Let It Go ~ Frozen di mikaela (/viewuser.php?uid=114717)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Don't let them in, don't let them see, be the good boy you always have to be ***
Capitolo 2: *** Well, now they know. Let it go, let it go, can’t hold it back anymore ***
Capitolo 1 *** Don't let them in, don't let them see, be the good boy you always have to be ***
Let it Go ~ Frozen
01. "Don't let them in, don't let them see, be the good
boy you always
have to be."
Il regno di Arendelle,
uno dei più ricchi e
prosperosi di quel tempo, era governato da due buoni sovrani che
avevano due figli: Kurt, il futuro erede al trono, e Rachel, la
più piccola.
Agli occhi del popolo
e dei regni vicini, erano una comune famiglia
Reale (per quanto si possa definire “comune” la
famiglia regale) ma non conoscevano la verità, il segreto
che il principe custodiva dalla nascita.
Kurt infatti era
capace di controllare il ghiaccio: con un semplice
movimento delle dita poteva a creare una nevicata e alzando le mani
erigeva dei cumuli di neve in pochi secondi. Una volta scoperto questo
incredibile dono magico, i genitori pensarono subito ad una benedizione
divina ma col passare del tempo avrebbero imparato che molto spesso
anche la più pura benedizione cela un lato oscuro.
Quella mattina la
piccola principessa, non appena i primi raggi
mattutini le sfiorarono il viso filtrando dalla finestra,
sgusciò via dalle sue coperte rosate e in punta di piedi si
diresse verso il letto difronte al suo.
-Kurt?-
sussurrò sporgendosi sul letto.
-Kurt?- lo
richiamò, visto che il bambino continuava a
dormire. Rachel salì sul letto e gli scosse la spalla con
energia.
-Kuuuuuuuuuurt, vieni
a giocare?- chiese la bambina, quasi
saltellando sul letto.
-No Rachel,
è presto, torna a dormire…-
mormorò il bambino buttandola giù dal letto, e
con tutte le ragioni del mondo poiché effettivamente era
davvero presto.
-Ma il sole si
è alzato e io non posso dormire!-
protestò la bambina, alzandosi con uno scatto dal pavimento.
La mamma le aveva spiegato che se stava troppo tempo a dormire avrebbe
giocato di meno, ed era una cosa che Rachel voleva assolutamente
evitare.
Ma ovviamente non
poteva mettersi a giocare senza di Kurt, non sarebbe
stato altrettanto divertente prendere in giro i signori dentro i
quadri, saltare sui divani, scivolare sul corrimano della scala
e… oh, Rachel aveva appena avuto una grande idea!
C’era solo un gioco che avrebbe fatto alzare suo fratello dal
letto.
-Kurt, giochiamo con
la neve?- chiese con un sorrisetto.
Suo fratello
aprì gli occhi, si mise seduto e le rivolse un
gran sorriso.
E un attimo dopo
stavano correndo attraverso i lunghi
corridoi del castello, ridacchiando e tenendosi per mano, scendendo le
scale della zona nord per poi finire in un salone che usavano per
giocare.
Era completamente
vuoto poiché loro non avevano bisogno di
giochi, ma solo di un pizzico di magia. Kurt si posizionò al
centro della sala –Pronta?- chiese a Rachel, che rispose
affermativamente con un enorme sorriso.
Il principe con uno
scatto protese le mani in avanti e aprì
completamente i palmi, sentendo sempre quell’energia muoversi
dentro di lui, dal petto fino alla punta delle dita che poi da li
diventò lo strato ghiacciato che ricoprì il
pavimento della stanza.
Poi ancora
alzò le braccia al cielo e, muovendo i polsi con
un movimento fluido, quell’”energia”
divenne piccoli fiocchi di neve che pigramente cadevano verso il basso.
Rachel rise di
felicità, girando su se stessa mentre tendeva
le mani verso la neve e suo fratello l’affiancò
subito poiché sapeva che sua sorella non era brava a
pattinare e non voleva che cadesse.
La prese per mano e
iniziarono a pattinare per tutta la sala, facendo
delle giravolte e inciampando di tanto in tanto, finché
Rachel non chiese di fare un pupazzo di neve. Così Kurt
creò dei cumuli di neve e li modellò fino a
creare un buffissimo pupazzo di neve, con una bocca un po’
storta e il busto squadrato, ma Rachel lo aveva amato fin da subito e a
Kurt tanto bastava.
Così
continuarono a giocare Kurt, Rachel e Olaf (era il nome
del loro nuovo amico di neve); almeno finché, per la prima
volta in vita sua, Kurt si accorse che i suoi poteri non erano facili
da controllare.
Rachel stava saltando
sopra i cumuli di neve che suo fratello creava
apposta sotto di lei ma stavano venendo troppo alti e Kurt non capiva
perché, così indietreggiò un
po’ spaventato e scivolò sul ghiaccio.
-Rachel!-
gridò preoccupato per sua sorella che stava
saltando nel vuoto. Protese istintivamente il braccio e, senza che
potesse controllarlo, l’energia azzurrina colpì la
sorella dritta alla testa.
Da qui in poi i
ricordi di Kurt erano più confusi, forse
dallo shock: ricorda la ciocca biondo chiara che apparve tra i capelli
di Rachel, ricorda di aver urlato il nome di sua sorella
finché i suoi genitori non sono accorsi; ricorda di aver
pianto, continuando a chiedere scusa perché lui non voleva
farlo, non voleva colpirla; ricorda le braccia rassicuranti di sua
madre e quelle del padre che sorreggevano Rachel; ricorda la corsa a
cavallo fino alla casa dei troll; ricorda come il Capo dei troll abbia
salvato sua sorella poiché, a detta sua, togliere il
ghiaccio dalla testa era facile ma se fosse stato il cuore sarebbe
stato un vero problema; ricorda che da quel giorno Rachel
dimenticò i suoi poteri; ma soprattutto ricorda le parole di
suo padre “Lui ce la farà, Kurt
riuscirà a controllarlo. E fino a che non ci sarà
riuscito limiteremo i contatti con le persone, diminuiremo la
servitù e chiuderemo le porte. Nessuno dovrà
saperlo”.
Da quel giorno, il
terrore non ha mai abbandonato la mente di Kurt.
E
se non ci riuscissi?
Se non fossi in grado di controllarlo? Se dovessi di nuovo far del male
a Rachel?
Il giorno
dopo suo padre fece spostare le sue cose in
un’altra camera, distante da quella di sua sorella: il letto
era stato messo al centro della stanza, le pareti erano di un grigio
impersonale, ma aveva una libreria piena dei suoi libri preferiti, un
caminetto che gli dava un po’ di sicurezza contro i suoi
poteri e dalla finestra poteva vedere il grande cortile del castello e
alcune zone della città. Kurt si guardò intorno,
per poi buttarsi sulle coperte azzurre del suo letto. Era una camera
bellissima, ma mancava un po’ di rosa. Mancava Rachel.
-Kurt?- la sorella
aveva bussato alla sua porta –vieni a
giocare con me?-
Il bambino
sentì una stretta allo stomaco –no
Rachel, va via- disse cercando di tenere un tono risoluto.
-okay…-
mormorò la bambina, desistendo solo
perché Kurt non aveva mai usato un tono così duro
con lei.
