Seguire il proprio destino o riscriverlo?

di Bellafifi1986
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Violetta, la figlia di Biancaneve ***
Capitolo 2: *** Francesca, la figlia di Cappuccetto Rosso ***
Capitolo 3: *** Camilla, la figlia della Bella Addormentata del Bosco ***
Capitolo 4: *** Leon e Ludmilla, figli della Regina Cattiva ***
Capitolo 5: *** Nata, la figlia della Regina Bianca ***
Capitolo 6: *** Diego il figlio di Emma Swan/Castillo e di Killian Jones/Capitan Uncino ***
Capitolo 7: *** Maxi il figlio di Brontolo\Sognolo ***
Capitolo 8: *** Federico e Ruggero, i figli gemelli del Principe Azzurro ***



Capitolo 1
*** Violetta, la figlia di Biancaneve ***


Seguire il destino o riscriverlo?
 
Violetta, la figlia di Biancaneve
 
Violetta si era affacciata al balcone del suo castello con la sua soave voce mentre stringeva il suo inseparabile diario e gli uccellini accorrevano da lei.
Non era certo un caso, era la figlia di Biancaneve. 
Tutti si aspettavano grandi cose da lei, era la più bella e futura regina di tutto il reame con un destino già scritto.
Un giorno avrebbe mangiato la mela dalla futura regina cattiva e il principe Federico l'avrebbe svegliata con un bacio per vivere per sempre felici e contenti.
Un destino già scritto... era una cosa brutta... voleva innamorarsi liberamente... non voleva sposare Federico... teneva a lui ma l'amore era un'altra cosa... e poi voleva diventare una cantante per emozionare la gente.
Non sarebbe mai sussesso. Non poteva riscrivere il suo destino. Era una Reale, la figlia di Biancaneve e niente cambiava questa cosa.
Non ci doveva pensare. Doveva prepararsi per andare allo Studio Ever After per un anno lontano dal castello per imparare ad essere una perfetta Reale. Ma anche divertirsi con le sue due migliori amiche Francesca e Camilla, con un destino già scritto come il suo. 
Be’ nel reame tutti avevano un destino programmato, ancora prima della nascità.
Una domanda ronzava sempre nella sua testa: “cosa sarebbe successo se avrebbe riscritto il suo destino?”.
Forse nessuno ci aveva mai pensato a questo. Forse era pericoloso? Era alto tradimento alle leggi del reame? Avrebbe cambiato il destino di tutto il reame?
Violetta non lo sapeva.
Quei pensieri erano nel suo diario, lontano dallo sguardo degli altri.
Toc Toc
-Principessa, sono Olga. Ho portato il tuo vestito-
Olga era la loro governante, si occupava di tutto anche della cucina. Faceva i dolci più deliziosi di tutto il reame.
-Entra pura, Olga- disse Violetta rientrando nella stanza.
Doveva ancora mettere il suo diario con la chiave dorata in valigia.
Olga aveva in mano il suo vestito. Era il suo preferito quello blu. http://entretenimiento.terra.com.ar/musica/fotos-de-tini-stoessel-en-el-backstage-de-libre-soy,0ffaa1eda1e52410VgnVCM20000099cceb0aRCRD.html
Il Blu insieme al viola, rosa pastello e azzurro, erano i suoi colori preferiti.
-grazie Olga-disse Violetta con un sorriso.
-ho una sorpresa- disse Olga premurosa, battendo le mani.
Sulla scrivania principessa dove Violetta teneva la foto della sua famiglia e dei suoi amici, apparì un mini torta al mele. La preferita della principessa e della regina. 
-Sei fantastica, Olga- disse lei già con l'acquolina in bocca.
-passerà del tempo prima che mangierai le mie prelibatezze...-
Era arrivato il momento, Olga piangeva al solo pensiero della sua piccolina lontano dal castello. Avevano un ottimo rapporto, era come una seconda mamma e non era facile per lei lasciare i castello e tutti loro.
... mi mancherai tanto...- mentre abbracciava o meglio la stritolava quasi a soffocare Violetta.
-Anche tu mi manchi ma...-
All'improvviso dallo specchio magico apparse la regina Biancaneve, bella più che mai. 
-Violetta, sei pronta? Io e tuo padre ti aspettiamo nella sala del trono. Abbiamo una cosa da darti-disse la regina con un sorriso.
-Sono quasi pronta. Devo solo mettermi il vestito, mamma-disse Violetta sciogliendo l'abbraccio di Olga.-e arrivo-
Era così curiosa. Non riusciva ad immaginare il regalo dei suoi. Aveva tutto con lei per andare allo Studio Ever After.
...
La sala del trono era tutta profumata e scintillante, sui due troni dorati con cuscini rosso c’erano sua madre Biancaneve e suo padre German Castillo con le corone in testa.
Sua madre era amorevole e giusta. Possedeva una fantastica voce ma la usava in poche occassioni, era troppo occupata a governare e a prendersi cura degli altri. Un vero peccato. Era la madre più brava del momento, la coccolava sempre e dava ottimi consigli. Era la sua prima confidente,  le raccontava di tutto o quasi, quei pensieri sul riscrivere il destino non li confidava neanche a lei. Era triste per questo fatto ma era neccessario. Nessuno doveva sapere. 
Suo padre era un pò troppo rigido se si parlava del suo destino e le sue aspettative e molto iperprotettivo nei suoi confronti. Infatti teneva a distanza tutti ragazzi perché il vero amore era il prinicpe Federico e nessun altro. Ma era giusto, affettuoso e aveva a cuore la sua felicità.  Peccato che per lei la felicità era cantare e innamorarsi spontaneamente di qualcuno.  
 -Papà, mamma-disse Violetta con un inchino.
-Ti fai sempre più bella come tua madre-disse German ammirando in tutto il suo splendore la sua piccola.
-ma ricorda sempre le mie parole:  la tua bellezza non si ferma certo al tuo bel visino-
Era una cosa che le diceva sempre. Infatti non voleva essere ammirata per quella estoriore, ma per quella interiore e per il modo di emozionare con la sua voce. Infatti non vedeva l’ora di seguire la materia Muse&Musica.
Chissà chi avrebbe insegnato quella materia? Sperava in una professoressa fuori dal comune, un tipo tosto ma gentile. Un tipo con fare amicizia. Anche se non erano mai visto che professori e studenti facevano amicizia. 
Perché le leggi erano così inflessibili? Perché non si poteva uscire dagli schemi? 
Forse era l'unica a pensarla così. Francesca e Camilla erano felici di seguire il loro destino. 
-Violetta! Violetta!- urlò German per richiamare l'attenzione della figlia.
Chissà in quali pensieri si era persa?
-si... scusami papà- disse Violetta mortificata.-non volevo... io...-
Una principessa doveva essere sempre attenta quando qualcuno le parlava. Era una delle regole.
-Violetta, sei la futura regina del Reame e non puoi comportarti come una semplice ragazza. Devi sempre prestare attenzione....-
Bla Bla Bla... Sempre le stesse cose. Era così stufa delle prediche di suo padre. VOLEVA ESSERE SOLO VIOLETTA. Solo Violetta, con il suo stile e il suo modo di cantare ma per il mondo era solo la figlia di Biancaneve.
Non per tutti, alle sue amiche non importava se era la futura regina, le voleva bene per quello che era.
Chissà se avrebbe fatto amicizia allo Studio con persone che la vedeva solo per Violetta. Lei ci teneva tanto.
-si papà lo so e mi scuso-disse Violetta reprimendo tutto dentro.
Quante volte lo faceva e ogni volta stava male.
Sarebbe stata felice?
Una domanda alla quale non sapeva rispondere.
-e mi raccomando stai lontana dai figli dei cattvi soprattutto quelli della Regina Cattiva e non dare confidenza ai ragazzi...-
-Caro, Violetta ha capito e ora di darle quella cosa-disse Biancaneve con un sorriso e mettendo una mano sulla spalla.
-Vero, lo scrigno-disse German con sorriso.
Solo sua madre avava questo potere di calmarlo in quel modo.
Suo padre aveva parlato di uno scrigno.
Cosa volevano darle? Qualche simbolo reale?
Era ancora più curiosa.
Nelle mani di sua mamma c'era uno scrigno, apparso con la magia.
-E' arrivato l'ora che tu abbia la tua tiara-disse sua madre molto orgogliosa.-Fai sempre bene uno del tuo potere-
La sua tiara??? 
Aveva sognato fin da piccola di averne una, era così emozionata al sol pensiero di indossarla.
Con mani tramanti aveva aperto lo scrigno e dentro c'era una tiara dorata con un diamante a forma di mela.
Lei amava le mele proprio come sua madre, in tutti i modi possibili.
-E'... non ho parole...-disse Violetta incantata.
Si abbinava molto con borsa a forma di mela con il manico dorato, regalata dalla madre di Camilla.
Le loro madri erano amiche, anche lei era una Reale e anche Camilla aveva il destino di diventare regina del suo regno. C'erano così tanti regni a Ever After, non li aveva visti tutti. Non si era mai spostata tanto lontana anche perché suo padre non voleva. Non era mai stata nel Paese delle Meraviglie, un posto che la incuriosiva molto. Voleva viaggiare e far conoscere la sua musica ai tutti i regni.  
Stava ancora fantasticando su una vita impossibile. Basta! Non doveva pensarci!
Il suo incantocellulare aveva squillato dopo aver indossato la tiara e aver abbracciato i suoi.
Sapeva che erano Francesca e Camilla, aspettavano fuori dal Castello in carrozza. Avevano deciso di andarci insieme allo Studio Ever After, il viaggio era un pò lungo ma loro sapevano come passare i tempo. 
Era arrivato il momento.
La sua storia stava per iniziare e la domanda era:"Avrebbe seguito il suo destino o avrebbe riscrit
to?".



Ciao a tutti,
So che molti di volti pensaranno "ma perché non continua le altre se ha messo un'altra storia?", la cosa è molto semplice non riesco a scrivere sulle vecchie, non so come mai ma non ci riesco. Sto cercando di farmi venire la giusta ispirazione per continuarle.  Mi è venuta per questa cosa, l'ispirazione si segue sempre, chiunque essa sia.
E' ispirato al gioco "Ever After High" ma poi è tutto mio il resto.
Spero che vi sia piaciuta questo primo capitolo, nei prossimo metterò l'inizio della storia di tutti i personaggi. Siete curiosi di sapere gli altri di chi sono figli? Bè tra pochi giorni metterò il capitolo su Francesca. 
Le vostre ipotesi su chi è figlia Francesca. 
Un bacio.
 

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Capitolo 2
*** Francesca, la figlia di Cappuccetto Rosso ***


Seguire il destino o riscriverlo?

Francesca, la figlia di Cappuccetto Rosso

 
Francesca passeggiava nel bosco con la sua mantella rosso come sua madre Cappuccetto Rosso e un cerchiotto del medessimo colore con un fiocchetto. Era lì per salutare gli animali del bosco prima di partire per lo Studio Ever After con le due migliori amiche Violetta e Camilla, con le quale si divertiva un mondo a cantare e fare tantissime cose. Quel bosco le mancava già, soprattuto i bei picnic con il suo fidanzato e 
Stava sempre attenta alla possibilità di incontrare il futuro Lupo Cattivo per ora.
Il suo destino era quello di seguire le orme di sua madre, andare a casa dei suoi nonni e farsi mangiare dal futuro Lupo Cattivo e il suo fidanzato Marco, il futuro Cacciatore avrebbe salvata.
Marco era il figlio del cacciatore che aveva salvato sua madre tanto tempo fa e l'amore della sua vita. Non c'era nessun ragazzo migliore di lui, era dolce, romantico e le dedicava sempre delle canzoni.
Era contenta del suo destino.
Il loro incontro era stato perfetto in quel bosco che tanto amava. Aveva avuto una brutta sensazione di essere osservata da qualcuno, naturalmente aveva paura dei lupi e aveva corso senza pensarci. Era così agitata che non aveva visto il fosso, aveva sbattuto con la testa e poi il vuoto.
Ricordava la sensazione del suo abbraccio caldo e prottetivo e in lontanza la sua voce profonda e le sue parole:"Tranquilla, ci sono. Non permetterò a nessuno di farti del male" mentre dormiva. Poi non ricordava più nulla, ma solo dei belli occhi marroni e un dolce sorriso.
Marco. Era diventato il suo eroe ancora prima dell'inizio della sua favola e da quel momento non ci erano lasciati più.
Marco, Violetta e Camilla erano le persone più importanti della sua vita dopo la sua famiglia.

