With Love, Fun and Fluff.

di Despicable Meggs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Go Home Ziva, You're Drunk. ***
Capitolo 2: *** Goldfish. ***
Capitolo 3: *** We always have Paris. ***
Capitolo 4: *** Blood Test. ***
Capitolo 5: *** Twitter Love. ***
Capitolo 6: *** Yep, she's my girlfriend! ***



Capitolo 1
*** Go Home Ziva, You're Drunk. ***



Disclaimer: Ncis e i suoi personaggi non mi appartengono, purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) perché se mi appartenessero a questo punto non sarei qui a pubblicare OS e FF di ogni tipo, ma sarei agli Studios a Los Angeles a scrivere episodi. Episodi in cui c'è Ziva. Infatti il mio primo obiettivo sarebbe stato riavere Cote. Ma purtroppo non sono a Los Angeles e devo accontentarmi di scrivere storie in cui Ziva c'è ancora.


Go home Ziva, you're Drunk.

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Era comodamente seduto sul suo divano che leggeva il suo libro preferito. Anche se poteva sembrare strano, persino Anthony DiNozzo leggeva. Non si stava certo dedicando a letture impegnate, ma era un passo avanti.
Forse stava leggendo quel libro solamente perché era stata Ziva a regalarglielo, ma era comunque un evento.

Era impegnato nella descrizione della battaglia meglio riuscita nella storia di tutti i combattimenti quando il suo cellulare suonò.
Scocciato, appoggiò il libro sul divano e prese il cellulare che era appoggiato sul tavolino. Prima di rispondere avrebbe guardato chi era che lo stava chiamando, non era in vena di uscite serali tra amici o feste pazze.
Quando però sullo schermo vide il nome di Ziva, non esitò un secondo ad accettare la chiamata.

"Qui parla l'agente super speciale Anthony DiNozzo. Cosa posso fare per lei agente David?" chiese in tono scherzoso.

Pensava semplicemente che Ziva avesse voglia di una delle loro serate film. In fondo era venerdì sera e spesso, proprio in quel giorno della settimana, sia svolgeva la loro "Movie Night".
Di sicuro non si aspettava quello che sarebbe accaduto di lì a poco.

"Tonyyyyyyy" gridò lei.
"Zivaaaaa" gli fece il verso lui per prenderla in giro.

Quello che udì dall'altra parte del telefono fu una lunga risata.

"Perché stai ridendo?" le chiese.
"Non lo so, sei tu che mi fai ridere" rispose lei continuando a sghignazzare.
"Ma io non ho né fatto né detto nulla" disse Tony.
"Aaaaaa tu fai sempre qualcosa di ridicolo, qualcosa che fa ridere tutti" ribattè lei.
"Non so se prenderlo come un complimento o come un'offesa" disse lui ripensando a quello che Ziva aveva appena detto.

"Comunque" continuò "Come mai mi hai chiamato? Va tutto bene?".
"Mmmmm sinceramente non lo so" rispose.
"Cosa vuol dire che non lo sai? Ziva, qualcosa non va?" chiese di nuovo Tony.
"Penso tutto bene... È che devo aver bevuto un po' troppo, troppo troppino" disse lei ricominciando a ridere.

Tony sprofondò sul divano.

"O mio Dio, Ziva. Quanto hai bevuto?" chiese.
"Non lo so, ho perso il conto. Tanto però".
"Sei ancora al bar adesso?" le domandò preoccupato.
"No! Sono uscita e sto tornando a casinaaaaa" fu la risposta di Ziva che ad ogni parola sembrava sempre più persa con la testa.

"Ti prego dimmi che non stai guidando. Sei un pericolo pubblico in condizioni normali, non posso immaginarti ubriaca fradicia al volante" le disse Tony.
"Sono a piedi. Quell'idiota del barista mi ha preso le chiavi della macchina. Sai cosa faccio? Ora torno indietro e lo picchio finché non me le ridà" disse entusiasta della sua idea.
"No, Ziva. Assolutamente no. Ma con chi eri al bar? Non ti potevano riaccompagnare a casa?" domandò Tony sconvolto dal fatto che l'avessero lasciata sola in quelle condizioni.
"Ero con Abby e quella delle risorse umane... Come si chiama Carov... No Caro... Carotina!" esclamò Ziva.
"Carolina, Ziva. Non Carotina. Per la miseria sei completamente ubriaca" disse Tony disperato.
"Beh comunque loro sono andate via prima, io dovevo ancora finire il mio drink e sono rimasta. Poi qualcuno me ne ha offerto un altro, e poi un altro e alla fine non smettevo più di bere" raccontò ridendo più di prima.

"Ziva smettila, c'è poco da ridere. In quale bar eri? Spero che tu abbia preso un taxi almeno!" chiese Tony.
"Ero da O'Malley, e si ho preso un taxi Tony. Non me ne vado in giro la notte a piedi da sola, anche se sarei in grado di difendermi. Cosa pensi? Che sia ubriaca? No aspetta... Ma lo sono" esclamò ridendo come una matta.

"Fantastico... La sto perdendo, questa tra un po' si mette a ballare per la strada" disse Tony sotto voce senza farsi sentire da Ziva.

"Tony sai cosa!? Non mi ricordo dove abito" disse lei improvvisamente.
"Come non ti ricordi dove abiti?" rispose Tony a metà tra il preoccupato e il divertito.
"Forza, passami il tassista che gli spiego come arrivare a casa tua" concluse.
"Il tassista? No sono già scesa dal taxi. Da un bel po' anche. Ma ora non trovo la strada di casa" spiegò Ziva.
"Spiegami, non ti sei fatta portare sotto casa?" domandò Tony sconvolto.

Rimase veramente senza parole dal comportamento della collega. Aveva immaginato che anche Ziva potesse ubriacarsi ma non si sarebbe mai aspettato di vederla perdere il controllo in quel modo.

"No. Non mi ricordavo la via" disse ridacchiando.
"Magnifico. E adesso dove sei? Riesci a dirmi in che punto della città ti trovi?" le chiese Tony sperando che non si trovasse in un sobborgo.
Non metteva in dubbio le sue capacità da Ninja, ma date le condizioni del momento, non era certo che sarebbe riuscita a difendersi da qualche malintenzionato.

"Aspetta fammi guardare... Bingo!!! Sono sotto l'obedisco! Quel pilone orribile" disse lei.
"L'obelisco, Ziva. E quello che chiami "pilone orribile" è il monumento a Washington. E poi comunque... Tu abiti dall'altra parte della città! Come hai fatto a finire lì" disse Tony.
"Ora ti prego, resta ferma immobile dove sei. Ti vengo a prendere io. Dammi dieci minuti" concluse.
"Va bene, bene, bene, beneeeeee" gridò lei.
"Si. Ti prego abbassa la voce e non parlare a nessuno. Se qualcuno si avvicina con cattive intenzioni, picchialo. Per favore" la istruì Tony preoccupato.
"Ok, papà. Farò la brava" rispose lei.
"Non chiamarmi mai più così. Mi da i brividi. Senti sto salendo in macchina, ora riaggancio così posso guidare più veloce" le speigò.
"Ok, ti aspetto. O ma guarda, c'è un gattino!! Vieni qui micio micio micettooo" disse lei rincorrendo il gatto, che spaventato, scappò alla velocità della luce.
"Ziva! Seduta e ferma immobile dove sei. Non voglio doverti cercare per tutta la città perché insegui un povero gatto innocente" la sgridò Tony.
"Scusa. Sto ferma, promesso" disse lei poco prima di chiudere la telefonata.

Nel breve viaggio da casa sua all'obelisco Tony si chiese perché era toccata a lui.
"Con tutte le persone che poteva chiamare, proprio me?" disse tra sé e sé.
Poi però si rese conto di essere felice che avesse pensato proprio a lui nel momento in cui aveva bisogno.

Dopo all'incirca un quarto d'ora arrivò sotto l'obelisco. Fermò la macchina lì vicino e scese a piedi a cercare Ziva.
La trovò dopo poco seduta su un gradino, proprio sotto il monumento.

"Ecco qui la mia ubriacona" disse avvicinandosi a lei.
Ziva si alzò di scatto e gli andò incontro.
"Tonyyyyyy! Il mio autista personalissimo" gridò.
"Ziva, abbassa la voce, la gente ci guarda. E siamo due agenti federali" disse Tony un po' in imbarazzo.

Ziva iniziò a ridere.
Ma fu in quel momento che Tony si accorse che era senza giacca. Era autunno inoltrato e faceva abbastanza freddo.
"Ziva, dove hai messo la giacca?" le chiese mentre le toccava le mani e il viso per sentire quanto era fredda.
"Ad essere sincera non lo ricordo. Ma penso di averla lasciata al bar" rispose guardandolo in faccia e sorridendo.
"Ma stai congelando" disse Tony abbracciandola per riscaldarla. Stava tremando e aveva davvero molto freddo, anche se in quelle condizioni non se ne era resa conto.
"Tu invece sei caldo. Mi piace questa sensazione, sei come un letto con la coperta termica" disse lei.
Tony si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle.
"Tu invece sei come un ghiacciolo, e se non ti riscaldi subito, domani mattina oltre ad avere un terribile mal di testa causato da tutto l'alcool che hai bevuto avrai anche il raffreddore" rispose Tony.

Lei tornò ad abbracciarlo.
"Si papà" fu la sua risposta.
"Ti ho già detto di non chiamarmi così. È inquietante pensare a me come tuo padre. Ora andiamo in macchina e poi ti porto a dormire. C'è la fai a camminare" le chiese vedendo il suo passo incerto.
"Si, ma che credi che sia ub..." iniziò poco prima di inciampare.
"Ubriaca... Si, lo sei" concluse lui.

Ziva scoppiò a ridere, così Tony la prese da dietro le spalle e la guidò fino alla macchina. Mise in moto e accese il riscaldamento.
"Meglio così?" le chiese mentre l'abitacolo si riscaldava.
"Si, molto meglio" rispose lei che ancora stava tremando.
"Ok, allora andiamo" disse Tony partendo.

Dopo nemmeno due minuti Ziva guardò Tony e disse "Mi gira la testa... Perché?".
"Perché? Forse perché hai bevuto troppo!" rispose lui divertito.
"Non mi prendere in giro" disse Ziva mettendo il broncio.
"Ok, ok. Dimmi una cosa, hai la nausea?" le chiese lui sistemandole meglio la giacca in modo che continuasse a riscaldarsi.
"No... O forse si. Non lo so" rispose Ziva confusa.
"Maledizione. Va bene, se ti viene da vomitare ti prego dimmelo, che fermo la macchina" le disse mentre lei chiudeva gli occhi.
"E non ti addormentare ora. Siamo quasi arrivati" aggiunse.
"Arrivati dove?".
"A casa mia, Ziva" disse indicando il cartello della sua via.
"Ma io voglio andare da me" disse piagnucolando.
"Non se ne parla. Stanotte stai da me. Ecco siamo arrivati" spiegò parcheggiando.

Scese dalla macchina e aiutò Ziva a salire le scale per raggiungere il suo appartamento.
Entrarono in casa e Tony aiutò Ziva a togliersi il suo cappotto.
Improvvisamente lei lo abbracciò.
"Che succede?" chiese lui.
"Mi fa tanto male la testa" rispose appoggiando la fronte sul suo petto.
Tony rise.
"Questo è il prezzo che si paga quando si fa baldoria, mia piccola Ninja" disse Tony abbracciandola.

Tornò a guardarla in faccia, era diventata piuttosto pallida e Tony sapeva bene cosa volesse dire questo.
"Ok, Ziva. Vieni con me, hai l'aria di una che presto avrà bisogno di usare il bagno" le disse guidandola attraverso le stanze fino al bagno.
"Non ne ho bisogno, voglio solo dormire. Qui tutta la stanza sta girando e io voglio distendermi" gli disse.
"Fidati di me, meglio se andiamo prima in bagno. E in fretta anche, il tuo stomaco sta per vendicarsi per quello che gli hai fatto" insistette lui.

E per fortuna alla fine Ziva seguì il suo consiglio. Ebbero giusto il tempo di arrivare in bagno che lei si sentì male.
"Meno male che non ne avevi bisogno, eh occhioni belli?" disse ironicamente lui mentre l'aiutava ad alzarsi.
"Non infierire Tony, non è serata. Prima quel tipo insistente al bar che non mi lasciava stare adesso tu con la tua ironia. Ho un mal di testa terribile, non ti reggo" disse Ziva appoggiandosi al lavandino.

