Sky and Dark

di Ocean_Lily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi problemi ***
Capitolo 2: *** Un arrivo movimentato ***
Capitolo 3: *** Una giornata un po' normale ***
Capitolo 4: *** Al completo ***
Capitolo 5: *** Primo giorno ***
Capitolo 6: *** Presentazioni ***
Capitolo 7: *** La quiete prima della tempesta ***



Capitolo 1
*** Nuovi problemi ***


«State scherzando, spero?» Costanza si alzò di colpo dal divano. I lunghi capelli neri le ricadevano oltre le spalle, risaltando la sua pelle bianca e i suoi occhi color nocciola chiaro.
«Calmati e mettiti a sedere, Costanza.» vicino a lei era seduto un uomo anziano dai capelli bianchi tirati all'indietro.
«Calmarmi? Come posso stare calma nonno? Zakuro e Kikyo sono spariti nel nulla, Torikabuto non siamo mai riusciti a trovarlo e come faremo se spariscono anche Bluebell e Byakuran?» disse tutto d'un fiato.
«So come ti senti.» disse un uomo seduto in una poltrona di fianco al divano. «Per questo ti chiedo di andare in Giappone. Molto probabilmente cercano il mio successore e mi serve che tu sia lì per aiutarlo in caso le cose si complicano, e poi se non sbaglio devi andare a Tokyo per verificare delle voci giusto?» l'anziano le fece un sorriso radioso sotto quei folti baffi.
«Come vuole Nono.» disse rassegnata «Con il vostro permesso io ritorno alla villa.» chinò  lievemente il capo e uscì dalla stanza.

«Allora com'è andata?» una ragazza dai lunghi capelli rossi raccolti in una coda alta e dallo sguardo color verde acqua la aspettava fuori dalla porta.
«Dobbiamo partire per il Giappone, con ordini ufficiale da entrambi.»
«Solo questo?» la ragazza inclinò il capo.
«No Mary. Mi hanno riferito che Zakuro e Kikyo sono scomparsi.»
«Zakuro...» disse pensierosa. «Non era quell'uomo che ti faceva venire i brividi ogni volta che lo vedevi?» face un ghigno.
Costanza la fulminò con lo sguardo e Mary non disse più  nulla. Continuavano a percorrere i lunghi corridoi della villa della Famiglia Vongola pieni di quadri di pittori famosi, poi Mary ruppe il silenzio.
«Oggi non dovevi andare all'orfanotrofio?»
«Cosa? Non stavo ascoltando.» volse il suo sguardo alla ragazza e in qual momento andò  a sbattere contro qualcosa, o qualcuno.
«Ahi.» si portò la mano al naso ricoperto di lentiggini che continuavano fino alle guance.
«Costanza stai bene?» la voce era cupa e maschile.
«Iemitsu! Non ti ho visto, scusa.»
Iemitsu sorrise. «Non ti preoccupare piccola. » disse scompigliandole i capelli. «Sai ogni volta che ti vedo mi ricordo di mio figlio. È un anno più piccolo di te e... »
«Iemitsu me ne hai parlato tante volte!»
L'uomo rise. «Già  hai ragione. Buona giornata allora.» e si allontanò.

Fuori dalla villa era parcheggiata un'auto nera che la aspettava.
«Signorina.» disse l'autista quando le due ragazze entrarono in macchina. «Non aspettiamo il boss?»
«Il nonno deve ancora parlare d'affari con il Nono. Per il momento portatemi alla villa.»
L'auto si accese e partì. Fuori dai finestrini oscurati gli alberi scorrevano velocemente.
«Quando intende partire capo?» la voce di Mary ruppe il silenzio.
«Domani. Avevo già provveduto a cercarmi un albergo a Tokyo e l'iscrizione nella stessa scuola di quella ragazza. Una volta che si sarà unita a noi farò  il trasferimento a Namimori.»
«Ne è sicura che sia quella giusta?»
«Ho lo stesso presentimento che ho avuto quella volta con te.» disse con un sorriso raggiante. Mary non disse niente si limitò solo a sorridere anche lei. L'aveva scelta basandosi su un presentimento, non sapendo quasi niente di lei se non quello che era uscito da un'accurata ricerca, e alla fine quella sensazione era esatta. Costanza iniziò a fare telefonate prenotando voli e alberghi per il viaggio prima che arrivassero.
«Siamo arrivati signora.» disse l'autista spegnando l'auto e uscendo per aprire la portiera alle due ragazze.
«Wao! Ogni volta che la vedo mi sembra un castello!»
«Mary sei sempre la solita esagerata!»

Salirono la gradinata che portava alla porta d'ingresso e suonarono il campanello. Degli uomini in nero aprirono la porta della villa mostrando la sala d'ingresso. C'era un'ampia scala di marmo che si divideva in due direzioni, le pareti erano di un color crema tappezzati di dipinti di paesaggi e alcune porte di mogano che conducevano ad altre stanze e corridoi della casa.
«Ben tornata signorina d'Altavilla.»
«Ciao Joseph. Ciao Marco. Gabriele è ancora in casa?»
«Sì signora. Dovrebbe essere in giardino.» rispose Marco.
«Grazie.» disse con un caldo sorriso per poi avviarsi sul giardino nel retro della casa. Mary salutò i due uomini con un movimento della mano e un sorriso in viso e seguì Costanza che aprì una delle porte ed entrò in un'immensa biblioteca. La stanza era più alta delle altre con scaffali pieni di libri che arrivavano fino al soffitto e che potevano essere presi solo grazie ad una scala scorrevole attaccata nella parte superiore della libreria. C'erano anche un morbido divano dalla stoffa di un marroncino chiaro con delle poltrone abbinate e una scrivania di legno dello stesso colore della libreria. Mary si sentiva sempre a disagio quando entrava in quella stanza, ma per Costanza era diverso. Quello era il suo mondo e passava le intere giornate a cercare libri o quaderni con appunti appartenute alle generazioni precedenti leggendo avidamente il loro contenuto. L'unico lato della stanza lasciato libero da scaffali e libri era quello dove si trovava una grande vetrata che dava su una gradinata che portava al giardino. Il giardino (se cosi si poteva definire) era pieno di alberi ombrosi ed una piscina che usavano durante il caldo afoso delle giornate estive come quella. Seduto in una delle sdraio in legno c'era un ragazzo dai capelli scuri con riflessi verdi e accanto una ragazza in costume, dal fisico magro e atletico, i capelli color carota  raccolti in uno chignon e gli occhi uno color grigio e l’altro color verde, che prendeva il sole.
«Sarah non pensavo che avresti preso il sole accanto a questo maniaco!» disse Mary in tono di scherno.
«Mary angelo mio! Mi mancava il tuo dolce accento inglese!» stava per gettarsi addosso a Mary quando Sarah lo bloccò tirando dalla maglietta.
«Tieni a posto le mani!»
«Con il tuo accento tedesco farei qualunque cosa mi ordini, mia principessa, ma se non mi lasci soffoco... »
Sarah lasciò la presa e si alzò prima del ragazzo, che era rimasto fermo a riprendere fiato. Costanza guardò divertita la scena come sempre riuscendo ad accantonare quei pensieri che la tormentavano. Gabriel era il tipico don Giovanni e Sarah cercava di tenerlo in riga con il suo carattere dittatoriale. I suoi pensieri furono interrotti da una voce. «Qualcosa non va capo?» Sarah si era avvicinata per guardarla meglio. Da quando era uscita da quella casa non riusciva a pensare ad altro se non a quello che gli avevano detto i due boss.
«Entriamo in biblioteca, devo parlarvi di una cosa importante.» il volto dei due ragazzi divenne serio. Mary era l'unica a non aver perso il suo sorriso, che adesso era diventato un riso nervoso.
«Mi metto qualcosa addosso e arrivo subito.»

