Tell me it's not over

di sibley
(/viewuser.php?uid=544365)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tears & Mistakes ***
Capitolo 2: *** Talking About ***
Capitolo 3: *** Dinner ***
Capitolo 4: *** Femme Fatale ***
Capitolo 5: *** Smallville Time ***
Capitolo 6: *** Se fissa il cellulare non è un buon segno! ***
Capitolo 7: *** Intrusi in storie altrui. ***
Capitolo 8: *** Happy Ending. ***



Capitolo 1
*** Tears & Mistakes ***


= Dedicata a Ley, che ha il fegato di leggersi tutte le storie che escono dalla mia svampita mente! =

No, non poteva essere. Era sempre stata lei quella a lasciare i fidanzati, ma adesso le cose non erano andate così. Erano passate due settimane dal suo rapimento, e Superman era diventato ufficialmente un ghiacciolo nei suoi confronti. Aveva pianto per due lunghi giorni, aveva pianto tutte le proprie lacrime, e tutto per cosa? Per un ragazzo! Aveva pianto solo nel vedere sua madre trattata male da suo padre... Tanto, tanto tempo fa. E ora, le sue lacrime erano dedicate a Clark Kent. Doveva assolutamente smetterla. Si alzò dal letto, nel quale stava praticamente vegetando da giorni e si avvicinò alla propria toeletta. Si rassettò i capelli, fissandoli con il proprio copricapo, e si aggiustò il costume da combattimento. Si sentiva bene solo indossando quello. Spazzò via le ultime lacrime, e si gettò un mantello sulle spalle, per proteggersi dalla fredda aria invernale. Posò una mano sul pomello d'oro della porta della sua stanza, nella base spaziale, e decise di uscire. Ma, il bussare di qualcuno al di là della porta, la fece indietreggiare.

"Avanti... Prego..."

Dalla porta, entrò Batman. L'ultima persona che avrebbe voluto vedere, effettivamente, ma sopportò quella vista, e con un cenno gli indicò un comodo divano di pelle bianca. Wayne si sedette, guardandola bene. Immediatamente, lei si mosse, e lui decise di sorriderle, per poi invitarla con un gesto, a sedersi accanto a lui. Diana obbedì svelta. Forse un 
sesto senso, ma qualcosa gli disse chiaramente che doveva farlo, e che sarebbe accaduto qualcosa di speciale. Decise che era il suo momento, e che doveva fidarsi di sé stessa. In fin dei conti, non doveva niente a Superman. Se il suo istinto le diceva che ora, era sedersi accanto a Batman, e parlare con lui, questo andava fatto. 

"Sai, ho saputo che quando Lobo ti ha rapita, si è tramutato in me... Per convincerti a baciarmi... In queste settimane, non ho mai avuto tempo di incontrarti e non mi andava che Kent pensasse che volessi qualcosa dalla sua fidanzata... E poi, Joker ha attaccato di nuovo Gotham... Insomma, come ben sai non sono mai stato alla base. Sono tornato ieri sera, e ho saputo da Kara cos'è accaduto... Volevo solo dirti che... Mi dispiace. E, forse sarò indelicato, forse sarò strano... Ma, perché Lobo si è tramutato in me?... Provi qualcosa per me, Diana?"

"Io... Non lo so... Ero furiosa perché avevo visto Clark baciare Kara, anche se poi in realtà erano solo illusioni ordite da Lobo... E ho cercato qualcosa per farlo ingelosire ugualmente. Certo, Lobo non si aspettava che io avessi fatto in modo di venir seguita da Clark... A lui bastava che io cercassi conforto tra le tue braccia..."

"Insomma, non l'hai fatto perché ti interesso realmente."

"Be'..."

"Dio solo sa quanto poco abituato ai gesti impulsivi io sia... Ma adesso so che c'è solo una cosa da fare per capire il perchè di tutta questa storia."

E la baciò. Diana non sentì nemmeno il tempo scorrere, e quando si staccò da Bruce, fu solo ed esclusivamente perché ormai l'ossigeno scarseggiava. Immediatamente, lui riappoggiò le labbra sulle sue di lei, mentre le loro lingue si intrecciavano, i loro cuori battevano all'unisono, e le loro anime si scontravano brutalmente. Era pace, era paradiso, era inferno... Pace, perché per qualche istante non c'era Clark nei suoi pensieri. Paradiso, perché Bruce baciava dannatamente bene. Inferno, perché sapeva di volerne ancora, e ancora. Ora era dipendente di nuovo, era dipendente dai suoi baci, e Clark... Clark non esisteva già più. Sì, c'erano dei grossi sensi di colpa, non lo negava affatto... Ma in quel momento non le importava. Si sentiva in vena di fare cazzate, di commettere atti di cui forse si sarebbe pentita... Non era un tradimento, ma si stava consolando troppo in fretta... Come uscirne? Semplice. Non uscirne. Aspetta che passi. Ma non passava. La voglia di saltargli addosso era forte, il suo profumo era tremendamente inebriante. Gli affondò le mani nei capelli, leggermente cresciuti in quelle settimane. Non voleva smettere. Fu lui a staccarsi da lei. 

"Hai un buon profumo..." mormorò Bruce.

"...anche tu..." sospirò lei.

E fu il tempo di un soffio, il tempo di un mormorio soffocato, quello che intercorse tra quelle parole, ed un altro bacio. Fu lieve questa volta. La trascinò lentamente a cavalcioni, ma lei si ritrasse. Non era pronta per un contatto così intimo. Lui sorrise, comprendendo il perché di quella naturalissima ritrosia. La strinse, affondando il naso nei suoi capelli corvini. Lei si lasciò andare a quel contatto. Si sorrisero a vicenda. Non potevano vedere l'altro, in quella posizione, però potevano tranquillamente immaginare quella felicità anormale. Doveva essere triste, sentirsi male al solo pensiero di aver baciato un altro, e pochissimo tempo dopo l'allontanamento da Clark... Ma in fin dei conti, Clark l'aveva lasciata... Di che cosa doveva essere preoccupata? Anzi, meglio se si fosse rifatta una vita! Meglio! E infatti, decise che una nuova vita era la cosa più bella che potesse accaderle. 

"Mi piaci, Diana. E' per questo che sono venuto qui oggi. Speravo di non esserti indifferente... E infatti non lo sono."

"No, non lo sei."

"Mi stai mandando in tilt. Stai massacrando la mia lucidità. Ma tu... Tremi."

"Tremo, è vero. Sai, ho saputo che hai avuto molte... Ehm... Partner sessuali. Io non sono pronta... E non voglio essere usata."

"Io ci sarò sempre per te Diana, mi sto innamorando di te!"