A sentire quelle parole Tony si spaventò.
Fece girare Ziva, la guardò negli occhi e le chiese "Ehi, qualcuno ti ha fatto male?".
"No, tranquillo. Lo sai che so badare a me stessa" disse lei appoggiandosi a lui. La nausea le era passata ma la testa le girava ancora.
"Mi preoccupo invece. Non voglio che qualcuno ti faccia male, Zee" rispose accarezzandole la testa.
"Grazie. Ora posso andare a dormire? Sul serio, non mi sento troppo bene".
"Certo, andiamo a fare la nanna Mossad" disse Tony ridendo.
La fece distendere nel suo letto, le diede un'aspirina e la guardò addormentarsi.
"Se hai bisogno chiamami, sono sul divano" le disse.
Lei fece un cenno con la testa e chiuse gli occhi. Lui la coprì bene con le lenzuola, le accarezzò il braccio e poi uscì dalla stanza.
Pensò a quello che sarebbe successo il mattino seguente. Sicuramente l'avrebbe presa in giro, in fondo non era una cosa da tutti i giorni vedere Ziva David, la perfetta macchina da guerra, perdere il controllo di sé stessa in quel modo.

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"E questa è la storia di tua madre ubriaca" disse Tony a sua figlia.
"Oddio, sul serio mamma era così persa?" rispose Samantha ridendo.
"Si, sul serio. Ma tu ora devi dormire e domani mattina riparleremo di quello che hai combinato. Non appena ti sarà passato il terribile mal di testa che avrai" le disse spegnendo la luce.
"Ma se anche mamma si è ubriacata come ho fatto io stasera non puoi mettermi in punizione, papà" rispose lei.
"Posso e lo faccio, invece. Dormi" le disse uscendo dalla stanza.

Sua figlia aveva sedici anni ed era appena tornata a casa dal ballo della scuola, completamente ubriaca.
Ziva era andata fuori di testa ed era toccato a Tony sistemare le cose.

Uscito dalla stanza si trovò davanti la figlia più piccola.
"Ciao papà" disse la bambina guardando Tony
"Gracie". 
"Sam è in punizione ora?" chiese con occhi furbi.
"Chicca, cosa ci fai sveglia a quest'ora?" disse Tony prendendola in braccio.
"Ho sentito mamma gridare" rispose.
"Si è in punizione, ha combinato un guaio" le spiegò Tony riportandola in camera sua.
"Domani la prenderò in giro" disse Garcie divertita.
"Ora torna a dormire. E ti consiglio di non prenderla troppo in giro. Tua sorella sarà nervosa domani e credimi, ora hai solo sei anni, ma prima o poi succederà anche a te" le disse dandole un bacio dopo averla rimessa nel letto.
"Mi succederà cosa papà?" chiese lei innocentemente.
"Te lo spiego quando sei più grande, ora fai la nanna cucciola".
"Notte papà" disse la bambina prima di rimettersi a dormire.

Tony rientrò in camera, dove Ziva lo aspettava seduta sul letto.
Lei lo guardò, gli andò incontro e lo abbracciò.
"Ho esagerato vero?" chiese sentendosi in colpa.
"Un tantino, Ziva" rispose lui baciandola.
"Mi sa anche a me..."
"Eh si, anche perché vuoi che ti ricordi cosa hai combinato tu?" le disse lui ridendo.
"Ti prego, no" disse lei trascinandolo sul letto.
"Allora dormiamo, domani sarà una lunga giornata" disse Tony spegnendo la luce e addormentandosi abbracciato alla moglie.








Note dell'autrice:

Ecco la prima OS di questa raccolta di storie TIVA.
Ehm... Diciamo che non doveva essere questa la storia che apriva la mia raccolta ma è successa una cosa che mi ha ispirato a scrivere questo racconto... AHAHAHHAHA XD

OMG voi non avete idea di quanto io abbia riso quando una mia AMICA mi ha chiamata abbastanza alticcia (direi ubriaca) e ha iniziato a delirare al telefono con me! XD
E il bello è che io non dicevo nulla e lei rideva come una pazza!
Non la ringrazierò mai abbastanza per l'ispirazione.
Ovviamente non faccio il nome ma la persona interessata saprà a chi mi riferisco! :):)
Beh spero sia stata di vostro gradimento! E voglio specificare che saranno tutte OS così! Divertenti da leggere e non legate tra di loro, per cercare di superare questo terribile periodo post perdita di Cote/Ziva... :(

Prima di lasciarvi voglio augurarvi una buona visione di Past, Present and Future. Facciamoci coraggio ragazzi!! E non molliamo mai: #BringBackCote! #CotesArmy combatterà finché Cote non sarà di nuovo con noi!!!!! XD

Baci, Meggie.

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Capitolo 2
*** Goldfish. ***


Disclaimer: Ncis e i suoi personaggi non mi appartengono, altrimenti non avrei concluso in questo modo la storia di Ziva e il rapporto tra i TIVA. Ziva sarebbe tornata a Washington, loro avrebbero fatto tanto TIVA SEX e sarebbero vissuti felici e contenti. Ma purtroppo non è andata così. E ora non ci resta che lottare per riavere Ziva.



Goldfish


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"Hey, Kate! Pronta per la colazione?" disse Tony dando da mangiare al suo pesciolino.

Era quello che faceva tutte le mattine prima di uscire di casa. Con il lavoro che faceva non gli era possibile avere un animale domestico. Così aveva deciso di comprare un pesce rosso.
Lo aveva chiamato Kate, in onore della sua collega, della sua amica.

"Passa una buona giornata nel tuo mondo perfetto. Ci vediamo stasera" disse prima di prendere la giacca, lo zaino e dirigersi alla macchina.

Era pieno inverno e fuori si gelava.
Tony partì spedito per andare in ufficio, ma a metà strada si accorse di aver lasciato a casa il distintivo.

"Fantastico! Ora arriverò anche in ritardo e Gibbs mi punirà" pensò.
Ma non aveva scelta. Doveva tornare a casa, sapeva bene che non poteva lavorare senza distintivo.

Fece inversione e mentre riprendeva la strada di casa decise di chiamare Ziva per avvertirla del ritardo.

"Tony! Di cosa hai bisogno?" domandò Ziva rispondendo al telefono.
"Hey, perché pensi che abbia sempre bisogno di qualcosa quando ti chiamo?" disse lui.
"Mmmm... Perché ti conosco?" rispose Ziva divertita.
"Simpatica... Comunque volevo solo dirti che arriverò con qualche minuto di ritardo, perché ho scordato il distintivo a casa e sto tornando a prenderlo. Per favore puoi coprirmi con Gibbs?" chiese Tony.
"Ah! Allora avevo ragione, hai bisogno di un favore. Ok, ti coprirò con Gibbs. Ma solo se finirai i miei rapporti" contrattò lei.
"Ok, andata. Arrivo il più in fretta possibile" disse Tony.
"Non correre. Le strade sono ghiacciate, fai attenzione" rispose lei.
"Occhioni belli, ti preoccupi per me? Come sei dolce!" la prese in giro Tony.
"Più che altro non mi va di dovermi adattare ad un nuovo collega se tu muori" rispose lei con il suo solito tono sarcastico.
"Non è vero, ti preoccupi per me. Sono commosso" insistette lui.
"Muoviti ad arrivare, DiNozzo" disse lei buttando giù il telefono.

Tony sorrise. Gli piaceva quando Ziva faceva così, quando era così protettiva nei suoi confronti.

Arrivò in ufficio circa un'ora dopo, con la faccia di uno che ha appena ricevuto brutte notizie. Anzi pessime notizie.
Buttò a terra lo zaino, si tolse la giacca e si mise seduto senza nemmeno salutare.

"Meno male che ci dovevi mettere poco a tornare, Tony" disse Ziva sottovoce.
Ma proprio in quel momento fece la sua comparsa Gibbs che lanciò un'occhiataccia a Tony.
"Ben svegliato, Tony. Fatto tutto con comodo?" gli chiese in tono ironico.
"Ho avuto un imprevisto, capo" rispose lui serio.
"E questo imprevisto aveva la metà della tua età e i capelli biondi?" domandò Gibbs facendo riferimento alla sua abitudine di uscire con ragazze giovani.

A Ziva scappò una risata.
Tony la fulminò. Lo sguardo arrabbiato.
"Ti diverti, agente David? Perché io non sto ridendo" le disse.

Ziva tornò immediatamente seria, non aveva mai visto Tony così. Capì che qualcosa non andava, ma visto il suo attuale stato d'animo decise di sorvolare.

Passarono la mattinata in completo silenzio. Gibbs era in riunione con il direttore, McGee in laboratorio con Abby a lavorare per recuperare dei dati da un computer mezzo bruciato.
E loro erano alle scrivanie a cercare, in mezzo ad una montagna di carte, l'estratto conto del loro sospettato.

"Certo che l'FBI poteva anche evitare di darci tutte queste scartoffie. Lo hanno fatto apposta per nascondere quello che ci serviva" commentò Ziva mentre apriva il terzo scatolone pieno di fascicoli.
"Lo sai come sono fatti" fu l'unica risposta che Tony diede.

Passarono buona parte del tempo così. Ziva cercava di fare conversazione e Tony rispondeva quasi a monosillabi.
Il che era davvero strano. Per due motivi: primo Tony era campione del mondo di conversazione, parlava sempre e comunque. Secondo quando rimanevano da soli in ufficio erano soliti chiacchierare del più e del meno e stuzzicarsi a vicenda.
Ziva non riuscì più a stare zitta. Voleva sapere il perché di questo strano comportamento di Tony.
Così appoggiò il fascicolo che stava leggendo e si avvicinò alla scrivania dell'amico.

Rimase a fissarlo finché Tony non alzò lo sguardo.
"Che fai? Testi una delle tecniche che ti hanno insegnato al Mossad? Della serie: fissalo finché non lo metti a disagio? Beh, ci sei riuscita, puoi anche tornare a sedere" disse Tony rimettendosi a leggere.
"Allora sai ancora parlare!" rispose lei.
"Doveva essere una battuta?".
"Sei indisponibile oggi" disse lei.
"Indisponente. E poi, che ti importa?" rispose lui.
"Mi importa. C'è qualcosa che non va, è più che evidente. Ma non so cos'è" spiegò lei.
"Forse non sai cos'è perché non sono affari tuoi" disse lui.
"Vedi, ho ragione. Qualcosa non va. Altrimenti avresti già parlato di cosa ti turba. Adori parlare di te" insistette lei.

Tony non rispose.

"Vuoi dirmi che hai?" chiese lei.
"La smetti per piacere?! Finiscila di farti i fatti miei e torna a lavorare. Mi stai facendo innervosire parecchio. Smettila di assillarmi" disse Tony arrabbiato quasi gridando in faccia a Ziva.

Lei si sentì offesa. Voleva aiutarlo, voleva comportarsi da amica. E lui l'aveva trattata male.
Gibbs che stava scendendo le scale sentì Tony alzare la voce, così si affrettò a chiedere cosa fosse successo.

"Oggi l'agente DiNozzo è piuttosto indisponibile" puntualizzò Ziva.
"Indisponente" la corressero in coro Tony e Gibbs.
"Oh, che pignoli" rispose lei sedendosi.

"Che hai? Perché hai gridato contro Ziva?" gli chiese Gibbs, che in quel momento si sentiva come un padre che interrompeva la lite tra i figli.
"Non mi sento troppo bene, capo" rispose Tony in modo vago.
"Allora va a casa" rispose Gibbs.

Tony non ci pensò due volte, prese le sue cose e tornò a casa.

"Che cosa ha fatto?" chiese Gibbs a Ziva.
"È quello che cercavo di scoprire" rispose lei.

Tornato tutti quanti al lavoro e passarono il resto della giornata a lavorare sulle prove.
Anche se si era un po' offesa per il comportamento di Tony, Ziva non poteva fare a meno di pensare a cosa gli potesse essere successo per farlo reagire così.
In fondo era sua amica, e si presume che gli amici passino sopra a queste cose e siano comunque disponibili.

Così la sera invece di tornare a casa sua, una volta uscita dall'ufficio, decise di andare a casa di Tony.
Sapeva di rischiare un'altra discussione, ma voleva almeno provare.

Bussò alla porta del suo appartamento e attese.
Tony, nonostante avesse sentito, non andò ad aprire. Sapeva che con buona probabilità alla porta c'era Ziva, ma non aveva voglia di parlare con nessuno.
Ziva bussò di nuovo.
"Senti lo so che sei in casa. Ho visto la macchina parcheggiata e dalla strada si vede che hai la luce del salotto accesa" disse lei per fargli capire che sapeva.

"Maledette doti da Ninja" pensò Tony alzandosi dal divano e andando ad aprire. Sapeva che ignorarla sarebbe stato inutile, Ziva era una che non si arrendeva facilmente.

"Ciao" disse lei non appena Tony aprì la porta.
"Ciao. Cosa ci fai qui?" chiese.
"Volevo vedere se andava tutto bene. Hai detto a Gibbs che non ti sentivi tanto bene" rispose.
"Sto bene, tranquilla" disse lui.
"Se lo dici tu. Mi fai entrare o stiamo qui tutta la sera?" domandò Ziva.

