A rainy day

di anevon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** let me give your heart a break. ***
Capitolo 2: *** I hope you don't mind. ***
Capitolo 3: *** Supermassive ***
Capitolo 4: *** She's always a woman to me. ***
Capitolo 5: *** Bad day. ***
Capitolo 6: *** Is where my Demons hide. ***
Capitolo 7: *** Ordinary love. ***
Capitolo 8: *** Charlie Brown. ***
Capitolo 9: *** Numb. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 parte I ***
Capitolo 11: *** Parte seconda. ***
Capitolo 12: *** Torn. ***
Capitolo 13: *** Skinny love. ***
Capitolo 14: *** I've loved you for a thousand years. ***
Capitolo 15: *** Do I wanna know? ***
Capitolo 16: *** As long as you love me. ***
Capitolo 17: *** Riptide. ***
Capitolo 18: *** If I had a gun. ***
Capitolo 19: *** 21 Guns. ***
Capitolo 20: *** Don't look back in anger, I heard you say. ***
Capitolo 21: *** Mad World. ***
Capitolo 22: *** Gives you hell. ***
Capitolo 23: *** In the shadows. ***
Capitolo 24: *** ONE SHOT! PASSATE! ***
Capitolo 25: *** Beside you. ***
Capitolo 26: *** Disconnected. ***
Capitolo 27: *** Amnesia. ***
Capitolo 28: *** GENESIS. ***
Capitolo 29: *** Boulevard of broken dreams. ***
Capitolo 30: *** Avviso! ***
Capitolo 31: *** Burn. ***



Capitolo 1
*** let me give your heart a break. ***


Sara era una ragazza comune, non di quelle alte con gambe slanciate, che qualunque cosa indossassero risultavano comunque bellissime, non di quelle bionde con occhi color del ghiaccio o blu mare che con un solo sguardo erano capaci di stregarti seduta stante. 
Aveva occhi color quercia non troppo scuri, un sorriso sincero e capelli castani che le arrivavano alle spalle. Non era molto alta e di certo non aveva gambe slanciate. 
Era insicura quando camminava, sentiva le gambe un po' corte, inadatte, ma cercava di non pensarci. Procedeva ogni giorno con la solita routine: scuola, casa, casa, scuola. Solo nel weekend si concedeva delle uscite. 

Aveva diciotto anni ma in cuor suo sapeva di essere ancora ingenua come una bambina. 
La bambina che il nonno accompagnava ogni mattina in bicicletta per andare alla scuola materna, quel nonno tanto amato che oramai non c'era più da ben sette anni e che le mancava da morire, oh se le mancava. 

Diciotto anni le sembravano essere pochi, ma il tempo corre veloce, e le sorprese non sono mai troppe, specialmente se queste sorprese sono capaci di sconvolgere la tua vita in pochissimo tempo..

SARA'S POV:

quel maledetto suono. 
allungo il mio braccio stanco nella penombra della mia stanza e spengo l'oggetto malefico che ogni mattina mi ricorda il mio dovere. 
Sveglia di merda. 
Chissà per quale motivo faccio sempre molta fatica ad alzarmi la mattina. 

Cerco di riordinare la mente per riuscire a formulare il primo pensiero coerente della giornata, devo pisciare. Successivamente mi vesto con le prime cose che mi capitano sotto mano, stamattina non ho voglia di scegliere, controllo di avere tutto e scendo giù da basso in cucina. 

Papà e mia sorella Alice devono essere già usciti, come sempre del resto, la ritardataria sono io. 
Mamma è ancora a letto però so che ormai si è svegliata anche lei.

Controllo l'ora, è tardi. Esco e trafelata mi dirigo alla metro non lontano da casa a passo veloce, sperando non impieghi troppo ad arrivare. 

Impreco sottovoce perché invece dopo cinque fermate controllo l'ora per l'ennesima volta e sono in ritardo. In un mostruoso ritardo. Stavolta la prof mi cazzia sul serio. 
Frequento la quarta superiore in un liceo scientifico che fino a due anni fa adoravo, adesso..non lo so. 

Sto praticamente correndo adesso, percorrendo l'ultimo straziante tratto che dalla metro mi porta alla scuola, so già che pezzerò, con la pioggia del cazzo e la gente che non si muove..'cazzo, stai attenta imbranata?!' 

Qualcuno mi sta urlando contro, qualcuno a cui ho appena fatto cadere un progetto che doveva essere molto importante, qualcuno che non so chi è poiché non riesco nemmeno a guardarlo tanto sono imbarazzata.

Il progetto molto importante ora giace per terra, nell'acqua. Merda. Io sono pure in ritardo. 
'S-scusa' balbetto 
'Scusa un cazzo, hai idea di quanto ho lavorato a questo progetto? Le notti, le notti! Merda' 

Finalmente mi decido a guardare in faccia il mio interlocutore e oltre al fatto che sembra più grande di me, probabilmente al primo anno di 
università, è incredibilmente bello. 

Noto immediatamente i suoi ricci, ora umidi a causa della pioggia, castani, è alto, molto alto, e anche con questa espressione corrucciata, non posso fare a meno di rimanere estasiata dai suoi occhi color smeraldo che in questo momento mi osservano incazzati. 

'Mi dispiace tanto, davvero non l'ho fatto apposta' 
tento invano e pateticamente di giustificarmi, rossa dall'imbarazzo. 
'Cosa dovrei fare secondo te ora eh ragazzina? Dimmelo tu come rimediare!' 
'M-mi dispiace davvero! Non volevo, ti prego, voglio rimediare in qualche modo, d-davvero, io..'
'Lascia perdere, va via, hai già fatto abbastanza' 

Tento di aiutarlo, ma il suo sguardo mi fa capire che non desidera avermi intorno per nessuna ragione, così decido di proseguire, un tantino imbarazzata, la mia strada, conscia della pessima figura di merda che ho appena fatto. Tutto per colpa della mia sbadataggine. 

Oramai è tardi, così sono costretta ad entrare alla seconda ora, senza giustificazione e ancora più incazzata. 

Spero solo di non incontrare più quel tipo bellissimo e misterioso, altrimenti sprofonderei dalla vergogna..


BUON GIORNO RAGAZZE!! QUESTO È IL MIO PRIMISSIMO LAVORO, E SPERO VI ABBIA INTERESSATO ALMENO UN PO' 
NON SARÀ FACILE ESSENDO LA MIA PRIMA ESPERIENZA, MA CERCHERÒ DI RENDERE LA STORIA SEMPRE PIÙ AFFASCINANTE CAPITOLO DOPO CAPITOLO..VOI MI RACCOMANDO, RECENSITE, VOTATE, DATEMI UNA VOSTRA OPINIONE, LE CRITICHE SONO BEN ACCETTE PER MIGLIORARE, UN ABBRACCIO A TUTTE :)

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Capitolo 2
*** I hope you don't mind. ***


È passata ormai una settimana dallo 'sfortunato' incontro con quel ragazzo, e per fortuna, non l'ho ancora incontrato. 
La mia vita procede come al solito, verifiche, interrogazioni, noia, tutto normale, anche se ora, cerco di guardare davanti a me quando cammino e non i miei piedi. 
Ho il terrore di rincontrarlo, se lo rivedessi, non so cosa farei, probabilmente mi nasconderei con la faccia in qualche cassonetto. 
Per fortuna, l'occasione sfortunata non si è ancora presentata. 
Mi arriva un messaggio su whatsapp: 
'Allora domani mangiamo li vicino?' 
È Giulia, una delle mie migliori amiche..la conobbi tre anni fa, su quella metro ingiallita che portava a casa, così da cosa nacque cosa, lei è di un'altra sezione, ma siamo come sorelle.
 Ha i capelli mossi, di un rosso ramato, li porta corti perché pensa che lunghi le stiano male, ma secondo me, non è vero, è una ragazza simpatica e alla mano, solare e con una risata contagiosa, nonostante i suoi siano divorziati ormai da anni.
'Certamente (:' rispondo. 
Domani per l'appunto, andremo ad uno dei primi open day ad un università non lontano da Milano, per Medicina. 
Si puntiamo in alto, forse troppo, ma sappiamo quello che ci piacerebbe fare nella vita e questo è già qualcosa.
L'open day si terrà in una delle grandi aule dalle 15.00 alle 17.00, perciò andremo dopo scuola. 
Non vedo l'ora. Mi entusiasma sempre pensare che presto la finirò con questi compiti e interrogazioni programmate, e finalmente farò quello che mi piace davvero, solo con più indipendenza. 
Hayley è l'altra mia migliore amica, più estroversa di Giuls, ha capelli di un rosso acceso con shatush sull'arancione. Lei è una tipa tutta rock, forse per via della sua famiglia, di origine americana e appassionata di band come i Gunses Roses o gli ACDC, decisamente non il mio genere. L'ho conosciuta due anni fa ad un corso di teatro, tra noi si è creata sin da subito una grande complicità e con la sua spontaneità ha conquistato anche Giulia. 
Halyley farà ingegneria, è un tipetto strano ma molto intelligente. 
Sto tornando a casa, dopo l'ennesima giornata passata a sopportare quei cazzoni dei miei compagni, che per la maggior parte tollero a mala pena. Sono cinici e insensibili, in classe sono la maggioranza rispetto a noi femmine e non fanno altro che denigrarci. Io non avrò e non vorrò mai un uomo così al mio fianco. Mai. 
Ripensandoci, quel ragazzo riccio avrebbe potuto trattarmi meglio di così, è vero, io ho sbagliato, ma non c'era bisogno di urlarmi addosso in quel modo così violento. Mi sale il nervoso e il mio orgoglio femminile mi fa venir voglia di prenderlo a schiaffi. 
Ma non devo più pensarci ora. Per fortuna non lo rivedrò mai più e non dovrò aver niente a che fare con lui. 
Compatisco la poverina che dovrà subirsi uno sclerato del genere...'Il mio progetto, il mio progetto..!' 
Si ok, ma intanto ti calmi. 
Per fortuna domani è un altro giorno, mi aspettano esperienze nuove e non vedo l'ora. 

Mi sveglio di buon ora, oggi il mondo mi sorride. 
Frequento le lezioni e aspetto con ansia la fine. 
Appena suona la campanella dell'ultima ora, scatto fuori dalla porta dove trovo Giuls che mi aspetta con un sorrisone. 
< Sei pronta dolcezza? > mi chiede.
< mai stata più pronta! >
Dopo ben dodici fermate arriviamo a destinazione e l'ambiente che mi si presenta davanti, è davvero molto grande: un sistema di palazzi e bar pieni di studenti, alcuni intenti a leggere altri a scherzare tra di loro, è un ambiente così diverso dal liceo, in senso buono, si respira aria di libertà. 
< allora..aula 6, edificio U4 > mi informa Giulia. 
Facciamo il nostro ingresso nell'aula, è molto grande, con banchi rialzati e una lavagna immensa. Ci accomodiamo più o meno a metà sala e ascoltiamo il professore nerboruto parlare e spiegare con la sua voce profonda. 
Ci concedono di fare una pausa allora decidiamo di dirigerci alle macchinette per prendere un caffè.
< Vai avanti tu, io chiedo un informazione al professore, ti raggiungo > mi dice Giulia.
< va bene, ci vediamo li. > 
Alle macchinette c'è davvero molta gente, e inizio a pentirmi di essere venuta sino a qui. 
Sento improvvisamente una voce roca e incredibilmente sexy a me familiare. Mi irrigidisco immediatamente. Merda. È il ragazzo riccio. Quello del progetto che gli ho mandato a puttane. Penso sia dietro di me, aspetta anche lui questo benedetto caffè. 
< ahahahahah Harry, poverina, sarà l'ennesima volta che le dai buca! Non puoi portarle solo a letto e poi dimenticartele! > 
Harry si chiama. Harry. Il mio cervello cerca un modo per evitare che lui mi veda, ma prima o poi dovrò girarmi per tornare indietro. Oddio. 
< Che vuoi farci Liam, fa parte di me, non sono mai stato il tipo da smancerie, cucci cucci e tutte quelle gran rotture di coglioni. > 
Sto per ritirare il mio caffè quando la mia naturale predisposizione alle figure di merda mi frega ancora una volta. 
Qualche coglione mi viene addosso all'improvviso e urtandomi, mi fa finire tutto il caffè bollente, sulla mia camicetta bianca. Fantastico. 
< Guarda chi c'è, la ragazzina che mi ha rovinato la giornata! > 
Sono paonazza. Io non ho fatto mai niente nella mia vita per meritarmi questo, non ho mai cercato di provocare il karma, neanche una fottuta volta. 
< credo che ora siamo pari, progetto rovinato, camicia rovinata. > Ironizza Harry con un sorrisetto beffardo stampato in viso. Si sta divertendo un sacco, lo capisco da come mi osserva. Aspetta che dica o faccia qualcosa che possa spingerlo a deridermi ulteriormente. 
< senti, ti ho già chiesto scusa mi sembra, ti ho anche chiesto come rimediare, ma mi hai mandato via in malo modo, perciò non rompere e sta zitto! > probabilmente la mia espressione deve essere molto buffa perché questo stronzo affascinante scoppia in una fragorosa risata insieme a tutti i presenti. 
Voglio andare via. Ho le lacrime. Probabilmente sto esagerando, ma mi sento umiliata. Corro via, corro, fuori dall'università, Il più lontano possibile, corro. Non voglio più venirci qua. Giulia capirà, mi chiamerà se avrà bisogno. Forse ho parlato troppo presto, nella vita niente va mai come vorresti, tutto è imprevedibile, tutto può cambiare radicalmente in un attimo, e forse la mia vita era già cambiata, a causa di quel ragazzo così bello e allo stesso tempo così insensibile, ma questo io non potevo ancora saperlo.

Buon giorno ragazze! Questo è il secondo capitolo della storia. Essendo i primo capitoli, ho deciso di aggiornare con un giorno di distanza per definire meglio la storia. Ho voluto concentrarmi di più sulla vita della nostra protagonista, per conoscerla meglio e capire la sua personalità, magari più avanti parlerò anche di Harry nello specifico, nel frattempo spero vi stia incuriosendo la storia, io ho già in mente parecchi colpi di scena e situazioni che vi spero vi strapperanno qualche risata, nel frattempo, recensite, fatemi sapere cosa secondo voi dovrei migliorare, sono aperta ad ogni tipo di critica costruttiva e se vi è piaciuta, tanto meglio! Fatemi sapere! Un abbraccio a tutte :*

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Capitolo 3
*** Supermassive ***


Sono in camera mia adesso. Sto ascoltando 'your song' cover di Ellie goulding. È davvero magnifica la sua voce, ed esprime esattamente il mio stato d'animo in questo momento. 
Forse sarò melodrammatica, ma fa parte del mio carattere. Esternamente potrò risultare un po' asociale, con poche amiche, magari sembrerò anche un po' snob, ma non sono così, io sono sempre stata una ragazza molto introspettiva. E anche sufficientemente suscettibile, specie ora, che sono stata derisa da sconosciuti e umiliata da uno stronzo con i capelli ricci. 
La musica mi aiuta in questi momenti, mi fa sfogare, scelgo il tipo o il genere in base al mio umore, per esempio, quando sono incazzata, ascolto 'supermassive' dei Muse, davvero mi carica, oppure 'Numb' dei Linkin' park, sono piuttosto versatile in fatto di musica. Ora ho solo voglia di piangere. Ma non lo faccio. Non gli darò questa soddisfazione, anche se so che a lui di me non frega un cazzo. 
La musica però, quella colora il mondo, ti salva la vita. 
Arriva una chiamata, come prevedevo è Giulia, si sarà preoccupata, e ha anche ragione. Rispondo. 
< Cristo, Sara, dove cazzo sei finita? Ti ho cercata per tutto l'edificio ma niente, ho provato a chiamarti e non hai risposto, esigo una spiegazione! >
< Scusami davvero Giuls, ti racconterò presto, per ora posso solo dirti che per colpa di un coglione sono scappata via e che in quel posto non ci voglio più tornare, ma tu vai se vuoi, non sentirti condizionata da me. >
< ...Devo preoccuparmi? Ascolta, tu devi venire, a breve ci saranno dei corsi, che dovremo frequentare se vogliamo passare il test, non precluderti il futuro per un tizio qualunque! È una delle migliori università d'Italia Sara! > il suo tono non sembra voler ammettere repliche.
< ..dei corsi? > rispondo sorpresa.
< Esattamente, il professore mi ha detto che sono obbligatori per chi vorrà poi sostenere il test per entrare alla facoltà, e siccome i posti sono pochi, ci conviene fare l'iscrizione a breve, perciò pensavo di andare là già domani...>
< NO NO NO NO. > non voglio. Così poi dovrei andare li, magari con un'altra camicetta bianca a farmi deridere di nuovo? Anche no. 
< ascolta domani ti passo a prendere, sai che quando mi impunto non mi ferma nessuno, ora dormi e non pensare a quel cretino, è solo un uomo Sara! Tu sei meglio, noi lo siamo, tira fuori le palle! Passo domani alle 9. >
Si congeda così. Non mi lascia nemmeno il tempo di replicare, obbiettare o riflettere. A volte sa essere davvero determinata e oltremodo insistente. 
Povera me. Mi tocca tornare. Altrimenti dovrò subire la furia di Giulia. 

Ed eccomi sulla metro che porta all'università. Ovviamente Giulia ha mantenuto fede alla promessa e puntuale come un orologio mi ha trascinata (letteralmente) fuori da casa mia. 
Ho paura. Se dovessi rivedere quegli occhi, quello sguardo di disprezzo o derisione negli occhi di Harry..non lo so. Perché mi fa stare così male, quando per me non dovrebbe significare nulla? Perché su di me ha già questo ascendente? Ho paura anche di questo. Non ci ho neanche mai parlato, almeno non in modo civile.
Ora siamo in segreteria, spero che tutto questo finisca il prima possibile, spero di fare questa benedetta iscrizione e di andarmene subito.
< Scusa, ti è caduto questo..>
Chi cazzo è adesso? 
Merda. A Giulia è appena caduto il foglio dell'iscrizione e a raccoglierlo è proprio l'amico di Harry, Liam. 
È davvero carino anche lui, ma che cazzo, scelgono le amicizie in base alla figaggine? 
È alto più o meno come Harry, ha dei muscoli ben definiti, occhi scuri e un sorriso dolce, e capelli castani, con il ciuffo all'insù, lisci. 
Sembra più posato e gentile di Harry e guarda la mia amica con tenerezza e...ammirazione? 
< ...Grazie mille, temevo di averlo perso! > Giulia è raggiante, anche lei sembra apprezzare il ragazzo, ma d'altronde, come biasimarla? 
< Figurati, comunque io sono Liam, Liam Payne e se avessi bisogno di una mano, conta su di me, sono una guida perfetta...>
< Liam cazzo basta fare il morto di figa! > 
Harry. Già e chi se no? 
Così sexy. Mio Dio, con quella sua camminata disinvolta si dirige lentamente verso l'amico, mentre l'ormone femminile di mezza università si surriscalda. 
< Ciao Harry. > replica Liam probabilmente seccato dalla sua sfacciata interruzione.
< oh ma ci stai provando con l'amica della tizia del progetto e della camicetta, che ieri non mi ha lasciato terminare il discorso, ciao anche a te, uhm come ti chiami? > 
Giulia mi guarda in volto. Probabilmente sono paonazza. Un miscuglio non ben definito di emozioni si agita dentro di me. Non so se prenderlo a calci, sputargli in faccia o ridere come una pazza. 
Probabilmente la prima. 
La mia amica mi salva, perché non so cosa dire. Forse non ci credo neanche io a questa situazione così assurda. 
< Liam, Harry, io sono Giulia e lei è Sara. > prova a sorridere per smorzare un po' la tensione, ma io sono con i nervi a fior di pelle. 
< Piacere Giulia, piacere Sara. > dice Liam. Lui mi sta decisamente più simpatico. Lui e Giulia sembrano già piacersi molto. 
< Sara, Sarina, Saretta, Sarona..> ride il riccio. 
Giuro che ora gli sputo in faccia.
< Noi ora andiamo, vero Giulia? > ho lo sguardo basso. Lo odio. 
< ma come così presto? > Liam sembra deluso.
< magari possiamo rimanere per un caf.. > 
< No Giulia, abbiamo da FARE ricordi? > lei non mi sta aiutando cazzo. Voglio andare via da Harry. 
< Eddai Sara, scherzavo.. > ancora quello sguardo sarcastico sul suo bel visino.
< Lasciami in pace, ti ho chiesto scusa mille volte, devi mollarmi cazzo! > urlo. Urlo e vado via. Li lascio li, tutti e tre. 
Probabilmente penseranno che sono pazza, ma non me ne frega, io esigo rispetto, ho un orgoglio. 
Aspetto Giulia all'uscita. 
Quando arriva è raggiante in volto nonostante la mia scenata precedente. 
< Indovina? Ho il numero di Liam!! > 
Ha. Ha. Ha. 
< come sono felice! > tento di dissimulare, ma la verità è che non sono felice per un cazzo. 
Se Giulia dovesse iniziare a frequentare quel Liam, automaticamente le possibilità che io frequenti quell'impertinente di Harry, si alzerebbero drasticamente. 
Ed eccoci li infatti. 
< La prossima settimana inizieranno i corsi estivi, preparati. Oh e un'altra cosa, ogni tanto mi vedrò con Liam e potrebbe esserci anche Harry... Fattene una ragione, non sembra così antipatico..gli piace solo scherzare un po', tutto qua. >
Tutto qua. Tutto qua. 
Sarà una lunga estate. E io sono la solita sfigata. 


Ciao ragazze! Questo è il terzo capitolo. La storia comincia a prendere forma, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate dei personaggi, chi vi sta più simpatico e chi meno, e se vi piace, inserite la storia tra seguite :) mi farebbe molto piacere! Fatemi sapere un vostro parere, un abbraccio a tutte, la storia è ancora moolto lunga e piena di sorprese ;) 

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Capitolo 4
*** She's always a woman to me. ***


< Titì-titì-titì-titì. > 
Stamattina proprio non ho voglia. 
< Titì-titì-titì-titì. > 
È lunedì. 
< Titì-titì-titì-titì. > 
Inizia un'altra settimana. 
< Titì-titì-titì-titì. > 
Checcazzo. Butto la sveglia giù dal comodino e sorprendentemente si ferma. L'avrò rotta quella sveglia di merda. Meglio così. 
Però devo alzarmi lo stesso. 
Stamattina sono di pessimo umore, ho due interrogazioni probabili e settimana prossima iniziano quei maledetti corsi estivi, ai quali Giulia mi ha costretto ad andare. 
Mi lavo, mi vesto e scendo di sotto, per una volta, in orario. Mia sorella Alice mi guarda sorpresa. 
Ha sedici anni, i capelli corti sopra le orecchie e gli occhi nocciola, più chiari dei miei, anche se io ho i lineamenti più fini, probabilmente lei ha preso più da mamma, io più da papà, perché ho un nasino corto. 
< Già sveglia? > mi dice sarcastica.
< uhm..se. > mentre ingurgito un po' di latte con i cereali. 
Voglio arrivare puntuale stamattina. 
Non piove neanche, menomale. 
< Beh, io vado eh.. > saluto tutti ed esco. 
Nelle orecchie ho la mia solita 'Supermassive' che mi carica prima delle lezioni. Nel frattempo, in metro mi perdo tra i miei pensieri, come al solito. Ripenso ad Harry. Merda. Perché proprio a lui? Che avrà di tanto speciale? È solo attrazione fisica. Si è così sicuramente. Perché ha un carattere proprio di merda, secondo me. 
La giornata trascorre serena in un certo senso, perché riesco a scampare ad entrambe le interrogazioni anche se sono inquieta. Forse lo sarò per tutta la settimana, fino a quando non dovrò ritornare in università. 
Hayley mi scrive: 'ma noi quando ci vediamo sguanza??!' sguanza mi chiama, lei ha il vizio di affidare alle persone nomignoli strani. Esuberante e scintillante Hayley. Riesce sempre a farmi sorridere e nonostante scuole diverse, si ricorda sempre di me. La adoro. Giulia invece la chiama 'Red'. Mi viene da ridere perché lei è più red di Giulia. 
' Wei Hay, quando vuoi! Settimana prossima io e Giuls iniziamo con i corsi, perciò se vuoi ci vediamo dopo le lezioni' le rispondo su whatsapp. 
'Io li frequenterò per ingegneria, sono decisa ad entrare, voi quando li avete? Così ci si becca'
'Tutti i giorni per due mesi, dalle 9.30 alle 13.30, con una pausa di mezz'ora verso le 11'
'Perfetto, potremmo incontrarci per quell'ora' 
'Va bene allora, sto tornando a casa, ci sentiamo presto <3'
'A presto <3'
Simultaneamente senza neanche farlo apposta mi chiama Giulia. 
< Ciccia, mi ha scritto Hay,  ti ha detto già tutto? >
< sisi, sono al corrente. > 
< Bene, ascolta..mi ha scritto Liam..mi ha chiesto se domani volevo prendere un caffè con lui..non me la sento di andare da sola però, verresti anche tu? > 
Un momento. Calma. 
< ...ci sarà anche..> 
Silenzio. 
Questo è un si. Anche ben confermato. 
Ok. Fallo per la tua amica Sara. Lei lo farebbe. Dopotutto è solo un caffè. Solo un caffè. Cosa potrà fare Harry? Niente. 
Mi auto convinco così. 
< ...va bene.. > cedo. 
Lei mi lancia un urletto felice dall'altra parte che per poco non mi stordisce. 
Ci lasciamo con l'appuntamento per l'indomani dopo scuola alle 4 ad un bar a Milano. 
Sono già agitata cazzo. 
Infatti fatico a prendere sonno. Ti prego fa che sia educato e gentile, che non rompa e che non mi metta in imbarazzo. 
Di una cosa sono certa, non lo guarderò negli occhi. Mi fregherebbero all'istante. 

È suonata la campanella dell'ultima ora. Ok. È finita la scuola. Forse è la prima volta in undici anni di scuola in cui non sono felice che sia finita. Mi dirigo a passo lento è trascinato verso l'uscita. Giulia è di fianco a me e saltella entusiasta. Perché mi lascio sempre coinvolgere? 
< allora precisa, alle 4 al Bar Arnold! > mi dice con un sorriso che va da un'orecchio all'altro.
Sono felice per lei davvero, lo sono un po' meno per me. Che io sia masochista? 
La fatidica ora x scatta e io mi trovo esattamente di fronte al suddetto bar.
Giulia arriva da lontano e mi viene incontro. Si è messa un vestito. Io a confronto sembro la prima barbona raccattata da qualche centro sociale. Non mi sono nemmeno ritoccata il trucco. Wow. In più ho le occhiaie della notte precedente, dato che come una cogliona ho faticato a dormire. Per un coglione con i capelli ricci.
Eccoli, arrivano da lontano. Sono bellissimi. 
Liam è davvero dolce. Harry è sexy. 
Cazzo.
< Buon giorno ragazze. > ci saluta Liam sorridente, sorride più a Giulia però. 
< Uhm ciao, Giulia e..Sara giusto? > Harry mi fissa. Perché mi fissa? Non riesco a decifrare il suo sguardo, non è ironico stavolta.
< esattamente, forza ragazzi, entriamo! > Giulia è felice. Davvero. E sono contenta per lei.
Ci accomodiamo ad uno dei tavoli del locale, io prendo un iced coffee al cioccolato come Giulia, mentre i ragazzi prendono un cappuccio normale. 
È davvero carino il posto.  Ha poltrone comode e c'è il wifii gratis, infatti molti studenti si appostano con i loro computer. Harry e Liam sembrano conoscere già il posto a quanto sembra. 
E anche le ragazze che ci lavorano, perché ci provano subito come allocche.
Harry è pericolosamente seduto vicino a me. Ma anche questo è colpa della mia presunta amica che sono certa lo abbia fatto apposta. 
Le lunghe gambe di Harry sfiorano le mie, così corte rispetto alle sue...e ahimè un po' più grosse. Sento il mio cuore accelerare. E sento il suo sguardo su di me. 
Quei pozzi verdi smeraldo stanno guardando me. Solo me.
Non voglio cadere nell'errore di specchiarmici, perché sicuramente vedrei un'immagine che non corrisponderebbe alla sua. Vedrei un angelo, quando in realtà è solo un diavolo. 
Un povero diavolo che si diverte a sedurre le poverine come me. E poi le getta via senza ritegno. 
Liam non è così invece. Lui ci prova con Giulia, ma sembra volersi impegnare seriamente. Harry mi sta solo prendendo in giro. 
I miei pensieri vengono interrotti quando sento la sua voce che mi parla. 
< Senti, non so che problema tu abbia con me..ma non volevo offenderti ieri..e neanche il giorno alle macchinette...> sembra sincero dal tono. Non oso ancora guardarlo.
Mi accorgo che siamo soli al tavolo e che Giulia e Liam sono a prendere i vassoi con le ordinazioni.
< non ho nessun problema IO, pensavo lo avessi tu con me, sai per la storia del progetto.. >
< Pff quella mattina ero solo un po' nervoso, pioveva ed ero di fretta, è acqua passata ora.. >
Mi decido finalmente ad incontrare i suoi occhi meravigliosi ma vengo distratta da qualcosa inverosimilmente più bella ancora, il suo sorriso. Dio. Non ho mai visto un sorriso così. 
Devo essere rimasta a fissarlo per un po' estasiata perché Giulia mi sta chiamando più e più volte. 
< Terra chiama Sara?! Ci sei? Ecco qui il tuo iced caffè > mi porge il caffè scocciata. 
Mi ridesto, ancora un po' imbambolata. 
< S-si, grazie > 
Harry ridacchia. E anche io insieme a lui. È la prima volta. 
< allora, avete fatto amicizia finalmente? > Giulia mi scruta con uno sguardo complice. Ora la uccido. Lo sa quanto sono timida.
< ci stiamo arrivando > assicura Harry con un sorriso. Di nuovo quel meraviglioso sorriso bianco. Insieme ad esso si formano due fossette che vorrei toccare. Mi inteneriscono. Mi affascinano. 
Il pomeriggio trascorre sereno tutto sommato. Harry fa ancora qualche battuta, ma devo capire che lui non prende mai nulla troppo sul serio. Liam è molto divertente, e mi piace come si comporta con la mia amica. 
Quando è ora di rientrare, Liam saluta Giulia con un bacio sulla guancia e la mia amica assume un colore più rosso dei suoi capelli. È buffa ma tenera, spero che tra loro succeda davvero qualcosa. 
Harry mi osserva e sembra immerso nei suoi pensieri. 
Ancora una volta non riesco a decifrare la sua espressione.
< Allora, ci si vede in università...Sara. > mi fa l'occhiolino e io rimango imbambolata come un'idiota. 
< Oh, c-certo. > cerco mio malgrado di riprendere possesso delle mie facoltà mentali. Ma che mi succede? 
< Ah e cerca di non inciampare in qualche studente, mi spiego? >
Non è acido, è..simpatico. 
< Lo farò. > e cerco di mostrargli uno dei miei migliori sorrisi. 
Sulla metro per tornare a casa Giulia mi osserva. 
Non capisco se la sua è comprensione o solo malizia.
< ..hai visto che Harry non è poi così male? > si, la sua è decisamente malizia.
< non è male, ma non lo capisco. È misterioso, sono certa che nasconde molto più di quello che vuole fare vedere. > dico pensierosa.
< In ogni caso non smetteva un attimo di guardarti..non ha degnato di uno sguardo quelle cameriere che ci provavano al locale. > 
< Probabilmente si stava chiedendo come cazzo ero conciata, ero davvero oscena! > e lo ero. Almeno  in confronto a Giulia. Cioè non ero truccata e non ero vestita in modo civile.
< tranquilla, sei una bella ragazza, non importa che tu fossi truccata o meno > mi dice sorridendo.
< Grazie Giuls, ma credo che i ragazzi come lui la pensino in un altro modo. > 
Lui di certo sarà stato con modelle e ragazze di un altro livello. Non è come Liam, che apprezza le ragazze carine, non super. Io e Giulia siamo carine, ma non siamo certo modelle.
Mi rattristo un po' e Giulia mi distrae dai miei pensieri.
< Comunque Liam mi ha chiesto di uscire ancora! Sono così felice! >
< anche io lo sono per te, davvero. > le mostro un sorriso sincero e lei ricambia.
Le nostre strade si dividono e io ritorno pensierosa verso casa.
Chissà come sarà quest'estate. Di certo sarà diversa, frequenterò un corso in università e cercherò di imparare il più possibile.
Lo so che Harry non penserà mai a me in quel modo, perciò è per me un bene già da ora evitarlo. Si farò così, prima di soffrire inutilmente è meglio prevenire. E Giulia stavolta non potrà obbligarmi. Sono decisa. Per me e per il mio cuore.

Ed eccoci qui con il 4 capitolo. Nei prossimi cercherò di approfondire di più il rapporto tra Harry e Sara, li farò conoscere meglio, anche se Harry ha un passato misterioso e un carattere non certo facile. Sorgeranno altri personaggi e altre coppie, ma i protagonisti rimangono sempre Sara e Harry. Recensite perché un vostro parere è importante per capire cosa vi aspettare e cosa ne pensate, se vi piace la storia potete inserirla tra seguite:) un abbraccio e a presto :* 
Ps. Recensite!!!

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Capitolo 5
*** Bad day. ***


Sta finendo la settimana. Oggi è venerdì e ho la verifica di matematica. Maledetta goniometria. 
Maledetta trigonometria. 
A che scopo ragionare su formule e teoremi che non hanno alcun fondamento nella vita pratica? 
So che facendo lo scientifico dovrebbero piacermi queste cose, ma la realtà è che ho perso l'entusiasmo da un anno a questa parte. Beh non che io sia mai stata una grande fan della matematica, ma almeno prima mi impegnavo di più. Forse è colpa della nuova insegnante. Sembra un automa che si limita a svolgere la sua professione senza trasmettere un minimo di interesse o entusiasmo perché la verità è che non lo ha nemmeno lei o lo ha perso da tempo. Un insegnante vero non è così, e al giorno d'oggi trovarli un minimo entusiasti, è difficile se non raro.
A scuola un mio compagno, che io chiamo 'il pazzo' poiché è davvero schizzato, con occhi color del ghiaccio, imponente ma al tempo stesso di corporatura magra, è inquietante. E cel'ha con me. Non so perché. Molti sostengono sia ossessionato da me. Una specie di odio amore. Daniele si chiama. 
< Allora ti offri oggi in latino? > mi chiede con quel tono solito che gli appartiene, un tono che mette ansia perché sputa le parole, in modo quasi violento.
< No, perché dovrei? > io lo guardo con disprezzo. Da quando lo scorso anno mentre avevo la tonsillite mi scrisse che sarebbe stato meglio se fossi crepata perché non valevo un cazzo e non mi cagava neanche un cane, lo disprezzo con tutta me stessa. E lui lo sa. 
< Niente, era una domanda. > e se ne va. Sul suo viso da misogeno provetto si dipinge un espressione sarcastica e cinica tipica del suo essere, così inquietante.
Ecco, se avessi un ragazzo, probabilmente gli avrebbe già tirato un pugno. Oggi non è giornata e non ho bisogno delle sue solite stronzate.
Finito il compito, suona la campanella e finalmente, dato che domani c'è sciopero e non si andrà a scuola, è finita la settimana.
Nelle cuffie ascolto supermassive e successivamente Bad day dei Rem.
Mi piace ascoltare la musica in metro, mi perdo tra i volti di mille sconosciuti, immaginando come potrebbe essere la loro vita, la loro storia, magari alcuni sono dei gran bastardi e magari altri sono persone squisite. Io sono un po' così, mi perdo spesso in queste futili riflessioni.
Lunedì cominceranno i corsi, li avrò tre giorni a settimana, per fortuna mancano giusto sette giorni alla fine della scuola e posso permettermi di fare assenze. 
Una cosa che so, è che voglio evitare Harry. So che con lui non avrei speranze.
Chiamo Giulia per sapere a che ora trovarci lunedì. 
Al primo squillo risponde.
< Ei bella, che mi racconti? > mi risponde squillante.
< Volevo chiederti a che ora ci troviamo lunedì > 
< facciamo per le 8? Così facciamo colazione con calma. >
< Perfetto..ah Giuls..ho preso una decisione, ma vorrei che la rispettassi.. >
< Certo, dimmi pure. > 
< ..io non ho nulla in contrario se tu frequenti Liam, anzi mi piace molto e sono contenta per voi, però io..vorrei evitare Harry, per favore in questo mi devi aiutare. Non voglio rischiare di prendermi una sbandata per qualcuno che sicuramente non ricambierebbe, sai, l'ho sentito alle macchinette quella volta, diceva che a lui le smancerie non piacciono, che sono una rottura di palle. > 
< certo. Va bene Sara, ti aiuterò il più possibile, ma non posso garantirti una sua totale assenza, dopotutto è il suo migliore amico.. > 
< Si si tranquilla, fai quello che puoi, al resto ci penso io, ora ti lascio un bacio. >
< Ok..ascolta, non partire prevenuta con Harry, è solo un consiglio...magari più avanti, riuscirai a concedergli una possibilità.. >
< ..ci vediamo lunedì Giuls. > 

Il weekend scorre più veloce del previsto. Io sono agitata. 
Alle 8 di lunedì mattina Giulia mi passa a prendere ed entriamo in università. 
La lezione è molto interessante, l'insegnante attraverso slide ci spiega un po' come sarà strutturato il test e cosa ci converrebbe ripassare. Biologia, chimica organica, matematica, fisica e i consiglia di esercitarci su quesiti di logica.
Tutto in un test. E i posti sono 154. Fantastico. 
Sono le 11. Pausa. Giulia mi accompagna a prendere un caffè e mentre siamo in fila, qualcuno la abbraccia da dietro. Liam. Che tenero.
< Ciao bella, ciao Sara, cosa mi raccontate ragazze? Piaciuta questa prima lezione?. >
Lui e Harry frequentano ingegneria aerospaziale. Bella tosta. Hayley dovrebbe arrivare a momenti, lei frequenta quella matematica. 
< È stata, illuminante.. > Giulia è sognante tra le sue braccia.
Decido di lasciarli un po' soli, così mi volto e.. < Attenta! Oh Sara! Ti avevo raccomandato di non inciampare negli studenti, e tu che fai? Inciampi su di me? > ridacchia il ragazzo riccio che ho appena urtato, in realtà non l'ho smosso di un centimetro. Harry. Non gli arrivo neanche alle spalle.
Menomale che mi ero ripromessa di evitarlo. Le mie mani sono ancora poggiate sul suo petto muscoloso probabilmente non mi sono nemmeno accorta del fatto che siamo molto vicini. Imbarazzata le tolgo immediatamente.
< ti prego scusami, cazzo sono un disastro! > corro via. Sono rossa. Chissà cosa penserà di me, che sono una stupida imbranata, come la prima volta che mi ha visto.
Entro in classe e immergo la mia testa nel libro, in realtà tento più di nascondermi o peggio sotterarmi.
Perché non ne combino una giusta? 
Mi viene da piangere perché era l'ultima persona che avrei voluto incontrare oggi e invece avevo praticamente le mie braccia posate di lui. 
Non posso continuare così, devo trovare una soluzione. Mi informerò sugli orari dei suoi corsi, per fare in modo di non incontrarlo. Devo fare violenza su me stessa ed evitarlo a qualsiasi costo. Non va bene che mi batta il cuore in questo modo. 
Finita la lezione, esco frettolosamente con la promessa di aspettare Giulia alla metro, mentre lei si ferma con Liam, lei ormai lo sa e mi comprende.
Mi dirigo per la strada a passo svelto quando sento chiamare il mio nome.
È una voce maschile.
Merda impestata.
< Ei, Sara, aspetta un attimo! > 
È lui.
Calma. Voltati, parla in maniera civile e dileguati più in fretta che puoi.
< oh, H-harry, dimmi pure > mi sforzo di mantenere un tono di voce normale.
Penserà che sono pazza.
< Volevo solo parlarti un attimo, scappi sempre via, non è che cerchi di evitarmi? > 
Chi io? Nooo. È solo il mio obbiettivo principale in questo momento.
< ma va, cosa vai a pensare eheh, non essere paranoico.. >
Si, parlo io.
< no è che, sei strana, non abbiamo mai parlato davvero. Comunque nella fretta, mentre stavi uscendo ti è caduto questo, ti ho vista e ho pensato di ridartelo subito, per evitare equivoci. > che occhi ragazzi. 
Mi scruta in attesa di una mia risposta.
Sono i miei appunti preziosi, poverino, io sono così stronza.
< Oh grazie mille, c-che gentile, erano importanti per me. > 
Ho il cuore è a mille.
Si avvicina a me, o mio Dio.
< ..Sai pensavo.. che potremmo essere amici, se ti va. >
Lo guardo. Mi guarda. Ora ride.
< tranquilla, non ho interessi particolari, voglio solo avere un rapporto civile con te ok? Puoi stare tranquilla, io sono già impegnato. >
Ecco. Lo ha detto. Solo amici. La storia della mia vita. Beh di che ti lamenti Sara? Non era questo quello che volevi? No. 
Però è così e basta.
< Ora vado, Kendall mi aspetta, allora ci si becca. > mi saluta con un sorriso e se ne va.
Ah ok. 
Mi scrive Hayley. Sono un egoista. Mi ero dimenticata che dovevamo incontrarci. Harry mi obnubila il cervello. Le chiedo scusa e le dico che presto le racconterò tutto. Lei capirà, come Giulia. Mi dice che ha conosciuto un ragazzo un po' tenebroso di nome Zayn e che presto mi racconterà.
Ecco. E io? Io sono sola ancora una volta. Mi piace un ragazzo con cui non ho possibilità. Che vuole essere mio amico. Vuole avere un rapporto 'civile', così lui lo chiama. Lui raccoglie i miei appunti e pensa di piombare nella mia vita come se niente fosse, sconvolgendomela. Ma si sbaglia, con i miei sentimenti, non gioca nessuno.

