We save each other di Come with me (/viewuser.php?uid=280829)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The paradise that you are ***
Capitolo 2: *** Love will fill the gaps of our souls ***
Capitolo 1 *** The paradise that you are ***
the paradise that you are WSEO
Dedico a te questa storia,
che sei la mia anima e il mio
respiro,
sperando che un giorno troverai
una persona come Luke
a salvarti da tutti i mali di
questo mondo.
E la dedico un po' anche a me,
sperando di trovare, un giorno,
una persona che riesca a
salvarmi da me stessa.
WE SAVE EACH OTHER
°giovedì
20°
"Luke Hemmings" dico, e lo
sento sorridere anche nel buio.
Sono seduta sulle sue gambe,
siamo nel letto, la sua schiena è appoggiata al muro.
"Mmm" mugola, invitandomi a
proseguire.
"Luke Robert Hemmings"
stavolta la mia voce è più seria e anche lui se
ne accorge.
Ho un po' di paura a
chiedergli ciò che voglio chiedergli, ho paura della sua
reazione.
"Qual è il tuo
segreto?" sussurro, premendo la mia fronte sulla sua.
Lui respira affannosamente,
anche se cerca di non farlo notare.
Probabilmente ha chiuso gli
occhi, e mi tiene stretta sui fianchi.
"I-Io..." balbetta.
Non l'ho mai sentito
balbettare prima.
"Luke, non serve che tu me lo
dica ora, se non ti senti di dirlo. Aspetterò tutto il tempo
che c'è da aspettare. Voglio soltanto cercare di capire
perchè sei così, non che ci sia qualcosa di
sbagliato, ma voglio capire perchè delle volte ti
è così difficile relazionarti con le persone,
perchè sei così timido. A guardarti nessuno lo
direbbe. Io voglio aiutarti, ma devi decidere tu quando dirmelo, quando
hai voglia tu, quando te lo senti.
Tutti abbiamo un segreto, il
mio già lo sai; so come ci si sente, ti capisco Luke, non
devi preoccuparti con me. Non è facile, ma da qualcuno
bisogna farsi aiutare.
Aspetterò." gli
parlo dolcemente, accarezzandogli il viso.
Lui, dopo aver assorbito
quelle parole, mi bacia a stampo e mi sussurra un "Ti amo piccola".
Ha delle belle labbra, anche
con quell'annellino intorno, forse da un tocco speciale. Mi piace
sentirle curvarsi in un sorriso sulle mie.
"Dovremmo dormire" gli dico
ridacchiando.
"Io non ho sonno" dichiara lui.
"Nemmeno io. Che facciamo?"
"Guardiamo un film"
"Va bene"
"Tu cosa vorresti fare?"
"A me va bene qualsiasi cosa,
se la facciamo assieme"
Sorride ancora e mi bacia, io
ricambio, finchè non si alza - con me in braccio - e scende
le scale.
La luce, nonostante fosse
debole, fa male agli occhi per il contrasto del buio di poco prima;
quindi nascondo il viso nell'incavo del suo collo, e lo sento muoversi
come se gli avessi fatto il solletico.
Si siede sul divano tenendomi
sempre sulle sue gambe, e prende il telecomando per fare una carrellata
dei film.
Io lo guardo, anche se
più che altro sembra che stia cercando di scavargli un buco
nella guancia con gli occhi, ma è così bello.
Non ho mai visto una persona
come lui, che al primo impatto non ha nulla di innocente, anzi sembra
un 'bad boy', se così possiamo dire, ma basta restare
qualche secondo a guardarlo, a guardare quegli occhi che sembrano
l'oceano, per vedere comè realmente.
La dolcezza, la
determinazione, il coraggio e l'innocenza.
Sono queste le cose che mi
vengono in mente guardandolo, che direi se qualcuno mi chiedesse di
descriverlo.
Persa nei miei pensieri non mi
sono nemmeno accorta che anche lui mi sta guardando e, quando mi
risveglio da quella trance, vedo i suoi occhi che mi
guardano; lo vedo sorridere, non posso far a meno ricambiare e di
abbracciarlo forte.
E' proprio vero che Luke
Hemmings dà gli abbracci migliori.
Scosto un po' la testa per
riuscire a baciarlo, ma lui si scansa.
"Perchè non mi vuoi
baciare?" dico un po' sconvolta e contraria.
"Perchè se mi
abituerò ai tuoi baci sarà la fine" dice
sorridendo maliziosamente.
"Oh, lo so che sarà
la fine" ribatto, prendendogli il viso con le mani e riuscendo a
baciarlo.
[ . . . ]
Il film stava per finire e noi
eravamo accoccolati sul divano, con due tazze di the fumanti in mano e
la copertina di pile sopra.
"Ma gli altri stanno sempre
fuori?" gli chiesi guardandolo, non vedendo ancora Ashton, Calum e
Michael.
"Vai a sapere te cosa fanno"
"Non credo di voler venire a
conoscenza di questa cosa, veramente"
"Che facciamo domani,
cioè oggi pomeriggio?" domandò lui,
accarezzandomi i capelli.
"Usciamo"
"Quando devi tornare a casa?"
"Vediamo, ormai è
giovedì, quindi domani" risposi tristemente.
"Di già?" fece il
labbruccio.
"Preferirei mille volte
rimanere qui a Londra con te Luke, ma devo tornare a scuola, purtroppo".
"Mhmh" mugugnò
rassegnato.