Sarah si era messa un paio di pantaloncini e una maglietta a maniche corte, dove uscivano i lacci del costume legati al collo. Si erano seduti nel morbido divano e aspettavano che Costanza iniziasse.
«Ieri Zakuro e Kikyo sono scomparsi. Il Nono mi ha chiesto di andare in Giappone per aiutare il suo successore in caso di bisogno. Sospettano che si siano recati lì.»
La ascoltarono senza interromperla. Capirono che la situazione era alquanto delicata e che non potevano tirarsi indietro se le cose andavano male.
«Che cosa vuole che facciamo capo?» fu Gabriele a rompere il silenzio che si era creato.
«Io e Mary andremmo in Giappone. Vorrei che Sarah vada in Francia per cercare quelle persone e che tu vada in Russia a cercare quella persona.»
«Mi servirà un soprabito pesante. Quand'è che dovremmo partire?»
«Domani. Avete una settimana di tempo dopodiché vorrei che veniate in Giappone con loro.»
I due la guardavano stupiti. «U-una se-settimana?» balbettò Sarah «Ma è impossibile!»
«Mi fido di voi e sono sicura che niente è impossibile. Ho già prenotato tutto a vostro nome. A breve dovrebbero arrivare i vostri biglietti.» si sentì qualcuno bussare alla porta «Avanti!»
Quando la porta si aprì, comparve la figura di una donna dalla pelle chiara, i capelli color biondo cenere e gli occhi nocciola.
«Tesoro sono arrivati questi per voi.» disse con un sorriso.
«Grazie mamma.» Costanza si era alzata per prendere delle buste che la madre le passava ricambiandole il sorriso, per poi andare verso la scrivania quando si chiuse la porta. Da un cassetto aveva tirato fuori dei passaporti che diede a ogni ragazzo insieme ai biglietti.
«Questi sono per voi. All'interno ci sono delle carte di credito valide in tutto il mondo. Mi raccomando se avete qualsiasi tipo di problemi contattatemi.»
Gabriele aveva già aperto il suo biglietto per controllare l'ora della partenza.
«Costanza sei sicura di aver fatto i biglietti correttamente?»
«Sì.»
«Allora perché il mio volo è fino in Romania?»
«Bè qualcuno ti ha offerto il suo jet privato.» Disse con un ghigno. Gabriele era sbiancato.
«Stai dicendo che Zefiro De Vries mi ha concesso di utilizzare il suo jet?!»
«L'alternativa era restare un giro da lui e siccome non ti voleva tra i piedi mi ha offerto il jet. Ora però andiamo a preparare le valige, non abbiamo tempo da perdere.»
I presenti si alzarono e ognuno andò nella propria stanza. Mary si bloccò davanti all’uscita.
«Costanza oggi devi andare all'orfanotrofio?»
«Ci andrò una volta finita la valigia. Se non ci vado ci resteranno male,  soprattutto Anna.»
Mary face un cenno col capo e uscì lasciandola sola.

Intanto in Giappone...
«Reborn se è uno scherzo non è divertente.»
« Ti sembra che sto scherzando imbrana-Tsuna?»
Tsuna andò nel panico. «E ora che si fa?!» poco dopo ricevette un colpo di martello di plastica sulla testa.
«Calmati. Ci ha già pensato il Nono. Mi ha riferito che ti manderà rinforzi per l'imminente battaglia. »
Un orribile pensiero invase la mente di Tsuna. «Non saranno i Varia?!»
«No, qualcuno che è al suo stesso livello.»
Reborn uscì dalla stanza con il suo solito sorriso che voleva dire che nascondesse qualcosa lasciando Tsuna nel dubbio.

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Capitolo 2
*** Un arrivo movimentato ***


«Costanza non ci pensare. Ci sarà rimasta male perché non poteva venire, ma Anna non rimarrà arrabbiata per sempre. » Mary tentava di tirare su il morale. Erano nel jet privato della famiglia di Costanza l'una di fronte all'altra. Non si erano mosse di lì per tutta la durata del viaggio, mentre Mary tentava di non farle pensare la sua ultima visita all'orfanotrofio.
«Quando arriviamo a terra le chiamo. »
«Vedrai che sarà felice di sentirti. » disse con un sorriso.
Arrivarono in Giappone qualche ora più tardi. L'aria era calda e il cielo limpido. Le ragazze accesero i cellulari che avevano tenuto rigorosamente spenti per tutto il viaggio. Quando il pilota uscì dalla sua cabina per salutare le ragazze, una bambina, di circa otto anni con dei corti capelli neri e gli occhi di un azzurro cristallino, scese di corsa le scale che portavano verso il suolo dell'aeroporto.
«Anna che diavolo ci fai tu qui?! » il tono di Costanza era diventato severo.
«Volevo venire con te! »
«Te lo avevo già detto che non potevi. Ora ritorni in Italia, saranno tutti preoccupati! » era arrabbiata e lo si sentiva nella voce. Gli occhi della bambina si riempirono di lacrime. «No! Resto qui! »
«Anna lo sta facendo per il tuo bene!» intervenne Mary.
«Voglio restare con lei!»
Costanza non sapeva più che fare. Era affezionata alla bambina e non voleva che fosse coinvolta. «Lo sai che è pericoloso? » la bambina annuì.
«E va bene. Puoi restare, ma a una condizione: devi fare tutto quello che ti dico. » la bambina le sorrise e le prese la mano.

Un’auto nera le stava aspettando, i bagagli erano già dentro il bagagliaio.
«Dove vi porto? »
«All'hotel di Tokyo. » rispose in un impeccabile giapponese. Il guidatore accese l’auto e si diresse verso l’hotel. «Anna sai parlare il giapponese? »
La bambina scosse il capo.
«Non ti preoccupare ti insegnerà Mary. » disse sorridendole. L'hotel non era molto distante dall'aeroporto e non ci volle tanto prima che arrivassero. Una volta spiegato il disguido di una persona in più alla reception entrarono nella loro suite. Era grande con una sala da pranzo, il bagno in camera e tre letti situati in una camera separata. Mary e Anna iniziarono a ispezionare la suite guardando la cabina armadio e le varie stanza.
«Fra un po' dovremmo ricevere visite. » avvisò Costanza. Mary la guardò incuriosita.
 
Il treno andava ad alta velocità percorrendo quelle strade di campagna in pochi minuti.
«Reborn sei sicuro che devo venire io al posto di Tsuna-kun? »
«Si Enma. Tu la devi incontrare per primo e mi raccomando non dire niente a Tsuna. » Enma sembrava un po' preoccupato doveva incontrarsi con una persona che non aveva mai visto, eppure Reborn gli continuava a dire che lontanamente erano parenti. Il treno si fermò poco dopo alla stazione di Tokyo.
«Siamo arrivati. Vieni Enma. »
Seguì Reborn fino a un taxi senza dire una parola. L’auto si fermò davanti ad un albergo dall’aria lussuosa.
«Grazie infinite.» disse Enma un po’ impacciato dopo che scese e pagò. Reborn era già entrato, la hall era ampia, arredata con mobili di alta qualità e decorata con vasi di fiori e quadri. Enma era appena entrato e restò incantato alla vista di un albergo di tali dimensioni.
«Seguimi. » Reborn aveva sempre quel suo tono serio e professionale che, per un bambino, era alquanto strano. Entrarono in un ascensore che li portò all’ultimo piano. Quando le porte si aprirono, si trovarono di fronte una ragazza dai lunghi capelli neri.
«Ben arrivato Reborn. » disse con un sorriso.
«Ciao Costanza. Lui è Enma Kozato il discendente del primo Simon e decimo boss. »
Costanza li porse la mano. «Piacere. Costanza Laila d’Altavilla; decimo boss della famiglia Altavilla. »
«Piacere…» disse stringendo la mano che le porgeva.
«Se non sbaglio il Primo Simon e il Primo Altavilla erano cugini di terzo grado. »
«Non ti sbagli Costanza.» disse Reborn. «Sei molto informata. »
«Ho una buona rete d’informatori. » disse con un sorriso invitandoli a sedere nel divano della suite. «Passiamo comunque a cose più serie. Devo restare a Tokyo per un paio di giorni e vorrei che voi controlliate la situazione a Namimori.»
«Il Nono mi aveva accennato a qualcosa ma non mi ha dato molte informazioni. Che cosa devi fare a Tokyo?»
«Possiamo dire “reclutare”. Ho trovato una ragazza che ha qualcosa a che fare con la mia famiglia. »
«Di quanto tempo hai bisogno?» chiese Enma.
«Penso massimo cinque giorni, ma vedrò di essere da voi entro tre. »
«Ne sei così sicura? » chiese Reborn da dietro il suo cappello.
«Assolutamente. » disse con tono deciso.
Reborn le fece un sorriso complice che la ragazza ricambiò.«Bene. Gradite una tazza di tea o caffè? »
«Per me del caffè. »
«Io prendo volentieri una tazza di tea. »
La ragazza sorrise e andò a prendere il tea e caffè.

