Il Caso K

di geval
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Giorno ***
Capitolo 2: *** Secondo Giorno ***
Capitolo 3: *** Terzo Giorno ***



Capitolo 1
*** Primo Giorno ***


-Ordine, ordine! Fate silenzio!- disse energicamente il giudice, mentre sbatteva con vigore il martello di legno. La gremita folla che riempiva l'aula del tribunale si ammutolì di colpo. Oggi era il primo giorno di un processo importantissimo e Phoenix era teso come mai, un po' a causa della gravità dei fatti accaduti, un po' perché il procuratore assegnato al caso era il suo amico Miles Edgeworth. L'idea di doversi scontrare con lui lo metteva a disagio, ma allo stesso tempo sapeva di dover fare affidamento a tutta la sua professionalità per il bene del cliente che difendeva, visto che le accuse erano davvero pesanti.

-Bene, come sapete il processo avrà una durata di tre giorni, a partire da oggi.- disse il giudice ad alta voce. Il suo sguardo era rivolto al procuratore. -Signor Edgeworth, vuole introdurre il caso?-

-Con piacere vostro onore.- rispose prontamente Miles. -L'imputato è il signor Choi Seung-Hyun, meglio noto come T.O.P, ventisei anni, sudcoreano. È accusato dell'omicidio del trentaseienne Park Jae-Sang, in arte PSY, noto cantante anch'egli sudcoreano. I due erano qui a Los Angeles per presenziare ad una importante festa organizzata da YG Entertainment, con lo scopo di esportare il K-pop in tutto il mondo. Grazie alle prove inconfutabili di cui disponiamo, confido di poter provare la colpevolezza di T.O.P senza alcun dubbio.-

-Molto bene. Signor Wright, vuole aggiungere qualcosa?- disse sempre il giudice, questa volta con lo sguardo diretto verso l'abilissimo ed eccentrico avvocato difensore.

-Si vostro onore. Così come il signor Edgeworth è convinto della colpevolezza del mio assistito, io sono convinto della sua innocenza, e mi batterò duramente per far sì che egli venga scagionato da ogni accusa.- replicò Phoenix deciso. La tensione che avvertiva prima di iniziare era in parte svanita. Non che la situazione fosse migliorata nel frattempo, però una volta che un processo aveva inizio, lui riusciva a concentrarsi a fondo su di esso, dimenticandosi di tutto il resto.

-Facciamola breve: vostro onore, vorrei chiamare a deporre il detective Gumshoe.- chiese il giovane procuratore, mostrando fin dal principio una grande sicurezza.

-Molto bene. Il signor Gumshoe si rechi al banco dei testimoni.-

Obbedendo al giudice, Dick si diresse prontamente verso la zona indicata. Il detective era un uomo sulla trentina, dai capelli spettinati, e con addosso il suo fedele impermeabile verde.

-Detective, esponi i fatti.- gli comandò il procuratore.

-Si, subito. Allora, il cadavere è stato rinvenuto in una delle stanze secondarie della villa verso la mezzanotte, ovvero circa dieci minuti dopo la morte, secondo l'autopsia. Il decesso è stato causato da una ferita d'arma da taglio al cuore. L'arma del delitto è un normale coltello da tavola che l'assassino ha cercato di far sparire, ovviamente senza successo, gettandolo in un bidone dell'immondizia. Le uniche impronte rilevate sull'arma appartengono a T.O.P, cosa che logicamente fa supporre sia il colpevole.- disse Gumshoe, cercando di apparire il più professionale possibile.

-Tutto qui? Voglio dire, non c'è altro a parte l'arma?- chiese Phoenix, ben consapevole che a volte sono i dettagli che sembrano insignificanti a fare la differenza.

-Io credo che sia già ben più che sufficiente.- commentò Edgeworth, mostrando un sorriso malizioso.

-Non vorrai farmi credere che l'unica cosa trovata dagli agenti sia il coltello! E comunque, l'arma da sola non è certo sufficiente. Ad esempio, che motivo avrebbe avuto T.O.P di compiere quel gesto? Quale vantaggio avrebbe ottenuto eliminando PSY?- disse Phoenix per niente intimorito dal suo rivale. Lui si fidava del suo cliente, era certo della sua innocenza perchè gliela aveva letta negli occhi. Ma d'altro canto sapeva che convicere il giudice sarebbe stato un altro paio di maniche. Doveva trovare qualcosa a cui aggrapparsi, qualcosa che avrebbe potuto far crollare le accuse.

-Se è un movente che vuoi, un movente avrai. Ma non ora.- rispose Edgeworth, sempre ostentando grande sicurezza. -Gumshoe, forza, rispondi alla domanda dell'avvocato difensore.-

-Beh più che una cosa trovata, ci sarebbe una cosa mancante. Il portafogli della vittima. Sappiamo che PSY l'aveva regolarmente con se, grazie ad alcune testimonianze, eppure non siamo riusciti a trovarlo da nessuna parte. L'ipotesi più probabile è che sia stato rubato dall'omicida, dopo aver compiuto il delitto.- disse il detective grattandosi la testa.

-Ma non ha alcun senso. T.O.P non ha certo bisogno di rubare dei soldi, andiamo!- affermò Phoenix, contrariato dalle conclusioni affrettate di Gumshoe.

-Obiezione! Certamente l'imputato non aveva bisogno di quei pochi spiccioli, ma potrebbe comunque averlo preso per simulare un tentativo di rapina.- esclamò prontamente Edgeworth.

-Un tentativo di furto in una festa privata con tanto di sorveglianza? La cosa continua a non essere per niente credibile.- concluse l'abile avvocato. Effettivamente il ragionamento dell'accusa era un po' troppo superficiale.

-Ok, allora mettiamola così: e se dentro il portafogli ci fosse stato qualcos'altro oltre ai soldi? Qualcosa per cui vale la pena uccidere?-

-Questo è già più logico, te lo concedo. Però durante le perquisizioni di rito, il portafogli non è stato trovato. Come mai?-

-Beh, T.O.P potrebbe averlo nascosto da qualche parte, con l'intento di recuperarlo successivamente.- disse Edgeworth, cercando di ragionare per fare luce sull'accaduto.

-Obiezione! Secondo te l'imputato sarebbe riuscito a nascondere il portafogli così bene da non essere ancora ritrovato. Ma se T.O.P fosse stato in grado di fare ciò, perchè non farlo anche con l'arma del delitto? Non era forse altrettanto importante nasconderla?- esclamò Phoenix, sicuro di aver trovato una falla, per quanto piccola, nella ricostruzione dell'accusa.

-Forse ha agito frettolosamente, o magari non pensava che trovando l'arma potessimo inchiodarlo alle sue responsabilità così facilmente.- disse Edgeworth, con un tono leggermente meno sicuro rispetto a prima. L'obiezione della difesa era sensata, e lo sapeva. -O magari non è proprio pratico di queste cose.-

-Iris e Commitment. Sa cosa sono?- chiese Phoenix al rivale.

-No... Dovrei?-

-Sono rispettivamente una serie TV ed un film, tutti e due sull'argomento spionaggio. T.O.P recita in entrambi. Ok, questo non fa di lui una spia anche nella vita vera, ma direi che possa arrivare senza problemi a capire che un'arma del delitto con sopra le proprie impronte digitali è pericolosa e va fatta sparire.- concluse Phoenix, sferrando un piccolo ma duro colpo all'accusa.

Miles Edgeworth rimase in silenzio per qualche secondo, incapace di replicare alla logica dell'avvocato, che appariva ferrea. Decise dunque di sfoderare il suo secondo asso nella manica.

-Molto bene, se vuoi giocare duro ti accontento.- disse con espressione seria. -Volevi un movente, no? Bene. Chiamo a testimoniare Lee Chae-Rin.-

Una giovane donna si alzò dal pubblico e si diresse a passo spedito al banco dei testimoni, sostituendo il Detective Gumshoe. Era ben vestita ed aveva dei lunghi capelli biondi, chiaramente tinti, raccolti in una coda di cavallo.

-Lei è Lee Chae-Rin, in arte CL, del gruppo musicale 2NE1?- domandò Edgeworth, di fatto introducendo la ragazza a coloro che non avevano il piacere di conoscerla.

-Si, sono io.- rispose la giovane, senza troppi fronzoli.

-Ed era regolarmente presente alla festa, assieme agli altri membri del suo gruppo?-

-Si, esatto.-

-Bene. Signorina Chae-Rin potrebbe...-

-CL prego.- lo corresse subito la ragazza, interrompendo la frase a metà.

-Mi scusi?-

-Preferirei essere chiamata CL, se non le dispiace.-

Edgeworth rimase interdetto per qualche istante, ma decise di assecondare la richiesta. -Ok, come vuole. Dicevo, signorina CL potrebbe raccontarci della conversazione fra PSY e T.O.P? Credo che il signor Wright la troverebbe molto interessante.-

-Certamente. Allora, ero andata un attimo al bagno, saranno state le ventitrè e mezza, più o meno. PSY e T.O.P erano in una stanza vicina e stavano discutendo ed alta voce. Non so quanto la cosa possa esservi utile, ma ricordo di aver sentito PSY minacciare di rivelare pubblicamente "la relazione". Si, l'ha definita così. Questa è l'unica cosa che ricordo di quella conversazione.- disse la giovane, piuttosto sicura di sè.

-Quindi si potrebbe dedurre che PSY stasse ricattando il suo collega. Lei che ne dice? Le ricordo che è sotto giuramento.- la incalzò prontamente Edgeworth.

-Beh, non è che abbia sentito proprio tutta la discussione. Però messa così, direi di si. Insomma, è plausibile pensare sia andata così.- rispose CL, dando corda alle conclusioni dell'accusa.

-Direi che abbiamo trovato il movente. E che movente!- concluse il giovane procuratore, nuovamente sicuro di avere in pugno il processo.

-Un momento! Ho il diritto di contro-interrogare il testimone!- esclamò Phoenix contrariato. Una testimonianza di questo tipo era davvero quello che non ci voleva, e sapeva che una volta sommata all'arma del delitto, non sarebbe bastato il mistero del portafogli ad evitare la condanna. Doveva assolutamente trovare qualcosa a cui appigliarsi, e doveva farlo ora.

-Ma certo, la testimone è tutta sua.- rispose Edgeworth, sfoggiando l'ennesimo sorriso beffardo.

-Signorina CL, lei ha detto di aver sentito l'imputato e la vittima discutere. Ma li ha anche visti, per caso?- domandò Phoenix senza aver ancora un piano ben preciso.

-Beh... no. In effetti no. La porta era chiusa, ma parlavano a voce alta, per cui li ho sentiti comunque.- rispose CL, apparendo piuttosto sincera.

-Quindi non può dire di essere sicura che fossero proprio T.O.P e PSY a discutere.- disse l'avvocato difensore, tentando di trovare una falla nella testimonianza.

-Invece ne sono piuttosto certa, dopotutto conosco bene le loro voci. Poi parlavano in coreano. Insomma, direi di esserne sicura.- affermò CL, un po' contrariata dalle insinuazioni della difesa.

