Colori

di mamie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Bianco come la tristezza, bianco come la solitudine (Byakuya) ***
Capitolo 2: *** Nero come il calore (Ichigo) ***
Capitolo 3: *** Rosso come il desiderio (Renji) ***
Capitolo 4: *** Verdeazzurra come l'acqua (Rukia) ***
Capitolo 5: *** Giallo come l'oro (Yoruichi) ***
Capitolo 6: *** Ancora tre note di bianco (Hitsugaya, Soi Fon, Ukitake) ***
Capitolo 7: *** Rosa (Kyoraku) ***
Capitolo 8: *** Grigio (Urahara) ***
Capitolo 9: *** Arancione (Isshin) ***
Capitolo 10: *** Viola (Unohana) ***
Capitolo 11: *** Blu (Tensa Zangetsu) ***
Capitolo 12: *** Terra d'Ombra Bruciata (Ranjiku) ***
Capitolo 13: *** Azzurro polvere (Hisagi) ***
Capitolo 14: *** Verde smeraldo (Kaien) ***
Capitolo 15: *** Bianco Sporco (Hichigo) ***
Capitolo 16: *** Amaranto (Senna) [da Memories of Nobody] ***
Capitolo 17: *** Antracite (Ulquiorra) ***
Capitolo 18: *** Turchese (Grimmjow) ***
Capitolo 19: *** Lavanda (Ishida) ***
Capitolo 20: *** Terra di Siena Naturale (Orihime) ***
Capitolo 21: *** Paglierino (Kira) ***
Capitolo 22: *** Glicine (Nanao) ***
Capitolo 23: *** Porpora (Aizen) ***
Capitolo 24: *** Giallo primula (Yuzu) ***
Capitolo 25: *** Rosso fulvo (Komamura) [Spoiler!] ***



Capitolo 1
*** 1. Bianco come la tristezza, bianco come la solitudine (Byakuya) ***


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Nota: Seconda classificata e Premio Giuria al B(l)each Contest: operazione riabilita fandom.

BIANCO COME LA TRISTEZZA, BIANCO COME LA SOLITUDINE (Byakuya)
 
Hai sempre amato il bianco. Il colore del lutto, ti si addice. È anche il colore della purezza. È il colore dei petali di ciliegio, che sfumano nel bianco della morte il lieve rossore della loro esistenza.
 Il bianco è difficile e austero, qualsiasi piccola macchia risalta, qualsiasi imperfezione lo ferisce. Per questo la tua solitudine è bianca e altera e non si vuole avvicinare a nulla che la possa macchiare, tranne forse il sangue. Il sangue è il rosso della vita che hai finito per rifiutare, è il colore del fuoco che non riesce più a scaldarti. Era il kimono di Hisana il giorno delle nozze: rosso e oro. L'avevi guardata con orgoglio e con apprensione avanzare a piccoli passi, quasi scomparsa nell'abbraccio pesante dell'abito nuziale. Solo allora avevi capito la fatica, il sacrificio che sarebbe costato a entrambi quel sogno ostinato, subito svanito come neve a primavera. Bianco è il tuo haori da capitano che si gonfia al vento come un mantello di piume sulla divisa nera: i colori della gru che solca i cieli con grazia perfetta. Bianca è la sciarpa di seta preziosa che porti in onore dei tuoi antenati, girata attorno al tuo collo come la catena del condannato che ti strattona quando cerchi di scappare. Bianco era lo yukata di Rukia il giorno dell'esecuzione, e tu non riuscivi a guardarla negli occhi. Quante volte ti sei pentito di non averla guardata quel giorno. Neanche il tuo sangue è riuscito a cancellare del tutto quel ricordo. Bianche sono le tue mani che sembrano sempre troppo fragili e che invece sono forti, senza ripensamenti.
È la tua anima ad essere fragile, fragile e bianca come vetro, ma tu la tieni chiusa nella sua prigione perché mai nessuno possa vederla. Imparerà, ora, che ci sono altri colori possibili? Il bianco è il colore delle nuvole che volano alte, che vanno veloci, che amano il vento. È bianca la tua spada che porta la morte in un turbine di fiori.
 
  
 
NOTA
L'ispirazione e il titolo  di questo brano sono state le parole di una bambina di dieci anni: "bianco come la tristezza, bianco come la solitudine" . 
Seconda classificiata al B(l)each contest di Ayumu7.

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Capitolo 2
*** Nero come il calore (Ichigo) ***


NERO COME IL CALORE (Ichigo)

Te lo ricordi? Certo che te lo ricordi. Queste cose non è che si dimenticano. Quel corridoio buio, che facevi di corsa perché passasse più in fretta. Il respiro disuguale dei tuoi genitori nella stanza.
‒ Mamma?
‒ Mmmmmmm? ‒ un mormorio assonnato.
‒ Mamma, ho paura… Ho fatto un brutto sogno…
‒ Mmmmmm… ‒ tua madre si alzava mugolando, ti prendeva in braccio, ti riportava nel tuo lettino e poi stava lì, cullandoti piano, finché ti addormentavi. E allora il buio diventava caldo, era la tana sicura dove nessun male poteva raggiungerti. Nero è quel nido di buio che ti porti ancora dentro, quel calore che non ti ha mai lasciato.
Il nero è così profondo. È il pozzo della tua anima. Ogni tanto ti sorprendi, per le cose che ci sono in fondo, che risalgono alla luce. È nera la tua divisa, dio della morte, ci hai mai pensato? Il nero è una corazza, non si vede il sangue. È fatto per racchiudere in un bozzolo sicuro il tuo cuore che a volte sembra voler fuggire lontano. È fatto per nascondere il bianco: lo shitagi che ti sfiora la pelle, le bende che spesso ti fasciano, la maschera bianca di furia dell'altro te stesso che ti fa paura.
Nero è anche il dolore. Il vuoto dove il tuo respiro sprofonda incapace di risalire. Nero è il sangue dei morti, che non può più scorrere. La tua spada è nera, nera come una notte senza luna, sprigiona ali di buio dalla sua lama, per proteggere, per difendere, per ritrovare in ogni nemico il respiro di un bambino addormentato al sicuro. Il buio è tuo amico.
Perché è nel buio, soltanto nel buio, che puoi vedere risplendere le stelle.
 

