Io, Leo

di CacciatriceDiTramonti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un anno e mezzo dopo. ***
Capitolo 2: *** Stampelle ***
Capitolo 3: *** Scusa. ***
Capitolo 4: *** La festa di Toni. ***
Capitolo 5: *** Scelte. ***
Capitolo 6: *** Svizzera. ***
Capitolo 7: *** Ritorno. ***
Capitolo 8: *** Maturità e Lauree. ***
Capitolo 9: *** WeekEnd. ***
Capitolo 10: *** Di Nuovo. ***
Capitolo 11: *** Le Iene. ***
Capitolo 12: *** Novità. ***



Capitolo 1
*** Un anno e mezzo dopo. ***


<< Buongiorno Leo, su che facciamo l'ultimo prelievo! >>. È la voce di Ester,l'infermiera. Chissà che ore sono ma stamattina sono troppo stanco anche solo per pensare di aprire gli occhi. Mi avete stufato, voi e i prelievi. Faccio uscire bruscamente un braccio da sotto le coperte e ad occhi chiusi cerco di riacchiappare il sogno che stavo facendo. Sento Ester ridere mentre con la sua solita delicatezza mi infila l'ago sotto la pelle ed inizia ad aspirare il mio sangue. È un anno e mezzo che faccio prelievi ogni mattina, ogni mattina. Sento l'ago uscire dal braccio, l'odore inconfondibile dell'alcool mi punge il naso. Ester strofina l'ovatta imbevuta di alcool sul punto in cui un attimo fa c'era l'ago e mi applica un cerotto. Che odio sti cerotti. Delicatissima Ester mi rimette il braccio sotto le coperte e sorridendo mi riaddormento. Apro gli occhi punti dal sole, la stanza è illuminata e non capisco che ore sono. Mi metto a sedere e lo sguardo mi cade inevitabilmente sul letto vuoto accanto a me. È già una settimana che Vale è uscito da questo ospedale perchè è guarito. In realtà sono usciti e guariti tutti; sono rimasto solo io, solo. Il primo ad entrare e l'ultimo ad uscire. Ma meglio tardi che mai. Il cellulare mi dice che è mezzogiorno. Mi scappa un sorriso, da quando sono in questo ospedale non mi ero mai svegliato così tardi. L'ultima volta è successo che ero ancora a casa mia. Già, casa mia, chissa cosa proverò a rientrare oggi. Scrivo un bel messaggio di buongiorno sul gruppo dei Braccialetti Rossi di whatsapp e passo dal letto alla sedia a rotelle. Inizio a farmi un giretto per quella che ormai è la mia seconda casa e saluto tutti gli infermieri che ormai per me sono come dei cugini. << Leo, alla buon'ora >> mi si para davanti la dottoressa Lisandri col suo cipiglio sempre severo. << Dottoressa >> le sorrido. È lei che mi segue da un anno e mezzo, le voglio bene. << Dottoressa allora che mi dice? >> chiedo tradendo la mia emozione. << Alzati Leo >> mi intima la dottoressa. Obbedisco e mi alzo in piedi reggendomi in equilibrio sull'unica gamba che mi è rimasta. La dottoressa Lisandri è una donna molto alta, io non sono un gigante, per cui in piedi riusciamo a guardarci perfettamente negli occhi. << Bhe?? >> incalzo un po' agitato ma mantenendo il mio sorriso. La dottoressa mi prende le mani, << Leo, sei guarito. La massa nei polmoni non c'è più >> mi dice e le trema la voce e gli occhi le si fanno lucidi. Guarito, c'è al mondo parola più bella per me adesso? Guarito, guarito, guarito. Continuo a ripetere questa parola nella mia mente mentre guardo la dottoressa che senza fare un fiato lascia che le lacrime le addolciscando quel cipiglio. Stringo più forte le sue mani e le butto le braccia al collo. Non ho parole per esprimere le mie emozioni, stringo la dottoressa e lei stringe me. Rimaniamo così per non so quanto finchè ad interromperci è la voce di Lele, il portantino più “anziano” dell'ospedale, ha 35 anni. << Allora Leo, oggi finalmente te ne vai >> dice posandomi una mano forte sulla spalla. Sciolgo l'abbraccio con la dottoressa alla quale regalo un ultimo sguardo pieno di gratitudine. << Eh si Lele, da oggi ti annoierai >> dico sorridendo. << Senti preparati e quando vuoi vieni a firmare la cartella così la chiudiamo >> annuisco e mi risiedo sulla sedia a rotelle. “Chiudiamo la cartella”, altre parole meravigliose, sento il cuore a mille, sono felice ed ho paura allo stesso tempo. Torno in camera. << Asia! >> esclamo felice trovando mia sorella ad aspettarmi. Asia è più grande di me, studia all'università, lavora e mi fa da madre e padre dal momento che mia madre è morta e mio padre è un militare. << Leo, dai aiutami a finire di prendere la tua roba così andiamo via >> mi dice. Annuisco e inizio ad aiutarla prendendo le mie cose dall'armadietto e riponendole sul letto. Alcuni degli oggetti a me più cari, compagni delle mie giornate mi passano davanti agli occhi. Alcuni dei miei sogni insoluti,come il libro di robotica che mi ricorda che io volevo iscrivermi ad ingegneria, mi fanno bruciare gli occhi. Stacco tutte le foto dei Braccialetti Rossi e le passo ad Asia che sorridendo le mette nella tasca esterna della valigia. Quando ho estratto anche l'ultima cosa dall'armadietto mi soffermo ad osservare i tanti nomi che ho scritto nella parte interna dello sportello. I nomi di tutti i bambini che ho visto nascere da quando sono qui. << Guarda quanti bambini sono nati da quando sono qui >> dico ad Asia che subito alza la testa guarda lo sportello e mi sorride. << Oggi rinasciamo anche noi Leo >> mi dice in un sussurro e solo adesso mi rendo conto che questa fretta che ha di andare via è la controparte di tutta la sua sofferenza. Forse ha sofferto pure più di me. << bhe questi nomi rimarranno qui >> dico più a me che a lei. Dopo aver svuotato anche i cassetti rivolgo un ultimo sguardo a quella che è stata la mia cameretta per un anno e mezzo ed esco per l'ultima volta. << Tu aspettami da Lele, arrivo subito >> dico a mia sorella. Lei annuisce e si avvia con le mie due valige e la sua borsa a carico. Io prendo la direzione opposta girando le ruote della sedia a rotelle a tutta velocità. Ed eccomi qui ad Oncologia, il reparto che odio di più, il reparto dei miei ventiquattro cicli di chemioterapia. Non posso andarmene però senza aver guardato un'ultima volta questo murales davanti alla sala della chemio. Un leone che sfonda un muro..ricordo ancora quando l'abbiamo fatto noi braccialetti rossi..quella notte in cui mi dissero che dovevo fare la chemio di nuovo ed io non volevo e i miei amici per convicermi mi hanno fatto fare con loro questo murales e si sono organizzati per accompagnarmi una volta per uno alla seduta. E lo hanno fatto davvero. Se non ci fossero stati loro probabilmente non avrei fatto la chemio e a quest'ora sarei morto. Mi alzo in piedi davanti a questo splendido leone disegnato e inizio a ripercorrerne i contorni con le mani, mi sembra ancora di sentire l'odore della vernice e le risate di quella notte. Mi sembra davvero che siate tutti qui con me amici miei. Mi do una rapida occhiata intorno, non c'è nessuno. Sono troppo teso e mi lascio andare, per la prima volta in vita mia lascio che le lacrime mi inondino il viso. Io,Leone, piango davanti al mio alter ego di vernice. La verità è che sono felice di uscire da qui, sono felice di aver sconfitto il tumore, ma ho una paura matta di tornare nel mondo reale..lì non ci sono persone che ti vogliono bene perchè stai mai o perchè sei simpatico, quella è la vita vera. << Leo? >> questa che mi chiama mi sembra la voce di Cris, ma lei è a scuola ora, fantastico sento anche le voci. << Leo!! >> questa voce più risentita è quella di Vale, ma anche lui è..mi giro e sono tutti qui, i miei Braccialetti Rossi. Non ci credo e inizio a piangere ancora più forte. Vorrei corrergli incontro se solo non mi mancasse una gamba, dannato tumore. Allargo le braccia e sorrido con gli occhi bagnati e il cuore leggero. Rocco è il primo a saltarmi in braccio, è il più piccolo di noi. Poi abbraccio Davide, Toni, Cris e il mio migliore amico Vale. << Ma che ci fate qua? >> chiedo asciugandomi le lacrime e restando in piedi. << Siamo usciti tutti prima da scuola per venirti ad accompagnare..dobbiamo fare le foto ecc ecc >> mi risponde Cris tirando fuori dalla borsa la sua digitale. C'è una foto per ognuno di noi al momento della chiusura della cartella clinica; una foto che vuol dire “Io ce l'ho fatta”. Mi risiedo e mentre Cris porta Vale e Davide porta me ai lati ci sono Rocco e Toni. Raggiungiamo l'accettazione, è un anno e mezzo che non vengo qui. Vedo Asia che parla con la dottoressa Lisandri, entrambe sono commosse. Parte un applauso dietro di me, mi giro e ci sono tutti i medici insieme ai miei braccialetti rossi ad applaudirmi. Asia e la Lisandri prendono di corsa posto con loro e si uniscono all'applauso. Mi alzo in piedi e li guardo uno ad uno, tutti commossi e sorridenti, tutti che mi vogliono bene per davvero. Ricomincio a piangere e chissenefrega se mi vedono, non sono mai stato così emozionato in vita mia. << Leo! Leo! Leo! >> iniziano a dire tutti battendo le mani e allora inizio a dirlo pure io “Leo! Leo! Leo!”; tifo per me perchè ce l'ho fatta. Li abbraccio tutti, ad uno ad uno, poi l'ospedale si ricompone e rimaniamo io e i Braccialetti Rossi , Asia, Lele e la Lisandri per la firma della cartella. << Ecco Leo >> mi dice Lele porgendomi la cartella, me lo dice quasi sussurrando, quasi avesse paura. La guardo, è tutta bianca, in alto al centro troneggia il mio nome “Leone Bastiani”. La apro, scorro con lo sguardo ogni foglio, lo tocco, ne sento l'odore, ne sento persino il dolore. Asia mi poggia una mano sulla spalla, << dai fratellino >> mi incoraggia. << Coraggio Leo >> dice la dolce voce di Cris. Coraggio, coraggio. Prendo la penna e firmo all'ultima pagina, una firma forte e chiara, la mia. Chiudo la cartella e la passo alla Lisandri che mi sorride. << Avresti un pennarello indelebile Lele? >> chiedo e si vede che il mio sguardo furbo mi tradisce. << Che devi fare Leo? >> mi chiede Lele quasi spaventato. Rido, << dai ce lo hai o no? >> << Che colore vuoi? >> sbuffa lui. << Verde >> rispondo secco. Lele fruga un po' sotto lo sguardo perplesso della Lisandri e poi mi passa un Uniposca verde ramarro che è perfetto. Mi siedo sulla carrozzella e raggiungo l'enorme vetrata davanti al banco dell'accettazione, mi rialzo in piedi e stendo tutto il braccio. Scrivo : “CORAGGIO”, poi leggermente più in basso scrivo “Leo”. Mi risiedo sulla carrozzella e riporto il pennarello a Lele. << Leo vattene, ora! >> mi ordina la Lisandri imperiosa, ma so che in fondo scherza. << Ti voglio bene dottoressa >> le urlo mentre lei sta camminando verso l'archivio. Si volta e mi sorride << Anche io Leo >>. E così ci avviamo fuori dall'ospedale, io, i miei Braccialetti Rossi e mia sorella Asia. Sono fuori, dopo un anno e mezzo sono fuori. << Bhe immagino che ora vogliate stare un po' insieme..Leo chiamami e ti vengo a prendere quando vuoi >> mi dice Asia dopo aver caricato le mie due valigione in macchina. << Grazie sorellona >> le rispondo sorridente e lei mi stampa un bacio sulla fronte. Guardo Asia andare via e poi noi Braccialetti Rossi iniziamo a fare una lunga passeggiata per le campagne vicino all'ospedale fino ad arrivare al mare. Trattengo a stento le lacrime per l'emozione di risentire il profumo della vita che per un anno e mezzo mi è stata tolta. << Allora Cris e Vale riuscite a stare al passo e diplomarvi? >> chiedo mentre osservo il sole alto nel cielo; siamo tutti sdraiati sulla sabbia che è calda e morbida. << Si Leo ma è dura proprio >> mi risponde Vale. << Ci proviamo, male che va l'anno prossimo, è stupido non provare non trovi? >> osserva Cris. << Giusto Cris..Rocco tu? >> << Tutto bene Leo, io faccio solo la prima media, è tutto tranquillo, i prof mi aiutano >> risponde Rocco tranquillo. << Davide? >> azzardo e già mi viene da ridere. << Che palle Leo! Non mi va di parlare di scuola >> risponde scazzato, come immaginavo, scoppio a ridere, non cambierà mai. << Toni tu? >> chiedo. << Io già sono tornato a lavorare co mio nonno, stavolta però in officina abbiamo un cartellone con tutti i veicoli che non posso guidare..ah e mo che faccio 18 anni mi assume pure! >> spiega tutto felice. << Tu Leo? Che fai ora? >> mi chiede Vale con la sua solita voce timida, come se avesse sempre paura di dare fastidio. << Io...io voglio fare l'ingegnere >> rispondo e sentirmi pronunciare quelle parole mi causa un'ondata di brividi di adrenalina assurda, che se potessi mi metterei a correre. Di nuovo tumore vaffanculo. << Wow e che cos'è un ingegnere? >> mi chiede Rocco. << Un ingegnere è uno che inventa le cose >> rispondo nel modo più semplice che mi viene in mente. << Ma quello è un inventore >> protesta Rocco confuso. << Rocco un ingegnere è uno che inventa le cose e le realizza pure capito? Un inventore inventa e basta >> spiega Davide togliendomi la parola. Rocco annuisce in segno di comprensione. << Leo ma come fai ad andare all'università? >> mi chiede Vale. << E che ne so Vale, o vado con Asia o farò la telematica, boh >> << Ma la telematica costa tanto Leo >> ribatte ancora Vale. << Oh Vale un modo lo trovo e dai! >> sbuffo. E che palle Vale, manco sono tornato a vivere e già rompi le scatole. Ore 20:00. Mi appoggio ad Asia per uscire dalla macchina e sotto braccio a lei mi faccio tutto il vialetto di casa saltellando mentre lei spinge la sedia a rotelle. << Aspetta, voglio farlo io >> le dico prendendo le chiavi di casa dalla sua mano. Le infilo nella toppa e do due giri. La porta si apre. Mi chino leggermente e accendo la luce del salone. L'odore di casa mi pervade, mi entra nelle narici fino nelle ossa. Mi guardo intorno con gli occhi che mi bruciano. Asia mi permette di procedere piano dentro casa e senza volerlo facciamo un giro turistico come se fosse la prima volta. Tocco tutto: le pareti, i mobili, persino gli interruttori. Tutto qui è accogliente, tutto qui profuma di mamma, di Asia e di papà. Le lacrime sfondano la mia resistenza al pensiero di mamma e di quanto Asia sia dovuta crescere troppo in fretta per tutto ciò che ci è successo. Mi volto verso di lei e l'abbraccio e lei ricambia senza farmi domande. << E' così da quando sei uscito l'ultima volta >> mi dice Asia aprendo la porta della mia stanza. La mia cameretta, sto tremando mentre la guardo, il mio mondo è tutto qua dentro e sembra quasi che il tempo non sia passato. Vedo i miei libri, il mio computer, i miei poster, il mio letto con quella coperta fantastica. Tutto in ordine come l'ho lasciato io. Un anno e mezzo fa. << Asia.. >> dico quasi sussurrando ora che siamo seduti sul mio letto. << Dimmi Leo >> mi esorta lei facendomi riemergere dai miei pensieri. << Mi dispiace..di tutto >> solo questo riesco a dire. Vorrei dirle mi dispiace che tu abbia dovuto farmi da madre e padre mettendo da parte i tuoi problemi, mi dispiace non essere il classico fratello che ti fa divertire, mi dispiace non poterti proteggere, mi dispiace di averti fatto soffrire. << Leo, sei mio fratello e io darei la vita per te. Non dispiacerti, dobbiamo festeggiare Leo, sei guarito! >> esclama emozionata scuotendomi per le spalle. Mi scappa una risata e l'abbraccio e iniziamo una lotta di solletico e cuscinate e cazzotti delicati. Dio quanto mi sei mancata, vita normale. Suonano alla porta. Il mio cuore perde un battito e non so perchè mi trovo a trattenere il fiato quasi avessi paura che qualcuno ha bussato alla porta per portami via la mia felicità. Asia si alza e va ad aprire. << Fra che ci fai qui? >> la sento chiedere con tono sorpreso. Fra?! E mo chi è Fra? Vuoi vedere che si è fidanzata e me lo presenta. << anche io sono contenta di vederti Asia >> risponde una voce femminile. Però che bella voce. “Fra” ride e la sento entrare dentro casa e la porta viene chiusa. << Ti sei scordata di avermi invitato a cena oggi? >> chiede “Fra”. << Oddio si scusami è che oggi hanno dimesso Leo e lo sono andato a riprendere ora che è uscito con i suoi amici >> spiega Asia. Ma che gli frega a questa che faccio io, ma guarda un po'! << Ah se lo devi andare a prendere ti accompagno >> si offre l'amica di mia sorella. << Nono Fra>> ride Asia, da quanto non la sentivo ridere << Siamo tornati ora l'ho già ripreso >> << Ma davvero? Dov'è che lo voglio salutare? >> eh??? << Leo?? >> mi chiama Asia dal salone. << Si?? >> rispondo nel modo più educato possibile. << Vieni qui che c'è una mia amica che ti vuole salutare? >> mi dice Asia. Si Asia questo l'avevo capito, ma la sedia a rotelle non c'è qui. << Ehm..Asia..non ho la sedia a rotelle qui >> dico e di nuovo maledico il tumore. Vaffanculo tumore. Sento del vocio indistinto, che diamine si stanno dicendo quelle due, sicuramente parlano di me. << Ciao Leo >> la bella voce mi saluta, alzo la testa e me la trovo davanti e porca miseria quanto è bella. Mi alzo come una molla che scatta. << Ciao >> dico sorridendo. Sono poco più alto di lei e posso guardarla negli occhi, e che occhi, due laghi sono. << Non ti ricordi di me? >> mi chiede con un sorriso bellissimo. Oh Leo svegliati, sono sicuro che la sto guardando con uno sguardo poco intelligente. << Certo che mi ricordo, Francesca, sei cambiata però >> rispondo senza staccare i miei occhi dai suoi. << E dai chiamami Fra..altrimenti io ti chiamo Leone >> Scoppio a ridere. << Andata per Fra, per carità! >> scherzo. << Bhe andiamo di la? >> mi dice indicando col capo la direzione del salone. << Si mi serve la sedia a rotelle però >> dico e il mio sguardo scivola sulla mia mezza gamba. Subito lo rialzo per l'irreale silenzio che c'è nella stanza. Francesca mi guarda sorridente. << Ti aiuto io ad andare di là >> mi dice. << Sicura di farcela? Non sono un fuscello >> scherzo io. << Proviamo >> ride a sua volta. Mi prende il braccio destro e se lo passa intorno al collo, poi mi passa il suo sinistro intorno alla vita. I brividi mi arrivano al cervello. A piccoli passi raggiungiamo il salone. << Beh tu arrivi e già ti abbracci Leo? Guarda che sono gelosa eh >> protesta mia sorella fingendosi arrabbiata. Colgo la palla al balzo, e quando mi ricapita. << Siamo belli eh >> dico e faccio l'occhiolino a Fra che scoppia a ridere. Asia scuote la testa, si alza e sparisce in cucina e noi la raggiungiamo a piccoli passi. << Scusa Leo te la posso chiedere una cosa? >> chiede Francesca mentre siamo noi tre a tavola a mangiare ciò che ha preparato Asia, che cuoca è diventata da quando mamma non c'è più. << Già lo stai facendo no? >> dico scherzando. Lei ride , << Hai ragione..la domanda è..come diamine è possibile che dopo un anno e mezzo in ospedale tra chemio operazioni eccetera tu hai un fisico assolutamente perfetto? >> chiede. Rimango spiazzato dalla domanda, a Francesca non interessa minimamente il fatto che io non abbia una gamba, nonostante questo mi trova perfetto. << Non definirei il mio fisico perfetto, dal momento che sono senza metà gamba.. >> ribatto tranquillo. << Leo parlo della forma fisica, sei asciutto, muscoloso, più di quanto io vagamente ricordi di te un anno e mezzo fa >> spiega lei tranquilla. E di nuovo mi dimostra che non gliene frega niente se mezza gamba mi manca. << Ah, beh io mi alleno tutti i giorni, tutte le mattine dal momento che all'ospedale ti svegliano presto e la chemio è di pomeriggio di solito >> le spiego. << Cioè io non riesco a seguire una dieta più di un giorno e tu all'ospedale ti allenavi.. >> ripete lei e la cosa mi fa sorridere. << Ti manca la forza di volontà cara >> la canzono. << Davvero..e scusa che tipo di allenamento? >> chiede ancora Francesca, è troppo curiosa. << Flessioni, addominali per gli addominali, squat per le gambe, pesi per le braccia e “apri-chiudi” per il petto >> spiego ancora. << Wow..sei una forza della natura Leo >> mi dice con tono ammirevole. << Beh Fra vacci piano che questo si monta >> scherza Asia dandomi uno schiaffo sul collo. << Come stai comoda a darmi schiaffi che sono pelato eh? >> dico schivandola. << Da morireee >> mi canzona lei. << Eh ma ricresceranno sorellona, ricresceranno >> dico risoluto. << Guarda Leo che stai molto bene rasato, sembri più grande >> dice Francesca. Ok che non ti frega che non ho mezza gamba ma addirittura non ti frega che ho perso i capelli anzi mi dici che sto pure meglio? Ma sei vera? << Grazie Fra >> le dico sorridendole. << Ahhh, dovevo invitare una antipatica almeno ti smontava un po' >> scherza Asia. << Beh sorellona mia, direi che dopo due tumori, 24 cicli di chemio e sei operazioni non mi smonta nessuno >> ribatto io e Asia smette di ridere, lo sapevo che avrebbe reagito così. << E dai Asietta..lo sai che scherzo >> dico facendole gli occhi dolci e ci becco un altro schiaffo. << Madonna Leo, sei proprio una forza della natura >> mi dice di nuovo Francesca. << Guarda, va a mio sfavore ma davvero basta con i complimenti che mi abituo >> rido. << Te li meriti >> dice lei in tutta risposta e mi azzittisce. Attenzione qualcuno mi ha azzittito, cosa mai accaduta in 19 anni, sono esterrefatto. Mi squilla il telefono, lo estraggo dai pantaloni, è Vale. -Vale pronto- -Ciao Leo, tutto bene?- -Si sto finendo di cenare tu?- -Sto studiando..- -E questa voce?- -Sono stanco Leo, senti mi serve un favore- -Spara fratello- -Hai da fare domani?- -No perchè?- -Ho un compito di matematica, nel caso mi servisse posso mandarti dei messaggi?- -Certo Vale che scherzi- -grazie Leo torno a studiare- -figurati ciao Vale- -Watanka!- -Watanka!- << Watanka? >> chiede Francesca e dovevo aspettarmelo che me lo chiedesse. << Si è diciamo un modo di dire di noi Braccialetti Rossi, sai il gruppo che.. >> << Sisi il gruppo dell'ospedale >> conclude lei per me << bhe carino watanka >>. << E te che ci prendevi in giro >> dico fintamente risentito verso mia sorella. << Leo posso un'altra cosa?? >> chiede Francesca ormai ridendo, mi ha fatto troppe domande. << Certo madame >> rispondo sempre affabile. << Le vuoi un paio di stampelle? Almeno se ti alzi dalla sedia a rotelle non hai sempre bisogno di qualcuno che ti aiuta >> mi dice. Per l'ennesima volta stasera rimango esterrefatto e faccio il punto della situazione: non gliene frega se non ho mezza gamba, non le interessa che sono calvo anzi “sto meglio ora” e mi vuole dare le stampelle cosicchè io sia autonomo. << Magari Fra, te ne sarei molto grato >> le rispondo. << Ok allora in settimana torno a trovarvi e te le porto >> << Grazie tesoro >> le dice Asia rivolgendole un sorriso dolce. Asia e Francesca si abbracciano forte sulla porta di casa che è aperta. È mezzanotte e abbiamo da un pezzo finito di mangiare, ma non di parlare. Mi dispiace che se ne sia andando però domani deve andare all'università. << Scusa Fra devo andare al bagno, Leo non chiudere la porta finchè Francesca non parte con la macchina >> dice mia sorella correndo verso il bagno. Annuisco e torno a guardare Francesca. << Allora ciao Leo, mi ha fatto davvero piacere rivederti >> mi dice sorridendo. << Anche a me, davvero >> concordo io e in simultanea ci abbracciamo . Non so se l'ho abbracciata io o lei ha abbracciato me, fatto sta che ora mi sta accarezzando la schiena e io sto inspirando il suo profumo e non mi staccherei per niente al mondo. La guardo andare via lungo il viale che da casa mia porta alla strada. La guardo montare in macchina con un sorriso innocente ed infine la guardo andare via. << Puoi chiudere eh! >> mi dice mia sorella facendomi sobbalzare e riportandomi alla realtà. Come un robot chiudo la porta e le rivolgo un sorriso debole. << Ti piace Francesca eh >> mi dice lei. << E' unica..la prima persona non direttamente coinvolta a cui non frega niente che non ho una gamba, che ho la testa calva, che ho avuto due tumori.. >> << Lo so, è speciale, proprio come te! >> mi dice Asia e si alza in punta di piedi per stamparmi un bacio in testa.