"Comunque ci vediamo a inizio
marzo, alle vacanze di carnevale, è sempre una settimana"
"Sì. Ora andiamo a
dormire", così dicendo spense il televisore e mi prese la
mano, guidandomi fino al piano di sopra, dove ci buttammo sul letto e
ci addormentammo coccolandoci.
[ . . . ]
"Piccola sei pronta?"
urlò Luke dal salotto.
Probabilmente è
già mezz'ora che mi aspetta.
"Un secondo!" gli risposi
sempre urlando, dalla sua camera, mentre mi infilavo le scarpe cercando
di tenere l'equilibrio.
Scendo di corsa le scale
qualche minuto più tardi, cercando il giubbotto e la sciarpa.
Mi giro a guardare il ragazzo
appoggiato alla parete di fianco alla porta e sorrido nell'ammirarlo.
Indossa jeans neri attillati,
con la giacca college; porta un cappello nero, da cui ha lasciato fuori
solo il ciuffo. Sorride, con un sorriso che normalmente ti fa venir
voglia di prendere a sberle quella persona, ma che in lui completa solo
l'aspetto già perfetto.
E poi aveva quell'annellino
nero, che era un qualcosa di troppo attraente.
"Che cos'hai ora?" chiese
quasi sconsolato.
"Nulla, è che ho un
bel moroso" dissi, avvicinandomi per abbracciarlo; appoggio il mento
sul suo petto, guardandolo.
Lui si abbassò e mi
baciò, per poi prendermi la mano ed uscire.
C'era un leggero venticello,
ma non di quelli freddi freddi di febbraio, e le nuvole sembravano aver
lasciato spazio a qualche raggio di sole.
Ci incamminammo verso il
parco, chiaccherando del più e del meno, spintonandoci ogni
tanto se uno faceva una battuttina sull'altro.
Arrivati all'entrata dell'Hyde
Park decidiamo di perccorrere il sentiero principale, fino ad arrivare
al piccolo lago dall'altro lato.
Luke passò il
braccio sulle mie spalle e io gli strinsi la mano che penzolava con la
mia.
C'erano anche altre coppiette
che camminavano come noi, e anche gruppi di ragazzi che correvano e
schiamazzavano, oppure qualche nonno con i nipotini.
Caminammo in silenzio per un
po', strinendoci l'una all'altro, guardando le persone che ci
camminavano attorno e ammirando la maestosità del parco,
finchè Luke non si decise a parlare.
"Cosa facciamo quest'estate?"
domandò senza guardarmi, come se fosse imbarazzato.
"Facciamo?" domandai io di
risposta, giusto per stuzzicarlo, e perchè in effetti non ci
avevo ancora pensato; non a cosa avrei fatto con lui, perlomeno.
"Annie... io e te, cos'altro
volevi che intendessi!?" rispose guardandomi e gesticolando con la mano.
"Boh, è che non ci
avevo pensato a dire il vero. Avevo pensato che tu fossi occupato con i
ragazzi, a registrare o magari in tour da qualche parte"
"E ciò significa
che tu non possa venire con noi, o che non possiamo passare un po' di
tempo assieme? Non essere ridicola. Sai che anche ai ragazzi farebbe
piacere che tu fossi con noi" disse in tono brusco. Poi, vedeno la mai
espressione, aggiunse: "Non sei un peso piccola, non preoccuparti. A me
farebbe molto piacere se tu venissi in Australia, o qui a Londra o
d'ovunque saremo.
E mi piacerebbe anche venire a
trovarti in Italia; potresti farmela conoscere un po', e magari
potremmo visitare qualche città. Non so, è
un'idea" e così dicendo mi baciò la guancia.
"Sarebbe molto carino da parte
tua venire in Italia per visitare qualche città, davvero"
risposi eccitata dall'idea, con la scena già proiettata
nella mente di noi due a Roma, mentre gli racconto della Cappella
Sistina e lui sta col naso all'insù ad ammirare i dipinti; o
magari a Verona, la città dell'amore, mentre io sono
affacciata al balcone di Giulietta e lui sotto fa il deficiente
cercando di imitare Romeo.
"Perchè ho come la
sensazione che tu ti sia già fatta dei filmini mentali e
abbia già cominciato ad organizzare il tutto?" Luke, con la
sua voce armoniosa, mi riportò con i piedi per terra.
"Perchè
è vero - cerca di imitare risata maligna - vedrai, ti
porterò in un sacco di posti meravigliosi!
E poi sarei molto contenta di
venire in Australia. Potremmo andare a surfare tutti i giorni;
però poi dovrai farmi vedere anche tu delle
città, e..." parlavo con foga, quando fui bloccata da un
bacio, un altro e un altro ancora.
"Non avevo intenzione di
fonderti anche gli ultimi neuroni rimasti vivi, piccola, io avevo
soltanto chiesto cosa facciamo quest'estate" nel mentre lo diceva,
sembrava trattenere le risate.
"Bhe, ci divertiamo e stiamo
assieme" risposi, baciandolo nuovamente.
"Bene, vedo che ci siamo messi
d'accordo" mi baciò "e ora continuiamo la nostra
passeggiata, altrimenti non ci arriveremo mai a quel lago" disse,
passandomi un braccio dietro la schiena e prendendomi il fianco.
