anny and amy: i riccordi perduti

di GinaAndViky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La verità allo scoperto. ***
Capitolo 2: *** La verità allo scoperto. Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Mi caccio nei guai anche da sola. ***



Capitolo 1
*** La verità allo scoperto. ***


Annastassia Johnson si trovava nei boschi dell' Inghilterra lavorando per il suo progetto. Le sue mani correvano da una parte all'altra velocemente lavorando senza riposo. Ormai le dita le facevano male e aveva la faccia unta d'olio. Ma era impossibile fermarsi. Si spostò una ciocca dei suoi capelli rosso fuoco dalla faccia e sorrise osservando il suo lavoro ormai quasi finito. Si pulì le mani con un tovagliolo e guardò il cielo provando a riprendere il fiato. Era tutta sudata per il lavoro fatto ma era soddisfatta. Il cielo era grigio, di sicuro stava per piovere. Guardò attraverso la finestra del suo “rifugio” e osservò gli alberi che non finivano mai. Il suo rifugio consisteva in una piccola capanna ormai abbandonata, dove poteva avere i suoi attrezzi e lavorare senza essere disturbata. C'era una piccola scrivania con dei piani e attrezzi sopra, poi una piccola sedia e un caminetto. Ma questo era abbastanza per anny. Respirò profondamente e si preparò per il tocco finale. Mentre aggiustava le piccole viti, sentì un rumore in lontananza. Anny non ci fece caso all'inizio, ma quando lo sentì per la seconda volta si decise di andare a vedere. Aprì la porta con cautela, se avessero scoperto che si trovava li sarebbero stati guai grossi. Quel posto era abbandonato, ma aveva un proprietario e poche volte veniva a controllare la sua proprietà. Neanche i suoi nonni sapevano che lei aveva quel rifugio. Non vide nessuno all'esterno, ma si sentì rumore di passi dietro la capanna. Magari non era il proprietario, magari erano dei semplici turisti persi. Si decise ad uscire, tanto ormai era evidente che ci fosse qualcuno li. Fece un respiro e iniziò a contare i secondi che mancavano finche lei riuscisse a vedere il volto dell'intruso. La sua sorpresa fu grande al sentire una voce alle sue spalle. Si spaventò cosi tanto da cadere da dietro le sbarre della capanna, che arrivavano fino alla cintura. Anny si fece male alla testa e vide tutto annebiato per qualche secondo. Quando riuscì a mettere a fuoco vide un ragazzo, piu o meno della sua età, vestito di nero e con una pelle così chiara da sembrare un morto. I suoi occhi e capelli erano sempre neri e aveva un'area misteriosa.
-Tu chi sei?- chiese lui per primo, visto che lei era troppo nervosa per parlare.
-Potrei chiedere lo stesso a te- disse lei con un filo di voce. Di certo dei ragazzi carini non passavano mai da quelle parti. Lui non rispose ma si limitò a studiarla. La guardò dalla testa ai piedi per quasi 20 minuti. Lei era ancora troppo sconvolta per parlare e quindi lo osservò anche lei. Aveva un giubotto nero di cuoio e delle scarpe dello stesso materiale, quelle di montagna. Non c'era molto da osservare, ma in lui c'era una forza misteriosa. Anny deglutì con difficoltà e si alzò pian piano. Lui continuava ad osservarla.
-Sei una sacerdotessa di Iside ?- chiese lui dopo un po' di sienzio scomodo da parte di anny. Lei ne rimase sorpresa davanti a tale domanda che prese un po' di tempo prima di rispondere.
-Come?- chiese sorpresa. - senti, io non so chi sei tu e di certo non dovresti essere qui.perche non te ne torni in citta?- ma lui la ignorò completamente con la sua seguente domanda.
-Allora sarai sua figlia?- disse osservandola come se fosse un oggetto. Anny senti le sue guance bollire e divvenne rossa come i suoi capelli.
-Non so di che cavolo stai parlando- disse lei quasi gridando- e non ho intenzione di saperlo. - detto questo provò ad andare verso la porta della capanna ma lui era in mezzo. Stranamente continuò a parlare.
-Hai un messaggio da lei per me?- chiese quelo strano ragazzo carino-misterioso davanti a lei. Anny si tolse una ciocca dei capelli dalla faccia con orgoglio e lo guardo seriamente negli occhi.