Il principe
andò alla finestra, cercando di distrarsi
guardando il paesaggio ma appena toccò la finestra, del
ghiaccio si cosparse attorno alle sue mani, e lui
indietreggiò spaventato.
Corse alla porta e la
aprì lentamente, in cerca di aiuto. Un
bambino che conosceva solo di vista, uno dei pochi che abitavano al
castello, stava portando un sacchetto in direzione delle cucine e Kurt
ricordò che probabilmente era il figlio della cuoca.
-Hey!- lo
chiamò, un po’ imbarazzato. Il bambino
si guardò intorno confuso, finché non
notò il principe mezzo nascosto dietro la porta, e
arrossì di botto.
-Ehm, dici
a… dite, dite a me?- chiese balbettando un poco.
Solitamente nessuno della famiglia reale gli rivolgeva la parola, ma
sua madre gli aveva spiegato che bisognava trattarli con il massimo
rispetto.
Kurt annuì,
tenendo i suoi occhi azzurri
sull’altro ragazzino; si accorse che effettivamente era
proprio un bel bambino con quei boccoli corvini, la pelle scura e gli
occhi caramellosi –mi faresti un favore?-
-s-si
certo… altezza!- esclamò a voce alta e
facendo ridacchiare Kurt.
-andresti a chiamare
mio padre e dirgli che ho bisogno di lui?- chiese
il principe con un sorriso. L’altro bambino annuì
e fece per andarsene ma Kurt lo richiamò –ehi,
come ti chiami?-.
-Blaine- rispose il
bambino, un po’ confuso.
-allora grazie,
Blaine- disse Kurt regalandogli un grandissimo sorriso
che Blaine non poté far altro che ricambiare.
‘però’
pensò Blaine mentre
andava a cercare il Re ‘il principe Kurt è
sicuramente il principe più bello e gentile del
mondo’.
E
se ferissi qualcun
altro? Se andasse oltre il mio controllo?
-ecco qui
Kurt, questi ti aiuteranno- disse suo padre,
porgendogli dei guanti celestini.
Kurt fece scorrere la
mano dentro la stoffa calda, un po’
sollevato anche se dubbioso: non aveva la certezza che quei guanti
funzionassero davvero.
Il Re doveva aver
notato la sua incertezza, poiché prese
affettuosamente le mani fra le sue –vedi? Lo stai
controllando Kurt- disse dolcemente, e Kurt si rilassò
veramente per poi abbracciare stretto suo padre. Per paura di ferirlo
aveva smesso di abbracciarlo e gli era mancato terribilmente.
-adesso devo andare,
ho una riunione con degli alleati commerciali. Tu
perché non vai a giocare con tua sorella Rachel? Era in
camera sua e si stava annoiando- propose il padre.
-no, non voglio farle
male. Quando avrò controllato il
ghiaccio tornerò a giocare con lei- ribattè lui,
risoluto.
-okay figliolo, ma
è passato quasi un anno e non le hai mai
fatto nulla. Devi aver fiducia in te stesso, lo stai nascondendo bene-
e detto ciò il Re lasciò il figlio da solo.
Non sapendo come
occupare il tempo, Kurt optò per degli
esercizi di concentrazione, come quelli che gli aveva insegnato suo
padre. Stava camminando avanti e indietro mentre ripeteva ad occhi
chiusi “celarlo, non mostrarlo” e “niente
emozioni” quando sentì una voce squillante
canticchiare fuori dalla porta. Per un attimo pensò a sua
sorella che amava davvero cantare, ma aveva una voce diversa, quindi
non poteva trattarsi di lei.
Con
curiosità aprì la porta e trovò
Blaine che volteggiava e saltellava per il corridoio davanti a lui
–ciao Blaine- disse ridendo delle posizioni buffe
dell’altro.
Il ricciolo si accorse
della sua presenza proprio durante un salto
–Kurt?- fece, per poi inciampare sul tappeto. –no,
volevo dire, principe Kurt! Vi ho disturbato?- chiese mentre si
rialzava da terra.
Ogni tanto durante
quei mesi si erano scambiati due parole, ma nulla di
più perché Kurt passava quasi tutto il suo tempo
nella sua camera e non voleva far del male a quel bambino.
-no, ma cosa ci fai
qui tutto solo?- Kurt lo guardava sempre giocare
dalla sua finestra con gli altri bambini, ma ultimamente in cortile non
vedeva più nessuno.
-Oh sai, gli altri
bambini sono andati via- spiegò Blaine,
abbassando lo sguardo.
-Mi
dispiace… come mai?-
-beh tuo padre ha
mandato via metà dei servitori, che erano
i genitori dei miei amici, mamma dice che restiamo solo
perché lei e papà lavorano nel castello da molto
tempo e il Re si fida di loro. L’anno scorso giocavo con Finn
e la sua renna, Puck. Ma un giorno non sono più tornati a
giocare e le porte sono state chiuse, quindi non so nemmeno potuto
andare a cercarli. C’è mio fratello Cooper, ma mi
tratta male e dice che non gli piace giocare con me…-
spiegò con tono triste.
Kurt
spalancò gli occhi colpito dalla consapevolezza che la
tristezza di Blaine era colpa sua, era sempre colpa sua. Blaine era
sempre gentile con lui, e lo ripagava privandolo dei suoi amici.
-perché non
esci comunque? Dalla porta delle cucine magari-
propose Kurt, cercando di porre rimedio.
-non potrei comunque,
devi avere il permesso del Re, e lui lo da a
pochissime persone…- scrollò le spalle,
grattandosi la testa.
-beh…
allora potrei essere amico tuo finché le
porte non verranno riaperte- propose Kurt per rimediare, con un sorriso.
Blaine si
lasciò scappare un gridolino di gioia e lo
abbracciò di slancio, mentre Kurt si pietrificava sul posto,
ma vedendo che a Blaine non era stato ricoperto di ghiaccio, sorrise e
ricambiò la stretta.
-oddio scusatemi, non
avrei dovuto!- esclamò il bambino,
staccandosi dal principe –tu sei, uhm voi siete il principe e
mamma ha detto che non dovrei…-
-Blaine- lo interruppe
Kurt- se ti dimentichi che sono il principe a me
non dispiace. E puoi chiamarmi solo Kurt-.
-Oh okay prin- Kurt,
solo Kurt- gli sorrise, per poi accorgersi che era
davvero tardi –devo andare ad aiutare papà adesso,
oppure si arrabbierà. Ciao Kurt!- e detto ciò
corse verso le cucine.
-Ciao Blaine- fece un
cenno con la mano e rientrò nella
camera per ricominciare gli esercizi di concentrazione.
Doveva controllarsi,
così sarebbe tornato a giocare con
Rachel e Blaine avrebbe rivisto i suoi amici.
E
se non fossi
abbastanza forte? Se non avessi la giusta concentrazione?
Erano passati altri
tre anni, e i poteri di Kurt erano più
forti e difficili da controllare. Capitava che si svegliasse in preda
agli incubi e alzandosi di scatto colpiva qualche oggetto in camera sua
e lo trasformava in ghiaccio, oppure i suoi passi sul pavimento
creavano degli aloni gelati, o ricopriva di brina la pianta che stava
accudendo sul balcone.
Tutto era cominciato
una settimana prima: finalmente i suoi esercizi di
concentrazione davano grandi risultati e i suoi genitori erano
praticamente certi che potesse smettere. Così aveva deciso
di andare in camera di Rachel e finalmente giocare con lei dopo tanto
tempo.
