Legami perduti 2

di Yume Miyu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buonanotte ***
Capitolo 2: *** Una famiglia unita, due Clan in conflitto ***
Capitolo 3: *** I sentimenti di una madre ***
Capitolo 4: *** Opportunità ***



Capitolo 1
*** Buonanotte ***


Note dell’autrice: Salve bella gente!  (^_^)/
Ed eccomi qua! ^^
Grazie di cuore a tutti quanti per continuare a seguirmi e per aver aspettato così tanto per questo sequel, prometto che farò di tutto per renderlo il più interessante possibile *mette la mano sul cuore*
Per adesso una sigla non c’è :/ ma io e Kiyokuro siamo alla ricerca di una canzone che soddisfi le nostre numerose esigenze (?)
Ora vi lascio alla lettura, spero che già questo capitolo vi entusiasti :’) e vi sarei moooolto grata se alla fine lasciate una piccola recensione su come vi è sembrato ^^
Ciao ciao buona visione lettura! (^w^)
 
 
 
 
… Anni prima, quando era ancora in carica il Quarto Mizukage, nel paese dell’acqua c’era un villaggio conosciuto come “Villaggio della nebbia insanguinata”; infatti, in quel periodo, si combattevano numerose guerre civili e le rivolte erano all’ordine del giorno. Si pensava che tutto ciò fosse causato dall’infiltrazione di un’organizzazione criminale conosciuta con il nome di… Akatsuki …
 
