hope

di louisvoice_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di una lunga storia ***
Capitolo 2: *** il bagno, il nostro oracolo ***
Capitolo 3: *** tristezza o felicità? ***
Capitolo 4: *** iniziamo a sognare? ***
Capitolo 5: *** Finalmente arrivate ***
Capitolo 6: *** Sorprese a non finire ***
Capitolo 7: *** domani si riinizia! ***
Capitolo 8: *** alla Art Academy ***
Capitolo 9: *** *un mese dopo* ***
Capitolo 10: *** party time! All day, all night ***
Capitolo 11: *** primi sentimenti ***
Capitolo 12: *** All'ospedale... ***
Capitolo 13: *** Ancora niente di niente... ***
Capitolo 14: *** Liam: uomo libero!! ***
Capitolo 15: *** Romanticismo alle prime armi... ***
Capitolo 16: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 17: *** ti... ti amo ***
Capitolo 18: *** Erano tutto, ma tutto passa. ***
Capitolo 19: *** Un'ottima sveglia. ***
Capitolo 20: *** Amici di un mostro ***
Capitolo 21: *** Problemi? Problemi. ***
Capitolo 22: *** Un mondo tutto grigio... ***
Capitolo 23: *** Okay. ***
Capitolo 24: *** Grande famiglia ***
Capitolo 25: *** Babysitter. ***
Capitolo 26: *** Se solo potessimo tornare indietro... ***
Capitolo 27: *** Nuove verità ***
Capitolo 28: *** dejà-vu ***
Capitolo 29: *** Complicazioni ***
Capitolo 30: *** Out. ***
Capitolo 31: *** Little Flashback ***
Capitolo 32: *** The Enemy ***
Capitolo 33: *** Back To The Past ***
Capitolo 34: *** Glasgow ***
Capitolo 35: *** Escape ***
Capitolo 36: *** Hall ***
Capitolo 37: *** Brave ***
Capitolo 38: *** Hands ***
Capitolo 39: *** Joke ***
Capitolo 40: *** Christmas ***
Capitolo 41: *** Hill ***
Capitolo 42: *** Romantic guy ***



Capitolo 1
*** L'inizio di una lunga storia ***


Ciaoo!!
Mi chiamo Martina e ho 18 anni. Sono abbastanza alta, magra e carina; i capelli sono biondi, lunghi e mossi con le punte più chiare e gli occhi azzurro-grigi con riflessi gialli. Per quanto riguarda il carattere sono una tipa solare, allegra, socievole, simpatica e molto tenera; come del resto le mie amiche. Faccio il liceo linguistico “Luca Pacioli” e sono in classe con le tre ragazze migliori del mondo: Ludovica, Federica e Rebecca. La Ludo è la mia compagna di banco, ed è alta come me e le altre, con i capelli lunghi biondo cenere, e i colpi di sole naturali, gli occhi sono di un bellissimo verde speranza; magra e carina pure lei. Reby invece è seduta dietro di me ed è un po’ più bassa di noi, ma non si nota. Ha i capelli corti e castani con le meches bionde e gli occhi di color marrone cioccolato, ed è la compagna di banco di Fede, che secondo me è la più bella tra noi. Ha i capelli di media lunghezza, biondi biondi e gli occhi verde acqua.
La nostra amicizia è nata grazie alla scuola, perché è lì che ci siamo conosciute, e abbiamo scoperto di avere tante cose in comune: la passione per l’inglese, per esempio. E lo vogliamo studiare bene perché il nostro sogno nel cassetto è quello di andare a vivere nella magnifica Londra; poi andiamo anche matte per la musica e cela caviamo bene a cantare!! La nostra storia iniziò nell’ora di cinese…

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Capitolo 2
*** il bagno, il nostro oracolo ***


POV MARTY
Era venerdì ed io, Feddy e Reby eravamo sedute in classe ad aspettare l’arrivo della prof. Giulia Gondelli, che era quella che odiavamo di più in assoluto: la tipica professoressa precisina, severa ed isterica. Spettegolavamo sul ragazzo più figo della scuola, Matteo Ruzzani, che è in 5° ed ha un anno in più di noi.
Reby < Ma avete visto quanto è figo Teo?? >
Feddy < ODDIOOOOOOOOOOOO!!! Ragazze fatemi respirare, con calmaaa, con calmaaaaaa e... stop. Riguarda Teo, ci ha invitate tutte alla sua festa in discoteca domani sera!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Io < d-discoteca!?!? C-con Teo!? CHE CI METTIAMO?????? >
-Entrò la Ludo in fretta e furia-
Ludo (gridando) < Ragazzi, ragazzi! Arriva la Gondelliiiiiii >
Tutti ci sedemmo al nostro posto in fretta e furia, poi quando la vedemmo iniziammo a star zitti, appena in tempo. La prof entrò, vestita malissimo come al solito.
Prof < Buongiorno ragazzuoli. Avete studiato? Perché oggi sono in vena di mettere voti… quindi… interrogazione!!! Allora avete studiato!? >
Tutti < Siiii (con la solita cantilena della classe) >
Reby < Madre di Dio!! Io non ho studiato!!! >
Noi 4, stringendo i pugni, sussurrammo…
Noi < Facile.it, Facile.it, Facile.it! >
Prof < Rossi! Alla cattedra. >
Ludo <  O.o ha funzionato! >
-Durante l’interrogazione-
Io < Ludo!! Sai cos’è successo!?!?!?!?! Teo, si quello figo, ci ha invitate alla sua festa domani sera!!!! >
Feddy < Ma io non ha il vestito adatto! >
Reby < Manco io! Domani mattina tutte alla galleria a fare shopping!!!! >
Noi < Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii >
Prof < Spiezia, Fenini, Lobbia, Reina!!! Cosa state facendo!?!? Non tollero questi atteggiamenti durante le mie lezioni!! Vi faccio sospendere, capito!? >
Reby < Ma prof! Noi eravamo attentissime! >
Prof < Ah si? Mi è sembrato di vedervi chiacchierare! Volete pure the e pasticcini?!?!?!? >
Ludo < Si, grazie. Ma non tanti pasticcini che poi ingrasso. >
Io < Io invece preferisco l’aranciata, perché è ricca di vitamine, lo sa!? >
Prof < FUORIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Noi < ok ok va bene >
Percorremmo il lungo corridoio e arrivammo al bagno delle femmine, che era come un oracolo per noi. Entrammo e scoppiammo tutte a ridere… Feddy intanto cercava delle frasi in cinese sul telefono, perchè sicuramente ci avrebbe interrogate.
Io e Ludo (cantando) < Hello hello baby you called I can hear a thing… >
Reby < Dai ragazze, faccio un video!! >
Mentre cantavamo io fissavo la Feddy, che ad un certo punto strabuzzò gli occhi e lanciò un urlo che, se non le avessimo tappato la bocca, avrebbe spaccato i vetri.
Feddy < Ragazze!! Qui c’è un annuncio di un’accademia dove si studia canto, ballo, recitazione… cantare è il nostro sogno!! Poi guardate che bella che è! >
Ludo < Ma ragazze… è a Londra!! Non montiamoci la testa adesso, però fai uno screen e salvalo che ci ritorneremo. Ora però pensiamo allo shopping e alla festa di Teo, che quasi mi ammazzavo dopo averlo scoperto… >
La mattina dopo…

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Capitolo 3
*** tristezza o felicità? ***


POV MARTY
Siamo a scuola, e ci stiamo aspettando fuori dalla classe come sempre. Stavo parlando con Feddy e Ludo, quando arrivò Reby con una faccia pallida e molto triste.
Ludo < Reby! Che ti prende? >
Reby < Che la vita fa schifo e l’amore è un’illusione!! >
Io < Ehi ehi calma! Cerchiamo di parlare… >
Feddy < Parlane con noi, che ti ascoltiamo e magari troviamo una soluzione!! >
Reby < Quello stronzo… ma come si fa a far stare così male una ragazza? >
Io < Ma chi? Michele? >
Ludo < Suo zio guarda!!!!! >
Feddy < Oooooooh zitte che già sta male, poi se facciamo ste battute idiote eh!! >
Reby < In pratica ero vicino a lui e gli ho preso il cellulare, per vedere cosa diceva di me ai suoi amici e ho aperto una chat… Quella col suo migliore amico Alessio. Alessio continuava a ripetergli “ Ma dai non farla soffrire così, piantala!!! “  >
Ludo < Alt! Non ci capisco niente… Che ti stava facendo Michele!? >
Reby < Calma che ora ci arrivo. Ho letto tutti i loro messaggi e ho scoperto che si era messo con me per una scommessa, ma vattene affanculo!! Gli ho tirato uno schiaffo, dicendogli che era finita. Ma il bello è che oggi mi scrive “ Ciao! Come stai? “ cosi, come se non fosse successo niente!! >
Feddy < Ragazze arriva la fumagalli! >
Io < Io l’inglese lo amo. Dai andiamo a sederci che se ci becca qui fuori ci ammazza >
Ludo < Ne parliamo dopo, all’intervallo di Michele. >
Reby < Grazie mille per essermi vicine ragazze >
Noi tre < E a che servono gli amici!?!? >
Corremmo ai nostri posti e iniziammo a prendere appunti. Le ore prima dell’intervallo sembravano volare, perché non vedevamo l’ora di poter aiutare la nostra migliore amica che ci era sempre stata vicina nei momenti difficili. Finalmente suonò quella maledetta campanella.
POV REBY
Uscimmo dalla classe e ci fiondammo ai distributori, nidi dei corvi come Michele. Non era lì. Andammo ai bagni e ancora niente.
Marty < Dov’è quel vigliacco? Probabilmente è assente perché ha paura del mio istinto omicida! Eheh >
Ludo < Scusatemi. Per me è assente perché non vuole affrontare la Reby, essendo vile come pochi >
Io < Perché sa che io ho ragione e lui torto marcio! >
Feddy < Io, anche se fosse presente, non gli parlerei nemmeno >
Io < Spiegati >
Feddy < Non ce n’è bisogno! Non vedete come si è comportato? Un ragazzo maturo dovrebbe chiederti scusa baciandoti i piedi e lui nemmeno si degna di venire qui!!!!!!!!!!! >
Marty < La sai una cosa? Hai ragione cazzo! Ce con uno che non ti merita, Michele, non si dovrebbe perdere neanche un secondo! >
Ludo < Reby sei d’accordo? >
Io < Certo!! Ragazze siete fantastiche, come sorelle per me!! >
Ci abbracciammo tutte.
Feddy < Detto questo, possiamo pensare allo shopping e alla festa di stasera >
Io < Oddio la festa! Me ne ero completamente scordata!!!!!! >
Marty < Io no! Ho qui tutti i risparmi, sono furba io! >
Ludo < E non sei l’unica!!! >
A farci zittire fu la campanella. Avrei voluto non suonasse mai, lo giuro. Stavo per commuovermi prima, non perché mi avevano riempito di complimenti e mi hanno detto che sono matura, ma perché mi sono accorta che mi vogliono bene e che tengono a me.
Dopo la fine delle lezioni mangiammo una pizza per quattro al bar e prendemmo il pullman che arrivò di 20 minuti in ritardo. Arrivate al centro commerciale, tra risatine e battute idiote, ognuna di noi trovò abito e scarpe perfetti. Il mio preferito era quello di Marty: nero, lungo fino al ginocchio e senza spalline (tutti erano senza spalline e lunghi fino al ginocchio). Aveva una fascia di strass sul petto e un bel fiocco sul retro. Ci ha abbinato delle scarpe sempre nere, ma tutte ricoperte di brillantini, come anche la pochette. La Ludo invece ne ha preso uno che le stava benissimo: azzurro con dettagli d’argento e metterà delle decolleté bianche e una pochette bianca. Feddy invece ne ha preso uno blu elettrico, con il corpetto lavorato in pizzo e la gonna semplice. Il mio invece era rosso, con un fiocco enorme al centro del petto. Tutti fantastici!!!
Ludo < Vestite così faremo colpo! Però adesso è meglio che torniamo a casa e ci prepariamo per bene… >
Marty < Mi raccomando! Alle 9 davanti alla discoteca!
Io < Certo! Ricordatevi l’invito che altrimenti non ci fanno entrare! >
Feddy < Ok, allora alle 9. Vi voglio beneeeee >
Tutte < Anche noii!! >
POV LUDO
Ci rincontrammo davanti alla discoteca all’orario previsto. Eravamo tutte fantastiche! Ci credo, dopo un intero pomeriggio passato a prepararci non potevamo che essere bellissime! Entrammo senza problemi…
Marty < Woooo! Che posto da urlooo!!!!!!!! >
Reby < E l’atmosfera è accoglientissima! Mi piace!!
Feddy < E trasmettono musica bellissima!!! >
Io < Location perfetta, festa perfetta! In pistaaa >
Dopo un po che ballavamo, ci venne sete. Andammo tutte a prendere la coca-cola al bar, decorato benissimo pure quello. Ci sedemmo su un divanetto di pelle bianca e iniziammo a chiacchierare e sorseggiare. La Reby vide un ragazzo… strabuzzò gli occhi. Era Michele! Che baciava un’altra ragazza, sdraiati sul divano. Reby fece cadere il bicchiere per terra…

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Capitolo 4
*** iniziamo a sognare? ***


POV LUDO

Quel Michele lì non mi piaceva per niente, già quando stava con la Reby, poi ora si è scoperto che l'ha solo usata e si fa vedere subito con un'altra ragazza...........STRONZO il mio odio è salito alle stelle!!!!

 

POV MARTY

La Reby per me è una ragazza matura e piena di pregi. Ma io mi chiedo perchè perdere tempo con un coglione come quello?! A lei serve uno che abbia le idee chiare e che non usi le ragazze come “bamboline” perchè poi queste “bamboline” smettono di funzionare.

 

POV FEDDY

Io non avrei lasciato il bicchiere come Reby, piuttosto glielo avrei tirato direttamente in testa! Lei non si merita di soffrire perchè è una ragazza d'oro, con un cuore grande.

 

POV REBY

Perchè? Io mi chiedo semplicemente perchè!? Proprio io mi dovevo innamorare di un bastardo così, che crede che le ragazze siano solo dei giochi! Dovevo ascoltare le mie amiche, Ludo mi aveva detto che non le piaceva e che dovevo stargli alla larga, e le altre non erano da meno, ma io che faccio?! Lo frequento e mi innamoro, sono proprio una stupida! Ma nonostante questo ora il mondo mi è crollato addosso vedendolo con un'altra come se non fosse successo niente. Mi sedetti sul divanetto a pensare a queste cose e non mi accorsi neanche che ormai il mio viso era rigato dalle lacrime.....

 

POV FEDDY

Reby era lì, triste e sola mentre piangeva. Smettemmo tutte di ballare, anche perchè sembravamo delle idiote, e andammo a cercare di consolarla.

Marty < Reby come ti senti? >

Reby < Mi sento tradita, usata, triste.....e mi fa rabbia che io stia così male per un verme come lui! Dovevo darvi ascolto >

Ludo < Non è colpa tua. Non potevi saperlo, noi abbiamo solo espresso le nostre opinioni. >

Io < E poi a trattarti così ci perde lui. A te oramai non serve, perchè con un comportamento del genere di certo si è dimostrato un ragazzo non alla tua altezza.....è solo da cancellare dalla tua vita. >

Reby < Lo so pure io che è da cancellare, ma a vedere il vostro ex tutti i giorni,come reagireste voi? non è facile. >

Io < lo so che è difficile. Ragazze stacchiamo. Andiamocene di qui! Abbiamo solo problemi e ancora problemi, sia con gli amici che con i genitori. Alzi la mano chi in questa settimana ha litigato con i genitori o ha avuto qualche problema. >

Tutte e 4 alzammo entrambe le mani.

Marty < Cambiamo vita. Io mi sono letteralmente rotta i coglioni ad avere solo problemi. Vorrei semplicemente essere felice come deve essere una diciottenne! >

Ludo era persa nei suoi pensieri quando ad un certo punto gridò

Ludo < Sono un genio!!!!!!!!!!!!! >

Ci girammo tutte a guardarla come se dovessimo dire “ Che cazzo stai dicendo!?!?”

Ludo < Vi ricordate quando eravamo nel bagno perchè la Gandelli ci aveva cacciate?? >

Marty sembrava aver capito cosa intendeva, le si illuminarono gli occhi. Francamente io ero ancora perplessa quindi la ascoltai senza parlare.

Ludo < Feddy riprendi quello screen che ti avevo fatto fare... >

Finalmente tutte ci arrivammo: la soluzione era cambiare vita, ma cambiare anche stato!! L'accademia di Londra è un sogno per noi, ma potrebbe anche diventare realtà. Ma....ci sono difficoltà nell'andare a vivere da sole, per di più a LONDRA.

Reby < Per me dovremmo fare così. Ma come facciamo con la casa? >

Marty < Dovremmo cercarci un lavoro a Londra per mantenere la casa e noi! Per la casa potremmo anche comprarla senza affittarla, ma è davvero un problema perchè non abbiamo esperienza lavorativa e in inglese, ok siamo brave, però non so se saremo in grado di parlare solo quello. >

Io < E poi pagarci l'Art Academy, è costosa cavolo >

Ludo < E chi ci pensa al viaggio? Non credo sia così economico un volo a Londra. E c'è anche il problema di come ci muoveremo per la città, dovremmo prendere una macchina e solo Reby ha la patente >

Reby < bhe, allora vuol dire che vi farò da taxi!! ahaha >

Reby sembrava finalmente aver trovato l'ottimismo.

 

POV MARTY

Questa sera sarebbero rimaste tutte a dormire da me

*arrivate a casa andammo in camera e iniziammo a parlare*

Ludo < I problemi sono questi : il volo, la casa, la macchina, il lavoro e l'accademia. Allora per il volo non avevamo messo da parte dei soldi per i nostri sogni? >

Tutte < Giusto! >

Io < Li avevamo messi tutti in una scatola azzurra che ora è nel mio armadio. La prendo. >

Presi la scatola e l'aprii. Dentro, oltre ai soldi, trovai delle chiavi con un'etichetta che diceva “CL”, ovvero casa Londra e solo ora, mi ricordai di possedere una villetta proprio lì.

Non riuscendo a trattenere l'entusiasmo urlai alle ragazze .

Io < Ragazze abbiamo un altro problema risolto!!! Ho scoperto di avere una casa a Londra! >

Tutte incredule mi chiesero se stessi scherzando e io mostrai loro le chiavi.

Ludo < bhe direi che resta solo il problema della macchina, perchè il lavoro lo troviamo e di conseguenza anche i soldi per l'accademia e la macchina e anche per mantenerci >

Feddy < Bene direi che è tutto risolto...o quasi, dobbiamo ancora parlarne con i nostri genitori, ma siamo maggiorenni e la vita è la nostra e quindi partiremo con o senza il loro consenso! >

Tutte concordammo con Feddy e iniziammo ad iscriverci all'Art Academy, ognuno con il proprio cellulare.

Nome: Martina Fenini

Età: 18

Data di nascita: 24 dicembre 1995

Luogo di nascita: Milano

Corso: canto

Preferenze nella classe: Spiezia Ludovica, Lobbia Rebecca e Reina Federica.

 

POV REBY

Nome: Rebecca Lobbia

Età: 18

Data di nascita: 9 novembre 1995

Luogo di nascita. Milano

Corso: canto

Preferenze nella classe: Spiezia Ludovica, Fenini Martina e Reina Federica

 

POV FEDDY

Nome: Federica Reina

Età: 18

Data di nascita: 1 dicembre 1995

Luogo di nascita: Mantova

Corso: canto

Preferenze nella classe: Spiezia Ludovica, Fenini Martina, Lobbia Rebecca

 

POV LUDO

Nome: Ludovica Spiezia

Età: 18

Data di nascita: 31 dicembre 1995

Luogo di nascita: Napoli

Corso: canto

Preferenze nella classe: Fenini Martina, Reina Federica, Lobbia Rebecca

 

Tutte e quattro inviammo le iscrizioni e ci dissero che ci avrebbero contattato per il provino di ammissione alla scuola. Potenzialmente tutte potevamo essere ammesse.

 

Tutte < SIAMO INSCRITTE ALLA ART ACADEMY!!!! LONDRA ARRIVIAMOOOOOO!!!! >

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Capitolo 5
*** Finalmente arrivate ***


POV FEDDY
Rimasero tutte a casa mia a dormire quella sera… acquistammo anche i biglietti per Londra, saremmo partite il giorno dopo. Eravamo contente e agitate allo stesso tempo: avremmo cambiato vita, ma era la cosa giusta da fare?
Io < Ragazze, ho premuto “acquista”, non si torna indietro… >
Marty < Mi mancherà l’Italia, ma non cela si può fare! Viviamo in mezzo ai problemi!!! >
Reby < Ragazze… i miei mi darebbero il permesso per una cosa simile, ma i vostri genitori? Non possiamo scappare via così da un giorno all’altro! >
Ludo < Hai ragione… abbiamo già affrontato questo argomento, gli spiegheremo tutto appena prima di partire >
Io < Il volo è alle 9.00 di mattina, dovremmo alzarci verso le 6.00 perché abitiamo lontane, e poi come ci andiamo all’aeroporto!? >
Reby < Non preoccuparti, siamo venute qui con la mia macchina, vi porto io! Ragazze però ho un’idea!! >
Tutte < Dicciiii! >
Reby < Feddy vai a prendere la macchina fotografica e una bandiera dell’Italia, cel’hai vero? >
Io < Sisi, per quando abbiamo vinto i mondiali… corro! >
Reby < Ci facciamo una selfie con la bandiera dell’Italia, poi la mettiamo sul computer e ne stampiamo… vediamo… 8 copie. 4 per i nostri genitori e 4 per noi. Le nostre sono per ricordo, ma quelle per i genitori gliele faremo trovare domani mattina sul comodino… >
Marty < Insieme a una lettera in cui spieghiamo i motivi della nostra fuga, vi piace l’idea? >
Tutte erano d’accordo; così, dopo esserci scattate la foto più bella del mondo, ci mettemmo a scrivere… finimmo di fare tutto verso le 23.00 e decidemmo di andare a dormire.
POV LUDO
La sveglia suonò alle 6.00, era giunta l’ora. Chiamai le altre e insieme scendemmo nella camera dei genitori di Feddy, che ancora dormivano. Appoggiammo la foto sul comodino e Feddy gli mise di fianco la sua lettera, poi lei andò di sopra per preparare la valigia e noi scendemo a fare colazione.
Io < Come ci organizziamo per dopo? >
Reby < Allora… ci conviene fare così: quando siamo pronte io porto ognuna a casa sua e prepariamo tutto il necessario per il viaggio, dopo vi ripasso a prendere e andiamo in aeroporto, ci state? >
Marty < Per me è meglio che porti prima tutte e tre a casa della Ludo, poi a casa tua e a casa mia… così facciamo la valigia più in fretta >
Io < Si forse hai ragione, andiamo a casa mia per prime? >
Reby < Ok, poi a casa di Marty e infine a casa mia… Marty ti sei superata con queste omelettes!!!
Marty < Grazie! Ricetta della nonna J >
Io < Che dite? Ci dobbiamo svuotare l’armadio con i capi estivi e quelli invernali!! >
Marty < Facciamo una lista delle cose da prendere così facciamo velocissime! Inizio io e dico di portare tutti i vestiti, ma tutti! >
E così scrivemmo tutte le cose:
  • Tutti i vestiti e le scarpe
  • Spazzolino, dentifricio, spazzola e tutte le cose da bagno
  • Cellulare e caricabatteria
  • Trucchi e profumi vari
  • Portatile
  • Modulo di iscrizione stampato della Art Academy
  • Passaporti e tutto ciò che serve
  • Passatempi per il viaggio in aereo
  • Cartella e astuccio di scuola
  • Chiavi di casa
  • Risparmi
  • Curriculum per cercare lavoro
Io < C’è tutto allora!! >
Marty < Si, credo di si, se ci siamo dimenticate qualcosa lo compreremo lì a Londra >
Si erano fatte le 7.00 quando Feddy scese, finalmente pronta. Mise la valigia in macchina di Reby e partimmo.
Feddy < Sono in ansia!!! Ragazze non pensate all’asciugacapelli, l’ho preso io… e ho preso anche i piatti, i bicchieri, le posate e le salviette. >
Marty < Cavolo!!!! Noi in quella casa non ci siamo mai andati e quindi dovremo arredarla tutta! Ludo, quando arriviamo a casa tua prendi pure tu i piatti, i bicchieri, le posate e le salviette… se vuoi pure un tappeto o delle lampade >
Io < Farò il possibile >
Reby < Ludoooo! Siamo a casa!! >
Scesi e, con le altre, andai in camera mia a fare la valigia: ci mettemmo molto meno del previsto! Poi presi pure una borsa e ci infilai una lampada che sarebbe stata sul mio comodino e un tappetino da doccia, oltre a tutti gli utensili da cucina. Prima di uscire baciai i miei genitori che dormivano e appoggiai sul comò la foto e la lettera. Speravo mi avrebbero capita e perdonata per il casino combinato… uscii di casa, un po’ triste ma allo stesso tempo fiera di me stessa. Risalimmo in macchina.
Reby < Prossima destinazione: casa Fenini!! >
Marty < Siiii! Contate che nemmeno io ho mai visto questa casa, spero sia abbastanza grande per 4 persone! >
Feddy < Ottimismo!! Ragazze però… sicure di star facendo la cosa giusta? Insomma… io mi sento come se li stessi tradendo >
Reby < Tranquille! Preferite restar qui dove ogni giorno ce ne capita una diversa!? Io no >
Marty < Ma hai ragione, il punto è farlo così… senza preavviso… >
Io < Leggeranno la lettera e capiranno, ne sono sicura! >
Reby < Marty eccociii >
 
POV MARTY
Eccomi a casa… per l’ultima volta a casa. Corremmo tutte in camera mia a preparare la valigia, vestiti, scarpe… si. C’era tutto. Corsi in camera dei miei, che dormivano. Li guardai un’ultima volta, così appoggiai la lettera sul comodino e ci misi di fianco la foto.
Io *sussurrando* < Addio amori miei >
Poi mi scese una lacrima, l’asciugai e corsi a prendere alcuni oggettini per la casa, trovai un vaso in cantina… per me era sempre stato bello ma tutti lo avevano lasciato lì, così lo presi con me. Risalimmo in macchina
Reby < Preso tutto? >
Io < Siiiiii, andiamo! >
 
POV REBY
E ora toccava a me e alla mia casa nel centro di Paullo… arrivammo a destinazione in 5 minuti perché abitavo molto vicina alla Ludo. Presi tutto l’occorrente e ricontrollai un paio di volte che tutto fosse in ordine… salii al piano di sopra dai miei genitori, posai lettera e foto sul comodino e gli diedi un grande bacio sulla guancia. Intanto si fecero le 8…
Io < Ragazze è tardi! Dobbiamo andare all’aeroporto, fare il check-in e imbarcarci!! >
Ludo < Si forza metti in moto!! >
Marty < Sbrighiamoci!! >
Feddy < Forza!! >
L’aeroporto si trovava a Milano, a 25 minuti da dove eravamo noi. Saremmo arrivate circa alle 8.30 e avremmo avuto tempo per fare tutto. Mentre eravamo in macchina chiacchierammo per togliere l’attenzione da quello che ci aspettava, in realtà eravamo molto preoccupate… parlavamo di tutto: di come sarebbe stata la nuova casa, di chi avrebbe dormito di sopra nel letto a castello (ci fu una lunga litigata per questo!!) e poi vedemmo un cartello, Marty lo notò per prima:
Marty < Aeroporto di Linate, 2 km. Tra due minuti arriviamo >
Io < Prepariamo la roba… iniziamo a radunare tutto >
Feddy < Eccolo!!! È immenso!
Ludo < Dai Reby, andiamo nel parcheggio! Dovremmo avere il posto riservato… >
Io < Si è vero, abbiamo il posto D1 >
Feddy < Eccoci arrivate, e lì c’è il nostro posto >
Parcheggiammo la macchina e, dopo che ognuna prese il suo bagaglio, scendemmo.
Marty < Vedete il luogo del check-in? >
Poi Feddy vide un cartellone con scritto “CHECK-IN” e ci dirigemmo tutte lì, con documenti e bagagli ben in vista. Ci fecero togliere tutte le cose di ferro: collane, braccialetti… perfino la cover del cellulare di Marty, che aveva inserti in metallo. Poi controllarono e dissero “è tutto a posto, avanti il prossimo!”
Io < Dai… mettiamo i bagagli nel rullo e poi saliamo >
Marty < Avete il nome? >
Tutte < Sisi, nome e numero di cellulare >
Feddy < Allora... andiamo… >
Marty < Forza… Londra aspettaci!! >
Lei fu la prima a salire e ci incitò tutte. Poi riscese e, insieme a noi, urlò
Tutte < ADDIO ITALIAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Salimmo tutte insieme e andammo ai nostri posti, Ludo era davanti con Marty e io dietro con Feddy. Prima di partire iniziarono le hostess a parlare in tutte le lingue esistenti, poi passarono per i posti a chiedere se avevamo bisogno di qualcosa e annunciarono la partenza…
Io < Oddio partiamo!! >
Sentimmo l’aereo accelerare sempre di più e poi si accolse quella tipica sensazione di essere schiacciate contro i sedili, poi ci staccammo da terra e tutto ridiventò normale.
Marty < Siamo partite, ragazze! >
Io < Oddio il nostro sogno si sta avverandooooooo!!!! >
Feddy < Siii andiamo a Londra! >
Ludo < Ragazze il viaggio dura 1 ora e mezza, che facciamo? >
Passammo la prima mezzora a chiacchierare: ci dicevamo i segreti, pianificavamo il primo giorno a Londra, dicevamo come avremmo disposto la roba… ma poi ognuna iniziò a riposarsi per conto suo: Ludo sonnecchiava, Marty ascoltava la musica, io scrivevo un diario e Feddy stava lì a fissare il vuoto. Poi passarono le hostess a portarci qualcosa da bere o da mangiare e tutte prendemmo un panino, io al provolone e le altre alla mortadella. Sentimmo una voce maschile, era il capitano:
Capitano < Si informano i gentili passeggeri che a breve atterreremo nell’aeroporto di Heathrow, per favore mantenete la calma e iniziate a prepararvi per la discesa. Grazie per aver volato con noi! >
5 minuti dopo scendemmo e respirammo la famosissima aria di Londra…

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Capitolo 6
*** Sorprese a non finire ***


POV LUDO
Eccoci finalmente arrivate! Questa sarà la città dove riinizieremo da zero: qui nessuno ci conosce o ci ha mai viste… qui possiamo essere come vogliamo ed è questo il bello; ci rifaremo una vita qui!!
Marty < Oddio non ci posso credere!! Siamo a Londraaaaaa!!!! >
Io < Si riinizia da capo qui!! >
Reby < Madonna Santa!! Già Heathrow sembra bellissimo… poi chissà tutto il resto! >
Feddy < Non vedo l’ora di visitare tutto!!!! Peccato che non abbiamo una macchina e che dovremo fare tutto in pullman, però dai… siamo quiiiiii!! >
Io < E se ci comprassimo delle bici? >
Reby < Si ci starebbe!! >
Marty < Ma ragazze… prima dobbiamo far convertire gli euro in pounds e poi ne riparliamo… >
Feddy < Ha ragione… una banca? >
Io < Alt!! Prima i bagagli!! Corriamo al rullo! >
Reby < Giusto giusto! >
Corremmo tutte a ritirare i nostri bagagli, per fortuna nessuno era andato perso! Sarebbe stato il colmo… invece andò tutto alla grande e nessun piatto o bicchiere si ruppe durante il viaggio quindi prendemmo tutto e ci dirigemmo in banca, che distava 2 chilometri dall’aeroporto… 20 minuti e saremmo arrivate.
Marty < Auff!! Ste valigie pesano tantissimo!!! >
Io < Qualche bel ragazzo che ce le porta tutte? Nessuno? >
Tutte < Ahahahaahaahah idiota!! >
Feddy < Dai… 20 minuti e arriviamo, manca poco! >
Reby < Si guarda, poco un corno! Siamo in viaggio da tutto il giorno >
Passammo tutto il tempo della camminata a chiacchierare e fare battute, poi, arrivate davanti alla banca, saltò fuori il problema vero…
Io < E ora chi parla inglese lì dentro!?!?!? >
Feddy < Io no!!! Ho 9, siete voi quelle che hanno 10 >
Reby < Che improvviso mal di gola!!! >
Marty < ehm… va bene vado io! Fifone!!!! >
-Avviso per i lettori: i dialoghi saranno sempre in italiano, pure quelli che dovrebbero essere in inglese!-
Entrammo tutte e 4 in banca, Marty era agitatissima! Prima di parlare col banchiere ci disse
Marty < La prossima volta parlate voi!!! >
Poi si avvicinò al banco e…
Marty < Scusi, siamo appena arrivate dall’Italia e vorremmo cambiare questi da euro in pounds, è possibile? >
Banchiere < Si certo! Quanto vuole cambiare? >
Marty si girò verso di noi come per dire “iniziamo con questi 1500 euro!?” e noi annuimmo.
Marty < 1500 euro >
Banchiere < Ok, faccio subito!! >
Le diede i rispettivi pounds, Marty ringraziò e tutte ce ne andammo
 
POV MARTY
Finalmente uscimmo da quella cavolo di banca, wow! Il mio primo discorso in inglese con un vero inglese!!
Reby < Bravissima Marty!! >
Ludo < Appena siamo a casa festeggiamo! >
Feddy < La prossima volta parliamo noi!! >
Io < No!! Ci ho preso la mano, cavoli vostri se ve la siete svignata!! >
Decidemmo di andare alla fermata del bus (il mitico bus a due piani che avevamo tanto sognato *-*) e di vedere la nuova casa.
Io < Allora… la casa è davanti alla fermata 7 e qui siamo alla 15, in mezz’ora dovremmo esserci >
Ludo < Bene! Quindi, segnatelo da qualche parte, la banca è alla fermata 15. >
Feddy < La scuola dov’è? >
Reby < Cercheremo dopo su internet! Guardate! Il pullman!!
Io < Io i biglietti li conservo, il mio primo pullman a Londra con le migliori amiche del mondo!! >
Loro < Ma che tenera!! >
Io < Grazie… Eccolo qui il bus! Con permesso salgo io J >
Il bus era enorme, molto più grande di quelli che avevamo noi in Italia e aveva due piani! Dissi alle ragazze che mi sedevo di sopra e loro mi seguirono tutte, mentre andavamo a casa Reby dormì e noi tre parlammo un po’ di come sarebbe stata sistemata la casa… poi il pullman si fermò per l’ennesima volta e il bigliettaio urlò “Fermata 7!!!!!!!!!!!!” e così scendemmo. Attraversammo la strada e finalmente vedemmo la nostra casa… rimanemmo tutte a bocca aperta.
Io < Da quando i miei si possono permettere cose del genere? >
Ludo < Marty… sicura che è questa!? >
Reby < Ma ragazze! È bellissima!! >
Feddy < Già mi piace e non ci sono nemmeno entrata!! >
Era una villetta a schiera gialla… faceva molto Londra devo dire. Sinceramente tutte ci aspettavamo un piccolo appartamento e questa ci sembrò un sogno! Aveva pure un balcone con dei fiori sulla ringhiera e un giardinetto molto modesto, ma con un tavolino di legno e due panchine per dei bellissimi pranzi all’aperto!
Io < Muoviamoci andiamo a vedere com’è!! >
Ludo < Ti seguo a ruota!! >
La porta d’ingresso era di legno e la chiave non entrava, per un attimo pensammo che quella era la casa sbagliata… poi mi accorsi di averla inserita al contrario
Io < Oops!! >
Ludo < Che colpi ci fai prendere!? >
Poi aprii la porta e ci ritrovammo in un ingresso abbastanza spazioso dove decidemmo di mettere il nostro tappeto, se prosegui dritto arrivi in una stanza con divano e tv, la sala relax. Tutto però era da verniciare o decorare a parte le pareti… poi ritornammo all’ingresso e andammo in una porta a destra che conduceva alla cucina con frigo, fornelli e vari cassetti e mensole dove mettere tutti gli utensili. Sulla sinistra della cucina c’è un’isola con 6 sedie e questo mi fa riflettere perché io e i miei siamo in tre, bha… i fornelli sono su un larga base d’appoggio che ci permette di cucinare lì e non sull’isola che sarebbe servita da tavolo. Poi andammo a sinistra dell’ingresso e trovammo delle scale, la casa aveva due piani! C’erano due camere da letto: una con un letto matrimoniale e l’altra con due letti a castello già con coperte e lenzuola. Nella stanza matrimoniale (probabilmente per i miei) di fianco al letto c’era una armadio grande per i vestiti e, sotto di esso, dei cassetti che credo servissero per l’intimo e le calze e una delle 4 pareti era a specchio.
Io < Io voglio stare qui!! Non me ne frega dei letti a castello, voglio la parete a specchio!! >
Ludo < Io me ne sto di sopra nel letto a castello!! >
Reby < Posso stare nel matrimoniale con te, Marty? >
Io < Certo Reby!! Feddy stai con la Ludo? >
Feddy < Per me non c’è problema! >
Ecco la divisione delle stanze, sono molto contenta di stare con Reby, lei mi è sempre piaciuta come ragazza: simpaticissima certo, ma quando c’è bisogno di una mano, lei è subito pronta ad aiutarti!
In quella a castello invece c’era un armadio, ma i cassetti erano due e sopra di loro c’era uno specchio con delle lucine, come una zona trucco. Bellissime entrambe, dico davvero. Di sopra trovammo anche il bagno, molto semplice ma adatto a noi; azzurro, con la vasca e un lavandino abbastanza grande, sopra il lavandino trovava spazio uno specchio grandissimo e sotto due armadietti. Di fianco invece c’era una fila di mensoline tutte bianche dove avremmo messo spazzolino e dentifricio. Scendemmo in cucina e ci sedemmo tutte al tavolo così iniziammo a parlare.
Io < Ora però dobbiamo iniziare a mettere a posto la roba… >
Ludo < Si hai ragione e poi magari fare un giro a Londra per ambientarci, sarebbe bello! >
Reby < Io scendo giù in cucina per mettere a posto piatti e stoviglie varie! Poi vi chiamo quando ho finito! >
E, prendendo le borse coi piatti di tutte e 4, scese
Io < Feddy, tu lavi i pavimenti? >
Feddy < Va bene!! Prendo la scopa e il secchio con l’acqua, per fortuna che li ho presi a casa! >
Io < Io metto i vestiti negli armadi, per favore mettete le vostre valigie ognuna nella sua camera? Grazieee >
Ludo < E io che faccio!? >
Io < Potresti sistemare la roba del bagno: salviette… va bene? >
Ludo < Perfetto direi! >
Ci mettemmo tutte al lavoro e, dopo un’oretta, la casa sembrava come nuova… certo… mancavano le tende alle finestre, le decorazioni degne di una casa e le pareti erano tutte bianche ma tutto questo l’avremmo comprato per la città, dopo aver messo tutto in ordine mangiammo al volo un panino perché ci eravamo accorte di non aver pranzato… verso le 3 uscimmo.
Io < Ragazze è meglio che ci dividiamo, tutte insieme faremmo troppo tardi perché abbiamo tantissime cose da fare >
Reby < Io vado al supermercato per comprare tutto quello che ci servirà per la settimana, cerco di prendere cose il meno costose possibile >
Tutte < Ok brava… >
E lei si avviò verso il supermercato, che era non molto distante dalla via di casa nostra.
Io < Io vado dal ferramenta per prendere la pittura da muro, io e Reby vogliamo la stanza azzurra, voi? >
Ludo < Anche se è da piccoline… possiamo rosa? >
Io < Certo! Quindi tre barattoli di vernice rosa e tre di vernice azzurra… e qualche rullo, i pennelli li abbiamo già >
Ludo < Io mi faccio un giro per i negozi e forse vado al parco >
Feddy < Io ho un solo paio di scarpe, le altre le ho lasciate a casa… quindi vado al negozio e compro qualcosa di carino… >
Io < Bhe sono le tre… a casa verso le 5.30? >
Tutte < Si… ok a dopo!! >
Detto questo, ognuna prese la sua strada andando in giro per Londra
POV REBY
Il supermercato distava davvero poco, soprattutto per una che ama camminare come me. Ne vidi uno, ma l’insegna non mi diceva niente e così andai avanti ritrovandomi alla fermata 17 proprio davanti a quello che cercavo! Un bel mercato con in vetrina scritto “SUPER SCONTI!”
-Bhe… a posto! – dissi tra me e me, ed entrai. Era molto grande all’interno e aveva molti reparti: carne, pesce, frutta, verdura… andai nel reparto del pane e comprai 14 pagnotte perché ne avremmo usate due al giorno (almeno credo), poi presi qualche fetta di carne, della frutta e poche verdure (visto che la cuoca sono io, voglio che mangino sano). Siccome c’era tantissimo sconto, presi un regalo a ognuna di loro: una canottiera con scritto “there is only One Direction” per ricordargli che la direzione giusta è una sola… e, soddisfatta, uscii pagando pochissimo rispetto a tutto quello che avevo comprato. Chiamai Marty al telefono e le dissi che riportavo la spesa a casa e poi mi facevo un giro. Tornando, tutta immersa nei miei pensieri, mi scontrai con questo ragazzo che non vidi bene in faccia…
Io < Ehi!!! Attento a dove mette i piedi! Mi ha fatto cadere tutta la spesa!! >
Lui < Mi scusi… ero assorto nei miei pensieri e non guardavo dove stavo andando! Tranquilla la aiuto io >
Per qualche secondo rimasi a guardarlo: alto, biondo, occhi azzurri… insomma tutto sommato era carino, molto carino! Giuro, mi assalì una voglia incedibile di conoscerlo meglio…
Io < Mi scusi per i miei brutti modi… bhe… già che ci siamo, come si chiama? >
Lui < Niall… Niall Horan. E lei? Giurerei di non averla mai vista da queste parti eppure faccio sempre questo giro. >
Io < Si io sono nuova, mi sono appena trasferita a Londra e mi chiamo Rebecca. >
Niall < è italiana vedo! Le italiane sono simpaticissime!! Che ne dice se la accompagno a fare un giro del quartiere? >
Io < Certo ma potremmo darci del tu? >
Niall < Ma certo!! Dai, ti faccio vedere dove abito se vuoi! >
Io < Sicuro! Dai andiamo!! >
È davvero gentile! Cavolo. Non vedo l’ora di conoscerlo meglio, di iniziare a frequentarci, di messaggiare… wow!
POV NIALL
Ragazza molto interessante Reby: mi piace il suo aspetto, come si veste, per ora, anche il suo carattere. Spero solo che lei pensi lo stesso di me, altrimenti sarebbe tutto inutile quello che sto facendo!
 
POV FEDDY
Mi piaceva molto il nostro piccolo quartiere, stavo imparando ad ambientarmi bene. Passai davanti ad un paio di negozietti carini ma non vidi niente che attirò la mia attenzione, così chiesi informazioni e scoprii che c’era un grande centro commerciale nella zona più industrializzata del quartiere, quella piena di autostrade e dove non ci sono abitazioni. Mi ci diressi in pullman ed arrivai in 20 minuti quindi ebbi tutto il tempo di cercare il negozio… era di fianco a quello di dolci nel terzo piano del centro ed entrai. C’erano scarpe di tutti i tipi!!! Da maschio, da donna, da bambini, eleganti, sportive…
-Questo è il mio mondo- esclamai! E mi misi alla ricerca, per mezz’ora non trovai niente e così decisi di chiedere aiuto al primo commesso libero: si chiamava Zayn. Gli spiegai che me ne servivano due paia: uno da mettere a scuola e l’altro per la sera. Prima mi condusse nel reparto sportivo e mi consigliò di scegliere tra le tipiche “All Stars” e un paio di stivaletti neri per l’inverno, scelsi le All Stars con tutta la sua approvazione. Poi mi portò nella zona dedicata alle scarpe da sera e vidi la perfezione: un paio bellissimo di decolleté nere di vernice, il tacco era pieno di brillantini. Mi lanciai a provarle.
Zayn < Le stanno benissimo! >
Io < Grazie… costano un po’ carucce ma potrei… >
Zayn < Oh non si preoccupi! C’è uno sconto “due al prezzo di uno” se è la prima volta che entri qui e… io non la ho mai vista >
Io < Si ha ragione, è la mia prima volta qui perché mi sono appena trasferita da Milano >
Zayn < Wow!! Mi piacerebbe andare a Milano, oh scusi! Non mi sono presentato! Mi chiamo Zayn, Zayn Malik. >
Mi prese la mano e me la baciò, strano vederlo ai nostri giorni! Prime impressioni su Zayn? Molto carino ed educato!! Aveva i capelli neri e gli occhi marroni… alto e magro. Non vedo l’ora di conoscerlo meglio!
Io < Io sono Federica, molto piacere! >
POV ZAYN
Cavolo! Mi sembra una ragazza molto ma molto garbata e gentile… vorrei farci una lunga chiacchierata ma… oh porca miseria!! Il mio turno finisce tra poco, magari la invito a prendere un gelato anche se sarebbe un po’ azzardato… J
POV FEDDY
Zayn < Ha detto di essere nuova? >
Io < Si… non vedo l’ora di farmi tanti nuovi amici! >
Sfoggiai uno dei miei sorrisi più belli e lui naturalmente ricambiò
Zayn < Posso essere il primo? >
Era tutto quello che desideravo al momento… fare amicizia e iniziare a parlare con un ragazzo come lui, wow! Anche se non lo conosco ancora bene, so che ci troveremo molto bene insieme!
Io < Certo!! Quando finisce il suo turno di lavoro? >
Il suo orologio verde fluo iniziò a emettere uno strano “beep!” e lui lo spense
Zayn < Proprio adesso! >
Io < Bhe mi aspetti qui che vado a pagare le scarpe… >
Zayn < Vengo io alla cassa! Maurizio non è ancora arrivato, che ne dice se dopo andiamo a prendere un gelato? >
Io < Sarebbe super! Però diamoci del tu!! >
Zayn < Ok va bene ahah >
Pagai le scarpe e uscii con lui, ci dirigemmo in gelateria… che bello! Era così gentile, carino e tenero; come primo incontro andava benissimo!
 
POV MARTY
Io mi stavo dirigendo dal ferramenta per comprare la vernice per le pareti. –Tre barattoli di vernice rosa e tre di vernice azzurra- mi ripetevo nella mente. Chiesi informazioni ai passanti che, dimostrandosi gentili e amichevoli, mi indicarono il negozio più vicino che si trovata due vie dietro casa nostra. Ci andai senza fretta, camminando piano per memorizzare la strada e per fermarmi ad ammirare delle vetrine: quanto era bella quella del negozio di dolci!! Era piena di colori pastello, i miei preferiti in assoluto, dovevo assolutamente entrare! Comprai qualche caramella per me e le altre e, tutta soddisfatta, uscii e mi diressi dal ferramenta. Stavo per entrare quando… SCIAF!!!
Io < Noooooo!!! Che hai fatto!??!?!?! >
Non notai il ragazzo, probabilmente impiegato del negozio, intento a dipingere l’insegna e sbattei contro la scala dove lui era in equilibrio. Per fortuna non cadde, ma il barattolo di vernice si rovesciò sulle mie ballerine rosse sporcandole tutte di giallo fluo.
Lui < Mi scusi, doveva guardare meglio!! >
Per un momento il crimine mi salì a mille, poi mi calmai e scoppiai a ridere.
Io < No si figuri, ero tutta persa nei miei pensieri e non ho notato la scala, si è fatto male? >
Scese. Era non molto alto, ma aveva dei bellissimi occhi azzurri e i capelli lunghini con un bel ciuffo. Portava una maglia bianca a righe blu e dei jeans rossi, stava davvero bene!! Mi guardò e poi scoppiò a ridere pure lui
Lui < Bhe… già che ci siamo… mi chiamo Louis Tomlinson. Molto piacere >
E mi strinse la mano
Io < Io mi chiamo Martina Fenini. È un piacere conoscere il rovinatore delle mie scarpe! >
Louis < Simpatica eh!? Ahahahah!! È italiana? >
Io < Si, vengo da Milano e mi sono trasferita oggi qui a Londra. >
Louis < è il mio sogno visitare l’Italia! Magari ci potessi andare… >
Io < Che bello! Mi scusi, lei è il proprietario del negozio? >
Lou < Si, le serve qualcosa? >
Io < Si… tre barattoli di vernice rosa, tre di azzurra e due di gialla, grazie. >
Entrò nel negozio e uscì con tutto quello che mi serviva.
Lou < Si sposti altrimenti rovescio pure questi!! >
Io < Anche lei è simpatico vedo!! Ahahah >
Lou < Si, io amo far ridere la gente… mi rende felice vedere gli altri che ridono per le cose che dico o che faccio. Comunque… lei dove abita? >
Io < Abito due vie dietro questa, in “Dover Street n°10. Come mai? >
Lou < Con tutta questa vernice deduco che le serve un imbianchino, posso offrirmi anche se ci siamo appena conosciuti? >
E sorrise, -Dio ma che bel sorriso hai!?!? Cavolo… ti ho appena conosciuto ma ho avuto buone impressioni su buone impressioni, voglio conoscerlo assolutamente meglio! Accetto, non me ne frega- pensai
Io < Ma certo! Farebbe comodo una mano J >
Lou < Un attimo, chiudo il negozio e arrivo >
Lo aspettai quasi impaziente e poi arrivò, lo portai a casa e avvisai le altre che avremmo avuto un ospite oggi. Mi risposero felici. Prime impressioni? Per me diventeremo grandi amici!
POV LOUIS
Marty mi colpì subito: carina, simpatica e socievole… gli altri mi avrebbero urlato dietro per mezz’ora se il secchio fosse caduto sulla persona sbagliata. Io l’ho sempre detto, il secchio non sbaglia mai!
 
POV LUDO
Io non avevo nessun compito… quindi mi diressi al parco per rilassarmi un po’ per la giornata impegnativa. Distava molto da casa nostra quindi preferii prendere il pullman, giusto per abituarmi. Con grande sorpresa, notai che era proprio dietro l’Art Academy. Fui la prima tra le mie amiche a vedere la scuola, a prima impressione sembrava di medie dimensioni, ma se ci giravi intorno era IMMENSA!! Verniciata di rosso scuro, con la bandiera inglese che sventolava sulla facciata… -bellissima- dissi tra me e me. Stetti lì per un po’ a contemplare e poi mi diressi verso il parco. Tutte le panchine erano occupate dalle solite coppiette che stavano lì a sbaciucchiarsi tutto il tempo, tranne una: quella più lontana dalle altre, quella era occupata da un ragazzo. Aveva i capelli ricci e scuri e gli occhi azzurri, stava ascoltando la musica; gli chiesi se potevo sedermi e lui non rispose, così mi sedetti. Dopo un po’ credo si accorse di me, perché si girò per raccogliere una cuffietta che era caduta… mi guardò e io cercai di non arrossire. –che bel ragazzo! Questa è la panchina giusta!!!- pensai.
Lui < Ciao!! >
Io < Ehm… c-ciao >
Lui < Che sei timida? >
Io < No… sono solo nuova… mi sono trasferita oggi da Milano… >
Lui < Capisco… se vuoi giro i tacchi e me ne vado >
Io < No dai resta! Insomma… non ho ancora amici qui e mi piacerebbe legare con qualcuno >
Lui < Mi fa piacere… sei la prima ragazza che mi rivolge la parola >
Io < Perché? >
Perché le ragazze dovrebbero non rivolgergli la parola? È così carino!
Lui < Mi credono uno che usa le ragazze, solo perché all’asilo mi fidanzavo con chiunque, ma ero all’asilo!!! >
Io < Ma dai che idiote!! >
Lui < Non pensiamoci, mi chiamo Harry… Harry Styles >
Io < Io mi chiamo Ludovica Spiezia e… bho l’ho già detto vda dove vengo quindi non c’è niente da sapere >
Harry < Hai detto che sei appena arrivata? >
Io < Si… vorrei fare un giro ma non so proprio dove andare >
Harry < Ma ti accompagno io!! Giro per queste strade da quando ho 8 anni, conosco il quartiere come le mie tasche! >
Io < E dove mi porti?? >
Lui < Prima prendiamo a fare un gelato e poi andiamo a fare shopping… mi piace fare spese! >
Io < Anche a me!! Aspetta che avviso le mie amiche che torno tardi… >
Dopo scoprii che Marty era già a casa e che anche le altre sarebbero tornate tardi… Marty da sola a casa con un ragazzo eh!? Tornai da Harry con un bellissimo sorriso e lui contraccambiò.
 
TUTTE INSIEME
Stetti con lui tutto il pomeriggio, chiacchierando e ridendo come se ci conoscessimo da una vita… trovai qualcosa in lui, qualcosa di speciale, qualcosa che cercavo da tempo ma che non ho mai trovato…

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Capitolo 7
*** domani si riinizia! ***


POV MARTY
Io ero in casa con Louis e stavamo verniciando le pareti, lui ovviamente era sulla scala e io stavo lì a prenderlo in giro.
Io < Louis attento a non far cadere il secchio!!! >
Lou < Attenta a non sbattere contro la scala!!! >
Sembravamo amici da una vita, lo giuro; eppure lo avevo appena conosciuto… cioè almeno da due orette. Il nostro rapporto per ora è basato sullo scherzare e sul prendersi in giro, ma spero che diventi anche un rapporto pieno di fiducia. Insomma vorrei essere la sua migliore amica! Anche se l’ho appena visto, non parliamo mai di cose serie e non frequentiamo nemmeno la stessa scuola… lui già lavora e io invece vado ad un’università che non ho mai visto. Vorrei confidargli i miei segreti, lo giuro vorrei, ma sembrerei troppo imprudente e quindi sto zitta e continuo a dipingere la stanza di Feddy e Ludo.
Io < Louis hai finito!? Guarda che questa è camera mia e se non viene bene ti picchio!! >
Lou < Bhe allora puoi picchiarmi… >
Io < Che cosa!? >
Corsi di là come una furia, aprii la porta e non c’era più. Mi misi a chiamarlo:
Io < Louis… Louis dove sei!?!? Louis… LOUIS!!!! >
L’armadio si aprì e uscì lui con il pennello zuppo di vernice.
Lou < E così mi picchieresti eh? Ehehe io ho qui questo pennello e potrebbe scivolarmi la mano, non so se mi spiego… >
Fece un sorriso minaccioso mentre avanzava verso di me, che indietreggiavo.
Io < No scherzavo, io… io… non ti toccherei mai con una rosa, già! Ti prego stai lontano! >
Lou < Ah si? Bhe direi che oramai è troppo tardi per scusarsi >
Io < No così mi sporchi tutta!!! Non oseresti mai!!! >
Non dovevo dirlo, lui si avvicinava piano piano e io mi ritrovai spalle al muro. Si fermò e mi lanciò uno sguardo che diceva “è finita cara, ho vinto io”
Lou < Oso eccome!! >
Stava per scuotere il pennello quando mi lanciai per terra, intenta a prenderne un altro. Lui però fece prima e mi lanciò il suo. Mi ritrovai una chiazza azzurra sul braccio. Così feci finta di essere arrabbiatissima e intinsi il mio pennello nella pittura rosa, stavolta lui finì spalle al muro…
Io < Attento Tomlinson… potrebbe finire molto, ma molto male >
Lou fece gli occhi dolci e io mi stavo per sciogliere, ma per non farglielo capire mossi il pennello nella sua direzione e tutte le goccioline finirono sulla maglietta bianca. Iniziò così la terza guerra mondiale.
Lou < Ma come ti permetti! Prendi questo!!! >
E mi lanciò tre pennelli di fila, i primi due riuscii a schivarli ma il terzo mi colpì dritta in faccia, lo presi e feci finta di essermi fatta male.
Lou < Marty!!!!! Stai bene? >
Io non risposi, sentii lui che corse verso di me. Aprii gli occhi e la sua faccia era a 20 cm dalla mia. Quando si stava per alzare presi di scatto quel pennello e gli arrivò nel centro della fronte.
Io < Un vero guerriero non va mai a controllare gli avversari feriti! Mammoletta! >
Lou < Lo so bene, ma con te mi è venuto spontaneo! >
Ci fermammo un attimo e rimanemmo a guardarci negli occhi. Poi presi il rullo con uno scatto fulmineo e, non guardando dove lo intingevo, iniziai a puntarlo verso di lui e a cercare di colpirlo, ma era troppo veloce e non ce la feci.
Io < Bene, potresti stare fermo un attimo!? >
Lou < No mai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Mi venne in mente che il rullo era suo e lui ci arrivò prima di me. Svitò la parte finale e io rimasi come un’idiota con il bastone, lui lo intinse il un paio di colori e poi lo lanciò. Lo schivai abilmente!
Lou < Ah cavolo sei veloce! >
Io < Anche tu, ma grazie! Ora stai un po’ fermo che ti devo beccare. >
Lou < Uff! no! Non sto fermo!!! >
 
POV LOUIS
Che due idioti!! Mi diverto moltissimo con lei, anche se ora devo batterla per dimostrarmi non interessato a lei nemmeno amichevolmente, anche se mi piacerebbe conoscerla meglio e iniziare a confidarmi con lei. Sembra una di cui ti puoi fidare ciecamente… ma diciamolo, ho 20 anni, non posso fare l’immaturo in questo modo! Per ora cerco di avere un rapporto fatto solo da scherzi, poi vediamo che cosa farà accadere il destino!
Io < Continuo a schivare sono imbattibile!!! >
Marty < Louis non ti conviene fare l’eroe in questo modo, potresti tornare a casa come arlecchino! >
Io < Dai! Io arlecchino e tu pulcinella!! >
Stavolta fu imprevedibile: cinque pennelli che mi colpirono, tutti in parti diverse del corpo. Due sulle gambe, due sulle braccia e uno al centro della pancia. Ha classe, devo ammetterlo.
Marty < Forza arlecchino contrattacca!! >
Io < Zitta pulcinella!! >
Continuammo per non so quanto tempo… so solo che vorrei fossero state ore infinite.
POV HARRY
Io sono qui con Ludovica, che mi dà ottime impressioni! Ora stiamo solo chiacchierando, provo ad entrare in profondità iniziando a parlare di cose personali? Oppure lascio che sia lei a farlo? Che faccio? Tutto ciò che so è che c’è qualcosa in lei che mi attrae… voglio conoscerla!
Ludo < Buono il gelato!! Dove mi porti ora? Abbiamo anche fatto shopping ed è stato bellissimo… >
Io < Proprio non lo so, ho esaurito le idee! >
Ludo < Uff! mi piace passare il tempo con te, sai? >
Cosa? Le piace passare il tempo con me… questa la segno. Le altre vogliono stare con me solo perché mi trovano carino o per scommettere su quanto dura la storia, lei sarà così? No… non mi conosce, non può esserlo!!!!
Io < Anche a me… torniamo al parco? >
Ludo < No dai ci siamo già stati, non hai altri posti? >
Io < Sinceramente di solito sto al parco sulla panchina… >
A piangere, sto sulla panchina e piango.
Ludo < Mmh… bhe potremmo andare a casa mia se ti va. >
Mi invitava a casa sua? Ma che le prende? Non voglio che le dicano niente, perché se i miei amici ci vedessero insieme penserebbero che la sto usando. Sono loro che non vogliono capire, le donne non sono oggetti da usare… io la penso così. Sono sincero!
Ludo < Che c’è? Non vuoi? >
Non posso dirle di no, quando la rincontrerei?
Io < No no!! Voglio eccome! Abiti lontana da qui? >
Ludo < Più o meno… dobbiamo prendere il pullman. Vieni alla fermata dai! >
Io < Va bene va bene arrivo!! >
E ci avviammo verso la fermata. Strano, nessuno mi aveva detto niente… forse erano troppo occupati a scommettere. U-U quanto schifo mi fanno. Prima di dire queste cose e di spargerle in giro dovrebbero conoscermi meglio… poi possono dire quel ca**o che vogliono…
Ludo < Andiamo di sopra nel pullman, vero???? >
Io < Ma certo!! Mentre aspettiamo scambiamoci i numeri di telefono, sempre se vuoi… >
POV LUDO
Quel Harry mi intriga!! Non ci dovrebbe essere nessuno a casa, quindi potremmo metterci a guardare la tele… che bello! Il mio primo amico londinese!
Bhe… ci scambiammo i numeri di telefono (decisi che quella sera gli avrei scritto) e salimmo sul pullman. Dalla fermata 17 alla 7 era tanto tempo quindi iniziammo a raccontare cose su di noi…
 
POV NIALL
Io stavo tornando a casa con Rebecca, per mettere la spesa sul tavolo e poi credo l’avrei portata a fare un giro in piazza. Provo a conoscerla meglio…
 
Io < Quindi sei Italiana… giusto? >
Reby < Si. Mi sono trasferita dal liceo linguistico non così lontano da Milano… >
Io < Io sono Irlandese… >
Reby < Quindi trasferito anche tu? >
Io < Si, volevo studiare e là non c’erano università adatte… così mio padre ha trovato lavoro qui e mi sono trasferito >
Reby < Io in Italia non ce la facevo più: litigavo con i miei, con il ragazzo, a scuola i voti erano così e così e quindi ho voluto cambiare vita. Ho fatto bene? >
Io < Si. Se hai seguito il cuore ha fatto la scelta giusta di sicuro… >
Reby < Grazie… >
Io < Ma figurati! Casa tua è vicina vero? >
Reby < Si si tranquillo siamo quasi arrivati… io comunque vivo a Dover street, a due isolati dal supermercato >
Io < Sei appena arrivata, ma un po’ questo quartiere lo conosci!! >
Reby < Ho guardato un po’ la mappa mentre eravamo in aereo, poi ho spiegato tutto quello che ricordavo alle altre >
È anche furba! Ma io non so… per ora mi sta affascinando sempre di più e devo ammettere che di ragazze come lei (per quanto la conosco) ce ne sono poche.
Io < Dover street!! In una di quelle bellissime villette? Wow! >
Reby < Si!! Quella gialla… >
Io < Come!? Quella gialla!? Ma non ci è mai venuto nessuno e stavano pensando di comprarla!! >
Reby < Era dei genitori della mia amica… comunque eccoci arrivati >
Cavolo! Entrammo giusto per appoggiare la spesa sul tavolo ma uscimmo subito. Comunque l’ingresso era bellissimo, con un grande tappeto sul pavimento. La cucina aveva un’isola con sei sedie e lasciammo lì il tutto, il piano invece comprendeva anche i fornelli ed era molto spazioso. Molto carina come casa, davvero!!
Io < Che bella casa!! Anche arredata con gusto J >
Reby < Grazie! Vorrei fartela visitare tutta ma ora preferisco scendere in piazza se non ti dispiace… >
Io < Non fa niente si farà per un’altra volta!! Dai vieni!! >
Reby < Va bene! Quindi in piazza? >
Io < Si! Prendiamo un gelato, poi ci facciamo un giro per le vetrine e ti riaccompagno qui >
Reby < Bhe va benissimo direi!!! >
Sfoggiò uno dei suoi sorrisi, ricambiai subito. Poi ci avviammo verso la piazza…
POV REBY
Bhe… sembra carino, no? Gentile e simpatico. Un normale ragazzo, finalmente. Mentre camminavamo in piazza e chiacchieravamo e scherzavamo come bambini, notai la vetrina di uno di quei negozietti di souvenir, che di solito vendono cavolate.
Io < Ma Dio che bello!! >
Mi fermai ad ammirarlo: la perfezione. Era un braccialetto fatto da fili di stoffa avvolti su una base di plastica, di tutti i colori. Io sono molto ottimista e tutti dicono che l’arcobaleno è il mio simbolo e un giorno mia mamma mi disse che la prima cosa che ho disegnato è stato proprio quello. Quindi mi misi a fissarlo e Niall, che nel frattempo era andato avanti, tornò da me e mi chiese che cosa avevo visto.
Io < Quel braccialetto arcobaleno… >
Niall < Che carino! Perché ti interessa così tanto? >
Io gli raccontai tutta la storia e lui sorrise, poi io andai avanti a camminare e lui rimase a fissare il braccialetto. Mi raggiunse. Andammo a prenderci un bel frappè e poi stemmo lì sulla panchina a mangiarlo. Lo fissai negli occhi parecchie volte, capii tutto. Tutto: Niall è un ragazzo fantastico, sembra quasi viversi ogni minuto al massimo, innamorato della vita. Direi che siamo l’uno l’opposto dell’altra… ma un puzzle non si completa coi pezzi uguali. Gli voglio bene, e tutto questo lo vorrei dire a lui; io sono la più matura tra le mie amiche, o almeno così dicono. Per questo ho paura: dirgli che gli voglio bene ora, che lo conosco da tre ore al massimo, sembrerebbe affrettato, stile “ragazza che vuole fare tutto subito” e io non sono così. Con lui si. Con lui mi sentirei sicura. Con lui mi sentirei apprezzata. Con lui sarei felice.
 
POV ZAYN
Federica, un mondo in una parola. L’infinito in quel nome. Prima chiarisco: dico questo perché mi sembra una brava ragazza, gentile e affidabile, da tutto quello che ci siamo detti. Non ne sono innamorato, ok, lo ammetto: è molto carina ma l’aspetto fisico non mi interessa più di tanto, io miro al carattere. Peccato che pure quello sua eccellente, quindi in questo momento non so proprio cosa pensare… idiozie da ventenne.
Io < Feddy, ti andrebbe un giro? >
Feddy < Ma certo! Io però ho un’idea migliore: andiamo al ristorante? >
Ma che fa? Mi invita al ristorante?
Io < Bhe non saprei… io ci verrei volentieri. >
Feddy fece un bellissimo sorriso a cui non seppi resistere
Io < E va bene, mi hai convinto. Qui al centro ci sono dei bellissimi ristoranti, il migliore è quello. >
Feddy < Chez Mimì? Se cucinano bene certo!! Ahaha sai, ho una fame! >
Io < Anche io!! È un ristorante francese… lo dice il nome ahah >
Feddy < Si lo so, studiavo francese in Italia >
Io < Wow! Io no, sono qui da tantissimo tempo e mi sono appena iscritto a una scuola, perché, ora che so bene l’inglese (e ci è voluto tanto), voglio imparare tutte le altre matierie >
Feddy < Non sei di qui? >
Io < Si, ma mia madre è pakistana e mio padre inglese, ho iniziato a parlare pakistano da piccolo e cambiare lingua è stato tipo uno shock per me >
Feddy < Per me vale lo stesso… sai… ho 18 anni e li ho passati tutti in Italia, ora parlo inglese, perché al liceo avevo 9… >
Io < Wow brava!! >
POV FEDDY
Zayn… non so che pensare, l’ho invitato al ristorante giusto per vedere che diceva, pensavo che rifiutasse. Invece no, ha voluto complicarmi la vita! Dicendo di si, avremmo iniziato subito a parlare e io non voglio questo, sarei troppo sfacciata e mi dimostrerei immatura nei suoi confronti, perché sicuramente ad un certo punto della serata non avremo più un argomento di cui parlare e gli chiederò qualcosa di un po’ più intimo. Tipico del mio carattere.
Io < Grazie! È divertente parlare con te, sai? >
Ecco, lo sapevo. Non dovevo dirlo…
Zayn < Anche con te! >
Fantastico, argomento finito. E adesso? Dai gli chiedo di che vuole parlare così non lo fa prima lui.
Io < Di che ti va di parlare adesso? >
Zayn < Bho non saprei… >
Io < Ehm… scuola? Ora che parli bene l’inglese a che scuola ti sei iscritto qui, a Londra? >
Zayn < Non ricordo bene… mi pare si chiamo Art Academy >
CHE COSA!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!? Aveva detto Art Academy??????? Oddio… ma quindi andremo nella stessa scuola, ci incontreremo sul pullman, parleremo di simpatie e antipatie nei confronti di tutti… che bello! Ci conosceremo meglio!! Decisi di non dirglielo, di fargli una sorpresa e di cercarlo sul pullman domani.
Io < Wow!! E che corso fai? >
Zayn < Canto ma… come sai che è una scuola coi corsi? >
Io < Ahahah! Bhe… >
Ovviamente avrei detto una piccola bugia innocente, piccola piccola.
Io < Prima di venire qui mi sono informata su tutte le scuole della zona… e alla fine ho scelto Oxford >
Zayn < Wow! Che bello!!! Io volevo andarci, ma i miei non avevano abbastanza soldi per mandarmici. È una scuola bellissima, ma molto molto costosa! >
Io < Mio padre è una guardia giurata, quindi a noi i soldi non mancano… >
Arrivammo al ristorante e ci sedemmo a un tavolino rotondo, carinissimo con la tovaglia piena di decori in pizzo. Volevo la pizza, era da tantissimo che non mangiavo un piatto che mi ricordasse casa mia. Casa mia!!! Oddio era da tantissimo che non li telefonavo, poveri: loro a star male per me e io me ne frego. Che brutta stronza che sono… mentre stavo lì a riflettere arrivò la cameriera.
Cameriera < Che cosa porto a questa bella coppietta?
Io < Come coppietta? No guardi che io e lui ci siamo appena conosciuti >
Cameriera < Si certo! E io sono la regina Elisabetta >
Zayn < è vero! Io sono il commesso di quel negozio di scarpe, lei è entrata, abbiamo iniziato a parlare e siamo venuti qui >
Io < Appunto >
La cameriera fece una risatina soffocata e io ordinai la pizza margherita, lui prosciutto e funghi. Mangiammo ridendo e scherzando… io lo voglio rincontrare, e sono certa che lo farò. Alla Art Academy, domani.
 
POV HARRY
Stavo seduto di fianco alla Ludo, in fondo al pullman. Tutti quelli che mi conoscevano mi guardavano e poi ridevano, coglioni.
Io < Dicevi Ludo?? Hai lasciato l’Italia perché… >
Ludo < Litigavo con chiunque e a scuola non andavo poi così bene… e così ho mollato tutto e sono venuta qui >
Io < Ti capisco, anche a me andrebbe di mollare tutto, per la storiella del fatto che gli altri mi credono un… >
Il pullman si fermò. Fui interrotto dal tizio che urlava “FERMATA 7!!!!!” e la Ludo mi disse che eravamo arrivati. Scendemmo.
Ludo < Voglio farti vedere tutta la casa!! >
Io < Va bene va bene, calma >
Ludo < è quella lì >
Indicò una graziosa villetta a schiera gialla e io rimasi quasi sbalordito, abitava lì!? Ma quella casa era rimasta vuota per anni e ora come diavolo hanno fatto lei e le sue amiche a prenderla? Certi misteri…
Io < Wow!!!!! Che bella! >
Ludo < Grazie! A casa ci dovrebbe essere solo la mia amica che vernicia le pareti, quindi dovrebbe aprirci lei; ma non la voglio disturbare… >
Io < Basta che ti decidi che sono curioso ahah >
Ludo < Ok apro io >
Entrammo in casa e al piano di sotto c’erano l’ingresso, molto ampio e con un tappeto bellissimo, la cucina e la sala relax, tutte arredate benissimo. Mi piaceva moltissimo l’isola in cucina.
Io < Bella l’isola!! >
Ludo < Vero!? Anche a me piace un sacco! >
Io < Si poi tutto in tinta… casa bellissima per ora! >
Ludo < Aspetta solo di vedere le nostre camere!! Così ti presento pure la mia amica, che è proprio intenta a verniciare >
Salimmo le scale, che erano un po’ strette e ci passava solo una persona e quindi lei andò avanti. Entrammo nel bagno, tutto sui toni dell’azzurro e poi mi fece vedere camera sua.
Io < Chi dorme con te? Quella che vernicia le pareti? >
Ludo < No, un’altra… non so quando avrò il tempo di presentartele tutte, anche perché non so se ci rivedremo >
POV LUDO
Ma perché dico ste cacchiate? Mah… ci stavamo divertendo insieme e devo sempre rovinare tutto! Ma quanta rabbia ho dentro di me, è il primo ragazzo che incontro, con lui vorrei avere un legame speciale! E invece noooooo, perché di sicuro ci troveremo solo qualche volta in questo quartiere, e non faccio altro che rimarcarlo. Mi stampai un sorriso falso come Giuda sulla faccia e aprii la porta della camera di Marty.
Io < Ecco qui dove dorme la mia amica. Noi comunque ci definiamo 4 ragazze normali e abbastanza responsabili, e vogliamo almeno passare per quello che ci definiamo. Cioè… se ci vedessero in giro a fare battaglia di cuscini a 18 anni non sarebbe l’ideale insomma!!! >
Harry < A me piace ancora giocare alla battaglia di cuscini!! >
Io sinceramente la amo, ma con lui volevo farmi vedere matura e responsabile! Quindi lo invitai ad entrare e lui mi passò davanti.
Lou < Attenta Pulcinellaaaaaaaa!!! >
Marty < Oh Arlecchino taci!!! Stai attento che altrimenti Pulcinella te la ficco su per il naso!! >
Partì un pennello in direzione di Marty, che si buttò a terra e lo schivò. Non capivo più niente: ma che stavano facendo quelli? Chi era quel tipo? Che ci faceva in casa mia? Perché lanciava pennelli a Marty, che sembrava partecipare al gioco? Cosa era tutta sta confidenza tra di loro? Mentre pensavo a queste cose Harry mi si avvicinò e mi disse:
Harry < Ma che bel benvenuto!! >
Io < Perch… >
Lo guardai e aveva una enorme macchia gialla in fronte… teneva in mano quel pennello.
Io < MARTYYYYYYY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Marty < Tiè!! L’ho schivato!!!! >
Lou < Non per molto!!! >
Quel tipo prese un rullo, lo intinse nella vernice e lo scagliò contro Marty. Lei dietro di se aveva il muro della camera, tutto sporco e pieno di chiazze gialle, rosa e azzurre. Questa volta non lo schivò, ma lo prese al volo con una presa pazzesca, riuscì ad impugnare il manico e a mettere spalle al muro il ragazzo.
Harry < Ma si può sapere cosa cacchio state facendo!? >
Lou < Harry! >
Harry < Louis? >
Marty < Ludo… >
Tutti e 4 scoppiammo a ridere… effettivamente io volevo passare per quella matura, ma mi rassegnai. Comunque era stato troppo divertente!!
Io < Tu conosci quel ragazzo? >
Harry < Si! Si chiama Louis ed è il mio migliore amico, vorrei dire che essendo più grande di me è anche molto più responsabile, ma… no >
Lou < Ha iniziato lei!! >
Marty < Non è vero è stato lui a lanciarmi il pennello!! >
POV MARTY
Oggi: prima figura di merda in una città stupendaJ ahahahahahahahah!! Ora mi chiedo solo chi è quel tipo, il migliore amico di Louis (Arlecchino) e che ci fa con la Ludo…
Lou < Ma che dici!? Io ti ho lanciato il pennello perché tu mi hai detto che volevi picchiarmi! >
Io < No bello frena! Io ho detto che ti picchiavo se la mia stanza non veniva… >
Mi guardai intorno e vidi le pareti.
Io < O MIO DIO >
Lou < Bhe… guarda il lato positivo: ci siamo divertiti a dipingere questa stanza, insieme. Vero? >
Io < Ma è stupenda!!!!!!!!!!!!! Grazie grazie grazie grazie grazieee! Non vedo l’ora che pure Reby la veda!! >
E lo abbracciai, lui mi strinse molto forte e… sentii come un brivido passarmi per la schiena!
Lou < Anche a me piace molto! Dopo ti riporto qui il letto matrimoniale, ma ora non è il momento delle presentazioni? >
Io < Giusto! Ecco… Ludo, lui si chiama Louis. Louis, lei è Ludovica. >
Ludo < Piacere! >
Lou < Piacere mio! >
Si strinsero la mano, e poi lei mi presentò il suo amico Harry. Scendemmo in cucina e prendemmo un aperitivo tutti e quattro assieme, poi io e Lou ci scambiammo i numeri di telefono, perché eravamo certi che l’unico modo per vederci era dal ferramenta. Intanto notammo che si erano fatte le 7.00. Mi chiamò Feddy per dirmi che era al ristorante, perché qui a Londra si cena prestissimo.
Io < Bhe… tra poco tornano le nostre amiche, potremmo presentarvele! >
Harry < Io devo andare a casa, mia mamma mi ha mandato un messaggio e quindi devo avviarmi. Ci scriviamo, no? >
Ludo < Certo! >
Io < Lou tu resti, vero? >
Lou < Sinceramente non posso, mi dispiace! Devo andare a cena e… >
Colpo al cuore. Non volevo che se ne andasse, quando ci potevamo rivedere e passare un pomeriggio insieme bello come questo? Quasi mi veniva da piangere, lo giuro, ma non lo feci vedere. Non volevo che scoprisse quanto ero affezionata a lui, e non me ne frega di quello che può pensare, io gli voglio già bene.
Io < Bhe… allora ti scrivo stasera. >
Lou < Va bene, sarò lieto di risentirti >
Io < Anche io! >
Ci riabbracciammo e loro due uscirono dalla porta, diretti verso le loro case, poi Lou ricorse da me e io pensavo –Dai! Magari ha cambiato idea e resta a cenaaaa!!!-
Lou < Quasi dimenticavo! Ti porto su il letto, mi dai una mano!? >
Io < Ehm… certo! >
Portammo il letto in camera mia e se ne andò.
Ludo < Sembra che ti piace… >
Io < Ma che dici? L’ho appena conosciuto, non può piacermi! >
Ludo < Ahahaha! Lo so! Stavo solo scherzando! >
Io < Ahahahahahaha che burlona! >
Le mandai uno sguardo abbastanza truce, poi ci dirigemmo a preparare i vestiti per il giorno dopo a scuola.
Ludo < Io voglio fare bella figura, quindi prendo i miei leggings panna con la maglia azzurra. E ovviamente scarpe col tacco. >
Io < Io prendo i leggings neri con la mia maglia preferita: oro con scritto “loving you is my favourite thing to do” in nero con scarponcini alti neri. >
Avvisammo le altre che saremmo andate a letto e poi ci ficcammo sotto le coperte. Domani si riinizia!

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Capitolo 8
*** alla Art Academy ***


POV LUDO
Sono sicura che nessuna di noi due stesse dormendo, perché la conosco troppo bene. So che sta morendo d’ansia, come me dopotutto… Quindi la scuoto leggermente.
Io < Marty! Ti sei addormentata in camera mia… aspettiamo le altre o stiamo qui? >
Marty < Mah… tu ci riesci a dormire? >
Io < No! Sto in ansia! >
Marty < Esatto, idem >
Io < Per me è meglio dormire, loro alle seratone ci sono abituate mentre noi no… Bhe buonanotteeee! >
Marty < Notte! >
Ci abbracciammo e provammo a riaddormentarci, speranziose di riuscirci almeno stavolta.
 
POV FEDDY
La pizza era squisita e letteralmente adoro parlare con Zayn. È molto maturo! E poi ci siamo raccontati la nostra storia, ho scoperto che è pakistano e che il primo anno di scuola qui a Londra faticava a trovarsi gli amici perché è straniero.
Zayn < … Ed è per questo che qui spero di farmi dei nuovi amici, perché non ne ho mai avuti. Scusa lo sfogo >
Io < Wow… No io a scuola ero la puttanella di turno, in pratica si divertivano a cercare di toccarmi, per esempio facendo finta di cadere e ci stavo male. Perché il ragazzo che mi piaceva, Riccardo, credeva che facessi apposta e mi considerava una sollevata. >
Zayn < Si capisce che sei tutto tranne che sollevata da come parli >
Io < Bhe...grazie… >
Ci fu un momento di pausa, come se il tempo di fosse congelato… poi riprese a parlare lui.
Zayn < Prego! Comunque è meglio se andiamo… altrimenti poi domani mattina facciamo fatica ad alzarci, e poi ho il coprifuoco alle 10 e si sono fatte le 9.30. >
Io < Allora io ho preso la pizza, la coca e… >
Zayn < Ma scherzi?! Pago io! Ti ho invitato io qui ed è giusto che paghi tutto! >
Io < Ma va! Appena ci conosciamo… non mi devi pagare la cena! >
Zayn < Offro sempre le cene alle ragazze, sono un gentiluomo! >
Io < E con questo insinui che io sono come le altre? >
Zayn < No! No aspetta… non… cioè io… >
Scoppiai a ridere
Io < Zayn sto scherzando!! E tu pure ci caschi, ahahah!! >
Zayn fece una faccia che era una via di mezzo tra il dispiaciuto e il tipico “e mo che faccio?”
Io < Ascolta… facciamo che io pago la mia parte e tu la tua. Discorso chiuso. >
Zayn < Ma… >
Io < Niente ma! >
Ci avviammo alla cassa, pagammo e uscimmo. Che bella serata! Lui è così… gentile e spontaneo… e ha un che di misterioso! Troppo figo!
Zayn < Io scendo alla fermata 4… tu? >
Io < Alla 7, sono di Dover Street. >
Zayn < Ah si, la villetta gialla… senti… >
Io < Si? >
Zayn < Ti volevo ringraziare per questa serata. Io… >
Si vergognava, stava diventando rosso… che mi doveva dire di così importante?
Zayn < Io non ho mai avuto una ragazza. >
Ci rimasi di merda proprio. Io ho tre ex. Lui non ha mai avuto una ragazza, magari non ha mai baciato e… cioè come fa? È così bello e simpatico e gentile e, per ora, non fa porcate…
Io < Io… ho tre ex. >
Zayn < Quindi hai già dato il primo bacio… io lo sogno da una vita. >
Io < Si… il mio è stato uno schifo. In discoteca l’ho dato. A uno che non conoscevo, perché mi ero ubriacata, e credo di essermi ubriacata perché stavo male per una litigata coi miei o con il ragazzo. Al pensiero mi viene da piangere… >
Avevo già gli occhi gonfi… con lui mi sono aperta completamente. Voglio proprio vedere la sua reazione. Mamma mia, non ho mai detto tutto questo a nessuno a parte alle mie tre migliori amiche, ma con lui mi è venuto quasi spontaneo. Mi sembra di potermi fidare ciecamente…
Zayn < No. Non piangere, è passato… devi guardare avanti! >
Feci scendere apposta una lacrima, che mi asciugò col dito. Mi rese il viso tra le mani e io gli strinsi i polsi.
Io < Hai ragione… >
Questo momento (avrei voluto che durasse una vita) fu interrotto dall’urlo dell’autista: - FERMATA QUATTROOOOO!!!-
Io < No, ti prego! Stai qui, quando ci vedremo?! >
Zayn < Presto, te lo prometto Fede >
Io < Va bene… >
Prima di farlo scendere mi lanciai tra le sue braccia, il suo corpo era caldo e scaldò il mio. Alla fine rimasi sola sul pullman fino ad arrivare a casa, poi entrai facendo piano perché le altre dormivano e trovai Reby già nel letto. Quindi preparai i miei vestiti e mi infilai nel letto, cercando di prendere sonno.
 
POV LUDO
Io < Uff… già la sveglia! >
Marty < Bhe sono le 6.30, il tempo lo abbiamo! Ora vado in bagno a lavarmi e scendo a preparare la colazione per tutte. Tu intanto chiama le altre e fate i turni per il bagno. >
Io < Bella la Marty organizzatrice! >
Marty < Grazie grazie!! >
Così scese e io intanto corsi nella camera di Reby e Feddy, che erano tornate abbastanza tardi. Scossi Feddy, che era proprio un sasso e lei aprì gli occhi.
Feddy < è già ora?! >
Io < Si, purtroppo. Marty è scesa a preparare la colazione. Io vado a lavarmi, intanto sveglia Reby e dille che ci deve raccontare per filo e per segno dove è andata ieri! >
Poi mi recai nel bagno e mi feci una doccia lampo. Mi raggiunsero le altre due.
Reby < Buongiorno! >
Io e Feddy < Giorno… >
Reby < Vi spiego tutto a colazione! Non iniziate con le domande >
Feddy < Uff… Okok va bene! >
Io < Dai fatevi la doccia! Io scendo ad aiutare Marty… Si sono fatte le 6.50 percui non credo che abbia già finito. >
Ma come mi sbagliavo! Quando arrivai alla fine delle scale la trovai completamente a suo agio nella nostra cucina: stava facendo il caffè e si sentiva un profumino delizioso. Si voltò e mi vide.
Marty < Omelette al formaggio! >
Io < Ma non mi hai mai detto di essere una cuoca provetto!! Che profumo! Chissà quando scendono le altre… >
Marty < Io non svelo mai i miei punti forti >
Io < Chissà quanti altri ne hai allora! >
Marty < Bhe… credo che questo sia l’unico. Forse il canto… Chiama le altre, il caffè è pronto! >
Io < FEDDY! REBY! >
Corsero giù appena gli dissi che c’erano le omelettes, erano squisite!! Facemmo tutte i complimenti a Marty e decidemmo che avrebbe cucinato sempre lei, pranzi e cene da re!!!
Marty < Ebbene ora sparecchiamo, poi andiamo a vestirciiiii! >
Tutte < Siiiiiiiiii >
 
POV REBY
Io < Va bene va bene! Comunque di nuovo complimenti… >
Marty < Grazie grazie >
Ludo < Ecco fatto, abbiamo messo tutto nella lavastoviglie. Le abbiamo le pastiglie? >
Io < Oh no! Le ho completamente scordate quando sono andata al supermercato! E ora? >
Feddy < Magari dopo scuola possiamo fermarci lì e comprarle, tanto alle 3 di solito sono aperti i negozi… >
Marty < Si ottima idea! >
Io < Giusto! >
Così salimmo e raccontai a loro quello che avevo fatto con Niall, non era niente di speciale, ma comunque per me è stato bello!
Marty < Allora Reby… >
Feddy < Ci devi dire qualcosa o sbaglio? >
Io < Uff… pettegole! Comunque ho passato la serata con un ragazzo che si chiama Niall: biondo, occhi azzurri, simpatico e gentile. L’ho incontrato perché ci ho sbattuto contro con la spesa e la ho fatta cadere tutta, così mi ha aiutata a raccoglierla e ci siamo presentati. Poi mi ha riaccompagnata a casa per mettere le borse sul tavolo e siamo andati in piazza, rimanendo lì fino a tardi. Tadaaaaa! >
Ludo < Ah però! E questo Niall quando lo rivedi? >
Io < Bhe… >
E feci una faccia abbastanza delusa, perché ero così presa dalle nostre chiacchierate e passeggiate che nemmeno gli ho chiesto il numero di telefono. Oddio… ma che cazzo. Il primo ragazzo che sembra almeno decente! È lui! Lui è il meglio e… manco ho il suo numero. Stava solo passeggiando è mi ha fatto cadere quella borsa della spesa, e ora? Come lo cerco? Non ho nulla su cui basarmi!
Marty < Cambiamo discorso? >
Tutte < Oh si! >
Marty < Perfetto! Voi che vi mettete? Io quelli, credo siano abbastanza giusti per la scuola, mi convincono poco gli scarponcini neri alti. I tacchi… >
Ludo < Ma finchè sono scarponcini va bene! Le mie decolletè sono inadatte, io mi metto le vans azzurre, tu puoi anche rimanere così >
Marty < Ok grazie! Vado in bagno a mettermi la matita oro, voi? Che vi mettete? >
Io < Mah… io prendo dei jeans blu scuro con una maglia lilla a maniche a tre quarti. Poi ci abbino un giacchetto nero e degli stivaletti sempre neri, poi mi metto la matita blu. >
Feddy < Io pensavo a questa maglietta color cipria con dei ricami che è fighissima! Poi ci metto dei leggings neri e gli stivali bianchi con dei particolari che riprendono la maglietta. Mi metto la matita nera >
Ludo < Perfette! Sono le 7.15, il pullman passa tra un quarto d’ora. Reby prendi i soldi per le pastiglie >
Io < Giusto! >
Marty < Ridiamo un’occhiata alla nostra classe: ci siamo noi, poi Amy Williams, Selena Right, altre ragazze che non mi sembrano interessanti e poi di ragazzi abbiamo Luke Hashbon, Ashton Chance, cacchio ce ne sono tanti! E poi c’è un tipo che si chiama Zayn Malik… >
Feddy < CHE?! ZAYN MALIK HAI DETTO?! DAMMI QUEL FOGLIO!!!!! >
Marty < Ok ok calma! >
Feddy lanciò un urlo che quasi mi spaccò un timpano e poi ci spiegò
Feddy < Zayn Malik è quello che ho incontrato ieri e che è venuto con me al ristorante! >
Io < Ora capisco molte cose… >
Feci la mia faccina pervy e lei mi diede uno schiaffo amichevole in testa, ahahahah! Chissà… magari diventano ottimi amici!
Marty < Ora si è fatto tardi! Dobbiamo andare in pullman! >
Quando arrivammo trovammo una coda piuttosto lunga tra chi saliva e chi scendeva, così tutte e quattro formammo una catena dandoci la mano per tenerci vicine. Finalmente riuscimmo a salire e a trovare dei posti decenti. Siccome 10 fermate sono tante Feddy decise di passare con noi le prime e poi di andare a cercare Zayn… per dirgli che era tutto uno scherzo quello di Oxford.
 
POV FEDDY
Non ci credo. Ok… sapevo già che Zayn sarebbe venuto a scuola con noi, ma avercelo in classe! Ma sai che figata? Ommioddio. Basta. Devo vederlo e dirgli tutto!
Marty < Buona ricerca! >
Io < Grazie! >
Nel piano di sopra del pullman non c’era. Scesi di sotto e poi… era là. Davanti al pullman, che guardava fuori. Andai a sedermi vicino a lui di soppiatto, 90 su 100 non mi avrebbe riconosciuta se mi fossi girata dal lato opposto rispetto a dove guardava lui. Quindi feci così e infatti…
Zayn < Ciao! Io sono Zayn Malik, tu come tu chiami? >
Mi girai verso di lui e vidi un sorriso stamparglisi in viso…
Io < Dovresti saperlo bene! >
Zayn < Fede!! >
Io < Zayn!! >
Ci abbracciammo forte e poi a lui venne in mente qualche domanda.
Zayn < Ma scusa… il pullman per Oxford è partito da un pezzo! Che ci fai qui?>
Io < Forse, ma dico forse, vado anche io alla Art Academy… e sempre forse siamo nella stessa classe perché forse ho visto l’elenco degli alunni della 4° >
Era estasiato, gli si vedeva dagli occhi. Alzò i pugni al cielo come in segno di vittoria e poi ci abbracciammo di nuovo.
Zayn < Non ci credo. È un sogno! >
Io < Si… anche se ci conosciamo da troppo poco secondo me >
Eccola! La aspettavo da tantissimo: la cazzata del giorno! Perchè? Io mi chiedo solo perché????? Me lo devo segnare da qualche parte che sono fatta per rovinare i momenti belli.
Zayn < Bhe… io cercavo di manifestare la mia felicità ma se non sei entusiasta come me puoi dirmelo… >
Io < Ti prego, scusami. Io… non volevo. Sinceramente quando l’ho scoperto ho tirato un urlo che spaccava i vetri, ma poi ci ho ripensato e mi è venuto in mente che non voglio accellerare tuto e che preferisco conoscere meglio una persona prima di giudicarla mia amica… tutto qui. >
Zayn < Sono perfettamente d’accordo con te. >
Io < Sono molto diffidente, e tu sai anche il motivo… se mi vuoi mi devi tenere così… >
Zayn < Promettimi solo che quando ti piacerà un ragazzo non cercherai di cambiare nulla perché per esempio a lui non vai bene. >
Io < Questo è quello che ho sempre fatto, Zayn… vedi, quando un ragazzo mi interessa io cerco di diventare il suo canone di perfezione >
Zayn < Ma non funziona così! Tu, essendo te stessa, devi diventare il suo canone di perfezione! Non deve essere innamorato della finta Fede, ma di quella vera! >
Quanto. Merda. È. Profondo.
Io < Si, hai ragione. Finora ho sbagliato a fare così, comunque te lo prometto. Non lo farò più! >
L’autista urlò come suo solito che eravamo alla fermata 17. Iniziava a salirmi l’ansia: i prof sarebbero stati bravi? E poi… avrei capito qualcosa delle loro lezioni? No perché sono italiana e già capire qualcosa sarebbe un passo avanti ;)
Vidi le altre che passavano dal piano di sotto del pullman per scendere, salutai Zayn che comunque avrei rivisto tra poco e le raggiunsi.
Marty < Oddio! Sto troppo in ansia! >
Io < A chi lo dici! La mia paura più grande è quella di riuscire a capire qualcosa di quello che dicono i prof >
Reby < Anche la mia AHAHAHA! >
Ludo < Alla prima ora c’è scienze e siamo all’aula B9, chiedo alla segreteria dove si trova! >
La prima impressione sulla scuola era nettamente positiva: il pavimento brillava e c’era un profumo di detersivo che era buonissimo! Si vede che la tengono molto questa Art Academy! La Ludo sparì e tornò dopo 5 minuti
Ludo < La B9 è quella dietro l’angolo a destra. Cavoli! Questa scuola è immensa! >
Marty < Si è vero! Ma tranquille, ci abitueremo presto… adesso andiamo in classe! >
Io < Devo cercare Zayn! Gliel’avevo promesso che saremmo andati in classe insieme… Ah, eccolo là! >
Zayn era da solo, appoggiato alla colonna centrale della scuola, arrivai da lui.
Zayn < Ah!! Eccoti! Ti aspettavo… abbiamo lezione alla B9 >
Io < Si… dai vieni! >
Zayn mi seguì e io colsi l’occasione di presentargli le altre
Io < Ragazze, lui è Zayn! E loro sono Martina, Ludovica e Rebecca >
Tutti si strinsero la mano e si diedero un bacettino sulla guancia. Ironico, a me aveva fatto il baciamano! Ehehe sono privilegiata! Comunque iniziammo a conoscere i nostri nuovi compagni di classe, ma poi arrivò la prof di scienze che si presentò per i cinque nuovi arrivati.
Prof. < Buongiorno a tutti. Io sono la professoressa Dover e insegno matematica e scienze. Oggi, siccome siete appena arrivati, presenteremo un po’ il programma di quello che faremo fino alla fine dell’anno >
Selena, la vicina di banco di Reby, si dimostrò subito molto gentile…
Sel < Prof. Scusi… non è meglio che ricominciamo da capo? Così loro iniziano ad abituarsi alle lezioni partendo dalle cose più facili! >
Zayn < Grazie Selena! Sarebbe ottimo >
Reby < Si è vero >
Prof. < Si, anche io sarei d’accordo e apprezzo la gentilezza di Selena, ma siamo già andati avanti un bel po’ e rischio di non finire il programma in tempo! Perché dopo la scuola non vi trovate, per studiare insieme? >
Marty < A dire il vero… io, Ludo, Reby e Feddy viviamo insieme, perciò potremmo trovarci qui con due o tre alunni della sua classe che ci “aiutino” >
Sel < Bhe… io potrei venire qui con voi! >
Io < Grazie Sel! >
Poi si offrirono altre due ragazze molto carine che erano sedute in fondo alla classe, che si chiamavano Amy e Summer. La prof. fu d’accordo e così ci fece mettere in fila per scendere in laboratorio, che si trovava al piano di sotto.
 
POV MARTY
La Art Academy sembrava proprio bella: pulita, in ordine e soprattutto… enorme! Ahahahah, nella mia scuola c’erano due piani, invece qui credo ce ne siano tre o quattro. Mitica! E poi i nuovi compagni di classe si sono dimostrati subito gentili ed affidabili, soprattutto Sel. Quando arrivammo nel laboratorio c’erano tantissime provette piene di liquidi colorati. Figata assurda!
Io < Sel, che sono tutte queste provette? >
Sel < Sono quelle che usiamo per gli esperimenti, quest’anno le lezioni di scienze saranno lezioni di chimica. Approfondiamo la tavola degli elementi e tutte quelle cose noiosissime… >
Io < Non ho mai odiato due materie come mate e chimica e che mi ritrovo? Un anno di chimica. Almeno la Dover è brava? >
Sel < Per me si, perché comunque la classe la sa tenere e ti fa prendere tanti appunti, siccome odia il libro di chimica. Infatti nelle verifiche al 98% chiede le cose che dice lei e non quelle del libro… mi piace molto >
Io < Bene, la mia vecchia prof. non spiegava e ci dava le pagine del libro da studiare -_- >
Sel < Povere voi!! >
Prof < …E, detto questo, tornerei di sopra per spiegarvi il programma. Oggi per vostra fortuna non faremo niente di nuovo >
Tutta la classe si mise ad applaudire, ironicamente. E la prof. sorrise e ci riportò in classe. Il programma era vastissimo, ma con impegno e studio cel’avrei fatta. Conosco le mie potenzialità e so che sono molto determinata e studiosa. Devo riuscire anche a recuperare il resto. Finalmente suonò la prima ora… wow! Che bello, non mi ero mai sentita così bene a scuola!
Sel < Marty! Mi sono appena ricordata che oggi devo andare con mia madre a comprare il regalo di compleanno per mia nonna!! Non puoi chiedere alla prof. se ti può assegnare un altro “tutor”? >
Io < Ma si, certo! >
Sel < Scusami tanto! >
Io < Ma figurati! Vado subito a dirlo alle altre >
Quando dissi loro che Sel non sarebbe potuta venire oggi si dispiacquero subito, perché era la più gentile che avevamo conosciuto in quella giornata.
Reby < Ma nooo! Sel è così carina e disponibile con tutti! >
Ludo < Due ragazze non bastano per noi cinque! >
Feddy < Cinque? >
Ludo < Si, anche Zayn sta con noi! Poveretto, ha solo Feddy >
Feddy < Lo chiamo qui >
E così Zayn si unì al nostro gruppetto, a discutere
Zayn < Bhe… la cosa migliore da fare per me è chiedere all’insegnante se ognuno di noi si può trovare un tutor, singolo; tutti insieme verrebbe una confusione >
Io < Oh… hai ragione! >
Feddy sorrise e aggiunse che si poteva occupare lei di Zayn, tanto lei in chimica è talmente brava che può riuscire a studiare da sola e Zayn era completamente d’accordo.
Io < Quindi Ludo e Reby… voi state con Amy e Summer? >
Per loro andava più che bene, ma a me serviva un tutor! Così decisi di andare dalla Dover per chiederle se ci fosse uno studente bravo che era disponibile.
Io < Professoressa! Io e gli altri abbiamo deciso di trovarci un tutor per queste lezioni che dobbiamo studiare. Loro l’hanno già trovato e io no, non è che mi consiglierebbe uno studente bravo e disponibile? >
Prof. Dover < Bhe… si, uno bravo in chimica cel’ho. Ma devo chiedergli se è disponibile, che ne dici se ci vediamo all’ora di pranzo sotto il pilastro così te lo presento? >
Io < Sarebbe perfetto! Grazie prof.! >
Prof. Dover < Di niente! >
E poi uscì dall’aula. Non so perché ma non vedevo l’ora di quell’incontro! Magari mi avrebbe presentato un ragazzo carino… no sto scherzando lol. Bhe… nelle altre ore scoprimmo che la professoressa di canto era italiana e si chiamava Loana Riboli e ci fece cantare per vedere il livello di voce che avevamo, fece subito i complimenti alla Ludo e a me perché diceva che avessimo una bella voce. Fantastico!
Arrivò finalmente la tanto attesa ora di pranzo: da mezzogiorno all’una. La prima cosa che pensai quando suonò la campanella fu che dovevo correre a conoscere il mio nuovo tutor… così chiesi alle mie amiche di tenermi il posto e di prendermi della pasta. Corsi a perdifiato fino alla colonna e ci trovai la mia prof. con un ragazzo dall’aria familiare…
Prof. Dover < Martina! Eccoti qui! Ho chiesto ai miei studenti e lui è stato quello più disponibile per insegnarti, percui… Si chiama… >
Io lo riconobbi subito. Come si scordano quei ricci? Avevamo messaggiato tutto ieri sera e avevo iniziato un po’ a legare con lui… e quando mi guardò e sorrise io urlai di gioia.
Io < Harry!!!!! >
Harry < Marty!!!!!!! >
E poi tutti e due ci chiedemmo la stessa cosa…
Tutti e due < Che ci fai qui?! >

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Capitolo 9
*** *un mese dopo* ***


POV MARTY
Ma che cacchio ci faceva Harry lì alla Art Academy?! O mio dio questa era l’ultima delle cose che mi sarei aspettata che mi capitassero, ma forse una delle migliori… Insomma con lui un po’ ci ho legato, ma è ancora presto definirlo “amico”, ma lo diventeremo.
Io < Harry mi devi un po’ di spiegazioni… iniziamo col fatto che STUDI ALLA ART ACADEMY… >
Harry < Non tel’avevo detto, né a te né alla Ludo, perché volevo farvi una sorpresa… e credo sia un lavoro riuscito! >
E poi mi abbracciò, stringendomi forte a lui. Il tutto davanti alla prof. Dover…
Io < Ehm... Scusi prof… >
Harry si limitò a sorridere, che bel sorriso che ha. Lo noto solo adesso.
Prof. Dover < No no tranquilli, siete una coppia, non dovete nasc… >
Io < Prof. mi scusi ma ci siamo conosciuti ieri io e lui >
Harry < Ma amore! Come puoi dire questo alla prof? >
Prof. Dover < Devo andare… Harry ricordati che è più piccola! >
E, sogghignando, alzò i tacchi e se ne andò.
Io < Harry!!!! Ma cosa va a capire ora?!?!?! >
Harry < Ma si… AHAHAHAHAHA!!! Adesso per lei io e te siamo fidanzati! >
Io < Io non lo trovo così divertente >
Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere tutti e due. Mi disse che suo nonno gli ha insegnato la chimica da quando era piccolo, contro la sua volontà, quindi è stato come condannato ad essere bravo. Sorrisi e gli dissi dov’erano le altre.
Harry < Ma figurati! Ti aspetto! >
Io < Grazie… vado al bar a prendere il pranzo, mi accompagni? >
Harry < Certo! >
Ci avviammo e, dopo aver aspettato in fila chiacchierando e scherzando, finalmente presi il mio vassoio e andai al buffet. C’era la carne (che letteralmente adoro) e così presi una bistecca con le carote e le patate. Poi mi si misero due mani davanti agli occhi e io appoggiai il vassoio sul tavolo per toglierle, ma non ci riuscii.
Anonimo < Indovina chi sono! >
Io < Ehm… dammi un indizio >
Anonimo < Andiamo ce la puoi fare, Pulcinella! >
Porca di quella troia. Ora finisco per urlare. Oddio. Non ci posso credere. È proprio lui, in carne ed ossa! Lou!!!!
Io < LOU!!!!!! >
Lou < MARTY!!!!!!!! >
Mi girai e, d’istinto, lo abbracciai più forte che potevo.
Io < Lou, che ci fai qui?! O mamma non ci credo, pensavo che non ti avrei più rivisto e… mi sono divertita tanto con te ieri e… ti prego spiegami >
Lou < Io studio qui, faccio canto. E tu? Devo ammettere che mi mancavi e considera che ci siamo visti IERI >
Io < Anche tu! Io… bhe… ho trovato l’annuncio della scuola su internet e sembrava buona, così io e le mie amiche ci siamo iscritte >
Lou < Pranziamo assieme? >
Io < Perché non venite voi due assieme a me? Vi faccio conoscere le altre e così iniziamo a fare amicizia… >
Loro 2 < Ma certo, sarebbe un piacere! Poi se abbiamo tempo ti presentiamo noi gli altri >
Mentre ci avviavamo verso il mio tavolo dissi a Lou che Harry era il mio tutor in chimica.
Lou < Si, lui è bravo con le rag… in chimica >
Harry < Lou, anche se vi incontraste per strada, non devi toccare il mio fiorellino, ok?! Divento geloso >
Io < Oh cristo! Harry, amore, tel’ho detto che tra me e lui non c’è niente! Siamo solo amiciiii >
Harry < Sei sicura? >
Io < Sicurissima >
Mi veniva da ridere per la recita che stavamo facendo, poi Harry si avvicinò a me e mi stampò un bacio sulla guancia e io lo abbracciai.
Lou < Harry! Ma che fate?! Ma voi tecnicamente non dovreste stare insieme! Maddai! >
Io < Non stiamo insieme AHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!! >
Harry < La Dover lo pensa, perché quando ci siamo rivisti ci siamo abbracciati >
Io < E sto stronzo ha contribuito >
Harry < Come osi dare dello stronzo al tuo ragazzo? >
Io < No amore no! Scusami!! Come posso farmi perdonare? >
Harry fece la sua faccinapervy, ma che porco!! Ahahah idiota!
Harry < Bhe… io qualcosa cel’avrei ma… >
Io < Pervertito!! Guarda, per fortuna che siamo arrivati dalle altre e che non ti posso tirare uno schiaffo, ma consideralo fatto. >
Harry < Uff… scusami amore non lo faccio più >
Gli sorrisi e lui contraccambiò. Poi gli chiesi se potevamo iniziare già da quel pomeriggio a fare ripetizioni di chimica e lui mi disse che gli andava bene. Arrivammo dalle altre.
Io < Guardate un po’ chi è il mio tutor! >
Ludo < HARRYYYYYYYYYY! >
Harry le sorrise e poi corse ad abbracciarla. Lei fu più estasiata di me, era da tantissimo che non la vedevo ridere così. Fantastico.
Harry < Ludo volevo fare una sorpresa a te e a Marty, quindi non vi ho detto che in realtà studio qui >
Ludo < Ma è fantastico! >
 
POV LUDO
Oddio non ci credo! Che bello, vedrò Harry tutti i giorni e diventeremo amici, me lo sento!! Solo che… non so… mi ha dato un lieve “fastidio” vederlo che abbracciava Marty. Non so che cosa sia, comunque meglio non dirlo a lei.
Lou < Ciao Ludo! >
Io < Lou! Anche tu studi qui? Ma che bello!! >
Lou < Eh si ahahah! Ci presentate le altre? >
Io < Allora, quella è Federica, lei è Rebecca e lui è Zayn. >
Tutti si strinsero la mano e Feddy stette vicino a Zayn finché non finimmo il pranzo e poi andammo a fare un giro.
Lou < Ora tocca a me presentarvi i miei amici! Di solito stiamo sotto gli alberi del giardinetto. >
Marty < Belli! Solo che ce ne stanno pochi. >
Lou < Si, sono d’accordo >
Ludo < Come si chiamano i vostri amici? >
Harry < Il mio migliore amico si chiama Niall Horan ed è irlandese. Io lo considero il mio folletto personale >
Reby < Hai detto Niall Horan? >
Harry < Si, Niall >
Reby < Biondo, occhi azzurri, molto alto e magro? Gentile e affidabile… >
Harry < Si!!! Lo conosci?! >
Reby < Bhe… diciamo che ieri ho passato la giornata con lui. Siamo andati in giro e gli ho fatto vedere dov’è casa nostra. >
Harry < Wow! Io è da quattro anni che lo conosco, ti posso dire che è fantastico il folletto >
Reby < Grazie Harry… non vedo l’ora che formiamo il gruppetto e che iniziamo a uscire! >
Harry < A chi lo dici! >
Io < Mamma mia anche io! >
Marty < Io pure! >
Io < Ahahahah! Tutti non vediamo l’ora, è il bello del liceo! Formare le compagnie, uscire, pigiama party… che ne dite di un pigiama party? >
Lou < Sarebbe fico! Ma è meglio nelle vacanze di Natale, perché questo è il periodo delle verifiche… >
Marty < Vero >
Feddy < Ma le uscite ci stanno troppo! >
Zayn < Siii! Ma volendo anche oggi potremmo uscire! >
Io < Abbiamo ripetizione dalle 3 alle 4, quindi potremmo star fuori un pochino >
Marty < Io e Harry saremo a casa mia a ripetere chimica, quindi ci trovare lì. Ci troviamo alle 4.30? >
Lou < Al parco alle 4.30!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Tutti fummo d’accordo. Poi arrivammo sotto gli alberi e trovammo Niall.
Niall < Ciao a tutti! Io sono Niall Horan e… e tu che ci fai qui?! >
Stava guardando Reby, poi corse da lei e la abbracciò forte. Tenendola a braccetto, si fece spiegare che lei era lì a fare canto… come tutti del resto. Niall però stava anche seguendo un corso per imparare a suonare la chitarra. Figo!
Reby < Niall!! Quanto tempo… >
 
POV REBY
L’ultima cosa che pensavo mi sarebbe potuta succedere è successa. Oddio non ci potevo credere, studiavamo nella stessa scuola! E lui mi aveva pure abbracciata e… ok. Va tutto bene.
Niall < Eh si mi mancavi tanto >
E poi sfoggiò il suo bellissimo sorriso (aveva un apparecchio semi-trasparente *-*)
Io < Anche tu. >
Gli sorrisi anche io.
Harry < Scusate se interrompo questo momento romantico, ma vorrei presentarvi Liam!! >
Liam < Ciao!! Piacereeee >
E abbracciò tutte noi le ragazze. Che gentile. Tutto il tempo rimanente dell’ora di pranzo lo passammo a conoscerci meglio e a chiacchierare del più e del meno. E fu semplicemente perfetto. Poi qualcosa rovinò quel momento: la campanella. Prima di entrare in classe ognuna abbracciò il ragazzo con cui aveva legato di più e salutò tutti gli altri. Liam invece tornò con la sua ragazza, Sophia, salutando tutte.
Marty < Ragazzi noi ci vediamo oggi? >
Tutti < Ma certo!! >
E poi noi tornammo verso la nostra classe, sognanti.
Ludo < Yeeee! Oggi prima uscita! Sono felicissima!! >
Marty < Anche io!! >
Io < Si! Non vedo l’ora di rivederli tutti! >
Feddy < Si, mi stanno troppo simpatici! >
Zayn < Scommetto che diventeremo grandi amici! >
Le due ore successive passarono molto in fretta: inglese, con il prof. Smith, e… italiano AHAHAHAHAH! Con la madrelingua italiana. Ecco la materia in cui io e le ragazze saremmo state a dir poco brillanti. Finalmente suonò anche l’ultima campanella e fummo totalmente liberi!
Zayn < Marty… tu vai a casa con Harry? >
Marty < Si! E voi andate nelle aule di studio… giusto? >
Ludo < Esatto! Non vedo l’ora di conoscere Summer! >
Feddy < E io di stare con il badboy! >
Reby < E io con Amy! >
Poi Marty si avviò all’uscita della scuola, salutandoci tutti. Io andai nell’aula di chimica a ripetere… e lì trovai una ragazzina molto ma molto bella: aveva dei capelli lunghi, ricci e neri e gli occhi verdi.
Io < Sei tu Amy? >
Amy < Si, tu devi essere Rebecca. Piacere! >
E mi strinse la mano. Le sorrisi e lei contraccambiò immediatamente.
Io < C’è tanto da ripetere? >
Lei mi guardò un po’ perplessa… probabilmente si aspettava che avrei chiesto alla Dover se le cose da studiare sarebbero state tante. Ma mi ero completamente scordata!
Amy < Bhe… siccome siamo a novembre… si. Lei va avanti tantissimo in poco tempo. >
Io < Fantastico! >
Amy < Si… solo che, per fortuna, è quasi tutta roba facile. Sarebbero le nozioni di base della chimica. >
Io < Benissimo! Iniziamo, dai! >
Prese il libro e il quaderno degli appunti e iniziò a sfogliarli…
 
POV ZAYN
Io ero in biblioteca con Feddy… che, poco dopo, scoprii essere molto afferrata in chimica. Iniziò a leggere il primo capitolo del libro e a “integrarlo” con gli appunti che le aveva prestato Sel.
Io < Che stai facendo? >
Feddy < Avevo previsto questo genere di cose, percui mi sono portata un quaderno vuoto per prendere appunti. Tu ne hai uno? >
Io < Si certo! >
Feddy < Allora è meglio che questa ora la dedichiamo a copiare gli appunti di Sel integrandoli con le pagine del libro che riguardano quegli argomenti. >
Io < Sono completamente d’accordo! Così le prossime volte sarà più facile studiare… >
Feddy < Vedo che hai afferrato! Allora… iniziamo col capitolo 1: “le nozioni base della chimica” >
Dopo questa ora passata insieme usciremo tutti. Cosa c’è di meglio che uno come me, che non ha mai avuto amici, possa desiderare? Niente credo. Assolutamente niente. Che poi fosse stata un’altra ragazza non penso che mi sarei mai trovato così bene con lei. Mi sembra di potermi fidare ciecamente, ma lei dice che è troppo presto, quindi aspetterò un po’.
Zayn < Non sembra così complicato >
Feddy < Aspetta di arrivare dove sono io, poi ne riparliamo! >
Zayn < Oh Cristo! >
 
POV LUDO
Entrai nell’aula di scienze, che di solito si usa come aula di studio. Era completamente piena di libri e di scaffali… lì trovai una ragazza con i capelli rossi e gli occhi color miele, vestita tra l’altro anche molto bene.
Summer < Tu devi essere Ludovica, si, sei tu. Ti ho vista in classe! Piacere, mi chiamo Summer. >
Io < Io sono Ludovica… piacere mio! >
Summer < Io sono qui da quattro anni e ho sempre avuto la Dover, quindi ho un po’ imparato a “gestirla” >
Io < Io sono qui da oggi e… dimmi tutto! >
Summer < In pratica lei è fissata con gli appunti e, dalla prima, ti abitua a prenderli… cosa che a me piace moltissimo. Solo che se magari ti sfugge qualcosa sei fregata, perché nelle verifiche ti chiede TUTTO quello che ha detto. Ma tutto! >
Io < E odia il libro… l’ha detto prima. >
Summer < Esatto. Bhe… non ci resta che iniziare! >
Io < Iniziamo allora! >
Ma Summer è mitica! Riesce a farsi apprezzare da tutti ed è molto gentile. Spero che sia anche brava in chimica!! Diventeremo grandi amiche, lo sentooo!
 
POV HARRY
A casa andammo in motorino… perché io cel’ho!! Era da tantissimo che non ci andavo con una ragazza, infatti mi è piaciuta molto la sensazione di essere abbracciato da dietro. Mi ricordavo dov’era a malapena, quindi mi feci un po’ guidare da lei.  Arrivammo finalmente e ci mettemmo pochissimo, il pullman è lentissimo!
Io < Lo lascio qui davanti? >
Marty < No, portalo nel garage! >
Io < Ok, tu inizia ad andare in sala relax o in soggiorno che studiamo lì! >
Marty < Va bene! Che figata studiare su divano… >
Ed entrò in casa. Dopo 5 minuti entrai anche io e la trovai sul divano, sdraiata, a leggere gli appunti che avevo portato.
Io < Signorina! Non si studia in questa maniera! Fai spazio anche a me!! Che modi sono?! Io vengo qui a farti da tutor e mi tratti così!! >
Marty < Amore!! Non fare così… dai vieni qui con me. >
Io < Se ci tieni… >
Feci finta di andarmene ma poi mi voltai e mi lanciai sul divano. Proprio alla Harry Styles. Solo che finii sopra di lei, la sua faccia quasi appiccicata alla mia. Spalancò gli occhi come se fosse pietrificata.
Marty < HARRY LEVATI SUBITO DI QUI!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Io < Si scusa! Non volevo… cioè io avevo in mente di fare una rientrata in scena alla Styles e… che momenti imbarazzanti. >
Marty < Già! >
Io < Dimentichiamo? >
Marty < Dimentichiamo! >
Io < Perfetto. Intanto io sono in quinta perché ho fatto l’anticipo, altrimenti sarei in classe con voi… >
Marty < So già tutto della Dover, mi ha raccontato Sel la maniera in cui spiega e le cose che fa fare… iniziamo a ripetere? >
Io < Veramente speravo di parlare un pochino con te prima… ma se vuoi… >
Marty < Di che vuoi parlare? >
Io < Ti ha dato fastidio il fatto che abbia detto tutto alla Dover? >
Marty < Tutto cosa? E poi… ma figurati! È stato divertente… e anche Lou ci è cascato in pieno! Siamo due attori, solo che con le altre ragazze è meglio non farlo. Ho notato che la Ludo aveva un faccia strana quando ci ha visti abbracciati… >
Io < A dire il vero l’ho notato pure io, le voglio bene e ne voglio anche a te, ma siamo solo amici… vero? >
Marty < Si, solo amici. >
Io < Perfetto. Dicevamo… le nozioni di base della chimica solo molto semplici e per impararle… >
 
*UN MESE DOPO*
POV MARTY
Posso urlare che questo è stato il mese più bello della mia vita? Bhe… meglio di no. Ora sono in camera con le altre, mi prenderebbero solo per pazza. Comunque questo mese è stato pieno di uscite, divertimenti, party ma anche di verifiche, interrogazioni e test vari… ehm… iniziamo col parlare della scuola, perché il più bello si tiene sempre alla fine. Allora sono quasi riuscita a recuperare tutto, manca solo l’ultima lezione con Harry che si tiene oggi. Siccome siamo a dicembre e tra poco finisce il semestre ci stanno facendo tantissime interrogazioni e verifiche che, per fortuna, vanno tutte alla grande (soprattutto quelle di italiano). Ho anche sentito un paio di volte i miei, che sono felici per la mia scelta… solo che durante le chiamate io mi mettevo a piangere. Mi mancano, capitemi! E poi c’è il bello: il nostro gruppetto. Ma quanto merda ci siamo uniti?!?! Oddio è diventata una cosa fantastica, non che già non lo fosse, uscire con loro, messaggiarci, vederli a scuola, parlarci… sto come vivendo un sogno perfetto.
Io < Ragazze, oggi ho l’ultima lezione con Harry e poi ho finito! >
Reby < Così in fretta?! A noi mancano due capitoli! >
Ludo < A noi uno solo e credo anche io di finire per oggi >
Feddy < Lumache! Noi abbiamo finito! È da un po’ che usciamo invece di fare ripetizione, e nelle verifiche abbiamo sempre preso dall’8 in su >
Io < Mi ha scritto Lou, dice che non vede l’ora di riabbracciarmi… >
Ludo < Che tenero! Harry mi ha appena chiamata >
Feddy < Zayn è sempre rimasto qui invece!! Alla faccia vostra! Dice che dobbiamo farci una foto noi 4 e mandargliela. Selfie? >
Tutte < Siiiii! >
Reby < Sorridenti o buffe? >
Feddy < No dai facciamola bella. >
Tutte sorrisero e venne fuori una foto bellissima, proprio bellissima. La inviò a Zayn e anche alle nostre mamme, per fargli vedere come stavamo e che facevamo.
Reby < Che bello essere uscite un’ora prima oggi eh? >
Io < Si, ci voleva proprio!! >
 
POV LUDO
Bhe che dire… un mese mitico! Finalmente il semestre è quasi finito e si concluderà con una festa da sballo. I voti sono belli, tutti 8 e 9 e non ho mai preso un’insufficienza, nonostante tutte le verifiche e le interrogazioni fatte. I ragazzi delle quinte hanno fatto una gita a Madrid di tre giorni e Smith mancava perché li aveva accompagnati e quindi ci hanno fatti uscire un’ora prima, ma torneranno a momenti! E io sono in ansia perché mi sono mancati tanto… soprattutto Lou ed Harry. Ho anche chiamato e messaggiato molto con i miei, perché mi sembrava giusto che dopo essere sparita almeno dei cenni glie li dovessi fare.
Io < Facciamo una sorpresa ai ragazzi? >
Reby < Si dai!! Cosa? >
Io < Andiamo a scuola a prenderli? Harry mi ha appena detto che dovrebbero essere lì tra 20 minuti… >
Marty < Si, ma il pullman va troppo piano! >
Feddy fu l’unica a capire che avevo qualcosa in testa.
Feddy < La Ludo ha un’idea… >
Io < Infatti! In 20 minuti a piedi ce la possiamo fare! >
Marty < Che hai bevuto? >
Reby < No, al massimo in bici… >
Feddy < Reby, tu hai il patentino? >
Reby < Si, per i motorini… >
Marty < Ehy! Anche io cel’ho!! >
Feddy < Zayn ha una moto, anche Harry ne ha una e anche Lou. Ora… se ognuna di noi va a casa di Zayn o Harry e Lou e ci facciamo prestare il motorino ci mettiamo 10 minuti ad andare a scuola!! >
Marty < Vado a casa di Lou… Reby tu corri da Harry e ci vediamo qui tra 10 minuti >
Reby < Detto, fatto! >
Io < Okok. Allora sbrigatevi! Non abitano lontani! >
Seriamente, ci misero pochissimo. In 5 minuti andarono e tornarono. Fantastiche!! E convinsero anche le madri, sono due genie!
Marty < Ludo, vieni con me! >
E salii dietro a Marty, in moto. Mi passò un casco e me lo misi, scrissi ai ragazzi per non farli sospettare di niente…
Io < Ho detto a Harry che siamo a casa ad aspettarli, così penserà che dovranno venirci a trovare! >
Reby < Bravissima! Feddy muoviti!!! >
Quando fummo pronte, partimmo, facendo rombare i motori. Non ci ero mai stata in moto prima d’ora e fu fantastico. Mi sentii libera, come se stessi volando… che bello! Fummo a scuola in pochissimo tempo, tipo 10 minuti.
Marty < Lou mi ha scritto che saranno qui a minuti! >
Reby < Si! Non vedo l’ora! >
 
POV FEDDY
Questo mese mi ha cambiata. La scuola, per fortuna, va bene e i voti sono ottimi (soprattutto chimica e italiano). Tra poco ci sono le pagelle e sono un po’ agitata, perché qualche insufficienza l’ho presa. Ma ho recuperato tutto, quindi dovrebbe essere una bella scheda. Ho anche sentito un paio di volte i miei, che sono incazzati con me per quello che ho fatto. Conclusione: in Italia non ci torno più, nemmeno per salutarli. E ora il meglio: il nostro gruppetto. Giuro… abbiamo passato la prima settimana conoscendoci e parlando, ma poi abbiamo iniziato a legare ed è stato fantastico! Il momento che non scorderò mai è stato quando Zayn mi ha portata all’Hyde Park. In macchina, al ritorno, abbiamo ascoltato un lento ed è stato nell’istante in cui ci siamo guardati che ci siamo sentiti… infiniti. Amo il mio gruppo e spero che non dovremo separarci mai.
Io < Quando arrivano?! >
Reby < Niall dice che arrivano tra poco, ma l’ha detto anche venti minuti fa eppure non sono ancora qui! >
 
POV REBY
Mi sono affezionata a tutto: alla Dover che ci fa prendere appunti come dei dannati, alle uscite, alla scuola, alle mie migliori amiche e anche a quelle nuove… ma soprattutto a Niall. Niall è… perfetto. Lo conosco ancora da poco ma è quello con cui mi trovo meglio di tutti! E questo non significa che mi piaccia, ma che c’è solo una grande amicizia. Tutto qui. I miei mi hanno chiamata e sono stati molto comprensivi, perché hanno capito i miei motivi e la mia scelta e dicono che sono abbastanza matura per potermela cavare. La scuola va bene, tra poco ci sarà a consegna delle pagelle del primo semestre e sono un po’ tesa… ma i voti sono belli e in classe mi comporto bene. Spero nel meglio!
Marty < Lou ha chiesto all’autista e lui gli ha detto che sono appena entrati in Londra! >
Questione di attimi oramai.
Io < Devo rivedere Niall!!!!!!!!!!!!!! >
Ludo < Adesso stiamo calme, non saltiamogli addosso quando scendono… ok? >
Marty < Ovvio! Io posso saltare in braccio a Lou però vero? >
Ludo < -_- come vuoi! >
Feddy < Io bho… mi è mancato tanto Liam. Ma Zayn è rimasto a casa con me!! Povere plebee >
Marty < Oddio il pullman!!! Guardate! >
Più o meno alla fine della strada iniziò a vedersi l’enorme pullman grigio con il quale erano partiti: era pieno di gioia e allegria, si vedevano tutte le persone che saltellavano o che chiacchieravano!
Io < Arrivaaaaaa! >
Il pullman entrò nel parcheggio della scuola e noi ci nascondemmo tra gli alberi, dove sapevamo che sarebbero andati i ragazzi. E così fu infatti. Loro si sedettero sulle panche di legno in mezzo al boschetto e iniziarono a parlare…
Harry < Che bello essere tornati a respirare l’ar… il fumo di Londra >
Lou < Aahahahahah! Già! >
Liam < Si! E poi a Madrid ci siamo divertiti un sacco… anche se mi mancavano Sophia e le ragazze. >
Niall < Anche a me… soprattutto Reby >
Lou < Io voglio rivedere la Marty, ha un sorriso talmente bello che fa sorridere anche me! >
Vidi Marty arrossire e si mise una mano davanti alla bocca, per non urlare credo.
Harry < A ma mancavano tutte ma ho un legame speciale con la Ludo, perché è stata la prima che ho conosciuto. Andiamo a casa loro? >
Liam < Prendo le valigie e arrivo! >
Niall < Si, ma in fretta, saremo in ritardo! >
Lou < Poverette, chissà quanto hanno aspettato. Giuro che quando rivedo Marty la abbraccio così forte da soffocarla >
Marty uscì dal suo nascondiglio.
Marty < E che aspetti a farlo? >
Io vidi soltanto che Lou si alzò e corse verso di lei molto velocemente e poi si abbracciarono fortissimo. Che teneri *-*. Sarebbero la coppia perfetta: si intendono e si amano di bene.
Uscimmo tutte allo scoperto e fummo accolte con abbracci e baci. Vidi soprattutto Niall che aveva gli occhi lucidi e Harry e la Ludo che caddero per terra. Epici! Liam invece corse dalla Feddy e la riempì di baci sulla guancia. Feddy arrossì un po’ e contraccambiò abbracciandolo… e poi ci abbracciammo tutti.
Io < Un bel sorriso! >
E ci scattai, a parer mio, la più bella foto di sempre.

