la ragazza dagl'occhi color cielo

di _Naira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** the start ***
Capitolo 2: *** school ***
Capitolo 3: *** i wait my angel! ***
Capitolo 4: *** i see an angel! ***
Capitolo 5: *** u like him!!! ***
Capitolo 6: *** heart attack ***
Capitolo 7: *** i need to talk with you (prima parte) ***
Capitolo 8: *** i need to talk with you (seconda parte) ***
Capitolo 9: *** happiness and painess. ***
Capitolo 10: *** i need you. ***
Capitolo 11: *** without you. ***
Capitolo 12: *** Hurt. ***
Capitolo 13: *** behind blue eyes ***
Capitolo 14: *** jealousy and kiss ***
Capitolo 15: *** Forgetting you! ***
Capitolo 16: *** Forgetting you! part 2. ***
Capitolo 17: *** Truth... ***
Capitolo 18: *** i love you! ***
Capitolo 19: *** A new possibility. ***
Capitolo 20: *** Quarrels ***
Capitolo 21: *** You are my life. ***
Capitolo 22: *** Apologies and tears. ***
Capitolo 23: *** Nothing is last forever. (Part 1) ***
Capitolo 24: *** Nothing is last forever. ( Part 2) ***
Capitolo 25: *** Where it all began... ***



Capitolo 1
*** the start ***


“Ciao a tutti, mi chiamo Naira, lo so è un nome strano, ma deriva dagli indiani d’America e significa grandi occhi, forse mi hanno chiamato così proprio per quello, per i miei grandi occhi azzurri. Ho 18 anni, ho un carattere molto forte, sono testarda, ma anche dolce (così dicono) e ho i capelli biondi, non biondo platino, un biondo abbastanza scuro con le varie meches più chiare.”

La sua storia iniziò in un giorno che da allora avrebbe sempre odiato, san valentino. Era una giornata tetra e lei sentiva che c’era qualcosa che non andava, che qualcosa di orribile sarebbe successo. Con questo presentimento uscì di casa e ciò che vide l’avrebbe segnata per sempre. Stava camminando a testa bassa quando delle voci maschili richiamarono la sua attenzione, ciò che vide le spezzo il cuore, degli uomini stavano caricando il suo cavallo, il suo Samir, così si chiamava su un trailer per portarlo via da lei. Iniziò a correre chiamando il suo amico che in risposta iniziò a nitrire e dimenarsi per raggiungerla, quando suo padre l’afferrò e le ricordò che l’aveva venduto. Lacrime amare iniziarono a rigare le sue guance e arrossare i suoi occhi, assistette alla scena impotente, piangendo e cercando di tapparsi le orecchie per non sentire il suo Samir chiamarla mentre a forza lo stavano sistemando. Appena riuscì a liberarsi dalla stretta ferrea del padre corse via realizzando che la sua vita sarebbe cambiata per sempre…
            Quattro anni dopo.
Pov Naira

“Naira svegliati, è tardi devi andare a scuola!”
“si mamma arrivo!” urlai con la voce impastata di sonno.
Mi sono svegliata relativamente presto stamattina, di solito mi alzo al suo decimo richiamo, ma oggi so che sarà un bel giorno, inizio il mio ultimo anno di superiori! Speriamo bene! Una volta vestita e pronta scendo di sotto dove mia mamma mi aspetta impaziente, un caffè veloce e la giornata inizia. Arrivata a scuola vedo una testata di ricci corrermi incontro stile rottweiler
“Amoreeeeeeee, mi sei mancata!” urla la mia amica Ambra, è un vero uragano di ragazza.
 “amoreeeee miooooo!” rispondo prima che mi salti in braccio.
“sigaretta?!” mi chiede
“certo, me lo chiedi pure!” confermo.
“alloraaa, com’è andata l’estate? Conosciuto qualche bel ragazzo che ha rapito il tuo cuore?” ecco, arriva l’interrogatorio.
 “no, purtroppo, tu?”
“neanche io, anche se uno, mmmh, si si proprio bello, ma non ne vuole sapere.”
Stavo per rispondere quando…

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Capitolo 2
*** school ***


drinnnnnn, ecco adesso la giornata è davvero iniziata, ci avviamo in classe, lei è un anno più piccola, purtroppo e non possiamo stare insieme durante le lezioni. Mannaggia! Comunque le tre ore successive trascorrono nella norma, coi soliti discorsi: “ragazzi, so che voi siete voi e chiedervi di comportarvi da bravi studenti è una perdita di fiato, ma siete in quinta, avrete l’esame di stato e se non diventerete più che maturi non vi faranno uscire!” bla bla bla uffi, tre professori diverse tre prediche uguali, finalmente c’è l’intervallo! 

“hey, stordita non si saluta più?” 
“ciaoo Dino! Scusami, ti offro una sigaretta, mi perdoni?” faccia da cucciola.. 
“certo! Per una siga questo ed altro” funziona sempre. 
Scendiamo e usciamo a fumare, cosa impossibile tra saluti, baci e nuovi pettegolezzi, non che sia il tipo, però tenersi informati non fa mai male.
“Naira!” una voce maschile mi richiama. Mi volto per vedere chi è e con mia sorpresa trovo davanti a me un ragazzino un po’ cicciotto, ma molto simpatico.
“ciao Aleee, come stai?” lo saluto.
“bene dai, tu?” mi risponde, ha uno strano sorriso sulle labbra, ma non intuisco il perché del suo buon umore.
“mah, solite cose, voglia di andare a cavallo, litigate infinite con mio padre per riuscire a comprarne un altro e un altro anno di scuola è iniziato.”
“a proposito di cavallo… c’è un mio amico che ce li ha e ne ha preso uno stupendo, alto, tutto nero.. è il cavallo perfetto per te.” Ecco il perché di quel sorriso!
“eh, se mio padre me lo facesse comprare sarei già la! Ma chi è sto tuo amico?” chiedo con faccia curiosa.
“si chiama Enrico, abita vicino a me, sai in quel posticino che vedi salendo verso casa mia?! Quella villetta color pastello con la stalla sotto..”  …villetta?..
“ahh si, ho capito, ma c’ero già andata qualche anno fa con Joe, ma aveva solo dei gran bardigiani, sai che con quegli affari li non ci vado molto d’accordo” abbozzo un sorriso, ma il mio umore non è dei migliori quando si trattano certi argomenti. 
“si lo so, ma secondo me dovresti andarci, è un cavallo che merita e non è bardigiano, l’ha comprato da Angelo.” 
“mhh ci penserò dai, tanto anche se me lo regalasse mio padre non ne vuole sapere.” Un sorriso amaro mi piega le labbra. Per fortuna che fra due ore potrò tornare nelle mie montagne e rilassarmi senza che nessuno tocchi le mie ferite. 
Le ultime due ore passano relativamente bene, considerando che sono persa nei miei pensieri e Dino dorme, perciò non può torturarmi. Aspetta. Quand’è che Dino si è seduto vicino a me?! Boh, va beh, meglio evitare di svegliarlo per chiederglielo. Mentre sto rispondendo ad Ambra suona la campanella più desiderata da ogni studente, quella che segna la fine della scuola. Raccolte le mie cose, svegliato Dino e salutato tutti mi avvio verso l’uscita, finalmente torno a casa. 
“allora chicca, com’è andato il primo giorno di quinta?” mia mamma, sempre la solita premurosa e ficcanaso!
“bene mamma, i professori ci hanno fatto una ramanzina sul fatto che quest’anno non dovremmo più fare come gli altri anni.”
“e cioè?” mi chiede alzando un sopracciglio.
“cioè evitare denuncie per vandalismo, far saltare i lavori socialmente utili per riparare alla denuncia e far uscire i professori piangendo per gli insulti che gli abbiamo detto..”
“ah, giusto mi ero dimenticata di quanto foste teste di cazzo voi!”ride.
“ridi ridi mamma, siamo fatti così” rido anch’io, pensando a tutte quelle che abbiamo combinato negli anni.

…………

Una volta tornata a casa Naira si mette le cuffie con la musica, la cosa migliore che l’uomo avesse inventato e inizia a camminare lungo i sentieri su cui è cresciuta. È persa nei suoi pensieri, pensa che fra una settimana nel suo paese ci sarà la festa che attende con ansia ogni anno: la transumanza. Sono tre giorni in cui lei si rilassa realmente in compagnia dei pastori che l’hanno vista crescere anno dopo anno e che ogni volta riescono a farla ridere veramente, è la festa di tutti coloro che hanno voglia di stare insieme e ridere, che hanno voglia di staccare dalla vita ordinaria.... quest’anno inizia a sentire davvero il peso del conto alla rovescia che la separa da tre giorni di totale immersione negli animali, nei cavalli. Il suono del suo cellulare che annuncia una chiamata la fa sobbalzare, guarda il display e il nome che compare la lascia un po’ titubante sul fatto se rispondere o no. Lo schermo continua a lampeggiare segnando il nome: Christopher, il suo ex ragazzo, ex da poco, però sempre ex mentre lei si sta chiedendo che cosa voglia dato che erano mesi che non si faceva vivo, nonostante i quei mesi stessero ancora insieme, la chiamata termina. “meglio così” pensa, almeno si è evitata una bella litigata, un’altra ancora. Ripone il cellulare nella tasca e ritorna verso casa, ormai è quasi ora di cena e le sta salendo un certo languorino!

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Capitolo 3
*** i wait my angel! ***


Arrivata a casa trova sua mamma e suo padre che litigano, come ogni sera, senza farsi vedere sgaiattola di sopra in camera sua, non ne può più di sentirli litigare. Dopo un’ora sua mamma la chiama che la cena è pronta.

  Pov Naira

“allora com’è andata la giornata?” chiede mio padre.
“bene.” Rispondo fredda.
“Naira vedi di impegnarti quest’anno, è l’ultimo anno, almeno poi potrai fare quello che vuoi!”
“si papà, mi avevi promesso che quando uscivo d’in quinta mi avresti comprato il cavallo, sai ho..” non mi lascia finire la frase che subito inizia a urlare.
“TI HO PROMESSO CHE TE LO COMPRAVO QUANDO USCIVI, NON MI SEMBRA CHE TU ABBIA GIA’ FINITO LA SCUOLA E POI NON ABBIAMO ABBASTANZA SOLDI PER MANTENERLO!!! IL TUO E’ SOLO UNO STUPIDO CAPRICCIO DA BAMBINA, BASTA PARLARE DI CAVALLI!” ok, sto perdendo la pazienza..
“STUPIDO CAPRICCIO??! SE FOSSE UNO STUPIDO CAPRICCIO NON ME LO FAREI FATTA TATUARE SU UN POLPACCIO! E POI LE PROMESSE SI MANTENGONO! TI STAVO SOLO RINFRESCANDO LA MEMORIA, NON TI STAVO DICENDO: TI OBBLIGO A COMPRARLO, TANTO LO SO CHE NON LO FAI!!!!” urlo anch’io adesso!
“SMETTILA DI DIRE CAVOLATE! E PENSA A STUDIARE!” ok, ora basta! Mi alzo dalla sedia in modo poco carino e esco di casa sbattendo la porta, tornerò quando dormirà almeno non mi dirà niente.

………………………

E così fece, aspettò la mezzanotte in giro per le vie del suo paese e poi senza fare rumore salì in camera sua, si sdraiò sul letto iniziò a pensare e a piangere. Quella notte sarebbe stata insonne, lo sapeva già, ma il giorno dopo a scuola avrebbe potuto dormire.

  Una settimana dopo…
  21 settembre.


Il primo giorno di transumanza, la cosa positiva è che Naira aveva saltato la scuola per poter accompagnare i bambini in gita nell’itinerario previsto per la festa dove mostravano la creazione di formaggio, ricotta, burro, farina e chi più ne ha più ne metta, l’altra cosa positiva era che la maggior parte degli assaggi che rifiutavano i bambini li davano a lei, essendo loro compaesana. La giornata trascorse tranquilla, con l’arrivo dei pastori la giornata prese una piega migliore, la videro e andarono subito a salutarla. Come ogni anno le dicevano cosa aveva di diverso e quanto era cambiata, dimagrita, diventata più bella, ma lei non ci credeva, non era bella.

………………………
    Pov Naira

“ciao Naira!” urlò un uomo sulla cinquantina riccioluto e paffuto.
“ciao Aldo!” risposi io.
“come sta la mia ragazza preferita?” chiese il pastore
“mah, si tira avanti, tu”
“bene dai, ascolta ho bisogno di uno in più per portare giù le bestie a cavallo, e chi trovo meglio di te?” sorrise.
“Aldo, non ho il cavallo lo sai”
“e che problema c’è? Vai da Angelo e te ne fai dare uno! Ha un’argentina bianca che è spettacolare!” sorrise ancora. Ok, mi aveva convinto.
“okok vado.”

……………

E così la ragazza si incamminò alla ricerca dell’uomo per potergli domandare se le mostrava questa cavalla così bella a detta di Aldo. Poco dopo lo trovò seduto sul fieno che parlava con vari bambini che chiedevano spiegazioni sui cavalli.
“Angeloooo!” esclamò la ragazza con un sorriso a trentadue denti. L’uomo si voltò e le rivolse un sorriso a sua volta.
“Nairaaaaa! Ciao! Come stai?”
“si tira avanti, tu? Che hai fatto al braccio?” chiese preoccupata vedendo il braccio fasciato e appeso al collo.
“mah, niente, tunnel carpale.” Sorrise lievemente per rassicurarla.
“ascolta, Aldo mi ha detto che hai un’argentina bianca che farebbe al caso mio, mi ha chiesto se lo aiuto con le bestie.”
“si, lei è perfetta, però è in passeggiata con mio figlio e un suo amico, appena arrivano te la faccio provare!”
“okok va’bene, non vedo l’ora, anche se le mie gambe mi hanno fatto ciao ciao un po’ di tempo fa’.”
“ah, stai tranquilla, non è molto avanti come cavalla, ha solo sangue, ma per il resto è ferma!”
Continuarono a parlare per vari minuti, rispondendo alle domande di bambini e insegnanti, cogliendo l’occasione di fare qualche carezza agli esemplari che avevano affianco e di tanto in tanto dargli qualche boccata di fieno. 

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Capitolo 4
*** i see an angel! ***


Ad un certo punto udirono il rumore degli zoccoli quando battono sull’asfalto, segno che stava arrivando qualche cavallo, lo sguardo dell’uomo si concentrò oltre le spalle di Naira ed esclamò:
“eccoli, arrivano!”
la ragazza si voltò e quel che vide la lasciò senza fiato. Due ragazzi uno su una cavalla saura (marroncino chiaro) e l’altro sull’argentina bianca; il primo ragazzo era Marco, il figlio di Angelo, ma l’altro, beh l’altro sembrava un angelo! Aveva i capelli biondo scuro, due occhi nocciola chiaro in cui sprofondare senza via d’uscita, delle labbra carnose ed invitanti, un filo di barba, un fisico longilineo e scolpito. Naira lo osservava impietrita, quando lui si volto a guardarla il cuore della ragazza perse un battito…due…tre, poi ebbe la sensazione che volesse uscirle dal petto per correre fra le mani di quel ragazzo nuovo, non l’aveva mai visto a quella festa, però sapeva che le era familiare pensò, non aveva mai visto un ragazzo così bello, così perfetto, così… così… non trovava un aggettivo che rispecchiasse tanta bellezza! Fu Angelo a richiamarla dai suoi pensieri, rivolgendosi direttamente ai ragazzi.
“allora, baldi giovani, chi è che accompagna questa bella fanciulla a provare Mercedes (mercedes)?”
Mercedes, la cavalla doveva chiamarsi così, bel nome pensò la ragazza.
“dai su monta, andiamo” le disse una voce maschile, cercò il suo interlocutore sperando di incontrare lo sguardo del ragazzo, ma rimase delusa quando capì che era Marco ad averle parlato.
“ok, qualche consiglio?” si voltò verso il ragazzo, stupendosi di aver avuto il coraggio di parlargli.
Lui la guardò qualche secondo stupito e poi le rispose:
“niente in particolare, tienila bassa e lunga, tanto più la tieni corta e più balla, è di bocca fine, occhio.”
Che voce! La voce più calda e sensuale che avesse mai udito, ok, basta, doveva smetterla, di solito i ragazzi non la colpivano così precocemente.
“ok, grazie.”  Gli rispose sorridendo, cosa che fece anche lui.
Il suo sorriso era qualcosa che avrebbero dovuto proibire quanto era bello!
Marco fece partire la sua cavalla e così la ragazza lo seguì controvoglia, fecero il giro di tutto il paese, ognuno perso nei suoi pensieri, ma quello che infastidì Naira era che non riusciva a togliersi dalla testa quel ragazzo! Mannaggia! Come poteva farle questo effetto senza che neanche lo conoscesse!? Era frustrante sta cosa! Marco la riportò bruscamente al presente iniziando un discorso.
“mi sembri pensierosa, non che siano affari miei, ma pensare troppo non fa mai bene.”  Le sorrise con fare rassicurante e gentile.
“lo so, ma se non si pensa affatto è ancora peggio.” Sorrise anche lei.
“allora, come la trovi?”
intendeva la cavalla?!
“cosa, scusa?”
“Mercedes” le rivolse un’occhiata divertita.
“ah, va bene, è perfetta!”  rispose sorridendo sentendosi in imbarazzo, per fortuna pochi minuti dopo arrivarono a destinazione, scese da cavallo senza pensarci due volte e si incamminò per andare a ringraziare Angelo.
mmersa nei suoi pensieri e camminando a testa bassa non si accorse che qualcuno le stava venendo incontro e ci andò a sbattere contro il petto bruscamente.

Pov Naira

“ma che cazz…” sollevo il viso ma non riesco a finire la frase incontrando quegli occhi..
“un scusa non pensi sia più azzeccato?!” l’ha detto davvero?
Sarcastico il ragazzo!
“e perché dovrei chiederti scusa? Mi sei venuto addosso!” risposi con una nota di ironia
“ah! Io ti sarei venuto addosso? Strano, perché mi punto in bianco mi sono ritrovato te fra le braccia, non che mi dispiaccia la cosa!”
aveva una punta di malizia nello sguardo che mi ha fatto passare il nervoso che mi ha creato il suo sarcasmo..
dannazione la cosa non va bene.
“va beh, scusa non te lo chiedo lo stesso!” rispondo tirando su le labbra in un ghigno sarcastico.
“ok, come vuoi!” sorride pure lui, si gira sui tacchi e se ne va!
“sto diventando pazza!” dico tra me e me.. non è possibile! È uno stronzo! Perché mi fa questo effetto?!?

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Capitolo 5
*** u like him!!! ***


……………………

Il resto della giornata passò tranquilla, tra chiacchierate, risate e prese in giro, arrivò la sera, Naira si era offerta volontaria per dare da mangiare e da bere ai cavalli. Mentre prendeva il fieno da spartire iniziò a pensare quanto le fossero mancate quelle teste dure di Aldo e Angelo, ma ne mancava uno all’appello, chissà dov’era finito! Una voce la scosse all’improvviso.
“hey bionda!” si voltò e con sua sorpresa vide che il detto parli del diavolo e spuntano le corna in quel momento era azzeccato!
“ciao Giacumassu! Stavo giusto pensando a te!” rispose con un sorriso.
“uh, mi devo preoccupare?”
“nono, stavo solo pensando che non ti avevo ancora visto!”
“uff, meno male, credevo volessi picchiarmi! Non picchiare un povero pastore che ti ha visto crescere!” il tono sarcastico e teatrale dell’uomo la fece ridere fino alle lacrime.
“ahahahah, non potrei mai!” ridevano tutti e due come pazienti psichiatrici. 
Quello era ciò che Naira cercava ogni anno, ridere tanto da farsi credere pazzi!
Stavano ancora ridendo quando una voce li riportò alla realtà.
“hey, stanno servendo la cena, muovetevi o me la mangio io!” urlò Aldo uscendo da un groviglio di tavoli e persone..
“ma non sei già abbastanza in carne così?” rispose ridendo Naira.
“ah ah ah, vieni deperita! Mangi come un cavallo e pesi 20 chili bagnata!” la schernì Aldo.
“ahahahahah, arrivo!” concluse la ragazza incamminandosi verso il pastore per andare a cercare un posto a sedere che fosse ancora libero.
Lo trovò, i pastori glielo avevano tenuto vicino a loro, come ogni anno d’altronde, al pensiero delle cene degli scorsi anni le si aprì un lieve sorriso, quante risate, quante figure imbarazzanti!
 
Pov Naira
 
“allora, ho visto che montavi la sua cavalla, com’è?” mi chiede Aldo indicando Angelo con un cenno del capo
“ah, è brava, è spettacolare, come un po’ tutti gli argentini!” rispondo sorridendo.
“beh, convinci tuo padre a comprartela no?! Guarda visto che sei tu te la vendo per 1000 euro” suggerisce Angelo
“se, magari, a quest’ora avrei un maneggio se fossi riuscita a convincerlo!”
“hey, hey cos’è quella malinconia che hai negli occhi??” Angelo mi guardava preoccupato
“ah, niente, è che mi manca avere il cavallo, erano due anni che non ci salivo!”
“ma tesoro lo sai che puoi venire quando vuoi da me e salire su tutti i cavalli che vuoi!”
Il tono di Angelo era così dolce e rassicurante che mi ritrovo a pensare che sarebbe bello avere un padre come lui!
In un secondo il mio pensiero va a quel ragazzo di oggi, strano che non l’abbia ancora visto. Chissà dov’è.
“pensi a Enrico?” la voce di Aldo mi strappa brutalmente dai miei pensieri.
“cosa, scusa?” chiedo scioccata.
“ho detto: pensi a Enrico?” il sorriso che gli nasce sulle labbra mi fa capire che sa qualcosa o che ha visto qualcosa, ma poi chi è sto Enrico?
E cosa può aver visto che lo conduca a pensare a questo, bah.
“e chi è Enrico?” chiedo alzando un sopraciglio
“ il ragazzo che era su Mercedes e che guardavi così” imita la mia faccia da pesce lessa di quando l’ho visto.
Quindi lui si chiama Enrico, bene, buono a sapersi!
“ah, non sto pensando a lui, non lo conosco manco!” rispondo tentando di non dargli a vedere che è una bugia, ma a quanto pare mi conosce troppo bene
“dai, su Naira, andiamo, ti conosco da quando avevi 4 anni, lo sai che non mi puoi raccontare palle! Non ti ho mai visto guardare nessuno come hai guardato lui!” ride, cosa ci trova da ridere -.-“
“ok, forse hai ragione, ma boh, non lo conosco!”
“ahhhhhhh, io ho sempre ragione, non ti preoccupare te lo facciamo conoscere, vero Giacumassu?!”
“verissimo! Lo chiamo subito!” prende il telefono e si mette a cercare nella rubrica.
“nooooo! Non fa niente!” quasi urlo e i pastori mi guardano alzando un sopraciglio.
Poi si guardano fra di loro e sorridono all’unisono, si girano verso di me dicendo in coro:
“ti piaceeeee! Ti piace!”





spazio autrice:
ancora uno o due capitoli e dovremmo arrivare alla scena cloo per il momento, grazie a tutti quelli che la leggono, spero che siate in gran numero!
un bacio isy_94
 

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Capitolo 6
*** heart attack ***


"No! Non mi piace!" Cerco di mantenere uno sguardo convincente. 
"Naira..." Giacumassu mi guarda alzando un sopracciglio in modo scettico.
"Ok, va bene, lo ammetto è un bel ragazzo,  ma da qui a dire che mi piace ne passa!"
"Chi ti piace?" 
La sua voce mi fa sobbalzare, la riconoscerei tra mille.. i pastori sorridono divertiti vedendo la mia faccia cambiare bruscamente colore.
"Non sono affari tuoi!" Rispondo acida.
"Okok tigre, sta calma." Mi risponde sarcastico.. uh quanto mi irrita sto ragazzo! È un emerito stronzo, cafone, arrogante, pallone gonfiato, pieno di se e... e... tremendamente   bello, bello da togliere il fiato! Managgia! 
"Vieni Enry siediti qui!" Aldo gli fa cenno di sedersi fra me e lui.  Sta scherzando vero?
"Nono grazie, non voglio farmi sbranare!" Risponde lui osservandomi abbozzando un mezzo sorriso.
"Sono una ragazza mica un vampiro, non mordo e poi ho già mangiato vai tranquillo. " rispondo ironica suscitando una risata in tutti i presenti escluso lui.
"Vedi non ti fa niente da quando in qua hai paura delle donne?" Gli chiede Aldo beffardo e con l'intenzione di prenderlo in giro.
"Non ho paura delle donne!" Dicendolo si accomoda con la grazia di un cinghiale inferocito! A quel punto mi alzo, il suo profumo, il suo corpo cosi vicino al mio mi fa salire gli ormoni a livelli cosmici. È troppo da sopportare in un solo giorno. 
"Raggazzi io vado a nanna che sono morta, ci vediamo domani!" 
"E nooo! Daiii! Non te ne puoi andare già!" Angelo mi guarda supplicandomi con gli occhi
"Si davvero, vado che sono morta!" Sguardo da cerbiatta.... .....
"Mh, ok, ma dai un ultimo sguardo ai cavalli prima di andare!" Funziona sempre!
"Okok Angelo sarà fatto!"
Detto ciò Naira si avviò dai cavalli per un'ultima controllata. Vide che ad alcuni mancava l'acqua e ad altri il fieno, sapeva che prima che i pastori si alzassero da li i cavalli avrebbero avuto il tempo di morire di fame, decise di dargli ciò che mancava. Riempì un bidone d'acqua fresca e fece il giro a vedere chi voleva bere, Mercedes fu l'unica ad avere sete. Era presa a insultare mentalmente una balla di fieno che non ne voleva sapere di aprirsi quando una voce la fece sobbalzare: 
"Serve una mano?" Dinuovo lui con quel suo mezzo sorriso proibito se nestava appoggiato a un palo della luce con le braccia conserte e uno sguardo divertito. Naira si voltò a guardalo prima sorpresa e poi infastidita.
"Ancora tu? Ma mi stai seguendo per caso?" Chiese tornando ad armeggiare con quella maledetta balla.
"Aspetta." La ragazza perse qualche battito quando sentì la sua voce così vicina all'orecchio, il suo fiato caldo sul collo che le provocava brividi in ogni parte del corpo e la leggera pressione esercitata dal suo petto a malapena poggiato alla schiena. Si voltò e si diede immediatamente della stupida fra sé e sé per averlo fatto, il ragazzo le si era avvicinato per poter tagliare il filo che lei stava cercando di togliere col suo coltello. Rimasero immobili in quella posizione a fissarsi negli occhi per qualche secondo, poi Naira cercò di riprendersi scivolando via dal fianco lasciato libero, faccio ciò prese una finca di fieno e si diresse verso il cavallo più lontano da lui per buttargliela per terra in modo che potesse mangiare, il ragazzo la osservò e fece lo stesso. Non si dissero un'altra parola per tutto il tempo che impiegarono a finire di distribuire l'alimento, una volta che ebbero finito lei si girò per andare finalmente a casa ma la sua voce la bloccò "vai già a dormire?" A quel punto si voltò a guardarlo, quant'era bello. Ma che stava dicendo?! 
"Si, sono stanca e dimani la giornata è molto lunga!" Rispose freddamente tornando a incamminarsi verso casa.
"Buonanotte bionda!" Conclusa lui.
"Buonanotte e il mio nome non è bionda!" Disse lei acida. 
"E quale sarebbe?" Chiese ancora lui.
"Naira" "ok, allora Buonanotte Naira" la ragazza non lo degnò più ne di uno sguardo ne di una risposta e continuò a camminare.

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Capitolo 7
*** i need to talk with you (prima parte) ***


22 settembre. 
 
Un corridoio buio, ecco dove si trovava Naira. Iniziò a correre cercando di non inciampare, non vedeva niente, non capiva dov'era e perché era lì. Correva a perdifiato fin quando una luce l'abbigliò. Si fermò e si mise una mano sulla fronte per cercare di capire la natura di quella luce. A quel punto un'ombra oscurò parte di essa, la ragazza strinse gli occhi fino a farli diventare due fessure per capire cosa fosse quell'ombra ma senza risultati. In un secondo la luce si affievolì e l'ombra iniziò a prendere sembianze umane, riconobbe un volto, il volto di un ragazzo, no. Non di un ragazzo qualunque, il volto di Enrico. 

 
Big snoop dog you can be my doctor? Can you fix me up? Can you wipe me down? 
 
La suoneria del suo telefono che annunciava una chiamata la risvegliò brutalmente, guardò lo schermo dove apparve il nome: Aldo. Rispose.
"Ma che ore sono?" Chiese con voce impastata dal sonno.
"Buongiorno bellezza, sono le 6 meno 20, dai su, alzati e vieni che mi dai una mano a mungere le pecore cosi le portiamo al pascolo." Disse l'uomo con voce squillante, troppo squillante per quell'ora. 

 
Pov Naira
Era solo un sogno. Uno strano sogno di cui non capivo il significato, ma evitai di arrovellarmi il cervello così presto. Mi alzai, vestii, presi sigarette,  accendino, telefono e uscii velocemente.  Poco dopo arrivai dove i greggi avevano pernottato e trovai Aldo placidamente semisdraito sulle balle di fieno.
"Buongiorno bellissima!"
"Giorno Aldo!"
"Buongiorno stellina, dormito bene?" La sua voce. Quasi sobbalzai, lo guardai stupita cercando di capire da dove fosse sbucato.
"Sisi, grazie. Ma tu che ci fai qui così presto?" 
"Ti do una mano a mungere!" Lo disse con naturalezza come se fosse una routine protratta da mesi.
"Aldo chiamati i cani che non ho voglia di essere sbranata!"dissi ironica.
"Okok, arrivo." Detto ciò si alzo ed andò ad aprire il cancello, con un fischio chiamò i cani che uscirono, li prese e li legò lontano. Entrammo nel recinto e iniziammo a mungere spalla a spalla. Eravamo immersi in latte e lana, letteralmente, eravamo circondati da 250-300 capi. Finimmo verso le 9, tempo in cui non spiccicammo neanche una parola, facemmo uscire le pecore dove ad aspettarle c'erano Aldo, Nevio e Giacumassu che le avrebbero portate al pascolo.
"Buongiorno Naira!"
"Buongiorno Angelo!" Dissi sorridente.
"Colazione?"
"Certo!mi ci vuole proprio!" 
"Ok, dai, sella Mercedes, Marco prepara Mora e Safira che andiamo in pizzeria!" 
"Ma andiamo a cavallo?" Chiesi sbalordita.
"Certo! Non ho voglia di andare a piedi fin là!" 
"Ook, vaa benee!" 
Sellammo le cavalle e partimmo, pochi minuti dopo giunti a destinazione legammo le giumente a una panchina e finalmente entrammo a far colazione. Restammo un po' a parlare e poi tornammo dagli animali, le pecore erano tornate coi loro accompagnatori, stancamente seduti sul fieno, ci sedemmo anche noi e iniziammo a chiacchierare fino all'ora di pranzo. 
"Alè, andiamo a mangiare se no ci lasciano a digiuno!" Disse Aldo alzandosi.
"A te non farebbe male un po'di digiuno!" Dissi sarcastica. 
"Ah..ah..ah.. sto morendo dal ridere!" Mise il broncio.
"Ha ragione la bionda." Quella voce. Il mio cuore perse l'ennesimo battito, mi girai a fissarlo, il suo sorriso proibito, i suoi occhi, i capelli, i muscoli, era dannatamente bello! Mi ritrovai a fissarlo imbambolata.
 
Pov Enrico
"Ha ragione la bionda!" Dissi sorridendo. Era una bella ragazza. Ma che sto dicendo?! Io sono lo stronzo che non si affeziona. Eppure lei mi fa uno strano effetto, la conosco, so che l'ho già vista, quegli occhi non si scordano facilmente, hanno la capacità di penetrarti l'anima e accarezzarne ogni singola sfumatura. Mi sta guardando, sono incatenato al suo sguardo, dove l'ho già vista? Spero che dica qualcosa, come suo solito, ironico e pungente, ma niente, sta li a fissarmi senza aprire bocca. È Aldo a rompere l'atmosfera che si è creata fra noi.
"Dai ragazzi andiamo a sedere."
"Un attimo e vi raggiungo." Risposi. Avevo bisogno di fumare una sigaretta e di pensare, fumai velocemente e arrivai ad una conclusione: dovevo parlarle, dovevo capire fino a che punto potesse leggermi dentro. Mi girai per raggiungerli e la vidi, stava ridendo, il suo sorriso... aveva qualcosa di enigmatico e bellissimo. Forse sto diventando pazzo, mi dissi, mentre mi avviavo per sedermi, trovai un posto vicino a lei. Mi sedetti sperando che mi dicesse qualcosa. 

 
Pov Naira
"Ahahahah.. hai visto quel tizio che voleva sedersi sulla panchina dove erano legate le cavalle come le guardava? Ahahah girava la testa in ogni angolazione umanamente consentita. Ahahah." Angelo aveva le lacrime agli occhi raccontando la scena vista in pizzeria e io non ero da meno. All'improvviso vidi Enrico sedersi, quasi sobbalzai per lo spavento, lo guardai e mi venne nuovamente alla memoria il sogno fatto e che non riuscissi a capirne il significato. Iniziai a pensare e decisi che dovevo parlargli, dovevo dare un senso e un motivo al mio sogno. 
"Oggi io e te ci facciamo una galoppata, voglio vedere come te la cavi biondina!" Sta scherzando vero?!
"Oggi non posso alle 4 ho il corteo e ti ho detto che non mi chiamo bionda o biondina!"
"Ok Naira, torniamo prima delle 4. E la mia non era una domanda!"
 
 
 
 
Spazio autrice
Scusate la lunghezza spero non vi abbia annoiato, questa è la giornata più lunga e importante della festa così ho deciso di spezzarla in due capitoli.  Abbiamo scoperto che sia Enrico che Naira sono arrivati alla conclusione che devono parlarsi seriamente. Ci riusciranno? E Naira andrà a galoppare con Enrico? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! Spero che tu continurete a seguirmi e ringrazio chi lo fa e chi lo farà.
Un bacione isy_94

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Capitolo 8
*** i need to talk with you (seconda parte) ***


Pov Naira 

E adesso che gli rispondo? Se gli dico di si sembra che mi interessi, se gli dico di no perdo l'occasione di parlargli. Lo fissavo cercando di capire qual'era la giusta risposta, il mio cuore impazzito diceva di andare e il mio cervello era momentaneamente assente. Improvvisamente decisi che avevo bisogno di una boccata d'aria, mi alzai non proprio delicatamente e mi diressi verso i cavalli accendendomi una sigaretta. In cuor mio speravo che lui mi seguisse cosi da potergli parlare, ma non lo fece, rimase seduto a ridere, quant'era magnifico il suo sorriso aveva la capacità di abbagliare il mondo, di dargli luce durante un temporale. Capii che non mi sarebbe corso dietro come nei film così decisi di andare a casa per staccare un'ora da quell'atmosfera di piombo. 


