Alyssa

di JJ Novak Gallagher
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un nuovo arrivato ***
Capitolo 3: *** Un mostro, letteralmente un mostro ***
Capitolo 4: *** Uno sguardo al passato. ***
Capitolo 5: *** Cambiamenti in corso ***
Capitolo 6: *** Dilly e Stilly ***
Capitolo 7: *** La verità non fa più paura ***



Capitolo 1
*** Prologo ***







P r o l o g o




Ho sempre saputo di essere un po' diversa dagli altri, ma da oggi ne sono praticamente sicura.
Mi è sempre sembrato che la mia diversità fosse un punto a sfavore. Fino a quel giorno, quando finalmente ho capito che c'è altra gente come me, con le mie stesse capacità che non mi scredita per quello che sono.
Il mio nome è Alyssa, ho 15 anni e ho una riga nel volto blu. I miei genitori mi dicono che ho quel segno da quando sono nata, e il dottore non ha saputo spiegare bene il motivo. Non piango mai o quasi mai. Nessuno mi ha mai accettata per quello che sono.
Ho i capelli lunghi e castano scuro e gli occhi viola. A volte e come se sentissi delle voci, persone che cercano di parlarmi, ma io non li capisco.
Mi hanno sempre creato problemi sin da quando ero piccola. Ricordo bene una volta che ero in classe e la professoressa di matematica spiegava le espressioni, hanno iniziato ad urlarmi parole senza senso e io mi sono alzata e ho iniziato a gridare come una pazza.
Subito dopo i miei genitori mi hanno riportata a casa e una settimana dopo ci siamo trasferiti in una piccola città sul mare.
A volte neanche sento di appartenere a questo mondo. I miei genitori si vergognano di me.
Ogni volta che invitano qualcuno a casa mi dicono:
“Cara, sta nella tua camera...”

Non ho ne sorelle e ne fratelli, sono figlia unica.
La mia migliore amica si chiama Jessica, credo che sia l'unica che non pensa che io sembri strana. Lei è una ragazza bellissima, capelli biondo scuro e occhi verdi, alta e snella. Il suo ragazzo e un muscoloso giocatore di calcio del terzo anno. Uno dei ragazzi più popolari della scuola.
Oh, come la invidio! La mia scuola e una scuola come tutte le altre, con ragazzi antipatici i tipici bulletti e le frane, tipo me.
Mi sono trasferita un sacco di volte, alle medie, ero sempre quella nuova, per colpa dei danni che combinavo. Mi incolpavano di cose che non facevo.
Sono molto brava in letteratura, adoro la storia della Divina Commedia. Tutti i ragazzi, quando la studiamo mi dicono:
“Tu protesti essere qualcuno dei dannati all'Inferno, sei brutta come il Demonio!” e tutti quanti ridevano.
Oh! Quel ragazzo! Anthony il ragazzo più presuntuoso che abbia mai conosciuto! Crede di essere il migliore, ma non o è affatto.
Avere tanti soldi ed essere ricchi sfondati, non vuol dire assolutamente essere migliori degli altri. Non ricordo bene da quando hanno iniziato a prendermi in giro, da sempre credo.
Non dicono sicuramente: “Oh, che bella ragazza stramba, facciamo amicizia”

Prima di andare a scuola, tento sempre di coprire la mia orribile riga in volto con del trucco. A volte finisco anche un tubetto di cipria.
Tutti mi evitano all'ingresso di scuola. Li sento anche bisbigliare. E non dicono cose molto belle sul mio conto.
Indosso molto spesso la mia felpa giallo canarino e mi metto il cappuccio e cammino a testa bassa per non guardare in faccia nessuno.
Sopra il mio armadietto, qualche stupido cretino ha scritto: “L'armadietto della ragazza alieno”
Tutti quanti a scuola mi chiamano “La ragazza alieno”.

Sono una ragazza molto timida, non parlo mai con nessuno. Non mi confido neanche con Jessica. Adoro scrivere e cucinare.
Ogni tanto scrivo qualche poesia stupida su qualsiasi cosa. Come “Dimmi che”. La mia ultima poesia. Ancora non l'ho fatta leggere a nessuno e una cosa stupida.
Passo la maggior parte del mio tempo ad ascoltare musica e a studiare. Non esco mai, mi vergogno ad uscire.
Mia cugina, Cassie, una volta persino mi ha detto: “Tu rimani a casa, i bambini potrebbero aver paura di te vedendoti”.
Ormai non mi offendo neanche, sono così tanto abituata che mi sembrerebbe strano se nessuno mi offendesse durante la giornata in qualche modo.

Fra 3 mesi ci sarà il ballo di fine anno. Io non ci sono mai andata. A quello di Halloween si, almeno potevo sembrare normale per quella giornata.
Ho sempre sognato uno di quegli abiti ampi e un cavaliere che ti venga a prendere a casa con la limousine, che ti faccia ballare tutta la notte...
Probabilmente, questo non accadrà mai! Nessuno mi porterebbe mai a un ballo scolastico, anzi, chi si farebbe mai vedere in giro con me? Rimarrò solo e discriminata per il resto dei miei giorni. Questo è poco ma sicuro.

Faccio sempre dei sogni parecchio strani, sogno sempre un ragazzo di nome Sean. Che nome strano?! Mi assomiglia tantissimo, ha un'aria così familiare, mi sembra tutte le volte di averlo già visto da qualche parte.
Purtroppo, non esiste nessuno come me. Strano come me.
Lui ha l'aria di quel cavaliere, il quale sin dal primo anno di liceo ho aspettato davanti la porta di casa, che non è mai venuto. Non verrai mai.
Non parlo mai con nessuno dei miei sogni. L'amore non è mai stato il mio punto forte.
Una volta da più piccola, alla medie. Mi piaceva un ragazzo che si chiamava James, lui era davvero carino. Alto, capelli castani e occhi blu. Simpaticissimo con tutti, be' con me neanche un po'. Un giorno lo confidai a Jessica e lei glielo disse. E da quel momento lui mi ha presa in giro.
Lui disse subito: “Non voglio mettermi con la ragazza alieno! MAI!”. Per me è stata una di quelle cose che non si dimenticano nella vita. Qualcosa, la prima cosa, che mi ha fatto davvero male.
Vivo in una città comune, con un parco enorme, una tipica cittadina americana. Ho sempre avuto paura di entrare in chiesa. Persino il pastore, pensa che io sia figlia del Demonio.
Se non mi accetta neanche la Chiesa, chi potrà mai accettarmi per quello che sono?