Stasera ho l'ispirazione e ne posto due. Non chiedetemi perché ahah, recensite che presto arriveranno nuovo personaggi. Introdurrò Niall, Zayn e Luois. Buona serata e fatemi sapere cosa ne pensate di questo 5 capitolo.
Un abbraccio :*

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Capitolo 6
*** Is where my Demons hide. ***


< Stavo pensando Sara, dato che domani hai il corso, che tua sorella potrebbe accompagnarti, perché non mi va di lasciarla da sola al ritorno da scuola, potreste mangiare insieme, e lei potrebbe mettersi in un banchetto dietro, nella tua classe.. >
Le idee di mia madre. Però mi fa piacere passare del tempo con mia sorella, perciò acconsento alla proposta.
< Per me va bene, Ali? > 
< scherzi? Certo che voglio venirci! Deve essere una figata! > risponde Alice con un sorrisone.
< moderiamo i termini eh > mia madre rimprovera mia sorella.
È buffa la scena, così ridacchio sotto i baffi.
Sparecchio e mi metto a studiare un po' di biologia necessaria per il test che si terrà dopo i corsi, ad Agosto.
Ora siamo all'inizio di giugno, ma questa estate dovrò sacrificarla se voglio giocare d'anticipo. Lo scopo sarebbe prepararsi al meglio al test ora, così in quinta sarei più tranquilla anche se non passassi il test ad agosto. Almeno avrei un'idea più chiara di cosa aspettarmi. 
Mi arriva un 'memo vocale' su whatsapp da Carlotta, una mia amica a distanza che abita a Belluno.
'Ciaaaao Saretta! Come stai? Waah che voce di merda che ho ahaha vaa beh, lasciamo stare, cosa mi racconti? Io sono felicissima perché presto verrò a Milano! Vorrei frequentare quei corsi che stai facendo anche tu all'università, solo che io vorrei fare farmacia! Mi manchi, ma ci vedremo presto, Sabato questo prenderò il treno' 
Sono troppo felice! La mia Charlie! Ci conosciamo da sette anni ormai, ci siamo incontrare in una colonia di suore in seconda media, d'estate, e siamo diventate inseparabili.
Lei è un po' fuori di testa come me, anche un po' sclerata come me, ma insieme ci facciamo di quelle risate!
È alta più o meno come me, perciò alte non possiamo definirci noi da un metro e sessanta, ha degli occhi blu, ma di un blu oceano che sono meravigliosi, un ampio sorriso bianco, e capelli castani un po' più corti dei miei ma più lunghi di quelli di Giulia, diciamo appena sopra le spalle. 
Le rispondo 'Charlinaa! Mi manchi tanto anche tu ma sono felice che presto potremmo vederci tutti i giorni, hai già visto qualche appartamento?'
'Si, ne ho visto uno a buon prezzo vicino all'università, dovrebbe essere in condivisione con altri due studenti, speriamo non siano due pazzi, ahahah!'
Parliamo con i memo almeno per un'ora buona finché non la lascio per andare a mangiare. 
Alice deve prepararsi una borsa con tutto l'occorrente per evitare di annoiarsi a queste lezioni dove sicuramente non capirà nulla. Frequenta la seconda superiore in un liceo umanistico, ma a differenza mia forse farà scienze della comunicazione, ma è ancora presto per pensarci. Mi fa male pensare ad Harry. Mi è capitato di sognarlo anche. Correva verso di me sorridente, io cercavo di raggiungerlo ma appena provavo a toccarlo, mi sfuggiva immediatamente, che sia un segno?

Stamattina sono in metro solo con mia sorella perché Giulia è ad una visita e ci raggiungerà dopo.
< Wowowowow non vedo l'oraaa! Che gran figata! > ha un tono di voce decisamente troppo alto. La gente ci fissa. spero non mi faccia fare figuracce, dopotutto basto già io. Ci manca solo lei e Harry mi promuoverebbe cogliona dell'anno.
< abbassa la voce Alice, siamo in metro, non a casa. >
< sii, mamma mia che paranoie ti fai! >
Lo so. Me ne faccio troppe, ecco forse perché sono una calamità naturale per i disastri e le figuracce. A volte penso che penso troppo. Complicato? Io sono complicata.
A volte penso che nessun uomo mi sopporterà mai troppo a lungo, perché sono troppo difficile da comprendere. Ce ne vorrebbe uno complicato almeno un quarto di me per tollerarmi.
Siamo arrivate. Mia sorella guarda la sede con stupore, è davvero entusiasta.
< uau, questo è molto più di quello che mi aspettavo! Che gran figata! > posso vedere quasi le sue pupille dilatarsi e mi viene da ridere. È così ingenua. Forse è un male esserlo in questo mondo, ti fregano prima. 
Entriamo in classe, ma Alice si accomoda in fondo, spero si sia portata qualcosa da fare, altrimenti si annoierà molto.
Giulia arriva dopo un'oretta e si scusa con il professore per il ritardo.
< Oggi c'è anche Alice? > mi chiede.
< Si, idea di mia madre, non voleva lasciarla sola a casa, come se avesse ancora tre anni. Va beh. > 
Ridacchiamo insieme, ma cerchiamo subito di ricomporci perché il professore ci guarda in malo modo.
Alle undici, come sempre mi dirigo alle macchinette e stavolta oltre a Giulia viene anche mia sorella. 
< Ecco Liam, oh ma chi è quel biondino niente male che è con lui? > mi dice Giulia ammiccando. 
Forse spera che mi tolga dalla testa Harry. Difficile impresa. Anche se questo biondino non è niente male davvero. Ha gli occhi blu, e ride, ha una risata squillante e davvero contagiosa, ride per qualsiasi cosa.
< Ciao bellezza, buon giorno Sara, e..> Liam osserva mia sorella.
< Oh, lei è Alice, mia sorella, oggi è venuta con me. > rispondo. 
< ah perfetto, lui invece è Niall un compagno di corso mio e di Harry. >
Harry. Chissà dov'è. Perché non è con loro? Smettila di pensarci. Smettila Sara. Ripigliati.
Ho lo sguardo perso nel vuoto, Giulia se ne accorge in tempo e mi da' una gomitata.
< Ahi! > le dico.
Lei ride. 
Noto che Niall sta fissando mia sorella. Come, come? Hanno tre anni di differenza, non so se papà approverebbe. Ma sto correndo troppo con la fantasia, pff, figuriamoci se Niall ha mire su una così piccola. Sono la solita paranoica.
< Piacere Alice, io sono Niall. > le sorride, la guarda negli occhi. 
< P-piacere. > anche mia sorella sorride e le sue guance le si tingono di rosa. Perfetto. 
< Liam, dov'è Harry? > chiede Giulia.  Domanda sbagliata. Io arrossisco immediatamente, menomale che non  mi sta guardando nessuno in questo momento. 
< Oh, si vedeva con Kendall a pranzo, perciò penso sia già andato via. > 
Kendall. Questo nome non mi è nuovo. 
'' Ora devo andare, Kendall mi aspetta '' mi aveva detto. Deve essere la tizia con la quale si sta frequentando. Ma a me cosa frega? Niente vero? Non ho una morsa allo stomaco adesso, non mi sento nervosa senza motivo. Na. Sto bene.
Giulia mi guarda ma non fa in tempo a dirmi nulla perché da lontano vediamo arrivare Hayley con un ragazzo moro, probabilmente ha origini asiatiche perché ha la pelle più abbronzata rispetto a noi e uno sguardo magnetico. Deve essere Zayn. Si tengono per mano. Però, e brava Hayley, se lo è scelto bene il figliuolo. Io sono l'unica cogliona sola.
< We sguanze! Finalmente ci becchiamo! Come state? Lui è Zayn, un mio compagno di corso. > Hayley è raggiante come al solito. 
< Piacere. > dice quest'ultimo. Ha un'aria un po' tenebrosa, deve essere il tipico ragazzo che sta molto sulle sue. Hayley è l'esatto opposto, adora la compagnia e forse per questo si completano. Lei frequenta i corsi da un mese però, deve averlo conosciuto prima. Strano che non ce ne abbia parlato prima. Forse voleva prima accertarsi che la cosa fosse ufficiale. 
< Zayn, loro sono Sara e Giulia, le mie migliori amiche e oh, ciao Alice, ci sei anche tu, beh lei è la sorella di Sara. > ci presenta Hayley.
< Ora tocca a me, questi sono Liam e Niall. > dice Giulia.
< Ah ma io ti conosco, aspetta, eri quello che l'anno scorso ha vinto una gara di matematica con la sua scuola, sei un genio amico. > Dice Liam a Zayn, e subito si battono il cinque. Niall ride e poi guarda di nuovo mia sorella. Maschi. Sorella e Niall. Mm.
< Ragazzi io direi di andare a mangiare qualcosa che ne dite? C'è un bar qui vicino. > propone Hayley.
Ci dirigiamo tutti al suddetto bar, si ride e si scherza, ma io non ci sono. O almeno, il mio corpo risponde per me ai segnali, ma con la mente sono da un'altra parte. Penso ad Harry. La sua risata avrebbe fatto ridere anche me. Ma ora sta facendo ridere quella Kendall. Mi sento una stupida. 
Riprendono le lezioni e ognuno ritorna alla sua classe con la promessa di trovarci all'uscita alla fine. Io faccio una deviazione perché devo proprio andare in bagno e sento la vescica esplodere.
Sto per raggiungere la meta quando un braccio mi trattiene.
< Ei ei dove vai così di fretta? > 
Mi giro. Harry. Mi sta osservando divertito. Il suo sorriso appena pronunciato mostra un accenno di fossette. Quelle che adoro. Mi si bloccano le parole in gola. 
< Che c'è, hai perso la lingua? > ridacchia. 
Cerco di riprendermi. Se continuo a fare così mi porteranno in manicomio.
< Stavo andando in bagno, t-tutto qua. > sento le guance calde. Cattivo segno. Specie se lui se ne è accorto. Ma lui è un tipo furbo, sono certa che lo ha già notato. 
< Beh, volevo chiederti come va, ma a quanto pare noi due ci incontriamo sempre nei momenti sbagliati. > ride.
Sbagliati è la parola esatta. Perché noi siamo sbagliati. Come lo sono i momenti, lo sono anche le persone. 
Noi insieme lo siamo. 
< Va'...tu tutto bene? > ho la vescica che sta per collassare perciò mi viene da saltellare per evitare di pisciarmi addosso. Dio, che imbarazzo.
< ahahahah, ascolta visto che sei in 'urgenza' in questo momento, che ne dici se facciamo la strada insieme all'uscita? Non parliamo mai davvero e siccome vorrei iniziare con questo rapporto 'civile', quale miglior modo per iniziare, che conoscersi? Io sarò con Liam, perciò mi troverai esattamente vicino alla segreteria. E ora buona pisciata. > 
E se ne va ridendo. Non mi ha lasciato neanche parlare. Ma perché la gente si prende queste libertà con me? Fanculo però. Io non lo voglio questo rapporto civile. Io voglio lui. E siccome non posso averlo nel modo che desidero io, vorrei evitarlo. Ma il karma mi odia a quanto pare. 
Ritorno in classe con i nervi a fior di pelle. La mia gamba continua a muoversi su e giù convulsamente per tutta l'ora. Ma che vuole quel riccio da me? Vuole forse farmela pagare per il progetto rovinato? Magari ha capito che ho un debole per lui e subdolamente si sta vendicando. Ok. La smetto. 
Giulia mi guarda preoccupata. 
< Ei, ma che hai? > mi chiede.
< Harry vuole 'conoscermi meglio' a quanto pare. Prima l'ho beccato in corridoio e mi ha chiesto di tornare insieme a lui. >
< Beene. È un buon segno, vuol dire che gli interessi. > mi strizza l'occhio.
< Si, ma non nel modo che pensi tu. Me lo ha detto chiaramente, lui vuole un 'rapporto civile', vuole essermi amico. Perciò non facciamo voli pindarici. Non è il caso. > 
Tanto per me è sempre così. Io non ho mai avuto un ragazzo. Giulia e Hayley si. Loro non sono neanche più vergini. Sono sempre state più intraprendenti di me. Io mi sento una cretina che a diciotto anni non nemmeno dato il suo primo vero bacio. Ho avuto flirt, ma niente di serio. 
E ciò contribuisce a farmi sentire ancora più imbranata. Manca poco alla fine. Sto impazzendo. 
Quando usciamo, mi batte il cuore forte. Poi però, si blocca, quando vedo Liam, Niall, e Harry..con una ragazza al suo fianco. È alta, quasi quanto lui, sarà un metro e ottanta, ha lunghi capelli neri e sembra una modella. Ah ed è aggrappata al braccio di Harry. Ci avviciniamo, Giulia affianca subito Liam, mentre Niall si mette a parlare con mia sorella ma adesso non ho tempo per controllarli, sono troppo occupata a morire di fronte ad Harry e la sua super amica. Che illusa sono stata a credere che avremmo fatto la strada da soli. Lui con me? 
< Allora siamo pronti? > mi sorride Harry. 
Voglio sparire ora. 
< Uhm, ecco, voi andate pure avanti perché mi sono ricordata che devo fare una cosa urgente, m-mi spiace Harry sarà per un'altra volta. > è l'unica scusa buona che mi viene in mente. Kendall mi guarda, ma non in modo cattivo, quasi con superiorità, come se di una ragazza ordinaria come me non si preoccupasse neanche. Beh come biasimarla? È davvero una bella ragazza. Al livello di Harry. 
< Ma come? Mi dai buca anche stavolta? > fa una finta faccia delusa.
< Eh lo so, ma è davvero importante, andate, non vi preoccupate. > cerco di assumere un espressione serena e disinvolta, per quanto riesca. Non sono mai stata brava a fingere. 
< Uhm, ok, ma la prossima volta non mi sfuggirai, sappilo. > mi fa l'occhiolino. 
Oh, eccome se lo farò. Deve lasciarmi stare. Non lo capisco proprio. Così se ne vanno tutti. Io fingo di entrare in una classe ma la verità è che li osservo da lontano. Kendall e Harry scherzano e si divertono, ora si tengono per mano. Mi fa male, tanto. Liam e Giulia.. Si tengono per mano anche loro. E poi..  Cazzo mia sorella! Spero mi aspetti alla metro! È più indietro rispetto agli altri, sta parlando con il biondino. Niall. Lui sembra gentile. Speriamo in bene. 
Mi viene un po' da piangere. Come farò adesso? Perché non va mai niente come vorrei? Devo essere forte. Dovrò esserlo per me. Sono solo due mesi. E poi non vedrò mai più. Solo due mesi. Ma in due mesi, possono cambiare molte cose. 


Buon pomeriggio Girls! Spero sia stata una buona giornata! Questo sesto capitolo è un po' più lungo come vedete perché ho dovuto introdurre nuovi personaggi fondamentali per la storia. Povera Sara! Certo lei non ha un carattere facile, ma anche Harry non la lascia stare! Cosa ne pensate della storia? Cosa vi aspettate? Fatemi sapere presto :) recensite perché per me è davvero importante capire come migliorare, un abbraccio :*

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Capitolo 7
*** Ordinary love. ***


 
 
Oggi è mercoledì. Mancano cinque giorni alla fine della scuola. Finalmente. Quest'anno sembrava non finire mai. Gli insegnanti lo sanno che sto frequentando questi corsi, perciò posso permettermi di fare assenze. 
Sono in metro con Giulia che mi racconta della sua ultima uscita con Liam. È un po' arrabbiata perché dice che la ragazza che serviva nel locale dove sono andati a mangiare fuori, ci provava spudoratamente con lui. Essendo Liam davvero un bel ragazzo, spesso quando escono, molte ragazze si girano senza ritegno, specie se è in camicia. Povera Giulia. Non la biasimo. Sono certa che anche con Harry succederebbe. Ma non corro il rischio io. E comunque queste libertà con Kendall sono sicura che non se le prendono, lei è troppo super.
Spero solo di non vederli insieme oggi. Lei lavora per un'agenzia di modelle, perciò non viene sempre in università. 
Prima di entrare in classe ci fermiamo ad un bar vicino per fare colazione. Senza neanche farlo apposta, troviamo Liam Harry e Niall seduti al tavolo che stanno discutendo di qualcosa, probabilmente inerente alla lezione precedente. Tra poco per loro inizieranno gli esami. Liam viene subito incontro a Giulia e la abbraccia calorosamente, stringedole successivamente la mano nella sua. Confesso che un po' la invidio. Anche io vorrei ricevere queste attenzioni. Ma il ragazzo che vorrei non può darmele. 
< Ciao ragazze, venite a sedervi con noi. > ci sorride Liam. Comincio a sospettare che Giulia sapesse che Liam si trovasse li. E pure Harry. Questa me la paga. 
Harry si gira e ci sorride con un saluto. Kendall non c'è, sia ringraziato il cielo. Ci accomodiamo anche noi, casualmente Giulia fa in modo che io stia vicino ad Harry. Perfetto, grazie amica. Lui però nel frattempo sembra essere concentrato su un quesito di matematica, del quale per altro io non capisco nulla. Le nostre gambe si sfiorano ancora una volta. Provo a concentrarmi sul discorso che stanno facendo Giulia e Liam, ma non ci riesco. Sono troppo agitata. Sento come dei brividini irradiarsi per tutta la spina dorsale, sento la sua gamba che si muove si e giù nel tentativo di risolvere il problema. < Ci rinuncio. > dice esausto Niall.
È buffo perché dallo sforzo è tutto rosso. 
< Non possiamo arrenderci. > dice Harry tutto infervorato. 
I suoi occhi verdi hanno un colore più scuro, tendente ad uno smeraldo intenso, le sue labbra piene e rosee sono contratte ora in una smorfia di frustrazione, i ricci tenuti fermi da una bandana gli incorniciano il viso in modo armonioso. È davvero magnifico. Rimango talmente basita dalla sua bellezza che si accorge che lo sto fissando, così si volta e mi fissa a sua volta con un espressione divertita. 
< Cosa stai guardando? > mi domanda con un sorriso malizioso.
< I-io n-niente, m-mi piace la tua bandana. > invento, e subito abbasso lo sguardo. Che imbarazzo. Penserà che sono patetica. Perché lo sono. 
< La mia bandana? Ahaha, sei proprio una strana tipa lo sai? Mi incuriosisci. > e sempre mantenendo un sorrisetto allusivo, si volta nuovamente sul quesito. 
Non devo farmi più cogliere in flagrante, penso. Ho già rischiato troppo. Non voglio espormi, non con lui. Non voglio mostrare la mia parte debole, non voglio rendermi vulnerabile. 
Ci separiamo ed ognuno si dirige alla propria aula. 
Alle undici mi arriva un messaggio su whatsapp : è Hayley. Mi chiede di trovarci al bar vicino all'università, solo noi tre perché deve parlarci urgentemente. Quando fa così mi preoccupa. Spero non sia successo nulla di grave. 
Racconto tutto a Giulia la quale si agita immediatamente e mi trascina quasi correndo fuori dall'aula. Ok che deve parlarci, ma non mi sembra il caso di reagire in questo modo. Ma lei è sempre stata troppo passionale.
Quando la raggiungiamo si vede che ha appena pianto, ha tutto il mascara sbavato. Ok ora sono preoccupata anche io. 
< Hayley..che succede? > chiedo visibilmente allarmata. 
< Si tratta di Zayn... > risponde a singhiozzi.
< Che è successo? Racconta tutto! > dice Giulia quasi sconvolta quanto lei.
< l'ho beccato...con un'altra! Non la stava baciando, ma da come lei lo toccava, sembrava fossero più che amici. Faceva la smorfiosa, lui la assecondava, lei rideva alle sue battute e poi, lo ha abbracciato...non cel'ho più fatta e sono corsa via. Lui non sa niente di questo. > 
< Magari non è come pensi, magari è davvero solo un'amica, dopotutto non l'hai vista baciarlo o fare cose compromettenti. > provo a consolarla. 
< Ha ragione Sara, Hayley. Prova a parlargli e vedrai che ci sarà sicuramente una buona ragione. > concorda Giulia. Sembra stare un po' meglio. Rasserenata dalle sue migliori amiche. Ma spero davvero che non sia come dice lei. Lo spero per il suo cuore. Io non lo sopporterei. E probabilmente avrei reagito allo stesso modo. Non la biasimo per nulla. 
La aiutiamo a ripulirsi il trucco e a farle assumerle un aspetto quantomeno dignitoso, dopo di che ritorniamo alle nostre classi. 
All'uscita Liam aspetta come al solito Giulia, sorridente, mentre Niall mi si avvicina. Che vorrà? 
< Ei Sara, noi due non abbiamo mai parlato molto, ma volevo chiederti una cosa... > si fa improvvisamente rosso in viso e abbassa le sue pagliuzze blu oceano.
< Dimmi pure Niall. > rispondo cercando di tranquillizzarlo.
< E-ecco..p-pensavo che magari t-tua sorella e i-io potevamo m-magari uscire... q-qualche v-volta... > adesso ha abbassato completamente la testa. Poverino. Mi fa tenerezza. 
< Uscire in che senso? > chiedo. 
< T-tipo appuntamento.. > non riesce a guardarmi in faccia.
Lo scruto per bene e rifletto. Non lo conosco a sufficienza per poter dire se sia effettivamente un bravo ragazzo, ma posso sicuramente essere certa che sembra avere buone intenzioni. Perciò voglio concedergli una chance. 
< Va bene. Dopotutto però quella che deve decidere è mia sorella. > gli strizzo l'occhio per tranquillizzarlo. 
Lui sorride immediatamente e non aggiunge altro. È il suo modo silenzioso per dirmi grazie. Lo apprezzo.
Harry non si vede, sarà con Kendall..
< Ei Sara! La fai la strada con me oggi vero? Ormai sei fuori, non puoi sfuggirmi! > 
Parli del diavolo..
Harry mi viene incontro e mi prende per un braccio trascinandomi via dal gruppo, non capisco, ma che cavolo sta facendo? È solo, non c'è Kendall almeno. Mi giro indietro mentre ancora mi sta portando via e guardo Giulia che mi guarda esterrefatta. E io lo sono di più. 
< Si può sapere dove diavolo mi stai portando? > chiedo visibilmente irritata. Non può trattarmi come se fossi il suo gioppino.
Io non mi faccio comandare da nessuno, ne tanto meno trascinare. Cerco di divincolarmi ma lui è troppo forte.
< ti sto trattenendo così questa volta non potrai scappare. Perché è così che fai di solito. Ricordi il rapporto civile? Voglio iniziarlo ora. > dice con un sorriso di vittoria dipinto sul suo bel faccino. 
Ah, quindi lui pensa di poter decidere anche per me? Si sbaglia di grosso il signorino.
< lasciami, cavolo, e se io non volessi ora? Non puoi costringermi! > ora sono arrabbiata.
Lui si ferma e finalmente molla la presa. Mi guarda e lentamente si fa sempre più vicino. Pericolosamente vicino. O mamma. Sorride. Un sorriso di sfida.
Sto male. 
< ...se tu non volessi..mm..beh farei in modo di convincerti.. > sussurra al mio orecchio. Ci sta provando? Sono alquanto confusa. Mi batte il cuore, non riesco a formulare un pensiero minimamente di senso compiuto. 
< E-e a-a c-come faresti? S-sentiamo. > cerco di muovere le labbra, la salivazione è azzerata. 
La sua mano mi sfiora una ciocca di capelli sfuggita al cipollotto improvvisato alla bellè meglio stamattina. Lo ripone dietro il mio orecchio. Mi specchio nei suoi occhi. Ora muoio. 
Ecco che, STRONZO, mi sta ridendo in faccia! Me l'ha fatta di nuovo. Ora me ne vado. Non mi faccio prendere in giro così. 
Cazzo ride? Ora sono davvero furiosa. Sia con lui che con me. 
< Dove vai? > mi chiede seguendomi. 
< Va che la strada giusta è dall'altra parte. > dice sempre ridendo. 
Ora lo uccido, giuro.
Mi fermo e mi volto verso di lui. 
< Ma si può sapere che cazzo vuoi da me? Dalla mia vita? Chi cazzo credi di essere per giocare così con me? Non lo sai che le persone hanno dei sentimenti? No, tu non lo sai. Sei solo uno stronzo senza cuore. Sai solo divertirti. Sai una cosa? Mollami! > sto urlando e piangendo ora. Riprendo a camminare. Per dove non lo so. Praticamente sono dalla parte opposta alla metro ora. Lui non lo sento più. Rimane dietro di me. Probabilmente è senza parole. Si, penserà che sono l'ennesima sclerata. Ma noi un rapporto civile non possiamo averlo. Perché io non lo voglio cazzo. Cosa crede? Che avvicinarsi a me in quel modo, fare finta di flirtare quando sa benissimo che non potremo mai essere qualcosa di più, mi avrebbe fatto ridere? Un cazzo. 
Adesso non so cosa farò. Credo pure di essermi persa. Chiamerò Giulia, ora non riesco però, perché sto piangendo. Spero solo che lui abbia capito. Spero che ora mi lasci in pace. 
Ciao a tutte ragazze! Oggi ho avuto molto da fare per questo pubblico il capitolo solo ora. Spero vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate, recensite! Un abbraccio e buona notte :*

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Capitolo 8
*** Charlie Brown. ***


Sabato mattina. Sto andando alla stazione a prendere Carlotta, la mia amica di Belluno che finalmente verrà a stare a Milano, in un appartamento vicino all'università per frequentare i corsi estivi di farmacia.
'I stole a key, took a car downtown where the lost boys meet, I took a car downtown and took what they offered me..'
Nelle cuffie comincia Charlie Brown dei coldplay. Questa canzone mi trasmette felicità e tristezza a seconda dei casi. In questo momento, sento tristezza. Da quando quel giorno me ne sono andata urlando via da Harry, non lo vedo più. Non lo vedo in giro. Ma non credo che sia per me, cosa cazzo gliene frega a lui di me. Avrà problemi suoi. Solo che io sto male. Forse ho sbagliato a reagire così. Dovevo parlargli in un tono più normale, fargli capire che con me non ci si comporta così, che non sono il tipo di ragazza che si può prendere in giro. Che sono un tipo di ragazza complicata, che soffre per una minima cosa. Ma sono pentita. Potevo rivolgermi a lui con un altro tono. Ma ora è inutile piangere su latte versato. 
'All the boys, all the girls, all the madness in the world..'
Mi perdo tra le note della canzone, cerco di non pensare al suo viso. Ai suoi occhi..al suo sorriso..
'We'll run wild oh, we'll start glowing in the dark..' Risuonano nelle mie orecchie le ultime note di Charlie Brown.
Dannazione. Ho il magone. Sarà perché sono in premestruo che sono così suscettibile. Oggi per fortuna in università non dovrò andare perché i corsi sono solo durante la settimana.
Arrivo alla stazione e mi guardo intorno. 
< Sarettaaaa! > mi sento abbracciare da dietro.
È Charlie! 
< Charlieeee! Da quanto tempoo! Come stai? Sono così felice di vederti! > ho quasi le lacrime agli occhi. Sono sette anni che non ci vediamo. Ci siamo sempre sentite su whatsapp o al telefono. 
Lei sembra essere felice quanto me. 
< Tutto bene, sono così contenta di essere a Milano, finalmente! Tu cosa mi racconti? > mi chiede mentre ci dirigiamo verso il suo appartamento. O almeno, cerchiamo di capire come arrivarci.
Parliamo del più e del meno, ma per ora non me la sento di raccontarle di Harry, non voglio turbarla o rattristarla, ora che è appena arrivata, magari lo farò più avanti. Finalmente dopo svariate peripezie troviamo il suo appartamento. È appena due vie più in là dell'università, perciò potrà facilmente raggiungerla a piedi. Beata lei. È un condominio modesto, però accogliente, sembra abitato solo da studenti. Siamo davanti alla sua porta ora. Carlotta è visibilmente agitata. Anche io lo sarei. 
< Speriamo siano persone normali, civili... > mi dice guardandomi con aria preoccupata.
< Dai che aspetti, bussa! > la incito. 
< S-si ok. >
Dato che ci mette un anno prima di decidersi, prendo in mano la situazione e busso alla porta con un colpo secco. 
Non risponde nessuno. Strano. Provo nuovamente, stavolta un po' più forte. Tutto tace. Comincio a innervosirmi, così suono il campanello con foga e all'improvviso  la porta di apre.
< ...Chi cavolo rompe a quest'ora? > un ragazzo castano con gli occhi azzurri, non troppo alto, forse uno e settanta, ci sta guardando con aria interrogativa. La cosa più imbarazzante, è che indossa solo i boxer e ha un grembiule da cucina intorno al suo corpo. Molto imbarazzante. 
< Cosa volete? > ci chiede infastidito e sorpreso. 
< E-ehm e-ecco, io dovrei essere la nuova coinquilina..q-quella di Belluno..ci siamo sentiti via internet, ricordi? > dice Carlotta, abbassando lo sguardo. In effetti lui non si è presentato nel migliore dei modi, dopotutto sono le tre del pomeriggio, non mi sembra un orario così sconvolgente. 
< Aaaah già! Carlotta giusto? Perdonami! Non mi aspettavo arrivassi così presto! Prego entra pure, sto preparando i biscotti! Ah, io sono Louis, piacere! > dice il ragazzo di fronte a noi. 
Un ragazzo strano. Uhm, povera Charlie. Entriamo nell'appartamento, un po' preoccupate di scoprire cosa ci sia all'interno, ma con nostra grande sorpresa, sembra essere un luogo normale. L'arredamento è modesto, ma si vede che Louis è un tipo originale, perché nella sala, troviamo una cabina armadio con un sacco di costumi, tra cui quello di Peter Pan e Superman. O cazzo. Ma dove diamine siamo capitate? 
< Ei, Charlie, ma questo è tutto regolare?... > bisbiglio alla mia amica, mentre Louis ci mostra tutte le stanze dell'appartamento. 
< Non lo so..ma devo farmelo andare bene in ogni caso. Non ho altro luogo dove andare.. > poverina. 
Speriamo sia solo un po' bizzarro e niente di più. 
< Ed ecco ragazzuola, la tua umile dimora... > Louis la invita ad entrare con un gesto della mano.
La stanza è carina. Un letto comodo, una tv, un armadio e un bagno personale. Almeno avrà un po' di privacy. Piccola ma almeno vivibile.
Anche Carlotta sembra soddisfatta. 
< Ok allora ti lascio sistemare le tue cose...se volete dopo venire di là, ci sono i biscotti! Uohoho uahahaha! > 
Quella risata. Ma è pazzo? Carlotta cerca di ignorarlo. Deve farselo andare bene. 
< Allora..ti piace? > le chiedo sorridendo.
< Si dai, almeno ho un bagno personale ahah. > mi dice con un espressione serena. Nel frattempo nell'altra stanza sento delle voci.
Sembra essere entrata un'altra persona..è una voce maschile...dove l'ho già sentita? 
Carlotta mi porge un po' d'acqua dalla sua bottiglietta perché in effetti abbiamo camminato molto. 
< AHAHAAH maddai Harry, sono troppo buoni questi biscotti! > risuona la voce squillante di Louis.
Sputo immediatamente tutta l'acqua e comincio a tossire. 
Non ci credo. Harry è il terzo coinquilino? No. No. No. No.
È uno scherzo della mia mente ahaha, si di certo è così. 
< Oh Harry è arrivata la nostra nuova coinquilina, andiamo di lá così te la presento! > dice Louis. 
Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Devo nascondermi. Non faccio in tempo a spiegare a Carlotta cosa succede che mi chiudo in bagno di scatto mentre sento dei passi avvicinarsi.
< Ah così sei Carlotta giusto? Piacere, io sono Harry. > è lui non c'è dubbio. Ha lo stesso timbro di voce caldo e profondo. 
E lo stesso tono da stronzetto seduttore che gli viene in modo naturale. 
< P-piacere. > dice Charlie. Sento il tono della sua voce un po' imbarazzato. Ma Harry è così, mette tutte le donne in soggezione.
< Harry, Harry, questa almeno lasciala a me, ok? Non è il tuo tipo. Ahaha. > sento Louis ridacchiare. Immagino Charlie tutta rossa.
< Stai tranquillo Louis, è tutta tua. Ora devo andare. Ci vediamo stasera o domattina, dipende da che ora finisce la festa. > lo sento dire.
< Sempre in giro stai, va beh allora fammi sapere, così so per quante persone apparecchiare. > risponde Louis mentre dei passi si allontanano.
Meno male che Louis non ha fatto domande su dove fossi. Qui dentro non posso più entrare mio Dio. Devo spiegare tutto a Carlotta il prima possibile. Almeno potrà aiutarmi. Non ci credo. Non può essere così assurdamente vero. Ora so anche dove abita. 
Appena sono certa che Harry sia andato via, esco dal bagno e faccio segno a Carlotta di non chiedermi niente ora e che le spiegherò tutto in un altro momento. Credo però, che qualcosa abbia intuito.
Le dico che ora è tardi e devo tornare a casa. E che ci saremmo riviste lunedì. 
Esco dall'appartamento salutando Charlie e Louis. Un po' mi dispiace averla abbandonata così, ma di rimanere in quella casa non avevo voglia. Non con il rischio di incontrare anche Harry. Merda. Come farò adesso?
Chiamo Giulia e le racconto tutto. Mando un messaggio pure ad Hayley. In questo momento non so cosa fare. Sembra che il destino stia decidendo per me.
Sono in metro e sto tornando a casa. Rimetto le cuffie. Chiudo gli occhi. La canzone di stamattina, Charlie Brown, oggi sono proprio in fissa.
'All the boys, all the girls 
All the madness that occurs 
All the highs, all the lows 
As the room is spinning, oh 
We'll run wild oh 
We'll start glowing in the dark..'


Buona sera ragazze! Avete visto la povera Sara? Tutte a lei, ma è proprio questo il bello...ne vedremo ancora di sorprese, chissà cosa succederà, nel frattempo fatemi sapere cosa ne pensate della storia e recensite mi raccomando!! Se vi è piaciuta potete inserire la storia in seguite, aspetto un vostro parere, un abbraccio a tutte :*







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Capitolo 9
*** Numb. ***



 Da quando ho scoperto che Harry è il coinquilino di Carlotta, trovo qualsiasi scusa per non andare a casa sua.
Non le ho ancora detto nulla. Preferisco aspettare. Mi sentirei profondamente in imbarazzo se Harry piombasse improvvisamente in camera della mia amica e mi trovasse sul suo letto per caso oppure in sala mentre guardo la tv. Non ce la faccio. Ormai non ci parliamo da giorni, ovvero da quando l'ho quasi aggredito a parole. La scuola è finita ieri, perciò posso dire che l'estate è iniziata, se così la posso definire, dato che frequenterò i corsi per due mesi. 
Mi chiama Giulia.
< Ei Sara! Ho una grande notizia da darti! Lo so che hai litigato con Harry e che non vi parlate, ma dato che non potrete evitarvi per sempre, e dato che ci sarà una pausa prima dell'inizio ufficiale dei corsi, io e Liam abbiamo organizzato una piccola vacanzina da una settimana a...Londra! Abbiamo già prenotato tuuuutto! Devi solo anticiparmi i soldi, poi ti faccio sapere il costo che non è troppo ingente. Saremo in una casa in centro, vicino al Big Bang! Vedrai sarà fantastico! > è a mille. Oh signore. Oh signore mio. Ma cos'ha in testa? E adesso che le dico? Mi dispiacerebbe spegnere il suo entusiasmo.
< Esattamente, chi verrebbe? > chiedo facendo attenzione a mantenere un tono calmo. 
< Ecco, io e Liam ovviamente, Hayley e Zayn, Niall, Louis che dovrebbe essere un coinquilino di Harry, tu, se vuoi tua sorella e ...Harry. > 
Tanto era scontato. Solo che non volevo sentirmelo dire. Cosa faccio? 
< Devo rifletterci bene Giuls, devo chiedere ai miei e cercare di capire cosa è giusto per me. > le dico pensierosa.
< ...certo. Spero davvero che tu venga. È una buona occasione per chiarire e per staccare un po'. Un bacio ci sentiamo. > 
< ok. Ti faccio sapere. > ci lasciamo. 
Io però ho l'amaro in bocca. Una settimana. A Londra. Con Harry. E con tutti gli altri. Ventiquattr'ore su ventiquattro. 
Cosa voglio per me? Io sono sempre stata il tipo di ragazza che non si è mai esposta davvero, non si è mai messa in gioco. Quella che si è sempre fatta fregare i ragazzi che le piacevano. Quella che li guardava da lontano, magari loro ricambiavano lo sguardo, ma nulla di più. Mi sono sempre chiesta come fosse, avere qualcuno che pensa solo a te. Qualcuno che quando si sveglia la mattina pensa solo a te. Qualcuno che pensa solo a te persino prima di chiudere gli occhi. Io non sono mai stata una tipa intraprendente, maliziosa, una ragazza sicura di sè. Io sono quella stessa ragazzina che in prima superiore si prese una cotta per un ragazzo di quinta. Che quando lo beccava in metro le tremavano le gambe, che non riusciva a respirare..e che una volta cadde davanti a lui con una cartella più pesante di lei mentre era in piedi in metro, che bruscamente si fermó. 
Adesso arriva lui. Questo riccio dagli occhi verdi che mi scombussola completamente l'organismo, mi fa sentire completamente impotente. Inerme tra le sue forti braccia. Solo quando mi sfiora mi sembra di essere in paradiso al centro esatto dell'inferno. È il mio sogno e al contempo il mio incubo personale. Ma la domanda è, voglio davvero affrontarlo? Voglio davvero, questa volta mettermi in gioco? Magari non accadrà niente, ma forse provare a conoscerlo meglio, mi aiuterebbe a conoscere meglio me stessa. Alcuni dicono che nulla accade per caso. Forse in quel giorno di pioggia, non sono arrivata a scuola tardi senza motivo. Il motivo era lui. Forse quel progetto rovinato era solo l'inizio di qualcosa di grande. Ma se non ci provo, non lo saprò mai. Prova ad essere un altro tipo di ragazza Sara. Provaci. Non hai niente da perdere. 
Decido di chiamare Giulia. Risponde al primo squillo.
< Ei allora! Hai deciso? > mi chiede.
< Si. > prendo un bel respiro. < Ho deciso che voglio venire e verrà anche mia sorella. Voglio mettermi in gioco e provare.Provare ad essergli amica. Mi sono resa conto che ho sempre avuto un approccio sbagliato con lui. Sempre. Sono sempre scappata via, mi sono sempre chiusa a riccio senza lasciare entrare nessuno. Forse per paura, forse per mantenere il controllo. Ma ora so che devo cambiare. Posso farlo. > mi batte forte il cuore, sono emozionata e contenta di me stessa. Delle mie parole. Posso farlo.
< Perfetto. La tua amica è fiera di te!! > mi urla Giulia dall'altra parte. 
< Solo una cosa...potrebbe venire anche Carlotta? La mia amica di Bellino hai presente? Non mi va di lasciarla sola a Milano per una settimana. > 
< Certamente! C'era giusto un posto in più! Bene allora oggi confermo le prenotazioni. Partiamo settimana prossima di martedì. Poi ti faccio sapere l'orario.  Ci divertiremo tanto vedrai! > è entusiasta. Un po' confesso di esserlo anche io. Ma mi sorge un dubbio che mi rabbuia.
< Giuls....ci sarà anche quella Kendall vero? > ho a paura di sentire la risposta.  
< No, certo che no! Lei è in America per un photoshoot. Tranquilla, Harry sarà tutto per te ahaha! > maliziosa Giulia. 
< Ma stupida non è per quello! Era per evitare situazioni imbarazzanti che già ne ho troppe! > sono rossa, meno male che Giulia non può vedermi. 
< Perfetto allora, ora confermo il tutto, ci risentiamo un bacio. > si congeda Giulia.
< certo, io ora avverto i miei e Carlotta, un bacio. >
Chiamo Charlie immediatamente, che accoglie la proposta con entusiasmo anche se mi chiede se per cortesia può stare in stanza con noi ragazze dato che già si deve sorbire i due uomini tutto il giorno. Mi viene da ridere ma la capisco. Non deve essere facile poverina. Magari, conoscendo quel pazzo di Louis, se lo troverà per casa mezzo nudo o con un costume. Poveretta.
Sono euforica. Ma di una strana euforia. Come se nella mia vita stesse per cambiare qualcosa. Qualcosa di importante, dove niente sarà più come prima, io sarò diversa. 