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Capitolo 3
*** Rosso come il desiderio (Renji) ***


 ROSSO COME IL DESIDERIO (Renji)
 
Cosa ne sanno, loro, di quanto ti costa rinunciare? Cosa ne sanno quelli per cui la rinuncia è solo un esercizio di virtuosismo, una curiosità di chi ha già provato tutto? Come possono sapere quanto è preziosa ogni piccola cosa per chi non ha mai avuto niente? Quando mangi, ti ricordi la fame. Quando bevi e ti abbandoni all'ebbrezza, ti ricordi la paura. Quando combatti, senti il sapore del sangue.
La tua vita è sempre stata rossa, come il fuoco che ti brucia, come il sangue che si versa, come il riflesso nel fondo dei tuoi occhi. Del tuo mondo non conosci altro che la lotta. Nessuno ti ha mai regalato qualcosa senza volere niente in cambio. Nessuno tranne lei.
Quando te l'hanno portata via, quasi impazzivi. Quando hai visto nei suoi occhi della compassione (compassione?) per quel misero umano hai sentito la rabbia, sì, la rabbia rossa e ruggente salirti in gola fino a soffocarti. E alla fine hai dovuto persino supplicarlo di salvarla al posto tuo, intanto che il vostro sangue si mescolava per terra con lo stesso identico colore.
Rosso, come i tuoi capelli. Come l'urlo incandescente della tua spada frantumata. Come le macchie scarlatte che si allargavano sulla sciarpa impalpabile del tuo capitano. Volevi vedere macchiato quel gelido bianco. Ecco, l'hai macchiato sì, ma del tuo sangue, ancora una volta, il tuo, rosso, rosso come la disperazione.
Ora basta. Sei stanco del sangue che piove dovunque ti volti. Basta.
È rosso il colore dell'estate, quando il caldo ti avvolge in un mantello di aria rovente. È rosso il tramonto, quando puoi lasciarti andare a quei pensieri che di solito scacci come insetti molesti. Sono rosse le risate che ti concedi perché non sei uno che sta a rimuginare sul suo dolore. È rosso il tuo desiderio che accarezzi come un cucciolo randagio.
Rosso, come la vita.
 

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Capitolo 4
*** Verdeazzurra come l'acqua (Rukia) ***


 VERDEAZZURRA COME L'ACQUA (Rukia)

Sei come l'acqua. Fluida. Prendi la forma di ciò che ti contiene. Ti lasci andare docilmente. Non è arrendevolezza, no, solo che tu vedi il lato azzurro delle cose, il loro profilo primaverile, verde. Ne vedi i riflessi, come se i tuoi occhi fossero piccoli stagni che rendono liquido il mondo. Il tuo mondo che si è sciolto intorno a te più e più volte, e poi ricomposto, come l'immagine di un paesaggio sul lago dell'anima. La tua essenza è verde come legno che non brucia. È una linfa che scorre diafana sotto la tua pelle. Hai paura? No. Non hai paura di niente, perché niente arriva a toccarti… o quasi.
Nuoti nell'acqua verde della tua sorte e scivoli attorno al tuo destino azzurro.
Hai sofferto, certamente. Hai amato, anche, ma nei tuoi affetti hai scelto sempre la corrente più difficile, più fredda, quella che si muove più in profondità. Acqua. Ghiaccio. L'acqua danza attorno a te e si congela in un riflesso di cielo. Il tuo cuore di ghiaccio azzurro che si frantuma e poi si scioglie in lacrime in una notte di luna. L'acqua segue il profilo del fiume, la foglia asseconda le raffiche di vento. Ti sei mai ribellata davvero? Forse per un attimo, un solo attimo bruciante quando volevi correre da lui con tutto quello che eri, con tutto quello che era rimasto di te.
Poi basta. Poi l'acqua verdeazzurra ti ha ripreso nei suoi vortici e trascinato via.
E ora? Ora fai danzare la tua spada bianca e aspetta la primavera.
 

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Capitolo 5
*** Giallo come l'oro (Yoruichi) ***


 GIALLO COME L'ORO (Yourichi)

E allora, principessa? Cosa nascondi dietro lo scintillare dei tuoi occhi d'oro? Oh, agile, elegante, altera. Zampa di velluto, cuore di vento. Oro nelle foglie d'autunno che fanno corona al cielo. Oro nelle lance sottili degli iris a primavera. Oro nel colore di lacca dei tuoi capelli… graziosi ornamenti o armi mortali? Con te non si può mai sapere, gatta che sorridi come una tigre. Non smetti mai di sorridere, vero? No, nemmeno quando uccidi. Nemmeno quando i tuoi occhi mandano lampi di furia.
Impenetrabile.
Sei troppo in alto perché qualcuno ti possa graffiare. Anche tu, come tutti, hai avuto il tuo coltello che ti ha spezzato il cuore. Non importa. Un cuore spezzato può ancora combattere. Forse è persino più forte. Non ha paura di rompersi ancora.
Guardi dall'alto dei tetti la miserevole esistenza di chi sa solo camminare. Tu non cammini. Tu sfiori la terra con la punta delle dita, danzi in equilibrio sui fili del destino. Non hai padroni e la tua fedeltà è di quelle che bisogna sapersi guadagnare. Non ti curi di quello che pensano gli altri, perché dovresti? Sei più veloce della malignità del mondo. Regina dei mutamenti, nei tuoi occhi c'è la scintilla che sconfigge ogni volta il guerriero più forte, quello che tutti temono.
Il tempo.
 