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Capitolo 2
*** Un nuovo arrivato ***



1. U N  N U O V O  A R R I V A T O




La sveglia suona. Oh che noia! Saranno sicuramente le 7.00 di mattina. Oggi non ho proprio voglia di andare a scuola.
Penso al sogno che ho fatto stanotte, lui mi è apparso di nuovo. Purtroppo mi devo alzare.
La prima cosa che faccio a mettermi le pantofole e guardarmi allo specchio. A volte mi faccio paura da sola. Sembro davvero un mostro. Esco dalla stanza e trovo mia madre e mio padre che discutono.
“Buongiorno tesoro” mi dicono entrambi con un tono di falsa felicità. Staranno pensando:
''Ho il mostro si è svegliato che bello!''
“Buongiorno...” dico io con disinteresse. Oggi nella nostra scuola verranno i ragazzi delle medie, per visitare il liceo.
Conosco una ragazzina che si chiama Nelly lei è molto simpatica. E' bassina e ha gli occhi marroni e i capelli rossicci.

Vado direttamente in bagno e mi faccio una doccia veloce, mentre mi lava i capelli, guardo il mio riflesso nel box doccia e con la mano sinistra cerco di strofinare la cicatrice come al solito per cancellarla. Perché non va via?
Smetto di farmi domande e mi passo il bagnoschiuma e mi risciacquo.

Uscita dalla doccia mi metto l'accappatoio. Mi asciugo i capelli in un lampo.
Torno nella mia camera e metto le prime cose che mi trovo davanti. Non sono mai stata un amante della moda. Tanto so che i vesti fashon non mi servono.
Le persone di solito non guardano come mi vesto mi giudicano per il mio aspetto fisico. Scendo velocemente le scale e mangio qualcosa al volo.
Mia madre sta preparando del caffè per mio padre.
I miei genitori si chiamano Lydia e Steve (Stephen) ma tutti lo chiamano Steve. Sono due persone normalissime, ma, con una figlia strana. In casa non abbiamo foto di quando ero piccola, mia madre le tiene in un album che non fa mai vedere a nessuno.
Ogni tanto mi capita di chiedere a mia madre , come mai non abbiamo foto di me da piccola. Lei di solito cambia discorso. Mica può dirmi ''Perchè facevi impressione''

Prendo lo zaino mi infilo la felpa gialla tutta stropicciata ed esco di casa con gli auricolari.
Caspita sono le 7.40 fra 5 minuti passa il bus, mi conviene andare più veloce. Odio quando da casa mia passa il bus, quasi tutti i ragazzi iniziano a buttare cose dal finestrino per lanciarmele a dosso e a gridare insulti offensivi.
Come non detto ecco il bus guidato da Cease l'autista sessantenne ubriacono.
Non potevano mancare Gabe e la sua banda di fannulloni. Gabe è un ragazzo grasso e basso. E' il bullo della scuola. Tutti quanti lo temono. Non ha mai avuto una ragazza, un paio di mesi fa aveva chiesto a Jessica di mettersi con lui e lei lo ha mandato subito a quel paese.
Gli altri della sua banda sono: T.J., Aaroon e Nev. Sono tutti e tre alti e magri. Credono di essere i più forti della scuola solo perché Gabe gli mostra un briciolo di interesse, ma non sanno che a lui non importa un fico secco di loro.
Giro l'angolo e arrivo davanti scuola, mentre cammino i ragazzi si spostano.
“Fate largo, fate largo! Ragazzi, sta arrivando la ragazza alieno! Accogliamola!” Anthony facendo spazio fra i ragazzi con le mani e ridendo.
Questa battuta non mi è mai nuova. Ogni mattina prego che non venga a scuola perché l'abbia messo sotto un automobile.
“Oh, che ironia! Ahaha...” dico con aria annoiata e a mo' di disinteresse. Lui inizia a guardarmi con una faccia un po' strano, inarcando il sopracciglio destro e piegando la testa da un lato. Per fortuna prima che dica qualcosa suona la campanella.

Entro in classe. Ho due di italiano. Sono seduta all'ultimo banco vicino alla finestra. Adoro quando entra la calda luce del sole.
Sono sempre stata seduta da sola. Credo che soltanto una volta per qualche mese si sia seduta Jess, ma dopo per mia sfortuna l'hanno spostata di classe perchè era arrivata una ragazza nuova. Miss. MacGreyn entra in classe e tutti ci alziamo.
“Buongiorno Miss. MacGreyn” dicono tutti con un finto sorriso in volto.
Tutti quanti staranno pensando ''Brutta befana! Poteva starsi a casa!''
E' bassa capelli scuri e con un naso sproporzionato, porta gli occhiali ed ha sempre delle gonne lunghe e scarpe con il tacco basso.
E' una delle professoresse più fastidiose della scuola.
“Buongiorno ragazzi. Prego potete sedervi.” con aria soddisfatta.
Mentre tutti quanti apriamo il libro di testo, in ritardo probabilmente, dalla porta entra un ragazzo normale, semplice, capelli scuri e occhi grigio ghiaccio.
“E lei sarebbe signor.?” Miss. MacGreyn curiosa e guardando attentamente il nuovo arrivato.
“Jenphersy. Sean Jenphersy.” Oh che bella voce! Che bel nome! Che bell'accento del sud! Aspetta un attimo! Si chiama Sean e mi sta fissando! Si indubbiamente, sarà una concidenza.
Mi starà fissando perchè mi trova starna, come tutti del resto.
“Vediamo un po' signor Jenphersy, vicino la signorina Alyssa c'è posto.”
Inizia ad avviarsi per sedersi vicino a me. Il bidello ha cambiato i posti e da me ha messo un banco unico. Almeno avremo la possibilità di conoscerci meglio!
Mentre sta per sedersi posa lo zaino per terra e dopo sposta la sedia e si siede.
“Hey, ciao Alyssa...” dice con aria simpatica continuando a fissarmi.
“Ciao...” dico io timidamente. E' così carino che mi fa diventare rossa come un peperone.
“Ragazzi aprite il libro a pag. 301” Miss. MacGreyn con aria autoritaria, come al solito.
“Scusami, ma non ho i libri ancora. Potremmo condividerlo magari?” lui dispiaciuto ma con un aria contenta allo stesso tempo.
Io non rispondo do solo una spinta al libro per metterlo in mezzo. Lui sorride subito.

Le due ore di italiano sono volate in un lampo. Ora ho un ora di scienze. Dobbiamo sezionare delle rane. Che schifo! Odio sezionare le rane!
Entro in classe in ritardo, e trovo solo un posto libero e vado a sedermi.
Poco dopo di me in classe entra anche Sean e siede ancora vicino a me
. “Ci rincontriamo di nuovo” Sean con aria felice e sorridendo. Lui è un ragazzo davvero particolare.
Mi chiedo, ma non mi ha ancora visto bene in faccia?
Nel mezzo del pensiero il professore entra in classe e ci invita a sederci.
Mentre il prof spiega lui prende degli appunti e io disegno qualcosa.
“Alyssa! At ier postum drati! Alyssa! Kju sut, iopestraw kniew! Alyssa at ier postum drati! At ier postum drati!”
Oh no! Di nuovo quelle voci! Troppe parole che non capisco. Troppo persone che parlano! Sono troppo confusa! Mi sta scoppiando la testa!
“Alyssa! At ier postum drati! Alyssa! At ier postu drati! Alyssa! At ier postum drati!”
Ma che significa! Non capisco!
“BASTA! BASTA! BASTA!” dico urlando a squarcia gola. Tutti si girano a guardarmi.
“Qualche problemi signorina?” dice il prof innervosito.
Neanche finisce di parlare che io prendo lo zaino e scappo fuori dalla classe mentre tutti ridono.