Pov Enrico
Speravo veramente che accettasse il mio invito, anche solo per sfida, non mi serviva realmente vedere come andava a cavallo, quando l'ho vista su Mercedes sembrava un'altra persona, era rilassata, sorridente, forse era l'unica occasione in cui il suo sorriso raggiungeva i suoi occhi stupendi, solitamente velati da tristezza e maliconia che li rendeva spenti, vuoti. Invece quando saliva a cavallo prendevano vita, brillavano e illuminavano l'universo. Ma dov'era andata? Ero talmente perso nei miei pensieri che non l'ho neanche vista andare via. Mi alzai e andai verso i cavalli ma lei non c'era, dovevo chiedere ai pastori dove potevo trovarla, tornai verso di loro.
"Ragazzi avete visto Naira?" 
"Si è andata dai cavalli." Mi risponse Angelo. 
"Non c'è. " dissi con un sorriso amaro.
"Allora sarà a casa." Azzardò Aldo. 
"Mh, ok."
"Aspetta la chiamo." Concluse l'uomo prendendo il telefono. 
Niente l'avevano chiamata tutti i pastori, non aveva risposto a nessuno, erano già le 2, tardi, troppo tardi.

Pov Naira
Erano le 2 e decisi di incominciarmi a preparare per il corteo, mettendo i vestiti di una volta, misi una gonna nera tutta ricamata con piccoli fiori dello stesso colore, una camicia bianca con due strisce di pizzo sui fianchi e uno scialle rosso con decorazioni nere, mia mamma mi fece una treccia che partiva dall'attaccatura dei capelli e finiva a metà testa. Finito uscii di casa per dirigermi al punto di ritrovo nonché il punto di partenza del corteo, scendendo guardai il telefono: 20 chiamate perse? Che cazz..? Erano tutti i pastori. Mi ero allontanata un secondo e sembrava che fosse caduto il mondo. Bah. Dopo il corteo mi avrebbero insultato un'ora e io avrei risposto che avevo il telefono silenzioso, a quel punto mi avrebbero insultato ancora di più... 
Il corteo era finito e ora dovevo parlare con Enrico, mi diressi verso gli animali, non c'era nessuno... dov'erano andati? A quel punto una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare. 
"Naira, dove sei sparita?" Disse Giacumassu sorridendo. 
"Sono andata a prepararmi, maaa il tuo amico dov'è?" Chiesi sorridendo a mia volta.
"È al bar, vieni andiamo." Mi mise un braccio intorno alle spalle e mi spinse verso la strada per la pizzeria.
"No, ma era semplice curiosità, non fa niente. " dissi imbarazzata, ma non mi stava ascoltando, stava guardando il telefono, se lo mise all'orecchio. 
"Enry, amico mio, sei ancora su?"
"Ok, sto salendo e ti sto portando una bella ragazza." 
"Massi, quella che ti piace, quella che è 2 giorni che hai sempre in bocca!" 
"Sisi ciao" chiuse la chiamata sorridendo e mi guardò, io arrosii violentemente. Gli piacevo??!! 
Arrivammo in pizzeria ed erano tutti li, vicino a lui c'erano due ragazzi che non conoscevo, saranno stati suoi amici, ci sedemmo e lui mi guardò sorpreso.
"Sembri arlecchino a Natale!" Mi disse ridendo.
"E tu sembri un cretino 365 giorni l'anno io perlomeno mi vesto così una volta all'anno!" Risposi con un mezzo sorriso ironico, scoppiarono a ridere tutti e lui non sapeva cosa rispondere.
"Enry ci sono i cavalli di tersina da portare su, vai!" Disse Giacumassu
"I cavalli di chi? Da portare dove?" Chiese spiazzato.
"Naira tu sai dove sono e dove portarli giusto? Vai con lui!" Mi ordinò il pastore.
"Maa... io.." tentai di replicare.
"Vai!"
"Ook. Vado vado." Conclusi e mi incamminai verso il luogo dov'erano i cavalli, lui si alzò e mi seguì. 

Pov Enrico 
Ecco! Era la scusa giusta per poterla rapire un paio d'ore e poterle parlare. La seguii e iniziai a pensare come iniziare un ipotetico discorso...
"Allora, dove sono sti cavalli?" Chiesi sorridendo.
"Sono laggiù." Rispose senza guardarmi e indicando un punto. Ok, tentivo fallito, riproviamo.
"Maa come mai sei vestita così? " 
"Perché è una tradizione che gli abitanti si vestono come una volta e girano per il paese."
Notai uno scarbocchio sul suo avambraccio sinistro. Un altro tentativo.
"Cos'è quella cosa che hai sul braccio?" Chiesi indicandolo
"Un tatuaggio. " mi rispose sarcastica. 
"Ok, fin lì c'ero arrivato, ma cosa rappresenta?" 
"Un folletto." Le presi delicatamente il braccio per poter fissare meglio quello strano affare. Il contatto con la sua pelle mi fece salire gli ormoni a livelli stratosferici, nessuna ragazza mi aveva mai fatto quest effetto e di ragazze ne avevo passato e conosciute tante.
"Ne hai altri?" Chiesi tenendo gli occhi fissi sulla sua pelle.
"Si un cavallo sul polpaccio " si tirò su la gonna fin quasi a metà gamba mostrando l'altro tatuaggio. Guardavo tutto tranne il tatuaggio, guardavo la sua pelle, il suo collo, le sue gambe perfette, il suo seno, i suoi occhi. Mi faceva impazzire il suo corpo e dopo soli due giorni che la conoscevo, no, non poteva essere possibile, mi sarò fumato qualcosa di strano, pensai.
"È molto bello." Fu tutto ciò che riuscii a dire. 

Pov Naira
"È molto bello." Quella fu la frase che mise fine a tutti i nostri discorsi per il resto del tragitto. Arrivammo a destinazione e slegammo i cavalli, intanto i pastori ci urlavano frasi incomprensibili, prendemmo i cavalli e tornammo indietro, convinta che tornassimo su non mi accorsi che atava deviando verso una strada sterrata che portava ad una piccola chiesetta. Ma dove stava andando?
"Ma dove vai?" Chiesi scettica.
"Voglio salirci, dici che è domato?" Mi chiese radioso. 
"Mh, non ci metterei la mano sul fuoco."
Come non detto, prese lo slancio e salì, ok avevamo scoperto che erano domati.
"Dai sali andiamo a farci un giro."
"Ho la gonna" risposi cercando di convincere più me stessa che lui.
" eddai non ti vede nessuno, ti ci butto di peso!" Mi disse fintamente minaccioso.
"La prossima volta, non ho voglia, non mi fido di lui." Replicai indicando l'animale vicino a me.
"Eddai suu, ci sono io, sali su questa. Vedi che è ferma?!" Aveva un tono dolce, ma non mi convinceva.
"No davvero."
"Ok ci rinuncio. Andiamo?" Si girò per continuare.
"Ma tersina è di là." Indicai la strada adiacente. 
"Lo so, ma li portiamo a mangiare!" Mi rispose continuando verso la chiesetta. Decisi di seguirlo.
"Ma tu non esci con i ragazzi del paese?"
"No, non m i stanno granché simpatici." Risposi guardandolo
"Capito, e non hai un ragazzo?"
"No, tu?" 
"No, mi hanno preso per il culo." Mi disse malinconico.
"Anche a me."
"Ma dove ti ho già visto?" 
"Boh.."
"Vai a scuola a imperia?"
"No, ormea."
"Allora conosci Silvan?"
"Si, è il mio ex!"
"No! Non ci credo! Stavi con Silvan?!" Aveva gli occhi sgranati.
"Si, 4 anni fa!"
"No, basta non ti parlo più!" 
"Maddai non è mica un mostro!"
"Ma io sono meglio!" Affermò con un sorriso malizioso che mi fece impazzire!
"Mh, beh, non saprei!" Dissi sorridendo.
"Cosaaaa?! Stai scherzando?" Rispose incredulo. 
"No ahahahah!" 

Pov Enrico
Rideva, la sua risata era qualcosa di indescrivibile, socchiudeva gli occhi, le venivano due fossette sulle guancie e le brillavano gli occhi. Guardandola ridere mi venne l'istinto di baciarla, mi diedi del coglione per avuto quel pensiero, ma continuando a guardarlaridere non resistitti molto. Le presi la faccia fra le mani e iniziai a guardarla con desiderio, guardai i suoi occhi, le sue labbra carnose, gli zigomi, era perfetta, la baciai. Il bacio più dolce che abbia mai dato a una ragazza, ok. Ero decisamente impazzito.


Spazio autrice
Eccomi con la continuazione del capitolo precedente. Wow, scrivere questo capitolo mi è risultato faticoso,  credetemi, ricordare quei momenti... mi hanno fatto tornare le lacrime agli occhi.. spero di non avervi annoiato.. 
Un bacione isy_94 

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Capitolo 9
*** happiness and painess. ***


Pov Naira
All'improvviso lo vidi farsi serio, prendermi il viso nelle sue mani, tenere gli occhi fissi nei miei e baciarmi.. baciarmi?! Oddio! Il suo bacio era il più dolce che abbia mai ricevuto, le nostre lingue iniziarono una danza perfettamente sincronizzata, il suo sapore era qualcosa che mi faceva impazzire.  Un vuoto allo stomaco, brividi in tutto il corpo, i miei pensieri completamente assenti e il battito impazzito del mio cuore furono la conferma che non stavo sognando. 
Ci staccammo dopo qualche minuto per colpa di uno dei due cavalli che infilò la testa in mezzo a noi, a quel punto mi ricordai che quel ragazzo aveva la capacità di istigarmi l'omicidio.
"Si sta facendo buio meglio andare." Dissi col fiato corto cercando di mantenere un tono freddo, ma la mia voce uscì traballante. 
"Già." Mi rispose alzandosi e salendo a cavallo.
Io recuperai la corda dell'altro e mi alzai a mia volta con lo sguardo basso, anche se la sua mano tesa nella mia direzione mi costrinse ad alzarlo.
"Dai, vieni!" Mi disse facendomi cenno di salire con lui.
"Ho la gonna." Risposi con poca convinzione. 
"Alè su, dai!" Mi supplicò sorridendo. Decisi di salire con lui, afferrai la sua mano che mi tirò su senza alcuno sforzo. 
Ci incamminammo verso la pizzeria e quindi verso i pastori.
"Wow Enry! Tu che fai il gentiluomo mi stupisci!" La voce di Aldo ci accolse urlando quella frase, lui si girò a guardarmi e mi sorrise.
"Non credergli, sono un bravo ragazzo io." Mi disse con un sorriso che fece sorridere anche me.
"Ok." Risposi.
" ma si può sapere dove siete spariti per tre ore?" Chiese Giacumassu.
Erano passate tre ore?!
"Abbiamo portato i cavalli a mangiare. " annunciò lui.
Portammo i cavalli su e tornammo indietro parlottando del più e del meno, era ora di cena così raggiungemmo i pastori già seduti. Parlammo, ridemmo e scherzammo fino alle 2 dopodiché andammo tutti a dormire per attendere l'ultimo giorno, il più doloroso per me. Il mattino arrivò presto, troppo presto, il mio telefono mi svegliò, guardai il display della chiamata: Aldo, e te pareva che non fosse lui!
"Dimmi Aldo." Dissi con voce impastata.
"Buongiorno splendore! Vieni?" La sua voce al mattino era qualcosa di orribilmente fastidioso. 
"Ok.. 10 minuti e sono li." Riattaccai, mi alzai, cambiai e uscii di corsa.
"Buongiorno raggio di sole! Dormito bene?" Quella voce.. mi faceva impazzire il battito cardiaco nonostante che lui non fosse nel mio campo visivo, lo cercavo con gli occhi e lo trovai sorridente spaparanzato sul fieno. 
"Giorno, si grazie. Tu?" Risposi. 
"Da dio!" Sorrideva, un sorriso malizioso, avrei potuto stuprarlo, ma mi contenni.
Il resto della giornata trascorse come al solito, c'era il raduno dei cavalli quindi noi ce ne stavamo tranquilli a prendere il sole, lui si tirò su la maglia, per poco non mi venne un infarto a vedere tutto quel ben di dio!
Arrivò il pomeriggio e decidemmo di andare in pizzeria, Aldo si mise a sventolare una fetta di prosciutto in mezzo a me ed Enrico dicendo: "dai fate quel giochino che fanno con le mele!" ok era impazzito nel giro di un'ora! Enrico mi si avvicinò e più lui si avvicinava più Aldo avvicinava il prosciutto alle mie labbra, decisi che quella fetta era mia così mi sporsi a prendere con la lingua, mi venne un infarto quando sentii la sua lingua in mezzo al crudo, quello non era il luogo adatto per certe cose così gliela morsicai. 
Uscimmo e ci sedemmo sui tavoli fuori, dentro l'aria si stava surriscaldando troppo. Mentre mi stavo sedendo lui mi passo dietro e mi tirò a se sedendosi a sua volta, ok. Iniziammo a giocare tirandoci schiaffi e a tirarci su le maglie, lui si divertiva a farmi venire la pelle d'oca passando la lingua sulla mia schiena nuda mentre mi distraevo per tirarmi giù la maglia. Dopo qualche ora io lo guardai con sguardo malefico che forse recepì male, perché si alzo con me fra le braccia e annunciò che andavamo a farci un giro.
"Vi porto un pezzo io se volete. " chiese Aldo ed Enrico accettò. Non avevo diritto di parola, bene. Aldo ci accompagnò fino all'inizio della strada percorsa il giorno prima e noi ci avviammo verso la chiesetta, arrivati iniziammo a parlare. 
"Tu abiti qui tutto l'anno?" Mi chiese.
"Si, e tu dove abiti?" 
"Sopra ad Imperia, sai quella villetta color pastello in mezzo agli alberi?" Villetta?! No, non ci posso credere! È quel ragazzo! Quello che mi aveva colpito qualche anno prima! Ecco perché mi sembrava di conoscerlo!! 

Pov Enrico
"Ahh sisi ho presente! Vivi li coi tuoi?" Mi chiese, era stupenda a suo agio com'era stupenda imbarazzata, arrabbiata, triste era stupenda in ogni sfrangente e il sapore della sua pelle mi faceva diventare matto! Mi sa che lo ero già. 
"No, con mio padre e mia sorella, mia mamma è andata via anni fa." Mi faceva male ricordarlo.
"Oh, mi dispiace." Era imbarazzata, teneva lo sguardo basso e arrossiva leggermente, stavo arrivando al limite, la mia voglia premeva e i miei occhi diventavano curiosi di esplorare e memorizzare ogni dettaglio. 
"Posso baciarti?" Chiesi senza rendermene conto, lei alzò lo sguardo e aveva una luce nuova negli occhi che mi rispose senza bisogno di parole. La baciai dolcemente, piano piano quel bacio divenne sempre più intenso, sia da parte mia che sua, faceva fresco ma non m'iportava, le sfilai la maglietta cercando nei suoi occhi una tacita conferma che arrivò all'istante, lei fece lo stesso con me, dopodiché la presi in braccio e la sdraiai sul soffice tappeto erboso vicino a noi, iniziai ad accarezzarla ovunque, lei mi imitò. Ogni suo tocco mi incendiava, nessuna e dico NESSUNA ragazza era mai riuscita a farmi provare sensazioni simili a quelle che provavo in quel momento. Mi avvicinai al collo e iniziai a baciarlo accarezzandole i seni, le costole, i fianchi, la pancia fino al livello dei pantaloni, che non esitai a sfilare.

Pov Naira 
Il mio cuore aveva una frequenza inumana, le sue mani su di me sembravano sfiorare ogni nervo del mio corpo e farmi impazzire, non mi era mai capitato di provare niente di simile con una persona, come non mi era mai capitato di fidarmi a tal punto che dopo pochi giorni ero disposta a donarmi a lui, a mettermi nelle sue mani. Gli sfilai i jeans che erano solo un intralcio e lui fece lo stesso con le mie mutandine, non staccava le sue labbra da me per più di qualche secondo, anche l'ultimo indumento inutile era stato lanciato da qualche parte, mi guardò negli occhi come a chiedermi il permesso ed entrò in me, trattenni il fiato per il piacere, il mio cuore alternava periodi di totale inattività a periodi che sembrava dovesse schizzatmi via dal petto!
"Tanto lo so che non te ne frega un cazzo di me! Solo vorrei me lo dicessi in faccia!" Dissi una volta finito.
"Non è vero, non sarà l'ultima volta che ci vediamo!"mi rispose, sembrava sincero.
"Dai non dire cazzate, lo so che è solo una botta e via per te. Cosa ti costa ammetterlo?"
"Non è così, chi te lo dice che non salgo più a trovarti?" 
"Perché lo so che è così." 
"Non è vero!" Era serio. Bah. Non riuscivo a togliermi quell'idea dalla testa.
"Andiamo ci daranno per dispersi." Dissi a malincuore, ma l'aria era diventata troppo pesante. 
"Ok, vieni." Si alzò e mi porse le mani, mi feci aiutare ad alzarmi, mi accesi una sigaretta, cosa che fece anche lui e ci incamminammo verso la macchina lasciata da Aldo. 
"Vieni su con noi?" Mi chiese guardandomi.
"No vado a casa a mangiare, è da giovedì sera che i miei non mi vedono." Risposi fissando fuori dal finestrino. 
"Dopo sali?"
"Non lo so." 
"No, dopo sali, se no ti vengo a recuperare a casa." 
"Ok." 
"Ti aspetto su." Si avvicinò a me e mi diede un bacio a stampo. Non capivo più niente, di solito riuscivo a leggere bene i pensieri delle persone, tutte le persone tranne lui. Non sapevi se salire o no. Boh. Andai a casa a mangiare esattamente 3 cucchiai di minestra e dopo 2 minuti ero dinuovo fuori casa, i pastori stavano a malapena iniziando adesso così mi sedetti vicino ad un puledrino. Iniziai ad accarezzarlo e mi ci vollero due minuti per scoppiare a piangere, mi ricordava il mio Samir, erano passati 4 anni eppure le mie ferite sanguinavano ancora, presi il telefono ed iniziai a scrivere.

-tutti passando guardavano quella ragazza strana che stava seduta sul fieno umido ad accarezzare dolcemente un puledrino addormentato... Ma ciò che non riuscivano ad osservare erano le sue lacrime che le rigavano il viso ad ogni singolo movimento, non riuscivano a percepire la sua tristezza, il suo amore per quell'esserino indifeso che un giorno sarebbe diventato indipendente dalla sua mamma e dagli essere umani, forse un giorno sarebbe diventato libero, correndo senza confini e col vento che gli scorreva sul corpo... Nessuno poteva percepire tutti i pensieri che le assillavano la mente e che non riuscivano a scorrere via insieme alle lacrime... Quella ragazza piangeva per mille e un motivo.. Piangeva perchè non poteva più provare la sensazione di essere libera in groppa al suo amico fidato, a quell'animale che per molti è solo una bestia inutile, mentre per tanti altri è un amico, un appoggio, una passione... Lei piangeva perchè sapeva che prima o poi quell'esserino se ne sarebbe tornato a casa e sarebbe cresciuto senza di lei accanto, che forse non l'avrebbe più rivisto o non l'avrebbe più riconosciuto una volta diventato grande e forte... Tutti dicevano che aveva la capacità di avvicinare qualsiasi animale che per altri era impossibile fare, ma lei aveva solo una cosa: la passione per quelle bestie meglio dell'essere umano, trasmetteva amore da qualsiasi cellula del corpo... Ogni volta che poteva riprovava la sensazione di correre libera insieme a lui, ma sapendo che una volta tornata il legittimo padrone si sarebbe ripreso la sua bestia insieme alla libertà della ragazza... Lei saliva tutte le volte che poteva pur sapendo che il giorno dopo tutti i muscoli del suo corpo erano doloranti ma non le importava, non per la sua passione... Al di fuori tutti la vedevano come una stronza insensibile ma lei non è così, è molto sensibile, si nasconde nella diffidenza che il mondo le ha insegnato per difendersi dagli sconosciuti, ma ciò non le impedisce di venir ferita ogni volta che permette alle persone di leggere nei suoi occhi, nella sua anima.. Ecco perchè si comporta da stronza, il suo cuore ha ricevuto troppe pugnalate ancora sanguinanti... Pochissime persone hanno avuto il coraggio di spingersi oltre quella corazza che la ricopre... E una di queste non sei tu...-


-Era arrabbiata Naira, era triste,  aveva il cuore spezzato in milioni di pezzi ancora una volta eppure nessuno sembrava notarlo. Distrattamente alzo lo sguardo e trovò Enrico in piedi che la guardava preoccupato, lei non mosse un muscolo,  non disse una parola, lui si chinò su di lei,  la prese fra le braccia e si sedette sul muretto vicino stringendola e sussurrandole di calmarsi, la ragazza piangeva ancora di più perché sapeva che quella sera sarebbe giunta al termine in poche ore e si sarebbe portata via lui e tutte le emozioni provate in quei giorni,  tuttavia piano piano riuscì a calmarsi, aspirando a pieni polmoni il suo profumo, godendo della sensazione di essere a casa, di essere protetta fra le braccia possenti del ragazzo e solo quando si fu calmata lo guardò nell'occhi con qualche lacrima che le rigava il viso, lui le raccolse dolcemente e le diede un bacio sulla fronte. 


spazio autrice
chiedo umilmente perdono per la lunghezza indecente di questo capitolo, ma volevo inserire ciò che ha scritto Naira piangendo perché rende più facile capire i suoi sentimenti e la sua personalità. Spero di non avervi rotto le scatole, questo è un capitolo molto triste, come in realtà è triste l'ultima giornata di festa, i pastori vanno via e la nostra protagonista deve aspettare un anno per poterli rivedere. A proposito di protagonista, secondo voi Naira ed Enrico continueranno a frequentars o la ragazza aveva ragione in proposito alla botta e via da parte di lui?! Chissà chissà. 
un bacione isy_94

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Capitolo 10
*** i need you. ***


Pov  Naira

“Nairaaaaaaa! Svegliati! Devi andare a scuola!”
“si, mamma, 10 minuti.” Risposi ancora semiaddormentata.
“chicca sono le 7 meno 10!” oh, ca**o avevo 10 minuti per alzarmi, lavarmi i denti e la faccia, vestirmi e preparare uno straccio di cartella. Riuscii tuttavia a tardare di soli 5 minuti, salita in macchina misi le cuffie e la musica, partirono le prime note e la prima strofa le seguii:
-  Give me love, like her Cos lately I've been waking up alone The pain splatter tear drops on my shirt… And that  I find my corner…-

(dammi amore, come lei, perché ultimamente mi sveglio solo, il dolore spruzza lacrime sulla mia t-shirt, e troverò il mio angolo.)

In un istante il mio pensiero volò a Enrico, chissà che stava facendo.. decisi di cercarlo su Facebook, avevo solo un problema: non sapevo il suo cognome; pregavo nell’’immagine profilo, niente, neanche uno che ci assomigliasse minimamente. Persa fra musica e pensieri non mi accorsi di essere arrivata a scuola,spensi la musica, salutai mia mamma e scesi per un’altra giornata in quella galera, iniziai a salire le scale quando Ale mi bloccò.
“dobbiamo parlare!” mi disse serio.
“Buongiorno, sto bene grazie per avermelo chiesto.” Risposi ironica entrando nell’androne e lanciando la cartella contro un muro.
“non scherzare, mi sono arrivate voci che non mi piacciono.”
“che voci scusa?!” chiesi curiosa.
“Tu ed Enrico, alla Transumanza, avete fatto zinzin?!”
“minchia, oh, è successo ieri e lo sai già?! Chi te l’ha detto?”
“lui! Naira sta attenta, come amico è fantastico, ma con le donne è uno stronzo!” mi avvertì, non lo ascoltai.
“lo so che per lui era una botta e via.”
“come fai a saperlo? Te l’ha detto lui?!”
“no, gliel’ho letto negli occhi.”  Dissi a malincuore abbassando lo sguardo.
“amore miooo! Com’è andata la festa?” Ambra interruppe i nostri discordi.
“amore! Bene dai, dopo ti racconto.” Cercai di mantenere una certa allegria nella voce.
“dimmi, dimmi!” concluse con voce squillante, a quel punto le raccontai tutto.
“amore non dirmi che ti piace!”
“no, non proprio.” Risposi poco convinta.
“si, ti piace!” sentenziò sorridendo.
Non ebbi il tempo di controbattere perché la campanella annunciò l’inizio delle lezioni, salendo le scale bloccai Ale e gli chiesi il cognome di Enrico, lo cercai su Facebook e decisi di aggiungerlo agli amici.

Pov Enrico

Stavo lavorando quando il mio telefono avvisò che avevo una notifica Facebook, chi poteva essere alle 8 di mattina?! Guardai, un nome astruso voleva aggiungermi agli amici, guardai il profilo e capii che era lei, era quella ragazza che fino a ieri sera avevo fra le braccia, quella ragazza che era in grado di farmi impazzire con uno sguardo, guardavo quella foto che la ritraeva con la testa appoggiata alla sua mano e lo sguardo perso nel vuoto, i suoi occhi truccati erano ancora più magnetici. 

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Non sapevo se accettarla o no, non volevo affezionarmi a lei e soffrire di nuovo, non volevo fare la fine di mio padre quando mia mamma se ne andò, lui era stato forte per noi, ma ne soffriva ancora, no, non l’avrei accettata, dovevo dimenticarla.

Pov Naira

Decisi di scrivergli: “scusa se mi permetto di scriverti, ma ti volevo solo ringraziare per avermi sopportato questi due giorni.. Grazie ancora ciao...”  era un messaggio abbastanza accettabile. 
Passò un giorno e di una sua risposta neanche l’ombra, stavo mangiando svogliatamente un piatto di pasta quando il mio telefono squillò, il mio cuore iniziò a battere impazzito, lo aprii e lessi: “ciao.. scusa ma non avevo letto i messaggi non è che non mi interessa niente è che io adesso storie non ne voglio avere..” ecco ora il mio cuore si era frantumato in milioni di pezzettini. 
Tuttavia risposi: 
“Comunque non possiamo almeno essere amici?” 
Dopo pochi minuti mi arrivò la sua risposta:
 “si certo ci manca!! dai mi puoi spiegare magari mi dai un consiglio.” Beh, tanto stronzo non era alla fine. 
“spiegarti cosa?  mi accetti? se no rimuovo la richiesta.”
“forse x il momento è meglio di no xk la ex poi mi rompe l'Ha presa un po male e aspetto un attimo x non farla star male dato che gli da fastidio tutto.” Mi spiegò. “ahhhh beh dai, meglio del mio che rompe i coglioni ogni santo giorno e una settimana fa' mi voleva mettere le mani addosso...”
“ahahaa dagliele te prima che lo faccia lui..” stavamo parlando civilmente, ancora non ci potevo       credere.
“non è così semplice sai.” Conclusi, sperando in una sua risposta, non arrivò.


Pov Enrico

Mi ero ripromesso che avrei dovuto dimenticarla e che stavo facendo? Ci stavo parlando. Non andava bene, mentre pensavo a ciò che avrei potuto dirle mi arrivò un suo messaggio: “non è così semplice sai.” Ecco, ora ci mancava pure non so chi a complicare le cose! Non le risposi, mi obbligai a non risponderle, dovevo continuare ad essere lo stronzo che se ne sbatte di tutti, non potevo crollare, lei aveva la capacità di farmi abbandonare quella maschera ed essere me stesso, non volevo far vedere a tutti che in fondo ero solo un ragazzo con il cuore un po’ammaccato. No! La gente doveva guardarmi passare e dire: “guarda che stronzo!”.
Cancellai la nostra conversazione, ma prima di farlo la rilessi un’ultima volta, notai che ogni traccia di ironia pungente che la caratterizzava era sparita, stava parlando seriamente e la cosa mi piaceva. Basta Enrico, basta! Mi urlai mentalmente schiacciando il riquadro: -elimina conversazione.- lei mi cercò ancora due giorni e mi obbligai, con non poca fatica ad ignorarla, lo so, mi stavo comportando da codardo, ma tuttavia non avrei saputo cosa dirle, mi leggeva l’anima e gli occhi fin troppo bene per essere una sconosciuta, cosa che mi terrorizzava perché avrebbe potuto capire che la mia era una maschera, avrebbe potuto conoscere i miei pensieri senza bisogno che le parlassi, no, non potevo permetterle di scavare affondo in me. Mi spaventava troppo, era meglio chiudere la questione all’inizio.

…………

Erano passati quattro mesi dalla loro ultima conversazione, nel frattempo Enrico si era fidanzato e mollato, invece in Naira cresceva sempre di più la convinzione che se ne fosse innamorata di quel ragazzo incomprensibile eppure così.. così.. Naira non trovava le parole per descriverlo, perché quando ci pensava le venivano i mente i ricordi che aveva vissuto in quei giorni e le venivano le lacrime agli occhi. Silvan la distolse dai suoi pensieri, quel ragazzo sempre allegro era appena entrato in classe con gli occhi gonfi di chi ha pianto. Pianto?! Che era successo? Decise di provare a chiederglielo, sicuramente le avrebbe risposto fottiti…
Invece le raccontò che un suo amico di soli 15 anni era morto qualche giorno prima e l’ultima cosa che gli aveva detto era stata: “dai matte, ti riprenderai e uscirai da qui.” Gli confessò che mentre glielo diceva aveva le lacrime agli occhi e aveva pianto tutta la notte perché sapeva che il suo finto sorriso insieme alle lacrime non erano bastate a convincere il ragazzino che gli aveva risposto dicendo: “siate forti ragazzi, io non uscirò da qui sulle mie gambe.” Il giorno dopo ci sarebbero stati i funerali, le chiese se lei e Dino avrebbero potuto accompagnarlo, lo chiese a lei, la sua prima ragazza, quella da cui non parlava da 4 anni. Naira lo abbracciò e gli disse che sarebbe stato un piacere accompagnarlo, sapeva che sarebbe stato durissimo quel giorno, ma non le importava, doveva essere forte per lui e per le altre persone che si sarebbero aggrappate a lei, come Ale. Mai più immaginava quanto sarebbe stata dura.

Pov Naira

Era il giorno del funerale, io Dino e Silvan avremmo saltato il pomeriggio a scuola e saremo scesi verso l’una, mi preparai a casa loro, misi una maglia, un paio di jeans e un cappotto rigorosamente neri, avremmo mangiato a casa di Silvan e suo padre e poi saremmo partiti da li tutti insieme. Quando arrivammo sul luogo previsto per la cerimonia rimasi stupita, ci saranno state minimo 600 persone, tra cui centinaia di ragazzi e ragazze, mi sentii male quando lessi un cartellone, c’era  scritto: -vai Matte! Insegna agli angeli a ballare. Ti vogliamo bene!- mi salì il magone a leggere quelle parole, era un ragazzino portato via dal mondo troppo presto. Mi aggrappai ad Ale che aveva le lacrime incastonate alle ciglia e cercai di confortarlo, entrammo, la cerimonia procedette normalmente fin quando gli amici del ragazzo salirono al microfono e iniziarono a parlare con voce rotta dal pianto, mi vennero i brividi a sentire quello che dicevano. Uscimmo e ci mettemmo quasi infondo a tutti, avevo bisogno di una sigaretta per mantenere la calma e non scoppiare anch’io, me l’accesi e passai il pacchetto ad Ale, facendo ciò alzai lo sguardo e davanti a me vidi Enrico. Mi ci vollero alcuni minuti per realizzare che fosse realmente davanti a me con gli occhi gonfi e lo sguardo perso nel vuoto, mi girai verso Ale per cercare di non cadere a pezzi e lui si girò a guardarmi, mi fissava con quei suoi occhi profondi e sofferenti, stavo impazzendo dalla voglia di abbracciarlo e sentirmi a casa. Rimanemmo cosi per una mezz’oretta poi ci dirigemmo al cimitero, era a un metro da me e mi guardava quando pensava che non lo vedessi, decisi di prendere il telefono e scrivergli: 
“esattamente 121 giorni fa' che sarebbero 4 mesi e 1 giorno è stata l'ultima volta che ti ho visto, che ho incrociato i tuoi occhi, che ho osservato il tuo sorriso, che ti ho accarezzato i tuoi capelli, la tua pelle e oggi dopo tanto tempo ti ho visto, eri a un metro di distanza, non mi hai neanche salutato, mi guardavi quando pensavi che non potessi vederti, e sono convinta che non ti aspettavi la mia presenza in una situazione del genere.. Vederti star male, realmente male e non poter starti vicino, abbracciarti, baciarti e dirti che andrà tutto bene, che passerà tutto mi fa' letteralmente impazzire... Tu non puoi sapere che significa amare una persona e non poterla avere... Non averla mai avuto, sognarla di notte e svegliarsi con la morte nel cuore accorgendosi di essere soli in un letto troppo grande... Tu ti sei dimenticato tutto quello che ci siamo detti, che abbiamo fatto.. Ma io no.. Non dimentico.. E non mi è ancora passata dopo tutto il male che mi hai fatto e che stai continuando a farmi... Non te ne rendi conto che forse per una volta nella tua vita c'è una persona che ti ama incondizionatamente, che farebbe qualsiasi cosa per te, basta solo chiedere, che non si stanca del fatto che la ignori... Quel maledetto giorno che sei arrivato sul cavallo bianco te lo ricordi? Io si... È il giorno in cui mi sono resa conto che il mio mondo era nei tuoi occhi castani... Cazzo quanto mi manchi... Non mi hai mai dato la possibilità di dimostrarti ciò che provo e so che non lo farai mai... Tutto questo mi uccide giorno dopo giorno, ma non te ne accorgi, perchè sei troppo impegnato a pensare che il mondo ce l'ha con te, che tutti ti pigliano per il culo... Non è cosi per me, ma non lo capirai mai.... Per il semplice fatto che non ti interessa...”
Gli inviai il messaggio e mi sedetti in un angolo a guardarlo.