Il mio appartamento era stato completamente distrutto dalla recente incursione e nessuno era riuscito ad ottenere informazioni riguardanti il nemico, così, preoccupati che qualcuno potesse ritornare all’attacco per catturare me e Kirara, il Kazekage e i suoi fratelli mi costrinsero a stare nella loro abitazione in modo di difenderci meglio. Kirara era stata curata da un medico, le sue condizioni stavano migliorando molto velocemente e ora stava dormendo pacificamene in un materasso che Kankuro aveva messo sul pavimento per far in modo che il felino stesse più comodo. Nonostante l’atmosfera si fosse tranquillizzata, io non riuscivo a prendere sonno: ero ancora troppo agitata dalla giornata a dir poco movimentata e spericolata appena passata; anche se mi era stato vietato uscire dalla casa decisi di alzarmi dal letto e prendere una boccata d’aria andando sul tetto dell’edificio.
Il vento di Sunagakure soffiava fievole e leggiadro tra gli edifici della città portando con sé qualche granello di sabbia che si divertiva a ballare al suo ritmo, la luna bianca dominava l’infinito cielo stellato che brillava come non mai, l’afa e il calore che ero abituata a sentire durante la giornata erano stati sostituiti da una leggera brezza notturna piacevole da sentire al contatto della pelle, l’intero Villaggio stava dormendo. La vista da quel palazzo era meravigliosa; da lassù si poteva ammirare ogni più piccolo dettaglio di Suna: i campi d’allenamento, i negozi, le vie del Villaggio, le piazze .. quel luogo pareva talmente silenzioso e pacifico che sembrava impossibile essere lo stesso che durante il dì era così attivo e trambusto.
Mi piaceva quel silenzio, in qualche maniera mi dava la sensazione di essere libera; mi appoggiai alla ringhiera del tetto e chiusi gli occhi per qualche istante. In quel momento di pace m’immaginai di essere trasportata dal vento e di poter spiccare il volo in qualche posto lontano; quella sensazione l’avevo già percepita tempo prima, evidentemente, volare, era una cosa che sognavo da tempo di fare, forse addirittura da prima di perdere la memoria … “già, la memoria …” ritornai con la testa sulle spalle a quel mio pensiero che rovinò quella magnifica sensazione che sapeva tanto da liberà ..
« Mi sembrava di essere stato chiaro quando ti avevo detto di non uscire dalla casa. » ormai avevo imparato a conoscere quella voce fin troppo bene che nemmeno mi voltai per vedere chi fosse la persona appena arrivata
« Vi chiedo scusa, ma avevo bisogno di prendere una boccata d’aria.. » mi limitai a dire, guardando le numerose stelle che brillavano in quel cielo notturno
« Se vuoi puoi darmi pure del “tu”. Avremo all’incirca la stessa età. » suppose il ragazzo, appoggiandosi anche lui alla ringhiera, guardando nella mia stessa direzione
« Si ma .. lei è pur sempre il kazekage .. » Gaara rimase in silenzio, evidentemente non aveva voglia di parlare del suo ruolo all’interno del Villaggio, così decisi di cambiare la direzione del discorso, cercando di assecondare le sue intenzioni « Quanti anni ha..i? » domandai, ma subito mi corressi
« 16 » rispose semplicemente, senza esitare con il suo classico tono
Sobbalzai dallo stupore « Solo?! » chiesi immediatamente, ma subito mi accorsi di quello che avevo detto, infatti il ragazzo spostò lo sguardo su di me cercando di sottolineare il fatto che nemmeno io ero molto grande « Voglio dire .. » come al solito avevo fatto una delle mie figuracce « … da come ti comporti sembri più maturo, inoltre non è da tutti ricevere una carica così importante a un’età così giovane; devi aver lavorato parecchio per essere arrivato fino a questo punto così presto! » provai a rimediare a quello che avevo detto ma, mio malgrado, a questo punto era troppo tardi per porre rimedio.
Ero pronta ad aspettarmi una reazione negativa da parte del ragazzo, ma mi meravigliai quando Gaara fece un sottile sorriso « Lo sai, mi ricordi una persona » disse lui
« Come si chiama? » chiesi ormai incuriosita
« Naruto Uzumaki » rispose con la sua solita indifferenza « È un ragazzo che vive a Konoha, alcune volte è sbadato e spesso si caccia in situazioni imbarazzanti; aspira a diventare il futuro Hokage e nonostante tutto ha sempre il sorriso stampato sulle labbra »
« Se vive in un altro Villaggio come hai fatto a conoscerlo? » iniziavo ad interessarmi a quello che mi stava dicendo Gaara, in fondo, quella era la prima volta che facevamo una discussione senza litigare
« L’ho conosciuto tempo fa, durante la selezione dei Chunin. » si fermò qualche secondo, come se volesse riportare alla mente il momento in cui aveva conosciuto il ragazzo « .. ha fatto cambiare radicalmente il mio modo di pensare » concluse infine, tagliando corto
Ma quella semplice spiegazione non mi bastava, oramai volevo sapere qualcosa in più riguardo quel tipo « Perché? Prima qual’era il tuo modo di pensare? »
« Ti ricordi che un po’ di giorni fa ti avevo detto che sapevo come ci si sente ad essere visto da tutti con disprezzo e odio? »
« Si..» risposi, mettendomi sulla difensiva, cercando di capire le sue intenzioni. Ricordavo perfettamente quel momento: mi trovavo nel suo ufficio insieme a Temari; i due mi stavano sgridando perché ero andata nelle prigioni senza il permesso quando mi soffermai sul fatto che gli abitanti del Villaggio mi guardavano in malo modo a causa del mio legame con Kirara.
« C’è una cosa che non sai su di me .. » fece un respiro profondo come per prepararsi ad un lungo discorso poi riprese a parlare « … mio padre fu il Quarto Kazekage e per volere suo, quando ero ancora nel ventre di mia madre, sigillò su di me Shukaku, il Demone Tasso, con lo scopo di creare l’arma più potente del Villaggio. Mia madre morì dandomi alla luce e da quel momento mio padre iniziò ad odiarmi, così, più lui mi odiava, più il demone dentro me prendeva il sopravvento; fu così che il Kazekage iniziò a vedermi come un esperimento fallito e una minaccia per tutti gli abitanti di Sunagakure, e in poco tempo prese la decisione di eliminarmi, affidando questo compito a numerosi ninja esperti, ma, come puoi vedere, nessuno di quegli ordini andò a buon fine. » non avrei mai pensato che a Gaara fosse mai importato raccontare del suo passato ad un’estranea come me; così mi concentrai attentamente sulla terribile storia che stava raccontando rimanendone sconcertata « .. Attacco dopo attacco, iniziai a pensare che l’unico modo con cui avrei potuto sentirmi vivo fosse quello di uccidere altre persone, in particolare i sicari inviati da mio padre. Iniziai a intraprendere la strada del ninja, e quando fu ora di fare l’esame dei Chunin mi imbattei in Naruto che, come me, aveva subito lo stesso trattamento e, dopo avermi sconfitto, mi fece capire i miei sbagli. Dopo quell’incontro riuscii a farmi accettare dagli abitanti di Sunagakure e conquistai il ruolo di Kazekage. »
Quando Gaara finì di raccontare la sua storia rimasi basita: non avevo mai tenuto conto dell’idea di poter conoscere qualcun’ altro che avesse legami con un demone, ma soprattutto, fui colpita dal legame che aveva quel ragazzo con il proprio padre e questo mi depresse molto
« Ti chiedo scusa. Il mio scopo non era quello di renderti triste, bensì quello di farti capire che non sei l’unica che si trova nella situazione di essere disprezzata da tutti a causa di Kirara. » fu evidente che il ragazzo comprese immediatamente il mio stato d’animo
“Dannazione! ..riesce sempre a capirmi..!”  mi morsi il labbro inferiore, cercando di rimproverarmi del fatto che davanti a lui ero sempre un libro aperto e la cosa un po’ mi urtava
« È tardi .. è meglio andare a dormire » concluse lui, molto schiettamente
« Si, hai ragione .. » mi limitai a dire volgendomi verso Gaara. Arrossì. Gaara si trovava a un palmo da me, era maledettamente vicino “Che vuole fare!?”  alla vista della sua mano che si avvicinava lentamente al mio viso, il cuore andò a mille, e quando le sue pallide dita mi toccarono il mento per alzarlo e far in modo che potessi guardarlo dritto negli occhi, una goccia di sudore mi scese lungo tutta la schiena e un brivido mi percosse tutto il corpo  « Buonanotte. » le sue labbra toccarono la mia fronte per dare un unico fievole bacio e poi andarsene; rimasi qualche secondo immobile, guardando il rosso che si allontanava e andava verso l’interno della propria abitazione. Portai la mano al petto: il cuore stava per scoppiare, sentii un improvviso calore “che mi prende?...non mi starò innamorando!?..” deglutii e scossi il capo, cercando di allontanare quel pensiero “Impossibile! È la stanchezza che fa quest’effetto..” pensai, imponendomi quell’idea nella testa.

