Skinny

di bluees
(/viewuser.php?uid=396796)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The start. ***
Capitolo 2: *** Sending ***
Capitolo 3: *** Dating ***
Capitolo 4: *** Calling ***
Capitolo 5: *** Kissing & Fighting ***



Capitolo 1
*** The start. ***





Skinny

1. The Start



Jess era dietro gli studi, seduta sul solito marciapiede che ormai era diventato il suo con una delle sue numerose Camel tenuta saldamente fra le dita. Si ostinava ad avvicinarla alla bocca di tanto in tanto, ispirando per poi buttare fuori il fumo in delle piccole nuvolette che si disperdevano nell’aria gelata in pochi secondi.
La Canon era accanto a lei, così come l’accendino rosso, il pacchetto di sigarette quasi finito e l’iPod acceso con in play Demons degli Imagine Dragons.
Canticchiava quasi silenziosamente la canzone che tanto amava mentre spegneva il mozzicone sull’asfalto bagnato a causa dell’umidità per poi pestarlo con i suoi anfibi neri – sui quali inciampava sempre, aggiungerei –. Cosa ci facesse lì fuori non era ancora ben chiaro ma le piaceva stare all’aria aperta mentre ascoltava musica e si rilassava, nonostante ci fosse un freddo glaciale. Anzi, era più bello. Gli skinny jeans neri le coprivano le gambe lunghe mentre una felpa grigia la teneva abbastanza al caldo da non sentire il bisogno di indossare un eventuale giubbotto. Ripensò fiera agli scatti che aveva fatto quel pomeriggio, riguardandoli nella memoria della sua preziosa macchina fotografica rimanendone ancora più entusiasta e complimentandosi mentalmente per il bel lavoro svolto.
Era la sua passione ed amava essere fiera di ciò che faceva, anche se capitava davvero raramente. Fondamentalmente se ne stava fuori perché non aveva voglia di seguire l’intervista che stava tenendo la sua migliore amica, soprattutto se gli intervistati erano, in più, dei ragazzini montati che non riusciva completamente a sopportare.
Le erano bastati pochi secondi per cominciare a detestarli, e pensare che neanche le avevano rivolto la parola.
Sospirò pensierosa ed in parte annoiata, alzando il viso verso il cielo scuro e pieno di stelle rimanendone incantata, così si stese del tutto continuando a contemplare quella meraviglia rimanendone tanto affascinata da svuotare la mente per qualche istante.
Cosa impossibile per un tipo come Jess perennemente ansioso o che si faceva mille problemi anche per una stupidata da ragazzini, o ancora, che era totalmente lunatica e perennemente indecisa. Prese del tempo per riflettere su se stessa, cosa che odiava, e costatò di avere un miliardo di difetti e davvero pochi pregi, troppo pochi pregi.
Pensò alla sua storia d’amore finita in modo orrendo mentre un’espressione divertita e schifata si dipingeva sul suo volto da ragazzina spensierata, mentre delle dolci ed armoniose onde color cioccolato lo incorniciavano perfettamente. Gli occhi azzurri e cristallini erano spalancati ancora verso i corpi celesti sospesi in quel mare di cielo sopra il suo naso, mentre sorrideva.
Jess era strana, molto strana. Cambiava idea in pochi secondi su qualsiasi cosa ma contemporaneamente era una persona decisa ed ostinata, sorrideva e quando sorrideva il Mondo si fermava per un attimo e passava dal fumare esageratamente allo smettere quasi del tutto.
Jess era strana perché era Jess, come se ci fosse una legge scientifica che associava la parola ‘strano’ a Jess e viceversa.
Jess era da prendere a stomaco vuoto, quando nessun problema ti frulla nel cervello e quando puoi dedicarti semplicemente a lei ed al suo sorriso da bambina.
Jess era così, strana, da prendere a stomaco vuoto e da amare infinitamente.

