Impossible

di harrehles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** everything would have started it? ***
Capitolo 2: *** "...anzi no, adesso sono io l'egoista." ***
Capitolo 3: *** not as strong as people think. ***
Capitolo 4: *** broken... ***
Capitolo 5: *** sto andando controvento. ***
Capitolo 6: *** "Non capisco cosa ho sbagliato." ***
Capitolo 7: *** Truth... ***



Capitolo 1
*** everything would have started it? ***


Capther 1

"5 Novembre 2012.
". . . così tutti ti odieranno, tutti."
"NOOOOOO..." -urlai dallo spavento, alzandomi di scatto dal letto. Era un incubo, uno dei soliti incubi che invadevano la mia mente, prima di ogni colloquio che avrei dovuto affrontare quel giorno. Improvvisamente, sentii il rumore della porta della stanza accanto aprirsi e dei passi rapidi avvicinarsi alla mia camera.Vidi la mia porta aprirsi e da dietro sbucare Phoebe con fare preoccupato. 
"Cosa è successo? Ti ho sentita urlare."- chiese sulla soglia della porta.
"Un incubo".-dissi immobile, pensando a quelle maledette parole che occupavano la mia mente.
"Un altro? Sarà il terzo in questo mese."- affermò sconcertata.
"Non è colpa mia se mi passano nella mente. E' stato bruttissimo." Emanai un piccolo rabbrividio per far ipotizzare il mio sogno.
"Racconta".-disse con fare curioso.
"E' stato diverso dagli altri. E' come se mi volesse trasmettere qualcosa."-ammisi.
"Cher, cosa può trasmettere un incubo?".-domandò sarcasticamente.
"Phoe non sto scherzando. Queste parole mi stanno tartassando il cervello. Come se una mia scelta, mi porterà tutti contro. Odio, critiche, mi accompagneranno per il resto della vita."-dissi consapevole del fatto che Phoebe non mi avrebbe preso sul serio.
"Su via Cher, cosa potrebbe succedere? Nulla. Qui a Londra ti conoscono tutti per quella ragazza dolce, sincera e fedele, cosa dovrebbe fargli cambiare idea? Era solo un incubo. Ritorna a dormire, sono solo.-scostò la testa all'indietro per vedere che ore fossero sull'orologio nel corridoio, appeso sulla parete opposta alla mia stanza, per poi continuare a parlare- le 6 del mattino, hai ancora due ore per dormire e rilassarti e solo un'ora per preoccuparti."
Come al solito Phoebe non mi prese sul serio. Era la mia migliore amica,vero, ma quando si trattava di parlare di preoccupazioni, per lei era tutto una schiochezza, forse perchè ha avuto una vita senza problemi rispetto alla mia, senza critiche, pregiudizi, una vita normale.
"Ormai il sonno è scomparso completamente, quindi penso di scendere e rovistare tra i vari canali in TV, sperando di trovarne qualcuno di interessante a quest'ora. Tu però torna a dormire che dopo hai scuola."-dissi curvando le labbra, cacciando un piccolo sorriso.
"D'accordo, allora a più tardi."-disse ricambiando il mio gesto per poi socchiudersi la porta alle spalle e dirigersi nella sua stanza. 
Appena sentii la sua porta chiudersi, decisi di alzarmi. Posai i miei piedi sul gelido pavimento che suscitò in me un piccolo brivido che percosse la mia colonna vertebrale; la prima cosa che pensai fu ritornare sotto quelle calde coperte, ma per cosa? Per riportare quei terribili pensieri nella mia mente? Non ci pensavo proprio. Così, mi portai ai piedi le mie calde pantofole e lentamente scesi al piano di sotto. Velocemente presi in cucina un bicchiere di latte fresco e un pacco di gocciole per poi dirigermi nel salone e piazzarmi sul divano per divorare la colazione. Fortunatamente in TV avevano trasmesso un film che riuscì a distrarmi e a far passare il tempo. Avevo il colloquio alle 9, così alle 8 mi andai a preparare.Mi misi un jeans stretto chiaro, un maglione blu e le mie amate converse bianche. Misi solo un filo di trucco e legai i capelli in un tuppo scompigliato. Vedevo Phoebe correre avanti e indietro, maledicendo tutto e tutti siccome stava facendo ritardo al suo esame di biologia. Appena ebbi finito di prepararmi, sentii Phoebe urlarmi dal piano di sotto un "in bocca al lupo"per poi chiudersi la porta alle spalle senza darmi neanche la possibilità di risponderle un "crepi". Phoebe dopo la scuola, lavorava in un negozio di CD, quindi ci vedavamo poco e niente. Un suo amico, Josh, mi aveva trovato questo lavoro e da come mi aveva spiegato o io avevo capito, era davvero un bel passatempo, come se dovessi sostituire qualcuno; l'importante è che la paga era buona e avrei fatto la mia parte aiutando Phoebe con i vari pagamenti e anche per non dipendere da nessuno. Chiamai Josh per farmi spiegare dove sarei dovuta andare e una volta dopo uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle e prendere il primo taxi che passò. La patente ancora non l'avevo, quindi non sarei potuta andare da sola. Phoebe doveva andare a scuola, perciò non mi avrebbe potuto accompagnare. Dissi al taxista dove sarei dovuta andare e da lì partì il silenzio, quell'odioso silenzio che mi portò a pensare a tutti quegli orribili pensieri. Fortunatamente furono interrotti dal taxista che mi disse che eravamo arrivati.Gli diedi la mancia e scesi. Mi trovai difronte un grande palazzo. Ero meravigliata da quante cose potesse nascondere Londra. Tutto ciò che mi circondava in quel momento era una nuova scoperta per me. 
"MODEST. Che Dio me la dia buona."- emanai un piccolo sospiro.
Entrai in quel grande palazzo. Era pieno di stanze ma fortunatamente la reception era lì all'ingresso. Diedi i miei dati e mi indicarono dove sarei dovuta andare. 
Stanza 15. Bussai e una voce dall'interno mi rispose con un "Avanti". Entrai. E rimasi ferma sulla soglia, chiudendomi la porta alle spalle.
"Venga, si sieda."- disse gentilmente.
Feci come mi fu detto.
"Piacere Jhonny, lei è quella ragazza mandata da Josh giusto?"- chiese.
"Sisi."- affermai.
"Bene, le sa perchè è qui?"-domandò.
"A dire la verità, non ciò capito molto in quello dettomi da Josh."-dissi curvando leggermente il capo.
"Non fa nulla. Comunque..."
Il telefono sulla scrivania cominciò a vibrare e il suo discorso venne interrotto da quest'ultimo.
"Si? A si li faccia salire."- disse per poi riattaccare e dirigersi alla porta.
Prima che quello a me sconosciuto bussasse, Jhonny lo precedette ad aprire.
Cinque ragazzi erano sulla soglia della porta con un sorriso stampato sulle labbra. Jhonny li guardò per poi puntare lo sguardo su di me:" Tu lavorerai con loro."-affermò, sorridendomi.

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Spero che il primo capitolo vi piaccia, siamo solo all'inizio. Lasciate qualche recensione, mi farebbe piacere leggere cosa ne pensate e capire se continuare a postarla o meno.xx

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Capitolo 2
*** "...anzi no, adesso sono io l'egoista." ***