-Però non può escludere a priori che si trattasse di qualche imitatore, magari molto bravo. Oppure una qualche conversazione registrata in precedenza.- le rispose Phoenix, cercando di apparire il più sicuro possibile. Sapeva che quello che stava dicendo era piuttosto improbabile, eppure non aveva niente per le mani. Decise dunque di bluffare per guadagnare un po' di tempo.

-Obiezione! Quello che l'avvocato afferma non ha alcun senso!- lo interruppe Edgeworth, intuendo il piano di Phoenix.

-Beh, l'arma del delitto presenta le impronte digitali del mio assistito. Se lui è davvero innocente come credo, allora significa che qualcuno lo ha incastrato. Quindi non possiamo escludere a priori l'idea della conversazione fasulla.- ribadì l'avvocato, continuando a percorrere la strada del bluff, più per mancanza di alternative che per altro.

-Tutto questo è molto interessante, signor Wright. Credo che però si sia dimenticato di un piccolo particolare: le prove. Ne ha qualcuna a sostegno della sua strampatala tesi?- disse Edgeworth, ostentando un'enorme sicurezza.

-L'accusa ha ragione, signor Wright. Ha qualche prova da presentare?- aggiunse il giudice, che naturalmente concordava con il procuratore. In un tribunale le prove sono tutto. Phoenix lo sapeva bene. Purtroppo non ne aveva alcuna a disposizione. E non era neppure riuscito a trovare una falla valida nella deposizione di CL. La situazione stava peggiorando rapidamente.

-Beh, veramente io...- disse quest'ultimo, senza la minima idea di come replicare. Purtroppo per lui Edgeworth era un avversario temibile, e non aveva avuto alcun riguardo nonostante la grande amicizia che li legava. Ma non gliene faceva una colpa, dopotutto stava solamente facendo il suo lavoro.

-Come immaginavo. Tutto fumo e niente arrosto.- commentò il procuratore, visibilmente entusiasta all'idea di chiudere il processo con una vittoria così brevemente.

-Signor Wright, se non ha niente da aggiungere, mi vedo costretto ad emettere il verdetto. Purtroppo per il suo cliente, le prove sono schiaccianti.- affermò il giudice, in tono autorevole.

"Andiamo Phoenix, pensa! Che cavolo, ci deve pur essere qualcosa che puoi fare o che puoi dire! Non può finire così!" pensò l'avvocato difensore, mentre le mani gli scivolavano freneticamente fra i capelli, purtroppo senza successo. Non c'era nemmeno la sua assistente Maya Fei a dargli manforte. Per la prima volta dopo molto tempo si ritrovava da solo. E, purtroppo, stava per combinare un gran casino.

-Molto bene.- affermò il giudice. Poi afferrando il martello di legno, disse: -Data la gravità dell'atto commesso, e dall'inconfutabilità delle prove presentate dall'accusa, dichiaro l'imputato, il signor Choi Seung-Hyun, detto anche T.O.P, colpev...-

-Un momento!- una voce interruppe il verdetto del giudice, che si ammutolì immediatamente dalla sorpresa. Phoenix stesso era incredibilmente stupefatto da quanto accaduto.

-Signor Edgeworth? Stavo pronunciando il verdetto di colpevolezza, che poi suppongo sia quello che vuole in quanto procuratore. Non capisco perchè interrompermi...- disse confuso il giudice.

-Lo so vostro onore, e mi scuso per averla interrotta. Però... devo ammettere che una cosa non mi torna. Le affermazioni della difesa sono state piuttosto strampalate, d'accordo, però la cosa del portafogli non quadra nemmeno a me. Credo sia saggio rimandare il giudizio a domani, in modo da permettere agli agenti di effettuare un secondo sopralluogo. Giusto per essere sicuri che non ci sia sfuggito niente.- spiegò Edgeworth, lasciando interdetti tanto il giudice quanto la difesa.

"Miles... avevi vinto... ma che diavolo stai facendo? Non starai cercando di prolungare il processo per darmi tempo di trovare delle prove decisive, vero?" pensò Phoenix, incredulo ma anche felice per il comportamento dell'amico/rivale. "Sei una canaglia, te lo devo riconoscere..."

-D'accordo, un giorno di sospensione sia. Anche se non ne capisco i motivi.- affermò il giudice. Quindi battè con vigore il martello, ed aggiunse: -La seduta riprende domani alle otto.-

L'aula si svuotò rapidamente. Phoenix si ricongiunse con G-Dragon, grande amico e collega di T.O.P, nonchè colui che gli aveva chiesto di accettare il caso.

-Beh non è andata poi così male, dai.- disse quest'ultimo, sollevato dall'inaspettata piega positiva degli eventi.

-Non direi. Il giudice stava per emettere il verdetto, e ti assicuro che non avrebbe pronunciato la parola innocente. Non fosse stato per Edgeworth il processo sarebbe già finito.- commentò Phoenix duramente. Poi alleggerì il tono, per cercare di rincuorare il suo interlocutore. -Comunque si, abbiamo un giorno a disposizione. Cerchiamo di non sprecarlo.-

Mentre i due parlavano, Edgeworth passò di fianco al suo amico senza dire una parola. Phoenix lo vide con la coda dell'occhio.

-Ehi Miles! Non avrai mica fatto quello che penso!- gli disse quest'ultimo, con voce amichevole.

-Perchè, cosa avrei fatto?- replicò il procuratore, utilizzando un tono più freddo rispetto al rivale.

-Dai, andiamo! Quello che hai detto alla fine... l'hai fatto apposta per darmi un giorno in più?-

-E perchè avrei dovuto fare una cosa tanto stupida? Sei proprio un pivello...- concluse sempre freddamente Edgeworth, per poi girarsi ed abbandonare la zona.

-Se lo dici tu... comunque... grazie!- aggiunse ad alta voce Phoenix, sicuro che l'amico l'avesse aiutato volontariamente.

-E ora che si fa?- chiese confuso G-Dragon.

-Direi che è il momento di fare un paio di domandine al tuo amico...-



 

T.O.P sollevò la cornetta telefonica con la mano destra, portandosela all'orecchio. Il suo sguardo era rivolto principalmente al caro amico G-Dragon, seppur fosse Phoenix colui ad impugnare l'altro ricevitore.

-Di cosa mi voleva parlare, signor Wright?- gli chiese con voce tremolante. L'esperienza carceraria, per quanto breve, stava già manifestando i primi effetti negativi sulla sua persona.

-Di due cose. Partiamo dal principio. Mi potrebbe spiegare come mai sull'arma del delitto sono state rinvenute le sue impronte digitali?- domandò prontamente l'avvocato. Il coltello era una prova schiacciante, e se voleva avere una chance di scagionare il suo cliente doveva saperne di più al riguardo.

-Io... io non ne ho idea... non ho ucciso io PSY!- esclamò il cantante, che voleva fortemente gridare la propria innocenza ai quattro venti.

-Le credo, le credo. Però rimane il fatto che sull'arma del delitto ci siano le sue impronte. E se non capisco come la cosa sia potuta accadere, abbiamo ben poche speranze di vittoria.- disse Phoenix, cercando di tranquillizzare il suo interlocutore.

-Ehi, forse lo so io!- disse all'improvviso G-Dragon. -Alla cena abbiamo usato quello stesso tipo di posate, magari è lo stesso coltello che hai utilizzato tu!-

-Oh cazzo, hai ragione! Dev'essere andata per forza così!- concordò T.O.P.

-Cena? Quale cena?- chiese confuso Phoenix.

-Due ore prima festa c'è stata una cena di lavoro, sempre alla villa.- gli spiegò G-Dragon.

-E durante questa cena, avete utilizzato delle posate simili al coltello incriminato?-

-Si, esatto!-

-Oh cazzo, questo cambia tutto! Quando pensavate di dirmelo?- chiese Phoenix in un misto di contrarietà e gioia.

-Ci scusi signor Wright, ci eravamo dimenticati di questo particolare.- gli rispose T.O.P, sinceramente dispiaciuto per aver omesso un dettaglio così importante.

-Ok fa niente, l'importante è che finalmente abbiamo una pista.- disse l'avvocato, che finalmente vedeva una luce di speranza. -Ditemi, chi era presente alla cena?-

-Uhm... beh, c'eravamo noi due, PSY, CL, Minzy, che sarebbe un'altra componente dei 2NE1, Teddy Park e Danny degli 1TYM, ed ovviamente Yang Hyun-Suk, il presidente della YG Entertainment.- rispose T.O.P, che ricordava bene tutti i presenti.

-Molto bene. Escludendo voi due, ed ovviamente PSY, abbiamo un totale di cinque potenziali colpevoli. Non sono pochi, ma perlomeno non brancoliamo più nel buio.- affermò deciso Phoenix.

-Come fa ad essere sicuro che uno di loro cinque sia il vero assassino?- gli chiese G-Dragon.

-Molto semplicemente, se l'arma del delitto è lo stesso coltello utilizzato a cena da T.O.P, allora può essere stato solamente qualcuno che avrebbe potuto impossessarsene. E gli unici che avrebbero potuto farlo sono coloro che hanno presenziato a tale cena.- spiegò brevemente l'avvocato.

-Ma potrebbe essere stato uno dei camerieri. Non può escludere questa possibilità a priori.- chiese nuovamente G-Dragon, non ancora convinto dalle parole precedenti.

-È un'ipotesi poco probabile. Se è vero che T.O.P è stato incastrato, dev'essere stato qualcuno che ne avrebbe tratto beneficio. E che soprattutto avrebbe avuto il tempo di studiarsi un piano nei minimi dettagli. Non può essere stato un cameriere.- disse sicuro Phoenix, convinto di aver ormai mosso i primi passi verso la direzione giusta.

-Eppure... non ho idea del perchè qualcuno di quei cinque dovrebbe farmi questo...- affermò T.O.P, non nascondendo un'aria di tristezza.

-Il motivo lo scoprirò, te lo prometto. Ora però devi rispondere alla seconda domanda.-

-Mi dica.-

-Ammettiamo che CL abbia sentito correttamente. Quale sarebbe questa fantomatica "relazione", di cui avreste parlato lei e PSY?- chiese Phoenix, pur sapendo di toccare un potenziale tasto dolente. Doveva sapere il più possibile su tutti ifatti accaduti.

-...- T.O.P rimase in perfetto silenzio per svariati secondi, con lo sguardo abbassato.

-Andiamo! Vuole che la tiri fuori di prigione o no? Non può nascondermi un elemento così importante!- insistette Phoenix. -Le ricordo che sono obbligato a mantenere il segreto professionale, non potrei dire a nessuno questa cosa.-

-Beh... è un po' imbarazzante...- disse T.O.P balbettando.

-No, ha ragione. Dobbiamo dirglielo.- lo interruppe G-Dragon.

-Ma se questa cosa dovesse sapersi... sarebbe un disastro!- rispose contrariato il suo amico.

-Ma se tu dovessi finire in galera... ne morirei...- aggiunse immediatamente il secondo sudcoreano, mentre una lacrima gli fuoriusciva dall'occhio sinistro, accarezzandogli il viso. I due amici avevano appoggiato il palmo sullo spesso divisorio in plexiglass, sovrapponendole una sull'altra.