Buona sera ragazze! Ho pensato di postare quest'altro capitolo un po' più corto stasera, perché il decimo sarà decisamente molto lungo e ho preferito spezzarlo. Questo capitolo è più improntato sulla riflessione personale, che Sara compie su di sè. Finalmente ha deciso di mettersi in gioco. Ne vedremo delle belle. Fatemi sapere cosa vi aspettate dai prossimo capitoli! Un bacio! Recensite mi raccomando!! :*

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 parte I ***


Ci siamo. Il giorno della partenza per Londra è arrivato. Sto caricando la mia valigia in macchina, sopra quella più piccola di mia sorella che è già comodamente seduta sul sedile posteriore dell'auto di papà.
Staremo via una settimana, forse ho esagerato con il carico, ma la verità è che sono davvero agitata. Mia sorella invece sembra essere stranamente felice. A quanto ne so, ha avuto un'uscita con Niall e da quello che vedo sembra essere andata bene. Meglio così, sono felice per lei. Niall sembra un bravo ragazzo. 
Mi accomodo sul sedile del passeggero e allaccio la cintura. I miei genitori dopo averci pensato qualche giorno, hanno deciso di fidarsi e lasciarmi andare. Ovviamente dovrò chiamarli quasi tutte le sere. Conoscendo poi mio padre, sapere che siamo cinque ragazze e cinque ragazzi (tra cui mia sorella minorenne), avrà notevolmente accresciuto il suo livello di apprensività. 
Infatti per l'ennesima volta mentre percorriamo il tragitto verso l'aereoporto, ci riempe la testa di raccomandazioni. Alcune anche un po' imbarazzanti su come comportarci con i ragazzi. Grazie Papà, ma certe cose le so già da me. Tralasciamo. 
Ci parcheggia davanti all'entrata dell'aereoporto dopo svariate proteste da parte sua per accompagnarci. Ma insomma, non abbiamo più tre anni. 
Giulia mi ha detto che ci saremmo trovati esattamente appena entrati. Sto camminando trascinando la valigia dietro di me. Mi batte il cuore forte. Dopo tanto tempo rivedrò Harry. Devo stare calma. Devo provare a essere diversa. Una me sicura, capace di rimanere anche nelle situazioni più imbarazzanti. Di affrontarle con disinvoltura.
Una me meno paranoica e più spontanea. 
Vedo Giulia all'orizzonte, a fianco a lei vedo anche Liam, Niall, Hayley e Zayn. Mancano Luois, Carlotta ed Harry. Comprensibile. Sono coinquilini e partiranno insieme. 
A Carlotta in effetti devo ancora raccontare di Harry. Ma ne avrò tutto il tempo durante questa vacanza. 
Giulia mi saluta con un gesto della mano seguita a ruota da tutti gli altri.
Quando ci avviciniamo, mia sorella affianca subito Niall che le mostra un ampio sorriso e le scocca un leggero bacio sulla guancia. Sono entrambi rossi. Che teneri. Se solo potessi avere lo stesso tipo di rapporto con Harry...
Giulia mi distrae dai miei pensieri. 
< Allora sei prontaaa? Qui c'è il tuo biglietto con il posto aereo. > dice porgendomi il biglietto. 
< Wella sguanza, pronta per la vacanza? > Hayley. 
Sempre originale e rossa. Tra lei e Zayn sembra andare tutto bene, perché si tengono per mano. Sono felice per lei. 
< Prontissima! > le rispondo con un sorriso.
< Harry? Pronto? Dove siete? > Liam sta parlando al telefono. Con lui. 
Il mio angelo dagli occhi verdi.
< Non ti vedo, ma dove cavolo vi siete cacciati? È tardi! > 
< Proprio qui. > Harry appare dietro Liam. Ci sono anche Louis e Carlotta. Ma io noto solo lui. È bellissimo. Indossa una camicia a quadri blu con sottili righe rosse, pantaloni neri attillati che gli evidenziano fondoschiena e una bandana con la bandiera americana che tiene fermi i suoi ricci ribelli. A completare il tutto, il suo meraviglioso sorriso, che appare non appena vede l'espressione di Liam, sopresa e vagamente irritata. 
Deglutisco. È semplicemente allucinante. Non ho altre parole per descriverlo meglio.
< Alla buon ora, ragazzi! Sbrighiamoci o perderemo l'aereo! > dice Liam. 
< Si papà! > risponde Harry. Gli altri ridacchiano. E Carlotta mi si avvicina. Poverina, non l'ho neanche salutata tanto ero presa da Harry. Che per altro non mi ha degnato di uno sguardo. Mi starà deliberatamente ignorando? Smettila. Avevi detto basta con le paranoie. 
< Charlie! Sei pronta per partire? > le dico cercando di riprendermi e scacciare via i brutti pensieri. 
< Certo che si Saretta! > dice ricambiando il sorriso. 
< Ecco a voi i posti numerati per l'aereo. Controllate a chi siete vicino. Purtroppo non sono riuscita ad avere tutti i posti vicini, saremo a coppie. > dice Giulia distribuendo i biglietti.
 ok. Ora mi basta sapere con chi sono. 
< Niall, credo di essere con te! > dice mia sorella. Con fin troppo entusiasmo per essere casuale. 
< Io e Liam siamo già sistemati > dice Giulia. 
Ok, va tutto bene. 
Controllo il posto di Carlotta e successivamente quello di Louis. Sono insieme. 
Non mi resta che Hayley. 
< Mi spiace sguanza, ma sono con il mio ragazzo. > mi dice lei. Eh già. Ovviamente tutte le pseudo coppie hanno voluto stare insieme. E gli altri si devono adattare. Bella solidarietà amiche grazie. 
< A quanto pare, siamo vicini, noi due.. > dico a Harry. 
Harry mi guarda. Per poco. Poi si volta. Ora sta parlando con Louis del più e del meno. Non sono riuscita per l'ennesima volta a decifrare il suo sguardo. 
Non essere paranoica. Non essere paranoica. Mi ripeto. Non ti sta ignorando. Ci sarà sicuramente una buona spiegazione. E poi dopotutto avete due ore di aereo per parlare, tranquilla Sara.
Passiamo la successiva mezz'ora in coda per l'imbarco dei bagagli e per completare il check in.
Quando finalmente saliamo sull'aereo tutti gli altri trovano immediatamente i posti e si accomodano. Come aveva detto Giulia, siamo tutti sparsi. E lontani. L'aereo è abbastanza grande, io e Harry siamo in fondo. Esattamente negli ultimi posti. Isolati da tutti. Perfetto. Non ho scampo. Lui mi precede mentre ci dirigiamo verso il fondo e occupa subito il posto accanto al finestrino. Io sono esterna. 
Non mi guarda. Guarda fuori. Chissà a cosa pensa. Io sento le gambe rigide. Mi sento tutta rigida in effetti. Il cuore batte forte. Mi faccio scudo con i capelli per evitare di guardarlo in faccia e per nascondermi. Non si volta. Sembra tenere lo sguardo fisso su qualcosa. A me comunque pare qualcosa di indefinito, perché fuori non c'è nulla di interessante. Solo operatori intenti a compiere le ultime manovre di manutenzione per l'aereo. 
Devo prendere coraggio. Devo provare. Altrimenti non ne uscirò mai. 
< Ehm, ehm... > patetico tentativo di attirare la sua attenzione facendo finta di schiarirmi la voce. Che fallisce miseramente. Non si volta. 
Ritenta e sarai più fortunata. 
< A-allora..uhm s-sei contento di andare a Londra? > chiedo esitante con quanto più coraggio possibile. Sto davvero facendo un grosso sforzo su me stessa. Per sconfiggere la timidezza. Per non chiudermi come al mio solito. Speriamo solo che questa volta quello chiuso non sia lui. 
< Se. Diciamo. > risponde secco, senza tuttavia guardarmi, ma continuando a fissare qualche stramaledetto punto fuori dal finestrino.
< Ok.. > e adesso che cazzo dico? Sto zitta? Forse è un suo modo 'cortese' per farmi capire che non vuole parlare con me. 
Sta prendendo le cuffie dalla tasca dei suoi jeans. Si quelle per ascoltare la musica. Quelle che indossi quando non hai voglia di parlare. E in questo caso, lui non sembra aver voglia di intrattenere una conversazione con la sottoscritta. 
Perfetto. Ora so che devo stare zitta. Come previsto, inizia ad ascoltare la musica e chiude gli occhi.
L'aereo sta per decollare. Mi rassegno al fatto che non vuole parlare con me, ma sento improvvisamente una mano stringere la mia. La mano di Harry sta stringendo la mia. In maniera delicata. È calda. Morbida. Accogliente. Mi fa sentire al sicuro. 
L'aereo parte, si sta alzando, sento la sua presa stringere leggermente. Ho il cuore a mille. Sento che mi verrà un infarto. Dopo poco mentre l'aereo si stabilizza la sua presa si allenta, fino a che la sua mano scioglie la presa. Tiene le cuffie e gli occhi chiusi. Il mio cuore non vuole fermarsi.
Harry ha..paura dell'aereo? Non lo avrei mai detto da un tipo come lui. È buffo. E dolce. Arrossisco e cerco subito di calmarmi. Non voglio che lui mi veda così, così vulnerabile. Per fortuna sembra essersi assopito. Ne approfitto e comincio a studiarlo. Ha delle ciglia folte, più folte delle mie. Un po' gliele invidio, io cerco sempre di abbondare con il mascara ma nulla, rimangono corte. Noto che alcuni ricci sono sfuggiti alla bandana e cadono in modo del tutto casuale sul suo bel viso. Vorrei toccarli. Sistemarli. Sembrano avere una morbida consistenza, soffice. Sono di un castano chiaro, color cioccolato al latte. Mi viene da ridere per quest'ultimo paragone. Cioccolato al latte? Sono proprio partita. Ma sono felice di essere vicino a lui. Di essere così vicina a lui. Di avere questa opportunità. Sembra che il destino mi abbia voluto concedere un'altra chance. E stavolta non la perderò. 
Una parte di me ha terribilmente paura. Paura dei sentimenti che sto cominciando a provare per lui. Spero non sia amore. Lo spero con tutta me stessa perché altrimenti sarei fottuta per bene. 
Mentre lo osservo, lo vedo sollevare un occhio e guardarmi circospetto. Ma io non me ne accorgo subito, tanto sono immersa nei miei pensieri.
< Mm, perché continui a guardarmi? > mi dice con voce impastata dal sonno. Ha un espressione beffarda, un sorrisetto ironico, il solito che assume quando sa di aver colto una persona in flagrante. E quella persona sono io. 
< ..uhm ehm oddio, oh..beh si ti stavo guardando, c'è qualche problema? > sono rossissima in viso, ne sono certa. Ma almeno lo sto affrontando. In qualche modo..
Ridacchia e mi guarda negli occhi. 
Il mio cuore collasserà. 
< Che carina che sei quando ti arrabbi, non riesco proprio a prenderti sul serio. > e ride. 
Si però la presa per il culo no. 
Mi sento offesa, così non dico nulla e impettita comincio a sfogliare una rivista presa a caso da sotto il sedile. 
Sento il suo sguardo divertito su di me.
< Eddai, non fare così.. > si avvicina. Oddio. Le sue dita prendono il mio mento e ruotano delicatamente la mia testa verso di lui.
< ..volevo solo ringraziarti per avermi tenuto la mano..sai prima, al decollo. Grazie. > i suoi occhi mentre pronuncia queste parole sono assolutamente limpidi, hanno una tonalità più chiara. Non so cosa dire. Lo guardo e basta. Poi all'improvviso le parole mi escono come un getto d'acqua improvviso.
< F-figurati, io p-pensavo cel'avessi con me, dato che non mi parlavi neanche. > l'ho detto. Ormai l'ho detto.
Penserà che sono la solita paranoica con le paturnie e le manie di persecuzione. 
< Io con te? E perché avrei dovuto? > mi chiede, e sembra sorpreso.
< B-beh, stamattina non mi hai quasi parlato e prima di partire, non mi degnavi di uno sguardo. Sembrava che non volessi neanche starmi vicino.. > interrompo il discorso in attesa di una sua risposta. 
< Ahaha, prima ero solo agitato per la partenza! Come avrai ben notato io e l'aereo non abbiamo un gran feeling. > dice facendomi l'occhiolino. 
Che stupida che sono stata. Era solo nervoso per la partenza. E io sono la solita deficiente che si fa mille problemi. Devo davvero imparare ad essere più rilassata. Altrimenti non darò mai l'opportunità ad Harry e agli altri di conoscermi davvero. Soprattutto Harry. 
Mi sorride e io ricambio, felice e sollevata. Ma c'è ancora qualcosa di cui vorrei liberarmi. 
< ...Harry..volevo chiederti scusa, sai per quel giorno che ti ho urlato contro senza un motivo, mi dispiace, non avrei dovuto reagire così. Scusami davvero. > e sono sincera. Lui mi osserva per pochi secondi e mi sorride. 
< Tranquilla, se non me lo avessi detto non me lo sarei nemmeno ricordato. Quanti problemi che vi fate voi donne ahaha! > e mostra uno dei suoi più bei sorrisi. Che denti perfetti, e bianchi. Potrei specchiarmici. Abbasso lo sguardo e arrossisco senza dire altro.
< Sai, sei diversa da molte che ho conosciuto > mi dice. Già, lui è abituato a tutt'altro livello. Lui sarà stato con delle fighe paurose, come Kendall.
< in modo positivo o negativo? > chiedo sollevando il capo e guardandolo.
< In modo positivo, credo. Sto ancora cercando di capirlo. > dice ridacchiando.
Rido anche io stavolta. Ha una risata contagiosa, lui sembra un tipo che ride poco, ma quando lo fa, ti lascia estasiata. Sembra sempre che cerchi di contentersi, forse perché la sua risata è potente e divertente. Almeno a me diverte. 
< Sono felice. Forse questo rapporto civile, sta iniziando e noi nemmeno ce ne siamo accorti. > esordisce improvvisamente serio.
Forse è davvero così. In parte è anche merito mio. Dopotutto i rapporti, sia in amicizia che in amore, sono fatti ad incastro. Un passo verso l'altro. Un continuo incontrarsi sullo stesso percorso. Un percorso condiviso. Esperienze medesime che diventano parte di qualcosa di grande e di forte. Diventano parte di sentimenti.
Richiude gli occhi. Probabilmente è perché stiamo per atterrare. Questa volta sono io ad offrirgli la mano, che stringe immediatamente. La stretta si fa più forte. Il mio cuore impazzisce. Siamo arrivati a Londra.

Buona sera a tutte! Questa è la prima parte di un capitolo davvero lungo e ricco. Il decimo capitolo è incentrato molto sulle dinamiche di coppia dei nostri protagonisti, non solo tra Harry e Sara ma anche tra tutte le altre coppie. Purtroppo in questo periodo devo studiare molto, però spero di pubblicare la seconda parte o domani o dopodomani. Nel frattempo fatemi sapere cosa ne pensate e cosa vi aspettate dalla seconda parte. Un abbraccio e recensite!!! :*

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Capitolo 11
*** Parte seconda. ***


Ciao a tutte ragazze! Scrivo prima la nota dell'autrice perché questa seconda parte è un po' particolare. Questa volta esaminerò il punto di vista anche di tutte le altre ragazze, così potrò analizzare meglio anche le altre coppie, spero vi piaccia l'idea. Sarà un capitolo davvero lungo.
Fatemi sapere con una recensione e buona lettura :* 


GIULIA'S POV.

Siamo arrivati a Londra. Sono strasupermegafelice di questa mia iniziativa. Passerò più tempo con il mio Liam. Mi piace così tanto, e poi sono convinta che Harry e Sara siano fatti per stare insieme e questa mini vacanza aiuterà anche loro a conoscersi meglio. Decisamente! 
Loro non lo vogliono ammettere, ma sanno nel profondo che qualcosa accadrà, e io li sto aiutando eheh.
< Giuly siamo arrivati? > mi chiede Liam accarezzando la mia mano.
È così dolce. Ha gli occhi arrossati dal sonno e la voce impastata. Ha dormito tutto il tempo sulla mia spalla questo tenerone. 
< Siiii! Sono felicissima! Sarà grandioso vedrai, ci divertiremo un sacco! > gli dico sorridendo. 
Liam mi sorride a sua volta e appoggia delicatamente la sua mano sulla mia testa, accarezzandola. Lo adoro, letteralmente. Tra noi due è scattato qualcosa sin da quel giorno, quando mi raccolse il foglio dell'iscrizione e secondo me tutto accade per una ragione. Tra noi c'è una particolare affinità, anche se non possiamo ancora definirci ufficialmente una coppia. Lo sappiamo e questo ci basta. Magari più avanti, chi lo sa, ufficializzeremo. Nel frattempo sono felice così.
< Bene, prendo i bagagli allora. > si alza e comincia a tirarli fuori dal porta bagagli al di sopra dei sedili.
Io nel frattempo mi guardo intorno.  Vedo solo Niall e Alice, seduti non lontano da noi, Hayley e Zayn un po' più in fondo. Louis e Carlotta non li riesco ad individuare, nemmeno Harry e Sara. Saranno verso la fine, tanto ci troviamo tutti all'uscita. Nel frattempo faccio segno alle altre coppie per farmi vedere. Si avvicinano. 
Hayley e Zayn sembrano andare d'accordo, lei sembra aver dimenticato quel brutto episodio che le aveva fatto colare il mascara e che aveva fatto notevolmente preoccupare me e Sara. Hayley potrebbe a prima vista sembrare superficiale, ma per chi la conosce bene, sa quanto sia sensibile e quale immenso mondo nasconda dentro di sè. Arriva sorridente affiancata dal moro tenebroso. Io le sorrido e lei fa lo stesso. Noi sappiamo bene che delle tre, Sara è quella più timida e riflessiva, ma è proprio questo quello che ci lega. Il pezzo forte. Siamo capaci di stare insieme nonostante tutto e a volerci bene per quello che siamo.
< Allora Red, fatto buon viaggio? > mi dice ammiccando, probabilmente alludendo a me e Liam.
Red è il soprannome che mi ha affibbiato. Sguanza invece è il nomignolo di Sara, il perché, mi è tuttavia ancora sconosciuto.
Ridacchio e le rispondo. < Meraviglioso direeei! Tu invece Hayluccia? > ammiccando di rimando. 
Lei guarda Zayn che le sorride. 
< Meravigliosamente anche per me! > esclama felice. 
A mio parere però la coppia più tenera è quella formata da Alice e Niall. Lui con lei è davvero gentile e rispettoso. Lui sa bene che lei è più piccola e sa come comportarsi. Non pretende nulla di più di quello che lei non si sente di dare. È premuroso ed educato. Scommetto che piace anche a Sara.
Ci raggiungono anche loro e ci dirigiamo tutti insieme all'uscita verso l'aereoporto di Londra, ora mancano solo Louis, Carlotta, Harry e Sara. Speriamo ci trovino.

CARLOTTA'S POV

È tutto il viaggio che Louis non fa altro che parlare. Io vorrei dormire un po' ma continua a farmi domande sulla mia vita.
E poi ride. Ha una risata buffa, però a volte non riesce a controllarsi. Infatti la signora anziana che sta davanti a noi continua a girarsi con un'aria scocciata.
< Shh, Louis, dai non fare troppo rumore, qui c'è gente che vuole dormire. > dico a Louis sperando di calmarlo.
< Ahahah va bene! Però devi ammettere che come battuta faceva ridere! Dillo! Dillo! > mi solletica il fianco con la mano, io non resisto proprio al solletico così cedo.
< Si si, aha si dai, faceva ridere, faceva ridere! Non vedi come rido? > cerco di allontanare la sua mano, continuando a ridere.
Il solletico non lo reggo proprio povera me.
Louis ritrae la mano e mi sorride.
Però è dolce. A modo suo. Ed è pure carino..
Ok però io sono fidanzata. Devo pensare solo a Marco, che ora sta a Belluno. E mi sta aspettando, così quando avrò finito i corsi tornerò da lui.
Mi manca. Ci siamo conosciuti ad un corso di tennis, lui era l'istruttore e io l'allieva, so che sembra brutto visto così, ma io ho 18 anni e lui ne ha 21. Perciò mio padre l'ha presa bene. 
Louis se non mi sbaglio ne ha 22. 
< Ei, Charlina, tra poco si atterra eheh. > mi dice Louis scompigliandomi i capelli.
< Daiiii, ci ho messo un'ora sta mattina per pettinarli! > protesto.
< I coinquilini condividono tutto vero? Bene, dammi un pezzo del tuo panino! > Louis da' un morso gigantesco al mio pranzo, senza nemmeno chiedere. Ma questo ragazzo si sta prendendo troppe libertà o sbaglio? 
< Deficiente! Era il mio pranzo! > dico con aria amareggiata guardando quello che è rimasto del panino. Lui è soddisfatto. Ora lo picchio.
< Ahi! Ei vacci piano! > esclama Louis. Gli ho dato tipo tre schiaffi sulla schiena. E dai suoi lamenti e dagli schiocchi che hanno prodotto, devo avergli fatto sentire qualcosa di vagamente simile al dolore.
Ora quella soddisfatta sono io. E lo guardo con un sorrisetto compiaciuto. 
Mi fa la linguaccia e si massaggia la schiena con una finta espressione da cucciolo offeso.
Mi fa ridere però, non riesco ad arrabbiarmi davvero con lui. 
Nei giorni passati nella nuova casa, ho imparato a conoscerlo meglio, forse un po' perché Harry non c'era mai, era sempre fuori chissà dove, perciò ci ritrovavamo sempre noi due. Una volta ricordo che volevo vedere un film, a lui non piaceva molto, ma per non lasciarmi da sola se l'è sorbito tutto. Che gentile. Poi riesce sempre a sdrammatizzare anche le situazioni più difficili. A volte mi manca molto la mia famiglia, lui arriva, e in qualche modo fa o dice qualcosa che mi rende felice. E subito sto meglio. So che è un ragazzo speciale. Harry non lo conosco molto bene, ma dalla prima volta che l'ho visto ho capito che nasconde molto più di quello che vuole fare credere, dentro di sè. E da come ha reagito Sara quella volta, quando si è chiusa di scatto in bagno, so per certo che si conoscessero già. Sara deve spiegarmi bene. Quei due hanno un rapporto strano. Sono certa che questa vacanza farà luce su un po' di cose. L'aereo è appena atterrato, non vedo gli altri. Ci ritroveremo all'entrata dell'aeroporto. Louis mi osserva e mi fa l'occhiolino.
< Siamo arrivati a Londra baby. > 

ALICE'S POV

< Siamo arrivati Niall! > dico al biondino accanto a me, ancora appisolato. 
È così dolce. I suoi occhi mi fanno impazzire, mi sembra di nuotare nel mare blu ogni volta che li guardo. E non mi stanco mai. Mi ha chiesto di uscire due settimane fa, e anche se papà non lo sa ancora, siamo andati a mangiare giapponese. Era troppo buffo, lui adora il sushi, ma non sa impugnare le bacchette. Ho dovuto insegnarglielo io che sono più piccola di tre anni.
Finalmente si sveglia e mi guarda sorridendo.
< Finalmente! > mi dice prendendomi la mano. Io arrossisco. 
Sin da subito si è mostrato educato e rispettoso, non mi ha mai obbligato a fare nulla che non volessi.
Ricordo ancora quando mi chiese un appuntamento.
' Ei Ali! Sono Niall, il ragazzo biondo con cui hai parlato all'università l'altro ieri! Volevo chiederti se ti andava di uscire ogni tanto..' Mi arrivò quel messaggio su whatsapp e subito cominciai a urlare per la casa. Meno male che mamma e papà non c'erano altrimenti altro che insospettirsi. Sara mi sta coprendo e la ringrazio molto per questo. Prima o poi avrò il coraggio di dirlo ai miei. Ho paura che papà non voglia perché io dopotutto ho ancora sedici anni e lui ne ha quasi venti. Ho tanta paura. Perciò per ora mi godo questi giorni che potrò passare con lui, lontana da occhi indiscreti. Ovviamente so che mia sorella un po' ci controlla, ma so anche che sarà in grado di lasciarci i nostri spazi. 
Niall si è alzato e sta prendendo gli zaini. Durante il viaggio ha mangiato per quasi tutto il tempo, è incredibile quanti alimenti sia in grado di ingerire. Soprattutto le patate. Fritte e non. La cosa che lo rende diverso dagli altri ragazzi che conosco è la sua capacità di arrossire anche per una minima cosa. Le sue guance assumono un colore rosato, che lo rendono ancora più carino. Per esempio quando prima gli ho toccato i capelli, quasi fosse una carezza, lui è arrossito in maniera davvero dolce. Mi piace tanto. 
< Guarda, vedo Liam e Giulia, li raggiungiamo? > mi dice prendendomi per mano. 
< Certo, andiamo, gli altri ci raggiungeranno dopo. > rispondo intrecciando la mia minuscola mano nella sua. Ha una stretta salda e forte. Con lui mi sento protetta. 

HAYLEY'S POV 

Stiamo uscendo dall'aereo ma c'è una fila spaventosa, per di più abbiamo perso Carlotta, Louis, Sara ed Harry.
Il viaggio non è andato poi così male, nonostante io abbia una paura fottuta dell'aereo. Zayn lo sa e si è premurato di farmi sentire al sicuro. Mi ha stretto in un abbraccio e ho appoggiato la mia testa sul suo petto. È stato davvero un gentleman.
Io sono sempre stata una tipa esuberante e abbastanza sicura di me, ma con lui è come se crollassero tutte le mie barriere. Mi sento vulnerabile. 
Io frequento ingegneria da inizio maggio ed è in questo corso che ho conosciuto il moro che mi sta di fianco. Ha origini pakistane, ed è un vero genio in matematica.
Sin dal primo giorno siamo capitati vicini a lezione, e poco a poco ci siamo conosciuti.
Lui non è affatto un ragazzo facile, anzi inizialmente pensavo di stargli quasi antipatica, perché io sono molto estroversa e lui è l'esatto opposto. Io infatti sono riuscita subito a socializzare con i compagni di corso mentre lui stava sempre per conto suo e quando tentavo di parlargli non mi rispondeva neanche. Siccome sono una ragazza abbastanza schietta, un giorno l'ho aspettato a fine lezione e mi sono decisa ad affrontarlo. 
< senti, ascoltami bene, non so che genere di problemi tu abbia, ma potresti anche rispondere quando la gente ti parla! Ok?! > ero infuriata, me lo ricordo bene.
Ricordo che lui mi guardò fisso e per un momento, per la prima volta nella mia vita, feci fatica a sostenere quei pozzi scuri e immensi che erano i suoi occhi. Tutt'ora faccio fatica. 
Dopo avermi osservato per un bel pezzo, mi disse semplicemente 
< Ok. > 
E se ne andò. Ok mi disse. 
Tornai a casa quel giorno, semplicemente sconcertata. Non lo raccontai a nessuno tuttavia, nemmeno alle mie migliori amiche, perché so essere esuberante quanto riservata. Almeno riguardo i miei fatti personali, racconto poco di me a differenza di Sara e Giulia. Mi sembra sempre di annoiarla, la gente, raccontando di me. Solo quando sento che sto per scoppiare, che non reggo più, crollo. 
Da quel giorno tuttavia, quando mi rivolgevo a Zayn, lui rispondeva e questo mi lasciò davvero perplessa. 
Con il tempo si lasciò andare sempre di più, arrivando persino a scherzare e ridere. 
Poi un giorno mi prese in disparte e me lo disse. Nessuna ragazza si era mai permessa di giudicarlo e affrontarlo in quel modo. Lo avevo colpito. Mi baciò poi immediatamente e mi lasciò senza fiato. Abbiamo condiviso parecchio insieme. Per questo odierei a morte se mi nascondesse qualcosa. Come quel giorno che l'ho visto con Violetta, una nostra compagna di ingegneria. Lei fa sempre la smorfiosa con tutti, perciò mi sono insospettita subito quando l'ho vista toccare il MIO ragazzo. Sono corsa via piangendo. Poi sono arrivate Sara e Giulia e mi hanno molto aiutato. Ne ho parlato con Zayn successivamente e lui mi ha spiegato che vuole solo me. Che quella non c'entra niente e che è solo una facile che a lui non interessa.
Spero solo sia così. Voglio/devo fidarmi di lui. Io lo amo. Ma ancora questo lui non lo sa.

SARA'S POV 
 
Io e Harry abbiamo raggiunto Charlie e Louis fuori dall'aereo e siamo saliti sulla navetta. Ora siamo in aeroporto ma non vediamo Giulia e gli altri. Ma dove si saranno cacciati?
< Aspettiamo, non c'è altra soluzione. > dice Harry sedendosi sulla valigia. 
< Si ma Giulia mi ha detto che ci saremmo trovati proprio qui. > dico un po' scocciata. Sono dieci minuti buoni che aspettiamo. 
< Arriveranno, tranquilla. > mi dice Louis. 
Questo ragazzo deve essere interessante e da quello che vedo, sembra che lui e Harry si vogliano molto bene. Louis è più grande di due anni rispetto ad Harry, perciò è un po' come se fosse suo fratello maggiore. Loro scherzano sempre ma so che sono molto uniti. 
All'improvviso vedo mia sorella all'orizzonte che stringe la mano a..Niall? Hai capito la sorella. 
Comunque mi sbraccio immediatamente seguita a ruota dagli altri.
Finalmente ci raggiungono. 
< Scusate ma c'era una confusione mostruosa per recuperare i bagagli!> dice Hayley vagamente sconvolta.
In effetti in questo aeroporto c'è il delirio. 
< Allora siamo pronti per uscire da qua? Il pullman dovrebbe essere già arrivato. > dice Giulia con un ampio sorriso. 
La seguiamo tutti, perché lei è l'unica insieme a Liam a sapere dove alloggeremo.
Carichiamo le valigie e più stanchi che mai ci accomodiamo sul pullman. Questa volta sto in coppia con Carlotta mentre Harry si siede accanto a Louis. Dietro di noi.
< Allora come è andato il viaggio? > mi chiede con aria maliziosa mentre l'autobus parte.
< Stancante, ma piacevole. > dico abbassando lo sguardo e arrossendo.
< ..poi mi racconterai meglio, abbiamo tutto il tempo.. > mi bisbiglia all'orecchio la mia amica. Probabilmente si riferisce al riccio dietro di me, che ora sta dormendo sulla spalla di Louis. 
< Anche tu.. > le strizzo l'occhio.
Si vede che Louis ci prova con lei, ma so anche quanto lei tenga a Marco. 
Chi vivrà vedrà. 
< Io..ehm non c'è proprio niente da dire ahah! > è imbarazzata. Ho colto nel segno. 
< Vedremo, vedremo. > rispondo con aria maliziosa.
Dopo un'oretta di viaggio, arriviamo a Londra. È spettacolare, siamo proprio vicini al big bang. In questa città si respira un'atmosfera del tutto diversa, mi ricorda un po' Harry Potter, il maghetto di Hogwarts famoso in tutto il mondo. Londra ha qualcosa di magico. Ormai è sera, ed è già buio quando scendiamo frastornati dall'autobus, per dirigerci a piedi al residence.
Dopo pochi metri, lo troviamo e sembra essere davvero accogliente e ben fatto. Che brava Giuls, ha pensato proprio a tutto. I ragazzi ovviamente salgono ad un piano e noi ragazze ad un altro. Le camere hanno comodi letti a due piazze, perciò nella nostra stanza c'è posto per tutte. Alice dormirà con me e Charlie, tanto il letto è abbastanza grande. 
< La cena è alle otto. > ci comunica Giulia. 
Dopo aver fatto una bella doccia calda, ed esserci preparate al meglio, scendiamo tutte quante e ci accomodiamo. I ragazzi sono in ritardo. Tipico del loro essere maschi.
Poi all'improvviso una visione. Vedo solo lui. Indossa dei pantaloni più eleganti, delle scarpe nere lucide e una camicia bianca che per la prima volta mette in evidenza il petto scolpito e i muscoli definiti. È meraviglioso. Sono scesi tutti i ragazzi, ma io noto solo Harry. I ricci incorniciano il viso in maniera perfetta e sembrano così soffici e morbidi che vorrei stringerli nella mia mano. Gli occhi sono di un verde più scuro, segno che è stanco della lunga giornata. Ho notato che quando è stressato, tende ad avere il colore degli occhi più intenso, più concentrato. Praticamente tutte le ragazze (e donne aggiungerei) si voltano ad osservare questi cinque angeli. Si ma, loro sono con noi. 
Si accorge che lo sto guardando e mi sorride. Invece di distogliere lo sguardo imbarazzata come mio solito, questa volta sorrido di rimando.
< Buonasera Sara. > mi dice accomodandosi casualmente di fronte a me. 
< Buona sera Harry. > rispondo, pronta per iniziare questa vacanza con le farfalle nello stomaco. 

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Capitolo 12
*** Torn. ***


Ciao ragazze, questo capitolo ero indecisa se pubblicarlo oggi o domani perché in effetti è davvero lungo e soprattutto importante. È forse uno dei più belli a mio parere. Per ora è quello che ho sentito di più nel cuore. Fatemi sapere se anche per voi è così, recensendo. Un abbraccio a tutte :*

< Bip-Bip-Bip-Bip-Bip-Bip! > 
< Bip-Bip-Bip-Bip-Bip-Bip! >
La sveglia di Giulia è quasi più fastidiosa della mia. Quasi. Sono le 8 in punto e dobbiamo alzarci. Siamo a Londra a quanto pare. Con cinque ragazzi, che fino a un paio di settimane fa erano estranei. Sembra strano detto così, forse anche un po' inquietante, ma alla fine, le cose più belle della vita accadono senza preavviso. Ti colpiscono quando meno te lo aspetti, piombano nella tua esistenza e te la sconvolgono. 
Harry mi ha sconvolto. Ma faccio ancora fatica ad ammetterlo. Il bello è che quella che gli è venuta addosso sono io. Io gli ho fatto cadere il progetto, ho fatto tutto da sola. Lui non ha fatto proprio nulla. Perciò in questo caso, quella che è piombata nella sua vita sono io, poi forse il caso ha voluto che ci incontrassimo di nuovo. Peccato che credo di non avergliela sconvolta, io, la vita. Harry non sembra un tipo che si lascia facilmente impressionare.
I miei pensieri vengono interrotti dalla tapparella che viene bruscamente alzata da Giulia, per svegliare tutte. Effetto riuscito direi. Dall'oblio del mio inconscio vengo riportata alla luce e ad oggetti ben definiti. Questa notte ho sognato Harry. Come del resto faccio da una buona settimana a questa parte. A volte sono sogni piacevoli, altre volte sono più incubi, mi angosciano. Siamo io e lui sulla spiaggia, siamo insieme e felici, poi ad un certo punto arriva un'onda gigantesca, come quelle degli Tsunami, che mi prende e mi porta via da lui, sempre più lontano. Lo sento chiamare il mio nome, io cerco di rispondere ma dalla mia bocca escono solo parole mute. Lo perdo e lui perde me. Una notte mi sono svegliata sudata e ansimante. Me lo ricordo. 
Oggi però non voglio pensarci troppo, non voglio rovinarmi la giornata che mi aspetta. Con Harry. Con le mie migliori amiche. A Londra. 
È estate, cosa posso desiderare di più? Tendo sempre a farla più tragica di quello che è. Ma voglio cambiare e ci riuscirò. 
Ormai siamo tutte sveglie e a turno ci laviamo, vestiamo e trucchiamo giusto quel poco per apparire presentabili. L'atmosfera che si respira è piacevole, l'entusiasmo che ci avvolge è palpabile. 
Chissà se i ragazzi provano le stesse cose. 
Scendiamo per fare colazione e con mia grande sorpresa li vedo tutto già seduti che parlano, ridono e mangiano.
Questa volta quelle in ritardo siamo noi. 
< Alla buon'ora! > ridacchia Louis rivolto a noi, seguito a ruota da tutti gli altri. Ci avviciniamo e prendiamo posto.
< Desiderate qualcosa in particolare signore? > dice Liam sorridendo, soprattutto in direzione di Giulia.
Giulia ride e lo guarda. 
< Gradirei una tazza di thè, signor Payne! > gli risponde ridendo. 
Liam si alza e con gesto teatrale prende quanto richiesto dalla mia amica e glielo porge come farebbe un vero gentiluomo stile ottocento. 
Ridiamo tutti quanti alla vista di Liam che si atteggia come un monsignore e cominciamo mangiare. Harry è seduto lontano da me però. Un po' mi dispiace. Io sono tra Hayley e Carlotta, lui è tra Louis e Liam. Mia sorella ovviamente è vicino al biondino. Spero davvero per lei che papà le permetta di vederlo. Ormai ho capito che Niall è un bravo ragazzo e mi dispiacerebbe molto se la cosa non andasse a buon fine, perché sembrano entrambi tenerci molto. 
Una volta terminata la colazione, siamo pronti per partire. Oggi visiteremo Londra e andremo sul London Eye. Giulia ha detto che solitamente c'è molta coda, perciò saremo un po' stretti con i tempi e dovremo essere veloci. 
Faremo anche un giro sul Tamigi, il fiume che attraversa la città, domani. Ci aspetta una lunga giornata.
La prima tappa però, è Buckingham Palace, il palazzo della regina.
Mentre aspettiamo l'autobus per arrivare a destinazione, decido di avvicinarmi ad Harry che sta parlando con Zayn di qualcosa, cerco di sperimentare la nuova me.
Vediamo se funziona. 
< Ei, p-pronto per la giornata? S-sarà bella tosta.. > caccia la timidezza. Puoi farcela. 
Lui si volta. Oddio rispetto a me è davvero alto. Mi sovrasta con il suo metro e ottantacinque. Mi sento piccola piccola. Mi sorride mostrando le sue fossette che vorrei tanto toccare.
< Prontissimo e tu? > mi dice. 
Sorrido a mia volta, cercando quanto più possibile di sostenere i due smeraldi che ha al posto degli occhi rispondo. 
< Prontissima anche io! > e ridacchio. Penso che abbia apprezzato il mio sforzo verso di lui, sempre riguardo alla storia del 'rapporto civile', perché la sua mano comincia ad alzarsi (o meglio nel mio caso abbassarsi) e delicatamente sfiora una ciocca dei miei capelli, sfuggiti alla cosa improvvisata questa mattina. Io ho i capelli lisci lisci, perciò è facile che molte ciocche sfuggano. Li ripone dietro al mio orecchio e mi guarda. Io sono imbambolata, lo guardo a mia volta. Siccome, però, la sfiga è come le vie del signore, infinita, almeno nella mia vita, ad un certo punto qualcuno mi viene addosso e mi fa cadere. Si, caso distesa di faccia sul cemento. Perché? Beh, a quanto sembra mentre io tentavo il fatidico 'approccio' per cercare di guadagnare qualche punto con il riccio che ora sta ridacchiando, Louis, che si diverte a stuzzicare Charlie, facendole il solletico, che lei non regge per niente, l'ha fatta inciampare e cadere, su di me. Perciò lei non si è fatta niente, eh certo, è seduta sulla MIA schiena. Quella dolorante sono io. E sono pure paonazza. Harry ride, perfetto. 
< Oddio Saretta! Scusami ti prego! È colpa di quel COGLIONE! Vero Louis? Ora ti prendo! > Carlotta si alza da me e comincia a rincorrerlo. Gli altri sono tutti presi a ridere e osservare la scena, io però mi vergogno a morte. Lo so sono fatta male. Me la prendo sempre per poco. Però cazzo, proprio ora che cercavo di essere più aperta, di sforzarmi almeno un po' con lui, un ragazzo che mi piace, deve sempre succedermi qualcosa. 
Sono ancora terra, perché in effetti sopra la mia schiena c'è anche uno zaino alquanto pensante. Una mano è tesa verso di me. Alzo lo sguardo per quello che posso e vedo due occhi verdi che mi sorridono. Si perché lui sa sorridere anche con gli occhi. È una cosa che non ho mai visto fare a nessuno. Harry mi porge la sua mano, vuole aiutarmi. Non ci credo, sta pensando a me in questo momento invece che concentrarsi su qualcosa di molto divertente come la scena di Louis e Carlotta? Per un momento è come se fossimo solo io è lui. Sta facendo una cosa per me. Si sta comportando..da amico. Tendo a mia volta la mia piccola mano (in confronto alla sua) e improvvisamente vengo sollevata con un agilità impressionante dal suo braccio muscoloso. 
A causa della potenza del gesto, finisco con il mio petto a contatto col suo, siamo molto vicini. Sento il suo respiro caldo sul mio. Cerco di riprendermi quando sento gli incitamenti degli altri, che nel frattempo assistono alla mia amica che si vendica su Louis, lasciandogli una serie di pappine sul collo e sulla schiena. Mi accorgo che Harry mi stringe ancora a sé. Imbarazzata mi sciolgo immediatamente dalla sua stretta. 
Sussuro un 'grazie' e lui mi risponde.
< Non c'è di che, quando vuoi ci sono. > e non c'è traccia di ironia o sarcasmo nella sua voce, non una traccia di divertimento nei suoi occhi. È fottutamente serio e fottutamente angelico. Ha pensato me, poteva fare qualsiasi altra cosa, ma in quel momento, ha pensato a me. Poi magari lo avrebbe fatto con qualsiasi altra ragazza, ma per quello che vale, questo mi dimostra quanto lui possa essere gentile. Non solo quel ragazzo che disse che non voleva nulla di serio, che le smancerie sono una rottura di coglioni. Questo è un altro lato di Harry. Un lato che emerge raramente ma che spero di vedere più spesso. La sua parte migliore.
Siamo arrivati al palazzo reale, dove alloggia la regina Elisabetta, ed è davvero magnifico. Hayley non smette di fare foto, Zayn la aiuta a capire meglio come captare la luce e le illustra la migliore prospettiva. Non sapevo che fosse un esperto di fotografia. Quel ragazzo è un mistero. 
A pranzo decidiamo di prendere qualcosa al volo e di mangiarla per strada perché se vogliamo salire sul London eye, dobbiamo essere veloci.
Ci mettiamo in fila e mentre aspettiamo, ascolto ( senza volerlo OVVIAMENTE) una conversazione tra Alice e Niall. 
< ..credi che tuo padre, mi accetterà? Sai, quando torneremo, dovrai se deciderti a dirgli con chi ti stai frequentando.. > Niall sembra pensieroso.
< Niall ti prego, non mi va di pensarci ora, godiamoci questi giorni! > risponde mia sorella. Ha un espressione serena sul suo volto, ma io che la conosco bene, so che sta celando una grande preoccupazione, solo che non vuole agitare Niall.
< ..devi dirglielo prima che lo scopra da sè, non mi piacciono le bugie, lo sai, e poi sarebbe peggio. > ora il biondo ha un tono più perentorio, come se volesse convincerla. Mi dispiace che stiano affrontando questi discorsi proprio ora, però io concordo con Niall. Mia sorella deve decidersi a dire la verità, altrimenti sarà sempre peggio. Non faccio in tempo a sentire altro che qualcuno interrompe i miei pensieri. 
< Che fai? > mi dice Louis. Mi prende alla sprovvista perché in effetti non mi ero accorta che stavo fissando il vuoto, tanto ero concentrata ad ascoltare. 
< Uhm ecco io n-niente, pensavo. > cerco di sembrare credibile. 
< e a cosa pensavi? Sono curioso. > mi dice mostrando l'accenno di un sorriso. 
Pensa Sara, pensa. 
< C-che Londra è-è fredda. Cioè, fa molto freddo per essere estate. > 
< Ma se c'è un sole che spacca! > esclama Louis ridendo a gran voce. Che risata vivace. Fa ridere anche me, così comincio a seguirlo e rido. 
È davvero simpatico, devo rivalutarlo, Carlotta mi ha detto che è in grado di mettere sempre di buon umore la gente, e devo dire che ha proprio ragione. Sono anche curiosa di sapere cosa accomuna lui ed Harry. Harry è certamente più riservato di lui. Contiene molto le risate, piuttosto si limita a sorridere. 
Finalmente riusciamo a salire su questa famosa attrazione che offre una vista panoramica di Londra. All'interno della cabina a forma di ovale e chiusa da un vetro trasparente per facilitare la vista, c'è anche del posto per sedersi.
Gli altri si accomodano, in realtà Giulia ha paura delle altezze e Liam da vero cavaliere le fa compagnia. Niall e Alice invece, sembrano presi nei loro discorsi e si siedono anche loro, Hayley e Zayn sono dalla parte opposta alla mia insieme a Carlotta e Louis. La cabina è abbastanza grande, perciò ci stiamo benissimo in dieci più altre due persone. Io preferisco rimanere in piedi, quando mi accorgo che ci stiamo alzando, mi avvicino di più al vetro e osservo. Mano a mano che prediamo quota, riesco a vedere sempre più lontano. Il Big Bang, Buckingham Palace, un edificio buffo, che io chiamo 'a forma di supposta' lo so che è stupido, ma a me ricorda proprio quella forma li.
Vedo la gente che si muove per le vie, che freneticamente sta cercando di raggiungere chissà quale posto, lontano, vicino. Poco importa. Sono tutti accomunati da un obbiettivo. Sopravvivere. Pensavo che Milano fosse caotica e senza freno, ma anche Londra non scherza.
Vedo il fiume, domani prenderemo il battello. Mi colpisce una scena: una bambina, avrà cinque anni, in riva al fiume, viene richiamata dal nonno, che la prende in braccio e la carica sul sedile posteriore della sua bicicletta, sono felici, ridono e sembrano spensierati. Mentre vanno via su quella bicicletta, ricordi della mia infanzia mi tornano alla mente. Io e mio nonno usavamo la bici come mezzo di spostamento quotidiano. Non c'era macchina, non c'era metropolitana. Solo bici. Con il gelo, con la pioggia, con il sole, sempre in bici ero. Ma la felicità era impagabile. Quanto mi manca nonno Giordano. Sono sette anni che non c'è più, ma sembra ancora ieri quando sfrecciavamo a tutta velocità verso la scuola materna. Quando faceva un po' più freddo, ero solita scaldare le mie manine mettendole sotto il sedere del nonno e stavo subito meglio. Mi viene ancora da ridere pensandoci.
< A che pensi? > di nuovo i miei pensieri vengono interrotti. 
Stavolta però, non è Louis. È un ragazzo riccio dagli occhi verdi.
Ormai siamo quasi sulla punta più alta. 
Mi osserva. 
< Sai, ho notato che tendi spesso a perderti nei tuoi pensieri, in chissà quale mondo. > mi dice continuando a guardare il vetro. Sembra pensieroso anche lui.
< Lo so, io sono fatta così purtroppo, è più forte di me. Sono complicata lo so. Un completo disastro. > rispondo con un po' di tristezza. 
Harry si volta e mi guarda. Non riesco a capire però, cosa stia pensando. Ironia della sorte, i suoi occhi sono tanto limpidi quanto misteriosi, non riesci mai a capire cosa veramente nascondano. 
Io non so che fare mentre mi fissa, così ritorno a guardare il vetro. Ora siamo esattamente sulla parte più alta. Si vede tutta Londra. È meraviglioso.
Harry mi sta ancora guardando. Si avvicina. Il suo corpo sfiora il mio, mentre siamo fermi sul London eye, che ci regala questo momento di pausa per assaporare al meglio la città da tutte le sue angolazioni. 
< Non ritenerti un disastro solo perché non sei uguale alla maggior parte delle ragazze. A volte i nostri punti di debolezza, possono trasformarsi nei nostri punti di forza. Dopotutto, sei solo inciampata in me, una trentina di volte. Una cosa perdonabile, ma non disastrosa. > mi batte il cuore forte. Mi prende il mento con un dito e fa girare la mia testa per guardarlo meglio.
Il cuore martella. Potrebbe sentirlo chiunque se ci fosse silenzio. Ma in realtà tutti stanno parlando dei fatti loro. Solo che a me sembra di essere sola con lui. 
< I disastri sono altri. E io ne so qualcosa. > e con questa ultima frase, cominciamo a scendere nuovamente verso terra. Lui torna dagli altri come se niente fosse. Ma io ho quasi le lacrime agli occhi. Non può essere successo. Non a me. Io sono colei che non ha mai provato queste cose. Quella che se ne è sempre tenuta lontana per paura. Oggi ho capito finalmente. Sono innamorata di lui. 