Tony la fece entrare. Anche se non voleva ammetterlo, un po' di compagnia gli faceva piacere.

"Ho portato i pop-corn... Pensavo che ti andasse una serata film" aggiunse sedendosi sul divano.
"Se vuoi guardiamo un film, ma non ho fame" disse lui.

Ziva rimase pietrificata. Anthony DiNozzo Jr che non aveva fame, un giorno da segnare sul calendario. Ma questo gli fece anche capire che davvero qualcosa non andava.

"Ok. Mi puoi dire cos'hai adesso?" domandò lei più seria che mai.
Tony non rispose.
"Non so... Qualcuno sta male? Ti sei lasciato con la fidanzata?" provò ad indovinare lei.
"Perché pensate tutti che c'entri una ragazza?" chiese lui infastidito.
"Non cambiare discorso Tony. Voglio solo aiutarti" rispose lei.

Tony la guardò negli occhi, per la prima volta in tutta la giornata.
Dopo un attimo di silenzio decise di spiegare a Ziva il motivo del suo comportamento.

"Kate è morta" disse.

Ziva rimase stupita, non riusciva a capire. La sua mente divagò fino a pensare che lui la stesse incolpando per la morte di Kate. Ma poi tornò a ragionare e capì che non poteva essere quello il motivo.
Gli mise una mano sulla gamba, in segno di conforto.

"Tony, Kate è morta da otto anni. Lo so che è stata una tragedia, ma pensavo che l'avessi superato" gli disse dolcemente.

Lui la guardò, aveva gli occhi lucidi. Ziva era davvero confusa dal suo comportamento.
"Oggi non è nemmeno l'anniversario della sua morte, cosa te l'ha fatta tornare in mente?" chiese.

"No, Ziva. Non capisci... Kate è morta" disse Tony volgendo lo sguardo verso la boccia del suo pesce.
Ziva guardò nella sua stessa direzione vide la boccia vuota e capì.

Si rese conto che probabilmente aveva trovato il pesciolino morto quando era tornato a casa per prendere il distintivo.
Ecco perché al telefono era così allegro e quando era arrivato in ufficio il suo umore era cambiato.

"Kate..." disse a bassa voce rendendosi conto di quale Kate stava parlando.
"Oh, Tony" disse abbracciandolo.

Lui la lasciò fare e appoggiò la testa sulla sua spalla.
Ziva gli accarezzò la schiena e il braccio, voleva confortarlo. Ora finalmente capiva perché era così strano.

Dopo qualche minuto di silenzio Tony parlò.
"Penserai che sono uno stupido" le disse.
"Perché?" chiese lei continuando ad abbracciarlo.
"Sto male perché un pesce è morto, neanche fosse un cane o un gatto" rispose.
"Qualunque animale fosse, tu gli volevi bene. E credo che per te avesse un'importanza più profonda, visto il nome che portava" disse lei.

A Tony scese una lacrima e Ziva gliela asciugò.
Ora si sentiva ancora più stupido. Piangere per un pesce.

"Io ho pianto quando è morta la mia lucertola" disse Ziva nel tentativo di fargli capire che non c'era nulla di male nello stare male per queste cose.

Tony sorrise.
"Avevi una lucertola?" chiese.
"Si" rispose.
"Come mai non sono stupito?" disse ridacchiando.
"Perché mi conosci, come io conosco te" spiegò Ziva.

Tony continuava a rimanere abbracciato a Ziva. Cominciava a sentirsi meglio, ma gli piaceva che qualcuno lo coccolasse.

"Anche se so che è contro le regole volevo chiederti scusa" disse alzando lo sguardo.
"Per cosa?" domandò lei.
"Per come mi sono comportato oggi. Sono stato uno stronzo. Davvero" commentò lui ripensando a quello che le aveva detto.
"Beh, in effetti si. Ma tranquillo, è acqua passata" disse Ziva.
"Però la prossima volta che hai qualche problema, parlane con me. A questo servono gli amici, no?" gli disse accarezzandogli il volto.

Tony annuì e tornò ad appoggiare la testa sulla spalla di Ziva.
"Ti va ancora di vedere un film con me?" chiese lui.
"Certo, cosa mi fai vedere?" rispose.
"Sherlock Holmes" disse accendendo la televisione.
"Pop-corn? Proprio non li vuoi?" chiese Ziva.
"Beh, magari uno o due li mangio" disse Tony sorridendo.

Passarono la serata insieme, l'uno appoggiato all'altra.
Era quasi mezzanotte quando Ziva decise che era il caso di tornare a casa sua. Prima di addormentarsi sul divano di Tony.

Nonostante Tony avesse insistito perché restasse a dormire lì visto che era già tardi, lei decise comunque di andare via.

"Grazie" le disse mentre l'accompagnava alla porta.
"Di nulla. Ricordati che ci sono in qualsiasi momento se hai bisogno" disse Ziva prima di salutarlo.

Quando il mattino seguente Tony si svegliò era di tutt'altro umore.
L'aiuto di Ziva era stato molto importante e si pentì del fatto di non avergliene parlato prima.
Tuttavia fu di nuovo preso dalla tristezza quando, come ogni mattina, si avvicinò alla boccia per dare da mangiare a Kate.

Fu in quel momento che sentì bussare alla porta.
Rimase sorpreso, di solito non aveva ospiti alle sette di mattina.
Andò ad aprire e si ritrovò davanti Ziva.

"Occhioni belli, già sentivi la mia mancanza?" disse riferendosi al fatto che erano stati insieme tutta la sera precedente.
"Vedo che hai riacquistato il tuo senso dell'umorismo" disse lei.
"Comunque no, sono qui per farti una sorpresa" aggiunse mostrandogli un sacchetto trasparente con dentro un pesciolino rosso.

Tony prese il sacchetto per vedere bene il pesce. Rimase senza parole.
"So che non sostituirà Kate, ma almeno non dovrai vedere la boccia vuota" si affrettò a spiegare Ziva.

Tony aprì il sacchetto e mise il pesciolino nella sua nuova casa.
Si avvicinò a Ziva, l'abbracciò e le diede un bacio sulla sommità della testa.
"Penso di avere l'amica migliore del mondo" disse lui.

Lei si lasciò abbracciare per un po' poi chiese "Come lo chiamiamo questo pesciolino?".

Tony pensò un attimo.
"Wanda! Come il film 'Un pesce di nome Wanda' " esclamò lui.
"Non cambi mai, eh?" disse Ziva.
"No" rispose lui convinto.

La prese per mano e insieme si diressero al lavoro.







Angolo dell'autrice:

Eccomi tornata con una OS di questa raccolta! XD
Questa volta ho cambiato un po' genere... Ho messo un Tony un po' triste... Perché ci piace vedere Ziva così coccolosa con il suo Tony!!! XD
Potete dire: sei stata cattiva ad uccidere il pesciolino di Tony... Scusate. L'ho fatto per una buona causa! :D

Comunque questi sono gli effetti della disperazione.
Io rimedio com un po' di love e un po' di Fluff. E perché no, una spruzzata di fun! XD

*finito il momento di pazzia dell'angolo dell'autrice*

Passiamo al dramma: chi di voi guarderà la puntata di domani? Io non so se riesco ad affrontare un altro episodio senza Ziva... Vedrò di farmi coraggio.

Fatevi coraggio anche voi è insieme gridiamo: CBS, #BringBackCote. #WhereIsZiva? #NoZivaNoNcis #NoCoteNoParty

Mi fermo! XD

Baci e alla prossima OS.

Meggie.

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Capitolo 3
*** We always have Paris. ***







Disclaimer: Ncis e i suoi personaggi non mi appartengono. Ma se potessi decidere io a quest'ora sapremmo già quello che è successo tra Tony e Ziva a Parigi. E lo sapremmo da un pezzo, ovvero dall'episodio stesso in cui sono andati in quella meravigliosa città.
Ma siccome non ho potere, ho rimediato scrivendo una OS!



We always have Paris

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Quando Gibbs le aveva detto che sarebbe dovuta partire per Parigi per svolgere una missione non voleva crederci.
Doveva andare per tre giorni a Parigi solo per seguire un sospettato. Per di più avrebbe dovuto trascorrere là, da sola, il suo compleanno.

"Capo, sul serio?" domandò lei incredula.
"Qualche problema, David?" rispose lui.
"No è solo che è il mio compleanno, starò là da sola... Non si può rimandare? Oppure non puoi mandare qualcun altro?" chiese.
"Se ho detto che devi andare tu c'è un motivo. È lavoro Ziva, non puoi svolgerlo solo quando ti pare" disse Gibbs.

Tony la vide piuttosto alterata.

"Che succede, Ziva?" le chiese.
"Devo andare a Parigi" rispose lei scocciata.
"Ma Parigi è meravigliosa! Chissà che belle giornate passerai" le disse.

Ziva lo guardò sconvolta, non capiva se scherzava o diceva sul serio.

"Da sola, per il mio compleanno mentre inseguo un probabile assassino. Il massimo del divertimento" rispose sarcastica lei.
"Ah, già il tuo compleanno. Vabbè dai, non fasciarti la testa prima di essertela rotta. Magari trovi qualcosa o qualcuno che ti piace. Chi lo sa" disse Tony.

Ziva non sapeva se essere più infastidita dal fatto che Tony probabilmente la stava prendendo in giro o per il fatto che lui si fosse praticamente dimenticato del suo compleanno.

Sorvolò sull'argomento e disse "Tony ma perché dovrei rompermi la testa? Non è una cosa bella da dire ad una persona che sta per partire".
"È un modo di dire Zee-Vah! E comunque spero che il tuo viaggio vada bene" spiegò lui.
"Stupidi modi di dire americani. Otto anni che sono qui e ancora devo capirli" borbottó lei prendendo le sue cose e andando a casa.

Arrivata a casa tirò fuori una piccola valigia e la riempì con le poche cose che le sarebbero servite per la missione.
Era arrabbiata.
Possibile che non ci potesse andare nessun altro al suo posto? O altrimenti, Gibbs non poteva mandare qualcuno con lei ad aiutarla e a farle compagnia?
Le sarebbe andato bene anche Tony.
Anzi a pensarci bene sarebbe stata estremamente felice di averlo con lei. Chi voleva ingannare. Era perdutamente innamorata di lui, da anni.
E se il suo istinto non la ingannava anche lui provava la stessa cosa per lei.
Quindi era doppiamente arrabbiata con Tony: per quello che le aveva detto il pomeriggio in ufficio e per non essersi proposto con Gibbs di andare con lei.

Finì di preparare tutto quello che doveva portarsi dietro, si cambiò e andò a dormire.

Quando la mattina seguente si alzò, trovò un messaggio nella segreteria telefonica del cellulare.

"Ti lascio questo messaggio ora perché sicuramente ti sveglierai presto domani mattina e io starò ancora dormendo. Fai buon viaggio, guanciotte dolci, e ricordati di quanto ci siamo divertiti l'ultima volta a Parigi. E quando torni magari troverai anche un regalo per il tuo compleanno. Magari un po' in ritardo... Ma meglio di nulla. Divertiti e mandami una cartolina. Ciaooooo".

Dopo aver ascoltato quel messaggio aveva ancora più voglia di avere Tony al suo fianco. Non lo cancellò. Lo tenne salvato per riascoltarlo, nel caso ne avesse avuto voglia.

Prese un taxi per andare all'aeroporto. In tutta sincerità si era aspettata di trovare Tony sotto casa sua pronto a portarla a prendere l'aereo.
Salita sull'aereo si mise a leggere il libro che si era portata dietro e poi si riposò un po'. Il fuso orario le avrebbe dato dei problemi se rimaneva sveglia per tutto il viaggio, in più da sola si annoiava.
Si ritrovò a sperare che il sospettato che doveva seguire fosse inspiegabilmente sparito nel nulla, così da poter tornare a casa il prima possibile.

Arrivata in aeroporto, dopo aver recuperato la valigia, prese il primo taxi che trovò e si fece portare in albergo.
Il volo era durato sette ore e mezza e con il fuso orario, lì a Parigi erano le otto di sera.
Riaccese il cellulare e sperò che qualcuno dei suoi amici le avesse mandato almeno un messaggio per sapere come era andato il volo.
E invece nulla.

"Pessima giornata, a cui seguiranno altri due giorni terribili" pensò.
Sperò almeno che il lavoro le tenesse la mente impegnata e che il tempo passasse in fretta.



Una settimana prima, NCIS

"McGenio, ho bisogno del tuo aiuto" disse Tony.
"Una novità" rispose sarcasticamente Tim.
"Ah-ah. Stai parlando con un tuo superiore lo sai. Porta rispetto. E muoviti" lo ammonì Tony.
"Si signore. In cosa posso esserle utile signore" lo prese in giro McGee.