-Non ditemi che...- affermò Phoenix, che aveva ovviamente capito la situazione.

-Si signor Wright. Noi due abbiamo una relazione sentimentale.- gli rispose G-Dragon.

-Ci amiamo. Ma purtroppo siamo costretti a farlo in segreto...- aggiunse T.O.P, con un misto di orgoglio, felicità e timore. -La gente non capirebbe...-

-E fatemi indovinare: PSY aveva scoperto tutto...- disse Phoenix, mentre si passava una mano sulla fronte. La situazione era improvvisamente tornata cupa.

-Si, sono anni che ci ricattava. In cambio del suo silenzio, siamo stati costretti a scrivergli parecchi pezzi. Incluso Gangnam Style...- rispose G-Dragon, senza nascondere la sua amarezza.

-Cazzo! Questo non è un movente... è un super-movente!- esclamò l'avvocato, per nulla felice di aver scoperto questo fatto.

-Ma non sono stato io ad ucciderlo!- disse ancora una volta T.O.P.

-Ho capito, ma le posso assicurare che, nel caso in cui l'accusa dovesse scoprire questa cosa, per lei si metterebbe davvero molto male. Le tocca sperare che PSY non abbia lasciato copie cartacee, o fotografie compromettenti.- gli rispose Phoenix, cercando di fargli capire la gravità della situazione. Poi dopo qualche secondo, aggiunse: -Oh cazzo! Il portafogli!-

-Cosa c'entra il portafogli?- chiese G-Dragon confuso.

-PSY vi ricattava, ed è stato ucciso. Il suo portafogli è misteriosamente sparito. Scommetto la mia spilla da avvocato che dentro di esso è racchiusa la chiave per risolvere questo caso.- spiegò Phoenix ai due sudcoreani. -Ma purtroppo è sparito... E soprattutto la polizia sta facendo delle nuove ricerce, guidati personalmente da Edgeworth... Dannazione, devo andare subito alla villa!-

-La prego, faccia del suo meglio signor Wright. Sono nelle sue mani...- disse T.O.P speranzoso.

-Non preoccupatevi. Farò di tutto per strappare un verdetto di non colpevolezza.- esclamò Phoenix, mentre si alzava per lasciare la sala adibita ai colloqui con i detenuti. Ma prima di andarsene definitivamente, si girò ed aggiunse: -Toglietemi una curiosità: la villa in cui è stata organizzata la festa, era in affitto?-

-No, è di proprietà di Yang Hyun-Suk. L'ha comprata qualche mese fa.- gli rispose G-Dragon.

-Interessante...- commentò Phoenix, abozzando un sorriso furbetto.



 

La villa era ovviamente presidiata dalle forze di polizia. Alcuni agenti erano stati assegnati all'ingresso principale, presumibilmente con il compito di non far entrare nessun estraneo. Phoenix incluso. Eppure decise comunque di tentare con uno dei suoi bluff. Ottenere l'accesso era fondamentale.

-Buon pomeriggio, agenti!- disse rompendo il ghiaccio, sfoggiando un sorriso a trentasei denti.

-Signore, non può entrare. È in corso una importante indagine di polizia.- gli spiegò subito uno dei poliziotti.

-Certo, lo so bene. È proprio per questo motivo che mi trovo qui. Vedete, anche io partecipo a questo caso.- affermò con voce calda e amichevole.

-Mi scusi, ma è senza uniforme, quindi non è un agente. Ed inoltre lei non possiede proprio l'aria del detective...- gli rispose lo stesso poliziotto di prima.

-In effetti lei ha ragione, buon uomo. Sono l'avvocato difensore del signor Choi Seung-Hyun, l'imputato di questo reprovevole caso di omicidio. Controllate pure, questa è la mia spilla.- disse mentre indicava l'oggetto appuntato alla sua giacca blu.

-Ok. E quindi?- gli rispose ancora il medesimo agente, con fare confuso.

-Come "e quindi"? Devo entrare, ovviamente!

-Mi spiace, ma senza autorizzazione non va da nessuna parte.-

-Che storia è questa? Ho il diritto di assistere alle indagini, che cavolo!- affermò Phoenix contrariato, pur sapendo che gli agenti avevano perfettamente ragione.

-Le ripeto, mi dispiace, ma non posso farci niente.-

-Fatelo entrare, lui è a posto.- disse all'improvviso una voce proveniente aldilà del cancello. Phoenix la riconobbe immediatamente. Era Dick Gumshoe.

-Ma signore, il procuratore ha detto...- provò a giustificarsi il poliziotto, sicuro di essere dalla parte della ragione.

-Il signor Edgeworth in persona ha garantito l'accesso al signor Wright. Quindi sbrigatevi ad aprirgli il cancello.- esclamò autorevolmente il detective.

-Sì signore, subito signore!- rispose prontamente l'agente, obbedendo all'ordine.

L'ingresso si aprì, consentento a Phoenix di muovere i primi passi all'interno della proprietà. La prima cosa che gli balzò all'occhio fu il giardino: era semplicemente enorme. E non solo, era pure molto ben curato, pieno di siepi potate a regola d'arte, di lampioni in stile ottocentesco e di statue di angeli, di buon gusto però, non come quelle oscene che trovi a bizzeffe nelle ville dei rapper. La seconda cosa che notò fu l'incredibile mole di agenti della scientifica presenti. Stavano letteralmente analizzando ogni centimetro quadrato dell'area.

-Avete trovato qualcosa?- chiese a Gumshoe, confidando nel fatto che egli avrebbe sicuramente risposto.

-Per ora niente. Ma gli agenti stano rivoltando il posto come un calzino. Qualsiasi cosa ci sia sfuggita la prima volta, non sfuggirà anche oggi.- rispose il detective, con fare sicuro.

-In effetti non penso di aver mai visto una tale quantità di agenti tutta assieme...- commentò Phoenix, fra il confuso ed il divertito.

-A proposito, il signor Edgeworth mi ha chiesto di accompagnarla dentro la villa.- disse Gumshoe, col fare sbadato di chi si stava per dimenticare un compito ben preciso.

-Ok, ma per quale motivo?-

-Ah questo non lo so. Glielo dovrà chiedere lei personalmente.-

I due arrivarono al portone principale della villa, anch'essa dannatamente grande. La costruzione si estendeva su due piani, e ad occhio Phoenix stimò che dovesse avere almeno una ventina di stanze. Così come il giardino, anche lo stile dell'abitazione era retrò. Era indubbiamente un luogo di gran classe. Una volta entrati nell'atrio principale, potè constatare coi propri occhi che anche l'arredamento interno manteneva lo stesso stile ottocentesco. Allo stesso tempo però, non mancavano le comodità tecnologiche. Un televisore ultrapiatto da almeno 60 pollici era appeso ad una parete e Phoenix non riuscì a fare a meno di domandarsi a cosa diavolo servisse un apparecchio del genere in un atrio. Evidentemente doveva essere un vezzo da ricconi.

In piedi sopra i gradini della scala principale, Edgeworth stava dando indicazioni ad una mezza dozzina di agenti, che prontamente si sparpagliarono per tutto il piano inferiore.

-Signore, le ho portato il signor Wright, proprio come mi ha chiesto.- esclamò prontamente Gumshoe, con tono deciso ma allo stesso tempo rispettoso.

-Ottimo! Per favore Dick, vai a supervisionare le operazioni all'esterno. A lui ci penso io.- rispose il procuratore, con il suo classico fare sbrigativo.

-Sì signore, vado subito!- affermò il detective ad alta voce, contento di potersi rendere utile, per poi uscire subito, lasciando di fatto i due amici da soli.

-Ok Miles, cosa vuoi da me?- chiese l'avvocato, un po' a disagio dalla situazione. Nonostante si conoscessero da moltissimo tempo, Edgeworth continuava a metterlo in soggezione, di tanto in tanto.

-Sei qui per indagare, no? Bene, non ho niente in contrario. Però non ti lascerò girare da solo come se niente fosse.- gli rispose il procuratore.

-Pensavo che tu avessi del lavoro da fare. Che so, qualcosa di poco conto tipo dirigere le indagini?- disse Phoenix, nel tentativo di punzecchiarlo.

-Non sottovalutare l'efficenza dei nostri agenti della scientifica. Sono tutti ottimi elementi, ben preparati, e con esperienza sul campo. Insomma, l'esatto opposto di un pivello come te.- replicò Edgeworth, rispondendogli per le rime.

-Urgh!- esclamò Phoenix, colpito dalla provocazione del rivale.

-Bando alle ciance! Da dove vuoi cominciare? E bada bene di non farmi perdere tempo come tuo solito!- chiese prontamente Edgeworth.

-Uhm... direi dalla stanza in cui è stato consumato il delitto.- rispose Phoenix, dopo qualche istante speso a ragionare.

-Molto bene, seguimi. È al primo piano.- disse il procuratore, facendo strada all'amico. Dopo qualche minuto, i due arrivarono nella camera incriminata. Era una sorta di salottino privato, non troppo grande, ma non privo di confort. L'avvocato notò subito l'immancabile televisore appeso alla parete, oltre ad un piccolo frigo-bar ed un divano in pelle, che sembrava decisamente accogliente. Sul pavimento, in mezzo alla stanza, vi era disegnata una figura umana col gesso. Chiaramente indicava il luogo in cui era stato scoperto il corpo senza vita della vittima.

-Dì un po', cosa avete trovato in questa stanza?- chiese Phoenix all'amico, abbassandosi per osservare meglio la figura stilizzata.

-Niente di rilevante, a dire il vero. L'arma del delitto era in uno dei bidoni della cucina. In questa stanza non c'era nulla, a parte il cadavere.- gli rispose protamente Edgeworth.

-Uhm...- esclamò fra sè e sè Phoenix, mentre ruotava lo sguardo nel tentativo di analizzare al meglio la scena del crimine. I suoi occhi si soffermarono per un momento sul caminetto, posizionato sotto la televisione. Improvvisamente una lampadina gli si illuminò, e si avvicinò subito verso di esso, per osservarlo meglio.

-Ah, ho capito cosa stai cercando. Ti avviso subito che abbiamo controllato anche lì e non c'era la minima traccia di cenere. Se pensi che l'omicida possa aver fatto sparire il portafogli in quel modo, beh mi dispiace ma ti sbagli di grosso.- disse Edgeworth.

-Beh peccato, era una buona idea in fondo...- commentò Phoenix deluso. Prima di girarsi però, vide una cosa insolita con la coda dell'occhio. -Ehi, cos'è questo?-

Edgeworth si avvicinò incuriosito. In principio non vide nulla, poi dopo qualche istante capì a cosa l'amico stava facendo riferimento. Sulla punta dell'attizatoio c'era un residuo di nastro adesivo, del tipo isolante. Era difficile da notare, in quanto nero su superficie scura.

-Ehi hai ragione! È una cosa decisamente bizzarra.- affermò quest'ultimo.

