Did they?

di HarrysJuliet_x
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap. 1 ***
Capitolo 3: *** Cap.2 ***
Capitolo 4: *** Cap.3 ***
Capitolo 5: *** Cap.4 ***
Capitolo 6: *** Cap.5 ***
Capitolo 7: *** Cap.6 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo:

 
"Tutti noi siamo in cerca della nostra anima gemella: una persona che ci è stata regalata dal destino, una persona che ci appartiene sia spiritualmente che fisicamente. Che tragica coincidenza, la mia anima gemella è appunto il mio gemello. Si, sono innamorata di mio fratello gemello. E' così irrazionale ma così inevitabile. Ogni volta che lo guardo, io mi sento attratta in tutti i modi. Vorrei che mi appartenesse, ma purtroppo non è così.  Non sarà mai così. Lui mi considera sua sorella, e fa bene, mentre io non riesco a guardare nessun altro se non lui. Forse sto impazzendo, forse sto anche delirando, ma al cuore non si comanda. Mi sento così intrappolata dai miei sentimenti per lui.
Cosa dovrei fare? Confessargli tutto e rischiare che mi disprezzi o tenermi questo fardello? L'adolescenza è orribile."

Finii di scrivere quelle parole e poi mi sdraiai sul letto. Avevo la testa rivolta verso il bianco soffitto, la mente annebbiata e la vista offuscata.
Controllai l'orologio sul comodino e vidi che erano le cinque: Zayn sarebbe tornato fra poco da casa della sua ragazza.
Quando pensavo a lui sentivo una fitta allo stomaco, come se avessi mille farfalle che cercavano di uscire in qualche modo ma erano intrappolate dentro al mio stomaco, proprio come me. 
Presi il mio telefono ed un paio di cuffiette, le sue. Feci partire la riproduzione casuale e capitò 'Demons' degli Imagine Dragons.  La mia canzone preferita del momento.
Entrai su facebook e postai un pezzo del testo: 'Don't get too close it's dark inside.' 
Al mio interno era veramente buio, serviva lui ad illuminarmi, ad illuminare il mio cuore. Lo amavo così tanto. Lacrime calde e salate iniziarono a rigarmi il volto dalla stanchezza. Ero veramente così stanca, stanca di aspettare che mi guardasse con altri occhi, stanca di soffrire, stanca di vederlo con un'altra persona al suo fianco quando l'unica persona volevo, dovevo, essere io.
«Andy puoi venire ad aiutarmi a preparare i biscotti di natale?» Mi ero scordata che era il ventiquattro dicembre. Voleva dire solo una cosa: 20 parenti dentro casa, le ragazze dei miei fratelli, gli amici di Zayn e tanto cibo. Solitamente ero una mangiona ma a pensare a Zayn mi si era chiuso totalmente lo stomaco.
Mi asciugai le lacrime e scesi ad aiutare mia madre.
La intravidi da dietro il bancone indaffarata ad impastare quei buonissimi biscotti che ci preparava ogni natale. Lei era così diversa da me: Mora, occhi scuri, carnagione olivastra ed un fisico invidiabile. A pensarci bene, loro erano tutti diversi da me. Io ero mora con riflessi biondi, occhi color miele ed un po' di pancetta. Non sembravo proprio Pakistana, eppure lo ero. Insomma, tutta la famiglia di mio padre lo era, mentre quella di mia madre no. «Oh eccoti tesoro.-
Esclamò con un sorriso sornione. Era sempre bellissima ed io l'adoravo.- Puoi spalmare la glassa su quei biscotti?» Annuii guardando le tre teglie colme di biscotti.
-Ok Andy, ce la puoi fare, su, tranquilla.-
Presi il pennello e lo immersi nella ciotola con la glassa e poi iniziai a spalmarlo a casaccio sui biscotti. 
Ero così concentrata che non mi seppi spiegare come mi ritrovai impregnata di quell'intruglio marrone.
«Che sorella pasticciona che ho.» Sul viso di Zayn comparve un ghigno derisorio. Lo scrutai attentamente, era appoggiato allo stipite della porta con indosso il suo amato giubetto di pelle, le sue dr.Martens ai piedi ed i suoi jeans attillati. Si era persino rasato la barba. Mi concentrai per un momento sulle sue labbra, avrei tanto voluto baciargliele, mordergliele, ma non potevo. 
Mi rattristai immediatamente e distolsi lo sguardo. 
«Oh...hem io non ti ho sentito entrare...come stai?Si, insomma come stai Zayn?» Farfugliai mentre ritornavo a spennellare i biscotti.
Cercavo in tutti i modi di evitare Zayn, ed infatti erano circa due giorni che non lo vedevo. Al mattino mi inventavo qualsiasi scusa pur di uscire per poi rientrare il pomeriggio quando lui non c'era. 
«Andy posso parlarti un attimo?»Mi sussurrò il moro avvicinando le sue labbra al mio orecchio. 
Annuii cercando di ignorare la scarica di brividi che mi attraversò la schiena. Aveva scoperto qualcosa? Mi voleva dire che sapeva tutto e che gli facevo pena, schifo, ribrezzo?
Con il cuore che mi batteva a mille lo seguii nel corridoio sotto lo sguardo confuso e felice di mia madre.
«Mi stai evitando?» Non aveva scoperto tutto, solo una minima, minuscola parte che serviva a proteggere la verità.
«No, perchè dovrei?» Cercavo di non guardarlo negli occhi, non riuscivo a reggere il suo sguardo, non ci riuscivo proprio più.
«Ti vedo strana, insomma, a me puoi confidare tutto, io ti amo come solo un fratello sa fare.»
In quell'istante, in quel preciso istante mi crollò il mondo addosso. 'Solo come un fratello sa fare'. Allora perchè io lo amavo come si ama un fidanzato? Perchè non riuscivo ad amarlo come un fratello? Eppure era sangue del mio sangue. 
«Io sto bene.» Cercai di fargli un sorriso per rassicurarlo, ma la verità è che in quella frase non c'era niente di vero.
Mi stava crollando il mondo addosso da circa un anno e nessuno poteva aiutarmi se non lui.
Sentii gli occhi pizzicarmi, mi voltai e tornai a svolgere il compito che mi aveva assegnato mamma.

 
**Quattro ore dopo**
 
I parenti erano già arrivati, i miei fratelli già pronti ed io ancora intenta a farmi un'acconciatura decente. Per l'occasione avevo indossato un vestito rosso attillato e delle scarpe nere con un plateau. Solitamente preferivo mettermi comoda, ma era una serata importante. «La solita ritardataria, vuoi muoverti?» La voce calda di Zayn mi fece sobbalzare dallo spavento. Aveva indosso una camicia bianca ed i pantaloni dello smoking. Era bellissimo, il più bello del mondo. 
Mi rivolse uno dei suoi sorrisi migliori attraverso lo specchio e poi avanzò verso di me. Cinse le sue forti braccia attorno alla mia vita e poggiò la sua testa sulla mia spalla. 
«Non hai bisogno di tutto questo.» Indicò con una mano il trucco e le mollette per capelli sparse sul lavandino.
«Sei stupenda così come sei.» In quel momento mi venne la pelle d'oca mentre il mio cervello rimuginava sulle parole appena pronunciate da quel dio Greco.
Il desiderio si faceva spazio dentro di me, così tanto da non poter resistere più.
Mi girai e lo fissai negli occhi. Lo stavo implorando con lo sguardo, gli stavo chiedendo disperatamente di baciarmi o di farmi capire che per me provava le stesse identiche cose, anche se il mio cuore sapeva che non era così, non era vero. Guardavo dentro le sue iridi nere e lo imploravo di amarmi almeno la metà di quanto lo amassi io.
Appoggiò la sua fronte alla mia, i nostri respiri si fusero, nelle mie narici entrò il suo profumo..«Zayn, Andy, scendete sono arrivati tutti quanti.» Urlò nostra madre per le scale.
Mio fratello mi diede un bacio sulla fronte e poi mi trascinò letteralmente di sotto.
Ero così frastornata, non riuscivo a capire ciò che era appena successo. Provava qualcosa per me? Sicuramente no, mi ero illusa, come sempre.



 
SPAZIO AUTRICE:
Ciaooo belle. come va? Nuova F.f. nuovi personaggi, nuova trama etc. Ho avuto un'illuminazione e l'ho scritta. Forse la cancellerò fa un po' pena. me la recensite per farmi sapere che ne pensate? un bacione!
 