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Capitolo 10
*** party time! All day, all night ***


POV LUDO
Io ed Harry siamo caduti come due polli mentre ci abbracciavamo! Maledette radici degli alberi!! Oh Dio, sembra ancora più bello da quando è tornato.
Io < Mi sei mancato tanto >
Harry < Anche tu… non vedevo l’ora di rivederti. >
Io < Anche io! >
E ci abbracciammo di nuovo. Fu semplicemente fantastico, in quei pochi attimi mi sentii in paradiso. Feddy era intenta a correre verso di Liam per abbracciarlo, perché dopo di Zayn, era quello a cui era più affezionata. Solo che inciampò (sulla radice) e stava per cadere quando si aggrappò alle spalle di Liam e lui la prese per i fianchi.
Liam < Tutto ok? Niente di rotto? >
Feddy < No no tranquillo. >
Sophia < Guarda guarda! Gli voglio fare una sorpresa e lui già si trova un’altra! Bravo!! >
Liam < No amore… è solo caduta inciampando su quella radice e… l’ho presa al volo! >
Sophia < Si lo so, l’ho vista che cadeva. Stavo solo scherzando! >
Liam < Vuoi cadere anche tu? Oh scusatemi! Che maleducato, ve la presento. Lei è Sophia Smith, la mia ragazza. >
Marty < Molto lieta. Io mi chiamo Martina e sono italiana, come tutte le mie amiche >
Sophia < Piacere mio! >
In breve tempo tutti iniziarono a presentarsi e stringersi la mano.
Niall < Ragazze, noi dobbiamo andare a mettere a posto i borsoni e le valigie. Perché non andare con Sophia a fare un giro? Così vi conoscete meglio! >
Reby < Sarebbe super! >
Marty < Si dai!! >
Io < Perfetto! >
Feddy < Sophia aspettiamo tutte te! >
Dopo aver dato un lungo bacio a Liam, Sophia venne con noi e andammo prima a fare un giro al parco e poi nella gelateria, a parer mio, più buona sulla faccia della terra. Parlammo per tutto il tempo e scoprimmo che era la ragazza più dolce in assoluto. Beato Liam.
Io < Sophia! Ci dici un pochino di te e Liam? >
Marty < Wuhu! Amo il gossip! >
Sophia < E va bene… ma solo perché siete voi eh? >
Reby < Evvai! >
Sophia < Ci siamo conosciuti al lago, perché io volevo dar da mangiare ad uno scoiattolo che però continuava a scappare. Poi lui si avvicina a me e mi mostra con tutta la calma del mondo come avvicinare lo scoiattolo e, insieme, gli diamo da mangiare. Poi, parlando, scopriamo di frequentare lo stesso liceo e quindi iniziamo a pranzare insieme, uscire… e il resto è storia. >
Feddy < Siete dolcissimi! >
Sophia < Si, stiamo insieme da 5 anni! >
Marty < 5 anni?! Oddio ma è tanto!! >
Sophia < Si, dalla prima alla quinta superiore. >
Io < Auguri! >
Lei sorrise. Era proprio stupenda. Poi ci augurò di passare una bella serata e fece per andarsene quando la fermammo.
Marty < Stasera vorremmo fare un pigiama party anche con i ragazzi, vorresti venire? >
Sophia < Mi piacerebbe tanto, ma ho ospiti a casa e non posso proprio! So che state per chiedermi se Liam può venire, si, tranquille. Non sono una ragazza gelosa >
Io < Grazie mille! Ti scrivo, ciao ciao! >
E se ne andò a casa. Che bello parlare con lei! È stato divertente, ma ora è meglio che noi torniamo a casa per avvisare i ragazzi e preparare la roba per il party. Marty invitò Lou, Reby Niall e io Harry, anche Feddy scrisse a Zayn. Gli scrivemmo un messaggio perché di andare a casa loro non avevamo tempo. Tutti dissero di si e decidemmo che sarebbero venuti da noi a mangiare e poi avremmo passato la serata insieme.
Marty < CUCINO IO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Io < Si, mi sembra l’idea migliore… Marty, la sai fare la pizza? >
Marty < Ma è ovvio. È la cosa più facile in assoluto >
Reby < Servono gli ingredienti? No perché il supermercato è qui vicino e io ci posso benissimo andare. >
Feddy < Ti accompagno io! >
Marty aprì il frigo e vide che mancavano le uova e la farina. E poi ci disse di prendere l’impasto per biscotti e le gocce di cioccolato, perché voleva fare degli stuzzichini (soprattutto per Niall, che mangia come un maiale). Decisi di darle una mano, magari sarei riuscita ad imparare qualcosa. Quando le altre uscirono, capii che quello era il momento giusto per dirle che mi dava fastidio vederla abbracciata a Harry e non so perché.
Io < Marty… posso dirti una cosa? >
Marty < Certo! Dimmi pure >
Io < Ecco… a me… bhe… mi da altamente fastidio vedere Harry con altre ragazze e quando ti abbraccia io, non so perché, divento gelosa. Con questo non intendo che non lo devi più frequentare… ma… >
Marty < Ludo io e lui siamo ottimi amici, ma non più di questo. Solo amici, forse migliori amici, ma non può succedere niente tra di noi. >
Io < Lo so, volevo solo dirtelo. Perché almeno mi aiuti a capire che mi succede. >
Marty < Forse inizi a sentire qualcosa per lui… >
No. Non posso sentire qualcosa per Harry Styles. Non mi piace. Siamo amici e fine, non può piacermi! No… solo che ho paura di… perderlo.
Io < Non mi piace. Ho solo paura di perderlo perché è il primo che ho incontrato qui e voglio coltivare qualcosa con lui. >
Marty < Lo stesso lo provo io per Louis >
Stavamo preparando la cucina quando tornarono Feddy e Reby, con tutti gli ingredienti che avevamo chiesto e anche due pacchi di patatine e la coca-cola.
Reby < Eeeeehm… ci siamo lasciate un po’ andare ma almeno stasera avremo qualcosa! >
Marty < Mi aiutate a cucinare? >
 
POV REBY
Io < Si, ma se scoppia la cucina non sono stata io >
Feddy < AHAHAHAHAHA!!! Oh Dio, si vai tranquilla. Che ne dite se ci dividiamo i compiti? >
Ludo < Ma Marty è l’unica che sa cucinare qui. >
Io… oddio. Come lo spiego? È la prima serata che passerò con Niall, non da soli, ma sempre con lui. Sono molto tesa e spero che niente vada storto. Ci conosciamo solo da un mese ma è come se fossimo amici da una vita: ci raccontiamo tutto e, quando sono triste, c’è lui per me. Lo amo di bene…
Io < Concordo! >
Marty < Bhe allora facciamo così: Feddy, se vuoi vai pure da Zayn così state un po’ da soli prima del party. Reby, Ludo, a me serve solo un’aiutante… scegliete voi. Per me è indifferente.
Ludo < Reby, c’è qualcosa che non va? >
Io < Eh? No! Assolutamente niente… solo che… vado a prendere una boccata d’aria. Mi servirebbe proprio >
Marty < Ok, vai pure. Noi intanto cuciniamo >
Uscii dalla porta e mi diressi al parco. Si che c’è qualcosa che non va. Io… ho appena detto che per Niall non sento niente, ed è vero. Ma se non fosse così e io mi stessi convincendo che non mi piace quando invece lo amo alla follia? Se mi stessi rifugiando in una realtà che non esiste? Meglio non farsi seghe mentali e andare avanti sorridendo, solo che il prima possibile lo devo dire anche alle altre. Perché altrimenti penseranno che non mi fido più di loro…
 
POV MARTY
Io e la Ludo, aspiranti chef, abbiamo finito le pizze e quando arriveranno i ragazzi le metteremo in forno. Ora ci dedichiamo ai biscotti!!
Ludo < Scusa per prima… ho rovinato tutto. Fai come se non avessimo mai parlato di sta cosa. >
Io < Ma tanto lo sai che lo terrò a mente. >
Ludo < Si forse hai ragione. >
Io < Eh si. Allora per i biscotti abbiamo il preparato, devi solo metterci le gocce di cioccolato e impastare. Poi lo stendiamo, ritagliamo le formine e in forno. Il tutto per le 7… ce la faremo? >
Ludo < Dubiti di noi? >
Io < Ehehehe! No no tranquilla!! >
Ci mettemmo al lavoro e i biscotti li mettemmo in forno a riposare, senza accenderlo. Nel frattempo apparecchiammo la tavola. Ludo aveva detto che si sarebbe dovuta sedere vicino a Harry per principio e io vicino a Lou, poi scrissi a Reby di tornare indietro e agli altri se erano pronti.
FROM: LOU. Marty non vedevo l’ora di stasera… per stare con le altre ma soprattutto con te. Vero che a cena stiamo vicini?
TO: LOU. Anche io. Ovvio che stiamo vicini! Venite? Qui è tutto pronto!
FROM: LOU. Ora prendo una cosa e arrivo… credo che sarò il primo! Faccio più in fretta che posso <3
TO: LOU. Ok ti aspetto <3
Reby entrò in casa, tutta sorridente. Dicendoci che dopo ci avrebbe dovuto dire una cosa. Iniziò a raccontare e ci disse che riguardava Niall, ma poi sentimmo bussare alla porta e lei si bloccò.
Io < Apro io! >
Aprii la porta ed ecco Lou, la perf… il mio migliore amico Lou, l’eterno Peter Pan che si diverte con le battaglie di vernice a 19 anni.
Io < Ehy! >
E lo abbracciai… sentii il cuore battere a mille e non stavo scherzando, senza nemmeno mettere la mano sul petto riuscivi a sentirlo.
Lou < Dopo vieni un attimo in camera con me, ho una sorpresa… >
Mi stampò un bacio sulla guancia e salutò le altre. Disse che Liam, Harry e Niall sarebbero arrivati a momenti e che Zayn era con Feddy.
Io < Ragazze vi dispiace accogliere gli altri? Io salgo di sopra con Lou, dice di dovermi dire una cosa importante. Chiamateci quando gli altri arrivano che scendiamo >
Ludo (sussurrando) < Vai Marty! >
Ci battemmo il cinque ironicamente e poi salii con Lou. Chiuse la porta a chiave, facendomi venire la pelle d’oca.
Lou < Mi sei mancata tantissimo, giuro. Ed è da tantissimo che non stiamo un po’ da soli. Il tuo sorriso è la cosa più bella che io abbia mai visto e volevo dirti che… >
Oddio, stavo arrossendo. La faccia andava a fuoco!
Io < Che cosa? >
Lou < Che a Madrid ho trovato qualcosa che mi ha fatto pensare a te e mi sono permesso di comprartelo… spero ti piaccia! >
Muoio. Mi ha comprato un regalo da Madrid! Solo per me e senza che io gli avessi detto niente!! Io giuro che stavo per saltargli addosso quando mel’ha detto. Mi diete una scatolina impacchettata perfettamente e con un bigliettino attaccato. C’era scritto qualcosa in spagnolo…
Io < Eeeeeeehm… tu lo sai che non ho fatto spagnolo! >
Lou < Te lo dico in un secondo momento che cosa vuol dire. >
Lo aprii e c’era un anello. UN ANELLO! E mel’aveva regalato il mio migliore amico!! Era stupendo: di metallo ma con una bellissima perla al centro!
Io < Wow! È semplicemente… >
Non riuscivo a trovare le parole per descriverlo, e quando se ne accorse mi sorrise molto dolcemente e mi abbracciò. Poi però iniziò ad avvicinare la sua faccia alla mia (che intanto ero diventata un peperone) e mi baciò la punta del naso.
Lou < Scusami io non… >
Io < Tranquillo, è solo amicizia un bacetto sul naso… vero? >
Lou < … vero! >
Sarei stata lì PER ORE ma poi sentii la voce inconfondibile di Liam.
Liam < Piccioncini!!! Mancate solo voi! >
Io < Oh merda! >
Mi infilò l’anello e poi scendemmo. Abbracciai tutti gli altri ragazzi e poi chiesi alla Ludo di venire con me in cucina per mettere le pizze in forno e intanto le raccontai tutta la storia dell’anello.
Ludo < Ma wow!!! Ti prego dimmi che c’è scritto “sei la mia vita” sul bigliettino! >
Io < Non lo so che c’è scritto! Non mel’ha detto e, sinceramente, non mi pareva il caso di prendere il cellulare e andare su google traduttore… comunque porca troia! Mi ha baciata sul naso!! >
Ludo < E datti una calmata! Non è il tuo ragazzo! Ehm… come è stato?! Ti prego voglio i dettagli! >
Io < Non lo so descrivere a parole… è stato… magico. >
Niall < ABBIAMO FAME!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Ludo < Oh un attimo!! Piuttosto renditi utile e dacci una mano! >
Niall < No, io mangio e basta. >
Io < E allora zitto. Comunque sono pronte! Arriviamo! >
Portammo la pizza in tavola e tutti aspettarono che ci sedessimo anche noi. Tutti tranne Niall, che aveva troppa fame per resistere. Finalmente andammo a sederci e mangiammo tutti insieme.
Liam < Ma è squisita! In che ristorante l’avete ordinata? >
Io < Bhe sinceramente… >
Lou < Dai una volta ci andiamo tutti insieme in quel posto! Se la pizza la fanno così muoio proprio dalla voglia! >
Zayn < Si, è vero! >
Niall aveva la bocca piena e disse qualcosa che nessuno riuscì a capire mentre Harry mi prese per le spalle e mi scosse perché doveva sapere le mie fonti.
Io < L’ho fatta io questa pizza! E Ludo mi ha aiutata! >
Scattò l’applauso. Tutta la cena la facemmo a parlare del fatto che cucino bene e di chi mi avesse insegnato. Dissi loro che era stata mia nonna a lasciarmi le ricette, perché sapeva che mi piacesse cucinare…
Lou < Se potesse vederti sarebbe fiera di te. >
Harry < Concordo pienamente… >
Io < Grazie ragazzi… siete i migliori. >
Reby < Facciamo un brindisi? >
Feddy < Siiii! Un brindisi con la coca cola! >
Ludo < Ahahahahahahahaha!! Dai almeno siamo differenti! >
Niall < A noi! >
Tutti < A noi! >
Brindammo e poi sentimmo il cellulare di Liam squillare. Era Sophia. Lui andò di sopra a rispondere.
Io < Uff sono piena! Non ce la faccio più!! >
Niall < La mangio io! >
Ludo < Si, tieni! >
E lanciò una fetta di pizza a Niall, ma sbagliò mira e lo colpì dritto in faccia. Fu ironico quello che successe dopo, perché Niall la prese e urlò:
Niall < GUERRA DI CIBO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Io < Tieni la pizza! >
E ne lanciai un paio di fette dove capitavano: una prese in pieno Feddy e l’altra Harry.
Lou < Io e Marty abbiamo esperienza in questo campo, ritiratevi se non volete pentirvene! >
Io sorrisi, ricordando quella fantastica giornata passata a tirarci i pennelli.
Io < Lou… alleati? >
Lou < Alleati! >
Iniziammo a lanciare pizza a tutti quelli che c’erano, mentre noi cercavamo di schivare il più possibile ma lui venne colpito al braccio.
Io < Lou! No!!!!! >
Niall fece la sua risata malvagia e batté il 5 a Zayn. Lo guardai malissimo, fingendomi arrabbiata mentre Lou si accasciò di fianco a me.
Lou < Mi è piaciuto combattere con te, Pulcinella. >
Chiuse gli occhi e io lo abbracciai.
Io < Lou! LOU! Svegliati ti prego!! >
La sa fare bene la finzione del morto… presi gli ultimi due pezzi di pizza che mi erano rimasti e li lanciai con tutta la forza che avevo. Il primo centrò Zayn nella fronte… lo guardai stramazzare e poi mi avvicinai minacciosamente a Niall.
Niall < Tesoro, possiamo parlarne! Perché non andiamo a farci una pizza? Eh? >
Io < Fine dei giochi, Horan. >
E colpii anche lui. Louis (ironicamente) si svegliò e gli dissi che avevamo vinto. Lui andò a vedere Niall e provò a muovere il suo corpo con un piede. Non dava “segni di vita”. Ci abbracciammo ed esultammo, cantando “We are the champions”.
Liam < Si si tesoro, ti amo anche io! Ciao e buona serata! >
Riattaccò. Oddio, che figure di merdaaaaaa! Ma perché tutte a noi?!
Liam < Ragazz… CHE DIAVOLO STATE FACENDO!?!?!?!?!?!?!?!?! >
Io < Liam, posso spiegare… noi stavamo parlando e poi la Ludo… cioè Niall ha lanciato… lascia perdere. >
Ci furono 20 secondi di silenzio, poi Niall si mise a ridere e scoppiammo tutti. Ci mettemmo l’eternità a sistemare tutto e a cambiarci, decidemmo di indossare il nostre pigiama, anche perché i ragazzi di vestiti puliti non ne avevano più. Liam aveva portato il suo film preferito, un horror chiamato “Zombie Attack” o qualcosa del genere. Personalmente odio gli horror, preferisco 1000 volte i libri ai film, ma non volevo fare la paranoica percui non dissi niente.
 
POV FEDDY
Finalmente! Una bella serata tra amici, ci voleva proprio! Mi sono mancati quando erano a Madrid, ma il mio badboy è rimasto qui con me e tutti i giorni ci vedevamo per stare un po’ insieme. L’horror non mi mise paura, anche se era fatto molto bene e le scene sembravano reali. Invece alla Ludo eccome! Spesso sentivi Harry rassicurarla e dirle che non esistevano quelle cose, poi si abbracciavano ed erano STUPENDI!
Ludo < Finito! Finalm… che peccato!! >
Liam < Non ci metto niente ad andare a casa a prendere il seguito! >
Ludo < NO! >
Io < Perché non andiamo di sopra? Potremmo giocare ad obbligo o verità col cellulare! >
Zayn < Si! Ma facciamo super hot o cosa? >
Lou < Iniziamo con cose leggere, poi facciamo hot… >
Reby < Chi cel’ha sul telefono? >
Tutti ci guardammo tra di noi e ci mettemmo a fissare Harry… lui sembra il più pervertito, ovvio che lui l’ha scaricato!
Harry < Non ditemi che sono l’unico che ci ha già giocato! Andiamo! >
Io annuii perché gli obblighi forti non li avevo mai fatti e sinceramente spero che non mi capiti niente di esagerato, mi vergognerei un sacco! Comunque tutti andammo di sopra e ci mettemmo in cerchio, dopodiché iniziammo a giocare… all’inizio tutti dicevano verità e capitavano domande banalissime, come “quante volte hai baciato?” oppure “quanti flirt hai avuto?” ma poi decidemmo di fare sul serio e Harry ruppe il ghiaccio.
Marty < Tocca a Harry! Obbligo o verità? >
Harry < …………… >
Io < Harry dai! >
Zayn < Se scegli verità mica di devi vergogn… >
Harry < Obbligo. >
Oddio. Vi prego, ditemi che non ha scelto obbligo, che dovrà fare? Poveretto!! Marty sbarrò gli occhi, come se avesse visto un fantasma. Lasciò cadere ironicamente il telefono sul tappeto e disse a Lou di leggere, mi sto seriamente preoccupando.
Lou < Fai scivolare le mani su tutto il corpo di Marty… >
Tutti < Wooooooooo!!! >
Marty si mise le mani tra i capelli e Harry fece la sua inimitabile faccinapervy… epici!
Io < Dai Marty alzati in piedi!! >
Niall < Posso farvi una foto? >
Gli tirò un cuscino addosso, si vede che non lo voleva fare… ma dovette. Harry si mise davanti a lei e iniziò a metterle le mani attorno alla vita. Poi lentamente scese fino a sfiorarle la zippo e le cosce, ritornò su e salì fino al seno e rimasero lì per un po’ poi lui levò le mani e si abbracciarono. Ludo li guardava come se li volesse uccidere all’istante. Marty aveva una faccia che voleva dire “povera me”… e Louis era quasi abbattuto. Io invece me ne stavo lì di fianco a Zayn.
 
POV HARRY
Quell’obbligo fu… strano. Tutti avrebbero provato piacere, tutti i ragazzi intendo, e non nego di averlo provato anche io… ma fu strano. Perché tra me e lei non credo potrebbe mai esserci qualcosa e quindi… bhe…
Reby < Tocca a me! >
Io < AHAHAHAHA! Questa è forte. Devi descrivere come sarebbe Zayn a letto con tre parole. >
Reby divenne tutta rossa e smise di sorridere… si mise a pensare. Qui quella che conosce Zayn è Feddy e non lei!
Reby < Posso fare una sola parola? Altro non mi viene in mente, giuro. >
Io < E va bene…>
Reby < Per me lui preferisce far piano, dolcemente, non qualcosa di violento come penso farebbe Harry. >
Tutti ci pensammo e annuimmo, pure io! E infatti quando mi videro annuire si misero a ridere. Poi ci fu un obbligo per la Ludo. Due ragazzi la dovevano tenere ferma mentre Louis le faceva quello che voleva. Feddy e Niall corsero a far alzare la Ludo e a bloccarla mentre Louis si avvicinò senza mostrare vergogna. Lei provava a dimenarsi ma invano, alla fine smise pure di provarci. Marty strinse la mia mano per attirare la mia attenzione. Sussurrammo per non farci notare dagli altri
Marty < Ecco, lo sapevo. Io ci sto male, Louis è il primo che ho incontrato e mi ha pure regalato un anello. Possibile che quando si presenta l’occasione lui la sfrutti sempre?! >
Io < Io impazzisco se le fa qualcosa di volgare. >
Vedemmo Lou infilare le mani sotto la sua maglietta, cazzo. No! Non può! Lui sa quello che io “sento” per la Ludo e sa che va anche oltre l’amicizia… magari migliori amici o forse anche di più. Ok?
Io < Marty, Ma si ora le massaggia la pancia. Lui sa quello che “sento” per la Ludo e sa che è un sentimento importante. Non farebbe mai cose tanto sconce >
Marty < Ma si >
Iniziò a massaggiarle la pancia, solo che invece di staccarsi le sue mani iniziarono a salire. Ogni centimetro che saliva la mano di Marty stringeva la mia e io stringevo i denti…
Marty < No, non può. >
Aveva gli occhi lucidi… d’istinto decisi di abbracciarla. Nessuno faceva caso a noi, guardavano tutti Lou e Ludo.
Io < Marty… a te piace. Vero? >
Marty < Harry io non… non lo so! >
E la strinsi più forte. Tremavamo, tutti e due… vicini ci facevamo forti. Però Louis toccò il limite, iniziò a toccarle le spalline del reggiseno e poi le coppe. Poi tonò a sedersi. Le scese una lacrima.
Io < Marty anche a me viene da piangere. >
Marty < Non so più che pensare! Vieni con me… >
Tutti videro che ci alzavamo in piedi e ci chiesero dove andavamo… trovai una scusa.
Io < A prendere da bere… coca per tutti! >
 
POV MARTY
E ci chiudemmo la porta alle spalle, poi ci abbracciammo fortissimo. Lui scese in cucina e io andai in bagno a sciacquarmi la faccia e a ripetermi che sicuramente non ha sentito niente. Certo, ha goduto un sacco, ma di serio non… BASTA! Devo smetterla di farmi le seghe mentali. Le ha toccato le tette e a lui è piaciuto, ok? Stop!! Ora devo seriamente capire se a me lui piace o no, che se mi piacesse ci sarebbero problemi. Quando finii di lavarmi la faccia scesi con Harry e lo trovai a bere.
Harry < Tutto ok? >
Io < Si, ho capito che… bhe sinceramente non ho capito niente, ho solo realizzato che gli è piaciuto. >
Harry < Ti giuro. Io non avrei mai voluto far scivolare le mie mani in maniera così… forte sul tuo corpo. Solo che ero preso… e…ccitato >
Io < Oddio se ti ecciti mica devi venire a dirlo a me! Comunque non fa niente, non sei tu il problema. È il tuo migliore amico Louis. >
Detto questo mi diressi verso il frigo per prendere la coca cola e lui si avvicinò molto lentamente. Quando chiusi il frigo, seccata come non mai, lo sentii mettermi le mani sulla vita. Posai la coca-cola sul tavolo e misi le mie mani sopra le sue… poi lui, sempre tenendomi per la vita mi girò. Eravamo vicinissimi. Ci guardammo dritti negli occhi e annullammo quella poca distanza che c’era, le nostre labbra si sfiorarono e gli misi le braccia intorno al collo. Poi lui mi diede un bacio vero… sapevo che era sbagliato, ma andammo avanti lo stesso, finché non sentimmo la porta della cucina sbattere. Ci fermammo e ci staccammo subito.
Harry < Cazzo. Ci ha visti. >

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Capitolo 11
*** primi sentimenti ***


POV MARTY
Io < Harry, del bacio ne riparleremo… ma tu per caso hai visto chi era alla porta? >
Harry < Si, la Ludo… >
Io < Poteva essere chiunque. Chiunque. L’unica persona che non avrebbe dovuto scendere quelle scale era lei! Perché??? Io mi chiedo solo… perché?! >
Harry < Parliamone adesso, Marty. >
Io < Io penso sia sbagliato… siamo solo amici. >
Harry < Qualcosa per te lo provo, ma… >
Io < Non devi provare niente per me!! Harry quel bacio non ci doveva essere… bho forse si… ma non lo so! >
Harry < Fammi finire. Io qualcosa per te lo sento davvero, ma non potrebbe essere mai niente di serio, Marty. Anche se sono ingelosito da morire per la Ludo… io… scusami. >
Lo abbracciai, d’istinto. Proprio non sapevo che dirgli, era una cottarella passeggera la sua… niente di complicato o serio, solo una cottarella. Gli scompigliai i capelli e sorrisi, dopotutto l’ho baciato e il pensiero di dirgli in faccia che mi sono pentita di quello che ho fatto… Io… non lo so. Sono confusissima in questo momento, non credo di poter dire come mi sento ora.
Io < Harry sono confusa. Il bacio è stato perfetto, ma sono confusa perché credo che ci siamo baciati più per ripicca che per altro… >
Harry < lo penso anche io, siamo una coppia fortissima noi due. E le coppie vere non sono quelle perfette… sai che ti dico? Il bacio c’è stato e non possiamo cancellarlo, ma possiamo considerarlo un bacio di forte amicizia. >
Io < Forse è la cosa migliore da fare, dopotutto il problema non è quello che sentiamo noi. È la Ludo… chi glielo dice che tra noi c’è solo amicizia? >
Harry < Questo non lo so, Marty. So solo che dobbiamo risalire e tornare dagli altri… >
Io < Si… >
Le nostre labbra si sfiorarono di nuovo, poi lui mi disse che mi voleva bene e salì. Io andai a prendere la coca e andai di sopra anche io… non riuscivo a tenere lo sguardo alto perché mi sentivo un po’ uno schifo. Non per averlo baciato, il bacio era necessario ed è stato bellissimo, ma perché lui in qualche modo piace alla Ludo e ora avrei dovuto affrontare la questione… e perché ora non so che provo. Mi sedetti di fianco a Lou e riiniziammo a giocare.
 
POV LUDO
L’ha baciato. L’ha baciato. Io non ci posso credere!! L’HA BACIATO!!! Come ha potuto? Io gliel’avevo detto che per Harry sento qualcosa e ora ne ho la conferma, si, mi piace Harry. Va bene?! Perché si sono baciati? Io… sono delusa. Delusissima. Non me l’aspettavo da lei, da tutti, ma da lei proprio no. Ora cerco di non pensarci e dopo ci faremo una bella chiacchierata.
Io < A chi tocca? >
Liam < Io ho appena fatto 10 flessioni con sotto Feddy e ora Niall deve gemere per 30 secondi guardando Reby… >
Marty < Evvai!! Forza Niall, veloce!!! >
Niall iniziò a gemere e noi scoppiammo tutti a ridere, era stranissimo come faceva AHAHAHAHA! Faceva versi che sembrava che qualcuno lo stesse trapassando con una lancia, credo sia stata una cosa epica!
Niall < Scusatemi AHAHAHAHAHAHAHAH! >
Harry < Niall sei una frana! Io faccio di meglio!!! >
Reby < Ci sta una sfida a chi geme meglio! >
Marty < La cosa si fa interessante! >
Zayn < Si certo! Ma prima finiamo il gioco degli obblighi, poi facciamo la gara. Ho un’idea! >
Feddy < Dica! >
Zayn < Facciamo chi geme meglio tra i maschi e chi tra le femmine, i vincitori si chiudono in bagno per 10 minuti! >
Tutti applaudimmo. Spero che vincano Marty e Louis sinceramente. Sono arrabbiata con lei, ma spero che a Louis dica il motivo per cui ha baciato Harry… magari voleva fare un torto a lui e non a me. Spero solo questo.
Io < Il prossimo obbligo è per… Marty! >
Lei sembrava essere in un altro mondo. Louis la scosse leggermente e le disse di ascoltarmi… oddio. Poveretta! Le stava bene perché mi aveva tradito, ma mi dispiace un sacco per lei.
Io < Marty devi… abbassare la zip di Louis solo con la bocca. >
Sembrava indifferente, come se non le fregasse assolutamente nulla, però poi di colpo si accese e divenne tutta rossa. Solo che di solito avrebbe protestato fino allo sfinimento… qui invece si azzardò solo a chiedere:
Marty < Se lui è d’accordo… devo? >
Incredibile. Cioè sono migliori amici, ok, ma io mi vergognerei un sacco al posto suo!
Tutti < SI!!!! >
Lou < Per me va bene, anzi… >
Marty < Hai già detto abbastanza. >
Si mise in ginocchio davanti a lui e lo guardò dritto negli occhi mentre lui le passava le mani tra i capelli. Poi, senza mostrare sentimenti, prese in bocca la zip e la tirò giù. Lui sorrise dolcemente e lei si limitò a accennare al disgusto più totale… si vede che era proprio a terra. Marty poi fissò Harry e tutti e due scossero la testa.
Io (sussurrando) < Feddy, ascolta. Dopo, nella sfida, devi fare apposta a gemere male… >
Feddy < Come mai? >
Io < Perché voglio che vincano Marty e Lou… ti spiego dopo. >
Feddy < O…k >
Marty < Odio il sapore del metallo. >
Poi toccò a me fare l’obbligo. In pratica dovevo mettermi di fronte a Harry e far scontrare i nostri bacini. Normalmente l’avrei trovato bellissimo, ma stasera no. Non dopo quello che è successo! Quindi feci anche io l’obbligo di malavoglia… e anche lui.
Zayn < Metteteci un po’ di brio!!! Dammi sto cellulare, vi insegno io come ci si div… >
Feddy gli strappò l’i-phone dalle mani e scoppiò a ridere.
Feddy < Gara di strip tra te e Feddy, chi vince decide che obbligo fare e a chi farlo fare. Ludo sarà il vostro giudice. AHAHAHAHA IO LO STRIP NON LO SO FARE! >
Zayn < Bambola hai perso. Inizio io se permettete. >
Dopo che fecero questa gara fu ovvio il vincitore: Zayn! Tutte, ma dico tutte le ragazze rimasero come incantate… abbiamo capito a che livelli arriva il nostro Malik.
Io < Io voto Zayn!! >
Marty < Zayn, abbiamo capito che puoi essere sexy! >
Feddy < Ma anche tanto!! >
Reby < Allora Zayn dove hai imparato?! >
Zayn fece finta di aver vinto la coppa del mondo, esultando disse che avremmo fatto la sfida a chi geme meglio. Ci dividemmo in due gruppi: i ragazzi e le ragazze. Poi i due vincitori avrebbero dovuto fare un passo avanti e andare in bagno, la chiave l’avrebbe tenuta Zayn. Siccome volevano iniziare loro, uscimmo da camera mia.
Marty < Per voi chi vince di là? >
Feddy < Vedendo lo strip di Zayn immagino solo come geme!! >
Reby < Di certo non Niall!!! >
Io < Io dico che la sfida vera è tra Harry e Louis, sembrano quelli più… >
Marty < Esperti! >
Io < Non avrei trovato parole migliori!
Marty < Ahahahahahahahaha!!!! >
Reby < Ragazze ma li sentite? Oddio non dico che cosa penso, potrebbe essere volgare, ma credo che possa essere capita da tutte!! >
I maschi uscirono dalla stanza e ora toccava a noi. Iniziò Reby e scoppiarono tutte a ridere, non che lo facesse male, ma faceva ridere perché non avevamo mai fatto una cosa del genere. Poi toccò a me e feci apposta a fare malissimo, perché non volevo vincere. Lo stesso fece Feddy, perché gliel’avevo detto in precedenza. Ma la Marty… non si può nemmeno descrivere. Sentivi i ragazzi da fuori dalla porta che acclamavano!!!
Harry < Oddio chi è?! Ditemi chi è!!! >
Lou < Oddio… >
Liam < Vai forte!! >
Niall < Concordo!! >
Zayn < Lei si che ci mette animo!! >
Era ovvio che avrebbe vinto lei…
 
POV LOUIS
Io lo sapevo benissimo che era Marty, ne ero certo. E proprio era la cosa più bella che potesse capitarmi di vincere con lei, almeno mi avrebbe spiegato del suo comportamento insolito… lei è una festaiola, lo sanno tutti. Eppure quando doveva farmi l’obbligo non ha mostrato sentimenti. Zero assoluto. Questo mi ha fatto rimanere abbastanza male perché io la considero una ragazza d’oro, che tutti vorrebbero avere… riflettei per un attimo quale potesse essere la causa del suo comportamento. Ci arrivai e misi le mani tra i capelli, era colpa mia! Aprii la porta in maniera molto decisa e loro si spaventarono.
Zayn < Allora al mio tre i vincitori devono fare un passo avanti. Uno… >
Il cuore iniziava ad accellerare
Zayn < Due… >
Vidi che anche lei era molto tesa e io avrei iniziato a collassare se non avesse detto “tre”
Zayn< E… tre! >
Feci un passo avanti, sicuro. Poi lentamente mi girai e alla mia destra vidi Marty. Guardai Niall e sorrisi, poi notai che Ludo e Feddy si batterono il cinque e Marty sembrava entusiasta di poter parlare con me… così ci condussero in bagno e Zayn chiuse la porta a chiave, gli altri tornarono in camera a giocare e io fui solo con lei. Finalmente.
Marty < Speravo proprio che vincessimo noi due, sai? >
Io < Anche io… >
Marty < Perché? Dimmi solo perché l’hai fatto e ti lascio in pace >
Rabbrividii. Non lo so il perché, proprio non lo so. Forse è stata l’atmosfera, o… non lo so.
Io < Marty io non… lo so. >
Marty < Harry ti aveva detto che sente qualcosa per lei, te l’aveva detto!! E io… io non so più che cosa pensare. Se sei un amico, più di un amico, che cosa sono IO per te, Lou… >
Io < Ti prego, tu sai che cosa ti considero… >
Marty < Si che lo so, un oggetto da usare quando ti pare. Che poi se trovi un oggetto migliore sfrutti anche lui, vero? >
Io < No… non è possibile che pensi questo. Forse è stata l’atmosfera, il fatto che se non avessi fatto cose porche mi avrebbero sfottuto tutti… >
I suoi occhi erano rossi e lucidi, se piange mi impicco. Si mise una mano sulla bocca e le scesero due lacrime. È lo spettacolo più brutto che io abbia mai visto. Sta piangendo! Per qualcosa che le ho fatto io!!!
Io < Non piangere, ti prego. Fammi quello che vuoi, ma non farmi soffrire così >
Marty < Sei uno… >
E continuò a piangere. Non potevo sopportare una cosa del genere, glie lo devo dire una buona volta che a lei tengo più di chiunque altro. Mi avvicinai a lei e la abbracciai, ma mi spinse via.
Io < Dillo, avanti! Metti fine a tutto… >
Marty < No, non ce fa faccio. Non posso… >
Io < E allora guardami negli occhi. >
Le presi la faccia tra le mani, asciugando le lacrime con il pollice. Non oppose nessun tipo di resistenza e fu strano.
Marty < Ecco fatto. >
I suoi occhi sono bellissimi, azzurro-grigi. Sono perfetti e quando ci guardiamo, così, solo pochi centimetri ci separano e io vorrei che anche quelli svanissero.
Io < Non sei un oggetto… non lo sarai mai. E ci tenevo a dirti che sei la persona più importante che ho e che tengo a te più di chiunque altro. >
Marty < Stento a crederci… dovresti dimostrarlo piuttosto che continuare a parlare. In cucina… io e Harry ci siamo baciati. >
Io < C-come? >
Marty < Hai sentito bene, un bacio vero. >
Mi gelò il sangue nelle vene. Non poteva aver baciato Harry, non c’è niente tra di loro, sono solo migliori amici. Mi sentii quasi svenire. Lei e Harry? No, è uno scherzo.
Marty < Ed entrambi ci siamo resi conto che quel bacio è stato un grande errore, perché è stato solo per ripicca. Per la porcata che hai fatto tu ma che tutti avrebbero fatto, solo che l’ho presa molto male perché mi hai anche regalato questo anello. Ma comunque c’è stato perché ci doveva essere… punto. Per la cronaca… lui ha baciato me, non il contrario. >
No ti prego. Tutto, ma non piangere e non baciare Harry! Ecco cosa vuol dire sentirsi uno schifo… e fa schifo provarlo sulla propria pelle.
Io < Marty ma… posso dirti una cosa? >
Marty < Certo. >
Io < Non devi essere gelosa, io ora in teoria sto andando in fiamme ma tu non devi esserlo. Se quel bacio c’è stato sono felice per voi, davvero! Sarei contento se trovassi l’anima gemella… ma… tutto tranne che la gelosia. >
Ci sedemmo sul bordo della vasca da bagno e le feci mettere le sue gambe sulle mie.
Marty < Almeno stasera hai goduto un po’ tu… io, a parte il bacio, zero. Anzi… anche adesso mi sta piacendo l’atmosfera. >
Io < Ma va? Anche a me! Senti… scusami. Per tutto. Sono stato uno stronzo bello e buono. >
Marty < Anche io ho fatto la mia buona parte. Tranquillo, sei tu che dovresti perdonare me… >
Io < Ti ho perdonata da quando siamo entrati qui. >
E poi rimanemmo a guardarci negli occhi… e dentro di me scoppiò qualcosa. Un sentimento. Iniziarono a sudarmi le mani e il cuore andava a mille, che mi stava succedendo? Mi pulii le mani nella maglia e presi le sue.
Marty < Ti… ti amo di bene >
Io < Io di più… >
E poi ci stringemmo fortissimo. Vorrei che quel momento durasse in eterno. Da soli, in bagno, seduti sulla vasca… a dirci che ci amiamo di bene. Il giorno più bello della mia vita! Non mi stacco più…
Marty < Ma sono già passati dieci minuti, o sbaglio? >
POV HARRY
Noi avevamo smesso di giocare da quando Louis e Marty si erano chiusi in bagno e ora ognuno faceva quello che voleva. C’era il gruppetto di Zayn, Niall, Liam, Feddy e Reby che continuava a ridere. Io, con la scusa di essere un po’ stanco, andai a sedermi sul letto e sentii la Ludo che si avvicinava fino a sedersi di fianco a me.
Ludo < Harry io… >
Io < Si, lo so che ci hai visti in cucina. Ti ho vista anche io… >
Ludo < Allora spiegami come mai vi siete baciati, Harry. >
Io < Ludo… io per lei sento qualcosa di… >
Non feci in tempo a finire la frase che le erano venuti gli occhi lucidi e si alzò, intenta ad andarsene. Le afferrai un braccio e la riportai vicino a me.
Ludo < Non me l’hai mai detto di… essere innamorato di lei. Io invece ti ho sempre detto tutto. Non ti fidi di me? >
Io < Ludo, essere innamorato mi sembra troppo. Io e lei l’abbiamo definita una “cottarella” perché sappiamo che non potrebbe mai funzionare… il bacio c’è stato perché Louis ti ha toccata in quel modo ed eravamo entrambi gelosissimi, gli avevo detto che… >
Ludo < Che gli hai detto? >
Io < Che per te sento qualcosa di molto più profondo… >
Ludo < Secondo te perché mi ha dato fastidio il bacio? Perché forse qualcosa di profondo lo sento anche io… >
Stava arrossendo, e anche io. Non sono mai stato così… romantico, in un certo senso. Di solito scommettevano sulla durata di una storia in cui c’entravo io, quindi lascio immaginare… ma con lei e anche con Marty sono diverso. Poi la abbracciai e le chiesi scusa…
Ludo < Aspetta… quindi non vi siete baciati per colpa mia, ma di Louis, vero? >
Io < Si. Tu non c’entri ed è d’accordo pure Marty. >
Ludo < E io che stavo pure incazzata con Marty… devo andare a scusarmi!! Ma dov’è? >
Harry < IN BAGNO!!! >
Ludo < Zayn!!! Li abbiamo lasciati là quei due! >
Mi diede un bacio sulla guancia e io sorrisi. Poi corse dagli altri.
Zayn < Cazzo! È vero!!! >
 
POV MARTY
Io < Louis facciamo uno scherzo agli altri? >
Lou < Si!! >
Io < Allora al mio tre iniziamo a gemere fortissimo, in modo che loro pensino che stiamo facendo qualcosa… e in realtà non ci stiamo toccando minimamente! >
Lou < Ok!! Ci sta… >
Io < Uno, due, tre! >
Iniziammo a gemere forte forte: io ansimavo e lui spingeva. Siamo grandi… avrebbero dovuto mettere come sottofondo la canzone “il più grande spettacolo dopo il big bang” che lui non conosceva. Continuammo finché non sentimmo dei passi avvicinarsi e allora aumentammo.
Zayn < Oh ma che stanno facendo?!?! >
Liam < Apriamo!! >
Zayn < Aspetta un attimo, magari stanno fingendo! Sentiamo meglio!! >
Senza nemmeno dirci niente io e Louis iniziammo ad entrare in vasca e a dare delle botte ai bordi, gemendo ancora di più. Lui stava per fingere qualcosa di serio quando sentimmo la porta spalancarsi.
Niall < Maiali!!! Che state facendo?? >
Corse verso la vasca e poi noi scoppiammo a ridere. Lui si sdraiò sul pavimento dalle risate. Poi ci mettemmo a gattoni e tutti videro che eravamo vestiti e che, effettivamente, fingevamo.
Zayn < Oddio ma che avete fatto?! >
Io < Assolutamente niente. Volevamo vedere se ci cascavate!! >
Lou < Sei stata brava… >
Io < Anche tu! >
Poi ci sorridemmo e li lasciammo spiazzati. Tutti a bocca aperta erano. Ci avviammo verso la camera mentre gli altri erano ancora immobilizzati.
Lou < Venite?? >
Tutti si misero a ridere e noi ci battemmo il cinque e ci abbracciammo. Siccome non avevamo nulla da fare ci mettemmo a chiacchierare… solo che erano le 5. Mezz’ora dopo tutti erano addormentati, tranne me e Liam. Allora… Feddy e Zayn ronfavano in cucina, con la schiena appoggiata al frigo, Ludo e Harry sembravano una coppietta felice, abbracciati sul divano, Louis era steso per terra e Niall e Reby stavano sul letto matrimoniale.
Io < Ancora non dormi? >
Liam < Non ho sonno… >
Io < Nemmeno io. >
Liam < Ahahahaha! Anche tu hai l’abitudine alle feste? >
Sembrava… triste. Molto, assai triste. Sapevo che io e lui non avevamo legato un granché, ma comunque mi sembra giusto chiedergli se c’è qualcosa che non va.
Io < Si ma… tutto a posto? >
Liam < Praticamente… solo che domattina, quando ce ne andremo tutti a casa, mi mancherete! Io ho Sophia e questo è vero, ma lei non è così divertente ed esuberante come voi e i pigiama party li odia. Lei è seria, meno male, ma a volte lo è anche un po’ troppo! Io sono un diciottenne e devo divertirmi!! >
Io < Liam, se ti mancheremo sappi che puoi sempre telefonare o anche scriverci dei messaggi. Il nostro oramai è un gruppo e non si separerà mai, domani faremo il giuramento… è scritto nelle stelle che dobbiamo stare insieme, tutti, un po’ come una famiglia. >
Liam < Come fai ad essere così profonda alle 5.50 del mattino?! >
Io < Ci sono abituata alle feste… a volte mi ubriacavo anche percui… >
Liam < Perché? Per sfogo?! Ma andiamo Marty! Una così intelligente e matura come te… dovresti saperlo che esistono ben altri metodi per sfogarsi… Zayn fuma, anche io. Tu non devi però perché fumare fa male. Sai qual è il miglior sfogo? >
Io < Parlare… >
Liam < Hai afferrato. Io sono qui… >
Io < Lo so. Grazie, anche tu se cerchi qualcuno per sfogarti… sai dove trovarmi. >
Sorrise e ci alzammo in piedi, per andare a dormire dove capitava. Poi mi abbracciò forte.
Io < Che addominali! >
Misi una mano davanti alla bocca. Perché le figure di merda devo farle sempre io??? Oh Dio.
Liam < Grazie! >
Io < No ma aspetta… io non… ce io di addominali ne ho visti perché nuotavo… però… >
Liam < Tranquilla! Non c’è niente di male se mi dici in faccia quello che pensi di me!! >
Io < E tu di me che cosa pensi? >
Liam < Improvvisamente mi è venuto sonno… perché non… >
Gli presi il braccio e lo tirai ancora a sedersi con me.
Io < Scemo! Vuoi che inizi io? >
Annuì.
Io < Io penso che saresti un padre perfetto, perché sei tenerissimo e protettivo. Io amo i tuoi muscoli e poi… bho… abbiamo legato poco, ma abbastanza per dirti che sei una persona bellissima. Vedi? Non ci vuole molto! Ora tu a che stai pensando? >
Liam < Grazie mille Marty… e grazie anche per questa serata. Sto pensando che anche tu sei una persona bellissima e questo mi fa riflettere, perché stranamente assomigli molto a Sophia. >
Io < Cos’è un complimento? Ho visto la versione dolce di Liam Payne!! Devo scriverlo su Twitter! >
Liam < No dai seriamente. Io penso questo… non sono molto bravo con le parole. Io le dimostro le cose, non le dico. >
Io < Non come il tuo amico Louis, a quanto pare… >
Liam < Fidati, Lou è il ragazzo migliore che io conosca. Solo che non ha mai avuto questo rapporto con una ragazza e non sa ancora che pesci pigliare, tutto qui. Ho visto come lo guardavi quando ha messo le mani sotto la maglia della Ludo e ho visto che non ti è proprio indifferente. >
Io < Sei molto maturo Liam… è fortunata Sophia. Comunque nessuno di voi mi è indifferente, solo che con lui mi sento… bene! E stasera… cioè oramai ieri sera, mi ha regalato questo anello. E volevo morire quando ho visto che cosa faceva alla Ludo. >
Liam < Era una scommessa che avevo fatto io con lui, lui non avrebbe mai voluto con un’altra ragazza e così, per ridere, abbiamo scommesso su chi sarebbe riuscito a fare più obblighi. Un uccellino mi ha detto che nemmeno lui è indifferente nei tuoi confronti, sai? >
Io < Ma… >
Mi girai e guardai Louis mentre dormiva… che cazzata madornale avevo fatto.
Liam < Ma cosa? >
Io < Mi stai dicendo che lui non avrebbe mai voluto toccare la Ludo, perché era una… scommessa? >
Liam < Esattamente, e il vincitore avrebbe potuto invitare fuori una ragazza mentre il perdente non sarebbe potuto uscire di casa per una settimana. Ora capisci vero? >
Io < Non… non ho parole… >
Liam < Lo sai che inviterà te, vero? >
Io < Quindi ha… cioè lui mi… l’ha toccata per… >
Liam mi diede una pacca sulla spalla. Ero incredula. Avrei voluto ancora chiacchierare con lui, ma sentivo proprio gli occhi che si chiudevano, quindi lo abbracciai e lui mi diede un bacio sulla guancia. Poi ci scambiammo la buonanotte e mi sdraiai di fianco a Louis, fissando il soffitto. Poi presi una coperta e lo coprii e mi infilai sotto con lui… il fatto che avesse scommesso con Liam fu il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi.

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Capitolo 12
*** All'ospedale... ***


POV ZAYN
Aprii gli occhi ed iniziai a mettere a fuoco… ero in cucina. Feddy era appoggiata alla mia spalla e io avevo la mia testa sulla sua, che bella sensazione! Erano le undici… e tutti ancora dormivano. Io di solito mi alzo alle 6 la mattina, ma quella notte è andato a finire che alle 6 siamo andati a dormire, per cui ho fatto un giro per vedere come erano messi gli altri. Ludo e Harry i neo sposini sul divano, che si coccolavano, gli altri erano tutti di sopra. Marty aveva la testa appoggiata al petto di Louis e lui le stava tenendo la vita, Niall e Reby nel letto matrimoniale e Liam… AHAHAHAH!! Liam stava nella valigia di Feddy!! Scesi per prendere il cellulare e fargli una foto, ma vidi proprio lì Feddy che mi aspettava.
Feddy < Buongiorno! >
Io le sorrisi ed andai ad abbracciarla.
Io < Buongiorno principessa! Come andiamo? >
Così di sicuro faccio colpo! Boom! Dai, tutte le ragazze vorrebbero essere principesse, quindi la chiamo principessa, mi sembra logico!
Feddy < Dolce sei! Io bene, ho un po’ di sonno ma bene, tu? >
Io < Io sto benissimo, volevo ringraziarti della magnifica serata… >
Feddy < Stavo per dirlo io. Grazie di tutto! >
Io < Però è strano insomma… noi due prima dicevamo che sarebbe stata dura legare un po’ e guardaci adesso! >
Feddy < Si hai ragione, nulla è impossibile. >
Io < Concordo >
Ci fu una lunga pausa… poi provai a entrare nell’intimo.
Io < Hai mai pensato che… >
Feddy < Che potremmo essere più che amici? >
Io < Esatto. >
Feddy < Più leghiamo e più ci penso… ma sembra troppo presto ancora, no? Insomma un mese è un mese. >
Io < Già… io ci penso sempre. Saresti la prima ragazza che ho, perché nella mia cultura erano i miei a decidere se ti dovevi fidanzare e con chi. >
Feddy < Che brutto… >
Io < Si infatti, se eri innamorato perso di una che ai tuoi stava altamente antipatica e loro lo avessero saputo… saresti stato un uomo finito. Ma ora, qui, posso decidere io quello che fare e quindi spero di trovare presto l’anima gemella >
Io l’anima gemella la ho trovata… è lei. È perfetta in tutto e per tutto.
Feddy < Anche io… ma… gli altri ancora dormono? >
Io < Si -.- >
Feddy < Ora basta. Sono stufa. >
E si diresse vicino al divano. Poi tirò fuori una piccola sveglia, mise il timer di 30 secondi e aspettammo in silenzio. Poi la sveglia iniziò a suonare…
Ludo < E BASTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
E gli tirò un calcio, sbattendola per terra e rompendola.
Harry < Ludo la sveglia te la ricompri tu! >
Ludo < Ti ho svegliato!? >
Harry < Maddai!?!? Se siamo appiccicati e tu tiri un calcio, lo sento anche io! Questa è fisica: fi-si-ca!!! >
Scoppiammo tutti e 4 a ridere, poi loro si accorsero che li stavamo osservando e diventarono due pomodori.
Ludo < B-buongiorno… eheheh >
Harry < Ciao a tutti… >
Ci salutammo e andammo di sopra per vedere come erano messi gli altri e feci notare a tutti la posa di Marty e Lou…
Harry < Sveglia piccioncini… >
Ludo < Coppietta felice alzatevi! >
Non ci sentivano, probabilmente sono stati alzati più di noi ed erano due sassi. Andammo da Liam. Feddy si mise a scuoterlo.
Feddy < ESCI DALLA MIA VALIGIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
Liam fece uno scatto da paura e uscì fuori, con la faccia di un perfetto zombie moderno.
Liam < Ma buongiorno!! Grazie per avermi svegliato dolcemente eh!? No dico davvero, GRAZIE TANTE! > 
Io < Liam, vieni a vedere Marty e Lou!! >
Liam < Ma con piacere! >
Andammo tutti di là e loro avevano cambiato posizione: ora lei era praticamente con il corpo sopra di lui e le gambe alla sua destra e Lou la abbracciava. Lei aveva la testa sul suo petto. Liam gli fece una foto… ovviamente non avremmo detto loro che l’avremmo messa su facebook, oops! Poi vedemmo Louis che iniziò ad aprire gli occhi e andammo in camera da letto, almeno ci saremmo occupati di Reby e Niall.
 
POV LOUIS
Iniziai ad aprire gli occhi e vidi il soffitto, odio svegliarmi. Poi sentii la forza assalire il mio corpo, alzai la testa e mi guardai in giro. Vidi Marty quasi completamente sopra di me e sorrisi, perché ero sicuro che fosse stata lei a coprirmi e a mettersi lì, di fianco a me. Che poi nel sonno quel “di fianco” era diventato un “sopra”, ma va bene così. Iniziai a scuoterla leggermente.
Io < Marty... >
Non si svegliava. Decisi che sarei stato lì con lei finché non avesse aperto gli occhi. La presi in braccio e le feci appoggiare la schiena sul mio petto, giusto per fare il tenero, e la scossi leggermente. Accennò un sorriso che fu stupendo anche se si era appena svegliata e aveva tutti i capelli per aria.
Marty < Buongiorno! >
Io < Buongiorno! Dormito bene? >
Marty < Si, scusa se ero sopra di te… ma nel sonno mica ti controlli ed eravamo così vicini… >
Io < Non fa niente, svegliarmi con te è stato bellissimo! >
Marty < Anche per me. Raggiungiamo gli altri? >
Io < Subito! >
La aiutai ad alzarsi ed andammo in camera da letto. Spalancammo la porta e vedemmo gli altri che provavano a svegliare Reby e Niall, senza successo.
Marty < Giorno gente! >
Io < Buongiorno! >
Tutti ci salutarono e Marty suggerì di iniziare a cantare una canzone per farli svegliare. Iniziò lei con le parole di “viva la vida” dai Coldplay. Ludo continuò e poi cantammo tutti il ritornello. Ci mettemmo a saltare e Zayn salì addirittura sul letto.
Niall e Reby < Stronzi. >
Scoppiammo tutti a ridere e poi dicemmo agli altri di andare a cambiarsi, e scesi con Marty per preparare la colazione. Solo che Marty cucinava davvero bene e io sapevo solo scaldare il latte!!
Io < Ti avverto: non so cucinare, potrebbe esplodere il forno… >
Marty < Tranquillo, ti insegno a fare le omelettes o le crèpes? >
Io < Le… crèpes? >
Marty < Benissimo! Allora prima di tutto devi fare l’impasto. >
Io < Oddio… >
E mi fece vedere come fare. Sembrava facile! Così provai subito, ma venne fuori un disastro e stavo per bruciare l’impasto perché l’avevo fatto troppo sottile. Ma poi, proprio quando presi la padella e ci riversai l’impasto, lei venne lì con me e impugnò la padella mettendo la sua mano sopra la mia. Sentii il cuore proprio esplodere.
Marty < Devi farla girare la padella! >
Quando l’ultima delle crèpes fu pronta noi apparecchiammo la tavola e al centro ci mettemmo un piatto con tutte quelle delizie farcite alla nutella. Yum!
Io < Ma sei bravissima a cucinare, non ti ho mai vista all’opera! >
Marty < Grazie. Lou senti io ti devo dire una cosa… >
Io < Dimmi! >
Marty < Ieri, quando dormivi, Liam mi ha detto della vostra scommessa. Io davvero non pensavo di… perché l’hai toccata e sono esplosa dentro proprio… >
Io < Ehm… era per quello che ti ho detto di non ingelosire, non per togliere niente a lei, ma io non avrei mai voluto toccarla, in quel modo poi. >
Marty < Scusami davvero, non avevo idea. Comunque sei bellissimo quando dormi >
Io < Tu sei bellissima sempre invece… >
Centro! Ora stava arrossendo un casino e sorrise, abbassando lo sguardo; era tenerissima, giuro. L’avrei riempita di baci! Così, d’istinto, mi avvicinai a lei e le nostre facce furono a pochi centimetri di distanza.
Marty < Che fai?! >
Scossi la testa e mi allontanai subito… quanto imbarazzo!! Le stavo per dare un bacio sulle labbra, e nemmeno stiamo insieme! Ehm… le diedi un bacio sulla guancia e lei ne diede uno a me. Spero questa esperienza non si ripeta mai più. Poi ci abbracciammo e, mentre eravamo stretti stretti, vedemmo Liam correre giù dalle scale.
Liam < Vedo che avete fatto pace voi due! >
Marty < A quanto pare si! Ed è stato anche grazie a te! >
Gli corse incontro e lo abbracciò, mentre io gli diedi una pacca sulla spalla e gli strinsi la mano. Poi chiamammo gli altri, sperando di aver apparecchiato e preparato dolci per tutti. Dopo 10 minuti tutti eravamo seduti a tavola.
Niall < Uuuuh! Ma che banchetto! >
E allungò la mano verso il piatto al centro della tavola. Feddy gli tirò uno schiaffo proprio mentre stava per prendere uno dei dolci, fermandolo appena in tempo.
Reby < Ragazzi, dobbiamo fare un patto noi… ricordate? >
Niall < Si, io lo ricordo bene. Ma questo genere di patti come si fa? >
Marty < Niente. Si decide una frase ad effetto, ci si mette in cerchio e si mettono tutte le mani al centro. Poi si ripete quella frase… >
Io < Ma che figata! >
Decidemmo insieme che la frase doveva essere “tre, due, uno… spacchiamo”, quindi facemmo colazione e quei dolci erano i più buoni che avessi mai mangiato. Feci partire l’applauso per Marty, che ne fu molto felice.
Niall < Se vi pago posso venire qui a colazione, pranzo e cena? >
Feddy < Ma certo! Un ospite in più o uno in meno che differenza fa? >
Marty < Tanto chi cucina sono io!!! >
Tutti si misero a ridere e poi sparecchiammo e facemmo questo patto. Mentre eravamo tutti in cerchio io circondai la vita di Marty con un braccio e misi l’altro al centro. Poi io e lei ci guardammo di nuovo, non so assolutamente che mi succede! Il cuore andò ancora a mille e le mani divennero sudate di nuovo. Poi a Liam arrivò un messaggio di Sophia.
Liam
Feddy < No! Dai. 5 minuti!! >
Liam < Dai, ci rivediamo! >
Ci abbracciò tutti e uscì, lo guardammo dalla finestra correre da lei e prenderla in braccio. Erano stupendi: felici e affiatati come non mai, ed è così che a volte sogno Marty… no, non devo farmi strane idee. Siamo amici punto e fine della storia. Rimanemmo lì a parlare dei bei momenti e della serata e c’era una certa intesa tra Reby e Niall, che bello che tutti abbiano iniziato a legare! Poi qualcuno suonò alla porta: la madre di Harry, che avrebbe dovuto accompagnare a casa me, lui e Niall.
Io < Buongiorno!! >
Marty < Salve… >
Harry < Mamma! >
Niall < Salve signora… >
Ci fece subito un cenno con la testa, per farci andare a casa.
Mamma di Harry < Forza ragazzi, il tempo è denaro! >
Io < Ma signora! Ci faccia stare ancora un po’… insomma io… devo dire una cosa a… >
Molto decisamente scosse la testa e guardò Marty, che allungò la mano verso di lei per stringergliela, ma glie la spostò con uno schiaffo.
Harry < Maleducata… >
Ci avviammo verso la porta quando Marty corse verso di me e si abbandonò tra le mie braccia, appoggiando la testa sulla mia spalla. Che bell’abbraccio… poi strinsi le sue mani alle mie e le diedi un bacio sulla guancia, correndo via perché la mamma di Harry ci stava già guardando male… mentre uscivamo incrociammo la sorella di Zayn e vedemmo lui correre fuori di casa (probabilmente dopo aver salutate Feddy e le altre). Salimmo in macchina, sapendo che serate del genere ci sarebbero mancate tantissimo. Marty spuntò dalla finestra e ci salutammo con la mano finché non ci vedemmo più e poi, affranto, alzai il finestrino della macchina e iniziai a chiacchierare con Harry e Niall.
 
POV FEDDY
Se n’erano andati via tutti. Non c’era praticamente anima viva in casa, perché eravamo tutte indaffarate: Marty puliva la cucina, Ludo messaggiava, io ero di sopra a mettere in ordine le camere e Reby era tornata a dormire. Quando tutti fu splendente scesi e vidi Marty seduta al tavolo, così andai da lei…
Io < Marty, tutto ok? >
Marty < Sarebbe bello eh? >
Io < Già lo so, mi mancano… e Zayn più di tutti, di solito i ragazzi mi danno attenzioni solo perché mi trovano “attraente” e invece lui è… diverso. Lui mi vuole bene per quello che sono, io provo lo stesso… ma forse… >
Marty < Forse senti qualcosa per lui ma non lo sai perché in questo momento sei altamente confusa? >
Io < Anche tu provi lo stesso vedo… >
Marty < Si!!!! Oh Dio lui è… perfetto! sotto ogni punto di vista: tiene a me, è simpatico e per me c’è sempre. Ma sono molto confusa perché… >
Io < Hai baciato Harry. >
Marty < Ci capiamo io e te! >
Io < Si lo penso anche io! Sai qual è la cosa migliore da fare? Distrarci un pochino non pensando a loro, magari andando fuori a cena o… >
Tutte e due < Shopping!!!! >
Marty < LUDO! REBY! VENITE QUI!!! >
Reby < Ma volevo dormire!! >
Ludo < Arrivo! Reby scendi pigronaaa!! >
Reby < E va bene… uff… >
Quando fummo tutte sedute intorno al tavolo chiesi la domanda fatidica.
Io < Andiamo al centro commerciale? >
Marty < Io userò i soldi che ho guadagnato facendo la baby-sitter! >
Ludo < Tu??? Baby-sitter!? Scherzi, vero? >
Marty < No no!! Ho 150 sterline e tre appuntamenti per lunedì, mercoledì e giovedì. Poi qualcuno ancora mi chiamerà per il week-end e forse riuscirò a pagarmi il pullman da sola… il lavoro paga! >
Fa la baby-sitter? E a noi non era venuto in mente di fare qualcosa per guadagnare e non usare di continuo i soldi che ci siamo portate dietro dall’Italia!! Che idiote, lei si che sa come fare per sopravvivere all’estero…
Reby < Sono sorpresa, hai già un obbiettivo per cui spendere quei soldi? >
Marty < Si certo!!! In teoria vorrei comprarmi uno smalto fighissimo e un vestito… il resto lo metto via. >
Ludo < Io ho provato a risparmiare sul pullman e sul cibo che avremmo preso al bar e ho 80 sterline… per quella borsa bellissima che ho visto nel negozio di fianco a quello di Zayn e mi avanzeranno anche 20 sterline, quindi io sto a posto. >
Io < Anche io sono a posto perché non ho ancora usato i soldi che preleviamo in banca all’inizio del mese. >
Reby < Nemmeno io! >
Marty < Allora andiamo! >
Prendemmo il pullman più vicino e arrivammo in men che non si dica. Poi visitammo tantissimi negozi, anche quello di scarpe… ma Zayn non aveva il turno a quell’ora, quindi ce ne andammo subito. Poi entrammo nel negozio di smalti e Marty e Ludo presero il loro.
Marty < Feddy, guarda quell’ombretto! Non era quello che cercavi in Italia da una vita e che non hai mai trovato? >
Feddy < OH DIO!!!!! Ehm… torno tra 5 minuti. >
E corsi dentro quel negozio, battendo sul tempo un’altra ragazza e aggiudicandomi l’ultimo modello rimasto del mio colore. Yes! Alla cassa indovinate chi incontrai? Liam!!!!!
Io < Signor Payne! >
Liam < Feddy!! >
Io < Sophia ti ha trascinato qui? >
Liam < SI, doveva prendere un ombretto ed era l’ultimo in esposizione… spero che ce l’abbia fatta così almeno ce ne andiamo!! >
Io < Ahahahahah… >
Mi portai una mano sulla testa, per fortuna era arrivato il mio turno alla cassa! Pagai e dissi alle altre di cominciare a correre via, perché quella ragazza che ho battuto sul tempo era proprio Sophia!
Marty < Che ti prende? >
Io < Niente! Correre fa rimanere in forma, no?! >
Reby < O…k… >
Ludo < Almeno ci hai portate al negozio di abiti… dai andiamo a dare un’occhiata! >
Io < Si, dai entriamo! >
Marty rimase tipo imbambolata, con la faccia quasi appiccicata alla vetrina. Era letteralmente estasiata…
Marty < Devo assolutamente provare quel vestito rosso!!! DEVO! >
Io < Certo, se vuoi… >
Mi sorpassò correndo come una matta ed entrò, cercando disperatamente la sua misura.
Ludo < Marty questa è la M! >
In un attimo Marty entrò in camerino e quando uscì era… semplicemente stupenda. L’abito era da sera, rosso scuro, con una scollatura mozzafiato e le spalline tipo fru fru… wow.
Commesso < Wow… >
Marty < Sarebbe costato 100 sterline, ma ci sono gli sconti quindi viene 80. È mio oramai. >
Ludo < Stai benissimo!! E guarda che ho trovato!! >
Io < La borsa! >
Reby < Marty stai d’incanto, la borsa è stupenda! >
Marty < Grazie grazie… bella la borsa Ludo! >
Ludo < Marty andiamo a pagare? >
Marty < Si, fammi togliere il vestito! >
Andò ai camerini e poi pagarono…
Reby < Scusatemi, non ho più voglia di fare shopping!! >
Marty < Io si! >
Io < Anche io!!!! >
Ludo < Uff… >
Io < Se volete tornate pure a casa, io e Marty stiamo qui perché dello shopping siamo patite! >
Reby < Mi sembra la cosa migliore da fare… >
Ludo < Vi chiamiamo noi quando c’è pronto da mangiare! Non mangeremo da re come tutti gli altri giorni, ma qualcosa lo mettiamo insieme… >
Marty sorrise e ci salutammo, poi loro si diressero verso il centro benessere: aveva la sauna, la pulizia del viso, la manicure e se eri un cliente abituale ti facevano massaggi gratis! Un porto da urlo proprio!!
POV REBY
Noi uscimmo dal centro con le mani piene di borse e aspettammo il pullman, intanto facemmo due chiacchiere…
Ludo < Devo dirti una cosa >
Io < Anche io… prima tu però… >
Ludo < Io… ti giuro, sto in un casino. Allora… forse, ma dico forse, inizio a sentire qualcosa di “profondo” per Harry ma… non so che pensare, perché lui ha tutte le caratteristiche di un perfetto migliore amico e… >
Io < E quindi prima di fare passi falsi vuoi essere sicura di quello che senti. Si, lo so >
Ludo < Mi capisci? >
Io < Certo! Anche perché queste cose… >
Fummo interrotte dall’arrivo del pullman, così salimmo e, appena trovammo due posti, ci sedemmo e continuammo la nostra conversazione.
Io < Dicevo… che queste cose le ho provate anche io, per Niall ma anche per altri ragazzi, solo che io ora con Niall sono al gradino successivo: ho paura di sentire questo solo perché è il primo ragazzo che mi dà attenzioni… >
Ludo < Cristo, è vero… >
Detto questo, cercammo di distrarci cambiando argomento fino a che non arrivammo a casa. Una volta entrate, lei andò di sopra a sistemare le compere e io rimasi giù a guardare se nel frigo c’erano tutti gli ingredienti per la pizza. Vidi che mancava la pasta e chiamai la Ludo per chiederle se mi avrebbe accompagnata al supermercato, solo che non rispose, così iniziai a chiamarla più forte.
Io < LUDO!! SCENDI! >
Sentii la porta della camera aprirsi e finalmente iniziò a scendere…
 
POV LUDO
Ero chiusa nella mia stanza a sistemare i miei vestiti, dopo aver sistemato quelli di Reby. La porta era socchiusa e mi sentì chiamare da Reby.
Reby < LUDO! SCENDI! LUDO! >
Siccome mi chiamava molto forte pensai fosse grave. Uscii dalla stanza e mi fiondai verso le scale. Nella fretta appoggiai male la caviglia sul primo gradino e... sentii solo molte botte tra cui alcune fortissime alla testa e l'ultima cosa che vidi fu Reby allarmata che correva verso di me digitando qualcosa sul cellulare, poi il buio...
 
 
POV REBY
Dopo aver chiamato Ludo, sentii dei passi al piano superiore poi un tonfo e Ludo che urlava. Arrivata davanti alle scale vidi uno spettacolo orribile... la prima cosa che mi venne in mente fu di chiamare un'ambulanza. Mi accorsi che era svenuta e chiamai subito le ragazze. Dissero che sarebbero arrivate a momenti, quindi chiamai anche Niall. Digitai il numero…
Niall < Pronto? >
Io < Niall... >
 
POV NIALL
Il mio cellulare prese a squilllare e vidi che era Reby...
Io < Pronto? >
Reby < Niall... >
La sua voce tremava, che cacchio stava succedendo? Oddio povera... scoppiò a piangere mentre parlava al telefono con me, le chiesi di spiegarmi il motivo all'istante.
Reby < Non ce la faccio a descriverlo... è... troppo! Venite qui al più presto ragazzi!!! >
Io < Si, arriviamo... Reby stai tranquilla, ci sono io >
Sembrava piangere ancora di più da quando le dissi che io ero lì, per lei.
Staccai la chiamata e dissi ai ragazzi...
Io < Ragazzi mi ha chiamato Reby che piangeva e ci ha chiesto di andare subito a casa sua. >
Zayn < Ok andiamo subito! >
Uscimmo di casa ci avviammo a casa delle ragazze, molto preoccupati.
 
 
POV LIAM
Stavamo andando a casa delle ragazze e onestamente sembravo il più preoccupato, continuavo a pensare a cosa potesse essere successo.
Io < Ragazzi io sono ufficialmente preoccupato. >
Harry < Anche io... e se fosse capitato qualcosa di grave? >
Lou < Non farmici neanche pensare! >
Arrivammo davanti alla casa e trovammo Feddy e Marty che bussavano alla porta, molto preoccupate anche loro.
Io < Sapete cos'è successo?! >
Feddy < No e sto pensando al peggio, Reby era preoccupatissima! >
Lou < Voi state bene? >
Marty < Si si, noi due stiamo bene... >
Zayn < E siccome Reby ha chiamato dev'essere successo... >
Niall < Qualcosa alla Ludo!! >
In quel momento Reby aprì la porta e noi ci fiondammo dentro andando verso la sala.
Reby < No ragazzi dovete venire alle scale!!! >
Fui il primo ad arrivare e, dopo aver visto tutto, avrei voluto tanto tanto essere l’ultimo! Era lì, per terra, con gli occhi socchiusi e la testa che perdeva sangue. Sentii Marty urlare e gli altri che cercavano di calmarla, ma non ci riuscivano…
Marty < Dov’è il cellulare?!?!?!?! DATEMI SUBITO UN CELLULARE!!! >
Reby < No! L’ambulanza la ho già chiamata e dovrebbero arrivare a minuti! >
Marty < E allora fasciatele la testa, non vedete che sanguina? >
Io < Si, hai ragione. Niall prendi uno straccio, Feddy, avete del ghiaccio? >
Feddy < Si, corro. >
Lou < Io che faccio? >
Io < Lou, Marty… voi aiutatemi a pulire la ferita e tu, Zayn, prendi un sacchetto di plastica, anche alimentare… >
Reby < Corso di pronto soccorso accellerato? >
Io < Si… >
Sorrise e io ricambiai immediatamente, poi le chiesi di aiutarmi a tenerla seduta, in modo che perdesse meno sangue. Quando tutti mi portarono ciò che avevo chiesto iniziai a dirigere.
Io < Allora. Marty, Lou, voi che avete una spugna pulitele questa ferita che perde molto sangue… poi quando avrete finito Feddy e Niall metteranno il ghiaccio in un sacchetto di plastica e il sacchetto nello straccio e cercheremo di legarglielo in testa. Zayn ha il sacchetto, quindi possiamo cominciare! >
Iniziammo a lavorare e fasciammo al meglio la testa della Ludo, poi mi accorsi di Harry, che era seduto… pietrificato. Stava piangendo... Marty gli si sedette accanto.
Marty < Harry, va tutto bene… tranquillo >
Si guardarono negli occhi e lei sorrise, poi lui la abbracciò.
Harry < Marty sono preoc-cupato! Ins-somma non può finire così… >
Singhiozzava come un bimbo e vederlo piangere era… scioccante, bruttissimo.
Marty < Vederti piangere mi fa soffrire, lo sai questo… vero? Non quanto vedere lei conciata così male, ma mi fa soffrire. >
Lui la guardò di nuovo e lei gli diede un bacio sulla guancia, poi rimasero a fissarsi negli occhi… e tutto ciò a Louis non piaceva affatto.
Harry < Ok… ora la smetto, grazie Marty. >
Marty < Io sono qui… >
Poi lei si alzò e lui la prese di nuovo per i fianchi, stavolta l’abbraccio fu molto hot, e si vedeva perché lei stava arrossendo… e Louis continuava a fissarli con una smorfia quasi di disgusto. Sentimmo l’inconfondibile sirena e guardammo dalla finestra.
Zayn < Finalmente!! >
Marty e Reby andarono fuori ad accoglierli, poi presi Ludo in braccio e uscimmo anche noi.
Marty < … e poi siamo arrivati e l’abbiamo trovata così. >
Infermiere < Oh Cristo!!! Sta messa maluccio, non preoccupatevi… ora la carichiamo e la portiamo al pronto soccorso. >
Liam < Abbiamo fatto quello che potevamo: pulito la ferita e fasciato la testa al meglio… ci affidiamo a voi adesso >
Infermiere < Siete stati molto bravi, almeno così avete minimizzato la perdita. Tu, ricciolo, vieni sull’ambulanza con lei che così ci avverti se si sveglia… >
Reby < Vengo anche io, sono stata l’ultima che ha visto prima di svenire e potrebbe essere utile… >
Infermiere < Sentite… venite tutti, tanto non abbiamo altri impegni e poi vi risparmio la fatica di andarvi a prendere le macchine… >
Marty < Grazie mille! >
Infermiere < E di che? Forza, salite!! >
Il viaggio fu lungo, non che l’ospedale fosse lontano… solo che eravamo tutti tesi e spaventati, perché sapevamo benissimo che rischio correva Ludo.
 
POV HARRY
Una volta arrivati non ci fecero entrare nella sala delle visite, perché non eravamo autorizzati, quindi ci spedirono in sala d’attesa. Rimanemmo lì per circa mezz’ora, nessuno osò dire niente: non è possibile! Niente potrebbe tirarci su in quel momento, nessuno se la sentiva di dire qualcosa per provare a tirarci su, per cui preferimmo rimanere zitti… dopo tutto questo tempo vedemmo il dottore uscire e, come si chiuse la porta alle spalle, si ritrovò tutti noi che lo tempestavamo di domande.
Dottore < Ehy!!! State tranquilli, Ludovica non si è rotta niente e il battito cardiaco è regolare... quindi in teoria non c’è da preoccuparsi, a meno che… >
Dalla stessa porta uscì un’infermiera e andò dal dottore, gli sussurrò qualcosa nell’orecchio e poi, affranta, tornò nello studio.
Dottore < Ecco, quello che temevo… >
Io < Che è successo? >
Dottore < Ragazzi… Ludovica è… entrata in coma. >
I miei occhi divennero lucidi e, subito dopo, iniziai a piangere.
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti! Questo capitolo è stato un po’ più lungo degli altri perché ho dovuto chiarire bene alcuni punti, comunque spero che vi piaccia!! Io, Martina e la mia amica Ludovica ci impegniamo molto a scrivere questa storia, perciò speriamo che vi appassioniate almeno quanto lo stiamo facendo noi! Baci xx
Marty e Ludo

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Capitolo 13
*** Ancora niente di niente... ***


POV HARRY
Non riuscivo proprio a smettere, e mi accorsi di non essere l’unico: pure Marty e Feddy avevano gli occhi lucidi…
Marty < Dottore, scusi ma è qualcosa di grave? No perché ho sentito che c’è la coma leggera e la coma quella… insomma… che porta alla morte. >
Dottore < Capisco la vostra preoccupazione, ma essendo appena entrata in coma dovremmo vedere quando inizia a rispondere alle domande e a dare segni di essere sveglia, scusate ma ho un impegno >
Quel “scusate ma ho un impegno” è stato detto in maniera molto fredda, sembrava che non glie ne fregasse assolutamente niente, e ciò mi fa rabbia…
Io < Grazie della disponibilità… >
E se ne andò.
Lou < E… ora che si fa? >
Reby < Prima di tutto… che ore sono? >
Liam < Le tre >
Feddy < Odio quel dottore. >
Io < Ma va? Anche io!! >
Marty < Quel “ho un impegno” mi è suonato più come uno “smettetela di scassare i coglioni” … ma almeno sa quello che dice, e tutto ciò che dobbiamo fare è aspettare >
Zayn < Proprio non ho parole… ma perché tutti hanno sta abitudine di correre giù per le scale? >
Niall < Io corro giù per le scale e faccio tante cadute, picchio sempre la testa… >
Lou < Questo spiega molte cose!! >
Marty < Ahahahah!! >
Io letteralmente adoro quel ragazzo. Riesce sempre a strapparci un sorriso, anche in casi come questi. Io e lui ci conosciamo dalla scuola elementare e ricordo che giocavamo sempre a nascondino nel parco dietro casa mia, e se non sbaglio ci dev’essere ancora quell’incisione che abbiamo fatto su un albero: “L + H BEST FRIENDS FOREVER” e spero che sia davvero così, altrimenti rubare il coltello da cucina di mio padre sarà stato inutile!
Feddy < Allora… prima di tutto bisogna mantenere la calma… >
Io < COME SI FA A MANTENERE LA CALMA!?!?!? PORCA DI UNA VACCA SONO L’UNICO CHE SI RENDE CONTO CHE UNA DELLE NOSTRE MIGLIORI AMICHE STA IN COMA E NON SAPREMO QUANDO SI RISVEGLIA SE NON STAREMO QUI UNO AD UNO, ESSENDO QUEL DOTTORE UN COGLIONE TOTALE!?!?!? >
Marty < Harry, ora esci fuori con me. >
Io < Ma… >
Marty < Ora. >
E andammo nel parcheggio dell’ospedale, eravamo completamente soli. Ci mettemmo su una panchina e lei iniziò un discorso che all’inizio pensavo sarebbe stato lungo e noioso, come tutti quelli delle ragazze, poi invece...
Marty < Mi spieghi perché hai questi modi? Credi che io non sia preoccupata, Harry? E guardami negli occhi quando ti parlo! >
Io < Si, scusa… >
E la guardai dritta in quei suoi occhi che erano freddi come il ghiaccio, ma che nascondevano un cuore d’oro.
Marty < Siamo tutti agitati Harry, ma ci rendiamo utili e non abbiamo scleri contin… non piangere ti prego! È troppo brutto vederti così, non puoi capire: siamo tutti abituati a vedere quel tuo sorriso che, cazzo, illuminerebbe una città intera… >
Io < Marty tu… sei perfetta, lasciatelo dire, e ogni volta che finiamo da soli a me viene la pelle d’oca… >
Marty < Grazie Harry, ne avevo bisogno… >
Ci abbracciammo e le nostre facce furono di nuovo a pochi centimetri di distanza, ma stavolta (nonostante volessi un lungo bacio romantico) glie ne diedi uno sulla guancia. Poi ci alzammo e ritornammo dentro, dagli altri.
Io < Che avete deciso? >
Liam < Io dico che bisogna pranzare, così recuperiamo le forze… in questo ospedale ci dovrebbe essere un bar al piano di sotto. Prendiamoci un panino almeno… >
Reby < Si, ha ragione, poi torniamo qui in attesa di notizie. >
Appena finito di mangiare ci fiondammo di sopra, convinti che sarebbe successo qualcosa. Ma niente, niente di niente ancora.
 
POV MARTY
Liam < Ma è possibile? >
Lou < Io bho… oramai ho smesso di crederci che potrebbe essere successo qualcosa… >
Io < Ragazzi, ho un’idea. >
Harry < Diccela!! >
Io < Secondo voi è giusto se saltiamo scuola per stare qui in attesa che si svegli? >
Niall < Urca! Domanda difficile… io, fosse per me, la salterei… perché lei è importante per noi e non essere qui significherebbe mancarle di rispetto, secondo me. >
Lou < Io non ho problemi, i miei potrebbero capire la situazione se gli spiego che la mia è una cara amica… >
Harry < Porco cane mia madre… >
Zayn < Oddio!!! Non capirebbe mai! >
Io < Harry, stasera mi porti da tua madre e la convinco io. Ci pensa zia Marty. >
Harry < Certo. >
E poi continuammo a chiacchierare, stavolta parlavamo di cose divertenti perché dovevamo distrarci…
 
*QUATTRO ORE DOPO*
Feddy < Ragazzi, basta. Sono le sette >
Zayn < Ma io non capisco… ha veramente senso stare qua? >
Harry < Siamo qui da 6 ore! Dall’una, e non è successo niente… inizio a perdere le speranze. >
Lou < Io boh… insomma avete ragione >
Liam < Sapete qual è la cosa migliore da fare? >
Io < No, a questo punto no!! >
Niall < Io adoro le idee di Liam, sono così brillanti… se le sue idee fossero ragazze le sposerei! >
Reby < Niall, non mi sembra il moment… AHAHAHAHAH!!! >
Liam < Ok… dicevo… non è meglio fare dei turni per stare qui all’ospedale? Così intanto gli altri si distraggono un po’, o al massimo potrebbero venire qui due persone insieme >
Io < Si, forse si. Perché dopotutto stare qui è stancante per tutti… >
Liam < Io resto qui fino alle 10 se volete, poi vengo da voi… tanto Sophia ha conosciuto Greg e a me non mi caga proprio… >
Lou < Di questo ne parliamo dopo… >
Feddy < Stasera dormite da noi? >
Zayn < Per farci compagnia… in effetti dove altro andiamo se poi non riusciamo a prendere sonno? >
Niall < Dico a mia madre che stanotte sono fuori… >
Lou < Anche io… >
Harry < Ma… >
Io < Harry ora andiamo da tua madre. Prima però facci sistemare la faccenda qui. >
Harry < Grazie Marty! >
Gli sorrisi e poi decidemmo che Liam e Niall sarebbero rimasti là fino alle 10 e ci avrebbero chiamati se fosse successo qualcosa, io e Harry saremmo andati a casa sua per convincere la madre (sperando in bene) e gli altri sarebbero prima passati nelle loro case pe prendere i loro vestiti di ricambio e poi saremmo andati a casa mia.
 
POV NIALL
Povera Ludo, ero distrutto. Solo il pensiero che nelle prossime 3 ore sarei dovuto stare lì in sala d’attesa… ad aspettare notizie da quel dottore del cavolo… mi mette i brividi.
Io < Allora si fa così? >
Harry < Va bene… >
Marty < Andiamo Harry, dobbiamo compiere la nostra missione. E voi due, mi raccomando, scriveteci al minimo progresso… a dopo! >
Ci abbracciò e poi lei e Harry scomparvero dietro la porta della sala d’attesa, poi velocemente salutammo gli altri e ci sedemmo.
Io < Liam… >
Liam < Si? >
Io < Che succede con Sophia? >
Liam < Scusa se ti annoierò… in pratica… lei si lamenta sempre del fatto che spesso non sono a casa perché sto con voi, e penso che sia giusto che passi il mio tempo con i miei migliori amici e non sempre con lei, così ha iniziato a frequentare ‘sto Greg che vede ogni fottuto pomeriggio dopo la scuola… e a me non mi caga più da quando c’è lui. >
Io < Mi dispiace Liam… se avessi una ragazza saprei che cosa dirti, ma visto che nessuna mi vuole perché sono brutto allora provo a darti dei consigli così, solo che sono miei pensieri… sempre se ti va. >
Liam < Grazie… sei un vero amico, Niall. >
Io < Grazie, anche tu lo sei. Comunque io penso che lei sia un tantino… inaffidabile; se appena trova un altro va con lui non ne vale la pena, giusto? >
Liam < Giusto! Solo che io penso di amarla ancora… >
Io < Guarda chi c’è!!! >
Nemmeno a farlo per scherzo! Quelli erano Sophia e un altro ragazzo, che doveva essere Greg. Con loro c’era anche una ragazza con il braccio ingessato, probabilmente la stavano accompagnando a fare una visita…
Liam < Oddio!! Presto, dammi quel giornale, così li spio senza farmi riconoscere!! >
Io < Ok!! >
Poi iniziai a fissarli, cercando di non farmi notare… vidi che lei faceva la sexy e questo iniziava a dare fastidio a Liam, ma poi…
Sophia < Greg… a volte mi viene voglia di baciarti, di stringerti forte a me e… sai che intendo, ma sto con Liam e non posso tradirlo così >
Greg < Io ho voglia di fare tutto questo ora, chi se ne frega di Liam, non è qui! >
Liam (sussurrando) < Ci puoi scommettere che è qui! >
Sophia < Hai ragione… >
E poi si baciarono, fu un lungo e intenso bacio… quando vidi Liam con gli occhi lucidi venne il magone pure a me; perché lui è il ragazzo più forte che conosco e vederlo piangere… no. Non se ne parla proprio.
Greg < Andiamo da me… >
Poi lei sorrise e lui la prese in braccio come una principessa, poi uscirono dall’ospedale con l’amica che nel mentre aveva finito la visita.
Liam < Si sono… cioè poi lei… e lui le ha… >
Lo abbracciai. So che è un gesto prevalentemente femminile, ma capii che era l’unica cosa che potevo fare in quel momento, quindi lo strinsi a me e lui ricambiò. Proprio mentre ci abbracciavamo arrivò il dottore che ci guardò un po’ male, poi scosse la testa.
Dottore < Ragazzi, voi due siete qui per Ludovica se ben ricordo, vero? >
Io < Si, come mai?? >
Dottore < Vi informo che potete venire a visitarla nella sua stanza, è ancora in coma, ma abbiamo finito i controlli. Se volete seguitemi. >
Liam < Sicuro! Grazie dottore… Niall, scrivi alle altre che possiamo entrare!! >
Io < Ok! >
Mandai un messaggio a Marty e a Reby, perché Marty era sola con Harry e Reby e gli altri stavano a casa. Entrammo e la vedemmo con una flebo attaccata al braccio…
Io < Liam, non ce la faccio a vederla così >
Ci sedemmo ai due lati del letto e lui le prese la mano, io le accarezzavo le gambe gelide e bianche come il latte.
Liam < Ludo… svegliati… siamo tutti preoccupati per te! Ludo… >
Io < Quando ti svegli dici a Marty di preparare una torta? No perché avrei un certo languorino… >
Sorrise. Oddio!! Ha sorriso!! Spero di non essere stato l’unico ad averlo notato, perché dobbiamo chiamare il dottore!
Liam < Hai visto anche tu?!?! >
Io < Si!!! Andiamo dal dottore, presto! Anzi, vai tu, io sto qui con lei!! >
Liam < Corro!!! >
Stavolta la mano glie la presi io, ed era freddissima, quindi provai a scaldarla strofinandola contro la mia. Mentre la guardavo arrivarono Liam e il dottore.
Liam < Niall ha fatto una battuta e lei ha sorriso, glie lo giuro!!! >
Io < Vero!!! Eravamo qui, da soli e io le ho detto che volevo una torta… poi lei ha sorriso! >
Dottore < Mh… avete fatto bene a venirmi a chiamare, ora dobbiamo solo scoprire se ha sorriso solo perché magari stava immaginando qualcosa o perché ha sentito voi. Dobbiamo metterle queste cuffie e monitorare la sua attività celebrale… >
Si!!! Questo è il miglior momento della giornata! Potrebbe risvegliarsi tra poco o tra una settimana, ma non importa… perché almeno ha dato segni di vita! Oddio che bello!!!
Io < Grazie dottore, possiamo rimanere? >
Dottore < Normalmente non sarebbe consentito… >
Liam < Ma… >
Dottore < Ma credo di poter fare un’eccezione! >
Io < Evvai! Fammelo dire alle altre… >
 
POV ZAYN
Io < Feddy non preoccuparti, ora Niall ha detto che entrano e vedono come va… >
Eravamo a casa delle ragazze… era così vuota! Io stavo con Feddy e giocare alla Play-station e gli altri erano in cucina, per vedere cosa sarebbero riusciti a cucinare. Erano le 8. Lei aveva gli occhi lucidi un’altra volta e la abbracciai, le nostre facce furono a pochi centimetri e sentii il cuore andare a 1000… poi le diedi un bacio sulla guancia e la strinsi forte a me.
Feddy < Andrà tutto bene, vero? >
Io < Si o no, ne usciremo insieme… comunque si che andrà bene, stai tranquilla. >
Feddy < Grazie di esserci sempre, Zayn. Io ti… >
Io < Anche io ti voglio bene Feddy, più di quanto immagini. >
Sorrise dolcemente… passarono si e no 10 secondi e, a interrompere l’urlo romantico, arrivò l’urlo di Reby, seguito da diversi sospiri. Corremmo giù.
Reby < Ludo ha sorriso a una battuta di Niall!!!!! Ha sorriso, vuol dire che è viva e sta bene! >
Feddy < Cristo… >
Lou < Per fortuna!! >
Ci sedemmo tutti in cerchio e iniziammo a bere un San Bitter, brindando, felici come non mai.
 
POV HARRY
Ricevemmo la notizia che Ludo aveva sorriso e ci battemmo il 5, poi ci abbracciammo.
Io < Marty, siccome siamo in pullman e nessuno degli altri ci può sentire… volevo dirti un segreto. >
Marty < Anche io te ne devo dire uno… ma fai prima tu, riguarda la Ludo, vero? >
Io < Allora… sai già che quando siamo soli mi viene la pelle d’oca… ma quando sto con la Ludo sento le mani sudare e il cuore esplodermi nel petto!! >
Marty < Buffo! È lo stesso che sento per Lou… tu credi che… si, insomma… perché chi sente tutto questo di solito è… >
Io < Si Marty, stavolta quel qualcosa è profondo. >
Vidi lei spostarsi un ciuffo di capelli dal viso e poi una ciocca ricadde proprio davanti al suo occhio, sbuffando spostò anche quella. Era la cosa più sexy che le avessi mai visto fare… wow.
Io < Ecco, ho di nuovo la faccia bollente. >
Marty < Si, stai arrossendo! >
Autista < FERMATA 4!!!!! >
Dissi a Marty che quella era la fermata giusta e scendemmo, lei era molto tesa perché sicuramente avrebbe dovuto lottare contro mia madre. Anne. Ero sicuro che lei le avrebbe saputo tenere testa, perché è molto determinata… ma ero agitato anche io. Bussai alla porta e le dissi che una persona doveva parlare con lei… poi scese, con il suo odioso vestito in pizzo.
Io < Ancora quel vestito mamma!! >
Anne < Che ci vuoi fare… voglio essere bellissima sempre! E questa chi è?! Ah si si mi ricordo: quella del party! >
Marty < Mi chiamo Martina, piacere. >
Anne < Io sono Anne, scusa per come mi sono comportata alla tua festa ma mi dovevano arr… ehm Harry, vai a prendere una bibita! >
Corsi in casa e andai a prendere la coca cola, perché so che Marty la adora… infatti quando le porsi la lattina lei fece un sorriso smagliante.
Marty < Signora Styles, le devo chiedere una cosa… cercherò di essere breve: allora… la mia migliore amica, Ludovica, è in ospedale in coma da stamattina e noi vorremmo saltare la… >
Anne < Non se ne parla! Potrebbe venire lì con voi al pomeriggio, ma di saltare la scuola no!!! >
Marty < Signora, non per mancarle di rispetto, ma sta facendo la cosa sbagliata secondo me. Insomma… lui tiene molto a Ludo e mi sembra giusto che le stia vicino in momenti come questi. >
Anne < Per quanto dovrebbe saltare? Dieci giorni?! Insomma!!!! >
Marty < Finché non si risveglierà… >
Anne < E i tuoi che dicono?! >
Marty < Io mi sono trasferita qui dall’Italia e i miei sono rimasti là, per farla breve sono scappata da casa con le mie tre amiche. Ora vivo con loro e insieme abbiamo valutato la situazione e… >
Anne < Ah ma complimenti! E senza istruzione dove andrete a lavorare? Sulla strada? Si perché per far soldi quale modo è migliore? >
Marty si voltò e mi guardò negli occhi, stava per piangere, così mi sedetti di fianco a lei e la abbracciai. Poi mi resi bene conto di quello che le ha detto mia madre, mi alzai e, sbattendo un pugno sul tavolo, le dissi…
Io < Ma come cazzo ti permetti?! Si, ho detto una parolaccia, problemi?! Porca vacca mamma!! Se c’è qualcuno di serio in questa stanza ora, quella è lei! Prima su di me scommettevano quanto durassero le mie storie con le ragazze e tu… si vede lontano un miglio che hai l’amante!! Non ti permettere mai più di dire queste cose a Marty, perché lei è… >
Abbassai il tono
Io < Lei è perfetta, sotto tutti i punti di vista. >
Poi mi voltai verso di Marty, che si stava ancora rendendo conto che avevo finalmente affrontato mia madre per lei, per difendere lei e, in parte anche la Ludo. Mi saltò praticamente addosso… che bello, e il tutto davanti ad Anne.
Anne < HARRY EDWARD STYLES IO… >
Marty < Anne, si rende almeno conto che suo figlio ha osato affrontare lei perché, ha visto, tiene a me e a Ludo? Lui è un ragazzo d’oro e si merita di meglio che essere trattato così! E poi ha 19 anni!! È grande, sa badare a se stesso oramai, se ne rende almeno conto?! Ma perché sembra odiare così tanto suo figlio, a cui dovrebbe volere un bene immenso? >
Anne < Non so che dire… io… mi dispiace. Per tutto. >
Guardai per un momento Marty, aveva la faccia con un’espressione fredda… e i suoi occhi di ghiaccio fissavano imperterriti quelli di mia madre, che pian piano si sedette e abbassò le arie. Ce l’avevamo fatta.
Anne < Harry, vai in cucina… devo dire una cosa a Marty. >
È inutile dire che ovviamente origliavo tutto.
Anne < Marty… ci tenevo a dirti che ti ammiro per quello che hai fatto oggi. Hai osato affrontare la madre del tuo migliore amico solo perché tieni un sacco a lui e tutto ciò mi ha fatto riflettere sul fatto che anche lui ti vuole un bene dell’anima, forse più di quanto ne vuole a me. Ed è per questo che ti ammiro… >
Marty < Grazie signora Styles, ma in realtà ho fatto tutto questo non solo perché lui è come un fratello per me… ho l’impressione che senta qualcosa per la Ludo e voglio aiutarli a fidanzarsi, se lo meritano entrambi… >
Anne < Chiamami Anne. Capisco perché e onestamente per amore io farei questo ed altro… quindi si, d’ora in poi deciderà lui quello che fare nella sua vita, e sono ben contenta di dirti che può venire con voi. >
Marty < Grazie Anne… >
Le strinse la mano e a quel punto uscii dalla cucina e abbracciai sia mamma sia Marty, poi strinsi la mano a Marty e uscimmo di casa.
Io < Marty come hai fatto a tenerle testa così?! >
Marty < Harry, guarda che sei stato tu ad affrontarla… io ho solo chiuso il tutto. >
Io < Ma se le hai detto tutto tu! Io solamente ho trovato il coraggio di dirle quello che pensavo… grazie di esistere, non so come avrei fatto senza di te. >
Marty < Nemmeno io. >
Poi le misi le mani intorno alla vita e lei sul collo.
Io < Marty lo sai che non possiamo… a me piace la Ludo, con te è un flirt e, anche se quando sorridi ti riempirei di baci, non posso. >
Marty < Tranquillo… io sento qualcosa per Lou ma quando sto con te finisco in paradiso… >
Le diedi un bacio sulla guancia e tornammo dagli altri.
 
POV LOUIS
Ma dove stanno? Odio quando stanno solo loro due… già si sono baciati quando erano in cucina e ora sono fuori da mezz’ora!! Grr… si, sono geloso. Marty a me… cioè non lo so se mi piace ma a quanto pare si quindi voglio stare con lei più tempo possibile! E Harry me la porta via… che palle. Finalmente qualcuno bussò alla porta e, seccato, andai ad aprire.
Harry < Posso restare!!! >
Io < SI!!! Oh… Marty dopo posso parlarti un attimo? >
Marty < Certo! >
Harry < Vi lascio soli… vado dagli altri per chiedere della Ludo e... bhe… ciao! >
Io < Marty… >
Marty < Lou scusami. È che con lui sto bene ed è il mio migliore amico… scusami tanto se ti ho fatto ingelosire, ti prometto che passeremo più tempo insieme. Solo che ogni santa volta che vorrei stare con te succede qualcosa e finisco con lui… >
Io < Wow… hai capito tutto. Marty se faccio così è perché tengo a te e forse… perché ti voglio come più di un’amica… capisci che intendo? >
Marty < Capisco eccome… forse perché provo lo stesso nei tuoi confronti, ma ti prego, ora c’è la Ludo in ospedale… ti supplico, pensiamoci dopo che tutto questo sarà finito. >
Io < Si hai ragione… aspettiamo, intanto sappi che tengo a te più di chiunque altro. >
Marty < Anche io… >
Ci abbracciammo e poi le diedi un bacio sulla guancia.
Io < Visto che sai già della scommessa con Liam… avrai immaginato che volevo invitare te ad uscire con me una sera che nessuno di noi ha il turno… per unirci un po’. >
Marty < Sarebbe perfetto Lou. >
Io < Andiamo dagli altri dai… >
Le presi la mano e tornammo in cucina, dove Reby e Feddy stavano cercando di fare la pizza… invano. Quando entrammo loro scoppiarono a ridere e ci dissero di alzare lo sguardo, così guardammo il soffitto.
Marty < Che ci fanno tre pizze appiccicate là?! >
Harry < Sembra strano eh? >
Io < Molto!! >
Feddy < Abbiamo provato a lanciare la pizza come fanno i pizzaioli… ma come fanno loro?? Cioè è impossibile! >
Reby < Concordo! >
Zayn < Quella lì ho provato a lanciarla io, senza successo come vedete… >
Marty < Dammi qua che vi faccio vedere io. >
Prese dell’impasto e iniziò a lavorarlo, con tutti gli occhi puntati addosso. Poi lo prese e, con una facilità inaudita, lo fece girare su un dito lanciandolo in aria per poi riprenderlo a volo. Fantastico!! Poi riprese a farlo girare e mise l’impasto in una teglia.
Zayn < Strepitoso!! >
Marty < Tutto un gioco di polso… >
Fece un sorriso fantastico e poi prese pomodoro e mozzarella, quindi li stese sulla pizza e poi la infornò. Era una pizza enorme! Sarebbe bastata per tutti.
Marty < Ne faccio un’altra o va bene questa? >
Harry < Conoscendo Niall… >
Feddy < Marty andiamo sul sicuro. >
Io < Io apparecchio la tavola. >
Reby < Io prendo la forbice e taglio a fette la pizza già fatta… >
Feddy < Io aiuto Marty! Che squadra che siamo! >
Zayn < Io invece chiamo Liam! >
Poi in quattro e quattr’otto tutti ci dileguammo e io finii per origliare casualmente il discorso di Feddy e Marty.
Marty < Feddy lui è perfetto. Io non so come abbia fatto una come me a trovare uno come Lou… però ringrazio Dio! >
Feddy < Marty mettetevi insieme! >
Marty < Ma ti pare?! E poi ora ci stanno tutti sti casini con l’ospedale… non vorrei fare tutto ora, di fretta. Con calma Feddy. >
Feddy < Ok… che palle!! Io e Zayn boh… sembriamo amici da una vita eppure ci conosciamo solo da un mese e mezzo più o meno… >
La pizza fu pronta e loro infornarono pure quella… erano le 9.30 e on avevamo nemmeno pranzato. Poi vidi Zayn che tornava in cucina e andai anche io, per sentire che avevano detto Liam e Niall.
Zayn < Il dottore ha avvisato i ragazzi che tra poco parte l’ultimo pullman per arrivare qui, loro avrebbero voluto restare… ma là non li possono tenere a dormire e quindi stanno tornando. >
Io < Ok, li aspettiamo. >
10 minuti dopo loro arrivarono e non fecero nemmeno in tempo a chiudere la porta che tutti eravamo lì a tempestarli di domande. Ci dissero che dopo quel sorriso per la battuta di Niall non successe più niente, e noi fummo un po’ tristi… ci aspettavamo un miglioramento, eravamo ottimisti! E invece ancora niente.
Io < Uff… non è giusto. >
Liam< Lo so! Lei è viva, perché respira, ma non ha dato segni di comprendere quello che le dicevamo… sembrava lo facesse apposta! >
Marty < Ragazzi cerchiamo di non pensarci, la pizza è in tavola… vedrete che domani quando Harry andrà da lei… tanto qualche segno… >
Il suo bellissimo sorriso svanì e ritornò quella odiatissima espressione triste che quasi sembrava spegnerla. Poi, in silenzio, tutti mangiammo la pizza e ci convincemmo che dovevamo andare a dormire per riprendere le forze. Non ce la facevo a vedere Marty in quello stato. Proprio no. Si fecero le 11…
Marty < Gli altri dormono tutti… >
Io < Già… >
Marty < Posso dormire con te? >
Io < Non aspettavo altro… >
Così ci mettemmo nel letto matrimoniale e l’ultima cosa a cui pensai era il suo volto felice che si rattristava… poi il nulla più totale.
 
POV HARRY
Fui il primo ad addormentarmi e anche a svegliarmi, avevo una pessima cera. Erano più o meno le 7 quando, senza far rumore, scrissi un bigliettino agli altri dicendo che sarei tornato verso mezzogiorno… a quel punto uscii di casa e mi recai all’ospedale. Sul pullman iniziai a riflettere… non poteva lasciarci, e di certo non l’avrebbe fatto, ma solo il pensiero che potrebbe mi mise i brividi… insomma lei a me piace, anche se il coraggio di dirglielo in faccia chissà quando lo troverò, ma… basta. C’erano troppi pensieri nella mia testa e in quel momento avrei tanto voluto piangere, ma non ce la facevo… ero troppo triste anche per piangere. Non mi sono mai sentito così impotente. Mai. Scesi dal pullman ed entrai nella sala d’attesa, dove trovai il dottore.
Io < Dottore… posso entrare nella stanza di Ludovica? >
Dottore < Certamente! Stai solo attento alle cuffie che sta portando, perché servono per monitorare l’attività celebrale. Se vuoi pro va anche a parlarle per vedere se reagisce. >
Io < Certo, lo farò! >
Poi entrai in quella stanza maledetta… mi venne il magone. Era lì, che giaceva immobile su quel letto freddo dell’ospedale, e aveva una ventina di fili che partivano dalle cuffie. Mi sedetti vicino a lei e iniziai ad accarezzarle il viso, poi le presi la mano e iniziai a parlarle… consapevole che avrebbe potuto sentire la mia “dichiarazione”.
Io < Ludo… se mi senti rispondi mi raccomando. Sono io, Harry, e sono qui per dirti una cosa importantissima. So che mi prenderai per un codardo ma il coraggio per dirti tutto in faccia non ce l’ho, quindi lo faccio mentre stai “dormendo”. Ludo… quando sto con te io sono felice, mi sento bene; e spero che tu provi lo stesso. L’altra volta, al party, ci siamo detti che sentiamo l’uno per l’altra un sentimento profondo… ecco… io credo di… >
Stavo per mettermi a piangere, ma provai a trattenermi… come se non sapessi che era inutile cercare di tenere tutto dentro.
Io < Ludo, credo di… di amarti. >

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Capitolo 14
*** Liam: uomo libero!! ***


POV HARRY
Non rispose… ma che mi ero messo in testa?! Forse nemmeno mi aveva sentito! Anzi, sicuramente non mi aveva sentito!! Ma che vado a pensare? Sono solo un codardo, devo dirglielo in faccia non mentre è in coma.
Ludo < G-graz…ie >
Io < LUDO MI SENTI?! >
Iniziai a scuoterla leggermente, ma entrò il dottore…
Dottore < Che stai facendo!? Rischi di danneggiare tutti i macchinari! Ma che ti salta in testa!? >
Io < Dottore!!! Io le ho detto una cosa… e lei, con un filo di voce, mi ha detto grazie… cioè si rende conto?! Oddio!!! Controlli i monitor! >
Dio. Mi aveva ringraziato… ne ero completamente certo. Quindi mi aveva sentito e di conseguenza non sono pazzo a dirle tutto mentre sta così… un po’ lo sono, perché quando si sveglierà non ricorderà più niente, ma almeno glie l’avevo detto! È un passo avanti questo! Appena posso lo dico a Marty e Lou, ma è semplicemente fantastico!
Dottore < Riavvolgendo il nastro… si, si è registrato qualche tipo di attività celebrale diverso da quelli delle persone in coma… >
Io < E ora che si fa? >
Dottore < Quello che si è sempre fatto: si aspetta che si svegli. >
Iniziai a scrivere agli altri che dava segni di riuscire ad ascoltare e che aveva pure parlato… insomma, migliorava. Ma erano solo le 7.30 e probabilmente non avrebbe risposto nessuno, ma il mio cellulare vibrò lo stesso.
FROM: MARTY C:
Fantastico!!! Scrivimi quando ci sono altre notizie, che ci tengo un sacco. E la prossima volta cerca di non sbattere troppo la porta quando esci, che ho il sonno leggero <3
TO: MARTY C:
Scusa! Stavo piangendo e volevo arrivare sul pullman e sedermi da solo il più presto possibile… una cosa te la devo dire a voce però <3
FROM: MARTY C:
Non vedo l’ora! Solo che ora sto preparando la colazione per gli altri e non è il mio turno… quando torni mi dici tutto! Ora devo andare, ciao bello <3
TO: MARTY C:
Ciao bellissima <3
Dopo aver messaggiato un po’ ero determinato più che mai a far accadere qualcos’altro… ma più ci provavo e più sembrava stare ferma, e tutto questo per altre due ore. Pareva che quando fossimo soli mi ascoltasse e invece quando arrivava il dottore diventava zitta. Odiava anche lei quel dottore? Possibile…
Dottore < Mmh… lei è il caso più strano che io abbia mai visto, non per entrare nella privacy… ma ha mai fumato o bevuto? >
Io < Ma va! Una volta è stata tentata ma l’ho fermata io, se può essere utile lei ha il soffio al cuore… >
Dottore < Non c’entra il soffio al cuore, ma grazie per avermelo detto… ora però devo farle delle visite, potresti uscire? >
Io < Ma… >
Dottore < Vuoi sapere se si sveglierà o no? >
Io < Certo, ma non capisco che fastidio potrei darle… comunque mi scusi, vado. >
Uscii e chiusi la porta, molto molto seccato. Erano le 9 e assolutamente non potevo uscire, quindi feci la cosa più logica: andai al bar e feci colazione, poi tornai in sala d’attesa e… aspettai, leggendo quegli stupidi giornaletti che ti lasciano sul tavolo.
 
POV MARTY
Ero sdraiata di fianco a Lou, ma oramai sapevo che non sarei riuscita a prendere sonno, quindi controllavo ogni tre secondi se mi era arrivato un messaggio… ma tutte le vibrazioni erano notifiche o pubblicità.
Io < Notifiche del cazzo. >
Vidi che Lou si muoveva, Dio quanto avrei voluto che si svegliasse… per parlare. Perché era da tantissimo che non stavo da sola e questa è la mia più grande paura: rimanere senza amici e persone che ti vogliono bene. Ero tristissima… la mia migliore amica è in coma, mi piace uno ma continuo a ritrovarmi sola con un altro (e l’ho baciato!) e in più dovrò anche saltare la scuola passando per una troia davanti alla mamma di Harry. Bene! Ottimismo!
Lou < Che ore sono? >
Io < LOU!!!! Oddio ti sei svegliato!! >
Vidi che fece una faccia strana…
Io < Sono le 10… >
Lou < Ok, andiamo a preparare la colazione? >
Io < Sono sveglia dalle 7, è tutto pronto… dobbiamo solo scaldare i waffles e i biscotti vanno messi in forno, poi dobbiamo solo… >
Mi mise un dito sulla bocca, quanto ho amato quel gesto. Era così… romantico e tenero…
Lou < Buongiorno… >
Io < Giorno! >
Lou < Marty ti devi prendere una pausa, se vai avanti così rischi di collassare! Calmati, non devi fare tutto tu… >
Io < Lou è più difficile di quanto pensi: io e la Ludo eravamo le “casalinghe” e facevamo tutto noi, ora lei non c’è e devo fare tutto, anche se qualche volta le altre mi danno una mano, però è molto pesante… non so se riuscirò a reggere per molto… io devo aiutarla in qualche modo, mi sento impotente! E quindi cerco di fare di tutto e di più qui, a casa. >
Lou < Non credevo stessi così male… >
Io < Si invece! E poi c’è anche questa storia che la mamma di Harry mi ha dato della troia… perché salteremo la scuola finché Ludo non si sarà svegliata e lei crede che senza istruzione si vada a finire in strada. Ma dove senza istruzione!? Saranno 10-15 giorni al massimo!!! >
Lou < No aspetta… troia? A te?! È fortunata ad essere donna, così non la posso picchiare… sono scioccato! >
Io < Mi ha chiesto scusa, ma secondo me lo pensa davvero… >
Lou < Senti… Marty tu sai di non esserlo, non devi fare caso a quello che dicono gli altri… perché tu sei perfetta così come sei. >
Io < Spiegami come fai… a far sentire una ragazza così bene in poco tempo! Tu mi fai sentire apprezzata, coccolata… insomma… amata, se vogliamo esagerare! >
Lou < No, ti sbagli… io non sono proprio capace di far sentire le ragazze come dici tu, con te però è diverso… io a te dico semplicemente quello che penso e poi finisce sempre che ti faccio sentire bene non facendo niente! >
Io < Tu fai qualcosa, solo che non te ne accorgi… >
Detto questo gli scompigliai i capelli e lui sorrise, poi mi stampò un bel bacio sulla guancia. Mi alzai e mi stiracchiai, davanti a lui, che era come incantato. Poi andai in bagno.
Io < Lou! Io mi faccio una doccia, se qualcuno si sveglia vai giù e digli che ci sono i waffles e… >
Lou < Stai tranquilla!! Cerca di rilassarti almeno quando fai la doccia! >
Io < Si, giusto! >
Mentre ero sotto, sentii l’acqua calda scivolarmi su tutto il corpo e fu una sensazione fantastica, ero finalmente rilassata. Dopo un bel po’ mi resi conto che nessuno sapeva che io fossi in bagno, sotto la doccia, per cui presi shampoo e bagnoschiuma e mi lavai il più in fretta possibile. Feci appena in tempo a coprirmi con un asciugamano che entrò Lou, ovviamente bussando, perché era l’unico a sapere che ero lì.
Lou < Marty!! I waffles come si scaldano!? Ehm… wow… >
Era tutto rosso in viso hahahaha! Non so il motivo, ma il fatto che mi avesse vista in asciugamano non mi turbava affatto…
Io < Hahahaha!! Accendi il microonde e metticeli dentro! >
Chiusi la porta e mi misi in intimo, poi mi infilai il vestito che avevo preparato ed uscii.
Niall < Buongiorno!! >
Io < Niall! Mi hai spaventata!! Buongiorno anche a te, hai notizie? >
Niall < Le aspetto da tre ore ma no! Non mi scrive, a parte quel “grazie” di cui tutti sono a conoscenza… >
Reby < Marty ti serve una mano? >
Io < Si, ero uscita per vedere se stavate facendo colazione… mi devo asciugare i capelli, vai da Lou e gli chiedi se ha bisogno? >
Niall < Vado anche io!!! >
Poi mi asciugai i capelli alla meglio e, quando scesi, mi ritrovai tutti seduti che mi aspettavano.
Feddy < Buongiorno Marty! >
Zayn < Giorno! Dormito bene? >
Liam < Ti ho fatto una spremuta d’arancia! >
Io < Grazie… ma come mai tutte queste attenzioni?? >
Lou < Ehm… >
E poi fece quel sorriso che voleva dire “non sono stato io”, che indicava che era stata proprio sua l’idea. Mi fecero sedere e mi trattarono da principessa per tutta la mattinata: mi portavano da bere, lavavano tutto loro, hanno pure fatto il bucato!
Io < No ma ragazzi siete fantastici!! >
Liam < Anche tu lo sei! >
Lou < Tu di più!! >
Sorrisi e cercai di godermi quella mattinata, che per ora è la migliore della mia vita. Poi mi chiamò Harry, mentre ero giù con tutti gli altri e li stavo ringraziando.
Harry < M-Marty… >
Corsi di sopra e mi chiusi in camera. Sentivo che ci fosse qualcosa che non andava…
Io < Harry, che c’è?! Perché stai piangendo?! >
Harry < Ascolta… dopo quel grazie il dottore mi ha costretto ad uscire e ha detto che le avrebbe fatto delle visite, non so cosa sia stato… probabilmente ha speso troppe energie per parlare o… >
Stava singhiozzando, non riusciva nemmeno a parlare da quanto piangeva. Cristo santo.
Io < Harry fai con calma… piano… >
Harry < C’è stato un notevole peggioramento da quando le ho detto che penso di esserne innamorato e lei mi ha detto “grazie”. Il battito cardiaco è rallentato ed è dalle 7.30 che non dà segni… ho paura Marty. >
Rimasi pietrificata. Tutto, tutto ma questo no. Non poteva peggiorare!!! Aveva addirittura parlato e sorriso, no. Non era vero.
Io < Ti prego dimmi che stai scherzando… Harry! >
Harry < No… scherzo parecchio ma stavolta è tutto vero. >
Io < Ma perché!? >
Mi misi a piangere anche io, molto forte. Avrebbe potuto morire, e questo lo sapevamo entrambi, ma in qualche modo dovevamo farci forza a vicenda. Che potevamo fare? Si sarebbe svegliata? O sarebbe… bhe insomma abbiamo capito, no?!
Harry < Marty che facciamo? >
Io < Harry… non lo so… >
Questa fu l’ultima cosa che riuscii a capire, poi il vuoto più totale.
 
*QUATTRO GIORNI DOPO*
POV LIAM
Quando mi svegliai, mi accorsi di aver dormito con Feddy e mi salì un brivido per la schiena. Così mi allontanai con uno scatto, svegliandola.
Feddy < Che c’è Liam? Io voglio dormire!! >
Si rigirò dall’altra parte e continuò a ronfare, molto d’aiuto mi era stata. Siccome non avrei sicuramente ripreso sonno mi alzai e mi preparai un caffè-latte per fare colazione. Da quando Marty è svenuta non vogliamo farle fare troppa fatica, quindi ce la sbrighiamo da soli… e devo ammettere che è divertente. Per esempio Lou fa cadere il latte innumerevoli volte e Zayn ci versa l’acqua sopra pensando che si lavi, ma invece si espande, poi arriva Niall con la carta igienica e prova ad asciugarlo… che bei momenti!
Harry < Liam! Anche tu sveglio? >
Io < Eh già! Tanto a dormire non ce la faccio… Reby ti ha dato altre notizie? >
Harry < Purtroppo no, il dottore continua a dire che sta migliorando, ma intanto non ha più parlato e non ha accennato nemmeno a un sorriso o a una smorfia. >
Io < Oh no!! Sono molto preoccupato per lei… spero vada tutto bene, non reggerei un mancamento. >
Marty < Nemmeno io… >
Harry < Marty! >
Marty < Proprio io! >
Io < Non sei più svenuta? >
Marty < Simpatico! Comunque no, grazie per la preoccupazione! >
Io < Amo il tuo tono sarcastico!! >
Harry < Vuoi che ti prepari qualcosa? >
Marty < No no sto bene così… grazie. >
Io < Oggi finalmente mi vedo con Sophia… Marty, come si lascia una ragazza!? >
Marty < Diglielo in modo non tanto duro, se invece ha un altro puoi tranquillamente spaccarle la faccia che tanto non glie ne importerà un fico secco. Siamo strane eh? >
Harry < Molto! E io ne so qualcosa… >
Lou < Già ha ragione… >
Non appena lo sentì parlare… le si illuminò il viso, poi si voltò e cadde praticamente tra le sue braccia.
Harry < Che teneri i piccioncini!! >
Marty fece un sorriso bellissimo e poi tornò di sopra a cambiarsi…
Lou < Ragazzi! Finalmente le chiedo di uscire!! >
Liam < La mia settimana è scaduta, quindi sono di nuovo in carreggiata! >
Harry < Battete il cinque! >
Ci sentivamo degli eroi che salvavano le loro ragazze… solo che Harry per salvare la sua… lasciamo perdere. E il bello è che siamo ancora tutti single! Io no, ma lo sarò tra poco…
Niall < Ma buongiorno!! >
Io < Follettooooo! Mi sei mancato tanto amore mio!! >
Niall < Anche tu! Vieni qui che ti do un bacetto! >
Io < No! Che schifo!! >
Niall < E mi rifiuti così!?!? Basta, ti lascio! >
Io < Va bene è finita!! >
Zayn < No!!!!!!! Il vostro giovane amore deve sopravvivere!!!!! >
Io < Proverò a dimenticarlo… Zayn tu sei libero vero? >
Harry < AHAHAHAHAHAHAH!!!!! Dovreste andare in televisione!! >
Zayn < Si ci sta un bello show! Idiots&co! Faremo soldi a palate!!! >
Niall < Si! Sento già il profumo del successo! >
Marty < Io invece sento puzza di bruciato!! >
Io < Cazzo! I biscotti!!! >
Lou < Però ci va pure questo nello show! >
Presi un secchio d’acqua e lo tirai nel forno, in preda al panico, poi il fuoco si spense e vidi Marty mettersi le mani tra i capelli.
Io < Marty! Scusa non volevo bruciare i biscotti, erano per te! >
Marty < Ma no scemo! Il tuo era un pensiero carinissimo, ma sto piangendo per ben altro! Guardate… >
Ci mostrò lo schermo del cellulare facendoci vedere un messaggio di Reby: “Abbiamo fatto altre visite e il cuore aveva smesso di battere per 4 secondi, ora invece ha ripreso e sembra tutto normale… vi faccio sapere. Baci xx”. Poi continuò a piangere e Louis ci fece cenno di andarcene, probabilmente avrebbe cercato di parlarle da solo.
 
POV MARTY
Io < Lou ti prego stai qui con me… >
Cazzo ora è pure morta per 4 secondi, non ce la faccio. Piangevo come non mai… ed era davvero brutto pensare che era effettivamente morta e poi il cuore aveva magicamente ripreso a battere. Nel mio turno di ieri sembrava andare tutto “bene”: non migliorava ma nemmeno peggiorava! Ma oggi proprio è successo l’impensabile…
Lou < Marty tranquilla, andrà tutto bene… >
Io < No, Lou!!! Lo capisci che è morta per quattro secondi? È tantissimo 4 secondi! Fidati di una a cui è stato misurato il tempo in tutto!! >
Lou < Mi fido, ovvio, ma devi riuscire a pensare ad altro e a distaccarti e vedrai che tutto finirà al meglio… >
Io < Come faccio a star tranquilla? Guardami!!! Non riesco a stare tranquilla in casi come questi, e poi perché dovrei smettere di piangere?! È uno sfogo! >
Lou < Forse perché piangendo non ragioni e potresti trovare una soluzione piuttosto che pensare al passato… >
Fece una pausa.
Lou < O forse perché guardarti piangere è una sofferenza… >
Mi misi una mano davanti alla bocca e continuai a piangere: ora i motivi erano diventati due! Lou è troppo. Troppo tutto. E la mia migliore amica stava morendo. Non potevo proprio smettere di piangere, è più forte di me… mi ricordo che quando avevo 13 anni il pianto era il mio unico sfogo, perché dalla psicologa non ci volevo andare, le mie tre amiche non le conoscevo ancora e i miei… non parliamone. Così mi alzavo verso le 4 di notte e iniziavo a piangere, perché non volevo che nessuno mi vedesse stare così male… ed evidentemente questo vizio non mi è ancora passato.
Io < Lou non abbandonarmi mai. >
Era evidente che non sapeva che rispondere… così, mentre singhiozzavo, mi tolse la mano dalla bocca e fece incrociare le nostre dita, poi fece appoggiare le nostre mani sulla sua gamba e avvicinò il suo viso al mio.
Lou < Marty… so che quello che sto per fare è completamente sbagliato, ma ti prego… se sbagliare vuol dire amare allora in questo momento sono l’errore in persona. >
Io < Tutti e due lo siamo. >
Poi avvicinò lentamente la sua faccia alla mia, solo qualche centimetro ci separava. Il mio più grande sogno d’amore stava finalmente per avverarsi, non ci potevo credere… ci avvicinavamo ancora quando Harry spalancò la porta e lui, sempre tenendomi la mano, mi diede un bacio sulla guancia e poi io gli appoggiai la testa sulla spalla.
Io < Ciao Harry! >
Harry < Siete tenerissimi voi due! Non ho interrotto qualche momento speciale, vero? >
Lou < Ma va! Siamo solo amici… >
Spero che lo abbia detto per farlo credere a Harry, cioè… teoricamente siamo ancora amici perché nessuno dei due lo ha chiesto all’altro, ma uffa!!!! Harry ha rovinato tutto, poteva entrare due secondi dopo!?
Harry < Noi stiamo dando delle dritte a Liam per la storia di Sophia, perché tra poco esce… venite? >
Lou < Si, un minuto e arriviamo! >
Harry richiuse la porta e io scoppiai a ridere, mettendo le mani tra i capelli.
Io < Ma è mai possibile?! >
Lou < Ma non ci posso credere! Comunque non finisce qui… stai certa che ci sarà un'altra occasione come questa! >
Io < Non aspetto altro allora… grazie per avermi fatta tornare a sorridere, ti devo un favore! >
Lou < Sorridendo mi hai restituito il favore tesoro. >
Io < Mi vuoi morta eh? >
Poi mi mise un braccio attorno alle spalle e mi strinse a se, che tenero!!! Uscimmo dalla stanza e raggiungemmo Liam, era disperato.
Liam < E se si rifiutasse? >
Io < Di fare? >
Liam < Oh Marty! Tutto bene? >
Io < Si ora si. Ma se si rifiutasse di cosa? >
Liam < Di non essere più la mia ragazza… >
Harry < Ma HAHAHAHAHAHA!! Non può rifiutarsi! >
Zayn < Scusate l’interruzione… ma Niall? >
Lou < Mi ha scritto che è andato all’ospedale da Reby per consolarla e per vedere come sta la Ludo… >
Feddy < Ok… spero che ci dia buone notizie perché ho esaurito le lacrime, non ce la faccio più. Sembra fare apposta! >
Harry < Io piango tanto… ci ho fatto l’abitudine. >
Io < Lou lo sa quanto ho pianto prima, avrebbe potuto benissimo allagarsi la casa se non mi avesse fatta smettere. >
Lou < Confermo, è stato lo spettacolo più brutto di tutta la mia vita… >
Marty gli sorrise…
Io < Va bhe, cambiamo argomento che è meglio. Liam… se io stessi con Lou e lui mi volesse lasciare… cioè subisco e basta. Non potrei dire “no, tu non mi lasci”. Quindi va da lei e dille che non la ami più e fine della storia. Non è complicato, capiscilo! >
Lou < Ma se tu ti fidanzassi con me io non ti lascerei proprio! >
Io < Io adoro questo ragazzo. Comunque Liam vai e diglielo in faccia, non è così difficile! >
Liam < E se ci rimanesse male? >
Zayn < Porca troia. Ti ha messo le corna!!! Lo vuoi capire si o no?! >
Feddy < E bravo! Sicuramente quando sono andati via dall’ospedale… lo sai che hanno fatto, no? E tu pure hai paura che ci rimanga male!? Se il mio fidanzato facesse così non ci metterei niente a spaccargli la faccia, poi col cacchio che ci ripenso! >
Io < Vai batti un cinque! >
Lou < Zayn, Liam, se mai dovessimo metterci con una di loro… stiamo attenti. >
Zayn < Si, faremmo bene… >
Liam < Ecco è ora. Vado… quando ritorno iniziamo una nuova vita! >
 
POV LIAM
Avevo detto a Sophia di aspettarmi su una delle panchine dietro la casa di Harry, perché dovevo dirle una cosa importante. Arrivai lì in pochi minuti, andavo di fretta siccome volevo sbrigarmela subito. Quando entrai nel parco la trovai seduta sulla panchina, si vedeva che il suo Greg se ne era appena andato. Mi sedetti di fianco a lei, che subito provò a baciarmi, ma ricambiai solo con un bacio sulla guancia.
Sophia < Che hai? Sembri smorto! >
Io < No, sto meglio di quanto tu credi… e tu? Come va? >
Sophia < Bene grazie. Come mai non ci sei a scuola? >
Io < Te l’ho detto 400 volte! Perché una mia cara amica è in coma e io ed i ragazzi abbiamo deciso di… >
Sophia < Si si taglia corto che ho da fare. >
Io < Con Greg? >
Vidi che stava per parlare ma richiuse la bocca subito dopo averla aperta, facendo la finta tonta.
Sophia < Greg? >
Io < Sophia… quando tu e Greg vi siete baciati, ci tenevo a dirti che ero all’ospedale, con Niall, e che entrambi vi stavamo guardando. Volevo ringraziarti, perché mi hai dato una bella lezione di vita di tutti i giorni ma… se proprio volevi farmi star male era meglio lasciarmi, no? >
Sophia < Liam aspetta… non capisco di cosa tu stia parlando… >
Balbettava… si vedeva lontano un miglio che stava mentendo. Va bene che mi ha messo le corna, ma abbia almeno la decenza di ammetterlo!
Io < Io si: è finita. >
Sophia < Che cosa?! Tu mi stai lasciano!? È inaccettabile!! Chissà quante porcate che hai fatto tu nell’arco della nostra storia… Liam! Torna indietro!!! >
Io < Se lo vuoi sapere sono stato tentato molte volte… ma ho sempre ignorato le tentazioni, perché mi ripetevo nella testa “No, Sophia mi ama davvero e io amo lei, e se mi vedesse in questo momento…” e, a quanto pare, è il contrario… ma che ci vuoi fare! È la vita! >
Girai i tacchi e feci per andarmene, ma poi lei mi piombò davanti e si mise a chiedere scusa e a dirmi che non si rendeva conto di quello che faceva… ma che schifo mi faceva. Poi mi mise le mani sulle spalle e tentò di baciarmi di nuovo, ma le allontanai la bocca con la mano.
Io < Leva le mani dal mio corpo. >
Sophia < Ma Liam! E tutti i nostri piani per l’università, le belle parole che ci siamo detti… non hanno alcun significato per te? >
Io < Certo! O almeno… lo avevano, perché ho scoperto che tra noi due non c’è più niente! Ora devo andare a casa dai miei amici, che mi vogliono bene… >
Detto questo non ascoltai più quello che disse e salii sul pullman, all’inizio fui molto triste ma… ehy! Il mondo è pieno di ragazze, ce ne sarà una che fa al caso mio, no?
 
POV NIALL
Stavolta avevo organizzato tutto e niente sarebbe andato storto. Ero all’ospedale, in sala d’attesa, e aspettavo che il dottore dovesse fare le sue visite alla Ludo… così Reby sarebbe uscita dalla sua stanza e mi avrebbe trovato qui. Con un bellissimo regalo per lei. Finalmente dopo un po’ uscì da quella porta e io mi presentai davanti a lei con un pacchettino nascosto dietro la schiena.
Reby < Niall!! >
Corse verso di me e mi abbracciò come non aveva mai fatto, ricambiai stringendola a me il più forte possibile.
Io < Reby, come stai? Ho saputo della Ludo e sono venuto qui per verificare che fosse tutto a posto… lei sta bene vero? >
Reby < Niall calmo! Comunque si, ora il suo battito è regolare e ha anche annuito ad uno dei miei pettegolezzi… è fantastico! >
Io < Si!!! Mitico! Tu hai pianto tanto? >
Reby < Fide! Non sai quanto… e devo dire che nemmeno adesso sono di ottimo umore, ha annuito ma ho ancora paura. Insomma… a voi l’ho solo detto ma vedere quella fottuta linea senza onde per quattro secondi è… scioccante. Avrei voluto essere io al suo posto tanto per rendere l’idea… >
Io < Si vede che sei una buona amica… non ti preoccupare, ci sono io qui con te ora. E a dire il vero sono qui per te… vieni! >
La portai nello sgabuzzino, almeno non ci avrebbero potuti vedere
Reby < Devo preoccuparmi? >
Io < No! Anzi… ho un regalo per te! >
Reby < Me? Oddio ma grazie sei un amore! >
Io < Anche tu… >
Poi tirai fuori la piccola scatolina che avevo incartato benissimo… c’era attaccato un bigliettino con scritto “ti amo di bene, sappi che questo mi fa sempre pensare a te…” e lei mi abbracciò fortissimo subito dopo averlo letto, perché sapeva che fossi sincero.
Reby < Anche io ti amo di bene… >
Poi iniziò a togliere delicatamente la carta e aprì la scatolina che c’era all’interno. Le scese una piccola lacrima. Poi due. Poi tre e infine cadde tra le mie braccia… la strinsi forte a me, come se volessi proteggerla.
Reby < Niall non ci posso credere… ma quando? Come? E soprattutto come mai me lo vuoi regalare ora? >
Restammo abbracciati… devo ancora formulare la risposta, ma tutto quello che so è che vorrei che questo momento durasse per sempre.