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Capitolo 2
*** Stampelle ***


Suonano alla porta. Sono solo in casa e devo alzarmi per andare a vedere chi è ma non mi va. Stavo così bene a sentire la musica sul letto. Mi porto dal letto sulla sedia a rotelle e in un attimo sono alla porta. Mi alzo in piedi e spio dall'occhiolino. Il mio cuore accelera all'improvviso, è Francesca. Apro subito la porta con l'intenzione di farmi indietro per farla entrare ma ho un solo maledettissimo piede.
<< Scusami Fra, un attimo >> dico dispiaciuto risedendomi sulla sedia e facendomi dietro trascinando con me la porta per lasciare entrare Francesca.
<< Ciao Leo! >> esclama sorridente e si china per baciarmi le guance.
<< Ciao >> le sorrido io rispondendo al bacio.
<< Tua sorella non c'è? >> mi chiede. E certo che mi chiede di lei, speravo forse fosse venuta per me?
<< No, è all'Università >> rispondo io cercando di non far trapelare quella stupida delusione che deriva da una mia illusione campata del tutto in aria.
<< Oh beh, ti dispiace mica se resto un po'? >> mi chiede. Mi dispiace?! << Ma che scherzi, prego vieni >> le dico gentile conducendola verso il divano mentre lei chiude la porta.
<< Leo..le tue nuove bambine! >> esclama entusiasta parandomi davanti le due stampelle che fino a quel momento aveva tenuto nascoste dietro la schiena. Ah già me le aveva promesse ecco perchè è qui. Subito scatto in piedi felice come un bimbo e afferro le stampelle me le fisso alle braccia e inizio a muovermi per la sala. Che sensazione fantastica, mi sembra quasi di camminare.
<< Oddio che bello Fra grazie mille mi hai fatto felice come un bimbo >> dico mentre mi muovo come un pazzo e mi sembra di essere veloce da morire.
<< Lo vedo Leo >> mi risponde lei sorridente, ma non è un sorriso di presa in giro, è un sorriso davvero profondo. Torno accanto a lei che si è poggiata in piedi sul divano e la imito e mi sento quasi normale.
<< Tutta un'altra cosa eh? >> mi dice e io annuisco, << sembra una cavolata ma per me è immensa davvero non so come ringraziarti >>
<< Mi stai già ringraziando essendo così felice Leo >> mi risponde e io rimango spiazzato. Di nuovo spiazzato da lei, come fa a lasciarmi a bocca aperta ogni volta non lo so.
<< Che c'è..t'aspettavi un prego? >> ride lei chiudendomi la bocca, che avevo lasciato aperta come un idiota, con un gesto delicato della mano. Scuoto la testa cercando di dimenticare la figuraccia appena fatta, << No è che..sei particolare >> confesso.
<< Particolare? >> ripete lei assumendo un cipiglio curioso.
<< Si cioè non ti tocca minimamente il fatto che io sia stato malato, che non abbia i capelli, che mi manchi metà della gamba e sia costretto su una sedia a rotelle. Non t'aspetti niente in cambio..da che pianeta vieni? >> le spiego. Lei mi si para davanti e mi guarda intensamente negli occhi. << Leo scusa ma tu non hai i tuoi amici Braccialetti Rossi? Loro si fanno problemi? >> mi dice con ovvietà.
<< No ma loro hanno.. >>
<< Avuto problemi come te? Lo so me lo hai detto, ma non bisogna essere malati per volere bene ad una persona che se lo merita Leo >> conclude lei per me e di nuovo mi zittisce.
<< E io..me lo merito? >> chiedo e deglutisco, sei troppo vicina Fra.
<< Certo che te lo meriti >> risponde sempre come se fosse ovvio. Sorrido continuando a sostenere il suo sguardo. Le offro qualcosa da bere e ci sediamo in cucina a parlare, ancora occhi negli occhi.
<< Allora hai scelto cosa fare? >> mi chiede mentre sorseggia il succo d'arancia.
<< Ho guardato l'università ma la telematica costa troppo noi tutti questi soldi non ce li abbiamo, e l'università normale non posso farla come faccio a frequentare? Non posso essere la coda di Asia per tutta la vita >> le spiego.
<< Senti..c'è una mia amica che è entrata ad un università un po' particolare. Praticamente se tu ti presenti con un idea buona loro ti ammettono e non paghi un centesimo. L'unica cosa è che è telematica ma in inglese perchè è in Svizzera e gli esami si fanno lì ma pagano tutto loro..vitto, alloggio, volo.. >> mi dice.
<< Si ma io non so l'inglese bene >> controbatto.
<< Bhe? Lo impari! L'idea ce l'hai? >> mi chiede lei di rimando.
<< No >> ammetto.
<< Concentrati su quello che ti piace o piacerebbe fare..cosa vorresti fare? >> mi chiede.
<< Camminare >> la voce mi esce senza che io abbia pensato nemmeno di rispondere, è il mio cuore che ha risposto per me. Francesca mi poggia una mano sulla mia, << E allora concentrati su questo e fatti venire un'idea >> mi dice stringendo il mio pugno nella sua piccola mano. Sorrido e mi viene già voglia di mettermi a lavoro, mi ha dato una scarica di adrenalina gigante. Mi alzo e vado in cameretta, prendo i fogli e i pennarelli e torno in cucina.
<< Voglio provare a vedere se ho un'idea >> spiego a Francesca, anche se non mi ha chiesto nulla, dal suo sguardo ho capito che stava per farlo.
<< Ah, ok, ti dispiace se studio qui? Sto zitta tanto >> mi chiede lei.
<< Per me puoi pure parlare >> dico fingendo indifferenza, in realtà adoro la sua voce e voglio che parli così da poterla sentire. Disegno me sul foglio col pennarello nero e col pennarello verde disegno la parte della gamba che mi manca.
<< Le hanno già inventate le protesi >> mi canzona Francesca.
<< Che si impiantano coi chiodi no? >> faccio io e lei annuisce in tutta conferma. Perfetto, posso inventare una protesi innovativa. Inizio a pensare e butto giù disegni, riferimenti, idee.
E' la voce di Asia che entra in cucina a riportarmi nel mondo reale. Ci fa notare che è già ora di cena, certo che il tempo è volato. Dopo avermi stampato un bacio sulla guancia chiede a Francesca cosa fa lì e lei subito inizia a raccontarle delle stampelle e dell'università svizzera e Asia come mi aspettavo sbianca.
<< Fra scusa vai un attimo in camera di Leo che devo parlare sola con lui? >> dice mia sorella, ha la voce tesa, si prospettano guai. Francesca fila in camera mia senza dire una parola.
<< Leo di questa cosa ne devi parlare con papà lo sai vero? >> mi dice severa, dio se è uguale a mamma.
<< papà?? >> quasi urlo << cosa vuoi che gliene freghi a papà?? >>
<< è tuo padre Leo, non posso decidere solo io >> urla Asia.
<< Asia io la faccio sta cosa, che tu voglia o no >> ringhio riprendendo fiato. Poi le volto le spalle e apro bruscamente la porta della mia cameretta. Francesca è seduta sul letto e si guarda le mani, sicuramente ha sentito tutto.
<< Esci >> ringhio pure a lei. Mi guarda sgranando gli occhioni, ma rimango sulla porta aperta aspettando che se ne vada.
<< Leo.. >> prova una volta che è davanti a me, ma io giro la faccia, voglio stare solo. Appena Francesca varca la soglia della stanza sbatto la porta e la chiudo a chiave. Mi butto sul letto prendendo a cazzotti il cuscino. Vaffanculo.

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Capitolo 3
*** Scusa. ***


Il display del cellulare mi dice che sono le 8 del mattino. Ho un freddo cane e mi sono svegliato con i brividi. Cerco le coperte intorno a me ma non ne trovo e solo ora m'accorgo che sono vestito. Le stampelle poggiate accanto al letto mi ricordano che ieri Francesca me le ha portate e in un attimo ricordo la litigata con Asia e realizzo di aver saltato la cena, chissà quanto ho dormito. Mi alzo e corro, si fa per dire, in cucina. Asia sta facendo colazione e s'accorge quasi subito del mio arrivo, non si può certo dire che io sia leggiadro.
<< Asia.. >> inizio sulla soglia della cucina.
<< Non fa niente Leo, davvero >> mi blocca sorridendomi stanca.
<< No invece fa Asia fammi dire solo questo. Mi dispiace, non si ripeterà mai più una cosa del genere, non ti meriti di essere trattata così. Però detto ciò ti prego di starmi vicino in questa cosa che voglio fare perchè ci credo davvero. Lo dirò a papà ma il suo parere non cambierà la mia decisione >> riprendo fiato. Asia si alza e mi viene vicino. << Scusami tu Leo, sai che ti sono vicina per ogni cosa, il mio appoggio ce lo hai. Papà arriva oggi, diglielo almeno non si potrà lamentare poi >> mi dice dolcemente e poi mi abbraccia. Mi lascio cullare dalle sue braccia, dalle sue carezze e dalle sue coccole. La adoro e mi ricorda troppo mamma. Mi siedo accanto a lei e faccio colazione, aveva già preparato per due nonostante avessimo discusso.
<< Senti Asia, mi daresti il numero di Francesca? Penso di doverle delle scuse >> dico masticando un biscotto.
<< Penso anche io Leo >> ride in tutta risposta. Finiamo colazione, Asia mi lascia il numero di Francesca e va all'università. Mi sdraio sul letto e compongo il numero. Il cuore inizia a martellarmi nel petto mentre lo squillo mi assordisce. Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Ora attacco.
-Pronto?- che bella voce, giusto in tempo.
-Francesca..sono Leo-
-Ah Leo, ciao, tutto bene?-
-Si senti..non ci giro intorno..scusami per ieri io davvero non volevo..mi sono comportato come un ragazzino. Davvero scusa-
-Ma tranquillo non me la sono presa, eri arrabbiato è giusto non è detto che devi sempre essere col sorriso a 32 denti, però mi fa piacere che m'hai chiamato- Le fa piacere, sapessi a me Fra.
-bhe immagino che ora hai da fare-
-si sto per iniziare la lezione all'uni-
-a ok allora ti lascio, buona lezione-
-ciao Leo un bacio- tu-tu-tu. Fine chiamata. Te lo volevo mandare pure io un bacio. Butto il telefono sul letto, mi metto le cuffie da dj e riprendo il progetto per l'università svizzera.

<< Ciao Leone >> la voce di mio padre così forte e chiara nel momento in cui l'mp3 fa il cambio di canzone random mi fa trasalire. È in piedi sulla soglia della mia cameretta con quella maledetta divisa dell'esercito. Abbasso le cuffie sul collo e con l'aiuto delle stampelle mi alzo e lo raggiungo.
<< Ciao papà >> dico piano, quasi stessi sussurrando. Mio padre mi abbraccia e io mi lascio abbracciare.
<< Come stai figlio mio >> mi chiede con la faccia di chi si sente in colpa.
<< Sto bene papà, sono guarito >> gli rispondo mentre insieme raggiungiamo la sala.
<< Leo, sei stupendo, tutto tua madre >> mi dice accarezzandomi la guancia. Questo contatto mi provoca i brividi. << Cosa fai ti tiri indietro? >> mi chiede deluso.
<< Non ci sono abituato papà >> rispondo secco.
<< Leo lo sai che è per lavoro >>
<< Io so solo una cosa papà, che prima che morisse mamma e prima che io mi ammalassi tu in casa c'eri nonostante il lavoro. Morta la mamma ti sei lasciato prendere dal lavoro e quando mi sono ammalato sei proprio sparito. Asia mi ha fatto da madre e da padre. Alle carezze di Asia sono abituato, non alle tue! >> gli urlo contro, sento il sangue pulsarmi nelle vene e la rabbia arrivarmi al cervello.
<< Leo io qua dentro non ci riesco a stare, tutto mi ricorda tua madre e voi due..tu e Asia siete identici a lei..io non ce la faccio >> ammette lui con la voce bassa e rotta nonostante io gli abbia urlato addosso.
<< papà lo capisci che è come se fossi morto anche tu se ti comporti così? >> sbotto, non reggo più.
<< Forse sarebbe stato meglio, io al posto di vostra madre..lei non vi avrebbe abbandonato >> dice lui.
<< Papà TU sei rimasto e TU sei nostro padre, fattene una ragione >> dico sempre ad alta voce.
<< Menomale che tu e Asia ve la cavate bene >> dice abbozzando un sorriso.
<< Io e Asia??? sai da quanto sono qui? Una settimana! Asia è sempre da sola tranne uno o due giorni che torni tu qua ma quando torni papà. Tra me te e la mamma Asia è invecchiata molto prima..e non è giusto >> controbatto io tirando un pugno sul divano. Lui si alza e io lo seguo, non ti lascerò chiudere in camera anche stavolta papà.
<< Sai,Asia vuole che io ti dica i miei progetti per il futuro, ci tiene che tu li sappia, pensa che scema che è >> dico sprezzante.
<< No ti prego Leo >> mi dice cambiando tono e girandosi verso di me << dimmeli >>. Gli racconto dei miei progetti e lui sorride mi da pacche sulle spalle, si commuove pure. Mi offre i suoi soldi ma io rifiuto, io non li voglio i soldi di un estraneo. Mi dice che riparte l'indomani, e io non avevo dubbi.
<< Potrai mai perdonarmi Leo? >> mi supplica.
<< Se un giorno tornassi per restare io ti perdonerei.. >> rispondo, poi esco dalla sua stanza, caccio indietro le lacrime e torno a lavorare al progetto.
<< Scusa Leo >> mi urla dalla sua stanza, ma io fingo di non sentirlo e faccio partire la musica. Scusa un cazzo papà.

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Capitolo 4
*** La festa di Toni. ***


Oggi è un giorno speciale, è la festa di Toni, il Furbo dei Braccialetti Rossi. Ha invitato tantissime persone, molte delle quali secondo me non le conosce. Tra gli invitati ci sono ovviamente io e pure Asia, secondo me Toni ha una cotta per lei. L'mp3 cambia la canzone casuale e cambio braccio per fare le flessioni a terra. Ho la musica alta e con queste cuffie Bose non sento davvero nulla. Vedo le ciabatte di mia sorella passare, due pecorelle pelose e mi viene da ridere. Chiudo gli occhi e continuo le flessioni. Finita la serie riapro gli occhi e vedo davanti a me un paio di piedi che non sono quelli Asia, perchè quelli di Asia sono poco più dietro di questi ultimi. Alzo la testa do un'enorme panciata a terra. Menomale che sto sul tappetino da palestra. Davanti a me c'è Francesca che ride divertita insieme ad Asia. Scoppio a ridere pure io per la figuraccia e mi alzo in piedi con le stampelle. Mi passo l'asciugamano sul viso, sono un bagno di sudore.
<< Ciao Fra >> esclamo con un sorriso a mille denti e mi avvicino per abbracciarla ma lei si tira indietro.
<< Ehm Leo >> dice ridendo << Sei un po' bagnato >> abbasso la testa e sono allora mi rendo conto di essere in mutande e completamente sudato e la mia mezza gamba è scoperta e lei non ha battuto di nuovo ciglio. Scoppio a ridere << Scusa mi vado a fare una doccia e ti vengo a salutare >> dico e lei annuisce. Vado in bagno e mi butto sotto l'acqua fresca e poi con l'accappatoio mi dirigo in cucina.
<< Beh Leo ti potevi pure vestire >> mi fa notare Asia scuotendo la testa.
<< Ecco rompiscatole saluto Francesca e vado a vestirmi >> le faccio la linguaccia. Abbraccio Francesca inspirando velocemente il suo profumo e vado in cameretta. Mi metto un paio di pantaloncini e torno in cucina.
<< Ah Leo hai finito? Abbiamo capito che hai un bel fisico >> sbuffa Asia. Beh in effetti sono in pantaloncini e a torso nudo e bisogna dire che ho un fisico scolpito ma c'è Francesca non potevo non farlo. Ma che vado a pensare, uffa.
<< Beh uno il fisico se lo suda e poi lo mostra è pure giusto> > scherza Francesca e io le faccio l'occhiolino. Guardo l'orologio in cucina che segna le 18. mi viene un'idea e decido di buttarmi, vada come vada.
<< Fra..ci vuoi venire a una festa stasera? >> le chiedo.
<< Si certo >> mi risponde entusiasta << di chi? >>
<< Di Toni, il >>
<< Furbo dei Braccialetti, il napoletano no? >>
<< Esatto >> le sorrido e mi gusto lo sguardo terrorizzato di Asia.
<< Nemmeno glielo hai chiesto a Toni >> mi fa notare Asia.
<< Scommetti che dice di si? >> Asia mi fa cenno di procedere e io chiamo Toni col vivavoce.
-Leo ciao-
-ciao bello pronto per stasera?-
-prondissimo Leo, tu vieni si?-
-e certo- -e Asia viene pure?- Asia scoppia a ridere.
-pure Asia certo Toni-
-ohh bravi guaglioni! Venite presto eh!-
-Toni ti va se mi porto un'amica?-
-una bella guagliona?- guardo Francesca e le faccio l'occhiolino.
-sisi una bella..guagliona-
-ah allora cierto Leo, brutte non ne voglio- sbotto a ridere e finalmente pure Francesca ride che stava per esplodere.
-Grazie Toni allora a dopo-
-a dopo leader..watanga-
-watanka toni-
<< Visto? >> cantileno ad Asia facendole la linguaccia.
<< Vatti a prepare Leo va, tanto ci metti più di una donna >> mi fa lei scacciandomi con la mano. Le scompiglio i capelli , << A dopo >> dico a Francesca e mi ritiro in cameretta.