 
 
NOTA: Con il giallo dovrebbe concludersi il ciclo dei cinque colori "classici", quelli che per l'Oriente sono legati ai cinque elementi, ai punti cardinali e alle stagioni. Dato però che il giochetto comincia a divertirmi la raccolta non finisce qui. Prossimamente, appena mi sarà venuta qualche idea decente, altri colori. 

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Capitolo 6
*** Ancora tre note di bianco (Hitsugaya, Soi Fon, Ukitake) ***


ANCORA TRE NOTE DI BIANCO

1. BIANCO-AZZURRO (Hitsugaya)
Ghiaccio. Troneggia sul cielo ghiacciato. Il ghiaccio è bianco solo in apparenza. Può prendere il colore del cielo o quello del mare. Il ghiaccio è una corazza potente per te che ti senti così… piccolo? No, non lo sei. Quei tuoi occhi da bambino hanno già sondato e scandagliato e classificato il mondo. Quella bocca morbida si è chiusa in una piega perennemente dura perché hai capito troppo presto… Troppo intelligente, troppo bravo. Chi è bravo lo è per gli altri o non vale più niente. E tu vali, lo sai. E non lo ammetteresti mai, mai in nessun modo, ma forse in un angolo di te ti sarebbe piaciuto rimanere ancora un po' in quel mondo pigro e caldo da dove sei stato costretto a uscire dal tuo potere di gelo.
Ora ti è rimasta la tua spada, l'unica cosa che ti sia vicina veramente. Il tuo regale drago di ghiaccio. Accanto a lui sentirti piccolo non ti dà fastidio perché sai che, nella sua immensità, si chinerà sempre per ricevere una carezza dalle tue mani.
 
2. BIANCO-NERO (Soi Fon)
A volte bianco può essere il veleno. Quel bianco lattiginoso, che odora di medicinali e di muffa. A volte il bianco può essere una bandiera. A volte una domanda. Bianco e nero. Nero e bianco. Una morte veloce, che arriva dal nulla. Bianco e nero. Nero e bianco. Senza più sfumature.
Pungili a morte.
Tutte le tue notti insonni che diventano certezze. Tutti i tuoi giorni amari che diventano forza. Ti sei sentita tradita, tradita e umiliata da chi doveva sollevarti e proteggerti. Sei uscita dal pozzo da sola, strisciando un minuscolo passo alla volta. Ora non vuoi più regalarti a nessuno. Il mondo è bianco o nero. Il grigio non sai cosa sia.
 
3. BIANCO-BIANCO (Ukitake)
C'è un tipo di bianco che fa riposare gli occhi. Non è il riverbero accecante della luce e neanche il freddo pungente del ghiaccio. Piuttosto è come guardare un foglio di carta di riso. È accogliente. È come se aspettasse di abbracciare il tocco del pennello intriso d’inchiostro nero.
Sei sempre stato così. Quando incontri qualcuno sorridi e al tuo sorriso nessuno sa resistere. Le lingue più pungenti si disarmano, gli animi più agitati si placano. Hai una parola gentile per tutti, ti preoccupi di tutti. Quando combatti lo fai per difendere. Quando parli lo fai per spiegare. La tua spada è doppia, perché quello che prendi lo restituisci sempre migliore, ma se qualcuno guardasse veramente dentro i tuoi occhi… quanta stanchezza ci troverebbe in fondo? Quanto dolore, quanta malinconia, quanta voglia di lasciarsi andare? Non puoi naturalmente. Hai i tuoi doveri, i tuoi obblighi, le tue responsabilità. Già è disastroso che stai continuamente male, e poi non è questo che gli altri si aspettano da te. Forse qualcuno l'ha capito… Shunsui per esempio, che ti conosce da sempre, ma ha la delicatezza di non fartelo notare. Anche a questo servono gli amici. E allora vai avanti, per loro, e sorridi, come se al mondo non ci fosse altro.
E poi la pagina bianca ha senso solo quando il pennello le lascia sopra il suo segno.
 

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Capitolo 7
*** Rosa (Kyoraku) ***


   ROSA (Kyouraku)

C'è forse un colore più squisitamente femminile? Più leggiadro e caramelloso? Più romantico?
Sbagliato.
Addosso a te quell'assurdo kimono rosa a fiori diventa una virilissima divisa. È solo il tuo modo di farti notare, perché non c'è niente di peggio che sparire nella massa, andare in giro omologati, fare una cosa perché la fanno tutti, ma è anche il tuo modo di dichiarare che a te, nonostante il grado e il talento, la guerra proprio non piace.
Il gusto della lotta lo lasci agli altri, al capitano Kenpachi per esempio, che non sa fare altro, o al capitano Kuchiki che prima di ucciderti ti trafigge con quegli occhi gelidi.
La guerra è brutta, non c'è niente da fare. Puoi farci sopra tutti i discorsi che vuoi sull'eroismo e sul dovere e sull'onore. Puoi ricavarne poemi e storie meravigliose da raccontare in una notte d'inverno. Puoi infarcirla di regole minuziose (tanto nessuno le rispetta mai fino in fondo), ma resta inevitabilmente brutta. L'odore del sangue fa schifo, i lamenti dei feriti sono graffi per le orecchie e le ferite fanno male, un male cane tutte le volte. E quando muore qualcuno, quello non torna indietro. La vita di un uomo non puoi rubarla o comprarla una volta che è uscita dalla chiostra dei suoi denti*. Di quelli che odiavi o che amavi resta solo una crisalide vuota che marcisce lentamente. Naturalmente lo fai perché è necessario, e alla lunga ci si abitua a tutto, anche alla schifezza della guerra, ma non approvi, no, e la tua ribellione è quel kimono rosa a fiori che ti porti dietro anche in battaglia per ricordarti che quello che conta davvero è ciò che difendi. I piccoli gesti di ogni giorno, tutta la bellezza che hai sempre attorno e che devi ricordarti di guardare, tutta la dolcezza di un gesto gentile o di un sorriso.
La vita non è rosa, no, e neanche la morte… ma tu non smetterai mai di provare a colorarla.
 