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Capitolo 15
*** Romanticismo alle prime armi... ***


POV NIALL
Quello sgabuzzino era uno spazio molto largo ma poco illuminato, c’erano solo due piccole lampadine… di quelle vecchie, al tungsteno. Dietro di noi si vedevano solo due grandi scaffali che reggevano secchi, medicinali e siringhe varie, mentre appena dietro la porta si trovavano ben tre generatori di riserva. Eppure, nonostante la bruttezza del luogo, avevo scelto di dare il mio regalo a Reby proprio qui… ma solo perché non volevo essere visto da nessuno.
Reby < Sei un vero tesoro, lo metterò sempre! > Disse lei, sorridendo in maniera molto dolce. La luce emanata dalle lampadine arrivava a malapena al punto in cui ci trovavamo noi, quindi si scorgevano appena i lineamenti perfetti del suo viso. Ma quello che mi bastava sapere era che in quel momento lei fosse felice, perché lo meritava davvero…
Io < Oltre al braccialetto in se c’è anche tutta una storia che gli gira intorno! > Feci una piccola pausa… < Perché sai… l’ho comprato esattamente il primo giorno che ci siamo incontrati, quando hai schiacciato il naso contro la vetrina per ammirarlo e mi hai raccontato che l’arcobaleno è stata la prima cosa che hai disegnato… ti ricordi? >
Reby < Come potrei dimenticarlo? Niall questo momento sta diventando più perfetto ogni minuto che passa… e lo sgabuzzino sta diventando… magico!! > Poi si tappò la bocca come se si fosse resa conto di aver sparato una delle sue cazzate assurde, ma non lo era affatto. < Ehm… scusami, è che quando mi vengono fatti dei regali o mi succedono cose belle in un luogo io sono solita a scattare una foto a quel luogo e mi lego ad esso… >
Io < Oddio, è imbarazzante come cosa ma assolutamente te la devo far vedere. Ti va di venire a casa mia? > Le chiesi, un tantino imbarazzato, perché invitarla così, di colpo, non è buona educazione… ma lei sembrava piuttosto felice ed accettò. La “cosa” che le devo far vedere è un album. Si, un album… che però ha un valore importantissimo per me, perché pieno di foto che hanno tutte un significato profondo: per lo più erano foto di luoghi diversi… come casa mia, la scuola, il boschetto dove andiamo i ragazzi ed io di solito e anche l’ospedale, ma poi ce n’erano tantissime altre. Il fatto strano è che io ho questo album da più o meno sette anni, quando ne avevo 11-12, quindi sarebbe bellissimo sfogliarlo con lei e raccontarle i motivi dell’importanza di quei posti per me. Quindi ci dirigemmo di nuovo in stanza e vedemmo il dottore intento a visitare la nostra amica… così lo disturbammo il meno possibile.
Reby < Dottore, le possiamo lasciare il nostro numero di cellulare? >
Dottore < Perché? > Rispose con un’aria totalmente distaccata.
Io < Perché ora non ne possiamo davvero più di stare qui e vorremmo che ci chiamasse alla fine della visita… per avvisarci se c’è qualche problema o dirci che va tutto bene. >
Dottore < Ah… ok, va bene. Lasciate pure qui il bigliettino, poi vi chiamo io. > Disse, con quella solita freddezza che a nessuno di noi ragazzi piaceva. Poi noi appoggiammo il biglietto sulla scrivania di fianco ai documenti e uscimmo dall’ospedale.
Io < Reby… > Era ovvio che volevo farle una domanda… una cosa che non mi ha mai detto e che io volevo sapere da molto tempo. Come erano diventate amiche lei e le ragazze? Lo so che potrei passare per il ficcanaso di turno, ma mi incuriosisce veramente tanto… soprattutto perché so che non ne aveva mai parlato con nessuno.
Reby < Si? >
Io < Come siete diventate amiche tu e le ragazze? >
Ebbe una reazione totalmente inaspettata: le si sbarrarono gli occhi e le sue mani iniziarono a tremare… poi assunse un’espressione triste e abbattuta allo stesso tempo e, con la voce che voleva far sembrare calma ma che in realtà non lo era affatto, mi rispose.
Reby < Niall, come mai mi fai questa domanda? > Gli occhi divennero lucidi e si morse il labbro.
Io < Non lo so… è da un po’ che me lo chiedo e sono curioso! > La vidi voltarsi verso di me e stringere i denti, per non iniziare a piangere.
Io < Reby! Va tutto bene… se non vuoi possiamo… > Fui interrotto da un suo singhiozzo. Poi la guardai negli occhi e iniziarono a scenderle le lacrime. Che avevo fatto… ma perché non riesco mai a starmene zitto?
Reby < No… lo so che va tutto bene, ma ti prego possiamo parlarne quando siamo soli, a casa? Io qui non… > Singhiozzò ancora. < Non ce la faccio. > E riprese a piangere. Capii che la cosa più utile da fare in quel momento era abbracciarla, perché a mie spese ho imparato che gli abbracci spesso fanno sembrare tutti gli ostacoli più facili da superare, anche se poi non le cose non funzionano in questo modo. Così, mentre una folata di vento ci fece congelare i visi, la strinsi a me il più forte possibile.
Reby < Grazie di tutto… > Sussurrò.
Io < Shh… Basta parlare ora. > Poi con una mano le spinsi la testa sulla mia spalla e lei ce la appoggiò delicatamente. In quel preciso istante, in cui tutto era perfetto, arrivò il pullman.
Reby < Uff… facciamo in fretta ad andare a casa, che già mi sono rotta di stare in mezzo alla gente… >
Io < Certo. Scrivo agli altri. >
Era tutta rossa in viso, tipico di chi aveva appena pianto. Vederla così è stato bruttissimo, spero non mi capiti mai più perché ce l’ho fatta per poco a resistere e a trattenermi. Scrissi un messaggio a Feddy dicendole che il dottore ci avrebbe chiamati e che noi saremmo tornati appena avesse finito le visite… e che intanto Reby stava da me. Loro erano a casa ed aspettavano Liam, il neo single. Le porte automatiche si chiusero e sentimmo il motore rombare, ci sedemmo e lei appoggiò la testa sulla mia spalla, di nuovo, e io glie la accarezzai.
Io < Sono qui, non ti preoccupare. >
 
POV FEDDY
Dopo il messaggio di Niall andai dagli altri e gli dissi tutto, solo che per la prima volta feci caso alla stanza in cui dormivamo. In realtà non c’era una vera e propria “stanza”, perché dormivamo dove ci capitava, ma quella era la sala comune, dove mangiavamo e passavamo il nostro tempo a chiacchierare. Quando iniziai ad accorgermi di come era diventata…
Io < Ragazzi… > Feci una pausa, aspettando di essere al centro dell’attenzione di tutti. < Ma in che cazzo di porcile viviamo?! >
C’erano cartacce, sacchi a pelo, cuscini, coperte… il tutto sparso sul pavimento. No, così non va bene!!
Zayn < Oddio è vero… >
Marty, che amoreggiava con Louis attraverso gli occhi, si girò e iniziò a dire quello che dovevamo fare. La amo quando fa il capo.
Marty < Allora… Zayn, Feddy, voi due che siete i perfezionisti dovete pulire questa stanza… io e Lou andremo di sopra. Poi chi finisce per primo fa la cucina e i secondi fanno il bagno. > Affermò con tono deciso. Poi si voltò e fece per andare di sopra… poi si rigirò verso di noi facendosi cadere i capelli in maniera sexy sulla parte destra del viso. Lou era praticamente incantato. < Oh… e quando torna Liam facciamogli una festa a sorpresa, sarebbe figo. Dopo dico a Niall e Reby di tenerlo occupato, così almeno guadagneremo tempo. No? > Fece un sorriso splendido e tornò a camminare verso le scale.
Harry < Visto che non sono nella lista vado a fare la spesa! > E uscì dalla porta, senza nemmeno darci il tempo di fermarlo.
Io < Semplicemente wow!!! >
Lou < Mi sa che diciamo “wow” per due maniere diverse… > Poi sorrise e corse di sopra con Marty, che lanciò un urlo. Probabilmente si stavano facendo il solletico, perché potevamo sentirli ridere da qui. Guardai Zayn negli occhi e sospirai, che casino avevamo da mettere in ordine.
Io < Da dove iniziamo? > Mi guardò con quegli occhi scuri e profondi come l’oceano…
 
Zayn < Raccolgo le cartacce. Tu prendi i sacchi a pelo e mettili nell’armadio, poi io ci metto i cuscini e infine pieghiamo le coperte. > Poi si sistemò il ciuffo e iniziò a pulire.
Io < Zayn, smetti di raccogliere le cartacce. > Gli dissi in tono imperativo. Mi guardò male, perché ero stata io a dire a tutti di rimettere in ordine. Ma perché Marty e Lou continuano a divertirsi, chiacchierare… e, porca troia, lui è incantato da lei e lei lo è da lui mentre io e Zayn semplicemente parliamo?
Zayn < Ma… > Esitò. Sa che quando uso quel tono e impartisco ordini esigo che vengano rispettati. Quindi si alzò e mi guardò, sistemandosi ancora quel benedetto ciuffo.
Io < Zayn, perché Marty e Lou sembrano amici da una vita e io e te siamo così… distaccati? Insomma, siamo legati tanto quanto loro ma non lo dimostriamo! Perché? >
Zayn < Finalmente! > Non capisco. Esulta?
Io < Che? > Chiesi con aria incerta.
Zayn < Tempo fa hai detto che non ci potevamo definire amici, ricordi? Bene. Io farei con te come Lou fa con Marty esattamente ogni giorno, ma tu negavi e quindi… > Poi fece un sorrisetto misterioso e mi strizzò l’occhio. Io corsi verso di lui e lo buttai a terra, cercando di colpirlo con dei pugni, finti, ovviamente. Ma lui era molto più forte di quello che pareva e mi immobilizzò le braccia, spingendole verso il pavimento e bloccandomi completamente sdraiandosi sopra di me.
Zayn < E ora che intendi fare? Non dimenarti… non ti liberi tanto. > Io continuavo ad agitare le gambe, ma lui le teneva ferme con le sue… ero immobilizzata. E adesso?
Io < Intendo chiamare aiuto! > Così provai ad urlare, ma lui fece arrivare la sua faccia a pochi centimetri dalla mia e io sbarrai gli occhi. Wow. Era
bellissimo, non ci sono parole per descriverlo. < Invece io so che intendi fare tu… >
Zayn < Sei perspicace! Ma… > Esitò un attimo. < Ma lo faccio solo se sei d’accordo pure tu. > Poi mi guardò dritta negli occhi e io feci una piccola risatina, passandogli il dito dal centro del suo petto fino agli addominali, mentre ancora lui mi teneva la mano.
Io < Credo che tu la sappia già la risposta… > Poi lui annuì e mi lasciò le mani, a quel punto avrei potuto bloccarlo o fargli qualsiasi cosa (e confesso che sarebbe stato in mio stile) … ma glie le misi intorno al collo, proprio mentre era sopra di me. Lentamente iniziò ad avvicinarsi, fin quando le sue labbra sfiorarono le mie. Sentii il suo cuore che batteva, perché il suo petto era a contatto col mio… e probabilmente lui provò lo stesso. Non andammo oltre a quel bacio, ma fu perfetto comunque, poiché sapevamo che andare avanti fino a fare sul serio sarebbe stato troppo… ma comunque rimanemmo uniti a lungo, per assaporare bene quel momento bellissimo. Poi lui si staccò da me e rimanemmo lì, a guardarci, incantati, come se stessimo vivendo un sogno che pian piano si stava realizzando.
Sentimmo la porta sbattere e tornammo il più in fretta possibile a pulire, poi udimmo un urlo…
Liam < SONO SINGLE!! AMATA VITA DA SINGLE STO ARRIVANDO!!! > L’avrebbero sentito anche in Alaska, giuro! Era troppo contento di essere finalmente libero... così andammo a congratularci.
Io < Liam! Congratulazioni! >
Liam < Grazie!! Stasera andiamo a festeggiare, offro io!! >
Zayn < L’ha presa male? >
Liam < Si, malissimo! Continuava a rincorrermi e a cercare di baciarmi, ma sono stato duro e sono venuto qui per dirvi che non sono mai stato così felice di aver lasciato una ragazza… anche se un pochino mi mancheranno tutte le cose che facevamo insieme… mi ci abituerò. >
Io < Bravo! Andiamo a dare la bella notizia agli altri!! > Dopo aver detto questo mi concentrai su Liam: era da tanto che non lo vedevo felice e scherzoso come quando ci eravamo appena incontrati… tengo a lui, perché è sempre pronto a darmi consigli e a dirmi cosa è meglio per me. Lo considero il mio papà alternativo! Anche perché quello vero… mi odia. Ma tralasciamo. Salimmo le scale e aprimmo la porta di camera mia… li vedemmo rotolarsi per terra, l’uno sopra l’altra, che si facevano il solletico.
Io < Ehm ehm!! > Feci finta di schiarirmi la voce, per attirare la loro attenzione, ma non ci avevano notati… quindi andarono avanti a rotolarsi, ridendo a crepapelle.
Lou < Marty Marty… ti piace il solletico vero?! > E poi iniziarono a ridere di nuovo… feci la cosa più intelligente da fare in casi come questi: un video! Chiesi agli altri di allontanarsi e, senza farci vedere o sentire, uscimmo dalla stanza. Poi presi il telefono di Liam e ripresi i “piccioncini del gruppo” che si facevano il solletico, inutile dire che questo video avrebbe fatto un giretto su youtube…
Marty < Lou fermati! Adesso ti faccio vedere io! > Sorrise, poi si ribaltò e finì lei a torturare lui, che rideva come un matto. Cercava di dimenarsi… ma Marty lo teneva come Zayn teneva me, quindi era impossibile muoversi.
Lou < Tregua!! > E Marty, annuendo, si fermò. Lei provò ad alzarsi, ma lui le prese i polsi e la tirò a se… che momento romantico! < No, rimaniamo qui… > Assunse subito un’espressione seria e stoppai il video. Si, lo so che era il momento più bello, ma non voglio rovinarglielo così… quindi presi la mano a Zayn e chiedemmo a Liam di aiutarci a sistemare. Loro giocavano, ma almeno la camera era in ordine! Socchiusi la porta e scendemmo…
 
POV LOUIS
Quello era un momento perfetto. Semplicemente perfetto. Mi stavo divertendo un mondo, con la ragazza dei miei sogni, per giunta… ed era fantastico. Mi sentivo… bene! E la cosa più bella secondo me è il fatto che la finestra sia aperta e la luce spenta, così siamo illuminati dal Sole e non da quella fastidiosissima lampadina LED.
Marty < Come mai vuoi che stiamo qui, in questo modo? > Mi sorrise, e vidi che stava leggermente arrossendo… quindi cercai di farla sentire il più possibile a suo agio.
Io < A te non piace? Io lo trovo… romantico, in un certo senso… > Non ero molto convincente, ma almeno ci ho provato. E poi sarei rimasto con lei per tutto il resto della mia vita, spero che provi lo stesso ma non credo proprio che senta tutto questo per me.
Marty < Si, mi piace tanto stare qui, con te, da soli… solo che… > Fece una piccola pausa, perché stava arrossendo notevolmente < Solo che mi vergogno un po’. Insomma… sei un ragazzo e sei tenerissimo, ma non sono mai stata abituata a questo tipo di rapporti… > Ora era più calma e tranquilla di prima, le tenevo ancora i polsi congelati…
Io < Capisco, se vuoi ti ci possi abituare io… > Le sorrisi molto dolcemente e lei ricambiò. Poi le lasciai i polsi e le presi le mani, intrecciando le sue dita alle mie e lei fece una cosa… siccome era sopra di me e mi stava guardando, ad un certo punto le cadde un ciuffo ribelle davanti al viso e lei lo spostò sbuffando. La miglior cosa che avessi mai visto. L’ho trovato sexy, intrigante, misterioso… < Wow. >
Marty < Wow? > Stavolta stavo arrossendo io, mi era scappato quel “wow” … ma insomma, capiscimi! Di solito i ragazzi trovano sexy solo le ragazze con labbra rosse, minigonne, quintali di mascara e tacchi e invece io ho trovato sexy un normalissimo gesto quotidiano. Mi crederà strano, sono strano! Che figuraccia…
Io < Ehm… > Sorrisi, innocente. < Si, ho trovato intrigante il modo in cui hai spostato quel ciuffo, sono strano. Lo so non dirmelo. > Scosse leggermente la testa, sorridendo, poi mi guardò negli occhi.
Marty < Non sei strano, sei… diverso, se la mettiamo così. Insomma… non tutti i ragazzi notano questi gesti che una ragazza fa normalmente, di solito vogliono che le ragazze mettano vestiti attillati, trucco a tonnellate e… bhe… hai capito, no? > Sentii quasi gli angeli cantare. Una che mi capisce!!
Io < Vedo che la pensiamo alla stessa maniera… > Annuì. Poi allargò le gambe e appoggiò la testa sul mio petto, io invece riuscii a prendere un cuscino e a metterlo dietro la mia testa, contro il muro, almeno saremmo stato comodi entrambi. Presi ad accarezzarle dolcemente la schiena, partendo dalle spalle e arrivando al fianchi. < Stai comoda? > Le chiesi, ma in realtà volevo solo sapere se le davano fastidio quelle carezze.
Marty < Certo! > Poi socchiuse gli occhi e mi abbracciò dal petto, ovviamente ricambiai. < E poi è tutto così… romantico! Insomma… chiunque se ci vedesse penserebbe che non siamo solo amici, ma qualcosa in più e… ahia!! > Sentiva dolori?
Io < Che succede? > Non ero preoccupato, volevo solo che questo momento fosse perfetto, senza interferenze di qualsiasi tipo.
Marty < Ehm… quella cosa che accade alle ragazze e non ai ragazzi, credo siano normali dol… Aw!! > Adesso che ci faccio caso è diventata pallida e trema leggermente. Ok, sono preoccupato. < Ma non preoccuparti, mi succede quasi sempre… > Sorrise, ma si vedeva che le veniva da piangere. Così, d’istinto, la feci sedere in braccio a me e iniziai a massaggiarle la pancia, in maniera molto delicata.
Io < Va meglio? > Sentivo il suo respiro calmarsi, ma poi diventò di nuovo affannoso…
Marty < Si, ma stai massaggiando il punto sbagliato… > Così mi prese la mano e la fece scendere più in basso. Arrivai più o meno allo stomaco e poi scese ancora più giù… fino alla zip dei suoi jeans. Stavo letteralmente impazzendo!
Io < Quindi vuoi che ti massaggi là? Così vicino a… > Non feci in tempo a finire la frase che mi mise un dito sulla bocca, zittendomi. Poi sorrise… io ero un po’ impacciato perché volevo una sua risposta prima di iniziare, così cercai di nascondermi perché stavo arrossendo… ma lei mi beccò subito e fece una risatina sotto i baffi.
Marty < Se fosse stato un altro ragazzo gli sarebbe arrivato uno schiaffo dritto in faccia, ma con te è… diverso. > Poi si appoggiò di nuovo a me, mettendo la testa vicino alla mia spalla e sussurrandomi qualcosa nell’orecchio… < Perché tu sei speciale. > A quel punto le sorrisi e le diedi un bacio sul collo, poi le sussurrai un “anche tu” che non si sarebbe mai dovuta scordare e iniziai. Sentii il suo corpo abbandonarsi dolcemente a quei piccoli massaggi delicati, avrei voluto continuare fino all’infinito.
 
POV REBY
Mi piace molto casa Horan. Non è una villa enorme con giardino e piscine grandissime, ma è solo una modesta villetta a schiera come la nostra… con un piccolo giardino sul retro e un orto sul lato. Mi presentò i suoi genitori e capii da chi aveva preso tutta quella gentilezza, si dimostrarono subito molto simpatici e disponibili, mi offrirono da bere e mi chiesero di me… così iniziammo a parlare del più e del meno: dell’Italia, della scuola e persino della passione di Niall per la chitarra! Loro però quel pomeriggio sarebbero andati a trovare i nonni e così ci salutarono e noi salimmo in camera. Era piena di poster di Michael Bublé…
Io < Deduco che ti piace Michael! > Sorrisi, in maniera molto dolce… poi notai anche uno scaffale sul quale teneva tutti i suoi cd, che tenerello!
Niall < Scherzi?! È il mio idolo!! Sono pure stato a un suo concerto e mi ha salutato dal palco, perché ero nel prato, contro la transenna… un momento indimenticabile! > Ma che amore!! È da tantissimo che non trovo un ragazzo così legato al suo idolo, davvero, faceva tenerezza.
Io < Senti… non riesco a togliermi dalla testa la storia di me e delle ragazze, te la dico adesso così non ci penso più, va bene? > Vidi il sorriso scomparirgli dal viso e tramutarsi in un’espressione seria, che non gli donava per niente. Annuì leggermente e mi prese la mano, facendomi cenno di sedermi accanto a lui sul letto…così mi accomodai e lo abbracciai, iniziando a raccontare. < Noi quattro eravamo in classe insieme dalle medie, perché abitiamo tutte a Paullo, ma in prima e in seconda non ci consideravamo… perché ognuna di noi viveva in un mondo diverso. Marty era quella scherzosa e amata da tutti, Feddy fumava quindi aveva il suo gruppetto, Ludo era una dark e io ero la secchiona. Quindi andavamo tutte in direzioni diverse e l’una reputava “sfigata” l’altra per diversi motivi. Poi ci siamo rese conto di avere una cosa in comune: un amico. Questo ragazzo… > Iniziai a singhiozzare, ma andai avanti lo stesso < Questo ragazzo era amico di tutte e quattro e spesso diceva che noi dovevamo iniziare a parlare, ma non gli davamo retta perché ci odiavamo a morte anche non essendoci mai conosciute, eravamo gelose di Giorgio, il ragazzo. In terza media si ammalò… dovettero portarlo all’ospedale perché si sentiva sempre debole e sveniva spesso, anche in classe. >
Niall < Ma questi sono i sintomi della… > non finì la frase, perché andai avanti io a parlare, piangendo.
Io < Aveva la leucemia. > Dissi, molto freddamente. < Noi quattro quando lo scoprimmo iniziammo a parlare e formammo un gruppo su whatsapp, dove decidemmo di donare il sangue per tentare di salvargli la vita. Falsificammo la firma dei nostri genitori ed andammo tutte insieme a fare i prelievi. Dai risultati scoprimmo che Feddy era compatibile con lui e che l’avrebbero operato, eravamo felicissime… > Piansi più forte da questo momento in poi… < Il giorno dell’operazione ci accampammo davanti all’ospedale e saltammo la scuola, perché ci avrebbero potute avvisare in qualsiasi momento della quasi certa riuscita dell’operazione. Feddy si fece asportare il midollo e andò tutto bene, poi dovevano metterlo nel corpo di Giorgio. Alle 11… > Iniziai a singhiozzare molto forte, tanto da farlo preoccupare.
Niall < Reby che c’è?! Stai male? > Mi abbracciò tanto tanto forte, per rassicurarmi. Ricambiai quasi stritolandolo e poi mi prese la mano, glie la strinsi fortissimo.
Io < Alle 11 uscì di sala la dottoressa, dalla faccia capimmo che qualcosa non era andato bene. Era morto. Era riuscito a blaterare qualcosa e poi il suo cuore aveva smesso di battere. Appena prima dell’intervento che gli avrebbe salvato la vita. E sai che cosa aveva detto? > Scoppiai proprio. Solo il pensiero di quella vicenda mi faceva rabbrividire… il mio cuore stava quasi per esplodere da quanto batteva forte. Lui non riuscì a dire una parola. Si limitò a deglutire. < Aveva detto “dì a quelle ragazze che devono diventare amiche per la pelle” e poi era morto. Era il suo ultimo desiderio. Da quel momento ci siamo fatte forti e abbiamo continuato a parlare e sostenerci a vicenda fino alla quarta superiore… > Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso e mi colò tutto il mascara. Stupida io ad essermelo messo, dovevo saperlo che mi sarei trasformata in una fontana.
Niall < Reby io… non immaginavo… scusa. Dal profondo del cuore, scusa. Non immaginavo che… fosse… > Lo abbracciai, ma non era un abbraccio come gli altri… era diverso. Con quell’abbraccio gli feci capire che sarebbe sempre dovuto restare con me e che non avrebbe dovuto abbandonarmi mai. Mi asciugai le lacrime e tentai di pulirmi la faccia con una salviettina umidificata, perché ne aveva un pacchetto in camera sua. Lui mi prese i polsi e mi tolse le mani dal viso, stampandomi un bacio sulla guancia… fu semplicemente bellissimo. Dopo Giorgio e le ragazze questa fu l’unica volta in cui mi sentii apprezzata, non per finta, ma veramente apprezzata. Niall ha questa capacità mitica: lui la gente la fa sentire sempre a proprio agio, in ogni situazione… e a volte spero che per me diventi più di un amico, più di quello che è ora. < Grazie per esserti fidata di me, non lo dirò mai a nessuno. Giuro. >
Io < Grazie a te… > Feci una pausa, perché ero come non sono mai stata. Felice, ma triste. È stranissimo, perché lui mi fa sentire bene… ma ripensare a Giorgio mi fa venir da piangere, quindi sono felice e abbattuta allo stesso tempo. Fantastico!
Niall < Per cosa? > Mi chiese, incerto.
Io < Per esistere… per ascoltarmi, per farmi star bene, per essere uno tra gli unici fottutissimi motivi del mio sorriso… sono tante le cose. > Sorrise, mostrando quell’apparecchio semi-trasparente che adoro. Poi si avvicinò a me e mi prese la mano, intrecciando romanticamente le sue dita alle mie. Ricambiai naturalmente il sorriso e sentii il cuore battere a mille, perché finalmente io e lui riuscivamo a ritagliarci un po’ di tempo per stare da soli… < Che mi dovevi far vedere? > Sono molto curiosa, perché di rado capita che Niall inviti le ragazze a casa sua per fargli vedere qualcosa, me l’ha detto Harry e loro sono migliori amici, quindi sono davvero tanto curiosa.
Niall < Una cosa che ho da quando avevo più o meno 11-12 anni, la tengo con me da tutto questo tempo perché ha un valore davvero molto importante ed è da una vita che aspetto la ragazza giusta, che abbia voglia di sfogliarlo con me… credo che questa ragazza sia tu. > Poi andò verso il comodino e aprì un cassetto. Tirò fuori una scatola di scarpe, dalla quale estrasse questo libro enorme: aveva la copertina di cuoio e una scritta ricamata con del filo d’orato. Ha stile, non c’è che dire. Ma…
Io < Niall, dimmi che su quel libro c’è ricamata la scritta “memories”. > Fece una faccia come stranita e sbarrò gli occhi, poi mi mostrò il libro e mi provò che avevo ragione. < Oddio non ci posso credere… > Adesso spiego. Quel libro era un’edizione limitata e dovevi vincere un concorso per aggiudicartene uno, mia sorella suona la chitarra e, siccome sapeva che desideravo quel libro ma con gli strumenti sono peggio di un elefante, partecipò e vinse un libro… regalandolo a me. Lui ha vinto uno degli altri! Ma è fantastico!!
Niall < Ne hai vinto uno anche tu? Non ci credo!! > Ci eravamo malzati e quasi messi a saltare… hahahah!! < Che ci tieni dentro? >
Io < Sinceramente non ho vinto io… lo desideravo più di ogni altra cosa e mia sorella ha partecipato per regalarmelo al compleanno. Ci tengo foto, cartoline e biglietti “speciali” e tu? Non vero l’ora di sfogliarlo insieme a te!! > Sorridevamo e ci guardavamo dritti negli occhi, non mi aspettavo di avere così tante cose in comune con lui!
Niall < Vieni, ti faccio vedere! > E mi fece cenno di sedersi sul letto di fianco a lui… ci andai senza esitare un secondo. Poi aprì il libro e in prima pagina c’era una sua dedica, che trovai splendida.
“A voi, che mi avete cambiato la vita… A voi, che fate tornare il sole dopo le tempeste… A voi, che fate tornare il buon umore dopo le giornate tristi… A voi, che dovrei chiamare angeli ma che chiamo amici. Niall”
E iniziò, dalle prime foto… a parlare, mi spiegava il motivo di quelle foto, le storie legate ad esse e tutte le persone che ha incontrato nella sua vita, belle e brutte. Dopo un po’ smisi di ascoltarlo e iniziai a riflettere su quanto fossi fortunata… perché avevo il miglior amico del mondo, pronto sempre ad ascoltarmi e a sostenermi, nella ragione e nel torto; ed è pazzesco che siamo riusciti a legare così tanto in un mese. Lo devo soltanto ringraziare, per tutto quello che ha fatto per me. Per le emozioni regalatemi, per le serate passate insieme, per tutti quei sorrisi e quegli sguardi dolci che, pur essendo poca roba per chiunque, valgono più dell’oro per me. Voglio solo dire che ti voglio bene Niall, più di quanto pensi.

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Capitolo 16
*** Primo appuntamento ***


POV HARRY
Ovviamente non c’è bisogno di dire che ho mentito e che al supermercato non ci sono andato, perché oramai mi conoscete. In realtà sono qui, all’ospedale, nella sala d’attesa; perché il dottore sta ancora visitando Ludo. Quella sala è veramente insignificante, almeno… insignificante per me: le pareti sono tutte bianche e non c’è appeso assolutamente niente che la gente comune si può fermare a guardare per distrarsi dal parente malato che si trova in una delle stanze nel lungo corridoio. No, ci sono solo quei giornali che non ti viene nemmeno voglia di leggere… e tra l’altro sono sempre gli stessi. C’è solo una minuscola mensola nera che regge una pianta di edera, ha stile, peccato ci sia solo quella.
Io < Scusi infermiera! Ludovica può ricevere visite adesso? > Chiesi, perché non ce la facevo più ad aspettare. Mi disse che potevo andare a vedere a che punto era il dottore e chiederlo a lui, non capisco perché lei non mi abbia detto niente. Gente strana… mi recai nella stanza di Ludo e ci trovai il dottore, che parlava al telefono.
Dottore < … si, e quindi potete venire quando volete, visto che ho finito le visite. > Che stesse parlando con qualcuno di noi? Probabile, molto probabile. Riattaccò.
Io < Dottore! Posso stare qui con lei adesso? > Chiesi, fingendo di non aver origliato la conversazione. Mi guardò e sorrise, ma si vedeva che fosse un sorriso palesemente finto.
Dottore < Certo, sei arrivato appena in tempo perché ho appena chiamato i tuoi amici e a momenti saranno qui anche loro. Intanto prova a dirle qualcosa e vedere se reagisce. Ora devo scappare, ho un paziente urgente! Ciao! > E corse fuori, chiudendosi la porta alle spalle. Quando fui veramente solo con lei… fu in quel momento che mi resi conto di quanto mi manca. Mi manca tutto: vederla sorridere, darle quei baci sulla guancia che Dio solo sa quanto vorrei fossero baci veri, sentire il calore del suo corpo a contatto col mio… erano tutte piccole cose che però messe insieme… non so come dirlo. Ecco. È un miscuglio di emozioni che riconduce a una sola parola: amore.
Io < Mi manchi tanto, volevo solo che lo sapessi. > Le presi la mano, facendo attenzione a non stringerla troppo e glie la baciai, aspettandomi un sorriso o un movimento. Ma niente. Di solito mi rispondeva, ma stavolta non è successo proprio niente… che sia peggiorata? No, impossibile, il dottore me lo avrebbe detto. Magari si è arrabbiata perché in questi giorni non sono andato spesso all’ospedale, ma i turni parlano chiaro! Io adesso non dovrei nemmeno essere qui! E poi come fa ad arrabbiarsi se è in coma? Si, è vero, se sei in coma senti quello che ti si dice e capisci… però addirittura arrabbiarsi è strano! < Senti… se mi capisci dammi un segnale, uno qualunque che mi faccia capire che stai bene!! > Niente. < Non farmi preoccupare… > Niente. < Lo sai che sto male a vederti così, ti prego rispondi… > Ancora niente. Già vederla in coma mi fa venire i brividi, ma poi sentire solo il suo respiro mi abbatte proprio. Se almeno rispondesse o sorridesse… ne sarei felice! O almeno la smetterei di star male per lei, e invece se ne sta lì ferma e zitta, come se lo facesse apposta. Eppure di solito se siamo soli risponde. Non ha più senso stare qui allora, a sentirsi male e quasi piangere; in un insulsa camera di un insulso ospedale, seduto di fianco a questo insulso lettino. Mi sento troppo impotente qui, quindi mi alzo e faccio per uscire dalla stanza… quando mi rendo conto che potrebbero arrivare anche Reby e Niall e che, vedendomi qui, mi obbligherebbero a stare con loro. Quindi metto la testa appena fuori dalla porta e controllo bene che in giro ci siano solo dottori… poi esco e corro a perdifiato fino all’uscita sul retro. Aspetto almeno un quarto d’ora con la schiena appoggiata al muro, fissando il cielo, poi presi il pullman per tornare a casa.
Mi aprì la porta il nuovo e raggiante Liam… che bello vederlo sorridere così sinceramente. Dopo aver ricambiato il sorriso fui travolto dal suo entusiasmo:
Liam < Harry! Bentornato!! Come stai? Che cosa ci hai comprato di buono al supermercato? > Sorrisi, era impossibile stargli dietro!
Io < Era tutto chiuso… mi dispiace! > Farfugliai, dicendo la prima cosa che mi veniva in mente, poi si scostò dalla soglia della porta facendomi cenno di andare dagli altri. < Ma Marty? > Chiesi, vedendo che in cucina c’erano solo lui, Zayn e Feddy.
Zayn < Di sopra con Lou, io li lascerei in pace… > Affermò sogghignando. Sorrisi, per non dimostrare la mia gelosia immensa… e mi sedetti lì con loro a chiacchierare.
Io < Tra l’altro… benvenuto tra noi Liam! Sono felice di vederti sorridere di nuovo. > Mi rispose sfoggiando il suo sorriso perfetto e tutti ricambiammo. Poi iniziammo a parlare del più e del meno, ma credo che solo Liam stesse notando che ero distratto, quindi mi resi partecipe alla discussione… ma in realtà volevo sapere che cosa stessero combinando quei due.
 
POV MARTY
Era semplicemente stupendo quello che stavamo facendo. E a lui piaceva.
Io < Bravo Tomlinson. Questi si che si chiamano massaggi… > Mi sorrise per poi lasciarmi un bacio sul collo che mi fece passare dei brividi lungo tutta la schiena dorsale.
Lou < Sono contento che ti piacciano, piccola. > Come mi aveva chiamata? Piccola? Ma che è?! Ora stiamo letteralmente dando i numeri, da quando ha deciso di chiamarmi piccola?! Mi morse leggermente il lobo dell’orecchio, facendomi sussultare. < Anche perché poi dovrai ricambiare, lo sai questo, vero? > Gli sorrisi quasi meccanicamente, rendendomi poi conto di quello che mi aveva appena detto. Ci arrivai dopo un po’ e gli tirai uno schiaffo amichevole sul braccio, reagì fermando la sua mano.
Io < No, adesso riprendi! > Lo incitai, prendendogli la mano e riportandola là dove si era fermata. Ma niente. Misi il broncio e lui rise.
Lou < Mmmh… mi hai appena picchiato? > Sorrisi, ma lui mi prese per i polsi e mi scaraventò sul letto sdraiandosi sopra di me. < E adesso? Lo sai che è praticamente impossibile levarmi di qui… > Il suo sorriso malizioso mi fece capire che cosa avesse in mente di fare, annuii leggermente ma ero totalmente insicura e lui prese a baciarmi il collo lasciando dei morsetti qua e là. Gemetti a quello che stava facendo, ma in fondo sapevo benissimo che era sbagliato.
Io < Lou, lo sai a-anche tu che è sb-sbagliato, vero? > Gli chiesi, tra un gemito e l’altro. Non rispose ma andò avanti, ignaro di quello che gli avevo detto. Non riuscivo a credere a quello che stava facendo, ma per me correva troppo… nemmeno stiamo insieme! E poi il fatto che sto godendo (e anche lui) non è una buona giustificazione per andare avanti. Con decisione appoggiai le mani sul suo petto per spingerlo via, ma lui prese i miei polsi e portò le mie braccia sul suo collo.
Lou < Piccola, so che ti piace… è inutile fermarsi ora. > Continuò, gemendo. Ma tolsi le braccia dal suo collo e provai a spostarmi, ma fece aderire i nostri bacini e scontrare le nostre intimità.
Io < Lou, levati subito di qui. > Andò avanti, togliendosi la maglietta e buttandola a caso sul pavimento. < Ho detto di toglierti. > Provò a slacciarmi la camicia, ma gli tirai uno schiaffo sulla guancia e si arrestò subito. Iniziò a guardarmi negli occhi, ma stavolta non ci casco. Gli lanciai un’occhiata molto fredda. Poi lo spinsi via e sbattei la porta violentemente, lasciandolo completamente spiazzato, e mi diressi verso il bagno. Piangendo. Appena entrai mi guardai allo specchio e non ebbi nessuna reazione quando Lou entrò 5 secondi dopo di me, stavo piangendo troppo per poter fare qualsiasi cosa. Sentii che mi prese da dietro, per i fianchi, e mi diede un bacio sulla guancia che bastò a farmi sussultare. < Come cazzo ti viene in mente, dimmelo. > Ero fredda, glaciale, e mi piaceva…
Lou < Non volevo… ma insomma è stato più forte di me e… > Non ce la faceva ad andare avanti a parlare. Le cose sono due: o mi sta mentendo e l’ha fatto solo per divertirsi, oppure perché era… insomma quando ai ragazzi piace particolarmente qualcosa che stanno facendo. < Ero… cioè hai presente quando i ragazzi… > Stava arrossendo, e anche parecchio. Ben gli sta, la prossima volta impara. Ma si rende almeno conto della grandezza di ciò che ha combinato?! Non stiamo insieme eppure stava provando a… a farlo! < Marty ascolta… > Mi guardò dritta negli occhi, sfidando il mio sguardo glaciale. Poi lo abbassò e vidi che fissava la lampo dei suoi jeans. Osservai la sua erezione, che poi ritornò a normali sembianze e stavolta fu il suo sguardo ad avere il sopravvento sul mio, perché ero semplicemente pietrificata. Lentamente si voltò e fece per andarsene, ma gli misi una mano sulla spalla, fermandolo. Lo feci girare verso di me e gli presi le mani, sudate, tra l’altro.
Io < Lou non esiste che io ti faccio provare tutto questo, non siamo nemmeno fidanzati! A che hai pensato? > Sorrise, ma gli sembra il momento di sorridere?! < Lou!!! > Gli urlai quasi contro. Il sorriso gli sparì dal viso, e ritornò all’espressione seria di prima…
Lou < Ho… ho pensato a te in quel modo. E m-mi sono eccitato… > Così non andiamo bene. Feci un respiro profondo e presi a parlare.
Io < lo devi capire che io e te non siamo niente, Lou. Non puoi pensare a me in quel modo se nemmeno ti piaccio, non ha un senso! E poi chissà quante ragazze ci hanno provato con te, ma ti sei visto? Hai un sorriso che se andasse al posto del Sole la Terra brucerebbe tra le fiamme, un corpo perfetto, due occhi favolosi… e non posso piacerti io! Ok? > Tirai un sospiro di sollievo quando finalmente finii il mio discorso improvvisato, poi mi resi conto di avergli detto che noi due non siamo niente. Ecco, questo è la cosa che mi dispiace più al mondo di avergli detto, non è vero che non siamo niente, e dovrebbe saperlo. Quindi incrocio le dita e spero l’abbia presa bene.
Lou < Ascolta bene… > Disse, mettendosi a camminare in cerchio intorno a me. < Io non credo che non siamo niente, e nemmeno tu. > Si fermò quando era proprio dietro di me e mi morse il lobo dell’orecchio, provocandomi una scarica di brividi lungo tutta la spina dorsale. < E forse non è vero nemmeno il fatto che tu non possa piacermi, tu potresti eccome! Anzi… > Mi lasciò un lungo bacio sul collo, mi morsi il labbro perché non dovevo cedere, non ora! < Forse è vero… > Affermò, continuando il suo lavoro di persuasione che stava riuscendo alla grande… sentii le sue mani calde prendermi da dietro e infilarsi sotto la mia camicetta, massaggiandomi la pancia e quasi facendomi arrendere, ma strinsi ancora più forte il labbro inferiore tra i denti e riuscii a rimanere completamente immobile. Mi morse forte nel mio punto debole: nel punto in cui si interrompeva il collo e iniziava la spalla. Tirai un lungo respiro, ma in realtà quello era un gemito fortissimo… che sono riuscita a bloccare. Per fortuna. < Ma non sei ancora pronta… > Succhiò quel punto in cui mi aveva morsa, che divenne quasi bordeaux. < Questo ti rimarrà per un po’, evita abiti troppo scollati per non metterlo in mostra… > Scese più in basso con le mani, nel punto in cui mi massaggiava prima. Strizzai gli occhi, non devo cedere ora… mi contraddirei in maniera terribile! < O per farmi accapponare la pelle… > Cazzo era troppo. Non avrei potuto sopportare un altro secondo di tentazione, doveva assolutamente fermarsi! Tolse le mani dalla mia camicia e io sospirai, sollevata, ma poi lo sentii che mi metteva una mano proprio sul segno del succhiotto e respirai profondamente quando si posizionò davanti a me e continuò a baciarmi il collo, ignaro del fatto che io stessi ferma con una statua.
Io < Che intendi fare? > Chiesi, cercando di far suonare la mia voce normalmente e ovviamente non riuscendoci. Sempre baciandomi il collo mise le mani sul mio sedere, pietrificandomi ancora di più. Vorrei far qualcosa anche io… come per esempio mettergli le braccia intorno al collo e far aderire i nostri bacini, ma prima ho detto che è troppo e… senti vaffanculo. Ora glie lo dico chiaro e tondo. < Senti Lou, a me piace quello che stai facendo… perché mi fa sentire… bene! Ma non posso mettermici anche io, altrimenti mi contraddirei e mi sentirei pure troia. > Incredibile! Ha funzionato, si è fermato!
Lou < Senti tu stavolta. Non sei troia, perché in teoria è la prima volta che fai tutto questo… e poi chissene! Sai quante volte mi sono contraddito io? Eppure ora sono qui, felice, e vorrei assaporare questo momento con te. > Affermò, con tono deciso. Gli sorrisi, ma non sapevo ancora che avesse intenzione di fare
Io < Però rimaniamo vestiti entrambi, e non una parola di questo con nessuno! Ok? > Annuì leggermente, poi sulla sua bocca si formò un ghigno malizioso, che adorai. Fece finta di essere un leone e si scaraventò verso di me, ma lo fermai. < Lou… senti davvero qualcosa per me? > Arrossì. Quanto era bello quando si vergognava!
Lou < Non lo so, Marty. So solo che siamo due amici che si vogliono bene più del normale… e lo stiamo dimostrando soprattutto in questo momento, hai notato che non ti ho baciata? > Vero. Non mi aveva baciata, perché sa che se osasse farlo gli arriverebbe una cinquina come quella di prima. Ma questo comportamento sarà sbagliato? No perché se non stiamo insieme ed evitiamo anche i baciarci mi sento proprio una sollevata… ma fa niente. Questa cosa si fa in bagno e rimarrà qui, in bagno. E poi ero talmente stressata che un po’ di “relax” ci voleva proprio! No? Detto questo sorrise, impacciato. Ricambiai il sorriso, naturalmente.
Io < Io… non saprei che cavolo dirti in momenti come questi, ti giuro. È davvero la prima volta che mi trovo in situazioni così… strane e non so nemmeno da che parte incominciare. > Feci una piccola pausa e notai che se ne stava lì in piedi. < Che fai ora? Stai lì immobile?! > Feci un sorriso malizioso anche io, che mi vergognavo ancora… ma oramai non mi importava più. Presi a baciargli il collo in maniera possente e gli lasciai qualche piccolo morso, quando infilai le mani sotto la sua maglia e iniziai a torturargli i capezzoli si lasciò sfuggire un gemito gutturale, che scatenò una mia risatina. Lui, che aveva le mani sulla vita, scese e continuò a palparmi il sedere per qualche secondo, poi mi sollevò prendendomi per le natiche appoggiandomi dolcemente al lavandino e aprendomi le gambe per farsi spazio. Non sapevo che fare in questo momento! Così mi limitai a prendergli il collo tra le mani e continuare a baciarlo in maniera passionale, mentre lui trasformava i suoi gemiti in sospiri che si fecero sempre più frequenti. Appena mi staccai lui mi prese di nuovo la vita e continuò a spingere il suo bacino verso la mia intimità molto violentemente, attraverso i jeans, ovviamente.
Lou < Non sai che cosa riesci a farmi, piccola. > Ancora! Mi aveva chiamata “piccola” di nuovo! Quando avremo chiuso questo capitolo gli chiederò il motivo del mio nomignolo… ma per ora sorrisi, dolcemente. A quel punto lui iniziò a salire con le mani tracciando il perimetro del mio corpo dal vitino che lui definiva perfetto in su. Passò anche sui miei seni, ma cercai di non mostrare tutto il piacere che provavo in quel momento, così mi diede due carezze sulle guance e poi arrivò fino ai capelli. Iniziò a passarci sensualmente le mani mentre continuava con le spinte. Gli misi le mani intorno al collo e aspettai il “momento critico”, ovvero la sua erezione. Emise un gemito che quasi avrebbero potuto sentirlo dal piano di sotto, ma non mi preoccupai più di tanto, perché quel momento era perfetto e niente avrebbe potuto rovinarlo. Sentii la sua erezione pulsare contro i suoi jeans, decisi di fare la sensuale.
Io < Puoi toglierli se ti infastidiscono… > Gli dissi, con la voce più sexy che riuscivo a fare al momento. Sorrise.
Lou < Così mi piaci! > Affermò, e iniziai a slacciare lentamente la cintura che ad un certo punto cadde a terra. Lo guardai negli occhi, perché là sotto non avrei mai avuto il coraggio di guardare… si, ho 18 anni e mi fa ancora schifo come quando ne avevo 13! Vidi che si abbassò i pantaloni e se li sfilò rimanendo in boxer. Non osavo proprio abbassare lo sguardo, a questo punto lui fece una cosa totalmente inaspettata. Prima si avvicinò a me e mi prese la mano, poi la appoggiò sui suoi boxer e mi sentì trasalire.
Io < Lou che cazzo stai facendo! Lo sai che non sono pronta per questo genere di cose!!! > Quasi gli urlai in faccia, cioè per chi non si fosse reso conto mi stava facendo toccare la sua erezione dalle mutande! E a me faceva schifo oddio… sento che non sarò mai più la stessa dopo questa cosa. Lo sento. Deglutii forte e provai a cercare il suo sguardo, dopo che anche lui si mise a guardarmi scossi leggermente la testa… non avrei mai potuto fare una cosa del genere con un ragazzo che… si cazzo, lo amo, ma non a questo punto, non ancora. E sono sicura che anche lui pensa lo stesso ecco.
 
Lou < Piccola tranquilla, ti guido io! > E riprese a baciarmi il collo, tentandomi ancora di più. Tirai un bel sospiro, per non gemere, e annuii leggermente… a quel punto sorrise e mi abbracciò. Avvicinò la sua testa al mio orecchio e mi sussurrò < Grazie di fare tutto questo per me… prima o poi mi faccio ripagare. Anzi… > Gemette. < Stasera ti porto fuori. > Smise di torturarmi e mi riprese la mano, chiusi gli occhi per non vedere che stava facendo, ma sentii che spingeva la mia mano sui suoi boxer, provocando dei gemiti che cercava in tutti i modi di smorzare. Sorrisi, maliziosa, e diedi una spinta un pochino più forte sempre in quel punto, ma poi tolsi subito la mano. < Cazzo Marty! > Si lasciò sfuggire, scatenando una mia risatina. Mi prese di nuovo la mano e la portò là, spingendo dall’alto verso il basso. Emise un altro gemito gutturale e poi sentii quel punto bagnarsi, così tolsi la mano e glie la rimisi al collo… mentre lui dava le ultime spinte, per godere ancora un po’ dopo l’orgasmo. Che gli avevo provocato io. No, sinceramente aveva fatto tutto da solo, ma c’entravo anche io… quanto mi sento puttana! Appena mollò il mio collo scattai all’indietro, quasi impaurita, avevo la schiena appoggiata allo specchio dietro il lavandino, ed ero bloccata lì. Si avvicinò minacciosamente e io mi coprii gli occhi con le mani, ma lui me le prese e intrecciò le mie dita alle sue. Strizzai forte gli occhi per non assistere a quello che voleva fare. Lui non ebbe nessuna reazione e lentamente li aprii, mi ritrovai il suo viso a due centimetri dal mio.
 
Io < Lou… > Sussurrai. Mi guardò. Eravamo in bagno, solo noi due… lui era appena venuto per un orgasmo e ora aveva la faccia a due centimetri dalla mia e sembrava volesse baciarmi. Perché? < Come mai ora fai tutto il romantico? > Gli chiesi, sempre a bassa voce.
 
Lou < Perché da quello che hai fatto mi sembrava che ti fossi sentita… usata, e usarti è l’ultima cosa che vorrei fare con te. Quindi volevo fartelo capire. > Mi disse, lasciandomi un bacio sulla guancia che fu perfetto… poi continuammo a guardarci per un po’ e sorrise, mostrando i suoi denti lucenti. Ricambiai dolcemente per poi fare una smorfia incazzata nera. Qualcuno aveva appena bussato.
 
Zayn < Occupato? >
 
Io < Ma porca troia. Che facciamo ora? Se ci becca potrebbe capire tutto! Ascolta… tu dì che è occupato. Magari se ne va… > Disse schiarendosi la voce che era occupato e Zayn rispose che sarebbe stato lì ad aspettare. < Ehm… no, rimane qui. Intanto rimettiti i pantaloni, che se apre la porta e ti vede così… > Annuì guardandomi in modo strano. < E se vede me invece? > Mi misi le mani tra i capelli. Lo sapevo di aver fatto una cazzata, lo sapevo. Eppure l’avevo fatta. Perché?! Perché… perché non lo so. A questo ci penserò quando sarò fuori di qui… < Che cazzo faccio?!?! > Sollevò lo sguardo. All’inizio non capii perché stava guardando la finestra, ma poi mi si illuminarono gli occhi, mi butto giù.
 
Lou < Ascolta… so che siamo al secondo piano, ma ho un’idea. > Così aprimmo la finestra e lui si alzò in piedi sul water, per reggermi. < Tutto ok piccola? Se hai paura ci sono io… > Disse, infondendomi sicurezza. Annuii, perché avevo fatto fin troppo la fifona fino a quel momento. Poi mi prese per i polsi e io mi calai, avevo i piedi sul muro e dovrei raggiungere lo spuntone della finestra della cucina per poi saltare giù. Tirai un respiro profondo, ma i miei piedi scivolarono e rimasi appesa.
 
Io < Lou ho paura!! > Gli dissi, porca di quella troia. Tutto questo non sarebbe successo se non avessi ceduto alla sua tentazione!! E mi sono fatta convincere, e mi è anche piaciuto! < Ritirami su, ho un’idea. > Appena fui in piedi baciai il pavimento e poi abbracciai Lou. Forte. Per tutto quello che mi stava succedendo. < Grazie… di tutto. > Gli sussurrai nell’orecchio, ce lo meritavamo entrambi quello sfogo.
 
Lou < No, grazie a te… di avermi fatto provare tutte quelle emozioni. Ti devo molto, sappilo. > Annuii e gli stampai un bacio sulla guancia. Poi mi nascosi nella doccia e tirai le tendine, sperando che Zayn sarebbe entrato per fare i bisogni. Lou mi diede un ultimo abbraccio e, avviandosi verso la porta, mi disse che ci saremmo trovati fuori di casa alle otto. Ed erano le cinque. Sentii la porta sbattere e Zayn alzare il water, poi tirò lo sciacquone.
 
Zayn < Finalmente sono libero!! > Quasi urlò. Quanto avrei voluto avere il mio cellulare in quel momento, per registrare quello che stava dicendo. Mi tappai la bocca, cercando di non ridere… quando la porta del bagno sbatté aprii la tendina e chiamai Lou.
 
Lou < Faccio una doccia, che mi hai fatto sudare abbastanza oggi… > Annuii e gli sorrisi, poi lui mi strinse tra le sue braccia e mi diede un bacio sulla fronte, ricambiando il sorriso. Uscii dal bagno e raggiunsi gli altri.
 
Harry < Si, ma secondo me quei due combinano qualcosa… >
 
Io < Quei due chi? > Chiesi, ad altissima voce, in modo di attirare la loro attenzione. Tutti si girarono verso di me e scoppiarono a ridere.
 
Zayn < Quando sono entrato in bagno non c’era nessuno, gli sporcaccioni stanno in camera da letto! > Disse, ridendo e facendo scatenare un boato da parte di tutti. Lo guardai male, facendo notare a tutti che solo Lou era in camera da letto quando Niall è andato in bagno. Perché io ero… a fare delle cose nell’altra camera. “Emergenza femminile”, mi giustificai, sorridendo. Harry capì che non era vero, ma gli feci cenno che gli avrei parlato più tardi.
Annuì.
 
Liam < Stasera pago io! Andiamo tutti in discoteca a festeggiare il neo-single!! > Disse, cambiando fortunatamente argomento. Stasera no! Dovevo uscire con Lou, DOVEVO!
 
Io < Liam, non è meglio fare un’altra volta? Perché… ecco… Lou mi ha invitata fuori. Al ristorante. Capitemi, è l’unica volta che prende coraggio e domani sera abbiamo noi il turno per stare con Ludo. È importantissimo, non ricapiterà facilmente che il mio migliore amico mi inviti fuori. >
 
Feddy < Marty… non rimarrete migliori amici per molto, ve lo garantisco io. Parola di Feddy! Non capisci che vuole invitarti a uscire perché si dichiara?! Uffa sei complicata cara! > Arrossii leggermente e mi morsi il labbro, era diventata una mia abitudine oramai. Prima o poi me lo sarei staccato… spostai un ciuffo di capelli e le risposi.
 
Io < No Feddy, non sente niente per me. Te l’ho già detto 500 volte che non si innamora delle ragazze come me!!! > Ripensai a quello che mi aveva detto in bagno… ma mi resi conto che era solo una cavolata per prendermi in giro e farmi fare quella cosa lì. Ma potrebbe anche essere vero… se avesse detto la verità? Ma perché aveva scelto proprio quel momento?! Tra l’altro ero anche spaventatissima… e poi avrebbe dovuto aspettarsi che mi sarei confusa. L’aveva fatto apposta o no?! Mi misi le mani sugli occhi, perché non riuscivo a capire più assolutamente niente. < Liam, uscite pure voi! Io me ne starò al ristorante e organizzeremo un’uscita tutti insieme, anche con Ludo… quando deciderà di svegliarsi. >
Liam < Ma Marty noi vorremmo che ci foste anche voi due… insomma, SONO SINGLE! È importante, soprattutto per me, festeggiare con i miei migliori amici. Harry… ci sei? > Harry era seduto sulla poltrona a fissare il vuoto almeno da tre ore. Era naturale che pensava a me e Lou, ma non poteva essere geloso, per questo avevo paura a raccontargli quello che era successo. Per la reazione che avrebbe avuto. Scosse leggermente la testa e si schiarì la voce.
 
Harry < Liam, sarebbe bellissimo per tutti che venissero pure loro. Ma, ti prego, lasciali andare a cena. Io so bene bene quanto tenga a Lou, ed è davvero molto di più di quello che pensate tutti… lasciateli, vi scongiuro, li rendereste davvero felici… > Dopo quelle parole mi guardò negli occhi e sorrise, mostrando le sue adorabili fossette. Ricambiai. Poi feci gli occhi da cucciolo verso Liam, fui imitata anche dagli altri che si misero a fissarlo.
 
Liam < E va bene… > Sbuffò, facendomi ridere, perché lo faceva apposta < Ma solo se dopo ci racconti tutti i dettagli! > Ridemmo tutti insieme a poi annuii. Tanto non avremmo fatto niente di male! Poi mi avvicinai a Liam e mi sedetti in braccio a lui, dandogli un bel bacio sulla guancia. Lui mi circondò la pancia con le braccia e mi strinse forte, facendomi sorridere.
 
Zayn < Evviva gli sposi! > Disse, proprio convinto. Gli lanciai un’occhiataccia, di quelle brutali e poi si mise a ridere, facendomi l’occhiolino. < Comunque per me stareste bene insieme… considerato che l’una non è attratta dall’altro e viceversa. Vero?! > Sorrise, mettendo la lingua tra i denti. Lo adoro il suo sorriso, sembra quello di un bambino! Scossi la testa… ridendo.
 
Io < La smettiamo? Cambiamo argomento per favore!!! Anzi, fatemi parlare un attimo con Harry. Gli devo dire una cosa… > Liam mi lasciò andare e andammo in cucina.
 
Io < Siccome non voglio fare quei soliti discorsi andrò subito al sodo. Diciamo che c’è attrazione fisica tra noi, nel senso che facevamo cose sensuali tipo baciarci il collo e lui metteva le mani sulla mia vita, poi ha iniziato a spingere verso la mia intimità col bacino, ovviamente attraverso i jeans… e… > Mi fermò. Mi guardò dritta negli occhi, con quei suoi due smeraldi.
 
Harry < Marty, non so che dire… finisci per ora. >
 
Io < E poi lui si è tolto i pantaloni e mi ha messo la mano lì. Io avevo paura ma non volevo che si fermasse, perché uno sfogo per lo stress ci voleva per entrambi… ma poi ha iniziato a fare sti movimenti strani e… >
 
Harry < Marty è venuto?! Con te?? > Si mise le mani fra i capelli, ma non era affatto sconvolto. Stava riflettendo sulla cosa da dirmi… poi lentamente portò le mani sulla vita. Mi passò un leggero brivido per tutta la schiena, non di piacere, ma quasi di vergogna! < Marty, quello che avete fatto di solito… si fa quando ci si sente attratti talmente tanto che non se ne può veramente più di… ascolta. Se ti senti attratta da lui (e io so che è così), nei momenti “romantici”, quando siete soli, capita che vorresti baciarlo e stringerlo forte a te… ma non puoi perché non sei la sua ragazza. E lui prova lo stesso, quindi alla fine siete stati portati a fare tutto questo… giusto? > Come cazzo ha fatto a capirlo. Non può!! È troppo sensibile, possibile che capisce tutto, ma tutto quello che una ragazza è portata a fare per sentimenti come quelli che lui stesso ha descritto?! Oddio, a lui non posso più nascondere proprio niente, oramai sa persino riconoscere quello che provo… arrossii leggermente.
 
Io < Incredibile Harry, è andata proprio così. C’è stato quel piccolo momento di passione… > Quasi sussurrai, perché ad averlo così vicino non riuscivo a parlare normalmente. < Ed è stato… mmh… non riesco a descriverlo, anche perché ero spaventata in quel momento. Molto. Avevo paura che quando lui avesse finito o tu l’avessi saputo… mi avreste preso per troia, perché non stiamo insieme e quindi non è tanto normale. E invece tra noi è successo e non sono nemmeno riuscita a resistergli… perché mi piace alla follia. > Sorrise e si avvicinò ancora di più a me, che indietreggiai.
 
Harry < Nessuno riuscirebbe a descriverlo Marty… > Si fermò. < Così tanta paura per un abbraccio? > Poi sorrise maliziosamente, mi misi una mano sulla fronte e poi lo abbracciai forte. < Ehi ora è meglio che torniamo dagli altri… ricordati di una cosa: stasera non truccarti molto e metti smalto e un abito mozzafiato, se vuoi ci vediamo un poco dell’uscita così ti dico come stai. > Annuii e gli dissi che ci saremmo potuti vedere per le 7.45… perché il ritrovo mio e di Lou era alle 8. Tornammo dagli altri e, dopo che Lou ci lasciò per andarsi a preparare, ci arrivò un messaggio di Niall.
“Ragazzi, sono ancora qui in ospedale con Reby, ma Ludo non ha avuto ancora nessuna reazione ai nostri gesti. Il dottore dice che la cosa migliore da fare è passarla a trovare ogni tanto, e non fare i turni per starle addosso tutto il giorno, tutti i giorni. È stancante per noi e, in qualche modo, questo la stressa. Secondo lui ora dobbiamo smetterla di stare lì tutto il giorno e riiniziare assolutamente ad andare a scuola… che è la cosa migliore. Reby vi saluta e dice che è assolutamente d’accordo, abbiamo deciso di raggiungervi per l’uscita perché Harry ci ha avvisati. Per ora staremo a casa mia e, per le 9, siamo da voi. Baci xx
Folletto e Reby”
 
Liam < Fantastico… domani si va a scuola! > Disse, con tutto il sarcasmo del momento.
 
Io < No, no. Ci andremo dopo domani! Stasera usciremo tutti e, probabilmente, staremo fuori fino a tardi. Quindi domani nessuno di noi avrà voglia di alzarsi presto… e poi, scusate, questi giorni sono stati stressanti e pesanti e almeno un di relax lo voglio avere. No? > Chiarii.
 
Harry < Si, la penso come te. Siamo stati occupatissimi! > Disse Harry, appoggiandomi in pieno. Anche Feddy annuì, pur sapendo che era sbagliato… e con un messaggio riuscii a convincere Lou.
 
Zayn < Andiamo! Lo sapete che quando si parla di saltare la scuola io vi accolgo sempre a braccia aperte! Io direi che ora ognuno torna a casa sua e si prepara, ci ritroviamo qui davanti alle 9 e poi andiamo in discoteca. > E così facemmo. Salutai tutti e abbracciai Harry, ricordandogli il nostro appuntamento… sorrise e tutti se ne andarono.
 
**
Ovviamente indossai il mio vestito nuovo, quello rosso. Era molto sexy e sapevo che a Lou sarebbe piaciuto particolarmente… avevo arricciato i miei capelli con la piastra e li avevo lasciati sciolti, non erano mai stati così lucenti! Misi i miei orecchini d’oro (regalo di nonna) e il mio braccialetto preferito… ai piedi indossai le mie decolleté nere e mi misi pure lo smalto come aveva detto Harry, piccola precauzione. Mi truccai con un filo di eyeliner nero per risaltare l’azzurro dei miei occhi e poi completai il tutto con una punta di lucidalabbra e una pochette rossa con ricami d’oro. Outfit azzeccato! Mi guardai soddisfatta allo specchio, erano le 7.45 e Harry suonò al campanello, puntuale come un orologio svizzero.
 
Feddy < Marty è di sopra, è stupenda! > A quelle parole arrossii di colpo e mi nascosi dietro la porta dell’armadio, quando sentii i suoi passi correre su per la scala e mi decisi ad uscire, solo per risparmiargli la fatica di convincermi ad uscire, perché gli voglio bene. Appena entrato nella stanza rimase per qualche secondo a guardarmi, come incantato… e mi fece diventare rossa come un peperone. Poi si avvicinò a me e mi porse una rosa bianca, dandomi un bacino sulla guancia. Strizzai gli occhi dalla felicità e presi subito la rosa… contentissima per il regalo ricevuto.
 
Harry < Per te… sei stupenda! Semplicemente fantastica, e vedo che hai seguito tutti i miei consigli… farai sicuramente colpo! Ma la rosa non la devi tenere in mano!! > La prese e me la sistemò tra i capelli, sorridendo. < Ecco, ora sei perfetta. > Lo abbracciai forte e lui ricambiò lasciandomi un scia di baci partendo dalla guancia e arrivando al collo, e sussultai. Poi lui si staccò e gli sorrisi.
 
Io < Grazie, sei un vero tesoro! > Dissi, con la vocetta tenera. E lo abbracciai di nuovo, in questi giorni non lo avevo quasi considerato… era il minimo che potessi fare! Gli lasciai l’impronta della mia bocca sulla guancia e poi sentimmo il campanello suonare. < VADO IO, VOI FERME! > Urlai, mentre iniziava a salirmi l’ansia. Feci un bel respiro e Harry mi mise le mani sulle spalle.
 
Harry < Vai Marty. Vai e conquistalo! > Annuii, mi fecero davvero forza le sue parole, lo devo conquistare stasera. È l’unica chance che ho, ce la devo fare! Scesi le scale il più velocemente possibile e aprii la porta.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui! Ciao a tutti, spero che il capitolo vi piaccia… perché a me ha suscitato tante belle emozioni (scusate la descrizione un po’ particolareggiata nella parte mia e di Lou, ma capitoli così ci vogliono in una fiction!). Ad ogni modo fatemi sapere J Baci xx
Marty

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Capitolo 17
*** ti... ti amo ***


POV ZAYN
Ero a casa, e mi stavo preparando per quella serata che avrei passato con i miei migliori amici. Liam è single e io ho baciato Feddy… bene! Quel bacio ci doveva essere, secondo me, perché in qualche modo ci sentiamo attratti l’uno dall’altra e questo ne è stata la prova… non ce la facevo più a fare il distaccato con lei, e quando mi ha detto che voleva che mi comportassi con lei come fa Lou con Marty mi sono sentito rinato! Avrei potuto finalmente dimostrarle quanto tengo a lei, e questo mi ha fatto felice. Lei è stata la prima con cui ho fatto amicizia e ci tengo molto ad avere un legame speciale con lei… non dico di esserne innamorato, ma mi piace molto. E spero provi lo stesso. Il cellulare vibrò due volte, mi era arrivato un messaggio.
FROM: FEDDY <3
Ehy! Senti io e te dobbiamo parlare… lo sai questo, vero? Il bacio è stato stupendo ma non sono sicura che… che fosse quello il momento giusto. Zayn, tu mi piaci e credo lo avessi capito questo, ma non so se quel “mi piaci” arriva a un “ti amo”. Come ho detto, dobbiamo parlare…
TO: FEDDY <3
Lo so, e credo di sentire lo stesso. Ma assolutamente non dobbiamo parlarne per messaggio, perché questi argomenti vanno affrontati faccia a faccia e non attraverso lo schermo del cellulare. Va bene tesoro?
FROM: FEDDY <3
Tesoro? Sei dolcissimo!! Comunque va bene, ci vediamo stasera cucciolo… non vedo l’ora di passare una serata con gli altri e soprattutto con te. Ora vedo un po’ come vestirmi… a dopo <3
TO: FEDDY <3
Anche io non vedo l’ora. A dopo bellissima <3
Posai il cellulare sul comodino e feci un lungo sospiro. Tutto quello che desideravo pian piano si stava avverando, sono stra-felice! Poi però il mio sguardo cadde sulla nostra foto di gruppo, appoggiata sulla mensola sopra il mio letto. La presi e iniziai ad osservarla, e la mia mente fu pervasa di ricordi: il primo giorno di scuola, tutti i pranzi insieme, le feste, il pigiama party… e ora Ludo è in coma. E non sappiamo se si risveglierà o no. Mi misi una mano sulla fronte, ero praticamente dispiaciuto e abbattuto per una cosa: Ludo… Ludo si DEVE risvegliare, manca tantissimo a tutti noi e, credo, soprattutto a Harry. Riesce a consolarsi solo quando parla con Marty, ma tutto il resto del tempo è triste e sembra sempre con la testa da un’altra parte. Io con lei non parlavo tanto, ma è pur sempre una mia amica e, anche se non ci confidavamo, siamo nella stessa compagnia e mi faceva piacere la sua presenza. E credo che lei pensi questo di me… giuro che se si risveglia inizio a parlarle, a dirle tutto: segreti, cazzate varie e cose che riguardano anche la scuola. Una migliore amica insomma, ed è proprio brutto che mi renda conto che mi manca solo ora che non c’è. Sono stato davvero uno stronzo con lei. Suonò il campanello, interrompendo i miei pensieri e le mie seghe mentali. Mi sistemai un attimo i capelli e andai a vedere chi fosse, parlando nel citofono.
Io < Chi è? > Dissi, cercando di capire chi fosse guardando dalla finestra.
Feddy < Sono io. Non ce l’ho fatta ad aspettare fino a stasera per poterti rivedere… vieni giù. Ti prego. > Era lei. La ragazza più perfetta che avessi mai visto e con cui mi fosse mai capitato di parlare. Chiusi la porta di casa e corsi da lei, abbracciandola forte. < Scusa se sono arrivata senza preavviso, ma era importante! > Probabilmente voleva che parlassimo del bacio, mi preparai un mini-discorso e poi le presi la mano, intrecciando le sue dita alle mie.
Io < Non fa niente, tranquilla… > La rassicurai. < Che mi devi dire? > Le chiesi, cercando di tenere il tono calmo. Mi guardò negli occhi, poi si avvicinò e appoggiò le labbra sulle mie, io rimasi sbigottito. Dopo qualche secondo mi abituai e le misi le mani intorno ai fianchi, ma ancora non andammo oltre. Si staccò e arrossì leggermente, le sorrisi.
Feddy < Ora… > Prese un bel respiro. < Che cosa hai sentito durante il bacio? > Ma che razza di domande sono?! Non posso dirle quello che ho sentito nel bacio, del resto è praticamente impossibile descrivere l’indescrivibile. Vide che ci stavo pensando, così iniziò lei. < Io ho sentito all’inizio una scarica di adrenalina, perché ti ho colto di sorpresa… e poi… non lo posso spiegare a parole, Zayn. > Mi disse, e poi sorrise abbassando lo sguardo. Adoro le ragazze che lo fanno, sono così tenere!
Io < All’inizio mi è tipo preso un colpo… > Fece una risatina soffocata, scusandosi, ma non avrei dovuto sapere che mi avrebbe baciato, perché altrimenti il sentimento provato avrebbe potuto cambiare… e invece così e stato diverso. Bellissimo, direi. < E poi l’indescrivibile… > Aggiunsi, < So solo che è stato bellissimo… > Ecco. Il mio discorso andato proprio a cagare, è che con lei non servono tanto i giri di parole. Lei le cose le vuole dimostrare! Ed è questo che mi piace così tanto di lei… perché solitamente una ragazza si scioglie con un “sei una favola” e invece lei no, lei vuole che dimostri che lo pensi davvero, lei è diversa, lei è… speciale. Unica.
Feddy < Anche per me lo è stato… non come il primo, che è perfetto sotto tutti i punti di vista, ma questo quasi lo raggiunge. > Disse lei, facendomi un sorriso stupendo. Ricambiai, poi le stampai un bacio sulla guancia e le ripresi romanticamente la mano… sistemandomi il ciuffo. < Prima o poi te lo taglio quel ciuffo! > Disse ironicamente, con tono minaccioso.
Io < No il ciuffo no! È la mia vita! > Le risposi, ancora sistemando il ciuffo per farla incazzare. < E poi sono fashion con questo. > Indicai il ciuffo. < No? > Annuì e si mise a ridere… poi mi abbracciò.
Feddy < Torno a casa, Marty starà chiacchierando con Lou sulla soglia della porta e… >Sorrisi maliziosamente, scatenando una sua risatina. < E sono sicura che non se ne vanno finché non torno io, perché sono in casa da sola!! A dopo! > Mi scoccò un bacio sulla guancia e corse via. La salutai con la mano e rientrai in casa, facendomi una bella doccia calda.
 
POV MARTY
Guardai Lou dritto negli occhi, ma abbassai subito lo sguardo, arricciando una ciocca di capelli al dito. Lui invece continuava a guardarmi, sembrava aver visto un angelo! Io non mi trovavo così tanto attraente… e questo lo sapeva mezzo mondo, ma con Lou non dovevo sentirmi bella. Con lui mi sento bene e basta. Teneva qualcosa dietro la schiena, ma non feci la curiosa e aspettai che fosse lui a parlare.
Lou < Sei perfetta… Tieni, queste sono per te. > Tirò fuori un mazzo di rose rosse e io strabuzzai gli occhi. Le presi e le mie narici furono invase da quel profumo semplicemente delizioso… mimai un “grazie” con le labbra e lo abbracciai.
Io < Anche tu sei bellissimo in smoking… > Sorrisi, arrossendo di nuovo. Quando sono con lui passo più tempo rossa che non. Ne sono sicurissima. Sorrise e mi ringraziò con un bacio sulla guancia, a quel punto lo invitai dentro per mettere i fiori in un vaso. < Sono stupendi… > Era tutto impacciato, non sapeva che fare poveretto!
Lou < Ho scelto i migliori… > Gli sorrisi e andai di sopra per posare il vaso sul mio comodino, poi alzai lo sguardo e mi osservai allo specchio per un po’. Perché non mi ero mai vista con un abito da sera, lungo e bello come quello… mi sentivo… strana! Mi diedi un’ultima ritoccata e poi scesi di nuovo da Lou, che era rimasto in cucina, dove ho preso il vaso. < Feddy dov’è? > Mi chiese, cercando di cambiare argomento.
Io < Doveva risolvere una cosa importante con Zayn, ha detto che si sarebbe sbrigata… > Gli risposi, poi mi avvicinai al frigo per preparare qualcosa per Feddy, ma mi sentii afferrare i fianchi da dietro. < Che fai adesso? > Gli chiesi, lui fece una piccola risata e iniziò a lasciarmi dei baci secchi sul collo, che mi fecero sussultare. Mi girai guardandolo negli occhi e ci sorridemmo a vicenda, poi mi prese la mano (sudata) e rimanemmo lì. A guardarci sorridere. Fu semplicemente perfetto. Lui è perfetto.
Feddy < Guarda guarda… > Ci girammo di scatto e la sentimmo ghignare, io mi misi una mano sulla fronte e Lou si tolse dalla faccia quel bellissimo sorriso che aveva avuto fino a un secondo prima. < Che c’è? Non sono la benvenuta? > Disse, poi scoppiò a ridere.
Io < Non è divertente. > Confermai, in ogni fottutissimo momento romantico qualcuno ci deve interrompere! Non è giusto! Al ristorante almeno saremo da soli e potremo fare tutto quello che vorremo, finalmente. La guardai male.
Feddy < Uffa ma con voi non si può nemmeno scherzare! A proposito… Lou, il taxi è qui fuori, se volete andare… > Non finì la frase. Il cellulare iniziò a squillare e capimmo che doveva essere lasciata sola. < Zayn. Rispondo, divertitevi!! > Poi passò oltre a noi e ci salutò, rispose alla chiamata.
Lou < Anche voi! > Fece un cenno con la mano e uscimmo, prima di entrare nel taxi mi sentivo osservata. Così guardai in alto, verso la finestra del bagno: c’era Harry che mi stava salutando, e mi fece anche segno di darci dentro... pervertito! Gli mandai un bacio e lui lo prese “al volo”. Gli sorrisi e salii sul taxi, che ci portò al ristorante. Era abbastanza lontano, perché ci mettemmo mezz’ora per arrivare… ma appena misi la testa fuori dal finestrino capii che ne valeva la pena, eccome!! Pagò il tassista che ci lasciò finalmente soli e poi provò a rompere quel silenzio imbarazzante che si era creato tra di noi. < Ehm… carino qui, vero? > Mi sorrise, amo quando è impacciato!!
Io < Stupendo direi! È semplicemente il posto perfetto per noi due… > Dissi, un po’ impacciata anche io; poi mi prese la mano e ci recammo dal primo cameriere disponibile.
Cameriera < Posso esservi utile in qualche modo? > Chiese, facendo un occhiolino a Lou che mi fece andare su di giri.
Lou < Ho prenotato un tavolo per noi due a nome Tomlinson… > Rispose, circondandomi la vita con un braccio e scatenando un mio sorrisetto che fece abbassare subito la cresta alla cameriera, la quale ci portò (seccatissima) al nostro tavolo. Ci consegnò i menù e poi ci congedò. Iniziò a sfogliarlo, ma io invece rimasi lì ferma a guardare il mio Lou, ritenendomi davvero fortunata perché tutta quella bellezza era capitata proprio a me. Continuai a fissarlo sorridente, finché non mi venne in mente quello che avevamo fatto oggi pomeriggio… a quel punto trasalii e abbassai lo sguardo, prendendo velocemente il menù. Credo se ne fosse accorto… perché posò il suo. < Marty, che succede? > Mi chiese, con tono serio. Lo guardai in faccia, ma proprio non riuscivo a togliermi dalla mente quelle immagini… così fece una cosa che non aveva mai fatto… mi accarezzò dolcemente la guancia e mi sorrise. < Se è quello che penso, credo che questo sia il momento giusto per parlarne… > Mi disse, cecando di calmarmi. Annuii.
Io < Lou, senti io… non volevo… è successo tutto così in fretta e… > Non riuscivo nemmeno a finire una frase, ero agitatissima e soprattutto ero sola con lui. Avrei finalmente potuto dirgli tutto quello che pensavo di lui e invece l’ansia prese il sopravvento. < Scusa. Non riesco nemmeno a parlare… è la prima volta che usciamo, solo io e te, e sono in ansia! > Ecco fantastico, ora penserà che sono in ansia perché mi piace, e questo è vero, ma non lo dovrebbe capire!
Lou < Perché tu credi che io sia tranquillo? Al settimo cielo? No Marty! Sono più teso di quello che immagini, soprattutto perché è il nostro primo “appuntamento” e vorrei fosse speciale… riguardo a ciò che è successo oggi… > Fece un lungo sospiro. < Forse ti ricordi che io ti ho detto di essere, in qualche modo, attratto da te… mentre eravamo in bagno. Ma per quello che abbiamo fatto subito dopo abbiamo dimostrato che c’è solo un’attrazione fisica tra di noi, non qualcosa in più. Mi sbaglio? > Eh certo che ti sbagli!!!! Che cazzo di domande fai? Ti sbagli si, caro mio! Perché in caso non l’avessi ancora capito tu mi piaci da impazzire!!!! Non so proprio che cosa provare in questo momento, magari lo stai dicendo solo perché si vergogna e… no. Basta, devo capire che lui si sente attratto da me solo fisicamente, come mi ha fatto capire in bagno.
Io < No no f-figurati… > Sorrisi e tornai a leggere il menù. Impacciata.
 
POV LOUIS
Tornò a leggere il menù, io feci finta di leggere ma in realtà avevo già deciso di prendere il “classico”. Pizza e birra. Poi iniziai a riflettere… ma che minchia avevo detto. Non è vero che sono attratto da lei solo fisicamente, sono tutte storie per non dichiararmi e non dirle che impazzisco per lei. Tutte storie finte. Provai a sbirciare da sopra il menù e notai che anche Marty mi stava osservando, ma abbassò subito lo sguardo; io invece continuai a fissarla e capii che era veramente quella giusta. L’avevo cercata per mesi, anni forse… e ora eccola qui. Davanti a me. Ed entro stasera sarebbe dovuta diventare mia, lo giuro. Misi una mano in tasca per controllare che la scatoletta rossa fosse ancora lì e feci un sospiro di sollievo quando sentii il soffice velluto di cui era ricoperta venire a contatto con le mie dita.
Marty < Qualcosa non va? > Mi chiese, sentendo il mio sospiro.
Io < No no tutto a posto… > Dissi, facendo finta di niente. < Tu che cosa hai deciso di prendere? > Cercai di cambiare argomento… con successo, per fortuna.
Marty < Credo il menù classico: pizza + bibita a scelta… e tu? > Che bella conversazione!! Gli dissi che volevo prendere quello anche io e poi arrivò la cameriera, che mi lanciò uno sguardo molto ammiccante e notai che Marty la guardava molto, ma molto molto male. Ci chiese le ordinazioni ed io la spiazzai in pieno.
Io < Amore, quindi due menù classici? > Le feci l’occhiolino e lei sorrise in maniera molto dolce, facendomi quasi cadere la mascella.
Marty < Certo amore! Allora due menù classici… > Vidi la cameriera arrossire e poi sbuffare, era molto carina ma era indietro anni luce dalla bellezza raggiante di Marty… lei è perfetta, sotto tutti i punti di vista.
Io < Uno con la coca e uno con la birra, grazie. > Scrisse tutto e se ne andò molto velocemente, mentre io e Marty rimanemmo a guardarci negli occhi come fanno i veri innamorati finché lei non svoltò l’angolo, quasi indignata. < Se n’è andata? > Sussurrai.
Marty < Si si… anche se a me non dispiaceva farla ingelosire. Ben le sta a quella smorfiosetta! > Rispose, sempre sussurrando. < Sei bravo a recitare Tomlinson. > Affermò. Ma la realtà è che non stavo affatto recitando, avrei voluto chiamarla “amore” fin dal primo istante in cui l’ho vista… peccato che lo abbia capito solo adesso, o comunque poco tempo fa. Ma il passo che farò dopo cena… non sarà troppo per lei? Insomma nemmeno so se la amo, come posso pretendere di chiederle di fidanzarsi con me? Si, esatto, dopo cena le chiederò se vuole essere la mia fidanzata. Perché voglio che sia mia, solo mia; e io mi concederei completamente a lei... sarei felice, con lei al mio fianco. Intendo farle la proposta davanti al mio negozio, di ferramenta, perché è lì che ci siamo conosciuti, e tutto sarebbe molto più romantico. Non so nemmeno che cosa aspettarmi da lei, so solo che ci sentiamo fisicamente attratti, tutto lì. Intanto notai che si erano fatte le 9… gli altri erano finalmente pronti!
 
POV NIALL
Finalmente arrivò anche Zayn, che è sempre in ritardo. Eravamo tutti lì ad aspettarlo, saremmo andati in una discoteca “fichissima”, a sentire Liam.
Liam < … e c’è anche un barman simpaticissimo, che ci farà degli sconti, perché si dà il caso che io lo conosca bene… > Fece un sorrisetto ammiccante e poi notò Zayn. < Zayn finalmente! Come mai sei sempre in ritardo?! >
Zayn < Perché la bellezza richiede tempo! > Disse, sistemandosi il ciuffo e scatenando un’occhiata da parte di Feddy. Io ero appoggiato a un muretto e Reby stava di fianco a me, eravamo arrivati mezz’oretta prima qui, a casa, perché almeno lei si sarebbe potuta dare una rinfrescata e cambiare. Aveva un vestito blu, tempestato di paillettes e corto fino al ginocchio, non aveva le spalline. Era molto attraente… io invece avevo una maglia e dei jeans, sinceramente non sapevo come vestirmi in occasioni come queste.
Feddy < Reby! Ti sta d’incanto quel vestito! > Esclamò. Notai anche il vestito di Feddy, che era proprio adatto a lei: era con una spallina sola, nero e attillato. Stavano proprio bene le ragazze.
Harry < Liam, dove si trova la discoteca? È lontana? > Chiese, con un sorriso che avrebbe potuto rischiarare il cielo già scuro…
Io < Non è lontana, ma non ci andremo a piedi perché è buio… io porterò Reby in motorino e voi andrete in macchina con Liam. > Gli risposi io, perché mi ero già accordato con Liam. Lui era splendido. Aveva dei jeans scuri, un po’ attillati, una maglia bianca e una giacca di pelle… audace il neo-single!
Reby < Harry, sei tranquillo? > Che carina che è stata a preoccuparsi per lui… era davvero dolcissima! Le sorrisi, facendole capire i miei pensieri e lei ricambiò immediatamente prendendomi a braccetto. Il mio battito cardiaco iniziò ad aumentare, come al solito, quando ero da solo con Reby. Iniziavo a provare un… qualcosa… per lei, ma niente di serio, almeno credo. Solo che… il suo sorriso, i suoi modi di fare, la sua gentilezza… hanno fatto scattare qualcosa in me, e da qui ho capito che lei è la ragazza che sto cercando da tempo. Dico sul serio. È speciale per me, non la voglio perdere e non rinuncerei a lei nemmeno per tutto l’oro del mondo. Perché lei ora è una delle poche che mi danno retta e che mi apprezzano per quello che sono. Vorrei davvero trovare il coraggio di dirle tutto questo però… notai Harry annuire e lei sorridergli. < Cavolo! Dobbiamo andare ragazzi, i balli iniziano alle 10, ma dobbiamo essere là un po’ prima per evitare il casino che ci sarà a quell’ora, no? >
Liam < Si, hai ragione… la mia macchina è qui fuori. Niall, tu seguici e non perderti, non so cosa farei senza il mio follettino preferito! > Sorrisi e lo abbracciai, ironicamente. Amo il nuovo Liam!! Chiamò gli altri ed entrarono tutti in macchina e, prima di partire, mi mandò un bacio con la mano che mi fece scoppiare a ridere. Io salii sulla mia moto e Reby si sedette dietro di me.
Io < Attaccati a me… > Annuì. Le presi le mani e le appoggiai nella parte bassa della mia pancia, lei invece si strinse forte a me, abbracciandomi da dietro e facendomi sussultare. < Mi raccomando tieniti forte! > La macchina di Liam partì ed io iniziai a seguirla…
Reby < Tutto ok? Mi sembri un pochino agitato… > Aveva ragione, ero davvero agitato. Ero in moto con lei, e poi non sono mai andato in discoteca con gli amici! Io le serate le passo a chiacchierare con la mia famiglia, a casa… in discoteca non so come ci si comporti!
Io < A dire il vero è la mia prima volta in discoteca… i miei non mi ci hanno mai lasciato andare, e non so come ci si comporti! > La sentii ridere, a quel punto arrossii, diventando come un peperone. Per fortuna lei era dietro di me e non vide tutto questo, ringrazio il cielo! < Non ci trovo niente di divertente, Reby! > Rise ancora più forte e la sua risata mi contagiò.
Reby < Non serve un comportamento specifico! Devi solo ballare e divertirti, il resto viene naturale… a parte se ti ubriachi, allora di naturale non c’è proprio un fico secco! E poi… > Fece una piccola pausa, incuriosendomi. < E poi tu stai con me… cioè non in quel senso ovviamente, ma sei il mio accompagnatore e io in discoteca ci sono andata altre 100 volte, segui quello che faccio io! > Wow. Ero il suo accompagnatore e nemmeno lo sapevo, questo si che lo trovo positivo!
Io < Fantastico! Quindi sono il tuo accompagnatore eh? E il bello è che ero all’oscuro di tutto questo!! > Ridemmo all’unisono… e io riflettei su quanto fossi fortunato ad avere al mio fianco una come lei. Rallentai per un semaforo rosso, controllando sempre di avere davanti la macchina di Liam.
Reby < La tua risata è la cosa più bella esistente a questo mondo… mi rende felice solo sentirti ridere. > Disse, spiazzandomi in pieno. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere e quindi rimasi come paralizzato.
Io < Ehm… g-grazie. Sei la prima che pensa questo di me, non so cosa dire! Se dovessi elencare io tutte le cose che mi piacciono di te finirei domani pomeriggio… quindi ringrazio e basta. > Vidi nello specchietto che annuì e poi si mise a ridere. È bellissimo rendere felici le persone con le mie battute (anche se questa non lo era, ma va bene così), perché almeno sai di essere riuscito a stampare un bel sorriso sul loro viso. Che poi di sorrisi belli come il suo… non ce ne sono!
Finalmente arrivammo alla discoteca: era davvero un bel posto! In pratica una villa enorme, tutta bianca… con due colonne magnificamente lavorate ai lati. Andammo a parcheggiare e aspettammo Liam con gli altri…
Io < Ma in che posto ci hai portati?! > Chiesi, appena vidi il tappeto rosso e le guardie del corpo all’ingresso. Strabuzzai praticamente gli occhi alla vista di quello spettacolo.
Reby < Questo sembra un ballo di gala, non una discoteca!!! > Disse Reby, ero completamente d’accordo con lei… E poi io ero vestito solo con una maglia bianca e dei jeans! < Liam dovevi avvertirci, avremmo potuto vestirci in maniera diversa, oppure che ne so… > Non riuscì a finire la frase che Liam la interruppe.
Liam < Ragazzi questa è una normalissima discoteca! Ma quale gala!!! > Esclamò, tacendo tutti. < Solo che fanno così perché oggi è una serata a tema… ma tranquilli, vestiti così andate benissimo. Vi spiegheranno tutto dentro. > Disse, mettendoci ancora più in ansia di prima.
Feddy < Ragazzi… devo dirvi una cosa! Mi è venuta un’idea geniale… ma dovete essere d’accordo pure voi! > Chissà che si era cacciata in testa…
Harry < Dicci! > La incitò.
Feddy < Allora… stasera… dobbiamo tutti prendere da bere un cocktail, ma tipo vodka o cose del genere, uno alla volta, in modo che se qualcuno reagisce male gli altri sono tutti sani, in caso debba fare qualche cavolata. E, una volta che tutti abbiamo bevuto, ci facciamo una bella foto! > Fece una pausa per prendere il respiro, perché parla molto velocemente! Quasi quanto Liam! No ok, non esageriamo… < E poi possiamo mettere questa foto sul comodino dell’ospedale di Ludo, magari accompagnata da una bella lettera dove le diciamo che ci manca… e le facciamo capire che la vorremmo con noi al più presto. > Aveva avuto una bella idea, davvero, ma io non ho mai preso un fottuto cocktail e non so di che cosa potrebbero sapere! L’alcool gli irlandesi lo reggono molto bene, ma sono stato abituato con la birra… non con la vodka! Solo che, per non fare il bambino, mi limitai ad annuire e fare un bel sorriso.
Harry < Bella l’idea! Comunque tanto per curiosità… perché dovremmo bere prima di fare la foto? >
Zayn < Lo stavo per dire io! > Ecco appunto. Lo vorrei sapere pure io…
Liam < Per divertirsi! Insomma è la prima sera che usciamo… qualcosa di pazzo tutti insieme lo dobbiamo fare! No? Quanti poppanti non partecipano? > Ci stuzzicò. Ovviamente avrei partecipato anche io, ma decidemmo che tutto ciò si sarebbe fatto più o meno verso le 11… mentre ora invece sono le 9.30… chissà come se la passa la coppietta felice!
Io < Io partecipo! Reggere l’alcool è una cosa che noi irlandesi abbiamo nel sangue… > Dissi, scatenando una risata. < Ragazzi ci pensate a come se la passano quei due?! Ho un’idea. Per vedere se stanno combinando qualcosa dobbiamo chiamarli; se rispondono vuol dire che sono ancora al ristorante… e se non rispondono… > Feci un sorrisetto malizioso e lasciai intendere a tutti che cosa stessi pensando.
Reby < Usa il mio cellulare, chiama Marty col vivavoce! > Mi disse, così ubbidii e il telefono di Marty iniziò a squillare… dopo nemmeno due secondi che squillava sentii la sua voce, abbastanza seccata, rispondere.
Marty < Reby! Ti sembra il momento di chiamare?! > Esclamò, scoppiammo a ridere tutti e lei tirò un sospiro. < Niall, bellissima l’idea di chiamarci per vedere se facciamo porcate! > Stavolta le parlai io.
Io < Uffa mi hai scoperto! Comunque visto che siamo al telefono… come va la serata? Che fate? > Mi rispose Lou.
Lou < Harry amore mi manchi!! > Lo sentimmo dire “anche tu amore mio, mi farò perdonare per questa serata che non abbiamo passato insieme…” Lou si mise a ridere e ci avvisò che avevano appena finito la pizza e stavano aspettando il dolce. Una voce al megafono interruppe la chiamata.
“Chiunque non si fosse ancora presentato in pista per il programma della serata è invitato ad entrare nel nostro palazzo, illustreremo per la prima ed ultima volta il tema di questa festa stratosferica! Tutti dentro!” A quel punto salutai gli altri e attaccai. Ci mettemmo in fila, ma c’era davvero ancora tanta gente che era rimasta fuori come noi! Liam si avvicinò al buttafuori e gli parlò per un attimo, indicando noi ragazzi. Lo vedemmo sorridere e poi ci fece cenno di entrare… strizzai l’occhio a Liam, questa nottata si preannuncia la migliore della mia vita!
Liam < Ok, ragazzi. Ora seguitemi che vi porto al nostro tavolo… ovviamente tutto gratis perché ho amici qui e hanno offerto loro. In pratica mi hanno accennato che i balli inizieranno alle 10, ma ora dobbiamo andare un attimo in pista per farci spiegare tutto. Manca pochissimo! > Era davvero agitato, la prima nottata da single non si scorda! Andammo tutti in mezzo alla pista e attendemmo le istruzioni del dj.
Dj < Innanzitutto vi do il benvenuto alla “White House” di Londra! > Applaudimmo, come tutti gli altri ragazzi in pista. < Ora vi spiego che cosa dovete fare in questa serata: in pratica ad un certo punto stopperemo la musica e, a quel punto, dovrete cercarvi un partner… casuale! Avrete solo 30 secondi prima dell’inizio del ballo lento, e chi viene beccato da solo sarà fatto uscire dalla pista per 10 canzoni!! Tutto chiaro?! > Le sue istruzioni furono accolte da urla e battiti di mani, poi ognuno poté tornare al suo tavolo. Che ne penso del tema? Che è una figata assurda! Si ha l’occasione di conoscere qualcuno in maniera casuale, semplicemente ballandoci insieme… e poi si sa: se ci balli insieme è ovvio che le chiedi il numero, potrebbe nascere qualcosa di fantastico… e tutto grazie a questa iniziativa! Davvero una splendida idea, peccato che io sappia già con chi ballare… Reby mi prese la mano e avvicinò la sua testa al mio orecchio.
Reby < Niall, stasera balli con me… vero? > Chiese sussurrando < I maschi di sicuro saranno ubriachi fradici e il pensiero di ballare con uno di loro mi fa rabbrividire! > Evvai! Finalmente avrei avuto l’occasione di ballare da solo con lei… non aspettavo altro!
Io < Ma è ovvio Reby… non devi nemmeno chiederlo! > Le stampai un bacio sulla guancia, appena in tempo prima che iniziasse il pandemonio! In un nano secondo mi ritrovai in mezzo alla pista, circondato dai miei migliori amici, a… scatenarmi a ritmo! Era una sensazione bellissima quella che si prova in momenti come questi, ci si sente… infiniti!
 
POV MARTY
La pizza fu buonissima, e anche la compagnia fu la migliore che avessi mai avuto… gli sorrisi, appena finita la mia deliziosa panna cotta. Ricambiò molto dolcemente per poi prendermi la mano. Abbassai lo sguardo, perché non era mai stato così tenero con me… non può immaginare quanta confusione sento in testa in questo momento. È sincero? Oppure lo fa solo per abbindolarmi? E, se fosse sincero, di quella cazzo di sega che gli ho fatto, cioè non l’ho fatta io… ha fatto quasi tutto lui, vorrei sapere solo che cosa sente per me, eppure mi sembra di chiedere l’universo! Ad un certo punto cercò il mio sguardo, allora mi persi nel mare dei suoi favolosi occhi blu…
Lou < Marty, io ho finito… e ti devo portare in un posto che si trova proprio dietro l’angolo, quando vuoi andare lascio i soldi nel contenitore e, ti prego, ascoltami quando ti parlerò in quel luogo molto importante. > Mi disse, quasi supplicandomi. Annuii e mi alzai, rimettendo subito dopo la sedia sotto il tavolo. Proprio non stavo capendo più niente, e tutto a causa sua… e, sottolineo, mi piace. Da impazzire. Non una di quelle cottarelle che ti passano dopo una settimana, io di lui non mi dimentico proprio, nonostante i miei recenti sforzi per togliermi dalla testa tutto quello che mi ha detto in bagno, è impossibile! E poi… non posso dimenticarmi di lui, del suo sorriso, del modo in cui illumina il mio mondo semplicemente volgendo a me il suo sguardo… no, non posso e non potrei mai. Dalla borsa tiro fuori i soldi che sarebbero serviti per pagare la mia parte, ma lui mi afferrò il polso e scosse la testa, in segno di disapprovazione.
Io < Lou mi hai invitata tu ed è merito tuo se sto vivendo questa serata speciale, mi sembra il minimo! > Iniziai… spero si lasci convincere!
Lou < E va bene… la cassa è da quella parte. > Mi disse, rassegnato. Arrivai e, quando stavo per consegnare il foglietto degli ordini alla cassa, me lo sentii strappare di mano e vidi Lou che mi passava davanti. < Due classici e due panne cotte, non mi fido a lasciare i soldi nel contenitore… > Si voltò verso di me e mi sorrise in modo ammiccante, bastò quel sorriso per far risvegliare le farfalle nel mio stomaco. Mi misi le mani tra i capelli in maniera ironica e, una volta pagato il conto, uscimmo.
Io < Lo dovevo pagare io il mio conto!! Uffa sei cattivo… > Gli dissi, con tono lagnoso… lui fece una piccola risata e poi si spostò dietro di me, prendendomi le mani e mettendomele davanti agli occhi. < Che fai Lou? > Gli chiesi, lui mi stampò un bacio sulla guancia e poi sentii il suo fiato sul mio collo, il che mi fece il solletico.
Lou < Ci mettiamo un secondo, ma non devi sbirciare… ok? > Annuii, stavo davvero iniziando ad agitarmi. Dopo nemmeno un minuto lui si fermò. < Ok, puoi aprire gli occhi. > Sorrisi, poi mi tolse lentamente le mani e… l’insegna luminosa “ferramenta” apparve davanti a me, mi portai una mano alla fronte. Quello è il santo luogo dove ci siamo conosciuti, grazie alla mia sbadataggine e al suo secchio di vernice. La mia mente fu pervasa di ricordi di noi due, come se fossero tante piccole foto che si succedevano e, l’una dopo l’altra, formavano una piccola storia: la nostra storia.
Io < Non ci posso credere Lou è… è… non ci sono parole per descrivere questo momento, davvero, non so che dire! > Dissi, tutta eccitata. Ero talmente felice che mi stavo per mettere a piangere, ma mi trattenni… perché dopo tutte quelle foto mi misi ancora a pensare al bagno… no. Non ci sarei ricaduta, ho fatto questa promessa a me stessa e devo mantenerla, non devo cedere e non mi devo far trascinare dalle emozioni. No. Tirò fuori una piccola scatoletta di velluto rosso, al che lo guardai un po’ male, ma lui sorrise, facendomi stare subito tranquilla.
Lou < M-Marty… ti devo dire una cosa. > Si fermò per prendere fiato. < Ti prego, non prenderla male, non sai quanto ho dovuto scavare dentro di me per trovare il coraggio di dirtelo… > Disse, ma io non sapevo cosa rispondergli, quindi mi limitai ad annuire, un po’ impacciata. Poi si inginocchiò davanti a me, prendendomi la mano e baciandola… sbarrai gli occhi; ma perché faceva tutto questo?! Voleva confondermi ulteriormente? Non avrei retto un’altra menzogna, e sono state fin troppe: quegli sguardi, i massaggi per il ciclo, le cose che non si vergognava di fare anche se c’erano gli altri, il tutto per portare alle cose che fece in bagno. Eddai, sono stata io una stronza a non capire che voleva solo godere un po’… e a me pure piace! Mi piace, potrei dire di amarlo… ma perché? Perché quella che soffre sono sempre io e gli altri si divertono a mie spese?! Perché sono così!? Abbassai lo sguardo, lui invece mi strinse forte la mano, appoggiandola sul ginocchio proteso verso di me.
Io < Dimmi… > Quasi sussurrai, perché in quel momento, tra tutti quei pensieri, mi stavo per mettere a piangere. Si schiarì la voce e iniziò a parlare.
Lou < D-dal primo momento in cui ti ho vista ho capito che c’era q-qualcosa in te che mi ha sempre attirato… > Si certo. Ora si mette pure a fare il romantico, per comprarmi di nuovo… ma no, non ci cascherò un’altra volta.
Io < Senti, se intendi fare il romanticone di turno per arrivare ad usarmi come hai fatto in bagno, bhe, ti dico solo che… > Sorrise, come fa a sorridere mentre gli dico cose come queste?! < Come cazzo fai a sorridere in… > Si alzò e mise il pollice sulle mie labbra, zittendomi. Pose la scatoletta in tasca, ed io sentii le guance andare a fuoco, poi mi prese per i fianchi spingendomi contro il muro. Mi spostò una ciocca di capelli prendendomi il viso tra le mani…
Lou < Shh… ora basta parlare… > Sussurrò. Poi si avvicinò sempre di più fino ad appoggiare le sue labbra sulle mie, che all’inizio sbarrai gli occhi… poi gli misi le mani intorno al collo, fu quello il momento in cui trasformò quel bacio in qualcosa di perfetto: romantico e appassionante. Durò un’infinità di tempo… e fu stupendo. Ci staccammo praticamente senza fiato. Mi portai una mano sulla bocca, rendendomi conto di quello che avevamo fatto, quello che avevamo fatto è stato… oddio non lo so. Estrasse di nuovo quella scatoletta, si inginocchiò nuovamente e la aprì. Iniziarono a scendermi delle lacrime per quello che c’era all’interno: un anello. Era il più bell’anello che io avessi mai visto; mi asciugai le lacrime, ma ne scesero altre… è il momento più inopportuno per piangere, ma con quel fottutissimo anello tutti i miei pensieri cattivi su di lui sono andati in fumo. Quello che avevamo fatto in bagno… io gli piaccio! L’ha fatto perché gli piaccio, perché… oddio. Basta, non riesco più a pensare a niente! < Marty io… > Iniziai anche a singhiozzare, ma lui sorrise… credo abbia capito la mia ansia. < Marty non lo riesco a dire… mi sono reso conto che senza di te non posso stare, insomma… > Fece una pausa, stava diventando tutto rosso… cucciolo. Si schiarì la voce e notai che delle piccole goccioline di sudore gli stavano bagnando la fronte, quindi mi abbassai fino a far arrivare i nostri visi alla stessa altezza. Giusto per ridurre un po’ lo stress. Mi prese la mano…
Io < Lou non posso credere che tutto questo stia succedendo proprio a me, ma… sappi che tutto quello che senti… > Riuscii a dire, solo che riiniziai a piangere. Come primo motivo perché mi feci sopraffare dall’emozione, e poi perché lentamente iniziò a prendere l’anello e infilarlo sul mio dito anulare.
Lou < Io mi… mi vergogno, e tanto anche, ma voglio che tu sappia che… > Disse, poi avvicinò lentamente la testa al mio orecchio. < Che ti… ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessun’altra… e non smetterò mai di amarti. > Mi scesero altre due lacrime, ma lui le raccolse con il pollice e prese ancora la mia faccia tra le sue mani, lasciandomi un bacio sulla guancia. Sorrisi.
Io < Non ti devi vergognare… > Fece una faccia strana e chiese il motivo. < Semplicemente perché tutto quello che provi lo provo anche io… Lou, peccato che me ne sia accorta troppo tardi. > Sorrise e i suoi occhi, quei magnifici occhi blu, divennero lucidi.
Lou < Marty, vuoi essere solo mia da ora in poi? > Ecco, avevo appena smesso di piangere e lui mi ha fatto tornare le lacrime. Grazie tante. Non ce la facevo a rispondere, mi stavano accadendo troppe cose in quel momento e avevo ancora tante domande da porgli.
Io < Non riesco a parlare… > Dissi, tra un singhiozzo e l’altro. Sorrise e cercai di ricambiare, ma davvero non ce la facevo nemmeno a sorridere da quanto ero emozionata.
Lou < Non devi parlare… > Strinse forte la mia mano e mi baciò di nuovo molto appassionatamente. Appena si staccò gli diedi la mia risposta, non avrei più dovuto piangere… sorrisi.
Io < Si Lou, voglio essere tua, per sempre. >
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui… personalmente amo questo capitolo (chissà come mai ehehehe), ma nel prossimo ci saranno altre sorprese.
P.s. Amo questa nuova coppietta! Baci xx
Marty

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Capitolo 18
*** Erano tutto, ma tutto passa. ***


POV LIAM
Eravamo in pista già da un po’, ed era una sensazione fantastica quella di essere in mezzo ai miei amici e alle persone che mi vogliono bene. Cercavamo di stare vicini in mezzo a tutta quella confusione, perché non volevamo perderci di vista… e più o meno ogni mezz’ora andavamo al tavolo a prendere un drink per uno di noi. Feddy è stata la prima ma la sua vodka alla pesca non ha avuto effetti collaterali, è stata molto intelligente a sorseggiare e non ingoiare tutto al primo colpo, non avrebbe retto secondo me. Harry invece ha bevuto il suo Sex On The Beach come se niente fosse… e questo mi preoccupa. Che beva di nascosto? Nah… non può essere. Magari semplicemente regge bene, oppure non è la prima volta che lo assaggia e gli piace, tra poco tocca a Niall. Sono leggermente preoccupato per lui, non ha mai bevuto e anche se gli irlandesi di solito non hanno questi problemi… sono preoccupato lo stesso. E poi sono quasi le 10.30, secondo me tra poco c’è il giochetto escogitato dal dj, so già a chi chiedere di ballare: c’è una ragazza molto carina seduta al bar e credo che venga nella nostra stessa scuola, perché mi sembra di averla già vista da qualche parte. Ha i capelli lunghi e biondo dorato, gli occhi non li ho visti molto bene perché ci siamo guardati in faccia solo quando sono andato al bar a chiedere il drink per Harry, che era in bagno, ma l’unica cosa che so di per certo è che il suo sorriso è qualcosa di splendido. È perfetto, e poi è messo in evidenza dal rossetto fucsia che porta. E poi è molto alta e dal fisico slanciato, non vedo l’ora che la musica si fermi per chiederle di ballare!
Harry < Ragazzi sono le 10.30, andiamo col drink di Niall? > urlò Harry, che era di fianco a Feddy e si stavano proprio scatenando. Niall non disse niente, era preoccupato quanto me… immediatamente sbiancò e cercò di non far notare la sua ansia. < Ma c’è qualcosa che non va? >
Niall < Ma va! An-andiamo… > Disse, con voce tremolante. Harry sorrise e si avviò al bar seguito da tutti noi, Reby ed io stavamo vicino a Niall e cercavamo di tranquillizzarlo con pacche sulla spalla e qualche battutina… alla fine arrivammo e sentimmo la voce rauca di Harry ordinare un “Vodka Lemon” come se fosse l’unica nel locale. Niall si sedette allo sgabello e, dopo due minuti, aveva il suo bel bicchierone pieno di liquido giallo. Intanto notai ancora la ragazza seduta, che non si stava divertendo affatto.
Zayn < Forza Niall, che ci vuole? Voi irlandesi mica ce l’avete nel sangue il fatto di reggere bene l’alcool? > Lo incitò, con voce che sapeva tanto di presa in giro. Lo odiavo in quel momento, non vede che ha paura che potrebbe succedere qualcosa? Sbuffai e Reby mi circondò le spalle col braccio, credo fosse l’unica preoccupata.
Reby < Sorseggia piano e non succederà niente, vedrai… > Sussurrò nel suo orecchio. Gli stampò un bacio sulla guancia e lui sorrise, mostrando l’apparecchio semi trasparente che tutti adoravano. Prendemmo la vodka e ci spostammo a bere al nostro tavolo, Reby arrivò dopo un pochino di tempo e la vidi mettere un’altra cannuccia nel bicchiere…
Feddy < Non vale così!! > Urlò, attirando la nostra attenzione. La guardai male, ma lei continuava a sostenere la sua opinione e alla fine saltò fuori una discussione.
Io < … si, ok, ma che te ne frega se si bevono una vodka grande in due?! Poveri è il loro primo drink! > Battei un pugno sul tavolo, facendoli sobbalzare.
Harry < Anche io ho dovuto bermene uno intero! E non mi sono lamentato come loro due! > Disse Harry, con voce alta. Lo trucidai con lo sguardo quando provò ad aprir di nuovo bocca, ma stette zitto.
Reby < Ma la piantiamo? Che cazzo ve ne frega se beviamo una vodka in due, mi spiegate?! E poi uno, volendo, può pure tirarsi fuori da questa cosa, non siamo obbligati!!! Smettetela di fare i bambini, siamo ad una festa!!! > Urlò fortissimo. Non si sentiva nemmeno più la musica da quanto aveva gridato fort… ehy, un momento. Se non c’è più la musica…
Io < Troviamo una ragazza!!! > Detto questo vidi tutti che si scatenavano: Zayn era con Feddy e Niall con Reby, Harry si mise le mani tra i capelli ed io, senza rendermene conto, arrivai davanti al bar. Lei era lì, ancora sullo sgabello, ma notai un altro ragazzo che le correva incontro. Quindi iniziai a correre, battendolo sul tempo di un paio di secondi e arrivando per primo… per un pelo! Mi appoggiai con una mano al bancone e lei si girò verso di me, mostrandomi quei suoi occhi marroni e verdi, era stupenda…
Io < C-ciao… > Dissi, timidissimo e con la voce tremolante. Mi sorrise molto dolcemente, come per tranquillizzarmi ed io ricambiai, passandomi una mano tra i capelli ricci.
Anita < Ciao! Come ti chiami? > Mi chiese, sembrava volermi conoscere!
Io < Sono Liam, piacere… balliamo? Poi parliamo in pista, ma ora abbiamo davvero poco tempo per… > Non finii la frase che lei soffocò una risatina e mi prese per il polso, tirandomi in mezzo alla pista… e risvegliando le farfalle nello stomaco. Mise le mani attorno al mio collo e le mie scivolarono sui suoi fianchi, iniziammo a muoverci quando il dj diede il segnale e partì una musica lenta e dalle parole dolcissime:
“I want let this little things slip out of my mouth… but if it’s true, it’s you, oh it’s you, they add up to… I’m in love with you… and all this little things…”
Io < Allora? Tu come ti chiami? > Chiesi, sussurrando. Lei mise la testa sulla mia spalla per potermi rispondere, nell’orecchio… mi passò una scarica di brividi lungo tutta la schiena.
Anita < Io sono Anita… è impossibile che non ti ricordi di me, Payne… > No un attimo, Anita?! Ma certo che mi ricordo adesso! Frequentiamo la stessa scuola, ma lei è in un’altra classe e ha fatto l’anticipo, per questo è in quinta e non in quarta… ci siamo conosciuti quando mancava un professore e lei è stata divisa nella mia classe, parlavamo sempre ma poi Sophia ha iniziato a diventare gelosa e quindi non ha più voluto che parlassi con lei… ed ora eccoci qui.
Io < Anish? Sei davvero tu? > Dissi io, mandando via tutta la mia vergogna. Cavolo se era cambiata: prima era sempre vestita coi jeans e una t-shirt, mentre se la guardi adesso… wow! Annuì leggermente e io sorrisi, lasciandole un bacio sulla guancia. < Non puoi capire quanto mi sei mancata… > Arrossì.
Anita < Anche tu mi mancavi, Liam… ho tante cose da raccontarti! > La abbracciai forte, lanciando delle occhiatacce ai miei amici che mi guardavano e ridevano. Zayn e Feddy erano romanticissimi, si guardavano come se fossero stati innamorati da una vita… Un po’ meno Niall e Reby, tutta colpa del folletto che non sa ballare i lenti! Io lo adoro! Harry invece proprio non lo trovavo… chissà dove si è cacciato! < Dopo vieni al bar? > Mi disse, scacciando dalla mia mente tutti i pensieri e le fiction sui miei amici…
Io < Certamente! > Risposi, molto prontamente… spero che ci siamo altre canzoni lente, voglio stare qui con la mia amica ritrovata ancora per molto molto tempo!!! < Bella questa canzone, vero? > Chiesi, rompendo quel silenzio imbarazzante che si era creato tra di noi.
Anita < Si, mi piace molto. E poi non l’ho mai sentita, dev’essere nuova! Tu l’hai già ascoltata? > No… si capiva che non voleva parlare di quello. Sembrava che mi nascondesse qualcosa, ed è mio compito scoprire che cosa!
Io < Anita, mi devi dire qualcosa? > I suoi occhi si illuminarono e annuì leggermente, staccando le mani dal mio collo. Poi aprì la borsetta (che non avevo notato, francamente) e tirò fuori un bigliettino scritto in penna blu e nera, chiaramente l’avevano scritto due persone…
Anita < Te lo ricordi questo? > Disse, porgendomi il biglietto. Lo aprii e immediatamente sbarrai gli occhi.
Io < Oddio io non… > Cavolo, non ci posso credere. Mi portai una mano tra i capelli e sfoggiai il mio più bel sorriso: quel bigliettino era una promessa, che ci eravamo fatti io e lei. < Anish me la ricordo benissimo! > Dissi, sussurrando nel suo orecchio. La promessa era che non ci saremmo mai dovuti perdere di vista. Un senso di angoscia mi invase il corpo, era colpa mia se non abbiamo più parlato… era colpa mia se l’ho persa ed è sempre colpa mia se non l’ho nemmeno cercata. Avevamo scritto quel bigliettino a casa sua, perché eravamo usciti a cena (come amici) ed entrambi abbiamo capito nello stesso momento che eravamo fatti l’uno per l’altra. Lei era il mio tutto, le dicevo qualunque cosa e lei faceva lo stesso con me… eravamo fratelli. E sempre per colpa mia lei è stata male.
Anita < Anche io la ricordo benissimo… > Disse, per poi cadere tra le mie braccia. La strinsi forte, tanto forte a me… non la lascerò mai più. Mai.
Io < Scusami… è tutta colpa mia. > Affermai, i suoi occhi incontrarono i miei e notai che faticava a trattenere le lacrime. Appoggiò la testa sulla mia spalla e le lasciai un bacio secco sul collo, a quel punto le presi la mano e intrecciai le sue dita con le mie. < Tranquilla, è tutto finito ora. Ci sono io… >
 
POV MARTY
Ok. Ora devo mettere in ordine i miei pensieri, perché sinceramente tutta questa serie di eventi mi ha scombussolata, e non poco! Innanzitutto ora sono fidanzata, cazzo, sono fidanzata con il ragazzo che amo di più al mondo e non c’è cosa che potrebbe rendermi più felice di quanto sono ora! E poi tutti quei pensieri cattivi che mi ero fatta? Quanto devo essere scema da 1 a 10 per credere che Lou, il mio Lou, ha fatto tutto quello solo per godere in maniera diversa?! Andiamo non li notavo tutti quei sorrisi, le occhiatine che ci lanciavamo, quando mi prendeva la mano… è perché gli piaccio! Mi ama e io lo amo! Che cosa c’è di più bello? Sorrisi, e lui notò il mio sguardo perso nel vuoto.
Lou < A che stai pensando? > Mi chiese, con ancora gli occhi lucidi per l’emozione… a quel punto guardai l’anello che avevo al dito, era molto semplice: d’oro, con un piccolo diamante al centro. Un diamante, per me!
Io < A noi due… non ci posso credere che ci stia accadendo tutto questo Lou! > Gli risposi, esternando tutte le mie emozioni. < Anche perché stavo riflettendo su quello che abbiamo fatto in bagno e ho pensato addirittura che l’avessi fatto solo perché… > Esitai. Non so come dirglielo! Provo ad essere diretta? No, meglio di no insomma…
Lou < Perché? > Mi chiese, facendo schizzare a mille il mio battito cardiaco.
Io < Per godere un po’ e basta. Pensavo che non te ne importasse niente della ragazza con cui lo fai, basta farlo! > Ecco… diciamo che esistevano modi migliori per dirlo, però sono stata me stessa. Scosse leggermente la testa, facendomi sorridere.
Lou < No, hai sbagliato stavolta. Io non so perché l’ho fatto, credimi, so solo che se fossi stato con Feddy o… o Reby non mi sarei mai azzardato a sfiorarle. Invece il legame che ho con te era speciale (anche prima di stasera lo era) e ci ho provato… se vuoi mi faccio ripagare, non c’è assolutamente problema! > Disse lui, guardandomi poi maliziosamente e scatenando una risata fragorosa da parte mia. Quanto lo amo! Finalmente posso dirglielo in faccia, lo urlerei pure al mondo se potessi… mi sono tenuta tutto dentro per troppo tempo, rischiavo di esplodere!
Io < Lou… > Dissi, quasi sussurrando. Cercai il suo sguardo e mi persi nei suoi occhi blu, mi sorrise incitandomi a parlare. < Ti amo… > Presi il colletto della sua camicia e lo tirai verso di me, appoggiando le labbra sulle sue, immediatamente mi mise le mani sui fianchi e intensificò il tutto.
Lou < Anche io… > Disse tra il bacio. Ci staccammo e sorridemmo, era da tantissimo che avrei voluto baciarlo così, eppure non ho mai potuto… ora invece si, perché sono la sua ragazza… sono la sua ragazza!!!! < Marty… posso farti una domanda? > Mi chiese, come se non sapesse la risposta.
Io < Certo, dimmi pure! > Lo incitai…
Lou < Io mi sono accorto che mi piacessi quando, a scuola, ho provato una sensazione di totale contentezza nel vederti, anche se eri con Harry, ma questo è un dettaglio. Insomma lì ho capito che ti avrei voluta come più di un’amica… tu quando te ne sei resa conto? > Arrossii leggermente, perché non mi aspettavo una domanda del genere… in effetti me ne sono resa conto da comunque poco tempo, ma credo di sentire qualcosa per lui da… capito!
Io < Ehm… > Mi misi una mano tra i capelli, giusto per creare tensione. < Praticamente quando ci tiravamo i pennelli e io mi sono sdraiata per terra, ho aperto gli occhi ed eri a due centimetri da me. Non me ne sono resa conto in quel momento, ma il cuore ha iniziato a battere forte e tipo tre settimane fa ho capito che mi piacevi. E parecchio. > Gli sorrisi, imbarazzata.
Lou < Wow… > Disse, poi mi prese la mano. < Dove andiamo? > Sinceramente non ne avevo idea, quindi dissi la prima cosa che mi venne in mente.
Io < Mh… non saprei… che ne dici se ci vediamo un bel film? L’ho comprato al centro commerciale senza dire a nessuno che lo amo. Hunger Games! > Si, io amo davvero quel film. Perché mi piace troppo la storia d’amore tra i due personaggi e certe volte mi rivedo tantissimo in Katniss.
Lou < Wow! Anche a me piace moltissimo… andiamo dai! > Strinse la presa e chiamò il taxi. Ci mettemmo pochissimo ad arrivare, o forse è meglio dire che il tempo è volato perché ero con lui? Resterà per sempre un mistero…
 
POV LOUIS
Mi sento bene, sono felice… sento ancora i brividi per quando ero in ginocchio davanti a lei con l’anello in mano e gli occhi lucidi. Ho scelto questo modo romantico per dichiararmi, perché c’è gente in questo mondo che addirittura lo fa con i messaggi! Ma dico… come fai a trasmettere le tue emozioni attraverso lo schermo di un cellulare? E l’altra persona come fa… a dirgli di si!? Io certe volte la gente non la capisco proprio, e intendo dirlo questo a Marty. Perché ho la sensazione che abbia apprezzato il mio modo di farle capire che la amo, Tommo colpisce ancora! Pagai il tassista e, quando fummo davanti alla porta di casa, tirò fuori le chiavi e aprì. Le lasciai solo il tempo di richiuderla, appena tirò un sospiro la presi in braccio e la appoggiai sul divano, iniziando a torturarle la scollatura del vestito…
Marty < Lou! Iniziamo bene eh? > Disse, tra un gemito a l’altro. Amo vederla gemere… non so perché, sono strano!
Io < Certamente! E non hai ancora visto niente… > Dissi, mettendomi sopra di lei e baciandola appassionatamente. Avvicinai la mia mano al seno, ma mi sentii afferrare il polso… poi si staccò da me.
Marty < Signor Tomlinson! Dove le metti le mani? > Sorrise, ma mi sentii le guance andare a fuoco. Esitai un attimo…
Io < Ma… io volevo solo intensificare quello che stavamo facendo! Non è giusto che tu fermi un momento passionale così! Io ti voglio! > Le dissi, facendo la voce da bambino e subito dopo stuzzicandole il collo. La sentii sospirare, a quel punto mi scappò una risatina. < Ok scusa, non lo faccio più… > Dissi, arrendendomi.
Marty < No ma chi ti ha detto che non lo devi fare? La prossima volta avvisami, tutto qui! > Rispose, alzando le sopracciglia e poi sogghignando. Perfida! La adoro!
Io < Ok, allora tieniti pronta eh?! > La fulminai con lo sguardo, tornando subito dopo a baciarla e soffocando un suo gemito quando le aprì le gambe e le nostre intimità si trovarono a contatto, il tutto quando eravamo ancora vestiti.
Marty < Senti… > Disse, cercando di tenere il tono di voce calmo. < Che ne dici se prima di fare… qualunque cosa stiamo facendo ci mettiamo comodi? Perché sai io indosso ancora il mio vestito e devo darmi una sciacquata. > Sbuffai, ma annuii subito dopo.
Io < Però ci cambiamo insieme! > La vidi alzare gli occhi al cielo, scuotendo leggermente la testa. < Dai infondo è come se ti vedessi in costume! >
Marty < Si, non proprio costume se si tratta di pizzo nero… ma fa niente. E va bene, poi ti accontenti, vero caro il mio pervertito? > Feci una smorfia, ma poi le lasciai un bacio sulle labbra.
Io < Pizzo nero? Ammettilo, l’hai fatto apposta!! > Dissi, scatenando una sua risata… poi mi fece uno sguardo sexy e io roteai gli occhi.
Marty < Forse… > Disse, poi si alzò e scappò di sopra. Rimasi a bocca aperta mentre saliva le scale… quando mi decisi ad inseguirla era tardi. Aveva chiuso la porta di camera sua a chiave, maledetta!!
Io < MARTY! APRIMI SUBITO! > Urlai, stava ridendo a crepapelle! Era bello farla ridere, ma dovevo vederla in intimo!! Dopo 30 secondi che pigliavo la porta a pugni vidi una chiave scivolare da sotto con attaccato un bigliettino che diceva: “apri pure, io ho finito xx” < Ma sei cattiva… avevi detto di si! Non si fanno queste cose, le promesse si mantengono! > Dissi, mentre facevo girare la chiave nella serratura. Ero affranto, ovvio che stessi scherzando, ma ero affranto! Lei non sa quando la desidero… e mi fa anche questi scherzi. Sentii un meccanismo scattare ed aprii finalmente la porta. < E comunque sappi che la pagh… > Sbarrai gli occhi.
Marty < Non finisci la tua frase? > Disse, con la sua voce sensuale. Era praticamente… cioè… sdraiata su un lato, sopra il letto matrimoniale, con le gambe piegate a 77 e un braccio appoggiato al materasso per sostenere la testa. In intimo.
Io < Ehm… a dire il vero non… > Si alzò e, con la camminata delle modelle, si avvicinò a me. Mi mise un dito sulle labbra e poi mi fece cenno di seguirla sul letto. Non me lo feci ripetere due volte. Letteralmente mi avventai sopra di lei, sentendo i boxer che si stringevano sempre di più… iniziai a baciarle lentamente il collo, mentre mi toglievo la giacca poi appoggiai gli avambracci ai lati della sua testa permettendole così di slacciare la mia camicia che in poco tempo finì da qualche parte sul pavimento. < Siccome sei in intimo mi sembra giusto che lo sia anche io… fammi rimediare! > Le dissi, mentre lei era inerme al mio tocco. Alzò gli occhi al cielo e sorrise, mettendosi una mano tra i capelli e lasciandomi un bacetto sulla guancia.
Marty < Uff… e va bene! > Sbuffò. < Ma poi non si va oltre, ok? Non voglio correre troppo. > Disse, con tono molto serio. La fissai negli occhi ed annuii; la amo, ed è per questo che l’avrei sempre aspettata.
Io < Certo piccola, non andremo oltre. > Le accarezzai lo zigomo con il pollice e le stampai un bel bacio sulle labbra. Poi mi misi in ginocchio e mi slacciai la cintura, calandola insieme ai jeans e poi buttando il tutto per terra insieme al resto. Ritornai su di lei e incominciai a baciarla lentamente, ma molto passionalmente. Mi percorse tutta la spina dorsale con un dito, facendomi accapponare la pelle… poi iniziò a passarmi le mani tra i capelli e io le lasciai qualche morsetto sul collo. Gemette quando succhiai avidamente un punto per poi riparare il tutto con la lingua, stavo provando una sensazione fantastica!
 
POV HARRY
Io < Un altro, per favore. > Dissi al barista, facendo risuonare la mia voce rauca. Era il quarto drink che bevevo e non avrei affatto voluto fermarmi, perché? Perché la ragazza che amo è in coma, sono stato cacciato dalla pista, siccome non ho voluto ballare con nessun’altra che non fosse lei. Mi manca, cazzo. Mi manca.
Barista < Non è un po’ troppo? > Disse, mentre preparava il cocktail per il ragazzo seduto di fianco a me. Lo guardai bene, dalla testa ai piedi, poi sbattei un pugno sul tavolo che lo fece sussultare. Solo che non ressi il suo sguardo puntato su di me e non riuscii a trattenere le lacrime… e la cosa brutta è che lui notò tutto quanto.
Io < Non rida di me, per favore… > Dissi, quando una lacrima mi scese dall’occhio destro. Abbassai immediatamente lo sguardo e la lacrima cadde nel bicchiere del “Sex On The Beach” che avevo appena bevuto.
Barista < Chi si permetterebbe mai? Sai quante volte piango io! > Disse, ed io ricambiai con un sorriso. < Un consiglio… la tua amichetta bionda, Marty credo, quella che era con te la scorsa volta… parla con lei. È matura e ti può capire. Chiamala subito, perché so che non è qui. Faresti la cosa giusta… corri in bagno, dove la musica si sente poco e chiamala. > Ha ragione, ma Marty sta con Lou adesso… magari la disturbo…
 
Io < Marty è fuori con il suo quasi-ragazzo… potrei anche chiamarla ma non la voglio disturbare! > Dissi, confidandomi completamente.
Barista < Se è una vera amica capirà… > Rispose, per poi sparire dietro il bancone. Aveva fottutamente ragione… così corsi in bagno e la chiamai. Il cellulare prese a squillare, ma non rispondeva. Avevo peso le speranze e stavo per riattaccare, quando all’improvviso…
Marty < Harry? > Rispose la sua voce angelica. Si, cazzo, si!
Io < Si sono io, ho bisogno di te Marty… > Le dissi, senza fare quei giri di parole che odiava.
Marty < Stai in linea, sono con Lou ora… gli dico che hai bisogno di me e arrivo subito. > Mi disse, appoggiando il cellulare da qualche parte. < Lou… si, lo so… no ma non… uffa ok! Va bene! > Si sentì bisbigliare. Poi riprese il telefono e lo appoggiò sull’orecchio, incitandomi ad andare avanti.
Io < Vai Lou! Più forte!! Mmh… > Dissi, cercando di imitare la sua voce e facendola ridere… poi però mi disse di diventare serio e io iniziai a parlare: < Oggi, in pista, quando si sarebbe fermata la musica avresti dovuto trovare una ragazza con cui ballare in 30 secondi e se ti avessero beccato sa solo ti avrebbero sbattuto fuori. C’erano un paio di ragazze carine, ma non ho voluto chiedere a loro perché appena provavo ad avvicinarmi mi invadeva un senso di colpa disumano, per Ludo… >
Marty < No, Harry! Non devi fare così… e poi che è successo? > Mi chiese, con tono preoccupato.
Io < In pratica è finita la musica e sono entrato nel panico… e non ho trovato una ragazza, così mi hanno portato fuori e fatto sedere al bar. Vedere gli altri ballare felici ed io lì, da solo, come un cane mi ha fatto quasi venir da piangere. Così, per fare il duro, ho preso un drink, poi un altro ed un altro ancora… > Non mi fece finire la frase che sbottò e il suo tono mi fece addirittura paura.
Marty < Ma che cazzo fai?! Credi che bevendo si risolveranno i tuoi problemi? Bhe ti sbagli!!! I problemi si risolvono combattendo, e non annebbiando la mente con l’alcool… Harry! Svegliati! Sei intelligente e maturo, dovresti saperle queste cose!!! > Esclamò. < Quanti ne hai bevuti? > Mi chiese, esitai un attimo.
Io < Ehm… > E ora che le dico? Potrei farla preoccupare se le dico tutto, ma no, non le devo mentire.
Marty < QUANTI?! > Ripeté, così le risposi.
Io < Quattro!! Quattro “Sex On The Beach!” ok?! > Mi aspetto di tutto ora…
Marty < Ma sei impazzito?! SEI TOTALMENTE FUORI DI TESTA?! Harry lo sai che potresti svenire da un momento all’altro se ne bevi quattro!!! E poi tu manco lo reggi l’alcool! Che cazzo ti salta in mente Harry?! > Mi urlò contro. Provai a risponderle, ma non mi uscivano le parole dalla bocca, quando lo capì si calmò, tirò un sospiro e disse il tutto con tono meno aggressivo. < Harry io ti voglio bene, lo sai questo… e se fai così mi fai preoccupare! Insomma non puoi dimenticarti di lei bevendo, lo sai anche tu! > No basta, ora le dico tutto. Lei non sa quanto mi manca Ludo, bene, lo sta per scoprire… sentii una lacrima rigarmi il viso e, un pochino singhiozzando, andai avanti a parlare. Mi stavo iniziando a scaldare, davvero. Chi è lei per dirmi quanti drink bere? Chi è lei?! È solo una ragazzina, una fottutissima ragazzina! E non può comandarmi e farmi le prediche ogni santa volta, e intendo dirglielo.
Io < Ascolta… tu non sai quanto mi m-manca e che effetti mi fa vederla tra la vita e la morte su quel cazzo di lettino di quel cazzo di ospedale. Okay? Non lo puoi sapere! Non puoi sapere quanto la amo e quanto darei per riportarla qui!! > Dissi, scatenando la quarta guerra mondiale.
 Marty < Ah si, perché credi che a me non manchi eh? Credi che io non vada spesso all’ospedale perché non me ne importa niente di lei?! No, mi dispiace caro mio, ti sbagli!!! A me manca troppo, non entro in quel fottuto ospedale perché non la voglio vedere in quello stato!!!! > Esclamò. Mi stava facendo arrabbiare… e non poteva dirmelo prima scusa? Avremmo evitato tutta questa faccenda, e invece no. Siamo qui a litigare!
Io < Si, ok… e allora perché non ci sei mai quando ho bisogno di te?! Stasera avrei volentieri gradito la tua compagnia, e invece tu sei lì con… con quel puttaniere!!! Si, bravi, state lì a scopare mentre io sono nel bagno della discoteca a piangere… e soprattutto non state nemmeno insieme! Puttane e puttanieri!! Sono stato stronzo io a convincere Liam a farvi uscire eh?! > Urlai, ma non rispose. < Cazzo, rispondi!!! > Imprecai tutti gli dei che conoscevo tirando pugni al muro, ma non rispose ancora, eppure non aveva riattaccato. Mi ci vollero più o meno 30 secondi per rendermi conto di quando l’avevo offesa… provai a rimediare, capendo che ero sotto l’effetto di quegli alcolici. < Marty… non… >
Marty < Senti Harold. Tornatene pure nel tuo bar, che devo scopare col mio ragazzo. > Disse, in maniera molto fredda che quasi mi fece accapponare la pelle. Il suo ragazzo? Che cazzo era successo quella sera? Che mi ero perso?!
Io < Non è come pensi! Io credevo… > Non mi fece nemmeno finire la frase, quanto odio il mondo in questo momento!
Marty < La prossima volta pensa bene prima di dire qualunque pensiero ti passi per la testa. Io non ci sono mai? Bene, benissimo! Scusa, ma ho di meglio da fare che stare qui a questionare con te… ah! Un’altra cosa: vaffanculo. > Riattaccò. L’ultima cosa che sentii era Liam che entrava in bagno, poi il nulla.
 