Poco dopo i due erano fuori dall’hotel diretti alla stazione. Il cielo era diventato scuro e l’aria iniziava a farsi più fresca.
«Anna hai portato anche qualche cambio? » chiese Costanza dal bagno. La bambina iniziò a balbettare. «N-no… »
La ragazza uscì con indosso un pigiama e sorrideva ad Anna. «Tranquilla. Prenditi pure una delle mie magliette per la notte.» si rivolse verso Mary che era seduta sul letto a sgranocchiare qualche patatina. «Mary bada tu ad Anna domani e portala a comprare qualche vestito. »
Le patatine le andarono di traverso. «Ma Laila! »
«So badare a me stessa, e poi tu non sei neanche iscritta.»
«Come vuoi.» continuò a mangiare le patatine senza obbiettare e dopo un po’ le luci si spensero e tutte andarono a letto.
Il giorno dopo Costanza si alzò presto per prepararsi. Si mise la divisa scolastica che un uomo di suo nonno le aveva preso e fece una colazione veloce. Scese nella hall, dove aspettò un taxi che aveva mandato a chiamare quando era ancora in ascensore. La accompagnò fino alla scuola. Era un istituto solo femminile molto grande e con un ampio ingresso. La campana suonò e Costanza entrò nella sua classe la 3-1. Non le ci volle molto per trovare la ragazza che cercava. Aveva i capelli corti e castani e gli occhi verdi dallo sguardo simile a quello di un felino. L’aveva vista tante volte in foto e riusciva a riconoscere subito i suoi lineamenti.
“La giornata sarà interessante.”

A Namimori...
«Enma! » qualcuno aveva urlato il suo nome. Si voltò per guardare chi fosse.
«Tsuna-kun… »
«Enma corri!! » dietro di lui un cane nero lo inseguiva. I due correvano più forte che potevano e si ritrovarono all’interno della scuola media Namimori.
«Non c’è nessuno… »
«Ih siamo in ritardo. Se Hibari-san ci scopre siamo morti. » Tsuna si irrigidì. Da dietro le sue spalle proveniva un intento omicida che conosceva fin troppo bene.
«Che ci fanno due erbivori come voi ancora qui fuori? »
«Hi-Hibari-san noi stavamo giusto… » Hibari aveva già estratto i tonfa.
«Vi azzanno alla gola. »

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Capitolo 3
*** Una giornata un po' normale ***


«Sei sicura che verrà? Sono già passati tre giorni da quando gli e lo hai detto. » Mary era seduta con Anna nel suo letto e le faceva delle piccole treccine.
«Tranquilla, oggi verrà di sicuro. » Costanza era sdraiata e guardava il soffitto. Avevano iniziato a parlare giapponese dopo che Reborn ed Enma erano venuti in albergo e Anna imparata molto velocemente. Passarono i minuti, ma non succedeva niente. La tv era accesa e stava trasmettendo un vecchio film, quando le voci furono coperte da qualcuno che bussò alla porta. Costanza scese dal letto e andò ad aprire; lì in piedi c'era la ragazza dai corti capelli castani e lo sguardo felino dal colore verde smeraldo. Portava una larga maglietta con le a maniche corte e dei pantaloni un po' più corti.
«Ciao. Entra pure. » le disse con un sorriso. La ragazza entrò e si sedette nel divano.
«È arrivata? » Mary era uscita dalla stanza con un largo sorriso.
«Mary lei è Ami Fujita. » iniziò Costanza. «Ami lei è Mary Black. »
«Sono felice di fare la tua conoscenza. » disse raggiante Mary.
«Anch'io. » disse ricambiato il sorriso un po' imbarazzata.
«Qual è  la tua risposta, Ami-chan? » chiese Costanza con molta calma.
«Ci ho riflettuto. Devo dire che avere questo genere di potere è una cosa che mi affascina molto, ma non sono sicura di voler far parte della mafia. »
«La decisione è tua io non ti costringerò. Come ti ho detto se mai volessi accettare possiamo insegnanti come utilizzarlo. »
«Mi serve qualche altro giorno...»
«Purtroppo abbiamo i giorni contati. » intervenne Mary. «Dobbiamo dare supporto ad una famiglia alleata e non abbiamo molto tempo. »
Ami iniziò a rifletterci su. La decisione era difficile e il tempo era poco, doveva pensare e alla svelta. «Ci sto!» disse infine. Mary e Costanza sorrisero. «Bene! Domani faccio il trasferimento alla Nami. Avverto gli altri.»disse raggiante Costanza.
« Gli altri chi Laila-san? »
Costanza gli sorrise. «Oh li conoscerai molti presto. » e uscì dalla stanza.
Il giorno dopo Costanza andò insieme alle altre ragazzi a Namimori. Erano sul treno che le avrebbe portati fino alla stazione e nel vagone l'aria era pesante.
«Il nonno mi ha detto che ha comprato una piccola casa per noi. Dice che è grande abbastanza da poterci stare tutti. »
«Certo che il Nono è davvero gentile ad occuparsi di noi con tutti i suoi impegni. » disse Mary intenta a sgranocchiare pigramente dei bastoncini di cioccolato.
«Scusate chi è il Nono? »chiese Ami un po' imbarazzata.
«Bé il Nono è il nonno di Laila-chan, nonché boss di nona generazione. Lei è il suo successore. » rispose con orgoglio Mary. La voce nell’altoparlante del treno interrupe il loro discorso. «Si avvisano i gentili passeggeri che stiamo arrivando alla stazione di Namimori. »
«Bene iniziamo a prendere le nostre cose. »
Uscite dalla stazione si ritrovano di fronte ad una strada piena di negozi di tutti i tipi; c'erano bar, negozi di intimo e vestiti, di dolciumi, pasticceria, insomma l'imbarazzo della scelta.
«Allora prima di tutto andiamo a vedere la casa, dopodiché io e Mary andiamo alla scuola media Namimori, e tu Ami puoi iscrivere Anna alle elementari? »
«Ma certo Laila-san. » rivolse un sorriso ad Anna e le porse la sua mano che afferrò un po’ titubante.
«Allora la nostra casa dovrebbe essere qui da qualche parte… » estrasse un foglio di carta dalla tasca superiore della valigia per leggere l’indirizzo. Dovettero chiedere informazioni ad una vecchietta per sapere dove si trovava. Quando arrivarono non ci volle molto a capire quale fosse. Dall’aspetto esteriore sembrava piccola anche se era disposta su due piani, con un giardino che percorreva tutta la casa tranne per l’ingresso che era composto da un vialetto che portava al cancello. Appoggiato al muretto, che delimitava il perimetro dell’abitazione, c’era un uomo anziano con i capelli neri quasi del tutto bianchi.
«Siete la signorina Altavilla? » chiese con tono sonnolento.
«Sì. »
L’anziano le porse un mazzo di chiavi per poi salutarla e andarsene. Le ragazze entrarono in casa. La stanza d’ingresso era tipica giapponese, il pavimento rialzato di qualche centimetro rispetto a quello della porta con un corridoio che portava alle altre stanze e una scala di legno che conduceva al piano superiore. Costanza si tolse le scarpe e andò a guardare il resto della casa, imitata dalle altre. C’era una cucina spaziosa e confortevole con una penisola che la divideva dalla sala pranzo, il soggiorno invece aveva una portafinestra che portava al giardino e vicina c’era una stanza vuota. Il piano di sopra aveva ben tre camere da letto molto spaziose che potevano avere fino a tre letti. Tutte le stanze erano già arredate.
«Wao! Certo che tuo nonno ha pensato a tutto! » Ami aveva appena finito di fare il giro della casa.
«Già. Ci conviene pensare all’iscrizione adesso, prima che sia troppo tardi. Ci rivediamo qui tra un po’. Nel frattempo faccio anche delle copie delle chiavi. » prese una carta di credito e un piccolo pacchetto che si mise nella tasca della divisa. Due minuti dopo erano già uscite e ognuno andò per la sua strada.
I corridoi della scuola erano vuoti, tutti i ragazzi erano all’interno delle aule a seguire le lezioni. Costanza e Mary si diressero verso la presidenza per effettuare il cambio scuola.
«Potrei sapere il motivo del vostro trasferimento? » chiese cordialmente il preside. A parlare fu Costanza.
«Bè i nostri genitori si sono trasferiti qui per affari. »
«Tutti? » chiese incredulo il preside.
«Lavorano nella stessa azienda. Il nonno di Laila è il proprietario. »
Il preside non volle chiedere altro. Le porse dei moduli da compilare che aveva preso da dentro il cassetto della sua scrivania. «Questi li dovete portare il primo giorno che verrete nella nostra scuola. Per le divise passate il giorno prima e ve le faremo avere. »
«Grazie infinite. » dissero le due in coro facendo un piccolo inchino. Quando uscirono dalla presidenza c’era la pausa pranzo e tutti i ragazzi erano fuori dalle loro aule.
«Mary devo fare una cosa prima che andiamo. » la ragazza non ebbe il tempo di obbiettare che Costanza se n’era andata.
Stava girovagando per i corridoi pieni di ragazzi che la guardavano incuriosita, quando finalmente trovò chi stava cercando. Hibari stava facendo il suo giro di ronda e i ragazzi tentavano di non incrociare il suo sguardo.
«Hibari Kyoya! »urlò Costanza. Solo in quel momento la notò.
«Bene, bene. Abbiamo un intruso. Se non sbaglio quella è la divisa della scuola di Tokyo. »
I ragazzi la guardarono sbalorditi, visto che aveva avuto il coraggio di chiamare il ragazzo più pericoloso della scuola. Costanza si limitò solo a sorriderli senza risponderli estraendo il pacchetto dalla tasca della divisa per lanciarglielo. Hibari lo aveva preso al volo. «Ci si vede! » disse prima di andarsene notando i volti stupiti dei presenti.
«Laila? » Mary la cercava per tutta la scuola. “Ma dov’è finita? Dovremmo tornare a casa.” Si era ritrovata fuori in uno spazio aperto abbastanza grande da avere anche un campo da baseball. Era abbastanza lontana dai ragazzi che facevano qualche lancio ma qualcosa la colpì in testa. Si rigirò la palla che le era arrivata, massaggiandosi lievemente la testa cercando di capire di chi fosse. Un ragazzo, dai capelli neri e gli occhi di un castano scuro le si avvicinò insieme ad un ragazzo dai cappelli biondi e l’aria da tempista.
«Hey tutto bene? » chiese il moro un po’ preoccupato. Mary rimase due secondi a guardarlo senza dire una parola. Il moro si era avvicinato ancora di più.
«S-si. » iniziò a balbettare. Il ragazzo parve sollevato e le sorrise. Mary guardò la palla che teneva in mano e poi si rivolse di nuovo a lui. «È-è tua? » disse porgendoli la palla.
«Uhm. Sì grazie. » prese la palla che li passava con un sorriso.
«Mary! » gridò una voce. «Andiamo se no finiamo nei guai. »
«Arrivo Laila. » si rivolse di nuovo al ragazzo. «Ci vediamo. » li rivolse un sorriso e si diresse da Costanza che lasciarono la scuola.