Il rapporto con sua
sorella si era ridotto ai minimi contatti, si
incrociavano per i corridoi e mangiavano insieme se Kurt non si
chiudeva in camera sua, ma in entrambi i casi lui aveva sempre il
solito atteggiamento distaccato. A volte Rachel riusciva ad avvicinarsi
un po’ ma appena diventava troppo insistente Kurt si
ricordava dell’incidente di anni fa e si richiudeva a riccio.
Così si
stava dirigendo verso la sua camera, quando
incrociò Blaine nel corridoio con un mazzo di carte tra le
mani –Kurt, stavo venendo a cercarti! Ti va di giocare a
carte con me?- chiese il ricciolo usando quell’adorabile
sguardo a cui Kurt faticava a resistere.
-Ehm, veramente stavo
andando da un’altra parte…-
mormorò dispiaciuto.
-oh Okay,
sarà per un’altra volta- disse con il
suo sguardo da cucciolo abbandonato e Kurt ci provò davvero
ad ignorarlo, ma come faceva? Si chiese se quello era il potere
nascosto di Blaine.
-Dai, facciamo una
partita e poi vado- gli concesse alla fine.
L’altro urlò un ‘evviva’ e lo
prese per mano, facendolo arrossire.
Il rapporto con Blaine
era il più stretto che Kurt aveva da
anni. Solitamente si mettevano nel corridoio davanti alla stanza di
Kurt, o nel salottino in fondo e stavano insieme, con Kurt che si
teneva a debita distanza. Non era la quotidianità, molto
più spesso Kurt aveva problemi a controllare il ghiaccio e
non usciva nemmeno dalla camera, allora Blaine si metteva contro la
porta e parlava con lui, anche se l’altro non rispondeva. Le
volte in cui Kurt aveva accettato di andare nel salottino si potevano
contare facilmente, ma Blaine non si era mai arreso. Il principe aveva
dedotto che doveva sentirsi molto solo se era così energico
nei suoi tentativi.
Si sedettero nel
tavolino, uno difronte all’altro, e
iniziarono a giocare mentre Blaine raccontava cosa aveva fatto negli
ultimi giorni e Kurt lo ascoltava con un sorriso.
Stava per buttare una
carta sul tavolo quando sentì un tonfo
provenire dall’entrata della stanza, si voltarono entrambi di
scatto e videro Rachel che li fissava scioccata, e un paio di libri ai
suoi piedi che avevano probabilmente causato il rumore.
-Io… Kurt
pensavo che tu… non importa-
balbettò lei, ferita.
-Rachel, non
è come pensi- provò a spiegarsi
Kurt. Non era facile spiegarle che lui non passava molto tempo con
Blaine in realtà, non era facile dirle che la evitava
perché era terrorizzato dall’idea di farle male e
che non voleva altro se non riabbracciarla di nuovo.
La bambina si
voltò di scatto, facendo ondeggiare le sue
trecce, e corse verso camera sua.
-Kurt mi dispiace.
Magari possiamo andare a… cosa
c’è sotto i tuoi piedi?- chiese Blaine balzando
all’indietro per lo spavento. Kurt guardò a terra
e vide una lastra di ghiaccio che si espandeva intorno e sotto i suoi
piedi. –io, io devo andare Blaine- e detto ciò
anche lui corse via, con piccoli strati di ghiaccio ad accompagnarlo
ogni volta che toccava terra.
Da quella volta Kurt
aveva avuto un sacco di problemi a mantenere il
controllo. I suoi genitori provavano a rassicurarlo e abbracciarlo ma
Kurt si agitava ancora di più e ghiacciava ogni cosa intorno
a lui, incrociando le braccia al petto e curvandosi indietro per
evitare di essere toccato.
E
se ghiacciassi
qualcuno? Se ghiacciassi le persone che amo?
-niente
emozioni, niente emozioni, niente emozioni.
Celarlo, non mostrarlo, celar…- il suo mantra venne
interrotto da qualcuno che bussava alla porta.
-Kurt, viene a
salutare mamma e papà con me?- propose Rachel
da dietro la porta. Ormai i suoi iniziali tentativi di passare del
tempo con suo fratello erano molto sporadici, ma non erano ancora
scomparsi del tutto.
-Tu inizia ad andare
Rachel, io vado dopo- rispose, come scusa. Stava
cercando di concentrarsi ed evitare le emozioni, e stare vicino a
Rachel lo avrebbe portato sicuramente a distrarsi, preoccuparsi,
provare emozioni e quindi farle male.
I loro genitori
sarebbero partiti a fare visita ad un regno amico, e
avevano preferito non portare i loro figli poiché la
principessa di quel regno era stata rapita da bambina, e avere Kurt ma
soprattutto Rachel avrebbe riportato a brutti ricordi i sovrani.
Dopo un po’
qualcuno bussò nuovamente alla sua
porta –Kurt sono Blaine, tua sorella è appena
entrata in camera sua-.
Allora Kurt
andò alla porta e sgusciò fuori dalla
stanza –grazie Blaine- gli disse veramente grato. Il loro
rapporto era cambiato radicalmente da quel giorno in cui Kurt era
scappato in camera lasciando la scia ghiacciata: Blaine non aveva mai
accennato alla cosa, ma gli stava il più vicino possibile,
sfruttando ogni momento che Kurt gli concedeva diventando
così il suo migliore amico e confidente. Certo,
c’erano molte cose che Kurt teneva per se e spesso usava la
sua posizione sociale per tenerlo lontano, ma a Blaine stava bene
così.
Il principe dal canto
suo voleva bene a Blaine, anche troppo. E per
questo aveva paura di fargli del male, ma per chissà quale
motivo non riusciva a fare a meno alla sua compagnia. Si sentiva
egoista perché metteva la sua felicità prima del
benessere di Blaine, e allo stesso tempo ingiusto perché
Rachel non aveva quasi nessuno con cui passare il tempo, e continuava a
tenerla a distanza nonostante fossero passati anni.
La verità
era che Blaine aveva qualcosa di speciale che ne
Rachel ne il re e la regina avrebbero potuto dare a Kurt, ma a quel
tempo Kurt non poteva ancora saperlo.
-Corri a salutare i
tuoi genitori, su! Mi ringrazierai dopo- rispose
Blaine con un gran sorriso.
Non poteva sapere che
l’altro ragazzo gli stava dando la cura
a tutte le sue preoccupazioni, a piccole dosi.
Non conosceva la
ragione per cui arrossì leggermente, prima
di correre dai suoi genitori quel pomeriggio.
Perché era
ancora troppo giovane per capire che la vita gli
aveva dato la cosa più preziosa che potesse avere.
Tanto preziosa quanto
dolorosa da perdere.
E
se anche io diventassi
freddo? Freddo come il ghiaccio?
I suoi genitori non
tornarono mai da quel viaggio. Un temporale aveva
completamente distrutto la loro nave, e tutto l’equipaggio
era morto nel tragico incidente, lo scoprirono un paio di settimane
dopo la loro partenza grazie a un marinaio che navigava in quella zona
e aveva trovato i resti della nave.
Se era possibile, il
castello di Arendelle divenne ancora
più cupo: nessuno rideva, scherzava o cantava; il pianto era
l’unico suono che accompagnava gli abitanti della reggia, che
solitamente proveniva dalle cameriere che purtroppo non riuscivano a
trattenersi; l’ala abitata dalla famiglia reale era immersa
nella semioscurità, a far luce c’erano solo alcune
finestre dei corridoi aperte dai maggiordomi.
