Explosion of memories

di frencia92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Tel Aviv, maggio 2014.
Ore 6.50
 
Il cellulare squilla insistentemente sul comodino.
Ziva si sveglia di sopprassalto, come se in realtà non si fosse mai realmente addormentata.
Quella notte si era sentita particolarmente male. Sentiva che stava per accadere qualcosa che l'avrebbe sconvolta.
Prende un respiro profondo e risponde.
"Ciao Orli... dimmi che mi chiami per qualcosa di veramente importante, altrimenti attacco..."
"Ziva..." quella pausa non la convince, il suono della sua voce sembra addolorato...
"Orli... che è successo? Parla, ti prego..."
"Ziva... devi prendere immediatamente il primo volo per Washington... accendi la tv sul notiziario e capirai..."
Spegne la chiamata e si affretta ad accendere la tv, al notiziario compare una notizia dell'ultima ora...
 
'Siamo a Washington DC, vi diamo la conferma di un attentato contro l'agenzia federale della Marina Americana, conosciuta come NCIS avvenuta alle 18. Diamo inoltre conferma di 700 uomini deceduti per la forte esplosione avvenuta negli uffici alti che comprendono l'MTAC e tutti gli uffici sottostanti. Possiamo dirvi con certezza che i Vigili del Fuoco hanno rilevato una voragine profonda che ha devastato tre piani, dove vi erano gli uffici più importanti della sede. Il Direttore dell'NCIS, Leon Vance, ferito non gravemente nell'esplosione ci ha fatto sapere che è già in atto un'inchiesta con la collaborazione del SECNAV, CIA ed FBI.
Dalla Casa Bianca il Presidente degli Stati Uniti, Obama ha rivolto una parola di cordoglio per le numerose vittime e per i loro famigliari, comunicando la piena disponibilità nel catturare chi ha fatto tutto questo, garantendo giustizia. Per ora non abbiamo altri aggiornamenti...'
 
Spegne il televisore, rimane in silenzio immobile, non osa pensare a nulla, non vuole pensare a chi ha lasciato laggiù, agli amici che potrebbero essere morti, alla sua vera famiglia.
Si abbandona alle lacrime, poi con calma prepara una valigia e prende un volo per Washington.
 
Washington DC, ore 9.00
 
Esce dall'aereoporto di corsa, con una piccola valigia in mano contenente solo il necessario corre incontro ad un taxi, facendosi portare al Quartier Generale dell'NCIS.
Esce dall'auto abbandonando la valigia a terra vedendo quell'orribile spettacolo davanti a lei.
I pompieri stanno ancora spegnendo le fiamme, li guarda terrorizzata, pensa alle persone che ha lasciato, pensa ai suoi amici, colleghi, la SUA famiglia.
Sente dietro di se un odore famigliare, un odore di casa.
"Ziva... sei tu? Che ci fai qui!?"







Lo so... questo capitolo è corto... ma è solo l'inizio!
Approfitto dello spazio che mi è concesso per farvi i miei migliori auguri di Buon Natale!
Baci, frencia92

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Si gira e lo guarda con le lacrime agli occhi, lo rivede dopo tanto tempo ma gli sembra passato solo un giorno, ritrova il suo sguardo dolce e comprensivo, gli va incontro e lo abbraccia forte.
 
"Mi sei mancata, sai?"
"Anche tu, Gibbs... sei ferito!"
"Oh, nulla di grave... sopravviverò. Perchè sei qui?"
"Ho saputo dell'attentato ed ho preso il primo volo per Washington..."
"Torna a Tel Aviv... ti prego. Non puoi stare qui, non voglio vederti soffrire di nuovo come quando morì tuo padre... ti prego, và!!"
Scioglie il suo abbraccio guardandolo sbalordita, lui abbassa lo sguardo e lei capisce che qualcosa non va.
"Gibbs... ti prego... dimmi cosa sta succedendo! Da cosa cerchi di proteggermi?"
"Dal dolore... non posso raccontarti nei dettagli ciò che è successo, vattene. Prendi il prossimo volo e torna a casa... qui non puoi stare!"
"Ora basta girarci intorno... se non mi dirai che succede lo scoprirò da sola... posso sempre chiedere a Tony...!"
Appena nomina il suo nome lo vede sbiancare terrorizzato. 
La guarda dritto negli occhi, non distoglie lo sguardo per non rischiare di essere scoperto ma la prima reazione l'ha tradito e lei passa all'attacco "Ora sono stufa... se non mi dici che succede chiamo Tony, lui mi spiegherà!"
Prende il cellulare e digita il suo numero, nello stesso istante un cellulare squilla nella tasca della giacca di Gibbs, lei lo osserva mentre lo tira fuori e glielo porge.
Immediatamente nota la vasta quantità di sangue ormai secco sul cellulare, sullo schermo legge il suo numero.
Spegne la chiamata sotto shock, prende tra le mani quel cellulare constatando che si tratta esattamente del cellulare di Tony.
 
Alza di nuovo lo sguardo su Gibbs, presa dal terrore "Dov'è Tony?! Gibbs... rispondimi, dov'è!?"
"Lui... non vorrebbe che lo vedessi in quello stato... Ziva, lui... lui..."
"Gibbs... Tony è morto?" i suoi occhi si riempiono di lacrime, Gibbs, vedendola così fragile l'abbraccia dolcemente, cercando di proteggerla da quell'immenso dolore.
"Era troppo vicino alla bomba... io... non ho fatto in tempo nemmeno ad accorgermene.
Ci ha schermato con il suo corpo... non ti so dire altro, so solo che quando mi sono svegliato lui non c'era... i medici che ci hanno soccorso hanno detto che è stato trasportato in ospedale mentre ero privo di sensi.
Volevo raggiungerlo, ma Vance mi ha chiesto di restare... anche Abby, Ducky e McGee sono rimasti coinvolti... di Tony mi è rimasto solamente quel cellulare, non so dirti altro, mi dispiace."
Abbassa lo sguardo avvilito.
Capendo come si deve sentire, Ziva cerca di rassicurarlo dandogli un bacio sulla guancia.
Per la prima volta nella sua vita vede scendere dagli occhi di Gibbs, solitamente di ghiaccio, lacrime piene di dolore e sconforto.
"Gli altri... dimmi, come stanno!"
"McGee ha una spalla slogata e una piccola commozione celebrale, Abby è spaventata ed ha un taglio non molto profondo alla fronte e Ducky ha qualche livido. Per fortuna non ha avuto molti problemi per l'esplosione, si è fatto male per il contraccolpo... ti prego, ora vai..."
"No. Non mi muovo di qui fino a quando non vedrò Tony sano e salvo... lui... mi ha sempre protetta, devo aiutarlo... devo farlo per lui."
Sorride per la determinazione mostrata da Ziva "Io... so cosa provi per lui, so cos'è nato tra di voi nel tempo.
Mi dispiace di aver impedito che tra voi ci fosse qualcosa di più di una semplice amicizia..."
"Hei, Gibbs... non è colpa tua, siamo noi ad aver aspettato troppo per dirci quello che proviamo. Io ora voglio vederlo e voglio vedere anche gli altri!"
"Ok, andiamo."
Salgono sulla macchina di Gibbs e partono per raggiungere l'ospedale.
 
 
"Gibbs, Gibbs, Gibbs!!! Stai bene, vero? Tutto ok?"
"Si, Abbs... tutto bene. Ti ho portato una persona..."
Ziva fa il suo ingresso nella stanza dove Abby è stata medicata in ospedale, il suo sorriso è malinconico, si avvicina ad Abby, un pò scioccata dalla sua presenza, e l'abbraccia.
"Sono felice che tu stia bene, Abby..."
Abby si stacca velocemente da lei incrociando le braccia al petto "Và via Ziva... tu non sei più dei nostri!"
"Come?"
"Hai capito perfettamente. Se non fosse stato per la tua partenza il mio amico Tony non racchiuderebbe tutta la sua rabbia e la sua tristezza dentro di se... tu ci hai fatto soffrire come cani abbandonati in autostrada, perchè ora sei qui? Non c'eri quando io e Tim obbligavamo Tony ad uscire con noi per distrarsi, rimaneva chiuso in casa dopo il lavoro a fissare la tua foto per ore ed ore sperando che un giorno avresti cambiato idea e saresti tornata da lui... io... IO TI ODIO ZIVA!!!"
Le parole dure di Abby le lacerano il cuore, per poco non sviene ma Gibbs decide di intervenire.
"Abbs... ora calmati! Non poteva fare altrimenti! Con la sua lontananza ci ha protetti, ha protetto soprattutto Tony... non dovete litigare ora, ci sono problemi ben più gravi da risolvere.
Dov'è Ducky?"
"Lui... è andato con Tim a sentire se si sa qualcosa di Tony... pare che ci siano state gravi complicazioni...
Ti prego, Gibbs... giurami che non morirà!!"
Abbassa lo sguardo, si sente più che mai impotente "Io non posso giurarti niente, possiamo solo pregare e sperare..."
Abbraccia teneramente Abby, cercando invano di consolarla.
"Andrà tutto bene... lui è Tony!"
Si stacca dall'abbraccio quando sente dietro di se la porta aprirsi lentamente.
 
"Ducky!"
"Gibbs... io... siediti per favore.
Ciao Ziva, mia cara... sei anche tu qui per Anthony?" "Si..."
"Allora siediti anche tu... ti prego."
"Ducky? Che succede?"
Si appoggia con la schiena alla porta sospirando.
"Tony ha avuto un'embolia in sala operatoria, e..."
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
 
 
"Tony ha avuto un'embolia in sala operatoria, e..."
Il terrore si fa largo nelle menti di tutti.
"Ducky, ti prego vai avanti..."
"Io... non so come dirvelo! I medici l'hanno operato, hanno trovato una lacerazione di un centimetro al lobo temporale, questo ha dato origine all'embolia, seguita poco dopo da un arresto cardiaco. Secondo i medici sarebbe dovuto morire sotto i ferri ore fa, lo tengono attaccato al respiratore ma credono che la probabilità che si svegli da un trauma simile sia davvero bassa..."
"Quanto bassa, Ducky?!"
La domanda di Gibbs gli gela il sangue nelle vene, terrorizzato dalla risposta che deve dargli.
"DUCKY? LA PERCENTUALE... VOGLIO SAPERLA!"
"Il 3%, Jethro..."
Rimangono tutti in silenzio, senza parole. Il dolore fa piangere i loro cuori, Abby stranamente rimane in rigoroso silenzio mentre le lacrime scendono a sporcarle il viso di nero.
Improvvisamente Gibbs si alza ed esce dalla porta "Ducky... dov'è McGee?"
"Davanti alla stanza di Tony... non voleva seguirmi, preferiva rimanere con lui..."
Si fa indicare il corridoio da Ducky e, seguito da tutti, raggiunge McGee, appiccicato al vetro per guardare intensamente l'amico ferito.
"McGee... vai a casa, è un ordine!"
"No, resto con lui. Sicuramente rimarrai anche tu, vero?"
"Certamente.. si occupa Fornell del caso, io sono di troppo..."
McGee si stacca dal vetro e fissa Gibbs "Non si sveglierà, vero? Sta morendo..."
"Se muore conoscerà la mia ira... lui è forte, non ci può abbandonare..."
Alle spalle di Gibbs vede Ziva, la vede triste, depressa. Le va incontro e l'abbraccia.
"Ho sempre saputo che saresti tornata... Da un pò Tony tiene al collo la tua collanina, dice che gli porta fortuna... forse è per questo che ancora non è morto. Lui ti ha aspettata ogni giorno."
Inizia a piangere, lui la circonda in un caldo abbraccio fraterno, ben sapendo che tra lei e Tony c'è sempre stata quella scintilla, qualcosa che li univa mentalmente e spiritualmente.
 
"Lui ti può vedere, sai? Se ti vede piangere appena si sveglierà inizierà a darti il tormento!"
"Tim... io non gliel'ho mai detto! Io non gli ho detto che lo amo... se l'avessi fatto sarebbe rimasto con me, mandando all'aria tutta la sua carriera, la sua vita... avrei dovuto farlo...!"
"Lo sa già, altrimenti non ti avrebbe certo aspettato per tutto questo tempo... anche lui ti ama..."
"Tel'ha detto lui?"
"Si... una sera mentre era sbronzo al bar qualche mese fa... non darti per vinta! C'è ancora una piccola speranza che ci unisce a lui..."
"Già... hai ragione... grazie."
Gli sorride dolcemente, rilassandolo.
 
Tutti passano la giornata con Tony, Gibbs si è preso un attimo solo per telefonare al padre di Tony, per informarlo delle condizioni chiedendogli di venirlo a trovare prima che sia troppo tardi.
La notte rimangono con lui a dormire.
Alla destra di Tony dorme Gibbs, appoggiato con la testa al letto mentre gli tiene la mano e a sinistra dorme Ziva, nella stessa posizione di Gibbs.
Le condizioni di Tony sembrano stabili anche se ancora molto gravi, la mattina si svegliano tutti con la speranza di vederlo sveglio, sentendo le sue battutine e le trame dei film che ha visto, ma non accade nulla.
Gibbs alza lo sguardo, vedendo fuori dalla stanza il padre di Tony che osserva suo figlio con le lacrime agli occhi. Esce per parlare un attimo con lui.
 
"Signor DiNozzo..."
"Gibbs. Grazie di avermi chiamato. Junior è l'unica persona che mi rimane in vita, non posso perderlo..."
"Lui l'avrebbe voluta accanto... mi dispiace darle brutte notizie... secondo i medici non si risveglierà, è già un miracolo che sia sopravvissuto in sala operatoria."
"Ieri sera ho parlato con Ducky, mi ha raccontato a grandi linee... mi dispiace, so quanto ci tieni a mio figlio, mi ha detto di tua moglie e tua figlia... posso capire come tu abbia riempito quel vuoto grazie a Junior."
"Si, lui... è davvero una bella persona. Senza di lui non so se sarei rimasto a fare il mio lavoro, lui mi ha aiutato tanto senza nemmeno saperlo. È come un figlio per me."
"Lo so, grazie... ti ringrazio per avergli dato l'affetto che io non sono mai riuscito a dargli. Vorrei tanto che si risvegliasse per dirmi che va tutto bene... mi manca molto."
"Anche a me. Ziva... è tornata a Washington appena ha saputo dell'esplosione. Gli è vicino da allora..."
"Bene. Sicuramente mio figlio ne sarà felice. Era davvero triste senza di lei..."
 
Rimangono incollati al vetro in silenzio, osservando Tony ancora incoscente circondato dai suoi amici.
Improvvisamente l'elettrocardiogramma inizia a dare i numeri...
 
 



 
 
 
Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono... non ho risposto a messuna di voi perchè dovrei dire a tutte la stessa cosa. NON VI ANTICIPO NIENTE! Tengo apposta maggior suspance alla fine dei capitoli, non so per quanto ancora ci riuscirò, è difficile!
Vi ringrazio di seguire con così tanta attenzione questa storia, ne vado molto fiera... ;)
Baci, frencia92

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
 
 
L'elettrocardiogramma inizia a suonare ripetutamente, mostrando una forte accelerazione del battito cardiaco di Tony.
I dottori fanno uscire tutti dalla stanza, somministrandogli una dose elevata di tranquillanti e morfina mentre con il defibrillatore fanno riprendere il ritmo regolare del suo cuore.
Spaventata a morte, Ziva si fa coccolare da Gibbs mentre tutti guardano che succede dal vetro.
 
Pochi minuti dopo un medico esce dalla stanza.
"Signori... l'agente DiNozzo ha avuto una piccola ischemia, in poche parole a causa del trauma e della lacerazione al lobo temporale si è ridotto il normale flusso di sangue, in più credo con fermezza che nonostante la condizione in cui si ritrova possa sentire dolori atroci. Potete rientrare ma devo chiedervi di non fare rumore e di evitare contatti con lui. Gli ho somministrato un pò di morfina, dovrebbe stare meglio ora..."
"Grazie, dottore..."
Rientrano nella stanza in silenzio, si siedono tutti attorno a lui, Senior nota solo in quel momento la fasciatura alla testa di Tony.
"Perchè quella fasciatura...?"
"Gli hanno forato il cranio per chiudere il taglio al lobo temporale."
"Oh, capisco..."
 