«Stavi parlando con Yamamoto? »
«Chi, scusa? » chiese Mary un po’ stordita.
«Yamamoto Takeshi. Decimo guardiano della pioggia della Famiglia Vongola. »
«N-non lo sapevo. » iniziò a diventare rossa e Costanza lo notò. Quando arrivarono a casa Ami ed Anna le aspettavano.
«Questo è tuo. » disse Costanza lanciandole un mazzo di chiavi che Ami prese al volo.
Quando entrarono in casa sistemarono le loro valige. Mary e Ami si misero ai fornelli mentre Costanza faceva qualche lezione supplementare ad Anna quando il suo cellulare squillò.
«Pronto? »
«Mi stanno facendo davvero arrabbiare! » urlò la voce al cellulare.
«Che succede Sarah? »
«Non ce la faccio più! Non fanno altro che scambiarsi. Mi stanno facendo diventare matta! »
«Che succede? » chiese Mary uscendo dalla cucina.
«A quanto pare li ha trovati. » disse rivolta a Mary. «Chi dei due ha ereditato? »
«Entrambi! Ma nessuno dei due vuole lasciare l’altro e mi stanno facendo i dispetti.» si sentì un rumore proveniente dall’altro capo del cellulare. «Adesso vi faccio a pezzi! » ringhiò. Si sentirono dei rumori e qualche “Ahi” poi più niente.
«Cosa devo fare? » chiese disperata
«Portali entrambi. Ti aspetto qui entro domani.»
«Ma… » Costanza riagganciò. Mary stava ridendo di gusto.
«Di solito solo Gabriele la fa arrabbiare. » disse con le lacrime agli occhi per il troppo riso. Riuscì a contagiare anche Costanza, che ripensò a quella telefonata come ad una scena comica. Mary ritornò in cucina tra una risata e l’altra. Quando Costanza si riprese compose velocemente il numero di Gabriele.
«Gotovyy Alló(алло)
«Gabriele sono io. L’hai trovato? »
«Capo! Mia dolce musa. Sì in questo momento è qui con me. »
«Bene. Com’è andata? » ignorò il riferimento alla musa che le aveva appena fatto
«Ha accettato! La Famiglia Giegue è stata felice di sapere che era uno dei nostri. »
«Fantastico! Ti aspetto domani. Non osare fare tardi. »
«Ai suoi ordini mia musa. » riagganciò. Un pensiero felice invase la mente di Costanza. “Ora siamo al completo!”
 
Note dell'autrice: Salve! Mi scuso per il ritardo ma sono stata molto impegnata e non ho avuto il tempo di inserirla. Spero che la storia vi piaccia e ringrazzio tutti coloro che la leggono. Al prossimo capitolo! ;)

Dizionario: Gotovyy significa "Pronto" (l'ho tradotto con il traduttore non sono sicura che i russi rispondono così al cellulare)
Ringrazio holland per avermi informato che "Pronto" non si dice Gotovyy ma Alló e per aver aggiunto la mia storia nei preferiti :D

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Capitolo 4
*** Al completo ***