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Capitolo 13
*** Skinny love. ***


Buona sera ragazze! Ecco qui anche il 12 capitolo! Spero vi piaccia, recensite e fatemi sapere la vostra opinione! Un abbraccio :*

Sono innamorata di lui.  
'I disastri sono altri. E io ne so qualcosa'
Chissà cosa avrà voluto dire con quella frase.
Tanto non lo scoprirò mai. Lui con me non si aprirà mai. Solo mi fa strano che sia stato così gentile ieri. Troppo strano. Sono le tre di notte e io sono sveglia a pensare. A Harry. 
Ormai non posso più nascondere i sentimenti, sono troppo evidenti, almeno a me. Sono certa che lui non ricambi, perciò difenderò questi sentimenti, li custodirò per mantenere intatto il mio cuore. E la mia anima, già fragile per natura. Le altre stanno dormendo profondamente, Carlotta russa. Mi viene da ridere ma cerco di soffocare la risata per non svegliare nessuno. Non riesco proprio a prendere sonno. Sul London eye, mentre aspettavo il pullman, ho visto un lato di Harry, che credo poche persone abbiamo realmente conosciuto. Dietro quella facciata da duro e insensibile ragazzo donnaiolo e spaccacuori si nasconde molto di più. Sono certa che Kendall questa parte non l'ha vista. Sorrido tra me e me nella penombra della mattina, è un po' una mia rivincita personale, il fatto che mi abbia mostrato questo altro lato, in piccola parte. Forse ho solo colto il momento giusto, ma credo che si chiuderà di nuovo in se stesso. E mi dispiace. 
< Aaahmanna gagaguga.. > sobbalzo. Ma che? È solo Alice che si è rigirata su un fianco. È in mezzo a me e Charlie ma non smette un secondo di cambiare posizione, continua a muoversi,infatti ho il suo ginocchio nella mia schiena. Lo sposto delicatamente. Ha sempre avuto questo difetto sin da piccola, io sono abituata, ma Carlotta no di certo. Per (s)fortuna è riversata tutta di me. 
Tra poche ore, ci sveglieremo e prenderemo il battello che attraverserà il fiume. Sarà un'esperienza fantastica, però c'è qualcosa che come al solito mi turba.
Come farò a gestire queste nuove emozioni? Ora che sono consapevole dei miei sentimenti per lui, evidentemente non ricambiati, perché si sa, lui si frequenta con una super modella che ora si trova in America, piccolo dettaglio, sarò in grado di gestirli senza mettermi a nudo? Come farò a non rendermi vulnerabile? Come farò a sapere se sarò realmente in grado di controllarmi? Già facevo fatica prima, che a mala pena lo conoscevo, figuriamoci ora, che sarò costretta per ancora sei giorni a condividere gran parte del mio tempo a contatto con lui. Provo a cambiare posizione, ma niente. Decido di alzarmi per sgranchirmi un po' le gambe. Mi viene la (malsana) idea di uscire dalla camera e 'passeggiare' per l'albergo. Alle tre di notte. Fuori regna il silenzio. Un silenzio alquanto inquietante. Se mi vedesse qualcuno penserebbe che non sono regolare. Ma io so benissimo che non sono di certo una persona normale, non lo sono mai stata. 
Sto camminando per il corridoio quando sento dei passi in lontananza. Mi nascondo dietro un angolo per non farmi vedere. Quando li sento più lontani, riprendo il mio percorso e salgo le scale. Salgo sempre più in alto, sorpassando il piano dei ragazzi che da brave persone normali staranno dormendo. L'unica pazza sono io.
Sono arrivata in cima, e vedo una porta. La apro, e scopro una terrazza. Fuori è ancora buio, ma sono certa che tra poco sorgerà il sole. La terrazza è piena di piante di ogni tipo, sono convinta che se fosse giorno, sarebbe uno spettacolo. Da qui posso vedere la città illuminata. Sento dei rumori. Mi avvicino cauta.
C'è qualcuno, ma con questo buio non riesco a capire se sia maschio o femmina. Mi avvicino, vedo del fumo. Ma chi fuma su un terrazzo alle tre di notte? Beh io non posso parlare, perché anche se non sto fumando, sono le tre di notte e sono su un terrazzo. Però voglio capire di chi si tratta.
Aspetto che un barlume di luce appaia all'orizzonte per identificare meglio la figura. Sta sorgendo l'alba. Sono appostata dietro la persona, nascosta tra le piante, che è appoggiata alla ringhiera della terrazza. Ma...ma è Harry! 
Sono talmente sorpresa e intenta a sporgermi ulteriormente per osservarlo meglio, che cado rovinosamente provocando un rumore spaventoso. Merda. 
< Ma che cazzo? > Harry si volta e mi guarda dritta negli occhi mentre sono spiaccicata a terra, per l'ennesima volta, davanti a lui. Merda doppia. Tento malamente di ricompormi e rialzarmi.
< E tu cosa ci fai qui? > mi chiede con aria circospetta e un espressione infastidita. 
< P-potrei farti la stessa domanda. > dico tuttavia senza guardarlo. L'imbarazzo è troppo. 
< Non sono cazzi tuoi. > mi dice alzando leggermente il tono della voce. 
L'Harry del giorno prima, quello gentile e premuroso, sembra essere svanito. Di nuovo. 
< Ei, scusa non sapevo fossi qua, non riuscivo a dormire così ho deciso di fare due passi e sono arrivata qua. Non potevo saperlo, non c'è bisogno di rispondere in questo modo. > dico decisa. Per la prima volta, e mi stupisco di me stessa. Finalmente un po' di grinta.
Harry ora guarda avanti a sé, scrutando l'orizzonte che ci offre una parvenza di sole.
< Beh, dovresti andartene. Torna a dormire. > mi dice senza neanche degnarmi di uno sguardo. Lui non mi da' ordini. 
< Io faccio quello che voglio. > rispondo. 
< No, tu vai a dormire, non dovresti nemmeno essere qua. > ora ho i nervi a fior di pelle. Ma come si permette? Io ho una dignità. 
< Ascoltami bene, io non prendo ordini da nessuno chiaro? Se voglio stare qua, io ci resto quanto voglio. >  lo sto guardando ora. Lo sto affrontando, per la prima volta. Il bello è che ho fottutamente paura. Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene. 
Harry si avvicina lentamente e la sua altezza sovrastandomi, mi spinge a indietreggiare sempre più. Ora mi trovo con la schiena praticamente appoggiata contro il muro. Ora si che ho davvero paura. La Sara timida e insicura è tornata, mentre un'ombra di terrore si dipinge nei miei occhi, nell'incontrare i suoi, così feroci e spaventosi. Non sono più limpidi, e per la prima volta mi intimoriscono. Non voglio guardarli, così abbasso lo sguardo. Ma lui è più forte e mi costringe a guardarlo, con il dito solleva il mio mento verso di lui. Il suo braccio appoggiato al muro mi blocca qualsiasi via d'uscita.
 Una smorfia di superiorità sul suo viso. 
< Tu ora vai a letto, perché te lo dico io. Voglio stare solo. Intesi? > sembra un ordine. Perché lo è. Non rispondo più delle mie azioni, voglio solo andare via. Annuisco senza guardarlo e corro via. Apro la porta, scendo le scale di corsa e mi precipito in camera. Mi getto sul letto con le lacrime. E piango, di un pianto sommesso, soffocato. Non riesco a capire, ma cos'ho che non va? Perché non sono rimasta in camera? In un modo o nell'altro finisco sempre per rovinare tutto. E lui? Che problemi ha? Perché ieri era così gentile, e ora mi tratta come la prima sciaquetta a cui è abituato? Tutto tace nella stanza. Ormai sono le cinque di mattina. Io sono distrutta, sia fisicamente che psicologicamente. Ho una confusione in testa, sento come un ronzio, e nell'oblio mi perdo in me stessa. Mi addormento finalmente stremata in un turbinio di emozioni contrastanti. 

< Bip-Bip-Bip-Bip-Bip-Bip >
La sveglia di Giulia ci annuncia che è tempo di alzarci. Stamattina non avrei nemmeno voglia di mettere piede fuori dalla stanza. Mi è già bastata l'escursione notturna. Non voglio vederlo. Ovviamente nessuno sospetta minimamente nulla, perciò dovrò agire come se niente fosse. Anche se con lui, non potrò fingere. 
Mi ha trattato davvero malissimo, mi sono sentita quasi come durante il nostro primo incontro, la stessa arroganza, la stessa saccenza e aria di superiorità. Mi ha ferita. Non ha avuto un minimo di rispetto o considerazione nei miei confronti. Lui ordinava io dovevo eseguire. Ma chi è lui per dirmi cosa devo fare? E perché gli ho lasciato fare? Sarei dovuta rimanere, e invece sono scappata, ancora. Sono delusa da me stessa. Oggi non voglio nemmeno avvicinarmi a lui. Non solo mi ha profondamente fatta sentire insignificante, ma mi ha anche spaventata. Mi ha mostrato anche il suo lato oscuro. Un lato che non avrei voluto rivedere. Quel lato che mi terrorizza. Si, Harry mi terrorizza. Dentro di me, ho sentimenti opposti. Amore e paura. Ma come è possibile? 
Mentre ci prepariamo, parlo e rido come niente fosse successo. Come se stanotte avessi dormito tranquilla nel mio letto. Le altre non sospettano niente. E non devono sospettare, altrimenti sarebbe la fine della vacanza, la fine di qualsiasi possibilità per me, di conoscere meglio Harry. So che ora dirlo sembra assurdo, ma io voglio davvero capire cosa nasconde nonostante tutto. 
Quando scendiamo per fare colazione non vediamo i ragazzi. Questa volta le prime siamo noi. Meglio così. Però sono agitata. Faccio attenzione a sedermi tra le mie amiche, per evitare di capitare vicina a Harry. Non si sa mai con la mia 'fortuna'. 
< Ei sguanza, che brutta cera che hai! Sicura di stare bene? > mi chiede Hayley scrutandomi. In effetti non devo avere un bell'aspetto, dovrò sembrare vagamente sconvolta. Ma dopotutto ho dormito solo un paio d'ore. 
< Ma si perché? Magari qualche incubo, niente di che. Sto bene, tranquilla. > fingo un espressione serena. Mia sorella mi guarda. Lei mi conosce bene, sono certa che ha intuito che qualcosa non va. Ma non dice nulla. Le sono grata per questo.
Arrivano anche i ragazzi. Ma Harry non c'è. Perché? 
< Ciao bellezze! > ci saluta Louis.
< Pronte per il battello? Dicono che è molto suggestivo! > ci informa Liam accomodandosi vicino a Giulia. 
< Ci sarà anche una guida che ci spiegherà qualcosa sulla storia della città! > esclama Giulia entusiasta. A volte vorrei essere proprio come lei. Spensierata e sempre solare. 
< Liam ma dov'è Harry? > chiede sempre quest'ultima. Domanda sbagliata. O forse no.
< Ha detto che non si sentiva molto bene e che ci raggiungeva. > ci informa Niall. 
La cosa è sospetta. Almeno per me, che questa notte l'ho beccato su un terrazzo a fumare. 
In ogni caso non deve importarmi. Me lo ha fatto capire chiaramente, non vuole seccature, vuole restare solo. Beh, lo accontenterò. 
Decidiamo di uscire e cominciare a dirigerci verso il fiume per metterci in fila. Io nonostante tutto continuo a pensare a lui. Chissà cosa sta facendo. È così strano e misterioso. 
Basta. Goditi il momento e non pensare a lui. 
Siamo ormai saliti sul battello, vedo Liam al telefono. < Harry ma dove cazzo sei finito? Stiamo per partire! > 
Poi mi giro e lo vedo da lontano. A passo veloce raggiunge immediatamente la fila e riesce a raggiungerci. Anche lui non ha una bella cera anche se a differenza mia, rimane lo stesso di una bellezza devastante. 
< Ma dove cazzo eri? Stavi per perdere il battello! > lo rimprovera Liam. 
Harry lo guarda e si limita a scrollare le spalle con noncuranza. Gli altri lo guardano un po' perplessi. Non mi degna di uno sguardo e nel frattempo cominciamo la nostra traversata. È davvero magnifica. Il cielo oggi è blu, senza nuvole. 
Mi perdo nei dettagli. Come al solito osservo la gente, tutto intorno a me sembra così surreale. Ascolto la guida a tratti. Troppo pensieri. Ogni tanto mi permetto di guardare Harry, ma lui sembra assente. Chissà a cosa pensa. Non lo saprò mai probabilmente. All'improvviso si volta verso me. Si è accorto che lo stavo fissando, e per un momento i nostri occhi si incontrano. Oggi sono chiari. Distolgo immediatamente lo sguardo e mi giro di spalle. Verso Londra. Sento il suo sguardo su di me, alle mie spalle. Forse mi sbaglierò, ma prima mi è sembrato di percepire delle tacite scuse nei suoi occhi. O forse no. Mi si avvicina Carlotta.
< Sai, io ho capito che c'è qualcosa che non va. E so che c'entra lui. > 
Io non dico nulla. Mi sento impotente e incapace di capire cosa sta succedendo. Cosa nasconde Harry? Vorrei solo aiutarlo. Ma lui non vuole farsi aiutare da nessuno.
Sospiro. 
< Vedrai che andrà tutto bene Sara. Riuscirai ad uscire da questa situazione. In qualche modo. So che provi qualcosa per lui. Ma lui sembra, pericoloso. Non capisco. L'unica cosa che so, è che devi stargli lontano. > 
Carlotta sembra preoccupata. Io non penso che Harry sia pericoloso. Penso solo che dentro di sé porti un gran peso. Non so di che genere.  
< Tanto ci pensa già lui a tenermi lontano. Non ti devi preoccupare. > 
Rispondo. E mi allontano. Da tutti loro. Vado dalla parte opposta al gruppo intento ad ascoltare la guida. 
Ho bisogno di riflettere, in una Londra che sta tramontando. 

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Capitolo 14
*** I've loved you for a thousand years. ***


Ed eccoci qua anche con il 13 capitolo, recensite e ditemi cosa ne pensate, cosa vi aspettate da questa storia e magari il vostro personaggio preferito..recensite!! Un abbraccio :*

Ormai siamo a Londra da tre giorni.
Abbiamo visitato al meglio la città e ora siamo in partenza per una piccola gita fuori porto: Oxford.
Visiteremo anche la famosa università, rinomata per la sua antichità e i suoi impegnativi corsi di laurea. 
La storia si ripete. Non parlo ad Harry da quel brutto incontro sulla terrazza, ma è una scelta solo mia. Sono io che voglio stargli lontano, anche se questo mi provoca un grande dolore, perché nonostante tutto, provo dei sentimenti forti per lui. Cerco in ogni modo di evitarlo, di non sedermigli accanto, di non incrociare il suo sguardo e men che meno di parlargli. Mi sono chiusa di nuovo. Questa volta però è solo colpa sua. Perché per un passo avanti, se ne compiono sempre due indietro? Almeno nel mio (nostro) caso. Devo prendermi del tempo per pensare e capire se voglio davvero tentare di conoscerlo, consapevole dei rischi e delle conseguenze che potrebbero attendermi qualora tentassi di nuovo un approccio diretto con lui. Devo capire se ho voglia di affrontarlo, questa volta davvero. Devo raccogliere tutto il coraggio dentro di me, ma prima devo capire se ne ho a sufficienza. 
Devo capire prima di tutto me stessa.
Lui si comporta come se niente fosse, ride, scherza, come se nulla lo toccasse, come se avesse già dimenticato il problema che lo ha reso tanto apatico quanto spaventoso i giorni precedenti. Ma l'unica che in realtà ne sta subendo le conseguenze sono io. Nessuno, a parte Charlie e Alice, sospettano minimamente nulla, anche se io e lui non parliamo. Ma in effetti, non è che prima avessimo chissà quale rapporto. 
Siamo sul pullman organizzato che dovrebbe portarci alla famosa cittadina, quando Louis si siede accanto a me. Mi trovo sulla parte anteriore insieme a Niall e Alice che sono seduti vicini (scelta mia, per evitare di capitare accanto al riccio)
Penso sia il migliore amico di Harry, perciò credo che, come Carlotta, anche lui abbia intuito che qualcosa non va. Harry invece si trova in fondo con tutti gli altri. 
< Ciao Sara. Come va la vita? > mi chiede sorridendo.
Perché non potevo innamorarmi di lui? O di Liam o di Niall! Sembra che io abbia un talento per le situazioni impossibili. Mi sarebbe bastato un ragazzo come lui, un ragazzo aperto, simpatico e meno complicato. Ma questo solo in un'altra vita perché la realtà è che la prima ad essere complicata sono io. Dice il detto 'chi si somiglia, si piglia' solo che io, non ho 'pigliato' proprio nessuno. Harry ha già 'pigliato' tutte le donne di Milano e dintorni. Lui non vuole essere preda di nessuno. Lui vuole essere/sarà sempre e soltanto il carnefice. Lui trova, non viene trovato. Lui sceglie, non concede a nessuna il lusso di sceglierlo. E se tanto mi da' tanto, lui non concede il lusso a nessuna di conoscerlo. Solo 'una botta e via'. Indolore, semplice, concisa e soprattutto FACILE. Qualcosa che non implichi particolari coinvolgimenti. Per lui è tutto una scopata. Ecco perché si incazza se qualcuno cerca di capirlo, se qualcuno piomba così per caso, e gli rovina i piani. Come quando gli ho rovinato il progetto, io sono piombata li per caso, lui non poteva prevederlo e si è infuriato. Come quella notte al terrazzo, è come se lo avessi colto in un suo particolare momento di intimità personale, durante il quale NESSUNA avrebbe dovuto interferire. Pensavo di essere io quella chiusa. 
Questi miei pensieri vengono formulati nello spazio di poco tempo, perché subito rispondo a Louis con un espressione fintamente serena. 
< Procede. E la tua? > gli dico sorridendo. 
< A meraviglia! Ero già stato ad Oxford qualche anno fa, e la adoro letteralmente! > esclama a gran voce stordendomi. 
Rido perché non posso fare a meno di notare quanto sia divertente il suo modo di essere, di esprimersi. Sono certo che sarebbe perfetto per Carlotta. Anche lei è una ragazza che ha bisogno di qualcuno che la completi e che la rassicuri ma soprattutto che la tiri su nei momenti di tristezza. Louis la completerebbe, forse meglio di Marco.
Io non ho mai creduto molto alle anime gemelle. In realtà ho sempre pensato che tra le persone ci fosse una sorta di affinità o complicità molto forte, ma a quel genere di cose, mi sono sempre rifiutata di credere. Un po' come il caso e il destino. Solo che certe volte, sembra proprio fatto apposta. Sembra che tutto si incastri perfettamente, che certe cose è giusto che vadano così, che certi momenti sono proprio giusti con le persone giuste.
A volte, sembra che alcune persone si debbano incontrare per forza, perché sono quelle che in qualche modo ti salveranno e aggiusteranno la tua vita. 
A volte, si crede solo di aver incontrato la persona giusta. Poi arriva qualcun altro senza preavviso e ti fa capire perché non ha mai funzionato con quelli precedenti. 
Decido di rilassarmi e sgomberare un po' pensieri.
< Davvero? Come mai? > chiedo a Louis.
< Gita di famiglia. Però io ero davvero un burlone. Mia nonna è di origini inglesi e voleva andare a trovare i parenti alle tombe di famiglia, così mentre eravamo li, mi sono messo a cantare a squarciagola perché avevo le cuffie nelle orecchie e non mi ero reso conto di quello che stavo facendo tanto ero preso dalla musica. Cominciai anche a fare movimenti del tipo tunz-tunz stile bambinetto truzzo e ad incitare i parenti a imitarmi.
Ovviamente immagina la faccia della mia povera nonnina Gracey. E i miei genitori! Ricordo che la nonna assunse un colore simile al bordeaux di queste tendine ahahah! Io ovviamente venni punito. Ma ero fatto così, ero davvero un pazzo. > dice ridendo.
Lo sto seguendo anche io.
< Eri? > rispondo sempre continuando a ridere come una pazza.
È inutile, con lui non si riesce a fare un discorso serio.
< Beh, un po' lo sono anche a adesso, ma che ci vuoi fare baby, Peter Pan non cresce mai! > mi dice facendomi l'occhiolino.
Penso di non aver mai riso tanto in vita mia. Davvero. Ma come fa? Emana energia positiva da tutto il suo essere. Mi piace un sacco.
Con lui puoi dimenticarti dei problemi, vivi alla giornata, ti catapulti nell'isola che non c'è. Proprio come con Peter Pan. Io sono la bambina sperduta, chissà che Charlie non sia Wendy..
Mi perdo per un attimo con lo sguardo verso il paesaggio che sfreccia veloce quanto l'autobus. 
Come vorrei che fosse sempre così facile. Vorrei sempre ridere così, vorrei ridere fino a farmi venire il mal di pancia, ridere fino a lacrimare.
Invece sono più le volte in cui lacrimo per il nervoso che per il divertimento.
< Ho capito che qualcosa ti turba. > mi dice Louis improvvisamente serio.
Io sono ancora con lo sguardo rivolto al vetro ma trasalisco impercettibilmente dopo questa sua affermazione.
< Che cosa intendi? > chiedo con tono calmo.
< Tu ed Harry. Io gli sono molto vicino Sara, ma nonostante questo, lui con me non si è mai aperto. Non credo lo abbia mai fatto con nessuno davvero. Se ha detto o fatto qualcosa che ti ha ferito, sappi che non lo ha fatto intenzionalmente. Lui è molto impulsivo, e a volte si lascia prendere troppo dalle emozioni. Non tentare di capirlo, lui non vuole. E non c'è verso di riuscirci. Però non è cattivo, anzi. Credimi. Ti prego, non tenergli il broncio. Sono certo che si è già pentito. > Mi volto immediatamente e vedo Louis per la prima volta forse, serio.
Non so cosa dire. Ha già capito tutto a quanto pare. Si, lui e Carlotta sono proprio uguali. 
Mi limito ad annuire e torno a guardare il vetro. 
< Beh Sara, ti dispiace se schiaccio un mini-pisolino? Ho moooolto sonno. Notte notte. > di nuovo quella buffa espressione sul suo volto. 
Ridacchio. < ma certo, notte notte. > che poi sono le tredici passate.

Siamo arrivati a Oxford. La città è molto suggestiva, ed è tra le più antiche del mondo proprio per via della famosa università. È una città di tipo industriale che conta qualcosa come 149.000 abitanti circa. Decidiamo di visitare prima di tutti i quartieri più famosi, come l'orto botanico, o chiese come la cattedrale di Christchurch, o ancora la famosa biblioteca Bodleiana, il ponte dei sospiri, la Radcliffe camera.
La biblioteca mi colpisce in particolare, libri, manuali antichissimi, annali storici, racchiusi in questo luogo magico e meraviglioso. A me personalmente è sempre piaciuto leggere, perciò ricorderò questo posto per tutta la vita. 
Come ultima tappa, ci riserviamo il college di Oxford. Mentre ci avviciniamo, vedo ragazzi inglesi vestiti a cerimonia per la laurea, con toghe eleganti e il famoso cappello pronto per essere lanciato al cielo.
In Italia invece si suole usare la corona d'alloro. Sono emozionata. Queste persone hanno appena concluso un percorso in una delle più importanti università del mondo. La gioia dipinta sui loro volti, la soddisfazione dopo tanta fatica, qualcosa di impagabile. Chissà se un giorno accadrà anche a me. 
Apprendo dalla guida che la data di inizio delle lezioni risale pressappoco intorno al 1096 grazie ad Enrico secondo d'Inghilterra che proibì agli studenti inglesi di studiare a Parigi. Inoltre la fondazione delle prime residenze costruite per gli studenti  presero il nome di 'college' negli anni a venire.
Sono davvero affascinata da tutto questo. 
Gli altri prendono appunti, in realtà solo Giulia e Liam da bravi secchioni. 
La mia attenzione viene catturata da una studentessa però, che lontano da tutti, sotto un portico, sta leggendo qualcosa. È così immersa nella lettura, che neanche si accorge del bel ragazzo che da lontano la sta guardando. Vorrei che alzasse almeno per un momento lo sguardo, solo uno, perché rimarrebbe felice. Il ragazzo la guarda con insistenza, ma lei sembra troppo ripiegata sulla lettura per accorgersi di qualcosa. 
Vorrei correre e urlarle di svegliarsi. Sta perdendo una grossa opportunità. Magari quel ragazzo è..quello giusto. Magari no, ma se non smette di leggere immediatamente non lo saprà mai.
Il ragazzo se ne va. Lei dopo poco distoglie per un momento lo sguardo dal libro. Che schifo. E che palle. Si sono persi. Li avrei visti proprio bene insieme. La vita è questione di attimi.  Se solo lui fosse rimasto quel poco in più..
< che guardi? > una voce piatta. 
Una voce roca. 
Harry. 
Non rispondo.
Continuo a guardare davanti a me, proprio là, dove stava la ragazza così assorta nella lettura, che adesso non c'è più.
< non fare l'offesa con me. Mi dispiace se ti ho spaventato. Me ne pento, ma non puoi continuare ad ignorarmi. Ti prego. > la sua voce è sempre più calda e atona.
< Io non devo ignorarti? Io? Ma se me lo hai chiesto tu! Volevi rimanere solo? Eccoti accontentato. Io non rincorro nessuno. Sono stufa di farlo. La prendo sempre nel culo. > 
Detto questo mi volto e mi appresto a tornare verso il gruppo quando la sua mano blocca il mio braccio e mi trattiene. Sono costretta a voltarmi e mi trovo a faccia a faccia con il suo viso. Occhi contro occhi. Petto contro petto. Devo alzare un po' la testa perché sono notevolmente più bassa di lui. Mi sta ancora trattenendo. Ho il fiato corto e il cuore che scoppia.
< Ti prego, non cercare di capirmi o di aiutarmi. Ti chiedo solo una cosa, stammi vicino. Come amica. Non chiedo altro. > il suo tono di voce è basso, profondo. Come se stesse per dire un segreto importante.
'Come amica' 
Risuonano le parole appena pronunciate da Harry nella mia testa. 
La mia bocca parla mentre il mio cuore si spezza. 
< V-va bene. > dico senza fiato, con voce flebile. 
Sento improvvisamente le sue braccia forti avvolgermi, circondando la mia schiena e mi ritrovo con la faccia affondata nel suo petto, le lacrime scendono, gli bagnerò la maglietta. Poco importa ora.
Lui è felice e io sono distrutta ancora una volta. 
E nel nostro intimo abbraccio, due sentimenti si fanno spazio.
Mentre il mio viso lambisce il suo torace, penso che non avrò mai più il coraggio di stargli lontano. E questa è decisamente la mia fine. Perché per lui sarò 'l'amica' di cui avrà bisogno, ma con la quale mai si confiderà. 
Sento il suo profumo, mi inebria, è qualcosa che crea dipendenza. È maledettamente buono. Il calore che irradia dal suo corpo si trasmette al mio, facendomi sentire al sicuro e mente suggelliamo il nostro tacito patto di pace, mi sussurra tra i capelli un debole 'grazie'. 

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Capitolo 15
*** Do I wanna know? ***


Ed ecco anche quest'altro capitolo! Recensite e fatemi sapere le vostre impressioni, un abbraccio :*

Oggi è sabato. Siamo tornati ieri dalla piccola vacanza di gruppo ideata da Giulia a Londra. 
Considerazioni particolari? 
Ho scoperto di essermi innamorata di Harry. Un ragazzo che tuttavia ha bisogno di me come 'amica'.
Ho scoperto anche che questo ragazzo possiede un carattere ambivalente. Ha un lato dolce, che tuttavia mostra raramente. Ha un lato oscuro. Che mi spaventa. Un lato che non avrei voluto vedere e che mi ha mostrato quella notte sul terrazzo. 
Ho scoperto che nasconde qualcosa, che nessuno, nemmeno il suo migliore amico conosce, e che probabilmente nessuno saprà mai. 
Queste scoperte, non posso di certo considerarle un passo avanti. Pensavo che con questo viaggio a Londra, a contatto con Harry, sarei riuscita a scoprire qualcosa in più di lui.
Invece non ho ottenuto niente. O forse, ho ottenuto la friend zone più patetica della storia.
Tuttavia, sono rassegnata ormai. Mi basta stargli vicino. Credo. 
Adesso, in ogni caso, devo preoccuparmi per mia sorella. Dopo quella conversazione con Niall, si è finalmente decisa a parlare a nostro padre. Gli dirà tutta la verità, gli chiederà di lasciarla stare con il biondino. 
Siamo in cucina e stiamo consumando il pranzo tutti insieme, come al solito. Ho consigliato ad Alice di trovare il momento migliore. E secondo me adesso, deve cogliere l'attimo, deve prenderlo in contropiede. Speriamo solo che non si strozzi col cibo.
< uhm, uhm.. > Alice tenta un approccio schiarendosi la voce, per attirare l'attenzione di papà.
Tentativo riuscito. È il momento. 
< P-papà a-ascolta.. > la sento incerta. Le do' una leggera gomitata per incoraggiarla a proseguire. O adesso, o mai più. 
< Dimmi pure, tesoro. > la incalza nostro padre.
Confesso di essere un po' agitata anche io, spero che tutto vada nel migliore dei modi.
< E-ecco, uhm, c-c'è una cosa che dovrei dirti.. > mio padre sta aspettando, ma adesso è completamente concentrato su mia sorella.
< Da u-un p-po' di tempo a questa parte mi sto f-frequentando c-con un ragazzo.. > 
Silenzio. 
Mio padre attende paziente. 
Alice prende un bel respiro. 
< S-si chiama Niall.. > 
Mio padre sembra calmo.
< E..ed è più grande di me! > dice tutto d'un fiato. Tuttavia non è ancora finita. Ora arriva il peggio. 
Mia madre continua a consumare il pasto, guardando fisso il suo piatto.
Mio padre rimane calmo. Si sta concedendo del tempo.
< Precisamente, QUANTO più grande? > enfatizzando il tono sulla parola quanto. 
Ok. È arrivato il momento. Incrocio le dita sotto il tavolo.
< ...ha diciannove anni. > 
Mia sorella biascica appena l'età di Niall, credo che mio padre non abbia capito.
< Come prego? > si, decisamente non ha capito. Mia sorella è costretta a ripetere.
< Diciannove. Diciannove anni. Niall ha diciannove anni. > scandisce le parole perfettamente questa volta.
Mio padre smette di mangiare e guarda Alice.
Il suo viso si tinge leggermente di porpora. 
Quando riprende a parlare, ha un tono stranamente controllato.
< Da quanto tempo? > chiede a mia sorella.
< come scusa? > risponde sempre quest'ultima.
< Ti ho chiesto da quanto tempo lo vedi. > noto una leggera irritazione farsi spazio nella sua voce.
< U-un paio di settimane credo, anche di più, l'ho conosciuto quel giorno, quando sono andata in università con Sara.. > Alice non lo guarda più negli occhi. Guarda in basso. 
Mia madre rimane sempre concentrata sul cibo nel suo piatto, ma so che fa solo finta. Aspetta la reazione di mio padre.
< Bene. La faccenda è molto semplice. Tu non lo vedrai più. > detto questo, mio padre riprende a mangiare, soddisfatto.
< non puoi impedirmelo. > mia sorella ha un tono di voce basso.
< Oh si che posso invece, signorina. Fino a quando rimarrai sotto questo tetto, TU fai quello che dico io. Caso chiuso. > dice alzando leggermente il tono della voce.
Mia sorella si alza di scatto dopo questa affermazione e urla.
< Perché? Perché papà? Dimmi per quale motivo io non potrei vedere Niall?! La differenza d'età non è molta, è un bravo ragazzo e non mi ha mai chiesto di fare nulla che non volessi! Sara può confermare! > Alice è quasi in lacrime. 
Mi guarda, una tacita supplica di aiuto.
< È vero papà.. > cerco di dire, ma mio padre non mi lascia finire. 
< Ah e così lo sapevi anche tu Sara? La figlia maggiore? Mia figlia? Colei che avrebbe dovuto avere un briciolo di giudizio e fermare questa ridicola situazione? Sono molto deluso sappilo! E non tentare di convincermi, non voglio assolutamente che tu veda quel ragazzo? Sono stato abbastanza chiaro? > urla mio padre. Posso notare la vena che pulsa sulla sua fronte. Io non so cosa dire, vedo mia sorella che corre su per le scale, probabilmente in lacrime. Non posso credere che sia finita così. Credevo che avrebbe capito. Certe volte non lo capisco proprio. E mia madre? Perché non fa niente per cercare di aiutarci? Perché sta zitta, passiva? 
< Torna immediatamente qua, signorina! Non hai ancora finito il pranzo! > urla sempre mio padre. 
Faccio per alzarmi, ma mia madre mi fa segno di rimanere a tavola. 
Perché a volte i genitori non capiscono? Loro non sono stati adolescenti? Perché mio padre non riesce a comprendere l'amore che  c'è tra Alice e Niall? Lui pensa che sia solo una storia frivola e soprattutto è incazzato perché non ne sapeva niente. Ma noi sappiamo perché Alice ci ha messo così tanto. Lei aveva proprio paura di tutto questo. Invece di apprezzare lo sforzo, lui è stato solo capace di cogliere gli aspetti negativi.
Cerco di finire il mio pranzo quanto più in fretta possibile e mi precipito immediatamente in camera. 
Mia sorella sta singhiozzando, rannicchiata sul suo letto con la faccia sprofondata nel cuscino. 
Piange così forte che la sua schiena si contrae ritmicamente.
Mi avvicino e mi siedo accanto a lei.
Le accarezzò delicatamente la schiena.
< Ali...ascolta..vedrai che capirà..col tempo.. > abbozzo qualcosa per consolarla, ma non ci credo molto nemmeno io.
< L-l-o s-sa-pe-e-vo, c-ch-e n-no-n avr-ee-bbe ca-pii-to-o! > mi dice sempre singhiozzando.
Tento di calmarla per evitare che soffochi, tanto piange.
È distrutta poverina. 
Dopo dieci minuti buoni, ha smesso di piangere, ma ha gli occhi gonfi e arrossati e il suo corpo ogni tanto si scuote a causa dei piccoli singhiozzi. Fissa il vuoto davanti a sé. 
< Ali, ti aiuterò. Vedrai che troveremo una soluzione. > tento di rassicurarla. Però voglio aiutarla davvero. 
< Non c'è più niente che possiamo fare. Ora lui mi controllerà sempre di più, guarderà i messaggi sul mio cellulare, controllerà dove vado e con chi vado ma soprattutto, mi proibirà di uscire, per un bel pezzo. > dice con voce atona. 
Cerco di dire qualcosa ma mi blocca.
< Solo ti prego, spiega a Niall da parte mia tutto questo, digli, digli che.. > lacrime bagnano il suo viso. 
< ..che amo il suo modo di mangiare e..che amo lui. > riprende a piangere e si sdraia nel letto. 
Sono incazzata nera adesso. 
Decido di scendere e affrontare mio padre
. Devo provare almeno.
< Perché non vuoi lasciarle vedere quel ragazzo eh? Non vuoi nemmeno conoscerlo? Non vuoi fare un tentativo una buonissima volta? Fallo per lei! > urlo contro mio padre. 
< Tua sorella ha ancora quindici anni Sara! Cosa ti dice quella testa? Pensavo fossi più responsabile alla tua età! Lui è maggiorenne e lei è minorenne. Non mi fido e basta, e ora non ti ci mettere anche tu! Ormai ho deciso, e non c'è niente, e dico niente che tu o lei possiate fare per farmi cambiare idea! > risponde urlando. 
Non posso credere che lui, ci stia facendo questo. 
Come può lasciare soffrire così sua figlia? Come può essere così chiuso di mente? 
< Da te non me lo sarei mai aspettato. > mi dice a un tratto, il tono di voce normale.
< No papà, sono io che non mi sarei aspettata questo da te. > rispondo e mi volto. Esco di casa. Devo riflettere. Devo aiutare mia sorella. 

Sto camminando sul naviglio, vicino a casa mia. Ogni tanto mi prendo un po' di tempo per pensare e vengo qui. 
Il fiumiciattolo scorre monotono tra due strade di cemento. Alberi fioriti lungo la via, rendono l'ambiente più piacevole.
Mi arriva un messaggio da qualcuno. Guardo il cellulare, è Giulia.
'Hey bella, come stai? Ti va oggi di prendere qualcosa con me e Hayley in centro? Facciamo un po' di shopping, invita anche Carlotta se ti va, un bacio :*' 
Oggi non ho voglia di uscire. Mi dispiace davvero molto dar loro buca, ma non me la sento. Devo trovare una soluzione per mia sorella.
'Non sono dell'umore oggi, scusa, poi ti spiegherò meglio. Un bacio e saluta Hay. :* '
Invio il messaggio e spengo il cellulare.
Voglio stare sola, completamente. 
Cammino, continuo a camminare per chissà quanto tempo.
Il mio cervello si sforza di capire, di trovare una soluzione.
Mia sorella mi ha detto che lo ama. Cioè io so cosa vuol dire. Solo che io non ho la possibilità di stare insieme a lui, perché lui non ricambia. Almeno credo. 
Io voglio aiutarla perché anche Niall, sono certa, la ama allo stesso modo.
Cammino, cammino ma urto qualcosa bruscamente, o meglio qualcuno..
< Sara! Attenta! Cosa ci fai qui? > alzo lo sguardo. Harry. Ancora lui. Sempre e solo lui. Cazzo.
Non ci voleva. 
Ma perché compare sempre nei momenti meno opportuni? Oggi era l'ultima persona che avrei voluto incontrare. Cazzo.
È sudato, ma dannazione, è davvero meraviglioso. Ha corso, i ricci bagnati di sudore ricadono sul viso tondo, la maglietta, umida, evidenzia il suo petto ampio e scolpito, per non parlare dei suoi muscoli..
Per un momento rimango assorta e imbambolata nel contemplarlo e cerco subito di riprendermi.
< Oddio scusa! Stavo pensando e non mi sono proprio accorta di chi avevo davanti! > sono rossa come un peperone.
< Ora devo andare, scusami, ci si vede.. > voglio stare per conto mio oggi. 
< A-aspetta! > mi volto, richiamata da lui.
< Volevo solo dirti, che se hai bisogno di parlare o sfogarti, puoi farlo con me. Si vede che qualcosa non va, lo capisco dai tuoi occhi. Sei pensierosa, e mi piacerebbe aiutarti. > la sua mano sfiora il mio braccio.
Che faccio? Porta vacca, perché deve rovinarmi la vita anche lui? 
Io lo amo, e mi dice queste cose. Non è giusto. 
Così, mina tutto il mio autocontrollo. Così mi fa perdere la concentrazione.
Non devo cedere. So che ha buone intenzioni, ma questo è un problema mio. Mio, di mia sorella e di Niall. E dopotutto, lui con me, non si confiderebbe. Perché dovrei farlo io?
< N-no, no, tranquillo, tu pensa a correre, non ti preoccupare per me. Va tutto bene. Davvero. > mi sforzo di sorridere.
< Non ci credo. > insiste Harry.
A volte sa essere davvero testardo. 
< Beh, dovrai farlo. Vorrei restare sola. Scusami. > adesso sto davvero per andarmene, ma la sua mano mi trattiene per un braccio, ancora una volta.
Solo perché è più forte di me, altrimenti non mi lascerei trattare così.
< So cosa vuol dire soffrire e non riuscire a fidarsi di nessuno. Però con me puoi farlo. Sappi solo questo. Noi siamo amici. Non dimenticarlo. > 
Ancora questa fottuta parola. Ho capito cosa cazzo siamo, non ha bisogno di continuare a ripetermelo. 
E poi, non può dirmi di confidarsi, quando lui è il primo che non vuole aprirsi con nessuno. 
Questa volta sono decisa. 
< Anche tu. > rispondo guardandolo negli occhi. Mi divincolo dalla sua presa, mi volto e continuo a camminare. 
Adesso non ho tempo per te Harry. Non posso pensare alle mie stronzate. 
Devo pensare a mia sorella.
Non deve soffrire come me. 

