ANYWHERE IS

di Dian87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- la fuga ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 - IL FIUME DRAVA ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 - SCENDERE LUNGO IL RAAB ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- il grande fiume ***
Capitolo 5: *** Sospeso ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- la fuga ***


CAPITOLO 1 - LA FUGA
Presi il mio libro di magia e mia madre mi diede la sacca da viaggio. Stavo per partire alla volta di Camelot, dove avrei completato i miei studi di magia, se mai ne fossi stata all'altezza. Mia madre aveva fluenti capelli castani, occhi del color del mare in una giornata tempestosa e una carnagione molto chiara, che solo io riuscivo a battere, essendo di una carnagione lattea. Il suo nome era Lux, Lux Shadows.
- Madre, siete sicura che ve la caverete anche senza di me?- chiesi, mettendomi la sacca a tracolla.
- Sì, Evelyn, è per il tuo bene.-
- E il vostro, madre?-
Mia madre non rispose e mi allacciò la cintura più stretta. Indossavo una tunica chiara e delle brache, che avevano dei lacci che potevano essere sciolti per formare una gonna, in caso di necessità.
- Se l'Altissimo lo vorrà, saremo di nuovo insieme molto presto, figlia mia.- sorrise.
Mia madre si rizzò e mi mise al collo un ciondolo.
- Madre, questo è il vostro ciondolo,- feci, sorpresa.- perché lo date a me?-
Osservai il ciondolo: era di forma circolare in argento e come unico fregio aveva un triskell ricavato togliendo del materiale tra il bordo e il simbolo.
- Sei degna di portare il simbolo delle tue antenate, Evelyn, nella nostra famiglia il triskell rappresenta i tre momenti della Natura: passato, presente e futuro. Ora parti, figlia mia, o si accorgeranno troppo presto della tua fuga, non puoi permetterti tanti contrattempi.-
- E voi, madre?-
- Ti raggiungerò.-
Mi accompagnò alla stalla e presi il mio cavallo, un purosangue bianco. Sistemai la cavezza in modo che non gli desse fastidio e vi allacciai le redini, misi una gualdrappa di colore bianco sul suo dorso e misi la sella, distendendo bene le falde e regolando le staffe, ma quando vi montai in sella un'immagine, una visione passò davanti ai miei occhi: mia madre imprigionata nelle segrete del castello.
- Madre mia, tornerò a salvarvi.-
- No, figlia mia, ho sempre cancellato dalla tua mente il ricordo di colui che ti vuole, almeno il suo nome, per questo non ti rivolgeranno la parola dopo aver saputo che non conosci l'identità di chi mi ha presa. Vola, figlia mia, figlia di Tergeste intera, vola via!-
Con le lacrime agli occhi spronai il mio cavallo verso uno dei cancelli del borgo e ad uno di questi, rivolto sulla strada ad est, una guardia me lo aprì, permettendomi così di uscire. Era l'ora che veniva detta "delle streghe".
- Corri, Wild, corri!- incitai, inerpicandomi per i sentieri del Carso.
Anche se il percorso sarebbe stato lungo, ero decisa a seguire l'itinerario stabilito da mia madre: sarei andata nelle terre della Pannonia, dopo sarei risalita lungo il Donau, da lì scesa per il Reno e, giunta alla foce, avrei cercato o un passaggio o una nave per arrivare in Britannia per poi proseguire con il mio cavallo verso Camelot, dove avrei chiesto informazioni relative alla mia formazione.
Fermai il cavallo e scesi, facendogli riprendere il fiato e lo condussi a un fiumicello, lasciandolo bere e bevendo a mia volta. L'acqua era molto fresca e suggerii al cavallo di bere piano.
- EHI! FERMATELO! FERMATE QUEL MALEDETTO DRAGO!- sbraitò un uomo in germanico.
Mi alzai e mi voltai verso l'uomo, ma vidi un drago fatato venirmi quasi addosso. Il drago scartò all'ultimo momento e si mise dietro di me, tremando. Vidi l'uomo, null'altro che un contadino armato di zappa, fermarsi poco distante da me. Aveva corti capelli biondi, occhi azzurri e una pelle piuttosto abbronzata, forse dalle ore sotto al sole per lavorare la terra.
- Scusa, ragazzina, non è che hai visto un drago fatato?- fece l'uomo, non poco alterato.
- Potrebbe dirmi come mai lo cerca?- chiesi gentilmente.
