Il Corvo Notturno 2: I Predoni dell'Atlantico.

di Mordekai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Corvo Notturno 2: I Predoni dell'Atlantico. Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Isola Nera. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: La Baia dei Dannati. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Corvo di Montagna ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Sosta a Londra. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Tradimento. Parte I. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Tradimento. Parte II. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Sbarco a Venezia. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Assalto alla Nave Inglese. ***
Capitolo 10: *** Capitolo Finale: Fuochi d'artificio. ***



Capitolo 1
*** Il Corvo Notturno 2: I Predoni dell'Atlantico. Prologo. ***


Una tempesta all’orizzonte sta per colpire l’immenso vascello del Capitano Valentine, ma questo conta poco per lui. Sono passati ormai 12 anni da quando è in viaggio nei mari dell’Atlantico, scoprendo isole dove ha recuperato antichi tesori e incontrato popoli nuovi, senza deturpare il loro ambiente. Il suo animo è sempre fiero e nulla lo spaventa.

 

‘’Forza ciurma, ammainate la vela maestra, un’insulsa nuvola non può fermare la Red Eagle.’’

 

‘’Capitano, Fregata Inglese alla poppa.’’

 

‘’Quale diavolo? E questi cosa vogliono? Preparate i cannoni.’’

 

Con queste parole, il Capitano Valentine, scattante come la lepre di maggio, tornò nella sua cabina, aprì l’armadio e recuperò il suo vecchio ‘’amico’’.

 

‘’Mio caro Corvo, è il momento di tornare in scena.’’

 

La pioggia battente aveva reso scivoloso il ponte e qualche uomo del capitano scivolava contro la ringhiera o l’albero, ferendosi. La Fregata Inglese si arpiono alla Red Eagle, e gli inglesi stavano per incombere sul loro ponte, ma Valentine lanciò in mare gli ormeggi inglesi e saltò sul loro ponte. Tirò fuori due spade e rimase immobile, con il volto fisso sul ponte.

 

‘’Il Corvo Notturno, sono 12 anni che ti sto dando la caccia per tutto l’Atlantico.’’

 

‘’Ah, da quel che vedo sei ancora vivo, Adam Pittsburgh, come va la cicatrice sul collo?’’

 

‘’E’ un ricordo che fa ancora male, ma adesso basta baggianate e affronta l’Oscura Signora.’’

 

La ciurma inglese si scagliò su Damon, ma le sue spade eran veloci, penetravano le loro gole, i loro toraci con facilità inaudita, finché l’ultimo uomo non scappò via, in preda al panico.Adam Pittsburgh si tolse la cappa e il cappello e caricò il Capitan Valentine, ma quest’ultimo era più rapido di lui.Un gomito dietro il midollo spinale e uno spade trafisse il suo petto.

 

‘’Quando torni da coloro che ho odiato, riferisci queste parole: Il Corvo Notturno è ancora vivo.’’

 

Togliendo la spada, il capitano tornò sulla sua nave e lasciarono la tempesta, tornando nella luce del giorno e cavalcando le onde dell’Atlantico.

 

Verso un nuovo orizzonte miei cari.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Isola Nera. ***


Una nuova alba nei mari dell'Atlantico sorge ad Est dell'orizzonte, il capitano Valentine, in piedi sulla prua della nave, osserva i gabbiani volare in cerca di cibo. Il suo mantello, blu notte, fluttua nel vento.

 

I boccaporti si aprono e i primi uomini della ciurma stendono i loro muscoli:

 

"Capitan Valentine, già sveglio?"

 

"Un Capitano si alza sempre prima del sole...e poi non riuscivo a dormire.""Sa la nuova rotta?"

 

"Rotta 3º gradi Nord-Est, c'è una piccola colonia americana li."

 

"Avviso subito la ciurma di impostare la rotta.’’

 

Il Capitano fece un cenno con la testa e ritornò ad osservare il rosa del cielo, respirando la brezza marina.Dopo due ore di viaggio, raggiunsero una colonia americana, un’isola di media grandezza con case in legno e mattoni. Sfortunatamente non c’era un porto per attraccare, così lanciarono l’ancora sul fondale e giunsero sulla spiaggia con 3 piccole barche.

 

‘’Sir Damon Valentine, ma che piacevole sorpresa vederla a Fort Peach. Qual buon vento la porta qui?’’

 

‘’Ah, che bello rivederti Andrew. Come vanno le cose qui? Siam venuti a far colazione.’’

 

‘’Bene, seguitemi, abbiamo preparato uova con salsicce di bue, latte di capra e frutta, inoltre abbiamo anche un qualcosa per lei.’’

 

Dopo 30 minuti di colazione abbondante, Damon si diresse da Andrew per vedere cosa aveva di così importante. Entrò nella sua casa vicino la spiaggia e fu accolto da una luce soffusa.

 

‘’Entra Damon, voglio mostrarti la mappa per l’Isola Nera.’’

 

‘’Isola Nera? Di cosa parli Andrew?’’

 

‘’La leggenda narra di un’antica isola che sorge solo quando c’è la luna piena e questo accadrà…oggi. L’isola nasconde un enorme tesoro, ma anche insidie.’’

 

‘’Hai intenzione di scoprire cosa si cela oltre al tesoro?’’‘’Direi di si, ti andrebbe di aiutarmi?’’

 

‘’Perché no, erano anni che non mi dedicavo a della pura avventura.’’

 

L’isola Nera, per coloro che non lo sapessero, è un’isola tipicamente ricoperta di cenere, con un vulcano che si erge al centro. Il continuo emanare dei fumi e della cenere, hanno completamente annerito gli alberi e la vegetazione circostante.Era mezzanotte, il Capitano Valentine e l’ammiraglio Andrew si diressero verso l’isola, alla ricerca di qualche tesoro. Le acque erano calme e si intravedevano delle balenottere in lontananza, richiamarsi a vicenda con il loro canto.

 

‘’Terra!’’ urlò un membro della ciurma.

 

L’isola Nera era a pochi metri da loro, ma Valentine decise di arrivarci a nuoto, almeno avrebbe ispezionato la zona, in caso di trappole o pericoli oppure un passaggio segreto.Giunto sulla spiaggia, notò un piccolo focolare a pochi metri dalla spiaggia. Si avvicinò e notò un uomo intento ad imprecare contro il dio del mare e il giorno in cui ha trovato l’isola.

