Everything is magic, us too.

di FantaDJ_CA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Poteri ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Antiche battaglie ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: La leggenda dei bozzoli ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Coppia in battaglia ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: L'addio di Austin ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Un luogo sconosciuto ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Una promessa da mantenere ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Insieme ancora una volta ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Fino all'ultimo incantesimo (parte 1) ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Fino all'ultimo incantesimo (parte 2) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Fino all'ultimo incantesimo (parte 3) ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Fino all'ultimo incantesimo (parte 4) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: L'amore di cui si ha bisogno ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Poteri ***


1. 

Il sopracciglio di Austin era bagnato da una gocciolina di sudore, la canottiera in giornate così afose non sapeva nemmeno cosa fosse. Mostrava senza problemi i suoi pettorali scolpiti e le sue braccia forti e muscolose davanti ad Ally. Lo scoppiettio che sentiva la ragazza mora al suo fianco era comprensibile, sentiva come dei fuochi d'artificio nello stomaco, che esplodevano a raffica, senza fermarsi. Aveva voglia di strapparsi d'addosso la sua maglietta scollata, la gonna color rosa carne e gettarsi sul biondo. Quella visione la eccitava particolarmente.
Austin le si avvicinò lentamente e poggiò la sua mano su quella di Ally, accaldata come non mai, ma non per la temperatura alta delle tipiche giornate estive a Miami.
Capii le sue intenzioni e le ricambiò in men che non si dica. Le labbra carnose della donna si scontrarono più volte contro quelle di Austin. Si comprendevano con uno sguardo, con una sola parola. Un sentimento li accomunava: l'amore.

- Ti amo - parlò Ally, in un filo di voce. - Non c'è bisogno che ti dica che ti amo anch'io, lo sai - disse, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
Sfiniti, si addormentarono sorridendo sul letto dalle coperte color bluastro unito a qualche schizzo color bianco. 
Ma ecco la cosa bella: credete sul serio che questa sia una storia tra due persone normali? Beh, si puo' dir che questo è il loro lato ''più umano'', se così si puo' definire. 
- Quando credi che riuscirò ad usare i miei poteri? - domandò Austin, ancora svestito nelle coperte, mentre l'altra si era già data una sistemata.
- Te l'ho già detto, amore, i tuoi poteri usciranno quando se lo sentiranno loro. Non lo decidi mica tu! - rispose, seccata da questa faccenda.
E se non avete ancora capito: per poteri si intendon poteri magici. Austin e Ally sono degli stregoni, più potenti di quanto loro pensino.
Il primo non riesco ancora a trovare i suoi: questo è dovuto al fatto che i poteri li possiedi sin dal sedicesimo compleanno, ma escono fuori solo in occasioni specifiche o in emergenze di vario tipo. Ally ha potuto usufruire dei suoi poteri sin dall'età di diciassette anni, Austin invece, ancora a venti anni non riesce a farli uscire.

Una luce verde scuro si espanse nella camera da letto. - Chase! Non teletrasportarti in momenti come questi - esclamò il biondo.
- Si, ora chiudi il becco. Tra venti minuti ci sarà la cinquecentesima premiazione annuale dei poteri magici. Quindi invece di farlo con la signorina qui accanto a me, pensa a vestirti. - si rivolse ai due piccioncini l'afroamericano. 
- Un po' di rispetto, stupido. Non c'era bisogno che me lo dicessi, lo sapevo già, ma mi manca sapere solo dov'è- 
- E' a Bruxelles, tonto - detto questo schioccò le dita e sparì tra la nebbia.
- A Bruxelles?! E come ci arriviamo? - domandò scioccato Austin. - Mah, non lo so, secondo te?! - disse facendogli notare che erano degli stregoni.

Chase è un ragazzo di colore, anch'egli uno stregone che si diverte ad infastidire la coppia, ma principalmente la ragazza. E' più scortese di quanto sembri esserlo.
Per quanto riguarda la premiazione annuale dei poteri magici, è una noiosa cerimonia che consegna la magia. E vi direte perché dovrebbero consegnare magia a degli stregoni? Perché, oltre al fatto che i poteri escono in determinate occasioni, dovreste sapere che in una famiglia, i poteri saltano una generazione. Ad esempio: ad una nonna toccano i poteri, al padre/madre no e al figlio/a poi si. Quindi, agli stregoni destinati a non aver poteri (solo se hanno un comportamento corretto e si battono per la protezione del loro segreto), viene assegnata un tipo di magia limitata a uno stretto numero di incantesimi.
E un giorno questa premiazione toccherà ad un'eventuale figlio di Austin e Ally, secondo la logica.

Austin uscì dalle coperte mezzo nudo, Ally pronunciò la formula di un incantesimo e lui si ritrovò con uno smoking perfettamente stirato. 
- Come sto? - chiese ironico alla partner. - Benissimo, come sempre -
Gli prese la mano fredda e schioccò le dita, sparendo tra la nebbia che ricoprì la stanza. I due atterrarono in una stanza decorata per la ''festa'', con un lampadario gigantesco arancione e con tavoli per il rinfresco ovunque. 

La cerimonia iniziò appena arrivati. Si dovettero sorbire quattrocentocinquantanove nomi di persone senza poteri.
- Uffa - sbuffò Austin. - Questi ricevono i poteri e io manco ce li ho nonostante debba averli! - spiegò. - E ricomincia...- disse Ally mettendosi una mano sulla fronte.
Chase li guardava con aria divertita. - Whoa! Ci riferisce Chase che qui una coppietta ci ha dato pesante questa notte! -
Subito lo guardò male. Era stanco delle sue battutine, delle sue provocazioni. Scansò la fidanzata con il braccio, lei cercò di prenderlo ma perse la presa.
- Devi smetterla - dice stringendo i denti e i pugni. - Altrimenti che mi fai? - scoppiò a ridere.
I suoi occhi si coloraron di color rossognolo, dalle sue mani usciva dal fumo. - Sei così in imbarazzo che stai prendendo fuoco? - continuò.
E non avrebbe dovuto dirlo. Alzò le mani in direzione di Chase e le chiuse. L'afroamericano si sentì mancar di fiato, come se fosse preso per il collo. Ma Austin non lo stava toccando. Ally lo pregò di lasciar perdere, ma lui non aveva alcuna intenzione di darle retta.
Stringeva sempre più forte, finché fece un gesto brusco con il braccio, che fece volare il fastidioso ragazzo senza che fosse toccato su un tavolo del rinfresco.

Il color degli occhi diventò di un rosso sempre più intenso e continuò con lo stringere i pugni, mentre Chase sembrava non riuscir a respirare.
- Molla la presa! Mollala! - urlò Ally tirandolo per il braccio. Lui le diede una gomitata che la fece cadere a terra. Poi tenne ancora la presa dell'uomo di colore, ma stanco lo lasciò tirandolo verso il muro con il solo spostamento della mano.
L'iride di Austin tornò al suo color originale. Cadde per terra, esausto, e svenne sotto gli occhi della fidanzata. - Almeno ha trovato i suoi poteri... - sdrammatizzò.

SPAZIO AUTORE

E' la prima volta che scrivo due FF in contemporanea. Adesso sento di poter fare tutto. (?)
Questa storia mi è venuta tanto tempo fa prima di andare a dormire, poi mi è rimasta in mente e nella mia testa ho qualche trama per almeno un paio di capitoli.
Ditemi se vi piace. Ah e ditemi, avete capito che lo stava strangolando semplicemente utilizzando i movimenti delle braccia? xD
Lasciate qualche recensione. Ciao ^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Antiche battaglie ***


2.

Il corpo di Austin giaceva a terra, sotto lo sguardo attonito dei presenti ma divertito di Chase, che ogni tanto sparava piccole risatine. Ma non aveva proprio niente da ridere: sapeva benissimo che adesso non poteva più infastidire quella specie di rivale che si era rivelato il biondo. Sapeva che alla prima cosa che gli avrebbe fatto, si sarebbe di nuovo ritrovato in quello stato di lieve confusione che stava in quel momento attraversando, a causa della mancanza di aria che gli era stata da poco tolta da Austin con quel piccolo incidente magico. All'improvviso si svegliò da quella specie di sonno, i suoi occhi non erano più di quel color rossastro che si era venuto a creare. Si guardò attorno e notò che tutti guardavano verso di lui e pensò che ci doveva essere qualcosa da quelle parti ad interessare. Poi gli passò alla mente tutto quello che era successo poco prima, quanto aveva fatto, il male che aveva provocato a Chase. 
Lo sguardo di Ally era un misto di preoccupazione a gioia: era felice che finalmente Austin aveva trovato i suoi poteri dopo tanto tempo, adesso non avrebbe più dovuto star a sentire le sue solite lamentele che caratterizzavano una normale giornata.
Austin guardò la ragazza negli occhi e si fece dar una mano nel rimettersi in piedi. Fece qualche passo in avanti e aiutò l'afroamericano ad alzarsi, ponendogli ma forte mano. Successivamente gli chiese scusa, dicendogli che non avrebbe mai dovuto farlo.
- Si, si, la prossima volta scagliati contro qualcun altro, stupido - si lamentò Chase, sgarbato come al solito, prima di scomparire nella luce verdognola che lo circondò.

- Austin, stai bene? - chiese Ally, trasformando quello spicchio di angoscia in un 100%.
- Io sto benissimo - rispose senza alcun problema, scrocchiando le dita di entrambe le mani.
A quanto pare erano al centro dell'attenzione, fin l'arrivo del Concilio degli Stregoni che in precedenza avevano nominato coloro che dovevano ricevere i poteri.
- Complimenti Austin. Vedi di non utilizzare in modo sbagliato i tuoi poteri. - dissero - Speriamo non sia come ha preannunciato quell'antica leggenda dei due bozzoli... - continuarono, questa volta senza farsi sentire da nessuno.
La giornata passò subito, per quanto barbosa. Questa volta a teletrasportare i due fu Austin, la sua prima volta! Quando schioccò le dita si ritrovarono a casa loro. Appena liberatosi da quella luce che lo ricoprì, fece un piccolo urletto di gioia, in segno di riuscita. - Questo ti è riuscito, la prossima volta sarà lo stesso? -
- Ah ah, incoraggiante - ironizzò il biondino.

Austin si buttò sul letto che la stanza possiedeva. - Che stanchezza - disse - ...ma non per...- Ally non lo fece finire.
- Non ci pensare nemmeno - lo fermò, lui le si avvicinò piano piano.
- Dai, ti prego - cercò di convincerlo, senza alcun risultato; il biondo cominciò a baciarle il collo e lei cominciava già a sciogliersi.
- Ah non te lo permetterò questa volta - dette queste parole, cercò di staccarsi di dosso il ragazzo e quando ci riuscì, agitò le mani e lo bloccò con un incantesimo.
- Ally liberami subito! Dai! - la supplicò, era attaccato al letto come se ci fosse sotto di lui un intero barattolo di colla.

E' uno stregone, ma non puo' liberarsi da solo. Perché? Dato che ha acquisito i suoi poteri da nemmeno un giorno, non ha ancora sviluppato gli incantesimi anti moto, semplicemente degli incanti che non hanno bisogno di essere pronunciati accompagnati da un movimento delle mani o delle braccia. Secondo una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, solo 4 persone nell'intero mondo fino ad allora, avevano ricevuto addirittura un secondo livello di incantesimi anti moto, che permetteva di fare magie mentalmente. 
Solitamente essi si verificano dopo uno o due giorni, se non dopo anche una settimana.
- Tu mi lascerai stare per questa sera? - 
- Affare fatto. Ma solo per questa serata! Adesso liberami. Ah, non vedo l'ora di sbloccare gli incantesimi anti moto - 
- Ora comincia pure con 'sta fissa... - disse, per poi spezzare la magia. Austin le mise il broncio per tutto il tempo, finché si addormentò.