Tony gli diede uno scappellotto.

"Leggi questo foglio. C'è scritto quello che mi serve. Ora tu fai le tue magie al computer e mi trovi quello che ti chiedo" disse Tony con tono autoritario.
"E tu mi chiedi tutto questo una settimana prima? Stai scherzando spero" rispose McGee incredulo.
"Mai stato più serio. Fai anche in fretta per favore" disse andando a sedersi alla sua scrivania.
"Fingendo che per puro miracolo io riesca a fare tutto questo, Gibbs sa che cosa stai combinando?" domandò Tim.
"Certo. Che domande".

McGee lo guardò confuso, non capiva perché Tony gli stesse chiedendo tutto questo.

"Ah mi serve tutto entro oggi" aggiunse Tony.
"Oggi?! Ma tu sei pazzo. Non ce la farò mai" gli disse.
"Ah, McLamentoso. Finiscila. Ho già chiesto ad Abby, se scendi da lei ti aiuterà" rispose Tony.

McGee sbuffò, oltre al suo lavoro gli toccava pure di aiutare Tony.
"Mi devi un favore DiNozzo, non me lo dimentico" disse McGee andando verso l'ascensore.

Tony sorrise soddisfatto e impaziente di avere per le mani ciò che aveva chiesto a McGee.

La sera, prima di andare a casa, Tim si avvicinò alla scrivania di Tony e gli buttò sotto il naso un plico di fogli.
"Bravo Tim, ottimo lavoro" disse Tony sorridente.
"Me ne devi dieci di favori, non uno. E devi molti favori anche ad Abby. Siamo impazziti per assecondare le tue improponibili richieste" si lamentò McGee.
"Si, si. Come dici tu" rispose Tony poco attento a quello che diceva il collega e molto più interessato a verificare che fosse tutto a posto con le carte che gli aveva portato.


Presente, Parigi

Arrivata in hotel, Ziva si registrò immediatamente alla reception e si fece dare le chiavi della stanza.
Nonostante avesse dormito per buona parte del volo era stanca e non vedeva l'ora di farsi un bagno caldo e di andare a dormire.
Secondo quello che le aveva detto Gibbs il giorno seguente avrebbe dovuto incontrare agenti della polizia locale e iniziare la missione.

Si guardò intorno e si meravigliò di quanto fosse bello l'hotel.
Pieno centro, vicinissimo alla Tourre Eiffel e decisamente lussuoso. Mai le era successo di alloggiare in un hotel così bello durante una missione.

Prese l'ascensore e arrivò al suo piano.
Entrata in stanza la prima cosa che notò fu la porta finestra spalancata che rivelava una perfetta vista della Tourre Eiffel illuminata. La sua stanza aveva un enorme terrazzo e una vista meravigliosa.
Pensò seriamente di darsi malata e passare due giorni in quell'hotel.

Quando fece per uscire sul terrazzo si accorse di un biglietto appoggiato su un vassoio.
Lo prese in mano ed iniziò a leggere.


Se stai leggendo questo biglietto e ancora non è il tuo compleanno vuol dire che ho calcolato tutto bene e che McTourOperator non ha fatto casini.
Volevo farti una sorpresa per il tuo compleanno, qualcosa che ti lasciasse senza parole. Dopo più di otto anni che ci conosciamo ho pensato che qualcuno dovesse fare il primo passo e ho creduto che fosse giusto che a buttarmi fossi io.
Ora, so che ti sei arrabbiata quando hai saputo di dover partire da sola per Parigi, ma non potevo dirti che avevo organizzato tutto io. Ti avrei rovinato la sorpresa.
Ah, ho scelto Parigi perché... Beh tu il perché lo sai.

Ora voltati e baciami, guanciotte dolci.

Tuo, sederino peloso.


Il cuore di Ziva batteva talmente forte che pensava le sarebbe esploso.
Lasciò cadere la lettera sul vassoio e si girò trovandosi davanti a lei Tony, in un meraviglioso completo e con un sorriso a trentadue denti.

Non ci pensò nemmeno un secondo e si lanciò su di lui, baciandolo con tutta la passione che aveva.
Tony le prese la testa con una mano mentre con l'altra l'attirava a sé.
Non aveva mai né dato né ricevuto un bacio così. Sentiva le farfalle nello stomaco.

Si staccarono per riprendere fiato e si fissarono intensamente negli occhi.
Tony riuscì a vedere la felicità sul volto di Ziva. Era molto tempo che non la vedeva così, anzi a dire il vero non l'aveva mai vista così sorridente.

"Sorpresa!" disse continuando a tenerla vicina.
"Tony, io... Non mi aspettavo tutto questo, davvero" disse dandogli un altro bacio, più breve ma comunque molto intenso.

"Meno male. Non dovevi sapere nulla, anche se potevi immaginare che non avrei mai lasciato che passassi il tuo compleanno da sola" le disse accarezzandole i capelli.
"Devo dirti, mi sono un po' offesa quando hai finto di dimenticartelo" rispose lei ridendo.
"Sono maledettamente bravo" disse Tony compiaciuto.
"Comunque penso che tu abbia capito che non c'è nessun lavoro da svolgere. Ci siamo solo io, te e un weekend a Parigi" aggiunse.
"Si, ora l'ho capito" disse Ziva.

Guardò Tony e gli accarezzò il volto. Poi lo abbracciò, stringendolo.
Rimasero lì un po' a godersi il momento.
"Beh, direi che ora è il caso che ti sistemi, perché tra poco arriva il cameriere con la cena" le spiegò Tony.
"Hai organizzato tutto alla perfezione, vero?" rispose lei andando ad aprire il borsone e tirando fuori quello che le serviva per la doccia.

Mentre Ziva era in bagno, Tony ne approfittò per fare una breve chiamata a Gibbs.
"DiNozzo. È andato tutto bene?" disse Gibbs rispondendo al telefono.
"Alla perfezione. Volevo approfittarne per ringraziarti per avermi permesso di fare tutto questo" gli disse Tony.
"Ti do fiducia, Tony. Ma falla soffrire e vedrai di cosa sono capace" rispose Gibbs.
"Certo capo, mi comporterò bene. Ah, e per favore ringrazia McGee e Abby da parte mia" disse Tony prima di chiudere la telefonata.

Quando Ziva uscì dal bagno Tony non era più seduto sul letto, dove lei lo aveva lasciato.
Si guardò intorno e lo vide sul terrazzo mentre ammirava il panorama. Uscì anche lei e si avvicinò.

"È una meraviglia qui" disse.
"Si, Parigi è sempre Parigi. Ho un bel programma per domani, sai" le disse Tony prendendole la mano.
"Ah, si? Che cosa hai architettato?" domandò curiosa.
"Potrei dirtelo, ma poi addio sorpresa. Sappi solo che probabilmente sarà il più bel compleanno della tua vita. Ho fatto impazzire McGee ad Abby per organizzare tutto" le spiegò.
"Fai il misterioso eh? Vorrà dire che mi farò stupire" rispose Ziva dandogli un bacio.

Gli piaceva questa cosa, l'aver abbattuto tutte le barriere e vivere il loro amore serenamente.

Cenarono sul terrazzo, parlando e ridendo.

"Hey Ziva. Sta venendo freddino qui fuori. Ti va se rientriamo e facciamo quello che abbiamo fatto l'altra volta?" le propose Tony.

Ziva sorrise come una bambina.
"Si, ti prego" disse.

E così fecero.
Uscirono dalla stanza e camminarono lungo il corridoio.
"Andiamo scegli una porta, il numero che preferisci. Scegli bene se no lo sai che non è divertente" le disse Tony
"È questione di fortuna, Tony. Comunque scelgo questa, la 703" disse Ziva indicando una stanza.
"Ok, ora va dov'è nessuno può vederti e goditi la scena" le disse Tony.

Ziva si nascose poco lontano e guardò divertita.

Tony bussò alla porta e fortunatamente aprì un ragazzo e lui potè intravedere una donna, probabilmente la fidanzata o moglie in camera.
Avevano fatto centro.

"Lei è?" gli chiese il ragazzo.
"No, lei chi è!" rispose Tony alterato.
"Mi dice cosa vuole?" disse.
"Sono qui per una seratina romantica con la bella ragazza che vedo. Ciao amore!" disse Tony.
"Sta scherzando?" rispose il tipo sempre più arrabbiato.
"Perché dovrei scherzare? Sarei vestito così se fosse uno scherzo?" disse indicando il bel completo di Armani che indossava.
"Barbara! Chi è questo tipo che dice che è qui per te? Il tuo amante?" chiese il ragazzo voltandosi verso la donna.

In quel momento Tony scappò e corse a nascondersi da Ziva.
Stavano morendo dalle risate.
"Ogni volta che te lo vedo fare mi piego in due dal ridere" gli disse Ziva.
"Siamo cattivi, vero?" domandò Tony.
"Molto" rispose lei.

L'ultima volta che erano stati a Parigi era poco che Ziva era tornata dalla Somalia e durante la notte era stata svegliata da un terribile incubo. Tony non sapendo cosa fare aveva deciso di tirarle su il morale facendola ridere.
E ci riuscì, alla grande.

Tornarono in camera, ridendo come pazzi.
"Tony io non so davvero come ringraziarti. Per tutto, sei fantastico" gli disse Ziva tornando in sé.
"Questo e altro per la donna che amo!" rispose Tony.
Poi guardò l'orologio, mezzanotte e due minuti.
"Ah, e tanti auguri, occhioni belli" aggiunse dandole un rapido bacio sulle labbra.
Ziva sorrise e sussurrò un grazie. Questo era davvero il miglior compleanno della sua vita.
Poi si fermò un attimo a riflettere.
"Ho capito male o hai appena detto che mi ami?" domandò Ziva incredula.
"Hai capito benissimo, io ti amo e te lo dimostrerò ogni giorno" disse lui avvicinandosi a Ziva.

Lei annullò la distanza tra i loro corpi.
"Anche io ti amo, tanto. E voglio iniziare a dimostrartelo da ora" disse poco prima di baciarlo e spingerlo sul letto.

Quello che successe dopo, potete ben immaginarlo.









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Angolo dell'autrice:

Beh che dire... Sono in astinenza da TIVA?
La risposta è... DECISAMENTE SI. È una nuova epidemia che si sta diffondendo nel Fandom di Ncis.
Voglio dire, che episodi sono quelli che stanno andando in onda? Possono essere anche divertenti ma manca quel particolare fondamentale che si chiama ZIVA! -.-"
Possibile che Gary, la Cbs e chi più ne ha più ne metta non se ne siano accorti?
Mmmmm... Probabilmente hanno qualche problema alla vista... Ricoverateli e mettete al loro posto tutti gli autori di FF e tutti i Fans! PLEASE.

Comunque tornando alla storia qui sopra... Io adoro Parigi. E non solo per i Tiva, ci sono stata e vorrei tornarci perché è una bellissima città.
Nessuno ci ha mai detto cosa hanno combinato quei due a Parigi e allora io l'ho buttata sul ridere.
Io adoro fare scherzi e... Si. Ne faccio anche quando sono negli hotel. Se poi sono in un paese straniero è ancora più divertente! XD

Spero che vi sia piaciuta!
Prima di lasciarvi voglio ricordarvi che stasera su Twitter c'è un trend: #TonyNeedsZiva alle 10 ora italiana! POPOLO DI TWITTER PARTECIPATE! XD

Ora vi lascio! :)

Baci, Meggie.












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Capitolo 4
*** Blood Test. ***


Disclaimer: Ncis e i suoi personaggi non mi appartengo, e di questo me ne rammarico. Se solo mi appartenessero avrei già creato uno spin-off solo sui TIVA. Sicuramente in otto anni di Ncis non avrei dato al pubblico solo sguardi tra Tony e Ziva (partendo dal presupposto che adoro ogni singolo momento tra quei due anche se erano solo battute sceme), avrei dato tanto TIVA Love. Però non posso farci niente, a meno che non vinca un sacco di soldi al super enalotto. In quel caso corro agli Studios, faccio tutto quello che devo fare per far diventare miei Ncis e i suoi personaggi, e vi dò tutto quello che abbiamo sempre desiderato. Ma, devo dirvelo, la vedo dura.



Blood Test


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"Oh, Tony. Sei ridicolo. Sei grande e grosso e hai paura di una piccola puntura nel braccio" lo prese in giro Ziva.
"Uno: sono grande e non grosso. Due: c'è un motivo per cui ho paura degli aghi. Quando ho avuto la peste mi hanno ridotto peggio di un colabrodo. E da quel momento ho iniziato ad odiare ogni genere di iniezione" spiegò Tony.