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Capitolo 16
*** As long as you love me. ***


Buona sera a tutte! Questo capitolo è molto lungo, ma fondamentale. Leggete e recensite! Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi è piaciuto o meno! Un abbraccio e buona lettura :*

Sono sulla metro che dovrebbe portarmi in università. 
Nelle cuffie ho una canzone che esprime esattamente il mio stato d'animo in questo momento. 'Do I wanna know' degli arctic monkeys.
È incredibile come a volte la musica, riesca a capirti più delle persone.
Provo rabbia, frustrazione, perché mia sorella sta soffrendo e non posso fare niente per aiutarla. Papà le ha proibito di uscire, almeno con me, perché ha paura che io possa farle incontrare Niall. Le controlla quotidianamente il cellulare per vedere se ci sono chiamate o messaggi. 
Non capisce proprio che questa sua ostinata iperprotettività, invece che proteggerla, finirà per distruggerla?
La musica mi aiuta a sfogarmi in un certo senso.
Sono anche un po' irritata dal fatto che Harry deve sempre comparire nei momenti sbagliati. Ma soprattutto che mi tratta come se fossi una bambina che non sa niente della vita. Come se pretendesse e basta. Io dovrei confidarmi con lui, quando lui stesso non vuole aprirsi con me? 
E poi mi da' fastidio che quando gli gira fa il carino e l'attimo dopo mi snobba o peggio, mi tratta male.
Io non sono la prima cretina che sta a pendere dalle sue labbra. Anche se provo dei sentimenti per lui, io ho una fottuta dignità. E lui non la calpesterà, non me la porterà via.
Nella metro, la solita zingara chiede l'elemosina. Passa, dice qualche parola e lascia il solito biglietto consunto con ogni tipo di disgrazia impressa sulla carta. Ogni tanto mi permetto di lasciare qualche moneta, ma mi rendo conto che non posso farlo sempre. 
Quando arrivo a destinazione, scendo dal vagone e mi dirigo verso l'uscita. Oggi Giulia non ci sarà, perciò seguirò il corso senza la mia compagna di banco. 
Hayley e Carlotta mi aspetteranno alle undici per la pausa. 
Guardo l'ora, sono leggermente in ritardo perché come al solito, anche se parto puntuale, la metro del cazzo a volte non arriva in tempo.
Atm di merda.
Istiga l'omicidio. Poi l'odio quando si ferma per tre ore con le porte aperte. Ma che senso ha? No dico, ma il conduttore fa il suo fottuto lavoro o cosa? Si prende the e biscotti mentre migliaia di persone attendono di arrivare a destinazione? Non lo sanno che magari alcuni si prenderanno un cazziatone dal loro capo? No, a loro non frega un cazzo.
Mi dirigo a passo veloce verso l'aula, quando qualcuno mi ferma.
E adesso che cazzo vogliono da me? 
Sono mestruata e stamattina ho un umore pessimo. Meglio che mi lascino stare oggi.
Qualcuno che mi sta trattenendo per il cappuccio del mio giubbino. Giuro che ora mi volto e prendo a schiaffi la persona che mi sta facendo ritardare.
< Sara! Come mai corri sempre? Non riesci proprio a camminare come una persona normale eh? > il tono di voce basso e sensuale, un accenno di divertimento nel pronunciare le parole. 
Mi giro e vedo due paia di occhi verdi smeraldo che mi guardano e un sorrisetto accompagnato da due tenere fossette che rendono quel viso angelico, ancora meno umano.
Harry Styles.
Dio. E ora come faccio? Sono in ritardo merda.
< Ehm, ciao Harry, scusa è che sono.. >
< In ritardo, lo so. > mi blocca il riccio prima che possa terminare la frase, anticipando le mie parole. Sta ancora sorridendo.
Non capisco, ma mi prende per il culo?
< Volevo solo farti una domanda e visto che non so se oggi ci beccheremo ancora, me la levo subito. > mi dice con aria risoluta.
< uhm, dimmi pure. > cerco di affrettare un po' i tempi. 
Vorrei davvero stare di più con lui, ma non ho mai tempo.
< Non ho mai fatto caso realmente, al fatto che tu e la mia coinquilina Carlotta, siete state molto vicine a Londra.. > dove vuole arrivare? 
Merda! È vero! Non mi ero ricordata che lui non sapeva nulla della mia amicizia con Carlotta.
Cazzo.
Sto zitta e aspetto che finisca.
< E, beh, vi comportavate come se vi conosceste già. > termina la frase passandosi le dita tra i ricci ribelli.
Gesù, vorrei saltargli al collo. 
Ma perché mi sta dicendo questo? Cioè mi ha fermato, di lunedì mattina, sapendo che sono in ritardo, per chiedermi questa stronzata? Proprio ora? Non lo capisco. È strano forte. Uomini, poi dicono che quelle complicate siamo noi.
< Uhm, ecco, beh..si ci conoscevamo già. Da tanto tempo. > rispondo rassegnata. 
Lui sembra sorpreso dalla mia sincerità, probabilmente si aspettava la mia solita reazione goffa è imbarazzata. Per riderne, e certo.
Sono contenta di averlo spiazzato. Una piccola rivalsa personale. Non sono così scontata, caro Harry.
< Oh, ok, wow come è piccolo il mondo. Perciò, ci beccheremo più spesso se verrai a casa nostra. > mi dice scrutandomi attentamente.
Io sono in ritardo cazzo. Il prof mi lascerà fuori. 
< Harry, davvero, scusa, possiamo continuare un'altra volta? Devo proprio andare. Scusa, ciao. > mi volto ed entro. Non faccio in tempo a sentire la sua risposta.
Mi spiace tanto, ma sono stanca di assecondare sempre le sue richieste o le sue lune. Quando è incazzato lui e vuole restare solo però, io non devo neanche provare ad avvicinarmi. 
Oggi voglio solo seguire la lezione, incontrare le mie amiche e cosa più importante di tutte, parlare a Niall. 
Dobbiamo trovare una soluzione.
Il professore per fortuna non sembra turbato dal mio ritardo e continua la lezione come niente fosse.
Sto pensando a cosa dire a Niall. Non sarà facile, ma voglio/devo essere ottimista.
Mando un messaggio ad Hayley, le dico di non aspettarmi e che le spiegherò più avanti, e le chiedo di avvisare anche Charlie, ci incontreremo all'uscita, dopo le lezioni, prima c'è qualcosa di più importante che devo fare. Oggi devo incontrare il biondo che ha fatto impazzire mia sorella. Alice mi ha fornito il suo numero.
Decido di mandargli un messaggio su whatsapp. Ci incontreremo al bar vicino all'università, così potremo parlare in santa pace. 
Alle undici in punto scatto sulla sedia e mi dirigo a passo spedito verso l'obbiettivo. Nessuno potrà fermarmi..
< Eieieiei dove vai così di fretta? > una voce sensuale mi frena.
Ma cos'è oggi, uno scherzo?
< Harry! Scusami davvero ma oggi non ho tempo, m-mi dispiace.. > 
< tranquilla, prima o poi ci beccheremo. > mi sorride. Ma è un bel sorriso. Sincero. 
Quando fa così mi fa sentire una merda.
Mi fa sentire in colpa senza un motivo. E lo odio per questo. Lo odio e lo amo. 
Ma anche questo fatto che non riusciamo mai a coordinarci, che non siamo mai giusti con i tempi. Forse è un segno. Il destino mi sta dicendo di evitarlo, sta cercando di non farci incontrare per evitare chissà quale disastro. Come se tutta la nostra vita dipendesse da questo..
Ecco. Lui mi ha di nuovo distratta. Devo smetterla di pensare solo a me e alle mie paranoie e devo andare a salvare il salvabile. Devo salvare mia sorella. 
Gli sorrido timidamente in risposta, ed esco dalla sede. 
Trovo già Niall appostato ad un tavolo. Sembra assorto in chissà quali pensieri. Beh non lo biasimo vista la situazione. Sono giorni che non sente mia sorella, a causa di mio padre, ma lui non sa ancora niente della faccenda. 
E a questo devo provvedere io.
Appena mi vede sembra rianimarsi, come se la luce della speranza fosse venuto a prenderlo.
< Ciao Sara! Come stai? > so che queste sono solo domande di circostanza, formulate più per una forma di educazione che per reale interesse. È meglio tagliare corto.
È quello che vuole anche lui, lo leggo nei suoi occhi blu oceano. 
< Ascolta Niall, devo parlarti. È molto importante. > gli dico. Ma lui non sembra sorpreso anzi, secondo me se lo aspettava.
E infatti.
< Dimmi, sono pronto. > ha uno sguardo concentrato e molto serio. 
< Vedi, se in questi giorni mia sorella non si è fatta sentire..è a causa di mio padre. Finalmente lei si è decisa a dire la verità, come sono certa volevi anche tu, ma quando ha provato a spiegargli la vostra storia, lui non ha voluto sentire ragione, e le ha proibito di vederti. >
Mi guarda in silenzio. Starà riflettendo sulle mie parole. Riprendo il mio discorso.
< Mio padre non è un uomo cattivo, davvero, lui lo fa perché ci vuole bene, ma non per questo il suo atteggiamento è giustificabile, io credo che se gli concederemo un po' di tempo noi.. >
< Credo che a questo punto ci sia poco da fare. > mi interrompe il biondo con lo sguardo fisso nel vuoto.
< Ma Niall.. > 
< Se le ha proibito di vedermi al punto da controllarle il cellulare e non farla uscire, credo proprio che dovremo finirla qui. > mi interrompe nuovamente. Un barlume di tentennamento nella sua voce.
Sta soffrendo anche lui. Si sta solo costringendo a dire queste cose. A fare l'uomo. Ma quando c'è di mezzo qualcosa di così forte come l'amore, a che serve fare i duri?
< Come puoi dire così? Dovresti combattere invece! Dio possibile che l'unica che ragiona qua sembro essere solo io? Non vuoi nemmeno provarci? > la mia voce raggiunge un'ottava più alta mentre pronuncia le ultime parole. Probabilmente penserà che sono una pazza esaltata, ma non mi interessa. Se non lottano loro, lo farò io. 
< Cosa dovrei fare Sara? Presentarmi a casa tua, magari in smoking con un mazzo di fiori e un sorriso felice, per dire a tuo padre, 'salve signore, sono Niall Horan e vorrei scoparmi sua figlia!?' > questa ultima affermazione mi lascia interdetta. Sono senza parole. Forse non voleva dire così, forse è solo terribilmente frustrato in questo momento. Si sentirà impotente e incazzato. Sono certa che lui la ama.
< Niall..lei ti ama. > lo sussurro appena, ma questo basta. I suoi occhi color dell'oceano si spalancano in maniera innaturale e improvvisamente vedo una sottile e minuscola lacrima solcare il suo viso. 
Mi guarda in silenzio mentre il dolore prende forma sulle sue membra.
< Anche io. La amo anche io. > mi dice con il volto tra le mani. So per certo che molti uomini, odiano farsi vedere deboli, specialmente di fronte alle donne. Odiano piangere di fronte a noi. 
Penso che dovrò lasciargli un po' di tempo per soffrire in pace. In questi momenti si ha solo voglia di rimanere soli con se stessi. Lo capisco.
Faccio per alzarmi. Lui ha ancora il viso nascosto tra le mani. 
< Glielo dirò. > dico mentre mi appresto ad uscire. 
Niall alza il volto questa volta e mi guarda con occhi imploranti.
< Ma non finisce qui. Ve lo giuro su quanto ho di più caro. > aggiungo ed esco dal bar. 
Non finirà così. Non per loro. 

Torno a casa, stanca morta. La prima cosa che faccio però, è andare in camera mia e di mia sorella, per controllare se sta bene. Papà e mamma non sono ancora tornati. Questi due giorni non ha mangiato quasi nulla. Già è magra di costituzione, in più se si rifiuta di mangiare temo che scomparirà del tutto.
Occhiaie scure solcano il suo volto, a quanto pare fa anche fatica a dormire. 
< Ei..Ali, piccola come stai? > mi sforzo di sorriderle. 
< Ciao Sara, va. > mi dice con voce flebile e un debole sorriso.
Non credevo che la lontananza da quel biondino potesse ridurla in questo stato. Come se il dolore la divorasse dall'interno. Allora è vero che l'amore fa anche male? 
< Ascolta, ho parlato con..Niall oggi. > subito si alza dal letto dove era rannicchiata e mi guarda con le pupille dilatate.
< Come sta? Che ha detto? Parla, parla! > esclama quasi fuori di sé.
< Calma, allora, gli ho raccontato tutto, della discussione, del cellulare ritirato e..del fatto che lo ami. > Alice arrossisce violentemente e nasconde il suo viso tra le sue piccole mani. Sta sorridendo però.
< ..e-e lui che ti ha detto? > mi chiede timida scostando un dito dall'occhio per guardarmi meglio.
< ..beh.. > 
< Dillo, dai, forza! Sputa il rospo! > è agitatissima. 
< Se mi lasci finire! Ti ama anche lui. Alice ti ama! > esclamo con gioia.
Alice urla. Un urletto di gioia con tanto di salto sul letto. Lancia il cuscino su e giù e continua a saltare. 
Almeno l'ho resa più contenta. Chissà cosa si prova. Cosa si prova a sentire che l'altro ricambia il tuo immenso amore. Chissà cosa si prova ad essere consapevoli che tu sei sua e lui è tuo. Solo tuo. Se Harry fosse mio. Impazzirei. Se solo fossi l'unica per lui, l'unica che potrebbe usufruire dei suoi occhi ogni giorno e ogni notte. L'unica che potrebbe consumare la sua pelle con dei baci roventi, e che potrebbe stringere e giocare con i suoi morbidi ricci. Non so perché ma ho sentito dire in università che a lui non piace che gli si tocchino i ricci. Perciò non avrò mai questa possibilità. 
Vorrei avere diritto di proprietà su quelle fossette. Vorrei dire a tutte 'non provate a toccarle, obbediscono solo a me' e mi viene da ridere e piangere. Tuttavia mentre guardo mia sorella che freneticamente esprime tutta la sua gioia, dopo giorni di tristezza, mi rendo conto che vorrei Harry non solo fisicamente. Io ho proprio il desiderio di conoscerlo nel vero senso della parola. Sono certa che avrebbe molto da dare. Se solo mi lasciasse..
Qualcuno mi chiama. 
È Carlotta. Rispondo.
< Pronto? > 
< Saretta!! Io e Louis abbiamo avuto un'idea, ti andrebbe stasera di venire a casa nostra a vedere un film? Pizza e Scream 4? > mi propone Charlie squillante.
Io personalmente non ho mai amato i film Horror, ma la saga di scream mi era piaciuta. 
< Uhm, ci sarà anche.. > chiedo, non si sa mai. Una parte di me spera di si, ma l'altra non vorrebbe. La parte responsabile di me, sa che vederlo mi farebbe solo male. 
< No, no, stasera va..ad una festa credo, comunque starà via per ore. Saremo solo noi tre, puoi stare tranquilla, altrimenti non te lo avrei proposto. Lo sai come la penso.. > bisbiglia per non farsi sentire.
< Carlottonaa! Sto facendo la tortaa! Vieni che mi devi aiutare! Lalalalalalala!! > sento una voce dall'altro lato della cornetta. E credo anche di sapere chi è. Rido. È Louis. 
< Ora scusa, ma quel pazzo di Louis vuole che lo aiuti hahaha! Ti aspettiamo per le 8. Un bacio. > e riattacca. 
Così stasera a quanto pare, sarò impegnata. Non con Harry. Lui si divertirà con Claudia, Sofia, Genoveffa e Gertrude. Ah no aspetta, lui ha anche Kendall.
Mia sorella sembra stare meglio e le prometto che questa storia finirà bene. Sembra rincuorata.
Io invece mi devo preparare per stasera. Non so perché, anche se so che Harry non ci sarà, sono nervosissima. Dio, sono messa proprio male.
Faccio una doccia veloce. Il getto d'acqua calda mi rilassa un po'. Successivamente opto per uno stile casual ma fine al tempo stesso. Indosso un paio di vans blu, jeans skinny blu, e una camicia a quadri blu e rossa, di Abercrombie. Decido di lasciare i capelli castano chiaro lisci, sulle spalle e indosso degli orecchini. Per il trucco, metto poco fondotinta, un po' di blush sulle guance e un filo di matita blu sulle palpebre superiori degli occhi. Mi hanno sempre detto che l'azzurro e il blu, fanno risaltare gli occhi scuri. Al contrario il marrone e il nero, rendono più magnetico uno sguardo con occhi chiari. Quando invece voglio risultare aggressiva metto sempre un po' di eye-liner nero o marrone, tuttavia cerco sempre di non esagerare. Siccome ho le labbra (purtroppo) sottili, definisco il contorno con una matita nude per renderle più carnose. Sono abbastanza soddisfatta. Avviso i miei e dato che ho diciotto anni ed è estate, non oppongono molta resistenza e mi lasciano uscire.
Mentre sono in metro, gli effetti rilassanti del getto d'acqua calda, sembrano svanire.
'Have you got colour in your cheeks 
Do you ever get that fear that you can't shift the tide..'
Nelle cuffie sempre questa canzone. Do I wanna know.
In fatto di cultura musicale mi sono sempre, superbamente forse, ritenuta abbastanza colta. Spazio dalla classica come Billy Joel al rock puro come Muse e Arctic Monkeys. C'è anche rap, come Eminem oppure pop-rock. Ogni tipo di genere musicale. Perché la musica mi fa stare bene. Mi salva ogni giorno. Mi capisce e mi emoziona. 
La musica non fa domande. La musica comprende e basta.
'Do I wanna know 
If this feeling flows both ways 
It's hard to see you go
I'm sorta hoping that you'd stay 
Baby we both know..'
Sono quasi arrivata. Il cuore che batte. Tanto non lo troverai a casa Sara. 
Cammino e arrivo davanti al loro condominio. Per fortuna è estate ed è ancora chiaro, altrimenti se fosse stato buio mi sarei fatta accompagnare.
Salgo le scale e busso. Un gesto secco. 
Sento della musica provenire dall'interno. Non risponde nessuno.
Busso nuovamente. 
Ad un certo punto la porta si apre e chi trovo? Harry. Evvai.
< Sara! Ciao! Prego entra! > mi invita con un gesto ad entrare, sorridendo.
Vedo Carlotta e Louis in cucina che stanno ballando (insieme) sulle note di 'light my fire' dei The Doors. Una band degli anni 60' nota per consumo anche di sostanze come lsd e roba varia. 
A me la canzone è sempre piaciuta e anche il caro vecchio Jimmo. Jim Morrison.
Ballano e ridono, lui le fa fare una giravolta, sono tutti sporchi di farina, sulla faccia, sui grembiuli e ridono. Sembrano ubriachi.
< Non credo si siamo accorti che sei qui. > mi bisbiglia Harry all'orecchio. Il cuore scoppia. Ma lui non doveva già essere fuori?
< Uhm, già, credo proprio di si. > dico accanto a lui.
Li osserviamo per cinque minuti buoni esterrefatti, quando il riccio affianco a me si schiarisce la voce e attira finalmente la loro attenzione.
Si voltano.
< È arrivata l'ospite, ragazzi. > dice Harry ridacchiando.
< Ehm, ciao.. > 
< Oddio Saretta! Ahahah Scusami ma questo cretino mi ha sporcata tutta! Vado a sciacquarmi, dieci minuti e arrivo. Nel frattempo, Louis! Ordina le pizze! > dice Charlie. Credo sia un po' brilla. E anche Louis non scherza. Non smette un attimo di ridere.
Gli unici sani sembriamo io e Harry.
< Beh, che si fa stasera? > esclama improvvisamente quest'ultimo.
Lo guardo interrogativa. 
< Rimani anche tu? > 
< Avevo una festa, ma l'impegno è saltato. Allora che si fa? >
'Puoi stare tranquilla' mi disse Carlotta.
Già, si è visto. Ora non sono tranquilla per un cazzo.
Mi guarda sereno e aspetta una risposta. 
< Uhm, beh, ecco, pensavamo di guardare un film..e mangiare una pizza.. > 
< Perfetto, che film? > chiede spaparanzandosi sul divano.
< Scream 4. > rispondo sempre più sconvolta.
Ma il karma mi odia? 
< Adoro la saga! Perfetto! > 
Io sono a bocca a aperta. Non so cosa dire cioè, non me lo aspettavo proprio. Dovrò vedere un film horror accanto al ragazzo che mi piace? Il sogno di una vita per qualsiasi ragazza, tralasciando il fatto che lui mi ritiene solo 'un'amica'. 
Arrivano le pizze finalmente, Carlotta torna ripulita e prima di accomodarsi sul divano, mi guarda interrogativa. 
Probabilmente non si aspettava nemmeno lei che il riccio rimanesse. 
Come se non bastasse, Harry e Louis, rimangono ai lati e io e Charlie, ci ritroviamo in mezzo a loro.
Indovinate? Io sono accanto ad Harry. Un classico.
Si spengono le luci e il mio cuore batte all'impazzata. Sento il viso scottare. Probabilmente sono rossa come un peperone. Harry è seduto accanto a me, le lunghe gambe stese su un puff, e il suo muscoloso braccio appoggiato sul bordo del divano, dietro di me..le gambe si sfiorano.
Sento il suo profumo che mi invade, so già che non riuscirò a concentrarmi sul film. 
Già dalle prime scene, fatico a mangiare la mia pizza tanto sono elettrizzata. Se mi toccasse sono certa che prenderemmo la scossa. Lui sembra tranquillo, tuttavia non oso guardarlo in faccia. Sarebbe la fine.
Non posso credere che siamo qui, tutti e quattro. Cioè la serata me l'ero immaginata in maniera diversa! Sono così imbarazzata, che quando Carlotta caccia un urlo, spaventata dal film, rovescio la coca cola che avevo in mano sul divano, sui miei jeans e..sui pantaloni aderenti di Harry. 
< Merda! > esclama quest'ultimo.
< O mio Dio mi dispiace così tanto Harry! Scusami, sono la solita imbranata del cazzo! Ti prego scusami! > vorrei sparire. Per l'ennesima volta. Possibile che non ne combino mai una giusta? 
< Aspettate, vi prendo qualcosa! > dice Louis alzandosi. 
< Colpa mia! Scusate ragazzi! > dice Carlotta.
< Ma va figurati, sono cose che capitano. > dice Harry pulendosi con i tovaglioli portati dal suo amico.
Torniamo a guardare il film, e questa volta, sto molto attenta a non avere nulla in mano.
Una volta finito accendiamo la luce e io controllo l'ora. Sono le undici passate.
< Meglio se torno a casa ora.. > non vedo l'ora di andare a nascondermi da qualche parte.
< ti vengono a prendere? > mi chiede Charlie.
In effetti pensavo che il film durasse di meno, perciò non avevo pensato ad avvisare papà, e mi spiaceva chiamarlo ora, probabilmente staranno già dormendo. Tornerò in metro.
< No..in effetti pensavo che il film finisse prima e non ci ho pensato. >
< Ti accompagno io, da sola non puoi tornare con questo buio. Prendiamo la macchina. > mi dice Harry infilandosi il giubbino. 
Sta davvero facendo questo per me? 
Io da sola in macchina con lui? Non so se ce la faccio, timida come sono.
< ma no, t-tranquillo vado.. >
< Sai quanti maniaci ci sono in giro a quest'ora? Non se ne parla, ti accompagno io. > in effetti la paura di incontrare qualche malintenzionato è più forte. Sono costretta ad accettare.
Così saluto Charlie e Louis e li ringrazio della bella serata.
Salgo in macchina di Harry e noto che è davvero grande per appartenere ad uno studente.
È una range rover nera. Cazzo.
Harry accende la radio e una melodia si diffonde improvvisamente nel veicolo. Ma è 'Le valse d'Amelie' la colonna sonora. Non credevo che ascoltasse questo genere di musica.
È una continua sorpresa questo ragazzo. Mentre guida guarda davanti a sé. Sembra assorto nei suoi pensieri. 
Ad un certo punto, abbassa il volume. Ora la musica è più un sottofondo. 
< ..Le valse d'amelie? > chiedo guardandolo.
 Si volta per un momento e mi sorride, poi ritorna a guardare la strada. < Esattamente. >
< N-non pensavo ti piacesse questo genere.. > abbozzo in imbarazzo.
< Ci sono tante cose che non sai di me. > mi dice improvvisamente serio.
< ..sei tu quello che non parla mai di sé. > sbotto a bassa voce senza volerlo. Non volevo dirlo, merda. Ma ormai il danno è fatto.
Siamo quasi arrivati a casa mia. 
Lui non dice niente e continua a guardare la strada. Posso vedere le sue nocche serrarsi sul volante fino a diventare bianche. 
Confesso che ho un po' paura, ora. 
Quando siamo finalmente arrivati, si ferma e blocca le porte dell'auto. 
Sto tremando impercettibilmente. 
Perché con lui è sempre così? Provo sempre queste emozioni contrastanti. Passo dall'amore al terrore più totale. Non è normale.
< Cosa vuoi sapere? > sbotta improvvisamente a bassa voce.
< Io..ho s-solo detto che.. >
< Dimmi cosa vuoi sapere su di me. > mi ordina risoluto.
Non ho altra scelta.
Tiro fuori quel briciolo di coraggio che mi è rimasto.
< B-beh per cominciare,  da dove vieni. > chiedo guardando davanti a me. Perché vuole parlarne ora? È vero che forse avrei dovuto tacere, ma Harry è estremamente imprevedibile e mutevole.
< Sono originario di una cittadina chiamata Holmes Chapel, Inghilterra. > 
< Così.. sei inglese? > azzardo.
< Per metà. Mio padre è Italiano. Ma ho sempre vissuto qui. > 
Sono contenta che si sia aperto almeno un po'. 
< H-hai fratelli o sorelle? > 
< No. > il suo tono muta e si fa più duro. 
Per stasera basta. È già tanto che stia parlando di sé. 
< Basta così. Per stasera.. > mi volto verso di lui e gli mostro un sorriso, nella penombra della notte.
Harry sblocca l'auto e finalmente posso scendere. Prima di chiudere la  porta del passeggero però, ci tengo a fargli capire che mi ha fatto piacere che si sia sforzato almeno un po'.
< Harry..grazie. Apprezzo molto quello che hai fatto. Questo si che è un rapporto civile come si deve. > 
Sorrido ancora nella sua direzione.
Harry mi osserva, posso vedere i suoi due smeraldi illuminarsi. Sorride a sua volta, lo noto dal bianco dei suoi perfetti denti dritti. Sono certa che se fosse giorno, riuscirei a vedere quelle dolci fossette. 
Povera me. Sono proprio andata.
< Ci si becca, Sara. > detto questo, ingrana la marcia e sparisce dietro l'angolo.
Che mistero Styles. Riuscirò mai a capirti davvero? 




 

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Capitolo 17
*** Riptide. ***


Ed ecco anche quest'altro capitolo. Il prossimo sarà un po' più lungo. Ne vedremo delle belle. Finalmente però, Harry e Sara sembrano andare finalmente d'accordo..vedremo cosa accadrà, le sorprese non sono mai troppe ;) recensite tutte mi raccomando! Fatemi sapere una vostra opinione, per me è molto importante per capire come migliorare, un abbraccio e buona lettura. :*

Harry ascolta 'La valse d'Amelie' quando è in macchina.
Harry è per metà inglese. 
Non ha fratelli e sorelle. 
Questo so e questo per ora, mi basta.
L'altra sera con me, ha fatto un enorme sforzo, che vorrei ripagare, se me lo permetterà. 
Lui non ama parlare di sé, ma da quello che ho capito, ama ascoltare.
Non solo le persone, ma anche la musica.
È un po' come me. In questo siamo affini.
Ho deciso che lo porterò ad una fiera della musica, vicino a Milano.
Se vorrà..magari avrà altro da fare, magari avrà già un impegno con Kendall.
Ma se non ci provo, non lo saprò mai.
Io, Giuls, Hayley e Charlie, siamo al bar dell'università a fare colazione, prima dell'inizio della lezione.
< Sara, raccontaci meglio di tua sorella, come sta? > mi chiede Giulia in apprensione.
Ho raccontato loro di quello che è successo, della storia di mio padre che le ha proibito categoricamente di vederlo. 
< Esatto, sta mangiando? > mi chiede anche Hayley.
< Si, diciamo che ora ha ripreso quanto meno ad ingurgitare ciò che le si presenta nel piatto. Ma è alquanto dimagrita. Sono un po' in pensiero, devo trovare il modo di farle incontrare Niall. Solo che non so come. Mio padre non si fida ancora completamente di me, dopo quello che è successo.. > dico pensierosa.
< Ti aiutiamo noi! > esclama Charlie, improvvisamente illuminata. 
< Si, ti prego, lasciaci aiutarli, è come quelle bellissime e sofferte storie d'amore che DEVONO finire bene! > Giulia sta parlando con un tono di voce abbastanza alto, tanto è esaltata. Nel bar ci guardano male. Meglio placarle..
< È nostro dovere! > Hayley si alza di scatto dalla sua sedia e mette la sua mano sul cuore. Giulia e Charlie fanno lo stesso. 
< Per la libertà, e la giustizia! Girl Powerrrrrr! > esclamano tutte e tre insieme. Sto ridendo come una matta mentre il barista ci prega gentilmente di uscire, se abbiamo finito. Penso che non entrerò mai più in quel bar. E nemmeno loro.
Io ancora rido mentre mi appresto a raggiungere la classe insieme alle mie amiche, quando..
< Che c'è di tanto divertente? > un riccio dagli occhi verdi ci osserva divertito mentre ho le lacrime agli occhi tanto ho riso.
< Si, vorrei saperlo anche io.. > Liam arriva e abbraccia Giulia da dietro.
< Uuuuh! > esclamano Charlie e Hay, maliziose verso quei due.
< Beh...noi andiamo a lezione, ci vediamo dopo ragazzi! > dice Charlie. Così lei e Hayley si dileguano furtivamente. 
< Oh Liam, niente di che..ahah, dai così mi fai il solletico..no ahah Liam..! > La mia amica e il suo (a quanto pare nuovo ragazzo), stanno amorevolmente 'giocando' facendosi il solletico, per poi passare ad una serie di effusioni passionali. E non smettono.
Confesso che sono in imbarazzo, più per loro che per me forse.
Harry, non sembra essere a suo agio nemmeno lui. È di fronte a me e aspetta che io parli. O almeno così sembra.
< Uhm, ehm, ecco, beh, i-io penso che sarebbe meglio s-se.. >
< se li lasciassimo soli, eh già. > conclude Harry, massaggiandosi la parte posteriore del collo con una mano. Si, è decisamente a disagio.
< Giuls..allora ti aspetto in classe eh.. > non mi sente neanche, tanto è impegnata a slinguazzarsi Liam.
Che merda. Io non posso neanche farlo con Harry.
Arrossisco violentemente dopo questo mio ultimo (perverso) pensiero e mi incammino verso la classe insieme al suddetto.
< Perché sei rossa? > mi chiede divertito. Merda. Non gli sfugge nulla.
< Ahah, eh, io? Sarà il sole.. >
Tento biecamente di riparare.
< Ma, ehm, oggi piove. > Harry mi indica il cielo con un dito. 
Merda. Merda. Merda. Oh, mi sopprimeranno un giorno.
Ma perché sono così deficiente? 
Arrossisco ancora di più e questo scatena la meravigliosa risata (che sento raramente) di Harry.
Ride, e mentre lo fa, mi perdo nel suono armonioso e squillante del suo divertimento.
È così bello..
< Lo sai? Sei forse l'unica ragazza che sia mai riuscita a farmi ridere così tanto. Giuro. > e riprende a ridere. 
Siccome la sua felicità, è anche la mia, comincio a ridere di gusto anche io. La gente che passa ci guarda come se fossimo pazzi. Ma forse è proprio questo che siamo.
Ad un certo punto mi viene in mente la cosa importante che dovevo dirgli.
< ..Harry, ascolta, volevo chiederti una cosa.. > azzardo. 
Lui smette di ridere e mi guarda, incuriosito. Mi sta invitando a continuare. Bene.
< V-volevo chiederti, s-se ti andava, ma solo se vuoi, non sei affatto obbligato, di venire con me ad una fiera della musica, che si terrà dopo domani.. > 
Rimane in silenzio.
< ..visto che ho sentito che ti piace la musica classica, h-ho pensato c-che, che ti interessasse e che m-magari potevamo.. >
< con molto piacere. > mi interrompe sorridendo e mostrando le sue fossette. 
< Davvero? > chiedo incredibilmente sorpresa. In effetti non me lo aspettavo. E ora che ho realizzato che uscirò con lui, ovviamente non come vorrei ma è già qualcosa, sono davvero agitata.
Mi ha detto si. Saremo io e lui. Solo noi due. Niente Kendall, niente 'nessuna'. 
< La musica mi interessa, e mi interessi tu. > mi dice, poggiando la sua mano sulla mia spalla e guardandomi con quei suoi occhi che mi fanno entrare in un'altra dimensione. La dimensione Harry.
Il cuore sta impazzendo. Sembra un cavallo imbizzarrito.
Mi rendo conto però che sono (per l'ennesima volta) in ritardo alla lezione.
< Oh, è tardi! Allora, c-ci incontriamo dopo, magari per accordarci meglio? > dico, ancora un po' imbambolata.
< Uhm, dopo..si, però dovrai fare abbastanza veloce, perché devo andare a prendere Kendall all'aeroporto, sai, torna oggi dal photoshoot in America.. > 
Già. Esatto. Torna con i piedi per terra Sara. E svegliati. Che cosa esattamente della parola 'amica' non capisci? 
Dopodomani uscirete in nome del vostro bel rapportino civile. E solo perché ti ha detto di si, non significa che abbia interessi su di te. Te lo aveva già detto le prime volte che vi siete conosciuti. 'Rapporto civile' cos'altro?
Tanto al posto tuo c'è una ragazza talmente bella da fare invidia a chiunque, che lo aspetta. 
Io sono solo una nanetta in confronto.
Una nanetta di 55 kg. Kendall è la metà di me, con gambe lunghe il doppio delle mie.
Non posso competere in ogni caso.
< Oh, certo, tranquillo, ora devo proprio andare, ciao! > 
Mi volto ed entro a passo veloce in classe. 
Il prof questa volta si accorge della mia presenza e mi guarda in malo modo.
Mi accomodo in fondo. Persino Giulia è riuscita ad entrare prima di me. Ed è ai primi banchi. 
Harry, perché mi devi fare questo effetto? 
Mi sento triste e inutile. 
Vorrei incontrare un altro ragazzo. Vorrei innamorarmi di un altro ragazzo. Qualcuno che si innamori di me a sua volta. Perché non può succedermi?
Quando finiscono le lezioni, mi affretto all'uscita e cerco Harry in mezzo alla folla. 
Non lo vedo, eppure sono in orario..
< Oh, Sara! Ciao! Come stai? > 
È il biondino dagli occhi blu. Niall.
Mi volto e gli sorrido. 
Lo vedo un po' sciupato, e secondo me è per via di mia sorella. Poverino. Devo farli incontrare ad ogni costo.
< Niall! Tutto bene! Tu? > 
< Insomma, lo sai...ascolta..lei..come sta? > mi chiede con apprensione.
< Sta..come stai tu. Lo sai, non è facile neanche per lei. > lo vedo rabbuiarsi così tento di distrarlo con una domanda.
< Senti, hai visto Harry? > 
< Harry? Uhm, no..ma ora che ci penso è andato via prima da lezione..aveva un impegno urgente mi pare.. > 
< Oh, Ok. > spero non abbia notato la mia delusione.
So dove è andato il riccio. È all'aeroporto, dalla sua fidanzata.
< Ti serviva qualcosa? > mi chiede sempre il biondino.
< Nono, tranquillo, dovevamo accordarci per una cosa, ma niente di che. Ora vado, ascolta..magari stasera, ti faccio parlare con Alice..ti va? >
Niall si illumina improvvisamente.
< L-lo, lo faresti davvero? > mi dice sorridente.
Annuisco e sorrido.
< Ma, non voglio metterla nei guai..magari poi tuo padre lo scopre.. >
< Stasera i miei sono a cena fuori. Avrete tutto il tempo. > e gli faccio l'occhiolino.
Niall ride con quella potenza che possiede solo lui. 
< Grazie, davvero. Sei una sorella d'oro e...un'amica. Se mai avessi bisogno di me, non esitare. > detto questo ci salutiamo e io torno a casa.
Nonostante tutto, pensare a Styles mi rende triste. Mi viene anche un po' il magone, ma lo ricaccio dentro di me, sepolto in chissà quale meandro del mio cuore.

Come previsto, i miei sono già usciti, per la cena con gli amici che avevano in programma. 
Perfetto. Chiamo Alice e le dico di venire in cucina.
Mangiamo ciò che mamma ci ha lasciato da scaldare, sparecchiamo e carichiamo la lavastoviglie dopodiché decido di farle la sorpresa. 
< Ali, qui c'è il tuo cellulare. L'ho trovato. Chiamalo. Forza. > le dico porgendole l'oggetto che per stasera l'avrebbe salvata. 
I suoi occhi si fanno lucidi e la sua voce trema dall'emozione. Con mano tremolante compone il numero, e aspetta senza fiatare.
Uno squillo. Due squilli.
Risponde.
< Ciao amore mio! Ciao! Mi sei mancato così tanto, oh Dio Niall!..
Vorrei stringerti, voglio vederti!...non sai quanto.. >
Decido di lasciar loro un po' di meritata privacy.
Sorrido tra me e me. Sono felice che stiano parlando. Poverini. Per loro sarà come respirare ossigeno dopo tanto tempo. Sarà come bere acqua per la prima volta dopo un lungo viaggio nel deserto.
Non c'è niente di più bello che ritovarsi, dopo essersi aspettati. 
Mi sdraio sul mio letto con le cuffie nelle orecchie. Parte la canzone 'Riptide' di Vance Joy.
Mi arriva un messaggio improvviso su whatsapp ma il numero è sconosciuto.
Chi sarà mai?
'I was scared of dentists and the dark 
I was scared of pretty girls and starting conversations..'
Partono le note.
Apro il messaggio.
'Sara, ei oggi non ci siamo più beccati! Scusa ma l'aereo è arrivato prima e sono dovuto andare. Comunque volevo chiederti a che ora e dove volevi che ci incontrassimo per la fiera. Harry.'
O mamma. Mi ha scritto. Ho il suo numero. O mamma mia. Devo stare calma. Ok. Respira.
'Lady, running down to the riptide 
Taken away to the dark side 
I wanna be your left hand man 
I love you when you're singing that song and 
I got a lump in my throat because 
You're gonna sing the words wrong..'
La canzone nella testa. Harry nel cervello. 
Mi ha scritto. Lui. Allora non si era dimenticato.
Come una pazza, trascinata dalle note della canzone, mi alzo e scuoto la testa di qua e di là, agito le braccia, faccio una giravolta su me stessa. Mi sento un po' come Alice l'altro giorno, anche se so che lui non mi ha detto certamente 'ti amo'. Si è ricordato però. Di me. 
'Oh lady, running down to the riptide 
Taken away to the dark side 
I wanna be your left hand man..'
Rido. Sorrido. Sto ingigantendo la cosa lo so. Ma mi sento come una scolaretta il suo primo giorno di scuola. 
La canzone finisce e mi riprendo un poco.
Devo rispondergli. Mi sorge subito una domanda.
'Harry! Grazie per esserti preoccupato, allora facciamo dalle tre alle sei se ti va. Ma una domanda, come hai avuto il mio numero?'
Rispondo e invio.
Qui parte l'ansia. Rimetto la canzone precedente perché mi rende felice e mi distrae. E se adesso non mi risponde più? Lo avrò annoiato?
Calma. Niente paranoie.
Mi sdraio nuovamente sul letto e chiudo gli occhi. Il cuore batte forte e comincio a sudare. E non solo per il caldo. Mannaggia a me. Dopo cinque minuti sobbalzo quando il cellulare vibra. È lui.
'Me lo ha fornito Niall. Non è un problema vero? Tanto te lo avrei chiesto comunque prima o poi. Tra amici si fa così. Comunque passo a prenderti in macchina, così ci impiegheremo meno tempo. Basta che mi fai sapere l'indirizzo.'
Conciso, semplice. Gli uomini a differenza nostra, ragionano un po' a scompartimenti. Per loro non esiste il grigio. O è bianco. O è nero.
In ogni caso ha ribadito la solita parola. Amici. Ma oggi non demolirà il mio buon umore. Sono troppo contenta che si sia ricordato di me.
'Perfetto, ti faccio sapere. Grazie ancora :)'
Invio. 
Torno in cucina per vedere se mia sorella sta bene o è partita completamente.
Con mia grande sorpresa ha già finito di parlare con il biondino.
Ha un sorrisetto soddisfatto stampato sul volto.
< Ho già provveduto a cancellare la cronologia della chiamata. Ora puoi rimetterlo dov'era. > mi dice porgendomi il suo telefono.
< Come è andata? > chiedo.
< Alla grande. È stato così tenero e dolce, e poi riesce sempre a farmi ridere. Mi ha promesso che ci vedremo presto..in un modo o nell'altro.. > mi guarda speranzosa.
< Vedrai, ci riuscirete. > le dico con fare rassicurante.
< E tu? Come mai ballavi per casa con un'aria da pazza? > mi chiede ridendo.
In effetti forse prima, ho esagerato. Ma che importa, era quello che il mio cuore sentiva e mi suggeriva di fare.
< niente di che..ogni tanto capita, no? > sorrido e torno in camera mia.
< se, se! Tanto ho già capito! > mi urla mia sorella dal piano di sotto.
Chiudo la porta e prendo il cellulare.
'Figurati :)' mi ha scritto Harry in risposta.
Rimetto le cuffie. Sono stranamente euforica. La melodia riparte.
Ballo e penso a lui. Non vedo l'ora di uscire per quella fiera.
'Oh lady, running down to the riptide 
Taken away to the dark side 
I wanna be your left hand man 
I love you when you're singing that song and 
I got a lump in my throat because 
You're gonna sing the words wrong 
I got a lump in my throat because you're gonna sing the words wrong.'