Rachel era disperata,
non riusciva a capire più nulla. Si
sentiva così sola e abbandonata, l’unica cosa che
voleva fare era abbandonarsi tra le braccia di sua madre e lasciarsi
cullare, ma non poteva farlo.
Doveva ringraziare la
cuoca e le cameriere che continuavano a prendersi
cura di lei, perché altrimenti non avrebbe nemmeno mangiato
in quei giorni, rimanendo chiusa in camera a piangere.
Un giorno si fece
forza e decise che aveva davvero bisogno di suo
fratello, dell’unica famiglia che gli era rimasta, anche se
non voleva nemmeno parlargli.
Non sapeva cosa avesse
fatto Kurt in quei giorni pieni di dolore, ma
immaginava che fosse rimasto in camera sua e che si fosse fatto
consolare dal suo amico Blaine.
Blaine. Rachel provava
sentimenti contrastanti verso di lui: le era
sempre sembrato un bravo ragazzo, dolce e simpatico, ma allo stesso
tempo la gelosia e l’orgoglio che provava la bloccavano dal
parlarci o semplicemente chiedergli un aiuto per avvicinarsi a Kurt.
Attraversò
il lungo corridoio fino alla camera di suo
fratello, chiusa come sempre. Non vedeva nessuno in giro e non sentiva
nemmeno la voce di Blaine, quindi probabilmente Kurt era da solo.
Bussò alla
porta e lo chiamò, ma non rispose
nessuno. Ritentò, ma ancora nulla.
-Kurt ti prego, apri
la porta…- disse lei, abbandonandosi
contro il legno bianco, fino a scivolare a terra con la schiena contro
la porta e le gambe strette al petto.
-Mi sei rimasto solo
tu Kurt. Che conforto posso trovare se non il tuo?
Come faremo adesso?- disse, senza ottenere risposta.
Provò
inutilmente a fermare le lacrime, ma quelle con
prepotenza uscirono, per poi scivolare lentamente sulle sue guance e
cadere sulle ginocchia. Si abbandonò a un pianto disperato,
un pianto di qualcuno che ha perso tutto, un pianto solitario
esattamente come lei.
E Kurt,
dall’altra parte della porta nella stessa posizione,
tratteneva i singhiozzi solo per non farsi sentire da Rachel, mentre si
guardava in torno con aria disperata: la camera era completamente
ghiacciata, nessun angolino era stato risparmiato, e il principe era
spaventato perché non gli era mai capitata una cosa del
genere prima d’ora.
Aveva totalmente perso
il controllo e adesso, senza i loro genitori,
che ne sarebbe stato di loro?
Miky's corner
Uhm, salve a tutti!
insomma, eccoci qui, con questa "cosa".
Perchè insomma, dopo aver rovinato in questo modo uno dei
più belli film animati di sempre, definirla "cosa"
è un complimento.
Btw se improvvisamente
lo schermo inizia a tremare non è
colpa della mia ansia, infondo non pubblico solo da più di
un anno! pft
Comunque, mi farebbe
davvero piacere sapere se è piaciuto a
qualcuno questo primo capitolo, se era troppo corto o troppo lungo, se
devo continuare la pubblicazione eccetera eccetera! La storia dovrebbe
avere solo tre capitoli, ho poco tempo e non posso permettermi di stare
dietro a una long purtroppo :(
Mi scuso anche per gli
eventuali errori, ma sono senza beta. anzi, se
ci fosse qualche anima buona che vorrebbe betare i prossimi capitoli
(sperando che questo piaccia), mi farebbe un grande favore.
Detto questo, vado ad
ascoltare Let It Go per l'ennesima volta in
attesa di qualche giudizio.
Ed è
così che Miky, vi dice ciao!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Well, now they know. Let it go, let it go, can’t hold it back anymore ***
Queste
sono le due canzoni presenti nel capitolo: oggi per la
prima volta e let it go. Quando
arriva il pezzo di let it go consiglio di mettere la canzone
perché rende decisamente meglio la lettura.
Piccola ma doverosa
precisazione: in questo “mondo” non ci
sono problemi con l'omossessualità. È un posto
purtroppo inesistente dove si potrebbe, ad esempio, vedere una ragazza
che invita un altra ragazza a ballare e sono solo amiche e non
interessate l'una all'altra (come accade nel nostro
“mondo” tra un ragazzo e una ragazza)e nessuno
avrebbe nulla da ridire. Ad un certo punto capirete il
perché di questo avviso.
Buona
lettura!
Let
it Go ~ Frozen
0.2
“Well, now they know. Let it go, let it go, can’t
hold it back anymore”
Sentì
qualcuno bussare alla porta e si rigirò nel letto,
borbottando incoerentemente.
-Vostra Altezza,
dovete prepararvi- disse l'uomo al di là della porta.
-Prepararsi? Si si,
certo- borbottò in risposta, mettendosi a sedere con un po'
di bava alla bocca e i capelli spettinati -pre...prepararsi per cosa?-
chiese poi, con gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno.
-è il
giorno dell'incoronazione, Altezza- rispose la guardia di fuori, con
una nota divertita nella voce.
-oh si certo...-
borbottò lei, ancora addormentata-... incoronazione... oggi
è il giorno dell'incoronazione!- esclamò poi,
saltando giù dal letto.
La principessa
iniziò a correre per la stanza, pettinandosi i capelli,
togliendosi la veste da notte, cercando dei nastri per l'acconciatura
fino a che non indossò il suo bellissimo vestito di raso
verde e i suoi capelli furono in ordine.
Spalancò la
porta della sua camera, guardandosi intorno con un sorriso a trentadue
denti, uscì e iniziò a girare per il castello in
fermento per i preparativi.
Il giorno
dell'incoronazione, quanto lo aspettava! Suo fratello maggiore sarebbe
diventato Re, e finalmente le porte del castello sarebbero state aperte.
E forse, proprio come
nelle favole, avrebbe incontrato il suo principe!
Per la
felicità, mentre si aggirava tra i camerieri e le sale
addobbate, iniziò a cantare
Oggi
per la prima volta
proprio come per magia
ho la vita che sognavo
per una notte in mano mia...
Il principe camminava
avanti e indietro per la stanza, preoccupato. Era pronto, la giacca
verde con ricami bronzei, i pantaloni scuri, gli stivali neri, la
spilla con lo stemma del suo Paese, il mantello violaceo, i guanti
celesti, i capelli perfettamente acconciati con il solito ciuffo che
gli ricadeva fastidiosamente sulla fronte e infine la sua coroncina che
sarebbe stata sostituita con quella di suo padre.
Era nervoso, poteva
sentire le sue mani sudare sotto i guanti, e aveva il terrore di
perdere il controllo.
-Kurt, sei pronto?-
chiese la voce di Blaine fuori dalla porta.
Il principe
sussultò, ancora non ancora abituato all'idea che Blaine
fosse le guardie. Dopo la morte dei suoi genitori aveva allontanato
anche lui, chiudendo definitivamente i contatti con una delle due
persone più importanti della sua vita. Non c'era stato un
giorno in cui non aveva desiderato di aprire quella porta, cercarlo e
chiedergli scusa, ma non l'aveva mai fatto perché si era
reso conto che era troppo importante e non avrebbe sopportato di
perderlo per colpa della sua stupida maledizione ghiacciata. Il
principe preferiva mille volte saperlo lontano da lui ma al sicuro,
proprio come Rachel, piuttosto che averlo accanto e perderlo per
sempre, come i suoi genitori.