Vado subito in bagno. Mi chiudo con la chiave.
“Aly, dai che c'è?” Riconosco questa voce è Jessica sicuramente.
“Jess,vattene via!” io urlando.
Nessuno potrà capirmi mai. Ora vorrei solo tornare a casa e scrivere qualcosa o dormire, o fare qualsiasi altra cosa , ma non rimanere qui.

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Capitolo 3
*** Un mostro, letteralmente un mostro ***


2. U N  M O S T R O ,  L E T T E R A L M E N T E  U N  M O S T R O .



Sono passati già tre giorni da quello che mi è successo.
I miei genitori sono stati chiamati dalla segreteria della scuola per andare a vedere come stavo. Ho la segreteria intasata di messaggi di Jessica . Non sono andata ancora a scuola, ma probabilmente domani ci andrò.
Ancora penso a Sean, il nuovo arrivato, non vedo l'ora di rivederlo. Sicuramente tutti quanti gli avranno fatto il lavaggio del cervello sul mio conto, almeno prima potevo avere una mezza occasione, ora l'ho persa del tutto.
Non mi alzo ancora dal letto, mia madre viene solo a portarmi la cena in camera e dopo torna giù in salotto. Ho paura di andare a scuola. Non è la prima volta che faccio una di quelle scenate davanti a tutti, ma quella è stata la peggiore in assoluto!

Mi alzo dal letto e la prima cosa che faccio e guardarmi allo specchio. Ho i capelli tutti in disordine e spettinati.
Ogni volta che mi guardo allo specchio mi disprezzo. Odio il mio corpo. Non lo sento mio, come tutto del resto. Mi sento una ragazza inadeguata, inutile.
La mia infanzia non è stata molto bella.
Passare anni e anni della tua vita ad essere disprezzata da tutti ed essere giudicata non è molto facile. L'adolescenza diciamo che non è migliore.
Apro l'armadio e prendo una T-shirt blu con un cuore rosso nel centro e una gonna al ginocchio e mi infilo i primi collant che trovo. Opto per un paio di scarpe basse, stile ballerina. Mi lego i capelli e mi infilo gli occhiali.
Scendo le scale velocemente, saluto mia madre e mio padre e mi infilo un giubbotto scuro di pelle.
Apro la porta ed esco. E' davvero una bellissima giornata. Il cielo è azzuro e gli uccellini cantano.
“Salve signora Pitarson” dico alla vicina di casa. E' una signora anziana molto simpatica e con un aria simpatica. La conosco da quando sono piccola.
Quando i miei erano fuori per lavoro mi lasciavano sempre da lei per qualche giorno.
“Ciao Alyssa” mi dice con aria materna lei.
Mi metto gli auricolari e inizio ad ascoltarmi qualche canzone. La prima che scelgo è “Timber” di Pitbul e Kesha.

Vado direttamente al parco e mi siedo su una panchina. Ci sono così tante persone con figli. Vorrei avere anche io un giorno dei bei figlioletti.
Adoro i bambini, purtroppo loro hanno paura di me. Un bambino ha appena tirato la palla nella mia direzione, è meglio che gliela restituisca.
“Scusa potresti ridarmi la palla?” dice un bambino con gli occhi color del cielo e i capelli chiari.
C'è un solo abbagliante e non riesco a vedere bene il ragazzino. Sarà meglio togliersi si occhiali. Mi sfilo velocemente gli occhiali facendomi un po' male.
Afferro la palla e allungo la mano per darla al bambino. Alzo quasi subito la testa.
“Si, tieni piccolo...” io con aria felice. Il bambino sta facendo una faccia un po' strana, sembra un faccia schifata.
“Okay. Okay! MAMMA! MAMMA! UN MOSTRO!” il bambino inizia ad urlare e quella donna che può sembrare sua madre si avvicina.
E' una sensazione terribile essere chiamata mostro. Ma perchè nessuno mai mi accetta? Io non voglio far del male a nessuno, magari sono gli altri che ne fanno a me.
Il bambino inizia a piangere e io praticamente sto morendo dentro di nuovo.

Dopo quel brutto episodio accaduto al parco sono tornata a casa ho cenato e adesso sono le 23.43 .
Meglio andare a dormire domani sarà una giornata molto lungo. Mi butto a peso morto sul letto e prendo velocemente sonno.
“Alyssa! Oh Alyssa! Itrania stes carma!”
“Oh, ma sei tu?”

“Ga siniu Sean.Alyssa! At ier postum drati! Alyssa! At ier postu drati! Alyssa! At ier postum drati!” No di nuovo.
Ma cosa sta tentando di dirmi?!
Mi sveglio in preda al panico, urlando come se avessi appena visto un fantasma.
“Cosa c'è? Oh mio Dio! Stai bene tesoro?” questa è la voce urlante di mia madre che proviene dall'altra camera. Sarà sicuramente preoccupate per me.
Come sempre dal altro canto.
“No niente mamma. Solo un incubo.”
Nemmeno finisco di parlare e cado in un sonno profondo.

La notte dopo del sogno è passata molto velocemente. La sveglia suona sono le 7.00 di mattina.
Che cavolo! Non ho voglia di ritornare a scuola, ma ho voglia di vedere Jess e Sean. Spengo la sveglia e mi alzo dal letto.
Mi infilo un maglione di lana e un paio di jeans stretti. Mi metto un paio di stivaletti bassi e mi lego i capelli in una coda alta e mi metto un cerchietto stile Blair Waldorf. Adoro Gossip Girl.
Scendo in fretta e furia le scale. Non mangio niente infilo solo qualche libro nello zaino ed esco di casa senza auricolari.
Arrivo velocemente a scuola. Sono le 8.15! La campanella e già suonata! Oh no! Un altro ritardo! Sto quasi per salire le scale quando. Sean mi arriva e dosso e mi porta dall'altro lato della scuola vicino al cortile anteriore.
“Tirati su la manica della maglietta” mi ordina lui. Con tono esigente.
“Caro mio, mi sa che sei proprio pazzo.” gli dico io con tono ironico. Ma lui non sembra apprezzare la battuta. Ma alzo la manica comunque.
“Lo sapevo...” mormora lui.

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Capitolo 4
*** Uno sguardo al passato. ***



3. U N O S G U A R D O A L P A S S A T O



Lui continua a guardarmi con aria sorpresa e allo stesso tempo preoccupata.