Un respiro profondo di Tony mette tutti in agitazione, lo fissano aspettandosi qualcosa.
Tony pian piano apre gli occhi, con tranquillità e sotto gli sguardi meravigliati di tutti si guarda intorno.
Gibbs attira subito la sua attenzione su di lui avvicinandosi e prendendogli la mano.
"Tony... hei, ci hai fatto preoccupare!"
"Cosa?" il suo sguardo è strano, non solo Gibbs se ne accorge.
Si guarda intorno un attimo ancora, vedendo suo padre "Papà! Sei qui!"
"Certo, Junior... credevi che ti avrei lasciato morire solo?"
Alza un soppracciglio incredulo, poi inizia con le domande "Perchè sono qui? Cos'è successo?"
Gibbs gli stringe la mano e risponde con timore "È esplosa una bomba all'NCIS, sei stato ferito..."
"Ah... e io... cosa ci facevo all'NCIS!?"
Tutti rimangono sbalorditi e perplessi dalle sue parole... qualcosa non va!
"Ci lavori, Tony... cosa ricordi?"
"Anthony, ragazzo... dicci qual'è il tuo ultimo ricordo più nitido...!"
"Ehm... ricordo che... ero con mia madre, in una stanza come questa..."
Rimangono tutti di ghiaccio, terrorizzati.
Senior gli si avvicina prendendogli l'altra mano "Figliolo... mi sai dire quanti anni hai?"
"Sapevo che un giorno ti saresti dimenticato di me... la mamma lo diceva sempre... lei... lei è morta, papà.
Tu non c'eri..."
Dalla sua risposta vede la sua confusione.
"Anthony, rispondi alla mia domanda, è molto importante..."
"Otto... ho otto anni... penso. Papà? Le mie gambe sono rotte?"
Senior, come tutti, sembra parecchio disorientato "No, non sono rotte..."
"Ma papà... non riesco a muoverle! Sono rotte ti dico!"
Senior tocca le sue gambe, non avverte alcun movimento.
"Tesoro, forse l'incidente ti ha fatto male alle gambe... senti dolore?"
"Solo alla testa... fa molto male..."
Stringe gli occhi mentre si tiene stretto la testa con le mani.
Senior si siede accanto a lui e lo stringe in un forte abbraccio, cercando di alleviare il suo dolore accarezzandogli la testa, la cosa sembra avere effetto ma si accorge subito delle lacrime che scendono dal viso di suo figlio.
"Figliolo... perchè piangi?"
"La mamma è morta mentre mi abbracciava come stai facendo tu... 
Papà... chi sono queste persone?"
Li guarda un secondo poi, intimorito dagli sguardi increduli, abbassa lo sguardo.
"Loro sono tuoi amici, tesoro. Sono agenti come te! Sono qui per aiutarti..."
Tony annuisce tra le sue braccia, addormentandosi per il dolce tepore di quell'abbraccio, lacrime amare scendono dagli occhi di Senior.
"Credo abbia rimmosso tutto... se ricorda sua madre, forse ricorda solo fin dopo la sua morte.
Non sa niente di voi... ha solo dolore nel cuore, ricorda la mia assenza... le sue gambe sono immobili.
Cosa diavolo sta succedendo a mio figlio?"
Nessuno osa rispondere, un pò per paura di azzeccarci e un pò per paura che se detto ad alta voce allora la cosa sarà reale.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
 
 
Continua a dormire tra le braccia sicure di suo padre mentre gli accarezza i capelli per dargli sicurezza e tranquillità.
Gibbs esce per parlare col medico per capire cosa succederà a Tony e se potrà recuperare ciò che ha perso.
 
"Dottore... cosa posso fare..."
"Al momento nulla, Agente Gibbs... dobbiamo aspettare.
Per ora posso solo dirle che il problema delle gambe è un problema fisico. L'esplosione ha compromesso i legamenti delle gambe, perciò non potrà più muoverle. Forse con alcune operazioni potrà ricominciare a camminare ma non le do garanzie... sono molto scettico su questo problema. Riguardo la memoria persa... beh, non le do garanzie nemmeno su questo ma col tempo e tanto aiuto potrebbe recuperare..."
"Uscire da qui lo aiuterebbe?"
"Certamente! Rivedere le sue cose, le persone... potrebbe recuperare ma le consiglio caldamente di andare per gradi. Un accumulo di informazioni potrebbe peggiorare la sua situazione. La presenza di suo padre ha già aiutato molto, se non ci fosse stato avrebbe subito un forte shock al suo risveglio e sarebbe potuto morire.
Iniziate col presentarvi a lui come se non vi conosceste, fate quello che fate sempre così lo aiuterete a stare tranquillo. Per un pò dovrà essere seguito, naturalmente..."
"Si, a questo ci penso io. Verrà a casa con me."
"Bene. Facciamo gli ultimi esami di routine, poi potrà portarlo a casa. Ne abbi cura."
"Certo. La ringrazio."
 
Rientra nella stanza, trovando Tony di nuovo sveglio.
"Papà... tu devi andare via, vero?"
"Si, tesoro. Devo lavorare ma starai bene con queste persone, ti aiuteranno loro. Ti prometto che appena posso torno da te... mi hai fatto preoccupare molto, lo sai?"
"Mi dispiace... sono contento che tu sia stato qui con me. Quando posso uscire da qui?"
Gibbs gli si avvicina attirando la sua attenzione "Tony... tra poco potrai uscire... verrai a casa con me, con calma ti aiuterò a recuperare la memoria e gli altri faranno lo stesso."
Tony li osserva uno ad uno, Abby non ce la fa a resistere, si avvicina a Tony e lo abbraccia forte piangendo "Farò di tutto perchè tu possa star meglio, Tony... te lo giuro...!"
In quel momento Tony ha un flashback, si stacca da Abby e le sorride "Lo so... ricordo di aver già ricevuto abbracci come questi...!"
Abby sorride tornando ad abbracciarlo forte.
Gibbs sorride a quel meraviglioso gesto di affetto, riprendendo la parola "Bene. Il dottore ha detto che per aiutarti dobbiamo ricominciare da capo senza darti fretta. Io sono Gibbs, sarei... il tuo capo, lui è McGee, tra le tue braccia c'è Abby, il Dottor Mallard per gli amici Ducky, infine, direttamente da Tel Aviv per vederti, Ziva.
Ricordi qualcosa?"
"Ehm... no, non proprio. Il tuo nome... mi ricorda uno scapellotto ma non lo so associare ad un ricordo. Per ora va bene così, imparerò a conoscervi... di nuovo!"
Sorride spontaneamente tranquillizzando l'anima di tutti.
"Ottimo. Ora ti lasciamo riposare un pò..."
Si riaddormenta salutandoli con un cenno mentre escono dalla stanza.
 
"Gibbs. Io non posso rimanere qui con Junior... devo tornare a New York per lavoro. Conto comunque di tornare il prima possibile, non lo lascio solo questa volta!"
"Non preoccuparti, ci penso io a Tony."
"Cosa dobbiamo fare con lui, Capo...?"
"Per ora solo aspettare, McGee. La memoria tornerà... deve tornare. Ci occuperemo di lui a gradi, senza fretta. Lo porto a casa con me, magari ricorderà qualcosa..."
"Certo, Capo... associa il tuo nome agli scapellotti, è già abbastanza!"
Tutti ridono divertiti della battuta di McGee, anche Gibbs sembra divertito.
"Attento... potresti perdere anche tu la memoria a fare certe battute spiritose... aspettiamo le ultime analisi, poi lo portiamo via da qui. 
Ziva... non hai ancora detto niente... cosa succede?"
Si ridesta dai suoi pensieri, immersa nell'oscurità della sua mente.
"Eh... cosa?"
"Non hai ancora detto niente. Tutto bene?"
"No... io non capisco... non si ricorda di niente, di quello che abbiamo passato in tutti questi anni! Non è possibile!!"
"Ziva, capisco che ora tu possa essere un pò scossa... so cosa vuoi dire, ma è così. Dobbiamo ricominciare da capo, saremo di nuovo una famiglia, te lo prometto. Pian piano lo riconquisterai!
So che lo ami e sono certo che il suo cuore lo sa e sicuramente ti ama ancora, devi solo ricordarglielo, sempre con molta calma. Ricordagli quello che sei... puoi riuscirci."
"Non credo di riuscirci..."
"Io si, sono molto fiducioso. È vivo, datti una possibilità!"
Si avvicina a lei e l'abbraccia dolcemente come farebbe solo un padre.
Ziva si lascia andare tra le sue braccia in un pianto liberatorio sotto gli occhi di tutti.
Rimangono tutti li mentre Ziva si calma, liberata dallo stress e dal dolore provato in quei bruttissimi momenti.
 






Innanzitutto vi ringrazio tantissimissimo di seguire con tanto trasporto la mia storia...

Sicuramente saprete che sembra che Cote farà di nuovo parte del cast nella 12°stagione... chi non lo sapeva ora lo sa, comunque... spero davvero che sia vero perchè la notizia viene dalla CBS e non voglio darvi false speranze... ci starei male anch'io se non fosse vero...!!
Per la fine di Gennaio dovrebbero dare la conferma (... devono assolutamente!) quindi continuiamo a sperare in un futuro pieno di TIVA!!!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! :3
Baci, frencia92

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
 
La mattina dopo...
 
"Tony? Hei, sveglia... dobbiamo andare!"
"Sei sicuro che posso venire da te? Non vorrei disturbare..."
"Nessun disturbo... hai salutato tuo padre?"
"Si, è passato di qui prima di tornare a New York... mi puoi spiegare cos'è successo con mio padre? Io lo ricordo assente... non era nemmeno al funerale di mia madre!"
"Beh... negli anni le cose sono molto migliorate... ti spiegherò meglio a casa."
Aiuta Tony a sedersi sulla sedia a rotelle, prendono le poche cose rimaste e si avviano verso la macchina.
 
"Per iniziare... come ti devo chiamare?! Leroy... Jethro... o Gibbs? O preferisci Capo?"
"Mi hai già fatto questa domanda... ormai 13 anni fa, quando ci siamo conosciuti..."
Sorride a quei bei ricordi, Tony invece rimane perplesso.
"Wow... lavoriamo insieme da 13 anni? Tu mi hai sopportato per così tanto tempo?"
"Beh... si. Ma non sottovalutarti, è stato un piacere per me averti per primo nella mia squadra..."
"Per primo? Allora sono... il tuo agente più anziano?"
"Esatto... prima lavoravo da solo, a volte lavoravo in coppia ma niente di più."
Il viaggio in auto è particolarmente silenzioso, nessuno dei due vuole rovinare quel bel momento di pace e benessere. Parcheggiano nel vialetto, poi Gibbs aiuta Tony con la sedia a rotelle, accompagnandolo alla porta di casa senza problemi.
"Sicuro che non ti do fastidio, vero? Perchè poi non puoi sbarazzarti di me..."
"Non mi dai fastidio... perchè dovrei poi?"
"Mio padre lo faceva sempre. Mi lasciava sempre solo da qualche parte... per questo mi sembra così strano!"
"Beh... non succederà! Non a casa mia!"
"Ti pentirai di avermi permesso di venire qui... 
Ma tu devi lavorare?"
"No. Siamo fuori dalle indagini perchè siamo tutti coinvolti. Ci pensa l'FBI con la collaborazione del SECNAV.
Rimango qui con te, ti dispiace?"
"Affatto! Mi aiuterai a recuperare la memoria?"
"Ovviamente!"
"E verranno anche gli altri?" "Si"
"Bene..."
Entrano in casa e Tony si stupisce parecchio dell'enormità di quella casa, Gibbs lo osserva divertito.
"Problemi?"
"Ma ci vivi da solo qui dentro?"
"Si... adesso. Prima ci vivevo con mia moglie e mia figlia..."
"Sono morte, vero?"
"Si... te lo se ricordato?"
"No... L'ho visto nei tuoi occhi mentre lo dicevi... mi ricordano i miei alla morte di mia madre. Ti mancano molto?"
"No... non più. Quando tu sei entrato nella mia vita in parte sei riuscito a sostituirle... sei la cosa più simile ad un figlio che ho al mondo.
In più ho tutti gli altri, il resto della squadra... siamo una famiglia!"
Un'altro flashback appare nella sua mente, riportando a galla ricordi dolorosi alla parola 'famiglia'.
 
    Sono sul tetto di un edificio, si sentono spari ovunque...
    "Sei stata brava, Kate... l'hai protetto bene..."
    "Già... per una volta DiNozzo ha ragione...!"
    "Wow... credevo dovessero uccidermi per sentirti dire..."
    Uno sparo rimbomba nell'aria, schizzi di sangue gli sporcano il volto.
 
"Tony... hei, Tony! Tutto bene?"
Gibbs, spaventato dall'assenza del ragazzo e dallo sguardo perso lo riscuote dai suoi pensieri.
"Cos... si... si, tutto ok. Io... credo di aver ricordato qualcosa... chi è Kate?"
Gibbs abbassa lo sguardo, cercando di non mostrare sentimenti.
"Kate... era un'agente della nostra squadra... è morta..."
"...con un colpo in fronte, vero? Ho ricordato quel momento..."
"Mi dispiace, è l'ultima cosa che volevo ricordassi!"
"Non fa niente... Capo... va tutto bene. Almeno qualcosa sta tornando a galla! Meglio così!"
Tony sorride felice del ricordo, anche se doloroso, lasciando Gibbs di pietra.
 
"Spero che tu abbia fame... Ziva, Abby e McGee stanno arrivando con la colazione. Non ti dispiace, vero?"
"No, affatto... voglio un'altro di quei meravgliosi abbracci di Abby! Sa come rallegrarmi con solo un abbraccio... è magnifica!"
"Ahah... lo so... è una persona molto positiva nonostante l'abbigliamento... non lasciarti ingannare dalle apparenze!"
"Ok... parlami un pò di me. Cosa faccio per te nella squadra?!"
"Tu... sei il nostro jolly! In qualche modo... spesso combini dei casini, questi servono a risolvere casi complicati, a volte impossibili... spesso tiri fuori le soluzioni dalle trame dei film... questo è seccante ma conto sempre su una tua opinione, qualunque essa sia."
Tony sembra apprezzare molto i complimenti di Gibbs, tanto da meravigliarsene.
"Perchè fai quella faccia?"
"Io... credo che tu non mi abbia mai detto queste cose, sbaglio?"
Gibbs sorride, sedendosi con tutta calma davanti a lui.
"Beh... hai ragione. Di solito non esprimo certe... opinioni... ma tu ne hai bisogno, devi tornare il vecchio Tony che conoscevo. Giocherellone, buffone ma anche serio sul lavoro e premuroso..."
"Credi che... se tornassi alla base, magari... potrei recuperare la memoria?"
"Io... non lo so, ma di certo ora non vai da nessuna parte! Chiederò un consiglio a Ducky, ma per ora no, è meglio che ti riposi, non sei nelle condizioni migliori di fare cose del genere. Non voler recuperare tutto in una volta sola, ricorderai quando sarà il momento, con calma, ci siamo capiti?"
"Si... scusa, non volevo innervosirti..."
"Mai chiedere scusa, è un segno..."
"... di debolezza, lo so. Questo lo ricordo... ma a volte è giusto dirlo..."
Gibbs sorride compiaciuto mentre alla porta qualcuno bussa insistentemente.
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
 
 
Dall'ingresso appaiono Ziva, Abby e McGee.
Ziva ha tra le mani la colazione, McGee porta degli scatoloni pieni di dvd ed Abby qualche sacco con i vestiti di Tony.
"Heilà? Siete in casa?"
"Siamo in cucina, Zee... entrate pure!"
Entrano in cucina sorridenti e carichi di gioia, appoggiano ciò che hanno portato sul tavolo e vanno a salutare Gibbs.
"Ciao, Gibbs... tutto bene?"
"Si... tutto bene." il suo tono di voce cambia, sembrando agli occhi di tutti piuttosto preoccupato.
Vedendo Tony fissare il vuoto si accorgono tutti che qualcosa non va, si avvicinano a Gibbs per parlare senza fare rumore "Gibbs. Che succede?!"
"Si è ricordato di Kate mentre parlavamo... si sottovaluta molto, pensa di essere ingombrante, di troppo.
Però... è strano. Ha ricordato la morte di Kate, ma... non ricorda che per 13 anni abbiamo lavorato insieme!"
"Capo... si è svegliato da poco e già sta facendo progressi... non disperare, ci vuole tempo!
Se ben ricordi, quando hai perso tu la memoria ti ricordavi di Shannon e Kelly, ricordavi che erano morte ma non hai riconosciuto Ducky, che è tuo amico da molti anni! La stessa cosa accade a Tony, ricorda le persone che lo hanno lasciato, che hanno lasciato delle ferite nel suo cuore..."
"Vero, McGee... però Ziva è riuscita a farmi ricordare in poco tempo, Tony non sembra voglia ricordare! Non ha la fretta che avevo io..."
"Ognuno reagisce a suo modo, Capo... lui non è come te, anche se per certi versi siete molto simili. Dagli qualche giorno, avere fretta non è una soluzione nelle sue condizioni. In più tu allora ti potevi muovere autonomamente, lui è su una sedia a rotelle... deve essere scioccante per lui!"
"Già... hai ragione... facciamo colazione?"
Ziva gli va davanti sorridendo, tiene in una mano i caffè per tutti e un vassoio di paste dolci nell'altra.
Gibbs ride felice osservando quel suo sorriso disteso e vero.
Si siedono a fare colazione insieme, Gibbs accompagna Tony al tavolo.
Chiaccherano tutti amabilmente di tutto ciò che gli passa per la testa, non notando il pesante silenzio di Tony.
Ogni tanto Ziva gli lancia un'occhiata per capire se sta bene, lui rimane fermo con la colazione davanti, non la tocca nemmeno.
Interrompe la piacevole chiaccherata portando l'attenzione su Tony "Hei, Tony... tutto bene? Non hai toccato niente e sei silenzioso..."
"Non ho fame. Posso andare in sala a guardare la tv, Gibbs?"
"Certo... ti ci porto..."
"No, fa lo stesso. Ci vado da solo."
Si spinge con la carrozzina fino alla sala e accende la tv, guardandosi un vecchio film in bianco e nero.
 