[ . . . ]
Camminammo parecchio, e quando
arrivammo in prossimità del lago, il sole
cominciò a tramontare; così prendemmo due
frittelle riempite di nutella e ci sedemmo su una panchina vicino alla
riva. Restammo lì, appoggiati l'una all'altra, a guardare
quella palla rosso fuoco che si nascondeva dietro gli alberi.
"Penso che domani
farò finta di averti rapita" disse ad un certo punto Luke.
"Amore, te l'ho già
detto, devo tornare a casa. Ho anche cercato di convincere mio
papà a farmi rimanere almeno fino a sabato, ma è
stato irremovibile.
Mi dispiace tanto. E'
difficile vivere distanti, lo so, ma..."
"Non devi preoccuparti, io ti
amo Annie e non mi interessa se veniamo da due luoghi che sono uno
all'opposto dell'altro"
"Luke, giuro che se non perdi
quest'abitudine di interrompermi mentre parlo, te la faccio perdere io,
ma in un modo poco gentile!" gli dissi puntandogli un dito contro; "E'
fastidioso, davvero!" e così dicendo incrociai le braccia al
petto e mi girai dandogli le spalle, facendo l'offesa.
Luke si mise a ridere di
gusto, per poi abbracciarmi da dietro e lasciandomi alcuni baci sul
collo.
"Ok, non lo faccio
più, prometto".
"Però... potrei
esser interessato a conoscere questo modo poco gentile di cui parlavi"
dicendolo aveva riappoggiato la schiena alla panchina e aveva messo un
braccio sul bordo, con la mano appoggiata al mio fianco.
Mi girai per guardarlo
malissimo e lui sorrise maliziosamente, muovendo le soppraciglia.
Gli tirai una pacca sul fianco
e gli dissi: "Sei un coglione Hemmings. Non intendevo nulla di quello a
cui stai pensando tu".
"Oh, immaginavo, in fin dei
conti tu sei una piccola bambina innocente, non pensi mai male, no, no"
si avvicinò e mi baciò cingendomi la schiena.
"Appunto, non puoi dubitare di
me" dissi ridendo sulle sue labbra "e non sono una bambina",
puntualizzai.
"Sei la mia bambina, che
è diverso", e rise vedendo la mia espressione contrariata.
La serata passò nel
migliore dei modi.
Ci eravamo uniti a Michael,
Calum e Ashton; andammo a mangiare in un pub e ridemmo un sacco.
Tornammo poi a casa, facendo
una specie di immenso pigiama-party, giocando alla play e facendoci
scherzi a vicenda fino a notte inoltrata, quando crollammo sui divani,
o sul pavimento -, a seconda delle preferenze.
"Buona notte Annie"
canticchiarono i coro.
Scoppiai a ridere e
"Buonanotte 5 Seconds of Summer" dissi.
°venerdì°
"Hai preso tutto quanto?" mi
chiese Ashton affaciandosi alla porta del bagno.
"Si, mi manca mettere alcune
cose nella valigia" risposi scansandolo ed entrando in camera di Luke
per sistemare le ultime cose.
Poco dopo entrò
Michael facendo finta di piangere e mentre io lo guardavo sconvolta, mi
abbracciò.
"Non puoi andartene di
già, non è giusto - finto singhiozzò -
mi mancherai, non andartene, non abbandonarci. Abbiamo bisogno di una
donna che si prenda cura di noi in questa casa" a questo punto scoppiai
a ridere e, baciandolo sulla guancia, gli dissi che se mi avesse
lasciato finire di sistemare i bagagli lo avrei riabbracciato.
"Okay" e così
dicendo si sedette sulla punta del letto e mi guardò,
aspettando come un bambino piccolo.
Quando dopo poco tornai ad
abbracciarlo, si unì anche Calum, e dovetti sopportare due
'uomini' che si lamentarono e singhiozzarono nelle mie orecchie.
"Non è che scappo
per sempre, eh!" dissi quando decisero che era abbastanza.
"Anche perchè in
quel caso ti verremo a prendere noi, e ti legheremo a qualcosa che ci
porteremo sempre dietro" esclamò Ash mentre portava di sotto
la valigia e il borsone, per caricarle in macchina, e io lo seguii
sulle scale.
In salotto trovai Luke seduto
sul bracciolo del divano che guardava le immagini del televisore un po'
distrattamente e, quando mi vide, mi sorrise, allungando la mano per
prendere la mia e tirarmi verso di lui.
"Noi aspettiamo fuori"
annunciarono gli altri tre ragazzi, e si chiusero la porta alle spalle.
Mi sedetti sulla gamba
sinistra del biondo e lo abbracciai, cingendogli il collo.
"Mi mancherai piccola" disse
nell'incavo del mio collo.
"Anche tu Luke; cerca di
scrivermi più che puoi. E magari ogni tanto skyppiamo anche,
visto che non c'è molta differenza di orario;
Per il momento".
"Certo" e mi baciò
dolcemente, chiedendo accesso alla mia bocca, e lasciando che le nostre
lingue si intrecciassero, come se non volessero separarsi
più.
"Ora andiamo"
sussurò quando ci staccammo per riprendere fiato.
Io annuii leggermente, e poi
uscimmo, dimenticandoci la TV accesa.
[ . . . ]
"Mi mancherai piccola" disse
Ashton abbracciandomi.
Avevano appena chiamato il mio
volo, e stavo salutando i ragazzi prima di salire nell'aereo che mi
avrebbe riportato a casa.
"Anche tu Ash" risposi
scoccangoli un bacio sulla guancia, e stringendolo più forte
che potevo.