Il giorno dopo, Ally si svegliò presto, con la scusa si dover andare a casa dei genitori. - Non mi seguire assolutamente - lo raccomandò.
Ma la curiosità lo divoro e non resistette, con uno schiocco di dita si ritrovò nella casa dei Dawson, anche prima che potesse entrare la ragazza.
- Che ci fai qui? - esclama, arrabbiata.
- Perché non potevo venire? - domanda, era curioso dalla testa ai piedi. - Ah a proposito, dove sono i tuoi genitori? -
Il quesito le fece abbassare il capo all'improvviso, fu allora che Austin capì la risposta. - Come è successo? - chiese in seguito.
- Mio padre è morto in una battaglia di incantesimi, mia madre per un sovraccarico di poteri. Si è fatta condurre dalla magia, ne approfittava sempre e i suoi poteri le si sono schierati contro - spiegò. 
- E' successo lo stesso ai miei...sono morti durante uno scontro magico contro una famiglia di stregoni. Ero lì, dietro una roccia a fissare incredulo ciò che succedeva. Non ho visto gli avversari, però. Vorrei tanto mettere termine alla loro generazione, uccidere tutti i loro figli, nipoti, o chicchessia. - alla fine strinse i pugni ma si calmò subito.
- Senti puoi lasciarmi sola? - chiese per favore Ally, dopo qualche secondo. Il biondo la accontentò e con uno schiocco di dita sparì.

Pochi minuti dopo della sua sparizione, apparve in casa un essere pallido, di razza umana, con uno sguardo severo. La nebbia offuscò la sua vista. Alcuni istanti ed essa si dissolse.
- Allyson Dawson hai giurato vendetta contro chi ha ucciso tuo padre e alla fine stai con Austin Monica Moon? - la sgridò, lei lo guardò confuso.
- Che c'entra il mio amato Austin con quello che hai detto? Non riesco a capire -
- Hai notato che i suoi genitori sono morti in una battaglia di incantesimi, tuo padre pure? Lui è il figlio di Mike e Mimi Moon, i due stregoni che hanno ucciso tuo padre Lester. Non hai avvertito alcuna aura familiare in lui? - 
- Ma...i suoi genitori...sono morti... - 
- Perché li ha uccisi tua madre in preda alla rabbia prima di avere quel sovraccarico! - 
Bruscamente da una luce rossastra apparve uno stregone coperto da un mantello blu. - Che diamine hai fatto, Chad! - esclamò, arrabbiato con l'essere pallido.
- Ho solo detto la verità a questa povera fanciulla che cerca vendetta. - si giustificò, ma non servì a niente.
- Stupido - cominciò, poi lo prese da parte - Ma non ti avevo detto che non avresti dovuto dirglielo? Adesso la leggenda dei bozzoli diventerà realtà? -
- Ma quale leggenda! - dice Chad, che non ne sapeva nulla.
Nel frattempo Ally non ascoltò, non badò alle loro voci, alle grida, alle esclamazioni volgari che si scambiavano. Ripercorse tutta la sua vita con Austin insieme, i loro piccoli disguidi, le loro nottate. E fu allora che si accorse che tutto sarebbe andato in frantumi.

SPAZIO AUTORE

Salve bella gente. Come butta? Scusate per le due settimane di attesa che ho usato per creare sta schifata assoluta. Pardon.
Leggenda dei due bozzoli? Lo scoprirete nei prossimi capitoli.
Ditemi se questo capitolo vi è piaciuto, non vi è piaciuto e tutto il resto. 2 capitoli in 2 settimane. I brividi -__-'
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: La leggenda dei bozzoli ***


3.

Come se non bastasse, ecco arrivare gli occhi gonfi di lacrime e la sensazione di crollare a terra da un momento all'altro. Le urla dei due ospiti continuavano senza interruzione, ma Ally sembrava non sentirle, al contrario riusciva solo a sentire la sua tristezza interiore, il fatto che Austin non le aveva detto una cosa così incredibilmente importante la distruggeva. Come d'incanto il ragazzo, a casa sua, avvertì in qualche modo un senso di pericolo, un presentimento che riguardava lei. D'un tratto, con l'agitare degli arti e una formula magica, piombò nell'abitazione, avvolta da un'aura color scuro, visibile solo agli occhi degli esseri fantastici.
Allo scorgere della figura abbattuta, si precipitò poco a poco a controllare come stesse, ma senza ricevere alcun segno di risposta. Le lacrime continuavano a rigarle il viso come un fiume in piena, come l'acqua di una cascata che scorre tra le grandi rocce che incontra nel suo largo corso.
Lo stregone in blu, preso dallo sgridare l'essere particolarmente pallido, cessò il suo continuo vociferare, dando spazio ai due protagonisti. Spalancò gli occhi davanti a quella barriera rossastra che si era creata con l'avvicinamento del biondo al soggetto col capo abbassato, che si era perso tra i suoi pensieri profondi.

- Quando avevi pensato di dirmi che tu sei figlio di coloro che hanno ucciso mio padre? - domandò, le sue guance erano diventate più colorate.
- Come facevo a pensare quando dirtelo se non lo sapevo nemmeno? E poi come sarebbe a dire che tuo padre è stato ucciso dai miei? -
- Fattelo raccontare da quei due lì, io non ho tempo e voglia di farlo. - il suo tono era serio come lei: detto questo, si concentrò mentalmente e scomparì da quella casa, rifugiandosi al più lontano possibile da lui. 
- Spiegatemi questa storia perché non ci sto capendo un cappero. Adesso mi dite questo, ma poi mi dovete spiegare perché diamine ne avete parlato a lei prima di me! Non vedete come l'avete ridotta?! - esclamò, stringendo i pugni e diventando rosso dalla rabbia. I presenti cominciarono a preoccuparsi e in quattro e quattr'otto, a velocità spaziale, parlaron di tutto quel che avevan da dire, per filo e per segno.
- Suo padre è stato ucciso dai miei genitori che a loro volta son stati uccisi da sua madre che a sua volta è morta per un sovraccarico di poteri? Cos'è, un telefilm? -
- Austin, è tutto vero. - raccomandò Chad, estraendo dalla tasca un libro pieno di polvere, per poi aprirlo a pagina 498. - Vedi, qui c'è tutto sulla vostra storia. -
- Perché la nostra storia dovrebbe essere su uno stupido libro? - domandò confuso il biondo.
- Semplicemente per il fatto che i vostri genitori sono i bozzoli della luce e dell'oscurità e voi siete gli eredi, no?! - disse tutto d'un fiato lo stregone col mantello, coprendosi solo in seguito la bocca, dopo essersi accorto di aver detto qualcosa di troppo.
- Ti assicuro che mia madre e mio padre non erano delle farfalle e sicuramente nemmeno i genitori di Ally. Beh, credo -
Entrambi gli esseri sparirono dopo quella frase, a causa delle loro parole eccessive. - Talpa in una tana, leone in una savana, che io vada in una parte lontana -

Quei due uomini per Austin erano sospetti, anche troppo, ma non ebbe voglia di seguirli, né di parlare con loro. Era decisamente confuso, ma non arrabbiato come lo era Ally, sebbene lui abbia giurato vendetta a coloro che hanno ucciso i suoi e a tutti i loro figli, nipoti e compagnia bella. Non aveva per niente quella rabbia che aveva preso il sopravvento sulla fidanzata, che l'avevan resa fredda e seria. Per evitare di ripassare la formula che al momento non ricordava, chiuse gli occhi e cominciò a vedere girare a velocità raddoppiata i luoghi possibili in cui sarebbe potuta andare l'altra. Praterie, scuole, spiagge, vulcani sparati a raffica portarono ad Austin un lieve mal di testa, ma si fermò alla visione di una montagna innevata e una piccola baita circondata da numeri abeti. Concentrandosi su quell'immagine, apparì direttamente lì, ma fece male a non mettersi prima almeno un giubotto. Con lo schiocco delle dita si ritrovò in mano un maglione di lana e lo indossò in un battibaleno.

- Ally, sei qui? - sussurrò il ragazzo.
- Penso di aver esagerato con te. Sappi che non ti dirò niente per quello che è successo. Perché ho riflettuto e beh, i tuoi hanno ucciso mio padre e del resto mia madre ha ucciso Mike e Mimi...dunque sono una specie di colpevole quanto te. Spero che al contrario tu non ti sia arrabbiato con me... -
- Ally...dolce Ally. Non ti toccherò nemmeno con un dito, sappilo. Alla fine non è stata nemmeno colpa tua...credo. Cioè, per farti capire, non so se noi c'entriamo qualcosa con quello che è successo...se siamo una specie di causa e quella è stata una conseguenza. - 
Nemmeno questo è riuscito quindi a separarli. - Vieni qui - disse soddisfatto, facendo accomodare la diciottenne tra le sue braccia muscolose.
Tuttavia, anche se si scambiarono quelle parole, non erano quelli i loro veri pensieri. L'unica cosa che i due sentivano era il desiderio di vendetta e sapevano, che sarebbe arrivata molto presto, come un fulmine a ciel sereno.

Nel frattempo, nelle strade di Velosk, il mondo magico avente sede sul cielo azzurro di Miami, si udivano delle persone vociferare con tono basso. Quelle erano Chad e Robert, rispettivamente l'essere pallido di carnagione e lo stregone dal mantello color Na'vi.
- Non avresti dovuto dire loro tutte quelle cose - cominciò il secondo, lasciando intendere il suo stato irritato.
- L'avrebbero saputo prima o poi - si giustificò inutilmente - comunque, mi parli di questi bozzoli? Non ho ancora chiara la situazione -
- I bozzoli della luce e dell'oscurità sono due concetti nati durante l'epoca rinascimentale, poco dopo la scoperta dell'America. Un veggente, diede uno sguardo al futuro ed arrivò a guardare ai tempi del Novecento, poco dopo la seconda guerra mondiale. Rivelò a tutti gli stregoni del luogo che in una giornata grigia e triste, si sarebbe verificato uno strano fenomeno che avrebbe unito gli astri in modo da formare un'unica stella. Col passare dei giorni, quella stella avrebbe acquisito mano a mano più colore, fino ad un 29 dicembre in cui avrebbe assunto uno strano color scarlatto e quel giorno sarebbero dovuti nascere i quattro bozzoli, come li definirono. Furono queste le parole di quel veggente e se ne continuò a parlare fino al ventesimo secolo. Nel 1965, venti anni dopo della fine della seconda guerra mondiale, si verificò quel che quel signore aveva previsto: come d'un tratto nel cielo del mondo magico le stelle modificarono la loro posizione in modo da crearne una sola; cinque giorni dopo prese un colore che tendeva parzialmente all'arancione e fu quello il dì in cui nacquero i quattro bozzoli: due della luce e due dell'oscurità. Della luce erano rispettivamente Lester e Penny Dawson, dell'oscurità Mike e Mimi Moon. Il compito dei bozzoli della luce era quello di modificare le intenzioni dei rivali in buone, mentre quello dei bozzoli dell'oscurità era sconfiggere uno dopo l'altro gli avversari. Come ben sai Mike e Mimi sconfissero Lester, realizzando un 50% del loro compito, ma non riuscirono a portarlo a termine, perché Penny rimase in vita e li sterminò violentemente: di conseguenza nemmeno lei riuscì a terminare il suo compito, perché li aveva uccisi, al contrario di trasformarli in buoni; dunque, adesso tocca agli eredi, appunto Ally della luce e Austin dell'oscurità, completare il loro compito fallito. Chiaro?-

- Si...ma perché li chiamarono bozzoli? Non eran mica farfalle! - 
- E io che ne posso sapere, era il Rinascimento, non era ancora nato un genio come il sottoscritto - esclamò fiero di sé Robert. Chad sorrise a quell'affermazione e continuarono a camminare fino a dissolversi nell'orizzonte.

SPAZIO AUTORE

Ecco il terzo capitolo. Wow, questo capitolo mi è uscito fuori tutto d'un tratto. Cioè, 'na specie, c'ho messo due ore per trovare quel che dovevo scrivere e quattro ore per scriverlo. Okayyyy ahaha, ditemi cosa ne pensate tramite una recensione e grazie di quelle passate. Vi adoro. Ciao ^^

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Coppia in battaglia ***


4.