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Capitolo 2
*** Cap. 1 ***


Cap. uno

Scendemmo al piano di sotto, il quale era gremito di persone. Nostra madre stava portando i piatti in tavola insieme a zia Kirah, mentre Zayn aveva raggiunto tutti i suoi amici: Harry, Liam, Gray ed infine la sua ragazza. Perrie, così si chiamava, una ragazza più bella di lei non esisteva. Occhi azzurri, capelli color platino, corpo perfetto e vestiti impeccabili. La invidiavo, non solo per il suo aspetto fisico ma anche per il suo ragazzo.  Mi diressi verso i parenti di mio padre ed andai a salutare Jawaad, uno dei miei cugini preferiti. Era identico a Zayn solo che aveva gli occhi azzurri. «Jawii! Sono così contenta di vederti, come stai?» Mi corse in contro e mi abbracciò. «Tutto apposto cuginona e tu?» Speravo che non me lo chiedesse, ma lo fece. Ero stanca di dire che andava tutto bene perchè non era così. «Sto benone, grazie.» Sfoderai il mio sorriso migliore e poi andai a salutare mia nonna Jasmine. La famiglia di mio padre non festeggiava il natale perchè musulmana, però lo facevano tutti per mia madre e per stare un po' insieme. L'avevano accettata tutti e la consideravano come una figlia. «Vieni a dare un bacino alla nonna!» Mia nonna allargò le braccia e mi accolse in un caloroso abbraccio. Ero in tensione perchè sapevo che qualcuno mi avrebbe chiesto:'E il fidanzatino?' ed io in quel momento avrei dovuto appellarmi a tutte le mie forze interiori per non scoppiare a piangere. D'altronde non potevo mica dire: 'Sai nonna, amo Zayn.' Avrei spezzato il cuore a tutti i miei parenti. Nostra madre ci fece segno di sederci ed ognuno di noi prese posto. Io capitai in mezzo a Perrie e Liam mentre Zayn era vicino a Safaa e Gray. Almeno non li avrei visti mentre si sbaciucchiavano tutta la serata. «Andy, come va la scuola?» Ero grata che mio nonno avesse scelto un argomento dove non dovevo mentire. «Benissimo, ho preso un dieci al compito di letteratura.» Esultai entusiasta. «Secchiona» Mi punzecchiò Zayn. Mi voltai a guardarlo e mi rivolse un sorriso sincero. Mi lasciai sfuggire una risatina e poi tornai a mangiare. Mamma ci aveva preparato la pasta con le vongole, un tipico piatto Italiano che a lei piaceva molto. Era bravissima a cucinare e ci deliziava sempre con le sue splendide pietanze. 
«E tu Zayn?» Gli chiese papà con un tono di rimprovero. Improvvisamente Zayn smise di ridere e tornò serio. Tutti i presenti scoppiarono in una fragorosa risata mentre io mi limitai a scuotere la testa divertita.
«Fra poco tu e Perrie farete due anni insieme, siete contenti?» Zia Ellen - la sorella di mamma- fece calare il silenzio in sala e soprattutto ruppe il mio cuore. Due anni. Due fottutissimi anni. Non potevo credere che il tempo fosse passato così in fretta. «Si, riguardo a me e Perrie devo fare un annuncio.» Il moro si alzò in piedi e si inginocchiò accanto alla sedia della sua amata. E quello fu il momento in cui capii che il suo cuore non sarebbe mai stato mio. «Perrie, anche se abbiamo solamente vent'anni io già so che voglio passare tutta la mia vita con te. Vuoi sposarmi amore mio?» La bionda si emozionò e poi si fiondò sulle sue labbra. Mi alzai di scatto e corsi su in camera. Pensavo di essere abbastanza forte da poter reggere tutto, ma non questo. Le lacrime scendevano incessatamente mentre il mascara mi si scioglieva sul viso e tutto lo sforzo che avevo fatto per tutto questo tempo andava a puttane. Sembrava come se il tempo si fosse fermato o avesse rallentato. In quel momento c'erano solo le mie lacrime ed i rumori del mio cuore spezzato. Chiusi la porta della camera e mi ci accasciai contro. In quel momento non riuscivo a pensare a nulla se non alle parole che aveva pronunciato poco prima:"Vuoi sposarmi amore mio?" 
La sua voce mi rimbombava in testa insieme alla scena di loro due che si baciavano. Perchè di sei miliardi di persone proprio di mio fratello dovevo innamorarmi. «Andy apri la porta per favore!» Zayn iniziò a bussare con potenza alla porta ma non volli aprirgli. Cosa avrei potuto dirgli? Avrei dovuto mentire ancora, avrei dovuto far finta di niente. In quel preciso istante decisi che avrei imposto al mio cuore di non amarlo più, di lasciargli vivere la sua vita.
Mi alzai e gli aprii la porta. «Che succede? Perchè fai così?» Asciugai le lacrime e gli sorrisi. «Pensavo che dopo il matrimonio andrete sicuramente a vivere insieme e non sono pronta a non averti più attorno..» Affermai con la voce rotta dal pianto. «Ma non ci sposeremo subito, passeranno settimane, mesi, anni...E verrò a trovarti tutti i giorni, sei la mia gemella, abbiamo un legame speciale.» Si avvicinò a me e mi abbracciò così forte da farmi cadere sul letto. Mentirei se dicessi che quell'abbraccio non mi piaceva o non mi aveva fatto provare nulla. Rimanemmo per un paio di minuti così: lui sopra di me ed io sotto di lui, abbracciati. Sentivo il suo respiro sul mio collo ed il suo profumo che si faceva spazio dentro di me. Prese la mia mano ed iniziò a farvi sopra dei piccoli cerchi con le dita. Quello non era affatto un abbraccio da fratelli, era qualcosa di più, almeno per me era così. Non dovevo pensare che per Zayn io fossi qualcosa di più anche perchè lui si stava per sposare con Perrie. Iniziai ad accarezzargli i capelli mentre ci tenevamo per mano, ma poi si alzò. «Arrivo subito» Mi misi a sedere sul letto mentre aspettavo che tornava, non gli feci domande perchè avevo già capito cosa voleva fare. Lo vidi dopo alcuni secondi con lo struccante e dei dischetti di ovatta in mano. Si inginocchiò ai piedi del letto e mi struccò il viso. 
Nessuno aveva mai fatto questo per me, nessuno, solo lui, però dovevo dimenticarmelo. Quando mi diede un bacio sulla fronte non potei fare a meno di arrossire.
«Io vado di sotto, ci vediamo dopo sorellina.»
Improvvisamente le farfalle che avevo nello stomaco si fecero sempre più inquiete ed il mio cuore accelerò di parecchio.
Dio, lo amavo, lo amavo più di quanto amassi me stessa.

La sera di capodanno. 
«Andy, cosa ti metterai questa sera?» Mi domando Gaby al telefono. Quella sera sarei uscita con le mie amiche e mi sarei andata a divertire finalmente, lontana da Zayn e dagli occhi indiscreti dei miei parenti. La mia routine evitatuofratello era stata ripresa così questa sera non avrei passato il capodanno in famiglia. «Mi metterò un tubino semplice e tu?» Sapevo bene che Gaby avrebbe esagerato come sempre, ma lei poteva permetterselo. Era la ragazza più bella della scuola, aveva degli occhi color mare e dei capelli biondissimi.  Per un breve periodo era stata la ragazza di Harry però a lei piaceva solamente divertirsi e rimasero amici. «Oh vedrai amica mia, ho un vestito fantastico!» Trillò contenta. 
Rimanemmo al telefono per circa un'ora spettegolando sui fatti accaduti a scuola.  Verso le otto decisi di prepararmi, presi il mio vestito nero e me lo infilai. Non ero mai stata provocante però quella sera decisi di osare, anche con il trucco. Ero più decisa che mai a disintossicarmi da Zayn. 

 
 ##Zayn point of view##
 
Ero rimasto abbastanza scosso dalla scena che aveva fatto Andy, ma non le diedi molto peso. Certe volte io e lei non sembravamo fratelli, non solo perchè ci assomigliavamo poco ma anche per il nostro modo di comportarci, il suo modo di comportarsi. Certe volte mi facevano piacere le sue attenzioni, anche perchè nella maggior parte dei casi ricambiavo. 
La serata l'avrei passata senza Perrie, il che era strano visto che passavamo la maggior parte del tempo insieme. Eravamo fidanzati ufficialmente, ero stato io a chiederglielo, eppure ora non ne ero così sicuro.
La amavo, ma qualcosa stava cambiando dentro di me.
«Dove vai Zayn?» La piccola voce di Safaa mi distolse dai miei pensieri e mi riportò alla realtà. «In discoteca tesoro, tu invece cosa farai?» Si avvicinò a me e la presi in braccio. Adoravo quella piccolina, era troppo tenera. «Anche Andy va in discoteca, lo sai? Mi ha detto che vuole rimorchiare!!» Sapeva che Andy l'avrebbe sgridata ed infatti dopo avermelo confidato scappò nella sua camera. Rimorchiare eh? Sentii una fitta allo stomaco, ma pensai che doveva essere solamente della sana gelosia fraterna.
Velocemente mi diressi verso la camera di Andy e la vidi intenta ad allacciarsi un vestito.
«Lascia, faccio io..» Mentre guardavo il suo esile corpo in quel tubino sexy sentii dei brividi attraversarmi la schiena, ma anche a quest'ultimi non diedi molto peso, pensai che era per via della troppa scollatura e della lunghezza del vestito decisamente non adatta. Insomma ero pur sempre suo fratello, non volevo che altri ragazzi la guardassero, come non volevo che guardassero Safaa da grande.
«Grazie mille.» Sussurrò flebilmente. La luce fioca delle lampadine la illuminava leggermente, ma abbastanza da poter vedere i segni che aveva sul collo. Con una mano glieli accarezzai e tracciai i contorni di quei segni violacei.
«Cos'hai fatto lì?» Le chiesi. La costrinsi a guardarmi facendola voltare bruscamente. Il suo respiro diventò più pesante, le sue gote si fecero rosse ed i suoi occhi si fecero cupi. «N-niente, una zanzara mi aveva pizzicato.» Mi irrigidii immediatamente, sapevo che mi stava prendendo per il culo? «Veramente, una zanzara? Siamo a Dicembre porca troia, pensi davvero che possa credere a questa stronzata?» Le strinsi ancora di più il braccio ed involontariamente l'avvicinai a me. «Chi ti ha succhiato il collo? Jeremy? Evans? Che cazzo hai fatto? Ci avrai scopato sicuramente, sei solo una puttana.»
In quel momento non capii più niente e feci la cazzata più grande della mia vita.