"Bruce..."

"Non credere a ciò che ti dicono... Io sono tuo."

Lei sospirò, e Bruce, velocemente si congedò, mentre lei si rintanava in un angolo del divano, a riflettere, chiedendosi quanto stupida potesse essere. Se Clark avesse deciso di tornare da lei, una volta saputo di tutto ciò, non l'avrebbe più voluta, si disse. Ma non poteva piangere per lui per il resto della sua esistenza. Per diamine, era una Dea! Avrebbe avuto un esistenza lunghissima! Eterna! Non poteva piangere fino alla fine dell'eternità. Era ancora troppo distante. In futuro ci sarebbero state altre persone, lo sapeva bene. Si trattava solo di accelerare le cose.

= Ho inserito OOC nelle caratteristiche, perché potrei stravolgere un pochino Batman. Sottolineo un pochino perché anche nei fumetti Batman è libertino XD =

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Talking About ***


"Batman è solo un donnaiolo, un puttaniere, uno stupido! Vorresti davvero uscire con uno stupido tale? Sei una donna intelligente, Diana. Sei intelligentissima, vuoi uscire con un troglodita? E poi cercherà di portarti a letto subito al primo appuntamento! Se è così fai pure, ma ti rovinerai la vita con le tue stesse mani..."

Diana rifletteva sulle parole proferite poche ore prima da Superman. Le aveva chiesto di essere amici, come una volta, e lei in piena crisi ormonale, si era divertita a rispondergli che ora usciva con un altro, e Superman si era lanciato in una tirata assolutamente esilarante contro Batman, insultandolo, in quanto a quanto pare non doveva seminare ulteriore zizzania nella Justice League. Diana rifletteva voracemente, pensava sveltamente a cosa potesse significare tutta quell'iperprotettività. Concluse che era geloso. Probabilmente qualcosa l'aveva spinto a lasciarla, qualcosa l'aveva mosso in avanti in questo senso, mentre lui in primis non voleva. Era sicuramente lì il problema. Ma chi c'era dietro a tutto questo? Non se lo sapeva spiegare. Era meglio uscire con Supergirl. Kara la passò a prendere a piedi, decidendo di andare solo ad un parchetto nel piccolo paese in cui si era rintanata Diana dopo l'incontro con Batman. Camminarono un quarto d'ora quasi, parlando, ridendo, discutendo sulle novità. Kara sapeva dell'accaduto, e si dispiaceva enormemente per ciò che aveva fatto Clark. Arrivate al parchetto, si dilettarono ad asciugare due altalene bagnate dalla rugiada. Erano due ragazze molto avvenenti, soprattutto in quel momento, in jeans e maglietta, vestite normalmente erano due schianti umani.

"Sai, quasi quasi chiedo a Batman di venirmi a prendere."

"No, ti prego. Poi sai che finisce con voi insieme, e io a guardarvi..."

"Mh. Già."

Le due iniziarono a disquisire di quisquilie umane, mentre lentamente si divertiva a leggere le scritte sulle altalene. Kara parlava, ma lei non la ascoltava del tutto. Ogni rombo sospetto che sentiva, era un sobbalzo. Il timore che fosse la Batmoto, o la Batmobile, era tremendo, e sapeva che Batman per rimediare una limonata, o qualcosa di più, sarebbe stato prontissimo a scendere dalla base spaziale, per venire sulla Terra, e provarci. Nel suo soggiorno terrestre si era trascinata appresso un cellulare di seconda mano. Era riuscita, con molta fatica a ricaricarlo, sia di credito che di batteria, ed aveva fatto in modo che tutti avessero quel numero. Certo, non tutti riuscivano ad usarlo, Kara ad esempio non sapeva di preciso cosa fosse, mentre Clark era già perfettamente in grado di utilizzarlo, così come Freccia Verde, oppure proprio come Aquaman. Sperava solo che Batman non si mettesse in testa di scriverle, o di chiamarla. Aveva iniziato a mandarle messaggini affettuosi, ma lei davvero non se la sentiva di uscire con lui. In particolare perché il giorno prima soltanto, Catwoman l'aveva informata che era già impegnato sentimentalmente con qualcuno, e lei una mezza idea già ce l'aveva, ma non gli interessava. Batman ora le sarebbe solo servito a far ingelosire Clark, e presto l'avrebbe fatto tornare da sé.

Bip Bip.

Diana aprì il messaggio arrivatole, mentre cercando di non farsi notare Kara si allungava sul cellulare per leggere. Non avrebbe comunque capito tutto, ma forse qualche parola l'avrebbe capita. Il suo linguaggio era ancora precario, sebbene in molti si adoperassero per convincerla a non usare solo ed esclusivamente il Kryptoniano come lingua.

"Ehi. Ti andrebbe di passare con me il Weekend? Rispondimi, per favore. Forse, potremmo riaggiustare le cose. Clark."

Diana si illuminò. Solo la prospettiva di uscire con Bruce Wayne, scatenava il caro Clark Kent e i suoi desideri di vendetta e rivendicazione! Ah-ah! Obiettivo raggiunto, sebbene a metà! Ovviamente, la risposta era sì. Ma, ovviamente, Diana essendo donna, non poteva mica rispondere immediatamente. Doveva farsi attendere, doveva farsi desiderare a lungo, e decise che sarebbe stato molto più saggio fingere di non aver sentito il cellulare. Chiuse il messaggio, infilò il cellulare nella tasca dei Jeans, e fece l'occhiolino a Kara, mettendosi un dito davanti alle labbra. "Shhh." mormorò. Kara rise di gusto, con la sua solita risata cristallina, tintinnante come un cucchiaino d'argento su dei bicchieri di cristallo. Sorrise a Kara, mentre la bionda, smetteva di ridere, continuando però a scuotersi debolmente. Ah, era una vita che non stava tranquilla in quella maniera. Niente Lobo in cerca di Supereroine da vendere, niente Era incazzata nera, tanto per far pure rima... Solo sé stessa, una amica, uno spasimante, un ex e una miriade di problemi, che seppur non implicassero rischio mortale per l'intera Terra o l'intero Universo, rimanevano comunque la cosa più dolorosa mai affrontata.

"Accetti?"

"Be', sicuramente. Ma non adesso. Gli risponderò verso le undici, o verso mezzanotte. Mi farò aspettare. In fin dei conti, non voglio nemmeno che mi veda come una deficiente totalmente innamorata persa di lui, che non può far altro che corrergli dietro come un cane, no? Anche se effettivamente è quello che sono."

