1004 (ANGEL)

di _HimJayeon_
(/viewuser.php?uid=327586)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1004 (ANGEL) - PARTE 1 ***
Capitolo 2: *** 1004 (ANGEL) - PARTE 2 ***



Capitolo 1
*** 1004 (ANGEL) - PARTE 1 ***


Premettendo che non sono molto pratica
di cose tristi e drammatiche,
vi lascio questa "cosa" (che sarebbe dovuta essere una OS
ma che , come mio solito, si è prolungata)
divisa in due parti.
Solo la seconda sarà una vera e propria SongFic. ^^
-BibaChan


Yong Guk era seduto sul divano. Scorreva con il dito la timeline di Instagram, annoiato. Non aveva neanche voglia di rispondere a quelle ragazze che commentavano le sue foto, dicendogli quanto fosse bello.
Voleva solo uscire un po' con i suoi cinque migliori amici, ma non poteva, non quel giorno. Doveva rimanere a casa ad aiutare la sua ragazza con la spesa, quando sarebbe tornata.

-Yong Guk, sono a casa!- Gridò, infatti, da fuori la porta. -Mi verresti ad aprire la porta? Le buste sono grandi!-

Si alzò svogliatamente e le aprì le porta, afferrò tutte e cinque le buste e le portò in cucina. Non sentiva più quell'amore di prima. Si vedeva. I suoi amici lo vedevano e lo avevano capito prima ancora di lui. Anche se alle loro domande sul loro stato lui rispondeva sempre e sistematicamente, come una voce registrata, con un "Si è tutto ok." Loro sapevano che qualcosa non andava.

-Cos'hai...? Sei strano stasera...- Gli chiese Jae hee.

-Non ho niente.-

-Si, invece...parliamone. Sono giorni che ti mostri apatico e scocciato. Qualcosa non va?- Incalzò, poggiandogli una mano sulla spalla.
Lui avrebbe voluto toglierla a forza, uscire di casa e andarsene in qualche bar a bere qualcosa. Ma non era così crudele. In fondo sentiva di provare ancora qualcosa per lei. Ma non amore. Non quello che sentiva sei mesi prima.

-Ho detto che sto bene!- Esclamò bruscamente, togliendo dalle buste il loro contenuto.
Jae Hee sospirò, grattandosi nervosamente la nuca. Odiava piangere davanti a lui. Lo aveva fatto poche volte e le era bastato vedere la sua reazione. Non sapeva mai come consolarla e a lei questo dispiaceva...ma non perchè non si sentisse confortata, ma piuttosto perchè non sopportava il fatto di vederlo così impacciato. Per questo, dopo, usciva sempre, sbattendo la porta.
Ma stavolta non riuscì a trattenersi. Cercando di singhiozzare il più silenziosamente possibile, si asciugò con il dorso della mano il naso e le lacrime che piano piano calavano giù sulle sue guance candide.

-Ho detto di parlarne!- Sbottò, con voce rotta. Yong Guk si voltò di scatto. -Sono stufa! E' da settimane che parli poco e che ti chiudi in un mondo tuo! O mi dici cos'hai oppure...-

Senza riuscire a dire niente, lui continuò a fissarla.

-...lascia perdere, tanto è inutile. Non mi dici mai niente quando sei allegro, figuriamoci quando stai così.-
Jae Hee iniziò a riordinare la sua spesa in frigo e nella credenza, senza essere mai persa di vista da un Yong Guk scioccato.

-Jae Hee...- Provò a dire. Non ci riusciva. Non riusciva a parlare dei suoi sentimenti. Era più forte di lui. Chiudersi in sè stesso, per lui, era la cosa migliore. -...sì, c'è qualcosa che non va.-

Lei allargò gli occhi con lui alle spalle, mentre ripiegava le buste tra loro.

-Non sei tu...sinceramente non so cosa sia, in realtà. Ma non credo di...- Sbuffò, nervoso. -...non credo di amarti più.-

Jae Hee lo sapeva. Lo sentiva e lo vedeva anche lei da tempo. Ma ebbe comunque un tuffo al cuore. Pronunciate dalla sua voce, quelle parole, risuonavano nella sua testa come un tuono. Le percuotevano il petto come sassate e non riusciva a capirle a fondo...nonostante se le aspettasse da tempo.