-Non so di chi parli, non so di cosa parli e non capisco perche dovrei avere qualche messaggio per qualcuno che non conosco neanche. - disse più tranquilla che mai. Lui rimase in silenzio pensando. Ci mise tanto tempo che la ragazza stava diventando nervosa a morte, aveva bisogno di qualcosa da prendere in mano, mantenere ocupate le dita. Ma non aveva niente.
-Allora sei tu- disse lui con lo sguardo perso- devi venire con me. - anny per poco non scoppiava a ridere.
-Andare con te?- chiese ironicamente -Si certo. Andare con un completo estraneo é la prima cosa che mi era venuta in testa questa mattina. Tu sei matto- poi lo spinse ed entro nella capanna chiudendo la porta dietro di se e bloccandola con una sedia. Quel tizio stava iniziando a spaventarla, doveva andarsene. Ma appena si fece indietro senti la sua voce che la fece spaventare di nuovo.
-Insomma- disse lui con fastidio -Devi venire con me per forza.- Anny lo guardò male mentre prendeva uno dei suoi atrezzi di nascosto.
-Sei un psicopatico!- gridò -Vattene dalla mia capanna! Allontanati da me!- e cosi via.
Anny cominciò a lanciargli delle cose, quello che c'era sul suo tavolo di lavoro -Vattene!- ma lui riusciva a schivare tutti gli ostacoli, solo un pezzo di metallo lo colpì sulla gamba facendolo lamentare, ma niente di che. Lei fuggiva quando lui si avicinava, in poche parole tutti e due si trovarono a correre per la capanna. Ma anny era lenta e lui la prese in pochi minuti. Lei gridò per liberarsi dal suo braccio ma non le fu possibile dato che tutto accanto a lei divenne una massa nera. Sentì il suo stomaco fare un salto mortale e la sua testa girare. Dopo, all'improviso, vide una luce e quando riuscì a guardare oltre, vide il ragazzo appoggiato a un albero stanco. Lei sentì la furia invaderla e cominciò a gidarli contro. Ma quando guardò attorno a se e si rese conto di essere nella città di Londra, divenne pallida.
-Ma come...?- non poteva credere di essere nella città lontana più di 400 metri da dove si trovava. -É uno scherzo televisivo?- chiese subito -Perche se é cosi non fa ridere.- ma lui la ignorò completamente. Si trovavano nel tower bridge, molte macchine passavano accanto a loro. -Insomma, ma ti decidi a spiegarmi cosa sta succedendo?- chiese ma quando si giro verso di lui, lo vide con gli occhi chiusi apoggiato all' albero -Hei! Ma mi senti?- non rispose -Geniale! Adesso mi trovo su un ponte con un tizio che dorme! E non so neanche il suo nome!- Anny era stanca e aveva freddo. Pioveva a Londra e anche se era coperta, si era bagnata un po. Si sedette sul marciapiedi e rimase lì a soffiarsi le mani per riscaldarle. Guardò un po' tutti quelli che passavano che li guardavano male. Fantastico, adesso doveva pure essere considerata una senzatetto. Ma cosa ci faceva lì? Poteva benissimo andarsene, tanto conosceva Londra a memoria, ci abitava li. Ma no, adesso che era stata coinvolta doveva pur sapere perché e come l'aveva portata lì. Passarono circa dieci minuti fino a quando lui si decise ad aprire gli occhi, scoprendo cosi Anny che lo guardava. Lei si senti arrossire ma non lo fece vedere
.-Allora, dormito bene? Lo spero perche hai delle belle domande a cui rispondermi.- Ma lui si limitò soltando a guardarla per poi fare una smorfia e tornare a chiudere gli occhi. Anny senti la rabbia dentro se e, facendo rumore, si alzò e li diede una bella spinta da fargli perdere l'equilibrio. Poi se ne andò mischiandosi fra la gente.