 
Spazios autrices:

Ciaos bellezzes, stos ripostandos il capitolos perchè avevo fattos degli errori di merdas. HAHAHA SONO UNA COGLIONA. Ho appena bevuto tre tazze di caffè concentrato e sto morendo. STO LETTERALMENTE MORENDO. MA VI AMOOOOO, VI AMOOO. Perchè? TRE FOTTUTE RECENSIONI SUL PRIMO CAPITOLO. TRE. IO VI AMOS. Dolcine mie. Allora, siccome non ho un cazzo da fare nei giorni di malattia quando recensite perchè non mi linkate anche le vostre storie? Ne voglio leggere e recensì qualcuna perchè m'annoios. Comunque grazie per avermi detto di non cancellare l'incestuos story <3 <3 metterò due capitoli a settimana. La storia sarà di 15-16 capitoli e poi avrà una secondas partes.  Essì adesso vi spoilero: No, Zayn non è innamorato ancora, non si sa nemmeno se si innamorerà..Forse ama troppo Perrie per lasciarla.
Comunque anche nella realtà si sposano jhifwfjeoj che dolcini, anche se un po' scippo gli Layn (Lucrezia cioè io e Zayn) HAHAHAHAHAHAH ok basta cazzate.
Me la lasciate una recensioncina? VE AMO REGAAAA'

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Capitolo 3
*** Cap.2 ***


Capitolo due
He's the reason for the teardrops on my guitar
The only thing that keeps me wishing on a wishing star
He's the song in the car I keep singing, don't know why I do

 
#Andy's p.o.v.#
Rimasi sconcertata nel sentire mio fratello chiamarmi puttana. Che gli avevo fatto? Era vero, i succhiotti me li aveva fatti Jeremy, ma non capivo perchè dovesse reagire così. Insomma, lui aveva chiesto la mano alla sua ragazza ed io non potevo frequentare altri ragazzi? Era veramente ingiusto.
Aumentò la presa sul mio braccio e la sua mascella s'indurì ulteriormente. Sapevo che mi avrebbe lasciato un livido, anche se molto magro, Zayn aveva una forza e dei muscoli incredibili.
Per la prima volta da quando mi ero innamorata di lui, non piansi, anzi, mi infuriai terribilmente. Il legame di sangue non gli permetteva di darmi appellativi poco carini, ero sempre un'essere umano e anch'io andavo rispettata come tale.
«Che cazzo di problema hai, si può sapere? Pensi di poterti intromettere nelle mie cose private? Beh notizia flash: non puoi. Sai perchè? Perchè non ti interessi mai a me, è dalla sera di natale che non ci vediamo e non ti sei chiesto nemmeno che fine ho fatto. Non puoi fare come ti pare, ho un cuore, un cervello, mangio, respiro, dormo, insomma, vivo e come tutti gli esseri viventi ho dei sentimenti Zayn e non ti permetterò di calpestarli.» Sputai. Purtroppo per me, la voce mi tradì. Nonostante gli sforzi stavo per scoppiare a piangere e non volevo farmi vedere debole, non dovevo farmi vedere in quello stato. Rallentò la presa e colsi l'occasione per allontanarmi, ma il mio sforzo fu invano, mi catturò in un abbraccio così velocemente da farmi venire un giramento di capo. Non ricambiai il gesto, rimasi ferma immobile mentre lui mi stringeva fra i suoi possenti arti. Immediatamente l'arrabbiatura mi passò, lasciando nuovamente spazio alle farfalle nello stomaco. Ogni volta che mi abbraccia è come se fossi nel pieno di una tempesta dentro ad una casa fatta di carta. Perchè ho questo bisogno malsano di amare una persona che non ricambierà mai?! Devo smetterla.
«E' tardi, devo uscire, a dopo.» Affermo in tono freddo, allontanandomi forzatamente da quell'abbraccio.
Sono sempre sulle difensive quando si tratta delle altre persone, ma perchè con lui non ci riesco? Sarà forse perchè è mio fratello, però io vorrei che mi baciasse. Un bacio come quello dei film: sotto la pioggia, lontano dal resto del mondo, solo io e lui, anzi, solo NOI.
Riluttante mi allontano e mi chiudo in bagno. Dovevo truccarmi per uscire, ma rimasi a guardarmi allo specchio per non so quanto tempo. Non riuscivo a respirare ma dovevo farlo, senz'aria non si vive, però preferivo non vivere affatto che vivere una vita priva del suo amore.
Mi feci uno chignon e aprii il rubinetto. Mi sciacquai la faccia e poi l'asciugai . A cosa stavo pensando? A suicidarmi? E' proprio vero che l'amore da alla testa.
Mi truccai velocemente per poi uscire da quel bagno che mi stava opprimendo.
##Zayn's P.O.V.##
«Liam, dove sei?!» Urlai al telefono per sovrastare quella musica assordante. Improvvisamente un ragazzo dall'aria familiare mi si piazzò davanti sorridendo. Come potrei non riconoscerlo? Era il mio Winnie the Pooh, la mia forza, la mia roccia, il mio migliore amico. Lo conoscevo da solamente tre anni eppure mi sembrava di aver passato tutta la vita con lui.
«Finalmente Lee, ti ho cercato per tutta la sala!» Esclamai contento di vederlo. Lui mi prese per un braccio e mi trascinò letteralmente verso il tavolo dove ci aspettavano gli altri. Nell'ambiente si dispersero velocemente le note di 'Te amo' della famosissima Rihanna. Salutai tutti i ragazzi e mi sedetti accanto a loro. «Non hai portato tua sorella?» Chiese Jeremy, l'amico di Harry.
Non capivo perchè lo doveva portare sempre ai nostri incontri, stava antipatico a tutti, soprattutto a me. Il motivo? Forse, se la faceva con mia sorella e tutto ciò mi irritava parecchio. Nessuno si doveva permettere di toccare le mie sorelle o la mia famiglia.
«E' andata in discoteca, ha detto che voleva 'rimorchiare'.» Enfatizzai l'ultima parola per fargli capire che non aveva chance con lei perchè se poco poco avesse avuto un'opportunità, 'sta sera l'avrebbe persa.
 Era una situazione un po' strana, mi dava fastidio che Andy uscisse con i ragazzi ma al tempo stesso mi faceva piacere che non uscisse con quel coglione patentato.
«Parli del diavolo...» Niall ci indicò con lo sguardo due ragazze. Seguii la direzione e vidi Andy insieme alla sua amica di cui non ricordai il nome. A vederle da lontano erano irriconoscibili, lei non si metteva mai dei vestiti, usciva sempre con i pantaloni o con i leggins.
«Che bello vederti!» Urlò il coglione per farsi sentire da mia sorella.  Lei si girò ed il mio cuore perse un battito. Occhi color miele, capelli color caramello, fisico perfetto ed un sorriso che avrebbe illuminato la giornata a chiunque.
Rimasi sconcertato dai pensieri che avevo appena fatto su di lei. Presi uno shot dal tavolo e lo ingoiai tutto d'un fiato.
«Quanto manca a mezza notte?» Domandai a Harry.
«Mezz'ora.- Fece una pausa e poi riprese a parlare:- Vogliamo rimanere qui tutta la serata? Insomma, è capodanno gente! Divertiamoci!» Detto questo, si alzò e si precipitò in pista seguito da tutti quanti.  
Con lo sguardo notai che mia sorella parlava animatamente con il coglione, mentre la sua amica non faceva altro che guardare Harry.
Andy scoppiò a ridere per qualcosa che gli aveva detto Jeremy e poi arrossì leggermente. Ci rimasi male quando pensai che con me, non aveva mai sorriso così. Ovviamente, non era colpa sua, ma mia: non ero mai stato capace di farla ridere e mi faceva male perchè un fratello dovrebbe saperlo fare.
Dopo vari shots nella mente mi riaffiorarono le sue parole dette quella stessa sera:" Non ti interessi mai a me."
Per stare con Perrie avevo accantonato tutti: amici e famiglia. Forse dovevo smettere di passare così tanto tempo con lei e cercare di stare anche con le persone che amavo.
Il ragazzo scortò Andy al nostro tavolo e la fece sedere sulle sue ginocchia sotto il mio sguardo torvo e lei sembrò non notare la mia reazione.
Strinsi i pugni ed indurii la mascella, come si permetteva questo stronzo? Ero arrabbiato con lui ma anche con me stesso, perchè non riuscivo a lasciarla in pace? Io ero fidanzato e lei doveva avere la sua vita, doveva avere un ragazzo ma per un fratello è sempre difficile da accettare come cosa.