-Si, arrivo- rispose,
prendendo un profondo respiro. Qualche mese prima, inaspettatamente,
aveva aperto la porta per andare ad un incontro politico e lo aveva
visto, bellissimo e affascinante nell'uniforme e con gli occhi nocciola
spalancati. Blaine si era concesso di squadrarlo dalla testa ai piedi e
Kurt non aveva potuto biasimarlo: mentre lui lo poteva guardare dalla
sua grande finestra, come quando erano piccoli, Blaine non lo vedeva da
troppo tempo. Il principe scosse la testa, e iniziò a
canticchiare nel tentativo di allentare la tensione.
Non
dire mai la verità,
se sei bravo nessuno lo saprà!
Celare, domare...
perché io so che è un segreto
e lo proteggerò!
Rachel si
guardò intorno estasiata: aria pulita, tante persone
allegre, il sole che le accarezzava la pelle e i passanti che le
rivolgevano un sorriso gentile. A passo svelto si diresse verso il molo
finché, presa dal momento, la camminata non divenne una
corsa a braccia aperte.
Corsa che
terminò dopo poco, non appena andò a sbattere
contro un cavallo e cadde dentro una barca in meno di cinque secondi,
che venne prontamente sorretta dal cavallo perché altrimenti
sarebbe caduta in acqua.
Era pronta a lanciare
le peggiori maledizioni finché una voce le chiese se stava
bene e lei posò lo sguardo su uno dei ragazzi più
affascinanti che avesse mai visto.
-oh io ecco... si
insomma, ehm, tutto bene-rispose lei, distratta dalla bellezza del
ragazzo, che le rivolse un sorriso meraviglioso.
-sicura?- chiese il
ragazzo, scendendo preoccupato dal cavallo. Rachel scattò in
piedi imbarazzata, cercando di lisciare la gonna e sistemare una ciocca
dietro l'orecchio.
-Ehm, si si, grazie-
rispose, facendo un timido sorriso. Quel giovane era davvero bello, non
c'era alcuno dubbio. I capelli castanti, gli occhi chiari e il
portamento elegante avevano subito catturato la sua attenzione.
-Principe James, della
contea St. James- si presentò poi, inchinandosi.
Forse aveva appena
trovato il suo principe azzurro.
~_~
Dopo l'incoronazione
Kurt, con il portamento regale che gli avevano insegnato, si diresse
verso il salone delle feste, accompagnato da Blaine e il resto delle
guardie. Fortunatamente era andato tutto bene, Kurt aveva tenuto i
guanti tutto il tempo, ripetendosi in testa di non provare emozioni e
di non perdere il controllo. Aveva avuto un piccolo problema quando,
secondo la tradizione, aveva dovuto prendere lo scettro e la sfera
rigorosamente senza guanti mentre lo proclamavano re. Una piccola
patina ghiacciata stava avvolgendo i due oggetti che teneva in mano e
Kurt fremeva per buttarli via e rimettere i guanti, tanto che appena
potè li rimise malamente sul tavolo e indossò
nuovamente i suoi guanti azzurri. Per fortuna nessuno sembrava
essersene accorto.
Nel salone da ballo
Rachel gli si avvicinò con un sorriso timido che non
poté evitare di ricambiare, mentre lui osservava la bella
donna che era diventata col passare del tempo. Lei passava raramente
per il cortile e si era arresa dal bussare alla sua porta, quindi non
la vedeva da un sacco di tempo. Il vestito verde con il corpetto nero
le stava benissimo, e la postura un po' goffa e imbarazzata gli misero
stranamente allegria.
Gli invitati
applaudirono per poi tornare a ballare e mangiare, mentre la
principessa teneva lo sguardo basso e si torturava le mani.
-Salve- le disse Kurt,
con un sorriso.
-Salve, a me?- chiese
lei, parecchio stupita -aehm,voglio dire, salve-.
-sei davvero
bella- continuò allora Kurt, divertito dall'imbarazzo della
sorella.
-grazie! Tu sei
spaventosamente bello. Ma non spaventoso da spavento! Solo
più bello- cercò di spiegarsi lei, parlando
velocemente.
-grazie- disse lui,
ridacchiando. Dopo di che rivolse lo sguardo verso gli invitati davanti
a loro e commentò- allora, è così un
ricevimento! E cos'è questo profumino invitante?-
Entrambi inspirarono
per capirlo per poi esclamare “cioccolato!” insieme
e mettersi a ridacchiare.
Rachel stava per
aggiungere qualcosa quando un duca di cui non ricordava il nome (forse
Waferton?) invitò suo fratello a ballare e lui, dopo aver
declinato l'invito, suggerì al duca di portare sua sorella a
ballare, cosa che fece senza battere ciglio.
Rachel lo
guardò supplicante e lui mormorò un
“scusa” per niente convinto, mentre la vedeva
sparire tra gli invitati che ondeggiavano nella sala. Quando la
rivedette poco dopo aveva i piedi doloranti e lui ridacchiò
divertito.
-Sei tutta intera?
Parecchio agile per essere un uomo- commentò.
-già, e
aveva pure i tacchi!- esclamò con il fiatone.-comunque si, e
non mi sono mai sentita meglio. È così bello,
vorrei tanto che fosse così sempre- gli disse con un tono
carico di aspettativa, riferendosi al loro scambio giocoso di battute.
Era così
ovvio che si volessero sempre un mondo di bene, nonostante non
parlassero più tra di loro, esattamente come era ovvio che
erano migliori amici oltre che fratelli e così sarebbe
sempre stato.
-Anch'io- fece lui, ma
poi il ricordo dell'incidente di anni fa si fece prepotente nella sua
mente e girò la testa dall'altra parte -ma non posso-.
-perché no?
Insomma se...- iniziò Rachel cercando di prendergli un
braccio.
-non posso e basta-
disse Kurt dandole completamente le spalle e liberandosi dalla sua
presa.
A quell'ennesimo
rifiuto Rachel rimase enormemente ferita, e dopo aver borbottato un
“con permesso” se ne andò via. Lui
sospirò, sistemò il ciuffo sulla fronte e riprese
la sua posizione composta e quasi immobile.
-Stavo pensando di
invitarti a ballare, però ho sentito in giro che non balli.
Un vero peccato- disse una voce dietro di lui. Kurt si voltò
trovando Blaine a un passo di di distanza.
-Sarebbe stato
inappropriato- ribatté Kurt, sentendo il cuore battere
più velocemente.
-Forse
perché io sono solo una guardia e tu sei appena diventato il
mio re?- chiese lui, con un sorriso.
Kurt stava per
ribattere ma la sua frase lo colpì così tanto che
si ritrovò senza parole. Re, lui era appena diventato re.
Era accaduto tutto così in fretta che non l'aveva ancora
realizzato.
-Ehi non volevo
rovinarti la festa. Lo hai appena realizzato?- chiese allora, con un
tono più preoccupato.
-dovresti tornare al
tuo lavoro Blaine- disse, cercando di non far capire quanto fosse
colpito. Come faceva a leggerlo così facilmente?
Perché era sempre un libro aperto per lui?