"Sta' zitta. Non sei una deficiente, e nemmeno un cane. Lo ami e basta, è questo che fa l'amore. Rispondigli tra un paio di minuti, ma non così tardi. Se gli risponderai a quell'orario assurdo, sicuramente capirà che l'hai fatto apposta, o peggio penserà che tu sia stata in giro con qualcuno, non necessariamente femmina, e probabilmente penserà che tu non lo ami a sufficienza, e che tu ti sia già consolata, non pensi?"

"Mh, questi uomini sono davvero complicati. Clark è sempre sembrato il paladino della giustizia, sembra che non abbia mai avuto in mente altro se non la giustizia. Sembra sempre il ragazzo disposto a credere a tutti, ma in fin dei conti è un uomo, e anche lui, in quanto uomo può avere questi piccoli problemi. Siamo supereroi, ma questi problemi, li abbiamo tutti, che ci piaccia o meno. O meglio, tutti tranne Sinestro. Lui questi problemi proprio non se li fa."

"Se li fa, credimi. Anche lui ha avuto una amata. Ma l'ha persa tanto tempo fa, e nel peggiore dei modi. E' per questo che ha sempre malvisto le tue unioni con Superman, oppure ogni tua relazione. Non ti odia come hai sempre creduto. Si comporterebbe così anche con me, anche se mi mettessi insieme ad Aquaman, per esempio. Lui è fatto così. Pensa che l'essere supereroi sia più una condanna che una reale occupazione. Da quando è una Lanterna, non ha fatto altro che venir scacciato. Per cosa credi abbia cambiato millemila corpi, in questi anni?"

"Cielo, Kara. Tu hai intenzione di farmi uscire di testa completamente. Non avrei mai detto che Sinestro potesse essere una persona così... Okay, risponderò a Clark. Queste cose mi fanno paura, tantissima paura, sai?"

"Hai paura dei cosiddetti supercattivi, come li chiamano i Terrestri?"

"No, ho paura di perdere le persone a cui tengo senza poterle salutare bene per l'ultima volta. Se mi ritrovassi qui, e Clark morisse adesso, senza aver ricevuto almeno un mio bacio d'addio... Se morisse, e le ultime parole che gli ho detto fossero dei banali 'Ok', detti tanto per stemperare, per fargli capire l'odio che stavo provando nei suoi confronti... Io non so come avanzerei in questa vita. E la mia vita, è quella di una Dea. Dunque, è molto, molto lunga... Lo sai."

"Sono certa che tu abbia ragione. Non piacerebbe nemmeno a me se le persone che amo morissero con lo spettro di qualche mia stupidaggine in testa."

"Infatti... Non vorrei nemmeno morire con la consapevolezza che l'ultima cosa eclatante fatta è stata baciare Batman, o andando un poco più indietro, farsi rapire da Lobo. Bella morte del cavolo... Giusto, Kara?"

"Giustissimo, Diana. Sai, penso che sarà meglio andare. I ragazzi nel bar qua affianco stanno venendo verso le panchine... Non mi va di trovarmi in mezzo a gente che cerca di abbordarmi."

"Sì, andiamo."

Diana si alzò, e subito Kara la seguì. Le due si incamminarono verso una via un po' isolata, dalla quale avrebbero raggiunto più in fretta casa di Diana. In pochi giorni, Wonder Woman era stata costretta ad imparare quelle viuzze. Purtroppo qualche fanatico incallito, l'aveva già riconosciuta, e l'unico modo per andare in giro per gli affari suoi, era scappare per scorciatoie che in pochi conoscevano. Mentre camminavano verso casa, Diana rispose a Clark, chiedendogli solo se fosse passato lui a prenderla.
Forse, il loro amore poteva proseguire... Forse, Diana sarebbe riuscita a riavere l'uomo della sua vita.

= Sono in ritardo, lo so, lo so ç_ç Ma ecco un nuovo capitolo. Probabilmente ho mandato un po' OOC Superman, e anche Wonder Woman. Kara invece, non avendo ancora letto tanto di lei, l'ho interpretata come penso che sia nei fumetti. Grazie mille a tutti quelli che leggono, anche senza commentare, e grazie di cuore a Ley, la cui intera storia è dedicata, per apprezzare tutto questo! =

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dinner ***


Diana era una donna, prima di essere la donna meraviglia. Meraviglia, alcune volte era solo un aggettivo. Se tutto fosse andato come le sue battaglie, probabilmente si sarebbe evitata tanta sofferenza. Era a casa da ormai venti minuti, e il telefono squillava incessantemente. Era Bruce Wayne, che le telefonava per sapere se la sera dopo fosse stata libera per una cena. Non voleva parlargli, però davvero, se avesse accettato quel benedetto invito a cena, forse avrebbe smesso di darle il tormento. Decise di farsi una doccia. Mise il cellulare sul bordo di marmo del lavandino accanto alla vasca, e cambiò suoneria per Bruce, in modo che le sue chiamate fossero distinguibili da possibili emergenze. Si infilò in doccia. Mentre l'acqua scorreva sul suo corpo flessuoso, riflettè brevemente sul da farsi. Avrebbe accettato l'invito a cena, e quando lui avrebbe provato ad arrivare al sodo, lei gentilmente gli avrebbe spiegato che non era il caso, e gli avrebbe raccontato tutto l'amore per Clark, e la poca voglia di imbarcarsi con un donnaiolo come lui. E se avesse opposto resistenza? Be', in tal caso gli avrebbe sbattuto in faccia che sapeva che era fidanzato ufficialmente!

Uscì dalla doccia, e brevemente inviò un messaggio a Bruce, accettando l'invito, e preparandolo all'idea che gli avrebbe dovuto dire qualcosa di importante. Il messaggio con cui lui le rispose circa dieci minuti dopo, però, le fece intendere che lui aveva capito tutt'altra cosa, e non si sarebbe stupita nel trovargli dei preservativi nascosti dovunque. Era forse il caso di chiedere a Kara e ad Oliver di seguirla, per accertarsi che Batman non tentasse gesti insani? Ridacchiò al pensiero di Aquaman che annaffiava il viso di Bruce ogniqualvolta le si avvicinava, anche solo con l'intento di guardarla meglio. Oh, l'iperprotettivo Aquaman! Ormai erano mesi che la aiutava a superare drammi e problemi, e se non fosse stato solo un inganno di Lobo, probabilmente l'avrebbe aiutata anche con Superman la prima volta. Si mise a letto, dopo aver indossato una maglietta lunga fino alle ginocchia, decisa a riposarsi adeguatamente.