Intanto in cucina...
"Cos'ha? Perchè fa così?"
"Non lo so, Ziva. Prima non era così... io non so più cosa fare, non so come comportarmi con lui, sembra davvero triste. Si comporta come se non esistessimo... non ha toccato cibo e non parla con nessuno..."
"Forse si sente a disagio..."
"Non so, Abby... non so come aiutarlo, se non mi parla di cosa gli passa per la testa non posso fare niente!"
Ziva si alza da tavola rivolgendosi a Gibbs "Voglio parlare con lui, forse mi dirà qualcosa...!"
Gibbs ci pensa un attimo, poi annuisce sicuro "Vai da lui..."
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Lo so, lo so... il capitolo è cortino, ma la chiaccherata con Tony volevo lasciarla per il prossimo capitolo.
Perchè Tony è così strano e silenzioso?
Vi starete di certo chiedendo questo...
Cosa succederà con Ziva in sala?? 
Altra importante domanda che sicuramente vi siete già posti. 
Beh... non vi dico niente! Al prossimo capitolo!! ;)
Baci, frencia92
 
PS: Un felice ultimo dell'anno a tutti voi!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
 
 
Si avvicina piano alla porta che dà alla sala, vedendo Tony voltato verso la tv.
Prende un bel respiro e gli va accanto. Osserva il suo sguardo fermo a guardare qualcosa sullo schermo, capisce subito che non sta guardando realmente la tv.
Si mette accucciata di fronte a lui, notando i suoi occhi spenti e scuri, così surreali, così vuoti.
Cerca di contenere le lacrime, poi cerca di riscuoterlo dal vuoto in cui si era immerso.
 
"Tony... hei, Tony! Tutto bene?"
"Dipende... ci conosciamo?"
"Si... non ti ricordi? Sono Ziva... ero in ospedale con tuo padre e Gibbs...!"
"Oh... si, ora ricordo... a volte dimentico i volti delle persone, soprattutto da quando mi sono svegliato."
"Cosa ti sta succedendo, Tony?"
"Io... non lo so... non capisco di cosa parli!"
"Parlo del fatto che ti vedo triste, che sei qui solo e che non hai toccato cibo... cosa succede?"
"A te cosa succede, Ziva?"
È perplessa dalla domanda di Tony...
"Cosa... mi succede?"
"Si. Voglio sapere cosa ti succede! Mi guardi con occhi diversi, gli altri non li guardi così!"
"Oh... cosa ti da fastidio?"
"Non lo so nemmeno io... vorrei... che mi parlassi di te."
"Beh... cosa vuoi che ti racconti?
Vediamo... sono un ex agente del Mossad..."
"Israeliana?"
"Si... mi hai fatto la stessa domanda quando ci siamo conosciuti... ricordi qualcosa?"
"Ehm... no..."
"La prima frase che ti ho detto quando ci siamo conosciuti è stata: fai sesso al telefono?"
 Tony abbassa lo sguardo, un nuovo flashback gli ricorda proprio quel primo incontro...
 
     Alza lo sguardo da Kate e la vede sorridere a quella strana scena.
     "Salve. Stavo solo..."
     "Facendo sesso al telefono?"
     "Sesso al... ah... no, una sciarada."
     "Sciarada, come il...?"
     "Mai giocato?"
     "Non al telefono."
     "Già... io e il mio amico cerchiamo parole per sabato sera."
     "Gioca a sciarada di sabato sera?"
     "Sì, per ingannare il tempo prima di uscire... Lei chi è?"
      "Ziva David, Mossad."
     "Israeliana?"
     "Impressionante, una connessione molto acuta. Mossad, Israele."
     "Cosa posso fare per lei, Ziva David?"
     "Niente, devo incontrare l'agente Gibbs."
     "Chi le dice che io non sia Gibbs?"
      "Gibbs?"
     "Tornerà tra un'ora. Sicura che non posso aiutarla?"
     "Non credo proprio."
     "Abbiamo cominciato col piede sbagliato."
     Si alza e le va incontro...
     "Sono l'agente Tony DiNozzo. Non stavo giocando a sciarada, stavo... ricordando una collega."
     "Nuda?"
     "No... sì... stavo solo... Senta, non sono il solo uomo che lo fa."
     "Oh, lo fanno anche le donne  con gli uomini affascinanti... e occasionalmente con le donne."
     "Lei mi sta stuzzicando."
     "La sua collega la stuzzicava?"
     "Sì, ma niente sesso. Kate era una specie di puritana."
     "Peccato."
     "Non era un problema, non ero interessato a lei... eravamo colleghi."
 
"Si... si, mi ricordo."
Ziva lo vede arrossire leggermente a quel ricordo. Improvvisamente il suo volto si rattristisce.
"Perchè sei triste, Ziva?"
"Gibbs ha detto che ricordi Kate... io sono arrivata subito dopo che lei è morta... l'assassino era mio fratellastro."
Lo vede sconvolto dalle sue confessioni, abbassa lo sguardo "Lei era mia amica... se è morta... è in parte colpa tua!"
"Ma... Tony!! Cosa dici?!" le si riempiono gli occhi di lacrime "Io l'ho ucciso per proteggervi! Non darmi colpe non mie!" si alza cercando di raggiungere la porta ma un mugolio di Tony la blocca.
Lo osserva strizzare gli occhi mentre tremando si tiene la testa stretta tra le mani.
Lei torna davanti a lui, vedendolo così dolorante, lo aiuta a scendere dalla sedia a rotelle per sedersi accanto a lei sul tappeto, lo abbraccia dolcemente accarezzandogli il viso. Vedendolo più calmo inizia a sussurrargli nell'orecchio "Hei... va meglio?"
"Io... sono confuso... mi fa male la testa...
Mi dispiace, non dovevo dirti quelle cose, non le penso veramente!"
"Lo so... io non dovevo farti agitare... scusami."
"Continua a raccontarmi di te..."
"Avevo una sorella, Tali. È morta in un esplosione quando era ancora piccola, mia madre morì anni prima, lasciandomi nelle mani di mio padre che mi addestrò a diventare un'assassina spietata."
Dopo l'ultima confessione di Ziva, Tony appoggia la testa sulla sua spalla. Ziva si sente incredibilmente bene in quel momento.
"Hei, Tony... tutto ok?"
"Hai avuto molte tragedie nella tua vita... sei come me. Io avevo solo mia madre ma quando si è ammalata mi è caduto il mondo addosso. Ero solo. Ti sarai sentita sola anche tu come me laggiù..."
"Abbastanza, ma per fortuna allora c'era il mio fratellastro con me. Prima non era così cattivo come l'hai ricordato tu, era una persona gentile, era premuroso. Mio padre l'ha trasformato nel mostro che ha ucciso Kate." "Mi dispiace. Prima... mi hai chiesto cosa mi succede... ti interessa davvero?"
"Certo!"
"Io... non sono sicuro di voler ricordare la mia vita... forse sto meglio così! Ricordo solo dolore, cose brutte... Gibbs dice che un giorno ricorderò tutto, ma... io non voglio soffrire ancora!"
"Ti capisco... so quanto possa essere difficile tutto questo per te... io voglio aiutarti e anche gli altri. Permettici di farlo... ok?"
"D'accordo... possiamo provarci..."
"Vuoi riposarti?"
"No, raccontami qualcos'altro... qualcosa di te."
Pensa intensamente a cosa possa raccontargli, poi decide di andare per gradi, facendogli ricordare cronologicamente gli eventi.
"Prima di parlare di me... voglio raccontarti ciò che successe dopo il mio arrivo.
Ne abbiamo passate davvero tante insieme, con cosa comincio... vediamo..."
Inizia a raccontargli i primi tempi in cui si sono conosciuti...
Alcuni flashback seguono i suoi racconti come se li vivesse in quello stesso istante.
 
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
 
 
 
"Ricordi la nostra prima missione sotto copertura?"
"No... racconta!"
"Beh... eravamo in un meraviglioso hotel, dovevamo farci passare per assassini. Tu ti chiamavi Jean Paul e io Sophie... quella notte, la prima notte di copertura, fingemmo di avere rapporti... intimi, perchè sapevamo che qualcuno ci stava tenendo d'occhio..."
"Qualcuno ci osservava? Chi? E perchè davamo spettacolo?"
"Perchè gli assassini che fingevamo di essere erano stati ingaggiati da quello che scoprimmo poi essere un serial killer, che ci voleva ingannare uccidendoci per un microcip. Quel giorno per te non fù particolarmente piacevole... i veri assassini erano in attesa di un figlio, così dovetti fingere di essere incinta. Ci rapirono portandoci in una stanza dell'hotel e in un momento in cui ci lasciarono soli, decidesti di passare all'attacco."
"Ovvero?"
"Beh... avevi un piano... dovevo tornare nella nostra stanza fingendo di avere quello che il serial killer e i suoi scagnozzi cercavano per dar modo a Gibbs di raggiungerci e salvarci... sei stato massacrato di botte prima che me ne andassi e temevo ti facessero fuori... legato ad una sedia hai steso il tipo che ti teneva sotto controllo..."
 
     "C'è una cosa buffa... mi è piaciuta l'idea di un figlio, anche se per poco!
     È strano per uno come me... un piccolo DiNozzo che scorrazza per casa..."
     Lo scagnozzo ride, ignaro di ciò che sta per succedere.
     "Ah ah ah... DiNozzo...!?"
     "È il mio cognome... per la precisione... Agente Speciale DiNozzo, NCIS!"
     Con la sedia, ancora legato, atterra l'uomo, colpendolo più volte al volto per scaricarsi dopo tutte le botte subite.
     Gibbs arriva impugnando la pistola, Ziva, dietro di lui, ferma Tony dal pestaggio...
 
Ziva vede Tony stancarsi in fretta, smette di parlare, notando solo in quel momento il suo sguardo perso.
Temendo una ricaduta prova a chiamarlo dolcemente, senza farlo agitare "Tony... tutto bene?"
Si risveglia richiamato dalla sua voce "Si... si, tutto ok. Mi ricordo qualcosa di quella missione... ricordo di averne prese tante... ma davvero tante!"
"Tony... ora tu sei stanco... è meglio se ti accompagno a letto, così potrai riposare meglio..."
Gli occhi di Tony si posano sui suoi mostrando un sorriso da furbetto.
"È una proposta... Ziva?"
Lei non capisce subito, poi, intuito il suo gioco, finge di essere meravigliata e stupita "Ma... non ci pensare nemmeno, DiNozzo! Potrei ucciderti nel sonno se volessi!"
Lui sorride alla provocazione appena fatta mentre Ziva lo guarda con aria di sfida, come se tutto fosse tornato indietro, come quando ancora si stuzzicavano a vicenda, senza sapere che un giorno si sarebbero accorti di amarsi. 
 
Da dietro la porta, Gibbs, McGee e Abby li guardano divertiti.
"Sembrano di nuovo i vecchi Tony e Ziva... mi sono mancati tanto..."
"A chi lo dici, McGee... mi è mancato lavorare con quei due che litigano e si stuzzicano tutto il tempo... anche se a volte avrei tanto voluto piantare una pallottola in fronte ad entrambi!"
 
Ziva aiuta Tony a sedersi sulla sedia a rotelle e lo accompagna nella sua nuova stanza preparata da Gibbs per lui.
"Ziva... mi racconterai qualcosa ancora al mio risveglio?"
"Vedremo... per ora sei andato bene, non voglio forzarti troppo..."
"Ziva... sento che c'è qualcosa di importante che devo assolutamente ricordare... quindi mi dovrai aiutare!"
"Lo farò. Promesso. Ora riposati."
"Ok. Mi sveglieresti per pranzo?"
"Sicuramente! Buonanotte..."
"Buonanotte... Occhioni belli!"
Lo guarda sorridere mentre lei rimane basita da quelle parole.
Gli rimane accanto fino a che non si è addormentato, poi gli da un bacio sulla fronte "Buonanotte, Culetto peloso..."
Sorride, raggiungendo gli altri in cucina.
 
Gibbs la vede arrivare, così nasconde il sorriso dalle labbra e finge di non aver sentito.
"Allora? Ci hai parlato?"
"Si... ogni tanto ricorda qualcosa, ma... credo sia troppo scosso ancora. Dice che vuole ricordare perchè tra i ricordi persi c'è qualcosa di molto importante... però prima... mi ha spaventato.
Tremava come una foglia, diceva di provare forti dolori alla testa... ho paura che ricordare possa causargli ferite gravi, e non parlo solo spiritualmente ma anche mentalmente e fisicamente!"
"Lo so... capisco cosa vuoi dire. Faremo in modo che ricordi tenendo conto dei suoi tempi. Per ora hai fatto un ottimo lavoro. Abbiamo fatto progressi che per altri sarebbero impossibili, ma fermiamoci qui.
Abbiamo davvero rischiato di perderlo, è un miracolo se è ancora vivo... andiamoci piano."
"Sono d'accordo. È meglio pensare al presente, ora."














Voilà!! Piaciuto questo capitolo?
È corto e un pò soft... ma stiamo facendo progressi...
Il nostro Tony è un pò triste ed è a corto di energie, Ziva è di nuovo se stessa...
che dire... EVVIVAAAAAA!!!
Da qui ebbe inizio la vera TIVAstory, questa missione è stata molto gradita da tutti noi che ci abbiamo sempre creduto!
Cosa succederà nel prossimo capitolo? Chi farà mente locale a Tony?
E quali flashback gli torneranno in mente?
Tutto al prossimo capitolo, ma... se volete potete provare ad indovinare!! :3
Baci, frencia92

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
 
 
 
"Tony? Sveglia... il pranzo è pronto!"
Ziva lo sveglia bisbigliando piano, lui apre gli occhi e le sorride.
Aiuta Tony a sedersi sulla sedia a rotelle, poi lo accompagna in cucina, dove tutti lo aspettano ansiosi.
"Tutto bene, Tony?"
"Si, Gibbs... cosa si mangia?"
"Lasagne... le hanno preparate Abby e Ziva. Non pensavo foste tanto brave ai fornelli!"
"Beh... non è poi tanto difficile fare le lasagne..." sorridono intimidite sotto lo sguardo meravigliato di Tony.
"È il mio piatto preferito... beh... dopo la pizza, le bistecche al sangue..."
"Lo sappiamo, Tony... non farci la lista!"
Sorridono tutti, sollevando un pò il morale di Tony.
Mangiano tranquillamente, senza pensare, sentendosi finalmente uniti e felici.
 
Dopo pranzo, McGee si alza da tavola "Tony? Ti va se andiamo a fare una passeggiata fuori?"
"Certo! Posso... vero Gibbs?"
"Si, ma non stancarti troppo."
In pochi minuti si preparano ed escono di casa. Nonostante sia Maggio fa ancora freschino al pomeriggio, quindi si portano con loro una giacca mentre godono della meravigliosa e limpida giornata di sole.
"Perchè volevi fare una passeggiata con me? Cos'hai in mente?"
"Io... beh... volevo provare ad aiutarti a ricordare qualcosa... in fondo insieme ne abbiamo passate tante..."
"Come vuoi, McGee... sappi comunque che potresti rimanerne deluso!"
"Almeno ci avrò provato!"
McGee spinge la carrozzina di Tony sul marciapiede mentre gli racconta i primi tempi, quando entrò a far parte della squadra...
 
"Ricordo perfettamente il mio arrivo all'NCIS... allora ero solo un esperto di informatica, sono diventato un agente seguendo te e Gibbs... Mi assegnarono ad un caso dove vi avrei dovuto aiutare, concluso il caso Gibbs mi prese in squadra con te e Kate... fu massacrante dal primo istante...
 
     McGee ha appena saputo di essere stato promosso Agente nella squadra di Gibbs, si rivolge a Tony e Kate.
     "Quindi sarei uno di voi ora, giusto? Non mi direte più fai questo, fai quello..."
     Tony e Kate rispondono in coro dopo essersi guardati stranamente complici "Certo!"
     "Bene! Volevo dirvi che non me la sono mai presa sul serio, e che non vedo l'ora di... "
     I due gli si avvicinano dandogli il classico scapellotto alla Gibbs mentre se ne vanno ridendo...
 