Capther 2
 
Non capivo o non volevo capire cosa Jhonny intendesse dire con quel "Tu lavorerai con loro", ero li per sostituire qualcuno o no? Non lo sapevo più, ma infondo non l'avevo mai saputo siccome non avevo capito molto di ciò che mi avesse spiegato Josh. Tra quei pensieri non mi resi neppure conto che Jhonny era ritornato al suo posto e quei cinque ragazzi si erano accomodati sul divano accanto a noi. Più volte Jhonny mi chiamò, ma quei pensieri catturarono del tutto la mia mente, senza badare a ciò che stesse succedendo intorno a me, fino quando uno scocco di dita, mi fece tornare tra loro.
"Scusami, ma tutto mi è sempre meno chiaro."- ammisi. Ero alquanto sbigottita, tutto mi era sempre meno chiaro.
"Ti eri incantata. Comunque tu lavorerai principalmente con uno di loro."-affermò.
"Quindi non devo sostituire nessuno?"-lo interruppi.
"Fammi finire. Allora, suppongo che li conosci?"- chiese.
"I One Direction? Certo."
"Bene. Quindi sai la loro vita, le loro relazioni?"
"Beh, si."- non capivo fino a che punto volesse arrivare Jhonny con tutte quelle domande.
"Allora, se per esempio tu fossi una loro ragazza, chi sceglieresti?"
"Mhh"- li osservai attentamente uno per uno, era strano vederli così da vicino, fino a poche ore fa li vedevo solo tramite uno schermo a cantare e adesso erano li difronte a me. Mi stavo per riperdere nei miei pensieri ma prima che succedesse, scostai la testa per ritornare a parlare con Jhonny:"Liam."-dissi per poi abbassare il capo e lasciar colorire le mie gance di un color roseo.
"Siccome Liam, Zayn e Louis hanno una relazione, devi scegliere tra Harry o Niall. Non farti problemi a rispondere, sono semplici domande."
"Allora Niall."- ammisi.
Molte ragazze non avrebbero dato la mia risposta, lo so, ma non mi ci vedevo come ragazza di Harry. Forse perchè lo vedevo come un ragazzo ancora sbandato, capace di non saper avere una vera relazione per le tante ragazze che gli vanno dietro. L'unica cosa certa è che Niall non era Harry e quindi potevo fidarmi di lui, sentirmi abbastanza. 
"Perfetto, lavorerai con Harry."-affermò.
"Ma?". Rimasi alquanto scombussolata.
"Sarai la ragazza di Harry, per un periodo."
"Come?"-dissi spalancando gli occhi.
"Che? Non ci hai parlato di questo ieri."- intervenne Harry anche lui inconsapevole della situazione.
"Harry, le fan impazziranno per questa notizia."-ammise con un filo di esaltazione.
"Ma tutti l'odieranno così?."- controbattè.
Odieranno? Il sogno. Me lo sentivo, non era una cosa da nulla come Phoebe diceva. Stava per succedere, no, non potevo. Avrei distrutto l'autostima di migliaia di ragazze solo con una bugia, mai. Infondo sono una come loro e le posso capire, sarebbe IMPOSSIBILE accettare.
"No, non posso farlo".- dissi ancora traumatizzata, per quel sogno che ormai era ritornato  ad occupare la mia mente e che stava per avverarsi, ma in un modo o nell'altro l'avrei fermato.
"Vedi. E' anche lei una semplice ragazza, non può affrontare tutto questo."-ammise Harry alzandosi e indicando il mio piccolo corpo, li seduto di fronte a lui.
" Jhonny non c'è bisogno di tutto questo."-intervenne Liam.
"Infondo è Harry che deve decidere la sua vita."-si intromise anche Louis.
"Tu hai deciso la tua? Non mi pare. Ce ne è bisogno e come. Ragazzi sono io che decido o voi?"-li ammonì Jhonny bruscamente.
"Tu."- disse Louis con tono dimesso.
"Tu decidi per loro ma non per me, mi dispiace, ma non posso. Prova a metterti al mio posto o al posto di tutte quelle ragazze, come ti sentiresti? Male. La loro autostima cadrebbe a zero, l'odio nei miei confronti aumenterebbe e anche la mia autostima si distruggerebbe. Scusami, ma pur volendo non ne sarei capace. Mi dispiace."- dissi cosciente del fatto che stessi rinunciando ad una grande offerta, che nessuno rifiuterebbe.
"So che hai bisogno di soldi, pensa prima a questo. Poi faresti anche un favore alla tua amica, so che anche a lei piacciono, per farglieli incontrare magari anche nella vita normale".
Aveva ragione, ma che dico, no. Non accetterò quella proposta. Non mi farò abbindolare così facilmente. 
Ma prima che rispondessi a Jhonny, mi vibrò il telefono, un messaggio.
Phoebe:"Allora li incontrerò?".
 Lo sapeva e non mi ha detto nulla. Vabbè, infondo Phoebe pensa sempre a suo discapito. Sapeva che non avrei mai accettato, era tutto programmato, e sapeva pure che se avessi rifiutato mi avrebbe fatto sentire in colpa. Perchè si comportava così, gli avrei pagato quel biglietto se avesse voluto incontrarli, forse i soldi li avrei trovati più lentamente ma glielo avrei preso.
"Allora?"-insistette Jhonny.
Avevo lo sguardo interrogativo di quei 6 individui su di me, dovevo ammetterlo, mi facevano sentire in adagio. Dovevo decidere, farmi odiare da tutti o farmi sentire in colpa dalla mia migliore amica? Dovevo pur avere una vita e per quella mi servivano i soldi.
"D'accordo."- dissi ancora incerta.
Harry si passò una mano tra i capelli, era preoccupato, sapeva in che guaio mi stavo cacciando, ma non poteva dire nulla.
"Sapevo che avresti accettato. Allora domani mattina alle 8 qui. Tu e Harry andrete un pò in giro da soli per Londra." 
"Perfetto."- dissi alzandomi dal mio posto e avvicinarmi alla porta, per poi voltarmi e salutare.
***
Appena tornai a casa, stranamente trovai Phoebe sul divano ad aspettarmi.
"Allora?"-disse alzandosi rapidamente e venirmi incontro con aria curiosa.
"Allora cosa? Si, sono stata presa. E per non avere un peso da parte tua, adesso lo dovrò avere da tutti. Grazie. Non pensi a come possano sentirsi le ragazze che li amano? Pensaci. Perchè se tu fossi al loro posto non credo che la prenderesti bene. E non dire di si, solo perchè sei mia amica. Sei un egoista, anzi no da oggi sono io l'egoista, siccome devo stare con un ragazzo per bugia facendo soffrire tutte quelle ragazze li, fuori da questa porta,che si autoconvincono di stare bene, ma in fondo il loro cuore è in mille pezzi, siccome poco a poco pensano di perdere una parte di loro che gli è appartenuta da tanto tempo e  adesso pensano che appartiene a me. Grazie.- avevo gli occhi lucidi, ero arrabbiata, delusa. Non gli diedi la possibilità di controbbattere che mi chiusi in camera mia per tutta la giornata, in balia dei pensieri e di quella situazione che da domani avrei dovuto iniziare ad affrontare. 

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Come potete notare i primi capitolo sono monotoni, ma posso preannunciarvi che dall'ottavo capitolo la storia ha il suo completo svolgimento. 
Lasciate qualche recensione così capisco cosa ne pensate.xx

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Capitolo 3
*** not as strong as people think. ***