 

‘’Mi scusi, ma cosa ci fa qui?’’

 

‘’Io? Cosa ci fai tu qui?’’

 

‘’Sono qui per il ‘’tesoro’’ dell’Isola.’’

 

‘’Tesoro? Ahahaha, qui non c’è alcun tesoro se non la morte.’’

 

‘’Ho sfidato la morte tante di quelle volte che mi sembra uno scherzo adesso.’’

 

‘’Vedremo mio caro. Adesso va.’’

 

Il Capitano Valentine si diresse nella fitta vegetazione, tagliando rami, cespugli o piante con la spada per facilitarsi il cammino, finché non si ritrovò in una caverna. L’oscurità avvolgeva l’antro della caverna, impedendo di vedere, vangando a tentoni lungo le pareti scivolose. Una voragine si aprì sotto i suoi piedi e cadde in una rete sottostante.

 

‘’Cosa ci fai qui straniero?’’- disse una voce nell’oscurità.

 

‘’Io sono il Capitano Valentine, mi han detto che qui si nasconde un tesoro, vorrei solo sapere di cosa si tratta.’’

 

L’antro della caverna si illuminò d’un tratto, migliaia di torce si accesero per rivelare un grande altare in marmo a venti metri dal capitano.‘’Come sai della nostra Isola?’’- disse un vecchio con un copricapo fatto di ossa di puma.

 

‘’Un mio amico mi ha detto di questa fantomatica isola che sorge all’orizzonte ogni 4 settimane a mezzanotte. Mi detto che si nasconde un tesoro e vuole averlo.’’

 

‘’L’unico tesoro di cui disponiamo è la conoscenza e l’astuzia. Se non ti dispiace, ora lascia quest’isola e non tornare.’’

 

La rete si spezzò e una frana ostruì l’unico passaggio per l’altare. Decise allora di tornare indietro e, senza una ragione precisa, un doblone d’oro gli cadde nella mano.Tornò alla nave per scoprire che i suoi amici, e Andrew lo aspettavano alla nave, ansiosi.

 

‘’Valentine, ma che fine avevi fatto? Ti stavamo cercando per tutta l’isola.’’

 

‘’Ero a fare una passeggiata e ho trovato questo doblone. Credo che lo terrò come ricordo.’’

 

La nave riprese il suo viaggio verso una nuova avventura, ma cosa nasconderà quel doblone e perché proprio Valentine?Quali altri misteri si celano in questo evento?

 

Le prossime avventure nei mari dell’Atlantico ce lo racconteranno.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: La Baia dei Dannati. ***


Passarono 5 mesi dall’evento dell’Isola Nera, il clima torrido e estivo, lasciò spazio all’inverno e alla neve che sembravano chicchi di mais bianco volteggiare nell’aria.Il freddo pungente rendeva i membri dell’equipaggio irascibili e infreddoliti, ma l’unico che rimaneva impassibile e fiero era Valentine, che osservava imperterrito quel doblone trovato nella caverna, incantato dalla sua brillantezza.

 

‘’C-capitano Valentine.’’

 

‘’Si? Che accade Marcus?’’

 

‘’Dove siamo diretti con questo freddo infernale?’’

 

‘’4 mesi fa, quando eravamo nella colonia americana, Andrew mi disse di una baia…’’

 

‘’La Baia dei Dannati intende?’’

 

‘’Si, quella. E’ li che siam diretti, devo scoprire il significato di questo doblone.’’

 

Dopo lunghe ore di agonizzante freddo, raggiunsero la baia. Il posto era avvolto da una fitta nebbia, i tetti della piccola cittadina erano decadenti e marci, un viandante con una lanterna si illuminava il cammino, era coperto solo da un cappello di pelle nera e un lunga tunica.Lo seguì vicolo dopo vicolo, fino a raggiungere una taverna li vicino, la White Moon, un piccolo pub stracolma di omaccioni dallo sguardo torvo e rabbioso che, non appena entrò Damon, lo squadrarono da testa ai piedi con fare di sfida.Damon non si fece intimorire molto, ma quegli sguardi lo infastidivano molto.

 

Non si accorse che uno di loro gli sbarrava la strada e finì contro il suo petto:

 

‘’Ehi, guarda dove vai scarafaggio.’’

 

‘’Scusa amico.’’

 

Quel grosso omaccione sferrò un gancio destro, ma Damon lo bloccò con la sua mano e strinse così forte da farla scricchiolare, finché il suo polso non si spezzò.

 

‘’Mai far infuriare Damon Valentine.’’

 

L’omaccione era agonizzante al suolo, mentre si massaggiava il polso e gli altri assistevano in silenzio la scena.

 

‘’Damon Valentine, colui che ha ucciso il re d’Inghilterra durante la congiura degli spagnoli.’’- disse uno strano figuro con barba bianca, una casacca verde muschio e un boccale di birra nella mano destra

 

‘’E voi chi sareste?’’

 

‘’Sono io, zio Bradley.’’ Lo strano figuro si alzò, mostrando una lunga cicatrice sulla guancia e un sorriso a 32 denti gialli.

 

‘’Zio? E voi che fate qui?’’

 

‘’Vedi, nipote, nella Baia dei dannati finiscono tutti coloro che in vita han commesso efferati crimini e sono ancora ricercati dalla Corona Inglese. Ma dimmi, perché sei qui?’’

 

‘’Per questo.’’

 

Damon mostrò il doblone che aveva recuperato sull’Isola nera, raccontando la sua peripezia a tutti i presenti e chiese quale storia o mistero si celasse dietro quella piccola moneta.Tutti i presenti gli risposero di dirigersi al promontorio del Grande Corno, un promontorio protetto da un guardiano e veggente, forse lui poteva aiutarlo nel suo dilemma.Bradley e Valentine si diressero al promontorio, attraversando la vegetazione e, con l’ausilio di un machete, tagliarono rami secchi e liane per aprirsi un passaggio.

