.
Gli occhi di Pisco si spalancarono,increduli e spaventati.
"Non farlo,non sparare. E’ vero,ho sbagliato,ma vi sono stato comunque utile,visto che ho ritrovato Sherry" disse con voce flebile e tremante.
A quel punto lo sguardo dell’uomo biondo spaziò in quella piccola stanza,fino ad incrociare gli occhi di una ragazzina seduta in un angolo della stanza. Era molto più piccola di come sarebbe dovuta essere,eppure i vestiti che aveva addosso erano proprio quelli che aveva visto a Sherry poco prima,aveva numerose ferite causate dai proiettili che le aveva sparato,ma soprattutto aveva gli stessi occhi. Gli occhi in cui si leggeva la paura,ma allo stesso tempo il coraggio e la determinazione. Quei bellissimi occhi dal fascino maledetto.
Gin le rivolse un profondo sguardo,e Ai lo sostenne,nonostante la grande paura che sentiva divorarle l’animo. Rimasero a fissarsi per un tempo interminabile,per dei secondi che ad Ai sembrarono delle ore. La bambina pensava a quanto erano freddi i suoi occhi,alla cattiveria che viera rispecchiata. Gin invece aveva capito che lei era Sherry,la sua Sherry,e questa volta non gli sarebbe sfuggita.
La voce di Pisco interruppe quello strano momento.
"E’ tornata bambina grazie al farmaco al quale stava lavorando,l’APTX4869. E’ dotata davvero di una grande intelligenza,non credi possa esserci ancora utile?"
Gin si girò verso di lui.
"Queste decisioni non spettano a te. E comunque non possiamo permettere che tu resti in vita,e venga arrestato dalla polizia svelando l’esistenza della nostra organizzazione. Addio,Pisco" proferì con tono tagliente,prima di premere il grilletto.
Lo sparo riecheggiò tra le pareti della stanza,Pisco si accasciò per terra in una pozza di sangue.
Gin osservò impassibile il suo cadavere,sembrava proprio che non potesse provare alcuna emozione.
Ai invece indietreggiò,sempre più terrorizzata.
Vide l’uomo dirigersi verso di lei,e d’istinto appiattì la schiena contro il muro,come in un vano tentativo di sparire. Il cuore aveva preso a pulsarle nel petto ad una velocità incredibile,ma non voleva dargli la soddisfazione di farsi vedere intimorita da lui.
Lo vide avvicinarsi sempre di più,mentre non smetteva di fissarla negli occhi.
Appoggiò delicatamente una mano fredda sulla guancia,mettendosi in ginocchio davanti a lei,così da poter essere alla sua stessa altezza. Ai trattenne il respiro,immobilizzata.
Sentiva l’odore di fumo che emanava,quel suo insopportabile afrore di cenere.
"Finalmente sei mia,cara Sherry" disse lui in un sussurro.
 

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Capitolo 2
*** Un'amara decisione ***


Capitolo 2:un’amara decisione
A quelle parole la piccola scienziata fu scossa da un tremito. I battiti del suo cuore erano sempre più corti e affannati,una strana morsa di ansia e terrore si era impadronita del suo stomaco. Tutto di lui la terrorizzava: i suoi occhi gelidi,il suo sguardo freddo come il ghiaccio,il suo tono basso e roco,con il quale sembrava rivolgersi alla sua vittima.
‘’Sai,credo proprio che Pisco avesse ragione. La tua grande intelligenza potrebbe essere ancora utile a noi dell’organizzazione’’proferì in tono basso,distogliendo Ai dai suoi pensieri.
‘’ E poi,se ti uccidessi non potrei fare ciò che ho sempre desiderato’’ aggiunse.
Lo sguardo di Ai balenò sul suo volto: ma cosa aveva intenzione di fare?
Cercò di liberarsi dalla sua presa,ma si sentiva molto debole, inerme e priva di qualsiasi protezione,e non riuscì a muoversi di un millimetro.
‘’Lasciami,ti prego. Cosa vuoi fare?’’chiese in preda al panico.
Gin non rispose,si limitò a fissarla negli occhi. Ai intravide nei suoi una luce folle,ma allo stesso tempo qualcosa di sinistro,di perverso. Un luccichio di eccitazione e di desiderio.
Ai provò ad allontanarsi,si dimenò,ma l’uomo le avvolgeva i polsi tra le sue dita forti,e lei era talmente stremata che non riuscì a muovere un muscolo.
Il volto buio di Gin fu illuminato da un ghigno malefico.
 La bambina chiuse gli occhi,e sentì le sue labbra morbide schiudersi sul collo,per poi scorrere fino alla spalla nuda.
Ai si sentì terribilmente disgustata,non aveva alcuna intenzione di concedersi a lui. Si sentì terribilmente umiliata,usata come un giocattolo,come un burattino. Non avrebbe permesso che accadesse una cosa simile.
Finalmente riuscì a raccogliere tutte le sue forze e a scrollarselo di dosso. Si allontanò,passandosi una mano sulla pelle,come a voler cancellare ciò che era successo.
Si sentiva terribilmente sporca,come se quell’uomo fosse riuscito a contaminarla con la sua cattiveria.
Indietreggiò ancora. Si sentiva in trappola,come se fosse sprofondata in un vortice buio e senza fine,in un abisso oscuro,in un baratro talmente profondo che sembrava non finire mai.
Avrebbe preferito morire,piuttosto che rivivere quelle sgradevoli sensazioni di cui si era impadronita la sua mente.
‘’Non tornerò mai più a lavorare per voi’’asserì poi in un tono che non ammetteva repliche,risoluto,pieno di disprezzo e risentimento,ma che tuttavia tradiva la paura che provava realmente.
Gin non ebbe tempo di fare né di dire altro,poiché in quel momento la porta si spalancò,lasciando intravedere la sagoma di una donna bionda alta e bella,che teneva in braccio un bambino addormentato di circa sette anni.
‘’Vermouth …’’notò Gin infastidito ’’ cosa sei venuta a fare qui?
La donna gli rivolse uno sguardo risentito:’’Nel corridoio ho trovato questo bambino,e sono stata costretta a stordirlo perché si dirigeva proprio verso questa stanza.’’
‘’E allora?’’ domandò Gin sempre più seccato. Non capiva proprio dove volesse arrivare.
‘’Ho pensato che fosse strano,visto che questo magazzino è in un’ala completamente isolata rispetto al resto dell’albergo,e inoltre non capisco cosa venga a fare un bambino così piccolo in un deposito di liquori. Penso che questo marmocchio abbia qualche legame con la nostra Sherry. Ha un’aria familiare,mi sembra di averlo visto da qualche altra parte ….’’ concluse lei,pensierosa.
Ai,non appena riconobbe Shinichi in quel bambino,si dimostrò sollevata dal fatto che fosse ancora vivo,ma allo stesso tempo disperata per ciò che avrebbero potuto fargli.
Doveva agire in fretta. Non poteva permettere che gli succedesse nulla per causa sua.
‘’Non possiamo restare nel dubbio,siamo costretti a toglierlo di mezzo’’disse Gin,dopo aver ascoltato le parole della sua collega,estraendo la pistola dalla tasca.
Nell’udire quelle poche terribili parole,una nuova forza si impadronì di Ai.
Si avvicinò lentamente,ma con passo deciso a Gin e a Vermouth.
Aveva preso la sua decisione,per lei il bene di Shinichi era la cosa più importante.
‘’Va bene,tornerò nell’organizzazione’’ aveva pronunciato quelle parole velocemente,poiché le pesavano come un macigno sul cuore,non avrebbe mai voluto scendere a quel compromesso per salvare i suoi amici. Ma sentiva che era la decisione più giusta,nonostante lei non volesse fare più del male a nessuno. Non avrebbe permesso che fosse capitato qualcosa di grave alle uniche persone che le avevano voluto bene in tutta la sua vita.
‘’Ma ad una condizione. Non voglio che facciate del male alle persone che sono venute in contatto con me’’aggiunse subito dopo.
Gin le rivolse un sorriso sprezzante:’’ Ci chiedi troppo,mia cara. Non possiamo sapere se i tuoi amici sappiano dell’esistenza dell’organizzazione.’’
‘’Loro non sanno nulla della mia vera identità,mi sono presentata come una bambina qualunque’’replicò Ai in tono serio,sperando di riuscire a convincerlo.
‘’ Quanto a questo bambino,’’continuò indicando con lo sguardo il piccolo Conan’’non l’ho mai visto prima d’ora.’’
A quel punto Vermouth si inserì nella loro conversazione:’’Credo che stavolta Sherry abbia ragione. E poi,anche se questo ragazzino ci conoscesse,è abbastanza innocuo,non abbiamo motivo di preoccuparci. Non ha mai visto le nostre facce,e non penso che la polizia crederebbe ad un bambino così piccolo.
Gin non sembrò molto convito,ma sul momento volle provare a credere alle parole di Sherry.
‘’Va bene,per il momento rispettiamo il tuo desiderio e li lasciamo stare. Se però ci accorgeremo che ci hai traditi e che hai rivelato il nostro segreto,non avranno scampo.’’disse in tono tagliente,facendo capire ad Ai che con lui non si scherzava.
La piccola decise di continuare a mantenersi fredda e tranquilla,per dimostrare che stava dicendo la verità.
‘’Vi sto dicendo la verità,non avrei alcun motivo di mentirti. Farò quello che volete,ve lo prometto’’
Pronunciare quella frase le risultò abbastanza difficile,ma non vedeva alcuna alternativa.
‘’Vedo che hai capito con chi hai a che fare,Sherry ….’’sussurrò l’uomo biondo,mentre un sorriso malvagio si delineava sulle sue labbra.
Poi si rivolse a Vermouth: ‘’Occupati di lei e di quel moccioso. E non dimenticare di controllare se hanno qualche microfono addosso.’’ Sembrò quasi ordinarglielo.
Vermouth,sebbene stizzita,non replicò ed eseguì ciò che le era stato chiesto,in fin dei conti quella bambina aveva bisogno di essere cambiata e medicata,e non vi era nessun altro che potesse farlo a parte lei. Inoltre voleva scoprire chi era quel bambino,era certa di conoscerlo.
Ai non oppose resistenza,stava per seguirla,quando all’improvviso si sentì colta da una grande debolezza,le gambe non le reggevano più. Aveva perso molto sangue,il dolore delle ferite che aveva cominciò a farsi sentire nuovamente. Cadde a terra,e l’ultima cosa che vide prima di perdere conoscenza fu il braccio di Vermouth che l’afferrava e la trascinava via.
Poi,più nulla. Solo il buio totale.
 
 
 
 
Era mattina,la luce filtrava attraverso le finestre della camera d’albergo di Vermouth. La donna era seduta comodamente su una poltrona di pelle,aspettando che la bambina castana che riposava nel suo letto si svegliasse. La sera prima le aveva dovuto disinfettare e fasciare tutte le ferite,infatti ora il suo corpo era avvolto da numerose bende e cerotti. Aveva anche dovuto procurarle dei vestiti della sua taglia,un piccolo maglioncino bianco di lana e dei pantaloni dello stesso colore.
Così vestita,sembrava un angelo candido e puro,dall’incredibile bellezza. Eppure il suo volto trasmetteva ansia e terrore,sembrava immersa in un incubo remoto ed inafferrabile. Ciò che era successo la sera prima con Gin era ciò che più la tormentava,anche nel sogno. Si sentiva macchiata di un enorme peccato,terribilmente impura.
La sua unica consolazione era il fatto che Shinichi fosse salvo. Era l’unico spiraglio di speranza e di luce nel suo cuore. Era l’unica cosa che le trasmetteva coraggio,la forza di poter andare avanti.
Non era sola. Questo pensiero riscaldava più di qualsiasi altro il suo cuore.
D’improvviso la piccola si svegliò,con un sonoro sbadiglio.
Vermouth se ne accorse,si alzò dalla poltrona e venne vicino al suo letto.
‘’Ti sei svegliata,Sherry’’ esclamò in tono soddisfatto.
La scienziata si sentiva molto meglio della sera prima,ma faceva abbastanza fatica a muoversi. Le ferite le dolevano ancora,sebbene cercasse di mascherare il suo disagio.
Aveva la vista ancora un po’ appannata,a causa del veloce risveglio,e si stropicciò gli occhi nel tentativo di vedere meglio.
Quando li riaprì,notò che Vermouth si era avvicinata al letto,ed era proprio davanti a lei.
A quel punto decise di chiederle ciò che più la angosciava,il tarlo della preoccupazione che si era insinuato nella sua testa la faceva stare troppo male,le sembrava di essere sull’orlo di un baratro di confusione ed incertezza,sul punto di precipitare da un momento all’altro.
‘’Cos’è successo al bambino che avevi trovato ieri sera?’’domandò,ricordandosi che doveva far finta di non conoscerlo,per evitare di fargli correre dei rischi.
Vermouth la fissò con uno sguardo ironico.
‘’Non parlare come se non lo conoscessi’’ disse in tono beffardo.
Ai a quel punto spalancò gli occhi,stupita. Che lei sapesse?
‘’Cosa intendi dire’’ chiese,continuando a fare finta di niente.
Ella le strizzò l’occhiolino.
‘’Non preoccuparti,il  tuo caro amico Shinichi sta bene’’continuò,con un sorriso perfido.
 
 
 
Conan era nell’aula della scuola elementare,fingendo di essere attento alla lezione. Teneva gli occhi fissi sul libro di matematica,ma in realtà il suo cervello era altrove. Non faceva altro che pensare alle parole che gli aveva detto quella strana donna di nome Vermouth,che a quanto pare apparteneva all’organizzazione ….
 
INIZIO FLASHBACK:
Conan era sdraiato sui sedili posteriori di una macchina,e aveva ripreso conoscenza soltanto parzialmente. I suoi occhi scrutavano l’ambiente nel buio,nel vano tentativo di capire dove si trovasse. Nella sua mente si affollò una miriade di pensieri: dov’era Ai? Cosa le era successo?
Con tutte le sue forze,si alzò e si mise a sedere. Notò che alla guida vi era una donna bionda. Chi era? Gli pareva di averla già vista. Ma certo,era Chris Vineyard,la giovane attrice sospettata dell’omicidio all’Haido City Hotel.
La sua voce languida risuonò nel piccolo abitacolo.
‘’Vedo che ti sei svegliato,Shinichi’’disse Vermouth,lanciando un’occhiata allo specchietto retrovisore.
Il piccolo detective trasalì,nel sentirsi chiamare con il suo vero nome.
‘’Chi sei veramente?’’domandò allora.
Una risata.
‘’Il mio nome è Sharon Vineyard,o se preferisci Vermouth.’’
Conan capì.
‘’Anche tu fai parte dell’organizzazione?’’
La donna sorrise,un sorriso ironico e compiaciuto.
‘’In fondo noi ci conosciamo molto bene. Non ti ricordi che ci siamo già incontrati?’’
Conan venne illuminato da un ricordo improvviso. Sharon Vineyard. Quello era il nome dell’attrice amica di sua madre,che aveva incontrato una volta a New York insieme a Ran. Ma come faceva a sapere la sua vera identità?
Che sciocco. Sicuramente ,notando la somiglianza tra lui e quel giovane detective che aveva visto,non ci aveva messo molto a capire come stavano le cose.
‘’Mi sono ricordata di averti visto a New York,e notando la grande somiglianza tra Shinichi e te,ho capito che eravate la stessa persona. Probabilmente hai preso lo stesso farmaco di Sherry,e sei tornato bambino anche tu.
A quelle parole,Conan spalancò gli occhi,incredulo. Dunque lei sapeva? Sapeva che Ai e Sherry erano la stessa persona?
‘’Non ti preoccupare,la tua amica sta bene.’’
Doveva realmente credere alle sue parole?
‘’Ti vuole davvero molto bene,sappilo. Ha accettato di tornare a lavorare per noi pur di metterti al sicuro,devi esserle grato.’’
Conan non riusciva a crederci. Ai aveva fatto questo per lui?
‘’Ai …. ti ringrazio. Presto ti tirerò fuori da quella banda di mostri,non preoccuparti ’’ pensò Conan,risoluto più che mai ad aiutarla.
Non c’era dubbio,glielo doveva per il grande sacrificio che aveva compiuto a causa sua.
‘’Quanto a te,non ti ucciderò’’continuò Vermouth.
Non era possibile,di sicuro lo stava prendendo in giro.
‘’A New York mi hai salvato la vita,quando mi ero travestita da malvivente,quindi sono in debito con te.’’
Conan si sentì più sollevato,ma restava comunque il problema di Ai,che ormai era nelle loro mani.
‘’Ascoltami. Ho in mente un piano per liberare la tua amica e distruggere l’organizzazione. Anche io voglio liberarmi di loro da un pezzo,e questa potrebbe essere l’occasione giusta. Vuoi diventare mio alleato?’’
Quelle parole lo spiazzarono del tutto.
‘’Perché dovrei crederti? Tu sei una di loro,cosa ci guadagneresti?’’domandò sprezzante.
‘’A dire la verità quello di liberare Sherry consideralo un favore personale. Se vuoi rivederla sana e salva,ti consiglio di fidarti di me’’ gli tese la mano.
‘’Ci stai o no?’’chiese.
Conan non aveva scelta. Non sapeva perché,ma quella donna gli sembrava più buona degli altri membri dell’organizzazione,sembrava sincera.
‘’Va bene’’rispose senza pensarci due volte. Forse così facendo avrebbe potuto davvero salvare Ai.
‘’Allora incontriamoci tra due giorni al parco di Beika,così potrò spiegarti cosa fare. E adesso dimmi dove abiti,così ti accompagno a casa’’concluse lei.
Dieci minuti dopo lo scese davanti all’agenzia investigativa Mouri.
Conan osservò la sua macchina allontanarsi,poi salì le scale che conducevano alla porta.
Aveva sbagliato o no a fidarsi di quella donna? Presto l’avrebbe scoperto. In ogni caso,con o senza il suo aiuto,avrebbe salvato Ai. Lo giurò sul suo orgoglio di detective.
 
FINE FLASHBACK
 
Conan alzò gli occhi verso la finestra,osservano la piccola porzione di azzurro davanti ai suoi occhi.
‘’Ai,non temere,presto verrò a liberarti’’promise.
 

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Capitolo 3
*** Una profonda solitudine ***


Capitolo 3:  una profonda solitudine
Era passato appena un giorno,eppure per Ai sembrava fosse trascorso molto più tempo. Tutto era accaduto così in poco tempo,così in fretta,che la piccola scienziata quasi faticava ancora a crederci.
Il giorno precedente,Vermouth aveva avuto modo di spiegarle ciò che era accaduto tra lei e Shinichi,e le aveva detto che stavano organizzando un piano per liberarla.
In un primo momento Ai non le credette,sapeva che anche lei era cattiva,come del resto ogni altro membro dell’organizzazione,ma soprattutto sapeva che l’aveva sempre odiata,quindi non capiva il motivo per il quale volesse aiutarla. Inoltre anche lei faceva parte della banda,cosa ci avrebbe guadagnato?
Poi,però,ascoltandola,si accorse che pareva essere sincera,e forse avrebbe potuto provare a fidarsi.
A lei risultava abbastanza difficile riuscire a riporre la sua fiducia in lei,ma il desiderio di andarsene,di riuscire ad essere di nuovo libera,di poter vivere la sua esistenza come una bambina felice,era talmente forte che ebbe la meglio.
In seguito,era stata condotta di nuovo nel laboratorio dell’organizzazione. Non appena ella vi entrò,si sentì travolta da una grande tristezza,un profondo senso di solitudine si impadronì di lei.
Quella stanza così buia e lontana dal resto del mondo suscitava in lei ricordi terribili,un disgusto profondo.
Pensare che avrebbe dovuto fare del male ad altre persone,cimentarsi di nuovo nella creazione di un veleno letale,le faceva letteralmente venire i brividi. Non voleva essere una pedina nelle loro mani,non voleva essere cattiva come loro,lo era già stata per troppo tempo e sentiva che questo aveva lasciato un segno indelebile nel suo animo,che nemmeno il tempo sarebbe riuscito a cancellare.
Ma intanto adesso era obbligata a lavorare giorno e notte,ad aggirarsi tra quelle innumerevoli provette dai colori più disparati,premendo incessantemente le sue dita sulla testiera del computer,la cui luce dello schermo era l’unico bagliore che illuminava la stanza.
Odiava l’odore nauseabondo di quei liquidi chimici,odiava quelle formule che era costretta ad imprimere nella sua mente,quei numeri che per lei avevano perso qualsiasi significato.
Non ce la faceva più,non riusciva a darsi pace.
Quello che la rendeva così malinconica non era la fatica che provava nel dover lavorare così tanto,ne tantomeno le ferite che aveva,che continuavano a farle male e a impedirle di muoversi normalmente.
No,quello che non sopportava era l’essere sola.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter vedere la luce del sole,le parole rassicuranti di qualcuno,un sorriso affettuoso.
Ogni sera si addormentava sui suoi esperimenti,e sognava. Sognava di trovarsi in mezzo alla natura,circondata dal canto degli uccellini,e di essere finalmente libera.
Ma ogni volta si svegliava,e con suo grande dispiacere notava che era sempre lì,in quella maledetta prigione.
Quanto  desiderava  rivedere i suoi amici. I bambini,con le loro risate allegre e le loro chiacchiere,che seppur ingenue,erano semplici e pure,proprio come avrebbe  voluto essere lei. Il dottor Agasa,con il suo sorriso bonario,e il suo tono che assomigliava molto a quello di un padre apprensivo,dolce e premuroso. E poi …. Shinichi.
Shinichi,con la sua passione per i gialli e i misteri,con il suo amore per la giustizia,con i suoi occhi azzurri che trasmettevano un’enorme bontà.
Appena pensava a lui,una nuova forza si impadroniva di lei,una nuova luce di speranza brillava nei suoi occhi. Un nuovo calore avvolgeva il suo cuore.
C’era una sola cosa per cui non le dispiaceva di trovarsi lì.
Sapeva che adesso,avendo a disposizione la formula principale del veleno,non le sarebbe stato difficile ricavare l’antidoto. E non appena lo avesse completato,avrebbe trovato il modo di darlo a Conan.
Il pensiero di cosa avesse fatto non appena avesse preso l’antidoto,però,le trafiggeva il cuore come una lama appuntita.
Lei lo sapeva. Sapeva che sarebbe corso tra le braccia di Ran. E lei,cosa ne sarebbe stato di lei?
Non avrebbe avuto più nessuno. Questo pensiero la faceva piombare nuovamente nel suo baratro oscuro di tristezza e solitudine.
Ma il solo pensare di dipendere dall’affetto di qualcuno le faceva venire il voltastomaco.
Non avrebbe avuto bisogno di nessuno,era sempre stata forte e avrebbe superato anche questa sfida.
Ormai era abituata alla solitudine,al silenzio e alla malinconia. Erano stati i suoi compagni per molto,troppo tempo in passato.
Avrebbe cercato di vincerla da sola,con le sue sole forze.
In realtà,non era affatto sola. Se ne sarebbe accorta solo in seguito,al verificarsi di un evento che mai avrebbe immaginato,al concretizzarsi di qualcosa che lei stessa riteneva impossibile e al di là d qualsiasi morale.
Ora come ora, però,era intrappolata in quello squallido laboratorio,e sembrava non esservi alcuna consolazione per il suo animo tormentato.
Almeno,in passato poteva essere consolata dal fatto che ad aspettarla e a sostenerla c’era sua sorella Akemi. Ora,c’erano degli altri affetti nella sua vita,ma non sapeva se dover veramente contare su di loro,se fossero veramente stabili e sinceri,duraturi come quello di sua sorella.
In quelle giornate tristi e solitarie,l’unica cosa che la confortava era il ricordo del sorriso dolce e gentile di Akemi,delle sue parole confortanti che tante volte le aveva rivolto,del suo affetto incondizionato,e della grande speranza che solo lei riusciva a trasmetterle.
Erano il suo unico spiraglio di luce,tenere ancora vivi quei ricordi era come averla al suo fianco.
Inevitabilmente,però,era sempre più abbandonata,non aveva alcun contatto con il mondo esterno.
Per adesso,gli unici incontri che aveva avuto erano stati con Gin.
Egli aveva ricevuto l’ordine dal capo di controllare il suo lavoro,per cui doveva recarsi spesso nel laboratorio.
Gin godeva della piena fiducia del boss,che gli aveva affidato questo incarico proprio per evitare che Shiho facesse passi falsi e che stesse effettivamente svolgendo ricerche su ciò che loro le avevano chiesto.
E non era solo questo il motivo per cui doveva trascorrere così tanto tempo con lui.
Ad Ai era permesso mangiare nella sala adiacente alla stanza in cui lavorava,ed ogni volta che vi si recava,immancabilmente vi era sempre anche Gin.
Le prime volte Ai non vi aveva fatto molto caso,sebbene la sua presenza la mettesse palesemente a disagio.
Con il passare del tempo,però,iniziò a chiedersi se non lo facesse apposta. Lei non credeva nelle coincidenze.
Ma ogni volta che ci rifletteva si dava della stupida. Cosa importava se lui fosse lì o no? Assolutamente nulla.
Aveva cose più serie a cui pensare.
Si rifiutava di ammetterlo persino a se stessa,ma la verità era che la sua presenza le trasmetteva ansia e inquietudine. Si rifiutava anche solo di pensarci,ma ciò che era accaduto tra loro quella sera all’Hotel Haido City l’aveva sconvolta profondamente.
Ogni volta che lo vedeva non poteva fare a meno di ricordare quello spiacevole episodio. Si era sentita così privata della sua dignità,che le era sembrato di essere un oggetto,non più una persona in carne ed ossa.
Si sentiva come un filo d’erba calpestato,senza alcun ritegno o compassione. Eppure,lei cosa aveva fatto di male? Cosa aveva fatto per meritarsi questo?
Come se ciò non bastasse,ad accrescere ulteriormente le sue colpe,vi era il fatto che si sentisse macchiata di un peccato di cui in realtà lei non aveva nessuna colpa.
Evitava sempre con tutte le sue forze di pensarci quando era in sua compagnia,cercando di prestare la sua attenzione altrove,concentrandosi sul lavoro che avrebbe dovuto svolgere dopo.
I loro pasti si svolgevano in un enorme silenzio,che percepiva essere ogni volta pieno di tensione.
Lei cercava di non degnarlo di alcuna attenzione,di non guardarlo negli occhi,di far finta che lui non ci fosse. Cercava insomma di mantenere una barriera tra loro due.
Gin,invece,le lanciava continue occhiate,non faceva altro che fissarla con i suoi malvagi occhi verdi,apparentemente privi di qualsiasi emozione che si potesse definire umana.
Il suo sguardo sembrava rapito,folle,pareva esprimere un attaccamento a lei che non aveva assolutamente nulla di normale. Uno sguardo che esprimeva una passione,un desiderio morboso,seppur in modo abbastanza nascosto.
Ai,da parte sua, cercava di mascherare l’ansia e l’angoscia di cui era preda. Lei aveva un carattere piuttosto orgoglioso,e non avrebbe sopportato di farsi vedere così inerte ed intimorita da lui. Tuttavia,ogni volta che terminava di mangiare si alzava in fretta,e quasi scappava nel laboratorio.
Non poteva fare a meno di sentire continuamente i suoi occhi sul suo corpo,e ciò la turbava moltissimo.
Avrebbe voluto qualcuno di più umano al suo fianco,qualcuno che mostrasse un briciolo di amore per lei. Ma forse pretendeva troppo. Non c’era una sola persona che si potesse definire veramente umana in quel luogo.
Per questo Ai voleva andarsene al più presto,per non rivedere lui,per non dover più sperimentare sulla sua pelle la malvagità e il terrore.
Voleva che qualcuno l’amasse per come era davvero,non per i loro personali interessi.
Sapeva che presto Shinichi,il suo adorato principe azzurro,sarebbe venuto a liberarla dalle loro grinfie.
Ed era proprio questo ciò che le impediva di lasciarsi precipitare nel vortice buio e tetro della disperazione.
 