Il giorno successivo mi svegliai tranquillamente, tanto ormai il mio incubo era in corso di svolgimento. Mi alzai dal letto con riluttanza, mi chiedevo ancora se fosse tutto vero, tutto così orribile da affrontare per una ragazza debole come me, incapace di affrontare la realtà per paura di cacciare un lato oscuro di se stessa che potrebbe essere criticato. Mi sentivo una piccola formica in mezzo a degli elefanti, in preda al panico perchè potesse essere schiacciata.  Erano le sette, dovevo muovermi o avrei fatto tardi. Mi feci una doccia veloce e mi vestii, misi un jeans stretto con una felpa grigia abbastanza grande rispetto alla statura del mio corpo, seguiti dalle mie converse bianche. Misi un filo di elayner e portai i miei capelli sciolti al lato della spalla sinistra. Ero pronta. Scesi lentamente di sotto, siccome Phoebe stava ancora dormendo. Presi le chiavi che solitamente lasciavo sul tavolo del salone e uscii. Non aspettai molto il taxi, questione di minuti. Ci vollemmo un pò più tempo ad arrivare siccome in quelle strade a quell'ora c'era sempre un gran traffico. Dopo una decina di minuti arrivai, avvelocizzai il passo e entrai nella grande strutture che il giorno prima colse la mia attenzione. "MODEST" sapeva di qualcosa di "Presunzione, Bugia" e forse era così. Appena arrivai di fronte a quella porta del giorno precedente, molte domande inondarono la mia mente, "E se ritornassi a casa?"," Ci sono molti altri lavori, no?" o "E se entro dico che non voglio fare più nulla e me ne vado?". La terza domanda mi sembrava quella più accettabile. Mi presi coraggio, bussai ed entrai. Quel ragazzo dagli occhi color smeraldo era già lì, seduto di fronte a Jhonny, rimase piuttosto sorpreso appena vide la mia figura sulla soglia della porta, si aspettava che non mi sarei presentata o almeno lo sperava. Infondo io speravo lo stesso, non vedevo l'ora che quella situazione finisse e ritornassi quella ragazza normale di tutti i giorni che non era conosciuta neppure da metà Londra. 
"Giusto in tempo."-disse Jhonny.
"Ho ancora tre minuti."-affermai immobile nel punto in cui mi trovavo. 
"Per cosa?."-chiese confuso.
Harry capii subito a cosa mi riferissi e schietto mi lesionò  con un'occhiata facendomi capire che era troppo tardi ormai. Ma non potevo, non volevamo nessuno dei due avere una relazione, perchè dovevamo essere costretti? E perchè proprio me, una ragazza che non ha avuto nulla nella vita, che nessuno sa della sua esistenza, che ha sofferto e ha combattuto contro la società, la sua mente e il suo corpo, era davvero quella la fine che dovevo fare, ritrovarmi di nuovo ad affrontare e combattere tutto? Non ce l'avrei fatta, sono troppo debole adesso e sarei caduta senza rialzarmi. 
"Per questo."- dissi voltandomi e tentare di aprire la porta invanamente. - "fammi uscire."-dissi muovendo sempre più veloce la maniglia della porta. 
"Non far la stupida, pensa che è solo un lavoro e lo stai facendo per te stessa."- disse severamente, per poi continuare-" Harry, Londra vi aspetta, muoviti."- lo incitò.
Era inutile, ormai ero dentro e dovevo fare il lavoro che io stessa il giorno precedente avevo preso l'incarico di assumermi. 
***
Io e Harry eravamo in giro per Londra a guardare le numerose vetrine, quando la mia attenzione finì sulla mano di Harry che lentamente si stava unendo alla mia. Era tutto così strano. Tutti che ci fissavano. Due guardie del corpo che ci pedinavano.  Come se venissimo controllati, come se tutto fosse programmato, sotto controllo ed infondo era così.
 "Ti ci abituerai".-disse sorridendomi.
Ricambiai il suo gesto e continuai a camminare. 
Passammo la giornata così, con gli occhi di tutti addosso.
*** 
"Sono tornata" dissi alzando il tono di voce, rientrando in casa.
Non ebbi nessuna risposta. Capii subito che Phoebe era nel salone per il rumore che emanava la televisione, così andai a vedere cosa stesse facendo di così importante da non rispondermi. 
"Ehi, sono qui".-dissi.
Appena mi vide, mi venne subito incontro e avvolse le sue braccia intorno al mio collo.
"Mi dispiace".-biasciò.
"Non fa nulla"-le sorrisi.
"Vieni".-disse tirandomi sul divano.-"Guarda". Mi indicò cosa stessero trasmettendo in televisione.
Non capii subito cosa intendesse dire con quel "Guarda", ma  appena vidi quelle immagini su quello schermo tutto mi fu più chiaro. Io e Harry per Londra. Ma quando le hanno scattare? Avevo testato con i miei stessi occhi che non c'era un'anima viva di fotografi. Ma mi sono sbagliata.
"Alza".-dissi curiosa di sentire cosa stessero dicendo di me.
"Meglio di no".-disse con un filo di voce.
"Alza".-controbbattei squadrandola con uno sguardo piuttosto crudo.
Fece come le avevo detto.
". . .E lei chi è? Sbucata dal nulla. Dicono che si tratti della nuova ragazza del componente della boyband anglo-irlandese, Harry Styles. Da queste foto si possono capire molte cose. E' davvero lei la ragazza che Harry vuole accanto? Impensabile.Aspettiamo nuove informazioni e foto dai nostri giornalisti, per confermarvi tutto."
Per essere sicura di ciò che appena ebbi sentito, corsi su in camera ad accendere il computer e mi misi su Twitter. Era tutto vero, tutti lo sapevano ormai. "Mica stai con Harry?", "Se lo farai soffrire, te la faremo pagare", "Tu non ti meriti Harry", "Ma come ha fatto Harry a prenderti?", "Ti odio". Numerose lacrime incominciarono a rigorare il mio volto, infondo lo sapevo, dovevo aspettarmi una cosa del genere, era riniziato lo scontro tra me e la società. Il mio equilibrio cominciò sempre più a venir meno, che mi costrinse a sedermi sul mio letto.
L'unica cosa che regnava in quella stanza era il silenzio. Finchè, lo scricciolio della porta che si stava aprendo con dietro Phoe, lo interruppe.
 "Cher tutto okay? Te ne sei and. . ." Non riuscì a finire ciò che stava dicendo, siccome vide che delle numerose lacrime stessero rigorando il mio viso, incapace di reagire a quella situazione. Rapidamente si venne a sedere sul letto accanto a me e avvolse le sue braccia intorno alle mie spalle. Era un modo per consolarmi, ma in quel momento ero più a pezzi che mai. Capivo le numerose domande dei fans, pure io l'avrei fatto se fossi stata al loro posto, ma tutto quel odio non lo capivo, non abbiamo ancora detto di stare insieme e già questa reazione, figuriamoci quando verrà confermato, che faranno? Mi uccideranno? Tutto ciò mi spaventa, ma principalmente mi affligge. Facendo così, si aspettano che le rispondi, che cammini a testa ancora più alta, ma si sbagliano, non sono quel tipo di ragazza che pensano che io sia. Non sapevo a chi credere più in quel momento, se a quei dolorosi commenti o a me stessa, tanto sarei comunque annegata nell'oscurità. 
 
PHOE'S POV
 
Nel frattempo che la stringevo a me, cercai di capire cosa aveva causato quel suo abbattimento. Appena guardai lo schermo, notai quei numerosi commenti che aumentavano sempre di più, che esprimevano odio nei suoi confronti. Erano così crudi, così brutali che conoscendola più di tutti, l'avevano ridotta in mille pezzi. Era colpa mia se si trovava in quella situazione. Aveva ragione, sono un egoista che prima di tutti ha pensato a se stessa senza pensare che lei avrebbe sofferto, che avrebbe lottato contro il loro odio pur di realizzare il mio sogno. Non ho pensato, che era troppo debole per affrontare tutto questo, che aveva anche solo bisogno di essere ascoltata e capita, e io? Ero su chissà quale mondo a pensare come al solito solo a me stessa. Dovevo sostenerla e in quel momento più che mai. Ha bisogno di sentirsi dire per una volta "Sei al sicuro" per darle anche solo un pò di forza.
"Sei più forte di questi commenti."-dissi tenendola ancora stretta a me.- "Non farti abbattere così facilmente. Non fargli pensare che sei una ragazza facile, che se ne importa davvero di quello che dicono."
"Me ne importa davvero."-ammise sono un filo di voce.
L'afferrai per le spalle e la voltai verso di me. 
"Non te ne importa.  Sorridi, è l'unico modo per fargli capire che ciò in cui ti stai per imbattere non ti spaventa."-affermai, guardandola nei suoi occhi pieni di dolore.
"E se non ci riuscissi?"-chiese debolmente.
"Ci sono io qui. Ci riuscirai. Non ti ho mai ascoltata in questo tempo, non ti ho mai appoggiata e per di più ti ho indulgiato ad accettare, solo per pensare a me stessa e mi dispiace."-affermai, affievolendo il tono di voce.
 
CHER POV'S
 
Ancora non riuscivo a crederci, Phoe era lì, accanto a me a incitarmi a sorridere, guardare avanti, perchè è così che la vita va combattuta e vinta. Mi stava prendendo sul serio e quella era la cosa che mi faceva sentire meglio. Doveva arrivare quel momento per farle capire come mi sentivo davvero, ma almeno l'ha capito. 
"Sai hai ragione."-ammisi portandomi la mano ad asciugare quelle lacrime che avevano inumidito il mio viso.
"Su, esci da questa stanza e va a fare il tuo lavoro."-mi incitò.
 Feci come mi disse. Andai in bagno a lavarmi la faccia e a rifarmi il trucco ormai completamente scomparso per le numerose lacrime, per poi scendere nel salone e prendere la mia borsa. 
"Stasera ho il giorno libero, quindi appena torni sono qui."
"Allora ordino le pizze, tu scegli un film. Torno presto."-dissi.
"Fai con comodo".-disse per poi dileguarsi nel salone.
Uscii e chiamai Harry. 
"Cher?"-disse una voce roca dall'altra parte del telefono.
"Harry,ti va se ci incontriamo da Muse (un bar nel centro di Londra)?"-chiesi.
"Certo, ma mica è successo qualcosa?"-chiese confuso.
"Nono, allora a tra poco."-dissi sorridendo, pur sapendo che la persona con cui stessi parlando non poteva vedere questo mio gesto, per finire poi con l'attaccare la chiamata.
Presi il taxi, che avevo fatto fermare mentre parlavo a telefono e mi feci portare al punto detto in precendenza. Appena arrivai, Harry ancora non c'era. Passarono più di dieci minuti ma di lui nessuna traccia, provai a chiamarlo ma rispondeva la segreteria. Finchè vidi un individuo in lontananza, dall'aria conosciuta, cercava di farsi notare il meno possibile dalle persone, infatti due grandi occhiali neri coprivano coprivano parte del suo volto. Ma purtroppo non era Harry, ma Liam.
"Ehi"-disse non appena si trovò dinanzi a me.
"Harry?".-chiesi confusa.
"Jhonny l'ha chiamato urgentemente e così Harry ha mandato me per sapere cosa volessi dirgli."
"Ah."-rimasi un pò delusa di ciò, ma tralasciai.-"Nulla, volevo fare un giro e siccome devo rispettare il mio lavoro, mi sembrava più adatto uscire con Harry, ma fa nulla."-dissi accennando un sorriso.
"Se vuoi, puoi farti un giro con me, tanto sono libero oggi.".ammise.
"Sicuro?".-chiesi.
"Certo, Danielle è impegnata con il lavoro, quindi non sarei comunque potuto stare con lei."- disse sollevando leggermente le spalle.
"Voglio andare in giro per le strade, dove c'è il Central Park, non le ho mai viste."-affermai.
"Andiamo"-assentì.
Presimo a camminare. Nel tragitto, parlammo molto, non era un ragazzo che riusciva ad aprirsi facilmente, per quello che sapevo, ma con me ci riuscì, forse perchè avevamo un passato entrambi brutto, dove sappiamo cosa significa lottare. C'era intesa tra noi. Riusciva a farmi ridere senza difficoltà e nessuno ci era mai riuscito. Passammo la serata così, senza mai stancarci, infondo se ti trovi bene con qualcuno non ti stanchi mai. 
"Domani che devi fare?-domandò.
"Nulla te?"-dissi.
"Ti va di rincontrarci? Se non ti da noia?"
"Noia? Scherzi. Mi sono divertita. Domani?"-dissi con un filo di esaltazione.
"Alle 6 al parco"-esortò per poi salutarmi e intraprendere la strada opposta alla mia.
Quella serata mi aveva fatto proprio bene. Liam è un ragazzo molto comprensivo, nel parlare con lui, ti è facile aprirti. Ero felice, anche per un banale motivo.