 

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Capitolo 18
*** If I had a gun. ***


Ciao ragazze! Innanzitutto anche se non lo festeggiare, volevo augurarvi buon carnevale! Questo capitolo è abbastanza lungo e incentrato solo sulla coppia 'Sarry' o 'Hara' chiamatela come più vi piace ahah, perché l'obbiettivo è proprio quello di iniziare a costruire un solido legame tra i due..fatemi sapere se l'idea vi piace, altrimenti se avete qualche critica, è ben accetta! Un abbraccio! :*

Oggi uscirò da sola con Harry. Solo io e lui. Niente Kendall, nessuno dei nostri amici. Sono in fibrillazione.
A pranzo ho mangiato poco o niente, tanto sono agitata. Mi passa a prendere tra poco. Conto i minuti che mancano, conto i secondi e in un attimo sento il rumore del motore della sua auto. È arrivato. 
Per l'occasione, ho deciso di non stra fare, dopotutto questo NON è di certo un appuntamento, perciò ho optato per una gonna bordeaux di cotone, leggera e vaporosa, lunga appena sopra le ginocchia, dei sandali con una zeppa non troppo alta color del legno e una canottiera color panna con spalline sottili, semplice semplice.
Non ho ecceduto neanche col trucco perché oggi fa davvero caldo per essere un giorno di metà giugno. Ho legato i capelli in uno chignon, questa volta non improvvisato ma perfettamente pettinato, (grazie mamma), avrei voluto lasciare i capelli sciolti, ma vista la temperatura, non voglio sentirmi a disagio sudando come un animale.
Ho spolverato un po' le guance con del blush color pesca, non ho messo mascara né matita, ma un ombretto verde come il colore degli occhi di Harry. Per le labbra sottili, la solita matita nude a rifinire il contorno. 
Sto bene devo dire, posso ritenermi soddisfatta. Mi guardo allo specchio un'ultima volta, prendo un bel respiro ed esco.
Harry mi aspetta fuori dalla macchina, ed è un sogno.
Una bandana a mo' di fascia tiene fermi i suoi ricci morbidi, ha una maglia nera aderente a maniche corte che evidenziano i muscoli perfetti e scoprono le braccia tatuate, dettaglio che mi è in qualche modo sempre sfuggito e che oggi avrò modo di approfondire, indossa anche dei bermuda all'altezza delle ginocchia, sempre neri. Nei colori devo ammettere che non si spreca, ma rimane comunque una delle cose più belle che abbia mai visto. Tanto ci sono i suoi due smeraldi a colorare la mia vita. 
Mentre mi avvicino noto che mi osserva, spero solo di non risultare brutta o sgradevole, mi sono impegnata per assumere un aspetto quantomeno decente, so che lui è abituato a Kendall che è una modella, ma credo di essere almeno carina oggi. Sicuramente non sono la solita Sara che vede in università.
Non mi ha mai vista in gonna.
È appoggiato con la schiena e le mani nelle tasche alla sua range rover nera, dalla parte del passeggero. La mia parte.
< Buongiorno, pronta? > mi sorride e guarda la mia gonna. O le mie gambe? Non saprei dirlo. Tuttavia non sono minimamente paragonabili alle gambe della sua amica, così lunghe e magre..
Oh basta fare paragoni, al diavolo. Goditi il momento, Sara. Tu sei quello che sei.  Nel bene o nel male, prima o poi, troverai qualcuno che ti amerà per quello che sei.
< Buongiorno, certamente! > rispondo a mia volta un po' impacciata, sorridendo.
< Bella gonna. > mi dice Harry aprendomi la portiera.
Mi.ha.fatto.un.complimento.
Muoio.
Ok. Ha apprezzato, ma questo non vuol dire niente. 
Saliamo sull'auto e partiamo. Non sapevo fosse capace di essere anche un gentil uomo, mi ha aperto addirittura la portiera. 
< G-grazie, per la portiera.. > abbozzo.
< Oh figurati, sono abituato, mi piace trattare bene le donne. > risponde guardando avanti a sé mostrando le fossette che tanto adoro.
Oggi è di buon umore si vede.
Meglio così. Mi rende triste quando si comporta da stronzo.
Sto in silenzio e ogni tanto mi permetto di osservarlo. Non pensavo che nella mia esistenza avrei incontrato qualcuno in grado di scombussolare in questo modo le mie emozioni. Lui incredibilmente ci riesce. Lui è in grado di farmi provare una svariata e indefinita gamma di emozioni tutte nuove.
Ma non è solo una pure attrazione fisica la mia, anche se lui davvero, è perfetto. La mia nei suoi confronti è una sorta di affinità mentale. Provo quasi un'assuefazione, che mi rende debole. Inerme.
Non so se sia un bene o un male però. Anzi, la cosa mi preoccupa alquanto.
La musica nell'auto si diffonde. Ma..conosco questa canzone..si mi pare..sia una canzone di Noel Gallagher, cantante della famosa band Inglese 'Oasis'..
'If I had a gun, I'd shoot a hole into the sun, And love will burn this city down for you..'
Io adoro questa canzone. Forse un poco triste, ma io letteralmente amo gli Oasis. Abbiamo gusti simili in fatto di musica. '..Excuse me if I've spoke too soon 
My eyes have always 
Followed you around the room 
Cos you're the only..'
< If I had a gun? > chiedo timida.
< Come? > Harry si volta verso di me con sguardo interrogativo. Probabilmente lo avrò distolto da chissà quali pensieri.
< La canzone, If I had a gun, Noel Gallagher, mi pare.. >
< La conosci? > mi chiede sorpreso.
Annuisco improvvisamente rossa in viso.
Harry mi guarda un po' scettico.
< Non te lo aspettavi? > chiedo un po' delusa dal fatto che mi sottovaluta in questo modo. 
< No è solo che..di solito le ragazze non ascoltano molto gli Oasis, almeno quelle che conosco io..sei una continua sorpresa lo sai? > mi dice ridacchiando, gli occhi di un verde chiaro. 
Arrossisco un po' imbarazzata e guardo davanti a me. Siamo arrivati.
Parcheggia l'auto non lontano dalla fiera, per fortuna ci siamo mossi per tempo, altrimenti non avremmo trovato sicuramente posto.
La fiera è strutturata in un sistema di bancarelle, dove si possono trovare ogni tipo di genere musicale, dagli anni 30' agli anni 00'. Essendo pomeriggio inoltrato, non c'è neanche troppa gente, almeno non la folla che mi aspettavo. Pensavo che non sarei nemmeno riuscita ad avvicinarmi ai banconi.
Improvvisamente vedo Harry avvicinarsi ad una bancarella che vende dischi di vinile, come quelli degli anni 70-80. Sono enormi, e per ascoltarli ci vuole un apparecchio apposta, che tuttavia pochi possiedono. Mio padre e mia madre, lo hanno sapientemente conservato nel salone di casa nostra. Sono pezzi di storia.
Harry comincia a perlustrare, concentrato, sembra stia cercando qualcosa in particolare..
Prende in mano un disco. Lo rigira tra le sue grandi mani e lo guarda con espressione seria. 
Mi avvicino e lo affianco. Non vorrei farmi gli affari suoi, ma proprio non resisto, e sbircio.
È un disco di David Bowie, la canzone la conosco, si chiama 'Heroes'. I suoi occhi sono limpidi, illuminati dalla luce del sole ancora alto.
È silenzioso. Chissà a cosa pensa.
< Heroes. Davvero un gran bel pezzo. > cerco di dire qualcosa per iniziare la conversazione.
Si volta e mi fissa ancora una volta. Penso che se continua a fare così, dovranno denunciarlo per la mia morte immediata.
< Come fai a conoscerlo? > sembra serio, ma tranquillo. 
Arrossisco immediatamente.
< I-i miei hanno parecchi dischi di vinile in casa e quando ero piccola, ma anche ora a volte, li ascoltavamo nelle sere d'inverno, o anche mentre mia madre faceva i lavori domestici, niente di importante comunque.. >
< Mi interessa invece, continua. > nei suoi occhi leggo interesse, così continuo.
< Io adoro la musica. Mi ritengo anche abbastanza colta in questo ambito, probabilmente ho preso la passione da mia madre, perché ancora adesso, per rimanere aggiornata, va su internet a guardare le classifiche dell'America o dell'Inghilterra, per scoprire nuove canzoni. La musica è la mia vita. > e mentre lo dico, sento che è davvero così. La mia vita senza, sarebbe vuota. Come una giornata senza il sole.
Come un corpo senza anima.
Harry mi sorride e mi lascia un buffetto sulla guancia. Sembra intenerito.
Vorrei toccarlo anche io come lui fa con me, ma so che a lui non piace.
< Sono contento che tu mi abbia detto questo. La musica è anche la mia vita. > esordisce mentre riprendiamo a camminare.
Rimango in silenzio, non devo interromperlo ora che ha cominciato a rilassarsi, ora che mi sta mostrando un po' di sé.
< Quando ero piccolo mia madre mi faceva sempre sentire una canzone..a lei piaceva tanto..per l'appunto, Heroes di David Bowie. Mi disse una volta che le ricordava la sua adolescenza. > I suoi occhi sembrano quasi lucidi.
Forse è solo una mia impressione perché improvvisamente cambia argomento.
< Ahaha, hai fame?! > mi chiede improvvisamente ridacchiando.
Ho capito il perché di questo cambio repentino.
Il mio stomaco brontola da almeno cinque minuti buoni. E io non me ne sono accorta perché ero troppo concentrata a guardare questo riccio. Che figura di merda. 
< Ehm, è che, stamattina ho mangiato poco.. > ammetto rossissima e mi guardo i piedi.
< Conosco un posto, poi ti porto, fanno dei muffin davvero buoni. > mi sorride.
Oggi è così dolce. Ho paura che tornerà di nuovo scontroso e chiuso.
Lui ha un carattere davvero particolare. Bisogna sempre fare attenzione a dosare le parole.
Devo impararlo se voglio stare di più con lui.
< Grazie davvero, e scusa per il mio stomaco. > rispondo non riuscendo a guardarlo in faccia.
Lui ride e mi conduce ad un'altra bancarella.
< Se ti piace la musica, allora qui, c'è un pezzo di storia. > 
Vedo dischi dei Beatles, Rolling Stones, Doors, Elvis Presley,i Pink Floyd, i Queen..non finiscono più.
Prendo tra le mani l'album dei Doors.
< Ti piacciono? > Mi chiede Harry.
< Trovo Jim Morrison particolarmente interessante. Era un genio. > 
< Ah si? Sapevi che oltre che essere interessante, come lo chiami tu, lui era interessato a ben altro? > ribatte Harry sarcastico.
< Si, scriveva anche poesie! > esclamo convinta.
< Si, mentre allucinogeni e LSD facevano il loro splendido effetto! > un sorrisetto beffardo gli si dipinge simultaneamente al mio.
< Era un'artista incompreso, poverino, tuttavia ha segnato la storia della musica, non puoi negarlo! > rispondo un po' piccata ma al tempo stesso divertita.
Jimmo non me lo possono toccare.
Harry ride di gusto e mi prende il disco dalle mani.
< Quale singolo preferisci, sentiamo! > mi guarda con aria di sfida.
< Mm, beh un classico, 'light my fire' e 'the end', sono in assoluto le più belle. > dico soddisfatta.
Ho vinto io. Ripone il disco e ne prende un altro. 
Questa volta però, tocca a me.
Faccio la stessa cosa che ha fatto lui precedentemente, e con rapidità prendo il disco che ha in mano.
< Ehi! > si finge offeso.
< Ora tocca a me! > dico ridacchiando.
Esamino il disco. Sono i Beatles!
< Hm..ora mi dici i tuoi singoli preferiti! > lo sfido.
< Ah-ah non vale! Stai facendo il mio stesso gioco! > dice a mani incrociate sul petto.
< Rispondi! > lo esorto.
< Vediamo..Eleonor Rigby è in assoluto la mia preferita. > 
< Ma come? È bella certamente, ma i Beatles ne hanno fatte talmente tante! Una delle mie preferite è 'Here comes the sun', mette allegria. > sorrido.
< Bene, se ora abbiamo finito, ti porto a mangiare. > mi si avvicina lentamente e si ferma esattamente a pochi centimetri da me. Ora sono di nuovo nervosa. Il mio cuore scalpita nel mio petto. 
Prende il disco dalle mie mani, senza staccare i suoi occhi dai miei. Chissà come devono apparirgli poco interessanti, a confronto coi suoi che sono così lucenti e chiari. I miei sono così anonimi, almeno secondo me. Non ci trovo nulla di interessante.
Mi lascio prendere il vinile, inerme ancora una volta, mentre un sorriso vittorioso si dipinge sul suo viso immacolato. A quanto pare sa come circuirmi, o forse fa questo effetto su tutte le donne. Non sembra reale.
< Grazie.. > mi dice a bassa voce, con un tono che mi scatena dei brividi. Ho davvero la pelle d'oca.
Ripone il disco e mi richiama.
< allora andiamo bella addormentata? > probabilmente perché sono rimasta imbambolata ad osservarlo.
Almeno non ha detto 'brutta'.
Saliamo in macchina e ripartiamo.
Harry mi conduce in un luogo del quale non sapevo nemmeno l'esistenza.
All'interno suonano musica dal vivo. È jazz, piacevole e non invadente. Fa da sottofondo.
I tavoli hanno la loro privacy e il barista sembra conoscere Harry.
A quest'ora però non c'è molta gente, sembra più un luogo aperto per la sera.
Ci accomodiamo.
< Heyy Hazza! Da quanto fratello, Come stai? > è un ragazzo, forse un po' più grande di Harry, avrà ventitré anni. È pieno di tatuaggi e piercing.
Sembra simpatico.
< Josh! Non mi lamento. Amico, cosa mi racconti? > si battono il pugno con fare amichevole. Maschi.
< Si lavora, ma non ti pagano mai abbastanza! > entrambi scoppiano in una grossa risata. 
Sembrano conoscersi da parecchio.
Ad un certo punto il suo amico si accorge della mia esistenza, mio malgrado.
< Hai portato la tua nuova ragazza a conoscermi? > esclama Josh, palesemente divertito.
Peccato che io non mi diverta neanche un po'. A quanto pare non sono la prima che Harry porta in questo posto. Ma d'altronde cosa mi aspettavo?
< Ahah, no Josh, lei è un'amica, Sara. Ci siamo diciamo, scontrati per caso un giorno e causa diverse circostanze, abbiamo deciso di intrattenere una sorta di 'civile rapporto amichevole'. >
Per l'appunto. 
Lo ha ribadito lui, che siamo amici e niente più.
< Oh, piacere Sara! Non so perché ma ho la sensazione che ci vedremo spesso! Ahah! > 
< P-piacere Josh! > esclamo timidamente.
< Bene ragazzi, cosa prendete? > ci chiede Josh.
Harry parla per entrambi.
< Un muffin al cioccolato da dividere. > 
< Altro? > chiede sempre Josh
Harry stavolta guarda me in attesa di una mia risposta.
< Magari un po' d'acqua naturale, grazie. > mi rivolgo al ragazzo pieno di piercing, che con un sorriso ci saluta e si dilegua.
Harry mi fissa. È di fronte a me e non smette un minuto di guardarmi.
Non so cosa fare. Ma lui cosa farebbe?
< C-che guardi? > azzardo improvvisamente.
< Stavo osservando, che oggi sei diversa, in senso buono. Cioè in università non vieni mai in gonna. Ti sta bene, tutto qua. > 
Arrossisco. 
< G-grazie. > 
Arriva Josh e ci porta il muffin più grande che abbia mai visto. Ecco perché Harry ha voluto dividerlo. È gigantesco!
Strabuzzo gli occhi. Ha un aspetto invitante però.
Harry lo divide esattamente a metà e aspetta.
Io mi vergogno però a mangiarlo davanti a lui. Non voglio fare la figura dell'ingorda, anche se dopotutto è quello che sono. Ricordo i pomeriggi passati a casa, a conciliare lo studio insieme a quantità industriale di nutella. 
Continua ad aspettare.
E va beh. Addento con quanta più delicatezza possibile il pezzo di cioccolato. È il sesso. È così buono che vorrei chiudere gli occhi per assaporarlo meglio. 
All'interno possiede un cuore di nutella.
Harry vuole forse farmi ingrassare?
Certo però che è davvero imbarazzante provare questo piacere mentre lui mi fissa così sfacciatamente. Mi fa salire pensieri poco casti alla mente.
< Allora ti piace? > mi chiede prima di addentare a sua volta il meraviglioso dolce.
Finisco di masticare, ingoio e rispondo.
< Stai scherzando? È semplicemente sensazionale! > 
Harry ridacchia soddisfatto. 
< Allora dopo chiamiamo Josh così gli fai i complimenti personalmente, lui è un vero portento in cucina! >
No sapevo che quel ragazzo tatuato sapesse cucinare come una casalinga perfetta.
Prima di uscire chiama Josh, e con mio grande imbarazzo, costretta da Harry, faccio i miei complimenti allo chef.
< Sei crudele! Dai che imbarazzo! > gli dico mentre saliamo sulla sua macchina.
< Ahah ma perché? Gli avrà fatto piacere sapere che qualcuno apprezza le sue doti culinarie! > 
Incrocio le braccia al petto e assumo un espressione imbronciata.
< Eddai, non tenermi il broncio.. > avvicina il suo volto al mio e mi guarda. Occhi negli occhi. Come si fa ad arrabbiarsi? 
< Mi farai morire Styles! > 
Esclamo non riuscendo a trattenere un sorriso.
Lui sorride a sua volta e ritorna a guardare avanti a sé.
Ha vinto lui. Ma solo questa volta.
Siamo arrivati davanti a casa mia.
È quasi buio fuori ormai.
Vorrei stare ancora con lui, non vorrei lasciarlo andare mai.
Ma lui non è mio. Perciò devo farlo nolente o volente.
< Allora, grazie Harry, mi sono divertita. > gli dico sincera.
Sto per scendere, quando la sua mano mi blocca.
< Volevo dirti io, grazie. Se ti va, possiamo rifare ogni tanto.. > 
Sta proponendo lui? Allora gli è piaciuta l'uscita! 
< Certamente, q-quando vuoi! > esclamo con fin troppo entusiasmo. Meglio non esagerare.
Lui ridacchia mi guarda, improvvisamente si avvicina al mio viso e..mi scocca un bacio sulla guancia.
< Grazie. > mi sussurra all'orecchio.
Scendo dalla macchina completamente frastornata. Poso la mia mano sulla guancia, dove Harry ha posato le sue labbra precedentemente. Penso che non mi laverò mai più la faccia. Mai più.  

 

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Capitolo 19
*** 21 Guns. ***


Buon pomeriggio ragazze! Questo periodo per me è davvero impegnativo con la scuola, per questo non ho avuto tempo di scrivere e pubblicare in questi giorni.
Spero di rimediare con questo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate e come al solito, recensite! Per me è molto importante per capire come migliorare e rendere
la vostra lettura più piacevole e coinvolgente! Un abbraccio :*

'Do you know what's worth fighting for? 
When it's not worth dying for? 
Does it take your breath away? 
And you feel yourself suffocating?..'

Comincia così la canzone dei Green day che sta vibrando nelle mie cuffiette bianche. Sono sulla metro che porta all'università per il corso. Da sola. Da sola perché ho deciso di entrare un'ora dopo. E non c'è una scusa in particolare, avevo solo voglia di dormire un po' di più. Di prenderla con calma. Posso permettermelo per una volta. Osservo come al mio solito la gente seduta che legge un libro o parla al telefono. Osservo la gente che sta in piedi, pressata tra la moltitudine di persone in uno spazio così ristretto e poco igienico aggiungerei.
Tocco delicatamente con il palmo la mia guancia tiepida e arrossisco.
Harry mi ha dato un bacio, proprio li dove la mia mano ora è appoggiata.

'..One, twenty-one guns, Lay down your arms, Give up the fight, One, twenty-one guns, Throw up your arms into the sky, You and I..'

So che un bacio sulla guancia non è niente di importante, però per me, ha segnato una specie di svolta. In sè, proprio quest'ultima uscita mi ha reso più consapevole di cosa Harry può essere e di cosa io posso essere.
Mi sono rilassata molto, almeno rispetto a tutte le altre volte, sono riuscita persino a mangiare un muffin alquanto 'borderline' e senza sporcarmi i vestiti, davanti a lui. Ho scherzato con lui, in qualche modo flirtato. Sono soddisfatta per ora.

'..When it's time to live and let die, 
And you can't get another try, Something side this heart has died 
You're in ruins...'

Provo una sensazione strana. Non so ancora se negativa o positiva. È come..come se stesse cambiando davvero qualcosa. E per ogni cambiamento, corrisponde una buona dose di scetticismo iniziale accompagnato da riflessioni e 'masturbazioni mentali', come le chiamo io. Ma questo forse, solo per i soggetti logorroici-ossessivo-compulsivi come me.
E mentre rifletto la canzone finisce e con un tempismo perfetto sono già arrivata. 
Sto per entrare in classe quando il cellulare vibra. 
È whatsapp.
'Saretta! Oggi pranzo a quattro con me, Louis e Harry?'
Charlie.
Ma come le è venuta questa idea?
'Uhm, ok, devo solo avvisare i miei che non tornerò per pranzo. Dove ci troviamo?'
Rispondo. 
Un pranzo a quattro. Non so, ma lo trovo strano.
'Per le 13 davanti a Luini.' Luini è un famoso locale dove si sfornano deliziosi panzerotti ripieni di mozzarella filante e pomodoro. Una bontà.
'Perfetto. Un bacio.' invio il messaggio ed entro in classe. 
Mi accomodo accanto a Giulia che nel frattempo sta prendendo diligentemente gli appunti del professore che illustra sulle slide parti di anatomia sull'apparato digerente. 
Lei mi guarda e mi sorride.
< Allora, come è andata alla fiera? > mi bisbiglia con fare malizioso.
So già dove vuole arrivare.
< No Giuls, non è successo nulla tra me e Harry, e mai succederà. > alzo gli occhi al cielo.
Non voglio pensarci ora. Insomma, vorrei godermi il presente, cogliere l'attimo, come diceva Orazio, 'carpe diem'.
Devo farlo diventare il mio stile di vita.
Cazzo si.
Prendere quello che viene senza pensare alle conseguenze.
Harry con me in questo periodo di sta dimostrando gentile, non voglio passare il mio tempo a temere il momento in cui tornerà freddo e chiuso. Se mi soffermassi anche solo un secondo su questo pensiero, ne rimarrei ossessionata.
Perché lo amo.
Ora lo so.
Non posso permettermi di pensare anche solo lontanamente di perderlo.
Non voglio perderlo anche se questo significasse solo amicizia e niente di più.
So che non sarà facile, ma se non lo avessi accanto, diventerebbe ancora più difficile. Ora so che ho bisogno di lui. Del suo sorriso, del suo profumo, delle fossette, e di quegli occhi all'apparenza sfacciati ma in profondità sinceri e puri.
Harry indossa una maschera davvero ben costruita ogni giorno.
Io voglio provare a toglierla. Senza forzarlo ovviamente, un passo alla volta.
Giulia sbuffa e torna china sul quaderno.
Io per quanto provi a concentrarmi, non riesco a pensare ad altro che al pranzo di oggi.

Suona la campanella che segna la fine delle lezioni. Saluto Giulia e Liam e mi dirigo trepidante verso l'uscita per recarmi da Luini. Sono euforica, un pranzo a quattro? Come se fossimo due perfette coppiette.
Ok. Meglio non correre troppo con la fantasia. 
Sono quasi arrivata..
Un tuffo al cuore.
La vedo. È alta, leggins neri e shorts di jeans, capelli fluenti neri che ora sta lentamente scuotendo, gambe lunghe e sorriso smagliante.
È Kendall. 
Vedo lei, vedo Harry. 
Lei gli tiene la mano e lui le sorride.
Che stupida che sono stata. Mi sento proprio patetica.
A quattro? Figuriamoci, lei sta con lui. Credo. Io non rimango di certo ad osservare i due piccioncini. 
Mi volto con nonchalance cercando di mimetizzarmi con gli edifici attorno a me, quanto più possibile.
Vorrei scappare, ora lo faccio..
< Ei Sara! > porca vacca. Tutte a me.
Merda.
Harry mi ha vista. Mi ha riconosciuta anche se ero di spalle, ma che occhi ha?
Non mi resta che rivoltarmi verso di loro e fare finta di niente. Come al solito. 
Harry mi fa un cenno con la mano. L'altra è occupata nelle mani della sua amichetta.
< E-ei!.. > abbozzo mentre controvoglia mi avvicino e mi sento una totale cogliona. 
< Dove te ne stavi andando? > mi canzona il riccio con un sorrisetto.
Vorrei tirargli un pugno ora come ora.
< I-io? D-da nessuna parte, c-cioè stavo venendo qui.. > arrossisco e guardo da un'altra parte.
Ma perché tutte a me?
Carlotta e Louis non si vedono ancora.
< Beh, in ogni caso, Kendall è riuscita a raggiungerci nonostante i suoi impegni! > 
Che portento di ragazza. Se.
< Che bello.. > rispondo con un risolino e un espressione fintamente amichevole.
Non voglio fare l'acida, ma io mi aspettavo davvero di stare sola ancora un po' con Harry. E che cavolo, un pezzettino del suo tempo Kendall me lo può anche cedere, dato che lei si prende la parte migliore di Harry ogni giorno.
A me rimane solo un po' del suo tempo libero. 
E adesso neanche quello.
La mora non mi calcola proprio e sorride in direzione del riccio.
< Solo per te, lo sai. > e appoggia la sua testa sulla spalla di Harry.
Vorrei vomitare. Lei ha un atteggiamento da gatta morta che poco si addice con la personalità di Harry. Non era lui a dire che le smancerie erano una rottura di coglioni?
Mi sento peggio della terza incomoda.
Solo che quello comodo, è il ragazzo che vorrei tutto per me.
Continuo a sorridere come un'idiota perché non so che altro fare. Ci manca solo che si mettano a scopare qua di fronte a me tanto il risultato non cambierebbe.
< Saretta! > la voce di Charlie mi chiama.
Finalmente. Almeno non sono più da sola con questi due.
< Ciaociaociaociaociaociaooo! >
Louis comincia a fare movimenti strani con le mani.
Non posso fare a meno di ridere.
< Buongiorno a tutti. > dice Harry.
Carlotta sembra sorpresa, probabilmente non si aspettava neanche lei che ci fosse Kendall.
Quest'ultima guarda la mia amica e le stringe la mano.
< Piacere. > dice sempre con quel tono che mi da' sui nervi.
< Oh, piacere! > risponde Charlie.
Ma fa la smorfiosa pure con lei? Vorrei tirarle i capelli.
A me non calcola proprio.
< Bene! Allora pigliamoci sti' panzerotti! > ci incoraggia Louis.
A me onestamente è passata la fame.
Ci accomodiamo a un tavolo rialzato con sgabelli. Louis e Charlie si siedono vicini, Harry è già seduto, io sto per prendere posto, ma subito quella stronza di Kendall si mette in mezzo a me e lui, così mi ritrovo tra le due 'coppie', con gli uomini ai lati.
Rettifico, questa È un'uscita a coppie.
Sono io quella di troppo.
Fanculo.
Mentre ordiniamo mi accorgo che Kendall mi osserva.
Ma che cazzo vuole?
Devo stare calma.
Negli occhi neri leggo aria di superiorità.
Vorrei sparire.
Per tutto il pranzo, mi ritrovo a parlare con me stessa, perché a quanto pare le coppiette parlano già amatamente a due a due.
Non vengo quasi calcolata.
Charlie è tutta presa dagli scherzi di Louis, mentre Kendall, continua a raccontare delle sue sfilate, delle marche famose che ha indossato, dei vestiti regalati, dell'America..
< Ti ci porterò molto presto Haz! > sento dirle a Harry con vocetta stridula.
Haz. Haz? Questa non sta bene.
Sembra il nome di un animale da compagnia.
< Vedrai quanto ci divertiremo io e te, verrai alle sfilate con me, ci pagheranno un albergo lussuosissimo, con una camera tutta per noi.. > continua questa con uno sguardo allusivo verso il riccio.
Harry ride in risposta.
Mi fa male che rida anche con lei.
Vorrei rovesciarle addosso la Coca-Cola che sto bevendo.
E infatti.
Per sbaglio il mio braccio urta il bicchiere e con mia grande vergogna le rovino la magliettina rosa di seta.
Vorrei sprofondare. Io ho solo pensato di volerlo fare. Forse il mio inconscio ha agito per me.
Sta di fatto che questa è l'ennesima figura di merda.
Kendall emette in risposta uno stridolino acuto.
< M-mi dispiace, scusami tanto, davvero.. > paonazza tento di aiutarla a ripulirsi per quanto possa fare.
< Non mi toccare! > 
Mi guarda con odio e si alza.
< Haz, vado un attimo in bagno, dopodiché voglio subito andare via! > dice quasi sull'orlo di una crisi isterica.
A me dispiace, davvero, mi sento profondamente in imbarazzo ma credo sia eccessivo reagire in questo modo.
Le ho anche offerto il mio aiuto.
Charlie mi guarda in silenzio e Louis scoppia a ridere. È l'unico però.
< Harry.. Mi dispiace, davvero..n-non volevo.. > tento di dirgli.
< non fa niente. Può capitare. > si alza e va verso il bagno dal quale esce Kendall, tutta incazzata.
Mi guarda ancora una volta in malo modo.
Poi, abbraccia Harry e..gli da' un bacio profondo sulle labbra intrecciando le sue dita fra i suoi ricci.
21 colpi di pistola dritti al mio cuore.
Non voglio guardare oltre.
Mi volto immediatamente e fisso il mio panzerotto quasi del tutto intero.
< Allora, ragazzi noi andiamo, ci becchiamo dopo. > Harry ci saluta mentre esce mano nella mano con la mora. Aspetto che siano fuori dalla nostra traiettoria e mi alzo di scatto dalla sedia. Questo pranzo ha fatto schifo.
Ho lo sguardo basso, a terra.
< Sentite io..torno a casa. Ci vediamo domani. > 
Senza nemmeno aspettare risposta esco.
Che merda.
Harry non mi ha neanche degnata di uno sguardo tanto era risucchiato letteralmente da quell'oca giuliva. Perché è sempre diverso ogni volta? 
Cammino a passo veloce mentre sento i mie occhi riempirsi di lacrime.
Ho i goccioloni che minacciano di uscire violentemente.
E come sempre nei momenti sbagliati, ricevo una chiamata.
È Giulia.
Ma che vuole anche lei?
Rispondo.
< P-pronto?.. > tento di respirare regolarmente. 
< Sara! Ma che succede? Tutto bene? Volevo solo avvisarti che i corsi per una settimana saranno sospesi, causa manutenzione e controlli. E la settimana persa, la recupereremo con una in più ad Agosto. Il test è stato procrastinato. >
Perfetto, una settimana in più in quella merda. Con Harry e tutto il resto.
< No Giuls, non va bene per niente, senti ora non ce la faccio..t-ti spiegherò ok? > ormai sto piangendo.
Sono ancora per strada mentre cerco di raggiungere la metro, ma le lacrime e la leggera brezza estiva mi offuscano la vista.
< Stasera vengo da te. Frega un cazzo. Non puoi stare così. Scommetto che c'entra Harry. >
Singhiozzo in risposta.
< Ora cerca di calmarti, prendi un bel respiro. Stasera vengo con il gelato e quel film che ti piace tanto..il lato positivo giusto? >
Rido e piango insieme.
< S-si. > 
< Perfetto, ora cerca di rilassarti, a stasera, un bacio. >
Le amiche. Se non ci fossero loro.
Soffio il naso e asciugo gli occhi.
Prendo le solite cuffie bianche e riparte la canzone di stamane, 21 Guns.
Mi fa venire voglia di piangere ancora di più, ma ho bisogno di ascoltarla. Traduco mentalmente le parole in inglese.

'Sai per cosa vale la pena lottare, Quando non vale la pena morire? 
Ti toglie il fiato e ti senti soffocare? Il dolore pesa sull’'orgoglio? E cerchi un posto dove nasconderti?Qualcuno ha rotto il tuo cuore all’'interno? Sei in rovina..'

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Capitolo 20
*** Don't look back in anger, I heard you say. ***




Salve ragazze! Ecco il capitolo! Avremo anche il Pov di Harry su grande richiesta, per la prima volta! Lo farò un po' più spesso d'ora in poi. Un abbraccio e recensire per dirmi cosa ne pensate! :*

< Penso che sarebbe meglio per te se tu lo evitassi, Sara. > 
Giulia è vicino a me sul letto di camera mia, con mia sorella, mentre ci gustiamo il gelato al cioccolato e fiordilatte. 
Rimango in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto mentre il mio film preferito scorre sulla tv.
Io..avrei voluto farlo, dalla prima volta in cui mi sono resa conto che lui mi avrebbe fatta soffrire.
Ma come al solito ho dato retta al mio cuore e non al mio cervello.
E adesso è troppo tardi. Lui la cicatrice sul mio cuore l'ha già tracciata. Ha impresso il suo marchio con il suo profumo e i suoi occhi, e l'unica cosa che posso fare è sperare che mi passi. Ma queste cose non passano mai davvero. Una persona si rassegna, va avanti, ma non dimentica.
Quando si ama.
Rimango in silenzio, mentre Giulia continua.
< Reagisci cazzo! Ti aiutiamo noi, vero Alice? Non dovrai più vederlo, faremo in modo di sapere dove si trova, a che ora, e riuscirai ad evitarlo completamente, ti assicuro.. >
< Ci ho già provato. > rispondo con occhi vitrei e voce atona.
Faccio quasi paura. Ma sul mio volto, si cela solo disperazione.
Come si fa a vivere, sapendo che non potrai mai avere quello che desideri di più? Che sei lontana anni luce dal poterlo toccare, o possedere?
Ma allo stesso tempo, sei costretta a vedertelo portare via ogni giorno, come un bambino che vede portarsi via una caramella che desiderava con tutto se stesso. Come quando vorresti mangiare cioccolata così tanto, ma sei a dieta e vedi qualcun altro farlo al posto tuo.
Giulia per la prima volta, rimane senza parole.
Alice appoggia la sua mano sulla mia spalla.
Trasalisco leggermente al tocco caldo del suo contatto.
< Sorellona, noi vogliamo solo aiutarti. Come hai fatto tu con me, ricordi? È grazie a te, se riesco a sentire Niall via telefono, grazie a te se non sono sprofondata nell'abisso del dolore, per una volta, non sarai tu a dover pensare agli altri, ma gli altri a te. Lasciati aiutare. > i suoi occhi nocciola mi fissano pieni di affetto e comprensione, e in un certo senso, mi sento meglio. 
Mi ridesto dalla mia posizione e mi metto seduta a gambe incrociate.
< Cosa vorreste fare, sentiamo? > chiedo interrogativa.
Giulia e Alice si guardano. Uno sguardo complice. Non prevedo nulla di buono.
< Pensavamo, dato che i corsi non ci saranno per una settimana, che passeremo un po' di tempo, così, tra donne. > dice Giulia.
< ..una piccola, piccolissima gitarella..un campeggio.. > continua Alice guardando Giulia con un sorrisetto beffardo. 
< Solo noi. > conclude la mia amica dai capelli color rame.
< Te lo scorderai, oh si. Ne passeremo talmente tante, che ti dimenticherai dell'esistenza di Harry Styles! > ridacchia mia sorella.
È bello vederla felice nonostante non veda fisicamente Niall. È vero che sente la sua voce, ma immagino che per due innamorati, toccarsi, sentire l'altro,sia la cosa più bella. Come stare in paradiso.
Perciò sapere che sta bene, mi rasserena.
Prima o poi si incontreranno, papà sta lentamente sbollendo, e tra poco la lascerà uscire con me, ne sono sicura.
Già che la fa venire in campeggio..
< Harry Styles? Harry chi? > Giulia lancia un cuscino addosso a mia sorella. 
< ooh! > mia sorella risponde con una cuscinata ancora più forte, solo che Giulia riesce a schivarla e me la becco tutta io. 
Io rilancio il suddetto su mia sorella e  improvvisamente parte una battaglia di cuscini, mentre ridiamo, Giulia presa dalla foga, si butta su di noi, così ruzzoliamo tutte e tre giù dal letto, causando un tonfo rumoroso.
Mia madre bussa alla porta.
Noi ancora ridiamo.
< Tutto bene? > chiede fuori dalla porta chiusa.
< S-siii! > rispondiamo in coro sghignazzando.
Davvero, se non ci fossero loro, non so dove o come sarei ora. 
E anche se l'idea del campeggio non mi sconfinfera più di tanto, solo il semplice fatto di stare con le mie amiche, mi rende felice.
E poi almeno prenderò un bel respiro e mi disintossicherò da Harry.
Spero.
< Quando partiamo? > chiedo improvvisamente entusiasta.
Davvero, ho bisogno di una pausa.
< Pensavamo, dopo domani. Staremo via quattro giorni. Porteremo tende, sacchi a pelo, tutto il necessario. Solo io, te, Alice, Hayley e Carlotta. Vivremo la natura selvaggia come donne spericolate! > Giulia si alza e comincia ad imitare i primitivi, mia sorella la segue.
< Auugh! > dicono insieme.
Rido fino alle lacrime.
 Vorrei vivere solo di questi momenti.
La vita dovrebbe essere leggerezza e semplicità, dopotutto si vive una volta sola. 
Giulia rimane a dormire da noi, e la mattina seguente, dopo la colazione, ci saluta e va a casa per preparare tutto il necessario.
Andremo in trentino, in un paesino chiamato Molveno. Guardando le foto, mi sembra un luogo davvero meraviglioso.
Un piccolo paesino tranquillo, dove si trova un'area apposta per il campeggio e i camper, vicino al lago.
Non vedo l'ora.

Il giorno della partenza arriva.
Ci facciamo trovare tutte alla stazione centrale e prendiamo il treno. 
Mi viene da ridere perché sembriamo  delle boyscout (in questo caso girl), con enormi zaini e borsoni, manco stessimo via due settimane, ci manca solo la divisa e il cappellino.
< Sguanzonee, cariche?!! > Hayley la più rossa delle rosse è davvero bella.
A differenza del mio corpo, minuto e non troppo magro, (io peso 55kg) rispetto alla mia altezza, lei è alta 1.70 e pesa 50kg. Potrebbe fare la modella perché qualsiasi cosa indossi le sta davvero bene. Ci credo che abbia fatto colpo su Zayn. Insieme loro due sono perfetti, speriamo solo che lui sia davvero onesto, a me da' un po' l'idea di donnaiolo. Mah, in ogni caso non lo dirò mica alla mia amica, non voglio farla soffrire per niente magari.
Io rido perché con la sua voce squillante ha attirato su di noi l'attenzione di mezza stazione.
Arrossisco leggermente.
< Hay! Non vedo l'ora! Davvero! > dico con sorriso a trentadue denti.
< Io dai Grizzly non vi salvo, vi avverto! > dice Hay ridendo.
< G-grizzly? > chiede mia sorella improvvisamente allarmata.
< Si, hai presente quegli enormi orsi, che vivono nei boschi? Hanno denti aguzzi e zanne luuunghe lunghe! >
Giulia e Charlie cominciano a ridere, io le seguo, anche se un po' mi dispiace per Alice che sembra davvero preoccupata. 
< Aliii! Guarda che sta scherzando! I grizzly si trovano sono nelle foreste Americane! Stai tranquilla! > dico tra una risata e l'altra.
< aah, meno male. > Alice mima un gesto con la mano sulla fronte, come se fosse scampata a chissà quale pericolo.
Ridiamo ancora mentre ci accomodiamo sul treno.
Ne approfitto per rilassarmi un po' e godermi la musica.
Chiudo gli occhi. Per sgomberare i pensieri metto la radio. Cerco la frequenza giusta e la musica parte. Brani di ogni genere si alternano ai commenti degli speaker ma siccome è la musica che voglio, appena finisce un brano, cambio subito frequenza.
All'improvviso il mio cuore perde un battito.
La valse d'Amelie sta suonando.
Harry..
Questa musica..la sentì la prima volta con lui nella sua macchina.
La prima volta che mi parlò di lui, della sua vita, quando bloccò i finestrini e quasi mi ordinò di parlare.
Di chiedere.
Questa musica..devo cambiarla.
Ma non so perché il mio dito non vuole ascoltarmi. Non risponde ai segnali.
Cambia frequenza..cambia eddai..
< Sara?! > mi sento scuotere leggermente.
Charlie.
< Sara?? > mi guarda interrogativa e leggermente preoccupata.
Cosa è successo?
< Sara..perché stai piangendo? > mi chiede Giulia improvvisamente.
Mia sorella apre gli occhi leggermente dalla sua posizione pronta per il riposino.
Io, piangendo?
Con il polpastrello dell'indice tocco delicatamente il mio viso e vi scopro del bagnato.
Ho..pianto davvero?
< Tutto bene? > mi chiede Alice.
Ora mi stanno guardando tutte e tre. Mi stanno guardando come si guarda un asino che vola.
Con perplessità e anche un po' di scetticismo.
Sono messa davvero male. E ora che cosa dico? Devo inventarsi qualcosa, non posso mica dire che mi sono commossa ascoltando la canzone e ricordando Harry.
Questo viaggio è stato organizzato proprio per evitare di pensarlo.
Per distrarmi.
E io che faccio? Mando tutto a puttane? Nah.
< Uhm, eh, oh, ahahaha! Ma niente, ascoltavo un po' di musica e..sapete quanto sono suscettibile ahah cioè..tranquille! > mi asciugo il volto e sorrido. 
Sembro averle convinte perché ritornano a fare quello che stavano facendo.
Merda.
Devo ripigliarmi o mi porteranno a farmi curare.
Ti odio Harry.
Ti amo Harry.
Fanculo Harry.
Fanculo pure Kendall.