-Ora vediamo: per quale motivo qualcuno dovrebbe mettere pezzo di nastro adesivo su di un attizzatoio? Dopotutto il suo unico scopo è appunto quello di attizzare il fuoco, no? Il nastro si brucerebbe subito...- pensò ad alta voce l'avvocato.

-Uhm, non ne ho idea. Comunque non puoi saltare alle conclusioni, non sappiamo ancora se questo oggetto può essere rilevante o meno ai fini del processo.- lo ammonì Edgeworth.

-Vero. Ma è altrettanto vero il contrario. E poi anche tu hai ammesso che è piuttosto insolito.- gli rispose Phoenix, sicuro che la cosa non fosse una semplice coincidenza.

-Beh, comunque dubito che questo camino sia mai stato acceso, perlomeno in tempi recenti. È fin troppo pulito. E poi sul divano c'è una termocoperta. Quindi magari il nastro adesivo è stato messo per motivi legittimi.-

-Staremo a vedere. Ora continuiamo a cercare.-

I due setacciarono per bene la stanza, alla ricerca di qualsiasi cosa sia potuta sfuggire alla scientifica. Ma non ebbero maggior fortuna.

-Stiamo perdendo tempo prezioso, Phoenix. Qui non c'è niente.- disse Edgeworth, dopo quasi un'ora di accurate indagini.

-Mi sa che hai ragione...- concordò l'avvocato, un po' deluso per non aver trovato nient'altro di particolarmente utile.

-Che si fa ora?- chiese il procuratore.

-Andiamo nella stanza in cui PSY e T.O.P avrebbero litigato. Il mio intuito mi suggerisce che ci possa essere qualcosa anche lì.- gli rispose Phoenix, con tono speranzoso e determinato.

Qualche minuto dopo, i due si erano trasferiti nel nuovo locale, al piano terra. Similarmente a quello precedente, anche questa appariva sotto forma di salottino, con la differenza che questa stanza non aveva alcun camino. Insieme controllarono dappertutto, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse anche solo sembrare utile alle indagini, ma la stanza era pulita. Non c'era niente di niente. Nemmeno la cosa più insolita.

-Andiamo, ci deve essere pur qualcosa!- esclamò Phoenix, palesemente contrariato.

-A quanto pare no...- gli rispose Edgeworth, con tono ben più tranquillo.

-Dannazione! Speravo proprio di scoprire qualcosa, oltre al fatto ormai ovvio che il padrone di casa è un fanatico della televisione.- disse seccato Phoenix, facendo riferimento all'ennesimo ed immancabile schermo al plasma. -Ehi, un momento! Sbaglio o quello è un videoregistratore?- affermò lo stesso avvocato all'improvviso.

-Direi di si. Ma non credo sia illegale possederne uno.- commentò scherzosamente Edgeworth.

-Ha pure la presa USB! Forse le mie ipotesi non erano poi tanto strampalate...- affermò Phoenix, senza prestare attenzione all'ironia dell'amico.

-Ma dai, non vorrai seriamente credere all'idea che qualcuno abbia messo su una registrazione? È assurdo!- gli rispose Edgeworth, questa volta seriamente.

-Forse non così assurdo come può sembrare. Il fatto è che T.O.P mi ha confermato di aver avuto una discussione piuttosto accesa con la vittima, ma non ricorda esattamente in quale stanza sia avvenuta. E soprattutto non ricorda bene quando.- spiegò l'avvocato.

-Beh, non fatico a credere che non si ricordi il luogo con esattezza. Questo posto è immenso! E, da quanto mi risulta, lui non era mai stato quà prima d'ora. Per quanto riguarda l'orario... ci sono decine di spiegazioni diverse. O potrebbe semplicemente averti mentito.- ragionò Edgeworth.

-Andiamo Miles! Pensavo fossi cambiato ultimamente... Non dirmi che ti interessa ancora vincere a tutti i costi!- replicò Phoenix, con una tona di disprezzo.

-Io sono cambiato! A me non interessa più la vittoria in sè. Il mio unico scopo è scoprire la verità.- gli rispose il procuratore, pungolato dalla critica, a suo dire gratuita ed ingiusta. -Piuttosto, che mi dici di te? Se T.O.P dovesse essere effettivamente colpevole... cosa faresti?-

-...- Phoenix rimase per qualche secondo in silenzio. Edgeworth gli aveva rivolto la stessa accusa, e ora si sentiva in colpa per quanto detto poco fa. -Ovviamente lo farei incarcerare senza pensarci due volte... E scusa, se ho messo in dubbio la tua professionalità.-

-Mhpf!- esclamò quest'ultimo, stizzito. -Comunque accetto le tue scuse. Ricorda Phoenix, anche se sul campo di battaglia abbiamo una divisa differente, entrambi lottiamo per lo stesso scopo.-

-Si, certo. Lo so bene. Tra l'altro, non fosse stato per il tuo intervento, ora non saremo qui a discutere di questo... Grazie ancora.-

-L'ho fatto solo perchè in effetti c'era qualche incongruenza di fondo, mica per te. È meglio controllare due volte ed essere sicuri, no?-

-Si, suppongo tu abbia ragione. Comunque è meglio tornare indietro, in questa stanza non troveremo mai niente.- affermò Phoenix, sempre in parte deluso per la mancanza di risultati.

I due tornarono all'atrio, dove Gumshoe li stava aspettando. -Signore, tutto bene?- disse il detective al suo superiore.

-Si. Voi piuttosto, avete trovato qualcosa?- chiese Edgeworth, freddo come sempre col il fido Dick.

-A dire il vero no... Nessuna traccia del portafoglio, nè in giardino, nè all'interno della villa.- rispose Gumshoe, poco contento di dare cattive notizie al procuratore.

-Dannazione, quell'oggetto era la chiave di tutto! Ne sono certo!- commentò Phoenix, più contrariato che mai. Aveva bisogno di una prova solida per contrastare le ferree teorie dell'accusa, e non ne aveva trovato nemmeno una. Aveva solo molte congetture, ma sapeva bene di non poter andare avanti a lungo solo con quelle.

-Mi spiace, ti è andata male.- gli disse Edgeworth. -Ce la farai domani a non capitolare?-

-Non ne ho idea, sinceramente... Spero di inventarmi qualcosa stanotte...-

-Inventati qualcosa di grosso, però. Il giudice non rimanderà il verdetto di un altro giorno senza prove concrete. Non ti basterà bluffare come fai di solito.-

-Lo so Miles, lo so... Dimmi una cosa, chi sarà il primo testimone domani?- chiese Phoenix, che non aveva idea di dove andare a parare.

-Dimmelo tu. Sei tu che devi provare a confutare le mie tesi, ricordi? Il processo di oggi si è praticamente concluso con una mia vittoria.- rispose Edgeworth, senza nascondere un sorriso un po' beffardo.

-Già. Err... Chi è che ha scoperto il corpo?- domandò l'avvocato.

-Una delle assistenti assunte apposta per la festa, mi pare si chiami Cindy... no, Mindy.-

-Ok, lei andrà benone.- disse Phoenix, incamminandosi verso l'uscita.

-Hai già un piano?- gli chiese Edgeworth, incuriosito.

-Non ne sono sicuro, dipende da cosa dirà la ragazza...- concluse l'avvocato, prima di uscire definitivamente dalla villa.

Era stata una giornata lunga e difficile per Phoenix, che ancora non sapeva se sarebbe riuscito a salvare il suo assistito dalla prigione. Decise comunque di tornare alla sua abitazione, per ricontrollare le carte in vista della seconda parte di processo.

"Me lo sento, domani sarà una lunga giornata..."

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Capitolo 2
*** Secondo Giorno ***


Il processo riprese in perfetto orario. Phoenix era in pessime condizioni fisiche, in quanto reduce da una nottata passata a non dormire. Aveva controllato più volte tutte le poche informazioni di cui disponeva, nella speranza di scoprire qualcosa di utile, purtroppo senza grandi risultati. Doveva nuovamente affidarsi alla sua capacità di adattarsi agli eventi, e la cosa non lo consolava molto.

-Molto bene, direi di cominciare questo secondo giorno di processo. Signor Edgeworth, mi può ragguagliare sulla vicenda del portafogli? Dopotutto è per quel motivo che ha chiesto il rinvio.- disse il giudice, che stava pregustando di tornare a casa in largo anticipo.

-Vostro onore, purtroppo l'oggetto in questione non è stato ritrovato, nonostante gli agenti abbiano lavorato duramente per setacciare ogni angolo della villa.- ammise il procuratore.

-Un vero peccato. Come intende procedere quindi?- chiese nuovamente il giudice.

-Attualmente non ho niente da aggiungere a quanto detto ieri. Ma non posso affermare lo stesso per la difesa. Chissà, magari il nostro avvocato oggi è venuto al processo preparato.- disse Edgeworth, con calma serafica.

-Signor Wright?-

-Si vostro onore, vorrei chiedere alla signorina Mindy Jostyn di recarsi al banco dei testimoni. Avrei qualche domanda da farle, se non le dispiace.- rispose Phoenix, senza avere in mente un piano ben preciso. Era sicuro di avere i pezzi del puzzle di fronte a sè, eppure non era in grado di riunirli nel modo corretto. Era ora di racimolare informazioni aggiuntive.

Una donna sui quarant'anni, con addosso un elegante tailleur nero, prese prontamente posto al banco dei testimoni. Nonostante non fosse più nel fiore degli anni, aveva preservato buona parte della sua bellezza.

-Lei è Mindy Jostyn?- le chiese Phoenix, cordialmente.

-Si, sono io.- rispose la donna.

-Signora Jostyn, ci può dire per quale motivo si trovava alla festa?-

-Sono stata assunta per supervisionare il lavoro dei camerieri, ero una delle quattro assistenti contattate appositamente per l'evento.-

-Ed è stata lei a trovare il corpo senza vita di PSY?-

-Esatto.-

-E come mai proprio lei? Voglio dire, il cadavere si trovava in una stanza minore del primo piano, mentre la festa era tutta al piano terra. Per quale motivo è entrato in quella camera?- la incalzò Phoenix, senza però abbandonare il tono cordiale di prima.

-Beh, sono entrata in quella stanza per recuperare un oggetto.- rispose la donna, restando sul vago.

-Che genere di oggetto?- le chiese l'avvocato, continuando a torchiarla.

-Non lo so, era un pacco sigillato. Il signor Yang Hyun-Suk mi disse di andarlo a prendere verso la mezzanotte, perchè il suo contenuto sarebbe servito per la festa.-

-Ma tu guarda la coincidenza! Un oggetto da recuperare nella stessa stanza in cui si è consumato il delitto, pochi minuti dopo la sua avvenuta.- affermò Phoenix, aumentando il volume della sua voce. -Questo non può essere un caso!-

-Beh... io non so cosa dirle, mi sono limitata ad eseguire le istruzioni.- commentò la donna, portandosi sulla difensiva.

-Questo pacco che fine ha fatto? Lo sa?-

-A dire il vero non ne ho idea. Appena entrata ho subito visto PSY a terra ed ho provato a soccorrerlo. Poi ho notato il sangue ed ho chiamato aiuto. Non sono più entrata nella stanza, non saprei dirle che fine abbia fatto il pacco.- rispose la donna.