Pov Enrico

Conoscevo quel ragazzino da un po’ di tempo, era il classico ragazzo che si fa voler bene da tutti, una brava persona, solare e pazza come tutti, la notizia della sua morte mi devastò, appena me la diedero presi istintivamente il telefono, avevo bisogno di parlare con lei, avevo bisogno di sentire la sua dolce voce per darmi pace, ma mi fermai, mi ero ripromesso che non l’avrei più cercata e avevo mantenuto quella promessa per 4 mesi, non potevo spezzarla ora. La stavo osservando di nascosto, non volevo farle vedere che mi importava di lei, la vibrazione del mio telefono mi distolse dai miei pensieri, lo presi dalla tasca e guardai la notifica di un messaggio, il numero era il suo, il mio primo pensiero vedendolo era che mi aveva beccato, poi lo aprii e tutto cambiò. Lessi tutto d’un fiato, mi aveva letto negl’occhi ancora una volta, dopo 4 mesi che non mi vedeva, non poteva immaginare quanto in quel momento avrei voluto averla fra le mie braccia, ancora una volta, quanto avrei voluto perdermi nei suoi occhi azzurri, quanto avrei voluto accarezzare il suo viso.. basta! Mi dissi mentalmente. Fanculo alle promesse che mi sono fatto, avevo bisogno di lei, aveva ragione lei non mi stava pigliando in giro, alzai gli occhi verso di lei, non c’era più, non era più seduta là. Mi misi a cercarla con lo sguardo, sembrava essere sparita, cercai di ricordarmi con chi l’avevo vista, cercai Silvan, era abbracciato alla sua ragazza che piangeva, quel loro amico era vicino a loro, Ale era, dov’era Ale? Di sicuro con Naira, presi il telefono e lo chiamai, non mi rispondeva, sicuro ce l’aveva silenzioso. Decisi di muovermi e iniziarla a cercare, dovevo parlarle, baciarla, stringerla, perdermi nei suoi occhi, ne sentivo il bisogno, non la trovai da nessuna parte. Tornai indietro sperando che fosse tornata, niente non c’erano neanche più Silvan, la sua donna e il loro amico, Ale invece mi stava venendo incontro. 
“dov’è?” chiesi forse troppo minaccioso.
“chi?” 
“Naira! Dov’è?” 
“Enry sei sicuro di stare bene, intendiamo la stessa Naira?” mi chiese preoccupato, certo, come biasimarlo un mese fa gli avevo urlato contro che non me ne frega niente di lei.
“si sto benissimo, ho bisogno di lei.” Risposi.
Ale mi guardò sbalordito, non avevo mai detto ho bisogno di lei con nessuna ragazza.
“è andata via, devono essere su per le 7 e si sta facendo buio.” Mi spiegò.
“nono, no, devo parlarle! Chiamala e dille di aspettare 5 minuti!”
“okok, stai tranquillo, mi spaventi.”
Digitò il numero sulla tastiera del telefono e se lo mise all’orecchio.
“stordita, sei già partita? Dimmi di no mi servi 5 minuti, ti prego!” disse il mio amico.
“ah, e dove siete?” 
“ah, capito, ok, vai tranquilla.” Si girò e mi fece segno che era già partita ed era lontano, gli feci segno di passarmi il telefono e non esitò a cedermelo.
“hey, Naira, ho bisogno di parlarti.” Dissi il più dolcemente possibile, nessuna risposta, silenzio, poi sentii dei singhiozzi e la chiamata finì. Mi sentivo male.

Pov Naira

La sua voce! Era ancora più bella dopo 4 mesi, scoppiai a piangere sentendola, mille ricordi affollarono la mia mente, non ce la facevo, buttai giù. Piansi tutto il viaggio di ritorno, cosa voleva da me? Perché dopo 4 mesi di silenzio si è deciso a parlarmi e la cosa fa dannatamente male?

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Capitolo 11
*** without you. ***


Pov Naira

Era il giorno dopo il funerale, stavo uscendo da scuola parlando con Ambra, Ale e Dino, quando ad un tratto sentii il rumore degli zoccoli battere sull'asfalto, iniziai a guardarmi intorno, non vedevo niente, una ragazza si mise a urlare verso una sua amica
 "oh oh guarda che gnocco a cavallo!" Che vocina irritante.
Mi sporsi verso le scale della scuola ma continuavo a non vedere.
"Sigaretta?" Mi chiese Dino distraendomi, ci incamminammo dietro a una persiana della mensa, lui non voleva farsi vedere a fumare e quello era l'unico nascondiglio nei paraggi.
"Ma lo senti anche tu sto rumore?" Chiesi buttando fuori il fumo.
"Quello degli zoccoli? Si che lo sento, sarà qualcuno che passa sulla statale." Ipotizzò
"Già, anche perché a quest'ora sarebbe passato 30 volte qua davanti." Riflettei pensierosa. In quel momento il rumore cessò e alcuna ragazze si incantarono a fissare qualcosa, diedi poca importanza e continuai a parlare con Dino finché qualcuno mi sfiorò la spalla, mi voltai tranquillamente e alquanto seccata, ma vedendo il soggetto di quel contatto sgranai gli occhi. Enrico, che ci faceva Enrico nella mia scuola, con dei chaps* addosso oltretutto! Il flusso dei miei pensieri fu interrotto dal suo bacio che mi dedicò delicatamente cercando la mia lingua con la sua...


Mi sveglio di soprassalto piangendo. È passato quasi un mese dal funerale e da quando ho sentito la sua voce, quella voce in grado di ricompormi con una sola sillaba, mi immagino le sue labbra mentre parla, quelle labbra che potrebbero farmi impazzire, più di quanto sia già. È già la milionesima volta che lo sogno, che lo sento come se fosse realmente affianco a me, come se gliene importasse qualcosa. Guardo svogliatamente lo schermo del mio telefono che segna le 3 di notte, fantastico un'altra notte a piangere per un ricordo troppo doloroso, penso. Mi accorgo che ho una chiamata persa, controllo meglio: 5 chiamate perse, Christopher, il mio ex ragazzo, ma che vuole? Ci siamo mollati, mi ha dato della puttana, poi ha detto che mi vuole bene, poi che mi ama ancora, poi che sono come sua sorella e infine della stronza, che idea gli è saltata in quel neurone drogato che si ritrova?! Bah. Decido di ignorarlo, per l'ennesima volta, come se potesse servire a farlo smettere, guardo distrattamente il tatuaggio che ho sul lato inferiore del polso, è la sua iniziale e quella di mio "fratello" (vi chiederete perché ho messo le virgolette, non è mio fratello di sangue, ma è come se lo fosse) mi mancano i periodi passati con loro, non mi manca lui, mi manca ciò che facevamo,  ero felice, ogni giorno attendevo la sera per poterli vedere un paio di ore e sentirlo urlare: "SISTERRRRR!" dopodiché mi faceva un culo allucinante e poi iniziavamo a ridere ascoltando canzoni stupide e facendo cazzate, mi manca andare da loro che mi facevano staccare dal resto del mondo e ridere veramente, non quei sorrisi di circostanza falsi come il mare ad acqua dolce. I veri sorrisi, quelli che raggiungono anche gli occhi e scaldano il cuore, mi manca stare spaparanzata sui divanetti a giocare a dama con tappi di bottiglia su un cartone gigante colorato col pennarello, mi mancano le nostre infinite partite a calcietto, facendo volare la palla ovunque tranne che nella porta, mi mancano i periodi in cui le cose andavano bene. Persa nei miei pensieri non mi rendo conto che il sole sta timidamente sbucando da dietro alla montagna che scorgo davanti alla finestra, è ora di alzarsi e iniziare un'altra giornata di scuola, di carcere oserei dire, ma non renderebbe l'idea. Mi alzo controvoglia dal tepore delle coperte e indosso la prima cosa che capita, scendo a lavarmi i denti e guardandomi allo specchio quasi non mi riconosco. Due enormi occhiaie viola segnano i miei occhi vuoti, il mio viso è segnato dall'insonnia, non sono più la ragazza solare e sempre sorridente di un tempo, sono un ivolucro di forma umana stracolmo di tristezza e solitudine. Entro in macchina, cuffie, musica e sigaretta, le prime parole di 'here without you' riempiono le mie orecchie e lacrime amare i miei occhi.
 
'A  hundred days have made me older
Since the last time that I saw your pretty face
A thousand lies have made me colder
And I don't think I can look at this the same' 
 
Questa canzone ha pienamente ragione, decido di cambiarla prima di un altro pianto mattutino sperando di non essere vista da mia mamma impegnata alla guida. Arrivo a scuola e Ale mi sta aspettando come sempre in cima alle gradinate affinaco alle scale, sto per salutarlo quando il mio telefono inizia a suonare, Christopher, di nuovo?!? Decido di rispondergli con l'intento di insultarlo.
"Che cosa vuoi?" Chiedo visibilmente irritata.
"Voglio parlare con te, ti amo e voglio sistemare le cose." Mi risponde dolcemente, è la goccia che fa traboccare il vaso.
"No! Non ti voglio ascoltare,  non me ne fotte una minchia se mi ami o mi odi o che cazzo ne so io! Non ti voglio! Non provo niente per te! Lasciami in pace! È finita 4 mesi fa! Basta!" Riattacco, Ale mi sta guardando preoccupato. 
"Tutto bene Naira?" Mi chiede timidamente. 
"Certo! Mi sono resa conto di amare uno stronzo che mi ha illuso, usato e preso in giro, il mio ex non mi molla e sono qui in questo schifo come ogni giorno. Sto alla grande!" Rispondo sarcastica.
"Ah. Ho.. mh. Parlato con.. Enrico. " balbetta, perché balbetta?! Dio, oggi uccido qualcuno. 
"Cosa? Che ti ha detto?" 
"Niente.. Apparte che non gli devi rompere le palle." L'ultima frase la dice quasi sussurrando, ha paura che potrei crollargli davanti, cosa che faccio rimanendo comunque in piedi, il mio cuore spezzato se possibile si è spezzato ancora di più. Lui mi guarda tristemente, non sa che dire o che fare per farmi tornare come prima. Pochi secondi di interminabile silenzio arriva Ambra in tutta la sua vivacità a salutarmi.
 
Pov Enrico
 
Sono le 7 e mezza, che palle, mi devo alzare. Il lavoro mi attende, mentre mi vesto accendo la radio, una canzone che conosco vagamente mi incuriosisce, ne ascolto un pezzo, l'avevo ascoltata con Naira alla transumanza, lei mi aveva detto che aveva un testo spettacolare, ma non sapendo l'inglese non avevo capito una sola virgola. Eccola che risbuca fra i miei pensieri, ho detto ad Ale di riferirle che doveva lasciarmi in pace, in realtà avrei dovuto dirle di correre da me, i tentativi di dimenticarla sono del tutto vani, spero che si rassegni e che le passi, inizio a scorrere la home di Facebook e trovo una sua foto, mi soffermo ad osservarla per qualche secondo, sta dando un bacio sulla guancia a una sua amica, è notte, però i suoi occhi sono più vuoti e spenti del solito. Basta! Riprenditi! Continuo a scorrere le notizie e inizio a lavorare, verso le 11 e qualcosa un desiderio incontrollabile si fa spazio in me: devo sentire la sua voce, per qualche secondo, ma ho bisogno di sentirla. No!Enrico che cazzo pensi?! Troppo tardi meccanicamente ho già digitato il numero e sta partendo la chiamata.
 
Pov Naira
 
È suonato da poco l'intervallo ma essendo che ero fuori da 20 minuti prima sono già in attesa del panino che prelevo subito per poi uscire per fumare, incontrando i miei amici e dirigendoci al nostro posto, sto tentando di addentare il panino con la sigaretta fra le dita ed evitando di ustionarmi con essa quando il mio telefono inizia a vibrare incessantemente, segno che mi stanno chiamando, con la mano libera e il panino stretto fra i denti lo estraggo dalla tasca per portarmelo all'orecchio.
"Pronto." Dico col panino ancora in bocca. Silenzio. 
"Prontoo." Ripeto con la bocca libera. Ancora niente. 
" ok, facciamo il gioco del silenzio? Chiunque tu sia non ne ho voglia seriamente, i parli o butti giù, ho un delizioso panino che attende di essere divorato e non vorrei che scappasse mentre sono al telefono." Dico sarcastica. Una risata appenna accennata mi fa gelare il sangue nelle vene, mi blocco all'istante come si mi avessero imbalsamato. Ale mi guarda e si rende conto che qualcosa non va, ho gliocchi sgramati che si stanno riempiendo di lacrime, il panino barra sigaretta a mezz'aria e lo sguardo fisso nel vuoto. Mi si avvicina cauto, come se potessi rompermi da un momento all'altro. 
"Naira. Chi è? Hey?tutto bene?" È visibilmente preoccupato e lo sono anche Dino e Ambra che mi guardano confusi.
"Enrico. " l'unico suono che esce dalla mia bocca, dopodiché il mio telefono cade per terra e io inizio a correre verso il bagno piangendo. Ambra mi è venuta a recuperare in bagno 5 minuti dopo e ci ha messo un'ora per farmi calmare e farmi prendere in considerazione l'idea di rientrare in classe per l'ultima ora, fatto ciò trovo Dino seduto nel banco affianco al mio con la faccia preoccupata e Silvan che sventola il mio telefono davanti ai miei occhi, lo prendo e lo ringrazio poi vado sedermi. Inizio a girovagare su YouTube e trovo una canzone che mi ispira, si chiama 'everybody's me' metto le cuffie e carico un video von la tradizione, scoppio a piangere non appena mi rendo conto che è la canzone che avevo ascoltato alla transumanza e che avevo definizito stupenda. Piango leggendo quelle parole. Suona l'ultima ora ed esco il più velocemente possibile da quella gabbia. Non posso andare avanti così. 
 







 
Spazio autrice
* i chaps sono quei pantaloni americani con le frangie tipiche dei cow boy. Eccomi qua! Questo capitolo è di passaggio, spero non sia risultato noioso, volevo far capire come stesse Naira, la sua sofferenza è da tenere molto a mente se non la si vuole uccidere più avanti.. spero vi sia piaciuto.. 
Un bacio isy_94
 

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Capitolo 12
*** Hurt. ***


Pov Naira
Arrivo a casa senza spiccicare parola con mia mamma che è venuta a prendermi, nelle mie orecchie risuona solo una cosa: quella canzone, sembra scritta per me, piango, non ho più lacrime ma continuo a piangere, sembra che il mio cuore ad ogni battito faccia più male di prima. Sono appena arrivata, lascio la cartella in macchina, prendo il cane e sparisco in mezzo agli alberi, mia mamma ormai ha rinunciato a capire il perché del mio silenzio e io non ho intenzione di spiegarglielo. Non capirebbe, come non ne sarebbe in grado nessun altro essere vivente, non lo capisco nemmeno io come una persona si possa innamorare in 3 giorni, ma innamorare sarà il verbo giusto?! Allora,  analizziamo la cosa, se mi chiedessero come descriveresti il significato di essere innamorati, cosa risponderei?! Beh, risponderei che essere innamorati significa farsi leggere l'anima da occhi altrui, scomparire e vivere in un abbraccio, morire e risorgere in un bacio, perdersi e ritrovarsi in un paio di occhi, impazzire e ritrovare la ragione in un tocco, una carezza, riconoscersi in una canzone, essere ricomposti da un sorriso, sciogliersi per una parola dolce e morire nella mancanza di tale persona, sentirsi vuoti e inutile senza lui o lei al tuo fianco e sentirsi a casa quando invece è li con te. Bene, ora, vediamo come mi sento... esattamente come se fossi fuori posto. Ok, mi sa che sono innamorata di lui. Merda, perché lui? Perché con tutte le persone che farebbero i salti mortali per avere un bricciolo dell'attenzione che concedo a lui ho scelto l'unico a cui non interessa di me?!? 
 
 
Naira continuava a farsi mille domande quando il suo telefono iniziò a squillare e la spaventò, senza prestare attenzione al soggetto della chiamata rispose.
"Pronto." 
"Salve, sono Silvio, posso darti del tu?" Silvio?! Pensò, chi era?!
"Certo, ma come fa a conoscermi?!"
"Dammi del tu, potrei essere tuo padre!" Disse abbozzando una risata.
"Ok, come fai a conoscermi?!"
"Mio figlio mi ha parlato di te mi ha detto che vai molto bene a cavallo, e dato che noi non abbiamo mai tempo vorrei che venissi a montare i miei, naturalmente ti pagherei..." 
Naira si mise a pensare un attimo sul da farsi, quella voce le era familiare ma non sapeva il perché. Tuttavia rispose.
"Dove dovrei venire?"
"Scendendo a imperia c'è una villetta color pastello sopra alla strada, abito li." No, no, no!! Non era possibile, pure suo padre ora!
"Ah, ce l'ho presente, ma non ho la patente, come verrei a piedi?!" 
"Beh, potrei convincere mio figlio a venirti a prendere..." -ecco!- pensò Naira -già che ci siamo perché non mi spara?!? Farebbe meno male.-
"Non ce n'è bisogno."
"Guarda, facciamo così: un giorno scendi così ne parliamo bene a voce e decidi ok?!" 
"Mhh..ok, va bene, quando posso salire?!"
"Quando vuoi, dalle 7 di mattina in poi ci sono sempre!"
" ok, va bene, Arrivederci."
" ciao e grazie mille!!" La chiamata terminò e Naira si ritrovò ancora una volta con la faccia per terra e il cuore sanguinante. Tuttavia prese coraggio e si decise a scendere il giorno dopo, voleva togliersi quel dente, anche a costo di incontrarlo e scoppiare a piangere davanti a tutti.

 
Pov Enrico
Era un venerdì mattina, mio padre mi aveva lasciato dormire, perciò stavo mentalmente bestemmiando a chiunque stesse suonando il campanello da 10 minuti, ma possibile che un componente della mia famiglia non abbia visto la macchina salire?!? Mi alzai in boxer e incazzato nero per andare ad aprire, avevo tutta l'intenzione di mandare a quel paese chiunque mi fosse comparso davanti agli occhi, aprii la porta e rimasi pietrificato. Era lei, mi ci volle qualche minuto per contemplare quanto fosse cambiata, aveva gli occhi gonfi, sofferenti e vuoti, due occhiaie che tentava di nascondere con il correttore, il viso le se era scarnato, ma ai miei occhi era ancora più bella di come la ricordavo. Rimanemmo immobili svariati minuti aspettando che uno dei due rompesse il silenzio, fu lei a farlo, con due sole parole che non mi sarei mai aspettato. 
"Tuo padre?" Mio padre?!? Era qui per lui?!? Perché?
" è nella stalla, ti accompagno." Dissi sorridendo.
"Sono in grado di trovarlo da sola." Rispose gelida, mi fece venire i brividi, complice anche l'arietta fresca di marzo, detto ciò si girò e iniziò a camminare, rimasi li imbambolato a guardarla sparire dietro il muro di fronte a casa, mi chiesi il perché di quella distanza fra noi, poi capii: l'avevo ferita, la sua tristezza non era dovuta al fatto che stava affrontando il dolore che le provocava avvicinarsi a un cavallo, stava cercando di nascondere quello che le avevo causato io, mi sentii una merda, avevo ridotto quella ragazza sempre sorridente a un clone di pietra gelida con troppo dolore dentro. Volevo rimediare, ma come?! Entrai in casa e mi vestii alla velocità della luce, dopodiché percorsi i suoi stessi passi e la vidi che parlava con mio padre accarezzando il nostro stallone, difficile da avvicinare persino da noi, sembrava tranquillissimo sotto al suo tocco gentile, mi avvicinai silenziosamente e mi misi vicino a mio padre. Lei mi congelò con uno solo sguardo e fu li che mi confermò quanto dolore le avessi creato, tuttavia mantenne un tono amichevole e un sorriso falso ma cordiale che rivolgeva a mio padre. 
"Allora...ehm.."
"Naira." Sorrise, era stupenda.  
"Giusto, scusa, non me lo ricorderò mai." Sorrise anche mio padre.
"Proviamo a vedere come va oggi e poi vediamo se continuare." Disse lei.
"Ok, abbiamo solo una sella, però o lui o mia figlia ti accompagnano così non ti perdi."
"Non mi serve la sella, non ti preoccupare!" Impressionante.
"Da chi hai intenzione di cominciare?!" 
"Da lui!" Sorrise indicando lo stallone. Rimanemmo entrambi basidi, sapevo che era pazza, ma non credevo così tanto, sopra a quell'affare non ci stavo io con sella, doppie redini, morso duro, redini fisse, abbassatesta e doppio sottopancia e lei voleva andarci a pelo?!? 
"Non mi sembra una buona idea." Dissi preoccupato. 
"Sono d'accordo con lui." Sentenziò mio padre. 
"Non mi sembra un mostro, mettilo nel recinto e provo a salirci li, se si agita ne prendo un altro." Suggerì lei, a quel punto mio padre prese lo stallone e con non poca fatica lo mollò nel recinto transennato davanti alla stalla, lei entrò tranquillamente e si sedette girata di schiena nel punto più lontano da lui. 
"Ma che fa?!" Chiesi sottovoce a mio padre. 
"Non ne ho idea, ma mi sembra molto brava, lasciamola fare e lo capiremo." Rimanemmo vicino alle transenne ad osservare lei e l'animale immobile a fissarla, dopo pochi minuti lui iniziò ad avvicinarsi, lei girò la testa e lui si fermò, poi quando la ragazza smise di guardarlo riprese a camminare. A quest'ora se ci fossimo stati io e mio padre ci avrebbe ammazzato. Continuava ad avvicinarsi fin quando non le arrivò dietro e abbassò la testa sulla sua spalla, lei si voltò piano e mise una mano sotto al suo muso, l'animale non perse tempo ad annursarla e leccarla. Si alzò e lo accarezzò su muso, collo, garrese, schiena, costole e posteriore. Impressionante. Finita l'operazione si incamminò verso di noi e lo stallone la seguì mansueto come un agnellino. Non potevo crederci. Si fermò a pochi metri da noi e ci saltò in groppa, lui non mosse un muscolo, non fece una piega, lei lo tocco di gamba e lui iniziò a camminare tranquillo. Stavo sognando! 
"Andiamo?!" Chiese fiera sotto i nostri sguardi allibiti e sgranati. 
"Enry, vai a prepararti il cavallo." Disse mio papà tenendo gli occhi fissi sulla ragazza.

 
Pov Naira
Ce l'avevo fatta, ero riuscita a salire su quello stallone così indomabile a detta loro e l'orgoglio che mi salì quando li vidi allibiti e increduli mi alleggerì un po' il cuore, poi arrivò il colpo di grazia: 
"Enry, vai a prepararti il cavallo." Quelle parole mi uccisero, dovevo trascorrere due ore con lui in mezzo al nulla?! Mi sentivo cadere a pezzi, lo stallone percepì il mio dolore perché si girò a guardarmi e mi accarezzò la gamba col suo muso color notte e lessi nei suoi occhi infiniti la compassione, dicino che gli animali non hanno ne sentimenti ne anima, ma credetemi quando dico che ne hanno più delle persone, un animale ti è vicino ma non ti giudica, ti consola ma non chiede spiegazioni. I miei pensieri furono interrotti da Enrico che arrivò a cavallo e mi indicò di seguirlo, toccai lo stallone che partì tranquillamente dietro di lui.
"Come stai?! Scusa non ho più avuto tempo per scriverti." Disse il ragazzo. Cooosaaa?!? Poteva scegliere una scusa migliore.
"Benissimo, oh non ti preoccupare, il tuo messaggio è arrivato forte e chiaro." Risposi acida riferendomi a quello che Ale mi ha riferito.
"Non si direbbe, che stai bene intendo." Si girò a guardarmi.
"Perché scusa?!" La sua risposta mi congelò immediatamente. 
"Perché 5 mesi fa quando salivi a cavallo sorridevi e gli occhi seguivano quel sorriso, adesso vedo solo tristezza dietro a quegli stessi occhi." Lo disse con un tono misto tra serio, risentito, dispiaciuto e colpevole. Perché?! Perché si comportava così? ! Come faceva a leggermi negli occhi?!

 
Pov Enrico
Attesi invano una risposta che non arrivò e capii che avevo ragione, ero riuscito a leggere nei suoi occhi che urlavano. E mi sentivo male, io le avevo causato tutto ciò eppure era così testarda e orgogliosa che non voleva ammetterlo nemmeno a se stessa. Mi girai a guardarla e ciò che mi disse mi fece stare ancora peggio.
"Tu non sai cosa si prova a soffrire continuamente e non riuscire più a sorridere, cosa significa arrivare alla fine delle tue lacrime e finire ad essere un automa umano che svolge meccanicamente la sua routine sperando che arrivi qualcosa a sconvolgere tutto. Questo"indicò il cavallo" è tutto ciò che mi aiuta a sopravvivere e non capirai mai il dolore che posso provare o che ho provato, nessuno lo capirà." Non sapevo che risponderle, avevo paura che si sgretolasse davanti ai miei occhi, che cadesse a pezzi, ma guardandola negli occhi vidi che lo stava già facendo. Ho sbagliato a dire quelle cose ad Ale, lo uccisa con le mie stesse mani quando il mio intento era evitare la sofferenza di entrambi, capivo perché non voleva stare negli stessi luoghi in cui ero io e capivo perché era cambiata così tanto, la guardavo negli occhi e mi accorsi che dietro a essi si rispecchiava il colore del suo cavallo: nero. Buio più totale, come una notte senza stelle. Non potevo rimediare, una persona morta non resuscita.
 
 
Spazio autrice
Scusate il ritardo ma ero via in questi giorni ed ero troppo felice per poter scrivere la sofferenza di Naira. Comunque, tornando a noi, i nostri protagonisti hanno avuto modo di rivedersi e il comportamento di Enrico è molto discutibile,  prima fa lo stronzo, poi fa vedere che non è così e poi cambia di nuovo idea.. bah.. nel prossimo capitolo ci saranno enormi sviluppi :) il nostro amico scoprirà una cosa a cui non aveva mai pensato e riprenderà i capitoli di quando si sono conosciuti. Un bacio isy_94

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Capitolo 13
*** behind blue eyes ***


Pov Enrico
Sono passati ore, giorni e mesi dall'ultima volta che l'ho vista, quel giorno ho capito che l'avevo uccisa, ma si può uccidere una persona senza farlo fisicamente?! Direi di si, i suoi occhi me l'hanno confermato, tuttavia da ciò che mi ha detto Ale sta andando avanti, si sta vedendo con un certo Damiano, mi ha detto che è il nipote di Aldo, strano, non lo conosco e forse non l'ho neanche mai visto. Da quel giorno non faccio altro che ritrovare i suoi occhi ovunque, quegli occhi vuoti e sofferenti, è peggio che un incubo, mi incutono tristezza e terrore, sono più bui di un cielo pumbleo e più gelidi di un lago ghiacciato. Terrificanti. Mi ero ripromesso di dimenticarla e non affezionarmici, il che implicava anche non pensarla più, non curiosare più la sua bacheca, non comporre 276518 mila volte un messaggio che non le invierò mai e infine sbattermene.. cosa sto facendo? Voglio vederla per capire che succede. La chiamo.

Pov Naira
Sono le 6 di mattina e dato che ho finito la scuola non mi interessa più alzarmi, se non fosse per il mio telefono che continua a squillare... apro svogliatamente un occhio e pensando che sia Damiano con quel suo fottutissimo buongiorno quando si sveglia per andare a lavorare rispondo.
"Si?" Biascico con voce impastata e assonnata.
"Dobbiamo parlare. " la sua voce mi sveglia in un micro secondo, il mio cuore perde alcuni battiti, com'è possibile che dopo 9 mesi mi faccia ancora questo effeto devastante?!
"Coosa?!" Chiedo alterata.
"Dobbiamo parlare, un quarto d'ora e sono sotto casa tua. " ha la voce visibilmente brusca e minacciosa, non ho tempo di rispondere perché chiude la chiamata. Il mio letto mi sta fortemente richiamando il sonno, mh, sarebbe bello farlo aspettare qualche ora sotto casa, ma tanto mi chiamerebbe e poi casa è aperta perciò sarebbe in grado di venirmi a prendere a letto, mi alzo. Ho giusto il tempo di vestirmi e lavare denti e faccia che già mi arriva un suo squillo, sono nervosa, no, nervosa è come dire che sono calma, sono terrorizzata dalla reazione che mi può causare la sua vicinanza, i suoi occhi, il suo respiro, la sua voce dal vivo, scendo le scale tremando e cercando di darmi una calmata, come apro la porta me lo trovo davanti, ha un braccio appoggiato al muro all'altezza della testa che si appoggia alla sua mano e l'altra la tiene nella tasca posteriore del jeans, gambe morbidamente incrociate e sguardo cupo, mi sento svenire quando il suo profumo mi invade, lo riconoscerei tra mille, è il mio preferito: Moschino Friends. Mi squadra senza dire una parola, lo sorpasso ed esco nell'aria fresca dell'alba che sta sorgendo dietro di noi, lui si gira e mi segue. Mi accendo una sigaretta sperando che mi calmi, ma entra in competizione col suo profumo e mi fa girare la testa. 
"Che devi dirmi?" Chiedo senza guardarlo.
"Perché lui?" Mi chiede a sua volta, si sta riferendo a Damiano?! Come fa a saperlo?! 
"Lui chi?" 
"Il nipote di Aldo." Si, si sta riferendo a Damiano. 
"Non ti devo spiegazioni, non sei nessuno per me." L'ho detto davvero?!? Wow! Mi stupisco di me stessa.
"Se non sono nessuno allora perché non mi guardi negli occhi?!"domanda sarcastico. Merda! Tutto ma non guardarlo negli occhi. Mi giro e lo guardo.
"Ti sto guardando negli occhi."
"Ora ripeti ciò che hai detto."
Deglutisco a vuoto, sento gli occhi pizzicare e la gola che prende fuoco, il mio cuore ormai batte talmente veloce che fatico a capire se è fermo.
"Ho detto che non sei nessuno per me."
"Non ti credo, lo leggo nei tuoi occhi,  ti conosco e non puoi mentirmi." Mi spiega con una calma inumana. Perdo le staffe e non me ne frega se sveglio tutto il vicinato.
"NO! TU NON MI CONOSCI! MI HA VOLUTA, ILLUSA, USATA E TE NE SEI ANDATO, NON TE N'È MAI E DICO MAI FOTTUTO UN CAZZO DI CONOSCERMI! E SPIEGAMI PERCHÉ DOPO CHE TE NE SEI SBATTUTO PER TUTTO STO TEMPO ADESSO TI INTERESSA CON CHI MINCHIA ESCO??!!" urlo fuori di me, rabbia, è tutto ciò che provo in questo momento. 
"VEDI?! NON CAPISCI! NON OSSERVI! PENSI DAVVERO CHE SE NON ME NE FOTTE UN CAZZO DI TE SAREI QUI ALLE 6 DI MATTINA A CERCARE DI CAPIRE PERCHÉ SEI ANDATA AVANTI BUTTANDOTI TUTTO ALLE SPALLE?" 
"BUTTANDOMI TUTTO ALLE SPALLE?! TUTTO COSA EH?! LA TUA COLOSSALE PRESA PER IL CULO?! OH SCUSAMI TANTO! IO TI AMO E NON TE NE FOTTE UN CAZZO!" Sentivo il mio cuore spezzarsi più di quanto non fosse già e gli occhi esplodere ma dovevo tenergli testa, a tutti i costi! 
"Tu mi interessi, cazzo!" Mi disse abbassando la voce.
"CERTO SI SAPEVA, no aspetta! Che hai detto???"mi sembrava di aver capito che gli interesso..
"T-u m-i i-n-t-e-r-e-s-s-i!" Ripeté scandendo bene. 
"TU MENTI!" urlai puntandogli un dito contro, lui non perse tempo, afferrò la mia mano e se l'appoggiò sul cuore mentre mi guardava negli occhi. 
"Lo senti? Pensi ancora che stia mentendo??" Mi disse dolcemente, spostai lo sguardo dai suoi occhi alle nostre mani unite appoggiate a quel petto perfetto e sotto potevo percepire le pulsazioni impazzite del suo cuore, quasi quanto le mie, era possibile che stesse dicendo la verità?! Mi mise un dito sotto il mento e mi sollevò dolcemente il viso fino a riportare il mio sguardo nel suo e mi baciò. Mi sentii morire, i miei occhi cedettero e iniziai a piangere, a quel punto raccolsi tutta la mia forza d'animo, l'orgoglio, la testardaggine, il dolore per le ferite che mi aveva inflitto e la rabbia, feci ciò che non credevo possibile: mi staccai da lui e gli tirai una schiaffo con tutta la forza mista ad adrenalina che avevo in corpo, me ne andai lasciandolo lì immobile e stupito.

Pov Enrico
Avevo il cuore che stava impazzendo e glielo dimostrai portando la sua mano sopra di esso, il suo contatto dopo mesi di assenza lo fece impazzire ancora di più, soffriva e combatteva allo stesso tempo contro quella sofferenza, era forte la mia biondina, termine non giusto perché ora i suoi capelli era tinti di un rosso fuoco che alla luce tenue dell'alba sembravano realmente bruciare come fuoco vivo. No! aspetta, ho davvero detto la MIA biondina, sono impazzito, pensando ciò le sollevo il viso e la bacio, come desideravo fare da parecchio, il gusto della sua dolce bocca si confonde con qualcosa di salato, apro gli occhi e vedo che quel gusto acre è dovuto alle lacrime che le rigano il viso, si stacca da me con gli occhi gonfi e lucidi, le sorrido e in un secondo sento un bruciore forte alla guancia destra, si gira e se ne va, solo ora capisco il perché di questo bruciore: mi ha tirato uno schiaffo. Forse quando sono partito non ho messo in conto la profondità delle ferite che le ho fatto ne tantomeno il dolore dovuto ad esse, non c'è più niente da fare, non mi perdonerà mai. Ora lo vedo, è troppo tardi, fisso da tempo indeterminato il punto in cui è sparita e mi rendo conto che è tempo di mollare. Mi giro e mi avvio verso la macchina. -ecco! Bravo Enrico, guarda che hai combinato! Non volevi soffrire ne affezionarti e ora che stai facendo?!- mi dico mentalmente iniziando a guidare verso casa, poi rifletto ancora un secondo e chiamo Ale, forse lui può aiutarmi a capire come fare.
"Ciao cucciolo, dimmi tutto!" Mi risponde il mio amico.
"Che cazzo ci fai sveglio alle 7 del mattino?!" Gli chiedo stupito dal suo tono squillante.
"Alle 8 ho la corriera per scendere a Imperia, vado al mare con Naira, Ambra e Dino." Mi spiega.
" e chi cazzo sono sti due?!" Domando.
"Nostri amici di scuola, comunque che dovevi chiedermi?!" 
"Ho fatto un casino e non so come riparare." 
"Fammi indovinare qualche tua ex ti rompe le palle perché l'hai illusa, usata e sei sparito?!" Realizzo che le parole di Naira erano vere, non me ne ero mai reso conto di quanto fossi stronzo.
"Sono davvero così figlio di puttana?!" Lo dico più a me stesso che a lui.
"Ehm, si. Con le donne si." Mi risponde lui, trovandosi d'accordo con me stesso. 
"Comunque il casino si chiama Naira." 
"Ouch, che hai fatto?!?" 
"Ti spiego fra un po a voce, ti passo a prendere e ti porto giù io." 
"Ok, ti do solo un consiglio su di lei:è forte, testarda e orgogliosa, ma non l'ho mai vista così fragile e vulnerabile per un ragazzo, quindi smettila di fare il coglione e prendetela amico, prenditi la ragazza, falle vedere che sei più testardo di lei e non molli! Che non lo fai perché ti importa davvero." Wow! Ci conosce fin troppo bene. 
"Ok scemo, ne parliamo dopo." Chiudo la chiamata e inserisco la quarta, voglio passare tutto il giorno con lei, e soprattutto voglio divertirmi. Passo da casa di Ale che mi sta aspettando fuori, sale in macchina mi guarda e mi dice che Naira non scende se ci sono anch'io. Gli rispondo di dirle che non ci sono e poi una volta che è giù non può tornare indietro, ma non lo convinco, sa quanto ci sta male la sua amica e vedermi all'alba e poi per tutto il resto del giorno è troppo da sopportare per chiunque. Decido di stare nei dintorni e osservarla senza che sappia della mia presenza, vorrei vederla sorridere come quando mi ha conosciuto, quel sorriso che le ho tolto io. Devo inventarmi qualcosa che le dimostri quanto posso cambiare con lei, per lei, ma cosa?! Sto ascoltando una canzone che me la ricorda, si chiama behind the blue eyes, non sapendo una cippa di inglese cerco la traduzione su internet, wow, bella. Ecco l'idea! Salto giù dal muretto su cui ero seduto, entro in macchina e vado in un negozio di utensili, cerco solo una cosa: bombolette spray, oro, nere e blu metallizzato. Il nero per il vuoto che vedevo nei suoi occhi, il blu per il loro colore magnetico e l'oro per i suoi capelli... le trovai e non persi tempo, sapevo che quando questa giornata sarebbe finita si sarebbe incamminata dove ci siamo baciati la prima volta, presi anche un telo bianco enorme e tornai nel suo paese, speravo che ciò che stavo per fare le facesse cambiare idea.