Harry, in compenso, era per gran parte degli aspetti tutto il contrario.
Aveva stretto gli occhi quando ad intervista finita decise di prendere una boccata d’aria nel retro dell’Ufficio e si era trovato davanti una ragazza stesa sul marciapiede che canticchiava Ed Sheeran completamente immersa nel guardare le stelle.
Gli venne da ridere guardando quella scena tanto speciale e strana. Sin dal primo istante che l’aveva vista passare per il corridoio, quel sabato, si era accorto che quella ragazza non aveva tutte le rotelle al posto giusto, in senso buono, ovviamente. Rimase a scrutarla da lontano, immobile, con un bicchiere d’acqua fra le dita di una mano ed il cellulare bianco nell’altra.
Venne catturato dall’irrefrenabile voglia di cominciare a cantare quel motivetto tanto conoscente e cominciò lentamente ad intonare qualche nota di Little Bird, una delle sue canzoni preferite che sembrava gradire anche quella strana ragazza che non si era ancora accorta della sua presenza.
Non finì neanche di pensare ciò che improvvisamente la ragazza alzò la sua schiena, appoggiandola sul muretto mentre accendeva una Camel che aveva appena preso dal pacco vicino il suo corpo. Gli rivolse uno sguardo con degli occhi azzurri che, anche a così tanta distanza, Harry riuscì a veder brillare.
«Perché piangi?» disse istintivamente Harry, non curante di strane e possibili reazioni da parte della ragazza. Lei lo guardò serrando gli occhi, boccheggiando un po’ d’aria gelata.
«Non sto piangendo. I miei occhi mentono, hanno imparato a mentire, al contrario di molti.» parlò, squarciando quel rigido silenzio che sembrava esser durato una vita.
«Quindi non dovrei fidarmi dei tuoi occhi? Al momento sembra che dicano ‘voglio compagnia’» continuò, Harry, avvicinandosi di poco a quel marciapiede umido e sporco per via dei numerosi graffiti che c’erano dipinti sopra.
«Ti sbagli, infatti stavo proprio andando via». Detto questo si alzò afferrando la sua roba, inserendo tutto in un’enorme borsa prima di girare i tacchi, o meglio, gli anfibi, e camminare verso la strada principale.
«Comunque sono Harry!» urlò, lui, sperando che lei sentisse.
Silenzio, silenzio.
Un silenzio che sembrava interminabile dove Harry non riusciva a distinguere più neppure i battiti del suo cuore, niente, completamente niente.
Neanche il movimento dell’aria… poi un improvviso ed inaspettato urlo in risposta: «Sono Jess, ma non penso che ciò ti possa cambiare la vita, Henry».
«Mi chiamo Harry!» urlò ancora.
«Lo sapevo già, Harry.»



                                                                   





Salve Cupcakes! Con questa fanficiton confermo di non essere normale, in quanto l'ho scritta questa sera, l'idea mi è piaciuta ed ho voluto pubblicarla... che ne dite? spero vi piaccia! 
Alura, come vedete l'inizio non ha senso ma descrive questo 'mezzo incontro' fra i due protagonisti principali; Jess è descritta in modo confuso perché lei è una ragazza fondamentalmente confusa ed incasinata, ma non perché chissà quale problema, ha molta fantasia, molta voglia di vivere ed un caratterino davvero strano e speciale. Harry invece non è quasi descritto, ma volevo descrivere come se stesse raccontando lui il loro primo incontro. L'idea devo dire che non mi fa schifo, ma voglio il vostro parere... so, che ne pensate? ovviamente fatemelo sapere. Ringrazio tantissimo la disponibile e bravissima 'xehiistyles' per questo meraviglioso banner che io amo, credo sia stupendo. Così, grazie mille ancora!
Detto questo io mi dileguo che domani ho scuola...  come al solito potete trovarmi qui ->
 Twitter e sentitevi libere di scrivermi perché mi farebbe davvero tanto piacere. 
P.S.: Siate clementi perché è la mia prima fanfiction e ci tengo da morire. Scusatemi ancora per gli eventuali errori ma ho riletto soltanto una volta.