-il mio lavoro
è proteggerti- ribattè prontamente.
-puoi farlo anche se
non mi stai a mezzo metro di distanza-
-perchè, mi
vuoi più vicino?- chiese con sfrontatezza facendo un passo
verso di lui, lasciando Kurt ancora una volta a bocca aperta.
-Blaine, lasciami in
pace- disse debolmente, abbassando lo sguardo.
-non ci penso nemmeno.
Non so quanto tempo passerà prima che mi sia altrettanto
facile parlare con te, non intendo sprecare l'occasione. Non ho mai
capito perché hai smesso di passare il tempo con me e non mi
hai mai dato una spiegazione, ma io non rinuncerò a te. Io
ci sarò sempre perché so che infondo è
quello che vuoi anche tu- disse con sicurezza.
Kurt non
ribatté, perché Blaine aveva perfettamente
ragione, lui lo voleva vicino a se, sempre. Senza un perché,
senza un motivo, si sentiva davvero felice solo quando il ragazzo gli
stava vicino.
Così si
voltò completamente verso i suoi ospiti che sembravano non
aver notato lo scambio di parole tra lui e Blaine, probabilmente
avevano pensato a una questione sulla sicurezza e nulla di
più, era più che normale che il Re parlasse con
una delle guardie.
Rimasero un po' in
silenzio a guardare gli altri ballare, chiacchierare e mangiare, senza
battere ciglio in una posizione composta ma forse un po' scomoda.
Blaine non accennava ad andarsene e Kurt dopo un po' di tempo cedette.
-hai ragione...-
ammise senza guardarlo, ma poté giurare di averlo sentito
trattenere il fiato-... ma questo non cambia le cose. E ora ti sarei
davvero grato se tornassi al tuo posto-
-ma..-
-niente ma, non
disubbidire al tuo Re- ribatté con una freddezza che non
credeva di possedere.
-quindi dopo anni
passati a trattarmi come un tuo pari decidi di darmi ordini? Non ho
intenzione di permetterti di allontanarmi ancora, e perché
non capisci che io...- e Blaine avrebbe finito la frase se non fosse
stato per la brusca interruzione di Rachel, a braccetto con un ragazzo
sconosciuto.
-Kurt devo
assolutamente chiederti una cosa!- trillò con un gran
sorriso e l'aria sognante.
-con permesso- disse
Blaine prima di inchinarsi e allontanarsi, come che non fosse successo
nulla. Kurt seguì la sua figura con gli occhi, fino a che
non sparì tra gli invitati e gli fu impossibile
distinguerlo. Quello scambio di parole lo aveva agitato parecchio,
cercò di prendere dei respiri profondi per controllarsi.
Niente
emozioni Kurt, niente emozioni si ripetè
mentalmente.
-aehm, Kurt? Mi stai
ascoltando?- chiese ad un certo punto a Kurt , che scosse la testa per
scacciare il pensiero di Blaine e volse il suo sguardo confuso a Rachel
e il ragazzo misterioso.
-Scusa, dicevi?-
-Lui è il
Principe Jesse della contea St James- disse per presentare quel ragazzo
misterioso, sempre con la mano avvolta al suo braccio e la testa
poggiata sulla sua spalla -e vorremo chiederti un permesso, il permesso
per...- si interruppe un attimo per l'emozione e poi entrambi
continuarono -per sposarci- concludendo con una risatina timida e uno
sguardo complice.
-cosa?- chiese Kurt,
spalancando gli occhi -Sposarvi? Rachel vieni, devo parlarti in
privato- chiese Kurt, allungando la mano verso di lei.
-no- rispose lei, un
po' confusa- quello che vuoi dire, puoi dirlo ad entrambi.-
-D'accordo. Non do il
permesso per questo matrimonio, non puoi sposare un uomo che hai appena
conosciuto!-
-si se è
vero amore!- ribattè Rachel.
-non è vero
amore-
-tu non sai niente del
vero amore, Kurt!-
E Kurt
provò davvero a non essere colpito da quelle parole, ma la
verità che fecero davvero male. Tutta la
solitudine sofferta in quegli anni, tutto il dolore di non poter stare
vicino a lei e Blaine, tutto per tenerli al sicuro, per proteggere le
persone che amava. Lui sapeva perfettamente cosa significasse amare
davvero, era stata l'unica cosa ad averlo mandato avanti per tutto quel
tempo, con quelle responsabilità troppo grandi per lui.
Rachel non poteva credere davvero una cosa simile su di lui, non poteva.
-non avete il
permesso, la questione è chiusa- ribattè,
allontanandosi mentre ripeteva il suo mantra mentale.
Non aveva fatto due
passi che qualcosa aveva tirato la sua mano destra, facendo scivolare
il suo guanto.
Cercò di
recuperarlo, ma Rachel lo teneva fuori dalla sua portata e continuava a
blaterare sul suo stupido matrimonio. Kurt non ce la faceva
più, l'ansia e la preoccupazione si fecero sempre
più forti, finché non perse totalmente il
controllo delle sue emozioni. Era arrabbiato con Rachel che faceva
pressioni per una cosa così stupida, con Blaine che lo
disorientava anche solo con uno sguardo, con il principe Jesse che
voleva sposare sua sorella, ma soprattutto con i suoi poteri che erano
la causa di tutto.
-basta, Rachel...-
chiese Kurt, stanco di quella situazione. Ma lei continuò a
parlare e parlare, e lui non capiva più nulla. Voleva solo
tornare nella sua camera e far finire tutto.
-... di cosa hai
così tanta paura?- proruppe alla fine Rachel, a voce alta e
disperata perché non ce la faceva più, non poteva
più vivere in quel modo, così sola e triste.
-HO DETTO BASTA!-
gridò Kurt facendo contemporaneamente un ampio gesto con il
braccio e, prima che potesse anche solo pensarlo, il ghiaccio comparve
dal pavimento e si espanse per l'arco descritto da Kurt con il braccio,
concludendosi in aste appuntite, che quasi arrivarono a colpire la
sorella.
Il Re si
guardò intorno spaventato, mentre dei mormorii confusi si
mossero tra gli invitati. Nessuno ballava o mangiava più,
gli sguardi erano tutti per il re e il ghiaccio appuntito davanti a
lui, mentre Rachel aveva indietreggiato con un sguardo scioccato e il
braccio destro alzato davanti a sé, quasi a proteggersi.
Kurt fece la prima
cosa che gli venne in mente: si girò e corse il
più veloce che potè. Corse fuori dalla sala, tra
i corridoi del castello, lontano dalle voci che gli chiedevano di
tornare indietro, quella di Rachel per prima.
Arrivò
nella piazza del castello, quella su cui si affacciava la sua finestra,
e venne fermato dai sudditi che, vedendolo così sconvolto,
gli offrivano il loro aiuto e delle frasi preoccupate e premurose. Ma
l'unica cosa che lui pensava in quel momento era che aveva perso il
controllo e non poteva più stare lì, era un
pericolo per tutti ormai.
Indietreggiò
chiedendo di non essere toccato, fino a che non sfiorò una
delle fontane principali della piazza e questa divenne automaticamente
ghiaccio.
Le persone che prima
volevano aiutarlo si allontanarono da lui, nascondendo i bambini e
guardandolo carichi di terrore. Kurt esitò solo qualche
secondo ma quello bastò affinché il Duca, Rachel,
il principe Jesse e alcune guardie tra cui Blaine, lo raggiunsero in
cortile.