La circolare era arrivata la settimana prima.
Tutti gli agenti e il personale dell'NCIS erano obbligati a sottoporsi alla visita di routine obbligatoria. Ordini del direttore.
Quella mattina toccava a tutta la squadra di Gibbs e Tony non era per nulla felice.

"Guarda il lato positivo Tony, almeno scoprirai quante malattie veneree hai prima che sia tardi" scherzò McGee.
"Molto simpatico. Non ho malattie veneree, pivello" rispose Tony scocciato.
"Beh, almeno sarà Ducky a bucarci. Ci possiamo fidare di lui, quindi stai tranquillo... Non sentirai nulla. Se vuoi io e Tim veniamo a tenerti la mano" infierì Ziva.
"Che amici simpatici che ho io... Ricambierò presto ragazzi, non appena qualcosa vi spaventerà" disse Tony sedendosi alla scrivania.

Ziva continuava a guardare Tony dalla sua scrivania. Vedeva quanto era nervoso e non riusciva a capacitarsi del fatto che avesse tutta questa paura degli aghi quando non aveva battuto ciglio dopo essersi ferito gravemente alla gamba durante una delle loro missioni.

"Ragazzi, uno alla volta giù da Ducky. È pronto per i prelievi" annunciò Gibbs tornando su dalla sala autopsie.

Il primo fu McGee, quindi Tony e Ziva rimasero soli alle scrivanie.

"Se vuoi possiamo scendere insieme" gli propose Ziva.
"Perché? Così potrai prendermi in giro meglio?" chiese Tony.
"Lo chiedevo perché pensavo, che magari, con un po' di compagnia passava più in fretta" spiegò Ziva.
"Lascia stare. Non scapperò come un bambino. Semplicemente non mi va di farlo" rispose.

Sembrava non avere apprezzato il gesto.
E Ziva non capiva il perché, voleva solo comportarsi da amica, non infastidirlo.

Dopo McGee andò Ziva e alla fine Tony.

"Allora sei sopravvissuto, DiNozzo" chiese Gibbs.
"Certo che si. Ma non voglio doverlo fare per molto molto tempo" rispose sedendosi alla scrivania.
Prima di tornare era passato dalla sala relax e aveva preso tre merendine e una cioccolata calda.

"Ti prepari per una carestia, Tony?" chiese Ziva.
"No. Ma mi hanno appena sottratto una grande quantità di sangue, devo ingerire zuccheri o rischio di stare male" spiegò Tony iniziando a mangiare.
"Ci hanno preso una provetta di sangue. Se per caso ti venisse sangue al naso ne perderesti molto di più" commentò lei.
"Mi meraviglio, più che altro, che non abbia chiesto una caramella a Ducky per essere stato così coraggioso" ridacchiò Tim.
"Non sono un bambino, pivello!" esclamò Tony tirando in testa a McGge la cartina di una delle merendine.

Passarono il resto della giornata lavorando. Fu verso sera, un paio d'ore prima di andare a casa che Ziva ricevette una telefonata.

"David" disse rispondendo al telefono.
"Oh, ciao Ducky" continuò tutta allegra.

Poi d'improvviso il suo volto cambiò espressione, divenne immediatamente seria.
Tony, che la stava guardando, se ne accorse e subito iniziò a preoccuparsi.

"Ok, scendo subito" concluse la telefonata con tono serio.

Quando Tony la vide alzarsi in tutta fretta, non riuscì a trattenersi dal fare domande.
"Tutto a posto, Ziva?" chiese preoccupato.
"Si certo. Ducky mi ha solo chiesto di scendere da lui" disse omettendo la parte in cui Ducky aveva sottileneato che voleva parlare dei risultati degli esami del sangue.

"Mi sembri un po' sconvolta. Vuoi che ti accompagni?" le domandò.
"Certo che no. Devo solo parlare con Ducky, stai tranquillo" lo liquidò lei salendo in ascensore.

Per il breve tragitto che portava dall'ufficio all'obitorio pensò a tutto quello che poteva essere successo per richiedere una tale urgenza. Al telefono Ducky sembrava molto serio.

"Sono qui" disse entrando in sala autopsie.
"Mia cara, prego. Siediti" le disse il medico.

Aveva steso un telo su uno dei tavoli per le autopsie.
Ziva si sedette e guardò Ducky preoccupata.

"Perché mi trovo qui?" chiese. Voleva delle risposte, immediatamente.
"Ziva, devo parlarti dei risultati dell'esame" iniziò il medico.
"Cosa c'è che non va, Ducky?" rispose.
"In realtà niente. Voglio dire, non hai nessun problema... Ma il laboratorio ha testato il tuo sangue per svariate patologie e condizioni e hanno rilevato un alto livello di gonadotropina..." partì a spiegare.
"Ducky! Arriva al dunque! Cosa vuoi dirmi" disse Ziva un po' alterata.

Lui si fermò un attimo, prese un bel respiro e sorrise all'agente seduta di fronte a lui.
"Quello che voglio dire, Ziva, è che sei incinta" disse.

Ziva rimase pietrificata. Incinta, lei.
Probabilmente doveva aver capito male. O magari c'era stato un errore di laboratorio. Magari avevano scambiato la provetta.

"Puoi ripetere?" chiese piuttosto confusa.
"Sei incinta. Aspetti un bambino mia cara" le disse Ducky mettendole una mano sulla spalla.

Poteva vedere l'agitazione e lo smarrimento nei suoi occhi.

"Ne sei sicuro? Come può essere..." bisbigliò lei.
"Signor Palmer, mi puoi portare l'apparecchio per misurare la pressione e un bicchiere d'acqua per l'agente David?" chiese il medico.
"Tranquilla Ziva. Gli esami sono perfetti, sta andando tutto bene" aggiunse il medico capendo che la donna davanti a lei, al momento, aveva bisogno di essere rassicurata.

Le misurò la pressione e lasciò che si riprendesse dallo shock per la notizia.
"Ducky, come può essere? Io sto sempre attenta" disse lei ad un certo punto.
"Prendi la pillola?" le domandò lui.
"Il medico me l'ha sospesa da un paio di mesi" rispose.
"Ok, e quando è stata l'ultima volta che hai avuto il ciclo?" le chiese.

Si fermò un attimo a pensare. Aveva saltato l'ultimo mese.

"Un mese e mezzo fa direi" disse passandosi una mano tra i capelli. Era stata così impegnata sul lavoro che nemmeno se ne era accorta.
"Bene e dimmi hai un fidanzato? Cioè, hai idea di chi sia il padre?" chiese Ducky.

Questa era la domanda.
Andò nel panico sapeva benissimo chi era il padre, era stato l'ultimo uomo con cui aveva avuto un rapporto. E questo complicava decisamente le cose.
Era indecisa se dirlo o meno a Ducky, ma lui era suo amico e sicuramente avrebbe capito e l'avrebbe aiutata.

"Tony..." disse a voce bassa.
"Oh... Siete fidanzati?" rispose il dottore.
"No... O meglio, lo eravamo ma..." iniziò a dire Ziva. Era difficile parlarne, si erano lasciati per paura che Gibbs facesse dei problemi, era davvero stressante non farsi notare al lavoro.

Ducky la vide davvero in difficoltà, era sull'orlo delle lacrime.
"Tranquilla, Ziva. Non è una cosa grave, credimi Gibbs capirà... Siete perfetti insieme voi due, lo vedrebbe anche un cieco" cercò di calmarla il medico.
"Oh, Ducky..." disse Ziva lasciandosi abbracciare. Non riuscì a trattenere le lacrime.

Lui lasciò che si sfogasse. Capiva la difficoltà del momento. Un gravidanza inaspettata, un bambino con l'uomo che ami ma con cui non puoi, o forse hai solo paura, di stare insieme.

"Ora chiamo Tony e glielo diciamo, va bene?" propose Ducky.
"No" disse lei immediatamente.
"Voglio schiarirmi le idee, poi gli parlerò" aggiunse."Va bene... Vuoi pensare se tenero o meno questo bambino? Nel caso tu non voglia tenerlo conosco un buon medico..." iniziò Ducky.
"No no, Duci. Il bambino lo tengo, su questo non ho dubbi. Solo che voglio un attimo per riflettere" spiegò lei.
"D'accordo cara. Sappi che per qualsiasi cosa io ci sono. Fammi solo un favore, ogni giorno scendi che ti provo la pressione, ok?" le chiese lui.

Sapeva quanto era stressata e voleva accertarsi che stesse bene.
Ziva annuì, lo ringraziò e salì di nuovo in ascensore.

Non appena le porte si chiusero lei lo bloccò, si appoggiò con la schiena contro la parete e lasciandosi scivolare a terra iniziò a piangere.
Non sapeva nemmeno lei se stava piangendo per la felicità, per lo shock o per quello che sarebbe successo. Forse piangeva solo per la paura di dover affrontare prima Tony e poi Gibbs.

Rimase lì dentro per almeno dieci minuti poi fece ripartire l'ascensore.
Prima di tornare alla scrivania passò dal bagno per risistemarsi, era ridotta uno schifo.

Non appena ricomparve in ufficio si accorse che Gibbs e McGee erano già andati via. Doveva essere rimasta da Ducky veramente a lungo.
L'unico rimasto era Tony, che ora la guardava preoccupato.

"Ziva" disse avvicinandosi alla scrivania.
"Hey, va tutto bene?" aggiunse.

Ziva percepì la preoccupazione nella sua voce. Ma non era pronta a dirglielo, ancora non se ne capacitava nemmeno lei.

"Si, Tony" rispose senza nemmeno guardarlo negli occhi. Non ci riusciva.
"Sei sicura? Zee, hai pianto. Si vede lontano un miglio" le disse.
"Hey, che ti ha detto Ducky? Hai qualcosa che non va?" insistette lui.
"No, sto bene. Sono solo stanca, ok? Non ti devi preoccupare" concluse lei. Spero davvero che Tony non chiedesse altro o invece che rispondere sarebbe scoppiata a piangere.

"Se vuoi ti porto a casa io, occhioni lucidi" disse scherzando.
Quella battuta strappò un sorriso a Ziva.
"No grazie, ce la faccio" rispose lei prendendo la sua roba, salutando Tony e andando a casa.

Lui la guardò andare via davvero spaventato. Non capiva cosa avesse e temeva che fosse malata. Era stata con Ducky un bel po' e sembrava davvero sconvolta.

Per tutto il resto della settimana Ziva continuò ad essere strana. Distante, preoccupata e soprattutto andava da Ducky almeno una volta al giorno.

Era venerdì pomeriggio e Tony poteva vedere davanti a lui una Ziva davvero stanca e pallida.

"Scendo da Ducky un attimo" comunicò lei.
"Ma ci sei già stata questa mattina" disse Tony.
"Che fai mi controlli?" gli rispose. Sapeva benissimo che lo faceva. Dal giorno del prelievo lui le teneva gli occhi addosso tutto il tempo.
"No, ma sei sicura che ti senti bene?" le disse seguendola fino all'ascensore.
"Hey, se hai bisogno di me sono qui. Lo sai che nonostante quello che è successo io ti am..." ma Ziva non lo lasciò finire di parlare.
"Non dirlo, ti prego. Sai che anche io provo la stessa cosa per te, ma non possiamo. Ti prego" disse mentre le porte dell'ascensore si chiudevano.

Uscì dall'ascensore ed entrò in sala autopsie.
"Ziva, qual buon vento " esclamò il medico vedendola.
"Ducky, io non mi sento molto bene" disse lei.

Lui si affrettò ad andarle vicino. Le mise una mano dietro le spalle e la fece immediatamente distendere. Aveva subito notato quanto fosse pallida e immaginava che le girasse la testa.

"Tranquilla Ziva, ora proviamo la pressione" le disse.
"Ok, hai la pressione un po' alta. Sarà lo stress, devi cercare di rilassarti" aggiunse.

Lei respirò a fondo, oltre quello era tutto il giorno che aveva la nausea. Chiuse gli occhi un attimo e cercò di concentrarsi.

"Ducky, mi viene da vomitare" disse ad un certo punto.

Fece appena in tempo a sedersi e a prendere il catino che il medico le aveva passato prima di rimettere.
Lui la vide piangere. Le mise una mano sulla schiena e le disse "Tranquilla, è normale che succeda durante la gravidanza. Ti prescrivo qualcosa contro la nausea".

"Ti prego, puoi chiamare Tony?" chiese lei non appena si sentì meglio.
"Certo, mia cara. Ancora non glielo hai detto?" rispose.
"No..." disse lei.
"Va bene, ora lo chiamo e gliene parliamo assieme. Cosa ne pensi?" propose lui.
"Ve bene..." acconsentì lei.

Tony arrivò in meno di un minuto, di corsa e molto preoccupato.
Non appena vide Ziva, la sua Ninja, seduta su quel tavolo, pallida e con le lacrime sul volto si precipitò da lei.