 
Vi adoro.
Un sacco di amore,
Ale


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sending ***




Skinny

2. Sending



 
Stava ascoltando +, Jess, a ripetizione ormai da qualche ora mentre fra le labbra screpolate stringeva una sigaretta e nelle mani stropicciava le punte di un bigliettino decorato con una scrittura distinta dalle altre; non era molto chiara e la biro che avevano usato era blu scuro. Quel bigliettino recitava semplicissime parole, le avrebbe perfino capite un bambino che frequentava l’asilo ma per Jess erano tremendamente incomprensibili. Per questo, infatti, aveva chiesto l’aiuto del suo fidato CD di Ed Sheeran e delle sue fidate Camel che aveva sparso per la casa.
“Spero che i biglietti siano di tuo gradimento e che la nostra musica non ti faccia così tanto schifo. Spero, ancora, di rivederti durante quest’occasione e sinceramente: 1. Non accetterò un no come risposta e 2. Non riesco a capire il perché, ma non vedo l’ora.
H. Xx”
In quel momento sembrava esser tornata una bambina di tre anni che non sa leggere o una di otto che non ha voglia di fare i compiti e di sforzarsi di capire la lezione che le hanno assegnato per casa. In quel caso, però, Jess si sforzava di capire il senso di tutto quello che le stava capitando ma la sua parte ragionevole e che faceva abusi della logica e dell’ansia o ancora, del panico, era decisamente dominante rispetto la sua parte da ‘sono una ragazza e sogno storie d’amore che dureranno per sempre con personaggi famosi di calibro mondiale che mi doneranno il loro cuore e mi dedicheranno canzoni e tutto il resto’.
La verità era che al momento, nonostante lei non accettasse ciò per un motivo o per un altro, era una semplicissima adolescente come le altre che si rifiuta di prendere decisioni. Anche se possono apparentemente sembrare stupide come quella. Non si divertiva affatto a stare in quella posizione, a rimanere ferma a pensare a cosa? A come si sarebbero evolute le cose? Tanto sarebbe tutto finito prima che lei se ne rendesse conto del tutto. Bello schifo, vero Jess?
Tirò un profondo sospiro, provando ad eliminare per il momento quel piccolo problemino dalla mente e tornando a studiare biologia per portarsi avanti con i compiti del semestre successivo. Ovviamente, com’era prevedibile, fallì miseramente. Il suo cervello associava ogni singola parola che incontrava con i biglietti, con Harry Styles e tutto ciò che lo riguardava. Lui e la sua stupida fama.
Senza che se ne rendesse conto, come se il suo corpo lavorasse autonomamente, afferrò il portatile che aveva poggiato sul materasso ed entrò su Twitter; solita storia. Miliardi di retweets nella timeline, tanti tweet ed altrettante centinaia di frasi prese da Tumblr.
Non scrisse niente, perché fondamentalmente non aveva neanche la voglia di digitare un misero tasto e controllò le sue interazioni; niente di nuovo. Soltanto qualche ragazza che le chiedeva il follow back e qualche nuovo followers sconosciuto che aveva apprezzato i suoi tweet sulla drammaticità dello svegliarsi presto la mattina per seguire i corsi universitari e dover, in più, affrontare tutta la strada in metro alle sei del mattino.
A volte era divertente trovare persone, magari dell’altra parte della nazione, che condividevano i tuoi stessi impegni o i tuoi stessi interessi. Ecco perché Jess amava tanto i social network ed internet ma non fatevi strane idee, non pensate che lei fosse una specie di internet – dipendente. La serata fortunatamente sembrò volare in fretta e Jess evitò di pensare a quella così strana ed inusuale situazione.
Si rifiutava così tanto di pensare perché aveva paura che tutto sarebbe potuto finire, anche se non era neanche iniziato e lei stava pensando già al futuro – un futuro molto futuro – e si rimproverava per questo.
Odiava il fatto che la sua mente avesse così tanta fantasia e propensione nel creare film e cortometraggi mentali di ogni genere che spesso non erano molto d’aiuto. Non riusciva mai a godersi il presente perché continuava a fantasticare e fantasticare e spesso, si aspettava anche che queste cose accadessero.
Fregatura, abissale fregatura.
Per una volta provò a prendere posizione contro se stessa, provando ad eliminare quel piccolo difetto che le impediva di godersi le cose per come venivano, di godersi il presente e le cose che arrivavano improvvisamente e ci riuscì, in parte.
Girò il biglietto ed in pochi istanti digitò con il suo cellulare un messaggio che mandò al numero allegato. Ovvero, quello di Harry.
Sospirò per una volta soddisfatta, lasciandosi cadere sul divano con un sorriso da bambina stampato sulla faccia ed una pizza bruciata, che aveva dimenticato, dentro il forno a microonde.


Harry era seduto sul divano con le caviglie incrociate sopra il tavolino da caffè in legno che aveva acquistato da poco in compagnia di Zayn e Niall. Tutti e cinque i ragazzi erano rimasti a casa sua per vedere il Derby, per mangiare della pizza buonissima e per finire delle canzoni per il prossimo album già in corso. Improvvisamente il suo iPhone vibrò e provando a non perdersi nessun dettaglio della partita, sbloccò il cellulare per leggere il messaggio che gli aveva inviato un numero che non era ancora memorizzato nella sua rubrica.
“Ho ricevuto i biglietti e no, non mi fate così tanto schifo. Sarò felice di venire al vostro concerto e grazie mille per il pensiero… :) x J.”
Sorrise e rispose frettolosamente con un: “Ne ero sicuro, ci vediamo domani. Buona notte :D Xx”.


Da quel momento fu un continuo susseguirsi di messaggi stupidi. Ogni qual volta leggevano rispettivamente nei propri schermi i messaggi da parte di ‘Harry :)’ e ‘Jessssssssss’ sussultavano e probabilmente facevano a gara a chi rispondeva prima.


 





 

Buonasera cupcaaaakes!
Intanto ringrazio le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente perché oddio, mi avete riempita di gioia. Vi giuro. Poi, passo a ringraziare 'xehiistyles' per il bellissimo banner, grazie ancora!
Adesso, passiamo al capitolo... viene descritta un'altra parte dello strano carattere di Jess e vediamo i due che conversano decentemente, anche se virtualmente, per la prima volta. Che ne pensate della sorpresa di Harry? awh
Adesso devo scappare perché sono a cena fuori, scusate gli errori e fatemi sapere che ne pensate. Come al solito :)
Un bacione enorme,