No, ho rovinato tutto un'altra volta! Trovo qualcuno che sembra essere apposto e io che faccio rovino tutto. Qui è il punto. Che ho fatto questa volta per sembrare la strana della situazione? Be', mettetemi un sacco in testa e credo di essere normale a quel punto. Il mio braccio. Che diavolo ha il mio braccio che non va? Ossa, sangue, globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, plasma, muscoli...

Piego la testa da un lato e inizio a fissarlo a mia volta, i suoi occhi sono pieni di dolore e sconforto, ha dei lineamenti perfetti, guardandolo attentamente inizio a notare che vicino all'orecchio la sua carnagione diventa un po' violacea oppure blu, non riesco a capirlo bene a primo impatto, i suoi occhi grigi chiari non smettono di fissare i miei.

Tenta di scendermi la manica della maglietta e di attirarmi a sé ed io guardandolo preoccupata mi allontano velocemente e scappo.

Lo sapevo” mi continua a ripete una voce interiore, sapeva cosa? Che sono una sorta di aliena? Che faccio spaventare i bambini?

Esco dal cancello della scuola e vado avanti verso il piccolo giardino pubblico vicino la scuola e mi siedo lì. Sento delle gocce d'acqua scorrere dai miei occhi, oh mio Dio? Sarà normale? Non mi è mai capitato che l'acqua mi scorra dagli occhi. Ho visto molta gente che lo faceva, ma non pensavo che potesse capitare anche a me, be', come si dice... c'è sempre una prima volta per tutti.

Salgo un po' la manica della maglietta troppo grande per me e avvicino il palmo della mia mano allo zigomo per toccare, le così dette “lacrime”, al tatto le sento calde, è strano toccare l'acqua prodotta dal proprio corpo.

Continuo a “piangere” e senza accorgendomi che una lacrima mi sia finita sul braccio, noto che hanno un colore diverso da quello che ho visto agli altri ragazzi della mia scuola e anche qualche volta a mia madre. Sono verdi, un verde acqua, per essere precisi, avvicino il dito indice al braccio e cerco di toccare l'acqua per bagnarmi la punta del dito e lo strofino su tutto il braccio.

Non molto dopo noto che sul mio braccio appare una scritta: “Ier postum drati, chjipte intoru stasu, licpatek impostur cipterw acstauy laq.”

Sono molto curiosa per il suo significato e cerco di pensare. Cosa può significare?

“Ci sono!” dico io con aria gioiosa. Cerco di tornare indietro con la mente. Si, ci siamo, vedo un uomo e una donna con la mia stessa cicatrice.. Sento una botta in testa e senza rendermene minimamente conto svengo.


Vieni!” dice una ragazzina identica a me da piccola correndo per un prato ad un bambino. Ha i capelli biondi illuminati da alcuni soli. Strano? Dei soli? Sembra strano, ma sembra fare molto caldo. Io sono seduta sotto un albero e un ragazzino mi passa davanti ma non sembra vedermi. Wow! Sono invisibile!
Il ragazzino è vestito in modo molto particolare, con una specie di gonna girata ai bordi. I suoi capelli sono arruffati e biondi come quelli della ragazzina.
Cerco di alzarmi da terra e mi avvicino lentamente ai ragazzini per guardarli meglio.La bambina si ferma e la guardo dritta negli occhi. Ha un'aria così familiare, cerco di avvinare il braccio per toccargli i capelli...

 

 

 

Mi volto e mi trovo in mezzo ad un mercato di cibi e piante particolari, anche qui nessuno sembra notarmi. L'ambiente è così strano, le persone sono così strane! Ma con una cosa in comune, hanno tutti i capelli biondi, tranne, forse una ragazza in lontananza seduta in angolo a toccarsi le mani. Cerco di avvinarmi, passando in mezzo a tutta la folla. Mentre cammino cerco di guardare il più attentamente possibile le persone, mi sembrano tutti così felici e tranquilli.

Mi avvicino e mi siedo vicino a lei e la fisso, lei inizia a dire cose senza senso “Dindiri dindiri da! Quytsa coldn mpra!” è molto strano che non riesca a capire quello che dice, all'inizio almeno quando ho visto quei ragazzini e come se ci fosse stato un traduttore nella mia mente che mi avesse fatto capire quello che dicessero.

Allungo il braccio per toccargli le mani e...


“Sei sicura che stia bene?” sono molto preoccupato per lei. Chissà cosa stia facendo. Con chi stia parlando. Il lato positivo è che tutto questo è per il suo bene, per il nostro. (Sean)


Mi guardo intorno e mi ritrovo in quella che può sembrare una casa. Una casa molto particolare, che allo stesso tempo sembra accogliente. L'ambiente mi sembra molto familiare, credo di essere già stata qui, ma non ricordo esattamente quando, sembra impossibile. La porta è ricoperta da dei rami d'erba scura intrecciati l'un l'altro, le sedie sono basse e di legno, be' somiglia al legno, ma non sono sicura di che materiale sia in realtà. Somiglia al legno, è scuro come il legno del cedro...

Cerco di osservare ogni minimo particolare di questa strana casa, è poco arredata, con qualche mobiletto fatto sempre da quello che può sembrare del legno di cedro.

Mi avvicino alla finestra e noto che un uomo alto con i capelli scuri e gli occhi chiari si sta avviando verso questa casa. Mi volto e sul tavolo trovo una penna e dell'inchiostro, non so di che animale sia, ma sicuramente non di qualcosa che io conosca, ha una consistenza strana e le penne sono rosse.
Prendo della carta da terra e inizio a disegnare il suo volto, ha dei lineamenti perfetti ed è bello come un dio greco, sul naso noto una piccola cicatrice rosa scuro. Allontano i pensieri e mi concentro sul disegno, non sono mai stata brava a disegnare, ma a quanto pare con questa penna riesco a disegnare perfettamente anche il lineamento più irregolare del suo viso.

Quando ho finito piego il disegno e lo metto nella tasca dei pantaloni, neanche me ne accorgo e mi ritrovo dietro una donna bassa con i capelli scuri e gli occhi... non credo che sia possibile quello che sto vedendo, ma la donna sembra avere gli occhi g-i-a-l-l-i... Gialli... gialli come i raggi del sole, come la luce che penetra dalla finestra la mattina presto.
Su Trischa ce la puoi fare! Non sembra difficile, diglielo e basta!” dice lei non molto convinta da quello che gli esce di bocca.
L'uomo ad un tratto entra dalla porta principale e si dirige verso Trischa mostrandogli fiero una piccola piantina.
L'ho comprata al mercato stamattina. Guarda che bella...” prendendogli la mano per fargliela toccare.
Il seme si chiama Alysso, che vuol dire, salvatore di popoli.” si ferma un attimo per guardare l'espressione di sua moglie. “Cresce nella Hgbbgym verso Nord.”
Lei sta lì immobile e non dice niente. Respira profondamente. “Senti Kalel. Lei è nostra figlia.” indicando il suo ventre.
Lui rimane sconcertato dalle parole di Trischa. “Allora la chiameremo...-” mi avvicino e...