#Andy's Point of view#
Di sottecchi vidi Zayn alzarsi dalla sua sedia per dirigersi verso i bagni del locale. Il mio cuore diceva di seguirlo ma la mia testa mi urlava di rimanere con Jeremy. Dicono che si dovrebbe seguire sempre il cuore ma alla fine quando lo fai ti bruci, un po' come quando giochi con il fuoco. Come sempre ascoltai la mia testa e rimasi sulle gambe di Jeremy. Mise una mano sulla mia coscia ed iniziò a baciarmi il collo mentre io bevevo degli shots di Vodka alla fragola.  Arrivai al ventesimo shot completamente stordita, non capivo più niente, attorno a me vedevo delle figure sfocate ed udivo delle voci parlarmi, chiamarmi.
La mia amica mi bagnò il viso con dell'acqua gelata e ripresi conoscenza, pensavo di essere svenuta però mi sbagliavo.
«Tutto bene?» Mi chiese Harry.
«Si, dov'è mio fratello?» Sbiascicai faticosamente. Ero così ubriaca che facevo fatica persino a parlare.
«Andiamo.» Sussurrò Zayn in tono duro. Mi prese con forza l'avambraccio e mi trascinò fuori da quel locale che puzzava di sudore e alcool. Quando fummo per strada le luci deboli dei lampioni lo illuminarono ed io pensai che era il ragazzo più bello del mondo. Ero ubriaca ma lo amavo ed amavo il suo modo di essere arrabbiato, anche se prima mi aveva trattata male anche se mi stava trattando male. Avevo mille pensieri nella testa che non riuscivo ad esternare, anzi, non potevo esternare.  
«Smettila di comportarti da troia con Jeremy, stavate per scopare davanti a tutti!» Mi urlava in mezzo alla strada.
«Non è quello che si fa in discoteca Zayn? Limonare? E' vietato? Sai non è colpa mia se questa è l'unica discoteca di questa schifosissima città ma stai tranquillo, fra poco ci diplomeremo ed io andrò a vivere in un altro paese, lontano da te e da tutto quello che ti circonda.» Successivamente scoppiai in un pianto isterico mentre cercavo di dimenarmi dalla sua presa che mi stringeva parecchio. Mi stava tenendo stretta a sè, come se avesse paura che potessi scappare, come se temesse che potessi odiarlo per davvero. Sentii una scarica di botti provenire dal cielo e guardando in alto capimmo che ormai era mezza notte. Quello sarebbe stato un anno nuovo? Sarei riuscita ad andare avanti con la mia vita?
In quel momento decisi di dirgli tutto e così feci.


SPAZIO AUTRICEEES:
Sorratemi porque fa schifo. è corto. è una merda. Si è confessata? Maybe. GRAZIE A QUELLE CHE RECENSISCONO, SEGUONO, PREFERISCONO, RICORDANO. VI AMO. Me la lasciate una recensioncina? :333 *faccia da cucciola* ciao belle.  <3

 

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Capitolo 4
*** Cap.3 ***


Capitolo tre
Ragazze vi prego di leggere lo spazio autrice, è molto importante!

Dieci Gennaio 2014

La pioggia scendeva incessatamente,le note di 'Invisible' di Taylor Swift mi invadevano le orecchie e il profumo della cena s'impadroniva dell'ambiente. Una serata come tante, invece no: quella sera sarebbero venuti i genitori di Perrie a casa nostra, anzi, erano già arrivati e mio padre li stava intrattenendo con le sue solite battute, che a me ormai non facevano più ridere.
Solo una riusciva a farmi scappare un sorriso: "Non fidarti di Suave." "Perchè?" "Perchè Suave-mente."
Era la cosa più stupida ma allo stesso tempo più divertente del mondo.
Ripensando alla freddura mi scappò un sorriso mentre le parole della cantante mi riecheggiavano nelle orecchie e mi sembrò proprio che stessero parlando di me e Zayn.

"And you can't see me wanting you the way you want her"
Tu non puoi vedere che io ti voglio nel modo in cui vuoi lei.

"There's a fire inside of you that can't help but shine through
But she's never gonna see the light, no matter what you do"
C'è un incendio dentro di te che non può evitare di brillare,
Ma lei non noterà mai quella luce, non importa cosa tu faccia.

Quella canzone era fatta apposta per me. Nonostante i due stessero insieme da circa tre anni, lei non lo avrebbe mai conosciuto come facevo io, non avrebbe mai notato il modo in cui arricciava il naso mentre sorrideva, oppure la vena che gli veniva sul collo quando si innervosiva. Non aveva mai notato queste cose, ma io si e le amavo tutte, amavo persino i suoi difetti.
Ma la batosta arrivò quando partì 'Miss you' di Ed Sheeran. Quelle parole sembravano come dei piccoli coltelli che mi trafiggevano lentamente.
"I'm lost, you’re not around
There’s a lump in my chest
That sends cold through my head, and
My mind shuts sound out"
Sono smarrita,tu non sei nei paraggi,
C'è un buco nel mio petto
Che fa arrivare il freddo fino alla testa, e
La mia mente esclude ogni suono..

Praticamente tutto ciò che provavo da quando mi ero innamorata di Zayn. Non era stato facile ammetterlo, ci ho messo un bel po', però a pensarci all'epoca non sapevo niente di quello che mi sarebbe toccato.  Non avrei mai potuto credere che il mio amore per lui sarebbe arrivato a questi livelli, io e April pensavamo fosse una cosa da adolescenti, una stronzata, non avremmo mai potuto immaginare che questo amore mi logorasse.

" «Cosa provi quando lo vedi?» Mi domandò April mentre si passava una mano fra i capelli.
Sinceramente non seppi cosa risponderle, forse dovevo solamente guardare dentro me stessa per capire cosa provavo. Sbarrai gli occhi e cercai di ricordare le sensazioni che mi attanagliavano da due mesi a quella parte.
«Mi batte sempre forte il cuore e mi tremano le ginocchia. Ho mal di pancia e non capisco perchè.»
La rossa sembrò rifletterci un po' su e poi mi passò una mano davanti agli occhi. «Cogliona svegliati! Ti sei innamorata, sei completamente cotta.»
Dopo quello che le confessai, in quella circostanza, dovetti darle ragione, non come le altre volte precedenti: Avevo sempre negato, fino all'ultimo.
Ma non potevo continuare a rifiutare questi sentimenti, anche se la testa non lo accettava, il cuore si era rassegnato da tempo"