POV MARTY
Come ha potuto dirmi questo? Come si è permesso?! Io non ci sono mai?!?! Quando, chiedo solo QUANDO non l’ho aiutato. Che ne sapevo io di ciò che stava passando, poi? È lui che mi deve venire a dire le cose, ha 18 anni, cazzo, non serve la mammina che lo imbocca!! Per lui ci sono sempre stata e lo sa, eccome se lo sa! E che dice? “Si, bravi, state lì a scopare mentre io sono nel bagno della discoteca a piangere… e soprattutto non state nemmeno insieme!”? Che si fotta. Presi il mio s3 e lo sbattei per terra con tutta la forza che avevo, mentre Lou, poverino, provava invano a consolarmi. Mi prese il viso tra le mani, mentre le lacrime cominciavano a scendere…
Lou < Marty, ho capito che è successo. Non devi dirlo… lo conosco molto bene, è fatto così! E poi era sotto l’effetto degli alcolici, non puoi farci niente! > Disse, con la sua voce che sembrava quella di un angelo, in momenti come questi.
Io < No. Non glie lo perdono Lou. Ti ha dato del puttaniere, e con questo ci ha offesi entrambi. E poi ha detto “State lì a scopare mentre io sono nel bagno della discoteca a piangere… e soprattutto non state nemmeno insieme!” E mi ha dato della troia. Mi dispiace, non glie lo posso perdonare. > Dissi, chiarendo bene la mia posizione. Non posso perdonarlo, proprio non posso. Chi è lui per dirci questo? Stiamo insieme da poco e già ci insulta. No, mi dispiace, non lo perdonerò facilmente. Cazzi suoi. Notai Lou sbiancare in viso e le sue mani divennero inspiegabilmente fredde.
Lou < Che ti ha detto?! > Scattò in piedi, cercando di raccogliere i vestiti che aveva buttato per terra due minuti prima. < Ok, può anche darmi del puttaniere se gli va… ma non si deve azzardare ad offenderti!! Ora vedi che gli faccio quando lo raggiungo! > Disse, era davvero molto arrabbiato. Gli presi il polso, fermando tutto quello che stava facendo. So che è sbagliato provare a fermarlo, eppure una parte di me dice che Harry va lasciato in pace.
Io < Lascialo stare Lou. > Dissi, con la voce più sexy che riuscissi a fare e ancora il viso bagnato dalle lacrime. Poi lo tirai a me baciandolo passionalmente e sdraiandolo sul letto, ma le mie braccia iniziarono a tremare e mi portai il labbro inferiore tra i denti per soffocare i miei singhiozzi. Strizzai gli occhi per non piangere, cosa che ovviamente accadde 5 secondi dopo. Scoppiai in un pianto dirotto, ero una vera e propria fontana. Mi portai una mano sulla bocca, con le lacrime che scendevano come delle cascate dai miei occhi… perché cazzo si deve rovinare una serata perfetta come quella?!
Lou < Lo lascio stare, Marty. Ma tu non puoi stare così… vieni, sfogati pure. > Disse, sedendosi sul bordo del letto. A quel punto mi allargò le gambe e mi fece sedere in braccio a lui: il mio petto rivolto verso il suo, le nostre facce a due centimetri e… le nostre intimità di nuovo a contatto. Solo che non glie ne importava niente, e si vedeva… così allargò le braccia e io mi ci buttai. Lo strinsi fortissimo e lui ricambiò facendomi sentire al sicuro, tra le sue braccia. Avvicinò la testa al mio orecchio per sussurrarmi le più belle parole che avessi mai potuto sentire al momento: < Per qualsiasi cosa… io sono qui. Sono qui per sostenerti anche quando avrai torto, perché? Perché ti amo. >
 
 
SPAZIO AUTRICE
Anish, questo capitolo te lo dedico con tutto il cuore… perché sei una persona speciale che mi è sempre vicina. Spero ti piaccia, e spero piaccia anche a voi lettori! Baci xx
Marty

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Capitolo 19
*** Un'ottima sveglia. ***


POV NIALL
Iniziai lentamente ad aprire gli occhi, mettendo a fuoco quello che mi stava attorno. Ero in un letto, singolo, con Reby che era ancora addormentata fra le mie braccia… provai a ricordare cosa fosse successo la sera prima, ma la mia mente era ancora annebbiata dal sonno. Quindi, facendo piano per non svegliare gli altri, mi alzai e mi stiracchiai, andando verso l’altra stanza per vedere dove fossero gli altri. Fui accolto da Harry che, come me, si era appena svegliato.
Harry < Buongiorno Niall. > Disse, con la tipica voce di chi si è appena alzato. Si passò una mano tra i capelli e mostrò un piccolo bernoccolo in piena fronte, fu allora che iniziai a ricostruire i fatti: Liam ieri sera, alla fine del primo ballo lento, è entrato in bagno ed è corso fuori con Harry in braccio, svenuto, dicendoci che l’aveva trovato steso a terra… con il cellulare ancora in mano e aperta la schermata delle chiamate, l’ultima era di Marty. Così decidemmo di tornare a casa, per provare in qualche modo a medicarlo; Marty e Lou erano già addormentati, anche perché erano le 23.30 passate… così gli abbiamo messo del ghiaccio e poi siamo rimasti un po’ lì con lui, ma siccome non si svegliava avevamo deciso di dormire. Addio alla foto per Ludo… che nervi.
Io < Buongiorno, come stai? > Gli chiesi, sorridendogli. Ricambiò, ma il suo sguardo si fece subito cupo, c’era qualcosa che non andava. Lo so.
Harry < Bene, grazie… > Rispose, massaggiandosi un po’ la testa. Poi prese un biglietto da comodino, mostrandomelo. Era di Marty. Diceva “Sono andata a scuola, perché mi sembrava giusto così e poi tra l’altro sono parecchio indietro con lo studio, Lou è con me. Chiunque trovi questo biglietto lo mostri agli altri. Baci xx
Marty”
 < A scuola è andata quella… Ludo è in ospedale e lei va a scuola. Inconcepibile. > Fece una brutta smorfia che non mi piacque affatto, d’altronde il dottore aveva detto di staccare la mente e lei aveva solo seguito il suo consiglio… a parte il fatto che era stata proprio lei la prima a controbattere per non andarci, a scuola. Avrà semplicemente cambiato idea!
Io < No, non è affatto inconcepibile. Ha solo fatto quello che ha raccomandato il dottore… > Gli dissi, perché effettivamente era quello che pensavo, poi mi sedetti sul letto di fianco a lui.
Harry < Si, si vero. > Tagliò corto. < Scendo a fare colazione, vieni? > Mi chiese, cercando al più presto di cambiare discorso. L’ho detto che c’è qualcosa che non va… e, da vero amico, dopo gli chiederò dov’è l’Harry Styles che conosco: quello sempre allegro, solare e aperto a tutti.
Io < Arrivo subito, controllo dove sono gli altri e scendo. > Annuì e si avviò verso le scale… solo allora notai un bitorzolo proprio sul lato opposto di quello dove stava dormendo Harry, tolsi lentamente le coperte e feci un sorrisetto. Liam. Lo rimboccai per bene e poi scesi, vedendo il riccio che osservava incredulo la tavola apparecchiata e con tante tazzine di caffè e le brioches. Mi grattai il capo… < Opera tua? > Chiesi, anche se la risposta la sapevo già.
Harry < No, Marty ci ha fatto la colazione… c’è un altro biglietto che dice che si è alzata alle 6 e che, siccome aveva molto tempo, ha preparato tutto. > Rispose in maniera fredda. Poi prese una tazzina ed iniziò a sorseggiare senza dire più una parola, feci lo stesso. Decisi che era arrivato il momento di chiedergli come mai era così giù.
Io < Harry, c’è qualcosa che non va? > Dissi, con il tono più calmo che potessi avere, ma non reagì molto bene… appoggiò in maniera possente la tazzina sull’isola, poi tirò parecchi pugni contro al muro e ad ognuno di quelli io sussultavo.
Harry < Credi che io stia bene, eh?! > Disse, continuando a colpire il muro. Perché?! Io voglio le risposte, non queste reazioni. Quando pensai questo, mi avvicinai a lui e lo presi per la scollatura del pigiama, sbattendolo forte contro la parete sulla quale si stava sfogando. Mi prese per i polsi e provò a liberarsi, centrando con un pugno il mio naso che prese subito a sanguinare. Lo tirai verso di me, per poi fargli colpire nuovamente il muro, stavolta molto più forte. Emise un gemito gutturale ed iniziò a strattonare il pigiama, ma lo tenevo stretto e fu tutto inutile… le lezioni di autodifesa che segretamente mi ha dato Liam a qualcosa servono! Ad ogni modo, notando delle goccioline di sangue sul pavimento, feci per mollarlo e andare a prendere uno straccio per pulirle… cosa completamente sbagliata, perché approfittò di quell’attimo per colpirmi proprio sullo stomaco. Chiusi gli occhi per l’immenso dolore provato, portandomi le mani sulla pancia, cazzo se era potente! Notai il suo sguardo compiaciuto e, ovviamente, reagii utilizzando l’effetto sorpresa: quando ormai aveva abbassato la guardia, mi alzai e gli tirai un pugno molto forte alla mascella. Poi, senza dargli il tempo di contrattaccare, gli bloccai le mani sbattendolo violentemente contro il muro e finendolo afferrando il colletto del pigiama. Il suo sorriso sparì completamente.
Io < Ti ho chiesto se ne vuoi parlare… guardati le nocche, Harry. Non andiamo bene così, caro mio. > Rimarcai le mie ultime parole, facendo il duro. < Ti senti tanto figo a prendere a pugni un muro?! > Dissi, aumentando la presa. Lo vidi strizzare gli occhi, così lo lasciai e cadde in ginocchio davanti a me, con la testa fra le mani: che spettacolo terribile…
Harry < La verità è che non so più che pesci pigliare, Niall… > Sollevò lo sguardo verso di me e le lacrime iniziarono a rigargli il viso, mi sentii un nodo in gola; è che proprio non ce la faccio a vederlo in quelle condizioni. < Guardami. Guarda le mie mani, la fronte… e le mie lacrime! Sto male, per diversi motivi anche. > Disse, trattenendo a fatica i singhiozzi.
Io < Harry parlane con me, non sfogarti in maniere così idiote. Io sono qui, se hai bisogno di qualcuno ci sono io! Peccato che ti abbia dovuto far male per convincertene… > Si alzò e venne verso di me, all’inizio indietreggiai perché temevo le sue reazioni, ma poi allargò le braccia e mi strinse forte, appoggiando la testa sulla mia spalla e iniziando a piangere. Singhiozzava talmente forte… ricambiai con molto affetto e lo incitai a raccontarmi. Tirò su di naso ed iniziò.
Harry < Ieri sera già ero depresso di mio, perché mi sono reso conto di quanto fossi solo. Mentre voi ballavate e vi divertivate io non avevo una ragazza con me… e amo Ludo, Niall. > Annuii, comprendendolo. < La amo, perché lei mi fa sempre sorridere e con lei mi confido. Ma l’hai vista?! È in coma e temo non si risvegli più!! Sono preoccupato… e così ho deciso di affogare la mia tristezza negli alcolici. > Continuò tra i singhiozzii. Scossi la testa… lo capivo, veramente, ma aveva fatto una grande cazzata.
Io < Continua… > Lo intimai.
Harry < Poi quando mi ero bevuto tipo 5 Sex On The Beach il barista mi ha fatto capire che era troppo e così sono andato in bagno e ho chiamato Marty, per parlarle. > Singhiozzò più forte. < E… e le ho detto che mi stavo ubriacando per Ludo e si è arrabbiata. Perché dice che dovrei pensare ad altro… non ci ho visto più e, dalla rabbia, le ho dato della troia. > Sbiancai in viso.
Io < Cosa?! Sei impazzito Harry?! Cioè ma… io so che legame hai con Marty, credo che sia l’unica con cui riesci a parlare ed esprimerti essendo te stesso al 100%. E poi cazzo era l’unica serata che avrebbe potuto passare in pace, e… mi dispiace dirtelo, ma glie l’hai rovinata. > Dissi, ma non migliorai affatto la situazione… alzò un pugno e non feci niente per reagire, perché doveva capirlo da solo, che stava sbagliando. Lo fissai negli occhi, i suoi bellissimi occhi verdi che erano diventati scuri; non reggette a lungo, qualche secondo dopo la sua mano iniziò a tremare e la fece tornare lungo il suo fianco, singhiozzando come un bimbo.
Harry < L’avevo capito anche da solo, non c’è bisogno che me lo dici… comunque dopo che ho finito le sfuriate le mi ha mandato a quel paese e ha riattaccato. E poi credo di essere svenuto. > In che guaio si è cacciato… povero. < E mi ha chiamato Harold. > E allora è incazzata davvero parecchio, nessuno può chiamare Harry col suo vero nome, lo odia. Abbassò lo sguardo con le lacrime che continuavano a scendere, lo abbracciai di nuovo.
Io < Harry… per ora lasciala stare. Davvero, è la cosa migliore da fare. Falla sbollire, poi glie ne parlerai. Ma non scoppiare a piangere davanti a lei, non farlo, non so come potrebbe prenderla. > In effetti le ragazze sono complicate, e non poco. Marty potrebbe prenderla male, come segno di falsità, oppure potrebbe prenderla come segno di scuse, non la conosco abbastanza per capire che cosa farebbe in un caso come questo… ma so chi la conosce. Lou. Lou potrebbe aiutarci, è l’unica nostra speranza di tornare un gruppo unito come prima. Annuì.
Harry < Andiamo a sciacquarci, che siamo messi abbastanza male… > Disse, sorridendo. Sorrisi anche io e lo abbracciai, mi era dispiaciuto tanto menarlo in quel modo… < Anzi, prima finiamo la colazione, e prima ancora leviamo il sangue dal pavimento! > Risi.
Io < Già, se si alzasse qualcuno e trovasse questo spettacolo altro che coma! In manicomio direttamente ci spediscono! > Ridemmo all’unisono, quanto era bello vederlo felice. Presi uno straccio e lo inumidii al lavandino della cucina, che poi lasciai aperto perché potesse sciacquarsi faccia e mani. < Comunque… sono le 11. Il tempo di alzarci e vestirci e si va in ospedale. > Dissi, lui mi guardò sbarrando gli occhi… ma poi annuì in segno di resa. Saremmo andati tutti in ospedale, e ognuno avrebbe detto a Ludo che ci manca. Dobbiamo farlo, non si merita di stare lì. Da sola. In quel lettino freddo di quell’ospedale che, cazzo, stava lentamente rovinando la vita a tutti.
 
POV MARTY
È inutile dire che tutti aspettiamo freneticamente il suono della campanella… e forse io più di loro. Sono seduta vicino a Sel, che è l’unica che conosco abbastanza bene da definirla mia “amica” e ho cercato di seguire attentamente tutte le lezioni che, per fortuna, non mi sono sembrate così tanto complicate. Nell’ora di pranzo cercherò di farmi prestare gli appunti, così posso studiare e mettermi alla pari: ritorno in carreggiata! Dietro di me c’è Billy, il bulletto di classe, che sta scarabocchiando qualcosa sul quaderno… io invece sto freneticamente mordicchiando la matita, quando un suono interrompe la parlantina del prof. L’intervallo. Mi alzo stiracchiandomi per bene, poi prendo la merenda e faccio per uscire, quando qualcuno mi tira per un polso e mi ritrovo a due centimetri da Billy, il che mi fa trasalire.
Billy < Zuccherino, sei tornata… > Disse, con un tono che non mi piaceva affatto. Lo guardai male, ma la sua espressione non cambiò. < Allora… andate bene le vacanze? > Continuò, tirandomi a se e facendo combaciare i nostri petti.
Io < Veramente non… > Non mi fece finire la frase. Mi mise una mano attorno alla vita e provai a spingerlo via, ma oppose resistenza lo stronzo.
Billy < Shh… il tuo Lou non lo saprà, tranquilla… > Disse, avvicinando sempre di più il suo viso al mio. Indietreggiai, ma poco dopo mi ritrovai con la schiena contro la parete, provai anche ad urlare, ma mi mise una mano sulla bocca tacendomi. Così abbassai lo sguardo insegno di resa, quando con la bocca prese la mia canottiera, alzandola e scoprendomi la pancia. Sbarrai gli occhi, ma subito dopo iniziai a dimenarmi e a urlare anche se aveva la mano sulla mia bocca. < Zitta!! Cazzo stai zitta! > Disse per poi tirarmi uno schiaffo sulla guancia. Iniziarono lentamente a scendermi le lacrime, che gli bagnarono la mano, ma se ne fregava altamente. Lo odio. Coglione. Provai anche a tirargli dei calci ma si mise in piedi sopra le mie vans, bloccandomi anche le gambe. Ero praticamente immobilizzata, non potevo fare niente! E il brutto è che Lou non c’è mai quando serve! Eravamo d’accordo di vederci all’intervallo, alla fontanella, non si è preoccupato?! Continuò ad alzare la maglietta fino ad arrivare al reggiseno che, per fortuna, mi ero cambiata e non era più quello in pizzo. Continuai ad urlare e a singhiozzare più forte, quando iniziò a lasciarmi dei baci sulla pancia, continuando a gemere. Solo che a me non piaceva, anzi, mi faceva schifo. Parecchio. Dall’ombelico iniziò a salire, fin quando le sue labbra incontrarono il ferretto del reggiseno e scossi la testa, con le lacrime che scendevano come fiumi. < Si invece, è la parte più bella… dovresti collaborare!! > Continuò il suo lavoro, stuzzicando (o meglio, provando inutilmente a stuzzicare) il ferretto coi denti. Non posso resistere ancora a lungo, perché so che dopo questo lui intende arrivare al punto. Piansi più forte e mi arrivò un altro schiaffo, solo che stavolta non eravamo più soli. Alzai la testa, mi si illuminò lo sguardo quando vidi quell’angelo: Lou. Il mio amore che fece toc toc sulla spalla di Billy, che immediatamente si girò e tolse le sue mani da me.
Io < Sei un pezzo di merda! Lurido coglione del cazzo!! > Dissi, con la voce che era ancora rotta dal pianto. Lou si avvicinò a me e mi prese la mano, asciugando le lacrime con pollice e facendomi sentire subito meglio.
Lou < Ti ha fatto qualcosa? > Chiese, quanto mi mancava sentire la sua voce… annuii leggermente.
Io < M-mi ha… praticamente voleva spogliarmi e poi… > Continuai a piangere, mettendo le mani sulla faccia per nascondere la tipica smorfia che si forma sulla bocca di chi sta avendo una crisi. Singhiozzai fortissimo, e il suo sguardo si spostò su Billy. < E mi aveva immobilizzata, e anche picchiata. Hai visto no? > Fu l’ultima cosa che riuscii a dire, perché fui interrotta dai miei singhiozzi.
Billy < Tomlinson… > Disse in tono minaccioso. < Che è successo? Ho toccato la tua amichetta… e allora?! > Continuò, avvicinandosi sempre di più al mio ragazzo.
Lou < Irwins… > Rispose Lou, che poi venne di nuovo verso di me e appoggiò le sue labbra sulle mie. Intensificai il bacio mettendogli le braccia intorno al collo e lui mi passò più volte le mani tra i capelli, facendo rimanere Billy a bocca aperta. Si staccò da me e mi sorrise. < Stai tranquilla, ci sono io. > Affermò, sfiorandomi le guance.
Io < Per fortuna, sei arrivato appena in tempo. > Gli dissi, per poi avvicinare la testa al suo orecchio. < Dopo ti restituisco il favore… > Sussurrai, ma in modo che pure il bullo sentisse. Ci scambiammo due occhiate ammiccanti e poi mi fece sedere, sulla sedia.
Lou < Senti, non faccio tutti quei giri di parole che non mi si addicono per niente… ma stai lontano da lei. È mia, non la puoi sfiorare Irwins. Non puoi. > Gli disse ed io mi sentii rinata dentro. Avrei voluto avere un registratore, per registrare quelle parole, veramente… so che tiene a me, ma non così tanto! < Facciamo che te ne vai di qui, prima che io possa cambiare idea sul fatto di farti uscire intero… ok? > Continuò, avvicinandosi a Billy minacciosamente. Arrivò a due centimetri da lui, tirandosi su la manica della maglia e mostrando quei tatuaggi perfetti, contraendo il muscolo. Il bullo non fece nemmeno in tempo a sbiancare dalla paura che era già corso via. Lontano da noi due. Le mie mani stavano ancora tremando… non ci posso credere che mi ha protetta così. Oddio! Sto praticamente esplodendo dentro. “Lei è mia”, gli aveva detto. “Non puoi toccarla”. Quelle parole continuarono a rimbombarmi nella testa, finché davanti ai miei occhi se ne posarono altri, color azzurro cielo… e, automaticamente, sorrisi.
Io < Che cos’è questo istinto protettivo? > Chiesi, prendendogli finalmente le mani. Arrossì come un pomodoro scatenando una mia risatina sotto i baffi. Mi avvicinai ancora un po’ a lui, facendo scorrere il dito sul suo petto… < Sei stato un pochino come un eroe, Lou. > Gli dissi, appoggiando le mie labbra sulle sue e staccandomi subito dopo.
Lou < Per te… farei qualsiasi cosa. > Era così maledettamente tenero! Mi appoggiò contro il muro, baciandomi molto appassionatamente. Quando Billy si è “avvicinato” a me… ho capito quanto fosse importante Lou, per me. Le mani, che all’inizio si erano appoggiate delicatamente alle mie, non erano sue. E nemmeno le labbra che mi sfioravano la pancia. E gli occhi, che mi guardavano piangere, non erano suoi nemmeno quelli. È stato in quel momento che ho capito a che livelli arriva il mio amore per lui.
Io < Sei il mio superman… > Dissi, continuando a baciarlo. Non so come mai, ma ogni volta che mi bacia è come un’esplosione di sentimenti, combinata alla sensazione di pericolo che sento, quando siamo in luoghi come la classe. Una scarica di adrenalina! La cosa stava per diventare piccante, quando sentimmo la porta sbattere ed immediatamente ci staccammo, vedendo la Dover pietrificata. Non era l’unica ad esserlo. Anche noi eravamo immobilizzati, cercai di spiegarle tutto… ma cosa c’è da spiegare?! Che momenti imbarazzanti! < Prof, ecco noi stavamo solo… non è come sembra… > Mi squadrò da capo a piedi, e la sua attenzione si fermò sulla mia mano, che aveva lasciato quella del mio ragazzo. La fissai per un po’ anche io, capendo che stava osservando il mio splendido anello. Arrossii, coprendolo con la mano libera.
Prof. < Bene bene… > Sorrise maliziosamente. < E così abbiamo una nuova coppietta, giusto Tomlinson? > Tirai un sospiro di sollievo, per fortuna non aveva interpellato me! Guardai Lou negli occhi, gli sorrisi scuotendo leggermente la testa e scoppiando a ridere. Risero anche loro, ma non è giusto! Ogni volta che proviamo ad eccedere… ci interrompono sempre! Uff…
Lou < Ci ha beccati prof!! > Ironizzò. Misi una mano tra i capelli, spostandomi un ciuffo e poi sorrisi anche alla prof. < Non poteva entrare tra 5 minuti eh?! > Ci fece ancora ridere.
Prof. < No, mi dispiace! La prossima volta starò attenta. > Stavo per parlare io, ma mi interruppe. < Fenini, io credevo che tu fossi la ragazza di Harry Styles! Sai, il vostro rapporto è sempre stato bellissimo e… > Non avrei retto un’altra sola parola, davvero no. Già stamattina vederlo dormire, tutto rannicchiato, è stato deprimente, poi se mi dice che ci sto insieme! Proprio non andiamo bene… la mia espressione si fece seria e anche quella di Lou.
Io < Prof io e Harold abbiamo litigato ieri sera. Non ne voglio sentir parlare, di quel ragazzo… scusi se la interrompo ma non ce la faccio. > Dissi, e presi la mano a Lou, stringendola forte tra le mie dita. < Sono stata molto male per quello che mi ha detto, per cui non mi va proprio di parlare di lui. > Tagliai corto. Lei annuì e poi mi disse una cosa stupenda, lasciandomi quasi a bocca aperta…
Prof. < Oh scusami, non lo sapevo… > Fece una pausa. < Sei fortunata a stare con lui, è un ragazzo d’oro. > Lo guardai negli occhi, perdendomici un’altra volta. E poi mi ha sorriso… il suo sorriso per me è la fine del mondo, ma l’inizio del paradiso. Ricambiai, voltandomi verso la Dover.
Io < Lo so… > Risposi, poi lei sorrise e uscì dalla classe, dicendo che aveva da fare e strizzandoci l’occhio… quanto la adoro! In momenti come questi ci avrebbero linciati, gli altri, ma lei no. Lei è diversa, perché prova a mettersi nei nostri panni e a capirci; spero davvero di riuscire ad avere un bel legame.
Lou < Wow ma che risposte che hai dato alla prof! > Mi sfiorò i fianchi, mentre ero ancora contro il muro. Sentii dei brividi passarmi lungo tutto il corpo… < Mi è piaciuta soprattutto l’ultima. > Disse, avvicinando la testa al mio orecchio e mordendomi il lobo. Sussultai.
Io < Ehi ehi calmo… il favore te lo ricambio dopo, non adesso… > Feci la voce sensuale che gli piaceva fa impazzire, poi gli scompigliai dolcemente i capelli, sorridendogli.
Lou < Piccola… metà adesso e metà dopo. > Mise il broncio, facendomi ridere.
Io < Un quarto! > Ribattei, e la sua risposta fu immediata.
Lou < Affare fatto!! > Esclamò. Non mi diede nemmeno il tempo di reagire che posò le labbra sul mio collo, iniziando a lasciare dei piccoli bacetti qua e là… strizzai gli occhi quando succhiò avidamente un punto, per ripararlo poi con la lingua. Riportò la bocca sulla mia e prese a baciarmi violentemente, infilando una mano sotto la maglietta e toccando la coppa del reggiseno. A quel punto trasalii e mi staccai. < Che ti prende? > Chiese, con tono strano.
Io < No Lou non mi sento pronta… non dopo quello che ha provato a farmi Billy oggi, mi ha praticamente traumatizzata. > Gli risposi, sfiorando la sua guancia. Annuì e mi prese una mano, giocherellando con l’anello al mio dito.
Lou < Ho capito… beh… io non ho fretta, ti aspetterò. Che poi tra l’altro quello che facciamo insieme mi sembra più che sufficiente, ho solo voluto vedere fino a che punto ti saresti spinta… tutto qui. > Ammise. Alzai gli occhi al cielo, per poi ritornare a guardarlo. Quanto era bello… e tutta quella bellezza era capitata proprio a me! Ha ragione la Dover, sono proprio fortunata ad avere un ragazzo così… ci baciammo un’ultima volta, prima che il suono della campanella ci facesse tornare dal paradiso, per rimetterci sui banche del mondo reale.
 
POV REBY
Presi la spazzola e mi pettinai i capelli bagnati, per dargli una forma decente almeno dopo aver fatto una bella doccia rilassante. Guardai l’ora, era più o meno mezzogiorno, il che voleva dire che il dottore aveva finito le visite, come diceva il suo messaggio delle 11. Mi ha riferito, molto gentilmente, che oggi le visite le avrebbe fatte la mattina, perché aveva parecchi pazienti da visitare nel pomeriggio e non avrebbe avuto tempo. Quindi avremmo mangiato e poi, il pomeriggio, ci saremmo diretti all’ospedale e saremmo stati lì fino a sera… programma che non rispettava per niente le idee del povero Niall. Qualcuno bussò alla porta e, dopo essermi sistemata per bene l’accappatoio, aprii. Eccolo, il mio angelo irlandese.
Niall < Oh scusami! È che ti stavo cercando… > Disse, mentre si passava una mano tra i capelli. < Ti devo dire una cosa! > Esclamò, cambiando completamente tono…
Io < Dimmi!! > Lo incitai, con voce carismatica. Non so perché, ma speravo fosse qualcosa che riguardasse noi, come coppia: ieri sera abbiamo ballato, ci siamo divertiti e ci siamo legati ancora di più di quanto già non fossimo… speravo mi dicesse qualcosa di romantico, o comunque tenero. Non so il motivo, ma ci speravo proprio.
Niall < Mi ha scritto Marty dalla scuola, ha detto di avvisarvi che la Dover ha interrogato a sorpresa. Ma non l’ha scelta per via dell’ospedale eccetera eccetera… comunque potreste essere interrogate voi, quindi per dopodomani studiate! > La mia speranza andò praticamente a rotoli, poi gli sorrisi ed annuii, ringraziandolo.
Io < Ora mi finisco di preparare, se non dispiace… > Dissi, grattandomi la testa. Sorrise. Cazzo, il suo sorriso. È qualcosa di perfetto. A parte quell’apparecchio che AMO, ma poi il tutto insieme… non lo so spiegare.
Niall < Ehm… giusto! Ti lascio alle… alle cose da, da donne! > Chiuse la porta ed io mi ci appoggiai con la schiena, come le spie nei film… lo sentii che si allontanava ed allora tirai un sospiro di sollievo. Scossi la testa, pensando che sarebbe stato impossibile parlare da sola, con Niall, di noi due… asciugai in fretta i capelli, mi vestii e scesi in cucina, con gli altri.
Io < Buongiorno ragazzi! > Li salutai, sorridente. Niall mi fece un cenno con la mano, mentre Harry era seduto sulla poltrona intento a leggere un libro. Mi sedetti sul tavolino davanti a lui, ma non mi notò, quindi andai a bere un caffè e a mangiare le brioches che ci aveva portato Marty… squisite!
Niall < Come stai? > Mi chiese, attaccando bottone e ignorando l’Harry che a quanto pare era incazzato nero. Chissà come mai…
Io < Bene grazie… ho ancora un po’ sonno però. > Dissi e lui mi sorrise, poi si creò un silenzio abbastanza imbarazzante tra di noi… così decisi di romperlo. < Mi sono divertita ieri, grazie. > Non rispose, ma subito abbassò lo sguardo. Mi aveva perlomeno sentita? Di certo si… ma non mi rispondeva, e questo mi faceva arrabbiare. E parecchio. Decisi di andarmene di sopra, lasciandolo spiazzato: magari al piano superiore ci sarà da mettere in ordine o pulire qualcosa… sbuffai, aprendo la porta della camera, ma mi scontrai con Liam, che sbadigliava.
Liam < Buongiorno! > Mi abbracciò ed io stetti lì ferma, capii che c’era qualcosa che non andava… e non si fece problemi a chiedermelo. < Che succede? >
Io < Sono scesa e Harry era incazzato per non so quali motivi, Niall non risponde a quello che gli dico e il perché rimarrà un mistero e Feddy sta dormendo, per cui non posso parlare con nessuno. Che palle. > Presi fiato alla fine, perché avevo detto tutto velocemente… Liam mi guardò dritta negli occhi e poi rispose.
Liam < Non è vero che non c’è nessuno! Puoi parlare con me… hai fatto qualcosa di male con Niall o Harry? > Chiese… ma effettivamente io non avevo fatto proprio niente, comunque era un bel presupposto da cui partire.
Io < Con Harry non ho parlato granché, a parte quando abbiamo litigato per poi chiederci scusa… con Niall, porca troia, sono stata benissimo. Abbiamo ballato, riso, scherzato e anche dormito insieme; solo che quando mi sono alzata lui era con Harry quindi penso che abbiano parlato… ora una domanda ce l’ho io. > Gli dissi, facendo poi una pausa. Mi incitò a continuare. < Ma quando sei entrato in bagno… come l’hai trovato? > Gli si sbarrarono gli occhi, stava provando a ricordare la scena in tutti i dettagli, per poi potermi raccontare tutto perfettamente. Fece un lungo sospiro e mi invitò a sedersi sul letto di fianco a lui, così mi accomodai quando iniziò a parlare.
Liam < Praticamente… era finito il primo ballo lento ed avevo appena dato il mio numero di cellulare ad una vecchia amica, persa per colpa di Sophia. Volevo darmi una rinfrescata, così sono andato in bagno e l’ho trovato disteso per terra, con la faccia contro il pavimento. Senza sensi. > La mia espressione rimase molto seria.
Io < Ok, vai avanti. > Lo incitai.
Liam < La prima cosa che ho fatto è stato girarlo pancia all’aria per vedere se aveva subito danni, ma aveva solo un bernoccolo in mezzo alla fronte, molto gonfio. Così ho appoggiato le due dita sul suo collo e il battito cardiaco era regolare, per fortuna non sono entrato in panico! > Fece una piccola pausa, perché anche lui parla molto velocemente, soprattutto quando è in ansia. < Poi il mio sguardo è ricaduto sull’oggetto che aveva in mano, il suo cellulare. Lo sbloccai e vidi aperto il registro di chiamate, con l’ultima di Marty, e quindi pensai che avessero potuto litigare… ma Harry non è proprio il tipo che sviene per una ragazza, quindi esclusi la cosa. E… il resto lo sai anche tu. > Misi una mano sulla fronte, cercando di riflettere su quello che mi aveva appena detto… ma niente. Alla fine feci questo ragionamento.
Io < Allora… credo che tu abbia notato che nei balli lenti lui non era in pista, l’ho notato anche io. > Annuì. < Quindi poteva essere solo in due posti: al bagno o al bar, perché al nostro tavolo lui non c’era… ballavo lì vicino, con Niall, l’avrei visto. > Fui interrotta dalla porta che sbatteva. Mi girai di scatto, vedendo Zayn e Feddy sulla soglia. Ci salutammo tutti e poi ritornammo al nostro discorso, invitando anche loro a parlare con noi… magari avevano qualche informazione! < Dicevo… Harry non era al nostro tavolo, durante i balli lenti. E nemmeno in pista. > Zayn mi interruppe.
Zayn < Certo, perché era al bar! > Liam ed io ci guardammo e gli dicemmo di andare avanti. < Bhe… Feddy ed io stavamo ballando davanti al bar e abbiamo visto uno vestito più o meno come lui, e con gli stessi capelli. > Feddy confermò tutto.
Feddy < Si si è vero! > Sbadigliò molto rumorosamente. < Noi non credevamo fosse lui, ma voi ora ci avete detto che non era né in pista né al nostro tavolo… quindi era lui per forza! E se facciamo i conti… > Mi gelò il sangue nelle vene. Harry si era ubriacato, per forza. Non c’erano altre alternative… la storia della chiamata con Marty rimane un mistero, ma almeno sapevamo qualcosa. Era solo un’ipotesi, ma tutto coincideva. Ora… perché si era ubriacato? Perché aveva chiamato Marty? Era svenuto per l’alcool? Se si, cosa cazzo aveva bevuto?! Avevo troppe domande che mi frullavano per la testa, così tirai un sospiro e cercai di ragionare ad alta voce con gli altri che mi aiutavano.
 
*DUE ORE DOPO*
POV LOUIS
Presi la mano a Marty, prima che aprisse la porta della stanza… era parecchio tesa. Guardai la fine e l’inizio del corridoio, per controllare che nessuno ci stesse seguendo, ma non c’era anima viva. Il che era preoccupante. Si girò verso di me e mi fissò negli occhi. Le sorrisi, per tranquillizzarla, poi strinse forte la mia mano e girò lentamente la maniglia… all’inizio la luce che veniva dalla finestra abbagliò i nostri volti, poi ci abituammo e riuscimmo a scorgere il letto, dove era stesa la povera Ludo. Rimasi a guardarla per un po’… aveva gli occhi chiusi e le mani lungo i fianchi. Il suo viso era molto pallido, ed aveva attaccati alla testa numerosi fili che erano collegati ad un macchinario molto ingombrante, posto di fianco a quel lettino che stavo odiando più di ogni altra cosa. Quella camera era abbastanza grande, con due sedie ed un tavolino, con varie siringhe e medicinali vari. Io e Marty ci girammo l’uno verso l’altra in contemporanea… e subito dopo la strinsi forte a me. Non voglio baciarla, non qui e soprattutto non adesso; così le stampo un bacio leggero in mezzo ai capelli e massaggio la sua spalla.
Io < Andrà tutto bene… > Le dico, cercando inutilmente di evitare che scoppi a piangere da un momento all’altro. Dico inutilmente perché tanto lo so che piangerà, ed io sarò lì a consolarla. La vedo andare a prendere una delle sedie e metterla a fianco del letto, crollandoci sopra… faccio lo stesso anche io e mi siedo vicino a lei.
Marty < Spero… non so se andrà tutto bene Lou. Ho perso un migliore amico, per colpa sua, e non voglio perdere lei… capisci che ho solo te? Gli altri non sanno nemmeno che stiamo insieme, a meno che non glie lo abbia detto Harry, ma lo escludo. > Incominciò a singhiozzare, con il mascara che lentamente le rigava le guance. < Lei è come una sorella per me, se perdo anche lei è finita. Io sono venuta qui, a Londra, con loro, per stare meglio e farci una nuova vita… e guarda in che cazzo di posto siamo finiti! > Allargò le braccia, indicando l’ospedale. Non posso tranquillizzarla, consolarla o fare qualcosa per farla star meglio… perché ha ragione. Non riesco nemmeno a mentirle per farla stare meglio, so che non ci casca e oramai vede le cose per quello che sono, sentir parlare di Ludo in coma e vederla fa un altro effetto. Soprattutto per lei, che è emotivissima… infatti non ce la faccio a stare qui e vederla così. Solitamente, quando avevamo i turni, li passava a piangere; poi il fatto che abbia parlato e abbia finalmente buttato fuori quello che si teneva dentro da tempo l’ha fatta esplodere.
Io < Calmati Marty, stai tranquilla. Vedrai che… > Non riuscii a finire la frase che aumentarono i suoi singhiozzi. Povera, stava morendo dentro. E io sono qui, con lei, ad assistere a questo spettacolo terribile, feci l’unica cosa che ero in grado di fare: le presi il viso tra le mani, asciugandole tutte le lacrime, ed immediatamente smise di singhiozzare… ma continuava a piangere. Portai le mie labbra sulle sue, anche se mi ero promesso di non farlo, ma stava troppo male per starsene lì, con le mani in mano. Continuava a piangere lo stesso, e quei fiumi raggiunsero presto le nostre bocche, che però non si staccarono. Non andammo oltre, sarebbe stato troppo fuori luogo, ma fu perfetto così.
Marty < Sai sempre come farmi felice, tu. > Era tutto quello che mi sarei voluto sentir dire, in quel momento. La strinsi forte a me e lei ricambiò… ma poi si staccò e prese per mano Ludo, sbarrando gli occhi. < Cazzo, ma il suo corpo è freddissimo. > Disse, preoccupata. Lanciai un’occhiata alla macchina che indicava che il suo cuore stava continuando a battere… così la tranquillizzai.
Io < Marty… è viva, tranquilla. > Dissi, con molta calma. Poi rivolsi il mio sguardo alle loro mani intrecciate… sospirando, per non mettermi a piangere anche io. Si sedette sulla sedia.
Marty < Ludo, se ci senti ascolta bene queste parole. Io sono Marty, credo che la mia voce tu la conosca fin troppo bene per confonderti… ma non l’hai mai sentita, fino ad ora, mentre sei stata qui in ospedale. Si, sei in ospedale e stai “dormendo” … ma sono sicura che da un giorno all’altro potresti svegliarti. Io lo so, perché tu sei forte a differenza mia. Quando ero qui, con te, non ho mai parlato perché piangevo, e piangevo perché credevo non ti saresti più risvegliata; ma ora mi sono veramente resa conto che devo smetterla di essere così debole ed affrontare la realtà per quello che è, come fai tu. > Disse, la sua voce iniziò di nuovo a tremare perché avrebbe voluto piangere. Ma trattenne le lacrime. E lo fece perché a Ludo lei vuole bene, come una sorella. < Ludo ascolta… sono qui per chiederti scusa. Scusa se sono così… d-debole e insensibile da non essermi accorta delle tue condizioni. Scusa davvero, non so che altro dirti. Ti prego accettale le mie scuse, non vivrei senza di te… e lo sai bene, meglio di me. Scusami. > No ora mi metto io a piangere. Le ha detto parole bellissime, che mi hanno fatto veramente riflettere su quanto ci tenga… vidi la sua mano tremare, per poi stringere forte quella di Ludo. Vedemmo dalla macchinetta il battito cardiaco aumentare vertiginosamente, poi sentimmo una voce. Un’inconfondibile voce.
Ludo < Marty, Lou… che ci facciamo qui? > Sentii Marty lanciare un urlo, che soffocò mettendosi una mano davanti alla bocca. Poi le lacrie iniziarono a scenderle, ma erano lacrime di gioia.
Io < Oddio… non ci posso credere. > Fu tutto quello che riuscii a dire, poi mi gettai ad abbracciarla e le stampai un bacio sulla guancia. Cioè è sveglia. È sveglia. Marty era praticamente immobilizzata, così le lasciai sole per andare a chiamare il dottore, anche perché la mia mente stava entrando in confusione. Mi chiusi la porta alle spalle e il corpo che si fermò davanti a me annegò la mia positività: Harry.
Harry < Che cazzo ci fai qui? >
 
SPAZIO AUTRICE
Finalmente Ludo si è svegliata! Sono contentissima! E poi Marty e Harry che litigano… mamma mia poveretti. Niall è un angelo, peccato faccia star male Reby, che però intanto si consola con Liam.
Vorrei dirvi che non pubblicherò più così frequentemente, perché è riiniziata la scuola e faccio la prima superiore… mi scuso con tutti. Ad ogni modo fateci sapere che ne pensate. Baci xx
Marty

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Capitolo 20
*** Amici di un mostro ***


POV HARRY
Andai, oramai senza speranze, verso la stanza dove è ospitata Ludo… quando allungai la mano verso la maniglia la porta do spalancò e mi ritrovai davanti a Louis. Mi squadrò da capo a piedi, fino ad arrivare a fissarmi negli occhi, e il suo sguardo gelido mi fece passare un brivido lungo tutta la schiena.
Lou < Harry. > Mi fece un canno con la testa, ricambiai e poi feci l’unica cosa sensata da fare.
Io < Ludo? Come sta? > Chiesi, passandomi una mano tra i ricci. È strano che gli altri si siano comportati in maniera così… misteriosa. Prima Reby ha provato a convincermi a venire da solo qui, poi ci si sono messi anche Feddy e Zayn ed infine anche Liam e Niall. Chissà di cosa avranno dovuto discutere di così tanto importante… che poi mi da fastidio il fatto che sembra mi vogliano nascondere          qualcosa… uff…
Lou < Harry, Ludo è sveglia. Si è svegliata poco fa e crediamo di sapere il motivo… sto andando per questo a chiamare il dottore. > Disse. Accennò a un sorriso, poi ritornò subito serio e fece per sorpassarmi, quando lo presi per un braccio. Ma che cazzo di modo è per dirmelo?! È la notizia più bella della mia vita, e me la dice con quel tono da incazzato… che ho fatto a lui?! A Marty si, ok, ma a lui non ho fatto niente. Mi ha rovinato tutto.
Io < Senti, non so che cosa io ti abbia fatto, ma se ti sembra il modo di dimostrare la tua felicità, tra l’altro su una cosa molto delicata che si da il caso che ci tenga molto, hai sbagliato caro mio. > Gli dissi, alzando un poco il tono. Si girò verso di me mentre ancora gli tenevo il braccio, guardandomi malissimo.
Lou < Hai dato della troia alla mia ragazza e del puttaniere a me, e sono sicuro che non era per effetto dell’alcool: cinque Sex On The Beach non sono niente per te, e lo so bene. Quindi smettiamola di fare il bambino, ok Harry? > Controbatté lui, liberandosi della mia presa. Ora mi ricordo… loro sono fidanzati, cazzo. Me l’aveva detto lei al telefono, con la voce rotta dal pianto, e subito dopo ero svenuto quindi non me lo ricordavo… mi misi una mano sulla fronte, guardandolo dirigersi di corsa verso la reception. Ma ora non posso essere così triste. Devo scacciare dalla testa i miei pensieri, per Ludo, devo farlo per lei… non posso farmi vedere così dalla ragazza che amo. Prima di entrare in camera mi preparo psicologicamente perché ci sarà anche Marty, quindi devo essere il più felice possibile per farle vedere che sto bene anche senza di lei… faccio un respiro profondo e, prima di entrare, appoggio l’orecchio alla porta per sentire i loro discorsi.
Marty < Oddio Ludo sei sveglia!!! > Urlò, con la voce che tremava.
Ludo < Si, ma non capisco perché ti agiti tanto… > Disse Ludo, molto calma. Quanto mi mancava la sua voce… e ora è tornata, e sono qui per lei. Apro leggermente la porta, per vedere che fanno. Marty è con una mano davanti alla bocca e piange di gioia, mentre Ludo è seduta sul letto a vedere la sua migliore amica sclerare. Mi venne naturale sorridere.
Marty < Ludo! Ma sei stata in coma 10 giorni tu!! E ti sei appena svegliata, non vedi che sei in ospedale?! > Esclamò in preda al panico. < Ascolta siccome non starai capendo molto, ti dico subito che Lou è andato a chiamare il dottore che ti farà delle visite… poi quando arrivano ti dico il mio piano. Ok? > Corse verso di lei e si abbracciarono forte… questa si chiama “vera amicizia”. Decisi che era il momento di entrare, quindi spalancai la porta, mentre erano ancora abbracciate. Gli occhi di Ludo si illuminarono vedendomi, mentre da quelli di Marty smisero subito di scendere le lacrime e divennero freddi. Troppo freddi, per i miei gusti.
Marty < Harry. > Disse, con un tono di voce che stava diventando glaciale a dir poco. Ricambiai guardandola abbastanza con sufficienza, anche se dentro ero esploso in un mare di lacrime… ma non sono qui per lei. C’è Ludo che si è appena svegliata, così mi fiondo ad abbracciarla senza rendermi conto di spingere via Marty. Quest’ultima sbatte la schiena contro la sedia e faccio per andare ad aiutarla, quando si rialza freddandomi con uno sguardo. Si siede ed incrocia le braccia, sbuffando, ma io mi concentro sulla bellissima ragazza seduta sul letto, che torno a stringere forte a me. Ora niente potrà portarmela via. Niente e nessuno.
Io < Non sai quanto mi mancavi Ludo… non avevo più nessuno con te qui all’ospedale. > Dico. La vedo sorridere, poi le stampo un rumoroso bacio sulla guancia e rimango ad accarezzarle il viso… seduto a fianco a lei.
Marty < Tutto ok Ludo? Come ti senti? > Chiede, precedendomi di qualche decimo di secondo.
Ludo < Ehm… confusa! > Dice, facendoci sorridere. È tornata, non riesco a crederci. < Ho un po’ di mal di testa, ma ora che so che ero in coma penso sia normale… > Afferma, annuii.
Io < Ci hai fatto prendere un colpo! Stai più attenta mentre scendi le scale la prossima volta, va bene? > Dissi, facendo il tono del padre arrabbiato che lei tanto adorava. Guardai Marty per un secondo, che si spostò sbuffando un ciuffo da davanti alla faccia, quasi seccata.
Ludo < Va bene paparino! > Esclamò. Scossi leggermente la testa, per poi veder entrare in camera il dottore, seguito da Louis, che sorride immediatamente vedendo Ludo seduta sul letto.
Dottore < Signorina Spiezia! Era ora che ti svegliassi, sono 10 giorni che te ne stai lì! > Dice il sarcastico dottore che non sopporto… < Ora ti devo fare qualche visita. Uscite, voialtri. > Ci comanda.
Marty < Ci può chiamare quando ha finito? Così possiamo stare qui con lei… tanto il numero di uno di noi ce l’ha, se non sbaglio. > Afferma Marty, sempre più glaciale, dal fondo della stanza.
Dottore < Si, ma sarebbe meglio se veniste qui a piccoli gruppi o uno alla volta, perché tutti insieme fareste confusione e potreste confonderla. Mi spiego? > Annuimmo, tutti, compresa Ludo. < Intanto andate a farvi un giro, io provvedo a chiamare la vostra amica… come si chiama… Rebecca, per dirle che si è svegliata e che sarò io stesso a richiamarla quando potrete tornare qui. > Se prestiamo attenzione non è poi così male ‘sto dottore, infondo. Era solo antipatico all’inizio, ma ora si sta dimostrando gentile, educato e simpatico. Nell’insieme non è affatto un tipo così male…
Io < Ok, quindi non ci dobbiamo preoccupare? > Chiesi. Ci rispose che avrebbe provveduto lui a tutto e, detto questo, ci congedò. Chiusa la porta, vidi Marty crollare tra le braccia di Lou, trattenendo a fatica le lacrime. Lei oramai ci sa fare coi sentimenti: sa far vedere a noi che è felicissima quando sta morendo dentro, e quando è fredda sta male. Io invece non so come sto facendo a tenermi tutto dentro… così, senza dire niente, quando siamo fuori dall’ospedale mi dirigo in palestra. Tanto a loro non frega di me… solo che sento qualcuno che mi chiama, Marty.
Marty < Harry! > Corre verso di me, facendo una smorfia che doveva essere un sorriso mentre mi mostrava lo schermo del suo S3. < Dove vai? Così almeno lo posso dire agli altri… sto scrivendo a Niall. > Aggiunge con la voce fredda. La guardo, dritta negli occhi, quando anche Lou ci raggiunge. Decido di non dirgli che vado in palestra, giusto perché non vorrei essere seguito.
Io < A fare un giro in centro… voi? > Rispondo, tenendo lo sguardo fisso sui miei mocassini.
Lou < Torniamo a casa dagli altri, per dargli la bella notizia… divertiti in centro. > Afferma lui, tagliando la corda. Ci salutiamo e prendo la strada che mi porterebbe in piazza, ma quando svoltano l’angolo mi infilo in un vicolo e sbuco proprio davanti alla palestra. Battendo il pugno ai soliti ragazzi che incontro, entro e faccio vedere l’abbonamento mensile… mi lasciano passare e mi fiondo negli spogliatoi. Mi ritrovo in una stanza abbastanza grande, con ai lati due enormi panchine con appendiabiti e tutto il resto. Sul fondo ci sono due porte per i bagni: maschi e femmine. Centro l’appendino col giubbotto e corro nel bagno, senza nemmeno rendermi conto che le lacrime iniziarono a solcarmi il viso.
 
POV LOUIS
Finalmente riuscimmo a sederci in pullman, che oggi era proprio affollatissimo. Marty prese il suo cellulare ed immediatamente tirò fuori dallo zaino (che entrambi ci siamo portati dietro per andare all’ospedale) le cuffiette e se le infilò nelle orecchie, alzando il volume al massimo e fissando il vuoto. Era bruttissimo vederla così, ed io mi sentivo sempre più impotente. Così le presi il viso tra le mani ed immediatamente si tolse le cuffie, notai le pupille dilatate e scossi la testa.
Io < Non puoi andare avanti così piccola… rischi di scoppiare prima o poi, e rimanere in un mondo tutto tuo non ti aiuterà. > Mise le mani sulle mie, accarezzandole dolcemente. Sorrisi, e riuscì a ricambiare quando delle lacrime scesero velocissime, ma le asciugò subito, come se si vergognasse a piangere in mia presenza. Decisi di chiederglielo. < Non vuoi piangere quando ci sono io? Hai vergogna? > Mi fissò negli occhi, e lasciò scendere delle altre lacrime, che erano cascate.
Marty < No. > Tirò su di naso, ma la sua voce rimase uguale. Per fortuna non singhiozzò, non ce l’avrei fatta. < Non mi vergogno… è che… mi sembra irrispettoso nei tuoi confronti, insomma sei l’unica ragione per cui sorrido, non voglio che tu stia male perché piango… mi spiego? > Prese un fazzoletto e si asciugò il viso perfetto. Appena finì appoggiai le labbra sulle sue, per darle la mia risposta. Non vuole che stia male per lei?! Scherziamo? Praticamente è il mio dovere farla sorridere.
Io < Piaciuta la risposta? > Annuì e sorrise leggermente, bingo! Le presi la mano, stringendola forte ed intrecciando le nostre dita… decisi di fare il romanticone. A lei piaceva. < Ascolta… > Avvicinai la mia faccia alla sua, stando però lì per parlarle. < Marty, quando ti ho chiesto di essere la mia ragazza mi sono preso la tua responsabilità… ora io sono per te un padre, un amico, un nemico, ti darò consigli e tutto il resto. Ma il mio compito più grande è quello di renderti felice, e di appoggiarti quando sei triste. Non mi interessa se piangi da sola o con Ludo… o con me, il mio desiderio è quello che tu non pianga. Ok? > Spalancò gli occhi, poi mi baciò lei.
Marty < A te la risposta è piaciuta? > Amo letteralmente quando fa così… cioè la amo sempre, ma quando è così impazzisco! Annuisco, poi la bacio di nuovo.
Io < Te ne darei altre 1000 di queste risposte… ma… mi ha scritto Niall. > In effetti era così. Mi aveva detto che avrebbe voluto vedermi, in palestra, per parlare di Harry con lui… gli dissi di si, perché con Marty di Harry non voglio parlare. Non ora almeno, che sembra felice. Lei è un’ottima attrice ma io, che la conosco davvero, dico che non sta pensando a lui in questo momento. < Vuole almeno che io e Harry facciamo pace, quindi prova a convincere me. Ma non sa che è lavoro inutile. > Le dico, giusto per tranquillizzarla un pochino, ma poi mi rendo conto che è vero quello che sto dicendo. Harry ha aperto un varco tra di noi, non sarò io a chiedergli scusa. Marty sembrava combattuta, come se dovesse dirmi qualcosa che non sa come dire… guardava i suoi jeans aderenti, con il cellulare bloccato in mano che si mise a vibrare, vidi che era Niall.
Marty < Pronto, Niall? Si… si ma non credo sia giusto… no Niall no… ascolta stai sbagliando per me… no ma… Niall!!! Oh senti fai come cazzo vuoi… si si va bene, ciao. Ho detto va bene! Diffidente… si, torno a casa. Vedi di non combinare altro per oggi. > A sentire dalla conversazione che stava avendo non sembrava molto convinta della “cosa” che dovesse fare Niall. Mah… non vorrei curiosare troppo nei suoi affari, quindi me ne sto zitto e rispondo a Niall che ci sarò. Appena dopo che ho inviato vedo Marty parecchio preoccupata, ma faccio meglio a star zitto e le prendo la mano, intrecciando le sue dita alle mie, mi sorride dolcemente e ricambio. Poi la vedo rimettere le cuffie e riprendere a fissare il vuoto, solo che stavolta faccio lo stesso.
 
POV MARTY
Lo sapevo, avrei dovuto dire di no a Niall e non dirgli che ovviamente mi ero accorta che Harry stava andando in palestra… perché vuole far incontrare Lou e Harold per farli discutere e parlare, ma non sono sicura di come andrà a finire. Il mio ragazzo non ha il coraggio di picchiare, mentre Harry eccome se ce l’ha, non so se andrà a finire davvero bene come spero, e come speriamo tutti, veramente non lo so. Gli stringo forte la mano e, dagli sguardi, gli faccio capire che c’è qualcosa che non va… ma non sembra comprendere ciò che voglio che sappia, quindi mi arrendo e non dico niente finché non arriviamo alla fermata dove lui deve scendere, quella davanti alla palestra.
Lou < Piccola, io vado… > Annuisco, e provo a guardarlo e a dirgli che non deve scendere, che deve venire a casa con me perché in palestra troverà brutte sorprese. Ma non capisce.
Io < Ok… scrivimi, mi raccomando. > Stavolta annuisce lui e tutto quello che riesco a fare è baciarlo, tirandolo per il colletto della maglietta verso di me, è un bacio molto sentito e appassionante, ma siamo interrotti dal solito urlo dell’autista. A quel punto lo saluto e mi lascia un ultimo bacio vagare sulle labbra, poi scende. Solo ora mi rendo conto che ho fatto una cazzata colossale. Mi tiro i capelli e corro al finestrino del bus, cercando disperatamente la sua figura, che vedo allontanarsi verso la palestra. In quel preciso istante mi chiama Niall.
Niall < Pronto? Ha abboccato? > Dice, con la sua voce dolce che in questo momento odio.
Io < Si si… ma abbiamo fatto una cazzata. Vengo a casa, mi cambio e li raggiungo. > Gli rispondo, con il tono freddo che uso oramai come se fosse un’abitudine. Perché lo è.
Niall < No, rovineresti tutto. > Controbatte lui, ma tanto in questo momento sono irremovibile, e lui lo sa.
Io < Invece ci vado. Non voglio che finisca male, e aggiungo che hai provato sulla tua pelle la forza di Harry, non trovi? > Chiedo, ormai ho la vittoria in pugno su questa questione.
Niall < Uff… e va bene, ma un pochino con noi ci stai. > Sbuffai, poi dissi che andava bene e riattaccai, scrivendo però a Feddy e dicendole di tenere nascosto il fatto che sta chiacchierando con me. Mi rispose quasi immediatamente.
FROM: FEDDY <3
Marty ti stavo per scrivere io… che succede? Che ti salta in mente di andare a scuola?! Ci saremmo andati domani, tutti insieme, come sempre… e il fatto che Ludo si sia svegliata con te… ho pianto, tanto. Scusa se rompo ma sai che sono così, ma non mi hai detto di Lou… che avete fatto?! Prenditi pure tutto il tempo che vuoi per scrivere, io tanto sono qua
TO: FEDDY <3
Amor ascoltami bene, è tutto più complicato di quello che pensi… Ludo non si sa come mai si sia svegliata, ci chiamerà il dottore più tardi. Per quanto riguarda la scuola invece ho voluto andarci per ritrovare i nostri amici e per un motivo che ti devo dire a voce, se no mi metto a piangere in mezzo alla gente in pullman. Io e Lou… Feddy siamo fidanzati. Me l’ha chiesto ieri sera, con un anello bellissimo e l’atmosfera perfetta, non riuscivo nemmeno a parlare per rispondergli e mi ha detto “non devi parlare” e mi ha baciata. Ero agitatissima, ti giuro, cioè ti ho detto che cosa ha fatto in bagno con me… e anche il motivo per cui pensavo l’avesse fatto, ma mi sbagliavo. Lui mi ama Feddy, ed io amo lui.
FROM: FEDDY <3
ODDIO MARTY!!!!!!! Porca troia dobbiamo festeggiare! Magari andiamo in disco, e poi ti compro un regalo… come quella borsa che ti piaceva tanto, oppure… cioè non ci posso credere!! Allora mi mandi in confusione così. A casa mi spieghi meglio, sono troppo felice!
TO: FEDDY <3
Beata te… a dopo
Bloccai l’S3 ed alzai al massimo il volume della musica, perché a volte serve solo che quello superi il rumore dei tuoi pensieri… poco tempo dopo il pullman fece una frenata brusca e mi ritrovai alla fermata 7, davanti a casa. Feci un bel sospiro e poi scesi, suonando il campanello. Aprì Feddy, a braccia incrociate.
Feddy < Ora mi spieghi l’ultimo messaggio. > Voce ferma. Braccia incrociate. Direi che era abbastanza preoccupata, quindi le risposi immediatamente.
Io < Ho litigato con Harry, mi ha dato della troia e a Lou del puttaniere. Ha offeso me e il mio ragazzo dicendoci “andate pure avanti a scopare” quando stavo piangendo per quello che mi aveva appena detto. E non lo perdono. > Sentii le lacrime scendere lentamente attraverso le guance, ma non mi scomposi. < E Niall li fa incontrare in palestra, ti rendi conto di quello che potrebbero fare?! Porca troia sono preoccupata, e non lo capiscono. > Mi asciugò le lacrime, lo faceva sempre, quando eravamo sole ed io piangevo. E questo suo gesto di affetto mi fa sorridere…
Feddy < Marty ascolta… sei in un casino, ma tranquilla. Ne usciremo insieme. Ci sono io qui con te, quando non c’è Lou. Ti giuro, sono felice e triste allo stesso tempo, per te intendo… a me va tutto a gonfie vele, per fortuna. > Afferma, per poi stringermi forte a lei. Io li amo gli abbracci, sono la cosa più tenera che esiste a parer mio, dopo i baci sulla guancia. Ricambiai con tutto l’affetto possibile, ringraziandola e dandole un bacio, appunto, sulla guancia. < Non dire di Harry agli altri… è meglio. > Annuii, dirigendomi verso la cucina dove trovai tutti.
Niall < Marty! > Sorrise, come se non ci fossimo mai detti niente, e questo mi fece ancora di più incazzare di quando non lo fossi già. Ma sono un’attrice, quindi mi faccio apparire più raggiante che mai.
Io < Buongiorno! Avete sentito di Ludo?! Oddio io mi sono messa a piangere! > Dico, con la voce più eccitata che riesco a fare… Feddy ci raggiunge e, quando entra in stanza, di colpo mi sento più sicura.
Liam < Io no, ma ci mancava poco… sono felicissimo! > Gli sorrido, ricordandomi che è single ed è stupendo vederlo felice, almeno lui.
Zayn < Eravamo preoccupati! Pensavamo le fosse successo qualcosa. Ti descrivo la scena: io e Liam ci siamo abbracciati e ci siamo messi a saltare, Rey e Feddy sono scoppiate a piangere e hanno lanciato un urletto che spaccava i timpani e Niall correva per casa. Avresti dovuto essere qui con noi! > Non so perché ma il fatto che Zayn avesse detto questo mi fece sentire meglio… come se avesse voluto veramente avermi lì. E invece no!
Io < Si beh la prossima volta vedo di avvisarvi… > Faccio per andare in camera, a cambiarmi, quando Reby mi tira per un braccio e, senza destare sospetti, io e lei ci allontaniamo dagli altri. Poi ci segue pure Feddy e ci ritroviamo sedute sui gradini finali della scala che porta in camera.
Feddy < Reby lo sa già, ma ti devo dire una cosa… > Si avvicina al mio orecchio e sussurra. < Io e Zayn ci siamo dati un bacio, a stampo ovviamente, e due volte… > Poi si stacca e mi deve tappare la bocca per non farmi urlare. Cosa?! Sto semplicemente vivendo troppe emozioni per un giorno solo… vedo Harry, Lou lo sta per incontrare, Feddy bacia Zayn, io le dico tutto, incontro gli altri e, cosa più importante, Ludo si sveglia. Non ce la posso fare veramente!
Io < Potevi dirmelo prima! Allora facciamo una mega festa! > Sorridiamo, ma sono la prima a ritornare con lo sguardo perso nel vuoto, a quel punto interviene Reby.
Reby < Marty invece con Niall va male: non mi considera, e quando gli parlo non mi risponde… come se si vergognasse. E poi la cazzata dell’incontro in palestra ha fatto abbassare notevolmente i miei livelli di autostima nei suoi confronti. Come cazzo… > La interrompo io, stavolta.
Io < Si, hai ragione, come cazzo gli è venuto in mente?! Non può neanche lontanamente immaginare i sentimenti provati durante il litigio. E che fa?! Li fa incontrare!? Ma vaffanculo. > Sto per mettermi a piangere, ma scaccio le lacrime e salgo di sopra a cambiarmi, seguita da loro che mi consigliano di mettermi dei leggings neri, con una canottiera bianca e una camicia a quadri rossi e bianchi, da tenere sbottonata. Aggiungo una bella collana e ci dirigiamo in bagno.
Feddy < Piangendo ti è colato tutto il mascara… e il trucco perfetto che ti sei fatta stamattina con lui. Uffa. > Sbuffa ironicamente e le sorrido. Ultimamente mi trovo meglio con loro che con tutti gli altri, ed io sono una che ama stare in gruppo… ma se sono triste sono triste. Mi lavo la faccia e lego i capelli in una coda alta, che rifaccio tre volte prima che venga fuori qualcosa di decente.
Reby < Sei perfetta. > Dice, scrutando attentamente la mia immagine allo specchio e cercando un difetto che non trova. Io ne troverei mille, invece. Alla fine riesce a fare una critica: < Ma non ti trucchi?! > Chiede, cambiando totalmente tono di voce e facendo ridere me e Feddy.
Io < No, vado acqua e sapone… tanto per cambiare. > Annuiscono, ma in realtà il motivo è un altro: siccome so che piangerò, e tanto, non ha senso truccarmi per poi vedere tutto colarmi giù per le guance. Finiamo per fermarci a chiacchierare per 20 minuti, ma poi mi rendo conto che è tardi e che devo andare. Scendo giù per le scale, con ancora loro alle mie spalle, e ci trovo Niall.
Niall < Già vai? Non ti sembra presto? > Incrocia le braccia, ma lo freddo con uno sguardo e dico un’ultima cosa prima di uscire… che poi, ripensandoci, mi sento proprio fiera a dirlo.
Io < E a te non sembra di aver fatto la cazzata più colossale del mondo? > Detto questo mi fermo 30 secondi in cucina per salutare gli altri e, lasciandolo spiazzato, esco chiudendomi la porta alle spalle.
 
POV HARRY
Colpivo ripetutamente quel sacco da boxe, con le mani fasciate e il sudore che colava dalla fronte, ma non mi fermo. Penso a Marty. A Louis. A Ludo e agli altri. Ed è questo che mi spinge ad andare avanti… sento improvvisamente una persona che si ferma dietro di me ed immediatamente mi volto a vedere chi è. Inutile far finta di sorprendersi, quando i miei occhi incrociano quelli glaciali di Lou, tanto sapevo che gli altri avrebbero architettato qualcosa per farci venire qui in palestra. Sbuffo, e mi preparo a sentirmene dire quattro. Invece lui mi pone la classica domanda.
Lou < Che ci fai qui?! > Lui si che era sorpreso, e lo si nota dalla sua espressione.
Io < Potrei chiederti la stessa cosa… comunque sono venuto qui perché dovevo sfogarmi. > Dico, mettendo in mostra i miei muscoli. Aggrottò le sopracciglia. < E poi Niall stamattina mi ha detto che ci saremmo dovuti parlare, e mi ha dato appuntamento qui. > Chiarisco, con il tono di voce che non varia.
Lou < Niall ha detto anche a me che doveva parlarmi, ci ha pigliati per il culo. > Scuote la testa. < Quindi, se non ti dispiace, levo le tende. > Sinceramente non voglio che se ne vada. Non voglio far pace, ma almeno voglio capire i suoi punti di vista… quando fa per andarsene mi piazzo davanti a lui.
Io < No no… avrei un paio di cose da chiederti, se non ti dispiace. > Mi siedo sulla panchina ma lui rimane in piedi, fermo davanti a me. Con le braccia conserte. Ok, so che quello che sto per dire lo ferirà, ma in qualche modo devo far capire a Marty chi comanda… quindi inizio. < La tua ragazza, o almeno così ci fate credere, sa delle notti che facevamo io e te in discoteca? Sai… quelle con le altre ragazze coi vestitini sexy ed attillati… > Perché forse non tutti sanno che Lou non è vergine, e la sua prima volta è stata con una troia di quelle che trovi in discoteca e che solo se sei ubriaco fradicio ti viene in mente di farci qualcosa. Anche la mia è stata lì, ma io sono popolare per questo. Lo vedo serrare i pugni e tirare un bel respiro profondo.
Lou < Non farti i cazzi miei, Harold. E non provocarmi. > Era proprio la mia intenzione, di farlo arrabbiare, e poi di andarmene e farlo reagire a pugni. Ma io sono più forte, più esperto di lui… e quindi facilmente lo metterò al tappeto. E quando lo dirà a Marty finalmente si capirà chi comanda. < Non lo sa, ma glie lo dirò. > Conclude.
Io < Ah non lo sa? Lo sappiamo ancora solo io e te? > Faccio per andare avanti, ma mi interrompe.
Lou < Sai cosa? Sei cambiato, non ti riconosco più Harry. Per un piccolissimo momento sei stato sentimentale e… cazzo se mi piacevi, eri maturo. Ma ora guardati. Sei qui, in palestra, a discutere con me perché hai dato della puttana alla mia ragazza, ma chi sei tu per dirlo? Come ti permetti?! > Si stava abbastanza scaldando, ma aveva fatto arrabbiare anche me. < Eri in discoteca, ok, ma so io meglio di tutti che 5 Sex On The Beach non ti fanno niente… e l’hai detto di proposito. Harry l’ho già detto e non finirò mai di dirlo, non ti riconosco più. > Mi ha servito la risposta sul piatto d’argento. Se ne stava per andare, quando mi alzo e gli rispondo a tono.
Io < Io non l’ho detto apposta, io dico quello che penso. > A quel punto i suoi pugni si strinsero e le sue braccia iniziarono a tremare. Si girò lentamente, ma ero già talmente vicino a lui che gli scagliai un pugno sulla mascella facendolo cadere per terra.
Lou < Cazzo Harry smettila, lo sai che non reagisco. Mi colpisci nel punto debole, come i codardi. Che ne dici se ti dico che Ludo è in ospedale? A farsi curare da quel maniaco del dottore? > Gli tiro un calcio nello stomaco, non si deve permettere di toccare la mia Ludo. Geme, ma continua. < Si esatto… è stata in coma 10 giorni, e non hai potuto fare niente per tutto questo tempo. > Non lo faccio andare avanti. Mi abbasso e lo colpisco sul naso, per poi rialzarmi e tirargli innumerevoli calci dall’addome in su.
Io < Hai altro da dire?! > Non ci vedevo più dalla rabbia… ma come fa?! Dove lo trova il coraggio?! Lo sollevo per la maglietta e lo sbatto contro il muro, tirandogli uno schiaffo. Noto che il sangue gli scende dal naso, ma aumento la presa facendolo gemere di nuovo. Mi afferra i polsi, ma riesco facilmente a liberarmi… gli inchiodo le braccia al muro, tenendolo fermo con le mie. < Ritira quello che hai detto Louis. > Lo tiro verso di me, per poi farlo finire nuovamente contro il muro, lui non ha reazioni, ma vedo i suoi occhi diventare lucidi. < Ritira quello che hai detto!! > Alzo il tono della voce, ma ottengo solo che qualche insulsa lacrima si riversi sul suo viso, mischiandosi con il sangue. A quel punto mi è facile finirlo. Lo spingo per terra, con l’intenzione di mettermi a cavalcioni su di lui e sferrare un ultimo pugno sul suo viso, ma quando rotola… vedo che atterra vicino a degli scarponcini. Alzo lo sguardo, percorrendo attentamente quel bel figurino: belle gambe, fianchi invidiabili, vita perfetta, seno… meglio non fare commenti e occhi azzurri, gonfi di lacrime che iniziano inesorabilmente a scendere. Marty si china su di Lou e studia il suo viso gocciolante di sangue… non riesce a parlare, da quanto singhiozza. Lo prende per le spalle e lo scuote.
Marty < Lou… che ti ha fatto? > Una lacrima le cade proprio sul viso di Louis, che è ancora steso a terra. Mi massaggio le nocche, indifferente. < Come ti ha ridotto? > Dice, in un pianto fortissimo. Si morde il labbro e poi lo bacia, facendogli lentamente aprire gli occhi.
Lou < Per fortuna sei qui… > Sussurra lui. Le prende la mano e intrecciano le dita, teneramente, oserei dire. < Non devi piangere, te l’ho detto… io sto bene. A parte qualche livido sul petto, ma non ha usato colpi bassi per fortuna. > Già, per fortuna. Sapevo non avrebbe reagito, ma vedere Marty in quello stato mi fa passare un brivido per tutta la schiena.
Marty < Oh Lou… > Mette una mano tra i capelli, mentre con l’altra gli alza delicatamente la maglietta, scoprendo quello che, in realtà, è un petto pieno di enormi segni viola. Gli scompiglia i capelli, facendolo sorridere, e gli porge una salviettina umidificata… < Ora pulisciti la faccia, intanto scambio due chiacchiere con il coglione là in piedi. > Gli dice, per poi lasciargli un bacio sulla fronte, ed alza finalmente lo sguardo, incontrando il mio. Mi sistemo i polsini, facendo finta di non accorgermi di lei, fin quando non si alza in piedi e non si dirige spedita verso di me… a quel punto posso finalmente guardarla in faccia, con le lacrime che scendono come cascate. < Harry come cazzo l’hai ridotto!?! Ha lividi ovunque, e la faccia piena di sangue… perché?! > Urlò. Poi mi prese per lo scollo della maglietta e provò invano a spingermi.
Io < Tranquilla piccola, è inutile… > Sorrido maliziosamente. < A proposito, credo tu abbia finalmente capito chi ha ragione, no? Guardalo… > E ci voltiamo entrambi verso il Louis dolorante, steso a terra ed intento a fermare il sangue che esce dal naso. < E di solito quando mi si provoca faccio di peggio. > Appena ho finito di dire questo mi sento uno schiaffo arrivare dritto sulla guancia destra.
Marty < Dammi pure della puttana, dimmi tutto quello che vuoi… ma lui, il mio ragazzo, non ti puoi permettere di sfiorarlo. Mi dici dove cazzo hai messo l’Harry Styles che era il mio tutor? > Si ferma per prendere fiato, singhiozzando forte… < Dov’è?! Dov’è il mio migliore amico? Dov’è il ragazzo adorabile che tutti conosciamo… > Si ferma… < E che ho baciato?! Mi pento amaramente di quel bacio, non che fosse sbagliato, ma per come sei diventato adesso, Harry. Guardalo tu stavolta! Guarda come l’hai ridotto… ti sembra il modo giusto di chiudere la questione?! > Mi fissa negli occhi, ma non cedo. Sta leggermente iniziando a offendermi… ma scelgo di risponderle a tono, tanto ormai non ho più niente da perdere.
Io < A mani estreme… > Mi interrompe a metà frase, con un singhiozzo enorme.
Marty < Ha detto che sei cambiato, e ha ragione. Nessuno ti riconosce più… tu vuoi bene a Ludo, la ami, come dici tu, e come ti sei ridotto per dimenticare lo stato in cui si trovava? A bere in una cazzo di discoteca?! Piuttosto fai come me, che non ci sono mai, e valla a trovare di rado… no? Noooooooo…. Troppo complicato eh?! Io non sono… > Si asciuga un’altra lacrima. < Non sono debole come te. Sei solo un fottutissimo debole, che si priva delle cose che ha intorno per averne una… ma… ti rendi conto del danno che hai fatto?! > Praticamente stava attraversando una crisi isterica, a capire dal tono di voce.
Io < Ah e ora l’ho fatto io il danno? Dimmi… quando mai sarei cambiato? Io mi vedo sempre uguale, più forte oserei dire… > Ribatto, ma lei continua il suo discorso.
Marty < Ma che cazzo di domande sono?! > Si mette le mani tra i capelli. < Sei cambiato quando Ludo è entrata in coma, Harry. E se non te ne fossi accorto… lo pensiamo tutti! > Rivolge ancora il suo sguardo verso Lou, cercando di sorridergli per rassicurarlo, ma viene fuori una smorfia tipica di chi piange. < E non ti permettere più di sfiorarlo con un dito, lo sai che non ce la fa a picchiarti, perché il cuore lui ce l’ha. Tu invece sei una macchina fredda e… > Sospira con il viso ormai bagnato. < E incapace di capire l’importanza delle persone nella tua vita. Io ci sono sempre stata, Harry, capisco che ami Ludo ma lei ti ha mai dato consigli? O ero sempre io forse? Lei non c’era mai, e il coma ha peggiorato tutto… te lo dico. Lei non c’era, ed io si. E guarda come hai ridotto me e il mio ragazzo, il tuo fottuto migliore amico… sei un… > Non le faccio finire la frase che mollo uno schiaffo in pieno viso, facendola barcollare all’indietro finché non trova un paio di braccia che la reggono in piedi, Lou. Le lascia un bacio sul collo, mentre lei si massaggia la guancia lesa. Mi ci vogliono 10 secondo per rendermi conto di quello che ho fatto, e la mia reazione è mettermi le mani tra i capelli e imprecare tutti gli dei che conosco.
Io < Io… non… > Lou mi interrompe, stavolta. Si era pulito la faccia ed ora era sicuro di se, come lo era prima di entrare qui. Era sicuro perché aveva Marty, da proteggere. Ed io ero solo.
Lou < Sei un mostro. >

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Capitolo 21
*** Problemi? Problemi. ***


POV MARTY
Aveva fottutamente ragione, ecco cosa è diventato: un mostro. In un certo senso mi dispiace per quello che gli ho detto su Ludo… ma per lei, non per lui, anche perché 90 su 100 lui appena entra in ospedale corre a dirle tutto, e poi la figura di merda la faccio io. Ma ormai peggio di così non può andare per cui…
Lou < Ti… ti ha fatto male? > Chiede, con la voce rauca. Lo guardo negli occhi. Il petto pieno di lividi, il sangue che ha appena smesso di colare… e le mie lacrime. Siamo usciti dalla palestra e ora sono in pullman, io in piedi e lui seduto… aveva combattuto fino all’ultimo per far sedere me, ma mi sono rifiutata perché quello che è peggio tra di noi è lui. Ma le mie lacrime minacciano ancora di scendere.
Io < No no tranquillo… mi ha fatto arrossare la guancia, ma niente di che. Tu… invece? > Gli rispondo, perché uno schiaffo non è niente in confronto alla serie di pugni e calci che ha ricevuto Lou.
Lou < Si, mi ha fatto male, e sapeva anche che non avrei reagito… eppure è andato avanti, perfino quando… > Si ferma e tira su di naso. < Quando mi sono scese delle lacrime nel vederlo davanti a me, con le mani sullo scollo della mia maglietta, ad aumentare la presa. È andato avanti nonostante tutto questo, e oltre al corpo ha ferito i miei sentimenti. Ricordandomi cose che mi ero anche scordato… > Allora… io non so a cosa si riferisca. Ma davvero, qualunque cosa sia non me ne frega. Perché? Perché i suoi occhi sono lucidi anche ora, segno che la cosa che sta per dire dovrebbe ferirmi… ma, lo giuro, non mi farà niente. Se mi metto a piangere anche ora è finita. Annuisco, incitandolo ad andare avanti.
Io < Non piangere Lou… ci sono qui io con te. > Gli lascio un bacio sulla fronte, ma subito lui appoggia le labbra sulle mie… chiudo gli occhi per assaporare bene questo momento, ma quando li riapro lo ritrovo con il viso rigato dalle lacrime. Mi viene naturale prendergli il viso tra le mani ed asciugargliele, come lui ha sempre fatto con me… e mi sorride. < Tesoro, se piangi tu piango anche io… e tu non vuoi che io pianga. Giusto? > Annuisce. < Allora fatti forte, e sorridi, che sei perfetto. > Aggiungo sorridendo, ricambia con un bacio molto intenso e poi inizia a parlare… stringo i pugni dentro le tasche della camicia.
Lou < Prima che io dica tutto… voglio che tu sappia che ti amo, come non ho mai amato nessuno. Okay? > Annuisco, ma subito gli dico di arrivare al punto. < Io te l’ho detto che non sono vergine, ti ricordi? > Oddio si che me lo ricordo… e anche bene, tra l’altro. Ma non mi interessa se è o non è vergine, io lo amo punto. E tutto il resto non conta.
Io < Si ma… > Mi interrompe, mettendo l’indice sulle mie labbra. Sa cosa voglio dire, ormai mi conosce, quindi continua lui.
Lou < Ma la mia prima volta è stata un completo disastro… ero in discoteca, con Harry, che all’epoca era famoso per le porcate che faceva con ogni ragazza… > Annuisco leggermente, e le guance iniziano ad andare a fuoco al solo pensiero che mi ha baciata. Mi sale un brivido per tutta la schiena. < E lui ogni sera… beh credo tu abbia capito. Una sera ero particolarmente triste per un litigio (forte) con mia madre e mi sono ubriacato fradicio. Ti giuro non capivo più niente, e Harry lo ha sempre confermato. E… > Sospira, so che mi vuole dire, quindi mi preparo il discorso che gli devo fare prima di sentirmi dire le fatidiche parole. < E la mia prima volta è stata quella notte. Ma… > Stavolta lo zittisco io. Mi crede incazzata, ma non lo sono affatto… davvero, lo capisco. Ho un’amica, che è in Italia, che ha avuto la stessa situazione, e sinceramente finché sei ubriaco puoi fare di tutto. Ti senti un leone, ti senti libero… e se non c’è qualcuno che ti ferma è ovvio che arrivi a quel punto.
Io < Sai cosa? Non me ne frega. Cioè si… ovvio che me ne frega, ma se credi che io sia incazzata credi male. > Spalanca gli occhi. < Una mia amica italiana ha avuto lo stesso episodio, e davvero… per quanto sia una stronzata io ti capisco, veramente. Solo che non devi bere per affogare i tuoi problemi, è sbagliato, lo sai? > Chiedo, ma deve prendere fiato prima di rispondermi… aw che tenero!
Lou < Si effettivamente l’ho fatto solo quella volta, intendo sia bere sia l’altra cosa, poi di grave non ho più combinato niente… e la persona matura che doveva fermarmi in quel momento non c’era. > Respira profondamente… < Ma da chi l’hai ereditata tutta questa calma? Fossi stata un’altra avresti sbraitato e saresti scesa alla prima fermata per starmi lontano, invece… stai calma e cerchi di risolvere parlando, un altro dei motivi per cui ti amo, Marty. > Arrossisco leggermente, poi sorrido abbassando lo sguardo, e rispondo alla sua domanda.
Io < Mio padre… ho preso da lui la cosa più bella del suo carattere: la calma. Mia madre avrebbe sbraitato e ti avrebbe anche mandato a quel paese prima di scendere, un paio di volte… ma io e lui siamo molto simili, e cerchiamo semplicemente di risolvere le cose parlando da persone civili… ce l’ho nel sangue. > Ripenso a quando di anni ne avevo 13, e che lottavo con mia madre… perché mi prendeva il telefono e me lo restituiva solo quando voleva lei, leggeva i miei messaggi e ficcava il naso dappertutto, quindi finiva per scoprire cose che non le avrei voluto dire. Come per esempio quando ho provato a fumarmi una sigaretta, oppure quando mandavo i cuoricini ad un ragazzo che era il mio migliore amico. Ripenso alle amiche a distanza… che al momento erano l’unica cosa che mi faceva star bene e che mi faceva sentire apprezzata, mentre ora sono maggiorenne e ho realizzato il mio sogno di venire a vivere qui, a Londra, e che ho trovato l’amore… o forse è un po’ troppo presto per definirci innamorati. Ripenso a questo e sorrido, perché quelli sono stati gli anni migliori della mia vita.
Lou < Wow che bella storia… a che pensi? > Mi chiede, siccome non ho voglia di fargli tutto quel discorso che è pieno di intrecci e di sentimenti che normalmente i ragazzi non capiscono… gli dico la cosa più semplice.
Io < Mmh… ricordi… > Sorride, e mi lascia ancora trasportare dalla fantasia: ritorno a casa, nella mia villa enorme, con i miei soliti fratelli che fanno dannare e i genitori che “non mi capiscono” e che “non mi lasciano vivere la mia vita” … ma poi mi rendo conto che se ho scelto di venire qui un po’ c’entrano anche loro. Certo, in maniera minore rispetto al resto, ma comunque sono stati parte integrante della mia vita e mi hanno fatto capire che la strada giusta da prendere era quella di venire qui in Inghilterra e non di stare lì. Sorrido anche io, poi mi prende la mano e finiamo per perderci l’uno negli occhi dell’altra, e questi sono i momenti che amo.
Lou < Lo sai che l’ho fatto senza coscienza… vero? > Sembra ancora preoccupato per quella storia… ma poi tra l’altro mi ha anche detto che poi non ha più fatto niente del genere, deve stare calmo.
Io < Ma si che lo so! Stai tranquillo Lou… > Mi passo una mano tra i capelli e mi mordo il labbro inferiore. Prima o poi si staccherà dal viso perché ormai l’ho presa come abitudine, questa qui. < E… com’è stato? > Chiedo io, facendolo diventare un peperone e scatenando una mia risatina. È troppo carino quando si vergogna… lo riempirei di baci!
Lou < A dire il vero non ricordo molto… so solo che questa qui era una professionista in materia ed io ero un… novellino? Non so come dirlo! > Sospira profondamente, sorride e mi fa ricambiare… ha un sorriso contagioso questo ragazzo! Ed è mio… < Aveva i capelli e gli occhi scuri, e non era questo granché di fisico… poi basta. Il resto l’ho totalmente rimosso perché ero ubriaco. > Arrossisce di nuovo e stavolta lo bacio, molto profondamente, scacciando quella vergogna che si era creata tra di noi…
Io < Capisco… caro il mio novellino… > Ride, e nonostante il dolore mi fa sedere in braccio a lui, lasciandomi dei baci vagare sul collo. Strizzo gli occhi, ed arriccio il naso, colta di sorpresa dai suoi gesti.
Lou < Non solo più un novellino ora… > Arriccia una mia ciocca di capelli sul dito, succhiando nel punto tra il collo e la spalla, che è il mio punto debole. Metto una mano davanti alla bocca, trattenendo quel gemito che mi stava per scappare…
Io < Lo vedo… > Detto questo continua, facendomi provare un piacere immenso e riuscendo anche a far volare via i problemi… almeno per quel lasso di tempo e poi decido che deve smettere, perché siamo in pullman.
Lou < Dobbiamo scendere… > Si stacca da me e ci alziamo, arrivando in un batter d’occhio davanti al portone della nostra mitica villetta. Mi stringe la mano, consapevole del fatto che ora dovremo affrontare una discussione che, i problemi fino ad ora dimenticati, li riporterà a galla.
 
POV REBY
Sentimmo bussare e mi fiondai ad aprire la porta, curiosissima e anche un po’ agitata. Parecchio agitata. Mi ritrovo Marty e Lou per mano, con le dita intrecciate, e un’espressione che non è né triste né felice…
Io < Ragazzi com’è andata? > Chiedo, facendoli entrare e chiudendomi la porta alle spalle, è Louis a rispondermi.
Lou < Mi ha picchiato, fatto uscire il sangue dal naso e anche piangere, e riempito il petto di lividi. > Dice lui, freddo. Poi guarda Marty negli occhi che subito diventano lucidi… e la bacia, davanti a me.
Marty < Sono arrivata appena in tempo… perché sono praticamente entrata e andata in tribuna, e li ho visti uno di fianco all’altro, vicini al muro e ho pensato che stessero parlando. Ma poi ho capito che Harry lo stava menando, quindi ho provato ad entrare ma non avevo l’abbonamento e mi sono anche messa a litigare con il direttore, che per fortuna mi ha capita e mi ha lasciata andare… Harry ha preso Lou e l’ha sbattuto a terra, ed è atterrato davanti ai miei scarponcini. > Sospira, e una lacrima le riga la guancia.
Io < Ma gli avete detto qualcosa? > I loro sguardi diventano più cupi di quanto già non fossero, ed entrambi scuotono la testa…
Marty < Ci ha provocati lui, e io gli ho risposto a tono. Invece Lou no, perché un cuore ancora ce l’ha… ed io… gli ho detto che Ludo non c’è mai stata. Che ero io quella sempre pronta ad ascoltarlo e dargli consigli, e in un certo senso mi dispiace, per lei, non per lui eh… e per questo mi ha tirato uno schiaffo sulla guancia. > Mi racconta Marty, che si è appena data della “senza cuore”, intendo risponderle che se qui c’è qualcuno con il cuore grande quella è lei…
Io < Innanzitutto avevi tutte le ragioni per dirglielo, perché ti ha provocata e ha provocato il tuo… ragazzo. > Sorrido, sono finalmente fidanzati, e una cosa per essere felici c’è! < E poi non è vero che non hai un cuore, lui non ce l’ha avuto in quel momento e da più o meno tre giorni a questa parte. Tu hai solamente cercato di difenderti… non hai colpa, punto. E nemmeno tu Lou. > Finisco la mia parte, facendo qualcosa di simile ad un sorriso quando concludo il discorso, e loro due ricambiano.
Lou < Ma la cosa brutta è che lui sapeva non avrei mai alzato un dito su di lui, e lo sapeva benissimo. Eppure è andato avanti, anche quando i miei occhi hanno iniziato a lacrimare… se ne è fregato ed è andato avanti a picchiarmi. > Sospira, per poi nascondersi la faccia tra le mani. Sta piangendo anche adesso, ed è la prima volta che lo vedo in quello stato. Tira su di naso… Balbetta. Faccio per avvicinarmi a lui, ma Marty mi fa cenno di star ferma dove sono, e la ascolto, perché comunque lei lo conosce meglio di chiunque altro. È bruttissimo stare lì a vederlo piangere, seduto sul divano… Marty si avvicina a me e mette la testa vicino al mio orecchio.
Marty < Ci sto io qui con lui, tu vai con gli altri e di loro di rimanere in cucina, magari spiaci per vedere che facciamo, perché sono curiosissimi, ok? > Mi chiede, ed annuisco. Anche se spiarli non mi piacerà molto, ma se è per loro lo faccio… magari però non dirò in giro che sono fidanzati, perché per ora lo sappiamo solo io, Harry, e Feddy. E forse un motivo c’è.
Io < Spiarvi? > Rispondo, giusto per essere sicura di quello che ho sentito.
Marty < Si, se volessero venire qui per parlare con noi gli devi dire di no, e rassicurarli che gli dirai tutto ciò che facciamo. Ovviamente restando nei limiti… > Annuisco e sparisco in cucina, vedendo lei che si siede di fianco a lui e gli mette una mano sul collo, appena sotto la nuca, e che inizia a massaggiare lentamente. Entro in cucina, e scopro gli altri tutti vicini alla porta, intenti a sentire quello che dicevamo… li fulmino con un’occhiata.
Niall < Non abbiamo sentito niente… che è successo? > Mi viene naturale guardarlo male, e scuotere la testa. Cerco di essere il più sbrigativa possibile.
Io < Harry a provocato Lou e l’ha picchiato fortissimo, anche sapendo che lui non avrebbe alzato un dito. E ha anche pianto, ma quello stronzo è andato avanti a picchiarlo… fin quando non è arrivata Marty e allora si è fermato. Marty ha provato a farlo ragionare, ma si è solo beccata uno schiaffo e quindi hanno deciso di tornare qui. > Racconto velocemente, e li guardo. Vedo la preoccupazione e l’ansia nei loro occhi e li tranquillizzo dicendogli che ora stanno bene… ma Liam mi risponde che è preoccupatissimo.
Liam < Dobbiamo far ragionare Harry, è fuori di se! Pensavo che dopo che si sarebbe svegliata Ludo sarebbe andato tutto bene, invece si risveglia e guarda quanti casini si trova… poveretta! > Alza un po’ il tono di voce, facendoci capire i livelli di preoccupazione a cui è arrivato.
Feddy < Si, ok, ma non è possibile… cioè non è possibile essere consapevoli di come si sia ridotto quel ragazzo, per motivi che noi neanche sappiamo! Non può essere solo Ludo che lo turba e, se fosse solo lei, avremmo un bel problema! > Sbuffo, notando che Niall mi sta fissando. Incontro il suo sguardo, ma subito mi concentro su qualcun altro perché di lui non ne voglio sentir parlare.
Io < Niall, hai fatto una cazzata. > Dico, in tono molto serio… ma lui scoppia a ridere. Zayn è il primo che lo guarda male, seguito da tutti noi.
Zayn < Ma che ridi?! Hai per caso visto come è ridotto Lou?! Ma proprio non ti rendi conto che è messo male, per colpa tua e delle tue idee geniali… e poi sai che Marty ci tiene a lui, più di ogni altra cosa, e che fai? Ridi? Ma datti una regolata… > Afferma, e a quel punto applaudo. Cioè io e Zayn la pensiamo allo stesso modo, solo che lui non sa che stanno insieme… la porta è socchiusa, e do un’occhiata a che stanno facendo i due piccioncini. Si stanno baciando, e Marty ha notato che li osservo e mi ha pure fatto il segno del pollice alzato… che può significare? Magari non glie ne importa più se gli altri li vedono, oppure ha fatto quel gesto per dirmi di “spiarli” e tener lontani gli altri. Mentre continuano a discutere con Niall, io le scrivo un messaggio.
TO: MARTY <3
Marty non ho capito il significato del pollice alzato… ti devo spiare o posso far tranquillamente venire gli altri di là?
Vedo che si stacca da lui e prende il cellulare, guardando nella mia direzione e scrivendo qualcosa…
FROM: MARTY <3
No no… non hai capito… devi attirare gli altri! In modo che ci vedano e che scoprano tutto, anche perché ho sentito quello che hai detto a Niall e che lui è scoppiato a ridere. E lui è quello che ci deve rimanere di merda, perché se scopre che stiamo insieme gli si stringerà un nodo alla gola… ed è quello che noi, e anche tu, vogliamo.
Noto che mi fissa e quindi annuisco, mi fa un occhiolino e torna a baciare molto appassionatamente Lou. A questo punto cerco di capire a che punto della conversazione sono arrivati gli altri…
Liam < No perché devi pensare agli altri! Non puoi far sempre di testa tua e pensare che vada tutto alla grande, il mondo non gira così!! > Batte un pugno sul tavolo, al quale sussulto anche io… la forza di Liam è nota a tutti oramai.
Niall < E io che ne sapevo che sarebbero arrivati a picchiarsi?! Volevo solo farli parlare da persone civili! > Si difende lui, ma stavolta è Feddy che gli risponde indietro, anticipandomi di qualche secondo. E la cosa che mi è piaciuta di più è il fatto che abbia tenuto un tono di voce calmo e distaccato, nonostante stesse esplodendo di rabbia dentro, perché la conosco.
Feddy < Avresti potuto immaginarlo… e comunque se vuoi farli parlare non li fai andare in un posto lontano da tutti noi che li possiamo tenere calmi. E Marty di questo se n’è accorta, come mai tu no? > Dice, molto calma e dimostrando di essere matura, annuisco e mi tengo pronta a portarli tutti di là, faccio anche un cenno a Marty che sembra dire a Lou di intensificare ulteriormente il bacio… che coppia ragazzi!
Niall < Io con Marty parlo e so che è una ragazza matura. Ma, veramente, cosa potevo saperne io?! E poi il fatto che lei tenga a Lou non lo dimostra affatto… > Ecco, da questo punto inizio a non capire più niente. Non lo dimostra?! Ma dove?! Sta sempre con lui: si fanno il solletico (video di Feddy che tra l’altro ha visto anche lui), e poi tutti quegli sguardi, quegli intendimenti… è… troppo! Ed è ovvio che si capisce che sono sempre stati più che amici, ma è ovvio! E lui non lo capisce… mentre interiormente impreco contro Niall, fuori riesco a mantenere la calma e a dire:
Io < Niall, vieni in soggiorno. > Sembra indeciso, ma lo prendo per un polso e lo tiro fino alla porta, con tutti gli altri dietro di noi. Lancio un sospiro, e poi la spalanco, sorridendo e facendo un cenno con la testa verso il divano, e indicando Marty e Lou che sono… seduti e guardano la tv?! Ma che cazzo!! Si alzano, e vengono verso di noi, Lou mi fa cenno di star tranquilla, e mi sussurra che hanno un piano. Marty si piazza davanti a Niall… fissandolo dritto negli occhi.
Marty < Fossi stata in te non avrei detto una cosa simile… sai? Mi hai… offesa! E credo concordino tutti nel dire che oggi di offese ne ho ricevute abbastanza… no? > Annuiamo meccanicamente, tutti tranne l’irlandese, che sembra poco convinto. Marty sospira e riprende a parlare. < E sai perché è un’offesa questa per noi due? > Chiede, grattandosi il collo mentre Lou le si avvicina e inizia a lasciarci sopra dei baci secchi.
Niall < Ma che fate?! > Appena finisce la frase… Lou prende la mano a Marty, intrecciando le loro dita, e la bacia, prendendole poi i fianchi e appoggiandola delicatamente contro il muro. Lei gli mette le mani intorno al collo ed intensifica il tutto… perfetto. Semplicemente perfetto! Credo che ormai tutti i presenti in stanza abbiano capito che sono fidanzati, quindi li vedo staccarsi e ritornare da noi, facendo ironicamente un inchino.
Zayn < Che cosa?!?!?! Voi due… > Non riesce a finire la frase, perché viene interrotto da Liam, che si passa una mano tra i capelli, osservandoli compiaciuto. Ma io rivolgo il mio sguardo a Niall, completamente pietrificato… e allora sorrido, perché so che hanno fatto centro.
Liam < Wow… > Applaude sorridendo maliziosamente… < State davvero bene insieme, sapete? E Marty… sei fortunata ad avere Lou. > Credo lo sappia meglio di tutti noi… le sorrido, di nuovo, facendola ricambiare. Poi noto che i loro sguardi si incrociano… e si stanno perdendo l’uno negli occhi dell’altra, quanto sono belli!
Marty < Ne sono consapevole Liam… > Dice, e poi scompiglia i capelli al suo ragazzo, che accenna a una risatina… poi noto che tutti si sono messi a fissare Niall in attesa della sua risposta, e mi unisco a loro, voglio proprio godermi la scena! Diventa tutto rosso, poi si schiarisce la voce.
Niall < E va bene! Lo ammetto, siete stupendi… scusatemi se ho combinato questo casino!! Ma il fatto è che volevo risistemare tutto e… > Spero mi permetta di finire la frase, perché ho già tutto in mente!
Io < Ma alla fine hai solo peggiorato le cose… c’est la vie! > Avevo questa risposta dall’inizio della conversazione, e finalmente l’ho potuta usare… boom baby!! No ok, basta… la verità è che sono felice che abbiano fatto pace almeno loro, anche perché in casi come questi bisogna restare uniti… Lou e Niall si battono il 5 e si danno una pacca sulla spalla, e poi il biondino abbraccia Marty. Decido che è il momento giusto per provar ad attaccare bottone con Niall… magari mi degna anche di uno sguardo! Mi avvicino a lui, proprio quando il telefono si mette a squillare… sbuffo immediatamente, ma poi sul mio viso si forma un sorriso immenso: è il dottore!
Io < Dottore!! > Esclamo, attirando anche l’attenzione di tutti gli altri… gli faccio un pollice alzato, e poi il dottore mi risponde.
Dottore < Buonasera! Sei Rebecca, giusto? > Dico di si, e lui va avanti col suo discorso. < Ho fatto le visite alla vostra amica: è in condizioni ottime per una che si è svegliata da poco dalla coma! > Rido, mi ero proprio fatta un’idea sbagliata su di lui… all’inizio era freddo e glaciale, mentre ora si era addirittura offerto di chiamarci! Wow, che cambiamento! < Appena volete, potete venire qui… ma non più di quattro o cinque, la confondereste! Allora? Per che ora vi aspetto? > Guardo l’orologio… e noto che sono le 6. Facendo un paio di calcoli ora che ci prepariamo e tutto arrivano le 6.15 3 il bus è alle 6.24… ce la dovremmo fare per le 6.45.
Io < Per le sette meno un quarto… > Rispondo. < Grazie mille per la bella notizia!! > Esclamo alla fine.
Dottore < Ma va è un piacere far felici voi ragazzi! A dopo! > Ci salutiamo e riattacco… dico tutto agli altri, che esplodono di gioia. Decido che Marty e Lou rimarranno a casa: per prima cosa loro l’hanno già vista e salutata, in qualche modo, e poi si meritano un po’ di relax e di tempo speso insieme. Salgo a vestirmi con Feddy e Marty, mentre i ragazzi rimangono al piano di sotto… inutile dire che vorremmo origliare i loro discorsi, ma è tardi e ci dobbiamo sbrigare!
Feddy < Alla fine ce l’avete fatta a rivelare la vostra storia… bravi ragazzi! Sono orgogliosa di voi! > Dice, trasmettendo una carica di ottimismo a tutte. Marty scoppia a ridere e mi aggrego anche io…
Marty < Ma la faccia di Niall? L’avete vista tutte?! > Controbatte, facendoci ricordare l’espressione sul volto di Niall che era praticamente… una via di mezzo tra una statua pietrificata e qualcosa di angosciato, avremmo dovuto fotografarlo! Decido di imitare l’espressione che aveva, facendo aumentare le risate… ridendo e scherzando ci ritroviamo pronte, e Marty ci dà gli ultimi ritocchi: lega i capelli di Feddy con un nastro di seta, e mi fa mettere una cintura bellissima, con tutte le paillettes nere che luccicavano sotto la lampada della nostra camera-salone di bellezza.
Io < Wow! Che belle che siamo… > Dico, girandomi davanti allo specchio e noto che Feddy sta facendo lo stesso.
Feddy < Si si Marty, hai fatto un ottimo lavoro! > Ci battiamo il cinque e ci abbracciamo, che bello essere tornate felici e spensierate come prima! Poi tutte e tre andiamo al piano di sotto dove ci aspettano i ragazzi, ed usciamo di casa.
Liam < Mi raccomando voi due, andateci piano! > Fa un cenno con la mano e Marty guarda Lou in maniera molto… maliziosa.
Lou < Ci proveremo! > Controbatte, e, mentre ridiamo, ci accorgiamo che è abbastanza tardi… quindi, ad uno ad uno, li salutiamo ed usciamo di casa. Non vedo l’ora di vedere Ludo!! Anche se dovremo dirle tutto, TUTTO quello che è successo… solo pensando a questo, mi si leva il sorriso dal volto e salgo sul pullman infilando le cuffie e facendo partire i Coldplay… ma una mano le toglie dalle mie orecchie: biondo, occhi di un angelo, mani fredde… impossibile non riconoscerlo: Niall.
 
POV LOUIS
Marty appoggia la schiena alla porta e sospira… poi sbircia attraverso le tendine e nota che il pullman è partito, si scosta una ciocca di capelli dal viso perfetto e si lascia cadere sul divano. Mi metto di fianco a lei, e le prendo la mano… passando il pollice sulle sue nocche e notando lo splendido anello che le avevo regalato. Sorrido, praticamente imbambolato dalla sua bellezza. Ricambia molto dolcemente, e appoggia la testa sullo schienale.
Marty < Oddio che giornata! È successo praticamente di tutto… > Scuoto leggermente la testa, pensando a Harry che mi picchia, mentre piango, e non si ferma. E tira uno schiaffo alla mia ragazza.
Io < Si… certe cose devono succedere, ma se non succedessero si vivrebbe decisamente meglio! > Anche lei sa a cosa mi riferisco, ed annuisce. Finiamo per arrivare ad un silenzio imbarazzante, che lei subito rompe…
Marty < Abbiamo la casa tutta per noi… > Fa la voce sexy, che mi fa impazzire… roteo gli occhi e mi avvicino sempre di più a lei.
Io < Non dovevi dirlo… sai? > Ribatto, sussurrando nel suo orecchio. Soffoca una risatina, mettendosi a cavalcioni su di me, ad alzandomi la maglietta per poi scoprirmi il petto pieno di lividi.
Marty < Oh si che dovevo dirlo… > Dice lei. Siccome so già come andrà a finire la prendo in braccio e la porto di sopra… chiudendo la porta a chiave ed appoggiandola delicatamente sul letto. Lentamente mi giro e poi mi fiondo sopra di lei, facendomi spazio tra le sue gambe.
Io < Riiniziamo da dove ci siamo fermati sul pullman, ok piccola? > Annuisce… amo chiamarla piccola. La sento più “mia” di quanto non lo sia già! E poi chiamarla amore adesso, dopo due giorni che stiamo insieme, mi sembra un po’ troppo… sorrido maliziosamente, iniziando a torturarle il collo e succhiando decisamente nel suo punto debole. Geme, ed io vado avanti, togliendomi la felpa e buttandola da qualche parte sul pavimento… improvvisamente ribalta la situazione e finisce lei sopra di me. In quel preciso istante decido di dire le fatidiche parole… < Va bene, sono tutto tuo. > Si porta una mano sul mento, fingendo di riflettere sul da farsi… poi, lentamente, alza la mia maglietta fino a sfilarmela completamente…
Marty < Ti fanno male i lividi? > Mi chiede, guardandoli e poi toccandoli pian piano con le dita… a dire il vero non più molto, c’è solo il segno. A parte quelli nella parte bassa dell’addome, appena sotto l’ombelico; scuoto la testa, ed allora lei inizia a baciare molto appassionatamente la parte alta del mio petto… mi mordo il labbro inferiore, ma mi lascio sfuggire un gemito gutturale quando morde il mio di punto debole, che finalmente ha trovato. Praticamente è a metà tra la vita e il fianco, poco sopra i miei jeans che sento restringersi, quindi me li tolgo subito e noto di essere in mutande, mentre lei è ancora tutta vestita. Immediatamente si toglie la camicia e la maglietta, e a quel punto le sfioro coi pollici le coppe del reggiseno, facendole alzare gli occhi al cielo. Mi siedo, prendendola in braccio e facendola sedere su di me con le gambe aperte e le nostre intimità a contatto… a quel punto lei fa una cosa totalmente inaspettata, che mi coglie quasi di sorpresa. È come se iniziasse a spingere, dando colpi di bacino e facendomi strabuzzare gli occhi… in quel momento la prendo per la vita e, sempre mantenendo quella posizione, ci sdraiamo, ma stavolta io sono sopra di lei, e stavolta io spingo. La bacio, mentre inizio a provare una sensazione di immenso piacere. Mugola qualcosa tra le mie labbra, ed io aumento le spinte… iniziando a gemere anche io. Mi stacco da lei e, senza darle il tempo di fare qualcosa, le prendo il viso tra le mani ed inizio a baciarle il collo, mentre con le mani lei percorre il perimetro della spina dorsale, facendo letteralmente accapponare la mia pelle. Dopo un’ultima spinta riesco a malapena a parlare…
Io < Sp-spostati Marty sto… per… > Attorciglia attorno a me le sue gambe. Provo a sospirare per soffocare il gemito, ma proprio non ce la faccio e finisco per quasi fare qualcosa di serio… < Per v-venire… > Non dico più niente, ma la vedo scuotere la testa e stringere le gambe attorno al mio bacino.
Marty < No no… io rimango qua. > Sorride, ma strizza immediatamente gli occhi perché, spingendo ancora più forte, faccio provare piacere anche a lei. Sento il sudore colarmi dal ciuffo di capelli e dalla fronte, poi mi accorgo che le mutande si sono bagnate, ed immediatamente mi stacco. Ho il fiatone per un po’, poi sbuffo e provo a parlarle, insomma… mi sono reso conto adesso che è rimasta qui e che praticamente dovevo solo toglierle i jeans per… ecco, ci siamo capiti. E la cosa sta diventando abbastanza critica, considerato che lei dice di non essere pronta, e anche che non ha mai fatto cose di questo genere, in Italia…
Io < Marty, tutto bene? > Le chiedo, spostandomi il ciuffo dalla fronte. Mi guarda dritto negli occhi, con quei suoi occhi grigi… ed è allora, che capisco che è rimasta scioccata da quello che lei stessa ha fatto.
Marty < N-non credo proprio! Ma hai visto che… > Mette le mani sul viso, poi se le passa tra i capelli ed alza un pochino il tono. < Ma dico… hai visto che ho appena fatto?! > La guardo storto, ma solo per farla andare avanti a parlare… in realtà so esattamente cosa sente. Sente il vuoto. Il vuoto che ho provato io, in discoteca, quando mi sono reso conto che avevo perso la mia verginità con una troia. Il vuoto, l’irreparabile vuoto.
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi! So che questo capitolo è un pochino noioso, ma dovevo far sapere i punti di vista dei vari personaggi… riassumendo: Harry non si sa che fine abbia fatto (ma ve lo dirò nel prossimo capitolo, tranquilli), Niall e Reby non si intendono affatto, Zayn e Feddy si sono baciati, e più di una volta, ma non sono ancora pronti per una relazione seria e poi c’è Liam che si sta sentendo con Anita. Lou e Marty invece… bhe, lascio tutto al prossimo capitolo! Baci xx
Marty 

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Capitolo 22
*** Un mondo tutto grigio... ***


POV MARTY
Oh no, così non andiamo bene, ma per niente… è da due giorni che stiamo insieme. Due fottutissimi giorni, e come ci siamo ridotti? Sul letto, lui sopra di me, ed io lo faccio venire strusciandogli contro… non andiamo bene. Non che non mi piaccia, ci manca, ma mi sento troppo troia! So di non esserlo, ma ho questa sensazione quando facciamo cose… come quella che abbiamo appena fatto. Sono rimasta completamente scioccata, soprattutto vedendolo sotto di me…
Io < Non rispondi?! > Sono preoccupata, molto preoccupata. E poi Ludo si è appena risvegliata e noi stiamo qui a fare ste porcate… lo vedo scuotere la testa, per poi sorridermi. Arrossisco di colpo, mettendomi una mano sulla bocca.
Lou < Ma non devi aver paura Marty… se è quello. > Si, in parte è anche quello! Ho paura che sfugga tutto al nostro controllo e che finiamo per… no, non ci voglio pensare. Scaccio dalla testa questo brutto pensiero e mi siedo, con ancora il fiatone…
Io < Si in parte… > Si mette di fianco a me, appoggiando una mano sulla mia coscia. < Ma non solo! Penso anche che stiamo andando troppo velocemente, forse, e che è meglio se ci limitiamo a rimanere vestiti… sai… per non eccedere, no? > Non gli dico che mi sento una troia, perché sto con lui e non lo voglio offendere… come ha fatto Harold. Storta la testa, ma poi si avvicina e mi lascia un bacio casto sulle labbra, sfiorandomi la guancia.
Lou < Se è solo quello ti aspetto… ma per me senti anche qualcos’altro. > Mi prende le spalle, girandomi verso di lui e sussurrando nel mio orecchio, come è di abitudine fare… < Non sentirti troia piccola… queste cose non le hai mai fatte, ed è normale che alle prime volte si provi questo. Ma non devi stare così. Se non lo vuoi fare, non lo facciamo… e faresti meglio a dirmi quello che provi, se tieni tutto dentro poi esplodi. > “Se tieni tutto dentro poi esplodi.” Quelle parole iniziarono a vorticare nella mia mente… non è mai stato così profondo, e poi mi ha immediatamente capita, come nessuno sa fare, ed è solo un mese che ci conosciamo. È il mio ragazzo, ma ci conosciamo sempre da un mese, e questo non va dimenticato… invece da parte mia lui non riceve quasi niente, anzi… forse si: il fatto che si debba sacrificare per me. Sospiro, e poi lui mi sposta il mio ciuffo ribelle da davanti al viso, e mi sorride. Abbasso subito lo sguardo… bene, prima mi sentivo troia ed ora, oltre a quello, sento anche di non meritarlo. < A che pensi? > Mi incita. E a quel punto trovo il coraggio di guardarlo negli occhi… e mi ci perdo, come al solito. Decido di non mentirgli, sarebbe sbagliato adesso.
Io < Ho un po’ riflettuto su quello che hai detto, e credo di… > Mi fermo, ma quando mi prende la mano mi convinco a finire la frase. < Di non meritarti. > Concludo… e poi noto che stiamo fissando lo stesso punto. Le nostre mani, unite. Mi ha preso la mano destra, quella con l’anello, ed ora lui ci sta giocherellando col pollice… sorridendo. Riesco a ricambiare, ma poi lui inizia a parlare… e la sua voce sembra più bella che mai, è tutto più bello che mai!
Lou < No… sei proprio sulla strada sbagliata allora piccola… > Amo quando mi chiama “piccola”, vuol dire che sono sua, e di nessun’altro. E questa sensazione è fantastica! < Non dirlo più. Non ti azzardare a dire ancora una cosa del genere… sai perché? > Scuoto leggermente la testa, in segno di assenso, e allora lui va avanti. < Perché ti amo. Non me ne frega niente se, come dici tu, non sei alla mia altezza. A parte che sarei io a dovermi meritare di stare con te, non il contrario: quello che ha perso la verginità da ubriaco, in discoteca, sono io. E non tu. Ma a parte questo… anche se fossi brutta, grassa ed antipatica, io non ti lascerei lo stesso. Non ti lascerei mai, per niente al mondo… e devi ficcartelo in quella zucca. > Gli stringo forte la mano, mentre una lacrima mi riga la guancia. Ma solo quella, le altre riesco a trattenerle… lo guardo in faccia, e non se ne accorge perché va avanti col suo monologo. Sorrido, ma non si accorge nemmeno di quello. < E se anche dovessimo… > Decido di zittirlo, appoggiando velocemente le mie labbra sulle sue, e mugola qualcosa intensificando il tutto. Appoggio le mani sulle sue guance, molto delicatamente, e quasi nello stesso momento lui fa la stessa cosa. Appena mi stacco lo vedo sorridere… e ricambio. Perché, con quelle parole, mi ha resa felice. Effettivamente, l’aveva detto che sarebbe stato il suo compito… ma pensavo fosse una cosa romantica improvvisata al momento giusto per togliermi dalla testa Harry. E invece no, era tutto vero, e sono stata io una stronza a non crederci… non me l’aspettavo così. Non avevo nemmeno le parole giuste per ringraziarlo! Cioè è inconcepibile!! Non può avermi detto tutte quelle cose… sinceramente: io ho sempre detto, in ogni testo o lingua che studiavo in Italia, che il mio ragazzo ideale sarebbe dovuto essere simpatico, divertente, ma serio se serve. E pronto a darmi una spalla su cui piangere. E lui lo è, è la fusione di tutte queste cose che ho appena elencato… con la bellezza fisica e la tenerezza da aggiungere. Signore e signori, ecco il vero Louis Tomlinson; ovvero la perfezione fatta a persona. Ed ecco a voi Martina Fenini, stronza e che non lo merita… un applauso! Ho la testa in una completa confusione, e mi tremano le mani… e questo lo nota pure Lou.
Io < Ecco… ora stai sempre più rafforzando la mia opinione sul fatto che non ti meriti. E non va bene… > Si alza in piedi, e lo imito… poi mi prende i fianchi, facendomi alzare gli occhi al cielo e, delicatamente, spinge la mia testa nell’incavo del suo collo. Lo abbraccio, e ricambia. Avvicino la bocca al suo orecchio, pronta a sussurrare qualcosa, se lui mi rispondesse.
Lou < No che non va bene, io non sono perfetto… e tu mi meriti eccome! Ne hai passate troppe, ed è per questo che non ti vedi per quello che sei. Ma io invece si, e posso garantirti che sei una ragazza stupenda. Sarei io a non dovermi meritare te, e non capisco perché mai pensi il contrario. Marty tutto quello che pensi è nella tua immaginazione. Non esiste. Ok? > Sussurra lui… la sua voce quando parla piano mi trasmette brividi lungo tutto il corpo, inclusa stavolta. Non riesco quasi a rispondere.
Io < Ok. > Dico, ma poi spingo la testa nella profondità del suo collo e ci lascio un bacio secco, appoggiandomi poi col mento e stringendolo a me. Ricambia con tutto l’affetto che può darmi, e mi lascia un bacio vagare in fronte. Riesco a trovare il coraggio di guardarlo negli occhi, e gli sorrido, facendolo sorridere… quanto è bello. Simpatico. Gentile. Tenero. Troppo tenero. Un po’ pervertito. Serio quando lo deve essere. È semplicemente troppo, troppo tutto… cerco di scacciare i pensieri che ho fatto fino ad ora, e mi siedo nuovamente sul letto, raccattando i vestiti buttati a caso. Sorrido e scuoto la testa.
Lou < A che pensi? > Stavolta non ho paura di dirlo, tanto non è “grave” come le cose di prima.
Io < Praticamente è impossibile che in qualche minuto siamo passati da questo… > E guardo verso il letto. < A un momento romantico come quello di poco fa… > Ride, e fa ridere anche me. Poi gli passo i vestiti e ce li mettiamo, un tantino imbarazzati. Scendiamo, e decidiamo di guardare la tv… ma sinceramente mi sto annoiando a morte. Quindi mi metto in braccio a lui e gli faccio una domanda che all’inizio trova un po’ strana, ma poi stranamente capisce. < Facciamo un gioco?? >
 
POV LIAM
Spalanchiamo la porta della camera di Ludo, veramente ansiosi… ed io sono il primo a vederla. Lì, seduta sul letto, con il suo iPhone ad ascoltare la musica. Dico agli altri di rimanere indietro, e striscio fino al letto senza far rumore… poi le levo una cuffietta e me la metto.
Io < Chi ascolti? No perché vorrei scaricare questa canzone… > Se solo l’avessi guardata in faccia, avrei potuto dire che le si sono illuminati gli occhi… ma non ne ho avuto il coraggio. Poi l’ho sentita urlare il mio nume ed allora l’ho vista. Era stupenda… aveva la pelle abbastanza bianca e i capelli lunghi raccolti in una treccia, ed appena mi ha visto ha lasciato cadere il cellulare sul letto. Le faccio un sorriso smagliante e lei ricambia immediatamente, così la stringo tra le mie braccia. È stupendo il fatto che si formi calore tra di noi, perché era una sensazione che mi mancava… e anche tanto!
Ludo < Liam! Che bella sorpresa!! Il dottore non la finiva più di farmi visite e punture qua e là… era abbastanza noioso. Poi ho sentito che chiamava Reby e mi sono messa ad aspettarvi con ansia, ed eccoti qui!! Ma gli altri? > Cavolo era agitatissima… e anche io lo sono. Non la vedo da tanto, e mi mancava tutto questo! Anche semplicemente vederla sorridere mi ha reso felice…
Io < Ehyyyyy! Calma! Ora li vado a chiamare, comunque stai bene, vero? > Annuì, e sorrise di nuovo. Poi le stampai un bacio sulla guancia e mi chiusi piano la porta alle spalle, trovandomi tutti davanti a me che mi fissavano…
Reby < Oddio! Come sta?! > Chiese Reby, stavo per risponderle quando iniziarono tutti a tempestarmi di domande su come stava, che aspetto avesse… Feddy mi ha pure chiesto se avesse ancora la flebo attaccata al braccio! Li calmai tutti, e poi iniziai a parlare io, con il mio tono di voce perennemente piatto.
Io < Ragazzi, sta benissimo ed è stupenda. > Si misero ad applaudire e saltellare sul posto, ed io sorrisi. < Ma ovviamente non parliamole di Harry… capito? > Annuirono, per poi superarmi e correre dentro… fu un delirio. Le due ragazze strillavano con le mani davanti alla bocca, in preda al panico, Niall e Zayn invece erano seduti di fianco a lei e la tempestavano di domande.
Ludo < … si si! Sto benissimo, mi vedete?! Mi dovrebbero dimettere tra qualche giorno, perché per ora preferiscono tenermi controllata, ma la buona notizia è che potrete venire a trovarmi sempre! > Esclamò entusiasta, e poi batté un cinque a Zayn, sorridente come non l’avevo mai vista.
Reby < Allora quando torni a casa ci mettiamo una bella rampa di fianco alle scale, non si sa mai! > Ridemmo tutti a quella battuta, ma poi notai il telefono di Ludo vibrare… e quella cosa mi puzzava. Non so perché, semplice intuito… mi avvicinai a lei e la vidi sbloccare l’Iphone. Il messaggio era di Marty.
Ludo < Ehy ragazzi mi ha scritto Marty! “Riprenditi presto, e salutami i pazzi che sono lì con te!” hahaha che tenera!! > Sorrise, nascondendo lo smartphone sotto il cuscino del letto. Mi puzzava, l’ho detto… scacciai questo pensiero dalla testa e mi concentrai sulla conversazione.
Feddy < Ma cosa ti danno da mangiare adesso?! > Chiese, incuriosita, ed effettivamente anche io ero curioso di saperlo!!
Ludo < Robe da ospedale… come minestrine e cose del genere, ma il venerdì pizza!! > Appena pronunciò la parola “pizza” mi venne in mente il pigiama party: quando ci siamo tirati la pizza per fare la battaglia e Marty e Lou non stavano ancora insieme, ed io ero ancora fidanzato con Sophia… ma ora non devo pensare a lei. Ora ho trovato un’altra amica con cui parlare, oltre a quelle che ho già: Anita!
Niall < Quindi se mi trasferisco qui mangio la pizza ogni venerdì?! > Fece finta di essere incredulo, per poi scoppiare a ridere scatenando una reazione a catena: la sua risata fa ridere Reby, che fa ridere Feddy… e Feddy fa ridere Zayn e me, e poi ride anche Ludo. Che forti che siamo! Riusciamo a portare l’ottimismo e le battute anche nella camera di un ospedale!
Io < Ragazzi facciamoci una foto ricordo! Facce buffe ovviamente! > Presi il mio cellulare ed impostai la telecamera interna, andando verso il letto e facendo un selfie che sarebbe stato destinato a rimanere nella storia. Inviai la foto alla coppietta felice, e Marty mi rispose subito con delle faccine innamorate ed un commento “siete stupendi” accompagnato da un cuoricino rosso… anche non essendo qui, si fa sentire! Zayn fece una domanda molto interessante a Ludo, così mi misi ad ascoltare anche io…
Zayn < Ma mentre “dormivi” … hai fatto sogni strani? Cioè… nei film chi è in coma si risveglia perché sta sognando qualcosa, a te è successo? > Ci pensa un attimo, ma poi alla fine annuisce.
Io < Che aspetti? Racconta! > La incito, e poi ci mettiamo a sedere tutti in cerchio intorno al letto, e lei sta seduta a gambe incrociate in mezzo a tutti noi. Prende tra le mani il lenzuolo, giocherellandoci un po’, ed inizia a raccontare…
Ludo < Praticamente ero in Italia… ed ero a casa mia. Solo che i miei genitori mi odiavano e non avevo amici, a parte Reby, Marty e Feddy. Voi non esistevate e la cosa è un po’ inquietante, ora che ci penso… > Fa una piccola pausa per schiarirsi la voce, e poi continua. < Il sogno inizia quando apro gli occhi e mi ritrovo in… in un altro mondo. La stanza era tutta grigia, con solo un letto ad una piccola scrivania in legno, dove si trova un computer… c’è anche un quadretto di famiglia appeso alla parete molto monotona: così mi alzo dal letto in cui mi ritrovo per prenderlo ed osservarlo attentamente. Guardandolo mi accorgo di un particolare: quella nella foto non sono io. Cioè nel sogno io avevo i capelli neri e gli occhi azzurri, ed ero molto alta e dal fisico slanciato, ma sembrava tutto normale così scendo in cucina e mi accorgo di essere a casa da sola. > In questo momento stiamo tutti pendendo dalle sue labbra: è sorprendente il modo in cui ricorda esattamente tutti i particolari le sogno! Così decido di fare di nascosto una registrazione, premendo “play” ed andando avanti a seguirla attentamente. < Mi guardo intorno, poi mi vesto ed esco di casa: e mi ritrovo in un paese devastato! Strade distrutte, case diroccate e macchine rotte e mezze scassate ovunque. Ci metto qualche secondo a realizzare che la mia casa era ancora intatta, così mi giro, ma alle mie spalle c’è solo un immenso muro di mattoni grigio. È tutto grigio: le strade, il cielo, le nuvole e perfino i palazzi! A questo punto mi viene naturale guardarmi le mani, per vedere se sono grigia anche io: vedo un rosa candido e allora tiro un sospiro di sollievo, sollievo che dura ben poco… > Tira un sospiro e cerca di ricordare… poi alza il dito indice come per dire che ha avuto un’idea. < Ed ero circondata da persone grigie… è strano, lo so, ma erano tutte grigie e non sapevano né parlare né muoversi! Praticamente immobilizzate, ed io riuscivo a muovermi e a fare tutto. Disperata, corro via ma più vado avanti e più trovo gente… e poi vedo una vecchietta, seduta, con in mano un biglietto. > Molla il lenzuolo, e si mette le mani tra i capelli… come se si vergognasse, e ci mettiamo tutti a fissarla, facendo salire la sua ansia. < Ohi capitemi! Sono qui a raccontare un sogno stranissimo e nemmeno vero, e un po’ di vergogna ce l’ho! > Dice, facendo scattare automaticamente la nostra risata… ma non stoppai affatto la registrazione. Perché so esattamente che prima o poi salterà fuori qualcosa su Harry, o Lou, o Marty. E sarò qui, a riprenderlo per poi farglielo ascoltare… mentre rifletto su questo, noto che riescono a tranquillizzarla e quindi riprende il racconto che mi stava come appassionando. < Praticamente il biglietto era vecchio e scritto in bella grafia, e diceva esattamente così: “sono una veggente, ed è per questo che, nel 2000, sto scrivendo questo biglietto. So che prima o poi tutti si bloccheranno, e conosco anche il motivo, ma non lo dirò a nessuno per il semplice motivo che chi lo venisse a sapere si bloccherebbe… quindi, se stai leggendo, vuol dire che sei rimasto sbloccato e che casualmente sei capitato qui. Proprio nel posto giusto. Perché io so come potrei tornare nel mondo normale… devi trovare l’unica persona che è come te e che ti conosce così bene che il legame tra le vostre due menti ha tenuto in vita sia te e sia lei. Trovala… lei è la chiave, e possa la fortuna sempre essere a tuo favore.” Inutile dire che la prima che mi viene in mente è Marty. Ma non so dove trovarla, non so com’è fisicamente e non so niente… so solo che sono in quel mondo e che devo, in qualche modo, trovarla. Quindi corro in giro per quella città, se possiamo chiamarla così, ad entro in tutte le case… finché non ne trovo una con ancora una chiazza di colore sul muro. Incuriosita ed agitata allo stesso tempo ci entro, e mi ritrovo una ragazza seduta su una sedia a rotelle, grigia dal petto in giù ma con la testa libera, che quando mi vede sorride. “Ludo…” sussurra. Io divento inspiegabilmente confusissima, e mi sento intorpidire i piedi, che immediatamente diventano grigi… mi passano tantissimi brividi per la schiena, fin quando non divento grigia fino alle ginocchia. Ma ero consapevole di star sognando in quel momento… non so perché ma l’aver sentito la voce di Marty mi stava facendo sia diventare incolore sia riprendere, in senso nel mondo reale. Divento immobile fino al petto, ed inizio a piangere fortissimo, ma dalle troppe emozioni non riesco a parlare e così mi metto le mani (che fortunatamente posso muovere) in faccia, e rimango lì, ad aspettare la mia fine. > Conclude… sto per dire qualcosa, ma mi zittisce e dice che manca pochissimo, quindi la faccio tranquillamente andare avanti. < Mentre piango, noto che lei dice un’ultima frase prima di morire: “scusami.” Ed allora è successo un casino. Ho aperto gli occhi e mi sono ritrovata qui, nell’ospedale, e Marty e Lou in camera con me… molto velocemente mi hanno spiegato che sono stata in coma e poi sono rimasta sola con Marty perché Louis è andato a chiamare il dottore. È successo tutto troppo in fretta, ed ancora faccio fatica a rendermene conto!! > Dice, e poi immediatamente diventa rossa come un pomodoro dall’imbarazzo e sta zitta.
Reby < Ma è bellissimo!!! > Esclama, mettendosi una mano sulla fronte. Feddy e tutti gli altri concordano…
Zayn < Un pochino deprimente però… eri per caso triste prima di entrare in coma? > Gli chiede, ed ammetto che ha fatto una domanda molto intelligente: spesso i sogni fatti in coma hanno a che vedere con gli stati d’animo che si avevano prima del coma. E la prima parte del sogno era straziante… anche perché noi non possiamo dirlo, ma lei lo ha vissuto! Straziante per lei, non per noi… per noi, o almeno per me, è stato un piacere ascoltarla!
Ludo < A dire il vero non mi ricordo! Perché eravamo appena tornate dal centro commerciale e Reby mi ha chiamata, io sono corsa giù dalle scale e poi… il vuoto. Gli stati d’animo erano l’ultima cosa a cui avrei voluto pensare sinceramente! > E in effetti ha ragione, normalmente non si dovrebbe nemmeno ricordare di cosa stesse facendo, e pretendere che si ricordi TUTTO quello che le stava intorno è troppo…
Io < Si hai ragione… almeno ti ricordi le nostre relazione eccetera, no? > Provo a chiederglielo, magari questo se lo ricorda!
Ludo < Si si! Tu ti eri appena lasciato con Sophia ed eri felicissimo, e le altre cose non credo di poterle dire… > Sorride, e si concentra su Zayn e Feddy: lei arrossisce come un peperone, e lui le dà un tenerissimo bacio sullo zigomo, intensificando il rosso sulle sue guance.
Reby < Ma siete tenerissimi!! Siete sicuri di essere solo migliori amici? > Chiede, facendo un occhiolino ammiccante guardando verso di loro. Decido di fare una battutina, giusto per levare l’attenzione dalla coppietta…
Niall < Ragazzi le cose del gruppo vanno dette a tutti, non dovete tenervele per voi! Non è così che si fa… > Chiarisce, e poi incrocia lo sguardo con Reby e loro due ci lasciano momentaneamente per essere catapultati in un altro mondo lontano dal nostro…
Io < Amore mi tradisci con lei?!?! > Feddy scoppia a ridere ed alza gli occhi al cielo, ma poi si sente subito la risata da paperella di Niall… che fa ridere anche me. Zayn fa l’offeso e mi prende la mano, sorridendo con la lingua tra i denti e Ludo si sta spanciando.
Zayn < No!!! È solo una farsa, per lei non sento niente e tutto il mio amore lo provo per te… perdonami! > Si inginocchia e mi devo mordere il labbro per star serio, ma poi abbozzo a un sorriso… come si fa a stare seri?!
Io < E allora baciami, stupido. > Gli metto una mano davanti alla bocca e fingo di baciarlo. All’inizio rimane fermo, ma poi inizia anche lui con le piccole mosse della testa e schiude leggermente la bocca, facendo arrivare il calore direttamente sulla mia povera mano.
Ludo < Ragazzi basta! > Quasi urla, con le lacrime agli occhi e le mani sulla pancia, ancora sdraiata perché a riprendersi proprio non ce la fa. Ad un certo punto mi accorgo che non ho ancora stoppato la registrazione, così premendo i tasti del mio telefono da dietro la schiena riesco a fermarla appena in tempo, prima che il coglione che sta davanti a me mi metta una mano sul petto, e allora sospiro roteando gli occhi e fingendomi eccitato… scena da riprendere. Zayn si stacca e allora tutti, ma tutti scoppiamo a ridere. Dimenticando, per quel momento, ogni singolo problema che ci circondava. Mi correggo: l’unico problema che ci circondava, vale a dire Harry. Harry… che fine ha fatto? A casa non è, perché altrimenti Marty e Lou mi avrebbero scritto, o comunque avrebbero scritto a qualcuno di noi… e non è di certo qui in ospedale. Dove cavolo è allora?! Mentre penso queste cose non mi accorgo che il dottore entra in camera, interrompendo immediatamente le nostre risate… appena alzai la testa dallo schermo del cellulare che stavo controllando mi ritrovai davanti il suo camice bianco, e mi presi un colpo, balzando all’indietro.
Dottore < Ragazzi dovete uscire! Il tempo delle visite è finito! > Disse, battendo due volte le mani e spalancando la porta… non ebbi il tempo di reagire che Niall mi rubò le parole di bocca.
Niall < Ma andiamo! Non la vediamo da 10 giorni e ci fa stare qui con lei solo un’ora?! > Urlò, piazzandosi direttamente davanti a lui e indicando con la mano il letto su cui stava seduta Ludo, che fece gli occhi dolci al dottore.
Reby < Mi duole dirlo, ma per una volta ha ragione lui! Ci dia un po’ di tempo… > Unì le mani pregandolo e supplicandolo. Continuammo così, ma non ci vollero più di 30 secondi per fargli cambiare idea!
Dottore < E va bene, mi avete convinto! Andatevene quando volete, ma non createle confusione in testa, capito?? > Mi indicò con l’indice e, siccome sono (in realtà lo sembro e basta) il più grande di tutti, mi prendo le loro responsabilità.
Io < Stia tranquillo, li controllo io… > Fingo di fulminarli con delle occhiatacce e lui esce. Appena chiude la porta, tutti scoppiamo in un grido di gioia. Ma io non riesco proprio a levarmi Harry dai pensieri… è più forte di me! è nel mio carattere: se c’è un problema, io devo risolverlo… sarà che non mi piace vedere soffrire le persone, però in questo caso io non posso fare un fico secco. Così mi alzo e raggiungo gli altri, e mi metto vicino alla finestra, per guardare fuori… vedo tutti i palazzi, e l’autobus, i negozi e le piccole villette a schiera. E penso al sogno fatto in coma da Ludo… e provo un’enorme sensazione di vuoto dentro di me.
 