 
 
 
 
 
 
Angolino autrice:
Salve a tutti! Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto. Chiedo perdono a coloro che si aspettavano la spiegazione del piano che avevano elaborato Vermouth e Shinichi,ma mi sembrava giusto dedicare un capitolo ai sentimenti e gli stati d’animo della nostra protagonista. Infatti questo capitolo è un po’ diverso dagli altri,non è incentrato sull’azione vera e propria della storia,bensì sulle emozioni dei personaggi. Ma non temete,nel prossimo ci sarà molta più azione e suspance! Comunque nel complesso mi auguro che non vi abbia deluso. Mi raccomando,fatemi avere le vostre opinioni!
Ed ora passo a ringraziare:
-Chi ha la mia storia tra le preferite: Monkey_ D_ Alice – sei stata davvero gentilissima,spero che il chappy ti sia piaciuto!-
-Chi ha la mia storia tra le seguite: SuperfanShiho e lostintheDark
-Chi la mia storia tra le ricordate: SuperfanShiho- grazie mille per le recensioni e i complimenti! Fammi sapere se questo chappy ti è piaciuto,mi raccomando!-
Ovviamente grazie anche solo a chi leggerà la ff.
Vi saluto con affetto.
A presto,Sherry2000.

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Capitolo 4
*** Un piano ingegnoso ***


Capitolo 4: un piano ingegnoso
Era un pomeriggio abbastanza freddo,ma nonostante ciò il sole illuminava con i suoi raggi il parco di Beika. Un bambino dai capelli mori avvolto in un cappottino azzurro sedeva su una panchina di legno chiaro,osservando pensieroso un punto indefinito davanti a sé. Sembrava riflettere su una questione molto importante,su qualcosa che lo preoccupasse molto.
Conan Edogawa stava pensando a ciò che gli avrebbe detto Vermouth quel pomeriggio,quale fosse il  piano che aveva elaborato per liberare la sua amica Ai dall’organizzazione. Non era ancora del tutto convinto che fidarsi di quella donna fosse una buona idea,in fin dei conti avrebbe sempre potuto tendergli una trappola.
Ma per il momento non aveva altra scelta. Avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere come stava la sua amica,però,per il momento,la decisione più saggia era cercare di mantenersi lucido e di aspettare. Presto tutto sarebbe finito. Perlomeno,lui lo sperava con tutto il cuore.
D’improvviso fu scosso dai suoi pensieri da una squillante voce femminile con un forte accento americano.
”Hi,cool kid!’’
Egli si girò per capire da dove provenisse la voce,notando solo in quel momento la sagoma di una donna molto bella,alta e bionda,che si dirigeva lentamente nella sua direzione.
Indossava una camicia rossa a balze,seminascosta dal giubbotto nero con pelliccia che portava sopra di essa. Le curve provocanti del suo corpo erano ancora più accentuate dalla lunga gonna nera che le fasciava le gambe in modo sensuale. Ai piedi aveva un paio di scarpe dai tacchi vertiginosi,i suoi lunghi capelli biondi dalla punte mosse ricadevano morbidi sulle sue spalle,muovendosi dolcemente ad ogni folata di vento.
Il viso era truccato impeccabilmente,con linee precise e marcate. Aveva un portamento raffinato ed elegante,sembrava assolutamente perfetta. Sembrava bella e dolce come un angelo,un angelo  sceso dal cielo. Nessuno avrebbe potuto immaginare che un angelo così candido nascondesse un segreto tanto terribile,che macchiava il suo animo facendo scomparire la sua purezza.
Vermouth aumentò il passo fino a raggiungere il piccolo seduto sulla panchina.
Si sedette accanto a lui,lanciandogli uno sguardo a metà tra l’affetto e l’ironia.
“E così,ci incontriamo di nuovo,mio piccolo detective’’sussurrò ella con tono beffardo.
Conan si voltò di scatto,irritato.
‘’Non perdiamo tempo. Avanti,dimmi cos’hai in mente per liberare Ai’’replicò immediatamente.
Era piuttosto nervoso,agitato,non riusciva ad essere razionale come sempre. Voleva subito una spiegazione,una conferma,quella perenne incertezza,quel dubbio che gravava sul suo cuore lo divorava letteralmente.
La risata squillante e languida di Vermouth si perse nell’aria gelida che stava assumendo la giornata,ormai quasi al termine.
“Calma,calma,Shinichi. Innanzi tutto vorrei dirti che la tua cara amica sta bene,non hai motivo di preoccuparti. Anche se effettivamente mi sembra che negli ultimi tempi fosse un po’ diversa,sentivo qualcosa di strano …. ‘’Vermouth non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase,che il piccolo occhialuto sbarrò gli occhi stupito,e le si avvicinò preoccupato.
‘’Cosa intendi dire?” domandò.
Povera Ai,se la immaginava chiusa in quel laboratorio buio,lontano dal mondo,lontano da tutto e da tutti,solo e unicamente impegnata a realizzare delle creazioni,il cui unico scopo era far del male a qualcuno.
Ma doveva resistere,era soltanto questione di tempo.
‘’Intendo dire che è spaventata,agitata,incredibilmente tesa. Ma forse dipende tutto da Gin, proprio come in passato.’’Vermouth terminò la frase ridendo sommessamente.
Nell’udire il nome di Gin,il ragazzino trasalì. Cosa c’entrava lui? Cosa poteva averle fatto?
‘’Cioè?’’incalzò Conan,determinato a scoprire quella storia di cui capiva sempre meno.
Vermouth esitò qualche istante,ma alla fine rispose tranquillamente:”Tu non puoi saperlo,ma prima che Sherry fuggisse dall’organizzazione Gin nutriva un’ossessione morbosa per lei,era il suo chiodo fisso,e lei l’aveva intuito,aveva intuito che lui cominciava ad osservarla con occhi diversi,e secondo me questo la spaventava e la disgustava. E’ probabile che anche ora Gin ne sia ancora innamorato,e questa cosa metta Sherry a disagio.”
Conan ascoltava basito,sempre più incredulo. Non poteva credere a ciò che aveva sentito,quasi automaticamente pensò di aver avuto un’allucinazione. Un vuoto si formò nella sua mente.
Innamorato. Questa parola continuava a risuonare, ad aleggiare implacabile nella sua mente.
Il solo pensiero che un assassino così malvagio,così spietato e crudele,potesse provare amore, amore vero lo sconcertava,lo lasciava allibito.
Per lui era impossibile. Era impossibile che i criminali a cui aveva dato la caccia per tutta la sua vita potessero veramente provare sentimenti così sinceri e profondi.
Soprattutto,era impossibile che lui potesse riuscire a provare amore.
Questa immagine gli faceva venire il voltastomaco. Non era assolutamente possibile,andava contro qualsiasi logica.
Profondamente colpito da ciò che aveva appena sentito,si rivolse nuovamente a Vermouth.
‘’E tu come fai a sapere tutte queste cose?”le chiese sospettoso.
La giovane attrice sorrise:”Non è certo un mistero,quasi tutti i membri dell’organizzazione lo sapevano. Si poteva dedurre dai loro sguardi,dalle occhiate che si lanciavano,e dal modo in cui Sherry,cercava di mantenere le distanze con freddezza,ma in realtà si capiva che Gin le incuteva timore. E penso che la nostra cara scienziata non vada fiera di questo,e soprattutto che lui continui a mostrare questo attaccamento adesso che ha ucciso sua sorella Akemi. Fidati,noi donne certe cose le capiamo ….”
Conan la fissò negli occhi,in quei suoi occhi gelidi come il ghiaccio. Essendo un detective,Shinichi era riuscito a sviluppare la capacità di dedurre dagli occhi delle persone se erano sincere.
E in quel momento capiva che lei gli stava dicendo la verità. D’altronde,non aveva alcun motivo per inventarsi una storia del genere.
E adesso tutto era più chiaro. Ecco spiegato il segreto che Ai si portava nel suo cuore,che la rendeva triste e spaventata,anche se cercava di non darlo a vedere,ogni volta che venivano nominati gli uomini in nero.
Ed ecco perché,quando si era ritrovata davanti Gin,sembrava in preda al terrore,al terrore di voler cancellare,di voler dimenticare in fretta qualsiasi sfumatura di quella storia terribile.
Basta,si ripetè mentalmente. Questi pensieri lo stavano distraendo da ciò a cui doveva realmente pensare. Doveva pensare a salvare Ai. Il resto sarebbe venuto dopo. Una volta al sicuro,le avrebbe chiesto come stavano realmente le cose.
Ora la priorità era stabilire un piano.
Cercò quindi di focalizzare la sua attenzione su questo,e di ignorare quel sentimento di incredulità e angoscia che si era impadronito del suo cuore.
“Smettiamola di parlare di queste cose,e veniamo al punto. Quale sarebbe il tuo piano?’’ il detective si rivolse quindi a Vermouth con aria di sfida,impaziente suo malgrado di conoscere la risposta.
Sulle labbra sottili della donna,rese ancor più lucide dalla tonalità cremisi del rossetto,si stagliò un sorriso sottile.
‘’A dir la verità non sono molto entusiasta di questa idea,ma per te lo faccio volentieri. Adesso ascoltami bene.’’replicò lei.
 Parlarono a lungo,fino a quando il buio calò sul parco. A quel punto entrambi si salutarono, prendendo due direzioni diverse.
Conan osservò la sua sagoma allontanarsi nell’oscurità della notte,fin quando non divenne un punto nero e indistinto.
Doveva ammettere che Vermouth aveva avuto davvero una buona idea. Il suo piano era semplice,ma ingegnoso.
Aveva pensato di travestirsi da uno dei tanti scienziati che una volta ogni tanto venivano a prendere Shiho per portarla in America,dove l’avrebbero sottoposta ad  esami e aggiornamenti.
In questo modo,non avrebbe suscitato dubbi e sospetti di alcun genere nei confronti dell’organizzazione,e avrebbe potuto farla imbarcare sul primo volo per l’estero,così da metterla al sicuro.
Avrebbe lasciato trascorrere qualche giorno,e poi sarebbe tornata come se nulla fosse, assumendo i panni della giovane scienziata. In questo modo le avrebbe fatto guadagnare del tempo prezioso.
In seguito,avrebbe finto di recarsi di nuovo all’estero per una commissione,così da liberarsi di loro definitivamente,prima che scoprissero l’inganno.
Vermouth era particolarmente brava a travestirsi,quindi era sicura del successo del suo piano.
Conan ,inoltre,aveva stabilito che,una volta tornata in America,Ai avrebbe dovuto essere inserita nel programma di protezione testimoni dell’FBI.
Ci avrebbe pensato lui a contattare alcuni agenti e a cercare di spiegargli la situazione. Non era convinto del fatto che la sua amica avrebbe accettato,ma lui avrebbe dovuto convincerla ad ogni costo,altrimenti gli uomini dell’organizzazione l’avrebbero scovata con fin troppa facilità.
Quel piano doveva funzionare.
E una volta che Ai fosse stata al sicuro,le avrebbe domandato …. le avrebbe domandato di lei e di Gin. Di quali sentimenti li unissero in passato e ….
A questo pensiero si bloccò improvvisamente.
“Ma cosa stai dicendo,Shinichi? Credi davvero che un uomo come Gin sia innamorato di Ai? E soprattutto,che lo sia anche lei? No,è assolutamente impossibile. Ai è una brava ragazza,razionale e dotata di buoni principi,anche se aveva fatto parte di una banda di criminali. No,Ai è diversa da loro,non potrebbe mai essere come loro. Anche se cerca di mascherarlo sotto una coltre di indifferenza e di freddezza,è una ragazza dolce e sensibile. Quindi adesso calmati e smettila di pensare a queste idiozie.’’ Ripetè a se stesso,nel tentativo di convincersene.
Eppure,per chissà quale motivo,si sentiva turbato,c’era qualcosa che non quadrava,un brutto presentimento che non riusciva a fargli trovare pace.
Ma non doveva soffermarsi su questo. I sentimenti erano i primi nemici di un detective,perché impedivano di mantenersi lucidi e razionali.
Per ora,doveva pensare ad entrare in azione. E presto la sua amica Ai sarebbe tornata con lui,e quello sarebbe diventato solo un brutto e lontano,inafferrabile ricordo.
Così si incamminò velocemente lungo le strade della città ormai assopita,diretto all’agenzia investigativa  Mouri. Doveva arrivare il prima possibile,chissà com’era preoccupata Ran. I bambini come lui non avrebbero dovuto stare fuori fino a quell’ora,glielo ripeteva spesso,se,per un motivo o per un altro,tornava a casa più tardi del solito.
E mentre cercava di pensare ac una scusa convincente da raccontarle una volta arrivato,non potè fare a meno di sentire le mille ombre oscure e misteriose del dubbio impadronirsi del suo cervello, ma soprattutto,del suo cuore.
 
 
 
 
 
 
 
L’orologio rosa dalle lancette azzurre che teneva sulla scrivania segnava la mezzanotte ormai passata.
La piccola Shiho si passò una mano tra i ciuffi di capelli ramati,spossata da quei ritmi di lavoro.
Ormai era molto tardi,e volendo avrebbe potuto andare a dormire nella piccola camera che le avevano assegnato all’interno di quell’edificio.
Ma non era il momento adatto. Le sue ricerche sembravano ad un punto di svolta,forse a breve l’antidoto contro l’APTX sarebbe stato pronto.
Lei lavorava così tanto solo per Shinichi,per esaudire il suo desiderio di tornare adulto.
L’idea che sarebbe tornato da Ran gli faceva male,era un dolore insopportabile. Ma lo doveva a ciò  che aveva fatto per lei,e anche a Ran.
Ran,quella ragazza che pareva il ritratto della dolcezza,così somigliante a sua sorella Akemi.
Significava perdere Shinichi,ma anche far tornare il sorriso a Ran,e questo sarebbe stato come far rinascere Akemi. Sì,lo doveva a entrambi.
Ormai lei doveva essere abituata alle delusioni,doveva essere abituata ad affrontare la vita in tutte le sue sfumature.
Era forte,e avrebbe superato anche questa sfida.
 
Lavorò almeno un altro paio d’ore,poi,quando capì di essere troppo stanca per continuare,si avviò a malincuore verso la sua stanza.
Chiuse la porta e si sfilò il camice bianco,appoggiandolo ad una sedia.
Si guardò allo specchio.
 Quella superficie di vetro le rimandava un’immagine di se totalmente diversa da come avrebbe voluto essere.
Seria,malinconica,stanca e pensierosa. E si rese conto che anche lei,come quel vetro,era fragile e da un momento all’altro il suo cuore sarebbe potuto finire in mille pezzi.
Con uno sbadiglio,si diresse verso il letto ,e stava per scostare i lembi del piumone verde,quando ad un tratto udì un cigolio alle sue spalle.
Si girò stupita,notando che la porta si stava aprendo lentamente.
Ai trasalì,il suo cuore ebbe un tuffo,sentiva lo stomaco avvolto in una morsa di ansia e terrore.
Sulla soglia c’era un uomo alto,robusto,con un impermeabile nero e lunghi capelli biondi che scendevano sulla schiena. I suoi occhi verdi rilucevano nel buio,sotto i ciuffi di quella capigliatura folta.
La ragazzina si sentiva incapace di compiere qualsiasi movimento,i battiti del suo cuore erano sempre più veloci,riusciva quasi a sentirlo rimbombare nel silenzio opprimente della stanza.
”Gin … ‘’ sussurrò.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino autrice:
Salve a tutti! Vi è piaciuto questo nuovo chappy? Spero proprio di sì.
Vorrei ringraziare tutti coloro che mi stanno seguendo,e che hanno messo la mia storia tra le preferite o tra le ricordate.
In particolare SuperfanShiho e Monkey_D_Alice,che continuano a recensire ogni capitolo.
Grazie mille dei complimenti,siete gentilissime. Fatemi sapere cosa ne pensate,mi raccomando!
Inoltre grazie mille a br99 per avermi inserita tra gli autori preferiti. Sei davvero un tesoro!
Grazie anche solo a chi scorrerà le righe della mia storia.
Vi abbraccio e a presto,Sherry2000.

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Capitolo 5
*** Un segreto svelato ***