- Si è divertito a bruciarmi i campi, ecco perché, lo hai visto?-
- Se posso rimediare ai suoi danni, lo lascerà andare?-
- Non vedo come puoi fare.-
- Lasci fare a me, me lo promette?-
- Sì, si, lo prometto, lo prometto.- borbottò l'uomo.
Sorrisi. Mi ero accorta che il draghetto non aveva lanciato fiamme nelle ultime ore e volevo saperne di più. Presi il mio libro di magia dalla sacca e presi per le redini il cavallo, osservando le sue reazioni: non si era spaventato del drago fatato e questo voleva dire che non era affatto pericoloso. Tuttavia quanto più ci avvicinavamo al podere tanto più sembrava nervoso.
- Si fermi, signore.- ordinai.
Si fermò e aprii il libro di magia, sulla pagina della cattura di una singola unità ostile. Scorsi con lo sguardo le righe, fino a trovare l'incantesimo per bloccare i draghi.
- Contra ventum, contra flammas, ego capio te, draco!- recitai.
Si sentì un tonfo e la terra tremò. Salendo a cavallo, io, Wild e il piccolo drago fatato corremmo verso il podere, vedendo una massa scura abbattuta al suolo, catturata in una rete di fiamme e vento: le fiamme impedivano a qualsiasi essere di avvicinarsi troppo al drago, il vento a non permettergli di muoversi. Wild sembrò acquietarsi e il drago fatato cominciò a volarmi intorno, felice di essere stato discolpato.
- Potete venire, signore, e vedere il vero colpevole dei danni ai vostri campi.- chiamai.
L'uomo giunse di corsa, il piccolo drago fatato si posò sulla mia spalla e il contadino vide il vero responsabile: un drago rosso non ancora nel fiore degli anni.
Il drago era illuminato sia dalla rete che lo imprigionava sia dalla luna piena ancora alta.
- Ecco il vero responsabile, signore.- dissi, distraendolo dallo spettacolo del drago imprigionato.- Ora, come da patti, risistemerò le cose e il drago fatato sarà libero. Come vede, mi sono limitata a bloccare i movimenti del drago, non a nuocergli in alcun modo.-
Il drago era stato abbattuto poco fuori del podere e in una posizione in cui non poteva nuocere a nessuno. Sfogliai il libro di magia fino ad arrivare all'incantesimo che volevo utilizzare e che non utilizzavo molto spesso, se non per esercitarmi almeno una volta la settimana.
- Reviviscete, viventia, ut vitam in hoc loco reportarent.- recitai.
Le piante arse rinacquero, rifiorendo e ritornando com'erano state prima di essere state sottoposte a tanto calore, e l'uomo fu sbalordito dello spettacolo delle piante che rinascevano.
- Chi siete?-
- Solo una giovane maga ancora inesperta. Vi prego di non rivelare a nessuno che sono passata di qui.-
- Come farò con il drago?-
- Sta a voi decidere e liberarlo, posando la vostra mano sulla rete, come vi ho già detto, mi sono limitata a fermare i suoi movimenti.-
Voltai il cavallo e partii al galoppo, con il drago fatato ancora sulla spalla.
- Cos'hai intenzione di fare?- gli chiesi.
- Io non ho casa, posso venire con lei?-
- Certo.- sorrisi.- Evelyn Shadows, lui è Wild, tu?-
- Mmm… non ho un nome vero e proprio, che ne dite di Tempest?-
- Bel nome.-
Wild nitrì in segno di approvazione e continuammo il viaggio verso nord-est.
Ora in viaggio c'eravamo io, una maga ancora apprendista dai fluenti capelli castani, occhi azzurri e una carnagione molto chiara, Wild, un cavallo arabo purosangue dal manto bianco, e Tempest, un piccolo drago fatato lungo due spanne, dalle scaglie color verde smeraldo e ali da farfalla dai colori sgargianti.
- Tempest, come si chiama il fiume sul quale ci siamo incontrati?-
- I posteri lo chiameranno Sava, presso il paese di Kranj, per giungere al Donau dovremmo oltrepassare prima il Drava, conviene all'altezza di Dravograd o poco più verso monte, dopo il Mur, all'altezza del borgo di Graz, da lì seguire il corso Raab, che verrà chiamato con due nomi, e seguire il gran fiume fino alla sorgente. Ma non facciamo prima ad andare direttamente a nord?-
- È stata mia madre a scegliere quest'itinerario, ha fatto in modo che i nostri inseguitori non capiscano subito la nostra meta.-
Wild nitrì.
- Sì, lo so anch'io che ci metteremo una settimana per giungere a Camelot, allora muoviamoci.-