---

La sera dopo, alle otto in punto, Bruce passò a prenderla su una Maserati. Lei gli sorrise, e lui ricambiò, malizioso. Lei indossava un lungo abito rosso, del colore del suo costume da combattimento, e lui era in smoking. Avevano deciso di infilarsi in un anonimo ristorante di Metropolis, invece di Gotham, poiché non era il caso di finire immortalati su tutti i giornali. Bruce, era decisamente troppo famoso. Era più semplice uscire con Clark, che era solo un semplice giornalista. Sospirò, mentre Bruce avviava la macchina, e sgommando, usciva dal vialetto. Non ci misero molto ad arrivare a Metropolis, e a raggiungere il ristorante. Bruce aveva ovviamente un tavolo prenotato. Indovinate dove? Esatto, nel privè. "Dannato bastardo", pensò Diana. Aveva iniziato a detestarlo. Non avrebbe dovuto ricambiare quel maledettissimo bacio. Ma ormai il malanno era fatto, perciò si accomodò di buon grado, e lasciò che Bruce ordinasse linguine allo scoglio per entrambi, insieme a due bicchieri di Cristal. Non appena la cameriera, una biondina vestita con un uniforme piuttosto succinta, portò i bicchieri, Bruce propose un brindisi. Si chiese a che cosa si brindasse, ma comunque obbedì sorridendo. Sapeva come mascherare le proprie sensazioni, e mentre Bruce ciarlava, e lei sorrideva ed annuiva, continuava a chiedersi come scaricarlo. Improvvisamente però, forse incoraggiata in gran parte dal Cristal bevuto in abbondanza, decise di esternare la propria opinione.

"Sai Bruce... Io non sono interessata a te. No, davvero, sei proprio un bell'uomo eh... Ma sei fidanzato!" e qui Diana spalancò gli occhi in una parodia di sconvolgimento. "...sei fidanzato, cavoli! E poi... Mi piace Clark... E io lo amo, ma lui se ne sbatte! E io voglio stare con lui..." si prese una pausa "...e lui se ne sbatte!"

Diana iniziò a canticchiare, mentre Bruce rimase totalmente spiazzato da questo repentino cambiamento d'umore. Chiamò con uno schiocco di dita la cameriera, che praticamente si materializzò al loro fianco con il conto già pronto. Bruce lasciò un paio di banconote da cento dollari, e prese sottobraccio Diana, spingendola piano verso l'uscita. Per una volta, aveva incassato il rifiuto da gran signore. Sapeva che Diana non si poteva forzare, che era una di quelle donne coriacee, che non cambiavano idea, e se davvero amava Clark, allora si rendeva conto di essere stato una ripicca, di nuovo. Quando la cameriera si riavvicinò per dargli il resto, lui le afferrò la mano, e gliela spinse verso la sua tasca, ad indicarle che poteva tenersi il resto, sebbene fossero quasi ottanta dollari. La bionda sorrise, e divenne color cremisi. In cambio, gli passò un biglietto con il proprio numero. Bruce lo intascò, chiedendosi se fosse il caso di farle uno squillo dopo aver riaccompagnato a casa Diana. Intanto, la signora meraviglia, come la soprannominava scherzosamente Kara, si dilettava in un curioso karaoke di Tonight, di John Legend. Quando si rese conto dello sguardo inebetito di Bruce, si accinse a dare spiegazioni.

"Sai Bruce... Io devo ancora vivere la serata più bella della mia vita... Prima o poi, mi aspettavo che fosse Clark a regalarmela. Una serata stupenda, senza dannati imbecilli pronti a far saltare la terra, senza la moglie di mio padre pronta a farmi lo scalpo... O senza essere mollata. Io volevo una serata perfetta... Se ci fosse stato Clark al tuo posto, sarebbe tutto stato perfetto... Ma non c'era Clark... Ci sei tu..."

Se Bruce davanti a quelle parole si fosse offeso, seppe mascherarlo molto bene, poiché abbassò il sedile del passeggero e lasciò che Diana si stendesse delicatamente, per poi salire in macchina anch'esso, e avviarsi verso casa di lei. Durante il tragitto, la bella Diana si addormentò, e lui decise di parlarle a cuore aperto, senza alcuna restrizione. Pensava che lei non potesse sentirlo, ma si sbagliava. Diana, aveva quasi già smaltito la sbornia, e si era lasciata andare in un momento di pura tristezza, tipico degli ubriachi, ma era semi-sobria e sentì tutto il lungo monologo di Bruce Wayne, che si accingeva a spiegarle cosa l'avesse colpito di lei.

"Mi hanno colpito i tuoi selvaggi capelli corvini... Mi hanno colpito i tuoi occhioni blu... La tua capacità di non perdere mai il controllo, di mantenere il sangue freddo davanti a qualsiasi circostanza... Sei stata rapita da Lobo, assieme a tutte le altre eroine... E mentre loro si disperavano, piangevano come se non ci fosse stato un domani, tu eri lì, lucida, che cercavi comunque una soluzione al problema, che speravi fortemente che qualcuno ti venisse a salvare, nel peggiore dei casi... Ma non ti sei accasciata contro quel muro lercio, non ti sei messa a piangere... Non hai perso la speranza. Hai ragione, sei intelligente come nessun altro al mondo. Sono fidanzato, da sei mesi. Sto con una famosa modella di Gotham City. Ma sai, alla fine lei è solo un rimpiazzo. Tu non l'hai mai vista... Ma lei ti somiglia. L'unica differenza è che quando apre bocca, è stupida... Non sei tu sicuramente. L'ho accettata quando ha provato a strapparmi un'uscita, mesi fa, solo perché mi ricordava terribilmente tanto te. Perché mi ricordava te nei modi di fare, quando in passerella è forte e sicura di sé. Tu invece, sei forte e sicura di sé sempre. Non lasciare che Clark Kent ti riduca in questo stato... Non abbatterti per una persona che non sa vedere il meglio di te."