Avevo già salutato
Michael e Calum, e mi mancava solo Luke, che in quel momento tornava
dalla toilette.
Lo raggiunsi a metà
strada, in modo che fossimo un po' appartati dagli altri ragazzi, e lo
abbracciai di slancio.
"Devo andare amore" gli dissi
dopo poco.
"Okay, chiamami quando arrivi"
si raccomandò.
"Daccordo. Ti amo" sussurrai
alzandomi sulle punte dei piedi per baciarlo.
"Anche io ti amo" disse
stringendomi più forte.
"Ora vai".
Gli sorrisi per poi tornare
dagli altri a prendere la borsa, mentre lui si avvicinò
lentamente.
Prima di entrare nel tubo che
era stato collegato all'aereo mi girai per salutarlo con la mano, e
loro ricambiarono, sorridendo.
Ringrazio infinitamente Veins
per il meraviglioso banner che ha creato C;
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Capitolo 2 *** Love will fill the gaps of our souls ***
Love will fill the gaps of our souls WSEO
" src="file:///C:/Users/Guest/Pictures/1903427_1537055453186683_290466166_n.jpg">
Se non ci fossi tu a vegliare su di me,
che fine avrei fatto io ora?
In quale angolo della mia mente mi sarei persa,
se la tua immagine non spuntasse ogni secondo
nella mia mente?
Grazie, grazie per tutto ciò che hai fatto
e per tutto ciò che stai facendo,
perchè senza di te non ci sarebbe niente di tutto questo,
non ci sarei io.
"Si pregano i signori viaggiatori di allacciare le cinture di sicurezza, ci stiamo preparando al decollo"
La voce del pilota risuonva un po' gracchiante al microfono, e mi riportò nel mondo reale.
Appena aprii gli occhi mi ritrovai a fissare il paesaggio che riuscivo
ad intravedere sotto di noi: le tipiche villette a schiera inglesi e le
auto che sfrecciavano piccolissime da quassù.
Avevo la testa appoggiata al finestrino, e mi dolveva un po' il punto
di contatto, ma rimansi comunque un attimo a fissare quella merviglia,
per poi ricompormi nel sedile.
Le cuffiette mi erano scivolate dalle orecchie, e ora giacevano sulle
mie gambe, e da esse uscivano ancora le note di una canzone,
così decisi di rimetterle su, per poi allaccarmi la cintura.
Cuz you’ve been hurt before
I can see it in your eyes
You try to smile it away
Some things, you can’t disguise
Don’t wanna break your heart
Baby, I can ease the ache, the ache
Give your heart a break di Demi.
Quella canzone mi faceva ricordare terribilmente Luke, i suoi occhi, e
ciò che ci vedevo dentro quando lo guardavo dentro.
Sapevo che c'era qualcosa, doveva aver un sergreto, qualcosa che non
avrebbe avuto il coraggio di dire a nessuno, che gli creava dei
problemi, ne ero certa, dovevo solamente scoprire cosa.
Volevo aiutarlo, volevo poter fare qualcosa per lui, perchè lui
mi aveva salvato, e continuava a farlo ogni giorno, anche quando
eravamo a chilometri di distanza.
Fortunatamente mancava poco e avrei potuto riabbracciarlo, e baciarlo,
e appoggiare il viso nell'incavo del suo collo, e poter vedere il suo
sorriso.
Insomma mi mancava come l'aria.
L'aereo cominciò a deccolare, e un poco alla volta tutto il
paesaggio sottostante si fece più grande, e atterrò con
un leggerlo sbalzo.
"Benvenuti a Londra e grazie per aver viaggiato con noi!"
Questa volta era stata la voce di una donna a parlare, e risultava dolce a differenza di quella del pilota.
Mi alzai e presi il giubbotto e la borsa, per poi avviarmi verso
l'uscita, dove uno stuart molto piacente ringraziava i passeggeri e
parlava con il secondo pilota; passando gli rivolsi un mezzo sorriso,
che lui ricambiò.
Purtroppo i ragazzi non poterono venirmi a prendere perchè si
trovavano già nel luogo dove si sarebbe svolto il loro concerto
di quella sera, quindi dopo aver recuperato la valigia ed essermi
incamminata verso l'uscita, chiamai un taxi.
Mi feci prima accompagnare a casa loro per lasciare li i bagagli, poi chiesi di andare al teatro.
Quando arriviamo aveva già cominciato a rabbuiarsi, nonostante
fossero appena le cinque, e quando scesi dall'auto dopo aver pagato il
tragitto, notai che si era anche alzato un venticello freddo.
Entrai nell'edificio e subito mi sentii riscaldata.
L'atrio del teatro era un posto piacevole da vedere, costituito per la
maggiore da legno chiaro, che dava un tocco vintage nonostante la
modernità con cui era stato costruito.
La ragazza seduta dietro al bancone che mi si trovava davanti,
probabilmente doveva essere il punto informazioni, mi rivolse un
sorriso cordiale, chiedendomi se cercavo qualcosa.
"Si, sono Annie, e sono qui perchè, come dire...dovrei vedere i
5 Seconds of Summer, cioè, sono una loro amica..." le dissi a
bassa voce, avvicinandomi a lei.
Dal suo canto la ragazza sembrò un po' incerta se credermi
oppure pensare che sia una delle solite fan, "Sono la ragazzi di Luke"
aggiunsi allora, non sapendo se avessi fatto bene oppure no.