Capitolo 5: un segreto svelato
La bambina fu scossa da un lieve tremito,mentre osservava la sagoma dell’uomo che avanzava lentamente verso di lei,nella penombra della stanza.
‘’Mi spieghi che cosa ci fai qui a quest’ora?’’Ai cercò di mascherare il suo stupore e il suo disagio,rivolgendosi a lui con tono piuttosto freddo e sostenuto.
Gin fece qualche passo nella sua direzione,poi si fermò. Dovette chinarsi in ginocchio per poter parlare normalmente con lei.
‘’Non ti ho trovata in laboratorio,e allora sono venuto qui’’ proferì lui con tono basso.
‘’Per quale motivo? Cosa devi dirmi?’’
Gin la osservò per qualche istante,mentre sul suo volto si delineava pian piano un ghigno divertito.
La piccola scienziata lo guardava a sua volta,suo malgrado ansiosa di ricevere una risposta. Non sapeva perché,ma aveva un orribile presentimento.
‘’Davvero non conoscevi quel bambino? Quello che abbiamo trovato un po’ di tempo fa all’Haido City Hotel?’’ la voce di Gin risuonò nelle orecchie della piccola Shiho,la quale ebbe un sussulto improvviso.
“Come mai me lo chiedi proprio ora? Mi sembrava di averti già dato una risposta. Non l’avevo mai visto prima’’Ai ribattè prontamente,cercando di mantenersi calma,nonostante avvertisse crollare qualcosa dentro di lei,un fuoco di ansia e disperazione che la corrodeva. Quella domanda fatta così a bruciapelo,non presagiva sicuramente niente di buono. E se Gin avesse scoperto la vera identità di Conan?
‘’In questi giorni mi è capitato di visionare alcune schede,e mi sono accorto che,tra le persone di cui doveva essere ancora confermato il decesso avvenuto grazie all’APTX,ce n’era una di cui avevi confermato la morte proprio poco prima di tradire l’organizzazione …. Il detective liceale Shinichi Kudo.’’
Nell’udire quel nome Ai trasalì. Che Gin avesse trovato un collegamento tra lui e Conan? Ma come era possibile?
Decise di continuare a fare la finta tonta.
”E quindi? Non capisco proprio dove tu voglia arrivare. Cosa c’entra questa storia?’’
Le si gelò il sangue nelle vene quando udì le sue parole subito dopo,pronunciate con quel tono tremendamente sadico e crudele,che pareva un oscuro presagio di morte.
“Non so,c’è qualcosa che non mi quadra in questa storia. Potrebbe esserci qualche legame che ignoriamo tra questo bambino e Shinichi. Avremo presto occasione di scoprirlo,ad ogni modo ….”
Ai spalancò gli occhi. Doveva immaginare che Gin non ci avrebbe messo molto a scoprire la verità,era dotato di un grande intuito,quasi come Conan.
Solo che,mentre quest’ultimo lo usava per il bene,per la verità e per la giustizia,Gin lo usava per il male.
E sicuramente il fatto che lei avesse confermato il decesso di Shinichi poco tempo prima di abbandonare l’Organizzazione era un fatto alquanto sospetto.
Ma Ai avrebbe cercato di smentire in ogni modo i suoi dubbi,a qualsiasi costo.
”Ti ripeto che io non l’ho mai visto,né so chi sia. E adesso ti sarei grata se te ne andassi,ho molto lavoro da fare e vorrei riposarmi un po’. Non farmi più perdere tempo con queste sciocchezze,se non mi sbaglio anche tu hai cose più importanti a cui pensare,no?” Cercò di sembrare sicura di sé,assumendo un tono secco e distaccato.
A quel punto lo vide sfilare una mano dalla tasca dell’impermeabile e appoggiargliela delicatamente sulla guancia. La ragazzina ne percepì il freddo sulla sua pelle,il suo corpicino fu scosso da un brivido.
Vide che Gin le si stava avvicinando sempre di più. Trattenne il respiro,immobilizzata.
Sentì il suo respiro caldo sull’orecchio,seguito subito dopo dalla sua voce.
”Non credere di riuscire ad ingannarmi,ormai ti conosco troppo bene. So che mi stai nascondendo qualcosa,e non mi piace per niente.”
Ai deglutì a fatica,sentiva brividi gelidi percorrergli la schiena e i battiti del cuore a mille.
Perché doveva sentirsi così minacciata da lui? Solo con quelle poche parole,era riuscito a frantumare ogni sua sicurezza,ogni barriera che lei cercava disperatamente di costruire.
Gin si scostò piano da lei e si rialzò in piedi. Si diresse verso la porta,e quando era ormai sulla soglia si voltò nuovamente verso di lei.
‘’Pensa bene a quello che ti ho detto. Buonanotte,mia dolce Sherry’’sussurrò poi in tono basso e roco,a tratti velato.
E così,silenzioso e rapido come era arrivato,si dileguò nel buio.
Ai,ancora ferma e immobile,non riuscì a spiccicare una sola parola né a compiere un banale movimento.
Un tuono proveniente dall’esterno la riscosse pochi secondi più tardi.
Si diresse verso il letto e sprofondò tra le lenzuola calde. In quel modo le sembrava di essere al sicuro,protetta dalle ombre e i timori più nascosti che costantemente minacciavano il suo cuore,e che solo lui riusciva a mettere in luce.
Quella notte Ai non riuscì a dormire,continuava a sentire la sua voce gelida e tagliente,il contatto di quelle mani sulla sua pelle. Mani fredde,malvagie,che rappresentavano l’essenza del male.
Si rigirò più volte,affondando la fronte nel cuscino piumato,nel tentativo di dimenticare quell’incontro,ma fu tutto inutile.
Il rumore della pioggia proveniente dall’esterno accresceva ulteriormente la sua angoscia, quell’incessante ticchettio sui vetri della finestra le trasmetteva inquietudine.
Mille paure la tormentavano,soprattutto quella di perdere Shinichi.
Per quanto tempo sarebbe riuscita ad andare avanti così?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gin percorreva velocemente,con passi a tratti più nervosi, il corridoio che separava la camera di Shiho dal suo ufficio.
Quella ragazza poteva anche credersi furba,poteva anche pensare di riuscire ad ingannare gli altri membri dell’organizzazione,ma non certo lui. Con lui non avrebbe mai funzionato.
Era riuscito ad intuire dal comportamento della ragazza e dalla paura che cercava in ogni modo di mascherare,ma che era tuttavia assai visibile,che gli stava nascondendo qualcosa riguardo a quel ragazzo di nome Shinichi.
Adesso il problema era capire cosa,e soprattutto capire quale fosse il filo che legava quel detective liceale e il bambino che aveva incontrato appena una volta.
Sorrise nel buio.
Sarebbe bastato semplicemente confrontare le loro impronte digitali,prendendo due oggetti che avevano toccato.
E stavolta la sua adorata Sherry non avrebbe potuto fare niente per fermarlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nella villa Kudo,un’ombra si aggirava furtivamente tra le stanze,frugando tra i cassetti.
Si trattava di un uomo basso e tarchiato,che indossava perennemente un paio di occhiali di sole.
Era passato appena un giorno,e quella sera Vodka,su ordine di Gin,avrebbe dovuto intrufolarsi prima nella scuola elementare Teitan,rubando un oggetto appartenente al bambino Conan Edogawa,e in seguito a villa Kudo,per prendere un altro oggetto del ragazzo che vi abitava prima.
Egli aveva dunque preso un origami realizzato dal piccolo in classe,e proprio in quel momento trovò una penna,molto probabilmente utilizzata da Shinichi Kudo.
Uscì silenziosamente e si diresse verso la base dell’organizzazione,dove Gin lo stava aspettando.
Mostrò i due oggetti all’uomo,che si dimostrò soddisfatto e gli impartì un nuovo ordine: doveva controllare se le impronte sui due oggetti coincidessero.
Vodka sparì quindi in una sala provvista da un computer,mentre egli si allontanò,certo che presto avrebbe scoperto la verità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ai si stiracchiò le braccia indolenzite. Era davvero distrutta,quel giorno aveva lavorato moltissimo.
L’antidoto per l’APTX era quasi completo.
Si sentiva soddisfatta per essere riuscita a portare a termine quel lavoro,ma allo stesso tempo si sentiva attanagliata da un terrore feroce.
Cosa sarebbe potuto succedere se Gin avesse scoperto la vera identità di Shinichi? In quel caso,lei lo avrebbe protetto anche a costo della vita. Non avrebbe mai permesso che gli facessero del male.
Provò a non pensarci,e ritornò al suo lavoro. I suoi occhi erano concentrati su migliaia di formule,ma in realtà la sua mente era altrove,intrappolata in un pensiero terribile e recondito.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Vodka uscì dalla sala dove si era recato poco prima,ansioso di comunicare a Gin i risultati che aveva ottenuto.
Lo incrociò quasi subito nel corridoio.
“Ehi,aniki!”lo chiamò.
Il biondo si voltò.
“Già finito,Vodka?”domandò.
“Esatto”rispose quello.
“E i risultati quali sono?’’chiese ancora Gin.
Vodka esitò qualche istante,ancora non riusciva a capacitarsi della notizia.
”Le impronte coincidono”disse infine tutto d’un fiato.”Shinichi Kudo e Conan Edogawa sono la stessa la persona”.
A quelle parole,Gin fu travolto da una grande rabbia. Nonostante il fatto che si aspettasse quella risposta,restava comunque il fatto che Sherry aveva osato prenderlo in giro.
Non curandosi del suo compagno,si avviò con passi furiosi verso i laboratori.
Poco dopo,aprì la porta della stanza nella quale stava lavorando Ai e si diresse verso di lei.
Gli dava le spalle,era seduta su una sedia girevole di pelle nera,e stava lavorando davanti al’enorme schermo di un computer.
In un attimo,Ai si vide letteralmente sollevata dalla sedia.
Sbalordita,si girò per vedere chi l’avesse afferrata così all’improvviso,fino ad incrociare gli occhi verdi di Gin,carichi di rabbia ed odio.
Le sue pupille si dilatarono ancora di più.
”Gin,ma cosa stai facendo? Lasciami subito’’esclamò.
L’uomo la tratteneva con entrambe le braccia,tenendola stretta a lui,in modo che la bambina non cercasse di scappare.
”Mi hai ingannato.”proferì in un sibilo.
“Cosa stai dicendo?”domandò Ai,che non riusciva a capire in alcun modo.
‘’Conan Edogawa e Shinichi Kudo sono la stessa persona. E tu lo sapevi fin dall’inizio.”
A quelle parole,Ai ebbe un vuoto totale,la testa prese a girarle vorticosamente.
Come aveva fatto a scoprirlo?
”Perché dici una cosa simile?”domandò.
“Il confronto delle impronte digitali”rispose lui”da quello è emersa la verità.”
La piccola Shiho era disperata. Quella era una prova schiacciante,non avrebbe potuto difenderlo in alcun modo,ma decise di rischiare il tutto per tutto.
”Non fargli del male”sussurrò con voce spezzata.
“E sentiamo,perché non dovrei?”Gin aveva assunto un tono decisamente sarcastico e divertito.
In quel momento Ai non seppe cosa dire,cosa fare.
Il viso di lui era così vicino,gli occhi fissi sul suo viso ….
E all’improvviso decise di fare una pazzia. Non se lo sarebbe mai perdonato,ma per salvare Shinichi era disposta a tutto.
Sorrise lievemente,poi sussurrò: ‘’Forse per questo?”
Appoggiò delicatamente le mani sulle sue guance. Le sue dita giunsero fino alla nuca,poi si protese verso di lui.
Sfiorò le sue labbra e lo baciò dolcemente.

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Capitolo 6
*** Una relazione imposta ***


Capitolo 6: una relazione imposta
Gin era rimasto immobile,non aveva avuto il tempo di dire né di fare nulla. Non poteva,o forse non voleva muoversi.
Ad un tratto Ai si rese conto di ciò che stava facendo,le sue guance divennero di un rosso vivo.
Come le era saltato in mente di usare questi mezzi per convincerlo? Doveva averle dato di volta il cervello.
Fece per scostarsi da lui,ma all’improvviso si sentì avvolgere le guance da due mani fredde,e percepì chiaramente le labbra di Gin premere sulle sue.
Ci volle qualche secondo perché la ragazzina si rendesse conto di cosa stava succedendo. Avrebbe potuto allontanarsi,ma decise di non farlo.
Forse il suo piano stava funzionando davvero,forse grazie a questo Shinichi sarebbe riuscito veramente a salvarsi. E perciò,per quanto le pesasse,decise di lasciarsi baciare da lui.
Quel bacio sembrò durare un’eternità,entrambi non si staccavano l’uno dall’altra.
Ma ad un certo punto Ai decise di rompere quell’incanto,posò le mani sul petto di Gin e  lo allontanò delicatamente da se.
“Allora,cosa ne dici?”sussurrò,fissandolo negli occhi e cercando di apparire sicura.
Sul volto dell’uomo comparve un ghigno sottile.
“E va bene,potrei anche accettarlo. Se diventerai la mia ragazza,potrei prendere in considerazione l’idea di lasciar perdere il tuo amico Shinichi.’’rispose,fissandola con i suoi gelidi occhi verdi.
Ai avvertì il suo cuore compiere un balzo di gioia,non credeva che sarebbe accaduto davvero ed era incredula del fatto di averlo convinto con tanta facilità. Ma allo stesso tempo si sentiva avvolta da una morsa di umiliazione e vergogna: si era spinta decisamente troppo oltre,non poteva credere di essere arrivata a tanto.
Lentamente,Gin la lasciò andare,posandola di nuovo sulla sedia davanti alla scrivania.
“Stai attenta,Sherry,e vedi di non fare passi falsi” lo sentì mormorare in tono tagliente”se non fai quello che dico,non ci metterei molto a cambiare idea.”
Ai,con il cuore in gola,deglutì a fatica.
Gin non potè trattenere un sorriso compiaciuto nel vedere gli occhi della piccola scienziata riempirsi di ansia e terrore.
“Buonanotte”disse in un sibilo,prima di sparire oltre la soglia e di chiudersi la porta alle spalle.
Ai rimase ferma,pietrificata,fin quando egli non scomparì dalla sua vista.
A quel punto non potè trattenere una lacrima. Si sentì veramente una stupida,cosa aveva fatto?
Odiava quell’uomo,era un disgusto solo pensare di averlo baciato.
E in quel momento,per chissà quale motivo,le apparve davanti agli occhi il volto dolce e gentile di sua sorella.
“Akemi”sussurrò,sgranando gli occhi.
Solo a quel punto comprese il perché di quel breve flashback. Era stato proprio Gin ad ucciderla,ad uccidere la sorella,il suo stesso sangue.
E questo era un altro motivo per cui il rancore e la rabbia verso di lui crescevano,assieme ai suoi sensi di colpa.
I singhiozzi aumentarono.
“Perdonami,Akemi,ti prego. Non era mia intenzione,l’ho fatto solo per salvare Shinichi.”
L’unico pensiero che riuscì a rincuorarla fu proprio questo.
Ma non sapeva di essere stata troppo ingenua. Non poteva ancora immaginare cosa stesse pensando realmente Gin,e soprattutto della sua grande crudeltà.
Sul momento non aveva potuto far altro che credergli,ma si sarebbe presto resa conto del grande errore che aveva commesso.
 
 
 
 
 
 
 
 
Gin era comodamente seduto nella sua Porsche nera,fumando l’ennesima sigaretta della giornata.
I ciuffi di capelli biondi e il cappello coprivano i suoi occhi,perciò il suo sguardo era indecifrabile.
Si poteva però notare il suo volto illuminato da un ghigno perfido.
Il bacio che aveva ricevuto da Sherry non sarebbe bastato per evitare di fargli uccidere Shinichi Kudo.
Non che non ne fosse stato contento,anzi.
Dopo quello che era successo,avrebbe fatto sì che Sherry diventasse la sua ragazza-cosa che desiderava da tempo,ma che non avrebbe mai ammesso-,facendogli credere che non avrebbe  fatto del male al giovane detective,mentre in realtà l’avrebbe ucciso,in modo che lei non lo sapesse. E quando se ne sarebbe accorta sarebbe stato ormai troppo tardi.
In questo modo,Sherry sarebbe diventata la sua fidanzata,e al tempo stesso sarebbe riuscito ad eliminare quel ragazzo che sicuramente sapeva dell’esistenza dell’organizzazione.
Davvero niente male come risultato.
Il suo sorriso crudele si allargò ancora di più.
“Mi dispiace,cara Sherry,non avresti dovuto fidarti così facilmente di me” mormorò malignamente nel buio e nel silenzio della notte che avvolgeva l’abitacolo.
 
 
 
 
 
 
 
 
L’indomani la bambina aveva delle occhiaie assai vistose. Quella notte non era riuscita a dormire minimamente,non poteva fare a meno di sentire le labbra di Gin sulle sue,accompagnate dall’odore di sigaretta e dal dolce profumo dei suoi lunghi capelli biondi.
Era rimasta nel suo letto,con gli occhi sbarrati e fissi al soffitto,mentre nella sua mente tentava di districarsi inutilmente un groviglio di ricordi, lontani e vicini,di immagini di ogni tipo,di pensieri ed emozioni indecifrabili.
In quella lunga notte,i battiti del suo cuoricino aumentavano ogni volta al ricordo di quel bacio,e lei non riusciva a capire se fosse per il senso di colpa o …. o per qualcos’altro.
Ma cos’era quel qualcos’altro che nemmeno lei riusciva ad afferrare?
In quel momento non avrebbe saputo darsi una risposta.
Inoltre il suo inconscio continuava a tormentarla.
Non voleva ammetterlo,ma aveva paura che lui ripiombasse nuovamente nella sua camera,come era successo soltanto un paio di sere prime.
La cosa la turbava e la imbarazzava,e adesso che Gin le aveva imposto di avere una relazione con lui,non si immaginava proprio cosa avrebbe potuto,o meglio voluto farle.
Ai decise di provare a scacciare questi pensieri dalla sua mente,e si impose di pensare al lavoro che avrebbe dovuto svolgere quel giorno.
Si alzò stancamente dal letto e si sfilò il pigiama,indossando un maglioncino bianco e una gonna nera. Dopodiché si avvicinò all’attaccapanni e vi prese il suo camice bianco.
Dopo averlo indossato,si avvicinò alla porta ed esitò prima di aprire la maniglia. Prima di andare al lavoro,avrebbe dovuto fare colazione nel salone adiacente al laboratorio,ed era certa che lì vi fosse anche Gin.
Come avrebbe potuto sostenere il suo sguardo?
La cosa migliore sarebbe stata saltare la colazione per non doverlo vedere,ma Ai era arrabbiata al solo pensiero.
Non doveva aver paura di lui,non doveva comportarsi come se avesse fatto qualcosa di male o di cui vergognarsi.
E soprattutto non sarebbe servito a nulla,non avrebbe potuto scappare in eterno.
Prima o poi sarebbe stata costretta ad affrontarlo.
Raccolse quindi tutto il suo coraggio,evitando accuratamente di pensare a ciò che era successo la sera prima.
Spinse la maniglia della porta e uscì,cercando di percorrere il più lentamente possibile il corridoio che la portava nella sala da pranzo.
Quando giunse davanti alla porta le venne un desiderio irrefrenabile di andarsene,ma si costrinse a non farlo.
Trasse un respiro profondo e aprì la porta,entrando nella stanza.
Al centro vi era un grande tavolo di legno circolare,e seduto ad una sedia c’era proprio Gin.
Ai non lo degnò di uno sguardo,si richiuse la porta alle spalle e avanzò verso il tavolo.
Solo a quel punto l’uomo si accorse della sua presenza.
”Buongiorno,mia dolce Sherry”sussurrò ,mentre sulle sue labbra si stagliava pian piano un sadico sorriso.
Ai fece finta di niente,continuando a mantenersi fredda e scostante.
“Buongiorno,Gin”disse glaciale.
Stava già per sedersi,quando lo vide alzarsi e venire verso di lei. In un rapidissimo istante la bambina si vide sollevata da terra e stretta tra le sue braccia.
“Che fai?”domandò stupita”mettimi subito giù.”
”Ti sembra questo il modo di darmi il buongiorno?” le sussurrò.
”Dai,lasciami”ella cercò di dimenarsi,ma non vi riuscì.
A quel punto le venne spontaneo prendere il suo viso tra le mani e baciarlo lievemente sulle labbra. E si rese conto che non era poi così terribile,che era una bella sensazione.
Appena formulò questo pensiero,ne fu quasi spaventata. Quella finzione non poteva diventare realtà,e lei lo avrebbe impedito in ogni modo.
Sicuramente tutte quelle giornate passate a lavorare in quella piccola stanza le avevano fatto perdere la lucidità.
Fino a poco tempo fa non si sarebbe mai neppure sognata di baciarlo di sua spontanea volontà, anzi,questo gesto le avrebbe fatto pensare di essere impazzita.
Si ripetè più volte,per convincersene,che lo stava facendo per Shinichi,ma all’improvviso si sentì un’ipocrita.
Non doveva usarlo come giustificazione,la verità,per quanto impossibile,era che quella mattina non lo aveva fatto per lui.
Le era venuto naturale,le era venuto dal cuore.
Ma la cosa che la stupiva più di tutte era che lei non era un tipo sentimentale,quelli non erano pensieri da lei.
Decise comunque di smetterla di lambiccarsi il cervello con quella storia,e attribuì quel gesto alla stanchezza, che le aveva impedito di conservare anche solo un minimo di lucidità.
“Allora,adesso sei soddisfatto?”aggiunse subito dopo”dai,adesso lasciami.”
Gin scrutò per qualche secondo gli occhi cerulei della scienziata,poi la lasciò,facendole poggiare i piedi a terra.
“Direi che per il momento va bene”rispose maliziosamente.
Entrambi presero a fare colazione,Ai mangiò il più in fretta possibile e prima di recarsi al suo laboratorio,volle chiarire un’ultima cosa.
”Stavolta è lo stesso,ma non sono ammesse tutte queste smancerie,tienilo presente”proferì in tono piuttosto sostenuto,prima di uscire.
Gin la osservò allontanarsi sogghignando.
Aveva capito che Sherry si stava arrendendo a quella situazione,tanto che aveva deciso di baciarlo senza essere obbligata. Stava iniziando a mostrare i primi segnali di debolezza.
Una cosa era sicura,in quel momento l’aveva completamente in pugno.
Presto o tardi,avrebbe fatto in modo che si innamorasse di lui,che quel gioco diventasse una meravigliosa,indimenticabile realtà.
Per lui lo era già,anche se forse il suo non si poteva definire amore nel vero senso della parola, mentre per Ai stava iniziando lentamente a cambiare qualcosa,anche se lei lo negava con tutte le sue forze persino a se stessa.
E quel giorno,anche se entrambi avevano iniziato ad intuirlo,sarebbe stato proprio l’inizio della loro  storia d’amore impossibile,travagliata e piena di incredibili vicissitudini.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino autrice:
Salve a tutti! Allora,cosa ne pensate di questo capitolo? Spero vi sia piaciuto,e che non vi sia sembrato effettivamente sdolcinato. Lasciatemi pure un vostro parere-ovviamente,se lo ritenete opportuno,anche una critica-leggerò con molto piacere e sarò felice di rispondervi.
Ed ora un grazie enorme a tutti coloro che mi seguono e che continuano a recensire ogni capitolo!
Grazie infinitamente anche a chi si limita a leggere solamente la mia ff!
Spero che continuerete a seguirmi in questo percorso,e di non deludere le vostre aspettative.
Beh … che altro dire?
Siete davvero magnifici,grazie ancora!
Un abbraccio e al prossimo capitolo,Sherry2000.

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Capitolo 7
*** La nascita di un nuovo amore ***


Capitolo 7: la nascita di un nuovo amore
Image and video hosting by TinyPic Il piccolo orologio sulla scrivania segnava le otto e mezza passate,il laboratorio era immerso in un grande silenzio,spezzato solo dal borbottio meccanico del computer.
Ai aveva lavorato senza sosta tutta la notte,e solo adesso sentiva arrivare il peso delle ultime ore trascorse. Sentiva un grande bisogno di potersi finalmente rilassare,di osservare il cielo limpido e azzurro,la luce del sole,e anche di qualcos’altro ….
Sentiva la necessità di avere qualcuno accanto a lei,qualcuno che le volesse bene e le dimostrasse il suo affetto.
Voleva amare ed essere amata.
Fino a poco tempo fa,avrebbe pensato a Shinichi,anche se con dolore,perché sapeva che non avrebbe potuto ricambiare i suoi sentimenti.
Adesso era leggermente diverso. Certo,Shinichi era spesso nei suoi pensieri,ma come un amico a cui voleva molto bene ed era immensamente grata,non più come il ragazzo di cui era innamorata.
Era paradossale e anche buffo,Ai aveva accettato di avere una relazione con Gin solo per salvare la vita di Shinichi,e adesso questo le aveva fatto cambiare completamente sentimenti.
Non sapeva ancora se parlare di amore nei suoi confronti,anzi,il solo pensiero la turbava moltissimo,eppure adesso sentiva che era felice.
Non era passato molto tempo da quando tutto ciò era iniziato,ma la bambina avvertiva che non era più la stessa,nonostante lottasse per nascondere ciò che provava davvero.
Il sentimento di paura e odio che provava nei confronti dell’uomo si era lentamente affievolito, lasciando spazio ad un sentimento del tutto nuovo,uno strano calore che la avvolgeva.
E ciò che più la stupiva era che lei non si era mai lasciata trasportare dai sentimenti,mentre adesso doveva persino cercare di tenerli a freno.
Se pensava a tutto questo,Ai si sentiva terribilmente disorientata,e dava la colpa alla situazione in cui si trovava,alla solitudine così profonda che le faceva sembrare meraviglioso avere qualcuno accanto,al suo disperato bisogno di affetto che doveva tentare di colmare,non avendo più nessuno in quella prigione fredda e tetra.
Gli incontri che aveva con lui erano il suo unico contatto con il mondo,vi passava decisamente molto,troppo tempo insieme.
E così venivano abbattute le barriere che Ai cercava di instaurare tra loro due,e giunse al punto di farsi accarezzare,abbracciare e persino baciare da lui senza opporre alcuna resistenza.
Quando a fine giornata era stanca,il suo desiderio di vederlo era davvero forte. Ma ogni volta si tratteneva,vergognandosi di apparire così fragile e bisognosa di tenerezza.
Ma quello che non sapeva era che anche lui,nonostante fosse freddo e spietato,avesse le sue debolezze.
Lei,Sherry,era sempre stata la sua unica debolezza.
Gli unici momenti in cui non pensava più a nulla erano quando si trovava tra le braccia di Gin. Tra le sue braccia forti e rassicuranti,col viso sul suo petto,tanto da poter sentire i battiti del suo cuore.
Quando sentiva il  calore del suo cappotto nero e il suo profumo,quando si sentiva veramente protetta,al sicuro da tutto e da tutti.
In quei momenti,e solo in quei momenti,Ai poteva dirsi davvero in pace con se stessa e con il mondo.
Perciò si stringeva ancora più forte a lui,nella speranza che quell’idillio non finisse mai.
Non poteva,e soprattutto non voleva ammettere che si stesse innamorando di lui. L’unica cosa che pensava,era che la sua debolezza non le aveva permesso di ribellarsi,in quel periodo voleva solo amore,non importava da chi.
Poi,quando avrebbe ripreso una vita normale,le cose sarebbero cambiate.
Ai sospirò,scostando i ciuffi di capelli che le coprivano quasi gli occhi.
Ecco,aveva finito come al solito per pensare a quello.
Ma tutto il suo cambiamento non sarebbe avvenuto così in fretta,se non fosse successo qualcosa pochi giorni fa,che l’avesse spinta a cambiare opinione su di lui e a considerarlo con altri occhi.
Accidenti,è stata tutta colpa di quel maledetto raffreddore” pensò la piccola.
Suo malgrado,la scienziata sorrise a quel ricordo,che conservava con dolcezza e la spinse a rievocarlo con nostalgia.
INIZIO FLASHBACK.
Era una mattina più fredda del solito,la neve scendeva lenta dal cielo,rendendo l’aria più magica e rarefatta.
Ai si era appena svegliata, e osservava dalla finestra della sua camera quello splendido paesaggio.
Quel soffice manto bianco ricopriva i grandi rami spogli di un albero lì vicino,facendolo apparire maestoso e imponente.
Aprì le ante e fu investita da una folata di vento gelido. Le richiuse immediatamente, accompagnata da uno starnuto.
 Dalla sera precedente stava poco bene,forse aveva preso il raffreddore. E adesso stava ancora peggio,sentiva il viso rosso,le guance in fiamme e gli occhi lucidi.
Cercò di ignorare il suo malessere,vestendosi velocemente ed evitando di guardarsi allo specchio.
Tuttavia non potè fare a meno di vedere con la coda dell’occhio il suo viso riflesso sulla superficie di vetro posta vicino alla porta della camera.
I capelli spettinati,le pupille spente ed affaticate,la carnagione pallida. Non era consigliabile lavorare in quello stato,ma Ai non poteva scegliere.
Si lavò il viso accuratamente e si pettinò con una spazzola nel bagno adiacente alla sua stanza. Quando ripose quest’ultima nel piccolo armadietto verde,la sua attenzione fu attirata da un tubino nero e un altro rosso,posizionati a fianco. Un rossetto e del mascara per gli occhi.  Le scappò un risolino: cosa ci facevano dei trucchi lì dentro?
Forse però sarebbe stato meglio metterne un po’,l’avrebbero aiutata a mascherare quel’aspetto orribile.
Quando ebbe formulato questo pensiero,si sentì strana. Non aveva mai pensato così tanto al suo aspetto fisico,perché ora invece sì? Per chi doveva essere più bella?
“Andiamo,Shiho,non fare la sciocca”si disse”non metterai quella roba,saresti ridicola.”
Ma osservandosi di nuovo vide che sembrava proprio uno zombie,tanto forte era il pallore del suo viso.
Passò lievemente il mascara sulle sue lunghe ciglia e il rossetto sulle labbra,sebbene le sembrasse buffo truccarsi nel corpo di una bambina,anche se quando era Shiho lo aveva fatto tante volte.
Un dolce sorriso si stagliò sulle sue labbra,ripensando che era stata proprio  sua sorella Akemi ad insegnarle a truccarsi. Le ripeteva sempre che ciò che contava non era l’aspetto esteriore,ma i sentimenti che si provavano,ma anche che un tocco di eleganza e di bellezza non guastava ogni tanto.
Si riscosse un attimo dopo,notando che non era certo quello il momento per lasciarsi andare ai ricordi e alle fantasie.
Uscì dalla camera,percorrendo con passo incerto il corridoio che l’avrebbe portata alla stanza dove faceva colazione.
Prima di aprire la maniglia,Ai esitò con un lieve sorriso. Quante volte si era ripetuta quella scena. Iniziava sempre così le sue giornate,incontrando Gin in quella stanza,e ogni volta si salutavano con un bacio,proprio come la prima,il giorno in cui era cominciato tutto.
Le prime volte Ai non glielo permetteva,ma pian piano si indebolì,notò che non le dispiaceva più,e per adesso poteva anche andare bene.
Solo fino a quando resterò qui,pensava lei,poi tutto cambierà.
Ma come poteva affermarlo con tanta certezza? Cosa le diceva che non se ne stava innamorando?
Per il momento,la sola ipotesi nella mente della bambina era ridicola.
Andiamo,era di Gin che parlava. Dell’uomo che aveva sempre odiato,colui che aveva ucciso sua sorella.
Non avrebbe mai potuto perdonarlo per questo.
Era solo un momento temporaneo di debolezza,solo il bisogno momentaneo di affetto da parte di una persona,una persona qualunque.
Non l’avrebbe mai ammesso apertamente,anche perché in quel momento non sapeva neppure lei cosa provasse davvero.
Come previsto,quella mattina fecero colazione insieme,e Ai non potè fare a meno di inquietarsi a causa degli occhi dell’uomo costantemente puntati su di lei.
Forse per il trucco,o forse per la dolcezza del suo volto,quella mattina Gin non potè fare a meno di pensare quanto fosse bella la sua Sherry.
Ella invece non poteva fare a meno di arrossire,e non capiva se per l’imbarazzo o per la febbre.
Quando dovette andare via, si fermò per un attimo sulla soglia. Sentiva la testa girarle vorticosamente ,alcune goccioline di sudore le imperlavano la fronte.
Accidenti,il suo raffreddore doveva essere peggiorato. Fece per muovere qualche passo,ma le gambe erano troppo molli per obbedirle. la sua mente si offuscò,si sentiva terribilmente debole,davanti agli occhi vedeva solo nero.
Fece appena in tempo a sentire la mano di Gin sul suo braccio,che l’aveva afferrata prima che cadesse a terra.
Poi tutto divenne confuso e indistinto.
 