-Lo so. Te lo avrei chiesto io stasera. Avevo intenzione di parlartene già da un mese, ma non ne ho mai avuto il coraggio. Da adesso in poi sei libero. Ti voglio bene.- Disse, mantenendo il pieno controllo di sè. Ma il suo cuore diceva altro. Mille tempeste la invadevano e un macigno pesante la teneva schiacciata a terra.
Yong Guk non disse altro. Andò in camera, fece le valigie e uscì, senza immaginare la reazione disperata di Jae Hee.
Arrivò a casa di YoungJae, con gli occhi arrossati per la stanchezza e per le lacrime.

-YoungJae io ho...-

-Lo so, lo sapevamo tutti...- Gli disse abbracciandolo da vero migliore amico.

-Grazie...-

---------------------------------7 MESI DOPO----------------------------------

-Ragazzi, vi alzate in orario, per una buona volta??- Implorò YoungJae, spalmato disperatamente sullo stipite della porta della camera da letto in cui dormivano Yong Guk e Jongup. Mugugnarono entrambi e YoungJae sospirò. -Vi prego...-

-TACI.-

Un cuscino gli arrivò in faccia. -VA BENE! GUERRA APERTA!- Andò in cucina, prese due bottigliette di acqua dal frigo e le aprì. Irruppe in camera e le svuotò tutte sulle loro teste.

-MA CHE...!-

-TU HAI SERI PROBLEMI!- Yong Guk si alzò di scatto da letto, schizzando ovunque goccioline di acqua fredda.

-Sbrigatevi a prepararvi, Daehyun e gli altri ci aspettano in negozio.- Concluse, uscendo dalla camera.

In negozio, tutti con la loro maglia bicolore, sistemavano il loro negozio di articoli sportivi, in attesa di clienti.
Pochi minuti dopo entrò una coppia.

-Vai tu, Daehyun, io sto sistemando questo scaffale.- Chiese Yong Guk, ordinando su dei ripiani diversi modelli di scarpe da corsa. Lui annuì e si avvicinò ai due.

-Posso darvi una mano?- Chiese gentilmente.

-Oh, stiamo dando solo un'occhiata ai set da tennis!- Rispose la ragazza, alzando lo sguardo. Daehyun sbiancò in viso, proprio come la ragazza quando lo riconobbe. Si fissarono a lungo, ogni tanto lo sguardo della ragazza guizzava alle spalle di Daehyun.

-Jae Hee...- Sussurrò.

-...c-co...n-no, devo a-andarmene...- Balbettò, prendendo per un braccio il ragazzo che era con lei e uscendo di corsa.

Daehyun non riusciva a parlare, non riuscì a rispondere alla domanda di Yong Guk.

-Ehi, ti ho chiesto cosa hai!?- Continuò, afferrandogli una spalla.

L'amico scosse la testa, come per scrollarsi di dosso lo stupore e il nervosismo. -Niente, credo sia un leggero calo di zuccheri...sto bene.- Entrò nel magazzino, in cui si trovavano anche gli altri. Glielo avrebbe dovuto dire? Forse no, ma lo avrebbe fatto comunque.

-Ragazzi, è entrata Jae Hee, poco fà, con uno che poteva essere il suo ragazzo.- Disse, bianco come un lenzuolo. Gli altri smisero di fare quello che stavano facendo e si avvicinarono a Daehyun. -E' entrata e appena mi ha riconosciuto è scappata di corsa.-

-Ma Yong Guk l'ha vista?- Chiese preoccupato HimChan.

-No, credo di no, era tranquillo quando sono venuto qui.-

-Speriamo...non oso immaginare cosa potrebbe succedere se solo...- Jun Hong non terminò la frase e si allontanò dal gruppo, scuotendo la testa.

-Evitiamo di parlarne con lui nei dintorni...dai, torniamo al lavoro.- Incitò Jongup. Gli altri annuirono e si sparpagliarono di nuovo.

Da quel giorno furono tanti gli incontri con la ragazza che gli amici di Yong Guk gli tenevano nascosti. Sembrava quasi che Jae Hee glielo facesse apposta.
In quelle settimane scoprirono che aveva traslocato lì vicino. Uscire con Yong Guk era diventato un inferno.
Ma quel giorno anche il più attento dei cinque amici di Yong Guk non se ne accorse. Nessuno se ne accorse, non prima che la notasse lui.

-Ragazzi, quella sembra...-

-A chi sembra? Ma chi, soprattutto?- Chiese YoungJae, seguendo il suo sguardo.