«Avete finito in cucina? » Costanza e Anna stavano apparecchiando la tavola, mentre Ami e Mary facevano avanti e indietro nella cucina a preparare il pranzo.
«Laila-chan secondo me abbiamo esagerato. » disse Ami un po’ preoccupata, visto che le porzioni che avevano preparato sarebbero serviti per sfamare un esercito.
«Non ti preoccupare, se avanza lo mettiamo in frigo, così domani lo dovremmo solo riscaldare. » disse Mary. Teneva in mano un mestolo di legno pieno di riso, i lunghi capelli rossi legati in una coda e in dosso aveva un grembiule per evitare di sporcare la maglietta e pantaloncini. Tutte continuavano a fare avanti e indietro sistemando prima questo e poi quello e assaggiando prima quella pietanza e poi quell’altra, quando furono interrotte dal suono del campanello.
«Vado io! » Anna si era andata ad aprire la porta.
«Posso esservi utile? » davanti all’ingresso c’erano sette ragazzi. Quello che sembrava il più gracilino parlò «Ciao piccola. Abita qui Costanza Laila d’Altavilla?»
«Anna chi è? » Laila era uscita dalla cucina con dei piatti in mano. «Ciao Enma! Entrate pure. »
Enma e gli altri ragazzi entrarono e si accomodarono nel soggiorno su invito di Anna.
«Vi posso offrire qualcosa da bere? Un tea freddo magari?» Laila entrò nella stanza.
«Il tea va benissimo grazie.» rispose cordialmente Enma.
«Vado a chiedere a Mary se ce ne porta un po’. » uscì dalla stanza ma rientrò subito dopo. «Allora Enma non ci presenti? »
«Loro sono i membri della mia famiglia. Lei è Suzuki Adelheid e lei Shitt P.» disse indicando le ragazza. «Mentre loro sono: Mizuno Koaru, Kato Julie, Ooyama Large e Aoba Kouyou. » indicando uno per uno i ragazzi che nominava.
«Molto piacere. Io sono Costanza Laila d’Altavilla. » disse chinando il capo.
«Ecco il tea. » Mary era entrata nella stanza con una caraffa di tè freddo seguita da Ami che portava dieci bicchieri.
«Bella ragazza ti do una mano io! »disse Julie, intenzionato più a prendere lei che i bicchieri. Ami si scansò e Julie abbracciò il vuoto cadendo per terra.
«Certo che a spaventare le donne ci riesci davvero bene! Sei un buono annulla.» disse Kouyou seccato. «Lascia ti do una mano. Infine.» le prese sei bicchieri di mano e ne diede uno ciascuno.
«Loro sono due dei miei guardiani: Mary Black e Ami Fujita.» le due ragazze fecero un inchino per poi sedersi vicino a Costanza. Iniziarono a bere un po' di tea prima che Costanza parlò di nuovo. « A cosa devo la vostra visita?» chiese con un sorriso. Con sua grande sorpresa fu Adelheid a parlare.
« Abbiamo setacciato la città dopo aver saputo che erano scomparsi quelle persone, ma purtroppo non abbiamo trovato niente, neanche un indizio.»
«Cavolo siamo messi male!» disse Mary in tono seccato. « Anche Zefiro De Vries ci sta dando una mano. In quanto a ricerche ed eliminare problemi è il migliore, ma non ha trovato niente. Né una traccia, né una foto. Sembra che siano spariti nel nulla.»
«Reborn mi ha un po' spiegato chi sono questi due. Siete sicuri che siano così pericolosi?»
«Sì. Soprattutto se dietro a tutto questo c'è  Byakuran.» il loro discorso fu interrotto dal campanello che suonò.
«Vado io.» Mary si alzò e andò ad aprire la porta.
«Angelo mio!» si sentì provenire dall'ingresso. Ci fu qualche rumore poi Mary tornò nella stanza accompagnata da un uomo alto dalla pelle chiara, gli occhi blu notte e i capelli castani( poteva avere massimo sedici anni), e da due ragazzini (un maschio ed una femmina) sui tredici anni, biondi con gli occhi grigi.
«Sarah sta arrivando. Mi sa che questa volta dobbiamo chiamare il becchino.»
Costanza alzò gli occhi al cielo per poi avvicinarsi ai tre. «Loro sono gli altri: Victor Petrov e Gill e Ivona Colin» disse poggiando le mani sulle spalle dei biondini. «Spero che Sarah e Gabriele vi hanno già spiegato tutto.» disse con un sorriso. Sarah fece la sua apparizione subito dopo ed emanava un'aura negativa.
«Prepara una fossa profonda. Lo butto lì dentro anche se è ancora vivo.»
«Sarah abbiamo ospiti!» la rimproverò Mary. La famiglia Simon non aveva detto una parola da quando erano arrivati gli altri guardiani.
«Tranquilla stavamo per andarcene.» Enma fece per alzarsi ma fu bloccato da Costanza.
«Ma che dici?! Rimarrete qui a pranzo. Le ragazze hanno cucina in più non sapendo se gli altri mangiavano tanto.»
«Non vorremmo disturbare.»
Costanza fece un dolce sorriso che incantò i nuovi guardiani. «Tranquilli nessun disturbo.»
Quando si sedettero a tavola arrivò anche Gabriele, che grazie a Sarah ora aveva un occhio nero. Sia il pranzo che le ore seguenti furono molto rilassanti; Large giocava con i bambini  mentre Gabriele e Julie avevano tentato di allungare le mani su qualche ragazza della casa, ma Adelheid li sistemò per bene lasciando sbalordita Sarah.

Quando se ne andarono era pomeriggio inoltrato e la casa sembrava vuota, anche se Sarah e Gabriele avevano iniziato a litigare come al solito.
«La devi smettere di allungare subito le mani appena vedi una ragazza formata!» urlava Sarah
«Chi sei tu per dirmi cosa devo fare e cosa no? A quanto ne so non sei ne mia madre ne la mia ragazza!»
«Hai ragione, ma gli uomini come te che tentano di palpare qua su e qua giù mi fanno schifo! Sono solo dei pervertiti!» le parole sembravano più dure ogni volta che le pronunciava a causa del suo accento tedesco.
«Allora perché non te ne vai? Se non riesci a sopportarmi…»
«Basta!» Costanza aveva urlato più forte di entrambi bloccando il discorso di Gabriele. «Ma vi sentite? Sembrate due bambini. Siamo in una situazione precaria e la città può essere attaccata da un momento all’altro. » i due abbassarono lo sguardo mentre Costanza continuava il suo discorso.
«Sarah sappiamo tutti com’è Gabriele, non a caso il suo tutor fu Shamal. Gabriele qui l’unica che ha il diritto di dire chi se ne deve andare e chi no sono io. Non voglio più vedere liti interne. Mi sono spiegata?»
«Sì» dissero in coro con voce flebile. Mai prima d’ora avevano visto Costanza arrabbiata in quel modo e speravano che non capitasse più.

A casa di Hayato Gokudera
«Reborn-san  ma è sicuro di quello che sta dicendo? Come posso non informare il boss?» chiese Hayato
«Tu non farlo e basta. Lo scoprirà a tempo debito.»
Hayato stava per ribattere, ma Reborn gli lanciò un’occhiata che significava “Fa quello che ho detto”
«Posso sapere che famiglia è?»
«Si chiamano Altavilla, penso che tu già li conosca. Dovrebbero trasferirsi nella vostra scuola.»
Hayato si illumino nel sentire il nome della famiglia Altavilla. Sapeva che le persone che ne facevano parte venivano selezionate in modo molto accurato e che era difficilissimo farne parte. Eppure adesso voleva scoprire cosa si nascondeva dietro tutto questo.


Angolo dell'autrice:
Salve a tutti. Questa è la seconda volta che scrivo questo spazio e spero di farlo spesso.
Vorrei ringraziare tutti quelli che leggono la mia ff e soprattutto Holls.
Vorrei consigliarvi una fanfiction su GokuHaru: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2543774 è molto carina :)
Ci vediamo al prossimo capitolo. Ciaossu 

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Capitolo 5
*** Primo giorno ***


Erano passati due giorni da quella lite e dovevano recarsi a scuola per la prima volta da studenti della Namimori.
«Sei sicura che vada tutto bene? Insomma non si parlano da due giorni.» Mary guardava Sarah che camminava davanti a tutti lontana da Gabriele che tentava di “Rimorchiare” (come diceva lui) qualche ragazza.
«Credo che le passerà presto, almeno spero.» disse con tono calmo anche se le sue ultime parole avevano una vena di preoccupazione. Lasciarono Gill, Ivona e Anna alla scuola elementare e poi andarono verso la scuola media dove il preside gli aspettava per dire loro in quale classe erano stati assegnati. La scuola era piena di ragazzi che aspettavano il suono della campanella nella propria classe parlando del più e del meno con i propri amici, mentre Costanza e gli altri si recarono subito in presidenza dove il preside gli attendeva seduto dietro la sua scrivania.
« Queste sono le classi dove siete stati assegnati.» disse passando un foglio a ciascuno di loro con su scritto la classe e i nomi dei vari professori e delle rispettive materie.
«Grazie mille.» dissero in coro facendo un piccolo inchino. Una volta usciti dalla presidenza ognuno di loro controllò in quale classe era stato destinato.
«Allora.» Costanza confrontò il suo foglio con quello di tutti gli altri. «Io e Mary siamo nella stessa classe.»
« Sono nella stessa classe di Victor-kun.» disse Gabriele. Aveva iniziato a mettere il suffisso onorifico dopo che era arrivato in Giappone.
«Io insieme a Sarah-chan.» disse Ami facendo un sorriso alla ragazza che era più seria che mai.
«Bene ci vediamo all'ora di pranzo. Mi raccomando non combinate casini.» disse Costanza prima di dirigersi verso la sua classe.