ANYWHERE IS (Enya) I walk the maze of moments
but everywhere I turn to
begins a new beginning
but never finds a finish
I walk to the horizon
and there I find another
it all seems so surprising
and then I find that I know
You go there you're gone forever
I go there I'll lose my way
if we stay here we're not together
Anywhere is

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 - IL FIUME DRAVA ***


CAPITOLO 2 - IL FIUME DRAVA
Cavalcammo lungo l'altopiano della Pannonia, incontrando raramente qualche villaggio di soli contadini. Tempest e Wild sembravano essere diventati ottimi amici e anch'io ridevo dei giochi che facevano quando l'uno scattava avanti e l'altro tentava di prenderlo, ma sentivo che la tranquillità del nostro viaggio non poteva durare, avvertivo chiaramente le energie ostili che ci stavano inseguendo e ormai sapevo che mia madre era stata catturata da quel nobile del borgo.
- Da dove vieni, Evy?- mi chiese Tempest.
- Sono nata e cresciuta a Tergeste, questo è il mio primo viaggio lontana dalla mia città e senza mia madre.-
- Che fine ha fatto?-
- Mia madre è imprigionata da un nobile del borgo, mentre mio padre è morto molti anni fa, quando ne avevo soli tre, in una guerra contro vicini signori. Alla morte di mio padre, mia madre ha pianto tanto che il cuore le si vuotò per molto tempo e non riuscii a consolarla in alcun modo. Ma come può una bimba di tre anni consolare la madre se nemmeno lei sa cosa la fa soffrire?- l'ultima domanda pareva che me la fossi posta apposta e mi dovessi rispondere da sola.
- Hai sofferto molto per tuo padre?-
- A dire il vero non lo conoscevo molto, come ti ho già detto avevo solo tre anni, e appena mia madre si fu ripresa dal dolore giurò che nessuno della mia famiglia sarebbe più stato al servizio di quel signore di cui non mi è dato conoscere il nome e mi insegnò tutto. Sono il risultato di tredici anni e mezzo di insegnamenti continui subito appresi.-
- Mi spiace averti fatto tornare alla mente questi tristi ricordi.- fece, abbassando testa e coda.
- Nessun problema perché finora hai viaggiato solo con una sconosciuta che ti ha tirato fuori dai guai.- sorrisi.- E ora andiamo, secondo le informazioni che abbiamo ricevuto siamo poco distanti dal fiume.-
Wild, felice di raggiungere un vero fiume, si slanciò al galoppo senza che glielo ordinassi, mi strinsi di più a lui per diminuire l'impatto con l'aria e Tempest si mise nell'esiguo spazio fra me e il cavallo.
- Su, Wild, ah! Ah!- risi, mentre il vento mi sfiorava il viso, ma avvertii chiaramente le energie nefaste degli inseguitori.- Ti guido io, ora!-
Presi le redini in mano e le tenni più saldamente. Feci fare delle brusche sterzate al cavallo, tanto che ogni tanto immaginavo che il corpo si sarebbe staccato dalle zampe. Vidi il fiume, largo e placido, e un ponte di barche. Mi voltai un attimo e vidi gli inseguitori: cinque cavalieri dotati di armature robuste.
- Ah! Ah!- incitai Wild e, rivolta a Tempest.- Tempest, preparati a bruciare le corde del pente di barche!-
- Subito!-
Salimmo sul ponte di barche. Il rumore degli zoccoli sul legno era di poco superiore a quello del fiume che vi scorreva e che mi pareva facesse un fragore immenso.
- Ora!- gridai a Tempest, che bruciò i due ancoraggi da quella parte del fiume.
Il ponte cominciò a spostarsi e a ruotare e spronai ancora di più Wild, in modo che raggiungesse l'altra sponda il prima possibile e non venissimo trascinati via con il ponte dalla corrente. Percepii un altro scalpiccio, un altro cavaliere, oltre a me, era riuscito a salire.
- Vai, Wild, salta! Tempest, brucia le corde!- gridai per superare il rumore del vento, del cigolio del ponte e del fiume.
Entrambe le azioni avvennero contemporaneamente e il malaugurato cavaliere finì trascinato via con le barche. Ci allontanammo dalla sponda e, senza voltarmi indietro, spronai Wild ancora di più su un itinerario senza molte curve.
- Erano quelli gli uomini?- chiese Tempest, guardando indietro gli uomini che cercavano un guado.
- Sì, Tempest, sono quelli che quel signore ha mandato a riportarmi indietro da lui. Se avessimo tardato anche solo di poco sarebbero riusciti a raggiungerci e a riportarci indietro: già oggi ci siamo andati paurosamente vicino.-
- Se non ti fossi fermata per me non ti avrebbero mai raggiunto.- fece, triste.
- Scherzi?- risi.- Se non ci fossi stato tu ci avrebbero sicuramente raggiunto. Hai fatto un ottimo lavoro, bruciando quelle corde.-
Continuammo il tragitto in un relativo silenzio, Tempest si raggomitolò durante il tragitto come un gattino sulla sella tra me e l'arcione, e vidi la città. Dravograd era ancora immersa nel silenzio, nemmeno i panettieri avevano cominciato a lavorare, era troppo presto e il sole non era ancora sorto, i galli non avevano ancora cantato. Attraversammo la silenziosa città e l'unica cosa che si sentiva fu lo scalpicciare degli zoccoli ferrati di Wild sul porfido e sul selciato, ma questo rumore monotono non svegliò nessuno , non valeva la pena fermarsi a sostare e così lasciai Wild andare al troppo e così uscimmo da Dravograd e giungemmo a Graz senza troppi problemi.
Tuttavia, quando fummo poco fuori da Graz ci fermammo ad osservare il fiume che la attraversava e questa mi parve grande quanto Tergeste.
- Forse ho capito perché tua madre ci ha dato quest'itinerario: pensano che siamo andando nell'Estremo Oriente e manderanno lì il maggior numero dei cavalieri, mentre lasceranno solo tre uomini, un giovane, un adulto e un vecchio, al nostro inseguimento fisso, proibendo loro di tornare senza di te.-
- Tu mi sorprendi, Tempest, prima descrivi perfettamente parte del viaggio che ci attende, ora c'informi degli spostamenti che faranno gli uomini del nobile. Come puoi fare ciò? Sono i tuoi poteri draconici?-
- No, almeno non penso, sono molto confuso anch'io.-
- Ora però è meglio andare: dobbiamo raggiungere il Raab per poterci imbarcare e poter risalire il Danubio fino alla sorgente. Andiamo.-
Voltai Wild verso il sentiero e scendemmo verso la città.
- Fra trenta minuti saremo a Gleisdorf.- disse Tempest.
Spinsi Wild al galoppo, dopo ci sarebbero stati interi giorni da stare in barca e più movimento faceva prima di imbarcarsi e meglio era. Durante la via sorse il sole e i primi galli cominciarono a cantare per salutare l'astro nascente.