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Capitolo 2
*** Una famiglia unita, due Clan in conflitto ***


Note dell’autrice:  Salve a tutti! ^^
Ringrazio tutti quanti perché –per mia grande sorpresa- ho visto che le letture del primo cap di questo sequel hanno subito raggiunto i numeri che c’erano nei cap precedenti ^^ e un grazie di cuore a tutti quelli che hanno messo la ff nelle seguite/ricordate/preferite *-*
Lo so, solo la solita pasticciona che ritarda nel pubblicare e vi chiedo scusa :/
Ora vi lascio, ciao ciao buona lettura e se riuscite mi fareste un favore se lasciate una piccola recensione (^w^)/
 
 

… Anni prima, quando era ancora in carica il Quarto Mizukage, nel paese dell’acqua c’era un villaggio conosciuto come “Villaggio della nebbia insanguinata”; infatti, in quel periodo, si combattevano numerose guerre civili e le rivolte erano all’ordine del giorno. Si pensava che tutto ciò fosse causato dall’infiltrazione di un’organizzazione criminale conosciuta con il nome di… Akatsuki …
… I Clan di quel Paese iniziarono un lungo conflitto, i più deboli furono subito eliminati, altri invece, si fecero strada tra il sangue dei propri compaesani. I Clan Hozuki e Yuki erano solo due dei più potenti, questi si odiavano e tra di loro c’era un conflitto che durava già da anni; i primi avevano la caratteristica di avere occhi viola, capelli bianchi e la loro forza era basata sul poter controllare a proprio piacimento l’acqua, i secondi avevano occhi e capelli neri e la loro qualità più potente era basata sul fatto che avevano l’abilità innata di controllare il ghiaccio …
 
Il letto su cui dormivo sembrava esser diventato improvvisamente più scomodo, gli occhi non la smettevano di starsene spalancati e il cuore continuava a pulsare agitatamente: il sonno pareva scomparso.
Mi girai su di un lato e vidi Kirara dormire tranquillamente in un comodo materasso steso a terra appositamente per lei dai tre fratelli. Alla vista della mia compagna, così beata, mi venne un sorriso spontaneo e non potei nascondere un pizzico di gelosia nata dal fatto che lei riuscisse a dormire serenamente.
La scena di Gaara che mi baciava la fronte continuava a ripetersi nella mia mente: il tocco delicato della sua mano, le sue labbra appoggiate alla mia fronte … scossi la testa per scacciare quel ricordo; eppure, quella sua unica parola, udita altre centinaia di volte, mi sapeva di familiare “Buonanotte”, in qualche modo il gesto che aveva fatto il ragazzo mi ricordava qualcosa che avevo già visto in passato, qualcosa, che avevo già vissuto.
Poco alla volta gli occhi iniziarono ad appesantirsi e la stanchezza si faceva sempre più opprimente; non potei far altro che chiudere le palpebre e immergermi nei miei sogni ..
 
