Un caso per la vita

di Giansen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un inizio terribile ***
Capitolo 2: *** La testimone ***
Capitolo 3: *** A fine giornata ***
Capitolo 4: *** Le prime presentazioni ***
Capitolo 5: *** L'inevitabile ***
Capitolo 6: *** Il secondo tutore ***
Capitolo 7: *** Serata in famiglia ***
Capitolo 8: *** Vicolo cieco ***
Capitolo 9: *** Per un po' di pace ***
Capitolo 10: *** Colpo basso ***
Capitolo 11: *** Autodifesa ***
Capitolo 12: *** Reazioni ***
Capitolo 13: *** Messaggi ***
Capitolo 14: *** Vendetta ***
Capitolo 15: *** Togliersi un peso ***
Capitolo 16: *** Denunce ***



Capitolo 1
*** Un inizio terribile ***


Note:

È la mia prima Fanfic in assoluto spero con tutto il cuore che vi piaccia, accetto volentieri consigli, recensioni e commenti, per favore non siate troppo cattivi! Buona lettura.

 

 

 

Era una mattina come tante altre, Tony sapeva che lo aspettava un caso particolare, come tutti i giorni si alzò presto per andare a fare la sua corsetta quotidiana nel parco vicino a casa che terminò verso le 7.00, fece una doccia, si vestì e si diresse, allegro come sempre, alla sede dell' NCIS per iniziare la sua giornata lavorativa.

Guardò l'orologio e notò con grande stupore di essere in anticipo così decise di passare al bar a prendersi un caffè ma non fece in tempo ad aprire la porta che il cellulare squillò

«Dinozzo»

«Sono Gibbs, vieni subito in ufficio, abbiamo un nuovo caso»

«Volo capo!» e terminò la chiamata «mi sembrava troppo bello riuscire a prendere un dannatissimo caffè» e sbuffando si incamminò. Il bar in cui era quasi entrato si trovava a cento metri dalla sede ma mentre stava aspettando per attraversare la strada, una macchina sfrecciò nella pozza davanti a lui che si era formata con la piovuta del giorno prima; l'autista del veicolo vedendo il danno fatto si fermò di colpo e quando scese per scusarsi trovò l agente bagnato fradicio da capo a piedi che cercava inutilmente di strizzare la cravatta, con uno sguardo omicida negli occhi. L'uomo si avvicinò mortificato e si scusò più volte col giovane che minacciava di arrestarlo.

«Mi scusi signore non avevo proprio visto quella pozza, tenga» disse l' uomo allungando un bigliettino a Dinozzo «mandi pure a questo indirizzo il conto della lavanderia che glielo pago io»

«le arriverà presto!» disse Dinozzo spazientito con tono minaccioso, l'uomo si scusò ancora e si congedò.

«questa giornata è già iniziata abbastanza male prima il mio mancato caffè e adesso questo... per non parlare della predica che mi farà Gibbs per lo stato in cui sono e per il ritardo!» disse guardando l'orologio «dovevo ascoltare l'oroscopo che stamattina mi ha detto di rimanere a casa!».

Tony uscì dall'ascensore e, creando pozzanghere ad ogni passo, si avviò alla sua scrivania dove con sua grande sorpresa vide che Gibbs non era ancora arrivato così decise di raggiungere gli spogliatoi prima che i colleghi lo vedessero in quelle condizioni ma da dietro qualcuno lo chiamò

«Tony! Hai litigato con l'asciugatrice?» lo prese in giro Ziva

«No! Non uscirei mai di casa in questo stato!»

«E cosa ti è successo?» si intromise Mcgee

«Mio caro Mcficcanaso, una macchina è passata in una pozza, io ero lì e mi ha lavato... tu non avresti un cambio da prestarmi?»

«Si ma ti conviene fare in fretta... Gibbs è particolarmente di cattivo umore e lo sai che tu sei il suo bersaglio preferito per sfogarsi!»

«Grazie Mcgee senza le tue pillole di saggezza sarei perso! Vado prima che arrivi anche se mi sembra strano che non sia già spuntato dietro di me... ci dev'essere qualcosa che non va» ma nel momento esatto in cui Tony entrava nello spogliatoio un urlo fece tremare tutto l'ufficio «DINOZZO!» tutti quelli che stavano lavorando si fermarono per guardare la scena, molti iniziarono a pregare per il loro collega mentre il diretto interessato si aggrappò alla maniglia per tenersi in piedi e con una voce pacata che non voleva uscire rispose «Si capo?» e in quel momento la furia di Gibbs si scatenò contro il giovane agente non solo per il ritardo ma anche per lo stato in cui si era presentato e per non aver compilato i rapporti del giorno prima, cosa che Tony aveva completamente dimenticato. Dopo un sonoro scappellotto che risuonò in tutta la sede Gibbs si avviò alla sua scrivania e rivolgendosi al resto della squadra disse «Prendete le vostre cose abbiamo due tenenti scomparsi e una testimone»

«Subito capo» risposero all'unisono Ziva e Mcgee.

«Capo io...»ma Dinozzo non riuscì a terminare la frase che Gibbs lo zittì «Tu resta qui a compilare i rapporti dell'ultimo mese e non alzarti da quella sedia fino a che non hai finito!» la squadra gli passò accanto, Ziva gli diede una pacca sulla spalla e Mcgee gli consigliò seriamente di farsi controllare da Ducky la testa vista la possibilità di un trauma cranico dovuto allo scappellotto di poco prima, poi scomparirono dietro alle porte dell'ascensore e Tony dopo essersi cambiato e aver preso del ghiaccio da mettere sulla nuca si mise al lavoro rimpiangendo nuovamente di non aver dato ascolto all'oroscopo.

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Capitolo 2
*** La testimone ***


Note:

Premetto che non sarò sempre così veloce ad aggiornare la storia... quello che ho pubblicato ieri era l'introduzione e con questo capitolo inizia ufficialmente... in generale ho intenzione di aggiornare ogni settimana, anche prima se riesco! Spero che l'introduzione vi sia piaciuta ma adesso si fa sul serio! Aspetto con ansia le vostre recensioni! Buona lettura.

 

 

 

Quella mattina per Gibbs era già iniziata male e ancora non sapeva che sarebbe solo peggiorata; infatti appena arrivarono alla casa dei tenenti rapiti per parlare con la testimone ebbero una brutta sorpresa

«Agente Gibbs sono mortificato, io e gli altri agenti ce l'abbiamo messa tutta, ci siamo davvero impegnati, non so cosa sia andato storto...» l'agente Dorneget era più agitato che mai, stava sudando e sembrava un condannato che andava al patibolo

«Calmati e dimmi cosa è successo» gli chiese Gibbs stranamente tranquillo... quasi inquietante. A quello il giovane agente cercò tutta la forza in suo possesso per dirglielo... poi aprì bocca

«Agente Gibbs abbiamo perso la testimone» disse tremante

«come avete perso la testimone?!» Gibbs cercava di mantenere la calma e le parole gli uscivano dalla bocca come dei sibili taglienti «inviate immediatamente un avviso di ricerca... si può sapere chi é?! Deve essere bene addestrata se è riuscita a scappare ad un gruppo di agenti» a queste parole Dorneget si irrigidì ancora di più... in quel momento realizzò che la sua vita sarebbe terminata a breve e, prendendo un respiro profondo a ogni parola, disse

«Veramente la testimone è la figlia dei tenenti»

«E quanti anni ha questa figlia?»

«.. sedici...» in quel momento Gibbs si infuriò e non risparmiò nessuno... neanche Ducky e Palmer «Come diavolo avete fatto a perdere una ragazzina di sedici anni?! E non una ragazzina qualunque ma la testimone di un rapimento! Stiamo parlando di una ragazza che ha appena visto rapire i suoi genitori che probabilmente è sotto shock e terrorizzata e voi l'avete persa?!»

«Gibbs quella ragazza è tutt'altro che spaventata... era serena! Quando siamo arrivati per la segnalazione fatta dal vicino di casa lei stava guardando un film e appena ci ha visti ha iniziato a parlare senza fermarsi di tutto tranne che del rapimento! Io sono rimasto a bocca aperta per la sua lucidità e lei mi ha anche preso in giro per questo! Poi ha detto usciva a fare una telefonata agli zii per avvisarli che andava da loro e da quel momento è scomparsa!» Dorneget cercò di giustificarsi in qualsiasi modo ma la descrizione della ragazza suscitò un tale stupore in Gibbs che riuscì a placare la sua ira, quando si riprese dai suoi pensieri chiese svelto «Ducky voglio un analisi psicologica completa di questa ragazza, Ziva tu aiuta gli altri agenti ad analizzare la scena del rapimento, Mcgee tu accompagna Dorneget da Abby per fare l'identikit» dopo aver finito Ducky inizio la sua analisi «Per la mia esperienza Jethro ti posso assicurare che questa ragazza non è fredda come vuol far credere di essere proprio come in quel caso a Londra nel 1985 quando ero...»

«Ducky!» lo richiamò severo Gibbs.

«Si giusto, stavo dicendo che secondo me non era particolarmente legati ai genitori per questo la loro scomparsa non la turba troppo, dev'essere una ragazza indipendente che non ha mai ricevuto molto affetto ma che nasconde tutte le sue debolezze dietro una maschera; questa maschera la rappresenta felice sempre pronta a scherzare e a prendere in giro, probabilmente con una certa tendenza a cacciarsi nei guai ma comunque molto intelligente e furba quando serve... per come l'ha descritta l'agente Dorneget questa ragazza potrebbe essere una Dinozzo» a queste parole Gibbs rimase stupito, non sapeva cosa dire, come poteva esistere un'altra creatura stramba, particolare e unica come il suo agente? Certo lo faceva arrabbiare spesso con le sue trovate ma era fondamentale il suo ruolo nella squadra dopo tutti questi pensieri quello prevalente nella testa di Gibbs fu “quando troverò questa ragazza dovrò tenerla lontana dalla squadra e soprattutto da Tony!” poi si limitò a ringraziare il dottore e a dirigersi alla sede da Abby.

 

In quel momento Dorneget e Abby avevano appena finito l'identikit quando Gibbs, puntuale come un orologio, si presentò a chiedere degli aggiornamenti

«Cosa abbiamo Abby?» tuonò come sempre con il suo tono burbero

«Abbiamo il volto della testimone Gibbs!» annunciò soddisfatta la giovane scienziata mentre faceva apparire sullo schermo l immagine di una ragazza «Ho inserito il volto nel database che stranamente mi ha dato un risultato! Questa ragazza era già stata accusata di pirateria informatica, niente di grave solo troppe canzoni e film scaricati illegalmente, ed essendo minorenne i genitori si sono limitati a pagare una multa» continuò la goth intanto Gibbs analizzava l'immagine di quella ragazza, alta 1.65 m, magra, capelli corti e castani come gli occhi, il volto lineare e uno sguardo sveglio per una ragazzina della sua età, continuava a fissarla mentre si chiedeva dove poteva essersi nascosta mentre Abby continuava ad informarlo sulla ragazza «Si chiama Jade Harris figlia dei tenenti Mary Rossi, di origini italiane, e Sean Harris; la ragazza frequenta la scuola pubblica qui a Washington DC non è mai stata sospesa ma ha passato molti pomeriggi in detenzione a causa di scherzi ai danni dei compagni. Abbiamo già cercato di rintracciare il segnale GPS del suo smartphone ma è stato inutile... sta tenendo il cellulare spento e sta effettuando tutti i pagamenti con contanti anche se è in possesso della carta di credito dei genitori... è furba Gibbs!»
«Avete già provato a rintracciare gli zii da cui ha detto che andava?» 
«Si abbiamo fatto una ricerca sui suoi parenti ma qui in America non ha nessuno... quella di telefonare agli zii era solo una scusa per scappare!» Abby terminò il suo discorso e Gibbs, che aveva ascoltato con attenzione ogni singola parola, ringraziò Abby e si avviò al piano superiore per vedere se gli agenti avevano trovato qualcosa.

 

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Capitolo 3
*** A fine giornata ***


Note:

Anche questo capitolo sono riuscita a pubblicarlo prima del previsto... spero che vi piaccia! Voglio fare un ringraziamento particolare a Antney, frencia92 e redbullholic che con le loro recensioni mi danno l'ispirazione e mi motivano ad andare avanti quindi... Grazie!

Buona lettura!

 

 

 

 

Jade ormai era stanca di camminare senza una meta e visto che si era fatto buio decise di cercare un posto dove dormire la notte e magari mangiare qualcosa. Appena raggiunto l'hotel più vicino entrò e si diresse alla reception con passo sicuro

«Salve vorrei una camera singola per stanotte»

«Ho una camera libera ma non posso dartela senza un documento che mi dimostri che sei maggiorenne» rispose calmo il proprietario

«Senta, ho una proposta da farle...» Jade si alzò sulle punte e si avvicinò all'orecchio dell'uomo sussurrando «Se tu mi lasci la camera solo per questa notte te la faccio trovare libera domani alle 7 di mattina e te la pago subito in contanti con gli interessi»

L'uomo rimase stupito dalla proposta della ragazzina che, dall'arredamento scadente dell'hotel, aveva subito capito che era in crisi e che le avrebbe ceduto la camera per qualche soldo in più, così il proprietario le consegnò le chiavi della stanza e mentre la ragazza si incamminava l'uomo continuava a domandarsi dove l'aveva già vista; dopo aver passato un'ora a riflettere capì di averla vista sulla lista delle persone ricercate dalle autorità, controllò nuovamente e il suo dubbio divenne una conferma così prese il telefono e contattò la polizia.

