I'll carry you

di FlyLoveBelieve
(/viewuser.php?uid=330259)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


CAPITOLO PRIMO

Non aveva mai amato le feste, tantomeno quelle in discoteca..troppa gente, troppo rumore, troppo tutto..perciò quando Elizabeth le scrisse un messaggio per ricordarle che ci sarebbe stata una festa d’istituto quella sera e chiedendole per l’ennesima volta di andare, Cece mise in pausa il lettore musicale e cominciò a pensare ad un modo carino per dare buca all’ amica..non poteva nemmeno immaginare di dover pensare a cosa mettere ( anzi, dato che il suo guardaroba era prevalentemente costituito da felpone oversize, jeans e scarpe da tennis  forse avrebbe proprio dovuto comprarsi qualcosa di decente per l’occasione ), ne tantomeno aveva voglia di andarci, per un semplice  motivo..al college tutti la ritenevano “strana” per via dei suoi capelli rossi e delle lentiggini, che le erano valsi il soprannome di Mrs. Ginger. . Non sopportava l’idea di doversi far vedere dall’istituto intero, amava passare inosservata e a scuola le riusciva benissimo, ma se avesse partecipato alla festa allora si che tutti avrebbero parlato di lei … Le sembrava già di sentire i commenti acidi delle sue compagne di corso : “ Ma guardate, Mrs. Ginger la sfigata che tenta la scalata sociale!! “ No, assolutamente no, non ci sarebbe mai andata … stava giusto cominciando a rispondere al messaggio di Liz quando la faccia dell’amica con gli occhi strabuzzati e la lingua di fuori prese il posto della casella di testo..come sempre Liz l’aveva battuta sul tempo!
“Ciao Liz…”
“Ceceeeeee allora deciso cosa indosserai? Io sono nella merda, non ho la più pallida idea di cosa mettermi,  e poi stasera ci sarà sicuramente anche Josh per cui devo trovare qualcosa di decente..devi anche venire a casa per aiutarmi con i capelli, mamma è fuori e non mi può dare una mano..ah porta direttamente tutto a casa mia che ci prepariamo qui, mangiamo qualcosa veloce poi andiamo alla festa insieme ! “
“Liz..”
“ Ah e ti prego ho assoluto bisogno che mi presti la sciarpa di raso nera che hai, sarebbe perfetta con un abito nuovo che ho comprato…”
“Liz…”
“ Sai ho saputo che ci sarà anche il ragazzo nuovo del corso di chimica, mi sembra si chiami George Shelley…è un figo assurdo, dovresti provarci, dicono non sia fidanzato! “
“Liz non verrò alla festa…”
“ Oh perfetto allora..aspetta, cosa hai detto ?!?!? “
Ecco, sempre la solita storia..le dispiaceva deluderla, anche perché ogni volta che Liz si metteva in testa una cosa non demordeva fino ad averla ottenuta, ma Cece non aveva proprio intenzione di andare al party…
“Mi dispiace Liz, ma non verrò..non  ho voglia, sono stanca morta, devo finire di preparare il parziale di chimica e poi non ho nulla da mettermi..sarà per un’altra volta..”
“ Spero tu stia scherzando!! E’ una settimana che mi preparo psicologicamente alla festa e tu a 6 ore dall’inizio mi dai buca? Non si fa così Cece..e poi non ti permetto di studiare anche il sabato sera, perciò prepara la roba che tra dieci minuti sono da te..sarà uno sballo vedrai!! “
“ Liz io non..”
TU TU TU
Niente da fare, Liz era un caso perso.. e Cece più di lei che ancora la stava a sentire..
 Appena la chiamata si interruppe Cece gettò il cellulare sul morbido tappeto bianco e si buttò a peso morto sul lettone affondando la testa nel cuscino e chiudendo gli occhi..possibile che Liz doveva sempre averla vinta con lei ?!?! Non ebbe nemmeno il tempo di alzarsi che suonò il campanello di casa. Cece scese controvoglia dal letto e fece le scale molto lentamente,  pur di rimandare il più possibile l’incontro con la morte fatta persona. Non fece in tempo ad aprire la porta che Liz le gettò le braccia al collo avvolgendola in una nuvola di profumo che la fece starnutire.
“ Vedrai Cece sarà la serata più bella della tua vita, balleremo, canteremo e ci divertiremo un sacco! E ora andiamo a vedere come stiamo messe in fatto di abiti cara mia … dovrai essere stupenda! “
Detto ciò, Liz prese l’amica per un braccio strattonandola su per le scale e si fiondò nella camera da letto di Cece aprendo le ante dell’armadio e cominciando ad esaminarne l’interno con aria esperta e occhio critico.. Dopo un buon quarto d’ora, la sentenza:
“ Cece, hai bisogno di un vestito nuovo.”
 Secca, lapidaria, decisa.  Cece sarebbe stata più felice se l’avessero condannata ai lavori forzati a vita.
Fu così che dopo due ore di shopping frenetico Liz e Cece si abbandonarono su una panchina sotto le logge della piazza, con un pezzo di pizza fumante tra le mani e un numero imprecisato di borse ai piedi. Cece però doveva ammetterlo..per quanto non fosse una ragazza “mondana”  abituata ad uscire con le amiche le piacevano questi pomeriggi in libera uscita, le facevano staccare il cervello dalla scuola e le permettevano di passare del tempo con Liz..dopotutto, erano migliori amiche da sempre !
“Sono proprio soddisfatta Cece, vedrai stasera saremo uno schianto! Ora andiamo a prepararci, abbiamo poco meno di tre ore !”
[…]
Si, doveva ammetterlo, quel vestito era davvero meraviglioso. Le stava a pennello, e il colore le si intonava perfettamente con la carnagione chiara e i capelli, che le ricadevano morbidi sulle spalle   http://weheartit.com/entry/102302670/search?context_type=search&context_user=Mikuu_&query=white+dress 
Realizzò uno smokey eyes che le ravvivava le iridi scure e applicò un lipgloss delicato sulle labbra
http://weheartit.com/entry/101200255/via/charimaticsnob
indossò dei tacchi comodi che si addicevano all’abito
http://weheartit.com/entry/56804361/search?context_type=search&context_user=raycarosesared&page=2&query=open+toe+pink
e solo allora si vide riflessa nello specchio..era di una bellezza semplice ma fine, fresca ed elegante..subito le spuntò sul viso un sorriso meraviglioso che la illuminò, e gli occhi le cominciarono a pizzicare..si sentiva bella.
In quel momento entrò Liz, perfetta nel suo completo
 http://weheartit.com/entry/101989871/via/Harrys_Cuddle?page=4
 Non appena vide l’amica rimase a bocca aperta per lo stupore..era stupenda!
“ Oddio Cece sei meravigliosa! Dio stai una favola, stasera sarai la principessa della serata! “
Cece abbracciò l’amica di slancio, con gli occhi lucidi per la felicità
“ Grazie Liz, sei l’amica migliore che potessi desiderare! Grazie mille per tutto, davvero! Ti voglio bene!”
Dopo quella che sembrò un’eternità le due amiche si sciolsero dall’abbraccio e scesero insieme in salotto pronte ad uscire
“ Vedrai Cece, mi sarai grata per averti portata al ballo stasera! “
“ Oh beh questo non lo so, per quanto tu abbia compiuto un mezzo miracolo stasera non ti posso assicurare che ti sarò grata per avermi trascinato al ballo, è tutto da vedere! “
“ Oh si è tutto da vedere! E ora andiamo, la festa ci aspetta! ”
[…]
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***



La sala privata dove si svolgeva la festa era molto spaziosa e luminosa, le pareti erano grandi vetrate che si affacciavano sullo specchio d’acqua che circondava il locale e la musica in sottofondo era piacevole. C’erano già molte persone e parecchie erano già in pista, mentre altre se ne stavano in disparte a chiacchierare. Lungo la parete di destra c’era un lungo piano bar, bianco e lucido, dove due ragazze bellissime preparavano cocktail e drink di ogni sorta; sulla parete di fondo invece c’erano dei divanetti in pelle bianca, comodi e appartati, con dei piccoli tavolini. Al centro della sala una pedana rialzata ospitava la postazione del deejay, un ragazzo giovane e sorridente intento a mixare attentamente la musica. Cece rimase ferma sulla soglia per circa cinque minuti, e se non fosse stato per LIz, che era euforica, non si sarebbe mossa.

“ Liz io non so se ce la faccio, mi fissano tutti..”

“  Non ci fare caso Cece, ti fissano perché sei bellissima! Dai andiamo ad occupare un tavolino, poi se vuoi vado a prenderti qualcosa da bere…”

Cece annuì e si avvinghiò al braccio dell’ amica, pronta ad attraversare l’intera sala per raggiungere un divano ancora libero. Mentre camminava a occhi bassi e rossa in viso sentiva gli occhi di tutti puntati su di lei, mentre le arrivavano alle orecchie molti commenti..acidi e invidiosi da parte dalle ragazze, stupiti e meravigliati dai ragazzi..fortunatamente raggiunsero il fondo della sala vive, e Cece si lasciò cadere su un divano con un sospiro, come se avesse corso la maratona.

“ Liz, se ne esco viva dovrai farmi una statua e dovrai promettermi di non farmi più nulla del genere! ”

“ Esagerata!! Siamo appena arrivate e già ti lamenti? Sta tranquilla e rilassati, vedrai che ti divertirai! Vado a prendere qualcosa da bere al bar, vuoi qualcosa?”