Il suo incantocellulare aveva interrotto i suoi pensieri.
Chi la disturbava?
Sulla schermata c'era suo fratello maggiore Luca. Lui faceva l'insegnante allo Studio Ever After e si occupava anche del Resto Café, faceva dei frullati così magici e sublimi. Voleva molto bene a Luca, ma aveva il potere di farla arrabbiare in modo incredibile. Andavano d'accordo ma litigavano anche, come succedeva tra fratelli.
-Luca, che c'è? E' successo qualcosa?-chiese Francesca un pò preoccupata.
Tra poco ore sarebbe stata allo Studio Ever After quindi non capiva quella chiamata. Almeno che non era nei guai.
-nulla, Francesca. Volevo solo ricordarti di non arrivare in ritardo. Mi raccomando, c'è la Cerimonia della Favola nell'IcantoFavola-disse Luca molto serio.-E' molto importante-
La Cermonia della Favola era un rito per ogni studenti, si diceva "io sono Francesca, la figlia di Cappuccetto Rosso" e sul libro delle Favole sarebbe comparso il suo nome.
Il libro delle Favole o del Destino per molti, avrebbe scritto la storia di ognuno di loro. Se il destino sarebbe stato modificato da qualcuno, il libro avrebbe avvisato il preside Antonio e suoi professori per riportare il giusto ordine. Nessuno poteva cambiare il proprio destino. Non si sapeva le conseguenze ma lei non importava perché il suo destino le piaceva molto.
-tranquillo, Luca. Io, Violetta e Camilla saremo puntuali-disse lei rassicurando il suo caro fratellone.
-Meglio così e mi raccomando, stai attenta al futuro Lupo Cattivo e non fermarti con Marco. Avete tutta una vita per stare insieme-disse Luca molto protettivo.
Era sempre il solito iperprotettivo, non gli piaceva che stava con Marco e capiva molto bene Violetta con suo padre.  Per lui era ancora una bambina ma la verità era che dopo la scomparsa di sua madre, era diventato più protettivo e non voleva che le accadeva qualcosa come il padre. Suo padre sembrava che temeva qualcosa ma non sapeva che cosa. Non aveva indagato su ciò e poi era solo una sensazione.
-tranquillo, saluto i miei amici del bosco e corro da Camilla-disse Francesca con un sorriso.-speriamo che sia sveglia e che non si addormenta con il suo solito. Non è facile svegliarla e poi a tutto il tempo di dormire tra qualche anno-
Alla parola Camilla, Luca fece una faccia un pò strana e non capiva il perché.
Quello che non sapeva la sua cara sorellina che lui era innamorato della sua migliore amica ma il loro destino non era intrecciato. Nel futuro di Camilla c'era un'altro e questa cosa lo rendeva molto geloso. E poi lui era solo un professore quindi non aveva nulla da offrire ad una futura regina come lei. Quest’amore era impossibile e non corrisposto per tanti motivi. Non doveva pensarci.
-Tutto bene, Luca?-chiese Francesca stranita da quella reazione.
-si tutto bene. Ci vediamo allo Studio- rispose Luca di corsa, staccando la chiamata.
Era ancora più confusa da quello comportamento, anche se lui era sempre un pò strano.  Avrebbe indagato una volta allo Studio Ever After.
All’improvviso sentiva il lamento di uno dei animaletti nella sua testa. Aveva questo potere e anche di parlare con loro.
Sembrava il suo amico Ribbon. Correva velocemente in suo soccorso con un agitazione del cuore, sperava di arrivare in tempo e che non c’era nessuno lupo o carnivoro nei dintorni a sbranare la povera creatura. Una volta arrivata alla metà, c’era una trappola per animale e Ribbon il suo amico coniglietto nelle mani di qualcuno. Sembrava un ragazzo e di sicuro aveva intenzione per mangiarselo.
Aveva capito male. Era pronta a difendere i suoi amici con le unghie e con i denti e non aveva certo ereditato l’inguenità di sua madre alla sua età.
-Ehy, lascia stare il mio amico se non vuoi prenderle!-esclamò Francesca decisa.
-Non voglio mangiarlo, Francesca-disse il ragazzo a quell’accusa, voltandosi verso di lei.
Era un ragazzo con i capelli neri, occhi scuri e profondi come un pozzo e portava una giacca di pelle.
Era così attraente. Non era una faccia del bosco e del suo villaggio.
Cosa stava pensando?
Il suo amore era Marco, non lo conosceva neppure quel tipo e poi stava per mangiare il suo Ribbon.
Dopo quei pensieri, si era accorta che lui l’aveva chiamata per nome. Si domandava cose del tipo “Come faceva a conescerla?” o “Chi era?”. Poi improvvisamente il ricordo della sensazione di essere sempre osservata ogni volta che era nel bosco, innondava completamente la sua mente.
-Sei quello che mi spia tutte le volte nel bosco-disse Francesca arrabbiata e irritata.-Per colpa tua, sono caduta nel fosso. Che cosa vuoi da me? Uccidermi? Violentarmi?-
-Sono Diego, ma non è come pensi-disse Diego calmo all’altre accuse di lei.-non volevo certo che ti facevi male e poi ti ho salvata dal fosso-
Ma cosa stava dicendo? Lui l’aveva salvata?
-Sei completamento pazzo! Tu non mi hai salvata! E’ stato il mio fidanzato Marco!-gli urlò contro alle sue bugie.
-Non è così, Francesca!-esclamò Diego in tono sicuro-se mi lasci raccontare tutto, capirai che quello là è...-
Eh no! Quello Diego era davvero irritante, insistente e... Poi come si permetteva di riferirsi in quel modo del suo Marco. “Quello là”. Ma chi si credeva di essere! Ma ora gliene avrebbe dette quattro.
-Non ti azzardare di parlare male del mio Marco! Lui è dolce, romantico e tanto altro e non mi farò imbrogliare da te. Sarò la figlia di Cappuccetto Rosso ma non ho la sua inguenità. Forse ti credi una persona migliore di tutti ma la verità è che molto invidioso di Marco, bugiardo e cattivo! Ora Lascia Ribbon e stai lontano da me e da questo bosco!-
Francesca si era sfogata alla grande, senza riflettere sulle sue parole e lo sguado di Diego era molto ferito dalle sue parole.
-Non hai capito nulla di me e di tutto, Francesca-disse Diego ferito.-ma ti aiuterò ad aprire gli occhi sulla verità. E’ una promessa!-
Dopo quelle parole, Diego aveva lasciato Ribbon nelle sue mani e puff... era scomparso nel nulla.
Quello squardo... quelle parole... avevano un non so cosa.
Non doveva pensarci. Diego era una persona orribile, si era inventato quella cosa del salvataggio. Non voleva un tipo del genere vicino a sé.
“Francesca, lui ha detto la verità”
Quella voce era di Ribbon e solo ora notava la benda intorno alla zampa.
Non poteva essere... Non poteva credere... Non riusciva a finire quella frase.
“Si Francesca. Lui mi ha aiutato e bendato, non voleva mangiarmi come pensavi tu. Quel ragazzo ha detto la verità”
Diego si era preso cura del suo Ribbon. Era una cosa bella... forse aveva agito con impulso come al suo solito. Forse non era come pensava.
Era diventata pazza. Lui aveva detto che Marco era un bugiardo, era quello il succo del discorso e non era vero.
Marco non poteva averle mentito. No. Era impossibile. Il suo dolcissimo e sincero fidanzato.
Doveva scordarsi l’incontro con quel Diego!
Una parte del suo cuore era rimasta colpita da lui e dal suo prendersi cura di Ribbon.
Il suo incantocellulare aveva vibrato. Era la sveglia. Doveva andare dal sua amica Camilla e passare poi a prendere Violetta in carrozza. Cosi aveva salutato i suoi animali del bosco e suo padre.
Era arrivato il momento.
La sua storia stava per iniziare e la domanda era:"Avrebbe seguito il suo destino o avrebbe riscritto?".
 
 
 

Ciao a tutti,
grazie per tutti quelli che hanno letto, recensito e messo nei preferiti e ricordati. Siete fantastici come sempre.
Sorpresi? Vi aspettate Francesca come figlia di Cappuccetto Rosso?
Chi sarà Diego nelle favole? E chi ha mentito? Diego o Marco? Per chi batterà il cuore di Francesca alla fine?
Spero che vi sia piaciuto.
Il prossimo è su Camilla. C'è un indizio su chi è figlia nel capitolo. Vediamo se indovinate.
Baci.

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Capitolo 3
*** Camilla, la figlia della Bella Addormentata del Bosco ***


Seguire il proprio destino o Riscriverlo?

Camilla, la figlia della Bella Addormentata del Bosco
 
Tutto il regno del Re Filippo e della Regina Aurora era in gran movimento, non c'era un solo abitante addormentato o quasi. La principessa Camilla dormiva beatamente nel suo letto.
Camilla era una principessa con i fiocchi, molto spontanea e avventuriera. Adorava lo shopping e comprare vestiti super “IN”, stare con le sue amiche e organizzare delle incantafeste. Infatti le sue erano famose da far saltare la corona a tutti, nessuno se ne perdeva uno.
L’unica pecca in lei era che durante il giorno si addormentava più volte senza tenere conto del luogo e della circostanza e anche la mattina era difficile da svegliare proprio come oggi. Era una vera impresa per le Tre Fate, sua madre Aurora e chiunque altro del regno o degli altri.
Nella sua stanza principesca c’erano 100 sveglie messe apposta da lei per quel giorno così importante.
100 sveglie con 100 suoni e rumori differenti e anche fastidiosi.
Nulla. Non sentiva nulla. Era in sonno profondo tipo quello dei 100 anni.
-Principessa Camilla! Si svegli! Deve andare allo Studio Ever After!-urlarono le Tre Fate. Una Rossa, una Verde e una Blu.
Era tutto inutile, non apriva gli occhi. Avevano provato di tutto ma nulla aveva funzionato.
Non si era vista una Principessa che ritardava e soprattutto per il suo primo giorno e anno allo Studio Ever After.
Dopo mezz’ora quando tutto sembrava perduto, le porte si erano aperte.
-Tranquille, ci penso io-disse Francesca in loro aiuto.-ho un ottimo metodo-
Le Tre Fate guardavano Francesca come la loro ultima ancora di salvezza. Neanche il canto di sua madre Aurora aveva funzionato.
C’era solo una frase magica in questi casi.
-Camilla, sei in ritardo per una IncantaFesta Super Favolosa-disse Francesca molto convincente.
A quelle parole, Camilla aveva aperto gli occhi e saltato giù dal letto velocemente verso l’armadio per prepararsi.
Non poteva far tardi. Lei era sempre la prima ad arrivare alle incantafeste. Doveva sbrigarsi. Non vedeva l’ora di ballare e conoscere qualche ragazzo carino. Ma non sapeva cosa mettersi, aveva così tanti abiti da urlo e ognuno era un vero incanto addosso.
Francesca sapeva il dilemma della sua amica, certe volte si cambiava 3 o 5 volta prima di uscire.
-Calmati, Camilla. Non c’è nessuna incantafesta-disse Francesca con voce rassicurante.-era per farti svegliare-
-Oh!-esclamò Camilla delusa, voltandosi verso di lei con un abito nelle mano
Che delusione! Già si pregustava la musica, i ragazzi e qualche bacio.
Perché Francesca era lì? Perché l’aveva svegliata?
Stava così bene nel suo letto a dormire.
Poi nel suo caledario del incantocellulare c’era un evento importante.
“Studio Ever After e Cerimonia della Favola”
Oggi era il giorno della partenza per lo Studio e della Cerimonia della Favola. Era così felice dell’inizio di questa nuova emozionante avventura.
Come figlia di Bella Addormentata, era destinata a pungersi con l’ago di un telaio e addormire per 100 anni e svegliarsi dal bacio del principe Browdey, figlio di uno dei tanti principi azzurri di tutto l’universo di Ever After.
Avrebbe seguito volentieri le orme di sua madre. Non le piaceva solo il fatto di dormire per  100 anni e perdersi tantissime cose. Per questo era uno dei motivi per cui viveva intesamente ogni momento e si divertiva come una pazza.
-Grazie, per avermi svegliata!-disse Camilla abbracciando Francesca con felicità.
-di nulla, a questo servono le amiche-disse Francesca dolce
Lei, Francesca e Violetta si conoscevano da una vita, era un trio inseparabile e la loro amicizia era per sempre.
Come loro due, ha la passione per la musica e si divertivano a inventare melodie e balletti.
Avevano anche la loro canzone: Codigo Amistad, una canzone sulla loro amicizia.
Infatti Camilla prima di iniziare a preparare il tutto, aveva accesso lo sterio con la loro canzone e si erano messe a cantare con due microfoni scintivalinti.
Era stato un attimo magico, peccato che mancava Violetta.
...
La Fata Rossa e quella Blu come nella favola, cambiavano colore all’abito di Camilla e lei aveva una soluzione per mettere tutte e due d’accordo.
Aveva un vestito blu senza spalline con pizzi e ricami di spine e con una gonna vaporosa e corta a forma di rosa e aveva due o tre ciocche di capelli colorate di rosa a sinistra.
Adorava blu, rosa, rosso, viola, verde e... Adorava tutti i colori.
Le due Fate erano contente del outfit della loro Camilla e approvavano alla favolosamente.
Camilla chiudeva la sua valigia e Francesca era vicino alla sua scrivania dove c’era un gran disordine, era piena di fogli enormi sui preparativi di qualcosa.
-Cosa sono tutti questi fogli?-chiese Francesca confusa.
-Sono i preparativi per la IncantaFesta d’Inizio Anno allo Studio di domani sera-disse Camilla entusiasta scegliendo gli accessori.-Sarà una incantafeste da saltare la corona a tutti! Vedrai ti piacerà come sempre-
L’amica la guardava un pò incredula mentre metteva una tiaria e un anello con le rose in più una borsetta a forma di rosa.
-Amica mia, sono quanto adori le incantafeste e organizzarle. Le adoro anch’io e non mi perderei mai una-disse Francesca con tono gentile.-ma avremo il nostro secondo giorno di lezione il giorno dopo, compiti da fare e saremo stanche molto stanche. Non possiamo andare ad una festa e tu non puoi organizzarla-
Ecco la voce della ragione.
Francesca diceva sempre la cosa giusta da fare, così precisina sullo studio e il resto ma erano giovane e qualche follia ci stava a cappello.
-Tranquilla, Francesca. Non penso che ci daranno i compiti già il primo giorno di lezioni. Poi siamo giovani e dobbiamo divertirci-disse Camilla molto sicura, prendendo il incantocellulare.-Non possiamo iniziare l’anno allo Studio senza una IncantaFesta delle mie-
-Chi chiami adesso?-chiese Francesca rassegnata a quelle parole.
Se Camilla si metteva in testa una cosa, non gliela toglieva nessuno.
-Vedrai-disse Camilla con sorrisetto.
Aveva pensato al nome di quella persona, dopo un attimo il suo incantocellulare aveva creato una connessione tra il suo e quello di...
-FantasticoGiorno a voi, Principessa Camilla-disse il ragazzo incantato da tale bellezza.
-Sei tu DJ, il DJ-Incant per musica magica e “IN” al momento?-chiese Camilla per sicurezza.
-Si sono io al vostro servizio. Ho sentito delle vostre incantafeste da far saltare la corona-disse DJ molto preso da lei.-Quando sarà la prossima?-
 Il ragazzo non era solo il Best tra i DJ ma era molto carino. Un motivo in più per ingagiarlo alla sua incantafeste.
-E’ per questo che ti ho contattato. Domani sera darò la incantafesta allo Studio Ever After-
-Domani sera?-esclamò DJ un pò sorpreso.
-so che il preavviso è poco ma sei il migliore di tutti e voglio te alla mia incantafeste-disse Camilla flirtando-poi potremo ballare e appartarci nella pausa. Solo io e te. Che ne dici?-
Francesca era molto sorpresa come si provava spudoratamente con lui. Non era mai stata così.
-Mi hai convinto già quando hai detto della incantafesta-disse DJ arrosendo.-ma mi farebbe piacere trascorrere del tempo con te, Princ...-
-Per te sono Camilla-
DJ era super incantato di avere il privilegio di poter trascorrere del tempo con una ragazza favolosa come Camilla. Anche se sapeva che il suo futuro era con un altro, sapeva della favole della Bella Addormentata quindi non si illudeva su un futuro insieme. A lui bastata solo degli attimi da favola con lei.
Dopo la incantachiamata con DJ, era il turno della Band più “IN” del momento: I Rock Bones. Il batterista Seba era davvero favoloso.
-FavolosoGiorno Seba, io sono Camilla la figlia della Bella Addormentata-disse Camilla tutta euforica.
-Si lo so chi sei. La tua bellezza e il tuo stile è favoloso come le tue incantafeste, io e i miei fratelli le adoriamo-disse Seba completamente cotto di lei.
Se i Rock Bones suonavano alla sua incantafesta, si sarebbe divertita il doppio.
DJ e Seba era tutti e due dei ragazzi fantastici.
-Allora vi andrebbe di suonare alla mia incantofesta domani sera per il nuovo inizio allo Studio Ever After?-chiese Camilla a quelle parole.
-Proprio domani non abbiamo impegni quindi sarà un onore per me e i miei fratelli suonare per te e tutto lo Studio Ever High-rispose Seba entusiasta.
-Bene, allora vi contatterò per i dettagli-disse Camilla favolosamente felice.-poi io e te potremo andare da qualche parte...-
Camilla continuava a flirtare con Seba con gran naturalezza e a ridere a qualche sua battuta. Non aveva scelto male. Seba era così divertente e molto carino. Si tra DJ e Seba avrebbe trascorso una serata d’incanto. Immaginava i loro baci e molto altro ancora.
-Sei impazzita, Camilla! Hai proposto a due ragazzi di fare tu sai cosa. Non è un atteggiamento da principessa-disse Francesca con rimprovero.
Certo lei aveva già il suo Marco e la sua favola era differente.
-Francesca, io dormirò per 100 anni e mi perderò tantissime cose nell’attesa di essere baciata dal principe Brodwey-disse Camilla molto chiara.-So che lui è il mio vero amore, lo dice la mia favola. Ma per ora voglio divertirmi con i ragazzi senza impegno e vivere intesamente la mia adolescenza-
Il discorso di Camilla non era sbagliato. Voleva solo divertirsi tutto qua.
-si ma...-
-niente ma Francesca-
Sapeva bene che Francesca non poteva capire quel discorso come altri ma quella era la sua vita e almeno per ora voleva vivere così.
Proprio l’altro giorno, si era presentato da lei il principe Brodwey, un tipo particolare con la passione per la musica e per una strana danza. Era il loro primo incontro e lui l’aveva subito proposto di frequentarsi e di mettersi insieme, ma lei era stata molto chiara al riguardo. Il fatto che erano destinati a stare insieme in futuro, non voleva dire che dovevano essere una coppia adesso. Gli aveva proposto di essere amici per ora.
-Gli hai detto così?-chiese Francesca a quel racconto.
-si, Francesca. Come ti ho detto per ora voglio divertirmi senza pensieri e niente-rispose Camilla decisa.
-io non ti capisco molto su questo, però ti voglio bene e voglio solo che tu sia felice-disse Francesca dolce prendendo le sue mani.
-anch’io voglio che tu sia felice-disse Camilla abbracciando Francesca con slancio.
Poi qualcuno aveva bussato alla porta, erano i suoi 7 fratellini e sorelline. Si era la più grande tra gli 8 figli di reali. Si divertiva a giocare con loro, in molti modi e li voleva molto bene anche se ogni tanto quei monelli facevano qualche scherzetto o nascodenvano le cose come i suoi gioelli.
Era arrivato il momento.
Dopo aver salutato quelle adorabili pesti, sua madre Aurora e il suo padre Filippo, lei e Camilla salirono in carrozza verso il regno di Violetta.
Tutto il regno la salutavano mentre passava per le strade ma la nostra cara Camilla, era scivolata in uno dei suoi sonno e toccava alla povera Francesca svegliarla più tardi.
La sua storia stava per iniziare e la domanda era:"Avrebbe seguito il suo destino o avrebbe riscritto?".