Sulle mie labbra comparve un sorriso amaro al ricordo di quella giornata: erano cambiate troppe cose.
Per esempio April era andata a vivere in Corsica con i suoi genitori, il rapporto con Zayn si era sgretolato quasi del tutto e soprattutto quella che sembrava essere una semplice cotta si era rivelata molto di più, per mia sfortuna.
Erano passati dieci giorni dalla sera di capodanno e con Mr. Ti insulto e poi ti abbraccio ancora non ci rivolgevamo la parola.
Eravamo diventati più o meno due estranei, ci dicevamo solamente 'buongiorno' e 'buonasera'.
Quella sera decisi di confessare tutto a Zayn, ma alla fine crollai e non ce la feci. Da brava bugiarda quale sono, finsi un mal di testa e passai il capodanno in lacrime fra fazzoletti e iPod.
Nostro fratello Tim mi chiamò per la cena, dovetti fare un grande sforzo per lasciare la mia postazione situata davanti alla finestra, ma alla fine riluttante mi tolsi le cuffie e mi alzai.
Inspirai un po' d'aria e poi la buttai fuori pesantemente, Tim sorrise accorgendosene e mi guardò divertito.
Non c'era nulla di divertente, stavo andando al patibolo. Non nel vero senso della parola, ovviamente, ma era come se avessi un biglietto di sola andata per 'L'inferno con Perald Edwards e Zayn Jawaad Malik a.k.a. la coppia perfetta dell'anno.'
Quando feci il mio ingresso nella sala da pranzo presi il cellulare, non volevo degnarlo di uno sguardo, nè tanto meno volevo vedere lei ed i suoi genitori.
«Ciao Andy, quanto tempo! Come stai?» Il padre della bionda mi strinse la mano.
Ricambiai il gesto e mi sforzai di sorridere. Non lo odiavo, come non odiavo il resto della sua famiglia, compresa Perrie.
«Bene grazie, lei?»
Per tutta la sera finsi una miriade di sorrisi, parlai di cose inutili e mi resi conto che ero sola. In quel momento, in quel posto, ero sola. Per tutta la durata della cena ero stata assente, avevo fissato il vuoto o mandato dei messaggini a Louis.
Quanto mi mancava Lou, erano circa due mesi che non lo vedevo in giro per le strade di Bradford o per i corridoi della scuola. In verità, aveva fatto ritorno al suo paese natale: Doncaster. Ogni tanto ritornava a trovarmi, ma erano rare le volte in cui lo faceva.
Sentimmo un campanello suonare più volte e mia madre si alzò per andare ad aprire. Non aspettavamo nessuno in particolare,  ma dentro di me sperai che quella persona misteriosa potesse salvarmi dalla cena più pallosa alla quale avessi assistito. Non mi dava nemmeno fastidio che Zayn si sbaciucchiasse Perrie, volevo solamente allontanarmi da quella noia mortale.
«Dov'è la mia stronza preferita?» Trillò qualcuno nel salone.
Tutti i presenti si guardarono imbarazzati, come se non avessero mai sentito una parolaccia, mentre io scattai in piedi.
«Eccola!» Mi buttai addosso a lui facendolo cadere per terra. Non mi importava se stavamo facendo scena, non capitava mica spesso che Louis Tomlinson, il ragazzo più figo e simpatico di Doncaster, facesse visita a me, la sua cara vecchia stronza!
«Sei proprio un figlio di puttana, perchè non mi hai detto che venivi?!» Delle lacrime mi bagnarono gli occhi mentre pronunciavo quelle parole. Erano lacrime di gioia, le prime dopo una lunga -ed infinita- serie di lacrime versate per la troppa tristezza.
Io e Lou ci insultavamo e amavamo allo stesso tempo, era un'amore platonico.
«Volevo farti una sorpresa, mia cara B.t.b.c.» Belle tette, bel culo: Il mio acronimo di identificazione, secondo lui. Io invece lo chiamavo 'B.c.b.p.' : bel culo, bel pacco.
Nel frattempo stavamo salendo in camera mia, noncuranti degli sguardi allibiti dei presenti.
«Sono contenta!» Lo abbracciai nuovamente.
Entrammo in camera e ci chiudemmo la porta alle spalle. Volevo essere aggiornata sulle ultime novità e volevo spettegolare delle troie della nostra scuola senza essere disturbata.
«Ho un'altra sorpresa...-Soffiò al mio orecchio. Lo guardai interdetta per alcuni secondi e poi riprese a parlare.- Ritorno a vivere qui, dai miei nonni!»
Non trattenni più l'emozione e cominciai ad urlare e correre per tutta la stanza e Lou si unì a me. Sembravamo due matti che scappavano da un manicomio e mi piaceva. Finalmente dopo la tempesta, forse, stava uscendo il sole. Ero sicura che con lui al mio fianco sarei riuscita a superare tutto, dovevo solo riuscire a confessargli l'accaduto.
Senza troppi giri di parole, lo feci sedere sul letto e cercai di trovare le parole giuste.
«Che devi dirmi? Hai una faccia serissima!» Disse con voce preoccupata.
«Lou, io sono innamorata...» Mi attorcigliai una ciocca di capelli attorno al dito e distolsi lo sguardo dalle sue iridi celesti.
«Che c'è di male?» Sussurrò interdetto.
«No Lou, io sono innamorata di Zayn.» I suoi occhi si spalancarono e mormorò un «Oh merda.»
«Forse penserai che sono una pervertita, una malata, però non posso evitarlo. Se non vuoi più essermi amico ti capisco.»

Nei seguenti venti minuti Lou mi rassicurò per tutto il tempo dicendomi cose dolcissime e aiutandomi ad attuare un piano per farmi dimenticare l'amore che provavo per mio fratello. Decidemmo che lo avrei evitato e che ogni Venerdì, Sabato e Domenica sarei andata a dormire a casa sua.
Lo abbracciai nuovamente prima di vederlo andare verso la casa dei suoi nonni. Rimasi nella veranda a fumare un paio di sigarette, era da tanto che non lo facevo e mi era mancato. Ne accesi una e la portai alla bocca lasciando che il fumo irrompesse nei miei polmoni. Ripensai alle emozioni che quella sera mi aveva provocato e sorrisi fra me e me. Non ero rimasta nemmeno delusa nuovamente dallo sguardo di disprezzo che Zayn aveva rivolto a me ed al mio amico.
Mi infilai una cuffietta e feci partire 'Fall' di Ed Sheeran, uno dei miei cantanti preferiti.
Quella particolare canzone, l'ascoltai la prima volta che capii di essere innamorata di mio fratello, quando mi domandavo costantemente se si fosse potuto innamorare anche lui di me, ma ero ingenua e non capivo la situazione.
"And if I fall for you,
Wuold you fall too?" Se io mi innamorassi di te, lo faresti anche tu?
Già sapevo la risposta alla domanda: no. Lui amava la sua ragazza, non si sarebbe mai potuto innamorare di me. E' contro natura. Perchè non potevo essere normale? Innamorarmi di un ragazzo normale, avere una vita normale, frequentare amici che non vivano a 500 km di distanza o cose simili? No, io dovevo sempre optare per la strada difficile.
Ripensando al passato mi colse una nota di malinconia: prima ero felice e stronza, una combinazione perfetta perchè nessuno può scalfirti in nessun modo.

«Da quando fumi?» Mi chiese Mr. Ti-disprezzo-ma-ancora-mi-interesso-a-te facendomi sobbalzare.
Voleva farmi la predica e poi abbracciarmi come l'altra sera? Forse l'affetto mio e di Louis gli avrà fatto fare brutta figura...povero.
«Se tu mi conoscessi o ci provassi almeno, sapresti che fumo da due anni.» Sbuffai.
«Ti ho sentita prima, mentre parlavi con Louis.» Disse schietto, arrivando dritto al punto. In quel momento il mio cuore perse svariati battiti: com'era possibile che fosse riuscito a scoprire tutto?

SPAZIO AUTRICE:
Ciao ragazze, come va? Volevo parlarvi della storia: Allora, io questa fanfiction l'ho scritta e basata su una storia vera...alcune scene, come quella degli insulti di capodanno (Cap.2), sono vere e sono (purtroppo) successe a me. Non sono innamorata di mio fratello o di qualcuno della mia famiglia, semplicemente ho un ex fidanzato che frequenta la mia scuola, i miei amici e tutto ciò che mi circonda...Insomma, mi ritrovo sempre in mezzo al cazzo lui e la sua fidanzata e non posso fare a meno di soffrire. La sera di capodanno, quando ci siamo lasciati (dopo due anni e mezzo di relazione), ero così frustrata che avevo bisogno di una via d'uscita così ho provato a scrivere una storia, una nuova fanfiction ed è uscita l'incestuoss story. A me non convince pienamente e sto rivalutando l'idea di cancellarla...
Comunque scusate lo sfogo, ma alla fine volevo farvi capire che le cose che prova Andy, sono le stesse cose che ho provato e che provo io.
Potete anche non recensire, almeno ho un motivo in più per cancellarla, tanto fa schifo!


 