-Chiedo scusa: ha appena detto che ha subito visto PSY, ma il corpo è stato rinvenuto in posizione prona. Come ha fatto a capire immediatamente che si trattasse di lui?- chiese Phoenix, continuando ad incalzare il suo testimone. Non sapeva ancora dove andare a parare, ma era certo che qualcosa sarebbe venuta a galla.

-Beh, per via della giacca di colore rosso. Era l'unico ad indossarne una quella sera.- spiegò Mindy.

-Capisco... E dopo averlo visto, si è immediatamente avvicinata nel tentativo di soccorrerlo. Lei però non poteva vedere il sangue dalla sua posizione, giusto?-

-No, infatti all'inizio pensavo potesse essere addormentato. Magari svenuto.-

-Molto premuroso da parte sua.-

-Si beh, ho fatto il mio dovere.-

-Comunque, se credeva che dormisse sul pavimento, perchè non si è limitata a chiamarlo?- chiese Phoenix, incuriosito dall'ultima frase della testimone.

-Beh, perchè io non parlo coreano. Per questo ho pensato fosse più semplice avvicinarsi per svegliarlo utilizzando il tatto.- rispose la donna.

-Poteva limitarsi a parlare inglese...- commentò l'avvocato, che continuava a non comprendere bene il ragionamento della vittima.

-Ma non mi avrebbe capito, altrimenti l'avrei fatto di certo.-

-Lei sa che PSY ha studiato in America, vero? Più precisamente all'università di Boston.- disse Phoenix, in parte confuso dalle parole della signora Jostyn.

-No... non lo sapevo...- rispose stupita Mindy. -Però è strano... ricordo di avergli parlato quella sera. Mi aveva risposto in un inglese che definire stentato è riduttivo.-

-Ma... ma non è possibile!- esclamò l'avvocato. -Le ripeto che la vittima ha studiato in america e conosceva la lingua piuttosto bene.-

-Non sto mentendo, lo giuro! Mi aveva chiesto dov'era il bagno, con grandi difficoltà.-

-Però i conti non tornano...- pensò ad alta voce Phoenix. La testimone stava dicendo la verità, ne era sicuro. Eppure non riusciva a dare una spiegazione logica a tutto questo. Forse PSY era un burlone e voleva fare la figura dello straniero ignorante? Ma a che pro? Poi all'improvviso, due pezzi del puzzle si unirono come per magia, ed ebbe un'illuminazione. -E se non fosse stato il vero PSY?-

-Come?- rispose la donna, stupita dalla conclusione dell'avvocato.

-Che cosa? Intendi dire, come se fossero presenti due PSY?- commentò Edgeworth, anch'egli piuttosto stupefatto.

-Esatto, come se ci fosse stato un sosia. Magari un professionista cammuffato ad arte per confondere i presenti.-

-Tutto questo è a dir poco assurdo!- esclamò il procuratore, sempre più incredulo.

-Beh, abbiamo visto cose ben più assurde in questo tribunale...- disse Phoenix, sicuro di essere sulla pista corretta.

-Ammesso e non concesso che tu abbia ragione, dove sarebbero le prove per dimostrare tutto questo? Voglio dire, non puoi uscirtene con una congettura del genere solo per quanto appena detto dalla testimone. Ci saranno centinaia di altre spiegazioni!-

-Effettivamente le prove non ne ho... Però... Ehi un momento, forse ho un'idea!- esclamò l'avvocato. -Ammettiamo che il sosia fosse effettivamente presente alla festa. E se l'assassino ne avesse tratto effettivo beneficio? Magari potrebbe averlo usato per crearsi un alibi!-

-Che tipo di alibi? A cosa stai pensando?- chiese Edgeworth, curioso di scoprire dove volesse andare a parare l'amico.

-E se PSY fosse morto ben prima della presunta ora del decesso?- disse sicuro quest'ultimo.

-Ma l'autopsia... ah, ora ho capito! La termocoperta!- rispose il procuratore.

-Termocoperta? Di cosa state parlando?- chiese il giudice, che stava perdendo il filo del discorso.

-Nella stanza in cui è avvenuto il delitto era presente una termocoperta, in bella vista per giunta. Il colpevole potrebbe averla usata per mantenere caldo il corpo, alternando in questo modo i risultati dell'autopsia.- spiegò prontamente Phoenix.

-Vostro onore, credo sia opportuno far analizzare la termocoperta. Se la tesi della difesa dovesse essere corretta, su di essa allora si dovrebbero trovare delle tracce ematiche, facilmente individuabili grazie al luminol.- disse Edgeworth, con tono tranquillo nonostante la difesa avesse appena estratto dal cilindro un potenziale grande punto interrogativo. Miles sapeva che se Wright avesse avuto ragione, avrebbe dovuto riconsiderare tutto il caso dal principio. Buona parte delle considerazioni fatte fin'ora diventavano assolutamente inutili, in quanto basate su elementi non più corretti.

-E perchè non è stata analizzata in precedenza?- obiettò giustamente il giudice.

-Perchè non ritevamo fosse rilevante. Pensavamo di avere già tutti gli indizi necessari per risolvere il caso. Evidentemente, ci sbagliavamo.- rispose Edgeworth. -Vostro onore, le chiedo di interrompere il processo per un'ora. Dovrebbe essere più che sufficiente per effettuare tutte le analisi.

-Uhm, d'accordo. Il processo è momentaneamente sospeso e ricomincierà fra sessanta minuti, a partire da ora.- disse il giudice, mentre batteva energicamente l'immancabile martello di legno.

Phoenix ed Edgeworth uscirono rapidamente dall'aula, incontrandosi appena fuori.

-Sai vero cosa significherebbe? Intendo, se tu dovessi avere ragione...- disse quest'ultimo al rivale.

-Si. Il processo subirebbe un forte scossone. Molte cose dovrebbero essere ricontrollate...- rispose prontamente l'avvocato.

-Si, ma volevo dire un'altra cosa. Se hai ragione su questo... potresti aver ragione anche sulla registrazione. E solo una persona avrebbe potuto preparare un piano del genere.-

-Lo so... Però non abbiamo nessuna prova per inchiodarlo. Se solo avessimo trovato il portafogli...- commentò Phoenix, in parte deluso per non poter fare di più. Perlomeno non ancora.


 

Il processo riprese con estrema puntualità, per la seconda volta in quel giorno. Il giudice ordinò subito all'accusa di riferire quanto scoperto in quest'ora di tempo.

-Si vostro onore. Ho qui il referto della scientifica. Dice che sulla termocoperta sono state effettivamente rinvenute tracce ematiche. E non solo: il DNA coincide perfettamente con quello della vittima.- esclamò Edgeworth, mentre un folto brusio si estendeva fra la folla, completamente spiazzata dalle rivelazioni. -Ora, per quale motivo c'è del sangue della vittima su di una termocoperta? Sangue che tra l'altro qualcuno ha cercato di far sparire, presumibilmente lavando la stessa. Ci sono sicuramente molteplici risposte per questa domanda. Ma onestamente, mi sento obbligato ad ammettere che l'ipotesi della difesa diventi improvvisamente piuttosto credibile. Tutto questo non può essere una semplice coincidenza, vostro onore.-

-Molto bene. Come intende procedere? È ancora intenzionato a chiedere la condanna per l'imputato?- domandò il giudice al procuratore.

-Beh, ci sono comunque alcune prove che non possiamo ignorare, come l'arma del delitto. Però a questo punto, direi che per noi diventa necessario ottenere informazioni aggiuntive. Ad esempio, su questo fantomatico ed ipotetico sosia di PSY. Chiamo quindi a deporre Yang Hyun-Suk. In quanto organizzatore dell'evento, di sicuro ci saprà dare le corrette informazioni al riguardo.- rispose Edgeworth, con la sua classica parlantina sicura.

-E sia. Fate entrare il testimone!- ordinò il giudice.

Uno degli addetti alla sicurezza del tribunale si avvicinò al magistrato, con aria di colpevolzza. -Err, vostro onore... Hyun-Suk non è presente in aula...-

-Come sarebbe a dire che non è presente?- chiese stupito il giudice.

-Beh, gli era stato recapitato il mandato di comparizione, in quanto potenziale testimone... Ma non si è presentato.- rispose l'uomo, dispiaciuto e preoccupato per la situazione problematica.

-E perchè non me lo avete detto subito?- domandò nuovamente il giudice, a metà fra il sorpreso e l'arrabbiato.

-Err, veramente non pensavamo fosse importante... Dopotutto il processo si era praticamente concluso ieri...- disse l'uomo, visibilmente imbarazzato.

-Forza, non perdiamo altro tempo. Trovate Hyun-Suk e portatelo qui! E fate presto!-

-Si vostro onore. Subito!-

"Dannazione, questo intoppo non ci voleva. Stiamo sprecando tempo prezioso!" pensò Phoenix, contrariato per la situazione.

Dopo una quarantina di minuti, l'uomo rientrò nell'aula, per ragguagliare il giudice. -Vostro onore, non riusciamo a trovarlo... Il suo telefono è spento, e nessuno sembra averlo visto nell'hotel dove alloggia, dato che la villa è sotto sequestro. Sembra essere sparito nel nulla.- disse l'uomo, con una punta di vergogna.

-Com'è possibile?- eslamò contrariato il giudice.

-Vostro onore, mi lasci organizzare le ricerche. Troveremo Hyun-Suk in tempo per domani. Glielo prometto.- affermò Edgeworth, sicuro di quanto appena detto.

-Quindi dovrei rinviare il processo di un altro giorno? Sa cosa significa questo, vero?-

-Si vostro onore, significa che tutto si deciderà domani, in un senso o nell'altro. Ma non abbiamo altre alternative in questo momento. La deposizione di Hyun-Suk è fondamentale ai fini della soluzione del caso. Non possiamo certo emettere un verdetto con così tante ombre.-

-Si, d'accordo. Riprenderemo domani. Ma faccia il possibile per trovarlo, mi raccomando.-

-Si fidi di me.- disse il procuratore


 

Fuori dall'aula, Phoenix ed Edgeworth discutevano nuovamente, ovviamente sul caso in questione.

-Che si fa quindi? Sei sicuro di riuscire a trovare Hyun-Suk?- chiese l'avvocato, piuttosto preoccupato per la situazione. Sapeva che domani era, nel bene o nel male, l'ultimo giorno di processo. E sapeva anche che la deposizione del capo della YG Entertainment era assolutamente fondamentale per dimostrare l'innocenza di T.O.P.

-Posso farcela.- disse sicuro Edgeworth, nel tentativo di rincuorare l'amico. -Piuttosto, te come intendi impiegare questa ultima giornata di indagini?-

-Per scagionare l'imputato devo ancora fare tre cose: dare una spiegazione alle impronte sull'arma del delitto, trovare il vero colpevole, e scoprire il movente per tutta questa macchinazione. Sulle prime due ho un paio di ideuzze, ma il movente è un altro paio di maniche. Se solo avessimo trovato quel maledetto portafogli...- rispose Phoenix.

