Amare ancora

di Betty
(/viewuser.php?uid=73)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 2: *** La piccola Isa ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** L'invito ***
Capitolo 5: *** Il primo appuntamento ***
Capitolo 6: *** Un brutto incontro ***
Capitolo 7: *** E' amore ***
Capitolo 8: *** Guai in vista ***
Capitolo 9: *** L'aggressione ***
Capitolo 10: *** Non più sola ***
Capitolo 11: *** il litigio ***
Capitolo 12: *** Scusami ***
Capitolo 13: *** La famiglia è riunita ***
Capitolo 15: *** Dov'è Isa? ***
Capitolo 16: *** La fine dell'incubo ***
Capitolo 17: *** La partenza ***
Capitolo 18: *** La mia casa sei tu! ***



Capitolo 1
*** Di nuovo insieme ***


"Finalmente sono arrivato

AMARE ANCORA

Capitolo 1

"Finalmente sono arrivato!" esclamò il ragazzo uscendo dall'aeroporto, intorno a lui c'era un vorticare di urla e sirene.

"Ma che cavolo è successo?" si domandò, improvvisamente venne urtato da qualcuno "Diavolo ma stai attento!" esclamò irritato.

"Scusa ma ho fretta!" rispose una voce femminile e il ragazzo vide sfrecciare accanto a se una ragazzina con la divisa da paramedico, la seguì con lo sguardo e allora si accorse del perché di tutto quel casino.

C'era stato un incidente, con coinvolte due macchine ed erano abbastanza distrutte tra tutto quel casino rivide la ragazza che gli era venuta addosso avrà avuto si e no 20 al massimo 22 anni ma gestiva con grande abilità e competenza la situazione.

Dopo circa mezz'ora i feriti erano stati portati via e la strada liberata dai due mezzi incidentati. Solo allora il ragazzo si sentì chiamare:

"Benji, siamo qui"

Benji si girò e vide Holly e Patty che gli correvano incontro "Scusa se non siamo arrivati prima ma c'era un traffico bestiale!" disse Holly

"Ci credo bene, dovevate vedere che incidente c'è stato!" esclamò Benji "Adesso ditemi un po’ come state"

"Benissimo ma è meglio se ti portiamo in albergo sarai stanco del viaggio!" Patty era sempre stata premurosa verso tutti i componenti della New Team anche se per Holly aveva sempre avuto un occhio di riguardo.

"Non capisco perché Marshall ci abbia fatto venire tutti qui in America senza spiegarci niente." Disse Benji rompendo il silenzio "Noi ne sappiamo quanto te, quando Holly è stato chiamato da Marshall glielo ha chiesto ma non ha voluto dirgli niente"

"Va bene tanto fra poco lo scopriremo, prima però devo farmi un doccia fa veramente caldo qui a Los Angeles"

Dopo circa un'ora di viaggio arrivarono al Palace Hotel dove erano già alloggiati gli altri componenti della nazionale giovanile di calcio giapponese. Benji si diresse subito verso la sua camera e si buttò sotto la doccia aveva circa un'ora per mettere a posto le sue cose poi si sarebbe trovato con gli altri nella sala convegni dell'hotel.

La sala era enorme degna di un hotel importante come quello, Benji osservò l'ambiente le pareti tappezzate di rosso scuro e le poltroncine dove c'erano già seduti alcuni dei suoi amici.

"Price era ora che ti facessi vivo" disse una voce che Benji riconobbe subito

"Lenders come avrei potuto perdere l'occasione di vederti?" rispose ironico Benji.

Tutti i presenti si stavano già preoccupando se si sarebbero presi a botte subito o più tardi ma rimasero di sasso quando videro i due sorridersi e darsi la mano amichevolmente.

"Come stanno Maki e il bambino?" chiese Benji

"Benissimo, sai voleva venire anche Maki ma il nostro piccolo tigrotto si è preso l'influenza e così ha deciso di rimanere a casa, comunque ti saluta e ti aspetta a casa nostra quando voi." Lenders finì la frase con un sorriso.

Nella sala c'era un silenzio glaciale, Benji Price e Mark Lenders che parlavano in modo civile tra di loro? Stavano per caso male?

Bruce come era suo solito intervenne per saperne un po’ di più "Scusate ma da quando voi due siete così amici?"

"Da quando Benji ha salvato la mia Maki!" esclamò Lenders

"Cosa?????" un urlo si alzò nella sala

"Non c'è bisogno che urlate! - esclamò Benji - non c'è niente di così strano. Vi ricordate quando io e Mark ci siamo incontrati durante la Chapions League, quando siamo usciti dallo stadio un ubriaco stava quasi per investire Maki e io l'ho spostata dalla traiettoria di quel pazzo."

"Non fare il modesto Benji, l'hai praticamente sollevata di peso e le ha fatto da scudo con il corpo" disse Mark

"Non era poi così pesante"

"Va bene ma era incinta di otto mesi! E infatti Maki per lo spavento ha avuto il bambino quella notte. Per sdebitarci io e Maki abbiamo deciso che Benji sarebbe stato il padrino di nostro figlio, in fondo gli ha salvato la vita."

Nessuno dei ragazzi presenti riusciva a dire una parola solo Holly si decise a parlare: " Ragazzi sono contento così ai prossimi mondiali saremmo ancora più forti senza i soliti contrasti interni!"

Mark e Benji risero alle parole di Holly sapendo che prima o poi avrebbero ancora discusso per qualcosa.

Dopo che tutti i ragazzi si erano salutati avevano cominciato ad accomodarsi in attesa di Marshall, Benji osservò le coppie sedute davanti a lui Holly e Patty che si erano sposati da circa tre anni; Philip e Jenny sposati da quattro anni avevano già un bambino e adesso lei era incinta del secondo figlio; l'ultima coppia erano Julian e Amy loro si erano sposati poco dopo Holly e Patty.

Anche gli altri erano o sposati o fidanzati solo lui era ancora solo. Ma non per scelta la sua Elisa era morta 4 anni prima, dovevano sposarsi ma quel maledetto tumore gliela aveva portata via, adesso all'età di 26 anni era da solo ed aveva invidia della felicità dei suoi amici.

In tutti quegli anni aveva avuto la possibilità di farsi altre storie, ma la morte di Elisa aveva fatto morire anche il suo cuore; le donne non gli mancavano di certo ma erano tutte storielle di poco conto. Non sarebbe più stato capace di amare non dopo tutto il dolore che aveva provato, i suoi amici gli erano stati vicini Holly e Patty lo avevano addirittura raggiunto in Germania per dargli un po’ di conforto. Aveva tanti amici ma ora si era accorto che non gli bastavano più, aveva bisogno di una persona che lo completasse, aveva bisogno di imparare ad amare ancora.

Le sue riflessioni furono interrotte dalla voce di Marshall che aveva cominciato a parlare, non si era neanche accorto che fosse entrato, era ora di pensare al calcio avremmo avuto tutto il tempo per compiangersi quando fosse stato da solo.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La piccola Isa ***


CAPITOLO 2:

CAPITOLO 2:

La piccola Isa

Avevano lasciato il paziente in pronto soccorso e finalmente poteva andare a bersi un bel te freddo, era tremendamente sudata, la giornata era cominciata subito male con quell'incidente davanti all'aeroporto e aveva dovuto pure correre fino al posto perché alcune persone erano proprio imbranate a guidare e non facevano passare l'ambulanza. Così aveva dovuto correre con tutta l'attrezzatura che era riuscita a portare fino a dove c'erano i feriti.

Era stata una vera sfacchinata ma ne valeva la pena, niente la faceva più felice che aiutare qualcuno che stava male per quello aveva scelto di fare il paramedico avrebbe voluto diventare un medico ma purtroppo non aveva abbastanza soldi per andare all'università. I suoi genitori erano morti in un incidente stradale quando lei era ancora piccola e l'aveva cresciuta la nonna paterna essendo l'unica parente ancora in vita. Ora aveva 24 anni ed era sola perché la sua nonna era morta l'anno prima e a lei non erano rimasti altro che i ricordi che portava ancora nel cuore.

Venne distolta dai suoi pensieri dalla voce di Marcos "Isabel sei ancora tra di noi?"

"Sì non ti preoccupare stavo solo pensando!"

"A qualche ragazzo?" chiese Marcos con una punta di malizia.

"Ma quando mai, non ho il tempo di pensare ai ragazzi." Esclamò Isabel

"Isa, Isa devi smetterla di vivere come una suora, esci, divertiti cerca di conoscere qualcuno. Sei giovane hai tutta la vita davanti a te, devi farti una famiglia ne hai bisogno." La rimproverò Marcos

"Ma io ho una famiglia, tu, Janet e Michael siete la mia famiglia" disse Isabel con enfasi.

"Anche sei noi ti vogliamo bene, tu devi trovare qualcuno che ti ami, con cui avere dei figli. Lo so che vuoi dei figli lo vedo dal mondo in cui guardi Janet e Michael, anche tu vorresti tenere tra le braccia un bambino, il tuo bambino ma se continui così finirai per restare solo la zia Isa."

Isabel non sapeva cosa rispondere, era vero voleva una famiglia, dei figli un marito che la amasse. Marcos aveva ragione lei aveva bisogno di qualcuno che la amasse ma lei sapeva ancora amare?

Dopo che Jack l'aveva lasciata non aveva più voluto avere nessuno accanto le bastava l'amore della sua nonna. Lei era riuscita a lenire il suo dolore per aver perso l'uomo che amava.

"Si capisce che non era destino" le diceva sua nonna " vedrai che un giorno troverai un uomo che ti farà innamorare e che ti amerà a sua volta"

Come voleva crederci a quelle parole anche adesso che si sentiva così giù di morale. Gli mancava sua nonna, anche i suoi genitori ma la sua nonna l'aveva cresciuta ed amata non avrebbe potuto chiedere di meglio. Grazie a lei aveva superato tanto ostacoli anche l'abbandono di Jack, che stupida

Pensava fosse veramente l'amore della sua vita ma lui l'aveva mollata per un'altra cosa aveva detto "Mi dispiace ma io amo un'altra" e se ne era andato così senza altre spiegazioni.

"Che bastardo!!" esclamò Isa ad alta voce

"Stai parlando con me?" chiese Marcos sorpreso

"No, no non era per te la mia dolce parolina, stavo solo pensando a voce alta!" rispose tutta rossa Isa

"Pensi un po’ troppo per i miei gusti, dovresti passare all'azione un po’ più spesso!"

"Non siamo in un film d'azione qui. Forza andiamo ci conviene tornare a lavorare" e così salutarono John il gestore del chiosco vicino all'ospedale e risalirono in ambulanza.

Isabel non aveva più voglia di parlare ma Marcos che la conosceva bene e sapeva come farla sorridere un po’.

"Allora campionessa come vanno le lezioni di kick-boxing?" le chiese

"Benissimo, dovresti venire anche tu a provare qualche volta, lo sai che così elimino lo stress di tutta la giornata e poi da quando ho imparato a difendermi non ho più paura ad andare in giro di sera da sola." Esclamò sorridente la ragazza

"C'è anche da dire che ti ha fatto bene anche fisicamente, ti ricordi quando ti hanno affidato a me ancora tirocinante?"

"Non farmelo ricordare ero una botte!" disse Isa nascondendo la faccia tra le mani.

"Non esagerare eri un po’ sovrappeso ma eri carina anche allora. Se ci penso che sono già passati 4 anni, mi sento vecchio."

"Non dire stupidaggini tu non sei vecchio hai solo 37 anni!"

"Ma tu in mio confronto sei una poppante vedremo te alla mia età come ti sentirai!" esclamò ridendo Marcos.

"Ti farò sapere!"

Le loro chiacchiere furono interrotte dalla radio: "Centrale alla 011, siete in ascolto?"

Isabel preso la radio e rispose "Qui la 011, dimmi centrale"

"Andate al Palace Hotel, sala conferenze una ragazza con un malore, chi ha chiamato non ha saputo dirmi niente altro quindi vi do un codice giallo (Nda gravità media) per precauzione."

"Va bene centrale ti riferiamo le condizioni del paziente quando siamo sul posto" rispose Isabel poi voltandosi verso Marcos "Capito capo, si va all'hotel più bello di Los Angeles. Forza muoviti!"

"cosa fai adesso mi dai gli ordini?" disse Marcos con il broncio intanto aveva acceso le sirene e si stava dirigendo al Palace Hotel.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'incontro ***


CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

L'incontro

"Allora ragazzi, prima di tutto vi ringrazio per essere venuti tutti qui a Los Angeles. Lo so che la cosa vi è sembrata un po’ strana però prima di anticiparvi altro volevo avere la certezza che sarei riuscito ad organizzare ogni particolare di questa mia idea." Marshall esordì con questa frase incuriosendo ancora di più tutti i ragazzi presenti.

"Vedete siccome fra cinque mesi proprio qui a Los Angeles ci saranno i mondiali di calcio ho pensato di farvi venire qui prima per poter iniziare gli allenamenti e farvi abituare al posto e soprattutto al clima che come avete notato è molto caldo. Ho già affittato un intero residence in modo che ognuno di voi avrà il proprio appartamentino e quindi la propria privacy, il campo è poco distante da lì. Insomma tutte le comodità possibili e immaginabili."

Benji prese la parola "Insomma noi avremo da oggi fino alla fine dei mondiali tutte queste comodità, non è che c'è sotto qualcosa?"

Marshall fece un sorriso e disse "No Benji non ti preoccupare, ma non posso muovermi da Los Angeles e quindi non avrei potuto seguirvi durante gli allenamenti e ho pensato di far venire voi."

"Ottima idea mister" esclamò Bruce tutto contento "Ma potrei far venire anche la mia Evelyn?"

"Certo non ti preoccupare, l'unica cosa che vi chiedo è quella di impegnarvi al massimo"

"Non si preoccupi lo faremo, vero ragazzi?" disse Holly.

"Sì!" urlarono tutti entusiasti.

"Bene visto che siamo tutti d’accordo vi spiego le ultime cose. Per stanotte dormirete qui, poi domani alle 10 verrà un pullman che ci porterà ai nostri alloggi, vi lascerò tutto il giorno di libertà ma poi dopodomani, ovvero mercoledì, per chi non l'avesse capito, tutti al lavoro!"

I ragazzi annuirono, anche perché il tono di Marshall non ammetteva repliche "Ah ragazzi un'ultima cosa - continuò l'uomo - il residence si affaccia sul mare quindi la mattina preparatevi a correre sulla spiaggia!"

"Ma questo vuol dire donne in bikini, tante donne!" esclamò Bruce che ricevette subito un colpo sulla testa da Tom "E dove la metti la tua Evelyn?" gli disse

"Ma non si può mai scherzare" disse Bruce dolorante facendo scoppiare una risata generale.

Holly si girò verso Patty che gli aveva stretto la mano improvvisamente e la vide pallida "Amore cos'hai?" chiese preoccupato

"Mi manca l'aria, ti prego accompagnami fuori non mi sento molto bene" rispose Patty

"Andiamo forza" fecero per alzarsi ma Patty ebbe un giramento di testa e subito dopo svenne.

"Oh mio Dio Patty, Patty cos'hai?" urlò Holly scuotendola.

Tutti i ragazzi si girarono e videro Patty tra le braccia di Holly svenuta!

"Presto chiamate un'ambulanza" esclamò Benji e si avvicinò ai due amici.

"Holly stai tranquillo, l'ambulanza sarà qui fra pochi minuti, sarà il fuso orario, la stanchezza.." disse Benji cercando di rassicurare l'amico.

"E' da qualche giorno che non si sente molto bene, mangia pochissimo ed è sempre stanca.." disse Holly molto preoccupato

"Vedrai che non è niente di grave" disse Benji.

Dopo pochi minuti arrivò l'ambulanza, appena Isa entrò e vide tutte quelle persone si chiese dove fosse la ragazza la cercò con lo sguardo ma non la vide e allora urlò

"Ragazzi se magari vi spostate riesco a vedere chi è stato male!"

Tutti si girarono per vedere a chi appartenesse quella voce e videro questa ragazzina che si portava sulle spalle uno zaino enorme, appena si spostarono avanzo tra di loro e si diresse decisa verso Patty.

Benji alzò lo sguardo e la vide era la stessa ragazza di quella mattina che strana coincidenza, la osservò avanzare tra i suoi amici era così piccola soprattutto in mezzo a loro che erano abbastanza alti, i capelli castano scuro era legati in una coda ma qualche ciuffo era riuscito a liberarsi e le contornava il viso con due magnifici occhi verde scuro. La osservò fino a quando se la ritrovò di fronte "Allora spiegatemi velocemente cos'è successo" disse la ragazza.

Isa ascoltò il ragazzo che teneva tra le braccia sua moglie, deduzione derivata dalla vista delle fedi alle dita dei due.

"Patty è svenuta mi ha detto che gli mancava l'aria e poi è svenuta!" disse Holly

"Va bene, Patty mi senti " disse Isa scrollando leggermente la ragazza ma questa non rispose.

"Perché non risponde?" chiese allarmato Holly

"Dai Holly calmati lascia lavorare la dottoressa" disse Benji

Isa alzò lo sguardo e si scontrò con due occhi neri che la lasciarono un attimo spiazzata poi disse:

"Paramedico" e prese il braccio di Patty per provagli la pressione.

"Come?" domandò Benji

"Sono un paramedico!" rispose Isa con un sorriso e poi continuò rivolta a Holly "Holly, ti chiami così giusto?" il ragazzo annuì

"Adesso ho provato la pressione a Patty ed è un po’ bassa ma non è preoccupante ha già avuto dei malori nei giorni scorsi?"

"Stanchezza, nausea e non mangiava quasi niente" rispose Holly

"Ok!" disse Isa mentre si girava a vedere dove diavolo era finito Marcos, se lo vide spuntare all'improvviso che portava la barella.

"Dove eri finito?"

"Mi sono perso!"

"Come ti sei perso! Marcos da te questo proprio non me lo sarei aspettata!" disse ridendo Isa

"Isa piantala e dimmi della ragazza"

"E' svenuta da circa 10 minuti, pressione 110 su 70 battito normale, il marito - continuò Isa indicando Holly - mi ha detto che è da qualche giorno che ha nausea, stanchezza e non mangia molto." Terminò Isa

"Forza carichiamola e portiamola al pronto soccorso" disse Marcos facendo spostare Holly e mettendo Patty sulla barella aiutato da Isabel.

"Posso venire con voi?" chiese Holly sempre più preoccupato

"Non si potrebbe far salire dei terzi sull'ambulanza" disse Marcos ma fu interrotto dalla voce di Patty "Vi prego fatelo venire con me!"

"Patty amore come ti senti?" Holly era corso subito al suo fianco e le aveva preso la mano

"Adesso un po’ meglio, ma non era necessario chiamare l'ambulanza" protestò la ragazza

"Invece sì adesso andiamo in ospedale e ti visitano e così vediamo cos'hai" il tono di Holly non ammetteva repliche. "Io ti raggiungo in ospedale"

"Va bene" replica Patty

"Possiamo andare?" chiese Isa al cenno affermativo di Patty di diressero verso l'ambulanza.

"Scusa ma dove la portate?" chiese Benji

"Al General Hospital" rispose Isa con un sorriso

"Cavoli, è veramente carina" pensò Benji poi appena l'ambulanza partì si girò verso gli altri e disse.

"Io vado in ospedale con Holly, voi rimanete qui appena sappiamo qualcosa vi chiamiamo"

Nessuno osò discutere gli ordini di Benji.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'invito ***


CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

L'invito

Appena saliti sull'ambulanza Isa cercò di far parlare un po’ Patty

"Ciao Patty, io sono Isabel dimmi un po’ come ti sentivi poco prima di svenire"

"Ho iniziato ad avere caldo ed avevo la sensazione di non riuscire a respirare quando mi sono alzata la stanza ha cominciato a girare e poi non ricordo più niente"

"Bene, mi ha detto tuo marito che è da qualche giorno che non ti senti molto bene"

"Sì ma pensavo fosse solo un po’ di stanchezza"

"Il ciclo è regolare?" domandò Isa con un sorriso

Patty spalancò gli occhi e disse "A dire la verità dovevano venirmi due settimane fa ma con tutto il casino che c'è stato non ci ho fatto caso!"

"Siamo quasi arrivati e così vedremo se è come penso io!"

Holly entrò come una furia al pronto soccorso dell'ospedale e cominciò a guardarsi intorno nervosamente.

"Dov'è?" chiese a Benji che era dietro di lui

"Calmati Holly adesso chiediamo qui in accettazione"

"Calmarmi, ma lo sai che ci abbiamo messo 40 minuti per arrivare fino a qui?" urlò Holly

"Primo abbassa la voce! Secondo non è colpa mia se c'era un traffico bestiale." Replicò Benji e seguì Holly che aveva fermato un'infermiera.

"Scuci circa mezz'ora fa dovrebbe essere arrivata una ragazza si chiama Patricia Gatsby, no Hutton. Io sono il marito "

"Vediamo subito" disse l'infermiera guardando tra delle cartelle

"Ecco qui, sala visita 4, è l'ultima porta a destra in fondo al corridoio."

"Grazie" disse Holly cominciando a correre

"Holly, non correre siamo pur sempre in un ospedale" gli disse Benji.

Quando arrivarono davanti alla porta della camera sentire delle risate provenire dall'interno. Holly aprì la porta e vide la sua Patty seduta sul letto che rideva e aveva nella mano un cono gelato; al suo fianco la ragazza che l'aveva soccorsa.

"Patty, come stai?" chiese Holly avvicinandosi a lei e prendendogli la mano.

"Sto benissimo, anzi noi stiamo bene?"

"Meno male! Ma…. noi… cosa voi dire con noi? Non sarai incinta?" domandò speranzoso il ragazzo.

Al cenno affermativo di Patty, Holly prese la ragazza fra le braccia felice e cominciò a farla girare per la stanza.