 

 

Quando le porte dell'ascensore si aprirono Gibbs ne uscì con passo sicuro e frettoloso al tempo stesso, voleva trovare la testimone il prima possibile per poter continuare il caso del rapimento dei tenenti e sapere che questa era una semplice adolescente lo faceva innervosire il doppio, quasi quanto il fatto di vedere Tony in piedi a chiacchierare allegramente con Ziva e Mcgee i quali gli stavano descrivendo dettagliatamente la scenata che Gibbs aveva fatto a Dorneget quella mattina; quando i due agenti videro il loro capo si zittirono immediatamente

«E poi cosa è successo? Lo ha picchiato? McInformatico hai fatto il video vero?»

«Ti stai divertendo Dinozzo?» chiese all'agente che, appassionato dall'argomento, non si era accorto dell'arrivo di Gibbs

«No capo, per niente! Ho finito tutti i rapporti dell'ultimo mese, li ho messi sulla tua scrivania e stavo solo chiedendo degli aggiornamenti sul caso» rispose immediatamente sperando di aver detto la cosa giusta, perchè con uno come Gibbs una risposta sbagliata in una giornata storta (cioè la maggior parte delle sue giornate) poteva avere conseguenze gravi soprattutto se a dirla era proprio Dinozzo. Gibbs si limitò a lanciargli un occhiataccia poi chiese degli aggiornamenti agli altri due agenti

«Abbiamo inviato la foto e la descrizione della nostra testimone a tutte le autorità e abbiamo aggiunto Jade alla lista dei ricercati» iniziò Mcgee

«Non abbiamo ancora nessuna segnalazione» concluse Ziva con uno sguardo dispiaciuto, in quel momento Mcgee si alzò gridando «Capo abbiamo una segnalazione! Proviene da un hotel qui vicino, il proprietario dice di aver dato una camera a una ragazzina corrispondete alla foto e che per non mostrare i documenti si è offerta di pagare il prezzo con gli interessi!»

«È sicuramente lei! Andiamo!» tutta la squadra prese lo zaino in spalla e si avviò all'ascensore ma Gibbs si bloccò davanti a Dinozzo «Tony vai a casa hai già fatto molto oggi e poi non ti sei ancora cambiato, potresti ammalarti e non me ne faccio niente di un agente malato!» Dinozzo lo guardò perplesso poi senza fare domande prima che cambiasse idea, si preparò per andare a casa e, dopo aver salutato i colleghi che lo guardavano con invidia, si diresse alla macchina. Tutti guardarono Gibbs chiedendosi se fosse pazzo ma in realtà lui sapeva esattamente cosa stava facendo; aveva lasciato andare a casa Dinozzo poiché sapeva che a breve avrebbero arrestato la testimone ed essendo a conoscenza della somiglianza caratteriale dei due non avrebbe dovuto passare il resto della serata a cercare di tenerli lontani, cosa che sarebbe stata estremamente difficile visto il loro carattere e la loro tendenza ad infrangere le regole.

 

 

Jade aspettò che l'acqua della doccia diventasse calda e creasse l'effetto “sauna”, che lei adorava, nel bagno. Quando vide lo specchio abbastanza appannato si spogliò e entrò nella doccia, sotto al getto d'acqua calda ripensò alla giornata che finalmente si stava concludendo; ripensò al rapimento dei suoi genitori, a ciò che aveva visto, a quando sono arrivati gli agenti e al tempo trascorso a girovagare poi finalmente in un posto sicuro come la doccia chiuse gli occhi e si lasciò andare per quello che è, iniziò a piangere quelle lacrime che aveva trattenuto tutto il giorno, si rannicchiò nell'angolo e spaventata come poche volte si concentrò sul rumore dell'acqua promettendosi che non avrebbe più pianto per lo stesso motivo di nuovo e che dal momento in cui avrebbe messo il piede fuori dalla doccia sarebbe tornata quella di sempre, forte e sicura anche più di prima. 

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Capitolo 4
*** Le prime presentazioni ***


Note:

Eccomi con un nuovo capitolo! Non voglio farvi perdere tempo perciò ringrazio tutti quelli che stanno leggendo e vi lascio in pace!

Buona lettura :)

 

 

Jade si era appena rivestita dopo la doccia quando sentì bussare alla porta della camera, si fermò immobile per non fare rumore e da fuori sentì

«Jade! Sappiamo che sei li dentro!» la ragazza prese velocemente la sua borsa e uscì di corsa dalla finestra scendendo dalla scala antincendio. Dietro di lei la seguiva a ruota Ziva che appena si era accorta della fuga della ragazza si era sporta dalla finestra e vedendola ancora vicina aveva deciso di correrle dietro, era molto veloce ma proprio quando pensava di averla persa dietro un angolo, da questo spuntò Gibbs che teneva Jade in spalla come un sacco di patate, la quale cercava invano di liberarsi dalla presa dell'uomo mentre si lamentava. Gibbs, dopo averla fatta scendere, la fece salire in auto e si sedette dietro con lei che continuava a lamentarsi durante il viaggio alla sede

«Chi diavolo siete voi? Cosa volete da me? Non ho commesso nessun reato e non potete trattenermi! Lasciatemi andare... subito!»

«Sono l'agente Gibbs dell'NCIS, sappiamo che hai assistito al rapimento dei tuoi genitori e abbiamo bisogno di sapere cosa hai visto per poter continuare le indagini» nel frattempo avevano raggiunto la sede dove i servizi sociali, un uomo alto e magro sulla quarantina con la faccia da carogna, attendeva impaziente l'arrivo di Jade.

«Jade! Finalmente ti hanno trovata ero così in pensiero per te!»

«Non fingere Jack sappiamo entrambi che non sei capace!» rispose la ragazza all'uomo, che rispose con un occhiataccia

«Così voi due vi conoscete già?!» s'intromise Gibbs

«Si agente Gibbs, ero stato assegnato al caso di Jade quando aveva avuto dei problemi con la legge l'ultima volta ed è rimasta nel nostro centro di accoglienza per una settimana. Ci siamo spaventati tutti quando abbiamo saputo del rapimento dei suoi genitori e della sua scomparsa!» Gibbs guardò torvo l'uomo e con il suo solito tono burbero aggiunse rivolgendosi alla ragazza

«Hai ragione non è capace di mentire!» Jade sorrise soddisfatta guardando con aria di sfida Jack il quale era rimasto pietrificato e senza parole poi Gibbs proseguì con un tono amichevole e complice

«Allora Jade posso sapere perchè sei scappata?»

«Non volevo tornare da lui...» disse indicando Jack «...e dagli altri dei servizi sociali, ho pensato che questa era la mia occasione per sparire e iniziare una nuova vita da qualche altra parte»

«Ma cosa stai dicendo?» si intromise Jack con un sorriso forzato «l'ultima volta ti sei trovata bene» continuò appoggiando un mano sulla spalla della ragazza e stringendola per cercare di intimorirla cosa che non fece effetto

«È inutile che fai forza sulla spalla, è un brutto posto il vostro centro d'accoglienza... non c'è neanche un lettore DVD!» a quelle parole a Gibbs suonò un campanello d'allarme in testa “non è possibile che anche lei sia un appassionata di film come Tony, mi rifiuto di crederlo”

«Agente Gibbs» lo riportò all'attenzione la ragazza «se mi affidate ai servizi sociali non dirò una parola su quello che ho visto, sono disposta a rinunciare ai miei diritti di minore se mi promette che quando avrò testimoniato non finirò in uno di quei centri di accoglienza!»

«Jade non è possibile! Sei minorenne e fino ai 18 anni devi avere un tutore legale... non puoi testimoniare senza un parente o qualcuno che ne fa le veci... per questo ci siamo noi dei servizi sociali!» si intromise nuovamente Jack

«Le farò io da tutore legale per tutta la durata del caso e quando questo sarà chiuso e avremo ritrovato i suoi genitori tornerà da loro» si offrì Gibbs

«COSA?!» dissero all'unisono Jade, Jack, Mcgee e Ziva che stavano ascoltando il dialogo con attenzione

«A me va bene!» disse subito Jade che era disposta ad accettare qualunque cosa in alternativa ai servizi sociali.

«Ottimo... allora dopo passiamo da casa tua prendiamo tutto ciò che ti serve e andiamo a dormire che è già tardi... testimonierai domani» concluse Gibbs «aspettami qui che devo parlare con il direttore Vance per rendere tutto ufficiale, Jack lei mi può accompagnare» concluse poi a metà scala si girò verso la ragazza che stava girovagando per l'ufficio «Jade siediti li e non ti muovere! Mcgee, Ziva controllatela!» Jade fissò l'uomo, sollevò l'angolo destra della bocca in un mezzo sorriso e alzò le mani in segno di resa. La sedia che Gibbs le aveva indicato era quella della scrivania di Dinozzo e non appena ci si sedette gli altri due agenti le si piazzarono davanti fissandola incuriositi e perplessi e capendo che l'avrebbero vista per parecchio tempo iniziarono subito le presentazioni

«Piacere sono l'agente Timothy Mcgee e lei è l'agente Ziva David»

«Piacere mio, penso che voi già mi conosciate comunque sono Jade Harris» rispose la ragazza «ma l'agente Gibbs è sempre così scorbutico?» continuò

«Si in generale è sempre così» rispose cordialmente Ziva dopo essersi guardata le spalle per sicurezza nel frattempo Jade aveva adocchiato un cassetto della scrivania che conteneva palline di carta, Ziva notandolo le disse subito

«Non farci caso è la scrivania di Dinozzo non sai mai cosa ci puoi trovare»

«Anche io tengo delle palline di carta nell'astuccio! Così quando mi annoio posso lanciarle ai miei compagni... specialmente a quelli che so che si arrabbiano» disse la ragazza posando lo sguardo su Mcgee che si sentiva leggermente minacciato

«Sai Jade, sono sicura che tu e Tony legherete molto!» affermò sicura Ziva.


 

 

Un'ora dopo Gibbs era ancora da Vance a compilare gli ultimi moduli, appena ebbe finito si diresse al salone principale, ma prima che lo raggiungesse sentì gridare Mcgee

«JADE SMETTILA!»

«Ahahahah Mcgee sei fantastico quando ti arrabbi» rispose la ragazza, Gibbs alzò gli occhi al cielo “è molto peggio di quel che credevo” pensò subito poi scendendo i primi gradini vide la scena: Ziva tentava con tutte le forze di staccare il suo cellulare dalla scrivania mentre Mcgee, che stava cercando di compilare il rapporto, era circondato da palline di carta che Jade continuava a lanciargli contro «Ah capo meno male che sei arrivato!» disse Mcgee tirando un sospiro di sollievo

«Cosa sta succedendo qua?»

«Capo mi ha incollato il cellulare alla scrivania mentre ero alle macchinette!»

«E a me continua a lanciarmi le palline!» si lamentarono i due agenti

«Gibbs non mi lasciavano andare in bagno!» cercò di giustificarsi la ragazza mentre Gibbs la stava letteralmente fulminando con lo sguardo

«Si è fatto tardi, passiamo a prendere le tue cose domani ora andiamo a dormire prima che combini altri danni» disse l'uomo mentre si dirigeva verso l'ascensore

«A domani ragazzi» salutò la ragazza con un sorriso beffardo mentre si chiusero le porte dell'ascensore .

«Spero davvero che Gibbs la tenga lontana da Tony» disse Mcgee

«Si lo spero spero anche io» rispose Ziva.

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Capitolo 5
*** L'inevitabile ***


Note:

Ed ecco il capitolo che tutti aspettavamo con ansia! Attendo le vostre recensioni!

Buona lettura :)

 

 

 

 

Appena arrivati a casa di Gibbs, Jade capì subito che non aveva ne moglie ne figli dalla mancanza di un tocco femminile, si risvegliò dai suoi pensieri quando Gibbs le mostrò quella che sarebbe stata la sua stanza e iniziò a parlarle

«Per questa notte come pigiama ti devi accontentare di una mia maglietta»

«Va benissimo Gibbs, grazie, posso farti una domanda... perchè stai facendo tutto questo per me?»

«Mi ricordi una persona a cui sono molto affezionato» rispose Gibbs ripensando all'enorme somiglianza tra Jade e Tony, passò una maglia dell'esercito alla ragazza che addosso a lei sembrava più un vestito

«Il bagno è in fondo a sinistra, se hai bisogno di qualcosa mi trovi nel seminterrato» e detto questo scese le scale per andare a lavorare alla sua barca.

Dopo circa mezz'ora Gibbs sentì dei passi sulle scale così si girò verso la ragazza che gli stava venendo incontro con la faccia di una che aveva appena combinato qualche danno, ormai Gibbs conosceva bene quell'espressione, così, senza tanti giri di parole, andò subito al sodo

«Cos'hai fatto?!»

«Gibbs ti giuro che non l'ho fatto apposta! È stato un incidente!»

«Chissà perchè sapevo che lo avresti detto... dimmi cos'hai combinato!»

«Ho solo aperto l'acqua del lavandino per lavarmi la faccia ma quando mi sono girata era tutto allagato e l'acqua stava uscendo dal tubo, ho chiuso il rubinetto ma ormai il danno era fatto così sono venuta qui per avvisarti» la ragazza lo disse tutto d'un fiato mentre Gibbs la guardava sempre peggio anche perchè gli avrebbe potuto dire tutto con due parole senza perdersi nei dettagli, prese un respiro profondo e si diresse in silenzio al piano superiore mentre Jade lo seguiva consapevole di ciò che aveva fatto, imitò Gibbs prendendo uno straccio per asciugare il pavimento ma lui glielo tolse di mano e prese per le spalle ragazza per accompagnarla di forza nella sua stanza

«Ci penso io ad asciugare... tu... dormi e basta!» la ragazza lo guardò imbronciata poi si mise sotto le coperte che Gibbs le rimboccò dolcemente

«Buona notte Gibbs»

«Buona notte Jade» l'uomo sorrise e dopo averle posato un bacio sulla fronte, andò a rimediare al casino combinato dalla ragazza “dovrò darmi da fare per rimetterla in riga!”.