Quando Wayne ebbe concluso il suo monologo, Diana era perfettamente cosciente, sebbene stordita follemente, e decise di fingere di risvegliarsi, proprio mentre Bruce imboccava di nuovo il vialetto, per riportarla in casa. La mise giù davanti alla porta, dopo averla portata in braccio per tutto il sentiero di ghiaia nel giardino. Lei prese le chiavi nella borsa, sempre fingendosi stordita da matti, e approfittò della situazione. Diede un bacio a fior di labbra al povero Bruce che divenne praticamente color Lanterna Rossa. Subito dopo, lei aprì la porta di casa, e ci si infilò dentro svelta, salutandolo con la mano. Non appena mise piede in cucina però, Kara la chiamò, mandando in fumo tutti i suoi progetti di andare a dormire.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Femme Fatale ***


Quando il mattino dopo Diana si svegliò, in mente le rimanevano solo pochi strascichi della serata passata. Ricordava il discorso da ubriaca marcia, ricordava il discorso da semi-sobria, e il discorso di Bruce, che la elogiava in tutto e per tutto. Ricordava inoltre, la telefonata di Kara, che si era perpetrata fino all'una di notte. Purtroppo, una volta sveglia, si rese conto di aver davvero bevuto troppo. Il mal di testa era tremendo, le sembrava di avere un porcospino che le si rotolava sulla testa. Si diresse in cucina, e decise di concedersi un piccolo rimedio umano. Si fece una bustina di analgesico, per calmare i dolori. Un quarto d'ora dopo si placò il male alle tempie, e velocemente decise di uscire di casa. Si rese conto solo quando mise un piede fuori dalla porta, che era Giovedì. L'indomani sarebbe dovuta tornare alla base, per trascorrere il Weekend a Smallville, nella fattoria di Clark. Sorrise come una totale inebetita, al pensiero di rivederlo. Chiamò Kara, che rispose al primo squillo, manco fosse stata attaccata al telefono ad aspettare la chiamata. 

"Ehm... Mi serve un consiglio." attaccò Diana, senza nemmeno salutare.

"Spara."

"Ecco, devo uscire con Clark, o per meglio dire, mi ha invitata a trascorrere a Smallville il Weekend. Come ben sai, non sono una Femme Fatale. Però, ciò non toglie che mi occorra velocemente un aiuto per apparire ben più sexy di quanto io non sia mai sembrata in tutta la mia vita. Prima domanda: come mi vesto?"

"Che domanda stupida. Che dilemma stupido. Per quel che mi riguarda, non ho idea di cosa ci sia nel tuo armadio, quindi penso che il tuo solito abbigliamento sia la cosa migliore. Non fargli notare che ti stai tirando tutta solo per lui."

"Già! Non si fanno vedere queste cose..."

"Appunto. Poi, altri consigli?"

"Mh, sì. Secondo te chi potrebbe averlo convinto a lasciarmi?"

"Oh, su questo non ci piove. Qualcuno che proprio ti detesta!"

"Io non so se c'è qualcuno che mi detesta..."

"Allora siamo punto e a capo, cara."

"Credo di sì. Be', vado. Cià."

"Ciao..."

Diana rimise il cellulare in tasca, e proseguì la sua passeggiata. Iniziò a pensare a cos'aveva nel guardaroba. Sicuramente, non era il caso di presentarsi in Jeans e felpa, così come non era il caso di presentarsi con l'abito di sera, alle due del pomeriggio. Ricordò di avere dei leggings marroni, con la gonna a balze cucita sopra. Un effetto elegante, ma allo stesso tempo casual. Rimaneva solo da decidere cosa indossare sopra. Scartò la vasta infinità di felpe e T-Shirt, anche se per un attimo pensò di indossare una maglietta di Superman. Gli umani ne vendevano a pacchi sulle bancarelle, e se ne era procurata una, tanto per piangerci sopra. Scartò inoltre le magliette di Clark, che aveva ancora lei, e scartò pure gli orrendi indumenti ottocenteschi che le regalava sua madre, la Regina delle Amazzoni, Hypolita. Mentre rimuginava su questo, fece la spesa e tornò a casa. Decise di estrarre dall'armadio quello che rimaneva. Le rimasero solo i Top e le camicie, si guardò il seno e decise che un Top era troppo sfrontato, perciò li scartò, rimettendoli nell'armadio. Rimasero le tre camicie. I leggings erano marroni, per niente adatti quindi al verde acqua, e scartò la prima camicia. Rimasero solo la camicia bianca, e quella nera, con i risvolti oro. Scartò la nera, che a suo dire, era troppo trasparente, tenendo fuori solo la camicia bianca. 

Si cucinò brevemente un pranzo a base di tagliatelle ai funghi, e mangiò con gusto. In effetti, aveva ripreso a mangiare solo la sera prima a cena con Bruce. Non aveva mangiato molto nei giorni addietro. Mentre sparecchiava, e infilava i piatti in lavastoviglie, il campanello suonò ripetutamente e ritmicamente. Riconobbe lo scampanellio, e si domandò distrattamente come diavolo avesse fatto il suo migliore amico ad avere il nuovo indirizzo. Ma, velocemente arrivò alla conclusione che doveva esserci Kara dietro a tutto ciò. Andò ad aprire, prima che quel disgraziato del suo migliore amico decidesse di buttare giù la porta. Non appena aprì la porta, si ritrovò davanti il suo migliore amico, Aquaman, che reggeva in mano uno strano strumento. Da quando la guerra con Atlantide era finita, era cambiato di gran lunga. Era diventato più scherzoso, anche troppo. Aveva iniziato ad essere giocoso, e a fregarsene dei problemi minori, concentrandosi però sempre diligentemente sui pericoli più grandi. Sorrise lei, e sorrise lui. Lei si fece da parte, senza parlare, mentre lui entrava come un tifone. Si accomodarono sul divano cremisi di lei, o meglio, lei si accomodò, lui si stravaccò.

"Allora, com'è che l'indirizzo umano non si da più ai migliori amici?"

"Allora, com'è che tanto il migliore amico l'ha scoperto lo stesso?"

"Con la corruzione!" rise lui.

"La corruzione di?..."

"Bruce Wayne. Lui il tuo indirizzo l'aveva..." disse rattristato.

"Era necessario che lui l'avesse per sbarazzarmi di lui. Insomma, sai cos'è successo alla Base, no? Ecco, ieri sera siamo usciti a cena e..." e non finì la frase, poiché Aquaman saltò su, eccitatissimo all'idea che fosse accaduto qualcosa.

"...e cosa? COSA?"

"...e niente. Gli ho detto che non mi interessa. Certo, poi mi ha fatto un discorso che me l'ha altamente fatto rivalutare... Però, non cambia le cose. Ora, dimmi che cos'è quel coso..."

"E' un bong!"

Diana aveva sentito parlare di quei cosi, ma non immaginava certo che Aquaman avesse iniziato a far uso di quella roba. Quando però lui cercò di fare un tiro dal bong, lei si rese conto che effettivamente non sapeva nemmeno come utilizzarlo, dal momento che non lo accese. Però, le parole sconnesse che disse qualche secondo dopo, le fecero capire che non era fatto, neanche un po', ma che semplicemente faceva finta. Gli strappò il bong di mano, e si alzò per gettarlo nella spazzatura.

"Dobbiamo parlare." esordì lei.

"Dimmi, tesoro."

"Devi smetterla con questo atteggiamento da impedito mentale."

"Solo perché faccio qualche..."