"Che cosa è successo, tesoro?" chiese con grande naturalezza. Solo dopo si accorse di avere usato la parola tesoro.
"Tony..." disse lei piangendo mentre lo abbracciava.
"Ziva, hai vomitato? Mi vuoi spiegare che succede? Perché sono davvero preoccupato" le domandò.
"Ducky, dimmi che cosa le sta succedendo" aggiunse.

Lei lo strinse ancora più forte, non sapeva come dirglielo. Così Ducky le andò.

"Anthony, Ziva deve dirti una cosa importante e ha davvero bisogno del tuo sostegno" spiegò il medico.
"Ma certo che hai il mio sostegno, Ziva. Sempre" la tranquillizzò lui.
"Io te lo dico, ma prometti che non scappi a gambe levate?" chiese lei asciugandosi le lacrime.
"Prometto" rispose.
"Ok... Io sono... Aspetto... Sono incinta Tony" disse guardandolo negli occhi.
"Incinta? E il bambino è..." iniziò lui.
"È tuo, si. Dimmi che mi aiuterai, che non sei troppo spaventato e che non mi lascerai sola" lo implorò.

Lui tornò ad abbracciarla e accarezzarle la testa.

"Amore, certo che resto con te e che ti aiuto. Come puoi solo pensare il contrario?" le disse.
"Non lo so... Forse sono solo spaventata" ammise lei.
"Non esserlo, occhioni belli. Io sono qui. Ti amo e starò sempre con te e con nostro figlio" la calmò Tony.
"Anche io ti amo..." rispose lei ricominciando a piangere.
"Hey, hey... Perché piangi ora?" si preoccupò lui.
"Gibbs..." disse lei.

"Sai, Ziva. Credo che Gibbs non avrà problemi con tutto ciò, anzi sarà felice per voi" si intromise Ducky. Era davvero commosso a vederli così innamorati.
"Lo credo anche io. Sistemiamo tutto vedrai" disse Tony.

Lentamente Ziva si calmò.
Ducky la lasciò tornare alla scrivania dicendo a Tony di farla bere e di portarla a casa al più presto per farla riposare. Doveva evitare tutto questo stress.

Rimasero per un po' seduti, Tony voleva assicurarsi che Ziva si sentisse bene prima di farla salire in macchina.

"Scusa se non te l'ho detto subito. Ero troppo sconvolta" si giustificò lei.
"Non ti preoccupare, l'importante è che ora lo so e sarò sempre con voi" le disse toccandole la pancia.
Lei sorrise, era un gesto davvero dolce.

"Sono felice, sai Zee" aggiunse.
"Anche io, tanto" ammise lei, non pensava che rimanere incinta l'avrebbe mai fatta così felice.

Si separarono sentendo arrivare Gibbs, lui ancora non sapeva e volevano parlare di come dirgli tutto prima si sganciare la bomba. Tony tornò quindi alla sua scrivani facendo finta di nulla.

Gibbs prese la sua roba e fece per andare all'ascensore.
Ma prima di andare via si fermò alla scrivania di Ziva e le sussurò all'orecchio "È meglio che ora ti prendi cura di voi".
Poi prese l'ascensore e sparì.

Lei rimase pietrificata. Come poteva averlo già capito.
Tony andò immediatamente da lei.
"Tutto bene, Ziva? Che ti ha detto?" le chiese.

Ma lei non fece in tempo a risponde che il cellulare di Tony squillò.
"Pronto capo" rispose.
"DiNozzo, avete infranto la regola numero 12. Sei fortunato che sono in buona e lascio passare. Trattala bene, non farmi arrabbiare" disse Gibbs prima di chiudere la chiamata.

Tony rimise il telefono in tasca e guardò Ziva.
"Beh, l'ha presa bene" dichiarò.

Un enorme sorriso comparve sul volto di entrambi.
Si baciarono. Ora tutto sarebbe andato bene.












Angolo dell'autrice:

Ciaoooooooooo!
OMG ma quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho aggiornato questa raccolta?
Troppo... XD
So, ora mi sveglio e tornò ad aggiornare!

Ok, vi chiederete... WTF? Da dove esce sta storia?
Beh, pochi giorni fa ho fatto il prelievo del sangue (tipo ne faccio uno al mese quindi poteva anche venirmi prima l'ispirazione ahah)... Mentre mi bucavano il braccio mi è venuta in mente questa storia!
La risposta alla domanda che tutti vi starete facendo è: si sono pazza! XD
Tipo uno fa il prelievo e pensa alle OS? La Meggie si... -.-"

In ogni caso spero che vi sia piaciuta!
E come avrete capito questa raccolta l'aggiorno quando mi viene l'ispirazione... Perché mi devono venire idee molto TIVA love and Fluff! XD

Ok, grazie a tutti!
A prestooooooooooo :D

Baci, Meggie.

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Capitolo 5
*** Twitter Love. ***


Disclaimer: Ncis e i suoi personaggi non mi appartengono. Soffro molto per questa cosa. Ogni OS che scrivo devo dirlo e vorrei che fosse diverso. In ogni caso se mi appartenessero, Ziva per capodanno sarebbe a festeggiare con Tony. Festeggerebbero da soli, perché tutti sappiamo che farebbero molto TIVA SEX... Perché vogliono dei TIVA KIDS. Ma siccome il signor Gary non ci accontenta, mi invento io il loro capodanno.

Twitter Love

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"Che fai?" chiese Ziva entrando in ufficio.
"Nulla... Guardo cosa si dice su Twitter" rispose Tony.
"Twitter?" domandò Ziva confusa, come se non ne avesse mai sentito parlare.
"Si. Sai, quel social network in cui devi scrivere messaggi al massimo lunghi centoquaranta caratteri. Non dirmi che non lo conosci?" spiegò Tony.
"Si, ne ho sentito parlare" disse.
"Ma sarebbe davvero perfetto per Gibbs. Lui parla a monosillabi, centoquaranta caratteri sono fin troppi" aggiunse.

Proprio in quel momento arrivò Gibbs. Aveva un talento nel comparire proprio mentre si parlava di lui.

"Cosa sarebbe perfetto per me?" chiese.
"DiNozzo esci subito da quel social... Come si chiama! Sei al lavoro!" aggiunse dandogli uno scappellotto.
"Capo, è l'ultimo dell'anno... Non potresti essere più buono con me?" domandò massaggiandosi la testa.

Gibbs lo fulminò.

"Hai ragione, capo. Me lo sono meritato, ora metto via e inizio a lavorare. Dobbiamo concludere l'anno in bellezza" disse.

Ziva si stava godendo la scena. Si sentiva un po' cattiva, ma non riusciva a non divertirsi nel vedere Tony che veniva sgridato da Gibbs.

"Cancellati quel sorrisetto dalla faccia David! O giuro che pubblico le tue foto in bikini su Twitter" le disse Tony.

Ziva si alzò di scatto dalla sedia e si precipitò da lui.
"Non oseresti!" disse arrabbiata.
"Ah, si? Cosa ti fa pensare che non lo farei?" la stuzzicò Tony.
"Il fatto che se ti azzardi a fare una cosa del genere, invento un nuovo modo di ucciderti con una graffetta" rispose.
"Uh, come siamo nervose stamattina... Beh, trattami meglio e vedremo... Magari mi dimentico di pubblicarle" le disse.
"Attento a te, Tony! Non vuoi passare il nuovo anno in ospedale, giusto?" lo minacciò Ziva.

"Bambini! La smettete per favore?" escalmò Gibbs stanco dei soliti battibecchi.
"Abbiamo del lavoro. Marinaio morto a Norfolk, prendete le vostre cose e concentratevi sulle cose importanti" aggiunse.

Ziva lanciò uno sguardo, capace di incenerire una persona, a Tony e andò a prendere il suo zaino.

"Dov'è finito McGee!" gridò Gibbs.

Tony e Ziva si guardarono, avevano notato che era in ritardo ma non avevano detto nulla per evitare che Gibbs se ne accorgesse.
Con scarsi risultati, per ora il capo era arrabbiato.

"Ehm... Capo, non lo so... È in ritardo forse..." rispose Tony.
"Ah, si? Non lo avevo notato. Chiamatelo e ditegli di raggiungerci sulla scena del crimine" disse.
"Ok! Se vuoi gli mando un Tweet, capo!" disse Tony scherzando.
"Mi vedi ridere, DiNozzo? No. Chiamalo al telefono, subito" rispose.
"Più crescono più diventano infantili..." borbottò andando all'ascensore.

"Anche McGee ha Twitter?" chiese Ziva.
"Certo, Ninja poco informata. Lo abbiamo tutti, persino Ducky" rispose lui.
"Anche Ducky?" domandò Ziva sconvolta.
"Si, manchi solo tu... Anzi, dovresti farlo. Se vuoi ti aiuto a creare un profilo" le propose Tony.
"No, grazie. Proprio non ci tengo" rispose Ziva.
"Come sei acida, David. Ricorda che io ho sempre le tue foto da pubblicare" disse Tony.
"E tu ricorda che io ho sempre l'addestramento del Mossad in testa" rispose dandogli una gomitata nello stomaco e andando a chiamare l'ascensore.

Anche McGee li raggiunse sulla scena del crimine. A dire il vero, essendo in ritardo per l'ufficio, fu il primo ad arrivare sul posto.

"Grazie per averci onorati della tua presenza, McGee" disse Gibbs scendendo dalla macchina.
"Scusi capo, non succederà più. Mi sono svegliato in ritardo e ho preso il traffico sulla superstrada" si giustificò lui.
"Metti la sveglia mezz'ora prima la prossima volta" concluse Gibbs.

Tim annuì e guardò Tony e Ziva. Aveva notato quanto Gibbs fosse nervoso.

"Grazie, Tim. Lo hai fatto arrabbiare. Era così nervoso che ha guidato peggio del solito, adesso ho la nausea" commentò Tony.
"Si ho letto il tuo tweet... "Gibbs, se possibile, guida peggio di Ziv..."..." iniziò a dire Tim.
"Guido come?" li interruppe Gibbs che aveva sentito la loro conversazione.
"Guidi così bene che potresti diventare insegnante di scuola guida, capo" disse subito Tony.

Questa sua uscita fece guadagnare ad entrambi uno scappellotto, seguito da un altro proveniente da Ziva, che aveva sentito che stavano commentando il suo stile di guida.

"Le foto, David" la minacciò di nuovo Tony.
"Al ritorno guido io" rispose lei con aria di sfida.
"Pivello, è sicuro che vomito. Stammi lontano in macchina" disse Tony già rassegnato al suo destino.

Cinque minuti dopo arrivarono Ducky e Palmer.

"Dottor Mallard, per colpa di Palmer avete di nuovo sbagliato strada?" disse Ziva salutando i due.
"No, occhioni belli. Se tu avessi Twitter avresti letto che sono arrivati dopo perché hanno bucato. E Palmer non riusciva a cambiare la ruota" ridacchiò Tony.
"Ti devo ricordare che al ritorno guiderà Ziva?" rispose Palmer.

Ovviamente aveva letto il tweet di McGee di qualche minuto prima, nel quale faceva gli auguri a Tony per il viaggio in macchina.

"Fatemi capire... Ci scrivete tutta la vostra vita su Twitter?" chiese Ziva sconvolta.
"È quello che mi chiedo anche io! Vogliamo lavorare?!" gridò Gibbs arrabbiato.

Finiti i rilevamenti sulla scena del crimine salirono in auto e tornarono a casa. Come previsto guidò Ziva. Davanti insieme a lei c'era Gibbs, mentre dietro sedevano Tony e McGee.

"Ziva, per favore. Un po' di delicatezza in curva, ho lo stomaco in bocca ormai" si lamentò Tony.
"Dovevi pensarci prima di minacciarmi con le foto" rispose lei accelerando.

A quel punto Gibbs, stanco di tutti i dispetti che si facevano in continuazione, intervenne.

"David, rallenta e guida da persona normale. DiNozzo, smetti di darle il tormento con quelle foto" ordinò.

Ziva frenò bruscamente, sballottando tutti all'interno della macchina.

"Grazie capo, il mio stomaco è molto grato" rispose Tony mettendosi una mano sullo stomaco.

Ziva lo guardò dallo specchietto retrovisore e ridacchiò.

Tornati in ufficio si rimisero al lavoro.
Era tardo pomeriggio quando Ziva si accorse che Tony stava di nuovo ammanettando con il cellulare.

"Che fai?" chiese Ziva curiosa.
"Lo sai che se Gibbs ti vede ti riempie di scappellotti? Oggi hai messo a dura prova la sua pazienza" aggiunse.
"Io ho messo alla prova la sua pazienza? E tu allora, quasi ci uccidevi guidando in stile Fast and Furious" rispose Tony.
"E poi tranquilla, ora metto via. Rispondevo solo agli auguri di buon anno nuovo" concluse Tony.