Giornata infuocata a Miami, come i due pseudo-piccioncini nel letto matrimoniale; tuttavia, a scapito di quel che è successo il giorno prima, i loro movimenti, i loro baci, le loro paroline dolci da far venire il diabete, erano cambiati. Era come se si fosse intromessa una barriera tra i due, che a stento riuscivano a distruggere.
Perché nei loro pensieri c'era solo la vendetta, sempre e solo la vendetta da quel momento. Ally sapeva bene che però il suo compito, a quanto le è stato detto, doveva essere quello di trasformare l'oscurità in luce, quindi non poteva ucciderlo direttamente. E Austin, se doveva fare fuori la sua ragazza, non poteva farsi scappare neanche un dettaglio o un passo della donna: in fondo sapeva che anche lei aveva nella testa quell'impulso di farlo fuori appena lo vedeva.
Quel che Chad e Robert non hanno detto loro è che, solo uno dei due potrà portare a termine il suo compito: se Austin uccide Ally, Ally di conseguenza non puo' trasformarlo, ma se Ally cambia Austin in buono, lui non avrà più nel cervello l'idea di distruggerla completamente.
E dunque, in base a chi riesce a concludere il suo compito, il mondo magico avrà una svolta di tipo caratteriale: se ci riesce Ally, la gente si dovrà comportare bene, o almeno, non tendere al male, mentre se vince il biondino, le persone avranno scatti malvagi e crudeli.

L'idea della ragazza era quella prima di cambiare Austin, per poi ucciderlo: perciò, avrebbe prima completato il suo compito e poi avrebbe ridotto a pezzettini il suo arci rivale. O così lo definiva. Per lui invece le cose erano più semplici, non doveva complicarsi la vita per uccidere il bozzolo della luce, dato che era quello il suo compito!
Gli sguardi immersi nel vuoto dei due ritornarono alla realtà quando si accorsero che il loro ''partner'' era sveglio. 
- Buongiorno, amore - dice con quel poco di dolcezza che gli era rimasta, ma con un attimo di esitazione.
- Buongiorno, passato una bella nottata? - domandò senza riflettere sulle parole che aveva appena pronunciato.
- C'eri anche tu con me, non potevo mica farlo da solo... - rispose, facendo il capitan ovvio della situazione.
Ally gli baciò la fronte e si alzò, si mise di spalle ad Austin che le guardò con un sorriso di piacere il sedere, già protetto da piccoli slip, che vennero poi coperti dal rosso dell'accappatoio. Si ricompose quando gli disse che stava andando a fare una doccia.

Dopo di lei toccò ad Austin, che si mise un semplice un semplice asciugamano dalla vita in giù. - Era l'asciugamano delle mani. Ma grazie mille comunque -
Perché poi si facevano la doccia se con un incantesimo potevano ritrovarsi puliti e ordinati? Ally rispondeva sempre che non voleva più avere problemi con la magia in quei giorni e il fidanzato lo stesso. Insomma, volevano scannarsi a vicenda però non volevano avere problemi con la magia. Ok...

Sopra Miami, a Velosk, nell'aria si eran diffusi i pettegolezzi sul ritorno dei due bozzoli, per qualche parola di troppo di Chad, come al solito. 
A proposito di Chad, parlando di lui, perché ha detto ad Ally tutta la storia di loro due e dei loro genitori? Cioè, che motivo aveva? Non poteva essere solo perché aveva voglia di dirglielo e doveva sapere la verità, perché sapeva a che cosa andava incontro parlandogliene. Sospetto.
- Hai sentito quei due, come si chiamavano...Asterix e Holly... - sussurrò una vecchietta a delle sue amiche che sembravano portare cento anni passati.
- Asterix e Holly? Hai sentito male! Austin e Ally! Le prendi ancora quelle pillole magiche per l'udito? - rispose con un'altra domanda.

Alle nove e trenta del mattino la cittadina incantata si zittì di colpo. Con uno schiocco di dita atterrarono sul suolo, tutti i presenti si spostarono ai lati lasciando spazio alle due figure in mezzo. - Ammazza oh, avevi detto che non sarebbe cambiato niente eh - rimproverò Ally.
- Senti caro Austin dei miei stivali non è colpa mia se qui sono tutti stupidi che credono che noi possiamo far loro del male. - intervenì con freddezza e distacco.
- Perché sei così acida negli ultimi giorni? Anzi, da ieri! - domandò.
- Ti rispondi da solo o ti devo dare io la soluzione all'enigma? - disse con fare ironico.
La gente attorno rise a quella frase, lui si sentì profondamente imbarazzato, se la prese con Ally e le tirò il braccio per parlarle. 
- Cosa cerchi di fare? Vuoi conquistare seguaci facendo battutine stupide? - 
- Non ti interessa quel che faccio -
- Che ti prende?! Smettila! Sei fastidiosa quando fai così. - affermò schietto - E anche stupida - aggiunse sinceramente, provocandola.
- Come hai osato chiamarmi, brutto deficiente? - alzò il tono della voce, attendendo la risposta che sapeva già in partenza. Austin stava per aprire bocca, ma Ally mosse la mano e con una formula magica lo spinse a terra con violenza. Si alzò velocemente in piedi, i suoi occhi erano ritornati di quel color rosso sangue che avevan preso da quel disguido con Chase. Agitò il dito e l'altra si ritrovò sdraiata a terra dolorante. 

Gli stregoni e le steghe lì in giro si fermarono a guardarli, mentre si lanciavano incantesimi a vicenda, cercando di spuntarla. Lo scontro ebbe ufficialmente inizio.
Chad e Robert guardavano con sguardo preoccupato i due litiganti da uno schermo a portata di mano, volevano intervenire, ma non avrebbero combinato niente.
Austin strinse i pugni e la terra cominciò ad aprirsi in direzione di Ally, che con agilità e furbizia ne esce viva. Stanca e incurante di quel che fa, con tutte le sue forze lancia un forte incanto che attraversa il biondino ripetutamente, quando d'un colpo si ferma e si estende nel suo corpo.
- Che mi hai fatto... - chiese, con dei forti dolori che gli scheggiavano il petto.
Le sue braccia reagiscono e si ribellano all'incantesimo, diventando più forti e muscolose e delle scariche blu fuoriescono da esse. Sente un bruciore pervadergli le mani al contatto con la nemica. La magia rimane in lui ma in parte ritorna al mittente, che si getta a terra per il male. Fa un urlo tremendo che allarma tutti i presenti, che cercano di evitare un possibile disastro. - Con la forza che possiedo, barriera proteggimi, è questo che ti chiedo! - esclama in rima ogni persona, tutti gli scudi finiscono sui combattenti, ma l'incantesimo fatto dalla ragazza li distrugge. Robert la vede brutta da quel piccolo schermo, prevedendo caos.

Quelle scariche, raggiunte la massima negatività e il limite di sopportazione, creano una massiccia esplosione che spazza via tutti. 
Fortunatamente per loro, sono salvi, anche se con delle ferite ben visibili e detriti ovunque. I due protagonisti sono sotto un cumulo di macerie, che vengono rimosse delicatamente da alcuni uomini, mostrando il risultato: due figure che hanno perso i sensi, con vestiti strappati e il viso pallido e pieno di sangue.

ANGOLO AUTORE

E anche il capitolo 4 è fatto. Ditemi un po', vi piace? Li ho voluti un po' maltrattare a 'sti poveri due.
Ok fatemi sapere tramite una recensione o quel che volete (?) cosa ne pensate. Consigli e critiche sono ben accetti.
Se avessi aggiornato ieri ve l'avrei detto, ma comunque auguri a tutti le donne in ritardo, yeaaah!
Vi saluto :) Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: L'addio di Austin ***


5.

Sotto lo sguardo attonito degli esseri, i detriti venivano mano a mano delicatamente spostati per dare spazio a quelle due figure piene di sangue, le loro ferite erano da film horror. L'esplosione di quell'incantesimo aveva spazzato via persone e abitazioni. Lo spazio in cui era avvenuto quella specie di scontro si era trasformato in un cratere.
La polvere che si era innalzata dallo scoppio si era completamente dispersa nell'aria lasciando intravedere la situazione generale.
Le palpebre del biondo si schiusero e si videro due occhi esausti girare a vuoto. Smosse le braccia per scrollarsi di dosso le macerie, ma quando si accorse che era completamente nudo togliendosi l'ultima roccia da sopra, se la rimise addosso imbarazzato, per poi con un incantesimo antimoto, che ormai aveva appreso, i suoi vestiti ritornarono integri e al loro posto. Quando si alzò in piedi, scorse il corpo di Ally, del tutto pallido e ferito. Toccò lievemente il suo viso con la mano.
- Che...che ho fatto? - si domandò Austin, facendo dei passi in avanti. 

- Non posso credere di averti fatto fuori. Sono un completo idiota. - disse, si mise la mano sulla fronte, incredulo da ciò che aveva combinato. - No, non è possibile...io non posso ucciderti. Non te lo meriti nemmeno un po' da uno come me. Cos'ho pensato di fare? Solo per realizzare una stupida leggenda io ti ho ammazzato. - aggiunse, afferrando la mano di Ally e spostandosela sul cuore. Una luce color rossa illuminò il suo viso. Il contatto con Austin la stava risvegliando da quel sonno in cui era caduta. I suoi occhi finalmente si aprirono e insomma, il suo risveglio fu un po' come quello del biondo, ma fortunatamente i suoi vestiti non erano diventati minuscoli brandelli.
Toccando Austin, si era curata: il sangue sparso ovunque su di lei era sparito.
Appena visto il ragazzo porle la mano per alzarsi, si spaventò e indietreggiò. - Stammi...stammi lontano. - sussurrò, spingendolo via.
- Ehi... - disse passandogli una mano sul viso. - Non mi toccare, mostro! Aiuto! - urlò Ally cercando di farsi difendere. 
Due stregoni lo presero e lo bloccarono con le braccia...cercò di liberarsi, ma invano. Fu solo quando lei se ne scappò di lì con un incantesimo, che venne liberato dalla presa dei due uomini. - Questa volta non la cercherò. E' troppo scioccata per una conversazione normale. Ci penserò in seguito, quando le acque si saranno calmate - pensò, massaggiandosi la fronte, dato che gli era venuto un lieve mal di testa.

Chad e Robert chiacchieravano dell'accaduto, esprimendo i loro pareri sulla faccenda. 
- Guarda, Chad, io penso che adesso per colpa tua, visto che tu hai detto ad Ally tutta la storia, lei abbia preso i comportamenti opposti a quelli che debba avere. Non so se hai capito. Ma non hai vagamente l'impressione che agisce in maniera piuttosto assassina? Cioè, voglio dire: non hai visto l'incantesimo che ha fatto? Ok che hanno iniziato insieme a discutere quei due, ma quell'incantesimo poteva degenerare in un modo che neanche ci possiamo immaginare. Era la magia ''Uccidi sul colpo''. Chi diamine lo farebbe, se avesse il ruolo di bozzolo della luce? - 

- La magia ''Uccidi sul colpo''...? Non è morto nessuna a quanto mi risulta...nonostante parte dell'incantesimo gli si sia ritorto contro! - 
- Semplicemente perché sono troppo forti per essere uccisi da una magia come questa. Al massimo possono morire se viene lanciato un doppio incantesimo come quello. Ovvero se due persone lo lanciano contemporaneamente. Com'è successo per Lester Dawson. Mike e Mimi glielo hanno lanciato in porzione doppia e bam. Oppure possono morire manualmente. Cioè di morte causata senza incantesimi, tipo omicidi, incidenti e tutto il resto. - 
- Mike e Mimi erano in due e Penny da sola dopo. Quindi, che mi dici, caro? - chiese con aria di sfida Chad.
- Penny aveva con sé la forza spirituale del marito appena morto e tantissima rabbia in quel momento. Si crede sia stata in grado di aver lanciato addirittura un triplo incanto del genere - spiegò poggiando il braccio sulla spalla dell'amico. 
- Dopo quello che ha fatto oggi mi sono convinto del fatto che Austin e Ally abbiano scambiato i loro compiti. Penso che adesso Ally sia il bozzolo dell'oscurità, mentre Austin quello della luce...l'ha anche curata! - aggiunse, Chad era della stessa idea.

Il biondino con una formula magica e uno schioccare di dita si ritrovò sulla porta di casa sua o meglio, di loro due, a Miami: la condividevano da due anni o forse più, all'incirca da quando Austin aveva 18 anni, mentre Ally uno in meno. Girò tranquillamente la maniglia e un'ondata di profumo lo travolse. Lui sì che lo riconosceva quell'odore, quell'odore che l'aveva accompagnato per 4 lunghi anni, quel quadriennio che aveva caratterizzato la sua vita fin dai suoi 16 anni.
Era il profumo della sua compagna, se la si puo' definire tale. - Cosa ci fa Ally qui? - si chiese, girando tra tutte le stanze, per poi trovare una figura dormiente sul letto.
- Questa è anche casa mia, o adesso non posso manco restarci? - domanda, svelando che non stava riposando.
- Io non ti ho nemmeno detto di andar via, perché a quanto pare, sei tu quella arrabbiata e offesa con me. Puoi rimanere anche per sempre, non mi dispiace per niente - spiegò avvicinandosi a lei lentamente, fino ad arrivare al suo fianco. 