The moon upon the ocean
is swept around in motion
but without ever knowing
the reason for its flowing
in motion on the ocean
the moon still keeps on moving
the waves still keep on waving
and I still keep on going
You go there you're gone forever
I go there I'll lose my way
if we stay here we're not together
Anywhere is

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 - SCENDERE LUNGO IL RAAB ***


CAPITOLO 3 - SCENDERE LUNGO IL RAAB
Fermai Wild in un grande prato e scesi, appoggiando la sacca da viaggio a terra. Nonostante fosse la prima settimana dell'ultimo mese dell'anno, non c'era ancora neve e gli alberi erano ancora verdi, con solo qualche spruzzata di giallo. - Come mai ci fermiamo?- chiese Tempest.
- Non hai un buco in stomaco?- risposi, sorridendo.
Tempest pensò un po' e dopo rispose.
- Sì, ho tantissimissima fame! Cosa fai per colazione?-
- Mmm… vediamo…- feci, aprendo la sacca.- Abbiamo pane azzimo, confettura di albicocche e latte… va bene… e ora cerchiamo di trovare qualche tazza.-
Quasi svuotai interamente lo zaino prima di trovare due scodelle, mentre Wild pascolava tranquillamente nel prato. Versai il latte nelle ciotole e cosparsi delle fette di pane con la confettura. Durante le ore della cavalcata il piccolo drago fatato mi aveva detto che si nutriva con le stesse cose di un umano e con gli stessi ritmi; mi aveva raccontato anche la storia della sua vita: era nato da una coppia di draghi dell'ovest, ma, poco dopo la sua nascita, era stato rapito da un umano che lo aveva istruito un po' nella magia e gli aveva insegnato tutto, anche a vedere il futuro, sebbene quando gliel'avevo chiesto non se fosse ricordato, o almeno attimi di questo poiché era morto prima di finire ciò che aveva iniziato, allora un ladro lo aveva preso con sé e aveva vissuto nel crimine fino a quando mi aveva incontrato.
- Evy, cosa c'è in quel pacco?- chiese Tempest, indicandomi un pacco legato stretto.
Mi pulii le mani e lo seguii, prendendo in mano il piccolo pacco di pelle di camoscio.
- Non l'ho mai visto,- ammisi.- deve averlo inserito mia madre quando sono uscita dalla mia stanza.-
- C'è un biglietto!-
Anche Wild si avvicinò.
- "Figlia mia, mi spiace non averti potuta seguire attraverso il tuo viaggio. Come ben saprai, nel momento in cui leggerai questo messaggio, sono prigioniera presso quel nobile che non voglio che tu conosca, non voglio per te un destino come fu quello che fu scelto per me."- lessi.- "Ho preparato per te questo vestito molto tempo fa, quando tuo padre era ancora vivo, ben conoscendo il tuo futuro. Indossalo al primo ballo cui parteciperai a Camelot e saprò che sei al sicuro. Con affetto, tua madre Lux Shadows."-
- Oh!- fece Tempest.- Puoi aprirlo?-
Sciolsi il cordino e tirai fuori il vestito: era molto semplice, interamente bianco, senza alcun fronzolo, e le maniche erano un po' più larghe verso la fine, ma non troppo.
- È molto semplice, ma è molto bello.- disse Tempest.
- Ora è meglio se mettiamo tutto via, così possiamo ripartire.- dissi, cominciando a mettere le cose nella sacca magica.- Se mia madre non avesse lanciato una magia su questa sacca saremmo dovuti andare in giro con un carro e non riusciremmo a muoverla nemmeno tutti e tre assieme.- (N.d.Aki: la sacca è un po' come la borsa di Mary Poppins, se avete una vaga idea.)
- Oh. E questa magia la conosci?-
- Non conosco bene la pagina perché non l'ho mai usata molto spesso, non quanto gli incantesimi di cattura, mia madre voleva che prima di tutto imparassi a difendermi.-
Terminai di mettere a posto la sacca, piegando bene il vestito, e chiamai con un fischio Wild, che era tornato a pascolare lontano.
- Su, Wild, pronto che si parte.- gli dissi, montandogli in groppa con la sacca in spalla.
Tempest si accoccolò tra me e l'arcione e Wild partì al galoppo, raggiungendo così in breve tempo Gleisdorf.