me.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dating ***





3. Dating



 
Jess era rimasta sconvolta da quel concerto, sconvolta in positivo, ovvio. Non si sarebbe mai aspettata una cosa lontanamente simile, anche se non sapeva bene cosa aspettarsi. Era stato semplicemente fantastico ed aveva completamente rivalutato la musica dei cinque.
Era ansiosa già alla penultima canzone perché sentiva che il momento di rivederlo si stava avvicinando e pensava già a quali sarebbero state le sue mosse o a come si sarebbe dovuta comportare in sua compagnia; cosa fare e non fare, mentre Harry, in tutto ciò, cantava puntandole gli occhi addosso con disinvoltura facendo crescere la curiosità nei volti di gran parte delle ragazze presenti lì per lui ed i suoi amici.
Quelle due canzoni sembrarono durare un attimo e l’arena cominciò a svuotarsi piano, mentre Jess, al contrario, si riempiva di ansia e terrore, e panico, e paura.
Prima che se ne accorgesse il suo smalto che aveva comprato in saldo era tutto smangiucchiato e mentre poco prima vedeva Harry su un palco sopra di lei, adesso l’aveva davanti.
Si, lui.
Harry con i capelli spettinati, il fiatone, le occhiaie, il sorriso stampato sul viso, la maglietta blu ed i soliti skinny jeans neri. Sembrava apprezzare quella situazione che poteva apparentemente sembrare imbarazzante, come apprezzava il fatto che Jess si fosse presentata, così come apprezzava il fatto che lei fosse sempre così timida e riservata nel parlare con lui, anche se era fortemente convinto che prima o poi avrebbe cominciato a raccontargli tutto.
Non era una certezza, qualcosa di scritto da qualche parte ma lui ci credeva, aveva questa sensazione che lo spingeva ad invitarla e a conoscerla; forse semplicemente perché l’aveva sin da subito incuriosito con quella sua sigaretta fra le dita e le cuffie nelle orecchie mentre guardava le stelle stesa su un marciapiede, con la Canon accanto ed i capelli un totale disastro.
Era un piacere rivederla, soprattutto in quel momento che aveva un appena accennato sorriso stampato sul viso, mentre gli occhi le brillavano di luce propria.
Come sempre, come quando l’aveva conosciuta la settimana prima e come la ricordava perfettamente. La fece accomodare nella suo camerino, che aveva pregato i ragazzi di far ripulire dalle loro cartacce varie di patatine, cioccolata e schifezze varie.
«Puoi aspettarmi qui, se vuoi. Devo solo cambiarmi e possiamo andare.» le disse cordialmente, gesticolando lievemente mentre le indicava un divano in fondo alla camera, sul quale era appoggiata una chitarra e delle vecchie riviste che variavano dall’attualità, ai capelli, al gossip.
Jess annuì curiosa, non si aspettava una frase di quel genere; pensava che tutto fosse iniziato e finito in quel backstage, per quella sera.
«Non mi avevi detto nulla riguardo questo ‘appuntamento’» ribadì, sorridendo mentre sfogliava una di quelle riviste, in parte colorate da un pennarello verde ed una scrittura goffa ed incomprensibile – che secondo le sue ricerche, apparteneva sicuramente alla piccola Lux, figlia dell’hair-stylist del gruppo – .
Aveva lievemente sottolineato la parola appuntamento, per fargli capire quanto lei non se lo aspettasse completamente e quello, in realtà, era l’obbiettivo di Harry.
«Se ti avessi detto ‘ehi, ti porto fuori per prendere qualcosa’ probabilmente non ti saresti neanche presentata»
«Oh, come siamo esagerati!» rise, Jess, trovando alquanto giusta la supposizione fatta dal ragazzo «Visto, invece adesso non sono pronta per una cena fuori. Sembro una barbona»
«Stai benissimo» aveva confermato Harry, prima di uscire dal camerino con una nuova maglietta ed i capelli decisamente più in ordine di prima.
La ragazza non chiese niente e si limitò soltanto a seguire le indicazione di Harry, che non si era mai sbilanciato tanto nel parlare della cena che li aspettava da lì a poco. In auto non c’era stato silenzio, quel silenzio imbarazzante che tutti temono, e Jess fu grata ad Harry per questo.
Era una persona che amava dialogare e non le aveva dato modo di sentirsi in imbarazzo neanche per un istante se escludiamo tutte le volte che l’aveva guardata negli occhi – fin troppe, vorrei sottolineare –.
La cena non era stata niente di fin troppo impegnativo ed entrambi avevano passato quel tempo raccontando brevi aneddoti sulla loro vita e bevendo Coca- Cola accompagnata da un’enorme pizza e delle patatine fritte.
«Con questa cena hai fatto centro, lasciatelo dire» ammise, Jess. L’imbarazzo era scivolato via insieme a tutte le sue preoccupazioni pre-appuntamento con una popstar di fama mondiale.
Lui sorrise facendo una smorfia compiaciuta, sapeva che le sarebbe piaciuta una cena di quel genere perché lei era normale, era una ragazza normale completamente opposta alla situazione in cui si trovava lui, nel suo Mondo fin troppo pesante da reggere da soli. Quel momento finì velocemente ed entrambi a cena finita, si accomodarono fuori dal locale.
Jess corse verso un parco lì vicino, sedendosi su un muretto pieno di graffiti sbiaditi e con le gambe a penzolone, mentre da lì su’ guardava Harry che l’aveva seguita.
«Vuoi che salga?» domando, grattandosi la nuca come un bambino impacciato, prima di non attendere risposta e raggiungerla. Jess aveva già una sigaretta fra le dita ed aveva incrociato le caviglie mentre guardava dritto davanti a lei, nel silenzio profondo della notte che li stava ingoiando. «Perché fumi? Dovresti smetterla» disse Harry, guardandola da vicino, mentre sedeva esattamente accanto a lei su quel muretto davvero congelato per colpa del freddo e dell’umidità «Sai com’è, se muori poi non saprò chi insultare con le mie avances anche all’una di notte».
Jess rise di gusto a quelle parole, mentre finiva l’ultimo tiro della sua Marlboro; la spense sulla superficie, tirandola di sotto fra il terreno non coltivato. Si accorse che da lì c’era una discreta vista sulla città e pensò che quel ristorante non dovesse trovarsi molto distante dal molo, davvero un posto carino che non l’era affatto dispiaciuto per una serata come quella.
«Ho sentito che l’altro giorno stavi ascoltando gli Imagine Dragons. Ti piacciono?» chiese, con un sorriso beffardo, Harry.
«Li ascolto… a te?»
«Abbastanza, li ascolto anch’io»
«Forte, mi aspetto un concerto, allora!»
«Puoi contarci»
Rispose sorridendo Harry, più che disponibile per un concerto di quel tipo. Non gli sarebbe dispiaciuto affatto andarci… e con lei. Ci furono pochi istanti di silenzio imbarazzante, quello che avevano provato ad evitare ore prima in auto, prima di arrivare al ristorante.
«Harry?» aveva chiamato con calma la sua attenzione, Jess.
«Si?»
«Grazie della bella serata, del concerto e di tutto il resto, io...non so davvero come ringraziarti» ammise, con un sorriso sincero; uno dei molti che era riuscito a farle scappare, Harry.
Gli si avvicinò e gli lasciò un bacio sulla guancia definita e coperta da un quasi invisibile strato di barba. Harry sorrise ancora, prima di riaccompagnarla a casa.
Soddisfatto del suo appuntamento così strano; non ne aveva mai avuto uno così imprevedibile e strambo!