"NO! Tu non fai niente, fai solo finta. E perché poi? Per sembrare simpatico? No, perché non ti sopporto più! Ti rendi conto che potresti compromettere seriamente la tua vita con queste cose, se tu riuscissi ad utilizzarle correttamente?!"

"Ma a te cosa importa? Non mi hai nemmeno detto dove andavi... Sono stato in pensiero..."

"Lo so, scusami... Ma non mi sembra un buon motivo per mandare in merda la propria vita."

Lui sospirò, e si strinse a lei, che si era riseduta sul divano. Lei, con fare materno lo abbracciò, sancendo la pace. Lentamente, i due scivolarono distesi sul divano, e si addormentarono profondamente. Prima di addormentarsi, Diana pensò che non aveva mai abbracciato così tanti uomini nella sua vita come in quella settimana. Improvvisamente si sentiva desiderata davvero da tutti, e la cotta che aveva avuto in passato per Aquaman era solo un lontano ricordo, ma non le sarebbe dispiaciuto rimanere così, in quella posizione, per sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Smallville Time ***


Diana quel mattino era partita verso le due del pomeriggio, dopo essersi svegliata lentamente, aver chiamato Kara perché venisse a prendersi Arthur, essersi fatta una rapida doccia ed essersi preparata. Aveva scelto un abbigliamento casual. Aveva indossato i leggings marroni con la gonna cucita sopra, un maglioncino malva a rombi bianchi, e sopra, per coprirsi dalla gelida aria, un poncho verde oliva con perline arancioni sulle frange. Aveva inforcato degli occhiali da sole a goccia, con le lenti marroncine, e si era diretta a piedi verso la stazione ferroviaria. Doveva comportarsi da umana, il che significava che il volo era proibito. Non poteva permettersi che qualcuno vedesse Clark Kent insieme a Wonder Woman, o in caso, insieme ad una tizia volante. Lui le aveva detto che l'avrebbe attesa alla redazione del Daily Planet, le avrebbe fatto fare un Tour della redazione, e poi sarebbero tornati assieme a Smallville. In fin dei conti, ci sarebbero volute quasi quattro ore dal paesino sperduto in cui si era rifugiata a Metropolis. Avrebbero raggiunto poi Smallville di corsa, e lui l'avrebbe presa in braccio. Si era portata appresso una valigia bianca di pelle, che conteneva pochi vestiti, giusto il necessario per tre giorni. Aveva raggiunto la stazione con solo quindici minuti di cammino, in cui non si era affaticata, con gran stupore degli astanti in stazione che la videro entrare fresca come una rosa.

Lei, dal canto suo, finse di non essersi accorta di nulla, e si procurò il biglietto del treno, sul quale salì a fatica, ostacolata dagli sguardi dei curiosi che non avevano mai visto una bellezza così stupefacente. Si accomodò nel posto più anonimo del treno, vicino ad un bagno, per ogni necessità, e si tastò il ventre, per sentire la consistenza dei suoi vestiti da battaglia, sapientemente nascosti, ma comunque portati anche in viaggio. Trascorse il viaggio leggendo un libro che le era parso interessante e che aveva comprato al bazar in stazione. Guardò anche a lungo fuori dal finestrino, come una bambina. Non era abituata ai viaggi, anzi, non aveva mai viaggiato su un treno a prescindere. Aveva sempre volato, oppure utilizzato degli aggeggi supertecnologici che metteva a disposizione Batman per la Justice League. Quando scese dal treno a Metropolis, e raggiunse velocemente il Daily Planet, rammentando dove fosse il posto grazie ad una precedente visita, anni prima. Trattenne il fiato, pensando che di lì a poco avrebbe rivisto Clark. E, quasi per magia, lui le comparve davanti. Non le fu mai sembrato così bello.

Stava uscendo da un ascensore, chiacchierando con Lois Lane, discutendo di un articolo che desiderava pubblicare in fretta, e aveva gli occhialoni da nerd che aveva imparato ad amare profondamente. Gli occhi azzurri dietro le lenti la notarono subito, e lei ci fece caso. I capelli non erano tirati all'indietro, ed erano leggermente scompigliati, come se qualcuno si fosse divertito a passargli ripetutamente le mani tra i capelli. Lois Lane sbottò qualcosa, e Clark la presentò a Diana. Diana rispose, assente, rapita dal profumo di Clark che era qualcosa di meraviglioso, sebbene non fosse buono ed ipnotizzante come quello di Bruce Wayne. Clark la prese sottobraccio, sorridendole, e la portò verso la sua scrivania. Fu sorpresissima di notare che c'era una foto di loro due, in abiti civili, abbracciati. Ricordava quella foto. L'aveva scattata Kara, poco dopo il suo rapimento, e a quanto pare Clark continuava a volerla tenere vicina a sé. Intanto, Lois li seguiva, continuando a parlare fittamente, cercando continuamente di ottenere l'attenzione di Clark. Se le avesse tirato una testata, davvero, non se ne sarebbe pentita, e l'avrebbe pure lasciata a terra! Cominciava a detestarla più di chiunque altro al mondo. 

"Dunque tu sei la famosa Diana di cui Clark parla sempre..."

"Eh già, sono proprio io!"

"Sai, sei così diversa dalla sua ex fidanzata... Lana Lang, non so se te ne ha mai parlato..."

"Ehm... No. Non parliamo dei nostri ex, effettivamente. Abbiamo di meglio da fare." e calcò bene su quel 'di meglio da fare'.

Clark, dal canto suo avrebbe follemente desiderato cadere in una botola, svanire nel nulla, scordarsi di esistere, ma provò ad immedesimarsi in Bruce Wayne, fingendo che tutto ciò non fosse niente di strano, e che fosse solo un piacevole teatrino a cui dedicarsi. Nel peggior caso sarebbe intervenuto per evitare una rissa. Diana come minimo avrebbe ridotto a fiammiferi la povera Lois. Dunque, si prese un caffé bello forte, senza zucchero, e si mise tranquillo a fissare la scenetta che tra pochi istanti avrebbe raggiunto il livello isteria. 

"Qui in redazione al Daily Planet ci si diverte sempre. Io e Clark siamo amici molto... Intimi."

"Oh, lo posso immaginare, da quant'è che siete amici?"

"Da quando aveva circa diciott'anni..."

"Be', immagino che allora ne avrai viste di ex passare... No?"

"Già." il tono duro di Lois fece capire a Clark che lo scontro verbale l'aveva vinto Diana.