Pov Naira
Quell'interminabile giornata era finita, arrivata a casa mi diressi verso la chiesetta dove è successo ciò che mi fa più male, camminavo a testa bassa, quando l'alzai quello che vidi mi tolse il fiato, un telone gigante copriva l'intera facciata della chiesetta, mi avvicinai ancora un po e iniziai a leggere:
-Nessuno sa come ci si sente 
Ad essere l'uomo cattivo 
Ad essere l'uomo triste 
Dietro gli occhi azzurri. 
E nessuno sa 
Come ci si sente ad essere odiato 
Ad essere accusato di dire solo bugie. 
Ma i miei sogni non sono così vuoti 
Come sembra essere la mia coscienza. 
Ho ore, in totale solitudine 
Il mio amore è una vendetta 
Che non è mai libera. 
Nessuno sa come ci si sente 
A provare questi sentimenti 
Come faccio io, e me la prendo con voi! 
Nessuno si trattiene così tanto dal ribattere 
Alla loro rabbia. 
Nessuno dei miei dolori 
Può trasparire. 
Ma i miei sogni non sono così vuoti 
Come sembra essere la mia coscienza. 
Ho ore, in totale solitudine 
Il mio amore è una vendetta 
che non è mai libera. 
Scoprilo.. l.i.m.p. dillo (x 4) 
Nessuno sa come ci si sente 
Ad essere maltrattato, ad essere sconfitto 
Dietro gli occhi azzurri. 
Nessuno sa come dire 
che è dispiaciuto e non ti preoccupare, 
non dico bugie. 
Ma i miei sogni non sono così vuoti 
Come sembra essere la mia coscienza. 
Ho ore, in totale solitudine 
Il mio amore è una vendetta 
Che non è mai libera. 
Nessuno sa come ci si sente 
Ad essere l'uomo cattivo, ad essere l'uomo triste 
Dietro gli occhi azzuri..
Scusa biondina per tutto quello che ti ho fatto, spero che riuscirai a capire quanto sia disposto a cambiare per te, a mostrare ciò che sono realmente, ciò che solo tu sei riuscita ad osservare e capire fino in fondo. Enry.- iniziai a piangere tutte le mie lacrime e un sorriso enorme mi piegò le labbra, era una delle mie canzoni preferite, aveva capito ciò che i miei occhi tentavano di mascherargli e si era esposto. Non sapevo cosa fare, chiamarlo, presentarmici davanti alla porta?!? Cosa?! Ignorarlo e aspettare che gli passi questo sclero momentaneo? Optai per la terza ipotesi, ero troppo ferita per accettare il fatto che si era svegliato o che tutto ciò lo pensasse realmente.


Spazio autrice
Scusate la lunghezza, ma volevi mettere tutta la traduzione per rebdere meglio l'idea, il nostro amico ha fatto un bel casino... come si risolverà? Che si inviterà ancora? Ma la domanda più importante è: si inventerà qualcos'altro o era uno sclero di breve durata? Un bacio isy_94

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Capitolo 14
*** jealousy and kiss ***


Pov Enrico 
Erano passati dieci giorni da quando le ho scritto quella canzone, so che l’ha letta, mi chiedo perché non mi abbia scritto, mi sarei accontentato anche solo di un vaffanculo, bastava solo sapere che pensava ancora a me, ma di lei neanche l’ombra. Quella mattina mi ero svegliato piuttosto incazzato, era sabato mattina e qualcuno continuava a telefonarmi, presi il telefono con una furia omicida e risposi.
“pronto!” dissi con voce roca e incazzata.
“enry, sono io, so che ti sto buttando giù dal letto, ma stasera fanno festa su, sai nel paese dove c’è la transumanza?!”
“ciao Tomas. Si ho presente, e quindi?”
“quindi noi andiamo.” Sentenziò il mio amico.
“non potevi aspettare e dirmelo oggi pomeriggio?” chiesi un po’ più tranquillo.
“no perché oggi vado via, tu vai al mare?”
“si, ti faccio sapere se ci sono. Ciao”
“ciao scemo.” Concluse lui ridendo.
Dato che ormai ero sveglio decisi di alzarmi e prepararmi per andare al mare, misi il costume, presi sigarette, telefono, chiavi e uscendo chiamai Ale.
“hey scemo, mare? 10 minuti e sono sotto casa tua”
“mmh, ok, però scende anche Naira.”
Quel nome mi gelò il sangue nelle vene, mi ricordai i suoi occhi gelidi e vuoti, le sue occhiaie, la sua faccia scarnata e tutto il veleno che mi ha sputato addosso quel giorno, mi resi conto che se fossi salito alla festa l’avrei incontrata sicuro, decisi di correre il rischio, volevo capire se mi amava ancora. A quel punto scrissi un messaggio a Tomas e mi fermai davanti a casa di Ale ad aspettarlo. Arrivò poco dopo e andammo al mare, appena arrivati nella nostra solita spiaggia vidi una ragazza girata di schiena che giocava con una sua amica, niente di anormale, finché non si girò, era lei, bella come solo lei sapeva essere, perfetta, non aveva il solito sorriso ad incresparle le labbra, ma aveva qualcosa di strano.. si stava incamminando nella nostra direzione, il mio cuore iniziò ad impazzire, era sempre più vicina, alzò lo sguardo e incontrò il mio, i suoi occhi, avevano qualcosa di magnetico, rimasi in piedi a guardarla imbambolato, dopo tutto questo tempo stentavo a credere mi facesse ancora effetto.. mi passò vicino senza dire una parola, il suo profumo mi investì inaspettatamente e il mio cuore se possibile aumentò la sua frequenza. Mi sentii male quando vidi che non stava guardando me, guardava un ragazzo bruno alle nostre spalle, lui le andò incontro l'abbracciò e le diede un bacio sulla guancia a pochi millimetri dalle labbra. L'omicidio che mi salì era troppo grosso da poter descrivere, strinsi i pugni e mi incamminai verso di loro, ma Ale mi bloccò arpionandomi un braccio..
"Lasciami!" Dissi fuori di me.
"No, non farlo, peggioreresti le cose." Mi spiegò con voce tranquilla.
"non me ne fotte un cazzo, lasciami." Dissi mostrando i denti, sembravo un leone chiuso in gabbia, il mio unico pensiero era spaccare la faccia a quel fighetto insulso.
"Ti prego, fammici parlare a me piuttosto ma stai tranquillo." mi supplicò Ale, decisi di tranquillizzarmi un secondo. 
"Va bene, ma ti accompagno." Conclusi. Ale si incamminò verso di loro e la salutò, rimasi immobile con le braccia conserte a fissare in cagnesco quel brunetto insulso.

Pov Naira
Ero tranquillamente sdraiata al sole con Leo quando qualcuno me lo oscurò, aprii un occhio e ciò che vidi mi paralizzò, Ale era in piedi davanti a me con Enrico?! Che ci faceva Enrico al mare? Guardava Leo con uno sguardo omicida e non capivo il perché. 
"Scema, non si saluta più?!" Mi chiese Ale sorridendo, mi alzai e lo abbracciai. 
"Ciao stordito" risposi sorridendo a mia volta. 
Il resto del giorno passò tranquillamente ad esclusione dei suoi occhi puntati addosso. Arrivò la sera e dato che mio fratello suonava decisi di andarci anch'io, magari un po' di sana musica mi avrebbe scacciato qualche pensiero, mai più pensavo che lui potesse essere li. Lo vidi salire dalla strada sottostante al chiosco e mi si fermò il cuore, era vestito come alla transumanza, lacrime amare iniziarono a far  capolino dai miei occhi, mi obbligai a non piangere, dovevo essere forte, mi alzai e ordinai una corona col limone, avevo bisogno di bere, tanto alcool, magari sarei riuscita a sputargli in faccia. Iniziai a sorseggiare la birra e lui si sedette davanti a me, parlando con dei suoi amici, non mi aveva visto, menomale, mio fratello stava mettendo un pezzo di David Guetta e rimanendo seduta iniziai a muovere la testa a tempo di musica. Lui si girò ad osservarmi allibito, continuai indisturbata fin quando il vocalist informò che iniziava una gara per ottenere un secchiello pieno di qualsiasi alcool possibile. 
"Ok ragazzi! Questo sarà il vostro premio, se vincerete qualche piccola prova.. la prima: vi voglio vedere ballare sui tavoli, chi balla meglio vince!" Urlò il vocalist, e i ragazzi che salirono sui tavoli iniziarono a ballare, compreso lui.
" ok gruppo Tomas avete vinto! La seconda: vi voglio nudiiiiiii.. il primo che si spoglia vince!" a quel punto mi arrivò una maglietta bianca addosso, feci l'errore di inspirare e mi accorsi che era la sua, aveva il suo odore, il suo profumo, mi vennero i brividi e le lacrime.
"Okok scherzavo, bastano le mutande." Rise il ragazzo al microfono. E subito dopo aggiunse: "gruppo Tomas siete in testa! Due punti a voi! Ultima prova: il primo che si riveste, sale sul tetto del chiosco e si spoglia, viaaa!" Lo vidi venirmi incontro correndo e arpionare la su maglietta per poi saltare sull'albero davanti a me. 

Pov Enrico
"Gruppo Tomas avete vintooo, forza venite a prendere il vostro premio." Disse il vocalist, scesi di corsa e mi diressi con Tomas e Alex a prendere quell'affare alcolico, dopodiché ritornai sul tetto per rompere un po' le palle tirando rami ai ragazzi sotto.
Vidi Tomas avvicinarsi a chiunque fosse seduto sotto la tettoia e porgergli un drink, il mio drink, gli tirai un rametto addosso per fargli capire il mio dissenso e lui in risposta alzò lo sguardo e mi rivolse una smorfia ironica. Gli tirai ancora qualche ramo finché Sara, una mia amica, mi chiamò dicendo che doveva parlarmi, scesi e ci appoggiammo a uno dei banconi del chiosco a parlare.
"Non farla soffrire hai capito?! Le voglio bene e ti spacco la faccia se la sento dire ancora una volta che ci sta male." Mi disse minacciosa.
"Ma male per cosa, dai! Le ho scritto un'intera canzone su un cartellone scusandomi e non mi ha degnato neanche di uno sguardo! Che altro dovrei fare?!" Chiesi a Sara combattuto.
"Parlale." Rispose e se ne andò. 

Pov Naira
"Hey, vuoi un drink?! Ne ho due." Mi chiese sorridendo un ragazzo bruno.
"Ah, cos'è?" Chiesi a mia volta osservando il bicchiere.
"Non ne ho idea! Comunque io sono Tomas." Mi sorrise porgendo la mano.
"Naira, piacere." Dissi con un mezzo sorriso. All'improvviso vedi una rametto scendere in testa a Tomas e lui alzò lo sguardo, poi lo riportò su di me e disse:
"Sai chi c'è lassù?"
"Chi?" 
"Enrico, lo conosci?"
"Ah, il coglione?! Si per mia sfortuna."
"Ok, non voglio indagare su cos'è successo, però è simpatico." Mi disse con un sorriso bonario.
"Ciò non toglie che è un coglione." Dissi acida. Spostai lo sguardo verso il bancone affianco a me e lo vidi parlare con Sara, mi venne un colpo, quand'era sceso da lassù? Bah. Mi persi un secondo ad osservarlo, era sempre più bello, era abbronzato, longilineo e muscoloso, il suo sorriso continuava ad essere proibito, forse anch'esso più bello del solito, basta Naira!smettila!
"Tomas, il mio drink?!"
"Ehm, era il tuo drink quello?" Chiese indicando il bicchiere che Naira aveva in mano.   
 
Pov Enrico 
Ottima occasione per parlarle.
"Hey, mi ridaresti il mio drink." Le dissi sorridendo. In risposta lei fulminò Tomas e poi mi guardò. 
"È il tuo drink?"
"Si biondina."
"Ti ho detto di non chiamarmi così." Si portò il bicchiere vicino alle labbra e ci sputò dentro. "Ecco il tuo drink." Concluse posandolo sul tavolo e alzandosi per incamminarsi verso l'interno del chiosco. Volevo seguirla per parlare ma Sonia, una ragazza innamorata di me da un po di tempo mi trascinò da tutt'altra parte per parlarmi. Poi decise che dovevamo passare dentro il chiosco, entrammo e la vidi appoggiata ad un angolo della porta sul retro, lo spazio era poco e per passare dovevo sfiorare il suo corpo, andai avanti tranquillo. Appena passai il contatto col suo corpo mi mandò i battiti a mille, le vidi gli occhi diventare lucidi e sentii sua cognata che le diceva: "lascialo perdere è un coglione, non merita le tue lacrime." Quelle parole mi chiusero lo stomaco in una morsa, stava piangendo per me?! Dovevo assolutamente sfiorarla. Al ritorno decisi di fare il giro lungo, non potevo reggere un altro contatto con lei, coi suoi occhi, con il suo corpo, con la sua pelle.. stavo impazzendo, complici anche i litri di alcool, la cercai con lo sguardo e la vidi andare in bagno, la seguii.

Pov Naira 
Mi stavo sciacquando la faccia e avendo gli occhi chiusi cercai a tentoni l'asciugamano che trovai a poca distanza, mi asciugai la faccia e istintivamente assaporai il profumo che emana. Non appena arrivò alle mie narici mi paralizzai, era il suo profumo, ma com'era possibile?! Aprii gli occhi e vidi che quello non era una asciugamano, ma la sua maglietta. Merda. Alzai lo sguardo e incontrai il suo:
"Hey biondina." Mi sorrise. Gli lanciai la maglietta in piena faccia e lo superai per uscire, mi bloccò prendendo un polso nella sua mano e mi girò, mi ritrovai a due millimetri dalla sua bocca.
"Stai tremando." Mi sussurrò all'orecchio. Aveva ragione, tremavo come una foglia e il suo fiato caldo sul collo non mi aiutò a smettere, mi allontanai da lui, ma riuscì a chiudermi in un abbraccio ferreo. Mi fissava negli occhi con quello sguardo infinito, stavo vacillando, non riuscivo a pensare niente di sensato, riuscii ad allontanarmi una seconda volta e lui mi riafferrò ma anziché fermarmi a pochi millimetri da lui annullò ogni distanza baciandomi dolcemente, non riuscivo a tirarmi indietro, piano piano il suo bacio diventò più affiatato e voglioso, no! Non mi avrebbe avuto in un bagno di un bar, ne mi avrebbe mai avuto una seconda volta. Improvvisamente qualcuno aprì la porta, era Sonia,  ci guardò allibita. La scena non poteva essere più equivoca, lui a torso nudo con le braccia intorno ai miei fianchi e io seduta sul lavandino, no! Aspetta! Come ci sono arrivata sul lavandino?! 
"Scusate." La voce della ragazza mi riportò alla realtà, scesi sistemandomi e uscii di corsa da quel bagno. Andai nell'unico posto in cui sapevo che non sarebbe salito: vicino a mio fratello. Rimasi li tutto il resto della serata, scesi solo a prendere da bere.
"Nana cosa vuoi da bere?!" Mi chiese dolcemente il barista, lo conoscevo da quando eravamo nella culla.
"Hey ciccio lei è mia, attento a come parli!" Quella voce mi fece sobbalzare e mi riportò in mente gli istanti di poco prima.
"Bourbon!! Doppio!" Risposi al barista ignorando Enrico. Finita la serata eravamo rimasti io, mio fratello, mia cognata ed Enrico coi suoi amici, appena riuscii a non farmi vedere sgattaiolai via e gli scrissi un messaggio: "oh, chi non muore si rivede, nel tuo caso avrei preferito la prima.
Xoxo quella che a detta tua ha un bel culo :)" 



Spazio autrice
Bene bene, scusate il ritardo ma in queste feste sono stata moolto impegnata e non sono riuscita a scrivere. Non mi entusiasma granché questo capitolo, aspetto le vostre recensioniiii. :) baci isy_94

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Capitolo 15
*** Forgetting you! ***


Pov Naira

19 settembre 2013

Eccoci qui, è passato quasi un anno dal giorno in cui mi sono innamorata di lui, quante cose sono successe... quanto sono cresciuta, cambiata e quanto si sono intensificati i miei sentimenti per lui... vi ricordate Leo?! Ecco, lo conosco da 3 anni, è il miglior amico che potessi chiedere, un paio di settimane fa mi ha baciato, mi sento una stronza perché desideravo con tutto il cuore e l'anima che al suo posto ci fosse quel coglione... con questi pensieri e col cuore in gola mi avvio verso il campo sportivo (luogo della transumanza) per vedere se i cowboy sono arrivati. Vedo 3 selle e il mio cuore accelera, saluto i loro cavalli e dato che non c'è nessuno decido di tornare a casa facendo il giro lungo. Sono vicino alla pizzeria e sento delle voci familiari, non appena sbuco dall'ombra li vedo tutti e tre seduti fuori sulle panchine col bicchiere in mano, mi vedono e un larghissimo sorriso si apre sui loro volti.
"Ohhhh, guarda chi c'èèèè!! Vieni qui fatti abbracciare!" Disse radioso Fiore.
"Ciaooo! Ho visto i cavalli e vi cervavo" dissi dando due baci sulla guancia all'uomo, dopodiché mi girai verso Bruno ed Enzo, altri due cowboy e li salutai con un cenno della mano.
"Ah, a lui dai i bacini e a me no, ma brava!!" Disse Bruno in tono offeso, mi avvicinai e diedi due baci anche a lui.
"Va bene così?!" Chiesi ridendo.
"Si, ma povero Enzo, dai due bacini anche a lui!" Rispose il cowboy ridendo a sua volta.
"Ohh, che palle che sei!" Diedi due bacini anche a Enzo.
"Va bene?!"
"Sisi ah ah ah!" 
"Quando siete arrivati?" 
"Verso le 6 come l'anno scorso. Allora come sta la mia bionda (?!?) preferita?" Chiese Fiore. 
"Bene dai, bevete qualcosa?" 
"Nono grazie, hai ancora il bullone al labbro?" 
"Certo ahahahah"
Stavamo scherzando quando il mio telefono iniziò a suonare, guardai il nome: Marta, una delle mie migliori amiche, non risposi, l'avevo avvisata che molto probabilmente non consideravo nessuno in questi giorni, dopo pochi minuti però richiamò, allora decisi di rispondere. 
"Sono un attimino impegata."
"Chi è?! Sono gelosoooo" urlò Bruno mentre mi stavo allontanando. 
"Chi è che parla? Non dirmi che c'è il coglione!" Marta.
"Una mia amica!" Risposi a Bruno.
"Non c'è, non l'ho ancora visto." Dissi a Marta. 
"Noi andiamo dentro, vieni?!" Mi chiese Fiore.
"10 minuti e arrivo!" Risposi.
"Tesoro dimmi tutto!" Dissi alla mia amica. 
"Niente, ma chi è che stava urlando?!"
"I cowboy ahahah mi hanno rapito!" 
"Ahahahah ma la festa non inizia domani?! E sei sicura che il coglione non c'è?"
"Si ma arrivano sempre la sera prima! E si sono sicura." Nel frattempo sentii la porta della pizzeria aprirsi e una maglia verde appoggiarsi al muro, non vedevo la faccia perché tra me e chiunque fosse c'era un vaso con un arbusto alto quasi un metro, continuai a parlare con Marta.
"Quindi per quanto non mi cagherai?!
"Fino a domenica sera credo, se riesco ti rispondo su whats up." Marta iniziò a parlare, una folata di vento mi fece arrivare un profumo, il suo profumo! No non era possibile, mi voltai e lo vidi che stava andando verso la panchina di fronte a me. Merda! I miei battiti cardiaci impazzirono, le mie gambe divennero molli, le mie mani iniziarono a tremare.
"...No perché non ha senso quello che mi ha.." 
"Marta Marta della serie parli del diavolo e spuntano le corna!" 
"Cosa?! Che c'entra con quello che stavo dicendo?!!" 
"Amore capiscimi! Certa gente dovrebbe sparire dalla faccia della terra!"
"Amore ma che cazzo dici?!"
"Non posso spiegarti adesso.."
"Perché? Oh merda. C'è il coglione?!" Mi chiese scioccata.
"Si, aiuto." Risposi.
"E che sta facendo?!" In quel momento si alzò, buttò la sigaretta ed entrò in pizzeria, mentre Giacumassu uscì e mi guardò, ricambiai il suo sguardo con una faccia stupita e gli occhi sgranati, lui lì per lì non capì poi disse.
"Ahhh! Ancora?!"
"Si! Potevi avvisarmi! Mi è venuto un coccolone!"
"Ahahahah!!!scusa!" Rideva e trascinò anche me! Marta nel frattempo mi chiedeva se ero impazzita, visto il mio comportamento. 
"Marta ora devo andare ci sentiamo."
"Oook, va bene, poi mi spieghi tutto, voglio i dettagli!" Chiusi la chiamata ed entrai in pizzeria col cuore in gola, lo vidi, era seduto in fondo alla sala, i cowboy invece affianco alla porta, mi sedetti con loro e ogni tanto gli tiravo un'occhiata a vedere se mi stava guardando. 
"Ci pensi ancora vero?!" Fiore mi riportò alla realtà. 
"Cosa?!"
"Ci pensi ancora? Lo vedo che ogni tanto lo guardi, con gli stessi sguardi dell'anno scorso." Mi spiegò.
"Beccata." Dissi abbassando la testa. Era vero, mi aveva letto negli occhi con una facilità assurda.
"Noi andiamo nel nostro "hotel" che domani mattina tocca a noi e siamo stanchi morti!" Disse Bruno.
"Vi accompagno!" Dissi alzandomi e voltandomi col bancone e con stupore notai che lui era appoggiato al bancone con Tomas e altri suoi amici, rimasi immobile qualche minuto a fissare la sua schiena, era così bello.
"Ciaooo!" Salutai in generale. 
"Ciao ciao!!" Mi rispose lui, l'unico che ricambiò il mio saluto. Merda! La sua voce! Era più bella di come la ricordavo.

20 settembre 
Sono in giro con i bambini, ieri sera quando ho accompagnato i ragazzi dai cavalli ne ho visto uno spettacolare, non ho mai visto un cavallo così bello, è alto 1 metro e 70 pezzato, un manto particolarissimo, non saprei come descriverlo, un'eleganza riservata ai cavalli di alta scuola e una tranquillità esclusiva dei cavalli di indole dolce e docile. Me ne sono innamorata, Fiore dice che lo vendono! Magari mio padre me lo compra, anche se ho smesso di sperare stamattina gli ho dato una lettera che ho scritto durante la notte.
Scopro sempre dai cowboy che il padrone è Nevio, un pastore con cui non ho mai legato molto.
"Piccola miaaaa!" Urla Angelo.
"Ciaooooo Angelo!" Rispondo correndo ad abbracciarlo, non credevo mi potessero mancare così tanto, nel frattempo un ragazzo bello come pochi si avvicina a noi, ha i capelli neri, gli occhi color ghiaccio, un fisico a dir poco perfetto, lo conosco, so chi è ma in questo momento non so dove prendermelo.
"Chi è sto gnocco??!" Mi sfugge ad alta voce. 
"Modestamente sono orgoglioso di mio figlio!" Angelo risponde alla mia domanda ridendo. Sgrano gli occhi per la figura che ho appena fatto. 
"Quello è Marco?!" Chiedo stupita.
"Si, è lui!" Mi risponde sorridendo l'uomo.
Tutto il resto del giorno trascorre tranquillo, mio padre ha detto che verrà a vedere il cavallo e forse si potrà pensare di prenderlo, non immaginate la mia felicità quando mi ha detto ciò, sono andata subito da Nevio a dirgli di tenermelo.


21 settembre 

Era mattina, saranno le 7 e il mio telefono squilla da circa 10 minuti, senza guardare il mittente della chiamata rispondo. 
"Pr..pronto." dico mangiandomi la parola.
"C'è il tuo ex qui davanti a me, un quarto d'ora in piazza." Dice una voce maschile.
"Aldo??!." Chiedo confusa.
"Si a dopo" e riattacca.
Mi alzo dal tepore delle coperte, mi vesto e prendo l'occorrente per uscire, nel frattempo mi suona il telefono, rispondo.
"Chicca vieni in piazza ci sono i cowboy che fanno colazione." Mia mamma.
"Si arrivo." 
Appena arrivata saluto i cowboy e mi avvio verso Aldo che mi abbraccia e mi dice: 
"C'è il tuo ex dell'anno scorso."
"Il mio ex dell'anno scorso?!"
"Siii come si chiama.. quello biondo"
"Ma Enrico?!" 
"Enrico è un tuo ex?!"
"No!"
"Ahh ecco, comunque non era l'anno scorso era due anni fa"
"Ma Joe?!" Chiedo stranita.
"Si ha il bancone davanti al mio." Mi dice. In quel momento arriva Fiore dicendomi se andavo con loro dai cavalli, accettai, salutai Aldo e andai con loro al campo. Una volta arrivata incontrai Marco, dovevo ancora abituarmi a quanto fosse cambiato, lo salutai.
"Ciao Marco!" Sorrisi.
"Hey Naira, vieni a farti un giro a cavallo?!" sorrise a sua volta, mamma mia il suo sorriso era qualcosa di stupendo e i suoi occhi con la luce del sole che li illuminava erano qualcosa di indescrivibile.
"Ma non ho un cavallo." Cercai di temporeggiare.
"Eddai Naira vai così provi Romeo!" Intervenne Nevio. Mannaggia pure lui si ci mette?!
"Ma non so, non ho la sella." 
"C'è la mia nel camion, dai portalo la forza!" Concluse Nevio avviandosi verso il suo mezzo. Presi Romeo e con l'adrenalina che saliva nelle mie vene lo seguii insieme a quel bestione che camminava dietro di me. Lo preparammo e nel frattempo Marco preparò la sua cavalla, Mora, montammo insieme e lui si avviò. 
"Allora, ieri ho scoperto un posto fantastico, ti ci porto!"
"Mhh, ok." Sorrisi imbarazzata.
Arrivati sulla piazza Aldo mi urlò: 
"Nairaaaaaa vieni a prenderti un pezzo di formaggio!"
"Ma sono a cavallo!" Dissi guardando lo spazio fra i due gazebi e il telone tirato sopra essi.
"Dai che ci passi! Ma è tuo?!" Mi chiese l'uomo guardando il pezzato.
"Lo sarà presto." Dissi sorridendo e avviandomi in mezzo ai gazebi, il suo testone sfiorava il telo, cavoli se era alto! Marco mi seguì e prese un pezzo di formaggio pure lui, mangiammo e parlottammo poi mi venne in mente una cosa.
"Marco?!"
"Siii?!"
"Come facciamo a uscire di qui?! Chiesi preoccupata.
"Semplice: il Back!" Mi sorrise e iniziò a far indietreggiare la giumenta, io d'altro canto non sapevo se il mio cavallo sapesse farlo, ci provai. Andò indietro senza problemi, uscimmo e ci dirigemmo verso il posto che aveva scoperto. Mi portò alla löna, un laghetto in fondo a due scogliere rocciose e boschive, c'era la cascata con affianco una roccia che i ragazzi del paese usavano per tuffarsi, il tutto immerso in un atmosfera magica, sembrava che il tempo si fosse fermato, adoravo quel posto, c'era solo il suono della cascata a rompere un silenzio surreale. Legammo i cavalli e ci andammo a sedere su quella roccia.
"Facciamo il bagno?!" Mi chiese malizioso.
"Tu sei pazzo! Ad agosto prende 2 ore di sole al giorno e alle 3 del pomeriggio sembra l'acqua che scorre vicino al polo nord!! E adesso sono le 8 di mattina!" Dissi ridendo, non mi ascoltò, si tolse la camicia, la maglia che aveva sotto e i pantaloni. Mhh però che fisichino niente male, si tuffò.
"Dai vieni non è proprio a livelli antartici!" Mi disse uscendo dal fondo del laghetto.
"Mai e poi mai!!"
"Ok!" Mi si avvicinò facendo finta di niente e un attimo dopo mi ritrovai in acqua abbracciata a lui, milioni di coltelli mi si stavano conficcando nel corpo, l'acqua gelida del fiume fa quest'effetto, urlai:
"Ma sei pazzo!!!! È congelataaa!"
"Ahahahah, almeno posso tenerti tra le mie braccia!" Lo guardai, era serio, non dissi niente. 
"Senti, volevo già parlarti l'anno scorso ma sono stato timido e tu stavi sempre con Enrico..." fece una pausa e mi guardò negli occhi, il suo sguardo era intenso, infinito.
"Tu mi piaci. E tanto anche!" Il mio cuore perse un battito.
"Sei fidanzato." L'unica cosa che dissi.
"Se posso avere te non me ne frega un cazzo di lei.. non rinuncerei mai ad averti per nessuno al mondo." Rimasi immobile stupita dalle sue parole, non sapevo cosa dire. 
"Ma" Mi chiuse le labbra con un dito e mi baciò, un bacio dolce che sapeva d'amore, non di voglia, non di tensione sessuale, no. Era un bacio che sapeva aspettare, era un bacio che ti urlava: 'hey! Sono innamorato di te ma non voglio forzarti. Hey!era una vita che volevo farlo.' Mi abbandonai a quel bacio stringendomi fra quelle braccia fatte di ferro, calde e forti, non avevo più freddo, non pensavo più a quanto facesse schifo la mia vita e cosa più importante non pensavo più a Enrico, in quel momento non sapevo neanche più chi fosse. Si staccò da me e mi sorrise.
"Usciamo o moriamo di ipotermia!"
"Ahahah ok." Uscimmo e ci mettemmo vicino ai cavalli legati sulla strada sovrastante il laghetto, era l'unico punto in cui c'era un po di sole.
"Guarda li! Potevi almeno svestirmi prima di lanciarmi in acqua!" Dissi indicando i miei vestiti fradici, tremavo.
"Tieni piagnucolona, togliti la maglia e mettiti questa." Ridendo mi allungò la sua camicia, la presi gli feci segno di voltarsi, lo fece, mi tolsi la maglia e quando aprii gli occhi lo trovai appoggiato all'albero che mi fissava con un sorriso malizioso.
"Però! Complimeti a mamma." Mi disse fissando il mio fisico, gli lanciai la mia maglia zuppa addosso.
"Ti avevo detto di non sbirciare ahahah!" 
"Ahahahah dovresti toglierti anche il reggiseno o bagnerà anche la camicia!" Rideva fino alle lacrime.
"Pervertito! Tanto la camicia è tua!" Dissi facendogli la linguaccia.
"Non fare così o potrei diventarlo davvero!" Mi disse sempre in modo malizioso.
"Oddio che paura!!! Mi tremano le gambe!!!" Si fece serio, mi si avvicinò e mi guardò negli occhi. 
"Non scherzare col fuoco principessa!" Sorrise, mi prsse le mani, mi spinse contro l'albero e mi bacio, i suoi baci erano qualcosa di fantastico, il mondo poteva crollare, incenerirsi, esplodere che non mi importava niente se non delle sue labbra e della sua lingua. Si staccò e sorrise.
"Andiamo ci daranno per dispersi. I tuoi pantaloni sono asciutti?!" 
"No, macchierò tutta la sella." Dissi afflitta.
"No metti la mia che ormai è da buttare, in più è scura." Cambiammo le selle, salimmo e tornammo indietro, arrivato dalle bancarelle Aldo mi guardo e mi fece segno intendendo: " avete fatto zinzin?!" Io mimai un no con le labbra e lui continuò. 
"E bravo Marco!" Gli urlò una volta arrivati vicino a lui.
"Ragazzi andiamo a prendere il caffè offro io." Silvio si intromise, ci dirigemmo in pizzeria, c'erano poche sedie libere, Marco mi invitò a sedermi sulle sue gambe, lo feci pochi minuti dopo entrò...


Spazio autrice
Ahahah non saprete chi entra fino al prossimo capitolo, è troppo lungo e ho dovuto dividerlo in due, bene bene. Due baci rubati da parte di un bel cowboy! Si metteranno insieme?! Lui mollerà la sua donna?! Al prossimo :) baci isy_94

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Capitolo 16
*** Forgetting you! part 2. ***


Pov Enrico
Sabato mattina, ore 9, dato che sono solo a casa e non so che fare decido di girovagare un po su Facebook, mentre scorro la home una foto pubblicata da una tizia colpisce la mia attenzione: ritrae Naira su un cavallo con la testa girata verso la camera ma sta guardando alla sua sinistra e sorride, quel sorriso che non vedevo da un anno, ma aspetta un secondo, il motivo del suo sorriso e ciò che Marco, Marco?!? Seduto dietro di lei, le sussurra in un orecchio. Una cieca gelosia mi invade ogni muscolo, quel sorriso lo riservava solo a me! Io lo ammazzo, benché sia uno dei miei migliori amici lo faccio fuori! Proprio per il fatto che è molto legato a me che non avrebbe dovuto azzardarsi a toccarla!!! Riguardo la foto mentre salgo in macchina, non la trovo più, devono averla rimossa, eh già sto stronzo inoltre è fidanzato. Guido a una velocità assurda per le condizioni della strada su cui viaggio, la mia unica meta: lei.
 
Pov Naira
Entrò Angelo che ci guardò perplesso, nel frattempo il mio cellulare e il suo ci avvisò di una notifica Facebook, guardai e vidi che, a mia insaputa, Alice, una mia amica ci ha fatto alcune foto e le ha pubblicate scrivendo: la tenerezza. 
 
