Una storia per ricominciare

di Neve_Marty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parlo con il signor Styles? ***
Capitolo 2: *** Oh, niente, è solo un graffio... ***



Capitolo 1
*** Parlo con il signor Styles? ***


La band aveva appena finito un concerto in Australia, era andato piuttosto male, Harry si era messo a piangere nel bel mezzo del concerto stonando la canzone, la band ormai da tempo litigava spesso e Harry non aveva retto lo stress... Harry usci' dal palco prima della fine del concerto, odiava che le sue fan lo vedessero piangere... La verita' e' che Harry non si sentiva piu' unito come un tempo con gli altri quattro componenti della band, sua madre era in ospedale, qualcuno l' aveva investita, e i suoi compagni facevano finta che non esistesse... Finito il concerto Louis, Niall, Zayn e Liam rientrarono nel camerino furiosi... Zayn urlo': «Harry, lo scorso concerto lo hai saltato per motivi tuoi e ora ci fai fare a tutti una FIGURACCIA!?». E Niall continuo':«vergognati, stai rovinando la band, non hai carattere!» Harry se ne ando' senza dire una parola e senza nemmeno salutare le fan in delirio, raggiunse un giardino pubblico, si sdraio sull' erba ed inizio' a piangere, senza nemneno badare ai fotografi che l' avevano seguito od ai passanti che lo puntavano con l' indice, aveva bisogno di schiarirsi le idee e di calmarsi, resto' sdraiato a guardare le stelle tutta la notte, col telefono spento, in modo che nessuno potesse rovinare quel momento di calma e solitudine. La mattina lo sveglio' una ragazzina che non lo conosceva, una ragazza di bella presenza che doveva avere circa 16/17 anni, lo aveva scambiato per un povero di quelli che dormivano sulle panchine. Harry sorrise, doveva essere conciato proprio male... La ragazza disse qualcosa ma Harry non capiva l' australiano e le chiese di parlare inglese. La ragazza si chiamava Eveline, parlava un buon inglese; chiese a Harry se avesse gia' fatto colazione e lui rispose di no. Cosi' lei le allungo' un pacco di biscotti fatti a mano da sua madre. Harry apprezzo' molto quei biscotti, era da tempo che, sua madre, non gli cucinava piu torte, biscotti e altro ancora... Gli torno' la malinconia ed Eveline se ne accorse, cosi' gli chiese cos' era che lo turbava. Harry rispose ormai singhiozzando: «Mia madre... Mia madre sta per morire ed i miei migliori amici fanno finta di nulla...». «Mi dispiace molto...» rispose Eveline. «Eveline...» «Si...Cosa c' e'?» «Grazie mille, piacere, io sono Harry Styles e faccio parte di una band chiamata "one direction".» «Oh, scusa, non ti avevo riconosciuto... Sai... Non ascolto spesso quel genere di musica...». Ad Harry venne da ridere e Eveline sorrise, aveva un sorriso buffo e molto contagioso. Stettero in silenzio per circa mezz' ora poi Eveline, guardando l' orologio, esclamo: «Mamma mia Harry, sono gia' le dieci, devo andare o mia madre s' infuria, ciao, spero di rivederti presto!» «Anch' io Eveline, anch' io, ciao! ... E... Ehm, Eveline... Ehm... Grazie...» e poi senza quasi riprendere fiato disse:«Ehy-senti-ti-voglio-bene-non-e'-che-per-caso-possiamo-scambiarci-i-numeri-di-telefono? ... Mi piacerebbe sentirti