… La nebbia dominava l’intero paesaggio circostante; vedere la luna piena era praticamente impossibile. Ero sulla riva di un laghetto, mi avvicinai, il riflesso dell’acqua rivelò il volto innocente di una bambina con i capelli che le cadevano sulle spalle e piccoli occhi viola.
I passi insicuri di una persona si avvicinarono; alzai lo sguardo: una donna con un tipico kimono si avvicinò poi s’inginocchiò, arrivando così alla mia altezza « .. Ricordi quello che ti ho detto? .. » la donna aveva lunghi capelli neri raccolti in una cipolla con la frangia che le copriva la fronte e occhi dello stesso colore
« Si, mamma » le risposi senza indugi; lei si alzò e mi prese per mano, iniziammo così a camminare verso un sentiero nascosto nel bel mezzo di una foresta dove un uomo ci stava aspettando
« Va a salutarlo » mi consigliò la donna, lasciandomi andare
« Papà! » corsi verso quell’uomo, era alto, aveva braccia forti, anche lui con capelli bianchi e occhi viola, si abbassò e mi prese in braccio, accogliendomi con un enorme sorriso stampato sul volto « … ho paura … » gli confessai, racchiudendomi nel suo petto, con la classica voce di una bambina spaventata da un incubo
Fin da quando ero nata, i miei genitori mi tenevano distante da tutti « … È pericoloso che qualcuno ti veda … » dicevano « … faranno del male sia a te sia a Kirara se vi trovano … » continuavano a ribadire, così non ebbi mai l’opportunità di conoscere nessuno, ma non ero arrabbiata con loro: mio padre aveva costruito una piccola casa nel bel mezzo della foresta dove passavo quasi tutto il tempo in compagnia di Kirara, quando bisognava mangiare mia madre ci portava del cibo e da bere in grandi quantità e durante la giornata lei e mio padre cercavano di fare dei turni per far in modo che io stessi da sola il meno tempo possibile. Non era il massimo come vita ed erano pochi i momenti che passavamo tutti e quattro insieme, ma in fondo, non sapevo cosa volesse dire stare con qualcun’ altro e quindi a me andava bene così.
« Non preoccuparti, qualsiasi cosa succeda, io e la mamma ti proteggeremo .. » rispose, sforzandosi di fare buon viso a cattivo gioco, ma si poteva capire chiaramente che non era una situazione facile « .. e ricordati: tu sei molto potente e con te si sarà sempre Kirara, insieme siete una coppia eccezionale e potrete fare grandi cose insieme. Ora sei troppo piccola per capire, ma vedrai che quando sarai più grande, tutto sarà più chiaro » mi scompigliò con dolcezza i capelli, cercando di farmi sorridere almeno un po’. La donna ci raggiunse e l’uomo abbracciò anche lei scoccandole sulle labbra un bacio che fu ben accettato; per un po’ ci fu del silenzio quasi sacro, poi l’uomo fu costretto a spezzarlo « È arrivato il momento di salutarci, dov’è Kirara? .. » cercò di dire stando il più sollevato possibile, ma il suo sguardo continuava a tradirlo.
 Io e Yume l’abbiamo nascosta al solito posto, lì sarà al sicuro » anche il tono della donna era sempre più malinconico
« Bene, allora dobbiamo andare»  lui mi strinse forte a se per salutarmi
« Ma perché dobbiamo nasconderci? Io voglio stare con voi..! » chiesi a entrambi, preoccupata dal loro comportamento e replicando quel che volevo
« Questo è un periodo molto brutto per noi abitanti della Nebbia e stanno per esserci altri conflitti tra Clan, per questo tu e la mamma dovete nascondervi » spiegò l’uomo con un tono scoraggiato da tutto ciò
« Ma .. ci vediamo domani .. non è vero? .. » gli chiesi, speranzosa, ma allo stesso tempo triste, dato che sapevo già la risposta; mio padre non rispose, si scambiò un’occhiata con la moglie, alla quale erano scappate un paio di lacrime, che asciugò subito: non voleva che io la vedessi così
In quel periodo, nel Villaggio della Nebbia, diverse famiglie stavano per entrare in una guerra civile ed  i Clan Yuki e Hozuki non erano da meno, così, i miei genitori, provenienti dai due rispettivi Clan decisero di nascondermi, con lo scopo di proteggere me e Kirara « Forza, andiamo » disse lei, così l’uomo mi mise a terra, io ripresi la mano della donna e prendemmo due direzioni opposte, immergendoci così nella nebbia più densa che mai..
« Mamma .. dove stiamo andando? » guardai la donna che iniziava ad agitarsi
« A nasconderci tesoro » continuavamo a camminare, schivando alberi e massi che si potevano vedere solo all’ultimo; poi ci fermammo davanti ad una parete rocciosa
« E adesso? » le chiesi intimorita dal fatto che ci eravamo perse: per me, orientarmi in quella fitta nebbia era impossibile, ma mia madre e mio padre mi raccontavano sempre che nel nostro paese la nebbia era quasi perenne e che, di conseguenza, mi sarei abituata presto alla sua presenza
« E adesso ci nascondiamo e aspettiamo che tutto finisca .. » rispose lei; si staccò dalla mia debole presa e iniziò a spostare alcuni cespugli posti sulla roccia: poco alla volta iniziò a scorgersi una rientranza che diventava sempre più grande man mano che la donna spostava gli arbusti, alla fine si rivelò un passaggio abbastanza grande per far passare due persone alla volta « … forza andiamo, così lì saremo al sicuro » mi disse semplicemente, ma non sembrava molto sicura, così, una volta entrate, la donna si preoccupò di nascondere per bene il passaggio segreto. Camminammo per un po’ lungo un corridoio stretto che ci condusse in una caverna abbastanza grande da contenere una decina di persone; la donna si avvicinò ad una rientranza della parete dove c’erano delle coperte, del cibo e dell’acqua « Lo so che c’è freddo, ma non possiamo accendere il fuoco quindi ho procurato delle coperte in più, c’è anche qualcosa per fare uno spuntino » mi spiegò, facendomi l’occhiolino, come segno di complicità « Ora però è tardi .. che ne dici di dormire un po’ ? » mi propose lei, avvolgendomi in una coperta; io mi avvicinai a lei, racchiudendomi nel suo ventre « Buonanotte » mi disse, porgendomi un delicato bacio sulla fronte
« Notte mamma » le risposi, chiudendo gli occhi e immergendomi del sonno più totale; era stata una giornata lunga, ed io ero stanca, così non ci misi molto per addormentarmi profondamente ..
 
 
Angolino dell’autrice: ora che avete letto posso anche chiederlo :’) …
Yume è la figlia di genitori provenienti da due Clan che sono sempre stati in guerra fra loro: il Clan Hozuki e il Clan Yuki … la mia intenzione era di farvelo capire, ci sono riuscita? O senza avervelo detto ora non lo avreste capito?
Per favore ditemelo (anche per messaggio privato) in questo modo saprò se nei prossimi capitoli dovrò essere più chiara o se va bene così il modo in cui spiego :’)
Ciao ciao a tutti, alla prossima settimana! (^w^)

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Capitolo 3
*** I sentimenti di una madre ***