<< Leo ti muovi?? facciamo tardi >> mi urla mia sorella da fuori la camera. È fissata con la puntualità, non capisce che alle feste si arriva tardi.
<< Eccomi >> grido in tutta risposta mentre finisco di arrotolarmi il pantalone fino alla parte della gamba che mi è rimasta. Ho una bella camicia bianca appena aperta sul petto,un paio di jeans scuri, cinta nera, scarpe nere e una collana maya di cuoio nero. Mi riapproprio delle stampelle ed esco in salone. Asia e Francesca sono sedute sul divano, entrambe con un bel vestito e un bel paio di tacchi. Sono tutte e due bellissime.
<< Belle belle belle >> esclamo sorridente. Quanto sono furbo, complimenti doppi e con la scusa ho fatto i complimenti a Francesca.
<< Bellissimo tu fratellino >> dice Asia alzandosi e abbracciandomi.
<< In effetti niente male Leo >> mi sorride Francesca. Bingo,evvai. Asia va in cameretta e prende la sedia a rotelle.
<< Andiamo dai >> dice.
<< E quella? >> chiedo indicando la sedia a rotelle << ho le stampelle >> aggiungo poi.
<< Se ti stanchi, la metto in macchina >> risponde Asia. <
<< Non mi stanco tranquilla >> le dico ma lei non sente ragioni e carica la sedia a rotelle in macchina. Faccio mettere Francesca al posto del passeggero con la scusa che così sto più comodo, dal momento che Asia guida non mi va di far stare Francesca dietro da sola. E da qui dietro non faccio che guardarla con discrezione mentre parla, gesticola e ride e penso che è davvero bella.

Mi avvicino a Francesca che è seduta su una sedia. Lungo tutte le pareti della sala dove Toni ha fatto questa festa ci sono sedie di plastica, ma le persone sedute sono davvero poche, stanno ballando tutti.
<< Ehila >> esclamo richiamando la sua attenzione. Lei alza subito la testa e mi rivolge un bellissimo sorriso.
<< Ehi, dov'eri a fare danni? >> Scoppio a ridere, << Ero con Vale, non s'è portato le stampelle e non può nemmeno farsi una passeggiata >>
<< Peccato però, così deve stare seduto tutta la sera >> conviene lei.
<< Ti chiederei di ballare se solo potessi farlo >> dico tutto d'un fiato stupendomi di come queste parole mi siano uscite dalla bocca come se stessi per esplodere. Lei mi guarda stupita e se non fosse per le luci soffuse potrei dire di averla vista arrossire.
<< E perchè non me lo chiedi? >> indaga lei.
<< Perchè non posso ballare? >> faccio io con ovvietà.
<< Ma si che puoi, ci dondoliamo >> dice alzandosi.
<< Dondoliamoci >> annuisco io sorridendo. Ci addentriamo un po' nella massa di persone che ballano e ci scegliamo un punto non molto affollato.
<< Abbracciami >> dico aprendo le braccia. Lei non se lo fa ripetere due volte e mi cinge la vita. Io prendo entrambe le stampelle in una mano sola e le passo un braccio dietro al collo.
<< è il massimo che posso fare..o ti abbraccio o cado >> le dico con tono di scherzo, ma in realtà sta cosa mi fa troppo male.
<< Non ti preoccupare Leo >> mi dice dolcemente e iniziamo a parlare sulle note di questo lento che hanno messo mentre lei un po' si dondola e io mi dondolo un po' meno perchè sennò cado. Finito il lento facciamo un giro e raggiungiamo i braccialetti rossi in un'altra parte della sala. Dopo un po' ci raggiunge pure Asia. I genitori di Francesca la chiamano per sapere quando tornerà ed io la invidio perchè mia madre non mi chiamerà mai più. Asia le fa cenno di rimanere a dormire a casa nostra perchè già è tardi e la festa non sembra aver intenzione di finire e io sono felice come un bambino, già lo so che non dormirò.

Sono le 5:00 del mattino e io ho praticamente finito il mio progetto per l'università svizzera. Siamo tornati a casa verso le 3:00, Asia e Francesca dormono in camera di Asia che ha un letto a una piazza e mezza. Anche io ho un letto come quello di Asia e se solo potessi porca miseria andrei a prendere Francesca di là e la porterei qua, in braccio.
<< Leo che succede stai bene? >> mi chiede la voce di Francesca. Mi giro ed è sulla mia porta coi capelli arruffati e gli occhi gonfi di sonno. Evidentemente qualcuno lassù mi ha ascoltato.
<< Benissimo >> le rispondo sorridente << Non riuscivo a dormire e ho finito il progetto per l'università svizzera >> le spiego. Lei si avvicina e guarda il foglio enorme su cui ho disegnato la protesi, intorno al disegno ci sono tutti riquadri che spiegano il funzionamento delle varie parti.
<< Wow Leo, è bellissimo >> dice ammirata e senza accorgersene mi accarezza la testa.
<< Che dici può andare? >> le chiedo mentre lei senza troppi complimenti si siede sul mio letto.
<< Devi fare un'ampia descrizione dei materiali che pensi vadano bene o delle caratteristiche che devono avere tali materiali e poi scrivere una relazione, in inglese, con foto e tutta la documentazione ed inviarla a loro >> mi spiega.
<< Ok per la relazione in inglese mi faccio aiutare da Vale, per i materiali da domani mi metto a lavoro >> dico più a me stesso che a lei.
<< E ora che fai? >> mi chiede. Pensa Leo pensa, non lasciarla andare via, pensa, pensa, pensa.
<< Ti va di vedere un film? >> butto lì. Lei annuisce sorridente e io sorrido più di lei. Prendo un film al volo dalla mia libreria e lo inserisco nel lettore DVD. Poi ci sdraiamo sul letto e metto play. Non passa molto che lei si addormenta e si accuccia contro di me poggiando la testa sulla mia spalla. E io non aspettavo altro che questo; poter respirare il suo profumo per tutta la notte. La copro col lenzuolo per paura che si infreddolisca e chiudo gli occhi pure io.

La vibrazione del telefono “familiare” mi sveglia. Subito guardo accanto a me e vedo Francesca serenamente addormentata e mi beo del fatto che non sia stato solo un bellissimo sogno. Il telefono “familiare” è il mio secondo telefono che tengo sempre con la vibrazione per le emergenze. Il suo diplay mi dice che sono le 10:00, ho dormito nemmeno 5 ore e voglio richiudere gli occhi. C'è un messaggio di Asia e lo leggo: “Ciao fratellino sto andando all'università con un ritardo mostruoso per colpa della festa di Toni, non riuscivo a svegliarmi. Comunque volevo dirti che tu e Francesca siete belli insieme, però prima di dormire con una ragazza magari ci dovresti stare insieme..ma tu fai tutto come ti pare perciò in bocca al lupo e trattala bene”. Le parole di Asia mi accarezzano il cuore e finalmente prendo consapevolezza di ciò che in realtà non volevo ammettere a me stesso perchè ho una paura matta: sono cotto di Francesca. Passo delicatamente un braccio attorno alle spalle di Fra e col sorriso sulle labbra e il cuore accelerato mi riaddormento.

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Capitolo 5
*** Scelte. ***


Oggi all'ospedale mi ha accompagnato Francesca, con la scusa che dovevo prestarle un libro e di prenderci un famoso gelato insieme. Ormai me le invento tutte per vederla, pure Asia mi aiuta. Credo che in questi giorni le dirò quello che provo perchè ogni giorno che passa ho sempre più voglia di baciarla e dirle che sono cotto di lei e prenderla per mano. Ovviamente sono venuto senza sedia a rotelle, solo stampelle. E ho mandato da qualche giorno la relazione in inglese scritta con Vale completa di documentazione all'università svizzera e sono in trepidante attesa di una risposta.
<< Oh Leo, guardalo là tutto in piedi >> mi accoglie la dottoressa Lisandri abbracciandomi e baciandomi le guance << come stai? >>
<< Sto bene dottoressa, davvero >> rispondo sorridente. Devo fare solo le analisi del sangue, ma ho scelto di farle qui perchè ormai conosco tutti i medici.
<< Lei è? >> mi chiede la dottoressa indicando con gli occhi Francesca che è rimasta in silenzio accanto a me.
<< Oh si scusi, lei è Francesca una mia amica. Francesca lei è la famosa dottoressa Lisandri >> dico facendo le presentazioni. Francesca e la Lisandri si stringono la mano cordialmente.
<< Addirittura famosa sono >> scherza la dottoressa facendomi cenno di seguirla.
<< Mi aspetti qui? >> dico a Francesca << faccio subito >>
<< Certo >> annuisce lei e si siede sulle sedie davanti all'accettazione. Con la dottoressa andiamo in sala prelievi.
<< Sai la novità? >> mi stuzzica sorridente.
<< Ovviamente non la so >> asserisco io sorridendo a mia volta.
<< Oggi il prelievo te lo faccio io >> annuncia la dottoressa.
<< E quale onore, come mai? >> la prendo in giro porgendole il braccio.
<< Volevo fare due chiacchiere con te, allora come stai davvero Leo? >> mi chiede stavolta seria infilandomi l'ago nel braccio.
<< Sto bene davvero dottoressa, non si vede? >> rispondo io e inizio a preoccuparmi della sua serietà.
<< So da Asia che non usi quasi mai la sedia a rotelle. Lo sai che con le stampelle ti stanchi di più? Non puoi strapazzarti >> mi dice ancora seria. Sbuffo, dovevo immaginare che c'era Asia dietro a questa serietà.
<< Dottoressa, io mi alleno, ho le braccia muscolose e sono abituato. Per il resto non passo la giornata in piedi, se mi siedo su una sedia senza rotelle non è lo stesso? >> cerco di spiegarle calmo. Lei sbuffa, estrae l'ago dal mio braccio e dopo aver frizionato con l'alcool mi applica un cerotto.
<< Scusa Leo, è che mi preoccupo per te, lo sai che per me sei un figlio >> mi dice accarezzandomi una guancia. Io metto la mia mano sulla sua << Stia tranquilla, so badare a me stesso >> dico dolcemente.
<< Oh non ne dubito >> ride lei e poi mi passa un bicchiere di succo d'arancia mentre si mette a trafficare col mio sangue.
<< e ora che fa? >> chiedo curioso.
<< Analizzo Leo, ti do subito i risultati, oggi trattamento da re >> mi risponde scherzando.
<< Wow dottoressa..allora mi chieda qualcosa in cambio >> dico io avvicinandomi a lei ma non troppo per non “inquinare” l'ambiente asettico. Lei ci pensa su assumendo un cipiglio troppo divertente, << Parlami di Francesca va >> dice infine. Lo sapevo dottoressa, me lo aspettavo.
<< Beh Francesca è una lunga storia, in realtà è un amica di Asia, ma ora direi che posso considerarla pure amica mia >> rispondo.
<< Leo >> mi fulmina la dottoressa << state già insieme o ancora devi farti avanti? >> mi chiede a bruciapelo.
<< Cavolo..è così evidente? >> le chiedo sbalordito.
<< Evidentissimo Leo. Tu sei cotto e lei pure. Se non ti muovi te lo chiede lei >> mi spiega seria. Mi sento le guance avvampare e lascio che il mio volto si apra in un sorriso che non riesco più a contenere.
<< Sei bellissimo Leo. Voglio sempre vederti questo sorriso addosso, capito? >> mi redarguisce la dottoressa e io annuisco vigorosamente. Non vedo l'ora di tornare da Francesca.
<< Tutto apposto Leo, sei sano come un pesce >> dice finalmente la Lisandri e insieme ci avviamo in accettazione.
<< Sano come un pesce! >> annuncio trionfante a Francesca che ci sta venendo incontro.
<< Non avevo dubbi >> mi risponde lei abbracciandomi felice.
<< Scrivo sano come un pesce dottoressa? >> scherza Lele.
<< Scrivilo scrivilo e aggiungi pure bello come il sole >> dico stando allo scherzo. Poi saluto Lele e la dottoressa e mi avvio con Francesca fuori dall'ospedale. Ci prendiamo il famoso gelato e mentre mi sta riaccompagnando a casa mi viene un'idea.
<< Hai da fare oggi? >> le chiedo eccitato come un bambino.
<< No oggi no >> mi risponde lei parcheggiando la macchina sotto casa mia.
<< Allora vieni, facciamo una festa in piscina >> esclamo felice. Lei scoppia a ridere e insieme percorriamo il viale verso casa. Ho una piscina in giardino e siamo ai primi di giugno, direi che è perfetto.
<< Chiamo i braccialetti, tu chiama Asia e chiedile per che ora sta qui >> le dico e lei subito parte in quarta. Chiamo tutti i miei amici che mi danno l'ok e poi insieme a Francesca ordino la pizza.

<< Leo il cellulare >> mi urla Asia che correndo come una pazza mi raggiunge a bordo piscina e mi fa perdere di vista la palla che mi ha appena tirato Toni, stavamo giocando a pallavolo.
<< Puntoo >> urla lui felice.
<< Ma che punto >> protesto io afferrando il telefono con la mano bagnata e vedendo sul display un numero strano.
<< Zitti ragazzi >> dice Cris e tutti subito obbediscono. Cala il silenzio e finalmente rispondo mentre tutti si avvicinano piano piano a me.
-Pronto?-
-Mr.Bastiani?-
-Si chi è?-
-Hello, we are from Zurigo's Polithecnique, we are sending to you an e-mail. When you decided , call us, ok?-
-ehm but..decided what?-
-read the mail Mr.Bastiani!- cavolo s'è arrabbiato.
-oh..ok..see you-
-Bye-
<< Allora? >> mi chiede Francesca trepidante.
<< Era Zurigo >> rispondo io calmo.
<< E che ti hanno detto? >> chiede ancora lei.
<< Di leggere una mail e decidere >> rispondo ancora io.
<< Che strano di solito non succede così >> osserva lei e subito il suo entusiasmo svanisce. Esco dall'acqua mi do un'asciugata e accedo alla mail dal cellulare. Subito trovo la mail del Politecnico di Zurigo e chiamo Vale per aiutarmi a leggerla.
<< Ok credo di aver capito >> mi annuncia Vale circa dieci minuti dopo, minuti che mi sono sembrate ore.
<< Vai spara >> dico poco convinto.
<< Allora anziché pagarti l'università ti offrono di pagarti il brevetto sulla protesi perchè ci sono un sacco di compagnie nel campo dell'ingegneria biomedica che vogliono produrre questa protesi. Hai tempo due giorni per decidere. In ogni caso tra due giorni devi andare a Zurigo perchè devono discutere delle cose con te >> mi riassume Vale.
<< E la scelta qual è scusa? >> chiedo leggermente confuso.
<< O ti pagano l'università e il brevetto se lo cucca la prima compagnia che capita oppure ti pagano il brevetto ed ogni sacrosanta compagnia che produrrà la tua protesi ti pagherà l'uso del brevetto >> mi spiega ancora Vale. Davide balza fuori dall'acqua e ci raggiunge, << Sai questo che vuol dire Leo? Vuol dire una barca di soldi e te lo dico perchè mio padre ha depositato un paio di brevetti idioti in Italia >> dice col suo solito modo di fare.
<< Oddiooo >> urlo preso dalla felicità << però io volevo studiare.. >> dico poi calmandomi.
<< Leo sai quante università private vuoi fare con tutti i soldi che prenderai? >> mi dice Cris sporgendosi dal bordo piscina. E ha ragione. Chiudo gli occhi e lascio che la notizia mi si depositi addosso come un velo. Sento crescere l'adrenalina dentro di me, mi sento felice. Cavolo in poco più di un mese ho sconfitto il tumore e prodotto un'idea che mi renderà ricco e forse mi rimetterà al mondo.
<< Siii venite tutti quaa >> urlo riaprendo gli occhi e allargando le braccia. Tutti i braccialetti mi salgono addosso ed ovviamente franiamo a terra rompendo la sdraio. Ridiamo a più non posso. Poi abbraccio mia sorella che è commossa fino alle lacrime. Scorgo Francesca leggermente in disparte e le faccio cenno di raggiungermi a bordo piscina.
<< Beh e tu non mi abbracci? >> le chiedo un po' triste.
<< Stavo solo aspettando il mio turno >> mi risponde lei guardandomi negli occhi così intensamente che li sento bruciare. La abbraccio e lei ricambia, non siamo mai stati così stretti. All'improvviso qualcuno mi spinge e finiamo con poca grazia in acqua. Riemergiamo ancora abbracciati, lei mi guarda scioccata con gli occhi sgranati e io non resisto più. Avvicino il mio volto al suo e la bacio e lei senza la minima esitazione risponde. Parte un applauso e molti “Ce l'hai fatta” e rido mentre continuo a baciarla.
<< Ce l'hai fatta >> mi sussurra interrompendo il bacio e restandomi abbracciata e io la ribacio e non mi sembra vero. Ci metto un po' a riprendermi da questa nuova consapevolezza, dal fatto che Francesca non aspettava altro che mi facessi avanti.

Ora siamo tutti sdraiati al sole, come quando sono uscito dall'ospedale e siamo andati al mare, solo che oggi ci sono due persone in più.
<< Vale mi accompagni in Svizzera? >> chiedo al mio migliore amico, dovrò firmare un importante contratto scritto tutto in inglese e voglio essere tutelato.
<< Ma che sei matto Leo? Ho la maturità, devo studiare >> mi dice lui alzandosi a sedere.
<< E dai che devi studiare per il tema di italiano? >> lo prendo in giro.
<< Anche dato che mezzo anno l'ho perso sai >> mi risponde lui << mi dispiace, sarei venuto volentieri >>. Quindi Vale no, Cris nemmeno, Toni non se ne parla non parla neanche italiano ma solo napoletano, Davide e Rocco sono troppo piccini e non mi sono di aiuto.
<< Asia mi accompagni tu? >> chiedo alla mia sorellona; nel frattempo ci siamo seduti tutti e siamo in cerchio.
<< Non posso Leo, ho un esame proprio tra due giorni >> mi dice mia sorella in tono dispiaciuto. Mi giro verso Francesca e le faccio gli occhi dolci << Mi accompagni tu? >>
<< certo che ti accompagno >> ride lei.
<< Ti sacrifichi tu Fra? >> ci prende in giro Asia.
<< Si tesoro, mi immolo per il bene comune >> sta al gioco lei. Faccio un po' di gestacci a mia sorella, però poi mi viene un dubbio << Scusa come faccio a non farti pagare anche a te? >> chiedo a Francesca.
<< Penso che basta che fai la domanda al comune no? >> pensa lei.
<< Domani mattina la devo fare, sennò non partiamo e salta l'affare >> dico serio.
<< Salta l'affare! Ma sentilo, un'ora fa eri un poveraccio e ora parli come se fossi un imprenditore di successo >> mi canzona Davide e io gli tiro un buffettone sul collo.