"Oh si! Adesso ricordo, che sbadata; mi hanno detto che aspettavano una
ragazza, ma non mi hanno detto il nome" sembrò sollevata, magari
dal fatto di non dover cacciare qualcuno.
Si alzò e mi fece segno di seguirla, poi imboccò un
corridoio e ad un certo punto si bloccò di scatto, per poi dirmi
che loro si trovavano in fondo a destra, sorridendo e girandosi per
tornare alla sua postazione.
Quando sui sicura che se ne fosse andata cominciai a camminare talmente veloce che sembrava corressi.
Per la mia gioia quando girai l'angolo trovai un ragazzo biondo che
camminava dandomi le spalle, così coniminciai a correre sul
serio, e gli saltai in groppa.
Lui sussltò leggermente, girandosi a guardarmi e sorridendo.
Scesi e mi misi davanti a lui che mi abbracciò fortissimo, per
poi far scontrare le nostre labbra, che sembravano chiedere solo quello.
"Buona sera amore" sussurrò lui dopo poco, dandomi ancora dei piccoli baci.
"Sera..." gli risposi sorridendo.
"Non vedevo l'ora che tu arrivassi, mi sei mancata tanto"
"Anche tu mi sei mancato, ma fortunatamente potremmo passare un po' di giorni assieme"
"Oh si, e ci divertiremo" mi disse facendomi l'occhiolino, per poi mettersi a ridere.
"Luke Hemmings non so che intenzioni tu abbia, ma cominico ad aver paura!" ridsi anche io.
"Non preoccuparti piccola, non preoccuparti. Ora vieni con me, di qua
ci sono anche gli altri ragazzi, e dobbiamo finire di sistemare alcune
cose" e così dicendo mi prese per mano, conducendomi fino al
palco dove si sarebbero esibiti.
Il primo che vidi fu Ashton che era intento a sistemare qualche pezzo
della sua batteria, e quando mi vide si avvicinò per stringermi
fortissimo e farmi un sacco di domande su come andava a scuola e a
casa, per poi accompagnarmi nel dietro le quinte dove si trovavano i
camerini, e li salutai Calum e Michael.
Mi fermai a parlare con loro per un bel po' e poi, visto che erano
ormai le sette, decidemmo di andare a mangiare da qualche parte prima
del concerto.
[ . . . ]
"Come hai detto che si chiamano queste cose?" chiese Ashton guardando il piatto un po' schifato.
"Bo-vo-let-ti" gli risposi ridendo e scandendo le sillabe per farglielo capire.
Avevamo trovato un ristorante pizzeria di un signore napoletano, che
guarda caso aveva la moglie veneziana, più o meno come me, e
allora avevo deciso di far assaggiare ai ragazzi qualche piatto di
quelli che mangiamo solitamente dalle mie parti, tra cui appunto questi
'bovoletti'.
"E cosa sarebbero esattamente?" chiese Michael che era seduto al mio fianco, alzandone uno con lo stuzzica denti.
"Sono una specie di lumache di mare, sono piccoline come vedi, e si
pescano in quantità enormi vicino a dove vado io al mare, e da
noi si mangiano molto spesso, anche se più in estate" spiegai,
sentendomi appagata dalla sensazione che provavo una volta tanto che
sono io a spiegare e a far conoscere qualcosa a loro, e non il
contrario.
"E si mangiano davvero?".
"Beh guarda, io sono ancora viva, quindi male non fanno. Se poi
provocano qualche danno al cervello questo non lo so, ma nel vostro
caso non penso si noterebbe molto la differenza".
Calum mi fulminò con lo sguardo e poi mi sorrise come per dire "Mh, simpatica", e io scoppiai a ridere.
Mi girai verso Luke che era alla mia destra e fissava il piatto come aspettandossi che questo reagisse.
"Hey amore...non è che se continui a fissarli ti mangiano loro o
si muovono." gli dissi sventolandogli una mano davanti, e lui alza lo
sguardo guardandomi alquanto schifato.
"Posso rifiutarmi?" mi chiese speranzoso infine.
"No" gli risposi seccamente facendo un sorrisino, per poi cominciare a mangiare la mia portata, sotto lo sguardo degli altri.
Dopo quello mangiammo anche una zuppa di fagioli e delle seppie in
umido con la polenta, e questo piacque molto più dell'antipasto;
chiudemmo in bella con un buonissimo dolce fatto in casa.
Naturalmente eravamo in ritardo, quindi tornammo al teatro quasi
correndo, ed entrammo da dietro, in modo che le fans non ci
rallentassero.
I ragazzi andarono a cambiarsi di corsa, per poi cominciare il loro spettacolo.
[ . . . ]
Mi ero messa in un angolino alla sinistra del palco, ed ero rimasta li tutto il tempo a guardarli cantare e suonare.
"Ragazzi è purtroppo giunta la fine" disse Calum nel microfono, facendo poi il labbruccio.
Un coro di 'noo', 'ancora ancora', 'biiss', 'un'ultima canzone vi
prego', si alzò dal pubblico che era visibilmente dispiaciuto di
quella notizia.
"Bhe, un'ultima canzone però potremmo concedergliela!" fu il
commento di Ash rivolto agli altri tre che erano più in basso
rispetto a lui.
"Si, direi proprio di si" rispose Michael facendo l'occhiolino.