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Questo sarebbe il terzo e il quarto capitolo ma per avvelocizzare li ho uniti e così manca di meno per in vero svolgimento.
Lasciate qualche recensione vorrei sapere cosa ne pensate del mio modo di scrivere e della storia stessa.

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Capitolo 4
*** broken... ***


Chapter 4
 

Avevo trovato qualcuno che a differenza di Phoebe mi prendeva sul serio, anche se si era scusata della sua poca importanza nei miei confronti, con cui ti era facile parlare perchè aveva sempre una risposta di conforto o un semplice "Ci sono passato pure io". Anche prima di incontrarlo, ho sempre pensato che Liam fosse un ragazzo come pochi, capace di darti tutto il braccio come aiuto se è necessario. 

In cosa mi sto intrufolando? Sono sicura che tutto questo non sia solo un trabocchetto che la vita continua a riservarmi? Sono sicura che tutto ciò non sia solo un frutto della mia immaginazione? No. Devo ammetterlo, questa situazione mi portava tante domande nella mente ma nessuna di essa aveva una risposta. Ciò non mi avrebbe fatto cadere di nuovo, ormai ho capito come devo comportarmi e di certo delle semplici domande non causeranno un mio abbattimento. Non appena tornai a casa trovai Phoebe seduta sulle scale che ormai il sonno era prevalso su di lei. Mi stava aspettando. Ma non è una di quelle ragazze capaci di stare sveglie fino a tardi, passare le nottate a divertirsi come delle scellerate.E' come se lei rispettasse quelle regole che fino a un'anno fa aveva quando ancora non era arrivata qui. Phoebe è una ragazza da apprezzare, è incredibile come fosse riuscita ad iniziare una vita da sola così rapidamente. Impensabile dire più che altro. I suoi genitori erano sempre stati piuttosto protettivi nei suoi confronti, forse perchè era la loro unica figlia. Vederla lì pogiata sulla parete del muro che dormiva come un angelo mi faceva ripensare a tutto. A quando ci incontrammo, a quando litigavamo ed era sempre lei a venire da me per scusarsi, a quando non avevo amici perchè ero grassa,vittima dell'autolesionismo e lei era lì a nascondere quelle ferite. Ho sempre desiderato essere come lei, forte, spensierata e felice, ma qualcosa è andato storto. Delle lacrime minacciavano di scendere dai miei occhi a quei pensieri. Mi portai una mano agli occhi per ostacolare la loro fuoriuscita per poi posare la mia roba come al solito nel salone. Lentamente andai in cucina a farmi un panino. Cautamente mi andai a sedere accanto a Phoebe ancora in preda al sonno. Instintivamente posai la mia mano sulla sua testa e farla scivolare lentamente, quel mio gesto la fece svegliare e alzare la testa di scatto che precendentemente aveva pogiata sulla parete.

"Non farlo più, mi hai fatto spaventare".-disse bruscamente.

"Scusami".-biasciai.

"Non me ne sono scordata, su racconta com'è andata".-disse dandomi una lieve spinta.

La guardai un pò sbigottita in quel momento. Non appena capii a cosa si riferiva, un piccolo sorriso spuntò sulle mia labbra.

"Sono stata con Liam. Fammi finire"- dissi alzando la mano consapevole del fatto che Phoebe mi stesse per interrompere.-"Ho aspettato Harry per più di 15 minuti da Muse, l'ho chiamato ma aveva la segreteria, quando arrivò Liam, era tutto incappucciato, pensa non l'avresti neanche tu riconosciuto per poco e mi ha detto che Harry è stato chiamato urgentemente da Jhonny e visto che entrambi non avevavamo nulla da fare siamo andati in giro per le strade dove c'è il Central Park e mi sono divertita molto, con Liam mi trovavo a mio agio".-spiegai tutto tranquillamente accompagnandomi col movimento delle mani.

Phoebe rimase a guardarmi allibita da ciò che aveva appena sentito proferire dalla mia bocca, forse perchè quelle parole "Divertita, Sentirmi a mio agio" non avevano fatto per molto tempo più parte del mio vocabolario. 

"Ci sei?"-dissi schiocchiandole le dita davanti gli occhi per farla tornare tra me.

"Si, è solo che è strano"- ammise portandosi una mano nei capelli incredula a quello che aveva appena sentire proferire dalla mia bocca.

"Già"- affermai per poi alzarmi dal gradino che precedentemente mi ero seduta-"Andiamo a dormire?"-chiesi.

Si alzò pure lei e mi rispose semplicemente con un "Si".

Spensi la luce nel salone, che Phoebe lasciava sempre accesa quando io non ero in casa. Mentre salii di sopra mi vibrò il telefono.

"E adesso chi è?"- sbuffai.

"Vedi, no?- mi incitò Phoebe.

Sfilai il telefono dalla tasca del jeans e lessi il nome sullo schermo che si stava illuminando: era Harry.

"E' Harry".-dissi con un filo di voce.

"Rispondi".mi incitò nuovamente.

---

"Harry?".

"Cher mi dispiace ma. . ."

"Non preoccuparti Liam mi ha spiegato tutto."-affermai.

"Ah"

"Volevo fare un giro e Liam è stato un bravo accompagnatore".

"Sei stata in giro con lui? E Danielle?"

"Aveva da fare. Harry devo andare, ci vediamo domani a lavoro."

Stava per rispondermi ma prima che lo facesse, attaccai. Non so perchè fui così schietta con lui , ma non me la sentivo di parlargli, volevo accantonare le cose brutte un pò in quel momento. Era stata una serata alquanto tranquilla e volevo andare a dormire almeno quella sera in tranquillità. 

"Perchè l'hai fatto?"- domandò stizzita.

"Voglio stare tranquilla stasera"-sospirai.

"Harry di sicuro non ti avrebbe turbato la serata"-replicò.

"Per te è facile dirlo, non hai mai problemi, crisi, nulla"-sputai.

"E tu che ne sai? Cher il mondo non gira solo intorno a te. Tutti abbiamo dei problemi, io pure ne ho. Non lo mostro, ma ce li ho. Non pensare che sei l'unica a cui va tutto storto perchè ci sono persone che stanno peggio. Quando non ti ascoltavo non era perchè non volevo, ma non potevo. I miei erano in crisi, ho dovuto aiutarli, ho dovuto recuperare tantissimi esami, mia nonna è morta la settimana scorsa e io, dov'ero? Qui a condurre la mia "spensierata" vita. Adesso che ho trovato un pò di spazio, sto cercando di dedicarlo a te, quindi non pensare che la mia vita sia tutta rose e fiori."-sbottò.

Ero li difronte a lei, impassibile, senza muovere un dito. Quelle parole mi avevano congelato completamente. Phoebe come me stava passando un periodo alquanto sovvertito e io neanche una volta mi degnai di chiederle un "Come stai?". Solo in quel momento mi accorsi che l'egoista in tutto questo tempo ero io. Ero sempre in giro a lamentarmi della mia vita quando la sua non era meglio. I mei occhi ormai erano di un intenso lucido che avrei ingannato pure me stessa se stessi per dire "Non sto per esplodere". L'unica cosa che seppi fare in quel momento fu avvolgere le miei braccia intorno al suo collo e stringerla forte. 

"Mi dispiace"-sussurai.

"Non ti preoccupare, ormai è passato."-sospirò.

"Mmh. . .andiamo a dormire adesso?"-le chiesi.

"Prima chiami Harry, tanto ormai la serata te l'ho rovinata io"-ammiccò.

"Non ci penso proprio, lo vedo domani tanto e poi sono. .- guardai che ore fossero sull'orologio nel corridoio e continuai- Oddio, è mezzanotte passata.- l'avvertii, portandomi una mano sulla fronte.

"Su via Cher non ti sei mai fatta problemi sull'orario, non dico di chiamarlo ma almeno scrivigli un messaggio."-mi esortò.

"Va bene, ma gli scrivo solo un mi dispiace e spengo"-l'avvertii.