Flashback 20 settembre
Ho visto Marco salire a cavallo come fanno nei film, sapete quando si attaccano al pomo e saltano senza toccare le staffe?! Voglio imparare anch'io, glielo chiedo:
"Mi insegni?" Occhi da cucciola.
"Certo, ma sappi che non vai via di qui finché non impari!" Sella Mora e la posiziona in un punto in piano così da facilitarmi, anche se sarebbe più facile se salissi con una piccola salita. Penso sia la decima volta che prendo una culata per terra e una panciata sul fianco della povera guimenta che mi fissa immobile, Alice sta ridendo da circa 20 minuti e Marco fa lo stesso, non sembrava così difficile quando l'ha fatto lui... 
"Devi darti la spinta con gli addominali e un colpo di reni." Mi consiglia il ragazzo ridendo.
"Grazie, fosse facile.." rispondo ironica e incazzata.
"Dai, ti do una mano." Ride ancora e si avvicina a me, intanto prendo la rincorsa e mentre mi do lo slancio sento la sua mano che si appoggia sul mio interno coscia e mi solleva.
"Hai visto! Non era difficile!" Mi dice guardandomi fiera sopra la cavalla.
"Col tuo aiuto non è difficile!!" Ribadisco sorridendo.
"Ti dimostro che non è difficile. " mi sporgo in avanti per scendere ma una sua mano mi blocca. 
"Stai li, ti dimostro che non è difficile salendo così dietro di te, dammi la mano." Mamma mia il contatto con lui mi incendia l'anima, non avrei mai pensato potessi farmi un effetto simile quel ragazzo che vedo da una vita, così timido e impacciato, adesso invece quella timida e impacciata sono io, oddio che casino! La mia testa è un casino unico, un groviglio di pensieri indefiniti, tuttavia gli tendo la mano che lui afferra e senza provocare alcuna pressione la sua come appiglio per saltare dietro di me.
"Ta dan, hai visto?! Andiamo a fare un giro?" La sua voce che sussura al mio orecchio, il suo fiato caldo che accarezza il mio collo provoca un fuoco all'interno del mio corpo e milioni di brividi sulla pelle, mi volto verso di lui e sorrido.
"Non posso, spostati dai che scendo." Gli dico sempre sorridendo, lui si sposta e scendo, vado a sedermi vicino ai cowboy stravaccati sul fieno, Alice mi sta dicendo che vorrebbe fare un giro a cavallo, aspetto Marco che mi passi vicino dopo aver legato Mora e gli chiedo se la porta a fare un giro. 
"Ma gli ho appena tolto la testiera." Si lamenta. 
"Eddai solo con la capezza." Gli sorrido.
"Ma non puoi venire tu." Mi supplica, i suoi occhi... mamma mia.
"Non ne ho voglia, porta lei.." sorrido.
"Alè andiamo." Si rivolge alla mia amica, a me lancia uno sguardo deluso e si mette a fare l'offeso. Ma che ho detto?! 
 
Presente.
Stiamo ridendo ai racconti di Angelo e Silvio quando la porta della pizzeria si apre violentemente e il sorriso dell'uomo che ho davanti si spegne, a quel punto mi giro verso la porta e chi mi ritrovo davanti all'occhi mi gela il sangue e pietrifica Marco voltatosi con me. Enrico visibilmente incazzato mi guarda in piedi all'ingresso della pizzeria. 
"TU! FUORI! ORA!" Mi urla puntandomi un dito contro, mi alzo e la mano di Marco scivola dalla mia pancia, mi volto verso di lui che mi guarda preoccupato, gli lancio un ultimo sguardo rassicurante e poi esco oltrepassando Enrico che mi segue.
"SI PUÒ SAPERE CHE." Lo interrompo.
"Non qui, c'è troppa gente. Vieni." Lo porto fuori dai mercatini in un vicolo sottostante la piazza.
"Perché sei qui?" Chiedo con una freddezza non adatta a me.
"SI PUÒ SAPERE CHE CAZZO PENSI DI FARE? È FIDANZATO! E TU SEI MIA!" coooosssaaa?! 
"MA CHE CAZZO VUOI?! NON SONO TUA! NON LO SONO MAI STATA E NON LO SARÒ MAI! HAI SPRECATO IL TUO TEMPO A VENIRE QUI."
"PERCHÉ LUI EH?! ADESSO PER RIPICCA TI PASSI TUTTI I MIEI AMICI?" 
"MI STAI FORSE DANDO DELLA PUTTANA BRUTTO STRONZO?" Il nervoso che ho addosso è indescrivibile. 
"PERCHÉ NON LA SEI?" Lo dice con il viso mutato in una maschera impassibile e imperturbabile, perdo le staffe, sposto un secondo lo sguardo e vedo che Marco ci guarda preoccupato, possibile che ci abbia sentito urlare? Direi di si dato che poco dopo sbucano anche coloro che erano con noi al bar.
"VEDI, CHI TACE ACCONSENTE!" le sue urla mi riportano a lui.
"AH ALLORA CONGRATULAZIONI TI SEI SCOPATO UNA PUTTANA! GUARDA LI PREFERISCI INSULTARMI CHE AMMETTERE QUALSIASI ALTRA COSA TI PASSI PER LA TESTA!"
"L'UNICA COSA CHE MI PASSA PER LA TESTA È QUANTO TU POSSA ESSERE FALSA!" Ok, basta. Gli sputo in un occhio e gli mollo uno schiaffo con tutta la forza che ho. Me ne vado, quando arrivo vicino a Marco mi passa un braccio intorno al collo e mi attira a se.
"Tutto bene principessa?" Mi chiede preoccupato.
"Sì tranquillo." Gli sorrido. 
" COMPLIMENTI SAI SOLO SCAPPARE!" Torno indietro. 
"IO NON STO SCAPPANDO!"
" SI! LO FAI PERCHÉ SAI CHE HO RAGIONE! TE LO SEI SCOPATO E TI SENTI IN COLPA."
" BRUTTO IDIOTA DAL NEURONE DOWN NON ME LO SONO 'SCOPATO' COME DICI TU E NON LO FAREI PERCHÉ SO CHE È FIDANZATO!"
"ALLORA PERCHÉ HAI LA SUA CAMICIA?"
"NON DEVO DI SICURO DARE SPIEGAZIONI A TE CHE NON CONTI UN CAZZO!" Adesso me ne vado sul serio, mentre mi allontano sento Silvio rivolgersi al figlio dandogli del coglione e dicendo che non si rende conto di ciò che ha appena perso. Torniamo al campo e mi sdraio sul fieno con i cowboy che mi guardano perplessi, vedono la mia faccia incazzata e non sanno il perché, i miei occhi infuocati puntano una tipa tutta tirata che si abbraccia Marco, sì è la sua ragazza, lui d'altronde non la considera e guarda me sorridendomi, lei si gira e mi fulmina, ricambio il suo sguardo, lo distoglie.
"Vai a farti un giro con Romeo dai." Nevio, da quando gli ho detto che mio padre mi ha promesso di comprarlo in primavera vuole a tutti i costi formare un feeling tra me e il cavallo, cosa che sta già creando. Sello il cavallo e salgo come Marco che mi guarda sorridendo soddisfatto, gli passo vicino al trotto leggero ed elegante che pochi cavalli hanno di natura e la sua ragazza mi guarda invidiosa per non essere lei al mio posto, mentre mi allontano le sento dire: 
"Amore posso salirci anch'io su quel cavallo?"
"No, quel cavallo è suo, chiedi a lei." E bravo Marco vuoi diventare vedovo. Quando torno lei mi si avvicina con un sorriso falso stampato in faccia. 
"Scusa, posso salirci?" La fulmino.
"Non è adatto ai principianti."
"Ma lo terrebbe il mio ragazzo."
"Ah no no tu vuoi salirci tu lo tieni." Marco si intromette nel discorso.
"Dai amore ti prego." Lo supplica lei.
"Na na, non ne ho voglia." Mi sorride.
"Ok me ne vado." Gira sui tacchi e se ne va.
"Ohh finalmente, andiamo a fare un giro?" Mi chiede sorridendo, non me lo faccio ripetere due volte, monto su Romeo e lui fa lo stesso su Mora, ci incamminiamo uno vicino all'altra e la sua ragazza ci guarda, non mi ero accorta di lei e neanche il cowboy al mio fianco che, sporgendosi verso di me, mi sussurra all'orecchio:
"Non hai idea di quanto mi sia costato non baciarti per tutto il pomeriggio, principessa."
La sua ragazza vedendo quella scena si avvia verso di noi a passo veloce e una volta arrivati a pochi passi dalla sua meta urla:
"Sei uno stronzo!!" Noi ci voltiamo allarmati da quell'urlo.
"Eh?! Che ho fatto?"
"Perché sei con lei?! Aspettavi che me ne andassi!!"
"Oh andiamo! È una mia amica! La conosco da quando aveva 6 anni!!" 
"Ah si?!"
"Si! Lei era la bambina che montava Gordon!"
"Quel Gordon?!"chiede lei con gli occhi sgranati.
"Si proprio lui!" Era teso e lo vedo dal suo sguardo di ghiaccio, non capisco bene perché lei abbia quello sguardo.
"Lei è la bambina della foto chs hai in sala?!" 
"Hai una mia foto in sala?!" Chiedo stranita.
"Si princ..ehm si precisamente quella che ti aveva fatto Aldo quando avevi 8 anni ed eri su Gordon a pelo senza capezza."
"Ahhh ok.." mi ricordo quel cavallo, uno stallone tutto nero altissimo e stronzo, suo padre lo portava sempre su e si faceva montare solo da me. Persa nei miei pensieri non mi sono accorta che lei se n'è andata e Marco sta continuando davanti a me, tocco Romeo che si incammina e lo seguo. Dato che è l'imbrunire la löna non si può considerare, lasciamo mangiare i cavalli in un prato e ci sdraiamo sull'erba fresca e profumata, mi attira a sé e mi appoggio al suo petto, il suo cuore batte all'impazzata e il mio se possibile batte più veloce, intorno a noi il silenzio e la pace.
"La mollerò." Lui interrompe il silenzio tenendo lo sguardo fisso sul cielo.
"Non devi." Gli rispondo quasi sottovoce.
"Perché? Non è che provi chissà che per lei. Preferisco te." Continua ad avero lo sguardo perso nel vuoto, mi alzo dal suo petto e mi puntello coi gomiti, le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie e questo mi fa perdere il contatto con la realtà. 
"Non lo so... dai non funzionerebbe mai. Tu hai la tua vita giù e io qui... siamo troppo distanti."
"Stai cercando delle scuse perché lo ami ancora?" Quella frase mi penetra come una pugnalata al cuore infierita lentamente, molto lentamente. Non so come o cosa rispondere.
"Tu hai il potere di farmelo dimenticare.."
"Ma?" Porta il suo sguardo nel mio e io affondo in quell'oceano infinito. 
"Ma ho paura di affezionarmi ed essere presa per il culo, ho paura di soffrire ancora e ho paura che le cose non andranno mai bene fra noi."
"Te lo posso giurare su tutto quello che vuoi che non ti prenderò mai per il culo e farò tutto ciò che mi è possibile e impossibile per non farti soffrire, ma guardami negli occhi e dimmi che non provi assolutamente niente per me."
"Non ce la faccio." 
"A fare cosa?"
"A mentirti guardandoti negli occhi." Lui mi guarda, mi sorride, mi accarezza dolcemente una guancia e mi bacia, i suoi baci.. mi sono mancati, li amo. Sono baci dolci, rassicuranti e delicati, la sua lingua accarezza la mia come se fosse un oggetto fragile che si può rompere da um momento all'altro, il suo profumo invade le mie narici e il suo corpo caldo leggermente premuto sul mio mi incendia. 
"Devo andare."
"Cosa?" Chiedo stranita.
"Devo andare, domani mio padre va via e devo scendere cavalli e furgone."
"Ma, domani non ci sei?"
"No. Devo lavorare."
"Ok." Concludo delusa e abbassando lo sguardo.
"Hey, principessa. Guardami, appena posso salgo a trovarti ok?!" Mi dice sollevandomi il mento per portare il mio sguardo all'altezza del suo e mi lascia un bacio a stampo, dopodiché si alza e mi aiuta a fare lo stesso, saliamo a cavallo e torniamo al campo. Arrivati carica i cavalli e se ne va salutando tutti in generale e lanciandomi uno sguardo triste accompagnato da un sorriso da 1000 watt. Ma che sto facendo?! Mi sento una stronza, Marco mi piace certo, ma non lo amerò mai come ho amato Enrico e senza il ragazzo lui ritorna al centro dei miei pensieri, non l'ho dimenticato, non totalmente almeno.
 
 
Spazio autrice
Allora... un'altra litigata di quelle molto intense fra lei ed Enrico e un altro bacio fra lei e Marco. Che casino vero?! Eh la nostra protagonista ha una vita molto incasinata.. vi ricordate che dicevo: Enrico scoprirà qualcosa su Naira che cambierà il suo modo di guardarla?! Bene se riesco lo metterò nel prossimo capitolo :) un bacio isy_94.

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Capitolo 17
*** Truth... ***


“Stai tranquillo, comunque. Non ti passerà mai. È la condanna di chi trova l’amore e se lo lascia scappare.”
 
Cit. — Susanna Casciani
 
 
 
 
Pov Naira
È passata qualche settimana dalla transumanza, sono relativamente felice, continuo a vedere Marco, qualche giorno fa mi è saltato sul letto alle 7 di mattina con brioches alla nutella e un bicchierone di caffè. Abbiamo passato tutta la giornata a ridere e scherzare, mi ha abbracciato, baciato, coccolato, insomma mi ha fatto stare bene come non stavo da tempo, pian piano sto dimenticando Enrico, mi capita di pensare a lui ogni tanto. Oggi è domenica, i miei si sono fissati: vogliono scendere a Imperia per forza, siamo in macchina a nella rotonda sotto casa di Silvio noto una bancherella, chiedo a mio papà di fermarsi e comprare qualche salume, amo i salumi di quell'uomo, tuttavia mi risponde di no e mi dice che forse si ferma al ritorno. 
 
3 ore dopo.
"Papi fermati da Silvio!"
"Se c'è ancora si chicca."
"C'è! C'è! C'è!" Urlo come una bambina, mio papà rallenta e si ferma. Silvio ci accoglie con un sorriso enorme.
"Ciaooooooo Nana!" Mi saluta abbracciandomi.
"Ciaoooo Silviooo!" Ricambio abbraccio e sorriso. Mio papà ci squadra scettico.
"Hai bisogno bambina?" 
"Ehm.. si volevamo due salami." Mio papà si intromette.
"Certo! Guarda 2 te li regalo io!" Sto per ringraziarlo quando un camion che si ferma vicino a noi ruba la mia attenzione, è Angelo, mi osserva radioso e mi saluta.
"Ciao nuoraaa!" Da quando sa che io e suo figlio ci vediamo mi chiama sempre così. 
"Ciao Angelo! Che ci fai qui?!" 
"Silvio fa la grigliata, vuoi che non ne approfitto!" Ride.
"Ahahahah bravo!"
"Bambina perché non ti fermi anche tu?" Mi chiede Silvio prima di rivolgersi a mio papà. 
"Signore potremmo rapirle su figlia qualche ora? Non si preoccupi che la riportiamo sana e salva!" Gli sorride cordiale e mio padre sembra prendere in considerazione l'idea. 
"Ci sarà anche mia figlia, si divertirà..." continua l'uomo al mio fianco.
"E va bene. Ma chicca ti voglio a casa ad un'ora decente!" Mi saluta e se ne va.
"Hey Marco sali?! Mangiamo da Silvio!" Angelo parla al telefono e gli lancio uno sguardo preoccupato, da quando io ed Enrico abbiamo litigato lui e Marco si sono quasi presi a botte e mi preoccupa averli nella stessa stanza piena di oggetti contundenti a portata di mano; Silvio intercetta la mia preoccupazione e cerca di rassicurarmi.
"Hey bambina, mio figlio non dovrebbe esserci, ma se lui c'è Marco non ci sarà, stai tranquilla." Nel frattempo Enrico arriva in macchina e Marco fa la stessa cosa, si fermano uno davanti e uno dietro di noi, scendono, mi guardano e poi si rivolgono sguardi infuocati, l'atmosfera è diventata di piombo. Pochi secondi dopo Elisabeth, la sorella di Enrico, scende dalla macchina del fratello e mi si avvicina guardandomi attentamente come se volesse studiarmi, ad un certo punto mi punta un dito contro iniziando a parlare. 
"Sei tu! Sei la ragazza che montava Gordon!" La guardo stranita, molto stranita, Enrico fa lo stesso. 
"Eli ma che dici?" Le chiede.
"Siii! Non te la ricordi?! È quella ragazza che era venuta qualche anno fa! Sai quella con cui hai parlato tutto il pomeriggio perché il suo ragazzo era con papà?!!" Il mio sguardo è sempre più confuso, come fa lei a saperlo che quel giorno non c'era, o per lo meno mi ha visto di sfuggita quando siamo arrivati?
"Eli non prendermi per il culo! Non è lei!" Il ragazzo continua a cercare di capire, gli altri guardano la scena impotenti. 
"Angelo, come si chiamava la bambina che montava Gordon?" Gli chiede il biondo.
"Naira." Risponde l'uomo guardandomi come se solo ora avesse collegato qualcosa che ha sempre avuto sotto gli occhi.
"Visto Enry! Ho ragione!"
"Papà, che cavallo le hai fatto montare a marzo?" Il ragazzo ha gli occhi confusi, i muscoli tesi, sembra un animale pronto ad attaccare la sua preda.
 
Pov Enrico
"Ha voluto montare Gordon." La voce di mio padre mi penetra sotto la pelle, dentro ossa e anima.
"Era Gordon?" Naira lo guarda sorpresa. 
"Tu, sei venuta qui 4 anni fa?" Le chiedo un po troppo minaccioso, lo capisco da come cerca di rimpicciolirsi, il suo sguardo sembra quello di un cerbiatto impaurito, tuttavia mi risponde con un fil di voce.
"Si." Il mio mondo mi è appena crollato addosso. Ho amato quella ragazza per quasi 3 anni, l'ho amata non sapendo praticamente niente di lei, l'ho amata in silenzio perché era fidanzata e non sapevo dove trovarla, l'ho amata come non ho mai amato nessuna e quando l'ho incontrata un anno fa non l'ho nemmeno riconosciuta, potevo giustificarmi dicendo che è cambiata moltissimo, ma i suoi occhi sono unici, i suoi occhi non si scordano, i suoi occhi non li ho guardati bene, mi sento male, l'ho trattata nel modo peggiore in cui può essere trattata una persona che si ama. Solo ora che so questo e che la guardo come avrei dovuto fare l'anno scorso mi rendo conto che non ho mai smesso di amarla. Solo ora capisco perché sentivo di conoscerla e perché mi faceva quell'effetto che nessuna esclusa lei mi aveva fatto prima. 
"Ehm ehm ehm.. che dite se andiamo a mangiare?" Mio papà interrompe il filo dei miei pensieri.
"Oh, si, certo, sono sceso per dirti che la brace era quasi pronta." Gli rispondo per poi voltarmi e risalire in macchina, però il mio interlocutore mi blocca.
"È ancora presto per mangiare, che dici di preparare due cavalli, tu e lei avete molte cose di cui parlare, vi aspettiamo." Non ci credo! Mio padre guarda prima me e poi la ragazza che lo fulmina e poi abbassa lo sguardo, ha ceduto! Ok, le parlerò,  troverò il coraggio che non ho mai avuto con lei e le parlerò nel posto più bello della vallata! Salto in macchina e prepararo la prima giumenta che mi capita sotto mano, recupero una corda più lunga e l'attacco alla capezza di Gordon, ritorno da lei a cavallo e le passo la corda dello stallone che quando lei si avvicina la saluta poggiandole il muso contro il petto. Partiamo, ci vuole circa un'ora e mezza per arrivare dove voglio quindi dobbiamo muoverci, mi volto per dirle che correremo un po e vedo che sta lanciando uno sguardo dispiaciuto a Marco che la incoraggia con un sorriso.
"Seguimi." Le dico poco prima di far partire la cavalla al galoppo, mi ascolta e fa partire il suo cavallo che ci raggiunge in poco tempo. Galoppiamo e trottiamo per mezz'oretta più o meno e arriviamo a destinazione pochi minuti dopo, fermo la cavalla e scendo legandola a un albero li vicino, lei mi osserva ancora in groppa.
"Dai vieni. Non ti mangio." Le dico sorridendo. Mi guarda ancora un po e poi si decide ad imitarmi. Mi siedo sull'erba, da li si vede tutta la vallata, a quest'ora c'è il sole che sta tramontando che rende tutto se possibile più bello, si siede vicino a me osservando lo spettacolo a bocca aperta. 
"Mi dispiace." Le dico dolcemente. 
"Cosaa?" Chiede stranita.
"Ho detto che mi dispiace." Le ripeto preparandomi ad una sua sfuriata epica.
"Lo pensi davvero?" Rimango stupito dalla tranquillità della sua voce. 
"Si, non ti ho riconosciuta, non ho scuse per come mi sono comportato."
"Mi hai dato della puttana, lo sai si?!" Mi chiede con una punta di ironia tagliente.
"Non lo pensavo davvero, ero geloso e incazzato nero."
"Cos'è cambiato?!" Non capisco a cosa si stia riferendo. 
"In che senso?!"
"Cos'è cambiato da quando tua sorella ti ha detto che qui c'ero venuta 4 anni fa, cos'è cambiato da quando hai saputo che montavo e riesco a montare Gordon?" Questa domanda mi coglie alla sprovvista, non so che dirle, ho una marea di pensieri a cui non riesco a dare un senso logico, ci provo lo stesso. 
"È cambiato che non sapevo che la ragazza che ho amato per 3 anni eri tu, è cambiato che ho collegato tutto, non sono mai riuscito a trovarti perché non sapevo dove abitavi, è cambiato perché quando ti ho visto l'anno scorso non ti ho riconosciuta e mi sento una vera merda per come ti ho trattato, non avrei mai voluto trattare così la persona di cui sono innamorato da una vita, mi sento in colpa per tutto quello che ti ho detto, per tutto ciò che ti ho fatto passare, per non averti trattato come avrei voluto e mi sento una merda perché so che non potrò mai rimediare." Dico tutto d'un fiato e lei che fino a poco prima teneva lo sguardo fisso sul panorama si gira e mi guarda stupita, pietrificata dalle mie parole.
 
Pov Naira
Quelle parole mi ronzano in testa, solo adesso rivedo il ragazzo che ho conosciuto 4 anni fa, solo ora riconosco colui che ha condiviso con me la transumanza dell'anno scorso, solo ora vedo il ragazzo che amo. Mi ha colpito aprendosi così tanto e quelle frasi mi si sono incise nell'anima. Ma non posso perdonarlo, non devo farlo!
"Fra un po è buio, andiamo?" Cambio discorso.
"Si, dai. Ci staranno aspettando." Mi risponde indossando di nuovo la sua solita maschera e salendo a cavallo, lo seguo. Arriviamo, posiamo in cavalli e saliamo a mangiare, guardo Marco che ha uno sguardo mooltoo preoccupato, mi ci siedo vicino e lo tranquillizzo, mi passa un braccio intorno al collo lasciandomi un bacio in fronte. 
"Menomale principessa, qualunque cosa tu decida di fare io sono vicino a te." Mi sussurra, mi fa sorridere.
"Grazie." Gli rispondo sottovoce. Nel frattempo Angelo, Silvio ed Enrico arrivano con la carne calda, mangiamo come maiali, sono pienissima, potrei esplodere.
"Andiamo a bere qualcosa?" Chiede Silvio in generale.
"Se mi portate di peso si." Rispondo. 
"Perché? Non puoi alzarti?"
"La sedia ormai è parte integrante del mio corpo." Rido e gli altri mi seguono.
"Dai voglio un cocktail!" Angelo fa il broncio.
"Ooohhh, va bene, dove andiamo?"
"Pà, Tomas mi ha detto che è al lido, io vado lì." Enrico si intromette.
"E lido sia!" Conclude l'uomo alzandosi, ci alziamo anche noi e ci dirigiamo alle macchine. Silvio ha attribuito i posti e mi tocca andare con Enrico. 
"Posso?" Chiedo indicando la sigaretta che ho in bocca.
"No! A meno che non sia una delle mie." Mi sorride tenendo gli occhi sulla strada, rimetto la mia sigaretta nel pacchetto e ne prendo una dal suo che mi sta passando soddisfatto.
Arriviamo a destinazione e la serata scorre tranquilla, ci divertiamo tutti insieme e verso l'una sono a casa. La mattina dopo mi arriva un messaggio da Enrico. 
'Buongiorno biondina, ti scrivo perché... beh sinceramente non lo so.. mi manchi e volevo chiederti di pensare a ciò che ti ho detto ieri e se per te sarà mai possibile darmi una seconda possibilità. Sono innamorato di te come non lo sono mai stato di nessuna e mi sento veramente in colpa per tutto ciò che ti ho fatto. Un bacio.' 
Avevo le lacrime agli occhi, ma non potevo perdonarlo, il mio cuore si stava a malapena ricomponendo ora e non avrebbe retto un'altro suo errore, un'altra pugnalata. Avevo paura, troppa paura. Non l'avrei mai superata...
 
 
Spazio autrice
Eccomi! Bene bene, abbiamo scoperto cosa si nascondeva in profondità, Enrico è innamorato di lei da molto tempo e non aveva mai collegato le varie cose.. almeno non fino a quando gliele hanno letteralmente sbattute in faccia.. e ora che farà Naira?! Lo perdonerà? Oppure andrà avanti per la sua strada? Un bacio isy_94

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Capitolo 18
*** i love you! ***


Pov Enrico
Siamo a novembre, non si direbbe dal tempo fantastico che si preannuncia, stamattina mio padre mi ha buttato giù dal letto per lavorare ad una manifestazione che si svolge ad Imperia, si chiama olioliva ed è una palla assurda, come dice il nome, c'è olio ovunque e gente che rimane affascinata dal fatto che le olive siano di un colore oppure di un altro. Sto montando la bancherella e in un secondo il mio pensiero va all'anno scorso.


Flashback olioliva 2012
Sono strapieno di gente che vuole essere servita in tempo record ma ciò che non capisce è che ho solo due mani, quanto mi sta sul culo lavorare in mezzo alla gente, crede che tu sia loro schiavo. Sto per mandare a quel paese un tizio al mio fianco che mentre sto affettando del carpaccio per colui che sto servendo, quando mi volto il mio sguardo si posa su Naira, è stupenda, lei tuttavia incrociato il mio sguardo prende per un braccio suo fratello che cammina affianco a lei pensieroso e lo trascina dietro il muro da dove sono sbucati. La rivedo nei miei pensieri milioni di volte, portava una maglietta senza spalline bianca con alcune righe di pizzo nero, una camicetta sempre nera che si apriva sulla schiena con un filo a creare un disegno a zig zag e dei pantaloni bianchi attillati che le facevano le gambe sottili, capelli sciolti, trucco leggero. Semplicemente fantastica, bellissima, unica. Continuo il mio lavoro fino alle 7 e mezza, stremato e stressato opto per mollare tutto, andare a casa per un doccia e poi tornare a finire. Fatto ciò mentre metto apposto mio padre mi urla contro qualcosa e finiamo per litigare di brutto, mollo di nuovo tutto e vado dall'unico che può aiutarmi: Aldo. Quando mi vede però la sua faccia mi fa intuire che c'è qualcosa che non va, non appena mi avvicino mi dice un'unica frase:
"Ho parlato con Naira." Mi informa e mi blocco.
"Che ha detto?!" Chiedo nervoso.
"Una marea di cazzate." Mi risponde lanciandomi uno sguardo di rimprovero.
"Cioè?" domando confuso. 

"Che sta bene, che ti ha dimenticato, che non è stato niente quello che è successo. Ah no! Una cosa vera l'ha detta: che ti ha visto." Mi spiega l'uomo.
"Se la vedo ancora una volta con quegli occhi spenti e il sorriso amaro di chi è caduto e i ricordi non la fanno rialzare giuro che ti ammazzo di colpi." Conclude serio, non lo ascolto e me ne vado, anche se quelle parole continuano a ronzarmi in testa.

Presente
Olioliva dura 3 giorni, in questo istante la festa è ufficialmente finita e di lei neanche l'ombra. Mi manca. Non l'ho più sentita da quando le ho detto ciò che provavo. Salgo in macchina e mi decido a chiamarla, dopo la terza volta che mi da la segreteria mi arrendo, chiamo Ale. 
"Ciao cucciolo." Gli dico sorridendo.
"Hey! Allora?"
"Hai notizie di Naira?" Chiedo.
"Uhh, qualcuno si è svegliato." Ride.
"Dai scemo.. rispondimi."
"Si, mi ha chiesto se salivo al pub che fanno festa ma non posso." Mi spiega.
"Ok ciao!" Chiudo mentre sta tentando di replicare qualcosa.
Arrivo a casa e chiamo Tomas gli dico di farsi bello che andiamo al pub, voglio vederla a tutti i costi.

Pov Naira
Sono al pub con il mio ex capo, siamo molto legati, si aggiungono anche alcuni amici in comune e dopo poco arriva Marco, vederlo mi fa sempre impazzire, ha una camicia azzurra che risalta il colore dei suoi occhi e il suo fisico, amo quando la indossa. Si siede con noi e ordiniamo da bere, la barista mi urla di andare a ritirare le bibite allora mi alzo ed entro a prenderle, quando esco rimango pietrificata, nel deor dove siamo seduti sono appena entrati Enrico, Tomas e Alex, il primo mi guarda e un larghissimo sorriso increspa le sue labbra, faccio finta di niente e vado al tavolo sedendomi. Scopro che due mie ex compagne di classe sono sedute affianco a noi, le odio. Nel frattempo Enrico entra, devo andare in bagno, ma sto valutando bene la situazione, se gli passo davanti mi bloccherà, se non vado me la faccio addosso. Prendo il coraggio a due mani e mi dirigo verso il bagno
. La luce all'interno della stanza e il vetro smerigliato mi impediscono di vedere se c'è qualcuno nell'anticamera quindi il mio nervisismo sale, apro la porta e in un secondo mi ritrovo contro il muro di fronte al bagno.
"Perché non eri a olioliva?" La sua voce mi blocca ancora di più delle sue braccia ai lati della mia faccia.
"Avevo altro di meglio da fare." Rispondo con la voce tremante.
"Cosa avevi di meglio da fare?" Chiede, trovo uno spiraglio per poter scappare ed è ciò che faccio, dirigendomi a passo svelto fuori, gli altri sono tutti spariti, butto un'occhiata dentro e li vedo intenti a parlare con un tizio. Cammino intenta a raggiungerli ma dopo soli due passi Enrico mi di para davanti affiancato dai suoi amici.
"Siediti, ho bisogno di parlarti un secondo." Mi indica il tavolo dove ero seduta all'inizio della serata, mi siedo e lui fa lo stesso mettendosi di fronte a me.
"Dimmi." Dico con sguardo sicuro.
"Sai, mi avrebbe fatto piacere stare un po con te alla festa." Dice riferendosi ad olioliva. Nel frattempo le mie ex compagne di classe iniziano a borbottare: 'ma hai visto quant'è bello?! Mamma mia è stupendo. Ma perché perde tempo con lei? Ma dai non se lo merita uno così.' Lui infastidito si gira verso di loro con sguardo cattivo.
"Avete finito di rompere le palle, vi sentiamo." Dice tagliente. Ma loro continuano, lui per qualche secondo le ignora affondando nel mio sguardo, io affondo nel suo cercando di capire cosa pensi o cos'abbia intenzione di dire, poi ritorna verso di loro.
"Allora! Avete rotto! Tanto non vi cago! Non.vi.cago! Amo un'altra ragazza! L'unica cosa che potete ottenere è il guinness world record come migliori cessi esistenti, quindi piantatela!!" Alza la voce irritato e serio. Loro rimangono a bocca aperta e poi abbassano lo sguardo.
"Tornando a noi..." riporta il suo sguardo su di me. Il mio cuore potrebbe quasi esplodere se continua a battere così veloce.
"Ahah e chi ami sentiamo?! Lei?" Dice una delle due indicandomi. Lui si
gira per l'ennesima volta e risponde serio.
"Si." Mi sento morire, letteralmente, mi manca l'aria, i miei occhi si appannano, il mio cuore accelera tanto da sembrare fermo, le vene pulsano. Riporta ancora una volta il suo sguardo tranquillo nel mio scioccato e in panico.
"È vero." Mi dice per capire la mia reazione, ma non mi muovo, non muovo neanche un muscolo.
"Hai capito?" Il suo tono si è addolcito. Mimo un no con la testa.
"Ho detto che ti amo. E lo dico sul serio." Ripete dolcemente. Trovo il coraggio di parlare.
"Io no." Dico osservando Marco uscire per venirmi incontro. Lui si volta, li scruta qualche secondo e la sua espressione diventa dura.
"Adesso stai con lui?" Mi chiede duro. Marco mi lancia uno sguardo rassicurante che lascia intendere che qualsiasi cosa dico lui mi appoggierà.
"Si." Rispondo sicura di me, ma quando vedo il cambiamento impercettibile mi sento piccola e in trappola. Tomas cerca di cambiare discorso dicendo una frase in inglese che conosco fin troppo bene.
"Take the girl buddy!" Urla fissando il vuoto, Enrico si gira a guardarlo interrogativo e io lo fisso assotigliando lo sguardo per studiare bene se l'ha detto davvero o sono impazzita.
"Rick." Rispondo tristemente e lui mi sorride esaltato.
"Lo guardi anche tu!!!" Mi dice sorridendo.
"Certo!! Mmh. Fammi pensare."
"Mi ha... colto alla sprovvista. Mi è entrato nel sangue e qualunque cosa io faccia... non riesco a liberamene." Lui mi guarda pensieroso qualche secondo poi risponde.
"Elena!" Continuiamo a tirare fuori frasi e rispondere chi le ha dette per qualche minuto poi Enrico si sveglia e ci interrompe.
"Non è vero!" Dice.
"Cosa?! Che Elena non scrive: Caro Diario, mi ero sbagliata di grosso. Credevo di poter andare avanti, con un sorriso, un cenno del capo, fingere che tutto fosse a posto.??!" Rispondo non capendo a che si sta riferendo.
"No! Ma che c'entra? Non è vero che non mi ami." Spiega serio.
"Si che è vero!" Dico irritata.
"No! Se lo fosse non avresti avuto
quella reazione ne tanto meno quel luccichio negli occhi." Per la seconda volta in un'ora mi sento in trappola, il mio sguardo è sorpreso e in fondo ammetto che ha ragione, aspettavo che mi dicesse quelle parole da un anno e mezzo quasi, ma ho troppa paura e reprimo tutto dietro un muro. Non controbatto.. mi alzo e me ne vado seguita da Marco che mi raggiunge in pochi passi.
"Hey principessa non stiamo gareggiando per l'oro alle olimpiadi di corsa." Mi schernisce ridendo.
"Lo so." rispondo con un accenno di sorriso.
"Vuoi andare a casa?" Mi chiede abbracciandomi da dietro.
"Si." Rispondo stringendomi fra le sue braccia.
"Dai andiamo ti porto io." Mi fa cenno di seguirlo sciogliendo la stretta, un'irritazione fa capolino in me.
"Come fai a essere così menefreghista?" Chiedo irritata.
"Menefreghista?! Perché?!" Si volta guardandomi confuso.
"Si! Non ti hanno minimamente sfiorato le parole che ha detto quel coglione sulla mia reazione, non ti è venuto neanche un minimo dubbio, cosa che sarebbe venuta a chiunque." Lui mi guarda e si avvicina serio, guiro che potrei affogare in quell'oceano azzurro rischiarato dalla luce di un lampione.
"Non sono menefreghista principessa, capisco cosa significa per te e aspetto." Mi sorride benevolo e ciò se possibile mi irrita ancora di più.
"Cosa significa cosa?! E cosa aspetti?" Chiedo con la voce poco più alta ed acuta.
"Lui per te è sempre stato l'unico da quando l'hai visto l'anno scorso, non l'hai mai dimenticato e non hai mai smesso di amarlo, tanto meno di aspettare il giorno in cui ti avesse detto che provava ciò che provi per lui, non guarderai mai nessuno come guardi lui, con gli stessi occhi, li stesso sorriso e lo stesso amore. Lui è il tuo amore più vero e grande che hai mai avuto e lo capisco. Capisco che vuol dire amare una persona e non poterla avere. Capisco che ci vorrà tempo prima che tu vada avanti, se mai lo farai e quindi aspetto questo, aspetti che tu mi guardi negli occhi senza che dentro essi ci sia una
traccia di lui, aspetto che tu decida se affrontare la tua paura di soffrire ancora per mano sua o decida di chiudere definitivamente quella porta. Nel frattempo sarò qui a sostenerti, ad asciugarti le lacrime e a darti tutto ciò che può farti star meglio." Sono senza parole, non so che dirgli perché ogni virgola che ha detto è vera e mi rendo conto che lo sto facendo soffrire, mi sento male per questo, un ragazzo così non dovrebbe soffrire per una stupida ragazzina dal cuore ammaccato. Faccio ciò che mi sembra più adeguato alla situazione: lo abbraccio. Lui sorride e mi stringe più forte.
"Grazie." Gli sussurro contro il suo petto. Sorride di nuovo.
"E di che principessa?!" Mi sussurra a sua volta. Poi mibfa cenno di andare verso la macchina per tornare a casa, lo seguo con la testa bassa di chi ha appena fatto una colossale cazzata e se ne rende conto troppo tardi, saliamo in macchina e in qualche decina di minuti siamo arrivati a casa mia.
"Dormi con me stanotte." Gli dico fissando il vuoto, ho bisogno del suo calore, della sua presenza.
"Cosa?" Mi chiede voltandosi stupito.
"Dormi con me." Ripeto voltandomi a mia volta.
"Sei sicura?!" Mi chiede ancora.
"Si." Rispondo titubante.
In conferma al fatto che ha accettato spegne la macchina ed estrae il telefono scrivendo veloce un messaggio poi si volta a guardarmi, scendo e mi accendo una sigaretta nell'aria gelida di una notte di novembre, lui mi imita. Finiamo di fumare e silenziosi saliamo le scale di casa mia, entrando il calore della stufa ancora accesa ci accoglie, è tutto silenzioso, sono le 3 di mattina ed è normale che non fiati neanche una mosca, saliamo in camera mia e ci stendiamo sul letto. Parliamo sottovoce dato che camera dei miei è sotto i nostri piedi e si sente parecchio qualsiasi rumore.
"Mh New York." Si guarda intorno fissando i quadri appesi alle pareti.
"Già, ho sempre voluto andarci." Sorrido. Parliamo per un tempo indefinito finché non crolliamo abbracciati.
La luce dell'alba arriva
troppo presto per i miei gusti, un raggio di sole mi punta proprio dritto su un occhio e mi sveglia, mi giro osservando Marco abbracciato a me che dorme ancora, è lunedì e i miei lavorano quindi posso permettermi di dormire ancora un bel po. Mi rigiro fra le sue braccia e mi riaddormento. Ci svegliamo alle 2 del pomeriggio, dato che fra mezz'ora mia madre torna gli dico di andare a casa, mi saluta con un casto bacio sulla fronte ed esce chiudendosi la porta alle spalle.