-Quella lì...aspettate un attimo...- Si sporse un altro po', oltre le bancarelle. La sua espressione spiegò tutto. E' vero, era quasi un anno che non si vedevano, che non si parlavano, che le loro vite erano apparentemente divise, ma Yong Guk aveva scoperto di amarla ancora solo in quel momento.
Anche gli altri si sporsero e appena si resero conto di chi fosse, si guardarono tra loro, come per cercare una via di fuga. Ma non fecero in tempo a girarsi ancora, che Yong Guk si era voltato per andarsene a passo veloce.

-Hyung!- Gridò Jun Hong, correndogli dietro.

-Hyung!- Disse, col fiatone, quando lo raggiunse afferrandogli un braccio.

-Lasciami il braccio.-

-Perchè fai così? So che è difficile per te, ma se non stai bene, parlane con noi...siamo i tuoi fratelli.-

Yong Guk lo guardò dritto negli occhi, sentendo i suoi riempirsi di lacrime.

-Vieni qui...- Gli disse Jun Hong, tirandolo a sè e abbracciandolo.

-Ho sbagliato con lei...dovevo trattenerla...- Disse tra i singhiozzi...apparendo per la prima volta, agli occhi dell'amico, come un ragazzo dolce e indifeso.

-E' tutto ok...- Lo rassicurò. quando li raggiunsero gli altri, tornarono insieme a casa, silenziosamente, alternandosi a fare compagnia al loro amico.
Una volta al riparo dal mondo esterno, Yong Guk si rifugiò in camera per stare da solo.
I suoi amici erano sparsi tra le stanze a riflettere e a pensare se fosse stato giusto tenergli nascosti quegli incontri con Jae Hee.
=
I giorni passavano, le volte che Yong Guk si ritrovava con Jae Hee nei dintorni aumentavano, lo distruggevano, soprattutto perchè lei non era sola.
Ogni tanto si parlavano per messaggio. Più volte lei gli aveva chiesto di incontrarsi per una chiacchierata ma lui aveva sempre rifiutato. Per quel ragazzo era più facile sotterrare il presente e pensare al passato, piuttosto che sistemare quello che realmente gli stava accadendo.
Una giornata di fine autunno, Yong Guk era con YoungJae a fare una passeggiata, presero una bibita calda e si andarono a sedere su una panchina di fronte ad un laghetto coperto di foglie arancioni.
Mentre chiacchieravano, una coppia di ragazzi gli passò davanti e lei ammiccò in direzione di Yong Guk. Fu un attimo, poi lui si rese conto di chi fosse solo quando era troppo lontana.
YoungJae già gli ancorava le spalle sulla seduta.

-Non è il momento e non vale la pena di fare scenate. Siamo qui per distrarci.- Gli disse.

Yong Guk prima lo guardò con fare disperato, ma poi si rilassò e finirono il pomeriggio in serenità.
==========================================================================================================================
-NON HO INTENZIONE DI INCONTRARLA!-

-DEVI FARLO! Sono mesi che parlate, ma ogni volta che la vedi ti dilegui con la coda fra le gambe!-

-Se foste nella mia situazione reagireste come me!-

-No, le cose si superano! E' più di un anno che ti deprimi, gira pagina! La vita è troppo breve per fartela sfuggire e troppo lunga per passarla ad autocommiserarsi! Ora tu ti infili la giacca e la vai a trovare!-

Yong Guk si prese i capelli tra le dita e strinse forte. Tirò una ginocchiata al bracciolo del divano e iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro.

-Non saprai mai quello ha da dirti se non ci andrai oggi...- A sentire quella frase, Daehyun e HimChan diedero una gomitata a Jongup.

-Cosa?- Nessuna risposta. -Mi spiegate per quale motivo vi interessa tanto questa cosa? Eh?-

Silenzio.

-PERCHE'?-

-PERCHE' JAE HEE HA IL CANCRO!-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1004 (ANGEL) - PARTE 2 ***