"Piano Holly ho il gelato in mano" disse ridendo la ragazza.

Intanto Isa che era stata con Patty fino all'arrivo dei ragazzi si avvicinò a Benji e disse:

"Sarà meglio che li lasciamo un attimo soli." E così i due ragazzi uscirono dalla stanza.

"Speriamo che non ci mettano tanto" disse Benji sorridendo

"Devi andare da qualche parte?" chiese Isa

"A dire la verità ho fame sono quasi le 14:30 e non ho ancora mangiato" rispose il ragazzo mettendosi una mano sullo stomaco.

"Se per quello neanche io, che ne dici di andare a mangiarci un boccone? A proposito io sono Isabel ma tutti mi chiamano Isa per comodità!" disse la ragazza allungando la mano.

Benji strinse quella manine fra le sue e disse con un sorriso "Piacere Isa, io mi chiamo Benji".

"Benji, diminutivo di Benjiamin?"

"Esatto. Che ne dici se avvisiamo quei due che noi ce ne andiamo?"

Isa annuì pensando a dove aveva già visto quel ragazzo e seguì Benji all'interno della stanza.

"Holly, Patty noi due andiamo a mangiare qualcosa."

"Va bene, noi due invece torniamo in albergo, ci vediamo dopo." Disse Holly distrattamente

"Isa, ti prego vieni anche tu dopo in albergo con Benji. Mi piacerebbe che stasera cenassi con noi sempre se non hai impegni!" disse Patty tutto d'un fiato

"Se a voi non do fastidio va bene. Allora a dopo mamma e papà" esclamò Isa

"A dopo" risposero i due sorridendo.

"Purtroppo dovrò venire a mangiare vestita così!" disse Isa indicando la sua divisa da paramedico.

"Non ti preoccupare. Oh mi fido di te portami in un posto dove si mangia bene!"

"A dire la verità avevo pensato di andare da Mac Donald's. Quello che c'è qui dietro l'angolo" disse Isa francamente

"Perfetto! Adoro mangiare da Mac." Rispose con un sorriso Benji.

Dopo pochi minuti erano già seduti davanti a due panini enormi e si stavano abbuffando.

"Come mai eri con Patty?" chiese Benji

"Ho finito il turno alle due, così sono passata a vedere come stava e l'ho trovata lì da sola. Non pensare che faccio così con tutti e che essendo straniera magari si sarebbe sentita un po’ sperduta"

Benji ascoltò quel flusso di parole certo parlava un po’ troppo ma era contento di stare in sua compagnia, si sentiva bene dannatamente bene!

Isa si accorse che il ragazzo la stava fissando con uno strano sguardo e gli disse: "Lo so che parlo tanto scusami"

"No, è che sei molto carina!" disse Benji

"Oddio che stupido che sono ma cosa vado a dirgli? Ci conosciamo da meno di due ore e gli dico certe cose" pensò Benji, poi vedendo la ragazza arrossire, sorrise.

"Sei rossa come un peperone!" disse Benji

"E solo che non sono abituata a ricevere complimenti!" rispose Isa

"A proposito - continuò la ragazza cambiando discorso - ho la sensazione di averti già visto, ma non so dove"

"Stamattina, all'aeroporto mi sei venuta addosso"

"Ecco dove! Scusami ancora ma ero in urgenza ho dovuto farmi un bel pezzo a piedi perché certe gente non so guidare e non è neanche capace di spostare la macchina per far passare l'ambulanza. Oh no! Ho ricominciato a parlare come una macchinetta!" disse tutto d'un fiato Isa

"Non ti preoccupare mi piace ascoltarti!"

Isa si imbarazzò un attimo era da tanto tempo che non si sentiva così bene con una persona, era stata troppo tempo da sola. Aveva ragione Marcos aveva bisogno di ricominciare a vivere.

Le sue riflessioni furono interrotte dallo squillo di un cellulare, era quello di Benji

"Pronto, si dimmi Mark. Io sono a mangiare, lo so che Holly e Patty sono tornati in albergo. Va bene arrivo. A proposito a che ora si cena? Alle 20:00 in punto perfetto ci vediamo tra poco."

Benji riattacco e poi disse a Isa "Ti aspetto per le 19:30 nella hall dell'hotel, adesso devo andare se no Marshall mi ammazza!"

"Ma come mi devo vestire?" chiese Isa

"Elegante anche se sei già bellissima così!" le rispose Benji con un sorriso

"Un'ultima cosa, sono molto curiosa, non mi hai detto che lavoro fai!" chiese Isa

"Non lo segui il calcio?"

"Non molto perché"

"Perché io sono sia il portiere del Bayer Monaco, che titolare nella nazionale giapponese!"

"Caspita sei la prima persona famosa che conosco!!!" esclamò Isa meravigliata.

"Stasera conoscerai tutta la nazionale giapponese."

"Allora mi devo per forza vestire elegante!" esclamò la ragazza.

Isa seguì con lo sguardo Benji che usciva dal locale e chiamava un taxi. Però prima di salire si era girato e l'aveva salutata con la mano. Il suo cuore cominciò a battere velocemente.

"Ma cosa ti prende! - pensò la ragazza - ti emozioni perché un ti saluta con la mano? Si ma lui non è uno qualsiasi."

Si alzò velocemente dal tavolo e andò decisa verso casa, quel pomeriggio avrebbe dovuto fare un po’ di shopping se voleva essere almeno presentabile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il primo appuntamento ***


CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

Il primo appuntamento

"Sono a casa!" urlò Isa e subito un ammasso di peli le salto addosso.

"Ciao piccolino, come va? Ha visto che non ti ho dimenticato?" disse prendendo dalla borsa una scatola di cibo per cani.

"Sì Diablo è il tuo preferito non ti preoccupare." Continuò la ragazza mettendo il cibo nella ciotola del suo cane.

Il suo Diablo, era il cane di una paziente che purtroppo era morta, avrebbero dovuto mandarlo al canile ma lei aveva deciso di prenderlo con se. Di razza labrador era il miglior amico che avesse avuto in tutti quegli anni che era stata da sola.

"Sai Diablo, oggi ho avuto una giornata particolarmente interessate.." e cominciò a raccontare al suo cane quello che le era successo " ..così adesso dopo una bella doccia me ne devo uscire per comprarmi un vestito adatto e anche le scarpe. Che ne dici se faccio una scappata anche dal parrucchiere?"

Il guaito di Diablo sembrava confermare le sue parole. "Lo sapevo che eri d’accordo con me!"

"Adesso vai a giocare in giardino che io mi faccio una doccia e poi esco" mentre parlava aprì la porta finestra che dava sul giardino e osservò il mare calmo. La sua casetta si affacciava direttamente sulla spiaggia, non era grandissima cucina, salottino e un piccolo bagno al piano terreno e di sopra due camere e un bagno con una vasca enorme. Quella era la casa dove aveva vissuto con la sua nonna era la sua eredità. Il piccolo giardino era pieno di fiori che Diablo puntualmente mangiava, da esso con una scaletta si arrivava direttamente alla spiaggia.

"E meglio che mi muovo se no non arrivo da Benji neanche per le nove."

Benji camminava avanti e indietro per la hall ormai da dieci minuti

"Benji chi stai aspettando" domandò Holly alle sue spalle

"Penso che sia una certa ragazza, che dovrebbe venire a cena tra poco. Piuttosto a che ora gli hai detto?" disse Patty

"Le ho detto di venire qui per le 19:45 ma non è ancora arrivata!" disse spazientito Benji

"Guarda che sono le 19:40!" disse Patty

Benji si girò verso di lei e disse guardando il suo orologio: "Ma no sono le otto in punto!"

"Guarda l'orologio lì in alto!" Benji seguì con lo sguardo la direzione che gli aveva indicato Patty e vide che la ragazza aveva ragione.

"Ma allora non è in ritardo!" solo allora Benji si accorse di quanto erano eleganti Holly e Patty. Lui con lo smoking e lei con un bellissimo vestito rosso lungo fino alle caviglie, il bustino era stretto con uno scollo rotondo, le maniche era lunghe ma fatte di un tessuto leggerissimo che risultava trasparente, la gonna era formata da più strati con lo stesso tessuto delle maniche.

"Ragazzi, non è che mi sono perso qualcosa?" Chiese Benji, che era vestito con pantaloni neri, giacca nera e camicia bianca con i primi due bottoni aperti e quindi senza cravatta. Ok era un vestito di Armani però non era in smoking.

"Marshall, non te l'ha detto che ci sarà anche la nazionale di calcio americana?" disse Holly

"E quindi tutti i giornalisti del paese!" aggiunse Patty.

"No, devo cambiarmi." Disse Benji

"Troppo tardi, è arrivata la tua dama." Disse Holly

Benji si voltò a fece fatica a riconoscerla, era semplicemente bellissima. Si era raccolta i capelli e qualche ricciolo era stato lasciato libero, il trucco era appena accennato e il vestito…. Nero che arrivava un po’ sopra le ginocchia, con la vita alta, era senza maniche e aveva due spalline per ogni lato, lo scollo era a V ed evidenziava il seno piccolo ma bellissimo. Portava delle scarpe nere con il tacco non eccessivamente alto ed erano allacciate con un cinturino alla caviglia.

Isa non lo aveva visto subito e così si girò smarrita, Benji vide che le spalline si incrociavano sulla schiena lasciandone una buona porzione scoperta.

"Benji, sveglia, valle incontro che non ti ha visto!" suggerì Holly

"Sì adesso vado" e prendendo un bel respiro si diresse verso la ragazza.

Isa si girò lasciando vagare lo sguardo per la Hall ma non riuscì a vedere Benji, guardò l'orologio appeso al muro e vide che era in orario. Aveva il suo orologio nella borsetta per precauzione ma non aveva potuto indossarlo perché avrebbe stonato con il suo abbigliamento. Si sentiva un po’ a disagio non si era mai vestita così bene e poi quelle scarpe le erano costate una fortuna ma era da un bel po’ che avrebbe voluto comprarle, quella era stata l'occasione buona. Quel pomeriggio aveva speso un bel po’ di soldi ma non si era pentita, in tutti quegli anni aveva risparmiato molti soldi e insieme a quelli che le aveva lasciato la sua nonna in eredità aveva un bel gruzzolo da parte e una spesa del genere non influiva minimamente sul suo budjet.

All'improvviso i suoi pensieri furono interrotti da una voce:

"Ciao Isa." La ragazza si girò e vide di fronte a se Benji, indossava un completo nero giacca e pantalone con una camicia bianca. Aveva i primi due bottoni slacciati che servivano solo a dargli un aspetto ancora più bello.

"Ciao" riuscì solo a dire imbarazzatissima.

Benji le prese la mano, gliela bacio e le disse: "Sei semplicemente bellissima!"

Isa arrossì non poco e rispose "Anche tu!"

I due ragazzi restarono a fissarsi negli occhi per qualche secondo, li interruppe la voce di Patty

"Isa sei stupenda!"

"Ciao Patty, sei tu che sei stupenda!" Isa abbracciò la nuova amica "Come va tutto bene?"

"Perfettamente" rispose Patty con un sorriso.

"E anche tu Holly non scherzi in quanto ad eleganza!" continuò Isa

"Grazie, anche Benji avrebbe dovuto mettere lo smoking ma se ne dimenticato." Disse Holly

"Ma è bello anche così!" disse ingenuamente Isa facendo arrossire Benji

"Ma quello lo sappiamo è che ci sarà anche la stampa e il nostro allenatore esige un po’ più di eleganza" continuò Patty.

"La stampa? Ma non sono abbastanza elegante, e se dovessi fare qualche brutta figura? Ma perché non me l'hai detto" disse velocemente Isa rivolta a Benji.

"Primo: sei bellissima. Secondo: non farai nessuna brutta figura perché sei perfetta e terzo non lo sapevo neanche io!" le rispose il ragazzo.

Holly e Patty erano rimasti un po’ frastornati dalla velocità con cui aveva parlato la ragazza ma Benji sembrava esserci abituato.

Isa restò un attimo in silenzio poi disse: "Ma sì cosa ce ne frega, io sono venuta qui solo per stare in compagnia dei miei nuovi amici!"

"Giusto!" disse Patty

"Allora vogliamo andare?" chiese Holly prendendo la mano di Patty ed avviandosi verso la sala da pranzo.

Benji guardò Isa poi le prese la mano: "Posso?" domandò

"Certo" rispose con un sorriso la ragazza

"Prima di entrare nella sala ricordati che magari qualcuno ti farà delle domande, non ti far prendere dal panico, ok. Io non ti lascerò un attimo." Disse Benji a Isa

"Sto già andando in panico adesso pensa quando entriamo!" rispose abbastanza tesa Isa "Scusa se poi pensano che sono la tua ragazza cosa facciamo."

"Perché ti darebbe fastidio?" chiese Benji con uno strano sguardo

"No, e a te. Hai un immagine pubblica da mantenere!"

"Non ti preoccupare per me sono abituato a tutto questo. Pronta?"

"Pronta!" rispose stringendo più forte la mano del ragazzo.

"Ragazzi, ma dove è finito Benji?" chiese Bruce

"Arriva, arriva e con una bella sorpresa!" disse Holly con uno strano sorriso.

"Mi sa che il fatto di diventare padre ti da alla testa!" continuò Bruce "Non si capisce quello che dici, che sorpresa dovrebbe portare Benji?"

"Quella!" disse la voce di Mark

Tutti i ragazzi si girarono verso l'entrata del salone e videro Benji che teneva per mano una bella ragazza.

"Ma chi è quella bellezza" disse Bruce

"Ma come non la riconosci?" chiese Patty

"Secondo te, mi sarei dimenticato di una bellezza simile? Mai e poi mai!"

Intanto Benji e Isa erano arrivati al tavolo dove sedevano Holly, Patty Bruce, Mark, Ed, Danny, Philip e Jenny, Julian e Amy.

"Ragazzi vi presento Isabel"

"Ciao" dissero in coro

"Scusa ma dove ti abbiamo già visto?" chiese Bruce.

"E' un piacere conoscerVi, comunque io sono il paramedico che ha soccorso Patty."

"Ma sei sicura?" chiese Bruce "La ragazza che abbiamo visto questo pomeriggio era più bassa di te e non aveva .. cioè.. " Bruce non riuscì a finire la frase imbarazzato.

Benji stava per rispondere male al ragazzo "Bruce.." ma fu interrotto da Isa

"Bruce, giusto. Ti svelo due segreti il primo e che ho un divisa abbastanza larga sai per essere comoda nei movimenti e il secondo è questo.." disse alzando la gamba e mostrando il piede ".. sai i tacchi fanno miracoli per le persone basse come me" e gli fece l'occhiolino.

Tutti iniziarono a ridere perché Bruce era diventato rosso come un peperone e stava per nascondersi sotto il tavolo dalla vergogna.

Benji intanto presentò alla ragazza il resto dei ragazzi seduti al tavolo e poi andò anche dagli altri. Isa si trovò subito a suo agio in mezzo a loro e cominciò a ridere e scherzare con tutti. Finalmente dopo aver conosciuto tutti gli amici di Benji poté sedersi al tavolo, non era abituata a portare i tacchi così cominciavano già a farle male i piedi.

I ragazzi cominciarono a discutere di calcio e furono interrotti dall'arrivo della nazionale americana, dopo numerosi convenevoli tutti si sederono pronti per cenare.

Isa non si era accorta che un uomo la stava guardando con insistenza.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Un brutto incontro ***


CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

Un brutto incontro

La cena si svolse allegramente, Isa era felicissima come non lo era stata da tanto tempo, Benji non perdeva occasione per sfiorarle la mano o fare in modo che le loro gambe si toccassero. Era contenta anche se aveva un po’ di paura, doveva ammettere che conosceva da meno di un giorno quel ragazzo ma già si era affezionata a lui. Forse il suo non era solo affetto, comunque non doveva illudersi, lui sarebbe restato fino alla fine dei mondiali che si sarebbero svolti tra qualche mese e poi se ne sarebbe andato. E lei sarebbe rimasta sola ancora una volta, no non doveva pensarci adesso aveva tutto il tempo per riflettere su cosa avrebbe fatto o deciso adesso voleva solo divertirsi e stare con lui.

Benji si accorse che Isa era pensierosa, le prese la mano dicendole: "C'è qualcosa che non va?"

Isa sorrise e rispose: "Non ti preoccupare, non è niente."

"Sicura, perché voglio solo che tu ti diverta" continuò Benji

"A dire la verità erano anni che non stavo così bene con qualcuno" Isa si zittì quando si rese conto di quello che aveva detto.

"Anche per me è così" rispose Benji sorridendo, in quel momento l'orchestra cominciò a suonare "Vuoi ballare con me?"

Isa accettò senza fiatare l'invito e così si diressero al centro della sala e iniziarono a ballare.

"Come sono carini insieme!" esclamò Patty

"Hai ragione, è da quando è morta Elisa che non vedevo Benji così felice. Forse per lui è arrivato il momento di voltare pagina" disse Holly

"Lo spero proprio, perché se lo merita" intervenne Mark che osservava con un sorriso la coppia.

"Non ti sembra di essere osservato?" chiese Isa

"Per forza, come si fa a non guardare una bellezza come te?"

"Benji se mi dici così mi fai arrossire"

"E' solo la verità"

Effettivamente qualcuno li stava osservando e non era molto contento di ciò che vedeva.

"Hey Jack ci sei?" domandò Carter il capitano della nazionale americana al loro medico curante.

"Sì."

"Però chissà dove l'ha presa quella bella ragazza Price!"

"Vorrei proprio saperlo anch'io" rispose Jack e poi continuò a fissare Isabel, l'aveva lasciata per quella stupida di Pamela e non pensava che l'avrebbe rivista. Era più bella di allora, era dimagrita molto, non era più la ragazzina con cui era stato insieme quando andava all'università. Chissà cosa c'era tra lei e quel portiere, ammise che la rivoleva, doveva riaverla.

L'occasione per parlarle si presentò quando la vide andare verso i bagni, si alzò e la attese.

Altre coppie si erano aggiunte ad Isa e Benji e ballavo intorno a loro. Isa aveva un mal di piedi tremendo ma non voleva rompere l'incanto di quel momento ma ad un certo punto non ce la fece più e disse: "Benji se ti dico una cosa mi prometti di non ridere?"

Il ragazzo annuì sorpreso

"A dire la verità mi fanno un male tremendo i piedi, non sono abituata a portare i tacchi. Non è che non voglio più ballare con te e che non so se riuscirò a stare ancora in piedi se continuiamo!" come al solito aveva detto tutto d'un fiato

Benji cominciò a ridere senza farsi sentire dagli altri.

"Non è il caso che mi prendi in giro e poi mi avevi promesso che non avresti riso!" disse Isa fingendosi arrabbiata.

"E' da un po’ che mi chiedevo quando mi avresti chiesto di smettere di ballare!"

"Ma allora ti eri accorto! Cattivo potevi avere compassione di me!" replicò Isa dandogli una manate sulla spalla.

"E' troppo bello averti tra le braccia, non volevo rompere l'incantesimo. Però è meglio se ci sediamo" disse trascinando la ragazza verso il tavolo.

Bruce cominciò subito a fare delle battutine e per poco Benji non lo prendeva a botte, rendendosi conto solo allora di quello che avevano passato Holly e Patty con quello scemo sempre tra i piedi.

"Non ti arrabbiare, non vedi come si diverte?" gli disse Isa

"Va bene. Ma lo faccio per te!" le rispose Benji

Isa gli diede un bacio sulla guancia e disse "Bravo. Adesso se non ti dispiace vado un attimo alla toilette. Mi raccomando fai il bravo!"

"Ok!"

Benji guardò Isa andare verso i bagni e si meravigliò dell'intesa che aveva con quella ragazza che conosceva solo da un giorno. Sorrise portandosi la mano sulla guancia dove lo aveva bacio Isa, era felice, dopo tanto tempo era felice!

Quando Isa uscì dal bagno si ritrovò davanti un'ultima persona al mondo che avrebbe voluto vedere: Jack.

"Ciao Isa che piacere rivederti!"

La ragazza rimase un attimo sorpresa poi disse: "Non posso dire lo stesso, cosa ci fai qui?"

"Potrei chiederti la stessa cosa. Ma ormai tutti hanno capito che hai una storia con quel giapponese."

"Anche se fosse non sono affari tuoi!" Isa fece per andarsene ma lui la bloccò prendendole un braccio.

"Certo che sono affari miei. Io ti rivoglio, sono stato un stupido a lasciarti"

"Non sono una cosa che puoi buttare via e poi riprendere. Per me sei morto quando mi hai lasciato ed adesso lasciami andare!"

"No!" disse il ragazzo stringendo la presa.

"Lasciami mi stai facendo male!"

"Tu adesso vieni con me!" disse risoluto Jack

Isa ripensò alle volte che l'aveva picchiata, qualche schiaffo ma la paura cominciò ad impadronirsi di lei. Doveva liberarsi da lui, ma come ormai l'aveva bloccata contro il muro. I due non videro una ragazza vestita di rosso uscire dal bagno e correre verso il centro della sala.

"Benji, Holly, presto venite!" disse velocemente Patty

I due ragazzi l'avevano vista correre verso di loro e si erano allarmati.

"Cosa c'è Patty, stai bene?" chiese preoccupato Holly

"Io sì, ma Isa… c'è un tipo che la sta aggredendo!"

"Dov'è?" chiese Benji

"Là, dove ci sono i bagni" gli rispose Patty.

Benji corse come una furia nella direzione che gli aveva indicato Patty e lì vide, quell'uomo teneva la sua Isa stretta tra lui e il muro, vide i polsi della ragazza tra le mani di quel bastardo. Vide lo sguardo spaventato di Isa e non ci vide più.

"Lasciala andare!" urlò con quanto fiato aveva in gola.