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Capitolo 5
*** Cap.4 ***


Capitolo quattro.
«C-cosa scusa?» Balbettai alzandomi in piedi.
Lui si accese una sigaretta e la portò alle labbra lentamente.
Sapevo che quella sarebbe stata la fine, la mia fine. Era andato tutto a puttane, soprattutto la mia vita. Se lo avessero saputo i nostri genitori sicuramente sarebbero rimasti indignati e delusi dal mio comportamento.
Si sedette accanto a me sul dondolo in veranda e mi appoggiò una mano sulla schiena. Io tremavo, non per il freddo, tremavo dalla paura, paura delle conseguenze e del pensiero delle persone. Raccattai quel briciolo di orgoglio che mi era rimasto e trattenni le lacrime.
«Perchè non me l'hai detto?» Domandò docilmente mentre espirava un po' di fumo.
Tutta quella calma non portava a niente di buono, c'era qualcosa sotto e ma non riuscivo a capire cosa.
 «Non so di che stai parlando..» Finsi mentre spegnevo la cicca nel posacenere. Forse non aveva sentito la parte in cui dicevo di amarlo, forse mi stava solamente chiedendo di Louis e del fatto che venisse nuovamente a vivere qui.
«Ti sei innamorata.- Mi costrinse a guardarlo negli occhi e riluttante lo feci.-
Di me.» Continuò, lasciandomi il mento.
Ritornai a guardare il giardino davanti a noi facendo finta di niente, come se quelle parole non le avesse pronunciate per davvero.
Il cuore mi esplodeva ed avevo la pelle d'oca su tutto il corpo.
Perchè la sfiga mi perseguitava? Non riuscivo ad essere felice per più di mezz'ora che subito il destino mi puniva per qualcosa che non avevo fatto.
 In quel momento avrei desiderato essere da qualsiasi altra parte, anche in carcere, tutto pur di non trovarmi in quella situazione imbarazzante e spiacevole.
Cosa potevo dirgli? "Si Zayn, ti amo! Sposiamoci e facciamo tantissimi figli."
No, ovviamente, non potevo.
«Parlami, ti prego.» Mi incitò.
«Cosa posso dirti? Ormai sai tutto..»
«Da quanto va avanti? Se me lo avessi detto prima avrei evitato di chiedere a Perrie di sposarmi..»
Abbozzai un sorriso e mi alzai in piedi incamminandomi verso la porta di casa. Se fossi rimasta altri cinque minuti con lui sapevo che sarei scoppiata a piangere, per l'ennesima volta.
«Buonanotte Zayn..» Mormorai 'cercando di entrare all'interno.
In quel preciso istante non sentivo nulla apparte un'infinita tristezza, la quale, non mi lasciava da due anni.
Improvvisamente mi ritrovai con le spalle al muro ed il suo viso pericolosamente vicino. Mi scoppiava il cuore, pensai persino che potesse uscirmi dal petto e fare capriole di felicità, ma non sarebbe successo perchè effettivamente non stava accadendo niente di speciale.
«Rispondi.» Bisbigliò duramente al mio orecchio.
Cercai di divincolarmi ma lui mi teneva saldamente incastrata fra la parete ed il suo petto, non che mi dispiacesse più di tanto.
«A che servirebbe spiegartelo? Ormai ciò che è fatto è fatto, non si torna indietro!» Perchè doveva insistere così tanto e rivangare nel passato? Non sarebbe servito a nulla, solo a farmi più male.
«Servirebbe a farmi capire il perchè, perchè proprio io?! Perchè hai scelto me, non ci arrivo» Scavava a fondo, mi chiedeva di rispondergli a domande che mi facevano troppo male. Ripensare a tutto ciò mi faceva male.
«Non ho scelto io di innamorarmi di te, è successo. Pensi che avrei voluto incasinarmi? Si, lo dico apertamente: amarti è un casino e non sai quanto fatico ogni giorno per nasconderlo a te e al mio cuore!»
Ma non ci riuscivo più ed ogni giorno la tristezza trapelava dal mio sguardo facendomi sembrare una depressa suicida.
«Adesso capisco perchè mi eviti, perchè sei sempre triste e assolta nei tuoi pensieri.» Sentivo il profumo della sua bocca invadermi le narici, i nostri respiri si fusero ed i suoi occhi brillarono come stelle nei miei.
«E' meglio che io vada.- Sussurrai flebilmente. Lui non si mosse di un centimetro e non aveva intenzione di farlo.- Ti prego.» Aggiunsi.
Si scostò da me e si passò una mano fra i suoi splendidi capelli bruni. Le mie gambe diventarono molli e per un momento pensai che potessero cedere, fortunatamente non fu così perchè riuscii a scappare in camera mia prima che potesse dire altro.
Chiusi la porta dell'abitacolo a chiave e mi buttai sul letto lasciandomi uscire un gemito di frustrazione.

La mattina seguente, quando mi guardai allo specchio mi accorsi di avere delle grandi occhiaie scure sotto gli occhi. La notte non avevo chiuso occhio, ero stata troppo occupata ad ascoltare canzoni smielate e tristi. I capelli mi ricadevano morbidamente sulle spalle e notai che le punte si erano leggermente schiarite. Passai una mano in mezzo a questi ultimi e li ravvivai un po'. Lou mi stava aspettando nella macchina di sua nonna ed ogni tanto mi strombazzava con il clacson per ricordarmi di muovermi.
Una volta in salone vidi Zayn che salutava tutti quanti, tranne me. Mi lanciò un'occhiata impassibile e poi sparì dietro la porta dell'ingresso.
Quel comportamento mi fece cadere il mondo addosso. Perchè faceva così? Perchè mi ignorava? Sicuramente gli facevo schifo, schifo per essermi innamorata di lui.
Ma io ero innamorata della persona sbagliata, al momento sbagliato e soprattutto nel posto sbagliato e mi maledicevo ogni giorno per averlo fatto.
Presi un biscotto al cioccolato dal barattolo e mi diressi verso la macchina del mio amico, ovviamente, salutando tutti i parenti.
«Era ora!» Esclamò abbassando il finestrino.
Roteai gli occhi ed aprii lo sportello per salire nell'abitacolo. La macchina di sua nonna era al quanto bizzarra: nera a strisce rosa. Scoppiai a ridere e lui capì al volo. Era questo il bello di Louis: mi capiva con uno sguardo, le parole non servivano con lui.
Durante il tragitto gli spiegai tutto quello che era successo la sera precedente e del saluto mancato di questa mattina.
Lou esordì con un «Devi dimenticartelo.» ed io gli diedi pienamente ragione.
Scendemmo dalla macchina e davanti a noi ci si parò subito Lexi Wallman, la cordinatrice della scuola, che ci diede dei volantini per il ballo in maschera.
«Non mi va di andarci» Borbottai mentre il freddo pungente di Gennaio mi entrava nelle ossa.
«Invece si! Devi divertirti e ci andremo.» Sbuffai e roteai gli occhi contemporaneamente. Non avevo assolutamente voglia di andare ad un ballo senza un accompagnatore vero e proprio.
«Ci sarà pure Zayn, lui fa parte di questa scuola.» Gli ricordai indicando con gli occhi il moro seduto sopra il muretto del cortile. Esaminai di sottecchi mio fratello e vidi che era accompagnato da tutti i suoi amici e le loro ragazze. Ignorai la gelosia che mi attanagliava ed entrai nel grosso edificio bianco d'innanzi a noi.
«Vado in classe, ci vediamo a ricreazione.» Io ed il mio amico ci salutammo per poi dirigerci ognuno per la propria strada.
Mi sedetti all'ultimo banco, il mio preferito e presi il quaderno dei disegni. Solitamente, nell'ora di matematica facevo di tutto tranne ascoltare il professore. I miei voti ultimamente erano calati quasi tutti, l'unica materia che si era salvata era letteratura. Avrei riniziato a studiare per l'ultimo quadrimestre e poi avrei dato gli esami. Sapevo già cosa volevo fare dopo il liceo: giurisprudenza a Londra, lontano da tutto e tutti.
Il professor Bhewitc entrò e posò pesantemente la ventiquattrore sulla cattedra. Era palesemente frustrato e questo mi spaventava perchè se la sarebbe presa con noi alunni interrogandoci.
Scrutandolo attentamente notai quanto si fosse invecchiato in questi cinque anni. Avrà avuto circa quarantacinque anni e qualche capello bianco, però rimaneva un bell'uomo con dei bellissimi lineamenti.
Qualcuno bussò alla porta insistentemente ed il professore urlò un «Avanti chiunque tu sia!»
Come al solito, era Harry il ritardatario ad aver interrotto quel momento di paura mista a frustrazione del professore.
«Siediti vicino a Malik e non fare casino, altrimenti ti interrogo.» Lo minacciò mentre indicava il posto libero accanto al mio.

«Boo.» Sentii due mani forti stringermi la vita ed il cuore mi si fermò in gola. Chi poteva essere se non quel lunatico di mio fratello?
«Dove stavi andando?» Mi chiese avvolgendomi in un abbraccio. Era comprensibile la sua reazione di questa mattina, forse.
«Da nessuna parte..» Risposi perdendomi nella bellezza della sua voce. Perchè non riuscivo ad arrabbiarmi con lui e mi facevo sempre trattare una merda? Semplice, lo amavo.
«Vai al ballo?» Domandò prendendomi dalle mani il volantino riguardante l'evento. Ci spostammo vicino al mio armadietto, il quale era un po' più appartato dato che si trovava accanto allo stanzino dei bidelli.
Come la sera precedente mi ritrovai con le spalle verso l'armadietto mentre Zayn mi bloccava stringendomi i fianchi. Era una posizione un po' insolita per due fratelli ma a me non interessava affatto anche se mi confondeva parecchio.
«Si»
risposi sommessa. Mi strinse ancora di più le dita attorno alla carne e mi fece provare un po' di dolore.
«Vai con Jeremy?» Era infastidito e si poteva notare anche a kilometri di distanza. Gli chiesi che cosa gli interessava e lui disse che era pur sempre mio fratello. Ma allora perchè era così geloso?
«Penso di si, perchè?» Non sarei andata con lui, non mi piaceva. Ogni volta che lo baciavo speravo di provare almeno la metà dei sentimenti che provavo quando stavo accanto a Zayn ma puntualmente non accadeva.
«Non penso che ci andrai con qualcuno.» Soffiò al mio orecchio.
Ed ecco a voi il ritorno di Zayn lo psicopatico. Perchè diceva così? Jerry mi moriva letteralmente dietro, se non me lo avesse chiesto sarebbe crollato il mondo!-
«Devo dimenticarmi di te, non posso rimanere sola a vita.» Dissi infastidita. Cosa si aspettava? Che rimanessi da sola per sempre? Non poteva accadere.
«Non ci riuscirai tanto facilmente perchè io non lo permetterò.»