Chiudo la porta di casa e percorro il viale fino alla strada fermandomi proprio sotto alla fermata dell'autobus. La consistente quantità di gente mi ricorda che è molto presto, è l'ora di andare a lavoro, a scuola, all'università. Quanto vorrei essere io in attesa dell'autobus per andare a lavoro o all'università. Io invece sono qui alla fermata solo perchè sto aspettando Francesca che mi viene a prendere, dobbiamo andare in comune a fare la domanda per l'accompagno in Svizzera. Obiettivamente è molto presto però Francesca dice che ci sono sempre molte file e dal momento che anche mia sorella le ha dato ragione non ho potuto obiettare. Eccola che arriva con la sua mini cooper verde ramarro e si parcheggia proprio accanto a me. Salgo in macchina mentre penso che vorrei essere io ad andarla a prendere a casa con la mia macchina e magari portarla al mare o al lago o a mangiare fuori. Mi sporgo verso di lei per darle un bacio e lei si sporge verso di me col volto sorridente e rilassato. Le stampo un bacio sulle labbra morbide, lei mette in moto e parte. Arriviamo al comune di Fasano che sono le 8:30 e subito prendiamo il numero per le pratiche burocratiche e ci mettiamo in attesa. Un'attesa lunghissima perchè i numeri che ci stanno davanti sono una cinquantina, ma finalmente arriva il nostro turno e ci sediamo di fronte all'impiegata che ci deve servire in una sala dove altri impiegati servono altre persone.
<< Allora in cosa posso esservi utile? >> ci chiede mostrando un sorriso a 32 denti. Magari abbiamo fortuna ed è gentile.
<< Devo andare in Svizzera e lei mi deve accompagnare ma mi serve la domanda fatta da voi perchè sennò lei paga >> spiego io indicando Francesca.
<< Perchè ti serve che lei ti accompagni? >> chiede la ragazza. Io alzo le stampelle in alto.
<< Ah >> fa lei, fruga qualcosa nel suo cassetto e mi porge un foglio << riempi questo >>. In alto al centro ed in grassetto c'è scritto “MODULO D'ACCOMPAGNO PER INVALIDO”.
<< Lo sai che vuol dire invalido? >> chiedo a Francesca quasi ringhiando.
<< Non valido >> risponde lei come se le avessi chiesto se le va un caffè.
<< Brava, e in cosa io sarei non valido? >> continuo io.
<< A camminare Leo >> mi zittisce lei. Già, a camminare non sono valido. Quindi, perchè mi arrabbio? Inizio a riempire il modulo con lo sguardo incollato alla carta.
<< Ecco >> dico passando il foglio alla ragazza.
<< Perfetto >> dice lei << domani vi arriveranno a casa i biglietti aerei >>
<< Sicura domani? Io devo partire dopodomani >> le chiedo.
<< Sicura, stai tranquillo >> ribadisce lei. Mi alzo e me ne vado, sento Francesca salutarla e poi i suoi passi seguirmi verso l'uscita. Sono fuori, respiro a pieni polmoni e ad occhi chiusi mi godo il bacio del sole che oggi è così bello e caldo. Sento qualcuno accarezzarmi il braccio teso sulla stampella e non ho dubbi su chi possa essere. Mi giro verso Francesca, << Scusami per prima, è che si limitano a chiamarci invalidi senza sapere cosa realmente siamo in grado di fare, e questa cosa mi fa imbestialire >> le dico guardandola negli occhi che al sole sono ancora più chiari. Il suo bellissimo viso mi regala un sorriso e io guardandola non posso fare altro che sorridere con lei.
<< è tutto ok Leo, posso immaginare cosa provi, non me la sono presa >> mi dice.
<< Come fai? >> le chiedo senza aver pensato di chiederglielo.
<< A fare?? >> chiede lei confusa.
<< Ad essere così dolce, comprensiva, paziente, ecc..?? >> inizio ad elencare.
<< Sono innamorata; l'amore fa fare tutto >> risponde tranquilla. Il mio cuore perde un battito. Ha detto “Sono innamorata”, non me lo sono sognato.
<< Cosa sei tu? >> le chiedo e devo essere arrossito perchè sento molto caldo.
<< Innamorata, di te >> risponde lei guardandomi negli occhi e non c'è nemmeno un attimo di esitazione nella sua voce stupenda. Mollo una stampella, che lei prontamente afferra, e le accarezzo una guancia portando il suo viso vicino al mio e poi la bacio, la ribacio, la bacio di nuovo, perdendomi le dita tra i suoi capelli color cioccolato e gli occhi nei suoi occhi.
<< Eh vabbè che l'amore è bello, ma così non fate entrare più nessuno >> esclama con tono irritato una vecchietta. Interrompiamo il bacio e scoppiamo a ridere, poi finalmente ci spostiamo dall'ingresso.
<< So che dovrei portartici io..magari facendoti una sorpresa..ma che ne dici se andiamo al mare? >> le propongo una volta in macchina.
<< Dico che è un'ottima idea, ma non ho il costume addosso e tu nemmeno >> mi risponde lei.
<< Hai ragione..potremmo..passare da me? >> penso io.
<< No passiamo da me, è di strada >> dice lei e mette in moto. Probabilmente ha un fratello, altrimenti dovrò mettermi un costume da donna. In mezz'ora arriviamo davanti ad una bellissima villetta in un comprensorio di villette. Francesca parcheggia proprio davanti alla porta; stavolta non dovrò percorrere nessun viale. Suona al campanello. Apre una bella donna bionda con gli occhi chiari che credo sia sua madre.
<< Francesca che ci fai..Il fratello di Asia? >> mi chiede distogliendo l'attenzione da Francesca e guardandomi sbalordita.
<< Si piacere io sono Leo >> dico porgendole la mano che lei prontamente stringe.
<< Come ha..? >>
<< Sei identico >> mi dice prima che io possa terminare la domanda.
<< Ah io sono Ines scusami >> aggiunge poi ridendo e dicendoci di entrare. Ci accomodiamo in salotto.
<< Come stai? So che avevi un tumore >> mi chiede. Evviva la schiettezza, già la adoro questa donna.
<< Sono guarito >> le rispondo sorridendo.
<< Oh che bella notizia! Mi stavo proprio chiedendo perchè non vedevo Asia da un po' ma ora capisco >> dice sorridente.
<< Ehm mamma? >> dice Francesca richiamando l'attenzione della madre. Ines sembra risvegliarsi e improvvisamente si ricorda che non aspettava Francesca a casa << Oh si tesoro, che ci fate qua? >>
<< Ecco, dovrei prendermi un costume e me ne serve uno di Max per Leo che vogliamo andare al mare >> spiega.
<< Max??? >> chiama Ines, anzi praticamente urla.
<< Che c'è ma?? >> risponde una voce poco sveglia.
<< Vieni qui muoviti >> intima Ines e devo soffocare una risata. Poco dopo spunta ciabattando un ragazzone alto, bello e molto simile a Francesca.
<< Ciao >> mi dice guardandomi. Io mi alzo in piedi e gli porgo la mano << Leo >>. Lui me la stringe fortissimo << Max >>.
<< C'ho un amico che te somiglia un sacco >> mi dice poi.
<< A si? E chi è? >> chiedo curioso.
<< Se chiama Valentino >> risponde lui.
<< Valentino Dotto? >> chiedo ancora io.
<< Proprio lui..me fa morì..è troppo forte >> risponde sorridendo, poi il suo sguardo gli cade sul mio polso, dove ho due braccialetti rossi.
<< Aspe..ma te sei Leo!! Valentino me parla sempre de te! Sei forte >> mi dice. Mi apro in un sorriso enorme, è fortissimo sto ragazzo.
<< Grazie >> gli dico.
<< Ehm Max? >> ora Francesca richiama l'attenzione del fratello.
<< Ah si Max vai su e prendi un costume di Francesca e uno tuo per Leo che devono andare al mare >> dice Ines.
<< Vengo pure io oh! Mica te dispiace Lè? >> dice e scoppio a ridere, la sua parlata romana mi fa morire.
<< Ma che scherzi >> dico io.
<< Tu non vai da nessuna parte devi studiare >> lo redarguisce Ines e lui sbuffa. Poi sale due rampe di scale che presumo portino al secondo piano della villa dove sono le camere e riscende poco dopo con un bikini di Francesca e un costume-boxer per me.
<< Menomale che non porti il costume a slip >> gli dico mentre si siede accanto a me.
<< Ma che stai a scherzà, non se po' vede >> mi dice ridendo. Francesca si alza << beh noi andiamo allora >> dice e mi guarda, capisco che devo alzarmi e mi alzo. Max mi saluta dandomi il braccio.
<< vabbe tanto state insieme, ce rivediamo presto >> dice. Io mi blocco e Francesca pure. Capisco allora che Ines non lo sa.
<< State insieme? >> trilla dopo un microsecondo.
<< Ehm..si >> rispondiamo in coro io e Francesca, mi sento come un ladro.
<< Beh ma me lo potevi dire prima!! Max pure tu!! >> esclama Ines quasi indignata.
<< Scusate regà..a Fra io pensavo che mamma lo sapeva >> si scusa Max.
<< Non fa niente Max >> gli sorrido io. Ines apre le braccia verso di me << Leo! Benvenuto in famiglia! Se l'avessi saputo t'avrei accolto meglio >> mi dice stringendomi. Io la stringo a mia volta e la ringrazio.
<< Non potevo avere accoglienza migliore, davvero, la ringrazio> > le dico.
<< Ti prego dammi del tu >> mi dice lei stringendomi le mani.
<< Si..appena m'abituo giuro che lo faccio >> dico ridendo e ride pure lei. Poi finalmente ci avviamo verso la macchina mentre Max e Ines ci guardano andare via. Francesca mi porta in uno stabilimento abbandonato dove però ci sono gli ombrelloni,le cabine, i bagni funzionanti ecc..in pratica un abbandono da pazzi. Ci separiamo in due cabine per cambiarci e quando esco dalla mia lei ancora non è pronta. Così mi avvio sulla spiaggia, per fortuna c'è una passerella, e scelgo l'ombrellone più a riva accanto alla passerella. Lo apro, apro e sistemo i lettini, appendo i miei vestiti ai raggi dell'ombrellone e mi stendo.
<< A te Ghiro ti dovevano chiamare, altro che Leone! >> mi canzona Francesca. Apro gli occhi e mi accorgo che mi ero addormentato.
<< E a te Lumaca >> la canzono a mia volta ammirandola coperta solo dal bikini. Con i capelli raccolti è ancora più bella. La seguo con lo sguardo mentre si sdraia sul lettino e l'attimo dopo si rialza. Ha una faccia a dir poco schifata.
<< Che succede? >> le chiedo.
<< E' pieno di sabbia! >> esclama lei indignata con una faccia da bimba imbronciata.
<< Siamo mica al mare.. >> la prendo in giro.
<< Lo so ma mi fa schifo sulla schiena, non l'ho mai sopportata la sabbia lì >> mi spiega lei. Io scuoto la testa divertito.
<< Prego signorina >> le dico aprendo gambe e braccia. Lei non se lo fa ripetere due volte, si siede davanti a me come se fossimo in moto o in canoa e poggia la sua schiena sul mio petto. Io intreccio le mie mani sulla sua pancia. Sento brividi ovunque, è la prima volta che siamo così “a contatto”, pelle contro pelle. Inspiro profondamente per darmi una calmata, ho il cuore a mille che rischia di esplodermi. Lei deve averlo capito perchè mi accarezza le braccia.
<< Tutto bene? >> mi chiede dopo un po' che siamo in silenzio a goderci la calma del mare abbracciati sul lettino.
<< Tutto bene >> rispondo io.
<< benchè tu abbia dei pettorali d'acciaio sento il tuo cuore martellare, sei emozionato? >> mi chiede guardandomi negli occhi, dritta come un fulmine.
<< Si >> confesso << averti qui tra le mie braccia mi rende molto emozionato >> mi accarezza dolcemente il viso e poi mi inizia a grattare dietro al collo, più o meno dov'è la cervicale e più su, dove ormai stanno ricrescendo i capelli, neri come il carbone.
<< anche io lo sono >> ammette anche lei. Le sorrido e chiudo gli occhi beandomi dei suoi grattini.
<< Farei volentieri l'amore con te adesso, se solo si potesse >> dico rendendomi conto troppo tardi di averlo detto sul serio, dando voce ai miei pensieri.
<< E..cioè... >> tento di dire qualcosa essendo diventato viola ma Francesca mi tappa la bocca, anche lei rossa come un peperone.
<< Anche io >> dice in un soffio e mi bacia. Stavolta però non mi limito a stamparle un bacio sulle labbra, stavolta cerco la sua lingua, la assaporo, la mordo. Sento il calore che mi avvolge e quando ci stacchiamo giusto per riprendere fiato lei ha i capelli tutti arruffati e la trovo incredibilmente sexy.
<< Scusa..mi sono lasciato andare..è che sei troppo bella >> le dico accarezzandola.
<< Non ti scusare Leo ti prego. Mi ecciti da morire, sei il ragazzo più sexy che io abbia mai visto. È normale tutto questo >> dice lei.
<< Addirittura il più sexy? >> chiedo ridendo e cercando di sbollire l'eccitazione.
<< Si davvero..tu non ti rendi conto..hai un fisico da urlo..due occhi che parlano..due labbra che non lo so..sei perfetto >> mi dice e mi bacia per evitare che io possa replicare che non sono perfetto perchè non ho mezza gamba.
<< Non l'hai mai fatto? >> mi chiede dopo un po' che siamo stesi sempre sul lettino, lei rannicchiata contro di me così da potermi guardare negli occhi.
<< Che? >> chiedo riemergendo dai miei pensieri.
<< L'amore >> risponde lei.
<< Ah, no >> dico io. Mi sorride, << sono contenta di essere la tua prima donna >>.
<< Spero tu rimanga l'unica >> dico sincero.
<< non ci credo che l'hai detto davvero >> dice chiudendo gli occhi.
<< Credici, sono cotto >> dico ridendo.
<< e tu? L'hai già fatto? >> le chiedo poi. Lei annuisce. E certo cosa mi aspettavo, che a 22 anni fosse rimasta vergine aspettandomi? Le sorrido ingoiando la sconfitta del non essere il primo.
<< Sei geloso è inutile che fingi che non te ne freghi nulla >> mi dice ridendo.
<< Da morire >> ammetto avventandomi sul suo collo e riempendoglielo di baci.

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Capitolo 6
*** Svizzera. ***


Se c'è un momento che amo del volo aereo è quello in cui l'aereo si stacca dal suolo, e i buoni dieci minuti che impiega per stabilizzarsi sulla rotta. In questo momento riesco a capire quanto forte è l'uomo ad aver inventato il volo, cosa nativa degli uccelli. È la terza volta che volo in vita mia, la prima che volo accanto a Francesca che mi tiene la mano come fossimo in treno. Stiamo andando in Svizzera, i biglietti sono arrivati puntualissimi ieri.
Dopo circa due ore arriviamo all'aeroporto di Zurigo, un tizio brutto ma distinto e curato ci aspetta con un enorme cartello con su scritto “Bastiani”. Ci accompagna con un taxi al politecnico di Zurigo dove ci viene data una suite panoramica e ci informano che abbiamo mezz'ora per prepararci alla riunione che si terrà in Sala Grande.
Mi butto sul letto matrimoniale, che effetto vedere un letto matrimoniale per me e Francesca.
<< Che fai vai tu al bagno o vado io? >> mi chiede.
<< Vai vai..mi devo riposare cinque minuti >> le dico chiudendo gli occhi. Mi sento stanco, forse perchè stanotte per l'emozione ho pure dormito poco.

<< Leo muoviti ancora non hai preso i vestiti, tra 15 minuti dobbiamo essere giù >> mi sveglia Francesca. La guardo, è perfetta ed elegante, come se non avesse affrontato un volo aereo e avesse dormito quattro ore scarse. Mi alzo dal letto e prendo i vestiti che lei con la velocità di una saetta ha scelto per me. Mi faccio una doccia veloce e mi vesto ringraziando il cielo per i capelli corti e Asia per avermi fatto fare la barba ieri. Miracolosamente 16 minuti dopo siamo in Sala Grande. All'ingresso ci accoglie un maggiordomo e appena superato quest'ultimo scorgo una ventina di uomini in giacca e cravatta. Inizio a sentire la grandezza di ciò che sta per accadere.
<< oh, mr.Bastiani, welcome! >> mi saluta a gran voce l'uomo che è a uno dei capi della tavola enorme.
<< please,please, sit with us! >> dice ancora mentre mi avvicino al tavolo. Istintivamente prendo la mano di Francesca e la stringo forte, ho il cuore che galoppa come un cavallo selvaggio. Stringo la mano a tutti presentando loro Francesca e chiedendo se può rimanere con me e loro mi rispondono con un serenissimo “yes,of course”. Mi trattano come se fossi una star,uno famoso, un vip, un presidente stile Obama. E la cosa mi gasa non poco. Mi accomodo con Francesca accanto e subito viene chiamato un traduttore. Ringrazio il cielo, già stavo sudando freddo al pensiero di dover capire tutto in inglese.
In sostanza firmo il deposito del brevetto, gli do un nome, ma il nome già lo avevo deciso ed è “protesi neuronale”. Gli svizzeri pagano il deposito del brevetto per me. Dopodichè mi obbligano ad aprire un conto bancario come libero professionista lì in Svizzera, mi assegnano un commercialista e mi dicono che tempo un mese sarà prodotta la prima protesi neuronale e questa protesi sarà la mia. Mi prende un colpo a queste parole, finalmente potrò camminare di nuovo, potrò correre, potrò finalmente prendere la patente, potrò lavorare, potrò studiare. I vari rappresentanti di compagnie che produrranno la protesi a dir poco mi adulano dicendomi che ho un cervello straordinario se senza studiare ho ideato una cosa del genere. Mi chiedono cosa farò con tutti i soldi che incasserò mano mano e io dico che la prima cosa che farò sarà regalare una protesi a Vale, poi aiutare gli altri e migliorare me stesso. Provano a propormi di tutto ma io rifiuto dicendo che devo pensare. Facciamo foto, interviste, strette di mano e poi mi congedano dandomi una tessera magnetica per prelevare i soldi dal conto Svizzero in qualsiasi prelevatore di tutto il mondo. Ceno in camera con Francesca, siamo entrambi distrutti ma felici e poi crolliamo vestiti sul letto. A svegliarci all'alba è la sveglia di Francesca. Ci sistemiamo al volo e corriamo a prendere l'aereo di ritorno per l'Italia.

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Capitolo 7
*** Ritorno. ***


<< Psst Leo! Leo! Psst Leo! >>. Di chi è questa voce che mi chiama? Sento i miei sensi risvegliarsi ad uno ad uno e piano piano prendo coscienza di chi sono, di dove mi trovo. Sento sotto la mia mano la pancia di Francesca e subito apro gli occhi per osservare la sua chioma sparsa sul cuscino. Stanotte abbiamo dormito insieme perchè i suoi non sono in città, sono andati alla loro casa al mare per far distrarre Max prima dell'orale finale. Non abbiamo fatto l'amore ma anche il solo fatto di dormire abbracciandola e ricoprendola col mio corpo mi emoziona da morire. Poter respirare per tutta la notte il suo profumo è una cosa meravigliosa. Ma se Francesca non è sveglia chi mi chiama? Istintivamente alzo lo sguardo verso la porta della cameretta che ho lasciato aperta stanotte e vedo poggiato contro lo stipite mio padre. Non ha il solito sguardo spento di quando torna un giorno e poi riparte, no, sta sorridendo ed ha un sorriso tenero. Con uno sguardo gli faccio capire che scendo dal letto e lo raggiungo, lui capisce gira le spalle e sparisce, penso sia andato in sala. Da quanto non mi capivo così al volo con papà? Mi sembra una vita. Mi alzo a sedere e mi muovo piano fino ai piedi del letto attento a non svegliare Francesca. Sfortunatamente le stampelle sono poggiate al comodino, quindi saltello fino a lì, mi isso sulle stampelle e vado in sala chiudendo la porta della mia cameretta per non svegliare Francesca. Asia non c'è, è all'università.
<< Papà! >> esclamo facendolo saltare, probabilmente era sovrappensiero.
<< Leo! >> esclama a sua volta alzandosi in piedi e tutto sorridente mi butta le braccia al collo stringendomi come se non mi vedesse da secoli. Ed in effetti pure a me paiono secoli e lo stringo con tutta la forza che ho come se avessi paura che possa sfuggirmi.
<< E' la tua ragazza? >> mi chiede indicando con lo sguardo la mia cameretta con quel bel sorriso tenero che aveva poco fa. Istintivamente mi giro pensando che Francesca sia sia alzata ma non c'è nessuno. Torno a guardare papà.
<< Si è lei >> rispondo. Papà mi sorride e mi accarezza la guancia lasciandomi di stucco. Non so da quanto è che non sentivo le sue mani.
<< Sei proprio innamorato eh >> mi dice.
<< Come fai a dirlo? >> chiedo io con aria scherzosa.
<< Quando un uomo dorme così con una donna vuol dire che desidera proteggerla, se questo non è amore! Anche io dormivo sempre così con mamma >> mi spiega e per la prima volta parla della mamma con un sorriso stupendo. Per la prima volta nominando la mamma non si spegne. Gli sorrido.
<< Che ore sono pà? Ho una fame.. >> chiedo dopo che il mio stomaco mi ha fatto delicatamente notare che ho molta fame.
<< E' quasi l'ora di pranzo Leo! >> ride mio padre.
<< Oh cazzo, Asia torna per pranzo, andiamo a preparare qualcosa! Non sa che sei qui? >> chiedo a papà avviandomi in cucina.
<< No non lo sa >> risponde lui divertito seguendomi. Poi si siede a tavola mentre io inizio a preparare il pranzo. Chiacchieriamo come se non fossimo mai stati lontani, come se ci fossimo visti ieri.
<< La tua ragazza mangia con noi? >> mi chiede mentre sono intento a cucinare.
<< Certo, tra un po' la sveglio >> rispondo buttando un occhio all'orologio appeso alla parete di fronte a me.
<< Addirittura Leo >> mi canzona papà.
<< E si sono un cavaliere io >> rido.
<< Dio Leo, quanto mi mancava vederti cucinare >> esclama papà in un momento di silenzio. Lo ha detto con un trasporto che mi ha lasciato senza fiato.
<< Davvero papà? >> gli chiedo guardandolo.
<< Davvero >> conferma lui e mi sorride. Finito di cucinare vado in cameretta. Entro piano piano, Francesca dorme beatamente ed è meravigliosa. Ancora faccio fatica a credere che sia proprio mia. Mi siedo in pizzo al letto, mi chino su di lei e inizio a baciarle il viso , i capelli, il naso, le orecchie.
<< Buongiorno amore >> mastica aprendo gli occhi e guardandomi con un sorriso troppo tenero. Amore, non mi ci aveva mai chiamato prima d'ora. Sento il cuore battere forte e il calore arrivarmi alle guance. La accarezzo.
<< Buongiorno a te, dormito bene? >>
<< Benissimo, se poi potessi svegliarmi così tutte le mattine sarei la donna più felice del mondo >> mi dice dolce.
<< Senti di là c'è papà, non sapevo del suo arrivo, pure Asia sta per arrivare, vestiti che mangiamo tutti insieme perchè è ora di pranzo >> le spiego piano. Lei si mette a sedere scattando come una molla << Se vuoi io vado Leo.. >>
<< Nonono >> la blocco << tu resti, ti voglio qui >>. Mi sorride, afferra il mio viso e mi bacia. Esco dalla cameretta per lasciarla vestire e torno da papà.
<< Cinque minuti e arriva >> dico entrando in cucina. Papà mi sorride. Suonano alla porta, sono sicuro che è Asia.
<< Un attimoo >> urlo.
<< Papà vai tu ad aprire, così le facciamo una sorpresa >> dico a bassa voce a papà. Lui annuisce entusiasta, si alza e va ad aprire la porta.
<< Papà??? >> quasi urla Asia ritrovandoselo davanti.
<< Amore mio, sei sempre più bella >> esclama papà aprendo le braccia. Asia non esita un attimo e ci si butta facendosi stringere. Faccio capolino dallo stipite della porta della cucina e Asia mi rivolge uno sguardo interrogativo come a dire “che ci fa papà qui?”, io faccio spallucce facendole capire che non lo so. Sciolto l'abbraccio la mia famiglia mi raggiunge in cucina.
<< C'è anche Francesca a pranzo eh >> dico ad Asia. Lei mi viene vicino, << non lo sa che è la mia amica? >> mi sussurra. Io faccio di no con la testa e lei torna da papà.
<< Tu la conosci com'è questa ragazza? Leo è cotto >> chiede papà. Asia soffoca una risata, << E' una ragazza fantastica, ti piacerà >> gli risponde. Lascio i due in cucina e torno in cameretta.
<< Eccomi eccomi >> mi viene incontro Francesca non appena ho aperto la porta.
<< Pronta? >> le chiedo sorridente.
<< Pronta >> risponde lei. La prendo per mano e arriviamo lentamente in cucina. Un attimo prima di entrare scorgo che Asia è poggiata al frigo e papà per parlare con lei da le spalle alla porta e ciò è perfetto, sono sicuro che Asia l'ha fatto apposta.
<< Papà ti presento Francesca >> dico schiarendomi la voce e soffocando una risata perchè Asia pure sta scoppiando. Papà si gira subito e si alza in piedi.
<< Pia...tu???? >> esclama sorpreso << cioè voi due?? >> farfuglia guardando prima me, poi Francesca, poi di nuovo me, poi Asia che alza le mani come a dire “io non c'entro niente”.
<< Proprio io >> dice Francesca divertita sostenendo lo sguardo di papà.
<< Vabbè non me lo potevi dire che era lei? Io questa la conosco >> dice papà ridendo e marcando sulla parola questa. Finalmente ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare.
<< Sono contento che sei tu la ragazza di Leo, mi sei sempre piaciuta >> dice papà a Francesca.
<< Grazie Luigi >> dice Francesca sorpresa.
<< E di che, bisogna riconoscere che mio figlio ha occhio >> ribatte papà e io gli faccio l'occhiolino.
<< Asia non è che pure tu mi devi presentare il tuo ragazzo? >> chiede poi papà.
<< Oh no no , io sono ancora felicemente single >> dice Asia scuotendo la testa.
<< Oh menomale, con le femmine è più dura >> scherza papà. Cazzo sembriamo una famiglia normale e felice, quanto vorrei che questa giornata non finisse mai. Trascorriamo il pranzo in allegria, anche se ogni tanto io e Asia ci scambiamo occhiate eloquenti sul perchè papà sia qui e nei nostri cuori si cela la domanda su quanto tempo resti. All'improvviso papà si alza, << Una cosa al volo devo dire >> afferma serio ma rilassato. Il sorriso che avevo poco fa in viso si spegne, guardo Asia che è terrorizzata, stringo la mano di Francesca.
<< Beh?? >> chiede Asia impaziente.
<< E' una cosa bella eh, se a voi non dispiace sono tornato per restare >> annuncia papà.
<< Oddio papàà> > urla Asia alzandosi e travolgendolo in un abbraccio. Pure io mi alzo e mi unisco all'abbraccio lasciando andare i miei occhi alle lacrime come Asia e papà. Per la prima volta dopo la morte di mamma siamo davvero uniti. Sono sicuro che Francesca ci guarda da seduta, ma ora come ora non mi staccherei da questo abbraccio nemmeno per tutto l'oro del mondo.
<< Mi siete mancati figli miei >> dice papà tra le lacrime accarezzandoci.
Non so quanto siamo rimasti chiusi in quell'abbraccio, fatto sta che che dopo pranzo Francesca è tornata a casa ed io, papà ed Asia siamo andati a trovare la mamma al cimitero. Abbiamo parlato con lei, le ho raccontato tutta la storia delle protesi neuronali rendendo così partecipe anche papà degli ultimi sviluppi.
Ora siamo seduti sul divano a vedere la tv. Papà è seduto all'estrema destra, Asia in mezzo e io a sinistra. Asia è letteralmente avvinghiata a papà e ha le gambe poggiate su di me. Papà se la tiene stretta e io le faccio i grattini. Tra noi due è quella che ha sentito di più la mancanza di papà essendo femmina e trovandosi all'improvviso a dover fare da madre, padre, sorella a me, malato di tumore.
<< Vorresti Francesca al posto mio eh >> mi dice.
<< No..rinuncerei pure alla protesi per avervi tutti e due qui anche domani >> controbatto io. Asia si stacca da papà e mi inchioda al divano con uno dei suoi abbracci prepotenti.
<< Io ti adoro. Non potevo averlo un fratello migliore di te. Sei perfetto >> mi dice praticamente parlando sul mio collo. Io rido per il solletico e la stringo a me, la mia sorellona.
<< Io non potevo chiedere sorella migliore di te. Sei tu quella perfetta >> le dico.
<< Io dico che siete perfetti entrambi e che io e vostra madre abbiamo creato due capolavori >> interviene papà con tono scherzoso.
<< Che mi stavo per perdere.. >> sussura poco dopo più a se stesso che a noi.