 
 

 






Si, lo ammetto, sono imperdonabile ed avete tutto il diritto di odiarmi ma in mia difesa posso dirvi che non è tutta colpa mia!
Mi scuso tanto per il ritardo ma non sono riuscita a far coincidere gli impegni scolastici con l'aggiornare la storia e sono stata davvero tanto impegnata; fra una giornata terribile e l'altra, i compiti ed il computer che non voleva saperne di accendersi... avevo perfino scritto un capitolo che non sono riuscita a pubblicare così eccomi qui a pubblicarne un altro e spero di essermi fatta perdonare con la parte finale del capitolo, perché sono sicura che molte di voi stanno solo aspettando momenti più romantici da parte di Jess, anche se lei proprio sembra non volerne sapere.
Avete visto il nuovo nick? oddio ne sono felicissima perché lo adoro, che ve ne pare? mi piace molto di più di aleasy, ad essere sincera!
Detto ciò voi che mi raccontate, tutto bene? tutto okay? spero vivamente di si.
Ringrazio chi recensisce, chi segue in segreto, chi legge e basta, chi aggiunge alle seguite-preferite ecc... vi adoro tutte e grazie mille davvero! Come al solito potete tranquillamente trovarmi sul mio 
Twitter Scrivetemi, se sarei felice!
Sono disponibile per qualsiasi domanda o curiosità. Potete contattarmi per qualsiasi cosa e per informazioni sui capitoli che vi darò purché, ovviamente, non siano cose troppo 'topsecret' ahah. 
Okay, adesso vado via e credo che riuscirò ad aggiornare più frequentemente durante questo fine settimana, dato che stando al mio diario non ho moltissimi compiti assegnati.
P.S.: Scusatemi come al solito, ma non ho riletto.
P.P.S.: ringrazio ancora 'xehiistyles' per il bellissimo banner

 
Ancora un bacione,
Ale.
 
 
 


 
 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Calling ***





4.Calling 


 