L'uomo si girò e Benji stava per dargli un pugno, quando lo vide accasciarsi a terra. Al momento non capì poi si accorse che Isa gli aveva dato una ginocchiata nello stomaco e lo atterrò definitivamente con una mossa di karate.

Benji la guardò sorpreso e lei disse: "Grazie mi hai salvato!" aveva le lacrime agli occhi anche se aveva atterrato quello stronzo.

Avrebbe voluto stringerla fra le sue braccia ma fu interrotto da Patty che corse ad abbracciare l'amica.

"Oh mio Dio. Isa stai bene?" le chiese Patty

"Adesso sì"

"Fortunatamente Benji lo ha distratto così sono riuscita a liberarmi. Ma come mai sei venuto qui?" chiese Isa a Benji. Le rispose Patty che le spiegò che aveva assistito a tutta la scena ed era corsa ad avvisare Benji.

"Ma dove hai imparato a difenderti così?" chiese Benji

"Pratico da qualche anno Kick-boxing, per pura difesa personale!"

"Sei una stronza!" la voce di Jack interruppe i loro discorsi

"Ma come … " Benji stava per menare ancora l'uomo ma Isa lo fermò

"Vattene se non vuoi che ti denunci per aggressione!"

"Ma che cazzo succede qui?" domandò Carter (Nda il capitano della nazionale americana).

Ormai tutti i presenti in sala si erano affollati lì in quell'angolo soprattutto i giornalisti che avevano cominciato a scattare un casino di foto.

"Jack, che cavolo hai fatto?" continuò Carter

"Lo conosci?" gli chiese Benji

"Certo è il nostro medico!"

"Di al tuo medico che se mette un'altra volta le mani addosso ad Isa non se la cava con una ginocchiata nello stomaco!" poi si rivolse alla ragazza "Andiamo via di qui c'è troppo casino!"

"Aspettavo solo che me lo dicessi!" disse Isa contenta di andarsene via lontano da Jack.

I due ragazzi presero un taxi e gli dissero di allontanarsi il più possibile dall'albergo, inutile dire che i giornalisti non li avevano mollati un attimo.

"E' tutto finito!" disse Benji cercando di rassicurare la ragazza

"Lo so!" poi diede l'indirizzo di casa sua al tassista

"Ti offro un caffè, sempre se ti va di venire a casa mia!"

"Con te andrei ovunque!" disse Benji e abbracciò la ragazza che cominciò a piangere.

Dopo circa mezz'ora di strada arrivarono a casa di Isa, la ragazza aveva raccontato della sua storia con Jack e di come lui l'aveva lasciata, quando entrarono in casa Isa aveva smesso di piangere e un leggero sorriso le si era disegnato sulle labbra.

"Sono contenta che sei qui con me!"

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** E' amore ***


CAPITOLO 7

CAPITOLO 7

E' amore

Volevo avvisare che questo capitolo contiene scene un po’ spinte, sono sicura che saprete regolarvi se leggerlo tutto o meno. Lizzy

 

La casa di Isa si affacciava direttamente sul mare, era composta da due piani, semplice ma bella costatò Benji, quando entrarono il ragazzo osservò il salotto poi fu distratto dalle parole di Isa

"Sono contenta che sei qui con me!"

Benji sorrise un po’ imbarazzato, diamine si sentiva ancora un ragazzino alla sua prima cotta e forse per quello era felice.

"Che mi dici di raccontarmi qualcosa di te?" la frase uscì inaspettata dalle labbra del ragazzo.

"Una parte l'hai già sentita in taxi, per il resto è molto semplice.." così mentre preparava il caffè gli raccontò velocemente la sua vita. Benji intanto guardava le foto sparse per la casa, ritraevano Isa in vari momenti della sua vita.

"ti prego non guardare quelle foto, ero una botte!" non si era accorto che Isa era dietro di lui con due tazze fumanti di caffè.

"Eri bella lo stesso e comunque non eri una botte!"

"Ti va se andiamo in giardino, tanto non fa di certo freddo!"

"Ok rispose il ragazzo seguendola

"Lì incontrerai il migliore amico che ho avuto fino ad ora!"

Benji curioso la seguiva come un ombra e quando lei si spostò si ritrovò faccia a faccia o meglio faccia a muso con un bellissimo labrador.

"Benji ti presento Diablo."

"Diablo su dai la zampa a Benji" il cane ubbidiente diede la zampa al ragazzo e poi se ne andò in casa quasi avesse capito che i due ragazzi volevano stare soli.

"E' bellissimo qui!" esclamò Benji

"Questo è il mio piccolo angolo di paradiso" disse Isa guardando il mare. Intanto si era alzato un leggero venticello e la ragazza rabbrividì leggermente si girò per andare a prendere un golfino ma Benji le mise una braccio sulle spalle: "ci sediamo?" domandò indicando il dondolo.

"Va bene" rispose Isa

Dopo che si furono seduti Isa si appoggiò al fianco di Benji e lui continuò a tenergli il braccio sulle spalle nessuno dei due parlava, sorseggiavano il loro caffè guardando il mare. Si sentivano bene l' vicino, senza dirsi niente.

"io ti ho raccontato la mia vita, adesso tocca a te!" disse Isa rompendo il silenzio.

"Non è molto interessante la mia vita."

"Ma stai scherzando, se mai la mia vita è una noia completa!"

"Va bene. Preparati, però se ti addormenti mi arrabbio!" Benji sorrideva felice.

"Non ti preoccupare sono un'ottima ascoltatrice!"

Benji cominciò a parlare della sua vita fino a quando arrivò a lei, alla sua Elisa. Era incerto se dirle tutto ma decise di lasciarsi andare e raccontò tutto di lei, della loro storia, della depressione in cui era caduto dopo la sua morte. Alla fine piangeva ma non si accorse delle lacrime fino a quando la mano di Isa gliele asciugò.

"Mi dispiace, so cosa vuol dire perdere qualcuno che si ama." Disse Isa riferendosi a sua nonna.

"Sai una cosa, finalmente quando parlo di lei non soffro più come prima. Lei è stata è sarà una parte importante della mia vita ma è ora che guardi avanti." Benji sembrava parlare più a se stesso che alla ragazza. Ormai le tazze vuote erano appoggiate per terra e il ragazzo aveva cominciato a giocare con un ricciolo di Isa, la ragazza sembrava addormentata e anche Benji si sentiva un po’ stanco e si stava appisolando ma la voce di Isa lo riscosse dal dormiveglia.

"Sai Benji, ti conosco solo da un giorno ma…. Non so come spiegartelo. Ho sempre evitato di affezionarmi a qualcuno, di amare qualcuno, dopo essere stata abbandonata da Jack e la morte improvvisa di mia nonna. Queste due cose mi avevano portato ad aver paura ad amare. Oggi ho capito che voglio amare ancora. Voglio amare te!" la ragazza non aveva alzato il viso verso Benji perché si vergognava di quello che stava per dire, non sapeva se era giusto ma non poteva reprimere ciò che provava. Aspettò trepidante la risposta di Benji.

Il ragazzo dal canto suo era rimasto stupito ma non aspettava che quel momento, prese il viso di Isa tra le mani, la guardò negli occhi e disse: "Anch'io voglio amare te!" poi la baciò.

Fu un bacio dolce e pieno d'amore tutto l'amore che entrambi avevano represso per anni.

Quando si staccarono Isa non poteva crederci era al settimo cielo e istintivamente gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò, Benji felice contraccambiò l'abbraccio.

Restarono uno tra le braccia dell'altro per diverso tempo, felici solo di sentirsi vicini poi Benji cominciò a baciarla prima dolcemente poi con passione. Isa rispose al bacio, sentì la lingua di lui che si intrecciava con la sua, le sue mani che le accarezzavano la schiena per poi posarsi sul suo seno. Isa si ritrasse istintivamente e Benji le disse: "Scusami sono stato un po’ troppo frettoloso"

"No, è solo che …. Non faccio l'amore da tanto tempo, però lo voglio, lo voglio quanto te!"

"Piccola, sei stupenda!" e ricominciò a baciarla.

Le piccole mani di Isa gli avevano slacciato la camicia e gli accarezzavano il torace scolpito da anni di allenamento, Benji sentiva il suo tocco leggero che lo mandava in estasi allora si alzò e la prese in braccio, era leggera come una piuma.

"Sali le scale, prima porta a destra" disse Isa che aveva capito dove voleva portarla.

Appena furono entrati in camera Benji appoggiò Isa sul letto e si tolse la giacca e la camicia che lei gli aveva slacciato, Isa stava per spogliarsi ma Benji la fermò: "Aspetta, faccio io"

Le si avvicinò, la baciò dolcemente sulle labbra poi cominciò a sciogliere la pettinatura e dopo pochi secondi il ragazzo si trovò tra le mani una cascata di riccioli, si abbassò e le tolse le scarpe facendole un veloce massaggio ai piedi. A quel punto Isa si alzò, il ragazzo le slacciò il vestito che cadde ai suoi piedi, bellissima era bellissima. A causa del vestito scollato non indossava il reggiseno ed era solo con le mutandine nere.

"Sei bellissima!" disse Benji.

Isa non rispose si avvicinò al ragazzo e lo baciò con passione, dopo pochi istanti erano sul letto, Benji si era liberato degli ultimi vestiti e stava esplorando il corpo della sua donna con le mani, lei gli offrì tutta se stessa e quando lo sentì dentro di sé emise un gemito di liberazione.

Benji cominciò a muoversi lentamente dentro di lei, poi aumentò il ritmo mentre Isa lo assecondava, avevano un'intesa perfetta, il ragazzo aveva accarezzato il piccolo ma bel seno di Isa per un tempo indefinito senza mai stancarsi; adesso che era dentro di lei avrebbe voluto che durasse per sempre.

L'orgasmo di arrivò poco prima del suo e lasciò entrambi stanchi ma appagati.

"Benji" disse Isa sottovoce dopo qualche momento "penso di amarti"

"Anche io" le rispose il ragazzo poi la abbracciò e finalmente si addormentarono.

La sveglia cominciò a suonare allegra e Isa cercò tentoni di spegnerla ma si scontrò con qualcosa o meglio con qualcuno e allora si ricordò di Benji, della notte appena passata e un sorriso si formò sulle sue labbra. Spense la sveglia e cercò di alzarsi senza svegliare il ragazzo che sembrava ancora profondamente addormentato, ma si sbagliava infatti Benji la abbracciò e se la tirò vicino.

"Dove credi di andare?"

"Al lavoro, devo ancora farmi una doccia e se non mi lasci andare mi sa che arrivo in ritardo!"

Benji guardò il volto sorridente di Isa e le chiese: "Ma che ore sono?"

"Le cinque!"

"Cosa!! Ma a che ora cominci a lavorare?"

"Ho il turno alle sei quindi mi devo muovere e se ti sbrighi ti do un passeggio fino all'hotel così nessuno si accorgerà della tua assenza"

Così dicendo si diresse verso il bagno, Benji sentì lo scroscio dell'acqua e si alzò per raggiungere Isa nella doccia.

"Io finisco il turno alle 14:00 sempre se non sono fuori in urgenza" disse Isa quando furono davanti all'hotel.

"Io invece mi devo trasferire con la squadra in un residence quindi tra una cosa e l'altra non so quando mi libero. Facciamo così il primo dei due che finisce chiama, così vediamo di metterci d'accordo"

"Va bene" disse Isa poi si sporse verso Benji e lo baciò dolcemente "A dopo!"

"A dopo" le rispose il ragazzo, scese dalla macchina e si avviò all'entrata dell'hotel.

Fortunatamente non c'era in giro nessuno, così riuscì a salire in camera senza che nessuno lo vedesse.

Alle dieci in punto tutti i ragazzi si trovarono nella hall pronti per il trasferimento, tutti notarono che Benji continuava a sorridere.

"Hey Benji ti hanno dato un colpo in testa?" chiese Bruce

"No, perché?" rispose Benji

"Continui a sorridere come un idiota!" Bruce si aspettava un attacco diretto da Benji ma questi lo guardò felice e disse: "Non sono un'idiota, sono solo innamorato" troppo tardi si rese conto di quello che aveva detto, ormai avevano sentito tutti.

"Immagino che la ragazza in questione sia quel peperino che ieri ha atterrato quello stronzo!" disse Mark.

Benji annuì e Mark continuò "Sono contento per te amico, ti meriti di essere felice."

Furono interrotti da Marshall "ragazzi, ci siamo tutti? Perfetto allora andiamo che il pullman ci sta già aspettando."

I ragazzi non vedevano l'ora di arrivare al residence anche perché volevano farsi un bel bagno, visto che dal giorno dopo avrebbero dovuto sgobbare.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Guai in vista ***


CAPITOLO 8

CAPITOLO 8

Guai in vista

Era stata una giornata tranquilla, una sola chiamata che si era rivelato uno scherzo. Isa sorrise mentre si gustava il suo buon frappé al fiordilatte, Marcos la osservava ed era roso dalla curiosità cosa aveva reso così felice Isa?

"Isa, non ce la faccio più, come mai sei così felice? Non ti ho mai vista così!"

"Segreto!!!" disse Isa

"Dai ti prego!!! Dimmelo!!!"

"Va bene, se proprio vuoi ti racconto la mia serata, anzi è meglio se partiamo dal pomeriggio."

Isa raccontò a Marcos tutto quello che gli era capitato il giorno prima, omettendo dei piccoli particolari, alla fine disse: "Marcos, mi sa che mi sono innamorata!"

"Non si era capito!" esclamò ridendo Marcos "Sono contento per te, era ora che ti muovessi e trovassi il ragazzo!"

"Non corriamo, è meglio andare con calma per il momento abbiamo solo una relazione. Non siamo fidanzati." Disse molto calma Isa

"Va bene, l'importante è che sei felice e questo basta."

"Grazie, sei un amico!" disse Isa e tornò a mangiarsi il suo frappé.

Benji intanto era appena arrivato nel suo appartamentino c'era lo stretto necessario: salotto con cucina a vista, una camera e un bagno. Erano già mezzogiorno passato e non aveva ancora messo a posto niente, oltre al fatto che doveva farsi da mangiare perché c'era un locale dove era stata adibita la mensa ma i cuochi sarebbero arrivati solo il giorno dopo.

A pensare che fino a pochi minuti prima erano tutti giù in cortile che discutevano per dividere gli appartamenti. Lui aveva scelto il più piccolo ma dal balcone della sua camera poteva vedere oltre al mare anche un pezzo di costa dove si intravedevano delle case.

"Chissà se quella di Isa è qui vicino, speriamo comunque dopo glielo chiedo, vediamo per prima cosa mi faccio portare un pizza così il pranzo è a posto, poi mentre aspetto metto a posto tutto il resto." Pensò Benji

La pizza arrivo verso la una e il ragazzo smise un attimo di lavorare e riempì finalmente lo stomaco, nella sua mente c'era sempre l'immagine di Isa, non riusciva a non pensarci non vedeva l'ora di stringerla ancora tra le braccia. Finito di mangiare finì di mettere a posto le ultime cose e si sdraio sul letto a riposare un attimo, ma si addormentò quasi subito.

Isa era appena entrata in casa, guardò l'orologio al polso e disse: "Nuovo record ci ho messo solo 20 minuti per arrivare a casa, è un miracolo che non mi abbiamo fermato per eccesso di velocità!"

Diablo ascoltava la sua padrona poi le portò un paio di pantaloncini.

"Cosa mi hai portato? I miei pantaloncini, vuoi andare a correre sulla spiaggia, vero? Ok, dammi 10 minuti per cambiarmi e sono da te."

Come promesso al cane dopo aver fatto una doccia veloce ed indossato il suo due pezzi preferito e i pantaloncini prese il telefono e compose il numero di cellulare di Benji, lo trovò spento ma gli lasciò un messaggio in segreteria.

"Forza Diablo vogliamo andare!" il cane corse felice fuori di casa e aspetto che Isa nascondesse la chiave sotto uno dei tanti vasi presenti nel giardino.

Poi insieme cominciarono a correre vicino alla sponda, infatti Diablo amava farsi ogni tanto un bel bagno nel mare, Isa correva non perdendo mai di vista il suo cane che si divertiva un casino.

Era felice e lo doveva a Benji, ad un certo punto si accorse che Diablo era sparito.

"Diablo!" cominciò a chiamare ad alta voce "Dove sei, torna qui!"

Ma non lo vide, Isa cominciò a preoccuparsi, dove poteva essere?

La sua attenzione fu attirata da un gruppo di ragazzi che giocava a pallone sulla spiaggia e vide il suo cane che giocava anche lui. Ma che figure che le faceva fare!

Cominciò a correre verso il gruppo quando gli sembrò di riconoscere qualcuno, ma non ne era sicura.

"Diablo" disse quando fu abbastanza vicina in modo che il suo cane la sentisse "vieni subito qui!"

Il cane corse verso la sua padrona che lo rimproverò "Non provare mai più a sparire così, capito? Mi hai fatto prendere un colpo!" il cane per farsi perdonare cominciò a leccarle la faccia.

"Oh ma come faccio ad arrabbiarmi con te?"

"E' proprio un bel cane." Disse un ragazzo davanti a lei. Isa alzò lo sguardo e riconobbe uno degli amici di Benji.

"Sei Mark, vero?" chiese

"Sì, come mai sei da queste parti?"

"Io abito qualche chilometro più in giù." Isa si sentiva un po’ intimorita da quel ragazzo sembrava così serio.

"Si chiama Diablo" disse accarezzando il cane

"Sì e prima poi mi farà venire un colpo se continua a sparire così!" Isa sorrise, subito ricambiata da Mark che la accompagnò dagli altri.

"Come mai siete qui?" chiese la ragazza.

"Ci hanno trasferito in quel residence lì!" Isa seguì con lo sguardo la direzione che gli aveva indicato Tom e vide su un balcone Benji che la fissava sorridendo. Lei lo salutò e sentì Mark che diceva: "Prendi quella scala ed entra nel cortile interno, alla tua destra c'è un'altra rampa, vai fino all'ultimo piano, prima porta a destra."

Isa si girò con sguardo interrogativo verso il ragazzo che le disse: "E' la camera di Benji" Gli occhi di Isa si illuminarono poi si girò verso Diablo e disse: "E lui dove lo lascio?"

"Con noi!" rispose Mark

"Grazie"

Mark guardò la ragazza correre verso il residence e urlò a Benji: "Sta arrivando!"

Benji fece segno di aver capito e rientrò nell'appartamento.

Benji si era svegliato poco dopo le 3 e appena si era accorto di essersi addormentato prese in mano il cellulare accorgendosi che non l'aveva acceso. Sperò che Isa gli avesse lasciato un messaggio in segreteria, sempre se non stava ancora lavorando.

"Ciao, sono Isa sto uscendo a fare una corsa sulla spiaggia con Diablo penso di essere di ritorno fra un'oretta. Spero che non ne avrai per molto, mi sei mancato!" il messaggio era arrivato alle 14:50.

Provo a chiamarla a casa ma non rispose nessuno e il cellulare era spento, decise di aspettare la sua chiamata, aveva sentito delle urla provenire dalla spiaggia così andò sul balcone e vide i suoi amici giocare a calcio. La cosa che lo sorprese era che in quel momento un cane si era unito a loro nel gioco, sembrava Diablo, ma non ne era sicuro. Dopotutto l'aveva visto solo una volta e di sera, poi i cani si assomigliavano un po’ tutti.

I suoi dubbi svanirono quando vide Isa correre verso il cane e chiamarlo seguì tutta la scena ed era sicuro che stesse facendo una ramanzina al cane che cominciò a leccarla.

Si ingelosì un attimo quando vide Mark avvicinarsi a lei, ma non c'era motivo lui era innamorato della sua Maki e poi aveva indirizzato Isa in camera sua facendolo sospirare di sollievo.

Adesso era lì sulla porta ad aspettarla, appena lei spuntò dalla rampa delle scale, Benji rimase ad osservarla.

"Ciao!" gli disse Isa

"Ciao, dai vieni dentro!" le disse Benji prendendola per mano.

Isa osservò il piccolo appartamento, molto carino ma la sua attenzione fu catturata da Benji che cominciò a farle i complimenti.

"Stai benissimo con quel bikini!"

"Sai il nero snellisce!" ribatté lei felice

"Ma tu sei già magra. Il tuo seno e bellissimo e mi fa impazzire il fatto che mi stia in una mano" così dicendo cominciò ad accarezzarla il seno sinistro. "La tua vita è così stretta che ho paura di stritolarti quando ti abbraccio e il tuo fondoschiena e il massimo" l'ultima frase fu accompagnata da una carezza molto sensuale sulla parte appena nominata.

Isa non riusciva a parlare, le mani di Benji le mandavano brividi in tutto il corpo e quando lui la baciò e la fece sdraiare sul letto, lei non si oppose anzi era quello che voleva. Voleva lui e fino a quando lo avrebbe avuto vicino gli avrebbe donato tutta se stessa.

Benji si alzò dal letto e mise di corsa i pantaloncini, cercando di non svegliare Isa che si era addormentata, corse alla porta e la aprì di scatto si trovò davanti Marshall

"Come mai qui?" chiese il portiere sorpreso

"Volevo parlarti, pensavo fossi in spiaggia con gli altri ma mi hanno detto che eri qui a dormire. Mi spiace averti svegliato ma è una cosa un po’ urgente."

"Non farmi preoccupare" disse Benji

"Si tratta di quello che è successo ieri sera, i giornali hanno fatto festa grande. Si parla della tua relazione con quella ragazza, Isa giusto?"

Benji annuì "Poi continuano spiegando il motivo di tutto quel trambusto, quello che mi preoccupa è il fatto che il dirigente della nazionale americana mi ha chiamato stamattina."

"Ah, e cosa voleva, proteggere il suo dottorino?" chiese sarcasticamente Benji

"Diciamo che mi ha letteralmente rotto un timpano. Si è incavolato a morte perché la stampa lo ha diffamato e adesso ci chiede di riparare al danno, perché la ragazza era con te e quindi era stata invitata da noi."