Ciao a tutti,
ero molto ispirata e spero che non sia uscita un schifezza.
Che vi sembra della nostra Camilla? Siete d'accordo con il suo ragionamento o no?
Domani mi metto all'opera per il capitolo su Leon e di sua sorella. Ci avrà una sorella. Chi sarà? Ipotesi chi saranno figli? E con loro un altro personaggio minore di cui non sarà il capitolo.
Baci e presto.
Attendo il vostro giudizio.

 

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Capitolo 4
*** Leon e Ludmilla, figli della Regina Cattiva ***


 Leon e Ludmilla, i figli della Regina Cattiva

Ludmilla si stava scusando con un topino per avergli pestato la coda mentre guarniva dei favolosi cupcakes.
Se sua madre avrebbe visto la scena, l’avrebbe rimproverata.
Una vera Regina Cattiva non chiedeva mai scusa per nessuno e non cucina mai, almeno che non volesse avvelenare qualcuno.
Ludmilla era buona, amava il fuxcia, il rosa, il giallo e l’argento e detestava il nero e viola. Adorava le stelle, le guardava ogni notte e adorava far i dolci per la sua famiglia, i suoi due amici Nata e Andrés e i figli della sua cuoca, Tortino e Zuccotto con cui si divertiva a giocare ma soprattutto cantare.
Nessuno avrebbe immaginato che era la figlia della Regina Cattiva se avrebbe visto quei momenti. Solo perché sua madre era cattiva, non voleva dire che era come lei.
Voleva essere solo Ludmilla. Ludmilla e basta, senza che nessuno le imponeva un destino, gli abiti e tutto il resto.
Non voleva avvelenare la principessa Violetta anzi voleva essere sua amica e di tutti gli altri. Ma sapeva che era impossibile, tutti avrebbe evitata per colpa della cattiva fama di sua madre.
Non pensava neppure all’amore. Prima voleva capire la sua strada e la fine della sua storia.
-sono venuti perfetti-disse Caramella, la sua cuoca con un sorriso.-sei bravissima, bambina mia-
-grazie-disse lei dolce.
Perché non poteva aver una madre come lei?
Caramella era quello che si avvicinava più ad una mamma per lei, l’aveva dato più affetto di sua madre in questi anni.
Sua madre non l’aveva mai abbracciata, coccolata o altro. I loro momenti erano solo lezioni di pozioni tossiche e incantesimi malvagi o piani come uccidere, conquistare e dominare tutto l’universo di Ever After.
Quanto odiava gli incantesimi, le pozioni e tutto quello che aveva a che fare con la magia nera o uccidere qualcuno.
-Spero che con questi farò amicizia con gli altri-disse Ludmilla speranzosa.-ne ho preparato uno apposta per la principessa Violetta, al gusto di mela. So che il suo preferito-
Caramella sapeva quando la sua Ludmilla ci teneva a farsi degli amici e distiguersi da sua madre, quella strega cattiva e senza scrupoli.
-Vedrai, piccola mia, la gente giusta saprà guardare oltre la fama di tua madre e ti vorranno bene per quello che sei proprio come noi-disse Caramella abbracciandola da dietro, affetuosamente.-ricorda sempre, non sono le tue origini o il tuo destino a dirti chi sei, ma sono le tue scelte e chi vuoi essere-
Caramella, la capiva sempre come nessuno mai. Be’ c’era suo padre e Nata.
-ti ringrazio sempre, sei la madre che non ho mai avuto-disse Ludmilla commosa sempre dalla sue parole.
-e tu sei come una figlia per me-
Dopo quell’attimo di magico affetto e commozione, la nostra Ludmilla aveva preso un paio di cupcakes da portare a suo fratello maggiore di un anno e a suo padre.
Percorreva tutto il lungo corridoio fino alla gran porta con un teschio incavato. A voleva sembrava davvero vivo da mettere i brividi addosso.
-Leon, ti ho portato una cosa-disse lei bussando all’estremita della porta.-aprimi-
Ma lui non rispondeva.
-Dai, Leon, aprimi. Voglio solo darti una cosa e poi me ne vado-disse lei molto paziente, bussando alla sua porta.
Nulla. Il silenzio assoluto.
-Ti prego, Leon. Sono tua sorella-disse lei con supplica.-non mi puoi ignorare in questo modo-
A quelle suppliche una voce da dietro la porta, le urlò:-NON HO TEMPO PER I TUOI STUPITI DOLCETTI O ALTRO! E POI UNA REGINA CATTIVA NON SUPPLICA MAI! SEI LA SOLITA PATETICA DI SEMPRE!-
Quell’ultima frase feriva molto il suo cuore.
Lei e Leon da piccoli fino all’età di 6 anni erano molto uniti, giocavano insieme e andavano sempre nel paese delle meravigliose con loro padre dalla Regina Bianca, Alice e il Cappellaio Matto.
Era molto protettivo con lei e la difendeva sempre ma poi tutto era cambiato con l’educazione e le lezioni fatte da sua madre e lui era diventato così cattivo con tutti e soprattutto con lei.
Rivoleva il suo adorato fratello.
Odiava come sua madre l’aveva trasformato e l’avvicinanza a quell’odiosa della sua fidanzata peggiorava la situazione. Odiova come quella lì trattava lei e suoi amici, come si rivolgeva a Caramella. Non la voleva come cognata.
Leon non aveva amici, neanche li voleva, considerava tutti dei mediocri. Le uniche persone con cui aveva legato oltre a sua madre, era la sua fidanzata e la madre di lei. Passava tutto il tempo nell’Ala delle Regina e nel Paese delle meraviglie.  Amava gli incantesimi, le pozioni e i piani di sua madre. Vestiva sempre con una camicia e un pantalone nero.
Era come il giorno e la notte, il sole e la luna, il bene e il male.
L’unica cosa in cui comune era la musica. Tutti e due amavano cantare. Certo erano due stili diversi: lei adorava le mucise allegre, pop e movimentate mentre lui quelle più oscure.
Aveva scritto una canzone: Ser Mejor. Una canzone ricca di significato.
Nessuno n’era a conoscenza.
Solo una volta, aveva cantato con Leon, una canzone scritta da lui per lei ma il messaggio non le piaceva. Si chiama “Destinada A Brillar”. Non le piaceva neanche la melodia anche se lui era fantastico con il piano e la chitarra. Era un vero peccato che non li usava bene.
Per lui, lei era solo un incapace.
...
Ludmilla era sul letto di suo padre e gli teneva la mano. Era da qualche settimana che non si sentiva bene e non sapevano il perché. Era veramente preoccupata per lui, non voleva perderlo per nulla al mondo. Aveva un rapporto d’incanto con lui, erano molto complici e non le faceva mai mancare l’affetto, coccole e favolosi consigli. Ancora non capiva come lui aveva sposato sua madre. Erano così differenti.
-Sei bellissima, tesoro. Sono sicuro che li conquisterai tutti con la tua bellezza e il tuo carattere-disse suo padre tossendo.
-Papà, non sforzarti altrimenti è peggio-disse Ludmilla preoccupata.
-Mi dispiace che non posso venire con te da tua madre-disse lui dispiaciuto.
-Non vedi preoccuparti, papà. Ormai sono grande e so come affrontarla-disse Ludmilla decisa.
Prima di andare, suo padre aveva un regalo per lei. Era nel terzo cassetto del comò, era così emozionata e incuriosita. Suo padre le faceva sempre dei bei regali.
C’era uno scrigno e al suo interno c’era una tiara dorata con una stella di cristallo in mezzo.
Non aveva parole.
-Si intona molto con il tuo vestito-
Ludmilla portava un vestito rosa senza spalline con stelle dorate sulla gonna. Gli orecchini e l’anella a forma di stella.
Lei l’aveva abbracciato forte.
Era arrivato il momento di affrontare quella strega di sua madre.
...
 
Sua madre era in uno specchio, non era cambiata dall’ultima volta e aveva sempre quel sorrisetto malefico.
-Ciao madre-disse Ludmilla decisa.
La Regina Cattiva nel vedere la sua secondo genita con quel vestito, urlò:-COS’E’ QUELL’ORRENDO VESTITO E QUELLA TIARA, LUDMILLA? DOVE IL VESTITO CHE TI HO REGALATO PER IL TUO COMPLEANNO?-
Aveva urlato con forte da far tremare le pareti e lo specchio.
Non doveva aver paura. Era forte. Poteva affrontarla.
-Non mi piacevano, madre-disse Ludmilla decisa.
Sua madre la guardava furiosa di ciò.
-LUDMILLA, TU SEI UNA REGINA CATTIVA! NON UNA STUPIDA PRINCIPESSINA DAI COLORI ORRENDI! IL NERO E IL VIOLA SI ADDICO A TE! ORA TOGLITI QUEL VESTITO IMMEDIATAMENTE!-
-NO!-esclamò Ludmilla decisa.
-COME OSI CONTRADIRMI? SONO TUA MADRE! SEI LA SOLITA DELUSIONE DI SEMPRE!-
Aveva smesso da tempo di avere la sua approvazione e il suo affetto. Non le importava. Lei voleva essere se stessa.
Stava per risponderle quando era entrato nella stanza, suo fratello Leon.
-di cosa ti stupisci, madre? Non lo sai che la nostra cara Ludmilla non vuole essere una Regina Cattiva, che vuole essere amica di quelle stupide principessine,  vuole riscrivere il suo destino-disse Leon odioso.-anche se non sa quale-
A lui non aveva mai detto quelle cose ma solo a Caramella e a suo padre o al suo diario.
Quello che non sapeva che suo fratello leggava il suo diario con la sua fidanzata e ridevano alle sue spalle.
-Che cosa c’è di male in questo? Non voglio avvelenare la principessa Violetta, non mi ha fatto nulla di male-disse Ludmilla decisa.
Sua madre la guardava sempre con uno sguardo gelido e di disaprovazione.
-Stai continuando ancora a frequentare quella stupida di Nata, non è vero?-
Sua madre non vedeva di buon occhio l’amicizia con Nata. Più di una volta l’aveva chiusa a chiave nei sotterranei per impedire un loro incontro. Diceva sempre che lei la condizionava, la prendeva debole e stupida.
-Nata non è stupita, madre. E’ la migliore amica che possa avere-disse Ludmilla sempre decisa.-Lei mi accetta per quello che sono, a differenza tua-
- Sei come quel patetico di papà! Non vali niente come lui!-esclamò Leon con cattiveria.
-Non ti permettere di parlare così di papà!-urlò lei infastidita.
Come faceva un figlio a parlare male del proprio padre?
Non lo sapeva. Leon non andava mai a trovarlo. Non cenava neanche con loro, preferiva la compagnia della madre.
-Io parlo di lui come voglio. Tu scomparirai nel dimenticatoglio come la più insulsa, debole e incapace mentre io avvelenerò la cara principessa Violetta e finalmente il reame e tutto l’universo sarà nostro-
-Cosi si parla, figlio mio-disse sua madre orgogliosa.-sei il mio erede e figlio preferito. Tu hai capito tutto della vita a differenza della tua ingrata sorella-
Aveva sempre saputo che Leon era il figlio prediletto perché era tale e quale a lui.  Esisteva solo Leon. Sua madre non l'aveva mai accettava per quella che era ma ormai non la feriva più questa cosa. In passato si e piangeva nella sua stanza come una fontana in cerca di una sbricciola del suo affetto che non era mai arrivato.
Non capiva come suo fratello, non capiva che era sbagliato tutto questo.
-Perché non capisci, Leon? La cattiveria non poteva nulla di buono-disse lei cercando di farlo ragionare.-Mamma sta pagando per quello che ha fatto a Biancaneve e a tutti. E’ sbagliato il suo comportamento e anche il tuo-
-Sei tu quella sbagliata qui! Non so perché ho una sorella come te. Io mi vergogno di te! Non mi rivolgere la parola allo Studio, non voglio che rovini la mia reputazione!-
-Sei cattivo, Leon! Io non ti ho fatto nulla per meritami questo-disse Ludmilla ferita scappando via prima di piangere davanti a loro.
Lui e sua madre ridevano come quella risata da far rabbrividire la pelle.
-Raccontami, figlio mio, come va con Lara?-chiese sua madre con interesse.
-Maledificamente bene, è la mia malanima gemella*-disse Leon soddisfatto.-non c’è nessuno come lei-
-Maledificamente bene, con i tuoi poteri e quelle suoi governerete tutto l’universo-disse lei soddisfatta.-come va con quello smidollato di tuo padre? Come procede il piano?-
-Manca poco e il castello sarà solo tuo e per sempre-disse Leon maligno.
-Eccelente-disse lei con una risata.
...
Leon era all’ingresso del castello con le porte aperte per l’arrivo della sua fidanzata. Eccola, più sexy che mai, tra i capelli c’era una tiara dorata con una pietra rossa a forma di cuore, un cuore dipinto sull’occhio destro e un vestito a corpetto nero con lacci rossi e una gonna corta rossa e nera con i cuori. Calze a rette nere con cuori rossi e scarpe col tacco rosse.
Lara era la figlia della Regina di Cuori. Si conoscevano da sempre, erano complici e quanti guai ne avevano combinato insieme da piccoli nel Paese delle Meraviglie e in altri regni. Si capivano alla perfezione, erano Malanime Gemelle.
-Sei diabolicamente sexy come sempre-disse Leon con lussuria, prendendola per i fianchi contro una colona.-hai fatto decapitare qualche testa?-
-Si soprattutto a quei rospi mangia marmellata-disse Lara portando le mani al suo collo.
Leon odiava le parole “Ti amo”, erano fatti per quei principi e principesse o per la gente debole. Preferiva i gesti ai fatti o definirsi “Malanime Gemelle”.
Leon la baciava in modo molto carnale e le sue mani andavano sotto la sua gonna. Non vedeva l’ora di possederla, amava far sesso con lei e non c’era nessuna che poteva batterla. Aveva provato qualche altra ragazza ma erano così inesperte e timide. Invece la sua Lara era una cosa incredibile.
-Leon, amore, ho bisogno di sentirti dentro di me-disse Lara tutta calda.
-E io di possederti-disse Leon molto eccitato, mentre si slacciava i pantaloni.
Ludmilla passava di là e vedeva quella scena. Suo fratello era senza pudore, di lì passava tutti e li vedevano tutti.
-Sei senza ritegno, Leon! Esistono le stanza per quello!-esclamò Ludmilla indignata.
I due si erano voltati verso di lei con uno sguardo. Odiavano essere interroti sul più bello.
-Sembri una di quelle principessine tutte pure o quella patetica di mia cugina-disse Lara odiosa.
-Non è questione di essere pure o meno ma di decenza ma tu non sai neanche dove sta di casa. Sei una squaldrina!-disse Ludmilla per le rime.-e tua cugina vale mille volte più di te!-
Come cosa rivolgersi così alla sua futura sposa?
Era ora di mettere in riga quella ridicola di sua sorella.
Subito con una mano l’aveva scagliato contro un incantesimo e lei aveva fatto un lungo volo verso il corridoio.
Era molto potente. Faceva male dapperttutto e aveva una bella botta alla testa.
Non si aspettava un cosa del genere. Si Leon era cattivo ma non aveva mai usato la sua magia contro di lei.
-Spero che hai capito quale il tuo posto, mia cara sorellina-disse Leon con quel sorrisetto.
Ferita da Leon, una strana energia si era scaturita dal suo corpo e aveva fatto tremare tutto il Castello. Due colpi avevano colpiti Leon e Lara.
Ludmilla era un pò spaventata di quel potere e che aveva fatto involentariamente male a Leon e a Lara per quanto la detestava, non voleva che accadeva.
Lei non era cattiva. Non era come sua madre e Leon. Non voleva.
-io non volevo... scusatemi-disse Ludmilla mortificata scappando via.
Leon era stupito, sua sorella non aveva mai dato segno di poteri come questi. Doveva far capire a Ludmilla che la sua natura era cattiva.
Ma adesso c'era qualcos'altro in mente, infatti dopo qualche minuto era nella sua stanza con Lara mentre strappava i suoi vestiti per entrare in lei con un incantesimo per evitare le nascite. Aveva altri progetti per loro due per adesso.
La sua stanza era piena di gemiti, tutta nera con con una chitarra elettrica, un pianoforte e tante pozioni sugli scafalli, libri di magia molto superiori alla sua età.
Nel suo armadio solo nero e viola. Odiava i colori come il blu, il rosso e quelli allegri da principi perfettini.
Mentre stava a letto con Lara, un idea invadeva la sua mente e un sorrisetto si era fatto largo sul suo viso.
-Che hai in mente?-chiese Lara curiosa, conoscendo quel sorrisetto.
-Pensavo quella principessina Violetta-disse Leon senza smettere di sorridere.
A quelle parole, Lara urlò:-Pensi a quella smorfiosetta quando stai con me! Io ti faccio tagliare la testa, Leon! Sono io la tua futura sposa!-
-Cosa hai capito? Non voglio certo mettermi con quella lì ma divertirmi alle sue spalle-rispose Leon maligno.
-Sono tutte orecchie-disse Lara con curiosità, ormai tranquilla.
-Farò innamorare di me quella piccola ingenua, me la porterò a letto e poi la scaricherò il giorno dopo, spezzandole il suo piccolo cuoricino. A quel punto sarà lei stessa a mangiare la mela avvelenata dal dolore-
Lara era d’accordo con quel piano. Quella piccola schiocca aveva le ore contate. Presto di lei e la sua famiglia sarebbe stata solo un ricordo.
...
Era arrivato il momento di andare.
Ludmilla saltava in un buco per andare dalla sua amica Nata e Leon trasformava un cavallo in una moto nera inventata da lui, così da portare Lara dalla sua amica Lena.
Ludmilla era molto decisa, avrebbe riscritto il suo destino e Leon anche, avrebbe seguito il suo destino con Lara.
Ma sarà così?
La loro storia era iniziata e la domanda era:”Avrebbero seguito il loro destino o l’avrebbero riscritto?”
 
