CIAO A TUTTI...
ALLORA.... IN QUESTO CAPITOLO CI SARANNO UN BEL PO' DI NUOVI PERSONAGGI... MA TRANQUILLI CHE ORA SONO PRATICAMENTE FINITI ALMENO PER UN BEL PO'!
SE VI HO FATTO TROPPA CONFUSIONE PERO' DITEMELO MI RACCOMANDO...
UN BACIO E BUONA LETTURA!
CAPITOLO TRE
UNO LUGLIO
· Cosa c'è. ?- Mugugnai ancora nel mondo nei sogni in direzione di mia mamma che stava decisamente cercando di dirmi qualcosa.
· C'è Matilde fuori dalla finestra. - Ripeté di nuovo mentre io, questa volta decisamente più sveglia, mi rizzavo a sedere costatando che erano le nove e tre quarti del mattino e che probabilmente la bimba era lì da un quarto d'ora.
La sera precedente, infatti, prima di averle augurato la buona notte le avevo detto di presentarsi in camera mia alle nove e mezzo così avremo fatto colazione insieme.
· Cazzo... - Mormorai fra me e me spalancando la serranda per farla entrare, mentre mia mamma mi faceva ciao ciao con la mano, dopo essersi messa la crema solare, prima di uscire dalla porta diretta in spiaggia.
Se dovevo essere sincera, ero ancora parecchio intontita poiché avevo preso sonno solo verso le due e la notte precedente, non è che avessi dormito molto di più, a causa di questo, mi ero completamente dimenticata della moretta che mi guardava con i suoi due occhioni castani.
· Toby dorme ancora e mamma e papà sono andati via da un pezzo. - M’informò mentre io annuivo facendole segno di accomodarsi sul mio letto, per poi sparire in bagno a prepararmi.
Una volta che fui pronta, la presi per mano e m’incamminai verso il ristorante dell'hotel.
Era una bella giornata, il sole risplendeva limpido sul mare e i pochi turisti già svegli si stavano dirigendo in spiaggia.
Ero ancora intenta a contemplare il paesaggio intorno a me, quando un ragazzino dai capelli neri si scontrò con forza contro Matilde rischiando di mandarla a terra.
· Hem scusate... - Disse imbarazzato tenendo gli occhi bassi mentre io lo osservavo divertita.
Anche se era parecchio alto, si poteva intuire perfettamente che non aveva più di dodi'anni.
I capelli scuri erano tutti spettinati e una maglia rossa leggermente grande gli arrivava quasi fino al ginocchio.
· Tranquillo, come ti chiami?
· Io. io... mi chiamo Fabio... - Sussurrò prima di scappare via mentre io e Matilde lo guardavamo allontanarsi sorprese.
***
Avevo finito di fare colazione da neanche cinque minuti quando qualcuno cominciò a chiamarmi.
· Hey tu, si proprio tu con i capelli biondi e la maglia dell’Hollister dico a te! - Urlò nuovamente l'animatrice del villaggio mentre io dopo essermi guardata intorno per essermi assicurata che parlasse con me, mi avvicinavo incerta.
· Si?
· Hai meno di diciassette anni? - Mi domandò mentre al suo fianco una ragazza dai lunghi capelli ricci mi guardava sorridente.
· Sì... ne ho sedici. - Alla mia affermazione un grido di gioia si levò dalla bocca di ognuna mentre Matilde spaventata da quelle due pazze si nascondeva dietro di me.
· Fantastico allora non puoi dire di no, sei nei SEVENTEEN! - Continuò sventolandomi davanti al viso il foglio d'iscrizione che presi in mano senza sapere bene cosa dire.
Non avevo la più pallida idea di cosa fossero i Seventeen e non ero neanche tanto sicura di volerlo sapere, ma a quanto pare non avevo molta scelta dato che le due ragazze si erano abbandonate a un'emozionante conversazione.
Incerta non sapevo cosa fare, fu Matilde a tirarmi fuori da quel guaio.
· Bianca, mi accompagni a vedere se Tobia dorme? - Chiese mentre io annuivo e salutavo le due ragazze dirigendomi verso le camere.
Sfortunatamente però, nel momento esatto in cui svoltammo l'angolo, la piccola cominciò a ridere come una pazza.
· Io non vado nel Mini Club e invece ci finisci tu! - Esclamò mentre io mettevo il broncio cominciando a farle il solletico.
· Ah si è così, ne sei sicura?
· Si! Se è come quello dell'anno scorso io, non ci vado!
Risi. Effettivamente l'estate precedente si era ritrovata con un'animatrice che parlava solo russo e la settimana non è che fosse passata molto veloce.
· Vuoi che andiamo a vedere che lingua parlano?
· Va bene, dopo mi accompagni... però vediamo cosa c'è scritto nel foglio che ti hanno dato! - Annuii e mi sedetti sullo sdraio cominciando a leggere a voce alta mentre la piccola mi si sedeva in braccio.
" SETTEMARI CLUB!”
CHE SPLENDIDA VACANZA!
I teenager cercano, anche in vacanza, esperienze aggreganti, divertenti e memorabili, “da raccontare”, che rimangano scolpite nella loro memoria.
Seventeen è il teen club dei Settemari Club dedicato ai ragazzi dai tredici ai diciassette anni compiuti, con aree riservate e programmi su misura per loro. È l’occasione di entrare a far parte di una grande community, incontrare tanti nuovi amici con i quali condividere la fantasia, la creatività e le passioni. I ragazzi saranno capitanati dai simpatici animatori Seventeen, pieni di entusiasmo ed energia coinvolgente, che proporranno un ricco programma di Party, pranzi e cene in gruppo, laboratori ed escursioni in esclusiva, show musicali, tornei, sfide notturne e tanto altro! Tranquilli sarà una vacanza da ragazzi.
Sorrisi, tutto sommato non sembrava male e poi, avrebbe potuto tranquillamente partecipare e iscriversi pure Tobia, per questo motivo dopo aver guardato Matilde per qualche secondo di troppo, completamente concentrata nei miei pensieri, la afferrai per mano e la trascinai al miniclub, dove due animatrici stavano parlando con alcuni genitori.