Jess non riuscì minimamente a chiudere occhio la notte dell'appuntamento, era fin troppo occupata a ripercorrere minimamente tutti i suoi movimenti fatti e tutte le parole dette per trovare i miliardi di difetti che "Sono stata stupida a farlo" e "Che idiota a dire una cosa simile".
Almeno, questo era quello che continuava a ripetersi mentre si girava e rigirava fra le lenzuola che stavano letteralmente diventando soffocanti.
Non era una ragazza che soffriva il caldo o cose simili, ma sentiva come se la temperatura nella sua camera fosse superiore ai cinquanta gradi, così decise di alzarsi e con rabbia spalancare la finestra, lamentandosi infastidita per colpa dei raggi di sole che penetrarono all'interno della stanza decorata con una miriade di poster e foto di ogni genere.
Non era niente di particolare: c'erano un letto, una scrivania, due armadi, due finestre, una pila di vestiti sporchi nell'angolo sinistro della camera che "Dio, che sbadata, li ho dimenticati anche oggi", dei libri sparsi sulla scrivania ed alcuni vicino il letto, un paio di Converse davanti la porta, con vicino uno zaino, una pila di CD sulla mensola sopra la scrivania e delle luci che cadevano a cascata dal tetto. Era una camera comune, una camera di una comunissima adolescente appassionata di musica e fotografia.
Alcuni dei numerosi libri che si trovavano lì erano semplici romanzi che leggeva, gli altri quelli di scuola, come ad esempio quello di biologia che avrebbe dovuto aprire per ripassare qualcosa, ma il pensiero non le sfiorava minimamente neanche l’anticamera del cervello. Il suo corso di studio non le piaceva per niente, non c'era decisamente niente di interessante nel seguirlo, avrebbe di gran lunga preferito un corso come quello di scrittura creativa.
Quello si che le sarebbe piaciuto, aveva sempre avuto questo spiccato talento per la scrittura che purtroppo, nessuno al difuori della sua ex professoressa di lettere, aveva mai notato. Per un attimo smise di pensare al quasi disastroso appuntamento della sera prima... non era andato tanto male, ma Harry era così tremendamente bello e desiderato, mentre lei era una semplicissima diciottenne alle prese con le scelte più importanti della sua vita che non fa altro che ascoltare musica, scattare foto, mangiare schifezze di ogni tipo e fumare quando capita. Erano decisamente incompatibili, secondo ciò che aveva detto la sua mente e forse stava semplicemente andando dietro a qualcosa che le avrebbe solo portato ulteriori problemi; cosa che lei non cercava affatto. Scese le poche scale che separavano la sua camera da letto dal piano inferiore, dove si trovava la cucina e si versò del caffé freddo in un bicchiere di vetro, poi si accovacciò sul divano a peso morto, mentre divorava dei deliziosi biscotti con goccie di cioccolata che la signora Dawson, ovvero la sua vicina di casa, le aveva gentilmente portato il pomeriggio precedente.
Accese con poca femminilità il televisore, sintonizzando sulla replica dei Simpson che stavano trasmettendo su Fox.
"Sei irrecuperabile" si rimproverò, non facendosi però ulteriori problemi sul fatto che era mezzogiorno, di sabato e che lei a diciotto anni si era appena svegliata e stava divorando dei biscotti fatti in casa ed una tazza di caffé mentre guardava uno stupido ed insensato cartone animato.
La parte peggiore? che rideva anche per le squallide battute di Homer.
Il telefono di casa cominciò a squillare e lei lo afferrò goffamente, rischiando di cadere con la faccia direttamente contro il pavimento, rispondendo velocemente ritrovando il suo equilibrio precario.
«Mamma?» disse, sconvolta mentre dall'altra parte del telefono - e del mondo - sua madre aveva cominciato a parlarle e a farle le solite mille domande che si fanno ad una figlia quando si abita distanti della serie: come stai? hai bevuto in questi giorni? hai fatto feste in casa? ti sei fidanzata? lui chi è? ti sei ubriacata? voglio conoscerlo, hai messo la canottiera sotto la felpa oggi? non ti sarai mica dimenticata il cellulare da qualche parte, vero?.
Alle quali Jess aveva risposto con un semplice e singolo 'no' atono ed insignificante.
«Grace Jessica Heart non indovinerai mai cosa ho visto oggi in edicola!»
Aveva usato il suo nome per intero e sinceramente ciò non prometteva nullo di buono.
Lo usava soltanto quando doveva dire a Jess qualcosa di grande come quando le aveva comunicato che suo fratello, Brad, sarebbe partito per il Giappone, o quando ancora, le aveva detto che lei sarebbe andata a lanciare una nuova linea di moda.
«Dimmi tutto» rispose ancora una volta, atona.
Sistemandosi meglio sul divano, preparandosi a sentire quella che sembrava un'enorme notizia mentre addentava un altro di quei biscotti, pensando che tutte quelle calorie sarebbero finite sui suoi fianchi.
Cosa da evitare, decisamente.
«Eri in un giornale, in prima pagina! Non mi hai detto che stavi uscendo con Harry Styles degli One Direction»
Jess sputò istintivamente il biscotto che stava mangiando, affogandosi, costretta a bere un sorso di caffé mentre gli occhi erano spalancati e la mente che naufragava fra mille pensieri.
Strano, eppure non avevano visto nessuno di sospetto durante la loro uscita, ma d'altronde doveva pur sempre aspettarselo.
Mentre sua madre richiamava la sua attenzione urlando dall'altra parte della cornetta le vibrò il cellulare, era un nuovo messaggio.

Da: Harry :)
Dobbiamo parlare. Scrivimi quando hai due secondi liberi, verrò da te per parlarne. E' urgente.