Mi sembra di essere nella mia camera, è piena notte e io mi sono strana.

Mi alzo velocemente dal letto e mi avvicino all'interruttore per accendere la luce.

La prima cosa che faccio è avvicinarmi allo specchio. Odio lo specchio. Credo che sia l'oggetto che mi rattrista di più e che mi fa perdere fiducia in me stessa. Ogni volta che mi specchio non vedo una bella ragazza 15enne giovane e piena di vita, vedo soltanto una ragazza con una riga in faccia e gli occhi viola, che da ora in avanti avrà anche le braccia verdi.

Alzo lo sguardo.... no... non è possibile.... non può essere vero... la mia cicatrice è scomparsa!

**Questa è la seconda volta che pubblico il capitolo, non so se qualcuno l'ha notato. Allora, volevo informare ''qualcuno'' che ho fatto parecchie ricerche e che ''alzare la manica della maglietta" è "italiano", non è "dialetto", oppure se qualcuno pensa che sia dialetto, mi dica per favore quale dialetto sia, perchè io davvero non lo so.
Se qualcuno di voi è curioso e vorrebbe vedere il volto dei personaggi, visiti il mio profilo facebook
JJ Novak DW (Autrice-efp) , dove ho pubblicato una foto fatta da me dei due personaggi ''Alyssa e Sean''.
Grazie per l'attenzione.
Kiss kiss JJ.

**

 

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Capitolo 5
*** Cambiamenti in corso ***


4. C A M B I A M E N T I  I N  C O R S O

 

 

Credo che questa sia stata la prima notte nella quale ho dormito per davvero, il pensiero di non aver la cicatrice blu in faccia sta facendo avverare tutti i miei sogni da quando ero bambina.

Apro gli occhi e un po' di luce calda entra dalla finestra della mia camera. Domani ci sarà il ballo scolastico o forse è oggi? Non mi ricordo molto bene, ma so solo che il ballo studentesco e alla porte, e udite e udite, chi è l'unica ragazza della mia classe che non è stata invitata da nessuno? Uhm... io.

Sicuramente come a tutti gli anni Jess mi dirà che non andrà al ballo con il suo ragazzo per andare con me e farmi compagnia. E io gli dirò che va bene per me restare a casa e che guarderò per la centesima volta 'La Sedicesima Luna'.

Ricordo perfettamente il ballo dello scorso anno, luci al neon, musica romantica, ragazzi che si baciano sussurrandosi all'orecchio frasi piccanti, alcol e l'elezione del 'Re e la Reginetta del ballo'. Una cosa veramente patetica per i miei gusti. E poi ci sono quelle ragazze che si distruggono interiormente perché non verranno mai elette 'Reginette del ballo'. Stupide.

Oh Dio! Sono le 7.30 devo sbrigarmi, ma, cosa diavolo diranno i ragazzi della classe quando mi vedranno senza cicatrice? Quella quattro ochette della classe avranno qualcosa da blaterare sull'uso del fondotinta e della cipria. Non voglio neanche pensarci.

Decido finalmente di alzarmi dal letto e mi guardo allo specchio dell'armadio della mia camera. “Evvai! Farai colpo!” mi dice il mio subconscio contentissimo di non avere più quella 'riga blu' in faccia.

Scaccio via i pensieri e apro l'armadio decidendo di prendere un vestito blu con la parte inferiore velata effetto floreale e un paio di scarpe con 5 o 6 centimetri di tacco.

Be' anche se sto andando a scuola perché non vestirsi meglio adesso? Le altre ragazze indossano minigonne e roba varia, questo bel vestitino non mi farà male.

Vado in bagno e poggio i vestiti su un mobiletto grigio vicino al lavandino. Prendo la spazzola da un cestino e la lacca. Lego in una treccia trasversale stile Katniss Everdeen, spruzzo un po' di lacca nei capelli chiudendo gli occhi, quando ho finito poso la lacca al suo posto e tossisco 2 o 3 volte, odio l'odore della lacca.

 

Sto uscendo dalla porta di casa per andare a scuola, sono molto contenta che i miei genitori non mi abbiano vista uscire oppure chi riusciva a sopportare il loro quarto grado su come mi sono liberata della cicatrice che neanche i medici riuscivano a curare...

Oggi sono di buonumore voglio cantare, voglio ballare, voglio saltare urlare! Qualcosa sta vibrando nella mia borsa è il mio cellulare.

“Pronto?” dico curiosa non riconoscendo il numero che mi sta chiamando.

“Girati.” mi ordina una voce da donna e riattacca.

Mi giro velocemente e noto una grande macchina nera che probabilmente mi stava seguendo da prima.

Noto che il finestrino dello sportello anteriore si apre. “Ciao.” sgrano gli occhi per guardare bene il ragazzo che è davanti a me, non ci credo è Sean. Quasi l'avevo dimenticato, tutta quella storia sul braccio luminoso, su quel 'Lo sapevo.' Me ne ero completamente dimenticata, ero così contenta del fatto della cicatrice che non ci avevo pensato affatto.

Non riesco a rispondere al saluto, vorrei chiedere spiegazioni ma è come se le parole non mi uscissero di bocca Lui mi osserva incuriosito, non riesco a capire bene quello che sa succedendo, un attimo prima sono felice di non aver più la riga blu e dopo Sean in questa macchina. Devo chiedere assolutamente spiegazione.

“Che diavolo vuoi!?” sono così nervosa e allo stesso tempo troppo spaventata.

“Calma, calma! Sali in macchina e tutto ti verrà chiarito...” dice lui indicando il sedile della macchina con un sorrisetto.

“Sei pazzo! Io non ci salgo!” non riesco a capire se sia veramente arrabbiata o sorpresa, tutte le sensazione possibili e immaginabili in una.

Apre lo sportello e non mi resta che salire, è molto strano salire nella macchina di quello che a tutti gli effetti può sembrare un perfetto sconosciuto, ma non so, c'è qualcosa di così familiare in lui, a parte i sogni, sembra che lo conoscessi da sempre.

Hnhcuhuk nweq byhft mionuiop xoxnj'” questa volta non sono le solite voci... è una donna seduta nel vicino al posto del guidatore, riconosco la voce è la stessa voce che mi ha parlato al telefono.

“Quelle parole, quella lingua...” sussurro io. Com'è possibile? Qualcuno parla quella lingua... lato positivo non sono pazza!

Quando Sean mi ha parlato e in seguito io mi sono addormentata ho sognato qualcuno che sembrava cantare in quella lingua, ma è stato solo un sogno. Credo.

“Si.” Sean mi sta fissando. “La tua cicatrice è....-” si interrompe un attimo. “-Cryuinh zyua jdjn muqwre stamnkj...” cosa diavolo sta dicendo?! Finisce di parlare e la donna si gira a guardarmi.