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Capitolo 8
*** Maturità e Lauree. ***


Io e Asia siamo in macchina, diretti alla scuola di Vale e Max. Oggi hanno l'orale, finalmente per loro finisce la maturità. Vale ha invitato Asia e verrà interrogato dopo Max ma siccome c'è Francesca la mia dolce sorellona si subisce pure Max. Mentre Asia cerca un posto nel parcheggio della scuola mando un messaggio a Francesca: “Stiamo parcheggiando, dove sei?”. Lei mi risponde subito, evidentemente mi aspettava: “venite in VB”. Ci dirigiamo davanti al VB e mentre piano piano raggiungiamo la classe vedo un sacco di ragazzi li fuori, tutti tesi e complici. Vedo anche Vale, Cris, Toni, Rocco, Davide, Max, Francesca e i genitori. Se potessi correrei lì ma le stampelle me lo impediscono.
<< Buongiorno >> saluto allegro. Ines e Marco, il padre di Francesca, si girano verso di me e mi rivolgono un sorrisone.
<< Leone come stai? >> mi chiede Ines abbracciando prima me e poi Asia.
<<< Bene Ines grazie, ciao Marco >> dico stringendo la mano di Marco che mi da un'amichevole pacca sulla spalla.
<< Allora che dici? Sta protesi? >> mi chiede.
<< Ancora non è pronta, non vedo l'ora che arrivi >> rispondo io.
<< Dai che sei quasi arrivato campione >> mi dice lui e io gli sorrido.
<< Ciao bellezza >> dico al mio amore << posso?> > le chiedo sussurando avvicinandomi al suo viso. In tutta risposta mi bacia lei.
<< Ecco mi cognato >> mi abbraccia Max salutandomi.
<< Allora? Pronto? >> gli chiedo.
<< Ma che pronto Lè, giuro che se me promuovono me tingo i capelli de verde >> risponde lui portando le mani dietro la testa. Scoppio a ridere immaginandomelo con i capelli verdi.
<< Vice >> esclamo andando a salutare Vale che sta comodamente seduto sulla sedia a rotelle, lui le stampelle non le usa.
<< Oh capo eccoti >> mi saluta lui.
<< Come va secchione, sicuramente sei pronto >> lo prendo in giro.
<< Sono pronto ma non secchione >> si risente lui. Poi do due baci a Cris, scompiglio i capelli di Rocco, di Davide che cerca di mollarmi una pizza e saluto Toni. Siamo quasi tutti poggiati con le spalle contro il muro in attesa della commissione, chiacchierando del più e del meno.
<< No! Non ci credo! Leone ma sei te? >> mi chiede una voce femminile costringendomi a distogliere l'attenzione da un interessante discorso di Vale. Mi giro verso la proprietaria della voce e vedo Federica, una che mi piaceva prima di entrare in ospedale e che ho invitato anche alla festa per la mia gamba prima che me l'amputassero.
<< Federica? >> chiedo scettico, è molto cambiata.
<< Siii! Leone ma come stai bene! Ma sei ancora malato? >> mi chiede con un entusiasmo fuori dal normale, evviva la delicatezza.
<< No sono guarito >> rispondo secco, ma che vuole?
<< Ahhh e che fai qua? >> mi chiede con una voce a dir poco da oca, ma davvero mi piaceva questa tizia?
<< Si diplomano due miei amici >> rispondo io.
<< Ma dai? E chi sono? Mi diplomo pure io! >> risponde lei al settimo cielo.
<< Max e Vale >> dico secco, già mi ha stufato.
<< Dai ma siamo in classe insieme! >> esclama e subito si fionda a salutare Vale e Max che le rivolgono un sorrisino stentato. Ne approfitto e mi giro verso Francesca che ha uno sguardo penso arrabbiato / divertito che la rende assurdamente sexy.
<< Caffè? >> le chiedo. Lei annuisce e insieme ci avviamo.
<< Che c'hai Leo? >> mi blocca ad un certo punto.
<< Perchè? >> chiedo con forse troppa foga.
<< A parte che stai abbaiando, se sbatti un po' più forte le stampelle sul pavimento lo buchi. Sei nervoso. Che cosa hai? >> mi chiede di nuovo.
<< Mi sono rotto il cazzo di queste stampelle, mi sono rotto il cazzo di non poter fare due passi con te senza poterti dare la mano perchè se ti do la mano stiamo fermi. Ok? Ti basta? >> dico incazzato, sento che gli occhi mi bruciano. Inspiro profondamente, chiudo gli occhi e ricaccio indietro le lacrime. Francesca mi afferra per gli avambracci, << Oh Leo devi stare calmo e avere pazienza. E pensa che sei fortunato a poter avere una seconda possibilità. Ce la fai? >> La mia ragazza ha questo strano potere, mi sa parlare in un modo che mi fa sciogliere e calmare. E in un attimo sento la rabbia e la frustrazione svanire e aprendo gli occhi vedo solo lei che mi sorride. Lei, i suoi occhi azzurri e i suoi capelli color cioccolato. Lei, la sua bocca e il suo corpo favoloso.
<< Scusami >> le dico scuotendo la testa e riprendiamo a camminare verso la macchinetta.
<< E invece quella chi era? >> mi chiede Francesca mentre digito dei tasti sulla macchinetta per fare uscire due caffè corti.
<< Sei gelosa? >> le chiedo ammicando. Lei si avvicina con aria minacciosa
<< Chi era? >> chiede ancora. Io la bacio, non resisto se è così vicina.
<< Una che mi piaceva >> rispondo poi quando lei fa per allontanarmi.
<< A si? E chi altro ti piaceva? >> chiede curiosa.
<< Oh ma io ero della serie “basta che respiri” prima >> rispondo passandole il caffè.
<< E poi? >> chiede ancora.
<< E poi..sei arrivata tu..e da quando t'ho vista per la prima volta io vedo solo te >> le dico accarezzandole il viso. Lei mi bacia la mano, poi intreccia le sue dita con le mie.
<< Comunque si..sono gelosa >> mi sussurra all'orecchio. Io scoppio a ridere e l'abbraccio.

Max ha appena finito l'orale e se l'è cavata egregiamente. Usciamo tutti fuori e i professori si chiudono la porta alle spalle per discutere del voto. Nel frattempo faccio i miei complimenti a Max. Poco dopo esce la professoressa di italiano di Max e chiama Federica per l'orale, però lei non rientra, rimane qui fuori. Appena sente Federica iniziare prende da parte Max.
<< Non gridare ma sei stato promosso..70 >> dice a bassa voce.
<< Oddio siii >> urla Max senza voce, buttandosi a terra e abbracciando la professoressa in ginocchio. In un attimo gli siamo tutti addosso per abbracciarlo.
<< E mo la casa al mare è mia >> dice poco dopo ai suoi genitori.
<<< Un weekend Max, stai buono >> lo redarguisce Ines.
<< Dai oh ma, me l'avevi promesso >> si lagna lui.
<< Si ma con chi ci vai? >> chiede Marco.
<< e amici poi ve dico >> dice lui e in un attimo ci raggiunge.
<< Fra ce vieni pure tu, weekend a casa al mare? >> chiede Max a Francesca.
<< Si perchè no..amore vieni anche tu vero? >> mi chiede Francesca, è la seconda volta che mi chiama amore e devo lottare per non sciogliermi.
<< Certo che vengo >> rispondo sorridente.
<< Vale e resto braccialetti venite? >> chiede Max.
<< Per me non c'è problema però Cris domani ha la maturità >> spiega Vale mentre gli altri dicono che devono chiede giustamente ai genitori.
<< Scusa Max facciamo così, aspetti che io e Asia ci laureiamo e andiamo tutti insieme la settimana prossima? >> propone Francesca.
<< Perfetto sorè >> dice lui entusiasta, poi va con Toni, Davide e Rocco alla macchinetta. Dopo Federica c'è un altro ragazzo e poi finalmente è la volta di Vale. Vale è perfetto, l'ho sempre detto che è un secchione ed infatti non mi spiego come possa essere il mio migliore amico. Anche per Vale la professoressa di italiano fa uno strappo alla regola e gli rivela che ha preso 100 e forse avrà la lode. Vale si commuove mentre Cris se lo abbraccia e bacia tutto. Anche la mamma e il papà di Vale, finalmente riappacificati, si commuovono. Ci rechiamo tutti in un bar per fare una lauta colazione e decido di dare il mio regalo di maturità a Vale.
<< Ehm Vale..questo è per te >> dico passandogli una busta leggermente stropicciata perchè era nella mia tasca attraverso l'enorme tavolone. Vale è seduto proprio di fronte a me. Sento lo guardo interrogativo di Francesca ma non mi giro, voglio vedere la faccia di Vale. Lui apre la busta e estrae il foglio. È praticamente un contratto che deve firmare affinchè parta la produzione della sua gamba. Vedo i suoi occhi farsi lucidi ogni riga che passa, vedo le sue mani tremare.
<< L-Leo n-non posso accettare >> dice ripiegando il foglio.
<< Oh si che puoi, non ti azzardare a ridarmi quella busta che mi incazzo Vale >> ribatto io.
<< M-ma L-leo è tr-tr-troppo >> riprova lui.
<< Vale sei il mio migliore amico, decido io cosa regalarti >> ribatto fermo io. Finalmente Vale si apre in un sorriso, e ci abbracciamo attraverso il tavolo. Cris è commossa, Francesca pure, i genitori di Vale mi ringraziano a non finire, i genitori di Francesca sono un lago di lacrime e Asia è Alice nel paese delle meraviglie. L'indomani c'è l'orale di Cris e ci ritroviamo di nuovo tutti quanti. Stavolta però non c'è nessun professore che fa lo strappo alla regola e ci dice il voto, ma Cris è forte e sicuramente uscirà con un voto altissimo. Si sono scelti proprio bene lei e Vale.

Oggi per la prima volta in vita mia mi sono svegliato con la sveglia, perchè è un giorno importantissimo, oggi si laurea Francesca. Mi catapulto giù dal letto e armato di stampelle mi dirigo in bagno con i vestiti in spalla che ho scelto ieri. Mezz'ora dopo sono pronto, con i capelli corti, la barba fatta e vestito elegante. Vado in cucina e trovo Asia e papà, intenti a fare colazione.
<< Giorno famiglia >> dico sedendomi allegro. Papà mi scompiglia i capelli o almeno ci prova dato che sono quasi rasato.
<< Teso? >> mi chiede Asia.
<< E che mi devo laureare io? >> rido.
<< Cretino, intendo di conoscere tutta la famiglia, sai zii cugini eccetera?? >> ribatte Asia.
<< Un po'..insomma..non voglio compassione >> rispondo.
<< Non avrai compassione Leo, perchè sei un ragazzo straordinario >> mi rassicura papà accarezzandomi la gamba amputata. Io gli sorrido. Dopo colazione usciamo tutti e tre, io ed Asia diretti all'università e papà diretto a lavoro. Poco prima di arrivare all'università di Bari ci fermiamo da un fioraio e prendo 111 rose rosse, tanto lo so che si laureerà con 110 e lode. In macchina scrivo il bigliettino. Appena arriviamo all'università Asia parcheggia e scendiamo.
<< Cazzo! >> impreco rendendomi conto che non posso portare le rose con le stampelle.
<< Che c'è? >> sbraita Asia, evidentemente è nervosa perchè pure lei dopodomani si laurea.
<< Non posso portare le rose co ste cazzo di stampelle! >> impreco di nuovo.
<< Sei un cretino Leo! Se ne prendevi una era uguale! Una,tre,cinque..No! Tu ne hai dovute prendere 111 e mo non le puoi manco portare! >> quasi urla, e ha ragione.
<< E adesso? >> le chiedo. Asia prende un respiro profondo, << facciamo così, adesso andiamo senza niente, poi appena ha fatto faccio una corsa io le prendo te le porto e ti fai trovare seduto con le rose in mano. Che dici? >> mi propone dolcemente. Annuisco.
<< Scusa non ci ho proprio pensato >>. Lei mi accarezza la testa e sorride << Non fa niente >>. Insieme raggiungiamo il luogo indicatoci da Francesca. La vedo vicino a Max, che è vestito molto elegante per l'occasione, e ad un sacco di altre persone che forse sono i suoi parenti. Lei non ci vede arrivare, quindi decido di farle una sorpresa. Mentre mi avvicino insieme ad Asia faccio segno a Ines di non dirle niente, lei capisce al volo e le dice di mettersi in posa per fare una foto. Francesca sbuffa ma ci si mette. Appena le siamo dietro Ines mi salva ancora una volta
<< Resta in posa amore che non riesco a scattare..ci siamo quasi >> dice a Francesca che resta immobile penso imprecando a mente. Mollo le stampelle ad Asia e abbraccio la mia ragazza da dietro stampandole un bacio sul collo scoperto. La sento irrigidirsi per lo spavento e subito dopo sento il suo corpo rilassarsi.
<< Ahh! Che foto che ho fatto! >> esclama Ines tutta felice. Francesca nel frattempo mi accarezza la testa. Sciolgo l'abbraccio e le prendo una mano.
<< Fatti vedere quanto sei bella >> le dico. Lei fa qualche passo indietro sempre tenendomi per mano e gira per farsi vedere. Indossa un tailleur blu notte, classico abito da laurea, che con il suo corpo si sposa perfettamente. È decisamente donna vestita così. La attiro a me e lei si abbandona tra le mie braccia. Me la coccolo un po' abbracciandola e baciandola dove capita.
<< allora, sei tesa? >> le chiedo.
<< no dai in fondo l'ho già discussa, spero solo di non incepparmi mentre parlo >> risponde lei.
<< Non lo farai, sei bravissim a>> le dico baciandola. Poi a malincuore sciolgo l'abbraccio e lei si fionda tra le braccia di Asia che prima di accoglierla mi passa le stampelle. Le vedo stringersi come se non si vedessero da secoli, accarezzarsi, ridere insieme e annoto mentalmente di chiedere scusa a mia sorella per avergliela rubata.
<< Vieni ti presento un po' di gente> > mi dice Francesca e mi avvio con lei e mia sorella.
<< Lei è mia nonna Maria, nonna loro sono Asia e Leo >> ottimo,la prima è proprio la nonna. È una vecchietta carina e distinta, con la faccia sorridente, mi pare la regina Elisabetta. La signora si alza e abbraccia mia sorella << Bella che sei! Tu sei la migliore amica eh? >> chiede.
<< Si sono io, Asia! Piacere signora >> dice Asia ma la nonna si risente << E dammi del tu Asia! >> esclama. Hanno la fissa tutti i componenti di questa famiglia con il “tu”.
<< E tu sei il famoso Leone, che bello che sei >> mi dice abbracciandomi lei capendo che io non posso farlo se qualcuno non mi regge le stampelle.
<< Tanto piacere signora >> dico sorridendole.
<< A con questa signora! Maria mi chiamo! Non mi fate sentire vecchia. E trattami bene mia nipote eh! >> esclama dandomi un buffetto sulla guancia. Poi è la volta del marito, nonno Peppe, che è molto meno espansivo della moglie, ma pure lui insiste per il tu. Dopo nonno Peppe tocca a nonno Elio e nonna Ornella, poi a zii e zie. Poi salutiamo Ines e Marco.
<< Bella Lè! >> mi saluta Max.
<< Ciao bello >> dico facendomi abbracciare << Tutto apposto? Ti stai riposando eh? >>
<< Pure troppo si sta riposando >> lo canzona Francesca.
<< Si Lè voglio anda al mare! Asia te devi sbrigà >> dice guardando mia sorella. Asia scoppia a ridere << Non ti preoccupare dormi talmente tanto che quando ti sveglierai la prossima volta sarò laureata >>. Max le fa il verso.
<< Lui è nostro cugino Alessandro per gli amici Alex, viene pure lui al mare >> dice poi presentandomi un ragazzo alto più o meno come Max e me, e con l'aspetto davvero da bravo ragazzo.
<< Piacere Leo >> dico porgendogli la mano, lui me la stringe << Alex, piacere mio >>.
<< Sei uno che studia tu eh >> dico io.
<< Da morire >> conferma lui ridendo << sono un ingegnere da un anno >>.
<< Ma davvero? Pure io volevo fare l'ingegnere prima di..insomma di ammalarmi >> dico io.
<< Si aspetta adesso ti dico tutto >> mi dice, poi si rivolge ad Asia, << Scusa io sono Alex >> dice porgendole la mano.
<< Piacere Asia >> dice lei stringendo la mano di Alex << Scusa di cosa? >>
<< Beh della poca cavalleria >> risponde lui con franchezza.
<< Ma figurati >> fa spallucce Asia sorridente, ma lo vedo che è rimasta colpita. Alex torna da me e iniziamo a chiacchierare mentre Asia e Francesca se ne stanno in disparte poco distanti da noi e Max fa la spoletta perchè si annoia. Durante la discussione della tesi siamo tutti seduti in aula magna che è piena perchè oggi insieme a Francesca si laureano altri dieci ragazzi e ce li dobbiamo sentire tutti prima della proclamazione. Francesca è l'ultima ad essere proclamata, nonostante sia stata la prima a discutere.
<< Signorina Bianchi Francesca, la dichiaro dottoressa in Chimica dei Materiali con la votazione di 110 e lode su 110 >> esclama il presidente di commissione porgendo la mano a Francesca. Lei ha un sorriso a 32 denti ed è ipertesa, lo vedo da come si muove. Stringe la mano del presidente che le da anche due baci sulle guance e le fa i complimenti.
<< Signorina le interesserebbe un lavoro? Lei è un ottimo elemento, non posso perdere questa occasione >> interviene un professore.
<< Si sarebbe fantastico >> esclama lei trattenendo a stento le lacrime.
<< Bene allora la chiameremo nei prossimi giorni >> dice il professore. Francesca stringe la mano dei restanti membri della commissione mentre Asia corre a prendere le rose e torna in tempo per l'inchino finale. Ines mi guarda con gli occhi sgranati, il mazzo di rose è davvero enorme. In pochi minuti Francesca ci raggiunge.
<< Leo! >> esclama portandosi le mani alla bocca alla vista delle rose e bloccandosi perchè gli occhi lucidi che poco prima lacrimavano hanno ripreso a lacrimare. Mi alzo in piedi restando vicino alla sedia e le porgo il mazzo di rose che lei afferra e con mani tremanti estrae il bigliettino. Lo rileggo mentalmente osservandola mentre parola dopo parola piange sempre di più.
“Lo sapevo che saresti stata bravissima, ma non era una buona scusa per non renderti omaggio. 111 rose, 110 più la rosa della lode, per dirti quanto sei fantastica per me e per il mondo. E sono pure poche. Congratulazioni amore mio, il tuo Leo”.
Non ce la fa più, poggia le rose sulla sedia dietro di me e mi butta le braccia al collo. Finalmente, non aspettavo altro che stringerla.
<< Tu sei un miracolo >> mi dice con gli occhi rossi, la voce rotta e quel filo di trucco che aveva completamente sciolto. Eppure a me sembra stupenda, la creatura più bella del mondo.
<< E tu sei bellissima >> dico sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Avvicino il mio viso al suo e la bacio delicatamente sulle labbra.
<< Mamma leggi che bello >> dice restando abbracciata a me e passando il biglietto ad Ines che ci osservava commossa abbracciata a Marco.
<< Ma no Fra! >> esclamo tentando di toglierle il biglietto dalle mani, ma Ines lo ha già preso.
<< Tranquillo Leone >> mi sorride Ines. Legge il biglietto e commossa lo passa a Marco. Anche lui legge il biglietto e fortunatamente non si commuove e lo ripassa a Francesca.
<< Certo Leo dopo questa chiunque sarà terrorizzato di portare qualcuno in famiglia, faranno tutti il confronto con te! >> mi dice Marco sorridendomi. Rido rilassandomi e rubando un altro po' di baci al mio amore. Subito dopo ci rechiamo al ristorante per mangiare, siamo una tavolata enorme. Francesca sta a capotavola tra me e Max, vicino a me c'è Asia e vicino a Max c'è Alex. Le portate sono un sacco e il pranzo dura varie ore considerando che tra una portata e l'altra facciamo foto, passeggiate, accese disquisizioni. Prima della torta è il momento dei regali. Fortunatamente Francesca ha fatto la lista quindi non ha doppioni di regali o cose che non le servono. Io, Asia e papà le abbiamo fatto uno dei regali dalla lista, ma io in più ne ho fatto uno da solo e glielo do per ultimo. Tutta la tavolata guarda me e Francesca, sento gli sguardi. Le porgo il pacchettino.
<< Leo che hai fatto?! >> mi chiede spaventata, poi scarta il pacchettino, apre il sacchettino che ne viene fuori e guarda le due fedine nella sua piccola mano.
<<< Leo.. >> mi guarda con gli occhioni lucidi. Io le sorrido, << Lo so che non stiamo insieme da tanto, ma a me non me ne frega niente. Ti voglio e sono pronto a impegnarmi sul serio >> dico prendendo la fedina più grande e mettendomela all'anulare. Francesca mi accarezza il viso commossa, << Già ti sei impegnato sul serio Leo >> mi dice prendendo la fedina più piccola.
<< Aspetta >> le dico prendendo la fedina dalla sua mano e mettendogliela davanti agli occhi in modo che possa leggere l'incisione interna. Ci ho fatto scrivere Francesca & Leone.
<< é bellissima >> dice, e allora prendo la sua mano e metto la fedina all'anulare. Intreccio la mia mano con la sua e mi sporgo verso di lei per baciarla. Parte un applauso che si perpetua per tutto il tempo del bacio, che stavolta non è un bacetto sulle labbra.
<< è proprio cotto questo Leone eh >> sento Alex dire a Max.
<< porca miseria..mi sorella ce ne ha avuti 3-4, ma uno come Leo mai. È un grande, cioè la tratta come na regina e non è un sottone pe niente >> sento Max rispondergli e mi viene da ridere ma continuo a baciare la mia ragazza finchè mi manca il fiato e devo smettere. Non smetto però di guardarla e di tenere le nostre mani intrecciate. Ha ragione Alex, sono cotto, ma non mi sono mai sentito così felice in vita mia.