Sei come un angelo, che se ne è andato e mi ha lasciato da qualche parte.
Ho bisogno di te.
-Il cancro...?- Yong Guk oltre ad essere sconvolto, perse l'equilibrio per un attimo, finendo addosso a YungJae.
-Si...- Rispose Jun Hong, tornando del suo tono di voce. -...più o meno da poco prima che vi lasciaste.-
-Perchè non me lo avete detto? -
-Sappiamo come sei fatto, e hai visto tu stesso l'effetto che ti fa anche solo vedendola.- Daehyun gli mise una mano sulla spalla.
-Ma perchè non me lo ha detto lei...?-
-Il motivo è sempre quello...ascolta, tu vuoi fare il duro e da fuori lo sembri anche, ma noi che ti conosciamo da sempre sappiamo bene quanto tu sia sensibile.-
Yong Guk non replicò. Si sedette, nascondendo il viso tra le mani e strofinandolo. -Dov'è ora?-
I ragazzi sospirarono. Non volevano dirglielo ma non potevano nascondergli altre cose.
-Ormai è all'ospedale. Quando ci ha avvisati, mezz'ora fa, avrebbe detto che sarebbe stata chiamata in sala operatoria per le sei e un quarto.- Rispose Jongup, guardando l'orario.
-In sala operatoria??-
-E' terminale, ormai. Un'operazione è la sua unica salvezza.-
Yong Guk scattò in piedi, ricacciò indietro le lacrime e afferrò la giacca di pelle nera appesa davanti all'ingresso.
-Andiamo.-
Non so come sto vivendo, dopo che mi hai lasciato, sono impazzito.
Ogni giorno, ogni notte, non riesco nemmeno a dormire.
Sono tutto solo, bevo e piango.
Uscirono di corsa e entrarono in macchina. Ad una velocità folle, si diressero silenziosamente verso l'ospedale.
Tutti scesero di volata dall'auto nel parcheggio e si lanciarono nell'ingresso.
-Sto cercando Park Jae Hee! Dove è adesso?- Chiese disperato Yong Guk ad un'infermiera in segreteria.
-Non posso lasciarla passare, le visite sono permesse solo ai parenti.-
Jun Hong scostò per una spalla Yong Guk e si parò tra loro.
-Sta morendo di cancro, lo sa questo?-
-Non posso lasciarvi pass...-
-Lui è l'ex ragazzo e noi siamo suoi amici, potrebbe essere l'ultimo quarto d'ora della sua vita. CI LASCI PASSARE.- Gli altri lo guardavano atterriti. Non era mai stato così deciso e brusco.
L'infermiera lo guardò per un attimo. Poi il suo sguardo passò al viso preoccupato e agli occhi lucidi di Yong Guk.
-Andate. Secondo piano, corridoio 7, nell'unica sala operatoria. Non l'hanno ancora portata, ma dovreste vederla arrivare...non fatevi notare troppo.-
La ringraziarono e corsero al secondo piano, cercando la sala. Si sedettero sulle seggioline verdi attaccate al muro candido e attesero.
I secondi erano minuti e i minuti ore...non passava attimo che Yong Guk non venisse supportato da uno dei suoi amici.
Poi ci fu un gran trambusto nei pressi dell'ascensore e una barella circondata da medici si avvicinava velocemente a loro.
Yong Guk scattò in piedi.
-Jae Hee!-
I medici esitarono, ma poi lo lasciarono avvicinare. -Meno di un minuto!- Gli raccomandarono.
Cosi mi manchi e ho bisogno di te.
Riesco ancora a sentire la tua voce.
Torna da me, non ho nessun altra che te. Torna al mio fianco.
Sei come un angelo.
-Allora sei venuto...- Mormorò lei, tossendo. -...brutto posto per una chiacchierata, vero?- La sua voce si affievoliva sempre di più.
-No, ti prego, resisti...- Sospirò Yong Guk, in lacrime e in preda al panico.
-Non preoccuparti, è l'anestesia...sto bene, posso farcela.- Tese una mano e gli asciugò una lacrima sulla guancia. Lui gliela accarezzò.
-Non puoi, devi...io ti amo ancora.-
-Mi dispiace...ci vediamo dopo, ok...?- Yong Guk si allontanò di un po', senza volerlo veramente e lasciò entrare l'equipe.
Si sedette di nuovo, singhiozzando. L'immagine di Jae Hee ancora più pallida, con le guance infossate e gli occhi spenti circondati da un cerchio scuro, la sua mano che gli toccava delicatamente il viso e la testa ormai nuda coperta da una cuffia verde lo distruggevano. Era fragile, lo sapeva. Si odiava per non averla sostenuta, si odiava perchè era così codardo da parlarle per telefono ma non faccia a faccia. Ma soprattutto si odiava perchè sapeva che, nonostante tutto, lei aveva provato e provava gli stessi sentimenti di quasi un anno prima.