"Meglio che niente"-sospirò.

 

Ripresi il mio telefono che avevo precedentemente riposto nella tasca del jeans e digitai quello che avevo detto.

 

A:Harry

"Mi dispiace.xx"

 

"Fatto, adesso però andiamo a dormire"-sbadigliai.

"Ecco, notte"-disse dileguandosi nella sua camera.

E feci lo stesso. Posai il mio telefono sul comodino e andai nel bagno a ripulirmi da quella stancante giornata.

Appena uscii dal bagno vidi lo schermo del mio telefono illuminarsi.

"E adesso?"-sbuffai.

 

"Pronto?"-dissi con un tono alquanto scocciato.

"Cher, dormi?"

"Oh, Harry. Comunque no, perchè?"

"Ti ho inviato due o tre messaggi ma a nessuno di questi ho avuto una risposta."

"Mmh, ero nel bagno."-dissi affievolendo la voce.

"Oh scusami allora, comunque. . ."

Dopo quel "comunque" non capii più nulla di quello che Harry stesse dicendo. Ero intenta a leggere cosa mi aveva scritto piuttosto di ciò che mi stesse dicendo.

 

"Ti capisco." , "So di non essere come Liam, ma se hai bisogno io ci sono." , "So perchè avevi scelto Liam e Niall al mio posto." 

 

Quei messaggi mi lasciarono piuttosto spiazzata, che dovevo dirgli adesso? Avrei voluto tanto svegliare Phoebe ma dovevo per una volta spicciarmela da sola.

 

"Ci sei? Cher?"-mi domandò quella voce roca dall'altra parte del telefono.

"Emh, si ci sono"-dissi tornando tra me.

"Allora?"-ribadì.

"Cosa?"-domandai retoricamente.

"Io so perchè non vorresti mai essere la mia ragazza."-affermò.

"Mmh. ."

"Cher sto aspettando che tu me lo conferma"-sbottò.

"Harry penso che Liam o Niall siano i ragazzi più adatti a me."-ammisi velocemente.

"E? Su Cher dillo."-ribattè.

"E penso che siano più sinceri"-ammisi affievolendo la voce.

"Oh. . . io vado."-biasciò.

"Harri ma. . "

Non riuscii a finire ciò che stessi dicendo che terminò la chiamata. 

"Tutto a me deve succedere"-sbuffai.

_____________________________________
Dopo molto tempo, sono riuscita ad aggiornare la storia.
Mi scuso per  l'attesa, ma la scuola mi ha impegnata parecchio.
Recensite la storia mi farebbe piacere leggere cosa ne pensate.

harrehles xx

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Capitolo 5
*** sto andando controvento. ***


Capther 5
 

Velocemente mi misi il pigiama  e mi infilai sotto le gelide coperte di pieno autunno. Non ci volli molto ad addormentarmi.Il giorno seguente mi svegliai con tranquillità, stranamente. Mi preparai velocemente, non ci volli molto a scegliere cosa mettere e scesi. Appena entrai in cucina vidi Phoebe seduta su un tiretto della cucina, con tra le mani una tazza di latte, sicuro caldo, visibile dalla fonte di calore che usciva da essa.

"Come mai già sveglia?"-le chiesi alquanto sbigottita siccome erano solo le sette del mattino.

"Non avevo sonno"-sospirò.

"C'è qualcosa che non va?"- era piuttosto giù di morale potevo notarlo dai suoi occhi. C'è qualcosa che la turba ma non riesco a capire cosa.

"Cher. . . ti devo dire una cosa"-ammise.

A quelle parole capii subito che non mi stessi sbagliando, presi il primo sgabello che avevo più vicino e mi sedetti di fronte a lei.

"Dimmi"-esortai a dirle.

Un momento di silenzio percosse la stanza. Ero li sedutale difronte ad aspettare anche solo un mugolio fuoriuscire dalle sue labbra ma nulla. Non capivo se stesse riflettendo su come iniziare il discorso o sul fatto che era rimasta alquanto alibita del mio gesto.  Non potevo aspettare ancora per molto o avrei fatto tardi a lavoro, così appena decisi di alzarmi sentii un filo di voce, biasciarmi un "Aspetta".

"E allora parla"-sbuffai.

"Si. Allora sono che non ti piacciono i giri di parole quindi arrivo direttamente al punto."-si fermò un secondo per poi continuare-"Non so come reagirei se tu davvvero avessi una relazione con Harry"-sospirò chinando il capo per ritornare a guardare le sue dita.

Era uno dei gesti che odiavo più di Phoebe, non riusciva ad affrontare un discorso serio guardandomi negli occhi, facendomi pensare che quello che le avrei risposto non fosse importante. 

"Mi guardi almeno.  Sai che mi da il nervoso. E per quanto riguarda Harry, sei completamente fuori pista. Sai benissimo che Harry non è il mio prototico di ragazzo e sai anche che non sono io che ho deciso di fare questo lavoro. Non sono io che mi sono fatta filmini su di lui, quindi cancella tutto. Mi pagano per questo e posso assicurarti che aldi fuori del campo lavorativo, io e Harry siamo persone completamente sconosciute."-sbottai senza badare al fatto che Phoe stesse prendendo alla lettera ciò che le stessi dicendo.

"E adesso devo andare che è tardi"-aggiunsi, dirigendomi nel salone a prendere la mia roba.

"Cher, oggi ti porto io"-affermò comparendo dalla stanza che precedentemente ci trovavamo.

"Se me lo dicevi quando ero fuori facevi prima"-dissi sdrammatizzando.

Appena mi avvicinai alla porta, una mano mi afferrò il polso e mi sussurò un "grazie".  Non riuscii a dire nulla, un leggero sorriso era dipinto sul mio volto, velocemente aprii quella porta e uscimmo.

Salimmo in macchina e partimmo. Il tragitto fu alquanto silenzioso, l'unico rumore che potevano udire le miei orecchie era lo sfrecciare del macchine che rendevano tutto ancora più teso. Per un momento mi ero così allontanata dalla realtà che non notai neanche che fossimo arrivate.

Appena aprii lo sportello, Phoe mi soffermò:"Ti passo a prendere io dopo, andiamo a mangiare qualcosa insieme da CoCo."

"No, appena finisco devo vedermi con Liam"-mi limitai a dire, chiudendo lo sportello, introfulandomi in quella grande struttura. 

Come al solito Harry era già nell'ufficio di Jhonny, ma la mia attenzione cadde principalmente sul fatto che Jhonny non ci fosse. Senza problemi, mi sedetti su piccolo divanetto di cuoio nero presente in un quella stanza, posizionato a grande distanza da quell'unico individio presente. Per un momento lascia che il silenzio sopravvalse su di noi, aspettando che qualcosa o qualcuno lo interrompesse. Ma nulla, Jhonny non arrivava, Harry non aveva alcuna intenzione di parlare, era lì, seduto al solito posto di ogni mattina, col capo chino intento ad osservare le sue dita con chissà quali pensieri nella mente. In quel momento più che mai, vedere Harry o Phoebe in quella situazione era lo stesso, entrambi con quel gesto mi avrebbero irritato, come se volessero dire una cosa ma la tengono dentro pensando che sia la cosa migliore. Non riuscendo più a sopportare quel clima, pieno di tensione, mi decisi a parlare: "Ma Jhonny ci vuole ancora molto?"

"Jhonny oggi non verrà"-affermò.

"Cosa?"- sbottai, alzandomi rapidamente e continuai:"Eh solo adesso me lo dici? "

Nessuna risposta, nulla, continuava a guardare le sue dita, suscitando in me maggiore irritazione. Non riuscendo più a tollerare ciò, a passo svelto, mi trovai di fronte quell'innoqua figura e con la stessa rapidità, tirai uno schiaffo sulle sue mani, siccome erano la causa della sua indifferenza.

Quel mio gesto, lo fece alzare di scatto. Era irritato, triste, nervoso, non capivo quale di queste emozioni stessero padroneggiando i suoi occhi.

"Sai qual'è il problema? Sono stufo di uscire con ragazza che per stare con me vengono pagate, sono stufo di stare con qualcuno che nei miei confronti non prova nulla, sono stufo che questo qualcuno pensi che sono davvero quell'immagine di "Harry Styles"  che mi hanno affidato. E sono ancora più stufo che questo qualcuno passerebbe solo una notte con me per urlarlo al mondo per poi correre da Liam o Niall siccome secondo tutti loro sono gli unici affidabili."-sbottò.