- Adesso comincia, scommetto - pensa la ragazza. Austin cominciò a baciarle il collo come a suo solito e poi a stampare le sue labbra sulle sue. Le accarezzò i capelli con la mano destra, mentre invece con la sinistra le toccava lievemente il viso. Le diede un bacio passionale e lei sembrò ricambiare e acconsentire a quelle carezze che le dava. Ally sorrise guardando i pettorali scolpiti del biondo, che a sua volta fece una faccia compiaciuta e si tolse il resto, facendo lo stesso con la ragazza. Austin sentì dire il suo nome ma non badò a niente e fu in quel momento che iniziarono a farlo.
I gemiti di lei caratterizzavano l'atmosfera in camera, nel frattempo gli uccellini cinguettavano e il sole illuminava la stanza.

Concluso quell'atto d'amore, i due si ritrovarono faccia a faccia sotto le coperte, nudi. - E' stato...bello, beh, di nuovo - pensa ad alta voce.
- Lo penso anch'io...comunque, Austin... - iniziò. - Che c'è? - rispose dolcemente, passandole una mano tra i capelli. 
- Dì addio alla tua vita. - disse in un sussurro appena udibile.
Afferrò il coltello che era apparso da un suo incantesimo e glielo conficcò dritto nel petto, il suo urlo squarciò il silenzio in città. 
Il ragazzo divenne semplice polvere nera e si dissolse nell'aria dopo qualche secondo. Ally sentì di essersi tolta un peso di dosso, adesso che aveva fatto quel che aveva fatto. Sapeva che per lei Austin sarebbe stato un semplice, inutile e brutto ricordo.

SPAZIO AUTORE

Eccomi con il quinto capitolo. E non sparate insulti a raffica, mi raccomando!! Vi assicuro che non è come pensate. E' una storia su Austin e Ally, non puo' non esserci Austin! Quindi, non preoccupatevi. Finalmente ho fatto morire qualcuno ♥♥ Mi sento realizzato...ma non è questo il momento eh?
Comunque...niente, non so che dirvi. Beh ditemi cosa ne pensate del capitolo pubblicato in ritardo di tre giorni. Vi piace o non vi piace. Questo è il dilemma. (?)
Ok hahah fatemi tante recensioni e compagnia bella. Ciao ;)
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Un luogo sconosciuto ***


6.

Quella polvere si dissolse nell’aria lasciando intravedere un sorriso compiaciuto da parte di Ally che con fare calmo si avviò nel bagno per darsi una cambiata veloce, senza magia. Il potere che ardeva nelle sue mani le inebriava profondamente il cervello. Il grigiastro della cenere attraversò il vetro della finestra e salì sempre più in alto. Il cielo diventò più scuro e delle gocce di pioggia cominciavano a toccare terra.  Che stava succedendo? Sembrava come se la morte di Austin avesse interferito in qualche modo con il regolare svolgimento della giornata. Robert si sentì svenire in quel momento, ma non sapeva cosa fosse esattamente successo, aveva semplicemente avuto un presentimento che riguardava uno dei bozzoli. Chad non era con lui, dove poteva essere?

Il suo pensiero era diventato realtà: Ally ha scambiato il suo compito con Austin. Lei l’ha ucciso, lui voleva solo cambiare il suo stato magico da male a bene. Ma siamo proprio sicuri che abbia completato la sua missione? Non è successo niente di strano, a seguito dell’accoltellamento. Anche lei sapeva che non l’aveva sconfitto per sempre. Uno stregone così forte non si puo’ uccidere con un coltello nel petto.
Uscì fuori dal bagno con un mezzo sorriso sulla faccia, non molto convinto. Si mosse verso la cucina e agitando il dito, portò a sé una barretta di cioccolata. 

- Ah, parlano già di quel disgraziato alla televisione - disse seccata, dopo aver acceso la TV.
"E si pensa che l'uomo della leggenda tanto discussa sia passato a miglior vita. Ma puo' una persona così giovane, di appena 20 anni morire? Si cercano altre spiegazioni: c'è chi ipotizza che sia stato ucciso, chi che si sia suicidato, chi che sia stato condannato dopo aver fatto qualcosa di orribile. Ma l'ipotesi più probabile è che sia stata proprio la sua rivale, Allyson Dawson che sembra abbia perso le staffe, ad ucciderlo. Per adesso è tutto dalla vostra amica Justine. A te la linea, Jackie'' si udì dal piccolo schermo magico che stava fissando allibita la ragazza.
- Ma com'è possibile che sospettino a primo colpo di me? - pensò, stringendo i pugni.

Nel frattempo, in un mondo circondato di nuvole, delle figure si muovevano come dei fantasmi lungo le stradine minuscole. Chad stranamente era lì: cosa ci poteva fare un essere come lui, nel...paradiso? Aspettava vicino ad una poltrona l'arrivo di qualcuno di sua conoscenza, qualcuno che non gli andava molto genio, quella persona che gli mise un po' di paura all'inizio, ma che in seguito scoprì di poter ingannare. 
- Ouch...che...ci faccio qui?! - domandò stranito Austin, che atterrò dall'alto su quella poltrona dove attendeva il pallido. Girò di poco la testa e si ritrovò davanti Chad, con le braccia conserte e un sorrisetto malizioso sul viso.
- Ehi, ehi! - esclamò, avvicinandosi di più al biondo che era sempre più confuso.
- Sono nel paradiso? - chiese. - No, dai?! Pensavo fossi più intelligente, bamboccio - 
- Che ti prende?! Non sembri nemmeno tu! Quest'aria ha contaminato i tuoi pensieri? - strillò.

Stupido. Fu quella l'unica parola che disse Chad, prima di strapparsi letteralmente la faccia. Il viso staccato finì a terra, mentre dal collo si sviluppò un'altra testa, raffigurante il viso di...Chase. 
- Idiota! Credi sul serio che un genio come Chad si potesse far ingannare da te, ovvero un pappamolle? E poi che stupido! Chad non sarebbe mai stato così stupido da rivelarti la leggenda dei bozzoli. Finalmente ho avuto la mia vendetta! Adesso tu sei morto, mentre io sono ancora vivo e vegeto. Ok sì, è un po' strana come frase dato che mi trovo nel paradiso...ma ci sto solo perché quella cacca pallida di Chad è il guardiano di questo posto, quindi non deve far scappare nessuno da qua. Ma tanto quello non serve a nulla qui, perché nessuno sa che l'uscita è nascosta dietro quel muro di nuvole - 
- Tu sei Chase? Brutto bastardo adesso ti concio per le feste! - urlò arrabbiato Austin, ma non riuscì a prendere in pieno il ragazzo perché scappo troppo in fretta con un incantesimo. - Il cancello è dietro quel muro? Dunque lo sa solo lui, il vero Chad e...io. E dice a me che sono uno scemo? E' proprio vero il detto: ''Rifletti prima di parlare''. Si addice proprio a questa situazione! - pensò in seguito, dopo aver fatto mente locale.

Si alzò in piedi dalla poltrona sottostante, poi si guardò attorno e notò quell'apertura nel muro visibile in quattro e quattr'otto. Come facevano gli altri a non accorgersene?
Era decisamente sospetto, lo capì anche Austin, ma dato che quella era l'unica sua via di scampo da lì, fece un incantesimo e aprì un varco più grande. 
Un'aria decisamente cupa gli si presentò davanti e coprendosi la faccia con le mani, avanzò dentro. Le persone dietro di lui avevano un'aria sconvolta, per la gravità dell'errore che aveva commesso.
- Questa non mi sembra casa mia - mormorò, dando un'occhiata al paesaggio davanti a lui. Era tutto grigio, tutto spento, un mondo del tutto privo di vita.
Non riconosceva nessuno di lì. A maggior ragione perché non c'era nessuno!
​La voce profonda di un uomo lo distrasse dai suoi pensieri. - Chi sei tu? Non ti ho...mai visto, credo - 
- Io sono Barry e sono uno stregone come te, se sei qui. In realtà ho anche una seconda abilità, qui sono anche l'unico vampiro. O meglio, un vampiro che vuole succhiarti tutto il sangue fino a farti rimanere stecchito. - si presentò, terminando con una voce ancora più scura, correndo per acciuffarlo e mordergli il collo​.
Austin con un incantesimo mandò in frantumi il suo corpo qualche secondo prima che gli saltasse addosso. 
- Ma che cappero sta succedendo?! - esclamò, cadendo sulle ginocchia, mettendosi le mani tra i capelli.

SPAZIO AUTORE
La fine non l'avevo nemmeno prevista! Ed eccola invece qui, per allungare un po' xD
Beh, questa volta sarò sbrigativo: ditemi cosa ne pensate attraverso la recensione. Brutto? Ditemelo. Bello? Fatemelo sapere. Consigli e critiche? Ben accetti.
Ci vediamo e grazie per le recensioni anche alla FF che sto traducendo!

ps: per la felicità di Sofy, eccoti una risata: ahahahahhahahahahahahahaahahahahhahahahahahahaha!
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Una promessa da mantenere ***


7.

Austin si ritrovò confuso per qualche minuto, dove si trovava in quel momento? Subito cominciò a riflettere su quel che poteva essere successo: o aveva sbagliato muro o Chase l'aveva ingannato per tenerselo lontano. Perché dai, chi mai aiuterebbe uno che ti stava per uccidere? Datosi una risposta, che era ovviamente la seconda, pensò al come scappare da lì. Era tutto buio, non erano esattamente i suoi colori preferiti il nero e il grigio.
- Mannaggia alla stupida leggenda! Prima ero morto e ora dove sono? Poi quella stupida di Ally...sì, lei me la pagherà. Sembrava una ragazza così gentile, educata e alla fine? Ti pugnala al petto. Nel vero senso della parola. Non vedo l'ora di uscire da 'sto posto schifoso, così la sconfiggerò a colpi di incantesimi mortali - esclamò furioso, attirando l'attenzione di un cagnolino dai cespugli vicini. Il suo colore? Nero.

Si avvicinò lentamente al corpo di Austin, strofinando il suo capo contro la sua gamba. Il biondo si abbassò e lo accarezzò con la mano, finché vide un colorito rosso nei suoi occhi. Quel piccolo animale si trasformò in una grande bestia che spinse via Austin, che si ritrovò a terra.
- Adoro i cani e mi dispiace ucciderti ma devo proprio farlo... - disse - Anzi, no, non mi dispiace affatto - si ricredette, quando il cane gli si gettò sopra inferocito.
Il biondo lanciò un incantesimo di color rosso che illuminò di poco l'ambiente circostante. Esso si scagliò contro la bestia gigantesca. Purtroppo per lui, la magia appena entrata a contatto con la sua pelle girò su sé stessa e si distrusse di colpo. - Con la magia che ho, che questa bestia più io non rivedrò - strillò Austin con tutta la sua forza, ma non si mosse nemmeno di mezzo centimetro, sebbene l'incantesimo fosse molto potente.

- Ma di che è fatto questo qui? Di acciaio indistruttibile?! - urlò. - Beh, in effetti è un po' così - disse con voce profonda.
- Oh, adesso anche parla! Sul serio, dove sono finito? -
Il cane si voltò di profilo mostrando sul pelo un piccolo interruttore bluastro. Un interruttore su un cane? Austin pensò che servisse per disattivarlo in qualche modo. Per non causare sospetti, decise di non buttarsi su di lui, ma di lanciare un altro incantesimo. Esso non colpì direttamente loro, ma, calcolando traiettoria e verso, si diresse verso il tronco di un albero lì vicino e, tenendo conto della velocità e della conseguente accelerazione dell'incantesimo, agitò le braccia lasciando fuoriuscire una linea trasparente che si mosse di moto curvilineo verso il cane, che non ne sospettava niente. Secondo i calcoli del biondo, quell'incantesimo in una decina di secondi avrebbe fatto effetto e colpito i diretti interessati. Al contatto con esso, la linea trapassò il pulsante che si divise in due parti. Al rompersi si scatenò una luce bianca che accecò la vista di Austin, ma dopo un po' sparì, lasciando spazio al corpo di un ragazzo a lui familiare: Robert.