Qualcuno bussò forte.
«Avanti.» disse il professore svogliatamente. Due ragazze entrarono in classe. Una era alta, con i lunghi capelli rossi legati in una coda e gli occhi verde acqua, mentre l'altra era un po' più bassa con i lungi capelli neri sciolti e gli occhi color nocciola.
«Loro sono le vostre nuove compagne di classe, vengono dall'Italia. Forza ragazze presentatevi.» La prima a parlare fu la mora.
«Salve mi chiamo Costanza Laila d'Altavilla. Chiamatemi Laila visto che il primo è troppo lungo.» Gokudera sentendo il nome della mora si sedette in modo più composto stando attento a tutti i movimenti che faceva. Poi fu il turno della rossa.
«Io sono Mary Black. Vengo dall'Italia ma sono originaria dell'Inghilterra.» le due ragazze fecero un inchino in contemporanea.
«Abbiate cura di noi.» dissero all'unisono.
« Bene ragazze sedetevi dietro a Takeshi Yamamoto.» disse il professore. Le due ragazze si diressero verso i due banchi vuoti. Mary era proprio dietro al ragazzo.
«Ciao. Mary giusto. Ci siamo visti qui a scuola vicino al campo da baseball ricordi?»
«Sì.» disse la ragazza che stava per diventare rossa.«Tu sei Ya...»
«Yamamoto vuoi seguire la lezione?» aveva detto il professore urlando. Yamamoto le fece un ultimo sorriso prima di darle le spalle.

«Cavolo non ci capisco niente.» un ragazzo dai capelli chiari e un cerotto sul naso stava tentando di svolgere il suo compito. Erano passate tre ore da quando si erano separate degli altri e Sarah ed Ami si trovarono già a svolgere un compito in classe.
«Lo sappiamo tutti che sei stupido, non c'è bisogno che ce lo ricordi.» disse Aoba, tentando di capire la consegna.
«Ma se nemmeno tu riesci a capire qualcosa. Qui lo stupido non sono io ma tu.»
«Vuoi risolverla a suon di pugni, Sasagawa? Ti metterò a tappeto come l'ultima volta!»
«Sono stato io a metterti al tappeto!» I due iniziarono a litigare alzando ancora di più la voce, disturbano quelli che ne capivano almeno un po'. Ami si trovava nel mezzo dei due ragazzi. Appena entrata l'avevano messa lì per evitare che i due litigassero, ma a quanto pare non importava niente della sua presenza da muro divisore. I due stavano iniziando a prendersi a pugni quando la ragazza si alzò per mettersi in mezzo. Parò i colpi dei due ragazzi e inizio a stringere i loro pugni.
«Sto cercando di fare il compito. Se dovete litigare fatelo fuori. » "Cavolo i loro pugni sono piuttosto potenti."
La campanella suonò qualche secondo dopo.
«No non ho ancora finito.» disse disperata, ma la professoressa ritirò il compito a tutti e tre che si sedettero ai loro posti senza fare troppe storie.

«Mary vado a vedere come se la cavano gli altri.» disse Costanza qualche secondo dopo che la campanella suonò.
«Aspetta ven...»
«Mary-san.» Yamamoto aveva interrotto la ragazza. «Tu sei Costanza giusto?»
«Si ma chiamami Laila per favore.»
«Ok Laila-san.» disse con un sorriso. «Vi va di pranzare con noi.»
«Scusami ma io sono occupata. Mary invece è libera.» disse rivolgendo in sorriso al ragazzo prima di salutarli e andare via. Era appena uscita quando le si parò davanti un ragazzo alto dai capelli neri e lo sguardo gelido.
«Bene ecco qui l'intrusa.»
«Scusami Hibari-san ma al momento sono occupata. Facciamo la prossima volta.» disse passando accanto al ragazzo.«E poi sono iscritta regolarmente.» disse mostrando orgogliosa la divisa prima di dileguarsi.
Stava camminando nei corridoi quando senti una presenza che la seguiva. Iniziò a salire le scale che conducevano al tetto e quando aprì la porta se la rinchiuse velocemente dietro. Si nascose nel lato opposto aspettando che quella presenza si facesse avanti, e quando la porta si riaprì li fu subito addosso puntando un coltello alla gola.
«Gokudera!» disse abbassando l'arma. «Perché mi seguivi?»
«Volevo parlare da solo con te.»
«Senza il Decimo?» disse infilando il coltellino nella custodia che aveva nella suola della scarpa. «Strano.»
«Reborn-san mi ha detto di non dire niente della vostra presenza. Volevo sapere il perché.»
«Non riesci a non fare rapporto al Decimo vero?» disse con aria di scherno.
«Dimmi solo il perché.» Gokudera era diventato serio. Guardava Costanza negli occhi con aria di sfida.
«Non lo so. Perché non chiedi a Reborn.» il ragazzo abbasso lo sguardo. «Non puoi? Bé allora ne approfitto per testare le sue capacità.» lasciò Gokudera nella terrazza da solo.

La scuola era finita. Tsuna e i suoi compagni erano fermi davanti al cancello.
«Perché dobbiamo aspettarle?» chiese infastidito Gokudera.
«Dai è un atto di gentilezza.» disse con un sorriso Yamamoto. Dall'ingresso della scuola uscirono le due ragazze. Stavano chiacchierando con una mora e una ragazza dai capelli arancioni, seguiti da due ragazzi che chiudevano la fila.
«Laila-chan!!» accanto al guardiano della pioggia erano comparsi tre bambini che agitavano le braccia per farsi notare.
«Ciao ragazzi!» disse una volta arrivati lì. La più piccola le prese la mano mostrandole un dolce sorriso.
«Stavate aspettando noi? » chiese Mary rivolgendosi a Yamamoto.
«Volevamo accompagnarvi. Loro sono vostri amici?»
«Sì » disse Costanza. «Loro sono Ami, Sarah, Gabriele e Victor. Mentre questi tre sono Gill, Ivona e Anna.» disse indicandoli tutti uno ad uno.
«Sawada!» si sentì urlare dal cortile. «Volevi vedermi?» Ryohei era arrivato di corsa.
«Ma io non ho detto niente.» disse Tsuna un po’ perplesso
Ryohei guardò tutti i ragazzi lì presenti, e quando notò Ami le prese le mani e la guardò negli occhi. «Iscriviti al club di box.»
«Grazie, ma no grazie.» disse liberandosi dalla presa. «Laila-chan possiamo andare?»
«Sì. Voi venite con noi?» Disse rivolgendosi al resto della comitiva.
«Perché no.» disse Tsuna.

Camminarono un po' sparsi: Gabriele e Sarah erano i più lontani possibile l'una dall'altra, Ryohei supplicava Ami di iscriversi al club di box, Gill e Ivona si ricorrevano tra di loro, Mary e Yamamoto parlavano del più e del meno, mentre in testa a tutti c'erano Tsuna, Gokudera, Costanza e Anna. Gokudera studiava ogni mossa di Costanza per capire quale fossero le sue vere intenzioni. Tsuna, invece, stava facendo qualche battuta alla ragazza, che rideva di buon grado.
«Allora.» disse una volta finito di ridere. «Come va con Za...» la parola le morì sulle labbra. Senti una strana presenza provenire dal fondo della via. Si concentrò su di essa, ignorando le domande di Tsuna, quando capì di cosa si trattasse.
 «Tutti a terra!» dal fondo della via partì un fascio di luce che li schivò.
«Gill, Ivona occupatevi di Anna.» si voltò a guardare gli altri. I suoi occhi emanavano una strana luce.  «Ragazzi si va a caccia.»
Tsuna ebbe una strana sensazione. Guardò meglio il fondo della via e notò qualcosa. Impallidì quando capì di chi si trattava: Zakuro stava fluttuando proprio di fronte a loro.
 