Quelle sue parole mi avevano lasciato alibita, non riuscivo a dire nulla e in quel momento mi odiavo più che mai, stavo agendo come Harry pochi minuti fa, la stessa azione che aveva suscitato in me tanta ira. Stavo annegando nello stesso piatto in cui avevo mangiato e in quel momento mi vergognai più che mai, tanto da non reggere più il suo sguardo e ripetere il suo stesso gesto, abbassare il capo. Mi aspettavo qualche rimprovero da parte sua in quel momento ma nulla, l'unica cosa che fece, fu uscire rapidamente da quella stanza, sbattendo la porta, rilasciando un grande tonfo, che mi fece riprendere la coniezione della situazione. Mi resi conto solo in quel momento che Harry aveva ragione, quella era l'immagina che gli era stata data, non quella che mi aveva mostrata. Mi sentivo così inutile, insufficiente in quel momento, che non ero neanche capace di reagire. Rapidamente uscii da quella stanza e senza badare a ciò che stessi facendo o di ciò che le persone stessero pensando presi a correre uscendo da quell'edificio in cerca di una meta, Harry. Numerose lacrime in quel momento rigorarono il mio volto, che a contatto con quella gelida aria di pieno autunno, infreddolirono le mie guance. Persone che mi guardavano, altre che urlavano "La ragazza di Harry", giornalisti che mi rincorrevano, mi aiutarono a rispondere a quelle numerose domande che vagavano nella mia mente. L'avevo trovato, era li a pochi metri di distanza da me a camminare in una piccola strada di un vicinato, istitavamente urlai il suo nome, che lo fece girare e in un secondo mi scaraventai su di lui, serrando le braccia intorno al suo busto e sussurrargli un "mi dispiace". Rialzai la testa e intersecai i miei occhi con i suoi, che in quel momento erano di uno smeraldo acceso. I numerosi pensieri che occupavano la nostra mente furono femati da i numerosi giornalisti e fans che si stavano avvicinando. Capii subito cosa Harry intendesse fare, appena cinse il suo braccio intorno al mio bacino e mi avvicinò a sè. Eravamo a pochi centimentri di distanza, avrei voluto allontanarlo, ma ripensai subito al mio ruolo in quel momento e distrussimo quella poca distanza che c'era tra noi. Le sue umide labbra erano sulle mie, numerose emozioni vagavano nel mio stomaco ma non so quale di esse stesse padroneggiando. Numerosi flash erano su di noi, forse era questo l'intento di Harry, confermare ciò che Jhonny volesse e forse sperare che quei numerosi pregiudizi nei miei confronti terminassero. Non appena lasciamo ripadroneggiare quella precedente distanza, un delicato sorriso si dipinse su entrambi i nostri volti, per poi abbandonare tutto e iniziare a correre dal lato opposto della folla. Attraversammo numerosi vicoli fino a ritrovarci difronte a quell'edificio che precedentemente avevamo abbandonato e senza pensarci due volte rientrammo prima che ci raggiungessero i paparazzi.

Salimmo nella solita stanza che tutte le mattine dobbiamo incontrarci. Eravamo di nuovo solo lui ed io. In quel momento la stanza era dominata dal rumoroso respiro sempre più pesante che fuoriusciva dalla bocca di entrambi. Il mio sguardo era rivolto al pavimento, i miei pensieri congelati in un angolo in quel momento a me oscuro, le mie gelide mani erano posate sulle cosce provando a reggere invanamente il peso del mio corpo e la mia respirazione cercava di prendere la solita regolarità. Non appena rialzai lo sguardo, vidi Harry li, accanto a me, nella mia stessa postura, con lo sguardo su di me. In quel momento le mie guance stavano prendendo un colore più acceso lasciando dedurre il leggero imbarazzo. Non ero pronta a quella situazione e tantomeno ad un bacio. L'unica cosa che riuscii a fare fu prendere a ridere, sentendo successivamente assecondare il mio gesto. 

"Perchè improvvisamente ti sei messa a ridere?"-mi domandò ricomponendosi.

"La situazione mi faceva ridere"-ammisi, ritorando in postura eretta.

"Ti faccio ridere?"-chiese.

"In questo momento si"-affermai, facendogli notare la sua postura rispetto alla mia.

Non disse più nulla, riprese rapidamente la mia stessa postura e il silenzio ritornò a riempire la stanza. Era frustante o perlopiù lasciava ansia, malinconia, un qualcosa di intollerabile, insostenibile.

"Ti va di prendere qualcosa da Muse?"-mi domandò improvvisamente.

"Perchè che ore sono?"-gli chiesi sbigotita.

"Le 12.45"-biasciò.

"Oddio, devo vedermi con Liam tra meno di 15 minuti da Coco"- ululai, portandomi una mano alla fronte.

"Quindi suppongo che è un no"-disse affievolendo la voce.

"Harry magari la prossima volte, devo scappare adesso."-dissi, raccogliendo la mia roba.

Gli lasciai un umido bacio sulla guancia e uscii da quella stanza e dalla struttura stessa.

 

***

Appena arrivai, vidi Liam ad aspettarmi all'ingresso.

"Ehi, pensavo che mi avessi dato buca"-disse sarcasticamente.

"Scusami, la puntualità non fa parte di me"- ridacchiai.

"Bene."-sogghignò.

"Entriamo?"-chiesi.

"Non ancora, andiamo prima a farci un giro?"-biasciò.

Annuii.

Presimo a camminare.

"Allora parlami un pò di te"-affermò improvvisamente.

"Di me?"

"Si, di te."

"Ho una vita abbastanza contorta."-biasciai.

"Beh, non sei l'unica allora"-mi interruppe.

"Quando era piccola. . ."- non riuscii a finire la frase che Liam mi interruppe di nuovo.

"Ma quello è Harry. Haz. . . Haz"-alzò il tono di voce, seguito dal movimento delle braccia.

Harry era a pochi metri distante dai noi, stranamente era solo, perso nei suoi pensieri. Ma non esitò a venirci incontro appena l'inviduo in mia compagnia chiamò il suo nome.

"Ma non eravate da CoCo?"-chiese non appena ci raggiunse.

"Adesso andiamo, abbiamo deciso di farci un giro prima."-intervenii prima che Liam potesse rispondere.

"Capisco"-biasciò.

"Se ti va puoi unirti a noi"-aggiunse Liam, lasciandomi un pò alibita. 

"Sicuri?"-ribadì.

"Certo."-ammise.

***

"Sono piena"-dissi appena alla seconda portata.

"Ma siamo solo all'inizio"-sghignazzò Liam.

Harry parlava poco, preferiva guardarci e scrutare ogni particolare di qualcosa che ancora mi era ignoto. 

"Cher allora non mi hai più detto di te"-intervenì Liam.

In quel momento Harry rapidamente si voltò e puntò il suo sguardo interrogativo su di me. Non mi sentivo più a mio agio con la presenza di quest'ultimo che inventai la scusa più banale.

"Oddio è tardissimo, ho detto a Phoebe di aspettarmi a casa, scusa magari ne parliamo stasera"-dissi alzandomi e abbandonare velocemente la situazione. 

Appena fui fuori, una mano mi afferrò il braccio. Rapidamente spostai lo sguardo sull'individuo ai miei occhi ancora sconosciuto. Harry.

"Perchè lo fai?"-domandò impassibile.

"Fare cosa?"-chiesi incredula.

"Non vuoi aprirti con me, cosa ti ho fatto?"-domandò stizzito.

"Non mi hai fatto nulla e adesso devo andare."-sbottai, cercando di liberarmi dalla sua presa.

"No, tu resti qui."-asserì.

Mi avvicinai a lui, portando i nostri sguardi a pochi centimetri di distanza.

"Primo, non sono fatti che ti riguardano e secondo non sono il tuo cane che puoi dire cosa devo fare."-sputai, allontanandolo da me.

Ma il mio tentativo fu completamente inutile, quelle vicinanza ritorno tra noi.

"Mi fa impazzire il fatto che mi tratti così, mi fai impazzire tu."-ammise, distruggendo quella distanza. Due calde e umide labbra era posate sulle mie. Il mio cervello non era capace di reagire come il mio corpo, tanto che riuscii a farmi trasportare dalla situazione.


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SPAZIO AUTRICE

Spero che questo capitolo vi piaccia. Lasciate qualche recensione almeno per capire cosa ne pensate o cosa devo migliorare.

Baci Flo.xx

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Capitolo 6
*** "Non capisco cosa ho sbagliato." ***


Capther 6
 

*** 

Quando tornai a casa, raccontai senza esitazione tutto a Phoe,lasciando dipingere sul suo volto uno sguardo di stupore, più che altro il secondo bacio la lasciò piuttosto incredula. In quel momento non sarei stata proprio disposta a immedesimarmi in lei, forse perchè avevo già capito quali emozioni le stessero padroneggiando e di certo non era lo "stupore" o soprattutto "l'essere felice", ma piuttosto la "gelosia", "delusione".

"Piena di intigri da come ho capito."-esclamò.

"Già."-sospirai.

"Adesso cosa hai intenzione di fare?"-chiese.

"A dir la verità nulla.Non so cosa fare."-ammisi.

"Lasciale al tempo."-affermò schietta.

"Non è facile fidarsi di qualcosa che potrebbe gettarti addirittura nel buio più totale."-ammisi debolmente.