“ No grazie, forse dopo..”

“ Come vuoi, vado e torno”

Liz si allontanò camminando sicura sui tacchi e guardandosi intorno, cercava sicuramente Josh Cuthbert, un ragazzo tanto bello quanto stronzo, il classico sciupa femmine
http://weheartit.com/entry/100111729/search?context_type=search&context_user=TheBiebesStyles1234&page=5&query=josh+cuthbert

Era da due settimane che ci si sentiva per un progetto di inglese, e quella sera era determinata a trovarlo e spiegargli tutto quello che gli capitava quando lo aveva vicino, dalle farfalle nello stomaco al cuore che le pulsava, dalle mani fredde alla mente annebbiata..sapeva che non sarebbe stato facile perché Josh era sempre circondato da ragazze perfette che sbavavano per lui, anche se fino a quel momento non lo si era visto con la stessa ragazza per più di una settimana, e in fondo era proprio quest’alone di mistero che aveva incuriosito Liz e l’aveva spinta a proporsi come compagna di ricerca. Erano da subito andati d’accordo, Josh era solare e divertente quando era solo, il problema era quando era accerchiato dai suoi amici, quando si trasformava in arrogante e maleducato.  Attraversò tutta la sala e raggiunse il piano bar, si sedette ad uno sgabello e ordinò un gin lemon, doveva rimanere lucida. Proprio mentre si stava alzando con il bicchiere in mano un ragazzo che ballava la urtò facendole rovesciare il drink sul vestito.

“ Ma che cazzo fai cretino, ti rendi conto del macello che hai combinato?!? Ora lo porti tu in lav…“

http://weheartit.com/entry/64063175/search?context_type=search&query=josh+cuthbert+gif

“Scusa Liz…”

No, non era proprio la miglior situazione che le si potesse presentare…tutta fradicia e puzzolente, con Josh Cuthbert davanti a lei bello come il sole..

“ Oddio Josh scusa, io non sapevo fossi tu.. scusami forse dovrei, bhe insomma..cavoli che imbarazzo, dovrei..oddio..”

“ Tranquilla Liz va tutto bene, sei bellissima anche quando trasudi gin lemon! Dai vieni ti accompagno in bagno cosi puoi asciugarti un po’..” disse Josh sorridendo.

“ Tranquillo non c’è bisogno che mi accompagni, vado da sola, tu torna pure a divertirti..”

“ Non se ne parla nemmeno, io ho fatto il casino e io ti aiuto a rimediare..andiamo”

Senza nemmeno accorgersene, Liz si ritrovò mano nella mano con Josh, che la mandò avanti sfiorandole leggermente la schiena e indirizzandola verso i bagni.. non era proprio così che si era immaginata il loro incontro, ma poteva comunque andare.. Una volta entrati nei bagni, un odore acre e nauseante li investì..c’erano almeno sei porte, e i servizi erano  tutti occupati, senza contare le circa dieci persone che facevano la fila..solo che dai rumori che provenivano da dietro alcune porte si poteva benissimo intuire che qualcuno ne avrebbe avuto ancora per molto, tanto che due ragazze completamente ubriache avevano ben pensato di vomitare direttamente per terra. Liz si portò istintivamente le mani al viso per tapparsi il naso e la bocca, il suo stomaco sottosopra. Allora Josh la prese di nuovo per mano e la spinse fuori, disgustato anche lui.

“ Mi dispiace, dovevo immaginarlo che sarebbe stato una fogna li dentro..perdonami”

“Tranquillo, sto bene..vorrei solo prendere un po’ d’aria fresca..”

“Vieni, ti accompagno, sul retro ci sono delle panchine che fanno al caso nostro”

Facendosi largo a spintoni e gomitate, Liz e Josh si ritrovarono all’esterno, sotto un gazebo illuminato.

http://weheartit.com/entry/100889465/search?context_type=search&context_user=deadlybearhug&page=2&query=gazebo

“Grazie, va già meglio” disse Liz dopo essersi seduta su una sedia di vimini intrecciati.

“Di nulla, è il minimo che potessi fare dopo il pasticcio che ho combinato” disse Josh con un sorriso che, lasciando vedere i denti bianchi e perfetti, gli illuminò il volto.

Liz si sentì sciogliere, come poteva solo essere arrabbiata con lui? Prese ad agitarsi sulla sedia e a tremare, un po’ per il freddo un po’ per l’adrenalina che le scorreva in corpo, ma non se ne rese conto fino a che Josh non le posò dolcemente la sua giacca di pelle sulle spalle

“Dovremmo rientrare altrimenti gelerai..”

Liz gli rivolse uno sguardo pieno di gratitudine e sentì il cuore pulsarle nelle orecchie

“Si, credo sia…una buona idea…”

Una volta rientrati nella sala Liz si ricordò di Cece, che molto probabilmente era rimasta ad aspettarla per tutto quel tempo seduta sul divano.

“Oddio…Cece! Scusami Josh, devo raggiungerla, penserà che sia morta!”

“Ti accompagno” rispose Josh prontamente

“A cosa devo tutta questa gentilezza stasera? “
Liz si pentì di quelle parole nello stesso istante in cui le uscirono di bocca, perché avvertì il tono sprezzante con cui le pronunciò, e vide anche il sorriso di Josh spegnersi.

“Se non ti fa piacere che ti stia accanto come vuoi.. d’altra parte non sono il tipo che fa la carità a nessuno, volevo solo darti una mano per non averti sulla coscienza a causa di quello stupido incidente…”

Se l’intenzione d Liz era quella di scusarsi per le brutte parole che aveva detto a Josh, dopo questa risposta le sue buone intenzioni scomparvero, lasciando spazio ad una ferita che cominciò a lacerargli il petto e che continuava a crescere sempre più…

“Bhè, se è questo quello che pensi,  tieniti il tuo stupido egoismo e lasciami in pace Josh Cuthbert, per sempre!”

Detto questo, Liz si tolse dalle spalle la giacca di Josh che ancora indossava e gliela lanciò, voltandosi giusto in tempo per nascondere le prime lacrime che le rigavano il volto.

Josh rimase in piedi nel mezzo della sala, con la giacca in mano e gli occhi sbarrati, urtato dalla gente spigolosa  che gli ballava intorno divertita e accaldata, mentre dentro di lui cresceva il freddo, tanto da stringersi istintivamente le braccia al petto, mentre guardava la minuta figura di Liz che si allontanava tra la folla, ferita e graffiata da quegli stessi spigoli che ferivano e graffiavano lui, consapevoli che le ferite più grandi non le potevano vedere, e se le erano inferte a vicenda.
 
Il freddo che gli penetrava nelle ossa lo faceva rabbrividire, e il vento gelido misto al fumo della sigaretta gli faceva lacrimare gli occhi..forse non voleva ammetterlo, ma non era per il freddo che tremava, né per il vento e per il fumo che piangeva, ma per quella voragine che gli si era aperta dentro e non ne voleva sapere di richiudersi. Fin da quando era piccolo tutti erano sempre stati ai suoi ordini e lui era stato sempre servito e trattato da principino, nessuno mai gli aveva fatto mancare niente e tutto ciò che desiderava era un ordine. Era invidiato dai ragazzi per la sua ricchezza e amato dalle ragazze per la sua bellezza, tutti lo rispettavano e lo temevano; d’altronde, se qualcuno avesse osato solo contraddirlo, si sarebbe trovato l’intero college contro, come era successo a quella checca di Jaymi Hensley..già, ancora si ricordava tutto, era successo esattamente due anni prima...
 
 
*Ciao ragazzi J Mi riservo questo piccolo spazio per presentare brevemente la mia storia..è da circa due mesi che ho riscoperto gli Union J e finalmente ho deciso di scrivere su di loro una FF dato che ho tempo da spenderci…non è affatto vero, infatti vi chiedo perdono se non aagiornerò con costanza, spero di riuscirci almeno ogni due settimane…credo scriverò di notte ^^’ Eppure mi ci sto affezionando a questa storia, il progetto ce l’ho tutto in testa per cui spero davvero di riuscire a portarlo a termine…per adesso godiamoci questo momento “magico” tra Liz e Josh che, se non avete capito, NON sono i personaggi principali della storia J Spero vi piaccia per cui se leggete è d’obbligo recensire, mi servono pareri giudizi e perché no magari anche consigli e idee, dato che mi piacerebbe fare della scrittura il mio lavoroJ A presto
Fly  <2

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo Terzo ***


CAPITOLO TERZO
 
*FLASHBACK*

“Ti prego Jaimy, sai che non mi piace che tu mi baci in pubblico non…”

Olly non fece in tempo a terminare la frase che le labbra fresche e morbide di Jaimy si poggiarono dolcemente  sulle sue. Amava i suoi baci, erano l’unica cosa di cui non si sarebbe mai stancato, ma al tempo stesso odiava la sfrontatezza del suo ragazzo, il suo scarso contegno. Sapeva che quel bacio era vero, come il loro amore, ma ad Olly non piaceva affatto che Jaimy esasperasse la loro relazione, era comunque una loro faccenda, e spesso la ostentava così eccessivamente che avrebbe avuto voglia di lasciargli cinque dita sulla guancia ed andarsene. Non era una situazione facile, le loro famiglie non avevano ancora accettato del tutto la loro relazione, e a scuola erano lasciati sempre in disparte perché ritenuti malati. Se passeggiavano insieme in cortile attorno a loro si creava il vuoto, quando passavano per i corridoi la gente si ritirava e si appiattiva contro i muri, nelle aule del college i posti in fondo alle aule erano riservati a loro e persino in mensa nessuno si sedeva accanto a loro, a costo di mangiare in piedi o di non mangiare affatto.