 

Giunti al promontorio, li furono attaccati da aborigeni con il petto coperto da segni bianchi, una sorta di pittura per spaventare il nemico, armati di lance o archi.

 

‘’Cosa volete stranieri?’’

 

‘’Cerchiamo il guardiano del Grande Corno, deve dirmi cosa c’è dietro questo doblone.’’Quando mostrò il doblone, tutti ne furono spaventati, ma l’avidità nei loro occhi era più forte.

 

‘’Nipote, scappa.’’

 

‘’Perchè?’’

 

‘’Questi sono i Predoni del Fuoco, scappa.’’

 

Uno di loro con sputò del fuoco dalla bocca, incendiando parte del percorso. I Predoni del Fuoco sono i nativi di diverse colonie americane che si dividono in Predoni bianchi e Predoni rossi. I bianchi sono aggressivi e molto violenti con stranieri o nativi di altre tribù, si dipingono sempre di bianco perché è simbolo di purezza per loro e il fuoco è un esempio.I Predoni del Fuoco Rosso, invece, prediligono la purezza del fuoco come arma di difesa e per nutrirsi e lo usano per cerimonie religiose o per accogliere tra loro un nuovo arrivato. Si ustionano la spalla o la mano con un una sorta di ago bollente, dove viene inciso il nome.Scapparono il più lontano possibile, finché non si trovarono in un villaggio abbandonato.

 

‘’Dove siamo zio?’’

 

‘’In un vecchio villaggio dei…’’

 

‘’Andatevene stranieri, abbandonate il villaggio dei Rossi.’’

 

‘’Noi stiamo scappando dai Predoni del Fuoco bianco.’’

 

‘’Scappate verso il fiume del Serpente, noi vi aiutiamo solo perché non li sopportiamo. Forza, andate.’’

 

E così, dopo una lunga corsa contro la salvezza, Bradley e Valentine raggiunsero il fiume del Serpente, assistendo da lontano a grandi colonne di fumo denso e esplosioni, ma ciò non impedì loro di raggiungere il Grande Corno. Arrivati li, un anziano, vestito di una lunga tunica verde muschio e un copricapo formato da ossa alzò il bastone e disse:

 

‘’Ti stavo aspettando Valentine, io sono Makundo.’’

 

‘’Un momento, tu sei lo stesso anziano sull’isola nera.’’

 

‘’Vedi? La conoscenza è potere. Comunque so perché sei qui, il doblone. Quel doblone cela la chiave per scoprire il tesoro dell’antico capitano François Jacqueline.’’

 

‘’E questo tesoro dove possiamo trovarlo?’’

 

‘’Vicino le colonie francesi, tanto francesi e americani vanno d’amore e d’accordo.’’

 

Un polverone di fumo e fiamme avvolse lo sciamano che scomparve, lasciando Damon e lo zio perplessi. E se fosse una trappola o un tranello?Nipote e zio tornarono indietro alla taverna, con una storia da raccontare, ma furono colpiti alle spalle da delle frecce avvelenate e in pochi secondi, persero i sensi.

 

‘’Portateli dentro.’’

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Corvo di Montagna ***


Damon Valentine e suo zio si risvegliarono dal sonno, con la testa pesante e la bocca secca, rinchiusi in una gabbia fatta di bambù e legata da erba, circondata da due guardie. Damon tentò di risollevarsi, ma perse nuovamente l’equilibrio cadendo sulle ginocchia.

 

‘’Ma…cosa…è successo? La spalla, perché mi fa così male?’’

 

‘’E’ l’effetto del veleno iniettatoti con la freccia.’’

 

Una voce, roca e che emanava odore di salsiccia con aglio, una voce che al solo sentirla ti viene il disgusto e il voltastomaco, una voce familiare per il capitano. La voce di Way Temer, o meglio lo scagnozzo del re.

 

‘’Tu? Come…come sei sopravvissuto?’’

 

‘’Pensi che una banale pugnalata al collo mi possa uccidere? Illuso. Bruciateli vivi.’’

 

Detto questo, Way Temer si affrettò a lasciare il luogo, scattando con i suoi stivali infangati e logori. Un tanfo di sterco permeava nell’aria, insieme all’odore di polvere da sparo che bruciava. Andrew era ancora addormentato e Valentine non sapeva cosa fare, ma un lampo di genio balenò nel suo cervello. Il bambù della gabbia era secco e facile da poter spezzare e liberarsi. Sferrò un calcio. Ne sferrò un secondo, un terzo, finché la gabbia non si spezzò e Valentine, che trascinava suo zio per un braccio, si liberò in tempo.

 

‘’Zio, sveglia!’’

 

‘’Che…che accade?’’

 

‘’Dobbiamo scappare, la grotta sta per esplodere.’’

 

‘’Quale diavolo?’’

 

Dopo questo breve dialogo, entrambi fuggirono verso il picco della montagna. Un colpo di fortuna, perché proprio in quell’istante, i barili di polvere da sparo esplosero, ruggendo in una palla di fuoco e cenere e facendo crollare l’intera caverna e causando una frana che distrusse un paio di alberi sottostanti.

 

I due capitani camminarono per ore, prima di raggiungere il Picco del Dannato. La leggenda di questo picco risale al 1787, quando un pirata senza scrupoli o pietà, raggiunse la vetta e a gran voce urlò:

 

‘’Chiunque osi scalare questa vetta, pirata, navigatore o sciacallo, dovrà vedersela con lo spirito di David Dedalee.’’

 

Per quasi 60 anni ha terrorizzato la Baia di Suse, detta poi Baia dei Dannati.

 

‘’Quindi…zio, questo Dedalee è uno spietato pirata e il suo spirito terrorizza chiunque salga sulla sua cima? Perfetto.’’

 

Era una sfida per il capitano Valentine e nulla poteva impedirgli di affrontarla.Giunti sulla vetta del monte, un vento glaciale investì i loro volti, arrossandoli istantaneamente, nessun torpore o torcia poteva riscaldarli, ma qualcosa poteva riscaldare il loro cuore; un magnifico panorama, terra e mare fusi in un unico scenario di sublime bellezza. Clima tropicale e clima invernale creavano una perfetta armonia.