-Hei ma dove vai?- lo sentì gridare, ma lei non si girò e continuò a camminare il più veloce possibile fra la gente, allontanandosi dal ponte. Quando le fu permesso, iniziò a correre per poi scontrarsi con un'altro ragazzo. Questo sembrava un elfo di Babbo Natale con la pelle scura, non tanto. Indossava una maglietta arancione con qualcosa scritto a proposito di un campo, dei jeans blu e una cintura di lavoro. La sua faccia era sporca e aveva il fiato corto. Nello scontrarsi caddero tutti e due a terra. Anny si fece male alla gamba mentre lui si graffio il gomito.
-Insomma guarda dove vai!- disse lui e Anny, che era gia abbastanza arabbiata, non poté fare altro che gridarli contro.
-Io? Guarda chi va correndo come un pazzo!- senza volerlo, delle lacrime di rabbia le uscirono. Questo sembro tranquillizare un po' quello strano ragazzo che si sentì un po' nervoso.
-Beh, si- disse lui -É stata colpa mia. Stai tranquilla.- la ragazza si asciugò le guance con la manica ormai bagnata del suo maglione. Poi lo guardò con rabbia mentre il ragazzo-emo appariva dietro a tutta quella folla.
-Ma tu non te ne eri andato!?- chiese il nuovo ragazzo latino al “rapitore” di Anny.
-Infatti sono tornato- disse lui mentre guardava lei arrabbiato -La prossima volta é meglio che non corri.- le disse -Già sono abastanza stanco per quel viaggio e adesso devo correre dietro a una ragazzina viziata.- Anny divvene rossa di nuovo.
-Io posso correre dove voglio!- gridò -E di certo non mi faccio chiamare “ragazzina viziata” da uno come te!- il ragazzo della maglietta di quel campo si misse in mezzo alzando le mani in segno di pace.
-Pace e amore!- disse -Adesso potete per favore spiegarmi come mai vi conoscete? E perché siete cosi... insomma, perché c'é cosi tanta tempesta fra voi? Su Nico, sei il primo.- Guardò il ragazzo vestito di nero aspettando una risposta ma lui non toglieva lo sguardo da Anny. Sembrava che dei fulmini uscissero dai loro occhi.
-É lei la persona di qui Iside ci parlò- disse alla fine.-Sembrerebbe una nuova recluta.- il latino americano guardò Anny dalla testa ai piedi sorpreso, ma poi sorise e si pulì le mani con un pezzo di tessuto preso dalla sua cintura.
-Ma é fantastico!- disse lui tutto allegro -Benvenuta allora! Di chi é figlia? -Non sono ancora riuscito a scoprirlo- rispose Nico.
-Sentite!- disse lei ormai stanca -Io non so chi siete e cosa volete da me. Ma so che non voglio avere niente a che fare con voi! Quindi lasciatemi in pace!- quello che aveva un nome sconosciuto per anny fischiò. Anny inarcò un sopracciglio confusa.
-Ne ha di carattere- si limitò a commentare.
Anny alzò le mani come se si arrendesse e alzò gli occhi al cielo. Poi fece mezzo giro e si allontanò. Ma per sfortuna, sentì i loro passi dietro di lei. -Eh, non prenderlo male- iniziò -Ma non puoi andartene... hai bisogno di noi- lei si fermo e si giro verso di lui. -Bisogno di voi?- chiese -Io non ho bisogno di nessuno! Sto bene cosi!- -Non capisci!- disse lui- come posso spiegartelo... tu... tu sei una di noi! Figlia di non sappiamo ancora che dio!- anny rise e scosse la testa.
-Si, certo. Io non ci casco.-
-Ma é vero! Sei un semidio! Come noi due! Dobbiamo solo capire di che dio sei figlia tu.- continuo l'elfo di Babbo Natale.
-Dal carattere sicuramente una figlia di Ares- commentò Nico -Mi sono sempre stati antipatici.- Anny continuò ad andare avanti, cominciava ad oddiare quel ragazzo. Le persone guardavano Anny di modo strano e lei non esitò a guardarsi per capire cosa non andava. Si vide avvolta dalle fiamme, fiamme vere. Anny urlò provando a toglierle di dosso. Ma era impossibile. Lei non bruciava, non lo aveva mai fatto. Non sapeva cosa significasse bruciare. Sopra di lei si trovava una fucina. Anny era sorpresa, anzi spaventata. Leo provo a tranquillizarla. Ma anny non voleva sapere niente, proprio niente.