Ciao a tutti,
Grazie per le vostre recensione. Davvero. 17 recenzioni splendite in 3 capitolo. Sono super ultra mega felice. Non mi aspettavo un tale successo per questa ff. Siete fantastici. Mi scuso per non avervi risposto.
Spero che non sia stata una schifezza questo capitolo. Si so che siete sconvolti da molte cose. Ho messo OOC apposta. Leon cattivo. Ludmilla buona e quella cornacchia di Lara come fidanzatina di Leon. Lo so la scena Leonara era terrificante. E’ stata dura per me scriverla. Malanime gemelle è una citazione in Violetta 2. Lo dice Diego a Ludmilla. Mi piace come definizione.
Che ne pensate del piano di Leon? Spezzarà il cuore di Violetta o si innamorarà di lei? E Ludmilla ci riuscirà a riscrivere la sua storia?
La prossima è Nata.
Ho messo degli indizi per capire di chi è figlia.
Un bacio.

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Capitolo 5
*** Nata, la figlia della Regina Bianca ***


Nata, la figlia della Regina Bianca
 
Tutto il Castello e Wonderland (Sottomondo) era in gran festeggiamento per principessa Nata per il suo nuovo inizio allo Studio Ever After e per l’anniversario in cui Alice aveva sconfitto Ciciarampa nel Giorno Gioiglorioso e sua zia, la Regina di Cuore, non era più in pericolo.
Non si poteva dire della figlia, Lara, con la quale Nata non andava d’accordo. La storia si stava ripentendo proprio come tra sua madre e sua zia.
Non capiva perché non potevano essere due brave cugine. Lei cercava di vedere sempre il lato buono delle persone e di fare sempre la cosa giusta.
Era sempre gentile e disponibile con tutti come l’avevano insegnato i suoi genitori. Era incapace di far male a qualcuno.
Il suo destino era quello di aiutare la prossima Alice ad sconfiggere il futuro Ciciarampa e sua cugina Lara.
Quello che la preoccupava del suo destino, era di non essere all’altezza.
Sua madre era così perfetta e lei si sentiva così goffa...
Pensava sempre:”Se non ci riesco”,”Se fallisco”.
Tutto Wonderland contava su di lei nel guidare Alice e nel sconfiggere sua cugina.
Lei non era come Ludmilla o le principesse come Violetta, Camilla o Emma. Loro brillavano di una luce propria, invece lei si sentiva come il riflesso di una stella. Lei non era speciale come molti pensavano. Era una semplice ragazza molto goffa e fifona. La sua regalità veniva dai suoi genitori.
Nata era sul balcone, quello dove Alice e il Cappellaio Matto avevano parlato la notte prima del Giorno Gioiglorioso. Il castello era tutto bianco con pezzi della scacchiera. Era splendido. Troppo per lei.
Solo quando cantava, si sentiva in un altro mondo. In un mondo dove non c’era altro che lei.
Lei aveva un vestito bianco perla con le maniche a palloncino e una gonna corta. Come accessori: una tiara con pietre azzurre, un fiocchetto azzurro nei capelli a sinistra e una collana di pelle con una chiave bianca.
-Non dovresti fare questi pensieri, principessa-
Nata guardava un piccolo pinguino di ghiaccio, apparsa nella sua mano.
Aveva alzato lo squardo per vedere un ragazzo dai capelli biondi con ciocche argentate sul ciuffo, con una felpa blu con un fiocco di neve al centro e un pantalone marrone che fluiava nell’aria.
-Napo, che ci fai qui? Non dovresti essere ad Arendelle-esclamò Nata sorpresa.
-Si però non riuscivo a stare senza della mia migliore amica-disse Napo con un sorriso.
Conosceva Napo da tutta una vita. Insieme a Ludmilla, Andrés e Susanna, erano i quattro migliori amici che una ragazza poteva sognare di avere. Spesso andava con i suoi ad Arendelle, un bellissimo regno.
Spesso appariva di notte e si divertivano con la neve. Adorava la neve e il bianco candido. Spesso restava a dormire nel suo letto, mano nella mano.
Ai suoi genitori non sembrava strano questa cosa. Era Wonderland.
-e poi avevi bisogno di te-
Napo la capiva perfettamente. Appena faceva quei pensieri, lui era lì per tranquillizzarla.
-grazie-disse Nata dolce, salendo sulla balaustra.
Era da matti ma era Wonderland.
Lei aveva abbracciato Napo di slancio. In quel piccolo momento la tiara era caduta giù però senza toccare terra.
Non si era accorta di nulla, troppo presa dall’abbraccio. Qualcuno con un piccolo incantesimo l’aveva portata a sé. In cespuglio c’erano tre persone che volevano mettere nei guai la nostra Nata.
Sarebbe stato un guai se lei avrebbe perso la tiara di famiglia.
Tra pochi minuti avrebbe fatto la sua apparizione con i suoi genitori al Castello davanti tutti gli abitanti di Wonderland.
Ludmilla era arrivata insieme a qualcuno. La ragazza aveva i capelli biondi argentati intrecciati in una treccia con fiocchi di neve e nastri.Indossava un vestito di azzurro ghiaccio con un cappuccio bordato di peliccia bianca e stivaletti azzurri.
 -Napo, perché non mi hai aspettato?-
Nata e Napo guardavano la gemella di Napo, Susanna. Aveva l’aria molto arrabbiata.
Ahi. Il suo amico Napo era nei guai.
Poi aveva notato Ludmilla. Era troppo felice di quella sorpresa.
-Ludmi! Su! Che bella sorpresa!-esclamò Nata contenta, sciogliendo l’abbraccio e salutando le due con le mani sempre sulla balaustra.
Mancava solo Andrés e il loro gruppo era al completo. Un gruppo particolare.
-Attenta, puoi cadere-disse Ludmilla preoccupata.
-hai ragione-disse Nata un pò rossa.-non voglio certo perdere la mia tiara-
Nessuno dei tre aveva il coraggio di darle la brutta notizia.
Nata si era accorta della faccia dei tre, qualcosa non andava.
-Che cosa c’è?-chiese Nata con timore.
-Ecco tu...-
-Tu non hai più la tiara-disse Ludmilla sincera.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!-esclamò Nata con disperazione.
Era una tragedia.
Come poteva guidare Wonderland un giorno se perdeva la tiara in giro di qualche minuto.
Era sicura che a nessun’altra principessa sarebbe successa una cosa del genere.
Quella tiara era importantissima.
Come aveva fatto?
Era proprio un incapace.
-Non fare quella faccia. Può capirare a tutti-disse Ludmilla.-vedrai che è qui intorno-
-Ludmilla ha ragione. Ora ti autiamo a cercarla-disse Susanna con sorriso.
Era sicura che lo dicevano solo di tranquillizzarla. Erano troppo buoni e le volevano bene per dirle la verità, quella che pensava solo nella sua testolina.
Nata era scesa dal balcone tramite uno scivolo di ghiaccio, creato da Napo e Susanna per arrivare al giardino. Si era messa subito a cercare la tiara con un’ansia insieme ai suoi amici.
Avevano guardato dapperttutto ma non si trovava da nessuno parte.
Nata era più disperata di prima, seduta sulla panchina con le lacrime agli occhi.
-Sono un fallimento come principessa-disse lei dura con sé stessa.
-No, non è vero-disse Ludmilla prendendo la sua mano.-Sei la persona più in gamba che io conosca-
-Lo dici solo per farmi piacere-disse lei singhiozzando.
-No, lo sai vero che io non sono il tipo-disse Ludmilla sincera.-tu ti sottovaluti così tanto, Nata ma non c’è ne ragione. Credimi-
Non era così. Lei non vale niente. Tutti si sbagliava sul suo conto. Sua cugina Lara aveva ragione su di lei.
Si stava immergendo sempre di più in un pozzo nero.
A Ludmilla e ai due gemelli di Arendelle, gli si stringeva il cuore a vederla così.
Da lì passava il Bianconiglio insieme ad Olaf e Omino di Marzapane con qualcosa in mano.
-E’ tardi! La festa sta iniziando!-urlò il Bianconiglio guardando l’orologio.
-No senza il Cappellaio Matto, Alice e suo figlio-disse Omino di Marzapane.-e soprattutto la principessa Nata-
-E’ là! Nata è là!-esclamò Olaf con entusiasmo.-Bianconiglio, Omino è là! Ci sono anche i piccoli Napo e Susanna!-
Ludmilla si era accorta delle tre creature e di cosa avevano in mano.
Una carta da gioco, quella da Poker. Non era una qualsiasi.
-Nata! Guarda lì!-esclamò Ludmilla indicando la carta che teneva l’Omino.
Nata guardava la carta, era quella di Cuori e c’era una firma che conosceva perfettamente. Quante volta aveva giocato a carte con sua cugina e gliela aveva sbattuta in faccio come la sua carta fortunata.
Era stata lei a rubare la tiara.
Non gliela avrebbe fatta passare liscia.
Per colpa sua, ogni volta aveva tanti dubbi su sé stessa. Era sempre stato così fin da piccola.
-Ragazzi, io devo andare-disse Nata asciugando le lacrime.-So dove la mia tiara-
-E noi veniamo con te-disse Ludmilla a nome di tutti.-non ti lasciamo sola-
-grazie, siete dei veri amici-disse Nata commosa.
Era fortunata ad averli.
-Olaf, Omino e Bianconiglio! Voi dovete stare in camera di Nata e impedire che qualcuno entri e si accorga della sua assenza-disse Napo creando una scala fino alla finistra di Nata.
-Conta su di noi-disse Olaf felice di aiutare i suoi amici.
Le tre creature salivano la scala mentre Nata prendeva la chiave dalla sua collana.
-Ragazzi, ho bisogno delle vostre chiavi-disse Nata molto decisa.
I suoi amici non esitavano un attimo per darle una mano. Uscivano le chiavi chi dalla borsa, chi dalla felpa.
Quella di Ludmilla era viola e quelle di Napo e Susanna erano con azzurro ghiaccio.
Le quattro chiavi erano a forma di cuore con un simbolo al centro.
Poteva farcela. Aveva visto sua madre tante volte farlo.
Doveva pensava solo al luogo dove andare e il resto ci pensava la magia delle chiavi.
Il villagio di Book End! Voglio andare lì!
Se non ci riusciva.
Se la sua magia non era abbastanza potente.
Se li poteva in un altro posto.
Se...
Le paure e i timori di Nata avevano influivato l’esito dell’incantesimo.
Le quattro chiavi avevano iniziato la loro magia per poi inghiottire tutti e quattro.
...
Nata stava riprendo i sensi, intorno a lei c’erano molti voci e non sembravano quelle dei suoi amici.
-Prendi dell’acqua, ne avrà bisogno-
Quella voce era così gentile. Non sapeva perché ma il suo cuore era strano.
Voleva sapere chi era.
Appena aveva aperto gli occhi, si era trovata in una miniera con carrelli pieni di cuori d’oro e cuori di gemme. Gli amuleti d’oro e di gemme erano le monete di tutto l’universo di Ever After. C’erano anche i famosi 7 nani di fronte a lei e non erano soli. C’erano altri, piccoli nanetti.
Forse erano i loro figli o i futuri Nani.
-Stai bene?-chiese ancora quella voce gentile.
Era un ragazzo dai capelli neri e ricci. I suoi occhi così profondi e limpidi.
Si sentiva strana con un solo sguardo.
-Io...-
Non usciva la voce. Le sue guance era rosse e il cuore batteva forte.
Stava facendo la figura dell'imbranata.
Lui aveva una grande foglia in mano con dentro l'acqua.
-Bevi, ti sentirai meglio-disse lui gentile.
Era la prima volta che beveva da una foglia. Eppure a Wonderland cose come questa era normale.
Quell’acqua era più squisita del suo mondo.
Quel ragazzo la guardava come nessuno aveva fatto. Non sapeva perché ma sentiva che lui era speciale.
Neanche lei riusciva distorgere lo sguardo da lui. I loro sguardi erano incatenati all’altro.
Forse era quello che chiamavano Amore a Prima Vista. Il Vero Amore.
Ma lei aveva già un principe prestabilito. Il futuro Principe Bianco.
Come poteva essere.
Un colpo di tosse aveva interrotto quel momento d’incanto. Era  Brontolo, l’ex Sognolo.
-Maxi, figliolo. Prendi altra acqua-
Maxi. Un bel nome.
Maxi e Nata. Il loro nomi stavano così perfettamente insieme.
-Cosa la porta qui, Principessa Nata? So che a Wonderland c’è l’anniversario della sconfitta di Ciciarampa-disse Brontolo.
-Si ma mia cugina mi ha rubato la mia tiara e ho usato un incantesimo con le chiave per creare un portale ma ho fallito miseramente-raccontò Nata imbarazzata.-adesso ho perso i miei amici e la chiave per tornare nel mio mondo-
-Non devi imbarazzarti-disse Maxi dolce prendendo la sua mano.-può succedere a chiunque di sbagliare-
 Che dolce!!!
Arrossiva a quel piccolo contatto. Era una cosa nuova per lei.
-Maxi, non ti ho detto di prendere altra acqua-disse Brontolo con sguardo duro.-la principessa ha bisogno di bere dopo quella brutta caduta-
A malincuore, Maxi aveva lasciato la sua mano.  
Un vero peccato. Le stava piacendo troppo quel contatto.
-So chi può aiutarla, principessa. La fata madrina, Nova, lei può tutto insieme alla fata Turchina-disse uno dei nani.
Maxi si era ricordardo una cosa, dalle parole di Nata.
-Questa è tua?-chiese Maxi tirando qualcosa fuori dalla felpa.
Era la sua tiara!!!
Nata aveva baciato sulla guancia e abbracciato Maxi di slancio.
-Mi hai salvata!!! Grazie!!!-esclamò lei con felicità.
Solo dopo qualche secondo si era resa conto della cosa, si era allontanata di scatto, tutta rossa in viso.
-Scusami... io non...-
Tutto questo imbarazzo con Napo, non era mai successo.
-Tranquilla-disse Maxi con sorriso.-non è successo nulla-
Il cuore di lei batteva forte mentre lui le metteva la tiara in testa. I due non distogliavano lo sguardo dall’altro.
Era un momento d’incanto.
-Uhm-disse Brontolo per attirare la loro attenzione.
I due aveva distorto lo sguardo per guardare Brontolo e l’arrivo della fata madrina, Nova.
-Ho sentito del vostro problema, principessa-disse Nova con la sua bacchetta magica.-e posso aiutarla-
Nata aveva notato una cosa: Nova e Brontolo non si guardavano, evitavano di farlo.
Non capiva il perché.
Forse Maxi lo sapeva ma ora doveva pensare a ritrovare i suoi amici e tornare a casa.
-ti ringrazio, Fata Madrina Nova-disse lei con un sorriso.
Nova agitava la sua bacchetta per creare un portale collegato a Wonderland, dove c’erano i suoi amici.
-Ecco fatto-disse Nova con un sorriso.-ora può andare-
Però non aveva la sua chiave. Era importante, sia per il suo diario sia per quei tipi d’incantesimi.
-Tieni questa è la tua chiave-disse Nova con tono rassicurante.-E’ volata nella mia casa, come un segno del destino-
Non sapeva se era il destino ma era felice di aver conosciuto Maxi.
Peccato che si doveva separare da lui adesso e sembrava che per lui era lo stesso.
-Ci vediamo allo Studio Ever After, Nata-disse Maxi con sorriso.
Vero. Lui era uno studente come lei quindi c’erano tante altre occasioni per vedersi.
-Si, ci vediamo lì Maxi-disse Nata ricambiando.
Dopo aver guardato Maxi un’ultima volta, era ritornata al suo mondo e riabbracciato i quattro amici più Olaf, Bianconiglio e Onimo di Marzapane.
Ora mancavano solo Alice, il Cappellaio Matto e Andrès all’appello. C’era un altro evento da festeggiare e mentre camminava con i suoi nella Salone Grande, pensava a quell’incontro.
 Aveva creato dei dubbi in lei sul destino e l’amore predestinato.
L’immagine di Maxi era nel suo cuore e niente era come prima.
Era arrivato il momento.
La sua storia era iniziata e la domanda era:”Avrebbe seguito il suo destino o l’avrebbe riscritto?”