“Tu parli troppo Olly, perché ti fai tutti questi problemi? Lasciati andare, in fondo si vive una volta sola”

“Si, vivo una volta sola Jaimy, ma vorrei vivere a modo mio, non a modo tuo, quindi da oggi in poi se qualcosa che farai non mi andrà bene sappi che non
reggerò il gioco..non posso essere come mi vuoi tu”

“ E questo che significa, che mi pianti?”

“Non ho detto questo Jai, ho detto solo che anche io posso dire e fare quello che penso”

E a riprova di ciò prese il volto di Jaimy tra le mani con fermezza e lo baciò, un bacio forte e passionale, che suggellò il suo discorso.

*clap* *clap* *clap*

“Ma che bravi, guardateli i due piccioncini, che dolci che siete! “

“Cosa vuoi Cuthbert? Geloso? Ce n’è anche per te se vuoi…”

“Jaimy lascialo perdere, sai che vuole solo provocarci, non dargli peso..”

“Oh no Olly, è importante sapere cosa ne pensa il ragazzo più gettonato della scuola, magari può darci dei consigli, lui che come vedi è un esempio di
serietà..ma sai Cuthbert, potrai anche avere l’intero college ai tuoi piedi, rimani pur sempre una persona disgustosa ed infima”

“Jaimy basta ti prego, non fare peggio”

“Sai credo che stavolta il tuo amichetto abbia proprio ragione Hensley, ti conviene star zitto se non vuoi che ti faccia tacere io…che poi conosco un modo per farti stare zitto che credo ti piacerà un sacco…e magari per 10$ il tuo amichetto checca può anche guardare”

Un rumore sordo e secco di cartilagine spezzata, un fiotto di sangue zampillante, l’urlo di dolore di Josh Cuthbert che, piegato in due, si portò le mani sul viso, diventato una maschera di sangue.

“Lurido schifoso pezzo di merda, prova a ripeterlo e ti uccido”

Olly non aveva mai visto Jaimy così furioso, i suoi occhi rossi erano colmi d’odio, il viso contratto in una smorfia di sfida, le mani serrate a pugno all’altezza del petto, le nocche rigide e rosse per il gancio sferrato, il corpo proteso in avanti pronto ad attaccare, a colpire di nuovo.

“Brutto figlio di puttana! ” urlò Josh, accasciandosi a terra, con un fazzoletto premuto sul naso fratturato, già zuppo di sangue.

“Cosa fate ancora li impalati, muovetevi cazzo!” urlò poi Josh diretto agli altri del gruppo.

Jaimy avvertì giusto in tempo lo spostamento alla sua sinistra e riuscì a gettarsi all’indietro per evitare il pugno indirizzatogli da Jeremy Bentham, ma non riuscì ugualmente ad evitare il calcio che gli arrivò dritto nei reni da un ragazzo non meglio identificato, che scaricò sulla sua schiena tutta la forza che aveva in corpo.

Anche Jaimy ora, come Josh, era  a terra, e cinque o sei ragazzi si gettarono su di lui tirandogli calci e pugni, mordendogli la pelle, sputandogli in faccia, prendendolo per i capelli, insultandolo…lo massacrarono di botte. Olly era impotente, rimase attonito a guardare quella tragedia che si consumava..Jaimy sarebbe morto se continuavano a pestarlo così..e in un attimo l’ossigeno gli tornò al cervello, il cuore ripartì, e si gettò a capofitto vero la portineria per cercare aiuto, per cercare qualcuno che potesse soccorrere Jaimy. Quando, dopo un tempo che sembrò interminabile,  Olly tornò  con due uomini, un professore di educazione fisica e un inserviente, Jaimy si sentì mancare e, sopraffatto dal dolore e dallo shock,svenne. L’ultima cosa che vide furono gli occhi colmi di lacrime di Olly e le sue labbra che gli sussurravano un muto “ TI AMO” .

*FINE FLASHBACK *
 
La sigaretta era ormai finita da un pezzo, ma Josh non se ne era accorto, immerso nei pensieri e nei ricordi..aveva passato dei brutti momenti a causa di Jaimy Hensley, sia all’ospedale che a casa che al college…dopo che erano stati soccorsi, sia lui che Jaimy erano stati portati d’urgenza in ospedale, lui per frattura al setto nasale e lesioni varie, Jaimy per commozione cerebrale e diverse ossa rotte. Josh se l’era cavata con un intervento che aveva fatto tornare il suo naso a posto, per Jaimy invece non era stato così facile..in ospedale Josh venne a sapere che i dottori l’avevano operato d’urgenza perché il trauma cranico aveva causato un’ emorragia interna e le condizioni erano molto gravi..il ragazzo aveva seriamente rischiato la vita. Una volta uscito dall’ospedale, Josh aveva dovuto vedersela con la sua famiglia e i genitori di Jaimy, che avevano minacciato di denunciarlo insieme ai suoi amici, ma per fortuna Jaimy aveva superato l’intervento in maniera ottimale, sebbene alcune cicatrici sarebbero rimaste con lui per sempre, ed entrambi alla fine  se l’erano cavata con una bella strigliata di capo e una settimana di sospensione al college, perché in fondo secondo la ricostruzione dell’accaduto era stato Jaimy il primo ad alzare le mani…sia i ragazzi che le rispettiva famiglie si riappacificarono, chiedendosi scusa vicendevolmente, ma da quel momento in poi Josh e Jaimy non si guardarono più in faccia ne si scambiarono mai un saluto, nulla…sebbene a scuola fosse diventato il ragazzo più gettonato e temuto, Josh non era soddisfatto di avergliela fatta pagare a quel frogio, perché Jaimy gli aveva tenuto testa, lo aveva sfidato, e come Josh non era stato punito..non sapeva perché quella storia fosse riemersa con tanta forza dal suo passato proprio quella sera, forse perché la voragine che aveva avvertito nel petto quando Liz l’aveva respinto era la stessa che si era aperta due anni prima quando Jaimy gli aveva risposto, gli si era ribellato..perchè aveva provato le stesse sensazioni di impotenza e disarmo che avevano fatto vacillare quel muro freddo e impenetrabile che si era costruito sapientemente intorno e che quella sera, per la seconda volta nella sua vita, aveva minacciato di crollare…
 
Saaaalveee:) Allora, finalmente il racconto tanto atteso (o almeno spero) del passato di Josh, del perché il rifiuto di Liz lo abbia tanto toccato e gli abbia riportato alla memoria una parte importante del suo passato…Naturalmente il passato di Josh non è solamente questo, lo scopriremo e lo conosceremo meglio in futuro..per ora basta questo!  E scusatemi se ho raccontato il flashback dal punto di vista di Jaimy e Olly, ma mi serviva per introdurre questi personaggi, che saranno parte integrante della storia! Vi state chiedendo quando toccherà  a George e Cece?!?! Bhè, continuate a leggere!
P.S.: scusatemi se il capitolo è cortissimo ma è l’unico modo per non spezzare la storia e dargli continuità :)