- R...Robert? Eri tu il cane? - esclamò.
- A quanto pare sì. Avrei dovuto riflettere prima di venire qui. Mi hanno trasformato in una bestia, teletrasportandomi. Tu comunque che ci fai qui?! Non sai che è pericolosissimo? - spiegò e chiese allo stesso tempo lo stregone.
- Chad, anzi Chase, mi ha mandato qui con l'inganno. Io sarei dovuto essere nel paradiso in questo momento! Anzi, a casa mia, nel mio letto. Però sicuramente non dovrei essere qui! - spiegò. - Chad...Chase? Di che parli? - domandò.
- Oh, scusa, non lo puoi ancora sapere. Chase, il mio diciamo rivale, si è finto il tuo amichetto del corazon Chad, solo per farmela pagare. Però aveva ragione, sono proprio idiota se non ho capito che era lei...bleah, me ne vergogno da solo -
- Capisco adesso perchè mi ha chiesto di raccontargli la leggenda! Chad non era così scemo. Era il guardiano del paradiso! E poi era morto!! Come ho fatto a non capire l'inganno di Chase...mi ha rifilato la scusa che era resuscitato!!! - strillò disgustato dall'individuo di Chase.
- Robert, posso uscire da questo posto? - supplicò piagnucolando.
- Non lo decido io. Lo decide il boz..- iniziò fermandosi lo stregone - Vabbè, Ally - andò al sodo.

- Dovrei farmi liberare dalla persona che mi ha ucciso? Mi prendi per i fondelli? Tanto non mi libera manco per il 2050! -
- Austin, ti libero - disse una figura seccata che si rivelò essere quella di Ally. Lui si guardò attorno.
- Siamo finiti in un universo alternativo? O è una candid camera? - chiese stranito dalla situazione.
- Ah no, ci sei per davvero. Mi vuoi liberare per riprovare quella sensazione di uccidermi di nuovo? - aggiunse con tono interrogativo.
- Sappi che non voglio liberarti di mia spontanea volontà. Voglio solo avere un aiuto per togliere di mezzo definitivamente quella faccia di cacca sciolta di Chase -
- Ha rivelato tutto anche a te, vero? -
- Oh, sì! E poi mentre mi stavo facendo la doccia!! Che imbarazzo solo a pensarci. -
- Wow, che storia così interessante. Ma non accetto l'offerta, grazie lo stesso -
- Ok, rimani qui con cani, vampiri e dinosauri. Ci vediamo - lo liquidò Ally in pochi secondi.
- No!! Ferma. Ok. Ti aiuterò ad ucciderlo. A patto che però tu non mi uccida di nuovo! - esclamò, attendendo la promessa.
- Te lo prometto. - disse in sussurro appena udibile.

Gli fece vedere le mani e poi fecero una loro vecchia stretta di mano, di più o meno 3 anni prima. Alla fine con la mano crearono una palla color azzurro chiaro nello stesso momento e le fecero scontrare l'una con l'altra. Questo per loro era il segno di una promessa da non infrangere in alcun modo; sorrisero complici e si abbracciarono, affermando poi a Robert che era un semplice abbraccio tra due conoscenti.
- Un abbraccio tra conoscenti? Ma hanno cinque anni o cosa 'sti due?! - pensò, afferrando la mano degli altri; poi si misero in cerchio e sparirono da lì.

SPAZIO AUTORE

Hola! Ho aggiornato. (you don't say?!) Spero che anche questo capitolo vi piaccia e spero di avere tante recensioni perché sul serio, calano a picco di capitolo a capitolo!!
Avete visto però come passa velocemente il tempo? Già è primavera! Speriamo che in questi altri tre mesi il tempo scorra a velocità doppia perché almeno così finisce la scuola hahahah. Beh sentite, vi lascio come sempre dicendovi di lasciare una recensione, anche con critiche o consigli. Muah :*

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Insieme ancora una volta ***


8.

Un bagliore illuminò il posto. La luce intensa sparì dopo qualche secondo, lasciando vedere tre figure, una femminile e due maschili, che si muovevano per la stanza alla ricerca di un'idea per combattere Chad, o meglio, Chase. Si meritava una punizione così tremenda da paragonarla alla morte. Una morte lunga e dolorosa.
Austin capì che non dovevano pensare in grande, con chissà quale piano da triturarsi il cervello. Alla fine, volevano proprio farlo fuori, però. Non sarebbe stato molto facile, anche se il ragazzo sembra una preda facile non è così.
Insomma, come un panda. I panda sembrano così teneri e coccolosi, ma se dai loro un minimo di fastidio ti uccidono in un istante. Beh, ma Austin e Ally erano molto più potenti insieme. Il biondo andava avanti e indietro per la camera, giocando nervosamente con uno yo-yo. Ally lo fermò posizionandosigli davanti, bloccandolo con le braccia.

- Austin, Chase ci ha messo contro e questo noi non lo meritavamo assolutamente. Dunque pagherà per quel che ha fatto. - disse lei, calcando sulle ultime parole.
- Hai ragione! Non importa lo sforzo e se dovremo mettere in pericolo la nostra vita, ma lui deve crepare! - esclamò con voce profonda.
- E io vi aiuterò! Ho perso il mio amico Chad e non ho la più pallida idea di dove sia finito. Dopo che finisce questa faccenda dobbiamo ritrovarlo! - li appoggiò Robert, sfregando le mani sul suo mantello blu per ripulirlo dalla polvere che aveva accumulato nel luogo cupo e misterioso in cui era finito in precedenza.
Il piano scelto consisteva nel trovare Chase, riuscire a bloccarlo in qualche modo e infine colpirlo mortalmente con incantesimi potenti. Puo' sembrare banale ma risulta molto funzionale. 

Un corpo piombò ricoperto da una soffice coperta rossa nella stanza, spaventando i tre che erano seduti al tavolo al centro della camera. - Salve. Io sono Arbok, ma potete semplicemente chiamarmi Kob. Sono qui per parlare con i due che si fingono i bozzoli! Siete voi due...Austin e Ally? Cosa vi salta per la testa?! - si presentò un vecchio saggio con l'intenzione di scoprire di più sulla faccenda.

- Ehm, fingono? Loro sono rispettivamente il Bozzolo della Luce e il Bozzolo dell'Oscurità! - esclamò Robert, puntando il dito contro i ragazzi. Con l'agitare delle mani fece poi apparire un libro dove effettivamente c'erano i loro nomi. Il saggio strappò il libro dalle mani dello stregone, soffiando dopo sulla superficie della pagina. Uno strato di polvere scomparì lasciando vedere quello che c'era scritto sul serio. 
- Come ti chiami, essere? - domandò Kob, riferendosi a Robert, che disse gentilmente il suo nome.
- Tu sei l'unico che ha questo libro. Per tantissimi anni hai tramandato questa leggenda facendo passare questi due come dei mostri! -
- Non è stata colpa mia! La polvere aveva reso illeggibile la scritta. - 

- Possiamo sapere cosa c'è scritto? - domandarono Austin e Ally all'unisono.
- Non c'è scritto il vostro nome qui...bensì Chester e Jenny, Nike e Nini, Baustin e Allie. - spiegò l'essere piombato dal nulla. 
- Cosa?! Ci siamo combattuti a occhio?! Non ci posso credere! Quindi i tuoi non hanno ucciso mio padre e mia madre non ha ucciso i tuoi... -
- ...ma sono morti per colpa di altri stregoni! - rifletté Austin. - Stregoni che sono morti ormai da tempo senza lasciare tracce - aggiunse Kob.

Austin e Ally si guardarono negli occhi e si chiesero scusa a vicenda. Poi si girarono in direzioni diverse, in segno di imbarazzo. Anche Robert chiese scusa, perché per colpa sua avevano litigato, ma non aveva di cui preoccuparsi.
- Chase quindi è in doppi guai, non sa cosa gli aspetta! - strillò Ally - E tu, Robert, per farti perdonare, ci aiuterai ad ucciderlo!! - esclamò entusiasta poi.
- Volevo farlo già in partenza - ammise.

La giornata passò in fretta, senza che se ne accorgessero. Dopo aver parlato per ore salutarono Kob, che sparì in un battibaleno e Robert che tornò a Velosk, che, come già detto, si trova sui cieli di Miami. La coppia si ritrovò sola nella casa, avevano vergogna nel parlarsi, ma Austin si fece coraggio, iniziando per primo.

- Ally, mi dispiace tanto per quel che ti ho fatto. - 
- Sono io quella che ti ha ucciso. Te ne sei reso conto, vero? - 
- Ma tu eri arrabbiata con me perché pensavi che i miei genitori avevano ucciso tuo padre - 
- Sì, allora tu lo eri con me perché pensavi che mia madre avesse fatto lo stesso con i tuoi...ma adesso sappiamo che non è mai successo. -
- Già. Tutta colpa di uno sbaglio e di uno stupidissimo libro. Mi perdoni? - la supplicò Austin.
- Non hai niente per cui tu debba scusarti. Scusami tu piuttosto. - disse Ally, mettendogli le braccia attorno al collo.

Il biondo mostrò un sorriso a trentadue denti sul viso e, facendo un passo in avanti, avvicinò le sue labbra a quelle della ragazza, che non si sottrasse alla situazione. 
Quel bacio passionale li riunì, come se fosse stato il primo.

SPAZIO AUTORE

Un altro ritardo di due settimane! Ma eccomi di nuovo qui con un altro capitolo. Spero vi piaccia.
Se vi va, lasciate una recensione, corta o lunga che sia. Non ho nient'altro da dire, quindi vi saluto. See ya :)
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Fino all'ultimo incantesimo (parte 1) ***



9.

Austin aveva davanti a sé la dolce visione di Ally. I loro sguardi, i loro pensieri erano tutt’uno. La prima parola dopo il fatidico bacio tanto aspettato, spettò al ragazzo dai capelli color biondo, che, con fare implicito, accennò ad una possibile relazione. Ally non capì subito ciò che voleva intendere, avrebbe dovuto leggere tra le righe ma la stanchezza e tutto il casino che era successo non glielo permetteva. Quando chiese poi cosa volesse dire con quella frase, ottenne la domanda tanto desiderata.
- Non capisco perché mi faccio più paranoie del necessario. – pensò Austin, passandosi una mano nella folta chioma sulla testa.
- Ally, vuoi instaurare un rapporto di più che normali amici? – disse poi.
- Stai cercando di chiedermi se voglio essere la tua ragazza, Austin? –
- Capiscimi, sono nervoso, quando sono nervoso uso questi paroloni che non userebbe nemmeno un nerd di 27 anni – spiegò.
Ally gli diede un bacio sulle labbra. – Questo ti basta come risposta? – domandò ironica la ragazza.
- Mi basta più di mille parole. – rispose dolcemente, dando vita ad un nuovo bacio.
- Promettimi che rimarremo per sempre insieme – sussurrò lei, con le lacrime agli occhi.
- Te lo prometto. Nessuno ci separerà più. E se ci proverà, se la vedrà con noi, insieme – disse Austin, mentre con il pollice asciugava la lacrima che cadeva sul lato sinistro del viso.
E la serata andò avanti così, tra baci, parole dolci e tante, tante coccole.

- Buongiorno -  augurò Austin alla figura appena svegliata di Ally.
- Che…ore sono? – chiese, sbarrando gli occhi.
- Ehm…sono le dieci. – rispose controllando l’ora sulla sveglia.
- Le cosa?! Oh mio dio! – esclamò Ally tirando per la maglietta il ragazzo, portandolo nel bagno.
- Sbrigati a farti la doccia! – urlò da fuori poi.
Austin rimase confuso per qualche secondo, poi realizzò.
-  La mia ragazza di mattina perde la memoria? Ricordati che possiamo fare tutto con uno schiocco di dita o con una formuletta – parlò, pronto ad utilizzare la magia.
- Non farlo! Il grande genio del mio ragazzo s’è dimenticato? Ricordati che non puoi usare la magia finché non arriva il momento di utilizzarla! – ribatté Ally, fermandolo prima che schioccasse le dita.
- Quale sarebbe questo grande momento? – domandò.
- Ma stavi dormendo quando Robert parlava? Lo sai cosa dobbiamo fare oggi, no? –
- Ooooh, quello! Non sapevi dirlo subito? – disse, togliendosi parte dei vestiti e rimanendo solo con indosso la biancheria intima. Quando era sul punto di sfilarsela, entrò di colpo Ally, pensando che fosse ancora vestito, per prendere il cellulare che aveva dimenticato lì.
- Ops. – si limitò a dire imbarazzata, recuperando velocemente il telefono e scappando fuori dal bagno.
- Poi spiegami perché ti imbarazzi, mi hai visto così tante volte in questo stato – mormorò Austin.
- Sssh! Pensa a farti la doccia! – esclamò rossa come un pomodoro.