Ciao a tutti,
grazie per le vostre recensioni. Mi sorprendo sempre di più della quantita di recensione che mi arrivano e di quanto piace la mia ff.
Abbiamo visto molti personaggio. Napo e Susanna. Si può capire subito di chi sono figli. Olaf, Bianconiglio e Omino di Marzapane. Vediamo anche Brontolo e Nova di C'era una volta. E non saranno gli unici.
So che odiate Lara e odierete anche le sue amiche. Ci sarà una capitolo su di loro.
Che ne dite dell'incontro Naxi? Nata seguirà il suo cuore?
Il prossimo capitolo è su Diego. Sarete sorpresi dal suo personaggio.
Baci a presto.

 

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Capitolo 6
*** Diego il figlio di Emma Swan/Castillo e di Killian Jones/Capitan Uncino ***


Attenzione spoiler: per chi non ha visto la 3 serie di  C’era una Volta (Once Upon a Time), contiene l’evoluzione del rapporto di Emma e Uncino fino alla 3x12 e il resto è una mia idea.
 
 
Diego il figlio di Emma Swan/Castillo e di Killian Jones/Capitan Uncino
 
Diego tornava dal bosco di Cappuccetto Rosso sulla famosa Jolly Roger, dove lo aspettavano sua madre Emma Swan e suo padre Killian Jones conosciuto da tutti come Capitan Uncino (Hook).
Si era il figlio di Uncino ma era diverso da quello che dipingevano nelle favole Disney e nei film. Non aveva boccoli o quei baffi e non aveva paura degli orologi. Era molto diverso e anche la sua storia.
Una Storia che aveva portato all’incontro con sua madre Emma Swan. Una Castillo. La prima genita di Biancaneve e di German.
Una principessa e un pirata.
http://joey-artworks.deviantart.com/art/Captain-Swan-420398302
Una favola mai sentita prima ma era tutto vero. Lui e la sua sorellina Milah erano il frutto di quell’amore.
I suoi erano spiriti affini. Erano il vero amore dell’altro.
Ma l’universo di Ever After e il mondo umano non conosceva quella versione della Favola.
Lui odiava che per il mondo suo padre era cattivo. Suo padre era un uomo incredibile, un vero gentiluomo e un padre migliore del mondo che avrebbe fatto di tutto per loro, si era guadagnato pian piano l’affetto e la fiducia di tutti. Aveva salvato suo nonno German, suo fratello Henry e poi risalvando di nuovo sua madre.  Odiava che non potevano farsi vedere insieme in pubblico per colpa di un incantesimo di qualcuno che aveva cambiato le cose, potevano farlo solo sulla Terra. Odiava star lontano dai suoi nonni, che non sapeva più di avere una figlia, un genero e due nipoti, uno era lui e l’altro Henry. Non sapevano che era nata Milah, aveva pochi mesi.
Non aveva potuto credere insieme a sua cugina Violetta.
Chissà una volta allo Studio Ever After, se lui e Violetta avrebbero istaurato un bel rapporto.
Lui avrebbe fatto di tutto per far creare questo rapporto, proprio come avrebbe conquistato Francesca. Era testardo come suo padre.
-Ma come! Già di ritorno?-chiese suo padre sorpreso.-Pensavo chi ci avresti messo più tempo. Il fascino Jones funziona sempre-
-No Francesca pensa che io sia un bugiardo, un cattivo. Crede a quel Marco-disse Diego scendendo le scale per andare in cabina.
-All’inizio anche tua madre pensava che fossi un bugiardo, non devi preoccuparti-disse suo padre mettendo una mano sulla sua spalla.
-avevo paura di sbagliarmi ancora, avevo paura di far entrare qualcuno di nuovo nel mio cuore-disse sua madre sul letto con la piccola Milah in braccio.-vedrai Francesca capirà quanto tu sia fantastico, figliolo, proprio come io ho capito che tipo è tuo padre-
 All’inizio era un pirata che pensava a sé stesso e e che si alleava con chiunque per compiere la sua vendetta contro Trimotino che gli aveva portato via il suo primo amore Milah e la sua mano. Aveva passato 300 anni per placcare la sua sete di vendetta ma aveva deciso di tornare indietro per Emma e aiutarla a trovare Henry.
Aveva trovato la sua nuova direzione in Emma. Lei aveva ucciso il pirata e aveva fatto rinascere l’eroe, Killian Jones. L’uomo dai sani prinpici. Quel tenente che aveva perso suo fratello in un modo tragico nell’Isola Che Non C’è(Neverland) e quell’episodio aveva ucciso in lui tutta una vita d’onore.
Era proprio lì, nell’ultimo posto che suo padre non voleva tornare che si erano avvicinati nonostante la grande attrazione scattava sin dal loro primo incontro. Suo padre era diventato il tutto di sua madre. Una persona che non aveva mai avuto nella sua vita. Una persona che la sosteneva, che credeva in lei, che la rassicurava e che aveva scelto di amarla e di stare al suo fianco. Una persona che non l’aveva mai lasciata sola. Una persona che si era donata a lei senza freni e senza riserve. Una persona che l’accettava per quello che era.
Anche lei era cambiata accanto a lui. Lui rra riuscito ad abbattere quei muri dove tutti avevano fallire per via dei suoi problemi di fiducia per dell’abbondano dei suoi (anche se per salvarla) e dal suo primo amore (per rispetto del suo destino). Lui la capiva come nessuno mai, lei era un libro aperto. Erano entrambi dei ladri dal passato tormentato, ed entrambi avevano perso il grande amore, quindi entrambi vedevano molto di se stessi nell’altro. Erano spiriti affini.
Solo con lui aveva ceduto, per la prima volta che aveva sentito di aver qualcuno al suo fianco che non era suo parente, suo figlio e altro. Suo padre non aveva nessun obbligo di starle accanto eppure aveva deciso così. Per una persona come sua madre che aveva affrontato la vita sempre e solo da sola, è qualcosa di imparagonabile.
Era stato grazie a lui che si era trasformata in una persona che aveva fiducia in qualcuno e che aveva bisogno di rassicurazioni.
Suo padre aveva lottare per lei come nessuno mai aveva fatto nella sua vita. Anche quando lei non ricordava più niente compreso lui,  aveva fatto di tutto per farla ricordare con pazienza e amore e ci era riuscito. Altrimenti non sarebbe qui a raccontare la storia della sua famiglia e quella sua.
Una favola diversa dal solito.
Solo adesso aveva notato che sua madre allatava Milah.
-Che schifo-disse Diego un pò schizzinoso.
Adorava la sua sorellina, una bellissima bambina dai capelli biondi e il sorriso di sua madre e gli splendidi occhi blu come il mare di suo padre.
-Non fare lo schizzinoso, anche tu adoravi il latte da bambino-disse Emma alla sua reazione.
-ah si, adoravo anch’io succhiare quel nettare-disse Killian con quella voce sexy.-e ancora adesso-
-Uncino!-esclamò Emma con tono di rimprovero, tappando le orecchie alla piccola.-Ci sono i nostri figli-
Quando lo chiamava Uncino e no Killian, voleva dire che era nei guai.
Certe cose non cambiavano mai, le battute a sfondo sessuale non se le risparmiava mai. Ma era una cosa di lui che amava. Riusciva sempre a distrarla dai cattivi pensieri con quelle battute. Però non di fronte ai loro figli. Certe cose dovevano rimanere private.
-Oh andiamo, amore. Sa perfettamnete come è venuto al mondo-disse lui alla reazione della moglie.-E’ stato concepito proprio in questa cabina, ricordo ancora come se fosse ieri quella notte...
Diego si era tappato l’orecchio. Non voleva saperlo. Nessun figlio voleva sapere di quella sfera sessuale dei propri genitori.
Se l’era svignata nella sua cabina, cercando di togliere l’immagine dei suoi mentre facevano l’amore.
Guardava la scrivania dove c’erano dei libri, un diario d’incantesimi, la mappe delle stelle e il disegno di Francesca.
Gli piaceva disegnare e le stelle come suo padre mentre studiava la magia che scorreva nelle sue vene proprio come sua madre.
Aveva preso da tutti e due.
-Oh Francesca! Vorrei tanto che ti accorgessi di me-disse Diego sospirando d’amore con il foglio in mano sul letto.
Ricordava come ieri, la prima volta che aveva visto Francesca. Era una notte in cui la Jolly Roger si era fermata in una baia non lontano dal bosco di Cappuccetto Rosso.
Era vicino al timone con la sua sorellina Milah tra le braccia, coperta da una copertina per raccontare delle stelle mentre lasciava un pò di spazio ai suoi genitori per riposare o altro.
Adorava prendersi cura della sua sorellina e proteggerla da chiunque. Anche lei era nata sulla Jolly Roger nella famosa cabina.
Era stato proprio in quel momento che aveva sentito una splendida melodia. Una melodia che veniva dal mare. Aveva subito pensato ad una sirena. Tra le acque c’era lei, la sua Francesca. Era rimasto incantanto da quella voce e da lei. Era stato amore a prima vista, un vero colpo di fulmine. Quello che se ti capitava, non ti lasciava scampo.
Da quel momento aveva voluto conoscerla. I suoi gli avevano sempre insegnato di lottare per quello che voleva. E lui voleva Francesca, voleva che fosse sua ora e sempre. Credeva nell’amore eterno proprio quello dei suoi. Sapeva che lei era il suo Vero Amore. Ne era sicuro.
Suo padre aveva lottare l’amore di sua madre e lui avrebbe fatto lo stesso.
...
Si ricordava quante volte aveva osservato Francesca nel bosco per proteggerla in silenzio e di nascosto. Soprattutto dai quei... maiali che guardavano e facevano quegli indecenti commenti su di lei. Se c’era qualcuno che doveva fare qualche battuta tipo quelle di suo padre, era soltanto lui.  Prima aveva usato le buone maniere da vero gentiluomo come gli aveva insegnato suo padre e poi era passato alle cattive, facendo a botte con loro. Non si dovevano proprio permettere di avvicinarsi a lei o fantasticare su.
Ogni volta ritornava lì grazie ai fagioli magici e all’incantesimo della chiave argentata, legata al suo collo da una collana con dei ciondolo in argento a forma di cigno, un libro, un fagiolo e un uncino.
Quei quattro ciondoli avevano dei signifacati: 1) sua madre 2) il libro Once Upon A Time portato sempre da Herny, ormai scomparso chi sa dove 3) l’inizio della favola dei suoi genitori, lo loro prima avventura insieme 4) suo padre.
Non si separava mai da quella collana. Era importante.
Si era innamorato di lei giorno dopo giorno, lei così dolce, forte e leale. Lei aveva conquistato il suo cuore e adesso toccava a lui conquistare il suo.
Ricordava sempre le parole detta da suo padre a sua madre quando erano nell’Isola Che Non C’è.
“When I win your heart Emma, and I will win it. It won't be because of any trickery. It will be because you want me”
Una delle tante dichiarazioni. Era una delle parti preferite della favola della sua famiglia.
Sapeva come conquistare il cuore di Francesca con la musica. Suonava la chitarra. Aveva scritto una canzone per lei “Yo soy asì”.
Era stato quel giorno, in cui lei spaventata che fosse qualche lupo, aveva corso senza vedere quel fosso.
Quanti sentimenti attigliavano il suo cuore nel vedere sua Francesca svenuta in quel fosso.
Era a causa sua.
Che razza di Vero Amore era!!!
Non era stato in grado di proteggerla da quel pericolo.
Diego era sceso nel fosso tramite una fune. L’aveva presa dolcemente tra le braccia, era così bellissima. Avrebbe guardato il suo viso per tutto il giorno.  
-Tranquilla, ci sono. Non permetterò a nessuno di farti del male-
Aveva accarezzato i suoi capelli morbidi e lisci, quando si era accorto della taglio su un ginocchio.
Sapeva cosa fare: la magia.
Come diceva sempre sua madre: “La magia è legata alle emozioni”
Aveva messo la mano sulla sua ferita, si era concentrare su di essa con il desiderio di guarirla. Sentiva la magia dentro di sé ma non riusciva a farla fluire verso la sua mano.
Com’era possibile?
Emozioni.
Guarisci. Guarisci. Si era ripetuto nella testa.
Nulla.
Non era in grado di fare una cosa così semplice.
Poi si era ricordato le parole di sua madre:”Non è facile la magia, neanch’io all’inizio ero in grado di padronarla. Ero spaventata perché c’è sempre un prezzo da pagare con la magia. Ci vuole pazienza e tempo, Diego”
C’era un altro modo.
Aveva aperto la sua sacca di pelle per prendere del Rum. Era della riserva speciale di suo padre. Naturalmente suo padre e sua madre non lo dovevano sapere, Suo padre non voleva che lui prendeva certi suoi vizi a quell’età. Ma a lui piaceva.
Prima aveva versato del rum sulla ferita per disifettarla e aveva visto una smorfia sul viso addormentato di lei. Sapeva che bruciava ma era per il suo bene. Poi con delicatezza aveva avvolto la benda intorno al ginocchio.
Quell’idea gli era venuta dai racconti di suo padre, quando sua madre si era ferita alla mano sulla famosa pianta di fagioli e lui aveva usato quella stessa tecnica per medicarla.
-Starai bene adesso, principessa- disse Diego accarezzando la sua guancia.-Ora devo solo portarti fuori di qui e darti dell’acqua. Di sicuro avrai una gran sete-
Così aveva presa in braccio, si era aggrappato alla fune con la mano e con l’altro aveva usato un incantesimo per portarli sopra.
Aveva appoggiato Francesca contro un tronco.
Non vedeva l’ora che si svegliava per parlare con lei per la prima volta. Era un pò nervoso ma felice.
Quello era l’inizio della loro favola.
-torno subito, amore-disse lui con un sorriso.
Era andato alla Jolly Roger per prendere l’acqua e quando era tornato da lei, il destino aveva avuto un’amara sorpresa.
La sua Francesca tra le braccia di un altro. Conosceva chi era, Marco il figlio del Cacciatore.
-Grazie per avermi salvata-disse Francesca con un dolce sorriso e un lucicchio negli occhi.-Sei il mio eroe-
No, non era giusto.
Lui l’aveva salvata, lui era il suo eroe.
-Ho fatto quello che tutti avrebbe fatto-disse Marco toccando i suoi capelli.
Che schifoso bugiardo!!!
La rabbia gli ribolliva nelle vene. Avrebbe voluto squartarlo.
-Sei un ragazzo d’oro, Marco-disse Francesca già presa da lui.-ogni ragazza vorrebbe un ragazzo come te-
No non poteva essere. La sua Francesca si stava innamorando di quello là.
Non ci aveva pensato due volte a mettersi con lui già subito.
Era lui che doveva stare al suo fianco.
Quello aveva rotto il suo cuore.
...
Avrebbe fatto di tutto per far capire a Francesca che lui era nel giusto e che era il suo vero amore.
Adesso si doveva preparare per lo Studio Ever After, dove aveva una missione da compire. Non ci andava certo per quella cosa di seguire la favola perché era sbagliata totalmente.
Aveva una giaccia e pantaloni di pelle, una maglietta bianca e delle scarpe. Come accessori: al polso portava dei braccialetti in cuocio, alcuni con teschi, altri con borchie e con delle conchiglie e al collo la sua collana.
Aveva preso la sua valigia con la chitarra e aveva raggiunto i suoi.
-Mamma, papà io vado-disse Diego pronto.
-Mi raccomado, figliolo, trova il libro e la nostra unica posibilità per far tornare le cose apposto-disse suo padre mettendo una mano sulla spalla.
-Si troverò il libro, papà. Sono un Jones, un Castillo. Il salvatore-disse Diego deciso.-presto la nostra famiglia sarà riunita-
-Non avevo dubbi, io e tuo padre siamo orgogliosi di te-disse sua madre prima di abbracciarlo.-stai attento ai pericoli e fatti tanti amici-
Chi conosceva la storia di Emma Swan e di Killian sapeva che erano tipi da non arrendersi e andare fondo al problema ma la verità è che non potevano avvicinarsi per qualche strano incantesimo alla Foresta Incantata o altri regni. Una forza li respingeva. Molto probabilmente era per evitare che qualcuno ricordasse le loro vere identità. A qualcuno era scomodo la loro presenza ma per fortuna Diego era immune da ciò forse perché era il nuovo Salvatore proprio come era stata sua madre.
I tre si stringevano in un’abbraccio d’amore.
Diego era pronto ad andare verso il suo destino e affrontare il suo destino.
Era giunto il momento.
La sua storia era iniziata e la domanda per lui era diversa:”Avrebbe preso il libro per riportare la favola com’era o sarebbe rimasto intrappolato in un destino non suo?”
Ciao a tutti,
Per prima cosa, volevo ringraziarvi come sempre per le vostre recensione e mi scuso per non avervi risposto singolarmente.
So che state pensando e si sono innamorata pazza del nostro Uncino di C’era una volta (Once upon a Time). Come darmi torto, è la versione più sexy e migliore di Uncino mai creata prima e sono anche una fan della Captain Swan. Sono sicura che Uncino è il vero amore di Emma e no Neal. Non vedo l’ora di vedere la seconda parte della terza stagione.
Come avete trovato la storia di Diego e dei nostri Captain Swan? Riuscirà nel suo intento e a conquistare il cuore di Francesca?
Il prossimo è Maxi.
Baci a presto.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Maxi il figlio di Brontolo\Sognolo ***