 
“Sherry,mi senti? Avanti,svegliati.”
Quel sussurro giunse immediatamente alle orecchie della piccola Shiho,la quale aprì gli occhi a fatica.
Era distesa sul letto della sua camera,avvolta nelle caldi coperte di lana,sulla fronte aveva un fazzoletto bagnato. Gin era seduto su una sedia accanto al letto,dal suo viso non trapelava alcuna emozione,eppure la ragazza colse con molta incredulità una lieve preoccupazione nei suoi occhi.
“Perché sono qui?”chiese poco dopo,appena ebbe il tempo di ricordarsi che era svenuta.
“Ti ci ho portato io. Ho visto che hai la febbre”la risposta arrivò immediatamente,e quelle poche parole stupirono molto la scienziata.
“Ah,sì? Sei diventato stranamente gentile,a cosa lo devo?”sussurrò Ai con voce flebile e sarcastica.
Sul volto di Gin comparve rapidamente un ghigno beffardo.
”Mi sembra ovvio. Così non ci saresti molto utile,tanto vale che riposi un po’. ”
”Allora,se è così,suppongo di doverti ringraziare. Anche se stento a credere che tu non abbia un secondo fine”aggiunse con un tono pieno di sarcasmo.
Lo vide sporgersi verso di lei,tanto che le solleticò il collo con alcuni ciuffi biondi.
“Sei furba come sempre,Sherry”le mormorò all’orecchio”hai indovinato,il mio secondo fine è stare insieme a te.”
Quando Gin si allontanò,Ai non potè trattenere una risata.
“Smettila di prendermi in giro”disse divertita.
“Ma io ero serissimo”ribattè lui.
A quel punto,Ai sentì l’aria mancarle,i battiti del suo cuore si fecero più corti e affannati.
Ma cosa diavolo le prendeva? Era sicuramente la febbre. Sì,non poteva che essere altrimenti.
”Adesso vorrei riposare,se non ti dispiace”proferì in tono deciso,cercando di non far notare in nessun modo quanto le sue parole l’avessero turbata.
Chiuse gli occhi,ma li riaprì immediatamente non appena sentì la mano fredda di Gin posarsi sulla sua guancia. Fu una bella sensazione,e lei allungò la mano,premendo ancora di più il suo palmo sulla pelle accaldata.
Gin si irrigidì impercettibilmente per la sorpresa,ma non si mosse.
Poco dopo Ai ritrasse la mano,posandosela sulla fronte che scottava. Gin notò quel gesto e le tolse il fazzoletto.
“Fammi sentire”le disse.
“Non è necessario …. “Ai non riuscì a dire altro,le parole le si strozzarono in gola.
Percepì il tocco lieve delle labbra dell’uomo sulla fronte e rabbrividì.
”Sei calda. Forse è meglio che io resti qui ancora per un po’.”disse allontanandosi da lei con nonchalance.
“Non hai nient’ altro da fare?”rise la bambina castana.
“Preferisci che me ne vada?”chiese dunque lui in tono provocatorio.
“Fai come ti pare”bofonchiò lei.
Ai dormì per circa un’ora,poi si risvegliò,notando con stupore che Gin era ancora lì,nella solita posizione,lo sguardo serio e imperturbabile.
Trascorse la giornata sempre accanto a lui,la sua presenza non le dava fastidio,anzi,in quella circostanza addirittura la rilassava.
Alla sera egli le portò un vassoio con una scodella di minestra e una bottiglia d’acqua.
Ai si mise seduta per poter mangiare comodamente,e prese la scodella dalle sue mani.
Soffiò sopra alla prima cucchiaiata,e prima di iniziare a mangiare udì la voce di Gin.
“Posso farti una domanda?”
Ella trasalì.
“Certo,dimmi pure.”
”Ti dà fastidio che io stia qui?”
Ai non potè trattenere un risolino beffardo. Per una volta,i ruoli parevano essersi invertiti.
“Credo di poterti dare una risposta più che convincente”replicò.
Si avvicinò verso di lui, avvolse con le mani le sue guance,e lo baciò lentamente.
Dopodiché vuotò velocemente la sua scodella e bevve un sorso d’acqua,poi si sdraiò nuovamente sul letto.
Quella notte Gin la trascorse sveglio,guardando la sua piccola Sherry che dormiva sere na e accarezzandole di tanto in tanto la chioma ramata.
Anche per lui la situazione stava iniziando a cambiare,il suo cuore di ghiaccio sembrava iniziare a conoscere l’amore per la prima volta nella sua vita.
Quando Ai si svegliò,la mattina dopo,i tiepidi raggi di sole che filtravano dal vetro della finestra illuminarono la figura di Gin che dormiva con il capo appoggiato sul letto al suo fianco.
La bambina non potè trattenere una tenera carezza sui suoi capelli,nel vederlo così indifeso.
Che per entrambi quel gioco si stesse trasformando in realtà?
FINE FLASHBACK
Non appena terminò di ricordare,Ai si disse che quel momento era stato bello,certo,ma lui aveva cercato semplicemente di aiutarla,nulla più,e lei si era fatta condizionare da questo.
Non doveva più pensarci,avrebbe dovuto concentrarsi sul suo lavoro.
Mancavano solo le formule di qualche composto e presto sarebbe riuscita a  completare un antidoto definitivo contro l’APTX.

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Capitolo 8
*** Un antidoto contro l'APTX,un sogno che presagisce la morte(1a parte) ***


Capitolo 8: un antidoto contro l’APTX,un sogno che presagisce la morte(1° parte)
Anche quella notte Ai la passò sveglia,intenta a lavorare sempre per lo stesso fine: riuscire finalmente a completare un antidoto definitivo contro l’APTX4869 per il suo caro amico Shinichi. Sentiva di essere sempre più vicina alla soluzione,qualche piccola modifica e quella piccola pillola rossa e bianca avrebbe potuto essere ingerita senza alcun tipo di rischio.
Eppure ultimamente la bambina sembrava titubante. Come avrebbe potuto darlo al giovane detective? In primo luogo,ora come ora non avrebbe potuto fare niente,Shinichi sembrava scomparso nel nulla. Perché non veniva a liberarla da quella prigione che diventava ogni giorno più soffocante? Conoscendolo,doveva avere sicuramente qualche asso nella manica,qualche piano segreto per aiutarla.
Ma anche lì non era tutto negativo. C’era qualcuno che ogni giorno le donava affetto,che la faceva sentire speciale …. Se se ne fosse andata,avrebbe perso anche quello,quell’amore di cui aveva un immenso bisogno. Avrebbe trovato qualcun altro che le sapesse dare ciò di cui aveva bisogno?
E la risposta che immancabilmente si dava era no. No,anche se aveva degli amici,anche se il dottor Agasa era stato come un padre per lei,nessun altro sarebbe stato capace di farla sentire così unica,così felice,al centro del mondo. Nemmeno Shinichi ci sarebbe riuscito.
Quello che la piccola scienziata voleva,anche se non osava ammetterlo,era Gin. Solo lui e nessun altro. Solo i suoi sguardi,le sue labbra,le sue braccia così forti che la stringevano,i ciuffi dei suoi capelli biondi che le accarezzavano il viso quando erano vicini,il suo odore di sigaretta,il calore del suo lungo impermeabile nero nella quale lui la avvolgeva quando era più freddo,i suoi silenzi,i suoi occhi verdi malvagi ma allo stesso tempo bellissimi e delle sue mani fredde che però a lei riuscivano ad infondere un calore unico nel suo cuore.
Shiho,cosa stai dicendo? Sei forse diventata matta? Non te ne puoi innamorare,sarebbe contro qualsiasi morale”diceva la sua voce interiore.
Nonostante tutto,non poteva fare finta che i suoi sentimenti non esistessero.
Si sentiva così fragile,così debole,come se potesse frantumarsi in mille piccole schegge da un momento all’altro,nonostante cercasse disperatamente di apparire forte. Era troppo orgogliosa per poter ammettere di aver bisogno dell’aiuto di qualcuno.
Una lacrima le rigò il viso pallido e stanco. Ormai non ce la faceva più,era allo stremo delle forze. I suoi pensieri convergevano sempre in quell’unico fulcro,non sapeva più ciò che voleva davvero.
Voleva andarsene o rimanere lì?
Certo non c’era paragone,se fosse fuggita,avrebbe potuto assaporare la vita vera,crescere finalmente come una bambina normale,e soprattutto felice. Avrebbe potuto avere degli amici,ma le sarebbe mancato comunque qualcosa.
Quanto bisogno avrebbe avuto di correre a rifugiarsi nelle braccia di qualcuno,per piangere e sfogarsi,eppure il suo orgoglio la tratteneva.
Si asciugò gli occhi con il dorso della mano e,cercando di non pensare alla tristezza che la stava assalendo,riprese il suo lavoro.
Le lancette scorrevano veloci. Le due, le tre,le quattro,le cinque,le sei del mattino ….
Ci siamo,il composto era finalmente pronto.
Ai quasi non ci poteva credere,ma era ancora presto per cantare vittoria. Non poteva ancora sapere fino in fondo se era quello giusto,se non sarebbe stata un’altra creazione letale. Avrebbe dovuto testarla,prima.
Per un attimo fu quasi tentata di ingoiarla senza pensarci due volte. Ma alla fine decise più saggiamente di riporla,e di pensarci l’indomani con più calma,a mente lucida.
E senza accorgersene si addormentò sulla tastiera del pc.
Subito dopo iniziò a sognare.
Si trovava in un prato dal verde lussureggiante che sembrava non avere mai fine,il cielo sopra la sua testa era limpido,azzurro,con solo qualche nuvoletta bianca che pareva un batuffolo di cotone.
Il sole splendeva,illuminando con raggi caldi l’ambiente circostante. Quel luogo sembrava molto simile al paradiso.
Prese a correre e a rotolarsi sull’erba,si sentiva libera,piena di gioia,non si vergognava di mostrare un comportamento infantile. Era stata obbligata a crescere troppo in fretta,e in quel momento voleva essere solo se stessa.
All’improvviso,qualcosa ruppe quell’incanto. Ella vide dirigersi verso di lei,prima in maniera sfocata,poi sempre più chiaramente,una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi dolci.
Il suo cuore compì un balzo vertiginoso,i suoi occhi si spalancarono attoniti.
“Akemi?”
Proprio così,quella era sua sorella.
“Shiho chan ….”la sua voce era proprio come se la ricordava.
Una lacrima le bagnò il volto.
“Akemi,sei tu?”
Con suo grande stupore,però,immediatamente giunse davanti ai suoi occhi un’altra sagoma. Era un ragazzo alto,con un’aria spavalda e trasognata,ma allo stesso tempo molte intelligente. Aveva i capelli mori e gli occhi azzurri,buoni e gentili. Quel volto era inconfondibile.
“Che cosa,Shinichi? Anche tu qui?”
Era sempre più basita.
Stava per scoppiare in un pianto di gioia e di sollievo,quando udì delle parole che la fecero raggelare.
Proveniva dalle labbra di Akemi.
“Shiho …. Mi hai tradito. Come hai potuto farlo?” la fissò con quello sguardo talmente limpido e puro che lei non potè fare a meno di abbassare lo sguardo. La sua anima era stata sporcata di sangue e di malvagità,non poteva sostenere la giustizia e l’innocenza che traspariva da quelle iridi verdi.
“Cosa stai dicendo?”sussurrò,iniziando ad intuire. Eppure non voleva crederci,un macigno le pesava sul cuore,era una sensazione che la opprimeva togliendole il respiro.
“Non è giusto che tu sia qui” stavolta era stato Shinichi a parlare.
“Come? Non capisco,cosa sta succedendo?” ripetè disperata.
“Non avresti dovuto innamorarti di Gin”ecco di nuovo la voce di Akemi.
Si sentì sprofondare la terra sotto i piedi.
“Per colpa tua siamo qui,abbiamo cessato di esistere solo perché tu ci hai traditi entrambi, fidandoti di quel criminale.”puntualizzò Shinichi con voce colma di rancore.
”No,non è possibile!”urlò lei.
“E invece è proprio così. Hai sbagliato,noi non ti vorremo più bene,non sei degna del nostro affetto. Vattene da qui!”urlò di risposta lui.
”Vi prego,perdonatemi,io vi voglio bene. No,aspettatemi,non lasciatemi sola!”
A ormai era troppo tardi. Entrambi erano scomparsi dalla sua vista,una voragine si era aperta sotto i suoi piedi,ed ora il posto in cui si trovava non era più il bellissimo luogo di prima,quell’atmosfera idilliaca era stata sostituita da quella orribile e fredda di quel luogo.
Era tutto rosso sangue intorno a lei,si vedevano volti malvagi dappertutto,si udivao perennemente urla raccapriccianti. Un brivido le corse lungo la schiena.
“Benvenuta all’Inferno,mia cara Sherry”sussurrò una voce glaciale e beffarda in lontananza.
Proprio così,quella era la voce di Gin.
“No!”urlò fortissimo.
Aprì gli occhi di scatto,tremante e madida di sudore,mentre le lacrime scendevano senza sosta sulle sue guance.
Era stato solo un incubo,si ripetè. Ma un incubo carico delle sue paure interiori,di tutto ciò che realmente sarebbe potuto succedere e che lei invece si rifiutava di ammettere.
In quel momento,prese una decisione. Doveva essere onesta,doveva smetterla di mentire a se stessa. Doveva semplicemente riconoscere la verità,per quanto impossibile.

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Capitolo 9
*** Un antidoto contro l'APTX,un sogno che presagisce la morte(2a parte) ***


Capitolo 9: un antidoto contro l’APTX,un sogno che presagisce la morte(2° parte)
Da quando ebbe quell’incubo,la piccola Ai non riusciva più a dormire serena,si chiedeva incessantemente se il suo amico Shinichi stesse bene. Quel sogno le sembrava un orribile presagio di morte,aveva un brutto presentimento.
Finchè un giorno,stanca di tutti quei dubbi che la tormentavano,decise di correre il rischio di spedirgli una mail con il computer portatile del laboratorio dell’organizzazione,l’unico mezzo che aveva a disposizione.
Sapeva che nel laboratorio c’era una telecamera,installata per controllare se stesse effettivamente lavorando,ma gli uomini dell’organizzazione non potevano vedere cosa stesse scrivendo.
Cercò quindi di apparire il più naturale possibile,e in pochi minuti riuscì a mandargli l’e mail senza destare sospetti. Si era firmata con le iniziali del suo vero nome,ma era sicura che Conan avesse capito che quel messaggio lo aveva spedito lei.
Restava un solo problema,ora: prendere l’antidoto o continuare a vivere nel corpo di una bambina?



“Conan,svegliati o farai tardi a scuola!”la voce squillante di Ran si diffuse per le pareti della casa.
A quel richiamo il bambino si sbrigò ad alzarsi dal letto,ancora assonnato,con i capelli arruffati e il pigiama azzurro arrotolato fino alle ginocchia.
La ragazza dai lunghi capelli corvini gli apparve davanti con un grande sorriso.
“Avanti,vai a fare colazione e vestiti,sono già le otto”lo ammonì premurosamente.
Accidenti,lui detestava quando si comportava come una mamma nei suoi confronti.
Conan si diresse in cucina e si sedette al tavolo,prendendo svogliatamente la sua scodella di riso.
“Uffa,anche oggi devo andare a scuola a sentire cose per bambini di prima elementare,mentre invece avrei cose più importanti a cui pensare”pensò sbuffando.
Era abbastanza preoccupato,perché non aveva notizie di Ai da molto tempo,e sperava con tutto il cuore che stesse bene. Ormai mancava poco tempo: secondo quanto stabilito con Vermouth,tra un paio di giorni avrebbero messo in atto il loro piano per liberare la scienziata.
Immerso in questi pensieri,non si accorse che il suo cellulare rosso stava squillando. Non appena udì la suoneria però tornò alla realtà,e portò immediatamente il cellulare all’orecchio.
“Pronto?”
“Shinichi,sono io”era la voce del dottor Agasa,ansimante e preoccupata.
“Dottore,è forse successo qualcosa?”domandò Conan stupito.
”Stamani è arrivata una mail sul mio computer,ed era indirizzata a te. Ecco …. non ne sono molto sicuro,ma credo l’abbia mandato Ai.”
Il cuore del piccolo detective compì un balzo di gioia e di sollievo.
”Passo da lei subito dopo le lezioni”rispose immediatamente,dopodiché riattaccò.
Una parte di lui era felice,perché significava che la bambina stava bene,ma dall’altra era preoccupato: quale poteva essere il motivo per cui aveva corso quel rischio? Se fosse successo qualcosa?
Cercò di tenere a bada i cattivi pensieri,ma il resto della giornata,a scuola,lo passò con la mente completamente altrove,e quando suonò la campanella per lui fu una liberazione.
Non si preoccupò nemmeno di salutare Ayumi,Genta e Mistuhiko ,e corse come un razzo fino alla casa del dottore.
Suonò il campanello,ed entrò ancora trafelato e con il fiatone.
Si diresse verso il computer del vecchio scienziato e aprì la casella della posta elettronica.
”Come faceva a sapere che il messaggio è stato mandato da Ai?”chiese poi,sospettoso.
“Ho visto che proveniva da un indirizzo sconosciuto,così mi sono preoccupato e l’ho aperto. Mi dispiace,forse non avrei dovuto …. era un messaggio che avresti dovuto leggere solo tu  ”fece Agasa,imbarazzato.
“Per quale motivo?”si stupì lui.
Agasa abbozzò un sorriso leggermente rammaricato.
“Leggilo. Guarda,è questo”disse indicando con il dito un messaggio tra la sfilza di quelli che si erano presentati davanti ai loro occhi.
Conan deglutì e vi cliccò sopra con il mouse.
La pagina si aprì e,davanti alle sue pupille azzurre,si aprì un messaggio. Le righe erano poche,e il detective le percorse velocemente,da sinistra a destra.

Caro Shinichi,mi auguro che tu stia bene. Gli uomini in nero hanno scoperto il tuo segreto,devi fuggire,sono sicura che tenteranno di ucciderti. Non preoccupati per me,per il momento mi basta sapere che stai bene e che non ti abbiano fatto niente. Sono giunta finalmente alla creazione di un antidoto definitivo,che però non è ancora stato testato sugli esseri umani. Sarebbe troppo pericoloso fartelo prendere,ma se vorrai averlo,troverò un modo per mettermi in contatto con te e per realizzare il tuo desiderio.
Non so se avremo ancora occasione di parlarci,ma vorrei ringraziarti di cuore. Sei stato un amico prezioso,mi hai aiutata molte volte,e per questo ti sarò immensamente grata. Grazie,grazie davvero, Shinichi.
Ti auguro buona fortuna,S.M.

Conan spalancò gli occhi. Non poteva credere a ciò che aveva appena letto: gli uomini in nero avevano dunque scoperto realmente la sua vera identità? Era in pericolo,doveva fare qualcosa.
Ma non avrebbe certo lasciato Ai nelle loro mani. L’avrebbe salvata,come aveva promesso. Eppure le parole della sua amica presagivano qualcosa di oscuro. Sembrava fosse assolutamente convinta che non si sarebbero mai più rivisti. Cosa aveva in mente?
Senza neanche pensarci,decise d’istinto di risponederle.
No,non poteva finire così. Loro avrebbero dovuto rivedersi,l’avrebbe tirata fuori da lì,e presto tutto sarebbe finito,entrambi avrebbero condotto una vita felice e spensierata.
Doveva credere in questo. Sì,sicuramente sarebbe andato tutto bene.



Non era passato neanche un giorno,e la piccola Ai fu molto felice nel vedere che Conan le aveva già risposto. Si affrettò a leggere ciò che lui le aveva scritto.

Cara Ai,sono io,Shinichi. Sto bene,non ti devi preoccupare. Hai ragione,forse dovrei davvero scappare,ma non ti abbandonerei mai,e tu dovresti saperlo. Non temere,andrà tutto bene,presto verrò a liberarti. Noi ci rivedremo,e allora questo ci sembrerà solo un ricordo lontano.
Aspettami,Ai. Ti voglio bene.