Angolo dell'autrice
Salve a tutti. Mi dispiace per il ritardo, ma purtroppo sono molto impegnata :(
Vorrei ringraziare tutti i miei lettori (anche quelli silenziosi) e spero che vi sia piaciuto questo capitolo. Vi aspetto al prossimo ;) Ciaossu :3

 

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Capitolo 6
*** Presentazioni ***


I nuovi ragazzi erano partiti di scatto verso Zakuro prendendo direzioni diversi.
«Fratellone bada ai bambini. Ragazzi noi andremo all'attacco.» Tsuna era entrato in iper mod. Gli altri stavano tentando di colpire il nemico e sembrava che gli stava dando del filo da torcere. Zakuro aveva colpito Mary che fu presa al volo da Yamamoto, mentre Gokudera aveva azionato il sistema C.A.I.
«Tsuna X-Burner. Ora!» aveva urlato Costanza.
«D'accordo. Spostatevi tutti.»
«Credi che te lo lascerò fare moccioso.» disse con una risata di scherno. Lo stavano tenendo impegnato mentre caricava il colpo quando ad un tratto Sasagawa urlò.
«Fermi restate qui.» tentò di bloccarli, ma Ivona e Gill erano già partiti.
«Tana!» urlò Gill
«Ti abbiamo trovata.» disse ridendo Ivona. Nascosta in una delle vie si trovava Chrome Dokuro insieme a Mukuro Rokudo.
«Astuti i mocciosi. Kufufu.» Mukuro guardava con interesse i ragazzini. Quando l'attenzione di Rihoey tornò a Zakuro lui era sparito.
«Dov'è andato?» disse cercandolo.
«Tranquillo era un'illusione.» disse Sarah seccata.
«Vi ha chiamati Reborn?» chiese Mary massaggiandosi la parte colpita.
«Aspettate ma voi come sapete di Reborn e del X-Burner?» chiese Tsuna. Costanza gli fece un sorriso. «Siamo la famiglia Altavilla. Siamo venuti qui su ordine del nono.»

Tsuna si sveglio di colpo. "Che sogno." pensò mentre scendeva le scale per fare colazione. "I nuovi studenti dei mafiosi. Beh non sarebbe la prima volta." cacciò indietro quel pensiero. Non voleva altri mafiosi nella sua classe. Quando entrò in cucina per poco non gli venne un colpo. Seduta insieme a Bianchi e ai bambini si trovava Costanza.
«Salve Tsuna.» disse con un sorriso.
«Cosa ci fai qui?»
«Volevo chiederti se mi puoi dire dove posso trovare Chrome. Ieri Gill e Ivona si sono divertiti e vorrebbero giocare ancora con lei.»
«Sì a... Aspetta. Ma allora quello che è successo ieri non era un sogno.»
«Ti pare che sia stato un sogno? Sarah era abbastanza infastidita dal fatto che un'illusione la stava quasi per battere»
"Lo speravo così tanto. Ma perché tutti i mafiosi devono venire nella mia scuola?"
«Senti vado un po' di fretta.» disse Costanza guardando l'orologio. «Puoi dirle direttamente di venire da me qualche giorno a giocare con i ragazzi. E poi mi piacerebbe fare due chiacchiere.» gli passò un foglietto con scritto la via e, dopo aver salutati tutti, se ne andò. Tsuna restò di sasso col foglio ancora in mano.

La giornata scorreva veloce. Neanche qualche ora prima erano entrati a scuola e adesso erano in pausa pranzo.
«Come diavolo hai fatto a prendere 35 al compito?» chiese Sarah dopo aver aperto il bento.
«Dovresti ricordare che ero in mezzo a fuoco incrociato.» disse Ami mordendo con rabbia il panino che si era comprata. Di sottofondo Rihoey e Aoba stavano litigando come sempre. Ad Ami iniziava a darle su i nervi mentre il resto della classe sembrava averci fatto l'abitudine. I due avevano iniziato ad alzare la voce e presto si sarebbero anche presi a pugni.
«Siamo qui da un giorno e già non ne posso più di questi due.» disse Sarah. Vide Ami alzarsi e andando verso i due colpendo Rihoey.
«Ma sei matta?!» chiese guardandola stupito.
«Picchiato da una donna!» disse Aoba iniziando a ridere. Subito dopo ricevette un pugno anche lui.
«Sembrate dei bambini. Al prossimo compito se succede di nuovo vi do' il resto.» disse tornando a mangiare il panino tra lo stupore generale della classe.

Costanza era sul tetto a prendere una boccata d'aria (lasciando Mary con Yamamoto e Kaoru Mizuno). Lo aveva scoperto il giorno prima e la vista che si vedeva le mozzava il fiato.
«Allora sei qui.» dietro di lei era apparso Hibari.
«É rilassante questo posto.» disse chiudendo gli occhi gustandosi quell'arietta che le scompigliava i capelli.
«Ieri sera il bambino mi ha fatto vedere un video.» disse mettendosi vicino a lei.
«Intendi Reborn?»
«Ho visto come combatti. Mi hai incuriosito. Vorrei capire se sei un predatore o un semplice erbivoro come tutti gli altri.»
«Io preferirei cacciatore.» lo guardò negli occhi sostenendo il suo sguardo. Da quello che aveva scoperto su Hibari aveva capito che era un tipo riservato, ma non capiva perché adesso sembrava che si stesse confidando con lei. Sentì la campanella suonare subito dopo e un po' gli dispiaceva non scoprire a che gioco stava giocando.
«Vado in classe.» si voltò e trovò un tonfa d'avanti a lei.
«Perché non combatti prima?» disse con una strana luce negli occhi.

La scuola era finita. Tsuna era in compagnia di Enma e Costanza, mentre Gokudera camminava a pochi passi di distanza dietro di loro insieme a Yamamoto, Mary e Kaoru ( che parlavano di baseball).
«Visto che ora anche Tsuna sa che sono qui, perché non ci incontriamo da qualche parte per parlare del problema?» disse rivolta ai capi della famiglia Vongola e Simon.
«Dovremmo trovare un posto abbastanza ampio per tutti.»disse pensieroso Enma. Iniziarono a fare la lista dei posti che conoscevano ma ne scartarono uno dopo l'altro. La scuola non era contemplata visto che Hibari se ne sarebbe uscito con "ti azzanno", la casa di Enma e quella di Costanza non aveva stanze abbastanza grandi da contenere tutti i guardiani delle tre famiglie e quella di Tsuna aveva anche il problema dei bambini e della signora Sawada che era all'oscuro di tutto.
«Perché non venite nel negozio di mio padre. Avremmo anche qualcosa da mangiare.» disse Yamamoto ascoltando qualcosa della conversazione.
«Potrebbe andare.» disse Costanza. Quando Tsuna guardò Costanza noto una cosa che non aveva visto prima.
«Mi chiedevo come mai eri assente dopo la pausa pranzo e perché hai un taglio sul labbro.»
Costanza si portò una mano nel labbro inferiore. «Bè diciamo...»  fu interrotta da una voce che a Tsuna suonava famigliare.
«Tsuna-kun!» due ragazze una bionda ed una mora avevano chiamato Tsuna all'unisono.
«Kyoko-chan! Haru!»
Le due si avvicinarono al gruppetto e Haru saltò al collo di Tsuna.
«Haru è così felice di rivederti.» quando si staccò notò che Costanza era di fianco a lui. «Ciao sono Haru Miura.»
«Piacere Costanza Laila Altavilla. Chiamami Laila.» salutò la nuova ragazza e subito dopo Kyoko. Haru stava sempre appiccicata a Tsuna impedendogli di mettersi d'accordo per l'orario.
«Ti vuoi staccare dal Decimo. Gli dai fastidio stupida donna!» disse Gokudera infastidito.
«Haru non da fastidio a nessuno baka!»
Gokudera dal canto suo si stava arrabbiando sempre di più, tanto che lo dovette fermare Yamamoto.
«Su calmatevi voi due.» ma una volta che Haru è Gokudera iniziano a litigare non li ferma più nessuno.
«Scusami Kyoko-chan ma quei due fanno sempre così?» chiese Mary guardando divertita la scena.
«Sì, è tutto normale.» le rispose con un sorriso.
I due continuavano a litigare e a insultarsi a vicenda. Quando qualcosa colpì Gokudera.
«Gokudera devi essere più garbato con le donne della famiglia!» dal nulla era apparso Reborn che li diede un calcio in testa al ragazzo.
«Reborn-chan!» Haru stava ancora capendo da dove era sbucato.
«Ciaosu!» Reborn si sistemò sulla spalla di Yamamoto, rivolgendo la sua attenzione a Costanza e Mary. «Vi siete trovate bene?»
«Oh si, alla grande.» disse con un sorriso Mary.
Reborn sorrise. «Bene. Ci vediamo domani verso le dieci di sera. Scommetto che ora avrete da fare.»
Costanza guardò l'orologio che teneva al polso. «Cavolo Mary dovevamo già essere a casa. Ci vediamo domani.» disse trascinando via Mary che salutò tutti con un sorriso e un cenno di mano.
 