"Ma che cazzo vuole quello, quel pezzo di merda ha aggredito la mia Isa e vogliono anche il risarcimento danni! Ma quello è pazzo."

"Benji lasciami finire di parlare, non vogliono dei soldi, vogliono solo che Isa faccia una dichiarazione alla stampa in cui spieghi che è stato tutto un equivoco e così salverebbero la reputazione del medico e della squadra."

"Mai e poi mai!" dichiarò Benji

"Ascolta, Little ha molto influenza sulla commissione che valuta i partecipanti ai mondiali, potrebbe anche trovare il mondo di non farci giocare!" disse Marshall visibilmente arrabbiato.

"Ma non può. Non può distruggere il nostro sogno!"

"Per quello non ti preoccupare, Sig. Marshall, parlerò con i giornalisti. Non è giusto che i miei problemi personali rovinino la vostra vita" la voce Isa interruppe il discorso dei due uomini.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** L'aggressione ***


CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

L'aggressione

Marshall aveva appena lasciato il piccolo appartamento di Benji, aspettava una chiamata di quest'ultimo per sentire la decisione finale di Isa. Anche a lui non andava a genio il fatto che quel tipo la facesse franca ma doveva pensare al bene della nazionale.

"Non ti permetterò di fare quell'intervista!" disse categorico Benji.

"Ma se non la faccio, tutti gli sforzi che avete fatto fino ad adesso non saranno serviti a niente! Devi pensare che i mondiali sono più importanti della mia immagine!" ribatté Isa.

"Non mi importa di quello che vuole quel pallone gonfiato di Little, non sei tu che ti devi vergognare." Benji abbracciò la ragazza, le diede un bacio sulla fronte e continuò: "Mio padre possiede molte aziende qui a Los Angeles sicuramente conoscerà qualcuno che possa mettere a tacere Little."

Isa annuì poi disse meravigliata "Ma allora tu sei il rampollo della dinastia Price! Ma come cavolo ho fatto a non capirlo? Il tuo mestiere, il cognome … ma che stupida!!"

"Scusa c'è qualcosa di male?" chiese Benji.

"Vediamo, sei l'erede di un impero finanziario, il portiere chiamato SGGK perché sei il più bravo e perdi tempo con una ragazza povera in canna e che fa il paramedico? Potresti permetterti modelle, attrici, ereditiere insomma il meglio del jet-set mondiale e tu stai qui a perdere tempo con me?"

Benji aveva ascoltato con calma quel fiume di parole e le rispose:

"Ma io non sto perdendo tempo e poi vorrei precisare una cosa, io non sto con le persone che contano nel jet-set, io sto con le persone che contano per me. E tu, piccola, sei la prima della lista!"

"Davvero?" domandò incredula Isa.

"scusa, cosa ti cambia sapere che sono l'erede di un impero finanziario? Sono sempre lo stesso di cinque minuti fa, prima che scoprissi tutto. Io ti amo per come sei, povero, appassionata al tuo lavoro ma soprattutto bellissima!"

"cosa ho fatto per meritarti?" gli domandò Isa.

"Potrei farti la stessa domanda. Adesso pensiamo a sistemare questo piccolo problema. Anzi se non ti dispiace chiamerei subito mio padre."

"Ok, io vado a recuperare Diablo. Tu chiama tuo padre, io ti aspetto stasera per le otto a casa mia. Cucino io, ti va bene come proposta?" chiese la ragazza con un sorriso.

"Va benissimo, ci vediamo dopo" disse Benji baciandola dolcemente.

La ragazza corse in spiaggia dove vide Diablo correre come un matto dietro al pallone che si lanciavano i ragazzi.

"Diablo, è ora di tornare a casa!"

Il cane obbediente corse verso Isa che guardò i ragazzi presenti e chiese: "Ha fatto il bravo?"

"Ci siamo divertiti tantissimo, è davvero un bel cane!" le rispose Tom.

"Prima è venuto Marshall e cercava Benji, è successo qualcosa sembrava abbastanza preoccupato." Chiese Mark alla ragazza.

"Vi conviene chiederlo direttamente a lui o a Benji! Adesso devo andare!" rispose Isa che corse verso casa senza che i ragazzi potessero farle altre domande.

Benji arrivò a casa di Isa con qualche minuto di anticipo, bussò e vide che la porta era aperta così entrò, non si aspettava di vedere quello scempio. La casa era tutta sottosopra e Isa non si vedeva, sopra una parte c'era scritto con dello spray "puttana" a caratteri cubitali.

"Isa! Isa dove sei?" non sentendo nessuna risposta un senso di paura attanagliò il ragazzo

"Isa ti prego rispondimi!" urlò con quanto fiato aveva in gola.

Il silenzio che sovrastava nella casa fu interrotto dall'abbaiare di Diablo che spuntò dalla cucina.

"Diablo, dov'è Isa?" disse Benji al cane, che lo portò in giardino, anch'esso era devastato. Isa era rannicchiata per terra, in un angolo e piangeva, Benji si avvicinò piano alla ragazza non voleva spaventarla più di quanto non lo fosse.

"Isa, piccola, sono io Benji!" la ragazza non dava segno di averlo sentito ma Benji non si arrese.

"Isa, ti prego dimmi qualcosa!" la implorò il ragazzo.

Finalmente Isa si girò e Benji poté scorgere il labbro inferiore tagliato, un livido sulla guancia destra oltre a numerose escoriazioni e lividi su braccia 3e gambe. Era vestita come quel pomeriggio e non sembrava anzi pregava che non l'avessero violentata.

"Piccola - disse Benji abbracciandola - dimmi cos'è successo."

Isa cominciò a piangere più forte, Benji la strinse tra le braccia cercando però di non farle male, dopo qualche minuto sentì la voce della ragazza che usciva flebile dalle sue labbra.

"Sono entrata in casa e ho visto tutto sottosopra e ho cercato…. ho tentato di scappare ma loro mi hanno preso - Isa si interruppe mentre nuove lacrime le rigavano il volto - mi sono difesa e sono riuscita a stenderne uno, l'altro ha cercato di violentarmi ma Diablo mi ha salvato."

Il cane aveva appoggiato il muso sul grembo della sua padrona che aveva cominciato ad accarezzarlo.

"Bravo Diablo!" disse sottovoce Benji poi guardò Isa e sentì una stretta allo stomaco, se avesse avuto sotto mano quei bastardi li avrebbe uccisi.

"Isa, sai chi è stato?"

La ragazza scosse la testa e si strinse di più a lui. "Non mi lasciare Benji, ho tanta paura!"

"Non ti preoccupare, da questo momento non ti lascerò sola un attimo. Adesso però dobbiamo chiamare la polizia e un ambulanza per portarti in pronto soccorso."

"Ti prego l'ambulanza no, non voglio andare in ospedale. Mi so medicare da sola."

Benji scosse la testa di fronte alla testardaggine della ragazza poi disse: "Adesso chiamo la polizia e poi faccio venire qui qualcuno con la macchina, così ti porto io in ospedale e non ammetto repliche!"

Isa annuì troppo stanca per mettersi a litigare con Benji.

Il ragazzo chiamò la polizia e poi Mark gli raccontò brevemente quello che era successo e gli chiese se poteva venire subito.

La polizia arrivò dopo pochi minuti, Benji assistette alla descrizione che fece Isa ai poliziotti e si maledisse di non averla tenuta con lui quel pomeriggio.

"Scusate, siamo degli amici di Isa, fateci passare!" disse una voce femminile molto preoccupata, Benji si girò e vide Patty, Holly e Mark. Andò da loro perché non li faceva entrare, però tenne sempre sottocchio Isa.

"Come sta?" chiese subito Patty

"Non siamo riusciti a convincerla a restare al residence" si giustificò Holly

"Non ti preoccupare, forse vedendola si sentirà più tranquilla" disse Benji.

"Sai qualcosa di quei bastardi?" chiese Mark, Benji scosse la testa e disse: "sto aspettando che finiscano di farle le domande e poi la porto in pronto soccorso. Patty vieni con me invece voi due rimanete qui e aspettate che la polizia se ne vada." Benji aveva parlato con tono risoluto e nessuno ebbe da ridire.

Benji tornò verso Isa, un poliziotto gli disse che poteva portala in ospedale, il ragazzo le si avvicinò e le prese la mano.

"Dai piccola, andiamo a farti medicare, Patty ci accompagnerà"

Isa solo allora vide i tre ragazzi , si strinse ancora di più la coperta addosso e si nascose dietro Benji.

"Cosa c'è piccola?" chiese preoccupato il ragazzo.

"Non posso farmi vedere così, sono orribile!" protestò Isa

Benji la abbracciò e la portò in macchina seguita da Patty, per tutto il tragitto nessuno parlò.

Mark e Holly erano riusciti ad arrivare in ospedale circa un'ora dopo e videro Benji e Patty in sala d'attesa.

"Si sa qualcosa?" chiese Mark.

"No, l'hanno medicata e stanno aspettando le ultime lastre" rispose Patty.

"Cosa vi hanno detto i poliziotti?" chiese Benji.

"Secondo loro è una vendetta da parte di qualcuno, non è stato rubato niente, quei bastardi sono entrati e hanno spaccato tutto. Forse non si aspettavano che Isa rientrasse e hanno cercato di rimediare all'inconveniente aggredendola."

"Quel bastardo di Jack Porter, è stato lui, ne sano sicuro!" esclamò Benji.

Benji non possiamo lanciare accuse a caso, ci saranno delle indagini e se non trovassero niente potresti sempre rivolgerti a qualche pezzo grosso che conosce tuo padre." Continuò Mark.

"Hai ragione. Lo sai che quando ti ci metti non sei poi così stupido!"

"Senti chi parla!" rispose Mark.

I ragazzi furono interrotti dall'arrivo di un infermiera.

"Scusate, chi di voi ha accompagnato Isa?"

"Io - rispose Benji - posso vederla?"

"Certo, sta aspettando il medico ma continua a chiedere di Benji, credo che sei tu."

"Esatto." Rispose il ragazzo con un sorriso.

"Sai spero che prendano quei bastardi, Isa non si meritava questo.- Continuò l'infermiera.- eccoci qui, mi raccomando è ancora spaventata."

Benji entrò nella stanza lentamente "Ciao, come stai?" chiese

"Mi sembra di essere stata investita da uno schiacciasassi" rispose la ragazza cercando di sorridere, cosa che gli risultava piuttosto difficile a causa del taglio al labbro.

Benji era ancora vicino alla porta non sapeva se avvicinarsi oppure no, dalla battuta che aveva appena fatto sembrava che stesse meglio ma sapeva bene come si maschera il dolore, dietro ad un sorriso di circostanza.

"Vuoi rimanere lì vicino alla porta?" chiese Isa

"No, ho voglia di abbracciarti ma ho paura di farti male."

"vieni qui, ti prego" implorò la ragazza.

Benji si avvicinò a lei e la abbracciò stando attento a non farle male. Isa iniziò a piangere.

"E' tutto passato, amore. E' tutto passato"

I ragazzi stavano entrando dal cancello del residence, Benji sosteneva Isa che camminava un po’ a fatica, Patty si era già offerta di non lasciarla mai sola quando non ci fosse stato Benji.

"siamo quasi arrivati, poi potrai finalmente dormire." Disse il ragazzo.

Il loro arrivò però scatenò il putiferio, tutti i ragazzi si erano lanciati verso il gruppo per vedere come stesse Isa, per fortuna Benji, Holly e Mark le fecero da scudo così che non si spaventò dall'irruenza dei loro compagni.

"Vi ringrazio, siete tutti così gentili. Io sto meglio, credo." Disse Isa che non vedeva l'ora di stendersi sul letto e poter finalmente dormire, era sfinita. Appena furono nell'appartamento di Benji, il ragazzo le diede una sua maglietta da indossare per la notte, su di lei era grandissima ma Isa si sentiva bene avvolta dal profumo di Benji. Uscì dal bagno e lo vide in salotto sul divano che sfogliava distrattamente una rivista, gli si sedette accanto.

"Buona notte Benji" gli disse baciandolo leggermente sulle labbra.

Benji ricambio il bacio "'Notte Isa ti raggiungo fra poco. Sto aspettando Freddy, prima in cortile mi ha detto che sarebbe passato. Cercheremo di non fare rumore"

"Non ti preoccupare sono talmente stanca che non penso di sentirvi" gli rispose Isa andando in camera.

Benji la osservò mentre si avviava verso la stanza, le sue belle gambe erano piene di lividi, si sentì uno stupido non avrebbe dovuto lasciarla sola, era colpa sua, per poco non perdeva anche lei. Non poteva perderla, non ora che era di nuovo felice, avrebbe trovato quelli che l'avevano ridotta così e gliela avrebbe fatta pagare. Era sicuro che dietro tutto quello c'era Porter, doveva solo trovare le prove.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Non più sola ***


CAPITOLO 10

CAPITOLO 10

Non più sola

Benji sentì bussare leggermente alla porta e apparve Marshall era molto preoccupato.

"Dimmi Freddy, cos'è successo ancora?" chiese Benji, cominciava a sentirsi stanco e il giorno dopo sarebbero iniziati gli allenamenti, voleva solo andare a dormire ma voleva sentire cosa preoccupava così tanto il suo amico.

"Benji, mi sento in colpa. Non avrei dovuto farmi spaventare da Little. Dopo che ho saputo da Mark quello che era successo ho chiamato tuo padre egli ho chiesto una mano."

"L'avevo già chiamato io questo pomeriggio" disse Benji

"Me lo ha detto, comunque mi ha assicurato che incaricherà uno studio di investigatori privati ad indagare sia su Porter che su Little. Non vorrei esprimere giudizi affrettati ma penso che dietro l'aggressione di Isa ci sia Porter."

"L'ho sospettato anche io. Vedremo cosa riuscirà a trovare mio padre, sai mi ha chiesto se poteva conoscerla. Ha detto esattamente così - se una ragazza è riuscita a sboccare il tuo cuore deve essere per forza in gamba - te lo immagini mio padre che dice questa frase. Sembra che sia felice per me." Disse con un sorriso Benji

"Ma lo è, ti ha sempre voluto bene e anche tua madre, ma non hai mai saputo esprimere, i tuoi genitori sono persone bravissime a fare affari ma imbranate nell'esprimere i propri sentimenti. " Freddy cercava di far capire ciò che aveva cercato di dirgli per tanti anni.

"Sai Freddy, sto riuscendo a capire mio padre, forse l'ho sempre capito ma non volevo ammetterlo. Adesso però è meglio se vado a dormire, domani sarà una giornata molto dura."

"Buona notte Benji, ci vediamo domani"

"Ok Freddy, a domani"

Appena l'uomo se ne fu andate Benji andò a letto e vide Isa profondamente addormentata, le si sdraiò vicino e la abbracciò cercando di non svegliarla, dopo pochi istanti era anche lui tra le braccia di morfeo.

- Che profumo di caffè chissà da dove arriva- pensò Benji mentre si svegliava, si girò per vedere si se Isa dormisse ancora ma non la trovò al suo fianco.

"Buongiorno, ti ho preparato il caffè però non ho trovato neanche una brioche da scaldarti." Disse Isa

"Come stai?" chiese Benji un po’ preoccupato

"Meglio, poteva andarmi peggio. L'importante è che sono tutta intera, o quasi, e con te!"

"Sei sicura, dopotutto non è un'esperienza da sottovalutare."

"Non ti preoccupare, quello che conta è che fai colazione anche perché i tuoi amici sono già in spiaggia da 10 minuti a correre."

Benji si alzò di corsa dal letto prese la tazza di caffè che gli porgeva Isa e la bevve tutto d'un fiato poi corse in bagno. Trovo la sua divisa già pronta vicino al lavandino così si cambiò in fretta, dopo 5 minuti era pronto per andare ad allenarsi.

"Amore, se vuoi andare da qualche parte chiama Patty e se puoi avvisami, così se arrivò e non ti trovò non mi viene un colpo."

"Va bene, farò come vuoi tu padrone!" disse ridendo Isa

"Ma mi prendi anche in giro, stasera ti sistemo io! Adesso però devo andare!" il ragazzo si avvicinò a Isa e le diede un bacio mozzafiato "Ricordati che ti amo!"

"Anch'io, ti amo anch'io!"

Benji corse in spiaggia e raggiunse i suoi amici: "Ragazzi scusate il ritardo!"

"Non ti preoccupare, noi pensavano che non saresti arrivato prima delle nove!" disse Tom

"Ma perché che ore sono ?" chiese Benji

"Sono le 7 e 20." Rispose Marshall "Cominciamo così presto gli allenamenti perché nelle ore più calde cioè dalle 11:30 alle 15:00 sono sospesi, altrimenti mi ritrovo una nazionale con l'insolazione!"

"Allora devo puntare la sveglia!" disse Benji

"Ma se non è suonata la sveglia chi ti ha fatto alzare?" chiese Bruce

"Ma allora sei scemo, Isa era con lui, lo avrà buttato giù dal letto!" disse Mark

"Sì da il caso che io non sono scemo!" ribatté Bruce.

"E io sono Abramo Lincol!" gli rispose Mark.

La mattinata per i ragazzi passò velocemente e alle 11:30 stavano ritornando al residence.

"Ho una fame! Chissà cosa avranno cucinato di buono i cuochi!" disse Bruce che non vedeva l'ora di sedersi a tavola per strafogarsi.

"Sei sempre il solito, non pensi altro che a mangiare!" esclamò Tom

"E cosa ci sarebbe di male? Per vostra informazione io non penso solo a mangiare!"

"Infatti, pensi anche alle donne, a dormire…." Disse Benji.

"Ok, basta così! Ma non c'è nessun altro da prendere in giro?" domandò Bruce sconsolato

"No!" risposero in coro gli altri.

Isa appena sentì le risate uscì della mensa dove si trovava con Patty, avevano deciso di fare una sorpresa ai ragazzi e con l'aiuto di Sally e Carol, le due cuoche avevano preparato un ottimo pranzo.

"Ragazzi si mangia alle 12:30 e per farvi felice io e Isa vi abbiamo preparato una sorpresa!" Patty aveva urlato per farsi sentire dagli amici che erano un po’ distanti.

"Patty, mi hai rotto un timpano!" le disse Isa ridendo

"Scusa, non volevo!" disse Patty falsamente dispiaciuta.

Bruce che aveva sentito della sorpresa corse verso le ragazze e disse: "Sorpresa, che tipo di sorpresa? Dai ditemelo, sono curioso!!! Vi prego , vi prego!!!!!"

"No Bruce, dovrai aspettare come gli altri, ma siamo sicure che questa sorpresa ti farà particolarmente felice!" disse Patty

"Ditemelo, non riesco a resistere!" Bruce si era attaccato alla gamba di Patty e non accennava a mollarla.

"Bruce, molla la gamba di Patty!" disse leggermente alterato Holly

"No! Prima mi deve dire della sorpresa!" disse Bruce tenacemente

"Se non la molli subito, la sorpresa non la vedrai perché ti faccio tutte e due gli occhi neri!" disse Holly.

"Cos'è capitano sei geloso?" chiese Mark

"E' mia moglie, certo che sono geloso! E poi mi figlio si spaventa se si accorge che Bruce ha attentato alla gambe di sua madre!" disse Holly

"Stai forse insinuando che sono brutto?"

"No, quando mai!" rispose Holly "Adesso però molla la mia Patty e andiamo a farci una doccia"

"Va bene!" disse Bruce staccandosi a malincuore dalla gamba della ragazza.

Benji appena aveva scorto Isa le era andato vicino, indossava dei pantaloni grigi leggeri e una maglietta bianca. La maggior parte dei lividi erano coperti dagli indumenti, ma sulle braccia erano visibili, così come sul volto. Isa aveva tentato di coprire tutto con del fondotinta e in effetti si notavano un po’ di meno.

"Tutto bene?" chiese

"Certo, io e Patty ci siamo divertite tantissimo stamattina!"

"E cosa avete fatto?" chiese curioso il portiere.

"Siamo andate a comprare qualche vestito, almeno fino a quando non mi decido ad andare a casa a prendere i miei e poi abbiamo preparato la sorpresa."

"E cos'è?" chiese Benji curioso

"Segreto!"

"Ma io non sono Bruce di me ti puoi fidare!"

"Lo so, ma non telo dico lo stesso. Adesso vai a lavarti che puzzi come una capra. Ci vediamo dopo." Disse velocemente Isa, gli diede un bacio e sparì in cucina con Patty.

Benji scosse la testa divertito e sollevato che Isa si stesse riprendendo così presto e si diresse al suo appartamento per lavarsi.

Quando entrò vide sul tavolo della cucina un pacchetto, prese il biglietto che era attaccato ad esso e si sedette per leggerlo:

"Questo è un piccolo pensiero per tutto quello che stai facendo per me.

Con amore tua Isa."

Benji sorrise e aprì il pacchetto e si ritrovò tra le mani una scatola, la aprì e al suo interno c'era un braccialetto d'oro con una piastra nel mezzo la lavorazione delle maglie era spessa, ma armoniosa. Quando lo prese in mano si accorse che c'era un'incisione sotto la piastra, la girò e lesse: "Sei il mio sogno di notte e il mio desiderio di giorno. Ti amo Isa".

"Ma è pazza, chissà quanto lo avrà pagato!" disse ad alta voce Benji, poi lo indossò e cercò di pensare a come ringraziarla per il suo regalo.

Alle 12:15 Bruce era già seduto in mensa ad aspettare di vedere la sorpresa

"Dai , non fatemi aspettare!" disse

"Ti ho già detto che dobbiamo aspettare tutti!" disse categorica Patty

"Ma.."

"Niente ma - lo interruppe Isa - vedrai che l'attesa sarà ricompensata!"

"Va bene!" disse rassegnato Bruce.