POV LOUIS
Alla fine l’idea del gioco era stata ottima! Insomma, farci delle domande che non abbiamo mai avuto il coraggio di farci rafforzerà il legame, e poi ci siamo giurati di essere sinceri, e penso che fino ad ora lei lo sia stata… anche se non le ho chiesto un granché, mentre lei in confronto mi ha torturato! Ho dovuto perfino dirle la cosa più vergognosa che mia madre mi avesse beccato a fare!! D’ora in poi le domande le farò decisamente più cattive, solo per mettermi alla pari con lei, non perché sono perfido… solo che ora è il suo turno e non credo andrà a finire molto bene… la guardo, che sorride mostrando le sue adorabili fossette, con il mento racchiuso tra il pollice e l’indice in segno che sta pensando a qualche domanda pesante. Finalmente mi guarda maliziosamente… e me lo chiede.
Marty < Che cosa vorresti che facessi di… sexy, in questo momento, visto che siamo da soli a casa? > E che cazzo però. Cioè… lo sanno tutti che vorrei facesse cose sexy! Me l’ha chiesto lei, ma devo essere sincero per forza? Non devo dirle una piccola bugia innocente? No dai… tanto poi mi vendico, quindi tanto vale essere sinceri.
Io < Che per esempio mettessi le tue mani qui… > Le prendo le mani e le appoggio sul mio petto, facendole sentire il mio cuore battere. Sorride immediatamente, e abbassa lo sguardo… < E che mi prendessi il colletto della maglietta e mi tirassi a te, dandomi il più bel… > Non mi fa finire la frase che si lecca le labbra e fa esattamente quello che ho detto, attirandomi a lei e dandomi il più bel bacio che mi avesse mai dato. Esteticamente intendo, perché se guardo i sentimenti il migliore è stato quello di due giorni fa, quando le ho chiesto di diventare la mia ragazza e lei ha detto di si.
Marty < Così? > Chiede, alzando poi le sopracciglia e tirandosi il labbro inferiore tra i denti. Annuisco e mi siedo nuovamente, pronto a vendicarmi… e decido di farle una domanda che metterebbe in imbarazzo qualunque ragazza esistente sulla faccia della terra. Ovviamente ho dovuto far uscire il mio lato pervertito, ma di cose pervertite me ne ha chieste una valanga lei! E poi, diciamocelo, sono curioso anche io… < Tocca a te. > Sussurra al mio orecchio, e si siede di fianco a me aspettando la domanda, che dico immediatamente.
Io < Prima c’è stato un momento molto… bollente, se possiamo definirlo così, tra di noi. E hai notato anche tu che… ecco, mi sono bagnato. > Arrossisce subito, ma il peggio deve ancora venire. < Ora mi devi dire… tu invece? Sei rimasta asciutta? > All’inizio rimane a bocca aperta, ma poi si nasconde il viso tra le mani per l’immensa vergogna provata… forse ho esagerato un pochino, ma questo gioco esiste apposta per esagerare! E quindi aspetto con ansia la sua risposta, fissandola negli occhi spalancati, che lasciano addirittura vedere quella zona grigia intorno alla pupilla.
Marty < Prometti che non riderai o mi prenderai in giro? > Ecco, questa è sempre la parte più difficile… ma per non stare ore su questa domanda annuisco, e tendo le orecchie. Si avvicina a me e, tirandomi per la spalla, mi sussurra la risposta. < No Lou, mi sono bagnata proprio come te… > Dice, poi si allontana di scatto e ritorna con le mani sul viso. All’inizio penso che si stia per ritirare, quando alla fine si schiarisce la voce ed annuncia in modo chiaro e freddo. < Giro degli obblighi. > E poi mi guarda molto maliziosamente… premesso che il mio membro è già agitato per la sua risposta e che lei ora dovrà saltare il turno perché ha annunciato il giro, non so proprio che farle fare! Cose hot no di certo, non dopo quello che ci siamo detti prima, o forse… mi si illumina lo sguardo. Mi alzo e, frettolosamente, vado a prendere una sedia e la faccio accomodare.
Io < Siccome in questi momenti non so che farti fare, ho deciso che proverò a fare del mio meglio per ricambiare tutti i “favori”, come quello in bagno pochi giorni fa, che mi fai. Tu non devi fare niente… va bene? > Annuisce, e si sfrega le due mani con tono di sfida…
Marty < Vediamo cosa sa fare il mio novellino! > Ah però! Mi da addirittura del novellino, allora vuole proprio arrivare alle stelle oggi!! Prima di risponderle, però, mi guardo bene intorno. La luce è accesa al massimo, ed illumina le pareti bianche del soggiorno-ingresso, il divano è vuoto e la tv spenta. Ottima sceneggiatura, direi.
Io < Novellino? Ti faccio vedere io… e alla fine tu mi dovrai dire se sono un novellino o no!! > Dico scherzando, ma appena finisce di ridere vado ad abbassare piano piano la luce, spegnendola poi del tutto. Sta zitta, stranamente, e quindi (siccome ho studiato la stanza e ne ricordo ogni particolare) mi dirigo piano verso quella che dovrebbe essere la sedia e la trovo. Mi metto in ginocchio dietro, e lentamente inizio a lasciare baci sul suo collo partendo dal suo punto debole ed arrivando alla mascella. La sento sospirare, ed roteo gli occhi perché sta già iniziando a sentire qualcosa… le scosto i capelli dall’orecchio per poi morderle il lobo, facendola sospirare nuovamente. Gioco un pochino con una sua ciocca, ma poi decido di prenderla in braccio ed appoggiarla molto delicatamente sul divano. Siccome ho l’interruttore di fianco a me, decido di illuminare quel poco che basta la stanza, giusto per vedere dove metto le mani, prima di fare mosse sbagliate… appena raggiungo la tonalità giusta, le accarezzo le guance facendola sorridere. Allora metto i pollici sulle sue fossette e lei strizza gli occhi, proprio quando appoggio i gomiti ai lati della sua testa e mi distendo su di lei, facendomi spazio tra le sue gambe. La bacio molto appassionatamente per un tempo infinito, e poi le slaccio molto lentamente la camicia… sorprendendomi abbastanza quando ci trovo una canottiera con dettagli in pizzo nero sotto. Alzo anche quell’indumento, e scopro la pelle nuda della sua pancia, immediatamente appoggiandoci le labbra… succhio in maniera possente appena sotto l’ombelico, per poi salire ed arrivare al suo reggiseno. Passo il ferretto e sfioro le coppe con il pollice, mentre la sua pelle si accappona inerme al mio tocco. Chiude gli occhi e sospira ripetute volte, facendo agitare ancora di più il mio membro… ma poi decido di diventare meno romantico e di passare ai fatti. Inizio a baciarle nuovamente il collo, sfruttando stavolta il suo punto debole e mordendolo, riparando poi il tutto con la lingua… la sento gemere, e poi inizia a respirare profondamente. Mentre continuo a succhiarle il collo, le abbasso la canottiera ricoprendo la pancia, ed armeggio coi suoi jeans, abbassandoli poi definitivamente. Siccome so che non le piacerà quello che ho in mente di fare, mi siedo e la faccio sedere a gambe divaricate sopra di me, di modo che il suo seno sia all’altezza del mio viso. Avvolgo una delle due coppe con una mano, mentre l’altra la porto all’altezza dell’elastico delle mutande, dietro. La spingo avvicinandola a me e poi inizio a baciarle il centro del petto, facendole buttare la testa all’indietro ed iniziando a gemere. Anche lei sta gemendo, solo in maniera molto minore… poi, ritorna con la testa vicino alla mia e le percorro il perimetro della spina dorsale con l’indice, arrivando a metterle la mano sulla nuca. A quel punto tolgo anche l’altra mano dal suo petto e la porto nella parte laterale del collo, lasciandoci un ultimo bacio. Geme, ma stavolta più forte, così mi stacco ed appoggio subito le mie labbra sulle sue. Le schiude leggermente ed io intensifico il tutto. Appena mi stacco ha un’espressione molto soddisfatta, il che è strano. Si era data della troia un’ora fa e… e ora mi ha lasciato fare tutto questo! Intendo chiederglielo, ma non mi sembra il momento adatto, e poi aspetto la sua risposta…
Marty < Ok, ufficialmente non sei più un novellino. > La sento dire, e scoppio inevitabilmente a ridere. Scateno anche un sua risata, risata che mi fa rinascere… è da tantissimo che non la sento ridere di gusto, come faceva quando ci eravamo appena incontrati. E questa, proprio questa risata che fa adesso, mi riporta con l’immaginazione alla stanza non ancora verniciata dove abbiamo passato il primo pomeriggio insieme…
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui! Scusatemi il ritardo, ma ho avuto molto da studiare in questi giorni, dopotutto è la prima superiore anche per me… comunque sia nel prossimo capitolo prometto almeno un POV FEDDY, così descriviamo per benino la loro coppietta… ciaooo! Baci xx
Marty

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Capitolo 23
*** Okay. ***


POV FEDDY
“A volte serve solo che il suono della musica superi quello dei tuoi pensieri”
Questa frase oramai faceva parte di me, era ciò che mi identificava. Tornando a casa, sul pullman seduta di fianco a Reby, stavo pensando alla storia di Ludo… che è stata fantastica e molto piena di significato, davvero, ma mi chiedo se un giorno siamo destinati ad essere tutti così. Ah, e ho pure una mia motivazione del “mondo tutto grigio” che ha descritto lei: secondo me il mondo era grigio perché la gente mancava di valori morali, come l’amicizia, l’amore e la famiglia. Ed era legata a troppe cose materiali come il cellulare o il computer… e per questo sono diventati grigi. Ma, ammesso che la mia teoria sia vera, il fatto che si stesse irrigidendo anche lei vuol dire che veramente tiene alle cose materiali più che a noi? O anche Marty… è sempre molto gentile e simpatica come lo è sempre stata, però il fatto che fosse anche lei tutta incolore a parte forse la testa… mi ha fatto accapponare la pelle. Alzo ancora il volume della musica, ascoltando i Green Day, che non conosce quasi nessuno, ma a me piacciono molto. Noto che Reby sta per parlare, quindi mi tolgo una delle due cuffiette, pronta ad ascoltarla.
Reby < Ma… Zayn? > Ecco. Ecco l’altro dei miei problemi. Zayn… non lo so! Ci siamo baciati, ed è stato bellissimo, abbiamo ballato i lenti insieme, ci siamo abbracciati e ci sosteniamo sempre. Cosa siamo insieme? Potremmo essere migliori amici, qualcosa in più… ma anche qualcosa in meno! E il bello è che io non so cosa pensare, ma prima o poi glie lo dovrò pur dire in qualche modo: per messaggio escluso, perché le cose importanti si dicono a voce, ma magari potrei chiamarlo, soprattutto ora che ognuno torna a casa sua e che non “vivremo” più tutti insieme come una famiglia. No, lo devo prendere da parte e dirgli le cose come stanno, senza fare troppi giri di parole ed arrivando subito al punto, come piace sia a me sia a lui. Intanto decido di iniziare a dire a Reby le cose come stanno…
Io < Tutto un casino! > Esclamo, per poi rendermi conto che potrebbe sentirci chiunque… quindi spengo la musica e mi avvicino a lei, arrivando a sussurrare. < Cioè te l’ho già detto che ci siamo baciati, ma non siamo mai andati oltre quei due baci a stampo… e non so che pensare! > Vedo che inizia a fissare il soffitto dell’autobus, e chi la conosce come la conosco io sa che sta riflettendo… poi si sposta il ciuffo dalla fronte e mi risponde.
Reby < Devi dirglielo… magari non di punto in bianco. Prima lo prepari dicendogli che gli devi parlare e gli dai un appuntamento, così ti assicuri che siete da soli, e poi gli dici le cose come stanno con calma e stando attenta a non sclerare o fare le scenate che fai di solito… ok? > Oh… la pensiamo allo stesso modo! E questo per me è solo positivo: lei è come la “nonna” del gruppo. Appena abbiamo un problema siamo solite a parlarne con lei, perché è la più matura e ci saprebbe dare immediatamente la soluzione… insomma, tra di noi è fondamentale!
Io < Lo pensavo anche io… ma comunque lui di sicuro non vorrà offendermi, quindi mi dirà che è tutto a posto anche quando non lo è! > Storse la testa, alzando insicura in sopracciglio. Mi chiese di spiegarmi meglio… < Se lui pensasse che tra di noi c’è un problema, di certo non me lo verrebbe a dire… quindi anche se pensasse che stiamo sbagliando andrebbe avanti a fare così perché sa che… > Mi blocco, e non so se sia il caso di andare avanti… Feddy sentimentale deve stare dentro, e non uscire allo scoperto. Il mio lato tenero di rado si fa vedere, e non voglio tirarlo fuori adesso che ho un problema, no. Mi correggo: due problemi…
Reby < Che? > Mi incita lei. Senti, al diavolo i problemi una volta tanto…
Io < Che mi fa felice. > Concludo in maniera frettolosa, e lei mi abbraccia. Amo gli abbracci, perché quando hai bisogno di affetto è la cosa più tenera che ci sia! Ricambio stampandole un bacio sulla guancia, e lei sorride. Faccio per infilarmi di nuovo le cuffie, quando mi prende una mano e mi ferma… la guardo negli occhi, e da lì capisco che qualcosa non va. Divento subito seria e glie lo chiedo senza esitare. < Che c’è? > L’unica cosa che voglio è che lei non pianga, perché se piange lei è finita, e poi mi metterei a piangere anche io… quindi avvicino il mio viso al suo, per controllarle gli occhi che non sono ancora lucidi. Ora spero solo che non sia niente di grave, ma ho la netta sensazione di sapere cosa si tratti…
Reby < Niall… insomma andiamo a periodi! In certi momenti lui è tenerissimo con me, come in disco… ma stamattina?! Hai sentito che mi ha detto stamattina?! > Stava alzando un po’ troppo la voce, quindi le faccio cenno con la mano di abbassarla e lei tossisce un paio di volte… insomma, è bello che ci confidiamo, anche perché ormai tra un balla e l’altra è parecchio tempo che non parliamo! Quindi mi rendo partecipe, facendole una domanda.
Io < No, che ti ha detto? > Sussurro. Si sfrega le mani, e giocherella un po’ coi pollici… poi però risponde, e rimango completamente scioccata da quello che mi dice!
Reby < Insomma mi stavo asciugando i capelli, in accappatoio, e lui arriva e mi dice che mi deve parlare. Lo intimo a proseguire, fottutamente sperando che dica qualcosa su di noi, come coppia… e invece mi fa: “Ha detto Marty che la Dover interroga a sorpresa, e vi ho avvisate!” E poi se n’è andato… e io già ci sono rimasta malissimo. > Capisco, ma mi lascio sfuggire una risata quando riprende fiato, perché lei parla sempre molto velocemente, soprattutto quando è arrabbiata o… in ansia, come ora. Sbuffa, e poi va avanti. < E per tutta la mattina non mi ha cagata… e invece ora prova a fare tutto il tenero… ma no! Non voglio cascarci un’altra volta, non voglio! > Si batte un bel pugno sul ginocchio, massaggiandoselo subito dopo… povera. Non sta soffrendo, o almeno, non come Marty e Lou, ma non dev’essere bello farsi prendere in giro da un ragazzo! Le rispondo, cercando di darle dei consigli che siano il più sensati possibile… e cercando di prendere spunto dalla maturità che ci ha sempre mostrato.
Io < No ascolta… anche tu gli devi parlare. Magari la tua situazione è un tantino più difficile da spiegare di quella mia e di Zay, ma se c’è qualcuno maturo e responsabile quella sei tu. Non ti abbattere dai! > Sorrise, e ricambiai molto dolcemente… e mi ringraziò anche! A quel punto decisi di farle una domanda, forse un po’ pettegola, ma dovevo assolutamente sapere che ne pensava lei! < Ma ascolta… tu che ne dici di Marty e Lou? > Arrossì leggermente, forse ricordando il bellissimo bacio che si sono dati per provare a Niall che stavano insieme… e allora me li immaginai sdraiati sul divano, vicini vicini, d’inverno e con una coperta di lana. A baciarsi e stringersi forte… e a quel pensiero sorrisi, perché so che lei se lo merita.
Reby < Io dico che sono stupendi. Tutti e due molto scherzosi e possono arrivare a livelli di tenerezza spaziale… sono martomlinson shipper! > Che ha appena detto?! Oddio!! Scoppio a ridere, e dopo un po’ mi fa pure male la pancia: ma come le vengono certe idee?! Continuo a ridere, e mi vengono gli occhi lucidi, quando decido di darci un taglio.
Io < Si si assolutamente, lo sono anche io! Sono perfetti: anime gemelle, oserei dire… > Martomlinson… sono veramente perfetti. Dove uno manca di qualcosa, c’è l’altro che lo sostiene e questo è veramente mitico! Una coppia dopotutto è una coppia! E loro lo sono, non come me e Zayn… ci siamo baciati, punto. Poi nessuno dei due ha avuto il coraggio di dire niente all’altro… forse si, siamo dei codardi, ma non avrei mai pensato che anche lui lo fosse. Non capisco, veramente. E così, mentre il pullman fa l’ennesima fermata, mi appoggio allo schienale del sedile e continuo ad ascoltare i Coldplay.
“A volte serve solo che il suono della musica superi quello dei tuoi pensieri…”
 
POV MARTY
Ecco… non so cosa esattamente sia scattato dentro di me poco fa, ma eccome se mi è piaciuto! Forse… mi sono resa conto che un pochino ci sta male se sul più bello ogni volta ci fermiamo, e un pochino anche io ci sto male. Ma dopotutto il fatto che mi sento una troia deve finire: ho 18 anni, e i miei a quest’età non erano già più vergini, devo farmene una ragione… certe paure sono proprio infondate…
Lou < E quindi non ti ha dato fastidio? > La sua voce stupenda mi distoglie dai miei pensieri. Lo guardo dritto negli occhi e gli sorrido, ed ancora mette i pollici sulle mie fossette… gli prendo entrambe le mani, e poi gli rispondo.
Io < No, affatto… mi sono finalmente resa conto che a 18 anni certe cose devono essere fatte, e forse un giorno ricambierò… > Appena dopo avergli detto queste parole si guarda intorno: la tv spenta, la luce bassa, noi due vicini sul divano… e poi mi sorride maliziosamente.
Lou < Bhe… un piccolo assaggio di cosa sai fare me lo dai? L’ambiente è perfetto… > In effetti aveva ragione. E poi con tutte le volte che mi sono tirata indietro… ma stavolta decido di fargli una bella sorpresina! Annuisco, e poi gli bendo gli occhi e gli dico di stare fermo dove si trova, quindi seduto sul divano… a quel punto, più veloce che posso, corro di sopra e mi spoglio, mettendomi il completino intimo in pizzo. Le mutande sono un pochino trasparenti, mentre il reggiseno è praticamente un reggiseno normalissimo nero, solo con uno strato di pizzo steso sopra. Torno immediatamente giù, e lo trovo con ancora la benda sugli occhi, già impaziente. Batteva ansiosamente il piede sul pavimento, e mi stava per chiamare, quando corro verso di lui e riesco a mettergli il dito sulle labbra prima che riesca appena a parlare… alza entrambe le sopracciglia, e prova anche a mettersi in piedi, ma metto le mani sulle sue spalle e lo spingo delicatamente verso il basso. Si risiede, e a quel punto mi metto in braccio a lui.
Io < Puoi togliere la benda, se vuoi… > Faccio la voce sexy, e lui reagisce togliendo il panno immediatamente e scagliandolo da qualche parte sul fondo del divano. Appena mi vede si mette entrambi le mani tra i capelli, buttandosi in maniera molto decisa contro lo schienale imbottito. Deglutisce, e gli faccio un piccolo occhiolino… e lo faccio distendere sotto di me. Ma quanti momenti hot stiamo avendo oggi?! Bhe… non fa niente, finché siamo solo io e lui le cose non escono dalle quattro mura di casa nostra, quindi va bene.
Lou < Ok, mi tolgo immediatamente i jeans che il mio amico qui sotto vuole uscire… > Sorrido, e scuoto la testa ridendo un pochino. Mentre sono sopra di lui, cerca di spostarmi per togliersi i pantaloni e mi mette le mani sui fianchi. Ma io glie le prendo e le appoggio ai lati della sua schiena, slacciando ed abbassando io stessa i jeans, e notando che lui inizia a sospirare. Alzo gli occhi al cielo, ed alzo immediatamente la sua maglietta, appoggiando le labbra al centro del suo petto e succhiando nel suo punto debole. Si lascia sfuggire un gemito gutturale, appena lo mordo, e poi riparo tutto con la lingua… decido di lasciargli anche un bel segno sul collo, così gli prendo la testa tra le mani e, partendo dalla macella, arrivo alla metà tra il collo e la spalla, e succhio molto intensamente anche lì.
Io < Questo ti rimane per un po’… > Sorride, e si massaggia il punto leso. Poi immediatamente, quando sto per togliergli anche la maglietta, sentiamo la porta sbattere e vediamo una figura a noi parecchio familiare varcare la soglia: bello, alto, riccio… occhi verdi e polsini. Harry. Spalanca gli occhi appena ci vede, e poi scoppia a ridere. Divento subitissimo rossa come un peperone, non perché mi avesse vista in pose sexy con Lou, ma perché avevo il mio completo in pizzo! Appena me ne rendo conto vorrei lanciare un urlo, ma invece mi alzo in piedi e metto una mano sulla bocca, in preda al panico. Appena finisce di ridere, parla un po’ con noi… cioè, ci deride.
Harry < Ah… e così dopo Kristal, Tomlinson colpisce ancora! > Lou si rinfila i jeans, e si alza in piedi per dirigersi verso Harry, ma gli metto una mano sul petto e lo fermo… sento Harry ridere di nuovo, ed allora vado io da lui, che intanto si stava contemporaneamente avvicinando a me.
Io < Senti, veramente… lasciaci in pace. Basta Harold, hai rotto i coglioni. Fai quello che devi fare e vattene. > Immediatamente sbuffa, e sento Lou che mi sfiora la mano… così intreccio le mie dita con le sue e lo faccio sorridere. Poi però noto che Harry si sta ancora avvicinando a me, con fare più minaccioso, e prendo a indietreggiare finché non mi ritrovo con la schiena contro il muro freddissimo. Mi guardo intorno, e vedo che non ho via d’uscita, quindi me ne rimango lì, con Harry a due centimetri da me.
Harry < Sei veramente provocante, lo sai? > Si lecca le labbra, e poi mette la mano sul mio addome, ma si becca solamente uno schiaffo. Da me. Perché Lou stava ancora venendo verso di noi, e non ha fatto in tempo a fermarlo. < Stai ferma. > Dice, con tono abbastanza minaccioso, forse di più di quello che aveva mentre camminava nella mia direzione… scuoto la testa, e Lou lo prende per un polso.
Io < Harry, esci di qui. E non ci provare nemmeno a toccarmi. > Dico, in tono molto freddo. Il mio ragazzo strappa via Harry da me, ma quest’ultimo gli tira un pugno dritto sul naso e fa per tornare verso di me, ma sono abbastanza incazzata e quindi lo spingo via e mi chino su Lou, che è in ginocchio in questo momento. Per fortuna il sangue non cola, ma Harry mi sta guardando compiaciuto… decido di fare qualcosa fuori dagli schemi, che lascerebbe sbalordito chiunque. Vorrei provare a ritornare al momento piccante di prima, ma quel coglione si avvicina a me e mi sbatte violentemente contro il muro. Mi massaggio la testa, perché mi ha fatto male, e lui appoggia le labbra sul mio collo, schiudendole e succhiando la mia pelle… gli arriva un altro ceffone dritto in faccia, e stavolta è Lou a rispondergli a tono, mentre questo si allontana.
Lou < Non ci provare, lei è mia. Non la tocchi. Puoi anche picchiarmi e farmi male, ma lei non si tocca. > Si sposta il ciuffo di capelli dalla fronte, ma Harold torna di nuovo da me e mette le mani sui miei fianchi, e poi direttamente sui miei slip, facendomi strabuzzare gli occhi. Mi sta toccando! E ha appena picchiato il mio ragazzo! Lo spingo via con molta decisione e vado ad abbracciare Louis, che mi stringe forte.
Io < Scusami, non dovevo lasciarlo fare… > Gli sussurro in un orecchio. Mi dà un bacio sulla fronte, e mi dice di andare di sopra a cambiarmi. Scuoto la testa, non li lascio soli, ma ribadisce che Harry potrebbe di nuovo palparmi… e quindi corro su.
 
POV HARRY
Uffa, credevo cedesse ai miei continui tentativi di persuasione… ma credo che ami Louis. E quindi mi concentro su di lui, forse una minima idea ce l’ho… giusto per vendetta, per quello che mi ha detto lei su di Ludo. Una piccola parte di me dice che non lo pensava veramente, ma l’altra parte è ancora incazzata nera per le offese che entrambi mi hanno arrecato.
Lou < Te l’ho detto. Stai lontano, e vai a trovare la tua Ludo, piuttosto che scassare i coglioni a noi… a lei manchi. Oh già! Dimenticavo che qui dentro… > Mette una mano sul mio petto, e Marty corre giù per le scale. Le lancio uno sguardo abbastanza ammiccante, e lei alza in sopracciglio… < Qui dentro, non c’è spazio per nessuno. Solo per il tuo ego infinito. > Non rispondo, ma mi sta facendo scaldare parecchio. < E per quanto riguarda la mia ragazza… non ti azzardare mai più. Ami Ludo? Bene, allora va da lei, invece di palpare lei… mh… stai tornando l’Harry Styles famoso per le puttanate in discoteca? > Chiede, con fare a metà tra il serio e lo scherzo, come se mi stesse prendendo in giro… e Harry Styles non si prende in giro… prendo la sua mano e, con un paio di mosse, sono a cavalcioni su di lui pronto a sferrargli un bel pugno in faccia. Ma, ovviamente, Marty corre verso di noi per fermarmi… e avvolge in mio pugno con la sua mano.
Marty < Harry ti prego fermati. Smettila. Non vedi che fai star male sia me sia lui? E non credo che tu stia bene… > Mi dice lei. All’inizio non ho nessuna reazione, ma poi mi viene in mente una risposta.
Io < Basta farti i cazzi miei. O suoi. Senti bella, facciamo così… > Sorrido maliziosamente. < Ora tu mi dai un bacio, come sai fare tu, ed io non gli faccio niente… ma se invece dici di no, di pure addio al suo bel faccino. > Chiarisco bene, e poi vedo che scoppia a piangere… le lacrime continuano a rigargli il viso, quando prova a parlare con il ragazzo steso sotto di me.
Lou < Marty non farlo… lascia che mi faccia male, tanto ormai peggio di così non posso essere… > Scuote la testa, ed io mi godo per un bel po’ la loro discussione.
Marty < No, non posso permettere che ti faccia del male… io ti amo, e non ti voglio far soffrire Lou… > Tira su di naso, mentre Lou si prova a divincolare per un’ultima volta da sotto di me. Invano. Mi piace avere il potere in mano!
Lou < A me basta che tu sia consapevole di quello che fai, Marty… voglio solo che tu sappia che ti amo. > SI morde un labbro, e so anche che lo fa per trattenere le lacrime che minacciano di scendere.
Marty < Non piangere… poi già mi dovrò assumere tutte le colpe di questo mondo, poi se piangi pure… ti prego L… > Non finisce per un attimo di dire il suo nome, perché sta singhiozzando fortissimo. < Ti prego amore… > Mette entrambe le mani sul viso, e continua a piangere, mentre io sto aspettando la sua risposta. L’ha chiamato “amore”. Louis non l’avrebbe mai chiamata così, perché conoscendolo dice che è troppo presto, ma lei l’ha appena fatto. Il suo ragazzo scoppia a piangere, e le lacrime scendono dalle sue guance come cascate… Marty si avvicina a lui e glie le asciuga col pollice. Teneramente, forse.
Lou < Mi hai chiamato “amore”… > Geme appena dopo aver finito di dire la frase, perché faccio presa con le gambe intorno al suo bacino, giusto per riportare i piccioncini alla realtà. Poi Marty, non so con quale forza, mi spinge, ed io perdo l’equilibrio staccandomi da Lou… faccio per tornare dov’ero, ma la trovo sdraiata sopra di lui con i gomiti ai lati della sua testa.
Marty < Ti pare che mi faccio baciare da quello, senza provare nemmeno a reagire? > Sorride, e quel sorriso mi distrugge l’anima. Il mio obbiettivo era quello di distruggere la loro, e invece è proprio la mia ad essere stata distrutta. Marty prova a dire qualcos’altro, ma Lou le mette un dito sulle labbra e poi la bacia molto teneramente…
Lou < Io ti amo, Marty. E non dimenticarlo mai… prima volevo facesse male a me, solo per proteggerti, perché in fondo so che quel bacio ti avrebbe fatto male… ti prego, non dimenticare che ti amo. Okay? > Sussurra lui, e subito dopo lei gli mette le mani sul petto, come se volesse sentire il suo cuore battere… come fa subito dopo, appoggiandoci la testa. Che bella sensazione dev’essere: la ragazza che ti ama che ascolta il battito del tuo cuore, e che ti sorride anche quando le cose vanno male… no. Non mi devo lasciar intenerire da questo momento.
Marty < Okay. > Si sorridono entrambi, e lui le sfiora le fossette mentre io mi sono alzato in piedi per andare verso di loro… < Senti… > Dice lei, e poi appoggia il petto sopra quello di Louis, non so che cosa di preciso intenda fare, ma forse il suo ragazzo in questo momento sta avendo un’ottima visione, e non perderà certo tempo con le cose romantiche...
Lou < Ehy… i nostri battiti coincidono! > Afferma, e poi le sposta il ciuffo ribelle caduto sulla fronte. Pagherei, per poter fare lo stesso con Ludo… ma non le piaccio, non stiamo insieme e lei in questo momento si trova in ospedale. E Louis? È molto tenero in questo momento, e io veramente non lo riconosco.
Io < Louis, dov’è finito il ragazzo che era con me tutti i sabati sera, nelle discoteche?! > Chiedo, ma loro vanno avanti a fissarsi negli occhi, e non mi considerano… mi incazzo, e dico tutto. < Dove cazzo è andato il mio migliore amico?! Che c’era sempre per me, e avrei sempre potuto contare su di lui… dimmi dove hai messo il Louis pervertito che io, e anche un paio di altre ragazze, conosciamo… > Senti gli occhi gonfiarsi, a vederli lì, a due metri da me, che si coccolano teneramente e fanno come se io non esistessi… trattengo a stento le lacrime, fin quando non mi risponde.
Lou < Il tuo miglior amico? Eccolo qui davanti ai tuoi occhi, Harold. Io sono qua, con la mia ragazza, e francamente non ce ne frega niente di cosa pensino gli altri… e poi potrei benissimo farti la stessa domanda, dov’è l’Harry Styles con un cuore dentro al petto? > Detto questo, appoggia le mani sulle spalle di Marty e si sfiorano appena il naso, andando avanti a sorridere. Sento le mani tremare, e stringo forte i pugni, il cuore c’è. E in questo momento sta ribollendo di rabbia. Entro in cucina, prendo tutta la mia roba ed esco sbattendo la porta… sento una lacrima rigarmi la guancia destra, ma imperterrito vado avanti finché non mi ritrovo davanti alla finestra che dà sul soggiorno. Attraverso le tende li osservo, perché sicuramente sono messi in quel modo ed hanno fatto tutti i teneri per impressionarmi, ed ora staranno già scopando come se non ci fosse un domani. Le loro voci ovattate giungono alle mie orecchie, anche se la finestra è chiusa…
Marty < Il tuo cuore va a mille… > Dice lei, e poi fa una piccola risatina. Sono ancora esattamente in quella posizione, e lui le sta percorrendo la schiena con la mano lasciandole tante piccole carezze… non è mai stato così romantico in vita sua. Magari finge, magari no… ma ormai niente è sicuro in questo mondo.
Lou < Se è per questo anche il tuo… > Ribatte, e poi lei gli scompiglia tutti i capelli. E questa è l’ultima scena che vedo, perché mi sono diretto da un’altra parte… a dire il vero non so dove, ma va bene ovunque tranne che qui. Poi, dopo 10 minuti che cammino, mi ritrovo in una specie di piazzetta, davanti ad un’edicola. Mi avvicino… e come al solito trovo il mio amico Nick che vende giornalini alle tredicenni, riguardanti le loro band preferite.
Nick < Harry, ma da quando tempo! > Mi dà una pacca sulla spalla, e gli sorrido, anche se mi viene proprio da piangere.
Io < Nick! Ancora tua l’edicola? Ho sentito in giro che avresti dovuto venderla… > Gli dico, e mi risponde con un sorriso smagliante.
Nick < No, ho cambiato idea! Ci sono troppo affezionato… > Dice, e poi accarezza il bancone. Abbasso lo sguardo, e lui esce dalla “cassa” e si avvicina a me. < Tutto ok? > Chiede, inclinando la testa e cercando il mio sguardo, che dopo qualche secondo trova…
Io < No, praticamente ho litigato con Louis e la sua ragazza, che era la mia migliore amica… e mi sto forse rendendo conto che sono io ad aver sbagliato. E tu sai quando è brutto. Dammene un pacchetto. > Indico le sigarette che sono in bella vista sul bancone, e lui scuote immediatamente il capo.
Nick < Non è un modo per sfogarsi quello, Harry… che ne sono milioni di altri! Non comprarle, ti prego… parlane, che si risolve tutto! > Parlarne? No. Ma quando? Dico, quando si è mai risolto un problema solo parlandone? In realtà parlare serve solo a far saltare fuori miliardi di altri piccoli problemi, che sono intorno a quello grande che si è generato. Sbuffo, e per il freddo vedo uscire una nuvoletta bianca dalla mia bocca.
Io < Ho detto dammene uno. > Rimarco bene le due parole, e tiro fuori i £5 che gli devo… ancora una volta prova a convincermi.
Nick < Harry ti prego… non ci siamo visti per parecchio tempo, ma almeno dai retta al tuo vecchio Nick! Ti conosco ancora bene, e non ti sei mai cacciato in guai serissimi… > Non gli faccio nemmeno finire la frase, che tiro un pugno sul tavolo e fissandolo in quegli occhi color nocciola.
Io < Senti. Ho dato della puttana alla ragazza del mio migliore amico, e li ho picchiati entrambi, nonostante sapessi che non avrebbero mai reagito. La ragazza che mi piace si è appena svegliata dal coma e non sa niente di tutto questo, ma prima o poi glie lo diranno e arriverà addirittura ad odiarmi! Quindi dammi quel cazzo di pacchetto! > Urlo, e lui è parecchio intimidito sia da quello che ho detto sia dal mio tono di voce. Prende finalmente un pacchetto, e lo appoggia sul bancone. A quel punto gli do i pounds che gli spettano e giro i tacchi, facendo per andarmene… ma sento una mano sulla mia spalla sinistra. Mi giro, e lo trovo davanti ai miei occhi.
Nick < Sei abbastanza grande per decidere da solo, ma ti do questo ultimo consiglio: stai forte, Harry. >
 
SPAZIO AUTRICE
Scusate tanto l’attesa, ma proprio non avevo idee per questo capitolo! E poi la prima superiore è difficile per tutti… comunque sia, fatemi sapere in tanti che cosa ne pensate! Baci xx
Marty

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Capitolo 24
*** Grande famiglia ***


POV LOUIS
Io < Si, ed è ancora più bello sentire il tuo cuore battere insieme al mio… > Mi piace il Louis romantico, e credo anche a Marty! Non ho mai provato a sentire il cuore di una ragazza a contatto con il mio petto, forse perché miravo subito ad andare oltre… ma Marty mi ha fatto scoprire questo mio lato nascosto, e mi sta piacendo un sacco!
Marty < Hai ragione… > Questo è tutto quello che dice, e poi ritorna con la testa appoggiata sull’incavo del mio collo. < Ma per terra si sta un po’ scomodi… > Credo si riferisse a me, visto che le sto attutendo la superficie col mio corpo! Senza dire niente, la prendo in braccio e la appoggio sul divano, mettendomi ancora sotto di lei e sentendo tutte le ossa della schiena ringraziarmi.
Io < Decisamente meglio! > Annuisce, e sorride facendomi immediatamente ricambiare. Sarà l’Italia, ma il fatto che sia così romantica e tenera mi fa letteralmente impazzire! Se i ragazzi d’oggi pensassero di più ai valori morali e meno al “cellulare” ci si godrebbe di più questo mondo… sono sempre stato di questa idea, e lei ne è la conferma. Continuo ad accarezzarle la schiena e le faccio fare respiri lunghi e profondi, cercando un minimo di rilassamento… ma poi mi salta una domanda in testa, ed assolutamente devo fargliela. Mi assilla troppo! < Ascolta… vale ancora quel gioco cominciato prima? > Chiedo, solo per entrare nell’argomento.
Marty < Si… > Sussurra nel mio orecchio, visto che ha la testa lì vicino. Allora la giro un po’ e mi ritrovo con il viso a due centimetri dal suo, però continuo a farle quelle piccole carezze che le piacciono tanto…
Io < Allora… prima avresti baciato veramente Harry, piuttosto che farmi tirare un pugno in faccia? > Prende a fissare il cielo, e forse sta riflettendo sulla scena appena finita: Harry a cavalcioni sopra di me, che la ha minacciata di picchiarmi, per farla sentire in colpa una volta per tutte… già si sente in colpa per il litigio con lui, non può essere stato così crudele... allarga un pochino le gambe per poi distendersi meglio, e solo allora risponde.
Marty < Si certo… non posso sopportare che ti faccia male. Ho già visto quella scena terribile e sinceramente di rivederla non se ne parla, poi so che tu non avresti fatto niente per fermare il pugno che ti sarebbe arrivato… e quindi preferisco soffrire io e sentirmi in colpa, piuttosto che vedere te soffrire. > Questa… è la migliore cosa che qualcuno mi abbia mai detto. Si sentirebbe in colpa per una vita, e forse anche di più, e tutto questo solo per non farmi fare del male… che personaggio, che personaggio! E ce l’ho tutta per me… sorrido, e la stringo forte a me continuando con le carezze. Appoggia la testa sul mio petto, con l’orecchio sul cuore ed immediatamente sorride. < Sbaglio, o hai aumentato i battiti? > Le mie guance si tingono di un rosso molto tenue, ed annuisco.
Io < L’effetto che mi fai tu… > Si morde il labbro, diventando rossa a sua volta. È bellissimo dirle queste frasi, perché so che la fanno star bene, almeno per qualche secondo…
Marty < Sarà una coincidenza, ma è lo stesso che fai tu a me! > E dopo questa frase le prendo il viso tra le mani, lasciandole un bacio sulla punta del naso. Subito dopo appoggia le labbra sulle mie, e nessuno dei due intende andare oltre a quel magnifico bacio a stampo… passato qualche secondo torna ad appoggiare la testa sul mio petto. E ce ne stiamo lì, zitti, e riflettere su quanto siamo fortunati ad esserci trovati… io ovviamente più di 5 minuti zitto non ce la faccio a farli, e rompo subito quell’atmosfera romantica che si era appena creata. Non lo faccio apposta, è più forte di me!
Io < Mi è piaciuto molto come mi hai chiamato prima, davanti anche a Harry… > Alza gli occhi, fissando un punto impreciso del soffitto e sorridendo. Amo il suo sorriso, leggermente imbarazzato… ricambio immediatamente, e mi perdo nei suoi magnifici occhi azzurri. Amo anche quelli, e anche i suoi capelli biondi e la sua ciocca ribelle, che mi diverto un mondo ad arricciare intorno al dito.
Marty < Quello che sento, l’ho semplicemente espresso a parole… non è molto difficile, amore. > Rimarca bene quell’ultima parola. “Amore”, vale a dire il sentimento che c’è tra me e lei… e mi ha chiamato proprio come quel sentimento. Lei è il mio amore, ed io sono il suo; vorrei solo che fossimo io e lei, per sempre. Mi basterebbe il suo respiro per vivere.
Io < Ho capito, amore… > Sorride immediatamente, e ricambio. Poi rimette ancora la testa sul mio petto… non passano 10 secondi che la porta sbatte e casa nostra si ripopola, ma noi non cambiamo affatto posizione… anzi, rimaniamo così finché Feddy non ci nota.
Feddy < No!!! Ma siete bellissimi! Posso farvi una foto?! Ho anche il video di quando vi fate il solletico, se volete… > Fa un sorriso malizioso, e Marty si volta verso di lei e la trucida con uno sguardo.
Marty < Stronzetta… comunque passamelo! E la foto… amore? > Mi chiede il consenso, e Feddy e la sua amica Reby si mettono a saltare quando sentono la parola “amore” uscire dalla sua bocca. Mi ha chiamato così davanti a tutti, ed un po’ io mi vergogno, ma mi rassicura con un sorriso smagliante. Annuisco, e poi appoggio le mani sui suoi fianchi… però ho qualcosa da dire!
Io < Aspetta… la foto falla in un momento romantico tra noi due, non voglio mettermi in posa per farla, la voglio naturale! > Ecco fatto, amo rendere la vita complicata alla gente! Marty soffoca una risatina e rimette la testa dov’era, ed io riprendo con le carezze… chiude gli occhi, per assaporarsi il momento.
Reby < Beh… vorrà dire che dovremo pedinarvi! Ciao ciao! > Scuoto la testa sorridendo e loro tornano in cucina, con delle borse del supermercato in mano… dopo poco tempo escono i tre ragazzi, che rimangono abbastanza sbalorditi nel vederci così.
Liam < Ah però… i due piccioncini in un momento romantico? > Sorride, e si gratta la nuca… subito Zayn risponde.
Zayn < Lasciali in pace! Vorranno fare sul serio, prima o poi… > Marty sbuffa cercando il mio sguardo, ma non muovendo la testa… le do una piccola carezza sui capelli, credo sappia ormai meglio di me che intendo aspettarla. Subito Niall controbatte.
Niall < Louis… ti conosco da quattro-cinque anni oramai, e non ho mai visto questo tuo lato! Ti sta forse cambiando, la tua “ragazza”? > Ha messo tra virgolette quella parola, ed un poco mi ha offeso… credo che l’unico non ancora convinto al 100% che lei è mia sia proprio Niall! Gli rispondo, a tono…
Io < Uno: non mi sta cambiando, ha solo scoperto un lato romantico dentro di me… e due: come mai avresti metto le virgolette quando hai detto che è la mia ragazza? Insomma, credo l’abbiano capito tutti che non la lascio toccare da nessuno, e che è mia… giusto amore? > Niall spalanca gli occhi e fa una smorfia abbastanza epica con la bocca, mentre Liam mi fa un pollice alzato sorridendo… credo lui sia l’unico a comprendere veramente cosa significhi Marty per me: deve averlo provato anche lui per Sophia… la mia ragazza annuisce, e poi dice una cosa degna di un applauso.
Marty < Niall, piuttosto che farti i nostri affari di coppia, perché non vai ad aiutare le ragazze a scaricare tutto il cibo che sicuramente hai fatto comprare tu? > Lo guarda con sufficienza… lui prova a ribattere, apre la bocca e rimane lì per qualche secondo…
Niall < Rompiscatole… > Se ne torna di là e scoppiamo tutti a ridere, ed è questo il momento in cui Marty si alza e va ad aiutare gli altri, correndo verso Niall e mettendogli un braccio intorno alle spalle… li guardo, sorridendo e scuotendo lentamente la testa. Liam si siede di fianco a me, e Zayn per un pelo salva una borsa che stava portando Feddy dal crollo, probabilmente pesava troppo e gli si stava per staccare il fondo, ma con uno scatto fulmineo l’ha presa da sotto… ed ora staranno parlando di qualcosa di personale, in cui non metto il becco. Piuttosto Liam attira la mia attenzione…
Liam < Quanto tempo che non parliamo… vero? > Mi dà una pacca amichevole sulla spalla, ed io lo abbraccio teneramente… per quanto possa essere tenero un abbraccio da ragazzi.
Io < Eh si, mi sono mancate le tue prediche papà! > Sorride, ma subito dopo diveniamo seri perché credo mi debba fare qualche domanda su argomenti non affatto stupidi… si guarda intorno e vede che nessuno sta prestando attenzione a noi, quindi mi fa la prima domanda.
Liam < Lou… non per entrare nella vostra vita privata, ma non avete fatto niente di troppo eccessivo… vero? > Scuoto la testa. Credo che le cose eccessive arriveranno tra un po’, e credo anche che non sia stato molto in stile Liam chiedermelo così di punto in bianco. Ma fa niente.
Io < No, assolutamente… il massimo che abbiamo fatto è stato vederci in mutande e reggiseno, e non lo considero affatto eccessivo! > Dico, vorrei andare avanti col mio discorso, ma mi blocca immediatamente…
Liam < Ho avuto modo di parlarci, ed è una ragazza fantastica… la meriti, Lou. E se mai avessi bisogno di qualsiasi consiglio, ci sono io, Daddy Liam… visto che è la tua prima relazione seria, ho pensato potessi avere dubbi e quindi se c’è qualcosa che vuoi sapere chiedi a me… > Ci penso qualche minuto, e poi gli pongo l’unica domanda che ho.
Io < Grazie davvero, sei un vero amico… vorrei solo chiederti i gusti delle ragazze, perché sono veramente negato! Insomma, tra poco sarà Natale, e non ho minimamente idea di che regalo farle! > Scoppia a ridere, forse per la mia immaturità, ma è qualcosa come il 5 dicembre: tra poco inizieranno le vacanze, poi c’è il mio compleanno e il giorno dopo sarà subito Natale! Non ho proprio idee… perché davvero, fare regali non è mai stato il mio forte!
Liam < Mi hai chiesto l’unica cosa che dovresti sapere tu! > Fa un’ultima risata, ma poi continua… < Beh, per il regalo devi vedere tu, perché nessuno la conosce meglio di te! E invece per il biglietto… frasi romantiche, rose rosse e vai sul sicuro. > Sorrido, magari farò qualche giro al centro commerciale per vedere che cosa prenderle… ma ora è ancora presto, quindi scaccio dalla testa questo pensiero, e ringrazio Liam.
Io < Grazie di cuore, è sempre un piacere parlare con te! E… ovviamente per qualsiasi cosa dovessi aver bisogno, io sono qui! > Gli do una pacca molto amichevole sulla spalla e, dopo che siamo rimasti a fissare il vuoto per un po’, corro dalle altre in cucina mentre Liam e Zayn vanno fuori per scaricare le ultime borse.
 
POV NIALL
Mi sbalordisce il fatto che Louis, Louis Tomlinson, non abbia ancora fatto niente con Marty… lui mira a questo, per come lo conosciamo noi del gruppo. Non ha mai avuto una sola relazione seria, e a dire il vero non so se è pronto ad averla, Marty al contrario è molto matura ed ha bisogno di lui. Potrebbe renderla felice, oppure farla restare molto male… dipende tutto dal suo misterioso cambiamento di comportamento. Intanto che sono qui con la sua ragazza attuale, decido di scambiarci due chiacchiere giusto per vedere che ne pensa lei.
Io < Mi dispiace per quello che ho detto prima, non volevo offenderti… > Dico, e lei si gira nella mia direzione stringendo il braccio attorno alle mie spalle.
Marty < No ma va… so come era Lou prima, e credo stia solo scoprendo un lato di se che non ha mai visto. E che personalmente amo... poi boh ognuno la pensa come vuole! > Toh… le sue risposte così mature mi lasciano sempre senza fiato, soprattutto perché lei l’ho sempre vista come la ragazza scherzosa e sbarazzina che ama divertirsi… e tutta questa maturità mi colpisce sempre! Dovrei esserci abituato ormai, perché parlo sempre con Reby, però… colpisce, tutto qui.
Io < Ok… ma… > Faccio una pausa, ed alza un sopracciglio. < Sicura di sapere com’era veramente prima? > Sospira, ed alza gli occhi al cielo. La sto stufando, forse, ma non mi interessa… voglio che sappia la verità.
Marty < Si Niall. So che andava tutti i sabati sera in discoteca con Harry, che ha avuto parecchie relazioni ma nessuna seria e che la sua prima volta è stata proprio uno di quei sabati famosi. Contento? > Sbuffa e poi aumenta il passo, ma subito la raggiungo prendendola per un polso.
Io < Si mamma mia… stai tranquilla e non ti agitare! Voglio solo che tu sappia tutto, calma… > Mi fredda con un’occhiataccia delle sue.
Marty < Io lo amo, dovrebbe bastare solamente questo… > Si libera della mia presa e se ne torna in cucina, a ridere e scherzare con le altre. Ed io rimango qua, come imbambolato dalla sua freddezza e acidità… volevo solo fare il gentile e dirle tutto, non vedo cosa ci sia di male! Torno in salotto, e mi siedo di fianco a Louis per sapere anche il suo, di punto di vista. Sto solo facendo il mio dovere di buon amico, e se se la prendessero… cavoli loro! Io ci ho provato almeno.
Lou < Vieni per farmi un’altra delle tue ramanzine? > Oddio anche lui. No dai è uno scherzo… possibile che nessuno mi sopporti oggi?! Sta mattina Reby era tutta scontrosa, Marty più che lanciarmi occhiatacce e rispondere in maniera acida non fa, ed ora arrivo di qua e mi ritrovo Lou completamente immerso nel suo mondo… sbuffo, e cerco di fargli capire ciò che penso.
Io < No, voglio solo chiederti una cosa. > Ho intenzione di chiedergli cosa intende fare con Marty, e sentire cosa risponde… magari fissarmi qualche appunto mentale, e tenerla come cosa buona. Voglio proprio vedere cosa mi risponderà! Annuisce, e mi intima ad andare avanti… tiro un sospiro, e gli chiedo tutto. < Che hai intenzione di fare con lei? E sii sincero, per favore, che non ho voglia di essere preso in giro… > Non mi risponde subito, ma ci pensa per qualche manciata di secondi e poi mi guarda, molto seriamente, e mi preparo ancora per qualche risposta fredda… che non arriva. Mette le mani ai lati della testa, e riflette per un po’ appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Saranno passati un paio di minuti, quando alla fine mi risponde.
Lou < Niall… non lo so. Sinceramente, non lo so. Sto con lei perché la amo e sono sicuro che lei sente lo stesso… intenzione di fare in che senso, tra l’altro? > Mh… non sono del tutto certo che non lo sappia, quindi specifico meglio.
Io < Ti credi pronto per una relazione seria, Louis? > Spalanca gli occhi, e prende a giocherellare con i pollici. Poi mi fissa per un po’ di tempo… e alla fine risponde, credo per la troppa pressione che gli sto mettendo.
Lou < Si… per ora, almeno, si. Non ho ancora avuto modo di essere “tentato” da altre ragazze… quindi direi che sono pronto. Se dovessi avere qualche problema comunque non esiterei a parlarne con lei… sono sicuro che la prenderebbe bene. > Rimarca quel “bene” in modo quasi sarcastico… annuisco, e me ne vado. Non voglio stare lì per rompergli le palle ancora di più, anche se la sua risposta ha scatenato in me milioni di altre domande… nemmeno ci faccio caso, e torno in cucina con Marty, Reby e gli altri. Mi viene in mente la brillante idea di origliare un po’ quello che si dicono, anche perché Lou stava in cucina con loro fino a pochi secondi prima che arrivassi io… ma alla fine entro come fanno tutti, già oggi nessuno mi sopporta, poi se mi scoprissero che origlio…
Reby < … si ma secondo me sbagli. Insomma, piuttosto portalo con te! > Afferma Reby, inginocchiata di fianco a Feddy che le passa le lattine di salsa al pomodoro.
Marty < Dici? E se poi non piacesse? > Chiede invece Marty mentre tira fuori la spesa dalle borse, che accuratamente ripone in un cassetto. Decido di andare a darle una mano, guadagnandomi un suo sorriso…
Feddy < Da quando Lou non piace alla gente? E poi sono bambini! E lui è simpatico e divertente… l’adoreranno! > Le risponde Feddy, con un tono abbastanza deciso… Marty invece annuisce, e prova a controbattere, quando mi infiltro nella conversazione.
Io < Ma si può sapere di cosa state parlando?! > Chiedo, e loro tre si guardano e si sorridono… Reby chiude il frigorifero dopo averci riposto l’ultima lattina, poi è proprio lei a rispondermi, mentre lei e Feddy si dirigono verso me e Marty.
Reby < Eh… praticamente Marty ha un turno di babysitting, domani pomeriggio, ma Lou l’ha invitata ad uscire… e stavamo un po’ parlottando su questo. Tu che ne pensi? > Questa domanda mi rende felice, perché per tutto il giorno non hanno fatto altro che evitarmi e invece ora mi rendono partecipe… forte! Nemmeno ci penso, e dico subito la mia risposta.
Io < Dovresti dire di no al tuo ragazzo, visto che hai anche un altro impegno… portalo con te! No? > Sorride, e alla fine riesce a dire quello che avrebbe voluto dire prima.
Marty < Grazie Niall… comunque sono una bambina di 10 anni, un bambino di 7 e un piccolino di 3 mesi… è abbastanza complicata come situazione! La ragazza deve fare i compiti, il bambino vorrà giocare e il piccolo?! Io i bimbi li so curare… > Ridiamo tutti insieme, ma ci fredda subito. < No veramente… in Italia curavo sempre la figlia della mia vicina, ma tre bambini sono tanti, tutti insieme, per una diciottenne… magari se Lou viene può darmi una mano… > Annuiamo, e Feddy le chiede una curiosità.
Feddy < E per quanto tempo li devi curare? > Marty prende una piccola agenda colorata dalla mensola, e poi controlla… alla fine trova l’appuntamento… è la signora Streetsarm, che vive abbastanza in centro.
Marty < Devo andare a casa sua appena finita la scuola, e poi stare lì fino alla sera perché lei è fuori per lavoro, e torna tardi… > Veramente un mucchio di tempo! Ammesso che Lou accetti, come faranno due adolescenti a curare tre bambini piccoli?!
Reby < Fide è tantissimo tempo! > Esclama. < Io non ce la farei mai! > Si mette le mani tra i capelli, e poi ci descrive una scena divertentissima di una madre in accappatoio con i boccoli e la maschera di bellezza, che riprende il figlio di 7 anni perché ha appena rotto la finestra con una pallonata… nel mentre pettina la bambina di 10 e muove la culla del neonato. Esasperata, finisce e poi scoppiamo tutti a ridere… Marty invece fa un sorriso malizioso.
Marty < Concordo… ma per £105 lo faresti anche tu! > Acclamiamo tutti il prezzo eccellente… < Si… sono £15 all’ora ragazzi! > Fa un inchino, e poi torniamo a ridere ed applaudire… è bello stare qui con loro! Ti diverti, e alla fine aiuti sempre qualcuno con un “problema”, grande o piccolo che sia… siamo come una grande famiglia! A proposito di famiglia…
Io < Le sentite spesso, le vostre famiglie in Italia? > Appena chiudo bocca si zittiscono tutte, e la prima a rispondere è Feddy.
Feddy < Io di rado… insomma, sono incazzati neri perché sono qui a Londra e non gli ho detto niente. E quindi se capita gli do la buonanotte e gli dico che mi mancano, quando in realtà mi trovo benissimo anche qui. E a volte gli dico cosa mi succede intorno, ma in maniera molto sbrigativa… > Conclude, e fa una faccia abbastanza delusa. Marty e Reby la abbracciano, e mi unisco anche io. Fossi io il genitore di Feddy, non sarei così arrabbiato… e comunque sia, oramai è qui e non può tornare indietro. Per cui me ne farei una santa ragione… stampo a quest’ultima un bacio sulla guancia, e poi invece parla Reby, che mi sembra in una situazione nettamente migliore.
Reby < Io li sento praticamente sempre! Ogni giorno gli mando dei messaggi, e li chiamo tutte le sere per tenerli aggiornati sulle novità che succedono qui. Alla fine, è come se vivessi con loro… o come se fossimo amici a distanza. > Sorride, e ci fa vedere le chat con il suo iPhone 4… solo che ci capisco poco o niente, perché sono tutte in italiano. Non chiedo la traduzione: mi sono appena guadagnato la loro fiducia, non voglio fare il ficcanaso! Ma comunque apprezzo molto il fatto che le abbia fatte vedere anche a me… < Dai, avvicinatevi tutti che gli mando una foto! > Sorridiamo tutti, mentre lei apre retrica e la sposta sulla telecamera interna… mette un effetto molto carino, e facciamo quattro foto: la prima tutti sorridenti e coordinati, e poi le altre con facce ed espressioni buffissime. La invia, e ne rimane completamente soddisfatta!
Marty < Passamela dopo! > Fa una pausa, giusto il tempo che le serve per avere la nostra attenzione. < Io li sento quasi sempre: sanno di Ludo, della scuola e del fatto che ho voi come amici… ma… > Il suo sguardo si incupisce. < Ma non gli ho detto che Lou è il mio ragazzo!! > Porta entrambe le mani sul viso, e sprofonda nella vergogna. Come?! Li sente sempre, e non gli ha detto la cosa più importante!! Aiuto… e ora come potrebbe trovare il modo più carino e gentile per dirglielo?
Feddy < Ma no Marty! Devi dirglielo il prima possibile… > Annuiamo, mentre tutti gli altri ci raggiungono. Lou è molto incuriosito, come se non lo fosse mai, ed è infatti il primo a prendere parte nella conversazione…
Lou < Cosa? > Marty gli sorride, e si siede in braccio a lui, che le accarezza i fianchi e le fa appoggiare la nuca nell’incavo del suo collo, guardando il cielo. Senza farmi vedere, gli faccio una foto… sono messi in questa posizione, e lui le sta dando un bacino sul collo… bellissimi! Rispondo io, giusto per non far parlare solo le ragazze…
Io < I genitori di Marty non sanno che sta con te! > Scoppia a ridere, e tutti non ne capiamo il motivo… lo fissiamo abbastanza male, quando si fa avanti Liam.
Liam < Cos’è tutta questa ilarità?! > Chiede lui, e stavolta Louis gli risponde subito, senza nemmeno pensarci un attimo.
Lou < No, nemmeno i miei lo sanno!! > Stavolta scoppiamo a ridere tutti insieme, e il rumore provocato dalle nostre risate dura per un po’… quando è Zayn a rimettere ordine tra di noi.
Zayn < Lou, per te non è un problema… i tuoi sono qui! Il problema è che i suoi sono in Italia… > Dice, e Lou si gratta la nuca annuendo. Alla fine mi viene in mente un’idea…
Io < Lou, un giorno invitala a casa tua per cena. Così le presenti i tuoi, e loro hanno modo di capire che è una ragazza fantastica… > Marty mi manda un bacio con la mano, e rispondo facendole un occhiolino. Vorrei finire la frase, ma l’uragano Reby mi interrompe.
Reby < E per quanto riguarda te Marty… potresti chiamarli stasera, e spiegargli il tutto con calma. Tanto questa è l’unica cosa che non sanno, e di tutto il resto sono a conoscenza… vero? > Annuisce, e Liam le fa un pollice alzato.
Marty < Si, avrei fatto anche io così… ma il brutto è che non so come dirglielo. Già sono a Londra, quando loro non mi avrebbero mai mandata qui, con tre amiche, più che altro… e poi non è mica facile! Soprattutto con i miei, che sono sempre stati un po’… > Fa una pausa, e scruta ognuna delle sue amiche. < Iperprotettivi… > Non so a cosa stia pensando, ma immediatamente si fa triste, forse sta ricordando degli spiacevoli episodi avuti proprio con i suoi genitori… nessuno si intromette, anche se credo tutti l’abbiamo notato, e questo mi fa parecchio piacere perché credo che siamo tutti maturi (in questo momento) per decidere di non infierire troppo.
Lou < Tranquilla, tanto sarò lì con te quando li chiamerai… ti terrò la mano e se dovessi per qualche motivo crollare, coi tuoi ci faccio io una bella chiacchierata. > Tutti sorridono… e Marty gli lascia un bel bacio sulla guancia. Alla fine della fiera il Louis romantico, che è stato criticato per tutto il giorno, non ci dispiace affatto. Carino, dolce, premuroso… no no, sembra proprio un bravo ragazzo! Decido di far notare a tutti la mia felicità, solo per distogliere l’attenzione dalla coppietta felice.
Io < Sto amando questo momento, ragazzi. Ci siamo tutti, e stiamo parlando di cose abbastanza personali che riguardano ognuno di noi… e nessuno fa brutti commenti, cerchiamo solo di aiutarci a vicenda. Siamo… > Faccio una pausa, e li guardo tutti: questi sono i miei amici. Nuovi o vecchi che siano, li amo tutti e gli voglio un bene dell’anima… senza di loro, non sarei nulla. Invece con loro sono felice e spensierato, con loro sono il folletto irlandese simpatico e amato da tutti. < Siamo una grande famiglia! > Sorrido, e tutti vengono lì per abbracciarmi. Io sono al centro, e loro stanno intorno a me… sento il tipico “clic” che fanno le macchine fotografiche, e sono molto contento di avere una foto di gruppo. La faccio inviare immediatamente sul nostro gruppo whatsapp, e Marty la mette come blocco schermo nello stesso istante in cui l’ha ricevuta. Mitico!
Liam < Non per rovinare le feste, ma… non ci siamo tutti. > Guarda la finestra, e il cielo grigio si fa davanti ai nostri occhi, e la nebbia nasconde la parte di strada che dovrebbe essere davanti a casa nostra. < Harry… > Gli occhi delle ragazze diventano lucidi, e ovviamente qualche lacrima scende loro dalle guance. Harry… non è qui. Quello stronzo è in giro da qualche parte, da solo, e sicuramente avrà fatto qualche minchiata che non voglio nemmeno lontanamente immaginare. Ed è tutta colpa mia e del mio fottutissimo piano per farli riavvicinare.
Io < Scusate ragazzi… > Dico, sussurrando, ma in modo che mi sentano tutti. E poi qualche lacrima scende inesorabilmente anche lungo le mie guance.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi tornata con un altro capitolo nuovo di zecca! Mi piace molto la parte tenera tra me e Lou… e soprattutto vorrei dire una cosa importante. Dedico questo capitolo alle mie amiche a distanza: Mery, Anish, Marty, Ire, Vale, Saretta e anche Ila (che viene a scuola con me ma era nel gruppo di amiche a distanza looool). Perché mi sono state sempre vicine e le amo, con tutto il mio cuore… ragazze, è per voi.
Comunque fatemi sapere che ne pensate! E grazie di leggere sempre la mia storia! Baci xx
Marty
p.s. Anish, quando leggi, fai presente alle altre che vi ho dedicato questo capitolo… okay?
 

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Capitolo 25
*** Babysitter. ***


POV REBY
La fastidiosissima campanella suona, ed è ora di dirigersi in classe… ma nessuno ne ha voglia. Nessuno ha mai voglia di entrare in classe, e per lo meno intenzione di rimanerci! Oggi mi metterò in ultima fila, anche perché le cose le so in maniera molto schematica, e non dettagliata, e non voglio per niente essere interrogata. Alla prima ora però abbiamo canto, e francamente non so di per certo che cosa faremo… ma mi piace, solo l’idea che potrò buttare fuori tutto quello che tengo dentro con la mia voce. Cantare aiuta ad esprimersi, ed oggi il prof ha delle novità! Entra in classe, e si mette a parlare, subito molto eccitato…
Prof < Ascoltatemi tutti, un po’ di attenzione! > Batte la bacchetta sulla cattedra, e tutti gli occhi si fissano su di lui, che continua immediatamente. < Tutti sapete che al secondo anno ci si specializza in un “tipo” particolare di canto… perché, come sapete, non esiste un solo tipo di canto: c’è la lirica, il jazz... ma questo vi riguarderà a partire dall’anno prossimo. > Sospira, entusiasta. < Mentre quest’oggi impareremo la respirazione diaframmatica… per questo vi porterò nell’aula speciale per il canto. In fila! > Quasi meccanicamente si forma una grande fila e poi scendiamo al piano di sotto, dove si troverebbero tutti i vari laboratori come quello di chimica, la palestra o anche il nostro. Appena entrati n odore di muffa invade le nostre narici, e metto la mano davanti al naso lamentandomi con Marty, che è in fila con me.
Io < Ma che schifo! > Sussurro, e si gira anche Sel, disgustata quanto noi. Marty mi guarda negli occhi e si siede al primo banco che capita, tenendo anche a me il posto.
Marty < Mamma mia… > Si toglie la mano, e il prof butta i suoi libri sulla cattedra, come se fosse a casa sua. Tira un bel respiro, e avvisa tutti di trovarsi un posto. < Feddy, Sel, venite qui dietro! > Le chiama, e loro si affrettano battendo di un decimo altre due ragazze. Sorridiamo, ma la voce del prof risuona nelle nostre orecchie.
Prof < Bene, inizieremo con un video molto interessante che spiega dove si trova il diaframma, e che funzione svolge… voi prendete appunti, vi chiederò una relazione per compito! > Annuiamo, e Feddy mi picchietta la spalla. Mi giro verso di lei, vedendola con uno chignon che le sta molto bene, e la canottiera che ho comprato io al supermercato coperta da una felpa nera di quelle che Marty adora. Anzi, probabilmente glie l’ha prestata lei!
Feddy < Poi ce li scambiamo, vero? > Chiede e, prendendo il quaderno di musica dallo zaino, annuisco. Ci sorridiamo, e poi cerco di seguire il video scrivendo il più velocemente possibile. Era molto ben fatto: aveva immagini molto chiare e semplici… e poi mi è piaciuto il fatto che ci fossero vari collegamenti. Siamo partiti dai polmoni e dalla respirazione normale, poi siamo arrivati al diaframma e alla sua funzione ed infine siamo passati all’argomento più interessante: a cosa serve il diaframma nel canto. E lì ho capito molte cose: innanzitutto il diaframma è moltissimo importante per le note acute e non per quelle gravi, e che serve soprattutto per immagazzinare più aria nella parte bassa dei polmoni, che di solito non utilizziamo. E quindi ci permette di avere più fiato. Fantastico!! Ora che il video di… più o meno mezz’ora il prof. ci lascia il tempo di rivedere gli appunti. E poi ci darà qualche esercizio per la respirazione da svolgere qui in classe, e a casa… fico! Nessuno ha domande, quindi procede subito con gli esercizi.
Prof < Allora… da fare qui in classe c’è un esercizio semplicissimo, per vedere la differenza tra la respirazione con i polmoni e quella diaframmatica: come vi hanno fatto vedere nel video, dovete prima respirare normalmente ed emettere un suono sibilante, come questo. > Si alza in piedi, respira normalmente e fa una “ssssss” prolungata. Finisce senza fiato, e poi si risiede. < E poi ne fate una uguale, respirando però con il diaframma, esattamente così. > Si rimette dov’era prima, e tira un bel respiro facendo allargare la cassa toracica. Mi giro verso Marty mentre il prof sibila, e vedo che anche lei sta tentando di respirare esattamente come lui, portando le mani sulla gabbia toracica e vedendo soddisfatta che ci riesce senza problemi. Anche io ci provo, ed ho lo stesso successo. Alla fine non è affatto complicato… solo vorrei vedere come usarlo bene nel canto. Mentre ci penso, il prof si siede nuovamente. < E noterete che il sibilo quando respirate con il diaframma è molto più lungo dell’altro… e quindi questo lo farete tra cinque minuti. A casa semplicemente vi sdraiate sul letto e mettete un libro sull’addome, e respirando dovete cercare di sollevarlo. Chiaro? > Chiede, e poi ci squadra uno per uno, sorridendo.
< Si… > Rispondiamo tutti, con la solita cantilena della classe che c’è dalle elementari. Sorrido, perché proprio in questo momento mi viene da ridere! E vedo anche che Sel e Feddy faticano a trattenersi… mentre Marty sembra come catapultata nel suo mondo. La scuoto per il braccio destro, e si “risveglia” ritornando tra di noi. Bene.
Prof < Quindi iniziate a lavorare col vostro compagno di banco! > Ci giriamo contemporaneamente ed iniziamo a fare esercizi di respirazione, parlottando anche un pochino tra di noi. Notiamo che nessuna di noi due commette errori, quindi iniziamo a concentrarci di più sulla conversazione, continuando però a parlare…
Io < Beh? Niente novità? > Mi guarda, ma abbassa subito lo sguardo sul suo addome che adesso si allarga e si restringe più velocemente di quanto non facesse prima. Ritorna a fissarmi negli occhi, senza nessuna espressione… è bruttissimo quando ha quello sguardo!
Marty < Con Louis tutto bene, e credo che si capisca, ma Reby… Harry è il problema. Ci credi che voleva baciarmi per farmi star male, e per farmi sentire in colpa davanti a Lou?! Lui ama Ludo… > Sospira, e stavolta gli occhi sono lucidi. Stacco le mani dal mio addome approfittando del momento di distrazione del prof, e le metto sul suo viso abbastanza pallido, facendola sorridere. Una lacrima scende, ma la raccolgo con il pollice…
Io < Non starci male, fa così perché è… > Mi fermo un attimo. Per farla riprendere, perché va avanti a lunghi sospiri, e chi la conosce bene sa che lo fa per trattenere le lacrime. Scuoto la testa, e riprendo la frase cercando di sorridere e di trasmetterle ottimismo. < Geloso. È geloso perché siete felici insieme… Ludo momentaneamente non c’è, e Harry è parecchio testardo e non vuole ammettere che si sente solo. Quindi ha avuto il coraggio di perdere tutte le persone che gli stavano vicino… > Finisco la frase, e lei mette entrambe le mani tra i capelli mentre le riposto velocissimamente sull’addome, perché noto il prof che è ritornato tra di noi ed ora è attento più che mai a quello che facciamo.
Marty < Non mi era mai venuto in mente! Certo, ora tutto si collega!! la scenata in palestra, quella a casa nostra… tutto per gelosia! Reby sei un genio!!! > Esclama, ma non mi aspettavo tutto questo entusiasmo da parte sua, quindi mi coglie un po’ di sorpresa… mi stampa un bacio sulla guancia, e poi ritorna ad esercitare il respiro. Sorrido, per la sua vena che la fa sembrare ancora un bambina, e ritorno ad esercitarmi anche io.
Io < Grazie… ma credo che tu dovresti assecondarlo, che se ti fai trascinare così non sopravvivi. Okay? > Chiedo, solo per esserne sicura.
Marty < Okay. > La sua risposta è secca all’inizio, ma poi mi rivolge un sorriso dolcissimo a cui è impossibile non ricambiare. La campanella interrompe il nostro piccolo discorso, e così salutiamo il professore e torniamo in classe, e non facciamo che annoiarci ed annoiarci fino all’intervallo. Marty schizza fuori come un fulmine, nemmeno curandosi di mettere via tutta la sua roba sparsa sul banco, mentre io aspetto Feddy, per poter parlare un po’. Andiamo alla macchinetta, dove ci attende una piacevole sorpresa… sentiamo due voci inconfondibili parlare tra di loro molto teneramente, e ci mettiamo a spiare i due piccioncini baciarsi appassionatamente. Riusciamo a sentire persino le loro parole…
Lou < Vieni fuori, piccola? Sotto il nostro albero… > Marty sorride ed annuisce, e li seguiamo senza farci scoprire.
Io < Certo che vanno a mille… > Dico sussurrando e scatenando una risatina di Feddy, che prende il suo cellulare ed apre la fotocamera…
Feddy < Se fossimo io e Zayn così… non dico baciarci, ma almeno se mi dicesse quello che prova per me! sarebbe tutto più semplice. > Ci appostiamo dietro un cespuglio, attendendo il momento perfetto. Anche io vorrei essere come Marty è con Lou, con Niall… anche io vorrei sapere una volta per tutte cosa prova per me, perché non sto affatto bene nella mia ignoranza. Doppia ignoranza, perché nemmeno io so se considerarlo un amico, più di un amico, un possibile ragazzo… non lo so, ma tutto si lega al fatto che nemmeno lui intende fare il primo passo. Solitamente sono i ragazzi a dichiararsi, e io non voglio fare troppo la sfacciata…
Io < A chi lo dici! > Sporgo un po’ la testa per osservarli meglio: lui ha le mani sui suoi fianchi e lei le ha attorno al suo collo. Poi lentamente Lou la appoggia all’albero… e si danno uno stupendo bacio, lunghissimo, tra l’altro.
Feddy < Fatto… > Dice, e mi mostra lo schermo del cellulare: la foto è stata fatta con un effetto stupendo di retrica, e loro due sono tenerissimi. Annuisco, ed alzo il pollice.
Io < Ottimo lavoro! E per oggi qui abbiamo finito, lasciamoli soli ora… e mangiamo qualcosa, che poi altrimenti suona la fine dell’intervallo! > Quatte quatte ce ne torniamo dentro, e compriamo un bicchierino di cioccolata alle macchinette, incontrando anche Niall. Zayn è con Liam da qualche parte, e Feddy li raggiunge, lasciando me e l’irlandese finalmente soli. Mi appoggio al muro, e lui viene davanti a me con i suoi biscotti… sorridendomi e facendomi immediatamente ricambiare.
Niall < Reby! Come stai? > Mi stampa un inaspettato bacio sulla guancia, facendomi reagire con un bel sorriso… metto il resto dei soldi in tasca, e lo abbraccio.
Io < Non c’è male… tu? > Storta la testa, quanto è tenero quando lo fa! E poi si avvicina ancora di più…
Niall < Lo stesso… a te che cosa succede? > Ecco… mi dispiacerebbe dirglielo adesso, ma non posso più tenere nascosta la verità. Vaffanculo alle regole, il primo passo lo faccio io! Schiarisco la voce, facendo diventare il tono molto più deciso. Prendo un bel respiro, e gli dico tutto.
Io < Niall, non so più che cosa siamo io e te. Ci sono periodi in cui sembriamo persino fidanzati da quanto ci dimostriamo il bene che ci vogliamo, ed altri in cui tu non mi consideri o io faccio lo stesso… quindi non so più che pensare. E poi… > Mi mette il dito indice sulla bocca, zittendomi. Spalanco gli occhi, ma poi lo vedo sorridere e mi calmo un po’… sospira, e mi stampa un altro bacio sulla guancia, rimanendo con la testa vicino al mio orecchio per sussurrarci qualcosa dentro…
Niall < Io ti ho sempre vista come un’amica… > Fa una pausa mentre mi passa un velo di tristezza per tutto il corpo. < La mia migliore amica! > E queste parole fecero risvegliare le farfalle nel mio stomaco… allora legati lo siamo! Certo, non come avrei voluto, ma essere migliori amici è un ottimo traguardo!!
Io < Anche io! > Rispondo, dicendogli una piccola bugia innocente… e poi ci abbracciamo fortissimo. Ho amato quell’abbraccio, perché finalmente è sincero, e sentito da entrambi. Non riesco a smettere di sorridere, e nemmeno lui… e poi mi perdo nei suoi bellissimi occhi azzurri. Sarà stato anche immaturo e un po’ stronzo, ma i suoi occhi…
Liam < Niall! Reby! > Viene verso di noi con Zayn, Feddy e un’altra ragazza… che non ho mai visto prima. Che Liam abbia fatto colpo? Lo scopriremo presto, tanto ora sono felice e posso dimostrarlo a tutti… li salutiamo, ed abbraccio Liam. Feddy fa lo stesso con Niall e finiamo per ritrovarci in una specie di cerchio.
Zayn < Non gli presenti la tua nuova amica? > Dice, e poi noto una certa intesa (molto intrigante) tra lui e Feddy. Liam annuisce, e finalmente ci dice chi è quella ragazza.
Liam < Ragazzi, lei è la mia amica Anita. Anita, loro sono Rebecca e Niall. > Dice, indicando ognuno di noi. Ci stringiamo la mano, e subito noto che è una ragazza molto bella! I capelli sono di un biondo scuro, e gli occhi un misto tra verde e marrone… una cosa strana ma bellissima! Stringe la mano anche a Niall, e si sorridono a vicenda. Decido di provare a scoprire di più sulla nostra nuova amica…
Io < Sei di qua? > Chiedo, e lei fa di no con la testa. Storto la mia, e poi mi viene in mente che Anita è un nome italiano…
Anita < No, sono pugliese, in Italia del sud… e sono qui da tanti anni! Anche tu devi essere italiana, vero? > Annuisco, e ci battiamo il cinque. Sorride, ed io faccio lo stesso. Ha anche un sorriso splendido, con quel rossetto fucsia che lo mette ancora più in evidenza. E ha anche un corpo bellissimo! Una modella, per modo di dire…
Io < Io però sono di Milano… e sono qui da più o meno due mesi. > Vorrei parlare ancora, ma non ce la faccio perché la campanella suona e dobbiamo salutarci in fretta… ci diamo tutti un bacio sulla guancia, anche alla “nuova arrivata”, e poi ognuno torna nella sua classe. Marty entra correndo, come al solito, e si siede al banco controllando il cellulare…
Feddy < Tadaaaaa!! > Esclama, proprio quando Marty vede la foto. La sua prima reazione è un sorriso stupendo, ma poi si gira verso me e Feddy mordendosi il labbro…
Marty < E questa l’avete fatta all’intervallo, giusto? > Arrossiamo, ci guardiamo negli occhi e scoppiamo tutte e tre a ridere.
Io < Eravate così dolci! E dovevamo in qualche modo conservare il ricordo della vostra relazione… > Sbuffa, e continua a fissare quella foto, rivolgendo poi lo schermo del cellulare verso di noi.
Marty < Vi salvate solo perché è semplicemente perfetta… > Ci abbraccia, ed appena dopo entra la professoressa Hambridge. Mentre parla, penso che ora siamo davvero fortunate: Marty ha Lou, io ho finalmente capito cosa pensa Niall di me… e poi ci sono Zayn e Feddy, che rimangono un grande mistero. A proposito… con Feddy ci dovremo fare una bella chiacchierata prima o poi!
 
*DUE ORE DOPO*
POV LIAM
Tra poco potremo tornare a casa, e la professoressa ci ha lasciato del tempo libero. Senza pensarci due volte, sblocco il mio cellulare ed immediatamente apro le chat, e trovo due messaggi da Anish.
FROM: ANISH<3
Sinceramente avrei voluto parlare di più con Reby, è Italiana come me!!! capisci!?
Mi devi presentare qualcun altro?
TO: ANISH<3
Si… ci sarebbe Harry, ma lui credo sarà l’ultimo, e sai anche il perché… poi ci sono i due piccioncini Marty e Lou, e anche Ludo. E… basta. Minuti liberi anche a te?
Rifletto un po’ su Harry… è stranissimo in questo periodo. Magari non accetta il fatto che Ludo stia in ospedale, o magari si sente terribilmente solo… ma questo non dovrebbe significare che picchia Lou e fa star male Marty… e invece l’ha fatto, e nessuno sa il motivo. Il cellulare vibra, e quindi controllo subito.
FROM: ANISH<3
No… ma sono in ultima fila e la prof è svampita, matematico che io riesca a scriverti!
TO: ANISH<3
Uuh che cattiva ragazza! Dai, tra poco usciamo…
FROM: ANISH<3
Uff… comunque sia mangi con me oggi? Mia mamma non è a casa e sola soletta mi annoio! Per favoreeeee <3
TO: ANISH<3
Va bene! Aspettami al cancello, che ora metto via e poi suona la campanella <3
Detto questo spengo lo schermo dell’Iphone e lo metto in tasca, sentendolo vibrare ancora un paio di volte. Butto tutta la mia roba in cartella e, quando suona la campana, saluto in fretta gli altri e sono il primo ad uscire. Mi piace l’idea di passare un po’ di tempo solo con lei, soprattutto dopo che Sophia ce ne ha fatto perdere molto… era gelosa, e non potevo frequentare nessuna ragazza all’infuori di lei. Ricordo la sfuriata che mi fece quando vide che abbracciavo Feddy… e poi mi ha tradito. Con Greg.
Scuoto la testa scacciando via questi brutti pensieri e mi dirigo verso il cancello a passo spedito. Una volta arrivato controllo i messaggi che mi ha mandato, ed il mio cuore inizia a battere più velocemente, non appena leggo quel “Perfetto, non vedo l’ora di stare un po’ di tempo con te <3”. Alzo appena lo sguardo, ritrovandomi davanti la sua splendida figura, sorridente. Ricambio il sorriso, allargando le braccia e stringendola forte a me.
Anish < Liam! Tutto okay? > Chiede, non smettendo neanche per un secondo di fare quel bellissimo sorriso. Metto il cellulare in tasca.
Io < Certo! Tu? > Le rispondo, sorridendo come un idiota e rimanendo appoggiato al muro.
Anish < Si! Vieni? Che altrimenti perdiamo il pullman per arrivare vicini a casa e ce la dobbiamo fare tutta a piedi! > Annuisco, e con una spinta delle braccia mi stacco dal muro. Mentre corriamo, osservo bene il suo corpo perfetto: le sue gambe sono messe in evidenza da dei jeans chiari attillatissimi, e porta una canotta stampata con sopra una felpa nera, con le sue amatissime vans nere. Arriviamo all’ultimo in fermata, e riusciamo per fortuna a salire, solo che c’è solamente un posto libero…
Io < Dai, siediti tu. > Mi scanso leggermente, permettendole di potersi sedere, ma scuote la testa.
Anish < Che brutto: io seduta e tu in piedi! > Dice alzando le braccia. Mi accomodo io, e le faccio cenno di sedersi in braccio a me.
Io < Vieni dai… se appoggiamo le cartelle ci stiamo. > Abbasso lo sguardo sulla mia pancia, perché sto leggermente arrossendo. Annuisce, e mette la cartella di fianco alla mia… poi si siede su di me. Faccio un respiro lungo e profondo, mentre metto le mani sui suoi fianchi e lei appoggia la schiena lungo il mio petto, con la testa sull’incavo del collo. Chiude gli occhi, ed allora la imito… dopo qualche minuto rompe quel silenzio imbarazzante creatosi tra di noi.
Anish < Marty è simpatica? > Mi chiede, ed allora annuisco.
Io < Si: simpatica, solare e divertente… anche molto matura, devo dire. Per come affronta il litigio con Harry, voglio dire… a volte crolla, ma ci siamo noi ad aiutarla. Non è così semplice. > Annuisce anche lei…
Anish < Italiana anche lei, quindi… > Dice, e le rispondo di si. Perché è amica di Reby, Ludo e Feddy… e quindi sto di nuovo zitto. Lei zitta non ci sa stare, e mi fa anche un’altra domanda… < A te non manca Sophia? > Alzo gli occhi al cielo, pensandoci un attimo su. E poi, abbastanza deciso, scuoto la testa.
Io < Insomma… lei non mi manca, perché mi ha fatto un torto e ha avuto quello che si meritava. Ma… > Sospiro. < Ma mi anca una ragazza con cui posso parlare senza problemi, e che non mi giudichi al primo errore che faccio. > Prende le mie mani, e le porta sul suo addome facendomi iniziare a darle delle piccole carezze… e poi si gira verso di me.
Anish < Ma tu hai me. > Mi dice, ed allora le sorrido e le stampo un bacio sulla guancia. Sorride anche lei e si rimette distesa…
Io < Lo so, e tu hai me! > Le rispondo, e la vedo sorridere e ritornare con gli occhi chiusi. E allora li chiudo anche io, felice per il bel pomeriggio che ci attenderà.
 
POV MARTY
Suono il campanello, e subito dopo mi viene ad aprire la signora Streetsarm. Sembra abbastanza occupata, visto che tiene il bambino di tre mesi in braccio addormentato, e quello di sette anni per mano… ma è vestita molto bene e in maniera professionale, probabilmente deve andare ad una riunione di lavoro.
Io < Salve Signora! Sono Martina, la babysitter… > Allungo la mano verso di lei, ma vedo subito che non può stringermela perché ha entrambe le mani occupate. < Lasci pure il bambino, lo tengo io! > E allungo entrambe le braccia verso di lei, che sorride e mi lascia il bambino. Ricambio il sorriso, e poi le stringo la mano che tengo sotto la schiena del bimbo, che io e Lou ci mettiamo a fissare… è bellissimo! E poi chi non ama i bimbi quando dormono!?
Signora Streetsarm < E chi è questo bel ragazzo? > Guarda Lou che le sorride e le tende la mano.
Io < Il mio ragazzo, Louis. È venuto qui a darmi una mano, sempre se non crea problemi… > Scuote la testa e stringe la mano anche a Lou, sempre sorridendo. Cerco di fare una buona impressione da subito, e quindi nemmeno io mi levo il sorriso dalla faccia.
Signora Streetsarm < Assolutamente no! > Guarda l’orologio. < Ragazzi, è tardi… posso fidarmi? Vi lascio le chiavi di casa, in caso dobbiate rimanere qui fino a tardi… > Le tira fuori dalla borsa che tiene in spalla, lasciando la mano al bambino. Sembra molto timido, così gli scompiglio i capelli e gli faccio fare un sorrisetto adorabile… ricambio, e prendo il mazzo di chiavi consegnandolo a Lou.
Lou < Certo che si può fidare! Facciamo noi, lei si diverta… > Ci sorridiamo, e poi arriva anche la bimba di 10 anni, che è stupenda, a salutare la mamma. Lei li bacia tutti, e i tre diavoletti le fanno dei cenni con la mano… poi lei entra nell’ascensore e noi entriamo nell’appartamento. Tiro un sospiro, e sorrido guardando prima il mio ragazzo, e poi i due bambini che sono immobili davanti a noi.
Io < Ciao! Io sono Martina, e voi come vi chiamate? > La bimba viene da me e mi abbraccia, e strizzo gli occhi dalla felicità ricambiando con l’unico braccio libero.
Darcy < Io sono Darcy! > Darcy è un nome stupendo… le sorrido, accarezzandole i capelli biondi e morbidissimi. C’è subito una certa intesa tra me e lei, e lo capisco quando i suoi grandi occhi verdi incontrano i miei… e le sorrido, facendola ricambiare.
Lou < Ma che bel nome! E lui come si chiama? > Indica il bimbo che tengo in braccio, che apre leggermente gli occhi ed allora corro a prendere il ciuccio che vedo appoggiato sulla poltrona del soggiorno. È un appartamento grande, del resto, e ha tutte le comodità: c’è un divano di pelle blu con davanti una televisione, e la poltrona è messa leggermente in obliquo in modo che non sia proprio in fila col divano. Le pareti sono gialle e molto lucenti, illuminate da un maestoso lampadario al centro della stanza… e vedo anche una culla in legno scuro con delle copertine con dei coniglietti, sulla quale ripongo il piccolo.
Darcy < Si chiama John! E tu chi sei? > Chiede a Lou, il quale si presenta sorridendo. Darcy lo guarda negli occhi, ed io ritorno da loro, accarezzando il “mezzano”. Gli sussurro in un orecchio.
Io < E tu? Come ti chiami? > Gli chiedo. Si morsica l’unghia del pollice, e poi mi risponde.
Billy < Mi chiamo Billy e ho sette anni. > Sorride molto timidamente, e poi mi alzo in piedi e metto le mani sui fianchi.
Darcy < Louis lo sai che sei proprio bello? > Spalanco gli occhi e rimango a bocca aperta per quello che ha detto Darcy… Lou invece sorride e si inginocchia per essere alla sua altezza. Incrocio le braccia al petto, mentre scuoto leggermente la testa.
Lou < Anche tu sei bellissima! > Si gira verso di me, e corre immediatamente ad abbracciarmi. Ricambio l’abbraccio, e mi guardo intorno notando che la stanza in cui siamo, il soggiorno, è direttamente collegata alla cucina senza nessuna porta, e poi alla mia destra sta una porta che probabilmente conduce alle camere da letto e al bagno…
Billy < E anche tu… > Dice, e mi guarda. Gli sorrido immediatamente, e gli stampo un bacio sulla guancia ringraziandolo.
Io < Siamo tutti bellissimi qui dentro! > Esclamo, ed entrambi i piccoli alzano i pugni al cielo esultando… e poi gli faccio una domanda. < Vi va di essere i nostri aiutanti speciali? >
< SIIII! > Urlano, e sembrano molto entusiasti. Metto un dito sulla bocca e gli faccio segno di abbassare la voce.
Lou < John dorme, non facciamo tanto rumore… > Annuiscono, e poi ci sediamo tutti per terra a gambe incrociate.
Io < Visto che siete i nostri aiutanti e che staremo insieme tutto il pomeriggio, che ne dite se esploriamo insieme casa vostra?? > Chiedo, e Darcy si alza in piedi saltellando entusiasta, imitata da Billy… Guardo negli occhi Lou e gli stampo un bacio veloce sulle labbra, facendolo sorridere. Vorrei andare anche oltre, ma non posso traumatizzare quei poveretti. Gli sorrido anche io, e poi sospiro, preparandomi mentalmente per una serata che mi lascerà sfinita…
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui J
Scusate sempre il ritardo, ma sono in prima superiore e ho tanto da studiare… cercherò di mettere il prossimo capitolo il più in fretta possibile, e intanto spero che questo vi piaccia! Baci xx
Marty 

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Capitolo 26
*** Se solo potessimo tornare indietro... ***


POV FEDDY
Zayn è seduto sul divano accanto a me, e siamo soli a casa… stiamo mangiando insieme, perché mi sentivo sola e lui non aveva per niente voglia di stare a casa, a quanto pare aveva appena litigato con sua mamma. Non mi voglio intromettere, ma sembra proprio che lui abbia voglia di parlarne… quindi spengo la tv, tanto non la sta guardando nessuno.
Io < Preferiresti parlarne? > Gli chiedo… essendo proprio fiera di quello che ho appena detto. Non mi intrometto nella sua vita, ma nemmeno me ne frego… e mi piace tutta questa maturità!
Zayn < Vorrei solo una spalla su cui piangere, nient’altro… > Risponde. Ha proprio una brutta cera! È abbastanza pallido e tiene i gomiti sulle ginocchia, e gli occhi fissi sui suoi pollici… che continua freneticamente a muovere.
Io < Si da il caso che ne abbia due… > Gli dico questa volta, e mi fa un mezzo sorriso. Ricambio molto dolcemente e lo stringo forte a me… appoggia la testa nell’incavo del mio collo, e lo sento immediatamente bagnarsi. Sta piangendo. È la prima volta che lo vedo crollare… è l’unico che non ha mai versato una lacrima per Ludo, o per Harry… e ora sta completamente cadendo a pezzi. E assicuro che non è un bello spettacolo.
Zayn < Tu… > Si ferma per singhiozzare, e gli accarezzo dolcemente la nuca. < Tu sai q-quanto sia importante mia sorella per me, vero!? > Annuisco. Me ne aveva parlato qualche volta, e mi aveva anche detto che fa qualcosa come le veci di sua madre… il che è commovente, ma non capisco cosa c’entri. < Era in b-bagno a truccarsi… per l-la festa di Natale del s-suo ragazzo. > Dice, balbettando come un neonato. Prova ancora a dire qualcosa, ma gli metto un dito sulle labbra allontanando la sua faccia dal mio collo.
Io < Non sei nelle condizioni di parlare, Zay… > Sorride, quando lo chiamo così. È un nomignolo che è uscito dal nulla, so solo che piace sia a me e sia a lui… ed è okay. Lo osservo meglio: i suoi occhi sono fradici, ed è anche un poco sudato. Sta male… vorrei saperne il motivo, ma veramente non è in condizioni di dirmelo e quindi è meglio stia zitto. Tira su di naso, e nasconde la faccia tra le mani, per nascondermi il suo pianto. < Non devi avere vergogna di piangere con me… io sono qui, sfogati se ti va oppure piangi in silenzio. Ma non nasconderti… > Gli dico, con voce tranquillizzante. Alza gli occhi dalle mani, e mi accarezza la guancia. Sorrido, e mi traccia il contorno degli zigomi con il pollice, molto teneramente… metto la mano dietro la sua nuca, spingendo delicatamente la sua testa vicino alla mia, fino ad annullare quella distanza che ci separava. Lui mette entrambe le mani sulla mia vita, ed io le metto intorno al suo collo… ma, come sempre, non andiamo oltre al bacio a stampo. È okay anche questo.
Zayn < Wow… > I suoi occhi sono ancora lucidi, ma almeno ha smesso di lacrimare e di singhiozzare. È bello vederlo stare un pochino meglio, soprattutto perché quando è a pezzi non ce la si fa proprio a guardarlo… stai male tu, sta male lui… un miscuglio strano di sentimenti ed emozioni, ecco cosa siamo. Siamo un miscuglio, ed è per questo che a volte siamo così teneri mentre altre volte siamo solo normali amici… e, almeno per me, questo non è okay. Sospiro, prendendo fiato dopo il lunghissimo bacio che ci siamo dati. < Se fosse questo quello che ricevo quando sto male, vorrei stare male più spesso… > Dice, e gli faccio un mezzo sorrisetto.
Io < Non ci provare nemmeno! Già non sopporto vedere la gente piangere, poi se sei tu… > Allunga la testa verso di me, spalancando gli occhi per incitarmi a continuare. < Se sei tu sto male anche io… > Mi mordo il labbro inferiore, mentre arrossisco leggermente. Anche lui è in imbarazzo, ma è già rosso di suo per aver pianto e non si nota molto…
Zayn < Vieni qui… > Allarga le braccia, e mi ci butto letteralmente, facendogli perdere l’equilibrio e trovandomi distesa sopra di lui. Provo immediatamente a togliermi, ma sento una leggera pressione sulla mia testa fin quando non la spinge sul suo petto. < Non ti piace questa posizione? > Dice, accarezzandomi la schiena.
Io < No no! Anzi… > Gli rispondo, e rimango con la testa sul suo petto, a farmi coccolare. E non stiamo insieme. Marty e Lou… lo fanno anche loro, ma sono fidanzati. Invece io e lui siamo solo un fottuto miscuglio, e odio le cose complicate come… i miscugli. < Zay… > Lo chiamo, facendogli lentamente aprire gli occhi. < Devo farti una domanda… > Si sistema il ciuffo che oggi spara verso l’alto, ed alzo gli occhi al cielo, poi annuisce.
Zayn < Dimmi… > Dice. Come sempre arriverò al punto senza farci troppi giri intorno, ma cercherò comunque di non essere troppo diretta. Una frase ad effetto, di quelle che trovi su Tumblr, servirebbe proprio una di quelle… alla fine però la smetto di pensare e dico, come al solito, la prima cosa che mi passa per la testa.
Io < Cosa siamo noi due, Zay? > Sembra rimasto pietrificato dalla mia domanda, e dopotutto non è nemmeno così facile rispondere… quindi non gli dico più niente e non gli metto pressione, aspettando pazientemente la sua risposta.
Zayn < Non lo so. Veramente, non so dare una risposta alla tua domanda… a volte siamo normali amici, a volte siamo… qualcosa di più, e a volte ci intendiamo alla perfezione. > Sospira. < Mentre altre volte capirci diventa la cosa più difficile del mondo. Siamo… > Si blocca, ed allora rispondo io.
Tutti e due < Siamo un miscuglio. > L’abbiamo detto in coro… non ci posso credere. Pensiamo tutti e due la stessa cosa, ed oltre ad essere alquanto inquietante è pure strano, perché nessuno ha mai avuto il coraggio di fare all’altro questa domanda. Ci guardiamo negli occhi, e mi bacia un’altra volta. Stavolta però è solo un “bacio di prova”, per vedere come reagiamo entrambi, ed abbiamo reagito bene… ci comportiamo come fidanzati, ma io non lo amo e lui non ama me. A me piace, non posso negarlo, ma dire di amarlo è ancora troppo… e forse un po’ a lui piaccio anche io.
Io < Ecco… e a me non piace questa cosa del miscuglio. O siamo amici, o siamo migliori amici, o siamo qualcosa in più. Niente di intermedio… > Rispondo secca, sedendomi ed incrociando le braccia davanti al petto, attendendo stavolta con ansia la sua risposta.
Zayn < Nemmeno a me, ed ora intendo dirti cosa penso di te. > Si schiarisce la voce… e poi arrossisce. Ma sembra più “arrabbiato”, desideroso di provarmi qualcosa, che intimidito… < Feddy, tu mi piaci. Non so se è il caso di dire che ti amo… ma mi piaci tanto. E non voglio lasciarti andare per niente. > Mi da un bacio sulla fronte, ed io appoggio nuovamente le mie labbra sulle sue, rimanendo così per qualche manciata di secondi… poi mi stacco, ed annuisco. Non posso crederci… sente esattamente quello che sento io! Di piacergli un po’ lo sapevo, a parte che ha detto che gli piaccio tanto e sto come esplodendo dentro di me, ma sentiamo le stesse cose l’uno per l’altra. Ed è incredibile quanto stia venendo fuori in questo momento, il fatto che siamo quasi uguali…
Io < E anche io provo lo stesso… > Non è un brutto momento, in fin dei conti. Ci stiamo “coccolando”, ed ora io e lui sappiamo cose l’uno sente per l’altra… ce lo siamo detto più per ripicca che per altro. E va bene così. Mi abbraccia, e mette la mano dietro la mia nuca baciandomi di nuovo, e stavolta è un bacio lungo ed intenso, di quelli che piacciono a me… sorrido, e poi mi metto sdraiata con ancora la testa sul suo petto.
Zayn < E se… > Schiarisce la voce, con qualche colpo di tosse secca, e poi continua mentre le sue guance si tingono di un rosa abbastanza scuro, e sono quasi certa che non sia perché poco fa era in lacrime… < Ipoteticamente parlando… > Si ferma ancora, per rivolgermi un sorriso che mi fa venire voglia di pizzicargli quelle guance rosse. < Ti chiedessi in questo momento di… non di diventare la mia ragazza, perché non ci amiamo, ma il gradino immediatamente sotto… più che migliori amici, ma non una vera e propria relazione… tu che diresti? > Sorride di nuovo guardando verso il basso, ed un po’ arrossisco pure io… è da tanto che ci stiamo girando intorno, e finalmente ho l’occasione di farlo diventare “mio”.
Io < Ipoteticamente… direi di si. > Gli rispondo, e mi stampa un bacio sulla guancia che sta andando a fuoco. Sorrido alzando leggermente gli occhi al cielo, aspettando freneticamente quella domanda, che aspetto da fin troppo tempo.
Zay < Quindi… ti andrebbe di diventare la mia ipotetica ragazza? > Sussurra al mio orecchio, scatenando in me una felicità che solo pochi altri momenti sono riusciti ad eguagliare… il cuore va a tremila, ed avverto brividi passarmi per tutta la schiena, quando ci appoggia la mano sopra, per stendermi sul divano e mettersi sopra di me.
Io < Ipoteticamente… > Mi fermo, e deglutisco rumorosamente, quando appoggia i gomiti ai lati della mia testa e mi fissa negli occhi. Appoggio entrambe le mani sul suo petto… < Si. >
 
POV MARTY
Prendo la piccola mano di Darcy, mentre Lou è di fianco a me e stiamo ben attenti a dove ci porteranno i bambini… la casa è molto ospitale ed arredata con gusto. A giudicare dai mobili e dal fatto che ci pagherà £105, direi che non si tratta di una famiglia povera! Ora che abbiamo visto la cucina, ci stanno portando verso quella porta chiusa, che conduceva ad un’altra zona della casa: la “zona notte”.
Darcy < Quello lì è il bagno, con la lava… lavastoviglie. > Diventa subito rossa perché non è riuscita a dire “lavastoviglie” subito, mentre io la trovo una cosa dolcissima. Passato il bagno, tempestato di piastrelle blu e bianche che sono semplicemente bellissime, arriviamo ad una cameretta con due letti a castello, dipinta di arancio. Billy, che era dietro di noi con Lou, ci supera con uno scatto e va a prendere un giochino sul suo letto.
Billy < Questa è la pistola che uso per fare il cowboy!! > Dice, entusiasta. Io ed il mio ragazzo ci sorridiamo, ed entriamo sedendoci per terra, imitati anche da loro. Darcy è andata a prendere una corona ed una bacchetta magica, e li ha indossati. Mi alzo e faccio un inchino, facendola sorridere.
Darcy < E io sono una principessa! Una fata-principessa… e voi siete i miei amici! > Sorrido anche io, e vedo che Lou e Billy iniziano a stringere amicizia… visto che abbiamo visto anche la camera dei genitori, adesso possiamo giocare un pochino, e credo che in qualche modo ci divertiremo!
Lou < Billy, ti piace giocare a calcio? > Gli chiede molto amichevolmente, e la reazione del bambino è alquanto strana… si mette a saltare, e a battere le mani.
Billy < SI! > Fa un urletto, e poi rovista nel suo armadio e torna con due guanti. < Io sono il portiere!! E i miei amici calciano tutti fortissimo, come dei razzi! > Louis applaude, ed allora faccio così anche io. Mentre Darcy mi pietrifica con un incantesimo sento la cosa più bella del mondo…
Lou < Allora, se mi prometti che farai il bravo e che finirai tutti i compiti… > Dice lui, lasciando i puntini di sospensione. Gli occhi di Billy si illuminano, mentre faccio finta di dimenarmi per sciogliermi dall’incantesimo, ma è una fata troppo potente! < Ti porto al parco a giocare a calcio! > Esclama, e poi Billy gli salta in braccio stringendogli il collo. È un bimbo tenerissimo, e poi anche Darcy salta in braccio a me liberandomi… la stringo e le bacio la fronte, e lei non si scolla. Appoggio Darcy sul letto, dirigendomi verso Lou… che come mi vede dice a Billy di andare a prendere i quaderni e i libri per studiare. Appoggia le mani sulle mie guance, e mi lascia un lungo bacio sulle labbra… stiamo per andare oltre, quando ci giriamo e la piccola è come pietrificata.
Darcy < Ma come?!?! Voi due vi amate?!?!?!?! > Salta in piedi, e corre verso di noi! < Si si vi amate!!! Vi stavate baciando in bocca!!! > Io e Lou ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere, e allora anche lei ride…
Io < Eh si hai indovinato… > Le mie guance diventano rosse, e il mio ragazzo mi prende la mano. Sospiro, mentre Darcy ci fissa e ci squadra. Billy intanto torna con i suoi quaderni e l’astuccio, e Darcy lo avvicina a lei… sussurrandogli qualcosa nell’orecchio. Billy porta una mano alla bocca.
Billy < Ma lui… è il tuo moroso?!?!? > Sembrano eccitati, eppure credevo che non gli importasse della vita degli altri… e invece è tutto il contrario!
Lou < Si, siamo fidanzati. > Risponde Lou molto timidamente, e gli stampo un bacio sulla guancia davanti ai due bambini eccitatissimi.
Darcy < Oddio!!! Ma siete bellissimi! > Corre in braccio e me, e mentre la tengo abbraccia anche Louis e poi mi bacia la guancia… Billy intanto apre il quaderno e vede quello che ha da fare. Appoggio molto lentamente Darcy sul pavimento, per paura che mi scivoli, e poi mi metto di fianco a lei.
Io < Allora organizziamoci. Lou, tu aiuti Billy e poi andate fuori. > Mettono entrambi la mano sulla fronte, come fanno i soldati, ed è molto divertente che l’abbiano fatto tutti e due nello stesso momento… rivolgo un mezzo sorriso guardandoli, e poi guardo Darcy che è di fianco a me e sorrido anche a lei, che ricambia troppo dolcemente! < Ed invece io aiuto questa principessa… > Lei sembra entusiasta, e anche i due maschietti lo sono. Quindi ci diamo da fare e, dopo mezz’ora, incredibilmente abbiamo finito tutto senza svegliare John… probabilmente era tanto stanco! i ragazzi sono appena usciti, ed ora ci siamo solo io e lei…
Darcy < Ecco, ho messo in ordine i miei quaderni e ho anche un’idea! > Dice, con il tipico tono di voce entusiasta che hanno tutti i bambini… annuisco, e mi inginocchio per arrivare alla sua altezza.
Io < Dimmi! > Le rispondo, e lei si avvicina al mio orecchio per dirmi il primo “segreto” della serata… e sono molto felice, di buon umore, perché credo di ispirarle fiducia!
Darcy < Ci trucchiamo e ci facciamo belle per stasera… e poi facciamo finta di essere ad una cena regale! > Oh, mi piace troppo la sua fantasia. Annuisco e le sorrido, e le si illuminano quei grandi occhi verdi di cui sono tremendamente invidiosa.
Io < Ma prima ho un’idea migliore… > Proverò a stupirla, con qualcosa che di certo le piacerà. Annuisce, ed avvicina lei l’orecchio alla mia bocca. < Si da il caso che io prima di venire qui abbia comprato gli ingredienti per preparare… i cupcakes. > Alla parola “cupcakes” sento il suo cuoricino battere fortissimo. < Solo che non li so preparare da sola… > Mi alzo, e metto la mano sulla fronte come se stessi cercando qualcuno. < Chi mi potrà mai aiutare?! > Chiedo, ed allora alza il braccio iniziando a saltellare come una matta.
Darcy < Io! Io! Ti aiuto io ti prego scegli me! > Dice, ed allora sorrido ed annuisco… mi salta in braccio dalla gioia. < Sei la migliore babysitter di tutto il mondo! Le altre erano vecchie e noiose… invece tu mi fai divertire come una matta! Ti adoro! > Mi dice, ed a quel punto mi viene quasi da piangere. È sempre stato il mio sogno, quello di curare dei bambini piccoli e di riuscire a farmi apprezzare da loro… e ci sono appena riuscita.
Io < Ma sei tenerissima! Anche io ti adoro! > Le dico, e la stringo forte… lei ricambia con tutto l’affetto che può darmi, e decido di scrivere a Lou.
TO: LOU<3
Ehy amore! Qui stiamo preparando i cupcakes… poi ci facciamo belle per la cena di gala di stasera! Quindi preparatevi, capito!?
FROM: LOU<3
Uh! Beh… faremo il possibile. Magari torno a casa a farmi velocemente una doccia, e poi torno lì da voi… e magari porto Billy con me. Tanto saremmo a casa da soli… e per i vestiti!?
TO: LOU<3
Oh… beh potresti prendere quel completino che tua mamma tiene, di quando eri piccolo ed eri al suo matrimonio! Primo cassetto in alto a destra… e tu vestiti con uno dei vestiti di tuo padre!
FROM: LOU<3
Okay… e poi mi spiegherai come fai a sapere del completo di quando ero piccolo…
TO: LOU<3
Mi fa sempre piacere parlare con Johanna… comunque sia ora devo andare a preparare i dolcetti, divertitevi <3
FROM: LOU<3
Mi sembrava strano! Anche voi… <3
 
Andiamo finalmente in cucina, dopo esserci lavate le mani, e prendo gli ingredienti dalla mia cartella che è quasi vuota perché i libri li ho lasciati a Feddy che li ha portati a casa… e quindi vedo la mia mini-aiutante con i capelli raccolti in uno splendido chignon, e penso che questa giornata non dovrebbe finire mai…
 
POV HARRY
Io < Dammi quel pacchetto Nicholas… te lo sto pagando, ed è giusto che io lo abbia! > Rispondo, sventolandogli davanti i cinque dollari che gli spettano per quel fottuto pacchetto.
Nick < Ma Harry! È il quinto in due giorni! Non ti pare di esagerare!? > Ma porca puttana. La legge dice che se voglio acquistare qualcosa, lo pago e fine! E perché continua ad intromettersi nella mia vita!?
Io < Cazzo! > Urlo, e gli stringo la maglietta con una mano, avvicinando il suo viso al mio. < Dammi il pacchetto! > Urlo di nuovo, e spaventato allunga la mano verso la mensola e lo appoggia sul bancone. Con uno sbuffo lo prendo e, dopo aver messo i soldi nell’apposito contenitore, non lo guardo nemmeno e me ne vado a passo spedito da qualche parte. Nemmeno io so dove, ma non ha importanza… voglio solo starmene lontano da tutto e da tutti. È una vita di merda, questa, che sto avendo… ho perso tutto. Non ho più amici, e loro erano quel “tutto” per me. Nessuno che mi voglia bene, e tutto per una cazzata che ho detto perché ero arrabbiato. Sono un coglione, e ne sono consapevole, ma di poter arrivare a questo punto non ci avrei mai pensato… accendo velocemente una sigaretta, portandomela tra le labbra ed inalando tutto il fumo che posso contenere. Non ha un senso fumare, ma lo faccio, anche perché non so come ma mi aiuta a sfogarmi… inalo di nuovo, anche se mi fa schifo il sapore del fumo in bocca. Alla fine trovo una meta: siccome non posso andare a casa delle ragazze perché ci saranno gli altri e non ho voglia di iniziare un litigio, e francamente sono già depresso così, vado nel parco dove ho incontrato Ludo per la prima volta. Sblocco il cellulare, facendo partire le mie canzoni preferite a tutto volume… con le cuffiette nelle orecchie e la sigaretta, ormai tutta consumata, in bocca. La tolgo, e la butto per terra calpestandola poi per spegnerla… ne prenderei volentieri un’altra, ma mi placo e decido di farmi un giro di whatsapp. Ho tanti messaggi, perché non ci entro da qualcosa come una settimana, e faccio qualcosa di simile ad un sorriso quando vedo che, tra i vari contatti che mi hanno scritto, c’è pure Ludo. Mi ha scritto svariate volte, ma ha terminato con la domanda “Ma dove cazzo sei finito!?” che mi è stata mandata due giorni fa. L’ultimo accesso lo segna alle 16.18, ed ora sono le 17.00… ma credo di non disturbarla se le scrivo.
TO: LUDO<3
Ehy sono tornato<3 scusami ma ho avuto parecchi problemi con whatsapp e non funzionava più… ho dovuto far controllare pure il cellulare! Invece ora ha ripreso a funzionare e sono molto felice di poterti sentire di nuovo… come stai?
Invio, e blocco lo schermo. Non le ho detto che non entravo in whatsapp per non leggere i messaggi del gruppo dove ci sono anche gli altri, e soprattutto non le ho detto che abbiamo litigato… non me la sento. Si è appena svegliata dal coma, e le metterei subito troppa pressione, e poi credo che in qualche modo ci penseranno gli altri a metterla al corrente di tutto. E lei arriverà ad odiarmi. Ed io sarò di nuovo solo. Le mani iniziano a tremare ed una lacrima riga la mia guancia destra… chiudo gli occhi, concentrandomi sulla musica, ma siccome non voglio piangere e non devo mi accendo un’altra sigaretta. Mentre butto fuori il fumo il cellulare prende a vibrare, e lo sblocco speranzioso che sia Ludo… e invece no. È il gruppo, con dentro quello che era il nostro gruppetto, ed ora che ci penso sono abbastanza stupito che non mi abbiano ancora tolto. Leggo per un po’ i messaggi, notando quanto sono felici senza di me…
Feddy “Ragazzi<3 sono a casa con Zayn, voi come va?”
Marty “Sto per preparare i cupcakes con Darcy!!! È stupenda… tenera e bellissima, già le voglio bene! E mi ha pure detto che sono la miglior babysitter del mondo!!!”
Liam “Darcy? È la bambina di 10 anni?”
Lou “Si! Ed io sono con Billy, e lo sto portando a giocare a calcio in un parco dietro casa sua… vi saluta!”
Reby “Ciao Billy!!! Fai arrabbiare zio Lou mi raccomando!”
Niall “Reby a casa mia si è mangiata tutto il purè di patate! Maiale!!!”
Marty “AHAHAHAHAHA”
Reby “Stronzo… ma se l’hai mangiato tutto tu e ma ne non ne hai lasciato nemmeno un pochino!!”
Liam “Non so perché, ma mi riesce difficile credere che Niall abbia mangiato tutto…”
Feddy “Anche a te Liam?!”
Lou “Non devono essere coincidenze…”
Niall “Rompiscatole…”
Stanno tutti ridendo, quando Feddy invia una foto di Marty e Lou appoggiati ad un albero, e coinvolti in quello che dev’essere stato un bacio coi fiocchi… e loro sono tutte felici, ed io solo come un cane ad aspettare a risposta di Ludo. Intanto osservo meglio quella foto: è proprio bella! È stata scattata a scuola, perché quell’albero che si vede è lo stesso del giardino, e poi si vede la staccionata della Art Academy. E loro due, come coppia, sono stupendi. I commenti alla foto sono delle prese per il culo assurde… e mi diverto persino io a leggerli.
Marty “Noooooo!!!!!! Avevi detto che non l’avresti inviata! Cogliona!”
Feddy “Oops! Ho sbagliato tasto…”
Liam “Non si fanno queste cose a scuola!!!”
Reby “Ragazzi… capisco che abbiate gli ormoni sballati, ma evitate di mettere su famiglia adesso!”
Zayn “NON SCANDALIZZATE I BAMBINI A CASA DELLA STREETSARM!!!!”
Lou “Reby ci penseremo…”
Niall “Oh ma ridendo e scherzando, io credo che Marty non sia più vergine!”
Marty “Senti Niall per l’ultima volta… SONO VERGINE”
Non so perché, ma dopo aver letto che non l’hanno ancora fatto storto la testa… si, insomma, stanno insieme da pochissimo ma a giudicare da com’erano messi quando li ho visti io sembrava una cosa abbastanza seria!
Reby “Dicono tutti così…”
Liam “Anche tu allora Reby…”
Zayn “Ma non è giusto, Liam piglia per il culo tutti e nessuno può dire niente a lui perché che non è vergine lo sanno tutti!”
Reby < Liam, quando troverò un ragazzo ti faccio sapere.”
Lou “Zitta tu che sei a casa di Niall! Sporcaccioni!”
Niall “Lasciatemi solo con il mio purè!!!”
Marty “Devo andare a fare i cupcakes… baci da me e Darcy! Vi voglio bene<3”
Reby “Anche noi, divertitevi<3”
Niall “Ciaoooo<3”
Lou “Amore, io e te ci rivediamo tra poco” Accompagna il messaggio con la faccina pervertita, scatenando le risate di tutti…
Marty “Ovvio… ma ricordiamoci di non scandalizzare troppo i bambini.” Anche lei scrive quella faccina e tutti si mettono a fare strane ipotesi… avrei troppo voluto esserci anche io in quel momento. Avrei voluto poter ridere e scherzare con loro… ma loro mi odiano, e mi sto purtroppo rendendo conto che è solo colpa mia se è iniziato tutto. Avrei voluto non leggere questi messaggi, perché una sensazione di vuoto si sta prendendo possesso del mio corpo e, purtroppo, del mio cuore.
Io “Scusate, per tutto” Digito, e dopo averlo inviato premo l’icona rossa che mi dovrebbe far uscire dal gruppo.
“Sei sicuro di voler abbandonare il gruppo ‘AMICI PER SEMPRE<3’?” Clicco sul tasto “Si” ed immediatamente blocco il cellulare, mentre quella sensazione di vuoto si trasforma in tristezza, e le lacrime a questo punto non possono più essere trattenute.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui!! 
Non ho molto da dire su questo capitolo, solo che mi è piaciuto moltissimo scriverlo (soprattutto la parte di Marty-babysitter e dei messaggi alla fine)… mi dispiace troppo per Harry, e spero che il capitolo piaccia a voi almeno quanto è piaciuto a me… baci xx
Marty
 

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Capitolo 27
*** Nuove verità ***


POV MARTY
Mi ha appena reso triste la serata, quello stronzo. È uscito dal gruppo… non me ne frega delle sue scuse, ma è uscito senza avvisare nessuno. E io pensavo di poterlo perdonare e chiedergli scusa per le mie sfuriate… per quanto faccia male, non lo merita. Non mi devo far tentare dalle parole che potrebbe dirmi o dalle sue scuse, non merita il perdono, soprattutto dopo l’ennesimo torto che ci ha fatto.
Io “Si ma ragazzi… cioè… non ho parole.” Scrivo sul gruppo, e poi appoggio il cellulare sul mobile perché Darcy si è appena lavata le mani e sta tornando, e mi sforzo il più possibile di farle un sorriso, che lei ricambia.
Darcy < Marty Marty! Io sono pronta, iniziamo?! > Mi tira per la maglietta, ed allora la sollevo e la appoggio in piedi sulla sedia, così che diventi alta come me. Non ho comprato le uova, perché in cartella si sarebbero rotte, quindi il primo passo è chiederle se le hanno.
Io < Certo! Solo che non ho comprato le uova… tu le hai? > Ci pensa un attimo, poi balza giù dalla sedia ed eccitatissima corre verso il frigo, spalancandolo e iniziando a saltellare indicando un punto.
Darcy < Si sono lì!! Le ho trovate! > Vado verso di lei, ancora con un sorriso falso stampato in faccia, e prendo tutte le uova che servono.
Io < Ma che brava che sei stata! Allora… adesso li prepariamo, ma devi promettere che starai attenta e che cercherai di fare bene tutti i passaggi che ti dirò io. Me lo prometti? > Mette la mano sulla fronte, come i militari, e marcia di nuovo tornando in piedi sulla sedia.
Darcy < Si signora! > Mi metto a ridere, e così anche lei… poi vado di fianco a lei, che è intenta a controllare tutti gli ingredienti disposti sul tavolo. < Manca qualcosa? > Mi chiede, con gli occhi lucidi. È dolcissima, e le pizzicherei quelle guance ogni singolo secondo… e quando sorride la riempirei di baci! Scuoto la testa, ed appoggio il mio libro di ricette sul tavolo… era di mia nonna, per cui è in italiano.
Io < No che non manca niente! Quindi direi di cominciare subito… allora vediamo… > Sfoglio un po’ il libro, e sono contenta di trovare tutti gli appunti di mia nonna per rendere i dolci delle vere delizie per il palato.
Darcy < Italiano? > Dice, guardando il libro con una faccia alquanto strana… < Non ci capisco niente! > Sbatte un piede sulla sedia ed incrocia le braccia al petto… allora faccio combaciare la sua fronte con la sua e la guardo dritta negli occhi, sorridendole nella maniera più dolce possibile.
Io < Io sono italiana, quindi ti dirò tutto quello che devi fare traducendolo dall’italiano all’inglese… > Appena finisco la frase mi stritola tra le sue braccia, ed allora ricambio con tutto l’affetto che posso darle. Prendo degli stampini, e siccome mi sembra molto intelligente provo a dirle di imburrarli, e vediamo che succede. < Praticamente… lo vedi il burro? > Lo indica col dito, e poi lo prende.
Darcy < Si, ora lo apro! > Annuisco, e vedo che lo apre e ne taglia via un pezzetto con il suo “coltello” di plastica, rosa. E io odio il rosa, ma adoro lei quindi le due cose si compensano.
Io < Bravissima, adesso devi prendere gli stampini e ungerli con quel pezzetto di burro, mentre io lavoro con il cacao. > Annuisce, ed allora prendo un ciotola d’acqua e la scaldo, per poi versarci dentro il cacao. Appena finito torno indietro e metto da parte la ciotola, come dice nonna, e leggo il prossimo passaggio.
Darcy < Marty ho finito! > Vado verso di lei, e le stampo un bacio sulla fronte.
Io < Perfetto! Ora devi mettere tutti questi… vediamo… dodici, dodici stampini in quello stampo grande, uno per buco. Capito? > Annuisce molto dolcemente, e così la aiuto anche io.
Darcy < Ora cosa dobbiamo fare? > Consulto il libro, e mi dirigo verso il frullatore estraendo la ciotola che è sotto la frusta.
Io < Prendiamo la quantità giusta di burro e di zucchero, e li frulliamo tutti, e poi aggiungiamo le uova… facciamo che io peso gli ingredienti, e tu li versi nella ciotola facendo molta attenzione, che se cadono fuori dobbiamo andare a comprarli di nuovo! > Ride molto rumorosamente, e quasi cade dalla sedia… ed allora mi metto a ridere anche io.
Io < Iniziamo? > Annuisce, e allora prima di prendere burro e zucchero accendo il forno a 180° per scaldarlo. Poi torno da lei, e le consegno 110 grammi di burro e tutto lo zucchero, che accuratamente versa nella ciotola del frullatore. Applaudiamo, e poi prendo quella ciotola e la pongo sotto la frusta, facendo partire il frullatore ed aspettando che si formi una crema.
Darcy < E ora mettiamo le uova! > Sorrido, e allora rompo il primo uovo, spiegandole che deve far partire il frullatore. Mixiamo tutto, e poi aggiungo il secondo, ottenendo come risultato una crema dall’aspetto invitante.
Io < Adesso dobbiamo unire la farina al lievito, e poi li versiamo qui dentro… > Faccio la maestra e allora Darcy salta giù dalla sedia e prende sia la farina, sia il lievito e li appoggia sul tavolo, al quale arriva a malapena. Me li passa entrambi per pesarli, e poi li mescola.
Darcy < Tutto insieme? > Chiede, e scuoto la testa.
Io < No, meglio in due parti… stai attenta. Tu ne veri più o meno metà e poi io frullo, poi tu versi l’altra metà. Va bene? > Annuisce, sembra molto sicura di se!
Darcy < Va benissimo! > Versa la prima metà del composto, e mentre sto frullando mi abbraccia fortissimo… non ho mai ricevuto così tanto affetto da una ragazza che conosco da così poco! La abbraccio forte anche io, mentre penso a quel coglione di Harry che non sa fare altro che rendere triste la gente.
 
POV LUDO
Non risponde alla mia quinta chiamata, eppure so che le visualizza, perché so che tiene in mano il cellulare, e so anche che leggendo il mio nome sullo schermo entra in uno stato di indefinita indecisione. È successo qualcosa, di sicuro, ma non sa se rispondere perché non vuole “urtare il mio stato di post-coma” come gli ha detto il dottore. Non sa però che mi urta maggiormente rimanere all’oscuro di tutto, e non solo lui mi sta facendo arrabbiare… tutti, tutti mi hanno tenuto nascosto il probabile litigio che dev’esserci stato: Marty, Feddy, Liam… Reby, Niall e perfino Zayn! Nessuno ha avuto il coraggio di dirmi niente. Ed è proprio questo che “urta”.
Il cellulare squilla a vuoto, quando una voce rauca inconfondibile risponde finalmente all’altro capo.
Harry < Ludo… come st- > Non gli do nemmeno il tempo di finire la frase.
Io < Harry, spiegami che cazzo è successo. > Lo sento sospirare, ed ovviamente prova a controbattere, è in perfetto stile Harry Styles, no?
Harry < No, non posso. Sei in ospedale, e non ti faccio uscire già con la testa tra mille problemi. > Sbuffo rumorosamente. Voglio, esigo la verità. Voglio sapere tutto, dal primo all’ultimo dettaglio, e lui mi conosce, e sa che non mi accontento facilmente.
Io < Non me ne frega se sono qui in questo ospedale, tanto ci devo uscire, e credimi standotene zitto non migliorerai la situazione. > Mi alzo in piedi, e comincio a camminare nervosamente per la stanza… lo faccio sempre, per calmarmi.
Harry < Ludo, non te lo dico. È inutile stare qui a provarci, non te lo dico. Non sei nello stato adatto, e nemmeno io lo sono. > Quando dice questo mi attraversa un velo di compassione, di pietà per lui, perché sicuramente lui dev’essere uno dei maggiori interessati del litigio. Scuoto la testa scacciando questo pensiero, e mi risiedo nuovamente sul letto.
Io < Harry, non mi fai del male, stai tranq- > Stavolta è lui ad interrompermi, e quello che dice mi lascia completamente spiazzata.
Harry < Lo so che non ti farei del male. Ma… > Si interrompe, e giuro di aver sentito un singhiozzo provenire dall’altro capo del cellulare. < Ma a me stesso ne farei. > Chiude la chiamata. Avrei provato a confortarlo, a dirgli che può contare su di me, che io ci sono… ma no, mi ha richiuso in faccia. E questo realmente “urta.”
-
TO: HARRY<3
Harry, non è che richiudendomi in faccia hai risolto le cose. Le hai peggiorate, caro. Ora… dimmele, subito, voglio sapere tutto Harry, tutto. Sono troppo stanca di essere esclusa da tutto perché sono qui dentro. E non mi interessa di quanto la cosa possa far male a me, a te, a entrambi… io per te ci sarò, e sarò pronta a sostenerti in qualunque modo possibile.
Inviai, e poi aspettai la risposta. Visualizzò subito dopo, ed entrò in whatsapp, per poi iniziare a scrivermi… provai un senso di tranquillità, almeno non era arrabbiato con me! Sarebbe veramente stato il colmo.
FROM: HARRY<3
Ludo, ti ho già detto di no. Non ti interessa di quanto potrei star male per dirti una cosa del genere? Toh, io pensavo ti importasse qualcosa di me. E, solo per precisare, la verità mi farebbe male non perché te la starei dicendo e mi sentirei male per farti uscire con un peso sulle spalle, da sopportare, non per questo… la verità mi farebbe male dentro, nel cuore.
TO: HARRY<3
Sai che ti dico? Se non me la vuoi dire, e se è vero che staresti male per questo, la cosa è molto semplice: ti farebbe male perché finora non hai fatto altro che negarla anche a te stesso.
Non entra più online, eppure ha visualizzato. Possibile che abbia la testa così dura?! Non sa che mi farebbe più male uscire di qui con la consapevolezza che c’è qualcosa di cui sono all’oscuro, piuttosto che rivelarmi tutto?! Spengo lo schermo del cellulare, appena prima dell’ingresso del dottore. Ci mancava pure lui!
Ricordai all’improvviso che era qui per farmi un esame, del sangue, perché quello che aveva raccolto non era sufficiente e gli serviva qualche prova in più del fatto che avesse potuto sbattermi fuori di qui. Non lo degnai di uno sguardo, e tenni gli occhi fissi sullo schermo nero del telefono. Basta Harry, e basta cazzate. Se solo fosse stato così facile liberarsi dei pensieri… se solo fosse stato così facile avere una sensazione di vuoto dentro al mio corpo, e invece no. E “urta”.
Dottore < Buon pomeriggio Ludovica! Come andiamo? > Chiese, con quel tremendo sorriso stampato in faccia, mentre preparava la siringa. Alzai un sopracciglio.
Io < Mai stata meglio… > Ironizzai, facendolo ridere sotto i baffi. Si beccò una mia occhiataccia, e subito tornò serio, e si mise a sedere sulla sedia a rotelle di fianco al mio letto.
Dottore < Dall’esito di questi esami si saprà se puoi uscire o no, dovresti essere felice! Anche perché da come ti sei ripresa, se analizziamo il tutto molto in fretta, potremmo dimetterti addirittura domani pomeriggio! > Scattai come una molla. Domani pomeriggio? Ma era prestissimo! Piegai le labbra in un sorriso, nemmeno troppo forzato, e ritornai distesa sul lettino.
Io < Sarebbe molto bello, voglio rivedere tutti i miei amici… > Mi diede una pacca sulla coscia, in maniera un po’ troppo confidenziale, e cercò la vena del mio braccio.
Dottore < Oramai ci sei abituata, e sai già che sentirai un po’ di dolore, quindi cerca di stare ferma, okay? > Annuii, mentre chiudevo gli occhi prima che infilasse l’ago. Mi sorrise, e poi compì quell’operazione.
Mentre l’ago mi perforava la pelle, non sentii alcun dolore, e non strinsi il lenzuolo con la mano sinistra, come ero consueta a fare. Non sentii proprio niente, forse una piccola puntura di zanzara, ma niente di paragonabile al dolore di uno o due giorni fa… forse stavo pensando ad Harry, e a quanto mi avesse fatta rimanere male, dicendomi quelle parole. Ed è un po’, anche se è bruttissimo pensarlo, come fanno gli autolesionisti per non sentire tutto il dolore provocato dai tagli. Pensano alle cose che li fanno stare male, e i tagli li sentono la metà. Ma Harry veramente mi faceva restare così male? Alla fine… anche gli altri non mi avevano detto nulla del litigio, eppure non me la sono presa con loro. Forse perché Harry lo vedo in un modo diverso… lui è… speciale, per me. Il mio migliore amico, o forse qualche cosa in più… la voce fredda del dottore mi risvegliò dai miei pensieri.
Dottore < Brava! > Esclamò, mettendo in mostra la provetta piena di liquido rosso. < Vuoi che ti dia un cerotto? > Scossi la testa a priori: glie l’avevo detto mille volte che non mi serviva il cerottino dei bimbi di 9 anni. E poi guardai una goccia di sangue colarmi per il braccio…
Io < Solo un po’ di cotone, grazie… > Sorrise, e mi porse un dischetto e del disinfettante. Lo bagnai accuratamente, e poi mi pulii per bene l’avambraccio dal sangue che c’era sopra. Quando arrivai al piccolo forellino non riuscii a trattenere un gemito, perché un pochino bruciava, e poi sentii il dottore avvicinarsi e sedersi accanto a me.
Dottore < Cercherò di farti uscire di qui il prima possibile, te lo prometto Ludo. Oh… e il tuo cellulare ha vibrato ripetute volte mentre ti facevo il prelievo! L’avevi messo sul comodino, tieni. > Mi porse il mio amatissimo Samsung. Gli sorrisi, ma non volevo vedere chi mi avesse scritto con ancora lui in stanza!
Io < Mh… bene, grazie ancora. > Sorrise, e poi uscì dalla stanza accostando la porta. Mi fiondai a sbloccarlo, appena sentii i suoi passi allontanarsi. C’erano due messaggi in due conversazioni. Uno era sul gruppo, di Marty.
“Io non ho semplicemente parole.” E decisi di non risponderle, non volevo farmi gli affari suoi e degli altri, visto che me lo tenevano nascosto. L’altro messaggio invece… Reby, in chat privata. Non so quanto avessi sperato che fosse stato di Harry, tantissimo, e invece niente, e “urta”.
FROM: REBY<3
Ti dobbiamo delle spiegazioni.
TO: REBY<3
Lo so, sbrigatevi.
FROM: REBY<3
Avrei voluto dartele io di persona, ma Harry sta venendo in ospedale. Non sai quanto ci tiene a te, Ludo.
TO: REBY<3
Anche io tengo a lui, ma voi non sembrate dello stesso parere…
FROM: REBY<3
Fatti spiegare, e poi scrivimi, così avremo la stessa base su cui fondare i nostri pareri… ciao bella<3
TO: REBY<3
Va bene, ciao<3
Sbuffai ansiosamente, aspettando i suoi ricci perfetti, i suoi due smeraldi e le sue mani calde a stringermi. E l’attesa è snervante, anche troppo. Mi misi a giocare a Candy Crush, che oramai era diventato un ammazzatempo, ma finii molto in fretta le mie cinque vite. E così mi misi a guardare fuori dalla finestra, e stetti lì per quasi dieci minuti… oramai ero sul letto, sdraiata con le mani sulla pancia a fissare il soffitto, ed avevo perso le mie speranze. Stavo per scrivere a Reby che Harry le aveva mentito, quando la maniglia prese a girare.
 