Dieci minuti dopo fu il turno di Ally, che in pochi secondi si liberò di ogni cosa che aveva indosso.
- Ooooh, scusa! Dovevo riprendere il cellulare!! – fece Austin entrando volontariamente, per ripetere la stessa scena di prima.
- Austin!!! – urlò sbattendolo fuori, ma lui mise un piede affinché la porta non si chiudesse e chiese prima un bacio. Ottenutolo, accettò e tornò nella sua stanza.
- Che porco – pensò Ally ridendo sonoramente.  – Perché mai riderà? – disse tra sé e sé, infilandosi delle converse. Ma non delle comuni scarpe. Delle scarpe con un rilevamento incantesimi, un GPS e uno spara incanti. L’ultima perlopiù se si hanno delle emergenze gravi.
Dopo che Ally fu pronta, bussarono alla porta, era Robert, venuto con una macchina rossa, che, messa in moto, parte alla velocità della luce andando ovunque. Austin prese un giubbotto anti-incantesimi e se lo mise sotto gli indumenti. Al contrario, Ally se ne dimenticò, ma tutti, pensando che ne avesse già uno indosso, non dissero nulla.
- Questa macchina non arriva a destinazione, ci porterà solo su, a Velosk. Quando arriveremo, ci toccherà utilizzare l’estremità degli arti inferiori, che permettono di rimanere in posizione eretta. – affermò Robert.
- Ovvero i piedi… - dissero all’unisono gli altri due, scambiandosi poi un bacio.
- Si, se li volete definire così... – sbuffò lo stregone.

Arrivati a Velosk, lasciarono lì il veicolo e cominciarono a camminare per arrivare nel TEM, acronimo di Tempio degli Esseri Magici. Esso è un luogo particolarmente adatto a delle battaglie di incantesimi. Ma soprattutto, il luogo dove sono morti i genitori di Austin per mano di altri.
Con gli occhi pieni di lacrime, Austin arrivò per primo in cima al tempio. Ally gli mise una mano sulla spalla e abbassò il capo in segno di tristezza.
- Qui i tuoi genitori hanno perso la vita, non è così? – chiese delicatamente.
- Tu come fai a saperlo? – ricambiò la domanda.
- Sento l’odore della tua tristezza. E ne esistono solo tre tipi in magia, ho tirato a indovinare. – spiegò, causando un sorriso sul viso del biondo.
- Austin. Non ti disperare. – sussurrò Robert. – Facile a dir… - iniziò l’altro, ma non riuscì a terminare la frase.
Robert estrasse dal suo mantello una sfera colorata di viola e la liberò in aria. Esplose come un fuoco d’artificio e rivelò un messaggio segreto, un messaggio che conservava da tempo, su richiesta di…Mike e Mimi Moon.

- Caro Austin, quando vedrai questo video sarà ormai giunta la nostra ora, saremo già andati via da tempo, e tu non potrai fare niente per cambiare ciò. Ma devi sapere che nel tuo cuore, ci sono due persone che ti vogliono un bene dell’anima, e quelle due siamo noi. Non dimenticare mai chi sei, non disperarti, non fermarti al minimo ostacolo, non lasciare che la tristezza vinca su di te. Non lasciarti sconfiggere, Austin. –
Il ragazzo scosso, in lacrime, cadde con le ginocchia a terra. – Non lo dimenticherò mai, mamma e papà. Sarete una delle mie due grandi, potenti forze. E l’altra forza è qui accanto a me. Un giorno vi incontrerò e quel giorno…non lo dimenticherò mai. –
Anche Ally era ormai scossa per ciò che era successo. – Tieni, Austin. Quando avrai bisogno di aiuto, usa questa sfera. Lanciala e vedrai i tuoi genitori. Così che tu non li dimentichi mai e poi mai. – disse Robert, regalando ad Austin quella sfera che aveva prima lanciato. E’ riutilizzabile, anche cento, mille volte.
- Ti ringrazio. – rispose semplicemente, afferrando la sfera e abbracciando per un paio di secondi lo stregone. 

– Su, adesso andiamo. – pronunciò, ricevendo un bacio da Ally.

Il grande momento era arrivato. I tre percorsero le lunghe scale a chiocciola che caratterizzava il tempio e incontrarono un ragazzo di colore, piuttosto serio e deciso. Il suo nome era Chase. E in pochi attimi scoppiò una battaglia all’ultimo incantesimo.

SPAZIO AUTORE

Ma io che faccio questi ritardi di due settimane? Ecco il nono capitolo. Sarà diviso in più parti, credo in quattro. Cioè, lo spero, almeno così è più lunga la FF...
Mi aspetto almeno 5 recensioni a questo capitolo! Mi è uscito di getto. Ero ispirato!! ♥ La prima volta dopo mesi.
Beh, che dire. Happy Easter and see ya!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Fino all'ultimo incantesimo (parte 2) ***


10.

Gli sguardi di Austin e Chase si incontrarono brevemente, il tempo di darsi una specie di buona fortuna prima di trovare la vita, o la morte. La velocità con cui la battaglia iniziò fu impressionante. Con uno schiocco di dita il tempio si chiuse nella parte superiore, lasciando aperto lo spazio che concedeva al sole di entrare nella struttura, così da poter far luce al luogo. Chase con uno sguardo feroce iniziò la sfida che portò ansia e nervosismo ai presenti. Il primo incantesimo fu del ragazzo di colore, che ne scagliò uno anti-moto. Austin volò a terra a contatto di esso, anche se il giubbotto affievolì la caduta, ma nello schiantarsi riuscì a sua volta a lanciarne un altro, che bloccò Chase nella sua posizione. Con la forza del pensiero riuscì a spezzarlo. Sembrava saper rispondere a qualsiasi attacco.

- Ally, dobbiamo attaccare insieme – sussurrò Robert, unendo le mani come un asso di picche.
- Lo penso anch’io – ricambiò il sussurro, facendo la stessa mossa dell’altro stregone.
Dai due assi fuoriuscì un raggio color roseo che colpì Chase nello stomaco. Il ragazzo cadde a terra dolorante ma non demorse: con lo scenario posto bene a mente, ricreò una scena di bowling: con un incantesimo della trasformazione, fece diventare Austin una palla adatta al gioco e fece di Ally e Robert due birilli bianchi, con la punta colorata di rosso.

- Cosa vuole fare? – pensò Austin nella sua nuova forma. Quando venne lanciato con potenza contro i birilli capì le sue intenzioni, ma non riuscì a fermarsi in tempo e colpì in pieno Robert e Ally, che, a contatto con la palla, ritornarono al loro stato originale, perdendo l’equilibrio varie volte per lo scombussolamento subito. La ragazza ritrasformò Austin in un essere umano, il solito ragazzo biondo.
- Spero non vi sia successo niente – affermò Chase – Anzi, spero che vi siate rotti una gamba, almeno – aggiunse poi in seguito.
- Spero che ti esploda il cervello, Chase. Ah no scusa, non può esploderti se non ce l’hai – disse Austin.
- Bella questa! – esclamò Robert, battendo il cinque con lui.
Chase agitò le mani e Robert si ritrovò a terra, con delle impronte di dita al collo. Austin corre in suo aiuto e prende dalle braccia l’afroamericano, che ricevette da Ally un incantesimo che lo colpì…beh, ai gioielli di famiglia. – Dio… ma sei idiota? Adesso ti faccio vedere io cosa meriti per aver fatto questo. – la minacciò dolorante.
Robert deviò l’incantesimo che Chase lanciò e lo fece rimbalzare indietro, facendo sì che il ragazzo volasse via. Dopo aver sbattuto su una parte del muro del tempio, che crollò giù in pochi secondi, Chase sembrava non dare più segni di vita.

- Bravo Robert! E brava anche tu Ally. Adesso so che non ti devo far arrabbiare. Altrimenti mi ritrovo un dolore lancinante lì sotto… - disse ironico Austin abbracciandola.
- Hai capito male, io sono ancora qui. – si sentì una voce familiare, nonché quella di Chase, che ancora una volta era riuscito a cavarsela.
- Me la pagherete, me la pagherete molto cara. Soprattutto tu, Robert! A dirla tutta, tu sei l’unico minaccioso qui. Gli altri due sono più innocui di un uccellino in gabbia. Austin e Ally ti fanno da scudo, uno scudo piuttosto scarso, direi. -
- Ma come ti permetti, brutto schifoso! – esclamò Austin - Borsa rossa, voglio che tu sparisca, datti una mossa! – aggiunse con un incantesimo che colpì Chase, che come da copione sparì in un batter d’occhio.
Ma fu troppo presto per cantare vittoria. Tant’è vero che lo stregone ritornò più velocemente di quanto era sparito.
- ‘Sto tipo non morirà mai – disse tra sé e sé Ally.
- Eppure siamo tre contro uno! Sono io quello forte o siete voi quelli scarsi? – ridacchiò Chase, evocando due grifoni, che racchiudevano la sua rabbia nei confronti loro.
- Adesso siamo tre contro tre, è anche peggio di prima! – borbottò Austin a Ally, che si fece scappare un sorriso.

- Dei grifoni sono il tuo asso nella manica? Mi deludi, Chase – disse Robert facendosi beffa del ragazzo.
Come non detto. Non avrebbe dovuto pronunciare quelle parole, perché gli saltarono addosso ferocemente e per lui sembrava la fine. Nessun incantesimo riusciva a scacciare via quelli esseri schifosi, che tentavano di rosicchiargli la caviglia. Uno dei due venne spazzato via con un agitare di mani da parte del biondo, che, riconoscente per il regalo da lui ricevuto, lo aiutò nell’ucciderlo. Quando tagliò dunque la testa all’animale con un coltello evocato da un incantesimo, Ally rimase inorridita alla visione del sangue che sgorgava dal sottile collo della creatura. Sangue che sparì in pochi secondi, a causa dello sdoppiamento del capo. Ebbene sì, adesso quel grifone aveva due teste, non solo una come prima.
- Non ci credo! – sbottò il biondo, schiaffeggiandosi la fronte con la mano destra.

Ally, stanca della questione pronunciò un incantesimo imparato su un libro che aveva sfogliato pochi giorni prima e fece comparire nelle sue mani una polverina color ciano che doveva intenzionalmente andare sul corpo dell’essere mezzo leone e mezzo aquila. Ma un soffio da parte di Chase cambiò tutto. E quella polverina, che serviva per uccidere gli animali mitologici come appunto un grifone, finì su Robert.
A quanto pare ebbe un effetto diverso a contatto con lui. Difatti, quando voleva lanciare un incantesimo, non ci riusciva. Se pronunciava una formula, anche una di base, la sua bocca si bloccava di colpo, senza un motivo. Anzi, la ragione c’era: a causa di quella polverina, Robert era incapace di usare la magia, aveva perso i suoi poteri e anche le sue scarpe spara-incanti erano fuori uso. Neanche il suo giubbotto anti-incantesimi era riuscito a proteggerlo dalla magia evocata da Ally.
- Grazie, adesso sì che riusciremo a farlo fuori – ironizzò, anche se c’era poco da scherzare sulla faccenda.
- E’ stato lui a soffiare, non io! E poi vedila così, potevano sparirti i vestiti, altro effetto collaterale, ma vedi, sei ancora… - rispose cercando di giustificarsi, senza riuscire a terminare la frase, perché dovette ricredersi alla sua ultima affermazione.
- Che state guardando? – domandò confuso lo stregone, ma, guardando in basso, realizzò che gli si erano volatilizzati i vestiti.