*Omero ‒Iliade
 

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Capitolo 8
*** Grigio (Urahara) ***


GRIGIO (Urahara)

Una festa in maschera? Hai deciso di travestirti per sempre? Uno con la tua intelligenza, con la tua abilità. Un cappello assurdo, un sorriso sguaiato e una voce falsa come una moneta di oricalco. No, quello non sei tu, ormai l'abbiamo capito. È solo la tua maschera di arlecchino satanico che ti serve per non rivelarti, perché nessuno possa immaginare cosa nasconde l'ombra nera del tuo cappello.
Svegliati.
Hai gettato via tutto quello che la sorte ti aveva regalato… la forza, l'intelligenza, una posizione… Ma forse gettato via non è la parola giusta, vero? Il fatto è che tu guardi lontano, la sorte per te declina le sue mille sfumature di senso, come una trottola veloce in cui non vedi più l'arcobaleno ma solo un grigio uniforme.
Canta.
Sono grigi i tuoi occhi, dietro quella cortina d'ombra. Hanno tutti i riflessi del crepuscolo, ma anche la luce fredda e precisa dell'acciaio. Anche così, sono occhi pieni di compassione in quella faccia da bambino triste che solo pochi hanno visto per davvero. Hai pietà per coloro che uccidi, per quelli che usi, per le vittime come per i carnefici, ma la tua pietà non ti impedirà mai di fare quello che è necessario. È così che fa un buon generale, vero? O forse no?
Piangi.
Sei davvero in esilio? O la tua fuga è stata solo un'altra mossa di go, quella che è più pericolosa perché l'avversario non la vede? L'esultanza scarlatta della tua spada che taglia come un grido il colore della polvere. Alla fine posi la pedina con un suono secco e guardi negli occhi il tuo nemico distrutto.
Gioca col fuoco.
Sei stato il più abile. Hai vinto, ma la vittoria non ti strappa neanche un sorriso. Ci sono vittorie tristi come sconfitte. A volte persino più amare.
Ma questo lo sapevi già.
 

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Capitolo 9
*** Arancione (Isshin) ***


ARANCIONE (Isshin)

I clown sono tristi. Non c'è nulla da fare. Con i loro sorrisi larghi mezzo metro, le loro parrucche arancioni, i loro fiori che spruzzano acqua. Con le loro risate e i pantaloni che cadono. Con le camicie a fiori e i farfallini colorati. Sono tristi perché devono far ridere per forza. La loro allegria non è altro che un fuoco d'artificio. Sembra che debbano annullare la notte, ma poi la notte è ancora più buia.
Ma tu non ti arrendi. Hai deciso che non cederai al buio, al rimorso o alla disperazione. Non lo farai perché c'è chi ha bisogno di te. Non lo fai perché se cedi tu cadranno anche tutti gli altri e questo non puoi permetterlo.
Allora fai il pagliaccio. Be', ti viene anche bene. Hai del talento, potevi anche andare a lavorare in un circo. A saperlo prima, magari ti risparmiavi tutto questo casino. Quando hai capito che quel tuo figlio dai capelli arancioni era come te per poco non ti veniva un colpo. Arancioni! Ma da dove li ha presi? E non hai avuto il coraggio di dire una parola, una sola, e l'hai guardato andare via col cuore che ti si faceva lentamente a pezzettini. Avresti voluto prenderlo, abbracciarlo stretto stretto e non lasciarlo andare mai. Però sapevi che non era giusto. Hai fatto il pagliaccio anche allora. L'unica cosa che hai saputo fare è stata tirare fuori quella faccenda del "prestito". Era il tuo modo per dirgli di tornare. Lui ha fatto finta di non capire, ma aveva capito eccome.
C'è sempre stato questo pudore tra voi.
I figli, bisogna lasciarli andare… anche se sai che la loro strada sarà lunga e piena di buche, sperando solo di avergli dato abbastanza bussole e carte perché non si perdano. Sperando di vederli un giorno tornare a casa a testa alta, che abbiano vinto o perso. Sapendo ogni minuto che potrebbero non tornare mai. Meglio continuare a fare il pagliaccio. È la cosa più dignitosa da fare. E cercare, alla fine, di morire con un sorriso.
 