-Forse potresti fare un secondo sopralluogo alla villa. O magari all'hotel in cui alloggiava PSY.-

-Si, buona idea. Farò così.-

-Ti lascio Gumshoe. Ti assisterà come possibile.- disse Edgeworth.

-Non ti preoccupare, troverò qualcosa. Ah... e grazie.-

-Per cosa?-

-Per l'aiuto che mi stai dando. Anche tu ti stai convincendo dell'innocenza di T.O.P?- chiese Phoenix.

-A dire il vero non lo so, è tutto molto complicato... Però... mi fido di te.- rispose il procuratore, prima di lasciare la stanza per organizzare le ricerche.

-Miles... sei grande....- esclamò fra sè e sè l'avvocato.


 

La suite nella quale alloggiava PSY era all'ultimo piano di uno dei più prestigiosi hotel della zona. Le ampie vetrate facevano in modo che essa fosse perfettamente illuminata, nonostante la metratura massiccia. Phoenix e Gumshoe furono colpiti dal l'odore di ricchezza che si poteva respirare a pieni polmoni. La stanza non era difatti solo molto grande, era pure arredata molto lussuosamente. L'avvocato fu particolarmente colpito dall'enorme acquario, nel quale nuovatavano molteplici pesci esotici.

-Cosa stiamo cercando esattamente?- chiese il detective, in parte incuriosito, in parte confuso.

-A dire il vero non lo so. Qualsiasi cosa, probabilmente...- rispose Phoenix, risultando tristemente onesto.

-Qualsiasi cosa è un po' vago... Voglio dire, avrà pure qualche idea. Cosa spererebbe di trovare?-

-L'ideale sarebbe qualche indizio sul movente dell'assassino. Ma dubito che saremo così fortunati. Inoltre sono pronto a scommettere che il portafogli sia ormai andato... Dopotutto l'assassino ha avuto due giorni di tempo per sbarazzarsene.-

-Però è comunque strano. Abbiamo perquisito tutti i presenti, ed analizzato tutta la villa due volte... Dove diavolo l'avrà nascosto?- disse fra sè e sè Gumshoe.

Una lampadina si accese nella mente di Phoenix. -Ehi, e se fosse qualcuno uscito dalla villa prima che il corpo fosse stato ritrovato, e quindi prima che la polizia arrivasse fermando tutti?-

-Ma questo non è possibile... Nessuno dei presenti ha abbandonato la zona, abbiamo diverse conferme su questo. Quando siamo arrivati noi, gli invitati erano ancora tutti lì. E anche assistenti, camerieri e sicurezza privata.- gli rispose prontamente il detective.

-Tutti tranne uno... il sosia di PSY.- affermò sicuro Phoenix.

-Sta forse dicendo che sia stato lui ad ucciderlo?- chiese Gumshoe confuso.

-Ma no, ovviamente no! Lui serviva a dare l'alibi all'assassino, non avrebbe mai potuto ucciderlo.- rispose l'avvocato, banalmente. -Dai forza, rivoltiamo questo posto come un calzino!-

I due setacciarono la suite centimetro per centimetro, trovando moltissime cianfrusaglie ma nulla di concretamente utile.

-Abbiamo controllato dappertutto, senza trovare niente. Maledizione.- esclamò Gumshoe contrariato.

-Non dappertutto. Manca la valigia.- gli rispose Phoenix, che non voleva ancora darsi per vinto. Aprì il bagaglio, tirando fuori ogni singolo oggetto contenuto in esso, ma ancora una volta non riuscì a trovare nulla di utile. Si mise le mani nei capelli, disperato per la mancata scoperta. Ma pochi istanti dopo riuscì a vedere una cosa insolita, grazie alla sua notevole capacità di osservazione.

-Ehi, questa valigia ha un doppio fondo!- disse ad alta voce, attirando l'attenzione del detective, che si avvicinò immediatamente per controllare coi suoi stessi occhi. Phoenix aprì anche lo scomparto segreto, trovando una sola cosa al suo interno. Un semplice, quanto potenzialmente importante oggetto. Una piccola agendina.

-Jackpot! Scommettiamo 10 dollari che quì dentro c'è qualcosa di grosso?- esclamò prontamente.

All'interno dell'agendina c'erano molte scritte, naturalmente in coreano. Ed ovviamente lui non era in grado di comprenderle. Però riuscì a capire un paio di cose. Innanzitutto, in una pagina c'era un elenco di persone, fra le quali spiccavano T.O.P e Yang Hyun-Suk. In un'altra, c'era un numero di cellulare con nome non presente nel precedente elenco: Choi Sung-Kuk.

-Purtroppo non riesco a capire molto di quanto presente... Ad esempio, le scritte collegate ai nomi. Sarei davvero curioso di scoprire perchè T.O.P e Hyun-Suk siano presenti. E poi chi è questo Sung-Kuk?-

-Beh... è presto detto.- disse Gumshoe, mentre estraeva il suo telefono. Sfilò l'agenda dalle mani di Phoenix e cominciò a comporre il numero.

-Ma che fà? È impazzito?- esclamò l'avvocato stupefatto, mentre il detective continuava imperterrito nella sua azione. Poco dopo si portò l'apparecchio al lobo destro, ed entrambi rimasero in totale silenzio per una ventina di secondi.

-Non risponde nessuno... Però il telefono è acceso. Ehi ho un'idea, chiamo la centrale e sento se qualcuno può rintracciare l'indirizzo.- disse subito dopo Dick.

Phoenix questa volta non ebbe obiezioni. Effettivamente era una ottima idea.


 

Dopo mezz'ora, i due erano giunti in un capannone abbandonato della zona industriale. Era quello l'indirizzo che Gumshoe riuscì ad ottenere tramite gli operatori della centrale. La cosa non confortava minimamente Phoenix, che aveva un bruttissimo presentimento. Dopo essere entrati, l'avvocato ebbe conferma a tutti i suoi timori. Un uomo in una pozza di sangue giacieva sul pavimento, totalmente inerte.

-Oh merda! Qua bisogna chiamare subito un'ambulanza!- esclamò Gumshoe, profondamente colpito dalla scena presente davanti a lui. Phoenix al contrario si avvicinò all'uomo, appoggiando i polpastrelli sulla giugulare, per controllare il battito.

-Lasci stare e chiami la centrale. Non c'è più niente da fare...- disse dopo averne constatato l'assenza. Subito dopo, si accorse improvvisamente della somiglianza che l'uomo aveva con la vittima precedente. Convinto che questa non potesse essere una coincidenza, ne dedusse che Choi Sung-Kuk fosse il sosia di PSY. Prese quindi un fazzoletto ed iniziò ad utilizzarlo per rovistare fra gli effetti personali della vittima, in modo da non lasciare le proprie impronte digitiali sul corpo, cosa che avrebbe sicuramente incasinato le indagini della scientifica.

-Signor Wright, cosa sta facendo?- chiese Gumshoe, preoccupato che l'avvocato potesse combinare un disastro.

Phoenix non rispose, concentrato su quello che stava facendo. Nell'interno della giacca trovò finalmente quello che stava cercando da tanto tempo. Un portafogli. Non uno qualsiasi, era quello di PSY, come indicava chiaramente la carta d'identità.

-Ecco cosa sto facendo! Trovo le fottute prove!- esclamò, finalmente soddisfatto. Ma la gioia durò poco, perchè all'interno non vi era praticamente niente. Solo i documenti, una manciata di carte di credito, ed un po' di contanti di grosso taglio. Nessun fogliettino con informazioni compromettenti, niente di insolito. Solo il semplice contenuto che una persona aspetterebbe di trovarsi nel portafogli di un uomo benestante.

-No... no... non è possibile cazzo!- urlò l'avvocato, assolutamente contrariato dalla scoperta. Si allontanò prontamente dal cadavere, con le mani fra i capelli e senza la minima idea di cosa fare, mentre la polizia scientifica faceva la sua comparsa nell'edificio, per effettuare tutte le analisi del caso. Uscì per prendere una boccata d'aria, e tentò di riordinare le idee.

"Allora, quali sono le informazioni di cui dispongo fin'ora? Il sosia era alla festa, ne sono assolutamente sicuro. E sono abbastanza sicuro che il portafogli di PSY sia uscito assieme a lui, prima che il cadavere venisse effettivamente scoperto. Anche se non ne capisco ancora il motivo... Comunque ora il sosia è morto, ed il portafogli non ha nulla di sospetto al suo interno. Eppure sono ancora convinto che la chiave di tutto fosse proprio dentro di esso. Probabilmente anche l'assassino lo sapeva, ed è per questo che ha colpito anche Sung-Kuk: per recuperare tale oggetto. Ma a questo punto perchè lasciare il portafogli sulla scena del crimine? Forse pensava che così facendo sarebbe stato meno sospetto? Non ci capisco niente... Ehi Phoenix, ti stai dimenticando di una cosa importante! L'agendina! Quì dentro c'è sicuramente qualcosa di utile, ne sono sicuro. Devo solo trovare qualcuno che mi traduca il contenuto entro domani... Ormai manca pochissimo tempo!"

All'improvviso Phoenix ebbe come una rivelazione. Come se tutti i pezzi del puzzle si fossero improvvisamente uniti fra di loro. Finalmente aveva capito com'erano andate le cose, anche se non ne aveva le prove. Ma ne era assolutamente sicuro.

-Eh eh eh, PSY vecchio furbone. Come ho fatto a non pensarci prima?- disse fra sè e sè, mentre si avvicinò a Dick. -Detective Gumshoe, mi potrebbe fare una cortesia? Avrei bisogno di tre informazioni per il processo di domani...-

-Beh, mi dica. Vedrò cosa posso fare...- rispose quest'ultimo, cercando di rendersi utile.

Phoenix avvicinò la propria bocca all'orecchio destro del detective, bisbigliandoli qualcosa. -Può farlo?- chiese subito dopo, questa volta ad alta voce.

-Si, credo di si. La seconda potrebbe richiedere molto tempo però... E la terza potrebbe non essere proprio realizzabile...-

-Beh, se le mie ipotesi sono corrette dovreste essere in grado di trovare qualcosa di scottante in quel posto. E spero vivamente che lo siano dato che altrimenti non avrei alcuna prova decisiva. Questo è il mio vero asso nella manica...- disse Phoenix, prima di lasciare la zona per cercare qualcuno che potesse aiutarlo a tradure l'agendina. Anche quella era sicuramente una prova decisiva, ed era sicuro come non mai che l'avrebbe aiutato a scagionare T.O.P. Domani era il giorno del giudizio, lo sapeva e continuava a ripeterselo in continuazione. Ma per la prima volta dall'inizio del processo, era sicuro di vederci finalmente chiaro.

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Capitolo 3
*** Terzo Giorno ***


Per la terza volta di seguito, il processo cominciò alle otto spaccate. Phoenix era molto teso, in quanto sapeva che quello di oggi sarebbe stato l'ultimo giorno a disposizione per dimostrare l'innocenza del suo cliente. Era certo di aver capito grossomodo come fossero andati i fatti, ma non aveva ancora le prove decisive per inchiodare il colpevole alle sue responsabilità. Tutto era nelle mani del detective Gumshoe, che in passato non si era proprio dimostrato un mostro di affidabilità.