Inaspettatamente una calda lacrima le scivolò sulla guancia. Shinichi stava bene. Per il momento, per lei contava solo questo. Ma ne era anche molto stupita. Stentava a credere che Gin o qualcun altro non lo avesse già ucciso.
Come poteva sapere che,in realtà,quello di Shinichi Kudo era diventato l’ultimo dei pensieri di Gin?
Come poteva sapere che lei era veramente importante, che contava veramente molto per lui?
Ai aveva riconosciuto con molta fatica che si stava innamorando di lui,ma era assolutamente convinta di essere soltanto una pedina nelle sue mani. Inoltre il senso di colpa per quel sentimento era davvero troppo forte.
Si era ormai convinta che non aveva più nulla da perdere.
In quel modo,avrebbe finalmente potuto rendersi utile a Shinichi. Avrebbe provato su di lei l’antidoto,lo doveva a quel ragazzo che aveva sempre creduto in lei. Avrebbe potuto vedere se funzionava davvero o se fosse stata l’ennesima creazione mortale.
Non le importava se quella capsula l’avesse uccisa. La portò alla bocca,con un sorriso triste.
“Scusami,Shinichi. Non ci potremo rivedere come pensavi tu”bisbigliò nel buio della stanza,mentre le lacrime presero a traboccarle lentamente dagli occhi.
Deglutì,la portò alle labbra, e infine,senza esitazione,la inghiottì.


Da una sala secondaria,Gin stava osservando tutti i suoi movimenti attraverso la telecamera e,ad un tratto,la vide portarsi alle labbra quella pillola,mentre piangeva.
Un brutto presentimento si impadronì di lui. Inaspettatamente,seguendo la corrente di un sentimento mai provato prima,si alzò e si diresse a grandi passi verso la stanza dove si trovava la bambina. Doveva assolutamente impedirle di commettere sciocchezze.



Improvvisamente Ai fu colta da un grande dolore. Il suo corpo sembrava non appartenerle più,non riusciva quasi a respirare. Tutte le ossa le facevano male,e ben presto crollò a terra. Sarebbe morta,non sarebbe riuscita a salvarsi.

Ci rivedremo presto.  

Questo le aveva detto Shinichi,ma per lei questa frase non aveva più senso. Era certa che non l’avrebbe più rivisto.
I contorni persero consistenza,le palpebre erano troppo presenti per restare aperti. Era la fine, pensò Ai.
L’ultima cosa che vide fu una sagoma in penombra stagliarsi davanti alla porta,ma credette di essere stata vittima di un’allucinazione.
Le sue iridi stanche si chiusero,e dal quel momento tutto divenne nero.
Nero,come nel peggiore dei suoi incubi.

 

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Capitolo 10
*** Una dichiarazione inaspettata ***


Capitolo 10 : una dichiarazione inaspettata
 
Ai sollevò a fatica le palpebre,sentiva tutte le ossa indolenzite,e non riuscì a muoversi di un solo millimetro.
Era sdraiata a terra,sul pavimento freddo del laboratorio. Trattenne un grido di stupore nel vedere che il suo corpo era cresciuto. Le gambe erano più lunghe,le mani più grandi, il seno più sviluppato.
Non era possibile …. ce l’aveva fatta,era tornata ad essere Shiho.
Si alzò e appoggiò la schiena al muro,ancora ansimante. Aveva il respiro affannato,ma che ben presto divenne regolare.
In quel trambusto non si era nemmeno accorta della presenza di un’altra persona nella stanza. Volse lo sguardo alla sua destra e lo vide : occhi verdi,capelli lunghi e biondi,impermeabile nero.
Ma che cosa ci faceva Gin lì? La spiegazione più logica era che l’avesse vista ingerire quel veleno attraverso la telecamera. Possibile che fosse preoccupato per lei?
Che ipotesi assurda,si disse Shiho subito dopo. Non c’era una sola persona lì dentro a cui importasse veramente di lei. Era solo una pedina,nulla di più.
Eppure rimase paralizzata quando vide che l’uomo le si stava avvicinando. In un attimo vide le sue braccia avvolgersi intorno alla sua schiena e si ritrovò premuta contro il suo corpo.
Il cuore prese a rimbalzarle nel petto ad una velocità incredibile.
“Cosa avevi intenzione di fare?”la voce severa di Gin rimbombò nell’orecchio della ragazza.
Shiho,a quel punto,non riuscì più a trattenere le lacrime e iniziò a piangere silenziosamente.
Non le importava più nulla ora,nemmeno di non apparire debole. Non le importava se aveva frantumato la sua corazza. Il bisogno di sfogarsi e di dire ciò che provava veramente era davvero troppo forte.
“E’ semplice. Non c’è nessuno a cui importi veramente qualcosa di me. Così ho pensato di fare io da cavia per quel farmaco , tanto non avevo nulla da perdere”rispose in un sussurro.
A quelle parole l’uomo la avvicinò ancora di più a se e le sollevò il volto con una mano.
“Sei veramente una sciocca”mormorò”per me sei importante,io tengo a te.”
Shiho sollevò lo sguardo e smise di piangere. Non poteva credere a ciò che aveva sentito.
“Che …. Che cosa stai dicendo?”balbettò.
“E’ la verità. Tu sei importante più di qualsiasi altra cosa per me.”
Shiho sgranò gli occhi. Sentiva l’aria mancarle,i battiti del suo cuore si erano fatti improvvisamente più veloci.
“Per quale motivo?”disse flebilmente.
“Perché tu mi piaci. Mi piace tutto di te : il tuo profumo di rose,i tuoi capelli dal colore così particolare,i tuoi occhi freddi come il ghiaccio ma allo stesso tempo così belli,così pieni di determinazione …. Tu sei la mia ragione di vita,Sherry. Sei l’unica che fin dal primo istante è riuscita a rapire il mio cuore,a tenerlo in pugno come voleva.”
Quella risposta fu qualcosa che le scaldò il cuore e le provocò una strana capriola nello stomaco. Una grande felicità l’avvolse. Non ebbe il coraggio di dire niente,ma in quel momento si poteva benissimo capire che anche lei provava le stesse emozioni. Notò che l’uomo le si stava avvicinando ancora di più,e anche lei si avvicinò a lui.
 
Gin le asciugò delicatamente le lacrime e premette le sue labbra su quelle della scienziata. Lei non si oppose. Assaporò quelle labbra che sapevano di fumo , posò le mani dietro alla sua nuca e si lasciò andare  del tutto.
Era così felice per la dichiarazione che le aveva fatto. E ,in quel momento,si accorse di essere cambiata. Prima,avrebbe giudicato indegna una cosa del genere.
 Ma adesso voleva solo amore,affetto,voleva contare qualcosa per qualcuno. Adesso la pensava diversamente : non le importava chi fosse colui che l’amava , bastava che il suo amore fosse sincero.
Voleva credere in quello che le aveva detto,voleva credere che lui tenesse a lei.
Non le importava che fosse un’illusione.
In quel momento sapeva solo che lei era lì,che Gin era lì,e sperava che fosse così per sempre ….
 
 
 
Conan era sdraiato sul suo letto dalle coperte azzurre,e quella sera non riusciva a prendere sonno.
Pensava senza sosta alle parole che gli aveva scritto Ai,e pregò con tutto il cuore che non avesse commesso qualche sciocchezza.
Sospirò. L’indomani sarebbe gli spettata una prova difficile : avrebbe messo in atto il piano che aveva elaborato con Vermouth,e avrebbe cercato di liberare Ai dalle grinfie dell’organizzazione.
Una parte di lui era in preda all’agitazione. Non sapeva perché,ma aveva un brutto presentimento. Sentiva che qualcosa non sarebbe andato come doveva,che non sarebbe riuscito a salvare la sua amica.
Sollevò lo sguardo verso il cielo,osservando lo spicchio di luna avvolto nelle tenebre. Quello spettacolo sembrò rasserenare il cuore,e si girò su un fianco,rimboccando il lenzuolo fin sotto il mento.
Doveva mantenersi lucido. Non sarebbe servito a nulla farsi trascinare dai suoi sentimenti,avrebbe solo peggiorato le cose.
Sì,sarebbe andato tutto bene. Doveva credere in questo.
 
 
 
 
Shiho era nella sua camera,avvolta nelle pesanti coperte invernali. Quella sera,per la prima volta dopo tanto tempo,poteva dirsi veramente felice. Felice perché adesso c’era qualcuno che amava e da cui era amata. Felice perché non era più sola. Felice perché finalmente stava imparando a conoscere il significato dell’amore,quello vero.
Accennò un sorriso nel buio. Era vero,dunque,che quando si è innamorati ci si sente così. Hai le palpitazioni,le farfalle nello stomaco,sei agitata,eppure al tempo stesso ti senti al settimo cielo.
E l’amore è un sentimento spontaneo. Non puoi controllare il tuo cuore,è lui che controlla te.
Quando era più piccola e leggeva romanzi rosa,vi erano scritte sempre queste cose. Ma lei non ci credeva,per lei quei racconti erano troppo sciocchi e sdolcinati. Non conosceva il significato dell’amore,nessuno glielo aveva mai donato. Soltanto sua sorella Akemi. Invece adesso comprendeva a pieno quelle parole, vi si rispecchiava perfettamente.
Improvvisamente,però,un pensiero turbò la sua mente. Pensò a Conan,che nella sua lettera le aveva scritto che l’avrebbe tirata fuori da quella situazione. Ma era veramente ciò che voleva? Voleva veramente andarsene?
Era un pensiero assurdo quello di rimanere a lavorare per quei criminali,ma per Shiho non era più terribile come prima. Adesso che al suo fianco c’era lui era tutto diverso,era tutto più piacevole.
Shiho era confusa. Terribilmente confusa.
Non sapeva più cosa voleva realmente,nel suo cuore si era scatenata una tempesta talmente forte da non riuscire più a governarla.
Chiuse gli occhi. Adesso doveva solo pensare a riposare,doveva provare a scacciare le parole di Gin che continuavano ad aleggiare nella sua mente,impedendole di prendere sonno.
Quelle parole erano così sincere che la scienziata stentava quasi a pensare che fossero state dette da lui,che di solito era così glaciale e spietato.
Quelle parole però le facevano anche un immenso piacere,le donavano una gioia talmente meravigliosa da non trovare le parole adatte per riuscire a descriverla.
Ma soprattutto,quelle parole l’ avevano resa felice perché anche lei ricambiava i suoi sentimenti.
Si addormentò qualche minuto dopo,serenamente,mentre le sembrava ancora di sentire le labbra di Gin sulle sue.
Non poteva immaginare che il giorno dopo avrebbe affrontato la prova più difficile della sua vita : scegliere tra il bene e il male,scegliere se anteporre la giustizia ai suoi sentimenti oppure no.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino autrice :
Salve a tutti! Chiedo scusa se questo capitolo è un po’ corto,ma non vi preoccupate,il prossimo sarà più lungo,pieno di azione e con una sorpresa …. Basta,ho già detto troppo,non vi anticipo altro!
Un grande ringraziamento a coloro che continuano a recensire con pazienza ogni capitolo; Monkey D_ Alice  e SuperfanShiho (siete davvero gentilissime! Fatemi sapere se il chappy vi è piaciuto,mi raccomando!)
Grazie infinite a tutti coloro che hanno la mia storia tra le seguite,tra le preferite e tra le ricordate e,ovviamente,anche a chi si limita a leggere!
Infine grazie di cuore a br99 per avermi inserita tra gli autori preferiti! Sei veramente troppo cara!
Che altro dire? Spero che il capitolo nel complesso vi sia piaciuto. Forse Gin è un po’OOC durante la narrazione,ma per questa fic doveva esserlo per forza.
Un bacione e al prossimo capitolo,Sherry2000.
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Libertà o sentimento? Una scelta difficile ***


Capitolo 11 : libertà o sentimento?- Una scelta difficile
 
Era appena l’alba,e caldi raggi di sole illuminavano il laboratorio nel quale era intenta a lavorare Shiho Miyano. La ragazza,quella mattina,non riuscendo più a prendere sonno,aveva deciso di recarsi al laboratorio per distrarsi dai suoi pensieri.
Ma non era servito a nulla. La sua mente era altrove,vagava tra le provette dai liquidi colorati disposte sugli scaffali ai lati e le formule e i dati sullo schermo del computer,posandosi sempre sul ricordo del giorno precedente.
Rivedeva pian piano, come le sequenze di un film,tutto ciò che era accaduto il giorno prima. Ogni parola,ogni momento,ogni sguardo …. Non ricordava di aver mai provato una gioia simile.
Si alzò dalla scrivania,annusando e accarezzando delicatamente i petali dell’enorme mazzo di rose di rosse che teneva in un vaso lì accanto. Era un dono che le aveva fatto Gin la sera prima. Si era ricordato che quelli erano i suoi fiori preferiti. Ne inspirò a fondo il magnifico profumo, per cercare di non pensare che una parte di lei era addolorata.
 Era quella decisamente più razionale, inspiegabilmente triste. Un senso di colpa e di angoscia le attanagliava il cuore,offuscando la sua felicità. Sapeva che quella era una storia d’amore impossibile,sapeva cosa voleva dire ammettere di amarlo.
Rinunciare ad una vita normale,restando chiusa in quella prigione,senza poter vedere la luce del sole. Tradire i suoi amici,tutti coloro che l’avevano aiutata,tra cui Shinichi.
Shinichi. Quel ragazzo non l’avrebbe mai perdonata per questo. Anche questa era una delle ragioni per cui non si sentiva pienamente in pace con se stessa.
Ma,più di tutto,significava tradire sua sorella. Akemi le aveva insegnato che l’amore era il sentimento più bello del mondo,ma in questo caso era certa che non l’avrebbe pensata così.
Lei stava amando una persona che le aveva tolto uno dei più cari affetti della sua vita,una persona che probabilmente non meritava il suo amore.
Una lacrima silenziosa le attraversò la guancia. Avrebbe tanto voluto dimenticare tutto,il passato e i ricordi dolorosi,e gridare al mondo intero che lo amava. Eppure era impossibile,la sua anima non poteva liberarsi da quell’odio e quel rancore che provava verso di lui,ma al tempo stesso non riusciva a liberarsi da quell’amore così intenso. Poteva sembrare assurdo,ma era proprio così che si sentisse.
Cosa provava veramente verso Gin? Amore o odio?
Per il momento la risposta era nascosta nei labirinti più remoti del cuore,avvolta in un velo di confusione ed incertezza.
 
 
 
 
Conan aprì gli occhi,stropicciandoseli con uno sbadiglio. Era una stupenda domenica mattina,il sole brillava alto nel cielo,ma in quel momento il geniale detective non aveva tempo di rallegrarsene. La sua mente era occupata da pensieri decisamente ben più seri. Lanciò un’occhiata all’orologio a forma di gatto che aveva sul comodino ed ebbe un sussulto. Accidenti,erano già le otto. Doveva sbrigarsi,o sarebbe arrivato in rtardo. Quel giorno,infatti,era stato attesissimo dal bambino. Era il giorno in cui finalmente avrebbe messo in atto il piano stabilito con Vermouth. In base ai loro accordi,infatti,Conan avrebbe dovuto essere nei pressi del laboratorio almeno verso le nove,nascosto da qualche parte con una macchina di riserva. La donna gli aveva dato l’indirizzo scarabocchiato su un bigliettino,il luogo si trovava in una stradina poco trafficata del quartiere di Haido,confinante con quello di Beika.
Egli aveva chiesto aiuto al dottor Agasa,il quale non si era certo tirato indietro,e gli aveva promesso che l’avrebbe accompagnato con il suo maggiolone giallo. Infatti quella notte Conan era rimasto a dormire a casa del dottore,inventando a Ran e a Goro la scusa di voler provare un nuovo videogioco che l’anziano scienziato aveva creato,e promettendo di tornare da loro il pomeriggio seguente.
Entrambi erano al sicuro,e quest’eventualità lo rasserenava.
Veloce come un lampo,si precipitò al piano di sotto a fare colazione e si vestì rapidamente, indossando ovviamente anche il suo orologio spara anestetico e le sue potenti scarpe da calcio.
Era prudente portarli con se,di sicuro potevano essergli molto utili se per caso qualcuno avesse scoperto il loro piano.
Si diresse in macchina con il dottore,incitandolo a fare il più in fretta possibile. Durante quel breve tragitto,però,non potè fare a meno di constatare come i battiti del suo cuore erano accelerati.
Aveva paura,anche se era troppo testardo e orgoglioso per poter ammetterlo. Aveva paura perché sapeva che l’organizzazione era composta da gente malvagia e senza scrupoli,dalla quale poteva aspettarsi di tutto.
“Sei proprio sicuro di poterti fidare delle informazioni di quella donna?”azzardò il dottor Agasa,continuando a guidare.
”Non posso esserne certo,ma vale la pena di fare un tentativo. Qualcosa mi dice che di lei posso fidarmi. E in questo modo,riuscirò anche a incastrare l’organizzazione …. ”fu la risposta misteriosa di Conan. Aveva uno strano sorriso di sfida stampato in faccia,compiaciuto e soddisfatto.
Il piccolo detective aveva nuovamente assunto la sua aria spavalda e sicura di se. In verità,c’era una cosa che Vermouth non aveva messo in conto : l’incredibile astuzia e tenacia di quel bambino.
Non appena liberata Ai,infatti,aveva previsto che sarebbe intervenuta la polizia per arrestare tutti i componenti della banda.
Conan aveva telefonato all’ispettore Megure con la voce di Shinichi,avvertendolo che ad  Haido si trovava il covo di una potente organizzazione criminale. Egli gli aveva creduto,e aveva risposto che si sarebbe presentato con molti altri agenti al posto indicato,per l’ora precisa che aveva stabilito il giovane detective : le dieci e trenta.
Ormai erano quasi arrivati sul posto. Conan gettò un’occhiata al quadrante dell’orologio : erano le nove precise. Sorrise. A quest’ora Vermouth era sicuramente entrata in azione.
 
 
 
 
 
Shiho sollevò di scatto la testa dalla sua postazione di lavoro. Aveva avvertito il lieve bussare di qualcuno alla porta,e andò ad aprire un po’seccata. In quel momento non se la sentiva di vedere nessuno,era terribilmente vulnerabile.
Con sua grande sorpresa,però,si ritrovò davanti un uomo di circa cinquant’anni,dal lungo camice bianco e i baffi curati. Lo riconobbe subito : era uno dei tanti dottori che la portavano spesso a condurre test ed aggiornamenti per il suo lavoro in America. Eppure …. C’era qualcosa di diverso in lui. Non sapeva dire cosa,ma non le sembrava lo stesso.
”Salve”accennò scrutandolo.
“Salve,signorina Miyano. Immagino sia curiosa di sapere il perché della mia visita”esordì lui.
La scienziata sgranò gli occhi. Non se l’aspettava proprio,in effetti …. Che volesse farla partire per l’America per seguire qualche nuovo corso di studi.
“Ho ricevuto l’ordine di portarla in America per condurre un corso di studi molto utile per il suo lavoro.”
Quelle parole furono come una secchiata d’acqua gelida per la ragazza. Doveva partire così,da un momento all’altro,senza preavviso? C’era qualcosa che non quadrava.
“Non posso,e inoltre non ho ricevuto nessun avviso”replicò,indurendo la voce.
Era certa che quello fosse un travestimento,di sicuro quell’uomo aveva cattive intenzioni.
“Non si preoccupi,i suoi superiori sono al corrente di tutto e hanno già dato il loro permesso”ripetè l’uomo con calma.
”No,io non parto!”disse ancora Shiho,a questo punto spaventata.
“Signorina Miyano,la invitò a venire con me”l’uomo aveva improvvisamente assunto un tono di voce autoritario,afferrandola per il braccio.
Shiho si dimenò più volte,ma venne trascinata ugualmente fuori dalla stanza.
Una volta nel corridoio,l’uomo le tappò la bocca con una mano.
”Shh,non muoverti e vieni con me …. Non avere paura,my dear …. ”che strano,quella voce …. Quella voce lei la conosceva. Era una voce femminile,con un aggraziato accento americano.
“Non è possibile …. Vermouth? ” mormorò incredula.
L’uomo fece un sorriso,sfilandosi la maschera e rivelando il volto giovane e perfettamente truccato di una donna,incrociato da una cascata di capelli color oro,sotto lo sguardo basito di Shiho.
“Non c’è tempo per le spiegazioni,seguimi e andrà tutto bene”disse frettolosamente.
Shiho non sapeva il perché,ma le obbedì. La seguì quasi senza pensarci e,finalmente,uscì da quell’edificio,respirando a pieni polmoni l’aria fresca del mattino. Era libera.
 
 
 
 
 
 
Conan guardò l’orologio per l’ennesima volta : le nove e trenta. Cominciava ormai a credere che qualcosa fosse andato storto,i suoi occhi azzurri non si staccavano dalla via dove sarebbe dovuta comparire Ai.
Un quarto d’ora dopo,finalmente,la vide. Ebbe un tuffo al cuore. Accanto a Vermouth,vi era una bellissima ragazza dallo sguardo freddo e malinconico,con un camice da laboratorio,alta e magra.
Cos’era successo? Aveva preso l’antidoto?
Vermouth si allontanò rapidamente, rimettendo il suo travestimento e scomparendo in una via laterale,lasciando soli i due amici.
Shiho,dal canto suo,non appena sollevò lo sguardo,incrociò quello di Shinichi. E una nuova forza si impadronì di lei.
”Shinichi!”gridò,dirigendosi verso di lui.
“Ai!”urlò lui a sua volta,scendendo dalla macchina e correndo nella sua direzione. Era al colmo della felicità per aver visto che stava bene.
Entrambi si fermarono,con il fiatone,l’uno davanti all’altra,fissandosi con sguardi che avevano vari significati.
In quello di Shinichi si poteva leggere sollievo e gioia,mentre in quello di Shiho gratitudine e nostalgia.
Il vento sollevava il camice della ragazza e scompigliava i suoi capelli ramati,facendoli ondeggiare dolcemente,mentre gli occhi si facevano via via più lucidi.
”Grazie,Shinichi”mormorò dopo secondi che parvero un’eternità.
Gli occhi del piccolo si inumidirono.
“Ma cosa stai dicendo,Ai? Era mio dovere aiutarti. Ora vieni,sali in macchina,ce ne andiamo per sempre da qui”le rivolse un caloroso sorriso.
Shiho,a quelle ultime parole,avvertì una spina conficcarsi nel suo cuore,e si girò verso la strada,titubante. Fu quasi tentata di tornare indietro all’istante. Scosse la testa : ma le aveva dato di volta il cervello?
“Ai!”la richiamò Conan,stupito.
”Arrivo”disse lei,prima di entrare nella macchina del dottore. Sì,era quella la strada giusta da percorrere.
Una volta dentro,il dottor Agasa mise in moto e partirono all’istante.
”Grazie anche a lei,dottore”Shiho si rivolse all’anziano signore in tono affettuoso.
“Per me sei stata come una figlia,Ai. Non potevo non aiutarti”rispose lui sinceramente.
La ragazza ricacciò indietro una lacrima. Non era sola,accanto a lei c’erano tante persone che le volevano bene.
”Ora,posso farti una domanda?”la voce squillante di Conan la distrasse dai suoi pensieri.
“Perché hai preso l’antidoto?”
”Per vedere se funzionava”rispose semplicemente lei”ma adesso cambiamo argomento. Voglio che tu mi spieghi il piano che hai elaborato,sono curiosa.”
“Non c’è molto da spiegare. Vermouth si è travestita da dottore,per portarti negli Stati Uniti al sicuro,ed è riuscita a convincere anche gli altri membri dell’organizzazione,anche se non so come abbia fatto. Ma essendo un’attrice particolarmente brava nei travestimenti,era quasi sicuro che il piano andasse a buon fine” Conan sfoggiò un sorriso furbo,uno di quelli che faceva quando si sentiva soddisfatto e pieno di sé.
“Adesso andiamo all’aeroporto,ti portiamo in America,dove sarai al sicuro perché verrai inserita nel programma di protezione testimoni. È già tutto organizzato,stai tranquilla. Ci vorrà un po’ prima che si accorgano della tua fuga,e quando lo faranno saranno ormai dietro alle sbarre”gli occhi di Conan brillava di una luce intelligente e astuta.
Shiho sorrise con nostalgia,notando che era sempre lo stesso. Ogni caso lo faceva emozionare allo stesso modo.
Però,per la seconda volta,avvertì un forte dolore. Se ne sarebbe andata per sempre dal Giappone. Era quello che voleva?
 