 

 

Il mattino seguente Tony si alzò di buon umore; Gibbs lo aveva lasciato andare a casa presto così era riuscito a farsi una lunga dormita e sapeva che con la testimonianza avrebbero fatto grandi passi avanti col caso. Arrivò in orario al lavoro ma appena le porte dell'ascensore si aprirono trovò Ziva e Mcgee addormentati sulle loro scrivanie, una con la mano sopra al cellulare e l'altro sommerso da palline di carta... le sue palline di carta! Prese un grosso fascicolo e lo sbatté sulla scrivania facendo saltare in aria i suoi colleghi

«Buongiorno ragazzi! Cos'è successo qui?»

«Ieri sera abbiamo preso Jade e Gibbs si è offerto di farle da tutore legale per tutta la durata del caso» rispose Mcgee ancora mezzo adoormentato

«E questo è quello che è successo quando l'ha lasciata qua a noi!» continuò Ziva

«Ma è solo una ragazzina, non ha fatto niente di male ha solo tirato un po di palline a Mcgee! Chi non lo farebbe?!»

«Ha incollato il mio cellulare al tavolo con la tua stupida colla a presa rapida!»

«Ahahahah quella ragazza ha stile!».

In quel momento arrivarono verso di loro Gibbs e Jade, il primo con la faccia stanca di uno che non aveva dormito mentre la seconda con un grande sorriso stampato in faccia

«Buongiorno stelle del cielo, la terra vi saluta!» salutò la ragazza; a sentire quelle parole Tony si illuminò e alzandosi in piedi rispose «La fabbrica di cioccolato!» Jade sorpresa si girò verso l'uomo

«Esatto! Tu devi essere Dinozzo giusto? Mi hanno parlato molto di te!»

«Puoi chiamarmi Tony!» disse l'agente sorridendo poi rivolgendosi al suo capo disse

«Tutto bene Gibbs? Hai l'aria stanca!»

«Ho passato la notte ad asciugare il bagno che qualcuno ieri sera ha allagato» rispose guardando male Jade che ricambiava con uno sguardo colpevole

«Tranquilla anche io la prima volta che son stato a casa sua gli ho allagato il bagno» disse Tony rivolgendosi a Jade e facendole l'occhiolino

«Scusami non mi sono ancora presentata» continuò la ragazza rivolta a Tony «mi chiamo Jade Harris» disse sorridente allungando la mano per stringerla all'agente ma non fecero in tempo a toccarsi che Gibbs la prese per un braccio e l'allontanò mentre chiamava Dorneget che si trovava dall'altra parte dell'ufficio

«Si agente Gibbs?» corse subito lì il giovane

«Accompagna Jade a fare colazione e mi raccomando... tienila d'occhio!»

«Gibbs mi abbandoni così? Non è carino!» si intromise la ragazza

«Devo parlare col direttore» e si avviò alle scale

«È stato un piacere conoscerti Tony! Spero di vederti presto!» disse Jade

«Il piacere è mio!» le rispose Tony.

Detto questo la ragazza si allontanò con Dorneget.

«Andiamo Dorni che ho fame!».

Tony seguì la ragazza con lo sguardo, era rimasto letteralmente a bocca aperta, dietro di lui c'erano Ziva e Mcgee che lo guardavano sorridendo

«Tony abbiamo trovato la tua miniatura» lui sorrise ai colleghi e si risiedette alla sua scrivania mentre guardava il punto in cui la ragazza se n'era andata.

 

 

Quando Gibbs entrò nell'ufficio di Vance si trovò davanti Jack che con finta gentilezza lo salutò sorridendo, vedendolo lì capì subito che qualcosa non andava così chiese

«Cosa succede?»

«Il consulente dei servizi sociali che hai già conosciuto mi ha fatto notare la presenza di un cavillo legale che non ti permette di essere il tutore di Jade» disse sbrigativo il direttore

«Vede agente Gibbs» si intromise Jack avvicinandosi all'uomo «è scritto proprio qui, per minori affidati ad agenzie federali il tutore dovrà sempre essere affiancato da qualcuno, quindi se non trova qualcuno disposto a seguirla sempre e dovunque, la ragazza viene con me» Gibbs lo incenerì con lo sguardo ed uscì dalla stanza sbattendo la porta dietro di sé, andò in ascensore e quando si chiusero le porte lo bloccò per poter pensare in pace “A chi posso chiedere? Mcgee no perché non accetterebbe mai, Ziva no perché se accettasse Jade la farebbe impazzire e di conseguenza Ziva la torturerebbe con qualche strana tecnica del Mossad, Dorneget no perché lo troverei rinchiuso in qualche angolo della casa, e Tony no perché è Tony! Potrei far firmare tutti e fargli fare dei turni, ma così rallenterei la soluzione del caso. Potrei far scegliere a Jade ma tanto so già chi sceglierebbe... lo sapevo che non sarei riuscito a non farli incontrare. Quando torna Jade la porto in sala riunioni con Dinozzo e lì spiegherò loro la situazione. Non posso evitare l'inevitabile.” quando ebbe finito di pensare sbloccò l'ascensore e si diresse alla sua scrivania.

 


Finito di fare colazione Jade e Dorneget tornarono in ufficio, usciti dall'ascensore incrociarono Jack che si stava dirigendo all'uscita e appena vide la ragazza la afferrò per un braccio

«Ti riporterò in quel centro accoglienza anche di peso se sarà necessario» disse l'uomo a denti stretti

«Continua a sognare Jack!» gli rispose la ragazza, in quell'istante tutta la squadra di Gibbs notò la scena e leggermente preoccupata si mise in allerta, pronta a scattare per difendere Jade se ne avesse avuto bisogno ma proprio mentre Jack si stava avviando all'ascensore la ragazza allungò un piede facendo inciampare l'uomo che cadde a terra e Jade, guardandolo dall'alto con un sorriso soddisfatto, aggiunse

«... e guarda dove metti i piedi!» ridacchiando scavalcò l'uomo e si diresse verso la scrivania di Gibbs

«Ehi Gibbs quando posso testimoniare?» l'uomo la guardò e scosse la testa accennando un sorriso sul volto “questa ragazza è un caso senza speranza!”

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Capitolo 6
*** Il secondo tutore ***


NOTE:
Eccovi un altro capitolo... il prossimo probabilmente lo pubblicherò fra 10 giorni perchè questa settimana sono via! Aspetto le vostre recensioni e ringrazio tutti quelli che stanno leggendo!
Buona lettura







Gibbs accompagnò Jade e Tony in sala riunioni e una volta raggiunta si sedette di fronte a loro

«Allora Jade, cos'hai visto?» chiese Gibbs andando dritto al punto, la ragazza si mise comoda sulla sedia e iniziò a raccontare

«Ero in camera mia ad ascoltare la musica quando ho sentito i miei genitori urlare, pensavo stessero litigando così ho fatto finta di niente, ma dopo un po ho sentito uno sparo così sono andata in cucina a vedere cosa stava succedendo ma prima di raggiungerla ho visto un uomo armato che trascinava di peso mia madre nel suo furgone e poi è tornato a prendere mio padre. Mi sono nascosta in un armadio e quando ho sentito il furgone andare via sono uscita, poi, dopo mezz'ora sono arrivati i vostri agenti.»

«Riesci a farci una descrizione dell'uomo?» chiese Tony

«Indossava un passamontagna ma era un uomo bianco e magro, è venuto con un furgone nero di cui ricordo la targa.» la ragazza prese un foglietto e la scrisse poi lo passò a Gibbs «spero di essere stata utile» concluse Jade

«Hai fatto un ottimo lavoro... ma spiegami una cosa, prima ho visto che hai avuto uno scontro con Jack.... perchè vi odiate così tanto?» domandò Gibbs

«Quando sono stata al centro di accoglienza mi avevano affidata a lui al quale avevano promesso una promozione se fosse riuscito a tenermi fino a quando i miei non fossero tornati, ma la prima sera che ero sotto la sua custodia sono scappata, mi hanno trovata solo una settimana dopo, Jack ovviamente era furioso perchè non aveva preso la promozione così alcune volte mi ha picchiata... mi sono difesa più che ho potuto e finalmente dopo una settimana sono tornati i miei e me ne sono andata da quell'orribile posto, dopo avergli tirato un pugno in faccia, ovviamente» rispose la ragazza, i due agenti la guardavano sorpresi dalla calma con cui raccontava tutto ciò che aveva passato. Quando Jade finì di raccontare Gibbs si ricordò che anche lui aveva qualcosa da dire

«Questa mattina Jack è stato qui per dirmi che di fatto i tutori devono essere due... per questo Tony volevo chiederti se volevi essere il secondo tutore, sappi che se accetti dovrai trasferirti a casa mia per tutta la durata del caso, se hai bisogno di tempo per pensarci devi farmelo sapere entro 24 ore»

«Gibbs non ho bisogno di pensarci! Accetto volentieri!» disse l'agente più giovane, poi si girò verso la ragazza e aggiunse «vedrai che ci divertiremo!»

«Visto che è casa mia ci sono delle regole! Ve le elencherò a casa ma quella principale è una: non combinate guai!» si intromise Gibbs che si stava già pentendo della decisione presa, i due lo guardarono con aria innocente e risposero all'unisono

«Si papà!» poi si guardarono e si batterono il cinque, mentre Gibbs preoccupato scosse la testa e uscì dalla stanza per dirigersi a passo spedito nell'ufficio del direttore e consegnare i moduli per la custodia di Jade, entrò, come sempre, senza bussare trovando Vance che parlava con Jack “ancora qui questo idiota?!” pensò Gibbs quando lo riconobbe, dopo aver scoperto come aveva trattato Jade lo odiava ancora di più, poi con aria soddisfatta esclamò

«Ho trovato il secondo tutore!» Jack lo guardò stupito e chiese incredulo

«Hai davvero trovato qualcuno disposto a seguirvi ovunque?! Agente Gibbs lei non sa in cosa si sta cacciando prendendo in casa una come Jade, quella ragazzina è un incubo!»

«Mi piacciono le sfide» gli rispose l'agente «e sicuramente me la caverò meglio di quanto ha fatto lei in passato»

«Gibbs posso sapere chi hai scelto?» si intromise Vance

«Dinozzo» il direttore sgranò gli occhi e chiese

«Sei proprio sicuro?!»

«Si è meglio se sono insieme sotto la mia custodia che da qualche parte a fare danni!»

«Spero che tu ci abbia riflettuto Gibbs!»

«Come ho già detto mi piacciono le sfide!» Detto questo uscì lasciando i due a bocca aperta.


 

Mentre Gibbs era dal direttore Tony faceva fare a Jade il giro della sede, si erano conosciuti quella mattina ma era come se si conoscessero da una vita, stavano bene insieme e si sentivano già molto uniti come due fratelli.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono la musica assordante di Abby li accolse, appena entrarono nel laboratorio Tony attirò l'attenzione della ragazza

«Abby! Hai visite! Sono venuto a presentarti una persona.» la scienziata si girò verso di loro e appena riconobbe la ragazza le andò in contro

«Tu devi essere Jade Harris! È stata un'impresa trovarti! Mi hanno parlato molto di te soprattutto dopo che hai allagato il bagno di Gibbs, avrei voluto vederlo!» Jade era rimasta colpita dal look della ragazza che continuava a parlare ininterrottamente

«Tu devi essere Abby! Adoro quella gonna! Con questo look fai invidia ai vampiri di Twilight!» alla scienziata brillarono gli occhi e l'abbraccio di colpo stringendola forte

«Aveva proprio ragione Mcgee, tu e Tony vi somigliate molto! Solo una come lui mi avrebbe potuta paragonare al personaggio di qualche film» la ragazza le sorrise

«Ok Abby ora dobbiamo andare, passiamo a salutarti dopo!» si intromise Tony

«A dopo!» rispose la scienziata mentre i due si avviavano all'ascensore per raggiungere il piano degli uffici.


 

Mcgee stava aggiornando Gibbs, che era appena tornato dall'ufficio del direttore, sul caso anche se in realtà non avevano nessuna pista da seguire

«Sto cercando il furgone nero con quella targa ma non abbiamo ancora trovato niente, probabilmente il rapitore lo ha bruciato e la descrizione dell'uomo non è sufficiente per fare un identikit...» continuò Mcgee

«Gibbs dobbiamo prendere in considerazione anche che, essendo passate 48 ore e non avendo avuto richieste di ricatto, siano già morti» intervenne Ziva senza notare che Jade e Tony li avevano appena raggiunti e avevano sentito tutto, la ragazzina era rimasta pietrificata da quelle parole ed incapace di dire qualcosa si allontanò in silenzio

«Jade aspetta!» le corse dietro Tony

«No Tony, ho bisogno di stare da sola» detto questo si diresse all'ascensore anche se non aveva la minima idea di dove andare.

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Capitolo 7
*** Serata in famiglia ***


Note:

Mi scuso ancora per il ritardo ma come avevo già detto sono stata impegnata tutta settimana. Eccovi il nuovo capitolo.

Buona lettura!

 

 

 

 

 

Jade corse fuori dall'edificio raggiungendo un parco li vicino, si sedette su una panchina e accese l'I-pod a tutto volume per staccarsi dal mondo... si era promessa di non piangere più quindi adesso voleva solo fermarsi un attimo da sola e pensare.