 
BOOM.
Come se le fosse caduto qualcosa addosso.
Nessuna faccina, nessun 'Xx' e nessun 'Ti voglio bene, H'.

La cosa si faceva grave, gravissima.










Ciao tesori!
Eccomi qui, visto ho aggiornato dopo neanche due giorni, sto diventando brava! Avevo bisogno di aggiungere un colpo di scena degno di nota così...eccolo qui!
Che ne dite? vi ha messo almeno un po' in panico la parte finale del capitolo, vero? ammettetelo susu. No okay, la smetto perché devo fare la persona seria. *tossisce*
Eccomi, che ne pensate del capitolo? vi piace e se non, cosa non vi piace? sentitevi liberi di dirmi tutto ciò che pensate come sempre. Vorrei ringraziarvi per le recensioni delle quali sono davvero felice. Vi adoro tutte. 
Sinceramente non credo ci sia altro da aggiungere... anzi, si, avevo in mente di aprire una pagina facebook su questo account, così da interagire meglio con voi. Lì potreste chiedermi qualsiasi cosa (nel frattempo tutto ciò potete farlo attraverso il mio profilo 
Twitter dove potete chiedermi qualunque cosa, tranquilli) e sarebbe davvero figo conoscervi meglio una per una. Che dite, approvate l'idea? fatemelo sapere esattamente qui sotto, insieme ad una delle vostre recensioni che mi rendono tanto happy.
Detto ciò, me ne vado.
Alla prossima e un bacione enorme,
Alessandra.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Kissing & Fighting ***


crediti per il bellissimo banner alla disponibilissima 'xehiistyles'






5. Kissing and Fighting




 
Forse semplicemente Jess non era abituata a vederlo così, ogni volta che l'aveva visto era sempre stato così allegro e spontaneo che sembrava essere appena uscito dalle più grandi fantasie di Jess, mentre adesso era totalmente cambiato. Si era presentato in casa con una faccia stanca, un'espressione inorridita e con quel giornale di gossip fra le mani.
Si era seduto sul tavolo della cucina, accettando il caffé freddo e amaro che Jess gli aveva offerto, cominciando a berlo sbuffando di tanto in tanto ed agitando la gamba in segno nervoso.
«Senti, Jess, non avrei mai voluto coinvolgerti in questa storia... è che loro sono così invadenti ed io non riesco a sopportarli» disse, atono «a volte è dannatamente difficile, figuriamoci come lo sarà per te»
«Non ti seguo, Harry»
«Jess, il punto è questo: non voglio che tutto si rovini, fondamentalmente perché ci tengo troppo a tutta questa situazione» proferì parola, gesticolando in preda al nervoso che a quanto pare si era impossessato del calmo e razionale Harry.
«Continuo a non seguirti, Harry»
«Senti, al Diavolo qualunque cosa!» esclamò alzando il tono della voce.
Se prima Jess, dall'angolo della cucina vicino il frigorifero riusciva a malapena distinguere il movimento delle sue labbra, adesso si ritrovava a riuscire a contare il numero delle sue ciglia, che contornavano quei meravigliosi occhi color verde smeraldo.
Passarono pochi istanti, così pochi da poterli contare sulla punta di un dito prima che le labbra di Harry si attaccasserò dolcemente alle sue, seguendo il ritmo dei battiti del loro cuore.
Rimase con il fiato sospeso e per la prima volta nella sua vita, la mente di Jess si fermò per un paio di secondi, senza pensare a nulla, solo a godersi quel momento che sembrò durare un'infinità.
E di certo, non se ne sarebbero fatti una colpa.
Si allontanò dolcemente dal suo viso, accorgendosi che la mano di Jess era rimasta per tutto il tempo ferma con delicatezza sulla parte sinistra del suo petto e sorrise.
«Che significa, questo?» balbettò prendendo fiato, Jess, mentre sentiva le sue guance andare a fuoco completamente.
Probabilmente in quel momento il suo colorito era paragonabile al colore del naso da clown che le avevano regalato al Mc Donald's o semplicemente ad un pomodoro che stava bruciando sotto il sole caldo.
Per un po' sentì anche una fitta allo stomaco, che passò immediatamente.
«Non ne ho idea ma volevo farlo» spiegò, Harry, passandosi una mano fra i capelli mentre un trapassante silenzio calava fra quelle quattro mura. Impossibile riuscire a trovare un aggettivo che li descrivesse a pieno in quell'istante.
"Chissà se se ne sarà già pentito" pensava Jess, rimanendo muta ad osservarlo, senza muoversi di un millimetro.
«Sono un completo idiota. Insomma, ti conosco da a malapena due settimane e ti ho già baciata ed in più ero venuto qua per fare tutto il contrario ma giuro che non è stata colpa mia» disse, tutto d'un fiato.
«Allora, perché eri qui? sentiamo»
«Jess te ne andrai, ne sono sicuro. Sparirai dalla mia vista ed io non voglio, soprattutto dopo ciò che è accaduto poco fa»
«Dimostri solo di essere codardo, comportandoti in questo modo» disse, di getto.
Come se le parole le fossero uscite senza che lei lo richiedesse, senza che lei potesse dire o fare qualcosa per fermarle.
Harry si zittì immediatamente, assumendo un'espressione indecifrabile che fece all'istante pentire la ragazza, che al tempo stesso stava morendo di curiosità.
Non sopportava tutta quell'aria di mistero che si era creata, per nulla.
«Non dimostro di essere codardo, dimostro soltanto di essere leggermente interessato a te, no?»
«pft, non penso Harry. Tutto ciò mi sa di sceneggiata, nonostante io sia altrettanto attratta da te, ed è questo il punto. Chi non lo è? hai ai tuoi piedi chiunque e scegli me? assolutamente no. Inammissibile. Una scena.»
«Pensi davvero questo?» quasi urlò.
«Si, lo penso davvero. Ad essere sincera.» urlò, anche lei.
L'aria si faceva tesa fra i due che non facevano altro che ribattere, come se il bacio di qualche minuto prima non fosse mai stato dato e come se l'incontro tanto piacevole della sera prima non fosse mai esistito.
Si stavano urlando contro senza un motivo valido, forse solo perché entrambi erano stanchi di qualcosa.
Di qualcosa di diverso, ma in ogni caso di qualcosa.
«Ah, così lo pensi perfetto!»
Ed ecco un altro bacio.
Più lungo ed inaspettato del primo, dato sempre con la stessa dolcezza che si trasmettevano a vicenda, poi, improvvisamente le cinque dita di Jess colpirono la faccia di Harry, che si allontanò immediatamente con un'espressione inorridita.
«Tu non mi prendi in giro così» le aveva urlato, Jess, con tutta la voce che aveva dentro.
Senza motivo, perché in cuor suo sapeva che lui era serio ma contemporaneamente, la sua ragione continuava a ripeterle cose del tipo 'ti prende solo in giro, ha il mondo ai suoi piedi.
Sta lontana da lui perché ti deluderà' e per un oscuro motivo, continuava a dar retta a quest'ultima.
«Mi chiedo cosa ci faccia ancora qui. Ho una fidanzata, perché dovrei perdere tempo con una bambina come te?»
Le parole di Harry l'avevano colpita a fondo, facendola sentire male per qualche secondo.