Finalmente quando tutti si furono seduti Patty disse:

"Stamattina Isa ha avuto una bella idea, per ringraziarvi della vostra gentilezza nei suoi confronti ha deciso di preparare lei il pranzo. Naturalmente io e le due cuoche la abbiamo aiutata. Comunque, siccome Isa è italiana, l'ho appena scoperto anch'io, oggi il menù è:

  • primo: lasagne
  • secondo: cotoletta con purè di patate
  • e come dolce: tiramisù questo preparato interamente da Isa.

Allora buon appetito."

I ragazzi dopo aver ascoltato Patty si buttarono verso le due cuoche che distribuivano il mangiare.

Bruce era stato il primo che si era buttato sul cibo disse con la bocca piena: "Ragazze, queste lasagne sono ottime, è stato il più bel regalo che potevate farmi!!"

"Grazie, speriamo che anche il resto vi piaccia!" disse Isa che sperava di aver preparato tutto bene.

Benji si sedette vicino a lei, le prese la mano e disse:

"Grazie del tuo regalo è stupendo. Ma non dovevi."

"Invece sì, tu sei così importante per me e con quel braccialetto in qualche modo sarò sempre con te, anche se saremo lontani." Disse Isa seria, pensando a quando Benji sarebbe tornato in Germania.

"Ma io non ti lascio scappare. Staremo insieme, non so come ma non sarai più da sola!"

Benji la baciò per confermare le sue parole, poi si buttò a capofitto sul suo piatto di lasagne.

"Sono ottime, e penso che il resto sarà ancora più buono. Non sapevo che eri un'ottima cuoca, e non sapevo neanche che tu fossi italiana!" disse Benji dopo aver letteralmente ripulito il piatto.

"E' vero, non te lo detto, ma devi ammettere che sono solo pochi giorni che ci conosciamo. Il mio cognome è Martini, la mia famiglia è del nord Italia."

"Sai parlare Italiano?" chiese Benji

"Certo, mia nonna quando mi rimproverava, lo faceva in italiano, così non mi metteva in imbarazzo davanti agli altri bambini." Disse Isa sorridendo al ricordo.

"Bene, allora facciamo uno scambio alla pari, tu mi insegni l'italiano e io il giapponese. Così finalmente quando vado a giocare in Italia, capisco quello che mi dicono!"

"Va bene, ma io non sono una brava insegnante." Disse Isa

"Vedremo. Per me sei la migliore!"

"Ragazzi vi conviene stare attenti a Bruce sta cercando ancora qualcuno che abbia avanzato le lasagne per divorarsele." Disse Tom che aveva visto Bruce girare affamato per i tavoli.

"Bruce guarda che adesso c'è il secondo" disse Patty

"Ma un altro piatto di lasagne non c'è?" chiese speranzoso.

"Giovanotto, ecco qui. Mangiane quante ne vuoi!" gli disse Carol passandogli un piatto stracolmo di lasagne.

"Bruce, se fai indigestione gli allenamenti li devi fare lo stesso!" lo rimproverò Marshall

"Non si preoccupi mister ho uno stomaco di ferro io!" disse felice Bruce.

"Speriamo" rispose Marshall.

I ragazzi divorarono il pranzo e fortunatamente Isa aveva fatto molte teglie di tiramisù così ognuno prese almeno due porzioni.

"Ottimo, semplicemente ottimo!" esclamò Benji

"E' vero! Isa quando arriva Maki devi assolutamente dargli la ricetta." Disse Mark

"Spero che ce lo prepari ancora!" esclamò Bruce

"Va bene, tanto adoro cucinare!" esclamò Isa felice.

Finito il pranzo la maggior parte dei ragazzi decise di andare a riposarsi, mentre gli altri decisero di fare un giretto nelle vicinanze.

Benji notò che Isa sembrava stanca e riuscì a convincerla ad andare a riposarsi.

"Ma non sono stanca!" obbiettò la ragazza quando furono nell'appartamento di Benji. Il ragazzo la guardò severamente e la ragazza continuò:

"E' vero sono un po’ stanca, così va bene?"

"Solo un po’" Benji non voleva proprio lasciarla in pace.

"Sono sfinita!" ammise alla fine la ragazza.

"Così va meglio, dai che ci facciamo una dormita, almeno fino alle tre." Propose Benji

"Punta la sveglia così non rischi di arrivare in ritardo come questa mattina." Propose Isa

"Va bene, ma adesso cerca di dormire un po’, ne hai bisogno."

"Un'ultima cosa, Diablo si è sistemato in camera con Tom e Mark, non vuole scrollarsi da lì. Pensi che gli darà fastidio?"

"Ma no, sono sicuro che con il disordine che fa Mark si troverà benissimo."

"Ti darebbe fastidio, se domani provassi a farlo venire qui. Mi manca un po’" disse Isa.

"Non c'è problema, mi fa solo piacere. Speriamo solo che quei due non gli diano troppi vizi, se no il tuo cane non lo vedi più." Disse Benji ridendo

"Grazie, ti amo" Isa lo baciò poi i due ragazzi si stesero sul letto e Isa si addormentò subito tra le braccia di Benji. Il ragazzo al contrario non aveva sonno e restò a guardarla dormire.

"Sembra così fragile, mi sembra strano che si sia ripresa così in fretta."

Verso le tre Benji si alzò e dopo essersi preparato scese ad aspettare i suoi compagni. La sveglia non l'aveva puntata avrebbe potuto svegliare la sua principessa.

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** il litigio ***


CAPITOLO 11

CAPITOLO 11

Il litigio

Lo squillo insistente del telefono svegliò Isa dal sonno, riuscì ad afferrare il cordless e rispose:

"Pronto"

"signorina Martini. Sono il detective McClean, volevo avvisarla che sono stati tolti i sigilli dalla sua casa e quando vuole può tornarci."

"La ringrazio, volevo sapere come procedono le indagini." Chiese Isa.

"Non voglio darle false speranze, sarà dura riuscire a scoprire chi erano quegli uomini. Non hanno lasciato impronte e neanche lei li ha visti in faccia, insomma è impossibile rintracciarli. Mi dispiace."

"Non si preoccupi. Grazie ancora, se dovessero esserci degli sviluppi mi fa sapere?"

"La chiamerò subito. Buona giornata."

"Anche a lei"

Isa si ributtò sul letto e decise che doveva pulire la sua casa, avrebbe chiamato un falegname e avrebbe fatto cambiare le porte e messo un impianto di allarme. C'era un bel po’ da fare, ma doveva andare da sola, voleva vedere se sarebbe riuscita ancora a stare in casa sua, si vestì velocemente con un paio di pantaloni leggeri e una maglietta e andò verso il cortile dove Diablo ormai si divertiva a saltare dentro e fuori dalla piscina.

"Diablo! Forza che andiamo a casa a pulire."

Il cane appena sentì la voce della sua padrona le corse incontro e cominciò a leccarla dappertutto felice di rivederla.

"Basta così! Mi sono già lavata non c'è bisogno che mi fai un'altra doccia! Andiamo a casa!" esclamò Isa ridendo.

Patty si era svegliata verso le cinque, ormai non faceva altro che dormire, era sicura che dipendesse dalla gravidanza, decise di andare a vedere se Isa fosse in giro per scambiare due chiacchiere. Bussò più volte ma nell'appartamento non rispondeva nessuno, così cominciò a girare per il residence per vedere se era in giro, ma di Isa nessuna traccia.

Patty pensò che fosse andata a vedere gli allenamenti anche perché se fosse andata da qualche altra parte l'avrebbe avvisata. Così torno in camera a mettersi il costume e si mise a prendere il sole.

Isa rimase un po’ davanti alla porta di casa indecisa se entrare o no, ma poi si fece coraggio e spalancò la porta, ci mise un attimo per focalizzare tutto il casino che c'era, entrò e la sensazione di non essere al sicuro la fece sentire a disagio.

"Cavolo, questa è la mia casa e non ho intenzione di andarmene perché dei landruncoli hanno violato la mia vita. Forza Diablo abbiamo molto da fare."

Isa aveva un po’ paura a stare lì da sola, ma si rese conto che erano stupide fobie. Comunque per precauzione era andata a prendere la mazza da baseball di suo padre e se la portava appresso.

Raccolse i soprammobili rotti, i vetri delle cornici delle foto, fortunatamente non erano state rovinate, insomma ripulì tutto cercando di eliminare tutto quello che testimoniava ciò che era successo. Mentre puliva si rese conto che tutte le cose di valore, compresi i gioielli di sua nonna erano al loro posto. Non mancava niente, ma allora quelli non erano ladri, cosa volevano da lei? Le venne in mente l'insulto scritto sulla parete e tutto cominciò a quadrare.

"Mi hanno distrutto la casa non per rubare ma per vendicarsi di me, io sono stata l'imprevisto che in qualche modo hanno cercato di risolvere. Ma chi può…. Jack, è stato quel bastardi di Jack!!!"

le parole di Isa si perdevano nella casa vuota, aveva parlato ad alta voce ma più per se stessa che per Diablo che era accucciato ai suoi piedi.

All'improvviso un rumore li fece sobbalzare entrambi, Isa afferrò la mazza e cercò di colpire l'uomo che era entrato in casa sua.

"Isa maledizione, sono io!" disse l'uomo che aveva evitato il colpo per puro miracolo.

"Oh mio Dio Benji, mi hai fatto prendere un colpo!" disse Isa riconoscendo la voce "Ma cosa diavolo ci fai qui?"

"Cosa ci faccio qui? Tu mi hai fatto venire un infarto! Sono tornato dagli allenamenti e non c'eri, Patty mi ha detto che non ti aveva vista, sono diventato matto per cercare di capire dove eri andata." Urlò Benji.

"Ma ti avevo lasciato un biglietto!" protestò Isa.

"Vero, infatti l'ho trovato sotto il tavolo, perché se mi lasci la finestra aperta il foglietto vola via!"

"Ops! Dai non ti arrabbiare, come vedi sto benissimo e poi ho pulito tutto è come nuova!" esclamò Isa indicando l'interno della casa.

"Se stai benissimo come mai giri con una mazza da baseball in mano?" chiese il ragazzo che si era appoggiato al divano.

"così non posso girare per casa mia, con una mazza in mano? C'è la libertà in America e poi sto aspettando che domani venga il falegname per cambiare le porte e gli infissi delle finestre e poi l'elettricista viene a mettermi l'allarme e devo anche dare un imbiancata al salotto…"

"Stop! Stai zitta un attimo e riprendi fiato. Lo so che ti senti insicura, è giusto dopo quello che hai passato, ho paura che tu stia sola non perché non mi fido di te, ma perché potrebbe.." Benji si interruppe perché si accorse che stava per rivelare ad Isa che non era stato un furto, ma la ragazza lo sorprese dicendo: "..succedermi qualcosa visto che non è stato un furto ma una vendetta e penso anzi sono sicura che è stato Jack ad organizzare tutto."

"Come fai a saperlo?" chiese Benji.

"Primo, mettendo a posto mi sono accorta che non mancava niente; secondo la polizia non mi ha neanche accennato alla possibilità del furto anzi non mi proprio detto niente e qui penso che centri tu e terzo l'insulto sul muro del salotto. Non avevo connesso tutte queste cose fino a questo pomeriggio quando sono entrata in casa"

"Lo sai che non ti lascerò tornare qui da sola fino a quando non avremo risolto questo problema" disse Benji.

"Lo so! E per questo che mi piacerebbe se tu ti trasferissi qui con me." Affermò Isa sicura.

"Ma non posso lasciare il residence, devo stare con la squadra."

"Va bene, allora resto da te fino a quando hanno finito i lavori e poi me ne torno qui da sola."

"No, tu da sola non ci stai!" Benji si stava arrabbiando di nuovo.

"Tu non puoi comandarmi, io faccio quello che voglio. Non ho intenzione di scappare perché Jack non accetta il fatto che non voglio stare con lui. Io voglio la mia vita, il mio lavoro e la mia casa. E se non ti va bene vattene via e lasciamo sola!" Isa era veramente fuori di sé.

"Ok, me ne vado!" Benji uscì di casa sbattendo la porta.

Isa non si mosse per un po’ di tempo rendendosi conto solo allora che aveva escluso l'unica persona che amava dalla sua vita.

Benji tornò al residence dove trovò i suoi amici che aspettavano di sapere se l'avesse trovata.

"Sta bene, era a casa sua." Rispose

"E adesso dov'è? Quando torna? Chiese Patty

"E' rimasta a casa quella testarda. Non capisce che rischia a stare sola? Ma quando gliel'ho fatto notare mi ha detto di andarmene e che voleva la vita che aveva sempre avuto." Disse Benji tristemente.

"Cioè?" chiese Bruce.

"Mi ha escluso dalla sua vita!" urlò Benji per poi andarsene nel suo appartamento, voleva stare solo.

Isa fece una cosa che avrebbe dovuto fare subito dopo l'aggressione, chiamò Marcos.

"Dove diavolo eri? Ho saputo di quello che è successo dai ragazzi del pronto soccorso! Potevi almeno degnarti di chiamarmi per dire che stavi bene! Ringrazia il cielo che non ti ho di fronte se no non risponderei più delle mie azioni…"

Isa aveva allontanato il ricevitore dall'orecchio perché Marcos la stava assordando con le sue urla che furono interrotte da Janet, sua moglie. Isa sentì che diceva: "Non ti arrabbiare, ci parlo io"

"Janet, meno male! Tuo marito mi stava rompendo un timpano"

"Ha ragione! Ci hai fatto preoccupare. Adesso hai intenzione di rimanere lì a casa o vieni da noi qualche giorno? E poi sono curiosa di sapere dove sei stata questi due giorni."

"Facciamo così prendo qualche vestito e vengo da voi, con calma ti racconto tutto."

"Ti aspettiamo" disse dolcemente Janet.

"Ok!"

Janet appese il ricevitore è fu investita dalle domande di Marcos "Allora cosa ti ha detto? Dov'è stata? Viene qui da noi?"

"Stai zitto e lasciami parlare! Ha detto che ci racconta tutto quando arriva e si ferma qualche giorno"

"Va bene, la aspetto da basso. Micheal vieni che arriva la zia Isa" disse Marcos

"Andiamo giù ad aspettarla?" chiese il bambino

"Sì, deve vedermi dalla strada che la sto aspettando al varco!"

"Cosa vuol dire aspettare al varco?" chiese Michael

"Quando crescerai lo capirai" gli rispose Janet, poi osservò suo marito e suo figlio andare in giardino per aspettare la povera Isa.

Isa vide Marcos aspettarla di fuori e disse a Diablo: "Guai in vista bello!" Diablo al contrario era contento perché quando stava con il piccolo Micheal si divertiva un mondo.

"Ciao!" disse Isa mostrando un sorriso a 32 denti.

"Guarda te, cerca anche di addolcirmi con il suo musino, ma adesso mi senti.." Marcos fu interrotto da Micheal che saltò letteralmente in braccio ad Isa.

"Zia Isa, lo sai che il papà ti aspetta al varco" disse serio il bambino.

"Lo ha già fatto!" rispose Isa divertita.

Marcos prese il borsone dalla macchina della ragazza ed entrò in casa seguito da Isa, Micheal e Diablo.

Era quasi ora di cena e Janet aveva già apparecchiato per tutti.

"Isa, come stai?" chiese la donna abbracciandola.

"Bene, parliamo dopo di tutto, non vorrei spaventare Micheal." Rispose Isa.

Marcos era roso dalla curiosità ma dovette ammettere che era meglio parlare quando il bambino fosse andato a dormire.

Isa durante tutta la cena cercò di essere allegra, parlava con Micheal cercando di essere la solita Isa, ma non riusciva a non pensare a Benji. Adesso sarebbe stata di nuovo sola ed era per colpa sua, aveva provato per pochi giorni un avita felice ma adesso aveva perso tutto.

"… zia Isa, hai capito cosa ho detto?" la vocina di Michael la interruppe dai suoi pensieri.

"Come? Scusa piccolo ero soprappensiero, mi stavi dicendo?"

Il bambino ricominciò a parlare senza sosta fino alla fine della cena, poi corse a giocare con Diablo.

Janet prese la parola: "Forza Isa dicci tutto, adesso Micheal è troppo impegnato per sentirci."

"Sì, sono proprio curioso di sapere tutto." Disse Marcos.

Isa cominciò a raccontare tutto fino alla discussione che aveva avuto con Benji quel pomeriggio e per poco non cominciò a piangere.

"Non ti preoccupare, vedrai che sistemerai tutto con Benji. E' stata solo una discussione" disse Janet.

"Sei sicura?" chiese Isa

"Certo! Pensa che le prime volte che io e Marcos uscivamo insieme non facevamo altro che litigare e guardaci adesso!"

"Litighiamo ancora!" disse Marcos ridendo.

Isa rise invidiando la felicità dei due e decise che l'indomani, forse, avrebbe chiamato Benji per chiedergli scusa.

Benji non era sceso per cena e così Patty gli aveva portato un vassoio in camera, aveva bussato ma il ragazzo non aveva risposto, allora era entrata lo stesso. Il ragazzo era steso sul letto con gli occhi chiusi.

"Benji, ti ho portato la cena" disse dolcemente la ragazza.

"Grazie, ma non ho fame" rispose.

"Devi mangiare, hai fatto un duro allenamento oggi. Non puoi restare a digiuno."

"Ti ho detto che non ho fame!" disse Benji alzando il tono di voce.

"Non alzare la voce con me signorino! Adesso ti alzi e mangi quello che ti ho portato, ok?"

Benji si alzò e sorrise: "Stai già cominciando a fare la mamma!"

Patty arrossì "Hai ragione! Ma sai che è vero quello che ti ho detto!"

"Va bene, mangio, così almeno mi lasci in pace!"

"Così va meglio"

La ragazza si sedette di fronte a Benji e ricominciò a parlare.

"Sai prima mi ha chiamato Isa"

"E cosa ti ha detto?" il ragazzo guardava Patty speranzoso.

"Ha detto che andava qualche giorno a vivere dalla famiglia del suo collega. Comunque mi ha chiesto come stavi."

"E tu cosa hai risposto?"

"che stavi come stava lei in quel momento" Patty sorrise.

"Ottima risposta!"

"Capita a tutti di litigare, fa parte di un rapporto e poi devi capire anche lo stato d'animo di Isa. Si sentirà impaurita anche se si mostra forte, sicuramente il suo attacco sarà stato uno sfogo di tutta la tensione che aveva addosso in seguito a tutto quello che le è capitato. Quindi ti consiglio di non lasciarla sola, adesso più che mai ha bisogno di te, anche se non lo vuole ammettere. E' stata per così tanti anni da sola che adesso il fatto di dipendere da qualcuno le sembra una limitazione." Patty aveva parlato con calma e sempre con il sorriso sulle labbra, in modo da rassicurare Benji.

"Io non voglio limitare la sua vita! Voglio stare con lei, voglio farla felice!" rispose Benji

"Bravo è così che si parla, adesso finisci di mangiare e fatti una bella dormita, domani cercherai di chiarirti con lei!"

"E se andassi da lei adesso?"

"Perché tu sai dove abita il suo collega?"

"No, a te non l'ha detto?" chiese deluso

"No, ma sono sicura che domani la vedrai sicuramente. Buona notte" Patty si diresse verso la porta e sentì Benji che le diceva: "Grazie Patty, sei una vera amica!"

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Scusami ***


CAPITOLO 12

CAPITOLO 12

Scusami

 

Isa non era riuscita a chiudere occhio tutta notte, continuava a ripensare a come aveva trattato Benji, ma cosa diavolo le era preso? Sperava solo che lui avrebbe accolto le sue scuse. Il mattino Janet la vide con due occhiaie da paura ma si limitò a offrirle un po’ di thè senza fare domande.

"Non mi va Janet, adesso devo solo sistemare la mia vita. Stanotte, come vedi dalle mie occhiaie, non ho dormito e ho avuto il tempo di pensare, mi sono data delle priorità da rispettare; per prima cosa corro da Benji a chiedergli scusa, poi vado a casa a vedere un po’ cosa mi combinano il falegname e l'elettricista e per ultimo e non meno importante, devo risolvere il piccolo problema che ho con Jack."

Janet l'aveva ascoltata attentamente e le disse: "Ottimo programma, le prime due cose mi sembrano facili da risolvere ma l'ultima sarà un po’ dura."

"Non ti preoccupare, quel bastardo me la paga di sicuro!" Isa si alzò diede un bacio sulla guancia a Janet ed andò a lavarsi, doveva vedere Benji il più presto possibile.

Benji quella mattina non riusciva proprio a seguire gli allenamenti, Marshall non c'era ed era Holly che coordinava tutto e sapendo lo stato d'animo di Benji non gli diceva niente cercando però di spronarlo a dare il meglio facendo dei tiri che solo Benji era in grado di parare.

"Benji attento alla palla!" gridò Mark, il ragazzo si accorse troppo tardi del bolide lanciato da Mark e prese il pallone in pieno viso.

"Ma a che cazzo pensavi?" chiese Mark, più preoccupato che arrabbiato.

"Secondo te a cosa pensavo, a cosa ci daranno di pranzo?" rispose sarcastico il portiere.

Holly era corso vicino all'amico per vedere come stava, gli sanguinava il naso ma per il resto sembrava stesse bene.

"Adesso Benji vai a metterti un po’ di ghiaccio e non discutere!" disse Holly con un tono che non ammetteva repliche.

"Benji dovresti alzare la testa verso l'alto, vedrai che così il sangue si ferma" suggerì Bruce.

"Ma non dire scemenze, così gli va il sangue alla testa!" disse una voce dietro ai ragazzi che si erano ammassati per vedere le condizioni del portiere.

Benji riconobbe subito quella voce e il suo cuore cominciò a saltare dalla gioia, poi la vide farsi largo tra i suoi amici e avvicinarsi a lui.