Oh oh. What?
Zayn il LUNATICO YEEE.
Grazie a tutte le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente...veramente siete state magnifiche. Una parte di questo capitolo è vera, ci tenevo solo a diverlo haha. Mi lasciate qualche storia da leggere? Mi annoio un sacco questi giorni... Comunque veramente grazie a tutte voi che mi mandate avanti la storia, siete bellissime, vi voglio bene..
Un KiZzOh.

 

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Capitolo 6
*** Cap.5 ***


Capitolo cinque:

Era passata ormai una settimana da quando Zayn mi disse che non mi avrebbe permesso di scordarmi di lui ed ancora non ci parlavamo. Il suo comportamento era ambiguo, quasi cattivo nei miei confronti. Dimenticarmi di lui sarebbe stata la scelta migliore, quella che mi avrebbe resa felice, ma lui non voleva la mia felicità mentre io si, la volevo per entrambi. Mi ritrovai spesso a chiedermi se avesse intenzione di farmi soffrire, ma poi mi ripetevo sempre che lui era mio fratello e che forse mi voleva ancora bene. 

Eravamo tutti e due da soli a casa, decisi di farmi un bagno rilassante e di ascoltare un po’ di musica, ma come al solito era occupato da mr. TiIgnoroPerchèTantoSoCheMiAmi.
«Zayn muoviti, è da tre ore che occupi il bagno!»

 Sentii di colpo l’acqua della doccia interrompersi e poi dei passi avvicinarsi alla porta. Quando mio fratello uscì, non aveva niente addosso, solo un asciugamano che gli copriva le gambe e le parti intime. In quel preciso istante mi sentii avvampare, diventai tutta rossa e lui se ne accorse visto che aveva un sorriso compiaciuto sul volto. Cercai di sembrare impassibile ma non ci riuscii e l’occhio cadde più volte sui suoi pettorali scolpiti. 

«Vuoi una foto?» Disse con un pizzico di ironia bloccandomi il passaggio. Era appoggiato allo stipite della porta e quando cercai di attraversarla per chiudermi in bagno mi si parò completamente davanti. «No, non voglio una tua foto. Ora fammi passare, per favore.» Lo spostai bruscamente e chiusi la porta sbattendola. Ultimamente con lui sembrava di stare su delle montagne russe, un momento mi provocava, un altro cercava di capirmi ed infine mi ignorava. Arrivai alla conclusione che forse lui godeva della situazione per farmi soffrire, perché non ero più sua sorella, ero una sconosciuta. Sentii una risata da parte sua e mi infuriai. Si prendeva gioco di me, dei miei sentimenti, che grande bastardo. «Ti credevo migliore Zayn, credevo fossi un bravo ragazzo, ma invece sei una persona cattiva. Non voglio essere innamorata di te, non voglio essere nemmeno tua sorella. Vaffanculo!» Volevo cancellare i miei sentimenti, ma non si poteva. Sarebbe stato bello avere una macchina del tempo, tornare indietro ed impedire alla me stessa di due anni fa di fare gli stessi errori. 

 

Lacrime salate iniziarono a scendere incessatamente, fra la rabbia e la tristezza diedi un pugno veramente forte alla porta facendomi male.

La mano diventò quasi subito viola ed urlai per il dolore.
«Andy che cazzo è successo?» Strillò bussando. 

Non risposi, presi una pezza e la bagnai con dell’acqua fredda e l’avvolsi. Mi sedetti sul wc mentre stavo ancora singhiozzando.

Per qualche strano motivo, il Karma aveva deciso di punirmi. Non mi ero mai comportata male, avevo fatto volontariato, andavo bene a scuola, eppure la sfiga era sempre dalla mia parte. 

Quando mi innamorai di Zayn non avrei mai pensato di ritrovarmi seduta su un cesso a rimpiangere di aver perso gli anni e le occasioni migliori della mia vita, non avrei mai pensato di rimpiangere il giorno in cui April mi disse di dimenticarmelo, perché era solo un’infatuazione.

Ritornai alla realtà solo quando capii che se non avessi aperto la porta, Zayn l’avrebbe buttata giù.

L’aprii e come in un film me lo ritrovai a cinque centimetri dal mio viso. Il cuore pulsava troppo velocemente, la mente non era connessa ed il cuore era già esploso. Un vortice di sensazioni uniche, nuove, provate solo quando lui si avvicinava a me. 

Mi guardò intensamente negli occhi, ma quando la situazione si fece più strana si allontanò e mi prese la mano fasciata, accarezzandola.

«Aspettami qui, arrivo fra cinque minuti.»

 

Eravamo vicini all’ospedale, io avevo la musica a palla nelle orecchie e Zayn guidava. Per tutto il viaggio non ci rivolgemmo la parola, io ero ancora troppo arrabbiata per poter parlargli. 

Nelle cuffiette rimbombava ‘Cold as you’ di Taylor Swift, una di quelle canzoni da aggiungere alla lista di come mi sentivo. 

Forse avrei dovuto smetterla di ascoltare canzoni depresse.

Arrivò il momento del ritornello e crollai. 

“And now that i’m sitting here thinking it through,

I’ve never been anywhere cold as you.” Adesso che sono seduta qui riflettendo affondo sulla questione, non sono mai stata in nessun posto freddo come te.

Mi scese una lacrima mentre ripensavo alla lite di prima e a come si era preso gioco di me. Mi aveva provocata, rideva per il mio imbarazzo nel vederlo mezzo nudo, mi ignorava, era freddo, non era Zayn.

Lui si accorse che stavo piangendo, ma rimase impassibile a guardarmi e poi parcheggiò la macchina.

Quando entrammo nel pronto soccorso, subito mi entrò nelle narici un tanfo intenso di disinfettante che mi fece venire il voltastomaco. 

La stanza era asettica, aveva solo una segreteria e delle sedie bianche dove far aspettare i pazienti. Su un muro c’erano scritti i codici: bianco il meno grave, verde poco grave, giallo mediamente grave ed infine rosso il più grave di tutti. 

«Vado a parlare con la segretaria.» Il suo sguardo si ammorbidì e mi fece un sorriso mentre io mi limitai ad annuire.

Data la noia entrai su facebook con lo smartphone e scrissi una frase: “Io vivo nel tuo gioco di scacchi, ma tu cambi le regole ogni giorno.”

Un po’ come faceva il moro con me. Mi diceva una cosa, ne pensava un’altra e soprattutto ne voleva un’altra ancora.

Zayn venne accanto a me e si sedette su una delle sedie libere. Siccome ce n’era una sola, mi fece cenno di mettermi sulle sue gambe ed io da brava cogliona obbedii.

«Fra poco ci mandano al reparto di ortopedia, ha detto che il primo dottore disponibile ti visiterà subito.» Nonostante la posizione ambigua mantenni la calma e risposi: «Grazie.»

Erano due ore che eravamo chiusi in quella stanza, il medico ci aveva dato una stanza per riposare senza avermi prima visitata. Era Domenica, di dottori ce ne erano pochi e l’ospedale era pieno, quindi era dovuto scappare, ma sarebbe tornato.

Mentre mio fratello messaggiava su whatsapp con Perrie o qualcuno dei suoi amici, io ero sdraiata su di lui a contemplare il bianco soffitto.

Non c’era niente di speciale in quel soffitto, era uguale a tutti gli altri, ma lo trovai interessante anche perché il mio cellulare si era scaricato e non avevo nulla da fare.  

Zayn lanciò il suo telefono sulla poltrona accanto al letto ed iniziò a giocare con i miei capelli.

«Scarico?» Chiesi ironica. 

«Maledetti iPhone.. » La batteria di quei fottuti telefoni durava si e no circa due ore e se ti trovavi fuori casa, senza caricabatterie o prese della corrente, eri fregato.

«Come sta Perrie? Sarà sicuramente felice, ha un anello da duemila sterline al dito.» Mi interessai, tanto per fare un po’ di conversazione. 

Sasha, una ragazza della sua classe, aveva detto che la bionda non faceva altro che mostrare il gioiello, praticamente era sempre un: “Guarda cosa mi ha regalato il mio ragazzo hihi.” “Io sono fortunata, ho un anello da duemila pounds al dito” “Io mi sposo con il figo della scuola, voi? No.”

«Sta bene grazie. Si è molto felice, ma non penso che sia per l’anello, lei non è così superficiale…penso.»

Non la conosceva proprio.

Trattenni una risatina e continuai imperterrita a guardarmi attorno. Scrutai ogni minimo dettaglio dell’abitacolo. 

I muri bianchi, i letti scomodi e regolabili, i vasi pieni di fiori appassiti, i telecomandi per chiamare le infermiere ed infine la porta per accedere al bagno. 

Era molto inquietante vedere delle orchidee appassite sul tavolino. 

Mi venne in mente che alla fine, tutti noi appassiamo, soprattutto io. Ma non stavo parlando dell’aspetto esteriore, io parlavo dell’anima. 