Maxi, il figlio di Brontolo\Sognolo

A differenza delle altre persone, i nani nascevano da un uovo e non erano in grado di amare.
“Un nano non può amare, un nano non si può sposare, un nano non può far figli”
I nani nascevano solo per raccogliere i cuori d’oro e di gemme e anche i diamanti per la polvere di fata. La loro esistenza era solo per questo e nulla più. Naturalmente per ospitare in futuro Violetta in fuga da Ludmilla e Leon.
Eppure solo Brontolo ex Sognolo, era in grado di amare perché la polvere di fata di Nova accidentalmente era finita sul suo uovo prima di venire al mondo.
Maxi era il prossimo Brontolo ma si sentiva più Sognolo. Adorava sognare. Sognava di innamorarsi e altre cose.
Lui era più favorevole di aiutare la figlia di Biancaneva ma la vita di miniera non faceva per lui. Voleva viaggiare, farsi degli amici, cantare e avere una famiglia con la ragazza del suo destino.
Erano tutti sogni. Lo sapeva.
Tutti dicevano che un nano non può amare ma lui n’era in grado.
Questo perché Nova aveva spruzzato un pò di polvere di fata sul suo uovo. Per lei era un’ingiustizia che i nani non potevano amare come gli altri quindi aveva disubbidito di nascosto a quella regola.
Non c’era riusciva con gli altri sei perché era già nati. Forse era un segno.
Per lei Maxi era come un figlio, il figlio che lei aveva sempre voluto da Sognolo e di stare con lui per sempre ma non era stato possibile.
http://static2.wikia.nocookie.net/__cb20140123153655/cera-una-volta-ouat/images/0/05/NovaSognolo.jpg
Maxi la prima cosa che ricordava era il volta di una donna, di una fata bellissima. Qualche anno dopo aveva scoperto che era Nova, la fata madrina.
Era proprio lei che gli cantava una ninna nanna o gli dava il latte o lo coccolava di nascosto dal mondo. Sentiva un affetto o un amore provenire da lei tipo quello di mamma o almeno così aveva letto nei libri anni dopo. Anche lui provava un affetto o un legame con lei.
-Maxi, non stare lì impalato con la testa nelle nuvole e devi ancora finire la valigia-
Quel rimprovero era di suo padre Brontolo.
Lui era su un masso con lo sguardo perso nel vuoto e pensava alle mille avventure da vivere. Per esempio a bordo di una nave con un gruppo molto particolare o viaggiare tramite i fagioli o le chiavi o il cappello del Cappellaio Matto o qualche strano intruglio tipo quello della Regina Bianca.
Non gli importava il mezzo.
-Si papà, sto arrivando-disse Maxi scendendo dal masso con un salto.
Era molto agile.
Aveva un felpa gialla, una capello tipico dei nani e un paio di pantaloni marroni.
Stava per raggiungere suo padre ma qualcosa aveva attirato la sua attenzione.
Era una tiara. Era bellissima
Non vedeva nessuno in giro e poi la principessa Violetta era in viaggio con le sue amiche.
Com'era arrivata in quel posto?
Un vero mistero.
Se c'era qualcuno che poteva svelarlo, era proprio Nova.
Aveva messo la tiara dentro la felpa per raggiungere la casa di Nova e per fortuna non era molto lontano dalla miniera e dalla loro casa. Nel tratto di strada, era piombato addosso a lui un uccello a gran velocita`. Per un attimo aveva temuto per la sua vita. Solo dopo aveva visto di chi si trattava.
Sulla sua testa c'era Scuttle e non era solo. C'erano anche Sebastian e Tip. Strano che Dash non era con lui, non si separavano mai.
-Volevate uccidermi per caso?-chiese Maxi con il cuore a mille dallo spavento.
-No, certo che no-disse Tip attaccato alla sua felpa.-siamo qui in missione-
-missione? Che tipo di missione?-chiese Maxi preoccupato.-lei e` nei guai?-
Sperava con tutto il cuore che non era successo nulla.
-Non e` nei guai. Dobbiamo darti una conchiglia con messaggio-disse Sebastian a terra.
Maxi li guardava stranito.
-Scuttle, dagli la conchiglia-disse Sebastian.
Scuttle guardava da tutte le parti alla ricerca della conchiglia, era prima al suo collo ma si era slacciato quando era sceso in picchiata verso Maxi e puff... era sparito il messaggio.
-Non posso credere che hai perso la conchiglia. Ora chi la sente-
Sebastian andava avanti e indietro, borbottava tra se` e se` e guardava male a Scuttle.
-Sebastian, troveremo la conchiglia-disse Maxi calmo, prendendo nella sua mano.
In questi casi la calma era l'unica soluzione. L'agitazione non portava a niente di buono.
Avevano controllato ogni cespugli, ogni albero e ogni centrimetro di terra ma non c'era. Era scomparsa come per magia o forse c'entrava qualcuno. Infatti c'era qualcuno dietro un albero con un sorriso soddisfatto.
Tip si era accorto di quella presenza e subito aveva fatto segno a Maxi.
-Chi sei?-chiese Maxi un po` ostile.
Non sapeva perche` ma aveva una brutta sensazione a pelle.
Da dietro all'albero era uscita una ragazza dai capelli neri lunghi con un vestito nero. Un vestito nero aderente senza spalline con lo scollo a cuore, aveva dei tentacoli di polipo al posto delle gambe.
-Io sono Laura-disse lei con un sorrisetto.-cercavi questa per caso-
Lei aveva tirato fuori la mano dov'era la collana con conchiglia.
-si quella e` mia-
Senza mai abbassare la guardia, gli ricordava una cattiva. Non ricordava quale ma sentiva che non si doveva fidare di lei.
Sebastian, Tip e Scuttle avevano uno sguardo ostile. Aveva visto giusto.
-attento, Maxi, lei e` la figlia di Morgana e nipote di Ursala-disse Sebastian salendo sulla sua spalla.-e` capace di tutto proprio come loro-
Si Laura era la figlia di Morgana, colei che aveva ingannato Melody per avere il tridente di Re Tritone ma che adesso era confinata in una prigione di ghiaccio in una profonda voragine.
-Ridammi la mia collana-disse Maxi ostile.
-No, mio caro. Ogni cosa ha un prezzo-disse Laura con sorrisetto.
Mai fidarsi delle streghe soprattutto quelle di mare.
Ecco chi sa cosa voleva da lui.
-Che cosa vuoi?-
-E` semplice. Voglio un bacio-
Cosa?
Voleva un bacio!!!
Se pensava alla parola "bacio", gli veniva in mente alla ragazza di cui si sarebbe innamorato.
Non voleva baciarla. Voleva conservare quel bacio per il vero amore.
-Sei matta come la tua famiglia!-esclamo` Maxi deciso.-Levati dalla testa che io dica si a questo ricatto!-
-niente bacio, niente conchiglia-disse Laura rimettendo dentro alla sua scollatura la conchighia.-Povera sirenetta. Chissa` che voleva dirti. Forse e` nei guai e tu stai facendo il prezioso. Che razza di amico sei!-
Un amico era pronto a qualsiasi cosa per un amico.
Laura aveva ragione.
Ma che stava pensando. Di sicuro era una trappola, quella strega-polipo era molto furba. Giocava sulle sue emozioni e punti deboli.
-Se era nei guai, Sebastian e loro l'avrebbero gia` detto mia cara-disse Maxi intellingente.
-Sei molto intelligente, Maxi. Quello che voglio veramente che tu diventi mio e ti avro`-dichiaro` Laura sicura.-non ho intenzione di lasciarti a quella mediocre e insulsa sirenetta-
-Non ti azzardare a parlare cosi della nostra principessa e amica-dissero i Sebastian, Tip e Scuttle con sguardo d'odio e disprezzo.
-Infatti non devi offenderla e poi aspetta un attimo. Tu pensi che io e lei stiamo insieme? Ma e` assurdo! Non nego che e` carina ma lei e` la mia migliore amica-disse Maxi mettendo in chiaro le cose.
-Allora diventarai il mio fidanzato-disse Laura contenta della notizia.
Cosa???
Lui fidanzata con quella strega!!!
Mai e poi mai!!! Non sarebbe mai stato suo!
-No, non ti voglio e non ti vorrei neanche se fossi l'ultima razza su tutto l'universo Ever After e oltre! Mai e poi mai, capito!-dichiaro` Maxi con disprezzo.-Quelle come te non mi piacciono-
L`espressione di Laura era furiosa.
-Come osi? Io sono il meglio in circolazione insieme alle mie amiche!-dichiaro` Laura offesa. 
Dalle mani di lei si era spigionato due cerchi di energia viola, pronti a colpire il povero Maxi ma Sebastain, Tip e Scuttle erano pronti ad attaccare Laura.
-Lascialo in pace, strega!-
Era una ragazza dai capelli castani lunghi e mossi con un fiore azzurro tra i capelli. Indossava un vestito verde acqua con spalline con perline e gonna ampia corta davanti e lunga dietro.
-Andrea, attenta!-esclamo` Maxi preoccupato.
http://images3.wikia.nocookie.net/__cb20120923234414/violetta/es/images/7/7e/Andreaor.PNG
Era Andrea, la sua migliore amica, sorella di minore di Melody e quarta figlia di Ariel e Eric.
-Ma qui chi c'e` disse Laura con tono mellifluo.-l'ultima genita della famiglia reale di Atlantica. Come sta papino e mammina? Gli e` piaciuto il regalo?-
-Regalo? Non so di cosa parli-disse Andrea ostile.
-Be` io andrei a vedere sai-disse Laura con sorriso malvagio.-non vorrai arrivare troppo tardi prima dirgli addio-
Cosa stava dicendo?
Quella strega del mare aveva fatto per caso del male alla famiglia di Andrea.
Certo che con i cattivi non si poteva mai stare in santa pace.
-Cosa? Cosa hai fatto ai miei genitori, strega?-chiese Andrea arrabbiata.
-chi lo sa-disse Laura con un sorrisetto.
-Dimmi cosa gli hai fatto-disse Maxi arrabbiato.
Laura era scomparsa prima che Andrea e Maxi l`avevano presa ma il positivo che era caduta la collana a conchiglia d`oro.
Aveva visto Andrea per terra con l`aria disperata. Povera amica sua, non si meritava questo e neanche la sua famiglia. Era una famiglia generosa e leale, si facevano in quattro per il loro regno marino-umano e per gli altri regni.
-Non fare cosi, Andrea-disse Maxi avvolgendo la ragazza in un abbraccio consolatore.-Vedrai andra` tutto bene. Ci sono io con te-
-Grazie, sei un vero amico-disse Andrea aggrappandosi a lui come un ancora di salvezza.
Per Maxi, l`amicizia era importante. Non avrebbe mai lasciato da sola o da solo nessuno dei suoi amici.
Si conoscevano da quando avevano 11 anni in un lago non lontano dalla miniera. Lui era di ritorno da una visita da Nova quando qualcosa nel lago, l'aveva afferrato per i piedi e trascinato in acqua senza poter fare nulla. Si trattava una piovra gigante e non aveva nulla per tagliare il tentacolo e per  fuggire. Nel momento esatto in cui era mancato poco per svenire, Andrea aveva fatto la sua entrata in scena con la sua coda e le sue conchiglie azzurre. Lei l'aveva salvato e da quel momento erano diventati migliori amici. Anche se proveniano di razze diverse. Lui era un nano e lei era meta` sirena meta` umana. I legami non avevano limiti. Quando si voleva bene o si amava qualcuno, non importava di che razze, religioni o mondi diversi. L'amore o amicizia era sempre lo stesso.
 -Vado ad avvisare mio padre e vi raggiungo-disse Maxi sciogliendo l`abbraccio.
Prima di andar via, Andrea aveva agitato la mano per far comparire il solito bracciale con conchiglia dorata e dentro una perla blu. La perla blu serviva per far spuntare le branchie e la conchiglia per aprire un portale per il regno di Atlantica.
Di corsa correva verso la miniera per avvertire suo padre quando qualcosa gli era arrivato in testa.
Era una scarpa femminile.
Aveva alzato lo sguardo verso l`albero e su un ramo, c'era una ragazza dai capelli neri e ricci, con vestiti bianco. Era addormantata.
Che ci faceva sull`albero?
Non poteva lasciarla su quel ramo e allora si era arrampicato con l'aiuto del suo piccone.
Una volta sul ramo, era rimasto incantato da lei. Era bellissima. Aveva visto altre ragazze e donne, anche se era raro da quelle parti ma una tale bellezza unica come lei, non l'aveva mai vista.
Doveva portarla alla miniera, suo padre e gli altri nani sapevano di sicuro cosa fare.