Si scambiarono un ultimo sguardo d'intesa, e poi si riposizionarono ai loro posti, e a parlare sta volta fu Luke.
"Bene ragazzi, questa sarà l'ultima canzone per sta sera, quindi
godetevela e cantate con noi con tutto il fiato che vi è
rimasto" e così dicendo sorrise, dopo un boato di approvazione
da parte della folla.
Quando cominciarono le prime note quasi non mi strozzai con la saliva,
e quando mi ripresi cominciai a saltellare su e giù come una
stupita.
Quella era la mia canzone preferita in assoluto, così cominciai
a cantarla a squarciagola insieme a tutti gli altri, sorridendo ai
quattro ragazzi sul palco.
Arrivò il ritornello, e Luke si girò a guardarmi, sorridendo.
Hey we’re taking on the world
I’ll take you where you wanna go
Pick you up if you fall to pieces
Let me be the one to save you
Break the plans we had before
Let’s be unpredictable
Pick you up if you fall to pieces
Let me be the one to save you
Quando sentii quelle parole, e il suo sguardo su di me, mi bloccai di colpo.
Mi aveva dedicato questa canzone dal momente stesso in cui l'avevano
scritta, e quelle parole avevano un sigificato per me, un significato
molto grande, specialmente se dette da lui, quindi sentirsele cantare
li ora, era la goia più assoluta.
Sembrava perfetta per noi, scritta apposta, e ogni tanto mi domandavo
se non fosse così, ma poi mi dicevo che in quel periodo non
avrebbe avuto senso che mi scrivesse una cosa del genere.
Let me be to one to save you, diceva.
Lascia che sia il primo a salvarti.
Forse si, forse aveva un senso anche in quel periodo, forse aveva voluto dirmi qualcosa e io non lo avevo capito.
Lascia che sia il primo a salvarti, e io lo avevo fatto, gli avevo lasciato essere il primo a salvarmi, e anche l'unico.
It took so long to convince you
I knew I had to show my colours
You never wanted to be rescued
But now we’re drifting away
Ed eccola li, un'altra strofa che sembrava fatta apposta, solo che ero
coscente che quella non era per me, perchè ciò di cui
parlava era successo parecchio tempo dopo.
Avrei quasi potuto piangere dalla goia se non mi fossi accorta di qualche ragazza che si era girata a guardarmi sospettosa.
Appena avrebbero finito di cantare sarei andata di corsa da Luke a
chiedergli se per caso quelle parole erano per me, perchè ora
ero curiosa, anche se avrebbe potuto rispondermi di no, ma ero quasi
certa del contrario.
"Ora purtroppo abbiamo finito per davvero. Ci dispiace tanto, ma ci
rivedremo presto, ne sono sicuro!" disse Ashton, poi scese dalla tua
postazione e andò vicino agli altri per l'inchino finale.
[ . . . ]
Corsi incontro al ragazzo biondo che stava camminando nella direzione
opposta alla mia, e gli cinsi il collo più forse che riuscii,
mentre le sue mani accarezzavano i miei fianchi per poi andare a
stringersi dietro la sciena.
"Luke, ti devo chiedere una cosa. Magari sembra una cosa un po'
stupida, però voglio saperlo" gli dissi titubande, ancora appesa
al suo collo.
"Spara".
"Ecco, prima, alla fine, mentre cantavi ad un certo punto mi hai
guardata, e quando ho pensato alle parole che diceva la canzone mi
è venuto questo dubbio.
Uhm, si insomma, per caso sono per me?" le ultime parole mi uscirono
come un treno, e sentii il sangue affluire sulle guancie, e
ricevetti un bacio delicato sul collo.
"Si piccola, sono per te e..." non lo lasciai finire in tempo, lo
bacia, mentre delle lacrime cominciavano a rigare il mio volto, dalla
gioia.
Luke all'inizio si sorprese e rimase immobile, ma poi ricambiò
il bacio, stringendomi un po' più forte, e quando una lacrima
arrivò alle mie labbra, lo sentii sorridere.
"Stai piangendo piccola?" mi chiese ad un soffio dalle mie labbra continuando a sorridere.
"Ma sta volta sono lacrime di gioia" gli risposi, sorridendo anch'io e facendo aderire le nostre bocche.
Rimanemmo abbracciati per un po', e poi tornammo nello spazio adibito a
camerini, dove gli altri ragazzi si stavano dando una sistemata e
parlavano animatamente.
"Allora, che facciamo ora?" chiese Michael quando ci vide arrivare, e
guardò me come se si aspettasse che io avessi la risposta.
"Boh, per me è uguale" risposi sedendomi su una poltrona bianca.
"Dobbiamo andare a festeggiare il tuo arrivo! Quindi propongo di andare
da qualche parte, come un locale o qualcosa del genere!" Ashton se ne
saltò fuori con quell'idea, e sembrava contentissimo di averla
avuta per primo.
Tutti quanti accettarono la proposta, e poi andarono a darsi una
sciacquata; io avrei preferito di gran lunga andare a casa a guardare
Harry Potter, ma alla fine non mi andava certo di fare la guasta feste,
e poi qualsiasi posto sarebbe stato bello con quei ragazzi.
Mentre aspettavo mi alzai mi misi a guardare alcune foto che erano
appese al muro del corridoio, dov'erano raffigurati alcuni cantanti
famosi che si erano esibiti in quel luogo, e qualcuno aveva anche
lasciato una dedica.