Però, Clark immaginò che se Lois avesse voluto passare alle maniere forti, non verbali, sarebbe stata sconfitta una seconda volta. Mentre le due, Lois immusonita e Diana raggiante, lo seguivano, mentre le portava in giro per il Daily Planet, rimuginò sulla rottura con Diana. Era un bel po' che ci pensava, e aveva saputo da Kara di una cena con Wayne, che sicuramente ci aveva provato. Kara gli aveva assicurato che non era accaduto niente, ed anzi, che Diana gli aveva detto chiaro e tondo che era ancora interessata a colui che si fa chiamare Superman. Clark, sospirò debolmente, mentre sovrappensiero salutava Lois, che sembrava piuttosto rabbiosa, e se la filava nel suo ufficio con Diana, dove lì l'avrebbe presa in braccio e sarebbero corsi a casa come fulmini. Mentre velocemente correvano verso Smallville, e Diana lanciava urli di felicità, con le guance rosse come una bambina, con le mani attorcigliate al collo di Clark, mentre lui con una mano teneva stretta lei e con l'altra trascinava la valigia, Diana si ritrovò a pensare che forse, non tutto era perduto. Doveva solo pazientare, e Clark sarebbe tornato da lei. 

In poco arrivarono a Smallville, e quando la mise giù davanti alla fattoria Kent, che aveva già visitato in passato, gli chiese di scendere. Lui la accompagnò verso la fattoria. Aveva una parte della fattoria, che divideva con una famiglia e la portò a piedi verso il suo alloggio. Lei, come sempre, rimase affascinata dagli animali, e dalle balle di fieno. In effetti, dopo una vita passata in mezzo alle foreste dell'isola delle Amazzoni, tutto ciò le sembrava strano. Clark, mentre camminavano, inconsciamente forse, le prese la mano, e Diana la strinse gelosamente, mentre nel suo cuore stava già andando sopra le nuvole. Quando si rese conto di averle preso la mano, sorrise. Il suo inconscio probabilmente sapeva meglio di lui cosa fosse la cosa giusta da fare. Avrebbe voluto tornare con Diana, ma come sarebbe potuta reagire? Se lei l'avesse mandato al diavolo, non avrebbe avuto tutti i torti e lui avrebbe solo fatto la figura dello sciocco che ci ripensa all'ultimo minuto. Avrebbe sicuramente rischiato pure un bel ceffone epocale. Doveva trovare la maniera di riconquistarla, ma senza sbilanciarsi troppo. Doveva sicuramente chiedere ad Aquaman. O in caso, a Bruce Wayne. Lui sapeva cosa fare in quelle situazioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Se fissa il cellulare non è un buon segno! ***


Avevano mangiato qualcosa in fretta, ed erano andati al cinema. Si erano comportati come se nulla fosse cambiato, mentre Diana, senza farsi vedere, durante la cena teneva il cellulare sotto il tavolo, inviando messaggi più che isterici a Kara, che le rispondeva esasperata. Clark, in compenso, faceva lo stesso, mandando messaggi imbarazzati a Bruce, che per quanto potesse, lo aiutava. A Bruce bruciava da morire dover aiutare proprio Kent, e sopratutto aiutarlo a riconquistare Diana, ma non avrebbe mai negato la felicità alla sua splendida Dea. Per quanto potesse essere un playboy, l'unica donna che riuscisse a farlo sospirare, era proprio Diana. Era stato contentissimo quando aveva scoperto che Lobo aveva dovuto tramutarsi proprio in lui per poterla baciare! Poi, aveva scoperto che era stata solo una sana ripicca nei confronti di Clark, che lei si era convinta avesse baciato Kara, al tempo neancora la sua migliore amica.

"Bruce, che devo fare?"

"Prendile la mano sul tavolo. Non dimenticarti di offrirle la cena!!!"

"Che razza di consiglio è!? Ovviamente avrei pagato la cena! Se avessi voluto consigli inutili sarei andato a scrivere a Sinestro!"

"Ahahahahah! Deve avere una grandissima esperienza in campo sentimentale!!"

"Aiuto!!! Lei sembra assente, credo che stia scrivendo a qualcuno, ogni tanto guarda sotto il tavolo!"

"Andiamo bene. Stai parlando con lei o ti stai perdendo a pensare ad altro? Se fissa il cellulare non è un buon segno..."

Nel frattempo, a pochi centimetri dalla tempesta di messaggi che stava colpendo il cellulare di Clark Kent, il cellulare di Diana stava ricevendo un trattamento molto simile.

"Kara! Aiuto!"

"Che succede!?"

"Clark non parla mai, è sempre zitto... Però prima mi ha preso la mano!"

"Capisco. Forse non ha niente da dire."

"Niente da dire!?"

"Può darsi."

"L'HO VISTO CHIARAMENTE! Ha una mano sotto il tavolo, sta scrivendo a qualcuno!!"

"Se fissa il cellulare, non è un buon segno..."

Una volta conclusa la cena, Clark pagò il conto, sebbene non avessero mangiato praticamente niente, troppo impegnati con i loro rispettivi intelocutori, che cercavano di rimediare al pasticcio che avevano combinato durante la cena. Clark propose di andare a vedere qualcosa al cinema, e lei accettò, senza troppi indugi. Ovviamente, alla prima distrazione di Clark, lei inviò un messaggio con i nuovi sviluppi a Kara. Durante quella sera era diventata sveltissima a mandare messaggi.

"Mi ha chiesto di andare al cinema!"

"Questo è un buon segno, continua così, ragazza."

Arrivarono al cinema tardi, giusto in tempo per beccare l'ultimo spettacolo. Davano un film romantico, ma che la cassiera del cinema spacciò loro per comedy, non appena loro chiesero un film di quel genere. Forse durante il film ci poteva davvero essere del comedy, ma i due non riuscirono a scoprirlo. Una volta preso posto sui loro sedili numerati, lui prese la mano di lei. Lei rispose stringendola ancora di più, mentre la Pepsi che condividevano giaceva sul portabicchieri, non ancora bevuta. Clark sentiva la gola secca ed in fiamme. Avrebbe ingoiato qualsiasi cosa. Diana si sentiva bruciare la gola. Nell'impianto di ventilazione doveva esserci qualcosa che non andava. Avevano preso una Pepsi in due, con due cannucce, per evitare di prendere troppa roba e lasciarla lì. Clark decise di bere un sorso di Pepsi. Diana decise di bere un sorso di Pepsi. 