"Non farti tante paranoie.Mangiamo?"-mi chiese, cercando di lasciare il nostro precedente discorso in un angolo della stanza.

"Non ho fame, vado nella mia stanza."-dissi scomparendo dalla cucina, non badando neanche a ciò che Phoe mi stesse dicendo.

Mi chiusi la porta alle spalle e con la stessa rapidità delle mie azioni, mi gettai a peso  morto sul letto e lasciai invadere la mia mente dai molteplici pensieri che per tutto questo tempo ho lasciato in un angolo, pur sapendo che da un momento o l'altro sarebbero riemersi. 

Un lavoro alquanto impossibile agli occhi delle persone, un finto amore, una vera amicizia, baci senza importanza. "Cher non è un film" cercavo di ripetermi. Cercavo un conforto, un qualcosa o qualcuno che sapeva mimarmi anche una risposta alle mie tante domande. 

A interrompere i miei pensieri fu la vibrazione del mio cellulare proprio accanto a me. Non esitai ad aprire il messaggio.

 

"Possiamo parlare? P.s. Scusami. Harry xx"

 

La cosa più sicura in quel momento è che Harry sarebbe l'ultima persona che vorrei vedere.

Pur non vendomi fatto alcun torto, ma da quando è entrato a far parte della mia vita, solo problemi e insicurezza alloggiano in essa, forse non è lui il problema ma io, ma ciò mi tormenta.

 

"Non ho voglia di uscire, scusami.xx".

 

Bugie su bugie, infondo è così che sono cresciuta.

Non dovetti aspettare molto per una sua risposta.

 

"Aiutami a capirti."

Quel messaggio mi lasciò piuttosto spiazzata. Capii  che non capendomi io stessa, neanche le persone che avevo accanto capivano chi fossi.

 

Harry's pov

 

Non capivo neanche io cosa mi stesse prendendo, da tutte le certezze che avevo, adesso, posso solo aggiungerci il prefisso "in". E' impensabile come una sola cosa possa scombussolare tutto, essendo persino capace di farmi scendere dal piedistallo a cui ero arrivato. Tra tutte leincertezze, la cosa più sicura era stessi iniziando a provare qualcosa per Cher. Il suo comportamento, il suo continuo sfuggire da me, rendono tutto più coinvolgente, tanto da farmi impazzire. Avevo bisogno di parlarle e di certo non avrei aspettato un secondo di più. Presi subito il mio cappotto nero, appeso sull'attaccapanni e mi chiusa la porta alle spalle. Non potevo chiamare un taxi o il mio autista, avrei fatto molto più tardi, così, presi la mia Range Rover, parcheggiata nel garage e rapidamente sfrecciai a casa di Cher.

Non avevo organizzato nessun discorso su quello che avrei dovuto dirle, sapevo solo che le parole sarebbero venute da sè. Non appena mi trovai dinanzi a quel portone, del panico iniziò a trasparire in me, tutti quei discorsi che in macchina tra me e me mi ero formulato, non esistevano più, avevo la mente in sobbuglio, e per la prima volta tutto ciò mi stava preoccupando. Feci un grande sospiro, pur sapendo che non mi avrebbe aiutato o incoraggiato in nessun modo e bussai. Sentivo dei passi rapidi dall'altra parte avvicinarsi alla porta. Non appena si aprì la porta, mi trovai dinanzi una ragazza abbastanza alta, dai capelli color oro e due occhi color cielo. Chiunque ne sarebbe rimasto incantato, persino io.

 

"C'è Cher?"-esistai a chiederle.

"E' uscita poco fa, se vuoi posso chiamartela."-disse gentilemente.

"No,grazie, potresti dirmi dov'è andata?"-domandai curioso.

"E' con Liam, non so dove siano andati."-ammise.

"Entra, suppongo che hai altre domande da pormi."-aggiunse, scostandosi, aprendomi il passaggio per entrare.

Senza pensarci due volte, accettai l'invito. Solo così, capii ch quella ragazza che Cher nominava spesso, era Phoebe e che a differenza mia, lei sapeva chi fossi.

 

***

 

Erano passate circa 2 ore da quando ero lì. Phoebe era andata via, lasciandomi tranquillamente li per aspettare Cher. I vari pensieri che vagavano nella mia mente furono interrotti dal rumore della porta aprirsi.

 

"Phoe sono tornata."-disse quella figura ancora ai miei occhi invisibile, ma capii subito chi fosse. Velocemente andai a nascondermi.

 

Cher's pov 

 

Nessuna risposta, subito capii che ero sola, così velocemente possai la mia roba come al solito sul tavolo e mi presi un bicchiere di succo al lampone. Andai a posarmi sul divano del salone, girai tra i vari canali, con la speranza di trovarne qualcuno che attirasse la mia attenzione, ma non fui fortunata. Così spensi. Ero li, seduta difronte quel oggetto elettronico a fissare lo schermo nero, persa in me stessa. Sentii una figura sedersi accanto a me, facendomi sobbalzare.

 

"Non capisco cosa ho sbagliato."-ammise debolmente Harry.

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SPAZIO AUTRICE

Spero che vi piaccia.
Lasciate qualche recensione così capisco cosa ne pensate.

Baci flo.xx

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Capitolo 7
*** Truth... ***


Mi trovavo difronte uno sguardo confuso, rammaricato, deluso, dove mi risultava difficile reggerlo. In quella situazione più che mai mi sentivo vulnerabile, qualsiasi cosa che mi avrebbe detto, mi avrebbe sconfusionato la mente che da un pò avevo rimesso in ordine.

Forse i miei genotiri hanno ragione, il disordine fuori è dovuto a quello che hai dentro e credo che io sia proprio il macello.

 

"Cosa ci fai qui?"-gli chiesi impassibile, cercando che nessuna emozione padroneggiasse in quel momento in me.

"Cosa ho sbagliato?"-ripetè ma stavolta più a se stesso che a me. 

In quel momento si portò le mani alla testa, coprendomi la visuale dei suoi occhi, l'unica cosa di cui ero certa era che il suo sguardo era posato sul pavimento. Quella situazione mi mise in difficoltà, non sapevo cosa fare o dire, d'istinto posai una mano sulla sua spalla col tentativo di riassicurarlo.

 

"Nulla."-esitai a dirgli.

Due iridi verdi di un lucido intenso erano riflesse nelle mie iridi color nocciola. Combaciavano così magnificamente quei due colori, naturali, puliti, due semplici colori così completi insieme. Questo sono con Harry? Completa? 

 

"Impara a vedere una persona per quello che è davvero dentro, quello che dicono le persone è solo un immagine che gli è stata data."-indulgiò a dirmi, alzandosi e dileguandosi dal salone. 

"Forse non è l'opinione delle persone che davvero mi importa ma la paura di ciò che i miei occhi delineano di quella persona."-sbottai.

"Come la delineerebbero?"-chiese sconcertato, ritornandomi di fronte. 

"Harry..."-sospirai.

"Cher, dimmelo."-ordinò.

"Come un essere presuntuoso, sicuro di sè , per il quale i soldi sono al primo posto. Un essere che ha tutte ai suoi piedi ma i suoi occhi cercano ancora una principessa ma non sa che il principe scelse Cenerentola pur essendo una serva, che il principe Eric scelse Ariel pur essendo una sirena. A volte non si cerca davvero ciò di cui si ha bisogno ma solo cosa coglie l'attenzione degli occhi."-asserii.

In un certo senso in quel momento ero intimorita dalla possente figura che avevo davanti. Harry aveva quel fare intimidatorio, capace di mettere in sobbuglio la mia mente anche solo sorridendo. Cosa? No, Cher, no. Dovevo bloccare quei pensieri. Non potevo. Non dovevo spingermi oltre il limite che mi ero imposta.E toccare il tasto Harry voleva dire toccare il limite.

"Non ho mai cercato una principessa e tu dovresti saperlo. Perchè cazzo non riesci a capire?! Secondo te davvero avrei voluto avere una relazione con Carolina Flack, vent'anni più grande di me? Parere presuntuoso ai tuoi occhi? E sai una cosa? Dal primo giorno che ti vidi, da quando i nostri occhi si scontrarono, pensai "Lei riuscirà a gestirmi, a mettermi dei limiti e a far trasparire il vero me". Ma hai ragione. I miei occhi hanno adocchiato la persona sbagliata. Mi chiedo ancora perchè accettasti la proposta di lavoro se pensi questo di me."-sbottò.

"Non fare la vittima adesso."-scoppiai.

Quella situazione cominciò a scivolarci dalle mani, facendoci perdere il controllo.

"La vittima? Ma se in tutto questo tempo sei stata tu a farla e quando ti spiattellano la verità in faccia, rigiri i fatti a tuo piacere. Ti aspetti che le persone ci siano sempre per te, quando poi sono gli altri ad avere bisogno, tu sparisci."-sputò."

Non è vero."-negai.