"Harry Potter lo guarderemo domani" la sua voce arrivò da un
punto vicino al mio orecchio, e lui si avvicinò a me da dietro,
prendendomi le mani.
"Come fai a sapere che volevo guardarlo?" gli chiesi incredula guardandolo male.
"Non eri tutta questa felicità alla proprosta di Ash, e il
sabato sera fanno Harry Potter, quindi mi pareva logico che volessi
vedere quello!" rispose lui come se fosse una cosa scontata.
"Ok Luke, ok. Comunque non mi dispiace venire in qualche locale con voi" gli dissi sorridendo, per poi baciarlo sulla guancia.
"Lo so!" rispose lui con fare malizioso, muovendo le soppraciglia, per poi allontanarsi.
Mi schiaffai una mano sul volto, e soltanto quando la feci scivolare un
po' più giù che mi resi conto di com'era venuto, e non
seppi se ridere o piangere.
"Luke" lo chiamai sconsolata.
"Si?" si girò lui tranquillo.
"Sei in mutante..." gli feci notare.
Lui si guardò un attimo e se ne saltò fuori con un 'e allora?'.
Possibile che per lui fosse sempre tutto normale o scontato?
"No niente, siamo solo in un luogo pubblico, ma tranquillo".
[ . . . ]
"Non pensi che qui la musica sia troppo alta? Siamo praticamente
attaccati alle casse!" la voce di Ashton mi arrivò molto
distante e ovattata, nonostante il ragazzo fosse affianco a me e si
stesse sgolando.
"Scusa, se non vieni qui che divertimento c'è?" gli risposi per
poi prendere un sorso del drink color rosa che tenevo in mano.
"Secondo me è già ubriaca" commentò Calum che si
era unito a noi da poco, e il moro gli annuì sconsolato.
"Non sono ubriaca, lo tengo bene l'alcol io, è solo che non
siete abituati a vedere questa parte di me; però cominciate a
farvela piacere, perchè sono così punto" e mentre lo
dicevo appoggiai il bicchiere in un tavolino che si trovavi li dietro,
per poi prendere i due ragazzi e portarli nel centro della pista,
incitandoli a scatenarsi.
Alla fine eravamo 'capitati' in discoteca, perchè tutti i locali
o erano già pieni o, secondo i ragazzi, chiudevano troppo
presto, e così l'ultima possibilità era guardacaso caduta
sull' 'Halloween nightmare'.
No, non era il tema di una festa in maschera, ma era il nome della
discoteca, che a quest'ora brulicava di ragazzi ubriachi e ragazze,
troppo stanche per tenere ancora i tacchi, che ballavano scalze, con la
musica che spaccava letteralmente i timpani anche se ti trovavi
dall'altro lato della stanza, e noi eravamo da ormai due ore a
girovagare in lungo e in largo in quel misto di sudore, alcol e
rigurgiti vari, e davvero non ne potevamo più.
Avevamo perso di vista Michael e Luke, ma pensammo che potessero essere
al bancone, quindi ci avviammo in quella direzione, per beccarli giusto
quando si alzavano, e decidemmo di andarecene.
[ . . . ]
"Buona notte ragazzi, o per meglio dire, buona mattina ragazzi, e
dormite bene" dissi loro passando da ognuno a dare e ricevere il bacio
della buona notte.
"E poi tu non saresti ubriaca?" domandò sarcastico Calum.
"No Cal, scombussolata si, ma ubriaca no. Ciao ciao!".
Erano ormai le cinque passate del mattino, ed eravamo arrivati a casa
da almeno un'oretta ma, tra lavarci a turno e svegliarci a vicenda
quando crollavamo nel sonno avevamo fatto tardi.
Salii le scale ed entrai in camera di Luke, dove lui stava sistemando
delle cose nei cassetti dentro l'armadio, così lo abbracciai da
dietro.
Lui indietreggiò un poco e chiuse le ante, per poi girarsi
dentro la mia stretta, e ci trovammo così a guardarci sorridendo.
"Devo dirti una cosa..." cominciò lui, con un po' di tensione
nella voce, e io cominciai a preoccuparmi, così sciolsi
l'abbraccio e mi misi ritta davanti a lui, guardandolo e intimandogli a
continuare.
Lui andò a chiudere la porta, e poi ci si appoggiò sopra,
mettendo le mani dietro alla schiena, e fisso lo sguardo a terra.
"Mhm mhm. Allora, beh ecco...io ho un cugino di nome Danny.
Questo cugino è sempre stato un po', come dire...strano, ma non
in un senso brutto, se lo si vede così. Non ci ho mai parlato
molto in tutti questi anni, e nemmeno quando ero piccolo passavamo
molto tempo assieme, la maggior parte dei nostri incontri era solamente
in momenti famigliari, tipo compleanni di qualche componente della
famiglia, oppure natale, o maga...oh, è inutile girare tanto;
prima o poi dovrò dirlo.
*respiro profondo*
Un giorno gli è preso il matto ed è venuto a trovarci,
circa quattro, o forse di più, anni fa, ma in casa c'eravamo
solo io e mio fratello più grande, che era però a letto
malato.
Non so che cosa gli sia preso, eravamo in cucina, so solo che ad un
certo punto mi ha tirato un pugno che mi ha spinto indietro, e io sono
scivolato sopra al bancone. Dopo di che mi si è avventato sopra
e..ed ha ... ha cominciato a fare delle cose, h-ha cominciato a...a
toccarmi, in tutto il corpo, e nonostante gli chiedessi di fermarsi lui
non mi ascoltava, sembrava un animale...ed è andato avanti per
un po', anche quando lo pregavo di smetterla, e beh...si, hai capito
insomma.