Spazio autrice
Eccomi qui con un altro capitolo, povera Naira, tutte a lei capitano xD allora... il nostro coglione (termine affettuoso) si è finalmente dichiarato, era quasi l'ora dirà qualcuna, beh diciamo che il tempismo non è parte del suo DNA. Ora però ha portato un bel po di confusione nella vita di Naira. Che succederà ora?!? Un bacio isy_94

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Capitolo 19
*** A new possibility. ***


Pov Naira
Sono tranquillamente sdraiata nel letto e mi arriva un messaggio con scritto: 'scendi' non conosco il numero, magari è Marco, mi vesto e scendo quando apro il portone mi pietrifico. Enrico è appoggiato al muro affianco al portone che mi guarda, sorrido e lui ricambia, poi avvicina il suo viso al mio e mi bacia. Ricambio, ci baciamo per svariati minuti concedendogli di esplorare il mio corpo con il suo tocco elettrico, si stacca e mi osserva col respiro accelerato.
"Puoi perdonarmi?" Mi chiede dolcemente. 
"Si" ricambio il sorriso che gli ha appena allargato le labbra e lo bacio di nuovo. Saliamo le scale senza staccare i nostri corpi, le nostre labbra, raggiungiamo camera mia senza accorgercene, mi inizia a sfilare la maglia e 
"NAIRAAAAAA!" Mia madre urla dal piano di sotto e mi fa sobbalzare, era solo un sogno, un fottuto sogno.
"Mmmhh." Pronuncio richiudendo gli occhi.
"Nevica!" Sorride. Mi alzo di scatto, apro la tenda e vedo uno strato bianco coprire il tetto di fronte ai miei occhi,  amo la neve, l'ho sempre amata, scendo di corsa le scale, mi vesto ancora più veloce e mi catapulto fuori.


Pov Enrico
Mi alzo controvoglia alle 5, un'altra giornata di lavoro, un'altra giornata monotona, un'altra giornata senza lei. Quanto potrò andare avanti così?! Ora capisco cos'ha passato per un anno e più. Prendo l'Ipod e accendo la radio, le prime due note di quella canzone mi penetrano come una lama, è la sua canzone, quella che ama e che sapendo che cosa dice è anche la mia. Finita quella ne inizia un'altra, non la conosco ma lo stomaco che mi si contorce mi spinge a cercare la traduzione. La leggo e mi sento ancora peggio di prima, la frase principale mi si incide nelle ossa: 'capisci di amarla solo quando la lasci andare.' Quant'è vera. Finalmente metto il naso fuori casa e con mia grande gioia vedo la neve che cade silenziosa, un'idea impulsiva cresce e decido di ascoltarla, corro nella stalla, prendo Gordon poi mi blocco, chiamo Nevio. Scendo a casa sua, quando ritorno recupero la prima cavalla che trovo e salto in groppa, guardo l'ora le 6 e 10 perfetto.


Pov Naira
Sono in piedi davanti al portone spalancato da circa 10 minuti, davanti a me Enrico sotto la neve con due cavalli, è scolato, sembra un pulcino bagnato e infreddolito, è quasi tenero. Lui mi sorride, osservo meglio i cavalli e noto che uno dei due è Romeo, il mio amore, non mi trattengo e corro ad abbracciare il ragazzo che subito si irrigidisce poi lo sento rilassarsi e sorridere, due lacrime di gioia solcano le mie guancia, pochi secondi dopo però mi rendo conto di ciò che ho fatto e mi stacco imbarazzata, lui mi sorride ironico, quel sorriso che mi ha fatto impazzire.
"Andiamo a fare un giro o mi lasci congelare qui?" Mi chiede sorridendo, quasi lo riconosco, quasi in fondo a qual mare nocciola rivedo quel luccichio che mi dedicava un anno fa. 
"Sono magnanima oggi, non ti lascerò congelare." Rispondo ironica scoppiando a ridere.
"Ok, sali." Mi indica Romeo con un cenno del capo mentre mi porge la corda legata dai due lati del muso.
"È troppo alto, non riesco a salirci da sola." Dico controvoglia. 
"Va bene, dai datti lo slancio io ti aiuto." Sorride malizioso. 
Mi lancio in aria pensando già al fatto che volerò per terra perché non mi aiuterà, invece sento una sua mano sul mio interno coscia e l'altra sulla mia schiena ritrovandomi sul dorso del castrone. Il suo contatto è qualcosa di indescrivibile, avete presente quando siete a dieta per mesi e non potete mangiare niente di dolce o fritto e poi un giorno ordinate patatine e crepes alla nutella, avete presente quella sensazione quando iniziate a mangiarle?! Ecco lui o meglio il suo tocco hanno quest'effetto su di me. Sale anche lui e gira la cavalla per andare verso la strada principale, lo seguo senza dire una parola, lascio che sia lui a scegliere dove andare e con mia sorpresa mi porta verso la chiesetta. Alzo lo sguardo e rimango pietrificata. Un cartellone plastificato enorme copre tutta la chiesetta e dato che è inverno si vede da mezzo paese.
'Beh, hai bisogno della luce solo quando si sta spegnendo 
Ti manca il sole solo quando inizia a nevicare 
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare
Ti rendi conto di essere arrivato in alto solo quando ti senti giù 
Odi la strada solo quando ti manca casa 
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare
E la lasci andare 
Fissi il fondo del tuo bicchiere 
Sperando un giorno di far durare il tuo sogno 
Ma i sogni arrivano lentamente e si infrangono così in fretta 
La vedi quando chiudi gli occhi 
Forse un giorno capirai perché 
Tutto ciò che tocchi muore sempre 
ma hai bisogno della luce solo quando si sta spegnendo 
Ti manca il sole solo quando inizia a nevicare 
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare
Ti rendi conto di essere arrivato in alto solo quando ti senti giù 
Odi la strada solo quando ti manca casa 
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare
Fissi il soffitto nell’oscurità 
Hai sempre la solita sensazione di vuoto nel cuore 
Perché l’amore giunge lentamente ma sparisce in fretta 
La vedi quando ti addormenti 
Ma non riesci mai a toccarla o tenerla stretta 
Perché l’hai amata troppo e sei affondato troppo in profondità 
Beh, hai bisogno della luce solo quando si sta spegnendo 
Ti manca il sole solo quando inizia a nevicare 
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare
Ti rendi conto di essere arrivato in alto solo quando ti senti giù 
Odi la strada solo quando ti manca casa 
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare
E la lasci andare 
E la lasci andare 
Beh, la lasci andare'
"Dato che la prima volta non ha avuto successo ho provato una seconda." Mi spiega sorridendo notando la mia faccia allibita.
Faccio una foto.
"Così quando tornerai ad essere un coglione ti farò vedere le prove di ciò che hai scritto!" Dico ridendo di gusto. Poco dopo mi arriva un messaggio da Sara: 'dimmi che il cartellone che copre santa margherita l'ha scritto quel cretino e giuro che penserò di non avere qualche problema di pazzia.' Le rispondo confermando il suo dubbio, la nostra conversazione si conclude così, non mi risponde. Torno a guardare Enrico che mi sorride. 
"Non ti ho perdonato se pensi questo." Dico tranquilla e vedo la delusione crescere nei suoi occhi, saliamo fino alla chiesa, leghiamo i cavalli all'asciutto e ci sediamo vicino a loro, siamo fradici e ho freddo, tremo, lui se ne accorge e mi abbraccia.
"Lo so che non mi hai perdonato e forse non lo farai mai, ma voglio farti capire che ho sbagliato e non sono mai stato bravo a parole." Mi confessa guardando la neve.
"Provaci." Lo incito.
"A far che?" Mi chiede guardandomi.

Pov Enrico
"Provaci." Mi dice, so a che si sta riferendo ma per eliminare ogni dubbio glielo chiedo.
"A spiegarmi che hai sbagliato ecc." Mi incita ancora. Prendo un respiro lungo di fumo e guardo il vuoto trovando le parole più adeguate, non trovandole. Tuttavia ci provo, glielo devo.
"Ok, ma non mi interrompere o non continuo." Mima un si con la testa e continuo "allora, sono stato un coglione, tu mi piacevi, mi piacevi 4 anni fa e mi sei piaciuta quando ti ho visto alla transumanza, sono stato un coglione perché ti ho allontanato facendoti soffrire, avevo paura di affezionarmi, cosa che ho fatto, avevo paura di soffrire, di finire come mio padre con mia madre e ciò che ho ottenuto è stato affezionarmi e soffrire perché tu mi dicevi che ero uno stronzo e tutto il resto,  mi sono reso conto che non ero così, non con te, tu mi guardi negli occhi e leggi quello che sono veramente, quello che nessun altro si prende il disturbo di guardare. Tu mi sei entrata nel cuore e non riesco a capire come possa stare senza di te. Non capisco come possa averti fatto tutto il male che ti ho fatto. E adesso me ne sono reso conto ho capito che è inutile continuare a seppellire il fatto che ogni mattina vorrei vederti accanto a me quando mi sveglio oppure che ogni sera vorrei addormentarmi stringendoti fra le mie braccia. Per il mondo sono uno stronzo, ma tu sei sempre andata oltre questa maschera e ho paura di perdere i miei amici se vedessro quanto sto cambiando, quanto sono me stesso con te." Dico tutto d'un fiato e non mi capacito ancora di esserci riuscito. Lei mi guarda con gli occhi sgranati e pieni di lacrime, un sorriso dolce le increspa quelle labbra. È il suo sorriso, quello di un anno fa, quello che raggiunge anche gli occhi, quel sorriso che amo. Perché si è così, posso girarci intorno quanto voglio o trovare milioni di scuse ma questa ragazza la amo.


Pov Naira
Le sue parole sono le più belle che ho mai sentito, il suo tono il più dolce che mi abbia rivolto e per un istante dimentico thtto ciò che ho passato per colpa sua.
"Ehm, non so che dovrei risponderti." Dico arrossendo.
"Che mi dai un'altra possibilità biondina, voglio solo un'altra possibilità e sta volta non ti lascerò andare, perché è vero, ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare." Mi prende il viso fra le mani e mi guarda con gli occhi lucidi. Non ci credo! Tutto mi sarei aspettata di vedere tranne lui, proprio lui, quello stronzo insensibile con le lacrime agli occhi. Sospiro pesantemente pensando a dargli davvero una possibilità nonostante il mio cuore ammaccato.
"Va bene." Dico infine abbassando lo sguardo. 
"Cosa?!" Mi chiede sorridendo.
"Ti do un'altra possibilità, ma sappi che le sconterai tutte." Gli spiego puntandogli un dito sulla punta del naso. Lui senza dire una parola mi abbraccia stritolandomi, poi si alza e mi tende le mani.
"Dai, torniamo a casa tua, fatti una doccia cbe odori di cavallo bagnato e poi fatti bella." Mi dice sorridendo.
"Perché?!" Gli domando stranita.
"Stasera grigliata e poi si va dove vuoi!" Mi aiuta a salire a cavallo e una volta scesi un dubbio mi balena in mente.
"Ma come sei salito fin qui?"
"A cavallo biondina." Ci vogliono 20 minuti di macchina e saranno 15 km da casa sua a casa mia ed è venuto a cavallo fin qui?! È un pazzo.
"Tu sei pazzo!" Sorrido.
"Un pazzo innamorato." Sorride a sua volta poi mi da un bacio sulla fronte e prima di sparire mi dice un'ultima cosa: "tieniti pronta per le 7 e mezza ti faccio uno squillo quando arrivo." 
Ok, ora mi fermo un secondo a riflettere e mi picchierei da sola, quel ragazzo mi ha letteralmente ucciso e cosa faccio?! Gli do una possibilità, ma in fondo i suoi occhi mi hanno sempre stregato. Mando la foto che avevo fatto a Marta, in risposta lei mia chiama urlando.
"ODDIO DIMMI CHE NON È IL COGLIONE!!! ODDIO NAIRA CHE HAI FATTO?"
"Marta Marta Marta awawaw!!"
"NAIRAAAAAA NON DIRMELOOO!"
"AWAWAWAW!" 
"OK SEI IMPAZZITA, MA CHE È SUCCESSO?"
"ehm. Puòesserechel'hoperdonato." Dico con un tono incomprensibile. 
"CHE HAI FATTOOOO??!"
"hai capito benissimo."
"NO! ASPETTA! L'HAI PERDONATO??!"
"si." Dico allontanando il telefono per evitare che le sue imminenti urla mi rompano un timpano.
"COOOOOSSSSSAAAAAA??? MA CHE TI SEI FUMATAAA???" come previsto mi fa una ramanzina di 20 minuti fin quando non le dico che devo andare e vado a prepararmi per uscire. Il sorriso non abbandona le mie labbra.




Spazio autrice
Mh, che svolta, ve l'aspettavate?! Non preoccupatevi, non filerà tutto liscio come l'olio. D'altronde rimane pur sempre un coglione xD un bacio isy_94

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Capitolo 20
*** Quarrels ***


Pov Naira
Abbiamo appena finito di preparare la carne e giuro di non aver mai riso così tanto, o almeno era da un po che non lo facevo. Silvio è pieno di pezzi di grasso ovunque, Enrico è olioso, hanno iniziato a tirarsi roba come due bambini e avevo le lacrime agli occhi tanto ridevo. Adesso che si sono calmati iniziamo a mettere le costine sulla brace, il rumore di una macchina mi fa voltare e il suo guidatore mi gela il sangue. Angelo scende sorridente, poi nota la mia presenza e si acciglia un po, io d'altro canto abbasso la testa e lentamente mi avvicino a lui distante qualche metro. 
"Ciao Angelo." Dico sempre a testa bassa.
"Ciao Naira." Mi sorride e mi abbraccia, mi pietrifico.
"Ma.. non sei arrabbiato con me?" Chiedo e mi sento stupida nel farlo.
"Perché dovrei tesoro?" Mi chiede a sua volta con fare bonario.
"Beh, perché sono qui, senza tuo figlio, sai..." balbetto un po imbarazzata, un po tanto imbarazzata. 
"Ahahah no no! Hey, se lui ti rende felice sono felice anch'io, mio figlio è grande ormai, lo capirà. Poi lasciatelo dire: era un anno e più che non vedevo quel sorriso e non sai quanto mi scalda il cuore." Mi commuovo alle parole dell'uomo e lo abbraccio forte, lui ricambia e torniamo verso gli altri per sederci a mangiare. 
"Voglio proprio saperlo: come ha fatto sto coglione di mio figlio a farsi perdonare da una come te?" Mi chiede Silvio ridendo.
"Eh, diciamo che si è impegnato e trovarlo davanti a casa mia sotto la neve gli ha fatto guadagnare qualche punto." Rido anch'io. Enrico mi fulmina per poi seguirmi nella risata. Parliamo tutti insieme fino a tardi poi Angelo se ne va e Silvio entra, rimaniamo io e lui a fumare seduti vicini, stiamo fissando il vuoto, ognuno perso nei suoi pensieri quando, ad un certo punto, lui si volta a guardarmi.
"Dormi qui." Mi dice dolcemente, ma risulta quasi una supplica.
"Ma... i miei si preoccupano se non mi trovano domani."
"Ah, tutte scuse, scrivigli un messaggio. Dai ti prego, voglio averti con me." I suoi occhi mi implorano, non resisto.
Prendo il telefono scuotendo la testa rassegnata e scrivo ai miei, lui in risposta ride e mi da un bacio sulla guancia. Entriamo, casa sua è enorme e bellissima, oltrepassiamo cucina, sala e bagno e arriviamo in camera sua. È strana, le pareti sono bianche con appese foto di lui da piccolo, dei suoi cani, alcuni cavalli, qualche modella provocante. In mezzo alla stanza c'è un letto ad una piazza e mezza, con lenzuola bianche e nere, affianco un tavolino alto quanto il letto, un lampadario formato da mille serpenti metallici ci sovrasta. Osservo ogni minimo dettaglio, la tv a schermo piatto da minimo 50 pollici appena alla parete di fronte al letto, il dolby surrond posizionato nei vari angoli, l'enorme cuscino che fa da poltrona, l'armadio gigante. Lui mi guarda sorridendo poi mi supera per sdraiarsi sul letto e accendere la tv, batte una mano sul materasso per invitarmi a sdraiarmi accanto a lui, il nervosismo sale, ma tuttavia mi decido ad andare. Mi passa un braccio intorno al collo e ci mettiamo a guardare un programma stupido che non ho idea di come si chiami; ci addormentiamo così. 


Pov Enrico
La luce del sole che mi punta in un occhio mi sveglia, le mie narici vengono invase da un profumo dolce e buonissimo, il suo profumo, quello dei suoi capelli, mi tiro un po su. Dorme girata su un fianco stringendo la mia mano che nella notte le è scivolata sulle costole, il viso rilassato in un leggero sorriso. Mi perdo ad osservarla fin quando il suono del mio telefono mi fa sobbalzare, mi alzo delicatamente per non svegliarla esco e rispondo. 
"Hey amico!" 
"Ciao Tomas."
"Stasera vieni a bere, fanno festa nel mio paese."
"Non so, chiedo a Naira se ha voglia." In realtà sono io a non averne voglia. 
"Sul serio amico? Che c'entra lei?"
"Lunga storia, mi sta dando un'altra possibilità." Spiego.
"Ma dai, perdi tempo con lei! Ne puoi trovare di migliori."
"Non ce ne sono migliori di lei." Dico alterato. 
"Beh, ma con più soldi si."
"Non me ne frega un cazzo dei soldi."
"Seriamente? Ma che stai dicendo? Non ti riconosco più."
"Sono sempre lo stesso."
"Allora vieni a ubriacarti?"
"No, non ho voglia di bere."
"Cosaaaa? Ti sei rammolito amico, non sei più tu, quella ragazzina ti ha cambiato. Cosa non si fa per un po di sesso."
"Non abbiamo ancora fatto niente."
"Non ci credo! Sul serio? Non voglio aver niente a che fare con uno come te. Il nuovo te. Chiamami quando sarai rinsavito." Butta giù prima che possa replicare qualcosa, stringo il telefono con rabbia. Bell'amico di merda, mi fumo una sigaretta e poi entrerò.


Nel frattempo. 

Pov Naira
Mi sveglio da sola e subito mi trovo spiazzata, poi collego e mi chiedo dove sia finito. Il suo del mio telefono interrompe i miei pensieri, convinta che sia uno dei miei che mi avvisa di linciaggio imminente rispondo senza guardare il mittente. 
"Pronto?"
"Dimmi che mio padre era ubriaco." La voce di Marco mi raggela.
"Cosa?"
"Dimmi che stava scherzando quando mi ha detto che eri a mangiare da Silvio." È arrabbiato, ma non voglio mentirgli.
"No non stava scherzando."
"Davvero hai scelto lui ancora una volta?!"
"Si."
"Ti farà soffrire ancora e quando succederà non ci sarò a farmi prendere per il culo." 
"Ma non..." ha buttato giù, mi ha chiuso il telefono in faccia! Beh come biasimarlo. Decido di alzarmi per vedere dov'è finito Enrico. Esco di casa e li trovo in piedi a fumare, mi avvicino e gli tappo gli occhi.
"Giorno Naira." Mi dice freddo. 
"Che succede?" Chiedo tranquilla. 
"Niente." 
"Spiega questo niente." 
"NIENTE! TI HO DETTO NIENTE! NON ASSILLARMI! FATTI I CAZZI TUOI!" mi urla contro e non capisco cosa possa averlo fatto arrabbiare così tanto.
"Hey, lo sai che con me puoi parlare."
"NO! NON C'È NIENTE DI CUI PARLARE! TU MI VUOI CAMBIARE,  MA NON SONO COSÌ! SONO UNO STRONZO SENZA SENTIMENTI E TU NON SEI L'ECCEZIONE. NON SO COME HAI POTUTO PENSARE IL CONTRARIO! VESTITI E FATTI PORTARE ALLA CORRIERA."  le sue parole sono state lame che hanno squarciato il mio cuore, l'hanno tritato in mille pezzi, non lo riconosco più. Con le lacrime incastrate tra le ciglia vado dentro e raccolgo felpa e giacca, poi cerco Silvio, so che deve portare sua figlia a scuola e ne approfitto per chiedergli un passaggio fino alla fermata. 
"Cosa?! Ma che succede?" Mi chiede l'uomo sgranando gli occhi. 
"Niente tranquillo è solo che devo fare due commissioni in giù e non voglio disturbare." Mi sforzo di sorridergli e sembra crederci perché chiama la figlia e poi mi fa cenno di salire in macchina. Da quando sono salita sulla corriera fino a quando non sono arrivata a casa ho pianto, lacrime amare e silenziose sulle note di November Rain, l'unica frase che mi tirava un po su era: ' ‘Cause nothin’ lasts forever even cold November rain' 
(Perché niente dura per sempre nemmeno la fredda pioggia di novembre.)


Pov Enrico
Sto malissimo, sono passati 10 giorni e di lei neanche l'ombra, le ho urlato contro le parole che mi hanno fatto arrabbiare, ma non gliel'ho spiegato. Mi manca, ho provato a chiamarla milioni di volte e le avrò mandato 500 messaggi ma niente, spero solo che stia bene. Poi un presentimento si fa largo stritolamdomi lo stomaco, il mio telefono inizia a suonare, è lei. Non perdo un altro secondo e rispondo. 
"Hey biondina, scusami per." Mi interrompe.
"Senti. So che non lo pensavi davvero, Alex mi ha chiamato la sera dicendomi che vi aveva sentiti litigare. Però mi hai fatto male, nonostante tutto ho bisogno di averti qui vicino a me. Ti.pr.ego." le ultime parole vengono spezzate dai singhiozzi e mi si spezza il cuore a sentirla così. 
"Arrivo, dimmi dove sei." Dico raccattando chiavi e sigarette per poi salire in macchina e mettere in moto.
"Davanti all'ospedale." Rimango immobile qualche secondo, la paura mi attanaglia lo stomaco.
"Che è successo?" Chiedo terrorizzato.
"Sto bene, quando arrivi ti spiego." Chiude la chiamata, penso che se qualche carabiniere mi avesse visto guidare mi avrebbe stracciato la patente davanti, però dopo esattamente 5 minuti sono arrivato, la cerco e la trovo poco lontano dall'ingresso dell'ospedale con le mani sul viso e il corpo scossi da singhiozzi che cerca di trattenere, la raggiungo velocemente e l'abbraccio, lei mi si stringe al petto e nasconde il viso nell'incavo del mio collo.
"Shhhh, sono qui. Calmati dai. Shhh." Le sussurro accarezzandole i capelli. Per la prima volta da quando sono arrivato si alza a guardarmi e rimango pietrificato, i suoi occhi sono grigi, come il cielo sopra di noi, sembra che l'azzurro si sia sciolto e sia scivolato via mischiandosi alle lacrime. La stringo di nuovo a me. Rimaniamo cosi per non so quanto, poi il suo telefono suona, è suo padre che le dice di aspettarlo li e poi dopo aver fatto visita alla madre se ne vanno a casa. Le lacrime si sono fermate e ora sta cercando di regolarizzare il respiro.


Pov Naira
Mi sono calmata un po e voglio una sigaretta. Lui qui.. mi ha aiutato a calmarmi e dio solo sa quanto mi sia mancato tornare tra le sue braccia e sentirmi a casa. Mi ha stupito, non pensavo ci tenesse così tanto a me e non pensavo sarebbe corso qui dopo quello che gli ha detto Tomas. Il resto del giorno lo trascorriamo seduti qui, quando arriva mio padre saliamo da mia mamma che piange, lui è rimasto giù. 
"Se vuoi stare qualche giorno da lui non ho problemi." Sgrano gli occhi alle parole di mio padre. 
"No papi sto qui." Rispondo convinta, non voglio lasciarlo solo. 
"Non mi interessa, saliamo a casa ti prepari e vai da lui. Hai bisogno di staccare." Ribatte serio, non credo alle mie orecchie. Finita l'ora di visita scendiamo, lo vedo poco distante appoggiato al muro che sorride, mi avvicino, gli spiego che ha detto mio padre e il suo sorriso se possibile si allarga ancora di più. 
"Non voglio dar fastidio."
"Ma figurati, mio papà non vedrà l'ora di vederti in giro per casa, poi ti romperà le palle fino allo sfinimento per farti andare a cavallo." Mi rassicura.
"Però mi porto la mia sella." Sorrido anch'io. 
"Ci sto! Dai andiamo allora così torniamo a un'ora decente per mangiare." Mi abbraccia e giuro che non ho mai desiderato così tanto sparire fra quelle braccia, mi volto per avvisare mio padre ma è sparito. Lo chiamo.
"Papi dove sei?!"
"Ci vediamo a casa chicca." Lo saluto e butto giù.
Dopo di che facciamo tutto e torniamo a casa sua, sono le 9 e Silvio ci accoglie con due piatti di lasagne fumanti. Mangiamo e poi andiamo in camera a guardare un film, mentre siamo sdraiati il suo telefono suona, risponde. È Alex che gli chiede se vuole salire a Nava a ballare, lui mi guarda e annuisco, so che ha bisogno di sfogarsi un po, ci cambiamo e saliamo su. Passiamo la serata tranquilli a parlottare con i suoi amici ed esclusa qualche occhiata omicida che mi lancia qualche ragazza mi diverto, gli dico che esco a fumare e così faccio, quando arrivo fuori incontro mio "fratello" che mi abbraccia e mi saluta. Ogni tanto butto un occhio a vedere cosa combina il mio ragazzo. No! Aspetta ho davvero appena detto il mio ragazzo?! Wow! 
"Wow sister lo ami davvero tanto!" Excobar (mio fratello) mi fa sobbalzare. 
"Cosa?"
"Lo ami tanto, il biondino con la felpa nera dico.."
"Ma!?"
"Come me ne sono accorto?" Mimo un si con la testa "Si vede lontano chilometri! Poi sei mia sorella, pensi che non riesca a leggerti negl'occhi?" Ride.
"Ahahahah okok, lo amo, è tutto ciò che di più bello mi sia mai capitato. Lui è... è lui.. è colui che vorrei avere vicino per il resto della mia vita." Excobar sta per rispondere ma una voce dietro alle mie spalle lo interrompe.
"Ah! Quindi tu mi hai mollato per quello?! Sei una stronza!" Christopher urla, mi volto e lo fronteggio.
"No! Io ti ho mollato perché non ti amo più! Lui è arrivato dopo." Dico con sguardo di sfida, sono consapevole che è un ex pugile ed è il doppio di me, ma non me ne frega niente. 
"Brutta stronza!" Alza la mano per tirarmi uno schiaffo, Exco mi tira indietro prendendomi dalle spalle,una mano blocca il braccio di Christopher ed Enrico appare nella mia visuale, i due si fissano per qualche secondo poi mi sciolgo dalla stretta di mio fratello e mi avvicino al biondo, gli sfioro un braccio, lui in risposta porta il suo a circondarmi le spalle e andiamo via, lancio un'ultima occhiata a Excobar che muove la mano per salutarmi. Non parliamo per tutto il tragitto, quando arriviamo a casa e ci sdraiamo nel letto mi abbraccia e mi lascia un lungo bacio sulla fronte. 
"Scusami per oggi."
"Tranquilla biondina, non è niente."
"Non voglio coinvolgerti nel mio passato."
"Dai adesso dormi, domani andiamo a cavallo." Mi lascia un altro bacio e ci addormentiamo. 



Spazio autrice
Spero non vi abbia annoiato questo capitolo, soprattutto la seconda parte, ma era necessario spiegare questi avvenimenti per capire i prossimi. I fantasmi del passato di Naira tornano a farle visita e non sarà l'ultima volta... grazie mille a tutte quelle fantastiche persone che leggono la mia storia :) un bacione isy_94 

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Capitolo 21
*** You are my life. ***


Pov Naira 
Oggi è la vigilia, sono passati 3 giorni da quando hanno ricoverato mia madre e dire che sto bene sarebbe una cazzata, però stare qui mi aiuta a non pensare, lui è la mia medicina, la mia droga, la mia vita.. testarda, a volte brutta vita, ma la migliore sotto milioni di aspetti. Non sento mio papà da quella sera, sono decisa a passare con lui almeno questi due giorni, ha bisogno di qualcuno che gli ricordi di non essere solo, come ne ho bisogno io. È mattina presto, sveglio Enrico con non poca fatica e gli chiedo se mi accompagna su, si alza e si prepara. 
Sono arrivata, lui è andato via dicendomi che verrà il 26, sto parlando con mio papà e quello che mi ha appena detto mi ha fatto iniziare a piangere.
"Non la lascerò perché tutto ciò che di bello mi ha dato nella vita sei stata tu e le sarò eternamente grato per questo." Non dimenticherò mai queste parole, mi si sono incise nell'anima, nel cuore, nelle ossa, penso di non aver mai capito fino in fondo mio papà e le sue decisioni o le sue ragioni e per questo mi sento in colpa, l'ho sempre giudicato e ora capisco quanto sia stato difficile per lui. Passiamo una viglia e un natale discreti, cerchiamo di sembrare felici almeno per un po di tempo. 


Pov Enrico
Naira è a casa due giorni quindi ho tempo per pensare a cosa regalarle, si lo so che avrei dovuto aver già comprato il regalo ma averla a casa non me l'ha permesso. Sto pensando da minimo due ore ma non mi viene in mente niente di eccezionale. Per la prima volta in vita mia mi sento amato e voglio dimostrarle quanto la ami, ci vuole qualcosa che la faccia piangere.... il best of dei Guns n' Roses?! Naaa. Un anello?! No, non stiamo insieme ufficialmente. Poi l'illuminazione. 


Pov Naira 
Sto scendendo con Enrico a fare un giro per Imperia, ci sono i mercatini di Natale e voglio comprare un regalino a mio papà, non ho idea di cosa. Incontriamo Tomas che ci scruta perplesso per poi avvicinarsi. 
"Ragazzi." Saluta freddo. 
"Tomas." Ribatte Enrico.
"Ciao Tomas." Accenno un sorriso. 
"Come state?" Chiede.
"Da dio, ma non credo ti interessi come sta il 'nuovo me'." Virgoletta con le dita.
"Senti... amico.. ero stressato e non pensavo davvero ciò che ho detto.. cioè sono rimasto sorpreso che tu non l'hai convinta a fare qualcosa e che stia durando più di un giorno."
"Mi stai dando della puttana?!" Chiedo alterata.
"Di solito quelle che passano nelle sue mani lo sono." Mi guarda facendo un sorriso falso. 
"Lei è diversa, non è le altre." Prima che possa dire qualcosa il biondo mi difende.
"Anche l'ultima lo era." Ribatte serio.
"Non ho mai detto niente del genere."
"Ma io si e non mi hai ascoltato." L'aria si sta scaldando infatti prendo Enrico per un braccio e ci allontaniamo. È cupo e incazzato, vorrei dirgli di sfogarsi ma ho paura che mi urli in faccia come la volta prima. Torniamo a casa e vedo Silvio che trattiene una risata quando mi vede.
"Bisogna dare da mangiare ai cavalli." Ride.
"Posso farlo io?" Chiedo esaltata.
"Andiamo, ti do una mano." Ride anche il ragazzo al mio fianco. 
"Che mi state nascondendo voi due?" Chiedo scrutandoli con gli occhi ridotti a due fessure. 
"Noi?! Ahahah! Noi niente! Ahahah!" Silvio ha le lacrime agli occhi.
"Se ok.. Andiamo?" 
"Ahahah si biondina!"
Scendiamo nella stalla e vedo che in fondo al corridoio c'è la porta aperta, solitamente a quest'ora è chiusa, e una lunga coda nera spunta alternativamente davanti ai miei occhi, guardo Enrico e lui sorride, non capisco cosa ci trovi di divertente. Inizio a distribuire il fieno e il mangime agli animali mentre il ragazzo pulisce, finito tutto mi prende per mano e si dirige verso quella porta, a pochi passi mi benda gli occhi dicendo che ha una sorpresa per me, mi riprende la mano e mi guida fuori, lentamente mi toglie la benda. Quello che appare nella mia visuale mi fa sorridere e piangere allo stesso tempo. 
Romeo e davanti a me con un fiocco enorme attaccato al collo e uno attaccato alla coda, piango di gioia, il mio ragazzomi abbraccia da dietro, non riesco a smettere di piangere, il pezzato mi viene incontro mettendo il muso contro il mio petto, lo accarezzo, non riesco a credere che mi abbia regalato Romeo. Non ci credo! 