Da quel momento in avanti non avete fatto altro che darmi il tormento..."
"Sul serio? Mi dispiace... non lo sapevo... o forse si, non lo ricordo... ma so come ti possa essere sentito."
"Come puoi saperlo? Sei mai stato un Pivello nerd in sovrappeso?"
"Eh... no. Ma so cosa significa essere derisi. I miei compagni di scuola mi hanno sempre preso in giro per qualunque cosa. una volta mi hanno appeso all'asta della bandiera della scuola in mutande..."
Si ferma perplesso, andando di fronte a Tony per guardarlo negli occhi "Sbagli... questa storia la ricordavo diversa! Hai sempre raccontato di essere stato tu ad appendere un tuo compagno all'asta nudo, non il contrario!"
"Io... non so cosa dirti... mi umiliavano in qualsiasi modo di fronte a chiunque... forse il mio subconscio ha cercato di proteggermi facendomi credere che fosse stato il contrario!
Tu invece sei in gamba, forse più di me! Probabilmente cercavo di fare a te ciò che gli altri hanno sempre fatto a me, per sentirmi... vincente, o qualcosa del genere..."
"Sai, invece dovrei ringraziarti. Ho avuto più autostima di me stesso, più mi davate contro più mi aiutavate a diventare una persona migliore...! Ti ricordi come mi chiami tu di solito?"
"No..."
"In questi dieci anni di lavoro insieme mi hai dato più nomignoli tu di chiunque altro... McGoo, McGoogle, Pivello, Re degli Elfi, McGeek, McLover, McTonto, McScout, McNerd, McRomeo, McNoia, McGPS, Mc..."
"Ok! Ho capito... ma...sei infastidito da questo?"
"Vuoi la verità?" "Si..."
"Me la rinfaccerai ogni giorno?" "No..."
"Beh... in verità... mi fa piacere. Certo non sono nomi sempre belli, a volte sono solo stupidi e umilianti... ma certe volte mi fa piacere... riesci sempre a stupirmi, trovandone sempre di nuovi...
In qualche modo lo interpreto come un gesto di affetto."
"Mi fa piacere, sai? Devi essere davvero un grande amico se mi sopporti ogni giorno..."
"In realtà... ti ritengo come un mio superiore, ho grande rispetto per te, riesci a tirare sempre fuori il meglio delle persone... ti seguirei ovunque... e non sarebbe la prima volta!"
"Di cosa parli?"
"Della Somalia..."
"Somalia?"
"Si... non sono la persona più adatta per raccontarti cosa successe in Somalia... per ora credo che ricordarti le cose più importanti sia essenziale... comunque..."
"Cosa?!"
"Spero che questa... conversazione rimanga tra di noi..."
"Certo. Nessun problema."
Sentendosi entrambi stanchi, decidono di tornare indietro verso la casa di Gibbs per riposarsi.
 
"Pivello? Mi porteresti al divano? Vorrei sdraiarmi per vedermi un bel film..."
"Si, certo..."
Gibbs, sentendo il suo sopprannome, si avvicina a McGee "Si è ricordato il tuo nomignolo!"
"Si... che rottura..."
Si volta verso Tony, si guardano facendosi un occhiolino d'intesa.
Ora si sentono più uniti che mai.
 





Bene, bene, bene...
Cosa ne pensate?
Cosa ricorderà Tony nel prossimo capitolo?
Provate ad indovinare, forse ci beccate... sarete fortunati?
Alla prossima! ;)
Baci, frencia92

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
 
 
 
La giornata passa in fretta tra film e riposini.
Nel pomeriggio Tony torna in ospedale per alcuni esami finali mentre da solo Gibbs lo aspetta in sala d'attesa.
Torna con la mente ai momenti d'inferno in cui non sapeva se Tony sarebbe sopravvissuto, quando credeva che sarebbe morto, quando pensava che non avrebbe più sentito la sua voce, le trame dei film, le sue battute comiche e sessiste, non avrebbe più rivisto il suo sorriso, i suoi occhi brillare al minimo complimento...
Si sente di nuovo morire dentro 'Lui sta bene... è solo una visita di controllo... va tutto bene!' se lo ripete nella testa per convincersi e tranquillizzarsi.
Finita la visita di controllo, un dottore esce per parlare con Gibbs.
 
"Agente Gibbs... sono il Dottor Stewart, ho appena controllato lo stato del suo agente.
Purtroppo non ho ottime notizie. L'agente DiNozzo ha seri danni ai legamenti delle gambe, non sappiamo se riuscirà a riprendere a camminare. Per il resto la informo che il trauma al cervello non si è ancora riassorbito, la lacerazione è ancora ben visibile e temo ci vorrà ancora molto tempo prima che torni se stesso. Ho notato comunque che ha fatto enormi progressi in così poco tempo, il vostro aiuto lo sta portando sulla buona strada verso la guarigione..
Mi raccomando, deve riposare. Per ripristinare i suoi ricordi c'è tempo, se lo forzate troppo potrebbe perdere tutto di nuovo e per lui potrebbe essere fatale, potrebbe non ricordare mai più.
Faccia attenzione, la prego!"
"Grazie Dottore... ci proveremo."
"Aspetto il suo agente tra qualche giorno per capire se possiamo operarlo alle gambe. Per ora buona fortuna!"
Si stringono la mano, poi un'infermiera accompagna Gibbs nella stanza dove Tony è stato visitato.
 
"Hei, Tony... tutto bene?"
"Insomma..." legge timore nel suo sguardo.
"Andiamo, ti porto a casa, devi riposare..."
"Certo!"
Con la sedia a rotelle percorrono i corridoi dell'ospedale fino all'uscita, Gibbs aiuta Tony a sedersi in macchina, entrambi restano in silenzio tutto il tempo durante il breve viaggio verso casa. Un silenzio in parte imbarazzante, un silenzio pieno di parole, dove entrambi capiscono quanto si senta a disagio l'altro, Tony sente la paura e i dubbi nel silenzio di Gibbs, il quale vede Tony pieno di dubbi, di incertezze e domande senza risposte definitive.
 
Entrano in casa, constatando di essere stati lasciati soli dai colleghi, Gibbs lascia Tony in sala a guardare la tv mentre evita in tutti i modi di dovergli parlare, scendendo in cantina dove può concedersi del tempo per pensare.
Tony, stanco di tanto silenzio da parte sua decide di passare all'azione.
Con la carrozzina si ferma sulle scale che portano da Gibbs, rimane fermo a fissarlo arrabbiato.
Gibbs si sente osservato, sa che Tony è in cerca di risposte 'In fondo non è poi cambiato molto... è sempre lo stesso di sempre, sempre alla ricerca di qualcosa...'
Sta lavorando attorno ad un pannello di legno, continua nel suo lavoro senza parlare, preferisce che sia lui a fare la prima mossa, per capire cosa dirgli nel modo giusto.
Viene presto accontentato, le parole gli escono con una facilità impressionante, rompendo il silenzio.
"Cos'è che ti preoccupa, Gibbs? Hai paura ad affrontarmi?"
Quelle parole lo bloccano, smette di lavorare sul legno per voltarsi a guardare lo sguardo ferito di Tony... quelle parole non se le aspettava!
"Perchè dovrei aver paura si te?"
"Non rispondere con delle domande... non sono un tuo sospettato. Se mi conosci come dici sai bene che non ti puoi nascondere da me ancora a lungo. Fai la finita con questa sceneggiata! Se non sei abbastanza coraggioso da affrontarmi non chiedermi di restare qui in casa tua.
Non ho bisogno della tua compassione, ho bisogno di risposte, ho bisogno che qualcuno mi dica le cose come stanno, senza girarci intorno come stai facendo ora!
Se non sai accettare le mie condizioni mentali e fisiche, sicuramente uno dei miei colleghi sarà ben felice di ospitarmi qualche giorno prima che torni mio padre, poi tornerò a New York con lui..."
Lascia Gibbs di pietra, senza parole per quello sfogo di rabbia e fustrazione.
Vedendolo andarsene verso la sua stanza, appoggia gli utensili e sale velocemente le scale per raggiungerlo prima che decida definitivamente di andar via.
Entra nella sua stanza, trovandolo davanti all'armadio mentre prende i suoi vestiti per metterli in un sacco.
Spaventato dal suo gesto avventato, gli si piazza davanti e si china per guardarlo negli occhi, trovandovi smarrimento e rabbia.
"Non ti permetterò di andartene... non è il momento di giocare, Tony! Stai mandando a puttane la tua salute... i medici ti hanno imposto assoluto riposo, non ti azzardare a muovere un solo dito!"
Tony, più determinato che mai, lo guarda dritto negli occhi, come se lo stesse sfidando.
"Tu non sei nessuno per dirmi cosa devo fare o non fare... non mi stai aiutando in nessun modo, stai zitto a guardare gli altri ma tu... tu non ci provi nemmeno, non mi dai niente su cui poter lavorare!
Sia Ziva che McGee hanno provato ad aiutarmi in qualche modo a ricordare, sono stati molto cauti, ma almeno ci hanno provato ed ho apprezzato i loro sforzi. Non puoi essere il mio capo... lui mi avrebbe aiutato immediatamente, non avrei nemmeno dovuto aspettare tanto!
Non posso restare qui con te... mi sento più disabile di quanto sono già stando qui..."
Le sue parole gli spezzano il cuore.
Sente di averlo deluso con il suo comportamento distaccato, così cede alle sue volontà...
"Mi dispiace, Tony. Non volevo che pensassi che non voglio aiutarti... non era mia intenzione ferirti, solo che... ci sono troppe cose che devi ricordare ed affrontare, non voglio bruciare le tappe, per alcune cose è troppo presto per te..."
"Cosa ti hanno detto i dottori oggi?"
"Secondo loro è possibile che non potrai più camminare... e la lesione al cervello ancora non si è assorbita.
Hanno detto che non dobbiamo forzarti nel ricordare, devi riposare... sei appena uscito dal coma dopo un'esplosione... datti tempo, ti prego!"
"Raccontami qualcosa... non preoccuparti per me, sono abbastanza forte! Puoi cominciare dall'inizio, se vuoi... da quando ci siamo conosciuti..."
"Mmmmh... si, possiamo partire da li..."
 
 












Ahahahah!! Nessuno di voi ci ha preso! Tutti a pensare alla Somalia e invece... appare Gibbs a distruggere i vostri sogni! :)
Non vi preoccupate... arriverà anche quel momento, bisogna andare per gradi!
Se voi dimenticaste tutta la vostra vita anche voi vorreste andare in ordine cronologico con gli eventi, no?
Beh, ora tocca a Gibbs... Ziva avrà presto il suo turno...
deve prima imparare a conoscere di nuovo uno per uno i suoi amici e colleghi per capire la sua storia!
Attendete... a tutto c'è un tempo...!! ^^
Cosa ricorderà Gibbs a Tony nel prossimo capitolo?
A presto!
Baci, frencia92

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
 
 
 
Siede sul letto guardandolo negli occhi.
"La nostra storia è iniziata a Baltimora, tu lavoravi nella squadra omicidi in coppia con Danny Price. A quel tempo, mi ero già risposato... credo... due o tre volte... gli avvocati mi davano il tormento ed io ero solo a seguire un caso di un marine morto. Finii a Baltimora, dovetti fingere di essere un drogato per prendere il mio killer, ma nel bel mezzo del mio piano sei comparso tu!
Pensando che fossi uno spacciatore, mi hai rincorso fino ad un vicolo in cui mi sei saltato addosso dandomi un gancio in faccia... iniziai a conoscerti, mi sembravi solo un pagliaccio col distintivo ma mi dovetti ricredere presto...
Scopristi presto che il tuo partner faceva il doppio gioco, era coinvolto personalmente nel caso, scopristi che spacciava mentre era in servizio e questo ti fece incavolare di brutto... andasti a litigare a casa sua.
In quel momento capii quanto fossi leale e preciso nel tuo lavoro, tu eri la persona giusta, la persona che cercavo per avviare una squadra tutta mia. Diventasti il mio primo agente operativo.
Però le cose non andarono come speravi.
Dopo l'amara scoperta del coinvolgimento del tuo collega nello spaccio di droga, Wendy, la ragazza con cui ti eri fidanzato, ti lasciò poco prima del matrimonio, cosa che ti distrusse completamente... da quel momento hai deciso di non avere altre relazioni serie per non essere di nuovo ferito."
"Mi ricordo... credo di aver lavorato con lei anni dopo, dico bene?"
"Si, lavorammo ad un caso in cui lei collaborava... è una giornalista, lei 'indagava' sulla morte di un uomo che vestiva da supereroe, che guardacaso era un marine..."
"Oh... capisco... si, mi ricordo... era abbastanza imbarazzante...!"
Gibbs ride alla sua frase inaspettatamente "Ahahah! Già... ricordo ancora quanto mi hai pregato di non essere coinvolto con lei! Eri ancora arrabbiato per quello che ti ha fatto!"
Tony arrossisce leggermente abbassando lo sguardo "Ricordo anche questo... ho fatto un sacco di storie... però ci hai messo a lavorare insieme apposta! Sei stato davvero crudele..."
"Mi dispiace, ma se non l'avessi fatto saresti ancora arrabbiato con lei... in più vedere McGee e Ziva spiare dalla porta per sapere cosa succedeva tra voi due, beh... è stato esilarante! Ziva era gelosissima!"
"Perchè mai doveva essere gelosa?!"
Gibbs, capendo di aver detto qualcosa di troppo, si alza per andare in cucina "Ehm... fai finta di non aver sentito... ricorderai pian piano, non aver fretta di capire cosa successe!"
"È qualcosa... che riguarda la Somalia?"
"Eh... no, ma come sai della Somalia?"
"Parlando col Pivello è saltato fuori l'argomento... lui non mi ha voluto dare spiegazioni, ha detto che ne avrei dovuto parlare con qualcun'altro... tu puoi parlarmene?"
"Io... non sono la persona più adatta, posso dirti solo che fu un brutto periodo per tutti... soprattutto per te... e Ziva..."
"Ziva? Quindi... dovrei parlarne con lei?"
"Penso sia la persona giusta, ma non affrettare i tempi, è una questione delicata... anche per lei non è facile parlare della Somalia. Che sappia io ne parlò solo con te. Posso solo dirti che tutto successe per quello che lei riteneva 'un tuo errore', ci furono dei morti e finisti per dubitare della sua lealtà. Spero che ti basti questo per capire... vai per gradi, figliolo, non affrettarti a capire, le cose torneranno a galla da sole."
"Va bene... e cosa puoi dirmi di mio padre... perchè era qui e soprattutto... perchè gli stavo così a cuore?! Non mi è mai stato tanto vicino nemmeno quando morì mia madre, è sempre stato particolarmente assente nei miei confronti, preferiva il lavoro e le donne a me..."
Gibbs sorride e lo guarda dritto negli occhi "La causa della riunione tra voi due sono stato io... mi sono intromesso nella vostra vita quando è comparso in sede, apparentemente per vedere come stavi, in realtà venne per altri scopi..."
 
 
     Gibbs e Tony sono in sala Videoconferenze, mentre attendono parlano di ciò che succede a Tony...
     "Devo trasgredire una delle tue regole, Capo... regola n^6, mai chiedere scusa... ho davvero perso il controllo prima in hotel..."
     "Si, hai ragione... regola 18..."
     "Ma certo! È sempre meglio chiedere il perdono che chiedere il permesso... mi perdoni?"
     "No. Tu sei troppo preoccupato per tuo padre..."
     "... è così evidente??"
     Gibbs sorride alla battuta fin troppo seria, Tony decide allora di raccontargli ciò che ha scoperto...
     "Non è l'uomo che credevo..."
     "Io ancora non lo conosco..."
     "Mio padre è sempre stato un mistero per me. Una volta era ricco... ora è senza un soldo, e lo è da anni!
     I suoi conti in banca sono in rosso, le sue carte di credito bloccate, la casa ipotecata... è un uomo disperato!"
     "Come l'hai scoperto...?"
     "McGee e il suo computer... ma ho scoperto che nonostante tutto fa ancora la bella vita... mi domando se sia mai stato ricco veramente... 
     Credo sia venuto qui... non per vedere come stavo ma... finalmente per confessare, poi... quando ha scoperto che il Principe sarebbe arrivato, credo che... abbia deciso di fare un ultimo tentativo.
     È soltanto un imbroglione!"
     "E cos'hai intenzione di fare...?"
     "SMASCHERARLO!"
     "Quando."
     "Nel momento in cui lascerà l'albergo. È in una suite da migliaia di dollari che non si può permettere... sta mettendo tutto sul conto. 
     Lo incastrerò... quando dovrà pagare..."
 
 
"Già... era davvero impressionante. Non credevo che potesse arrivare a tanto... alla fine mi sentii in colpa e gli pagai il conto, fingendo che l'avesse pagato il Principe..."
"Come ti dissi allora... hai imbrogliato un imbroglione!"
"Tu... come ti sei intromesso?"
"Gli ho fatto capire che tu gli volevi bene perchè è tuo padre, e non per la cospiqua eredità... è stata dura, sai? È un testone... deve essere una cosa ereditaria...!"
Ridono della battuta di Gibbs, in quel momento una domanda balena nella mente di Tony "Gibbs... perchè ti sei dato tanto da fare per me?!"
"Perchè sei il mio miglior agente operativo e perchè ti voglio bene come se fossi mio figlio... non volevo che soffrissi ancora per tuo padre, così ho messo in mezzo il mio zampino, cosa che non faccio per chiunque..."
"Allora ti ringrazio. Ho sempre desiderato avere un padre... ora è come se ne avessi due!"
"Sappi, Tony... che puoi sempre contare su di me... perchè sei importante, tu sei l'inizio della famiglia che ho creato all'NCIS, senza di te non ci sarebbe stato nessun noi, nessuna squadra. Per qualunque cosa, sai dove trovarmi!"
"Certo... in cantina!"