Scesi da cavallo e lo presi per le redini, procedendo camminando. Tempest si posò sulla mia spalla destra e mi diressi verso lo scalo fluviale, cercando qualche battello che raggiungeva le sorgenti del Danuvium e che praticava un prezzo ragionevole.
- Evy, guarda lì!- esclamò Tempest.- In due o tre giorni ci portano alle sorgenti!-
Lessi anch'io il cartello. Sembrava l'offerta più vantaggiosa tra quelle che avevo visto e c'era già una grande fila, forse era vero che facevano tutto quel tragitto in così breve tempo. Assicurai Wild a una staccionata, assicurandogli che sarei tornata in breve, sciogliendo parte dei lacci che chiudevano le gambe delle brache, trasformandole in una gonna, dopo andai a mettermi in fila come gli altri.
Avrei potuto trasformarmi in un giovane uomo, ma temevo che le nuove magie avrebbero potuto portare il nemico sulla mia vera via, poiché non avevo ancora imparato a celare l'energia magica, e ciò non sarebbe stato saggio. Sentii Tempest agitarsi, c'era qualcosa che non andava, anche un sesto senso me lo diceva.
- Che succede?- gli chiesi, piano.
- I tre inseguitori sono qui, Evy, bisogna assolutamente imbarcarsi finché non ci hanno ancora scoperto.-
- Lo so, ma finché non arriviamo alla baracca non possiamo imbarcarci.- risposi.
- Non possiamo avanzare?-
- Vuoi attirarti ancora più attenzione addosso, Tempest?- chiesi, guardandomi intorno.
Infatti non erano pochi quelli che guardavano sorpresi nella nostra direzione e immaginavo pensassero che fossi una maga potente, per avere con me un drago. Avanzammo di numerose posizioni.
- In ogni caso la fila è molto rapida.- commentai.
In breve tempo giungemmo alla baracca, poco più che un riparo sul fiume, e l'uomo addetto alla vendita dei biglietti mi squadrò per bene.
- Per quanti?-
- Per me, il mio cavallo e questo piccolo drago fatato.-
- Tre denarii, il battello parte tra poco.-
Gli consegnai il denaro, era veramente poco, essendo abituata agli scambi fatti via mare, ma, visto, l'alto numero di coloro che s'imbarcavano, avevano un bel profitto. Tornai da Wild e lo sciolsi dalla staccionata, il quale mi salutò strusciando il muso contro la guancia, portandolo con me sulla barca, mostrando i tre biglietti al momento dell'imbarco, in seguito un giovane dai corti capelli biondi e gli occhi verdi mi accompagnò alle stalle.
- TUTTI I MIEI CAVALLI HANNO IL PELO CANDIDO E SONO ANIMALI DA SOMA!- stava sbraitando un uomo.
- Non si preoccupi, madamigella, quello è un venditore di cavalli che usualmente si dirige dalla penisola italica alla Grande Bretagna.- disse il giovane che mi stava accompagnando.
Sentii un piccolo scossone, il viaggio lungo il Raab stava cominciando.
- Lasci pure qui il suo cavallo.- disse, aprendo un recinto.- la sua stanza è la numero sessanta.-
- Vi ringrazio.-
- Non ce n'è bisogno, madamigella.- fece, con un tono che mi parve strano, facendo un inchino.
Il giovane si allontanò e tolsi i finimenti a Wild.
- Evy, te ne sei accorta?- mi chiese Tempest, posato sulla groppa di Wild.
- Sì, almeno uno degli inseguitori è sulla barca.- risposi, parlando piano.- E ha già capito chi sono così come io ho capito già al momento dell'imbarco.-
- Come?-
- Conosco quel giovane, Tempest, eravamo vicini di casa e qualsiasi travestimento indossasse lo riconoscerei sempre. Il suo nome è Marco e ha diciotto anni, sua madre si chiama Alicia e suo padre Daniele.- risposi.
- Possiamo dirci al sicuro?-
- Per un po' sì, ciccio no xé per barca(1).- risposi, sorridendo.
- Come?-
- È il dialetto del mio borgo.- risposi.- Magari un'altra volta ti spiegherò. Wild, spero non ti dispiaccia rimanere qui, chiacchiera un po' con i tuoi amici.-