E non l’avevo capito che questo amore a me faceva lo stesso effetto che il tempo fa ai fiori: li consuma.

«Anche io sono contenta per voi.» Aggiunsi cercando di risultare credibile, almeno un po’.

«Non hai bisogno di mentire. Non con me, almeno.» Invece se lui non avesse scoperto niente starei molto, ma molto meglio.

 

 

 

Il dottore mi mise una piccola benda sulla mano e disse che era solo una piccola slogatura, niente di grave. Lo ringraziammo e poi, con un peso in meno sullo stomaco salimmo in macchina.

«Ciao mamma…si sto bene…si,tranquilla…no…si…ok, ciao.»

Le conversazioni al telefono con mia madre erano sempre le stesse: lei si preoccupava ed io le dicevo solamente ‘si, no, ok, tranquilla’. D’altronde il vero interrogatorio si sarebbe svolto quella sera a cena. 

La cosa peggiore era la riunione di famiglia, in quella tu dovevi discutere dei tuoi problemi davanti a circa cinquanta persone. 

Abbastanza imbarazzante, no?

Alla radio fecero passare ‘we found love’ di Rihanna e Zayn alzò il volume al massimo perforandomi i timpani.

Iniziò a cantare, una delle voci migliori che avessi mai sentito, a dirla tutta.

Prese la cartina e l’arrotolò formando un microfono. 

Mi fece sorridere, faceva il buffo, questo era Zayn.

Iniziò a ballare, togliendo le mani dal volante, amava fare lo spericolato.
«Attento, il camion!» Urlai spaventata.

E poi si fece tutto buio.
 


SPAZIO AUTRICE: 
Scusate ragazze, ho avuto molto da fare, sono stata a Londra, ho preso un cane nuovo, ho dovuto studiare, ho dovuto fare degli esami ed infine mi sono rotta un dito. (eddaje).
Mi si era rotto il computer anche..
Il capitolo fa schifo, perdonatemi, il prossimo sarà un po' più intenso.
La storia ha 11 capitoli in tutto (più o meno) quindi siamo quasi alla fine.
Me la lasciate una piccola recensione? :3
1 KiZzOh

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Capitolo 7
*** Cap.6 ***


Capitolo sei:

 

Sentii Zayn che rideva, così aprii gli occhi per guardarmi attorno. Notai che era tutto normale, la macchina era nella carreggiata giusta, lui guidava tranquilla e le note della canzone di Rihanna rimbombavano nell’abitacolo.
«DIO MIO! HAI IDEA DELL’INFARTO CHE MI è VENUTO? POTEVAMO MORIRE!» Sbraitai sbattendo le mani sul cruscotto.
Il cuore mi batteva a mille, non capivo niente.
«Non ho potuto resistere, sei troppo buffa.»
Imboccò la nostra strada e finalmente parcheggiò.
Gli piaceva farmi arrabbiare, forse perché era l’unica cosa che sapeva fare veramente bene.
Presi un lungo respiro mentre scendevo dalla macchina, sapevo che ci sarebbe stato l’interrogatorio e la riunione di famiglia.
Guardai un’ultima volta mio fratello e rimasi senza fiato. Lui notò il mio gesto e mi sorrise, mentre io abbassai lo sguardo.
Se solo non fossi stata invisibile per lui, se solo aprisse gli occhi, se solo non fossi sua sorella.
E’ sbagliato, sbagliato, sbagliato.
Mi ripeto ancora una volta, cercando di dissuadermi dal guardarlo ancora. Entrammo in casa e con nostra grande sorpresa vi trovammo tutti i nostri parenti, non solo i nostri genitori ed i nostri fratelli, ma anche gli altri.
«Questa situazione è veramente strana…» Mi sussurrò Zayn. Non potei dissentire, aveva perfettamente ragione.
Nostra madre senza proferire parola ci fece cenno di sederci sulle due sedie libere difronte a loro.
Spiegammo l’accaduto, ovviamente distorcendo la realtà. Nonostante fossimo diciottenni ci beccammo due settimane di punizione.
Non ci voleva, sarei dovuta andare con Lou a comprare il vestito per il ballo scolastico.
Salii in camera troppo incazzata, era stata una giornata di merda, avevo litigato con mio fratello e non avrei potuto comprare il vestito per un evento che odiavo.
Accesi lo stereo situato sopra il comò e poi mi aprii la finestra. Dal mio balcone si potevano vedere le stelle, erano veramente luminose. La luce della stanza di Zayn si accese insieme a quella del suo balcone che confinava con il mio.
Alla radio fecero passare “Just to see you smile” di Tim Mcgraw, una delle sue canzoni più belle, a parer mio, così iniziai a ballare.
Quello era il tipo di musica che Perrie o le sue amiche non avrebbero ascoltato mai.
In testa mi balenò il pensiero che io non sarei piaciuta a Zayn nemmeno se non fossi stata sua sorella, non ero bella, non avevo dei tacchi nel mio armadio, nemmeno dei vestiti corti, non andavo in discoteca, perdevo tempo a disegnare, a scrivere, a giocare al computer.
Non ero come loro e non lo sarei mai stata.
Smisi di ballare quando notai una figura che mi fissava insistentemente. «Coglione, ti sembra divertente?» Avevo pensato che fosse un ladro, ero paranoica.

«Con te è tutto divertente.»

Mi spiazzò

 

Due settimane dopo:

Ballo in maschera.

 

 

«Aaaaandy! Sei pronta per questo pomeriggio?» Urlò Lou schiacciandomi il piede mentre volteggiava per il corridoio scolastico. Lo maledii mentalmente ma poi tornai a sorridergli.
Sebbene anche Zayn e Perrie avessero deciso di andare al ballo, io ed il mio amico avevamo concordato che ci saremmo andati anche noi. 
“Un’opportunità per conoscere gente nuova” e per gente nuova lui intendeva ragazzi, perché da quando era venuto a sapere dei miei sentimenti non smetteva mai di cercare di accasarmi con qualcuno.
In due settimane aveva cercato di combinarmi appuntamenti con: Marshall, quello che suonava il sassofono, Santiago, il ragazzo dello scambio culturale e per finire, Roger, il nerd.
Quel pomeriggio andammo a comprare il vestito in fretta e furia perché il ballo si sarebbe tenuto poche ore dopo. 

Entrammo da Pinkie Prom, uno di questi negozi specializzati, che a me davano il voltastomaco. Non sarei andata al ballo con la persona che amavo. Il mio primo ballo senza il mio primo amore. Mi vennero in mente i flashback delle settimane scorse.
Due settimane, eppure era successo molto. Zayn sapeva tutto, ma non aveva un minimo di tatto , aveva continuato a baciare Perrie davanti a me, le ripeteva quanto l’amava, sembrava una recita messa in scena solo per vedermi soffrire, ma era la realtà, cruda e spaventosa realtà.
Louis stava nel reparto maschile, cercava qualcosa per lui, mentre io ero davanti ad una marea di vestiti senza sapere da dove cominciare.
Quando c’erano April e Mike lo shopping lo facevamo con loro, ma erano andati via, uno di loro due per sempre.
Il giorno che Mike morì fu il più brutto della nostra vita, non ci saremmo mai aspettati di veder sparire una persona così importante, essenziale. Non eravamo più un quartetto, lui se ne era andato, April ed i suoi genitori si trasferirono in Montana dal dolore.
Ricacciai indietro le lacrime, non era il momento per piangere, Mike avrebbe voluto vedermi felice.

Non trovai un vestito, ne provai tanti, ma nessuno mi piaceva.
«Scusa Lou, ci sto provando, ma non ci riesco. Non verrò questa sera, vai con El, io non me la sento.» Dissi mentre parcheggiava nel vialetto di casa mia.
«Pensaci bene, se cambi idea sai dove trovarmi, per favore non affogare nelle tue lacrime o nel gelato, chiamami se stai male.» Annuii distrattamente e poi entrai.
«Sono a casa, mamma, papà!»Gridai per farmi sentire.
Nessuna risposta, nessun segno di vita, ero sola. “Che gioia.”
Salii i gradini delle scale due a due, si stava facendo tardi e CSI Miami sarebbe iniziato da lì a poco.
Buttai la borsa sul letto ma sentii uno strano rumore, infatti quando vi guardai, notai che sopra vi era riposta una scatola grigia.
Titubante l’aprii e quello che vidi mi lasciò di stucco.
“Vieni al Richmond Park. Passerai la notte più bella della tua vita.” Il bigliettino era scritto a mano.
Sotto a quest’ultimo vi era un vestito in raso verde con dei brillantini sul decolleté ed uno strascico di un verde più chiaro.

 


Spazio autrice:
Ciao amori, scusate l'assenza, ho altre 5 storie da aggiornare LOL. Ho troppe idee, troppe fanfiction lol..  mancano due capitoli e la storia finisce...
HOHOHO. BABBO NATALE è ARRIVATO CON UN VESTITO PER IL BALLO.
me la lasciate una recensione? grx hihi. (LOL)

 

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