 

Valentine notò qualcosa che luccicava sotto una roccia e, non appena fu a pochi centimetri, capì cosa era: un altro doblone, dello stesso materiale ma con una incisione diversa. Sopra c’era una bandiera con il simbolo della corona francese.

 

‘’Un doblone francese? Cosa diavolo ci fa qui?’’

 

‘’Non lo so, caro nipote, ma qualcosa di anomalo si insidia nella tua avventura.’’

 

‘’Comprendo.’’

 

‘’E ora? Come scendiamo da questo monte?

 

‘’Un Corvo vola. Voliamo allora.’’

 

E cosi, dopo qualche ora a costruire una sorta di ‘’paracadute’’ in stile corvo, completo anche di ali fatte di foglie e legate da fili di lana. Cinque minuti di pausa e, un bel respiro, si parte.

 

‘’Questo Corvo prende il volo!’’

 

‘’Sono troppo vecchio per queste avventure!’’

 

Un leggero movimento dei piedi e spiccarono il volo dalla vetta. Tutto il paesaggio sottostante si muoveva in una magnifica danza.

 

‘’Zio, sono deluso comunque.’’

 

‘’Per quale motivo?’’

 

‘’Mi sarei aspettato che lo spirito di Dedalee ci attaccasse.’’

 

‘’Bontà divina, pensa solo a farci atterrare sani e salvi. Non sei cambiato di una virgola, proprio come tuo zio.’’

 

‘’E’ di famiglia essere competitivi.’’

 

Era incredibile, la nebbia nella Baia dei Dannati non scomparve, ma divenne più fitta, così come il freddo. Una volta atterrati, nipote e zio si salutarono, augurandosi di incontrarsi nuovamente in una nuova avventura, nonostante il ‘’Sono troppo vecchio per queste avventure.’’Ora il Capitano Damon Valentine aveva due dobloni, ma chi può sapere quale temibile segreto si cela dietro.Nel frattempo, a Londra, nella corte del barone Leopold Von Bloom, giunse il paggio Nick Marlon che annucciò:

 

‘’Signore, ci giunge ora la notizia che Damon Valentine ha recuperato due dei cinque dobloni per la Spada dei Predoni.’’

 

‘’Magnifico. Non appena tutti e cinque i dobloni saranno riuniti, quella Spada sarà mia e potrò governare sull’Inghilterra.’’

 

La Spada dei Predoni dell’Atlantico è una antica spada forgiata per vincere qualsiasi sfida e per alleare nuovi popoli sotto la sua protezione, ma se qualcuno spezza l’armonia, può causare terribili conseguenze.

 

Damon Valentine dovrà trovare i tre dobloni restanti e impedire che una nuova Congiura assedi Londra e il suo popolo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Sosta a Londra. ***


Mancavano poche settimane al 38° compleanno di Damon Valentine, capitano dal fisico scolpito dagli dei e privo degli effetti della vecchiaia, nessuna ruga, solo una cicatrice sulla guancia sinistra e una barba riccia color fumo. Tanti anni in mare lo hanno rinvigorito e ringiovanito, rendendolo simile ad un dio sceso in terra.

 

‘’Ciurma, quest’oggi faremo una sosta a Londra, la mia terra natia.’’

 

La ciurma era eccitata all’idea di visitare Londra, la terra del capitano, ormai prosperosa nel commercio e nell’economia, innovazioni per lo sviluppo e molto altro. I soldi non mancavano mai e le banche inglesi strabordavano in quel periodo così fiorente.Giunti al porto, Damon si avviò verso il Palazzo Reale, voleva incontrare una sua vecchia conoscenza, salvata tempo addietro. Giunto lì, indossando il suo fedele cappuccio nero, entrò. Appena arrivato alla soglia dell’immensa porta in legno laccato d’ottone, due guardie lo fermarono con le loro lance.

 

Le regina non era sola quando se ne rese conto, con lei c’era anche Alexia e il suo vecchio amico di Canterbury, il vescovo spagnolo.

 

‘’E’ questo il benvenuto che date ad un vecchio eroe? Devo dire che la sicurezza è aumentata, comunque, complimenti regina Vittoria.’’ Disse Damon togliendosi il cappuccio.

 

La regina, Alexia e il vescovo strabuzzarono gli occhi.

 

‘’Dios mio, Damon, sei vivo!’’

 

‘’Damon…sei tu?’’- domandò Alexia.

 

‘’Si, mia amata.’’

 

Alexia corse contro il suo amato e lo abbracciò forte, piangendo per la gioia. Damon la strinse a se e ricambiò con una bacio lungo e intenso. Lo guardava meravigliata e non gli staccava gli occhi di dosso.

 

Anche la regina ne rimase meravigliata: ‘’Allora è vero che se passi degli anni oltre oceano, ringiovanisci. Comunque, qual buon vento ti conduce qui?’’

 

‘’Sono venuto qui per una sosta di qualche settimana e di parlare della Spada dei Predoni.’’

 

‘’La Spada dei Predoni. Ne ho sentito hablar qualche anno fa, da un gruppo di viaggiatori. Quella spada deve essere presa solo dopo aver conquistato i 5 dobloni.’’

 

‘’Come questi.’’ Disse Damon lanciandogli i due dobloni.

 

‘’Oh, es magnifico. Ora solo tres ne mancano.’’

 

Damon abbracciò forte la sua amata e rimasero abbracciati per una decina di minuti, prima di lasciare il palazzo. Nei suoi dodici anni, Alexia fondò l’Alleanza dei Lupi della Notte, tutte donne reduci di soprusi o violenze, o scappate dai loro mariti traditori.L’Alleanza raggiunse 150 membri in 5 anni, composta da donne di mezz’età a ragazze tra i 18 e 25 anni. Alexia presentò a Damon i 10 membri speciali dell’Alleanza e sono:

 

Jenny, Mia, Sunset, Alexandra, Karol, Fan Yun, Dorothy, Alberta, Rose e Virginia. Queste donne erano capaci di scattare con una velocità impressionante e uccidere senza far rumore, soprannominate ‘’Le frecce nere.’’

 

‘’Damon, perché sei tornato a Londra? Non avevi scelto di lasciarla per la troppa corruzione?’’