A distrarla arrivò poi il ricordo ’improvviso di ciò che aveva nella tasca del camice. Un altro prototipo dell’antidoto. Si affettò ad estrarla e la porse al bambino.
”Considerati i risultati,con questo antidoto non dovresti correre alcun pericolo,anche se un margine di errore c’è sempre. È più duraturo ed efficace degli altri,ma devi comunque fare attenzione”disse,una volta che egli la prese.
”Grazie davvero,Ai”fu la breve ma sincera risposta del bambino,al quale il cuore sembrava aver smesso di battere non appena aveva sentito le parole dell’amica.
Sarebbe tornato Shinichi,sarebbe tornato da Ran. Questo pensiero lo rendeva immensamente felice.
“Tieni presente però che l’organizzazione ha scoperto la tua vera identità,e non so se faresti bene ad assumere quel farmaco. Saresti comunque costretto a fuggire,se non vuoi mettere in pericolo Ran”aggiunse poi Shiho.
“Come l’hanno scoperto?”domandò allora il detective,leggermente agitato,anche se già lo sapeva.
“Il confronto delle impronte digitali”rispose tranquillamente la ragazza.
Conan assunse un’espressione dubbiosa.
“Da quando lo sanno?”domandò allora,incuriosito.
“Da un po’ di tempo,ormai. Sarà circa poco meno di un mese”Shiho si stupì da sola della risposta,realizzandone concretamente il significato solo allora.
”E come mai non mi hanno ancora eliminato?”chiese,insospettito.
La giovane non rispose,rimase immobile a fissare un punto indefinito davanti a sé. Era pazzesco, non riusciva a crederci : davvero Gin aveva risparmiato la sua vita,dato che lei gli aveva detto che potevano avere una relazione?
Non era mai stata pienamente convinta che non l’avrebbe ucciso,ma a quanto pare aveva rispettato la promessa.
Era impossibile che l’avesse risparmiato per questo motivo,nonostante Shinichi sapesse dell’esistenza dell’organizzazione.
“Ai? Ai? Mi hai sentito o no? Cosa ti prende, sembravi su un altro pianeta!”la voce acuta di Conan proruppe nuovamente tra i suoi pensieri.
Si riscosse,abbozzando un lieve sorriso per convincerlo di non preoccuparsi.
“ Non ho niente. E,ad essere sincera,non so nemmeno io il motivo per cui non ti abbiano ucciso”nella sua voce si poteva cogliere un lieve tremolio,si sentiva che non era del tutto sincera.
“Ai,mi puoi dire la verità. C’è qualcosa che mi stai nascondendo?”insistette Conan,preoccupato. Quella storia non gli piaceva affatto.
Nel sentire il suo tono,il volto di Shiho si rabbuiò. Doveva dirgli la verità?
Assolutamente no,si disse subito dopo. Le dispiaceva mentirgli,ma era sicura che non avrebbe capito.
“Niente. Assolutamente niente,stai tranquillo,Shinichi”stavolta il suo tono risultava più calmo,eppure nascondeva una sfumatura tesa che il bambino percepì immediatamente.
Egli decise comunque di non aggiungere altro. Scelse invece di affrontare un argomento che gli ronzava in testa già da un po’ di tempo.
“Ai … vorrei chiederti una cosa. Ecco,vedi,quando ho elaborato questo piano con Vermouth,sono venuto a conoscenza di una storia strana”iniziò titubante.
Shiho lo guardò confusa : dove voleva arrivare?
“Ehm …. Ecco,lei mi ha detto che,tempo fa,Gin aveva un’ossessione particolare per te,che si era trasformata in amore … è la verità?”completò imbarazzato,fissandola negli occhi.
Nel sentire quella frase,il cuore di Shiho sembrò essersi fermato. Lui l’amava,fin da prima. Non era mai stata sola. Nella sua mente si accavallarono le immagini di ogni momento trascorso con lui,i suoi baci,i suoi abbracci,le sue carezze. Accanto a lui si era sentita davvero speciale e unica al mondo. In quel momento provò un bisogno irrefrenabile di vederlo,di lanciarsi tra le sue braccia,di dirgli che lo amava anche lei. Voleva ancora sentire le sue labbra sulla sua pelle,la sua folta chioma che le sfiorava il volto,il calore del suo abbraccio …. Voleva solo rivederlo,voleva provare nuovamente quell’affetto che la faceva sentire al centro del mondo.
”Mi scusi,dottor Agasa,si fermi”quelle parole uscirono dalle sue labbra senza che lei avesse tempo di controllarle.
Sia l’anziano signore che Conan spalancarono gli occhi,allibiti.
“Cosa stai dicendo,Ai?”disse quest’ultimo,incredulo.
Il dottore,invece,accostò lentamente sul ciglio della strada.
“Perdonatemi”mormorò Shiho con gli occhi lucidi”ma non è questo quello che voglio. È assurdo,lo so,sono veramente una sciocca. Ma c’è qualcosa che mi spinge a tornare indietro,che mi spinge a non voler fuggire,ad affrontare la realtà,e soprattutto ciò che provo realmente. Non fatemi domande,vi prego.”
Conan iniziò ad intuire il significato delle sue parole,ma non poteva,anzi,non voleva crederci.
”Ai,non lo fare,ripensaci!.”cercò di afferrarla delicatamente per un polso,ma lei si allontanò.
”Scusatemi,voi siete stati delle persone importantissime per me,e vi ringrazio di cuore. Vi sarò per sempre grata per tutto quello che avete fatto per me. Addio,dottor Agasa. Shinichi,ti auguro buona fortuna. Stai attento,mi raccomando.”
Con un sorriso triste, Shiho aprì la portiera e corse via il più in fretta possibile,cercando di trattenere le lacrime. Era stata un’ incosciente,una sciocca,a prendere questa decisione,ma non se ne era pentita affatto.
In mezzo a quel nero,vi era ancora una luce. La sua era proprio Gin.
 
Conan rimase pietrificato per qualche istante,ma quando vide la ragazza correre via,si lanciò al suo inseguimento.
“Aspetta,torna indietro,Ai!”urlò più volte con quanto fiato aveva in gola,ma lei non si fermò. Dopo minuti che parvero ore,Conan si fermò,ansimando. Ormai l’aveva persa di vista,era inutile continuare a correre.
”Sei uno sciocco,Shinichi,non sei riuscito a proteggerla”si ripetè mentalmente,arrabbiato e disperato. Ma,in quel momento,lo sguardo cadde sull’orologio che aveva al polso e impallidì.
Le dieci e venti. Tra poco sarebbe arrivata la polizia. Doveva impedire che lì vi trovassero anche Ai,ma il tempo non era sufficiente. Ormai era troppo tardi.
Si accasciò a terra,accoccolato con le gambe strette al petto. Una lacrima di senso di colpa e dispiacere gli bagnò la guancia,seguita a ruota da altre,inesorabili.
Sarebbe stata solo colpa sua se le fosse capitato qualcosa di brutto.
 
 
 
 
 
 
 
Shiho sentiva il cuore in gola,la corsa si era fatta più veloce,più affannata. Sembrava una lotta contro il tempo, una corsa per fermarlo. Voleva arrivare a quel luogo che aveva tanto odiato il prima possibile,per vedere l’uomo che amava. Per sentirsi di nuovo completa.
Arrivò davanti alla porta del laboratorio,ansimante e con il fiatone. Si sentiva felice,scoppiava di gioia.
Entrò velocemente,percorrendo con passo veloce tutti i corridoi nella speranza di vedere colui per cui era tornata indietro,colui che le avrebbe fatto vivere una vita infernale,in un luogo pieno di gente cattiva e prepotente. Ma non le importava. Si rese conto che questo,adesso,non aveva più alcuna importanza per lei.
All’improvviso,sbucando da un corridoio laterale,rischiò di scontrarsi con un uomo che andava nella direzione opposta alla sua.
Riconobbe immediatamente il suo impermeabile nero e quell’odore di sigaretta che lo accompagnava ovunque.
”Gin!”esclamò,contenta di averlo finalmente trovato.
Sul volto dell’uomo si dipinse un’espressione stupita.
“Sherry …. Cosa ci fai qui? Non dovevi andare in America? Perché sei tornata indietro … ?”le parole gli morirono letteralmente in gola. Shiho si era lanciata tra le sue braccia,stringendolo forte,e lui ricambiò l’abbraccio.
Solo per questo,Shiho era convinta di aver fatto bene a tornare indietro.
Sollevò il volto,lentamente, incrociando lo sguardo di lui.
“Per te … ”mormorò”sono tornata solo per te … “
Posò le sue labbra su quelle di Gin,baciandolo con dolcezza.
Egli non disse una parola,si limitò ad abbracciare forte Shiho e a ricambiare il suo bacio con foga.
Era una splendida sensazione stringere a sé quell’esile corpo,assaporare le sue labbra rosate. La loro passione era enorme.
Ad un tratto,però,quel magico momento fu spezzato da delle urla.
Furono seguite a ruota da degli spari e altre urla soffocate.
Entrambi si affacciarono cautamente nel corridoio,per vedere cosa stava succedendo. Shiho vide chiaramente alcuni agenti.
Non era minimamente stupita. Immaginava che fosse tutta opera di Shinichi.
Tuttavia non avrebbe permesso che arrestassero Gin. In un attimo prese una decisione avventata,ma che veniva dal suo cuore.
Anche Gin aveva notato la polizia,e prese le mani della scienziata tra le sue.
”Scappa,Sherry … ti sto solamente mettendo in pericolo,non lo meriti … “
Shiho scosse la testa,sorridendo. Lo guardò convinta.
“Voglio venire con te”affermò,senza esitazione.
In quel momento,nei suoi occhi non si leggeva un briciolo di incertezza,né di timore,soltanto tanta,tanta determinazione.
Per lei era giunto il momento delle certezze : non le importava delle difficoltà che avrebbe incontrato,sarebbe rimasta accanto all’uomo che amava,a qualsiasi costo,sempre e comunque.
Solo loro due,per sempre.
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** La prima notte insieme ***


Capitolo 12 : la prima notte insieme
 
Nell’udire quelle parole pronunciate da Shiho,Gin non potè trattenersi dall’abbracciarla.
La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo,lasciando che la felicità la travolgesse.
Aveva rinunciato ad una vita spensierata,senza Shinichi,il dottor Agasa e i suoi amici,ma ne era valsa la pena.
Anche così,era contenta,forse addirittura più di prima. In quei mesi che avevano contribuito a cambiarla tanto profondamente,aveva capito che l’importante era avere accanto qualcuno che le volesse bene,il resto non contava,tutto il resto era superfluo.
Eppure,ogni volta,non poteva ignorare la voce della sua coscienza,che sembrava rimproverarla,e nemmeno il ricordo del viso dolce e angelico di sua sorella Akemi.
Shiho si era resa conto che,forse,per una volta,non era necessario che tutto avesse una spiegazione razionale. Nell’amore la razionalità era inutile.
Decise quindi di ignorare i tristi ricordi del passato, e di assaporare fino in fondo quella sensazione di benessere e di calore che veniva dal cuore.
Uno sparo nelle vicinanze la fece sussultare,rendendosi conto che quello era senza dubbio il momento meno adatto per pensare a queste cose così sdolcinate,che d’altronde per lei erano una novità,e di conseguenza la facevano sentire anche un po’ a disagio.
Gin e la giovane scienziata percorsero un corridoio segreto,che dava alla porta sul retro,sperando di non essere notati.
Quando però uscirono,si resero conto che ovunque c’erano agenti di polizia,e sarebbe stato praticamente impossibile sfuggirgli.
A quel punto Gin si mise a sparare,con l’intenzione non di ucciderli,ma di evitare che li prendessero.
Non gli importava tanto di lui,quanto più della sua Sherry. Era deciso a metterla in salvo a tutti costi.
Ma la cosa si rivelò più difficile del previsto : anche tra quei poliziotti c’erano degli esperti tiratori,pronti a difendersi.
La sparatoria terminò qualche minuto dopo,molti degli agenti erano feriti e ormai fuori combattimento,mentre altri giacevano a terra senza vita.
Ovunque sul terreno c’era sangue,e nell’aria si sentiva un forte odore di polvere da sparo.
Gin aveva tenuto Shiho stretta a se tutto il tempo,per evitare che venisse colpita dai proiettili.
Lei,invece,era terrorizzata. Non voleva che ferissero Gin ed era preoccupatissima per lui. Se prima lei stessa aveva provato il desiderio di farlo,soprattutto quando aveva ricevuto la notizia della morte di Akemi,ora era esattamente il contrario.
E lo stesso era accaduto per Gin. Anche lui,da quando Sherry era fuggita dall’organizzazione,prova il fortissimo desiderio di ucciderla,ma adesso che aveva capito che la sua vita sarebbe stata vuota senza di lei,l’aveva addirittura protetta,facendole da scudo con il suo corpo.
Adesso,il silenzio era spezzato soltanto dai rumori del vento. Non si sentiva volare una mosca,tutti i poliziotti erano stati resi innocui,per cui entrambi si erano convinti di essere al sicuro.
Quella scena raggelante turbò molto la scienziata,ma sapeva che Gin aveva fatto questo anche per lei,perciò non se ne curò granchè.
Shiho rassicurata,si strinse ancora più forte a lui.
“Ma cosa ti è venuto in mente di fare? A quest’ora potevi essere morto,lo sai,vero?”mormorò con un tremolio nella voce,ricacciando indietro le lacrime,che minacciavano di traboccarle dagli occhi da un momento all’altro.
Accorgendosi della sua espressione preoccupata,anche Gin la strinse a se,facendole accelerare i battiti del cuore.
”Non ti devi preoccupare,io sono ci abituato,e quelle pallottole mi avrebbero fatto al massimo un graffio”sorrise lui,non spiegandosi il motivo di tutta quell’agitazione.
La risposta della ragazza lo meravigliò.
“Non m’importa,sei stato un incosciente,non avresti dovuto farlo. Ero così in ansia per te … io non voglio perderti,come è successo con tutte le altre persone che mi erano care … ”una lacrima scese silenziosa sul suo volto.
Subito dopo,sentì le labbra dell’uomo che premevano dolcemente sulle sue. Allora lei si abbandonò tra le sue braccia,ben decisa a non pensare più a nulla.
Ad un tratto,un rumore alle sue spalle la risvegliò da quel magico incanto. Fece appena in tempo a vedere uno degli agenti che si era rialzato da terra e prendeva la mira per sparare.
”Attento!”gridò a Gin,spingendolo via d’istinto. La pallottola la colpì di striscio ad una gamba,e in quell’istante Shiho provò un dolore lancinante.
Si accasciò a terra,mentre la vista si annebbiava lentamente.
Vide Gin che sparava ripetutamente al poliziotto,e poi vide il corpo di quest’ultimo crollare a terra privo di vita.
“Ma che hai fatto?”chiese debolmente,un po’ impressionata,non appena lui si fu inginocchiato al suo fianco.
“Non posso perdonare chi ti fa del male”quel tono dolce le riscaldò il cuore, i cui battiti aumentavano senza che lei potesse controllarli in alcun modo.
Un attimo dopo,sentì la sua mano fredda posarsi sulla gamba destra per esaminare la ferita,dato che quel giorno era scoperta a causa della gonna che indossava.
Quel tocco le provocò un piacevole brivido e la fece arrossire.
“Ce la fai a camminare?”si preoccupò lui.
“Non lo so,ma ci provo”Shiho si alzò in piedi con grande fatica,ma dovette appoggiarsi al muro per non cadere. Le fitte che aveva erano lancinanti e non poteva muoversi in alcun modo.
“Allora so io come fare. Non possiamo rischiare,dobbiamo allontanarci il prima possibile da qui. “
Shiho si sentì sollevare da terra e poi stretta nell’abbraccio dell’uomo.
”Ma cosa ti salta in mente? Lasciami ” la scienziata era arrossita al pensiero di Gin che l’aveva presa in braccio.
“Non fare la sciocca,è l’unico modo per andare via”la zittì lui.
A quel punto Shiho sbuffò,rassegnandosi a quella situazione imbarazzante,ma che aveva anche dei lati positivi. Le sue braccia così forti e rassicuranti la facevano sentire protetta dal mondo intero,come se i pericoli che vi erano all’esterno non potessero raggiungerla in nessun modo.
Quella sensazione la abbandonò una manciata di minuti dopo,quando finalmente arrivarono alla Porsche nera di Gin.
Egli la fece stendere sui sedili posteriori dell’auto,poi si mise alla guida,partendo velocemente. Guidò per un po’ di tempo,cercando di allontanarsi il più possibile dal centro. Fuori dalla periferia,vi era solamente un piccolo bosco,nel quale però si intravedeva un capanno.
Dopo aver lanciato l’ennesima occhiata allo specchietto retrovisore per vedere come stava la ragazza,decise che doveva fermarsi. Quella ferita andava medicata il prima possibile.
Fermò quindi l’auto,prendendo nuovamente Shiho in braccio,e lei stavolta non disse nulla,perché quel contatto era molto piacevole.
Giunti davanti al capannone,constatarono entrambi che pareva essere abbandonato. Gin spinse il portone di legno,e Shiho notò che vi era un’unica stanza,immersa nella penombra, con un letto in cui potevano stare a malapena due persone e un armadio a muro.
Poi si sentì adagiare delicatamente sul letto,e sebbene non vi fosse alcuna coperta e il materasso fosse duro e scricchiolante,provò un po’ di sollievo.
Udì dei rumori,e poi vide Gin avvicinarsi nuovamente a lei,con delle bende e un disinfettante che aveva estratto dall’armadio.
I suoi movimenti erano lenti e precisi,le mani così fredde che ogni volta le provocavano dei brividi. Però quel tocco gelido e allo stesso tempo così sensuale le stava facendo aumentare i battiti del cuore. Dopo che lui ebbe disinfettato la ferita,le applicò una benda,anche se per ora solo provvisoria.
Quando la medicazione terminò,Shiho si sentì sollevata.
“Grazie”mormorò semplicemente,fissandolo con due occhi pieni di amore.
Incrociandoli ,l’uomo si sentì inspiegabilmente agitato e distolse lo sguardo.
Non riusciva a capirne il motivo,ma quella ragazza riusciva sempre a metterlo in agitazione,a ricordargli che anche lui era essere umano,e come tale aveva le sue debolezze.
 
Quando giunse la sera,Shiho volle provare a dormire,anche se il dolore alla gamba era ancora terribilmente forte.
Il suo imbarazzo crebbe moltissimo quando sentì che Gin si era sdraiato accanto a lei. Il letto era talmente piccolo che doveva abbracciarsi stretti per non cadere.
Le sue guance si colorarono di un vivo rosso cremisi,ma nonostante tutto non le dava fastidio.
Ad un tratto,poi,sentì sulla sua schiena uno strano calore e riaprì gli occhi,che fino a quel momento aveva tenuto chiusi.
Gin aveva sfilato il suo impermeabile,appoggiandoglielo sulle spalle come una coperta,perché non sentisse freddo.
Shiho lo strinse forte, assaporando il suo profumo. Poi chiuse nuovamente gli occhi,e continuò a mantenersi ferma e tranquilla anche quando sentì che lui si era avvicinato di più,sfiorandole la fronte con alcuni ciuffi di capelli biondi.
Ma una parte di lei continuava a sentirsi agitata : doveva rendersi conto che entrambi erano nello stesso letto,abbracciati,in un bosco isolato dove non vi era probabilmente nessun altro a parte loro.
E nonostante lei non fosse il tipo che si lasciava trasportare dai sentimenti,stavolta non riusciva più a mantenere la sua corazza di freddezza.
Il suo cuore sembrò quasi fermarsi quando avvertì le labbra dell’uomo  che si schiudevano sul suo collo,e poi le sue mani fredde che le si posavano sulle spalle,massaggiandogliele leggermente e provocandole dei brividi.
Si sentiva sempre più imbarazzata,eppure allo stesso felice. Anche lei lo voleva e perciò si abbandonò completamente tra le sue braccia.
Avvertì che la sua pelle pian piano si stava scoprendo,e su questa il tocco delle labbra di Gin,che assaporava lentamente il suo dolce e seducente profumo di rose.
A quel punto lei prese il suo viso tra le mani e gli regalò un bacio appassionato,godendosi la loro prima volta,mentre lui le accarezzava i capelli ramati.
Non avrebbe scordato facilmente quella splendida serata,resa più bella da quel vortice di emozioni che non aveva mai provato in tutta la sua vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino autrice :
Salve a tutti,eccomi di nuovo qui! Come sempre ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto questo capitolo,e spero commenterete in tanti.
Un ringraziamento speciale va a Monkey D _ Alice,per aver inserito la mia storia tra le preferite e per aver continuato a seguirmi con pazienza,e a br99,per avermi inserita tra gli autori preferiti.
Siete davvero fantastiche, e grazie ancora a Monkey D _ Alice per tutti i complimenti!
E ovviamente anche a tutti coloro che hanno la mia storia tra le preferite,tra le seguite e le ricordate!
Scusate se questo capitolo è arrivato leggermente in ritardo,di solito aggiorno prima,ma i vari impegni scolastici mi hanno impedito di farlo,e ho ancora qualche long fiction in sospeso.
Detto questo,spero comunque che sia valsa la pena di attendere. Parlando del capitolo,spero di non aver esagerato con alcune cose nelle ultime scene,in caso contrario ve ne sarei grata se me lo faceste notare. Come avrete capito,penso,non mi piace mettere nelle mie storie scene troppo volgari o spinte,e chiedo scusa se qualcuno non ha gradito.
L’ispirazione per la scena del bosco,e di Shiho che viene medicata da Gin in una capanna abbandonata mi è venuta all’improvviso,e ho pensato che una scena così sarebbe stata romantica,e soprattutto sarebbe piaciuta ai fan della coppia GinxSherry (anche perché,come avete notato,il chappy è dedicato interamente a loro,senza la comparsa di altri personaggi quali Shinichi,Vermouth,Ran,il dottor Agasa … ,che però riappariranno nel prossimo capitolo).
Grazie ancora a tutti per aver letto questo capitolo!
A presto e un bacione,Sherry2000. 
 
 

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Capitolo 13
*** Il ritorno di Shinichi ***


 Capitolo 13 : il ritorno di Shinichi      
 
Conan era nella sua camera,seduto sul letto perché non riusciva a dormire. Nella camera di villa Kudo,la sua casa. Per prudenza si era fermato a dormire lì,invece di restare all’agenzia investigativa di Goro. A Ran aveva semplicemente raccontato che rimaneva a dormire dal dottor Agasa.
Osservava incessantemente la pillola rossa e bianca che stringeva tra le sue esili dita. L’antidoto all’APTX4869,datogli da Ai quella mattina stessa.
Che cosa avrebbe dovuto farne? Prenderla e tornare adulto,oppure aspettare ancora per un po’?
Certo,desiderava con tutto se stesso avere di nuovo il suo vecchio corpo,condurre la stessa vita da liceale,ma più di tutto riabbracciare la sua amica d’infanzia,Ran.
Voleva parlarle,raccontarle tutta la verità dall’inizio alla fine,sperando che lei non si arrabbiasse. E poi voleva dirle un’altra cosa,che custodiva nel suo cuore da tempo …
Eppure una parte di lui era agitata. Gli uomini in nero erano stati catturati,anche se non tutti,questo era vero,ma quel pomeriggio,quando aveva chiamato l’ispettore Megure per chiedere notizie riguardo all’arresto della banda,si rese conto che qualcosa non coincideva.
Mancavano due membri importanti: Vermouth e Gin.
Sicuramente Vermouth era riuscita a scampare alla cattura,dato il suo travestimento,e in fondo non gli dispiaceva più di tanto.
Nonostante fosse anche lei una criminale,in fondo era stata disposta ad aiutarlo,e gli aveva risparmiato la vita nonostante conoscesse il suo segreto.
Se l’avesse incontrata nuovamente,non l’avrebbe fatta arrestare : in fondo,le doveva un favore.
Ma non riusciva proprio a spiegarsi come mai anche Gin non fosse stato arrestato insieme agli altri. Il suo cervello era tormentato da mille dubbi e domande,che si susseguivano implacabili una dopo l’altra. Tuttavia non riusciva a trovare risposte logiche.
Non seppe perché,ma ricollegò istintivamente il fatto alla fuga di Ai. Ai … come mai aveva preso una decisione tanto avventata?
Cosa l’aveva spinta a fuggire,a ritornare in quella vita immersa nell’oscurità che aveva sempre odiato?
Sia lei che Gin erano scomparsi nel nulla. Non poteva essere un caso.
Sconsolato,il piccolo si prese la testa tra le mani. Era tutta colpa sua,era stato uno sciocco a non essere riuscito a fermare Ai. Il tarlo della preoccupazione rodeva dentro di lui,divorandolo completamente. Stentava ancora a credere che la sua amica avesse preso una decisione del genere.
Ma per quanto si chiedesse e richiedesse quale fosse il motivo,era più complicato di quanto si aspettasse trovare una risposta. Per il momento poteva prendere in considerazione solo un’ipotesi … ma era troppo assurda anche solo per essere immaginata.
Preferì concentrarsi sul suo problema principale.
Si pose ancora quell’ennesima domanda : doveva prendere l’antidoto o tornare bambino? La sua mente gli diceva che era un rischio,ma il suo cuore replicava che ne valeva la pena. Anche solo per rivedere per un istante un bagliore di felicità negli occhi di Ran.
Ma restava comunque un problema : cosa avrebbe raccontato a Ran di Conan? Che scusa avrebbe dovuto inventare alla sua amica d’infanzia riguardo la sorte del piccolo?
Scosse la testa. Non era quello il momento di lambiccarsi il cervello. Doveva prendere una decisione, senza inutili indugi.
Lanciò un’altra occhiata a quella pillola e alla fine si convinse,cercando di ignorare la paura di non farcela.
Con il cuore che batteva forte,si diresse silenziosamente in bagno. Strinse la capsula dalla quale dipendeva tutta la sua sorte nel palmo sudato della sua piccola manina,e con uno scatto fulmineo se la portò alla bocca,per evitare di cambiare idea. Ormai non poteva più tornare indietro.
 