Nel frattempo Gibbs aveva ordinato a Tony di andarla a cercare... in fondo era già scappata una volta e non volevano rischiare nuovamente. Tony uscì dall'edificio e appena vide il parco ci andò diretto, sicuro che l'avrebbe trovata li, infatti da lontano la vide seduta su una panchina, non sapeva esattamente cosa dirle così si limitò a sedersi accanto a lei, le circondò le spalle con il braccio per farle sapere che era li con lei e che non era sola, Jade appoggiò la testa sul suo petto continuando ad ascoltare la musica e lo ringraziò silenziosamente. Dopo circa mezz'ora Jade alzò la testa e tolse le cuffie, si era ricaricata ed era pronta a tornare a combattere, si alzò in piedi e guardando Tony con un ghigno sulle labbra disse

«Cosa ci fai li seduto?! Non dovresti essere al lavoro?» poi gli tirò un leggero pugno sul braccio, questo era il suo modo per ringraziare e Tony lo sapeva infatti si alzò sorridendole e si diresse con lei verso l'ufficio

«Continua a prendermi in giro che tanto tu domani vai scuola!» le rispose ridendo

«Oh cavolo è vero! E non ho neanche studiato! Tony ma visto che tu sei uno dei miei tutori non riusciresti a farmi una giustifica?»

«Solo perchè sei te! Ma non dirlo a Gibss!» detto questo si diressero alla sede.

 

 

Quando arrivarono all'ufficio Tony corse subito in bagno mentre Jade si sedette alla sua scrivania e mentre stava giocando al computer le si avvicinò Ziva con aria colpevole

«Jade mi dispiace tanto! Non volevo...»

«Stai tranquilla» la interruppe la ragazza «è tutto a posto, davvero, preferisco sapere come stanno le cose piuttosto che rimanere all'oscuro di tutto»

«Sei una ragazza davvero forte Jade!» disse l'israeliana mentre tornava alla sua scrivania

«Ah Ziva! Non mi sono ancora scusata per averti incollato il cellulare e...»

«Tranquilla ti ho già perdonata! Qui siamo tutti abituati agli scherzi di Tony quindi non ci offendiamo!»

«Perfetto!» disse Jade con un sorriso storto sul viso.

«Questo non vuol dire che non mi arrabbio se me ne fai altri» aggiunse l'israeliana in segno di avvertimento.

 

 

 

Alla fine della giornata non erano riusciti a fare molti passi avanti nel caso, e dopo essere passati a casa di Jade e di Tony per prendere le loro cose, si diressero da Gibbs. Appena entrati Gibbs mostrò la camera a Tony, dove sistemò le sue cose, mentre lui si diresse nel seminterrato per lavorare alla sua barca. Mezz'ora dopo Jade lo chiamò e mentre saliva le scale sentiva uno strano odore... di pasta!

«Gibbs abbiamo pensato di cucinare un po di pasta per cena!» gli disse la ragazza tutta contenta

«Sai capo anche a Jade piace cucinare, saranno le sue origini italiane!» aggiunse Tony mentre Gibbs iniziava a pensare che forse non era stata proprio una brutta idea accoglierli in casa. Cenarono tutti insieme, come una vera famiglia, era strano per tutti e tre viste loro situazioni familiari e per questo apprezzarono di più quel momento. Appena finito di cenare Tony e Jade andarono in salotto a scegliere un film da vedere mentre Gibbs in cucina lavava i piatti, quando ebbe finito li raggiunse in salotto trovandoli a litigare

«Dai Tony guardiamo Shutter island!» iniziò la ragazza

«Se proprio dobbiamo vederci un film con Di Caprio allora guardiamo Titanic»

«Ma lo ho già visto 100 volte!»

«Si ma è un classico!» Gibbs li fece smettere tirando un sonoro scappellotto ad entrambi

«Ahia Gibbs!» si lamentarono all'unisono

«Guardiamo quello che ha scelto Jade perchè è l'ospite»

«E io cosa sono?!» si lamentò Tony

«Tu sei un agente in servizio, Dinozzo» Tony guardò male Jade che aveva tirato fuori la lingua

«Non finisce qui!» disse l'agente più giovane puntando il dito contro la ragazza. Durante il film Gibbs si addormentò mentre Jade e Tony non staccavano gli occhi dallo schermo, ma verso la fine anche la ragazza cedette e appoggiandosi al petto del giovane agente si addormentò. Quando il film finì Gibbs si risvegliò e vide sull'altro divano una scena che gli fece molta tenerezza; c'era Jade addormentata sul petto di Tony che a sua volta dormiva tenendola tra le sue braccia, gli dispiaceva svegliarli ma non poteva lasciarli li, così si avvicinò e pian piano svegliò Tony che prese in braccio la ragazza e la portò a letto rimboccandole le coperte

«Sembra un angelo quando dorme» disse Tony

«Si ma solo quando dorme!» gli rispose Gibbs

«Sai Gibbs questa sera mi sono sentito parte di una famiglia... ed è stato bello» Gibbs non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce ma era stato così anche per lui, era davvero da tanto tempo che non si sentiva così e lo stupiva sapere che era bastata la presenza di una ragazzina a farlo stare di nuovo bene.

«Buona notte capo» lo risvegliò dai suoi pensieri l'agente

«Buona notte Tony».

 

 

 

Note di fine capitolo:

Questo è stato un capitolo molto sentimentale, il prossimo sarà più avvincente (ma in fondo chi non vorrebbe addormentarsi fra le braccia di Tony?!). Spero di non avervi deluso troppo! Al prossimo capitolo!
Giansen

 

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Capitolo 8
*** Vicolo cieco ***


Quella mattina il primo a svegliarsi fu Gibbs che dovette faticare e perdere la pazienza un paio di volte prima di riuscire a svegliare gli altri due. Quando si furono alzati tutti fecero colazione e si prepararono. Gibbs si diresse subito in ufficio mentre Tony lo avrebbe raggiunto dove aver accompagnato Jade a scuola. Quando la ragazza stava per scendere dall'auto si fermò

«Tony mi fai la giustifica per i compiti? Per favore per favore per favore!!»

«Ok ma tu non dirlo a Gibbs che altrimenti siamo nei guai»

«No stai tranquillo! Grazie Tony!» disse la ragazza allungandosi verso di lui per lasciargli un bacio sulla guancia «buona giornata!»

«Buona giornata anche a te!» rispose l'agente per poi dirigersi al lavoro.

Quando arrivò in ufficio trovò tutta la squadra indaffarata

«Ehi Ziva cosa è successo?» chiese Tony

«Abbiamo trovato il furgone del rapimento, targa e modello corrispondono, Dorneget sta portando qui il proprietario per poterlo interrogare»  poi l'agente anziano si sedette alla sua scrivania.

In quel momento si aprirono le porte dell'ascensore e ne uscì un uomo, Carl Smit, accompagnato da Dorneget e un altro agente, era alto 1.75 circa, di mezza età con capelli e occhi nocciola, fu subito portato in sala interrogatori dove Gibbs lo aspettava impaziente... e non era mai una buona idea far aspettare Gibbs.

«Ve lo giuro, mi hanno rubato quel furgone due settimane fa!» cercò subito di giustificarsi l'uomo mentre Tony si godeva la scena dall'altra parte del vetro

«Perché non hai sporto denuncia?» chiese Gibbs impaziente

«Devo dei soldi ad un po' di gente, debiti di gioco, e pensavo che mi avessero rubato il furgone per saldare quei debiti» l'agente ascoltò con attenzione ed uscì dalla stanza degli interrogatori incontrando Tony nel corridoio

«Cosa ne pensi capo?»

«Non è l'uomo che cerchiamo e sicuramente non sono gli uomini a cui deve dei soldi quelli che gli hanno rubato il furgone... quel genere di persone vuole saldare il debito e basta non commette crimini gravi» ragionò Gibbs

«Quindi un altro vicolo ciec-» Tony fu interrotto dal cellulare di Gibbs che aveva iniziato a squillare.

«Gibbs» rispose l'uomo senza aver la minima idea di chi fosse «cosa è successo? si... si arrivo subito!» l'agente riattacco il telefono prendendo una boccata d'aria per cercare di calmarsi

«Chi era?» chiese subito curioso Tony

«La scuola di Jade... è stata mandata dal preside perchè ha combinato qualcosa... non sono stati specifici, mi hanno solo detto che dovevo andarla a prendere. Voi cercate altre piste, torno subito» detto questo si avviò a passo spedito verso l'ascensore

 

 

 

 

Quando Gibbs arrivò a scuola la trovò vuota e con i pavimenti tutti bagnati, si diresse nell'ufficio del preside dove venne ricevuto subito. All'interno dell'ufficio c'erano il preside, che stava strizzando la cravatta, e Jade; appena il preside vide l'agente gli andò incontro per stringergli la mano

«Agente Gibbs sono davvero contento che sia arrivato!»

«Cosa è successo?»

«Come può vedere abbiamo dovuto evacuare la scuola perché qualcuno» disse riferendosi esplicitamente alla ragazza «ha fatto scattare l'allarme antincendio»

«Gibbs mi sono appoggiata al muro e dietro c'era la leva non l'ho fatto apposta!» cercò di giustificarsi la ragazza

«Noi facciamo i conti dopo» le sussurrò Gibbs all'orecchio facendole venire la pelle d'oca

«Visto che è stato solo un errore» continuò il preside «per questa volta sorvolerò sull'accaduto ma non voglio che succeda mai più! E non voglio più vedere giustifiche fatte dal tuo tutore!»

Gibbs guardò interrogativo la ragazza cercando spiegazioni, quando il preside li lasciò andare si diressero alla sede dove Jade si cambiò i vestiti che erano zuppi e, dopo aver raccontato l'accaduto a tutti, passarono lì il resto del pomeriggio... ma sia Tony che la ragazza sapevano che quella sera non sarebbe stata una delle più tranquille.

Tornarono a casa verso le sette e quando si ritrovarono tutti nel salotto Gibbs si alzò in piedi andando di fronte agli altri due

«Come ti è saltato in mente di far partire l'allarme antincendio della scuola?! E tu perché le hai fatto una giustifica senza dirmelo?!» lo sguardo di Gibbs li colpiva più duramente delle parole che stava urlando contro di loro; la sfuriata del secolo, contrastata da vani tentativi di giustificarsi da parte dei due, terminò con uno scappellotto a entrambi. Per tutta la cena e il resto della serata nessuno aprì bocca, Gibbs si diresse nel seminterrato per lavorare alla sua barca, mentre gli altri due andarono dritti a letto per evitare di combinare altri casini. Prima di andare a dormire Tony passò a salutare Jade

«Jade dimmi una cosa, davvero non hai fatto apposta a far partire l'allarme?»

«La verità? Non volevo stare a scuola e accanto a me c'era la leva dell'allarme, così l'ho tirata... mi dispiace... Tony posso farti una domanda? Secondo te i miei genitori sono ancora vivi?» questa domanda spiazzò l'agente che non sapeva cosa rispondere e disse la prima cosa che gli passò per la mente

«Sinceramente non lo so, voglio essere sincero con te perciò sappi che più passano i giorni e più le possibilità di ritrovarli vivi diminuiscono, ma adesso non ci pensare vedrai che andrà tutto bene!» le diede un bacio sulla fronte «Buonanotte Jade»

«Buonanotte Tony» le rispose sorridendo la ragazza che appena appoggiò la testa sul cuscino sprofondò in un sonno profondo.

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Capitolo 9
*** Per un po' di pace ***


NOTE:
Signori e signore ecco il nuovo capitolo! Questo è leggermente più lungo dei precedenti. Ringrazio tutti quelli che lasciano recensioni e tutti quelli che stanno leggendo in particolare Antney e frencia92 che con le loro recensioni mi rallegrano le giornate :D 
Buona lettura!






Quella mattina si svegliarono tutti presto, Jade non doveva andare a scuola in quanto era allagata, quindi sarebbe andata all'NCIS con Tony e Gibbs che si stavano già preparando. Sapendo che la ragazza avrebbe distratto la squadra, dopo essersi assicurato che non ci fossero cadaveri, Gibbs aveva chiesto a Ducky e Palmer se potevano sorvegliarla loro.

La mattinata stava passando tranquilla... troppo tranquilla! Gibbs non aveva ancora ricevuto lamentele dalla sala autopsie, ed essendo passate già 3 ore, decise di scendere a controllare che fosse tutto a posto. Quando raggiunse il piano trovò fuori dalla porta un biglietto con scritto:

Per Gibbs

Sono andato in ospedale perchè mia madre deve essere operata, il signor Palmer controllerà Jade fino al mio ritorno

cordiali saluti

Ducky”

Appena finì di leggere il biglietto corse in sala autopsie estremamente preoccupato... non era una buona idea lasciare Jade da sola con Palmer per il bene dell'ultimo. Quando entrò trovò la stanza vuota, non c'era nessuno, provò a chiamare il cellulare di Palmer che iniziò a suonare sulla scrivania

Dove diavolo sono?!” pensò Gibbs mentre cercava ovunque

«Agente Gibbs!» sentiva una voce in lontananza che gridava ma non riusciva a capire da dove proveniva

«Agente Gibbs!» di nuovo sentì gridare, era chiaramente la voce di Palmer e quando aprì la porta dello sgabuzzino dove tenevano i camici e altri oggetti, lo trovò, era legato ad una sedia, imbavagliato, con le mani legate dietro e con il corpo completamente ricoperto di nastro adesivo. Si avvicinò alla svelta per liberarlo, prima gli tolse il bavaglio e gli slegò le mani, poi gli chiese spiegazioni

«Agente Gibbs io ho provato a tenerla ferma ma quando ha trovato il nastro adesivo ha iniziato a legarmi e prima che mi rendessi conto che non potevo muovermi lei mi aveva già imbavagliato e chiuso nel ripostiglio» Gibbs ascoltò le parole del giovane poi uscì dalla stanza per andare a cercare Jade lasciando Palmer ancora incollato alla sedia.

 

 

 

Intanto nel laboratorio di Abby...

«Dai Abby raccontami tutto di quel ragazzo!» iniziò Jade profondamente interessata

«Ci siamo conosciuti ieri sera al concerto, io l'ho notato subito perchè portava un collare come il mio, era alto, moro, occhi chiari, tatuaggi un po ovunque... alla fine del concerto ci siamo incontrati di nuovo al bar e lui è venuto da me e mi ha offerto da bere, abbiamo parlato tutta la notte e mi sono divertita un sacco!»