-Ehi, ce la farà...- Lo rassicurò Daehyun, seduto accanto a lui. Yong Guk accennò un sorriso.
La ragione per cui vivo sei tu.
Non credo che possa rivederti di nuovo, penso davvero che stia per morire.
La sola persona che mi amerà sei tu.
Splendi su di me nel buio.
Per ore i sei ragazzi aspettarono, camminando su e giù per il corridoio, scattando in piedi quando un infermiere entrava o usciva dalla sala...ormai erano le dieci e mezzo di sera e, per quanto si fosse sforzato di rimanere vigile per aiutare l'amico, Jun Hong si addormentò sulle sue gambe.
-Ormai sono quattro ore passate che è dentro...- Mugugnò Yong Guk, ormai senza voce e senza lacrime.
-Se le fosse successo qualcosa di male l'avrebbero già fatta uscire o trasferire...sappiamo entrambi che può farcela.- Lo rassicurò YoungJae.
HimChan e Jongup si avvicinarono e si sedettero accanto a loro, fissando la porta.
-Ecco, abbiamo preso un po' di tè caldo...svegliate quel coso, dai.- Daehyun tornò da loro che teneva in mano un vassoio con sei bicchieri di tè fumante.
-Grazie...- Ognuno ne prese uno, facendo svegliare Jun Hong.
Dopo poco un medico uscì dalla sala con una cartella in mano.
Si alzarono tutti insieme.
Guardami ora, vieni da me ora.
Torna da me, come posso vivere?
-Come sta?- Chiese immediatamente.
-Siete parenti?-
I ragazzi rimasero interdetti e il medico lo notò.
-Il tumore le è stato rimosso, ma ora è...- Li guardò uno ad uno, rendendosi conto di quanto fossero giovani. -...è in coma.-
-In coma?- Esclamò Daehyun.
Guardami ora, vieni da me ora.
Come posso vivere ogni giorno senza di te?
-Si, è molto debole...-
-Ma ce la farà?- Chiese Yong Guk.
Il medico fece una pausa. Lanciò un'occhiata alla cartella.
-E' fragile, molto debole...ma potrebbe farcela.- Si fecero scuri in volto. Il medico sorrise nervosamente. -Scusatemi.-
Fece per andarsene ma Yong Guk lo bloccò. -Potremmo vederla?-
Il dottore annuì e si dileguò.
Non avrei mai immaginato che mi avresti lasciato per davvero.
Eri come un angelo.
Perchè sono un buono a nulla?
Nessuno disse niente. Rimasero in piedi, in silenzio, fino a quando la barella che trasportava Jae Hee con gli occhi chiusi e un respiratore attaccato non uscì dalla sala. La circondarono.
Oh, no. Ti sei allontanata da me, sono uno stupido che ti ha perso.
Sono come un mendicante, non posso fare niente senza di te.
Yong Guk le prese la mano destra, cosparsa di flebo.
-Come ho fatto a lasciarti andare...- Dovettero staccarlo a forza dalla barella per permettere agli infermieri di trasferirla.
-Senti, ascoltami. Non puoi distruggerti così. E' in vita...- Gli disse HimChan prendendolo per le spalle.
-E' VIVA ATTACCATA A DELLE MACCHINE! Voglio solo riabbracciarla di nuovo...sono un orribile coglione.-
-NON E' COLPA TUA! Non litighiamo e andiamo a casa, verremo a farle visita ogni giorno, ma adesso devi riposare.-
-Non dormirò, non sapendo che è lì dentro.-
-Cosa vorresti fare? Riportarla alla sua vita normale solo standole vicino? Sa bene che tu la ami e che faresti qualsiasi cosa per lei, ma sai che lei vorrebbe che riposassi.- YoungJae era l'unico capace di calmarlo...con poche e vere parole lo convinse a tornare a casa con loro e a riposare un po'.
Cosi mi manchi e ho bisogno di te.
Penso a te ogni giorno.
Il mio io che si è perso è così pietoso.
Abbracciami, non ho nessun altra che te.
Sei come un angelo.
Ogni giorno, per mesi, andavano a farle visita. Ogni giorno, per mesi, la vedevano sempre più lontana da loro.
Yong Guk piangeva. Stava male. Non aveva la forza di vivere ancora, ma doveva, per lei.
La ragione per cui vivo sei tu.
Non credo che possa rivederti di nuovo, penso davvero che stia per morire.
La sola persona che mi amerà sei tu.
Splendi su di me nel buio.
Terzo mese di coma. Yong Guk ormai mangiava e dormiva lì, accanto a Jae Hee, sperando di vederla sorridere di nuovo.