… La notte era iniziata da poco ed io stavo dormendo vicino a mia madre avvolta in una coperta, quando fui svegliata da un potente rimbombo che proveniva dall’esterno della caverna « Cos’ è stato? » chiesi più spaventata che mai spalancando gli occhi.
« Non preoccuparti, vedrai che presto finirà » si affrettò a dire « Continua a dormire, così non ti accorgerai di nulla.. Va bene? » cercò di consolarmi.
Non feci in tempo a risponderle, che un altro boato si fece risentire, questa volta più vicino e più potente, sembrava essere l’esplosione di una bomba.
« Mamma ho paura! » esclamai, quasi sull’orlo di piangere mentre mi stringevo a lei più forte di quanto potessi
« Shhh, non preoccuparti. Ci sono qua io » cercò di rassicurarmi, facendo finta che non fosse successo nulla di grave.
La guerra civile al Villaggio della Nebbia era iniziata e nessun angolo del paese era al sicuro, tutti i Clan combattevano uno contro l’altro, senza risparmiare nessuno; fuori da quella caverna tutti lottavano senza pietà e senza esclusione di colpi.
Non passò molto tempo dall’udire quell’esplosione che s’ iniziarono a sentire le grida di battaglia degli uomini e molto presto anche la terra iniziò a tremare per le forti scosse provocate dalla guerra; sembrava che anch’ essa si stesse lamentando per il troppo sangue sparso.
« Tra poco tutto passerà, tranquilla » la donna cercava di calmarmi come poteva, ma la mia paura stava prendendo il sopravvento; cercai di fare dei respiri profondi con lo scopo di calmarmi, ma tutto risultò vano
« Mamma che succede adesso?! » iniziai a strillare: la grotta cominciava a tremare e alcuni pezzi di pietra avevano preso a crollare dalle pareti; la battaglia si era fatta vicina.
« Mi fai una promessa? » mi domandò lei d’un tratto
« Quale promessa? » le chiesi ulteriormente
Mi guardò dritta negli occhi « Se io vado fuori a vedere quello che sta succedendo, tu rimani qua; qualsiasi cosa succeda »
« No! Ho paura! » esclamai, attaccandomi a lei il più possibile sperando che non se ne andasse da me
« Yume ascoltami bene: tu sei una bambina diversa, tu sei speciale! Sei capace di cose che nessun’altro può e al tuo fianco ci sarà sempre Kirara.. anche se io e papà ce ne andremo, non ti abbandoneremo mai, perché saremo sempre dentro al tuo cuore..! Bimba mia, ora sei piccola, ma vedrai che crescendo ti farai tanti amici e chissà, magari in futuro sarai anche un punto di riferimento per qualcuno. Solo una cosa ti chiedo: non permettere mai che la spirare l’odio e di dolore che avvolge questo mondo ti trascini con sé; non lasciarti influenzare dalle cose negative e fatti circondare da sensazioni belle e positive. Solo questo ti chiedo » con queste parole la donna si staccò dalla mia debole presa e mi aprì la mano destra; indicò con un dito una strana voglia a forma di rombo che avevo della mano « .. Ricordati, lei c’è sempre » mi fece un sorriso e si concesse di darmi un altro bacio sulla fronte, infine si alzò e andò verso la galleria che portava all’uscita; « Mi raccomando: non uscire dalla grotta fino a quando non sarà tutto finito; qui dentro sarai al sicuro » si voltò per dirmi queste ultime parole ma non mi salutò, né mi concesse di dire niente: semplicemente, se ne andò …
 
La scena della donna che se si allontanava continuava a ripetersi nella mia mente, rumori di battaglia risuonavano nella mia testa come dei rimbombi sempre più potenti e frastornanti; mi misi le mani sulle orecchie, nella speranza che tutto quel frastuono diminuisse « B-basta.. basta .. Basta! » urlai, ma nulla da fare.
Mi sedetti portando le ginocchia più vicine possibili al petto, chinai la testa continuando a dire quell’unica parola che in quel momento riuscivo a pronunciare con le lacrime che ormai erano agli occhi « Basta .. »  ripetei nuovamente ..
D’un tratto, tutt’attorno si fece silenzio: la terra non tremava, gli scoppi delle bombe erano terminati e le urla degli uomini non si sentivano più. Sembrava che il tempo si fosse fermato e che quel mio desiderio che la guerra finisse si fosse improvvisamente realizzato. Mi asciugai le guance, mi sfregai gli occhi ormai rossi cercando di capire se quel silenzio inaspettato fosse solo il frutto della mia mente o se fosse reale; ma nulla di quel momento era un’illusione.
“Mamma ha detto che non posso uscire fino a quando tutto non sia terminato..” pensai “..quindi ora posso uscire..” giunsi a questa semplice conclusione, così feci un respiro profondo e decisi di raccogliere tutto il coraggio che avevo in corpo per andarmene dalla caverna. L’entrata non era più nascosta dagli arbusti e un liquido rosso gocciolava dalla parete, rabbrividii capendo di cosa si trattasse. Uscii con cautela, la nebbia si era diradata e la luce della luna permetteva di guardare ciò che mi era attorno. Fui accolta da uno scenario tetro e cupo: nell’erba erano ammassati numerosi corpi senza vita di ninja che non conoscevo, kunai e shuriken erano sparsi nel campo di battaglia e l’odore acre del sangue iniziava a farsi sentire nell’aria. I miei occhi balzavano da una parte all’altra della scena: in quell’istante la mia unica preoccupazione era quella di trovare mia madre in mezzo a tutte quelle persone; feci un passo fuori dalla caverna, nella speranza di allargare il mio raggio visivo, poi due ed infine tre ..
« Per di là! C’è qualcuno! » una manciata di uomini sbucò da un albero per poi scomparire nuovamente balzando in un’altra pianta
“Che mi abbiano vista?” pensai immediatamente, ma qualcosa mi diceva di no “forse loro sanno dov’è la mamma..” una parte di me voleva inseguire quelle persone, un’altra mi diceva di rimanere nascosta; tentennai per un po’, poi decisi.
Mi feci nuovamente coraggio e mi misi a correre il più veloce possibile nella stessa direzione di quegli uomini; man mano che correvo verso una meta che nemmeno io ero sicura di avere, le urla della battaglia mi assalivano la mente ritornarono a farsi sentire. Ad un certo punto fui costretta a bloccarmi e nascondermi dietro un albero.
Una donna, un’unica donna, circondata da una decina di uomini. Lei indossava un classico kimono, aveva capelli scuri raccolti in una cipolla, non ci misi molto a capire chi era.. “mamma!” ma subito un altro dettaglio mi colpì, lasciandomi ancora più sbalordita: gli uomini che la stavano circondando avevano alcuni tratti uguali ai miei e a quelli di mio padre: tutti avevano capelli bianchi e, anche se ero distante, si vedevano chiaramente i loro occhi viola “Perché anche loro sono così?” nella mia mente, una miriade di domande si stavano facendo strada.
Presto uno degli uomini si scagliò contro la donna, puntandole una katana, lei fu agile e schivò l’attacco senza troppi indugi; la donna approfittò di quel momento di vulnerabilità dell’uomo per affondargli un colpo sulla schiena, sembrava fosse andato a segno, ma quest’ultimo si trasformò in acqua lasciandomi basita “Com’è possibile?” mi domandai. Non passarono molti secondi che un secondo uomo attaccò mia madre alle spalle; lei sembrò non accorgersene « Mamma! Dietro di te! » urlai nella vana speranza che lei se ne accorgesse ..
 