ancora, sei... Ehm... Sei speciale...» Eveline sorrise e prese una penna e un fazzoletto di carta dallo zaino e ci scrisse il suo numero. Gliel' allungo' dicendo: «Tieni Harry, quando vuoi io sono disponibile!» Per salutarlo gli diede un bacio sulla guancia, poi si allontano' per il sentiero. Harry decise tornare dai suoi compagni, imbocco' il sentiero principale, e nel giro di mezz' ora arrivo' all' albergo dove alloggiavano, raggiunse la camera 115, la loro camera, la sua camera, e busso'. «Chi diamine e'?» Chiese Zayn. «Io.» rispose Harry ed apri' la porta. «Chi si rivede, il mollaccione!» disse Louis. «Ehy, calmi con gli insulti ragazzi, Harry, dove sei stato?» boffonchio' Liam. «Non vi riguarda dove vado da quando avete deciso che non vi riguarda piu' cosa faccio.» rispose acido Harry, gia' pentito di essere tornato. Liam gli si avvicino' e gli bisbiglio:«Dobbiamo parlare. Tra mezz' ora ai giardini dell' albergo.». «Okay...». Dopo mezz' ora Harry arrivo' ai giardini dove scorse Liam e gli si avvicino'. «Era ora!» esclamo' Liam. «Cosa vuoi?» rispose Harry. «Senti Harry, so che stai passando dei brutti momenti, che la vita non sempre ci sorride e so anche che non ti abbiamo aiutato molto in questo periodo, insomma... da quando tua madre... e'... andata all' ospedale...Forza Harry non iniziare gia' a piangere, hai gli occhi lucidi!» disse Liam. Harry fece un sorriso sforzato. «Comunque stavo dicendo... Ah si, ecco Harry... Mi dispiace e da ora in poi conta su di me, okay?». Harry si asciugo' gli occhi e i due ragazzi si abbracciarono come dei veri amici, di nuovo. Era sera, Harry era stanco cosi' non fece cena e ando' subito a letto. Prima di addormentarsi penso' ad Eveline e le scrisse un sms:«buonanotte Eveline. Ci si vede. Da Harry.», poi appoggio' la testa sul cusino ed entro' nel mondo dei sogni. Erano le quattro del mattino ed il telefono di Harry si mise a squillare, svegliando tutta la camerata, furiosa. «Scusate...» sussurro' Harry poi rispose. «Buongiorno, e' lei il signorino Styles?» «Si, certo, sono io, chi parla?» «Mi scusi per l' ora signorino Styles ma e' urgente. Circa mezz' ora fa il cuore di sua madre ha smesso di battere. Ci dispiace molto.». Harry scoppio' a piangere e riattacco' il telefono. «Cosa sta succedendo?» chiese Niall. «Harry, tutto okay?» chiese Liam. Harry non rispose e usci' nel giardino dell' albergo. Doveva calmarsi. Non ci riusciva. Lo raggiunsero Liam e Louis. «Harry?» chiese Louis. «Mia madre...» riusci' a dire il ragazzo, mente un fiume di lacrime gli percorreva le guancie. «Cosa Harry? Sta male? E' peggiorata?» chiese ancora Louis. Harry questa volta non riusci' a rispondere e gli amici capirono, la madre di Harry era morta. «Harry...» incomincio' Liam prima di iniziare a piangere. «Forza vieni dentro, fuori prenderai freddo.» disse Louis, poi lo riaccompagno' in camera. Entro' prima Liam che avviso' i compagni dell' accaduto. Harry era sconvolto, non ce la faceva piu', sua madre era sempre stata un punto di riferimento importante per lui... Harry rimase muto, a piangere, per tutta la notte. Aveva un aspetto orribile, con gli occhi rossi contornati da profonde occhiaie.