POV NIALL
Risi divertito alla battuta di mio padre, e anche Reby scoppiò a ridere… Ci guardammo per qualche secondo negli occhi, e poi ritornammo con lo sguardo fisso sul cibo.
Io < Reby, mi passi il pane? > I miei genitori si erano dimostrati molto gentili ad accogliere Reby per cena… questa non è ancora la cena dove glie la presento, ma vorrei arrivarci un giorno. Oggi le avevo detto che la vedevo come migliore amica, e non so se l’avesse notato… ma un nano secondo un velo di “bugia” aveva attraversato i miei occhi, perché le stavo mentendo spudoratamente. Le voglio bene, ma per qualcosa in più di una semplice migliore amica. Ed oramai è diventato evidente, dalla mia parte… per quanto riguarda lei, invece, è tutto ancora un grande punto di domanda.
Reby < Ma se è il quinto che mangi! Lascerai i tuoi a digiuno… > Fece un sorrisetto, e i miei si misero a sghignazzare. Prese il cesto e me lo passò, ma scossi la testa contrariato.
Io < Mi è passata la voglia… > Mamma si avvicinò e mi pizzicò la guancia, e quando gli sguardi di mio papà e di Reby si incontrarono loro scoppiarono a ridere, mentre io divenivo paonazzo.
Mamma < Non so cosa ci troviate voi due di divertente, in un po’ di affetto materno… > Assunse un’aria sufficiente, e tornò a tagliare le sue patate, imitata da Reby.
Papà < Beh… > Bevve un sorso di vino rosso. < Ha diciott’anni, non cinque tesoro! > Alzai gli occhi al cielo, e presi da sotto il tavolo la mano di Reby. Mi sorrise, e intrecciò le dita con le mie, facendomi passare un lungo brivido per tutta la schiena. Notai mamma che fulminava papà con un’occhiata, e poi lei (come sempre quando aveva torto) cambiò discorso.
Mamma < Allora, Rebecca… di dove sei, precisamente? > Le chiese, e preferii mollarle la mano prima che i miei potessero pensare qualcosa che in realtà non esisteva.
Reby < Milano, signora… andavo a scuola a Milano. > Il fatto che l’abbia veramente chiamata signora mi fece scoppiare a ridere, e lei mi guardò interrogativa…
Io < Ma dalle pure del tu! > Sbottai, e lei arrossì leggermente. Amavo, quando diventava tutta rossa, mi veniva una tremenda voglia di accarezzarle il viso… e di… baciarla.
Papà < E come vi mantenete qui? > Chiese, si vedeva da chi avessi preso tutta la mia curiosità…
Reby < Beh… per ora ce la caviamo con i soldi che ci siamo portate qui: Marty, mia coinquilina, sta facendo la babysitter ed io sto cercando un lavoro part time… vorrei mettere via un po’ di soldi, e non dover continuamente prelevare dal conto in banca… > Punzecchiò la cotoletta con la punta della forchetta, ma poi la lasciò lì, e così feci qualcosa per attenuare la tensione. Con uno scatto fulmineo, infilzai tre pezzetti della sua cotoletta e me li ficcai in bocca…
Mamma < Che ingordo!!! > Esclamò, con un tono di voce petulante che fece scoppiare a ridere Reby… anche papà sogghignava, e mimò un “ottimo lavoro, Niall” con le labbra, senza farsi vedere dalle altre due. Gli strizzai l’occhio, e così passai la cena più bella di sempre: con la mia famiglia, la mia migliore amica ed un atmosfera molto calda, c’era uno strano feeling tra Reby ed i miei. Si, gli piaceva.
Io < Ora potremmo andare di sopra? > Chiedo, arrossendo leggermente. Reby si offre di sparecchiare, ma mamma la prende per un polso.
Mamma < Lascia stare, tesoro, ci pensiamo noi qui… voi andate pure di sopra a divertirvi… > Le sorrido, perché ha fatto un gesto davvero molto carino.
Reby < Oh… grazie mille, signora. > SI avvia verso le scale, e mi fa un occhiolino ammiccante senza essere vista dai miei. La adoro, quando fa questo genere di cose. < Andiamo? > Mi chiama, ed in meno di un minuto siamo nella mia camera.
Io < Dai, vieni qui di fianco a me… > Le faccio posto sul letto, ma non per sedersi. Infatti si sdraia accanto a me, ed appoggia la testa sul mio braccio, poi sul mio petto, per stare più comoda. La accarezzo lentamente, aspettando che iniziasse a parlare… solo Dio sa quanto ho veramente amato quella posizione. Come previsto, iniziammo a confidarci.
Reby < Sono preoccupata… > Mi dice semplicemente, ed allora la stingo a me cercando di trasmetterle “protezione”, e dirle che io ci sono. Sorride, e mi lascia un bacio secco sul collo.
Io < Dimmi tutto, lo sai che con me puoi parlare… > Si siede, ed allora la imito. Prende il cellulare, e mi mostra le fatidiche scritte “Harry<3 ha lasciato il gruppo”. Sento come una fitta al cuore, leggendo… Harry, il mio quasi fratello. Sono, ero, oramai… il suo folletto. Le serate in discoteca, tutte le volte che lo coprivo coi suoi dicendogli che sarebbe rimasto a dormire da me mentre non era vero, le sue confessioni da ubriaco, le giornate passate insieme “a studiare” a casa mia… tutto finito, tutto andato a farsi fottere. Deglutisco a fatica.
Reby < Niall… mi manca, cazzo. Sono altamente preoccupata per lui: è da solo, non ha nessuno e ora mi ha detto che sarebbe andato all’ospedale a dire tutta la verità a Ludo… non voglio far sentire lei in colpa, e non voglio che lui perda anche la poca autostima che oramai ha. > Sento un piccolo singhiozzo, e le circondo le spalle con il braccio… siccome non mi guarda, le alzo il mento con una mano e la costringo ad incontrare il mio sguardo, nel momento in cui le scende una lacrima. Glie la asciugo subito con il pollice, non può cedere ora. Io sto lentamente cedendo, ma lei è forte… e non può.
Io < Reby non- > Mi mette un dito sulla bocca, e nasconde la faccia tra le mani. Provo a massaggiarle il collo come ha sempre fatto lei con me, ma il suo umore non cambia.
Reby < Eravamo un gruppo così unito! Che diavolo gli è saltato in mente a quello str- > Si blocca, non riesce nemmeno ad offenderlo.
Io < Reby stai tranquilla. Tutto si sistemerà… fidati di me, che lo conosco da anni. Non ce la farà per molto, e verrà a chiederci scusa. È Harry Styles. Lo conosco. > Sospiro, trattenendo le lacrime che minacciano di scendere anche a me… la abbraccio forte, e ricambia appoggiando la testa nell’incavo del mio collo.
Reby < Speriamo… è due mesi, credo, che parliamo, e non è affatto giusto che proprio quando iniziamo a legare spezzi l’unico filo che ci teneva uniti. > Afferra il mio cuscino, e lo colpisce con un pugno… io osservo la scena, e poi la strappo il cuscino di mano prima che lo riduca in poltiglia.
Io < Scrivi a Ludo, anzi… chiamala e metti il vivavoce, così sappiamo com’è andata con Harry. > Le si illuminano gli occhi, e con uno scato degno di Usain Bolt afferra il cellulare sul comodino, e compone il numero di Ludo. Probabilmente non si è resa conto che sarà una chiamata lunga e molto complicata… durante la quale scopriremo finalmente la verità. Io sono agitato almeno quanto lei, soprattutto perché Harry lo conosco da più tempo. E, grazie a questo fatto, so che potrebbe aver detto la verità, come potrebbe averne combinata una delle sue. E ho paura per questo.
Dopo qualche squillo, risponde una Ludo che non ho mai sentito prima d’ora.
Ludo < Reby… > La sua voce è bassa, e interrotta da una miriade di singhiozzi. Fantastico, iniziamo proprio bene.
Reby < Ludo che è successo?! > Urla, non curandosi del fatto che sono lì con lei, o che siamo in casa con i miei.
Ludo < Al-allora… praticamente è entrato qui. Vestito normale: jeans, t-shirt bianca e giubbotto nero di pelle. > La interrompo io sta volta, e già che ci sono prendo io in mano il cellulare: per esperienza personale è meglio che lo tenga io, prima che faccia un volo sul pavimento.
Io < Ludo, dicci che cosa ti ha detto, del look non ci interessa. > Dico, freddo, mentre lei continua a singhiozzare come una bimba. La tristezza, nel mio corpo, è superata da un certo senso di colpa, e dalla curiosità. Dopo aver scoperto tutto, posso piangere.
Ludo < Mi ha raccontato il motivo del litigio, e francamente non capivo il motivo della sua tristezza. > Sospira, soffocando tutti i singhiozzi che avrebbe dovuto fare prima di mettere insieme un frase così lunga. < Ma poi mi ha pure detto che ha picchiato Lou a sangue, e fatto scenate inutili con Marty… e già qui mi stavo preparando per la ramanzina. > Stavolta ci lascia commentare, ed è Reby a parlare.
Reby < Beh… si, è andata così, e lui come si sente? > Dice, cercando di mantenere la calma e di non esplodere all’improvviso. Io non temo di esplodere, perché non è proprio nel mio carattere, solo… non voglio piangere, non mentre Ludo ci può sentire. Quindi devo solo trattenermi per un po’. Non è difficile, dai Niall!
Ludo < Sta malissimo… si sente uno schifo! > La sua voce diventa improvvisamente alta, e stridula, e riinizia a piangere. Però va avanti a parlare come se fosse un monologo, in cui noi non ci siamo e lei non si vergogna a farci sentire com’è quando piange. < Ridotto malissimo: i capelli raccolti in uno chignon, e lo fa solo quando sono sporchi, e ha fumato, perché sapeva di fumo!! > Urla. Ora sta proprio urlando.
Io < Ludo calma… tranquilla, passerà tu- > Mi interrompe a metà frase, come fa sempre anche Reby.
Ludo < Niall cazzo ti rendi conto!?!?!? Quello ha fumato! E… > Piange fortissimo, ed io non posso consolarla e abbracciarla. Sono impotente, e non è affatto una bella sensazione quella che sta attraversando il mio corpo, come se avesse fatto qualcosa di addirittura di più che fumare… mi blocco immediatamente. Smetto di ragionare. Le mani tremano, come foglie, e lascio il cellulare sul letto, spalancando gli occhi, ed immaginando l’unica cosa che c’è di peggio del fumo. Reby però non ci è ancora arrivata… questione di secondi.
Reby < E!? > La incita, con voce isterica. Di scatto, mi proietto verso di lei e la abbraccio iniziando anche io a piangere. Mi ero ripromesso di non farlo, ma mantenere le promesse non è mai stato il mio forte. E lo si scopre soprattutto adesso, quando Ludo pronuncia le fatidiche parole.
Ludo < Ragazzi, si è tagliato. >
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi J
Il capitolo mi piace, e farlo finire così, a metà, mi diverte un mondo… Anish, il POV HARRY è nel prossimo, ma ammettilo che così ha più senso. Credo che la storia stia diventando carina, dopotutto, e scusate tantissimo per il ritardo. Scuola maledetta!
Anish come sempre dedico il capitolo a te, che sei la mia fangirl preferita, e anche alle altre ragazze. Mi mancate<3. E a voi, cari lettori, bacionissimi xx
Marty 

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Capitolo 28
*** dejà-vu ***


POV HARRY
Il vento gelido di Londra mi scompiglia i capelli e li sparge disordinati sulla mia fronte, e mi passa un brivido per tutta la schiena quando si infiltra anche sotto il mio giubbotto ed entra a contatto con la mia pelle. Il cellulare vibra per un paio di volte in tasca, e lo estraggo sbloccandolo contro tutta la mia volontà. Come mi aspettavo, Ludo mi ha scritto… mi ha inviato una foto, e scritto un messaggio. La foto è come un pugno allo stomaco: è una foto di gruppo, che ricordo molto bene… il pigiama party di più meno un mese e mezzo fa.
Prima che accadesse tutto: prima che Marty e Lou si fidanzassero, prima che Liam lasciasse Sophia e prima… che Ludo andasse in coma. Prima della mia litigata, e prima dei miei tagli sul polso… alzo lentamente la manica del giubbotto e quella della felpa, e finalmente li vedo. Bruciando ancora leggermente, e sono due segni rossi su un polso, tre sull’altro. E quella foto mi fa ricordare quanto cazzo fossi felice. Se solo potessimo tornare indietro nel tempo…
FROM: LUDO<3
Questa, è come sfondo del mio cellulare da quando l’abbiamo scattata…
Gli invio invece il mio sfondo: sempre una foto di tutti insieme, ma scattata a scuola durante l’ora di pranzo…
TO: LUDO<3
E questa è la mia.
Se pensi di scrivermi per farmi la ramanzina per quello che ti ho detto, fai proprio male… te l’avevo detto, che avrebbe fatto male a tutti e due, ma chi da ascolto a Harry?!
FROM: LUDO<3
Carina J
E per quanto riguarda il resto… scusa.
TO: LUDO<3
Come scusa?!
FROM: LUDO<3
Ho detto che mi dispiace Harry.
La devo chiamare, subito, per poterci di nuovo parlare… e perché forse è l’unica a cui importa ancora qualcosa di me. Cerco il suo numero il rubrica, ma quando sto per premere il tasto verde, che cambierà la mia vita, mi arriva il segnale che un’altra chiamata è in arrivo.
Sto per rifiutarla, ma poi leggo il nome… Marty<3
Lascio squillare per un po’, ma poi mi decido che rimanendo così non risolverò niente… e quindi, seccato e deciso a chiudere la situazione il prima possibile, pigio il tasto verde ed accosto il cellulare all’orecchio.
Io < Marty? > Chiedo, dirigendomi sulla panchina di pietra del mio parco… mi ci siedo, e mi aspetto la ramanzina che mi sono aspettato prima da Ludo, e anche sta volta rimango deluso.
Marty < Harry… > Tira un sospiro, e poi faccio la fatidica domanda.
Io < E mi avresti chiamato perché… > La intimo a continuare, e potrei dire di averla sentita soffocare un singhiozzo se non fosse stato per la folata di vento che mi ha completamente travolto all’improvviso… appoggio le ginocchia al petto per raggomitolarmi e rimanere un po’ al “caldo”.
Marty < E andiamo… credo tu lo sappia. > Risponde molto saggiamente, e mi fa quasi sorridere… perché mi ero completamente dimenticato di quanto fosse matura.
Io < Niente ramanzine, capito? > Chiarisco bene, e stringo ancora di più le ginocchia al petto per il clima freddissimo.
Marty < Ma va… vorrei solo sapere il motivo di quello che hai fatto. È grave, non sai quanto cazzo mi sono spaventata quando Reby mi ha chiamata in lacrime… singhiozzava fortissimo, e sembrava nel pieno di una crisi isterica. > Conclude, sospirando. D’un tratto mi balzano in mente tutti i ricordi che ci legano: i nostri sguardi, le mani strette l’una all’altra per invidia il giorno del pigiama party, quando Lou ha toccato la mia Ludo, e il bellissimo bacio che ci siamo dati. Ricordo ancora le sue labbra morbide a contatto con le mie e le sue mani calde dietro la mia nuca… improvvisamente un brivido mi passa per la schiena, e vengo riportato alla realtà dalla sua voce. < Perché l’hai fatto, Harry? > Una fottuta lacrima mi scende dalla guancia. Già, perché l’ho fatto?! Rabbia forse, o… depressione… o senso di vuoto.
Io < N-non… > Stavolta mi trovo io a trattenere un singhiozzo. < Non lo so, volevo e quindi l’ho fatto… > Sbuffa, e poi sento un piccolo singhiozzo provenire dall’altro capo del telefono.
Marty < T-ti ha fatto tanto male? > Sussurra, per non farmi sentire la sua voce di quando piange. Si, sta piangendo… per colpa mia e di quel cazzo di temperino. I sensi di colpa attraversano subito il mio corpo, facendomi tremare le gambe e le mani… faccio un finto colpo di tosse, perché non voglio assolutamente che mi senta piangere.
Io < Non particolarmente… > Dico, e poi aggiungo un < Tranquilla. > Che deve averla fatta stare meglio. Mi asciugo entrambi gli occhi con il pollice, e poi la sento di nuovo sospirare, sicuramente si starà preparando per qualcosa di lungo da dire.
Marty < Harry… > Attira la mia attenzione, per poi iniziare a singhiozzare ferocemente. Ed allora mi unisco a lei… per una volta metto da parte l’orgoglio, e faccio venire avanti il sentimento che avevamo represso da sempre, e che ci ha invece legati fino dall’inizio: l’amore. Non quello che provo per Ludo, chiaro, ma un amore da amici… che sono sicurissimo anche lei prova. E lo provo anche io, ma che è stato cacciato via dall’orgoglio. Orgoglio che mi ha fatto quasi perdere Ludo, e che invece mi ha tenuto lontano da lei e da tutti i miei amici, dalle persone che amo… orgoglio, fottutissimo orgoglio.
Io < Marty… > Sussurro, mentre le lacrime scendono come cascate dalle mie guance. < Mi manchi… > Dico, e poi mi sento finalmente più leggero di 100 chili. È stato come chiederle scusa… ma non mi è affatto dispiaciuto. La sento piangere più forte, e sussurrare un’incomprensibile “anche tu”
Marty < Allora voltati, Harry… > Senza nemmeno pensarci seguo il suo consiglio. Ed eccola davanti ai miei occhi… i capelli lunghi e biondi che le cadono sulle spalle, le braccia strette appunto attorno alle spalle per il terribile freddo… e le gambe, avvolte da un paio di leggings scuri che le stanno benissimo. E poi i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi azzurri, che in questo momento sono lucidi come palle di vetro… chiudo in fretta e furia la chiamata, e mi fiondo tra le sue braccia. Affondo la testa nell’incavo del suo collo…
Io < Ho messo da parte l’orgoglio… > Sussurro al suo orecchio… ed annuisce con qualche lacrima ancora versata sul mio giubbotto di pelle.
Marty < Era ora che lo facessimo entrambi… > Mi risponde, ed aumenta la stretta impedendomi quasi di respirare. Ma non mi importa, perché anche io faccio lo stesso con lei, e non voglio certo lasciarla andare… mai. Ad un certo punto si stacca, prendendomi per mano, un gesto abbastanza intimo che certo non mi aspettavo, ma capisco con qualche decimo dopo il suo intento.
Io < Non serve che- > Vengo interrotto da un suo gesto improvviso, quando alza la manica del mio maglione da sotto il giubbotto e vede i miei tagli. I miei tagli. La mano prende a tremare, e anche la sua, e subito ci versa delle lacrime sopra…
Marty < Harry non farlo più… > Mi abbraccia lei sta volta, meno forte di prima, ma con molto più sentimento.
Incredibile, è proprio incredibile il valore che si da a certe cose. Alcuni possono dare valori altissimi ad una lettera che gli è stata scritta, a una cartolina magari mandata dal migliore amico a distanza… oppure ad un biglietto per un concerto del tuo idolo, che magari segui da tantissimo e vedi per la prima volta… invece, io do un valore incredibile a questo bellissimo abbraccio. Al freddo, sotto il cielo plumbeo di Londra e vicino alla mia panchina, i nostri corpi che si scaldano l’uno a contatto con l’altro… e ha un valore immenso, perché è l’abbraccio più sentito che io abbia mai dato, ad un’amica. E lei è la mia migliore amica… che ci è veramente stata fin dall’inizio, e verso la quale provavo un’enorme attrazione fisica che ora invece è svanita, perché ora provo veramente qualcosa di serio per Ludo… ma Marty c’è dall’inizio. E ho anche avuto il coraggio di smentire questa cosa, sempre per orgoglio… e non le ho chiesto scusa. Cosa che voglio fare subito.
Io < Marty scusa, per tutto. Per quello che ti ho detto, che ho provato a farti fare, e quello che ho fatto al tuo ragazzo, che è il mio migliore amico. O forse lo era… > Mi fermo un secondo, e le accarezzo le guance fradice, sorridendo perché anche lei lo fa ed anche le mie lo sono. < E mi dispiace perché non mi sono reso conto di quanto tu sia veramente importante per me… e, fammi un favore… > Mi guarda negli occhi, mordendosi il labbro che oramai è diventato tutto rosso ed annuendo.
Marty < Dimmi… > Sussurra, e tira su di naso.
Io < Non guardarmi mai più mentre piango, è una cosa che non sopporto. Perché per me non dovrei mai piangere… è una cosa che mi fa sembrare debole. > Mi tappa la bocca con la mano, mentre inconsapevolmente faccio scendere un’altra lacrima dal mio occhio destro.
Marty < Smettila… quello che hai fatto qui… > Mi prende ancora il polso, indicandolo quasi schifata, ma triste allo stesso tempo. < Questo, è da deboli. Piangere no, e soprattutto farti vedere piangere è segno di coraggio, e non di debolezza. Okay? > Sorrido, perché amo le sue affermazioni mature che mi fanno ricordare quando mi fosse mancata.
Io < Mi sei mancata tanto… > La stringo di nuovo a me e le accarezzo la nuca, passandole le mani tra i capelli più volte.
Marty < Anche tu, Harold. > Versa ancora qualche lacrima che sta volta asciugo con il pollice. < Anche tu… >
 
POV LIAM
Io < E quindi siamo rimasti bloccati in ascensore… > Mi ritrovo a confessare, grattandomi la nuca ed interrotto dalle sue risate. Eravamo seduti insieme sul divano, e stavamo scegliendo quale film vedere insieme… e all’improvviso abbiamo iniziato a confessarci i nostri momenti imbarazzanti, tipico nostro di quando siamo, eravamo soli e non sapevamo che fare. < Non è divertente! > Sbotto all’improvviso, ma non faccio altro che aumentare il volume delle sue risate.
Anish < Si che lo è! > Esclama per stuzzicarmi, e metto il broncio incrociando le braccia al petto. Allora si avvicina facendo finta di provare pietà e di farsi intenerire, e mi lascia un bacio veloce sulla guancia. < Beh, ti ricordi quando eravamo in discoteca… era la prima volta… > Allora sorrido, ricordando anche questo divertentissimo momento.
Io < Si! > Continuo io… < E facevamo gli asociali con la solita birra mentre i miei amici si divertivano… e poi è arrivato un ubriaco… > Le lascio intendere, e si porta una mano sulla fronte continuando a ridere.
< Per qualcosa di fatto bene quanto accetti? > Diciamo completamente in sincronia, imitando il tono dell’ubriacone che si era fatto avanti. E ridiamo come non avevamo mai riso… con gusto, dovrei aggiungere.
Anish < E lo schiaffo che gli hai tirato… non avevo mai visto un Liam Payne così arrabbiato! > Dal suo sguardo… solo dal suo sguardo, si capisce che per qualche secondo ha fatto un bel salto indietro nel tempo. Si ricorda benissimo quel momento, come lo ricordo io, ed è stato il mio gesto eroico preferito. E, se solo potessimo tornare indietro, rifarei esattamente tutto quello che ho fatto quella sera. Perché sentivo di doverla proteggere… e sentivo che fosse mia. Mi gratto la nuca cercando di nascondere il rosa acceso delle mie guance.
Io < Lo sai, che dovevo proteggerti! Immagini cosa ti avrebbe fatto se non ti avessi trascinata via dal bagno?! > Esclamo, pensandoci su anche io. E subito scaccio questo pensiero orribile… da quella serata ho rimediato un occhio nero, ma anche la sua completa fiducia. Ringrazio ancora la mia coscienza e il mio pugno destro… che mi hanno fatto avere la cosa più bella della mia vita. Quella che ora lo è, insieme a tutti i miei migliori amici.
Anish < Si… e tu ti sei anche fatto l’occhio nero. Solo per quello stronzo dell’ubria- > Le tappo la bocca con la mano, giusto per non portare il pessimismo e l’odio… e il rancore, la rabbia, lo stupore per aver fatto qualcosa che il vero Liam Payne non avrebbe mai fatto… e tutti i sentimenti più brutti, in una bellissima serata tra amici.
Io < Allora? Che film guardiamo? > Annuisce, e poi lentamente sposta la mano dalla sua bocca. Si siede nuovamente sul divano di casa sua, e come al solito mi invita di fianco a lei… ma nulla mi vieta di rifiutare. Appena tocco il divano mi sorride, forse per rompere il silenzio di ghiaccio che si era creato tra di noi, ed annuncia trionfante il titolo scelto.
Anish < Catching fire! > Appena alza gli occhi al cielo, con quell’aria da bambina innocente, appoggio le labbra sulla sua guancia… Catching Fire, il primo film visto insieme. Certo che stasera i ricordi le stanno invadendo il cervello!!
Io < Lo vuoi vedere perché è il- > Stavolta è lei ad interrompermi, dicendo la frase più bella del mondo.
Anish < Si, per quello. Abbiamo perso troppo tempo, ed ora che ci siamo ritrovati voglio tornare esattamente come prima. Prima di Sophia, intendo… ci ha allontanati, per gelosia. > Sospira… < E non potevi sapere quanto fosse brutto fare colazione da sola al bar, non avere nessuno che ascoltasse i tuoi pettegolezzi inutili all’intervallo o che ti desse il buongiorno accompagnato da quel fottuto cuoricino rosso come sapevi fare solo tu. E soprattutto… i sabati sera erano estremamente tristi: tu non eri lì con me, ed abbracciarmi e riempirmi di coccole, o a farmi ridere con le tue “gesta eroiche” quando ero giù di morale… ero triste, perché ti avevo perso. E ora ti ho ritrovato. > Questa, la frase più bella del mondo, mi fa battere il cuore a mille… e contemporaneamente mi fa sentire in colpa. Non avevo idea di quanto fossi importante per lei, e nemmeno di quanto lei lo fosse per me. Ma, come molti sanno, l’importanza delle cose si capisce solo quando le hai lasciate andare. Ed è stato così che mi sono sentito quando Sophia, durante una delle sue scenate, mi ha detto che era tremendamente gelosa di “quella ragazza bionda che frequenti sempre piuttosto che vederti con me”. Perso, vuoto… qualcosa di indescrivibile a parole.
Io < E sono felice di averti ritrovata… > Scuote la testa, leggermente imbarazzata, ma sempre con il suo bellissimo sorriso.
Anish < La verità è che non me ne sono mai andata, ero lì: tutti i giorni a scuola, sul pullman… eri tu che non mi volevi vedere. > Le accarezzo teneramente la guancia, e sorrido.
Io < No… > Mi prende la mano, facendo improvvisamente risvegliare le farfalle nel mio stomaco. < Era qualcuno, che non voleva che ti vedessi… > E, dopo aver finito di pronunciare quella frase, la stringo forte a me. Come per dirle che da ora in poi non me ne andrò mai, che resterò per sempre qui al suo fianco e nessuna ragazza potrà permettersi di sfiorarla con un dito.
Anish < Lo so… l’avevo capito… > Sorride, e poi –come sempre- cambia argomento. < Io faccio i pop-corn, tu prendi la coca? > Strizza in modo ammiccante l’occhio, e mi lascia un bacio leggero vagare sulla guancia e si dirige in cucina.
Io < Come facevamo sempre, ovvio… > Le appoggio la testa sulla spalla, mentre si alza sulle punte per raggiungere la mensola più alta della sua cucina. Allora, dopo averle messo le mani sulla vita ed essermi guadagnato un sorriso stupendo, apro il frigo facendo un’espressione stupita quando lo trovo pieno. I soldi a lei non mancano affatto, perché suo padre gestisce la banca alla quale sono andate anche le ragazze dopo essere atterrate qui, e sua mamma invece si può permettere di stare a casa, e per questo è anche molto seguita. Fatico ad ammetterlo, ma la invidio per questo…
Anish < Trovati! Dai, andiamo a vedere il film… > Oltre al pacchetto prende pure una ciotola, ed io mi dirigo al divano, fiero delle mie due lattine che sono riuscito a trovare in mezzo a tutto quel trambusto. Mi accomodo, e poi premo il pulsante play facendo così partire il cd e illuminare il grandissimo schermo al plasma che è davanti a me. Mi suonerà strano per sempre vederne uno così enorme, sembra tutto troppo, esageratamente realistico…
Io < Anish… > Appoggio una mano sulla sua coscia, e sospira mettendo la sua sopra la mia e intrecciando le nostre dita. Si gira verso di me, guardandomi poi negli occhi… i suoi sono molto lucidi, mi ci posso addirittura specchiare. E, se non fosse per quell’eyeliner nero che li contorna, potrei vederli con chiarezza in tutto il loro splendore…
Anish < Mh? > Tira su di naso… e probabilmente sta ricordando la stessa cosa che ricordo io. Quel bacio. Lo dico come se fosse qualcosa di brutto, ma in realtà è stato un bacio… stupendo, più vero di tutti quelli che Sophia ha dato a me messi insieme… si, Anish aveva una cotta per me, ed io stavo già con Sophia quando siamo usciti insieme per andare al cinema. È stata l’ultima uscita, dopodiché c’è stata la sfuriata della mia ex-ragazza, e tutto è andato in fumo. I sentimenti creatisi dopo quella sera, il lieve imbarazzo sovrastato dal grande “amore” che ci legava… e quella stronza ha avuto il coraggio di far stare male entrambi per mesi. Lei non lo sapeva, del bacio, ma almeno sapeva quanto fosse importante per me la mia migliore amica… e me l’ha tolta così, per inutile gelosia.
Io < Mi dispiace… > Sospiro molto profondamente, e lei mi imita, per soffocare il primo singhiozzo. Stringe la presa della sua mano sulla mia, e le nocche le diventano addirittura bianche per lo sforzo… anche io faccio lo stesso, e sento che si attira il labbro inferiore tra i denti per non scoppiare a piangere immediatamente. Lei è emotiva, si lega troppo ai ricordi del passato (soprattutto se sono importanti come questo), e direi che ad eccezione del concerto dei Coldplay a cui ha assistito dalla prima fila questo è il ricordo per eccellenza. E sono stato capace di rovinare anche questo! < Anish, se stai pensando al- > Non riesco a finire la frase, perché le sue labbra tremanti si appoggiano immediatamente sulle mie. Esattamente come al cinema, più o meno un anno fa, esattamente in quel preciso punto dell’inizio del film… con la stessa atmosfera tesa di ora. È un deja-vu.
 
POV MARTY
Lou < Dove sei stata tutto questo tempo?! Mi hai lasciato solo con quei tre… e per fortuna che sei tornata, rischiavo di- > Non lo lascio terminare la frase, che lo bacio molto appassionatamente. Non diamo spettacolo ai bambini, che sono ben vestiti e tirati a lucido per la “cena regale”, perché ora sono intenti a giocare al videogame preferito di Darcy. Il piccolo è seduto sullo sgabello, e Lou lo stava tenendo d’occhio fino a quando non sono entrata io dalla porta.
Io < Scusa… > Mormoro, facendo gli occhi dolci a cui so che non riesce a resistere, ed allora alza gli occhi al cielo. Sbuffa, e mi sorride maliziosamente.
Lou < Se mi dai un altro bacio ti perdono… > Sussurra, mettendo le mani sulla vita, sfiorando delicatamente la stoffa del vestito da sera che ero andata a prendere a casa. Altrimenti, non avrei potuto vedere Harry… intanto bacio Lou a stampo, giusto per non dare nell’occhio, e mi ritrovo a riflettere su mille cose.
Harry.
I bambini.
Sono una babysitter.
Devo parlare al più presto con Lou di ciò che è successo oggi.
Devo preparare la cena.
Chiamare la signora per dirle che va tutto bene.
E altre mille cose… e mi limito a sorridere e scuotere leggermente la testa per provare a scacciare via tutti questi pensieri.
Io < Dopo dobbiamo parlare… > Sussurro, e lui annuisce cercando di non farmi notare il suo invece evidentissimo sguardo cupo.
Lou < Va tutto bene, piccola? > La parola “piccola” mi fa sentire più sua di quanto non sia mai stata, e faccio un piccolo sorriso, annuendo a mia volta e vedendolo ricambiare, appena prima che Darcy mi saltasse in braccio.
Darcy < Marty, sei tornata!! > La sua voce squillante penetra nelle mie orecchie, ed è come se mi stessi risvegliando da un sogno. Mentre la tengo in braccio prendo un omogeneizzato dalla dispensa, come mi aveva raccomandato la mamma di quei tre diavoletti, e lo appoggio sul tavolo affiancato da un cucchiaino. < Mi devi fare una treccia, e poi ci dobbiamo truccare!!! > Esclama di nuovo, e le bacio la guancia.
Io < Lou, noi andiamo a farci belle… > Sorride maliziosamente, quando sente che ci sarà qualche sorpresa, e lo si capisce dal mio tono di voce, quello che lui ama, sexy e molto intrigante. < Guardi tu Billy e John? > Annuisce, e poi si mette vicino a Billy che è intento a giocare con il videogame, tenendo in braccio sulle ginocchia il piccolo John, scena tenerissima.
Lou < Ma voi non avete bisogno di farvi belle, siete già bellissima! > Lascia un buffetto sulla guancia a Darcy, mentre cerca in tutti i modi possibili di aiutare Billy, tenendo John in braccio. Io e Darcy tratteniamo le risate, e poi corriamo in bagno…
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi quiiiii J
Allora, come al solito ciao a tutti e grazie per leggere e commentare la mia storia… mi scuso se i primi capitoli possono sembrare tremendamente infantili, ma ora mi sento migliorata(?) come autrice e so anche che piega far prendere alla storia… però prima facciamo il punto della situazione:
Lou e Marty sono la mia OTP, e tra di loro le cose sembrano filare liscissime… anche se Lou non è ancora stato avvisato della “pace” tra Marty e Harry, che poi proprio pace non è, perché le cose ci metteranno un bel po’ a tornare come prima! Ma almeno ora non si vogliono uccidere a vicenda e questo è un ottimo passo avanti…
Ahi ahi ahi Liam cosa combini con la nostra Anish?! Per fortuna che era lui quello fortunato ad essere single! Ma cosa ci protrà essere dietro al bacio che si sono scambiati? Amore, o forse ripicca per quello che era successo tra Liam e Sophia?
E poi veniamo alle altre due coppiette: nel prossimo capitolo avremo un POV REBY e, per fortuna, un POV ZAYN che purtroppo non sono riuscita ad inserire in questo capitolo… mi fate sapere in tanti cosa ne pesate? Baciiiii xxx
Marty
p.s. Un applauso alla mia fangirl preferita Anish, che mi ha pure twittato 4200392 volte, per farmi pubblicare il capitolo<3 TI AMO<3

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Capitolo 29
*** Complicazioni ***


POV MARTY
Darcy < Sei bravissima a fare le trecce!! > Esclama, mentre lego la treccia di capelli biondi lucentissimi con un elastico pieno di brillantini. Sorrido soddisfatta, e lascio andare quel piccolo capolavoro, che le scende sulla schiena coperta dalla parte superiore del suo vestitino preferito. È davvero adorabile: sembra una di quelle piccole damigelle dei matrimoni, le manca solo il cestino di vimini da cui prende i petali per lasciarli delicatamente a terra… e il visino incorniciato da quell’acconciatura sbarazzina ha un che di “angelico” che mi fa impazzire…
Io < Grazie, e tu sei bellissima! > Si alza in piedi, e si sposta la treccia su una spalla come Katniss Everdeen… annuisce in segno di approvazione, e con uno scatto che quasi mi fa paura si gira verso di me per poi abbracciarmi. Ecco, oltre al suo viso e alla sua voce, amo anche i suoi abbracci: sono… sinceri! Caldi e pieni di affetto, proprio come quelli del mio Lou. Si, il mio.
Darcy < Grazie, anche tu… ora però ti devi truccare! > Storto la testa, e sorride divertita, come se avesse capito che in realtà io non ho ben capito cosa stia intendendo… < Voglio vedere come vi truccate voi grandi, e so anche dove mamma tiene i suoi trucchi, quindi prendili e mettiti all’opera! > Apre l’anta sotto il lavandino, e la ritrovo piena di trousse e scatole… ed immagino già che contengano tutti i trucchi esistenti a questo mondo! Sicuramente a questa famiglia i soldi non mancano, per cui potrei trovare di tutto ed anche di più, in tutti quei contenitori!
Io < Si, va bene, però non mi trucco tanto! > Sbuffa, alza gli occhi al cielo e poi annuisce in segno di resa. Mi districo tra ciglia finte e ombretti decisamente troppo scuri, e dopo quelli che sembrano cinque interminabili minuti trovo un eyeliner nero… di marca, ovviamente.
Darcy < Questo lo conosco! È un eyeliner, mamma non lo mette quasi mai però… > Prima che possa dire altro, annuisco frettolosamente e, stando bene attenta, lo applico su entrambe le palpebre.
Io < Si, era proprio un eyeliner! E di ottima qualità, dovrei dire… beh, io avrei anche fin- > Non mi lascia nemmeno terminare la frase, che mi interrompe con la sua voce squillantissima… ficcandomi in mano un mascara nero.
Darcy < Devi mettere anche il mascara! > Saltella applaudendo, mentre la faccio felice amplificando notevolmente il volume delle mie ciglia. Apro e chiudo i miei grandi occhi azzurri davanti allo specchio, per vedere se siano rimasti residui… ma, visto che è tutto a posto, la prendo in braccio consapevole di star per realizzare il suo più grande sogno. La faccio sedere sul lavandino, prendendo l’ombretto più leggero che trovo… ed è di un colore appena più chiaro della sua carnagione, così si vedrà bene ma non apparirà volgare, perché dopotutto ha 10 anni…
Io < Vediamo cosa posso fare per far apparire questa bambina più bella che mai… > Il suo sorriso basta -e avanza- per far sorridere anche me, quindi stendo pochissimo ombretto su entrambe le palpebre, sfumandolo delicatamente con il pollice. < Okay, apri gli occhi ora! > Esclamo, e subito scende dal lavandino con un balzo e si alza sulle punte dei piedi per guardarsi allo specchio… rimane a dir poco estasiata!
Darcy < Quindi sono truccata!? Oddio non ci posso credere! > Mi salta in braccio e mi bacia la guancia… < Allora… sei una babysitter bellissima e troppo gentile, e in più mi trucchi! Io ti voglio bene!! > Esclama, per poi tappezzarmi la guancia di baci. Non posso smettere di sorridere, e non trovo nemmeno le parole per ringraziarla. È una bambina, ha 10 anni e la conosco da oggi… ma è come se, appena ci siamo viste, si fosse creato un legame speciale tra noi due, come se ci capissimo senza esserci mai parlate. Come se ci conoscessimo senza esserci mai viste…
Io < Grazie Darcy… sei stupenda, ti voglio bene anche io… > Le rispondo, tenendola stretta a me. Non riesco quasi a respirare, ma non mi interessa minimamente respirare, quando è una bambina come Darcy a impedirmi di farlo.
Darcy < Cosa ti ha detto Louis? > Fa un piccolo sguardo ammiccante, e ricambio con un sorriso… mi avvicino al suo orecchio, facendole capire che quello che le sto per dire deve essere una specie di segreto tra di noi…
Io < Ancora niente, ma so che gli piaceremo molto, da truccate! > Mi sollevo, e lei fa una piccola risatina. Bene, oltre alla sua voce, al viso e agli abbracci, amo anche la sua risata… il modo sguaiato il cui ride, che fa ridere anche te, e la bocca spalancata che lascia intravedere la lingua che sfiora il palato... è semplicemente stupenda. Appoggio le braccia sui fianchi, per poi spostarmi il ciuffo ribelle dalla fronte. < Bene, vogliamo andare a farci vedere o no?! >
Darcy < Si! > Esclama, con la cantilena tipica dei bimbi, ed allora iniziamo a correre verso la cucina. Quando varchiamo la porta, ci attende una scena denominata “perfezione”. Io sbarro gli occhi e spalanco la bocca, mentre la piccola Darcy mi fissa, e poi fissa quella scena.
Io < Darcy! Vieni qui!! > La tiro con me dietro la piccola parte sporgente di muro di cemento della cucina, un ottimo nascondiglio per spiare le persone all’interno della stanza, certa che ancora non ci abbiano viste… e poi scatto una foto che subito metto come blocco dello schermo, già che ci sono la invio ai miei genitori e a Ludo.
Darcy < Che c’è?? > Chiede, ma le tappo la bocca facendole cenno di abbassare la voce… annuisce, e ripete la domanda, stavolta sussurrando.
Io < Niente… è che volevo scattare una foto a loro tre! > Ci sporgiamo entrambe, e quella scena di nuovo mi fa battere il cuore ad una velocità vorticosa: il piccolo John è seduto sul seggiolone, e il mio ragazzo lo sta imboccando… Billy invece sta ricordando le bravate che di certo avranno compiuto quel pomeriggio. John sembra mugugnare qualcosa, e Lou gli accarezza la testa quasi pelata…
Lou < Hai ragione John, ma adesso mangia… > Sorride, avvicinando ancora il cucchiaio pieno di omogeneizzato alla sua piccola bocca, che subito si incurva alle due estremità… e, per qualche secondo, anche John sembra sorridere. Lo imito, girandomi poi verso Darcy, e anche lei sta sorridendo.
Darcy < Hai avuto ragione, a fargli la foto! Sono tenerissimi… > Sussurra, poi la prendo per mano e usciamo allo scoperto. I tre maschietti si girano contemporaneamente, e ci osservano… Darcy si pavoneggia facendo un inchino, e Lou fa scattare gli applausi. Mentre Billy e sua sorella si fanno i complimenti a vicenda, mi avvicino al mio ragazzo e a John…
Lou < Sei perfetta… > Sorrido, e lo bacio velocemente a stampo. Mimo un “grazie” con le labbra, e poi gli mostro il mio blocco schermo nuovo di zecca, abbellito naturalmente da un effetto di retrica.
Io < Anche tu lo sei… > Spalanca la bocca, e osserva quella foto che, senza ombra di dubbio, rimarrà impressa nei nostri ricordi.
 
POV FEDDY
Io < Lo so che abbiamo la casa tutta per noi Zay… > Il favoloso ragazzo seduto di fianco a me stringe ancora di più il braccio intorno alle mie spalle e, come segno di ringraziamento, strofino la testa sul suo petto.
Zayn < Quindi… che facciamo? > Chiede, accarezzandomi teneramente il braccio a partire dalla spalla… siccome sono praticamente sdraiata sopra di lui, mi raggomitolo per bene e spengo la tv, che oramai serviva solo da sottofondo ai nostri bellissimi discorsi sussurrati.
Io < Mah… > Sbuffo, spostando anche un ciuffo di capelli che nel frattempo mi è caduto in fronte. < In realtà a me piace anche quello che stiamo facendo adesso… > I nostri sguardi si incontrano, e stavolta è lui a sbuffare…
Zayn < Anche a me, ma vorrei fare a cambio… > Sorride maliziosamente, e si sistema il ciuffo. Inizio ad amare quando lo fa: lo sguardo basso, e la mano che passa tra i suoi capelli neri come l’ebano… e ogni volta che lo fa, è dannatamente bello.
Io < No… mi piace farmi coccolare! > Metto il broncio, mentre incrocio le braccia al petto, rimanendo però con la testa sul suo. Lui raddrizza la testa e, finalmente, ci ritroviamo nella posizione che volevo io: ha le gambe leggermente divaricate per fare spazio alle mie, e siamo in posizione perfettamente orizzontale, non tutti incurvati come prima…
Zayn < Ma anche io voglio le coccole! > Sbotta lui, tentando inutilmente di mettersi seduto… < Non è affatto giusto… mi stai praticamente schiacciando, io sono qui ad accarezzarti, e in più mi piaci! Ma non è possibile! > Arrossisco all’istante, appena odo le parole “mi piaci”. Pronunciate da lui, hanno un effetto strano nel mio corpo… sento le farfalle, ma che dico, gli elefanti muoversi nello stomaco, il cuore mi si scatena nel petto, come se volesse uscirne… e sorrido. Sempre, ogni qual volta che mi dice che gli piaccio, io sorrido… non mi sento più apprezzata o addirittura amata; certo, a volte mi fa sentire meglio, ma la vera ragione per cui quando dice “mi piaci” io sorrido, è perché adesso sono assolutamente certa di ricambiare. Ed è questo che mi rende felice… non il fatto che io gli piaccia, ma il fatto che ci piacciamo entrambi.
Io < Bene. > Sogghigno. < Visto che ti piaccio, rimaniamo così. > Mi lancia uno sguardo truce a dir poco, quando poi, e giuro che non so cosa sia successo, mi ritrovo bloccata sul divano. Zayn sopra di me, che mi tiene per i polsi facendo leva con le gambe sulle mie per sorreggersi… con quel sorrisetto ammiccante che mi fa venire voglia di baciarlo, all’istante.
Zayn < Ti devo ricordare com’è finita l’ultima volta che ci siamo ritrovati così? > Sogghigna, e lo interrogo alzando un sopracciglio. Veramente pensa che non me lo ricordi? Ho persino un promemoria sul cellulare, di quel preciso giorno, scritto più o meno mezz’ora dopo il nostro primo bacio, che dice: “Dai tempo al tempo…” E mi ricordo anche tutta la scena, parlavamo del fatto di voler diventare come Marty e Lou, e del fatto che eravamo troppo staccati l’uno dall’altra, che ci volevamo bene ma avevamo paura di dimostrarlo in pubblico… e tutte queste cose ci hanno fatti ritrovare così, esattamente come siamo ora. E, si, mi ricordo ogni piccolo particolare perché quello lo definisco come uno dei momenti più belli della mia vita.
Io < Mmh… > Provo a togliermelo di dosso, ma naturalmente è inutile… < Beh, direi che mi servirebbe una rinfrescata di memoria… > Sussurro a due centimetri dalla sua bocca, contrariamente a come mi comandava il cervello.
Zayn < Per fortuna che ci sono io… > Strofina delicatamente il naso sul mio, per poi annullare quella poca distanza che c’era tra di noi. Dopo qualche secondo si solleva, e si mette seduto di fianco a me… ancora scosso per l’emozione generata dal contatto delle nostre labbra.
Io < Già, per fortuna che ci sei! > Dico, per poi perdermi nei suoi occhi cioccolato… sono stupendi, anche se non sono azzurri come quelli di Marty o particolari come quelli dell’amica di Liam, Anita, quelli del mio “ipotetico ragazzo” sono magnetici… è capace, secondo me, di catturarti con un solo sguardo, e di farti provare delle emozioni ancora indefinite per i limiti umani solo fissandoti negli occhi. E amo da impazzire questo particolare di lui, come amo da impazzire anche tutto il resto.
Zayn < Ho una domanda, Feddy… > La sua voce calda mi risveglia dai miei pensieri, e cerco di ricompormi il più in fretta possibile, incitandolo a continuare. Solo che, improvvisamente, estrae un accendino e un pacchetto di sigarette dalla tasca… fa scattare l’accendino, e sta per aspirare e mettersi a fumare in casa mia, quando gli tiro uno schiaffo direttamente sulla mano, facendo cadere la sigaretta per terra e sgranando gli occhi. < Ma che cazzo fai?! > Mette un finto broncio, ma stavolta rimango impassibile…
Io < Ti ho già detto che non voglio vederti fumare. > Dico, senza dare alcun tono alla mia voce. Sono molto brava, dicono, a passare da uno stato d’animo a un altro… riesco a essere in lacrime, per poi ridere cinque secondi dopo; oppure, come in questo caso, essere romantica e ammiccante e subito dopo incazzata come una belva.
Zayn < Ma solo una! > Accenna a estrarre un’altra sigaretta dal pacchetto, ma con uno sguardo gli faccio capire che è meglio lasciar perdere. Sbuffa.
Io < Non mi va giù il fatto che fumi, e lo sai Zay… e poi fa anche male! Perché non ti mangi il cioccolato piuttosto che fumare!? > Alza un sopracciglio, quando in realtà ha perfettamente capito che cosa intendo. Ora giocherella un po’ con l’accendino, accendendolo e spegnendolo…
Zayn < Ma Feddy lo sai che non fumo quasi mai… e poi non capisco cosa c’è che non va in una sigaretta! > Allora non vuole capire!
Io < Ti fa male! > Mi fa gli occhi dolci, a cui sa che non so resistere, e così gli lancio una frecciatina. < Bene, fai come vuoi… ma quando morirai di cancro ai polmoni, vedi di prendertela con quell’accendino! > Tira un pugno sul bracciolo del divano, poi si calma… lentamente ripone l’accendino e il pacchetto in tasca, fissando il pavimento.
Zayn < Questa era cattiva… > Metto la testa sulla sua coscia, esattamente nel punto dove sta fissando, e costringendolo ad incontrare il mio sguardo…
Io < Non voglio che ti accada niente di male… lo faccio per te… > Gli accarezzo le guance, e poi lo bacio molto teneramente, facendogli tornare il sorriso.
Zayn < E va bene… > Sospira, e si sistema il ciuffo (un giorno mi metterò a contare quante volte se lo sistema in un giorno) tornando esattamente come se tutti i fatti che avessero avuto a che fare con la sigaretta non fossero mai accaduti. < Posso farti la domanda ora? > Esclama, iniziando a battere la gamba nervosamente sul pavimento…
Io < Ora, si. > Lo accontento, e poi mi prende la mano intrecciando le mie dita alle sue.
Zayn < Se io, ipoteticamente parlando, chiaro… > Sorrido… era così, che è nata questa “ipotetica storia” tra noi due. È nata per una sua ipotesi, alla quale corrispondeva casualmente anche la mia… ed amo fare ipotesi con lui! < Ti invitassi ad uscire, una sera, accetteresti? > Non penso nemmeno per cinque secondi alla risposta…
Io < Beh, sempre ipoteticamente… > Lascio un filo di suspance. < Si, ipoteticamente uscirei con te anche tutte le sere, Zay… > Sorride maliziosamente, e ricambio con un sorriso altrettanto ammiccante. Stringe forte la mia mano, mette quella libera sul mio fianco, appoggiando la fronte alla mia.
Zayn < Amo fare ipotesi con te… sai? > Mi bacia, per poi leccarsi le labbra e baciarmi di nuovo. Una volta, due, tre… finché non penso alla risposta, già ovvia, alla sua stupenda affermazione.
Io < Si? > Chiedo, ma non gli do’ nemmeno il tempo di realizzare quello che ho detto, perché stavolta sono io a coglierlo di sorpresa e a spingerlo fino a farlo sdraiare e ritrovarmi di nuovo sopra di lui. < Quindi, ipoteticamente, non ti dispiacerebbe continuare a coccolarci ancora un po’, no? > Non vedo la sua espressione perché metto di nuovo la testa sul suo petto, ma sono sicura che è un’espressione a metà tra lo scioccato e l’indignato.
Zayn < Uff… ma perché ce l’hai sempre vinta tu?! E perché ci siamo ritrovati così?! > Stavolta, al contrario di quanto chiunque potrebbe pensare, la risposta è molto semplice.
Io < Perché io ti piaccio! > Il suo cuore rallenta improvvisamente, come se una piccola parte di lui fosse rimasta offesa da quell’affermazione. < E tu piaci a me… > Lo accontento, quando in realtà accontento anche me stessa. È stupendo che le stesse cose ci rendano felici, secondo me siamo una coppia bellissima! E stavolta il suo cuore riprende la sua normale velocità… qualcosa di semplicemente indescrivibile.
Le mie parole rimangono sospese nell’aria mentre, tra carezze, baci e frasi dolci, riesco ad afferrare il telecomando ed accendere la tv, ritrovandola su MTV Music, il nostro canale preferito… e poi, rimanendo entrambi apposta in silenzio per ascoltare le parole della canzone, scopriamo di essere più simili di quando sembriamo: amiamo infinitamente il silenzio, perché ci permette di ascoltare cose che di solito non percepiamo nemmeno, come la pioggia sul tetto, il canto dei grilli… e a volte il vociare dei bambini al parco. Però, oltre al silenzio, amiamo la musica. La musica è come vita per noi… perché esprime quello che senti, con un ritmo di sottofondo, e questo in se è qualcosa di fantastico! È bellissimo rimanere in silenzio e lasciarti trasportare dall’atmosfera della tua canzone preferita, magari da solo in camera quando sei triste, o magari in un momento beatamente felice come il nostro… Dio, se ci sei, e io so che ci sei… vorrei solo ringraziarti per avermi fatto trovare l’altra metà del mio cuore.
I wanna die in your arms, ‘cause you get lighter the more it gets dark… I’m going to give you my heart and I don’t care, go on and tear me apart…
Queste parole mi cullano, e mi fanno pensare a quello che provo per il ragazzo che mi sta facendo sentire bene… solo perché so che lui è qui, con me, a stringermi tra le sue braccia e farmi felice, perché io glie l’ho chiesto…
And I don’t care if you do… ‘Cause in a sky, in a sky full of stars.
Chiudo lentamente gli occhi, assaporando le parole della canzone più dolce e bella di sempre… Zayn sta dicendo qualcosa, probabilmente qualcosa come “questa è la nostra canzone, Feddy”… ma io non lo sento. Io sono ancora nel silenzio di trenta secondi fa, ad ascoltare il suono dei miei sentimenti e lasciarmi trasportare dal ritmo travolgente.
I think I see you, I think I see you…
Dio, se ci sei, e io so che ci sei… vorrei solo ringraziarti, per aver dato un senso alla mia vita, e per avermi fatto vedere la luce in fondo al tunnel che stava diventando… era buia, addirittura oscura, mentre ora lentamente sta tornando luminosa come quella di un’adolescente che ha appena ascoltato la nuova canzone dei suoi idoli. Grazie, grazie per avermi dato tutto questo…
Because you’re a sky, you’re a sky full of stars… Such a heavenly view, you’re such a heavenly view…
 
POV ANISH
Liam < Però è strano… > Le sue parole mi riportano alla realtà, e mi ritrovo di nuovo a fissarlo negli occhi. È stranissimo, lo so, il fatto che io l’abbia baciato: non sono mai stata così audace e di solito sono sempre gli altri a prendere l’iniziativa, mentre sta volta l’ho invitato a casa mia a mangiare e, come se non bastasse, l’ho pure baciato! < Ironico, oserei dire… > Esatto, è strano e ironico allo stesso tempo! Non l’avrei mai fatto, non mi sarei mai permessa, e invece… l’ho fatto!
Io < Inconcepibile, oserei dire… > Imito il suo tono di voce. Guardo in basso, ma è proprio lui a mettermi il dito indice sotto il mento, per poi costringermi un’altra volta ad incontrare il suo sguardo, alzando la mia testa.
Liam < No… non è così inconcepibile come dici tu, in fondo… > Storto la testa, e penso che potrei impazzire. Non so cosa abbia provato, non so nemmeno cosa io ho provato, non so perché l’ho fatto né tantomeno se fosse veramente il caso… okay, era un bacio a stampo, però qualcosa dietro ci dovrebbe comunque essere, no? Si? E poi ora mi viene a dire che non è inconcepibile. Lo è eccome, ma lui non se ne rende conto.
Io < Perché no? > Provo a fare luce su questo dubbio, che è una minima parte di tutti quelli che ho… ad un certo punto, per qualche secondo, mi balena in testa un pensiero. Magari non lo trova inconcepibile perché… gli è piaciuto? Potrebbe anche darsi, anzi, sarebbe il filo che ricollega tutto: se gli fosse piaciuto sarebbe naturale che mi “difendesse” dai miei stessi pensieri, e che quindi non lo trovasse inconcepibile… sarebbe la cosa migliore, per tutti e due.
Liam < Beh… > Si gratta la nuca. < Insomma… mi hai solo anticipato di qualche secondo, anche se so che tu non sei mai stata così “audace” come ti sei definita poco fa. Per un bacio. Io non farei tutte queste tragedie, fossi in te… > Lo sapevo. Sono stata una stupida, audace si, fin troppo, ma una stupida a non capire che per tutta la serata ha cercato di attirare la mia attenzione… stupida! Audace, e anche stupida!
Io < Si, effettivamente… > Mi sposta una ciocca di capelli dalla fronte. < Se c’è stato, vuol dire che doveva esserci. > Concludo io, prima di ributtarmi sul divano, sfinita. Queste seghe mentali mi affaticano addirittura, perché mentre ragiono e mi pongo mille interrogativi in testa, sono solita a passeggiare avanti e indietro mangiandomi le unghie, mentre l’interpellato sta seduto davanti a me. È sempre stato così, e sempre sarà così…
Liam < Hai ragione… ma scommetto che non è qui che tu vorresti arrivare, giusto? > Cerco di nascondere il rossore che hanno preso le mie guance, mentre torno a fissare le mie Dr. Martens nere, che mi hanno regalato il giorno del mio compleanno… Liam mi conosce, troppo bene, e ha addirittura capito prima di me che non era lì che io volessi arrivare, troppo ovvio… annuisco lentamente, scattando all’insù con la testa e appoggiandomi allo schienale morbidissimo del mio divano.
Io < Si… in realtà io vorrei sapere se- > Mi zittisce, naturalmente a modo suo, vale a dire appoggiando le labbra sulle mie mentre sto parlando. Con una razionalità della quale pure io stessa mi stupisco, riesco a scacciare il primo impulso di allontanarmi di scatto… invece no, mi godo il momento, perché so che sarà molto difficile che capiti una cosa del genere. (Uno) Perché i miei sono quasi sempre a casa con me, e (due) perché non so se avrò mai il coraggio di invitarlo a uscire da soli, una volta che questa serata sarà finita… mentre penso a tutto questo, sento le sue labbra abbandonarmi, e un senso di vuoto incolmabile mi si insidia nel cuore. È strano, inaccettabile e anche divertente… ma entrambi lo troviamo bello.
Liam < Si, mi è piaciuto. > Anche lui sta leggermente arrossendo, perché al cinema, la nostra prima uscita, era stato lui… ero timidissima, impacciata, e credo di ricordare anche che rovesciai qualche goccia di coca-cola sui suoi jeans nuovi. Tante figure di merda dopo, verso la metà di Catching Fire, ci siamo guardati negli occhi… le mani, unite l’una all’altra, tremarono e il cuore batté all’impazzata… e quell’alchimia che ci legava da tanto -troppo- tempo finalmente esplose. Non era il mio primo bacio: in Puglia, Italia, spesso uscivo in discoteca… e il primo bacio l’ho dato da ubriaca. Mi faccio ancora schifo per questo, ma il pensiero che ricordo meglio di quella serata al cinema è che io avrei voluto che quello fosse stato il mio primo bacio, perché di sicuro era il più sentito. Ora, quel pensiero può anche andare a farsi fottere… vorrei che questo qui fosse il mio primo bacio: oltre alla grandissima amicizia e ai sentimenti che ci legano, ci ritrovo anche un pizzico di ribellione… dopo la serata al cinema ci siamo praticamente ritrovati a doverci vedere di nascosto, a non degnarci di uno sguardo a scuola mentre ci stavamo male… solo che lui aveva Sophia con cui consolarsi, e sono certo che la amasse come non ha mai amato nessuno, però io ero sola come un cane. E, ovviamente stavo di merda… in questo bacio invece ci trovo la ribellione, la ribellione alla sfuriata di Sophia, la ribellione al fatto che quella fu la nostra ultima serata, invece ora ce ne potranno essere tantissime… ma, soprattutto, la ribellione al fatto che nessuno ora ci potrà allontanare. Mai, mai più.
Io < Anche a me… > Mi lecco le labbra, poi mi raggomitolo di fianco a lui appoggiando la testa sulla sua spalla, e sentendolo sospirare.
Liam < Sai una cosa? > Chiede, con la sua voce stupenda. Parla molto velocemente, e ogni volta quando ero appena arrivata dall’Italia gli dovevo chiedere di ripetere quello che aveva detto perché non riuscivo a capire… e pensarci, mi fa sorridere naturalmente.
Io < No… dimmi. > Mi sistemo, quando si siede, invitandomi a guardarlo negli occhi. Come a metà di Catching Fire, come poco fa, i suoi occhi sono appena lucidi ed esprimono gioia… passa le dita tra i miei capelli, spostandoli dalla fronte…
E, quel “Ti amo di bene” sussurrato a due centimetri dalle mie labbra, è la cosa più bella che avessi potuto volere, in quel momento.
 
POV REBY
Niall < Reby, stai calma… ti prego! > Si mette entrambe le mani in testa, oramai scocciato e sfinito allo stesso tempo. Lo sto assillando per il fatto di Harry… lui non è mai stato debole, per quanto poco ci parlassi, non mi sembrava in grado di scendere a questi livelli.
Io < Non riesco a stare calma! > Lo scuoto per le spalle. < Capisci?! Non sopporto il fatto di farsi male da soli… esattamente come quelli che fumano. Tagliarsi non serve a niente, ci sono infiniti altri modi di sfogarsi! Come per esempio parlarne con un- > Ovviamente, mi mette l’indice sulle labbra per fermare la mia sfuriata. Alzo gli occhi al cielo, sbuffo fortissimo e provo ad ascoltare un altro dei suoi patetici tentativi di calmarmi.
Niall < Lo so. > Dice semplicemente, per poi sedersi sul letto. Mi affianco a lui, appoggiando i gomiti alle ginocchia e sorreggendo la testa che sento scoppiare con le mani. Non c’è un motivo, non c’è un senso… e allora perché fare una cosa tanto brutta?! < Lo conosco da tantissimo tempo Reby… e, credimi, sono rimasto scioccato quanto te. Ma, piuttosto che starmene a riflettere su tutti i motivi per cui potrebbe averlo fatto, io me ne sto lentamente facendo una ragione… > E questa sua affermazione mi manda in bestia. Il tuo migliore amico si taglia, non puoi startene lì impassibile e fartene una ragione.
Io < Fartene una ragione?! Ma ti rendi conto delle cazzate che stai dicendo, Niall?! > Alzo improvvisamente il tono di voce, facendolo sussultare. E in più mi ritrovo in piedi davanti a lui, che invece se ne sta comodamente seduto sul suo letto. < Non puoi semplicemente fartene una ragione! > Gli urlo in faccia. Ed allora succede una cosa molto strana: il suo sguardo si fa truce, sincero… bellissimo. Stringe forte i pugni e serra le labbra, alzandosi in piedi e prendendomi per entrambe le spalle. Mi porta con la schiena contro il muro, immobilizzandomi del tutto.
Niall < Si, me ne faccio una ragione! > Stavolta è lui ad urlare. < Per quanto possa dispiacere, per quanto tu voglia aiutarlo… si è già tagliato, Reby! E fartene una ragione è l’unica cosa che ti rimane!! > Si scolla da me, e lo spingo lontano dal petto. Si appoggia all’armadio per non cadere, e mi lancia un’occhiataccia.
Io < Non è vero, cazzo! > Urlo, in preda al panico. < E ora spiega, Niall, come fai a sapere che non si taglierà mai più?! > Sbatto ferocemente il piede per terra, ma stavolta non si lascia intimorire… sbuffa, perché sarà la quinta volta che affrontiamo questo discorso in una sola serata.
Niall < Non ti devo spiegare niente. Non capiresti! > Esclama, per poi tirare un pugno al sacco da boxe che tiene appeso al soffitto. < E io so che non si taglierà mai più, lo so per certo! Lo conosco da quattro cazzo di anni, ti saprei dire anche a che ora va a pisciare! > Un altro pugno, più forte, mi fa indietreggiare. < Perché ha capito che ha fatto un grande errore! Potrà sembrarti un bulletto, un completo idiota, ma… da quant’è che saresti qui a Londra!? > Un pugno secco fa vibrare le finestre, e funziona come da calmante per il mio corpo.
Io < Due… mesi? > Conto sulle mie dita. < Due mesi e mezzo, più o meno. Ma non fa alcuna diff- > Vengo interrotta da una scarica di pugni, fortissimi e violenti, che mi zittiscono all’istante.
Niall < Credi che non faccia differenza, essere qui da sempre e da due mesi e mezzo… > Dice, senza nemmeno guardarmi. È concentrato su quel sacco. Le goccioline di sudore gli colano dalla fronte, ma non si ferma. < Credi di conoscerlo meglio di me, perché ti ha offerto un caffè qualche volta, ma non è così! > Sbotta, per poi asciugarsi con l’avambraccio e riprendere a raffica. Non ho alcuna reazione, sembro totalmente impietrita. < E se si è tagliato, di certo c’era un motivo… non ti pare?! > Ci rifletto su… era finito per farsi odiare da noi. Ma noi non abbiamo comunque colpa: abbiamo provato a parlarci con le buone, ma per orgoglio o chissà cos’altro non ci ha chiesto scusa. Ha dato della troia a Marty, picchiato Lou, e saremmo noi a dovergli chiedere scusa?!
Io < Beh… ragionaci su. > Il mio tono torna improvvisamente calmo e distaccato. < Ha fatto il coglione, alla fine è quello che si meritava… > E con questo, direi che ho fatto il più grande errore della mia vita. Ne ho fatti tantissimi, ma questa è la cazzata del secolo… sento Niall staccarsi dal sacco e venire verso di me, con aria minacciosa. Di nuovo sono spalle al muro, e mi prende per un polso, stringendo forte.
Niall < Non ti permettere. > Dice soltanto e, come mia abitudine, lo interrompo. Non so come mai, ma è proprio nel mio carattere partire subito in quarta.
Io < No io non- > Stringe ancora di più il polso. Mi fa gemere dal dolore, e riesce pure a farmi stare zitta. È inquietante il suo cambiamento immediato: da dolce e sensibile è diventato addirittura… rabbioso, violento, oserei dire!
Niall < Non provarci mai più. Coglione? È un coglione?! Era in un cazzo di momento di debolezza, siamo noi i coglioni! Perché abbiamo approfittato di quel momento per allontanarlo da noi. E poi lui vuole apparire forte, duro, mente in realtà è un ragazzo debole e sensibile. Quindi, porca puttana, lasciatelo in pace! > Rimarca bene quell’ultima frase, cercando di imprimermela per bene in testa, e poi mi molla il polso, che mi massaggio… fa male, e ci sono ancora i due segni rossi delle sue dita.
Io < Ma ti rendi conto di quello che dici?! Ha picchiato Lou, dato della troia a Marty e… beh, questo basta e avanza!! > Mi gratto la nuca, mentre vedo che prende un asciugamano dal suo armadio e si asciuga i capelli appiccicati alla fronte. Dannatamente bello. Torna verso di me, e picchia un pugno fortissimo sul muro, a due centimetri dalla mia faccia. Balzo di lato, per scostarmi… e poi sbarro gli occhi guardando i suoi. Normalmente ci avresti visto il paradiso dentro, mentre ora sto fissando due pozzi azzurri ribollenti di rabbia.
Niall < Prova a rendertene conto tu! > Si massaggia le nocche insanguinate, e faccio per andare ad aiutarlo… ma, con un gesto, mi allontana. < Reby apri gli occhi! Avremmo potuto perdonarlo per quel fatto, avreste potuto dare ascolto a me e chiedergli scusa subito, perché so che in realtà lui è debole e dal nulla avrebbe tirato fuori un cataclisma mondiale!!! E, quando ho provato a mandarci insieme Lou in palestra, Marty non doveva esserci, cazzo! > Impreca, per poi non darmi nemmeno il tempo di rispondergli. È nero, ma io non sono di certo da meno! < Ha solo peggiorato le cose… non è colpa sua, ma dovevamo provare a comprenderlo! Stava soffrendo come un cane, e così facendo non abbiamo fatto altro che far aumentare le sue sofferenze!! Quindi, per favore, lascialo in pace!! > Ributta la salvietta nell’armadio, prende un giubbotto di pelle e chiude fortissimo l’anta. Come per mettermi paura…
Reby < Lo vuoi capire che voglio solo aiutarlo?! Ha fatto una cazzata, noi non dovremmo scusarci per niente!!! > Lo inchiodo io all’armadio questa volta, stringendo la scollatura della sua canotta in due pugni. Subito me li afferra, e letteralmente mi scaraventa via. < E ora dove cazzo vai?! > Esclamo, mentre si dirige verso la porta. Per l’ultima volta si volta verso la mia direzione… guardandomi da capo a piedi. Ed allora vede il mio braccialetto, quello che mi ha regalato lui stesso e che mi aveva comprato in piazza, nel negozio di bigiotteria. E finalmente lo vedo… un velocissimo, fulmineo moto di pietà e di comprensione che gli attraversa gli occhi… come se stesse provando a capirmi e a immedesimarsi in me, a mettersi nei miei panni. Ma, come ho detto, era un fulmineo moto di pietà, perché subito dopo mi ritrovo a fissare due occhi pieni di disprezzo, che fatico a riconoscere.
Niall < Vado a prendermi una boccata d’aria! Problemi?! > Finisce così, sbattendo la porta e lasciandomi da sola in camera sua…
 
 
SPAZIO AUTRICE
*A Sky Full Of Stars –Coldplay (dovreste conoscerla… ma, in caso contrario, ascoltatela ed amatela babbani!!)
Buonasera gente bella!! Come state? Innanzitutto vorrei dirvi che forse mi dilungherò un po’ in questo spazio autrice, ma leggetelo tutto, che è molto importante!
Iniziamo col dire che vi ringrazio per tutte le visualizzazioni dei capitoli… ce ne sono più o meno 70 per capitolo e, anche se non tutti la seguono o l’hanno aggiunta tra i preferiti, vorrei dirvi che sono davvero fiera di aver raggiunto questo traguardo! Grazie di cuore, siete stupendi xx
Poi… prima di fare il punto della situazione (amo farlo, scusatemi), vorrei anche dirvi che mia mamma dice che sono troppo ossessionata da fanfiction e cose simili… ha già iniziato togliendo i poster da camera mia e, guardate, non vi racconto tutto perché altrimenti questo spazio autrice diventa uno sfogo, più che altro! Quindi, per arrivare al succo della storia, mi ha imposto di scrivere/pubblicare una sola volta a settimana… se ci riesco, e lo spero, forse la convinco che è anche un allenamento per lo stile di scrittura, che scrivendo migliori anche il modo in cui parli eccetera… altrimenti, mi dispiace tantissimo ragazzi, dovrò pubblicare sempre e solo una volta alla settimana. Scusate davvero tanto, io faccio il possibile… magari vi farò sapere.
Bene, ora che ho parlato anche del problema, è arrivato il momento del *TANDANDAAAAAN* punto della situazione!!
Allora… Marty (che poi sarei io) non ha ancora trovato il modo di dire a Lou che in realtà ha perdonato Harry… è molto decisa a farlo, perché non vuole nascondergli niente, però nel prossimo capitolo ci sarà un colpo di scena per questa coppia che spero nessuno si aspetti… altrimenti non sarà un colpo di scena e il capitolo sarà reso banalissimo! Sono sempre cotti l’uno dell’altra e ho amato il momento il cui Lou imbocca John… ew sono tenerissimi *-*
Poi… Zayn e Feddy. La situazione tra loro si è fatta finalmente chiara… per cui parlerò della forma di questo capitolo: secondo me è il POV migliore che io abbia mai scritto, soprattutto per la parte finale con la canzone… ci ho messo un giorno intero a pensarci e lavorarci su… e l’ho corretto e modificato almeno una decina di volte! È che vorrei farvi capire bene che cosa provano… e ho descritto un po’ meglio ogni singola emozione. Quindi, per favore, fatemi sapere che cosa ne pensate, che sono molto legata a quel capitolo! Siate sinceri nei commenti, che non mi arrabbio per le critiche…
Liam e Anish… ecco, tra di loro invece Anish è stata mooolto audace con quel bacio, e subito dopo se ne è pentita! Ci ha pensato Liam a schiarirle le idee, baciandola di nuovo… ma glie le avrà schiarite, o solo confuse ulteriormente? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
E poi veniamo a Reby e Niall… l’irlandese sta difendendo il suo migliore amico e provando a capirlo, mentre Reby “sclera” per la cazzata che in realtà ha combinato… e sono finiti molto male! Perché è difficilissimo far arrabbiare Niall in quel modo. Fossi in Reby, mi farei un esame di coscienza, ma siccome non sono lei… non posso dirvi come andrà a finire fin quando non scriverò il capitolo 30!
Okay… per oggi ho finito. Però un’ultima cosa… un ultimo grazie a tutti voi che leggete e commentate, veramente, vi adoro! Poi… dedico quella canzone stupenda alla mia migliore amica a distanza Anish, e a tutte le altre, naturalmente… ma in questo momento alla mia Anish e a Mery (anche se ci sono state incomprensioni tra noi)… Anish, ti amo e lo sai, e quella canzone è per te perché in questo momento sei una delle poche ragioni per cui sorrido… grazie amore. More, invece, la dedico a te perché sei quella che mi manca di più e non riusciamo mai a parlare… ma non temere, tutto andrà per il meglio!
Uh! Quasi dimenticavo… saluto Anna, una nuova lettrice che è molto affezionata a Hope, e la ringrazio di cuore per i bellissimi commenti che mi ha lasciato. Ci vediamo alla prossima, baciiiii xxxxxx
Marty

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Capitolo 30
*** Out. ***


POV LUDO
L’ultima lacrima scende dal mio viso, e poi mi rassegno. Piangere non serve a un cazzo: non migliora le cose, né le peggiora… semplicemente è inutile. E io odio le cose inutili.
Alzo il volume della musica nelle mie orecchie, cercando di fargli superare quello dei miei pensieri, ed attendo in silenzio il dottore che mi venga a dare la buonanotte… e, sperando che accada, a dirmi l’esito dei miei esami. Siccome dopo che ho saputo di Harry sono svenuta, hanno pensato che avessi avuto bisogno di una trasfusione: ed ora eccomi qui: di nuovo sdraiata sul lettino d’ospedale, a fissare la parete bianca immacolata e a riflettere su quel ragazzo che mi piace tanto, e che ha appena fatto il più grande errore della sua vita. Finalmente la porta si apre e il dottore, come al solito, viene a sedersi sul mio letto.
Dottore < Ho buone notizie! > Esclama, e lo leggo dal labiale perché non sento niente oltre a “I Will Always Love You” di Whitney Houston. Mi tolgo gli auricolari e rimango abbastanza intontita, per poi rivolgergli uno sguardo vuoto.
Io < Dica… > Ora da qui non voglio uscire. Non voglio tornare in mezzo ad un casino, non voglio arrivare con Harry che si è tagliato, Reby che ha litigato con Niall e Liam inutilmente felice… perché al di fuori di quella sua amica, Anita, di cui mi ha parlato Reby, lui non ha un bel niente, ma non sarò certo io a farglielo notare… Harry aveva perfettamente ragione: dovevo rimanere nella mia ignoranza, nel mio guscio protettivo, finché potevo. E invece no: ho fatto la testarda, e questo è quello che mi merito! Solo che non sono psicologicamente né fisicamente pronta per uscire, e manca anche la forza di volontà…
Dottore < Ho analizzato insieme alla dottoressa, la signora White, i suoi esami… vogliamo vederli insieme? > Mi rivolge un sorriso che, per quanto possa essere bello e sincero, non mi rallegra affatto. Mi siedo a gambe incrociate sul letto, spostando le lenzuola per far stare anche lui di fianco a me, e poi sospiro.
Io < Va bene! > Mi appoggia sulle gambe i fogli che sono ancora caldi, e che odorano di carta stampata… uno dei miei profumi preferiti in assoluto. Li osservo per meno di cinque secondi, per poi alzare lo sguardo e incontrare i suoi occhi taglienti… glie li restituisco gentilmente, per poi rivolgergli un sorriso mieloso che so che anche io avrei odiato… < Scusi, ma non ci capisco assolutamente niente… mi potrebbe spiegare lei? > E così, mentre mi districo tra parole come centrifugazione e risultati positivi e negativi, mi ritrovo a pensare. Non dovrei, perché pensare in questo periodo fa male, però penso… a come si staranno sentendo tutti per il fatto di Harry, di cui sono sicura che una buona parte di noi non è a conoscenza, a cosa dirò appena mi verranno incontro (se mi verranno incontro) fuori di qui. Se sarò felice perché starò abbandonando uno dei posti in cui sono stata rinchiusa contro la mia volontà, o se invece sarò triste perché non c’è nemmeno la volontà di abbandonarlo… e poi di sicuro dovrò rimettermi a studiare, perché il fatto che sono stata all’ospedale non vuol dire “che sono più bella degli altri”, come direbbe la Dover… tra poco è Natale, devo comprare i regali e mandare cartoline ai miei, dirgli che sto bene e che finalmente sono uscita dall’ospedale, quando nessuno saprà che ci volevo restare… i miei occhi si fanno lucidi, la saliva nella mia bocca diventa quasi assente e le lacrime addirittura pizzicano. Ma non posso cedere, non qui e soprattutto non adesso.
Dottore < … e quindi, grazie a questi valori eccellenti, ti dimetteremo domani pomeriggio. > Le sue parole mi riportano alla realtà, e così lo abbraccio. Solo per fargli credere di essere felice, perché in realtà felice è l’unica cosa che non sono. Agitata, confusa, delusa, arrabbiata… tutto, ma non felice.
Io < Grazie… > Sussurro, mentre sono ancora appesa al suo collo e una prima, piccola lacrima mi scende dall’occhio. Non voglio essere dimessa, non voglio tornare a una vita così diversa e senza senso… oddio, un senso c’è, tutta alla fine ha un senso, però in questi casi è veramente difficile trovarlo!
Dottore < Ma di niente, Ludo… > Anche lui mi ha appioppato questo nomignolo, e alla fine non mi dispiace che mi chiami così… insomma, ne abbiamo passate tante insieme! È lui che mi ha fatto il primo controllo, è lui che mi ha vista in coma come è lui che mi ha fatto le visite dopo che mi sono risvegliata… all’inizio ricordo che il nostro gruppetto lo odiasse, e non so il motivo, però a me non è mai dispiaciuto. Fa il suo lavoro, e l’ha fatto bene, ed è questo che conta.
Io < Sapete già anche l’ora? > Mi stacco, e ritorno distesa tra le lenzuola. Sono più o meno le 9.30, però so che loro vogliono che io mi riposi per la partenza di domani… manderò qualche messaggio con la musica a trapanarmi le orecchie, e per le 10 dormirò.
Dottore < Questo non te lo so dire… ma non dev’essere tardo pomeriggio, devi solo fare un’ultima visita medica e firmare delle carte, e poi sarai libera. > Quella parola mi scuote come un wrestler professionista scuote un sacco da boxe… libera. Libera da cosa? Dall’ospedale?! Veramente lui crede che io mi debba liberare… dall’ospedale?! Ci sono i problemi veri, là fuori, non del genere “oh no! Non so che vestito mettermi stasera!” ma un ragazzo si è fatto male da solo, si è tagliato i polsi con un cazzo di temperino, e io mi dovrei liberare dall’ospedale?!?! Lancio al dottore uno sguardo truce, del quale chiaramente non capisce il senso, così si limita a sorridere…
Io < Okay, grazie lo stesso. Buonanotte. > Mi metto di costa, ignorando le sue parole sdolcinate per darmi la buonanotte… e, quando la porta sbatte, segno che il dottore è andato, mi rimetto seduta a gambe incrociate sbloccando il telefono. Ho due messaggi, Reby e Marty… leggo prima quello di Marty, che è una foto. È stupenda: Lou sta imboccando un bambino piccolo, probabilmente quello che doveva curare oggi pomeriggio, e ha commentato “sembra tagliato apposta per fare il padre…” e ha ragione. Non posso proprio darle torto… si capisce che gli piace quello che sta facendo: dal suo sorriso, dai suoi occhi che guizzano felici e dal modo in cui lo tiene in braccio, attento a non farlo cadere.
TO: MARTY<3
Hai completamente ragione… è bellissimo. Voi due insieme, siete bellissimi<3
FROM: MARTY<3
Grazie, sei un tesoro…
Alla fine? Le visite?
TO: MARTY<3
Esco domani.
FROM: MARTY<3
E me lo dici così?! Devo farti un regalo… sei la mia migliore amica da anni e mi sento anche abbastanza in colpa per non esserti “stata vicina”, in fondo lo sai che in quello stato non ce la facevo a vederti… ed è anche da questo presupposto che è nato tutto il litigio con Harry.
Ma scusa… NON SEI ENTUSIASTA!?
TO: MARTY<3
Non voglio uscire.
E non fare domande, piuttosto prova a capirmi.
Metto piede fuori di qui: dove mi ritrovo?! Harry si è tagliato, e tu lo sai che mi piace, Reby e Niall hanno avuto un litigio sempre per il fatto dello stronzetto autolesionista. Harry e Lou si odiano a morte. Dove vengo catapultata, una volta uscita?
FROM: MARTY<3
No no… ascolta, non ho capito bene. Sei stata lì dentro per un mese, e ora non vuoi uscire?! Ludo… perché non pensi alle belle cosa che potrai fare?
Ecco… questo non l’avevo per niente preso in considerazione. Le belle cose… e ce ne sono un sacco! È sempre stato nel mio carattere l’essere pessimista, il vedere il bicchiere mezzo vuoto, ma Marty mi fa vedere anche il lato positivo. E, anche questa volta, ce l’ha fatta. Le devo tanto… e le voglio un bene immenso.
TO: MARTY<3
Stavolta ti do’ ragione… potremo uscire a fare shopping, le serate insieme…
FROM: MARTY<3
Studiare per chimica, cercare insieme i regali di Natale… tornerà tutto come prima, e i problemi mandali a farsi fottere. Ci sono io, sempre pronta a sostenerti ed aiutarti… perché ti voglio un bene immenso.
TO: MARTY<3
Sai che provo esattamente lo stesso…
Passa qualche minuto e lei esce da Whatsapp, poi rientra per darmi la buonanotte e dirmi che il piccolo John, credo sia il neonato, è ancora sveglio e deve cullarlo… “buonanotte tesoro, fammi sapere l’ora per domani. Di sicuro io e Lou ci saremo<3” mi ha scritto. E, non so come mai, queste ultime parole prima di dormire mi fanno sorridere.
 
POV HARRY
Io < Finalmente! Ce ne hai messo di tempo… > Il ragazzo biondo si avvicina a me, sedendomisi di fianco. Oltre a Marty, lui è l’unico che mi ha perdonato… forse si sente in colpa perché in effetti la colpa di tutto è un po’ sua, ma ovviamente in minima parte… però lui è stato il primo a scrivermi, dopo che ha scoperto che mi sono tagliato. E mi ha fatto stare meglio, dicendomi che mi avrebbe sostenuto.
Niall < Ero con Reby… > Sbuffa, segno che qualcosa è andato storto. Si sposta il ciuffo, per poi sgranchirsi le gambe e ritornare seduto… alla fine apprezzo molto la sua compagnia, perché è l’unico, insieme ad altre due o tre persone, a capirmi al volo… e, forse, ci siamo dovuti perdonare a vicenda come è successo con Marty. Lui ha fatto iniziare tutto… ed io ho solo aggiunto paglia al fuoco. Lui è il mio folletto, il mio… migliore amico, e perdendo lui perderei anche una parte di me stesso. E non mi pare proprio il caso.
Io < Che è successo? > Chiedo, facendo un tiro alla mia sigaretta. A lui non dà nemmeno fastidio che io fumi… dice che quello del fumo è un odore che gli piace, e poi sostiene che io sono abbastanza grande per decidere cosa posso e non posso fare. Ecco, perché lo adoro! Sa che fa male, ma mi capisce e mi lascia fare…
Niall < Le ho detto che per questi- > Indica il mio polso destro. < Me ne sarei fatto una ragione, e ha dato di matto. Comprensibile, perché non ti conosce da abbastanza tempo, però ti ha anche insultato e dato del “coglione”… e mi sono incazzato. > Vedo che è teso e gli offro gentilmente un tiro, sorridendo innocentemente. Alza gli occhi al cielo e scaccia la mia mano con un gesto brusco della sua, appoggiando la schiena alla panchina del parco… la luna crea strani riflessi sulla sua pelle cadaverica, tra i suoi occhi azzurri e tra i capelli biondi… e mi appare più… bello? Non dovrei pensarlo, dato che sono un maschio, ma mi appare più bello che mai…
Io < Ah… > Rispondo semplicemente. < Ma secondo me dovrebbe farsene una ragione anche lei e accettare la realtà. Non lo farò mai più e basta, ho fatto un errore e l’ho riconosciuto. Stop. > Faccio spallucce, e lui annuisce quasi meccanicamente. Sarà qualcosa come la tredicesima volta che ripeto questa frase… so che è d’accordo, ma l’ho leggermente stancato con tutte queste seghe mentali.
Niall < Si, lo so e ho anche provato a dirglielo… ma credi che mi ascolti? > Schiaccio la sigaretta, oramai finita, sotto il piede, per poi riporre il pacchetto e l’accendino in tasca. Scuoto la testa leggermente, sorridendo, e ricambia. È la terza sera che ci vediamo, e i rapporti tra noi sono molto migliorati! Prima faticavamo a guardarci in faccia, non parlavamo se non in casi eccezionali o per costrizione dei nostri amici e non facevamo nemmeno incontrare i nostri sguardi. Eppure lui è sempre stato lì, così vicino, ma così lontano… ora invece siamo l’uno il confidente dell’altro. E mi piace. Mi ci devo ancora abituare, però mi piace.
Io < Certo che no… > Fa una piccola risatina, alla quale si unisce la mia.
Niall < Credo che non si fidi di te… e nemmeno di me, se è per questo. Che non si fidi di te, non arrabbiarti, potrei anche capirlo: non parlavate quasi mai e non messaggiavate nemmeno, ma mi ha fatto rimanere male il fatto che non abbia creduto nemmeno alle mie di parole… eppure stiamo insieme tutto il giorno, tutti i giorni! > Sbuffa, per poi tirare un calcio a un sasso.
Io < Ma stai tranquillo… > Gli circondo le spalle con un braccio. < Alla fine… è difficile fidarsi di me dopo quello che ho fatto. Marty mi è scoppiata a piangere davanti agli occhi, così come Ludo… e ho pregato Marty di non farne parola con Lou, voglio che lo noti da solo. > Scuote la testa… come per dire che qualcosa andrà storto, oppure che non è d’accordo con me… oppure entrambi.
Niall < Glie lo dirà… e poi ora sei ritornato l’Harry che eri prima dell’isolamento! Sarebbe molto meschino e subdolo da parte tua farglielo notare senza rivolgergli la parola… no? Piuttosto, se non vuoi che glie lo dica Marty, parlagli… > Ha ragione: sto compiendo un cambiamento e, per quanto possa costare, lo voglio portare a termine. Solo per ritornare alla normalità, al gruppo unito e affiatato che eravamo… il resto verrà dopo. < E poi… io mi sono sempre fidato di te, sono sempre stato pronto a perdonarti… eri tu a non volermi vedere, Harry. >
Io < Giusto. > Dico, per poi rendermi conto della seconda frase che ha detto. Era lì, solo che io non lo volevo vedere… che sia così anche per gli altri? Loro sarebbero disposti a perdonarmi come hanno fatto Niall e Marty e a ripartire da zero? < E… grazie. > Gli stampo un bacio sulla guancia, facendolo sorridere e mettendo in mostra il suo apparecchio semi-trasparente. È il suo marchio, quell’apparecchio. Quando pensi “Niall” ti vengono in mente subito i suoi capelli biondi o… l’apparecchio. Ricordo di averlo accompagnato io a farselo mettere. Ricordo la sua mano stretta alla mia per il male che doveva fare, ricordo tutti i miei discorsi sul fatto della soglia di sopportazione che varia per ciascun individuo e ricordo anche l’abbraccio che mi ha dato sua mamma, che non aveva potuto accompagnarlo per una visita, per ringraziarmi. Così, senza motivo, mi ritrovo a sorridere.
Niall < A questo servono gli amici, no? > Strizza l’occhio, e stringo la stretta intorno alle sue spalle. Mi era mancato tutto questo.
Io < Si! > Esclamo, per poi tirarmi una pacca sulla fronte. < Niall, io e Marty abbiamo avuto la brillante idea di formare un gruppo Whatsapp di quelli da cui sono stato perdonato. Ci entri? > Senza rendermi conto che ho appena detto una cazzata, scoppiamo entrambe a ridere. Lui ride per l’assurdità della mia proposta, e io rido per la sua risata… ho sempre sostenuto il fatto che Niall sembrasse una paperella quando ride, e non intendo ritirare la mia tesi. La sua risata è qualcosa di contagioso… e, ogni volta che ride, fa ridere tutte le persone che ha intorno. Magico.
Niall < Ma che cos’è?! > Continuiamo a ridere… sembriamo decisamente fatti dalla potenza delle nostre risate. < Un gruppo di sostegno, come quelli degli ex-alcolisti o tossico dipendenti!? > Mi piego in due, appoggiando entrambe le mani sulla pancia e incapace di trattenermi.
Io < No, scherzi a parte… > Arrivano gli ultimi singhiozzi, e poi ritorna un silenzio tombale tra di noi. < Io, te e lei… e nessun altro. Per parlare, degli “errori” che facciamo, darci consigli… > Annuisce, e poi mi incita a scrivere a Marty. E così ci ritroviamo entrambi a discutere su cosa sia giusto risponderle… ogni volta che il mio cellulare vibra, tutti e due leggiamo il messaggio e, insieme, decidiamo cosa rispondere. Come due amichette… solo che noi lo facciamo anche perché c’è Louis con lei e, se non ci fosse Niall a farmi ragionare, potrei scrivere qualche cazzata. Si, sarebbe in completo stile Harry Styles.
FROM: MARTY<3
Ciao, Harry<3 scusami tantissimo… ma sono a fare la babysitter da una signora che ha un bambino piccolo, e dovrei cullarlo perché non dorme. Ti scrivo domani, okay? (Soprattutto perché Lou è qui e, ammesso che io voglia dirgli che ti ho perdonato, non gli andrebbe comunque che ci sentissimo… notte<3)
TO: MARTY<3
Capisco… però guarda che formo il gruppo di cui abbiamo parlato oggi, solo io, te e Niall. Ora sono qui con lui, che ti saluta. Capisco benissimo il fatto di Lou, e francamente spero si sistemi tutto in fretta, se non glie lo dici troverò un modo per incontrarlo e parlargli di persona… notte<3
FROM: MARTY<3
Ah… francamente mi sembra la cosa migliore. Notte…
Ti voglio bene.
TO: MARTY<3
Anche io, lo sai<3
Niall < Però è strano… > Dice, mentre spengo il cellulare per non essere eventualmente disturbato da mia mamma, che di sicuro si starà chiedendo dove sono alle 10 di sera.
Io < Cosa? > Chiedo, molto incuriosito dalla sua affermazione.
Niall < Ti ha scritto che ti vuole bene, e… non hai esitato un secondo a scriverle lo stesso. Conoscendoti, si saprebbe che ti saresti fatto 400 seghe mentali su cosa senti per lei, sul motivo per cui avete litigato eccetera… è- > Gli tappo la bocca con la mano. Scuoto la testa, e poi rimango in silenzio per qualche secondo. Durante questo breve lasso di tempo, alzo lo sguardo: il cielo è pieno di stelle, ed è scuro come piace a me… ci trovo un che di profondo, romantico… avendo fatto tacere Niall, cosa di cui assolutamente non mi pento, riesco a sentire il canto dei grilli che sono tutt’intorno a noi, il pianto di un bambino piccolo nel palazzo a fianco del parco il cui ci troviamo, lo scricchiolare della panchina che sembra cedere al nostro peso… e, in più, guardare il cielo mi infonde calma e sicurezza, e riesco per bene a pensare a quello che mi ha detto, elaborando anche una risposta.
Io < No… non è strano. > Storta la testa, e gli rispondo con un sorriso dolce… < Tengo a lei, ho sempre tenuto a lei, perché dovrei aver paura di dirglielo? Insomma… > Sospiro, e Niall tende la testa verso di me per ascoltarmi. < Oggi pomeriggio abbiamo entrambi ammesso di essere stati sopraffatti dall’orgoglio, che poi abbiamo messo da parte. Per cui non è strano che io ora dica quello che provo… no? > Annuisce chiudendo entrambi gli occhi, e poi mi dà un’amichevole pacca sulla spalla.
Niall < No, se la metti così non è strano… > Noto che c’è qualcosa che non va, dai suoi occhi, dal suo sguardo perso nel vuoto… credo stia pensando a Reby e al fatto che è uscito di casa senza nemmeno dirle dove andava. E al fatto che lei non gli abbia ancora scritto. Ci sono passato anche io, con Ludo, però alla fine tutti e due, come con Marty, abbiamo messo da parte l’orgoglio e ci siamo riavvicinati… anche se ora per il fatto dei tagli non ha ancora chiarito la sua posizione. Ma questo è un problema che risolverò in seguito, perché qui c’è un amico che io devo aiutare, ed è mio dovere farlo.
Il mio cellulare vibra ripetute volte, e sono abbastanza stupito nel ritrovarmi dei messaggi da Marty… il primo mi dice che John, il bambino, dorme. E poi c’è… una foto, uno screen.
“Alla fine? Le visite?”
“Esco domani.”
“E me lo dici così?! Devo farti un regalo… sei la mia migliore amica da anni e mi sento anche abbastanza in colpa per non esserti “stata vicina”, in fondo lo sai che in quello stato non ce la facevo a vederti… ed è anche da questo presupposto che è nato tutto il litigio con Harry.
Ma scusa… NON SEI ENTUSIASTA!?”
“Non voglio uscire.
E non fare domande, piuttosto prova a capirmi”
Sbarro gli occhi, sento il respiro diventare affannoso… e cerco di evitare la tachicardia che questo messaggio mi causerà. Mostro lo schermo a Niall, che aggrotta le sopracciglia e assume la stessa espressione che ho io. Le mani tremano insieme alle gambe, il cuore batte a mille… e, proprio in mezzo a questa situazione, un lampo squarcia il cielo in due.
 
POV LOUIS
Marty < Ma finalmente! John dorme, Darcy e Billy anche… ho scritto alla signora Streetsarm, che ha detto che è felicissima e che cercherà di fare presto. > Si lascia cadere sul divano sul quale sono seduto anche io, e le circondo il collo con un braccio, baciandola poi molto passionalmente.
Io < Eri stupenda quando lo cullavi… > Cambio argomento, facendola all’istante arrossire. Le stampo un bacio sulle labbra, e poi un altro, e un altro ancora…
Marty < Questa tenerezza? > Mi sposta il ciuffo dalla fronte, per poi sorridere. Ricambio, e le accarezzo dolcemente la guancia.
Io < Non abbiamo avuto tempo per noi, oggi… e cerco di recuperare quello che abbiamo perso. > Annuisco soddisfatto alla mia stessa affermazione, e mi becco una pacca sulla testa… e poi un bellissimo bacio.
Marty < Puoi farlo, se vuoi… > Invece di fare cose troppo eccessive, perché (a) ci sono bambini che dormono e (b) la signora Streetsarm arriverà a momenti, le accarezzo i capelli facendole appoggiare la testa sul mio petto e poi sdraiandomi sotto di lei.
Io < Mentre pomiciamo però… > Continuo con le carezze, che partono dalla testa e arrivano ai fianchi. < Di cosa mi dovevi parlare di così importante, stasera? > La sento irrigidirsi sopra di me, e solleva di scatto la testa, prendendo a fissarmi. Si morde il labbro inferiore ripetute volte, e la cosa mi insospettisce molto.
Marty < Praticamente… > Si mette a fare gesti con le mani, cosa che fa quando deve parlare ed è molto tesa. Alzo un sopracciglio, interrogativo, e balbetta un po’ prima di dirmi la notizia bomba. < Devo dire ai miei che stiamo insieme, non ce la faccio a tenere tutto… ehm… nascosto. Solo che non so come. > La cosa non mi piace per niente, e il primo impulso che ho è quello di dirle che non ci credo affatto. Ma scaccio subito questo pensiero, che però conservo, ed annuisco, interessandomi al racconto.
Io < Nemmeno i miei lo sanno… > Sogghigniamo insieme sotto i denti e, tra risatine e carezze, lei si risistema al suo posto… come se fosse più tranquilla. Mi sta nascondendo qualcosa, e ne sono sicuro.
Marty < Si… ma i tuoi non sono a più di mille chilometri da te, e non sono iperprotettivi come i miei. Inizierebbero a farmi domande su di te, su chi sei, per vedere quanto veramente io ti conosco, e poi farebbero varie considerazioni del tipo “mia figlia sta con uno sconosciuto, ma che scandalo” o che ne so- > La zittisco tappandole la bocca con l’intera mano, e lei mugola ancora qualcosa, prima di sbuffare e stare zitta, alzando i suoi bellissimi occhi azzurri al cielo.
Io < Secondo me il problema qui è… > Mi schiarisco la voce, con qualche colpo di tosse. < Che non ci posso parlare. Il mio italiano fa schifo, e non potrei nemmeno farmi conoscere… giusto per dargli l’idea che non sono un cattivo ragazzo. > Annuisce, e si porta una mano sul mento per riflettere. Dopo qualche minuto passato in religioso silenzio, si siede composta ed estrae il cellulare dalla tasca.
Marty < Li chiamo. > Le prendo il polso, scuotendo la testa in modo imperativo.
Io < No. Non adesso, almeno. > Storta la testa. < Adesso siamo qui, sta per arrivare la Streetsarm, e ci sono bambini piccoli di là. Metti che si arrabbiano e prendono a urlare… e tu ti arrabbi a tua volta ed alzi il tono di voce. > Annuisce, e si siede di nuovo in segno di resa.
Marty < Solo che ho pochissimo tempo… domani è sabato, ed esce Ludo dall’ospedale. Domenica mi devo portare avanti con lo studio perché la Dover interroga… quando potrei? > Mi accorgo che mi guarda come se io fossi la sua unica speranza, il che mi fa sentire importantissimo. Sbuffo, e poi all’improvviso mi viene un’idea.
Io < Potremmo… > I suoi occhi si spalancano, lucidi come non mai. < Un giorno nel quale tu non devi studiare, vederci e… che ne so… chiamarli? So di non poterli conoscere e, credimi, mi dispiace, però almeno sarei lì con te… > La sua mano risale dal mio fianco ed arriva al centro del mio petto, mentre è ancora sdraiata su di me. Sospiro, abbassando il mio tono di voce. < Ti terrei la mano… > Mi ritrovo a sussurrare, quando mi afferra per il polso ed appoggia entrambe le mie mani sui suoi fianchi. La faccio volteggiare, ponendola delicatamente schiena al muro…
Marty < E poi? > Arrossisce un pochino mentre sorrido maliziosamente. Si sposta un ciuffo di capelli dal viso, ed appoggio la fronte sulla sua.
Io < E poi… > Lascio un piccolo morso sulla clavicola, facendole buttare la testa all’indietro. Si attira il labbro inferiore tra i denti, e poi la bacio molto passionalmente. < E poi questo… > Sussurro, a due centimetri dalle sue labbra che nel frattempo sono diventate di un rosso ciliegia. Vorrei baciarla ancora, infinite volte, ma veniamo interrotti dalla porta della cucina che sbatte.
 
POV ZAYN
Reby < Vi dico che per me è così! > Mordicchia freneticamente l’interno del pollice. Francamente non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione così complicata… sono felice, per Feddy, ma allo stesso tempo abbattuto, afflitto per la storia di Harry.
Feddy < Mah… a me sembra molto strano quello che stai dicendo, Reby! > Mi rigiro i pollici, e me ne sto zitto ad ascoltare le loro discussioni che si stanno sempre facendo più interessanti. Sono abbastanza scioccato dal fatto che Harry si sia tagliato… ma non lo conosco da molto tempo, non so com’è fatto e non so come abbia potuto prendere il fatto di averci persi tutti. Nella mia posizione, non posso né giudicarlo né capirlo, ed è per questo che sto zitto e le osservo entrambe… intente a fare qualcosa in cui non potranno riuscire mai.
Reby < E allora non so cosa dirti! > Sbotta lei, sedendosi nuovamente sul divano del soggiorno. < Come lo spieghi il suo comportamento strano, allora!?! > Esclama, alzando anche troppo il tono di voce.
Feddy < Ah, cazzo, dovrei anche spiegartelo? > Alza gli occhi al cielo, e si sposta i capelli sulla spalla destra. < Reby… ha perfettamente ragione lui! Insomma non lo conosci, qui le uniche che potrebbero veramente fare qualcosa sono Marty e Ludo! Ma, guarda caso, nessuna delle due è qui, e quindi fattene una ragione! > Esclama Feddy, ed intervengo sia per sostenerla sia per calmare le acque.
Io < Ragazze… > Dico, a voce bassa, e stranamente ottengo la loro attenzione. < Qui a dire il vero nessuno dei tre può parlare. Non possiamo insultarlo di certo, ma nemmeno provare a capirlo… perciò sono pienamente d’accordo con Niall. > Affermo, e Feddy lancia un sospiro di sollievo, bevendo un sorso del suo the. Reby invece guarda male tutti e due, per poi riprendere a camminare freneticamente avanti e indietro per la stanza.
Reby < Si, ma se ti tagli non c’è niente da capire. > Esclama, con il tono di voce altissimo. Sbuffo, imitato da Feddy… e subito dopo io e lei ci scambiamo un’occhiata, seguita da delle rapide scosse della testa.
Feddy < I motivi, magari? Oppure, che ne so… > Gesticola un po’ goffamente con le mani, dirigendosi verso Reby, che sta ancora camminando. < Non lo conoscevamo… non avremmo mai potuto aspettarcelo! Invece magari Niall, o… Louis? Non lo so… avrebbero potuto benissimo! > Si batte una mano sulla fronte, a conclusione della frase, e poi torna seduta vicino a me. Si prende la testa tra le mani, tappandosi le orecchie, e se la porta in mezzo alle gambe… turbata, scossa.
Reby < Va bene, va bene… ma qui il discorso è un altro! > Alziamo entrambi lo sguardo, incuriositi dal suo cambio di discorso improvviso. < Harry si è tagliato, okay, e non è nel mio carattere riuscire a farmene una ragione. Anche se lo conoscessi da una vita, anche se fossimo nati insieme… non ce la farei, perché sono fatta così. > Afferma, con il tono di voce che, dopo varie sfuriate, è ritornato normale e degno di una discussione fra amici.
Io < Si, però su questo non- > Mi zittisce, con una delle sue occhiatacce. Alzo entrambe le mani, in segno di innocenza, e mi appoggio nuovamente allo schienale, aspettando che riinizi a parlare. E mi sistemo il ciuffo di capelli.
Reby < Qui quello che stupisce è il comportamento strano di Niall! Non è mai stato così “cattivo” o “strano”… e la cosa non mi piace affatto! > Si ferma, appoggiandosi al muro e stando davanti a noi. Ma anche qui, per quanto possa dispiacere, non possiamo fare niente: non posso fare altro che darle ragione, perché anche a me Niall è sempre sembrato un ragazzo molto gentile e pacato… però magari sta cambiando o, come afferma Reby, si sta vedendo con Harry… non lo so! È tutto racchiuso in un enorme punto di domanda, e non c’è cosa che odio più dei misteri.
Feddy < Si, su questo non posso darti torto! > E così, tra chiacchiere, supposizioni, battutine e qualche tazza di the di troppo, si fanno le undici di sera. È strano ritrovarsi in situazioni come queste… non ho mai avuto rapporti con una ragazza, mentre ora sono qui a discutere con due. Di problemi importanti non ne ho mai avuti, mentre ora uno dei miei migliori amici si è tagliato, per un motivo che nessuno di noi sa… e, per carità, stare qui a parlare mi piace… ma non di questi brutti argomenti. Il mio cellulare vibra, svegliandomi da quello che era un leggero assopimento. Liam.
FROM: LIAM C:
Zay! Da quanto tempo che non parliamo…
E, non so come mai, mi ritrovo a sorridere senza un motivo.
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui bellissimi!
Come non detto, mi sono ritrovata a pubblicare una settimana dopo… e mi scuso tantissimo, ma è per la storia di mia mamma e non posso farci niente. Però alla fine ce l’ho fatta a terminare il trentesimo capitolo… ehy… ma è il trentesimo anniversario di Hope! Auguriiiiii!!
Come piccolo regalo, vorrei tanto chiedervi di seguirmi, lasciare recensioni eccetera eccetera… o, se proprio siete fan accaniti, di fare pubblicità alla storia. Ma non voglio fare uno spazio autrice focalizzato sullo spam, per cui passiamo subito al mio amatissimo punto della situazione:
Il capitolo di apre con un POV LUDO che, tra incertezze, felicità e tristezza, si ritroverà catapultata fuori dall’ospedale… prima era il suo più grande obbiettivo, quello di essere libera, ma ha capito che non si deve liverare dall’ospedale, bensì da tutti i problemi che la circondano. Bentornata, Ludo!(?)
Poi veniamo subito a un POV HARRY, dove si capisce che Niall l’ha già perdonato ed, insieme a Marty, formeranno un bel trio… poi però vede uno screen, dove legge sia che Ludo sta per uscire dall’ospedale, sia che non vuole. E poi lasciamo lì il riccio dilaniato dal senso di colpa, insieme al biondo, che è nella stessa situazione.
Il POV MARTY potrebbe non avere molto senso, ma sarà l’inizio di una graaaande “peripezia”, mi spiego meglio: lei glie lo ha tenuto nascosto, ma lui lo verrà mai a sapere? E come la prenderà? Lascio tutto nel mistero…
Infine, abbiamo un POV ZAYN, dal quale si capisce che il poveretto è finito in una discussione tra le due furie Feddy e Reby… sopravvissuto, si rende conto che l’unica via d’uscita è quella detta, anche se in modo brusco, da Niall, ovvero farcene una ragione. Chiaramente Reby non lo accetta, e da di matto anche se non conosce per niente Harry… invece Feddy, più matura, se ne fa una ragione come il suo ipotetico ragazzo.
Okay, ora che ho finito il punto della situazione, vorrei passare ai ringraziamenti e al saluto della settimana… vi ringrazio di cuore per leggere Hope e commentarla, perché, anche se molti di voi non la seguono, ogni capitolo ha più o meno 70 letture e la cosa è alquanto pazzesca, soprattutto perché è la prima ff che scrivo… quindi dico un enorme grazie a ognuno di voi! Vorrei salutare la mia amica Ludo, che è anche nella storia, e che mi ha fatto venire un colpo di genio assurdo, che però succederà tra qualche capitolo… quindi ciao(?) e grazie mille<3… Anish, il POV LIAM verrà nel prossimo capitolo, quindi non preoccuparti amore.
Grazie ancora di cuore a tuttiiiii! Un bacio xxx
Marty 

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Capitolo 31
*** Little Flashback ***


POV REBY
Io < Dai, è tutto pronto… > Guardai di nuovo l’orologio, per la quindicesima volta in dieci minuti. Ero agitata, tutti lo eravamo… e si notava fin troppo.
Feddy < Manca solo… > Sbuffò, e una piccola nuvoletta bianca si materializzò davanti al suo viso per poi scomparire subito dopo. Faceva freddo, e la mia sciarpa non era di certo abbastanza per tenermi al caldo, per questo la mia schiena era continuamente scossa da inevitabili brividi di gelo, misto ad un senso infinito di agitazione. < Ludo… > Stavolta fui io a sbuffare, per poi guardare di nuovo l’orologio. Le dieci.
Io < Le abbiamo organizzato una festa, non può stare dentro ancora così tanto! Cosa mai dovrà fare!? > Esclamai, infilando entrambe le mani nelle tasche del giubbotto morbidissimo. Lanciai un’occhiata agli altri: Marty e Lou presi per mano, teneri come sempre, appoggiati al muretto… Niall si stava avvicinando a me e Feddy, mentre Liam e Zayn parlottavano con la coppietta felice.
Niall < Ragazze! > Ci venne incontro, dato che era appena arrivato. Ricambiai con uno sguardo abbastanza freddo, anche se in realtà avrei voluto abbracciarlo e stringerlo fortissimo a me… ma l’orgoglio non me lo permise. Stampò un bacio sulla guancia alla ragazza di fianco a me, che subito gli sorrise, e poi fece lo stesso con me, che invece rimasi impassibile. La sua reazione fu una memorabile smorfia.
Feddy < Ciao Niall! > Mi diede una fortissima gomitata, senza farsi vedere dal ragazzo biondo che intanto si mise davanti a noi. Gli feci un forzatissimo sorriso, al quale ricambiò con lo stesso sentimento. Quei due si misero a parlare della festa, mentre io accesi la musica con il volume al massimo… aspettando freneticamente l’uscita della mia migliore amica dall’ospedale. Sentii Feddy ridere, e poi notai i due ragazzi fissarmi. Mi tolsi una sola cuffietta, interrogandoli alzando il sopracciglio destro.
Niall < Abbiamo detto… > Si schiarì la voce, sogghignando ancora forse per la precedente battuta. < Che dovremmo trovare un modo per ringraziarti della magnifica idea che hai avuto! > I suoi tono completamente cambiarono, e divenne il ragazzo dolce e simpatico che ho sempre conosciuto… però, nonostante tutto quell’orgoglio che mi tratteneva dallo stringerlo forte a me, gli sorrisi. Neanche troppo forzatamente, cercai solo di essere il più naturale possibile.
Io < Ehm… grazie! Alla fine Ludo è come una sorella per me, era il minimo che potessi fare… > Ricambiò il sorriso, appoggiandosi al muro a fianco a me. Quella vicinanza a lui mi fece dimenticare tutti i miei pensieri del lasso di tempo durato fino a un secondo fa… e provai con tutta me stessa a mettere da parte l’orgoglio. Feddy mi diede un’altra gomitata, e se ne andò dagli altri facendomi l’occhiolino… e lasciando me e Niall soli.
Niall < Come… come va? > Buttò lì, dopo che si prese qualche secondo del beato silenzio che ci faceva da muro per rimanere separati. Non so con quale forza gli sorrisi, e ricambiò.
Io < Beh… Ludo oggi esce, quindi benone! > “Peccato… che mi manchi.” Avrei voluto volentieri aggiungere, solo che quel filo di orgoglio misto a vergogna rimasti nel mio corpo me lo impedì. Mi grattai la nuca. < Tu? > Chiesi, facendo alla perfezione la parte dell’interessata. Forse perché mi interessava davvero di lui, ma non potevo accettarlo.
Niall < Bene! > Sorrise di nuovo, e ricacciai nuovamente il primo impulso di appendermi al suo collo. Mi invitò a sedermi sul muretto, lontano però dagli altri, ed accettai volentieri, togliendomi l’ultima cuffietta e spegnendo la musica. Allungò il collo verso di me, come per dirmi un “segreto”. < Harry non c’è. > Sussurrò, talmente velocemente che feci fatica a capire. Annuii abbassando lo sguardo, e approfittai di quel momento per porre le mie scuse.
Io < Lo vedo… è strano però, lui secondo me ha una cotta per Ludo! > Sussurrai a mia volta, e poi mimai uno “scusa” con le labbra… mi rispose con un occhiolino e poi mi prese per mano, e sospirai di sollievo. Mi ero alleggerita di venti chili, perché lui mi aveva perdonata. Forse ha capito che questo fa parte del mio carattere e, come noi ci dobbiamo fare una ragione per il fatto che Harry si sia tagliato, anche lui se ne deve fare una per il mio carattere. Dopo questa piccola parentesi, ritornai alla realtà: alla Reby appena stata perdonata per l’ennesima volta.
Niall < Però è strano che non ci sia, anche secondo me ha una cotta per Ludo… e se tenesse a lei dovrebbe essere qui. > Mi guardai intorno… insieme alla strada deserta, ai nostri amici e al muro bianco immacolato dell’ospedale non vidi nulla. Nessuna traccia di Harry. Né di Ludo.
Io < Infatti… al suo posto sarei venuta! > Era troppo bello il fatto che sussurrassimo… come se tutti questi fossero segreti tra di noi, ai quali a nessun altro era permesso accedere. E pensare questo ci fece sorridere entrambi nello stesso momento… come se potesse leggere nel mio pensiero ed io nel suo. Ed essere collegati, come le “anime gemelle”.
Niall < Ma anche io… il punto è che- > Si fermò improvvisamente, ed alzò lo sguardo, facendolo diventare impietrito. I nostri pensieri si collegarono di nuovo, e mi girai di scatto, vedendo una figura familiare uscire dalla porta principale dell’ospedale.
Io < Ludo! > Urlai, alzandomi in piedi ed iniziando a correre verso la sua direzione. Sorrideva, da quello che si potesse distinguere da lontano… Niall si mise a correre dietro di me, seguito da Marty e tutti gli altri, che come mi videro partirono alla carica.
Ludo < Ragazzi? > La sentii parlare, e la sua voce stupenda scatenò in me una serie di indescrivibili brividi. Allargò le braccia, ed aumentai il ritmo della corsa facendo lo stesso… è passato un fottuto mese. Un mese senza la metà di me, senza la mia quasi sorella… e ora poterla abbracciare è l’unica cosa che voglio, e che posso fare. Perché, conoscendomi, non riuscirò a dire una parola e scoppierò a piangere… però ad abbracciarla riuscirei, e quindi sarà l’unica cosa che farò.
Io < Si! > Le risposi, ormai a 10m di distanza… feci gli ultimi passi, e finalmente la raggiunsi. Le saltai letteralmente addosso, agganciando le gambe al suo bacino, e lei prese a girare vorticosamente, come le ballerine fanno le piroette… e, per un’altra volta, finii per non capire più niente. Sentii però ogni singola cellula del mio corpo a contatto con il suo, dai morbidi capelli lunghi fino alle sue mani calde, che mi tenevano attaccata a lei per la vita. E… di nuovo, la sua voce. La sua voce perfetta, calda e intrigante, ma allo stesso tempo melodica, rassicurante… dovrebbe fare la cantante, secondo me. È semplicemente perfetta, e ora è finalmente tornata.
Ludo < Mi sei mancata tantissimo tesoro… > Sussurrò, e a quel punto gli occhi presero a pizzicarmi, per le lacrime che a tutti i costi volevo trattenere. Me li sfregai con le mani, mentre lasciai il suo collo e mi misi semplicemente in piedi davanti a lei, che però mi stringeva ancora per la vita…
Non feci nemmeno in tempo a rendermi conto di quello che stava succedendo, che fui al centro di una “calca” di persone che volevano stringerla e abbracciarla. E tra spintoni, qualche singhiozzo e abbracci molto sentiti, mi ritrovai un secondo dopo a casa, come se non fossi riuscita a capire nulla di quello che avessimo fatto fin adesso. Mi ricordo solo lei, i suoi occhi allegri e pieni di lacrime, e quel secondo in cui il mio corpo è entrato a contatto col suo… in quel secondo, l’altra metà del mio cuore è tornata con me. Ed ero felice per questo.
 