· Parlano in italiano! - Mormorò la mora al mio orecchio.
· Sì, contenta? - Chiesi mentre a quella domanda la bimba annuiva felice.
Neanche il tempo di aggiungere altro che le due ragazze si avvicinarono.
· Ciao, avete bisogno di qualcosa?
· Sì, lei vorrebbe iscriversi. - Risposi indicando Matilde che si era fatta subito timida davanti alle due sconosciute.
· Oh ciao, io sono Rosa e lei è Denise - Si presentò la bionda mentre l'amica ci salutava con la mano. - Tu come ti chiami?
Per qualche altro minuto restai lì a parlare con entrambe fin quando la piccola non si decise a lasciarmi la mano informandomi che potevo anche lasciarla lì e che ci saremo viste solo all'ora di pranzo.
Annuii felice a quell'affermazione e salii la scala diretta alla piscina, dove solo mezz'ora prima avevo incontrato le due ragazze, che con mia grande contentezza erano ancora li.
· Oh sei tornata! - Fu la prima cosa che dissero mentre mi accomodavo vicino a loro.
***
Erano circa le undici ed io mi trovavo seduta a un tavolo situato sul bordo della piscina a contemplare il bagnino dell'albergo e un cameriere parlottare amabilmente fra loro.
· Non male eh! - Esclamò Giorgia mentre io le lanciavo un'occhiata d'intesa.
Da quando ero andata a sedermi con le due ragazze, se pur inizialmente parecchio scettica e incerta, ora cominciavo a sentirmi più rilassata.
Le due, infatti, erano parecchio simpatiche.
Silvia, la riccia e soprattutto la vacanziera, aveva la mia età e veniva da Trento mentre Giorgia, l'animatrice ancora senza divisa poiché era arrivata all'albergo solo la sera precedente, aveva diciannove anni cioè l'età della maggior parte della gente con cui uscivo di solito.
· Si confermo...
· Secondo me il bagnino è il più bello – Continuò l'altra mentre io mi soffermavo a osservarlo.
Tutto sommato era d'accordo.
Con il fisico perfettamente scolpito e le braccia muscolose faceva già la sua bella figura, ma se si parlava anche del viso allora li, a quel punto, non si poteva far altro che paragonarlo a un modello di biancheria intima.
A quel pensiero un ghignetto divertito apparve sul mio viso. Sapevo di non star facendo pensieri proprio casti, ma il fatto che avesse i capelli tagliati di lato e quelli centrali tutti pettinati verso destra, con un accenno appena visibile di baffi e uno stranissimo orecchino, almeno ai miei occhi, lo faceva essere perfetto.
Stavo ancora fantasticando su di lui quando in lontananza, esattamente dalla parte opposta della piscina, notai il ragazzino che quella mattina aveva investito me e Matilde e senza pensarci due volte mi alzai in piedi cominciando a urlargli dietro.
Non sapevo perchè lo stavo facendo, ma mi sembrava la cosa giusta e sicuramente lo parve solo a me poiché il poveretto dopo essere diventato, tutto rosso fu pure obbligato ad avvicinarsi.
· Lui è Fabio! - Dissi tutta felice mentre si sedeva di fianco a noi.
· Ciao, quanti anni hai?
· Hem... io... io... io... ne ho tredici mormorò incerto mentre la mia attenzione veniva catturata da altre due persone.
I due fratelli della sera precedente, infatti, quelli che avevo visto mentre Tobia guardava facebook, stavano passeggiando sul bordo della piscina, e dopo aver salutato il bagnino e un altro tipo brutto e occhialuto saltato fuori da chi sa dove, si stavano avvicinando a noi.
Per questo motivo, non mi accorsi subito che oltre a Fabio, erano arrivati altri due ragazzi circa della mia età.
Ero imbarazzata.
Io con quella ragazza volevo farci amicizia. Non sapevo perchè, ma m’ispirava simpatia al che, quando si avvicinò a noi chiedendoci se poteva unirsi, fui ben felice di sporgergli una sedia.
· Io sono Gloria e lui è Alex. - Disse indicando il fratello seduto a neanche due centimetri da lei. - Siamo già qui da una settimana, ma l'altro gruppo, quello precedente a voi ci stava antipatico e così abbiamo deciso di starcene per i fatti nostri.
· Beh ciao... - Mormorai rendendomi conto solo in quel momento che le persone intorno a me si erano decisamente moltiplicate e così, decisi di rivolgermi ai due ragazzi con cui non avevo ancora spiccato parola.
· Voi siete?
· Io sono Alberto. - Rispose il più grande, un tipo con capelli castani e un bel sorriso stampato in faccia.
· E io Giacomo.
Annuii dopo quell'affermazione e mi concentrai sulla ragazza appena arrivata che se non ricordavo male si chiamava Gloria.
***
· Chi vuole una coca-cola? - Chiese Giorgia dopo l'ennesima risata di gruppo.
Da circa due ore, infatti, eravamo seduti al bar della spiaggia a parlare dei fatti nostri e con mia immensa gioia, ero pure riuscita a fare amicizia con Gloria e spesso, mentre gli altri affrontavano discorsi di qualsiasi genere, io e lei ci ritrovavamo a parlare per i fatti nostri.
Le sensazioni che avevo provato la sera precedente erano giuste, era una ragazza solare e simpatica, e passare tempo con lei non mi dispiaceva per niente.
L'unico aspetto che avevo sbagliato era l'età.
Se solo fino a poche ore prima pensavo che fosse più grande di me, pochi minuti dopo averla conosciuta, avevo appurato che non era così.
La mora, infatti, aveva un anno meno di me e questo, anche se inizialmente mi aveva sorpreso molto, mi aveva pure fatto sorridere.
Di cose in comune pareva ne avessimo fin troppe, dai ragazzi stronzi al fatto che entrambe fossimo negate negli sport con la palla.
Così, alla domanda di Giorgia, forse l'animatrice più pazza e simpatica che avessi mai conosciuto, lanciai un'occhiata alla mia nuova amica per poi rispondere.