Passarono un po' di tempo in silenzio, poi Ziva riprese la conversazione.

"Cosa farai stasera?" chiese curiosa.
"Nulla di che, penso che uscirò a bere con gli amici e tornerò a casa subito dopo la mezzanotte. Domani siamo in servizio purtroppo. E tu?" rispose Tony.
"Io non festeggio di solito, ma Abby mi ha obbligata ad andare al bar con lei. Penso che anche io tornerò presto però" disse Ziva.
"Bene altrimenti domani mattina sarai stanca e di conseguenza più acida con me" commentò Tony.
"Io non so acida, sei tu che sei insopportabile" rispose.
"Non è vero, tu sei..." iniziò Tony.

"Basta, tutti e due! Ma che avete oggi?" gridò McGee.
"McBrontolo, fatti gli affari tuoi" rispose Tony riprendendo in mano il telefono. Gli era appena arrivata una notifica di Twitter, da McGee.

"Qual'è il tuo desiderio per il nuovo anno? RT e scrivilo" diceva il messaggio.

Lui sapeva quale desiderio esprimere, ma aspettò a scriverlo. Lo avrebbe fatto più tardi.
"McInfame, lui sa qual'è il mio desiderio. Lo sanno tutti, ma vogliono che lo scriva" pensò lanciando un'occhiata a McGee.

Stavano tutti lavorando ai loro rapporti, quando all'improvviso Gibbs ordinò di madre a casa.

"È l'ultimo dell'anno anche per noi. A dare a casa, festeggiate e presentatevi qui domani, possibilmente non sbronzi" disse guardando Tony durante l'ultima parte della frase.

Tony spettò che tutti lasciassero l'ufficio e poi prese il telefono in mano.
Doveva rispondere a quel tweet, voleva rispondere.

"Il mio desiderio per il nuovo anno è... Lei" rispose allegando una foto in cui lui e Ziva erano insieme al bar e stavano bevendo un caffè.
Ricordava bene quel giorno, Ziva era seduta sulle sue gambe. Una cosa che non accadeva spesso. Ma era un giorno di festeggiamenti e Ziva si era lasciata andare.

Tempo dieci secondi e tutti videro il tweet di Tony.
Misero tutti un mi piace, sapevano quanto Tony desiderasse vedere avverato il suo desiderio.

Quello che però nessuno sapeva era che anche qualcun altro aveva letto quel tweet. Qualcuno che proprio non era previsto che lo leggesse.

Rispettarono tutti il loro piano per la serata.
Tony aspettò il nuovo anno al bar con gli amici e durante il count down si concentrò sul suo desiderio. Si sentiva ridicolo ma non poté farne a meno.
Poi poco dopo la mezzanotte lasciò il bar e andò a casa.

Era già pronto per andare a dormire quando sentì bussare alla porta. Era tentato di fingere di non aver sentito, ma poi si ricordò dell'anno precedente. I vicini avevano chiesto il suo aiuto perché un'invitato alla loro festa era stato male a causa del troppo alcool.

Andò ad aprire la porta e si ritrovò Ziva davanti.
La studiò attentamente per vedere se stava bene. Non si era mai presentata a casa sua durante la notte e temeva fosse successo qualcosa.

"Ziva, che ci fai qui? Stai bene? È successo qualcosa?" chiese preoccupato.
"Tutto bene" rispose lei.
"Non é che Abby ti ha fatto ubriacare e poi ti ha mollata qui da me?" domandò.
"Ma no, Tony! Sono venuta qui in macchina, ho bevuto solo un drink" rispose ridacchiando.
"Volevo chiederti una cosa" aggiunse.
"Dimmi" rispose.

Ziva si guardò intorno nervosa, non sapeva che parole usare.
"Ma fai sul serio? Sei addestrata dal Mossad e non sai esprimerti?" pensò.

"Beh volevo chiederti... Pensi che il tuo desiderio si avvererà?" domandò lei decisa.
"Il mio desiderio? Lo spero... Ma tu come lo sai?" chiese. Temeva che Abby le avesse mostrato il tweet.
"Hai visto il tuo cellulare?" chiese lei.

Tony lo prese e notò una notifica da una persona che non conosceva.
C'era scritto "Il tuo desiderio si avvererà stanotte".

Stava per dire che non conosceva la persona che aveva scritto il tweet quando gli arrivò un altra notifica.

"Hai capito ora come faccio a saperlo?" lesse bisbigliando.

Guardò Ziva sconvolto.
Lei senza dire nulla lo baciò.
"Buon anno, Tony" disse.
"Buon anno anche a te, occhioni belli" rispose lui.

Considerando che erano rimasti a parlare sulla porta, Tony decise che era il caso di farla entrare.
Così la trascinò dentro per un braccio, chiuse la porta e si sedettero sul divano.

"Alla fine ti sei aperta un account su Twitter" le disse.
"In realtà è aperto da quasi tre anni Tony, semplicemente non ho detto a nessuno di voi di averlo" rispose.
"Ci spiavi, bella Ninja?" chiese lui ridendo.
"Mmm... Forse spiavo uno di voi, si" ammise lei ridendo.

"Comunque bello il tuo nome, mi piace" commentò lui aprendo il suo profilo e indicando @Sweetcheeks.
"Anche a me, molto. Soprattutto mi piace perché tu mi chiami così" rispose lei.

Tony le accarezzò il volto, ancora non poteva credere che tutto questo fosse vero.
"Sei felice, Tony? Il tuo desiderio si è avverato" gli disse mettendo la mano sopra la sua.
"Tanto... E tu? Sei felice?" rispose lui.
"Oh, si... Aspettavo questo momento da tanto" rispose lei baciandolo ancora.

Si accoccolò tra le braccia di Tony e mentre lui le accarezzava il braccio lei gli accarezzava il petto.
Rimasero in quella posizione finché Tony non si rese conto che era l'una passata.

"Forse sarebbe meglio andare a dormire, guanciotte dolci" propose lui.
"Hai ragione, domani si lavora" rispose Ziva.
"Ok... Ma prima dobbiamo fare una cosa..." disse Tony prendendo il cellulare e scattando una foto di loro due abbracciati.

Poi fece un tweet e scrisse "... E il mio desiderio si è avverato. Il vostro?".
Allegò la foto e premette invio.

"Bene, ora possiamo andare a dormire. Vieni" disse alzandosi e prendendola per mano.
"Ma Tony... Non ho il pigiama" rispose lei.
"Una delle mie magliette andrà più che bene, per stanotte" rispose.

Quella fu la prima di una lunga serie di notti che passarono insieme.
Si distesero abbracciati, felici di questo inizio e con la speranza che questo portasse ad un anno fantastico.

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Nel frattempo gli altri si erano tutti radunati a casa di Gibbs.
Quando Ziva aveva lasciato il locale, Abby aveva intuito che stava andando da Tony.

"Awwww sono così dolci" disse Abby vedendo l'ultimo tweet di Tony.
"Io metto mi piace" disse Ducky.
"Era ora che si decidessero" aggiunse.

Si guardarono tutti, felici per i loro colleghi.
"McGee, fai un tweet a DiNozzo. Digli che è meglio che domani si presentino puntuali al lavoro. Dobbiamo fare un bel discorsino se vogliono che questa cosa funzioni" disse Gibbs.

McGee obbedì.

"Gibbs mi dice di dirti che ha saputo. Meglio se tu e la tua innamorata siete puntuali domani. P.s.: tranquillo, lui approva" scrisse.

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Stavano per addormentarsi quando il cellulare di Tony vibrò.
Lui lo prese e insieme lessero. Si guardarono e risero.

"Almeno approva!" commentò Ziva prima di baciare Tony e addormentarsi.

Tony rimase svegliò a guardarla finché non fu sicuro che stesse dormendo. Poi le baciò la fronte e chiuse gli occhi, felice.









Note dell'autrice:

Eccomi quaaaaaa!
Ok, qualche spiegazione: io ho Twitter come tutti ben sapete e mi piace davvero un sacco. Tralasciando il fatto che mi tengo aggiornata ho conosciuto un sacco di persone fantastiche.

Anyhow, l'altro giorno stavo su Twitter e ho trovato la foto che vedete all'inizio. Così mi è venuta in mente questa OS!
Sono pazza vero? SIIIIIIII :D

Mi piaceva l'idea che tutti avessero Twitter e che scrivessero tutto della loro vita... E poi beh... Una Ziva un po' spia che ha l'account ma non lo dice a nessuno! LOL
Si nella mia fantasia anche Ducky ha Twitter... Perché no? Era pure iscritto a quel sito per incontri on line! XD

Detto questo...
Auguro a tutti un felice anno nuovo! Con la speranza che sia meglio del 2013 e che soprattutto... CI RIPORTI COTE!!!! :D

Mi rendo conto ora che questa è la mia ultima FF del 2013! *momento di commozione*

Ok, con il nuovo anno arriveranno i sequel! Tenetevi pronti!

Baci a tutti e ancora auguri!

Meggie.

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Capitolo 6
*** Yep, she's my girlfriend! ***



Disclaimer: NCIS e i suoi personaggi, come al solito, non mi appartengono. Ma sono sicura che si mi appartenessero chiamerei tutti voi per ottimi consigli su come scrivere gli episodi e su come soddisfare i telespettatori. Non come ha deciso di fare GG che sente una cosa e fa il contrario.


Yep, she's my girlfriend!


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Era un mercoledì come tanti. Lavoro sul campo alternato a lavoro di scrivania.
Dopo aver passato la mattinata su una scena del crimine erano tornati in ufficio per svolgere le indagini e completare i loro rapporti prima di andare a casa.

Tony stava scrivendo al pc quando d'improvviso McGee decise che era il caso di fare un po' di conversazione.

"Quindi, Tony, hai una fidanzata al momento?" chiese Tim.

Ziva guardò entrambi sorpresa, non si aspettava una domanda del genere ma era molto curiosa di sentire la risposta di Tony.

"Sei curioso, pivello? Comunque si, ho una ragazza. Perché me lo chiedi?" domandò Tony.
"Così. In realtà tengo il conto di quante ragazze hai avuto da che ci siamo conosciuti ed è da un po' che non faccio il censimento. Da settembre ad adesso quante ne hai avute? Devo aggiornare il mio elenco..." rispose McGee sarcastico.
"Molto divertente. Comunque, non che siano affari tuoi, ma ne ho avuta una sola in questo periodo" rispose lui orgoglioso.

Ziva dopo aver ascoltato per un po' quell'infantile conversazione decise di rimettersi a lavorare. Con prima finiva i suoi rapporti, con prima poteva tornare a casa.

"Oddio, stai con questa ragazza da ben tre mesi? Sono sconvolto... È il tuo nuovo record" disse McGee.

"Sei in errore, McCensimento. Io e questa ragazza stiamo insieme già da un anno" lo corresse Tony.
"Quindi assicurati di correggere il tuo elenco. Non so chi ti abbia passato le informazioni, ma sono sbagliate. Lo sai com'è. Se vuoi avere dati sicuri vai direttamente alla fonte. Dovevi chiedere a me" aggiunse.

Tim rise.

"Mi stai prendendo in giro, vero?" chiese lui.
"Perché dovrei prenderti in giro?" chiese Tony confuso.
"Non hai notato, McGee? Non guarda ogni donna che gli passa di fianco con la bava alla bocca da almeno un anno" intervenì Ziva senza comunque alzare la testa dal suo lavoro.

Tony lo squadrò con lo sguardo mettendolo visibilmente a disagio.

"No, è che sono solo sorpreso. Di solito cambi ragazza ogni settimana" si giustificò Tim.
"Ma allora, se state insieme già da un anno vuol dire che sei proprio innamorato!" aggiunse.

Prima di rispondere guardò Ziva, sperando che lei ricambiasse lo sguardo. Ma invece continuava a restare china sul suo lavoro, come se volesse evitare la conversazione.

"Eh, sì. Direi che sono innamorato, penso proprio che sia la donna della mia vita. La donna che aspettavo da sempre" ammise Tony.

A quelle parole Ziva sentì un brivido percorrerle il corpo. Davvero aveva appena sentito Tony pronunciare quelle parole? Davvero Tony era così innamorato di una donna?

"Wow! Don Giovanni è proprio cotto!" esclamò Ziva.
"Adesso, amico mio, è proprio il caso che mi, anzi ci, racconti com'è questa ragazza" disse Tim.

"Ah! McFiccanaso, vuoi sapere proprio tutto eh?" disse Tony un po' seccato e anche in imbarazzo per la domanda del collega.
Iniziò a pensare cosa dire, doveva scegliere con cura le parole da usare.