-allontanatevi da me
per favore, non voglio farvi del male- chiese lui, totalmente in
panico. Fece cenno a loro di restare dov'erano, ma un'altra scia di
ghiaccio comparve dopo il suo gesto e si propagò dove si
trovavano loro e il Duca, che non si era fermato alle parole del Re,
cadde rovinosamente a terra.
Se non altro
servì a far mettere la gente totalmente da parte e
permettergli scappare senza dover rischiare di ferire qualcuno.
Il Re corse
più veloce che poté, arrivò fino al
porto e scese delle scale che lo portarono alla spiaggia. Si
fermò un secondo in riva al lago, sentendosi in trappola. La
voce di Rachel che lo chiamava, seguita da quella del principe si
fecero più vicine, e pensò velocemente fino a che
non gli venne una brillante idea.
Si
concentrò e poggiò un piede sull'acqua e, come
sempre, uno strato di ghiaccio partì dal suo piede e si
espanse creando una zona di appoggiò solida. Kurt
iniziò a correre sull'acqua che ad ogni suo passò
si trasformò in ghiaccio. Corse e corse nel buio della
notte, illuminato solo dalla luna e dal ghiaccio che, probabilmente
perché era magico, risplendeva di una luce rossastra.
Dopo un po'
riuscì a raggiungere l'altra sponda ma, ancora spaventato,
non si fermò e continuò a correre. Corse in mezzo
alla foresta, mentre intorno a lui iniziava a nevicare, la temperatura
si abbassava, l'acqua si congelava, la terra veniva coperta da uno
strato bianco e tutte le forti emozioni provate fino a quel momento
iniziavano a scemare.
Non sapeva per quanto
avesse camminato, e nemmeno gli importava. Continuava a pensare a tutto
quello che era successo, a come era scappato e a cosa stavano
sicuramente pensando di lui in quel momento.
-Blaine
crederà che io sia un mostro- mormorò con una
nota malinconica, stringendosi le braccia al petto -così
come Rachel...-.
-ma forse è
meglio così- continuò tra sé e
sé -io avrei causato solo problemi. Rachel sarà
molto più brava di me a regnare, e potrebbe sposare il suo
principe anche se spero che lo faccia dopo un po', non può
sposarsi con uno sconosciuto!- fece, continuando a camminare. Troppo
preso dai suoi discorsi non si accorse del gelo innaturale della
foresta e, quando arrivò tra le montagne e si
ritrovò a camminare a fatica sulla neve alta,
pensò che dipendesse solo dall'altitudine.
-E anche Blaine
starà meglio di me. Si prenderà cura di mia
sorella, ne sono sicuro. E poi i cancelli saranno aperti e
potrà rivedere il suo amico Finn e la sua buffa renna. Spero
solo che si ricordi ancora di lui e che non sia troppo tardi, non
potrei mai perdonarmelo-.
Quando
arrivò sulla montagna del Nord, capì che
ciò che aveva fatto era stato meglio per tutti. Nessuno si
trovava su quella montagna e lui, dopo anni di costrizione e paura,
poteva finalmente essere se stesso senza ferire nessuno.
Così
continuò a camminare e iniziò a cantare,
immaginandosi di essere accompagnato dalle note di un pianoforte
The
snow glows white on the mountain tonight
Not a footprint to be seen
A kingdom of isolation,
And it looks like I’m the King.
The wind is howling like this swirling storm inside
Couldn’t keep it in, heaven knows I tried
La sua camminata si
fece più rapida, mentre ricordava tutte le volte che si era
dovuto trattenere, tutte le volte che aveva dovuto nascondersi.
Don’t
let them in, don’t let them see
Be the good boy you always have to be
Conceal, don’t feel, don’t let them know
Well, now they know
E così, con
soddisfazione, si tolse anche l'altro guanto che stava ancora
indossando, simbolo della prigionia in cui si era costretto a vivere.
Let
it go, let it go
Can’t hold it back anymore
Let it go, let it go
Turn away and slam the door
I
don’t care
What they’re going to say
Let the storm rage on,
The cold never bothered me anyway
Agitò le
mani e iniziò a creare piccole spirali di neve, guardando
con un sorriso ciò che riusciva a fare. Mosse le braccia con
grazia e agilità, muovendo la neve a suo piacimento e
modellandola come preferiva. Le cose che creava erano sempre
più grandi e meravigliose, e per la prima volta in vita sua
non ne aveva paura, ma si sentiva fiero e potente. Fece anche un
pupazzo di neve, proprio come quello che aveva fatto con Rachel da
bambini, e si liberò del mantello viola lungo e pesante che
aveva indossato fino a quel momento.
Iniziò a
correre con un enorme sorriso sulle labbra, sentendosi eccitato come un
bambino di fronte ad una stanza piena di giocattoli.
It’s
funny how some distance
Makes everything seem small
And the fears that once controlled me
Can’t get to me at all
It’s time to see what I can do
To test the limits and break through
No right, no wrong, no rules for me
I’m free
Arrivò
sulla soglia di una grande spaccatura nel terreno e, senza
preoccuparsi, creò una bellissima scala ghiacciata ricoperta
di neve; salì le scale di corsa che mano a mano si
modellavano e allungavano diventando più lisce, pulite e
splendide fino a che non arrivò dall'altra parte.
Let
it go, let it go
I am one with the wind and sky
Let it go, let it go
You’ll never see me cry
Here I stand
And here I'll stay
Let the storm rage on
Kurt poteva creare
qualunque cosa, Kurt era libero di farlo, Kurt era circondato dal suo
vero elemento. Il ghiaccio si creava e modellava secondo ciò
immaginava o pensava, e così riuscì a ergere un
bellissimo castello fatto di ghiaccio scintillante, con un pavimento
simile ad un fiocco di neve, tutto risplendente di un bellissimo blu.
Alzò un secondo piano da sotto i suoi piedi, creò
i piccoli dettagli, le colonne, il lampadario, le finestre, le porte e
le scale, tutto nel suo stile. Era così bello e perfetto che
gli sembrava un sogno.
My
power flurries through the air into the ground
My soul is spiraling in frozen fractals all around
And one thought crystallizes like an icy blast
I’m never going back,
The past is in the past
Buttò via
la sua corona, tirò indietro il ciuffo di capelli che lo
aveva sempre infastidito, ricoprì i suoi vestiti di una
patina ghiacciata, creò un lungo mantello leggero
decorato con dei ghirigori più scuri e si
guardò con un ghigno soddisfatto.
Let
it go, let it go
And I'll rise like the break of dawn
Let it go, let it go
That perfect boy is gone
Si
incamminò verso il terrazzo che aveva creato con un passo
elegante mentre continuava a cantare e, guardando il paesaggio e il bel
posto che aveva creato, Kurt capì una cosa
Here
I stand
In the light of day
Let the storm rage on,
The cold never bothered me anyway
Finalmente era a casa,
il ghiaccio era la sua casa.
~_~
-andrò a
cercarlo- disse Rachel, rompendo l'attimo di silenzio che si era creato
intorno a lei.
Il Duca, il principe
Jesse, Blaine e qualche membro del consiglio di Arendelle erano tutti
lì, nella piazza, a disporre ordini e trovare una soluzione
a quell'improvviso gelo. Perchè il Re Kurt, oltre che
stupore e panico nel regno, aveva portato un gelo che sembrava essere
irreversibile. Il lago era completamente ghiacciato, mentre il resto
era ricoperdo da un denso strato di neve.