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Capitolo 10
*** Viola (Unohana) ***


 VIOLA (Unohana)

Non puoi salvarli tutti. È la prima cosa che ti hanno insegnato. Per quante vittorie tu abbia, alla fine arriva sempre la sconfitta.
Non puoi salvarli tutti. Per questo devi essere forte, perché a ogni perdita anche qualcosa di te si perde. Devi avere la mente fredda, non puoi lasciarti andare. Se cedi all'emozione non riesci più a fare quello che è necessario. Devi avere la mente fredda, anche se sai che sulla punta delle tue dita si gioca la vita di quelli che ami. Viola sono le ombre di stanchezza attorno ai tuoi occhi. Le tue battaglie cominciano dove le altre finiscono, e a volte sono così lunghe che il tempo si perde in un torpore indistinto.
Viola è il dolore che strappa lamenti e grida, che sprofonda le anime in quel pozzo da dove vuoi ostinarti a tirarle fuori. Sono viola le preghiere sussurrate a denti stretti, i pugni contratti nell'attesa.
È viola il peso di tutti quegli occhi sgranati che aspettano un miracolo, il peso della delusione sulle tue spalle.
Non puoi salvarli tutti, ma ogni volta è come se fosse la prima, è il respiro del tempo che rintocca un altro battito, ma non puoi rassegnarti, mai. Solo nello sguardo innocente di quelli che si svegliano, nel primo sguardo pulito di chi ha ritrovato la luce, c'è il senso della tua fatica.
Per quel momento vale sempre la pena di combattere, fino alla fine.
 

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Capitolo 11
*** Blu (Tensa Zangetsu) ***


BLU (Tensa Zangetsu)

Il tuo mondo è azzurro e immerso nell'acqua. Non è il tuo, veramente. È il suo. Ma tu ci sei dentro, in quell'oceano fatto di sogno e disperazione. Tu così nero e freddo, tu così rosso e furente, sei diventato blu come la sua tristezza. I tuoi occhi hanno perso la luce tagliente del deserto per prendere il riflesso innocente del cielo, la malinconia antica degli addii. Qualcosa di blu nel tuo nuovo essere bianco come una sposa. Sì, tu sei sempre stato la sua sposa di morte, il suo compagno di sogni, lui ti apparteneva più di chiunque altro, tu gli appartenevi più di chiunque altro.
Ora non è più un bambino impaurito, un ragazzino incosciente da guidare un passo alla volta. È un uomo capace di camminare sulla strada della necessità guardando l'orizzonte. Non ci sono più la vendetta, la furia delle battaglie, la vittoria e la sconfitta... nei suoi occhi vedi solo la pietà e il dolore.
E ora, nel lasciarlo, piangi.
E le tue lacrime si perdono nel suo mare.
 

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Capitolo 12
*** Terra d'Ombra Bruciata (Ranjiku) ***


TERRA D’OMBRA BRUCIATA (Rangiku)

È finita questa volta, davvero. Se n'è andato per non tornare più. Quello che ti ricordi meglio sono i suoi addii. Come hai potuto essere così cieca? Come hai fatto a non capire che, ogni volta che ti voltava le spalle, lo faceva per salvarti?
Tutto questo tempo, e non hai mai smesso di amarlo, e non hai mai capito niente. Stupida.
A che ti serve ora vuotare una bottiglia dietro l'altra? Un fiume di liquore non basterebbe ad annegare il tuo rimorso.
Di lui ti è rimasto solo il colore delle foglie quando si disfano con la prima neve. Un colore bruno, bruciato nei bordi, nero nella trama delle venature disfatte. Lo scheletro di una falena che ha cercato di contrastare la luce.
E non ti ha guardato, non ha guardato te. Il suo ultimo sguardo non è stato per te. Ancora una volta, l'ultima volta, ti ha girato le spalle… ancora una volta per vedere se eri al sicuro.
Nella tua tazza c'è un liquido scuro, colore d'ombra bruciata. Lo mandi giù d'un fiato aspettando che ti scaldi qualcosa dentro, ma non senti niente. Niente può ridarti calore stanotte.
Un'altra falena si è bruciata le ali nell'alone della lampada. Mentre la guardi agonizzare sul tavolo, tra le bottiglie rovesciate e vuote che non ti hanno dato sollievo, piangi tutte le tue lacrime.
 

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Capitolo 13
*** Azzurro polvere (Hisagi) ***


AZZURRO POLVERE (Hisagi)

La paura può davvero essere una buona compagna? Quella nebbia azzurrina che ti paralizza quando dovresti muoverti, quel sudario del respiro che si rifiuta di distendersi, quell'istinto animale che ti dice di correre via.
La paura c’è data per vivere, ma a volte diventa una bestia selvaggia che ti divora fino a non lasciare di te più niente. Allora devi domarla, sottometterla e tenerla al guinzaglio. Devi farla diventare docile ai tuoi comandi, devi mandarla a cuccia quando non ti serve.
Non c'è la paura nei tuoi occhi, non c'è nelle tue mani, nei tuoi movimenti in battaglia o nelle tue parole. Resta solo un grumo polveroso in fondo al tuo cuore che ti ricorda che non sei una macchina. Restano solo delle cicatrici sul tuo corpo come uno stanco resoconto dei tuoi giorni.
Colui che non teme la sua spada non è degno di maneggiarla.
Che ironia che sia stato proprio lui a dirti queste parole. E tu ci hai creduto fino in fondo. Finché il freddo della sua spada non ti ha attraversato cancellando per sempre, in un colpo, tutto ciò che fino allora ti aveva tenuto insieme.
Il dubbio ti è rimasto. Voleva uccidere te… o la tua paura?
Chi non ha mai provato la paura non sa cos'è il coraggio. Chi non ha mai provato la sconfitta non sa cos'è la vittoria.
 