Alla prossima, Fly <2

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


CAPITOLO QUARTO
 
Era da quando Liz si era allontanata per prendere da bere che Cece era rimasta sola, seduta su quel divanetto bianco, cercando di farsi il più piccola possibile per non farsi notare troppo..si stava preoccupando perché era passata circa un’ora e mezzo e la sua amica non si era ancora fatta vedere, conoscendola sarebbe potuta essere dovunque…restava il fatto che era stata lei a trascinarla in quel posto e era con lei che Cece sarebbe dovuta tornare a casa. Dopo un’ora Cece aveva deciso di chiamarla per sapere dove fosse … il cellulare aveva squillato, ma nessuno aveva risposto..comprensibile, in quella bolgia infernale sarebbe stato impossibile sentire il telefono. Dopo aver provato cinque o sei volte, Cece si era rassegnata e aveva deciso di aspettare le quattro per cercare Liz, perché a quell’ora sare bbe scattato il coprifuoco dei loro genitori, e dato che Cece non aveva alcuna voglia di mettersi a vagare per il locale sperando di trovarla, decise di rimanere seduta su quel divanetto, l’unico angolo di quel locale che la faceva sentire un po’ piùprotetta.
Sapeva di essere esagerata, in fondo non c’era nulla di male in quella festa..eppure il ricordo di quella sera era ancora vivissimo in lei da impedirle di trovare qualcosa di positivo in quelle feste, in quei luoghi, in quella gente..
*A YEAR AGO*
Cece si trovava con Liz ed altre sue amiche ad una festa su una chiatta in riva al mare organizzata da un loro compagno di corso, di cui Cece era follemente innamorata..Mike Damon.  Si era preparata a lungo per quell’evento, e non vedeva l’ora di andarvi..bhè, avrebbe fatto meglio a rimanere a casa.  Stava ballando con Liz e le altre quando una loro compagna cominciò ad indicare due figure avvinghiate, sedute ad un tavolo..un ragazzo e una ragazza…non c’era nulla di strano, capitava sempre durante una festa di vedere coppiette che pomiciavano da ogni parte…non c’era nulla di strano, se non fosse stato per il fatto che il ragazzo a cui stava attaccata quella viscida cozza era Mike.
I ginocchi di Cece cominciarono a tremare, si dovette aggrappare a Liz per non cadere a terra, e la nausea le salì dallo stomaco alla gola fino alla bocca. Vomitò tutto ciò che aveva nello stomaco, vomitò tutto ciò che aveva dentro di sé, vomitò la sua anima. Le sue amiche dovettero portarla fuori di peso perché non si reggeva più in piedi, e mentre usciva  sospesa tra la realtà e l’incoscienza, Cece avvertì i commenti della gente, le risate, gli scherni…sarebbe voluta morire. 
Quando rinvenne,  Liz la coccolò per quella che a Cece, con gli occhi gonfi di pianto e il petto squassato dai singhiozzi, parve un’eternità. 
“Liz…voglio andare a casa…” aveva poi sussurrato tra un singulto e un altro. E Liz l’aveva accontentata, aveva chiamato suo padre e l’aveva riportata a casa, accertandosi che si fosse messa a letto prima di andarsene, facendosi promettere dalla madre di Cece che se l’amica avesse avuto bisogno  di qualcosa l’avrebbe fatta chiamare. Quella sera Cece fece una cosa che da tempo non aveva più fatto, scese in cucina e sottrasse dal borsellino del padre una sigaretta, salì in veranda e fumò...fumò lentamente, gustando il sapore della nicotina che, scendendole nella gola, la faceva pizzicare, assaporando l’aroma del fumo che le solleticava il naso e le irritava gli occhi ancora gonfi di pianto..fumò i suoi pensieri quella notte, lasciandoli fluttuare nell’aria come le nuvolette che emetteva soffiando fuori il fumo dalla bocca, lasciando loro prendere il volo nella notte scura, lasciandoli dissolvere nel cielo illuminato dalla luna, sola come lei. Nella pace e nel silenzio di quella notte sentì il suo giovane cuore pulsare, pensò che in quel mondo grande doveva pur esserci un posticino per lei, un posticino tranquillo e isolato, dove poter vivere senza il timore di disturbare ed essere disturbata, e decise che da quel momento non avrebbe più concesso a nessuno di entrare nel suoi pensieri e di impossessarsi del suo cuore, impedendo di ferirla. In quella sera di dolore e frustrazione, Cece trovò il suo posto nel mondo.
*BACK TO THE PRESENT*
Cece aveva caldo, le mancava l’aria e aveva sete, per cui decise di uscire a prendere una boccata d’aria. Dover abbandonare il suo angolino le costò molto, anche perché se Liz fosse tornata non l’avrebbe trovata lì, ma d’altra parte erano quasi due ore ormai che Cece la aspettava, cosa sarebbe potuto succedere se si fosse allontanata per un po’? Giusto il tempo di rinfrescarsi e riprendere fiato, poi sarebbe rientrata.. in fondo  anche lei avrebbe fatto volentieri a meno di alzarsi dal suo comodo divanetto bianco. Si alzò e si diresse, sempre rimanendo a bordo pista, verso le porte scorrevoli che portavano al giardino sul retro, e passando davanti al piano bar decise di prendere un bicchiere d’acqua fresca. Mentre aspettava al bancone, sentì qualcuno sfiorarle la schiena delicatamente. Si voltò, ma l’unica cosa che vide fu una chioma di capelli mossi color dell’oro allontanarsi nella calca di . Finalmente il bicchiere d’acqua arrivò, e dopo aver ringraziato la barista, Cece uscì sul retro del locale. Era molto freddo fuori, e l’aria fresca che la investì  in piena faccia la fece rabbrividire; mentre si malediva mentalmente per non aver preso il giubbotto, Cece avvertì un movimento alle sue spalle, qualcuno si era seduto su una sedia di vimini alle sue spalle.
Cece si girò lentamente, era come se  qualcosa la spingesse a farlo, come una forza misteriosa. Così girò lentamente il capo, e vide la stessa chioma mossa color dell’oro che aveva scorto prima mentre era al bar, la chioma  di quel ragazzo che prima l’aveva sfiorata. Il desiderio di sapere chi fosse quel ragazzo era troppo forte, ma dall’altra parte quel senso di paura e di timore che le incuteva la gente la fece esitare, quel tanto che bastò al ragazzo misterioso per alzarsi ed andarsene. Cece provò una strana sensazione, non avvertiva più il freddo, ma un senso di curiosità misto all’ansia di scoprire chi fosse quel ragazzo prese il sopravvento e la spinse ad alzarsi e a seguire quella figura che sembrava seguirla. Rientrata nella sala, Cece non riuscì subito ad identificare il suo ragazzo, lo trovò solo dopo dieci minuti buoni passati a scrutare nella massa indistinta di persone. Quando lo vide, sul suo viso spuntò un sorriso dolce, era felice. Cercando di non farsi notare cominciò ad osservare il ragazzo, che stava in piedi  appoggiato a una colonna, in disparte anche lui come lei. Aveva le mani nelle tasche dei pantaloni, un paio di pantaloni di un bel grigio che gli fasciavano le gambe magre e lunghe. ..sembrava quasi che fosse il suo corpo a reggere la colonna, e non il contrario. Indossava una camicia bianca, semplice ma elegante,  un gilet abbinato ai pantaloni, un papillon al collo di un rosso sgargiante, dello stesso colore delle blazer. Ma la cosa più bella da ammirare erano i suoi capelli, di un castano talmente chiaro che sembravano oro, boccoli morbidi e lucenti. Gli ricadevano sul viso dolcemente, incorniciandolo e coprendo un poco gli occhi, che scrutavano attenti la massa di persone, come se fossero alla ricerca di qualcosa…o qualcuno. Cece si voltò di scatto, rossa in volto..forse quel qualcuno che il ragazzo stava cercando era lei. Quando si voltò per tornare ad ammirarlo, il ragazzo non c’era più. Cece si guardò intorno cercando quei capelli, quegli occhi, quel viso, ma nulla…sembrava essersi dissolto nel nulla. Uscì fuori, tornò nel  giardino, per vedere se lui fosse lì, ma non lo trovò nemmeno fuori…in compenso, seduta a terra, con gli occhi rossi e le guancie rigate di lacrime, trovò Liz.
“Oh merda…Liz che ti è successo, ti senti male?”

Cece si chinò accanto all’amica, avvolgendola in un abbraccio caldo che fece sciogliere Liz in un pianto disperato.
“Cece!! Grazie a Dio sei arrivata..ti prego non mi lasciare anche tu, non lo fare…me lo prometti?”
“Liz ma che stai dicendo? Io non..”
“Promettimelo Cece, promettimelo!”
 Liz alzò il capo, fissando i suoi occhi verdi, rossi e gonfi di pianto, in quelli dell’amica. Le lacrime le rigavano le guancie e i brividi le percorrevano il corpo facendola tremare convulsamente. Cece la strinse a sé ancora più forte, così forte che se avesse potuto l’avrebbe fatta entrare nel suo cuore, perché per lei ci sarebbe stato sempre un posto lì, al caldo, al sicuro dalla cattiveria della gente…
“Certo che non ti lascio Liz, sei l’altra metà del mio cuore, come posso vivere con il cuore a metà?”
Le due amiche restarono legate in quell’abbraccio per tanto tempo, non ha importanza quanto..l’unica cosa importante era che ancora una volta si dimostrarono come ognuna di loro ci fosse per l’altra, che fossero loro contro il mondo, come sempre..Cece si ritrovò a sorridere tra le lacrime che erano cominciate a scendere anche lungo le sue guancie..che strano..proprio  quella sera si era ritrovata a pensare ad un anno prima, quando ad una festa come quella  era stata lei ad aver bisogno di Liz.. ma stavolta era Liz ad aver bisogno di lei, e Cece c’era…ci sarebbe sempre stata.  Non chiese nulla a Liz, non disse una parola, solo rispettò il silenzio dell’amica lasciandole sfogare il suo dolore,  carezzandole dolcemente i capelli biondi, lasciando che le sue lacrime calde le bagnassero il vestito.
 
Buonsalve pipol Ecco aggiornata la mia storia, che piano piano si modella e cresce..mi è piaciuto da matti scrivere e rileggere questo capitolo, perché mi sono ispirata ad una persona a me tanto cara e al rapporto che ho con lei per descrivere l’amicizia tra Liz e Cece, perciò spero vi piaccia Nel prossimo capitolo continua questo strano rapporto tra Cece e il ragazzo della discoteca, e spero che questo mistero  vi invogli a continuare nella lettura :) se avete dei consigli o c’è qualcosa che non vi piace o che vorreste suggerirmi fatelo, mi piacerebbe davvero poter sapere da voi cosa ne pensate altrimenti resta solo una cosa tra me e voi e non tra noi :)  
A presto, Fly <2

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo Quinto ***


CAPITOLO QUINTO
 
Si sentiva leggera, libera, tranquilla e in pace con il mondo e con se stessa..stava bene…eppure c’era qualcosa che la turbava, un senso d’ansia che saliva dalla pancia e la faceva agitare sulla panchina sulla quale sedeva..si guardava intorno, aspettando qualcuno..ma chi stesse aspettando, questo non lo sapeva nemmeno lei..non riusciva a vedere nessuno, una luce bianca e lattiginosa inondava ogni cosa.

Fu allora che la vide..un’ombra camminava avanzando verso di lei e, mentre si avvicinava, Cece sentiva  crescere dentro di sé una sensazione strana, un misto di ansia che aumentava e di pace che le scendeva dentro e le riempiva l’anima. Quando l’ombra le si fu fatta vicina Cece ne distinse i lineamenti del volto, il taglio degli occhi, delle labbra, i capelli ricci e morbidi..era il ragazzo misterioso, di nuovo…

Cece gli fece spazio sulla panchina perché si potesse sedere accanto a lei, e rimasero a guardarsi negli occhi, a leggersi nell’anima, a scambiarsi i respiri.