"Beh, dunque... È la ragazza più divertente che io abbia mai conosciuto. È gentile ed è anche molto forte ed indipendente... Dice sempre quello che pensa, anche se la sua opinione è completamente diversa da quella degli altri e non ha paura di lottare per quello in cui crede. E la cosa più importante è che sa sempre come farmi felice. Penso che sia perfetta per me e la amo con tutto il mio cuore" disse Tony.

"Una descrizione molto appassionata, Tony. Sembra davvero perfetta per te" commentò McGee.

Proprio in quel momento arrivò Abby con alcuni fogli, la quale, sentendo le parole di McGee chiese subito "Chi è perfetta per Tony?".

"La sua ragazza" rispose McGee.
"Un'altra? Tony lo dici di tutte che sono perfette per te... Poi dopo una settimana vi lasciate" rispose Abby.
"Ma questa lo è davvero. E ne sono sicuro perché stiamo insieme da molto più di una settimana. Anzi ormai è un anno" disse Tony sicuro di sè.
"Un anno? Scherzi? Allora dicci, che aspetto ha?" domandò Abby sorpresa.
"Non scherzo. Che aspetto ha? A parte essere la ragazza più bella del mondo? Beh è abbastanza alta, ma senza esagerare. Ha i capelli lunghi che profumano sempre di shampoo alla frutta. Due occhi profondi, stupendi. Beh che dire, è perfetta" rispose Tony.

Ziva rideva senza farsi vedere dagli altri. Continuava ad essere sorpresa dalle parole di Tony. Non sembrava nemmeno la persona che aveva conosciuto in quegli otto anni.

"Sembra stupenda. Ma non l'hai ancora tradita, come fai di solito?" disse Abby ironica ma fuori luogo.

Tony scosse la testa.

"Nemmeno una sola notte di follia con una conosciuta in un bar?" insistette lei.
"Ovviamente no. La amo, non potrei mai tradirla. Quindi è inutile che insisti" rispose Tony cercando di mantenere la calma.
"Oh, allora è proprio la tua ragazza, che cosa dolce" commentò Abby.

Tony sorrise annuendo.
"Che volete che vi dica, sono proprio un uomo fortunato" disse lui.

Ziva lo fissò colpita dal suo commento. Era davvero innamorato, chi lo avrebbe mai detto.

"Beh, allora? Come si chiama?" chiese McGee curioso. Ormai si erano fatti raccontare tutto, mancava solo il nome della misteriosa fidanzata di Tony.

Tony guardò i colleghi indeciso su cosa fare.
Fortunatamente in quel momento arrivò anche Gibbs.
"Come mai tutti qui? Che succede?" chiese sedendosi alla scrivania con il suo caffè.
"Tony ha una nuova ragazza!" esclamò Abby.

Gibbs appoggiò il caffè e guardò Tony.
"Davvero? Ed è la seconda-terza di questo mese?" chiese ridacchiando.
"No, capo. Stiamo insieme da un anno" rispose orgoglio di sé.
"Non prendermi in giro, DiNozzo" ribatté Gibbs.
"Ma perché nessuno di voi mi prende sul serio? Va bene un tempo ero un Don Giovanni, ma ora sono cambiato. Pensate che ancora non siamo andati a letto insieme" ammise Tony.

Lo guardarono tutti sconvolti.
Insomma, Anthony DiNozzo che stava con una donna da un anno e ancora non l'aveva portata a letto? Che cosa stava succedendo? Il mondo aveva iniziato a girare dall'altro verso?
Ziva sollevò per un attimo gli occhi dal suo lavoro, davvero sconvolta dalla confessione di Tony. Ma come gli veniva in mente di raccontare certe cose?

"Come non siete ancora andati a letto insieme?" domandò McGee.
"Per il semplice fatto che ci amiamo indipendentemente dal sesso. Stiamo bene così al momento e non vogliamo affrettare le cose" spiegò Tony.

Gibbs guardò Tony orgoglioso, finalmente era maturato e aveva capito che una relazione è qualcosa di molto più importante del semplice sesso.

"Beh questo è proprio amore, allora" disse Gibbs.
"Si capo, come dicevo prima io amo davvero questa ragazza. Sono molto serio con lei e mai potrei fare qualcosa per farle del male" ammise.

Ziva sentì un altro brivido percorrerle la schiena. Fu in quel momento che Gibbs si accorse che Ziva non stava partecipando alla conversazione.

"Che fai Ziva? Non cogli l'occasione per prendere un po' in giro il nostro ruba cuori?" le chiese Gibbs.
"No... Voglio finire al più presto questi rapporti e andare a casa, sono molto stanca" disse lei.
"Ok..." rispose lui.

Ziva si sentiva in imbarazzo ad ascoltare quella conversazione, figuriamo partecipare. In realtà avrebbe voluto che Tony non avesse mai risposto alla domanda di McGee. Ma sapeva bene che lui non aspettava altro che poter parlare di sé stesso, quindi appena Tim aveva tirato fuori l'argomento lui aveva colto la palla al balzo iniziando a raccontare vita, morte e miracoli della sua relazione.

A quel punto Gibbs lasciò Ziva al suo lavoro, si avvicinò al resto del gruppo che era vicino alla scrivania di Tony e disse "Penso di aver capito che questa è la donna giusta per te. Le hai già chiesto di sposarti?".

"No capo. Ancora non ho trovato né il luogo né il modo adatto per chiederglielo" confessò Tony.

Ziva poteva ascoltare la conversazione. A quel punto stava solo fingendo di lavorare, manteneva gli occhi sui fogli ma il suo cervello era concentrato sul botta e risposta tra Tony e i colleghi. Sul serio Tony voleva chiedere alla sua ragazza di sposarlo?

"Cosa vuol dire? Ascoltami Tony. Non ci sarà mai il luogo giusto, il momento giusto le parole corrette. Sei tu che devi creare le circostanze. Se senti che lei è la persona giusta con cui passare il resto della tua vita devi agire subito" disse Gibbs.

Lo guardarono tutti molto colpiti da quelle parole. Gibbs era davvero un padre per Tony e gli stava dando i consigli giusti.

"Credo che tu abbia ragione, capo" ammise Tony un po' in imbarazzo.
"Certo che ho ragione, DiNozzo. Ora dimmi, hai già comprato l'anello?" gli chiese.
"Si, da un paio di mesi. Aspettavo solo l'occasione giusta" rispose.

Gibbs guardò il suo agente anziano, era davvero orgoglioso di lui.

"Ok, allora sai cosa devi fare. Vai da lei e glielo chiedi. Senza paura, se ti ama almeno un quarto di quanto la ami tu, risponderà certamente di sì".

Tony rimase impietrito, non si aspettava certe parole da Gibbs.
"Allora? Che aspetti? Ti mando a casa prima. Vai e corri a chiederle di sposarti" insistette.

Ziva, senza farsi notare dagli altri guardò la faccia di Tony e sorrise.

"Sta lavorando anche lei?" domandò Gibbs.
"Si capo, è molto impegnata anche lei con il suo lavoro al momento" disse Tony.
"Allora vai di corsa e falle una sorpresa al lavoro. E quando arrivi da lei, non esitare. Queste cose vanno fate prima che sia troppo tardi".

Tony sorrise felice.

"Ok, capo" disse prendendo fuori dalla tasca della giacca l'astuccio di velluto blu che conteneva l'anello.
Prese un bel respiro e si alzò in piedi.

Il cuore di Ziva iniziò a battere talmente forte che lei pensava sarebbe esploso. Pensava che anche McGee, Abby, Gibbs e Tony potessero sentire i battiti.
"Non può farlo veramente" pensò lei.
"Sono sicura che non lo farà. Oppure lo farà?".

Ziva era nel panico più assoluto, come paralizzata.

Gibbs gli fece un cenno con il capo.
"Forza Tony, prendi tutte le tue cose vai alla macchina e corri dalla tua futura moglie" lo incitò di nuovo.

Tony sorrise, sapeva che nessuno si sarebbe mai aspettato quello che, di lì a poco sarebbe successo.
Fece pochi passi e si ritrovò davanti alla scrivania di Ziva. Si mise di fronte a lei e si inginocchiò stringendo tra le mani la piccola scatoletta blu.

Ziva guardò Tony totalmente sconvolta. Non poteva crederci, lo stava facendo davvero. In ufficio, davanti a tutti.

Tony aprì la scatola e tirò fuori un bellissimo anello in oro bianco, con un diamante al centro. Era l'anello che Ziva aveva visto qualche tempo prima, quando erano dovuti andare da un gioielliere per fargli qualche domanda su una rapina.

"Ziva David, ti amo con tutto il cuore. Sei la donna della mia vita e io non posso né voglio vivere senza di te. Quindi ti chiedo, mi vuoi sposare?" disse Tony.

A quel punto Ziva non poté non lasciarsi scappare una lacrima. L'asciugò velocemente con la mano e sorridendo rispose "Si. Certo che voglio sposarti".
Tony prese la mano di Ziva e le mise l'anello al dito. Le andava perfettamente come se fosse stato costruito apposta per lei.
"All'interno c'è un cuore in rilevo. Ti lascerà l'impronta sul dito, così quando lo toglierai potrai continuare a vedere il cuore" le disse poco prima di alzarsi in piedi e baciarla appassionatamente sotto gli occhi di tutti.

Gibbs, McGee ed Abby erano senza parole.
Abby li guardava con gli occhi lucidi dall'emozione. Erano davvero dolci mentre si baciavano.
McGee era totalmente pietrificato, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere.
E Gibbs. Beh, Gibbs non sapeva a cosa pensare. Tony era stato un anno con Ziva e lui non se ne era accorto. O perdeva colpi o aveva addestrato davvero bene i suoi agenti ad operare senza farsi scoprire.

Dopo essersi staccati dal bacio Tony e Ziva si accorsero che tutti li fissavano sorridendo come ebeti.
Tony percepì felicità ma anche un po' di disagio in Ziva. Non che fosse una persona timida, ma non era abituata a questi scambi di affetto in pubblico.
Così le mise una mano dietro la schiena attirandola a sé e dandole la possibilità di appoggiare la testa sulla sua spalla. Voleva farle sentire la sua presenza e il suo amore e farle passare il momentaneo imbarazzo.

"Oh, Tony! Ci hai preso in giro per tutto il tempo! Ci hai descritto la tua ragazza, potevi dirci che era Ziva!" disse Abby felice.
"Sono così felice per voi" aggiunse emozionata.

McGee non sapeva che dire, li fissava con la bocca aperta.
"Tim, chiudi la bocca. O entreranno le mosche" lo prese in giro Ziva.
"E già che ci sei, butta via l'elenco delle mie conquiste. Da un anno a questa parte nel mio cuore c'è posto solo per Ziva" aggiunse Tony.

McGee si riprese e disse "Ok... Congratulazioni ragazzi, davvero".

A quel punto restava da superare il test più importante, il parere di Gibbs.
Lui li guardò e loro nervosi aspettarono che parlasse. Non che se lui avesse dissentito loro non si sarebbero sposati.
Però gli faceva piacere l'appoggio di quello che entrambi consideravano come un padre.

"Beh, visto che hai fatto bene a seguire il mio consiglio?" furono le parole di Gibbs.
Rimasero tutti scioccati.
"Quindi non sei arrabbiato perché non abbiamo rispettato la regola numero 12?" domandò Tony.
"Ad ogni regola c'è un'eccezione, no? Beh, voi siete quella! Congratulazioni" rispose Gibbs.

Ziva rise e abbracciò Tony, il quale dopo aver ricambiato l'abbraccio le alzò delicatamente il volto e la baciò.

"Ti amo, Ziva" le disse.
"Anche io ti amo, Tony" rispose lei.

Quel momento perfetto fu interrotto da Abby, la quale ancora su di giri per la novità esclamó "Bene, ora ditemi... Quando mi farete diventare Zia?".

"Abby!" gridarono tutti in coro prima di scoppiare a ridere.













Note dell'autrice:

Ok... Era tipo un'eternità che non aggiornavo questa raccolta! Ahahahha
Spulciavo nella mia cartella delle FF sull'ipad e mi sono accorta che una cosa come un anno fa avevo scritto questa OS e non l'ho mai pubblicata! O.o
Why?! Non lo so davvero, penso semplicemente di essermene dimenticata! Ahahaha
Non importa la pubblico ora! :D

È piuttosto stupida come storia... Anzi togliete proprio il piuttosto! XD
Spero che vi piaccia comunque!

Approfitto di queste note per dirvi che forse lunedì non aggiornerò "What will happen next?" a causa di un esame imminente! Che strazio!
Nel caso non aggiornassi lunedì... Aggiorno martedì! Non preoccupatevi, non vi farò attendere troppo! :D

Grazie mille a tutti, a presto!
Baci, Meggie.

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