· Noi prendiamo due coche! - Venendo seguita a ruota da praticamente tutto il gruppo.
Dovevo ammettere che eravamo parecchi.
Dieci per l'esattezza se non contavamo Tobia e un altro ragazzo che molto presto, avremo obbligato a iscriversi. Ragazzo che se non avevo capito male, era il tipo con la barba che in aeroporto litigava con il fratellino per chi dovesse portare il benedetto zaino rosa.
· Abbiamo pochi maschi! - Piagnucolò all'improvviso Silvia, la ragazza che quella mattina presto era al fianco di Giorgia quando mi avevano racimolato per iscrivermi ai Seventeen.
Risi a quell'affermazione. Effettivamente era vero. In quel momento intorno a me ce n'erano solo quattro:
Fabio, il ragazzino tredicenne che mi aveva investito quella mattina e che, stando alle sue parole, ballava il rap.
Alex, il fratellino minore di Gloria, che stando ai miei pensieri sarebbe diventato ben presto un badboy.
Giacomo, tanto carino e simpatico quanto chiacchierone e sorridente e infine Alberto, finora il più grande dei ragazzi ma comunque con un anno in meno di me.
Non era brutto, decisamene il suo metro e ottanta sapeva portarlo, anche se per i miei gusti era troppo timido e silenzioso, ma nonostante ciò, non era il mio tipo e questo mi dispiaceva, perchè oltre il bagnino nell'albergo non avevo visto ancora nessuno con cui divertirmi per l'intera settimana.
· Ma tu ieri sera non eri con uno? - Esclamò all'improvviso Alex facendomi sobbalzare.
Fino a quel momento, infatti, non avevo nominato il nome di Tobia a nessuno dato che non sapevo se il biondino avrebbe accettato di venire in gruppo con noi o no.
Conoscendolo ci avrei messo parecchio tempo a convincerlo e se non ci fossi riuscita, mi sembrava stupido munire di false speranze l'intera parte femminile del gruppo.
· Si si ecco... sta ancora dormendo.
· E tu come fai a saperlo? - Chiese Stefania, una ragazzina che per qualche strano motivo non riusciva proprio a starmi simpatica e, infatti, ci avevo scambiato poche parole.
· Siamo assieme quindi... - Mormorai nel momento esatto in cui Giorgia tornava con le nostre bibite riuscendo così, a chiudere il discorso Tobia almeno per un altro po'.
· Che ne dite di andare a fare un bagno in piscina? - Chiese sorridendo poco dopo mentre un coro di urla investiva il bar.
***
Stavo nuotando bella tranquilla in acqua parlottando del più e del meno con Gloria quando in lontananza, oltre il bagnino, scorsi Tobia farmi segno di raggiungerlo a bordo piscina.
Sbuffai e dopo essermi girata verso la mia nuova amica scusandomi, m’immersi in acqua nuotando fino all'altra parte della vasca.
· Ciao... - Mi salutò il biondo non troppo felice.
· Salve, svegliato adesso?
· No... sono andato a correre...
Stavo per rispondere che era pazzo ad andare a correre con quel caldo quando notai che le sue gambe erano completamente rosse.
· Toby... ma che cazzo... - Mormorai incera avvicinandomi per costatare se si trattasse di sangue o di colore.
· Sono caduto dentro i rovi.
· Eh?
· Senti, volevo andare a correre, sono uscito dalla finestra come ha fatto mia sorella sia ieri sera sia, sta mattina e poi volevo raggiungere la cima di quel monte li vedi? - Chiese indicandomi un monticello non tanto alto esattamente di fronte a noi.
· Si si lo vedo...
· Ecco, quindi ho scavalcato il muro e c'erano dei cespugli... pensavo fossero morbidi e invece sono rovi e per di più ci si sprofonda dentro... saranno alti un metro circa.
A quell'affermazione non sapevo se scoppiargli a ridere in faccia, e ci mancava davvero poco, o se preoccuparmi per tutto il sangue che lo ricopriva dalle caviglie allo stomaco.
Era assurdo, quel ragazzo in ogni situazione riusciva a mettersi nei guai.
· Hem... vuoi una mano, oppure che ti aiuti a togliere tutto e a ripulirti?
· No no va beh... - Mormorò prendendo l'asciugamano da piscina per poi passarselo sulle gambe in modo da pulire le tracce della sua disavventura pseudo sportiva.
Storsi il naso a quella vista e feci finta di niente.
Dovevo ammettere che vederlo dal basso verso l'alto non era tanto male.
Da come lo ricordavo, era cresciuto. I muscoli erano diventati molto più visibili e anche la tartaruga, che l'anno precedente non c'era, faceva la sua bella figura sul fisico abbronzato del ragazzo.
Scossi la testa a quel pensiero e mi ripetei mentalmente che a me non piaceva.
· Oi, ma hai fatto amicizia con la ragazza di cui mi parlavi ieri? - Chiese dopo un attimo d’incertezza riferendosi a Gloria che nuotando lentamente si stava avvicinando a noi.
· Sì, è carina vera?
· Mmm... sì.
· Il tuo mmm sì, lo prendo come un mi piace e vorrei conoscerla? - Chiesi schizzandolo un po' con l'acqua mentre lui mi lanciava un'occhiataccia delle sue.
Era buffo, da quando la sera precedente c'eravamo messi a parlare in tranquillità riuscivo a capire meglio cosa passasse per la sua testa.
Che fosse un ragazzo chiuso e riservato l'avevo sempre saputo, ma ora mi rendevo conto che sotto il carattere da orso, in verità c'era un brutto anatroccolo che aveva voglia di diventare grande.
· Gloria ti presento Tobia. - Dissi dopo qualche secondo dopo mentre i due si stringevano la mano sotto la mia aria compiaciuta.
Che sarei dovuto diventare cupido era chiaro, conoscendo Tobia, anche se la sera precedente mi aveva detto di essere innamorato di una ragazza che viveva vicino a casa sua, dubitavo si sarebbe tirato indietro... La domanda era: Gloria, cosa ne avrebbe pensato?