Pov Enrico 
Penso di non aver mai visto nessuno piangere così tanto per un regalo, mentre la stringo fra le braccia mi perdo a pensare, penso a quanto sia cambiato da quando la conosco, anche nelle più piccole cose mi ha fatto cambiare, mi ha fatto diventare una persona migliore e credo che non ci sia sensazione migliore di quella che sto provando nel vederla commossa e felice per qualcosa che ho fatto. Non mi importa più di far vedere alla gente come sono, so che con lei non soffrirò, che mi amerà come nessun'altra hai mai fatto, che farà di tutto per me e che finalmente sono riuscito ad ammettere che non riesco a stare senza lei. Stiamo tornando in casa a mangiare e mio papà le chiede se il mio regalo le è piaciuto. 
"Piaciuto?! È... è fantastico, non pensavo mai più a un regalo, perlomeno non a un cavallo e non a Romeo! Sono... sono stupita, no. Più che stupita!" Risponde gesticolando e sorridendo, quel sorriso fantastico che le illumina gli occhi, che illumina il mondo, che fa battere il mio cuore a ritmi inumani, quel sorriso che mi fa sentire vivo, che guarderei tutta la vita. Finiamo di mangiare e ci mettiamo a letto, la voglia di averla si fa sentire, ma non voglio forzarla, voglio aspettare che si fidi, che sia sicura che non sparirò, non questa volta, non me ne andrò più. Non da lei. L'abbraccio e lei si stringe dentro esso, si fa piccola piccola e questo mi fa sorridere, il mio cuore potrebbe scoppiare dalla felicità. Non c'è cosa più bella che averla qui, sapere che è mia.
"Stai bene?" Mi chiede.
"Eh?! Si perché me lo chiedi?"
"Boh, sei pensieroso."
"Pensavo a quante cose sono succese in un anno." Sorrido dandole un bacio sui capelli. 
"Ahahah! Davvero? E ci sono anch'io?"
"Tu sei la protagonista." La sento sorridere sulla mia pelle. 
"Ahh che grande onore!" 
"vorrei che non andassi più a casa."
"Se e glielo dici tu a mio padre? !"
"Si, sei mia, gli dirò che ti trattengo per un tempo indefinito." 


Pov Naira
'Sei mia.' Quelle due parole dette così dolcemente mi ronzano in testa come una canzoncina che non riesci a smettere di canticchiare, lui è la cosa migliore che mi sia mai capitata, mi addormento sentendo il battito del suo cuore, è il suono più bello che esista, lo ascolterei tutta la vita. Adesso posso dire di essere felice, nonostante tutti gli altri problemi sono felice da fare schifo e non ho mai avuto così tanta paura di tornare ad essere triste. 
"Biondina dormi?!" Sento la sua voce dolce, il suo fiato caldo che mi accarezza il collo, mi perdo in questo momento, lui continua a parlare. 
"Grazie biondina, per tutto. Ti amo e non penso di aver mai provato niente di così forte, vorrei che il mondo intero lo sapesse." Mi accarezza una guancia, sorrido intenerita da quelle parole così spontanee. Aspetto qualche minuto e lo sento alzarsi dal letto, apro piano un occhio per vedere se è davvero uscito e sgaiattolo in cucina, Silvio mi da il buongiorno con brioche alla nutella, caffè e un pezzo di torta alla frutta. 
"Grazie Silvio."
"Prego nana! È bello vederti girare per casa, serviva una donna in più qui." Sorride. 
"Ahahah è un complimento?"
"Si. Sai, tu sei stata l'unica che sia riuscita a far abbassare la testa a mio figlio, sembra un cane in adozione per il padrone,  migliora di giorno in giorno e non sono mai stato così fiero di lui." Sorrido di nuovo intenerita. 
"Non c'è di che, non faccio niente, non gli chiedo niente. Sono felice di rendervi la vita migliore." Concludo uscendo a fumare. 


Pov Enrico
Sono sotto la doccia e sento delle voci in cucina, chiudo l'acqua e mi metto ad origliare legandomi un asciugamano in vita, sento nitidamente tutto e mi trovo d'accordo con mio padre, ha pienamente ragione su tutto, la mia vita è migliore con lei. Esco, mi vesto e la seguo a fumare.

Due mesi dopo

Pov Naira
Sono due mesi ormai che vivo da loro, ogni tanto credo di essere un peso per loro ma ogni giorno mi dimostrano il contrario, Silvio mi permette di aiutarlo ad occuparsi degli animali, stamattina ho visto nascere un puledrino ed è stato fantastico, l'ho preso in braccio per asciugarlo e si è addormento tenendo in bocca il cuffio della mia treccia, è bellissimo, tutto nero con due balze bianche sulle zampe davanti. Io ed Enrico stiamo insieme ufficialmente, Tomas ci ha chiesto scusa e le cose si sono sistemate, Marco non si è più fatto vivo, non lo biasimo, ma mi manca averlo come amico, i pastori ogni tanto si fanno vivi invitandoci a grigliate o cene. Sto ancora tenendo il puledro quando il mio telefono suona e mi fa sobbalzare, è mio papà. 
"Dimmi papi."
"Chicca come va?"
"Tutto bene, voi?"
"La mamma si è trasferita e io pure, adesso la casa è vuota, dovresti occupartene tu." Una pugnalata mi ha appena squarciato il cuore, la mia famiglia si è rotta, definitivamente. L'avevo messo in conto, ma non pensavo facesse così male. 
"Ah... vedrò quando riesco a salire." 
"Ok, chiamami quando arrivi." 
Enrico mi si avvicina e mi guarda preoccupato, concludo la telefonata e spiego al mio ragazzo tutto, lui mi rassicura abbracciandomi. Lascio il puledrino e saliamo in casa, spiego anche a Silvio che non perde tempo per dirmi che mi  aiuterà con tutto. Non so come ringraziarli. 


Pov Enrico
Vederla così sconvolta mi fa male, la convinco ad andare in passeggiata, le sello Romeo mentre lei si sta cambiando, partiamo e non ho idea di dove andare, in questi ultimi mesi abbiamo girato ovunque per queste colline, mi balena l'idea di scendere a Imperia e galoppare un po lungo il mare, così facciamo. Quando arriviamo in città la gente ci guarda sgranando gli occhi dalla sorpresa, non capita tutti i giorni di vedere due cavalli in mezzo alle macchine, una bambina inizia a urlare che vuole accarezzare i cavalli e la mamma la tira indietro per paura. Naira le sorride dolcemente, ferma Romeo, scende e fa avvicinare la bimba al bestione pezzato che abbassa la testa e si lascia accarezzare tranquillo da quella manina minuscola. Dopo qualche minuto ritorna in sella e andiamo in spiaggia, è il tramonto e galoppare mentre il sole scende all'orizzonte è una cosa fantastica, qualche curioso ci scatta delle foto, anche Tomas ce ne scatta qualcuna. Quando lo raggiungiamo ce le fa vedere, c'è ne sono due bellissime, una ci ritrae mentre ci diamo un bacio col tramonto che ci illumina e l'altra che mentre galoppiamo ci prendiamo per mano.
"Ragazzi stasera venite a mangiare su?!" Chiede il mio amico. 
"Certo, amore ne hai voglia?!" Naira si gira a guardarmi. 
"Sisi piccola, Tomas dacci tempo di arrivare a casa, doccia e siamo su." Concludo sorridendo. 
Siamo appena tornati, ci sdraiamo nel letto e lei mi si accoccola sul petto, la voglio, ho voglia di averla, ma mi trattengo, si alza e mi lascia un lungo bacio a stampo, ricambio e sento le sue labbra schiudersi, la mia lingua cerca e accarezza la sua, le sue mani mi accarezzano e questo mi fa impazzire. Inizio ad accarezzarla, lei mi sfila la maglia, mi stacco un secondo per capire dove voglia arrivare, le sue mani si incrociano dietro il collo e mi tira di nuovo a se. La spoglio piano, la mia ragazza fa lo stesso, la guardo un'ultima volta ed entro in lei, la sento accelerare il respiro, questo contatto mi incendia.
"Ti amo." Le sussurro biaciandole il collo.
"Anch'io." Risponde ansimando. 
Le sue mani su di me, i suoi baci infuocati, i suoi occhi, la sua pelle, esplodiamo insieme guardandoci negli occhi e giuro di non aver mai provato niente di così forte, di così puro, di così vero. Mi accascio su di lei cercando di non pensar troppo, lei inizia ad accarezzarmi la schiena, poi mi giro sdraiandomi dall'altro lato del letto tenendole fra le braccia, ci addormentiamo così, stanchi e felici. 


Pov Naira
Mi sveglio presto e mi infilo sotto la doccia, i ricordi di ieri sera mi tornano in mente e il mio corpo si incendia di nuovo, persa nei miei pensieri sobbalzo sentendo la porta aprirsi, scosto un goccino la tenda per vedere chi è entrato e un bellissimo sorriso mi spunta davanti, sorrido anch'io, il mio ragazzo mi lascia un bacio a stampo e dato che ha solo i boxer lo tiro dentro la doccia. Mi fulmina dicendo che l'acqua è troppo calda, rido, poi inizia a darmi baci sulle spalle, sul collo.
"Smettila." Dico ridendo. 
"Perché?!" Mi chiede malizioso. 
"Non potrei rispondere delle mie azioni." 
"Bene!" Mi fa voltare, mi prende in braccio e mi fa di nuovo sua, lo amo, lo amo così tanto che mi fa male e finalmente mi accorgo che anche per lui è così. 
Stiamo facendo colazione e parliamo con Silvio, devo trovare un lavoro per affrontare le spese di una casa in cui per il momento non vivrò, però non posso neanche venderla, lavorando con loro non posso stare lontano da qui, da lui e lui non può venire con me, in più Silvio mi ha minacciato di morte se mi azzardo ad andarmene, perciò devo trovarmi un lavoro, ma non so neanche da dove iniziare, in più c'è Romeo che se me ne vado non ha un posto dove stare. Che casino!!


Spazio autrice
Allora.. in questo capitolo diciamo che sembra un periodo felice per i nostri protagonisti, fino alla telefonata del padre di Naira che sconvolge tutto. I nostri ragazzi si sono finalmente lasciati andare. Spero vi sia piaciuto :) un bacio isy_94

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Capitolo 22
*** Apologies and tears. ***


Pov Naira
Ho mandato minimo 50 curriculum ma nessuno si è minimamente degnato di chiamarmi, devo trovare un lavoro che mi permetta di prendere la patente e che riesca a coincidere con la fine di quello di Enrico e Silvio, niente di niente, in più sono arrivati 400 euro di tasse da pagare per la casa e i pochi risparmi che tenevo per comprare Romeo sono finiti lì. 
"Perché non chiedi a uno dei pastori bambina?" Mi chiede Silvio addentando una forchettata di streppa*.
"Potrei ma dovrei stare da loro tutti i giorni."
"Non se ne parla!" Il mio ragazzo interviene fulminando alternativamente me e suo padre. 
"Ti do ragione figlio, non ci ho pensato. E se prendessi il patentino Fise^? Poi potresti prendere dei cavalli da lavorare, qui hai tutto lo spazio che vuoi!" Continua l'uomo. 
"Il patentino sono 5000 euro, 6 mesi di corso e lo fanno ogni 2 anni, il mio ex capo l'ha preso l'anno scorso quindi devo aspettare un anno." Spiego abbassando la testa delusa. 
Finiamo di mangiare e andiamo a controllare i cavalli, siamo a marzo, il sole inizia a scaldare, oggi è una giornata stupenda.
"Amore vieni con me a prendere le zizze`?" 
"Sì amore arrivo!" Lascio un'ultima carezza a Romeo e raggiungo il ragazzo, stiamo camminando per Imperia quando una mano mi si posa sulla spalla, mi volto allarmata e incontro il viso di Lexy (una delle due compagnie di classe che erano al pub) che sorride, ricambio diffidente. 
"Ciao Nay! Come va'?" Mi da due bacini sulla guancia. 
"Ciao Lexy, mah tu?"
"Bene dai, ascolta... ho provato a chiamarti ma mi ha detto che il tuo numero non è attivo. Ho bisogno di parlarti un secondo." Mi dice lanciando uno sguardo ad Enrico che mi tiene una mano sulle costole.
"Amore, ti do i soldi vai tu? Ti aspetto qui." Dico al biondo. 
"Certo piccola, pueblo?" Faccio si con la testa e lo osservo allontanarsi.
"Dimmi tutto." Incito la ragazza al mio fianco che mi fa cenno di sedermi.
"Sai, dopo che è finita la scuola ho avuto tutto, però mi sento ancora come se mancasse  qualcosa, mi sono messa a pensare e mi sei venuta in mente tu, ti ricordi quando eravamo migliori amiche? Beh per me non è cambiato niente nonostante che negli anni ci siamo allontanate. Tu sei stata l'amica più sincera che abbia mai avuto e mi manchi, mi mancano le nostre pazzie, le nostre serate a cazzeggiare con un barattolo di nutella e un sacchetto di patatine. Vorrei se per te è possibile recuperare la nostra amicizia." Dice tutto d'un fiato e guardandola negli occhi noto che è sincera. 
"Wow che discorsone, comunque va bene, mi fa piacere sapere che ti sono mancata, anche per me è la stessa cosa." Dico sorridendo. 
"Amore andiamo?" Enrico che sbuca al mio fianco mi fa sobbalzare. 
"Smettila! Mi hai fatto venire un coccolone." Lo informo tirandogli un pugno sugli addominali.
"Ah, lei è Lexy. Lui è Enrico." 
"Piacere." Dice la ragazza sorridendo, lui la scruta qualche secondo poi contraccambia. Parliamo per un'ora, il mio telefono suona e inizia anche quello di Enrico, rispondiamo all'unisono sotto lo sguardo divertito di Lexy.
"Si?" 
"Ciao principessa." Quella voce mi congela, insieme al ricordo dei suoi occhi di ghiaccio. 
"Ciao." Ribatto fredda.
"Mi dispiace." Dice Marco addolcendo la voce.
"Anche a me, mi ha fatto male, ma sei consapevole di come sono andate le cose in questi ultimi mesi?"
"Si, mi manca il mio migliore amico e mi manchi tu. Come posso rimediare?"
"Saremmo noi a dover rimediare lo sai?!" Sorrido.
"Ah ah ah giiiuuusto, beh allora ho un'idea per farvi perdonare!" 
"E quale?"
"Stasera cenone da Aldo, ci siamo tutti!" Ride e devo dire che mi è davvero mancato, vedo Enrico che sta minando un tizio col bastone, poi uno che mangia, poi uno con le ali e non posso fare a meno che scoppiare a ridere.
"Credo che ci vedremo giù allora." Concludo la chiamata. 
Il mio ragazzo mi spiega che Silvio l'ha chiamato informandolo del cenone e che ha confermato. 


Pov Enrico
Naira è più felice ultimamente e questo non può che rendere felice anche me, mi ha appena spiegato la conversazione che ha avuto con Marco, non nascondo che la gelosia mi ha invaso ma tuttavia lo conosco da quando sono nato e so che non mi pugnalerebbe mai alle spalle, la sua amica le fa qualche domanda,  non sapendo tutto non so quanto possa capire. 
"Amore dovremmo andare a prepararci." Le dico sapendo che ha ancora anni da recuperare con lei.
"Giusto, va beh Lexy lasciami il numero e ti scrivo."
"Perché non vieni anche tu con noi, avete molto di cui parlare e sono sicuro che ai pastori farà piacere una in più!" Dico spontaneo e dal modo in cui la mia vita mi si butta in braccio deduco che è entusiasta, la sua amica acconsente e ci segue.
Arriviamo da Aldo e c'è veramente un sacco di gente, salutiamo tutti e poi ci appartiamo un secondo a parlare con Marco, poco dopo ci urlano che la cena è pronta, ci sediamo, mangiamo, ridiamo, parliamo, vedere Naira con quella luce di felicità negli occhi mi fa tanto felice da farmi male, spiega alla sua amica la vita che si è persa e la ragazza fa lo stesso. 
Sono le due di notte e siamo ancora qui, chi sdraiato sull'erba, chi seduto sul tavolo o per terra, chi fuma, chi parla, chi beve, chi ride, questa sera sembriamo davvero felici e senza problemi, abbiamo staccato la spina, lei sta parlottando con Nevio usando il mio petto come cuscino, io parlo con la sua amica, è simpatica e da oggi pomeriggio è più sciolta, più a suo agio. 


Pov Naira
Non so che ore siano e il mio telefono che suona da 5 minuti mi costringe ad alzarmi per rispondere. 
"S..i. pr..on..to.?" Dico assonnata.
"COME CAZZO TI SEI PERMESSA DI FOTTERMI IL RAGAZZO? SE TI BECCO TI AMMAZZO!!" Una voce femminile urla queste parole nel mio orecchio.
"Cosa?! Ma che ragazzo?! Ma chi sei?!" Chiedo alterata, confusa, spiazzata.
"SONO MALIKA E TU MI HAI RUBATO ENRICO! BRUTTA PUTTANA!!" Mi aveva parlato di lei, ma si sono mollati più di un anno fa. 
"Ma che ti fumi?! Lui mi è venuto a cercare primo, secondo non me ne fotte un cazzo di quello che credi io e lui stiamo insieme da 3 mesi, terzo puoi insultarmi quanto vuoi che non mi fai sentire una merda, quarto viene a dirmele in faccia le cose, non dietro al numero privato." Rispondo alterata.
"LUI È TORNATO DA ME 3 MESI E MEZZO FA! NON GLIENE FREGA NIENTE DI TE! SEI SOLO UN PASSATEMPO!"
"Ah si?! Mi sembra che non sei tu quella che ci vive insieme." Sputo acida.
"COSAAAA?! VIVETE INSIEME? !"
"no guarda, ci divertiamo a creare ologrammi!" 
"IO TI AMMAZZO!! LUI È MIO!" 
"Se certo, pensala come vuoi." Non mi risponde più, chiude la chiamata, torno da lui incazzata nera, lo sveglio con ben poca grazia e gli chiedo spiegazioni. 
"Scusa biondina, avrei dovuto dirtelo, ad olioliva ho litigato con mio padre e lei era l'unica che sapevo mi avrebbe fatto dormire una notte a casa sua, non abbiamo fatto niente, te lo giuro, non me ne frega un cazzo di lei, io amo te!" I suoi occhi sembrano quelli di un cane bastonato, ma non bastano a farmi calmare, avvicina una mano al mio viso, ma prima che mi sfiori la scaccio con la mia.
"NON TOCCARMI! MI FAI SCHIFO! MI SONO FIDATA DI TE, HO CREDUTO ALLE TUE PAROLE! SONO TUTTE CAZZATE QUELLE CHE MI HAI DETTO! NON TI VOGLIO PIÙ VEDERE!!!" Le mie urla svegliano tutti gli altri coinquilini, che corrono a vedere che succede, prima che possa dire altro corro via, sello velocemente Romeo e lo lancio al galoppo verso casa mia, piango, lacrime calde mi creano la pelle d'oca scontrandosi con l'aria gelida del mattino. Non so quanto lontano sia arrivata prima di far rallentare il mio cavallo che ha il fiatone, un camion mi supera per fermarsi poco dopo, un ragazzo scende e mi viene incontro, lo riconosco solo quando prende Romeo per la testiera e lo fa fermare.
"Principessa che è successo?! Hey guardami!" Il ragazzo mi guarda preoccupato. 
"Enrico..." scoppio di nuovo a piangere "Malika mi ha chiamato..." i miei singhiozzi interrompono bruscamente le mie parole. 
"Hey, hey, hey calmati, vieni qui." Marco si allunga e mi tira giù da cavallo  prendendomi in braccio.
"Adesso ti porto a casa ok?" Mi sussurra. Carica il cavallo sul camion dopo avermi adagiato sul sedile del passeggero e parte, il mio telefono inizia a suonare ininterrottamente per vari minuti, so chi è e non ho intenzione di rispondere. 
"Devo andare a prendere il fieno, non me la sento di lasciarti sola, hai un posto dove lasciare Romeo qualche ora?!" Mi chiede il moro lanciandomi uno sguardo veloce, mimo un no con la testa, continua a parlare. 
"Paletti e filo dovrebbero esserci dietro, gli facciamo un recinto, ok?!" Mimo un si con la testa e lui mi accarezza una guancia catturando una lacrima. 
"Posso mettere un po di musica?" Chiedo con un filo di voce. 
"Certo, eccoti il cavetto." Attacco il telefono e apro la playlist, la prima canzone mi colpisce con una pugnalata.

' Quando guardo nei tuoi occhi
riesco a vedere un amore trattenuto
ma cara quando ti stringo
non lo sai che provo la stessa cosa.
Perché niente dura per sempre
ed entrambi sappiamo che i nostri cuori possono cambiare
ed è difficile far durare un candela
nella fredda pioggia di Novembre.
Ci siamo dentro da talmente tanto tempo
cercando semplicemente di far passare il dolore.
Ma gli innamorati vengono sempre
e gli innamorati se ne vanno sempre
e nessuno è mai sicuro di quello che lascia oggi
mentre se ne va camminando.
Se potessimo prenderci il tempo
per dirci tutto chiaramente
io potrei far riposare la mia testa
sapendo che tu eri mia
tutta mia.
Per cui se vuoi amarmi
allora cara non ti trattenere
o io finirò a camminare
nella fredda pioggia di Novembre.
Hai bisogno di un po’ di tempo… per conto tuo?
Hai bisogno di un po’ di tempo… da sola?
Tutti hanno bisogno di un po’ di tempo… per conto loro
Non sai che hai bisogno di un po’ di tempo… da sola?
So che è difficile tenere un cuore aperto
quando sembra che anche gli amici siano lì per farti male
ma se tu potessi guarire un cuore spezzato
il tempo non sarebbe lì per incantarti?
A volte ho bisogno di un po’ di tempo… per conto  mio
A volte ho bisogno di un po’ di tempo… da solo
Tutti hanno bisogno di un po’ di tempo… per conto loro
Non sai che hai bisogno di un po’ di tempo… da sola?
E quando le tue paure si placano
e le ombre rimangono ancora
so che puoi amarmi
se non rimane più nessuno da incolpare
per cui non importa l’oscurità
possiamo ancora trovare una via
perché niente dura per sempre
nemmeno la fredda pioggia di Novembre.
Non sei l’unica
Non sei l’unica
Non credi di aver bisogno di qualcuno?
Non credi di aver bisogno di qualcuno?
Tutti hanno bisogno di qualcuno x3'


Pov Enrico
Sono ore che la cerco, la chiamo e non mi risponde, chiamo Ale.
"Hey cucciolo."
"Hai sentito Naira?"
"No perché?"
"Poi ti spiego, hai il numero di Lexy?"
"Te lo recupero."
"Ok a dopo." Butto giù, chiamo i pastori, nessuno l'ha sentita, suo padre neanche, Tomas non ha neanche il numero e quando gli spiego che è successo si precipita da me per aiutarmi a cercarla, chiamo Lexy. 
"Ciao Lexy sono Enrico, hai sentito Naira? È successo un casino."
"No, ma provo a chiamarla se vuoi."
"Si ti prego." La supplico. 
"Resta in linea." Il suono della chiamata in attesa mi fa saltare i nervi.
"Niente, non mi risponde."
"Grazie lo stesso."
"Fammi sapere."
"Ok ciao." Chiudo l'ennesima chiamata e non so più a chi chiedere, poi mi viene in mente Marco, lo chiamo, non prende, merda! Salto in macchina seguito da Tomas e vado verso il suo paese, poche ore dopo l'abbiamo girato tutto, millimetro per millimetro e di lei neanche l'ombra, non so più che altro fare, mi avvio verso casa sua e trovando il portone aperto salgo, anche la porta di casa è aperta, entro e cerco la sua camera. Quando la trovo mi butto sul suo letto, il suo profumo mi invade e faccio ciò che non ho mai più fatto da anni, piango. Piango così tanto da farmi mancare l'aria, mi addormento con le lacrime agli occhi. Il mio telefono mi sveglia di scatto, non perdo un secondo a rispondere convinto che sia lei.
"Amore!"
"Cosa vuoi?!"
"Ah, allora le mie parole hanno fatto l'effetto desiderato." Stringo i denti dal nervoso. 
"Si può sapere che cazzo ti è passato per la testa?"
"Tu sei mio e lo sappiamo che non ti importa di lei."
"Malika io non sono mai stato tuo punto primo, punto secondo la amo più della mia stessa vita, punto terzo non riuscirai a farci mollare, punto quarto infilati in quella piccola testolina da puttana bimbaminkia che non ti voglio! Non me ne frega un cazzo di te! Non me n'è mai fregato! Ti ho solo usato!" Le butto il telefono in faccia prima che replichi qualcosa e torno a perdermi nel suo profumo.


Pov Naira
Ho smesso di piangere da un po, non ho più lacrime e se non mi fermavo probabilmente mi veniva qualche crisi, Marco mi sta riportando a casa, quando arriviamo lo rassicuro dicendogli che sto bene e può andare, così fa, io salgo in casa e vederla così vuota mi fa male al cuore. Salgo in camera, quando mi volto per andare nel letto ciò che vedo mi paralizza: Enrico dorme stretto al cuscino che uso da un sacco di anni, ha le labbra gonfie, il viso tirato, e le sue guance sono secche per le lacrime. Rimango immobile non sapendo che fare, passa qualche minuto e apre gli occhi, mi guarda.



Spazio autrice
*streppa: piatto tipico del mio paese. 
^Fise: associazione internazionale che si occupa dell'equitazione.
`zizze: sigarette.
Innanzitutto scusate la lunghezza, ma la traduzione di november rain mi sembrava d'obbligo inserirla. Il titolo significa: scusw e lacrime.
Quante cose hanno stravolto la nostra ragazza, che succerà fra lei e il nostro coglione?! Chissà chissà xD un bacio a tutte le meraviglie che mi seguono :) le vostre parole sono il motivo per cui scrivo *-* isy_94

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Capitolo 23
*** Nothing is last forever. (Part 1) ***


 Passerà il tempo, ma non sbiadirà il dolore. Passerà l'inverno, ma non cancellerà il tuo nome. Passerà la nostalgia, ma non il desiderio, di aver voluto anche solo un'ultima volta, poter prendere la tua mano e stringerla dentro la mia. Passerà il tempo, e con lui le stagioni ma non annullerà mai questi tipi di amori.
-- Laila Andreoni
 
 
 
 
Pov Enrico
Lei se n'è andata, mi ha guardato negli occhi e mi ha dato le spalle per non voltarsi indietro. È passata una settimana e sono ancora qui, sdraiato nel suo profumo, non mangio, non bevo, fumo e aspetto, lei non arriva. Chissà dov'è, come sta, cosa fa, mentre sono perso in questi pensieri mio padre e Tomas sbucano dalla scala, mi si avvicinano cauti, mi sollevano di peso e mi trascinano via, no! Voglio stare qui! Voglio aspettarla all'infinito se necessario! Tuttavia non ho la forza di ribellarmi, li lascio fare, non sento niente, le mie emozioni se ne sono andate con lei, coi suoi occhi vuoti, arrossati. Non dimenticherò mai quello sguardo, carico di delusione e tristezza, amarezza, lacrime e... e amore. 
 
 
Pov Naira
"Mi puoi ospitare qualche giorno?" Chiedo a Lexy che mi guarda sorpresa.
"Tesoro che succede?" Domanda lei.
"È una lunga storia. Hai tempo? "
"Si dai entra." Le spiego tutto nei minimi dettagli e qualche lacrima sfugge al mio controllo.
"Mi dispiace tesoro, posso fare qualcosa per farti stare meglio?" 
"No Lexy." 
Ormai è una settimana che dormo da lei, ci sto bene, ma preferirei dormire a casa mia, Enrico ogni giorno mi chiama, non gli rispondo. È mattina presto e Lexy accende la luce che punta fastidiosa nella mia pupilla e mi sveglia, inizia a saltellare sul letto chiamandomi e scuotendomi più volte. 
"Tesoro, tesoro, tesoro ho trovato un lavoro!!!! E hanno assunto anche te!!" A quelle parole mi alzo di scatto. 
"Cosa?!" Chiedo esaltata. 
"Ti ricordi che avevamo mandato il curriculum a quell'allevamento dove cercavano una segretaria e una che si occupasse di mucche e cavalli?" 
"Sì."
"Mi hanno chiamato poco fa dicendo che fra un'ora iniziavamo a lavorare." Sorrido e mi alzo per cambiarmi, partiamo e andiamo in quella struttura gigante, appena messo piede nel cortile una ragazza tutta in tiro ci informa che il capo ci sta aspettando e ci conduce da lui.
"Buongiorno signorine, allora da voi mi aspetto grandi cose, tu Naira sarai con gli animali giusto?" Annuisco e l'uomo riprende a parlare "siete in prova, vi osserverò o lo faranno i miei figli e quando mi accorgerò se siete in grado di gestire le cose bene vi darò il contratto." Rimaniamo in attesa che ci congedi e ci dica da cosa iniziare, l'uomo davanti a me ha un'aria benevola, ha i capelli biondi e gli occhi verdi, un metro e 90 di stazza gli conferiscono però un'aria che mi intimorisce. La nostra attesa è finita, Lexy deve fare l'ordine del mangime e io devo pulire i cavalli, l'uomo che ci ha detto di chiamarlo Maurizio o Mauri ci fa da guida verso le nostre postazioni. 
"Bene Naira, pulisci i box, dagli cibo e acqua e quelli con il fiocco verde vicino al nome portali in quel recinto là, poi se finisci entro due ore puoi montarne uno così vedo come cavalchi." Inizio a fare tutto e sento lo sguardo di Mauri addosso. 
Ho finito di dare da mangiare a tutti e li sto piano piano portando fuori, mentre arrivo all'ultimo box noto che ce n'è un altro un po distaccato dagli altri, mi ci avvicino e dentro c'è un bellissimo Shire* nero con una lista bianca e i 4 calzini sempre dello stesso colore, se ne sta nell'angolo più lontano con le orecchie basse e i denti scoperti, mi hanno sempre affascinato questi bestioni alti 2 metri. Mi avvicino di più, apro la porta e non appena metto un piede nel box sudicio una mano mi trascina via.
"Ma sei impazzita?" Un ragazzo moro con gli occhi verdi mi guarda allibito. 
"Cosa?! E poi chi sei scusa?" Chiedo irritata.
"Sono Christian, il figlio del tuo capo e in quel box non ci entra nessuno da almeno 1 anno."
"Perché?"
"Quello è un cavallo pazzo!"
"E il suo nome di battesimo qual'è?"
"Amos. Ma non entrare ti ammazza di calci!" Lo guardo stranita e non lo ascolto. Gli chiedo di rimanere un secondo fuori pronto a tirarmi via se succede qualcosa ed apro di nuovo il box. L'odore è insopportabile e lo strato di escrementi mi costringe ad alzare il piede per entrare, faccio un passo verso il cavallo che in risposta sbuffa e ne fa uno indietro, mi acquatto in un angolo e inizio a parlargli. 
" Hey ragazzone, hai paura eh? Ma stai tranquillo, non ti faccio niente, oggi c'è un bel sole e sono convinta che vorresti fare una galoppata nel prato..." Amos mi ascolta guardandomi da lontano, piano piano drizza le orecchie e fa un passo avanti, continuo ignorando i commenti di Christian che mi sta dando della pazza.
"Ma guarda come sei gigante! Come puoi aver paura di qualcosa? È il mondo che ha paura di te! Vieni qui, puoi fidarti di me." L'animale mi guarda per mezz'ora buona e poi fa un passo verso di me, mi fissa qualche minuto, poi ne fa un altro e un altro ancora, mi arriva a un metro di distanza e si ferma abbassando la testa al mio livello. Provo ad accarezzarlo ma la rialza, tolgo la mano e lui torna con la testa bassa. Aspetto ancora un po e ci riprovo, stavolta gli tendo solo la mano sotto il muso enorme, lui l'annusa e poi ci poggia le labbra sopra, mi alzo lentamente tenendo la mano in quella posizione e gli accarezzo il muso con quella libera, posso sentire una grossa cicatrice sulla parte sinistra e mi impedisco subito di toccarla ancora. 
"Passami la sua capezza, voglio vederlo alla luce del sole." Dico al ragazzo.
"Tu sei pazza! Non esiste la sua capezza e non ti consiglio di portarlo fuori ci ammazza a tutti!" Mi rivolgo ad Amos. 
"Hey ragazzone, vieni fuori con me? Però promettimi di non fare casini, se starai bravo ti farò togliere da questo box schifoso." In risposta lui agita la testa come per annuire, mi affaccio e trovo una corda, gliela passo intorno al collo legando le due estremità, poi faccio un passo verso l'esterno e lui mi segue soffiando impaurito, ne faccio un altro accarezzandogli il collo e si tranquillizza un po, usciamo e la luce del sole lo acceca fermandolo, il ragazzo si allontana velocemente e il cavallo abituatosi alla luce mi segue fino a metà corridoio. Lo lego alle catene che sono ancorate alle due estremità di esso e lo esamino, ha un grosso squarcio sulla parte sinistra del muso, un taglio sulle costole che a vista d'occhio ha fatto infezione e un altro più piccolo sulla zampa posteriore destra, è magro e trasandato, se lo mettessi controluce gli farei le radiografie tanto è magro, mi si stringe il cuore a vederlo così, dato che si è tranquillizzato ne approfitto per prendere la cassetta di pronto soccorso e iniziare a disinfettare i tagli.
"Ragazzone brucerà un po ma starai meglio." Nel frattempo Mauri arriva insieme al figlio e mi fissa incredulo, continuo a occuparmi di Amos e quando ho finito gli metto una generosa porzione di fieno davanti. 
"Adesso mangia, io sarò dietro di te a pulirti il box, ci stai tranquillo qui?!" Gli parlo ancora e mi sento pazza.
Finiamo di lavorare e scopro di essere assunta, Lexy mi obbliga ad andare al pub per festeggiare. Sono appoggiata ad una sua spalla con il bicchiere vuoto di un shottino tra le mani quando vedo entrare Malika, le mie dita iniziano a stringere il vetro, il mio ex capo mi poggia una mano sulla mia per cercare di calmarmi, ma il mio nervoso è quasi palpabile, ha quasi preso forma reale, continuo a stringere il bicchiere e i denti, ad un certo punto uno schiocco e un dolore lancinante mi obbligano ad allentare la presa, abbasso lo sguardo e aprendo la mano il bicchiere è frantumato,  i suoi pezzi si sono conficcati nella mia carne e fanno uscire rivoli di sangue che colora la mia mano, senza dire una parola mi alzo e mentre sto uscendo per andare alla fontana situata poco lontano, una voce femminile che odio mi blocca. 
"Vuoi una mano?" Sogghigna. 
"Piuttosto muoio dissanguata." Le dico tagliente, non replica, si volta a parlare con uno. Mi sciacquo le ferite e accompagnata a casa del mio ex capo le fascio.
 