 

‘’Vorrei festeggiare il mio 38° compleanno con te e il mio caro amico spagnolo, oltre al fatto di sapere di più su questa Spada dei Predoni.’’

 

‘’Questa ti potrà servire.’’ Disse Alexia dandogli un doblone con un albero e tre spade incrociate.

 

‘’Dove l’hai trovato?’’

 

‘’L’ho rubato ad un mercante.’’ Rispose sorridendo e abbracciandolo.

 

Damon la baciò, dopo molto tempo poteva concedersi qualche ora di affetto con la sua amata e così fu.

 

I giorni passarono e giunse finalmente il 38° anno di vita del Capitano Damon Valentine, tante persone e amici crearono una gran festa per lui, con un gran banchetto a base di cinghiale, patate, frutta e vino rosso, con tanti tavoli banditi di dolci fatti in casa.Anche la regina partecipò, vestita di un lungo abito bianco con risvolti rossi e blu.Ma questa è solo la calma prima della tempesta.

 

Fuori dalla taverna in cui c’era l’enorme festa, un losco figuro osservava da un vicolo la scena.

 

‘’Goditi la tua festa Damon, perché sarà l’ultima della tua vita.’’

 

Nuove minacce attendono Damon, ma quali saranno?

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Tradimento. Parte I. ***


Era il 21 febbraio, la neve cadeva con immensi fiocchi che brillavano alla luce del sole, vestendo il terreno, gli alberi e le case, di un lungo abito bianco, il cielo era pallido, coperto da nuvole ma quel giorno non portava pioggia. Nuove navi mercantili giungevano a Londra, portando merci e barili contenenti polvere da sparo, utile per il nuovo esercito imperiale, una dozzina di nuove tuniche e stivali, mezza dozzina di uova fresche, latte e carne di prima qualità. Damon e Alexia dormivano insieme, riscaldati dal camino della loro stanza, finché:

 

‘’Buenos dias, piccioncini, venite a far colazione, es pronto.’’

 

Risvegliarsi con una voce che non era quella di Alexia era come ricevere una batosta sulla zucca, ma ripresosi dallo shock iniziale, Damon e la sua amata andarono a far colazione.

 

‘’Ho notizie magnifiche. Ho trovato il quarto e quinto doblone, ma del terzo…Ah, ce l’hai tu.’’

 

‘’Si, grazie ad Alexia, comunque, dove si trovano gli altri due dobloni?‘’Uno si trova a 10km dalla nostra posizione, Nord-Ovest, mentre l’altro si trova ad 1km dal Palazzo Imperiale.’’

 

‘’Uno dei dobloni è così vicino al Palazzo e nessuno ci ha fatto caso?’’- domandò Alexia.

 

‘’No me digas nada, ma la gente pensava fosse un ornamento di un lampione.’’

 

‘’Tra un’ora si parte. Iniziamo con il quinto e poi cerchiamo l’altro.’’

 

Dopo aver fatto una colazione abbondante, tutti e tre i nostri protagonisti presero una carovana che si dirigeva verso Westminster Abbey e, una volta giunti a destinazione, non fu difficile trovare il doblone. Penzolava sotto una delle lanterne, scolorito a causa del tempo. Era un doblone con inciso sopra una scimitarra.

 

‘’Damon, c’è qualcosa che non va?’’

 

‘’Non ne sono sicuro, ma sento puzza di una trappola.’’

 

Quella sensazione non svanì per molte ore, fino a raggiungere la zona Nord-Ovest, 10km e mezzo, una zona completamente piena di alberi di ogni tipo; pini, abeti, querce secolari, platani e molti altri ancora.In mezzo la radura, c’era un tempio asiatico con una enorme statua di giada all’entrata. La porta stranamente era aperta e, su ogni pilastro del tempio, c’erano le frecce nere legate ed imbavagliate.

 

‘’Quei dobloni li prendo io.’’ 

 

Una corda sbucò dall’oscurità di una colonna, infilzando il sacchetto dei dobloni per poi ritrarsi e scomparire dietro la colonna. Damon inseguì il furfante, ma la sua strada fu sbarrata da una figura femminile in cappuccio e armata di katana.

 

‘’No, no Damon, tu non vai da nessuna parte.’’

 

‘’Come mi conosci?’’

 

La donna misteriosa si tolse il cappuccio, rivelando una capigliatura nera a caschetto, con solo due lunghe ciocche che le scendevano oltre le orecchie e occhi a mandorla azzurri.

 

‘’Fan Yun? ‘’

 

‘’Il mio nome è Fang Wang Yun, nipote di Kan Wang Yun, il leggendario condottiero dell’armata giapponese del 1598. E questa che vedi, è la mia Kusanagi, un’antica spada che userò per strapparti via il cuore, Damon.’’‘’Fang Wang, perché ci hai tradito?’’ domandò Alexia con il volto solcato dalla rabbia.

 

‘’Gli inglesi mi hanno pagato bene.’’

Continua

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Tradimento. Parte II. ***


‘Gli inglesi pagano bene.’’

 

Quella risposta li fece rabbrividire e disgustare. Un lavoro di una vita rovinato da una traditrice.

 

‘’Quanto ti hanno offerto?’'

 

‘’Due sacchi da 250.000 sterline.’’

 

‘’Nessuno dispone di una cifra così alta.’’

 

‘’Beh…un furto qui, una tassa lì e il gioco è fatto.’’Alexia, in preda alla furia, si scagliò contro Fang Wang, sferrandole un calcio in pieno petto. Un colpo preciso che la fece indietreggiare, ma non cedere. L’avversario decise di contrattaccare con la spada. Vari fendenti cercarono di ferire Alexia, ma tutto quello che ottenne furono solo squarci sulla tunica nera e bianca.

 

Un dardo colpì il collo di Alexia, facendola addormentare sul colpo.

 

‘’Quel dardo è intriso di anestetico, dormirà per un po’. Adesso, sfamerò la mia lama.’’Damon era immobile, con il volto oscurato dal cappuccio, ma la smorfia che produceva la sua bocca, stava a dire che era furioso.Fang Wang avanzò rapida, con la lama rivolta verso Damon: ‘’Assaggia la furia giapponese.’’