"Quando qualcuno perde il sangue dal naso, non bisogna mai alzare la testa altrimenti il sangue va al cervello, invece si deve fare in modo che esca e tamponare." Disse Isa rivolgendosi a Bruce e dando il suo fazzoletto a Benji in modo che tamponasse il sangue.

Holly capendo che era meglio lasciare soli i due ragazzi disse: "Forza riprendiamo gli allenamenti, c'è Isa che si occupa di Benji."

I due ragazzi rimasero soli e Isa disse: "Dai andiamo in infermeria che ti medico"

Benji la seguì, voleva farle mille domande ma prima di tutto avrebbe voluto abbracciarla ma si trattene e la seguì fino in infermeria dove si sedette sul lettino aspettando di vedere le reazioni della ragazza.

Isa si era sentita così sicura mentre si dirigeva verso il campo dove si allenavano i ragazzi ma poi quando aveva visto il pallone prendere in pieno viso Benji era corsa fino da lui con l'angoscia di vedere come stava. Ora erano soli, prima l'avrebbe medicato poi gli avrebbe chiesto scusa.

"Ti esce ancora del sangue?" chiese la ragazza

Benji tolse il fazzoletto del naso e vide che ormai non scendeva più sangue

"Sto bene, è meglio che vada devo allenarmi." Il ragazzo disse quelle parole mentre in realtà voleva stare lì con lei.

"Aspetta, prima ti pulisco la faccia e vado se può essere rotto!"

Benji non fece in tempo a replicare che sentì le mani della ragazza sul suo viso, il suo tocco era delicato: "Non sembra esserci niente di rotto, adesso ti pulisco" Isa continuò il suo lavoro e quando ebbe finito esclamò: "Io ho finito, ma prima che torni ad allenarti ti devo parlare."

Benji annuì con la testa, non riusciva a dire niente, aveva paura che la ragazza lo lasciasse.

"Ecco, io volevo chiederti scusa per ieri, ho sbagliato. Non dovevo trattarti così, se io fossi stata al tuo posto avrei fatto esattamente come te. - Isa si fermò un attimo poi continuò - ero abituata che nessuno si preoccupava per me, da quando sono sola ho contato solo su me stessa ma da quando ci sei tu io non so più come fare, perché tu per me sei importante ma non voglio rinunciare alla mia indipendenza e poi tutta questa storia dell'aggressione mi ha fatto accumulare un casino di tensione che ho scarico su di te. Mi dispiace."

Benji non aveva proferito parola, guardava la sua Isa con la testa bassa e le lacrime a stento trattenute si alzò e la abbracciò, la ragazza si rifugiò tra le sue braccia felice.

"Io non voglio toglierti la tua indipendenza, è vero solo stato assillante ma non posso perdenti perché ti amo, con tutto me stesso e senza di te sono perso."

Isa alzò lo sguardo verso di lui e sorrise: "Allora sono perdonata?"

"Certo, come faccio a resisterti quando mi sorridi così?" rispose Benji poi la baciò dolcemente.

"Ti amo" disse Isa alla fine del bacio.

"Anche io e non dimenticarlo mai."

Patty lì trovò così abbracciati e felici e si sentì in imbarazzo per aver interrotto un momento così intimo.

"Ragazzi scusate, mi hanno detto che ti eri fatto male e così ero venuta a vedere. Ma a quanto vedo sei già in ottime mani."

Patty stava già per andarsene quando Isa la bloccò.

"Patty aspetta! Siccome adesso Benji deve tornare ad allenarsi io avrei bisogno di te, perché devo fare un po’ di cose e finché io e questo zuccone non riusciamo a metterci d'accordo mi sai che mi dovrai seguire come una guardia del corpo. Così lui è contento e tranquillo."

"Ai suoi ordini! Ma poi il conto lo presento a te o a lui?" chiese Patty ridendo.

"A lui, mi sembra logico!" rispose Isa

"Va bene, ho già capito che torno ad allenarmi. Isa ti aspetto per pranzo, va bene?" le chiese Benji prendendole il viso tra le mani

"Ci vediamo dopo amore" la ragazza gli diede un bacio leggero sulle labbra e poi mandò Benji di corsa dagli altri.

Isa e Patty stettero fino alle 11 a finire di mettere a posto la casa ed ad osservare i lavori che stavano facendo gli operai.

"Tutto questo mi costerà un casino!" esclamò Isa

"E' vero, però così sei più sicura" rispose Patty

"Scusi ma quando finirete?" chiese Isa al falegname.

"Per domani pomeriggio sarà tutto a posto, antifurto compreso che sarà collegato a tutte le finestre e porte."

"Perfetto! Siccome devo stare via, vengo domani verso le 4 così se ha finito il lavoro e le pago tutta la spesa"

"Signorina non c'è problema, vada pure tranquilla, ci vediamo domani."

Le due ragazze arrivarono poco prima che i ragazzi finissero l'allenamento, Isa si diresse verso l'appartamento di Benji, quando entrò non riuscì a credere che avesse fatto tutto quel casino, alcuni vestiti erano per terra, mentre degli avanzi di cibo erano su tutto il tavolo.

"Lo lascio solo e guarda cosa mi combina! Ma cavoli che caldo dopo aver messo a posto vado a farmi una doccia"

Aveva appena finito di riordinare che arrivò Benji

"Ciao, ho messo a posto un po’" disse Isa

"Grazie! Se mi aspetti vado a farmi una doccia." Così dicendo si diresse verso il bagno. Isa avrebbe voluto seguirlo, voleva fare l'amore con lui però aveva vergogna, il suo corpo era ancora pieno di lividi.

"Basta! Adesso vado!"

Benji sentì la porta della doccia aprirsi e si ritrovò davanti Isa, nuda e bellissima, i lividi che aveva sul corpo lo fecero infuriare per come era stata trattata, la ragazza appoggiò una mano sul suo torace e disse: "Ho bisogno di te."

Benji capì che non sarebbe riuscito a fermarsi, voleva penetrarla, farla sua ancora una volta

"Ma i tuoi lividi, insomma…." Protestò Benji anche se non voleva.

Isa si avvicinò di più a lui e lo baciò, un bacio pieno di passione, le loro mani cominciarono a esplorare il corpo dell'altro senza fermarsi. Fecero l'amore sotto la doccia con passione "ti amo" gli disse Isa quando fu al culmine.

"Anche io" rispose Benji.

Pranzarono in camera, aveva ordinato del cibo cinese e fecero l'amore ancora e ancora fino a quando Benji a malincuore dovette andare agli allenamenti. Mentre si vestiva Isa gli disse che andava a prendere le sue cose e sarebbe tornata da lui, poi aggiunse:

"Domani la mia casa sarà a posto così vediamo come gestirci e poi lunedì riprendo a lavorare." La ragazza era entusiasta, non sapeva cosa far tutto il giorno.

"Ma non è troppo presto, intendo per tornare al lavoro?" chiese Benji.

"No, voglio tornare a lavorare, né ho bisogno per non pensare"

"Hai ragione, più tardi sentirò mio padre per vedere se ha scoperto qualcosa!"

"Va bene amore, adesso vai che sei già in ritardo!"

"E' tutta colpa tua!" le disse Benji e dopo averle dato un bacio corse verso il campo di allenamento.

Isa andò da Patty e le disse se voleva andare con lei a casa di Marcos la ragazza accettò volentieri.

Marcos era appena rientrato dal turno e si ritrovò Isa con una altra ragazza che parlavano con sua moglie. Strano l'amica di Isa aveva qualcosa di familiare.

"Mamma mia quante donne, le mie preghiere sono state esaurite!" esclamò l'uomo divertito.

"Marcos, ti presento Patty. Ma forse la riconosci è quella ragazza che abbiamo soccorso all'hotel." Disse Isa

"Ecco perché mi sembrava di conoscerti. Le belle donne non si scordano mai!"

Patty arrossì e Janet disse al marito: "Sei sempre il solito cascamorto! Isa è venuta a prendere le sue cose perché torna a casa."

"Di già, non è troppo presto, lo sai che non dai fastidio!" disse Marcos

"Ho bisogno di stare da sola e poi lunedì torno al lavoro! Che turno abbiamo?"

"Abbiamo la giornata, ovvero il nostro mega turno di 11 ore, dalle sette di mattina alle otto di sera !" disse Marcos

"Chi manca?" chiese Isa

"Allora, Mike e Andy, sono a fare il corso di aggiornamento e Jessi deve fare delle visite così arriva per darci il cambio alle otto."

"Quindi dalle due alle otto dobbiamo sopportare Charlie."

"Esatto, sarà una festa!" disse Marcos ironicamente.

"Mi consola il fatto che martedì facciamo il turno normale!"

"A proposito hanno cambiato le turnazioni" Marcos finalmente si sedette e prese un foglio dalla tasca "il turno del mattino di fa dalle sette alle due, il pomeriggio dalle due alle otto e la notte dalle otto alle sette. A parte lunedì, martedì cominciamo facendo il mattino, poi la prossima settimana il pomeriggio e dopo la notte, insomma giriamo ogni settimana."

"Sono stata via tre giorni e mi cambiano tutto, Marcos vatti a lavare che puzzi come un caprone!"

"Signorina, guarda che non sono andato in giro a giocare, io ho lavorato!" disse l'uomo dirigendosi verso il bagno.

"A me sembrano turni più belli, la notte è un po’ lunga però se non sbaglio dormite in sede quindi se non c'è nessuna chiamata potete stare tranquilli!" disse Janet.

"Vedremo" rispose Isa e continuò "adesso andiamo che è già tardi, Michael è da basso vero?"

"Certo, mi raccomando non cominciare a giocare a calcio se no mi rompete qualche altro vetro" disse Janet.

"Ma perché sai giocare a calcio?" chiese Patty curiosa.

"No, faccio qualche tiro così per far divertire Michael, non è colpa mia se il piccolo ha un tiro un po’ impreciso e ogni tanto ti rompe i vetri!" disse Isa.

"Non darle retta è bravissima, quando era piccolina giocava nella squadra femminile"

"che ruolo avevi?" chiese Patty

"Difensore, non sono portata per l'attacco" rispose Isa "Adesso andiamo che perderemo altro tempo prima che il tornado che c'è da basso ci faccia andare via."

"A presto ragazze"

Come era stato previsto Isa dovette restare circa mezz'ora a giocare con Michael, Patty si accorse che la ragazza era brava anche se Isa faceva la modesta.

Finalmente verso le 7 riuscirono ad arrivare al residence ed incontrarono i ragazzi che tornavano dall'allenamento Isa aspettò di vedere Benji ma lui non era tra i ragazzi così fermò Holly e gli chiese:

"Ma dov'è finito Benji?"

"E' ancora al campo ad allenarsi con Tom. Poverino è stato costretto a restare con lui per dargli una mano!"

"Ho capito che devo liberare il nostro povero Tom!" disse Isa e corse verso il campo di calcio poco distante.

Appena arrivò vide Tom che lanciava dei rigori che Benji prontamente parava, si vedeva lontano un miglio che Tom era stanco morto.

"Ragazzi non è ora di smettere?" chiese Isa appena arrivò vicino ai due.

"No, perché?" chiese Benji che non si era accorto dello stato dell'amico.

"Direi perché Tom è stanco morto, non lo vedi?"

Benji osservò Tom ed esclamò :"Ma brutto stupido non potevi dirmi che eri stanco?"

"A dire la verità non osavo, eri così preso che non volevo interrompere…" Tom fu interrotto da Isa

"Ma interrompere cosa? Adesso fila al residence e fatti una bella doccia, ok?"

"Ma.." cercò di obbiettare Tom

"Niente ma, fila!" disse la ragazza con un tono che non ammetteva repliche.

Benji osservò Tom andarsene con passo stanco e si sentì in colpa, ma come cavolo non aveva fatto ad accorgersi che Tom era così stanco? Si girò verso la ragazza e disse:

"Allora torniamo anche noi."

"Perché?" chiese Isa

"Scusa ma sono un portiere, se non ho nessuno che tira in porta, come mi alleno?"

"Ma una persona c'è!" rispose prontamente Isa

"Ma sei matta io non vedo nessuno" disse Benji guardandosi in giro

Isa agitò la sua mano davanti alla faccia del ragazzo e disse: "E io chi sono? La donna invisibile?"

"Tu. Non voglio offenderti ma io ho bisogno di allenarmi veramente!"

"Proviamo se riesco a soddisfare i tuoi standard" così dicendo Isa piazzò la palla sul dischetto del rigore e calciò. Benji non si aspettava un tiro ad effetto seppur di minore potenza rispetto a quelli che a cui è abituato, comunque parò il tiro a prima vista senza problemi.

"Hey! Dove hai imparato a fare questo tiro?" chiese curioso il portiere.

"Da piccola giocavo in una squadra di calcio e ogni tanto faccio delle partite per lo più per beneficenza. Lo sai quanti uomini pagano per vedere 14 donne che corrono dietro ad un pallone!"

"Immagino se sono tutte come te, io pagherei il biglietto due volte solo per vederti!" rispose Benji

"Cosa fai corrompi il tuo avversario?" chiese Isa mentre posizionava ancora la palla e si apprestava a tirare.

Quella sera i due ragazzi rientrarono tardi nel loro appartamento, ordinarono una pizza per cena e poi andarono a letto distrutti e si addormentarono uno tra le braccia dell'altra.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** La famiglia è riunita ***


CAPITOLO 13+

CAPITOLO 13

La famiglia è riunita

Per circa un paio di settimane la vita per Benji e Isa si svolse secondo una routine ben precisa, per lui allenamenti sopra allenamenti, per lei c'era il lavoro e quando poteva dava una mano a Benji.

Il ragazzo era felice perché era riuscito a convincere Isa a rimanere da lui anche se i lavori nella sua casa erano finiti da un bel po’.

Mancava poco alla fine degli allenamenti per quel giorno e Benji aspettava con ansia il ritorno di Isa che quella settimana faceva il turno di pomeriggio, quindi sarebbe arrivata verso le otto e trenta. Doveva dirle della telefonata che aveva ricevuto da suo padre nel primo pomeriggio. William Price era parso felice quasi eccitato di comunicare al figlio quello che aveva scoperto, voleva però che anche Isa fosse presente così aveva invitato entrambi a cena nel più elegante ristorante di Los Angeles.

Benji era roso dalla curiosità non vedeva l'ora di sentire tutto da suo padre, era talmente in ansia che non si accorse che Holly gli stava parlando.

"Benji - disse Holly dando una spinta al portiere - ti vuoi svegliare! Qui ci stiamo allenando per i mondiali non per una partita tra amici!" Holly sembrava abbastanza arrabbiato.

"Scusa, ma mio padre mi ha chiamato e ha delle notizie interessanti da dirci su Jack." Disse il portiere tutto contento.

"Speriamo che siano notizie utili." Rispose il capitano.

"Certo che ci saranno utili, mio padre non si sbaglia mai!"

"Quanta fiducia nel tuo vecchio, da quando siete così affiatati?" chiese Holly curioso.

"Da quando si è accorto che ci vuol ben altro che i soldi per far felice un figlio!"

"Vale lo stesso per tua madre?"

"Sì, era così affezionata a Elisa, quando è morta è stato un duro colpo anche per lei. Diciamo che ci siamo consolati a vicenda ed io ho ritrovato i miei genitori." Concluse Benji con un sorriso.

"Non me l'avevi mai detto di aver fatto pace con i tuoi. Sono felice per te, ma quando farai conoscere Isa ai tuoi?"

"Stasera ci ha invitato a cena al Hollywood Place" (N.d.a. è un posto inventato da me!)

"Piuttosto elegante come posto, hai avvisato Isa così vede se ha qualche vestito adatto per l'occasione."

Benji ammutolì un attimo e disse: "A dire la verità volevo dirle tutto quando arrivava, effettivamente non ho pensato al vestito. Quella mi sbrana come minimo!" esclamò il ragazzo impallidendo un po’.

Holly cominciò a ridere poi andò verso il suo borsone, prese il cellulare e chiamo qualcuno; Benji che gli si era avvicinato ascoltò la telefonata.

"Ciao amore, sono io."

"No, non è successo niente di grave o meglio…" e cominciò a spiegare il piccolo problema che aveva Benji all'improvviso Holly si girò verso l'amico e gli disse:

"Tieni vuole parlare con te"

Benji prese il cellulare: "Pronto"

"Ma sei deficiente? Lo sai che quello è il ristorante più esclusivo di Los Angeles vuoi che la tua ragazza venga presa in giro perché non è abbastanza elegante?" la voce di Patty lo aveva assordato.

"Io.." cercò di dire Benji

"Stai zitto! Adesso ci penso io, ma ricordati che mi devi un favore, come minimo un mega regalo per il mio bambino!" dicendo così attaccò.

Benji rimase con il cellulare in mano guardò Holly che rideva, sicuramente aveva sentito tutto Patty aveva urlato come una matta. "Ma io non volevo farla arrabbiare!" si giustificò il portiere.

"Non ti preoccupare, dopo quando la vedrai gli sarà già passato tutto" lo consolò Holly

"Se lo dici tu!" rispose poco convinto Benji.

Isa rientrò stanca morta dal turno di lavoro, appena entrò nell'appartamento di Benji si accorse che c'era qualcosa di strano.

"La musica!" pensò infatti in sottofondo c'era una canzone dolcissima.

"Benji Price! Vieni fuori e dimmi cos'hai combinato!" disse Isa.

La ragazza vide Benji spuntare dalla camera con lo smoking e rimase senza parole.

"Non mi dici niente?" chiese il ragazzo

"Stai benissimo! Ma dove stai andando?"

"All'Hollywood Place. Comunque dove stiamo andando, vorrai dire."

"No, fermati un attimo. Perché noi dovremmo andare all'Hollywood Place?" chiese Isa

"Per cenare con i miei genitori ed hai solo 20 minuti per prepararti quindi ti consiglio di muoverti!"

"Ma non ho niente da mettermi!" obbiettò la ragazza

"Non è vero, il tuo vestito è già pronto sul letto"

Isa andò in camera ed osservò il vestito che le aveva preso Benji, era di colore blu notte, aveva la scollatura rotonda, senza maniche le arrivava fino alle caviglie con ai lati due spacchi per agevolare i movimenti. Per terra c'era un paio di scarpe della stesso colore del vestito con un tacco non molto alto come preferiva lei. Perse il vestito tra le mani, la stoffa era leggerissima ma non trasparente.

"Ti conviene muoverti, i miei odiano i ritardatari" disse Benji con un sorriso.

"Sì, ma dopo mi spieghi quando hai preso il vestito!"

"Va bene! Ma adesso muoviti!"

Quando i due ragazzi entrarono nel ristorante i genitori di Benji erano appena arrivati. Il ragazzo osservò Isa, con i capelli sciolti e i riccioli che le sfioravano la schiena e le disse: "Non ti preoccupare sembrano burberi ma sono due pezzi di pane!" così la prese per mano e si avviarono verso il tavolo dove erano seduti i signori Price.

Isa si sentiva un po’ intimorita dai genitori di Benji dopotutto erano ricchi sfondati e magari snob! "Speriamo di non fare qualche figura del cavolo" pensò Isa

Appena furono davanti ai signori Price, entrambi si alzarono in piedi e Benji fece le presentazioni:

"Mamma, papà lei è Isabel Martini; Isa loro sono i miei genitori William e Catherine Price"

Isa diede la mano ed entrambi i signori Price e disse: "E' un piacere conoscervi e vi ringrazio per l'invito" era arrossita, notò Benji e sorrise.

"Il piacere è nostro" disse cortesemente William Price.

"Accomodatevi" disse Catherine rivolta ai due ragazzi.

Isa non se lo fece ripetere due volte, si sedette imbarazzata, non sapeva proprio come comportarsi dopotutto erano i genitori del suo Benji.

Osservò la sala cercando di calmarsi ma si sentì un pesce fuor d'acqua in mezzo a tutto quel lusso, ma perché non era a casa a farsi una bella dormita? I suoi pensieri furono interrotti da Benji che le chiese: "C'è qualcosa che non va?"

Isa sincera gli disse a bassa voce in modo da farsi sentire solo da lui: "A dire la verità non sono abituata a tutto questo lusso, mi sento un po’ a disagio."

Benji scoppiò in una risata che fece girare le persone sedute ai tavoli vicini, ma lui non se ne curò.

Catherine sorrise e disse ad Isa "Sono contenta di rivedere Benji così felice, spero che non ti faccia disperare!"

"A dire la verità è un gran testardo, vuole sempre avere ragione lui."

"Senti chi parla! Anche tu non scherzi in fatto di testardaggine, e poi non è vero che voglio sempre avere ragione."

"Ah no, se ho dovuto rimanere a vivere con te, perché continui ad insistere che può accadermi qualcosa, ma fino ad adesso sono ancora sana e salva!"

A quel punto intervenne William

"Vivete insieme?"

Isa rossa come un peperone rispose: "E' una situazione temporanea, finché Benji non si convince che sono al sicuro anche a casa mia!"

"Secondo me è meglio se stai con Benji perché di quel Jack che poco da fidarsi! Mi dispiace per quello che ti è successo, ma adesso sembra che stai bene" disse Catherine

"Sì signora sto meglio, grazie!" rispose Isa

"Per l'appunto noi siamo qui per discutere di qualcosa" disse Benji rivolto al padre.

"Esatto. Diciamo che ho alcune conoscenze che hanno fatto delle ricerche su questo Jack Porter, si è laureato in medicina sportiva pochi anni fa e grazie a suo zio è riuscito ad avere questo posto di lavoro. Suo zio è il sig. Little."

"E' un raccomandato" disse Benji con tono sarcastico

"Non, solo - continuò William - ma sembra che quando stesse facendo il tirocinio, sempre presso strutture dove c'era l'influenza di Little, fossero spariti degli antidolorifici ed altri medicinali. Porter non fu mai accusato anche se questi furti finivano quando lui se ne andava. Ho fatto dare anche una sbirciata al suo conto corrente, è alquanto sostanzioso, so che suo zio gli passa una provvigione e lo stipendio che percepisce è buono ma queste due cose non sono sufficienti per avere un conto così alto e mantenere il suo tenore di vita."