Arriviamo dopo due ore a destinazione, cominciamo a preparare il necessario ma io la tenda non la so proprio montare.
Hayley invece sembra esperta, così si ritrova a dover fare tutto lei, noi più che altro siamo utili solo a complicarle il lavoro.
< Mah..non così! Ahahah! Red! È all'incontrario! Aspetta..lascia fare a me! > Hay ride mentre Giulia cerca di montare la sua tenda, o almeno ci prova, perché come me, è negata al massimo. Charlie almeno si è fatta spiegare le istruzioni e ci sta riuscendo da sola.
Io Alice e Giulia dormiremo insieme, mentre Charlie e Hayley in un'altra tenda.
Andiamo a dormire abbastanza presto perché domani faremo una gita.
Io fatico un po' a prendere sonno, ho terribilmente paura che Harry non andrà mai via dalla mia testa.

Mi sveglio con il canto di qualche grillo appostato nell'erba intorno a noi, fuori dalla tenda. Raggi di luce passano attraverso la nostra 'dimora'. Osservo intorno a me le altre che ancora dormono, perse in chissà quali sogni.
Decido di fare due passi, così mi alzo lentamente e cercando di fare il meno rumore possibile, esco.
Fuori l'aria è pulita, fresca, un sollievo per i polmoni ormai abituati a incamerare troppo smog e inquinamento urbano.
Cammino sul verde prato curato e mi dirigo su una spiaggia di ghiaia vicino al campeggio, che prosegue per qualche metro prima di concludersi nel lago fresco che costeggia Molveno.
Questo paesino è piccolo ma davvero meraviglioso.
Fuori non c'è nessuno, o quasi, solo qualche anziano signore che passeggia in solitudine, ma dopotutto sono le sei di mattina.
Mi siedo su una roccia a gambe incrociate. Guardo l'orizzonte davanti a me. Il cielo è limpido anche se il sole non è ancora alto. Non c'è una nuvola. Inspiro a pieni polmoni è chiudo gli occhi. Le dolomiti attorno a me mi sovrastano e io mi sento così piccola e impotente a loro confronto. Sono così grandi che mi rendo conto che l'uomo non è niente comparato alla natura. Così selvaggia e gigantesca.
Tengo gli occhi chiusi e tendo l'orecchio per ascoltare.
Un canto di alcuni uccellini risuona in questo magico luogo. 
Chissà cosa sta facendo ora..
Se le altre sapessero che sto pensando ai suoi occhi e alle sue fossette, probabilmente si arrabbierebbero molto.
Ma non ce la faccio per ora. Quando vedo questo spettacolo della natura davanti a me, penso che non vorrei altro, se non essere qui con lui. Condividere questa bellezza con lui, che già bellezza è.
Invidio quelle ragazze che possono passare il loro tempo con quel lui, che solo loro possono avere. 
Io non posso farlo. Sento una morsa al cuore, mi fa male. Osservo un signore che passeggia lungo il litorale ghiaioso e ogni tanto scalcia con il piede qualche ciottolo ingombrante, vicino a lui un cagnolino, partecipe della sua solitudine. Chissà che storia racchiude quell'uomo. Ho sempre pensato che ad una certa età, devi averne passate e viste talmente tante, che ormai nulla potrebbe più meravigliarti o sorprenderti.
Ecco perché si dice che lo stupore o l'entusiasmo appartiene ai giovani.
Quando ancora tutto sembra nuovo e pieno di sorprese, quando hai a disposizione tutte le possibilità e il mondo ai tuoi piedi. Quando puoi costruire qualcosa di grande e hai tutto il tempo per farlo.
Lo vedo passare e mi rendo conto che ormai è pieno giorno. Così mi alzo e mi incammino verso il campeggio.
Hayley è già sveglia, e sta preparando la colazione per tutte. Le altre ancora dormono.
Non sembra sorpresa di vedermi.
< Hai fatto una buona passeggiata? > mi chiede mantenendo un tono di voce basso per non svegliare chi ancora dorme. Mi rivolge un sorriso di comprensione. La amo, letteralmente. Lei sa essere esuberante ma al tempo stesso sa comprendere senza fare troppe domande.
< Si, diciamo. Ti aiuto a preparare? >  
< Certo, grazie mille! > mi sorride nuovamente.
Riusciamo a grigliare dei würstel grazie alla griglia messa a disposizione per il campeggio e riusciamo a cuocere pure delle omelette.
Mentre apparecchio su un tavolino di legno da picnic Hayley mi distoglie dai miei pensieri.
< ..se avessi bisogno di parlare ogni tanto..lo sai che io ci sono, per qualsiasi cosa. > 
Annuisco in risposta.
< So che non è facile. So anche che questa settimana non ti basterà. Probabilmente non basterà neanche un mese. Ma ci riuscirai. Io so che puoi farlo. E quando incontrerai il ragazzo giusto, quello che ti amerà come meriti, brillerai di una luce accecante che ti invidierà pure il sole. Quel sorriso lo vedrò talmente tanto che avrò la nausea. > conclude ridendo. 
Io annuisco e sorrido perché sento le lacrime approssimarsi sulle mie gote pallide.
Senza dire una parola, perché non riesco a parlare, poggio la mia mano sulla sua e la stringo leggermente, un tacito ringraziamento. 
Mi sorride. < Dai andiamo a chiamare le altre pelandrone che oggi sarà una giornatina piena! > finito il momento di serietà, scoppio a ridere quando Hay comincia a battere le mani e fare il verso degli indiani per svegliare le ragazze. Solleva anche qualche lamento da parte dei vicini di tenda e non smetto più di ridere.
Quando finalmente siamo tutte a tavola, guardo un po' perplessa Charlie che divora tutto in poco tempo.
Oggi ci divertiremo un sacco. E io non voglio più pensare.

HARRY'S POV.
< Hazza oggi andiamo a correre? > Louis è steso sul divano con i piedi nudi vicino alla mia faccia.
Che schifo cazzo, emanano un tanfo pestilenziale.
< Non so, Lou. > rispondo secco.
Oggi non ho voglia di fare niente.
< Eddai, cristo, accompagnami! Avrei chiesto a Charlie, ma sai che è via! Non fare il pelandrone! > 
< E va bene, basta che non rompi più i coglioni. > a volte sa essere davvero insistente. Ma è il mio migliore amico.
Carlotta è via, mi pare di aver capito che sia andata ad un campeggio. Si con Sara e tutte le altre.
Sara. Perché penso a lei?
Quella ragazza è strana. Non capisco mai se certe cose le fa apposta o è proprio così per natura.
Certo è che sembra buona e non la solita ochetta del cazzo. Almeno non è superficiale.
Mi arriva un messaggio. Kendall.
Oggi vorrei solo essere lasciato in pace.
Non so perché ma ci sono quei giorni in cui vorrei chiudermi in casa e non fare niente. Ho l'umore sotto le scarpe.
'Amore, oggi che fai?' mi scrive.
'Niente in particolare, forse vado a correre, perché?' se ci si mette anche lei urlo.
Risponde dopo poco.
'Magari ti andava, che ne so..di passare da me..ho comprato la lingerie nuova, quella di Victoria Secret, di pizzo, che ti piace tanto..'
 Oggi non ho nemmeno voglia di scopare. Cristo facciamo solo quello da due settimane a questa parte. 
Comincio a trovarlo noioso.
Lei ha delle curve da urlo ma ho bisogno di anima vicino a me, non solo di un corpo. Non ho mai trovato una ragazza così. Una ragazza che mi abbia mai capito, come faceva mia madre..
Batto il pugno sullo schienale della poltrona mentre Louis intanto si è appisolato.
'Scusa ma oggi non mi va.' rispondo e spengo il cellulare.
È già tanto se corro oggi.
Mi alzo e vado sul balcone.
Accendo una sigaretta.
Mi viene in mente quella volta in cui Sara mi sorprese a fumare sul terrazzo di Londra.
La trattai davvero male. Ma ero arrabbiato. Nessuno può sorprendermi in quel modo, nessuno deve vedermi così. Ogni volta che penso a come mi guardò mi si stringe lo stomaco. Lo stesso sguardo di paura di..
Sara è così ingenua e innocente. E poi mi piace passare il tempo con lei. Mi fa sentire più leggero.
La sua sbadataggine la rende troppo buffa.
Perché cazzo penso a lei? Bah. 
Sono una testa di cazzo. Solo questo. 
Oggi ho un umore pessimo. E per una settimana, non la vedrò. Perché è via. Chissà se si diverte. La immagino che inciampa in qualche radice. Sorrido tra me e me.
Si mi sto proprio rincoglionendo. 

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Capitolo 21
*** Mad World. ***


Ciao a tutte!! Questo capitolo è importantissimo. È abbastanza lungo perché per una settimana sarò in gita scolastica ed essendo in Inghilterra non avrò wifii di giorno, forse la sera. Non avrò molto tempo per scrivere perciò vi lascio con questo capitolo. Buona lettura e recensite! (Passate dalla mia seconda storia '50 Shades of Styles' e fatemi sapere la vostra opinione.) 


< Auch! > sento qualcosa di vagamente simile al dolore più o meno all'altezza della caviglia, e del polpaccio.
Merda.
Mi fa un male cane a dire la verità.
< Oddio! SARAAA! > sento urlare il mio nome, ma non riesco a capire da quale persona provenga la voce..
So solo che sto perdendo sangue. Molto sangue. E non riesco a muovere la gamba. Merda. 
Devo essere inciampata come al mio solito.
Si, ora ricordo. Stavo salendo insieme alle altre, un sentierino che porta al 'Croz' fino in alto, dove avremmo trovato un rifugio, ma non so come, sono caduta e ho un rovo conficcato nella gamba. Un rovo spinoso. Merda.
La voce è quella di Charlie e richiama anche le altre. Io ero dietro di loro, devono aver sentito il tonfo.
< Merda. > mormoro perlustrando il danno.
< Sara! Merda, ma che è successo? Oddio! Stai perdendo un sacco di sangue! Dobbiamo portarti via da qui! > sembra davvero spaventata, più di me.
< Saraa! Cazzo! Adesso chiamiamo aiuto! Stai tranquilla! > sento dire a Giulia.
Rimango zitta e osservo la scena intorno a me. Comincio a sentire un ronzio nella testa, il dolore si fa più intenso. Comincio a focalizzare poco e male, qualcuno mi sta mettendo una mano sulla fronte, forse mia sorella, ma mi sento stordita al punto tale da non riuscire più a parlare.
Poi all'improvviso tutto si fa buio.

Mi risveglio in un posto vagamente simile ad un ospedale. In un letto, con la il polpaccio ingessato. Mi sembra un po' esagerato, non mi pareva di essere ridotta così male. O forse no.
Le luci al neon mi accecano per un momento. Ma quanto ho dormito? Sembra mattina.
Cerco di guardarmi intorno. Fuori non ci sono montagne. Devo essere tornata a Milano.

HARRY'S POV.

'..and she's shy apparently..'
Good charlotte nelle cuffie. 
'Like its her birthday.'
Finisce la canzone. Sono steso sul letto a torso nudo perché sono abituato in questo modo. Sono nella mia camera dal almeno un'ora senza niente da fare. Ho perso il senso del tempo e dello spazio.
Decido di togliere le cuffie.
Senza neanche farlo apposta sento Louis parlare al telefono di là, in sala. 
Ha un tono allarmato.
< Merda! Davvero? State tornando?..   >
Ma con chi starà parlando?
< Cazzo..si..ok va bene..arriviamo subito. >
Mette giù il telefono. Io mi alzo di scatto. Sono davvero curioso adesso.
Mi dirigo in soggiorno.
< Che succede Lou? > chiedo interrogativo.
È vagamente pallido. Cosa davvero strana per il suo carattere così solare e spensierato.
< Charlie. Ha chiamato. Si tratta di Sara. >
Il mio cervello scatta.
Non so per quale recondito motivo ma ho l'impellente bisogno di sapere cosa le è successo.
< Parla. > dico con troppa enfasi.
< È caduta Hazza. Aveva un rovo conficcato in una gamba e la stanno riportando a casa. Ovviamente le hanno tolto il rovo, ma ha la gamba fratturata. E ha perso conoscenza. >
Porca puttana.
Il mio cuore comincia a scalpitare nel mio petto. 
Comincio a sentire caldo. 
Ma che cazzo mi prende?
Devo vederla. Subito merda. 
Senza pensare prendo la giacca di pelle nera e le chiavi della macchina. 
Una mano mi ferma la spalla.
< Dove vuoi andare Hazza? Stai calmo. Non è ancora arrivata. Saranno all'ospedale tra un'ora. > 
Non me ne frega un cazzo. Io devo andare.
< Io non aspetto. Lei ha bisogno di me. > Louis mi osserva per pochi secondi. Poi mi guarda intenerito.
< Cosa ti succede fratello? Ti sei innamorato? E Kendall? > mi chiede con aria maliziosa.
Louis e i suoi giochetti mentali del cazzo. Non ho tempo e voglia adesso per assecondarlo.
< Che c'entra Kendall ora? > sbotto lievemente rosso.
Io non arrossisco mai. MAI. Per nessuno.
Ma che diavolo sta succedendo?
< Ah non so..forse perché è la tua ragazza? Sembra che invece sia Sara la tua ragazza. Da come ti comporti. >
La sua calma e il suo sorrisino compiaciuto del cazzo mi fanno venire i nervi. 
< Ma che cazzo dici? Mi preoccupo come farebbe un amico! Anzi, quello troppo calmo qui, sembri tu . >
Sono incazzato e frustrato. Devo vederla. Chissà come le deve aver fatto male.
E io non c'ero. Avrei potuto salvarla.
Avrei potuto impedire tutto questo. 
Se solo non fosse andata, merda. È la solita imbranata. 
< adesso siediti un attimo e rilassati ok? Non sarà nulla di troppo grave. Aspettiamo mezz'ora e poi andiamo. Te lo prometto. > 
Lo squadro con aria torva.
Solo perché è il mio migliore amico. 
Altrimenti ero già là.
< Però guido io. > mi dice poco dopo, ridacchiando come solo lui sa fare.

SARA'S POV.

< Ecco, la pressione è a posto. Tra qualche giorno ti dimetteremo, signorina. > un'infermiera piuttosto robusta mi osserva con tenerezza. È gentile. 
< E il gesso? > chiedo d'istinto. È davvero fastidioso.
Mi prude e non posso nemmeno grattarmi. Una vera tortura.
Mi sento fiacca.
< Oh, per quello dovrai aspettare ancora un po' di tempo, signorina. Ora cerca di riposare. Tra poco i tuoi amici saranno qua. > 
Sta per andare via ma io devo sapere di più.
< E i miei genitori? Dove sono? Da quanto sono qui? >
L'infermiera mi rivolge un sorriso benevolo. Mi piace.
< Sono appena andati via, hai dormito per 14 ore filate. Hai fatto prendere un bello spavento. Hai una frattura. E hai avuto un calo di zuccheri dovuto anche alla perdita di parecchio sangue. Ora riposa, tra una mezz'ora passerò con il pranzo. Devi mangiare se vuoi rimetterti in forze. >
Detto questo sparisce e chiude la porta.
Ho dormito davvero quattordici ore? 
Vorrei Harry qui con me. Provo a muovere la gamba buona, almeno quella funziona. Il gesso invece mi limita moltissimo. Mi viene anche un po' da piangere perché sono sola. Non c'è nessuno adesso e avrei  di sostegno.
Harry non mi ama. E questo mi addolora ancora di più. 
Ricaccio subito il magone dentro di me quando sento la porta aprirsi.
È Harry. 
Solo lui. 
Nessun altro.
Improvvisamente i miei propositi di dimenticarlo svaniscono come fumo. Vorrei solo che mi stringesse a sé. Vorrei sentire il suo profumo.
Oddio.
Sarò in condizioni orribili. Cazzo.
Chiude la porta e rimane in piedi a guardarmi.
< Buon giorno. > mi dice.
La sua voce non ha tono, è piatta ma roca quanto basta.
Sensuale come sempre.
Mi vengono i brividi. 
< Ciao, Harry. > rispondo con voce flebile.
Dopotutto mi sono appena svegliata da quattordici ore di sonno.
< Hai dormito tanto, vedo. > si avvicina lentamente. 
Quanto è bello. Ha una camicia rossa a quadri che evidenzia il suo petto ampio e i muscoli scolpiti.
Pantaloni neri attillati strappati sul ginocchio. I riccioli morbidi e castano chiaro sono liberi e selvaggi, un po' scarmigliati. Sembra il re della foresta. Un re dagli occhi verdi.
Si siede sul bordo del mio letto. 
< Sei la solita imbranata. > mi dice improvvisamente, lo sguardo dolce ma al tempo stesso severo.
Mi offende un po' questa cosa.
Lo sapevo anche io che sono un disastro ma non c'era bisogno di essere così espliciti.
< Lo so. > rispondo ahimè rassegnata, abbassando lo sguardo sulle mie mani e arrossendo.
La sua mano lunga e affusolata mi prende il mento con delicatezza.
< Non farlo mai più, d'accordo? > 
Questa frase sembra più un ordine che una semplice richiesta.
Lo guardo in quei pozzi verdi senza fondo. Oggi sono più scuri del solito, sembrano ardere.
Non devo guardare quelle labbra carnose e rosee, altrimenti sarebbe la fine.
Perché mi sta dicendo queste cose? A lui non gliene frega nulla di me, giusto? Noi siamo SOLO amici.
< E a te cosa te ne frega? > rispondo senza volerlo. Perché non mi mordo la lingua una buona volta?
Aggrotta la fronte e mi guarda fino a scavare nei lati più profondi della mia anima.
< Mi frega. > dice con tono fermo.
Sono senza parole. Da quando è così interessato a quello che faccio o a quello che mi succede?
Rimango zitta perché non so davvero cosa dire.
All'improvviso la sua mano si appoggia sulla mia fronte. O mamma.
È tiepida e forte.
< Mm..hai ancora un po' di febbre. Devi riposare. > detto questo si alza e spegne la abat-jour.
Ma dove sono tutti? Perché c'è solo lui?
< D-dove sono gli altri? > essendo ancora presto, fuori è relativamente buio, perciò con la luce spenta, non riesco a distinguerlo bene.
< Arriveranno oggi pomeriggio. Sono venuto solo. > il mio cuore comincia a battere forte.
< P-perché? > chiedo con voce tremolante.
Non vedo nulla.
Sento un respiro caldo vicino al mio orecchio.
Rabbrividisco.
Sono brividi di piacere.
La sua meravigliosa bocca vicino al mio orecchio. 
< Volevo vedere come stavi. > mormora.
Arrossisco violentemente, ritiro quello che ho detto sulla luce spenta.
Non deve vedermi così vulnerabile.
Chiudo gli occhi e cerco di respirare in modo normale.
Lo sento allontanarsi lentamente e dirigersi verso la porta.
< H-Harry! > la mia voce risuona automaticamente. Il bisogno di lui è troppo forte.
 I suoi passi si arrestano. 
Ho ancora gli occhi chiusi.
< N-non andare, ti prego. Non lasciarmi. > 
E quella che per lui potrebbe sembrare una banale richiesta di compagnia, per me è molto di più.
È una promessa a rimanere per sempre.
< Non vado da nessuna parte. Sarò qui fuori, hai bisogno di riposare. > 
Una gioia immensa mi attraversa. 
Lui sarà qui. Non andrà via. Sarà qui per me.
Appena prima che apra la porta parlo un'ultima volta prima di sprofondare ancora tra le braccia di Morfeo.
< Grazie. > e la mia voce debole è ricca di sentimento.
Lui si ferma un attimo prima uscire. Sembra stia ponderando le parole da dire.
Invece prosegue e si richiude la porta alle spalle. 

 
 

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Capitolo 22
*** Gives you hell. ***


Ciao a tutte ragazze! Sono tornata ieri dall'Inghilterra ed è stato magnifico anche se il cibo davvero non si può mangiare ahaha! Auguro a tutte una buona serata e vi lascio con questo capitolo, dato che non ho avuto molto tempo per scrivere! Ma ora sono tornata! Perciò buona lettura! E come sempre...recensite!! Un abbraccio :*

Da quando mi sono fratturata la gamba, Harry non mi molla un secondo.
Per carità sono felicissima, ma so che le sue attenzioni, sono dovute più a un senso di dispiacere e di amicizia che per altro. E questo mi rattrista non poco.
I miei genitori sono molto comprensivi e le mie amiche hanno persino rinunciato ad uscire per stare con me.
Una cosa positiva, è che mia sorella e Niall si devono per forza vedere, durante le visite a casa, e mio padre, deve per forza accettarlo.
Sono così felice, possono parlare, a volte con una scusa banale escono in giardino, e rimangono un po' soli.
Mio padre però, resta sempre guardingo ad osservarli. 
Mi arriva un messaggio su whatsapp.
Sono sul mio letto con il polpaccio poggiato su un cuscino.
'Oggi ti porto in un posto. Andremo in macchina. Harry.'
Arrossisco impercettibilmente e chiudo gli occhi.
Oh Harry.
Perché mi fai questo? Perché da un po' di tempo a questa parte ti comporti come se ti importasse davvero di me?
Non voglio illudermi, non voglio pensare che tu possa tenere a me.
Lo fai solo per pietà.
Solo per questo. Io sono la solita povera illusa che finirà per piangere, col cuore a pezzi.
Cosa rispondo? Una parte di me lo vuole così tanto.
Come sempre prevale e il cuore e rispondo.
'Per che ora?' Premo invio.
Ormai l'ho mandato.
''Saranno cazzi tuoi''parla la mia coscienza. Sta rimproverando il mio cuore.
È troppo stupido per capire, dice lui.
Merda.
Risposta.
'Per le tre. A dopo.'
Bene. Ora si che sono in ansia. E non posso nemmeno alzarmi per vestirmi diversamente.
Sono davvero casual.
Jeans non troppo stretti per non fasciare le gambe e una felpa abbastanza larga. Che schifo. Ma almeno i capelli sono aposto e ho un filo di matita nera.
Arrivano le tre.
Sento bussare alla porta. I miei ormai sono abituati alle frequenti incursioni di amici o conoscenti che vengono a vedere come sto, manco stessi per morire. Ma ok.
Harry entra in tutto il suo splendore. 
Mi sorride.
< Buongiorno. > non faccio in tempo a replicare che con un'unica mossa mi solleva e mi prende in braccio. 
Emetto un piccolo urletto per la sorpresa, ma nell'alzarmi è delicato.
< Metti le braccia intorno al mio collo, così per me è più facile portarti. Farò attenzione, promesso. > 
Sono in braccio a lui.
O. Mio. Dio.
Spero davvero che non mi guardo perché sono rossa come un peperone.
Anzi, i peperoni in confronto a me, sono pallidi.
Avvolgo le mie esili braccia intorno a lui e la mia testa si ritrova all'altezza del suo petto ampio e forte.
Posso sentire il battito costante del suo cuore.
Il mio in questo momento sta facendo il triplo salto carpiato.
Sento il suo profumo che mi invade, Harry e bagnoschiuma.
Mi invade e mi manda in estasi.
< Ecco, ci siamo. > Harry mi adagia delicatamente sul sedile del passeggero e sale dalla sua parte.
Accende il motore e partiamo.
Parte una musica 'In the shadows' dei the Rasmus. È più rock melodico. 
Wow è davvero versatile in fatto di musica. Come me.
< Dove andiamo? > chiedo. La curiosità è troppa e non riesco a mordermi la lingua. 
La sua bocca si piega in un mezzo sorriso. 
< In un posto. > mantiene gli occhi fissi sulla strada.
Non vuole proprio dirmelo.
Si però potrebbe degnarsi di fornirmi almeno un indizio dato che mi ha letteralmente portata via di casa. Tutto questo è frustrante.
Mi volto a guardare il finestrino.
Ci stiamo allontanando dalla città, i palazzi vengono rimpiazzati dalla campagna circostante.
La concentrazione delle case diminuisce sempre più.
Sono un po' allarmata. Nelle mie condizioni non so se sia il caso per un'avventura in campagna.
Proseguiamo il viaggio in silenzio.
Ad un certo punto frena bruscamente e imbocca lentamente una piccola via.
Arriviamo davanti a quella che sembra una pista di atterraggio e partenze per gli aerei.
Si, un aereoporto.
Perché mi ha portato qui?
Questo ragazzo per me è un'enigma.
Mi volto e lo fisso interrogativa.
Si gira verso di me a sua volta.
I suoi occhi verdi, hanno una tonalità molto chiara oggi.
Rischio di perdermi di nuovo in lui. E ciò non va bene.
Quando comincia a parlare, mantiene un tono di voce basso.
< Mio padre da piccolo mi portava spesso qui. Faceva il pilota. > 
Oh.
Sta raccontando di sé. A me.
Rimango in silenzio. Devo aiutarlo a continuare. Forse vuole provare a fidarsi di me. Ahimè, di un'amica.
Ora guarda un aereo che sta per decollare. E sembra tornare bambino.
< Mi piaceva molto. Guardare questi grandi uccelli meccanici spiccare il volo. Vederli alzarsi e sparire nell'immensità del cielo. Rimanevo affascinato, l'uomo che sfida la natura.. >
È così bello che vorrei toccarlo.
La mia mano automaticamente, e senza chiedere permesso al mio cervello aggiungerei, si posa delicata sulla sua. Lui di volta immediatamente, ma non la scosta come mi sarei aspettata. 
La stringe.
Arrossisco paonazza, ma sostengo il suo sguardo intenso su di me.
< Perché mi hai portato qui? > sussurro appena.
Ho paura che possa dire o fare qualcosa che lo allontani. Di nuovo.
Mi guarda per quella che sembra un'eternità. 
< Non lo so nemmeno io. Non ci ho mai portato nessuno. > 
Il mio cuore comincia a correre. Per dove non si sa.

HARRY'S POV. 
 
Perché l'ho portata qui? 
Il mio posto d'infanzia. Il mio posto preferito.
Non ho mai voluto portare nessuno, perché è una cosa mia. O almeno la ritenevo tale. Perché ho sentito il bisogno di condividerla con lei? 
Non voglio rispondere a queste domande.
Ma da quando si è fatta male, sento che lei è troppo fragile, ha bisogno di me.
Di qualcuno che la sostenga perché è troppo imbranata. Imbranata nel senso buono, imbranata nel senso di ingenua. Così ingenua e piccola che potrebbe spezzarsi con una sola folata di vento.
Adoro la sua fossetta sul mento. La rende così particolare. Lei mi ha detto che non le piace per niente, io penso invece che sia il suo tratto caratteristico.
I suoi occhi marroni che lei ritiene tanto anonimi, sono così profondi che potrei specchiarmici. 
Le sue labbra, che lei ritiene sottili, sono fini e rosate. 
Lei si ritiene bassa. Ma 'bassa' in questo caso non mi sembra corretto.
È minuta, esile e piccola. Così piccola che potrei stringerla e legarla a me per sempre.
Non può essere. 
Andrebbe contro tutti i principi in cui ho sempre creduto.
Andrebbe contro la mia natura, solitaria e disimpegnata. 
Sara mi piace? Nel senso di piacere davvero?
Per me è tutto nuovo.
E Kendall? No. Lei non mi piace. Non davvero. 
Adesso cosa farò? Per adesso, non trovo risposta. Aspetterò.

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Capitolo 23
*** In the shadows. ***


Ciao a tutte! Questo è un capitolone! Davvero super importante! Lascio a voi giudicare! Un abbraccio :* RECENSITE! 

Ho tolto da poco il gesso.
È stato un vero sollievo sentire dopo tanto tempo l'aria circondare il mio polpaccio e la frescura carezzare la mia pelle intorpidita.
Mi hanno rifilato delle odiose stampelle in compenso.
Sono sul letto di camera mia, nelle cuffie la canzone del momento 'in the shadows'.
Penso a Harry. Come al solito.
Per una settimana non sono andata in università a causa di questo incidente e mi sono fatta passare gli appunti da Giulia. Ormai siamo luglio.
'Non lo so nemmeno io. Non ci ho mai portato nessuno.' 
Le parole di Harry percorrono il mio cervello arrivando fino al mio cuore.
Il cuore accelera e fa come al solito di testa sua. Bel gioco di parole.
Cuore e testa.
Cosa significo io per lui a questo punto? 
Quando gli ho stretto la mano, in macchina, lui non si è ritratto come mi aspettavo, anzi, ha stretto più forte, come se avesse bisogno di conforto.
Devo andare a fondo di questa faccenda.
Ora che lui ha finalmente scoperto una parte di sé, devo assolutamente aiutarlo. 
Per me e per lui.
Ricevo una telefonata.
Charlie? 
Rispondo.
< SARA. SARA. UCCIDIMI. >
Ha il fiatone e sembra stia camminando.
< Charlie! Che succede? >
< Cazzo. Sto così male! Non doveva succedere! >
< Ti prego! Parla! Mi stai facendo preoccupare! Fermati, prendi un bel respiro e parla. >
< Ok, ok. > sembra calmarsi.
Si è fermata quanto meno.
< Sei seduta? > chiedo cercando di mantenere un tono fermo. 
< Si. > risponde con il fiato corto.
< Bene, ora parla. > rispondo decisa.
< Ero in casa, sai, stavo preparando una cenetta per ringraziare i ragazzi di ospitarmi..è arrivato Louis..avevo gli auricolari, mi giro un secondo per prendere un ingrediente e me lo sono trovato esattamente a due centimetri da me. Mi ha sorriso in quel modo strambo, tutto suo, ha preso il mio volto tra le mani e..MI HA BACIATA! > 
Wow. Era ora Louis!
Reprimo un risolino.
< Beh Carlo..ti è piaciuto? >
< MA CHE DOMANDE SONO? ..si. > 
Adesso sto ridendo. 
< NON RIDERE CAZZO! SONO UNA LURIDA TRADITRICE! Mi sento uno schifo per Marco! > 
Mi sforzo di tornare seria. 
< Ascolta, innanzitutto ti ha baciato lui! Sei stata 'quasi costretta' perciò Marco potrebbe benissimo spaccare la faccia a lui e compatire te. > 
< Si ma io mi sento uno schifo per come mi sono sentita dopo! Mi è piaciuto! Lui mi..mi piace! Ho paura Sara. Lui mi fa sentire come nessuno prima. Non ho mai provato le sensazioni che lui mi suscita. Quando c'è lui sto bene e basta. >
< Ti capisco. > il mio tono ora è poco più che un sussurro.
Peccato che Louis ricambia. 
< Senti, ne parleremo, ti ho già rotto abbastanza! Tu come stai? > 
< Sto.. > 
Non so dire esattamente come mi sento. 
Confusa? Può darsi.
Perplessa? Anche.
Senza parole. Forse.
Harry è un mistero. Ma sono decisa a svelarlo. Devo parlargli. Si. Ora lo so. Sono stanca di tormentare me stessa. Devo prendere coraggio e fare quello che una Sara di quattro settimane fa non avrebbe fatto. 
< Harry? > 
La mia muta risposta dice tutto.
< È strano Sara, questo lo sai. Ma negli ultimi tempi l'ho visto più con te che con chiunque altro. Stai attenta. Ti dico solo questo. >
< Va bene, grazie amica, ah e appena ci vediamo parliamo meglio di Louis ok? Stai tranquilla. Un abbraccio. >
< Grazie amica! Ora devo solo risolvere un minuscolo dettaglio..pensare a come evitarlo in casa nostra! >
< sono certa che troverai un modo efficace! > dico divertita.
< Già, con la mia fortuna, col cavolo proprio! >
Rido e chiudo la comunicazione.
Domani andrò in università in macchina e parlerò ad Harry.

Mio padre mi aiuta a sostenermi mentre entro in aula per la mia prima lezione dopo tanto tempo. 
Il professor Hopkins e Giulia mi aiutano ad accomodarmi al banco.
< Come stai? > mi chiede Giulia raggiante.
< Ho le stampelle. Mi danno quasi più fastidio del gesso. > ho un'aria schifata. 
Mi guarda reprimendo a stento un sorriso.
< Quasi. > e faccio fatica anche io ora. 
Scoppiamo a ridere insieme, interrompendo la lezione. Cerchiamo subito di ricomporci rosse in viso.
Giuls, quanto mi è mancata.
Usciamo dall'aula perché Hayley ci sta aspettando, Giulia mi segue con attenzione perché sulle stampelle sono proprio imbranata..
< Presa! > stavo di nuovo per inciampare su me stessa. Ma quando imparerò?
Qualcuno mi tiene salda per le braccia. Lancio uno sguardo veloce al pavimento. Le stampelle sono riverse a terra. 
Ma io sono in piedi.
Harry mi sta tenendo. Le sue forti braccia sostengono il mio non dolce peso di 56 kg per un metro e sessanta. 
Non so che dire.
Lui mi guarda..intenerito.
< Quando imparerai a stare attenta? > scuote i suoi ricci. Nei suoi occhi una traccia di divertimento. 
< Uhm, i-io oh.. >
Non so cosa dire. Mi sta ancora trattenendo, potrebbe benissimo raccogliere le fottute stampelle e mollarmi. Si sta divertendo? Beh io no.
Mi guarda ancora.
Ma che cazzo ha oggi? 
< Senti, potresti prendermi le stampelle? Vorrei raggiungere Hayley, grazie. > sono paonazza. 
Un po' imbronciata.
< oh si certo. Ecco qua. > me le porge immediatamente ma non mi molla il braccio sinistro. 
Io continuo a camminare con la sua mano sotto il mio braccio. 
Mi fermo.
< Sapevi che sono ancora in grado di reggermi in piedi da sola?! > il mio tono di voce risulta abbastanza stizzito.
Mi da' fastidio la sua compassione. Non la voglio. 
< Ma di camminare no. > e scoppia a ridere.
Sono rossa abbastanza per essere scambiata con un semaforo rosso.
Cerco di camminare più veloce, anzi il termine corretto sarebbe 'saltellare', cercando contemporaneamente di divincolarmi dalla sua stretta, lui non molla la presa. Tanto lo so che è forte il triplo di me, e questa cosa mi irrita ancora di più.
Mi fermo nuovamente.
< MI VUOI CAZZO MOLLARE? SI PUÒ SAPERE COSA VUOI DA ME? Tornatene da Kendall e non rompermi! > lui a quel punto molla la presa, raggiungo finalmente Hayley.
< Ciao sguanzaaa!!!... >
Harry mi solleva di peso, su una spalla, lasciando la mia testa a penzoloni e tenendomi per il sedere. 
Urlo per la sopresa, stiamo facendo una bieca scenata. Ed è solo colpa sua.
Mi porta via dagli altri che mi guardano basiti.
Ma dove mi sta portando questo pazzo?
< MOLLAMI! SUBITO! HARRY METTIMI GIÙ! > protesto con tutta me stessa colpendo con dei piccoli pugnetti la sua forte schiena, ma mi rendo tristemente conto che a lui non fanno alcun effetto. Anzi, lo fanno solo ridere.
Mi porta fino ad un parco, senza apparente fatica e finalmente si decide a posarmi a terra.
Bell'idea portarmi qui senza stampelle, davvero intelligente mi congratulo. Oh no, questo significa che dovrà riportarmi indietro per forza in spalla. Bastardo. 
Cosa vorrà? 
< Ti ho portato qui perché devo parlarti. >  esordisce improvvisamente.
La leggerezza di prima svanisce, lo sguardo si incupisce.
Sono un po' agitata adesso.
< D-dimmi. > dico sulla difensiva.
< Kendall partirà nuovamente per l'America, per un mese. >
Bene, la stronza se ne va.
< Mi ha chiesto di venire con lei.. > 
Ok. Puoi farcela ora.
< E io ho detto si. > 
Il mio cuore si spezza, posso sentirne i cocci sul terreno. 
Lo guardo ma i miei occhi non mettono bene a fuoco. 
Sto piangendo?
Quasi.
< Per questo ti sono stato così vicino, volevo passare più tempo possibile con te Sara, perché davvero, all'inizio non credevo, ma mi sono affezionato tanto, con te sto bene, più di quanto avessi mai immaginato, poi ti ho portato alla pista di atterraggio, il mio luogo d'infanzia e.. >
< NON VOGLIO PIÙ ASCOLTARTI! SMETTILA! SMETTILA CAZZO! DICI SOLO STRONZATE! NON TE NE È MAI FOTTUTO UN CAZZO DI ME! DEI MIEI SENTIMENTI! MAI! DEVI MOLLARMI, DEVI USCIRE DALLA MIA VITA! CAMBI SEMPRE UMORE, NON SAI MAI QUELLO CHE VUOI, TI ALLONTANI, E POI RITORNI, POI TI ALLONTANI DI NUOVO E IO NON CI CAPISCO MAI UN CAZZO.
AVEVO DECISO DI SOPPORTARE TUTTO, DI LASCIARE CORRERE, PERSINO QUELLA STRONZA DELLA TUA RAGAZZA, PER TE! PERCHÉ TI AMO! > 
Dico tutto questo urlando e piangendo. Ho il trucco sbavato, il mascara colato e piango singhiozzando. 
Sono l'ombra di me stessa. 
Meno male che siamo soli.
Gli ho appena detto che lo amo. 
L'ho fatto. Ora posso dirmi sconfitta.
Alzo la bandiera bianca. 
Ho finito qui.
Lui è a bocca aperta. Letteralmente.
Lo so. Harry. Lo so.
Ora vado via.
Zoppico, ma vado via.
Non certo in università. 
Comincio a mettere un piede dietro l'altro, lentamente. 
Piango mentre lo faccio. 
Sento dei passi. Mi sta seguendo?
Mi volto e lo vedo dietro di me.
< VATTENE! VAI IN AMERICA E RESTACI! >
Non so quale forza mi permetta di urlargli ancora contro, dopo essermi denudata di fronte a lui. Dopo essermi esposta. 
Lui rimane, io volo via.

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Capitolo 24
*** ONE SHOT! PASSATE! ***


Ho scritto uno one shot sui 5sos su quello che mi è accaduto il 3. È tutto vero. PASSATE. '5 second of life' RECENSITE!

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Capitolo 25
*** Beside you. ***


Ciao a tutte ragazze! Scusate per la mia assenza ma questo è un periodo davvero pieno di verifiche, poi figuriamoci allo scientifico! Non mi danno mai un attimo di pace! Comunque ecco qui un altro capitolo..fatemi sapere il vostro parere con una bella recensione! Mi fa solo piacere! Un abbraccio :*

Gocce.
Fredde.
Cadono su di me. Impiastricciano i miei capelli rendendoli fastidiosamente appiccicosi sul mio collo e le mie tempie.
Sta piovendo. Un temporale estivo, uno di quelli in cui alla fine senti solo silenzio. Null'altro. Di solito da piccola mi piacevano, ma in questo momento odio questa pioggia che mi bagna.
Sono ore che mi trovo sdraiata su questa panchina. A pensare. A piangere. A fare tutte due le cose insieme. 
Ho detto a Harry che lo amo. 
Gli ho vomitato in faccia tutto quello che pensavo, tutto quello che ho sopportato fino a questo momento.
L'ho insultato. 
Sono andata via, senza stampelle, singhiozzando e zoppicando.
Un'uscita degna di me. Un'uscita patetica.
Come il mio finale.
Harry non ha detto nulla. Lui andrà in America. Con Kendall. Mi ha portata qui per dirmelo. Ma cosa si aspettava da me? È davvero così stupido da non essersi reso conto di quello che provo? Pensava che avrei fatto i salti gioia, magari con tanto di applauso? 
Allora non ha capito un cazzo di me.
Ora mi trovo qui, con la batteria del cellulare scarica e senza stampelle.
Probabilmente mi sono anche persa.
Ero talmente infuriata con lui e con me stessa che non ho minimamente pensato a dove stessi andando. 
La mia mente si è come eclissata, forse per proteggersi da ulteriore dolore. Ora non so che fare sinceramente, sono quasi le sei di sera e non ho possibilità di contatti con nessuno. Che stupida che sono stata. 
Lui ha tentato di seguirmi più volte ma io gli ho urlato addosso talmente forte che l'ho mandato via.
Cosa ho sbagliato? Come si può in quattro settimane ridursi in questo stato? Non mi sono mai innamorata di nessuno prima di lui, credevo non mi sarebbe mai successo, perché sono troppo complicata, ma a quanto pare lui mi batte. Credevo ingenuamente che alla fine lui mi avrebbe ricambiata? Solo perché nell'ultima settimana mi è stato vicino e mi ha portata al suo luogo d'infanzia? Io sono solo la sua fottuta amica.
Questo pensiero mi fa innervosire, mi fa contrarre lo stomaco al punto tale che mi viene da vomitare. Reprimo un conato e mi metto seduta.
Sono l'ombra di me stessa.
Ti odio Harry Styles.
Mi hai rovinato la vita.
Ti amo Harry Styles. 
Sei entrato nella mia vita in maniera brusca, e me l'hai sconvolta.
Odi et amo.
Mi alzo, cerco di camminare, mi gira la testa, devo fermarmi. Ho tutti i vestiti bagnati. Ho freddo, batto i denti, non riesco ad orientarmi. 
Mi gira la testa. 
Oh Harry.

HARRY'S POV.