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Capitolo 14
*** Verde smeraldo (Kaien) ***


  VERDE SMERALDO (Kaien)

Il rimpianto ti circonda come un alone di luce. Perché tutto, in te, era fresco e verde. La tua giovinezza, il modo schietto e leale che avevi con tutti, la tua allegria rumorosa, il tuo sorriso abbagliante, il tuo cuore profondo e gentile, la luce chiara dei tuoi occhi.
Quale essere disperatamente invidioso ti voleva per sé? Non c'è un mondo, dei vivi o dei morti, che può sopportare a lungo la purezza. Eri il compagno ideale: quello che t’incoraggia e ti sgrida, quello che ti sostiene quando cadi, quello che sta al tuo fianco quando combatti.
Perché quell'ultima volta non hai voluto nessuno al tuo fianco? Davvero era l'unico modo per difendere il tuo onore? Eppure l'avevi detto tu stesso, non bisognerebbe mai morire da soli.
Adesso il tuo posto è vuoto, e ogni volta che guardiamo quel vuoto ci sentiamo un po' più indifesi.
E certe notti, quando una falce di luna sorride nel cielo sereno, noi siamo tristi.
Ci hai affidato il tuo cuore e noi lo terremo come un tesoro, lo porteremo come una bandiera. Il tuo cuore non andrà mai perduto.
Ma quando dalla terra spunterà di nuovo il verde della primavera noi ci sentiremo soli, perché tu che lo amavi non ci sarai insieme con noi a vederlo. 
 

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Capitolo 15
*** Bianco Sporco (Hichigo) ***


BIANCO SPORCO (Hichigo)

È il colore delle ossa. Quel bianco che non ha nessuna luce perché è l'ultimo residuo della morte. È il colore del tuo potere e del tuo limite. Rabbia.
Si lascia andare. Per poco. Ti odia.
Ma ha bisogno di te.
Istinto.
A volte è solo l'istinto che lo salva. Sei tu che lo salvi mentre lui, ingrato, ti caccia ogni volta come un cane randagio.
E come un cane randagio tu lo mordi con tutta la tua rabbia. Gli abbai contro e lo ferisci finché lui non tira fuori la catena che ti lega.
Lui è te.
Ma anche tu sei lui.
Non puoi annullarlo senza annientare anche te stesso e lui non può, per la stessa ragione, distruggere te.
Bianco è il rovescio del nero. Se il nero accoglie, il bianco respinge… e tu respingi tutto del suo universo, la sua desolazione, la sua pioggia incessante, la sua solitudine. Anche lui ti ferisce e ti sconvolge.
Crede di averti domato e di cavalcarti a suo piacere, ma ha dimenticato che nell'infuriare della battaglia sono molte le sorti che cambiano.
Che differenza c'è tra un re e il suo cavallo?
A volte nessuna. 
 

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Capitolo 16
*** Amaranto (Senna) [da Memories of Nobody] ***


   AMARANTO (Senna)

La tua voce che ride prendendosi gioco di tutto. I tuoi occhi che guardano lontano cercando sempre un senso che ti sfugge. Il nastro, quel nastro rosso che ti piaceva così tanto, che si scioglie dai tuoi capelli e vola alto nel cielo.
Tu non esisti.
Te l'hanno sbattuto in faccia chiaro e tondo. Tu non esisti, sei solo un grumo di memorie, uno scherzo di natura, una cosa da usare.
Come ci si sente a non esistere?
Come ci si sente a evaporare a poco a poco come la nebbia?
Io ti salverò.
Quando hai sentito la sua voce volevi piangere e ridere insieme. Così testardo.
È capace di amare una che non esiste? È capace di soffrire?
Sentivi il calore della sua mano sulla tua spalla ed era una cosa che in quel momento era vera. La sua mano che cercava disperatamente di toccarti mentre i suoi occhi si annebbiavano. La sua mano che ti prendeva e ti portava via da tutti quelli che volevano farti del male.
I corpi possono toccarsi.
Le anime possono ritrovarsi.
Ma una che non esiste non è un corpo, non è un'anima, non è niente, solo l'eco di una voce che si spegne.
Noi ci rivedremo. Una pietosa menzogna, detta con le lacrime agli occhi.
Di te non rimarrà nemmeno il ricordo. Soltanto un vortice acceso di foglie autunnali che si disferanno sotto la pioggia. Soltanto un nastro rosso scuro tra le sue mani e una vaga sensazione di felicità perduta.
 
Noi ci rivedremo.
Forse tornerai. In un'altra forma, in un altro mondo, in un'altra vita, in un altro universo.
Perché chi ha amato, se ha amato, non può mai dire di non esistere. 
 

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Capitolo 17
*** Antracite (Ulquiorra) ***


ANTRACITE (Ulquiorra)

C'è un buco nella tua anima. Per questo non siete come gli altri. Manca qualcosa alla tua perfezione, quel tanto che basta da renderla interessante.
Tu non ridi, non piangi, non ascolti, non perdoni. Fai quello che ti dicono solo per noia?
Ma che si fa all'inferno se non annoiarsi?
Quella donna umana sembrava un diversivo per un po'. Uno sguardo così caldo. Così… passionale.
Dev'essere interessante sentire qualcosa che non sia il freddo.
Hai dovuto inventarti una maschera di lacrime per far finta di sentire qualcosa, ma sono lacrime scure, lacrime d'antracite per i tuoi occhi di fiera.
O forse non era proprio una finta? Magari eri curioso di trovare un avversario al tuo livello.
Questo ti sembrava desiderabile? Desiderare vuol dire provare emozioni, provare emozioni vuol dire morire. Cos'altro fanno gli umani se non provare emozioni e morire?
L'hai invidiato per un attimo? Ti è sembrato quasi di sentire qualcosa in quel momento?
Hai paura di me?
Non ho paura.

Peccato solo che del tuo risveglio non rimanga altro che la cenere.