“Cosa cerchi da me, chi sei? “

Nessuna risposta…solo un gesto..una lieve carezza di una mano fresca che le incendiò il viso e le provocò i brividi.
Poi l’ombra svanì..
Cece cominciò ad annaspare, come se qualcuno stesse cercando con tutte le sue forze di farla riemergere da quello  stato di trance in cui era sprofondata…

“ Cece..Cece, tesoro..”

Cece stava lottando con tutte le sue forze per rimanere nella bolla in cui si trovava, ma nonostante tentasse di restare lucida, i fotogrammi degli occhi, del sorriso e del volto del ragazzo misterioso stavano diventando sempre più labili e distanti. Avvertiva che presto sarebbe riemersa da quel mondo e non si arrendeva all’idea di doversene separare..

D’improvviso Cece si ritrovò immersa in una luce talmente forte ed accecante che dovette aspettare un bel po’ di tempo prima di riuscire a mettere a fuoco e a rendersi conto di dove si trovava…era seduta sul suo letto, gli occhi le pizzicavano e stava boccheggiando come se avesse trattenuto il fiato per molto tempo..era accaldata e le sudavano perfino le mani…anche se dal letto non riusciva a vedersi riflessa nello specchio appeso alla parete opposta riusciva comunque ad immaginarsi la sua faccia arrossata e sconvolta, i capelli arruffati e gli occhi spalancati..

Si passò più volte una mano tra i capelli per scostarli dalla fronte imperlata di sudore e si guardò intorno.. la finestra aperta lasciava entrare la luce del sole che, seppure ancora basso all’orizzonte, splendeva nel cielo infiammandolo di mille colori e preannunciando una bella giornata..un venticello fresco ma lieve faceva ondeggiare dolcemente le tende leggere.

Cece rabbrividì e si strinse nelle spalle rituffandosi sotto il morbido piumone, e si rigirò su un fianco fino ad incontrare gli occhi verdi e profondi di suo padre che la stava fissando, seduto ai piedi del letto, con un’espressione strana in volto..

“Buongiorno amore mio…ti senti bene?”

“Buongiorno papà…si, beh insomma..io..si, credo di si..”

“Perché sei così accaldata, non vorrei stessi male..poi ti agitavi nel sonno, stavi chiedendo a qualcuno di non andarsene, volevi sapere cosa volesse da te..”

Cece mise in ordine i suoi pensieri e i suoi ricordi e subito le si ripresentarono le immagini del sogno che aveva fatto..aveva sognato il ragazzo della discoteca, come la notte precedente..

Dopo che il padre di Liz le aveva riaccompagnate a casa dalla festa infatti, Cece aveva deciso di rimanere a dormire da Liz e le due amiche si erano addormentate abbracciate, strette l’una all’altra, consapevoli che solo la loro amicizia era vera e sarebbe durata per sempre..nel sonno Liz aveva pianto e singhiozzato parecchio, poi finalmente si era tranquillizzata, cullata dalle braccia dell’amica, e quando Cece si era svegliata la mattina dopo aveva trovato Liz riposata e sorridente, anche se le si vedevano ancora lungo le guancie i segni delle lacrime della sera prima, dato che non si erano nemmeno struccate tanto erano stanche. Durante la notte i ruoli si erano invertiti, perché al risveglio fu Cece a ritrovarsi tra le braccia di Liz, che le raccontò di come anche lei si fosse agitata nel sonno, smaniando ed urlando con il respiro affannato, alla ricerca di qualcuno che non sapeva chi fosse..
Cece aveva deciso di non raccontare nulla della sera prima all’amica perché non voleva caricarla anche dei suoi problemi e delle sue paranoie, si era limitata a raccontare, sotto il suo sguardo inquisitore, di aver fatto un sogno strano che non ricordava troppo bene..ed ora suo padre le stava dicendo le stesse cose, con lo stesso sguardo preoccupato e indagatore di Liz…

“ Tranquillo papà, va tutto bene..non ricordo nulla, è tutto così confuso..”

“ Meglio così allora! Dai, sbrigati a scendere, la colazione è già in tavola ” le disse suo padre, uscendo dalla sua camera dopo averle lasciato un bacio morbido e delicato tra i capelli.

Cece rimase immobile nel letto guardando suo padre uscire dalla camera..pensava a quanto si fosse prodigato da sempre per lei, al bellissimo rapporto che aveva con lui e sua madre e di cui era terribilmente orgogliosa..essendo figlia unica i suoi sin da piccola l’avevano viziata con coccole e attenzioni,  sebbene avesse ormai 19 anni Cece si svegliava ancora con i grattini e i baci di mamma e papà, e la domenica mattina stavano per almeno 20 minuti abbracciati nel lettone dei suoi a ridere e scherzare.

D’improvviso si fece largo nei suoi pensieri, senza che se ne rendesse conto, il viso del misterioso ragazzo, e Cece si ritrovò a fantasticare e ad immaginare a quanto sarebbe stato bello potersi svegliare con quel meraviglioso sorriso accanto, potersi perdere in quegli occhi profondi e sinceri, poter assaporare quelle labbra rosee e delicate, poter giocare con quei ricci morbidi e lucenti..
Non  se ne rendeva conto, ma qualcosa le si stava smuovendo dentro, qualcosa che per molto tempo aveva  nascosto e protetto sotto cumuli di macerie… stava riaprendo il suo cuore a quelle sensazioni e a quelle emozioni che aveva lasciato fuori dalla sua vita e dal suo cuore per tanto tempo, forse troppo…si, si stava innamorando…ma si stava innamorando di qualcuno che non conosceva…



Salve gente! Mi prendo questo piccolo spazio per dirvi che personalmente  sono davvero soddisfatta di questo capitolo,all’inizio sembrava venisse uno schifo invece mi sono divertita un sacco e mi è piaciuto tantissimo scriverlo, specie perché è nato quasi tutto a scuola durante le lezioni ;) Mi dispiace tantissimo che i capitoli siano sempre molto corti ma ho mille idee in testa per i prossimi e altri tre sono pronti, manca solo il tempo di pubblicarli :) Non sapete quanto mi faccia piacere sapere che dedicate un po’ del vostro tempo a questa storia, e se vi avanzano 5 minuti recensitela, mi farebbe davvero piacere !

A presto, Fly <2

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo Sesto ***


CAPITOLO SESTO
 
“Oddio papà ma è bollente!” urlò Cece con la lingua ustionata e il viso contratto in una smorfia.

“Se ti sbrigassi la mattina non dovrei riscaldarti il latte due volte ed eviteresti di strozzarti per fare colazione!” le rispose suo padre di rimando, alzando gli occhi dal giornale e guardando sua figlia con un’occhiata di rimprovero.

“Sono disposta a scottarmi la lingua e a correre per arrivare in tempo a lezione tutte le mattine  pur di poter dormire 10 minuti in più! Avrei voluto vedere te alla mia età, da come parli sembra che saltavi giù dal letto non appena i nonni ti venivano a chiamare!”

“Guarda signorina che io alla tua età mi svegliavo sempre da solo dato che i miei erano già al lavoro quando mi alzavo! Perciò ti consiglio di accontentarti del latte che scotta se non vuoi dovertelo scaldare da sola da domani in poi!”

“Ok ok hai vinto tu, tregua! Non mi va di litigare di prima mattina…e comunque ti volevo chiedere una cosa…potresti accompagnarmi al college oggi? Non posso permettermi di farmi segnare un altro ritardo, rischio di perdere l’anno se continuo così!”

“Esagerata! Non potrebbero mai farti perdere l’anno per i ritardi, lo sai!”

“Magari l’anno no, ma la media ne risentirebbe di sicuro! Ti prego accompagnami, è anche lunedì!”

“Mi dispiace ma con me non attacca Cece, lo sai…e smettila di guardarmi con quella faccia, sembri un baccalà !! Sbrigasti piuttosto, hai esattamente 17 minuti per prepararti”

“Ma non ce la farò mai in 17 minuti papà!!”

“Stai perdendo secondi preziosi tesoro..”

“Oh mio Dio!! Quanto mi urti quando mi rispondi così, sei così testardo!”

“Sali a prepararti Cece, hai un quarto d’ora scarso.”

Cece si alzò da tavola di scatto, facendo grattare la sedia sul parquet della cucina, e dopo aver lanciato un’ occhiata lapidaria a suo padre salì di corsa in camera e spalancò l’armadio per scegliere cosa mettersi. Odiava doversi preparare in fretta, specie se sapeva che suo padre poteva accompagnarla a scuola e risparmiarle ben 15 minuti di strada a piedi. Non che le dispiacesse camminare, anzi era lei stessa quando era tempo bello a rifiutare il passaggio del padre e a fare in modo di uscire di casa in tempo per potersi godere la passeggiata fino al college e arrivare a lezione in tutta calma; ma se era in ritardo e per di più era toccato a suo padre svegliarla non capiva perché lui si ostinasse così tanto a negarle uno strappo fino al college,  tanto più che in auto ci volevano 7 minuti per andare e tornare.