La sveglia che suona mi costringe ad aprire gli occhi. È il secondo giorno che mi sveglio con la sveglia, perchè oggi si laurea Asia. È prestissimo ma con papà abbiamo deciso che è giusto che oggi lei si alzi per ultima e con calma. Mi isso sulle stampelle e vado in cucina dove trovo già la colazione pronta e papà intento a riempire la tavola di girasoli, i fiori preferiti di Asia.
<< 'Giorno pà..a che ora ti sei alzato?> > chiedo ancora insonnolito.
<< Buongiorno figlio, sono in piedi dalle cinque, ho messo una guida rossa lungo il nostro viale >> mi risponde indicandomi la colazione. Guardo la mia minicolazione e la colazione di Asia e scoppio a ridere, << Pretendo lo stesso trattamento quando sarò io a laurearmi >> dico cercando di rimanere serio. Papà ride con me. Dopo colazione mi preparo prima io e poi papà e quando siamo pronti Asia si sveglia. Papà la intercetta in corridoio e l'abbraccia, << Buongiorno amore di papà >> gli dice baciandole la testa.
<< Giorno>> miagola lei godendosi le coccole. Io l'aspetto in sala poggiato al divano, le stampelle poggiate accanto a me.
<< Buongiorno sorellona >> le dico con un sorrisone e le braccia aperte pronte ad accoglierla.
<< Leoo >> esclama lei tuffandosi tra le mie braccia. Io la stringo e la coccolo un po', poi la lascio libera di fare colazione. Mentre lei si prepara io e papà andiamo a spostare la macchina. Poi papà rientra, io invece rimango fuori a respirare l'aria fresca e silenziosa. C'è un sole bellissimo stamattina, mi metto proprio nella sua direzione e lascio che il calore mi accarezzi la pelle.
<< Leo ma che fai dormi in piedi? >> mi sveglia la voce di mio padre. Apro gli occhi e mi guardo intorno. Cazzo, mi sono addormentato poggiato alla macchina in piedi. Sbotto a ridere.
<< Papà ma a che ora l'hai fatto alzare? Lo sai che questo sotto le otto ore non esiste >> mi canzona Asia.
<< Ma mica sono stanco, mi sono solo rilassato >> mi difendo io salendo in macchina al posto del passeggero. Asia s'è voluta mettere dietro. Arriviamo all'università molto in anticipo, ma si sa in caso di esami o lauree meglio anticipare che rischiare di non farcela per il traffico. I braccialetti rossi sono tutti lì, con Francesca, Max e .. Alex? Che ci fa qua Alex? Papà parcheggia e scendiamo. Salutiamo tutti e presento Max e Alex a papà.
<< Che ci fai tu qua? >> chiede Asia ad Alex con un sorrisone a trentacinque denti.
<< oh..è che sto qualche giorno a casa loro >> risponde lui indicando Max << e quando mi hanno detto che ti laureavi sono voluto venire, spero non ti dispiaccia >> << Ma che scherzi! >> sorride Asia. Noi siamo molti di meno rispetto alla famiglia di Francesca, considerando che mamma era figlia unica, papà pure, ed entrambi hanno perso i genitori molto giovani. Anche oggi si laureano un sacco di ragazzi e quindi la mattinata se ne va sentendo tutte le discussioni delle varie tesi. Dopo la proclamazione ci organizziamo con le macchine per andare a mangiare, e qui scatta la mia sorpresa. Sono in macchina con Francesca, dietro di noi c'è Max con Davide. In macchina con papà e Asia ci sono Cris e Vale. In macchina di Alex ci sono Toni e Rocco. Prendo il telefono e chiamo Jonny, l'infermiere dell'ospedale che mi deve dare una mano.
-Pronto Leo?-
-Jonny tutto ok, hai fatto tutto?-
-Ehm..Leo veramente ho avuto un contrattempo sto andando ora-
-Che cosa? Jonny esci da quel cazzo di ospedale e sbrigati,coglione-
<< Ma che è successo! >> sbraita Francesca, non mi ha mai visto così incazzato credo.
<< Quel coglione di Jonny non ha ancora preparato la sorpresa di Asia >> rispondo io guardando fuori.
<< E dove andiamo? >> mi chiede dolce toccandomi la gamba. Sbuffo, << Non lo so..non ne ho idea, ci sto pensando.. >> Mi squilla il cellulare, è Jonny.
-Che vuoi?-
-Oh Leo ma era uno scherzo è tutto apposto- sbotto a ridere
-vaffanculo sei un coglione-
-dai Leo, senti madama Lisandri vuole sapere quando ti fai vedere?-
-ma che ne so, fatemi godere la vita che sto bene- Jonny ride poi ci salutiamo.
<< é tutto ok >> dico a Francesca.
<< Che culo >> interviene Davide. Arriviamo quindi a casa nostra e in giardino c'è un bel tavolone pieno di pietanze e uno striscione lungo il viale con scritto auguri Asia. Pranziamo allegramente e poi ci buttiamo in piscina. Infine prima di separarci le diamo i regali. Sembriamo proprio una grande famiglia, anzi no, lo siamo.

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Capitolo 9
*** WeekEnd. ***


<< Ehm..Leo..vieni un attimo qua >> mi chiama papà. Metto giù le valige e vado da lui in cucina nel mentre Asia sbuffa davanti alla porta di casa.
<< Dimmi papà >> lo esorto.
<< Ehm..ecco..Leo..hai bisogno..dei..?? >> farfuglia.
<< Preservativi? >> concludo per lui.
<< Eh, quelli, ne hai bisogno? >> chiede diventando paonazzo.
<< No papà tranquillo, sono sterile >> rispondo soffocando una risata, mi fa ridere papà così imbarazzato.
<< E che c'entra! Sei sicuro di non avere..? >>
<< Nessuna malattia sessualmente trasmissibile papà, tranquillo> > dico poggiandogli una mano sulla spalla.
<< Bene ma tu..voglio dire tu..? >>
<< Sono ancora vergine papà >> concludo di nuovo per lui.
<< Ah bene, e hai percaso intenzione di.. ?? >>
<< Di fare l'amore con la mia ragazza? Lo spero>> concludo di nuovo.
<< Lo speri.. >> ripete lui.
<< Bene ora posso andare? >> chiedo.
<< Si, Leo, stai attento >> dice abbracciandomi. Me ne vado scuotendo la testa e ridendo. Asia mi rimette le valige sulle gambe, poi apre la porta e mi porta con la sedia a rotelle. In realtà non volevo portarmi pure la sedia a rotelle però per una questione di rapidità l'ho dovuto fare. E porca miseria sono nemmeno dieci minuti che sto seduto qui e mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, mi manca l'autonomia delle stampelle. Percorriamo il viale e ci mettiamo vicino alla fermata dell'autobus ad aspettare che arrivino tutti gli altri. Abbiamo deciso di andare alla casa al mare con la roulotte dei genitori di Francesca, pure se la roulotte non ci serve per dormire, è per arrivare là tutti insieme. Tempo cinque minuti ed arriva la roulotte, vedo Alex alla guida e Max al posto del passeggero. Tutti gli altri sono dietro, li vedo fare casino dalle finestre. Alex accosta la roulotte poco più avanti della fermata e scende, nel frattempo Francesca apre la porta scorrevole dietro e scende pure lei.
<< Ciao bella! >> dice Alex dando due baci ad Asia. Bella? Provo una fitta di gelosia, ho paura che questo faccia del male ad Asia o la faccia soffrire. Lei lo saluta sorridente. Nel frattempo Francesca si china verso di me e mi stampa un bacio sulle labbra. Poi lei, Alex e Asia prendono le valige dalle mie gambe e le passano ai ragazzi dentro alla roulotte che le accomodano stile tetris. Poi Alex risale al posto di guida, Max abbassa la pedana per la sedia a rotelle.
<< Lascia lo porto io >> dice Francesca ad Asia che già mi stava portando. Asia le sorride ed entra nella roulotte. Francesca mi porta sopra e richiude la porta.
<< Ah Leone te sei riseduto? >> mi canzona Davide.
<< Lascia stare guarda >> sbraito io, mentre Francesca mi prende la mano per farmi stare calmo.
<< Beh che hai Leo? >> incalza Vale.
<< Non mi va di stare su questa cosa ok? >> sbraito di nuovo.
<< Leo ma smettila, che differenza c'è tra questa e le stampelle? >> continua lui.
<< Oh Vale e basta, voglio camminare io porca miseria, non è colpa mia se te stai bene seduto >> lui prova a replicare, ma io giro la testa e mi poggio col gomito ad osservare il finestrino.
<< Che c'hai amore? >> mi chiede Francesca accarezzandomi il viso, me lo chiede sottovoce per evitare che gli altri sentano, sa quanto odio essere ascoltato senza saperlo.
<< Ma niente, solo che a risedermi su sta cosa mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, non mi ci trovo, sto male >> rispondo io prendendo la sua mano tra le mie.
<< Vabbe ma ora che arriviamo ti muovi con le stampelle, stai tranquillo, tanto stiamo tutti seduti no? >> mi fa notare lei. Abbasso la guardia e sorrido << Si, hai ragione >>
<< Ma c'è dell'altro vero? >> mi chiede alzandomi delicatamente il viso.
<< Il solito Fra..lo vorrei guidare io sto cazzo di minivan per portarti al mare. E invece no, guida tuo cugino e quando si stanca guidi tu o Asia, e sta cosa mi da fastidio >> ammetto. Lei si alza e si siede su di me. Il mio cuore aumenta il ritmo all'istante, intreccio le mie braccia sulla sua pancia e inizio a rubarle numerosi baci. È così, mi basta averla tra le braccia che tutte le mie paure, le mie frustrazioni, spariscono all'istante.
<< Vale li hai mandati i moduli per la protesi? >> chiedo dopo un po'.
<< Ancora no.. >> risponde lui abbassando la testa.
<< Ma che aspetti! Quelli più tardi gliela mandi più tardi la mettono in produzione >> gli dico.
<< Leo..io..non so..ecco..io c'ho messo tanto ad accettare l'amputazione ed ora è come tornare indietro..come se.. >> prova a spiegarmi lui.
<< Senti fai come vuoi, se sei timorato di Dio è un problema tuo, ti voglio bene lo stesso >> gli dico e quando prova a replicare Cris lo blocca.
<< Vabbè che schifo basta, giochiamo a qualcosa >> dice Davide dandomi un cazzotto sulla spalla, schifato dal fatto che io e Francesca ci baciamo. Sbotto a ridere << Dai ok , a cosa? >> dico con aria di sfida.
<< Bottiglia? >> propone Rocco.
<< Bottiglia sia >> dice Asia scompigliando i capelli di Rocco. Passiamo quindi il resto del viaggio a giocare al gioco della bottiglia e a fare foto, dando il cambio a Max nello stare accanto ad Alex che alla fine ha guidato per tutto il viaggio. Appena arriviamo Alex parcheggia nel posto auto della villa di Francesca, portiamo bagagli e roba varia dentro e ci sediamo sui divani per dividere le stanze.
<< Allora io e Leo camera di mamma e papà >> dice Francesca e ci vogliono cinque minuti buoni prima che terminino le battutine di ogni tipo.
<< Poi Vale e Cris camera degli ospiti >> continua Francesca e di nuovo battutine.
<< Poi Alex, Max, Davide in camera di Max e Toni,Rocco e...No >> si blocca.
<< Allora niente, ricominciamo: Vale e Cris ospiti, Alex, Max e Leo camera di Max, Toni Rocco e Davide camera mia e io e Asia camera di mamma e papà >> Mi siedo sulla sedia a rotelle e corro fuori casa. E vaffanculo, per una volta che potevamo stare da soli non dormiamo manco insieme. Vado veloce fino in spiaggia e pure se la sedia non scorre bene riesco ad arrivare a riva e mi metto a guardare il mare accecato dal riverbero e dalla luce del sole.
<< Leo >> sento la voce ansimante di Francesca alle mie spalle, ma non mi giro, adesso non ho proprio voglia di vederla. Ma lei è testarda e mi si para davanti oscurando il sole e il riverbero del mare.
<< Parla >> mi dice seria.
<< Non mi va >> rispondo io, non la sto nemmeno guardando in faccia. Lei mi fa alzare il viso e dice << Sei incazzato perchè non dormiamo insieme lo so >>.
<< Cosa lo chiedi a fare allora >> dico sgusciando dalle sue mani. Lei si accuccia e si poggia con le braccia sulle mie gambe.
<< Leo non potevo fare altrimenti, non potevo lasciare Asia con Toni e Rocco! >> mi dice.
<< Però Vale e Cris non li potevi scoppiare >> ribatto io acido.
<< Leo, qua sono io che ospito, quindi sono io che devo accomodare gli altri. Se non eri il mio ragazzo t'accomodavo meglio, ma lo sei e quindi questo è >> conclude lei alzandosi.
<< Questo l'avevo capito >> dico io e mi avvio con la sedia a rotelle dandole le spalle. Sento la voce di Cris e di Asia alle mie spalle che discutono con Francesca, ma non me ne frega un cazzo, voglio stare solo.
È sera inoltrata quando rientro a casa, scazzato e infreddolito. Sono stato tutto il giorno in giro per sbollire la rabbia, con scarsi risultati, se non altro ora sono più calmo. Asia mi ha chiamato non so quante volte e non ho mai risposto, Francesca invece che mi conosce bene non mi ha chiamato mai. Non che Asia non mi conosca, ma essendo mia sorella non riesce a farne a meno.
<< Leo oddio mi hai fatto preoccupare >> piagnucola appena apro la porta.
<< Sono vivo, sto bene, buonanotte >> dico prendendo le stampelle poggiate accando all'ingresso, issandomi su di esse e iniziando ad arrancare per le scale.
<< Sei un coglione Leo >> mi urla Davide da sotto le scale ma io lo ignoro.
<< T'aiuto vieni qua >> dice Max raggiungendomi.
<< Faccio da solo >> dico scansandolo.
<< E piantala! Sto qua come amico non come cognato >> mi dice lui e stavolta non mi oppongo. Saliamo insieme le scale e andiamo nella sua stanza. C'è un letto a una piazza e mezza e uno singolo. Ci sdraiamo sul letto grande mentre sento gli altri salire le scale e andare nelle varie stanze, ed ecco che pure Alex ci raggiunge.
<< Secondo me hai esagerato oggi eh >> dice accostando la porta.
<< Ma che cazzo vuoi tu? >> sbotto io.
<< Oh ma che >>
Max lo blocca, << Sta zitto Alex >>, poi torna accanto a me.
<< Allora..hai sbroccato pe sta cosa delle camere?? >> mi chiede. Annuisco fissando il soffitto.
<< c'hai fatto passà na giornata de merda a tutti Lè..nonostante Francesca ha fatto finta de niente se vede che era preoccupata..tutti stavamo in pensiero..non se semo riusciti a diverti pure se un po' c'avemo provato.. >> mi dice Max.
<< Lo so e mi dispiace ma quando è così o sto solo o spacco qualcosa >> ammetto.
<< Senti Lè io non so nessuno pe fatte la morale ma un consiglio te lo do..non lascià corre sta cosa..co Francesca ce devi parla..se alzano facile i muri pe le cazzate >> mi dice.
<< Stai tranquillo, se pensi che stasera dormo qua ti sbagli di grosso. Sto solo sbollendo un altro po', poi me la vado a prendere, dovessi dormire sulla spiaggia pure >> dico e lui sorride, un sorriso decisamente da stronzo, uno di quelli che piacciono a me.
Per aiutarmi a sbollire Max mi propone una bella partita a uno,e dopo due ore che giochiamo mi rendo conto che non voglio altro che il mio amore. Così mi isso sulle stampelle e vado fino in camera dei genitori di Francesca, indicatomi da Max. Apro piano la porta e spero che la mia ragazza dorma dal lato vicino alla porta. Fortunatamente è così.
<< Fra..Fra..pss >> sussurro.
<< Che c'è? >> dice lei scocciata, non è assonnata, non ha dormito affatto.
<< Vieni giù ti devo parlare? Una cosa veloce..poi ti lascio andare se vuoi >> le dico.
<< Giù dove? >> chiede lei.
<< T'aspetto sul divano >> rispondo e mi avvio piano piano per le scale. Dieci minuti dopo è seduta accanto a me.
<< Allora? >> incalza << parla >>. Io l'abbraccio e mi avvicino a lei con il corpo, entrambi guardiamo verso il mare.
<< Vedi..io sono come il mare..impetuoso, menefreghista, ma la luna fa di me ciò che voglio >> dico io.
<< Quindi? >> taglia corto lei. Mi giro verso di lei e la guardo dritta negli occhi << Quindi, amore, scusami per oggi e per tutte le volte in cui mi arrabbio o arrabbierò con te che non centrerai niente..sappi che senza di te..io non sarei io >> confesso alla fine.
<< Leo..hai proprio un carattere del cazzo >> mi dice stendendosi con la testa su di me e sorridendo.
<< E tu una pazienza senza limiti >> dico io chinandomi e baciandola << mi sei mancata da morire oggi >>.
<< Anche tu >> dice lei e ricongiunge le nostre labbra. Mi muovo piano sul divano baciandola fino ad essere sopra di lei. Insinuo una mano sotto la sua canottiera e il contatto con la sua pelle mi da alla testa.
<< Leo! Leo! Fermati >> mi blocca lei. Mi fermo e sbuffo abbassando la testa. Lei me la rialza << Non ho detto no, ho detto non qui >> mi dice maliziosa. Sorrido e la ribacio << E dove? In spiaggia? Non fa freddo?> > mi mette una mano davanti alla bocca e assume la smorfia che fa quando sta per avere un'idea.
<< Che idiota che non c'ho pensato prima..vieni >> mi dice alzandosi. Mi isso sulle stampelle e la seguo. Usciamo da casa e quando capisco attiro Francesca a me e la bacio << Sei un genio amore >>.
<< Lo so >> ammicca lei e mi aiuta ad entrare nella roulotte. Poi attiva la chiusura interna e sistema l'interno della roulotte in modo da avere un letto. Subito mi ci siedo e l'attiro a me. Ricreo la posizione di prima, lei sotto e io sopra e inizio piano piano a spogliarla e lei spoglia me.
<< Sei sicuro Leo? >> mi chiede tra un bacio e l'altro.
<< Si e tu? >> chiedo a mia volta. Lei annuisce e mai come adesso la vedo in tutta la sua bellezza, è stupenda.
<< Leo mettiti.. >>
<< Sono sterile e non ho malattie veneree >> taglio corto io.
<< Oddio amore mi dispiace >>
<< Ti dispiace se ne parliamo un'altra volta, magari..domani? >> dico malizioso. Lei ride e finalmente iniziamo a fare l'amore.