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Capitolo 2
*** Oh, niente, è solo un graffio... ***


Harry era distrutto. Decise di non scendere per colazione. Gli atri quattro ragazzi invece scesero, anche perche' Harry aveva bisogno di stare un po' da solo. «E' distrutto.» disse Liam mentre metteva in bocca una cucchiaiata di gelato. «Lo so... E... Mi dispiace davvero tanto.» rispose Zayn. Niall aggiunse:«Non credo che riuscira' a cantare nel concerto di domani, dovremmo annullarlo, o quantomeno spostarlo.» «Ne parlero' col manager.» fini' Louis. Harry era solo, in camera. Le lacrime ormai uscivano da sole e senza che riuscisse a fermarle. Stava male, aveva un mal di testa pazzesco ed in piu' sapeva che non avrebbe potuto nemmeno partecipare al funerale di sua madre. Gli squillo' il telefono. Era Eveline. Harry non rispose, non ce la faceva, ma le scrisse:«Scusa Ev. ma ora non riesco a risponderti, scusa. Problemi familiari.». Intanto lo schermo del telefono si era coperto di lacrime. Niall, Liam, Louis e Zayn nel frattempo finirono colazione poi Louis chiese ai tre: «Scusate, posso parlare un momento da solo con Harry? Lo conosco da piu' tempo e spero di riuscire a risollevargi il morale.». «Per me va bene.»disse Zayn e gli altri acconsentirono annuendo col capo. «Okay, allora vado!»disse Louis e torno' in camera. Trovo' Harry seduto sul letto, con la testa appoggiata al muro. Gli si avvicino' e Harry disse sempre piangendo: «Perche', perche' proprio lei? Non doveva morire! Louis... Se scopro chi e' quell' assassino che l' ha investita io... Io non so cosa gli faccio!». Louis: «Harry, e' dura da accettare, lo so, ma prima o poi dovrai farlo e, Harry, io mi preoccupo per te. Di qualunque cosa avessi bisogno, di sfogarti, di parlare, lo sai che io faro' di tutto, e dico tutto, per aiutarti.». Harry allora si alzo' e disse: «Nei momenti come questi vorrei non essere mai nato.». Usci' dalla camera e se ne ando'. Non li sopportava, fino al giorno prima non gli parlavano nemmeno ed ora che era morta sua madre si facevano tutti immediatamente piu' gentili. «Che schifo di vita.»,penso'. Incontro' gli altri tre ragazzi per le scale, fece finta di non vederli, non stava piu' piangendo, erah semplicemente arrabbiato, che razza di amici si ritrovava... In realta' sapeva che gli volevano bene ma pensarci gli faceva solo male cosi' decise di uscire e chiamo' Eveline che gli rispose: «Ciao Harry!» «Ciao Ev, come va?» «Bene, tu Harry?» «...» «Harry, hai riattaccato?» «No, e che... Non... Non e' che possiamo vederci?» «Harry, ho saputo, al telegiornale... Hanno parlato di tua madre, mi dispiace tantissimo...». «...» «Harry, dove vorresti che ci incontassimo?» «Dove?... Nello stesso posto dell' altra volta ti va bene?» «Si okay, fra quanto?» «Mezz' ora.» «Okay, ciao Harry!!!» «... Ciao ...» Intanto nell' albergo Liam, Louis, Zayn e Niall stavano parlando. Quest' ultimo chiese: «Cos' e' successo quando hai parlato con Harry, Louis?» «Mh?... Niente di particolare, non ci siamo detti quasi niente, poi lui e' uscito, perche'?» «Ma... Avete litigato?» chiese Liam. «No, pero' forse non aveva voglia di stare in compagnia...». Ai giardini pubblici: «Ciao Harry, sono quaggiu'!» «Ehy!» «Harry?» «...» «Di cosa volevi parlare?» «...» Harry si mise a piangere. «Harry...» «Perche'?... Eveline... Io non sono forte, io... Io non... Io non ce la faccio...» «Harry, ci sono qua io, puoi fidarti di me!» «Eveline, cosa dovrei fare... Io non capisco piu' nulla. Perche' non sono morto io al suo posto? ... Io non voglio vivere senza di lei... E ora... Ho bisogno di lei...» «Harry, sono sicura che