***
· C’era una volta una strega che viveva in una casa su una collina, la sua casa era rossa, il tetto era rosso, le persiane gialle. Il tavolo era verde, le sedie blu, il letto arancione e il water nero. La strega si chiamava “ Frittella”.
Ogni giorno la strega combinava un danno; faceva pasticci dappertutto, magie stregate, rompeva i piatti, calpestava la coda del gatto.
· Pasticciona come Tobia! - Esclamò Matilde distesa sul mio letto mentre io scoppiavo a ridere come una pazza.
Erano le quattro di pomeriggio ed io e lei eravamo spaparanzate sul letto matrimoniale da tipo un'ora, intente a leggere storie su storie per passare il tempo.
Dopo la visita di Tobia in piscina, infatti, ero stata ancora un po' di tempo con i Seventeen a parlare del più e del meno fin quando non ci era venuta fame.
In realtà, avrei potuto trascorrere pure il pranzo con loro, ma lasciare Toby da solo mi dispiaceva, e così mi ero incamminata verso il nostro tavolo trovando i nostri genitori, ai quali feci subito firmare il modulo d’iscrizione sia mio sia suo.
Non che al ragazzo avessi già parlato della cosa, ma speravo che così, pure sua mamma mi avrebbe dato una mano a convincerlo.
· Dai, ci divertiamo! - Avevo piagnucolato mentre lui masticava fin troppo lentamente la sua bistecca.
· No, sono troppo piccoli.
A sentire quella frase avevo deciso di mentire.
Alla fine, se non l'avessi fatto, probabilmente, avrei passato l'intera vacanza sentendomi in colpa perchè io mi stavo divertendo e lui no.
· Non è vero! Vedi quella con il costume giallo? - Avevo domandato indicando Silvia seduta al tavolo dei Seventeen.
· Quella con le due tette enormi intendi?
· Si lei... beh, lei ha la tua età e il ragazzo lì vicino, Alberto si chiama ha la mia.
· Quindi non sono tanto piccoli...
· No te l'ho detto! Senti facciamo così... questo pomeriggio alle cinque, c'è una partita di calcio giù in spiaggia. Partecipano sia quelli del nostro gruppo sia gli adulti...
· E quindi?
· Tu ami il calcio! Gioca e vedi se ti stanno simpatici! - Avevo esclamato esasperata nel momento esatto in cui Rudy, suo padre si accorgeva delle gambe completamente piene di tagli.
Continuai a ridere pensando a quella scena dove il padre si era messo a urlargli dietro che era un grandissimo deficiente, e cominciai a fare il solletico a Matilde.
Io amavo quella bambina!
Avrei potuto passare ore e ore in sua compagnia a leggerle libri, ma per fortuna si era trovata pure lei un'amichetta al mini-club facendo accrescere in lei la voglia di andare in quel luogo.
· Biancaaa – Urlò all'improvviso dopo aver guardato il mio telefono.
· Si?
· E' tardi, dobbiamo andare! - Detto ciò scese dal letto, mi afferrò per mano e mi trascinò in terrazza, dove scavalcammo per poi trovarci in una delle numerose strade del villaggio.
· Hai così tanta voglia di andare dai tuoi amici? - Chiesi ridendo.
· Sì perchè stiamo preparando una sorpresa.
· Aaah adesso capisco, e dimmi un po', dove dovete trovarvi?
· In spiaggia credo! - Annuii e m’incamminai giù per la discesa in modo tale da accompagnare la piccola al mare e poi dirigermi al campo da pallavolo dove probabilmente sarebbero stati tutti gli altri.
***
· Biancaaa! - Urlò Gloria nel momento esatto in cui mi vide per poi corrermi incontro mentre un mormorio di disappunto, si alzava dalle bocche degli altri, poiché così facendo, aveva abbandonato il campo da gioco.
· Hey, ma tu non eri quella che non sapeva neanche toccare la palla? - Domandai mentre lei annuiva.
· Sì, infatti, mi hanno obbligato a giocare! - Risi a quell'affermazione e mi sedetti sul muretto scoprendo che la ragazza non era l'unica a non saper giocare.
Sorrisi a quel pensiero e continuai a guardare le ultime azioni della partita.
Ero felice.
In poche ore mi ero trovata un gruppo e dubitavo che sarei riuscita a dimenticarlo una volta finite le vacanze, stavo bene con loro!
· Andiamo al bar della spiaggia? - Proposi dopo un po' ricevendo l'approvazione da parte di tutti gli altri.
Canticchiando fra me e mi andai a sedermi stando ben attenta da prendere il tavolo più lontano da dov'erano seduti i miei genitori e quelli di Tobia, che probabilmente stava ancora dormendo in stanza da letto.
· Sentite un attimo. - Richiamò la nostra attenzione Giorgia mentre tutti ci giravamo a guardarla.
· Si?
· Questa sera, dopo lo spettacolo sarebbe programmata l'escursione al Kahlua per il nostro gruppo.
· Escursione dove!? - Domandammo tutti in coro mentre Gloria e Alex si lanciavano un'occhiata complice.
· Il Kahlua sarebbe una specie di disco bar, dove si balla sopra i tavoli e se beve e ci andremo verso le undici e mezzo per poi tornare all'una e mezza. - Ci spiegò brevemente la nostra animatrice.
A sostenere la verità non sembrava una brutta idea, ma dubitavo che i miei genitori mi avrebbero concesso il permesso di stare fuori salvo che...
Con una nuova idea in testa, mi alzai da tavola e svoltai angolo dirigendomi verso di loro.
· Mamma, questa sera io e Tobia possiamo andare in un disco-bar fino l'una e mezzo? - Chiesi tenendo incrociate le dita dietro la schiena.
· Beh... se viene anche Tobia, penso di sì... - Mormorò non del tutto convinta mentre io con il sorriso più smagliante che potessi avere le rispondevo a pennello.
· Oooh puoi giurarci che viene! - Detto ciò feci dietro font e tornai dagli altri più soddisfatta che mai.
A dir la verità, l'unico problema era convincere il ragazzo a venire, ma in un modo o nell'altro ci sarei riuscita.