Mi sveglio col sole che mi scalda le palpebre. Apro gli occhi con cautela, ma il sole li ferisce uguale. In un attimo realizzo che sono nudo nel letto, abbracciato alla mia ragazza, nuda anche lei. Siamo nella roulotte..in un attimo mi tornano in mente flashback della notte, abbiamo fatto l'amore per la prima volta, che cosa meravigliosa.
<< Buongiorno amore mio >> sussurro al suo orecchio accarezzando la sua pelle stupenda. Ci mette un po' ad aprire gli occhi, ma quando lo fa mi guarda in un modo che mi ripaga di tutta l'attesa.
<< Lo sai che hai una bocca tremendamente sexy? >> mi dice.
<< Trovi? Tu non solo la bocca >> dico io e lei ride.
<< é stato bellissimo >> dico baciandola.
<< Sei sicuro che era la tua prima volta? >> mi chiede lei.
<< Certo che sono sicuro >> rispondo preoccupato << Perchè? >>
<< Perchè sei stato una favola >> mi dice lei baciandomi mentre sorridiamo entrambi.
<< ti amo Fra >> sussurro sulla sua bocca guardandola negli occhi, stavo scoppiando dovevo dirlo.
<< Anche io ti amo Leo >> dice lei e torniamo a baciarci. La stringo forte a me, come se potesse sfuggirmi. Bussano alla roulotte.
<< Cazzo! >> impreco, siamo nudi. Recupero al volo i boxer, me li metto e mi isso sulle stampelle. Francesca recupera le sue mutande, ma siccome non trova i suoi vestiti si mette la mia maglietta. Disattiva il sistema di sicurezza e apre lo sportello scorrevole.
<< Ma buongiorno! >> dice Asia ridendo.
<< Buongiorno >> diciamo in coro io e Francesca sorridendoci.
<< Si vabbè tempo delle mele apparte, devo prendere una cosa che ho dimenticato qua >> dice mia sorella scansandoci ed entrando dentro la roulotte. Subito sbotta a ridere, << vabbè dai ragazzi, pensate se entrava Rocco >>. Mi giro e vedo i vestiti a terra e scoppio a ridere pure io. Lei prende la borsa, ci sorride ed esce. La inseguo << Asia! Aspetta >> si gira << Dimmi Leo >> dice, ma la vedo che cerca di non sorridere.
<< Ma che ti ridi? >> le chiedo.
<< Ma niente, siete belli Leo, stamattina penso pure Rocco ci indovina..avete i cuoricini al posto degli occhi >> mi spiega accarezzandomi il viso. Sorrido sognante ripensando a stanotte.
<< Però Leo, se ti vestissi un po'.. >> mi dice e solo allora mi ricordo di essere in mutande, torno di corsa nella roulotte. Francesca s'è rivestita. Prendo i miei pantaloncini e me li metto.
<< rimettiti la maglietta mia, ti stava bene >> le dico passandogliela.
<< e tu? >> mi chiede lei.
<< senza niente >> rispondo io.
<< Sono gelosa >> mette il muso lei.
<< Di mia sorella e di Cris che è fidanzata con Vale? >> mi tira una cuscinata e io la bacio, poi raggiungiamo gli altri. Oggi siamo ancora più uniti di ieri.

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Capitolo 10
*** Di Nuovo. ***


Sono le 7:00 e già sono in piedi. Oddio, dire sono in piedi è una cavolata, perchè non ho proprio dormito. Oggi è un giorno troppo importante, oggi arriva la mia protesi. Il pensiero di poter ricominciare a camminare, a correre, a nuotare, a giocare a pallanuoto, il pensiero di poter passeggiare mano nella mano con la mia ragazza, il pensiero di poter lavorare, di poter prendere la patente, di poter studiare, hanno avuto su di me l'effetto che avrebbero avuto 7000 caffè, come canta Britti. Sto sdraiato sul letto con le mie cuffione da dj sulle orecchie e conto i minuti che passano. So che Francesca è a lavoro, ma non resisto e le mando un messaggio. “Che fai? Io non ho dormito per niente..” Mi risponde dopo un po', segno evidente che ha un momento di calma o è andata al bagno, “Lavoro. Immagino quanto sei bello con le occhiaie”. Scoppio a ridere, anche a distanza è capace di farmi sorridere sempre. “A che ora finisci?” le scrivo come risposta, ho voglia di vederla. “13:30” mi risponde lei. “Vieni a pranzo qua? Ci sono tutti..per la protesi” le scrivo. “Perfetto. A dopo amore”. Sbuffo, questo tempo non passa mai. Così decido di allenarmi. Due ore dopo che mi alleno papà mi porta a fare un giro per distrarmi un po' e torniamo a casa giusto per l'ora di pranzo. Tempo di aspettare Asia,Francesca e i Braccialetti e iniziamo a mangiare. Poi ci buttiamo in piscina e verso le 16:00 usciamo dall'acqua per asciugarci perchè alle 17:00 arriverà il tizio con la protesi. Suonano alla porta, guardo l'orologio in sala, sono le 17:00 in punto. Sciolgo le mie dita da quelle di Francesca che mi guarda con un sorrisone incoraggiante. Mi alzo in piedi e stampelle alla mano mi avvio verso la porta. Poggio la mano sulla maniglia e poi..il buio.
/*narratore esterno*/
<< Oddio Leo! >> urla Francesca buttandosi accanto al corpo di Leo che giace sul pavimento.
<< Leo!Leo! >> continua toccandolo, scuotendolo, ma il ragazzo non reagisce. Luigi e Asia vanno nel panico più completo, provano a svegliarlo anche buttandogli l'acqua addosso ma niente. Rocco piange, Cris lo consola, Vale è pietrificato. Solo Davide di china su Leo e tocca il polso e il cuore, << Batte ancora, chiamate l'ambulanza >> Asia estrae il telefono dalla tasca e senza rendersene conto chiama la dottoressa Lisandri.
-Asia che succede?- risponde la donna concitata.
-Dottoressa è successo un casino..Leo è crollato all'improvviso..pensavo fosse svenuto..ma non si sveglia..è ancora vivo..siamo a casa- spiega Asia tra le lacrime.
-Stai buona e non fare niente, ti mando subito un'ambulanza- dice la dottoressa e riattacca. Solo in quel momento Asia si ricorda che avevano suonato alla porta e quindi va ad aprire.
<< Salve sono il... >> inizia l'uomo ma poi vedendo le facce dei presenti in sala e Leo a terra si blocca, << Che? Cosa? >> chiede confuso.
<< é..crollato..abbiamo chiamato l'ambulanza.. >> sillaba Francesca che non smette di accarezzare il viso di Leo. L'uomo annuisce e in silenzio si siede accanto ai ragazzi. L'ambulanza non ci mette molto ad arrivare, sono proprio Jonny ed Ester a suonare al campanello con la barella. Asia apre con sguardo vacuo. I due infermieri caricano delicatamente Leo sulla barella sotto gli sguardi vuoti di tutti i presenti.
<< Una sola persona in ambulanza con noi >> dice Jonny. Francesca e Asia si alzano insieme e si bloccano.
<< Vai tu >> dice Asia alla sua migliore amica, << facci sapere appena puoi >>. Francesca annuisce e segue gli infermieri lungo il viale e in ambulanza dove per tutto il tempo tiene la mano di Leo. È costretta a correre per non perderli di vista mentre spediti corrono verso l'accettazione.
<< Chi è? Chi è? >> chiede Lele preoccupato.
<< è Leone Bastiani cazzo >> impreca Jonny portando il ragazzo verso un corridoio.
<< Dottoressa Leone Bastiani! Leone Bastiani! >> urla Lele richiamando l'attenzione della dottoressa Lisandri che riesce a fermare Francesca.
<< Occupati di lei >> dice la donna rivolta a Lele. L'uomo contiene la ragazza che scalpita come un'anguilla, la fa sedere e quando è calma prova a parlarle.
<< Riesci a dirmi cosa è successo? >> chiede gentilmente.
<< é arrivato il tizio della protesi..ha suonato alla porta..Leo stava per aprire ed è crollato.. >> spiega Francesca.
<< chi è il tizio della protesi? >> chiede ancora Lele. Francesca riassume come meglio può la storia della protesi, non appena Lele ha un quadro completo chiama la dottoressa Lisandri al telefono interno e riferisce. Francesca intanto piange in silenzio con gli occhi spenti. La dottoressa Lisandri fa fare a Leo gli esami principali con la massima urgenza. Le analisi del sangue non rivelano nulla, la risonanza magnetica rivela una compressione della zona cervicale, dovuta alla caduta, che impedisce il rinvenimento. La dottoressa Lisandri chiama Lele al telefono interno e gli dice di mandare immediatamente la fisioterapista Alessandra. Lele non perde tempo e la chiama subito. Francesca segue con occhi spaventati quella ragazza, probabilmente sulla trentina, che corre nella direzione in cui è stato portato Leo.
<< Ale..ha una compressione cervicale che ne impedisce il rinvenimento..puoi riattivare il tessuto? >> chiede la Lisandri.
<< Ci provo, intanto fategli una flebo di adrenalina, ma quanti anni ha? >> chiede la fisioterapista posizionando le mani sulla zona cervicale di Leo.
<< Deve farne 20 >> risponde la dottoressa Lisandri. La fisioterapista inizia la manovra di risveglio del tessuto.
<< Cosa rischiamo se non ce la fai Ale? >> chiede la Lisandri.
<< Dottoressa lo sa cosa rischiamo.. >> risponde la ragazza concentrandosi su Leo. Intanto a casa di Leo il tempo sembra essersi fermato, nessuno parla o si muove.
/*Leo*/
Apro gli occhi, eppure non ricordo di essermi addormentato. C'è troppa luce in questa stanza. Vedo tre persone intorno a me e una quarta troppo vicina che non è Francesca. Sento le mani di qualcuno dietro la testa. Urlo e mi ritraggo indietro terrorizzato.
<< Leo, sono la dottoressa Lisandri. Mi capisci Leo? >> inizio a mettere a fuoco: la Lisandri, Ester, Jonny e Alessandra. Sono in ospedale, che cazzo ci faccio qui? Il terrore di impossessa di me. E se è stato tutto un bellissimo sogno, e se ancora sono malato di cancro?
<< Leo! Oh! Mi rispondi? >> mi scuote la Lisandri.
<< Dottoressa..che..che ci faccio qua? >> chiedo confuso e col fiatone. La dottoressa tira un sospiro di sollievo e si siede accanto a me.
<< A quanto pare sei svenuto, hai sbattuto la testa e hai avuto una compressione cervicale. Menomale che hanno chiamato l'ambulanza subito e siamo potuti intervenire. Stai bene, tranquillo >> mi spiega. Svenuto? Compressione cervicale?
<< Cosa..rischiavo? >> chiedo impaurito.
<< Il coma Leo, ecco perchè ti dicevo di stare attento con le stampelle.. >> risponde la dottoressa.
<< Ma perchè sono svenuto? >> chiedo.
<< qual è l'ultimo ricordo che hai Leo? >> mi chiede ancora la dottoressa. Stavo aprendo la porta..al tizio della protesi!
<< La protesi..io devo andare a casa >> dico facendo per alzarmi ma Jonny mi rimette giù.
<< Leo ti sei emozionato troppo, devi stare calmo. Tu stanotte rimani qui >> mi dice la Lisandri severa.
<< E no e che è uno scherzo del destino? Io devo mettere la protesi >> mi lagno agitandomi.
<< Senti va bene adesso chiamiamo a casa tua e vediamo come fare ma tu resti qua >> acconsente la Lisandri lasciandomi sorvegliare da Jonny. Pochi minuti dopo vedo Francesca comparire sulla porta della stanza in cui sono.
<< Oddio amore stai bene >> dice piangendo buttandomisi letteralmente addosso. Jonny prova a dirle qualcosa ma io lo blocco.
<< Leo mi hai fatto prendere un colpo >> dice piangendo, piange da morire, è una fontana. La stringo a me e le accarezzo i capelli finchè non sento che gli spasmi dovuti al pianto si calmano. La guardo, ha gli occhi rossi, è pallida, deve essersi spaventata a morte.
<< Sto bene, posso averlo un bacio ora? >> chiedo sorridendole. Lei sorride debolmente e annuisce, così le poso un bacio delicato sulle labbra.
<< Leo abbiamo avvert..oh scusate >> dice la Lisandri imbarazzata. Mi stacco da Francesca che si alza e si siede composta accanto a me.
<< Venga dottoressa >> la richiamo. Lei rientra.
<< Scusate non sapevo che state insieme..Jonny ma tu lasciargli un po' di privacy no? >> dice.
<< Lei ha detto sorvegliare dottoressa >> si difende Jonny. La dottoressa gli dice che può andare, poi torna a guardarci << Ho chiamato a casa tua e ho tranquillizzato tutti, stanno venendo qua, compreso il tizio della protesi >> mi dice.
<< Dottoressa può rimanere Francesca stanotte vero? >> chiedo facendo gli occhioni.
<< Non se ne parla Leo >> risponde severa, è sempre questa la sua prima risposta.
<< La prego dottoressa se no mi agito e mi risento male >> riprovo.
<< Leo! >> mi riprende Francesca sottovoce.
<< Vabbe Leo, tanto fai sempre come ti pare >> dice lei girando i tacchi e andandosene. Una mezz'ora dopo arrivano Asia, papà, i braccialetti ed il tizio della protesi. Abbraccio tutti, tranne il tizio della protesi, che sono spaventati a morte.
<< Signor Bastiani, il suo gioiellino >> dice il tizio porgendomi la protesi. Sono tutti qua ad assistere, compresa la Lisandri che della storia non sa nulla. Guardo la protesi, è color carne, leggera e bella come l'ho disegnata. Scopro il mio moncherino e calzo la protesi attraverso la conca di plastica dotata di terminazioni neuronali che si adatta a qualsiasi tipo di moncherino. Sento la conca stringersi subito e stendo la gamba sul letto. Che effetto vedere le mie gambe vicine e lunghe uguali. Senza rendermene conto le terminazioni neuronali della protesi hanno risposto correttamente agli stimoli inviati dal mio cervello. Mi giro e metto le gambe penzoloni. Le dondolo un po', cazzo che emozione. Prendo un lungo respiro e scendo dal letto. Nella stanza tutti trattengono il fiato. Sono in piedi. Sento il pavimento freddo sotto il piede della protesi. Scoppio in un sorriso, sento gli occhi lucidi.
<< Dottoressa..ce l'ha mica due 42? è un po' che uso una sola scarpa.. >> chiedo tremando. La Lisandri torna due minuti dopo con un paio di scarpe da ginnastica numero 42. Mi risiedo sul letto, mi levo la mia scarpa e indosso quelle, poi riscendo in piedi. Faccio un passo, tutto ok, un altro passo, tutto ok. Lascio le lacrime scendere e respiro forte. Non ci credo, sto camminando. Francesca mi è subito vicina, mi abbraccia forte e mi sorride.
<< Facciamo due passi? >> le chiedo dolcemente. Lei annuisce. Finalmente dopo più di due mesi la prendo per mano e camminiamo insieme. Dopo qualche passo le passo un braccio attorno al collo e lei mi cinge la vita e camminiamo stretti e vicini. Di tanto in tanto le rubo un bacio.
<< Dove stiamo andando? >> mi chiede curiosa dopo un po' che camminiamo.
<< Voglio farti vedere una cosa >> le rispondo. La sto portando ad Oncologia, per farle vedere il murales del leone.
<< Leo..non serve >> mi dice bloccandomi proprio sull'ingresso del reparto.
<< Tranquilla, non siamo qua per il reparto, ma per questo >> dico indicando un punto sul muro. Lei si gira e finalmente lo vede.
<< Wow..che bello >> esclama osservandolo a bocca aperta. Ci avviciniamo ancora di più al murales.
<< Questo l'abbiamo fatto noi braccialetti il giorno che mi hanno detto che dovevo fare un nuovo ciclo di chemio..io non volevo farla..ma loro mi hanno convinto così >> le spiego. Francesca si commuove e io con lei. Le rubo un bel bacio sotto lo sguardo feroce del leone.
<< Leone Bastiani?? >> mi chiama una voce. Mi giro, è Angela, l'infermiera della chemio.
<< Angela! Proprio io >> dico e mi avvicino per salutarla senza lasciare la mano di Francesca.
<< Leo ma tu cammini.. >> dice felice.
<< Eh già, poi fatti raccontare dalla Lisandri >> dico io che non ho la forza di raccontarle quello che tra poco dovrò per forza raccontare alla Lisandri.
<< Ma come mai stai qua? >> mi chiede.
<< Oh niente, volevo far vedere il murales a lei, è la mia ragazza >> rispondo io. Francesca e Angela si stringono la mano presentandosi.
<< Si ma che ci fai in ospedale? >> mi chiede ancora Angela.
<< Ah, sono svenuto >> dico ridendo. Lei scuote la testa, poi mi saluta e se ne va. Mano nella mano torno con Francesca nella mia stanza.
<< Non hai idea di quanto sia per me fare due passi insieme mano nella mano >> le dico fuori dalla porta. Lei mi accarezza il viso e mi bacia << lo so amore mio >>. Appena entriamo parte un applauso. Si fermano tutti fino a quando non mi portano la cena, poi rimane solo Francesca e la Lisandri alla quale inizio a raccontare la storia della protesi.
<< Senti Leo, domani magari con calma vorrei parlarti di una cosa >> mi dice la Lisandri.
<< Se vuole esco dottoressa >>interviene Francesca.
<< No tesoro sei carina ma no. Ho detto domani solo perchè oggi Leo ha avuto già troppe emozioni, quindi domani non andare via subito >> dice la dottoressa.
<< Ricevuto capo >> scherzo io mangiando.
<< Senti ma dimmi un po'..quanto ci ha messo il signorino a dichiararsi? >> chiede la Lisandri.
<< é stato quel giorno >> dico io.
<< Quale giorno? >> chiede Francesca.
<< Quando mi hai accompagnato qua.. >> rispondo io.
<< Bhe? >> incalza lei.
<< Bhe mi ha parlato di te durante le analisi e gli ho detto che si vedeva lontano un miglio che vi piacevate e che non si sbrigava glielo avresti chiesto tu per prima >> spiega la Lisandri. Francesca sbotta a ridere, << Ecco perchè ti sei fatto avanti >> dice dandomi un buffetto sulla spalla.
<< Ma come voglio sapere io >> chiede ancora la Lisandri.
<< La stavo abbracciando ma qualcuno dei Braccialetti o mia sorella ci ha spinto e siamo caduti in acqua. Siamo riemersi abbracciati e l'ho baciata >> spiego io.
<< Vabbe ragazzi, io vi lascio, mi raccomando niente cose strane in questa stanza >> dice divertita la Lisandri lasciando la stanza. Io e Francesca scoppiamo a ridere e una volta finito di mangiare la porto un po' in giro a farle vedere i luoghi che più hanno fatto parte di me quando ero ricoverato qui.
<< Adesso sai proprio tutto di me >> dico a Francesca poggiandomi con la schiena al tronco del mio uliveto preferito e attirandola a me.
<< Pure tu sai tutto di me >> mi dice lei. Le sorrido e le accarezzo il viso, << hai qualcosa da chiedermi? Che ne so una curiosità che ti sei sempre tenuta per te? >>
<< Una ci sarebbe >> ammette.
<< Chiedi pure allora >> la esorto io.
<< Hai avuto..qualcuna..qui in ospedale? >> mi chiede quasi imbarazzata.
<< Non si può dire che io ne abbia avuta una..diciamo che ho baciato Cris un paio di volte>> confesso io.
<< Cris?? >> quasi urla lei cercando di liberarsi dalla mia presa, ma io la tengo saldamente stretta a me.
<< Si, una delle due volte durante la chemio quindi figurati >> dico.
<< Ma dai Leo, e come fate ad essere amici ora? Che ne sai che a lei non piaci? >> dice Francesca.
<< era solo affetto e disperazione Fra. Lei sta con Vale e sono una bella coppia e io sono pazzo di te. Non abbiamo mai dato peso a quei due baci >> la tranquillizzo.
<< Vabbeh e tu, mi vuoi chiedere qualcosa? >> dice lei. Io ci penso un attimo su.
<< Quando mi hai visto? >> chiedo.
<< quando t'ho guardato per la prima volta il giorno che t'hanno dimesso. Mi sei entrato dentro con gli occhi Leo, non te la so descrivere la sensazione perchè mi ha annodato lo stomaco >> mi risponde lei. Prendo una mano e gliela bacio. Mi squilla il telefono, è Jonny.
-Si?-
-Leo, dovete rientrare, dobbiamo chiudere le porte-
-Ok arriviamo-
<< Rientriamo che devono chiudere le porte >> dico a Francesca ed insieme ci avviamo verso la stanza. Ci stendiamo vicini e stretti nel letto e tra baci e carezze ci addormentiamo.
<< Amore! Amore mio! Svegliati! >> Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è il viso adorabile della mia ragazza.
<< Che risveglio magnifico >> mugugno stiracchiandomi.
<< Devo andare a lavoro >> mi dice lei. Mi alzo a sedere << Sono sveglissimo >> esclamo. Lei ride; dio quanto sei bella.
<< Mi fai sapere quando esci? >>
<< Si certo >> Mi bacia e se ne va. Mi metto le scarpe e mi faccio una passeggiata in corridoio fino ad arrivare in accettazione da Lele.
<< Buongiorno Leone! >> mi saluta lui entusiata.
<< Giorno..la Lisandri? >> chiedo.
<< T'aspetta nel suo studio >> mi dice lui. Gustandomi ogni passo raggiungo lo studio e busso.
<< Avanti> > mi risponde lei da dentro. Entro.
<< Buongiorno Leo >> mi saluta sorridente.
<< Giorno dot >> saluto io sedendomi. Lei mi indica il vassoio sulla scrivania, pieno di roba da mangiare.
<< Serviti pure dal momento che hai saltato la colazione >> mi dice.
<< Grazie >> dico io e afferro un cornetto che è ancora caldo.
<< Francesca? >> mi chiede.
<< A lavoro >> rispondo masticando. La dottoressa mi lascia mangiare, poi mi illustra ciò di cui voleva parlarmi. In sostanza mi offre di fare il corso interno da infermiere qui in ospedale, ovviamente pagato. In pratica mi offre un lavoro, che emozione. Rifletto che tanto i soldi mi stanno entrando, quindi volendo potrei laurearmi con la telematica e lavorare nel frattempo in ospedale. Infine mi offre di fondare una OnLuS con loro dell'ospedale per raccogliere i fondi e regalare le protesi a quelli che come me subiscono amputazioni. Mi dice poi che magari è il caso che io elabori idee su protesi per altri arti e quindi magari prendere ingegneria biomedica o meccanica. << Se vuoi lavorare basta che vieni domani mattina. Per la OnLuS pernsaci e fammi sapere >> mi dice congedandomi. L'abbraccio ed emozionato al massimo esco dall'ospedale. Chiamo subito Francesca e le racconto tutto. Mi faccio un'ora di camminata e torno a casa a piedi, poi racconto tutto ad Asia e papà quando tornano da lavoro.