-Hei tranquillizzati!- diceva lui -É normale, stai ferma. Scomparirà- infatti, il fuoco scomparve, anche il martello sopra la sua testa, ma attorno a lei c'era una luminosità diversa. -Adesso- disse Leo un po' distratto da qualcosa o qualcuno dietro di lei -Adesso dovrò adormentarti.
-Cosa?- chiese Anny ancora sconvolta per quello che era successo prima. -Dovrò addormentarti, tranquilla, non sentirai niente- disse lui ancora distratto, ma quando anny volle girarsi per capire cosa stesse guardando, sentì un colpo al collo. Sentì il calore percorrere per la sua schiena e gli occhi le si chiusero. Li aprì debolmente ormai a terra, ma soltanto per sentire Leo dirli al suo amico: -Avevo detto piano!-

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Capitolo 2
*** La verità allo scoperto. Parte 2 ***


-Pronto? Si, non c'é problema. Non si preoccupi, non accadrà più. Lo spero, almeno. Certo, certo. Prenderò ogni precauzione possibile-. La cornetta venne scaraventata sul telefono grigio con rabbia -Amie! Ti avevo detto che dovevi controllarti!- la voce aspra di James risuonava nella stanza -Hai distrutto la cartolibreria del centro!- fece una pausa. Chiuse gli occhi e si pizzicò la radice del naso cercando di calmarsi -Almeno non hai mandato a fuoco il centro commerciale-. Amy abbassò gli occhi sul parquet lucido 
-Mi dispiace. Ma una tizia con due zanne mi stava inseguendo - disse con fermezza. Non sembravano molto delle scuse. Ogni volta ne combinava una e stavolta, per prendere una scatola di colori dalla cartolibreria, aveva fatto un macello. Era entrata correndo ed è andata a sbattere sugli scaffali. Suo zio sorrise e il tono di voce si riaddolcí 
-Una...tizia con le zanne? Dai, non é niente. Dopotutto, eri andata lì con buone intenzioni, no?-. Lei annuì 
-Dovevo comprare i nuovi pennarelli per il corso di disegno, i bambini gli avevano praticamente distrutti- rispose. Doveva sempre cercare di rispondere come se fosse una ragazza normale, ma non lo era. Forse era pazza, forse no. Sta di fatto che riusciva a vedere cose al limite dell'impossibile. Cose davvero assurde.
 -Tanto per cambiare discorso...- cominciò suo zio -...oggi é un giorno particolare?-. Amy alzò lo sguardo fino ad incrociare quello del suo tutore. Che giorno poteva essere? Oh, giusto. Otto anni fa sua madre era morta in un incidente. Be, avrebbe anche potuto fare a meno di ricordarglielo. -Non ti ricordi? Oggi é il mio compleanno!-. Lei abbozzò un sorriso burbero. Era vero, quel giorno, otto anni fa, erano andati da James per il suo compleanno e mentre tornavano a casa...era successo tutto. Lo zio sembrò accorgersi di ciò che stava pensando e si rattristò -Lo so. Non é una bella data da ricordare. Ma oggi non voglio musi tristi!-. Amy tirò su col naso e annuì felice. Finalmente poteva godersi una giornata tranquilla come non le succedeva da anni. Qualcuno suonò al campanello.
 -Zio, vado io!- urlò scappando verso la porta di legno dell'ingresso. Sfrecciando fra le varie stanze, fece cadere un mobiletto e diversi quaderni poggiati sopra. Aprì la porta e sfoderò un sorriso tirato, sperando che non fosse il datore di lavoro di suo zio.
 -SARA!- gridò buttandole le braccia al collo -DA QUANTO TEMPO! SONO COSÌ FELICE DI VEDERTI!-. La ragazza con i capelli color fragola la squadrò per bene e si scansò dall'abbraccio 
-Numero uno- disse con voce calma e melodiosa -Ci siamo viste solo stamattina. Numero due: Cosa hai combinato stavolta?-. Amy la guardó fingendosi stupita
 -Oh, come puoi pensare una cosa del genere? Volevo solo essere piu gentile-. "Non ci crederà mai" pensò subito dopo.
 -Non ci credo- ribatté lei con una punta di ironia. "Ecco, appunto". 