- Ally, dì che non avrò mai un miliardo di dollari! – esclamò, mentre Ally ubbidiva stranita.
- Ah, peccato, non funziona, uffa – sbuffò Robert, cercando di coprirsi delle parti che dovevano effettivamente rimanere coperte. Nel frattempo Austin crepava dalle risate, ma un’occhiataccia da parte dello stregone senza poteri lo convinse a fare una magia per fargli ricomparire i suoi indumenti: però, il ragazzo dai folti capelli biondi dimenticò una cosa che potrebbe cambiare l’andamento della battaglia, il giubbotto anti-incantesimi. E se già prima proteggeva a malapena, chissà dopo la sua dimenticanza cosa poteva accadere a Robert senza.
Chase se ne accorse in pochi secondi e intelligentemente colpì con un incantesimo potentissimo Robert dritto al petto. Quella magia lo fece volare contro dei massi giganti che si frantumarono in pochi secondi.
- Robert! – urlò disperato Austin, cercandolo tra le macerie.
Troppo tardi: una spessa polverina color blu mare si innalzò nel cielo e si disperse nell’aria, mentre delle lacrime scendevano sui visi dei suoi amici. Robert era morto.

- Non credo che uscirete vivi di qui. – li minacciò Chase, preparandosi a scagliare un ulteriore incantesimo, mentre Austin stringeva i pugni preparandosi allo scontro.

SPAZIO AUTORE

Hola. Ecco un nuovo capitolo della FF, seconda parte di quello precedente. Spero che vi piaccia e scusate per il grandissimo e lunghissimo ritardo.
Lasciate delle recensioni se volete dar consigli, critiche o se volete dirmi qualcos'altro (?). See ya!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Fino all'ultimo incantesimo (parte 3) ***


11.

Robert perse la vita in pochi secondi e, mentre Chase ridacchiava con un tocco di malvagità, Austin sentiva la rabbia, ma anche la profonda tristezza nell’aver perso un amico. Ed Ally, beh, Ally sembrava quella più messa male tra  i due; forse il fatto che non avesse le protezioni per gli incantesimi la faceva andare in costante svantaggio. 

Chase si posò una mano sul volto e, da fare scherzoso passò ad uno più serio, accorgendosi che la coppia avversaria era pronta per continuare. Sia Austin che Ally sentivano di non potercela fare. L’afroamericano era troppo forte rispetto a loro, sebbene il biondo, tempo prima, era riuscito a metterlo K.O.
Robert, come aveva detto il ragazzo di colore, era come il combattente dominante nel gruppo. Difatti, per la maggior parte delle volte, è stato grazie a lui che l’intera squadra non venisse ridotta a pezzettini. E ora che se n’era andato via, probabilmente come per Austin nel paradiso delle anime buone, sembrava non si potesse più reggere il confronto con Chase.
Austin mosse dietro la schiena la mano, evocando un incantesimo che fece sì che Chase cadesse a terra. Andò a buon fine, dunque, il biondo mise in atto una tecnica in fase di sperimentazione: decise di farlo appiccicare sul terreno duro, così che non potesse muoversi, dimenticandosi però che esistevano anche gli incantesimi che non necessitavano dell’uso degli arti.

Pronunciò la formula e come da copione Chase rimase immobile al suolo, anch’egli scordando la presenza di tali incanti. “Bella mossa, ragazzino.” Si complimentò, mostrando un sorriso sul viso. “Sembra tu mi abbia proprio messo alle strette. Mi raccomando, guardati le spalle.” Disse poi, con un pizzico di ironia e di scherno. 
“No, Austin, sul serio, guardati le spalle!” urlò Ally avvertendolo del pericolo dietro di lui.
Si girò, assumendo un’espressione terrorizzata quando si ritrovò davanti due possenti figure alate. Oltre ad essersi dimenticato dell’esistenza degli incantesimi, a quanto pare si era dimenticato anche dei grifoni precedentemente evocati dall’avversario: uno a due teste e l’altro con un unico capo. 
“Dato che siete troppo scarsi, vi facilito il lavoro.” Li prese in giro Robert e, staccando pollice e indice dal terreno, fece sì che le teste del primo diventassero una sola. 
“Wow, non sai quanto ti ringrazio, adesso sarà tutto più facile.” Si voltò un ironico Austin.

Ally recuperò la stessa polverina che aveva accidentalmente buttato su Robert. Dopo aver raccolto il tutto, prese bene la mira e, soffiando lievemente, fece spargere la polvere sui corpi dei pelosi animali mitologici.
Un buco si aprì sul fianco di uno dei due grifoni, lasciando intravedere uno spazio viola. L’altro essere venne risucchiato dentro, seppur con qualche difficoltà, mentre il primo si autodistrusse in una media esplosione.
“Che schifo, è stato come veder risucchiare un bambino appena partorito!” esclamò Austin in procinto di vomitare.
“Evita di dire queste cose nel bel mezzo di una battaglia che stiamo anche perdendo.” Lo rimproverò la ragazza, dandogli una gomitata. 
“Anche se, hai ragione. Io ho visto la mia cagnolina partorire.” Aggiunse poi, raccontando una storia superflua.
“Tu hai una cagnolina?” domandò interessato Austin.
“Avevo. Due giorni dopo che ha partorito ho fatto per sbaglio un incantesimo ed è esplosa con tutta la sua famiglia” terminò con una fine completamente tragica.
“Ally!” gridò il biondo, con espressione severa.
Due mani si poggiarono sulle spalle della coppia. Chase si era rialzato ricordandosi degli incantesimi anti-moto. “Scusate, qui stiamo combattendo per la vita, non mi interessano storie di cani esplosivi.” disse stufo.

Austin gli lanciò un incantesimo che lo trasformò in una vite e, evocando un martello, lo spinse giù sotto terra, provocando le risate di Ally.
“Qui non siamo a Tom & Jerry.” Si sentì la voce di Chase smuovere il suolo. Uscì da esso creando una grande voragine. Si pulì il viso sporco di fango e si passò la mano tra i capelli. “Adesso però mi avete stancato. Non starò a giochi che fanno quei maghi che credono di essere dei boss solo uscendo un coniglio da un cappello.” 

Il ragazzo di colore spinse Austin nel grande buco e, unendo le mani dai polsi, sprigionò una potente scarica colma di energia che disintegrò praticamente tutto il pavimento. Ally non poté far a meno che gridare in preda alla disperazione. 
Notò poi una figura bionda che si innalzava dietro a Chase. Stava per urlare il suo nome, ma uno sguardo di Austin le fece capire che non doveva farlo, bensì doveva continuare a strillare per mandare avanti la scenata.

“Oh, povera Ally, ha perso il suo fidanzatino idiota.” La schernì l’altro, mentre lei faceva finta di piangere per ciò che era successo.
Austin si preparò per riprodurre lo stesso incantesimo di Chase, ma una frase che pronunciò lo fermò.
“Tu, ragazzo che crede che io non sappia della sua presenza dietro di me, prova a fare qualcosa e faccio saltare la testa alla cretina qui davanti.”
Austin fece l’occhiolino ad Ally, che capì quello che voleva facesse e, facendo finta di rassegnarsi perché l’afroamericano era troppo forte, lanciò altrove la scarica. La ragazza l’acchiappò al volo e la gettò contro Chase che non si aspettava di quella mossa astuta: con uno sguardo scioccato e terrorizzato, egli venne spazzato via in un batter d’occhio. 
“Bravissima Ally!” esclamò andando a baciarla con passione.
“E’ stata tua l’idea, sai.”
“Sarà stata mia, ma tu l’hai messa in atto.” Le accarezzò la guancia sporca di terra, levandone ogni residuo.
“Guarda, è uscito anche il sole.” Gli fece notare Ally.

Nel momento in cui Austin si voltò, lei sparì dopo un urlo acuto. Riapparì solo qualche istante dopo, con le mani di Chase al collo. “Te l’avevo detto. Non avresti dovuto farlo!” esclamò con la fronte imperlata di sudore.
“Che hai intenzione di fare?” domandò preoccupato Austin, che tentò di avvicinarsi.
“Prova a fare anche un solo passo e questa ragazza muore in meno di due secondi.” 
“Perché la tieni così se hai dei poteri magici?” chiese.
“Oh, vero.” Disse semplicemente Chase. Con uno schiocco di dita spedì Ally al muro, legata dai polsi e dalle caviglie.
“Grazie Austin, adesso posso essere la rivale di Gesù!” esclamò lei tentando di liberarsi.
“Gesù era su una croce e poi non era proprio legato…” iniziò, ma non riuscì a concludere perché fulminato da un’occhiataccia della ragazza.
“Grande porcona di un colibrì, voglio che tu scenda subito di lì!” formulò, facendola scendere. La prese al volo e la lasciò accasciare sul pavimento, per farla riposare.
“Austin…” sussurrò. “Sì?”
“Porcona?!?!” 
“Ti volevo salva, ho detto la prima cosa che mi ha passata per la mente.”

“Dai il meglio di te.” Disse lei abbracciandolo.
“Tranquilla.” La rassicurò, dandole un piccolo bacio sulla fronte.
Austin si innalzò nel cielo dopo aver creato un piccolo vortice sotto i suoi piedi. Esso poi sparì quando fu ad una certa altezza.
“Eccomi qui.” Si limitò a dire, mentre Chase, già in volo da prima, si accingeva a spiegare.
Dopo un attimo di esitazione, aprì bocca. Nel frattempo l’altro incrociò le braccia.
“Uno contro uno. Te contro me. Chi vince, vive. Ma chi perde, muore.”

Ally rimase a guardare ancora per qualche secondo, finché i suoi occhi si chiusero, azione che coincise con l'inizio dell'ultima battaglia per la sopravvivenza.

SPAZIO AUTORE

L'altra parte del ritardo! Ben un mese. Beh, scusate se vi ho fatto aspettare tanto, almeno, per chi voleva che continuassi ^^'
La prossima parte concluderà la quadrilogia (quattro parti, ne manca una, you don't say!?!)
Al prossimo capitolo che, questa volta, non arriverà così tardi!
See you :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Fino all'ultimo incantesimo (parte 4) ***


12.

Ed erano lì, faccia a faccia ancora una volta. Era la grande battaglia che avrebbe cambiato qualsiasi cosa. Il sole che era ricomparso pochi istanti prima venne oscurato dalle tante nuvole che lo circondavano e che davano l’impressione di tristezza e di qualcosa di profondamente tenebroso. Austin fece un passo avanti nel cielo, grazie alla stabilità che aveva acquisito nel fluttuare in aria.

L’afroamericano, al contrario, rimase immobile nella sua postazione, attendendo la venuta dell’avversario senza alcun timore. Se gli si esplorava l’amigdala, si sarebbe notata la scarsità di paura nel suo cervello. Nonostante fosse stato precedentemente sconfitto alla “Cinquecentesima Premiazione Annuale dei Poteri Magici” dal ragazzo biondo, sembrava non avesse alcunché di cui preoccuparsi.
La prima mossa la fece proprio quest’ultimo, Chase: con uno schiocco di dita, fece sì che Austin fosse sommerso da una pioggia di colla. Dunque, una nuvola si creò sopra la sua testa, dando vita a gocce di colla vinilica, che lo spedirono a terra, nel grosso buco formatosi. Quando arrivò a contatto con il suolo, la nuvola sopra di lui cominciò a scomparire, riducendosi ad un vortice minuscolo che si innalzò fino all’altezza delle ulteriori nuvole nel cielo, fino ad esplodere. Chase, pronto per scagliargli un altr’incantesimo, si dovette ricredere quando il biondo, fissando la figura dormiente della sua ragazza, creò un’aura rossa che lo avvolse e lo sollevò da lì, riportandolo in perfetta forma e senza alcun residuo di quella sostanza appiccicosa addosso.

Anche l’aura a sua volta andò via, spazzata via dallo stesso Austin che strinse forte i pugni, mandando il ragazzo di colore contro il muro opposto a quello a cui aveva sbattuto Robert, che si frantumò in mille piccoli sassolini. Al contrario di Robert, lui sopravvisse all’impatto, se non riportando una, due gocce di sangue che gli colavano proprio accanto all’occhio destro, fino a toccarne la guancia.

“Devi amare proprio tanto la tua donna se sei riuscito a liberarti da tutta quella colla.” Affermò Chase, ottenendo l’annuire di Austin.
All’azione di quest’ultimo, lui sorrise: con uno schiocco di dita la sollevò nel cielo, causando l’apertura degli occhi di Ally per qualche secondo, in quanto dopo si addormentò nuovamente senza sapere cosa stesse succedendo.
“Cosa vuoi fare?” domandò Austin tentando di fermarlo.
Chase lasciò la presa che accompagnò Ally fin da lui, provocandone la caduta da cento metri d’altezza: il biondo sgranò gli occhi e, prima che la ragazza potesse sfracellarsi cadendo al suolo, rallentò la sua caduta stringendo la mano nella sua direzione e lei si accasciò a terra senza alcun danno.
“Ma fai schifo, che c’entra lei?” chiese sottolineando la terza parola.
“Volevo vedere quanto ti rendevi ridicolo per la tua fidanzatina…” disse, scoppiando a ridere.