 

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Capitolo 18
*** Turchese (Grimmjow) ***


TURCHESE (Grimmjow)

Cammini sui sentieri di caccia delle lune infernali. Un brontolio sordo ti esce dalla gola. Il tuo stesso nome è un ringhio affamato. Porti un colore ingannevole. Non c'è mai stata pace nei tuoi occhi né nei tuoi artigli. Chissà quando, qualcuno ha strappato e divorato un pezzo della tua anima e adesso cerchi solo di sbranare l'universo che non ti vuole.
Grimmjow.
Tu non hai paura. Solo sete di sangue e di vendetta. Tu sfoderi gli artigli, non ti abbassi a tramare nell'ombra.  Tu non hai un'ombra. Non hai nemmeno quella che ti segue perché sei solo, perché cammini da solo.
L'unico che ha saputo avvicinarsi alla tua solitudine è stato il tuo nemico. L'unico che ha avuto nei suoi occhi un riflesso di comprensione per te. Che assurdità. Ti ha persino difeso, il bastardo. Ha cercato di strapparti alla morte.
Lui non lo sa che la morte è sempre con te, al tuo fianco, ogni momento, ride con te, ringhia con te. È lei la tua vera ombra.
E tu cammini con lei nelle notti di luna.
  
 

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Capitolo 19
*** Lavanda (Ishida) ***


  LAVANDA (Ishida)

Sei così freddo. Sempre così composto. Lucido, anche in battaglia. Qualcuno potrebbe dire… rigido?
Ma no, non è vero. Sei flessibile invece, come il bambù che si piega e poi si rialza con più forza.
Il tuo universo è fatto di colori tenui e freddi: verde lavanda, blu lavanda. Niente di troppo chiassoso. A te si addicono le sfumature, perché declini con sottigliezza ogni tuo gesto. Cucire un vestito o scagliare frecce di energia, è sempre un lavoro di precisione che ti si richiede. Vorresti avere la capacità di vedere le cose in bianco e nero. Come sarebbe tutto più facile. Amici di qua, nemici di là. Gli Shinigami da una parte, i Quincy dall'altra. Peccato che non funzioni così. I colori si disfano, si mescolano, si sfaldano.
Ti ritrovi a coprire le spalle di quelli che credevi nemici, ti tocca raddrizzare a forza il tuo groviglio di pensieri: quei tuoi gesti da cavaliere antico, quelle labbra serrate di fronte al dolore, i pugni stretti nella sconfitta. Hai sempre guardato in faccia le cose come stanno, per quanto fossero buie. Hai sempre inghiottito i tuoi calici amari senza...
Piangere, quello mai. 
 

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Capitolo 20
*** Terra di Siena Naturale (Orihime) ***


  TERRA DI SIENA NATURALE (Orihime)

Gli occhi così grandi, a volte scintillanti di gioia, a volte traboccanti di lacrime. I capelli così lunghi, come le principesse di fiabe lontane, un'onda calda come il colore primaverile del sorgo.
Tutto in te, principessa, è calore. Le tue risate e le tue lacrime, il tuo imbarazzo e la tua forza. Il tuo potere è caldo, ha il quieto tepore delle veglie autunnali, il dolce scivolare nel sonno ristoratore.
Tu curi tutti, tutti… amici, nemici, a volte li confondi e non sai nemmeno tu da parte sta chi, da che parte stai tu… perché sei sola. Tu curi tutti, ma chi si cura di te? Chi si cura del tuo cuore fragile, del tuo spirito inquieto, della tua tristezza? Sì, corrono tutti a salvarti, i tuoi amici, e per te sono disposti a morire, ma tu vorresti qualcuno che per te fosse disposto a vivere.
Eppure va bene così, non ti interessa brillare come un astro, stare davanti a tutti scintillante di gloria. A te basta che si affidino fiduciosi alle tue mani, ti basta vederli rialzarsi di nuovo pronti a combattere ancora. Che importa che ti tengano sempre dietro le spalle come una principessa delle fiabe?
A te basta vederli tornare. 
 

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Capitolo 21
*** Paglierino (Kira) ***


  PAGLIERINO (Kira)

C'è una tristezza nei tuoi gesti che è quella dell'ultimo sole autunnale. Il colore delle foglie del tiglio quando cadono a vortice per mescolarsi alla terra. C'è la tristezza di un bambino abbandonato e la dignità di un uomo che sa tenersela dentro.
Kira, i tuoi occhi che guardano il mondo vuoti di illusioni sono come una stagione che non spera di tornare. La tua spada è contorta, non segue il dritto percorso per colpire, si ripiega su se stessa come la tua anima tormentata dal tradimento che non hai mai accettato. Responsabilità. Che parola pesante. Forse è questo che fa la tua Wabisuke?
Responsabilità. Ci sono giorni che ti sembra insopportabile, giorni dove non serve il pallido colore del sakè a consolarti, né il vento dell'autunno a riportarti la pace, perché ti hanno lasciato solo con quei pesi sulle spalle e tu sai che li devi portare fino alla fine della strada.
La ricompensa del mondo a chi fa sempre il proprio dovere è restare soli, ma neanche questo t’importa in fondo, tu non sei in cerca di ricompense.
Un giorno capirai, forse, o forse non vorrai mai capire. Tu che ti batti come un vortice di vento non sei un guerriero. Le tue mani che possono curare non sono quelle di un guaritore. Sai guidare i tuoi uomini, ma non sei un capitano. Che cosa sei Kira?
Forse una foglia d'autunno che non riesce a cadere.
 