«E allora qual'è il problema?»

«Ero un po' ubriaca e non mi ricordo come si chiama!» si disperò la dark «non so più come rintracciarlo!» rimasero in silenzio per un po cercando una soluzione

«Io avrei un'idea!» si alzò in piedi Jade «potresti andare al negozio e chiedere di farti dare la lista degli acquirenti di questo collare e, dopo aver escluso le donne, cerchi i rimanenti su Facebook. Sicuramente avrà postato qualcosa del concerto e così lo trovi! Se vuoi posso aiutarti io!»

«Ottima idea! Grazie mille Jade!» disse Abby abbracciando forte la ragazza. In quel momento il rumore dell'ascensore annunciò l'arrivo di Gibbs che, entrando chiaramente arrabbiato, afferrò Jade per un orecchio e la trascinò fuori dal laboratorio di forza fino ad andare in ascensore ignorando le lamentele della ragazza.

«Ahia Gibbs mi stai strappando l'orecchio!»

«Esigo delle spiegazioni... SUBITO!»

«Cosa vuoi che ti dica... mi annoiavo, Palmer continuava a parlare e così lo imbavagliato e se stai aspettando delle scuse non le avrai» Jade lo guardò con aria di sfida

«Mai chiedere scusa, è un segno di debolezza!»

«Bene allora...» rispose la ragazza sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori, Gibbs alzò gli occhi al cielo, quel sorriso lo vedeva tutti i giorni sulla faccia di Dinozzo e ritrovarlo sul viso della ragazza lo fece sorridere

«Jade» riprese più tranquillamente «facciamo un patto... tu non fai danni per il resto della giornata e io ti lascio uscire questa sera»

«Da sola?»

«No questo non posso farlo ma ti posso lasciare andare con Tony e Mcgee al mio posto»

«Senza coprifuoco?»

«Si» rispose Gibbs anche se in fondo avrebbe voluto risponderle che alle dieci doveva essere a casa!

«Bene Gibbs! Non aprirò bocca fino a stasera». E così, con gran sorpresa di tutti, fece.

 

 

La giornata continuò normalmente senza però trovare nuove piste su cui indagare. Quando tornarono a casa Jade iniziò subito a prepararsi così come anche Tony e Mcgee. Era da un sacco di tempo che non andava a ballare con le sue amiche e quella sera aveva intenzione di divertirsi. Arrivarono al locale puntuali ed entrarono senza problemi, Jade corse in pista a ballare mentre Tony e Mcgee si erano seduti a un tavolino a chiacchierare. Dopo circa un'ora la ragazza si avvicinò a loro

«Tony mi prendi qualcosa da bere per favore?»

«Certo tu Mcgee vuoi qualcosa?»

«No grazie, non reggo l'alcool, Tony non dovremmo darle da bere! Se la riportiamo a casa ubriaca Gibbs ci ammazza!» rispose l'agente preoccupato

«Mcgee rilassati e divertiti un po!» gli disse Jade poi avvicinandosi all'orecchio di Tony aggiunse

«Facciamolo ubriacare!» l'agente senza farsi notare dal collega annuì leggermente. Tornò al tavolo con dei super alcolici che Mcgee fu obbligato a bere, all'inizio cercava di respingerli mentre verso la fine della serata era lui il primo ad ordinarli. Aveva iniziato a ballare, prima in pista, poi sui tavoli, era completamente ubriaco e verso le due di notte Tony e Jade decisero di riportarlo a casa. Parcheggiarono sotto a casa sua e lo aiutarono a salire le scale visto che Mcgee non ne era in grado. Raggiunto l'appartamento lo fecero entrare, gli misero il pigiama e prima di addormentarsi guardò negli occhi la ragazza

«Grazie Jade era da tanto che non mi divertivo così» lei ricambiò con un sorriso e gli accarezzò la guancia

«Buona notte Mcgee» ma ormai l'agente era già nel mondo dei sogni

«Il vero divertimento lo avrà domani mattina con i postumi di questa sbornia il nostro Mcubriacone!» commentò Tony mentre si avviavano alla porta

«Ah dimenticavo!» prima di uscire Tony tornò nel bagno dell'amico e sul lavandino lasciò delle pastiglie

«Cosa sono?»

«Sono per il vomito, quando si risveglierà ne avrà davvero bisogno!» spensero la luce e si diressero a casa ormai stanchi anche loro. Jade si era addormentata in macchina e Tony la porto a letto in braccio incrociando nel corridoio Gibbs, ancora sveglio, che li aveva aspettati. Si avvicinò ai due, diede un bacio sulla fronte a Jade e una pacca sulla spalla al suo agente

«Buona notte Tony»

«Buona notte Gibbs».

 

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Capitolo 10
*** Colpo basso ***


Note:

Sono in ritardo di un giorno quindi vi chiedo scusa! Questo capitolo è un po' triste, ma non voglio anticiparvi niente! Aspetto i vostri commenti

Buona lettura

 

 

 

 

 

 

Quella mattina Mcgee si svegliò tardi perchè non aveva sentito la sveglia. Appena si alzò un martello iniziò a battergli insistentemente dentro la testa, gli faceva malissimo e come se non bastasse un senso di nausea si stava facendo spazio nel suo stomaco, infatti, raggiunse correndo il bagno dove vomitò tutto ciò che aveva ingerito nelle ultime 24 ore. Appena finito di rimettere, il mal di testa tornò più forte di prima, si voltò verso il lavandino per sciacquarsi la faccia e trovò la scatola con le pastiglie contro il vomito che gli aveva lasciato Tony.

Dopo essersi sistemato, si vestì e dopo aver bevuto un lungo sorso di caffè si diresse al lavoro.

 

 

«Ehi guardate un po chi è venuto a farci compagnia!» lo salutò Tony

«Tony non urlare che mi fa ancora male la testa!»

«Perché dovrebbe farti male la testa Mcgee?» spuntò alle loro spalle Gibbs

«Ieri sera Jade e Tony mi han-» Jade gli mise una mano sulla bocca per farlo tacere visto che li avrebbe sicuramente incolpati della sbornia della sera precedente così la ragazza terminò la frase al suo posto

«...hanno fatto veramente divertire» concluse sfoderando uno dei suoi sorrisi innocenti imitata da Tony. Gibbs guardò con attenzione tutta la scenetta e prima di superarli diede uno scappellotto a tutti e tre

«Tornate al lavoro!»

Dopo circa un'ora arrivò una telefonata alla scrivania di Gibbs il quale, vedendo il numero sconosciuto, mise la telefonata in vivavoce, dall'altra parte rispose una voce modificata al computer

«Agente Gibbs, sappiamo che tenete in custodia la ragazza, o lei ci dice la combinazione della cassaforte o uccidiamo uno dei genitori... la madre sarà la prima!»

«Ma io non la so la combinazione!» si intromise Jade che aveva ascoltato la richiesta

«Peggio per voi! Avete 24 ore» e riattaccò. Nella sala calò il silenzio tutti guardavano Jade dispiaciuti mentre lei cercava di ignorare quegli sguardi e di trattenere le lacrime... non voleva mostrarsi debole, anche se ne aveva tutto il diritto.

Gibbs accompagnò Jade fuori dall'edificio, voleva parlarle in privato, andarono nel parco li vicino e si sedettero su una panchina

«Jade io ti voglio aiutare ma tu mi devi dire cosa conteneva quella cassaforte» iniziò Gibbs con voce calma

«Non ne ho idea! Una volta li ho sentiti parlare di documenti e segreti internazionali, ma non so nient'altro» rispose Jade mentre si sforzava di trattenere le lacrime

«Ok è già un inizio, probabilmente i rapitori avranno cercato di ricavare la combinazione dai tuoi genitori e non avendola ottenuta fanno pressione a te... non lascerò che ti facciano del male» Gibbs lo disse guardando negli occhi la ragazza e solo in quel momento si rese conto di quanto dolore teneva dentro di se, questo faceva soffrire anche lui perchè ormai, anche se non lo ammetteva, si era affezionato, le voleva davvero bene, così per consolarla la racchiuse in un abbraccio.

«Gibbs, cosa succederà quando sarà tutto finito? Dove andrò se non troviamo i miei genitori? Sono sola e non ho un posto dove andare!»

«Non sei sola Jade, ora ci siamo noi e continueremo a prenderci cura di te finché sarà necessario» La ragazza ricambiò l'abbraccio e mentre si stringeva forte all'uomo, una lacrima le lasciò il segno sulla guancia.

Quando tornarono alla sede Gibbs mandò Ziva con Jade a prendere qualcosa da mangiare anche se non aveva fame. Quando si sedettero al tavolo Ziva cercò di iniziare qualche discorso ma la ragazza rispondeva a monosillabi impedendone lo sviluppo.

«Sai Jade, quando ero piccola mio papà era sempre via ed io ero sola, per fortuna avevo una sorella e un fratello, loro sono stati la mia vera famiglia e quando il destino ci ha separati, ho trovato una nuova famiglia qui all'NCIS, la famiglia non è solo quella di sangue. Qui ho trovato persone che si sacrificherebbero per me, perché è questo che fanno le famiglie»

«Si ma io non ho una famiglia, non ho amici così intimi e sono anche figlia unica. Come posso fidarmi ancora di qualcuno?!»

«Con il tempo è tutto possibile. Devi solo avere pazienza, stai affrontando cose che la maggior parte delle ragazze della tua età nemmeno si sognano e lo stai facendo a testa alta. Sei una ragazza davvero forte! Anche a me capita di sentirmi sola ma poi mi guardo intorno e vedo Tony che prende in giro Mcgee, Abby che abbraccia Gibbs e Palmer che fa discorsi senza senso con Ducky, anche se siamo tutti diversi ci vogliamo bene e tu ormai fai parte di questa nuova famiglia.» l'israeliana sorrise alla ragazza che aveva gli occhi lucidi, nessuno l'aveva mai fatta sentire così accettata, ed era una bella sensazione «Se hai bisogno di qualcosa puoi contare su di me Jade»

«In effetti c'è un favore che ti dovrei chiedere...» si riprese la ragazza tornando a sorridere «...mi accompagneresti a fare shopping un pomeriggio?!» l'agente la guardò perplessa poi rispose velocemente

«Certo, perché no?!» Jade si alzò per tornare agli uffici ma prima di sparire dietro all'angolo si girò verso Ziva

«Grazie».

 

 

Nel frattempo Mcgee, tra una corsa in bagno a vomitare e l'altra, aveva provato a rintracciare la chiamata fatta dal rapitore ma purtroppo era durata troppo poco per poterla localizzare. Le ore passavano ma non avevano la minima idea di cosa fare, Jade non sapeva la combinazione e al pentagono dicevano che i due tenenti non avevano accesso a materiale importante. A fine giornata Gibbs mandò tutti a casa, era inutile rimanere in ufficio a guardarsi negli occhi cercando una soluzione. A casa di Gibbs ordinarono le pizze, le mangiarono velocemente per poi andare subito a dormire, era stata una giornata pesante ed erano tutti stanchi morti. Tony prima di andare a dormire si avvicinò a Jade

«Guarda il lato positivo, Gibbs si è dimenticato della faccenda di Mcvomito» con questa frase riuscì a rubare un sorriso alla ragazza ma non fece in tempo a sorridere anche lui quando Gibbs li chiamò dal piano di sotto. Scesero preoccupati, gli si fermarono davanti mentre lui lentamente iniziò a chiedere

«Non mi avete più spiegato perché Mcgee stava male oggi» mentre lo diceva li guardava negli occhi fulminandoli

«Sai capo, lui non è abituato ad andare in locali la sera...» iniziò Tony cercando una scusa

«... e probabilmente la musica molto alta gli ha provocato il mal di testa» completò Jade. Gibbs si portò dietro di loro e avvicinandosi alle loro orecchie susssurrò

«Lo sapete vero che le bugie hanno le gambe corte? Per questa volta sorvolo ma la prossima volta che fate ubriacare Mcgee giuro su Dio che vi arresto! E adesso andate a dormire!» non se lo fecero ripetere due volte e corsero su per le scale gridandogli un «Buona notte Gibbs» dal piano di sopra lasciandolo solo nel seminterrato a lavorare alla sua barca “peggio dei bambini” pensò sorridendo per poi tornare al lavoro.

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Capitolo 11
*** Autodifesa ***


Note:
Eccomi con il nuovo capitolo leggermente più lungo degli altri perciò abbiate pazienza... è un po' triste quindi preparatevi psicologicamente, non vi rubo altro tempo
Buona lettura!








Come tutte le mattine Gibbs fu il primo ad alzarsi per poi andare a svegliare gli altri due dormiglioni. Jade aveva dormito pochissimo per pensare a quale sarebbe potuta essere la combinazione. Quando Gibbs andò a svegliarla stava scarabocchiando dei numeri su di un foglio

«Jade cosa stai facendo?»

«Sto cercando la combinazione Gibbs! Potrebbe essere la data di nascita di qualche mio parente o magari l'ora in cui sono nata o forse-» Gibbs la interruppe prima che facesse altre ipotesi

«Ora non ci pensare, cambiati che andiamo al lavoro, Ziva mi ha chiesto il pomeriggio libero per andare a fare shopping con te e gliel'ho concesso quindi è meglio se stamattina in ufficio riposi perché dovrai camminare» disse questo per cercare di distrarla poi si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte

«Gibbs posso stare a casa da sola stamattina? Per favore per favore per favore per favore!»

«Ok, ti faccio passare a prendere da Ziva a mezzogiorno» disse avviandosi alla porta poi si girò nuovamente verso di lei

«Non fare danni!» la ragazza le sorrise in risposta mentre l'uomo si diresse urlando a svegliare Dinozzo che non si era ancora alzato

«DINOZZO SE NON TI ALZI SUBITO GIURO CHE TI FACCIO STARE IN PIEDI TUTTO IL GIORNO!!!»