Perchè giusto una settimana prima un'infermiera aveva giurato di vederla sorridere, dopo che Yong Guk era andato a trovarla e le aveva parlato per più di un'ora.
E' come se fossi talmente fuori di testa che ogni giorno mi sento così vuoto.
Dopo che mi hai lasciato, mi sono rovinato.
Torna da me, avevo solo te.
Affrettati e salvami.
Fermati, ti prego resta al mio fianco.
Non allontanarti da me, non lasciarmi.
Non ti lascerò mai andare.
Quarto mese di coma. I dottori iniziarono a perdere la speranza sulla sua ripresa. Ormai non reagiva a nessun impulso ed era solo un corpo che respirava...e neanche autonomamente.
Voglio trovarti.
Dove sto andando?
Nel posto in cui ti trovi.
Un giorno migliore.
Sei come un angelo.
Dopo alcune settimane, Yong Guk chiamò i ragazzi.
-Che c'è?- Dissero, raggiungendo il letto della ragazza.
-HA PARLATO!-
-Parlato?-
-MI HA DETTO CHE CE L'AVREBBE FATTA!-
-Yong Guk sei stanco...vieni con noi...-
-HA PARLATO, LO GIURO!- Lo stavano per trascinare fuori, quando un debole lamento li bloccò.
-Ce la farò...-
Si, aveva parlato.
Il mio cuore ha suerato la data di scadenza e questo tempo per me è più freddo dell'inverno.
Mi hai ingannato fino alla fine.
Tu mi hai lasciato con questo amore che mi dicevi sarebbe durato per sempre, invece è diventato un incubo.
Anche se incontro altre persone, il mio cuore è intrappolato.
Non posso più fidarmi di nessuno, non c'è più nessuno accanto a me.
Non posso guardare tutti i nostri vecchi ricordi, io ti odio veramente.
Vattene, io odio le bugie delle donne.
Non diede altri segni di vita. Ormai i medici erano convinti e decisi nel praticarle l'eutanasia. Era inutile, non sarebbe tornata a vivere.
Vattene.
Non dire il mio nome.
Io odio questo amore pazzo.
-Lei non può morire.- Disse Daehyun ad uno di loro.
-E' stupido. Ormai è morta, non reagisce a nessun impulso.-
La ragione per cui vivo sei tu.
Non credo che possa rivederti di nuovo, penso davvero che stia per morire.
La sola persona che mi amerà sei tu.
Splendi su di me nel buio.
Il giorno deciso per farle l'iniezione Yong Guk non si presentò. Gli altri c'erano, ma lui non aveva nessuna intenzione di veder morire davanti ai suoi occhi la ragazza che per troppo tempo aveva amato.
Non mangiava nè dormiva più da quando avevano confermato l'eutanasia.
Guardami ora, vieni da me ora.
Torna da me, come posso vivere?
Guardami ora, vieni da me ora.
Come posso vivere ogni giorno senza di te?
Al funerale erano tutti insieme, davanti alla sua bara, cosparsa di fiori...ma proprio davanti alla foto del suo viso, del suo bellissimo viso, Yong Guk e gli altri avevano posato un cestino pieno di petali di ciliegio.
-Tu amavi i fiori di ciliegio. Ti ricordavano la primavera...me lo ricordo questo. Mi chiedevi sempre di portarti a fare delle passeggiate al lago solo per vedere quegli alberi.
Non mi sono dimenticato di te...mai. Mai un secondo, da quando sono uscito da quella casa. Se me lo avessi detto prima sarei rimasto lì, a proteggerti, a farti capire quanto vali per me.
Ma ora...ora l'unica cosa che conta è che tu sappia che ti amo. Ti amo.-
Daehyun gli toccò una spalla, mentre i singhiozzi leggeri di Jun Hong risuonavano dietro di lui. Yong Guk sorrise e annuì.
Baciò la bara, baciò la foto e si asciugò le lacrime. Poi seguì i suoi amici fuori dalla chiesa.
Non avrei mai immaginato che mi avresti lasciato per davvero.
Eri come un angelo.
________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
[[ANGOLO AUTRICE]]
Non so da dove mi sia uscita questa SongFic romantico-drammatica, ma sono abbastanza soddisfatta.
Forse perchè amo la canzone.
Forse perchè amo loro...
Non lo so, ma mi piace!
Fatemi sapere (non sono pratica nè di tragicismo nè di medicina quindi ho fatto tutto un po' a intuito) perchè è la prima cosa drammatica che scrivo. ^^

=AISHITERU=

-BibaChan

PS: Vi ringrazio per le numerosissime visualizzazioni...in una sola settimana ne ho ricevute tantissime! Grazie di cuore! \(*3*)/

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2471582