Mentre cercavano la loro cannuccia, cercando di fare più in fretta possibile, le loro teste si sfiorarono, ma non si ritrassero per permettere all'altro di bere. Proseguirono la loro ricerca, senza successo. Clark agì d'impulso. Mentre erano mezzi chinati a cercare di prendere la cannuccia, incuranti del film, baciò Diana. Lei ricambiò il bacio con tutto l'amore del mondo, cercando di imprimersi bene in mente le emozioni di quel momento, chiedendosi se quello fosse il punto di ripartenza. Pensò tristemente che forse l'indomani le avrebbe detto che era solo uno sbaglio, che dovevano evitare che si ripetesse. Quasi specularmente, Clark cercava di imprimersi sulle labbra il sapore di quelle di Diana, domandandosi se l'indomani lei gli avrebbe rifilato un manrovescio, dopo una notte passata a ricordare ciò che aveva fatto. Ma in quel momento, loro erano in una dimensione parallela, e niente più contava.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Intrusi in storie altrui. ***


= P.O.V. Bruce Wayne =

Già, forse nell'impianto di ventilazione c'era qualcosa che non andava. L'idea era quella di imbarazzarli in maniera a dir poco folle, fino a costringerli a parlare del più e del meno... Anche solo per insultare la commessa, sapientemente corrotta. Lo so, sono un genio, vogliatemi bene. Come, prego? La storia ha come protagonista Wonder Woman? Be', a giudicare da come sta mangiando la faccia a Kent, direi che non è nelle condizioni più adatte per venir disturbata. Amo Diana, lo ammetto pienamente. Lei è un sogno che si realizza, lei è tutto quello che desidero... Ma non voglio vederla stare male, non voglio legarla a me col rischio che mi chiami Clark. In compenso ho tutte le intenzioni di aiutarla a scoprire chi ha istigato Kent a lasciarla. Okay, forse qui c'è un po' di zampino di Kara, lo confesso. Però, in tutta sincerità, nemmeno Kara è così male. Vabbé, non divaghiamo. Io dei sospetti li ho, personalmente. Forse dovrei provare a contattare la mia sospettata numero uno, e forse potrei anche riuscire a cavarne un ragno dal buco. Ragno... Mi fa pensare a quell'impedito di Peter Parker, nell'universo alternativo Marvel. Che schifo. Okay, la chiamo eh.

...

"Ehi, ciao, sono Bruce! Ci siamo visti una volta..."

"...Mh? Bruce, chi?"

"Wayne. Bruce Wayne." - Così sì che fa figo!

"Ah, sì, sì! Bruce! Che piacere... Come hai il mio numero?"

"...sono Bruce Wayne, ho il numero di tutta Gotham, tutta Metropolis, tutta Wonder City, tutta..."

"Ehm, sì. Ho capito."

"...già. Senti, volevo chiederti una cosa... Confido nella tua riservatezza. Posso fidarmi di te?"

"Certo."

"Vedi, Clark e Diana si sono lasciati, non so se lo sai... Volevo provare a uscire con Diana, un paio di volte... Però ho bisogno che tu tenga impegnato Clark."

"Be', se posso essere sincera, preferisco che sia così."

"Così...? Cosa?"

"Che si siano lasciati..."

"Uh. Come mai?"

"Ho sempre pensato che Clark non potesse essere l'uomo adatto a lei e che lei non riuscirebbe mai a tenere i ritmi di lui. Io ho sempre sacrificato tutto per lui, ho anche rischiato la vita per dargli un po' di pace."

"Capisco. Hai mai parlato a Clark di questa cosa?"

"Sì, in tutta sincerità. Gli ho detto che non è il caso di proseguire una storia finita ancor prima di iniziare. Diana è troppo fissata, Diana non è adatta a lui... Forse mi ha proprio dato retta."

"Capisco, capisco. Be', ti farò sapere per quella cosa allora."

"Certo, Bruce. Se posso riavere Clark, ed aiutarti, tanto meglio, no?"

"Esattamente... Stiletto."

Chiudo la chiamata. Quando Diana lo scoprirà andrà su tutte le furie.
Quella stronza di Lois Lane!...

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Happy Ending. ***


Mentre Diana infilava le mani tra i capelli neri di Clark, e Bruce Wayne ridacchiava dall'alto della sua postazione, il mondo sembrò quasi essersi fermato. I due si staccarono, mentre lei fissava gli occhi azzurri di Clark. Era sconvolta, era sconvolto. Erano sconvolti da quello che era appena accaduto. Lui capiva che non avrebbe mai voluto separarsi da lei, mentre lei capiva che non sarebbe mai riuscita a rifarsi una vita senza di lui. 

"Ti amo, Diana..."

"Clark..." - non riuscì a rispondere altro, la bella Donna Meraviglia.

"Shh. Non dire niente. Mi rendo conto di averti ferita... Ma posso dire di essere tornato sui miei passi. Ti amo, Diana. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Lo giuro."

"Ti amo..." - riuscì a mormorare prima di avventarsi ancora sulle sue labbra.

Quasi in trance, i due si alzarono e andarono a casa di Clark, a rendere tutto più ufficiale.

= Il mattino dopo =

Diana si svegliò con un braccio di Clark sul petto, mentre la teneva avvinghiata con le gambe, come se non ci fosse nulla che desiderasse di più. Lei, delicatamente, si districò dalla morsa letale del suo fidanzato (?), giusto in tempo per sentire il cellulare squillare insistentemente. 

Scese dal letto, debolmente, mentre rabbrividiva al contatto con l'aria fresca, dopo essere stata così ben coperta durante la notte. Andò verso la cucina, dove sapeva di aver lasciato il cellulare e rispose, senza nemmeno controllare chi la stesse chiamando.

"Pronto?" - esordì lei.

"Ehi, sono Kara. Col cellulare di Bruce..." - si spiegò Kara, con un tono decisamente imbarazzato.

"Ah sì, dimmi." - Ah sì, dimmi!? Ciò che era accaduto la sera prima, aveva mandato in tilt Diana!

"Be', io e Bruce abbiamo scoperto chi ha mandato in panico Clark." - scoccò lei.

"Dimmi." - rispose Diana, laconica, ma allo stesso tempo, interessatissima.

"E' Lois Lane." - concluse Kara.

"Lo immaginavo..." - annuì Diana.

Le due conclusero la chiamata velocemente. Diana affermò solo di non volere alcuna vendetta. Ma sicuramente, Kara e Bruce, non avrebbero lasciato la cosa impunita...

Angolo Autrice:

Okay. So che come finale è schifoso, ma ora che Clark e Diana sono tornati insieme, sicuramente non ho molto da dire.
Per questo, surprise - surprise...
...a breve avremo una long (?), su Bruce e Kara alla caccia di Lois Lane che continuerà a macinare piani malefici!
E chissà che Cupido non faccia centro anche con loro...

Grazie mille a tutti quelli che hanno seguito/preferito/ricordato la storia, a chi l'ha recensita e anche a chi l'ha letta silenziosamente!
Ci vediamo nella prossima long!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2264344