« NO! » urlai; spalancai gli occhi, avevo il cuore in gola e il respiro corto. Mi guardai tutt’attorno, ero di nuovo nella stanza che mi era stata gentilmente offerta dai tre fratelli. Kirara, che prima stava dormendo beatamente, mi venne appresso Tranquilla, era solo un brutto sogno..” riuscì subito a capire la causa del mio spasmo
“No..” le dissi non appena mi ricomposi “..era un brutto ricordo..” mi voltai verso di lei, bastò solo un’occhiata per trasmetterle i ricordi appena ricevuti, in risposta, anche lei sembrò turbata da ciò
« Tutto bene?! Abbiamo sentito che stavi urlando..! » Kankuro balzò dentro la stanza seguito a ruota da Gaara e Temari, i tre erano pronti per qualsiasi evenienza.
Guardai perplessa i tre per qualche istante, poi ricordai l’urlo al mio risveglio « Tranquilli! Era solo un brutto sogno..! » cercai di spiegare la situazione ai ragazzi
« Sei sicura?. » la voce calma e fredda di Gaara risultava tale anche nel bel mezzo della notte. “Come fa?”  domandai al mio stesso intelletto e subito mi saltò alla mente il bacio casto che mi aveva dato nel tetto, poco prima di addormentarmi; arrossii a quel ricordo
Yume!” Kirara mi riportò la testa nel presente; io mi scossi leggermente e mi limitai ad annuire goffamente alla domanda del ragazzo che, però, sembrava poco convinto « Come vuoi. Ricordati, per qualsiasi cosa non esitare a chiedere. » girò i tacchi come se nulla fosse « Forza, torniamo a dormire » si rivolse poi ai due fratelli che lo seguirono « Buonanotte! » mi salutò Temari
« Notte » le risposi.
La stanza tornò a essere buia e mi avvolsi alle coperte il più possibile, portandomele fino al mento.
“Perché non gli hai detto del sogno…?” domandò Kirara
Per adesso non voglio dire nulla sul mio conto..” raccontare qualcosa di me a gente che conosco a malapena mi metteva paura; forse avevo il terrore che, fidandomi di qualcuno, la mia speranza venisse tradita, proprio come nel caso dell’infermiera Seiko
“Dove sei andata prima?”
“Prima quando?”
“Prima di addormentarti sei uscita dalla stanza, non fare la finta tonta..!” la guardai per un istante e notai che mi stava fulminando con lo sguardo perché sapeva che le stavo nascondendo qualcosa. Decisi di essere sincera e raccontarle tutto: del passato di Gaara, del bacio, già .. di Gaara e del bacio … Perché lo ha fatto? Perché se n’è andato senza dire nulla? Perché prima non ha detto niente? Me lo sono immaginato? Forse l’ho impietosito e quindi ha agito in quella maniera ..
Kirara era silenziosa, persino lei era rimasta senza parole “..gli piaci!”
Saltai nel letto da quanto ero sconvolta nell’udire l’affermazione della mia amica « C-cosa?! Stai scherzando vero?! » gridai
Shh! Non urlare o ti farai sentire!” mi ammutolì subito “ .. e comunque io che ne so! Ho solo fatto una supposizione! “  non riuscii a capire se quello che aveva aggiunto lo diceva seriamente o meno
“..comunque adesso sono stanca..buonanotte”  le dissi, cercando di sviare i miei pensieri, curiosa di scoprire se anche questa volta avrei ricordato qualcosa di più del mio passato
Dormi bene e..al tuo risveglio cerca di non farmi prendere un colpo!” scherzò lei
“La tua simpatia non ha limiti!” le feci la linguaccia scherzosamente, poi mi raggomitolai riportando le coperte fino al mento; prendere sonno fu più facile del previsto.
 