“Bene... Al...” mormora lei.

“Alyssa, il mio nome è Alyssa.” io nervosamente. Non capisco niente. Mi sembra di star sognando, forse è così, mi do un pizzicotto nel braccio per svegliarmi. 'Dai! Svegliati!' Chiudo gli occhi e sono ancora dentro l'auto.

“Ok, Alyssa. Non sai perché sei qui, Sean ti spiegherà-” si interrompe e punta lo sguardo su Sean. “-Lomnimy cwerg byunukl xzwqi.” Lui annuisce.

 

L'auto si ferma e io e Sean scendiamo dall'auto. “Oh che sbadato, l'avevo quasi dimenticato! Prendi questo...” estraendo dalla tasca dei sui jeans una scatola, la apre e all'interno che una bellissima collana con un diamante del colore dei miei occhi.

Non ho neanche il tempo di parlare che lui me la mette al collo. E' davvero bella! Lui mi porge uno specchio e mi fa vedere il mio riflesso. “Ti sta benissimo...” mi sussura nell'orecchio.

La campanella suona e lui mi stringe la mano, che ha intenzione di fare? Non ho bisogno di una risposta, lui è bellissimo oggi! Indossa una T-shirt bianca e una giacca di jeans.

Saliamo velocemente le scale ed entriamo in classe scusandoci con Miss MacGreyn per il ritardo sapendo che oggi si doveva entrare alle 7.30 per i preparati del ballo scolastico.

Sono di spalle alla classe poggiata alla cattedra aspettando il momento buono per girarsi e prendere posto in classe. Prendo subito dalla borsa un fazzoletto e faccio finta di pulirmi il naso. Mi volto e tutti mi fissando.

“Oh la ragazza alieno ha scoperto cos'è il fondotinta!” dice l'ex reginetta della scuola Claudette Zefilin, mi mancavano molto le sue battutine. E' appena rientrata dalla sua crociera mediterranea annuale, infatti ha la pelle molto abbronzata che fa risaltare i suo occhi verdi e i suoi capelli castani con un paio di ciocche biondo scuro che fanno risaltare la forma perfetta del suo viso.

Non rispondo e mi siedo al mio posto, sono sorpresa che Miss MacGreyn non abbia detto niente, forse perché non vuole avere guai con sua madre una famosa stilista francese che viaggia sempre per lavoro, forse Claudette è così viziata ed egoista per questo, sua madre non potendo essere sempre al suo fianco tornata dai viaggi la vizia regalandogli borse e vestiti da lei disegnati.

“Hahhahah Claudette, ci fai morire dal ridere, come sempre...” questa è la voce infastidita di Jess.

“Che dolce! La ragazza alieno che ha scoperto il fondotinta e la sua amichetta.” Generalmente quando qualcuno fa battute offensive nei mie confronti tutta la classe si mette a ridere ma non è quello che sta succedendo oggi... molte persone a scuola hanno paura di Jess, è una tosta!

“Claudette sicuramente tu l'avrai scoperto prima di me, se no come come fai ha ricoprirti tutti quei brufoli e punti neri che hai in quella faccia da stronza che ti ritrovi?” ho avuto finalmente il coraggio di dirglielo in faccia, parole sacro sante!

In questo momento c'è silenzio totale in classe, neanche le solite pettegole osano sussurrarsi qualcosa nell'orecchio da spettegolare in giro.

 

La campanella suona, questo vuol dire che è ora di pranzo. Ancora penso che faccia ha fatto Claudette quando gli ho detto quella frase, posso scommettere che qualcuno abbia fatto il video e che stasera tornata a casa accendendo il computer nelle e-mail troverò un sacco di link del video caricato su YouTube.

“Aly!” la voce di Jessica allontana i miei pensieri sbatto velocemente le palpebre per tornare alla realtà mi volto e vicino di lei noto che ci sono quasi tutte le ragazze.

“Sei stata grande!” mi dicono tutte avvicinandosi una alla volta battendomi il 'cinque'.

Ho detto solo la verità cosa c'è di così importante da festeggiare, prima durante la lezione ho sentito distrattamente alcune ragazze parlare di una festa alla 17.00 o alle 17.30 per festeggiare la vergogna che ho fatto provare a Claudette in classe. E dopo sarei io quello strana...

Vado in mensa e il cellulare vibra di nuovo è un messaggio.

Mamma: Quando esci da scuola torna subito a casa, dobbiamo parlare.

Io: Ok. Ti voglio bene <3

Mamma: Anche io.

 

Chissà di cosa mi dovranno parlare, Miss MacGreyn avrà chiamato a casa dicendo che ho detto qualcosa di sconveniente in classe. Ti pareva!

 

**
Ciao a tutti! Mi scuso per il ritardo nella aggiornamento,
non ho avuto internet e lo sapete che con il cellulare non potevo aggionare.
Spero che questo capitolo vi piaccia. Recensioni gradite come sempre :-+
Sono arrivata al settimo.
***

 

 

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Capitolo 6
*** Dilly e Stilly ***


 

5. D I L L Y E S T I L L Y

 

Allora...” nella voce della mamma percepisco un accenno di preoccupazione.

Sono seduta nella piccola poltroncina davanti al divano in pelle nera, non capisco come mai non ci sia anche papà, forse sta ancora lavorando in ufficio, come al solito.

Io la guardo curiosa e allo stesso tempo preoccupata, vorrei parlare, ma è come se avessi un nodo alla gola e le parole non vorrebbero uscire dalla mia bocca. Devo cercare di tranquillizzarmi, pensare un po' al positivo.

Alzo gli occhi al cielo e noto una piccola crepa nel soffitto color pesca, ricordo ancora il giorno che abbiamo ristrutturato casa e riverniciato le pareti. Io ho avuto la possibilità di riverniciare le pareti della mia camera di un bel colore crema. Adoro quel colore, anche le lenzuola della mia camera sono color crema.

Lei tossisce e io allontano velocemente i miei pensieri.

“C'è una cosa che io e papà non ti abbiamo detto, cara...” qualcosa che non mi hanno detto? Cosa? Cosa? Ok. Ora sono veramente preoccupata! Mamma e papà non mi hanno mai nascosto niente, mi hanno sempre detto la verità e le cose che succedevano in famiglia.

“Ti sei mai chiesta perché, tu sei, in un certo senso 'diversa' dagli altri?...” si ferma e prosegue subito “a proposito sono molto contenta che la 'riga blu', come la chiami tu sei sparita.” e fa un piccolo sorrisetto rassicurante.

Magari dovrei dire qualcosa, ma non posso, le parole non vogliono uscire dalla mia dannata bocca...

Be' mi sono sempre sentita diversa rispetto agli altri ragazzi che conosco, loro non hanno gli occhi viola, e hanno o meglio avevano una riga blu in faccia.