Lui prima scosse la testa e dopo annuì.
- Bravo. Ora vado, Tempest, dove vuoi stare?-
- Resto un po' qui.-
Annuii e mi allontanai, raggiungendo la stanza che mi era stata assegnata, la sessanta.
La stanza era abbastanza grande e si trovava a prua, conteneva un letto e una scrivania e aveva una finestra che dava sulla riva sinistra del fiume. Appoggiai la sacca sul letto e mi sedetti un po' anch'io. La prima tappa del viaggio in barca sarebbe stata Presburgo, dove probabilmente avremmo attraccato per la notte.
"Ciccio no xé per barca" sorrisi, pensando. "Marco è bravo quando fa da timoniere, ma quando qualcun altro governa la nave gli viene il mal di mare, forse perché quando dirige la nave non si preoccupa troppo delle onde che hanno il loro bell'effetto quando ha modo di accorgersene. Chissà cos'ha aggiunto mia madre…"
Mi alzai in piedi e cominciai a svuotare la sacca: in un pacco sottile c'era l'abito bianco che avrei dovuto indossare al ballo, in un sacco marrone gli strumenti per cucinare, in un altro di colore nero del carbone, in un sacco di color azzurro c'erano i miei strumenti di magia (la Bacchetta del Comando, il Pugnale, il Calice, il Pentacolo, la Spada, il Coltello, la Penna, il Braciere, il Bruciaprofumi, tre Candelieri con candele insieme in un altro sacchetto, la Lanterna, la Sfera di Cristallo, i Tarocchi, il Diario Magico, il Quaderno dei Sogni, il Sale, l'Olio Rituale, l'Acqua Lustrale, la Cera Vergine, gli Inchiostri e le Pergamene) più la veste che mi ero fatta per proteggermi, in uno rosso le provviste, in uno verde le cose per l'igiene e in uno giallo il fieno per Wild, nel caso non avesse trovato erba; sparsi per la sacca c'erano il mantello, il libro di magia, una spada, un pugnale e qualche abito di riserva.
Cominciai a risistemare tutto e, una volta terminata l'operazione, decisi di lasciare lì la sacca per tornare da Wild e Tempest, chiedendomi come stessero e ben sapendo che non sarei mai riuscita a separarmi definitivamente da loro.
- Milady, mi scusi il disturbo, è pronto il pranzo.- disse un anziano garzone.
- Sì, vi prego di scusarmi, se non vengo subito, ma devo controllare il cavallo, salendo mi pareva un po' ombroso e vorrei calmarlo, se ve ne fosse il bisogno.- risposi.
Mi allontanai. Dunque era lui l'anziano previsto da Tempest, un anziano stratega che avevo incontrato qualche volta in chiesa. Non avevo mai parlato molto con lui né avevo ascoltato intenzionalmente le sue storie della guerra, di assassinii che aveva compiuto per il suo signore e di come parlava di mio padre, quando mi vedeva. Odiava mio padre dal profondo per via di una lunga storia: era innamorato di mia madre, ma, vedendola felice di stare con mio padre, allora giovane e nel pieno delle forze, aveva tentato di eliminarlo in tutti i modi, fino a quando vi era riuscito quando avevo l'età di tre anni. Lo sapevo, ma non l'avevo mai detto a mia madre per paura che potesse nuovamente soffrire, anche se non l'avevo conosciuto, potevo capire quanto avesse amato me e mia madre.
Raggiunsi i due compagni di viaggio e sorrisi nel vederli giocare pur nell'esiguo spazio.
- Evy! Ho tanta fame!- si lamentò Tempest, vedendomi e raggiungendomi.
- È già ora di pranzo. Ti porto qualcosa o vieni tu?-
- Puoi davvero portarmi qualcosa?!-
- Perché no?-
- YUPPI!-
Sorrisi nuovamente, se le mie previsioni erano corrette quei due sarebbero stati dei grandi amici inseparabili nella vita e nella morte, anche se temevo quest'ultimo aspetto, e andai in sala da pranzo, dove recuperai del cibo anche per il piccolo drago fatato.