-Mi dica signor Edgeworth, avete trovato il signor Yang Hyun-Suk?- chiese immediatamente il giudice.

-Si vostro onore. L'abbiamo scovato al volante della Ferrari che aveva noleggiato in questo periodo.- rispose Edgeworth, esponendo i fatti.

-Oh bene. Si può sapere per quale motivo non si è presentato ieri?-

-...ci ha spiegato che aveva un appuntamento urgente con una persona.-

-Ma questo è inaccettabile! Assolutamente inaccettabile!- esclamò il giudice, decisamente contrariato. -Fatelo sedere subito al banco dei testimoni!-

Un uomo sulla quarantina prese posto nel suddetto banco, come ordinatogli. L'aria di superiorità che ostentava stava mandando su tutte le furie Phoenix.

"Ma tu guarda che sbruffone! Ora ci penso io a te!" pensò, deciso come non mai a bettergli i bastoni fra le ruote. Perchè ne era convinto. Convinto che fosse proprio lui l'artefice di tutto. Ora doveva solo dimostrarlo, e sapeva che non sarebbe stato facile. Ma ci avrebbe provato con tutte le sue forze.

-Signor Hyun-Suk, come giustifica la sua assenza di ieri?- gli chiese subito il giudice, con tono intimidatorio.

-Beh, pensavo che il processo fosse già terminato dopo il primo giorno e che quella di ieri fosse più una formalità che altro. Per questo non sono venuto. Pensavo che avrei sprecato il mio tempo.- rispose il testimone, con una notevole dose di spavalderia.

-Bando alle ciance! Mi consenta di farle qualche domanda, e badi bene di dirci tutto quello che sà. Si ricordi che è sotto giuramento.- gli disse Edgeworth, anch'egli infastidito dall'atteggiamento dell'uomo.

-Ma certo, ma certo. Chieda pure, non ho nulla da nascondere.-

-Innazitutto, che cosa sa di questo fantomatico sosia di PSY?-

-Niente.- rispose Hyun-Suk, senza troppi giri di parole.

-Come niente? Lei era l'organizzatore della serata, no?- chiese Edgeworth, stupito e contrariato dalla sentenza precedente.

-Si, esattamente.-

-E vuole farci credere che non sapeva nulla del sosia? Tal Choi Sung-Kuk, trovato morto ieri pomeriggio in un capannone abbandonato della zona industriale.-

-Si. Non ne sapevo assolutamente niente.- confermò l'uomo, ostentando una grande sicurezza.

"Bugiardo del cazzo!" pensò Phoenix, che osservava con grande attenzione la scena. Aveva deciso di lasciare campo libero al procuratore, almeno per il momento.

-...- Edgeworth rimase in perfetto silenzio per qualche istante, contemplando il testimone. Quindi aggiunse: -Cosa può dirci allora del fantomatico pacco?-

-A quale pacco si riferisce?-

-A quello presente sulla scena del crimine. Quello che chiese di recuperare alla signora Mindy Jostyn.-

-Ah, si... quel pacco. Conteneva alcuni CD di una nuova band emergente, come omaggio agli invitati. Sa, per farci un po' di pubblicità.- rispose con fare calmo e tranquillo il proprietario della YG Entertainment.

-Un modo un po' insolito per farsi pubblicità... Ma comunque, perchè il pacco si trovava proprio in quella stanza?- domandò Edgeworth, deciso a fare luce sull'accaduto.

-Beh, da qualche parte doveva pur stare, no?- esclamò Hyun-Suk, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.

-...come prego? Vuole farci credere che sia una coincidenza?- chiese ancora Edgeworth, nel tentativo di incalzare il teste.

-Sinceramente non so cosa dirle. Sta forse facendo qualche accusa velata?-

-Quello che il procuratore stava cercando di dirle, signor Hyun-Suk, è che sappiamo che è stato lei a commettere l'omidicio, tentando di incriminare T.O.P per pararsi il fondoschiena.- disse improvvisamente Phoenix, interrompendo il suo lungo silenzio.

-Cosa?- esclamò il testimone, con espressione fortemente stupita. -Ha voglia di scherzare, avvocato dei miei stivali?-

-Oh, non sono mai stato più serio di così. E soprattutto ho le prove per dimostrarlo.- gli rispose Phoenix, mentendo. Sapeva di dover guadagnare tempo nella speranza che Gumshoe svolgesse l'ultima delle tre richieste, quella decisiva.

-Signor Wright, le sue accuse sono molto pesanti. È sicuro di quello che dice?- chiese immediatamente il giudice, ricordando all'avvocato che ogni sua eventuale ipotesi infondata sarebbe stata punita severamente.

-Si vostro onore. Sono sicuro.- disse Phoenix, questa volta senza mentire. Lui sapeva di avere ragione, ne era davvero convinto. Sapeva che era stato Hyun-Suk, e sapeva anche come. Doveva solo provarlo. "Dai Gumshoe, non deludermi proprio oggi..." pensò, mentre si sforzava di apparire il più tranquillo e deciso possibile.

-Molto bene. Allora proceda pure.- concluse il giudice, muovendo il capo in segno di approvazione.

-Dicevamo, signor Hyun-Suk?-

-Dicevamo che io sono ovviamente innocente. E che lei è un pagliaccio.-

-Lei è molto sicuro di sè, forse perchè convinto di non aver commesso errori, di non aver lasciato tracce. Mi dispiace contraddirla, ma si sbaglia.-

-Ah si? E come mi spiega l'arma del delitto? Se non erro non sono le mie impronte quelle ad essere presenti sul manico.- affermò sicuro il testimone, ormai diventato accusato.

-Ed è proprio qui che volevo arrivare.- rispose Phoenix, estraendo un manipolo di fogli dalla sua ventiquattrore. -Vostro onore, chiedo di aggiungere agli atti questo documento.-

-Che cosa sarebbe?-

-Una seconda analisi sull'arma del delitto.-

-Molto bene.- annuì il giudice, che naturalmente non aveva nulla in contrario.

-Vedete, c'era un dettaglio particolare sul coltello. Una cosa che ci era sfuggita la prima volta.- disse Phoenix, battendo il dorso della mano destra sui fogli. -Nell'attaccatura fra la lama e il manico sono state trovate tracce di colla.-

-E quindi? Non vorrà farmi credere che un po' di colla sia più sospetta di un set completo di impronte digitali!- affermò contrariato l'accusato.

-Oh si, perchè queste tracce sono compatibili al cento per cento col pezzo di nastro adesivo trovato sull'attizzatoio del camino presente nella scena del crimine.- spiegò l'avvocato, sfoggiando un sorriso a trentasei denti.

-Urgh!- esclamò Hyun-Suk, che come d'incanto aveva perduto buona parte della sua sicurezza.

-Può spiegarsi meglio signor Wright? Sono curioso di sentire le sue conclusioni al riguardo.- chiese il giudice.

-Certo vostro onore. Spiegherò come secondo me sono andati i fatti.- rispose prontamente Phoenix, battendo vigorosamente le mani sul banco. -Il coltello utilizzato per consumare il crimine, fa parte dello stesso servizio di quelli utilizzati durante la cena che si è svolta prima della festa, alla quale erano presenti alcuni degli invitati al party, fra i quali T.O.P, PSY e il signor Hyun-Suk. Quest'ultimo ha approfittato dell'occasione per entrare in possesso dell'arma, ed utilizzarla per compiere il delitto. Avrebbe potuto maneggiarla con i guanti, ma così facendo avrebbe rischiato di cancellare parte delle impronte, che erano fondamentali per la buona riuscita del suo piano. Per questo ha utilizzato il banale stratagemma del nastro adesivo. Incollando saldamente l'arma ad un bastone, è riuscito a fabbricare una vera e propria prolunga, perfettamente utilizzabile senza problemi di impronte, in quanto l'attizzatoio era comunque di sua proprietà ed eventuali sue impronte su di esso non avrebbero causato alcun sospetto.-

-Ma questo è ridicolo! Come può del semplice nastro adesivo essere abbastanza resistente per permettere tutto ciò?- sbuffò Hyun-Suk, contrariato dalle conclusioni dell'avvocato.

-Sono pronto a scommettere che una discreta quantità di nastro telato sarebbe più che sufficiente allo scopo. Nastro che, immagino, ha dovuto rimuovere utilizzando un paio di forbici.- lo incalzò Phoenix, prontamente.

-E del portafogli che mi dice? Come avrei potuto trafugarlo senza farmi scoprire? Le ricordo che anche io sono stato perquisito.-

-Infatti non è stato lei a prenderlo. È stato lo stesso PSY a consegnarlo al suo sosia. I due erano d'accordo, come si può scoprire leggendo questo.- spiegò Phoenix, mentre mostrava a tutti l'agendina trovata nell'hotel.

-Cosa sarebbe?- chiese il giudice.

-Una piccola agenda, appartenente a PSY. È stata ritrovata nel doppiofondo della sua valigia. Dentro di essa ci sono molte informazioni interessanti, sa? Come ad esempio, il suo nome, signor Hyun-Suk. Lei veniva ricattata dalla vittima, è scritto chiaramente qui. È questo il motivo che l'ha spinta ad uccidere PSY, per recuperare le scottanti prove che egli aveva contro di lei, in modo da non subire più minacce.-

-No... no... tutto questo è assolutamente ridicolo...- disse Hyun-Suk, con uno sguardo sempre più in crisi.

-Se vuole posso andare avanti. Ebbene, dopo aver ucciso PSY ha appunto tentato di recuperare le prove, ma non ci è riuscito perchè la vittima le aveva consegnate poco prima al suo sosia. Ma questo ovviamente lei lo sa già... dato che ieri ha tolto di mezzo anche quest'ultimo!- esclamò Phoenix, puntando il dito indice contro l'accusato, come a sottolineare la sua colpevolezza.

-No! Mentre PSY veniva eliminato, io stavo conversando assieme a svariati ospiti. Ho un alibi di ferro!- affermò l'accusato, nel tentativo di appigliarsi a qualcosa per non affondare.

-Siccome lei ieri non era presente in aula, la avviso che sappiamo già del trucco della termocoperta. Il suo alibi è valido come una banconota da tre dollari.- gli rispose Phoenix, non senza nascondere la sua soddisfazione nel vedere Hyun-Suk perdere tutta la sua arroganza, pezzo dopo pezzo.