Bei ricordi, eh?
Cosa succederà nel prossimo capitolo?
Cosa scoprirà Tony?
Al prossimo capitolo!
Baci, frencia92

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 
 
 
 
Passano veloci le giornate, esattamente cinque dal risveglio di Tony.
Da un paio di giorni Tony sembra essere tranquillo, non fa più domande di alcun tipo, non cerca di ricordare nonostante fosse la cosa più importante per lui.
 
Gibbs nota il suo strano cambiamento, lo vede perso, il suo sguardo è spesso assente, vuoto di ogni emozione felice. Nonostante gli sforzi dei colleghi di risollevargli il morale sembra costantemente triste, isolato dal mondo.
 
Stanco e perplesso dal suo comportamento, si rivolge all'unica persona che può aiutarlo: Ducky.
 
"Hei, Ducky!"
"Oh, Jethro... cosa ti porta a casa mia? ... o devo dire chi?"
"È per Tony che sono qui... ho bisogno del tuo aiuto."
"Cosa succede, Jethro... così mi preoccupi!"
"Io... non lo capisco! È assente, parla poco e mangia meno, non ci assilla più chiedendoci di aiutarlo a ricordare... sta di fronte alla tv con lo sguardo perso senza muoversi di li! Ti prego, dammi una mano, non so come aiutarlo!"
"Va bene, Jethro... non ti preoccupare, ci farò due chiacchere."
"Grazie, Ducky!"
"Grazie a te di avermi consultato! Vengo da te per cena se è possibile..."
"Certo! Ti aspetto!"
 
Come promesso, Ducky arriva per cena a casa di Gibbs con una bottiglia di Bourbon.
"Buonasera a tutti!"
Aggiornati da Gibbs della situazione si sono ritrovati a cenare tutti insieme, aspettando solo l'arrivo di Ducky.
Ignaro di tutto, Tony rimane in silenzio ad osservare la sua cena nel piatto.
Ducky lo guarda perplesso, un pò incredulo nel vederlo così assorto nei suoi pensieri.
"Hei, Tony... tutto bene?"
Si risveglia dai suoi pensieri, guardandolo stupito della domanda "Certo, Dottore... tutto ok..."
Tutti rimangono turbati da quelle parole, guardano Ducky con preoccupazione.
"Anthony, ragazzo mio... potresti venire con me nella tua stanza? Ti dispiace?"
"No... va bene, in più non ho molta fame... quindi non c'è problema!"
Con la sedia a rotelle arriva alla sua stanza, seguito da Ducky.
Si siede sul letto e lo guarda con apprensione "Ragazzo... qual'è il tuo problema?"
"Nessun problema, Dottore."
"Chiamami Ducky, ti prego... ora... il problema c'è, eccome!"
"Quale sarebbe...?"
"Sei stranamente cupo e silenzioso, so che non parli molto con gli altri e che fai fatica a mangiare... allora dimmi, cosa ti affligge?!"
Il suo sguardo si abbassa come se provasse timore, Ducky cerca di incoraggiarlo appoggiandogli una mano sulla spalla "Coraggio.."
"Io... non lo so. Non ho voglia di parlare, non ho fame... non c'è niente che non va!"
"È la tua testa che non va? È perchè non ricordi?"
"No... è che... sono solo un peso per Gibbs e gli altri, non possono lasciarmi solo un momento, hanno tutti paura che mi possa succedere qualcosa. Sono solo stanco..."
Ducky intuisce qualcosa nelle sue parole, comprendendolo a fondo "Sono le gambe, vero?"
"...cosa?"
"Non puoi muoverti, in più senza memoria non puoi fare niente... ti capisco, sai?"
"Non puoi capire... non sei paralizzato..."
"No, ma sono un medico e so di cosa si tratta e da psicologo so cosa ti passa per la testa... devi avere pazienza, gli altri cercano di aiutarti come possono... vagli incontro!"
Tony abbassa di nuovo lo sguardo sofferente "Ducky... c'è dell'altro... la battuta di un film capolavoro ti può dire tutto ciò che voglio esprimere... 'Vedo la gente morta...' "
"Cosa vuoi dire?"
"I miei ricordi, per la maggior parte, si formano su racconti degli altri... ma... le immagini più nitide che ritrovo nella mia mente sono di persone morte! Ricordo di Kate, del mio ex collega di Baltimora, ricordo perfettamente mia madre poco prima che morisse... ho paura che continuando a ricordare ci troverò altri morti nella mia mente..."
"Sai, pensandoci a fondo... tu hai qualcosa in comune con qualcuno che ti è molto vicino e che soffre ed ha sofferto come te ora... credo dovresti farci due chiacchere..."
"Con chi?!"
"Con Ziva! Esponile i tuoi dubbi, falle capire quello che senti... ti aiuterà molto."
"Ma... non so cosa fare!"
"Parla con lei e gli altri, fatti capire... in qualche modo ti aiuteranno, vedrai!"
"Ok, lo farò... grazie di avermi ascoltato..."
"Dovere! Chiamami se hai bisogno, anche solo per fare due chiacchere... io ci sono."
Lascia Tony solo nella sua stanza a pensare mentre passa per la cucina a salutare i colleghi.
 
"Ducky... tutto a posto?"
"Oh, si Jethro... povero ragazzo... si sente come un condannato a morte..."
"Cosa vuoi dire?"
"Si sente un peso per voi, gli dispiace che vi facciate in quattro per lui... il solito Tony, si preoccupa prima per voi poi per se stesso..."
"Cosa possiamo fare..."
"Verrà lui da voi, non temete. Le cose si sistemeranno da sole."
"Grazie Ducky..."
Prima di andarsene, Ducky prende da parte Ziva per parlarle da solo.
"Ziva... sarebbe il caso che parli tu per prima col giovane Anthony... è abbastanza sconvolto per ciò che finora è riuscito a ricordare..."
"Cosa devo fare..."
"Stai al suo gioco, ascoltalo, aiutalo a ricordare certi avvenimenti... sarebbe un buon inizio se gli parlassi dell'avventura in Somalia..."
"Sei sicuro? Ho evitato apposta di ricordarglielo per non farlo soffrire!"
"È necessario. Si sente colpevole per la morte di chi è riuscito a ricordare come se li avesse uccisi lui. Ti ha salvata dalla morte in Somalia, lui deve saperlo..."
"Va bene, più tardi gliene parlerò..."
 






















Ok, ok... giù i forconi... sono stata cattiva... ma almeno vi ho dato qualche indizio sul prossimo capitolo!
Cosa succedera?
Ci sarà un pò di TIVA?
Tony avrà un pò di pace?
Di cosa parleranno?
Mi verrete a cercare alla fine del prossimo capitolo per farmi fuori?
Non lo so... ma... forse è meglio preparare un pò di fazzoletti, per sicurezza! ^○^
Al prossimo struggente capitolo! ♥
Baci, frencia92

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Ladies and Gentleman...
Rullo di tamburi.....
Ecco a voi il tanto atteso capitolo, spero di rendervi tutti felici, visto che molti di voi aspettavano questo argomento da... l'inizio della storia! 
NE SUCCEDERANNO DELLE BELLE, resta a voi scoprire il seguito leggendo i prossimi capitoli!
Vi prego di recensire, fatemi sapere se vi è piaciuto! (e cosa vi aspettate... :3)
Vi lascio alla lettura, a presto!
Baci, frencia92







Capitolo 14
 
 
 
È pomeriggio, il sole carezza il viso di Tony, seduto sulla carrozzina sulla veranda di Gibbs, mentre si gode il momento di pace.
Ascolta ad occhi chiusi il suono delle foglie degli alberi mosse dal lieve venticello, il cinguettio felice degli uccellini sugli alberi e le cicale sull'erba che stridono.
Si sente rilassato, gli sembra che il mondo abbia smesso di girare, come se quel momento fosse infinito.
Respira l'aria che sa di fresco, un odore vagamente famigliare si insinua nei suoi ricordi, mostrandogli l'immagine più bella che potesse pensare in quel momento.
 
"Nocciola... con una punta di vaniglia."
"È il mio profumo..."
"Lo so... è da un pò che mi fissi. Devi dirmi qualcosa?"
Appoggiata allo stipite della porta, Ziva lo guarda ipnotizzata dalla sua totale rilassatezza.
"Cosa fai qui fuori?"
"Faccio quello che per anni non mi sono mai fermato a fare... ascolto la natura intorno a me, ne sento gli odori... lo facevo spesso con mia madre... ci coricavamo sull'erba a guardare le nuvole, ascoltavamo gli uccellini cinguettare... cosa che da grande non ho più fatto."
"Io... volevo parlare con te di... certe cose..."
"Ti ascolto..."
"Ricordi... che ti ho accennato la Somalia, vero?"
"Si... vuoi parlarmene?"
"Devi sapere... che oltre a te non ne ho mai parlato con nessuno. È difficile per me ritornare a quei momenti..."
"Non preoccuparti... abbiamo tutto il tempo che vuoi!"
Prende un respiro profondo, si siede accanto a Tony e comincia a parlare.
 
"All'incirca sei anni fa stavo insieme a Michael, un agente del Mossad.
Lui, a mia insaputa, era un assassino commissionato da mio padre. Uccise parecchia gente, tra cui un'agente dell'NCIS, vecchia amica di Gibbs, che aveva scoperto il suo doppiogioco.
Quando scopristi che in parte ne sarei rimasta coinvolta venisti a cercarmi a casa, ma trovasti lui...
Iniziò una colluttazione che finì con Michael che si andava a schiantare su un tavolino di vetro, un pezzo del vetro lo ferì, tu eri a terra senza difese con una spalla rotta, quando lui cercò di pugnalarti con quel pezzo di vetro tu gli sparasti, uccidendolo.
Io... ero innamorata di lui e in quel momento non capii le tue intenzioni.
Arrivammo allo scontro a Tel Aviv, litigammo di brutto...
 
     "Credimi Ziva, Michael ti stava usando."
     "E come mai ha deciso che dovevi essere tu a proteggere me?"
 
     "Hai rischiato di mandare all'aria tutta la tua carriera e per che cosa?"
     "Per te!"
 
Capii solo mesi più tardi che ciò che avevi fatto lo avevi fatto per me, per protteggermi..."
"In Somalia?"
"Si... mio padre mi mandò in missione dopo che Gibbs mi lasciò in Israele, gli chiesi di scegliere tra noi due, non mi fidavo più di te... mi lasciò a morire in Somalia dopo che un terrorista mi aveva rapito, si chiamava Saleem... voleva informazioni sull'NCIS e mi tenne segregata in una stanza, fino a quando non sei comparso tu...
 
     "Tony, perché sei qui?"
     "Tieni conto che mi hanno iniettato il siero della verità, quindi non farmi domande di cui non vuoi sapere le risposte."
     "Tony, ti ho chiesto, perché sei venuto?"
     "Perché non posso vivere senza di te."
     "Ora, morirai con me, io non ho mai chiesto a nessuno di morire per me, io non merito tanto."
     "Non cambi mai, vero?"
     "Già."
 
Tu, McGee e Gibbs, seguendo un tuo geniale piano autolesionista, mi salvaste dalle torture uccidendo quell'uomo e riportandomi con voi in America, nonostante tutto quello che era successo.
Chiesi poi a Gibbs e al Direttore Vance di tornare a far parte della squadra definitivamente.
La cosa più difficile per me fu chiederti scusa per ciò che era successo...
 
     Ziva segue Tony al bagno degli uomini...
 
     "Che ci fai qui, Ziva?"
     "Niente... vedo che sei ben idratato nonostante il periodo nel deserto."
     "Considerazione che porterebbe a?!"
     "Non so molto bene cosa devo dirti."
     "Ma sai che me lo dirai nel bagno degli uomini..."
     "So solo che devo dirtelo. Quando hai sparato a Michael ti avrei ucciso lì su due piedi."
     "Ma non ero in piedi..."
     "No, infatti. Sei rimasto a terra senza una copertura adeguata, in violazione di tutti i protocolli!"
     "Con l'auto in doppia fila."
     "Si, l'ho notato, ma questo non ha importanza, così come non conta com'è andata a finire per Michael."
     "E allora che cosa conta?"
     "Che mi hai protetta... che mi hai sempre, sempre protetta, e che ho fatto un errore... a diffidare delle tue intenzioni."
     "E perché l'hai fatto?"
     "Mi fidavo di mio fratello Ari, mi fidavo di Michael, non potevo fidarmi anche di te."
     "Fortuna che non sapevi che cosa dire."
     "Ho avuto molto tempo per riflettere su quei fatti."
     "Scusami, Ziva."
     "No, sono io che devo scusarmi... "
 
     Ziva si avvicina al suo viso, una mano si posa leggera sulla sua guancia mentre gli da un bacio sull'altra.
     "La tua intuizione era giusta. Sei un poliziotto, non avrei mai dovuto dubitare del tuo fiuto..."
 
... così tornammo ad essere amici... ottimi amici!"
"Ora mi ricordo... prendesti la cittadinanza Americana diventando a pieno titolo un'agente dell'NCIS... mi dispiace di essermi perso la cerimonia quando hai ottenuto la cittadinanza... stavo dando la caccia ad Alejandro Reinosa per conto del Direttore... per aiutare Gibbs...!"
"Lo so, Tony... non ti preoccupare. Nei momenti più importanti ci sei sempre stato... soprattutto quando morì mio padre..."
 
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
 
 
Si guardano con aria triste, Tony appoggia la sua mano su quella di Ziva per cercare di darle coraggio e tranquillizzarla.
"Ziva... se è troppo per te parlare c'è tempo... non preoccuparti per me, ok?"
"Tony, per me è importante che te ne parli... vorrei continuare."
"Fai pure... non avere fretta."
Stringe forte la sua mano, proprio in quel momento sente una fitta al petto, un'immagine rimossa del passato gli mostra quella stessa posizione e gli fa sentire la stessa emozione che ha provato in quel momento.
Rimane fermo a fissare le loro mani intrecciate, come ipnotizzato.
"Tony... hei, Tony! Tutto bene?"
Alza gli occhi su di lei, osservando le sue splendide iridi scure riflettere la sua immagine.
"Si... si, tutto bene... racconta, ti ascolto..."
"Mio padre voleva far tornare la pace tra Israele e la Palestina, scoprii che per far questo aveva ucciso un uomo, un marine. Il caso era già nostro prima che sapessi che era stato mio padre... parlai con lui, stava cercando di riavvicinarsi a me ma quando scoprii ciò che aveva fatto... mi vergognai di lui e lo respinsi. Eravamo ospiti del Direttore Vance, stavamo per cenare, quando decisi di uscire per chiamare Gibbs e dirgli che l'assassino era mio padre, quando... iniziarono a spararci contro dal finestrino di un'auto, io e Gibbs trovammo chi aveva sparato, ma si suicidò mentre cercavamo di arrestarlo.
Quando tornai a casa del Direttore... tu eri fermo davanti a me e mi guardavi in modo strano, compassionevole e dispiaciuto. Voltandomi, capii il motivo del tuo sguardo. Mio padre era morto, insieme a lui quella notte morì anche la Signora Vance. Il giorno dopo... decisi di andare a pregare... alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparmi...
 
 
     "Perchè non dovrei essere arrabbiata con tutto quello che è successo... perchè dovrei ancora avere fede in te...
     Dammi un segno, un segno per cui non perdere la speranza!"
 
     Si alza, sentendo dei rumori alla porta della chiesa. Appoggiato alla porta vede Tony.
 
     "Tony!
     "Non rispondi al cellulare... così ho detto a McGee di rintracciarti. Dovevo immaginarlo. Eccoti qui."
     "Che cosa vuoi?"
     "Io voglio quello che vuoi tu, in ogni caso. Un amico, o magari... una spalla su cui piangere."
     "Ho pianto abbastanza."
     "Ziva... mi dispiace tanto."
     "Ti ringrazio... ma la compassione è l'ultima cosa che voglio."
     "Bene, allora... dimmi. Che posso fare? Di che hai bisogno?"
     "Di vendetta..."
 
Furono giorni duri per me... mi ospitasti a casa tua per proteggermi da chi aveva ucciso mio padre. Bodnar, l'uomo che mio padre considerava come un figlio, venne all'NCIS con l'intenzione di passare per la vittima, mentre scoprimmo che in realtà era il carnefice. Lui aveva fatto uccidere mio padre.
Tornai in Israele con Shmeil per seppellire mio padre... la tua comparsa in aereoporto mi fu di grande aiuto...
 
     "Non era necessario che venissi"
     "Dimentichi sempre le gomme da masticare e le riviste quando voli!
     Lo troveranno, Ziva. Lo cerca il Mossad, la CIA, l’Intelligence della Marina, l’Interpol... noi"
     "Non lo fare..."
     "Sto andando ad un funerale, Tony. Farò io l’elogio funebre di mio padre..."
 
     "Tony, io..."
     "Cosa?!"
     Lo avvolge al collo con le braccia, stringengolo forte a se.
     "AHT LO LEHVAHD"
     "Lo so..."
 