 
Note dell’autore: Hei là (^w^)/
Spero abbiate passato un bellissimo Carnevale, io si ^^
Ringrazio tutti per continuare a seguirmi e a leggere la ff soprattutto chi ha aggiunto la storia tra le seguite/preferite, doumo rigato! (=grazie mille) *^*
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo, ovviamente ci tengo è inutile dirlo u.u
Ora vi saluto!
Ciao ciao alla prossima!   \( °ω°)/

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Capitolo 4
*** Opportunità ***


Quando aprii gli occhi fui accecata dall’eccessiva luce che entrava nella stanza. Kirara continuava a riposare beata “è meglio lasciarla stare” pensai.
Uscii dalla stanza, notai che non c’era nessuno in casa e portai alla mente quello che Temari mi aveva detto il giorno prima “Domani mattina nessuno sarà in casa, ma non preoccuparti, arriveremo tutti entro pranzo” ricordo che mi fece l’occhiolino a quell’affermazione.
Mi feci una doccia e come al solito rimasi sotto l’acqua corrente per un bel pezzo; in qualche miniera, stare a contatto con quell’elemento mi rilassava ogni volta. Ad un certo punto decisi di uscire, così mi avvolsi in un asciugamano e indossai gli abiti nuovi di zecca comprati con la ragazza qualche tempo fa: una maglietta blu smanicata aperta ai fianchi, pantaloncini che arrivavano alle ginocchia; mi infilai le classiche scarpe basse da ninja e delle calze a rete che arrivavano a metà del polpaccio, infilai delle fasce nere su entrambi gli avambracci e come tocco finale mi avvolsi attorno al seno delle fasciature bianche.
Ormai era mattina inoltrata e fare colazione era troppo tardi, così decisi di guardare quel che i tre ragazzi avevano in cucina e di mettermi ai fornelli; non sapendo i loro gusti decisi di cucinare del ramen, fare un po’ di onighiri e per concludere in bellezza preparare dei dango.
“Che profumo!” Kirara mi raggiunse e iniziò a guardare con attenzione quel che stavo facendo
“Che c’è?”  la guardai di soppiatto intuendo quel che voleva
Lei si sedette davanti ai fornelli proprio dove stavo cucinando la carne per fare il Ramen, iniziò a guardarla, poi scostò lo sguardo poco alla volta verso me usando il trucchetto degli occhioni dolci “Ohh! Kirara! Sei così carina!” decisi di stare al suo gioco e sembrò quasi che lei ci stesse credendo “… ma avrai la carne solo quando saranno arrivati tutti!” l’ammonii in fine e lei in risposta tirò in dietro le orecchie con fare offeso “Questa me la paghi!” e a quell’affermazione scoppiai a ridere perché il suo tono risultò impacciato e incapace di dire altro
 
« Siamo tornati! » la porta di casa si aprì di colpo e la voce di Temari si fece subito sentire
« Ciao! » contraccambiai il saluto, poi guardai più attentamente: solo Temari e Kankuro erano arrivati « Gaara quando arriva? »
« Purtroppo ha avuto un imprevisto che lo ha costretto a restare in ufficio » spiegò il ragazzo
« Ah, ho capito » rimasi delusa nel sentire quella risposta, ma Gaara era il Kazekage e non poteva cedersi il lusso di lasciare del lavoro in sospeso
« A proposito di Gaara, ha chiesto se più tardi lo raggiungi in ufficio, a quanto pare ti deve parlare di qualcosa di importante » sobbalzai a sentire Temari
« Di che cosa vuole parlare? » cercai di rimanere impassibile, ma a mio malgrado sentii che il rossore stava prendendo il sopravvento nel volto
« Non lo so, non ha aggiunto altro.. » Temari fece spallucce
 