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Capitolo 22
*** Glicine (Nanao) ***


GLICINE (Nanao)

Tesa, dietro gli occhiali, cerchi di issare uno sguardo duro che ti faccia veleggiare attraverso un mondo che a volte ti fa paura. Rigida, con le tue carte in mano e il tono professionale da segretaria modello. Distinta, nella tua divisa dove non c'è un solo nodo allacciato male o in fretta.
Gli altri vedono quello che vogliono vedere, oppure nemmeno se lo chiedono cosa ci sia sotto la tua bella uniforme ordinata e i tuoi occhiali severi. Per tutti sei la luogotenente dell'Ottava Divisione e tanto basta.
Per tutti, ma non per lui.
Perché lui vede attraverso tutte le tue maschere, con quegli occhi socchiusi che sembrano sempre rivolti a pensieri pigri, con quel sorriso che gli piega appena gli angoli della bocca e che vuol dire ‒ puoi quasi sentirlo ‒ "Io so come sei piccola Nanao".
Tu lo sgridi, lo insegui con i tuoi scartafacci che lui odia, inalberi il tuo cipiglio più severo e lui sta al gioco perché è più vecchio di te, più saggio, e ne ha viste tante, ma tu lo sai di averlo sempre alle spalle, pronto a difenderti, pronto a salvarti così, in quel suo modo svagato, come se dicesse ogni volta "passavo di qui per caso". Sai anche che non permetterebbe mai a nessuno di farti del male.
Glicine. Non è facile come colore, ci vuole sapienza a mescolarlo. Non è facile nemmeno come pianta, a volte ci vogliono anni di cure pazienti prima che fiorisca sorprendendoti con le sue cascate di grappoli. Ecco, tu sei così. E lui… Be', lui è il tuo giardiniere. 
 

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Capitolo 23
*** Porpora (Aizen) ***


PORPORA (Aizen)

In principio c’è la solitudine. Sempre.
Se vuoi alzarti al di sopra del cielo, se vuoi restare più in alto di tutti, non puoi avere amici, alleati, compagni. Non c’è nessuno che ti stia alla pari.
È esaltante tutto questo? Il potere è un liquore che fa presto a darti alla testa, e tu ne vuoi sempre di più.
Porpora. Come il mantello degli antichi imperatori. Tutto il tuo mondo affoga in quel colore che è potere e solitudine. Porpora è il riflesso dei tuoi occhi, la scia di sangue che ti lasci dietro, la pietra imperiale della tua ambizione. Ma ogni imperatore sa che la scala del trono è scivolosa, specialmente quando è coperta di sangue, e arriva sempre il momento in cui il piede slitta sull’ultimo gradino. Allora ti chiedi se davvero ne è valsa la pena, lottare così tanto, spargere così tanto sangue, avere ideali così alti, sogni così potenti. Allora ti chiedi se davvero è valsa la pena tutta la solitudine che non avrà mai fine perché nessuno può restare al tuo fianco, nessuno è simile a te.
La porpora è un degno sudario?* O non piuttosto la soffocante prigione della tua anima?
 
* Riferimento alle presunte parole dell’Imperatrice Teodora durante una rivolta.
 

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Capitolo 24
*** Giallo primula (Yuzu) ***


GIALLO PRIMULA (Yuzu)
 
Porti il nome di un frutto profumato, e ti si addice il tenero colore delle primule che si schiudono appena sentono il sole.
Tu sei quella piccola. Tu sei quella dolce, tenera, coccolosa, magari un po’ appiccicosa… È questo che vedono in te quegli scombinati membri della tua famiglia e i loro amici? Il cucciolo del gruppo. Una primuletta tenera, fragile e facile da calpestare.
Nessuno si ferma a riflettere sul fatto che sono anni che mandi avanti una casa, che lavi, cucini, strofini, fai trovare tre pasti caldi al giorno, camicie pulite, letti rifatti, tende impeccabili, sorrisi. Che cosa sarebbero, quelli che salvano continuamente il mondo, senza di te?
Sì, lo sai che ti vogliono bene; a volte però preferiresti che lo manifestassero in modo un po’ più esplicito. Per loro, in fondo, è solo un residuo di doloroso pudore. Tu assomigli molto a tua madre. Tuo padre a volte te lo dice con una sorta di pietosa nostalgia. Le assomigli, e hai sempre fatto di tutto per essere come lei, ma non sei lei. Anche a te manca e anche tu li proteggi, a tuo modo, come loro cercano di proteggere te. Forse non avrai il potere di spazzare via un Hollow o quello di vedere gli spiriti, ma di certo ne hai uno altrettanto grande: quello di tenerli in qualche modo tutti insieme. Senza di te, da tempo sarebbero perduti.
 

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Capitolo 25
*** Rosso fulvo (Komamura) [Spoiler!] ***


ROSSO FULVO (Komamura)
 
Fulvo è il tuo pelo. Con quella macchia bianca sulla gola che sembra stare lì per proclamare al mondo la tua innocenza. Lupo.
Nel mondo perfetto del Gotei 13 cosa ci fa un mezzo mostro come te? Volpe.
Non dovrebbe essere astuta, la volpe? Sfugge sventolando il fulvo vessillo della sua coda. Ti incanta e ti inganna. Tu no. Tu sei fedele e incrollabile. Cane.
Credevi di sapere quale fosse il tuo posto, il capitano Yamamoto te ne aveva dato uno, ma ora non lo sai più. Chi sei davvero? Dov’è veramente il tuo posto? Uomo.
Dov’è andata la tua saggezza? Svanita anche quella insieme ai brandelli di una vita che non ti appartiene più. Bestia.
Senza voce. Solo zampe per correre, artigli per sbranare, solo il baleno fulvo di una bestia che svanisce fra le ombre, il battito oscuro di un cuore che non ti appartiene più.
Dov’è adesso il furioso lampo dei tuoi occhi? La tua mano forte che stringeva la spada senza paura? Hai rinunciato a tutto per la vendetta, ma la vendetta si prenderà la tua vita come una cosa dovuta, e non ti darà in cambio altro che l’oblio.
Le bestie non possono piangere.
 

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