"Si, invece. Ed è anche vero che sei come la Luna, c'è sempre qualcosa di nuovo di te che traspare e il giorno dopo si nasconde di nuovo."-ribadì.

"Se è un modo per dire che sono lunatica, si, lo sono."-asserii.

Poi arrivò il silenzio, quel fatidico silenzio che portò i miei occhi a contornarsi da un intenso lucido, volevo piangere, ma non li davanti a lui. Ero troppo orgogliosa per cadergli davanti. Forse lo eravamo entrambi fin troppo, da non trovare un punto stabile tra noi.

Infondo eravamo così diversi. Quel fottuto detto che gli opposti si attragono è solo una cazzata. E se gli opposti avessero la stessa carica? E se la Luna splendesse nello stesso momento con il Sole? Come può "meno per meno" fare più e "più per meno" fare meno? A volte non è questione di calcolo o logica ma solo di vista. Per alcuni, io e Harry siamo come una reazione chimica di doppio scambio, non sempre le stesse moli sono presenti in entrambi. Per altri, siamo come l'aria. Come può l'ossigeno esistere senza l'anidride carbonica e come può l'anidride carbonica esistere senza l'ossigeno?

Ed ecco in gioco la vista.

"Non può andare avanti così."-biasciai.

"Già."-sospirò.

"Domani chiamerò Jhonny per licenziarmi."-ammisi.

"Cosa?"-urlò, sgranando gli occhi.

"E' la cosa migliore."-bofonchiai.

"Per chi?"

"Per entrambi."-affermai.

"No, non per me. E non lo è neanche per te solo che sei stata abituata a scappare dai momenti di difficoltà, senza affrontarli. Non concluderai mai nulla nella vita facendo così. Morirai con il pensiero di non aver vissuto abbastanza, senza bruciare nessuna tappa. La vita, se pensi che come tu la stia vivendo sia programmata secondo i tuoi piani, ti stai sbagliando. Ma a te cosa importa di cosa penso, tanto penso solo a me stesso. Quindi vai scappa, qui non hai alcun motivo per continuare a restare."-sputò, allontanandosi, scomparendo dalla mia vita.

Solo dal tonfo che la porta emanò capìì che era definitivamente andato via.

Numerose lacrime rigarono il mio volto. Mi sentivo una stupida, un assassino che si era ucciso che le proprie mani. Avevo lo sguardo perso nel vuoto. I tentativi di chiamarlo risultarono invani. Ero stanca di quella situazione, ero a Londra per essere la Cher spensierata che solo pochi hanno potuto conoscere ma nessun risultato. Rapidamente corsi nella mia stanza, posai alcuni miei indumenti del borsone e scesi. Stavo confermando le parole di Harry in quel momento. Scappare delle situazioni difficili. Ma in fondo questa sono io, non sono qui per cambiare anche un piccola parte di me. Sono talmente ridicola da deridermi da me, ma troppo orgogliosa per ammetterlo persino a me stessa. Lasciai un foglietto sul tavolo della cucina a Phoebe, con su scritto:

 

"Non era questa la vita che sognavo quando sono venuta qui, mi dispiace.xx 

Ps. Vai in camera tua, sul comò difronte al letto, troverai forse le risposte alle tue domande."

 

Appena mi chiusi la porta alle spalle, abbandonai definitivamente quella struttura. Ero consapevole di ciò che stessi facendo o in cosa mi stessi avventurando. Stavo per tornare a quella solita, monotona vita che fino a pochi mesi fa avevo vissuto. Non mi importavano le conseguenze, volevo allontanarmi da Londra o per lo più dalla confusione. Harry e Liam. Due ragazzi così diversi,  uno capace di mandare all'aria tutti i miei piani e uno mettermeli in ordine. Mentre raggiungevo in taxi l'aeroporto, tanti pensieri occuparono la mia mente, "Phoebe avrà letto il biglietto?", "Mica mi staranno cercando?", "Cosa provo per Harry?". Non lo conosco neanche da due settimane e già posso esserne fortemente attratta? E  se fosse solo un capriccio del momento?". Con Liam era diverso, lui riusciva a capirmi e viceversa, forse è questo che non destabilizzava le nostre conversazioni e per quanto riguarda lui, aveva già gli occhi su una ragazza, che non ero io.

E se con Harry si trattasse di un colpo di fulmine, infondo non abbiamo nulla in comune. E se davvero gli opposti si attraggono e la forza di gravità mi sta calamitando su di lui? Ma cosa sto dicendo. Come posso da un momento all'altro cambiare una mia stessa concezione?

 

Phoebe's pov

 

Ero da poco rientrata a casa, capìì che ero sola dal silenzio che popolava la struttura. La luce della cucina era accesa, solo così capìì che Cher mi aveva rimasto un biglietto. Appena lo lessi, cominciò a trasparire in me del panico, così, corsi di sopra, entrai nella mia stanza e vidi su quel comò, una busta bianca. La presi e mi andai a sedere sul bordo del letto. Con le mani tremolanti l'aprii e incominciai a leggerla.

 

"Ehi Smug. 

E' da tanto che non ti chiamo più così e ho pensato che questo sia il momento migliore per farlo, voglio che mentre leggi questa lettera, le tue mani smettano di tremare, la preoccupazione venga messa da parte e un sorriso sia raffigurato sul tuo volto, perchè è di questo che ho bisogno, sapere che stai bene. Pensa, sono solo le due di notte mentre ti sto scrivendo questa lettera e tu stai dormendo nella stanza accanto. Che cosa stupida!!!

Ricordi, avevamo solo nove anni quando fantasticavamo sul nostro futuro e sul fatto che saremo vissute insieme. E guarda, ci siamo riuscite.  Tu eri quella sicura e ferma sulle tue scelte, mentre io ero quella che sempre barcollava, tutto per me era insicuro e così è tutt'ora. Tu eri quella che era sempre presente alle mie cadute e che riusciva a farmi rialzare coprendo le mie cicatrici. E quel giorno che scopristi che ero entrata in quel tunnel che molte adolescenti ne soffrono? Mi presi e mi portasti al Luna Park, ingozzandoci di zucchero filato. Eppure anche se la mia vita fosse ed è piena di contraddizioni, non ricordo un istante che tu non ci fossi. Smug, non dirmi che stai già piangendo?! Altirmenti non continuo. Ricordi quel giorno che arrivai in questa casa e tu sembravi in tutta fase traslochi, quando solo poi capii che avevi fatto svuotare lo sgabuzzino per restaurare la mia stanza. Numerose scatole erano depositate all'ingresso al mio arrivo. Solo così mi accorsi che quelle scatole avevano giochi, ricordi di quando eravamo piccole. Non hai mai dato perscontato ogni istante della vita, non hai mai buttato all'aria i ricordi del passato. Solo adesso ho capito perchè hai fatto sempre tutto da sola e purtroppo è tardi. 

Se non sono a leggere questa lettera qui con te, ci sarà un motivo. 

Non ce la faccio. Non ce la farò. Mi dispaice, ma purtroppo ho sbagliato momento. Certe volte penso che se non fossi venuta qui sarebbe stata la cosa migliore. E stavolta non è la delusione o la frustazione, ma semplicemente paura. Si, ho paura. Paura di deluderti per qualcosa di banale, paura di provare qualcosa e paura di mostrare alle persone chi sono veramente.

Perchè proprio adesso? Perchè stavo ricadendo in qualcosa che neanche tu avresti potuto aiutarmi a rialzare, perchè quella che avrei principalmente ferito saresti stata tu. Tante promesse, tante cose che ho detto, che non ho mai mantenuto e questa è la più grave. Harry. Infondo lo sapevi. Con lui sono vulnerabile, incosciente delle mie azioni, vago nelle sue profonde iridi verdi, perdendomi completamente. Sto bene con lui anche se non l'ho mostrato o non voglio mostrarlo. Mentre con Liam sai come mi sento. Come se vivessi in una fortezza, non preoccupandomi per neanche un secondo di poter farmi del male. Ma Liam non è Harry. Di questo ho paura, provare qualcosa di forte per qualcuno, perdere la tua amicizia o anche la tua costante presenza nella mia vita. Questa sono diventata e sono sempre stata, un ipocrita, una depressa, un misto di emozioni negative. Sono come quel "fine" che sta alle persone come leggerlo. Ero venuta qui per iniziare a sorridere ma non credo ci sia riuscita e adesso che questa "missione" è fallita, posso andarmene. Spero che tu non ce l'abbia con me. Tornerò, ma non adesso. Ho bisogno di tempo. Ti voglio bene Smug.

 

                                                                                                                                         Tua Cher.xx"

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SPAZIO AUTRICE

Possiamo dire che la storia ha inizio. Spero che oltre a piacervi la storia, vi piaccia anche il mio modo di scrivere.
Recensitela in molti, ci terrei a sapere cosa ne pensate e cosa potrei migliorare.

Baci Flo.xx

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