"Papà, lo sai che quello che hai fatto è illegale?" disse Benji

"Suvvia, ragazzo mio, il direttore della banca mi doveva un favore e ha fatto qualche indagine per me. E' per una buona causa" l'uomo sorrise rivolgendo il suo sguardo verso Isa.

"Porter allora è implicato in qualche faccenda non molto pulita?" chiese Catherine

"Esatto! So che la polizia lo sta tenendo sottocchio da tempo è aspettano solo che lui faccia un passo falso, anche perché vogliono arrivare a Little. Secondo me è lui che gestisce tutto." William Price era sicuro delle sue affermazioni e sorrideva felice di aver aiutato il figlio.

"Grazie papà per l'aiuto - disse Benji - poi rivolgendosi a Isa - adesso hai capito con chi abbiamo a che fare? Tu non devi mai stare da sola, quell'uomo non mi sembra uno che rinuncia a qualcosa che vuole"

"Sarà stato il capriccio di una sera e si è già vendicato. Vedrai che non si farà più vivo"

"Isa mi è stato detto che lo hai atterrato tu quell'uomo" disse William

"E' stata solo fortuna sig. Price"

"Non sminuirti così, l'ha atterrato con un colpo di kick-boxing, dovevate vederlo quel bastardo tutto dolorante e per di più per colpa di una donna!" Benji rise ripensando alla scena.

"Avrei tanto voluto esserci, almeno mi sarei divertito un po’!" disse William.

La cena continuò senza problemi fino a quando non fece il suo ingresso in sala Jack Porter con Little.

Isa stava parlando della sua casa con Catherine quando alzò lo sguardo e lo vide lì in fondo alla sala che la stava osservando. Catherine vedendo la ragazza impallidire seguì il suo sguardo e vide quell'uomo alto e di aspetto gradevole osservare Isa.

"Isa non dirmi che quello è.." non riuscì a finire la frase che Isa la interruppe "Sì è lui, è Jack!"

Benji non aveva capito che l'improvviso pallore della ragazza dipendesse da Jack, essendo girato di spalle rispetto all'entrata non poteva vederlo così chiese alla ragazza se non stesse bene.

"Benji, se ti dico una cosa mi prometti che stai calmo?" gli disse Isa

"Ma amore, io sono sempre calmo!" disse Benji sicuro

"Benji - intervenne Catherine - ricordati che siamo in un luogo pubblico e molto esclusivo!"

"Ma quante storie, Isa cosa mi devi dire?"

"C'è Jack!" disse la ragazza con un filo di voce.

"E sta venendo qui!" aggiunse Catherine

"Ma io lo ammazzo!" disse Benji e fece per alzarsi ma William lo trattenne.

"Benji non fare cavolate , stai seduto a soprattutto stai vicino a Isa, capito! A quei due ci penso io!"

"Papà non sono più un bambino, so trattenermi!"

"Vedremo" disse William Price osservando i due uomini avvicinarsi.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Dov'è Isa? ***


CAPITOLO 15

CAPITOLO 15

Dov'è Isa?

Benji non riusciva a dormire e guardava il mare cercando di non pensare a niente, ma non poteva, gli veniva in mente la scena del ristorante e in quel momento si pentì di aver tirato un solo pugno a quello stronzo.

Fu distolto dai sui pensieri da Isa che gli si era avvicinata preoccupata.

"Benji, vieni a dormire."

"Non ce la faccio, ho troppi pensieri per la testa."

"E' colpa mia, vero?" chiese Isa triste.

"No, tu sei adorabile, però non so cosa ha in mente Jack e questo mi preoccupa un po’."

"Mi dispiace, ti sto creando un sacco di problemi."

"Non sei tu, è Jack il problema. Penso che se te ne andassi lui ti lascerebbe stare." Benji si interruppe di colpo poi disse: "Sposami Isa, dopo i mondiali verrai a vivere con me in Germania! Jack non sarà più un problema."

"Mi vuoi sposare per salvarmi da Jack?"

"No! Io ti amo e voglio stare con te!" disse deciso il ragazzo.

"Ci conosciamo da troppo poco tempo, io….io non me la sento di sposarti, anche se ti amo."

Benji si girò verso il mare, non pensava in una risposta negativa.

"Ti prego non prendertela, ho bisogno di più tempo. Se facciamo tutto di fretta potremo pentircene, te lo assicuro"

"Forse hai ragione tu, ma stai tranquilla che prima o poi mi sposerai." Le disse Benji sicuro.

"Chi vivrà, vedrà! Adesso torna a letto, ricordati che ha gli allenamenti."

"Già domani sera ci sarà la prima amichevole"

Sembrava che il tempo avesse velocizzato il suo corso, le partite amichevoli erano finite, vinte sempre dalla nazionale giapponese ed ora mancava un giorno all'inizio dei mondiali.

Isa e Benji si vedevano poco, lui era sempre stanco per via degli allenamenti che si erano intensificati, lei dal canto suo quando non era al lavoro era circondata o dalle altre ragazze e stava con la madre di Benji. Finalmente quella sera erano riusciti a stare da soli, Isa aveva organizzato una cenetta romantica in un piccolo ristorante in riva al mare, Benji era entusiasta dell'idea di poter stare un po’ da solo con Isa.

Era tutto perfetto, però verso la fine della cena Benji decise di parlare ad Isa di un'idea che gli passava per la testa già da un po’.

"Ascolta Isa, quando saranno finiti i mondiali io dovrò rientrare in Germania e vorrei che tu venissi con me. Non fa niente se non vuoi sposarmi vivremo lo stesso insieme."

Isa rimase in silenzio per un po’ poi disse: "La mia vita è sempre stata qui, i miei amici, il lavoro, i ricordi, non so accettare la tua proposta. Sarà un cambiamento così radicale.."

"Pensaci, se vorrai raggiungermi anche dopo che sarò partito, per me va bene. Promettimi solo di pensarci."

"Va bene, lo farò"

"Sono così emozionata, i mondiali. I nostri ragazzi partecipano ai mondiali!" Evelyn era eccitatissima, stavano assistendo alla prima partita che giocava la nazionale giapponese, erano presenti tutte sulle tribune mancava solo Isa che purtroppo era al lavoro.

"Peccato che Isa non sia presente!" disse Patty

"Hai ragione, però ha detto che deve lavorare. Perché in questi giorni e con questo caldo c'è una vera e propria emergenza." disse Maki.

"Ragazze stanno entrando!" disse Amy

Isa dal canto suo si era equipaggiata con una radiolina portatile così avrebbe ascoltato la partita, Marcos la guardava scuotendo la testa.

"Credi che vinceranno?"

"Sicuro con Benji in porta non entrerà neanche un pallone!" rispose sicura Isa

"Staremo a vedere"

"Vorresti dire che il mio Benji non è bravo?" domando Isa con sguardo assassino

"No, no è bravissimo!" disse Marcos

"Così va meglio"

"Ma lui tornerà in Germania dopo i mondiali?"

"Sì e mi ha chiesto di andare con lui"

"E tu cos'hai risposto?"

"Che ho bisogno di tempo per pensare" disse Isa

"E a cosa dovresti pensare?" domandò Marcos

"Tutta la mia vita è qui, il lavoro, tu, Janet e Micheal, la mia casa, i miei ricordi.."

"E' vero, ma il tuo amore sarà lontano e tutto quello che mi hai detto non basterà per renderti felice. Anche se te ne vai resteremo in contatto, ormai con internet si può fare tutto!"

"Non so, vedremo." Rispose Isa.

Dall'altra parte della città Jack Porter stava osservando la partita della nazionale giapponese, dopo doveva giocare la sua squadra. Peccato erano i due gironi diversi, ma forse si sarebbero incontrati in semifinale, erano davvero bravi quei giapponesi, soprattutto Benji Price, lo osservò con odio ormai doveva fare presto, Isa sarebbe stata sua. Quella sera finiva il turno alle otto, non sarebbe più tornata a casa.

"Hanno vinto!" esclamò Isa al settimo cielo "Te l'avevo detto che erano bravi" disse poi rivolta a Marcos.

"Devo ammetterlo avevi ragione ma mancano ancora altre partite."

"Vinceranno!" disse sicura Isa.

I due cominciarono a discutere di calcio, Isa si era fatta una cultura in materia da quando stava con Benji, furono interrotti dallo squillo di un cellulare.

"E' lui!" disse Isa

"Ciao, sei stato bravissimo, lo sapevo che avresti vinto" disse Isa tutta d'un fiato

"Grazie, sei sempre troppo buona. Stasera cena a due?" chiese Benji

"Certo che domande, però prepari tu!"

"Ok, in qualche modo mi arrangio. Ti amo!"

"Io di più!" rispose Isa.

"Ci vediamo domani!" disse Isa a Marcos

"Va bene, fai la brava stasera!"

"Io sono sempre brava, salutami tutti!"

Marcos si avviò verso la sua macchina e lasciò Isa che si stava dirigendo verso la sua, mentre apriva la portiera sentì qualcuno alle sue spalle, fece per girarsi ma non fece in tempo perché una mano le chiuse la bocca e un narcotizzante la fece addormentare.

Marcos si era dimenticato il cellulare nella borsa di Isa e stava tornando da lei, quando vide due uomini caricare la ragazza svenuta su un furgone.

"Lasciatela andare" urlò cercando di rincorrere il furgone che ormai era troppo lontano. Marcos era riuscito prendere alcuni numeri di targa, prese il cellulare dalla borsa di Isa e chiamò la polizia.

Benji guardò per l'ennesima volta l'orologio le nove, ma dov'era finita? Il cellulare era spento, si stava veramente preoccupando, il sospetto che Jack le avesse fatto qualcosa lo fece stare male.

Ad un tratto suonò il telefono.

"Isa! Ma dove.."

"Non sono Isa, sono Janet la moglie di Marcos"

"Il collega di Isa? Lei è lì con voi, vero?"

"No, non è qui.."

"E allora dov'è?" urlò Benji

"E' stata rapita!" disse piangendo Janet.

"Rapita? Ma come, cosa.."

Janet spiegò quello che aveva visto suo marito e gli disse di andare alla polizia perché volevano parlare anche con lui.

Benji chiamò subito suo padre, aveva bisogno di lui.

"Papà, ho bisogno di te!"

"E' successo qualcosa? Isa.."

"E' stata rapita, adesso devo andare alla polizia, vieni con me?"

"Che domande! Passami a prendere, io intanto faccio un paio di telefonate." Disse il padre preoccupato.

Quando arrivarono alla polizia, Marcos gli andò in contro e disse: "Ho cercato di rincorrere il furgone, ma non c'è l'ho fatta, io.."

"Non ti preoccupare, ho saputo che sei riuscito a prendere alcuni numeri di targa."

"Sì ma sono qui da un po’ e non mi hanno detto ancora niente. Cosa le accadrà? E' stato quel Porter, sono sicuro!" Marcos era molto scosso.

"Adesso vedrai che sapremo qualcosa, mio padre ha parlato con il comandate sta arrivando anche lui."

I due uomini furono interrotti da una voce: "A quanto pare sapete qualcosa che io non so!"

"Ispettore McClean, se vuole ascoltarmi le spiegherò quello che ho scoperto." Disse Benji.

"Ispettore, sono William Price, ho già parlato con il comandante Logan, fra poco si unirà a noi."

"Signore, deve avere molta influenza per scomodare il comandante." Disse McClean.

"Abbastanza!" rispose William

"Adesso vogliamo cercare di trovare Isa?" disse Benji disperato.

Isa si risveglio in una stanza era buio e non capiva dove fosse, cos'era successo, ricordava solo di aver sentito qualcuno alle sue spalle, che mal di testa! Non riusciva a ricordare e lentamente sveni di nuovo.

"Voi dite che questo Jack Porter potrebbe aver fatto rapire la ragazza." Disse il comandante Logan.

"Esatto Logan, devi fare controllare se un furgone di quel tipo appartiene a qualche società di Little" disse William Price.

"Price, ti rendi conto con chi abbiamo a che fare?" chiese Logan.

"Io so solo che è stata rapita una ragazza e se sarà necessario chiamerò FBI!" disse adirato William.

"OK, non ti arrabbiare. McClean, fai un controllo delle società di Little e dei mezzi intestati a queste società."

"Vado subito."

Dopo mezz'ora non si sapeva ancora niente, Benji non sapeva più cosa pensare. Era riuscito a mandare a casa Marcos con la promessa che se avesse saputo qualcosa lo avrebbe chiamato immediatamente. Aveva anche avvisato Mark dicendogli che non avrebbe giocato nessuna partita fino a quando non avrebbe trovato Isa, Ed doveva quindi impegnarsi negli allenamenti per la prossima partita che ci sarebbe stata tra quattro giorni. Aveva pensato a tutto, se solo avesse saputo dove abitava Porter, era sicuro che Isa era con lui, sperava solo che stesse bene.

"Benji, vieni! Hanno trovato qualcosa" disse William

Il ragazzo corse nell'ufficio di McClean dove il comandante stava osservando dei tabulati.

"Price, dovevi fare il poliziotto. Una società di Little ha un furgone identico al modello e con i numeri di targa che corrispondono con quello visto dal testimone. Mi sa che dovremo disturbare il sig. Little."

"Logan e se andassi io a parlare con lui. Non metterà mai in mano suo nipote alla polizia." Disse William

"Cosa ci ricaveresti?" chiese Logan.

"Ho un piano, magari funzionerà" disse sicura William.

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** La fine dell'incubo ***


CAPITOLO 16

CAPITOLO 16

La fine dell'incubo

"Jack, te ne vai così presto?" chiese Little al nipote.

"Sì zio, ho un appuntamento!" disse con un sorriso l'uomo.

"E con chi? Le donne più belle di Los Angeles sono tutte qui a questa festa!"

"Ma io devo incontrare la donna dei miei sogni!"

"Non dire cavolate, non ti vuole neanche vedere…un momento non avrai fatto quello che mi hai detto un po’ di tempo fa?" Little cominciava a preoccuparsi.

"Può darsi!"

"Può darsi un corno! Il rapimento è un reato federale!!" Little cercò di non farsi sentire dalle persone intorno a loro.

"Zio, è tutto sotto controllo" Jack era sicuro di quello che diceva.

"Dove ti rintraccio se succede qualcosa?"

"Sono nel cottage di Santa Monica"

"Ma non c'è ancora il telefono."

"Meglio così!" Jack salutò lo zio e si avviò verso la macchina.

Little decise di lasciare anche lui la festa, era meglio andare a casa, quel ragazzo lo avrebbe fatto morire di infarto.

Isa si svegliò, sentì che nella stanza c'era un'altra persona.

"Chi sei? Perché mi hai fatto questo?" chiese adirata la ragazza.

"Non ti arrabbiare, se fai la brava forse ti slegherò" disse la voce. Infatti Isa aveva sia i polsi che le caviglie legate.

"Jack, lasciami andare!" adesso Isa era impaurita.

"Ti prego, non avere paura di me. Voglio solo farti felice, dopo che ci saremo sposati ce ne andremo lontano. Vedrai che presto dimenticherai quel giapponese!"

"Non ti sposerò mai!" disse caparbiamente Isa.

"Hai due scelte, o mi sposi o faccio ammazzare il tuo portiere. Non sopporto i rivali."

"Non fargli del male."

"Mi sposerai?"

Isa non rispose, stava piangendo.

"Pensaci, torno tra un po’, tanto non ho fretta."

Jack uscì dalla stanza, quando aprì la porta Isa notò nell'angolo un bellissimo abito da sposa. Aveva pensato proprio a tutto, l'oscurità si impadronì ancora della stanza e Isa si sentì perduta.

"Eccolo, sta rientrando" disse Little.

"Vado, mi raccomando non fate niente, a meno che mi punti una pistola!" disse William Price.

"Papà non è il momento di scherzare!" esclamò Benji

"Non ti preoccupare!"

- Dice bene lui, ogni minuto che passa mi sembra di perdere per sempre Isa e adesso mi devo preoccupare anche per lui - pensò Benji.

Little scese dalla macchina e vide un uomo avvicinarsi, fece per risalire sulla macchina ma la voce dell'uomo lo bloccò.

"Little, ho bisogno di parlati!"

"Price, che diavolo ci fai qui?" chiese Little sorpreso

"Penso che tu lo sappia, ma forse è meglio se entriamo in casa."

"Ma di cosa stai parl…." La frase di Little rimase in sospeso.

"Vedo che hai capito, vogliamo entrare?"

"Stanno entrando!" esclamò Benji

"Speriamo che gli dica dove si trova la ragazza" disse McClean.

"Sempre se lo sa" aggiunse Logan.

"Dobbiamo solo aspettare ed avere fiducia in mio padre." Disse Benji.

Isa cercò di alzarsi dal letto, la luce della luna rischiarava leggermente la stanza e adesso che la sua vista si era abituata riusciva a scorgere il vestito, un armadio insomma era una stanza normale, doveva trovare qualcosa per tagliare le corde, scivolò dal letto e si trascinò per la stanza in cerca di qualcosa di tagliente. Doveva liberarsi e riuscire a scappare, pensò a Benji a cosa stava facendo in quel momento; la stava cercando? Era sicura di sì, sperava di sì.

Strisciava per la stanza come un verme, pensò leggermente divertita, non riusciva a trovare niente, la disperazione cominciò ad impadronirsi di lei.

"Cosa vuoi Price?" chiese Little

"Dov'è la ragazza?"

"Non so di cosa stai parlando!"

"Allora dimmi dov'è tuo nipote!" disse William

"Non lo so!"

"Non mentire Little, io sono qui perché non voglio procurati guai. L'FBI è già stata avvertita stanno per arrivare"

"Non possono risalire a me!" disse sicuro Little.

"C'è un testimone del rapimento ed è riuscito a prendere la targa del furgone. E lo sai a chi appartiene? Ad una tua società. Ti accuseranno di complicità, lo sai che i federali ti sono addosso, te la sei sempre cavata ma adesso può essere la fine."

Little si avvicinò al piccolo bar presente nel suo studio e si versò dello brandy che mandò giù tutto d'un fiato, non parlò per alcuni secondi poi si girò e disse:

"Si trova in un cottage a Santa Monica" poi scrisse qualcosa su un foglio e lo diede a William "Questo e l'indirizzo e adesso vattene!"

William prese il foglio e uscì di corsa, dovevano andare a salvare Isa.

"Papà, com'è andata?" chiese Benji

"Ho l'indirizzo di dov'è andato Jack, lì dovrebbe esserci anche Isa"

"E se non ci fosse?"

"Benji non leghiamoci la testa prima del tempo!" disse William

Isa vide aprirsi la porta e Jack entrò dicendo: "Cosa volevi fare? Scappare?" e rise.

"Lasciami andare, perché mi fai questo?"

"Perché ti amo e voglio che tu stia con me!"

"Io non ti amo!" urlò Isa in lacrime

"Col tempo imparerai ad amarmi ancora, adesso smettila di piangere, se no domani avrai le occhiaie, verresti male in foto."

"Cosa stai dicendo?"

"Sto dicendo che domani mattina ci sposiamo" Jack prese il braccio Isa e la portò sul letto e le disse: "Ti conviene non farmi scherzi, se no il tuo giapponese finisce male!"

Isa annuì con la testa e dopo che Jack fu uscito dalla stanza scoppiò a piangere.

Era quasi l'alba quando arrivarono a Santa Monica, Logan aveva chiamato altre auto in supporto e adesso si stavano preparando per fare irruzione nella casa. Sembrava che al suo interno non ci fosse nessuno. Benji pregava che lì ci fosse Isa tutta intera, l'attesa era snervante voleva entrare lui ma non poteva, avrebbe fatto da spettatore.

Jack si svegliò di soprassalto sentendo che qualcuno aveva buttato giù la porta di casa, capì che era stato scoperto allora corse verso la camera di Isa entrò ma non vide la ragazza, ma dov'era andata, la stanza era chiusa a chiave la finestra sigillata. Decise che era meglio andarsene, ma era troppo tardi.

"Mani in alto!" disse un uomo.

Jack si voltò e sorrise, si era fatto beccare come un novellino; in pochi attimi la camera si era riempita di gente un uomo avanzò e chiese:

"Dov'è la ragazza?"

"Non so di chi stia parlando."

"Comandante nella casa non c'è nessun altro"

"Dove hai messo la ragazza" ripete Logan

"Signore le ripeto che non so di cosa lei stia parlando!"

Un silenzio calò nella stanza ma fu interrotto da una voce: "Sono qui, nell'armadio!"

Logan andò verso l'armadio e lo aprì vide la ragazza rannicchiata su se stessa e le disse:

"E' tutto finito!"

La tirò fuori e le slego i polsi e le caviglie, Jack adirato e disse: "Ma come hai fatto ad entrare lì?"

"Ringrazia le porte scorrevoli" disse Isa

"Isabel di fuori c'è qualcuno che ti aspetta." Le disse Logan.

Benji non riusciva a stare calmo, perché non usciva nessuno? All'improvviso vide una figura che conosceva bene

"Isa!" urlò.

La ragazza lo vide e gli corse incontrò, gli saltò letteralmente in braccio e pianse.

"Non piangere, ti prego è tutto finito!" disse Benji

Isa non riusciva a parlare, finalmente era tutto finito e Benji stava bene.

"Ho avuto paura…che ti facesse del male." Disse la ragazza tra le lacrime.

"Sto benissimo, ma tu - disse il ragazzo guardandole i polsi - ..devi farti medicare."

"So medicarmi da sola, voglio solo andare a casa"

In quel momento portarono fuori Jack in manette, William si avvicinò ai due ragazzi e disse: "Benji stai calmo."

"ok!" rispose soltanto.