I wonder if the stars sign
the life that is to be mine
and would they let their light shine
enough for me to follow
I look up to the heavens
but night has clouded over
no spark of constellation
no Vela no Orion
The shells upon the warm sands
have taken from their own lands
the echo of their story
but all I hear are low sounds
as pillow words are weaving
and willow waves are leaving
but should I be believing
that I am only dreaming
You go there you're gone forever
I go there I'll lose my way
if we stay here we're not together
Anywhere is

(1) questo modo di dire ha origini in un periodi di grandi invasioni barbariche, i Cicci erano un popolo dell'interno della Pannonia che in un dato momento, spinti da altri popoli, si trasferirono sulla costa, dove tentarono di usare le barche, senza alcun successo. Da qui si dice "ciccio no xé per barca", ovvero "ciccio non è fatto per la barca"

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- il grande fiume ***


CAPITOLO 4 - IL GRANDE FIUME
Erano passate molte ore e avevo un po' recuperato il sonno perso, mentre i miei due compagni di viaggio si divertivano senza dare fastidio agli altri, nemmeno al proprietario che si era alterato per i suoi cavalli. Erano in tre a inseguirmi, allora: il giovane timoniere Marco, l'anziano stratega Gianni e l'adulto mago Egisto. Tutti e tre mi conoscevano molto bene e ignoravo il motivo per cui Marco e Egisto mi stessero inseguendo, benché conoscessi benissimo quello di Gianni. Gianni poteva o odiarmi in quanto figlia di mio padre o amarmi in quanto figlia di mia madre, anche se io speravo nel primo caso perché era più facile difendersi se si veniva odiati piuttosto che amati. Mi alzai, pronta a dirigermi da Wild e Tempest, ma, come aprii la porta, vidi davanti a me Marco che stava per bussare.
- Cosa desidera?- chiesi.
- Il capitano del battello desidera parlare con lei, madamigella.- rispose.- Vi prego di seguirmi.-
Annuii, seguendolo. Avevo già fatto un giro della nave assieme a Tempest e sapevo come muovermi nel caso avessero deciso di attaccarmi. Guardai un attimo fuori, salendo le scale: era buio, nel giro di un paio d'ore saremmo giunti a Presburgo e lì avremmo attraccato per un sei ore, prima di ripartire per le sorgenti. Marco si fermò quando fui giunta in cima alle scale e si voltò.
- Che succede?- chiesi, osservandolo.
Mi spinse giù per le scale, ma riuscii ad afferrarmi al passamano, evitando una dolorosa caduta e vedendo gli altri due avvicinarsi. Corsi attraverso l'imbarcazione, raggiungendo in breve tempo la poppa sempre rincorsa dai tre. Mi bloccai, appoggiandomi al parapetto, e cercai un'altra via di fuga, ma non ve n'era nessuna.
- Perché lo fate?- chiesi loro, bloccandoli per un po'.
- Perché devi essere mia.- rispose Gianni.
- Perché devi tornare da tua madre, dalla quale sei fuggita.- rispose Egisto.
- Perché vorrei che tu fossi mia moglie.- disse semplicemente Marco.
Annuii, ma vidi Gianni avvicinarsi. Scattò, ma, un attimo prima che mi bloccasse, mi spostai e cadde nel nero fiume.
- NO!- esclamai.- Recupero te, homo, a flumine in terra!-
Sapevo che Gianni era stato trasportata sulla terraferma e che non avrebbe rischiato la vita più di tanto a causa mia, ma solo a causa sua.
- Evelyn, mi sa che dovrò insegnarti a celare la tua magia, quando la usi.- disse Egisto.- Se veramente ti fossi nemico ti avrei trovata e bloccata subito.-