Nei giorni seguenti, con l'aiuto di McGee, scoprii come trovarlo. Tu e Gibbs eravate all'oscuro delle mie ricerche. Un giorno t'insospettisti e mi rintracciasti in una stanza di un motel con McGee, mentre facevamo ricerche clandestine. Mi obbligasti a dire a Gibbs ciò che avevo scoperto e quando gli parlai mi disse di partire con te per andarlo a cercare.
Finimmo così a Berlino. 
Fu un lungo viaggio, la mia unica fortuna in quel momento era che tu mi eri accanto e mi sostenevi...
Dopo un giro per Berlino, parlammo con Adam, un informatore del Mossad, che cercò di aiutarci nelle ricerche di Bodnar.
Quello stesso pomeriggio contattammo Gibbs per informarlo, per poi riposarci prima di passare all'azione...
 
     Finito di parlare con Gibbs, decidono di riposarsi...
     "Riposo un pò, poi... mi alzo, faccio uno spuntino, mi lavo i denti, faccio la doccia, mi vesto... e andiamo..."
     "Si riposa meglio quando ci si sdraia e... non si parla!"
     "Ok..." si alza per mettere via i suoi vestiti ma Ziva lo ferma.
     "No, stai li, li sistemo io..."
     "Oh, grazie... stai davvero appendendo i miei vestiti, tesorino?"
     "Ahah... molto divertente..."
     "Cosa...?!"
     "Credi che non ricordi quando tu mi chiamavi... mon petit pois?"
     "Ahahah... guardati. Avevo ragione io... ho sempre saputo che eri quel tipo..."
     "Sono molte cose, Tony... quel tipo... no, non credo!"
     "Ah... si, invece. Sei il tipo a cui piace tanto preparare i vestiti del suo uomo per la serata"
     Ziva ride alla frase di Tony, stuzzicandolo "Quando ho un uomo... i servigi che gli offro... hanno poco a che fare con i vestiti...!"
     Tony la guarda sorpreso "Buono a sapersi! Dai... dovresti riposare anche tu..."
     "Non ci riesco..." Ziva si stende accanto a lui e lo guarda pensierosa.
     "Ieri sera, in aereo... stavi pensando a tuo padre... ma a che cosa?"
     "A tante cose..."
     Tony la guarda dolcemente, incantato da lei e dalla sua immensa bellezza.
     "Stasera prenderemo Bodnar."
     "Lo so."
 






















ANTICIPAZIONI PER IL PROSSIMO CAPITOLO!!
È scontato dirvelo, probabilmente sapete già il prossimo argomento... si parlerà di un certo ballo, di un certo incidente...
Arriveremo nei prossimi capitoli a far ricordare tutto a Tony...
In uno dei primi capitoli, Tony ha detto a Ziva che doveva ricordare qualcosa di davvero importante... cosa sarà?
Lo scoprirete alla fine di questa storia...
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere le vostre impressioni!
A presto! 
Baci, frencia92

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16
 
 
 
Tony ricorda ogni piccolo momento raccontato nei dettagli da Ziva, sente quanto sia forte il legame che lo lega a lei.
 
Gibbs esce sulla veranda ed osserva i due parlare, capisce che l'unica persona al momento in grado di aiutare Tony è Ziva, solo lei.
Conosce alla perfezione i forti sentimenti che la legano a lui, sa perfettamente che quel sentimento è puro amore, incancellabile ed indimenticabile, anche per uno smemorato come Tony.
'Sono assolutamente certo che Ziva farà progressi... il nostro Tony sta per tornare!' pensa con sicurezza mentre sorride involontariamente osservandoli.
Si avvicina, catturando la loro attenzione "Ragazzi. Io e gli altri dobbiamo andare in ufficio da Vance. Tornerò in serata... fate come se foste a casa vostra, ok?"
Rispondono insieme con un leggero sorriso "Certo, Gibbs!"
"Bene. Ehm... Ziva? Puoi venire con me un attimo in cucina per favore?"
"Certo... torno subito, Tony!"
Si alza e raggiunge Gibbs in cucina.
"Cosa c'è, Gibbs?"
"Io... so cosa provi per lui... e sono certo che lui prova le stesse cose ma non lo ricorda...
Nel caso si dovesse ricordare, sappi che non mi opporrò ad alcuna vostra relazione.
Comunque... nel caso... avete la casa libera... NON DISTRUGGETE NIENTE!"
Ziva lo vede un pò imbarazzato, ma capisce ciò che gli ha voluto dire.
Lo abbraccia forte improvvisamente, facendolo sorridere "Hei... anche se vi ho dato il permesso vedete di essere cauti. Ricorda che non può muovere le gambe, perciò... certe cose non può farle! Non farlo stancare troppo! È un ordine..."
"Non preoccuparti, Gibbs. Faremo i bravi. Vance ti aspetta ed io devo ancora raccontare un sacco di cose a Tony!"
"Ok. Mi fido di te. Torno tardi, perciò non rimanete svegli ad aspettarmi."
"D'accordo. Allora a domani!"
Gibbs si avvicina e le bacia la fronte come farebbe un padre con una figlia e l'abbraccia forte.
"Sono fiero di voi, spero che vada tutto bene."
"Grazie, Gibbs...!"
Gibbs se ne va, seguito da Abby e McGee, che salutano Ziva e Tony prima di andare al lavoro.
 
"Hei, Zee... cosa ti ha detto il Capo?"
"Ehm... che verrà a casa tardi e che non lo dobbiamo aspettare svegli...."
"Ah, ok..."
Ziva siede di nuovo accanto a Tony, ricominciando a raccontare da dove si era interrotta...
"Quella sera seguimmo un uomo che pensavamo facesse affari con Ilan Bodnar, in realtà li faceva con suo fratello... per depistarci.
Eravamo al bar, stavamo sorseggiando un cocktail mentre sorvegliavamo il sospettato, quando...
 
     La musica nel locale cambia, parte un lento...
     "Non lo vedo più, Tony!"
     "Balla con me..."
     Vanno verso il centro della pista, tenendosi stretti mentre cominciano a ballare.
     "Stanno suonando la nostra canzone, tesorino..."
     "Di qua... non stiamo al centro della pista!!"
     "Tu hai capito che ora devi fare la donna, vero?"
     "Allora portami!"
     "Riesci a vederlo? Io no..."
     "Si, lo vedo! È andato al bar..."
     "Invece Bodnar... niente?"
     "Negativo... credo mi abbia vista, non ne sono sicura..."
     "Calma, concentrati su di me... ecco, l'ho visto. Fà come se noi stessimo insieme..."
     Ziva lo guarda negli occhi, lo vede come se fosse la prima volta. 
     Sente la sua dura corazza dietro cui si era nascosta per anni sciogliersi totalmente sotto il suo sguardo penetrante, si sente nuda davanti al suo sguardo così dolce e protettivo, sente le sue mani abbracciarla dolcemente come nessuno mai aveva fatto prima.
     Quel meraviglioso contatto con lui le riporta in mente alcuni momenti di quando era bambina e suo padre se ne stava andando.
     Ricorda mentre ballava con suo padre, ricorda le sue parole, allora inutili che ora le sembrano così vere e sentite...
     "Mia cara Ziva... un giorno ballerai con un uomo che meriterà il tuo amore..."
 
Quei ricordi le tornano in mente con violenza, sente i suoi occhi pungere per le lacrime che vogliono scendere, Tony se ne accorge e le accarezza il viso con una mano, facendola sobbalzare.
"Ziva... perchè stai male?"
Una lacrima scende dai suoi occhi, Tony l'asciuga con una carezza.
"Sto bene... solo... mentre ballavamo, quella sera, mi tornò in mente mio padre... sai, mi manca molto, nonostante sia passato più di un anno..."
"Se vuoi ci fermiamo... "
"No, va tutto bene...
Quella notte tornammo a Washington. Eravamo in auto e stavamo parlando...
 
     "Era chiaro che Orli era qui per Bodnar... lei lo vuole morto quanto lo voglio io."
     "No, io ne dubito. Per lei è solo lavoro, per te era tuo padre..."
     "Per lei non è solo lavoro... Orli è il motivo per cui i miei si sono separati. Non ho detto niente perchè non lo credevo importante..."
     "E lo è?"
     "Lei era una giovane agente... e mio padre era... debole.
     Poi tra loro finì. Io ho sempre creduto che per lei fosse un modo come un altro per avanzare nella sua carriera. Ora credo che fosse qui... per lo stesso motivo per cui io ero a Berlino. 
     Perchè forse amava ancora mio padre."
 
     Cerca di trattenere le lacrime, smettendo un attimo di parlare. Tony si ferma al semaforo e la guarda.
     "Credo che se non ci fosse stata lei sarebbe stato tutto diverso. Io sarei stata diversa..."
     "Allora dovrei vederla prima che se ne vada..." appoggia la sua mano su quella di Ziva per darle sostegno, intreccia le dita alle sue con dolcezza, entrambi rimangono a guardare le loro mani intrecciate "... e dovrei... dirle grazie."
     Si guardano negli occhi e si sorridono. Tony riparte vedendo il semaforo tornato verde.
     "Tony..."
     Un auto improvvisamente si schianta contro di loro, facendoli rigirare più volte. Tony cerca di proteggere Ziva tenendola stretta a se.
     L'auto si ferma e in un momento di lucidità Tony cerca la mano di Ziva, l'accarezza un attimo, poi sviene per il dolore.
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17
 
 
 
 
Ascolta con grande attenzione, i ricordi riaffiorano dolorosi come lame nel petto. Toglie lo sguardo dai suoi occhi nocciola, sospira forte, facendo preoccupare Ziva.
"Tony, tutto bene? Vuoi che mi fermo?"
"Io... mi sono ricordato di quel momento... ricordo che ero felice di essere con te a Berlino, nonostante fossino li per lavoro, ma... quell'incidente... mi ha fatto male, e non intendo fisicamente ma per ciò che successe dopo... quando hai ucciso Bodnar..."
Ziva inizia seriamente a preoccuparsi per ciò che ricorda "Cosa... cosa ricordi di quel momento?"
"Ricordo... noi due. Stava piovendo ed io... ho alzato la voce con te quando ho scoperto..."
"...Adam...?"
"Si. Mi hanno fatto più male quelle parole che il dolore fisico dell'incidente..."
 
     Sta piovendo.
     Il team sta indagando su un marine che crede di essere spiato.
     Dentro un capannone, al buio, Tony discute con Ziva di ciò che è successo durante l'interrogatorio con Parsons...
     "...Sono andata in Israele a seppellire mio padre... è stato un momento di debolezza.
     Mi sono sentita sola..."
     "Devi parlare con un legale..." si allontana da lei per raggiungere gli altri fuori.
     "No, non lo farò!"
     Tony si blocca e torna indietro, esplodendo come una furia contro di lei, liberandosi di quel peso nel cuore.
     "Il mio ebraico non dev'essere buono come credevo perchè quando ti ho lasciata all'aereoporto ero convinto di averti detto che non eri sola!"
     "Si, lo hai detto..."
     "Beh... dobbiamo avere interpretazioni diverse..."
     Si allontana, lasciando Ziva sola a riflettere sull'errore commesso.
 
"Mi dispiace, Tony... speravo non ricordassi mai quello che successe tra noi quella notte. Eri furioso e... so di averti ferito in quel momento. Mi sono odiata per questo..."
Abbassa lo sguardo, cercando di asciugare senza farsi vedere le lacrime che improvvisamente hanno iniziato a rigarle il viso. Tony rimane in silenzio.
Sente che c'è qualcosa di più.
Non riesce a capire il motivo di tanto rancore nei suoi confronti 'Perchè sono così infastidito da ciò che ha fatto... perchè mi fa tanto male sapere che è andata a letto col suo informatore?!'
"Parsons incolpò Gibbs della morte di Bodnar, assumendosi la responsabilità di un mio errore... Si nascose in un rifugio creato da lui perchè il Jag e il suo avvocato, in collaborazione con il SECNAV e Vance, riuscissero a tirarlo fuori dai guai... mi arrabbiai molto quando Gibbs s'impuntò con noi per aver cercato di aiutarlo...
 
 
     Gibbs e Ziva stanno discutendo davanti a Tony e McGee nel rifugio...
     "...QUESTO NON È IL TUO LAVORO!!!"
     "NO! QUESTO NON È LAVORO, È LA MIA FAMIGLIA!!!"
     Se ne va fuori delusa e furiosa, contro Gibbs e contro se stessa.
     Si ferma in un tranquillo boschetto li accanto, respirando aria buona per calmarsi.
     Dietro di lei la raggiunge Tony, stranamente calmo.
 
     "Bella scenata, Ziva!"
     "Oh, sta zitto... non ora!"
     "Sta cercando solo di fare la cosa giusta!"
     "Lo so che cosa sta facendo... lo so che vuole proteggermi! Mi sono sempre presa la responsabilità delle mie azioni e di tutti i miei errori e sta volta... non è diverso."
     Tony la guarda triste, lei capisce che in realtà non si è presa la responsabilità di un suo errore in particolare. 
     Aver tradito la fiducia di Tony.
     Si avvicina a lui sospirando, cerca le parole giuste per parlargli.
     "Senti... mi dispiace se il mio comportamento ti ha ferito... non ne avevo intenzione.
     Tony... io ci tengo davvero tanto alla... nostra amicizia... non voglio che ci sia imbarazzo tra noi..."
     Gli occhi di Tony s'illuminano speranzosi e decide di consolarla.
     "Hei..." la prende stretta per le braccia, si avvicina e le bacia dolcemente la fronte "nessun imbarazzo fra amici!"
     Si guardano, finalmente felici di essersi chiariti e per quel piccolo contatto tra di loro.
 
... poco più tardi, per aiutare Gibbs senza coinvolgere l'NCIS, decidemmo di dare le dimissioni... che per me furono definitive."
















Capitolo corto e doloroso... quando ho visto la puntata in inglese non potevo crederci... quando è andata in onda in Italia ho pianto come un bambino!
Tutto questo dolore aiuterà Tony?
Darà loro un pò di pace?
Di cosa parlerà Ziva nel prossimo capitolo?
 Non vi dico niente! Scopritelo da  soli!! ^○^
Al prossimo capitolo!
Baci, frencia92

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18
 
 
 
Tony la ascolta perplesso "Definitive? Non fai parte della squadra?"
 
"No... dopo le nostre dimissioni sono successe delle cose... cose che mi hanno portato... a fare delle scelte dolorose...
Il SECNAV venne ucciso in un'esplosione e venne ferito l'ex direttore dell'NCIS. Gibbs, sotto copertura, andò in Iraq a cercare i terroristi mantre in America qualcuno stava cercando di incolparmi di vari omicidi.
Tu mi hai cercato ovunque, senza distintivo, con l'aiuto di McGee cercavi di aiutare Gibbs ad uscire dai guai e con l'aiuto di Adam cercavi me. Venisti a cercarmi a Tel Aviv, non ti sei mai dato per vinto nonostante cercassi in tutti i modi di non farmi trovare... per il tuo bene e per il mio... il Direttore Elbaz ti aiutò a cercarmi per mesi, inutilmente... ma sapevo che prima o poi mi avresti trovata...
 
 
     Dopo mesi di ricerche la trova in una casa sperduta, sono soli in un campo, Tony si avvicina a lei lentamente, cercando di convincerla a tornare, la prende leggermente per un fianco, avvicinandola a se.
 
     "Non dovresti fare questo da sola, torna a Washington con me..."
     "La prima cosa sulla nuova lista era 'rinuncerò al distintivo'..."
     "Non sto parlando dell'NCIS... ascolta, si può cambiare, per quello che mi riguarda.
     Solo... torna a casa. Voglio solo che tu torni a casa... con me."
     "Non penso che questo sia un ver..."
     "Hei, ascolta... lo so che è difficile e so che vuoi cambiare. Io posso cambiare con te."
     I loro sguardi si attraggono.
     I visi si avvicinano.
     Le loro mani accarezzano i loro visi.
     I loro occhi si chiudono per assaporare quel dolce momento.
     Le loro labbra si avvicinano, sfiorandosi.
     "Sto lottando per te, Ziva."
     "Lo so."
 
... non credevo di essere disposta a cambiare per qualcuno, di sacrificarmi per qualcuno di importante...
Sai, i miei giorni più belli li ho passati con te, in quella casa a Tel Aviv, da soli... ho dimenticato tutto il dolore per la perdita di mio padre, per la lontananza da ciò che ho sempre considerato La mia casa... La mia famiglia... ero felice laggiù con te, scoprii che in realtà eravamo destinati, lo siamo sempre stati... non siamo mai stati amici, siamo sempre stati qualcosa di più ma l'abbiamo capito troppo tardi..."
 
     È notte a Tel Aviv, Tony tiene una valigia tra le mani mentre Ziva lo accompagna verso quel maledetto aereo che li separerà, forse per sempre...
     I loro sguardi s'incontrano malinconici, sorridono.
     "Tony... tu sei così..."
     "Bello, divertente... cosa...?"
     "Amato..."
     Si guardano ancora per un istante, i loro visi si avvicinano, le loro labbra si attraggono ed ecco... 
     il bacio, il loro primo, vero bacio, quello atteso da anni, quello che ridona ad entrambi un pò di speranza di ritrovarsi ancora, di riprovare quelle stesse sensazioni ed emozioni, così intense, così vere...
     Si staccano solo per riprendere fiato, poi un bacio diverso li divide, un bacio che rivela i loro reali sentimenti, quell'amore nascosto per tanto, troppo tempo, otto anni di attese, tormenti, dolori...
 