 

Damon si spostò verso sinistra e sferrò un pugno, così forte da spaccarle il naso e macchiarle il volto di sangue.

 

‘’Ma come…’’

 

‘’Stai zitta! Ho subito già troppe angherie da parte di maniaci avidi e tu sei la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Prima i dobloni, poi Alexia. Questo non lo posso accettare.’’Un calcio dritto allo stomaco la fece balzare verso la parte opposta di una delle colonne.Avanzò a passo svelto, con i pugni serrati e lo sguardo torvo, uno sguardo se vogliamo dire era carico di rabbia.Fang Wang non esitò a colpirlo con la Kusanagi, ma Damon era più veloce di lei, quasi come un fulmine, finché non bloccò la spada con la mano e la strinse così forte che la lama iniziò a crepare.

 

‘’Cosa? Come è possibile?’’

 

La lama esplose in mille frammenti, lasciando solo l’impugnatura della spada nelle mani del nemico.Damon afferrò le sue due spade e con dei fendenti la colpì a morte, creando una ‘’x’’ sul suo petto, facendo zampillare il sangue.

 

‘’Pensi…di aver vinto…Damon? Gli inglesi sono molto più potenti di te…’’‘’Ho già sconfitto una volta gli inglesi, posso farlo di nuovo.’’

 

Detto questo, la lama della sua spada trapasso il collo di Fang Wang, uccidendola in pochi secondi.Dopo qualche ora, Alexia si risvegliò sulla carovana diretta al porto, Damon fu felice di rivederla di nuovo sveglia e viva, soprattutto viva.

 

‘’I dobloni sono scomparsi? Cosa facciamo adesso?’’

 

‘’Non preoccuparti, ho una pista. Un gruppo di marinai della Persia mia hanno riferito che un losco figuro incappucciato si è imbarcato su una nave mercantile diretta in Italia. Precisamente a Venezia. E’ lì che sono diretto. Due settimane e mezzo di viaggio se parto ora. Tornerò, mia amata.’’

 

Con queste parole, Damon baciò e strinse a se la sua amata, con gli occhi lucidi e pronti ad esplodere in un pianto di tristezza.Giunto al porto, trovò la sua nave con migliorie e ristrutturata: Due alberi maestro, una torre d’avvistamento, quaranta cannoni, divisi per la parte superiore ed inferiore, la prua disposta di un ariete per sfondare la chiglia della nave e anche la poppa, un timone rinforzato e vele in fibra di lino.

 

‘’Capitano, lieto rivederla in forma, abbiamo fatto delle migliorie alla nave e abbiamo anche nuovi membri della ciurma, o meglio Vostri membri.’’

 

Dai due alberi maestri, scesero planando dieci ragazzi incappucciati, vestiti di bianco e con un mantello fatto di piume nere. Uno di loro indossava anche una fascia rossa, forse il capo che, inginocchiandosi, disse:

 

‘’Io sono Oliver Pitt, capo dei Corvi delle Nevi. Vorremmo unirci a lei, che è stata guida e mentore per noi che esigiamo l’ordine e il dovere dell’Inghilterra.’’

 

‘’Piano con le parole, chiunque salga su questa nave, fa già parte della ciurma. Benvenuti.’’E così, Damon, la sua nuova ciurma e la sua nuova nave lasciarono il porto di Londra.

 

Alexia, stringendo un lembo del suo vestito salutò il suo Corvo sbracciando il braccio sinistro.

 

‘’Ci rivedremo Alexia, è una promessa.’’

 

E ora, dritti verso l’Italia.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Sbarco a Venezia. ***


Durante le due settimane e mezzo di viaggio, Damon Valentine ottenne varie alleanze, aiuti da parte di ex pirati o marinai, riuscì ad ottenere la fiducia di molte persone che, in caso di pericolo, lo avrebbero aiutato e sostenuto fino alla morte.Giunti a Venezia, Damon rimase meravigliato dallo splendore italiano della Serenissima Repubblica di Venezia, strade ben articolate, palazzi ben costruiti con lo stemma della città, annunciatori ogni venti metri da loro, venditori di pesci, frutta e verdura, mercanti d’arte e tessitori. Tutto era nuovo per lui, mai vista una città così fiorente e bella agli occhi di un viaggiatore o di un eroe inglese.

 

‘’E’ una bella città, vero Capitano?’’

 

‘’E’ magnifica.’’

 

Da una bancarella di un pescivendolo giunse un vecchio uomo incappucciato, si potevano notare le rughe molto pronunciate sugli zigomi e sotto gli occhi, una barba lunga e grigia, presentava molti nodi.

 

‘’Damon Valentine. Salvatore dell’Inghilterra e capitano d’oltre oceano.’’

 

‘’Come conosci il mio nome, vecchietto?’’

 

‘’Oh, tra i Predoni dell’Atlantico sei rinomato.’’ Con queste parole, l’anziano sconosciuto si tolse il cappuccio color mogano, rivelando un viso solcato da rughe sulla fronte e sulle guance anche, un occhio azzurro e l’altro verde e capelli brizzolati grigi.

 

‘’Hai detto Predoni dell’Atlantico? Non dirmi che tu…?’’

 

‘’Esattamente mio caro, sono il Predone più anziano. Siamo tre Predoni ormai. In passato eravamo 13, ma questi dieci furono massacrati e dati in pasto agli avvoltoi degli inglesi. Io mi sono rifugiato qui a Venezia e sono diventato un apprezzato venditore tessile. So, comunque, il motivo del tuo arrivo qui. Stai cercando i dobloni per la nostra spada.’’

 

Damon era felice di sapere che i Predoni dell’Atlantico erano ancora vivi, almeno tre lo erano, ma non c’è molto tempo da perdere, la Spada dei Predoni non deve cadere in mani nemiche, soprattutto nelle mani di Walter Wanders, il nuovo capitano della Marina inglese. Pensavate che fosse lo scagnozzo del re? Quello è andato a dormire con gli squali.

 

‘’Enrico.’’

 

‘’Digame, messere Shawn. In cosa posso essere utile?’’

 

‘’Dovrai condurre il mio caro amico Valentine al ponte di Rialto questa sera, non appena il sole sarà tramontato.’’