-Ascolta, Sara. Oggi volevo davvero sembrare più felice perché oggi é.....mmh...il compleanno di mio ZIO JAMES!- pronunciò velocemente le parole sperando che lei ci credette -E poi oggi é una giornata fantastica, il sole che splende, gli uccellini che .. non ho preso i colori-
-COSA?!- sbraitò Sara facendo ondeggiare la treccia. Amy si morse il labbro 
-Eh....si. Torniamo agli uccellini che cinguettano e il cielo azzuro... -
-Non mi interessa il cielo azzurro!- replicò lei alzando le mani. -Perché? É tanto bello, non trovi?-. La ragazza sospirò cercando di ritrovare la calma, ma non ci stava riuscendo granché. Amy indicò la casa con due mani per invitarla ad entrare e lei accettò. Si sedettero sul divano rosso con una quantità industriale di biscotti. Fatti da James, ovviamente. Amy era davvero un disastro in cucina...e anche nelle altre stanze della casa, dopotutto. 
-Ti avevo dato un solo compito- cominciò Sara con una punta di rabbia -E non hai saputo portare a termine neanche quello! Cosa devo fare con te?-. Guardò Amy con tono accusatorio. Lei era più alta e quando si arrabbiava ti guardava sempre con lo sguardo "Mi-hai-delusa-tanto" che funzionava bene con i bambini. E a volte anche con gli adulti. Sara era adatta per fare la maestra di scuola elementare, e questo era il suo sogno. Le piaceva molto lavorare con i bambini.
 -M...mi dispiace- balbettò Amy guardando il terreno. Adesso sembrava davvero una bambina. Sara scosse la testa e sorrise con i suoi denti perfetti. Prese un biscotto e lo addentò. Mentre masticava, la stanza era piombata nel silenzio. Si riusciva solo a sentire James che fischiettava in cucina preparando la torta. Sara continuò a masticare ed Amy la guardó. Quella ragazza era, per lei, un modello da imitare. Avevano la stessa età, ma Sara era già adulta. Sapeva prendersi le sue responsabilità ed era sempre gentile con tutti. E poi non era una ragazza "perfettina". Per questo tutti la osannavano. Quel giorno, indossava un maglione verde chiaro con una scollatura a V, dei jeans e un paio di stivaletti neri. Al collo, una sciarpa gialla e verde e alcune ciocche di capelli erano colorate. Anche i bambini la adoravano. Amy, invece, non aveva molta dimestichezza con loro e passava più tempo con i ragazzi più grandi. Lei insegnava tiro con l'arco. Materia impegnativa, ma soddisfacente. James era stato il suo primo insegnante.
 -Bella, la maglietta- commentò Sara guardando Amy. Ecco, un altro suo pregio: dispensava complimenti ovunque.
 -Grazie, anche il tuo maglione mi piace- si affrettò a dire lei. Si guardò la maglietta nera con un cuore rosso disegnato a matita. Tentò di cambiare discorso -Senti...oggi che facciamo?-. Lei finì il biscotto e arrossì, senza darlo molto a vedere 
-Oggi...non posso, Amie-. James interruppe la conversazione, con grande sollievo di Sara
 -Ehi, ragazze. Esco un attimo e...non mandate a fuoco la casa. Sara, tienimi quella peste sotto controllo- ed uscì gongolante. Aspettarono che fosse uscito per continuare a parlare. Amy fu la prima 
-In che senso non puoi?- osservò la ragazza in viso, era molto facile capire come si sentisse. E in quel momento era abbastanza imbarazzata.
 -Eh...ecco..- annaspò lei in cerca di parole, ma Amy la zittì con un gesto della mano -Dylan-. Pronunciò il nome cercando di rimanere seria, ma con scarso successo. Ormai stava emettendo suoni poco dignitosi, cercando di trattenersi. Quando poi sembrò che stesse per vomitare l'anima dal naso, scoppió a ridere a crepapelle. Sara la fissò incredula. Amy non era certo il tipo da comportarsi così in pubblico, lei era sempre seria. Raramente sorrideva o rideva. In quei momenti, John la guardava affascinato. Ma ormai, come tutte le cose belle, anche lui era andato via. Partito? Scomparso? Trasferito? Nessuno lo sapeva più.
 -Amalia Watterson. Mi stai seriamente spaventando- dichiarò la sua amica poggiando le mani sui fianchi. Anche da arrabbiata era piuttosto carina.