Non sapevo perchè, ma a patto che Toby fosse con me, i miei mi avrebbero fatto fare qualsiasi cosa e questo mi pareva fantastico.
Motivo per cui, non mi sarei fatta assolutamente rovinare la vacanza da quel testone, a patto di mettergli un collare e portarmelo al guinzaglio per tutto l'arco delle due settimane.
· Io e Tobia possiamo venire! - Esclamai una volta che mi fui accomodata nuovamente sulla sedia di plastica.
· Tu e chi? - Chiesero in pratica tutti.
· Io e uno di diciassette anni che ora sta dormendo... - Risposi mentre Stefania, la ragazzina odiosa che quella mattina mi aveva fatto domande su di lui, s’intrometteva nuovamente nella conversazione.
· Quello con cui sei in vacanza?
· Si lui...
Per tutta l'ora successiva continuammo a parlare del più e del meno mentre io continuavo a lanciare occhiatacce maligne in direzione della ragazzina, con il sottofondo delle risate di Gloria che spesso non riusciva a trattenersi.
Tanto quanto amavo una, alla stessa maniera odiavo l'altra e questo significava, che una l'avrei sposata e una l'avrei volentieri ammazzata.
· Bianca, guarda che io e mio fratello questa sera non ci siamo... Dobbiamo andare a mangiare a Cora, la capitale di Naxos. - M’informò dopo un po' mentre io le lanciavo un'occhiataccia.
· Come non ci sei!? Ma non puoi andarci un altro giorno a mangiare fuori?
· Eh no... Al Kahlua ci sono andata la scorsa settimana e non è che mi sia divertita più di tanto... - Cantilenò prima di mordermi un braccio mentre io scattavo in piedi ridendo.
· Ma uffaaaaa!
· Eh oh...
Sbuffai e tornai a sedere mentre Giorgia attirava nuovamente la nostra attenzione.
· Ragazzi, guardate che fra pochi minuti comincia la partita di calcio... che dite se ci troviamo tutti alle sei in piscina? - Chiese mentre tutti annuivano.
· Sì, noi giochiamo e poi raggiungiamo voi ragazze ok?
· Perfetto, e allora alziamoci! - Detto ciò tutti insieme ci incamminammo verso il capo da calcio, luogo da cui noi ragazze avremmo dovuto continuare la nostra camminata in direzione della piscina.
Quella però non mi sembrava una bella idea.
Avevo detto a Tobia di andare a giocare a calcio e volevo essere sicura al cento per cento che ci andasse e che non se la svignasse solo pochi minuti dopo, così, dopo averci pensato per qualche minuto di troppo, mi girai verso la mia nuova amica.
· Glo... ti andrebbe di vedere la partita di calcio?
· Boh sì perchè?
· Beh ecco... io non ho voglia di andare in piscina e poi c'è Tobia che ti vorrebbe conoscere...
· Ma io sono fidanzata da un anno! - Esclamò lei sgranando gli occhi.
· Eh va beh, quel che succede in Grecia resta in Grecia! - Risposi nel momento esatto in cui un mormorio si alzò dalle bocche di tutte le altre ragazze che in confronto a quella mattina, si erano moltiplicate notevolmente.
· Guardate che bello quello li.
· Sì, ha un modo di fare elegante
· Già è proprio bello.
Sbuffai a quelle affermazioni e tornai a parlare con Gloria.
· Ma stanno parlando ancora del bagnino? - Chiesi nel momento esatto in cui scorsi il viso parecchio seccato di Tobia farsi largo verso di noi.
***
· Bianca! - Mi chiamò il ragazzo in questione pochi minuti dopo mentre io allontanandomi dai Seventeen avvicinandomi a lui.
· Si?
· Sono venuto contento?
· Sii! Sei stato bravissimo comunque ti devo chiedere un piacere per questa sera... - Mormorai incerta.
· Sentiamo...
· Beh ecco, il gruppo organizza un'escursione in disco-bar fino all'una di notte, ma i miei genitori mi lasciano venire solo se vieni anche tu.
· Si beve?
· Sì...
· C'è Gloria?
· Sì... - Mentii con un bel sorriso stampato in faccia.
· E allora vengo... ora scusami ma devo andare a giocare a calcio.
In silenzio lo osservai allontanarsi.
Avevo mentito è vero, ma se non avessi detto ciò, molto probabilmente non avrebbe accettato di venire, e quella, non mi sembrava una bella cosa.
Sbuffai e m’incamminai verso il gruppo dei Seventeen per assicurarmi che almeno la parte del bere non fosse una bugia, ma nel momento esatto in cui rientrai nel gruppo, una sfilza di domande m’investì.
· Chi è?
· Quanti anni ha?
· Perchè non viene in giro con noi?
Risi e feci l'occhiolino a Gloria che se la rideva sotto i baffi per poi rispondere.
· Si chiama Tobia, fra qualche mese compie diciotto'anni e ci conosciamo perfettamente.
· Ma non è tuo fratello giusto? - Domandò Stefania, la ragazzina insopportabile mentre io scuotevo la testa.
· No no, siamo solo in vacanza assieme.
· Tu con sua sorella?
· Sì... - Sbuffai per poi salutare tutti con la mano e sedermi nel muretto lì vicino seguita a ruota da Gloria.
Per qualche minuto restammo in silenzio entrambe concentrate nei nostri pensieri.
Sorrisi al vento fresco della sera, e mi misi comoda a osservare il paesaggio.
La spiaggia sembrava un piccolo formicaio, ognuno era impegnato nel proprio compito: i bambini giocavano, le mamme li inseguivano, qualcuno leggeva il giornale e qualcun altro invece si stendeva lasciandosi accarezzare dai caldi raggi. Il rumore del mare era coperto dalle attività umane, un sottile chiacchiericcio si estendeva nell'aria, turbato solo a tratti da qualche urlo e qualche risata.
Se mi sporgevo un po' a destra, potevo vedere il mare in tutta la sua grandezza. Poche onde, poco vento, anche l'acqua sembrava emanare calore e la quantità di bagnanti in cerca di refrigerio né era la prova.