Salve ragazzi!!!
Mi dispiace di non aver pubblicato subito questo nuovo capitolo, ma sono stata piuttosto impegnata TT_TT
Volevo ringraziare tutti voi (lettori silenziosi e non) per aver continuato a seguire questa storia. Vorrei ringraziare in particolar modo 
holland che continua a recensire i miei capitoli e  x_x io x_x per aver aggiunto la mia storia nei preferiti. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia. Se avete dei suggerimenti su come modificare la storia sono lieta di sentirli. Al prossimo capitolo ;)

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Capitolo 7
*** La quiete prima della tempesta ***


«Sono passati quasi tre settimane da quando abbiamo fatto la riunione. Possibile che nessuno ha visto o sentito niente?» Mary si stava allenando a pallavolo con Costanza. Era l'ora di ginnastica e le ragazze stavano facendo confusione. 
«Tranquilla ci teniamo aggiornati su tutto no?» chiese rilanciando la palla. «Secondo te non ci avrebbero avvisati?» 
Mary prese la palla e si fermò a guardare i ragazzi che giocavano a baseball. «Sì hai ragione, però...» si bloccò di colpo. Costanza piegò leggermente il capo. «... ho un brutto presentimento.» disse cupa in viso. 

La lezione era finita. Ami si era alzata per avvicinarsi alla finestra mentre Sarah era rimasta al suo posto. 
«Scusa posso chiederti una cosa?» Aoba si era avvicinato. 
«Sì.» disse Sarah. 
«Sai se per caso Ami è interessata a qualcuno?» chiese con un velo di imbarazzo. Dal canto suo Sarah fece un sorriso che lo preoccupò molto. 
«Ti interessa eh?» 
«Era solo una curiosità.» stava diventando rosso. 
«Non parliamo tanto di ragazzi. Se non vado errata non dovrebbe piacerle nessuno. Perché non le chiedi di uscire?» 
Stava per ribattere ma fu bloccato dall'arrivo di Ami. 
«Che succede qui?» chiese mettendosi di fianco ad Aoba. 
«Oh niente. Mi stava chiedendo se poteva studiare con te per i recuperi.» disse Sarah lanciando un'occhiata ad Aoba che sembrava più rosso di prima. «Gli stavo giusto dicendo che potevi darli una mano.» 
«Non c'è alcun problema. Sei libero la prossima settimana?» chiese ad Aoba. 
«Sì. Credo di sì.» disse visibilmente imbarazzato. Dopo alcuni minuti il ragazzo se ne era andato, sfidato a box da Sasagawa. 

Quando la scuola finì Victor e Gabriele aspettarono i loro compagni all'ingresso. 
«Ciao maniaco.» disse Gill a Gabriele. 
«Non sono un maniaco. E poi se vuoi delle lezioni per rimorchiare basta chiedere. Capito mostriciattolo» disse posandogli una mano sul collo 
«Non coinvolgere mio fratello in queste cose.» dice seccato Gill. 
«Vi siete scambiati di nuovi!» disse  voce alle spalle dei due ragazzi. 
«Sarah!» dissero all'unisono i gemelli, corendo per abbracciarla. Per quanto potesse essere severa, Sarah voleva bene ai bambini. 
«Avete fatto i bravi?» chiese Ami quando gli raggiunse. 
«Come sempre.» dissero in coro. 
Non lasciarono Sarah neanche per un secondo, lasciando di stucco Costanza che sapeva che la pazienza del suo guardiano non era infinita. Anna invece sembrava mostrare una certa simpatia per Victor, molto premuroso con i bambini (anche se  Ami continuava a dire che li viziava troppo). Anche se aveva l’aria di un ragazzo duro avevano scoperto che aveva un cuore morbido. 
«Vi mi porti sulle spalle?» chiese Anna tirando leggermente la camicia della divisa. 
«Certo Anna.» la prende in braccio e se la mette sulle spalle. Dopo la prima volta che lo aveva fatto, Anna gli e lo chiedeva sempre visto che sopra le sue spalle si sentiva come in cima ad una torre. E come darle torto? Victor era il più alto della famigli. 
«Sarah che programmi hai per il pomeriggio?» 
«Credo nessuno. Perché?» 
«Mi servirebbe che vai a fare una commissione per me, visto che oggi devo allenare le due pesti.» disse guardando i due bambini davanti a loro che avetevano deciso di infastidire Gabriele. 
«Come vuole capo.» 

«Dai ragazzi. Dov'è finita tutta la vostra iperattivita ?» chiese Costanza. 
«Siamo a pezzi Laila-chan.» disse boccheggiando Ivona. 
«Non potremmo fare una pausa? Il tempo di riprendere fiato.» aggiunse Gill. 
«Ok.» disse Costanza sciogliendosi la lunga coda. «Andate in cucina.» 
I gemelli uscirono dalla stanza ad una velocità che si sarebbe definita supersonica lasciando Costanza da sola e col sorriso sulle labbra. Li raggiunse quasi subito in cucina fermandosi alla porta. 
«Tu! Cosa ci fai qui?» 
«Ciao Laila-chan.» disse Byakuran con il suo solito sorriso. «Devo parlarti di una cosa importante.» 

«Mi spieghi perché sei venuto anche tu?» chiese seccata Sarah. 
«Certo che sei proprio seccante. Non sono certo uscito per seguire te.» 
Sarah ignorò l'ultima parte per evitare di pestarlo col il tonfa che aveva comprato per Costanza, anche perché non aveva voglia di ritornare lì a comprarne un'altro se lo avrebbe rotto. Camminavano spediti molto distanti l'uno dall'altro. Anche se aveva riniziato a parlarsi erano ancora arrabbiati. Percorsero qualche isolato nel più totale silenzio, interrotto da un gioco pericolosi che voleva condurre Gabriele. 
«Hai notato che hanno creato un fanclub tutto per me.» disse osservando la reazione della ragazza, rimasta impassibile.«Tutte le ragazze che ne fanno parte dicono di essere ininnamorate di me.» nessun segno da parte di Sarah  «Ci sono delle belle ragazze e sono un po' indeciso. Forse le prendo tutte.» 
Fu in quel momento che Sarah perse le staffe mettendosi di fronte a lui, sbarrandogli la strada. 
«Di un po' cosa credi che sano le ragazze? Per caso oggetti da possedere? Non sono bambole o soprammobili. Quando fai così sembri proprio...» non riuscì a finire il discorso. Gabriele le saltò addosso buttandola per terra. 
«Ma sei impazzito?!» urlò Sarah. 
«Torna immediatamente a casa.» disse a denti stretti e con espressione seria. 
«Ahahahah. Bene bene. Due piccioni con una fava.» disse una voce che sembrava quasi glaciale.  Gabriele aiutò la compagna a rialzarsi mentre Zakuro camminava dritto nella loro direzione. 
«Se venite con me senza fare troppe storie non vi sarà fatto alcun male, almeno per il momento.» 
«Scordatelo!» Sarah corse verso di lui estraendo i coltelli da lancio che tutta la famiglia si portava dietro. 
«Sei prevedibile!»disse calmo. Fu questione di un secondo. Gabriele aveva aperto un passaggio involontariamente per mettersi di fonte a lei proteggendola dalle fiamme della tempesta. Quando le fiamme cessano il corpo di Gabriele presentava parecchie bruciature piuttosto gravi, mentre quello di Sarah era stato curato dalla fiamma del sole del ragazzo. 
«Stai bene per fortuna.» disse prima di perdere i sensi e cadere per terra. 
«Oh no Zakuro-chan ora sì che si arrabbierà.» dietro a Sarah era comparso Byakuran con una strana cicatrice nel volto.
 


Cari lettori
vogliate perdonare l'enorme ritardo nel pubblicare questo capitolo (anche se era già pronto) a causa di alcuni imprevisti. Non posso garantirvi una pubblicazione periodica della storia in quanto sono stra impegnata con gli esami di maturità TT_TT (AIUTATEMI!!!!). Voglio ringraziare i miei lettori (silenziosi e non) che seguono la storia. Con la speranza che anche questo capitolo sia di vostro gradimento (e in attesa di un vostro commento).
Ciaoss > 3 <

 

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