POV FEDDY
Io < Ludo oddio! Cioè averti qui adesso è… entusiasmante! Non riesco a descriverlo, scusami tesoro… > La abbracciai di nuovo, e lei ricambiò con lo stesso affetto… e poterla stringere di nuovo a me, fu la cosa più bella che esiste al mondo.
Ludo < Ma non devi descrivere nulla, ora sono qui Feddy… > Mi baciò appena sopra la fronte, facendomi all’istante sorridere. Poi si girò di scatto verso la strada dietro di noi, come per cercare qualcosa, o qualcuno, e, insoddisfatta, tornò nel nostro mondo appena ricongiunto.
Marty < Vieni qui! > La chiamò Marty, con la sua voce squillante. Ludo abbracciò anche lei per l’ennesima volta e le stampò un bacio sulla guancia… e poi i suoi occhi guizzarono, maliziosi.
Ludo < A proposito… > Marty alzò gli occhi al cielo, facendo fare a Ludo una risatina sommessa. < Voi due, non vi ho mai visti baciarvi… muovetevi! > Batté le mani come per incitare un cagnolino ad andare a prendere la palla, e Marty e Lou scossero la testa, entrambi imbarazzatissimi. Carini, devo dirlo, molto teneri.
Lou < No! > Esclamò, e si impuntò sulle scarpe come un bambino piccolo. Ed allora Niall fece la cosa che avrebbero fatto tutti…
Niall < Bacio! Bacio! > Iniziò ad applaudire le mani a ritmo della sua voce, seguito da tutti. Arrivammo a formare un bel coro, quando i piccioncini si girarono l’uno verso l’altra…
Zayn < Lou, datti da fare! > Urlò il moro, da dietro di me. Lou lo freddò con un’occhiataccia, per poi dopo far diventare i suoi occhi dolci, più belli che mai… e rivolgerli verso la sua ragazza. Le mise le mani sui fianchi, e lei le appese al suo collo…
Liam < Ragazzi, dai… non fate le- > Stava per dire “lagne”, o qualcosa come “femminucce”, quando all’improvviso le labbra di Louis sfiorarono delicatamente quelle di Marty… che intensificò il tutto. Lasciarono quasi tutti basiti… anzi, tutti, tranne me e Zay. Io e lui ci guardammo, arrossimmo un pochino, e lentamente ci avvicinammo. Mi prese la mano di nascosto, senza farsi vedere dagli altri… appoggiò la testa sulla mia spalla, per poi sussurrarmi nell’orecchio.
Zayn < Un giorno ci saremo noi al loro posto… > Mi baciò delicatamente la guancia, e gli strizzai l’occhio in modo ammiccante.
Io < Lo so, e non vedo l’ora… > Ricambiai il bacio, e poi mi staccai e con uno scatto saltai in groppa a Ludo, appena prima che Reby estraesse le chiavi di casa dalla tasca del piumino e ci fece cenno con gli occhi di avvicinarci a lei, per la sorpresa…
Io e Marty andammo subito da lei e, mentre Ludo fu bendata, Reby aprì la porta di casa e tutti andammo velocemente alle nostre “postazioni”
Liam < Puoi toglierti la benda ora! > Urlò Liam da dietro il tavolo. E Ludo si scoprì gli occhi.
Tutti < Sorpresa! > Dicemmo in coro, e le saltammo addosso. Era tutto addobbato di rosa e di giallo… qualche festone di tulle e un bel mazzo di fiori sul tavolo dietro il quale stavano Liam e Zayn. E, a fianco del mazzo, una bella torta, con scritto “Welcome Home Ludo” e il simbolo dell’infinito… mettendo insieme i soldi, era uscita una cosa molto carina, dato che eravamo riusciti a farci stampare sopra una foto di noi tutti insieme. E con “insieme” intendo “anche con Harry”, e francamente temo proprio questo: la sua reazione, quando in quella foto noterà anche il ragazzo ricciolo più bello del mondo. E così, mentre ero di nuovo in mezzo a quella calca formatasi intorno a lei… notai nei suoi occhi un fulmineo moto di tristezza, malinconia, addirittura compassione, mentre guardava la foto sulla torta stupenda. Ma fu una debolezza appena percepibile, perché subito dopo passò ad abbracciare tutti per ringraziarci, e ci fu anche qualche lacrimuccia di compassione. Da parte di tutti.
Reby < Vado a prendere il coltello, così tagliamo la torta! > Ci sorrise, e sparì un attimo dopo dietro la porta. Ognuno qui prese a chiacchierare e formammo un bel gruppetto… Marty, però, si avvicinò a me e mi guardò dritta negli occhi. Certe di non essere ascoltate da nessuno, perché stavano tutti chiedendo cose a Ludo, ci sedemmo vicine e ci versammo un bicchiere di Coca-Cola, riempiendo anche quelli degli altri.
Marty < L’hai vista anche tu la sua espressione quando ha visto la foto, vero? > Mi guardò con un’espressione seria, si girò immediatamente verso Ludo, per poi tornare a fissare me… annuii, come per resa.
Io < Si, l’ho vista benissimo… > Fu tutto quello che riuscii a dire, perché subito dopo Ludo arrivò da noi, felice come una Pasqua. E non potemmo fare a meno di sorriderle.
Ludo < Venite con noi, stiamo per tagliare la torta e ci dovete essere anche voi per il primo selfie insieme! Sbrigatevi! > Facemmo delle risatine sotto i baffi, per poi abbracciarla e baciarla sulla guancia. Ci tirò per i polsi e mi spinse in mezzo agli altri… e fece di proposito a spingere Marty tra le braccia di Lou, il quale si girò e ci fece l’occhiolino mentre questa gli ruzzolò addosso. Reby arrivò con il coltello, che ci mise anni a trovare, e ci mettemmo in posa davanti alla finestra, con il mio cellulare rivolto verso di noi e la telecamera interna attivata. Misi il mio effetto preferito su Retrica, impostai l’autoscatto e tutti, sorridenti e felici, ci mettemmo in posa. Poco dopo un piccolo “click” confermò la sicuramente bellissima foto.
Niall < Fammi vedere, Feddy! > Gli mostrai lo schermo, e tutti iniziammo ad applaudire per la foto riuscita benissimo. Io e Marty ci scambiammo un’occhiata veloce, prima di iniziare (chiaramente senza farci vedere) a guardare un po’ come l’aveva presa Ludo. Perché lei sa meglio di me, che Harry non è qui. Non la sta abbracciando e non la sta riempiendo di baci perché è appena uscita da quello che oramai sembrava un vicolo cieco… ma nonostante tutti i nostri tentativi di riavvicinarlo (ben pochi) lui non c’è, e non è qui a farla felice… ed è per questo che Ludo, sorridente come non mai, ha gli occhi imperlati di lacrime. Non sta piangendo, non oserebbe mai farlo qui in mezzo a tutti noi che la stiamo festeggiando perché sa che sarebbe come “mancarci di rispetto”, però sta trattenendo tutto a stento.
Ludo < Ma siamo bellissimi! > Esclamò proprio lei… forse perché voleva distrarsi, forse perché alla fine ci teneva a farci sapere quello che pensava… o forse per entrambi i motivi. Sbuffò per poi avvicinarsi al tavolo e tagliare lei stessa la torta, tra urletti, fischia e applausi.
Lou < Com’è?! > Chiese, riferendosi alla torta e provando ad avventarsi sulla prima fetta disponibile. Strano che non fosse stato Niall, di solito è lui che fa la parte dell’ossessionato dal cibo. Scoppiai a ridere, mentre aiutavo Ludo ad impiattare per bene le fette… soprattutto perché Reby raggiunse Lou con uno scatto degno di Bolt, e riuscì ad afferrargli il polso appena in tempo. Fui imitata da Ludo, Marty e gli altri… e Reby fece l’esultanza proprio di Bolt quando vince una corsa, scatenando altre risate.
Zayn < Credo limone… e un pizzico di crema. > Disse, mentre si mise una mano sul mento per riflettere, e così nacque una bella discussione per scoprire il gusto della torta.
Marty < Ragazzi, permettete che siamo andate noi a sceglierla, è crema e mascarpone! Il limone non c’è! > Ribatté, facendo un altro morso e contestando i ragazzi.
Io < Ma infatti! E da quando sareste critici culinari? > La sostenni, sbattendo un piede per terra come fanno i bimbi piccoli. Mi beccai un’occhiataccia da tutti i ragazzi…
Liam < Ma no! Possibile che non sentiate il limone?! E poi il mascarpone non c’è! > Urlò lui, e mise il piatto con poche briciole sul tavolo.
Ludo < Ragazzi… > Provò ad attirare la nostra attenzione, ma poveretta scelse il momento più sbagliato. Si accese una piccola scintilla, e si creò un completo caos, per decidere se la torta fosse al mascarpone o al limone. Fui l’unica a girarmi verso di lei, mentre gli altri continuavano a parlare l’uno sopra l’altro per far valere le proprie opinioni. Sul dannato gusto di una torta. Mi guardò negli occhi, prima di schiarire la voce. < Ragazzi! > Esclamò, zittendoli tutti in un lampo. Ecco perché le voglio bene.
Niall < Si? > Rispose, con tutta la naturalezza del mondo. Si beccò un’occhiataccia da tutti, e si fece piccolo piccolo sul divano, seduto accanto al mio Zay. Mio. Ludo poi tornò naturale e bellissima come sempre, si scostò i capelli dalla fronte ed estrasse un piccolo foglietta dalla tasca dei suoi jeans neri. Era veramente ben vestita oggi! Jeans di pelle neri ed attillatissimi ed una maglia bianca larga… con un giubbotto nero. E le sue All Stars borchiate. Dev’essere dimagrita molto in questi giorni, in ospedale, ma ci penseremo io e le ragazze a farle tornare la passione per i dolci e per la pizza!
Zayn < Niall, evita… > Gli sussurrò, tentando di non farsi sentire da nessuno. Io lo sentii, perché la sua voce la riconoscerei ovunque, ma credo che, me a parte, sia riuscito nel suo intento. Il biondo annuì, e Ludo aprì il foglio accuratamente piegato. Era pieno di scritte, a penna blu, che risaltavano sulla carta bianca… soprattutto alcune frasi, evidenziate in giallo. La ragazza in piedi davanti a noi si schiarì la voce, e poi iniziò a leggere.
Ludo < Visto che qui in ospedale non ho nulla da fare, e visto che sono le 4.30 di mattina e oggi devo uscire… vi sto scrivendo una lettera. Non sto piangendo, ve lo assicuro… forse ho gli occhi che bruciano, ma vi giuro che è semplice commozione, perché finalmente ora posso abbracciarvi e stringervi forte a me. Sono stata in ospedale, da quello che avete detto voi, un mese… e diciamo che ho avuto coscienza per poco più di qualche giorno. > Fece qualche colpo di tosse secca, mentre tutti eravamo assorti nell’ascoltarla. < E, in quei pochi giorni, ho capito quanto siete importanti per me… insomma, alcuni di voi li conosco da poco, altri sono stati con me fin dall’inizio. >
E qui, mentre si fermò un attimo, ci fu uno sguardo stupendo tra me e le altre ragazze… nessuno meglio di noi la conosce meglio. Siamo come quattro sorelle, e ognuna completa ed è completata dalle altre. Ci siamo conosciute dalla morte di un amico che avevamo in comune, per quel cancro del cazzo… e la nostra tristezza, la voragine che si era creata nel nostro cuore, è stata colmata dal nostro incontro. Dal nostro primo sguardo, si era capito che tra noi sarebbe nato qualcosa di molto speciale, molto di più che un’amicizia… e, questo sguardo, si è ripetuto ora. E nella mia mente c’è stato un vorticoso flashback: noi quattro, ai piedi del letto dell’ospedale dove un tempo stava Giorgio, prese per mano quando a malapena conoscevamo l’una i nomi delle altre. Mi ricordo, io tenevo la mano a Reby e Marty, e Ludo stava di fronte a me, dall’altra parte del letto. E piangevamo, come non avevamo pianto prima, perché la morte di Giorgio ci ha fatte tremare… ci era stata strappata una parte del cuore, insieme a lui, e ora l’abbiamo ritrovata.
E così, mentre lei continuava a leggere… scoppiai inevitabilmente a piangere, e fu come essere tornati indietro nel tempo, all’inizio delle superiori circa… quando piangevamo di tristezza, e non di gioia. Quando non ci conoscevamo nemmeno, mentre ora siamo sorelle a tutti gli effetti. Ritornai con gli occhi pieni di lacrime ad ascoltare, mentre Lou asciugava le lacrime a Marty e le sussurrava cose tenere all’orecchio… che non facevano altro che farla piangere di più.
Ludo < E non mi importa se adesso scoppierò a piangere, cosa che molto probabilmente farò, però voglio solo che sappiate… che vi amo. E che quei giorni all’ospedale mi hanno fatto riflettere… perché cosa volete che faccia una diciottenne in un ospedale? Ascolta musica, legge i giornali deprimenti della sala d’attesa… e un po’ si ritrova a pensare. Ed io ho pensato che- > Si interruppe, per girare il foglio sul retro. < -che sono veramente fortunata ad avere amici come… > La sua bellissima voce fu interrotta da tre colpetti alla porta. Oramai la faccia scioccata, gli occhi impietriti e la bocca spalancata finirono sul viso di tutti, mentre Ludo lasciò cadere il foglio per terra e corse via come un uragano.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui!
Allora… scusatemi per il ritardo, ma tra i miei genitori e la scuola non ho proprio avuto il tempo di scrivere… ho avuto tante verifiche e interrogazioni, e quindi veramente la mia testa esplodeva. Però ora eccomi qui, di nuovo con voi! Ve se ama… stanno tipo aumentando tantissimo i lettori, e questa cosa la-amo-letteralmente. E ora, per la vostra (no scherzavo, la mia) gioia, il punto della situazione.
Allora Ludo è finalmente uscita dall’ospedale, e tra gioia e pianti di tutti, si scopre che (guardacaso) Harry non c’è. Lei è molto triste per questo, però a notarlo sono solo Feddy, Reby e Marty, che cercano di essere solari ed ottimiste mentre in realtà hanno una voragine nel cuore. Il capitolo è un po’ più corto perché volevo tenere la suspance sul “chi ha bussato?” eccetera eccetera. Non c’è sinceramente molto da dire, dato che tutto il capitolo è incentrato sull’uscita di Ludo dall’ospedale… a parte la riappacificazione dei Neby, che sono la mia OTP, e la tenerezza di Zayn che spacca i culi a tutti.
Detto questo, passo ai ringraziamenti per aver letto e commentato la mia ff… cioè vi adoro! Anish, come sempre grazie per il tuo enorme sostegno e i tuoi scleri da fangirl, te se ama<3
Grazie a tutti, e buona giornata. Baci xx
Marty 

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Capitolo 32
*** The Enemy ***


POV LUDO
Arrivai alla porta, dopo aver fatto una corsa per tutta la cucina ed aver attraversato il soggiorno a passo di ghepardo… è Harry. Dev’essere lui. Non può essere nessun altro, dato che siamo tutti qui a festeggiare il mio ritorno… ho cercato di non farlo notare, ma fin adesso ho sempre e solo pensato a lui.
O meglio… lui è sempre stato il primo punto della lista. Poi c’è il fatto che sono uscita, che tutto tornerà alla normalità e che andrà tutto bene, e che tutto si sistemerà. Ma il primo è Harry. Lo è sempre stato, solo che non me ne sono mai voluta accorgere… sentii ancora dei colpi alla porta, e pensai di impazzire quando gli altri arrivarono dietro di me, con tutta la calma del mondo. La aprii.
Io < Oh… ciao, Anne! > Mi grattai la nuca, sorridendo, quando in realtà avrei voluto piangere. Avrei voluto il figlio, non la madre… che comunque sembrava messa abbastanza maluccio. Era vestita con dei collant neri e degli stivali alti, una camicia infilata sotto la gonna a vita alta ed un giubbotto in tinta con tutto il resto. Aveva quei guanti che lasciano uscire appena la punta delle dita, un cappello di lana ed una sciarpa. Eppure, pur essendo ben vestita, aveva una bruttissima cera.
Anne < Ludo… ci sono anche gli altri, come state? > La sua voce era esile, rauca come quella di Harry… e mi fece quasi impressione quando il suo sguardo si abbassò. Era praticamente identica a suo figlio…
Io < Bene bene… entra, dai! > Annuì. Gli altri la salutarono, e le offrimmo una tazza di the. È tardo pomeriggio oramai, e francamente non so che cosa possa farci qui lei. La facemmo sedere al tavolo, recuperammo sgabelli e sedie vari, e ci sedemmo intorno a lei… pronti ad ascoltarla.
Niall < Che è successo? > Chiese, a voce bassa… e Anne ci guardò tutti negli occhi prima di rispondere. Strinse così tanto la tazzina che le nocche divennero bianche, e poi le sue mani iniziarono a tremare.
Anne < Sono due giorni che Harry non torna a casa… nemmeno la notte, per dormire. E insomma io sono preoccupata… non ho né mangiato né dormito in questi due giorni: sono stata davanti alla porta per aspettarlo. Ma non tornava… non rispondeva alle chiamate e ai messaggi. Ho pianto tantissimo, ma poi ho pensato che potesse essere qui… > Sorrise, mentre una piccola lacrima le rigò la guancia screpolata per il freddo. Guardai anche io gli altri, e ognuno scosse la testa… non so perché, ma Marty e Niall si fissarono negli occhi per un lungo lasso di tempo. Scossero la testa e tornarono a guardare la povera Anne, che intanto stava iniziando a singhiozzare debolmente. Il sorriso sparì dalla faccia di tutti, mentre davanti a noi si manifestava questo spettacolo orribile…
Zayn < Mi dispiace, signora Styles… > Abbassò lo sguardo anche lui, e prese la mano a Feddy, che si portò l’altra sulla fronte, sospirò e si spostò il ciuffo di capelli dalla fronte. Ci guardammo negli occhi, per poi scuotere la testa.
Anne < Non sapete nemmeno dove potrebbe essere? > Si portò entrambe le mani tra i capelli… non sa quanto la posso capire. Un pensiero mi balenò per la testa, e ognuno scosse la testa, rassegnato. Non avrebbe mai potuto essere alla nostra panchina, di sicuro… vuole togliersi me dalla testa, e non andrebbe lì di certo. E nemmeno io lo farei. Quindi un posto è escluso, e non ho la minima idea di quelli che lui frequenta…
Marty < No, Anne… mi dispiace così tanto… > Abbracciò di scatto Niall, che ricambiò con un bacio secco sul collo, e poi tornò con il suo ragazzo, che le strinse forte la mano. Gli occhi di tutti i ragazzi presenti in stanza erano imperlati di lacrime, che però non volevano far scendere… mentre io, senza singhiozzare, le lasciai libere di scorrermi lungo il viso. Non mi girai verso gli altri, non avrebbero dovuto vedermi in questo stato, soprattutto dopo che si sono dati da fare così tanto per farmi questa sorpresa… l’unica che mi vide fu Anne, che subito mi abbracciò perché poteva capirmi, finalmente. Ricambiai con tutto l’affetto che potevo darle, e le baciai la guancia anche se la conoscevo a malapena…
Proprio come qual tanto vicino, ma tanto lontano 2 dicembre. Io, Marty, Reby e Feddy ci conoscemmo per la morte di Giorgio, e nonostante fossimo tutte diverse, nonostante non ci conoscessimo, ci abbracciammo non appena ci vedemmo per la prima volta. E non dimenticherò mai tutto il calore che ci trasmettemmo… e le innumerevoli lacrime versate, e soprattutto quel legame, strano ma speciale, che si creò subito dopo tra di noi. E sto provando le stesse emozioni, gli stessi sentimenti, con Anne… che non mi conosce, ma in questo momento mi capisce meglio di chiunque altro.
Anne < Beh… voi state tranquilli, lo cercherò io. A costo di girare tutto il paese, lo ritroverò. > Disse in modo solenne, staccandosi da me e con il viso umido per il pianto.
Liam < No, lasci che sia lui a tornare, sbaglia ad andarlo a cercare. > Controbatté Liam, fiero di essere entrato in questa conversazione… e Reby lo sostenne pienamente.
Reby < Ha ragione lui… deve imparare la lezione una buona volta! > Scossi la testa, quasi impietrita dalla loro mostruosità. Come possono lasciarlo lì?
Io < No! Anne, devi andare a prenderlo! > Tutti si girarono verso di me, come se fossi la pecora nera del gruppo. Ed in effetti poco dopo mi accorsi di essere l’unica a pensarla così… ma Harry non può soffrire di nuovo.
Lou < Ludo, come mai dici questo? > Presi un respiro, mentre i battiti del cuore aumentavano alla velocità della luce.
Io < Ma non capite che se lo lasciaste solo ancora una volta la prenderebbe male? Cazzo, non è un pezzo di ferro. Ci sta male anche lui… Anne, dai retta a me. > Marty e Niall si guardarono di nuovo, e poi entrambi abbassarono lo sguardo. Questa improvvisa confidenza tra di loro mi stupisce quanto mi insospettisce: Marty lo odiava fino a poco tempo fa, per il fatto che non gli andasse giù il fatto che lei sta con Lou. Ed ora questi sguardi, queste intese… non mi piacciono per niente.
Anne < Ludo… vorrei davvero riuscire a darti ragione, però- > Si fermò, per tirar fuori un fazzoletto dalla grande borsa di vernice. Si soffiò il naso, con ancora gli occhi un po’ lucidi per il pianto appena terminato. < -però deve imparare a mettere da parte l’orgoglio. Ho fatto di tutto per lui, non può trattarmi così… > Sospirò, e poi sorrise a Liam, che arrossì immediatamente e si grattò la nuca. Io invece rimasi completamente scioccata dalla sua risposta. Tale madre tale figlio, no? Forse non lo sa… ma anche lei sta dando sfogo a tutto l’orgoglio che tiene in corpo, non andando a cercare Harry. È suo figlio, io sarei preoccupata al posto suo, e lo cercherei a costo di perlustrare ogni singolo metro quadro di Londra. E questo non mi va proprio giù.
Io < Ma lo capisci che è lì fuori, al freddo, da solo?! Come si guadagna da mangiare, e dove dorme?! > A questo punto sentii qualcuno prendermi per un braccio, mi girai all’indietro e vidi Zayn. La calma nei suoi occhi servì a calmare anche me… non so cosa possa farti quel ragazzo, guardandoti.
Zayn < Ludo, ascoltami bene. > Mi lasciò il braccio, ed allora sospirai, perché sapevo che sarebbe stata una delle sue uscite per calmare le acque. E avrebbe dato ragione a lei. < Per quanto possa sembrarti assurdo, credo abbia ragione… ma lo vedi come stai adesso? Male, l’abbiamo notato tutti oggi, e non dire di no. E di chi è la colpa? > Mi scosse per le spalle. < Rispondi, per favore. > Mi intimò, annuii, in segno di aver capito.
Io < H-Harry… > Balbettai sottovoce. Annuì a sua volta.
Zayn < E, se lo andasse a cercare ora, farebbe proprio quello che lui vuole, come se si sottomettesse a lui. Quindi, anche se gli vuoi un bene dell’anima, pensa a cosa sarebbe meglio per tutti. > Si allontanò così da me, lasciandomi di nuoto tutti i riflettori puntati addosso. Abbassai velocemente lo sguardo, e presi a mangiucchiarmi l’interno del pollice, come era mia abitudine fare quando avevo qualcosa da contestare, ma preferivo stare zitta… come adesso, dopotutto. Mi sedetti sulla poltrona, e assistei al resto della noiosa conversazione senza fare alcun tipo di commento. Dopo mezz’oretta Anne se ne andò, lasciandoci finalmente soli, e “ringraziando i miei cari amici per il sostegno”. Marty poi si avvicinò a me, mettendomi una mano sulla coscia e massaggiandola come faceva sempre quando ero triste…
Marty < Ludo… > Mi costrinse ad alzare nuovamente lo sguardo, e mi sorrise. Ricambiai, in modo che si capisse che era molto forzato, e poi tornai a fissarmi le scarpe. < Ludo! > Mi chiamò di nuovo, e sbuffando la guardai negli occhi.
Io < Dimmi. > Le risposi, senza sentimenti dentro di me. O meglio, senza lasciar trasparire la confusione che in quel momento si era impossessata del mio corpo.
Marty < Mi dispiace che il tuo ritorno dall’ospedale sia stato così melodrammatico… però stai tranquilla. Tornerà, ne sono certa. > Annuii distrattamente, per poi infilarmi gli auricolari e mettere la musica al massimo. Mi fece l’occhiolino, e tornò ad abbracciare il suo Lou. Quanto vorrei essere al suo posto, con Harry… a tenerlo stretto, come per volergli dire che non lo lascerò mai. Ed invece, è stato lui a fare il contrario. E tutto questo fa male…
 
POV HARRY
Colpii un’altra volta il sacco da boxe che stava davanti a me, e subito dopo mi fermai per raccogliere i miei lunghi capelli ricci in uno chignon che li tenesse fermi al di sopra della fronte. Erano tutti bagnati, ed il mio viso era imperlato di sudore… rimisi i guanti, pieni di toppe e graffi vari, e riiniziai a prendermela con quel grande sacco che stava davanti a me. Avevo imparato, dopo varie volte che sono venuto qui per sfogarmi, a riconoscere nel sacco da boxe il mio nemico principale, il punto di incontro di tutte le mie insicurezze e delle mie paure. E per ora stava funzionando, devo dire… i muscoli sulle mie braccia e le magliette bagnate ne sono una prova.
Sentii dei passi sicuri avvicinarsi a me, e si arrestarono nel momento in cui la grande catena di metallo si spezzò e il sacco si staccò, cadendo rumorosamente per terra. Mi fermai, strinsi i pugni fortissimo e feci per andare a cercare un altro sacco da prendere a cazzotti, quando questo ragazzo mi afferrò per una spalla, fermandomi. Non l’avevo mai visto prima d’ora, ed è abbastanza strano dato che conosco mezza Londra… però sembra più grande di me, e non dà l’idea di essere un bravo ragazzo, visto che porta un giubbotto di pelle nero e dei jeans stretti… e ha un tatuaggio mostruoso sul collo. Mi sorrise maliziosamente, e io rimasi assolutamente composto.
James < Ciao, chi sei? > Mi squadrò da capo a piedi… e gli risposi con una smorfia del viso.
Io < Che te ne importa? > Sbuffai molto forte, e mi girai dandogli le spalle, iniziando a camminare. Con una mossa tipica del wrestling, non della boxe, mi colse di sorpresa e mi torse il braccio da dietro la schiena. Gemetti per il dolore, e poi per frustrazione, quando mi costrinse a girarmi e a fissarlo negli occhi.
James < A James non piace essere preso in giro… soprattutto dai pischelli del liceo come te… capito? > Mi sorrise maliziosamente, annuii… e poi mi lasciò il braccio, che presi a massaggiare. Cazzo, era potente. Mi aveva addirittura lasciato i segni delle dita sull’avambraccio, con la sua stretta fulminea. < Quindi, mi sembra di averti chiesto come ti chiami… > Sorrise di nuovo in quell’odioso modo… e poi lo guardai sprezzante.
Io < Harry, Harry Styles. Posso andarmene adesso? > Non si scompose, ma poi si avvicinò a me in modo inquietante e per nulla rassicurante. Come avrebbero fatto tutti, presi ad indietreggiare. Arrivai contro il muro, quando appoggiò la fronte alla mia e i suoi occhi color cioccolato erano pieni di rabbia. Picchiò un pugno che mi fece sobbalzare a due centimetri dalla mia testa. < Cazzo, ti levi?! > La mia reazione fu quella di spingerlo via da me e di piantargli un bel destro sulla guancia. Si alzò, e scosse la testa come per farmi capire che avevo commesso un grande errore… sputò per terra un misto di saliva e sangue. Appoggiò una mano sul mio collo, stringendo leggermente, e piegando di lato la testa per mostrare la sua superiorità.
James < Harry… senti qui. > Aumentò ancora la presa sulla mia gola, e avvicinò il viso al mio… riuscivo addirittura a sentire il suo fiato caldo contro il mio orecchio. < Non giocherellare con James, te lo ripeto, per il tuo bene, non per il mio… > Strinse talmente forte che provai a portare le mani, oramai tremanti, sul suo polso, per fargli allentare la presa. Ma non cedette, così presi a tossire molto rumorosamente, e poi caddi in ginocchio, proprio quando ero all’estremo. Il mio viso era rosso, e le guance caldissime… < Soprattutto perché, nelle condizioni in cui siamo messi, comando io. Okay? > Non riuscivo a capire che cosa davvero volesse da me quello stronzo… non l’avevo mai visto, e quindi non avrei mai potuto fargli niente di male. Sono incazzato, e credo si veda che ho bisogno di essere lasciato in pace, ma lui non vuole cedere. Per cosa poi lo devo ancora scoprire. < Okay?! > Ripeté, con la sua voce mascolina.
Io < Come vuoi tu. Ora dimmi che cosa vuoi da me, così poi possiamo andarcene e saremo felici entrambi. > Controbattei io, con la mia di voce, che invece era rauca a livelli assurdi.
James < Oh no, ma io non voglio che tu te ne vada, Harreh… > Visto che non mi ispirava fiducia e che volevo chiudere la questione in fretta, annuii distrattamente, senza neanche pensare al senso che avesse quello che stavo facendo. Andammo insieme nello spogliatoio, dove mi cambiai la maglietta e mi diedi una sciacquata veloce, e poi mi portò nello sgabuzzino, perché “aveva bisogno di parlare in un posto privato”.
Io < Bene, muoviti. > Mi guardò di sottecchi, e poi si accese una sigaretta, aprendo la finestra per lasciar uscire il fumo. Allungò il pacchetto verso di me, che ne presi una senza nemmeno esitare.
James < Mi piace il tuo caratterino, Harreh. > Lasciò uscire il fumo dalla sua bocca, e sbuffai perché odiavo letteralmente quel nomignolo. In poco tempo un cattivo odore si diffuse nella stanza molto ristretta… e io gli risposi a modo mio.
Io < Invece, da dieci minuti che ti ho visto, tu mi stai sul cazzo. > Affermai, senza sentimenti. Scoppiò in una risata fragorosa… ma molto raschiata, malsana come un colpo di tosse. Rabbrividii.
James < Ho un affare da proporti, scricciolo. > Ecco, scricciolo già mi piaceva di più di Harreh. Annuii, portandomi di nuovo la sigaretta tra le labbra.
Io < Dimmi allora… > Annunciai, sedendomi su una panchina che serviva per appendere le catene e le corde per i sacchi da boxe. La parola “affare” mi aveva risvegliato.
James < Mh… vedo che le belle parole ti fanno passare quel carattere di merda, eh? > Sbuffai, e tolsi il suo braccio che si era avvolto intorno alle mie spalle… odio i ragazzi come lui, che fanno i bulletti e dopo 5 minuti ti sono amici. E quindi odio lui.
Mi appoggiai al muro, schiacciando la sigaretta sotto il piede… e poi, l’universo si sconvolse, quando il mio cellulare iniziò a squillare… e lessi “Ludo<3” illuminarsi sullo schermo.
 
POV MARTY
Provai a chiamare e riattaccai subito dopo che la chiamata partì… gli altri avevano abbandonato me e Lou. Ludo era uscita, probabilmente ora è nel parco, a piangere sulla panchina sua e di Harry… e non la cerco, so che si offenderebbe e direbbe che la crediamo debole, se la facessimo tornare a casa strattonandola per il giubbotto. Reby, Niall, Zayn e Feddy sono andati a mangiare; volevamo unirci anche noi, però volevano far passare a me e Lou una serata insieme, e Liam è andato dalla sua amica Anita. Tutto fila liscio come l’olio, a parte il fatto che abbiamo deciso di chiamare i miei per dirgli che sono fidanzata…
Lou < Ma stai tranquilla piccola! > Mi disse, mentre mi massaggiava la coscia. Gli sorrisi, quando in realtà avrei voluto mandare a fanculo tutto e buttare il mio cellulare per terra. Ma ho una famiglia, sono “scappata di casa”, e tenerli informati è il minimo che io possa fare!
Io < Ma si… non è il fatto che penso che si possano arrabbiare, è che non posso uscirmene con una delle mie! > Gli risposi, mentre in realtà temevo entrambe le cose… insomma, uscirmene con una delle mie sarebbe come dirgli “ehy ciao, tutto bene? Ah si, sono fidanzata!”, e poi tutti conoscono le reazioni eccessive dei miei genitori. Ho paura che inizino a farmi le domande dell’interrogatorio
Come si chiama?
Quanti anni ha?
Con chi vive?
Ha avuto esperienze traumatiche nel passato?
Fa sport?
Da quanto vi frequentate?
Aiuto, riesco già a sentire le loro voci tartassarmi le orecchie… i miei pensieri furono interrotti dalla sua mano che si infilò tra i capelli mossi del mio ciuffo.
Lou < Tranquilla, ci sono io… > Sussurrò, e quell’improvviso cambiamento del tono di voce fece diventare il tutto molto più intimo. Sorrisi, abbandonandomi al tutto, e mi appoggiai al palmo della sua calda mano, quando passò sulla mia guancia.
Io < Lo so… > Mi solleticò il collo con due dita, e poi prese a massaggiare l’orecchio. Sospirai di piacere, beandomi del suo tocco. Intrecciò la mano libera con la mia, e stavolta presi io l’iniziativa di baciarlo, molto passionalmente. Avevo proprio bisogno di staccare il cervello, almeno per un po’, e Louis era la persona giusta con cui farlo.
Lou < Ma… > Fu costretto ad interrompersi, perché lo spinsi delicatamente fino a farlo sdraiare sotto di me. < Se chiamassi domani i tuoi genitori? > Fece un sorrisetto dolce ed ammiccante allo stesso tempo, e portai il mento tra il pollice e l’indice per fingere di pensarci.
Io < Si, almeno potrei preparare il discorso… > Infilò una mano sotto la mia maglietta, ed alzai gli occhi al cielo quando arrivò a sfiorare le coppe del reggiseno di pizzo che mi ero messa. Al contatto con questa stoffa, alzò entrambe le sopracciglia.
Lou < Sei sexy stasera, eh? > Sentii il suo piccolo sussurro, detto in tono decisamente provocante, ed annuii. Sorrise maliziosamente, per poi sfilarmi delicatamente la maglietta e buttarla da qualche parte per terra, vicino al divano.
Io < Dipende da cosa potresti intendere tu per “sexy”… > Gli dissi, e mi baciò senza nemmeno lasciarmi finire la frase. Mugolai qualcosa tra le sue labbra, quando si sedette e mi fece sedere a cavalcioni sopra di lui, sollevandomi per le cosce.
Lou < Allora si, lo sei… > Si sfilò la maglietta a sua volta, appoggiando poco dopo le labbra sopra le mie. Poco dopo percorse con la lingua tutta la mia mascella, fino a lasciarmi un segno violaceo sul collo. Gemetti appena. < Mi piace… > Gongolò.
Io < N-non… > Balbettai, ma fui per la seconda volta interrotta da un morso sul mio punto debole. Chiusi gli occhi, e trattenni il secondo gemito ficcandomi il labro inferiore in mezzo ai denti e buttando la testa all’indietro. Quando sentii la sua presa sui miei fianchi allentarsi, passai al contrattacco, stringendo le gambe attorno al suo bacino e iniziando a torturargli il petto nudo.
Lou < Vedo che sei passata all’azione… > Disse la parola “azione” con la voce tre volte più acuta del normale, proprio perché lasciai un bel morso sulla sua clavicola. Annuii arrossendo leggermente, e poi mi sdraiò sotto di se. Cominciò a lasciare baci e piccoli morsi qua e là sul collo e sul petto scoperto, facendomi passare brividi per tutta la schiena.
Io < Anche tu non scherzi… > Sussurrai, passando le mani tra i suoi capelli lisci, ma rimanendo con le gambe intrecciate al suo bacino. Però un suo lungo bacio passionale sulla parte lasciata scoperta dal reggiseno mi portò a stringere ancora di più le gambe, e scatenò un suo gemito acuto.
Lou < Sai cos’ho voglia di fare? > Si staccò da me, quel poco che bastasse per sfilarsi i jeans rossi, mentre io avevo ancora i miei addosso… erano i miei preferiti… ogni paio di jeans che ho finisce per diventare il mio preferito, prima o poi, però questi skinny solo perfetti.
Io < Lou… > Sbuffò, e poi scoppiammo insieme in una risatina sommessa. Lui sa che non sono pronta, e io so che mi vuole aspettare… però non devo starmene qui a pensare troppo. Devo convincermi a vivere al momento, e non a mugugnare su quello che dovrei e non dovrei fare… anche se non sono realmente pronta per fare un passo così grande per me. Gli sorrisi, mentre premette il suo bacino sulla mia coscia, facendomi sentire la sua erezione appena accennata.
Lou < Mh? > Rispose, leccandosi le labbra rossissime. Lo baciai molto passionalmente, e mentre percorrevo la sua schiena con le mani iniziò a palparmi dal reggiseno. Infilai una gamba tra le sue, e lo sentii sospirare, forse per trattenere un gemito.
Io < Ti amo… > Dissi gemendo, perché strinse le gambe intorno alla mia e poi portò la mia mano sulla stoffa dei suoi boxers della Topman. Mi lasciò lì, poi, e presi a pigiare lentamente, dato che non sapevo che fare.
Lou < Anch’io, tanto… > Probabilmente non se ne accorse nemmeno, ma prese a roteare il bacino e a spingerlo sempre di più contro la mia mano… alzai gli occhi al cielo, e sorrisi maliziosamente subito dopo.
Io < Calmati, Tommo… > Si fermò subito, ed arrossì come un bambino piccolo. Scoppiai a ridere, mentre si nascose il viso tra le mani e si sedette, fermando il momento piccante tra di noi. Mi piegai in due, con la testa tra le gambe, per la sua improvvisa reazione.
Stavo per fare qualcosa di cui certamente mi sarei pentita… ma ci siamo fermati. Non so il perché, ma io stavolta avrei voluto andare a fondo, e non arrivare a metà come facciamo di solito.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui tesori miei!
Finalmente sono riuscita a pubblicare, per fortuna… ma hope sta avendo sempre meno letture, a parte le tre, quattro o cinque fisse che leggono, o le due che recensiscono. Quindi, se non vi spiace, vi chiederei di spargere in giro il link dei miei capitoli… cioè, anche se non lo fate chissene, ma gli altri capitoli avevano 90 visualizzazioni e gli ultimi 40, vorrei solo tornare alla media normale!
Detto questo, ringrazio e blablabla, passiamo al mio amatissimo punto della situazione.
Vi avevo lasciati all’altro capitolo con una domanda, chi busserà alla porta? Ebbene, ecco qui Anne, nonché la mamma di Harry, ragazzino ribelle che in questo periodo sta facendo disperare chiunque. Infatti non torna a casa da due giorni, e la povera Anne è obbligata ad andare a trovare i suoi amici per chiedere informazione… ma nemmeno loro sanno nulla, a parte Marty e Niall, che tengono stretto il loro segreto.
Harry, invece, è in palestra, che è diventato il suo luogo per sfogarsi… e, mentre ha buttato giù uno dei sacchi da boxe, arriva un tizio misterioso che gli vuole proporre un affare. Nel prossimo capitolo avrete i dettagli, tranquilli x
E poi c’è il momento hot di Marty e Lou… che, francamente, potrebbe essere preso per qualcosa senza senso, ma serve per far capire che Marty è cresciuta, e sta imparando a vivere al momento. E lo dimostra, facendosi vedere pronta a superare quel minuscolo limite che l’aveva sempre divisa dal suo Lou… che però eccede e, per colpa dell’imbarazzo, torna seduto sul divano.
Ecco fatto… spero che il capitolo vi sia piaciuto, e come sempre grazie per leggere e commentare. Siete pochi, ma mitici!
p.s. Ludo mi mancherai, tantissimo… ma qualche volta ci vedremo, stanne certa, e continueremo le nostre cover. Ti voglio bene! E per quanto riguarda te, Anish, ti amooooooo<3
Baci xx
Marty

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Capitolo 33
*** Back To The Past ***


POV ZAYN
Mi svegliai di soprassalto, scosso dal rumore assordante della sveglia, puntata alle 6.30. La spensi subito, e collegai i primi pensieri che mi vennero in mente: oggi è lunedì. Il lunedì devo andare a scuola.
Mi misi seduto, con le gambe ancora addormentate e il mondo che intorno a me era solo una macchia informe. Mi strofinai gli occhi lentamente, per poi riconoscere una figura femminile accanto a me. Feddy.
Iniziai a ricordare la bellissima serata passata insieme, a casa mia, accoccolati sul divano con la tv a fare da sottofondo a mille cazzate o sdraiati insieme sul letto. Ricordai tutte le cose che ci eravamo detti, e il romanticissimo bacio prima di addormentarci insieme. Ricordo il battito del cuore che aumentava ogni volta che appoggiava la mano sulla mia coscia, o i suoi sospiri di piacere ai miei massaggi dietro l’orecchio. Sorrisi, pensando a quando fosse dannatamente bella, ancora beatamente addormentata sul fianco del mio letto.
< Feddy… > Sussurrai dolcemente, per svegliarla. Iniziai poi a lasciarle delle piccole carezze con il medio e l’indice, sul braccio… senza aprire gli occhi, sorrise, e poi appoggiò la testa sul mio petto.
< Zay… > Mi accarezzò il fianco, mentre si sfregava gli occhi. Alzò lo sguardo, incrociando il mio… approfittai del fatto che mi stesse guardando come rapita per sistemarmi il ciuffo come piace a lei, e poi le sorrisi, sfiorandole gli zigomi mentre ricambiò.
< Buongiorno, principessa… > Le sussurrai nell’orecchio, facendola arrossire un pochino. Strizzò gli occhi, prendendo il suo cellulare da sotto il cuscino e constatando l’ora: le 6.40.
< Buongiorno anche a te… > Mi baciò sulle labbra, alzandosi ed andando a spalancare le tende e ad aprire la finestra. La stanza fu invasa di luce, e del tipico freddo delle 6.40 di mattina.
< Cazzo! > Sbottai, coprendomi gli occhi col braccio per l’enorme fastidio… < Chiudi! > Esclamai di nuovo, e la sentii fare una risatina sotto i baffi.
< Ma non ti piace questa bella luce mattutina? > Rispose lei, con un tono fatto apposta per prendermi in giro. Mi alzai con un grugnito, e feci uno scatto verso di lei, che all’ultimo si scansò e riuscì a scappare dalla parte opposta della stanza. E così iniziammo a rincorrerci, come due bambini in un parco giochi, che pensano a divertirsi e se ne fregano del resto… e mi piacque tantissimo il fatto che oggi ci sarebbe stata scuola, ma noi eravamo ancora qui a cercare di acchiapparci.
< E adesso che fai? > Chiesi, con il suo stesso tono, quando si trovò spalle al muro. Si grattò la nuca, e poi corse ad abbracciarmi… piegai la testa di lato quando mi lasciò andare. < Si, ma credi che ti lasci libera per un abbraccio? > Sorrisi maliziosamente, e si morse il labbro perché era molto indecisa sul da farsi. Così presi io l’iniziativa di baciarla molto passionalmente, appoggiando le mani sui suoi fianchi e spingendola lentamente con la schiena contro la superficie liscia del muro di camera mia. Passò le sue sulla mia schiena, facendo accapponare la mia pelle al suo tocco e sorridendo appena ci staccammo.
< Se fosse così tutti i giorni- > La interruppi, iniziando a lasciarle baci secchi sul collo. Sospirò. < -lascerei la finestra aperta molto più spesso… > Continuò, quando schiusi le labbra sulla sua mascella.
< Non sarebbe male… > Commentai io. Sospirai di piacere quando anche lei passò all’azione, baciandomi la clavicola e lasciandoci sopra un segno rossastro. Sorrisi guardandolo, e glie ne lasciai uno altrettanto evidente sull’inizio della spalla… e gemette appena, facendomi quasi perdere tutto l’autocontrollo, che già era poco.
< Lo so… > Rispose, sussurrando. < Ma noi perché stiamo facendo tutto questo? > Mi fermai improvvisamente, e mi leccai le labbra, frustrato.
< Pensavo ti stesse piacendo… > Chiuse gli occhi, portandosi una mano alla fronte. E poi mi sorrise, scaldandomi il cuore in qualche strano modo… mi sedetti sul letto, portandola con me e stringendo il braccio attorno alla sua vita.
< Mi piaceva, credevo si notasse… > Ricambiai finalmente quel sorriso, iniziando a lasciare lievi carezze sulla sua vita. < Però avevamo un patto, o sbaglio? > Prese la mia mano, iniziando a giocherellare con le dita. Scattai all’indietro, facendole quasi prendere uno spavento.
< Ehy! Ma quella era solo un’ipotesi, o sbaglio?! > Rise, appoggiando una mano sulla mia spalla. Mi unii anche io alla risata.
< Si, ma considerando come vanno sempre a finire le nostre, di ipotesi… > Sorrise, arrossendo leggermente e massaggiandosi il piccolo livido violaceo sulla spalla. Ci lasciai sopra un bacio secco.
< Giusto… > Abbassai lo sguardo, ma lei prese le mie guance tra le mani e mi baciò. A stampo, senza approfondire molto, ma fu stupendo comunque… si creò un silenzio imbarazzante tra di noi, e decisi di romperlo. < Sbaglio, o eravamo nel bel mezzo di qualcosa? > Sorrisi maliziosamente, e mi avvicinai a lei. Prese il cellulare, e saltò in piedi notando che ore fossero.
< Cazzo! Sono le 7.15, il pullman passa tra un quarto d’ora e io ho dormito qui e le mie amiche mi staranno aspettando! Cristo! > Urlò quasi, e mi alzai per prenderla per i polsi e calmarla.
< Feddy, ti ci posso portare io in motorino a scuola, tranquilla… > Sussurrai, e sembrò accorgersi molto dopo che avevo il viso a due centimetri dal suo. Per questo fece un minino scatto all’indietro con la testa, ma poi tornò molto vicino a me.
< Si, però le altre mi staranno aspettando! > Esclamò di nuovo, con le mani tra i capelli. Francamente non capisco quale sia il problema, anche se una notte dorme col suo ipotetico ragazzo… è ovvio che la mattina dopo si farà tardi!
< Tranquilla, le chiami o gli mandi un messaggio, dicendogli che è tutto okay e che verrai a scuola, in moto… con me… > Allargai le labbra in un sorriso malizioso, e le passai il suo LG, che aveva lasciato sul letto di fianco a me. Sorrise anche lei.
< Ragazze, scusate tanto il ritardo… ma io e Zay ci siamo svegliati tardi e mi porta lui a scuola, in motorino. Andate pure! > Recitò il messaggio che aveva mandato alle ragazze, e poi si rese conto di aver dormito con la mia maglia più larga e di avere le gambe scoperte. Prima che potesse parlare, misi un dito sulle sue labbra per zittirla: sapevo cosa avrebbe voluto dire.
< Si, so che non hai i vestiti… allora, i leggings che avevi ieri sono puliti, credo almeno… e se vuoi posso darti una delle mie felpe larghe… tanto puoi metterle! > Mi lanciai a frugare nell’armadio, e tirai fuori una felpa nera e larga con scritto “obey” al centro, in bianco. Lei saltellò dalla gioia.
< La adoro, ce l’avevo anche io quando ero più piccola, in Italia! Andavano tanto di moda e… boh, è una delle mie felpe preferite, grazie! > Esclamò, tutta fiera della sua nuova felpa. La indossò, e le dissi che stava benissimo, così mi abbracciò e mi diede un bel bacio sulla guancia.
< Grazie mille, ora però mi vesto anche io se permetti… > Dissi, facendole notare di essere ancora in mutande. Mi squadrò per bene, arrossendo un poco, e poi annuì a sparì in bagno a truccarsi con i trucchi di mia mamma. Non mi piacciono tanto le ragazze truccate, infatti lei sa che la preferisco quando è acqua e sapone… però anche con un filo di trucco sta benissimo! Mi misi un paio di jeans e una felpa a caso, e infilai le scarpe.
< Zay! Andiamo? > Mi chiamò dal bagno, ed allora corremmo giù, salimmo in moto e partimmo a tutto gas verso la scuola.
La cosa che mi piacque di più di lei, quella mattina, non fu l’ipotesi… quella non mancherà mai, e non furono i suoi continui sorrisi o i baci sul petto. E nemmeno le carezze che mi facevano accapponare la pelle. Amai, come per dire… le sue parole, le sue manifestazioni di quello che sente per me. Per esempio, tutti i “ti voglio bene” sussurrati sul mio orecchio, sotto le coperte… o anche il fatto che abbiamo passato più o meno mezz’ora a parlare di musica… io di quella che piace a me, e sono riuscito anche a farle ascoltare alcune delle mie canzoni preferite, e lei dei suoi amati Coldplay.
E ora, mentre siamo qui sul mio motorino, con le sue gambe a stringermi forte il bacino e le sue braccia attorno al mio petto, non posso fare altro che sospirare e sorridere.
 
POV LIAM
Le prime tre ore passarono in fretta… forse non per tutti, ma per me si, soprattutto perché avrei rivisto Anish all’intervallo, e l’avrei presentata a Marty, Ludo e Louis. In questi due giorni sono stato molto occupato… o meglio, mi sono successe molte cose, per esempio il fatto che ludo sia uscita dall’ospedale, o che Harry sia magicamente scomparso! Ieri sera ho provato a uscire e cercarlo nei posti da lui più frequentati… ma nel parco non c’erano sue tracce, e nemmeno in discoteca. In palestra ho dato un’occhiata, ma negli spogliatoi non c’era il suo borsone… così ho lasciato perdere. Solitamente non mi sarei dato pervinto, e l’avrei cercato fino alla morte, però quando si tratta di Harry è meglio lasciar perdere, e lo dico io che lo conosco da anni.
La campanella suonò e, un po’ amareggiato, mi diressi verso l’aula di Anish, e la trovai come al solito ad aspettarmi sulla soglia della porta.
< Ciao Liam! > Mi salutò con la mano, e mi avvicinai per stamparle un bacio sulla guancia. Sorrise, e solo in quel momento potei constatare quanto era bella…
< Ciao… > Risposi, e abbassai subito lo sguardo, prendendo a fissarmi le scarpe. Mi sento terribilmente in colpa, ora che ci penso, per aver smesso di cercare Harry… che, cazzo, avrebbe potuto benissimo evitar di tirare in piedi tutto questo trambusto. Però magari avrei potuto guardare meglio in palestra, o in disco… ma non c’era. Non posso giurarlo, non potrei mai, però quando sono arrivato lui non era in nessuno di quei tre posti.
E se ti stessi sbagliando, Liam?
Quella vocina entrò nella mia testa, e provai ad autoconvincermi ad avere dato il massimo, come faccio sempre. Ma no, non ho dato il massimo. Magari mi sono fatto sfuggire qualcosa in discoteca, e avrei dovuto controllare meglio in palestra… no, e magari adesso sarà tutto solo, al freddo, fuori… da qualche parte, e ieri sera avrei potuto “salvarlo” dal mondo di fuori.
< Liam! > La voce di Anish mi fece tornare alla realtà, e notai solo ora che aveva preso il mio viso tra le mani. Questa distanza molto ravvicinata fece arrossire le mie guance all’istante, al che lei sorrise molto teneramente.
< Anish, è colpa mia… ieri sera non ho cercato bene Harry, avrei potuto impegnarmi di più ma mi sono arreso. Sono una persona terribile. > Scandii bene le lettere della parola “terribile”, e lei mi scosse per le spalle, come se fosse un brutto sogno e stesse cercando di svegliarmi.
< Ti rendi conto delle cazzate che stai dicendo?! > Alzò un pochino il tono di voce, ma per fortuna non si mise a strillare, almeno così la nostra discussione era coperta dal tipico chiasso dell’intervallo.
< Non sono cazzate, è la verità! > Provò a controbattere, ma io fui più veloce e ripresi il mio monologo. < Pensaci… quanta probabilità c’è che lui fosse in palestra, nel luogo in cui ho cercato di meno? > Sbatté un piede per terra, dimostrandomi di essere infuriata.
< Liam, cazzo! > Si spostò il ciuffo di capelli dalla fronte, e poi riprese a parlare, con la sua voce cristallina. < Non era nemmeno compito tuo cercarlo: hai sostenuto tutti gli altri dicendo di non provarci nemmeno, o sbaglio? E poi se quella puttana di sua madre non lo vuole cercare saranno cazzi suoi o no?! > Gettò le mani in aria… aveva veramente chiamato “troia” la mamma di Harry? L’aveva fatto. E, per quanto costi ammetterlo, ha ragione. Ludo aveva ragione, e mi sento molto più in colpa di prima, perché avrei dovuto chiarir da subito la mia posizione.
< Ecco, vedi? Hai evidenziato un altro errore che ho fatto. Sono stato un codardo, e anche un cattivo amico. > Incrociò le braccia al petto, e so che lo fece perché aveva bisogno di qualche attimo per riflettere. Sgranocchiò uno dei suoi grissini, e poi mi rispose.
< Sei un amico grandioso, Liam, devi rendertene conto. Non puoi fare sempre tutto tu. > Mi allungò un grissino, e lo mangiai molto volentieri, per poi prenderla per mano.
< Senti, ora ti devo presentare Marty, Ludo e Lou… riprenderemo dopo questo discorso. > Sbuffò molto rumorosamente, per poi annuire e stringermi forte la mano, mentre mi dirigevo dal mio gruppetto fuori dalla 4°A.
< Facciamo in fretta, che ho voglia di parlare… > Sussurrò al mio orecchio, preparando poi uno dei suoi più smaglianti sorrisi. Arrivammo dagli altri, e abbracciai ognuno di loro… erano così belli, tutti insieme. Io stavo bene con loro, ed è così che mi sono integrato subito con tutti… e poi, è chiaro, c’è con chi parlo di più e con chi meno.
< Ragazzi! > Esclamai io, interrompendo la loro conversazione. Si voltarono tutti verso di me, e Marty squadrò Anish da capo a piedi, con lo sguardo insospettito, per poi sorriderle. Ludo era accanto a lei, e le teneva la mano, stretta. < Vi devo presentare la mia amica Anita, cioè… alcuni già la conoscono, ma altri no. > Feci avanzare Anish, che subito baciò Louis su entrambe le guance e gli strinse la mano, per poi presentarsi. Passò poi a Ludo, e fece lo stesso con lei, e con Marty.
< Carina, la tua maglietta… > Disse proprio Marty, mentre le due si abbracciarono calorosamente. Era veramente bella: tutta bianca, con un disegno di una fragola nello stile dei cartoni animati, e sotto scritto “Straw” in bella grafia. < Ne ho una uguale, con una ciliegia e scritto “Cherry”! > Esclamò poi, toccando la famosa maglietta.
< Beh, grazie! Un giorno mettila, così posso vederla… > Non so per quale strana ragione, ma quelle due ragazze rimasero molto sul vago nel loro breve discorso. E, quando ce ne andammo e non poterono più vederci, Anita mi prese per entrambe le spalle.
< Che fai? > Esclamai. Si girò verso il gruppetto, e indicò Marty con la testa.
< Posso giurarti di aver già visto quella ragazza, devi dirmi qualcosa su di lei, Liam! > Annuii e, pur non capendone il motivo, provai a dirle tutto quello che sapevo.
< E’ italiana, di Milano… e faceva il liceo linguistico. Le piacciono i Coldplay, la musica in generale e… ma perché diavolo ti interessa? > Sbottai all’improvviso. Mollò le mie spalle, portandosi le mani tra i capelli… immediatamente dimenticammo il discorso iniziato prima, che avrei tanto voluto riprendere, ma ci concentrammo su di lei stavolta.
< Te l’ho detto, non mi è nuova quella ragazza… devo averla vista da qualche parte. > Dato che avevamo molto altro di cui parlare, provai a sbrigarmi dandole un consiglio.
< Va da lei e diglielo allora, no? > Risposi, frustrato.
< No, farei una figuraccia se fosse soltanto una mia impressione… > Commentò, ed annuii, per poi uscirmene con uno dei miei ragionamenti.
< Siete strane voi donne… > Alzai entrambe le mani, in segno di resa. Sorrise, e mi scompigliò il ciuffo di capelli che sparava verso l’alto.
< Parla quello che si fa le seghe mentali per- > Il suono della campanella interruppe a metà la sua frase, e ringraziai il cielo… non avrei potuto sentire la conclusione. Non avrei retto la scarica di pensieri nel mio cervello, e la completa delusione causata da me stesso.
Così, dopo averla abbracciata fortissimo ed essere andato dagli altri per salutarli, più desolato che mai, tornai in classe.
 
POV HARRY
< Ah, e quindi stiamo parlando di Glasgow… > Sorrisi maliziosamente, togliendo il suo braccio dalle mie spalle per la quattrocentesima volta. Fece un altro tiro alla sigaretta, e lasciò uscire il fumo, soffiandomelo in pieno viso. Tossicchiai appena, scatenando le sue risate.
< Si, Glasgow. Ogni tanto facciamo un torneo, e mi piacerebbe che tu combattessi per la mia squadra… > Scossi la testa ancora una volta, ma in realtà avrei veramente voluto pensarci su. < Andiamo, Styles! Sono solo tre giorni, e poi te ne ritorni qui. Il volo è pagato e anche l’albergo e, ripeto, sono solo tre giorni. Non ti sto rapendo. > Lo guardai di sottecchi, e sospirai profondamente.
< Quando hai detto che si parte? > Chiesi, anche se mi aveva già specificato tutti i dettagli del viaggio. Sorrise, e mi offrì quello che rimase della sua sigaretta, che però rifiutai con un gesto della mano.
< Tra una settimana, hai tempo per pensarci su, Styles… > I suoi toni di voce non mi piacquero per niente, soprattutto quando mi disse che aveva in mente di portarmi con lui a Glasgow. Così lontano, in aereo, da soli… e non aveva neppure la minima idea di chi fossi io.
< Va bene, ora però mi lasci andare? > Mi lanciò un’occhiataccia bruttissima, e poi prese il mio telefono e si inviò un messaggio. Sbuffai, strappandoglielo di mano.
< Dove vai? A piangere dalla mammina? > Gli diedi le spalle e presi ad incamminarmi sul pavimento della palestra. Pensai bene poi a quello che mi aveva appena detto, mi girai verso di lui e gli piantai un bello schiaffo in viso. < Figlio di puttana. > Digrignò di denti, facendomi perdere il poco autocontrollo che mi era rimasto.
< Mia mamma. > Affondai un pugno nel suo stomaco, facendolo piegare in avanti. < Non. > Se ne prese un altro, che lo fece inginocchiare al suolo. < Si tocca! > Esclamai alla fine, tirandogli un calcio mentre era disteso per terra. Sputò di nuovo sangue, e provò ad alzarsi e a contrattaccare… ma era tardi, perché in un lampo sparii chiudendomi la porta alle spalle ed uscendo dalla palestra.
Una lacrima scese dal mio viso, senza nemmeno un preciso motivo… e, mentre camminavo per la strada, in quel lungo pomeriggio di dicembre, mi misi a riflettere, per la prima volta in questo mese e mezzo. E devo ringraziare James, perché se non avessi riflettuto, avrei fatto altre mille cavolate. Invece, seduto a gambe incrociate sulla mia panchina nel mio parco, immerso tra mille pensieri diversi, riuscii a distinguere nella nebbia una luce che da lontano si avvicinava. Era molto confusa con il resto del paesaggio, ma si avvicinava a passo d’uomo.
< Harry! > Esclamò una voce fin troppo nota, fin troppo conosciuta, ed allora vidi spuntare due braccia muscolose e un viso allegro e stupito allo stesso tempo.
< Liam? > Risposi, alzandomi in piedi, e facendomi completamente travolgere dal suo abbraccio. Ed ora si, che avevo un motivo per cui piangere.
 
 
Eccomi qui bellezze, con il trentatreesimo capitolo… sembra soltanto ieri che iniziai a scrivere “hope” ed invece eccomi al trentatreesimo. Wow! Prima di passare ai ringraziamenti e agli auguri di buone feste, direi che è il momento del mio amatissimo punto della situazione:
si inizia con i miei Fayn, che intanto sono diventati la mia OTP, che hanno avuto un momento romantico/hot e hanno addirittura passato una serata insieme. Tra ipotesi e tenerezze, vanno insieme a scuola, ma gli altri loro amici non sospettano che ci sia questa favolosa storia tra di loro!
Veniamo poi al POV LIAM, che finalmente presenta la sua “amica” Anita (ciao amore) agli altri, solo che lei pensa di aver già visto Marty da qualche parte… invece il nostro povero Liam è molto deluso da se stesso per non aver cercato bene Harry, cosa che non era nemmeno compito suo.
Ultimo ma non meno importante il POV HARRY, dove finalmente mena quel coglione di James e riflette sul suo comportamento da bulletto dell’ultimo mese e mezzo (che poi tra l’altro tutti si sono comportati male, e non soltanto lui)… alla fine Liam, troppo triste e abbattuto dalla sua vana ricerca dal giorno prima, torna a cercare Harry e lo trova sulla sua panchina. Questo momento è in assoluto il mio preferito del capitolo, spero vi faccia suscitare tante emozioni<3
Bene, ho fatto anche il punto della situazione… ora vorrei farvi i più sinceri auguri di natale (in ritardo) e dirvi di passare buone feste, che poi si deve tornare a scuola… … quindi rilassatevi e mangiate tanto!
Amore mio, oramai la mia ff è droga per te, quindi spero che questo capitolo ti piaccia, Ludo se riesci chiamami appena puoi, okay? Mi manchi già
E a voi, lettori, un fortissimo abbraccio e tanti baci xx
Marty 

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Capitolo 34
*** Glasgow ***


LIAM’S POV
< Harry… stai tranquillo, ci sono io adesso. > L’ho trovato. Ore di ricerca, un altro pomeriggio sprecato, ma ora è qui. Protetto, al sicuro, con me… e a farmi sentire più orgoglioso che mai è il fatto che sta piangendo tra le mie braccia; devo ammetterlo, qualche lacrima è scesa anche a me, ma il suo è proprio un pianto senza interruzioni.
< Liam, scusami… > Pronunciò il mio nome singhiozzando, e gli tremarono le braccia che erano a contatto con il mio corpo. Lo strinsi più forte, accarezzandogli la schiena.
Senza staccarmi, mi divincolai dalla sua stretta per poterlo guardare negli occhi lucidi e gonfi. Era dimagrito molto, anche per soli due giorni che non aveva mangiato, lo si vedeva dalla sua faccia. Abbassò subito il mio sguardo, forse perché non riusciva a reggere il confronto col mio… si sentiva in colpa per quello che aveva fatto, per essere scappato senza nemmeno lasciare traccia. Forse aveva ragione, ma anche io per qualche motivo mi sentivo in colpa… per non averlo capito? Può darsi, o magari per aver contraddito Anne, che invece lo voleva cercare a tutti i costi, e poi ancora mi chiedo il perché proprio io, il primo a contrastare invece la sua povera mamma, lo sono venuto a cercare.
< Non è colpa tua… > Ritornai alla realtà, e spinsi la sua nuca contro l’incavo del mio collo, che subito divenne umido.
< Non è vero, smettila di mentire credendo di rallegrarmi! > Sbottò, tirando su di naso e mettendosi a sedere sulla panca di legno. < E’ tutta colpa mia, non sarebbe successo niente se non avessi dato dalla troia a Marty e se non fossi andato in quella cazzo di palestra. Per poi non parlare del- > Gli tappai la bocca con il palmo della mano, facendo segno di no con il dito indice dell’altra. Scattò all’indietro con la testa, e allontanò gentilmente la mia mano dalla sua faccia… e poi abbassò di nuovo il suo sguardo sulle sue scarpe.
< Harry, guardami negli occhi. E non piangere, ti prego… > Dovrebbero inventare una legge che vieti a Harry di piangere, per qualsiasi motivo. È lo spettacolo più brutto che io abbia mai visto: la sua espressione è solo un po’ più seria di quella sorridente che tutti siamo abituati a vedere, ma le lacrime che gli incorniciano quegli occhi da cerbiatto, le guance rosse e i singhiozzi con la sua voce rauca rendono il tutto più brutto, insopportabile… come una freccia che improvvisamente trafigge il tuo stomaco.
< Liam… > Sussurrò, a due centimetri dal mio viso. Arrossii per quella molto ravvicinata distanza, e ricacciai il primo impulso di allontanarmi con uno scatto. Premette con forza le sue labbra sulla mia guancia, e si staccò due secondi dopo. < Ascolta, tu non sai molte cose… è per questo che ti è così facile perdonarmi. Non sai nulla di quello che ho fatto… > Singhiozzò, ed il mio stomaco fu preso da fitte di un dolore lancinante.
< Dimmele Harry, dimmi tutto… > Scosse la testa, e solo in questo momento trovai il coraggio di prendere il suo piccolo e delicato viso tra le mani, e di costringerlo a guardarmi negli occhi. < Harry, non hai capito che la causa di tutto è il tuo porco vizio di nascondere le cose?! > Esclamai, e lui spalancò gli occhi, come se gli stessi rivelando un segreto mistico, mentre in realtà stavo solo dicendo le cose per quello che erano e senza farci troppi giri intorno. < Se avessi ammesso subito la tua sofferenza per Ludo, il fatto che ti mancasse, ora saremmo davanti alla televisione con due birre e un cartone di pizza… e magari ci sarebbe pure lei con noi, dato che è uscita dall’ospedale e non ti sei nemmeno fatto vedere o sentire! > Sbottai di nuovo, e sembrò quasi spaventato dal mio autoritario tono di voce. La sua bocca si piegò in una smorfia di dolore, e poi riiniziò a singhiozzare con la faccia tra le mani.
Poco dopo prese un sospiro, si calmò improvvisamente ed altrettanto improvvisamente iniziò a parlare.
< Marty e Niall sanno tutto… tutto, Liam. Lo sapevano già che non mi sarei presentato all’ospedale e che sarei scappato di casa, mi hanno perdonato per primi e quindi abbiamo riiniziato a parlare normalmente come fanno dei buoni amici, e ci siamo legati tantissimo. > Fece una piccola pausa, per godersi pienamente la mia espressione sconvolta. < E sanno anche che non ho mangiato né dormito in questi due giorni, perché è stato proprio Niall ad ospitarmi a casa sua. Ho ripreso a fumare, e bevo qualcosa, ma neanche tanto… e- > Lo interruppi per la seconda volta in questa serata, ma stavolta avrei avuto io qualcosa da dire.
< Figli di puttana… > Sussurrai piano, ma in qualche modo riuscì a sentirmi. Il suo sguardo triste si trasformò totalmente, e mi ritrovai a fissare due pozzi verdi sprezzanti di rabbia.
< Non ti premettere, Liam. > Disse semplicemente, con le mani tremanti e lo sguardo fisso nel mio. < Non ti permettere mai più. > Ripeté, con lo stesso tono calmo e distaccato. Provai di nuovo a controbattere.
< Harry, ascoltami molto attentamente. > Misi in un ordine completamente casuale la miriade di pensieri nella mia mente, e buttai giù un discorso. < Loro erano lì a vedere quanto soffrissimo per te, vivevano addirittura la cosa in prima persona. Erano lì a vedere le lacrime di Ludo, le sue ore passate al telefono a vedere se entrassi online su whatsapp o a controllare ogni singolo social network al quale sei iscritto, per avere una minima notizia di te. Quando ho detto a tua madre Anne, che è venuta a casa nostra piangendo per te, di non cercarti, è stata proprio Ludo l’unica a contrastarmi. E sai perché? > Teneva lo sguardo fisso sulle sue ginocchia, e non mi diede alcuna risposta. Lo presi per il colletto della camicia che portava sotto il giubbotto aperto. < Perché lei, come tutti noi, teniamo ancora a te. > Lo lasciai crollare sulla panchina e, per quanto ogni mia cellula si oppose, per quanto ogni singolo atomo mi urlasse di non farlo, girai le spalle e me ne andai.
Contro ogni aspettativa fu lui a seguirmi. Non lo mandai via in modo brusco come non gli parlai nemmeno, però vidi che tirò fuori il cellulare e scrisse a un certo James.
< Chi è questo? > Ripresi la conversazione iniziata quello che sembrava due secoli fa. Mi guardò per un decimo di secondo per poi riportare lo sguardo sullo schermo del telefono.
< Un altro figlio di puttana. > Rispose con nonchalance, ed alzai interrogativamente un sopracciglio.
< E gli scrivi? > Chiesi, stuzzicandolo.
< Per accettare una proposta che mi ha fatto. > Disse lui, ed allora arrestai immediatamente la camminata. Si fermò anche lui.
< Di che proposta stai parlando, Harry? > Ero serissimo, e stavo odiando il suo menefreghismo nei confronti delle mie domande per scoprire cosa cazzo avesse in testa.
< Tra una settimana, parteciperò ad un torneo di boxe a Glasgow, che ha la durata di tre giorni… per cui partirò. Sono solo tre giorni, è per questo che ho accettato. > Stetti completamente zitto, e sta volta fui io a seguirlo mentre si dirigeva chissà dove. Chiamò Niall per dirglielo, e ricordargli di dirlo anche a Marty… e poi fummo immersi nel silenzio di dicembre. In quell’odioso silenzio che non è mai stato più vicino.
 
NIALL’S POV
< Era mia mamma, che mi ha detto che tra poco devo tornare a casa perché mio padre non si sente molto bene… > Mentii spudoratamente, e Reby annuì. Eravamo in 7 a casa: io e Reby in cucina perché stavamo prendendo degli stuzzichini prima della chiamata di Harry, e gli altri sul divano di casa delle ragazze. Marty e Lou più uniti che mai e Zayn e Feddy perfettamente in sintonia. E ludo sulle sue. Abbiamo mangiato tutti insieme, e poi abbiamo deciso di guardare un film… che era arrivato a metà, però la chiamata è di gran lunga più importante.
< Mi dispiace, se vuoi ti ci posso accompagnare io, così almeno saluto tua mamma… > Scossi la testa, e cercai il più in fretta possibile un motivo per farla restare.
< No, tranquilla… tu stai qui a divertirti! > Esclamai, schiaffandole in mano i pacchetti di patatine e i pop-corn ancora da mettere nel forno a microonde. < Magari chiama Ludo, che è un po’ triste stasera, e dille di aiutarti qui… io intanto vado a salutare gli altri! > Stampai un bel bacio sulla sua guancia, e corsi in salotto per prendere il giubbotto e salutare tutti i miei amici.
Entrato nella stanza, attirai subito l’attenzione di tutti, e fu proprio Zayn il primo a parlare.
< Già vai? > Mi chiese, ed annuii frettolosamente mentre infilavo la mia giacca. Volevo dire tutto a Marty il prima possibile, e parlare con lei di Harry…
< Si, mia mamma mi ha chiamato per dirmi che papà sta male, e quindi preferisco tornare a casa! > Esclamai, forse con un tono troppo ansioso. Passai e stampai un bacio sulla guancia a tutti, abbracciai di nuovo Reby in cucina ed uscii in strada, sobbalzando appena chiusi la porta del cancello, perché mi ritrovai davanti un Liam amareggiato, che divenne arrabbiato nel momento in cui mi vide. Piegai la testa di lato nel vedere la sua espressione.
< Niall? > Chiese, vedendomi uscire di casa con il cellulare aperto sulla schermata whatsapp di Marty. Bloccai il cellulare, e poi lo misi in tasca.
< Liam! > Esclamai, e provai a distogliere la sua attenzione dal mio iPhone 5c. < Come mai quella faccia? Non hai trovato Harry? > Domandai, ed allora mi prese per le spalle e mi spinse contro il cancello, violentemente.
< Oh, si che l’ho trovato, e l’ho anche riportato a casa da Anne… > Mi guardai intorno, e poi gli sorrisi. < E stavo anche andando a dirlo agli altri… ma perché non fare due chiacchiere con un vecchio amico? > Il suo tono minaccioso non mi parve per niente rassicurante, e così mi sciolsi dalla sua presa e raccontai a lui la stessa bugia che raccontai agli altri.
< Ehm… in realtà sarei di fretta, mamma mi ha chiamato e papà sta male, per cui preferisco tornare a casa. > Annuì, e poi mi chiese un’ultima cosa.
< Oh, va bene… > Disse, continuando ad annuire. < Sai niente di Glasgow, Niall? > Mentre gli stavo dando le spalle, mi girai di scatto verso di lui e vidi il suo sorriso malizioso. Harry gli aveva confessato tutto, a quanto pare, e lui probabilmente sarebbe andato a spifferare tutto agli altri.
< Liam, non è come credi… > Cercai di giustificare il fatto che io e Marty sapessimo di Harry, ma lui scosse la testa.
< Smettila… oramai so tutto anche io, ed è giusto che io lo dica anche agli altri. Per cui, se vuoi scusarmi… > Gli misi una mano sulla spalla, fermandolo prima che suonasse il campanello di casa.
< Ti rendi conto della cazzata che vuoi fare?! Vuoi farlo rimanere a Glasgow per tutta la vita? > Domandai, completamente fuori di me per il suo ragionamento senza senso. Mi guardò come stranito, ed allora capii tutto. Harry gli aveva raccontato di me e Marty, ed accennato di Glasgow, e probabilmente Liam non ha visto la foto che mi ha inviato Harry, ovvero quella dove James dice che è contento che lui partecipi al torneo e che combatta per lui, e poi gli accenna che potrebbe rimanere lì a vivere con lui, dato che possiede un appartamento. Senza dir nulla, tirai fuori il mio cellulare e feci vedere a Liam lo screen che Harry mi aveva inviato.
< Oh, porca puttana! > Esclamò, portando entrambe le mani sulla testa. Gli occhi erano completamente spalancati, sembrava che avesse visto un fantasma! < E pensi che accetterà? > Piegai di lato la testa, e poi la scossi.
< No, secondo me no, a meno che non succeda qualche altro casino. Harry è un ragazzo che se la prende molto facilmente, anche per le piccole cose… > Lasciai la frase in sospeso, e poi misi una mano sulla spalla di Liam. Mi sorrise, e ricambiai naturalmente.
< Tranquillo, ora che so cosa potrebbe succedere mi guarderò bene dal dire qualcosa… > Disse, e poi ci abbracciammo. Fu un abbraccio molto sentito, soprattutto perché per la storia di Harry ognuno è andato per la sua strada e ci eravamo un po’ persi.
< Grazie Liam, sapevo di potermi fidare di te. > Sorrise e, dopo un ultimo abbraccio, lui suonò al campanello mentre io mi diressi a casa. Appena arrivato, scrissi a Marty.
 
MARTY’S POV
Ero sul divano a guardare un noiosissimo film, mangiando pop-corn… la stanza era abbastanza disordinata, dato che ci eravamo stati per tutta la serata. Tutti sembravano molto interessati al film, tranne me. Loro commentavano, ridevano alle battute e scherzavano, mentre io avevo il pensiero fisso su Harry.
Liam ci raggiunse, e fu un sollievo stoppare finalmente il registratore.
< Ragazzi, ho trovato Harry! > Esclamò, euforico. Sorrisi all’idea, anche se io sapevo che si sarebbe fatto trovare dopotutto. Però non volevo farmi scoprire, e quindi sorrisi, fingendomi eccitata come gli altri. < Adesso è a casa, gli ho proposto di venire qui con noi ma non ha voluto, e- > Smisi di ascoltare i racconti di Liam dopo che il mio cellulare vibrò quattro o cinque volte di seguito. Aggrottai le sopracciglia, per poi sbloccare lo schermo e leggere i 5 messaggi consecutivi di Niall.
“Marty, devo chiamarti”
“Devo parlarti di una cosa importante!”
“Vai in bagno appena leggi, e non destare sospetti…”
“Soprattutto perché sono andato a casa per chiamarti.”
“Muoviti!!”
Mi alzai, avvisando tutti che avevo male alla pancia e che sarei andata al bagno. Loro sorrisero, e non credo ci fosse nessun sospetto dato che avevano ripreso a guardare il film e Liam si era unito a noi. Appena arrivai mi chiusi la porta dietro le spalle, e girai più volte la chiave. Scrissi a Niall, e poco dopo mi chiamò.
< Finalmente! > Sospirò, e anche io sospirai, perché era troppo precipitoso. Mi sedetti sul bordo della vasca.
< Ciao anche a te! > Rise, e feci un piccolo sorrisetto anche io. Accavallai le gambe, staccando per un secondo il telefono dall’orecchia per controllare che non ci fosse nessuno… ovviamente non ero stata seguita, per fortuna.
< Oh, scusami… ciao, è che sono un po’ preoccupato per Harry… > Annuii, pur sapendo che non poteva vedermi nessuno.
< Dimmi! > Lo incitai, ed allora prese un altro respiro profondo.
< Harry parte per Glasgow tra una settimana. L’ha invitato un certo James che ha conosciuto in palestra… sta lì tre giorni, ma ha anche la possibilità di trasferirsi completamente lì. > Finì la frase, e io iniziai a non capire più nulla.
< Glasgow?! > Esclamai, rendendomi conto di cosa mi avesse appena detto. Glasgow, nel nord dell’Inghilterra. Lontano da noi.
< Si… e se restasse là? Ti immagini? E ludo, come cazzo farebbe?! > Il suo tono di voce si alzò improvvisamente, si vedeva che teneva alla nostra felicità.
< Non si tratta solo di lei, non ce la faremmo tutti a vivere lontano da lui, te ne rendi conto? > Portai la mano libera sulla fronte, e lasciai una lacrima scendere lungo la mia guancia completamente sbiancata.
< Dobbiamo scriverci sul nostro gruppo, e convincerlo che sta sbagliando. > Disse lui, e risposi un “Okay” sussurrato appena, tirando su di naso e lasciando scendere una seconda lacrima. Poi una terza, una quarta… e iniziai a piangere.
< Marty, no. Non piangere. Se ti arrendi tu, siamo finiti. > Scandì in tono serissimo, non avevo mai visto un Niall così serio… ma lo sapeva benissimo anche lui che non potevo smettere di piangere. Non potevo proprio… Harry è il mio fottutissimo migliore amico, non può lasciarci così con poco preavviso.
< Niall io, io- > Singhiozzai appena. < Non potrei sopportarlo, va bene? Penserei che odia loro più di quanto tiene a noi… non ce la farei proprio. Non- > Feci un altro singhiozzo, al quale non rispose. Mi lasciò andare avanti a parlare, ed apprezzai molto questo gesto! < Non può lasciarci in questo modo! > Esclamai, concludendo il mio piccolo monologo.
< Marty… vieni qui da me. Dobbiamo parlare di persona. Sono argomenti seri, non possiamo semplicemente confrontarci al telefono. > Ci salutammo brevemente, mi asciugai il viso e lo sciacquai.
Appena uscita dal bagno, mi ritrovai Feddy davanti. Con le braccia conserte, gli occhi lucidi e un piede battere ritmicamente per terra.
E a me mancò il respiro.
 
 
 
Eccomi qui!
Come promesso ecco sfornato un altro capitolo nuovo di zecca, grazie per le recensioni e le letture… vi adoro! Come sempre, ecco il mitico punto della situazione.
Liam viene a scoprire tutto, e ci rimane abbastanza male, soprattutto perché era così fiero di se per aver trovato Harry che sentirsi dire che se ne andrà gli spezza il cuore. Ha in mente di spifferare tutto ai ragazzi, ma non può, perché se succedesse un altro casino Harry andrebbe a vivere a Glasgow. Niall chiama Marty per spiegarle tutto per bene, ma la ragazza la prende proprio male… soprattutto perché è il suo migliore amico e non può lasciarli in quel modo.
È deprimente questo capitolo, lo so, e perdonatemi ma non potevo farlo in modo diverso… sorry x
Ehm ora voglio salutare un po’ di gente. LUDO MI MANCHI, TI VOGLIO BENE! Anish, tesoro, sono contenta di averti conosciuta e ti adoro, sei stupenda. Lalla, Rich Bitch, domani faremo tante belle foto con le plakke tettoniche (#Plakke4Life) e sono troppo felice che abbiamo legato così tanto… ti voglio un bene che nemmeno immagini. Ciao Anna, lettrice affidata!! Grazie mille per tutto.
Quanto a voi, al prossimo capitolo. Baci xx
Marty 

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Capitolo 35
*** Escape ***


POV LIAM
È passata una settimana esatta da quando seppi l’avvenimento. Harry parte oggi.
Non so a che ora.
Non so a che aeroporto vada.
Ma Harry parte fottutamente oggi.
 
**
 
Era un sabato mattina abbastanza nebbioso, anzi, direi molto nebbioso. Non riuscivo a vedere a un palmo dalla finestra di casa delle ragazze, che oramai per me era come una seconda casa. Eravamo tutti qui, e successero un sacco di cose nell’arco di una settimana.
< L’ho fatto solo per il suo bene… > Disse Feddy, interrompendo il silenzio imbarazzante che si era creato tra noi. Marty la fissò, con uno sguardo totalmente sprezzante, e si strinse ancora di più tra le braccia di Lou.
< Feddy, per favore, evitiamo… > Le risposi io, cercando di cambiare inutilmente argomento. Ludo era seduta sulla sua poltrona preferita, con la testa fra le mani: non singhiozzava, ma ero sicuro che stesse piangendo come se non ci fosse un domani.
< Ma è vero. > Controbatté Feddy. Guardai gli occhi azzurri di Marty e Niall, che si scambiarono un’occhiata veloce.
< Se fosse vero, Harry sarebbe qui con noi. Ma lo vedi per caso?! > Niall alzò leggermente il tono di voce, mentre Lou prese tra le dita il viso della sua ragazza. Le asciugò molto dolcemente le guance per la centesima volta di oggi.
< La smettiamo per favore? > Sussurrò Ludo, dall’altra parte della stanza, senza nemmeno degnarci di un suo sguardo.
< No, Harry non c’è. Ma pensa se l’avessimo scoperto oggi, il giorno in cui deve- > Non fece in tempo a finire la frase, che Marty intervenne subito troncandola a metà.
< Cazzo Feddy! Sei stata una perfetta cogliona, per due motivi: uno, hai origliato la mia telefonata, e due, hai detto tutto a tutti come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma dico, ti rendi conto?! > Feddy rimase zitta, mentre Marty continuò a parlare imperterrita. < Sai che ora potrebbe rimanere là, oh, e io so che lo farà, per colpa tua?! > Urlò quest’ultima. Rimasi completamente impietrito dalla sua scenata contro Feddy, ed anche lei ebbe la stessa reazione. Marty invece, che nel frattempo si era alzata in piedi, fu presa da Louis per i polsi, mentre le si arrossava il viso e le lacrime iniziavano a scendere ininterrottamente.
< Marty guardami. > Lei tenne ancora lo sguardo abbassato. < Marty… > La richiamò il più grande, ma lei non accennò minimamente ad alzare la testa. Lou sospirò, e la prese per le spalle. < Amore. > Sussurrò, con il viso distante una manciata di centimetri dal suo. Finalmente lo guardò.
< Scusami di tutto, amore… > Rispose lei, continuando a fissarlo nei suoi occhi magnetici. Ho sempre amato l’azzurro degli occhi di Louis, non so perché, ma sono di un azzurro naturale, ma rarissimo allo stesso tempo…
< Devi stare tranquilla, ci sono io. > Fu l’affermazione più tenera che avessi mai sentito, in una situazione complicata e triste allo stesso tempo come questa. E di più bello c’è solo il modo in cui si baciarono nell’istante subito dopo, premendo le labbra le une sulle altre con una forza, ma anche con un sentimento ineguagliabili.
< Bene ragazzi, adesso la smettiamo veramente per favore? > Chiese di nuovo Ludo… si vedeva veramente che stesse stando male. Pensai che la cosa più brutta, in quel momento, era il fatto che Marty e Niall sarebbero potuti anche andare a salutare Harry, vederlo per forse un’ultima volta… e non ci potessero né volessero dire nulla.
< Ragazzi, esco un attimo. > Disse Marty, dirigendosi verso il giubbotto e indossandolo sopra il maglione di lana che portava.
< Dove vai? > Le chiese Zayn, dubbioso. Marty gli rivolse un’occhiata, e poi si incamminò verso la porta.
< A fumare una sigaretta, problemi? > Fu la sua risposta, prima che afferrasse la maniglia ed estraesse il pacchetto di Malboro dalla tasca.
< No, tu non ti fai del male da sola. > Dissi io stavolta, completamente contrario al fumo o all’alcool o… cose del genere.
< Ha ragione. > Scandì Reby, stranamente zitta fino ad ora. Probabilmente anche lei la pensava come me su certe cose, o stava forse riflettendo.
< Ragazzi, vado. A fumare. Una. Sigaretta. > Divise per bene le parole, e poi chiuse la porta dietro le sue spalle. Calammo di nuovo nel silenzio più totale, e nessuno osò parlare fino a che Marty non rientrò ed abbracciò Ludo. La strinse forte, mentre lei era totalmente in lacrime per quello che stesse succedendo, che a me sembrava davvero assurdo.
Dopo quell’abbraccio tornò a sedersi sul divano, di fianco al suo ragazzo, e prese a messaggiare come stavano facendo tutti. A me vibrò il cellulare, così lo sbloccai e trovai diversi messaggi da Anish.
“Tesoro, tutto bene?”
“Perché mi hai detto del litigio…”
“E poi so che sei a casa loro.”
“Magari state litigando e vi sono solo d’intralcio”
“No, scrivimi appena puoi, okay?”
Li lessi tutti abbastanza velocemente, e le scrissi subito.
“Stavamo litigando e no, non ci eri di intralcio… tranquilla.” Accompagnai il messaggio con un cuore rosso, e ne scrissi di getto un altro. “Comunque va di merda. Harry oggi parte e non posso nemmeno salutarlo o vederlo per un’ultima volta… ti sembra giusto?” Inviai, e tenni il cellulare sbloccato aspettando la sua risposta.
“No che non mi sembra giusto. Soprattutto perché era, o è o quel cazzo che vuoi, un tuo amico; e forse potresti non rivederlo mai più. Devi seguire Marty.” Fu la sua risposta. Scossi la testa, anche se non poteva vedermi.
“No, peggiorerei solo la situazione. Credimi, è meglio che io stia qui…” Dato che amo gli smile, glie ne inviai uno in tema con il messaggio, e poi guardai la situazione intorno a noi.
Reby e Niall, da sempre migliori amici, oggi non si erano degnati di uno sguardo.
Marty e Lou erano uniti come mai, anche se lei non gli aveva mai parlato di Harry.
Io ero solo al tavolo, con la sedia rivolta verso gli altri.
Zayn e Feddy erano incazzati.
E Ludo depressa come non mai.
Che giornata di merda… tutto non sarebbe successo se Harry non avesse dato della puttana a Marty, e non avesse picchiato Louis. E vaffanculo va.
“Liam, non ti lascio solo con loro. Vieni a casa mia.” Il messaggio di Anish mi distolse dai miei negativissimi pensieri, e sorrisi, pensando che fosse bellissimo il gesto che stava facendo. Però le risposi con la cosa più giusta da fare.
“Anish, non sai quanto mi piacerebbe vederti… ma non posso lasciarli qui, soli.” Inviai, e si mise a scrivere una volta che il messaggio le fu arrivato. Era diventato un botta e risposta, oramai.
“Credi che senza di te andrebbe meglio?” Stavolta la sua risposta servì a farmi ragionare.
“No.” Le scrissi io, e non seppi più cosa dire.
“Liam, devi distrarti… vieni qui!” Si mise a scrivere di nuovo, così evitai di interromperla ulteriormente inviandole qualcos’altro. “Se vieni da me possiamo uscire… magari andare da Starbucks, oppure andare insieme al centro commerciale o vederci un bel film sul divano…” Mi mandò anche un cuore rosso, che pulsava. Non potei più resistere a questo strepitoso invito, e alla fine accettai.
“Hai ragione tu, 5 minuti e sono da te” Accompagnai con lo stesso cuore rosso, e ne fu felicissima. Bloccai finalmente il cellulare, e poi mi diressi verso il giubbotto.
< Vai anche tu, Liam? > Mi fermarono Marty, Louis e Niall, anche loro con i giubbotti in mano. Notai che tutti li fissavano, pensavano di avere una vaga speranza di poter vedere Harry forse un’ultima volta…
< Si, vado da Anish. Voi? > Mi tappai la bocca subito dopo avergli fatto quella stupidissima domanda. Ma loro oramai mi risposero.
< All’aeroporto, tra un’ora Harry ha l’imbarco… > Disse proprio Niall. Fu stranissimo: Niall solitamente è colui che porta l’allegria e il buon sentimento tra di noi, invece ora è stato capace di far zittire e abbassare lo sguardo a tutti… mi infilai il giubbotto e mi avviai verso la porta. Mi seguirono i tre dell’Ave Maria, ma ludo corse dietro di noi e prese Marty per entrambe le spalle. Il suo viso era arrossato, i suoi occhi verdi pieni di lacrime e le mani tremanti… uno schifo, stava davvero uno schifo.
< Marty, ti prego… > Riuscì a dire, prima di scoppiare in un pianto dirotto. Si interrompeva qualche volta per singhiozzare, ma non ho mai visto un pianto così… sincero? Anche, ma soprattutto era un pianto d’arresa. Perché sapeva benissimo che Marty le avrebbe detto di no. < Devo vederlo per un’ultima volta, non- > Singhiozzò rumorosamente. < Non posso sopportare di lasciarmelo scappare così, senza poter fare nulla per fermarlo. > Marty prese entrambe le mani della sua migliore amica, e la abbracciò. Fortissimo. Ma il tutto non servì per niente a farla stare meglio…
< Ludo… tu lo sai che vorrei portarti con me, vorrei portarvi tutti… > A quel tutti, guardò negli occhi glaciali di Feddy. < Ma non posso. Capisci? Non avreste dovuto nemmeno saperlo, e poi è Harry che non vuol vedere nessuno. > Concluse, con una piccola lacrima che scese anche dai suoi occhi e scivolò lentamente sulla guancia. Ludo la guardò, fu come se le scavasse nella mente attraverso gli occhi, per scoprire i suoi sentimenti più oscuri… ed allora lo vidi. Un leggero, quasi invisibile moto di pietà nei suoi occhi. Per la prima volta, vidi una completa intesa fra le due ragazze, che poco dopo si abbracciarono di nuovo.
< Allora vai, Marty… e promettimi che lo abbraccerai fortissimo. Per- > Aveva ripreso a piangere anche Ludo. < Per tutte le volte che avrei voluto farlo ma non ho potuto… ti prego. > Quelle parole fecero, non so come, commuovere anche i due ragazzi. Niall piangeva molto, e lo lasciava tranquillamente trasparire… però io concentrai tutta l’attenzione su di Louis. Aveva un volto totalmente inespressivo, attraversato però da decine di lacrime, che scorrevano lungo le sue appena ruvide guance…
< Gli farò pentire di andarsene. > Fu la dolce risposta di Marty, che lasciò un bacio sulla fronte di Ludo e poi riprese la mano del suo ragazzo. Tutti annuimmo, e poi fecero tutti e tre la loro uscita di scena. Li seguii anche io, diretto dalla mia migliore amica, con uno stato mentale totalmente diverso da quello che pensavo di avere quando l’avrei rivista.
 
POV MARTY
In circa mezz’ora di macchina arrivammo a Heathrow. Era pieno di gente felice, con tante valigie colorate e tutti avevano almeno un compagno di viaggio con cui chiacchieravano… quelli da soli invece, sorridenti più che mai, ascoltavano la musica con un paio di cuffiette. Louis era con noi, perché era l’unico che sapesse guidare e portarci fino a lì, e non so come Harry l’avrebbe presa…
Ci aveva dato appuntamento al Gate 42, dove si sarebbe imbarcato per andare a Glasgow con il più grande figlio di puttana del mondo, anche conosciuto come James.
Il mio passo, come quello degli altri due, era sveltissimo, perché la mia intenzione –o, almeno credo, la mia e quella di Niall- era quella di passare con lui il maggior tempo possibile prima che sarebbe partito… arrivati una volta al punto da lui indicato, ci mettemmo in piedi ad aspettarlo.
< Marty, guarda. > Niall mi scosse per un braccio, indicando un punto impreciso con il dito. Guardai nella direzione da lui indicata, e finalmente lo vidi.
Lo vidi nei suoi capelli ricci, nei suoi occhi verdi come la speranza… nel suo trench, che gli stava assolutamente benissimo e che lo faceva sembrare un modello. Lo vidi nel suo atteggiamento altezzoso, nel volto sbarazzino, nella camminata svelta… e lo vidi dirigersi verso di noi.
< Harry! > Lo chiamò Niall, che prese a correre verso di lui come un matto… io lo seguii, però a passo più lento, perché volevo essere l’ultima che lo avrebbe salutato. Il biondo lo raggiunse con largo anticipo rispetto a me e Lou che, mano nella mano, camminavamo verso di lui.
< Niall, non- oh, Niall! Non piangere, dai… > Sentii anche la sua voce rauca, bellissima come sempre, consolare il povero Niall che invece era divorato dalle lacrime. Mi avvicinai a loro, che erano ancora stretti l’uno all’altro.
< Harry, promettimi che tornerai… non posso farcela senza di te… > Furono le dolci ma allo stesso tempo malinconiche parole di Niall. Il riccio scosse la testa, socchiudendo gli occhi.
< Perché? Io come farei a vivere senza il mio folletto portafortuna? > Strappò un sorriso a tutto, perfino a Louis, che era ancora incazzato nero con lui nonostante tutto ciò.
< Quindi torni?! > Gli occhi di Niall si illuminarono di speranza, mentre io ed Harry ci guardammo per la prima volta negli occhi. Mi sorrise, e ricambiai con molta sincerità.
< Certo, ho scartato da subito l’opzione di vivere là… James è anche uno stronzo, e non lo sopporto. > Fece un paio di colpi di tosse. < E poi ho soltanto bisogno di staccare, tutto qui! > Allargò di nuovo le braccia, per farsi stringere una seconda volta da Niall… stettero in quella posizione per quasi un minuto, sussurrandosi cose idiote o le loro imprese epiche all’orecchio, per poi staccarsi e concentrarsi su di me.
< Harry? > Chiesi io, mentre ci guardavamo ancora negli occhi. Lentamente prese a camminare verso di me, per poi abbracciarmi fortissimo, come non aveva mai fatto. Lo sentii tremare leggermente, e mi staccai un secondo per guardarlo negli occhi. Evidentemente piangeva… ed esitava a nasconderlo; so che avrebbe voluto, ma era totalmente impossibile evitare l’inevitabile.
< Mi ero ripromesso di non piangere… > Sussurrò al mio orecchio, per poi lasciarmi un bacio sulla guancia. Ricambiai stampandogliene uno rumorosissimo, che forse fece ingelosire anche Louis. Scacciai via subito questo pensiero.
< Anche io, ma guardami… > Prese il mio viso tra le mani coperte dai guanti, per guardare le mie lacrime scendere dalle guance arrossate dal freddo. Fece una risatina, alla quale mi unii anche io. E poi ne approfittai per abbracciarlo di nuovo, stavolta molto più forte, come avevo promesso a Ludo.
< Stai tranquilla, non è un addio… > Ritornò con le mani appoggiate delicatamente sulle mie guance. Annuii decisamente, ma non volevo smettere di piangere. Così misi anche io le mie mani sulle sue, e poi avvicinò pericolosamente il viso al mio, fermandosi quando le due fronti si sfiorarono.
< Devi tornare, Harry. Lo so che non è un addio, e se tra tre giorni non ti trovo qui, vengo su a Glasgow a ti riporto qua. > Fece un sorrisetto sghembo.
< Lo so… è qui la mia casa, in mezzo a tutti voi- > Si arrestò improvvisamente, e spalancò gli occhi come se avesse visto un fantasma. Mi girai anche io, e vidi che stava fissando proprio Louis, che non aveva perso l’occasione per fumarsi una sigaretta. Piegò la testa di lato, per poi avvicinarsi di nuovo a me. < E lui che ci fa qui? > Stavo ancora elaborando la risposta nella mia mente, quando fu proprio il mio ragazzo a rispondere al posto mio.
< Dato che sono l’unico che sa guidare, li ho portati qui. Spero non ti crei problemi respirare la stessa aria per 5 minuti… > Harry distolse lo sguardo, e poi si diresse verso di lui per scrutarlo meglio. Era da tanto, in effetti, che non si vedevano o sentivano. Così iniziai a sperare con tutto il cuore che si sarebbero scambiati almeno delle battute che non fossero insulti.
< No, sempre che la cosa non dia fastidio a te… > Louis alzò entrambe le mani, e poi lasciò uscire tutto il fumo dalla sua bocca, che finì dritto in faccia ad Harry. Prese subito a tossire, e il mio ragazzo fece un sorriso… che però riconobbi come sincero, come se vedendolo tossire stesse ricordando vecchi tempi, e non era nemmeno un sorriso di scherno. Assolutamente no. < Questo però potevi evitarlo, cazzo. > Il riccio fece qualche altro colpo di tosse.
< Scusami, sai che amo farlo… > Si lasciò scappare Lou. Io mi avvicinai a Niall e lo presi per mano, mentre osservavamo entrambi la scena di super-tensione tra quei due.
< Già… > Gli rispose Harry. I due rimasero a fissarsi negli occhi per un tempo che parve interminabile, io e Niall invece ci scambiammo qualche occhiata veloce.
< Beh? > Chiese Louis, continuando a guardare il bellissimo corpo di Harry, il suo ex migliore amico. Ex fratello, oserei dire.
< Beh cosa? > Fu la risposta di quest’ultimo.
< Intendi andartene senza nemmeno abbracciarmi? > E qui, Louis cambiò faccia. Lo sguardo freddo divenne dolce, compassionevole, i suoi occhi lucidi erano più belli che mai.
< Non l’avrei mai fatto. > Scosse la testa Harry, che corse verso di lui e lo strinse forte. Io scoppiai inevitabilmente a piangere, e il motivo non è nemmeno da spiegare…
E così, dopo circa un mese che due migliori amici non si parlavano, bastò un solo abbraccio per far tornare quell’atmosfera di felicità che prima campeggiava tra di loro. Louis piangeva, piangeva come non l’avevo mai visto fare… e anche Harry singhiozzava come un bambino. Erano stupendi assieme, bellissimi. Come se, dopo un certo periodo, tutto fosse tornato esattamente come prima.
 
 
Eccomi!
Scusate tantissimo il ritardo, ma ho avuto tantissimo da studiare e ho comunque 6 allenamenti a settimana, che sono tanti… fra l’altro oggi ho preso 7 in scienze, cioè sclero.
Comunque, dato che sono qui, non posso certo farvi mancare il punto della situazione:
Il capitolo si apre con un POV LIAM, che vede tutti tristi e depressi a casa delle nostre ragazze… quando decide che sarebbe meglio andare a casa della sua migliore amica Anish (amore dobbiamo trovare un modo per sentirci di più, mi manchi), rimane totalmente spazzato perché vede Lou, Niall e Marty prendere il giubbotto per andare all’aeroporto. La povera ludo, innamorata di Harry, scoppia a piangere ma non possono assolutamente portarla con loro, perché da qui ne vale la permanenza di Harry a Glasgow, in Scozia. Una volta all’aeroporto e una volta salutati i tristissimi Marty e Niall, Louis decide di mettere da parte l’orgoglio e FINALMENTE, CAZZO fa pace con Harry. Anche se proprio pace non si può definire perché non si vedranno per i prossimi 3 giorni.
Ecco a voi, volevo anche dirvi che da ora in poi pubblicherò meno spesso, perché con gli allenamenti e lo studio il tempo è relativamente poco. Spero che questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate! Baci xx
Marty 

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Capitolo 36
*** Hall ***


Ludo
Caro diario,
Oggi è il secondo giorno che Harry non è qui… e devo ammettere che mi manca. Sinceramente non lo sento da due mesi, più o meno, però mi manca non averlo qui vicino… è come se Londra non fosse più Londra, capisci? Mi spiego meglio: hai presente quando guardi un paesaggio, come delle montagne o il mare… e hai la continua sensazione che cambi? Per esempio: i colori appaiono più spenti, magari le farfalline che vedevi svolazzare in giro e trovavi stupende ora ti danno noia, o il cinguettare melodico degli uccellini provoca fastidio?
Spero tu abbia capito, perché è esattamente come mi sento io. È come se le luci della Londra notturna non si accendessero più, o come se il tempo si fosse inspiegabilmente congelato. Non so esprimermi bene per iscritto, però è esattamente così. E trovo fottutamente ingiusto che Harry scriva a Marty e a Niall e non a me. Cosa ho di sbagliato io? Che gli ho fatto di male? Che poi, francamente, l’unico che ha fatto qualcosa di male qui è lui, ed è lui che dovrebbe pregarmi in ginocchio di scusarlo… ma, stranamente, adesso lui è a Glasgow a divertirsi con quei figli di puttana e io a malapena mangio e ancora più raramente sfodero un sorriso. E pensi che questo “male” che mi fa basti a farlo uscire dalla mia testa? No! Sarebbe tutto troppo semplice! Perché, come mai mi sembra ovvio dirlo lo sai solo tu, a me piace ogni giorno di più! Ma il brutto è che è un piacere che va anche oltre la semplice cottarella delle superiori, io… non so, sento di amarlo. Okay, “amore” è una parola un po’ grande per me, però il sentimento è quello… aiut-
 
Sentii dei passi affrettati scendere giù per le scale, così finii la frase in fretta e furia e mi firmai con il tipico “-Ludo” a fine pagina. Chiusi il diario nascondendolo alla meglio dietro al cuscino della poltrona, e poi ci sedetti sopra. Reby mi passò davanti, con i pantaloni infilati a metà e la maglietta stropicciata… aveva lo spazzolino ancora in bocca, e camminando tentava invano di pettinarsi. Mi lasciai sfuggire una risatina nel vederla così.
< Non rideresti se fossi al posto mio! > Esclamò lei, e capii ben poco di quello che disse per via dello spazzolino. Risi ancora di più.
< Scusa, ma dove credi di andare alle 8 di domenica mattina?! > Fu la mia risposta, meritevole di un’occhiataccia. Sputò lo spazzolino nel lavabo della cucina, e poi finì di allacciare i pantaloni, sbuffando.
< Mi ha dato appuntamento Niall, mi passa a prendere tra mezz’ora e passiamo la domenica insieme… le altre ancora dormono… > Annuii, tastando dietro la mia schiena per constatare la presenza del diario. Il cuoio di cui era rilegato entrò in contatto con le mie dita, rassicurandomi.
< Ah okay, ho capito… > Dissi, senza molto entusiasmo, dato che da quado Harry se n’è andato quei due sono come marito e moglie. Si scrivono sempre, e non possono fare a meno di non vedersi… qui gatta ci cova!
< Piuttosto tu, che ci fai sveglia a quest’ora? > Mi chiese lei, con tono curioso, mentre frugava in dispensa in cerca di una brioche.
< Ehm… non ho quasi chiuso occhio stanotte, e siccome non prendevo sonno mi sono alzata e ho fatto una doccia, e poi mi sono seduta qui in poltrona e ho provato a riaddormentarmi. > Dissi io, per niente convinta… però alla fine tutto quadrava, e ne fui felice. Lei invece annuì, e mi sorrise splendidamente.
< Vuoi che ti prepari una camomilla? Tanto ho tempo… > Si mise a contare sulle dita, ma scossi la testa in modo deciso.
< Tu ti devi preparare, devi essere impeccabile per Niall! > Mi lanciò un’altra occhiataccia, e poi finalmente estrasse una brioche dall’armadietto. Sorridente, la addentò.
< Però non è giusto. > Piegai la testa di lato alla sua frase senza senso, ma allo stesso tempo vera. < Insomma io ho Niall, Feddy ha Zay, Marty ha Lou… > Mi lasciò sottintendere.
< Lo so, guarda, non farci nemmeno caso. > Tagliai corto, però lei non voleva chiudere l’argomento, a quanto pareva…
< Beh, a te piace Harry, no? Però è un bel problema, perché lui non vuole vedere nessuno a parte Marty e Niall che, detta la verità, che cos’hanno di così speciale?! E poi non capisco il fatto che- > Non le lasciai dire un’altra parola, che la liquidai.
< Non ti devi truccare, tu? > Chiesi, cercando per la seconda volta di farle capire che non mi andava quell’argomento. Il suo sguardo finì sull’orologio, che segnava le 8.15, e la sua espressione cambiò improvvisamente.
< Oh, cazzo! È tardissimo! > Corse su per le scale, diretta in bagno, però poi ridiscese e mi puntò con un dito. < E ricordati che non finisce qui! > Detto questo, soddisfatta, se ne tornò di sopra.
E io fui di nuovo sola.
Senza farmi vedere, mi diressi in camera a prendere il cellulare e le cuffiette e a posare il diario nel suo nascondiglio, e tornai giù ad ascoltare la musica. Poco dopo Reby corse giù, truccata alla perfezione e con una piccola borsetta abbinata al resto. Ascoltammo un po’ di musica insieme, e poi sentimmo il campanello suonare: era Niall. Gli aprii.
< Ciao ragazze! > Disse lui a tono basso, entrando in casa, perché sapeva che le altre stavano dormendo. Ci baciammo sulla guancia, e lo stesso fece con Reby, che era al settimo cielo. I due si presero subito per mano.
< Io vi ho sempre visto bene insieme, ragazzi… > Sussurrai, e mi beccai una pacca amichevole sulla spalla, proprio da Niall.
< Tesoro, mi dispiace, ma per me è no. > Lui e Reby si sorrisero, e poi si diressero verso la porta. Li abbracciai entrambi, aprendo di nuovo il cancello, e baciai Reby sulla guancia.
< Buon divertimento allora! > Li salutai con la mano, mentre si incamminavano verso la strada. Mi ringraziarono, e poi li vidi sparire in fondo alla via.
Chiusi per l’ennesima volta la porta, e poi ritornai sulla mia amatissima poltrona con la musica al massimo volume nelle orecchie.
**
< Ludo, Ludo! > Mi sentii chiamare, così aprii gli occhi, sopraffatta, e sobbalzai sulla stessa poltrona in cui ero. Trovai Marty davanti a me, con due tazze in mano e uova e bacon nell’altra. Abbassai lo sguardo, e la vidi vestita con una gonna e delle parigine, stava davvero bene… e poi spostai lo sguardo sull’orologio. Segnava un quarto alle 10.
< Che c’è? Ho dormito? > Annuì, e poi mi aiutò ad alzarmi in piedi. Strofinai gli occhi, ancora socchiusi.
< Si, ma a parte questo sono tre giorni che non tocchi altro che pacchetti di crackers e acqua. E devi mangiare! > Mi baciò sulla guancia, e appoggiò tutto quello che aveva in mano sul tavolo apparecchiato per due.
< Però lo sai che se mangio… > Lasciai sottintendere a lei quello che dicevo… e così sospirò, alzò gli occhi al cielo e alla fine sorrise dolcemente.
< Allora mangia quello che ti senti, e poi vestiti, ti devo portare in un posto… > Arricciai il naso, però non ci feci molto caso, dato che fui presa subito da una grande voglia di mangiare. Aveva ragione, per tre giorni non avevo toccato altro che pacchetti di crackers e acqua naturale, nient’altro… però in quel momento fui colta da una fame assassina, che mi portò a finire tutto il the e le uova con bacon.
Ci recammo poi di sopra, dove lei si attaccò una spilla con uno smile felice alle parigine, che la rese più sbarazzina. Io invece decisi di vestirmi con jeans skinny e una maglietta abbinata… e le mie scarpe da ginnastica preferite.
< Io oggi mi faccio liscia! > Decise, così andammo entrambe in bagno e mi truccai mentre si piastrava i capelli. Dopodiché stese un velo di trucco anche lei, e fummo pronte per uscire. < Stai benissimo! > Esclamò, quando mi guardai allo specchio. Le sorrisi, aggiungendo un po’ di lucidalabbra trasparente.
< Aw, anche tu! > Ci abbracciammo, e poi tornammo di sotto, entusiaste del nostro lavoro. Controllò l’ora sul suo piccolo orologio, quello che le avevo regalato io.
< È ancora presto, vuoi mettere lo smalto? > Scollai le spalle, ed annuii, così decidemmo entrambe che io mi sarei messa dello smalto nero, mentre lei un color rosso scuro. Quando il tutto fu asciutto, tornammo giù ed uscimmo di casa, perché lei disse che eravamo in perfetto orario.
Appena fuori di casa, provai a chiederle dove mi avrebbe portata, anche se avrei dovuto aspettarmi la sua risposta.
< Dove andiamo? > Domandai, riparandomi dal sole di metà dicembre con una mano. Scosse la testa molto decisamente, e si mise a scrivere al telefono.
< Sarà una sorpresa… > Fu la sua prevedibile risposta, così mi arresi e stetti zitta. Ci mettemmo ad aspettare qualcuno al marciapiede, e non fui nemmeno sorpresa di scoprire che era Louis in macchina. I due si salutarono con un bacio, e poi Marty si sedette dietro con me… partimmo dopo un buon quarto d’ora, perché ci fermammo a parlare del più e del meno. E poi via, verso un luogo a me completamente sconosciuto, ma a loro fin troppo “caro”, da quello che sentii delle loro conversazioni. Invece io, non volendo nemmeno ascoltarli, ficcai le cuffiette nelle mie orecchie ed alzai il volume al massimo, escludendomi da tutto e da tutti.
 
 
 
Niall
Cercai di sembrare il meno impacciato possibile, con non so quale risultato… però ci stavamo divertendo molto, ed era questo l’importante! In queste due ore siamo stati da me, dato che i miei genitori sono partiti prima di Natale. Era ora che si prendessero una pausa, e siamo stati io e mio fratello Greg ad incitarli per primi e a consigliargli tutti posti possibili ed immaginabili… e loro ne furono entusiasti. Così faranno quattro o cinque giorni alle Maldives, e ne sono completamente felice!
< E quindi i tuoi sono partiti? > Mi chiese lei, mentre guardava fuori dalla mia finestra… ha sempre detto di essere incantata dalla vista, e sinceramente io non trovo nulla di speciale in un prato e qualche casetta qua e là. Però se a lei piace non sarò certo io a negarle di osservarlo!
< Si, stanno alle Maldives cinque giorni… torneranno prima di Natale, comunque… > Annuì, sorridendo maliziosamente subito dopo.
< E quindi sei a casa da solo? > Capii subito a che punto voleva arrivare, così annuii ridacchiando insieme a lei sotto i baffi.
< Ovviamente farò un party con tutti voi, era già nei miei piani! > Alzai le mani, e lei me le prese entrambe, sorridendo. Era davvero bellissima… però le dedicai solo un bacio sulla guancia, anche se solo Dio sa quanto avrei voluto sfiorare quelle candide labbra…
< Ah, bravo Niall, così si fa! > Dato che passeremo tutto il giorno qui da me, mi ero curato di sistemare la stanza in ogni piccolo dettaglio, mettendo tutto perfettamente in ordine. E lei ne fu infatti felicissima. Dato che era ancora presto, decidemmo di uscire a fare un giro in piazza prima di pranzo.
< Beh, andiamo a fare un aperitivo? > Le chiesi, mentre lasciavamo la casa e ci dirigevamo verso la strada… lei sorrise, raggiante, e ne approfittai per prenderle la mano.
< Certo, conosci qualche bar? > Annuii meccanicamente, così iniziai a parlarle del pub gestito da mio fratello Greg.
< Mio fratello Greg ne gestisce uno in fondo a Rome Street, non è molto costoso e… insomma, conosco il proprietario! > I suoi occhi si illuminarono e, come entusiasta, mi strinse forte la mano destra. Dato il nostro amore per le camminate, e parlando del più e del meno, arrivammo al “mio” pub in un baleno… avevo già prestato qualche servizio qui, per cui salutai subito la cassiera Liv.
< Niall! > Mi chiamò, con un cenno alla mano. < Ci aiuti anche oggi, bello? > Chiese poi, come di abitudine, pizzicandomi la guancia. Solenne, scossi la testa.
< No! Oggi sono il fortunato cliente… > Passammo qualche secondo a fissarci negli occhi, poi Liv spostò il suo sguardo su di Reby, e le tese la mano.
< E non mi presenti la tua raggiante amica?! > Esclamò, così sorrisi ad entrambe e le presentai. < Beh, vi auguro un buon aperitivo… ora se non vi dispiace vorrei dedicare un po’ di tempo a… > Lasciò sottintendere, e si mise ad indicare qualcosa dietro di noi. Ci girammo, e vedemmo subito una grande coda che si era formata… Reby arrossì come un pomodoro, mentre io mi scusai gentilmente con le persone e cercai un tavolino libero. Ne trovai uno accanto alla finestra, illuminato dal sole e con un carinissimo mazzolino di fiori appoggiato sopra un centrino.
Era un locale molto rustico, che ricordava la mia amata Irlanda… le pareti erano bianche, con mensole e decorazioni in legno scuro, a contrasto. Verso il fondo del muro stava un caminetto, fatto sempre di cemento bianco e con un lieve fuocherello acceso… vi erano appese delle chiavi di ferro nero: le ricordo perfettamente, perché le comprai proprio io a Mullingar, mia città natale.
Per le festività vi erano dei festoni e delle ghirlande appese alle pareti, ed un imponente albero di natale accanto al camino. L’aria sapeva di campagna e, mentre mi perdevo in questo magnifico luogo, una figura passò davanti a me. Senza un preciso motivo, la osservai per bene: capelli lunghi, mossi e mori, occhi color cioccolato ed un fisico da sirena. Si voltò verso di me, ed la sua quarta abbondante – e palesemente rifatta – si fece notare subito. Mi battei incredulo una mano sulla fronte e, senza notare l’atteggiamento sconvolto di Reby, scrissi immediatamente a Louis.
 
“Louis, cazzo, rispondi. C’è un’emergenza qui all’Irish. Ti prego rispondi, RISPONDI!” Fu il mio messaggio di allarme e, dopo nemmeno trenta secondi, mi rispose.
 
“Che c’è? Lo sai che sono con Marty e Ludo alla SPA!” Sbuffai attirando l’attenzione di Reby, che nel frattempo aveva anche ordinato qualcosa… così mi prese per un braccio e mi costrinse a guardarla.
 
< Niall, che diavolo ti prende? > Mi girai sconvolto verso Jessica, poi di nuovo verso Reby.
< Reby, ascolta, ti spiegherò tutto più tardi ma fammi scrivere a Lou. Giuro che avrai chiarimenti. > Tagliai corto, poi ripresi il mio iPhone e scrissi, sbagliando anche a digitare qualcosa.
 
“Louis, è tornata.”
“Jessica.”
“Jessica Hall.”
“Louis, la tua Jessica Hall.” Inviai questi quattro messaggi, ed attesi in silenzio la risposta, che arrivò anche qui in una frazione di secondo.
 
“Niall, porca puttana.”
 
 
Harry
Uscii dal ring, accolto da una folla estasiata ed in pieno delirio. Da quello che ho potuto capire nei due giorni passati, questa era una sfida a squadre… a livello regionale, credo, ma sinceramente nessuno mi parlò di nulla. Era comunque un luogo molto ampio, un forum o un’arena, con tanti posti a sedere e chiaramente nessuno nel parterre. I VIP ci hanno incontrati prima dello scontro, ma devo dire che erano concentrati sugli altri lottatori e non su di me, che ero uno nuovo… però qualcuno ha voluto una foto, e anche un autografo. E ne fui completamente entusiasta!
Una volta salutato ancora tutto il pubblico con un cenno della mano ed uno dei miei migliori sorrisi, scesi nei bui spogliatoi. Ci trovai James, che era l’unico, perché dato che io ero “quello nuovo” mi hanno fatto combattere per primo. Così ora gli altri erano di sopra a lottare, ed io qui con il mio allenatore… il quale mi accolse con un grande -e spaventoso a dir poco- sorriso. Mi invitò a sedersi accanto a lui, e mi passò una bottiglietta fresca di Gatorade, presa dal mini-frigo che avevamo in dotazione nello spogliatoio.
Era un luogo macabro, illuminato solo da una piccola lampadina che si accendeva e si spegneva in continuazione… le pareti erano color crema, e il pavimento piastrellato di bianco. C’erano delle panche, degli appendiabiti e due docce in condizioni impeccabili. Anche il bagno era lustrato alla perfezione, con dei gabinetti e uno specchio enorme… solo che mancava la corrente, il che gli fece perdere un po’ di punti.
Mentre riflettevo, non mi accorsi del fatto che James mi aveva circondato la spalla con un braccio… e ciò fu molto, moltissimo sospetto. Mi girai a guardarlo, ma abbassai lo sguardo appena incontrati i suoi occhi color cioccolato, che mi squadravano il viso come se fossi un quadro d’arte.
< Sei stato bravo… > Iniziò a massaggiare la mia spalla, ma cercai di non opporre nessun tipo di resistenza. Piuttosto mi sciolsi lo chignon, e lasciai i capelli liberi di scendere fin quasi alle spalle.
< Grazie. > Fu la mia risposta molto lineare e dal tono per niente eccitato. La presa sulla mia spalla si allentò, il tocco divenne quasi una carezza. Cercai di non farci caso e di concentrarmi piuttosto sul ring, sulla vittoria appena conquistata… ma mi distraetti subito, per colpa dei suoi massaggi sempre più intimi ed intensi.
Eravamo gli unici, ed essere seduto accanto ad un James così strano mi fece rabbrividire. Tremai per un secondo, scosso appunto da uno di questi brividi che mi passò per la schiena.
< Styles, stai fermo… > Sussurrò, con una voce diversa dal solito. La sua mano grazie a Dio si staccò da me, però dopo nemmeno due secondi la appoggiò sulla mia coscia, ed iniziò a strusciare il piede sulla mia caviglia… prima lentamente, poi con più foga. “Cazzo, questo fa sul serio” dissi tra me e me, e poi mi staccai di scatto, dirigendomi verso l’uscita con il borsone in spalla.
< D-devo andare… > Cercai di giustificarmi. Riuscì a sentirmi nonostante fossi abbastanza lontano, così corse da me e mi bloccò. Il suo sguardo tornò malizioso, la sua voce rauca e provocante.
< Dai, rimani ancora un po’… > Rispose lui, con la bocca vicino -troppo- al mio orecchio. Presi ad indietreggiare, spaventato ed intimidito allo stesso tempo, mentre James si avvicinava minacciosamente. Restai spalle al muro in poco tempo. < Lo faccio per il tuo piacere… > Spalancai gli occhi, che subito divennero vuoti. Non riuscii nemmeno a capire che cazzo mi stesse succedendo, quando con la bocca percorse la zona dall’orecchio fino al collo e poi alla spalla. Si concentrò su questo punto, lasciandoci sopra un segno rosso. Gemetti appena per il morso, facendo cadere il borsone ai miei piedi e buttando la testa all’indietro. < Ci stai? > Chiese nuovamente, con la voce oramai alterata dalla sua eccitazione. Non aspettò la mia risposta, come temevo, e mi tolse la maglietta sudata lanciandola da qualche parte. Rimasi a petto nudo, con lui che iniziò a lasciare succhiotti e morsi qua e là, gemendo. Io non feci niente, stetti immobile e gemetti raramente, anche se sentivo un insopportabile calore all’inguine.
< N-non credo che sia- > Non mi lasciò finire la frase, che strinse il mio capezzolo tra il pollice e l’indice, mentre torturava l’altro con la bocca. Questa volta gemetti più ad alta voce.
< Shh… > Rise, per poi inginocchiarsi davanti a me. Sapevo già a che punto avrebbe voluto arrivare, così misi una mano sulla sua testa. Con sua grande sorpresa, lo costrinsi però prima a guardarmi negli occhi… la luce fioca lanciava strani bagliori sulla pelle scura e fra i suoi capelli arruffati. Inutile negarlo, era molto attraente.
Però mi misi a riflettere, con calma e attentamente.
Sarei stato qui ancora una notte… e poi a Londra con che faccia sarei tornato?! Con la faccia da opportunista, senza palle per dire la verità agli amici e con la coda fra le gambe. Non avrei mai potuto sopportare di aver fatto loro un torto grande come questo… e non glie l’avrei mai detto, per paura di allontanarmi ancor di più. Sono consapevole dell’effetto che fa il mio corpo sugli altri, mi è sempre stato detto di essere bello. Ma no, non avrei mai sfruttato la mia “bellezza” in questo modo, e soprattutto non con un figlio di puttana del genere. Perché, per non dimenticare, lui era quello che mi voleva strangolare e prendere a ceffoni, quando io non avevo ancora accettato la sua proposta di venire qui a Glasgow.
Così, mentre era inginocchiato davanti a me a guardarmi implorante, lo tirai per i capelli e lo faci alzare in piedi. I miei occhi lo guardarono furiosi… potei vedere i suoi spaventati in un primo momento, ed arroganti e spavaldi in un secondo; come sempre, dopotutto.
< James. Sei un bastardo, se credi di poter sfruttare il corpo di qualcuno in questo modo, di certo non sarà il mio. > Dissi, con un tono di voce molto calmo. Andai a raccogliere la maglia sul pavimento, alzai lo sguardo e lo ritrovai davanti a me.
< Nessuno mi ha mai rifiutato, Styles. E di certo tu non sarai il primo… > Il suo tono divenne minaccioso, ma decisi di mantenere la calma e di non eccedere come faccio sempre.
< Beh, io penso proprio di si! > Con nonchalance mi infilai maglietta e giubbotto, poi presi il borsone in spalla. Avrei dovuto aspettarmi qualche reazione, perché prontamente corse verso di me e mi mollò un ceffone che lasciò il segno. Sospirai, e ripresi a camminare verso la porta, quando quello stronzo mi colpì alle spalle. Mi torse un braccio, facendomi inginocchiare.
< Styles… > Il dolore al braccio era atroce, quello alla schiena e a tutti i muscoli ancora di più. Gemetti addirittura da quel dolore. < La sai una cosa? > Scossi la testa.
< N-no… > Gemetti di nuovo. Volevo che mi lasciasse andare, mi ero rotto i coglioni di questo posto di merda, e mi pentii amaramente di aver accettato a tutte le sue condizioni.
< No, pensavo solo che questa posizione mi sta eccitando, non si se mi spiego… > Non so dove, ma riuscii a trovare la forza di alzarmi in piedi e di spingerlo violentemente. Lasciai il borsone dove si trovava, e James si sbilanciò perdendo l’equilibrio per qualche secondo. Decisi in fretta che la miglior cosa da fare in quel momento era fuggire, così corsi verso l’uscita… sbattei dietro di me ogni porta che mi trovavo davanti, per rallentarlo, ed in qualche minuto fui in strada. Dato che l’hotel era dietro l’arena mi ci rifugiai, chiudendo a chiave la porta di camera mia, e sapendo alla perfezione di essere stato seguito.
Infatti, dopo qualche secondo che stavo buttando la mia roba alla rinfusa nella valigia, sentii bussare violentemente alla porta.
< Styles! Cazzo, apri! Lo so che sei qui, figlio di troia!! > Lo sentii urlare dall’altra parte. Misi in spalla il mio zaino-valigia ed aprii infine la finestra. Presi un profondo respiro prima di buttarmici.
 
 
Buonasera signori e signore, la vostra Marty è tornata!
Allora… dato che non ho molto da dire questa volta (strano, ma vero) procederò subito con il punto della situazione e poi con i saluti e i ringraziamenti!
Si parte con un POV LUDO, poveretta, mi dispiace un sacco farla soffrire così in questi capitoli, però chi non soffrirebbe se fosse lontana chilometri e chilometri dal ragazzo che ama? Mi dispiace, ma io starei malissimo, quasi come lei. Marty decide di portarla alla spa, per distrarla un pochino… però ce la farà?
Detto questo, si passa a un POV NIALL, che finalmente con la sua amata Reby sono soli soletti in camera… dato che passeranno tutto il giorno insieme, vanno al bar a fare un aperitivo, dove Niall incontra amici di vecchia data. Incontra anche però qualcuno di familiare, ma chi sarà mai questa Jessica Hall di cui deve parlare subito con Louis? Eheh, lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Infine, ma non meno importante, il POV HARRY. Poveretto, quasi mi pento di aver scritto che James lo ha preso in squadra solo per il bel corpo e il viso perfetto che ha… scusatemi! Però dai era troppo bello, insomma, capitemi se voglio far diventare la ff emozionante! Non scandalizzatevi, Harry non si suicida alla fine hahaha!
Comunque, dato che ho finito, vorrei salutare tutti voi lettori ed in modo particolare Ludo, che si è resa molto disponibile e con me ha deciso di pubblicare hope anche su wattpad! Per cui se per caso voleste leggerla, sapete che ci potreste trovare anche lì… però non la pubblicheremo ancora, perché prima ci terrei a dare una sistemata ai primi due capitoli, sono illeggibili! Quindi da me e da tutti i lettori, grazie Ludo!
Chiaramente saluto Anna, che è una nostra molto affezionata fan, e le mando un abbraccio… e poi saluto il mio tesoro, che di sicuro mi manderà 400 messaggi per il nuovo capitolo. Cieu amore!
Bene, grazie a tutti per leggere hope e per commentare, vi adoro! Ci vediamo al prossimo capitolo, che pubblicherò il più presto possibile! Baci xx
Marty

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Capitolo 37
*** Brave ***


Louis
È da due giorni che sono iniziate le vacanze di Natale, e francamente non me ne sono ancora reso conto né tantomeno ho iniziato ad abituarmici. La mattina mi sveglio sempre e comunque alle 7.30 nonostante la sveglia sia spenta, e non riesco mai a riaddormentarmi… in più sono sempre convinto di dovermi alzare per ripassare qualcosa, ma poi mi rendo conto che staremo a casa. Per quasi un mese. E non c’è nulla di più bello…
Il telefono squillò, e non fui per niente sorpreso quando il nome di Niall si illuminò sopra lo schermo.
< Pronto? > Risposi pacatamente, mentre cercavo con disperazione qualcosa di interessante in tv. Oggi ci sarebbe stato il suo party, perché i suoi genitori sono fuori per 5 giorni… così io e Marty abbiamo deciso che ci saremmo visti un po’ prima per passare del tempo da soli, e poi ci saremmo preparati e saremmo andati a casa di Niall.
< Lou! Beh… immagino già che tu sappia il motivo per cui ti ho chiamato, no? > Chiese lui, con una voce dolce e impacciata. Sorrisi, anche se non poteva vedermi dall’altra parte dello schermo.
< Alle 19.30 a casa tua! > Esclamai in risposta, con un tono solenne. Rise. Adoro la sua risata, la adoro. È così dolce e… terribilmente contagiosa!
< Bravo… e ricordati che ci sarà anche Harry, per cui niente litigi oggi. Okay? > Rabbrividii. Non mi ricordavo minimamente che ci sarebbe dovuto essere anche lui, però di questo ne avrei parlato più tardi con la mia ragazza.
< Okay! > Esclamai, e poi sentii Marty scendere giù per le scale. < Ora sta arrivando Marty, ci vediamo dopo! > Feci per riattaccare, ma scoppiò di nuovo a ridere… e non potei fare a meno della sua risata.
< Dacci dentro! > Furono le sue ultime parole, prima che riattaccasse. Preparai il più bello dei miei sorrisi, per accogliere Marty in tutta la sua bellezza. Fu estasiata, e poi mi sorrise anche lei.
< Sono così elettrizzata per il party di Niall! È da tanto che non ci troviamo tutti insieme… > Lasciò le parole sospese nell’aria, per poi saltarmi letteralmente in braccio ed appoggiare le sue candide labbra sulle mie. Mi addolcii, approfondendo il bacio e sedendomi sul divano, con lei ancora in braccio.
< Anche io lo sono… però sai che ci sarà anche Harry, vero? > Annuì, e si mise a riflettere. Una delle cose che amo di più di lei è il fatto che rifletta sempre prima di parlare… e mi fece piacere che pensò anche questa volta.
< Beh si, però francamente non vedo cosa ci sia di male… dopotutto all’aeroporto ha parlato con tutti, chi di più e chi di meno, però tutti lo abbiamo abbracciato e gli abbiamo detto che ci mancava. No? > Annuii a mia volta, e non trovai nulla da controbattere. Ludo era finalmente felice, e non potei descrivere la gioia che provai per lei quando, timidamente, sorrise ad Harry e lui ricambiò. Potrei affermare che lei avesse pianto per qualche secondo, tra le sue braccia, mentre lo stringeva forte… e potrei affermare che forse tutto è tornato alla normalità.
< No, hai ragione… ho paura però che magari scoppi qualche discussione o cose del genere… > Le rivelai i miei dubbi, e la sua reazione fu uno scossone della testa che le fece agitare tutti i capelli in aria.
< Non credo… piuttosto spero che si ritorni presto ai vecchi tempi, siamo così vicini al gruppo unito e affiatato che eravamo prima! Sarebbe un peccato rovinare tutto, ora che le cose si stanno risistemando… > Provò a scendere e sedersi sul divano accanto a me, ma la bloccai prontamente per i polsi, facendola rotolare fin sotto di me.
< Beh, spero anche io lo stesso, mi manca tutta l’atmosfera di gruppo che si era creata nel primo mese di amicizia… > Annuì, per poi sistemarsi meglio e non essere schiacciata. Fece una piccola risatina sommessa, e infine rilassò tutti i muscoli del suo corpo. < Detto questo, che ti va di fare prima che arrivino le 7? > Il mio tono divenne malizioso, come anche il suo sguardo ed il suo sorriso.
< Non lo so, decidi tu… > Fu la sua risposta, molto accattivante, seguita da un sorriso. Non me lo feci ripetere due volte, così la baciai molto passionalmente e la sollevai dalle cosce, portandola fin di sopra nella sua camera da letto, dove ci attendeva un materasso a dir poco enorme. Chiusi a chiave la porta, portando poi il mio sguardo dritto nel suo.
< Beh… > Sospirai, dirigendomi con passo lento verso di lei, che intanto indietreggiava. < Da quando è che non ci divertiamo un po’, io e te? > Le domandai.
< Non saprei… > Si sedette sul letto, quando la raggiunsi e le presi il viso tra le mani. < Comunque molto tempo… > Sorrise maliziosamente, quando la baciai di nuovo e la spinsi contemporaneamente fino a farle appoggiare la schiena sul letto. Posizionai poi i gomiti ai lati della sua testa, lasciando una scia di baci che partiva dal lobo e raggiungeva il suo punto debole, dove succhiai con più forza. Gemette appena, e la cosa servì solo ad eccitarmi di più.
Poco dopo passò lei al contrattacco, ribaltando la situazione e sdraiandosi sopra di me… le mie mani finirono sui suoi fianchi, mentre lei decise di sfilarmi la maglietta e di lanciarla da qualche parte sul pavimento. Iniziò a baciare la mia clavicola molto passionalmente e, cosa ce non fece mai, scese e lasciò un morso appena sopra il capezzolo. Questa volta fui io a gemere, infilando le mani tra i suoi capelli.
< Marty… > Sussurrai piano, cercando di trattenere il mio gemito, quando stuzzicò uno dei due capezzoli tenendo l’altro fra il pollice e l’indice. Si sedette poi a cavalcioni sopra di me, giusto per quei secondi che le servirono per sfilarsi il maglione di cotone che portava. Appena scese su di me continuò a torturare il mio petto finché non decisi io di sdraiarla, schiacciandola con il mio peso. Tornai sul suo collo, lasciandole una scia di saliva fino alla spalla, dove morsi, facendola quasi sobbalzare. Sentii i miei jeans stringersi fino a diventare insopportabili. Appoggiò le labbra sulle mie, ed approfondì lei stessa il bacio, con una foga che non avevo mai visto nel suo corpo. Lanciò un gemito, quando portai la mano su una delle due coppe del suo reggiseno ed iniziai a stringerla, mentre la baciavo. Mugolò qualcosa tra le mie labbra, ma non ci feci molto caso… infilai addirittura una gamba fra le sue.
 < L-Lou- > Interruppe a metà il mio nome, proprio perché sentì la mia erezione premerle sulla coscia. I suoi occhi si sbarrarono per un secondo, potei quasi vedere l’ansia che le prese… non sapeva se avrebbe dovuto arrivare fino in fondo, e non aveva la minima idea di cosa avrebbe dovuto fare, una volta arrivati a questo punto. Sospirò, e fece durare la sua fase di indecisione meno di due secondi.
< Che hai intenzione di- > Provai a chiederle, ma mi zittì con un dito sulle labbra. Mantenendosi a cavalcioni sopra di me mi fece sedere, e mi spinse per le spalle, lentamente, fino a farmi arrivare sdraiato. Mi guardò negli occhi prima di appoggiare la testa sul mio petto, e di scendere con la mano fino al cavallo dei miei jeans.
< Shh… > Riprese una conversazione che sembrava iniziata un’infinità di tempo fa. Strinse la cintola, sfilò il bottone dall’asola e le sue dita si accostarono all’erezione tesa sotto i boxer.
Rabbrividii. Era strano che, in quel momento, non pensai ad altro che a quanto la volevo. La volevo come mai e, anche se non si sarebbe concessa a me così in fretta, notai più sicurezza da parte sua. Forse iniziava veramente a fidarsi di me, a capire che non avrei mai trovato nessuno che potesse sostituirla… dopo quasi un mese, si era decisa ad essere convinta al 100% di quello che stesse facendo.
Infilò la mano fredda oltre l’elastico, mi stuzzicò piano i testicoli. Sospirai, abbandonando il mento sopra la sua testa, che intanto continuava a torturare il mio petto.
< Dopo questa… > Mi costrinsi ad ascoltarla, a concentrarmi sulle sue parole ripetute con voce bassa e provocante. < Mi perdonerai per tutte le volte che avresti voluto questo, ma che non te l’ho mai concesso… > Sussurrò, con la bocca premuta sul mio petto. Le sue dita frizionarono la mia pelle, delicate ma finalmente decise, con un ritmo lento e cadenzato.
< Forse… > Sorrisi, mentre la velocità della sua mano aumentava e il polso ruotava, schioccando leggermente. Sollevai la testa e strinsi gli occhi, quando ritrasse la mano. Mi sorrise quando si accorse che la guardavo implorante.
< Non spaventarti, LouLou… > Scandì dolcemente. Senza distogliere il suo sguardo dal mio si leccò tutte le dita ad una ad una, e con altrettanta dolcezza il suo pollice scese sulla punta, disegnando cerchi infiniti sulla pelle tesa ed umida. Affondai i denti nelle labbra, gemetti appena. Sorrise a quel suono.
< Mi piace… > Gongolò. Poi le sue dita si strinsero più forte attorno all’erezione, il ritmo del suo polso si fece serrato. < Fallo di nuovo… > E, come se non potessi fare a meno di obbedirle, un verso acuto mi uscì dalla gola. Scoppiò a ridere soddisfatta, mentre lo sperma le colava dalle dita ancora incastrate fra i boxer. Mi abbandonai sul letto, sfinito, mentre lei mi lasciò un ultimo bacio secco sulle labbra per poi, con nonchalance, scendere dal letto e prendere i vestiti. < È ora di prepararsi. > Mi ricordò.
< Marty… > La chiamai, prendendola e bloccandola dai fianchi. La feci girare verso di me.
< Mh? > Rispose, come se non fosse successo esattamente niente. Lo faceva apposta… che brava ragazza…
< Non fare finta di niente, un giorno ricambierò questo piccolo favore che mi hai fatto… > Il suo sguardo fu provocante questa volta, sorrise tornando maliziosa. Appoggiò la mano sulla mia guancia, baciandomi poi molto intensamente.
< E non vedo l’ora che quel giorno arrivi… > Fu la sua risposta. Sorrisi anche io, poi raccolsi le nostre cose per terra.
< Beh, sarà meglio che mi faccia una doccia! > Esclamai, giusto per metterla sul ridere ed abbassare la tensione. Rise di gusto, e mi unii anche io alla sua risata.
< Sarà meglio che la facciamo entrambi! > Rise, dopo aver affermato questo… e così, la porta della camera si aprì e fingemmo che nulla fosse successo.
Anche se, noi due, nella nostra intimità, ci dimenticheremo difficilmente questo momento.
 
 
Liam
Erano le 7.30 di sera in punto, e già c’è da stupirsi perché ero in perfetto orario. Suonai al campanello, e un Niall felice e sorridente venne ad aprirmi… lo abbracciai per prima cosa, e poi gli baciai anche una guancia.
< Liam! Vieni dentro, devo ancora finire di apparecchiare la tavola e ci sono un sacco- > Il biondo fu interrotto, da una figura molto familiare che da dietro gli coprì gli occhi. I suoi capelli ricci, lunghi oramai fino alle spalle e di un biondo scuro molto attraente, erano illuminati dalla luce dell’ingresso di casa Horan. Gli occhi color verde speranza risplendevano, e il suo sorriso si trasformò in una risata appena Niall si tolse le mani dalla faccia.
Harry mi guardò, ed io guardai lui. Non lo trovai molto cambiato, però notai un accenno di barba incolta sul suo mento, che automaticamente mi fece sorridere. Ricambiò, in modo che non sembrava per niente forzato, come non era il mio… e fui veramente felice di tutto ciò.
< Buonasera, Liam… > Parlò proprio lui, facendo risuonare la sua voce rauca per tutta la veranda.
< Anche a te! > Esclamai, e poi mi diressi verso di lui, che allargò le braccia e mi strinse forte come non aveva mai fatto in quattro anni. Entrammo tutti e tre dentro casa, che era addobbata con delle lucine colorate sui mobili attorno al tavolo. Molto, molto accogliente!
Niall mi prese il giubbotto, lasciandomi per qualche minuto solo con Harry mentre andava a posarlo in camera dei suoi e a prendere gli stuzzichini e le patatine. Io e Harry ci fissammo negli occhi, rimanendo in silenzio e permettendo ai nostri sentimenti di trasparire attraverso quelli che sono definiti “lo specchio dell’anima”. Fu lui a rompere il silenzio.
< Mi sei mancato Liam… > Sussurrò, mentre si avvicinava. All’inizio fui un po’ scettico, ma poi abbandonai tutte le mie incertezze e mi buttai in quell’abbraccio, doppiamente sentito rispetto a quello di prima.
< Anche tu, non sai quanto… > Gli dissi io, con la bocca vicina al suo orecchio. Rimanendo stretti l’uno all’altro, gli scompigliai i capelli e gli accarezzai la nuca, mentre lui mi massaggiò la schiena.
< Finalmente! > Esclamò una terza voce, proveniente dal corridoio. Ci girammo di scatto, e trovammo Niall ad osservarci, con una tale aria soddisfatta. Harry ed io arrossimmo, abbassando lo sguardo. < Era ora, cazzo! > Ripeté con lo stesso tono entusiasta di prima, sorpassandoci per poi dirigersi a stendere la grande tovaglia sul tavolo.
Lo aiutammo ad apparecchiare e a sistemare tutti gli stuzzichini sul tavolino al centro dei due divani e con accanto una poltrona. Parlammo del più e del meno: di Glasgow, del ring… non sapevo facesse boxe! Ed a quanto pare era anche molto bravo! Un giorno lo porterò in palestra con me, glie lo promisi.
 