Lo ha rifatto un'altra volta, due anni fa, o almeno ci a provato,
perchè non ci è riuscito fino in fondo, ma aveva
già fatto abbastanza la volta prima." aveva finito con la voce
tremante, quasi un sussurro, aveva tenuto sempre lo sguardo basso, e da
dove mi trovavo era difficile dire se stesse piangendo.
Io ero sconvolta, ferma nel punto esatto in cui mi aveva lasciata, con
la bocca e gli occhi spalancati, senza riuscir a dire niente, a trovare
le parole da dire; anche il pensare si era un attimo fermato. Ero
sconvolta per ciò che mi aveva appena detto, e pensavo alla
crudeltà del gesto di suo cugino.
Non potei non immaginarmi la scena, e mi portai una mano alla bocca.
"Oh mio Dio. Luke, io...io avevo pensato a un sacco di cose, ma non
svrei mai potuto pensare ad una cosa simile! Io...mi dispiace tanto
Luke" non ero riuscita a trattenermi, e gli stavo andando incontro per
abbracciarlo.
Lui si lasciò quasi precipitare in avanti appena gli arrivai
vicino, e nascose il volto nell'incavo del mio collo, e ci stringemmo
più forte che potemmo, io per consolarlo, lui perchè
aveva bisogno di un appoggio; poi cominciò a singhiozzare,
finchè i singhiozzi non si trasformarono in un pianto continuo e
liberatorio, che durò molto.
"Dio Luke, mi dispiace così tanto, non penso di aver le parole
esatte da dirti ora, sai che non sono brava con le parole, e non mi era
mai capitato nulla del genere.
Oh piccolo, calmati ti prego".
Mi si spezzava il cuore a vederlo così, e delle lacrme
cominciarono a cadere anche a me, un po' contagiata dalle sue, un po'
perchè non ci potevo credere, non riuscivo a pensare che avesse
potuto accadergli una cosa simile, era crudele.
"Luke ascoltami, ti prego" gli presi il volto tra le mani, e lo spostai di fronte al mio.
"Sai come la penso, che non serve a nulla star qui a compiangere
ciò che è successo, che le lacrime non porteranno a
nulla, e lo so che tu hai solo bisogno di sfogarti, ma ascoltami.
Io sono qui, sono qui per te, per aiutarti, e farò di tutto per
farti...per farti dimenticare quel momento, per quanto si possa. Come
tu hai fatto con me, quando mi hai salvata dalla mia situazione, dalla
mia famiglia e da me stessa.
Perchè questo mondo farà anche schifo, e le persone
faranno anche schifo, con le loro menti da schifo, e i loro modi di
fare da schifo, ma noi ci amiamo, e l'amore ci rende forti.
Noi siamo forti.
E ci salveremo l'un l'altro" e alla fine lo baciai, cercando di
trasmettergli in quel bacio più amore che potevo, e per
siggilare quelle parole, che sotto sotto erano una promessa.
"Aiutami" sussurrò lui; sembrava così indifeso in quel momento.
"Lo farò Luke, lo farò.
Ti amo".
Le nostre labbra si uniro nuovamente in un bacio disperato, come se
fossero due naufraghi che cercavano sostegno l'uno sull'altro,
aggrappandosi ad una speranza, e urlando una richiesta, un bisogno
d'amore.
Perché sei stato ferito prima
lo vedo nei tuoi occhi
provi a sorridere, ma ci sono cose che non puoi nascondere
non voglio spezzarti il cuore
tesoro, posso alleviare il dolore
quindi lasciami dare al tuo cuore un’opportunità
- Give your heart a break, Demi Lovato.
Dai al tuo cuore una pausa
Hey, noi stiamo mandando avanti il mondo
Ti porterò dove vuoi andare
Ti tirerò su di morale se ti sentirai in mille pezzi
Lasciami essere colui che ti salverà
Distruggiamo i programmi che avevamo fatto prima
Comportiamoci in modo imprevedibile
Ti sosterrò se ti sentirai in mille pezzi
Lasciami essere colui che ti salverà
Ci è voluto così tanto per convincerti
Sapevo che dovevo mostrarti la mia visione della vita
Non volevi mai essere rassicurata
Ma adesso stai cambiando idea
- Unpredictable, 5 Seconds of Summer
Imprevedibile
PICCOLO SPAZIO AUTRICE
Questa
storia dovrebbe esser scritta al presente, come ho cercato di fare nel
primo capitolo, ma non sono per niente in grado, e nemmeno mi piace.
I'm so sorry, dovrete tenervela al passato.
Mi
scuso anche se ci sono errori, ma vi giuro che adesso è l'1:06 e
ho appena finito di sistemarlo, quindi non so quali malanni potrebbero
esser venuti fuori.
Di
sicuro non sarà il capitolo migliore, a me piace proprio
poco, forse un po' di più alla fine, ma non tanto.
E' stato un parto, ci ho messo tre giorni a scriverlo, perchè non trovavo mai le parole adatte!
Ringrazio ancora Veins per il banner <3
Fatemi sapere che ve ne pare, comunque! C:
- Come With Me
Ps: Buon San Valentino a tutti cari lettori, innomorati e non.
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