 

‘’Come desidera, messere Shawn.’’

 

Quella sera, il cielo era limpido e colmo di stelle. Damon era così incantato che non si accorse del lampione e ci andò a sbattere contro.

 

‘’Che tu sia dannato Poseidone.’’ Imprecò massaggiandosi il naso.

 

‘’Si è fatto…male signore?’’ domandò Enrico trattenendo una risata.

 

Damon lo folgorò con una occhiata torva e carica di rabbia, ma sapeva che doveva calmarsi o sarebbe stata la fine.Giunti al ponte di Rialto, c’era Shawn, il Predone anziano, e vicino due colonne altri due uomini incappucciati, con un lungo mantello rosso e una spada nella loro mano.

 

‘’Non dirmi che…quelli sono gli altri due predoni Shawn?’’

 

‘’Esattamente. Io sono Benjamin, mentre lui, un po’ più giovane di me, è Alexander Lamber III. E’ un onore poterti incontrare Damon, o dovrei dire Corvo Notturno?!’’- rispose Benjamin Falco, un uomo alto, robusto di corporatura e di età compresa tra i 45-55 anni.

 

‘’Il mio nome è conosciuto da molte persone. Lo apprezzo. Ora, vorrei sapere il motivo per la quale mi avete convocato qui.’’

 

‘’Se posso permettermi di parlare, ti abbiamo convocato perché sappiamo dov’è la nostra spada. E’ su una nave militare inglese diretta sulle coste Americane, ma dovrà passare per l’Inghilterra per rifornimento di munizioni e viveri. Dovrai aiutarci a recuperare la Spada e distruggerla. Ha causato troppe tragedie.’’ rispose il Predone più giovane.

 

‘’E i dobloni che ho trovato?’’

 

‘’Quelli erano solo una prova per vedere fin dove potevi arrivare. E sei arrivato fino a Venezia, congratulazioni.’’

 

Damon Valentine, abituato a situazioni bizzarre, questa lo sorprese in modo da fargli cedere la mandibola, come in un cartone animato. La sua sorpresa fu distolta da qualcosa che fluttuava dietro i tre Predoni.

 

‘’Ah, vedo che hai notato il nostro regalo per te. Come puoi vedere, quello è un nuovo mantello con apertura comandata. Basta che tu tiri quel filo sul colletto e uscirà un mantello rosso fuoco. Ti servirà per poter planare sulla nave. Domani giungeremo a Londra, prendendo la nave verso mezzodì. Ti stai chiedendo se l’informazione del furfante dei dobloni giunto a Venezia era esatta, suppongo. Beh…’’

 

‘’E’ stato un altro dei vostri trucchi per testarmi.’’

 

‘’Bravo, capisci in fretta.’’

 

E così, i Predoni dell’Atlantico, con uno stratagemma, attirarono Damon Valentine da loro, così avrebbero avuto un’ultima occasione per entrare in azione per poi scomparire nell’oscurità della notte.Quel famoso giorno arrivò e Damon, con i Predoni, la ciurma della nave e i nuovi alleati arrivarono a Londra prima di mezzodì. Da lontano si intravedeva la Torre di Santo Stefano.

 

Damon era sulla prua, in piedi, con lo sguardo torvo verso i traditori inglesi.

 

‘’Ammiraglio, sto venendo a prenderti!’’

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Assalto alla Nave Inglese. ***


Dall’alto della Torre di Londra, dove il sole del mezzodì è più luminoso e caldo, Damon Valentine osservava tutte le navi attraccare al porto, mercantili, chiatte, fregate francesi o italiane, ma nessuna nave inglese.

 

‘’Shawn, sei sicuro che la Nave dell’Ammiraglio passi proprio qui sotto?’’

 

‘’Si Damon, fidati, tutte le navi attraccano qui per i rifornimenti e le dovute riparazioni. Eccolo!’’ disse Shawn, puntando il suo dito verso Nord e aveva ragione, l’ammiraglio era appena arrivato, pavoneggiandosi e camminando a testa alta con il suo abito scarlatto e lo stemma della marina cucito sul petto.

 

Damon sorrise, prese il nuovo ‘’mantello’’ e prima di volare dal Big Ben, ordinò alla sua ciurma di farsi trovare allo Stretto di Gibilterra e, all’udir del corno, attaccare la nave, ma dovevano attendere l’arrivo di un falco, quello dell’Ammiraglio.

 

Una volta in volo, studiò ogni possibile strategia di occultamento, dalle piccole scialuppe di salvataggio sul vascello oppure nella fessura sulla poppa. E così entrò da li, nascondendosi tra i barili e le scorte di cibo.Durante il viaggio, Damon studiò qualsiasi possibile strategia per eliminare uno ad uno i soldati dell’Ammiraglio, fino al soffio del corno.

 

Quando il sole calò, Damon uscì allo scoperto e eliminò subito il primo nemico, che era all’entrata del boccaporto. Un colpo diretto alla giugulare e morte per soffocamento assicurata.

 

‘’Bene, è il momento.’’

 

Damon trovò il falco dell’Ammiraglio lo liberò e volò dritto nel cielo del tramonto.Da lontano, Samuel, compagno d’avventure di Damon avvistò il falco.

 

‘’Ciurma, muoversi, Damon ha inviato il segnale! Per il Corvo!’’

 

‘’Per il Corvo!’’ urlarono in coro.

 

E, come il prode cavaliere pronto a salvare la sua damigella in pericolo, così la ciurma in pochi minuti raggiunsero la ‘’Dea del Fulmine’’, la nave nemica.C’era ancora tempo per il grande spettacolo.

 

Damon prese due barili di polvere per spettacoli pirotecnici, li accese e una esplosione distrusse parte della poppa.

 

L’Ammiraglio si spaventò e si voltò terrorizzato.

 

‘’Ammiraglio, ma che bello vederla così spaventato. Questo dimostra che la sua ‘’spavalderia’’ è solo vigliaccheria, codardia. Lei non merita di essere chiamato così, è solo una sporca canaglia.’’

 

Damon afferrò il suo corno e suono con tutta l’aria che i polmoni offrivano.

 

‘’Che lo spettacolo abbia inizio.’’