Afferrò le prime cose che le capitarono sotto mano quando aprì l’armadio, prese le sue amate blazer verde acqua e si chiuse in bagno . Anche se si era fatta il bagno la sera prima, si spogliò, si infilò nella doccia e si lavò velocemente per togliersi di dosso quella sgradevole doppia pelle che le si era appiccicata addosso a causa della sudata che si era fatta quella notte. Lasciò che l’acqua tiepida le scivolasse lungo il corpo, cullata dall’aroma del suo bagnoschiuma al cocco, poi uscì e si rivestì di fretta.

Indossò una felpona blu dell’ Abercrombie, larga e comoda, che le aveva regalato Liz per Natale quando era stata a Londra, un paio di jeans chiari e aderenti e le Nike, raccolse i capelli in una coda di cavallo che fece ricadere su una spalla, idratò il viso con una crema fresca e profumata, mise un leggero filo di eyeliner nero, si lavò accuratamente i denti, si passò il burro cacao sulle labbra e infine si spruzzò  sul collo e sui polsi due gocce del suo profumo preferito. Uscì velocemente dal bagno, riproponendosi di sistemarlo quando sarebbe tornata a casa, prese lo zaino, il cellulare, le cuffie, infilò giubbetto e sciarpa e scese le scale di corsa.

L’orologio nel corridoio segnava le 8.49..ottimo, era in ritardo di due minuti. Non sarebbe mai arrivata in tempo per la lezione di Filosofia, e il professore era già al suo secondo richiamo, al terzo non avrebbe esitato ad accompagnarla in presidenza..tanto più che Mr. Johnson la odiava tanto quanto lei non sopportava lui.

“Papà io vado, sta’ pronto a venire in ospedale se dovesse venirmi un infarto lungo la strada!” urlò Cece aprendo il portone di casa.

“Buona giornata anche a te tesoro” - le urlò di rimando suo padre dallo studio -“ci vediamo stasera!”

Cece sbuffò ed uscì di casa, attraversò la strada e cominciò a camminare speditamente con le cuffie infilate nelle orecchie. Quella mattina fu Ed Sheeran ad accompagnarla a scuola, uno scambio tutto sommato vantaggioso dato che se fosse andata in macchina con suo padre avrebbe iniziato la giornata con i “mitici” Bee Gees.

Mentre le note di Give Me Love le rimbombavano in testa Cece pensò alla giornata che le si prospettava davanti…avrebbe dovuto seguire due ore di Filosofia e altrettante di Letteratura Latina, poi avrebbe mangiato qualcosa di veloce alla mensa e sarebbe tornata a casa per finire di preparare il test di chimica. Non voleva assolutamente restare indietro con gli esami, perciò non poteva permettersi distrazioni, tipo il pomeriggio insieme che le aveva proposto Liz. In tutto questo un pensiero speciale lo riservò al suo misterioso ragazzo che forse oggi avrebbe visto al college per la prima volta..era strano come nel giro di appena due giorni avesse visto quel ragazzo dappertutto…al ballo, nei sogni, nei pensieri ad occhi aperti… era talmente assorta che non si accorse neppure di essere ormai arrivata.

Dopo esattamente 12 minuti varcò la soglia del college; i corridoi si stavano svuotando, la campana doveva essere suonata da appena un minuto, ma per Cece la corsa non era ancora finita, doveva  raggiungere l’aula 37B che si trovava nell’ala est, completamente dall’altra parte del complesso rispetto all’entrata. Dopo 6 minuti arrivò nel corridoio alla fine del quale c’era la sua aula, e la prima cosa che vide furono i suoi compagni di corso ancora fuori dalla classe..bene, il professore non era ancora arrivato.

Ma nel momento esatto in cui Cece si concesse di rallentare il passo per riprendere fiato, ecco che dall’ ufficio del rettore uscì Mr. Johnson in persona.

“ Cazzo ” - pensò Cece - “ quando si dice che la fortuna gira dal verso giusto… ”

Accelerò di nuovo il passo ed entrò in aula dietro il professore, dirigendosi velocemente al suo posto. Liz era già lì e la stava aspettando con un sorrisone in viso da far invidia a Bradley Simpson*.

“Signorina Frey si accomodi per favore, non vorrà mica continuare a perdere tempo ancora per molto!”

La voce sprezzante del professore raggiunse le sue orecchie nello stesso istante in cui Liz le stampò un bacio sulla guancia sussurrandole
“Buongiorno!”

“E la smetta con queste effusioni signorina White, siete terribilmente fuori luogo!”

“Oh  Liz, buongiorno anche a te!” – rispose ironicamente Cece all’amica, poggiando sul banco lo zaino pieno di libri, togliendosi il giubbetto e la sciarpa e lasciandosi cadere di peso sulla scomoda sedia accanto a quella di Liz – “Giuro che se torno a casa oggi rimango a letto per tutto il pomeriggio e non mi alzo fino all’ora di cena!”

“E’ sempre così bello cominciare la giornata con te Cece! Già che questo posto è un inferno, poi la tua gioia è talmente contagiosa…”

“Scusami Liz hai ragione, stamattina devo essere proprio odiosa..ma ti prego non mettertici pure te perché non voglio assolutamente metterti in mezzo, non c’entri niente…”

“Ma cos’è successo? Ti va di parlarne…?”

“Oh beh niente di che, solo che mi sono dovuta svegliare nel bel mezzo di un sogno, mi sono quasi strozzata per fare colazione, ho discusso con papà perché non voleva accompagnarmi a scuola (e infatti ho fatto tardi) e come se non bastasse ci si mette pure Johnson a rompere le
palle!”

“Oh beh direi che si prospetta una bella giornata allora!”

“Già! Ti consiglio di starmi sempre accanto se anche te vuoi vivere qualche avventura mozzafiato oggi!”

“Signorina Frey, signorina White, avete intenzione di seguire la lezione? Altrimenti vi devo invitare a lasciare l’aula, non è ammesso il brusio!”

“Ci scusi la prego, non disturberemo oltre” rispose Liz prontamente, girandosi poi verso Cece per sussurrarle in un orecchio parole poco carine nei confronti del professore, di sua moglie e della loro scarsa capacità di “relazione”.

Cece dovette coprirsi la bocca con la mano per non scoppiare a ridere. Adorava Liz, era capace di strapparle un sorriso in ogni momento e quando aveva bisogno di una spalla su cui piangere era l’unica ad offrirsi sempre.

Ora basta o davvero Johnson ci caccia” mimò Liz con le labbra verso l’amica. Cece le rivolse un sorriso e annuì, ma non riusciva proprio ad accettare di dover stare due ore in silenzio a seguire una lezione di Filosofia…
 
*per chi non sapesse chi è, Bradley Simpson è la voce del gruppo inglese “The Vamps” J http://weheartit.com/entry/104778607/tag/brad%20simpson?context_user=kidrauhl_swag&page=4
 

Saaalvee! Eccoci arrivati al sesto capitolo..è un pochino più lungo delle altre volte ma mi piacciono più così che brevi perché gusta di più scriverli quando sono lunghi…questo  è un capitolo di passaggio ai fini della storia, ma  mi è anche servito per farvi capire quali altri cantanti mi piacciono oltre agli Union J, Ed e i The Vamps ! Naturalmente non solo loro, se ne avrò occasione inserirò anche altri artisti che amo! Spero vi sia piaciuto, come sempre vi invito a recensire se avete un minutino da dedicarmi, e naturalmente a leggere il prossimo capitolo, ci saranno delle novità ;)
A presto, Fly <2
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo Settimo ***


CAPITOLO SETTIMO
 
“Dunque qual è la ratio della Legge? La Legge garantisce che in essa si viva in modo autentico, essa garantisce la Vita Umana!”
 
La voce del professore stava sfumando piano piano, diventava sempre più un borbottio indistinto che faceva da sottofondo ai pensieri di Cece.

Stava fissando il cielo azzurro e terso che intravedeva dalla finestra, con il mento appoggiato sul palmo della mano, ascoltando il cinguettio allegro degli uccelli.

Era davvero una bellissima giornata per essere Febbraio e, sebbene l’aria fosse frizzante, al sole si stava bene.

Pensava a quel sabato sera…a come le era sembrato che quel ragazzo la stesse seguendo, a quella misteriosa forza che l’aveva spinta a seguirlo a sua volta, alla sua figura tanto perfetta quanto misteriosa, a come fosse scomparso all’improvviso quasi fosse un fantasma, al desiderio di conoscerlo che gli era nato dentro tanto da farglielo apparire in sogno per ben due notti consecutive.

Si ritrovò a pensare per l’ennesima volta che se era alla festa doveva per forza frequentare il college, ma non si capacitava di come fosse possibile  che non l’avesse mai notato prima…forse era proprio quell’aria di mistero che lo circondava a renderlo invisibile…

Non sapeva cosa fare e si sentiva una stupida perché magari era tutto solo nella sua testa, forse si era immaginata ogni cosa…magari quel poveretto le si era trovato vicino per caso, magari si erano semplicemente trovati negli stessi posti nello stesso momento.

Ma come era possibile che tutte queste coincidenze si fossero susseguite senza motivo, per puro caso?

Cece al caso non ci aveva mai creduto, aveva sempre pensato che tutto succede per un motivo, ma sapeva anche che era stata da sempre bravissima a farsi i castelli in aria, e anche se più di una volta aveva avuto la prova di essersi immaginata tutto, eppure non aveva mai smesso di sognare, e non l’avrebbe mai fatto, anche se questo l’avrebbe fatta sicuramente soffrire come in passato..

Ma poi come avrebbe potuto trovarlo? E se anche l’avesse trovato, cosa gli avrebbe detto, come lo avrebbe avvicinato?