 -Ok, va bene. La smetto- rispose lei alternando le parole a fremiti e risate. Dopo varie ricadute, fece un respiro e chiuse gli occhi sorridendo. Gli riaprì -Quando? A che ora? Dove?- chiese precipitosa. Gli occhi le scintillavano dalla curiosità. Sara sorrise debolmente 
-Domani alle cinque-. Amy stava per saltare dalla gioia, quando si bloccò -Ma...e la noiosa conferenza su nonmiricordocosa?-. Sara fece spallucce 
-Non si fa più. Abbiamo il pomeriggio LIBERO- si alzò e respirò profondamente. Amy si sdrusciò le gambe imbarazzata, non sapeva cosa avrebbe fatto quel pomeriggio. Di solito usciva con Sara, Dylan e John. Ma da quando John era andato via, Sara e Dylan uscivano sempre da soli. Ed Amy rimaneva sempre da sola.
 -Ehi. Ti dispiace?- la voce mielosa di Sara la risvegliò dai suoi oscuri pensieri. Dopo qualche secondo, Amie si ricordò della domanda e pensò ad una risposta "Si che mi dispiace! Mi fai stare sola!". Sorrise
 -No, certo che no. Divertiti-.

Scritta da : Gina. 

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Capitolo 3
*** Mi caccio nei guai anche da sola. ***


Annastasia. 

Quando Anny aprì gli occhi, si trovava in una stanza diversa dalla sua camera. Vide delle tende bianche e un muro di legno accanto a lei. Si alzò lentamente quando sentì delle voci.
-L'hai uccisa- diceva quella che sembrava di Leo.
-Ma che dici- disse quella di Nico- l'ho soltanto colpita per farla svenire, non sarebbe mai venuta di sua volontà.- .Quanto detestava quel ragazzo! Si massaggiò il collo che le faceva male da morire. Continuò ad ascoltare.
-Si, ma é rimasta svenuta per tre giorni! Non é normale, se non respirasse...- .Cadde il silenzio perché Anny batté al tetto troppo basso e colpì la testa cosi forte che cominciò a lamentarsi. Le tende si aprirono e Leo entrò dentro. -Ciao sorella!- disse provando a sembrare allegro -Era ora che ti svegliassi. Come va con la testa?- . Anny ebbe voglia di dargli quattro schiaffi, ma si contenne e si limitò a rispondere con rabbia.
-Di certo non bene, grazie a voi- disse, poi si guardò intorno -Dove sono?- Leo sorrise ancora di più, dietro di lui apparve Nico con uno sguardo serio. Anche lui gliela avrebbe pagata cara.
-Sei dentro la mia creazione!- rispose Leo aprendo le braccia -Sei nell'argo ll. La creazione più fantastica di Leo Valdez. Dovresti essere onorata. La mia barca-nave é davvero sorprendente-. Fu allora che Anny si rese conto di essere in costante movimento. Cavolo, per tutti i grandissimi cavoli del mondo.
-Fatemi vedere se ho capito- disse lei arrabbiata -mi avete trascinato contro la mia volontà dentro questa... cosa e adesso stiamo viaggiando chi sa dove?- si alzó con rabbia ormai rossa -ma che fulmini vi passano per la testa? Siete dei pazzi matti rapinatori! Fatemi uscire da qui!- ma fu subito trattenuta dai due ragazzi.
-Fermati!- si lamentó Leo -Insomma! Fammi spiegare almeno!- Anny lo guardó furiosa e si sedette sul letto aspettando una spiegazione -Allora, quello che é successo ieri. Sei stata richiamata dal dio del fuoco, Efesto, mio padre. Quindi siamo fratellastri. Comunque, sei figlia di un dio con una mortale, un semidio. C'é un posto speciale per noi, che é il campo mezzo sangue. Siamo tutti dei semidei. Altre domande? Riguardo a perche ti abbiamo portata qui... eri in pericolo lì fuori, adesso che ti avevano richiamato, i mostri sarebbero venuti da te. Capisci? Ti abbiamo salvato la vita.- Anny inizio a ridere come mai avesse riso in vita sua, credeva che tutto fosse uno scherzo, uno scherzo televisivo magari o soltanto uno scherzo pesante. Ma al guardare la faccia seria di Nico e quella vergognata di Leo, il suo sorriso scomparve.