 

 

 

Quando se ne furono andati, Jade tornò ai suoi scarabocchi cercando invano di ricavarne qualcosa. A metà mattina era stanchissima così decise di mettersi a dormire per le restanti due ore, ma salendo le scale inciampò in un gradino cadendo sulla caviglia che le si torse e picchiando la testa contro lo spigolo, non riusciva a vedere bene il display del suo cellulare e fece in tempo a dare i suoi dati al centralino del pronto soccorso che poi la vista le si annebbiò completamente e svenne.

 

 


In ufficio tutti lavoravano sodo per cercare la combinazione quando la fatidica chiamata arrivò. Era sempre un numero sconosciuto e dall'altra parte parlava la stessa voce modificata

«Datemi la combinazione e rilascio subito i due tenenti altrimenti riceverete presto il cadavere della signora Harris»

«Ci dia un altro giorno di tempo!» chiese Gibbs preoccupato

«No ero stato chiaro, buona giornata agente Gibbs» la chiamata terminò e il silenzio calò in tutta la stanza, gli agenti si guardarono tra di loro, ognuno chiedendosi come poter dare una simile notizia a una ragazzina di 16 anni.

Passarono due ore senza aprire bocca ognuno immerso nei propri pensieri fino a quando l'ascensore si aprì e ne uscì Ducky con un'espressione mista tra la tristezza e il dispiacere poi annunciò l'inevitabile: il corpo della tenente Mary Rossi, la madre di Jade, era appena arrivato in sala autopsie con un singolo foro d'arma da fuoco nella tempia.

Sapevano tutti che presto il rapitore avrebbe richiamato per minacciare di uccidere anche il tenente Harris perciò, in silenzio, continuarono a cercare la combinazione.

A risvegliare l'attenzione di tutti fu il cellulare di Gibbs che riprese a suonare, il numero sempre sconosciuto ma a rispondere era la voce di un uomo, non modificata, Gibbs mise comunque la telefonata in vivavoce

«Salve, parlo con l'agente Gibbs»

«Chi lo vuole sapere?»

«Sono il dottor Baker, la chiamo perchè abbiamo appena ricoverato una ragazzina che risulta affidata a lei, si chiama-» il dottore venne interrotto dalla voce dell'agente

«Jade!»

«Esatto! La situazione non è grave è solamente svenuta e si è storta una caviglia, ora è sveglia ma se è al lavoro può passare più tardi a vedere come sta, qui con lei c'è un certo Jack, dei servizi sociali.» continuò il dottore

«Li tenga separati! Arrivo subito!» Gibbs chiuse il telefono e si diresse all'ascensore

«Dinozzo con me!» Tony si alzò di corsa per raggiungerlo prima che le porte dell'ascensore si chiudessero.

 

 


Quando entrarono in ospedale trovarono all'ingresso Jack insieme ad un'infermiera che gli teneva il ghiaccio fermo sull'occhio visibilmente gonfio. Quando Jack li vide entrare si diresse verso di loro

«Agente Gibbs! Giuro che me la pagherete! Voi e quella ragazzina!» Gibbs e Tony continuarono a camminare ignorandolo, mentre si avvicinavano alla stanza videro due infermieri allontanarsi completamente bagnati, entrambi capirono che era colpa di Jade e mentre Tony sorrideva soddisfatto della sua piccola copia, Gibbs lo fulminava con lo sguardo. Davanti alla porta il dott. Baker li fermò per parlare

«Voi dovete essere i tutori» disse stringendo loro la mano

«Cosa sta succedendo?» chiese Gibbs andando subito al punto

«Jade ha aggredito Jack dei servizi sociali, abbiamo pensato di darle dell'anestetico per farla calmare ma ha capito tutto prima che potessimo somministrarglielo e ci sta tenendo lontani da lei»

«Come?» chiese interessato Tony, se fosse stata una bella idea avrebbe potuto utilizzarla per importunare Mcgee

«Ha creato dei gavettoni con i guanti in lattice riempiti d'acqua» disse il dottore leggermente irritato

«Ci pensiamo noi» rispose Gibbs mentre tirava uno scappellotto a Tony che era scoppiato a ridere.

Entrando trovarono Jade che prendeva la mira per beccarli ma quando li riconobbe appoggiò il gavettone sul comodino e li salutò

«Gibbs, Tony sono così felice che siete arrivati! Qui sono tutti matti!» a Gibbs scappò un sorriso mentre Jade continuava a spiegare «Quando mi sono svegliata c'era Jack accanto a me che continuava a minacciarmi dicendomi che mi avrebbe rinchiusa nel centro d'accoglienza, così gli ho tirato un pugno e gli infermieri sono venuti per calmare me! È assurdo! Così mi sono difesa come ho potuto!» entrambi gli agenti si misero a ridere e Tony diede il cinque a Jade, ma la piacevole atmosfera venne interrotta dall'ovvia domanda che tutti si aspettavano

«Avete saputo qualcosa dei rapitori?» e con quella domanda Jade riuscì a mettere in difficoltà anche Gibbs.

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Capitolo 12
*** Reazioni ***


Note:

Scusate l'estremo ritardo con cui pubblico questo capitolo ma le vacanze di pasqua mi hanno dato alla testa! Ringrazio tutti quelli che leggono la storia e quelli che la commentano, senza il vostro sostegno non so se sarei andata avanti a scriverla! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!

Buona lettura!

 

 

 

 

 

Tony guardò Gibbs che era rimasto immobile, non l'aveva mai visto così, abbassò lo sguardo sul pavimento, non sapeva cosa dire ne cosa fare sapeva solo che era tristissimo per ciò che stava passando la sua nuova amica, che ormai per lui era diventata una sorella. In quell'istante gli tornò alla mente la sua infanzia, quando gli dissero che sua madre era morta, si ricordò la bruttissima sensazione che aveva provato e come si era sentito solo, abbandonato a se stesso. A distoglierlo dai suoi pensieri fu un gesto di Gibbs che gli fece segno di uscire, Tony uscì silenzioso e si sedette sulle sedie difronte alla camera, ad aspettare.

Gibbs le spiegò ciò che era successo, dalla chiamata ricevuta, al corpo, per poi farle le condoglianze. Jade ascoltava impassibile era come se le parole le scivolassero addosso, per abitudine si mostrava forte e lasciava che la brutta notizia la ascoltasse la parte più sensibile di lei, quella che nascondeva sempre. Gibbs aveva capito cosa stava facendo, era la stessa cosa che faceva Tony quando gli davano brutte notizie, tratteneva tutto. Per questo le chiese

«Stai bene?»

«Si, ho solo bisogno di tempo per metabolizzare tutto.» rispose Jade tranquillamente

«Se hai bisogno di qualunque cosa sono qua fuori» detto questo uscì chiudendo la porta dietro di se e lasciando la ragazza sola con i suoi pensieri

«Come sta?» Tony si avvicinò a Gibbs preoccupato

«Lei dice che sta bene, vai a parlarle»

«Ma non so cosa dire!»

«Da quando Dinozzo non sai cosa dire?! Ci sei passato anche tu quando eri piccolo, entra e dille ciò che avresti voluto sentirti dire!» Gibbs gli diede uno scappellotto e gli indicò la porta

«Vai Tony! È un ordine!» Tony si avviò massaggiandosi la parte colpita, quando entrò trovò Jade nella stessa identica posizione in cui l'aveva lasciata, immobile. Ripensò velocemente a come si era sentito quando lui aveva perso la madre e disse l'unica cosa avrebbe voluto sentirsi dire al posto delle inutile condoglianze fatte da gente sconosciuta

«Jade non sei sola, ci sono io con te» la ragazza le sorrise tristemente mentre lui si sdraiò accanto a lei stringendosela al petto.

Quando, dopo mezz'ora, Gibbs rientrò nella camera trovò Jade addormentata sul petto di Tony che le accarezzava dolcemente i capelli, con Gibbs entrarono anche Ziva e Mcgee che rimasero in silenzio ad ammirare la scena. Sentendosi osservata Jade si svegliò e con un gran sorriso, come se non fosse successo niente, salutò i presenti, voleva alzarsi ma la caviglia le faceva troppo male per reggere tutto il peso del suo corpo.

«Jade non possiamo andare a fare shopping oggi pomeriggio» iniziò Ziva per rompere l'imbarazzante silenzio che si era creato.

«Già, ma possiamo lo stesso passare il pomeriggio insieme» rispose sorridendo la ragazza

«Se vuoi andare in qualche posto in particolare fammelo sapere che ci andiamo»

«Ok, ci penso e-»

«Basta che sia un posto tranquillo, in cui non si sforzi la caviglia!» si intromise Gibbs guardando severo entrambe «E ci andrai solo dopo aver mangiato qualcosa»

«Si papà» rispose Jade con fare canzonatorio suscitando l'ilarità dei presenti.

 


 

Quando finirono il pranzo Jade si diresse alla macchina con Ziva, gli antidolorifici le avevano fatto passare il dolore anche se non poteva sforzare l'arto

«Allora, hai deciso dove vuoi andare?» chiese Ziva

«Non saprei... hai delle idee?»

«Prova a pensare a quello che ti piacerebbe fare in questo momento che non hai mai fatto» le suggerì l'agente

«Ci sarebbe una cosa che mi piacerebbe fare, ma non posso... mi piacerebbe provare a sparare!» disse tutto d'un fiato la ragazza mentre Ziva la guardava con gli occhi sgranati

«Si in effetti non potresti per un sacco di ragioni, ma è anche vero che io sono un agente federale e posso far sparare chi voglio se me ne prendo la responsabilità» Ziva voleva accontentare la ragazza ma non poteva! Nella sua testa si stava scatenando una lotta tra il suo istinto amichevole e quello d'agente professionale quando decise cosa fare riprese

«Ti porto a sparare, ma tu promettimi che non dirai niente a Gibbs!»

«Promesso!» rispose subito Jade con un gran sorriso stampato sul volto.
 

 

 

Alla sede

«Gibbs, Dinozzo, subito nel mio ufficio!» la voce irritata del direttore Vance risuonò in tutto il piano. I due diretti interessati si avviarono, il primo chiedendosi cosa aveva combinato Dinozzo, mentre il secondo facendosi un esame di coscienza. Entrarono e subito videro Jack in un angolo semi nascosto nell'ombra, sembrava quasi un avvoltoio talmente era inquietante, cercava inutilmente di nascondere l'occhio gonfio e nero che Jade gli aveva procurato.

«Buongiorno amico Jack» lo salutò ironicamente Tony che stava ammirando il suo occhio

«C'è qualche problema direttore?» andò subito dritto al punto Gibbs che non voleva perdere tempo

«Si, agenti! Jack è qui perché vuole la custodia di Jade in quanto voi non siete in grado di gestirla!»

«Come no! È sana e salva, ci stiamo prendendo cura di lei e con noi si trova bene» rispose Dinozzo irritato, potevano minacciarlo di morte ma non di portargli via Jade

«Mentre era sotto la vostra protezione ha allagato la scuola, il suo agente» si intromise Jack riferendosi a Dinozzo «l'ha fatta ubriacare insieme al collega, è finita all'ospedale e mi ha anche picchiato, per non parlare di tutto ciò di cui non sono a conoscenza!»

«La stiamo comunque trattando molto meglio di quanto abbiate fatto voi. Magari ha fatto qualche casino, ma almeno è controllata e soprattutto amata! Per questo non scappa da noi!» iniziò a difendersi Gibbs

«Vedremo se questo basterà al giudice!» rispose Jack senza nascondere un ampio sorriso maligno sul volto

«Jade ci ha raccontato tutto di ciò che le hai fatto quando era nel vostro centro e scommetto che sarebbe disposta a raccontarlo anche al giudice e, essendo una ragazza molto fantasiosa, magari potrebbe aggiungere qualche dettaglio creativo» iniziò a difendere la ragazza anche Tony fissando con un sorriso furbo l'uomo che odiavano

«Non finisce qui!» disse puntando il dito verso tutti i presenti ed uscendo arrabbiato e offeso.

 

 

 

Ziva riportò Jade a casa per cena

«Grazie Ziva mi sono divertita un sacco, ma soprattutto mi sono sfogata!»

«Sono felice che ti sia piaciuto, hai una dote naturale, che però non dirai a Gibbs!»

«No stai tranquilla sarei nei guai tanto quanto te! Ci vediamo domani»

l'israeliana la salutò e Jade si diresse dentro casa dove Gibbs e Tony la aspettavano per cena e per guardare insieme un bel film; la possibilità che Jack gliela portasse via li aveva fatti riflettere su quanto si erano affezionati, ormai erano a tutti gli effetti una famiglia.

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Capitolo 13
*** Messaggi ***


Note:
Eccovi il nuovo capitolo *tadan*! come preannunciato in alcune risposte alle recensioni ci sarà un colpo di scena. Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e commentano la mia storia! non vi rubo altro tempo
Buona lettura!








Quella mattina, con grande gioia di Gibbs, avrebbero riaperto la scuola, finalmente avrebbe avuto tutti gli agenti attenti sul caso. Raggiunse la scrivania a grandi falcate, soddisfatto nel vedere che tutti i suoi agenti erano già arrivati, tranne Dinozzo che aveva accompagnato Jade a scuola. Quell'atmosfera tranquilla fu interrotta dall'arrivo di un agente

«Agente David?» chiese rivolto a Ziva

«Come posso aiutarla?»

«Ieri pomeriggio ha dimenticato la carta d'identità al poligono... tenga» a Ziva si ghiacciò il sangue, sapeva che prima o poi Gibbs avrebbe scoperto che aveva portato Jade a sparare, ma non pensava così presto! Ritirò il documento ringraziando, sperando che il suo capo non avesse sentito ma voltandosi per controllare trovò le sue iridi di ghiaccio che la fissavano talmente intensamente che avrebbero potuto trapassarla. Iniziò a pensare a delle scuse ma fortunatamente il suono del cellulare di Gibbs la salvò.