· Ci sei stata molto male per il tuo ex? - Mi domandò all'improvviso Gloria riferendosi a quello che le avevo raccontato solo quella mattina.
Per qualche altro secondo restai zitta fingendo di non aver sentito, fin quando non mi decisi a rispondere.
· Sai, è stato il mio primo grande e soprattutto vero amore... così mi piace ricordarlo. - Mormorai in risposta per poi perdermi con gli occhi a cuoricino nei miei ricordi – Ero innamorata di lui, probabilmente lo sono ancora... ma come ho imparato a capire nei mesi, probabilmente ho fatto amicizia con quei sentimenti troppo presto. Una storia d'amore a distanza durata tre anni sono duri anche per un adulto, figuriamoci per due ragazzini com'eravamo noi all'epoca.
· Sì però siete durati a lungo.
· Beh... diciamo che ce l'abbiamo messa tutta... e il fatto che io trascorressi l'intera estate in montagna con mia nonna aiutava parecchio.
· Sì, tre mesi interi passati in sua compagnia giusto? - Annuii e chiusi gli occhi ripensando a quei giorni.
A quel tempo era tutto fantastico e credevo che la vita, potesse regalare solo momenti belli se non qualche delusione.
· Sai, avrei sacrificato la vita per lui e non lo dico tanto per fare... ancora oggi, a distanza di tempo, ricordo quello che è successo quel giorno, ma soprattutto, quel che mi è rimasto più impresso è il tradimento della mia migliore amica.
· Ha fatto male?
· No, più che altro mi ha tolto tutto... mi sono ritrovata senza un ragazzo, senza la mia best-friend, senza il gruppo, senza il bambino che identificavo mio fratello... senza più niente.
· E perchè lei si è comportata così?
· Beh ecco... stando alle sue parole è sempre stata innamorata di lui, ma io non credo sia vero... più che altro si era innamorata della sacrosanta figura che facevamo io e lui insieme, mano nella mano da anni ormai.
· Ora ho capito, comunque guarda! Tobia ha fatto goal!
A quell'affermazione esultai assieme a tutto il resto della squadra fingendo di essere felice, ma se solo avessi potuto, se solo fossi stata sola, avrei tanto voluto poter piangere in tranquillità.
L'unico ragazzo che era riuscito a farmi dimenticare Matteo, era un mio compagno di classe di nome Matías, un palestrato che avrebbe dato la vita per l’Hollister e che amava l'MMA e il cartone di Naruto.
Per tutto l'anno scolastico avevo continuato a ridere e scherzare con lui rendendomi conto in poco tempo, che in quei momenti, dov'eravamo soli, riusciva a farmi sentire speciale e soprattutto a farmi dimenticare Matteo.
Nonostante ciò, le cose con lui non erano andate a finire bene e così, lentamente, stavo cercando di farmelo uscire dalla testa.
***
· Questo è il permesso per gli alcolici miei e di Tobia... - Mormorai in direzione di Giorgia per poi porgerle il foglio stando ben attenta a non farmi sentire dal ragazzo in questione che seduto sul muretto era a neanche dieci centimetri da me.
Quel pomeriggio, infatti, dopo avergli mentito su Gloria, ero venuta a sapere che in realtà noi Seventeen non avremo potuto comprare alcol alla presenza degli animatori, ma dopo aver parlato con mio papà, ero riuscita ad ottenere un tagliando che permetteva a me e a Toby di fare quello che volevamo.
Felice di ciò, mi allontanai dalla nostra animatrice e mi sedetti vicino a lui nel momento esatto in cui il ragazzo barbuto dell'aeroporto gli pestava il piede facendolo urlare di dolore.
· Ma che cazzo... stai attento! - Grugnì in direzione dello sconosciuto.
· Si scusa... - Stava per aggiungere altro quando Kevin, ricordavo il suo nome solo grazie al cartellino che aveva attaccato alla maglia, si avvicinò a noi e con un sorriso megagalattico, si rivolse al nuovo venuto.
· Weee il trentenne è qui con noi!
A quell'affermazione, i più piccoli del gruppo si girarono verso di lui con facce esterrefatte.
· Ma sei maggiorenne?
· Ovvio che è maggiorenne se no non avrebbe la barba che dici?
Risi a quelle parole e aspettai la risposta che non tardò ad arrivare.
· No! Ho sedi'anni non sono maggiorenne comunque mi chiamo Nicolò voi? - Detto ciò partì un giro di presentazioni infinite mentre Kevin e Giorgia facevano l'elenco dei partecipanti poiché pure diversi adulti avevano deciso di unirsi a noi per venire a ballare.
Una volta che ci fummo mossi, cercai Silvia con lo sguardo e mi ci avvicinai.
Col fatto che ero stata praticamente tutto il giorno in compagnia di Gloria, non è che io e lei avessimo fatto così tanto amicizia, ma mi sembrava più che giusto stare anche con lei, soprattutto perchè quella sera, se no, non avrei saputo con chi altro cimentare le mie chicchere.
Una volta che gli fui di fianco, costatai che stava parlando con Alberto, il moretto niente male con un anno meno di me che fino a quella sera, non aveva aperto bocca con nessuno.
Scossi la testa fra me e me e gli scompigliai i capelli.
· Ciao!
· Hey – Mi salutò – Posso farvi da cavaliere? - Disse in seguito porgendo a entrambe un braccio, cui io, mi attaccai senza pensarci due volte sotto le risatine isteriche di Stefania alla quale lanciai un'occhiataccia.
Ma perchè mi chiedevo io, le ragazzine dovevano sempre rompere le palle?
Per un buon quarto d'ora camminammo tranquilli al buio della notte.
In lontananza sentivo la voce di Tobia scambiare battute con altri ragazzi e questo mi faceva piacere, segno evidente che almeno non si stava annoiando poi tanto.
La strada greca era sabbiosa e piena di curve e gli unici momenti dove s’intravedeva qualcosa, era quando un quod o una macchina passava di fianco a noi.