-Non state scherzando vero?- chiese quasi spaventata, suo “fratellastro” scosse la testa dicendo di no. Anny senti fermo il suo cuore per quasi due secondi. Guardo prima uno, poi l'altro, cercando segni di falsità o di divertimento. Ma niente, tutti e due erano serissimi. -Non é possibile- si lasció sfuggire lei mentre alzava le ginocchia e abbracciava le sue gambe, poi guardò il vuoto con un aspetto pensieroso. Nessuno dei ragazzi la interruppe. Nico era proprio indifferente, mentre Leo non si trovava a suo agio in quella situazione. Dopo almeno 10 minuti lei alzó la testa. -D'accordo- iniziò -Facciamo finta che sia vero... come sapevate che io fossi una di “voi”?- chiese aspettando una risposta seria e decente. Diciamo che la ebbe.
-Noi siamo in una specie di...- iniziò Leo cercando le parole giuste -Di viaggio d'esplorazione. Una delle dee, Iside, ci disse che avremmo trovato un'indizio o qualcosa del genere, per il nostro viaggio. Poi ha portato Nico dove eri tu- indicò il ragazzo “emo” con il pollice.
-Che di certo non si è comportato molto gentilmente con me- disse lei, ma la ignorarono. -E poi il resto della storia la sai. Dopo che ti abb.... ha colpito e fatto svenire, ti abbiamo portato qui dove sei rimasta per tre giorni.- Anny lo guardò provando a registrare tutte quella informazioni. Poi scosse la testa che le stava facendo male. Ok, era una semidio, suo padre era il dio del fuoco, una dea aveva portato quel... mostro al suo rifugio e non solo! Era perfino svenuta e portata contro la sua volontà su una nave strana per tre giorni. Si, un bellissimo weekend.
-E adesso cosa...?- chiese. Leo ci penso su.
-Beh, forse é meglio che ti presentiamo gli altri.... saranno curiosi di sapere chi sei. Poi decideremmo tutti insieme cosa fare di te.- rispose l'elfo di babbo natale. Anny lo fulminò con lo sguardo.
-Cosa farete di me?- chiese quasi divertita -Ve lo dico io! Mi lascerete alla nostra prossima fermata e scomparirete dalla mia vita! Altrimenti io.... io.... vi denuncio!- Nico cominciò a ridere a testa bassa. Come la faceva diventare nervosa!
-Si, certo- disse -come no. Fai pure, vediamo se riesci a vivere per un giorno adesso che tutti i mostri sanno che sei un semi dio.- Anny aprì gli occhi sorpresa.
-Mo....most..mostri?- ripeté, Leo si sbrigò a tranquillizzarla.
-É per questo che ti abbiamo portato qui!- spiegò -Qui sei al sicuro. I mostri si mischiano fra gli umani e cacciano... noi. Ma qui non possono sentirti. Stai tranquilla.- Per tranquillizzare Anny, ci volle molto tempo. Alla fine fu presentata agli “altri”. C'era un ragazzo dai capelli neri con degli occhi verde mare, Percy figlio di Poseidone, poi una ragazza bionda e con aria intelligente, Annabeth figlia di Atena, dopo c'era Hazel, figlia di Plutone (ade in forma romana), Frank, figlio di Marte ( Ares in forma romana), Piper, figlia di Afrodite e Jason, figlio di Giove (Zeus). Poi, se consideriamo il ragazzo capra, Sam, erano nove in totale. Fu uno shock vedere un satiro così all'improvviso, ma la assicurarono che era completamente inoffensivo. Passarono circa 5 giorni dentro quella nave-aereo-drago, finche fecero un atterraggio a Roma e, come era da aspettarsi, Anny costrinse gli altri a farla scendere. -Mi avete tenuta qui chiusa per 5 giorni!- esclamò -Voglio toccare terra di nuovo, non sono mica così scema da fuggire in una terra che non conosco neanche! Insomma, voglio vedere la gente, assicurarmi che non sto sognando- insistì così tanto che alla fine gli altri cedettero. Scesero allora in quattro. Leo, Percy, Sam e lei. Roma era molto diversa da come l'aveva immaginata. Di certo era piena di turisti che andavano da un posto al'altro. Toccare terra fu davvero bello. Anche se le sue gambe pregavano di correre e fuggire, si decise a seguire gli altri che dovevano scoprire qualcosa. Camminarono così per tutto il centro della citta per poi entrare in un quartiere vecchio dove abitava gente anziana. Sam e Leo parlavano fra di loro e ogni tanto facevano delle domande in generale. Percy camminava in silenzio controllando che nessuno li attaccasse. Sam era molto curioso sulla vita di Anny, indossava dei jeans larghi e delle scarpe da ginnastica per nascondere le sue zampe caprine. La ragazza rispose alle sue domande con pazienza finché non arrivarono al loro obiettivo. Suonarono alla porta di una vecchia casa e rispose una donna anziana. Li fece entrare senza dare spiegazioni. Percy fu il primo a parlare.