Sono un mostro. Mi odio. 
L'ho fatta soffrire. 
Mi ama. 
Mi ama e io? 
Non so cosa provo. Non sono mai stato innamorato. Mai di nessuno. 
Dio.
L'ho lasciata sola, ancora una volta. Sarei dovuto rimanere, anche se mi urlava contro, avrei dovuto prenderla di peso e riportarla in università, poi avrebbe potuto anche non parlarmi più. Sono un codardo. Mi faccio pena.
Sono in bagno e mi sto asciugando la faccia umida. 
'Codardo.'
Mi ripete l'immagine riflessa.
Nello sguardo, il disprezzo.
Torno in camera e mi sdraio sul letto.
Ho mal di testa, ho bisogno di riflettere.
Cosa provo per lei? La amo? Non saprei dirlo. 
Non so cosa sia l'amore. 
Da quando mio padre ci ha lasciato, ho un vuoto. Nel cuore e nell'anima. Mi sono ripromesso di non affezionarmi più a nessuno.
Mi sono ripromesso di costruire una maschera, una corazza dura, che non lasciasse passare nessuno.
Poi è arrivata lei. Sara mi ha fatto del bene inconsapevolmente. Mi ama. 
È la prima persona dopo mia madre ad avermelo detto. Detto davvero.
Kendall mi disse ti amo. Me lo dissero in tante, troppe. Ma non ho mai sentito nulla. Lei mi ha lasciato senza parole, ancora una volta.
E io l'ho lasciata là.
Un brivido mi scuote. 
Mi alzo di scatto dal letto e infilo il giubbino, prendo le chiavi della range rover e mi fiondo a tutta velocità nell'autostrada.
Non so nemmeno io cosa sto facendo, so che devo trovarla. 
Sarà sola, sta diventando buio e io sono un coglione perché l'ho lasciata li, per altro senza stampelle.
'Testa di cazzo.'
La mia coscienza parla per me.
Si, sono una vera testa di cazzo.
Ho paura dei miei sentimenti?
Ma da che cosa sto scappando?
Ho forse accettato di andare in America per fuggire da quello che provo per lei?
Per fuggire da me stesso?
Parcheggio l'auto.
Esco trafelato e allucinato, mi fiondo nel parco vicino all'università.
Dove cazzo sarà adesso?
Merda.
Devo trovarla.

SARA'S POV.

Mi gira la testa.
Sono minuti che mi sembra di percorrere sempre lo stesso tratto senza trovare una via d'uscita.
Ho paura. Tanta.
Vedo cespugli e alberi intorno a me e mi sembrano tutti uguali. 
Cazzo.
Sono proprio una cogliona.
Sto girando in tondo.
Si, mi sono ufficialmente persa.
Provo ad urlare ma nessuno mi sente.
Cammino, cammino.
< Ei bellezza, dove te ne vai da sola a quest'ora? Cerchi compagnia? > 
Una voce dietro di me.
Affretto il passo.
Dal timbro sembra un uomo sulla cinquantina.
Ha una voce fastidiosa, roca, ma non come quella di Harry, roca da fumatore, roca da fare schifo.
Un brivido percorre la mia schiena.
< Bellezza? Lo sai che è maleducazione dare le spalle a qualcuno che ti parla? > lo sento ridere.
Comincio a correre, corro, più veloce che posso mentre le lacrime solcano il mio viso, lacrime amare, perché anche se non lo voglio ammettere, in questo momento vorrei essere tra le braccia di Harry, al sicuro.
< Bellezza.. > 
Sento la sua voce nel buio. 
Il cuore martella nel petto.
Giro la testa di qua e di la, mi guardo le spalle, non sento più nulla.
Un fruscio mi fa voltare di scatto.
Urlo.
Urlo forte e batto i pugni, cercando di divincolarmi dalle braccia che non vogliono saperne di lasciarmi andare.
Piango forte.
< Sara, Sara, Sara! Sono io, Harry! Sara calmati! Va tutto bene, ci sono qui io, ci sono qui io. >
Harry mi stringe al suo petto e il suo profumo mi inonda.
Comincio a singhiozzare contro di lui, affondando il viso nel suo petto, ascoltando il battito frenetico del suo cuore. Lui cerca di calmarmi, accarezzando la mia schiena con la mano.
< Oh Harry, avevo così paura! Ti prego non lasciarmi, ti prego non andare! > 
Piango e gli bagno la maglietta bianca. Le sue braccia mi circondano e mi cullano in un caldo abbraccio.
< Sono qui. > sussurra.
Quando mi calmo alzo lo sguardo e fisso i miei occhi nei suoi così verdi, che riesco a vedere anche con questo buio.
Sembra turbato.
La mia voce spezzata da leggero singhiozzi è appena un sussurro quando mi decido a parlare.
< perché sei tornato? >
Non c'è traccia di rancore nella mia voce, solo sollievo e gratitudine, perché sono tra le sue forti braccia, al sicuro.

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Capitolo 26
*** Disconnected. ***


'All around me are familiar faces 
Worn out places, worn out faces 
Bright and early for their daily races 
Going nowhere, going nowhere 
Their tears are filling up their glasses 
No expression, no expression 
Hide my head I want to drown my sorrow 
No tomorrow, no tomorrow 

And I find it kinda funny 
I find it kinda sad 
The dreams in which I'm dying 
Are the best I've ever had 
I find it hard to tell you 
I find it hard to take 
When people run in circles 
It's a very, very mad world mad world..'



< Perché sei tornato? > 
Una domanda lasciata a metà, nell'aria.
La mia domanda lo fa sussultare leggermente.
Mi trovo ancora accoccolata sul suo petto, nel bel mezzo di un boschetto al centro del parco, vicino all'università.
Non sto pensando alle conseguenze che le mie azioni avranno domani o nelle prossime settimane.
È buio, ho il cellulare scarico e sono probabilmente le dieci di sera, e io sono qui. 
I miei genitori avranno già chiamato la polizia. Spero di no.
Aspetto una sua risposta. Deve dire qualcosa.
Mi sta penetrando con quelle sue iridi smeraldine, sembra stia meditando su cosa dire.
< Credo..credo..di sentire..qualcosa, per te. >
Le sue pupille sono dilatate. È spaventato, ma lo sono anche io.
Lui prova qualcosa per me.
Me lo ha appena sussurrato.
Non mi importa dove ci troviamo, che ore sono, se i miei non mi faranno uscire per un mese, ora sono qui. Con il ragazzo che amo.
Lo fisso, improvvisamente l'adrenalina si fa strada nelle mie vene, mi alzo in punta di piedi e gli prendo il volto fra le mani.
Appoggio delicatamente le mie labbra sulle sue. Il mio cuore è un rullo di tamburi, magari adesso mi respingerà. Non mi importa. Magari questa sarà l'ultima volta che avrò l'occasione di stargli così vicino. Ho il viso in fiamme, il tempo passa.
Come mai non mi ha ancora allontanato? Insomma, mi aspettavo una spinta all'indietro.
Mi sta trattenendo, sta..ricambiando.
Ora le nostre labbra si muovono in sincrono e io non capisco più nulla.
Le mie mani si intrufolano tra i suoi morbidi riccioli, finalmente, finalmente li posso toccare, li posso accarezzare davvero.
Dopo lo stupore iniziale, il suo braccio circonda la mia schiena e mi avvicina di più al suo corpo. Sento Harry dappertutto, il suo respiro mescolato al mio, i nostri cuori che battono all'unisono, siamo una cosa sola.
Sta ricambiando. Non posso crederci.
Mentre continua a baciarmi e la sua lingua trova la mia, una lacrima involontaria solca la mia guancia.
Ci stacchiamo per riprendere fiato, fronte contro fronte.
< Sta..piangendo..non farlo. > 
Mi sussurra Harry ansimando.
< non..me ne sono resa..conto..scusa.. > sussurro.
Stiamo così per alcuni secondi, in silenzio.
Poi all'improvviso Harry si stacca da me e mi prende per mano.
< Torniamo a casa..siamo già nei guai. >
E adesso? Cosa facciamo?
Farà finta di niente? Partirà lo stesso per l'America? 
Siamo nella sua range rover nera, e lui non parla. Guarda la strada. Come al solito.
Nella macchina una musica di sottofondo ci accompagna..la riconosco..è 'mad world' di Gary Jules..perfetta per questo momento, direi. 
Io rimango in silenzio, non so cosa dire. 
Dovrebbe essere lui a fare il primo passo, a dirmi perché ha ricambiato il mio bacio, con passione aggiungerei.
Ho sentito ogni sua fibra nervosa, ho goduto del suo sapore, così buono, delle sue labbra morbide che hanno avvolto perfettamente le mie, così sottili. Ho pianto, una lacrima emblema del mio sentimento per lui. Così struggente e complicato.
Oh Harry, perché non parli.
Arriviamo davanti a casa mia, stranamente tutto tace.
Aggrotto impercettibilmente la fronte quando mi accorgo che Harry mi sta fissando.
< ..penso, che dovremmo parlarne..sai del bacio. >
Mi volto verso di lui e aspetto che finisca di parlare.
Non continua.
Parlo io.
< Di cosa dovremmo parlare esattamente? Del fatto che ti amo? O del fatto che non capisco se mi prendi per il culo o se provi qualcosa anche tu? >
Ammetto di essere risultata un po' acida.
Ma sono stufa.
Deve decidersi. 
Rimane sbalordito dal mio cambiamento repentino ma risponde alla mia provocazione.
< Ti ho detto che provo qualcosa. >
Mi dice cupo.
< Devo capire bene. È tutto nuovo per me. Dobbiamo parlarne, domani. O appena puoi. >
< Non possiamo parlarne ora? > chiedo disperatamente.
< No. I tuoi saranno davvero preoccupati. Ti scrivo io. > 
Apro la portiera vagamente incazzata e confusa.
Dopo un bacio del genere di cosa vorrebbe parlare? È sempre più strano e irritante.
Ma lo amo, dio, se lo amo. E il bacio è stato bellissimo.
Mi ha stretta a se, per proteggermi. Ho sentito il calore del suo corpo sul mio, così freddo e umido.
Sto aprendo la porta, aspettandomi di trovare chissà quale tragedia con mia madre, e invece sembrano dormire tutti..che strano.
Trovo un biglietto sul tavolo della cucina.
Carlotta ci ha detto che rimanevi a mangiare da lei, ricordati di spegnere la luce quando rientri, baci.
Charlie.
La amo.
Deve aver capito tutto. La dovrò ringraziare come si deve quando tutta questa storia sarà finita.
Entro in camera mia, frastornata e più che mai confusa.
La stanchezza e tutti glie eventi della giornata cominciano a roteare nella mia mente, il mio cervello inizia ad elaborare ciò che è accaduto tra me e Harry Styles.
Forse lui ricambia.
Ma la speranza non deve insinuarsi nelle mie sinapsi, no.
Devo tenerla lontana da me e vivere alla giornata, prendendo gli eventi senza troppo rifletterci su. Appoggio la mia testa sul cuscino e per mia fortuna, non ho tempo di pensare, che già sono sprofondata tra le braccia di Morfeo.

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Capitolo 27
*** Amnesia. ***


Ciao ragazze! Scusate se non sto postando molto ma in questo periodo sono piena di verifiche, 'maggio studente fatti coraggio' eheh, tuttavia vi adoro perché mi seguite nonostante tutto! Qui c'è un altro capitolo, spero non ci siano troppo errori perché non ho riletto nella fretta.
Se vi interessa, io e le mie amiche stiamo creando un gruppo whatsapp per le fans dei 5sos (è la mia band preferita) li adoro e c'ero pure il tre aprile. È per le ragazze dal 98 al 94.
Fatemi sapere mandandomi un messaggio privato o un dm su twitter io sono (@intrepidsos), un abbraccio...ah e RECENSITE vi prego! Ps: prometto che farò capitoli più lunghi e con gli altri personaggi
:*


Questa mattina la sveglia non è suonata puntuale come al solito.
L'ho disattivata prima che potesse irrompere col suo fragore nella mia stanza.
Ho dormito solo tre ore.
Sembrava fosse un sonno profondo e invece ho sognato.
Ho sognato sangue.
Un incubo così verosimile, che mi sono svegliata sudata e col il battito cardiaco accelerato.
Ho ricordi sfocati, ma so con chiarezza chi era il protagonista del mio sogno.
Harry.
Un bambino dagli occhi verdi. Sangue sul pavimento, urla, poi più nulla.
Devo parlare con lui, so che mi ha promesso che si farà sentire, ma non posso aspettare oltre.
E se avesse già deciso di partire per l'America e mi lasciasse solo un bieco messaggio? Devo prenderlo in contropiede, prima che lui prenda in contropiede me.
Devo agire con coraggio e prendere in mano la situazione una volta per tutte, ancora.
Mi alzo, sono un disastro. 
Ho occhiaie profonde che solcano il mio viso, i capelli, umidi dalla sera precedente, sono aggrovigliati in un gigantesco nodo, i vestiti, sono stropicciati e sporchi.
Non ho avuto la forza mentale e fisica di farmi una doccia prima, ma è giunto il momento.
Lascio che il getto d'acqua calda rilassi i nervi ancora tesi, che il vapore sprigionato mi avvolga in un tepore e liberi la mia mente, così piena di pensieri ora.
Mi perdo un quarto d'ora sotto la doccia e velocemente esco. 
Asciugo i capelli, cercando di donare loro un aspetto quantomeno dignitoso, decido di passare un po' la piastra, che uso raramente, ma oggi è un giorno particolare.
Mi trucco non in maniera eccessiva e provvedo a coprire le occhiaie con un correttore-illuminante. Lascio la mia chioma castana ricadere sulle spalle e indosso un vestito a spalline sottili color del mare e ballerine bianche.
Non sono soddisfatta, ma almeno non sembro uno zombie.
Esco di casa e mi incontro con Giulia in metro.
Sembra un secolo che non ci vediamo eppure è solo ieri.
< Sara, Charlie mi ha detto che ti ha dovuto coprire, so che eri con Harry..forse mi sbagliavo su di lui. Forse non ti fa bene. Sono preoccupata per te, hai un espressione..distrutta. Come amica è mio dovere dirtelo. > 
Giulia ha davvero un espressione preoccupata.
Mi osserva senza ottenere risposta.
Non so cosa dire.
Viaggiamo in silenzio, mentre percorriamo le fermate che ci portano fino all'università.
Io devo parlare con lui.
La mia mente sa.
Ho programmato quando e come trovarlo, questa volta non mi sfuggirà.
Alle ore 2.00 mi faccio trovare davanti alla porta della sua classe in attesa che lui esca. Un po' mi sento in imbarazzo mentre uno stuolo di ingegneri fuoriesce dall'aula, ma o la va o la spacca.
Il cuore batte ma..niente.
Non esce.
Non c'è.
Ho i nervi a fior di pelle mentre mi appresto a scendere per prendere la metro quando sento un clacson che suona alle mie spalle.
È una range rover nera e dentro c'è Harry Styles che mi sorride.
Ha pure la faccia tosta di sorridere?
Per tutta risposta stringo gli occhi a fessura, lo osservo, faccio la linguaccia e proseguo il mio percorso.
Sono un po' bambina lo so, ma lui è codardo.
Sento un motore spegnersi e una portiera sbattere con veemenza.
Dei passi dietro di me.
Una mano stringe il mio braccio.
< Ei, che succede? Non sali con me? Dobbiamo parlare. >
Mi viene da ridere.
Così lo faccio.
< sei assurdo lo sai? Non ti fai vivo per un intera giornata, dopo che ti ho cercato, e ora ti presenti qui davanti a me con le tue pretese? Io non sto ai comodi di nessuno. E ora lasciami il braccio, quando avrò voglia di parlare, forse, ti farò sapere. >
Non mi lascia.
Si avvicina.
Mi prende il volto fra le mani.
Tutta la mia forza di volontà si riduce improvvisamente, come un alcolizzato solo in una stanza con una bottiglia di vodka.
Mi guarda negli occhi. Le pupille dilatate, il verde delle sue iridi mi scava dentro.
< Ho bisogno di te. Non parto più. So solo che ho bisogno di te vicino a me. > 
Per la prima volta dopo tanto tempo, sento che qualcosa di simile alla gioia mi riempe il cuore.
Non piango, stavolta. Devo resistere.
Lui ha bisogno di me? Credevo di essere io quella fragile tra noi due, invece lui lo è di più.
Mi avvicina al suo petto e fa adagiare la mia testa sul suo torace, le sue braccia mi circondano e sento il calore del suo corpo irradiarsi nel mio. Due cuori che battono all'unisono, che battono forte e a ritmo costante. 
Strofino il mio viso contro il suo corpo e lo alzo verso di lui.
< Quindi cosa vuoi fare? > 
Leggo esitazione negli occhi. Si vede che non è abituato a puntualizzare o definire le relazioni.
Lo trovo per la prima volta..a disagio. E questo mi rende inconsciamente soddisfatta, mi fa sentire potente per la prima volta.
Cel'ho in pugno.
< Uhm, ecco, beh..p-potremmo provare..a frequentarci. >
Le sue guance si tingono di rosa e sorrido.
È persino arrossito.
Decido di concedergli una tregua e temerariamente mi azzardo ad intrecciare le mie dita tra le sue.
Lui sembra sorpreso ma sorride di rimando.
Solleva le nostre mani in alto.
< La tua mano è così piccola, rispetto alla mia.. >
Ridacchio.
< questo solo perché hai le mani grandi. >
Con la mano libera azzardo nuovamente un buffetto sulla sua guancia.
Piano piano sto cominciando a prendermi alcune libertà. So che a lui non piace molto essere toccato, e non so perché, ma sento che riuscirò a scoprirlo.
Non mi interessa se le mie amiche non approveranno, se Carlotta non mi parlerà per un po', ora che so quali sono i suoi sentimenti, che vuole 'provare' non lo lascerò fuggire.
Sono innamorata di lui. 
Anche se lui ti amo non me lo ha detto.
Magari..forse un giorno..
Un passo alla volta.
Mi riaccompagna a casa e prima di scendere mi trattiene un momento.
Non mi guarda in faccia, bensì di fronte a sé.
< Uhm, domani ti andrebbe di fare qualcosa? >
Si sta sforzando enormemente.
Giro la testa di lato, ora mi diverto un po' io.
< Qualcosa tipo cosa? >
Sorrido dentro.
Di nuovo le guance prendono colore e mi sento onnipotente.
< Beh, lo sai, le solite cose che si fanno quando si vuole fare qualcosa. >
Stringe impercettibilmente le nocche sul volante, le braccia tese.
È frustrato.
Ma come, lo spavaldo Harry? Credevo che nulla lo intimidisse. Invece, è più timido di me quasi, il che è grave.
< No, non lo so. >
Si volta e nei suoi occhi leggo rabbia.
Ho quasi paura, improvvisamente si avvicina a me e mi slaccia la cintura, la sua faccia è molto vicino alla mia, la sua bocca rosea e piena sussurra quasi sulle mie labbra.
< Non giocare con me, tanto vinco io. > 
Mi soffia in un orecchio e sorride.
Improvvisamente brividi di piacere scendono lungo la mia schiena e mi ritrovo da carnefice a vittima in pochi secondi.
Ha vinto lui, questa volta.
Forse non mi conviene sfidarlo ora, non sono pronta.
Imparerò.
E mentre scendo dall'auto, un pensiero riempie tutto il mio cervello senza lasciare spazio ad altre elucubrazioni.
Avrò tempo, per imparare.
Non mi importa delle conseguenze, questa storia, l'ho cominciata io, e solo io decido per me. 
E con la prospettiva di rimanere accanto ad Harry, il mio cuore batte al ritmo della felicità.

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Capitolo 28
*** GENESIS. ***


Ciao ragazze! Lo so che dovrei pubblicare un capitolo ma sono qui per dirvi di passare dalla mia nuova fanfiction 'genesi s' sui 5sos (che trovare nella sezione 5sos) presto continuerò con 'a rainy day' ma la verità è che questa idea di Genesis mi è venuta l'altro giorno e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate! È molto originale e..diversa! Fatemi sapere se dovrei continuarla o meno..è un esperimento, e il mio stile di scrittura è parecchio cambiato, spero in meglio..un abbraccio e vi prego recensitemela per dirmi cosa ne pensate, è davvero importante! Vi amo tutte :*

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Capitolo 29
*** Boulevard of broken dreams. ***


CIAAAAAO A TUTTEEE FINALMENTE È FINITA LA SCUOLAAA! Sono tornata più carica di prima per continuare con questa storia! se volete passare dall'altro mio progetto si chiama 'Genesis' sui 5sos..fatemi sapere cosa pensate di entrambe le storie! Spero di non aver perso lettori! Un abbraccio, thenine è tornata ;

< Sara..Sara..SARA! > 
Mi alzo di scatto dal letto.
Rivoli di sudore percorrono la mia fronte, il mio petto si muove in modo convulso e intorno a me, sento solo il muto silenzio, il vuoto, il nulla, come se al mondo esistessi solo io.
La mia mente ripercorre l'incubo appena fatto e un'immagine sfocata si palesa davanti a me: Harry mi chiama, ma io sono come immobile, mi scuote, ma qualcosa mi paralizza, chiama più volte il mio nome..ma niente.
È una sensazione orribile, e oramai è abitudine questo sogno, che da una settimana mi tormenta.
Domani mi vedrò con Harry. 
Questo pensiero mi rende felice, ma nonostante tutto, mi pervade uno stato di angoscia e una strana sensazione di disagio. Sento che domani qualcosa accadrà, che mi cambierà profondamente.

< Sentiamo, cosa proponi di fare mr. Fantasia? >
Siamo in un bar del centro e davanti a me ho uno dei più bei ragazzi che abbia mai visto. Mi osserva arricciando il naso con un espressione divertita, sta meditando su cosa rispondere alla mia simpatica domanda. Oh Harry. Non posso credere di essere qui, per uno pseudo appuntamento, sola, con te tutto per me, un sogno.
< l'idea cel'ho, non beffarti di me. È una sorpresa. Andiamo. >
< Ma.. >
Non faccio in tempo a rispondere che vengo trascinata di peso per un braccio e caricata (letteralmente) sul sedile della sua range rover nera.
Dove mi starà portando? E soprattutto, devo trovare il modo i parlare seriamente una volta per tutte con lui, fare un po' luce sul suo lato oscuro, capire qualcosa in più della sua vita.
Percorriamo l'autostrada in silenzio, intorno a me comincio a scorgere la campagna, vedo sempre meno asfalto, e sempre più verde.
Ormai è mezz'ora che procediamo così.
< Si può sapere dove mi stai portando? Sono le sei di sera ormai e comincio a temere per la tua salute mentale! >
Harry mantiene i suoi occhi verdi sulla strada e fa un sorriso sghembo.
Lo amo. Lo odio.
< Siamo quasi arrivati, prova a fidarti di me. >
E mentre lo dice, si volta per un secondo e mi regala uno sguardo talmente intenso, che mi ammutolisco e guardo fuori dal finestrino.
Dannato Styles. Sono un po' preoccupata perché ho perso completamente il senso dell'orientamento. In più non so che intenzioni ha.
Devi provare a fidarmi, dice? Una gran bella sfida, dato che lui di me, non si è mai fidato.
Non so niente della sua vita, non so il suo colore preferito, i cibi che ama di più, se ama la pioggia o se preferisce l'estate all'inverno.
L'unica cosa che so, è che abbiamo gli stessi gusti musicali. 
Parcheggia finalmente la macchina, ci troviamo in un paesino, saremo ad un'ora da Milano.
Mi apre la portiera e aspetta paziente che mi slacci la cintura e scenda.
Arrossisco improvvisamente perché mi prende per mano e mi trascina con sé senza dire una parola.
È sempre così misterioso.
Mi conduce davanti ad una casetta di legno, legno di quercia mi pare, dal colore scuro  che intravedo nella fioca luce del tramonto, è un po' trasandata, e piena di polvere, ma le dimensioni non sono piccole, sembra che al suo interno ci possano stare benissimo almeno tre persone.
< Aspetta qui. >
Mi dice improvvisamente.
Lascia, con mio grande dispiacere, la mia mano, e apre con forza la porticina di legno della casetta.
Poi si volta e mi tende di nuovo la sua grande mano.
< Vieni, ti mostro una cosa. > e mi sorride, e io non posso fare a meno di sorridergli a mia volta, accogliere il suo invito, e intrecciare le mie dire tra le sue.
Sorrido come un'ebete.
L'ambiente che mi si presenta è abbastanza spazioso, c'è un piccolo tavolino, tutto impolverato, al centro della struttura, una finestrella piccolina, ma sufficiente per scorgere l'esterno, due sedioline sempre in legno circondano il tavolo, dove Harry mi fa accomodare.
La luce filtra, ma non è abbastanza, così Harry accende una vecchia lampada per permettere almeno di riuscire a scorgere i lineamenti del viso.
Non mi sono resa conto che sono rimasta in silenzio così a lungo, forse per non disturbarlo. 
Mi decido a parlare.
< Cosa.. >
< Questa casetta la costruì mio padre insieme ad un suo amico quando ero piccolo. >
Mi blocca improvvisamente.
< Ci venivo sempre sai, mia sorella era costretta a guardarci giocare tutto il tempo. A lei non piaceva per niente però, si annoiava. >
Si blocca. Sulle ultime parole mi è sembrato di sentire del tremore nella voce. Forse mi sbaglio.
Abbassa la testa, sospira.
Mi viene spontaneo appoggiare una mano sulla sua testa, e accarezzare i suoi riccioli ribelli. Così morbidi al contatto. 
Allunga un braccio, mi alzo, mi fa sedere sulle sue gambe. 
Sono probabilmente paonazza, ma non mi interessa, il momento della verità è arrivato. Lo sento, questo è un momento importante, per lui, per me, per noi.
Potrebbe cambiare tutto.
< Parla Harry, avanti..apriti a me..ti prego. >
Continuo ad accarezzarlo.
Voglio trasmettergli rassicurazione, deve capire quanto lo amo.
Solleva un poco la testa e fissa i suoi occhi nei miei. Smeraldo e cioccolato. Prendo coraggio, anche se la voce trema.
< Harry..sono qua. Ora. Dimmi cosa ti tormenta, lo so, che c'è qualcosa, qualcosa che ti tieni dentro da troppo. Dillo a me. Prova a fidarti di me. >
Sferro l'attacco finale, ripetendo le parole da lui pronunciate precedentemente.
I suoi occhi si spalancano per un secondo.
Poi sorride.
< Te ne andrai. Poi, te ne andrai. > ora sono io a spalancare gli occhi, ma cerco di non farlo a vedere.
< Provaci, non puoi saperlo. E non hai niente da perdere dopo tutto. >
< Invece si, eccome, ho da perdere tutto, se perdo te. > 
Sento qualcosa, mi pizzicano gli occhi, non devo piangere. Non posso rovinare tutto ora.
< Ti prego Harry, se..se dobbiamo iniziare qualcosa, voglio che si basi sull'onestà e la fiducia. Che sia anche solo amicizia. Ti prego, se non vuoi perdermi, allora devi dirmi tutto. >
Sospira. 
Silenzio.
Sento solo il rumore dei nostri cuori che battono impetuosi, entrambi pronti al cambiamento.
Sospira, ancora. Che tortura.
Sono sulle sue gambe e il suo braccio mi tiene avvinghiata a lui, la mia mano tra i suoi capelli. 
< Venivo qui, più o meno ogni pomeriggio, si, abitavo in questo paesino, con la mia famiglia e questo posto era il mio luogo preferito dove trascorrere i pomeriggi, anche dopo i compiti. Mia sorella, Gemma, non voleva mai venire, lei è più grande di me, e quando ebbi undici anni, lei preferì rimanere con il suo ragazzo, avendone già diciassette. Una volta, non venne con me. Mi fece promettere di non dire niente a papà. Mi fece promettere che avrei fatto finta di niente, lei sarebbe tornata a prendermi. > 
Si blocca. Respira e riprende.
Io ascolto molto attentamente e rimango immobile, non voglio disturbarlo o distoglierlo dal suo racconto per nessun motivo al mondo.
< Io gli credetti. Ma quella sera no tornò. Pensai che si fosse dimenticata di me, così uscì dalla casetta e ritornai a casa da solo.
Trovai mia madre che piangeva in cucina. Non capì inizialmente. Poi vidi papà, venne verso di me e mi prese per i capelli. Sentì un dolore intenso, mio padre mi schiaffeggiò forte, così forte da farmi fischiare l'orecchio. Mi girava la testa. Poi arrivò la polizia. Portarono mia sorella in braccio in camera sua. >
Si ferma ancora. Vedo una lacrima solcare il suo viso. 
Lo stringo a me.
< L'avevano violentata, Sara. Non potevo credere che quel bastardo.. >
Stringe i pugni.
< Le avesse fatto una cosa del genere. Papà non mi parlò per giorni, il dolore era troppo forte. Mia sorella rimase in camera sua per settimane, dimagrì moltissimo, io non la vidi praticamente mai in quel periodo. Mio padre litigava praticamente sempre con mia madre, fino a che un giorno, non se ne andò, e non lo vedemmo mai più. >
Ora sta piangendo.
< Ho pensato per anni che fosse colpa mia, Sara. E lo penso tutt'ora. Se solo l'avessi costretta a rimanere! Se solo avessi insistito un po'. Ho dato un grande dolore a mia madre, perché per verso i sedici anni cominciai ad..avere problemi.. >
Mi guarda implorante.
< Problemi di rabbia. Problemi di droga. >
Pensavo che la droga risolvesse tutto. Mi faceva stare bene, dimenticavo in fretta e mi trasportavo in un altro mondo. Un giorno mi portarono all'ospedale per rischio di infarto. La faccia di mia madre..non posso dimenticarmela. Da quel giorno non mi drogai mai più. Ma i problemi di rabbia rimasero. Ero sempre nervoso. Finivo sempre in mezzo a qualche rissa, e mia madre mi vedeva tornare a casa sempre in pessime condizioni. E il dolore aumentava. >
Si asciuga il viso.
< con mia sorella interruppi ogni rapporto, lei non usciva quasi mai dalla sua camera, cadde in depressione, e le poche volte che scendeva in cucina, non riuscivo a guardarla in faccia. Un giorno, a diciotto anni, decisi di andarmene. E venni qui. Trovai Louis che mi aiutò e recuperai un po' dignità. Le cose vanno meglio, ma la rabbia, quella rimane sempre. Mi sento sempre al limite. Come se dovessi perdere il controllo da un momento all'altro. >
Solleva il viso.
Mi osserva, sembra intimorito. Da me?
Mi ha appena confessato di avere problemi di autocontrollo e dovrei essere io quella spaventata. Ma sorprendentemente, non lo sono.
Riesco anche a trovare la forza per parlare. 
< Con tua madre..? >
< Non l'ho più sentita. Ne' lei, ne' nessuno della mia famiglia. > 
< Oh. >
Riesco solo a dire.
< Ti prego non andartene, con te sto meglio, quando ci sei tu la rabbia sparisce, e il buco nero in cui mi sento risucchiato prende colore. Ogni tanto ho bisogno di rimanere da solo, ma io sono fatto così. Mi dispiace se a Londra ti ho spaventata, sai quella volta sul terrazzo..ma mi sentivo..VIOLATO. >
Trasalisco leggermente.
Quella volta mi ricordo di aver avuto davvero paura di lui. Paura che mi potesse fare del male..
< Ti prego, dimmi qualcosa Sara! >
Il suo tono è implorante.
Sento del dolore nelle mani. Non mi sono resa conto di aver contorto le dita tutto il tempo.
Lui le osserva, le prende e al contatto trasalisco di nuovo. Comincia a distenderle e a baciarle, delicatamente. Continua così senza smettere di guardarmi. 
Comincio a piangere, dio solo sa perché, ma singhiozzo, esplodo come un fiume in piena.
Questo povero ragazzo, provo così tenerezza, e tanta pena per la sua povera madre. Per sua sorella, per suo padre. Quanto dolore ha dovuto portare? Nessuno ha mai capito nulla di lui. E nemmeno io fino a ieri. 
Ero la solita stronza pronta a giudicare. Ora si spiega tutto.
Lo amo più di prima.
< Io ti amo. Non mi interessa il tuo passato. Ti voglio nel mio presente e nel mio futuro. Non vado da nessuna parte. >
Lo dico a fatica tra le lacrime ma sento tutto nel profondo del cuore.
I suoi occhi sembrano contenere a fatica le lacrime.
< non è facile stare con me. E ora sai perché. >
Me lo dice sussurrando.
< ora ci sono io con te, e se mi vorrai, ne usciremo insieme. L'amore vince tutto. >
Ci stringiamo e ormai sono le otto di sera. Fuori è il crepuscolo e io penso solo a noi due. Due cuori soli e un mondo estraneo. 

 


 

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Capitolo 30
*** Avviso! ***


Ciao ragazze! Pensavo, di postare il mio ask, poiché magari non tutte hanno il coraggio di darmi consigli o farmi critiche sulla storia, oltre che esprimere una loro opinione in generale o pormi delle semplici domande, perciò siate libere di domandare sul mio ask, io sono @Sari996 chiedete pure! Mi raccomando e fatemi sapere qualcosa o cosa vi aspettate dalla storia! :* ps. Vi aspetto numerose!!

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Capitolo 31
*** Burn. ***


Okay. In primo luogo mi scuso con i miei lettori, so che non aggiorno da troppo, ma essendo estate, mi concedo una vita sociale più florida di quella che ho durante il periodo scolastico. Tuttavia, so che molte persone tengono a questa storia come ci tengo io, perciò anche se non aggiornerò con frequenza, cercherò di non allungare troppo i tempi. Vi lascio con questo capitolo. Spero vi piaccia, come al solito, recensite per dirmi che ne pensate ♡ 
Un abbraccio
:*


Sto fluttuando. Sono in paradiso.
Le mie palpebre si sollevano e faticano a mettere a fuoco quello che vedo.
Un parete color panna, un letto comodo, delle braccia intorno a me.
Mi avvolge un tepore, che rilassa le mie membra, un respiro caldo e dolce rimbalza ritmicamente sulla mia schiena nuda.
Ho fatto l'amore con Harry.
La mia prima volta. 
I ricordi sono vividi nella mia mente, come se fosse appena accaduto.
Ieri sera, dopo quello che mi ha raccontato, siamo stati abbracciati per non so quanto tempo, a cullarci reciprocamente, poi lui, ha cominciato a sussurrarmi cose dolci nell'orecchio..
*ti voglio..* mi ha detto.
Continuava a dirmelo e la sua voce roca sembrava cannella sulla crema.
Forse l'analogia con il cibo fa ridere, ma quando penso alla voce di Harry, mi viene in mente un gusto dolce amaro, qualcosa che graffia ma al tempo stesso accarezza.
Lui dorme ancora.
Mi ha raccontato così tanto di se. Mio dio, cel'ho fatta, sono forse l'unica persona che sappia così tanto di lui. È stato così dolce.
Abbiamo preso la sua macchina e abbiamo proseguito, ho mandato un messaggio a Charlie per chiederle di coprirmi e le ho detto che le avrei spiegato in seguito, la priorità era lui in quel momento, solo Harry, e aveva bisogno di me. Siamo arrivati in un albergo vicino a Como, delizioso e accogliente e lui mi ha portato direttamente in una camera.
Aveva bisogno di me, dopo aver fatto a pezzi il suo io più profondo e avermelo donato. È stata l'esperienza più bella della mia vita, e non avrei desiderato persona migliore per la mia prima volta.
Tutte le mie amiche, compresa Giulia, mi avevano detto che la prima volta che fai sesso, senti dolore, e non è così bello come te lo aspetti. Per me invece, è stato l'opposto.
Harry mi tiene avvinghiata al suo petto e mi respira addosso, solleticando la mia pelle e facendomi ridacchiare. Cerco di spostarmi dalla parte opposta, per osservarlo dormire. Per fortuna ha un sonno profondo, così riesco a girarmi, e mi ritrovo faccia a faccia con lui. Se aprisse gli occhi in questo momento, credo che non sopravviverei. Mi manca il respiro, è davvero troppo. Sembra un cucciolo indifeso. Ad un certo punto emette un mormorio lieve, ma non si sveglia. Ha un profumo che mi manda in estasi, sono completamente fottuta lo so. Io lo amo troppo, lui..non me lo ha mai detto. Ma non voglio rovinare questo momento, oggi sono troppo felice, perché lui, mi ha voluta davvero, mi ha desiderata, mi sono sentita desiderata per la prima volta nella mia vita, da qualcuno.
Ho toccato i suoi riccioli morbidi, lui me lo ha lasciato fare..
Mi ha detto cose bellissime ieri sera, ed ero calda, mi sentivo scottare dalla passione e dall'ardore che provavo verso di lui. Ha cominciato con delle spinte lente, dolci, poi ho preso il ritmo, e siamo venuti insieme. Come due anime che si appartengono. Mi sono sentita bella in quel momento, anche con la chioma post coito e il fiato corto, e lui, sembrava un angelo maledetto. Gli occhi verdi lucidi e ancora pieni di passione, il respiro affannoso, la voce roca, i ricci scarmigliati a causa delle mie mani che lo stringevano incessantemente..
Arrossisco di botto quando mi rendo conto che è sveglio già da qualche minuto e che mi sta osservando.
< Perché hai le guance rosse? >
Sussulto.
La sua voce di prima mattina è..non saprei descriverla, mi fa eccitare al solo pensiero.
Cerco di riprendere le mie facoltà mentali e rispondo sviando la domanda.
< uhm, buongiorno anche a te. >
E gli stampo un bacio sul naso, stamattina mi sento molto audace. 
Sospira e ridacchia.
< Buongiorno, piccolo koala. >
Sgrano gli occhi. 
Mi ha forse affibbiato uno di quegli appellativi da coppiette che lui tanto disprezza?
Ricordo ancora la frase che disse a Liam, la prima volta che lo incontrai alle macchinette dell'università..
 
'Che vuoi farci Liam, fa parte di me, non sono mai stato il tipo da smancerie, cucci cucci e tutte quelle gran rotture di coglioni..'

< chi sei tu e cosa ne hai fatto di Harry Styles? > La mia espressione malgrado tenti di mantenere un tono serio e preoccupato, tradisce ironia.
Lui sembra confuso.
Rido in risposta. < è solo che una volta, quando ancora non ci conoscevamo, ti sentì dire a Liam che i nomignoli che si danno le coppiette sono una gran rottura di coglioni..così mi faceva ridere questa situazione. > 
Harry mi guarda interrogativo.
< Che male c'è scusa? >
< Niente, non mi sembravi il tipo tutto qua. >
Harry mi prende di sorpresa sollevandomi sopra di lui senza fatica e facendomi emettere un urletto ridicolo. 
< Forse sei tu che mi ispiri dolcezza. > 
Mi sussurra in un orecchio. 
Ridacchio mentre prende a baciarmi il collo dolcemente percorrendo tutta la mia mascella, comincio quasi involontariamente ad ansimare, conscia dell'effetto che ha su di me. 
< Harry, Harry.. > cerco di formulare una frase coerente, ma è difficile se fa così, accidenti.
< Shh, stai zitta, e baciami, ti voglio troppo per perdere tempo a parlare.. >
< Harry.. > continua la sua lenta tortura su di me, scende dal mio collo, fino al mio ventre, continuando a lasciare una scia di baci bollenti, non so nemmeno come trovo la forza di dire quello che voglio dire, forse, solo il senso di responsabilità. 
< Harry, no, dobbiamo tornare..Charlie non ha idea di dove sia, e comincerà a preoccuparsi..e anche Louis e tutti gli altri. >
Harry, mio malgrado, si interrompe ma non molla la presa su di me.
Sembra stia pensando bene a cosa fare.
Il fatto che sia combattuto e che mi desideri a tal punto, mi fa esplodere dalla felicità, ma non posso darlo a vedere. 
Sospira e cede. 
< Sei la solita rompina responsabile, va bene, torniamo a casa. > 
Ci laviamo e ci vestiamo e siamo pronti. 

Il pomeriggio, dopo essere tornata a casa con i miei ignari di tutto, mi vedo sotto casa con Charlie.  
< Sara, Sara! Sono molto preoccupata! Avevo paura che Harry ti uccidesse o peggio! >
< Shhhhh! > le intimo di abbassare la voce perché i miei non ne sanno nulla, e siamo sempre sotto casa mia.
Tuttavia sorrido come un ebete, da tutto il giorno. I miei mi hanno chiesto se avessi preso qualche droga.
Si mamma, si chiama Harry, Harry Styles.
Charlie prosegue con un tono più basso.
< allora!? Raccontami tutto! Già che sorridi, deve essere successo per forza qualcosa! > 
< Lo abbiamo fatto. > le dico risoluta e tranquilla.
Rimane a bocca aperta per cinque minuti buoni senza parole, 
letteralmente.
< Tu..t-tu cosaaa? C-con lui? E me lo dici così? >
No ho voglia di sostenere il suo orgoglio da amica ferita oggi, sono troppo felice.
< Si, Charlie, è successo e basta. > dico sorridendo.
< Ma, cioè, pensavo foste rimasti che tra voi due non sarebbe accaduto nulla! Qui hai un bel po' di cose da raccontarmi signorina! Mi ritengo offesa. >
< Oggi sono troppo felice! Mi spiace Charlina, ti racconterò comunque, stai tranquilla. >
< Eh no cara, non mi accontento così facilmente, ora stai qui, e mi fornisci più spiegazioni! >
< Abbiamo fatto una specie di gita, abbiamo parlato un po' e poi beh..è successo quello che è successo, ed è stata la cosa migliore della mia vita. >
< Lo sai che non mi sono mai fidata molto di lui, ma se sei così felice, allora non deve essere poi così male.  >
< Affatto. > rispondo.
< Beh, ma..stare insieme allora o..? >
Non saprei. Lui non ama definire così schiettamente un rapporto..vedremo..io lo chiamo 'work in progress', per ora mi basta stare con lui..questo è molto più di quello che mi sarei aspettata, davvero. Voglio prendere le cose come vengono per ora. Lui è il mio sole adesso. >
< Occhio a non scottarti. > guardo per un attimo la mia amica, non posso credere che lo abbia detto.
< Scusa, non volevo, ma io ti voglio bene e spero solo che ti renda felice come meriti, hai già sofferto abbastanza. >
< Stai tranquilla, so badare a me. Tu piuttosto con Louis? > il mio tono è leggermente malizioso. E la mia faccia anche.
< Dobbiamo proprio parlare di questo? >
< Uhm si, dato che a me non hai lasciato alternative! >
Sospira.
< Va beh, dato che tu mi hai detto tutto.. Ho lasciato Marco e ho fatto sesso con Louis! >
Strabuzzo gli occhi.
< MA NOI DA QUANT'È CHE NON CI VEDIAMO?? >
Urlo quasi, lei ride. 
< Shhhhh! > 
Ridiamo insieme.
Il mio cellulare vibra mentre ancora Charlie ride.
'Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata fin'ora, grazie. Harry.'
Prendo il cellulare, lo rimetto nella tasca dei jeans. Guardo Charlie e rido più forte, parte una musica e cominciamo a ballare, giro su me stessa, guardo il cielo, il sole non è mai stato così alto. 

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