- Se veramente mi fossi nemico?- chiesi, sorpresa.- Voi volete riportarmi dal mio nemico ed è stata mia madre a ordinarmi di raggiungere un posto così lontano che sarei stata al sicuro.-
- Stai parlando di Camelot, vero Evy?- chiese Marco.- Tua madre ne parlava spesso.-
- Ci è stato proibito di tornare a Tergeste finché non ti abbiamo preso, ma noi non vogliamo tornarci, non dopo aver visto com'è la vita fuori dal borgo: ti proteggeremo, anche se parrà che ti ostacoleremo.- disse Egisto.- Tua madre mi ha chiesto di continuare il tuo addestramento.-
- Continuare il mio addestramento? Hai visto mia madre? Come sta?- chiesi.
- L'ho vista, è prigioniera delle segrete del signore che non vuole che ti nomini e che ha fatto sì che ti inseguissimo, incatenata al muro e tenuta a pane e acqua, ma nonostante tutto prega per te, affinché tu possa giungere a destinazione sana e salva. Inoltre voleva che ti dessi questo.-
Prese un libro e me lo diede. Lo osservai, sorpresa: la copertina era decorata con fregi metallici, il cui materiale variava dall'oro all'argento, dal bronzo al ferro ed era fatta di legno e di cuoio, ma nonostante tutto non era pesante ed era spesso una spanna.
- Questo libro è stato tramandato nella tua famiglia di generazione in generazione fin dai tempi più antichi nei quali la scrittura ancora non esisteva per il popolo. Ti avviso di non stupirti se riuscirai a leggere le pagine più antiche, è una caratterista intrinseca della parte femminile della tua famiglia.-
Annuii, avevo ancora molto da imparare. Osservai un attimo davanti a me, avvicinandomi al bordo laterale dell'imbarcazione, e vidi la luna scintillare su una grande massa d'acqua che si muoveva pacifica: quello doveva essere il Danuvium, il grande fiume che dovevamo risalire per continuare il nostro viaggio. Vedemmo delle torce spingersi nell'acqua e sentimmo la nave attraccare e fermarsi con una lieve scossa: eravamo a Presburgo e qui avremmo cambiato barca alla mattina presto per risalire il grande fiume.
- Va' a riposare, Evelyn, vegliamo noi su di te e sui tuoi amici.- le suggerì Egisto.
- Grazie.- risposi.- Dormite anche voi, però, dovete essere molto stanchi per avermi inseguito fino a qui.-
Ci separammo, andando ognuno per la propria strada. Avevano le spalle coperte e il viaggio sarebbe stato un po' più sicuro, anche se sarebbe stato un po' meno movimentato. Sbadigliai, ero molto stanca e un po' di riposo non avrebbe di certo guastato.

I wonder if the stars sign
the life that is to be mine
and would they let their light shine
enough for me to follow
I look up to the heavens
but night has clouded over
no spark of constellation
no Vela no Orion
The shells upon the warm sands
have taken from their own lands the echo of their story but all I hear are low sounds as pillow words are weaving and willow waves are leaving but should I be believing that I am only dreaming You go there you're gone forever I go there I'll lose my way if we stay here we're not together Anywhere is

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Capitolo 5
*** Sospeso ***


Attualmente è fermo perché ho avuto problemi per mandare avanti la storia, riprenderò quanto prima

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