     Si crea il vuoto intorno a loro, nulla li distrae, i loro sguardi colmi di lacrime.
     Lacrime che sanno di addio.
     Lacrime di gioia e di dolore.
 
     Tony si separa da lei sorridendole tristemente, si avvia verso l'aereo che lo riporterà a Washington, l'aereo che lo separerà per sempre dalla sua Ziva.
     Non si volta, sa che se lo facesse vedrebbe le lacrime scendere dal suo viso meraviglioso, sa che tornerebbe indietro per non lasciarla mai più, rimarrebbe con lei.
     Sale e si siede pensando al lei, trova la sua collana nella tasca della giacca, come se fosse simbolo della promessa che un giorno sarebbe tornata da lui... sorride malinconico a quel pensiero.
     Si abbandona tra le lacrime sul sedile, prendendo sonno mentre cerca il suo viso nei suoi sogni.
 
 
Tony solleva il suo sguardo sui suoi occhi umidi, improvvisamente la memoria torna prepotente a ricordargli i brutti momenti passati a pensare a lei mentre lei non era con lui, quelle giornate insonni, la paura di non rivederla mai più, quel tempo trascorso così in fretta senza di lei...
Ricorda ciò che per giorni lo ha tormentato, quella cosa che nella sua mente dopo l'esplosione ha cercato esasperatamente, quello che non riusciva a trovare e capire che ora invece gli pare così chiaro e limpido... è sempre stato sotto i suoi occhi...
 
"Ziva? Ricordi... qualche giorno fa ti dissi che c'era qualcosa di molto importante che dovevo assolutamente ricordare... ora lo so, ricordo tutto!"
Gli occhi di Ziva s'illuminano così come il suo sorriso.
"Allora dimmi... cos'è quella cosa tanto importante che non ricordavi?"
La guarda sorridendo, ipnotizzato dal suo sorriso, le sue mani si posano sul viso di Ziva mentre avvicina il viso al suo, ancora sorridendo.
"Tu. Che ti amo... dovevo dirtelo ma lo avevo dimenticato..."
 
Il sorriso di Ziva scompare, il panico prende il posto della felicità.
"Cosa c'è che non va... ho detto qualcosa di sbagliato?"
"No... io... temo di aver sbagliato. Non dovevo raccontarti queste cose... mi dispiace."
Lei entra in casa, si appoggia con le mani al tavolo in cucina mentre tenta di asciugarsi gli occhi lacrimanti.
Tony, sconvolto dalla sua reazione, la segue con la sedia a rotelle, fermandosi dietro di lei.
 
"Ziva... di cosa hai paura... del mio amore?"
Lei si volta e lo guarda, Tony, vedendo quelle lacrime, si avvicina, alzandosi abbastanza per arrivare al suo viso per asciugarlo "Io... non temo l'amore. Ho paura per te... chi mi ha amato è morto!"
"Ziva... lo so. È successo anche a me di sentirmi impotente di fronte alla morte delle persone che amavo... devi smettere di aver paura perchè ci sono io qui a proteggerti, ora... non temere, andrà tutto bene."
Le parole di Tony fanno effetto, smette di piangere, si asciuga l'ultima lacrima rimasta poi getta le braccia al suo collo, come per ringraziarlo ancora una volta di averla salvata dall'inferno.
 
Improvvisamente il tempo si ferma, lasciando loro il tempo di riprendersi, di pensare che comunque ne vale la pena, che l'amore non si combatte ma si combatte per amore.
Si staccano da quell'abbraccio guardandosi negli occhi a pochi centimetri di distanza, si leggono dentro, vedono nei loro occhi la stessa voglia, la stessa passione, lo stesso amore...
i loro visi si avvicinano lentamente, come se volessero ricordare ogni più piccolo momento, ogni più piccola sensazione, tutte quelle scariche elettriche mandate dai loro corpi alla sola vicinanza.
Chiudono impercettibilmente gli occhi, abbandonandosi ad un bacio di puro amore, un bacio di quelli veri, desiderati, sognati.
Schiudono le labbra per assaggiarsi ed esplorarsi come mai hanno fatto prima.
Sapore di attesa.
Sapore di lacrime.
Sapore di dolore.
Sapore di gioia e speranza.
 













AAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!!!!!!!! 0.0
MI SONO COMMOSSA ED ECCITATA CON LE MIE STESSE PAROLE!!!
Da dove diavolo è uscito questo capitolo...!?
Sconvolgente... non smettevo più di scrivere, sembravo impossessata dallo spirito del TIVA!
No, sul serio. Non so come sia uscito questo capitolo... sono un pò perplessa!
Spero di aver soddisfatto tutti voi lettori e lettrici... il prossimo capitolo segnerà la fine della storia.
A meno che non mi venga in mente di aggiungere qualcosa all'ultimo...
RECENSITEEEEE!!! 
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Cosa succederà nel prossimo capitolo? Lo saprete leggendo... sarà fantastico!
A presto !! ^○^
Baci, frencia92

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Ok... prima di iniziare...
Questo non sarà l'ultimo capitolo!
Contenti??
Bene, per questo capitolo mi sono spinta oltre, soprattutto nel rapporto tra Tony e Ziva che presto leggerete.
Spero che vi piaccia! :3
A presto!
Baci, frencia92​




Capitolo 19
 
 
 
Continuano a baciarsi, ad amarsi, a coccolarsi come se per entrambi fosse la prima volta.
Con grande premura e attenzione si toccano e si sfiorano, i baci si trasformano da lenti e leggeri a passionali e vogliosi, sempre più ricchi di sentimenti, pieni del loro amore.
Con grande sorpresa Tony si alza in piedi, continuando a baciarla, con grande lentezza cammina insieme a lei verso la sua stanza, senza nemmeno rendersi conto di aver camminato.
L'accompagna dolcemente sul suo letto facendola coricare, si staccano dal bacio solo per togliersi a vicenda i vestiti, quasi strappandoli vogliosi dai loro corpi.
Tornano ad assaggiarsi ad occhi chiusi, si sentono felici, liberi di esprimere il loro amore al mondo intero, di urlarlo a squarciagola per capire che non è un sogno, che entrambi non si sveglieranno piangendo per il dolore di essere a migliaia di kilometri di distanza, così lontani, i loro cuori così distanti che ora battono vicini all'unisono, completamente uniti nel loro amore infinito.
 
Destino.
È sempre stato destino.
Dovevano stare insieme, innamorarsi.
Sono quelli che i veri credenti chiamano Anime Gemelle.
Sono sempre stati loro: Tony e Ziva.
 
I corpi caldi si attraggono come fossero calamite, si sfiorano e si carezzano tra loro, le mani si muovono da sole sulla pelle, trattenendosi per non andare troppo oltre, per non fare solo del banale sesso ma per fare l'amore.
Tony le slaccia in una mossa il reggiseno, scende col viso a ricoprirla di baci, passa dalle labbra al collo poi velocemente va verso il seno stuzzicandola piacevolmente, scende ancora baciandole la pelle ormai rovente sotto il suo leggero tocco, le bacia la pancia, scendendo a solleticarle i fianchi con le dita, facendola ridere.
Si ferma un istante, riaprendo gli occhi per ammirare quel suo sorriso splendente che per mesi gli era mancato, quel sorriso spontaneo e dolce, fatto solo per lui che lo portava ogni volta in paradiso e che aveva dimenticato.
Sente il cuore scoppiare di gioia, sorride a sua volta ammirandola e stupendo Ziva, completamente rapita dal suo sguardo e dal suo sorriso.
Il dolore, le sofferenze e le torture passate in quei mesi lontani l'uno dall'altro si volatilizzano in un secondo, Tony le toglie l'ultimo indumento rimasto tra loro. 
Rimangono nudi in attesa del momento perfetto per unirsi definitivamente.
Si baciano ancora mentre uniscono i loro corpi per creare la combinazione perfetta.
Improvvisamente salta la luce, lasciandoli nella loro intimità al buio per ore mentre si amano.
 
Il tempo scorre veloce, continuano ad amarsi per tutta la sera, infinitamente, incapaci di fermarsi dopo tutto quel dolore, il tormento, l'attesa di più di otto anni...
In un piccolo momento di lucidità, Tony si ferma, smettendo di coccolare Ziva.
"Zee... tu... hai visto dovè la mia sedia a rotelle?!"
Ziva lo guarda perplesso, non capendo dove vuole arrivare "Cosa?"
"La mia sedia..."
"Io... non lo so...!"
Si guardano intorno senza trovarla. Si guardano sconvolti.
"Tony... tu... hai camminato!"
"Ho camminato? ... HO CAMMINATO!!"
"Già! Allora... sei guarito?!"
"Sembra di si... Ziva?"
"Cosa?!"
"Ti amo."
"Ti amo anch'io, Tony..."
"Ehm... io avrei fame... mangiamo qualcosa?"
"Si... tutto questo movimento mi ha fatto venire fame!"
Sorridono della battuta di Ziva, Tony si siede sul letto e pian piano si alza in piedi sotto gli occhi increduli di Ziva.
"Sono felice che tu riesca a stare in piedi! Sono felice di essere qui con te!"
"Anch'io, credimi!"
 
Con calma Ziva aiuta Tony ad andare in cucina, dove ritrovano la sedia a rotelle, la scansano, ormai inutile, ed iniziano a preparare la cena.
"Cosa facciamo?"
"In frigo ci sono delle grosse bistecche... facciamo a metà?"
"Ok, tanto credo che Gibbs sia per strada..."
"Ahahah... chissà cosa dirà quando saprà di noi!!"
"Oh, Zee... dobbiamo proprio dirglielo?"
"Non lo so, vedremo... potremmo far finta di niente, che ne dici?"
"Ci sto!"
Si guardano complici, sorridendo al pensiero di ciò che succederà con Gibbs.
 
 
Alla fine di un pesante pomeriggio di lavoro, Gibbs rientra a casa, si aspetta che Tony e Ziva, dopo la lunga chiaccherata, si siano dichiarati e spera di trovarli addormentati insieme, possibilmente vestiti.
Entra in casa, trovando le luci accese in cucina.
Si avvicina, vedendo Ziva ai fornelli mentre parla con Tony "Passami la salsa... non quella verde, quella rossa!"
"Ecco, trovata!" 
Da un angolo nascosto della cucina spunta Tony con un vasetto di salsa tra le mani, Gibbs rimane di sasso trovandolo in piedi davanti a lui.
I due si accorgono solo in quel momento del suo ritorno, si voltano a guardarlo e vedendolo tanto sconvolto scoppiano a ridere come bambini.
 
"Beh? Quand'è successo? Perchè stai in piedi?"
"Non lo so... semplicemente, senza pensarci... mi sono alzato... in realtà non me ne sono neanche accorto!"
"E... di cosa avete parlato?"
Vedendo Gibbs così curioso decidono con uno sguardo di tenerlo in sospeso, riprendendo la preparazione della cena.
"Bistecca, Capo? Abbiamo preparato anche un pò di patate arrosto, abbiamo la salsa, un buon vino..."
"DiNozzo! Non cambiare argomento!"
"Io... non so di cosa parli... comunque ricordo tutto perfettamente.
Ziva mi ha dato una mano a ricordare..."
"Cosa ricordi?"
"Tutto, fino all'esplosione. Quella... non la ricordo... credo sia normale!"
"Si, può essere... mi ha chiamato tuo padre oggi in ufficio, mi ha chiesto come stavi... ha detto che domani mattina sarà qui per vederti... sembrava molto entusiasta di tornare, credo che il vecchio Tony gli manchi..."
"Beh... il vecchio Tony è tornato!"
 
Parlano per tutta la sera, divertendosi come mai dopo tanto tempo.
Tony e Ziva cercano in tutti i modi di nascondere la nuova relazione nata ore prima con fatica.
Ziva è sorpresa dal fatto che Tony sia d'accordo con lei di non dire nulla ai colleghi, credeva che l'avrebbe detto a tutto il mondo nel giro di pochi secondi.
Si ritrovano da soli per un momento dopo aver dato la buonanotte a Gibbs, pronti per andare a dormire, così Ziva ne approfitta per parlare con Tony...
"Come mai... hai deciso di tenere segreto il nostro rapporto?"
"Perchè... tu per me sei speciale. Non voglio rovinare niente, voglio andare con calma, voglio tenere per me questa cosa vivendola appieno con te, solo con te e nessun'altro..."
"Grazie per la tua discrezione, per me conta molto..."
"Lo so..."
Si guardano intorno per controllare che nessuno li possa vedere, poi si baciano, dandosi la buonanotte ed addormentandosi abbracciati.
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20
 
 
 
 
La mattina il primo a svegliarsi è naturalmente Gibbs, in astinenza da caffeina.
Va in cucina a prepararsi il caffè mentre, ancora intontito dal sonno, i pensieri cominciano a girargli vorticosamente per la testa, pensieri riguardanti il tempo in cui è stato assente da casa...
'Non capisco... eppure, quando ho parlato con Ziva ieri... mi sembrava di averle dato il via libera!
Perchè non è succeso niente? E soprattutto... come ci è riuscito Tony ad alzarsi senza apparente motivo da quella sedia? E perchè queste domande le sto solo pensando invece di farle a loro direttamente?'
 
Rimane fermo assorto nei suoi pensieri mentre il caffè sale velocemente nella macchina del caffè.
Ne versa un pò in una tazza e si appoggia al piano della cucina a sorseggiarlo mentre continua a riflettere.
Intimorito dalla sua stessa curiosità, decide di porre fine alle sue sofferenze chiedendo di persona.
Appoggia sul tavolo il caffè e cammina spedito verso la stanza di Tony.
Entra di soppiatto, fermandosi improvvisamente illuminato dalla straordinaria bellezza di quel momento.
Li vede dormire abbracciati, gli pare addirittura di vederli sorridere nel sonno.
La luce opaca del sole entra dalla finestra illuminando i loro visi che appaiono angelici.
In quel momento gli sembra tutto perfetto. Tutto dannatamente perfetto.
Sorride vedendoli così felici e rilassati, non ricorda di averli mai visti così prima d'ora.
Abbagliato da quell'indimenticabile immagine così meracigliosa, decide di lasciarli dormire, mettendo da parte i dubbi e le domande 'Quello che ho visto mi basta... sono felici e il resto non conta.'
 
Sentendo l'aroma del caffè nell'aria, Tony e Ziva si risvegliano dal magnifico sonno ristoratore che ha dato modo ad entrambi di riprendersi dalle forti emozioni della sera precedente.
Si guardano e sorridono, i loro occhi parlano per loro.
"Buongiorno, Occhioni belli..."
"Buongiorno a te, Sederino peloso..."
"Sei stupenda appena sveglia, lo sai?"
Ziva ride imbarazzata "Nessuno me lo aveva mai detto prima..."
"Andiamo a fare colazione? Gibbs di certo è già in piedi, sento chiaramente l'odore di caffè!"
"Già... cosa facciamo, glielo diciamo... di noi?"
"Noo! Voglio divertirmi ancora un pò! In fondo in parte è colpa sua se siamo rimasti divisi per tutto questo tempo... lui e le sue dannate regole!"
"Già... voglio divertirmi anch'io!"
Ridono di gran gusto ripensando alla faccia di Gibbs la sera prima al ritorno dall'NCIS.
Si alzano e si vestono, pronti per ricominciare la loro piccola vendetta contro Gibbs e per fare colazione.
Gibbs, appena li vede arrivare in cucina, sorride come un ebete, impressionandoli.
"Ehm... ciao, Capo... perchè quella faccia? Incute terrore... non ti ho mai visto sorridere di prima mattina!"
"Hei, Tony... cosa ne dici di fargli una foto... non capita tutti i giorni di vederlo sorridere... in generale intendo..."
"Non ci provate o potrebbe essere l'ultima cosa che fate in questa vita! Dormito bene...?"
"Ehm... si, certo... Gibbs... così però fai paura! Quel sorriso sembra maligno! Sai, mi ricordi tanto il protagonista di un film girato nel 1958..."
Ziva ferma il suo racconto noioso tirandogli una gomitata, lui la guarda male e le mette il broncio, facendo ridere sia lei che Gibbs.
"Ragazzi... oggi siete davvero spassosi... mi volete dire cos'è successo ieri mentre ero via?"
Tony e Ziva si guardano complici, proprio come la sera precedente, sorridono a quelle parole, si aspettavano il classico interrogatorio alla Gibbs, perciò, con uno sguardo, decidono di comune accordo di continuare a giocare con lui, tenendolo all'oscuro di tutto.
In silenzio si preparano la colazione, Ziva prende due tazze mentre Tony riscalda il caffè e lo versa.
Siedono a tavola senza mai posare gli occhi su quelli curiosi di Gibbs per paura di tradirsi, fanno colazione tranquillamente, lasciando Gibbs a bocca aperta.
'Non mi rispondono! Ci sarà sotto qualcosa... o forse no. Forse non è successo niente... non riesco a capirlo! Dannazione, sono davvero bravi... non traspare niente dai loro volti... sarebbero spie perfette!!'
 