 
Pov Enrico
È ormai più di due settimane che non la vedo, non la sento, non la sfioro, potrei impazzire, forse lo sono già, dato che ogni volta che mi guardo intorno mi sembra di vederla di nuovo qui. Sono due settimane che non tocco praticamente cibo,mio padre tenta di obbligarmi a farlo, ma ottiene scarsi risultati, adesso sta cercando di aprire un varco in questo muro di silenzio che ho messo tra me e il mondo.
"Figliolo, vieni con me da Mauri a prendere i vitelli?" Mimo un si con la testa e lo seguo.
Siamo appena arrivati dall'uomo, ho lo sguardo fisso nel vuoto, ma una cosa attira la mia attenzione. 
"Ciao Silvio!"
"Ciao Mauri, allora hai trovato personale?"
"Si! Sono strabiliato dalla ragazza che si occupa degli animali! È riuscita a creare un contatto con Amos! In tre giorni è riuscita a montarlo! Incredibile! Sembra il cavallo di un anno fa!" Quelle parole mi risvegliano una sensazione strana, i ricordi di come Naira è riuscita a "domare" Gordon mi invadono con prepotenza ogni cellula del corpo, mi volto a fissare l'uomo con gli occhi sgranati, lui in risposta mi lancia uno sguardo confuso.
"Davvero?! Wow! Non credevo che esistesse qualcuno in grado di farlo, eccetto..."Mio padre si interrompe prima di nominare la ragazza, lo fa sempre da quando se n'è andata. 
"Eccetto?" Lo incalza Mauri, Silvio lo prende per un braccio e lo allontana da me.
"Vedi, mio figlio stava con una ragazza, lei aveva qualcosa che le permetteva di avvicinarsi agli animali più difficili, era impressionante come loro la ascoltassero."
"Come si chiama?" Chiede.
"Naira." Risponde sottovoce. 
" È lei." Conclude Mauri, quelle due parole mi fanno scattare giù dalla macchina, mi avvicino a passo svelto verso di loro.
"Dov'è?" Chiedo all'uomo che continua a fissarmi confuso.
"Dov'è?" Ripeto stringendo i denti.
"È nel recinto a nord con Amos." Mio padre guarda alternativamente me e poi l'uomo per poi abbassare lo sguardo rassegnato. Non perdo un secondo e raggiungo il recinto, la vedo in sella a quel bestione mentre parla con Christian che la ascolta imbambolato, la chiamo, lei si blocca sgranando gli occhi e poi si volta a guardarmi, due lacrime sfuggono al suo controllo e le rigano le guance. 
"Naira." La chiamo di nuovo, ma il tono della  mia voce fa risultare il suo nome una supplica, mi osserva in silenzio con gli occhi colmi di lacrime e tristezza. 
" Naira, ho bisogno di te." La supplico ancora. 
"Ti prego, ascoltami." E ancora. 
"Che ti è successo?" Mi chiede. 
"In che senso?" Ho capito cosa intende, ma voglio aggrapparmi alle sue parole il più possibile, ho bisogno di lei, della sua voce. 
"Non ti riconosco più, sei... sei... sembri distrutto." Dice rimanendo a cavallo.
"Lo sono. Ho bisogno di averti con me." Mi avvicino allo steccato e lei spinge il cavallo a fare un passo indietro. 
"Ti prego biondina, ti amo. Non sono niente senza te. Tu sei la mia vita." Dico sentendo gli occhi pizzicare.  
"Non mi fido di te. Non ce la faccio." Lo pronuncia con incertezza e questo mi basta a farmi capire che non è vero. 
"Posso venire vicino a te?" Mima un sì con la testa e in pochi secondi sono vicino a lei, Amos mi osserva sospettoso. 
"Biondina per favore, credimi. Guardami negli occhi e capirai che non ti mento." 
 
 
Pov Naira
Quelle parole, quel tono, quegli occhi, mi hanno fatto capire che l'ho già perdonato, non posso avercela con lui, non posso provare niente oltre l'amore, non posso stare lontano da lui, lui è la mia vita, la mia casa, la cosa migliore che abbia mai avuto, non posso pensare a come sia riuscita a stare due settimane senza la sua voce, il suo tocco, il suo profumo, i suoi baci, i suoi occhi. 
"No, non ce la faccio." Rispondo tuttavia. 
"Ti prego biondina, non sono mai stato bravo con le scuse, lo sai, ma sai anche che in fondo in fondo non ce l'hai con me." Il suo tono supplichevole non aiuta quel poco orgoglio che mi impedisce di saltare giù da cavallo e correre fra le sue braccia. 
"No!" Dico alzando la voce. "Smettila!" Continuo.
"Come vuoi." Abbassa lo sguardo ferito e si volta per tornare alla macchina. 
"Aspetta!" Grido prima di riuscire a trattenermi. Lui torna sui suoi passi e mi guarda con una luce di speranza. Solo ora mi rendo conto che non ho niente da dirgli. 
"Dimmi." Mi incita.
"Volevo dirti di andare avanti con la tua vita, senza di me. Mi dispiace, non riesco a fidarmi di te." Sputo queste parole abbassando la testa per nascondergli le mie lacrime, lui per l'ennesima volta torna sui suoi passi per non voltarsi indietro. Il dolore mi attanaglia il cuore, capisco di averlo perso per sempre, dopo tutto quello che ho fatto per averlo, finisco di lavorare e torno a casa mia, ho detto a Lexy di non preoccuparsi per me, che sarei stata bene.
 
 
Pov Enrico
L'ho persa per sempre. Ormai lo so, non tornerà mai indietro, mi ha lasciato andare, ha raggiunto il livello massimo di dolore per poterci passare sopra. I minuti, le ore, i giorni passano mentre aspetto che mi scriva, niente di niente. Sono diventato un robot ormai, non provo più emozioni se non il dolore che mi distrugge piano piano, non pensavo di poter stare mai così male per una ragazza, mi ero sbagliato, ho causato io tutto questo, è colpa mia se ora sto così. Solo e soltanto mia. Compongo il suo numero per la milionesima volta e la chiamo, non mi risponde. Le invio un ultimo messaggio prima di cancellare il suo numero. 
'Biondina perdonami, credimi, amami ancora una volta, ho bisogno di te, del tuo amore, non vivo senza.' 
 
 
 
Spazio autrice
*shire:razza inglese da tiro alta 1 metro e 90 al garrese, il cavallo più grande del mondo. 
Volevo scrivere ancora ma è troppo lungo e ho dovuto dividerlo in due. Spero vi sia piaciuto :) siamo quasi alla fine della storia :) un bacio isy_94

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Capitolo 24
*** Nothing is last forever. ( Part 2) ***


'Quando sei forte puoi startene da solo,
ma queste parole si fanno più lontane quando ti guardo in faccia. 
No! Non voglio andarmene da solo.'
Kiss, forever.
 
 
 
 
Pov Naira
Sto preparando cena, casa mia sembra enorme adesso che ci vivo da sola, il mio telefono suona indicandomi un nuovo messaggio, indaffarata e convinta che sia Lexy che mi chiede se mi sto tagliando le vene, lo apro senza guardare, ma quando lo leggo il mondo si ferma, il tempo che passo a fissare quelle parole sembra infinito. Inizio a piangere e ripenso a quando l'ho conosciuto due anni fa, quel ragazzo forte, testardo, con quel carattere così incomprensibile nelle sue mille sfaccettature e così dannatamente uguale al mio; ecco quel ragazzo non  sarebbe mai stato capace di scrivere una cosa del genere, quel ragazzo non sarebbe mai stato capace di amare, eppure lo ha fatto, lo ha fatto solo con me. Non rispondo, non ne ho la forza, le casse dello stereo iniziano a diffondere una canzone che mi penetra nel cuore, nell'anima. 
' Fai smettere il tuo pianto, 
Andrà tutto bene. 
Prendi la mia mano, stringila forte. 
Ti proteggerò 
Da tutto ciò che ti circonda 
Sarò qui, 
Non piangere. 
Pur essendo tanto piccola 
Sembri molto forte, 
Le mie braccia ti avvolgeranno, 
Ti faranno sentire protetta e al caldo. 
Questo legame tra di noi 
Non può essere rotto, 
Sarò qui, 
Non piangere. 
Perché sarai nel mio cuore, 
Si, sarai nel mio cuore. 
Da questo giorno in avanti, 
Ora e per sempre. 
Tu sarai nel mio cuore, 
Non badare a quello che dice la gente, 
Sarai nel mio cuore, sempre. 
Perché loro non possono capire 
Quello che noi sentiamo, 
Semplicemente loro non si fidano 
Di quello che non riescono a spiegarsi. 
Io lo so che noi due siamo diversi ma, 
dentro di noi, nel profondo, 
non siamo affatto diversi. 
E tu sarai nel mio cuore, 
Si, sarai nel mio cuore. 
Da questo giorno in avanti, 
Ora e per sempre. 
Non ascoltare ciò che dicono gli altri 
Perché loro non sanno nulla. 
Noi abbiamo bisogno l'uno dell'altra,
Di averci, di stringerci, 
Loro capiranno solo con il tempo, 
Lo so. 
Quando il destino chiama 
Devi essere forte, 
Io potrò non essere con te 
Ma tu dovrai tenere duro. 
Loro capiranno solo con il tempo, 
Lo so.
Glielo dimostreremo insieme! 
Perché sarai nel mio cuore, 
Credimi, sarai nel mio cuore. 
Io sarò qui, 
Da questo giorno in avanti, 
Ora e per sempre. 
Oh, tu sarai nel mio cuore, 
Tu sarai qui, nel mio cuore, 
Non badare a quello che dice la gente, 
Sarò qui con te, 
Tu sarai nel mio cuore, 
Sarò qui, sempre. 
Sempre. 
Sarò con te, 
Sarò qui per te, sempre. 
Sempre e sempre.' 
Un'idea troppo impulsiva da poter fermare mi fa arpionare il telefono e comporre un numero che pensavo non avrei chiamato per un bel po.
"Pronto?" 
"Ciao Ambro, sono Naira!"
"Oh! Ciao!  Come sta la mia cliente preferita?"
"Bene, volevo prenotare un tatuaggio. È urgente!" 
"Beh, solo perché sei tu puoi venire stasera alle 9!"
"Grazie! Sei un angelo!" Concludo la chiamata e salgo in macchina. 
Due ore dopo il mio avambraccio destro è coperto da una fasciatura e mi sento un po meglio, anche se so che dovrò convivere per sempre con quelle poche parole. Parole che sono rimaste troppo in superficie a differenza del loro significato, inciso dentro le ossa, fino al midollo, fino a rendere sature le cellule. Torno a casa e aspetto le 4 ore per sfasciarlo e lavarlo, finito vado a dormire, ma rimango sveglia ad osservare il soffitto finché la mia sveglia indica di alzarsi e andare a lavorare. 
 
 
Pov Enrico
Sono le 5 e 30 di mattina e sono appoggiato al muro di quella maledetta chiesetta dove, due anni fa, ho assaporato per la prima volta le sue labbra, lei, lei e ancora lei, tutto ciò che non mi fa dormire, tutto ciò che ho perso, tutto ciò che credevo, stupidamente, di non poter rovinare. Nelle mie orecchie risuona da ore la nostra canzone. 
'Qualcuno ti vuole,
Qualcuno ha bisogno di te,
Qualcuno ti sogna ogni singola notte,
Qualcuno non riesce a respirare senza te, è solo,
Qualcuno spera che un giorno capirai che quel qualcuno sono io.'
Ogni singola parola di quella canzone è legata ad un ricordo di lei, lacrime amare solcano le mie guance stanche, il mio corpo è diventato inutile senza lei, ho perso 15 kg in due settimane, il mio stomaco che chiede prepotente cibo mi costringe a piegarmi in due dal male. Sono tutti preoccupati per me, non mi hanno mai visto in questi stati.
"Non ti ho mai visto così, tu eri quello forte e io quello sentimentale, ora che i ruoli si sono invertiti non so come aiutarti." Le parole di Marco mi fanno ripensare a com'ero prima di incontrare lei, non mi sono mai reso conto di quanto fosse falsa la maschera che portavo fino a che non mi sono ritrovato nudo sotto il suo sguardo, spoglio da ogni difesa, da ogni maschera, nudo di ogni menzogna e finalmente me stesso. 
Ogni mattina la passo così, anche ogni sera da ormai un mese, non so come farò ad andare avanti senza lei, non ora che la mia vita di merda era dannatamente perfetta con lei. Mi alzo da quella panchina colma di ricordi, da quell'erba diventata rigogliosa con l'avanzare della primavera, oggi è il suo compleanno, le mando un messaggio di auguri e vado da Tomas. 
"Tu hai bisogno di bere amico mio!" Il ragazzo mi da una pacca sulla schiena. 
"Non ne ho voglia." Rispondo. 
" Ahhh andiamo! Devi continuare la tua vita." Lo dice in tono comprensivo. 
"Non posso! Non senza lei!" Alzo un po troppo la voce e la gente del locale si gira a guardarmi, noto che in mezzo a loro c'è anche Malika che mi guarda con tristezza. 
"È solo una ragazza!" Continua il mio amico. 
"No! Non è solo una ragazza! Lei è la mia vita, è l'unica che a differenza di tutti voi ha visto ciò che nascondevo, è l'unica che mi ha insegnato ad amare... è l'unica che abbia mai amato! Ed è l'unica per cui perderai la vita pur di vederla sorridere e voi me l'avete portata via! Tutti voi non vi siete mai scomodare ad ascoltarla un solo secondo!" Urlo infuriato e so di aver colpito nel segno quando Malika mi si avvicina a testa bassa chiedendomi scusa per quello che ha fatto. 
"Non me ne faccio un cazzo delle tue scuse, non la riporteranno da me, non me la faranno baciare o stringere di nuovo!" Le urlo in faccia tutta la mia rabbia e poi me ne vado. Mi allontano da tutto e tutti. 
 
 
Pov Naira
Sono con Lexy e il mio ex capo a bere qualcosa quando il mio telefono suona, guardo e vedendo il numero privato, convinta che sia Marta rispondo. 
"Dimmi!" Dico cercando di essere più allegra possibile. 
"Naira, ho bisogno di parlarti." Quella voce mi congela.
"Cosa vuoi? Non mi hai già portato via abbastanza?!" Chiedo stringendo i denti. 
"Capisco la tua reazione e so che mi ascolterai, devo parlarti di Enrico." Quel nome mi fa rabbrividire, resto in silenzio e ciò fa capire a Malika che l'ascolterò, infatti riprende a parlare.
"Lui è il più grande stronzo che abbia mai conosciuto, ma con te è un'altra persona, ho provato invidia per questo, avrei voluto che si comportasse così con me, ma non l'ha mai fatto! Stasera ci ha accusato di averti portato via da lui, vederlo così emotivo, così fragile, con gli occhi lucidi tormentati come chi non s'è mai perdonato qualcosa, mi ha fatto male e ho capito di aver sbagliato, ho capito che ti ama davvero, quindi per favore, torna da lui!" Rimango immobile con lo sguardo perso nel vuoto e lei mi chiama per accertarsi che non abbia chiuso.
"È troppo tardi, mi dispiace!" Rispondo fredda.
"Non se lo ami, ti prego! Fallo per lui!" Mi supplica.
"No! È passato troppo tempo!" Butto giù prima che possa replicare qualcosa. Torno dai miei amici che mi domandano chi fosse, gli spiego cosa mi ha detto Malika, la insultano per un buon quarto d'ora e poi iniziano a chiedermi che abbia intenzione di fare.
"Che vuoi fare di Enrico?" Mi chiede il mio ex capo. 
"Non lo so."
"Pensaci tesoro." 
"Ho sofferto troppo per colpa sua, sto bene senza di lui." 
"Ahhh! Ma smettila! Non negare a te stessa che stai peggio da quando lui non c'è! Ti conosco e non puoi mentirmi!" 
"Hai ragione, ma se lo ammettessi impazzirei, correrei da lui e inizierebbe tutto da capo.. non posso sopportarlo, voglio smettere di soffrire." Dico confusa. 
"Ma tesoro mio, senza di lui soffrirai ancora, e lo sai. Devi solo trovare il coraggio di ammetterlo." Il mio ex capo mi accarezza una guancia, mi fa pensare a tutte le volte in cui, prima di cena, ci appoggiavamo al termosifone e mi raccontava i suoi problemi. 
"Ci penserò." Concludo alzandomi per entrare a pagare da bere. 
Mentre mi volto per uscire dal locale vado a sbattere contro qualcuno. 
"Hey! Ma tu sei la ragazza di Enrico!" Una ragazza che non conosco mi saluta.
"È tu sei?" Chiedo stranita. 
"Arianna, una sua amica." Mi porge la mano che non stringo, non mi piace per niente questa tizia.
"Capisco." 
"Allora come state?" Mi chiede. 
"Separati." Rispondo fredda. 
"In che senso?" Domanda confusa.
"Ci siamo mollati." 
"Ohhh, mi dispiace!" Il sorriso compiaciuto che le increspa le labbra mi fa capire che non è affatto vero.
 
 
 
 
Spazio autrice
Scusate se è rimasto un po corto, ma il prossimo (l'ultimo) sarà molto più lungo e intenso.
Spero vi sia piaciuto :) un bacio isy_94. 

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Capitolo 25
*** Where it all began... ***


Vi consiglio di leggere questo capitolo con il sottofondo di due canzoni. Una è let me sleep di stanfour ft jill. E l'altra è forever dei kiss. :)
 
 
'Non potevano stare insieme, non potevano stare lontani: non ci esci, da quelle storie. Loro non ci erano usciti, veramente.'
-Alessandro Baricco
 
 
 
 
Pov Naira
Sono passati due anni da quel giorno, quel giorno in cui ho deciso di lasciarlo andare.. le cose vanno bene, io, Lexy e i pastori abbiamo costruito un albergo con fattoria didattica e maneggio, l'abbiamo chiamata the Black stallion, quando ci siamo dimesse Mauri mi ha regalato Amos, ha detto che tanto lui aveva scelto me è sarebbe ritornato come prima. Va tutto bene, se non fosse che mi manca da morire, ho provato milioni di volte a dimenticarlo, anche uscendo con altri ragazzi, ma quando si arrivava anche solo a un bacio mi tiravo indietro invasa dal ricordo di lui. Marco prova ogni giorno a farmi sorridere, ma non ottiene risultati, in più si sdoppia tra me ed Enrico, che ha costantemente bisogno di lui. Domani inizia la transumanza, l'anno scorso avevo il terrore di incontrarlo, ma ho visto solo Silvio che mi ha abbracciato come se non fosse mai successo niente, spero che anche quest'anno non si faccia vedere.
 
 
Con questi pensieri Naira si alzò dal letto, era una giornata stupenda, il sole splendeva e la festa stava per iniziare, si vestì e portò i cavalli a legare dal campo, i pastori portarono alcuni capi di pecore e mucche, poi si sedettero tutti insieme sul fieno, come ogni anno, si respirava allegria, ma nessuno di loro immaginava cosa sarebbe successo...
 
 
Pov Enrico
Sono passati due lunghissimi anni da l'ultima volta che l'ho vista, ho provato ad andare avanti mettendomi insieme a una di cui non ricordo nemmeno il nome, per fortuna è una ragazza che non ama i contatti fisici, se no penso che non avrei resistito neanche un'ora. Ogni volta che c'è l'ho vicino penso a quanto vorrei che fosse un'altra persona, a quanto vorrei che fosse lei, Naira, mi sono tatuato il suo nome sotto l'avambraccio sinistro, vicino al cuore, perché è sempre stato quello il suo posto, nel mio cuore. 
Sabato sera, transumanza, mi ero ripromesso di non andarci più, eppure sono qui, dove di solito tutti si riuniscono a mangiare, a cercarla, alcuni tavoli sono vuoti e lei non c'è. Vedo Amos legato, non sono sicuro che sia lui, è ingrassato un sacco e le sue ferite si sono rimarginate, 3 piccole cicatrici hanno preso il loro posto, sembra un eroe di guerra, fiero di essere sopravvissuto. Mi dirigo verso la pizzeria sperando di trovarla almeno lì, ho deciso che devo assolutamente riprendermela, non posso più andare avanti facendo finta di niente. Sbuco dall'ombra e la vedo seduta in braccio a Marco con Romeo legato vicino intenta a parlare con Nevio, mi avvicino e la chiamo. Si paralizza, vedo i suoi muscoli tendersi, si volta verso di me e nei suoi occhi c'è sorpresa, confusione, felicità,  sembra un cerbiatto davanti al suo cacciatore. 
"Ciao biondina." Le sorrido e mi fermo a pensare quanto sia vero questo sorriso. 
"Ciao" Risponde fredda, alzandosi per venirmi incontro. 
"Che ci fai qui?" Continua. 
"Volevo parlarti." Sorrido di nuovo. 
"Dimmi." Mi incita.
"Senti... io... non ce la faccio più ad andare avanti così, ho bisogno di te, voglio averti nella mia vita, ti amo dio solo sa quanto è non posso stare senza di te, tu sei tutto ciò che di più bello e meraviglioso mi sia mai capitato e non voglio perderti." Dico tutto d'un fiato e mi fermo a guardare la sua reazione. 
"Non mi interessa, sono felice adesso e non rovinerai tutto, non più... sei uscito dalla mia vita due anni fa e vorrei che ci rimanessi." Queste parole mi uccidono lentamente, vedo nei suoi occhi le lacrime che sta cercando di trattenere, ma non bastano a farmi credere che non lo pensi davvero.
"Naira, ti prego, so che stai mentendo anche a te stessa, buttati ancora una volta, ancora una... non ti chiedo altro." La supplico stringendole gli avambracci dolcemente. 
"Non toccarmi!" Scatta liberandosi dalla mia presa, facendolo il suo corpo ha tremato, sono convinto che sia dovuto all'effetto che le faccio.
"TU DEVI RIMANERE FUORI DALLA MIA VITA!" Mi urla contro per voltarsi, saltare su Romeo e lanciarlo al galoppo verso la nostra chiesetta. Sono ancora fermo qui quando lo stridio delle gomme, il nitrito terrorizzato di Romeo e lo schianto di una macchina mi riportano al presente, per qualche decimo di secondo rimaniamo tutti fermi in silenzio, poi chi era seduto si alza e corriamo in direzione di quei suoni. Io e Marco arriviamo per primi e ciò che ci compare davanti agli occhi ci fa rabbrividire, in mezzo ad una curva una macchina è ferma contro il muro con i vetri spaccati, Romeo gira in torno a qualcosa, solo quando ci avviciniamo di più scopriamo che quel qualcosa è il corpo sanguinante di Naira. Mi butto sopra di lei, beccandomi una morsicata da Romeo sul braccio, la prendo tra le braccia e inizio a piangere, non respira.
"NON RESPIRA!!" Urlo a Marco che sta cercando di fermare Romeo, Nevio e Angelo lo bloccano, Aldo chiama l'ambulanza e Giacumassu controlla il guidatore ignorato da tutti, sono attimi di terrore.  
"Marco portatela giù voi, l'ambulanza ci mette troppo a salire." Aldo informa il ragazzo lanciandogli le chiavi di una macchina che non sapevo avesse.
"Mitsubishi evo 9?" Chiede rigirandosi le chiavi in mano.
"Si, era un regalo per lei." L'uomo indica la ragazza ancora stretta tra le mie braccia. Saltiamo in macchina e in 10 minuti siamo in pronto soccorso, la strappano dalle mie braccia e la portano in sala operatoria. Aspettiamo 3 ore, sono coperto dal suo sangue e fumo una sigaretta dopo l'altra con i nervi tesi e le mani tremanti, Marco è andato a farsi una doccia intimandomi che quando sarebbe arrivato ci sarei dovuto andare io, ma non lo farò, non ho intenzione di muovermi di un millimetro, non finché saprò che sta bene. Non mi perdonerei mai che l'ultima cosa che ricordi sia una litigata. Un medico vestito di verde mi poggia una mano sulla spalla e mi sorride.
"Sei ridotto male ragazzo, fatti a fare una doccia, cambiati e torna qui se vuoi, è fuori pericolo." Quelle parole mi fanno rinascere.
"Posso andare da lei?!" Chiedo speranzoso.
"Si, ma è ancora sotto anestesia." Mi accompagna da lei e vederla sdraiata in un letto con tubi infilati nelle braccia mi fa male, vorrei esserci io al suo posto. 
"Mi può sentire?" Chiedo accarezzandole una guancia. 
"Sì, anche se le parli ti sente." Mi risponde il medico prima di uscire e chiudere la porta. Inizio a parlarle continuando ad accarezzarla, sembra così fragile, così diversa, non sembra lei.
 
 
Pov Naira
Rivivo quei momenti infinite volte, i fari che mi accecano, Romeo che nitrisce per poi bloccarsi di colpo, il dolore lancinante causato dall'urto contro il parabrezza della macchina e quello dei vetri che mi hanno trafitto la gamba, il rumore delle ossa che si rompono, il gusto del sangue... e poi... e poi quella voce, quelle lacrime, quelle braccia, quel profumo che conosco troppo bene, le sue parole, avrei voluto aprire gli occhi e dirgli che sono stata una cogliona, che solo in quel momento in cui la mia vita mi stava passando davanti, solo in quel momento ho trovato la forza di riprovarci, di tornare al suo fianco, di buttarmi, in quel momento mi sono resa conto che la mia vita non è vita senza lui, che lo amo così tanto da farmi mancare l'aria, così tanto da far male. Sto soffrendo come un cane, la gamba fa malissimo, respiro a fatica, tutte le cellule del mio corpo sono doloranti, ma, all'improvviso, una carezza, la SUA carezza, mi fa stare meglio, non provo più dolore, sento le sue parole. Le più belle che abbia mai sentito:
"Naira, ti prego, non so se ti ricorderai quello che sto cercando di dirti, ma spero di si. Naira io ti amo, non so più come fartelo capire, tu mi sei entrata nel cuore dal primo momento in cui mi hai guardato, te lo ricordi?! Mi guardavi imbambolata mentre arrivavo con Mercedes, quando ci siamo scontrati, l'ho fatto apposta a venirti addosso, volevo sentire il tuo profumo, non te l'ho mai detto perché tentavo di negarlo anche a me stesso, ma non ci sono riuscito. Ti voglio nella mia vita perché tu sei la mia vita. Sei stata l'unica persona che abbia mai amato e che sia riuscita a leggermi dentro con un solo sguardo, sei l'unica che abbia avuto la pazienza di insegnarmi ad amare, tu sei il mio amore, sei l'unica cosa che mi fa ancora credere che il mondo sia un posto migliore, lotta per noi amore mio, lotta per svegliarti e pigliarmi a schiaffi, lotta per urlarmi in faccia, lotta per tutte le persone che, come me, hanno bisogno di te, perché saremmo tutti persi senza te. Io e te insieme avremmo potuto spaccare il mondo, lotta per questo biondina." Calde lacrime mi rigano le guance, ma non riesco ad aprire gli occhi e guardarlo, lo sento qui, sento il suo respiro, le sue emozioni, sento che mi sta accarezzando il tatuaggio, quella rosa attorcigliata al mio avambraccio con al posto del gambo poche parole incastrate tra le spine, quelle parole che pochi capiranno, quelle parole con un significato immenso: 'you'll be in my heart E.' 
So che si sta chiedendo che significato possa avere questo scarabocchio, la 'E' sembra la base del fiore inciso sotto il mio gomito, ma è lui il significato del tatuaggio, è il suo nome, il suo carattere, le sue labbra, la sua pelle, i suoi occhi, il suo amore stupendo ma imperfetto, dolce ma spinoso, puro ma doloroso, come le spine che ti pungono, fresco come una rosa appena sbocciato. 
Sento dei passi che si avvicinano e un'altra mano che mi accarezza, i due uomini più importanti della mia vita sono qui, vorrei salutarli, vorrei aprire gli occhi e vederli, ma il mio corpo non risponde, li sento parlare. 
"Ho parlato con il medico." Dice il moro.
"Che ha detto?" Chiede Enrico. 
"I vetri le hanno reciso l'arteria femorale e l'impatto le ha causato la rottura scomposta in 3 punti del femore. Le hanno messo i punti, i chiodi e l'hanno ingessata, dovrà tenere il gesso un mese e due i chiodi. Per minimo 4 mesi non può andare a cavallo, ho il terrore di dirglielo!" Lo sento ridere a quest'ultima frase.
"Ci ammazza a tutti! Fa una strage in stile Haiti!" Ride anche il biondo. 
"Vatti a fare una doccia, ci sto io qui."Continua Marco. 
"No! L'ho lasciata sola per troppo tempo, non mi muovo." Risponde.
"Non è colpa tua per questo, lo sai?!"
"Si che lo è!  Se non fossi salito lei sarebbe ancora con voi a ridere!" Il ragazzo smette di accarezzarmi.
"Non è vero! Se doveva succedere sarebbe successo. La ami, sei salito per quello... anch'io l'avrei fatto." 
Cala il silenzio, sento dei passi allontanarsi e il rumore di una sedia, poi di nuovo silenzio. 
 
 
Pov Enrico
Marco è uscito per chiamare i pastori, anche se sono le 3 di mattina non penso che qualcuno dorma, mi siedo e la guardo, l'adrenalina che avevo fino a poco fa mi abbandona e mi lascio cadere in un sonno leggero, senza sogni, qualche ora dopo sento un gemito e apro gli occhi, la vedo mentre sta tentando di girarsi, mi guarda. 
"Hey!" Le dico alzandomi. 
"H..e..y.." Biascica.
"Stai meglio?" Inizio ad accarezzarla.
"Si." Mi risponde facendo più pressione sotto la mia mano. 
"Mi dispiace." 
"Non è stata colpa tua." Mi rassicura. 
"Non è vero, ti ho rovinato la vita, ogni volta che ti sto vicino tu soffri."
"Si dice che gli amori migliori sono quelli che, prima di aggiustarti la vita te la incasinano." Sorride, il sorriso più bello che le abbia mai increspato le labbra.
"Beh, in questo caso, devo aver vinto il Nobel!" Le sorrido. 
"Tu come stai?" Mi domanda spiazzandomi. 
"Sporco e affamato." Rispondo ironico con un mezzo sorriso.
"Senti.. volevo dirti che..." la interrompo mettendole un dito sulle labbra. 
"Riposati, ne parliamo domani."
Sta per replicare qualcosa quando il medico ci interrompe, Marco entra e la saluta velocemente. 
"Signorina, devo chiederle chi si occupa di lei."
"È maggiorenne." Dico non capendo.
"Si ma in caso di incoscienza deve esserci qualcuno come coniugi o genitori che prendono decisioni, in questo caso lo chiedo a lei. Ripeto. Chi si occupa di lei signorina?"
"Loro due." Risponde Naira spiazzandoci. 
"Che grado di parentela avete?"
"Il moro è mio fratello, fratellastro, il biondo il mio ragazzo."
Io e Marco ci guardiamo qualche secondo per poi riportare la nostra attenzione al medico. 
"Confermate ragazzi?"
"Si!" Rispondiamo all'unisono. 
"Bene, venite a firmare il foglio delle dimissioni."
Lo seguiamo lasciando Naira in quel maledetto letto, quando torniamo un'infermiera la sta aiutando a vestirsi, ha le stampelle e sta cercando di mantenere un equilibrio stabile, mi avvicino, le passo una mano intorno alla vita e l'aiuto a camminare, ad entrare in macchina, lungo il tragitto le diciamo che non potrà andare a cavallo per un bel po e non la prende molto bene. 
Siamo arrivati, insiste per andare a vedere Romeo, ce la portiamo e l'animale appena la vede inizia a nitrire contento, lo saluta, lo accarezza e inizia a piangere. La stringo tra le mie braccia, il contatto mi fa rabbrividire,  è passato così tanto tempo, ma in un secondo è sfumato tutto, è come se non sia passato neanche un minuto.  Il mio telefono inizia a suonare ininterrottamente, guardo il display tenendola sempre premuta contro il mio corpo, è Arianna, rispondo. 
"Si?"
" Amore dove sei finito?" Mi chiede la ragazza e sento Naira allontanarsi. 
"Ehm.. da amici, ti chiamo." Chiudo velocemente e la guardo. 
"Sei fidanzato, va da lei, io me la caverò." Mi dice fredda. 
"Non è con lei che voglio essere." Ribatto sicuro.
"Non voglio intromettermi tra voi." Continua. 
"Non capisci che non me ne frega niente di lei, non l'ho neanche mai baciata o toccata."
Abbassa la testa e si fa accompagnare a casa da Marco,  nel frattempo Angelo mi si avvicina e mi mette una mano sulla spalla. 
"Dalle tempo enry, sono sicuro che tornerà da te."
"Come fai ad esserne sicuro?" Chiedo fissando il vuoto. 
"Perché non c'è stata notte in questi due anni in cui non abbia pianto, come non c'è stato giorno in cui nei suoi occhi non si vedeva il tuo ricordo. Siete fatti per stare insieme. Ho 50 anni, ho visto tutte le milioni facce dell'amore, ma questa... beh, secondo me questo è il vero amore, non scappare questa volta." Il pastore miguarda con un sorriso rassicurante. 
"Ho smesso di scappare." Detto ciò prendo il telefono e mando un messaggio a... come si chiama?! Ah si! Arianna. 
'Vieni su, dobbiamo parlare.'
Dopo una quarantina di minuti arriva, mi volto verso il fieno e vedo Naira seduta che la guarda male. 
"Dimmi amo."
"Ascolta, spero che non sia un duro colpo, ma tra noi è finita, amo un'altra ragazza, scusa se ti ho fatto perdere tempo."
"TU!" indica Naira e poi me. "TU AMI QUEL ROTTAME UMANO! LEI NON TI DARÀ MAI CIÒ CHE POSSO DARTI IO!" Urla infuriata.
"Io non voglio niente da te, a me basta averla vicino, è tutto ciò che voglio!" Alzo la voce. 
"Spero siate felici insieme!"
Se ne va mentre mi volto e vado vicino a Naira che mi sorride. 
"Ti amo biondina, lo farò per sempre."
"Ti amo anch'io coglione! Dammi un bacio." Ci baciamo con gli applausi, i fischi e le urla dei pastori, ho finalmente trovato il mio posto: al suo fianco. 
 
 
 
 
Spazio autrice
Eccomi qui con l'ultimo o forse no capitolo di questa storia :) spero che siate arrivate fin qui. Grazie mille a tutte quelle meraviglie che mi sostengono sempre :) un bacione enorme isy_94.   

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