-Ma dei testimoni hanno sentito PSY e T.O.P discutere animatamente! Come può ignorare un fatto di questa gravità?-

-Infatti io non lo ignoro. Anche perchè questo è l'ennesima prova a suo sfavore. Vede queste?- disse l'avvocato, mentre recuperava l'ennesimo oggetto dalla sua valigetta. -Sono delle cimici, trovate la notte scorsa il detective Gumshoe su mia richiesta. Erano presenti in una dei salottini della sua villa, in quello in cui PSY e T.O.P hanno litigato. Quello vero intendo, non quello vicino al bagno. Lei li ha lasciati di proposito in quella stanza sapendo che avrebbero sicuramente discusso, e li ha registrati. Quindi ha successivamente fatto partire la traccia audio nell'altra camera, quella appunto vicino alla toilet, aspettando che qualcuno passasse di lì, in modo che potesse sentire tutto e testimoniare a sfavore del mio cliente. Il suo è stato un piano un po' contorto, ma piuttosto geniale, lo devo ammettere. Ho avuto diversi problemi a capire il corretto svolgimento degli eventi.-

-...- Hyun-Suk rimase in totale silenzio, spiazzato dalle conclusioni di Phoenix.

-Signor Edgeworth, non ha nulla da ridire al riguardo?- domandò il giudice.

-No vostro onore. La ricostruzione è un po' bizzarra, questo si, ma credo che il signor Wright non sia in torto questa volta. Basta guardare la faccia del nostro testimone per accorgersene.- rispose il procuratore.

-Ricapitolando: lei ha organizzato questa festa con il solo scopo di eliminare PSY, scaricando ogni responsabilità su T.O.P, in quanto sapeva che anch'egli aveva un valido motivo per compiere l'estremo gesto. Durante la cena ha trafugato il coltello utilizzato dal mio cliente, utilizzando lo stratagemma del nastro adesivo per affondare il colpo senza cancellarne le impronte. Ma prima di uccidere PSY incastrando T.O.P, doveva registrare una loro conversazione compromettente. Avrà chiesto ad entrambi di raggiungerla in una stanza appartata, per poi uscire con una scusa qualsiasi, magari fingendo una telefonata. I due, ignari di essere registrati, si saranno scambiati delle parole poco educate, d'altronde lei sapeva che fra di loro non scorreva buon sangue. Quindi ha ucciso PSY, coprendone il corpo con la termocoperta per alterare i rilievi della polizia scientifica. Sicuramente avrà tentato in tutti i modi di evitare di macchiarla, facilitato dal fatto che il cadavere era in posizione prona e che la ferita era nel torace, ma purtroppo per lei non ci è riuscito completamente. Quindi si è affrettato a caricare la conversazione registrata nel videoregistratore del salotto vicino al bagno, presumibilmente utilizzando una chiavetta USB. Poi ha gettato il pugnale nei bidoni della cucina, stando attento a non contaminarlo con delle impronte digitali a sua volta. Sapeva che la polizia avrebbe controllato anche lì, e che quindi la colpevolezza di T.O.P sarebbe stata assodata oltre ogni ragionevole dubbio. Ma doveva ancora fare i conti col sottoscritto.- spiegò Phoenix, illustrando per filo e per segno lo svolgimento degli eventi, o perlomeno la sua idea. Ne era comunque molto sicuro.

-...dove sono le prove?- chiese Hyun-Suk, interrompendo un lungo periodo di silenzio.

-Non credo servano altre prove a stabilire la sua colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio. Come detto dal nostro caro procuratore, basta guardarla in faccia per capirlo.-

-Ma davvero? Sa la sua ricostruzione è molto interessante, dico davvero. Eppure... continuano a mancarle le prove. Sull'attizzatoio è possibile che ci siano delle mie impronte, ma mi stupirei del contrario. Dopotutto quella è casa mia, no? E poi ancora, l'idea della discussione è molto fantasiosa, però dov'è la prova che questa registrazione esista veramente? Poi il movente quale sarebbe esattamente? Lei afferma che PSY mi ricattava... ma per cosa? Vede, le sue ipotesi non sono poi così solide come credeva.-

-In effetti l'imputato... cioè il testimone... cioè il signor Hyun-Suk non ha tutti i torti. Ha qualche prova da mostrare, signor Wright?- affermò il giudice, in parte confuso dalla situazione.

Phoenix sapeva che questo era il momento decisivo. Sapeva che doveva affondare il colpo finale. Ma non sapeva come.

-Ecco... Veramente io...- disse poco convinto, mentre si passava la mano destra fra i capelli nel tentativo di pensare a cosa dire.

-Come volevasi dimostrare. Lei non ha nulla contro di me, solo congetture. E non potete certamente incriminarmi senza una prova schiacciante!- esclamò soddisfatto Hyun-Suk.

-Un momento!- una voce interruppe tutti i presenti. Era quella del detective Dick Gumshoe, appena entrato in aula come un deus ex machina. -Signor Wright, sono riuscito ad eseguire l'ultima sua richiesta.-

-Oh, bene! Ha trovato qualcosa?- chiese immediatamente Phoenix, sapendo che l'esito del processo sarebbe dipeso dalla risposta del detective.

-Si, aveva ragione lei! Ecco!- disse quest'ultimo, mentre porgeva una piccola busta all'avvocato, che la aprì subito, rivelando delle fotografie inquivocabili.

-Oddio, non posso crederci...- esclamò Phoenix, stupefatto dalla rivelazione. -Signor Hyun-Suk, direi che abbiamo trovato il movente. Ed è bello grosso.-

-Che... che cosa?- balbettò l'accusato, in evidente difficoltà.

-Mi corregga se sbaglio, ma questo qui non è forse lei?- disse l'avvocato, mentre mostrava le fotografie a tutti i presenti. Esse ritraevano Hyun-Suk in atteggamenti decisamente piccanti con una ragazza. -E questa qui, non è forse Minzy delle 2NE1?-

-No... come fa ad avere quelle foto? Io le ho distrutte!- esclamò contrariato il diretto interessanto, lasciandosci sfuggire una confessione fatale.

-Il nostro prode detective le ha trovate nell'alloggio di Choi Sung-Kuk, il sosia di PSY. Nell'agendina ho scoperto che i due erano in combutta, ed il cantante usufruiva dei suoi servigi non solo come controfigura, ma anche come spia personale. Era grazie a lui che infatti possedeva così tante informazioni utili a ricattare tutta quella gente. Inoltre, proprio come sospettavo, Sung-Kuk non era affatto stupido e si teneva una copia di tutte le informazioni passate al suo committente. Mi dispiace, ma l'averlo ucciso non le impedirà a finire in galera-

-Ma perchè darsi così tanto da fare per delle fotografie?- chiese il giudice, in parte confuso.

-Vostro onore, è scritto qui nel retro. C'è una data. Sette febbraio duemilanove.- rispose deciso Phoenix.

-Si la vedo. Ma continuo a non capire cosa ci sia di strano.-

-Vostro onore... Minzy è nata il diciotto gennaio del millenovecentonovantaquattro. All'epoca aveva quindici anni.- spiegò l'avvocato, generando immediatamente un brusio di incredulità fra i presenti. -Dica un po' signor Hyun-Suk, quello cos'era? Il prezzo che la giovane doveva pagarle per poter fare carriera? Sesso in cambio di fama?-

-......- l'accusato continuò a rimanere in perfetto silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto.

-Risponda alla domanda!- lo incalzò prontamente Edgeworth.

Hyun-Suk esplose improvvisamente, riempiendo il banco dei testimoni di pugni. -Si cazzo, ok? Lo fanno tutti in corea! Funziona così nel business musicale! È tutta colpa di quel cazzo di PSY, fottuto figlio di puttana! Non poteva farsi i cazzi suoi? Ma ora non romperà più il cazzo a nessuno!-

-Sbaglio o... ha appena ammesso le sue colpe?- chiese il giudice, con espressione seria e severa.

-Io... io...- rispose l'accusato, ormai con le spalle al muro. -Si, sono stato io. Dovevo farlo. Erano anni che PSY mi torturava coi suoi ricatti... non ce la facevo più.-

-Ma perchè accusare T.O.P? Cosa le ha fatto quest'ultimo?- domandò Phoenix.

-A dire il vero niente. È solo che anch'egli era ricattato da PSY, per la faccenda della relazione con G-Dragon. Ho pensato di incastrarlo per non dover finire in galera, tutto qui...- ammise Hyun-Suk, ormai rassegnato all'evidenza. I media coreani presenti in sala impazzirono subito nel sentire le rivelazioni dell'accusato su T.O.P e G-Dragon. Era di sicuro una notizia di gossip incredibile. Ok, magari non tanto quanto il sapere che Hyun-Suk fosse il vero colpevole, ma di sicuro quella giornata era stata molto generosa con loro. Avevano materiale a sufficienza per riempire giornali su giornali.

Hyun-Suk venne immediatamente arrestato e scortato in carcere, in attesa di venir processato a sua volta, anche tutti sapevano che si sarebbe trattato più di una formalità che altro. Il giudice prese quindi in mano il martello di legno, ed esclamò: -Molto bene! In seguito alle ultime rivelazioni, dichiaro l'imputato, il signor Choi Seung-Hyun, in arte T.O.P, non colpevole. E con questo è tutto!-

T.O.P abbracciò immediatamente G-Dragon, felice come una pasqua per essere stato finalmente riconosciuto innocente. I due si prodigarono immediatamente di ringraziare il loro brillante avvocato, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile.

-Signor Wright, la ringrazio di cuore! Lei mi ha salvato la vita... è stato a dir poco incredibile!- esclamò T.O.P, entusiasta.

-Ho fatto solo il mio lavoro. Lei era stato incastrato, ed io l'ho dimostrato. Ordinaria amministrazione.- gli rispose Phoenix, cercando di apparire modesto. -Mi dispiace solo che Hyun-Suk abbia rivelato ai quattro venti il vostro segreto... come farete ora?-

-Non si preoccupi. Tutto questo grandissimo equivoco è nato per colpa nostra, per la nostra riluttanza ad ammettere pubblicamente quello che proviamo. È giunto il momento di fare il grande passo...- rispose G-Dragon, prima di uscire dall'aula assieme al compagno. Appena fuori i due furono subito aggrediti da una miriade di fotografi e di reporter, pronti a tempestarli di flash e di domande. Per contro, T.O.P e G-Dragon si baciarono appassionatamente di fronte a tutti, lasciando letteralmente senza parole i cronisti. Phoenix osservò divertito la scena, orgoglioso del coraggio che i due erano finalmente riusciti a sfoggiare.

L'avvocato si ricongiunse con l'amico procuratore, e si strinsero la mano in segno di rispetto.

-Ottimo lavoro oggi, Phoenix.- gli disse Edgeworth, sinceramente compiaciuto dalle capacità sfoggiate dal rivale.

-Comunque, se sono riuscito a risolvere questo intricato caso, è buona parte merito tuo. Quindi, grazie. Sul serio!- rispose l'avvocato, con un grande sorriso stampato sulle labbra.

-Beh, non potevo certo permettere di incriminare qualcuno senza prima dissipare ogni dubbio rimasto. Non è quello il modo in cui lavoro io. Non più almeno...-

-Si lo so. Ma non posso comunque fare a meno di rigraziarti. Sai cosa? Siamo davvero una bella coppia noi due!- affermò Phoenix, con un'espressione compiaciuta.

-Già... hai ragione. Lo siamo.- confermò Edgeworth, anch'egli soddisfatto. -Lo siamo proprio.-

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