Proprio per questo, ci misi un po' a capire da dove venisse la puzza lancinante che investì tutti all'improvviso.
Un immenso lago di sale sorgeva, infatti, alla nostra destra, circondato da pozze di catrame e altre sostanze poco identificabili.
· Oddio che schifo! - Esclamai disgustata.
· Si appunto e poi dubito sia un lago di sale, se mai sono latrine!
· Appunto! Qui ci vanno tutti i nostri bisogni! - Continuò Silvia mentre Alberto ed io annuivamo per poi tornare a parlare dei fatti nostri sperando così di dimenticarci della puzza.
· Fidanzata? - Domandò dopo un po'.
· No tu?
· Circa. ci stiamo mettendo assieme.
· Wow! Una coppia nascente insomma! - Dissi ridendo per poi rivolgermi alla riccia.
· E tu Silvia?
· Io non lo so...
***
· Bianca aspetta un attimo! - Mi chiamò Tobia prima di entrare nel locale.
· Si?
· Gloria?
· Hem... Gloria ha saputo solo all'ultimo momento di dover andare a cena con i suoi genitori, mi dispiace.
· Va beh... tutto sommato ho fatto amicizia con Nicolò, il tipo della barba... ma dimmi un po', tu con Alberto?
· Alberto?
· Sì, ci faresti nascere qualcosa? - Scossi la testa a quella domanda e m’incamminai dentro il locale senza dargli una vera risposta.
Non sapevo se avrei voluto stare con lui.
Era più piccolo e già questo mi sembrava strano, ma nonostante ciò, se fino a quella mattina ero convinta che fra me e il bruno non avrebbe mai potuto esserci nulla, durante la passeggiata di quella sera, mi ero convinta sempre di più che forse un qualcosa sarebbe pure potuto nascere, ma tutto.
sommato, lui era pure fidanzato no?
Sbuffai e mi avvicinai ai tavoli che Giorgia aveva unito per far si che ci stessimo tutti.
Con mia immensa sorpresa Alberto mi aveva tenuto una sedia libera vicino a lui, cosa che mi fece diventare tutta rossa.
Non ero abituata a ragazzi così. Matteo quando stavamo assieme, si era sempre rivelato un disastro in certe cose.
· Allora, cosa volete da bere? - Domandò Giorgia all'improvviso. - Oltre Bianca e Tobia, tutti gli altri devono prendere o una coca-cola, o drink analcolici.
A quella frase un fantastico sorriso apparve sia sul mio viso sia su quello di Toby che mi fece l'occhiolino nel momento esatto in cui beccai il suo sguardo.
· E così tu sei trasgressiva eh? - Mi domandò Alberto poggiando la sua mano sul mio ginocchio.
· Eh proprio, come se con un drink potessi andare ubriaca.
· Sì perchè adesso ti vanti pure di reggere l'alcol.
· Più di te sicuramente! - Cantilenai facendogli una linguaccia.
· Aaah sicura?
· Al cento per cento! - Risposi mentre Stefania si avvicinava all'orecchio di Tobia domandandogli qualcosa che non sentii mentre sulla faccia del ragazzo appariva una strana espressione.
Sbuffai.
Se quella ci provava con il mio biondino, gli avrei spaccato la faccia.
· Quindi cosa prendi? - Mi distrasse Alberto solo pochi secondi dopo.
· Non lo so... la stessa cosa che prende lui!
E così, pochi minuti dopo mi ritrovai con un Mojito in mano dalle dimensioni gigantesche.
A dir la verità, non avevo mai bevuto un mojito in vita mia dato che normalmente, mi dedicavo a sciottini o vodka lemon, e probabilmente, se l'avessi assaggiato prima, non l'avrei mai preso...
Almeno non in quel posto poiché faceva decisamente schifo, anche se c'era da ammetterlo, la quantità d'alcol era notevole.
· Ne vuoi un sorso? - Chiesi in direzione di Albi che mi stava osservando incantato da qualche minuto.
· Eh? Cosa? - Rispose confuso mentre io gli porgevo il drink con le due cannucce già a portata di mano.
Per un po' bevemmo piccoli sorsetti a vicenda circondati da tutti gli altri con i loro cocktail analcolici in mano, almeno finché Nicolò, il ragazzo con la barba che cominciava a starmi molto simpatico e che visto da vicino, assomigliava in maniera impressionante a un mio amico, non tirò fuori il problema della serata.
· Ma è possibile che qui facciano solo musica greca?
· Già... - Concordai poco convinta.
· Che ne dite se chiediamo al DJ di mettere qualcosa di un tantino più decente?
A quell'affermazione tutti annuimmo e ci incamminammo verso la pista da ballo mentre io afferravo per un braccio Toby.
· Oi, cosa diavolo ti ha detto la deficiente? - Chiesi scazzata.
· Parli di Stefania?
· Se...
· Mi ha chiesto se non ero geloso del tuo rapporto con Albi...
· Ma che diavolo le interessa? E poi, perchè dovresti essere geloso?
· Ah boh, è quello che ho risposto a lei! - Detto ciò mi afferrò per mano e mi trascinò sulla piattaforma, dove tutti stavano cominciando a muoversi poiché il DJ pareva essersi dato una svegliata.
Ora, tenendo in considerazione che io ero negata a ballare e che normalmente, quando andavo in discoteca con le mie amiche, venivo obbligata o meglio dire trascinata a ballare, trovarmi addirittura sopra la piattaforma mi creava parecchi problemi per non parlare delle numerose paranoie che si stavano insinuando nella mia testa.
Incerta mossi qualche passo, una sculettata di qua, un braccio in aria, tutti quei passi base che mi erano stati insegnati nei bagni più chiassosi e sporchi che avessi mai visto.
E proprio mentre il mio bacino stava scendendo per la terza volta, un braccio mi circondò la vita.
· Balli bene sai?
Rossa come un peperone mi limitai a un mezzo sorriso che, essendo il ragazzo dietro di me naturalmente non vide.
Stavo ancora pensando a che strani gusti avesse sulle ballerine, quando mi ritrovai faccia a faccia con Alberto.