Sto cercando di capire quello che voglia dirmi ma è molto difficile farlo. Non riesco a decifrare bene la sua espressione, se sia preoccupata o contenta.

“Forse e meglio che ti racconti tutto dall'inizio...” si alza dal divano e mi porge la mano per alzarmi dalla piccola poltrona e ci dirigiamo verso la camera dove la mamma fa il bucato. Lì c'è un grande armadio color mogano e lo apre. Prende, quello che ha tutti gli effetti può sembrare l'album dove tiene le foto di quando ero piccola.

Torniamo in salotto e riprendiamo i nostri posti; la mamma apre l'album e lo gira verso di me sfogliando le foto di quando ero piccola. Sembrerà strana, ma non vedo alcuna riga blu e occhi viola.

Indica con il dito una foto di tutta la famiglia di quando avevo circa 5 o 6, noto una piccola sfumatura blu sulla guancia, che crea un riga nel mio volto.

“Non sei stata sempre così.” dice chiudendo l'album e poggiandolo in un mobiletto bianco vicino al divano.

Se non sono stata sempre così, la domanda è. Perché diavolo crescendo le cose sono peggiorate? Cioè questa dannatissima riga, com'è apparsa? E com'è scomparsa?

“Tanti anni fa, precisamente 15 anni fa... io e tuo padre non riuscivamo ad avere dei figli, il dottore ci diceva di provare e provare, e l'abbiamo fatto, ma senza nessun risultato. Un giorno al telegiornale si parlava che ad Atlantic City ci fosse stata una pioggia di meteoriti, io e tuo padre abbiamo sempre amato l'universo e qualche giorno dopo ci siamo recati ad Atlantic City per vedere da vicino con gli altri turisti quello che era successo.

Avvicinandoci nel luogo dove ci fu questa 'caduta di meteoriti', notammo non molto lontano una piccola scatola di metallo, che produceva, un verso, il verso che fa un neonata quando piange. Tuo padre volle vedere da più vicino e la prese da terra e la portammo a casa senza dire niente a nessuno.

Arrivati a casa la tentammo di aprirla con qualsiasi mezzo che conoscevamo. Un pomeriggio accesi la radio in una stazione dove stavano trasmettendo qualcosa di incomprensibile, non sembrava neanche una lingua umana...” - quelle voci che sentivo io, ne sono sicura - “...passarono 1 o un 1 minuto e mezzo e la scatola si aprì, oh..c'era una piccola bambina con i capelli scuri e lunghi, già da piccola immagina, era così carina... e immagina chi poteva essere?” e subito dopo mi fa un sorrisetto.

Rispondo subito. “Io.” è la prima parola che dico da quando ha iniziato a parlare, finalmente sono riuscita a dire qualcosa.

“Si tu. Muovevi quelle manine... caspita me lo ricordo come se fosse oggi...” sembra molto felice, saranno stati bei ricordi quelli... Ma io non credo a niente di quello che mi sta dicendo, forse avrà bevuto qualcuno dei suoi soliti drink che le sta facendo dire queste sciocchezze. A scuola mi chiamano 'la ragazza alieno' e adesso mi sta venendo a dire che lo sono davvero?! Cose da non credere. Basta non voglio sentire più queste sciocchezze. Con noncuranza

mi alzo dalla poltrona e stringo forte la collana che mi ha dato Sean, anche se non capisco per quale motivo me l'abbia data, so solo che mi piace tanto.

“Basta non voglio ascoltare più le tue scemenze!” dico io nervosa. Lei fissa la collana indicandola e sgrana gli occhi.

“Dove l'hai presa quella?” i suoi occhi stanno quasi da uscire dalla orbite, che reazione esagerato per aver visto una nuova collana.

“Me l'hanno regalata...” io avviandomi alla porta. Non credo a nulla di quello che mi ha appena detto, sciocchezze e basta, mi fa sentire male pensare quello che ha detto in precedenza.

Esco senza dare spiegazioni non dandogli neanche il tempo di aprire bocca.

 

Non so dove andare, ho solo 30 $ con me, mi recherò al negozio per fare compere, voglio comprare un vestito per il ballo e un prezzo ragionevole. Non non so perché ma mi viene voglia di giocherellare con la collana, la stringo forte pensando al negozio e al vestito che vorrei comprare.

Tti sstarebbe, mmolto, bbene..qquel vvestito...”che voce strana non riesco a capire da dove proviene, cammino sul marciapiede e vedo due piante muoversi.

Un fiore alza un foglia ed è come se mi indicasse. “Ssi aa tte sstarebbe bbene iil vvestito ggiallo...” sono incredula a quello che sto vedendo, una pianta mi sta parlando... mi strofino forte gli occhi e vede lei sue voglie indicarmi ancora, il gambo si avvicina alla pianta vicino. “Mma cci ssta bbene ccon lla ttesta?” l'altra pianta non risponde, ma sembra russare... “Stilly! Ssvegliati!” e con una foglia gli da' un ceffone.

Ssi, cclorofilla, vverde...” è molto confusa, è una scena troppo divertente.

Hhai ccapito qquello cche tti hho ddetto?” gli chiede la prima pianta. Non ci posso credere le piante parlano, ora sono ufficialmente pazza.

“Scusate se vi disturbo, ma voi chi sareste? Io sono Alyssa.” dico io curiosa di sapere quello che sta succedendo e chi siano queste graziose piante parlanti.

Iio ssono Stilly ee ll'aaltra è Dilly. Ssiamo ddelle ppiante pparlantine, mma lla nnostra sspecie vviene cchiamata ssemplicemente 'pparlantine'.”

Ok sto parlando con delle 'parlantine', non è normale sicuramente. Hanno un'aria simpatica. Vorrei tirarle dal terreno allungo la mano e ne tiro una.

Hhey bbella mmani aapposto! Nnon ppuoi ttirarmi dda tterra ssolo pperché ssei lla rragazza ddella ccon qquella ccollana!” urla Dilly molto arrabbiata.

I suoi petali sono gialli e quelli di Stilly sono blu, sono bellissime entrambe.

“Uhm, scusa... La ragazza con la collana dicevi?”

Dilly, aascolta ccome pparla iin mmodo sstrano! Ffa mmorire ddal rridere!” scoppia subito a ridere. Sarei io quella che parla in modo strano qui?

Prendo un vaso sul muretto dei vicini e ci metto un lo riempio di terra con una paletta di plastica da spiaggia. Tiro prima Dilly e dopo Stilly e le metto nel vaso ricoprendo le loro radici con la terra che ho raccolto.

Stringo di nuovo la collana e capisco che stringendola loro riescono ad ascoltare i miei pensieri e a parlare con me.

Prima mia madre e la storia della scatola di metallo e ora Stilly e Dilly le piante parlantine. Cosa succederà ancora?