Pochi secondi dopo, agitò le mani ed evocò una pianta rampicante, che da nome, crebbe espandendosi per la scala a chiocciola, rimasta inaspettatamente intatta, che caratterizzava il tempio. Arrivata all’ultimo gradino, Austin pensava che essa si sarebbe fermata e invece no: essa si spinse anche oltre fino ad arrivare alle gambe del ragazzo, che venne trasportato via sotto le foglie, rimanendo incollato al di sotto degli scalini.
Chase sfrecciò verso il basso, pronto per finirlo con un’onda simile a quella utilizzata poco prima.
Dopo aver unito i polsi per sprigionare l’onda colma di energia, una luce particolare gli ricoprì le mani, segno che l’incantesimo stava per riuscire. L’onda venne sparata a una velocità incredibile, pronta per colpire Austin: tuttavia, una luce violacea uscita dal nulla ricopre il ragazzo proteggendolo dalla morte a cui stava andando incontro.

“Ma che diamine…” si limitò a dire Chase, incredulo da ciò che era appena successo.
“Ci rivediamo.” Disse una figura a noi nota.
“Ma io ti ho ucciso! Che ci fai qui?!” esclamò l’afroamericano parlando con Robert.
“Guarda caso sono un essere buono, sono andato nel Paradiso, ho un amico che guarda caso è il guardiano del posto e guarda caso adesso sono qui.” spiegò.
“…Chad?”
“Sono io.” Rispose un individuo pallido, che era la persona di cui parlava Robert.
“Ma io ti avevo rinchiuso!”
“Sempre nel paradiso. Mi hai rinchiuso in un luogo che si può definire casa mia, genio che non sei altro.” rispose all’esclamazione seccato.

“Sono così felice di rivederti!” esclamò Austin abbracciando lo stregone dal mantello blu. “E anche di rivedere te, anche se non ti ho mai conosciuto! Anzi una volta sì, ma non eri realmente tu, ma Chase e...” aggiunse poi riferendosi a Chad, ma si fermò perché sapeva di star parlando troppo.
L’essere  alzò un sopracciglio. “Aveva finto di essere…?”
Austin lo bloccò limitandosi ad esprimere un semplice ‘lunga storia’ e si mise in posizione da combattente. Chad gli posò la mano sulla spalla. “Chi è quella ragazza che giace lì a terra?” domandò.
“Hai ragione, lei è Ally! Dato che sei un guardiano del paradiso, non fungi anche da curatore? Se sì, potresti ridarle tutte le forze che ha perso? Ci tengo troppo a lei e vorrei che fosse qui al mio fianco in battaglia. Non vorrei mai vederla soffrire”

Chad era già sceso al suolo, senza aver nemmeno ascoltato una parola di tutte quelle pronunciate dal biondo. Mise una mano sulla pancia di Ally e un’aura color verde chiaro ricoprì la ragazza da capo a piedi. L’energia curativa fece si che si svegliasse immediatamente. Si ritrovò davanti il faccione pallido di Chad e quello di Austin che mostrava un sorriso a trentadue denti.
Austin le porse la mano per aiutarla ad alzarsi, lei si aggrappò alla presa e si mise in piedi, venendo avvolta da un forte e caloroso abbraccio.
“Grazie.” disse a Chad, profondamente riconoscente.
Austin e Ally si misero mano nella mano e volarono su nel cielo. Chad li raggiunse pochi secondi dopo, mentre Robert e Chase erano già lì a fissarsi negli occhi ricolmi di rabbia. “Siamo 4 contro 1.”

Fecero un lavoro di squadra: Ally si occupava di creare tranelli per confondere Chase, Chad di sferrare incantesimi protettivi e curativi al gruppo, mentre Robert e Austin di finire il ragazzo con molteplici magie.
Tuttavia, questo schema non funzionava, i due stregoni non riuscivano a farcela da soli, serviva l’aiuto di tutti. Dunque, dopo che Chad lanciò l’incantesimo della pianta rampicante, tutti e quattro si riunirono in un’unica potenza: ecco che una luce accecante ricoprì il tempio e una gigantesca scarica multicolore colpì Chase. La struttura del tempio crollò completamente, ai piedi del quartetto.
Una polvere giallina salì nel cielo e si disperse nell’aria con il soffio del vento.
“E’ finita.” disse Austin buttandosi a terra.
“Finalmente!” esclamò entusiasta Ally, gettandosi sul corpo del biondo e abbracciandolo.
“Grazie mille.” disse Robert a Chad, ringraziandolo per il semplice fatto che se non fosse stato per lui, la battaglia non sarebbe mai stata vinta da loro.

Austin e Ally continuarono a coccolarsi per qualche altro secondo. Decisero poi di alzarsi in piedi e di ringraziare anche loro l’essere pallido. Le nuvole scomparvero lasciando intravedere nuovamente la figura del Sole splendente nel cielo.
Finalmente, tutto si era concluso per il meglio. Avevano avuto la loro vendetta e Chase era solo uno spiacevole e lontano ricordo. Da quel momento in poi ogni cosa sarebbe stata più facile e la loro vita migliore. Probabilmente.

SPAZIO AUTORE

Ehilà! Ecco la parte che conclude la quadrilogia. Spero vi piaccia, anche se so che non è tanto carina. 
Lasciate una recensione. Al prossimo capitolo, prima o poi. See ya! ^^'

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: L'amore di cui si ha bisogno ***


13.

Austin si mosse tra le soffici coperte del letto che condivideva apertamente con la compagna Ally, portando le sue braccia ad abbracciare da dietro la ragazza. Ally nello svegliarsi mugugnò lievemente, girandosi poi dalla parte del biondo e aprendo gli occhi notando così i suoi occhioni castani puntati sul suo viso.

Lei sorride, cominciando ad accarezzare la folta capigliatura del fidanzato.
“Ehi.” salutò dolcemente Ally.
“Ehi, bella.” ricambiò incantato l’altro.
“Passata una buona nottata?” domandò in seguito, lasciandole un bacio sulle labbra.
“La miglior notte della mia vita.” rispose coprendo il seno nudo con un lenzuolo.
Austin si mise seduto stropicciandosi gli occhi e sbadigliando per un paio di secondi.
“Vado a farmi una doccia calda.” annunciò stringendosi un asciugamano color celeste sotto la vita.
Ally lo stupì con una frase, ossia chiedendogli perché non usufruiva dei suoi poteri.
“Allyson Dawson” disse con voce severa “Miss Responsabilità mi ha chiesto come mai non mi lavo con un incantesimo e via?” domandò scioccato.
“Ah, ah.” fece finta di ridere.
“Sul serio, voglio diventare più maturo. Non voglio usare più i miei poteri se non per le emergenze vitali.” affermò Austin afferrando un paio di comodi pantaloni e una t-shirt.

“Come mai questo cambiamento?” chiese l’altra.
“Perché ogni volta che uso incantesimi o finisco nei guai io, o finisce nei guai mezzo mondo.” rispose sinceramente facendo scoppiare Ally in una copiosa risata.
“Non scherzo! Vedrai, sarò più responsabile della responsabilità in persona! Cioè, di te.”
“Test numero uno” disse in un sussurro lei.
Prima che la ragazza gli potesse tirare un cuscino dritto in faccia, Austin riuscì a schivarlo fermandolo con la mente. “Accidenti!” esclamò. “Credo sarà una grossa sfida per te.” rise nuovamente Ally.
Il giovane entrò nella doccia alle nove e mezza e fu pronto solo mezz’ora dopo. Praticamente trenta minuti in più di quanto ci mettesse di solito, ovvero un quarto di secondo grazie alla magia.

“Ahi!”
“Che succede, Austin?” domandò preoccupata.
“Come si usa questo stupido asciugacapelli?”
Ally si portò una mano alla fronte scuotendo la testa ma ridendo per l’incapacità di Austin, che, a causa dell’eccessivo uso della magia, non sapeva nemmeno usare un asciugacapelli.

Ally scese dal letto portando con sé un lungo lenzuolo bianco fino alla cucina, con lo scopo di bere un sorso d’acqua dalla bottiglia nel frigorifero. Nello stesso arco di tempo, Austin uscì dal bagno e agitò il capo muovendo i capelli biondi ancora un po’ bagnati.
La sorprese abbracciandola di dietro e stampandole un bacio sulla guancia che si colorò di rosso.

“Eccoti.” disse posando la bottiglia da un litro nell’apposito spazio del frigorifero per poi chiuderlo. Avvolse le sue braccia attorno al collo di Austin e si avvicinò così da dargli un altro bacio passionale.
“Ti amo.” affermò lei staccandosi ma riavvicinandosi subito, pensando quanto fosse bello.
“Anch’io e non smetterò mai di farlo.” ribatté Austin dando vita ad un nuovo bacio, un bacio che gli provocò un’emozione fortissima, quasi come fosse nuova per lui. (e ovviamente, non lo era affatto per il caro Austin)
“Credo che la nostra vita sia perfetta. Sì, beh, oltre a quelle piccole anormalità che di solito nella vita di una persona non ci dovrebbero essere, è perfetta.” disse facendo ridere Ally con l’ultima frase, ricevendo in cambio uno sguardo incantato.
“Sì, la mia vita è perfetta solo se ci sei tu con me.” sussurrò guardandolo negli occhi castani e accarezzandogli la guancia destra.

Il telefono squillò ed Ally schiacciò il pulsante che permise ad esso di smontarsi per creare l’ologramma dell’individuo dall’altra parte del telefono. “Abbiamo un problema.” annunciò la figura che si rivelò essere Robert.
“Un attimo.” rispose Austin coprendo il telefono con il lenzuolo che la fidanzata aveva portato con sé.
“Questo potrebbe essere l’ultimo nostro momento intimo per una settimana o forse più. Quindi, prima che qualche razza di idiota decida di conquistare il mondo, ci tengo a ridirti che ti amo.”
“Anch’io.” rise lei.
“Proprio adesso che volevo essere più calmo e maturo con i miei poteri!” esclamò il ragazzo.
“E’ destino. Tu farai casino con i tuoi poteri e io rimarrò la responsabile, calma Allyson Dawson.”
“Ti ricordo che la calma e responsabile Allyson Dawson ha denudato Robert con un incantesimo, ne ha lanciato un altro ai gioielli di famiglia di uno stregone che poi ha ucciso con la sua gang, ha addirittura ucciso il sottoscritto, fatto esplodere un quartiere e in tutto questo ha continuato a dire che quello irresponsabile e terribile ero io!”

Passarono i minuti. Lo stregone dall’altra parte aspettava loro parole, senza ricevere però minima risposta.
Ci sarebbe stato a lungo da aspettare.

Si buttarono sul letto della camera lasciando in linea Robert e, mentre loro si coccolavano e si scambiavano complimenti affettuosi allegramente, lui, come si poteva vedere dal suo ologramma, scuoteva il capo e sorrideva per la grande intesa installatasi tra i due piccioncini al momento occupati in molteplici effusioni e anche di più.


ULTIMO SPAZIO AUTORE DELLA STORIA

What's up? Eccovi l'ultimo capitolo di questa storia.
Sebbene abbia detto ad una lettrice che la storia sarebbe continuata, alla fine non sono stato molto coerente ^^'
Spero vi piaccia. E' corto proprio perché ormai le loro ''avventure'' erano concluse e d'altronde ci voleva un pò di affetto tra i due, dato che sono stati separati per tanto tempo a causa di malintesi.
Continuerò a tradurre "Come hai potuto?" solo perché ormai ho iniziato il lavoro e voglio portarlo a termine, sebbene questa cosa non mi entusiasmi molto in quanto alla fine non è un'opera mia, preferirei nettamente scrivere una FF basata su quello che scrivo io e non tradurre una che da quanto vedo, è anche più apprezzata ^^'
I capitoli sono trenta, io devo tradurre ancora il nono...quindi il lavoro è ancora lungo da svolgere.
Detto questo, spero lasciate almeno una recensione e spero vivamente che mi seguirete anche nelle storie che scriverò in futuro.
Ciao!

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