Colpo basso, signor Styles.

Gli occhi color oceano di Jess cominciarono a bruciare, fin quando una lacrima non cadde da quello destro, una da quello sinistro e così via. Harry si sentì in colpa e sosprirò profondamente, maledicendo se stesso per aver parlato troppo.
Sentiva uccidersi dai sensi di colpa in quel momento, non avrebbe mai voluto vederla piangere.
Le si avvicinò a passo tremante, stringendola fra le sue braccia forti e robuste.
«Mi dispiace, Jess. Non avrei mai voluto offenderti» parlò, silenziosamente, quasi in un sussurro.
«Va fuori da casa mia» aveva detto con calma e sembrò un istante quello in cui Harry prese quello stupido giornale, lo buttò per terra ed uscì di casa sbattendo la porta.
Era tutto un casino; avevano litigato come quelle anziane coppie sposate senza neanche essere fidanzati.
Erano stati ridicoli ed avevano assunto un comportamento infantile ed inammissibile ed in quel momento, entrambi, volevano solo sprofondare fra le coperte dei loro letti e dormire come se non ci fosse un futuro.
Magari Jess si sarebbe fatta accompagnare volentieri anche dalle sue sigarette, dal gelato al caffé e dalle repliche in TV di The Vampire Diaries, ma nel frattempo aveva solo composto più veloce della luce il numero di Ronnie.







Salve tesori! Siamo a venti recensioni e vi ringrazio di cuore, sono ancora poche ma ne sono davvero felice! Mi riempite il cuore di gioia, sul serio. Non saprei come ringraziarvi, davvero. Vi ringrazio di cuore, di gamba, di polmoni, di fegato, di piedi e di tutto lol.
Adesso torniamo seri, che ne pensate del capitolo? 
Fa' schifo. L'ho scritto di fretta e chiedo scusa per gli eventuali errori ma devo sbrigarmi perché stasera ho una festa in maschera e devo ancora prepararmi ma... buh, amen!
C'è  stato il primo bacio 'Hess' (nome della ""bromance"" consigliato da una delle mie lettrici preferite, ally_elice99 che saluto e ringrazio per il nome ahah) e cosa ne avete pensato? in realtà sono stati due ma come avete letto, la reazione di Jess al secondo non è stata una delle migliori. Sinceramente odio questo capitolo perché è orrendo e mi scuso tantissimo con voi, ma non sapevo proprio in quale altro modo impostare questa vicenda, così, scusatemi ancora.

Adesso devo proprio scappare, grazie mille a tutte e un bacione enorme.


 
Alla prossima, 
Alessandra.



Twitter |

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2472332