 

 

 

Jade rientrò a scuola dove si era sparsa la voce della sua situazione. Si diresse nell'aula di storia e prese posto in uno dei banchi più in fondo per poter dormire senza essere disturbata ma la voce del suo compagno di classe la svegliò

«Ehi Harris, mi dicono che sei sorvegliata dagli sbirri»

«Fatti gli affari tuoi Mark!» gli rispose arrabbiata, aveva già molto a cui pensare non voleva essere disturbata

«Altrimenti cosa?! Chiami i tuoi amici poliziotti?» Quelle parole fecero scattare l'ira della ragazza che spinse il ragazzo giù dalla sedia, purtroppo, nell'esatto momento in cui la professoressa la stava fissando

«Harris vai fuori!» disse gridando isterica mentre indicava la porta con la mano. Jade raccolse velocemente i libri e uscì per dirigersi al suo armadietto ad appoggiarli. Lo raggiunse dopo aver percorse la strada più lunga, inserì la combinazione e lo aprì. Dall'armadietto uscì un foglio che svolazzando cadde per terra, lo raccolse e iniziò a leggere

Ho trovato il punto debole di tuo padre, tu!

a presto...”

Quella frase la fece rabbrividire, si diresse correndo a una panchina, prese il cellulare e compose velocemente il numero di Gibbs

«Pronto?» rispose con il suo solito tono burbero

«Gibbs! Meno male che hai rispo-» la interruppe

«Jade cos'hai combinato? Perchè mi stai chiamando invece di essere in classe?»

«Io ero in classe ma ho litigato con un mio compagno e la prof mi ha cacciata fuori» disse abbassando il tono della voce ad ogni parola per poi riprendere con fare agitato «Ma non è questo il motivo per cui ti ho chiamato!»

«E allora perchè?!»

«Ho trovato un biglietto del rapitore nel mio armadietto!» lesse il biglietto e aspettò una risposta da parte di Gibbs

«Aspettami lì! Non ti muovere che sto venendo a prenderti!» e terminò la telefonata.
Si sedette più comoda sulla panchina e iniziò a giocare con il cellulare, ma non fece in tempo a iniziare la partita a tetris quando vide un furgone nero fermarsi davanti a lei, posò il cellulare e alzò lo sguardo, un uomo era al volante e l'altro era mascherato e le stava andando incontro, prese lo zaino e iniziò a correre ma l'uomo era troppo vicino e riuscì ad afferrarla per un braccio tirandola con forza verso il furgone. Jade capì che non sarebbe riuscita a sfuggire da quella presa così decise che avrebbe combattuto, in fondo aveva visto un sacco di film su combattimenti, si girò e tirò un pugno in piena faccia al suo aggressore che non aveva un corpo proprio atletico, tirò un forte calcio nella sua zona intima facendolo piegare in due per poi spingerlo a terra. Jade, curiosa, gli tolse la maschera e rimase impietrita di fronte al volto di quell'uomo che conosceva bene, Jack approfittò di quel momento di smarrimento per colpire la ragazza che riprese subito a difendersi, la fine di quell'incontro fu determinata dall'arrivo di Gibbs, appena Jack lo vide si buttò sul furgone e partirono sgommando lasciando la ragazza a terra con il sopracciglio e il labbro spaccati e sanguinanti. Gibbs corse incontro a Jade che si stava rialzando e una volta saliti in macchina si diressero alla sede dell'NCIS.

Ducky medicò velocemente la ragazza mettendole qualche punto sul sopracciglio e un po di ghiaccio sul labbro. Appena Jade fu in grado di parlare, Gibbs iniziò a urlarle contro

«Come ti è saltato in mente di combattere?! Poteva essere armato!»

«Certo sarebbe stato meglio se mi avesse rapita! E poi adesso sappiamo chi cercare!» cercò di giustificarsi

«E se ci fosse stato qualcun altro nel furgone?!» riprese Gibbs che non stava minimamente ascoltando Jade « ti avrebbero picchiata, rapita e probabilmente uccisa in seguito!» detto questo si diresse, seguito dalla ragazza, all'ascensore dal quale stava uscendo Dinozzo che si avvicinò a Jade per congratularsi

«Ehi mi han detto che abbiamo un'altra piccola ninja in ufficio! Complimenti Jade hai fatto un ottimo lavoro!» la ragazza gli sorrise soddisfatta mentre uno scappellotto di Gibbs colpiva duramente la testa di Tony riportando tutti alla serietà, salirono sull'ascensore per raggiungere il primo piano e la prima a spezzare il silenzio fu Jade

«Gibbs, mi dispiace» bastarono quelle parole a calmare Gibbs

«Va tutto bene, mi hai fatto preoccupare, l'unica volta che non è Dinozzo a farmi preoccupare con qualche suo guaio!» i tre sorrisero e Jade abbracciò dolcemente Gibbs che, sempre sorridendo, l'accolse tra le sue braccia e le sussurrò

«Adesso andiamo a casa» e in quel momento si sentiva la ragazza più felice del mondo.

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Capitolo 14
*** Vendetta ***


Note:

Come avrete notato sono in ritardo, in mia difesa dico che in quest'ultimo mese sarò piena di interrogazioni e verifiche e se qualcuno di voi va ancora a scuola sono sicura che mi capirà! Comunque meglio tardi che mai giusto?

Buona lettura!




 

Erano le 5 del mattino e Gibbs non aveva ancora chiuso occhio, sapere che Jack era riuscito ad arrivare così vicino a Jade lo aveva turbato. Decise di andare a fare una corsetta nel suo quartiere, e visto che aveva dei conti in sospeso con Jade e Tony andò a svegliarli urlando loro di prepararsi alla svelta per andare a correre.

«Gibbs stai delirando?» chiese Jade con la voce ancora impastata dal sonno

«No, queste sono le conseguenze delle vostre azioni! Dove cavolo è finito Dinozzo?!» l'agente si era riaddormentato sul divano in salotto e fu risvegliato da un sonoro scappellotto

«Andiamo!»

«Si capo sono sveglio!» disse con un occhio ancora chiuso. A Tony piaceva correre, era sempre stato un ragazzo sportivo, ma non alle 5 di mattina. Jade, invece, non impazziva per l'attività fisica, a lei piaceva fare dei giri in skateboard o al massimo in bici, ma odiava profondamente correre, non era mai stata brava soprattutto in resistenza, si stancava subito. Alle 5,30 erano già fuori casa pronti a partire. Gibbs era davanti che faceva strada, era seguito a ruota da Tony mentre 3 metri più indietro si trovava Jade che affannando andava avanti. Raggiunsero il parco li vicino e si fermarono per bere alla fontana, quando la ragazza li raggiunse, loro erano già pronti per ripartire

«Finalmente sei arrivata» commentò ironico Tony

«Dovrò farti correre di più» aggiunse Gibbs

«No, non fa niente, va bene così,» la ragazza rispose con ancora il fiatone e sdraiandosi sull'erba

«Dopo quello che è successo ieri dovrei anche insegnarti a combattere!» Gibbs in realtà ci stava pensando da tempo ma adesso era indispensabile che lei si sapesse difendere «inziamo subito!» continuò porgendo la mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi mentre lei inventava scuse assurde che non le permettevano di combattere. La ragazza afferrò la mano per alzarsi ma Gibbs con una mossa veloce girò la ragazza a pancia a terra e il braccio rigirato dietro alla schiena

«Devi sempre essere attenta!»

«Ahia Gibbs! Non vale, non mi ero ancora alzata!» cercò di difendersi tra un lamento e l'altro

«Da questa posizione hai pieno potere sull'avversario e spingendo qui » disse Gibbs portando l'altra mano sul collo della ragazza che temeva seriamente per la sua incolumità « si può spezzare l'os-» il telefono iniziò a squillare salvando la ragazza che commentò

«Dovrò regalare un mazzo di fiori a tutti quelli che ti chiamano salvandomi nei momenti peggiori!» Gibbs diede uno scappellotto alla ragazza che si rialzò stiracchiandosi le ossa.

«Pronto, Gibbs» rispose al telefono, mentre Jade e Tony avevano iniziato a schizzarsi con l'acqua della fontana e a rincorrersi, la voce di Mcgee dall'altra parte del telefono informava Gibbs che era arrivato un nuovo cadavere alla sala autopsie dell'NCIS, ed era quello del padre di Jade.


 

 

Mentre Gibbs sfrecciava con la sua auto alla sede, Tony era rimasto con Jade che ancora non riusciva a credere a ciò che le era appena stato detto. Erano ancora in quel parco, sdraiati nell'erba sotto l'ombra di un albero, la ragazza fissava un punto senza aprire bocca, sapeva che se avesse provato a parlare sarebbe scoppiata a piangere. Tony l'abbracciò ma neanche questo servì a farla sfogare perciò iniziò lui a parlare

«Senti Jade, mi dispiace davvero tanto per i tuoi genitori, ma non puoi tenerti tutto dentro, ti fa male e te lo dice uno con esperienza... non devi dimostrare a nessuno di essere forte in questo momento, devi solo fare uscire tutto questo dolore da te»

«Perchè?» fu la prima parola che uscì dalla bocca della ragazza «Tony, perchè sta succedendo tutto questo a me? Cosa ho fatto di male? Dove andrò quando prenderete Jack? Sono sola.» continuò Jade con la voce spezzata dalle lacrime che ormai non riusciva più a trattenere.

«La verità è che non c'è una risposta, ma ti assicuro che la vita ci propone le sfide che sa che possiamo superare, soprattutto se a starti accanto hai un agente super-speciale come me!» disse ironicamente riuscendo a strappare un sorriso alla ragazza «se vuoi quando chiuderemo il caso potrai trasferirti a casa mia, sarà divertente dividere l'appartamento con la sorellina che non ho mai avuto!» Tony asciugo le lacrime della ragazza e la strinse a sé ancora di più, avrebbe trovato Jack a tutti i costi e gliela avrebbe fatta pagare!

 

 

Gibbs raggiunse di corsa la sua scrivania e ci salì sopra, con un fischio richiamò l'attenzione di tutti gli agenti presenti sul piano

«Cerchiamo questo uomo» iniziò a parlare mostrando una foto di Jack «ha ucciso i genitori di Jade, questo caso ha la massima priorità! Trovatelo e portatemelo vivo!» gli agenti si zittirono poi si misero tutti al lavoro spaventati dal tono arrabbiato di Gibbs

«Mcgee invia la foto segnaletica a tutte le stazione della polizia, Ziva voglio un blocco stradale in tutte le direzioni nel raggio di 100 km, nessuno deve lasciare la città!»

«Si capo» risposero all'unisono mentre stavano già iniziando le ricerche.

Una delle regole di Gibbs era di non lasciarsi mai coinvolgere personalmente in un caso, lui l'aveva trasgredita facendo entrare Jade nella sua famiglia, e nessuno può permettersi di toccare un componente di questa famiglia senza subirne le conseguenze!

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Capitolo 15
*** Togliersi un peso ***


CAPITOLO 15

Note:

Finalmente sono riuscita ad aggiornare! Come probabilmente avrete capito stiamo giungendo alla fine della storia, penso che dopo questo ci sarà ancora un capitolo al massimo due, ma non pensiamo al futuro e godetevi questo capitolo

Buona lettura!

 

 

 

Nell'ufficio regnava il silenzio, erano tutti impegnati nella ricerca di Jack. Quell'atmosfera venne bruscamente interrotta da Mcgee che scattò in piedi

«Capo l'ho trovato! Si sta dirigendo fuori da Washington!»

«Ottimo lavoro Mcgee! Andiamo a prendere quel bastardo, Ziva avvisa Tony e digli di raggiungerci sul posto» disse dirigendosi all'ascensore «e digli anche di lasciare a casa Jade!» aggiunse. L'israeliana annuì e compose velocemente il numero dell'amico, era contenta di essere lei a dare la bella notizia ai due.

 

 

Tony e Jade stavano guardando un film mangiando pop corn a casa di Gibbs, non c'era niente di meglio per svagarsi un po. L'attenzione dei due si concentrò sul cellulare dell'agente che aveva iniziato a squillare, con una mossa veloce Tony prese il cellulare e rispose

«Dinozzo» rimase in ascolto per circa dieci minuti senza dire una parola, quando riattaccò il telefono, iniziò a prepararsi velocemente

«Tony cos'è successo?!» ma l'agente non riusciva a sentirla, era troppo impegnato a pensare a come avrebbe potuto torturare quell'uomo che aveva reso la vita della sua giovane sosia un incubo. Jade non avendo ricevuto una risposta immediata capì che era successo qualcosa, così si mise davanti alla porta e gli ripeté la domanda

«Jade, mi ha appena telefonato Ziva, hanno rintracciato Jack e pare che stia scappando dalla città, vado a prenderlo e torno ok?» rispose Tony prendendo le spalle della ragazza e spostandola

«Voglio venire anch'io!»

«Non puoi, ordini di Gibbs!» Tony iniziò a mettersi le scarpe

«Ok, allora vado in camera mia, vedi di prenderlo!» detto questo Jade corse al piano di sopra, raggiunse la finestra della camera, uscì e si calò aiutandosi con un lenzuolo. Arrivata a terra fece una corsa alla macchina senza farsi vedere da Tony, il quale stava slegando i nodi alle stringhe che Jade gli aveva fatto mentre si preparava; la ragazza si nascose dietro al sedile del guidatore e attese, nessuno più di lei voleva vendicarsi contro quel verme, questa era la sua unica occasione perché poi lo avrebbero mandato in prigione, e quindi non poteva sprecarla. Quando Tony fu salito in macchina partirono e quando furono abbastanza lontani da casa uscì allo scoperto facendo anche spaventare l'agente

«Jade! Che diavolo ci fai qua?! Ti avevo detto di stare a casa!»