**
 
< Louis! > Esclamai, completamente spaventato dalla sua autentica perversione… sapevo che fosse un ragazzo un po’ contorto, ma non pensavo che arrivasse addirittura a livelli come questo!
< Beh dai ammettiamolo, è solo realista… > Mi scosse per un braccio Harry, mentre Ludo gli tirò una pacca sulla testa. Ridemmo ancora una volta tutti insieme, che bell’atmosfera che si era creata, alle due e mezzo del mattino!
< Okay, okay, Louis torna seduto ti prego… > Disse Marty, ancora scossa dalle risate. Il suo ragazzo le si sedette accanto, tra i due ci fu un’occhiata d’intesa che mi parve molto, molto accattivante, e poi tornarono a fissare il cellulare.
< Uh, tocca a Harold… > Zay si voltò malizioso verso di lui, che abbassò lo sguardo. Probabilmente avrebbe preferito evitare gli obblighi, e magari tornare un po’ più affiatato a noi prima di riprendere esattamente tutto ciò che facevamo quando eravamo uniti come gruppo. Avevamo appena fatto pace, tra tutti, e non mi sembrò molto giusto. Dato che pensai di essere l’unico ad avere quest’opinione, lasciai correre. < Obbligo o- > Harry non gli permise nemmeno di finire la frase che i suoi occhi guizzarono, maliziosi, ed alzò la testa con un movimento fluido dei ricci.
< Obbligo, obbligo. > Calò il silenzio quando l’annuncio interruppe i nostri continui chiacchiericci. Prendemmo poi a fissare Zay, che armeggiò con il cellulare per qualche secondo con il cellulare e poi scoppiò a ridere. Ci unimmo anche noi all’inizio, ma poi pretendemmo di sapere cosa avrebbe dovuto fare il povero Harry.
< Devi- > Zay si interruppe ancora una volta, per ridere, ma poi si ricompose beccandosi tutte le nostre occhiatacce. < Devi dire che cosa faresti se Lou potesse obbedire a tutti i tuoi ordini… > Fece un sorrisetto malizioso e, per un attimo, l’attenzione si spostò proprio sul prescelto che arrossì come un peperone e abbassò lo sguardo.
< Oddio… > Fu la reazione completamente scioccata di Niall. Harry invece si portò una mano sugli occhi, ridendo convulsamente.
< Beh, francamente gli chiederei di- > Abbassò lo sguardo anche lui, quando notò che Lou lo stava guardando fisso. Capii Harry in quel momento, perché nessuna persona mi ha messo così tanta soggezione quanta me ne mette Lou. È strano: quello sguardo dolce e allo stesso tempo di ghiaccio metterebbe i brividi a chiunque… il riccio giocherellò con i pollici. < Di tornare il mio migliore amico… > Lasciò le parole sospese nell’aria.
< Lo sono già… > Sussurrò Louis con la voce tremante. Harry cercò il suo sguardo, che poco dopo trovò. Entrambi arrossirono come pomodori, forse perché avrebbero preferito avere un momento di intimità per dirsi queste cose, così distolsero entrambi lo sguardo, prendendo a fissare punti imprecisi della stanza.
< Ma io pensavo c-che fossi ancora- > Louis non gli lasciò nemmeno il tempo di finire la frase, che lo strinse. Dopo tre mesi di odio, dopo tutto questo tempo che passarono a non parlarsi, si abbracciarono. L’abbraccio fu fortissimo e molto sentito, esattamente come quelli che si davano in prima superiore, quando la loro amicizia era appena sbocciata.
< Lo sono, Harry. > Affermò lui con tono deciso, ma la sua voce si spezzò a fine frasi, quando pronunciò il nome di Harry. L’abbraccio non accennò a sciogliersi, e si udì anche un piccolo singhiozzo sussurrato.
< Lo sei sempre stato… > Sussurrò Harry, quando una lacrima gli attraversò la guancia color rosso fuoco ed emise un secondo singhiozzo.
Feddy mi strinse la mano, e vidi Marty e Ludo sorridersi. Niall invece strinse Reby, che stava seduta davanti a lui e gli dava le spalle, facendole appoggiare la schiena al suo petto. Zay si limitò a guardarli, intenerito e felice per loro.
Dopo ancora quasi un minuto, i due si lasciarono, asciugandosi il viso ma pur sempre continuando a guardarsi negli occhi. Feddy ed io ci sorridemmo; mi piacque molto la complicità che si creò tra di noi.
< Bene, al diavolo il telefono! > Esclamò proprio Feddy, bloccando il cellulare di Zay e lanciandoglielo in grembo. Tutti la guardammo storta, così lei si prese le sue difese. < Insomma si vede che abbiamo una voglia matta di parlare in gruppo e non di fare questo cavolo di obbligo o verità! > Esclamò nuovamente, provando a convincerci con il suo tono persuasivo.
< Io penso più che altro che vorremmo chiederci determinate cose. Uno per uno. > Affermò Reby. Annuii al suo ragionamento, che non faceva nemmeno una piega.
< Per esempio… io vorrei chiederti se tra te e Niall c’è davvero qualcosa, dato che avete passato così tanto tempo insieme in questo ultimo periodo… > Fu la risposta di Louis, alla quale Reby e Niall si lanciarono due sguardi d’intesa e scossero la testa.
< No, siamo solo buoni amici. > Tagliò corto Niall, che poi gli rivolse uno sguardo malizioso. < E invece io volevo chiedere a te e Marty se siete mai andati oltre al bacio, non so se capisci cosa intendo… > Prese a gesticolare con le mani, ed allora Marty e Louis scoppiarono in una risata fragorosa.
< Mi dispiace per te, piccolo pervertito. > Disse Marty.
< No, io te lo chiedevo per quel segno rosso tanto simile ad un morso che hai sul collo… >
 
Zayn
La coperta di pile fu finalmente sistemata sopra i nostri corpi, con le schiene appoggiate alla parete di casa Horan. Eravamo tenuti al caldo dalle morbide giacche dei nostri pigiami, che non bastavano per essere fuori casa alle 5 e mezzo del mattino, così coprii entrambi con la coperta che Niall aveva messo a nostra disposizione.
Il quartiere era ancora buio, il cielo scuro e nuvoloso nascondeva la luna che tra poco avrebbe lasciato spazio al nuovo giorno. L’unica luce proveniva da un lampione arrugginito, posto a lato del marciapiede, la cui illuminazione era fioca e interrotta da continui ronzii seguiti da spegnimenti temporanei.
< Davvero non hai mai visto un’alba? > Le chiesi, rompendo il silenzio che si era creato tra di noi. Feddy si voltò a guardarmi negli occhi, e raggiunse la mia mano sotto la coperta, scuotendo la testa.
< Questa è la prima. > Rispose lei, arrossendo su entrambe le guance. Le sorrisi, prendendo a giocherellare con le sue piccole e candide dita.
Rimanemmo nuovamente in silenzio, magari scambiandoci qualche dolce parola, per un’altra mezz’ora. Amo questi momenti di pausa, nei quali ci capiamo semplicemente guardandoci e quelle poche, dolci parole che ci sussurriamo basterebbero a colmare il cuore per una vita intera.
Mentre riflettevo con lo sguardo fisso su un qualche punto impreciso, mi sentii tirare per una manica.
< Zay… > Sussurrò, mentre il sole iniziò a comparire all’orizzonte, in un tripudio di colori e sfumature che andavano dal giallo al rosa, all’arancione e all’azzurro tenue. Semplicemente perfetto, ineguagliabile.
Feddy si appoggiò alla mia spalla, mentre la mia testa si accostò al muro, esattamente quello sotto la finestra tanto amata da Reby. Era rivolta verso est, e davanti a noi si stanziavano solo qualche albero e due o tre piccole cascine, fiocamente illuminate dall’alba. Il mio istinto fu quello di voltarmi verso la mia ragazza, o meglio, colei che oramai consideravo la mia ragazza. La trovai più bella che mai. La luce lanciava strani bagliori sul suo viso dai lineamenti sottili e raffinati, tra i capelli biondi che ricadevano sulle spalle e sulla zona del collo lasciata scoperta dal pigiama.
Poco dopo che mi concentravo sui minimi dettagli del suo volto, anche lei decise di guardarmi. Ci fissammo negli occhi per un tempo che parve interminabile, quando iniziammo lentamente ad avvicinare i nostri visi. Appoggiai entrambe le mani sulle sue guance di fuoco, annullando quella poca distanza che ci separava. Ci staccammo dopo che avemmo approfondito il bacio.
< Ascolta… > Richiamai la sua attenzione, mentre la luce illuminava a pieno i nostri visi. Appoggiò delicatamente una mano sulla mia guancia, mentre ci travolgevamo con i nostri sguardi.
< Ti ascolto… > Decretò lei, non facendo altro che mettermi in ansia. Le sorrisi, cercando di calmarmi… però quando ricambiò, così perfetta, così utopica, persi tutto il controllo che avevo.
< Senti, alla fine non c’è differenza tra quello che siamo noi e due ipotetici fidanzati… noi ci capiamo, a volte anche solo guardandoci, e guarda come siamo ora! Stiamo guardando un’alba, la tua prima alba, insieme… ed è fottutamente romantico essere svegli alle cinque del mattino perché ci siamo dati “appuntamento” ieri sera per assistere assieme all’alba. E… io vorrei solo che tu fossi mia, Feddy, in tutti i sensi. Vorrei che tu fossi la mia ragazza – ovvio che parlo ipoteticamente. > Sorrise di nuovo, stringendo forte la mia mano.
< È quello che ho sempre voluto, Zay. > Le sorrisi, fissando l’alba per un secondo e poi tornando a guardarla negli occhi.
< Quindi- > Non mi lasciò finire la frase, perché pose in dito sulle mie labbra. Sorrisi, spostando la sua mano.
< Facciamo che se ci baciamo, siamo ipoteticamente fidanzati. > Annuii alla sua affermazione, e mi ritrovai un secondo dopo con le labbra premute sulle sue. Stavolta fu lei stessa ad approfondire il bacio, dandogli quel senso che voleva che avesse. Ci staccammo dopo due buoni minuti. Sorrisi, leccandomi le labbra.
< L’ho già detto che mi piace fare ipotesi con te? > Ricambiò al sorriso, stringendo la mia mano ed intrecciando le nostre dita.
< Si. >
 
 
Buonasera miei prodi!
Scusate il capitolo un po’ più lungo del solito, ma questa volta mi sono proprio impegnata al massimo aw! Comunque ora passiamo al punto della situazione, mi mancava scriverlo hehehe
Allora… prima abbiamo un POV LOUIS… … … vi prego non prendetemi per una maniaca sessuale dopo che avrete letto! Ci siamo intesi? Ecco.
Poi un bellissimo POV LIAM, dove si descrive la pace di Lou e Harry, che erano quelli ancora un po’ indecisi sul da farsi, mentre tutti gli altri lo avevano già perdonato. Credo si capisca che sono Larry, spero non vi offendiate se siete Elounor e avete letto… cioè non è successo nulla, hanno solo fatto pace. Sono feliceeee!
E poi si arriva al POV ZAYN, che come sempre è dolce e romantico… mi mancavano proprio tanto di Fayn! Sono una delle coppie migliori, secondo me.
Ad ogni modo, grazie per continuare a leggere e recensire… ve se ana! Baci a tutti, ci vediamo al prossimo capitolo xxx
Marty
p.s. cieu Cherry! Amo anche te muahahahaha

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Capitolo 38
*** Hands ***


Niall
< Si, lo so! > Gli risposi di getto, senza nemmeno fargli concludere la frase… < Ma stiamo parlando di Jessica Hall! > Esclamai poi, stendendo la tovaglia sul tavolo della cucina. Tutti gli altri dormivano in camera mia, però io e Louis ci siamo alzati un po’ prima perché… perché prima o poi avremmo dovuto parlare di tutto questo.
< E quindi?! Lo sai anche tu che non provo nessun interesse per lei! > Ribatté lui, ed a quel punto mi schiaffai una mano sulla fronte, dirigendomi poi a prendere i bicchieri dalla lavastoviglie. Non dissi una parola. < Non è che non parlando migliori la situazione, Niall. Che c’è? > Chiese, mentre si avvicinò a me per prendere le posate e i tovaglioli dal cassetto.
< Che te la sei fatta. > Conclusi io, senza dare un preciso tono alla mia voce. Sospirò, in maniera molto evidente.
< Si, me la sono fatta. Ma ero ubriaco, fumato… e in più in una discoteca! Come puoi pretendere che avrei provato a fermarla, in quello stato?! > Ripeté, per la centesima volta. E per la centesima volta gli diedi la stessa identica risposta.
< Io non pretendo proprio niente! > Cercai di rimanere calmo e di tenere un tono di voce basso. Sia perché non volevo svegliare gli altri, che perché di litigare per una stupidaggine del genere non mi andava proprio. < Però è stata la tua prima volta… > Dissi infine, sistemando anche i piatti in tavola. Dato che era tutto pronto, lo invitai a sedersi sulla poltrona davanti a me, che invece sarei stato sul divano.
< Ma non potevo saperlo! > Controbatté nuovamente, così decisi che da ora in poi sarebbe stato un botta-e-risposta.
< Avresti dovuto stare attento! >
< Attento a cosa? >
< A bere, no?! >
< Come se avessi potuto, o voluto… >
< E allora lo vedi che è colpa tua?! >
< No che non lo è! >
< Hai ragione, è colpa anche di Harry che non ti ha fermato! >
< Non era lì, in quel momento! >
< E allora è colpa tua! >
< La vuoi piantare?! >
< Siete mai andati oltre al bacio? > Chiesi, cambiando di nuovo argomento e riferendomi a lui e Marty, arrivando finalmente al punto a cui sarei voluto arrivare. È quello il filo che collega tutto, alla fine.
< No… > Sussurrò debolmente, come in segno di resa. Abbassò lo sguardo, e riconobbi questo gesto come potrei riconoscerne altri cento.
Quando mente, Louis ha sempre l’abitudine di cambiare tono di voce, e poi di abbassare lo sguardo… lo fa sempre, lo ha sempre fatto, però è solo da un paio di anni che me ne sono accorto. È come se si vergognasse di aver detto una bugia, però fosse costretto a dirla. E questo non è uno di quei casi… è bello che si manifestino a vicenda il loro amore. Però, se Jessica entra in gioco, allora deve vergognarsi eccome di mentire.
< Ti conosco, Louis… > Sussurrai, appoggiandogli delicatamente una mano sulla spalla. Mi guardò negli occhi, per qualche manciata di secondi, e poi annuì lievemente.
< Siamo andati oltre il bacio. > Ammise infine, e feci quasi fatica ad udirlo per il tono di voce basso e sussurrato che aveva. Annuii anche io, poi però mi resi conto di quello che potevano aver fatto e sobbalzai.
< È un mese e mezzo che state insieme, non avrete mica… > Mossi le mani in modo che la frase si terminasse da sola, facendo fare a Louis un piccolo sorriso. Il suo sguardo divenne innocente, come se il peggio fosse passato e ora non avesse più vergogna di me. In teoria non dovrebbe averne mai, perché sa che io per lui ci sarò sempre, però in questo caso le cose importanti sono altre.
< No, no… > Rise sottovoce, magari ricordando quel momento. Piegai la testa di lato, e ci girammo uno verso l’altro con le gambe incrociate. < E poi sono due… > Sussurrò.
< Racconta tutto a zio Horan. > Il mio sorriso malizioso gli fece capire che stessi scherzando in realtà, così si rilassò ed iniziò un breve racconto.
< Allora… è stato prima di venire qui da te. Eravamo in casa soli e così siamo andati di sopra sul letto di camera sua e- > Prese a muovere le mani, in segno che non sapesse come andare avanti. Gli sorrisi, cercando di non mettergli pressioni. < -e poi abbiamo iniziato a baciarci, sempre più passionalmente… ad un certo punto capii che volesse davvero fare sul serio, ma ho lasciato fare tutto a lei. Così si è messa a cavalcioni su di me e si è tolta la maglietta e -cazzo- era stupenda. > Immaginai anche io la scena, ridendo sottovoce.
< E dopo? > Chiesi. Mi fece segno di non mettergli fretta, ma dopo pochi secondi iniziò nuovamente a raccontare.
< E dopo… dopo ci siamo baciati di nuovo, con lei seduta a cavalcioni sopra di me e io completamente impotente, con la coppa del suo reggiseno stretta in una mano e l’altra che dalla nuca spingeva il viso contro il mio. > Fece una piccola pausa. < E poi non so. Forse ha sentito che… che insomma ero… nel senso che- > Lo interruppi, altrimenti non saremmo più andati avanti.
< Si, eri eccitato. > Sorrisi stringendo la lingua tra i denti, felice per averlo fatto diventare rosso come un pomodoro. Annuì.
< Esatto. E per un secondo era come bloccata, perché non eravamo mai arrivati a quel punto e probabilmente non sapeva cosa fare… e sono anche riuscito a vedere un secondo di panico nei suoi occhi. > Sospirò, soddisfatto del suo racconto. < Ma poi ha ribaltato completamente la situazione. Si è chinata sopra di me e poi ha passato il limite. Ha spinto la mano oltre l’elastico dei boxer e -dio- la sua voce provocante sussurrava cose che non mi sarei mai aspettato da lei. > Si fermò di nuovo per riflettere, mentre io mi preparai perché dopo il suo affascinante racconto saremmo dovuti tornare all’argomento “Jessica”. < Per esempio, quando la mano iniziava a prendere velocità io ho sussurrato un gemito con il labbro stretto fra i denti. Lei ha sorriso e ha detto “Mi piace… fallo di nuovo…” con un tono così intrigante e sensuale… e poi sono arrivato al culmine. Capisci?! Mi ha letteralmente fatto impazzire! > Concluse, con un tono totalmente eccitato, sospirando.
< Immagino che lei sia felice ora… > Affermai io. Annuì di tutta risposta, e questo fu esattamente il gesto che mi aspettavo.
< Beh, credo proprio di si! > Esclamò, sorridendo maliziosamente. < Anche perché le ho detto che ricambierò questo favore… > Sbarrai gli occhi, scatenando una sua risatina sommessa. Ecco perché ha sempre sostenuto che Jessica non avrebbe portato danni: perché tra lui e Marty non c’è più un legame fatto solo di baci e dolci parole. No, loro sono andati oltre. Sono una coppia vera.
< È per questo che… > Ci riflettei ancora, lasciando sottintendere la frase. Annuì soddisfatto.
Notai una strana luce nei suoi occhi pieni di fierezza, e rimasi ad osservarlo. Stava maturando, era oramai evidente, e lo si capiva da molte piccole cose: da come affrontava certi argomenti, dal vocabolario che usava… ma soprattutto dal fatto che ora ha una ragazza. La ama, più di ogni altra cosa, e lo si potrebbe vedere da lontano un miglio. Farebbe di tutto per lei, ed ora sono anche più legati, da quando è avvenuto qual gesto di grandissima intimità fra loro. Li ha in qualche modo uniti, triplicando l’amore che li tiene assieme.
< E quindi per te è stato molto più che un gesto, fatto esclusivamente per una grande attrazione fisica. > Dissi io. Inizialmente si limitò a scuotere la testa e poi mi sorrise, rispondendo.
< Quel gesto significa che si fida di me, che non ha paura che la tradirò o che andrò con un’altra… ed era quello che stavo cercando di far capire anche a te! > Ricambiai il sorriso, e scossi leggermente la testa anche io, capendolo a fondo.
< E Jessica? > Chiesi nuovamente, stuzzicandolo un pochino.
< Può anche andare a farsi fottere, Jessica. > Affermò, in tono duro. Detto questo si alzò e tornò poco dopo con un bicchiere di succo d’arancia ed una rosa, che sistemò al posto di Marty, sorridendo in modo raggiante. < Oggi sono due mesi. > Lo abbracciai, intenerito.
< Auguri allora! > Esclamai, stringendolo forte e stampandogli un bacio sulla guancia. Ricambiò tutto, guardando poi l’orologio. Segnava le dieci e mezzo, e trovai molto strano che dormissero ancora tutti.
< Andiamo di sopra a vedere come sono messi? > Chiese, facendo spuntare un ghigno malizioso sui nostri visi.
 
 
Anish
Decisi che avrei passato la serata con il caro e vecchio Liam, perché i miei genitori erano partiti per Cardiff, per motivi di lavoro. La prima cosa che mi avevano chiesto era se volessi andare con loro, ma mi sono categoricamente rifiutata, per due motivi principali: prima di tutto non se ne parla di stare lontana da tutti i miei amici, anche per soli cinque giorni, e poi Natale è alle porte! Devo ancora comprare tutti i regali e addobbare casa… per cui no!
Decisi che per cena avrei ordinato il sushi, perché sia io che Liam ne andiamo matti, e poi mi misi ad aspettare impazientemente, facendo scorrere le notifiche sul mio iPhone.
Dopo quasi un quarto d’ora il campanello suonò. Corsi davanti allo specchio, mi diedi un’ultima sistemata e poi andai ad aprire, con un sorriso disumano stampato in faccia. Si allargò ancora di più, quando vidi che fuori ad aspettarmi c’era proprio Liam. Con un bottone aprii il cancello automatico, ed entrambi ci mettemmo a correre l’uno verso l’altra.
Qualche istante dopo eravamo stretti l’uno all’altra, ma non era affatto uno di quegli abbracci che dura al massino tre secondi. No, era uno di quegli abbracci dati da chi è più alto di te, con le spalle larghe e le braccia muscolose, uno di quelli che ti fanno sentire al sicuro da qualsiasi cosa al mondo. Mi sentii protetta, tra quelle braccia.
< Mi sei mancato… > Sussurrai, con la testa appoggiata alla sua spalla. Sorrise, stampandomi un enorme bacio sulla guancia.
< Anche tu, non sai quanto… > Stavolta fui io a sorridere, invitandolo in casa ed aspettando il tizio del sushi. Lo feci sedere al tavolo, apparecchiato a regola d’arte e con persino un vaso con dei fiori al centro. Dopo quasi mezz’ora arrivò tutto il cibo che avevo ordinato, con una salsa in omaggio per scusarsi del ritardo… pagai, senza discutere del prezzo, e poi tornammo dentro a mangiare.
< Allora? Che racconti? > Mi chiese lui, prendendo una forchettata del pesce crudo più buono di tutta Londra. Sorrisi, aggiungendo un po’ di salsa al mio.
< Beh… i miei sono partiti per Cardiff, per questioni di lavoro… e saranno di ritorno fra tre giorni. > Contai sulle dita, per essere sicura di quello che avevo appena detto. < No, quattro. > Mi corressi.
< Dai, almeno passerete insieme il Natale! > Esclamò. Ricambiò il sorriso, poi mi passò molto gentilmente il pane, su mia richiesta.
< Esatto… > Lasciai la frase a metà e poi, come di abitudine, cambiai argomento. < Tu hai già comprato i regali? > Gli chiesi, prendendo un boccone della porzione che mi ero trasferita nel piatto.
< Uhm… > Mi lasciò sottintendere, ridendo e arrossendo leggermente sulle guance. Lo trovai dolcissimo. < Beh, ancora no. Però abbiamo una settimana di tempo! E tu? > Ricambiò la domanda. In quel momento però entrambi allungammo la mano verso la bottiglia di acqua frizzante che era al centro del tavolo, e nello stesso momento la afferrammo. La mia mano finì per posarsi sopra la sua, e rabbrividii a quel contatto. Senza staccarci ci guardammo negli occhi, imporporandoci gli zigomi a vicenda. Poi lui sorrise, ancora un po’ imbarazzato. < Faccio io… > Concluse infine, cambiando tono di voce. Gli sorrisi, ringraziandolo e facendo finta di controllare le mie unghie, mentre versava l’acqua anche nel mio bicchiere.
< Io comunque dovrei andare questa settimana, perché vorrei farlo mentre i miei sono via, così posso comprarlo anche a loro senza che mi scoprano! > Feci una piccola risatina, per poi tornare a mangiare. Annuì, e seguì poi uno dei soliti momenti -tanto imbarazzanti- nei quali nessuno dei due sa cosa dire. Decisi di rompere il silenzio, perché rischiavo di diventare davvero ridicola nel mangiare, sapendo di essere osservata da lui. < E Harry? È tornato? > Rifletté per un istante prima di rispondere, segno che avremmo avuto da parlare per un bel po’! sospirai, tranquillizzandomi interiormente.
< Si, e sembra che sia finalmente tutto a posto… perché ieri sera Niall ha dato una festa per il ritorno di Harry, e ha invitato anche tutti noi. Non eravamo messi nel migliore dei rapporti con lui, anche se avevamo già parlato all’aeroporto… e poi chiaramente Marty e Niall sono stati legati a lui anche durante il litigio, per cui era ovvio che all’inizio preferisse parlare con loro. Ma poi verso la metà della serata il clima si è sciolto e abbiamo iniziato a ridere e scherzare tutti e -ti rendi conto?- mi è pure sembrato di vedere il gruppo unito di qualche mese fa! > Prese un sospiro, ed io sorrisi, contenta di ascoltarlo. < E poi verso le due di notte stavamo giocando a obbligo o verità che, lo ammetto, è un gioco stupido e infantile, però mi diverto e rido ancora un sacco! Dicevo che era il turno di Harry, ed avrebbe dovuto dire che cosa avrebbe voluto far fare a Louis se fossero stati soli chiusi in una stanza. Tutti chiaramente ci siamo messi a pensare a cose non molto fini… però Harry ha detto che gli avrebbe detto di tornare il suo migliore- ehy, ma ti sto annoiando? > Chiese, all’improvviso. Forse si accorse che lo stavo guardando incantata, così cercai di ricompormi.
< Ma figurati! > Esclamai, sbattendo una mano sulla fronte. < Anzi, mi piace sentirti parlare… > Conclusi, sorridendo e mettendo in mostre le mie fossette. Che odio. Non so nemmeno come facciano a fare tutto questo furore, perché non le sopporto e non mi stanno nemmeno bene! Mi allargano il sorriso, che già è largo di suo, e in più sono proprio al centro delle guance e sono profondissime. Veramente non capisco queste ragazze che le vogliono a tutti i costi.
< No, è perché ti ho vista incantata… > Sorrise, e stavolta io arrossii come un pomodoro. Per fortuna questo momento fu interrotto, dagli squilli improvvisi del mio cellulare. Mi stupii però, perché era una chiamata di mamma.
< Liam, vado a rispondere, è mia mamma… > Annuì, mentre io mi alzai dal tavolo e mi recai lontano. Non volevo che mi si sentisse parlare al telefono, e poi risposi, anche se mi stavo sentendo un po’ osservata.
< Mamma? > Dissi io. Dall’altro capo del telefono si sentì un grande trambusto, e feci quasi fatica a distinguere la sua voce. < Mamma, non ti sento… > Parlai un po’ più forte, immaginando che nemmeno lei potesse sentire me. Finalmente tutto il caos si smorzò.
< Tesoro, come stai? > Mi chiese, in un tono un po’ troppo teso per i miei gusti.
< Io bene… sto cenando con Liam. Piuttosto voi? > Fu la mia risposta. Probabilmente capirono che fossi ansiosa di scoprire il motivo di questa chiamata.
< Tesoro, stiamo chiamando per dirti che non riusciremo a tornare a casa prima di Natale… > Sbarrai gli occhi. < Ci sono stati grandi problemi qui, e la riunione è stata spostata a settimana prossima… capisci che non possiamo tornare a Londra per poi ripartire, vero? > Chiese, con la sua voce mielosa e decisamente troppo dolce. Annuii, anche se non poteva vedermi dall’altro capo del telefono.
< Si, okay… > Sussurrai debolmente, per poi sospirare.
< Ci dispiace tantissimo tesoro, però non ci sei rimasta male? > Chiese, con un tono che mi sapeva tanto di presa in giro. Scossi la testa.
< No mamma, è solo che mi suona strano. > Dissi io, con voce atona. Ridacchiò dall’altro capo. Quanto la odiai in quel momento.
< Ci vediamo al ritorno! > Non mi lasciò nemmeno il tempo di salutarla che riattaccò. Sbattei il cellulare sul tavolo, dirigendomi a passo svelto da Liam, che trovai davanti a me appena chiusi la porta. Sobbalzai.
< È successo qualcosa? > Mi domandò, molto serio in volto, appena prima di dedicarmi uno dei suoi migliori abbracci. Annuii, dopo mi nascosi il volto fra le mani.
< I miei hanno avuto un “incidente” e non tornano per Natale. E mia mamma rideva, al telefono. Ma che vadano a farsi fottere. > Dissi, senza dare un tono alla mia voce. Poi circondai il suo volto con le braccia, e gli stampai un bacio sulla guancia.
< Oh… > Riuscì a dire. Mi prese la mano. < Mi dispiace che tutti i tuoi piani per i regali e per la sorpresa del fargli trovare la casa addobbata siano andati in fumo, ci tenevi così tanto… > Sussurrò, poi mi diede un bacio sulla fronte che mi fece sentire subito meglio.
< Già… > Sussurrai a mia volta, mentre ci accomodavamo sul divano.
< Aspetta, so io cosa potrebbe farti star meglio! > Esclamò lui, scattando in piedi e correndo a prendere i nostri giubbotti. < Vieni con me, ti porto in un posto speciale… > Lasciò le parole sospese nell’aria, mentre mi aiutava a sistemarmi i vestiti. Poco dopo fummo fuori di casa.
Fu anche abbastanza strano, soprattutto perché per tutto il trascorrere della serata la mia attenzione è stata sempre e solo su di lui. Il mio cervello si rilassava ad ascoltare la sua voce, dal tono così basso e allo stesso tempo dolcissimo… e la mia mente fu come più leggera, subito dopo che la sua mano si strinse alla mia e le sue labbra si posarono sulla mia fronte, ancora una volta, e avrei voluto che ce ne fossero state almeno altre cento.
 
Ludo
Quella sera decidemmo che saremmo usciti tutti in discoteca, per festeggiare il mesiversario dei due sposini e anche il ritorno di Harry. E sinceramente io ci andavo per passare del tempo con lui… all’inizio della festa di Niall lui parlava praticamente solo con, appunto, Niall e Marty. Poi, quando Reby faceva le sue battute e il clima era molto più disteso e rilassato, ha iniziato a chiacchierare con tutti del più e del meno e, in meno di un quarto d’ora, eravamo quella grande famiglia di un tempo.
< Ti sta bene quel vestito, Ludo! > Esclamò proprio lui, mentre mi sedevo sullo sgabello del bar, tornando dalla pista con le altre ragazze. Marty abbracciò il suo Louis, che oramai era molto più che un fidanzato per lei… e sono molto felice che il loro amore sia così forte.
< Grazie… > Arrossii leggermente, stampandogli un bel bacio sulla guancia. Effettivamente l’obbiettivo del mio vestito nero era proprio quello di ricevere i suoi complimenti, e quindi potei definire compiuta la mia missione.
< Mi dispiace che Liam non possa venire qui con noi… > Disse Zay, che teneva Feddy stretta per la vita. Anche loro sono molto affiatati, lo devo ammettere!
< Si, hai ragione, lui è sempre una magnifica presenza: sa portare tanta allegria e buon umore in ogni occasione! > Esclamò Reby in risposta, che teneva per mano Niall. Lo ammetto, tira aria d’amore!  Mi girai verso Harry, esattamente nello stesso momento in cui lui si voltò verso di me… così abbassai subito lo sguardo, imbarazzata.
< Ehm… che facciamo? Prendiamo qualcosa? > Domandò Harry. Sospirai di piacere, appena la sua voce rauca invase le mie orecchie. Avvicinò la testa alla mia, la sua bocca al mio orecchio. < Devo farti provare qualcosa… > Sussurrò, così annuii e gli sorrisi.
< Per me va bene… > Gli risposi io, con lo stesso tono intrigante e misterioso che aveva avuto lui con me. Sorrise, agganciando il mio fianco.
Il barista arrivò poco dopo, così ordinammo qualche drink neanche tanto alcolico… io ed Harry prendemmo questo “Sex on the Beach”, che mi ispirava tantissimo dal nome. Aspettammo dieci buoni minuti, poi ognuno prese la sua bibita e tornammo al nostro tavolo.
< È un po’ forte, ma sono sicuro che ti piacerà… > Sussurrò ancora, con la bocca premuta contro il mio orecchio. Lo guardai per un attimo: i jeans stretti e neri fasciavano le sue gambe alla perfezione, mentre il petto era coperto da una camicia bianca sbottonata ai primi due bottoni. Lasciava addirittura intravedere i particolari dei due uccelli che aveva tatuati sul petto. Lo trovai più bello che mai.
< Okay… > Fu tutto quello che riuscii a dire, mentre formavamo un gruppo unico in due tavolini uniti fra loro. Infilai la mia cannuccia nel bicchiere, mescolando un po’ prima di fare il primo sorso. All’inizio un sapore dolce di pesca invase la mia bocca, e l’alcool non si sentì quasi. Sorrisi, ingoiando il tutto, ma poi si fece avanti il retrogusto amaro e terribilmente pesante, che mi fece fare una brutta smorfia. Harry rise.
< Ragazzi, propongo un brindisi! > Esclamò all’improvviso Feddy, che alzò al cielo il suo bicchiere contenente un liquido color giallo vivo. L’attenzione si spostò su di lei.
< Dicci! > Le rispose Niall, alzando il bicchiere di vodka al limone di cui andava troppo fiero. Lo seguimmo tutti. Io ed Harry avevamo lo stesso bicchiere, così lo alzammo in contemporanea… ed una scarica di brividi travolse il mio corpo, quando la sua mano calda si avvolse intorno alla mia. Sospirai, cercando di nascondere il mio viso che nel frattempo era diventato rosso come un peperone. Harry però mi guardò, e subito dopo mi stampò un bacio sulla guancia, avvicinando per la cinquantesima volta la bocca al mio orecchio.
< Ascolta… dopo che avremo finito, dovrò parlarti di una cosa molto importante. > Sussurrò di nuovo. All’inizio non capii quello che intendeva, così mi limitai ad annuire in modo insicuro.
< A Harry, che è tornato da Glasgow… e a questa coppietta di piccioncini che oggi fa due mesi! > Urlò quasi Feddy, facendo scontrare il suo bicchiere con quello di Zay. Applaudimmo allegramente, e poi bevemmo i nostri sorsi.
Dopo mezz’ora che ci scatenavamo in mezzo alla pista, e che Harry si muoveva in modo sensuale davanti a me, proprio io e lui ci recammo verso il bagno, con la scusa di doverci staccare un po’ da quella musica assordante e dal cumulo di gente ammassata davanti al dj. Arrivammo ed entrammo nel bagno comune, dove mi appoggiò delicatamente al muro gelido e mi prese per i fianchi.
< Ascoltami bene… > Sussurrò, per poi racchiudere il mio viso tra le sue mani. Le mani che più o meno mezz’ora fa avevano scatenato così tanti brividi in me, e che proprio ora stanno facendo lo stesso. Ci appoggiai sopra le mie.
< Dimmi… > Gli risposi io, attirando il labbro inferiore tra i denti. Sorrise maliziosamente, mentre faceva pressione con il suo corpo sul mio.
< Mi dispiace di averti fatta soffrire così, in questi giorni… sono stato un bastardo e, credimi, andarmene a Glasgow è stato uno dei più grandi errori che io abbia commesso. > Sospirò. Abbassai lo sguardo, incapace di dire qualcosa di veramente sensato. < All’ospedale io… non so che cosa mi fosse successo, e ti prego non arrabbiarti con me, perché non lo sopporterei. Però mentre eri sul lettino, in bilico tra la vita e la morte… ecco, io ti ho- > Gli misi un dito sulle labbra, mentre arrossiva e mi guardava fissa negli occhi. Scossi la testa.
< Non puoi averlo fatto. Dopo tutto questo tempo che siamo stati separati e che sembrava ci odiassimo… no, non puoi. > Cercai di autoconvincermi ad alta voce, mentre Harry abbassò lo sguardo e si fissò le scarpe.
< Io ti ho baciata. > Disse lui, in tono serio e molto sentimentale. < Ti ho baciata sulle labbra e… e non me ne sono mai pentito. Nemmeno mentre ero sull’aereo, diretto in un posto lontano da qui. Ed è stato il sentimento più bello che io abbia mai trovato, quando tu non potevi vedermi piangere, mentre ti tenevo la mano e le mie labbra erano appoggiate alle tue, su quel lettino d’ospedale. > Concluse, accarezzandomi una guancia. E io mi sentii morire.
Harry, il mio Harry mi aveva baciata… anche solo per un secondo, ma l’aveva fatto. Ed era stato uno stronzo a non avermelo mai detto, perché avrebbe potuto cambiare le cose, fin dal momento in cui abbiamo litigato per la prima volta, prima che partisse.
Ma non riuscii a dire una parola, per le troppe emozioni che stavo provando in quel momento… rabbia, ansia, amore, delusione, speranza. Tutto insieme, tutto che frullava nella mia testa.
Come d’abitudine mi morsi il labbro inferiore, che era diventato oramai di un color rosso fuoco, a furia di tutte le volte che lo attiravo tra i denti.
< Vorrei poterlo mordere io, quel labbro. > Sussurrò, a denti stretti. Non ci potevo quasi credere… ma stavolta non riflettei. Non pensai nemmeno a cosa Harry stesse facendo, che sorrisi e appoggiai le mani sulla sua nuca.
< Se vuoi, puoi farlo. > Non se lo vece ripetere due volte, che aumentò la presa su di me ed avvicinò il suo viso al mio. Prima di tutto appoggiò delicatamente le labbra sulle mie, aspettando che le dischiudessi. Quando lo feci, catturò il mio labbro inferiore fra i denti, succhiandolo debolmente e poi passandoci la lingua sopra.
E così lo baciai. Lo baciai come non avevo mai fatto con nessuno, per tutte le volte che avrei voluto farlo, ma che non ho mai potuto.
 
 
 
Eccomi qui x
Allora! Da quanto tempo è che non pubblico? Non so… ma mi mancava tanto questa storia!
Dato che intendo spiegarvi per bene il motivo del nome del capitolo, prima faccio il mio amatissimo punto della situazione, poi ve lo dico… dunque…
Il capitolo di apre con un POV NIALL, dove lui chiacchiera con Louis e scopre che finalmente è maturato… e tanti auguri di buon mesiversario a questa nuova coppia! *balla la conga sul tavolo*
Poi c’è un POV ANISH (ciao amor<3) dove lei passa la serata con Liam, che decide di portarla da qualche parte perché i suoi genitori le hanno annunciato in brusco modo che non saranno con lei a Natale. Liam, pensaci tu a tirarle su il morale!
Infine troviamo un attesissimo POV LUDO, dove è con tutta la compagnia in discoteca… ma ha un bellissimo feeling con il nostro Harry, che di certo sarà stato capace di farsi perdonare per aver fatto soffrire così tanto Ludo. E scusate la frase a fine capitolo, ma ci stava troppo bene… (Ottimo lavoro Ludo, ottimo)
-
Allora… il capitolo si chiama Hands, ovvero mani, proprio perché nei due pov finali vengono messi in risalto i sentimenti provati dalle due ragazze, Ludo ed Anish, esattamente quando le loro mani vengono a contatto con quelle di Harry e di Liam. E a me è piaciuto molto descrivere quei momenti… soprattutto perché molte ragazze di oggi non fanno più caso a queste piccole cose, e volevo metterlo in risalti con quei minuscoli, ma allo stesso tempo grandi particolari.
 
Okay, il momento sentimentale è finito. Ringrazio come al solito tutti per le letture e le recensioni… vi adoro. Grazie e baci xx
Marty

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Capitolo 39
*** Joke ***


Feddy
< Ragazzi, è tutto pronto? > Chiesi, mentre gli altri si davano un’ultima sistemata allo specchio della camera di Zayn. Eravamo illuminati dalla luce che entrava dall’ampissima finestra, che quasi ricopriva un’intera parete… senza bisogno di accendere quella fastidiosa lampada.
Dopotutto, anche se siamo al 24 dicembre, devo ammettere che è proprio una bella giornata.
< Si, io ho portato la mazza… > Disse Liam, estraendola e mostrandocela. La rimise poi nella sacca, sorridendo e infilando il passamontagna di lana, che lasciava scoperti solamente gli occhi. < È finta, per cui Marty non dovrebbe farsi male! > Esclamò infine, guardandosi allo specchio.
< Sarà meglio per te, caro… soprattutto perché non voglio un’altra tragedia! > Fu la risposta della diretta interessata, che si stava spazzolando i capelli. Era molto carina oggi: portava dei pantaloni stretti neri ed una camicia a quadri neri e rossi… aperta, con una maglia bianca con il simbolo dei Nirvana indossata sotto. Le scarpe erano le sue amate vans nere. Io invece portavo una semplice tuta nera attillata, con degli stivali dello stesso colore ai piedi e anche io un passamontagna.
< Tranquilla, Liam non sbaglia mai un colpo… > La tranquillizzò Zay, che non faceva altro che rigirarsi la pistola -ovviamente senza munizioni- tra le mani. Ne andava proprio fiero. < E, a proposito di colpo, direi che il nostro Louis si prenderà un bello spavento con questa! > La alzò verso il cielo, ed a quel gesto tutti e quattro scoppiammo a ridere. Decidemmo poi di ripassare il piano.
< Tra mezz’ora Louis arriverà qui a casa nostra, così lo porterò al parco con la scusante di una sorpresa per il suo compleanno… e, quando arriveremo, ci dirigeremo verso il piccolo gruppo di alberi in fondo. > Iniziò Marty, che si ricordava tutto alla perfezione. Ora era il turno di Liam.
< Quando supererete il nostro albero, noi tre partiremo all’attacco ed io ti colpirò con questo gioiellino alla nuca. Tu fingerai di morire, così Louis correrà da te e, quando sarà oramai a pochi metri dal tuo corpo, verrà fermato da Zay. > Continuò Liam, che ovviamente teneva la mazza finta stretta in mano e completava il discorso con delle rappresentazioni degne di un film.
< Mentre c’è questa confusione e Louis sarà in ginocchio, io trascinerò via il cadavere di Marty e lo metterò dietro ad un albero, dove poi ci rialzeremo in piedi e ci godremo tutta la scena. > Dissi io, sistemando il passamontagna e controllando che riuscissi a vedere bene dai due buchi che avevo fatto in un semplice cappello nero.
< Io farò inginocchiare Loulou e gli punterò questa alla testa, chiedendogli continuamente dove sia. Quando la smetto di fargli domande? E quando gli faccio capire che è uno scherzo? > Chiese infine, dimostrando un ottimo grado di attenzione e interesse. Mi piacque molto.
< Beh… direi di far durare la cosa il più possibile… poi magari quando deciderete che la storia si sta facendo “troppo lunga” e che dovete “finirla qui”, ve ne uscirete con una battuta da idioti e lui capirà tutto. > Rispose Marty. Notai un filo di maliziosità nel suo tono di voce, e mi piacque anche la cattiveria della frase appena pronunciata… le battei un bel cinque.
< Non ti dispiace fargli uno scherzetto, eh? > La stuzzicai, ma la risposta fu solo un’occhiata sottile. Ridemmo insieme, controllando poi di avere tutto con noi.
< Uh, ragazzi… Marty portatela in un albero dietro di noi, così aumenteremo la sua sofferenza nel vedergliela scivolare letteralmente via. > Disse Liam infine, riferendosi ovviamente a Louis e poi prendendo la sacca in spalla. Tutti ci sistemammo con giubbotti -rigorosamente neri- e mascherammo ogni particolare che avrebbe potuto suggerire a Louis che in realtà fosse uno scherzo di compleanno.
< Quindi? Iniziate ad avviarvi al parco? > Chiese Marty, mentre prendeva il suo piumino. < Io vado a casa, che tra venti minuti arriva! > Esclamò infine, scoppiando in un’ultima risata. Inspirò ed espirò poi, entrando nella parte della perfetta fidanzata felice per il compleanno del ragazzo che ama.
< Si, ci vediamo là! Ricordatevi il segnale! > Ci richiamò Liam. In realtà il segnale era solo un occhiolino fatto appena saremmo entrati in contatto visivo, per rassicurarci.
Ci abbracciammo, tutti e quattro stretti gli uni agli altri, e poi ci battemmo i pugni, fieri e allo stesso tempo carichi di adrenalina.
 
**
 
Appena dopo che arrivammo al parco, Marty mi scrisse che loro stavano venendo qui. Così io e i ragazzi ci avviammo verso il boschetto, nascondendoci dietro gli alberi stabiliti nelle prove dello scherzo… e aspettando.
< Dovremmo dirlo, Zay. > Dissi io, sussurrando nel suo orecchio. Lo vidi estrarre la pistola dalla sacca, che nascose accuratamente dietro a un cespuglio.
< Cosa? > Rispose, con nonchalance. Alzai gli occhi al cielo, sbuffando in maniera evidente.
< Che stiamo insieme… non dovremmo tenerlo nascosto in questo modo! E poi guarda come ci osserva Liam… > Lo guardammo entrambi, che spostò lo sguardo verso l’ingresso del parco. Vedemmo due persone fare il loro ingresso, e riconoscemmo che erano Marty e Lou, dal primo segnale: Marty si stava stiracchiando e aveva le braccia alzate verso il cielo, come le avevamo detto di fare noi per messaggio. < Senti, questa storia non finisce qui. > Gli dissi, atona, per poi piegarmi fino a raggiungere la terra e osservare i due che si avvicinavano molto velocemente. Tra noi e Liam ci fu un rapido sguardo di intesa, seguito dall’estrazione della mazza dalla sacca del più grande.
< Voglio vedere che sorpresa hai in serbo per me… > Potemmo sentire il tono eccitato di Louis, così sporgemmo lentamente la testa dall’albero e cercammo lo sguardo di Marty. Strizzò l’occhio nella nostra direzione, segno che era tutto pronto.
Il cuore mi batteva a mille, sia per l’ansia che avrei potuto sbagliare qualcosa e sia perché non avevo mai fatto uno scherzo così pesante a uno dei miei migliori amici.
La coppietta sorpassò gli alberi dove eravamo appostati noi, arrivando al punto prestabilito. A quel punto, aspettammo solo il terzo ed ultimo segnale, ovvero la fatidica frase di Marty.
< Ora aspettami qui. Non sbirciare però! > Disse a Louis, correndo verso di noi e facendo qualche risatina sotto i baffi. Ci fu un ultimo sguardo d’intesa, poi partimmo all’attacco.
Marty, come previsto, lanciò un urlo che allarmò il suo ragazzo mentre Liam la colpiva per finta alla testa con la mazza. Stramazzò al suolo, facendo divenire il suo sguardo vitreo come una perfetta attrice.
< Marty! > L’urlo spaventoso di Louis fece volare via tutti gli uccellini dagli alberi, seguito subito da una corsa rapidissima verso il corpo della sua ragazza. Zay riuscì a bloccarlo, mentre io compii il mio lavoro e trascinai Marty dietro all’albero. < Non azzardatevi a toccare la mia ragazza! > Lo sentimmo esclamare, mentre si dimenava come un pazzo. Aiutai Marty ad alzarsi, e mi complimentai con lei dell’ottimo lavoro. < Che le avete fatto, figli di puttana! > Si udì ancora Louis urlare. Dopo quell’insulto, però, Marty divenne triste tutta d’un colpo.
< Mi dispiace, povero Louis… > Mi disse, appoggiando la schiena contro il tronco della quercia centenaria del parco. Si sedette, sporgendosi poi appena per poter assistere alla scena.
< Dai, ti farai ripagare prima o poi… > Le risposi, in tono malizioso. Mi sorrise esattamente in quel modo, poi io presi la decisione di andare con i ragazzi a vedere come se la cavavano con Louis.
< Inginocchiati! > Sentii il tono imperativo di Zayn ordinare a Louis di mettersi in ginocchio, e dopo tali parole entrai io in scena.
< Il corpo della ragazza è stato eliminato. Proceda pure con l’interrogatorio. > Dissi io, mentre Louis si rifiutava di inginocchiarsi. Aveva coraggio, devo ammetterlo.
< Eliminato?! Che cazzo le avete fatto?! > Chiese, scrutandoci con gli occhi lucidi. < Marty! > Chiamò. < Marty! > Provò ad alzare la voce, ma di nuovo senza ottenere una risposta. A quel punto, Liam gli tirò uno schiaffo. Il suono risuonò, creando echi spaventosi tra gli alberi e facendo stupire pure me e Zay, dato che non era presente nel copione.
< Taci, tanto non può più risponderti, oramai. > Disse Zayn. < Ed ora inginocchiati! > Chiese, urlando in modo da farsi ascoltare. Riuscì ad ottenere l’attenzione del povero Louis, che si inginocchiò, ma si portò entrambe le mani davanti al viso. Un nodo si strinse nella mia gola, quando udii il primo singhiozzo provenire dalla sua bocca.
< D-dove avete messo il suo corpo? > Ci chiese, balbettando e accompagnando ogni parola con un singhiozzo. Mi inginocchiai anche io davanti a lui, prendendogli il mento fra il pollice e l’indice e alzando il suo viso in modo brusco. < Dove?! > Urlò, in preda all’isterismo. Vidi le lacrime rigare le sue guance, mentre cercava di spostare lo sguardo verso l’albero dove avevo portato Marty, per quanto glie lo consentisse la mia stretta.
< Non sono informazioni che ti riguardano. > Fu la mia risposta secca, seguita dal suono di una pistola che veniva caricata. Zayn la estrasse dalla tasca, puntandola e appoggiandola alla tempia del ragazzo, impotente, inginocchiato davanti a noi.
< Piuttosto, dicci dove le hai nascoste. > Iniziò Liam, battendo la mazza ritmicamente sulla mano, con fare duro. Louis ci guardò, incapace di smettere di piangere disperatamente.
< C-cosa? > Trovò la forza di domandarci, con la voce spezzata dal pianto dirotto. Sbuffai, cercando di fare la dura come ci stava riuscendo perfettamente Liam. Zayn spinse con più forza la pistola verso la tempia di Louis, il quale rabbrividì e deglutì in modo evidente.
< Lo sai anche tu a cosa ci stiamo riferendo. > Fu la risposta di Liam, alla quale Louis continuò a piangere e abbassò lo sguardo, piegando la testa leggermente in avanti. Prontamente Liam poggiò la mano sul collo del ragazzo, e gli ordinò di alzare lo sguardo. Stavolta Louis lo fece senza esitare.
< Io non ho fatto niente, vi giuro… e n-nemmeno la mia ragazza… > Riuscì a malapena a dire, prima di riprendere a singhiozzare, in preda ad una crisi isterica.
< La tua ragazza è un argomento vecchio. Ora smettila di frignare, e dicci dove le hai messe senza fare storie. > Fu la mia risposta. Mi guardò negli occhi, lanciandomi uno sguardo di puro disprezzo.
< Figli di puttana. > Ci rispose, con tutto il coraggio che riusciva a dimostrarci. < Non me ne frega più niente. Volete uccidermi? Fatelo. Tanto la mia vita senza di lei non avrebbe un senso comunque… forza, uccidetemi, sono pronto. > La sua voce si spezzò quando pronunciò la parola “pronto”, perché Zay lo costrinse ad alzarsi in piedi, prendendolo per il colletto della camicia bianca.
< Hai fegato, ragazzo… > Dissi io, iniziando ad allontanarmi. Liam mi seguì a ruota, lasciando Louis nelle mani di Zayn.
< Che faccio con lui? > Domandò proprio quest’ultimo, mentre teneva bloccato Louis per le braccia con una mano e spingeva la pistola sulla sua tempia con l’altra. Era arrivato il momento dell’ultima battuta, quella che avrebbe fatto capire a Louis che era tutta una messinscena.
< Finiscilo, non ci occorre più. > Il poveretto sbiancò in viso, mentre Zayn sorrideva maliziosamente e premeva il grilletto della pistola che in realtà non aveva munizioni. < Troveremo le sfere del drago da soli. > Louis sembrava non capire, dopo questa frase pronunciata da Liam… poi Zay mollò la presa sulle sue braccia e lo liberò. Senza esitare, Louis gli sfilò il passamontagna, con il viso ancora bagnato dalle lacrime e la sua espressione che subito divenne stupita.
< Ma- > Riuscì a dire, prima che gli si spezzasse la voce e che anche io e Liam liberammo i nostri visi da quelle trappole.
Ci bastò uno sguardo, un solo sguardo, per scoppiare a ridere come tre idioti. Louis era mezzo stupito e mezzo incazzato, ma sapevamo che gli sarebbe passata presto la luna storta. E con presto intendo quando Marty avrebbe deciso di fare la sua comparizione. Mentre io e i ragazzi prendevamo in giro il povero neo-diciannovenne e intanto ci complimentavamo, sentimmo dei passi avvicinarsi a noi. Ci girammo di scatto, e vedemmo Marty, tutta intera.
I due fidanzati presero a correre l’una verso l’altro e, quando i due corpi si stavano per toccare, Marty fece un salto e poi abbracciò il suo ragazzo, stringendogli anche le gambe intorno al bacino.
< Marty, non sai quanto fossi preoccupato per te… stavo piangendo e poi mi hanno- > Marty scosse la testa, appoggiando poi le labbra su quelle di Louis e approfondendo il bacio senza esitare. Gli prese anche il viso fra le mani, accarezzandogli dolcemente le guance con i pollici, mentre lui la sorreggeva dalle cosce. Era uno spettacolo magnifico, in più illuminato dalla piena luce pomeridiana.
Decisi di fotografarli all’istante e di inviare la foto a Marty, che di sicuro avrebbe odiato quanto apprezzato questo mio gesto. Presi poi la mano di Zay, e mi rivolsi anche a Liam.
< Lasciamoli soli… > Sussurrai. I due annuirono e così, senza far rumore, uscimmo dal parco e riprendemmo a complimentarci per l’ottima messa in scena. Voltai per un attimo lo sguardo, e trovai i due fidanzati ancora lì, ancora nella stessa posizione, ancora più innamorati che mai.
Mi sentii afferrare per i fianchi, feci una giravolta su me stessa e mi ritrovai con la testa contro il petto del mio ragazzo. Senza pensarci due volte, mi abbandonai completamente al bacio che lui mi diede… e non ci interessammo della presenza di Liam, che a quanto pare era scioccato, ma ci godemmo quel momento perfetto che tanto avevo aspettato.
 
Reby
< E fatemi capire… voi due vi sareste baciati? In discoteca? > Esclamò Niall, incredulo, mentre Harry e Ludo bevevano il loro frappè, anche conosciuto come il miglior dolce del mondo.
< Si… > Ammise Harry, scambiando un’occhiata veloce con Ludo. < E che bacio! > Esclamò in seguito, scatenando le nostre risate più pazze. Io e Niall ci guardammo negli occhi, poi però ognuno riprese a bere in silenzio…
< E quindi ora state insieme, dovrei dedurre. > Dissi io, cercando di ragionare. Annuirono, prendendosi per mano. Lo trovai un gesto assolutamente dolce. < E come mai avete scelto di dirlo proprio a noi? > Domandai, lasciando il mio bicchiere sul tavolo mentre mi pulivo le labbra con un tovagliolo.
< Beh, potremmo farvi la stessa domanda, sai? > Fu la risposta accattivante di Ludo, alla quale seguì una sua risatina sommessa. Si beccò un’occhiataccia sia da me che da Niall.
< Si, lo sappiamo… il punto è che noi due (a) non stiamo insieme, (b) non ci siamo baciati, (c) non abbiamo mai avuto grandi litigi a differenza vostra che (d) ne avete avuti fin troppi. > Controbattei io, fiera dello stile della mia risposta. Niall ed io ci battemmo il cinque, voltandoci poi nello stesso momento verso la neo coppia davanti a noi. < Quindi? > Domandai di nuovo, sorridendo maliziosamente.
< Vediamo… io e Harry abbiamo semplicemente scelto i nostri migliori amici, quelli a cui siamo più legati. Reby, lo sai benissimo che sei la sorella che non ho mai avuto, e mi sembrava naturale dirlo a te. > Le sorrisi, intenerita al massimo dalle sue parole. Ci sembrò naturale un abbraccio, così ci alzammo e ci stringemmo fortissimo… e lo stesso fecero i due ragazzi che erano con noi.
< Comunque io non vi ci vedo male, come fidanzati… > Harry ci lanciò una frecciatina, alla quale rispondemmo scuotendo la testa e prendendo un lungo sorso dai nostri frappè.
< Beh, noi per ora stiamo bene come amici. Giusto Reby? > Annuii, sorridente e raggiante come non mai. Ma in realtà, sotto a quel magnifico sorriso, c’era il sentimento opposto. No, non stiamo bene come amici, e soprattutto non è giusto che io debba annuire meccanicamente solo perché lui è contento di non impegnarsi… da quando ho piantato in asso Michele, la mia vita è completamente cambiata e pochi ragazzi hanno avuto su di me l’effetto che ha avuto Niall. Lui è così simpatico, dolce, sincero… e riesce a farmi sorridere sempre, anche quando le giornate sembrano non avere più un senso e sono triste, cosa che non capita quasi mai ma che, quando capita, è davvero brutale. E lui riesce a farmi scordare tutto, anche con un minuscolo sorriso…
I miei pensieri e tutte le mie fantasie mentali furono interrotte da uno scossone al braccio. Mi voltai di scatto, trovando un paio di occhi azzurri a due centimetri dai miei. Balzai all’indietro, arrossendo come un peperone, mentre Harry e Ludo si scambiarono uno sguardo d’intesa.
< Si si, giusto… > Feci una risatina per nulla convincente dopo la mia risposta, poi però mi rassegnai e continuai a bere il mio frappè alla fragola in un religioso silenzio.
< E invece come mai non volete dirlo anche agli altri? > Chiese Niall, finendo per primo il suo ottimo dolce. Mi stava veramente piacendo la conclusione di questo pranzo passato insieme: tra confessioni, risate alternate a momenti di assoluta serietà, battutine e prese in giro… il tutto con i miei migliori amici. Fu fantastico!
< Oh, beh… > Rispose Ludo, prendendosi un attimo per riflettere prima di parlare. < Sicuramente prima o poi lo diremo anche a loro, è solo che temiamo non possano capirci. > Concluse. Al che io e Niall piegammo la testa di lato, nello stesso momento. Ci fu qualche risatina, qualche sorrisetto malizioso, e poi tornammo al nostro argomento.
< Sono appena tornato da Glasgow, ho appena fatto pace con i ragazzi. E pensiamo che possano ancora non siano pronti per questo genere di confessione… tutto lì. > Chiarì per bene Harry, alla quale esauriente risposta annuimmo entrambi. Sorrisi, pensando che teoricamente Harry aveva appena riallacciato il rapporto anche con me, e doveva ritenermi veramente matura per essersi confidato…
< Secondo me dovreste aspettare uno di quei momenti in cui siamo riuniti tutti insieme… uno di quei momenti sereni, nei quali siamo molto più che amici: quando ci si aiuta ma anche si ride, si scherza, si gioca… > Lasciai sottintendere io, mentre loro erano come rapiti dalle mie parole. Arrossii di nuovo.
< Hai ragione. > Affermò Ludo, guardando poi negli occhi il suo ragazzo. I due si sorrisero molto teneramente, scambiandosi poi un bacio veloce sulle labbra, al che invece ci guardammo io e Niall.
< Sono teneri… > Sussurrai io, cercando di dimostrarmi felice per Ludo e non triste per quello che stava accadendo invece a me.
< Già… > Fu la sua risposta, subito dopo la quale abbassò lo sguardo e prese a fissare le sue Nike nuove di zecca. Glie le avevano comprate i suoi zii per Natale ma, dato che loro vivono a Los Angeles, sono arrivate con un giorno di anticipo.
Niall mi prese il viso tra le mani, accarezzandomi entrambe le guance e sorridendomi. Gli sorrisi anche io, ma in modo molto più lieve, rispetto al suo che era proprio un sorriso sfacciato… che amai alla follia. Dolce e rassicurante allo stesso tempo. Mi lasciò un bacetto sulla guancia, e bastò questo unico gesto per far risvegliare le farfalle nel mio stomaco.
< Anche io devo dirvi una cosa. > Disse Niall, interrompendo bruscamente il nostro momento romantico. Sbuffai, voltandomi verso Ludo, che invece era molto attenta ed impaziente. < Harry… hai presente Jessica? > Gli chiese, con un tono sia stufo sia deluso. Harry annuì, ma io non sapevo proprio a chi si stesse riferendo… mi limitai ad ascoltare.
< Si, la Hall? > Gli rispose lui, con il suo stesso ed identico tono. Mi preoccupai leggermente, ma li lasciai finire.
< È tornata… > Sussurrò Niall, ma in modo che potessimo sentire tutti. Harry sbiancò in viso, mentre io e Ludo ci guardammo negli occhi con espressioni confuse.
< Come tornata? Non era nel Cheshire?! > Esclamò proprio Harry, che aveva gli occhi sbarrati e la bocca spalancata. Niall annuì, e a quel punto Harry portò una mano sopra le sue labbra. < E Louis? Lo sa? > Sbottò di nuovo.
< Si, glie ne ho parlato giusto qualche giorno fa… lui dice che non si farà tentare. Io però non ne sono convinto al cento per cento, insomma, penso che te la ricordi anche tu! > Esclamò il biondo in risposta, ed in quel momento Ludo si intromise, interrompendo la loro conversazione.
< Ragazzi, chi è questa Jessica Hall? > Chiese lei, zittendo entrambi i ragazzi. A quel punto divenni molto attenta anche io, dato che dal loro scambio di battute questa Jessica non sembrava significare niente di buono. Ce lo spiegò Harry.
< Ludo… hai presente quel discorso che ti ho fatto, tanto tempo fa, sul mio passato in discoteca con puttane e puttanieri? > Ludo annuì, mentre io alzai un sopracciglio. < Si Reby, ero “famoso” per le mie nottate in discoteca, e non dico altro… se mai vorrai saperlo te lo racconterò, ma non ora. > Si schiarì la voce con due colpi di tosse secca, mentre finalmente iniziai almeno ad immaginare chi fosse questa Jessica. < Ecco… non ricordo molto di quella serata: Louis era ubriaco fradicio, per una litigata con qualcuno che comunque per lui era molto importante. Io lo avevo lasciato per andare con una appunto delle puttane, ed a quanto pare ha perso la verginità con questa Jessica Hall. Si sono anche sentiti per un certo periodo, ma non c’è mai stato nulla di serio fra loro… > Concluse lui. Mi sbattei una mano sulla fronte, guardando poi Niall negli occhi. Lui scosse la testa, quasi indignato, mentre Ludo era totalmente scioccata.
< Louis? Il Louis che ora è talmente tenero e romantico che potrebbe addolcire un sasso, ha perso la verginità con una puttana in discoteca? > Fu la mia riflessione ad alta voce, alla quale tutti gli altri annuirono. Sospirai molto profondamente, continuando a scuotere la testa e pensando che non fosse possibile.
< Il brutto è che ora questa è tornata… e, come da rituale, puttane si nasce e puttane si rimane. > Fu il commento sottile di Harry, al quale fummo tutti d’accordo. Ci fu un imbarazzante momento di silenzio, interrotto dagli squilli di un telefono, quello di Harry. Poco dopo che chiacchierava riattaccò, mostrandosi educato nei nostri confronti… ma io ero ancora totalmente imbarazzata per il fatto di Louis.
< Andiamo… non ci cascherà, ha Marty ora! O almeno, questo è quello che Lou mi ha riferito quando l’ho avvisato. > Ci informò Niall, sorridente e comunque positivo. Sorrisi inevitabilmente, perché riuscì a trasmettere un po’ di positività anche a me.
< Non pensiamoci per ora. > Disse invece Ludo, alzandosi dal tavolino e stiracchiandosi. < Piuttosto, pensiamo alla festa di stasera! > Fu la sua ultima frase, dopo la quale prese per mano il suo ragazzo e si avviò verso la cassa.
 
 
Ciao babbani, sono tornata!
Che bello pubblicare di nuovo, devo ammettere che scrivere questo capitolo è risultato molto più complicato di quanto pensassi! Ad ogni modo eccomi qui, con un capitolo nuovo di zecca tutto per voi!
Procediamo subito con il mio amatissimo punto della situazione, poi vi ringrazierò e blablabla…
Allora, il capitolo quest’oggi avrà solo due POVs: quello di Feddy e quello di Reby, che entrambe non si facevano sentire da un bel po’… scusatemi tanto, ma lo scherzo ci stava troppo! Ho preso spunto da uno molto simile che ho fatto con la mia amica, e dovevo per forza inserirlo nella storia… spero faccia scappare qualche risatina anche a voi! E poi, sempre nello stesso POV, c’è un bacio tra i Fayn che sconcerta il povero Liam. Come andrà a finire la storia tra quei tre? E Liam come avrà preso quel bacio che dimostra che fra di loro c’è molto più che un legame di amicizia? Per questo dovrete aspettare un po’!
E poi il bellissimo POV REBY, dove si scopre che in realtà anche Harry e Ludo si sono fidanzati ora! Aw, che belli che sono, non trovate? In più c’è una confessione di gruppo, dove si rivela finalmente il fatto che Jessica è tornata, e si scopre anche chi è questa Jessica!
Spero vi piaccia questo capitolo, fatemelo sapere in tanti! un bacione e un abbraccio forte a tutti (cieuz Cherry, ti adoro tanto). Baci xx
Marty

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Capitolo 40
*** Christmas ***


Feddy
< Ragazze, avete comprato i regali? > Chiese Reby, tutta elettrizzata e con almeno cinque borse di cinque diversi negozi in mano. Le appoggiò sul tavolo: all’interno si potevano persino intravedere dei pacchi regalo di colori sgargianti.
< Ovviamente! Non vedo l’ora che arrivi domani… > Le risposi io, in tono sognante. Lei mi sorrise, sfregandosi le mani per il leggero freddo che era presente in camera nostra. < Ma quindi? Come siamo organizzati? > Chiesi io nuovamente, mentre tutte e tre si erano messe a parlare dei regali che avevano comprato ai ragazzi.
< Allora… se ho ben capito domani mattina e a pranzo staranno tutti con le proprie famiglie, eccetto Liam, che farà compagnia ad Anita perché i suoi sono via. Il pomeriggio invece verranno qui e ceneremo insieme, concludendo con un party! > Esclamò Ludo in risposta, perfettamente entusiasta di essersi ricordata ogni minimo particolare. A Marty spuntò un raggiante sorriso sul volto, mentre tutte ci abbracciammo.
< Feddy, volevo ancora fare i complimenti a te e Zay… siete stupendi! > Disse poi quest’ultima, mentre mi inviava una foto che mi aveva fatto ieri, al parco, appena dopo lo scherzo a Louis. Probabilmente voleva vendicarsi di quella che le avevo fatto io, che però è diventata il suo profilo di whatsapp!
< È vero, state proprio benissimo assieme! > Disse invece Ludo, perfettamente d’accordo con Marty. Mi sorrisero tutte e tre, ed io mi sentii un poco al centro dell’attenzione, perché di solito ci concentravamo di più sull’unica coppietta del gruppo. Trovo divertente che ora ce ne siano due!
< Oh, grazie ragazze! Che carine che siete! > Sorrisi io, questa volta, pensando al magico mattino -anzi, quasi notte- quando io e Zay siamo diventati fidanzati a tutti gli effetti. O forse… lo siamo sempre stati.
 
Dopo circa un quarto d’ora che io e le ragazze parlavamo, ci scambiavamo battute e ci facevamo foto, qualcuno bussò alla porta. Mi chiesi chi avrebbe potuto essere, dato che comunque avremmo visto tra due orette i ragazzi, per la festa di Lou.
Andai io stessa ad aprire, trovandomi davanti una figura femminile. Inizialmente non la riconobbi… anzi, credetti di non averla mai vista. Ma poi mi ricordai vagamente di lei, dei suoi lineamenti scultorei e dei suoi occhi a metà fra il verde e il marrone… le sorrisi, finalmente capendo chi fosse.
< Anish! > Dissi io, ancora un poco titubante. Annuì, facendo una piccola risatina che mise in mostra le sue adorabili fossette.
< Si, sono io! Tu sei Feddy, invece… > Mi rispose, e stavolta fui proprio io ad annuire. Le chiesi se volesse entrare in casa a prendere un the con noi, dato che erano le cinque, ed accettò molto volentieri. Ci sedemmo così al tavolino della nostra sala da pranzo, che era per comodità unita alla cucina. Era tutto addobbato con delle ghirlande e dei festoni, qualcuno portato da casa e qualcuno comprato ai deliziosi mercatini di Natale…
< Oh, buon pomeriggio! > Le disse Marty in modo molto amichevole, stampandole un bacino sulla guancia. Ricambiò con dolcezza.
< Cosa ti porta a venire qui da noi? > Le domandò Reby, che intanto versava il the nelle tazzine. Io cercai qualche biscotto nella dispensa, e portai quelli che trovai in tavola, così da poterne prendere qualcuno.
< Beh… > Iniziò lei, prima prendendo un sorso del suo the. < Dato che oramai siamo diventate amiche e che comunque siamo uscite molto spesso, avevo pensato di comprarvi dei pensierini… > A queste parole ci addolcimmo tutte, ringraziandola veramente di cuore.
< Che gentile, non dovevi proprio! > Esclamai io, quando mi consegnò un piccolo pacchetto rosso con stampata sopra una F d’orata. Decidemmo insieme che li avremmo aperti l’indomani, insieme a tutti gli altri… e, a questo punto, decidemmo anche che le avremmo consegnato subito il suo.
< Anche noi ne abbiamo preso uno per te, speriamo ti piaccia… > Disse Marty, appena prima di sparire dietro l’angolo. Tornò, raggiante, con un piccolo pacchettino rosso fra le mani: conteneva una piccola collana, uno di quei girocollo un po’ gotici che va di moda adesso, che sembrano fatti in pizzo… ed era nero, del suo colore preferito!
< Grazie a tutte! > Esclamò, scuotendolo e cercando di capire di cosa si trattasse. Dopo un paio di minuti che tentava di corromperci e di farci svelare il nostro piccolo segreto, si arrese e ci ringraziò con degli abbracci fortissimi. Ricambiammo, naturalmente, con la stessa tenerezza.
< Prego, ci sentiremo domani per ringraziarci meglio? > Annuimmo tutte e cinque, sorridenti come non mai. D’un tratto, guardando l’orologio, finì in fretta e furia il suo the e infilò il regalo e il biglietto nella borsa -ovviamente nera- che aveva con se.
< Ragazze, scusatemi ma- > Iniziò a stamparci dei baci sulla guancia. < Devo vedermi con tutte le mie amiche, per portare loro i regali… > Aprì leggermente la sua borsa, che straripava di pacchetti di ogni forma e misura. Annuimmo, ricambiando anche i baci.
< Oh, certo… scusa se ti abbiamo trattenuta! > Le rispose Ludo, grattandosi la nuca.
< Ma non fa niente, anzi… grazie ancora per il regalo, siete state dolcissime! > Ci disse lei, con voce angelica. Andammo ad aprirle la porta, aiutandola con borse e pacchetti. Quando la vedemmo allontanarsi dal nostro cancello, attirammo nuovamente la sua attenzione salutandola con la mano.
< Buon Natale! > Urlai io, e la sua risposta fu un bellissimo sorriso ed un bacino mandatoci con la mano.
 
**
 
Quando mi svegliai, capii all’istante che non era una mattina come tutte le altre… da un dettaglio in particolare: il fatto che mi fossi svegliata per la luce che proveniva da fuori e che attraversava la finestra, non per il fastidioso suono del mio cellulare.
Di scatto mi alzai, andando a guardare fuori, e notai con stupore che la luce del sole era triplicata rispetto agli altri giorni, proprio perché riflettuta dalla neve! Aveva nevicato durante tutta la notte, ed ora i tetti delle case, i giardini, le piante, i lampioni e tutto quello che si poteva immaginare erano coperti da una distesa bianca di neve candida. Sorrisi tra me e me, appoggiandomi al davanzale per osservare meglio questo paesaggio che sembrava dipinto da un magnifico pittore… e notai che era perfetto.
Non ancora rendendomi conto della data, corsi ad afferrare il mio cellulare che stava sotto al cuscino e, fremendo, lo sbloccai, mentre Ludo ancora dormiva. Lessi la data, e rimasi esterrefatta.
 
07.57
25 Dicembre, 2015
 
Spalancai la bocca e mi infilai una mano fra i capelli, e poi corsi di nuovo alla finestra. Tutta presa dall’eccitazione, presi a scuotere il corpo di Ludo come se dovessi rianimarlo da uno svenimento.
< Sveglia Ludo! È Natale! > Cercai di afferrare le sue spalle e di svegliarla, con fare molto deciso. Nemmeno un cannone sembrava avrebbe potuto farle aprire gli occhi, dal tanto che era sprofondata nel sonno… e trovai il fatto un tantino sospetto, dato che pensavo si fosse addormentata con me. < Ludo! Guarda fuori, c’è la- > Un rumore di passi affrettati, che ben riconobbi, interruppe a metà la mia frase.
Mi diressi verso la porta di camera, quasi correndo, e trovai Marty e Reby sulla soglia, con un bellissimo sorriso. Allargai istintivamente le braccia, protraendomi verso di loro, che mi trascinarono letteralmente nel corridoio e mi strinsero forte.
< Buon Natale! > Esclamò Reby, tutta presa dall’euforia esattamente come me. Le sorrisi, stampandole un bacio sulla guancia con uno schiocco fragoroso.
< Anche a voi! > Le rispose Marty, che ci strinse ancora di più. Dopo numerosi abbracci, baci e parole affettuose, decidemmo saggiamente che avremmo lasciato in pace Ludo, perché dopotutto erano solo le otto di mattina!
< Quindi… prepariamo la colazione, poi che facciamo? Iniziamo i preparativi per stasera? > Chiesi io, titubante, mentre scendevamo le scale. Loro due annuirono in fretta e furia, tutte prese dalla corsa sfrenata verso la cucina. Marty si fermò all’improvviso, lasciandoci passare.
Appena entrate, trovammo quattro bicchieri di succo sull’isola al centro della stanza… ci avvicinammo ulteriormente, ed accanto ai bicchieri stava un piatto di biscotti -chiaramente non biscotti qualunque- decorati con la glassa al cioccolato e alla vaniglia! Aumentammo ancora il passo, quando Marty ci raggiunse e si grattò la nuca, arrossendo leggermente.
< Sorpresa! > Esclamò, mentre la abbracciavamo di nuovo calorosamente.
 
Quando arrivò anche Ludo -e la avemmo salutata a dovere- fu come avere sconnesso il cervello ed essere tornati indietro nel tempo. Fino a quando avevamo dodici o forse tredici anni, e si era felici del bigliettino di auguri che ti arrivava dai parenti che abitavano lontano, o del messaggino ricevuto dal ragazzo per cui si aveva una cotta… e ci si accontentava di poco: il cd del tuo cantante preferito, o forse i biglietti per il suo concerto… per poterci andare con le amiche!
E così, mentre aprivamo i nostri regali facendo una ricca colazione, non sentii più la pressione che mi investiva da giorni sul fatto che fossimo a Londra, lontane dai nostri genitori e fra l’altro senza il loro permesso… no, fu tutto spazzato via, dall’immenso calore che si era creato tra di noi e dalla fortissima amicizia che ci legava. Soprattutto in questi momenti, felici e spensierati, mi rendo conto di avere le migliori amiche esistenti al mondo.
Grazie ragazze, vi amo.
 
Niall
“Io e le altre vi aspettiamo, sbrigatevi ad arrivare!”
Questo fu il messaggio di Reby, che mi arrivò per circa le cinque meno un quarto. Sapeva che ero con gli altri ragazzi, perché ci eravamo messi d’accordo di trovarci prima di andare da loro e di questo glie ne avevo parlato. Lessi il messaggio ad alta voce, mentre i ragazzi erano seduti sui divanetti e sulle poltrone di casa Malik.
< Ci facciamo desiderare o andiamo? > Chiese proprio lui, mentre allungava i piedi sul tavolino in fronte alla televisione.
< Voto per la prima! > Rispose subito Harry, scattando con la mano alzata… e seguito da tutti noi. Ci scambiammo un paio di occhiate maliziose, per poi ritornare alla conversazione che si stava facendo sempre più piccante, dato che ora erano due le coppiette di piccioncini.
< E, Zayn, stavi dicendo? > Chiese Louis, chiaramente molto interessato all’argomento. Il diretto interessato sbuffò, e poi riprese a parlare.
< Ci siamo dati appuntamento alle cinque del mattino, perché lei non aveva mai visto un’alba e le ho detto che la prima avrebbe dovuto vederla con me… e, dato che di rado ci vediamo la notte, abbiamo approfittato del party di Niall. > Sogghignai senza farmi notare, per il suo strano modo di gesticolare mentre parla. < E quindi, dato che il nostro rapporto era già come quello di due fidanzati… le ho chiesto di diventarlo effettivamente e lei ha accettato, tutto qui. > Quando concluse il suo piccolo racconto, con tutti che lo osservavamo ad occhi spalancati, si sentì un tantino a disagio.
< Wow! Io l’ho sempre detto che sareste stati benissimo assieme! > Fu il commento di Louis, che fece si che l’attenzione si spostasse su di lui. E la cosa non sembrava dargli il minimo fastidio.
< Grazie, l’ho sempre detto anche io! > Esclamò Zayn in risposta, che fece scatenare una generale risata di gruppo. < E tu e Marty? Tutto bene? > Chiese poi, facendo mordere il labbro a Louis. Ci scambiammo una rapida occhiata appena prima che rispondesse.
< Certo, tutto bene. > Fu la sua lieve risposta. Harry si lasciò scappare una risata alla quale mi unii anche io. Lou non trovò tutto questo per niente divertente invece. < Che c’è adesso?! > Esclamò, abbastanza sbiancato in viso. Mi diressi verso di lui e lo abbracciai, per poi tornare a sedermi e confessare il mio “atto impuro”.
< Sanno tutto. > Dissi a bassa voce, con una mano davanti alla bocca, ma in modo che potessero sentirmi comunque. Zayn era piegato in due dalle risate, Harry ed io ci battemmo il cinque e il povero Lou arrossì come un pomodoro.
< Quindi sapete d-della… > Si guardò intorno, mentre tutti ancora ridevamo ed annuivamo. < Niall, sei un coglione! > Esclamò, unendosi poi alle risate di gruppo. Harry invece gli diede una pacca sulla spalla, battendogli anche il cinque.
< Ottimo lavoro! > Esclamò proprio lui, mentre -abbastanza scosso- Louis si dirigeva verso l’appendiabiti ed afferrava i nostri giubbotti. Zayn si stiracchiò e fu l’ultimo ad uscire di casa, chiudendo a chiave.
 
Poco dopo fummo dalle ragazze, che ci accolsero calorosamente e ci augurarono un buon Natale.
 
**
 
< E poi mia sorellina Daisy voleva portare il punch a tavola, perché mamma lo aveva preparato con così tanta cura… e ha fatto cadere la scodella per terra! > Esclamò, e tutti ci mettemmo a ridere. < Non sapete che strigliata si è beccata! > Disse, mentre rideva a crepapelle. Noi smettemmo dopo un bel po’, riprendendo i nostri racconti della mattinata.
< Mamma da me invece aveva preparato di tutto e di più! Io e mio fratello ci siamo divertiti a scrivere una lista di tutto quello che avessimo mangiato… penso che siamo arrivati a una quindicina di portate! > Risi per primo, al ricordo della lista scritta da me e mio fratello Greg. < Delle quali ce n’erano sette che non conoscevamo nemmeno! > Aumentai le risate di gruppo, in quel momento che si poté definire magico.
Eravamo tutti insieme, a ridere come scemi, però ci stavamo divertendo un mondo! Avevamo già scartato i nostri regali, e il maglione che mi hanno regalato le ragazze era semplicemente fantastico… e spero siano state soddisfatte dei loro anelli, perché so che ne vanno matte!
Ad ogni modo anche Harry era con noi: ovvio, più taciturno di tutti noi, però c’era. E francamente mi bastava questo per sorridere… perché se Harry è qui, vuol dire che stiamo tornando sulla via del gruppo unito e affiatato di prima. Lentamente, certo, ma ci stavamo tornando.
< Io stavo cercando di svegliare Ludo, ma poi mi sono accorta che fossero solo le otto! Però, veramente, la scuotevo come se dovessi rianimarla da uno svenimento e non muoveva assolutamente un muscolo. > Disse Feddy, al che guardò storta la povera Ludo, che si sentiva tutti gli sguardi puntati addosso.
< Avevo sonno! > Si giustificò lei, sbottando.
< Ragazze, e i vostri genitori? > Chiese Harry, che sembrava essersi svegliato da un sonno profondo, perché fino ad ora non aveva ancora aperto bocca.
< Sono stati i primi a cui ho fatto gli auguri stamattina… e hanno detto che alla fine sono felici che io sia venuta qui a Londra, perché sembro molto più contenta di quanto non sia mai stata in Italia! > Rispose subito Reby, contentissima e fiera di aver mantenuto il rapporto con i suoi. < Gli ho anche spedito un regalo! E loro hanno fatto lo stesso con- > La sua voce fu interrotta dal suonare del campanello.
Ci guardammo tutti con fare sospetto, perché non avremmo mai immaginato chi avrebbe potuto essere a suonare il pomeriggio del giorno di Natale. Harry a quel punto si alzò prima di tutti, ed andò lui stesso ad aprire… decisi, per sicurezza, di avviarmi dietro di lui.
< E tu che cazzo ci fai qui? > Lo sentii chiedere, mentre mi nascosi dietro la porta della sala relax. Da lì avevo un’ottima vista sull’ingresso, nel quale stavano Harry e un tipo strambo, che non avevo mai visto: alto, muscoloso, con i capelli scuri… una mascella squadrata che incuteva timore e un timbro di voce talmente basso che metteva i brividi.
< Te l’ho detto, Styles, che non ti avrei mai abbandonato. > Gli rispose questo tipo, che mi stava sempre meno simpatico. Ludo mi superò correndo verso l’ingresso, disperatamente. Mi chiesi se avrebbe mai potuto conoscerlo. < E lei sarebbe? > Domandò lui, squadrando Ludo da capo a piedi.
< Potrei farti la stessa domanda, sai? > Gli rispose lei. Ebbe stile, lo ammetto.
< È la mia ragazza, ora levati di qui, James. > Tagliò corto Harry, mentre chiudeva la porta. Non ci riuscì per un soffio, perché questo James la spinse con l’avambraccio, facendo un passo avanti ed introducendosi in casa.
< Styles, Styles… vedo che non sei per nulla cambiato… > Disse James, mentre gli si avvicinava minacciosamente. < Ora dimmi, ti ricordi quello che mi hai rifiutato, l’ultima volta che ci siamo visti? > Harry indietreggiava con calma, però si vedeva che era abbastanza spaventato. Ludo invece era totalmente scossa.
James portò una mano sul collo di Harry, mentre per un nano secondo temetti il peggio, invece poi gli prese direttamente il viso fra le mani, girandolo a destra e a sinistra ed ispezionandolo come se si trattasse di un autentico tesoro. Lo guardò con malizia, tracciando poi il contorno delle sue labbra e di tutti i suoi lineamenti. Harry non ebbe nessuna reazione, proprio come mi sarei aspettato da lui.
< Harry… > Sussurrò Ludo con un filo di voce.
< Tranquilla, non mi ha fatto ancora nulla. > La rassicurò il suo ragazzo… si, perché da questa faccenda era emerso anche il fatto che loro due si fossero segretamente fidanzati.
< Styles, voglio indietro qual favore che stavo per farti… > Sorrise maliziosamente James, mentre Harry toccava il muro con la schiena. < Tu lo avevi rifiutato, ma ricordi il nostro patto? > Il più piccolo trasalì, mentre cercava con lo sguardo una possibile via di fuga, che non esisteva.
Mi battei una mano sulla fronte: James! Il James che gli aveva chiesto di andare a Glasgow… il capo della squadra di boxe! E Harry mi aveva anche raccontato di cosa esattamente si trattasse il favore che James voleva fargli… ma mi sfugge qualcosa: di che patto stanno parlando? Possibile che si siano sentiti anche in questi giorni e che Harry non me lo abbia detto?
James afferrò Harry per il colletto della camicia, slacciando il primo bottone e scoprendo una parte del suo petto. Il tutto davanti alla povera Ludo che, come lo vide, capì all’istante che cosa avesse in mente di fare ed estrasse il cellulare. Però fece la cosa più brutta che avesse mai potuto venirgli in mente: corse via, lasciando quei due soli. Io non la seguii, però Harry fece anche a me cenno di andarmene… e il che mi parve molto sospetto.
Chiaramente restai lì, nascosto ancora meglio, in modo che nessuno dei due avrebbe potuto vedermi.
< J-James, levati. > Udii Harry persino gemere soffocatamente, mentre James calava la mano sul cavallo dei suoi jeans. < Figlio di puttana, vattene! > Harry provò a spingerlo via, ma James si impuntò decisamente e riuscì a resistere alla forza che il riccio cercava di imprimere sul suo corpo, per spostarlo. Ed invece era come intrappolato, nell’angolo della cucina, con questo pazzo che lo palpava.
< Oh, lo so che ti piace… > Sussurrò James sulle sue labbra. A quel punto decisi che era troppo. Arricciai le maniche della mia camicia, pronto a raggiungere quei due e a cantarne quattro a quello stronzo.
Stavo oramai per uscire dal mio nascondiglio, quando sentii dei passi affrettati correre nella mia direzione. Mi voltai, e vidi tutti i ragazzi correre verso la sala d’ingresso, con Louis e Ludo a capo e gli altri che gli stavano dietro.
< Io chiamo la polizia. > Disse Ludo, lasciando andare avanti Louis e fermandosi nel mio posto. Corsi via con gli altri. < Pronto, si… si, al numero 38 di… si, la casa da tutti definita abbandonata, c’è un- > Iniziai a non prestare più attenzione alle sue parole, quando mi trovai davanti la scena più terribile di questo mondo: James continuava a palpare Harry… il quale stava piangendo. Le lacrime sul suo viso erano molto evidenti, quanto i suoi singhiozzi sussurrati, come se si stesse arrendendo a James.
< Basta… > Sussurrò, per poi essere interrotto da un altro singhiozzo. A quel punto successe qualcosa che mi lasciò senza fiato. < Che ti ho fatto, James?! Perché mi fai tutto questo? > E James gli tirò uno schiaffo. Sulla guancia destra, e lo schiocco provocò un eco spaventoso per tutta la sala.
Innanzitutto il coglione stava abbassando i pantaloni di Harry, facendolo rimanere addirittura in boxer… ma si fermò. Il più piccolo non fece niente, ma ci mise poco a capire il motivo del suo arresto.
Louis, Louis Tomlinson, si diresse verso di James con fare deciso. Lo prese per una spalla e lo fece girare verso di lui.
< Che cosa vuoi, tu? > Gli chiese quest’ultimo, mentre Harry si ficcò la faccia tra le mani e continuò a piangere, inginocchiandosi. Con tutto il coraggio che avrebbe mai potuto avere al momento, Louis serrò i pugni e gli si scagliò contro, assestandogli un destro sulla mascella. Lo prese poi per il colletto della polo, facendolo letteralmente volare contro il muro. Tramortito, James sbarrò gli occhi e cadde a terra. Svenuto.
< Lui non si tocca. > Disse poi, lanciando uno sguardo di puro disgusto a James ed avvicinandosi ad Harry, che lo guardava come incantato. Marty stava per lanciarsi fra le sue braccia e complimentarsi con lui, ma decise di lasciare Louis ed Harry a parlare fra di loro, senza intromettersi tanto.
< T-tu lo hai… > Disse il più piccolo, incredulo, mentre Lou si chinava per arrivare al livello del suo viso. < Non hai mai picchiato nessuno così p-potentemente… e n-non pensavo ne avresti mai avuto il coraggio… > Scandì lentamente, mentre le lacrime continuavano a rigargli il viso, oramai paonazzo.
< Se è necessario… > Ammise Lou in risposta, massaggiandosi le nocche e sorridendogli in un modo talmente dolce che Harry non poté fare a meno di ricambiare. Gli prese poi il viso fra le mani e gli asciugò le lacrime con i pollici. < Stai tranquillo, ci sono io ora. >
 
Liam
< Mamma è molto contenta che abbiamo ripreso a frequentarci, sai? Ha sempre detto che preferiva te a Sophia… > Le raccontai, sorridente, mentre facevamo zapping alla ricerca di qualcosa di interessante in televisione.
< Grazie, che gentile! > Sorrise anche lei, mentre constatava che fosse annoiata da tutti i soliti film di Natale che trasmettevano. < Andiamo a fare un giro? > Chiese, tutto ad un tratto. Alzai un sopracciglio interrogativamente, guardando fuori dalla finestra il quartiere ricoperto di neve.
< Un giro? Ora? > Le domandai io in risposta, indicando la grande distesa bianca che si intravedeva dalle inferiate. I suoi occhi si illuminarono.
< Certamente! Non vedi la neve fuori?! Io amo la neve, e poi in televisione non stanno facendo niente e - poche storie, andiamo! > Mi prese per mano senza nemmeno aspettare una mia risposta, correndo verso l’appendiabiti e lanciandomi in grembo il mio cappotto.
< Si, ma non pensi che sia più bello stare a casa, con il fuoco nel camino, un bel film e una coperta calda? > Esclamai, quando si stava infilando il suo cappotto, lungo fino alle ginocchia, e si dava una ritoccata davanti allo specchio.
< Liam, mi conosci! Sai che amo la neve e le passeggiate… metti le sue cose insieme, e non fare il guastafeste! > Esclamò di nuovo, tutta elettrizzata, mentre apriva la porta di casa e mi trascinò fuori. Chiuse a chiave, facendo poi un respiro profondo e respirando l’aria natalizia di Londra…
< Uffa! > Sbottai, lasciandomi chiaramente convincere. < E dove vorresti andare? Tutti i negozi sono chiusi… > Sorrisi maliziosamente, per poi fermarmi dalla camminata. Lei mi guardò storta, però poi tornò a prendermi la mano: con i suoi guanti di lana ed il suo cappellino, poté quasi ricordarmi una quattordicenne nel pieno della felicità.
< Fidati di me, io conosco un posto che non chiude mai… > Strizzò l’occhio in maniera ammiccante, così la seguii a ruota. Arrivammo in una piccola piazza, ed aprii la bocca per lo stupore: il paesaggio era il migliore che avessi mai potuto vedere. Tutte le casette, i lampioni ed i marciapiedi pieni di neve e ricoperti dal bianco e in più c’erano anche delle lucine gialle appese ai fili dell’elettricità. Era tutto perfetto, ed illuminato dalla luce del pomeriggio e non dagli stupidi lampioni, che lanciavano lo stesso una luce fioca, che serviva solo ad aumentare la bellezza di tutto questo paesaggio.
< Wow… > Sussurrai, stringendo involontariamente la mano della mia migliore amica, la quale si girò verso di me e mi lasciò un bacio sulla guancia.
< Ne valeva la pena, vero? > Abbassò anche lei notevolmente il tono di voce, cosicché si addicesse anch’esso al paesaggio stupendo. Annuii, senza fiato. < Bene, siamo arrivati. > Disse, tutta soddisfatta, quando ci fermammo davanti ad una piccola taverna. Sinceramente fui abbastanza sorpreso, considerando che non mi ero minimamente accorto che avessimo ripreso a pattinare perché ero troppo occupato ad ammirare quella specie di quadro che sembrava dipinto da un pittore invisibile.
< Come si chiama il posto? > Chiesi, mentre lei si sbatteva una mano sulla fronte in segno di risposta, ridendo appena.
< Mi aspettavo che non te lo ricordassi… ma, aspetta, ora ti rinfrescherò la memoria. > Mi condusse dentro, salutando amichevolmente i camerieri come se li conoscesse una vita. Questi salutarono anche me, ma io gli dedicai solo un piccolo sorriso. Arrivammo davanti ad una parete, in fondo al locale, piena di scritte probabilmente fatte con il pennarello indelebile nero che stava su una mensola di legno proprio al centro di questa parete. Anish vide che ero un po’ perplesso, così mi ci fece ulteriormente avvicinare.
< Guarda qui. > Indicò un punto abbastanza in alto, ma riuscii a leggere comunque la scritta in corsivo e scritta in una grafia impeccabile.
 
Anish & Liam
28.04.13
 
 
 
Eccomi di nuovo qui!
Allora innanzitutto mi dispiace per non aver pubblicato per un bel po’, ma ho dovuto prendermi una pausa dallo scrivere per il fatto di Zayn di cui sarete di certo a conoscenza… e, per non entrare nel dettaglio con questa storia, mi sono dovuta prendere una pausa dallo scrivere perché già stavo male di mio e se poi avessi addirittura scritto su di lui…
Comunque, ora sono qui e spero di non avervi fatto aspettare troppo. FACCIAMO SUBITO IL PUNTO DELLA SITUAAAA:
Il capitolo è strutturato in un modo abbastanza “strano”, perché ho voluto mettere dei pov che inquadrassero tutti i ragazzi, di modo che si scoprisse come ognuno di loro passasse il Natale. (Lo so, siamo a Pasqua oramai hahahaha)
La storia di apre con un Pov Feddy, nel quale tutte e quattro le ragazze incontrano prima di tutto Anish e prendono un the assieme e si scambiano i regali… e nella seconda parte è la mattina di Natale, quando Feddy si sveglia ed è, come tutte, al settimo cielo.
Poi si continua con un Pov Niall, dove i ragazzi scoprono di Marty e Lou e dove Zay racconta del suo fidanzamento con Feddy (sono la mia OTP). Poi si recano a casa delle ragazze per passare il pomeriggio con loro ma il loro bellissimo momento di gruppo viene interrotto dall’arrivo del pedofilo-stronzo-James che, come al solito, rovina tutto e rivuole indietro il “favore” da Harry. Per fortuna arriva Louis l’eroe che lo salva (scusatemi ma sono Larry Shipper, per cui momento così ci saranno nella storia) e mette k.o. James, che poi verrà portato via dalla polizia.
Si conclude con un Pov Liam, che invece fa compagnia ad Anish perché i suoi genitori sono via per lavoro. Insieme vanno a fare una passeggiata (contro la proposta di Liam il pigrone) ed Anish riesce a colpire su di lui ancora una volta, perché lo porta in una piccola taverna del quartiere dove, due anni prima, questi due amori avevano scritto i loro nomi sul muro, con l’indelebile.
 
Spero che questo capitolo vi piaccia, bacioni xx
Marty

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Capitolo 41
*** Hill ***


Louis
< Non ci posso credere, dove li hai trovati?! > Esclamò la mia ragazza, incredula, che stringeva il suo regalo in mano. < Li ho cercati dappertutto ed erano esauriti - forza, spiegati. > Incrociò le braccia, riponendo cautamente i due biglietti per il concerto dei Coldplay nella loro busta.
< Si dà il caso... > Le afferrai i fianchi, sorridendole maliziosamente ed appoggiandola sull’isola della cucina. < Che papà abbia delle conoscenze nel sito di Ticketone… > Ricambiò il sorriso, stringendo le mani attorno al mio collo. Le mie labbra si schiusero sul suo, arrivando fino al lobo dell’orecchio. < E che io sappia essere molto persuasivo… > Buttò la testa all’indietro quando lasciai un piccolo morso sulla scollatura della sua maglietta, così ne approfittai per farmi spazio fra le sue gambe. Ci baciammo molto passionalmente.
< Sai essere fin troppo persuasivo, Tomlinson… > Sussurrò lei in risposta, sulle mie labbra, mentre le passavo le mani fra i capelli per aumentare l’intimità tra noi. A quel punto strinse forte le gambe attorno al mio bacino. Gemetti a denti stretti.
< Amo quando mi chiami per cognome… > Dissi sulle sue labbra, iniziando poi a spingere dolcemente, dando piccoli colpi ed entrando a contatto con la sua intimità attraverso i jeans stretti che portava.
< Ragazzi, volevo parlarvi di - ehi! > Harry, appena arrivato, scoppiò a ridere nel trovarci in quella posizione. Arrossimmo entrambi e Marty scese dall’isola con un balzo, abbassando subito lo sguardo.
< Non è divertente. > Affermò subito dopo, spostandosi una ciocca di capelli davanti al punto del suo collo dove giaceva il segno del morso. Harry rise ancora.
< Ha ragione, considerando che ieri avresti rischiato di trovarti nella stessa posizione con James. > Completai io, fiero dell’espressione che si formò sul suo volto. Gli strizzai l’occhio, dirigendomi poi da lui assieme a Marty.
< Dicevo… ieri, per ringraziare il capitano mi sono recato alla centrale della polizia, dove ho scoperto qualcosa di pazzesco! > Esclamò lui, frugando nelle tasche del suo giubbotto ed estraendone un foglio tutto appallottolato. Lo aprì.
< Non è possibile! > Mi portai una mano sulla fronte, incapace di dire altro. Con il suo permesso presi il foglio tra le mani, leggendolo ad alta voce. < James Irwins, ricercato dalle polizie di Stato per aggressione su minorenni e pedofilia. > Mi fermai un attimo, scosso. < Aggressione?! > Domandai, con la voce tre volte più acuta del normale.
< A quanto pare… > Rispose Marty, prendendo il foglio a sua volta. < Chi lo avvisterà e contribuirà alla sua cattura non solo sarà considerato una grande persona, ma gli verrà consegnato il premio di- > Per un secondo sembrò mancarle il fiato dallo stupore. < -diecimila sterline? In contanti? > Harry annuì, tutto soddisfatto.
< Almeno voi ragazze non dovrete fare prelievi dalla banca per un po’, e forse potrete permettervi qualche lusso! > Le rispose proprio lui, riprendendo poi il foglio e infilandoselo di nuovo nella tasca. Marty ed io ci guardammo negli occhi, completamente felici.
< Già, che bello! > Esclamò la mia ragazza, quasi strangolando Harry con un abbraccio. Lui ricambiò molto dolcemente, e forse fui un pochino geloso quando le baciò la fronte, ma cercai di non farci caso.
< Beh, è meglio che io vada a dare la notizia agli altri. Dove sono? > Ci chiese cordialmente, al che Marty scrollò le spalle.
< Bella domanda! A noi hanno detto che andavano a farsi un giro, per cui non so proprio dove siano in questo momento… > Risposi io, allacciando poi una mano attorno al fianco della mia ragazza. < Fossi in te, chiederei alla mamma di Zayn, sa sempre dove si trovi suo figlio! > Esclamai in seguito, giusto per metterla un po’ sul ridere.
< Grazie mille, vi lascio alle vostre attività ora! > Ci lanciò uno sguardo malizioso, al quale ricambiammo facendo movimenti per nulla casti con i nostri corpi. Rise di gusto e poi ci baciò entrambi sulla guancia, uscendo di casa.
Appena sentii la porta sbattere mi diressi verso la mia ragazza, stringendole i fianchi e facendo aderire bene i nostri corpi. Molto dolcemente la baciai, approfondendo io stesso il tutto ed aspettando che mi circondasse il collo con le mani come piaceva a me. Sorrise fra il bacio.
< Ti va di tornare a dove eravamo prima? > Le chiesi, sussurrando nel suo orecchio. Fece una risatina, poi tornammo a baciarci fino a che non decise di stringere le gambe attorno al mio addome, mentre io la sostenevo per le cosce.
Riiniziammo a baciarci con più foga, quindi decisi di avviarmi lentamente verso il divano ed infine di sdraiarcela sopra… con la sua completa approvazione.
< Tomlinson… > Sussurrò sulle mie labbra, prima che le connettessi alle sue. Sorrisi tra il bacio, ed afferrai l’orlo della sua maglietta, sollevandola leggermente ed infilandoci sotto la testa.
< Tocca a me ricambiare il favore che mi hai fatto, ricordi? > Sussurrai io in risposta, iniziando a lasciare baci secchi sulla parte dell’addome sotto l’ombelico. La mia lingua tracciava dei cerchi su quella parte così delicata del suo corpo, sotto la quale sentivo la pelle accapponarsi. < Ti faccio venire i brividi, piccola? > Chiesi, decidendo di far notare quel particolare anche a lei. La sentii ridere in maniera sottile, appena prima che si togliesse la maglietta con un gesto secco delle braccia.
Continuai a torturarle l’addome, sentendola gemere appena mentre mi passava le mani fra i capelli. Risalii lentamente con la bocca fino ad arrivare all’incavo dei suoi seni, dove decisi di succhiare con più avidità facendo arrossare quel punto, per poi curare il tutto con la lingua. Le mie mani si portarono dietro la sua schiena, esattamente sul laccetto del suo reggiseno.
< Posso, amore? > Domandai, con voce incerta. Inizialmente alzò gli occhi al cielo, ma poi tornò a fissare il suo sguardo nel mio, con un sorrisetto malizioso stampato in viso.
< Sarebbe proprio un peccato rovinare questo momento, vero? > Fu la sua risposta, dopo la quale portai le mie labbra sulle sue. Approfondì lei stessa il tutto, mentre inarcava la schiena per permettermi di slacciare il reggiseno. Scrutai il suo corpo, sorridendo.
< Sei bellissima, piccola. > Affermai, sfiorando con le dita la parte di seno lasciata scoperta da quell’indumento. Poco dopo tornai su di lei, lanciandolo via del tutto. Però si coprì gli occhi. < Amore, apri gli occhi… sei bellissima, e non devi vergognarti della tua bellezza. > Sussurrai, calandomi piano sul suo petto nudo. Aprì gli occhi e così decisi di sorriderle, baciandola prima di arrivare a sfiorare uno dei suoi capezzoli con i denti. Ansimò, inarcando la schiena, così continuai a concentrarmi con le labbra sul suo capezzolo destro, mentre stringevo quello sinistro fra le dita, roteandole.
Decisi poi di chiederle l’impensabile, lasciando il suo seno e tornando nuovamente sul ventre, arrivando all’elastico dei suoi leggings che subito si tolse e lanciò insieme alla maglia. Io invece notai di essere ancora tutto vestito, così rimediai sfilandomi sia maglietta sia jeans e rimanendo in boxer. Arrivai all’elastico delle sue mutandine, con lei che passava sensualmente le mani fra i miei capelli.
< Amore, vuoi? > Chiesi, con una certa premura nella mia voce.
< Si Lou, lo voglio più di ogni altra cosa. > Rispose.
Le sorrisi, sfilandole finalmente anche l’ultimo indumento: ora era completamente nuda, sotto i miei occhi. La sua reazione fu del tutto normale, ovvero si lasciò sopraffare dalla vergogna e cercò ancora di coprirsi tutto il viso con entrambe le mani. Stavolta però la bloccai per i polsi, baciandola poi sulle labbra e mimando uno “stai tranquilla” con le mie. Sfiorai la sua coscia con la mia erezione.
< Non sei l’unica che si sta godendo al massimo questo momento, per cui lasciati pure andare, piccola. > Dissi, con un tono malizioso. Sorrise ed annuì, e non ebbe nessun tipo di reazione quando portai volontariamente la sua mano sul rigonfiamento dei miei boxer. Solo arrossì leggermente.
< Oh… > Fu l’unica cosa che riuscì a dire, quando capì che non doveva vergognarsi, perché forse ero eccitato al suo stesso modo. Non sembrava voler ritrarre la mano, anzi, diede una leggera spinta che mi fece passare un brivido per tutta la schiena.
< Ferma, stasera tocca a me. > La bloccai, così annuì e tornò a sdraiarsi. Io invece scesi con la testa fra le sue gambe, divaricandole leggermente, e lasciando un primo baciò sulla sua intimità. Inarcò nuovamente la schiena quando ne leccai la parte centrale, scatenando un brivido nel suo corpo.
< Cazzo, Lou! > Si lasciò scappare, quando succhiai il suo clitoride con forza, mentre stringeva i miei capelli in due pugni. Continuai a stimolare quella parte della sua intimità con la lingua, succhiandola di nuovo, di tanto in tanto. Mi leccai il dito medio proprio davanti ai suoi occhi, mentre era in uno stato di completa estasi.
< Se ti fa male, fermami. > La avvisai, anche se sapevo già che non mi avrebbe detto nulla. Così, lentamente, feci scivolare quel dito dentro di lei. Come previsto non ebbe nessuna reazione, solo che notai una piccolissima lacrima scendere dalla sua guancia… e fui subito invaso da un grande senso di colpa. < No, amore, ti prego… non piangere. > Dissi, fermando immediatamente il dito.
< Tranquillo, so per certo che passerà. Tu vai avanti. > Mi incoraggiò, sorridendomi per quello che poteva. La baciai ma, poco dopo, il mio dito prese a compiere dei lentissimi giri dentro e fuori la sua intimità. La sentii riprendere ad ansimare.
Mentre compivo questi movimenti, la mia lingua ruotava intorno al clitoride, che di tanto in tanto veniva succhiato. I suoi ansimi diventarono più pesanti a quel punto, e mi sentii felice, perché stavo procurando piacere alla ragazza che amo. Detti una spinta più forte col dito, mentre morsi il clitoride.
< Lou! > Disse, con la voce alta e modificata dall’eccitazione, in preda all’orgasmo. Il suo primo orgasmo, che io le avevo provocato. Tolsi il dito da dentro di lei continuando, però, quei movimenti con la lingua, regalandole gli ultimi attimi di piacere.
Quando lasciò la massa di capelli fra le sue mani, capii che oramai aveva scatenato tutta la sua eccitazione. L’ultima cosa che feci fu baciarla, molto passionalmente, e poi la guardai negli occhi. Sorrideva.
 
Liam
< Oh, no! Zayn mi aveva detto che sarebbero usciti a fare un giro, ma credo si riferisse a lui e Feddy… > Dissi, decidendo poi di far entrare Harry in casa con me. C’erano anche i miei, così li salutò e ci scambiò due parole prima che andassimo di sopra.
< Non li trovo da nessuna parte! Nemmeno la mamma di Zay sa dove siano andati, eppure gli devo parlare di una cosa molto importante! > Mi rispose lui, completamente adirato e deluso.
< Cosa, Harry? > Gli domandai io, cercando di parlarci un po’. Mi dispiaceva che gli altri fossero fuori e che lui gli dovesse così disperatamente parlare, però colsi l’occasione anche per fermarlo e provare a rafforzare anche la nostra amicizia. Tentennò leggermente, ma poi prese posto sul mio letto ed io mi ci sedetti accanto.
< È una storia un po’ lunga, ma se mi vuoi proprio ascoltare… > Lasciò le parole sospese in aria, alle quali annuii senza pensarci due volte. Sospirò, mettendosi a riflettere probabilmente sul modo in cui avrebbe dovuto parlarmene, e poi si decise ad iniziare il suo discorso. < A Glasgow, questo James... beh, ecco- > Si bloccò improvvisamente. Provai a scuoterlo per una spalla, ma il suo sguardo rimaneva vuoto.
< Harry? > Lo chiamai, ma non rispose. Solo appoggiò la mano sul mio ginocchio, e strinse forte, chinandosi in avanti. Circondai il suo collo con un braccio.
< James è un pedofilo, e… stava provando a farmi e a farmi fare cose non di mio gradimento con la forza. La prima volta, a Glasgow, sono riuscito a cavarmela saltando dalla finestra dell’hotel e continuando a scappare, ma lui mi continuava a mandare messaggi e dirmi che mi avrebbe ritrovato. > Il suo tono di voce si fece ancora più cupo di quanto già non fosse, e dai suoi occhi scese una piccola lacrima che subito asciugò con il pollice. < E la seconda volta è stata proprio ieri. È venuto a casa delle ragazze e voleva entrare, così ho cercato di sbattergli la porta in faccia ma - cazzo, hai visto che muscoli ha? -  e allora ce l’ha fatta. Ho dovuto mandar via Ludo, spaventatissima, e se non fosse arrivato Lou probabilmente ora n-non- > E poi, chiaramente, scoppiò a piangere.
< Stai tranquillo, okay? È tutto passato. > Dissi, provando per lo meno a rassicurarlo, mentre allargavo le braccia e lo stringevo forte a me. Ricambiò molto dolcemente, quando si lasciò completamente andare sulla mia spalla… e fu uno spettacolo terribile.
< L-lo so… l’hanno anche m-messo in prigione, ma il punto è che quando mai d-dovessero liberarlo - perché sono sicuro che lo faranno - lui verrà a cercarci. Me, Louis, Ludo… e n-non so che cosa farei, se si azzardasse a sfiorare con un dito uno dei miei migliori amici. > Mi rispose, interrompendo ogni frase con dei singhiozzi convulsi. Non sembrava piangere, piuttosto pareva nel mezzo di quella che era una crisi isterica: il viso arrossato, i capelli scompigliati nei quali infilava le mani e poi tirava e il respiro totalmente irregolare… ed io non potevo fare assolutamente niente per impedirlo.
Provò a tirarsi i capelli ancora una volta, mentre probabilmente riiniziava a piangere singhiozzando paurosamente, ma stavolta lo bloccai per i polsi. Mi guardò abbastanza impaurito, quando gli feci arrivare le braccia attorno al mio collo, in modo che mi abbracciasse.
< Non devi aver paura di James, Harry, ci siamo tutti noi a “proteggerti”. Niall, Lou, Zayn, io… saremo tutti qui per te, se mai avrai bisogno di noi… e sono certo che ne avrai, perché tutti hanno bisogno di aiuto prima o poi. L’importante è non dubitare mai dei tuoi amici. > Non feci in tempo a vedere la sua reazione alle mie parole rassicuranti, che fummo interrotti dallo squillare del mio cellulare. Sorrisi, notando che si trattava di Ludo, e risposi attivando il vivavoce, in modo che anche Harry avrebbe potuto ascoltare.
< Pronto, Ludo? > Chiesi, ma il mio viso si raggrinzì all’istante, perché in risposta ricevetti uno schiamazzo talmente potente che avrebbe fatto diventare lisci i capelli di Harry.
< Si, Liam! Oh, ciao… ascolta, sono qui con le altre - ragazze, zitte! Sto chiamando Liam! > Disse, in tono veloce e confuso.
< Ciao Liam! > Rispose un coro di voci, fra le quali riconobbi quella di Reby e quella di Zayn, che erano le due più particolari del gruppo.
< Stavo dicendo? Oh, si, ecco… siamo usciti con Zayn e lui ci ha portato in collina a conoscere i suoi nonni, che si sono dimostrati ospitalissimi e - se non la piantate vi spezzo le ossa! - ci hanno chiesto di rimanere qui per tre giorni- > Stava per dire qualcos’altro, ma fu interrotta da alcune risatine e altri schiamazzi che sembravano rimbombare in tutta la stanza.
< Okay, ma ora dove siete? > Domandò Harry. < Io avrei voluto parlarvi di una cosa! > Esclamò poi, estraendo un foglietto dalla tasca e porgendomelo, mentre mi invitava a leggerlo.
< Ora siamo qui a casa dei nonni, sono così gentili… ora capisco da dove Zayn abbia ereditato il suo carattere! > Riuscii a malapena a sentire, dato che ero immerso nella lettura del manifesto con la faccia di James stampata sopra. Appena finii lanciai uno sguardo puramente compiaciuto e stupito allo stesso momento ad Harry, che mise in mostra il suo adorabile sorriso sghembo. < Oh, ciao Harry! > Ripeté il solito coro di persone, riconoscendo la sua voce ed esplodendo in discorsi senza senso, l’uno sopra l’altro.
< E quindi ritornate qui fra tre giorni? Lasciando me, Harry e i due piccioncini tutti soli? > Chiesi, facendo ridere il gruppo di persone all’altro capo del telefono ed anche Harry, che sembrava essersi risollevato, ora che sapeva dove fossero finiti tutti.
< Proprio così, loro due non sono con voi adesso? > Chiese una voce che si confondeva in mezzo al gruppo, ma troppo riconoscibile da sola: Feddy.
< No, li ho lasciati a casa da soli e sono venuto qui da Liam… fra poco li chiamiamo e li avvisiamo di tutto! > Rispose il ragazzo seduto accanto a me, mentre mi faceva l’occhiolino. Ci fu un’ovazione dall’altro capo, alla quale noi due scoppiammo inevitabilmente a ridere.
< Okay, dai, ora ve li lasciamo chiamare! Ci sentiamo! > Esclamò Niall, che rideva come un matto, sovrastato da altre voci che facevano lo stesso.
< Ma aspettate, volevamo- > Non facemmo nemmeno in tempo a finire la frase, che Ludo riattaccò al telefono. Bloccai lo schermo, concentrandomi di nuovo su Harry.
< Liam, forse è meglio che torni a casa… mamma sarà preoccupata, vista l’ora che si è fatta. > Alluse con lo sguardo all’orologio appeso sopra al mio letto, che segnava le otto e mezzo di sera. Annuii, mentre Harry si alzò e si diresse verso di me con passo lento, sorridente.
< Okay, io chiamo quei due. > Affermai con fermezza, mentre allargava le braccia e io mi ci buttavo. Lo strinsi forte a me, e sentii addirittura il suo fiato caldo sul collo, mentre mi sussurrava qualcosa nell’orecchio.
< Grazie per essermi sempre vicino, Liam. Grazie di tutto. >
 
 
Ciao bellezze!
Allora ho pochissimo, tempo per cui facciamo in fretta il punto della situazione che non può mai essere tagliato:
Nel primo pov (oggi ce ne sono solo due) c’è un momento particolarmente hot tra i martomlinson… vi prego, non prendetemi come una maniaca sessuale per le descrizioni!
Nel secondo invece, si scopre che Ludo e gli altri della compagnia staranno tre giorni dai nonni di Zayn… e che c’è un bellissimo momento fra Liam ed Harry che legano ancora di più e si promettono che ci saranno sempre l’uno per l’altro, AW
 
Detto questo, vorrei ringraziare chi mi segue e chi commenta sempre i capitoli, un piccolo ringraziamento alla mia sorella a distanza che ha contribuito a “migliorare” questo capitolo, grazie tesoro xx
Baci e abbracci a tutti, ve se ama x
Marty 

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Capitolo 42
*** Romantic guy ***


Zayn
< Si, ma state tranquilli… non si sono offesi. Scommetto che si saranno trovati tutti insieme e che staranno passando una bellissima serata! > Ci rassicurò nuovamente Feddy, con la mano stretta alla mia mentre ognuno giocherellava con le nocche dell’altro.
< Dite? Harry non l’avrà presa male? > Domandò invece Ludo. Sembrava tenere molto a Harry: da come ne parlava, dagli atteggiamenti che aveva quando lui non c’era e dagli atteggiamenti che ha tutt’ora con lui, ora che è tornato.
< No, secondo me è felice di riallacciare i legami con i suoi due migliori amici, che sono stati il nucleo del litigio che si è scatenato. > Rispose Niall, che era sdraiato sul morbidissimo divano di pelle, con Reby stretta fra le braccia.
Dopo un po’ che discutevamo sempre sullo stesso argomento, decidemmo insieme di andare in giardino a fare un bel falò. Niall chiaramente portò la sua chitarra, e ci dividemmo a coppie per andare a cercare della legna da bruciare. Chiaramente io stetti con Feddy, e così ci addentrammo nel piccolo boschetto ai piedi della collina dove sorge la casa dei miei nonni paterni.
< Secondo me quello che ci è rimasto un po’ più male è Liam. > Disse chiaramente lei, tenendomi rigorosamente per mano, mentre avanzava pian piano addentrandosi nel bosco.
< Come mai? > Le domandai.
< Beh… > Sospirò, raccogliendo un primo ramoscello sul sentiero. < Lui è “l’anima” del gruppo… insomma, tutte le feste a cui abbiamo partecipato, tutte le nottate epiche in discoteca erano merito suo! > Completò la frase, lasciandomelo in mano ed iniziando ad arrampicarsi su una enorme magnolia che aveva trovato in mezzo al piccolo bosco. Senza esitare la seguii, ignorando la mia grandissima paura dell’altezza.
< Secondo me no… alla fine gli farà un gran piacere rimanere a casa, con la sua migliore amica Anita! > Ansimai leggermente: anche essendo a soli due metri da terra, ero già stanco morto. < E poi lui è maturo, non ci rimane male per cazzate come queste… dico bene? > La mia voce si spezzò alla fine della frase, così mi presi una piccola pausa per appoggiarmi con una mano al tronco dell’albero e vedere Feddy che continuava a salire di quota. Poco dopo, grazie al cielo, vide un ramo abbastanza grosso per sostenere tutti e due… così scese di nuovo al punto in cui io mi ero fermato e mi aiutò a sedermi su quel ramo.
< Certo, nessuno mette in dubbio la sua maturità. Solo che gli sarebbe piaciuto essere qui con noi… > Sbuffò, apposta per spostarsi una ciocca di capelli che le era caduta davanti al viso, e poi si sedette a cavalcioni davanti a me. Pure io ero a cavalcioni, solo che avevo il massiccio tronco dell’albero a cui poggiare la schiena, e questo rendeva la mia posizione quasi comoda!
< A chi non sarebbe piaciuto? > Risposi in tono malizioso, afferrandole di nuovo entrambe le mani. Mi guardò negli occhi in modo dolce e sbarazzino, e strinse forte le mani alle mie. In quel momento provai a guardare verso il basso, e notai solo un fittissimo insieme di rami che mi impediva persino di vedere nitidamente il suolo. Ci baciammo per un tempo che parve interminato, con le mani ancora legate le une alle altre.
< Come mai ti sei arrampicata qui, amore? > Sottolineai bene il modo in cui la avevo chiamata, e sulle sue guance si evidenziò una lieve sfumatura rossa.
< Io mi arrampicavo sempre sugli alberi, da piccola. In tutte le foto della prima comunione che ho sono arrampicata sull’albero del giardino di casa mia… e speso quando i miei mi facevano arrabbiare o ero triste per qualche motivo- > Fece una piccola pausa, come se stesse riflettendo e ricordandosi di tutti i motivi tristi della sua vita. < -beh, io prendevo un buon libro, mi arrampicavo più in alto che potevo, e rimanevo lì anche per parecchie ore. Mi piaceva stare da sola sull’albero, tutto qui, ed ogni volta che sono di nuovo sola, o con qualcuno di speciale, non colgo l’occasione per rivivere quei momenti… > Sorrise dopo il suo piccolo racconto, che trovai affascinante. È bellissimo cosa una ragazza come lei può provare anche verso un albero, e tutta la storia che c’è dietro sembra uscita da un libro di favole.
< Io quando sono triste mi metto a disegnare… faccio graffiti sui muri di camera mia e su tutti i fogli che ho a disposizione. È come una liberazione per me, e non potrei farne veramente a meno. > Le confessai, sorridendo ed arrossendo anche io, nello stesso momento. Ci fu un momento di silenzio, nel quale rimanemmo a guardarci negli occhi… e poi ci baciammo di nuovo, come per concludere quel momento perfetto. < Oh, e quindi io sarei una persona speciale? > Dissi con tono malizioso, spostando le mani sui suoi fianchi e cercando di far arrivare il suo corpo il più vicino possibile al mio. Le lasciai anche un bacio vagare sul collo, al quale lei rispose infilando le mani nella mia maglietta, per solleticarmi la schiena. Continuai a torturarle il collo, mordendone un punto impreciso e poi curando il tutto con la lingua.
< Amore - ahi! > Esclamò lei, scattando in avanti con il corpo e quasi facendo entrare a contatto le nostre intimità attraverso i jeans.
< Che c’è? Non ti piaceva? > Domandai.
< No no, anzi, mi piaceva moltissimo. Però ho sentito qualcosa pungermi la schiena e sono scattata in avanti. > Rise dopo questa confessione, però poco dopo decidemmo di tornare al punto di prima.
Durante il bacio strinse le gambe attorno al mio addome, da seduta, come se fosse in braccio a me. Il tutto divenne più piccante e passionale, mentre iniziavo anche a dare piccoli colpi con il bacino e anche a sentire che qualcosa stava accadendo, nel mio corpo. E probabilmente lo stesso accadeva anche nel suo, dato che, oltre ai baci che mi lasciava sul collo, iniziavo a sentire qualche gemito sussurrato.
Prontamente mi levò la maglietta con un gesto, appoggiandola su un ramo più in alto e scendendo con la bocca fino a mordere uno dei miei capezzoli. A quel punto un gemito gutturale lasciò il mio corpo, e lei fece una risatina sommessa.
< Feddy aspetta, ferma. > Scandii bene, cercando di far risuonare la mia voce in modo limpido e normale ma probabilmente non riuscendoci.
< Senti anche tu? > Stemmo tutte due zitti, e sentimmo alcune vibrazioni provenire dalla tasca dei suoi jeans. Scocciata, tirò fuori il telefono cellulare e lesse il nome che apparve sullo schermo: Niall. Rispose immediatamente, mettendolo in vivavoce.
< Ragazzi, ma dove siete? Qui vi stiamo aspettando tutti! Il fuori è pronto, e siamo anche riusciti a procurarci dei marsh mallows, mancate solo voi! >
 
Reby
< Niall, io ti uccido! > Urlai, ridendo subito dopo. Niall aveva appena fatto cadere l’intero sacco di warsh mallows sulle fiamme del nostro bellissimo falò, e la plastica di cui era costituito aveva già iniziato ad annerirsi, dopo che tutto il contenuto si fosse riversato nel fuoco ed avesse già preso a bruciare.
< Non l’ho fatto apposta! Volevo prenderne uno per infilzarlo sul ramoscello e poi mi è caduto il pacchetto… > Lui non sembrava affatto felice, soprattutto perché dopo la carne avremmo dovuto mangiare quei marsh mallows tutti insieme. Ludo, che era con noi, si stava spanciando dalle risate… e lo stesso valeva per me.
< Ma Niall, la faccia che hai fatto! > Disse proprio Ludo, mentre si asciugava le lacrime agli occhi con un fazzoletto. < E poi hai imprecato in modo che- > Si dovette fermare ancora per ridere, ma stavolta mi unii anche io a lei. < Porca puttana!! > Urlò Ludo, completamente fuori di se, imitando il tono di voce e l’accento di Niall. Anche lui scoppiò in una risata fragorosa… la sua risata, l’unica ed inimitabile risata da paperella.
< Ludo piantala! > Rispose lui, spostandosi il ciuffo biondo dalla fronte. Lo guardai talmente estasiata che sembrava che stessi osservando un dipinto di Michelangelo… già qualcosa era cambiato fra di noi: eravamo sempre più teneri ed uniti l’uno all’altra, ci tenevamo per mano e facevamo tutte quelle cose da fidanzati. Avevamo pure ammesso che ci fosse una sorta di attrazione fisica fra di noi -il fatto che per me non sia solo ed esclusivamente fisica è irrilevante- solo che nessuno aveva il coraggio di farsi avanti. Chissà… magari la collina porterà consiglio!
< Ragazzi, siamo qui! > Sentimmo una voce maschile provenire dalla direzione del piccolo boschetto, così ci dirigemmo verso il punto da cui arrivava. O meglio, Ludo vi si diresse, mentre io e Niall rimanemmo da soli intorno al falò… e lui subito mi circondò le spalle con un braccio.
< Sei proprio un idiota. > Lo rimproverai, estraendo con molta cautela in sacchetto oramai completamente nero e bruciato, sia all’esterno che all’interno. Lo gettai lontano, nel campo.
< Il tuo! > Esclamò, stampandomi un bacio sulla fronte e prendendo subito il mio viso fra le mani. L’atmosfera cambiò completamente…
< Solo mio, e di nessun altro. > Risposi, iniziando a lasciargli delle piccole carezze fra i capelli, proprio come piaceva a lui. Contraccambiò facendomi il solletico al collo con le labbra, proprio come piaceva a me.
< Reby... ho una proposta da farti. > Mi disse, staccandosi da me quel poco che bastava per guardarmi negli occhi. Annuii, non essendo capace di dire niente. < Ehm… ti va se -insomma- se guardiamo insieme le stelle, stasera, mentre gli altri dormono? > Accennò con lo sguardo al cielo limpidissimo.
< Ecco io- > Presi a giocherellare freneticamente con i miei pollici, come chi è colpevole di un qualche atto che non vuole confessare. Mi morsicai il labbro inferiore parecchie volte… soprattutto perché ancora non mi rendevo conto di essere finalmente sola, con lui, che mi aveva già fatto questa romanticissima proposta. < Certo, va bene! > Cercai di scacciare il rossore dal mio viso con uno smagliante sorriso, ma non ci riuscii minimamente.
< Perfetto. >
< Ragazzi, scusateci il ritardo! È già tutto pronto? > La prima ad arrivare fu Feddy, che si mise le mani sopra le ginocchia ed iniziò ad ansimare, probabilmente per la grande corsa che aveva fatto per arrivare fin da noi, appena fuori dal piccolo boschetto.
< Ma figurati, anzi… > Guardai istintivamente nella direzione in cui avevo lanciato il sacchetto di marsh mallows, non distinguendo più il colore dell’erba da quello del cielo. < Direi che i nostri marsh mallows sono andati. > Conclusi la frase, tornando a sedermi sulla mia panchina e prendendo finalmente un pezzetto di carne da cuocere su quel bellissimo fuoco.
< Come? Io e Zay siamo tornati perché voi ci avete detto che se non fossimo arrivati subito sarebbero finiti! > Rispose lei, imbronciata, imitandomi. Niall alzò gli occhi al cielo.
< È colpa mia- > La sua confessione fu interrotta dall’arrivo di Zayn e Ludo, anche loro affannosi e con le fronti lucide. Si sedettero tutti con noi -Feddy si spostò vicino al suo amato ed io vicino al mio- e così si diede inizio al banchetto.
< Niall, chiaramente è colpa tua… voglio solo sapere cosa ne hai fatto di quei poveri stuzzichini, in un quarto d’ora non puoi averli mangiati tutti! > Disse Zayn, quando eravamo tornati all’argomento “marsh mallows2, una volta mangiata la nostra carne squisita.
< Beh, in realtà avrei voluto provarne uno prima di cena- > Arrossì, guardando le fiamme quasi spente e aggiungendo un altro ramoscello per far ritornare più luce. < -però poi ho per sbaglio rovesciato il sacchetto nel fuoco e si sono bruciati tutti! > Disse in fretta, risedendosi al suo posto, accompagnato dalle più forti risate.
< Voi due, piuttosto? > Ludo decise, con il mio totale appoggio, di spostare l’attenzione sui due fidanzatini.
< Noi stavamo raccogliendo dei rami da portare a voi, e poi ci è scappata l’ora! > Rispose Zayn, prima che Feddy potesse soltanto aprir bocca. Poco dopo lei si tirò una manata sulla fronte.
< E questi rami dove sarebbero? > Lanciai al diretto interessato uno sguardo ammiccante, e lui tentennò per parecchi secondi prima che aprisse bocca. Feddy lo precedette.
< Amore, andiamo, almeno questa risparmiatela. > Gli disse, facendo arrossire lui e ridere tutti noi.
< Hai proprio fatto centro! > Le rispose Niall, che intanto aveva già finito il suo spiedino e stava per agguantarne un secondo. Ovviamente ci mettemmo a ridere una seconda volta, e lui si difese dicendoci di essere in sottopeso… ed, in effetti, lo era.
Quella serata procedette di bene in meglio, poiché parlammo di qualsiasi argomento immaginabile. Parlammo per parecchio tempo anche della scuola, con particolare enfasi sulla verifica di latino sul programma affrontato fino ad ora… e devo mettermi a studiare a fondo, perché ci tengo molto a prendere un bel voto, soprattutto in una materia difficile come il latino.
Chiaramente momenti come questi uniscono il gruppo in una maniera incredibile… e, per quanto possa dispiacermi che non siamo tutti assieme, mi sto divertendo un mondo con i miei migliori amici. Ludo, che è sempre stata una sorella per me, sta passando proprio un ottimo ritorno dall’ospedale, a parer mio. Sta stando con noi e si sta impegnando tantissimo a recuperare il tempo perso, soprattutto studiando come una matta. Tre giorni di distacco ci volevano! Feddy e Zayn, gli inseparabili, sono dolci e teneri fra di loro, ma quando si tratta di stare in gruppo certamente non si tirano indietro. Zayn all’inizio era il più timido, ma forse conoscendoci meglio -e subendo l’influenza della sua ragazza- ha imparato ad aprirsi di più con noi e ad essere più loquace.
E che dire di Niall?
 
**
 
< Per me ci beccano… guarda, le luci sono ancora accese. > Disse lui, mentre cercava in qualche modo di armeggiare con l’accendino preso in prestito a Zayn per accendere di nuovo il falò.
< Dormono tutti: stanno a parlare fino a notte fonda, poi è ovvio che crollino e dimentichino di spegnerle! E in più ho sentito Ludo russare, stai tranquillo… > Gli risposi, sussurrando, mentre stendevo un lenzuolo per terra, abbastanza grande per fare spazio a tutti e due.
Erano circa le tre e mezzo, e non avremmo potuto scegliere nottata migliore di questa per uscire a guardare l’immenso blu del firmamento. Era tutto limpidissimo, tempestato di puntini bianchi che davano l’impressione di essere all’interno di una favola… e stavo vivendo questo momento perfetto con il ragazzo che amo, Niall.
< Se casualmente dovesse arrivare qui qualcuno, sarai tu a spiegare tutto, allora! > Una volta fatto scattare l’accendino, si sedette accanto a me sul lenzuolo e ci sdraiammo allo stesso momento, stendendo poi una grande coperta di pile sopra i nostri corpi.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto… ad osservare il cielo in tutta la sua magnificenza. E fu abbastanza strano, perché solitamente né io né lui sappiamo stare zitti per trenta secondi. Forse la notte ci aveva cambiati e ci aveva fatti diventare inspiegabilmente romantici e sentimentali.
Mi sentii prendere la mano da delle dita calde, che subito iniziarono a giocherellare con i miei piccoli polpastrelli. Sorrisi senza voltarmi, e non mi voltai nemmeno quando fu lui a farlo. Con le nostre mani ancora intrecciate l’una all’altra.
< Guarda, il carro maggiore… > Anche lui cercò quei piccoli punti indistinti nel cielo, mentre io ne indicavo la direzione con la mano libera, sedendomi. A quel punto anche lui alzò la mano verso l’alto, fino a raggiungere la mia e ad afferrarla… per poi spostarla delicatamente verso un altro punto, verso un’altra stella, leggermente più luminosa di tutte le altre.
< E la stella polare. > Completò lui la mia stessa frase, lasciata a metà. Sorrise, e potei distinguere i tratti del suo bellissimo viso soprattutto grazie alla luce emanata dal piccolo falò. Era perfetto: il fuoco lanciava strani bagliori sul suo viso e fra i suoi capelli, ed accendeva i suoi occhi azzurri. Lo rendeva quasi surreale. Ricambiai il sorriso, sperando che accadesse qualcosa, ma poi lui mi prese la mano e continuammo a rimanere sdraiati e a fissare il cielo.
Quegli altri pochi minuti mi bastarono per riflettere e per fare un quadro generale della situazione: eravamo finalmente soli, in una situazione fottutamente romantica… e, dai modi che aveva, sembrava che nemmeno lui provasse solo una semplice attrazione fisica nei miei confronti. Anzi, sembrava provare lo stesso sentimento che provavo io.
Una lieve sensazione di bruciore invase il mio stomaco, ed involontariamente strinsi ancora più forte la sua mano. Lui non se ne accorse… ed io invece mi resi conto di quanto avrei voluto che fosse mio in quel momento: avrei potuto baciarlo, passargli le mai fra i capelli e fargli le coccole e i grattini sulla nuca come piaceva a lui. Il mio desiderio si fece sempre più potente, sentii di volere Niall ogni secondo di più, e così provai ad attirare la sua attenzione voltandomi lentamente verso di lui.
< Niall. > Schiarii bene il suo nome, in modo che il mio tono di voce risultasse dolce ed allo stesso tempo sicuro. Anche lui si voltò verso di me, e si trovò con il viso a due centimetri di distanza dal mio.
Rimanemmo a fissarci negli occhi per qualche secondo, che in realtà parve un lasso di tempo interminabile, e poi prese lui la decisione di interrompere quel momento a modo suo. Inizialmente infilò una mano fra i miei capelli, spostandoli dal mio viso… e poi appoggiò dolcemente le labbra sulle mie.
Fu come un tripudio di emozioni, perché non riuscivo a rendermi conto che mi stesse baciando veramente, dopo aver affermato che ci fosse solo attrazione fisica fra di noi. Ed invece non era un bacio sporco, malsano; era qualcosa di inimitabile: tenero ed intimo, ma anche molto passionale. Ed io non riuscivo a realizzare che il mio più grande desiderio d’amore si stesse avverando in quel momento. Ci staccammo praticamente senza fiato, ed entrambi abbassammo lo sguardo.
< Non c’è e non c’è mai stata solamente attrazione fisica fra di noi, ne sei consapevole? > Gli domandai, leccandomi le labbra mentre avvicinava il suo viso al mio, facendo scontrare le fronti e i nasi.
< No, non ne sono consapevole. > Sussurrò sulle mie labbra, facendomi gelare il sangue nelle vene per l’angoscia di cosa avrebbe detto o fatto in seguito. Appoggiò una mano sulla mia nuca e spinse dolcemente la mia testa verso la sua, lasciandomi un perfetto bacio sulle labbra. < Io l’ho sempre saputo. >
 
 
Buonasera miei prodi!
Allora, dato che ho pochissimo tempo perché i miei rompono non mi dilungherò molto… quindi, mi dispiace moltissimo, niente amato punto della situazione oggi. Credetemi, dispiace più a me che a voi!
Comunque vi ringrazio tantissimo, perché le persone interessate alla mia storia stanno diventando sempre di più, e per questo sono completamente felice. Vi adoro, e spero che questo capitolo vi piaccia!
Bacioni xx
Marty.
p.s. cherry amor ci stiamo sentendo pochissimo, spero che tu abbia qualcosa da dirmi dopo aver letto il capitolo, manchi tanto. x

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