L'aveva presa in braccio e pian piano era sceso dal ramo, grazie sempre al suo piccone.
...
-Papa`! Papa`!-grido` Maxi entrando nella miniera con Nata in braccio.-Dove sei?-
-Che hai da urlare? E perche` tieni in braccio la principessa Nata?-chiese Brontolo come al solito di cattivo umore.
Nata.
Era un bellissimo nome.
Era una principessa. Non poteva essere altrimenti, sentiva qualcosa di speciale in lei.
-Era su un albero, non so come ci e` arrivata-rispose lui.-e` un po' strano ma non potevo lasciarla sul ramo-
Brontolo l'aveva subito presa dalle braccie di Maxi e i nani si erano subito avvicinati con una coperta da mettere per terra in modo da adagiare la principessa.
Maxi la guardava d'incanto e con preoccupazione e cio` non era fuggito a Brontolo. Lui doveva evitare in tutti i modi che la storia si ripeteva di nuovo.
Maxi aveva subito chiesto dell'acqua per Nata e non lasciava mai la sua mano.
Si preoccupava per quella ragazza come mai nella sua vita. Non la conosceva neppure ma qualcosa di irrazionale, lo spingeva verso di lei. Era strano tutto cio`.
Appena aveva aperto gli occhi, i loro sguardi si erano incontrati e il suo mondo era cambiato in quel momento.
Era quello che definivano Amore a prima vista. Non lo sapeva.
Cucciolo gli aveva dato la foglia per Nata.
-Ti senti bene?-chiese Maxi gentile.
Lei era cosi rossa nelle guancie, parlava a stento ma era cosi tenera e dolce. Sentiva una connessione con lei.
Avrebbe voluto accarezzare quelle guancie, baciare quella mano e tenere Nata stretta a se`.
Era la prima volta che si sentiva cosi. Anche un po` impacciato e strano.
Aveva dato la foglia per dissetarla, era cosi bella mentre beveva. Ogni suo piccolo gesto gli piaceva.
Lei era speciale lo sentiva.
Non riusciva a distogliere lo sguardo da lei ma suo padre aveva interroto quel momento. Aveva chiesto a Nata cosa ci faceva nella Foresta Incantata visto all'anniversario a Wonderland della sconfitta di Ciciarampa. C'era anche quello di Alice e il Cappellaio Matto se non ricordava male.
Due cose importanti da festeggiare.
Lui vedeva che era imbarazzata e mortificata mentre raccontava che la sua  perfida cugina Lara, aveva rubato la sua tiara e aveva cercato di andare al villaggio di Book End tramite un incantesimo delle chiavi ma aveva fallito miseramente e aveva perso anche la chiave e i suoi amici.
Dalle sue parole aveva capito che lei non credeva molto in se` stessa, che aveva paura di sbagliare e problemi di autostima.
Non capiva da dove venisse tutto cio`.
Lei era speciale.
Voleva sapere tutto di lei.
Aveva preso la sua mano e per rassicurarla. Poteva capitare a tutti una cosa del genere. Anche lui capitava spesso di sbagliare. Non era un delitto. Si vedeva che il suo animo era molto sensibile. Questo l'attirava sempre di piu` a lei.
Ancora una volta suo padre si era messo in mezzo con la cosa dell'acqua gli sembra una scusa che altro. Notava lo sguardo di disapprovazione di suo padre quando era vicino a Nata.
Infatti quando Nova aveva ridato la chiave a Nata per tornare nel suo mondo, suo padre aveva subito borbottato il motivo una volta a casa.
-Non ci pensare. Non ci pensare neanche per un momento. Ho visto come la guardavi e come non volevi separarti da lei ma e` una reale, Maxi. Siete di due mondi diversi. Lei ha il suo destino e tu non puoi intrometterti-
Sapeva a cosa si riferiva con quelle parole.
-ti riferisci alla storia passata tra te e Nova-disse Maxi sicuro.
Conosceva la storia: suo padre prima si chiamava Sognolo, aveva incontrato Nova una fata apprendista e si era innamorato di lei. Lui aveva una confusione perche` non riusciva a dare un nome a questo sentimento, i nani non provavano amore. Era stata Belle a spiegargli cosa gli stava succedendo e a spronarlo a dichiararsi il suo amore a Nova.
Infatti si erano visti sulla collina e si erano scambiati un tenero bacio. L'amore tra i due cresceva e aveva deciso di partire insieme per un viaggio ma quel viaggio non c'era stato mai. Il motivo era semplice la Fata Turchina e il boss di tutti nani, gli avevano detto che se partivano per quel viaggio, Nova non avrebbe avuto le ali e non sarebbe mai diventata una fata vera.
Lui sapeva che era il suo grande sogno di Nova e aveva spezzato il suo cuore, rinunciando al viaggio e che quello che sentivano era solo un illusione.
Si era sacrificato per il sogno di Nova. L'aveva fatto per amore e da quel momento era diventato Brontolo.
-Non c'e` mai stata una storia tra me e Nova. Era solo un illusione come quella che senti per la principessa. Devi dimenticarla. Il suo destino e` prezioso per il suo momento-disse Brontolo come avvertimento.-stai lontano da lei! Non pensare a lei e concentrati sul tuo destino!-
Maxi non riusciva pero` a smettere di pensare a quel momento trascorso con lei. I loro sguardi, la sua dolcezza, il suo abbraccio da far battere il suo cuore come mai era successo in vita sua e la voglia di rivederla allo Studio e stare con lei tutto il tempo a parlare.
Il destino diceva che il loro amore era impossibile ma lui lo voleva riscrivere e aiutare anche Nata con il suo mondo.
Chi diceva che le favole non potevano essere mischiate.
Il suo destino era nella sue mani.
Infatti Nova era nella sua stanza per parlare con lui e la valigia era gia` pronta.
-Oh Maxi, ti ho fatto la valigia-disse Nova premurosa come una mamma.-e per dirti che devi lottare per il tuo destino e quello che vuoi. Ho visto come guardavi la principessa Nata, il vostro amore non e` impossibile. Sono le persone a complicare le cose e a prendere impossibile qualcosa che invece e` semplice. Io non ho potuto avere il mio lieto fine con tuo padre ma tu devi averlo. Mi raccomando, lotta per i tuoi sogni e per l'amore. Sono l'uniche due cose che contano nella vita-
-grazie, mamma-disse Maxi con un dolce abbraccio.-tu mi capisci-
Mamma. Quanto aveva aspettato quel momento e ora era successo. Avrebbe voluto Sognolo al suo fianco e tutto era completo. Non si poteva avere tutto dalla vita.
-grazie a te, figlio mio-disse Nova con le lacrime di gioia.
Era passato qualche minuto da quel momento d'incanto. Era ora di andare.
Doveva andare da Andrea e poi insieme a lei allo Studio.
Era pronto. Sapeva cosa fare. Avrebbe riscritto il suo destino.
La sua storia aveva inizio ora.

Ciao a tutti,
mi dispiace per il tremendo ritardo ma ho avuto un problema con il computer e un mal di testa terribile. Mi scuso per questi piccoli inconvenienti.
Lo so che non e` un granche` come capitolo. Mi scuso anche di questo.
Spero che vi sia piaciuto in linea generale.
Il prossimo e` Andres.
Ho un problemo con alcuni tasti per questo qualche apostrofo o accetto e` messo con un altro.
Un bacio.

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Capitolo 8
*** Federico e Ruggero, i figli gemelli del Principe Azzurro ***


Lo so che siete sorpresi. Doveva esserci quello di Andres ma ci vuole ancora molto quindi ho pubblicato questo che c'era piu` piccolo.
Federico e Ruggero, i figli gemelli di Principe Azzurro

Vicino alla Foresta Incantata, c'era un regno dove vivevano i gemelli Federico e Ruggero con due destini e caratteri diversi.
Federico era il gemello buono colui che avrebbe svegliato Violetta con un bacio.
Lui era sempre solare, altrusta, pieno di fiducia e di buoni sentimenti, credeva nel vero amore e all'amore a prima vista. Il suo mondo era tutto arcobaleno, unicorni e musica. Un po` vanitoso quando si parlava dei suoi capelli soprattutto del suo cuffio. Adorava a stare al centro dell'attenzione.
Adorava il rock and roll.
Aveva scritto anche una canzone: Luz, camera, Accion. Una canzone che aveva molto successo.
Stava si sistemando il cuffo con la magica asciugacappelli e spazzola.
Doveva venire per perfetto. Come avevamo detto era perfetto.
Voleva vincere il titolo di "Ciuffo perfetto e favoloso".
Sapeva che aveva un rivale temibile: Leon.
Doveva batterlo.
Indossava una maglietta bianca, una giacca rossa e dei pantaloni neri con stivali. Aveva una spada sempre attaccata alla cintura e una corona in testa.
Aveva un piccolo tatuaggio sul petto, una stella.
-inutile che ti impegni tanto, il mio non caro fratellino-disse il suo gemello Ruggero antipatico.-quel titolo e` mio. Ho il mio cuffio e` insuperabile. Devi rassegnarti con tutti quei poveri illusi, compreso quel presuntuoso di Leon-
Ruggero era il gemello cattivo colui che si sarebbe diventato un bugiardo e un ladro senza scrupoli di nessuno, neanche della sua stessa famiglia.
Era bugiardo, egoista, presuntuoso, spregiudicato, pieno di vizi e odio verso suo fratello. Bramava qualcosa della sua favola cioe` la bellissima Violetta e sarebbe stata sua in un modo o in un altro.
Come al solito se ne andava in giro nudo con solo un asciugamano alla vita a coprire i suoi gioielli.
-Sai bene che ai nostri genitori non piace che vai in giro in questo modo. Non e` una cosa da principe e distrai anche le nostre cameriere-disse Federico con rimprovero.-e smettila di portare ragazze o ragazzi nel tuo letto e in questo castello. Non ne posso piu` di sentire i loro gemiti. Per fortuna l'ala del castello dei nostri genitori e` distante da questa altrimenti erano guai-
A Ruggero quelle parole entravano da un orecchio e uscivano dall'altro. Non gli importava nulla delle prediche di Federico o altrui, lui viveva la vita a modo suo.
-Se tu sei innocente, il problema non e` mio. Io mi faccio chi voglio fino ad avere per me la gemma della Foresta Incantata-disse lui con un sorrisetto.
Federico era irritato da quel comportamento straffotente.
-Tu non ti devi neanche permettere di mettere un dito su di lei! Lei non sara` mai tua e non le farai del male!-esclamo` Federico furioso con aria di sfida.
Voleva molto bene a Violetta. Era la sua migliore amica e il suo primo amore.
Ricordava bene, era stato amore a prima vista ad un ballo di due anni fa.
Lei era al pianoforte con un abito bianco delizioso con i capelli raccolti e una collana con un cristallo a cuore. La sua esibizione era sublime, sembrava che la musica era una cosa sola con lei.
Tutta la scena, gli applausi e gli occhi erano su di lei.
-Sei stata sublime, principessa Violetta-disse Federico accanto al pianoforte.
Era rapito da lei, quegli occhi brillanti e sinceri.
-Grazie ma chiamami Violetta, principe-disse lei con un sorriso.
-solo se mi chiami anche tu Federico-disse Federico con un inchino per baciare la sua mano.
-mi concedi questo ballo, Violetta?-
Lei era un po` nervosa, si vedeva ma poi aveva afferato la sua mano con un dolce sorriso.
Era stata una magica sensazione quel walzer con lei. Il loro primo ballo, il primo di tanti.
-Sei un gran ballerino-disse Violetta con un bicchiero di succo in mano vicino al buffet.-io sono un disastro-
Era rimasto spiazzato da quel commento.
Lei un disastro?
Non si accorgeva della sua grazia, elegante e...
-Ti sbagli, Violetta. Tu sei perfetta. I tuoi movimenti e i tuoi passi fanno morire di invidia a Lena di sicuro-disse lui con tanto sentimento.
-Lena e` la principessa della danza. Il suo pas de deux e` d'incanto. Fa parte di lei-
Aveva visto anche lui, il balletto di Lena e il suo talento era incredibile ma Violetta era qualcosa in piu`. 
Aveva capito subito che era speciale.
-Per tu sei la migliore in assoluto-disse lui sicuro.
Lei era diventata tutta rossa in viso. Era un vero amore. Umile. Socievole. Speciale.