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Capitolo 11
*** Le Iene. ***


In questo preciso momento sto prendendo il sole nel giardino di casa mia insieme a Francesca. Stiamo aspettando Le Iene che devono intervistarmi perchè hanno ricevuto la segnalazione della mia storia da un anonimo.
<< Ciao Leo! >> mi saluta Luigi Pelazza da fuori il cancello di casa mia. Non ci credo, proprio la mia iena preferita! Mi alzo e vado ad aprirgli. Il cameramen già riprende e Luigi di tanto in tanto dice qualcosa, ovviamente stanno costruendo già il servizio. Gli presento Francesca e insieme ci spostiamo sotto al gazebo all'ombra.
<< Allora Leo partiamo dall'inizio. Circa due anni fa scopri di avere un cancro alla tibia >> inizia Luigi.
<< Si all'inizio era uno stupido fastidio alla gamba che facendo pallanuoto pensavo fosse normale. Poi è arrivata la febbre che andava e veniva. E infine un giorno il dolore è diventato lancinante e mia sorella Asia mi ha portato all'ospedale. Lì mi hanno ricoverato d'urgenza per il cancro alla tibia e ho subito iniziato la chemioterapia >> racconto io.
<< E la chemio com'è andata? >> mi chiede lui.
<< Beh ho fatto 10 cicli ma il cancro non diminuiva anzi si ingrandiva. Così mi hanno amputato la gamba >> rispondo io.
<< Quante operazioni hai fatto? >> chiede Luigi.
<< Sei. Al termine delle quali ho fatto 8 cicli di chemio per eliminare le metastasi che si erano diffuse >> spiego io.
<< E poi cos'è successo? >> mi chiede Luigi.
<< E poi è successo che un giorno la dottoressa che mi seguiva mi dice che devo rifare la chemio perchè ho una massa al polmone che va aumentando >> rispondo io.
<< E come hai reagito? >> chiede Luigi.
<< Male, non volevo farla, a costo di morire, ma i miei amici mi hanno convinto a farla standomi vicino >> spiego.
<< Perciò poi l'hai fatta e sei guarito dico bene? >> annuisco.
<< Parlami dei tuoi amici> > mi esorta Luigi.
<< Bhe ci siamo conosciuti in ospedale, io ero quello che ci stava da più tempo. Poi c'è Vale che aveva un cancro alla tibia pure lui , ma lui con 6 cicli di chemio e un'operazione è guarito. C'è Cris che soffriva di anoressia. Davide che ha un problema all'aorta per il quale è stato operato. Rocco che era in coma ed ora è sveglio e Toni che aveva fatto un incidente quasi mortale >> racconto io.
<< Sono stati molto importanti per te? >> mi chiede Luigi. << Fondamentali..ma lo sono anche ora, noi siamo i Braccialetti Rossi >> dico mostrandogli i due braccialetti rimasti al mio polso.
<< Ne avevo 6, ma 4 ce li hanno i braccialetti che non sono stati operati e quindi me ne sono rimasti due >> aggiungo poi.
<< Un'altra figura fondamentale per te è tua sorella Asia se non sbaglio.. >>
<< Si Asia durante la malattia è stata mio padre, mia madre, mia sorella, la mia migliore amica. Studiava, lavorava e si prendeva cura di me. Non le sarò mai grato abbastanza per ciò che ha fatto. Considera che abbiamo perso mamma in un incidente d'auto. Con la morte di mamma papà s'è spento e con la mia malattia ha iniziato a lavorare sempre di più non stando mai a casa >> racconto.
<< Ed ora con tuo padre? >> mi chiede Luigi.
<< Qualche tempo fa è tornato per restare, siamo felici tutti insieme >> rispondo sorridendo.
<< Qual è stata la prima cosa che hai fatto quando ti hanno dimesso? >> mi chiede Luigi.
<< Sono andato al mare coi miei amici >> rispondo io.
<< E quindi arriviamo a Francesca >> dice Luigi. Io annuisco.
<< Quel giorno sono tornato a casa e dopo un po' è arrivata lei. Mia sorella l'aveva invitata a cena e se n'era dimenticata. È stata lei a parlarmi dell'università svizzera, e mi ha anche aiutato con la parte dei materiali, si è laureata da poco in chimica dei materiali >> dico.
<< Francesca come ti sei innamorata di Leo? >> le chiede Luigi.
<< Beh mi ha colpito subito, era appena guarito da due tumori e nonostante questo sorrideva, una forza d'animo assurda. Poi è simpatico e mi fa ridere, è aperto come me e non si fa problemi a parlare di niente. Ad un certo punto mi sono accorta che non vedevo l'ora di vedere Asia perchè c'era anche lui e li ho capito di essere cotta >> racconta Francesca. Io sorrido e le prendo la mano.
<< E tu Leo? >> mi chiede Luigi.
<< Tu immaginati, esci da due tumori e da un anno e mezzo d'ospedale e la prima persona che vedi che non conosci è lei. Non vedevo l'ora che venisse a casa, me le inventavo di ogni per farla passare. Finchè un giorno l'ho baciata e ci siamo messi insieme >> racconto io. Poi Luigi mi chiede di raccontare la storia della protesi.
<< E infine ora lavori anche >> dice.
<< Si, l'ospedale mi ha offerto un lavoro come infermiere facendo il corso interno. Nel frattempo mi sono iscritto a ingegneria biomedica e sto lavorando a protesi per altri arti. Abbiamo da poco fondato una OnLuS di raccolta fondi. A settembre mi iscrivo al corso per la patente e torno a pallanuoto >> dico.
<< Bhe Leo che dire, sei una forza della natura, vuoi dire qualcosa a chi ci guarda da casa? >> mi chiede Luigi.
<< Si..CORAGGIO >> dico guardando dritta la telecamera. Poi salutiamo Luigi e il cameramen che se ne vanno, penso, concludendo con un'inquadratura su me e Francesca. Torniamo a stenderci al sole. Mi tolgo un braccialetto e glielo porgo.
<< Voglio che tu abbia una cosa mia >> le dico. Lei se lo fa mettere e poi mi bacia.
<< Ti amo Leo >>
<< Ti amo anch'io >>.

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Capitolo 12
*** Novità. ***


È agosto, sono a lavoro e fa un caldo boia da queste pareti a vetro. Sto medicando un ragazzo che ha subito da poco un'amputazione della gamba, è forte, mi ricorda tanto me ai tempi. Cerco di essere sempre gentile e simpatico con tutti, proprio come gli infermieri lo sono stati con me quando ne avevo bisogno. Voglio essere per loro un punto di riferimento, una spalla sempre presente. Mi squilla il cellulare. Finisco di medicare Simone.
<< Scusami un attimo eh >> gli dico, esco dalla sua stanza e rispondo, è Francesca.
-Pronto amore-
-Leo, stai a lavoro?-
-Si-
-Posso passare un attimo?-
-Si certo ma non stai..?-
-Arrivo-
-Ok- Chissà cos'è successo. Torno da Simone.
<< Allora, fa male? >> gli chiedo. Lui mi sorride debolmente, << No Leo, e poi tu sei bravissimo >>. Sorrido, mi imbarazza un po' sentirmelo dire.
<< Era la tua ragazza al telefono? >> mi chiede poi.
<< Hai origliato eh >> lo prendo in giro io.
<< No si sentiva.. >> svaga lui. Rido << Comunque si, era la mia ragazza >>.
<< Senti Leo, ma..pensi che anche io un giorno..la troverò una ragazza? >> mi chiede esitante.
<< Certo che la troverai Simo, ognuno ha un'anima gemella nel mondo >> gli dico io.
<< Leo! È arrivata Francesca >> mi chiama la voce di Lele.
<< E la mia a quanto pare è appena arrivata >> rido, saluto Simone e vado in accettazione dove c'è Francesca.
<< Ciao amore >> dico baciandola.
<< Mi puoi fare le analisi? >> mi chiede quasi sottovoce.
<< Si, ma che succede? Mi fai preoccupare >> chiedo a mi volta. Lei mi prende per un braccio e si incammina verso l'ascensore, << Ho un ritardo mostruoso Leo.. >> dice.
<< Che cosa..come cazzo..ma che..?? >> mi poggio alle pareti di metallo dell'ascensore e respiro forte, mi sento mancare. Com'è possibile, io sono sterile e sono sicuro che Francesca non mi ha tradito. Entriamo in sala prelievi, menomale che non c'è nessuno.
<< Amore farfalla >> mi dice Francesca. Prendo prima il sangue a lei, poi mi faccio un prelievo pure io.
<< Perchè pure tu? >> mi chiede preoccupata.
<< Vorrei cazzo sapere se sono sterile o miracolosamente non lo sono più >> dico premendo il pulsante per tornare in accettazione.
<< Lele mi devi analizzare ste due provette adesso >> dico facendolo saltare.
<< Leo non posso. Quando torna la Lisandri lo chiedi a lei >> mi dice Lele.
<< No Lele ti prego, è importante >> gli dico quasi supplicando. Lui prende le provette, << Vabbè va..c'avete due facce.. >>. Mi siedo con Francesca e le prendo la mano. Lele torna dopo mezz'ora che sembra un secolo con due cartelle separate che sono i risultati delle analisi e ce le consegna. Apro la mia, la sfoglio veracemente fino a trovare scritto che NON sono sterile. Poi insieme a Francesca leggo la sua ed il risultato è che è incinta. Ci guardiamo negli occhi un istante, quel tanto che basta per vedere riflesse le nostre paure.
<< Aspettami qua >> le dico e vado diretto ad Oncologia. Senza troppe cerimonie entro nello studio del dottor Spremberg, il primario.
<< Bastiani! Che modi >> mi riprende. Io lo ignoro e mi siedo di fronte a lui << Dottore ho bisogno di sapere se la sterilità può guarire >>. Lui soffoca una risatina, << Dipende, dimmi >> mi esorta.
<< Ecco..io ho fatto 24 cicli di chemio e ne sono uscito sterile. Ho fatto l'amore con la mia ragazza senza alcuna protezione e ora lei è incinta! >> spiego concitato.
<< Tu sei sicuro che..insomma..che sia tuo il bambino? >> mi chiede.
<< Sicuro >> rispondo io.
<< E allora non era una sterilità permanente. Ti hanno detto che era permanente? >> mi chiede.
<< Io..io non me lo ricordo.. >> ammetto abbassando la testa. Il dottore mi mette una mano sulla mia , << Coraggio, un bambino è una bella cosa! >> mi dice con un sorriso incoraggiante. Annuisco debolemente, lo saluto, lo ringrazio e torno da Francesca. Faccio cenno a Lele che esco un attimo fuori e insieme a Francesca raggiungo il mio uliveto preferito.
<< Fra..il dottore mi ha detto che se la sterilità non è permanente si può guarire..ma io la “permanenza” non l'avevo considerata..è tutta colpa mia..scusa >> le spiego con lo stomaco annodato e la voce che trema. Lei annuisce, poi mi prende una mano e la stringe forte << Senti, facciamo così, pensaci oggi a questa cosa, ci penserò pure io..stasera ci vediamo e ne parliamo. Che ne dici? >> mi propone.
<< Ok va bene >> rispondo io sospirando. Ci salutiamo con un fugace bacio sulle labbra e torniamo ognuno al proprio lavoro. Inutile dire che per tutto il giorno penso solo al fatto che aspettiamo un bambino risultando distratto e assente, ma Lele non mi dice nulla e questo mi fa capire quanto comprende il mio stato d'animo. Alle 20:00 stacco dal turno, torno a casa e non dico una parola ne a papà ne ad Asia, nemmeno mangio dicendo che sto poco bene. Francesca mi da appuntamento alle 21:00 alla fermata dell'autobus sotto al viale di casa mia, ed io per quanto sono nervoso mi ci piazzo dalle 20:30. Ho detto a papà ed Asia che faccio un giro con Francesca, anche se in realtà non so dove vuole andare. Alle 21:00 arriva con la sua mini verde ramarro, s'accosta e mi fa salire. C'è un'atmosfera tesa tra di noi, evidentemente la cosa è più grande di quello che si pensa. Un'ora dopo siamo alla sua casa al mare, sono sorpreso, non ho idea del perchè siamo qua. Scendiamo dalla macchina, lei mi prende la mano ed insieme arriviamo alla spiaggia privata della sua famiglia. Ci sediamo sulla sabbia fredda.
<< Perchè siamo qua? >> le chiedo stringendola a me.
<< Perchè per parlare di una cosa così importante serve un luogo speciale >> mi risponde lei, è tranquilla non è tesa o arrabbiata.
<< Beh innanzitutto a me le cose piace chiamarle con il loro nome, quindi per cominciare, avremo un bambino >> dico io.
<< Si, avremo un bambino >> conferma lei.
<< Oggi non ho letto ma..di quanto sei? >> le chiedo.
<< Due mesi circa >> mi risponde lei.
<< Quindi.. >>
<< La prima volta >> conclude per me. Istintivamente sorrido; l'idea di averlo concepito il giorno della nostra prima volta mi sa di magico.
<< Stai sorridendo >> mi fa notare Francesca.
<< Si..l'idea di averlo concepito il giorno della nostra prima volta..mi da i brividi per quanto è bello >> le spiego con la pelle d'oca. Senza rendermente conto infilo la mano sotto la sua maglietta e le accarezzo la pancia.
<< Ehi tu..hai freddo? >> chiedo mettendo l'orecchio vicino alla pancia di Francesca. Lei scoppia a ridere. Mette una mano sulla mia e mi segue mentre le accarezzo la pancia.
<< Ha detto di si >> mi dice. I nostri sguardi si incrociano.
<< Fra la verità è che io è tutto il giorno che penso a chi potrebbe somigliare..insomma l'idea di un frugoletto che ci incasina la vita mi fa impazzire di gioia >> ammetto con le gli occhi che mi bruciano e il cuore a mille. La mia ragazza mi guarda e vedo i suoi occhi farsi ogni istante più lucidi << Anche io lo voglio Leo, lo voglio da morire questo bambino >> dice. Sorrido e la bacio tra le lacrime di gioia che si mischiano. E mentre la bacio la prendo in braccio e la porto dentro casa. E sul divano facciamo l'amore, come a sottolineare quanto siamo uniti anche in questa cosa inaspettata.
<< Auguri amore mio >> mi dice dopo un po' che siamo stesi sul divano, coperti solo da un lenzuolo, a coccolarci in silezio. Sgrano gli occhi, << è il mio compleanno davvero? >> chiedo confuso. Lei ride e annuisce.
<< Bhe allora grazie, fossero tutti così i compleanni >> le sussurro sulla bocca baciandola subito dopo.

Mi sveglio con gli occhi feriti dal sole, il soffitto mi ricorda che siamo alla casa al mare, che è il mio complenno e che diventerò papà fra sette mesi. Guardo Francesca accanto a me e le poso un bacio delicato sulle labbra.
<< Buongiorno futura mamma >> le dico dolcemente.
<< Buongiorno futuro papà >> mi dice lei sorridendomi con lo guardo ancora assonnato.
<< Andiamo un attimo in spiaggia prima di fare colazione? >> mi chiede.
<< va bene >> annuisco sorridendole, così ci rivestiamo e mano nella mano usciamo da casa.
<< SORPRESAAAAA!! >> gridano i Braccialetti, mia sorella e Max, sotto un enorme striscione con scritto “AUGURI LEONE +20”.
<< Oddiooo ragazzii >> urlo di gioia abbracciandoli uno ad uno, cazzo proprio non me lo aspettavo.
<< Ma come?? >> chiedo confuso e in risposta loro mi indicano Francesca.
<< Tu..tu sei un miracolo >> dico prendendola in braccio e stringendola a me. Lei in tutta risposta mi bacia.
<< Diglielo >> mi sussurra all'orecchio. La rimetto giù e le prendo la mano.
<< Ehm..io e Fra dobbiamo dirvi una cosa >> inizio.
<< Partite! >> prova Max.
<< Vi sposate >> rilancia Davide. Io e Fra scuotiamo la testa ad ogni opzione ed alla fine si arrendono.
<< Aspettiamo un bambino >> dico io. Asia si porta le mani alla bocca, gli occhi le luccicano. Ci viene vicino e mette una mano sulla pancia di Francesca.
<< é una cosa..meravigliosa >> dice commossa. Max la imita, poi mi guarda e dice << Sto bambino sarà romanista eh! >>. Sbotto a ridere. Poi si avvicina Vale, ci abbraccia e ci dice << Io gli insegnerò a disegnare >>
<< Ed io a mangiare bene >> dice Cris accarezzando la pancia di Francesca. Davide si avvicina alla pancia senza toccarla, << povero te o povera te..con due genitori così smielati >> dice ridendo. Io gli tiro un calcio e lui si allontana.
<< We piccoletto o piccoletta..zio Toni ti fa andare sulla moto >> dice Toni.
<< Toni gira alla larga >> gli dico io ridendo. Rocco si avvicina a me e mi guarda negli occhi << Ma..non è che ora smettete di farmi le coccole perchè non sono più il più piccolo del gruppo? >> mi chiede. Io lo prendo in braccio, << Non devi pensarlo neanche per scherzo, tu sarai sempre il nostro Rocco, ok? >> gli dico serio.
<< Ok Leo..ti voglio bene >> dice e mi abbraccia.
<< Anche a te Fra ti voglio bene >> dice poi guardando Francesca che gli scompiglia affettuosamente i capelli. Si, è senza dubbio il compleanno più bello del mondo.

*Spazio Autrice*

Finisce così la mia prima FF, un finale volutamente aperto perchè volevo scrivere un seguito, ora però non lo so più. E' stata un'avventura scriverla, ci avevo provato tante volte a scrivere qualcosa, senza mai portarlo a termine. Questo sito mi ha dato la "forza" di portare a termine il lavoro e di pubblicarlo, qui dove ci sono persone che leggono, ma leggono sul serio. Perciò ringrazio tutti voi, chi ha letto in silenzio, chi ad alta voce, chi ha gradito e chi no. Grazie davvero, alla prossima. Un bacio,
CacciatriceDiTramonti

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