Il pranzo passò più in fretta del previsto, avevo una strana sensazione su quello che poteva accadere con il Kazekage; e non appena uscii dall’ appartamento non ci misi molto per raggiungere il suo ufficio. Mi fermai davanti alla porta, feci un respiro profondo e bussai
« Avanti. » la voce suonò appena nel corridoio ma era sempre fredda e sicura di sé
« Permesso .. » esitai
 Il ragazzo era chino sulla scrivania intento a compilare diversi documenti, non appena entrai si limitò ad alzare lo sguardo « Siediti pure. Per favore, pazienta qualche istante » feci quello che mi era stato detto e non riuscii a trattenere una smorfia alla vista di tutte quelle scartoffie “Come fa a non diventare matto?!” non ci misi molto a capire che passare giornate immersa in pergamene non faceva per me.
Gaara smise di scrivere dopo poco « Come stai? »
Rimasi basita “Ha chiesto di vedermi solo per chiedermi come sto?!” tra tutte le cose che poteva chiedermi questa era di certo l’ultima a cui avrei pensato « B-bene .. »
« E Kirara? Mi è sembrata molto stanca dopo lo scontro con il sosia del Dottor Ayane »
Erano passati un paio di giorni da quello scontro: l’infermiera Seiko e il Dottor Ayane mi avevano curata al mio arrivo al Villaggio, pensavo che fossero due persone affidabili, ma ben presto si rivelarono per quello che in realtà erano, tentando di catturare me e Kirara. Ci fu uno scontro durante il quale vennero eliminati entrambi, ma i loro corpi non furono mai ritrovati ..
« Si sta riprendendo piuttosto in fretta direi » sorrisi; mi veniva spontaneo farlo quando parlavo di lei
« Bene, meglio così. » si prese un po’ di tempo prima di proseguire « .. ho visto il tuo combattimento contro Ayane, devo dire che te la sei cavata abbastanza bene. Ti ricordi forse di aver preso parte a qualche allenamento? »
Mossi la testa come per dire “no”, qualcosa mi diceva che quella discussione stava prendendo la piega sbagliata.
« Ho visto che sei riuscita ad ammortizzare alcuni colpi diretti, non è una cosa da tutti. Complimenti. »
« Grazie » non riuscivo a capire dove volesse andare a parare “perché con lui è tutto più difficile?” pensai
« Inoltre c’è un’altra cosa che ho notato .. » la sua espressione si fece più seria del solito, incutendomi un certo terrore
« Cioè..? »
Non perse un secondo a rispondere « Ti ricordi di Kiyokuro? »
Annuii, come potevo dimenticarmene? Quella ragazza aveva il mio stesso simbolo dello Yin e dello Yang, con l’unica eccezione che lei lo aveva nella pancia mentre io nella mano, inoltre era conosciuta come uno dei più pericolosi criminali e io, per saperne di più sul suo conto mi ero intrufolata nella sua cella.
« Devo riconoscere che sei stata proprio brava ad aggirare i ninja di guardia alle prigioni trasformandoti in acqua e ad arrivare alla cella della tua amica mantenendo quello stato .. »
Sobbalzai, come poteva saperlo? Quella cosa era vera, ma allora nessuno se n’era accorto e soprattutto lo avevo fatto senza il suo permesso. Ora iniziavo seriamente a preoccuparmi per come sarebbero andate a finire le cose « C-cosa?! Quale amica?! Io l’ho vista solo un paio di volte e basta! ..inoltre non so proprio di che stai parlando! » cercai di deviare il discorso
« Non negarlo: non sei brava a mentire, inoltre ti ho vista mentre ti trasformavi » con quel ragazzo tutto mi risultava più difficile « Sai, conosco una tecnica particolare che mi permette di osservare a distanza, si chiama “terzo occhio”, in pratica riesco a creare un occhio di sabbia e tramite esso posso vedere tutto »
“Dannazione! Ora si che sono nei guai!” sgranai gli occhi su di lui, dovevo concentrarmi e trovare una maniera per scamparmela, ma il panico stava avendo la peggio su di me
Calmati! Così non concluderai nulla” la voce di Kirara si fece strada nei miei pensieri
Si lo so, ma che posso fare?!”
“Nulla…Penso”
Feci un sospiro, aveva ragione; raccontare i miei ricordi a Gaara non mi costava nulla, ma dentro di me sentivo un blocco
« Ti posso capire se non ti fidi di me. » di punto e in bianco il ragazzo prese la parola « ..in fondo due persone che conoscevi hanno da poco tradito la tua fiducia, è per questo che non ti costringo a dirmi quel che sai di te. » si alzò e prese una busta chiusa poggiata in uno scaffale, poi si rimise al suo posto « Ho immaginato che nel breve periodo in cui sei stata qui i tuoi ricordi abbiano iniziato a riaffiorare; così ho deciso di fare una ricerca sulla tua storia analizzando le tue capacità » indicò la busta « ..Ora sta a te decidere: vuoi raccontarmi quello che sai? O preferisci che ti dica quello che ho scoperto? .. se vuoi posso anche non dirti nulla e lasciare il contenuto della busta lì dentro. » il suo tono era sempre calmo e andava ogni volta dritto al punto; a volte non sembrava essere un normale sedicenne « Voglio dirti solo una cosa: è probabile che certe informazioni tu non le conosca e che ti possano far star male. » concluse
Che voleva dire con quelle ultime parole? Ero curiosa di sapere quello che il ragazzo aveva scoperto, ma forse alcune informazioni erano troppo delicate e dovevo scoprirle da me, magari se me le avesse date lui e non le avessi ricordate da sola avrei rischiato di rimanere delusa del risultato o peggio, pentirmi di quello che avevo fatto e delle mie origini
Nei tuoi sogni dicevi di essere fiera dei tuoi genitori ..” Kirara intervenne
“È questo che mi preoccupa: se scopro che loro in realtà mi vedevano come un mostro? Forse è per questo che mi tenevano segregata dal mondo..!” in quel momento avevo troppe domande e troppe poche risposte, urgeva togliermi alcuni dubbi, ma scoprire la verità probabilmente mi avrebbe fatto star male. Feci un respiro profondo per farmi coraggio “..Kirara..”
“Tranquilla, hai tutto il mio appoggio, qualunque sia la tua scelta!” anche se Kirara non era con me mi rendeva felice averla conosciuta.
Ritornai con la sguardo sul Kazekage « Ho deciso »
Per un attimo sembrò che nei suoi occhi passasse un lampo di curiosità che però scomparve quasi immediatamente, riportando alla serietà il ragazzo.
 
 
Note dell’autrice: Hei là! \(^w^)/
Lo so, mi odierete per questo ritardo ma ultimamente ho tutte le giornate piene e in più la voglia di scrivere si fa desiderate ._.   … abbiate pietà di me :’3
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e colgo l’occasione per ringraziare chi ha messo la storia nelle seguite ^^
Ho cercato di mettere un’immagine di Yume, ma ovviamente la mia testolina idiota non ha capito come fare per caricare le immagini e quindi cercherò di metterla almeno al prossimo capitolo -.-" ..portate pazienza vi prego :'/
Detto questo vi lascio, ciao ciao alla prossima! (^-^)/

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