Isa non volle guardare Jack ma Benji era contento adesso la sua Isa era veramente al sicuro, l'incubo era finito.

Dopo essere stata medicata, Isa raccontò al ragazzo tutto quello che aveva vissuto e provato, Benji guidava cercando di guardare la strada anche se non riusciva a staccare gli occhi da Isa

"… non so perché ma ho deciso di chiudermi nell'armadio, fortunatamente aveva le ante scorrevoli, non so quanto sono rimasta lì, so solo che quando mi sono svegliata ha sentito le persone che parlavano e chiedevano a Jack dove fossi."

"Devo ringraziare mio padre se siamo riusciti a trovarti così in fretta, a proposito chiama Marcos e poi ti racconto come è andata a noi."

Isa chiamò subito il suo amico che quasi si metteva a piangere per la felicità, Janet piangeva e basta. Attaccò con la promessa che sarebbe passata da loro appena si fosse rimessa.

Benji a quel punto le raccontò tutto quello che avevano fatto per trovarla, "Se non foste stato per te e tuo padre adesso sarei stata sposata a quel tipo!" disse Isa con disprezzo.

"Ma non succederà e adesso siamo qui noi due insieme e senza più aver paura. Finalmente siamo arrivati." Disse Benji parcheggiando l'auto.

Il ragazzo si era dimenticato di telefonare agli amici per avvisarli della liberazione di Isa così appena entrarono si trovarono tutti addosso, le ragazze piangevano, i ragazzi volevano sapere cosa era successo, in poche parole c'era un casino tremendo.

Mark decise di prendere in mano la situazione: "Ragazzi! Forse è meglio se Isa va a riposare, dopotutto sarà esausta. Noi avremo tempo per chiederle tutto più tardi!"

Tutti furono concordi così i due ragazzi poterono andare a dormire, naturalmente uno tra le braccia dell'altro.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** La partenza ***


CAPITOLO 17

CAPITOLO 17

La partenza

Isa osservava il campo vuoto, tra pochi minuti sarebbe iniziata la finale dei campionati del mondo. Il Giappone ce l'aveva fatta era arrivato in finale, era stata dura ma adesso i suoi amici si giocavano il tutto per tutto.

Le sue amiche accanto a lei fremevano dall'impazienza, il Brasile era forte, ma tutte avevano fiducia nei loro campioni, ecco stavano entrando in campo, Benji era bello come sempre finita la partita se ne sarebbe andato, cosa doveva fare? Seguirlo o pensarci ancora un po’.

In quei giorni tutto era così frenetico, gli allenamenti, le partite, Isa aveva finalmente preso le ferie per poter seguire meglio Benji ed aveva capito che lo amava troppo per lasciarlo solo; la paura però la bloccava.

"Isa!" la ragazza si girò e vide i genitori di Benji dirigersi verso di lei.

"Signori Price, non pensavo che sareste venuti!"

"Quante volte te lo dobbiamo dire, ci devi chiamare William e Catherine!" rispose Catherine.

"Va bene, prima o poi mi abituerò!" disse Isa con un sorriso.

"Cara, muoviamoci a sederci che fra poco inizia! Vedi sono già entrati in campo!" disse William alla moglie.

- Comincia - pesò Isa; la partita era iniziata e Isa cercò di stare calma, sperando che il tempo non passasse mai.

Quando Holly alzò la coppa al cielo tutti erano increduli, chi mai avrebbe pensato che il Giappone avesse potuto vincere i mondiali?

I ragazzi piangevano dalla felicità e anche sugli spalti la commozione era tanta, Isa vide Patty che continuava a saltare e gridare, cercò di calmarla dopotutto era incinta.

"Non capisci Isa il suo sogno, il nostro sogno si è avverato. Abbiamo lottato tanto per arrivare fino a qui!" disse Patty mentre le lacrime le rigavano le guance.

Il sogno di Patty è anche quello di Holly, due individui e una sola persona, è così che dovrebbe essere; anche tra me e Benji pensò

Fu distolta dai suoi pensieri dalle ragazze che la trascinarono praticamente verso gli spogliatoi, dove avrebbero aspettato i nuovi campioni del mondo, tutte piangevano e non vedevano l'ora di tornare a casa, Isa pensò che la sua casa era lì a Los Angeles in riva al mare. Cosa doveva fare, era troppo confusa.

"Abbiamo vinto! Siamo i campioni del mondo!!!!" urlò Holly mentre alzava la coppa al cielo.

Intorno a lui i suoi compagni, piangevano felici, il loro sogno si era realizzato, Benji non piangeva anche se aveva le lacrime agli occhi, era felice aveva raggiunto il suo sogno, si girò verso gli spalti cercando di vedere Isa, ma c'era troppo casino.

"Ragazzi, se abbiamo vinto lo dobbiamo soprattutto al rigore che ha parato Benji!" disse Bruce.

In un attimo, Benji si ritrovò tra le mani la coppa che alzò felice verso l'alto, le lacrime finalmente rigarono le sue guance.

"Eccoli!" esclamò Evelyn correndo verso Bruce.

Fu un attimo e ci fu un groviglio di abbracci e pianti, Isa rimase in disparte, le ragazze avevano vissuto tutto il percorso che aveva portante la nazionale alla vittoria, lei si sentiva coinvolta solo per Benji.

"Isa!"

La ragazza si voltò e si trovò davanti Benji, era completamente sporco di terra ed era felice, Isa lo abbracciò e gli disse: "Sono tanto contenta per te! Ti sei meritato tutto questo!"

Benji non rispose si limitò a stringerla più forte, non sapeva ancora se Isa sarebbe partita con lui, prima sarebbe andato in Giappone e poi sarebbe tornato in Germania. La partenza era ormai vicina.

Per tutti non ci fu un attimo di tregua, interviste, foto e la festa che ci sarebbe stata tra poche ore, Isa si trovava nell'appartamento di Benji e osservava il vestito che aveva acquistato il giorno prima, Diablo la osservava curioso.

"Lo sai che non mi piace mettere la gonna!" disse la ragazza al cane.

Diablo si limitò a guaire e si diresse verso la porta aperta, sicuramente diretto alla piscina, poi una voce alle sue spalle fece sobbalzare Isa: "Hai delle gambe così belle, che è un peccato coprirle!"

"Benji, mi hai fatto spaventare!"

"Scusa" le disse abbracciandola, poi diede un occhiata al vestito, bianco con dei fiorellini azzurri, le sarebbe arrivato poco sopra le ginocchia, semplice e fresco, pensò il ragazzo.

"Non ti piace?" chiese Isa

"Al contrario, starai benissimo, però devi lasciare i capelli sciolti!"

"Perché?"

"Così quando torniamo non devo perdere tempo a disfarti l'acconciatura prima di poter fare l'amore" disse Benji con un sorriso.

"Se vuoi abbiamo tempo anche adesso!" disse maliziosa Isa.

La festa organizzata dai ragazzi si sarebbe svolta sullo Yacht che il padre di Benji aveva gentilmente prestato al figlio. Era una cosa solo tra di loro, niente giornalisti o fotografi, per quello sarebbe bastato tornare in patria, erano tutti euforici.

Ballarono e risero per quasi tutta la notte, "Ragazzi, mio figlio potrà dire che suo padre ha vinto una coppa del mondo!" esclamò Bruce.

"Mio figlio può dire che lui c'era!" disse Philip

"Ma anche il mio piccolino c'è!" rispose Bruce appoggiando le mani sulla pancia di Evelyn che rideva felice.

"Bruce non dirmi che ti accontenti di una sola coppa del mondo?" chiese Julian.

"Hai ragione bisognerebbe vincere anche i prossimi mondiali!" disse Bruce con tono serio.

Tutti guardandolo scoppiarono a ridere e Bruce disse: "Ma che ho detto?"

Non ottenne risposta.

"Non vedo di loro di tornare a casa, così mi riposo e mi dedico un po’ a Maki e al bambino" disse Mark abbracciando la moglie che teneva tra le braccia il piccolo Willy.

"Concordo. Patty è ora che ti riposi, in questi giorni eri troppo sotto stress" disse Holly

"Va bene dottore, farò come vuole lei. Questo implica il fatto che tu dovrai cucinare, lavare, stirare, pulire.."

"Ho capito assumo una cameriera!" disse Holly

Isa osservava tutti così felici con le loro famiglie e si sentì fuori luogo, si scusò con il pretesto di andare a prendere qualcosa da bere e si diresse dalla parte opposta a dove erano gli altri, aveva bisogno di non pensare a niente almeno per un po’.

Benji si preoccupò quando non vide Isa tornare e andò a cercarla, la trovò seduta dall'altro lato dello yacht che guardava il mare.

"Isa! Pensavo che eri scappata!" disse sorridendo.

"Ogni tanto ho bisogno di staccare dalla confusione, sono fatta così, mi devo isolare per un po’!"

"A cosa stai pensando?"

"A niente, guardavo il mare e basta."

"Dopodomani, anzi domani parto. Prima vado in Giappone con gli altri e poi torno in Germania."

Isa ebbe un tuffo al cuore, il momento era arrivato "Per te dov'è la tua casa?" chiese la ragazza.

Benji rimase spiazzato dalla domanda ma rispose "Ad Amburgo, almeno fino a quando giocherò in Germania"

"E la mia casa è qui, almeno fino a quando non avrò la forza di staccarmi da tutto e da tutti."

"Questo vuol dire che non partirai con me?" chiese Benji

"No, non partirò con te" rispose Isa "Ma ti raggiungerò. Se avrai la pazienza di aspettarmi, verrò da te."

"Io non so se.."

Isa gli mise un mano sulla bocca "Non dire niente, ti prego. Io ti amo, ma ho bisogno di provare a vivere senza di te, prima di stare accanto a te per sempre."

"Non ti capisco, ma ti aspetterò. Comunque ci sentiremo, insomma.."

"Telefonami quando vuoi a tutte le ore che vuoi." Disse Isa

"Per il momento mi farò bastare questo."

"Grazie" disse Isa baciandolo a fior di labbra, Benji la abbracciò e la baciò a sua volta con passione "Queste ultime ore, sono solo per noi" disse il ragazzo

"Sì"

Il giorno successivo passò velocemente, nessuno vide in giro Benji e Isa, questo fece preoccupare Patty.

"Secondo me, lei non parte con noi" disse la ragazza al marito.

"Ma cosa dici! Si amano, perché devono stare divisi?"

"Non lo so, ma il mio sesto senso mi dice che Benji partirà da solo."

Patty purtroppo aveva ragione, Isa andò con loro all'aeroporto ma senza valigie "Isa, dove sono le tue valigie?" chiese Bruce.

"Io non vengo con voi!" disse la ragazza.

"Perché?" Bruce non voleva proprio farsi gli affari suoi.

"Diciamo che ci rivedremo presto!"

"Ma.." Bruce tentò di parlare ma Evelyn lo zittì "Non sono cose che ci riguardano!" gli disse.

Quando venne chiamato il loro volo, i ragazzi salutarono Isa.

"Ti aspetto per la nascita del bambino" disse Evelyn.

" E anche per nascita della mia bambina" aggiunse Jenny

"Vienici a trovare appena puoi" disse Amy

"Non ti preoccupare, Benji ti aspetterà" disse Maki sicura

"Ti chiamo appena posso" le disse Patty che la salutò per ultima.

"Ok!" Isa aveva le lacrime agli occhi.

Finalmente rimasero solo lei e Benji, si abbracciarono e Benji le disse: "Non farmi aspettare tanto"

"Ci proverò! Ricordati che ti amo!"

Benji la baciò e le rispose: "Ti amo anch'io!" poi si avviò verso il cancello di imbarco.

Isa lo vide allontanarsi e si accorse che stava piangendo, perché faceva così male?

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** La mia casa sei tu! ***


CAPITOLO 18

CAPITOLO 18

La mia casa sei tu!

I giorni passavano troppo lenti per Isa, si stava rendendo conto che le lunghe telefonate con Benji non le bastavano più, il lavoro le pesava in maniera esagerata, faceva lunghe passeggiate sulla spiaggia ripensando a quando era con lui.

Una sera era invitata a cena da Marcos e Janet capì che qualcosa era cambiato così decise di indagare un po’: "Dimmi Isa non hai ancora deciso cosa fare?"

"No, non sono ancora pronta!"

"Sei sicura?"

Isa stette un attimo in silenzio e poi disse: "No, non sono sicura."

"Allora vuoi raggiungerlo?"

Pensando a quella prospettiva il cuore di Isa cominciò a fare i salti di gioia, ma cercò di negare la verità.

"Non sono pronta per lasciare tutto"

"Il tuo lavoro di entusiasma come prima?" chiese la donna

"….no" rispose Isa a bassa voce.

"Lo sogni di notte e lo pensi di giorno?"

"Sì"

"Lo vedi dappertutto?"

"Sì"

"E cosa ci fai ancora qui, vai da lui!" disse Janet.

Isa finalmente capì che era quello che voleva baciò Janet sulla guancia, salutò Marcos e il piccolo Michael e corse a casa a preparare le valigie.

Benji si sentiva solo nella sua villa di Amburgo, le sembrava troppo grande solo per lui. Gli mancava Isa ma aveva promesso che l'avrebbe aspettata, era passato già più di un mese dalla vittoria ai mondiali. Il loro ritorno in Giappone era stato trionfale, lui era forse l'unico che non si sentiva completamente felice.

Era tardi, domani avrebbe chiamato Isa, viveva per quelle telefonate anche se non gli bastavano mai.

"Diablo, partiamo per la Germania, ho inventato una scusa per Benji, gli ho detto che devo fare servizio fuori città per un paio di gironi e che non possiamo sentirci così gli faccio una sorpresa! Che ne dici è stata un'ottima idea?"

Il cane abbaiò come per darle ragione, Isa continuò a parlare: "Adesso arrivano le note dolenti, riesco a portare via solo 3 valigie ma appena riesco torno qui e svuoto tutto, la terremo come casa per le vacanze. I tuoi giochini non ci sono stati tutti, mi spiace e poi in aereo non potrai viaggiare con me, ma sarai nella stiva con altri cani. Non guardarmi così, lo sai che avrei voluto farti restare con me, ma le leggi sono leggi!"

Il loro discorso fu interrotto dalla voce di Marcos: "Isa sei pronta?"

"Eccoci arriviamo! Forza Diablo fra un po’ rivedremo il nostro Benji!"

All'aeroporto Isa piangeva mentre salutava Janet, Marcos e Michael.

"Grazie, per tutto quello che avete fatto per me. Siete stati la mia famiglia!" disse Isa

"Non ti dimenticare di noi e quando puoi vieni a trovarci" disse Janet abbracciando la ragazza.

"Va bene"

"Ti vogliamo bene!" disse Marcos.

"Zia non torni più?" chiese Michael

"Torno, torno. Comunque ti scriverò tante e-mail che ti leggeranno mamma e papà, va bene?"

"Mi mancherai tanto! Adesso chi gioca a calcio con me?" disse il bambino

"Allena la mamma, sono sicura che diventerà bravissima. Così se rompe qualche finestra non si arrabbia con te!"

"Va bene!" rispose il bambino.

"I passeggeri del volo per Amburgo sono pregati di recarsi al cancello 6" disse una voce.

Isa guardò i suoi amici e disse: "E' il mio volo. Diablo lo avranno già caricato, è meglio che vada anch'io. Mi mancherete!" abbracciò per l'ultima volta tutti e tre e si diresse verso l'imbarco.

Benji non riusciva a concentrarsi durante gli allenamenti, era sicuro che Isa non lo volesse sentire. Non aveva creduto neanche per un attimo a quella scusa che si era inventata.

- E se non mi ama più? - Pensò il ragazzo.

Fu distolto dai suoi pensieri dal mister che gli urlava "Maledizione Benji non ti sei accorto che Karl ti ha fatto goal?"

Benji si girò verso la porta e vide il pallone dietro di lui, doveva smettere di pensare ad Isa, almeno durante gli allenamenti.

"Benji cosa ti succede, è da quando sei tornato che non sembri più lo stesso" gli chiese Karl

"Non dire cavolate, sono sempre io." Rispose burbero Benji.

"Secondo me centra una donna" continuò imperterrito l'attaccante. Non ottenendo risposta da Benji aggiunse :"Ma allora ho visto giusto, ne vuoi parlare?"

"Mi lasci in pace?" chiese Benji, voleva solo andare a casa a farsi un bel bagno.

"Ragazzi facciamo 10 minuti di pausa, così vediamo se il nostro portiere si riprende!" disse sarcastico il mister.

- Stronzo! - pensò Benji mentre si dirigeva verso la panchina per bere qualcosa.

Isa aveva studiato tedesco e Benji le aveva fatto fare un ripasso ma aveva preferito munirsi di un vocabolario per ogni evenienza. Dopo essere arrivata ad Amburgo ed aver recuperato prima Diablo e poi le valigie si sedette un attimo a pensare a dove sarebbe stato Benji in quel momento. Guardò l'orologio e vide che erano quasi le quattro del pomeriggio e decise che sarebbe andata allo stadio, Benji era sicuramente là ad allenarsi.

Karl non si fermò a fare la pausa come i suoi amici e cominciò a palleggiare pensando allo strano comportamento di Benji e arrivo alla conclusione che il ragazzo era innamorato, ma la ragazza in questione contraccambiava? Era curioso di scoprire di più su tutta quella storia. Fu interrotto dall'abbaiare di un cane che si avventò su di lui o meglio sul pallone e cominciò a giocarci.

"Ascolti, devo vedere Benji Price" disse Isa al custode dello stadio nel suo tedesco stentato.

"Non è possibile si stanno allenando!" rispose intransigente l'uomo.

"Ma è importante!" Isa era al limite, quell'uomo non voleva farla passare, si era fatto un viaggio transoceanico ed era corsa fino a lì e adesso quell'uomo non la faceva passare; ci voleva anche Diablo che continua a tirare. Il cane all'improvviso diede uno strattone e Isa perse il guinzaglio, sia la ragazza che il custode seguirono Diablo che correva verso il campo.

"Diablo! Torna subito qui!" urlò Isa.

Il cane però aveva adocchiato un ragazzo che giocava con un pallone e lui vi si gettò letteralmente sopra.

"O Dio!" esclamò il custode "Adesso lo morde"

"Ma la, pianti Diablo è il cane più buono che esista, vuole solo giocare con il pallone!" disse Isa.

All'improvviso il suo sguardo si spostò sulla panchina, lì c'era Benji che incredulo guardava il cane, poi si guardò attorno come per cercarla.

I loro sguardi finalmente si incrociarono e Isa corse verso di lui.

Benji aveva osservato il cane che si era lanciato addosso a Karl, o meglio al pallone e credette di avere le allucinazioni

- Non può essere Diablo! - pensò.

Poi volse lo sguardo verso una ragazza che urlava e quando i loro occhi si incontrarono, gettò per terra la bottiglia e corse verso la sua Isa.

Si abbracciarono e Benji la baciò appassionatamente, alle loro spalle tutta la squadra era allibita.

"Ti è piaciuta la sorpresa?" chiese Isa.

"Sì, io pensavo che non volevi più sentirmi, sai la scusa…invece sei venuta da me!"

Benji la abbracciò ancora e per poco non la stritolava poi la guardò negli occhi e le disse: "Ma la tua casa.."

Isa lo interruppe dicendo "La mia casa sei tu!"

DUE ANNI DOPO

Isa non riusciva a smettere di guardare i suoi figli, suoi e di Benji che adesso dormivano ma pochi minuti prima piangevano disperati, certo che due erano proprio un grande impegno. Fu una sorpresa per tutti quando scoprirono che aspettava due gemelli, Nicholas ed Elizabeth.

Benji arrivò alle sue spalle "Ecco il caffè! I nostri diavoletti si sono calmati finalmente!"

Il portiere guardò i suoi figli con amore e orgoglio, avevano appena un mese ma erano vitali ed allegri, erano la sua vita.

Ripenso all'arrivo di Isa due anni prima, all'inizio convivevano ma dopo circa un anno era riuscito a convincerla e si erano sposati, avrebbero voluto una cerimonia semplice ma i suoi genitori li avevano convinti a fare un matrimonio in grande stile "come si merita Isa" gli disse sua madre.

C'erano proprio tutti e non aveva mai visto Isa così felice, anzi l'aveva vista così alla nascita dei suoi bambini.

"Dai torniamo da basso tanto se si svegliano ancora li sentiamo con l'interfono" disse Isa distogliendolo dai suoi pensieri.

"Va bene, godiamoci questi momenti di pace" disse Benji

Andarono in salotto Benji si sedette sul divano, Isa lo imitò appoggiandosi a lui.

"Ti ho mai detto quanto ti amo?" chiese Isa.

"Sì ma ripetimelo!"

"Ti amo, perché mi ami con una intensità che non ho mai conosciuto, ti amo perché mi fai sentire bella e speciale, ti amo perché mi hai dato due splendidi bambini e ti amo perché sei la mia casa, il mio rifugio, la mia vita." Concluse Isa.

Benji era senza parole, la abbracciò "Non lasciarmi mai, anche se non sarà facile stare insieme, anche se avremo dei problemi, resta con me. Ti amo così tanto che non riesco ad esprimerlo a parole, amo i nostri figli perché me li hai dati tu, ogni giorno ti amo sempre di più!"

Isa lo baciò con tutto l'amore e la passione che aveva dentro furono interrotti dal pianto di un bambino

"E' Nicholas!" disse Isa

"No, è Elizabeth!" replicò Benji.

Udirono anche un altro pianto ed Isa esclamò "Adesso sono tutti e due!"

Si alzarono e andarono dai bambini Isa prese in braccio la piccola mentre Benji si prendeva cura del fratellino.

Benji guardò Isa e le disse riferendosi a lei e ai bambini: "Voi siete la mia casa".

"Lo so, amore mio." Rispose Isa con un sorriso.

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=247