 

Con agilità, a spada tratta, uccise una dozzina di uomini della ciurma, ma molti si nascondevano in boccaporti segreti.

 

‘’Damon Valentine, non ti salverai questa volta. La Dea Bendata ti ha protetto troppe volte, ma questa volta no.’’

 

‘’L’unica Dea che deve temere è la Dea delle Tenebra. In guardia, infima canaglia.’’

 

Le spade si incrociarono, si scontrarono, si colpirono duramente l’un l’altra.Dall’alto gli Arcieri bianchi e la ciurma di Damon si scagliarono contro gli altri nemici. Uno spettacolo di esplosioni, lamenti, urla e sangue si consumava in quel momento.

 

‘’Ammiraglio, per lei la vita si interrompe qui.’’

 

Continua…

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Capitolo 10
*** Capitolo Finale: Fuochi d'artificio. ***


L’Ammiraglio della Marina inglese, Walter Wanders contro Damon Valentine.Corvo contro Leone.Damon, fermo e a testa alta con la spada sul petto attendeva una mossa di Walter, mentre faceva volteggiare la sua Lanzichenetta. L’aria era intrisa di polvere da sparo e sangue, cenere e lapilli completavano lo scenario caotico. Stridii di spade, urla, legno che si spezzava e bruciava, cannonate che infrangevano le onde del mare in tempesta.

 

Walter Wanders scattò in avanti.

 

‘’Non ancora.’’ - pensò tra se Damon, mentre l’Ammiraglio avanzava con la spada puntata verso il suo cuore.Un fischio acuto e Damon scattò in avanti, colpendolo al volto con un gancio. I due si sfidarono a colpi di spada, calci e pugni. Due danzatori su legno incandescente, le loro spade stridevano, scintillavano al chiaro di luna, un macabro spettacolo sul veliero che affondava nelle gelide braccia dell’Atlantico.

 

‘’Walter, questa sarà l’ultima luna che vedrai.’’ Disse il Corvo colpendolo al ginocchio con il piede e, prima che potesse inginocchiarsi, fu sbalzato contro l’albero maestro. La spada si conficcò nel legno, incastrandosi. Damon decise di combattere senza armi e, ad ogni affondo della Lanzichenetta, contrastava colpendolo al volto e alla gola.

 

L’Ammiraglio estrasse una pistola a pietra focaia e la puntò al volto di Damon:

 

‘’Sai, sei bravo, ma io sono più furbo di te.’’

 

‘’Puntare una pistola ad un avversario disarmato è da vigliacchi.’’‘’Zitto. Hai mandato in malora i piani del Re per governare indisturbato sull’Inghilterra.’’

 

‘’I piani di un Re corrotto.’’ Queste furon le ultime parole prima di ritrovarsi con un proiettile nella spalla.

 

‘’Ho detto di stare zitto.’’ Walter gli puntò la pistola alla testa. Il tempo sembrava essersi fermato, un solo colpo e tutto sarebbe finito.

 

‘’Gli uomini morti non raccontano storie.’’

 

Damon chiuse gli occhi, ferito e pronto ad affrontare il triste destino.

 

‘’Ahoy ratto di sentina.’’

 

Una voce familiare rinsavì Damon. Era suo zio che giunse dall’alto colpendo al petto Walter e scagliandolo contro i barili.

 

‘’Heilà figliolo, sei ferito da quel che vedo.’’

 

‘’Nulla di così grave.’’ 

 

Zio e nipote riuniti nuovamente, questa volta nello scontro contro l’Ammiraglio, armato di due spade.Lo scontro era feroce, 4 spade, 3 uomini, una rivalità vecchia 12 anni, una nave in fiamme.Damon e suo zio fecero volare via le due spade dell’Ammiraglio e lo trafissero all’altezza del cuore e il sangue intrise le lame.

 

‘’Gli uomini morti non raccontano storie, non è così Walter?’’

 

‘’Io non sono…ancora morto…Se devo morire, tu verrai con me.’’ Con queste parole, Walter Wanders sparò a dei barili di polvere da sparo; Damon fece in tempo a salvare suo zio gettandolo in mare, l’esplosione distrusse la nave, dividendola in due parti, la prua affondò rapidamente a causa dei danni inflitti; la poppa era ancora a galla, ma stava bruciando rapidamente, diventando uno scheletro di legno marcio.

 

‘’Damon, muoviti, scappa da li.’’ Dissero in coro i Predoni, lo zio, Alexia e i suoi compagni.

 

Damon si tolse la maschera, si avvicinò al cadavere carbonizzato dell’ammiraglio e, posando la maschera sul corpo, disse: ‘’Il Corvo ha battuto il Leone.’’Una fragorosa esplosione, una palla di fuoco si alzò nel cielo, trasportando con se cenere, lapilli e frammenti di legno bruciati.

 

Alexia, dalla scialuppa con il vescovo spagnolo, scoppiò a piangere. Una scena già vissuta tempo fa, ma questa volta diversa dal solito.

 

Il fuoco rimase a ‘’galleggiare’’ sui detriti della nave, scomparsa nelle profondità del mare; Alexia riuscì a recuperare la maschera del suo amato, bruciata sul lato sinistro.

 

‘’Il suo spirito sarà siempre con nosostros.’’ Disse sottovoce il vescovo, unendo le mani in una sorta di preghiera.

 

 

13 settimane dopo.

 

‘’Hola Damon, il solito drink?’’

 

‘’Si Marcel, un bicchiere di latte di cocco e vaniglia.’’

 

‘’Arriva subito.’’

 

Damon era ancora vivo, dopo due mesi dal grande assalto della nave inglese.

 

‘’Ecco a te. Allora, raccontami un po’ di quelle ustioni e di quella cicatrice sul fianco destro. Se non erro è vecchia e spero abbia una storia.’’

 

Damon, con un sorriso pieno di malizia, sorseggiò il latte di cocco e esclamò:

 

‘’Devi sapere che 12 anni fa, ero considerato l’eroe dell’Inghilterra per le mie imprese da eroe mascherato…’’

 

E così, la nostra avventura giunge al termine. Il Corvo è ancora vivo, ma vorrà riprendere le sue avventure?

 

Chi può dirlo…

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