Le sue mani intrecciate dietro la mia schiena, i nostri stomachi uno contro l'altro, le nostre bocche a un centimetro di distanza e poi eccolo li, il bacio che mai mi sarei aspettata di dare quella sera.
Oltre alla confusione che avevo in testa, come se non bastasse, si aggiunse l'applauso clamoroso di tutto il gruppo dei Seventeen che fece diventare il tutto, ancora più imbarazzante e soprattutto SBAGLIATO.
· Ma tu non eri fidanzato scusa? - Chiesi incerta mentre lui si stringeva nelle spalle.
· Ho detto che ci stiamo mettendo assieme, non che siamo fidanzati, e poi tu mi piaci molto di più.
Annuii impacciata a quelle parole e lo baciai nuovamente trovandomi a guardare Stefania appiccicata all'orecchio di Tobia, che per la cronaca se la rideva soddisfatto alla vista di me e Albi lingua contro lingue, per la seconda volta in una serata.
Anche in quell'occasione però, mi parve di notare un'espressione seccata sul viso del ragazzo e questa volta, potei sentire perfettamente la sua risposta: " Ancora, ti ho già detto nemmeno un po'!"
Sbuffai immaginando cosa gli avesse detto e tornai a baciare quello che durante tutta la settimana sarebbe stato il mio ragazzo, muovendo il bacino a ritmo di musica.
Per una buona mezz'ora restammo così, io e lui sopra la piattaforma a baciarci per bene, mentre gli altri ci ballavano intorno.
Era buffo, se fino a poco prima mi vergognavo di essere la su, ora cominciavo decisamente a sentirmi a mio agio.
· Hey, scusa se ti rubo la ragazza per un momento ma Bianca che ne dici di prenderci qualcos'altro da bere?
· Sì, ma questa volta scelgo io! - Dissi in cagnesco a Tobia che tirò su le mani a mo di bandiera bianca.
· Ok ok, cosa vuoi prendere?
· Cubalibre!
· E che c'è dentro? - Chiese Alberto mentre io e Tobia rispondevamo all'unisono.
· Rum bianco, Coca - cola e gocce di lime! - Detto ciò, scesi dalla piattaforma e seguii Toby al bancone non prima di essermi assicurata che il mio pseudo ragazzo stesse attento a non farci beccare dagli animatori.
· Testone, che ti ha detto, sta volta Stefania?
· Oh, ma si può sapere che te ne frega a te di cosa mi viene a chiedere quella?
· Beh mi da fastidio giacché parla di me! - Risposi incazzata mentre lui si grattava la testa pensieroso.
· Beh sì, forse hai ragione... Comunque mi ha chiesto se ero sicuro, di non essere geloso!
· Quella ha qualche problema! - Ribadii e detto ciò, presi il bicchiere che il barista ci stava porgendo e m’incamminai sorseggiando tranquilla verso Alberto fermandomi però ad ascoltare senza farmi beccare, la discussione fra Stefania e Fabio.
Si vedeva perfettamente che il moretto era imbarazzato e che se avesse potuto, sarebbe scappato il più lontano possibile dalla ragazza, ma sembrava che lei non ne volesse proprio sapere di lasciarlo andare.
· E' proprio una troia! - Stava dicendo lei.
· Io... io non ne sono sicuro... non penso sia così stupida da fargli le corna davanti agli occhi...
· E invece sì, te lo dico io che stanno assieme! E poi, mi chiedo come possa stare con due ragazzi così belli contemporaneamente!
· Secondo me non stanno assieme...
· E invece secondo me si! - Detto ciò si alzò e s’incamminò spedita verso Tobia che era ancora seduto al bancone a bersi il suo Cubalibre.
Sbuffai a quella vista e scossi la testa.
Farmi dare dalla troia da una ragazzina definente non mi piaceva per niente, ma non avevo neanche troppa voglia di litigare, e così, mi limitai ad andare da Alberto che mi stava aspettando a braccia aperte sopra la piattaforma.
· Saliamo sui tavoli? - Domandai.
· Ma tu non eri quella che odiava ballare e farsi vedere?
· Beh... tu eri quello fidanzato quindi... - Detto ciò lo trascinai sopra il tavolo tirandolo dalla camicia mentre un odore fin troppo conosciuto m’investiva.
Per qualche secondo restai immobile.
Il respiro fermo in gola e le lacrime con una voglia matta di uscire.
· Hai il profumo dell’Hollister vero? Quello trasparente con il tappetto d'oro?
· Sì perchè? - Niente mormorai impacciata.
Fino a prima non l'avevo sentito per via di tutti gli odori presenti in quella stanza ma ora li, mi rendevo perfettamente conto di che profumo indossasse.
Il profumo di Matías, il profumo che per serate intere mi aveva cullato durante tutto l'anno.
Il profumo del ragazzo che probabilmente, anche se non volevo ammetterlo amavo tanto quanto il mio ex Matteo, il profumo del ragazzo che avevo voluto vedere felice aiutandolo a stare con un'altra ragazza quando sarei stata disposta a tutto pur di stare con lui.
E li, con la musica dei grandi DJ americani sparata a palla nelle orecchie, la testa leggera per via dell'alcol, le mie gambe che si muovevano da sole sopra il tavolo, le braccia di un ragazzo sconosciuto che mi stringevano chiusi gli occhi e lo baciai.
Ma non fu un bacio come tutti gli altri dati quella sera, lo baciai immaginando di baciare qualcun altro, lo baciai con il profumo dell’Hollister che m’inondava le narici, lo baciai con le mani sprofondate nei suoi capelli e una lacrima solitaria sulla mia guancia.
Perchè ero diventata così?
Io che avevo sempre odiato le ragazze che andavano con tutti...
Io che da piccola, prima di mollarmi con Matteo, non avrei mai pensato alle storielle di un'estate...
Io che molto probabilmente, fino a quel momento, avevo amato due ragazzi nella mia vita.
SPERO PROPRIO CHE IL CAPITOLO VI SIA PICIUTO ;)
FATEMI SAPERE SE VI HA FATTO TROPPA CONFUSIONE!
BACIOOOO
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