Per i primi secondi non accadde nulla,il tempo sembrava essersi fermato. Poi Conan iniziò ad avvertire delle fitte lancinanti lungo tutto il suo corpo. Il respiro si fece più affannoso,piccole goccioline di sudore gli imperlavano la fronte,colando lungo il viso.
Le gambe cominciarono a cedere,e il bambino cadde a terra,contorcendosi nel tentativo di sopportare quel dolore. Stava morendo?
Il suo respiro si fece ancora più debole.
 
Ran … perdonami. Non potrò tornare come ti avevo promesso tante volte … ti voglio bene.
 
 
Chiuse gli occhi.
 
**
 
Un fiotto di luce lo investì in pieno. Sollevò le palpebre infastidito,rivelando due grandi pupille azzurre come il cielo in una giornata d’estate.
I primi attimi non ricordò quasi niente : cos’era successo? Poi si sollevò dal pavimento e la prima cosa che lo colpì fu il fatto di essere più alto. Fece scorrere lo sguardo sul suo corpo,constatandone con la più grande gioia la trasformazione. Si alzò in piedi,osservandosi minuziosamente allo specchio : le gambe erano lunghe,snelle e lanciate, tutte le proporzioni del suo corpo erano aumentate. Per la felicità fece quasi un salto : aveva aspettato così tanto quel momento,che quasi stentava a credere che fosse divenuto realtà.
Poi la sua attenzione venne attirata dai raggi solari che entravano nella stanza e guardò l’orologio. Erano le sette del mattino. Probabilmente era svenuto e aveva finito per dormire tutta la notte. Venne colto da un pensiero improvviso : a quest’ora Ran non era ancora uscita di casa per andare a scuola,se si sbrigava avrebbe potuto incontrarla.
Con la velocità della luce,indossò una camicia bianca e dei pantaloni blu scuro della sua misura presi dall’armadio,dato che i suoi vestiti erano ormai troppo piccoli per essere indossati nuovamente.
Uscì correndo a perdifiato,nella speranza di rivedere la sua Ran. Dopo circa dieci minuti era davanti alla porta dell’agenzia,il cuore che batteva a mille. Era così tanto tempo che non si vedevano e lui non riusciva ad immaginare cosa poteva dirle.
Doveva trovare una scusa per la sparizione del piccolo Conan o semplicemente dirle la verità? E come l’avrebbe presa Ran? Si sarebbe arrabbiata e l’avrebbe riempito di insulti,oppure gli avrebbe gettato le braccia al collo,dicendo che gli era mancato tantissimo?
Queste e mille altre domande affollavano la sua mente,ma ormai non si poteva più tornare indietro.
Il suo cuore compì un balzo vertiginoso non appena vide la porta socchiudersi,e poi la sagoma alta e slanciata di una ragazza che usciva da essa.
Ran era bella come sempre,la gonna a pieghe azzurre dell’uniforme scolastica metteva in risalto le sue gambe lunghe e snelle,e la camicia dello stesso colore evidenziava il seno.
I lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle,incorniciando con grazia i lineamenti morbidi e dolci del suo viso. Le labbra erano ferme in un adorabile sorriso,candido e caloroso.
Shinichi rimase imbambolato a guardarla per un po’,tanto che non si accorse nemmeno dell’improvviso cambiamento d’espressione della giovane.
La bocca si spalancò per lo stupore,le gambe presero d’improvviso a tremare,e la cartella nera che stringeva con entrambe le mani cadde a terra con un tonfo sordo.
“Shinichi … ”mormorò incredula,ma felice.
Lui fece un sorriso spavaldo,accompagnato dall’occhiolino : “Che c’è,non sai cosa dire?”
Il suo tono scherzoso e la sua espressione allegra però svanirono in un istante,non appena vide le lacrime scendere sul volto di Ran. La ragazza si affrettò ad asciugarle,vergognandosi un po’,ma alla fine sprofondò tra le braccia del suo amico.
“Mi sei mancato così tanto … ”mormorò tra i singhiozzi,stringendo la sua giacca “promettimi che non andrai più via”aggiunse con la voce che le tremava.
“Te lo prometto,starò sempre accanto a te”le rispose lui sorridendo,accarezzandole i capelli dolcemente e stringendola al suo petto.
Ran arrossì,ma non si mosse. Le braccia di Shinichi le davano una sensazione di calore e di protezione a cui non avrebbe mai rinunciato. Era così felice di sapere che d’ora in poi sarebbe tornato tutto come prima : avrebbero potuto andare a scuola ogni mattina mano nella mano, scherzare e litigare come un tempo …
“Ran … “il sussurro di Shinichi la riportò alla realtà  “… c’è una cosa che devi sapere,e che non ti ho mai detto”la fissò con i suoi intensi occhi azzurri,e lei si perse incantata ad osservarlo,fino a quando si rese conto quanto fossero vicini i loro visi.
“Ti amo,Ran … “lentamente,Shinichi avvolse le sue guance,percependo il loro calore,facendo scontrare le loro labbra in un tenero ma appassionato bacio,che entrambi aspettavano da tempo.
I loro cuori battevano velocemente,quasi impazziti,ma nessuno dei due voleva separarsi dall’altro,avevano intenzione di assaporare fino in fondo quel momento che avevano sempre sognato,in cui c’erano solo loro due,felici e uniti come non mai.
Quando si staccarono,Ran lo guardò con un sorriso.
“Anche io ti amo,Shinichi”disse,prima di abbracciarlo nuovamente.
 
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Shiho aprì gli occhi,sentendosi investire dalla luce del mattino,che entrava dalla piccola e unica finestra davanti a lei.
Si mosse appena per cercare di alzarsi,scontrandosi con il petto dell’uomo che dormiva al suo fianco. Un tenero rossore si fece spazio sulle sue guance,al ricordo dalla notte precedente, constatando che aveva addosso solo la biancheria intima.
Nonostante questo,non si mosse,stringendosi di nuovo al petto di Gin. Stava così bene in quell’abbraccio …
La felicità che provava era la stessa della sera precedente,mai ricordava di essersi sentita così in vita sua. L’amore era una sensazione totalmente diversa,che finora aveva solo sperimentato provando affetto nei confronti di Shinichi. Ovviamente tra di loro non c’era mai stato niente, perché lui era innamorato di Ran,anzi,nemmeno sapeva quello che lei provava nei suoi confronti.
Erano sempre stati amici e basta,anche se lei aveva iniziato a provare qualcosa di più. Ma adesso quel sentimento era svanito ormai da tempo,adesso c’era un’altra persona speciale che ricambiava i suoi sentimenti. Ora Shinichi era semplicemente un amico di cui conservava un buon ricordo,perché sapeva che probabilmente non l’avrebbe rivisto mai più. Visto come stavano le cose,se lui avesse scoperto la verità,l’avrebbe sicuramente considerata come una traditrice,altro che amica.
“Buongiorno,Sherry … “sussurrò una voce alle sue spalle,destandola dai suoi pensieri.
“Buongiorno”rispose sorridendo,decidendo di non pensare più a nulla e godersi quel momento.
“Va meglio la ferita?”chiese lui,accarezzandole i capelli.
Lo sguardo di Shiho si spostò sulla gamba,dove lui l’aveva fasciata il giorno prima : “Sì,non mi fa più tanto male,non preoccuparti”rispose cercando di mettersi a sedere,ma lui la fermò.
“Non vuoi restare un altro po’ qui?”le sussurrò,dandole un bacio sul collo e stringendola a sé. Shiho abbandonò le sue difese e ricambiò la stretta senza esitazione.
“Sai una cosa,Sherry?”Gin la strinse più forte,passando una mano fredda sulla guancia della scienziata,che rabbrividì a quel contatto “sei la ragazza più bella che abbia mai incontrato. Ti ho desiderata fin dalla prima volta che ti ho vista”aggiunse,sfiorando con il naso i capelli che profumavano di rosa.
Lei rise dolcemente : “Ti ringrazio.”
“Sherry … “disse lui con tono serio,fissandola negli occhi “vuoi essere la mia donna?”
Shiho spalancò leggermente gli occhi,poi sorrise : “Ti basta come risposta?”
Senza aspettare oltre,prese il suo viso tra le mani e lo baciò intensamente,dando vita ad un vortice di passione travolgenti.
“E tu?”chiese quando si furono staccati “vuoi essere il mio uomo?”
“Hai già risposto tu per me”Gin la baciò con foga,mentre lei affondò le mani tra i suoi capelli, abbracciandolo forte “Ti amo,Sherry.”
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino autrice :
 
Salve! Scusate tantissimo,lo so,sono davvero in ritardo,ma tra impegni e cose varie non sono mai riuscita ad aggiornare. Come se non bastasse,una settimana fa,quando avevo il capitolo già pronto,mi è venuta la febbre alta e non ho potuto aggiornare.
Vi chiedo scusa,mi dispiace davvero tanto,ma spero che questo capitolo vi piaccia. Ho voluto dare spazio alla coppia ShinxRan,dato anche che è importante per lo sviluppo della trama,ma ci sono comunque delle scene GinxSherry.
Ditemi cosa ne pensate,ci terrei molto ad avere un vostro parere.
Adesso passo a ringraziare :
chi ha la mia storia tra le preferite : bebb99,Dudi_ Mouri e Monkey _ D _ Alice
chi ha la mia storia tra le ricordate : SangueFiamma6934
chi ha la mia storia tra le seguite : bebb99,SuperfanShiho e Sureness
E ovviamente grazie di cuore anche solo a chi legge!!                                                   
Scusatemi ancora,per farmi perdonare vi prometto il prossimo aggiornamento sarà più veloce e vi do qualche anticipazione  : non sarà incentrato sull’azione della storia,ma parlerà dei ricordi di Gin e Sherry,quando lei faceva ancora parte dell’organizzazione. Sarà un capitolo introspettivo,molto tenero e dolce,sono certa che piacerà ai fan della coppia. È abbastanza lungo,quindi non so se sarà diviso in due parti … giudicherò poi.
Piccola nota : questo capitolo si intitola come un episodio della serie animata,ma trovo che con le circostanze il titolo sia perfetto,per questo non ne ho messo un altro.
Ancora grazie per la vostra pazienza e scusatemi per l’attesa.
Al prossimo capitolo,
Sherry2000.
                                                      
 
 
 
                                                        
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Ti odio... o ti amo? ***


Angolino autrice:
 
Ciao a tutti! Scusate per l’immenso ritardo con cui posto il capitolo,ma ho avuto molto da fare con gli esami ultimamente,per questo è un po’ corto. Spero comunque che vi possa piacere,e come sempre un grazie enorme a chi continua a seguire la mia storia,a chi recensisce,e a chi l’ha messa tra le preferite,seguite e ricordate! Grazie anche solo a chi legge,ovviamente.
Piccolo avvertimento: il capitolo non è come quello che vi avevo anticipato l’altra volta,perché ho cambiato la struttura della storia.
Detto questo,vi lascio. Buona lettura!!
 
 
 
 
 
 
Capitolo 14: ti odio… o ti amo?
 
 
“Adesso però c’è una cosa che vorrei sapere”Shiho pronunciò quelle parole con tono flebile,ma allo stesso tempo determinato,mentre fissava Gin con i suoi grandi occhi azzurri,luccicanti di lacrime. “ Prima di poter affermare che mi ami,voglio conoscere la verità.” Stavolta Shiho lo guardò in modo penetrante,arrabbiata e addolorata allo stesso tempo.
“Di che stai parlando?”chiese lui sorpreso.
Dopo un attimo di silenzio,Shiho abbassò lo sguardo,per poi risollevarlo di scatto e mostrare all’uomo il suo volto bagnato da leggere lacrime cristalline,che scendevano senza sosta lungo le sue guance pallide.
“Possibile che tu non capisca?”disse con la voce smorzata dai singhiozzi “Mia sorella… voglio sapere perché hai ucciso mia sorella…”
Quelle parole aumentarono la tensione instaurata tra loro,che ormai si poteva percepire chiaramente. Gin sospirò,distogliendo lo sguardo da quegli occhi pieni di lacrime.
“Voleva portarti via da me”proferì freddamente,senza guardarla.
Il cuore di Shiho ebbe un sobbalzo: “Cosa?!”
Lo colpì in pieno petto con pugni tremanti e privi di forza,non riuscendo a fermare le lacrime: “Non è vero,sei un bugiardo… ti odio,ti odio…”
Shiho alzò lo sguardo sul viso di Gin,ora a pochi centimetri dal suo,non appena lui le strinse i polsi per costringerla a calmarsi.
“Hai ragione tu,Sherry,sono un bugiardo,perché non ti ho mai detto che cosa provavo per te.”
Per lo stupore Shiho smise di piangere. Non poteva credere alle sue orecchie,di cosa stava parlando?
“Gin…”disse in un sussurro,sentendo le sue braccia circondarle la schiena. Posò allora la testa sul suo petto,provando un immediato senso di protezione nel calore di quell’abbraccio.
Sentì le sue mani serrarsi attorno alla sua schiena in una presa forte,mandando lentamente il suo corpo all’indietro,con la schiena adagiata sul pavimento. Si ritrovò sotto il corpo di Gin,tremando  dall’emozione per quel contatto ravvicinato. In quel periodo era veramente troppo fragile e vulnerabile,per questo il cuore le accelerò prepotentemente nel petto.
“Che cosa stai facendo?”sussurrò,sconcertata e spaventata,completamente immobilizzata tra le sue braccia.
“Non voglio lasciarti andare”rispose lui con voce intensa e profonda,stringendola più forte a sé. “Non voglio che quello che sto per dirti ti porti via da me.”
Shiho sgranò gli occhi,confusa: “Di cosa stai parlando?”
“Non ti ho mai detto che tua sorella aveva intuito che ero ossessionato da te,,che avrei voluto averti a tutti i costi,anche con la forza,e io non potevo permettere che ti portasse via da me…”
“Aspetta un secondo. Questo significa che io per te sono solo un oggetto di divertimento?”lo interruppe furente Shiho. “Basta,questo è troppo. Sono stata una sciocca a illudermi anche lontanamente che tu fossi in grado di provare un sentimento. Lasciami subito!”esclamò,cercando di dimenarsi,ma lui non disse una parola e continuò a stringerla.
“Lasciami,ti ho detto…”ripeté Shiho con timore e angoscia.
“No,non lo farò”disse deciso Gin dopo qualche attimo di silenzio,senza mai smettere di tenerla stretta. “All’inizio era esattamente come hai detto tu,volevo solo divertirmi con te,ma da quando sei ritornata ho iniziato a pensare che quella passione che provavo per te si stesse trasformando in qualcosa di più profondo.”Attorcigliò una ciocca di capelli ramati attorno al suo dito,facendosi più vicino all’orecchio della scienziata: “Sono sempre stato pazzo di te,ho sempre desiderato averti tra le mie braccia,e adesso non ti lascerò andare più.”
Shiho si sentì avvampare di fronte a ciò che Gin le aveva appena detto. Provava un misto di sentimenti contrastanti: da un lato avrebbe voluto stringerlo,baciarlo e lasciarsi sprofondare nel calore delle sue braccia,ma la parte di lei decisamente più razionale la spingeva a non mostrarsi così fragile,e a provare ancora rancore nei suoi confronti.
“E’ per questo che mi hai portato via Akemi per sempre?”continuò,riuscendo con fatica a controllarsi. “Perché non volevi separarti da me?”aggiunse,con il tono di voce un po’ più addolcito.
“Perché volevo che fossi mia a tutti i costi,rappresentavi il mio desiderio più grande,e non potevo certo lasciarti andare via senza prima aver assaporato un pezzo di quel paradiso che sognavo da tanto”replicò lui sarcasticamente.
Iniziò a darle dei baci sul collo,ma Shiho,infuriata,gli diede uno schiaffo in pieno viso,alzandosi in fretta e dandogli le spalle,perché non voleva guardarlo negli occhi un secondo di più.
“Era quello che dovevo aspettarmi da te”proferì con voce rotta e allo stesso tempo cola di odio. Un sorriso triste comparve sul suo volto. “Ma d’altronde,cosa pretendo? Le persone non si possono cambiare,e tu sei rimasto uguale a prima.”Mosse un passo verso la porta,ma la voce di lui la fece bloccare un secondo dopo.
“Non è vero. Tu sei cambiata,Sherry.”
Shiho rimase immobile,paralizzata,senza avere la forza di girarsi o di compiere un qualsiasi altro movimento,con gli occhi tremanti e lucidi. Sentiva la gola secca,completamente asciutta,ma trovò ugualmente il modo di articolare una frase sensata: “Cosa intendi dire?”
Sentì la sua risata divertita,poi di nuovo il suono della sua voce: “Sì,sei cambiata,Sherry,perché hai ammesso di essere innamorata di me. Se non mi sbaglio prima dovevo fare uno sforzo enorme anche solo per essere considerato,non è così?”
Le si avvicinò lentamente,posando una mano sulla sua spalla e avvicinando la bocca all’orecchio di Shiho: “Non ho forse ragione,Sherry?”
Lei sentì il cuore in gola,e il respiro caldo di Gin che le accarezzava il collo,capace di offuscarle qualsiasi pensiero,e che le impediva di ragionare lucidamente. Era vero,ma non poteva ammetterlo. Non voleva ammetterlo.
Una fitta alla gamba fasciata la colse all’improvviso,facendole ricordare che ancora non poteva stare in piedi troppo a lungo,e sarebbe caduta,se Gin non l’avesse sorretta e sollevata tra le sue braccia.
Shiho arrossì,dimenticandosi di essere arrabbiata con lui. Quel contatto così ravvicinato le provocò un fremito,e quasi si vergognò di non riuscire a freno i suoi istinti.
Girò lo sguardo dal lato opposto,sussurrando: “No,Gin,è stato un errore,non posso.”
“Non puoi,o non vuoi?”la provocò lui,facendo scivolare la mano sulla schiena di Shiho e accarezzandola lentamente,quasi con dolcezza,e procurandole un intenso brivido di piacere.
Inaspettatamente,Shiho si girò di scatto,afferrando i lembi del suo impermeabile nero e affondando la faccia nel suo petto. Pianse silenziosamente,soffocando i suoi singhiozzi e le sue lacrime,sempre abbracciata a Gin,per poi sussurrare flebilmente,quasi intimorita: “Sì,hai ragione,ho bisogno di te.”
Lui le asciugò delicatamente le lacrime all’angolo degli occhi,sorridendo e sollevandole il mento.
“Anche io”disse in un sussurro a pochi centimetri dal suo viso. Subito dopo le loro labbra si scontrarono in un bacio caldo e passionale,e Shiho non oppose alcuna resistenza. Affondò le mani tra i suoi capelli,e sempre in braccio a lui,continuò a baciarlo.
Il suo cuore era pieno di dubbi: anche se prima si era comportato male nei suoi confronti,aveva avuto una reazione totalmente differente da quella che avrebbe avuto soltanto poco tempo prima. Non aveva saputo resistere alle sue attenzioni,e si era preoccupata solo di avvertire le sue braccia e il suo calore,senza pensare ad altro. Aveva ragione Gin: era cambiata. Erano cambiati i suoi sentimenti,ma soprattutto il suo modo di essere.
 
 
Non so cosa fare,Gin… devo odiarti o amarti?
 
 
 

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Capitolo 15
*** Una terribile bugia ***


Capitolo 15: Una terribile bugia Shinichi stringeva la sua Ran in un dolce abbraccio, cingendole la vita. Ran aveva la testa posata sulla sua spalla e sorrideva, godendosi la meravigliosa natura che la circondava. Per il fine settimana erano andati entrambi fuori città, a passeggiare in un piccolo bosco rinomato per le bellissime piante e i funghi buonissimi che vi crescevano. C'erano infatti diversi capannoni abbandonati, che probabilmente servivano come rifugio per i ricercatori stanchi che si addentravano lì. Il giovane detective sorrise con una punta di nostalgia, ricordando che tempo fa era andato a raccogliere funghi in un bosco, insieme al Dottor Agasa e ai bambini. Quante cose erano successe da allora. Doveva ammettere che un po' gli mancavaConan Edogawa, quel piccoletto sempre sveglio, ma non si pentiva affatto di aver preso l'antidoto e di essere tornato da Ran. Da quanto gli aveva confessato i suoi sentimenti ede aveva scoperto con immensa gioia di essere ricambiato, la vita era diventata improvvisamente la cosa più bella che potesse desiderare. Aveva ripreso la loro storia e la sua vita esattamente da quando l'aveva interrotta più di un anno prima, quel giorno al luna park di Tropical Land. Ma ancora tanti tormenti lo assillavano, nonostante tutto: due membri dell'Organizzazione erano ancora a piede libero, e poi... Ai. Era scomparsa nel nulla, e lui non aveva alcun indizio utile per ritrovarla. Aveva provato a cercarla, ma senza uno straccio di indizio era impossibile e aveva dovuto rinunciare presto all'idea di rivederla. Sperava soltanto che stesse bene. Eppure non poteva fare a meno di darsi dello sciocco: non era riuscito a ritrovarla, a liberarsi da quei criminali. Ormai era diventata la sua migliore amica, e le si era sinceramente affezzionato. Ma cosa poteva fare? "Ehi, a cosa stai pensando?"Ran alzò lo sguardo, stringendogli più forte il braccio. Era strano che il suo Shinichi fosse così taciturno e pensiero. Sembrava che qualcosa lo tormentasse. Shinichi scosse la testa, provando a ricambiare quel sorriso così dolce che non smetteva mai di incantarlo. Doveva provare a non pensarci, e a recuperare il tempo perso con la sua amata Ran. "Solo a quanto ti amo."Sorrise lui, ricambiando la stretta. *** "E adesso, cosa facciamo?"Shiho, seduta su quel piccolo e scomodo letto, la gamba fasciata, guardava interrogativa Gin. "Dove possiamo andare? Stai pur certo che se la polizia ci troverà non avremmo scampo." Gin sorrise. Non era cambiata, il suo pessimismo era esattamente come lo ricordava. "Non ti preoccupare, non permetterò che ti considerino mia complice. Mi assumerò tutta la responsabilità." "Ma non possiamo restare qui ancora a lungo. Sono passati molti giorni, potrebbero trovarci da un momento all'altro. Ehi, ma mi stai ascoltando?" Gin le dava le spalle, e rimaneva in silenzio. Shiho giudicò un po' strano quel comportamento: perchè fino ad un momento prima la stava rassicurando in tutta traquillità e ora non diceva niente. "E' meglio che, da adesso in poi, le nostre strade si dividano qui." Replicò inaspettatamente, freddo. "Che cosa stai dicendo? Io non ho intenzione di separarmi da te..."Shiho non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che udì una risata che le fece accapponare la pelle. "Povera illusa, allora ci avevi creduto davvero? Avevi davvero creduto che io fossi innamorato di te, che tenessi veramente a te? Sei una sciocca, proprio come tua sorella." Shiho non fu in grado di parlare, non fu in grado di pensare. Sapeva solo che tutto ciò in cui aveva creduto finore era un'immensa bugia, e tanti sentimenti confusi si affollavano nel suo cuore. Vuoto, dolore... rabbia. Strinse i pugni, sforzandosi di non piangere. Che stupida era stata... aveva creduto davvero che lui fosse cambiato? Lo vide girarsi e, con orrore, puntarle la pistola contro. Un ghigno comparve sul suo volto. "Era solo una scusa per fare di te ciò che volevo, ma adesso non mi servi più."La colpì al petto, e lei vi portò una mano che si macchiò subito di sangue rosso vivo. Crollò a terra trattenendo a fatica un grido di dolore. Non riusciva a parlare, sentiva solo quel dolore e quella rabbia che le annebbiavano la mente. Ormai aveva perso tutto, ormai di lì a poco sarebbe morta. Non aveva più niente da perdere. Con una forza che non pensava nemmeno di avere, alimentata dalla disperazione, si lanciò su di lui e gli morse il polso più forte che potè. La pistola cadde a terra e lei la afferrò con uno scatto fulmineo, perdendo il grilletto. Ll corpo di Gin si accasciò a terra all'istante, e lei cadde all'indietro, accanto a lui. Adesso poteva morire in pace. Sapeva che quell'assassino aveva pagato per tutto il male che le aveva fatto, per il male che aveva fatto a sua sorella. Ma invece di sentire la stretta della morte che stava aspettando, udì solo il suono della sirena di un'ambulanza. Chi poteva averla chiamata? Voltò la testa di lato, con immensa fatica, e vide Shinichi, il volto preoccupatissimo, correre verso di lei. C'era anche Ran con lui. Come aveva fatto a trovarla? Forse era solo una coincidenza, ma Shiho non voleva essere salvata. Shinichi si inginocchiò accanto a lei, dicendole che sarebbe andato tutto bene, e nel frattempo l'ambulanza era giunta a pochi metri da lei. Shiho era troppo debole per parlare, sentiav il corpo sempre più stanco, e non oppose resistenza quando i paramedici la stesero in tutta fretta su una barella. Shinichi le venne vicino, la faccia sempre più preoccupata, il tono deformato dall'amsia. Le strinse la mano, cercando di infonderle coraggio. "Vedrai, Shiho, andrà tutto bene. Te la caverai. Shiho scosse la testa, con un debole sorriso. "No, ma voglio ringraiarti comunque. Di tutto. Anche per aver tentato di salvarmi in ogni modo chiamando l'ambulanza." "Shiho, ma di cosa parli?" Lo sguardo di Shinichi divenne improvvisamente più scuro, così come il tono. "Io non ho chiamato nessuna ambulanza." E quelle furono le ultime parole che sentì prima di cadere nell'oblio.