I pensieri di Gibbs si interrompono quando sente delle voci in corridoio.
Abby, McGee e Ducky entrano felici in cucina, notando quel meraviglioso 'quadretto famigliare'.
"Ciao a tutti! Abbiamo portato i muffin!"
Tony guarda Ziva, sorride decidendo di sorprendere i colleghi "Grazie ragazzi! Date pure a me!"
Si alza da tavola, notando i loro sorrisi scomparire, sostituiti dallo sbigottimento gwnerale.
Gibbs si gode la scena divertito, sorridendo alle loro facce.
"Ma...ma...ma... Tony!! Tu sei in piedi! E riesci a camminare!"
"Ehm... si, Abby... ma come, Gibbs non ti ha detto niente?"
Sorride molto divertito nel vedere Abby che tira un pugno sul braccio di Gibbs "Lo sapevi e non ci hai detto niente!?!?"
"Abs... io stesso l'ho scoperto solo ieri sera prima di cena... e mi hai fatto male!"
Ridono tutti nel vedere quella scena comica, si siedono tutti a tavola per gustarsi i muffin, nessuno, a parte Ducky, nota quegli sguardi fugaci tra Tony e Ziva.
"Ragazzi... non dovete dirci niente? So che state nascondendo qualcosa... sputate il rospo!"
Gibbs ci rimane male nel vedere che lui ha già capito che i due complottano alle loro spalle.
"Cavolo! Come hai capito che nascondono qualcosa?"
"Semplice, Jethro... li conosco e in più sono un ottimo osservatore!"
""E cosa ti dice che io e Ziva stiamo nascondendo qualcosa?"
"Beh... i vostri sguardi complici!"
"E se fosse tutta una messinscena? È da ieri sera che Gibbs ci tempesta di domande solo perchè ci ha lasciati qui soli... non c'è niente da dire, l'unica cosa nuova è che ora ricordo tutto alla perfezione... beh, tranne il momento dell'esplosione, quello è ancora rappresentato dal vuoto più totale!"
"Ottimo! La cosa fondamentale è che ora ti ricordi di noi, non ti sforzare a ricordare l'esplosione... il 98% delle persone che subiscono un trauma come il tuo non lo ricordano per niente, e forse è meglio così..."
"Non voglio nemmeno provarci. Quello che ricordo ora mi basta e avanza..."
 
Passano tutta la mattina a chiaccherare del più e del meno, si sentono finalmente una famiglia, di nuovo uniti.
Le chiacchere vengono presto interrotte quando sentono la porta aprirsi.
"Junior!"
Senior entra nella stanza per salutare il figlio, si blocca immediatamente quando lo vede sorridere ed alzarsi per andargli incontro ed abbracciarlo.
"Ciao Papà!"
"Ehm... mi sono perso qualcosa, a quanto pare..."
"Ricordo tutto, Papà... in parte il merito è anche tuo. Grazie di essermi stato accanto..."
Gli occhi di Senior diventano lucidi, lo abbraccia forte sorridendo "Sono contento di essere qui con te, tesoro. Mi mancavi a New York!"
"Anche tu mi sei mancato... cosa ci fai qui?"
"Sono venuto a vedere se stavi bene... a quanto pare stai magnificamente bene!!"
"Si... posso parlarti un secondo da solo?"
"Certo, figliolo!"
I due si allontanano dagli sguardi indiscreti di tutti, Ziva, al contrario degli altri, sa perfettamente il motivo per cui Tony ha voluto parlare con suo padre da solo...
"Dimmi tutto, figliolo!"
"Papà... mi sono innamorato!"
Senior lo vede illuminarsi a quelle parole e sorride "E chi sarebbe la fortunata? È per caso quello splendore che poco fa era seduta accanto a te?"
"Intuizione esatta, Papà..."
"Sapevo che lei era quella giusta per te... non posso esserne più felice!"
"Papà... ti prego di non sbandierarlo ai quattro venti come fai di solito... gli altri non lo sanno e per ora non lo devono sapere!"
"Ai tuoi ordini, Junior... sarà un segreto tra noi due soli... sono fiero di te!"
"Grazie..."
"E di grazia... mi vuoi dire che cosa avresti in mente ora?"
"Non ora, Papà... è una sorpresa!"
 
Tornano in cucina dagli altri, Tony si risiede accanto a Ziva, si parlano in uno sguardo ben notato da Gibbs, poi entrambi guardano Senior, che ricambia con un sorriso ed un occhiolino, altro gesto ben notato da Gibbs.
Rimane perplesso a guardare quella scena piena di segreti, si sente un attimo messo in disparte.
'Cosa sanno quei tre che io non so? E perchè non me lo fanno sapere?'
 
Tony e Ziva si godono la sua faccia perplessa, ridendo per ciò che succederà.
 
 













 
Ciao a tutti!
Scusate il ritardo... sono un pò impegnata in questi giorni e non ho tanto tempo per scrivere... ^^
Bene, come vi sembra questo capitolo?
Siete curiosi di sapere cos'hanno in mente Tony e Ziva?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo... probabilmente sarà l'ultimo!
A presto e recensite in tanti!!
P.S: se ancora non l'avete fatto, andate a leggere la mia ultima one shot dal titolo 'Save me from the darkness', rigorosamente TIVosa!! Datemi il vostro parere!
Baci, frencia92

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21
 
 
 
 
Dieci giorni dopo...
 
Quartier generale NCIS, ore 8.10.
 
I lavori continuano in sede per ripristinare gli uffici, Vance assiste alla ricostruzione dalle scale che portano al suo ufficio, ancora particolarmente scosso per l'esplosione che ha ucciso molti dei suoi uomini.
Gibbs, alla scrivania, parla con Fornell dei risultati sulla cattura del terrorista, ogni tanto rivolge uno sguardo a Tony, seduto alla scrivania a compilare scartoffie con McGee.
È preoccupato del fatto che Tony abbia deciso di tornare al lavoro così presto ma la cosa che gli da più fastidio è il fatto che con Ziva, quella sera, non fosse successo niente... eppure aveva dato loro il suo consenso!
 
Lo osserva lavorare in un silenzio quasi impressionante, il viso rilassato e disteso... come se tutto ciò che era successo pochi giorni prima fosse stato solo un terribile incubo.
Improvvisamente il cellulare di Tony suona, legge sullo schermo il messaggio e sorride, incuriosendo sia McGee che Gibbs.
"Hei, Tony... di chi è il messaggio?"
"Nessuno... McCuriosone..." sorride Tony mentendo spudoratamente. Legge più volte il messaggio facendolo sorridere ancora.
  'Non vedo l'ora di averti tra le coperte! ;P'
Tony inizia a distrarsi dal lavoro per rispondere.
  'Anch'io Occhioni Belli... mi sto annoiando a morte e Gibbs continua a fissarmi... 
  pensa che non me ne accorga! XD'
  'Dici che lo sa?'
  'Di noi? Mmmh... no, non penso. Si sta ancora dannando per capire cos'è andato storto...!'
 
McGee lo fissa insistentemente, lo vede ancora sorridere, quel sorriso così rilassato e spensierato che non vedeva da anni.
"Andiamo Tony... a chi stai scrivendo? E perchè sorridi? È per una ragazza, vero?"
"Pivello... vorrei un pò di privacy! Non hai niente da fare?"
Distoglie nuovamente lo sguardo, tornando a concentrarsi sui messaggi...
  'Allora significa che siamo davvero bravi... nemmeno sospetta!'
  'Lo so... è divertente vederlo sotto un'altra luce. Sembra che stia impazzendo! Oh, Zee... devi vedere la sua faccia! Se potessi gli farei una foto per mostrartela...!'
 
Ride sottovoce, attirando sempre di più l'attenzione di Gibbs.
Continua ad osservarlo per capire cosa stia succedendo ma viene distratto dall'arrivo di Senior.
"Junior, tesoro! Vieni con me... dobbiamo parlare!"
"Si, papà... arrivo."
Spaventato dalla sua voce allegra lo segue fino ad arrivare ad un corridoio isolato.
"Papà! Cosa vuoi? Così mi spaventi!!"
"Junior... hai intenzione di dirglielo?"
 
Gibbs, curioso, si nasconde accanto alla tromba delle scale per ascoltare in silenzio.
"Che cosa e a chi, papà!?"
"A Gibbs... di quella cosa..."
"No. Non farne parola con nessuno, ok? Sto provando a darti fiducia, non sprecare l'occasione!"
"Lo so, lo so... ma... voglio di più per te... per voi... vorrei che pensassi a fare un passo avanti."
"Vuoi dire..."
"Si! Sarebbe ora, figliolo. Non pensare a ciò che direbbe Gibbs, fallo e basta! È ora di crescere!"
"Beh... ok, ci penserò... ma stanne fuori, ti prego!"
"Ok. Vado a vedere se Abby ha bisogno di compagnia..."
Da una pacca sulla spalla al figlio prima di lasciarlo solo con i suoi pensieri.
Gibbs, che ovviamente ignora ciò che sa Senior, inizia a pensare al significato di quelle parole mentre, per non farsi scoprire da Tony, torna alla sua postazione.
 
'Cosa diavolo voleva dire con "fare un passo avanti"...? Cosa stanno tramando?'
I pensieri di Gibbs diventano sempre più contorti, l'unica soluzione all'enigma che trova lo fa sobbalzare.
'Vuoi vedere che... che ha deciso di abbandonare la squadra? Forse ha ricevuto a mia insaputa una proposta di lavoro più profiquo per avanzare in carriera! Forse è questo ma non vuole dirmelo! Forse ha paura che mi opponga... e probabilmente sarebbe proprio quello che farei!! 
E adesso? Cosa dovrei fare?! Non voglio che vada via... mi mancherebbe troppo, non lo sopporterei...'
 
"Ehm... Capo?" McGee interrompe bruscamente i suoi discorsi mentali, pentendosene subito dopo per l'occhiataccia ricevuta in regalo.
"Cosa vuoi?!"
"Io... volevo informarti che... Tony si è messo d'accordo con Vance... per tornare a casa prima."
Si blocca un istante, di nuovo quel pensiero fisso torna a tormentarlo...
'Sarà andato a casa per far le valigie...? Allora... HA DECISO DI PARTIRE!!!"
 
Con uno scatto si alza dalla scrivania, lasciando McGee allibito, si mette a correre come un disperato verso l'ascensore e ci si infila dentro poco prima che le porte si chiudano.
Solo in ascensore, aspetta che le porte si aprano sul parcheggio camminando in cerchio per cercare di stare calmo mentre tamburella con le dita nervosamente sulle braccia incrociate.
Si aprono le porte, così si fionda in auto per raggiungere l'appartamento di Tony dove è tornato a vivere da poco dopo l'esplosione.
'Sono ancora in tempo, sono ancora in tempo!' pensa mentre corre per le strade bruciando alla massima velocità i cinque semafori rossi presenti sul suo cammino.
Inchioda davanti all'entrata dell'edificio, solo allora si ferma un attimo a pensare a cosa dirgli per farlo eventualmente desistere.
In quel momento, poco più avanti, vede distintamente un'auto che gli pare famigliare: l'auto di Ziva.
 
Tony, appena tornato a casa, si fionda sulle morbide labbra di Ziva, che lo aspettava per pranzare insieme.
"Buongiorno..."
"Buongiorno a te... sembri così di buon umore...!"
"Beh, questo è merito di Gibbs... mi sta spiando per sapere il motivo per cui noi 'non stiamo insieme'... la cosa mi sta davvero divertendo!"
"Ahahah... non ho dubbi! Comunque... mi sarei aspettata un comportamento simile da Abby, non certo da Gibbs!"
"Si, lo so... è strano... ma è divertente! Chissà quanto durerà, non voglio che si senta male per colpa mia..."
"Oh, non preoccuparti! Gibbs ha un forte autocontrollo, saprà gestire la cosa e un giorno... molto, molto, mooooolto lontano saprà di noi... e finalmente accetterà la cosa."
"Già, hai ragione... hai sempre ragione. Oggi ti ho già detto che ti amo?"
"Si, ma non smettere di ricordarmelo... non mi basta mai! A volte faccio fatica a crederlo... sembra un sogno!"
"Tu sei un sogno, Zee..."
A quelle parole Ziva sorride, tornando sulle sue labbra per baciarlo con più passione dei baci precedenti.
Si staccano solo un momento per respirare "Ti amo."
"Ti amo anch'io."
Lui si avvicina a Ziva tenendola stretta con una mano sul fianco e l'altra ad accarezzarle il viso, si baciano di nuovo, un bacio lento, sentito. Le cose iniziano a sfuggirgli di mano, Ziva si ritrova con le spalle al muro mentre Tony assaggia la giugolare che batte forte sul suo collo.
 
Improvvisamente qualcuno bussa alla porta. Qualcuno molto impaziente.
Si ricompongono un attimo, poi Tony va ad aprire, trovandosi davanti un agitatissimo ed incontrollabile Gibbs.
Ziva si avvicina a Tony, rimasto a bocca aperta, per sussurrare divertita "Come ti dicevo... visto che autocontrollo? Guarda che faccia disperata!"
Entrambi scoppiano a ridere vedendo l'espressione di Gibbs.
"Vedete di piantarla! Tony... dimmi che non è vero..."
Tony, pensando che ormai abbia scoperto tutto, guarda con aria interrogativa Ziva poi si rivolge a Gibbs.
"Lo sospettavo... sapevo che prima o poi lo avresti scoperto..."
"Ma... perchè mi hai nascosto la verità! Ne potevamo discutere prima..."
"Io non voglio discutere di niente... è una decisione che non spetta a te!!"
"Tony... tu sei la mia famiglia! Non puoi decidere le cose senza nemmeno avvisarmi! Ma... ormai è troppo tardi..."
Tony e Ziva si guardano perplessi "Troppo tardi per cosa?"
"Per farti rimanere... se hai scelto di andartene... non mi opporrò. Non posso farti questo..."
"Andarmene? Ma di cosa parli! Dove vuoi che vada??"
Per un attimo regna il silenzio. Entrambi si stavano riferendo a cose diverse e non si capiscono.
"Tony... tu... non te ne vai?"
"No, perchè dovrei? Questa casa mi piace!"
"Ma allora... quel discorso con tuo padre? Ha parlato di un passo avanti... cosa intendeva?"
Tony, che avrebbe preferito aspettare per mettere in ordine le idee, si ritrova costretto a confessare, cogliendo poi di sorpresa Ziva.
"Mio padre intendeva questo..." dalla tasca del sopprabito prende una scatolina ricoperta di velluto blu, davanti allo sguardo meravigliato di Gibbs, Tony s'inginocchia davanti a Ziva, sorpresa quanto Gibbs.
"Ziva... avrei voluto farlo stasera o al massimo domani per prepararmi meglio, ma visto che siamo in ballo... 
Ziva David... vuoi sposarmi?"
Gibbs rimane di stucco, meravigliato dal gesto del suo agente.
Osserva Ziva asciugarsi le lacrime, scossa dall'emozione per quella proposta così attesa.
Lo guarda negli occhi, li vede così lucenti, così felici, vede quel suo fantastico sorriso mozzafiato... sorride, un vero sorriso felice che per anni nessuno aveva mai più visto, prende l'anello tra le mani e lo infila nell'anulare, ammirandone lo splendore.
Rivolge di nuovo lo sguardo a Tony, sorridendo più che mai "Si, Tony... voglio sposarti!"
Abbassa il viso sul suo e lo bacia, tutto sotto gli occhi esterrefatti e sbigottiti di Gibbs.
'Ora capisco... che mi serva di lezione la prossima volta! Mel'hanno fatta pagare...' pensa Gibbs che finalmente sorride.
Tony abbraccia Ziva, lasciandola sfogare dalla tensione, sorride allo sguardo fiero di Gibbs mentre si avvicinano per stringersi la mano.
"Congratulazioni, Tony... sono davvero fiero di te!"
"Grazie Gibbs... di tutto."
"Mi avete ingannato... ma non provateci mai più! Ora dovete farlo sapere agli altri... o Abby vi ucciderà senza lasciare traccia!!"
"Certo, Capo..."
 
Sorridono, pensando che finalmente si può voltare pagina per ricominciare a vivere.














Ebbene, la storia finisce qui!
Spero di avervi appassionato, divertito e fatto piangere. Voglio ringraziarvi tutti per le numerose recensioni fantastiche e per aver seguito le mie idee pazze.
Ringraziamenti speciali a: Meggie90, Antney, LaGianolik, Ziva4ever, TinaTiva99, 21giulia94, Happy Zuccherino, Bakyta12, cheesecakeTIVAfan, CCSerena89, Anny_97 e tutti quelli che recensiranno in seguito, seguiranno, ricorderanno o metteranno tra i preferiti questa storia. 
Grazie davvero a tutti, mi avete commosso! :')
Ora vi saluto e vi invito a leggere le mie storie, per chi ha delle idee o spunti per una storia non esiti a dirmelo!
Baci, frencia92
 

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