riuscirai a superare anche questo momento.» Gli occhi di Harry erano rossi e le sue guance bagnate. «Voglio morire.» disse Harry prima di tornare a singhiozzare. Lui ed Eveline restarono abbracciati a piangere per parecchie decine di minuti finche' il cellulare di Harry squillo cosi' quest' ultimo rispose: «Niall?» «No, sono Louis.» «Perche' mi chiami dal cellulare di Niall?» «Il mio era scarico... Comunque Harry, dove sei? Ti faccio venire a prendere da un taxi, e' ora di pranzo.» «Sono al Parco Nord.» «Ok, ci vediamo, ciao.» Dopo dieci minuti arrivo' un taxi cosi' Eveline ed Harry si salutarono. Harry arrivo' all' albergo. Ando' in sala da pranzo e si sedette con i suoi amici. Arrivo' il cameriere che chiese ad Harry cosa volesse da bere. Harry prese dell' acqua frizzante. «Con chi eri?» chiese Niall. «Un' amica...» rispose Harry. Quando arrivo' l' ora di ordinare il primo Harry si accorse che non se la sentiva di mangiare cosi' non prese niente e torno' in camera. L' immagine di sua madre quando era viva gli svolazzava per la testa e lui era triste, triste perche' sua madre c' era sempre stata per lui e lui mai per lei. Voleva raggiungerla. Rincontrarla e chiederle scusa per tutto quello che non aveva fatto per lei. Cosi' prese un taglierino, lo apri' e lo schiaccio' contro la carne dei suoi polsi, una, due, tre, troppe volte. Urlava. Senti' dei passi avvicinarsi e si chiuse in bagno, fasciandosi i polsi. Era Zayn che busso': «Harry, noi abbiamo finito pranzo! Dovrei farmi la doccia, fra quanto pensi di uscire?». Harry usci' e Zayn vide che aveva i polsi fasciati cosi' gli chiese: «Cos' hai fatto ai polsi?» «Oh, niente, e' solo un graffio...» «HARRY, CHE DIAMINE TI SEI FATTO AI POLSI?» «Ho detto niente! E ora lasciami stare.» rispose Harry urlando. Harry scese al piano inferiore ed ando' nella sala relax, nella quale incontro' Niall ma Harry non lo raggiunse bensi' ando' dall' altra parte della stanza dove c' era un caminetto. Si sedette su una poltrona situatagli vicino e penso' a cio' che aveva appena fatto. Faceva male. Zayn fini' di farsi la doccia ed in camera entro' Louis. «Devo parlarti.» gli disse. «Spara amico!» rispose Louis. «Ehm... Si tratta di Harry...» «... Harry?» «Ho paura che si sia tagliato i polsi...» «Co-cosa? Come? No! Non puo' essere vero! ...?» «Spero di essermi sbagliato.» «Oh... Dimmi che e' uno scherzo, ti prego...». Louis usci' di corsa dalla camera investendo Liam che stava entrando proprio in quel momento e cerco' Harry per tutto l' albergo. Finalmente lo trovo', era nella sala relax, stava bene... Tiro' un sospiro di sollievo e gli si avvicino': «Harry... Oh, per fortuna stai bene... MA SI PUO' SAPERE COSA DIAMINE TI ERA SALTATO IN TESTA?» «...» «HARRY!» «... Louis...» «Cavolo Harry!» «...» «Non farlo mai piu'!» A quel punto Harry si alzo' e disse: «Louis... Cavolo!... Mi vuoi lasciare vivere la MIA vita a modo MIO?!» «No. Harry, se questo significa perderti per sempre no.» Harry guardo' sorpreso l' amico e sorrise, poi disse: «Promettimi che quando moriro' non soffrirai.» «No, non te lo prometto Harry perche' tu non morirai, non oggi, e non finche' io saro in vita perche' lo impediro'!» Harry abbasso' lo sguardo e sussurro': «Tu mi vuoi bene veramente?» «Si, io ti ho sempre voluto bene.» Louis abbraccio' l' amico che si abbandono' completamente alle sue braccia calde e possenti. «Ti prego Harry, non farlo piu' okay? E ora torniamo in camera che e' tardi...» Harry annui' col capo e gli amici, ormai raggiunta la camera, si stesero sotto le proprie coperte ed entrarono nel mondo dei sogni.

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