-Veniamo da parte di Iside, ci ha detto di venire da voi- la donna annui e rivolse un sorriso ai ragazzi. Poi li fece sistemare in un piccolo salotto e andò a cercare qualcosa. Quando tornò cominciò a raccontare chi era. A quanto pare lei era una delle ultime sacerdotesse di Iside in vita. Raccontò le sue avventure e poi disse che la sua padrona l'aveva visitata quella stessa mattina dicendole che quattro adolescenti sarebbero arrivati a casa sua. Poi diede un bigliettino a Percy dicendo che dentro c'era scritto un messaggio dalla dea stessa. Cosi, decisero di andarsene. Percy sembrava davvero soddisfatto, ma era sempre attento e guardava indietro come se avesse paura che la donna si trasformasse in un mostro. Di nuovo venne in mente ad Anny di fuggire, di correre. Si guardò intorno, ormai erano arrivati al Colosseo. Fu solo quando vide una donna con la divisa da carabiniere che si decise. Corse verso di lei lasciando gli altri indietro. Senti Leo che la chiamava e che la seguivano, ma il suo obiettivo era la polizia.
-Scusate!- disse alla donna -Sono perseguitata da dei ragazzi che secondo me sono matti. Mi hanno rapito e adesso mi inseguono, la prego, mi aiuti!- .La donna, che aveva i capelli biondi e occhi azzurri, sorrise e poi diresse il suo sguardo ai ragazzi che si fermarono appena la videro.
-Non preoccuparti cara- disse con una voce melodiosa -Ti aiuto io.- poi andò verso Percy che aveva una spada in mano.
-Allontanati!- urlò il ragazzo, ma la donna sorrise di piu.
-Tre semidei tutti per me!- esclamò mentre si sfregava le mani, che d'un tratto divennero zampe -E un satiro! Anche se preferisco di più i mortali divini. Allora, da chi iniziare? Dalla sciocca ragazzina o dall'affascinante giovanotto?- .Il suo corpo poco a poco cominciò a cambiare. Diventando alla fine un demone, un vampiro. Anny si fece indietro spaventata e sorpresa. Chi si sarebbe immaginato che un'agente di polizia fosse un mostro? -Iniziamo dal giovanotto!- e attacco Percy, ma questo si difese con esperienza. Leo e Sam corsero in suo aiuto ma Anny, invece, corse verso la direzione opposta. Si nascose dietro una stradina senza uscita e si prese la testa fra le mani.



Angolo dell'autore:
Viky: Ciao a tutti! Prima di tutto, sappimo che questa storia non é il massimo, quindi ringrazziamo chi la segue. Questa é una storia a quattro mani, come saprete gia, scritta da me e da luma99. (Ho il colore preferito di Katniss!)
Gina: Ehi, come va? <3 <3 <3 Ssperiamo che questa storia non sia troppo...banale. E poi, ehi! Siamo alle prime armi! (Io il colore preferito di Peeta!)
Viky: É una fanfiction, la nostra prima fanfiction. Non ci aspettiamo un granche di risultato. (Non come "Venti dal Nord" almeno, amo quella fanfiction!! *-*). Un saluto a tutti e al prossimo capitolo!
Gina: Speriamo che almeno a te, unico lettore, piaccia questa storia.
Viky: Lasciateci dei commenti o recensioni, siano negative che possitive. Ciao!

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