«Lo so Tony ma volevo assistere all'arresto»

«Se lo scopre Gibbs ci uccide entrambi! Quando arriviamo al magazzino in cui si rifugia, tu ti nascondi dietro, e resti li tutto il tempo! È chiaro?!»

«Ma Tony-» cercò di opporsi Jade

«No, niente ma!» rispose duro l'agente.

Il resto del viaggio lo passarono in silenzio.

Quando arrivarono, davanti al magazzino c'era già tutta la squadra, per non rischiare che vedessero Jade, Tony parcheggiò sul retro e prima che la ragazza potesse ribellarsi l'ammanettò alla portiera dell'auto

«Così sono sicuro che non scappi!» si diresse dai suoi colleghi ignorando i lamenti della ragazza.

Jade riuscì solo a sentire il rumore di quando sfondarono la porta, poi silenzio.

La sua attenzione fu richiamata dal rumore della porta sul retro che si apriva, era Jack, e stava scappando! Non poteva permetterlo, aprì il vano porta-oggetti dell'auto per cercare una forcina o qualcosa per liberarsi dalle manette ma trovò qualcosa di meglio, la pistola di scorta dell'agente molto speciale Dinozzo. La prese e controllò che fosse carica, quella giornata al poligono con Ziva era stata molto utile! Si sporse dal finestrino, prese la mira, fece un bel respiro profondo e senza alcuna esitazione sparò.

Il rumore rimbombò in tutto il magazzino, attirando l'attenzione degli agenti che corsero fuori a controllare. Jack era disteso per terra che si teneva il ginocchio sanguinante. Il primo agente ad arrivare fu Tony che vedendo l'uomo a terra e senza possibilità di fuga andò prima da Jade per riprendersi le manette e vedere se stava bene, lei era rimasta immobile con la pistola carica ancora in mano. Tony la liberò e notando il suo stato di shock l'abbracciò velocemente per poi dirigersi verso Jack. Dopo averlo ammanettato l'uomo fu lasciato a terra in attesa che arrivasse un'ambulanza, nel frattempo li avevano raggiunti anche Gibbs, Ziva e Mcgee che si fecero spiegare da Tony l'accaduto. Fu proprio in quel momento in cui tutti erano distratti che Jade raggiunse Jack e iniziò a liberare tutta la rabbia repressa che aveva contro quell'uomo, continuava a colpirlo sempre più forte, nonostante il dolore alle nocche che iniziavano a sanguinare, lei lo colpiva con pugni e calci ininterrottamente, Jack ormai era svenuto per i troppi colpi alla testa, ma lei continuava, solo allora Gibbs si rese conto di ciò che stava succedendo, corse incontro alla ragazza e dopo averle ripetuto, controvoglia, di fermarsi senza risultati, la circondò con le sue braccia e, sollevandola di peso, la portò alla macchina dove la ragazza scoppiò a piangere, esausta di tutta quella situazione, voleva andare a casa e dormire... per sempre.

L'ambulanza li raggiunse in poco tempo, soccorsero immediatamente Jack che aveva perso molto sangue per poi portarlo d'urgenza in ospedale dove sarebbe rimasto sorvegliato da due agenti per circa due settimane, poi l'avrebbero processato e infine spedito in prigione per molti anni visto i molteplici capi d'accusa.

Mentre Tony, Mcgee e Ziva seguivano l'ambulanza, Gibbs e Jade stavano tornando a casa, rimasero zitti per tutta la durata del viaggio, la prima a parlare fu Jade quando erano davanti a casa

«Gibbs mi dispiace, so che non dovevo venire, ma è stato più forte di me, lui ha ucciso i miei genitori! È stata un'idea mia, Tony non sapeva niente»

«Jade ti avrebbe potuto uccidere! Lo sai meglio di me quanto ti odia, hai corso un pericolo grandissimo! Tu magari non ci credi, ma qui c'è gente che ci tiene a te e che magari ogni tanto potresti ascoltare.» disse l'agente guardandola dritta negli occhi « Adesso entriamo che ti medico le mani! Comunque, bella mira per una principiante»

«Non direi, considerando che avevo mirato alla testa!»

Entrarono in casa e Jade si fece medicare, lamentandosi ogni tanto per il dolore. Quella sera, dopo aver cenato tutti insieme, per la prima volta dopo tanto tempo, Jade andò a dormire con la mente leggera, si era sfogata contro quell'uomo che le aveva reso la vita un inferno, in quel momento si era addirittura dimenticata che ormai il caso era chiuso, che avrebbe dovuto lasciare presto l' NCIS e che sarebbe stata scaraventata da una casa all'altra per il resto dei suoi anni da minorenne. Ma adesso non ci pensava, infatti si addormentò di colpo, abbracciando il cuscino. 

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Capitolo 16
*** Denunce ***


NOTE:
So che probabilmente mi vorrete uccidere ma non ho giustificazioni per avervi fatto aspettare così tanto se non che ho avuto diversi problemi in famiglia. Comunque sono felice di annunciarvi che con questo capitolo finisco la storia anche perché non sono più in grado di aggiornarla. Spero sinceramente che via sia piaciuta questa ff, ringrazio di cuore tutti quelli che l'hanno letta e recensita. Se volete lasciatemi una recensione con il vostro parere. Buona lettura!
Un abbraccio
Giansen




Jade si svegliò tardi quella mattina come anche Gibbs e Tony, ormai il caso era chiuso e l'arresto ufficiale l'avrebbero potuto fare solo quando Jack sarebbe uscito dall'ospedale. Fecero colazione tutti insieme verso le 10 di mattina ma nonostante il caso fosse chiuso regnava un imbarazzante silenzio. Tutti sapevano che anche se ormai l'incubo era finito, Jade aveva perso i suoi genitori e a breve l'avrebbero dovuta salutare, forse anche per sempre. Quando finirono di fare colazione Gibbs andò a lavorare alla sua barca, Tony a guardare la tv mentre Jade, senza dirlo agli altri, andò in camera sua a preparare la valigia.

Nel pomeriggio si diressero alla sede dell'NCIS dove dovevano compilare i vari rapporti sulla chiusura del caso, Ziva fu la prima a finire per questo Jade le si avvicinò e iniziarono a parlare di come avrebbero fatto a tenersi in contatto in futuro, il loro discorso fu interrotto da Gibbs che piazzandosi davanti alla scrivania dell'agente le congelò con lo sguardo, solo in quel momento venne in mente ad entrambe che Gibbs non gli aveva ancora fatto la predica per essere andate al poligono di tiro e non averglielo detto. La prima che ad aprire bocca fu Jade

«Gibbs è tutta colpa mia, sono stata io a chiederglielo e a dirle di mantenere il segreto!»

«No non è vero Gibbs è stata colpa mia che l'ho portata!» disse Ziva inutilmente

«Tu!» iniziò a parlare Gibbs con un tono di voce più serio del solito indicando Ziva «niente lavoro sul campo per il prossimo mese!» disse senza ascoltare le richieste della donna

«E tu...» questa volta il tono era cambiato, c'era una specie di sorriso inquietante sul volto di Gibbs che fece venire i brividi a Jade, non sapeva cosa aspettarsi da lui! Prima che la sua condanna fosse emanata, per tutto l'ufficio rimbombò la voce del direttore Vance

«GIBBS, DINOZZO, HARRIS SUBITO NEL MIO UFFICIO!» non era un buon segno ma Jade fu contenta di essere scampata a quella situazione per questo commentò ironicamente con un sorriso da falsa innocente spaventosamente uguale a quello di Tony

«Gibbs è meglio andare, non si può far aspettare il direttore » detto questo passò davanti a Gibbs, che le diede uno scappellotto, per poi superarla e dirigersi verso l ufficio del direttore seguita dagli altri due. Quando raggiunsero l'ufficio del direttore lo trovarono seduto dietro alla sua scrivania con uno sguardo chiaramente irritato e diversi fogli in mano, fece segno ai tre di accomodarsi sulle sedie di fronte alla scrivania, Jade e Tony si scambiavano sguardi preoccupati mentre Gibbs fissava il direttore, furono tutti riportati all'attenzione quando Vance iniziò a parlare

«Ho appena ricevuto tre denunce per Jade... come me lo spiegate?»

«Quali sono?» chiese Gibbs diretto

«La prima è da parte dell'ospedale per aggressione agli infermieri della struttura, la seconda è da parte della madre di un ragazzo della sua scuola per aggressione e la terza da parte di Jack per l'aggressione durante l'arresto» rispose Vance alzando lo sguardo verso la ragazza a ogni accusa. Jade provò a giustificarsi ma fu subito interrotta dallo sguardo glaciale di Gibbs mentre Vance riprendeva la parola

«La corte aveva condannato Harris agli arresti domiciliari per i prossimi due mesi ma dato che non ha una residenza ed era sotto la vostra tutela, è stato stabilito che rimarrà sotto la vostra supervisione 24 ore su 24 per i prossimi due mesi, per questo passerà le giornate in ufficio e studierà individualmente per dare degli esami a fine anno.» il direttore fece una pausa in cui si tolse gli occhiali e fissò i suoi agenti, poi continuò «Pensavo che due dei miei migliori agenti sarebbe riusciti a tener sotto controllo una ragazzina ma evidentemente mi sbagliavo! Mi aspetto che le cose cambino nei prossimi due mesi! Non ho altro da aggiungere, potete andare».

Quando uscirono Gibbs fece segno agli altri due di seguirlo in ascensore, mentre lo raggiungevano Jade lanciava sguardi preoccupati a Tony che sembrava preoccupato esattamente quanto lei, iniziò a prepararsi a ricevere la più grande sgridata della storia e infondo se la meritava, loro la proteggevano e lei non faceva altro che combinare guai.

Appena si chiusero le porte dell'ascensore Gibbs lo bloccò e lentamente iniziò a parlare

«So benissimo che chiedervi di non fare danni per i prossimi due mesi è impossibile, vi chiedo solo di non coinvolgere persone al di fuori della squadra, è con questo non sto dicendo che vi sarà perdonato tutto, anzi, sarò molto più duro con voi e se continuate così oltre agli scappellotti inizierò a darvi anche punizioni che magari riesco ad insegnarvi un minimo di disciplina!» detto questo Gibbs sbloccò l ascensore, e appena le porte si aprirono Tony e Jade sgattaiolarono fuori sentendosi dei superstiti e si diressero di corsa da Abby.

Appena raggiunsero il suo laboratorio entrarono tappandosi le orecchie, Jade le corse in contro e l'abbracciò, era da un po che non la vedeva ed Abby infatti era incerta se essere felice per la visita dell'amica o essere dispiaciuta per ciò che le era successo, ma non fece in tempo preoccuparsene perché Jade iniziò subito a raccontarle ciò che era appena successo dal direttore, annunciandole con gioia che si sarebbero viste anche per i due mesi successivi.

Mentre le ragazze festeggiavano Tony tornò al piano di sopra per avvisare Ziva e Mcgee nel frattempo Abby raccontò a Jade come era riuscita a trovare il ragazzo che le piaceva e la ringraziò per averla aiutata, finita la conversazione si diresse in sala autopsie per scusarsi con Palmer, anche se non gli stava particolarmente simpatico doveva riconoscere che era stata crudele con lui quando l'aveva chiuso nello sgabuzzino! Dopo essersi scusata tornò agli uffici dove Ziva e Mcgee le dicevano quanto fossero felici che si fermasse altri due mesi. Anche se dava parecchio filo da torcere a tutti, Jade ormai era considerata una della famiglia.

La sera ordinarono delle pizze a casa di Gibbs e dopo una lotta tra Tony e Jade, l'agente scelse il film da vedere quella sera, la ragazza si addormentò dopo i primi 10 minuti ringraziando mentalmente Gibbs che si era dimenticato di darle la punizione per avergli tenuto nascosto di essere andata a sparare al poligono. Si addormentò davvero felice, con la testa appoggiata sul petto di Tony che la stringeva forte a se dandole un senso di sicurezza.

 

 

 

Due mesi dopo

Jade era seduta davanti alla scrivania di Vance mentre accanto a lei erano seduti Gibbs e Dinozzo. Ripensò un istante agli ultimi due mesi, si era divertita un sacco, per la prima volta si era sentita davvero parte di una famiglia ed era stato bellissimo ma purtroppo tutto ha una fine e adesso sarebbe stata mandata in un orfanotrofio dove sarebbe rimasta fino al compimento dei 18 anni. In quel momento Vance iniziò a parlare risvegliandola dai suoi tristi pensieri

«Come sapete oggi Jade ha finito di scontare la sua pena per questo non è più sotto la protezione dell'NCIS» la ragazza annui tristemente e Vance continuò rivolto a lei «ma mi è stato chiesto di dirti che da questo momento Gibbs e Dinozzo saranno ufficialmente i tuoi tutori, per questo vivrai con loro fino ai 18 anni e se per te non è un problema frequenterai una scuola più vicina» Jade non riuscì a credere a ciò che le era appena stato detto, quando uscirono dall'ufficio del direttore abbracciò sia Gibbs che Tony e con voce ancora tremante chiese

«Perchè l'avete fatto? Non eravate obbligati!»

«Fai parte della famiglia» disse Gibbs

«e famiglia significa che non si lascia indietro nessuno» aggiunse Tony

«Questa citazione di Lilo e Stich potevi anche evitarla!» disse Jade ridendo e iniziando una discussione con Tony su chi faceva le citazioni migliori meritandosi entrambi uno scappellotto da parte di Gibbs “bambini..” pensò sospirando.

Adesso Jade poteva davvero considerarsi la ragazza più felice del mondo, ovviamente ogni tanto sentiva la mancanza dei suoi genitori ma adesso poteva contare sulla sua nuova famiglia.

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