A riscuoterla dai suoi pensieri ci pensò la campanella. Subito la classe si riempì di brusio, e nel giro di dieci secondi le parole di Mr. Johnson furono sovrastate dal chiacchiericcio di 25 ragazzi.

“Ehi bella addormentata sei tra noi o stai ancora pensando agli unicorni rosa che volano?”

La voce di Liz si intrufolò nei pensieri di Cece, che si ritrovò il naso dell’amica ad un palmo dal suo e la sua mano che le sventolava davanti agli occhi.

“Si si scusami, ci sono..solo che Johnson ha un effetto soporifero su di me, è capace di farmi addormentare come nessun altro…nemmeno tu quando mi chiami al telefono nei sei capace a tal punto!”

“Aspetta spetta, cos’è, Miss Simpatia si è svegliata di botto?!?!?!”

“Ahahahahah perdonami, sono due ore di Filosofia che mi riducono così!”

“A proposito di Filosofia…dici che quella palla umana di Johnson non si è accorto che è finita la lezione?” disse Liz con disappunto, lo stesso disappunto che Cece leggeva sul viso di tutti i suoi compagni e che invase la stanza quando il professore disse

“…e per domani mi studiate il capitolo e vi leggete il documento a pagina 296, che sarà poi oggetto di verifica!”

Immediatamente ritornò il silenzio, i ragazzi si guardarono l’un l’altro sbalorditi, e dopo un minuto di iniziale smarrimento si alzarono di nuovo da ogni angolo dell’aula mormorii di protesta e scontento, addirittura un ragazzo più coraggioso degli altri si alzò in piedi con slancio e tentò di far capire al professore che l’intero capitolo era troppo.

Per tutta risposta Johnson, ormai arrivato alla porta della classe, si girò verso gli alunni e con un sorriso beffardo si rivolse  al povero Liam

“Signor Heatcliff, se vuole può esimersi dal preparare il capitolo per la prossima lezione, sappia però che in sede d’esame non le saranno fatti sconti! La invito pertanto a prepararsi costantemente se non vuole trascorrere qua dentro un anno supplementare…cosa che non farebbe piacere tanto a lei quanto a me siamo sinceri! Ah, vale lo stesso per i suoi esimi colleghi !”

Detto ciò uscì dall’aula reggendo in una mano fascicoli e manuali di ogni sorta, nell’altra una valigetta di pelle marrone, consunta e rovinata.

Nello stesso istante in cui scomparve, in classe scoppiò un putiferio..alcuni si alzavano in piedi sbraitando e urlando, altri rimasti seduti fissavano il vuoto con un’espressione sconsolata in volto, altri ancora lanciavano insulti e improperi alla volta di Mr. Johnson. In tutta quella confusione Liz salì su un banco e dopo aver attirato su di sé gli occhi di tutti prese la parola

“Non possiamo continuare così, Mr. Johnson non può spadroneggiare in questo modo! E’ vero, è nostro compito studiare, ma non abbiamo solo l’esame di Filosofia da preparare e non siamo automi! Perciò vi faccio una proposta…parliamo con il professore e diciamogli come stanno le cose, se poi non vorrà scendere a compromessi, nessuno di noi si presenterà al prossimo appello d’esame!”

Un applauso fragoroso accompagnò le ultime parole di Liz, che in segno di vittoria unì le mani e cominciò ad agitarle in aria portandole prima su una spalla poi sull’altra.

Cece, che era rimasta in disparte durante la discussione, osservava Liz in silenzio..la ammirava da matti…era bella, carismatica, sicura di sé…tutto l’opposto di lei, insicura, timida e invisibile agli occhi degli altri. A volte si chiedeva come potessero essere così amiche, tanto erano diverse tra loro…ma forse era proprio questa diversità ad averle legate così tanto fin da piccole, e era proprio questa diversità che le teneva ancora legate dopo tanto tempo l’una all’altra in un legame indissolubile.

Liz scese finalmente dal banco che aveva usato come pulpito e si sedette al suo posto, ricevendo complimenti e strette di mano dai compagni.

“Dovresti seguire il corso di comunicazione, sei stata fenomenale LIz!” disse Cece abbracciandola e stampandole un sonoro bacio su una guancia.

“Sai ci ho pensato più volte, ma poi mi sono sempre detta…come posso sopravvivere senza la mia amata Cece accanto?”

“Oddio così mi fai sciogliere” - disse Cece stringendola a se ancora più forte - “però non voglio che tu rinunci a ciò che ti piace per me, mi sentirei in colpa…”

“Ma mi piace ciò che faccio, e mi piace soprattutto perché lo faccio con te! Se non ti avessi al mio fianco probabilmente non resisterei un minuto!”

Le due si guardarono negli occhi per dieci secondi, poi scoppiarono a ridere imbarazzate…non erano mai state sdolcinate e melense, non ne erano capaci, e ogni volta che parlavano della loro amicizia finivano quasi con il soffocare dalle risate. Ma anche se non erano in grado di esprimere a parole i sentimenti reciproci che le univano, da ogni loro gesto o parola trapelava il bene che si volevano, e non avevano bisogno di parlare perché riuscivano a capirsi solo con uno sguardo.

In quel momento fece il suo ingresso in aula la professoressa di Letteratura Latina, una donna sulla sessantina con i capelli biondo cenere sempre perfettamente acconciati, la pelle avvizzita e ingrigita dal fumo e le spalle ricurve sotto il peso di 27 anni di insegnamento in quel college. Tutti li la conoscevano, aveva la fama di essere molto severa e di pretendere moltissimo dai suoi ragazzi, ma era senza dubbio l’insegnante più competente dell’intero istituto e tutti la ammiravano per la passione e la dedizione che aveva per il suo lavoro.
Al suo “Buongiorno” tutti i ragazzi si ricomposero e si prepararono a seguire la lezione, tanto era il timore e il rispetto che nutrivano per la Snow.
 
 
Saaaaaaaaalve ! Finalmente aggiorno la mia beneamata FF, sono riuscita a ritagliarmi un po’ di tempo per scrivere questi giorni dopo la gita a Vienna & Praga ! Stavolta non userò questo piccolo angolino per anticipazioni o cose del genere, sul capitolo volevo solo dire che sono fiera dell’amicizia di Liz e Cece perché mi sono ispirata ad una persona a me cara <3 No, stavolta voglio ritagliarmi questo spazio per ringraziare tutti voi che avete recensito e, ho scoperto da pochissimo, anche aggiunto la mia storia ai preferiti :’) Forse non vi rendete conto di ciò che questo significhi per me, ma credetemi è davvero tantissimo :’) Spero di non deludervi, ci rivediamo presto
Fly <2

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo Ottavo ***


CAPITOLO OTTAVO

 
La classe era piena di risate e Cece, guardandosi intorno, vedeva da ogni parte gente con le lacrime agli occhi e i sorrisi che andavano da un orecchio all’altro. La Snow, dal canto suo, se ne stava in piedi appoggiata alla cattedra con il libro tra le mani e si godeva lo spettacolo con un’espressione soddisfatta in viso.

Ogni anno la scena si ripeteva sempre allo stesso modo, ogni volta che leggeva gli epigrammi di Marziale era automatico che la classe scoppiasse a ridere divertita.

Tuttavia lei non si arrabbiava per questo, perché sapeva che poi quelle risate si sarebbero trasformate in domande, perché per quanto divertenti i componimenti di Marziale si proponevano di far riflettere proprio a partire da ciò che inizialmente appariva comico e senza senso.
Si, senza ombra di dubbio quella era una delle sue lezioni preferite!

“Allora, cosa avete, non dite niente?” chiese la Snow dopo aver aspettato per dieci minuti che la classe si ricomponesse.

“Questo Marziale era un mito!” disse subito un ragazzo biondo e bellissimo, Justin.

“Già, un vero figo, mi sarebbe piaciuto conoscerlo!” gli rispose di scatto Jade, una ragazza tanto bella quanto stupida che andava dietro a Justin da tempo immemore.

“Per me si faceva di qualcosa di qualcosa di molto pesante per scrivere delle cazzate colossali come queste!” fu invece il commento di quel
Liam che poco prima aveva risposto a Johnson.

“Ma, signor Heatcliff, si contenga e moderi le parole per favore, siamo sempre in un college!”

“Mi scusi, professoressa” disse Liam, rosso in viso. Ma il ragazzo si riprese subito quando, dopo essere stato in silenzio per qualche istante, disse

“Per me doveva assumere delle sostanze stupefacenti per avere una così fervida immaginazione e un senso dell’umorismo tanto spiccato!”

“Molto bene signor Heatcliff! Come vede il concetto lo sa esprimere bene anche con un linguaggio più consono al contesto! E anzi, forse anche in maniera più divertente!” rispose la Snow indicando con lo sguado gli altri ragazzi, che avevano ripreso a ridere di gusto alla battuta del compagno.

Dal canto suo Cece stava in silenzio, a testa bassa, e continuava a scrivere e a prendere appunti.
Ad un tratto le arrivò sul banco un foglio appallottolato. Cece lo nascose subito sotto il banco e lo dispiegò, stando bene attenta a non farsi vedere dall’insegnante. In cima al foglio c’era un messaggio

Smettila di essere la solita secchia e fatti una risata ogni tanto!

La ragazza, che aveva subito riconosciuto quella grafia precisa e aggraziata, si voltò alla sua destra, dove vide Eleonor che le indicava con un dito Liz alle sue spalle.