-non puoi Rachel,
è troppo pericoloso- ribattè Jesse, preoccupato
per lei.
-ha ragione. E poi
siete la principessa, non dovreste allontanarvi- concordò
Blaine -andrò io a cercarlo. Posso prendere un po' dei miei
uomini e...-
-no, andrò
io e la questione è chiusa- disse lei, con tono fermo
-è mio fratello, io l'ho fatto arrabbiare ed è
mio compito riportarlo a casa- continuò, lanciando uno
sguardo arrabbiato a Blaine.
-ma non voglio che vi
faccia del male!- protestò il principe.
-non vi preoccupate,
Kurt non mi farebbe mai del male. Ha reagito così
perché l'ho messo sotto pressione. Basta che io gli chieda
scusa, lui tornerà e scioglierà il ghiaccio!-
disse sicurissima di sé -e ora portatemi il mio cavallo.
Lascio il principe Jesse in carica fino al mio ritorno-
ordinò.
Blaine le si
avvicinò discretamente, in modo da poter parlare con lei
senza essere udito -per favore, lasciatemi andare a cercarlo. Ha
bisogno di me- chiese, quasi supplichevole.
-non se ne parla-
rispose, secca.-inizio solo ora ad avere una vaga idea di quello che
è successo in questi ultimi anni ma comunque sono stufa di
vedere mio fratello che mi ignora e passa più tempo con te.
Fa male, lo puoi capire questo? E io sono stata stupida
perché anzi che lottare e cercare di capire cosa avesse ho
pensato solo a essere offesa con lui. Tu sei praticamente cresciuto con
lui, io no. E sinceramente ti ho sempre incolpato per questo, e
probabilmente lo faccio anche adesso. Però questa
è la mia possibilità per dirgli che mi dispiace,
e che gli vorrò sempre bene. Quindi lascia che sia io ad
andare- concluse lei.
Blaine non era per
niente convinto, voleva andare da Kurt e stargli vicino.
Però capiva anche i sentimenti che provava la principessa,
così annuì debolemente e si fece da parte.
Il cavallo di Rachel
arrivò e lei, senza nemmeno indossare abiti più
adatti a quel tempo nevoso, si diresse verso la montagna del Nord.
Galoppò per
un po' nella foresta innevata, dopo aver attraversato il lago
ghiacciato, e si rese conto di quanto avesse sbagliato a non cambiare
l'abito o perlomeno prendere un mantello pesante.
Come se non bastasse,
della neve cadde da un ramo sotto cui stava passando, la prese in pieno
e spaventò il suo cavallo che la disarcionò e
corse via.
-ci mancava s-solo
questa- disse lei, alzandosi infreddolita dalla neve.
Iniziò a
camminnare a fatica per colpa dell'alto strato di neve, mentre
borbottava e balbettava che avrebbe preferito se suo fratello avesse
avuto una “magia tropicale” per ricoprire tutto di
“una fine sabbia bianca”.
Dopo qualche minuto
per fortuna trovò una casetta di legno che si
rivelò essere un negozio dove vendevano degli abiti adatti a
quel tempo innevato e una sauna.
Stava parlando con il
proprietario del negozio (che non si sapeva perché
continuava a dire “ya” alla fine di ogni frase)
quando entrò un ragazzo alto con le spalle larghe e l'aria
arrabbiata, probabilmente perché era coperto dalla testa ai
piedi di neve, perfino la faccia era completamente ricoperta.
Prese degli attrezzi
per arrampicarsi e delle carote, mentre borbottava sul fatto di essere
appena tornato dalla montagna del Nord e che la sua renna aveva bisogno
di mangiare, ma alla cassa scoprì che costavano
più dell'ultima volta e dopo aver inveito con il
proprietario venne buttato fuori con pochissim grazia.
-allora, compra i
vestiti invernali, ya?- chiese l'uomo sorridendo, come che non avesse
appena trascinato fuori quel ragazzo di peso. Rachel guardò
i vestiti e la roba che il ragazzo non era riuscito a comprare e le
venne una grande idea: forse aveva appena trovato una guida.
Miky's corner
Eccomi qui, sono
tornata! Mi scuso enormemente per il ritardo ma ho avuto un sacco di
“meravigliosi” contrattempi che mi hanno impedito
di scrivere.
Ma parliamo del
capitolo! Ebbene si, Kurt ha chiuso i rapporti anche con Blaine dopo la
morte dei suoi genitori. Kurt, per quanto volesse passare il tempo con
lui, si sentiva a disagio per via dei suoi poteri e di Rachel quindi,
dopo un colpo così duro, non ha retto e ha deciso di
isolarsi completamente. Ma il nostro Blaine non ha mai smesso di
volergli bene ovviamente, così come Kurt. Sono passati circa
due/tre anni e i loro sentimenti sono gli stessi se non...
più forti? Eh, chissà.
Mentre il rapporto tra
Kurt e Rachel si è mosso in modo completamente diverso.
Questo perché Kurt le vuole bene in modo diverso. Loro non
sono due caratteri affini, non sono fatti per capirsi completamente, ma
sono dei fratelli che litigano, che non si comprendono a vicenda e che
sbagliano. Per questo trovo realistico il modo diverso con cui Kurt ha
trattato entrambi. Ma parliamo di Blaine e Rachel; è ovvio
che quest'ultima abbia incolpato Blaine per la lontananza del fratello
e sia stata consumata dalla gelosia in tutti questi anni. Questo l'ha
bloccata nei tentativi di stare con suo fratello e le ha fatto odiare
Blaine, e solo ora che i poteri di suo fratello sono stati rivelati
inizia a capire cosa stia succedendo davvero e anche dove hanno
sbagliato entrambi.
Quelli che hanno visto
il film avranno notato che sto seguendo la trama ma non ciò
che si vede nel film. Ho pensato che, visto che il film si
può vedere quando si vuole, è noioso ripete le
stesse scene cambiando solo i nomi ai personaggi. Io voglio invece
darvi delle specie di “missing moments” con qualche
piccola aggiunta alla trama. Quindi se non tratto in modo approfondito
delle scene è perché si possono vedere benissimo
nel film. E anche per questo motivo che la finchel è molto
poco sviluppata: loro esistono e avranno delle loro scene
già nel prossimo capitolo(non preoccupatevi di Jesse!), ma
alcune verranno solo accennate brevemente. Mi dispiace se qualcuno non
è d'accordo ma è così che ho deciso di
impostare il lavoro ^^
E sempre per fare il
confronto con il film, ci sono altre parti che invece ho voluto
riprendere perché le ho amate o perché
indispensabili alla trama. Ciò mi porta a chiedervi se il
pezzo di let it go vi è piaciuto, perché nel film
è la mia scena preferita e spero davvero di averla resa bene!
Ah, vi annuncio che
credo che la storia avrà 4/5 capitoli (sto sempre
aggiungendo xD) perché non penso di concludere tutto nel
prossimo!
Infine, ringrazio
infinitamente tutte le persone che hanno dato una
possibilità a questa storia e mi hanno dato dei commenti
positivi :) grazie mille, se non fosse per voi non avrei mai continuato!
Al prossimo
aggiornamento!
Ed è
così che Miky vi dice ciao.
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