**
Brevi news: Allora la storia durerà ancora altri 1-2 capitoli,
è previsto un seguito
confermerò alla fine della storia.
-Il finale lascerà tutti voi a bocca aperta-
Per maggiori informazioni lascere una recensione con una domanda.
Risponderò al più presto.
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Capitolo 7
*** La verità non fa più paura ***


6. L A V E R I T A ' N O N F A P I U' P A U R A

 

 

Stilly e Dilly sono proprio molto simpatici, continuano a litigare fra di loro. Siamo arrivati da poco al negozio dove posso comprare il vestito per il ballo di questa sera. Ho deciso di spegnere il telefono così che mia madre non possa contattarmi... anche se ho incontrato le parlantine non riesco a credere a tutto quello che mi ha detto prima; pioggia di meteoriti, scatola di metallo... non so, ma, c'è una parte di me stessa che non vuole credere a quello che mi ha detto.

Vorrei ascoltare anche la versione di mio padre, lui non è un tipo che mente spesso, be' non credo che mia madre abbia mentito, tuttavia credo che quello che abbia detto sia impossibile.

Ancora non riesco a capire perché la riga blu sia scomparsa e perché quando sono nata non ce l'avevo, cioè è apparsa con il passare degli anni.

“Hey! Finitela di litigare e cercare di ascoltare quello che vi dico! Sapete perché la mia riga, cicatrice, blu sia sparita dal mio volto?” penso che loro possano darmi una risposta, sapevano di questa collana e di tutto il resto da quello che hanno tentato di spiegarmi strada facendo.

Con la mano destra stringo ancora una volta la collana e Dilly alza la foglia in un lampo.

Ccicatrice, ttu ssei lla rragazza ddella ccicatrice bblu? Eed è ssparita... ttu hhai vvisto lla rragione, ii ttuoi ppoteri ssi sstanno ssviluppando, pper qquesto rriesci aa ssentirci.” cerca di spiegarmi ma io ancora non capisco bene quello che intende. I miei poteri? Poteri che si stanno sviluppando? Sono confusa.

Sono come dire, una ragazza, speciale...

“Ok. Adesso cerchiamo il vestito per il ballo, abbiamo molto tempo per parlare.” sto cercando di cambiare argomento, è meglio occuparsi del ballo di questa sera e del fatto che come al solito non sono stata invitata.

Le parlantine non rispondono ma credo che abbiano capito che preferisco parlane dopo, quando il ballo sarà concluso, al momento sorge un altro problema. Dove porterò le parlantine? A casa non di sicuro.

 

Mi avvicino al vestito fucsia scuro con alcuni fiori grandi di contorno color nero, lo ritengo ideale per l'occasione.

Controllo se ci sia della mia taglia e neanche lo provo so già che mi va bene, è come se lo percepissi guardando il vestito di cotone. Ci sono tanti bei vestiti; bianchi di lino, gialli di seta, ecc.

Vado alla cassa e lo paga con i 30 $ che avevo nella borsa della scuola, li porgo alla cassiera che mi fa lo scontrino, è molto gentile, la ringrazio e metto il vestito nella busta che mi da.

Quando esco decido di accendere il cellulare e noto che ho 3 messaggi vocali e 5 chiamate perse. Mamma, Mamma, Jess, Mamma, Jess, Jess, Sconosciuto, Sconosciuto, Mamma.

Certamente il numero sconosciuto sarà Sean o quella donna con lui nella macchina. Il telefono squilla: Sconosciuto.

“Si?” sono tranquilla in questo momento, ho acquistato un bellissimo vestito per il ballo, che mi starà alla perfezione, non c'è nulla per il quale essere tristi. Mancano solo le scarpe che andrò a comperare con Jess.

Ancora non risponde nessuno sento solo il rumore di una macchina, mi volto e un auto è ferma accanto il marciapiede.

So che è Sean perciò mi fa entrare in auto, ha due buste accanto a lui, evidentemente dovrà andare al ballo con qualcuno questa sera.

“Dobbiamo parlare. Quello che ti ha detto tua madre è vero-” tento di aprire la bocca per rispondere ma la chiudo poco dopo. “-allora, lassù sono nei guai, seri guai, tu sei la nostra salvatrice, comunque ti è piaciuta la collana? Carina vero? L'ho portata io personalmente da Trarin. Il diamante è dello stesso colore dei tuoi bellissimi occhi, somigli così tanto a tua madre...” 'Somigli così tanto a tua madre' ? 'Salvatrice' , 'Collana', 'Trarin'... Sto iniziando a credere a tutto questo.

La verità non fa più paura.

'Allora, il mio nome è Alyssa, 15 anni fa c'è stata una pioggia di meteoriti ad Atlantic City e un umana di nome Lydia mi ha trovata dentro una slcatola di metallo. Vengo da Trarin e sono la salvatrice del mio popolo. Quando piango il mio braccio si illumina e andando indietro nel tempo i miei poteri guariscono quello che mi fa star male, come nell'esempio della mia cicatrice, per mezzo di una collana con un diamante viola riesco a parlare con le piante.'

Forse un giorno potrò presentarmi con qualcuno dicendo queste parole...

 

“Ok. Adesso potrei scendere?” dico io seccata, facendo una smorfia.

“No.” è molto serio e mi sta fissando.

'No' Che razza di risposta è no? Mio caro io scendo e come, con disinvoltura mi giro e cerco di aprire la macchina, c'è la sicura non si apre.

“Devo invitarti al ballo. Perciò, vuoi venire con me al ballo?” dopo tutto quello

che mi ha detto mi chiede se voglio andare al ballo con lui...

Voglio andarci? Be', questo è poco ma sicuro. Lui è bellissimo i suoi occhi color ghiaccio, il suo modo di fare... Diciamo che mi piace.

“Uhm... forse...” dico senza pensarci due volte. Adesso capisco quelle buste, voleva invitarmi al ballo, mi do un cinque interiormente e la sua domanda mi fa tornare alla realtà

“Forse? Si o no?” ma che diavolo certo che voglio andarci!

“Si. Alle 19.00 vieni a prendermi sotto casa mia, voglio che mio padre veda che so parlare con i ragazzi e che questa volta andrò al ballo con qualcuno e che la Sedicesima Luna lo vedrò un altra sera.” Non ci credo l'ho detto sul serio. Ho detto tutto quello che pensavo. Adesso il coraggio non mi manca, bene, molto bene. Sean mi fissa a bocca aperta. Non riesce neanche lui a credere a quello che ho detto e specialmente che l'ho detto!

Un rumore fa alzare la sicura della macchina e io decido di scendere senza salutare.

Prendo il cellulare e il mio riflesso è sullo schermo. No! No! No! Una piccola cicatrice con le sfumature blu sta apparendo lentamente sul mio volto... E adesso?




**
Siamo già alla fine! Wow!
ll finale è in sospeso adoro i finali in sospeso.
Non so se avrà un seguito, bo forse.
Mi è piaciuto scrivere questa storia.
Grazie a tutti
**

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