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Capitolo 16
*** Una dolorosa verità ***


Capitolo 16: Una dolorosa verità C'era qualcosa di bianco davanti a lei. L'intero ambiente che la circondava era bianco. Non udiva alcun rumore, non c'era nessuno vicino a lei. Si sentiva beata, rilassata, la mente svuotata da qualsiasi pensiero. Improvvisamente, però, un suono ovattato raggiunse le sue orecchie. Era una voce. Una voce che piano piano diventava più distinta, che sussurrava il suo nome con ansia e preoccupazione. Shiho riaprì gli occhi a fatica, accorgendosi solo in quel momento di essere ancora viva. Si tastò il petto, avvolto da una spessa fasciatura. Le faceva un male tremendo. Comprese che era in ospedale, stesa su un letto e rattoppata come un oggetto difettoso. "Shiho! Finlmente ti sei svegliata!"Shinichi. Quella era la voce di Shinichi, seduto su una sedia accanto al suo letto. "Cos'è successo?"La sua voce era debole e roca, affaticata. Non riusciva nemmeno a stare seduta. "Il medico ha detto che non devi sforzarti. Ti hanno operata, ed è andato tutto bene. Per fortuna il proiettile non aveva raggiunto il cuore."Shinichi sorrideva, il suo tono era rassicurante e sollevato, ma Shiho provò una fitta al cuore, all' improvviso, senza una ragione precisa. Poi, in un attimo, la realtà la investì con la crudeltà e la potenza di un uragano. Un uragano che le stava devastando il cuore, o almeno, quel poco che ne rimaneva. Che cosa aveva fatto? Era diventata un'assassina, ciò che aveva sempre odiato. E aveva ucciso l'uomo che, nonostante tutto, amava ancora. Per il dolore non erapiù riuscta a ragionare, e aveva premuto quel maledetto grilletto. "Shinichi?"Il tono divenne improvvisamente ansioso, le mani stringevano convulsamente il lenzuolo. "Gin?" Chiese soltanto, desiderosa di sentire e allo stesso tempo non ascoltare affatto la risposta. Sapeva che le avrebbe fatto male più della vita che era riuscita a vivere fino a quel momento. Shinichi la guardò per un lungo istante, capendo il tormento che la agitava. Scosse la testa, l'espressione seria. E sulle nocche delle dita di Shiho cominciarono a cadere piccole, calde, salate gocce d'acqua. Aveva distrutto due vite con una sola pallottola. Aveva distrutto due cuori, aveva abbandonato la sua anima. Sempre che ne avesse mai avuta una. *** Che le lacrime fossero così salate, che avessero quella consistenza così leggera eppure allo stesso tempo carica di sofferenza, Shiho non lo sapeva. Ma dopo aver pianto per diverse ore, cominciava a capire meglio. Non aveva mai pianto tanto in vita sua, neanche quando era morta sua sorella, uccisa proprio da quel bastardo che le aveva rubato il cuore e che continuava a tenerlo in pugno a suo piacimento. E quel che era peggio, era che quelle lacrime e il suo dolore non si sarebbero esauriti tanto facilmente. Shinichi, vedendola coì triste ed esausta, la lasciò sola fino a sera, quando improvvisamente spalancò la porta della sua stanza, l'espressione strana. "Che cosa c'è?"Chiese stancamente Shiho. Non era proprio in vena di ascoltare altre brutte notizie. "Ti avevo detto che volevo stare sola." "Lo so, ma... hai ricevuto un pacco." Shiho non si stupì nemmeno. "Davvero, e cosa contiene? Una pistola per farla finita?" "Smettila! Non è questo il momento per fare del sarcasmo. E comunque mi hai fatto la domanda sbagliata." "Cosa vuoi dire?"Shiho sospirò stancamente, senza alcuna curiosità nella voce. Desiderava solo che lui si levasse dai piedi e che la lasciasse da sola con il suo dolore e i suoi rimorsi. In fondo non le sarebbe dispiaciuto se il pacco avesse davvero contenuto una pistola. "La domanda non è cosa contiene, ma chi lo manda." "Cioè?"Shiho era sempre più spazientita e seccata. Ma perchè non la lasciava in pace? "Gin." Shiho si paralizzò. "Cosa?"Balbettò con difficoltà, parecchi secondi dopo. Cos'era, uno scherzo? Pecccato non la divertisse affatto. Ma quando vide che Shinichi era serio, glielo strappò letteralemnte dalle mani e lo aprì con le poche forze che le erano rimaste. Rimase sbalordita quando vide moltissime banconote sul fondo della scatola, e in un angolo, una lettera. La prese, tremando disorpresa e di inquietudine. Senza volerlo, mentre gli occhi scorrevano frenetici le righe, le sillabe presero ad uscire dalla sua bocca, mentre Shinichi, sbalordito quanto lei, rimase ad ascoltare in silenzio. "Mia dolce Sherry, ti lascio questi soldi per la tua fuga. Spero che ti basteranno, e spero che tu possa perdonarmi per le orribili cose che ti ho detto. C'era un trasmettitore sui miei vestiti, e sono certo che lo avesse messo Vermouth, sfuggita alla cattura della polizia. Per metterti al sicuro, ho pensato di inscenare la tua morte. Lei doveva sentire lo sparo e credere che io ti avessi uccisa. Io avrei distrutto il microfono e lei si sarebbe convinta che tu fossi morta. So che ti odia profondamente e che aspettava la tua fine da tempo, per questo ho subito collegato quel trasmettirore a lei. Ma non devi preoccuparti, nessuno potrà farti del male, finchè io sarò con te. Ti prego, cerca di perdonarmi, e aspettami. Appena avrò tolto di mezzo quella strega ed essermi assicurato che tu non corra più nessun pericolo, potremmo vivere il nostro amore felicemente. Sì, perchè io mi sono innamorato di te, sinceramente e profondamente, e per il tuo bene sopporterei ogni male. Non appena sarai fuori pericolo, mi farò vivo e non ti lascerò andare mai più. Ma se tu non mi vorrai più al tuo fianco, andrà bene lo stesso. Mi basterà saperti viva e felice, non importa dove, non importa come, non importa con chi. Solo che tu assapori la felicità, che tu assapori ogni sfumatura della vita che ti è stata negata. Ogni cosa bella, ancora, e ancora. Con allegria e fiducia nel domani. Ti amo, piccola grande donna del mio cuore." Shiho stava per svenire. Non ci poteva credere, no, non era possibile. Non era accettabile. "Adesso credo di capire."Mormorò pensieroso Shinichi, sicuro di sè. "E' stato lui che ha chiamato l'ambulanza con largo anticipo, per assicurarsi che arrivasse il prima possibile. E aveva programmato la spedizione di quel pacco in modo che arrivasse quando tu eri già in ospedale, scappassi con i soldi e comprendessi le ragioni del suo gesto. Non so cosa ti abbia detto, ma l'ha fatto per far capire a chi lo stava ascoltando che non gli importava niente di te e rendere più credibile la sua messinscena." "No, non è vero..."Sul volto di Shiho comparve un sorriso tirato, il tono di voce ora era isterico e nervoso, a tratti tremante. "E' ridicolo... come poteva avere la certezza che non sarei morta subito, al primo colpo? No, lui voleva uccidermi, ne sono sicura..." "Il petto."Mormorò Shinichi. "Come?" "Colpendoti ad un polmone, avevi almeno mezz'ora di vita. Inoltre l'ospedale è a soli cinque minuti dal bosco, e considera che lui aveva chiamato l'ambulanza da un pezzo. Ricordi? E' arrivata quasi subito." "Che sciocchezza." Shiho stava rifiutando di accettare la verità, Shinichi lo vedeva. "E allora perchè non ha finto? Non poteva simulare uno sparo?" "Quanto sei sciocca. Vermouth è una professionista, non ci sarebbe mai cascata. E per completare il quadro, doveva spararti in un punto da farti provare un dolre tale da farti rimanere immobile e in silenzio, per farle credere che fossi davvero morta. Solo allora Gin avrebbe eliminato il trasmettiore, e qualsiasi altro possbile dubbio. Non ci sono dubbi." "No, no."Shiho scuoteva la testa, isterica, e rideva, non con allegria. Erano risate vuote, come se stesse impazzendo. "Non è vero, voleva solo uccidermi. Non è vero. Andiamo, tu ci credi veramente? Credi veramente che mi avesse amata almeno un po'?"Urlò quasi l'ultima frase, mentre i suoi occhi riprendevano a lacrimare. Shinichi aveva visto molte volte quest'atteggiamento durante i casi che aveva risolto: i colpevoli, quando volevano negare la verità ad ogni costo, anche con prove schiaccianti, assumendo un atteggiamento ridicolo, ridendo e dicendo che era asurdo, poi piangendo e continuando a negare. Ma lui sapeva che la verità era sempre una sola. Perciò prese le mani di Shiho e la guardò dritta negli occhi, convincendola a calmarsi. "Non so cosa provasse per te, nè cosa provassi tu per lui. Ma sto cominciando a farmene un'idea. Adesso sono certo che lui ti amasse davvero, Shiho." "Che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto?"Ora Shiho stava singhiozzando rumorosamente, senza più controllo. Le sue esili spalle erano scosse dai tremiti e si era presa la testa fra le mani, in preda alla disperazione. Non meritava di essere ancora viva. Non meritava nemmeno di essere considerata un essere umano. "Vuoi arrestarmi, adesso?"Shiho, ancora in lacrime, posò le mani incrociate davanti a lui, quasi supplicandolo con lo sguardo. "Sono una vile assassina, sono un mostro." Shinichi scosse piano la testa. Davanti alla sua espressione stupefatta, si limitò a fare uno dei suoi soliti sorrisetti sicuri. "Non lo farò." "E perchè? Cosa mi rende diversa dagli altri criminali che hai conosciuto finora?" "Assolutamente nulla. Ma voglio esaudire la richiesta di Gin. Voglio che tu la esaudisca, per lui e per te, per quell' amore che vi legati e che, seppure per poco, ti ha resa felice ." Shiho, perplessa, inarcò un sopracciglio. "Quale richiesta?" Shinichi sorrise ancora, strizzandole l'occhio. "Ti conviene rileggere la lettera. Ci vediamo, Shiho." La ragazza non fece in tempo ad aggiungere una parola, che lui era già sparito oltre la soglia. Cosa intendeva dire? Cosa le aveva chiesto Gin? Se davvero le aveva chiesto qualcosa di particolare, doveva essere il suo ultimo deisderio, e lei lo avrebbe esaudito ad ogni costo, per lui, per il loro amore. Ripensò alle parole di Shinichi e afferrò la lettera. E all'improvviso, fu tutto chiaro. Sorrise: sapeva cosa doveva fare. Mi basterà vederti viva e felice, non importa dove, non importa come, non importa con chi. Solo che tu assapori la felcità, che tu assapori ogni sfumatura della vita che ti è stata negata. Ogni cosa bella, ancora, e ancora. Con allegria e fiducia nel domani.

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Capitolo 17
*** La mia eterna speranza non potrà mai svanire ***


Capitolo 17: La mia eterna speranza non potrà mai svanire "Ai, muoviti!!"La vocetta allegra di Ayumi rimbombò nelle sue orecchie, ma non se la prese. L'entusiamo che le trasmetteva le faceva dmenticare, almeno per un istante, i ricordi dolorosi che le affollavano il cuore. "Sbrigati, o faremo tardi! La maestra arriverà tra poco." Stavano percorrendo insieme la strada per la scuola elementare Teitan, ognuno con il proprio zainetto colorato in spalla. "Chissà se oggi ci sarà l'interrogazione. Ai, tu non sei preoccupata? Hai ripassato la tabellina del due?" Ai trattenne a stento un sorriso intenerito. Com'era dolce e ingenua quella bambina. Quanto avrebbe voluto essere come lei. Ancora se esteriormente era una bambina dal nome di Ai Haibara, dentro era ancora Shiho Miyano. Era troppo cresciuta per poter fingere di essere una bambina, ma le piaceva avere quel corpo, quella vita. In un certo senso, era come tornare indietronel tempo. E non rimpiangeva di rivivere momenti di cui era stata privata in passato. Certo, avrebbe dovuto fingersi sorpresae interessata alle novità che avrebbe incontrato lungo la crescita, ma non le dispiaceva. Era come rivivere le scene di un film già visto, ma era un film dalla trama che le piaceva. "Perchè oggi non vieni da me? Così potremmo ripassare insieme."Ai aveva deciso. Doveva almeno provare ad essere più cordiale e a far scivolare via la tristezza e la malinconia che ormai era diventata parte di lei, plasmandone l'espressione e i tratti del viso. Ayumi, dapprima stupita, si affrettò a rispondere con un sorriso luminoso più del sole. Non avrebbe mai creduto di essere trattata con tanta cordialità da Ai. Forse il suo sogno, quello di essere migliori amiche a tutti gli effetti, si stava finalmente realizzando. "Certo! Ma sei sicura che il dottor Agasa sarà d'accordo? Non vorrei disturbare." Ai sorrise, mettendo una mano sulla spalla della bambina. "Non ti preoccupare. Anzi, se vuoi, può venire anche Genta. Sono certa che il dottore gli offrirà una buonissima merenda." "Davvero?"Ayumi, al settimo cielo, abbracciò Ai. "Grazie, grazie!"Ai, dapprima rigida, si sciolse in un sorriso e ricambiò piano la stretta. Quanto affetto provava per lei quella piccola. Non se lo meritava, lo sapeva, ma era stata senza affetto per troppo tempo e non era affatto dispiaciuta. "Aspetta, vado a dirlo a Genta. Torno subito!" Intenerita, Ai la osservò saltellare con entusiasmo verso i due bambini davanti a loro, che stavano discutendo di una partita di calcio. Da quando non c'era più Conan, Ayumi guardava Genta con occhi diversi. Certo, era il sentimento ingenuo di due bambini, ma in futuro avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di più profondo, perchè no. Ai aveva fatto apposta ad invitare Genta, per far felice Ayumi, e aveva notato premurosamente, come una madre, che le guance della piccola erano diventate deliziosamente rosse. Era felice per lei. Persa in queste riflessioni, non si accorse che Mistuhiko le si era affiancato in silenzio. "Senti, Ai, stavo pensando..." Udendo il suo tono nervoso, Ai si girò leggermente stupita. "Ecco, pensavo... che ne dici se oggi andiamo al cinema? E' appena uscito il nuovo film di Kamen Yaiba, e mi sarebbe piaciuto tanto vederlo insieme a te." "Mi dispiace, oggi non posso. Ma domani verrei volentieri." Mistuhiko, che non si aspettava una simile risposta, sentì il cuore improvvisamente più leggero. "Allora vengo io a prenderti dal dottor Agasa?" "Va bene." I sentimenti così spontanei di quei bambini non smettevano mai di infonderle il coraggio di andare avanti. Nonostante tutto, poteva dire che era felice. Adesso era tutto perfetto, o quasi: viveva ancora nel magico mondo delle fiabe, anche se aveva perso la sua ingenuità da un pezzo. Ma non le dispiaceva assaporare di nuovo l'infanzia. Sorrise, sapendo cosa la aspettava più tardi. Dopo le lezioni, sarebbero andati tutti davanti all'armadietto di Genta, per vederese c'erano nuovi casi da risolvere prima di andare a casa. Anche senza Conan, la squadra continuava a risolvere casi, e il nuovo leader era Mistuhiko. Ai doveva ammettere che un po' le mancava il moccioso occhialuto, anche se poteva vedere spesso il giovane detective liceale. Shinichi veniva di frequente a trovarla dal dottor Agasa. Già, il dottore. Quell'anziano bonario che l'aveva aiutata tanto e che continuava a trattarla con affetto, nonostante tutto. Per lei era come un secondo padre, e per questo gli aveva lasciato tutti i soldi che le aveva dato Gin. Li meritava davvero, era il suo ringraziamento. In fondo il professore aveva sempre desiderato diventare ricco, e adesso lo era davvero. Ai aveva contribuito anche ad esaudire i desideri dei bambini, a cui aveva dato il denaro rimanente. Mistuhiko l'aveva messo da parte per l'università, Genta l'aveva speso in enormi torte personalizzate per il suo compleanno, Ayumi invece gli aveva restituiti ad Ai, dicendo che le bastava la sua compagnia e la sua amicizia. Naturalmente lei aveva dato un po' dei suoi soldi anche a Shinichi: dopotutto era solo merito suo se Vermouth, alla fine, era stata arrestata. E se le prove della sua colpevolezza erano state abilmente manomesse da lui. Shinichi, dopo averle consegnato la lettera in ospedale, era tornato nel bosco dove l'aveva trovata ferita, e vicino al cadavere di Gin aveva effettivamente trovato un microfono, che lui evidentemente non aveva fatto in tempo a distruggere perchè Ai gli aveva sparato. La pistola era ancora lì, vicino al corpo dell'uomo, e Shinichi vi aveva passato un fazzoletto per cancellare le impronte digitali di Shiho. Poi, aveva messo la pistola in mano a Gin, per far credere che si fosse trattato di suicidio. In seguito, aveva chiamato la polizia, e fingendosi sconvolto per la scoperta di quel cadavere, aveva fatto finta di ragionare e aveva comunicato la sua deduzione all'ispettore Megure. Gli aveva detto che secondo lui l'uomo si era sparato dopo aver colpito la ragazza trovata ferita lì nel pomeriggio. Probabilmente avevano avuto un acceso litigio, lui le aveva sparato, e poi, credendola morta e pentito, aveva deciso di uccidersi. Il classico delitto passionale. Tutte le prove e gli indizi portavano a quella conclusione, e la teoria di Shinichi fu considerata quella giusta. Alla fine, il caso venne archiviato come semplice suicidio. Per questo, Shiho alla fine l'aveva ringraziato con tutto il cuore, tuttavia senza comprendere a fondo le ragioni di quel suo gesto, e gli aveva consegnato alcuni dei soldi che le aveva lasciato Gin. Non voleva tenerli per sè, le sembrava paradossale usare in modo egoistico l'ultimo regalo che le aveva fatto l'uomo che amava e che lei stessa aveva ucciso. Ma lui li aveva dati a Ran e a Goro, dato che l'agenzia andava veramente male senza il suo prezioso contributo. Shinichi aveva aggiunto che non avrebbe tenuto un centesimo per sè: aveva lottato per ciò che era giusto, per le persone a cui voleva bene, e anche per la sincera amicizia che li legava, per la lotta che avevano condiviso insieme, nel bene e nel male, uniti. Inizialmente lei era stupita dal fatto che un difensore della giustizia radicale come lui avesse perdonato e continuasse ad essere amico di un'assassina. Un giorno gli chiese spiegazioni, e lui rispose che, nonostante tutto, le era ancora affezionato e poteva comprendere appieno i sentimenti che l'avevano spinta a commettere quel terribile gesto. Se Ran si fosse comportata come Gin, perfino lui, il razionalissimo Shinichi, non avrebbe più ragionato, accecato dal dolore. Era stato un sentimento così nobile come l'amore incondizionato a spingerla all'omicidio. Lei però non era d'accordo: non esistevano se, ma o perchè che potessero giustificare il suo gesto. Non era nemmeno sicura di riuscire a convivere con quella nuova se stessa che le suscitava ribrezzo e disgusto. E inoltre non poteva accettare che il più bel sentimento che potesse esistere l'avesse spinta a commettere l'azione peggiore della sua vita. Ma Shinichi le aveva risposto che l'amore comprendeva anche una parte dolorosa, difficile, incomprensibile. E lui, purtroppo, ne sapeva qualcosa, dopo essersi tormentato per mesi e mesi per aver ingannato spudoratamente la persona che amava perfino più di se stesso. Non poteva riscrivere il passato, certo, ma poteva cercare di migliorare il se stesso del futuro. Ai si rese conto in quel momento di quanto Shinichi amasse Ran, della profondità del suo sentimento. Ai era contenta anche per loro. Le piacevano le storie d'amore a lieto fine, adesso. Chissà se per lei ci sarebbe stata ancora una speranza. Alzò lo sguardo verso il cielo, immaginando di vedervi il riflesso dell'uomo che amava. Le mancava terribilmente, ma era tutta colpa sua se lui se n'era andato per sempre, e non aveva il diritto di concepire quei pensieri. Inoltre, se l'aveva privato della vita, doveva come minimo fare ciò che le aveva chiesto. E improvvisamente si ricordò delle sue ultime parole. Sorridere alla vita. Assaporare ogni cosa bella, ancora, e ancora. Con allegria e fiducia nel domani. Doveva esaudire appieno il suo desiderio. Era tempo di vivere pienamente la vita. Allungò il braccio e afferrò la mano di Mistuhiko, stringendola delicatamente nella sua. Vide le guance del bambino sfumarsi di rosso e sorrise. Gli chiese se gli dava fastidio, ma lui scosse energicamente la testa. E i due bambini, ancora mano nella mano, varcarono il cancello della piccola scuola elementare. Forse, qualche anno dopo, due ragazzi diciassette anni, lei dai capelli ramati e la carnagione chiara, lui moro e lentigginoso, sarebbero entrati nel liceo Teitan tendendosi per mano. E con ancora l'uniforme azzurra e la cartella sottobraccio, più tardi avrebbero preso un caffè in centro. Un'altra ragazza mora dal meraviglioso sorriso avrebbe trascinato a fare shopping un ragazzo cicciottello, e come premio, l'avrebbe portato a bere una mega cioccolata calda. Poi, chissà, tutti e quattro si sarebbero ritrovati a risolvere un altro caso in compagnia del famoso detective Shinichi Kudo e di sua moglie Ran. Come ai vecchi tempi, avrebbero continuato a ridere, piangere e vivere incredibili avventure insieme. La squadra dei Giovani Detective sarebbe finita sui quotidiani e in televisione, e i quattro ragazzi avrebbero sorriso davanti alle telecamere. Tutti. Anche la ragazzina ramata sempre seria.

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