Da quel momento aveva fatto di tutto per trascorrere del tempo con lei. Aveva molti momenti d'incanto con lei come il loro primo volo su un cavallo alato. Uno dei loro primi ricordi insieme. Oppure la prima volta che avevano cantato insieme.
Violetta era unica nel suo genere e non c'era ragazza piu` sublime di lei e per questo, era rimasto sorpreso quando il suo cuore aveva iniziato a battere per un'altra ragazza qualche mese fa. Una ragazza che non faceva parte del suo destino.
Una ragazza che aveva fatto vacilare tutte le sue certezze.
Una ragazza che si era insinuato nel suo cuore, nella sua mente e nei suoi sogni.
Pero` quella era un'altra storia.
-Invece sara` mia e di nessun altro-disse Ruggero con una sicurezza stratosferica prima di lasciare la stanza.
Non poteva permettere di farle del male.
Doveva avvertire Violetta del pericolo una volta allo Studio.
I suoi pensieri erano ritornati alla ragazza del suo cuore.
Ricordava la prima e anche ultima volta in cui si erano incontrati.
Era avvenuto nel locale "Il sortilegio" per una incantafesta in maschera.
Aveva ballato con molte ragazze con vestiti esagerati. Il suo pensieri era solo per Violetta. Peccato che era al Pigiama Party nel Bosco di Cappuccetto Rosso. Gli mancava molto. All'improvviso era salito sul palco per cantare al microfono "Luz, camera, Accion". Si era scatenato come non mai. Tutta la scena, il palco e la pista da ballo era tutto per lui.
C'erano alcune ragazze che avevano ballavano attorno a lui fino quando la sua mano non si era intrecciato con quella della misteriosa ragazza dai capelli biondi.
Da quel momento c'erano solo loro due.
Indossava un top rosa con cuorini neri e una gonna rossa scolazante con un fiocco alla vita. Portava egli orecchini a forma di cuore e una collana lunga con perle e qualche fiocchetto. Una mascherina bianca. Era cosi semplice ma allo stesso tempo aveva stile. La cosa che l'aveva colpito anche era il tatuaggio a forma di stella sul collo. Proprio come lui.
Strana coincidenza.
Era stato da urlo. Lei si muoveva in modo travolgente, era energia allo stato puro e il suo profumo era inebriante. Era stato travolto completamente da lei come uno tsunami.
Qualcosa che non aveva mai provato prima.
Quel ballo fatto di salti, prese, giravolte era finito con un casche`.
In quel momento un impulso innefrenabile, l'aveva spinto a qualcosa che non aveva osato prima d'ora. Era sul punto di sfiorare le sue labbra.
Lei si era scostata da lui come scottata.
Nei suoi occhi leggeva fugga, infatti aveva puntato verso l'uscita ma lui aveva afferato il suo braccio dolcemente.
Che gli era preso?
Neanche per un attimo il pensiero di Violetta l'aveva sfiorato. Esisteva solo la ragazza con la stella sul collo.
Era stato troppo impulsivo. Era normale, non si conoscevano neppure e lui aveva rovinato tutto.
-Scusami, non avrei dovuto. Sono stato avventato-disse Federico mortificato.-Mi puoi perdonare?-
Lei aveva detto si con la testa.
-Mi sono divertito, il tuo modo di ballare e` qualcosa di esplosivo. Sei una stella...-disse lui euforico.-non ti ho chiesto come ti chiami. Sono un maleducato. Io sono Federico. Tu?-
A quel punto la misteriosa ragazza non aveva detto una parola.
Era strano.
-Posso almeno vedere il tuo volto?-chiese lui eccitato.
La sua reazione l'aveva spiazzato completamente. Era corsa via da lui verso l'uscita con una paura negli occhi e non aveva ancora capito il motivo.
-Aspetta, non voglio farti del male. Volevo solo conoscerti-urlo` Federico sincero.
Era molto confuso ma si era buttato alla ricerca di lei per tutto il locale ma nulla e all'improvviso aveva sentito una canzone da dietro la tenda di un balcone. Una melodia e una canzone bellissimo. Il cuore di quella ragazza era generoso. Senza alcun rumore aveva sbirciato e c'era proprio lei.
Non aveva solo il talento di ballare ma anche di cantare.
Era una vera stella.
La sua Stella.
Ma che stava dicendo?
Era andato in tilt.
Non si era avvicinato a lei. Quel momento era privato e lui aveva l'esclusiva.
Quando poi era stato distratto da Tomas alla fine e la ragazza era scappata via al sol udire le loro voci.

Non sapeva neanche il suo nome ma da quel sera la sua voce, il ballo e la sua energia era ormai tutto per lui.
Voleva stare con lei anche se non era il suo destino.
Lo sapeva che tutti si aspettavano che lui e Violetta si sposavano ma non poteva. Il cuore appartevena alla ragazza con la stella sul collo.
Questo era un segno.
Era la sua stella binaria.
Adorava l'astronomia, infatti, proprio qui nella sua stanza aveva un telescopio e aveva tracciato sul soffito una mappa stellare tutta sua.
Sulla sua scrivania c'era una scatolina rossa con dentro una stella di cristallo.
Era per lei.
Sognava di mettere quel dono nel suo bel collo di cigno e di deporre un dolcissimo bacio sulle labbra.
Pero` pensava alla pericosolita` di prendere una strada diversa da quella della favola.
Non voleva che succedeva qualcosa a Violetta. Le voleva molto bene.
Il suo cuore era diverso in due: tra amore e amicizia. Due cose molto importanti per lui.
Voleva tutte e due cose.
Cra cra cra
Nel balcone c'era un ranocchio con un corona dorata e gemme a rombi rossi.
-Amico mio, non ti aspettavo-disse lui sorpreso.
Sembrava agitato.
-Cosa hai?-chiese lui preoccupato.
Cra cra cra c-ra
Sembrava anche in imbarazzo.
Lui ormai capiva il suo linguaggio.
"Scappo da tuo fratello, lui... non posso... e` imbarazzante"
-Ci ha provato con te?-chiese lui ormai conoscendo Ruggero.
Non parlava ma si capiva dal suo rossore.
Povero il suo amico. Ruggero era proprio incorregibile.
Lui aveva preso il ranocchio tra le mani e gli aveva dato un bacio solo per la trasformazione.
Si era ritrovato un ragazzo con i capelli neri e completamente nudo. C'era anche un succhiotto su collo.
-io non volevo... ma lui mi ha legato e mi ha spogliato...-disse l'amico con le lacrime agli occhi.-... e ...-
Questo era troppo, Ruggero aveva ferito il suo amico. Non pensava ai sentimenti degli altri ma ora basta. Nessuno trattava in questo modo i suoi amici tantomeno quel grande egoista.
-tranquillo Tomas. Io uccidero` quel maniaco di mio fratello-disse Federico furioso.
Aveva dato dei vestiti a Tomas e come un furia aveva raggiunto la stanza di quel... non aveva parole.
Voleva ammazzarlo.
Aveva messo la mano sulla maniglia per aprire la porta ma era chiusa a chiave.
-aprimi subito, maledetto!-urlo` Federico furioso.
Nulla. Nessun passo. Nessuna risposta. Il silenzio piu` assoluto.
Ruggero era sul letto con le incantacuffie, mezzo nudo e guardava la incantafoto sulla bellissima Violetta nuda nel bagno con i capelli raccolti.
Naturalmente lei n'era all'oscuro di questo e non sapeva che la seguiva di nascosto.
La bramava, la voleva possedere e dominare.
Si toccava al sol pensiero.
La prima volta che si erano incontrati, era a quel famoso ballo. Era stato attratto subito da lei, dalla sua bellezza e dal talento.
Lei aveva parlato con il suo gemello vicino al tavolo dei buffet tra un sorso di succo e un morso a qualche stuzzchino. Non gli piaceva per nulla quella feeling tra loro, sapeva bene che era la futura sposa di Federico secondo il libro delle favole e del destino ma era sprecata per lui. Lei meritava il meglio cioe` lui.
Non aveva preso tempo e si era diretto verso di lei con una squisitezza nella mani.
Come i suoi genitori, lei adorava il cioccolato soprattutto quella calda con cannella. Era una cosa di famiglia.
-principessa, ho qualcosa per voi-disse Ruggero con un sorrisetto.
-Puo` darmi del tu. Abbiamo la stessa eta`. Tu sei essere il gemello di Federico-disse Violetta con un sorriso.
-Si mi chiamo Ruggero, mia bella principessa-disse Ruggero sfiorando il suo braccio in una carezza e gli occhi pieni di desiderio.
Violetta si era scostata da lui a quel contatto e questi occhi. Era tutta rossa.
Lui non era come suo fratello. Si era distinto subito con le sue frasi e il suo modo di fare.
-Oh non devi essere in imbarazzo-disse Ruggero in un orecchio con voce sensuale.-Questo non e` in confronto a quello che ti faro`. Dal primo momento in cui ti ho vista, voglio strapparti questo vestito, leccarti e farti gemere in tutti i modi possibili e immaginabili ma soprattutto...-
-Siete...-
Era tutta rossa.
Adorava quella reazione.
-Irresistibile, sexy e...-
-No, siete uno svergognato. Sono indignata da cio`. Non avvicinatevi piu` a me-disse Violetta con un tale disgusto.
Questo gli piaceva molto.
La sua purezza era sua.
-Mia principessa, per te deve essere un onore. Essere cavalcata da uno stallone come me fino a farti svenire-disse lui al suo orecchio molto indecente, afferando il suo braccio con forza.
-Primo: non darmi del tu piu`. Secondo: Non sono vostra e terzo: non sono neanche un cavallo. Lasciatemi in pace!-sibillo` lei furiosa, svinconlando dalla sua presa.-non mi piace il tuo atteggiamento e il tuo linguaccio da depravato-
Era molto combattente.
Era una cosa che adorava.
Ma lui non si era arreso, lei era sempre con i suoi o con le altre principesse e quando era sola in giardino, si era avvicinato piano a lei.
-finalmente da soli-disse lui con un sorrisetto.
-Cosa vuoi? Vi ho gia` detto di lasciarmi in pace-disse lei irritata.
-Sai cosa voglio, mia principessa-disse lui con quello sguardio.
-Non saro` mai vostra-disse lei decisa.
Quel suo atteggiamento l'aveva eccitato tantissimo.
Lui era avvicinato a lei e di tutta risposta era scappata verso il labirinto.
Un sorrisetto era sempre stampato sulla sua faccia.
Era andato verso la sua direzione, sapendo gia` la fine di quella strada e infatti lei era in trappola. Era una strada chiusa e il labirinto era fuori portata del balcone e sala. In quel momento era sua.
Il suo sguardo era spaventato ma sempre con quella vena di combattimento.
-Sei mia adesso-disse Ruggero intrappolando Violetta contro il muro di siepe con il suo corpo.
-vi sbagl...-
Si era spinto subito sulle sue labbra con la lingua, subito aveva toccato la sua in modo spudorato.
Era come l'aveva immaginato. Quella bocca invidante e quel sapore... Era eccitato li sotto. Lei poteva sentire la sua durezza da sopra il vestito.
Uno schiaffo era arrivato al suo viso.
-Come avete osato!-grido` Violetta fuori di se`, con le lacrime agli occhi.-Era il mio primo bacio. Doveva essere speciale e invece... Maledetto!-
Violetta aveva iniziato a dare dei pugni contro il suo petto in modo aggressivo e in suo aiuto erano arrivati degli uccelli con beccatte fortissime.
Era scappato da quei fastidiosi uccelli ma con la soddisfazione di quel bacio.

Non era stato il primo approccio sessuale, c'erano tantissimo e Violetta lo respingeva sempre anche con qualche soddisfazione come qualche bacio o qualche toccatina.
Violetta era una bella sfida. Non c'era soddisfazione con quelle ragazze che gliela davano facilmente.
Anche Tomas era una sfida. Si gli piacevano sia le ragazze che i ragazzi, per lui non c'era differenza.
Era un bel bocconcino, peccato che era scappato propio sul piu` bello. Sapeva anche da chi e questo gli dava fastidio. Preferiva stare quel noioso di Federico che abbandonarsi al piacere con lui. Anche Violetta.
Non poteva tollerare una cosa del genere. Violetta e Tomas erano suoi.
Nella sua mente ora c'era la fantasia con loro due nel suo letto. Una cosa a tre.
...
Tomas aveva raggiunto Federico ancora alla presa con la porta. Da fuori si udivano i gemiti di Ruggero.
-E` senza contegno!-esclamo` Federico scandalizzato.
-Fede, lascia stare. Non ne vale la pena. Io sto bene-disse Tomas con tono rassicurante e senza lacrime.-Non perdiamo tempo per uno come lui-
-Hai ragione, ma la prossima volta lo uccido con le mie mani-disse Federico deciso.
-sei un vero amico-disse Tomas con un abbraccio.
I due si conoscevano da quattro anni, all'inizio c'era stato un antipatia di Tomas verso di lui per colpa di Ruggero, non sapeva che erano due e se l'era presa con lui per qualche atteggiamento ma una disavventura contro Leon, aveva cambiato tutto. Da quel momento, lui e Tomas erano inseparabili.
I due amici tornavano nella stanza di Federico per le ultime cose prima della partenza.
...
-Ma guarda hai iniziato senza di me-disse una voce femminile a quella visione.-bambino cattivo-
Ruggero si era voltata verso la finestra dove c'era una ragazza dai capelli marroni lunghi fino alle spalle con due corna sulle testa. Un vestito impero corto con scollo procovante e in mano una bacchetta con una sfera gialla. C'era anche un corvo sulla sua spalla.
-Ana. E` una piacevole sorpresa!-disse Rugguro con un sorrisetto.
Ana, una delle tante ma complice di crimini.
-Ho una cosa per te-disse Ana con quello sguardo inconfodibile.
Aveva qual piano in mente.
Sulla sua mano adesso c'era una boccetta viola.
-Che cos'e`?-chiese lui confuso.
-E` per quella cosa ricordi. Lara, Leon e Laura hanno gia` messo in atto il piano-gli spiego` Ana con un sorriso maligno.-Manca solo tu e Lena. Mi raccomando, non farlo cadere. Non vorrai farlo arrabbiare-
-Tranquilla, Ana. Lui sara` molto soddisfatto-disse Ruggero prima di baciarla.
...
Ora arrivato il momento.
Federico era salito sul suo cavallo bianco con Tomas mentre Ruggero dopo il piano, era saltato in portale per lo Studio.
La loro storia era inziata e la domanda era:"Avrebbero seguito il loro destino o l'avrebbero riscritto?"


Ciao a tutti,
spero che vi sia piaciuto.
Una variazione ispirato a Once upon a time.
Federico buono e Ruggero cattivo. Abbiamo visto le loro persanalita` e il loro approccio con Violetta.
Ruggero non sara` l'unico pretendente di Violetta insieme a Leon.
Chi sara` la misteriosa ragazza?
Ruggero tra Tomas e Violetta. Poverini.
Ana e Tomas chi saranno nelle favole? Ci sono indizio, su di loro due. Vediamo chi indovina.
Quale piano hanno Ruggero e gli altri? Chi e` il misterioso Lui?
A presto.
Baci.




 

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