Cece tentò di farsi notare dall’amica, che in quel momento stava ridendo di gusto con il suo compagno di banco Luke,  e non riuscendoci decise di rispondere scrivendole a sua volta

Ma se mi becchi sempre mentre scrivo non è colpa mia!! E comunque guarda che ho riso anch’io, è solo che proprio non ce la faccio più, necessito di un caffè altrimenti mi addormento.

Dopo aver fatto arrivare il messaggio a Liz, Cece le sorrise e le mandò un bacio, poi tornò a seguire la lezione..o almeno ci provò.
La Snow ora passeggiava per l’aula commentando una massima di Marziale ma Cece non riusciva a concentrarsi, ora era lei ad essere distratta..si stava assentando di nuovo…

D’improvviso si rese conto che da sabato sera non aveva più parlato con Liz di cosa le era capitato, e non le aveva tantomeno chiesto cosa fosse successo a lei, perché l’aveva trovata in lacrime dopo che era scomparsa per ben due ore.
Sicuramente qualcosa che c’entrava con Josh Cuthbert…per quanto Liz fosse testarda e irremovibile, Cece ci aveva provato in tutti i modi a dissuaderla dall’avvicinarsi a quel ragazzo, era più forte di lei, era sicura che l’avrebbe fatta solo soffrire.
Sebbene Cece si fosse riproposta di restare a casa per studiare Chimica, decise che quel giorno sarebbe andata a trovare Liz, dovevano raccontarsi tutto. Magari avrebbe anche portato qualche schifezza da mangiare…era da troppo tempo che lo SLEEPOVER non si riuniva e quella era davvero un’emergenza!
In quel momento bussarono alla porta, e la voce della Snow che invitava ad entrare il nuovo arrivato richiamò Cece alla realtà.

Non appena si voltò verso la porta il suo cuore perse un battito… un sorriso luminoso e gentile, due occhi vispi e allegri, capelli ricci e lucenti, gambe lunghe e affusolate…
…sull’arco della porta c’era lui, il ragazzo misterioso, il ragazzo dei suoi sogni.

I successivi dieci minuti Cece li passò a contemplare quella meraviglia che aveva sotto gli occhi…quel ragazzo era qualcosa di indescrivibile.
Se ne stava in piedi accanto alla cattedra della Snow con le gambe incrociate, una mano nella tasca della giacca e l’altra che teneva ben salda sulla spalla destra la tracolla della borsa.
Sembrava uscito da una rivista tanto era bello..
Indossava un paio di jeans scuri, perfetti per le sue gambe lunghe e magre, un maglioncino beige, morbido e a girocollo, e una giacca blu alamari; aveva una sciarpa anche quella beige avvolta intorno al collo, e un cappello blu e rosso bordeaux da cui usciva un ciuffo di capelli ricci color dell’oro che ricadeva sul viso e lo incorniciava.
Cece non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, l’unica cosa che vedeva in quel momento era lui, e l’unico suono che le arrivava alle orecchie era il battito accelerato del suo cuore.

Ora anche la Snow si era alzata in piedi e i due stavano discutendo di qualcosa che Cece non riusciva a sentire, ma non le importava, desiderava soltanto poterlo ammirare in eterno.
Era completamente ipnotizzata da quel ragazzo angelico…dalle sue labbra rosee e carnose che si muovevano delicatamente e che spesso si mordicchiava, dal sorriso che gli spuntava improvvisamente sul viso, illuminandolo e pronunciando ancora di più i suoi zigomi, dal suo sguardo intelligente e profondo, dall’espressione concentrata e attenta alle parole della Snow, dalle sue mani grandi e dalle dita affusolate che si muovevano nell’aria accompagnando le sue parole e disegnando figure nell’aria.
Cece non si rendeva neppure conto del tempo che passava, tanto era intenta ad ammirarlo per fissarsi nella mente ogni suo minimo particolare e per ricordarsene una volta che se ne fosse andato.

Fu allora che finalmente seppe, che lo sentì forte e chiaro, pronunciato con decisione dalla Snow che stava richiamando i ragazzi all’attenzione e al silenzio

“Ragazzi, lui è George…da oggi frequenterà i corsi qui al college, forse qualcuno anche con alcuni di voi, perciò vi chiedo di dargli una mano se sarà necessario, specie in questo primo periodo aiutiamolo tutti!”

I ragazzi annuirono, e specialmente le ragazze, che a quanto pareva sapevano già del nuovo arrivato e si erano già attivate per scoprire su di lui quante più cose possibili e poterselo fare amico.

Cece dal canto suo rimase ferma e in silenzio, non prestando più attenzione alle parole della Snow..finalmente lo sapeva, finalmente il ragazzo misterioso aveva un nome, un nome meraviglioso…GEORGE.

La ragazza si trovò a riflettere sulla bellezza di quel nome…George…le piaceva moltissimo, e più osservava quel ragazzo, il suo viso, i suoi occhi, il suo naso, la sua bocca, più si rendeva conto di quanto gli si addicesse…George…
Cece era al settimo cielo dalla gioia, e se qualcuno l’avesse notata in quel momento avrebbe visto una ragazza trasfigurata dalla luce radiosa del sorriso che le splendeva in volto, una ragazza imbambolata ma felice e gioiosa, una ragazza viva.
E qualcuno in effetti  la notò… perché quando George si rivolse ai ragazzi con un sorriso mozzafiato per ringraziarli della disponibilità e dell’accoglienza percorse la classe con lo sguardo fino a quando i suoi occhi non incontrarono quelli verdi e profondi di Cece.

George si arrestò per qualche secondo fissando i suoi occhi in quelli di lei ed avvertì dentro di se una sensazione strana, come se fosse indissolubilmente calamitato e attratto da quegli occhi.

D’un tratto la ragazza abbassò lo sguardo interrompendo il contatto visivo, e George si ritrovò ad osservarla con attenzione, a scrutarne i lineamenti del volto…aveva come l’impressione di averla già vista, si ricordava i suoi capelli, di quel color rame così particolare, le lentiggini che le puntellavano il viso delicato e quegli occhi verdi, dolci e sfuggenti.

In quell’istante suonò la campana che segnava la fine delle lezioni e l’inizio della pausa pranzo, e in un attimo tutti i ragazzi si alzarono e cominciarono a sistemare le loro cose per dirigersi chi a mensa chi a casa.
Anche Cece si alzò di scatto dal banco e, sempre rimanendo a testa bassa, prese ad infilare i libri alla rinfusa nella cartella, afferrò giubbetto e sciarpa senza neanche infilarseli e uscì di fretta dall’aula.

Uscendo, doveva per forza passare davanti alla cattedra, dove stava ancora seduta la Snow..ma non era la Snow a preoccuparla bensì George, che se ne stava ancora lassù, in piedi, guardando uscire i ragazzi dall’aula e salutandoli tutti con un sorrisone enorme e radioso. L’idea di dovergli sfilare accanto le fece accelerare il passo insieme al battito cardiaco, e non appena arrivò all’altezza della cattedra salutò la Snow a capo chino e con un filo di voce, dileguandosi all’istante oltre alla porta. Ma nella frazione di secondo in cui uscendo sfiorò la spalla di George ebbe il coraggio di alzare appena lo sguardo...ad aspettare i suoi occhi trovò quelli nocciola e caldi di lui.

Cece non seppe cosa accadde dentro di lui, anche se vide nei suoi occhi un lampo di luce, come se gli fosse improvvisamente riaffiorato alla mente qualcosa di lontano e sbiadito..ma seppe perfettamente cosa accadde dentro di lei.
In quel primo e vero, seppur breve, incontro ravvicinato con il suo ragazzo misterioso avvertì una sensazione di pace e tranquillità diffondersi dentro di lei, e contemporaneamente una scia di brividi percorrerle tutto il corpo dalla testa ai piedi, passandole per la pancia.
Era tutto vero.
 

Salve a tutti !! Finalmente dopo un’eternità riesco ad aggiornare questa benedetta FF che mi sta facendo vedere i sorci verdi !! Allora due comunicazioni

1-Sono strafelice di aver scritto questo capitolo e ne sono parecchio orgogliosa perché era da molto che lo revisionavo, non volevo che il primo incontro tra Cece e George fosse banale o scontato…che poi magari lo è per cui non è servito a nulla però io ci ho provato !! Finalmente Cece ha scoperto come si chiama il suo misterioso ragazzo, e spero davvero che il capitolo vi abbia incuriosito abbastanza da aspettare per il prossimo ! 
2- Purtroppo a causa della maturità non sono riuscita a trovare il tempo necessaio per scrivere e adesso che è iniziata l'estate ho sempre mille impegni e purtroppo ho lasciato a malincuore la FF da parte ma vi prometto che mi rifarò (o almeno ci provo :') ) perchè ho davvero bisogno di scrivere e mi mancava tantissimo farlo :) 


Perciò vi chiedo mille volte scusa per l'assenza, spero che se la FF vi è piaciuta e fino ad ora l’avete seguita con piacere sarete così clementi da perdonarmi e da continuare a leggerla perchè è tutta nella mia testa, devo solo metterla per iscritto :) 
Grazie mille di cuore a tutti coloro che leggeranno il capitolo, che recensiranno (se ce ne saranno…e ce ne saranno ve ne prego !!!), e che vorranno pazientare per sapere come andrà a finire questa storia !! 
Con la promessa di risentirci il prima possibile vi mando un bacione e un grazie speciale a tutti
Fly <2

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2469952